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ECO
DELLE VALU VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVI - Nuni. 28
Una copia Lire 40
ABBONAMENTI Eco: L. 2.000 per l’interno Spedizione in abbonamento postale - I Gruppo bis 1 TORRE PELLICE — 15 Luglio 1966
L. 3.000 per l’estero Cambio di indirizzo Lire 50 1 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
ECHI DELLE CONFERENZE DISTRETTUALI
A Genova, per il II distretto
A Roma, per il IV distretto
Riqualificazione teologica
e impostazione comunitaria
della testimonianza
Un anno caratterizzato
da riuscite attività regionali
ed evangeiistiche
La lettura del sunto delle relazioni
delle Chiese e le illustrazioni fatte
dai responsabili, danno il quadro di
un anno di attività variamente articolata e rivelano lo sforzo di ogni
chiesa nel tentativo di vivere gli insegnamenti della Parola,
Aosta, parrocchia di confine che i
recenti trafori alpini hanno avvicinata alla Svizzera e alla Francia, ha organizzato incontri con le comunità riformate di Martigny e di Chamonix.
L’esperienza, veramente edificante,
ha suggerito ai tre pastori che hanno
realizzato questo « triangolo deiramicizia », il proposito di rinnovarla.
L’esame della relazione di Ivrea ha
portato dai problemi particolari di
questa piccola comunità — che si trova ad attraversare un momento delicato di riassestamento in vari settori
e che chiede per questo Tappoggio,
l’assistenza ed il consiglio delle chiese consorelle — la discussione su alcuni punti di viva attualità.
Nel nostro paese gruppi di varie
tendenze dimostrano nuove aperture
e nuovi interessi alla cultura e ai problemi religiosi. Si ha l’impressione
che la voce protestante sia sentita
con interesse particolare. Questo è
vero non solo per Ivrea. Si è passati,
come dice la relazione di Ivrea, da un
« gelido rispetto » ad un « interesse attivo ». Per una presenza più attiva e
qualificata, per una testimonianza
più, fedele, biso^a preparare i laici
che possiedono il dono della parola e
che sentono la vocazione alla testimonianza attiva, a rappresentare le nostre chiese in tutte le manifestazioni
nelle quali siamo richiesti e dove, attraverso pubblici dibattiti, è possibile
esprimere i principi della nostra fede
religiosa.
Tutto questo richiede fondamentalmente due cose. In primo luogo una
maggior qualificazione sul piano teologico, che informi le nostre azioni ed
i nostri interventi. Le discussioni hanno reso evidente il desiderio, da ogni
parte espresso, di una precisazione di
chiarezza della nostra posizione. In
particolare questa esigenza è sentita
a propostito dei ■« rapporti con il cattolicesimo ». Un secondo punto è il
seguente : vari esperimenti di corsi
per laici, conversazioni, gruppi del
Vangelo, non hanno avuto esito positivo. Bisogna riprendere queste riunioni dando loro due caratteri fondar
mentali: un campo di intervento che
vada al di là delle singole chiese e una responsabilizzazione immediata. I
partecipanti non devono essere spettatori passivi ma sentire che ricevono
per dare « subito » e non solo nell’ambito della propria chiesa di appartenenza.
Le manifestazioni culturali sono in
genere rivolte a delle élites. Per una
testimonianza totale occorre un’apertura verso i problemi dei meno provveduti culturalmente, verso i problemi delTesistenza, verso i problemi dell’uomo singolo, deirindividuo che soffre nella sua solitudine.
Questi pensieri possono oos’. ricollegarsi: per un intervento qualificato
occorre preparare i laici; per un’adeguata preparazione dei laici occomono idee chiare sul piano teologico,
idee che possono in^rizzare ad una
vita comunitaria più intensa.
Hanno destato interesse le iniziative
della chiesa di Torino che da im lato
estende l’annunzio deH’Evaugelo in
nuove zone della città — apertura del
locale di culto del Lingotto — e dall’altro risponde ai problemi del nostro
tempo con l’apertura dell’Uliveto, istn
tuto per bambini minorati o ritardati
psichici.
