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Un figliuolo ci è sUito dato
* <jfi\
i* tempi normali, a quest’epoca dell’anno, era tutto ■^inviare e ricevere
d’miguri in espressioni di affetto e sentimenti, che lo celebrazione del Natale
avvivava gioioso come un vibrare di
campane a festa.
Ed ora ? Ebbene, come credenti non
dobbiamo seppellirci in un funereo silenzio. Se non vi può esser posto oggi per
auguri di esultanze inopportune o di superficiale consuetudine, v’è posto per
quegli auguri che si formulano e si animano nel sacro ricordo che il Natale del
RvuKti'ore porta come luce di speranza
nelle anime nostre.
Auguri così, giungano a voi, cari militari, che vi trovate di fronte ai pericoli
o nei disagi del compimento del vostro
dovere. Auguri così, formuliamo anche
per voi, prigionieri lontani, che non potrete leggere queste righe. Augùri così
esprimiamo a tutti voi, cari fratelli e
sorelle di tutte le nostre Chiese: a voi
che siete « afflitti da svaniate prcyw*
a voi che vi trovate davanti a preoccu
pozioni d’ogni genere; auguri fiduciosi
in Cristo per tutti; poiché in questi temI pi tutti sentiamo quanto significativa sia
f la parola dà Giacomo (cap. 4: 13): « non
‘ sapete quel che avverrà domani ».
^ Un Fanciullo ci è na,to: e questo Fanic dulia, ci dicono le Sacre Scritture, è la
I Parola, ch’era presso Dio; l’unigenito suo
; Figliuolo che s’è fatto carne. Mistero
d’amore.
Dunque, Colui che scendeva dai cieli
per tutto dare per la redenzione delle :
^ anime nostre, si presentava nella realti^^
di un piccolo essere, che tutto deve ri.»
cevere.
C è chi obietta.: perchè dare tanta importanza ad un giorno rievocante la nascita del Redentore sotto le spoglie di
un piccolo fanciullo ? Non è più efficace l’aver presente il Cristo come Colui
che è morto e risuscitato; Colui che siede alla destra del Padre per noi ? Evidentemente c’è del giusto in tale obiezione: tuttavia, gli Evangeli ci narrano
la nascita del Redentore, e quella nascita vi è espressamente proclamata da un
angelo, glorificata da una moltitudine
celeste, annunziata, dallo splendore di
una Stella. Egli è perchè quel piccolo
fanciullo è già, così com’è, l’ineffabile
dono, da meravigliosa manifestazione
dell immenso amore di Dio per noi.
Un poeta, che con animo di scienziato
è solito considerare la bellezza e la verità dellìe cose, dopo aver descritto le
meraviglie di una, minuscola cellula vegetale capace di produrre un corpo organico, cellula che egli definisce: « bre▼ità che urge d’iinmensità », oasi si
esprime con vivida conclusione: « La
quercia non sarebbe così maestosa, se
primaba vita non si fosse fatta cellula ».
Net piccolo Fanciullo, è la Vita divina che s è fatta cellula per trasfondere
ed ampliare nell’anima inaridita- dal
5: Peccato le possibilità di una vita nuova.
Vi i ben di che tornare di anno in anno
a rallegrarci nel Signore per il FamAullo che ci è nato, per il Fanciullo che
, ci è stato dato; vi è ben di che benedire l’Eterno, g ripeterci coti vegliardo Simeone: « Gli occhi miei han vedutoi la tua salvezza, che hai preparata
dinanzi a tutti i popoli, luce da Muminare le genti » (Luca 2; 30-32).
Nel Fanciullo che ci è nato, nel Figliuolo che ci è stato dato, è il principio
di quella vita divina che, anche se crocifissa a morte, non può restare nella tomba. e risorge.
E’ la fiamma di quell’amore che,
quand’anche sia avvolto dalle più spesse tenèbre della malvagità, ne trionfa
in uno splendore che non si estingue.
E’ lo schiudersi di quella pace che, in
qualsiasi penosa e turbinosa circostanza,
può affermarsi e regnare in un cuore.
E’ primizia di consolazione, balsamo
di refrigerio al cuore sofferente.
, ^fl Fanciullo che et è nato, nel Fici è stam-mm;' ha^fittmiisibile che si rende visibile, l’infinito che
si determina nel finito, l’eterno che si
manifesta nel tempo, l’incomprensiibile
che si rivela q totalmente, il divino che
s’immedesima nella creatura umana.
E tu quésto ritrovi ancora, quatridx)
Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane e dopo aver reso grazie lo
ruppe distnbuendoDo in paaticelle ai
suo-, e prese il calice passandolo dall’uno all altro. Non v’è anche in questo Sacramento il piccolo in virtù di contenuto incommensurabile ed eterno ?
.Mistero, si; ma mistero di vita e di
isi ‘sarò, ogni cellula vitale, dono della
irazia della, presenza del Signore,
laoquisterà l’amvpiezza necessaifia al
empimento deile promesse di Dio, per
:tto ciò che dii più sacro e buono pos,mo desiderare, y
In questa certezza, che dalle aose a
>i più attinefnti può allargarsi come
una viva speranza a tutto ciò che il no
stro cuore breema a fine di tonite sofferenze ed aurora di tempi migliori,celebriamo il Natale nello spirito che al
Veggente dell’Apocalisse faceva eaeitÙ
mare: « Vieni, Signor Gesù!
La grazia del Signore Gesù sia exm
tutti. ;
Il Moderatore:
Virgilio Sommami
E’ VENUTO!
« E venuto in casa sita, e i
suoi non l’hanno ricevuto; ma
' a tutti quelli che l’hanno ri
i cevuto egli ha dato il diritto di
diventare figliuoli di Dio... ».
m (Giov. 1; 11-12).
E’ venuto ! Il Figlio che ha esistito
in seno al Padre da ogni eternità e mediante il quale il Padre ha creato l’univetso, il Figlio che ha dato di Dio una
^rivelazione parziale e frarnmentmia
nelia coscienza morale degli uomini
tanto giudei quanto pagani, il Figlio che
iorpiU col Padre e còllo Spirito Santo
una viveÉ^jUiiìtà, è venuto.
rofe.ia ha -po-t
Avete -nottito^
ratiere collettivo; cHe
.sto nel suo canto di lode ÌSe nel piccolo
Fanciullo di Betleem è la manifestazione di carattere collettivo, e la manifestazione della immensità di Dio g del
suo amore, nella, piccola specificazione di carattere collettivo, è la moltitudine di coloro che aspettando un Salvatore, credettéro e lo accolsero nel loro cuore. In quella moltitudine ci sei
anche tu, caro fratello e sorella: rallegrati nel Signore.
Ma come un albero, che pur nasce
una volta, è dai ritorni delta primavera porthto a rifiorire di una vita nuova,
così è d’ogni anima, quando il Signore
le si manifesta come virtù rinascente.