La Conferenza ha riconosciuto la
comunità di Chivasso a « Centro di
Evangelizzazione », essendosi venuta
a trovare, questa comunità, nelle condizioni previste dai regolamenti in
vigore per ottenere tale riconoscimenr
to. Non possiamo che rallegrarci wn
la comunità di Chivasso le cui attività sia di culto, che di Scuola Domenicale e Catechismo, testimoniano
nel modo più positivo della buona situazione attuale e delle possibilità future di sviluppo, anche per quanto
concerne la sua attività evangelistica.
La crisi delle comunità, la crisi delle attività settimanali sono state analizzate nei loro vari aspetti.
Dal confronto tra gli atteggiamenti
di alcuni gruppi, quali i penteccstali
ed i « fratelli », che alcuni accusano
di peccare di pietismo, di coltivare
un’intensa vita spirituale ma di trascurare la problematica del mondo,
ed i nostri atteggiamenti che vorrebbero essere dì sana pietà, discende lo
ammonimento di guardare alla comunità cristiana primitiva, di meditare
sulla comunità pentecostale che ha
semplicemente creduto nel Risorto.
Nel mondo evangelico c’è la ricerca di una maggiore pietà; in campo
teologico, quando si parlerà di Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane, si dovrà tener conto di quanto pentecostali e « fratelli » harmo da
insegnarci in fatto di pietà. La pietà
cristiana va vissuta in ogni manife
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
COMUNICATO
La Tavola, visti gli articoli 18
e 19 R.R.O.O., proclama la vacanza della Chiesa Autonoma
di Luserna S. Giovanni per compiuto quattordicennio del pastore Roberto Jahier.
La designazione del nuovo
pastore dovrà farsi a norma degli articoli 14, 15, 16, 17, 18,
25, 26 dei Regolamenti Orga
nici.
Roma, 3 luglio 1966.
per la Tavola Valdese
il Moderatore
Neri Giampiccoli
La Conferenza del IV Distretto ha
avuto luogo a Roma il 9 Giugno u. s.
ed è stata iniziata con un culto nel
tempio di via IV Novembre presieduto
dal predicatore designato Pastore Salvatore Carco di Livcmo.
Subito dopo i pastori ed i delegati
si sono riuniti nei locali delle attività
per procedere alla nomina del Seggio
Che è risultato cosi, composto : Presidente Pastore Alberto Ribet, Vice-presidente Col. Luigi Costa, Segretario
Signor Paolo Gay.
La Relazione della Commissicne Distrettuale era stata inviata in precedenza a tutti i membri della Conferenza i quali avevano cosi; avuto modo
di conoscere sia roperato della Commissione Distrettuale, sia la situazione generale e particolare delle Chiese
completata dalla lettura fatta sul momento dei sunti delle Relazioni delle
Chiese e di quella integrale di due di
esse (Livorno e Firenze).
Dato l’avvio alla discussione, la Conferenza si è soffermata innanzitutto
sulla inadeguatezza del numero degli
Operai in riferimento alla vastità del
campo di lavoro soprattutto nelle
grandi città come Firenze e Roma, e
sulla necessità di una più intensa collaborazione laica nei diversi settori di
attività. La discussione si è concretizzata con la votazione del seguente o.d.g.:
■ à
« La Conferenza considerando che
il compito della Chiesa è di scoprire i
doni elargiti nel suo seno dallo Spirito Santo, di suscitare nuove forme
di servizio, di avvalersi sempre di più
delle forze già in atto o tuttora latenti, invita i Consigli di Chiesa ad adoprarsi con diligenza a questi fini
ed a riferire sui metodi seguiti e sui
risultati ottenuti alla prossima Conferenza Distrettuale ».
In merito alle norme transitorie in
fase di esperimento nel nuovo Ordlna
mento distrettuale, essendosi verificati alcuni inconvenienti di ordine
pratico, la Conferenza ha votato i due
seguenti o:d.g. in vista delle norme definitive che dovranno regolare i rapporti tra Tavola e Commissioni Distrettuali e viceversa.