Ricordati, però, che se questa virtù
può avere manifestazioni grandiose,
d’ordinario si rivela piccola, umile, come il nato Redentore. E non soltanto
questo, perchè quella virtù divina dalla
quale tutto aspetti e dalla quale tutto
avrai, per il momento può richiedere
da te tutte le tue cure, così come Giuseppe e Maria ebbero ad occuparsi del
fanciullino. Richiede da te paziente aspettativa, vigilanza, amore, e quella
disposizione d’animo che faceva dire
al Battista: « Bisogna che Egli cresca e
Che io diminuisca ». (Giov. 3: 30). E se
'* ^ ^ . .ir»
è' diventato un uomo
etleem dalla vergine
>’ ' 750 delia fondazione
si tratta d’un uomo
Dio, ma di Dio che
.a nostra ragione vorin Gesù un semplice
ato fino alla divinità
ura dichiara che Gesù
^abbassato fino all’uma
ticolane
di DiOj¡,j
nato in
in uny
terrestré^l
polo.
¡■¿«sa sua. Casa sua è l’ucon le sue glorie e i suoi
•0 pianeta insignìficanio ma non agli occhi di
6tb amato il mondo, non
,’;5^^igenito Figliuolo che
Éso prendendo forma di
tendo simile agli uomini.
...in senso più limitato e
nostro testo il popolo parquale nacque. Figlio
anche il Figlio dell’uomo,
ira determinata della storia,
iinato punto dello spazio
'¡•seno a un determinato po
II sang;ju||:d’lsraele ha colato nelle vene di C^ipa.'* Assumendo la condizione
umana, Gesù ha assunto la natura d’Israele motivo d’alcuna sui>erio
rità razziale di quel popolo ma per fare onoi^^p^veracità e alla fedeltà di
Dio. Dio^v|va concluso un’alleanza
con qu^^^polo e soltanto con lui, con
quel poj^^^ infedele, ingrato, dal collo
duro, ma^ùr sempre con quel popolo.
Dio gli fatto il dono della sua
presenza, gli aveva promesso una liza pari.
Gesù^^énuto in casa sua e quale accoglìenz^ha i^vuto ?
I suoi fiton l’ha.nno ricevuto! Il suo
popolo preparato a traverso 1 secoli alFavvento del Cristo dalla predicazione
dei profeti e dalle dolorose esperienze
della sua storia, il suo popolo pur anelante con brama intensa all’apparizione
del Messia, il Messia avea respinto
Pensate alla sofferenza di Gesù quàm
do ai suoi appelli vide delinearsi, precisarsi e poi manifestarsi violentemente
un rifiuto pieno di amarezza e di' od%».
Seguitelo peUa' sua lotta sempre più
dura contro l’incrèdulità dei suoi, contro l’ignoranza delle foUe che lo seguivano per veder dei miracoli e. ricevere dei pani, contro la volubilità che
le indurrà domani a vilipendere quelli che oggi ha aicclamati, contro il fanatismo, l’orgoglio, l’oppressione dei capi
la cui seite. di vendetta sarà placata
solo dal suo sangue. I suoi non l’harmo
ricevuto, e raccoglieranno ben presto le
dolorose conseguenW" del loro rifiuto,
compediate mirabilmente nella leggenda dell’Ebreo errante.
Fra i Giudei dileggianti Gesù caduto
sulla via della oroce ve n’era uno <^e
schiammazzaiva più degli altri. Quando
i soldati ebbero rialzalo il morituro,
costui gli dette un colpo gridando
« Cammina presto ! ». Gesù si volse indietro e guardandolo fisso rispose « E
tu camiminerai fin che io ritorni ». Il
giudeo si allontanò e da quel momento
cammina per le strade della terra senza
posarsi più di tre giorni in im luogo,
senza stancarsi, senza poter morire.
A motivo del rifiuto del Messìa Israele fu disperso sulla faccia della terra e
ancora è fuggiasco, errante, dovunque
starnerò e sospetto, senza fìssa dimora,
senza un regno che possa du .s’i.i, snidato dalla vecchia patria che costò tanto sangue ai suoi padri E deve vagare,
sempre osteggiato, lìnch-i non sì converta al divin Figliuolo nato da una
fanciulla del suo sangue.
E’ venuto in casa sua, e i suoi non
l’hanno ricevuto escludendosi volontariamente dalla grazia del Signore, ma
il Signore si è formato un popolo nuovo, raccòlto da tutti i popoli della terra
indistintamente, un nuovo Israele cioè
la Chiesa, cioè l’insieme di quelli che
lo hanno ricevuto e ai quali egli ha dato il diritto dì diventare figliuo^.i di Dìo.
Figliuoli di Dio lo siamo tutti nel senso della creazione, ma non nel senso
d’una relazione personale col Padre
Celeste. Per nascita più che figli di Dio
siamo figli d’Adamo, degna posterità
dell’uomo colpevole, peccatore e perduto. Abbiamo rinnegato la paternità
di Dio e pensiamo e lavoriamo e godiamo e soffriamo come se Dio non esistesse: segno che fra noi e Dio non esistono più rapporti di figli a Padre.
Ma tali rapporti, ed ecco il grande'
annunzio dell’Evangelò, possono essere
ristabiliti per fede in Cristo. In Lui s’è
fatta palese la volontà di Dio, si è rivelato il segreto di Dio, il cuore di Dio, la
2
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ì.tv^^v.*, vi» nascosta di Di«. Dio vieno in for” -aui di uomo verso gli uondtii suoi'fì'^
y poiché, questi non avrebbero potuto
còinprenderlo in altja manieira.
Dio in cielo è realtà così remota, co, sì jiallida, così indistinta che ci lascia
aridi e freddi. Ma Dio in terra, Dio fattosi nostro prossimo in G^ù Cristo, la
volontà di Dio awicipatasi tanto che
un uomo,non può evitarla, la mente di
Dio resa così evidente che un uomo non
può confonderla, tutto- questo è chiaro,
preciso, inequivocabile, ma lo è soltanto in Gesù.
In lui avviene la rivelazione del Padre e la riconciliazione col Padre; in
lui siamo nuovamente figliuoli di Dio.
Il Dio dell’universo, il Signore dei mondi ha consentito a scendere fino a me e
a permettere che io, indegna creatura,
lo chiami Padre, Padre mio.
La nascita naturale non conferisce
che la vita naturale che si esaurisce entro brevi anni o decenni; ma chi da
figlio di Adamo diventa figlio di Dio nasce ad una vita nuova che non conosce
più i limiti della decadenza e della
■aorte. '
Vi sono dunque agli occhi di Dio due
umanità; non l’umanità ricca e l’umanità povera, l’umanità che serve e l'umanità che comanda, ma Tumanìtà che
riceve Gesù Cristo e l’umanità che lo
respùige.
X
' La' differenza essenziale ^ gli uomini sta non nella diversità di lingua o di
colore 0 di razza ma nella diversità di
atteggiamento di fronte a Gesù. Come
la nascita di Cristo divide la storia del
mondo in due emisfeari, cosi rumanità
si divide in due parti: rumanità che
crede e rumanità che non crede. .Da
questo risulta che i vincoli del sangue
e del suolo non contano di fronte ai vincoli deUa fede.
Gesù è venuto ! Dinanzi a tale fatt'> non possiamo rimanesre spettaferi
indi'fferenti, ma dobbiamo assumere?
una responsabilità, risolverci ad una
spelta.
E la scelta sia di accogliere Gesù come il nostro personale Salvatore. Gli
eventi grandiosi e dolorosi che si svolgono sulla scena del mondo ci rivelano la vanità di tanti ideali che forse
ci seduoevano e ci aiutano a credere
The in Gesù e in nessun altro è la salvezza. In questo nuovo anniversario
della sua nascita, come Pietro diciamogli, in uno slancio di fede: «tu sei
il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente »
e ripetiamo con Toma: « Signor mio e
Dio mio ! ».
Allora berremmo alle sorgenti della
vita ed anche per noi sarà veramente
Natale !
Alb R.
I raiennez zi
APPUNTI D' ANTE
TRITTICO NATALIZIO
L’Annuimazione del Beato Angelico.
Sotto un portico luminoso e lesero
nell’aaialità delle colonne, il Beato An;gdìco ha posto la Vergine, tutta raccolta in im gesto pudico, le mani sottili e
pure incrociate sul petto. Tutto in Lei
esprime purezza sorpresa, timore, gioia
e sottomissione: la donna sente il divino mistero che si compie; forse non lo
comprende, ma l’accetta.
Davanti a Tei, Gabriele, smagliante di
luce, le parla, mentre indica il cielo e
il seno della Vergine, quasi a significare i nuovi rapporti tra Cielo e terra.
L’angelo è lieto del divino annuncio
e veramente ancella del Signore è Maria...
Si dice che l’Angelico dipingesse le
sue figure piaradisiache stando Inginoc.chiato, come in preghiera: per questo è
cielo ripetere con Maria;
« Efcco l’ancella diel Signo^: siami
fatto secondo la txxa volontà » ?
•h . , 'à
La Natività, di Domenàfo ^Sbirlandaio.
Oh divina povertàM^.a stalla in cui
nacque Gesù, sublime .^^plicità del
racconto evangelico, n^;quàÌc ogni particolare umano è traasàéli^^’ìè^ solamente resta il Fanciullo; man
giatoia e quella Mad^.-^ovei^ta che
non ha una culla per il' suo nato !
Ma sopra tanta poveffà -brilla una
Itella, troiano gh an|'e!r^'e q^^onano
cori celesti ! •
Perchè l’uomo sente‘^41.-bisogno, come se quello che Dio' dispose fosse in■sufficiente, di aggiungere' correggere,
interpretare secondo 'F^èi gusti e le
sue passioni ? Perchè Donterlico Ghir
della Madre e la testa del Bimbo tocca
im sontuoso sacrofago di augure pagano
ridotto a servire per abbeverare il bua
e l’asino della' tradizione. Il tetto della
capannuccia, aperta da tutti i lati, poggia su ricchi pdlastiri marmorei, dagli
squisiti capitelli corinzi:
Lontano si snoda il fastoso corteo dei
Magi che passa sotto archi trionfali: nota pagana che sovrasta alla cristiana
semplicità. Fu per un, simbolo del pittore che volle insegnarci come, quando
Gesù nacque il paganesiino trionfava, o
perehè per il Pittore del Rinascimento
(e per l’uomo moderno) il paganesimo
aveva nell’ainima più risuonanza della
nota cristiana ? Ma fissiamo la nostra
attenzione sull’espressione che Maria ha
guardando Gesù, all’umiltà e alla semplicità con la quale i pastori offrono i
loro doni al Neonato.
...Ma l’occhio distratto ritorna con diletto alle colonne e agli archi, perchè
è difficile resistere alla tentazione di
mettere una nota personale e pagana
persino nella povertà dèlia stalla di Betlemme... La nota pagana e peccaminosa che mettiamo in tutte le nostre cose..
Eppure bisogim vincere la tentazione;
bisogna che Gesù, e Gesù solo, nasca nel
cuore, e vi cresca e vi regni... E dove
Cristo nasce, il paganesilno muore.
+
L’Adorazione dei Magi di Gtentile da
Fabiano.
...Fastoso e regale si svolge il carte«
dei Magi, dei quali la tradizione ìm. fatto dei re; nella grande tela è tutta uno;
scintillio di ori, di gemme, di luci, di
riflessi di velluti e di- damaschi, aa«i-T
tre uomini, cavalli, cani vivono, ri agii
tano E’ ixna pompa che passa; è il «aonl
do con quanto possiede (o possedeva)
gioia, di lusso, di vanità.
Il corteo, più che dirigersi alla eiqpanj
na davanti alla quale il FanciùUo divi| -md
no sta sulle ginocchia, della Madre, »eia j
bra fine a se stesso: l’uomo anche qaan ^
do intende di rendere omaggio a Dio
non vuole dimenticare la sua pompa i^|
la sua vanità.
Eppure, no: un vecchio si è pro»ta|
davanti al Re dei Re che si è fatto fa
ciuUo; il vecchio, neH’atto di umiliar^, ",
trascina nella polvere il suo manto rè-^
gale.
Si è abbassato, ma cosi può baciare il|
piccolo piede del Fancitdlo divino, quel
piede che sarà trafitto, sulla croce.
Il vecchio sapiente si abbassa e si ;
umilia, ed ecco 4L Fanciullo tende su
lui la mano e gli sfiora la fronte: quel ^
gesto è una benedizione divina. i
Ancora,, se vogliamo quella carezza et
quella benedizione, bisogna abbaasarsi, |
sino a trascinare nella polvere il proprio orgoglio e la propria vanità. ; ^
1. LombardinL
LEGGENDE DI NJATJALE
riuscito a creare immagini che ci parlaiu> di lassù.
E un angelo è davanti a noi, a indicarci il cielo e ad annunciarci che Cristo vuole nascere nel nostro cuore: ma
la nostra anima è essa gioiosa e sottomessa, tutta presa daH’m^fabile mistero?
Buò, ad ogni annuncio che viene dal
landaio volle, nellà sua Natività, confondere Betlemme ad Atene e a Roma,
com,e se il ravvicinamento fosse possibiil.e ?
Guardate !
Il Fanciullo è posto a giacere, sulla
terra; ma su questa è steso un panno
^cchiàsimo eguale al regai manta
Coi suoni nostalgici delle cornamuse
e dei pifferi toma nelle sere velate del
Natale lo Spirito delle leggende alle
soavi rievocazioni: Natale !
d*
Nelle lande della Norvegia, così malinconiche e pur così suggestive, erra
nella notte santa una bianca forma.