1. « La Conferenza, rilevando che
con il nuovo ordinamento distrettuale
rallentamento del rapporto fra Chiesa e Amministrazione Centrale, tra
Commissioni Distrettuali e Tavola costituisce un inconveniente, invita il
Sinodo a modificare le norme transitorie del nuovo ordinamento nel senso che il delegato della Tavola faccia
parte ex-officio, come membro effettivo, della Commissione del Distretto
per il quale è ’’delegato” ».
2. « La Conferenza, su proposta
della Commissione Distrettuale, onde
ovviare a lamentati inconvenienti, invita la Tavola, in occasione della sistemazione del campo di lavoro, del
trasferimento di operai dal e nel Distretto, dell’affidamento a pastori di
missioni che comportino prolungata
assenza dalla propria sede, a provvedere a che le Commissioni Distrettuali siano preventivamente udite per
conoscerne il parere ».
La Conferenza ha esaminato quindi
con particolare attenzione la situazione di alcune Comunità del Distretto
e dopo un prolungato scambio di idee
ha votato i seguenti tre o.d.g. riguardanti Siena, Rimini e Roma.
1. « La Conferenza, udita la relazione della Chirea di Siena, chiede insistentemente alla Tavola di tenere conto delle esigenze di quella Chiesa
nella prossima sistemazione del campo di lavoro ».
2. « La Conferenza, preso atto degli sviluppi dell’opera in Rimini e della
elaborazione del progetto di costru
CO'NTINUA
IN QUARTA PAGINA
iiiiiiMhimmiiii
Andiamoci piano!
Non sono confessionali solo le scuole magistrali private, in larghissima misura cattoliche, ma anche e soprattutto i programmi statali
Sull’Eco-Luce del 24 giugno è apparsa, con l’onore della prima pagina,
una accalorata presentazione dello
sforzo e del successo ottenuto dal Comune di Torino per aprire una « scuola magistrale» per la preparazione delle maestre giardiniere, e per, come è
posto in risalto nel titolo, «potenziare
la scuola di tutti».
Andiamoci piano! Essendo stato
chiamato in causa anche rufficio legale della Tavola, sono personalmente
in grado di dare qualche ragguaglio
documentabile sulla situazione generale di dette scuole, per cui la apertura della civica scuola torinese mi lascia molto perplesso quanto al risultato potenziamento della scuola di
tutti. Se per detta scuola si intende
quella che sia frequentabile da tutti
senza dover subire pressioni confessionali, ebbene allora bisogna rilevare
ohe se le scuole magistrali private, oggi in grandissima maggioranza nelle
mani degli istituti religiosi cattolici
(circa un’ottantina), sono confessionali quanto aH’insegnamento che impartiscono, ciò è dovuto al fatto che
i programmi fissati per le poche scuole magistrali statali (sette in tutto)
sono confessionali ed in una misura
tale che li pone in aperto contrasto
con le leggi vigenti e con la Costituzione della Repubblica, E posso aggiungere che, malgrado gli esposti e
le interrogazioni presentate alla Camera a tutt’oggi il Ministero della P.I.
non si dà, nè si vuol dare neppur pensiero per mutar qualcosa in questo
campo « specialissimo modo riservato »
alle opere religiose, cattoliche naturalmente.
Non vorrei quindi che le allieve
evangeliche che vengono con tanto
calore invitate ad iscriversi a detta
scuola « non già per... confessionalizzare a rovescio questa scuola civica,
ma anzi per contribuire a preservarne
un contenuto che realmente corrisponda alla forma laica che le si è
coscientemente voluto dare», si trovino poi a dover constatare che... si
stava meglio quando si stava peggio.
Nel senso cioè che resperienza ha insegnato che a mezzo di arrangiamenti
occasionali — fuori dei casi di frequenza — per gli esami finali ed i orogrammi delle allieve privatiste, nelle
scuole confessionali private si è sempre trovata una soluzione alla faccenda del programma di religione ed al
suo esame obbligatorio ai fini del diploma. Ma per la dispensa dalla frequenza delle lezioni di religione, obbligatorie durante i tre anni di insegnamento, sono proprio curioso di sapere
come la scuola civica torinese si ripromette di superare l’ostacolo.