L’han vista le vecchie che ne tremano
- raccontando - presso i capaci camini
e l’han vista i fanciulli sogguardando
attraverso i vetri appannati la landa
battuta dàlia pioggia. Va errajndo la
forma bianca, ansiosamente incertamente, va errando come se aspettasse
qualcuno, qualcuno che tarda. Corre, si
ferma, riprende il cammino, esita, torna sui suoi passi,... Ecco il primo tocco
di mezzanotte. Chi a quell’ora precisa
fissi lo spettro vedrà qualcosa d’inaspettato e meraviglioso.
Con mossa, brusca, come se finalmente vedesse giungere l’aspettato, lo spettro si dirige verso^ il sud:, laggiù all’n-f’i.t
rizzonte, fra |a bn;ì^;*,_paiii' infatti che
.un rogo s’acoenda: ma il fuoco sì avan■za si avanza, prende forina, forma umana,... ancora: due grandi ali s’aprono ai
fianchi, alle spalle; ed ecco che il messaggero incontra il bianco fantasma
quando l’ultimo colpo della mezzanòtte rintocca. In quel preciso istante la
visione sparisce. Che cosa significa ? che
cosa -vuol dire ?
Vi fu un tempo un filosofo che abitò
un vecchio castello di cui avanzano pochi ruderi in mezzo alla landa: ivi egli
meditava i grandi « perchè » della vita,
cercando la pietra filosofale. Morì disperato per la vanità delle sue ricerche.
Mja forse..., racconta lo Spirito della
leggenda, forse fu salvo perchè era un
. Di«;«»n«l»aii«
1564. - Alcuni scapestrati di Torre
Pellice, avuto notizia di un matrimonio
celebrato fra un vecchio e una giovanetto del luogo, organizzano una clamorosa, manifestazione piazzaiuola. Impadronitisi di un asino di proprietà dello
sposo; lo issano sul tetto del forno comunale e, dopo aver posto davanti alVcmimale un libro aperto, gli danzano
iìOomo e schtammazzano. Sebbene vi
jKLTtecipino alcuni giovani appartenenti
a famiglie cattoliche del luogo, ì Valdesi vengono accusati d| aver voluto parodiare il rito cattolico~ronumo r. b.
ricercatore sincero e morendo maledis- »
se i beni della terra anelando a quel «
solo Bene che sopra'wive alla morte, i
Ed ebbe forse dopo la morte - la rive- f
lazione del vero; la luce che viene dal |>
sud, dal paese, promesso: da Betlem ! |
E c’è ancora qucilcosa: lo spregiudi- |
cato che si precipiti al luogo dove i due |
fantasmi sì'sónò mcontratì, troverà sul |
terreno un mucchio di foglie secche: le f
ricchezze maledette daU’uomo che è
stato salvato.
Pronxmci tre volte il nome ch’è scritto sulla roccia più profonda della grotta di Barem ed il mucchio di foglie secche si cambierà in oro sonante... Ma
egli avrà perduto l’anima perchè il nome pronunciato e Tattributo più caro a
Satana
Torna, in quasi tutte le leggende di
Natale, simboleggiato il contrasto fra le
ricchezze e la salvezza dell’anima. In
talune pure la tentazione è porta dall’amore, ma in generale si riesce a saivare Fanima e ...l’amore. '
Così dice un’altra leggenda nordica;
In una piccola colonia di pionieri accampata sulla raduna di una foresta
millenaria vampeggiano passioni segrete. Gina, la più graziosa fanciulla, è
amata da due giovani belli e valenti:
belli di forte, abbronzata bellezza, valenti al lavoro di boscaiuolo, d’agricoltore, e di pastore. Ma l’un d’essi è axidace, l’altro timido. La vittoria sul cuore
della fanciulla spetterà all’audace se...
Lo Spirito della leggenda racconta: t
Giorgio si rende conto che mai ose-^
rà presentarsi arditamente all’amata fa-^
cendo valere i propri meriti. Ci vorrebbe qualcosa: un’impresa ardita chq attiri su di lui Fammirazione della oolo-,
nia, che lo riveli nelle sue doti migliori.'
L’occasione ci sarebbe: un animale
favoloso di forme, d’audacia, di crud ' |
tà enormi è l’incubo dei coloni cui di-|
serta le greggi e terrorizza i fanciulli. Sii
tratterrebbe di stanarlo e di ucciderla f
Valorosi sono gli uomini della colonia |
ma c’è qualcosa di sovrannaturale nòlf \
mostro, qu^cosia che sgomenta: parj ^
Fincamazione dello spiritò «j^lla tore-;y
sta che non vuol essere profanata. Do-*
ve viva, come comparisca, quali riano
le sue vere forme nessuno può dire !
E il giovane decide: o ucciderà il ma- '
stro o morrà lui, poiché non può
3
pi|)f!kàre l’indiffene^^ di Gina. Allora
Ovario pensa di recarsi da: una vecchia
^ioiigera che vive con. alcuni pochi conapafni fra le rocde di una non lontana
coHina': è in fama di strega e la str^a
•placata dal beU’argento luccicante con
^Í siterà il giovane. Il,consiglio è tre
1
ft;
f:
/ mendo: Egli dovrà abbattere gli alberi
J pes: una larga zona, poi ^ la notte seguente, tre volte, dieci giorni - si recherà solo verso oriente: conterà tre
volte novanta passi e ogni dieci passi,
pr<Maunciando un terribile " scongiuro,
getterà accesi dei legnetti di strana forma, quasi di croce che la strega gli darà e ohe improvvisamente divamperanno. La belva stanata si getterà essa stessa »elle fiamme.
Il giovane accetta: compie, da? solo
l’improba fatica di abbatter le piante;
ma, giunta quella notte, ei si trova alr
la notte di Natale.
Allora l’opera distruttrice della foresta gii sembra demoniaca, lo scongiuro
atroce, le piccole croci un mistero orrendo di stregoneria. Va, ma respingendo gli aiuti tenebrosi; va per l’amor di
Gina, per il bene della colonia, solo
al buio, pregando, preparato più alla
morte che alla vittoria a cercare nella
foresta l’essere strano... nella foresta intricata, tutta corsa da ululati spaventosi, di fremiti misteriosi.;.
Ma è la notte di Natale e il miracolo
avviene: per mostrare la strada al valoroso, la foresta si accende, ma non
brucia; sono cento, sono mille, soiw*migliaia di alberi di Natale su cui lè luci
divine danzano bianchissime come faville di stelle. Il giovane va seguendo
le luci più vive fino a un antro sulla
cui porta un dragone fuirioso l’attende
e la lotta incomincia. Tutta la notte essa infuria, ma la vittoria arride al pio !