È bene che le allieve evangeliche
quindi vadano numerose a frequentare detta scuola, ma non perchè questa possa fare come le pare ed avere
e svolgere i programmi che vuole. I
programmi saranno gli stessi con tutta quella carica di confessionalizzazione che il Ministero, bontà sua, a
suo temipo ha voluto imprimervi; ma
quanto meno si avrà di fronte una
scuola che non verrà a compromessi
con le leggi pur di salvar capre e cavoli; una scuola che per poter esser
demani veramente laica deve oggi applicare le norme confessionali che la
riguardano con integrità, ed offrire
così a coloro, che non sono disposti a
cedere a queste pressioni, la possibilità di andar oltre per quelle vie che è
giusto e doveroso ohe i cittadini seguano per ottenere che il loro paese
divenga anche nel campo scolastico
un poco più savio di quello ohe sino
ad oggi in questo settore specifico
della scuola magistrale ha dimostrato
di essere.
Questo personalmente è quello che
10 mi auguro possa verificarsi quest’autunno quando le nostre eventuali
allieve chiederanno l’esenzione dalle
lezioni di religione e la scuola civica
di Torino dovrà, sentito previamente
11 Ministero, negarla loro perchè — come altra volta il Ministero ha risposto
« un insegnamento configurato dai
programmi come essenzialmente di
informazione non sembra lesivo della
libertà di coscienza». Ma quanto meno la scuola cdvica servirà ad evitare
che il Ministero possa ironizzare sul
punto che le allieve iscrivendosi «liberamente ad ima scuola non statale » dovevano accettarne « l’impostazione», come se i programmi e le direttive che «impostano dette scuole»
non fossero le stesse su cui il Ministero « imposta » quelle poche statali
che provvedono ai medesimi corsi.
Quindi andiamoci piano con gli entusiasmi e la proclamazione di sacri
principi; per parte mia mi riservo di
osservare i fatti; e come fatto avvenuto reputo la civica scuola di Torino
uno strumento utile appunto per dar
adito alle dovute rimostranze e per
dar modo ai dirigenti interessati di
procedere nelle vie giudiziarie in opposizione alle leggi vigenti in materia.
G. Peyrot
Grazie,
amici lettori!
Le settimane che stanno dietro le
nostre spalle sono state, per le nostre
comunità, tempo di bilanci e di consuntivi; si è poi passati alla fase «distrettuale», e ora la Tavola Valdese
mette a punto il suo bilancio, in
tutti i campi, in vista dell’esame sinodale. Si tratta di « bilanci » che
non possono ovviamente essere racchiusi in statistiche, ma anche le
statistiche offrono pur significativi
indizi e dati d’osservazione a una
fede che non dimentichi certo che
la forza della chiesa è il Signore,
ma che d’altra parte non si riduca
a un comodo atteggiamento disincarnato.
Nel complesso, pur non potendo
anticipare, ci sembra di veder trapelare, dai resoconti di chiese e conferenze distrettuali, che sul piano
finanziario si è compiuto un effettivo passo innanzi, quest’anno ancora,
anche se non si è raggiunta la meta
auspicata.
Abbiamo anche noi fatto il nostro
« bilancio », all’amministrazione del
giornale. Il numero degli abbonati
all’« Eco-Luce » non ha subito sensibili mutamenti; le defezioni, talora per forza maggiore, sono pienamente compensate da nuovi apporti,
e ringraziamo coloro che individualmente, o a livello comunitario, ci
hanno dato il loro appoggio fattivo.
L’anno si chiude, nuovamente, con
un lieve attivo. Ma la nota su cui
vogliamo insistere in modo particolare, è il cospicuo importo di « doni » che abbiamo ricevuto per il nostro settimanale, nell’esercizio 19651966: sono ammontati a L. 487.660;
in dati concreti, queste offerte hanno pagato tutti i numeri doppi, le
pagine extra che abbiamo desiderato offrire ai lettori, oltre a darci la
possibilità di offrire l’invio del giornale ad alcuni fratelli e sorelle che,
pur desiderando fortemente riceverlo, per varie ragioni di forza maggiore non avrebbero potuto permetterselo (capita, anche nella nostra
società del benessere).