La mattina dopo i coloni che avevan visto di lontano tremando il miracolp luminoso s’accorgono della scomparsa di
Giorgio, lo cercano, lo trovano: svenuto
accanto alla bestia uociSa.« ^
E fu l’eroe acplamato. E sposò Orna.
E l’anima sua ch’era stata minacciata
di perdizione, ebbe corona d’immortalità. Ada G. Metile.
Ai nostri Soldati Valdesi
S’awicina anche quest’anno il Natale, un nuovo Natale di guerra !
Sui monti della Balcania, sulle sabbie africane, tra le nevi della steppa
russa, sui mari lontani e nell’aria, dovunque oggi si combatte questa lunga
guerra che impegna la Patria, dei cuori
Valdesi sentiranno una intensa, viva
commozione in quel giorno.
I! loro sguardo si volgerà pieno di nostalgia e fors’ianche velato di lacrime
veirso i cari lontani e, nel loro pensi'ero,
rivedranno al di là dei fortini e delle
trincee, al di là di ogni tristezza e di
ogni turbamento, al di là di ogni fitta
tenebra e di ogni intima, segreta speranza, il volto amato del padre e della
madre, respireranno un po’ di calda, affettuosa atmosfera famigliare, ricorderanno l’assemblea raccolta nel santuario
e i dolci cantici di Natale.
In patria, ci sarà chi pensa a loro con
sincefTo affetto; ci sarà, è vero, anche
chi piange coloro i quali dalla bufera
della guerra, come giovani robusti tron-'
chi d’albero, sono stati d’un colpo diveL
ti, abbattuti, portati via, ma non senza
la luminosa, vivente speranza della risurrezione e della vita, nel Regno di
Dio.
Ci sarà, nel giorno di Natale soprattutto, chi pensa, chi spera, chi confida,
chi prega ! Sì, ci sarà chi piega per i
militari nostri fratelli in fede, per quelli che danno notizie regolari della loro
salute, per gli ammalati, per i feriti,
per i prigionieri, per i dispersi. Ci sarà
.anche chi prega perchè in ogni cuore angosciato, avvolto dalle tenebre del dolore, del dubbio, ,,deirincertezza, pene
tri un raggio di luce, di' quella luce, ,
che Gesù Cristo ha recato in un mondo
immerso nell’oscurità, con la sua parola, il suo amore, ü suo sacrificio.
Per voi tutti, giovani soldati Valdesi
che ho più volte conosciuto o che ancora ignoro, formulo l’augurio d’un Nartale benedetto da Dio; d’un Natale che,
nell’ora presente, grave, seria, carica , di
tremende responsabilità, rechi veramente « il buon annunzio di un’cdlegrezza che tvjtto il popolo avrà », perchè per
voi è nato il Salvatore, unico Signore
e Salvatore della vositra; vita, pegno e
promessa di un perdono che vi è necessario, suprema manifestazione dell'amore di Dio per yoi, come per me.
Più che mai, in questo Natale di guerra, possiate voi essere benedetti, spiritualmente benedetti da Dio e conservati
nella fede, nell’amore, nella cristiana,
imperitura speranza !
Più che mai, nell’ora storioai che siete chiamati a vivere, in mezzo alla tormenta che passa e rovina e semina angoscie un po’ dovunque, possiate voi
imire la vostra voce alla nostra e ripetere con l’apostolo Giovanni rultima,
commossa invocazione della Bibbia:
« Vieni, Signor Gesù ! »
Essa è un grido di dolore, perchè è
il segno della caduta e della perdizione
d’una umanità abbandonata a sè stessa;
ma è anche e sopratutto im grido di
fiducia, perchè con la Chiesa cristiana
voi sapete e ripetete che non si può fare assegnamento sopra alcun altro Signore e Salvatore, che non c’è nessuna
speranza di vera, definitiva liberazione dal male se non in Cristo e nel suo
glorioso ritorno.
In alto dunque i vostri cuori, giovani
fratelli Valdesi, nel giorno df‘Natale; in
alto i cuori, verso Cristo Gesù !
Umi'lmente così pregate: « Vieni, Signor Gesù ! » Vieni nei nostri cuori,
nelle nostre famiglie, nelle Chiese, nel
mondo !
Vieni a recar la Tua pace !
'Vienij purifica, perdona, consola !
Vieni' e la Tua venuta sarà per voi,
come per noi, un nuovo benedetto Natale, uno di quei Natali che ritornano
ogni anno, ma ritornano per la nostra
salvezza e per la nostra pace !
Il Cappellano Valdese;
Ermanno Rostan.
PER ECO Al MILITARI
NoWe benigna, notte teanquilla *
I
i
WHk STORIA OUASI VIRA DI 6ERMANUS
/ V (vadi MHMcro priecodente)
■ ’ r t ■'
Monnet Emilio e Lisetta, L. 10 - Giordan Luigi, 10 - Menusan Federico, 5 Convegno Giovanile, Riclaretto, 143 Ricca Anna, 5 - Evelina Berton, 5 Bounous Cambellotti, 10 - Sold. Long
Valdo, 10 - Sold. Long Emanuele, 10 Sold. Geymonat Davide, 10 - Deodato
Rosa,' 5 - Favatier Giuseppe, 10 - Enrichetta Amelia Pons, 10 _ Ricca Anna, 5 - Chiesa Valdese, Rodoretto, 35 Genre Alessio, 20 - Grill Enrico, Orgere, 5 - Grill Enrico, Ghigo, 3 - Gay
Emanuele, 20 - Alp. Martinat Giov., 20
- Forneron Silva, 5 - Sold. Gay Valdo,
20 - Sold. Cardon Ernesto e Baldi, 15
- Carab. Forneron Emilio, 15 - Tron
Alessandrina, 10 - Forneron Federico,
5 - Uff., sottuf. Alpini del Btg. Pinerolo, 1017 - Alp. Btg. Fenestrelle, Esille, 3 Sez. Sanità, CC. RR., 3 Alpini, Art.
del Gr. Susa e 2 Batt., 158 - Aut. Tancredi Francesco, 30,40 - Buffa Cesarina, 5 - Chi^a Villar Pel., 2 versamento. 175 - Long Margherita, 5 - S. Ten.
Renato Peyrot, 25 - Maria Avondet, 10
- Poet Enrico, 5 - Peyrot Margherita,
15 - Carab. Bounous Aldo, 10 - Genre
Enrico, 5 - Ribet Susanna, 10 - N. N.,
Chiabrano, 10 - Forneron Lìdia, 3 Avv, Martina, 5 - Corradini Èva, 5 Clot Levi, 15 - Famiglia Gay, 5 - Gaydou Albertina, 5 - Balma Giovanni, 2 Breuza Elsa, 1 - Gaydoii Caterina, 2 Costa Adelina, 2 - Giraudin Stisanna, 5
- Ten. Col. Luigi Grill, 20 - Bastia Aldo, 1.
Ili caporale che intanto si era ripreso
ed aveva capito che era necessario far
buoirviso a cattivo gioco, ricordandosi
delia mansione che aveva alla Scuola
domenicale, non perchè fpsi^ il più diligente, ma perchè era il più alto, di
sua iniziativa, avvicinato xm pezzo di
calta alla candela', si mise ad accendere le candeline.
« Che bello ! » esclamò L.
E Pietro trionfante: « Tu non hai mai
visto cose simili ? altro che questo !
Certi alberi di Natale ricoperti».
«Vedi, Giovanni, - interruppe Valdo - quelle luci, rappresentano la gran
luce che è stata! accessa sulla terra nel
cuore degli uomini colla venuta del Salvatore., La Stella... »
« Sì, lo so, - s’affrettò a dire L. - anche noi sul presepio abbiamo la stella
di Betlemme. Eccola ! », E con stupore
di tutti tirò fuori dal suo pacco un quadretto rappresentante la mangiatoia col
bambino Gesù, Giuseppe, Maria, la
mucca e l’asino, le pecore, i pastoni, i
magi, gli angeli e su, in alto con una
gran coda, la stella della notte santa.
« Me l’ha mandato Teresa, la mia sorellina. Se siete d’accordo lo mettiamo
sotto l’albero ». E senza attender risposta, lo collocò ai piedi del ramo.
E così, stando sempre accovacciati
perchè era impossibile alzarsi in piedi
nella tana, contemplando l’silberetto é
il piccolo presepio, colla nostalgia dei
Natali del tempo di pace, i tre alpini
ascoltarono il racconto della nascita di
Gesù, come si trova in S. Luca al capitolo 2;
« Ora in quei dì avvenne che un decreto uscì da parte di Cesare Aaigusto... »
* e il Cjanto degli 'Angeli:
« Gloria a Dio nei Luoghi altissimi,
pace in terra fra gli uomini ch’egli gradisce ».
e s’unirono con sincera fede alla preghiera ed alla meditazione letta da Valdo e alle supplicazioni ch’egli aggiunse
per i cari lontani.
. La tana era diventata un santuario,
un tempio. Quel ramo d’abete, agli occhi degli alpini trasportati in un mondo incantato, sembrava un albero altissimo che leniva la terra al cielo, le
candeline tremolanti degli angeli risplendenti che salivano e scendevano
dalla grotta della natività alle dimore
eterne...
L. era come trasognato.
Anche il caporale era commosso. Nella sua anima si stava svolgendo una
lotta decisiva. Gesù picchiava alla porta
del suo cuore indurito. In una rapida
visione Pietro scorse la cucina dòlla
sua casa, in disordine e spirante la miseria, la sua moglie macilenta, i bimbi
terrorizzati dalle sue bestemmie e dalle percosse... si vide anche lui, Pietro,
trascinarsi ubriaco da un’osteria all’altra, ed ecco un abisso spalancarsi dinanzi a lui ed alla sua famiglia, ed egli
stava per ssìvolarvi dentro e vi trascinava anche la maglie e i figli nonostante le laro grida e i loro strappi... allora
nelTanima sua, terrorizzato dall’abisso,
si aggrappò a Gesù e l’invocò;
« O Signore, tu che sei venuto per
‘salvare i peccatori, salva anche me che
^no il primo dei peccatori, abbi pietà
di me. Abbi pietà della mia famiglia ».
Quando Valdo ebbe finito dì leggere
la meditazione, Arnaldo che sembrava
trasfigurato, disse;
« Perchè non cantiamo anche l’inno ? » e, seguendo le parole stampate
sul foglio e che essi in parte ricordavano per averle cantate tante volte nell’infanzia, sottovoce, quasi come se fosse un sospiro, riùscendo a stento a liberarsi dal nodo che 11 prenderà alla
gola fecero salire a Dio il canto dtie «al.
Natale -hffratella i nemici' e dà pa««
ai cuori: ■' ■l''’,.
Notte benigna - notte tranquilla
Oh ! come brilla - Ü tuo chiaror Î
Sin nei recessi più profondi dell’a»imà il Salvatore scendeva a purificare,
a redimeTe, a consolare, a dar pace e
allegrezza.
I tre alpini terminarono il canto colle guance rigate dalle lacrime.
L. guardando fisso il bambino Gesà
del suo presepio, era rapito in estari.
O lacrime benedette ! lacrime di dolore e di tenerezza per i cari lontani,
lacrime di pentimento e di salvezaa,
lacrime di perdono e di liberazione !
Dopo un istante in cui nessuno oaaira
parlare perchè Gesù parlava alle loro
anime, Arnaldo, con voce dapprima incerta, ma poi sempre più sicura e con
accento di gioia interiore come di chi
ha preso una grande decisione e si sente
sollevato da un gran peso, disse::
« Miei compagni, ecco la lettera eh*
il mio pastore mi ha scritto ve la voglio
leggere, nulla vi posso e vi devo nascondere »
E lesse:
« Mio Caro Arnaldo,
son certo che insieme col pacco che l’Unione Giovanile ti ha in'viato, tu gradirai un saluto e un augurio per il Natale
dal tuo vecchio Pastore.
Vedi, io ti ho battezzato, ti ho avuto
per tanti anni alla Scuola domenicale
e infine al Catechismo, e ti considero
un po’ come un mio figliuolo, anche
se dopo la tua Confermazione non ti
sei più fatto vedere molto.
Ho saputo da J, che è a casa in convalescenza quanto la vostra: vile |ÉI dura, specialmiente neH’inv6i||o e ìnTni' magino quanto è stato gr^pde il
bimento per te, abituato alte vita di
città e a tutte le comodità della tua
casa. Oh, voglia Iddio guardarti didte
malattie, da ferite e da pericoli ancor
più gravi e possa tu ritornare sano e
salvo a riabbracciare i tuoi che t’aspettano e che non sì stancano d’implorare
Iddio per te.
Ma come tornerai? Mi comprendi,
non è vero ? Con quali sentimenti, con
quali disposizioni ? Non puoi irmnaginarti quanto io abbia sofferto di vederti, ancora giovinetto e proprio quando
avevi fatto la promessa di fedeltà a Dio
e quando i tuoi studi andavano bene e
promettevano molto, scendere poco per
volta per la via sdrucciolevole che mena
alla rovina. Tutto so di te. Il biliardo,
il gioco, le cattive' compagnie e poi la
frequentazione di case di cui un giovane valdese non dovrebbe neppur sapere
l’esistenza, e poi gli amorazzi, le discordie in famiglia, l’abbandono degli studi, le lacrime di tua madre e finalmente la tua partenza, come il figliuol prodigo. Ti ricordi quante volte ho cercato
dì parlarti e tu m’hai sempre sfuggito ?
Ora hai 23 anni, sei sergente, hai una
responsabilità sui tuoi uomini, non puoi
non considerare con occhio diverso le
realtà della vita e i problemi che te
morte che sta in agguato solleva in ogni
anima. A guerra finita dovrai' pensaré
airavvenire, farti una strada, ma con
quali principi, su quali basi ? Tu stesso
comprendi che non potrai continuare
come prima. Non è ima vita quella.
Non si va lontano con quel sistema. E
se tu dovessi essere ferito o se tu fossi
colpito, come ti presenterai al Signore ?
Tu che hai tanto ricevuto dalla tua famiglia e dalla tua chiesa, che ne hai fatto dei talenti che Dio tt ha affidato ?
Una voce misteriosa mi dice che tu
non rimarrai sordo agli appelli di Cristo 6 che in questo Natale tu accoglierai
il Salvatore nel tuo cuore, riconc®oerai
il tuo peccato, ti umilierai dinanzi a
4
^'. h¿ autorità su <fi te comieí|uí|| di anni ,70- ^primÍM¿,o-lá*nostra viva
di me, e che ha il, diritto di chiedeirti
fi dono dèi tuo cuore perchè ha sparso f
- ■ fi- alio sangue sulla croce per la remis
dfii tuoi-peccati e pef^ riscattare
%Ì-,
« Tu seguimi, rinunzia a te stesso, alle
‘V
j^anima tua da. Satana. Son certo che^
»«n sfuggirai al Signore che ti dice:
mi
? ^
tue p^sìoni, alla tua vita di prima, e
Tieni dietro a me, camimina nelle mie
erme ed io ti condurrò alla vittoria !.»
Voglio ancora parlarti di Adele. Ella
«i ha' detto che le tue lettere son diventate sempre più fredde e che da due
mesi non ha più ricevuto nulla da' te.
Bada, Arnaldo, tu non la puoi lasciare
•ome ne hai lasciato altre prima di lei.
Adele è sotto ogni riguardo degna di un
amore puro. Ella ti ama malgrado il tuo
passato € spera in un tuo cambiamento.
Tu hai promesso di amarla, prima di
partire per i^ fronte le hai chiesto un
pegno d’amore che non eri in diritto di
chiedere, ed ora non puoi e non' devi
abbandoniarla. Essa deve diventare tua
moglie e tu per lei, per il suo amore santo, per il tuo stesso avvenire, per la felicità dei tuoi cari, per la famiglia che
sarà la tua famiglia, per la sorte della
tua anima devi cambiare, devi ubbidire
al Signore, dargli il tuo cuore... »
(segue).
AVVISO DI CONCORSO
Per la borsa «Giacomo Pellegrino»
La Commissione Amministrativa degli Istituti Ospitalieri Valdesi rende noto: che a datare dal 1 gennaio 1943 è vacante la Borsa « Giacomo Pellegrino »
di lire 1000 (mille) annue, riservata a
studenti univeiiaitari valdjesi aspirainti
alle professioni seguenti:
Medico-chirurgo, Notaio, Farmacista.
.Le domande debbono essere presen-^,
tate alla Sede deU’Anuninistrazione, in
Torre Pellice, via Angrogna, 12; entro
il 31 gennaio 1943, ed ivi pure potranno essere richieste le maggiori informazioni occorrenti.
Si ricorda che il beneficato dovrà assumere per iscritto l’impegno morale di
esercitare la Professione nelle Valli.
Torre PeUice, 15 diàembre 1942-XXI
Il Presidente;
Aw. Stefano Peyrot.
CROH/lC/1 VfiLDESE
ANOROGNA (Capoluogo)
L’Unione Giovanile è stata vivamente interessata dalla conversazione del
sig. Iacopo Lombardini intorno al gruppo evangelico di Gragnana ed alle sue
personali esperienze religiose e gli invia ancora im caldo e riconoscente saluto.
‘— L’anziano Giovanni Long del Martel dopo un lungo ministerio di ben 34
anni, ha dato le sue dimissioni, perchè
la malferma salute più non gli consente di svolger la sua attività. II Concistoro lo ho nominato anziano onorario lieto di poterne ancora in qualche circostanza ascoltarne i consigli pieni di
amore e di esperienza.
— L’assemblea elettorale del 29 novembre ha chiamato alla carica di anziano per il Martel, il sig. Alessio Ricca
della Garsinera, temporaneamente residente al Baussan; e ad anziano per il
quartiere dei Malsn, il sig. Daniele Benech del Cinbot. L’anziano Alessio Ri
voire, dei Stringai ha Tincarico del
quartiere del Cupoluogo.
I due neo-anziani sono stati insediati nella loro carica, durante il culto
del 13 dicembre.
Iddio conceda loro di svolgere per
lunghi anhi una attività uti'e e benedetta in seno alla nostra parrocchia.
bobbio PELtICE
II 13 corrente, decedeva improvvisa
mente a^Malpertus Maddalena Bonjour,,
Ai- ""tWiT
,,féi ^
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simpatia ai figli-di cui uno è carabiniere“
^ in BaJoania. ' ^ ^
- . .. • " V*r
. . Il 15 corrente, si spegneva, a 94 armi,
'Giovanni Giacomo Mondon del Ciaah' pas. Era il decano della parrocchia e
lo si vedeva ancora spesso ai culti. Alla
famiglia l’espressione della nostra solidarietà cristiana.
'—Il 16 corrente le tre Unioni giovanili si ritrovavano a Cairus. Scuola gremita di gioventù. Messaggi, letture, canti occuparono le brevi ore trascorse insieme.
La festa deU’Al'bero avrà luogo nel
Tempio giovedì 24 dicembre alle oie 14.
—’ Il 31 corrente alle ore 20 avrà luogo una Recita preparata dall’Unione del
Capoluogo. Dopo la recita tutta la gioventù della parrocchia è convocata nella Sala Unionista per aspettare insieme
l’anno nuovo. n
LUSERNA SAN GIOVANNI
Il 10 dicenibre è stato celebrato nel
nostro Tempio il matrimonio del sig.
Emilio Gaydou con la sig.na Maria, Facon di Fontaniva. Rinnoviamo agli ^osi
i nostri migliori auguri di felicità e di
benedizioni.
—- D 15 dicembre ha avuto luogo il
funerale della nostra sorella sig.na
Maddalena Tron, spentasi serenamente
aU’età di anni 90. Al frateUo ed ai suoi
congiunti le nostre sentite condoglianze.
All Ospedale di Torre Pellice ov’era
degente da hmgo tempo è deceduto il
sig. Odin Giovanni all’età di anni 56.
Combattente d^a grande guerra era
decorato della medaglia ^d’argento^
valor militare. Alla vedova, ed ai figli,
ai genitori ed ai parenti tutti l’espressione della nostra profonda simpatia.
E giunta da Cannes la notizia della
morte del sig. Stefano Malan, richiamato alla casa del Padre in età di anni
67. Ai fratelli, alla sorella, alla sua famiglia inviamo respressione commossa
della nostra viva simpatia..
«nilERO-MANIGLIA
Il 5 corrente decedeva alle Grangette
in seguito a grave disgrazia il bambino
Ferrerò Edmondo di Augusto di' appena
7 mesi. Ai genitori ed a tutti i parenti
così terribilmente provati rinnoviamo
la nostra profonda cristiana simpatia.
— Dai giorno 11 al 13 corrente la parrocchia ha avuto la visita regolamentare della commissione distrettuale. Il
pastore di Prarostino, segretario della
commissione suddetta presiedettè varie
riunioni, catechismo e scuola domenicale e il culto a-Perrero che fu seguito
dairassemblea di chiesa. La nostra comunità lo ringrazia per i suoi apprezzati messaggi nonché per l’ottimo spirito con cui è stalla compiuta la Visita.
FINEROLO
Alla distanza di appena un anno dalla morte d^ suo consorte, dopo lunghe
sofferenze, alla età di soli 31 anni, si è
spenta, confortata dalla fede, la sig.ra
Sarasso Margherita, vedova Agosto, oriunda di Tronzano Vercellese. Berichè
non appartenesse alla nostra Chiesa,
aveva chiesto, durante la sua malattia,
l’assistenza spirituale del nostro Pastore che presiedette pure i suoi funerali
lunedì 14 corrente. Alle cognate che
prodigarono le cure più affettuose al1 Estinta durante la sua lunga degenza
e a tutti i congiunti rinnoviamo la
espressione del nostro cordoglio e della
nostra fraterna simpatia cristiana.
—’ Il sig. Morando Alfredo, appartenente ad altra Chiesa, dopo adeguata
preparazione e dietro sua’ domanda al
Consiglio di Chiesa, è stato ammesso a
far parte della nostra Comunità. La solenne cerimonia della sua ammissióne
si svolse domenica 20 corrente, dopo il
culto principale. Al nuovo fratello il
nostro cordiale benvenuto.
POMAPETTO
Dietro designazione dei quartieri interessati l’assemblea degli elettori ha
proceduto alla nomina di un nuovo an
'T y-\r - Tii'-TITTllTriìMili •Mimi—
DIPLOMATA impartisce lezioni ripeta:.uni - scuole ihferiori.
Rivolgersi: Bogliaito - Piazza Cavour,,
n^'\9 - Torre Pellice.
ziamo per il quartiere dei CeriBieri nella persona del, signor Ribet Enrico del
Faune e di ' un, nuovo diacono per il
quartiere di Porosa nella persona del
signen’ Giovanni Laetsch. Felicitandoci
con i nuovi eletti auguriamo loro un
lungo e benedetto periodo di attività al
servizio della Chiesa.
— Anche questa settimana abbiamo
ripreso per due volte la via del cimitero
di Vivian per accompagnarvi lunedì la
spogha mortale del nostro fratello Conveglio Pietro deceduto improvvisamente al Clot dell’Inverso Pinasca in età di
63 anni; e- martedì 15 corrente, la spoglia m,ortale della venerata nostra sorella Coucoùrde Maddalena nata Peyronel addormentatasi serenamente come
visse all’età di 87 anni, pure al Clot del1 Inverso Pinasca.
Esprimiamo alle famiglie colpite da
questi lutti la nostra vìva simpatia cristiana.
^ — I doni in vista della festa dell’Albero di' Natale per i nastri bambini sono ricevuti fin d’ora con riconoscenza.
Il culto di Natale avrà luogo nel
tempio alle ore 10.
SAN GERMANO CHISONE
Il 10 dicembre ha avuto luogo all’Asilo il servizio funebre di Bounous Luip'%
Filippo di anni 81. Erano presenti molti famiglìari e conoscenti. Ai parenti
le nostre cristiane condoglianze.
La riunione dei Catecumeni di 4°
anno è rinviata alla domenica 10 cennaio, ore 15.30.
— Il culto di Natale ha luogo alle ore
10 precise.
. T" Natale è distribuita a tut
te le famiglie la Lettera Pastorale.
anodo, caduta sulla bmeia,___________
famento di quella che era la s«Mi Twra
vocazione. "4 h
L’ultima volta,che l’abbiamo
quassù fu al capezzale di malattìa de]
nostro rimpianto anziano G. P. AIHo.
' Alla figlia Eleonora,'stabilita alPerteri
e al figlio Lodovico, attualmente al s«r
vizio delia Patria, esprimiamo la noetafraterna simpatia. ' j,
VILLA5CCCA
Ai primi di dicembre è decedute
ViUasetìca Inferiore il nostro fratoH
Léger Giacomo, ai parenti esprìm^m
ancora le nostre condoglianze.
— Nella scuola della Maisetta è sta
amministrato il battesimo al bambii™
Massai Aldo di Eli e di Gelato Maria, f
— Portiamo a conoscenza di eventual
li interessati che alcune famiglie dellà
Chiesa si sono offerte di ospitare anche
gratuitamente bambini evangelici delle '
città sfollande, alla cui sistemazione
non si fosse ancora potuto provvedere.
Per informazioni rivolgersi al Pastore,
All’alba del 22 corrente, è partita per
una aurora senza tramonti, nella serena
pace della sua fede
VILLAR PELLICE
NeH’elenco! ufficiale delle vittime delle recenti incursioni aeree su Torino abbiamo letto il nome della nostra sorella Eleonora Monnet ved. Pcntet deceduta in età di 61 anni, in rifugio, presso uni anziana inferma che es
sa ai'ustcva e che ihnase incolume.
La nostra sorella è così,. in qualche
ANNA EHNI
VEDOVA MUSTOM
di anni 73.
Con tristezza infinita annunciano la
fine della swa giornata terrena i figli:
Dott. Ketty col marito doti. Gustavo
Com,ba e i figlioli;
Cap. Felice colla moglie Norma Urizio
e i figlioli;
Dott. Arturo colla moglie Anita Rizzoli
e figliola;
la sorella e i nipoti.
Torre Pellice - Coppieri.
Prof. Oir-ii CfíSTAüKi., direttore resoonsabile
«ARTI GRAFICHE L’ALPINA - Tfirre Pellice »
BANCO DI BOMA
BANCA DI INTERESSE NAZIONALE
Società per azioni - Capitale e riserva Lit 361.000.000
Sede Sociale e Direzione Centrale in Roma
Anno di fondazione 1880
214 Filiali in Italia, nell’Egeo, nell’Africa Italiana ed aH’Estei.o
Le Filiali del Banco di Roma :
ricevono somme in deposito su libreiti di risparmio
od in conto corrente
scontano cambiali in lire c in divisa
rilasciano gratuitamente assegni circolari pagabili
a vista in Italia, in Albania, in Libia e nell’Egeo
comprano e vendono titoli di Stato e industriali.
TUTTE LE ALTRE OPERAZIONI DI BANCA
Filiale di Torre Pellice via Mazzini — Telefono 62
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CORSO VENEZIA, i6 ó
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