Questi « doni » sono stati e sono
pubblicati molto lentamente e saltuariamente; ci scusiamo di questo
ritardo, dovuto alla nostra cronica
scarsità di spazio. Ma teniamo a dire
a tutti questi sostenitori che le loro
offerte, giunteci dalle città e dalle
campagne, dal nord e dal sud, dalle valli e dall’evangelizzazione, somme piccole e grandi, hanno significato molto per noi. Non solo sul
piano finanziario e pratico cui accennavamo sopra. Spesso queste offerte
ci sono venute anche da lettori che
non condividevano del tutto o affatto questo o quel lato del nostro
lavoro: e sono state allora per noi
un segno particolarmente caro — oltre che un richiamo — della comunione di fede che ci unisce nella nostra chiesa, nella nostra grande diaspora.
Tenevamo a dirvelo, questo grazie. Di tutto cuore. L’Eco-Liice
Sull'« Eco-Luce » del 4-6-’65 fu pubblicata
un’intera pagina con la documentazione sulla
casistica e sulle proteste relative a detto tipo
di scuola particolarmente confessionalizzata.
red.
COMUNICATO
Il Corpo Pastorale è convocato nell'aula sinodale della Casa
Valdese di Torre Pellice per
Giovedì 4 Agosto
alle ore 10
per procedere all'esame di fede
del Candidato al Ministero Bruno Bellion.
Roma, 3 luglio 1966.
per la Tavola Valdese
Neri Giampiccoli
Moderatore
2
'ag. 2
N. 28 — 15 luglio 1966
Le età della vita
L’ADULTO
Vegliate, state fermi nella fede, siate uomini, forticatevi
(I Cor. 16: 13).
Dai trentacinque ai sessant’anni Fuomo è, generalmente, nella
pienezza delle sue forze e delle sue capacità. Non è più veramente
giovane, anche se per un certo tempo riesce a conservare freschezza
giovanile nel corpo e nella mente; deve vivere la sua esistenza con
impegno e responsabilità.
Il giovane si è fatto adulto e si è maturato. Vero è che non sempre la maturità è in rapporto con gli anni di vita; ci sono, talvolta,
degli adulti i quali hanno una mentalità infantile, non dico nel campo dello sviluppo intellettuale, ma nel modo in cui valutano la vita
e si conducono in mezzo agli uomini. L’età, per quanto degna di rispetto, non sempre s’accompagna alla sapienza, nel senso hihlico di
questo termine; tuttavia bisogna pur riconoscere che gli anni di vita
ed alla scuola della vita, talvolta dura e faticosa, hanno il loro peso
nella formazione di uomini adulti, chiamati a condursi « virilmente », come dice la versione Riveduta del nostro testo, o semplicemente
ad « essere uomini » ed a condursi « da uomini », come si esprimono
invece alcune versioni francesi ed inglesi del Nuovo Testamento.
Potremmo fare le stesse considerazioni a proposito delle esperienze della vita. Il giovane ne ha la sua parte, l’adulto ne ha di più,
qualche volta ne ha anche troppe, talché esse diventano per lui un
peso ed un motivo di presunzione. Sembre che soltanto lui conosca
la vita, avendola vissuta pienamente, e possa pertanto insegnare agli
altri in base alle esperienze fatte.
Tuttavia, per quanto rispettabili, neppure le esperienze della
vita sono sempre una scuola di sapienza e di verità. L’uomo non è
sempre maturo per il fatto che, dopo aver vissuto gli anni della giovinezza, è diventato una persona a modo, dotata di una certa serietà,
incapace di fare grosse sciocchezze, assai previdente per assicurarsi
un buon conto in banca, ligia al proprio dovere e soddisfatta del modo in cui riesce a compierlo nella professione che svolge ogni giorno.
Egli può anche fare tutte quelle cose e al tempo stesso vivere una
vita superficiale, aliena da una riflessione personale sul vero senso
dell’esistenza che Dio gli dona per un tempo soltanto, incapace di
avvertire la chiamata del Cristo: « Tu seguimi ».
La maturità è qualcosa di più profondo e di più impegnativo.
L’adulto, il quale vive generalmente una vita attiva ed è preso ogni
giorno dal suo lavoro, deve tendere verso quella maturità mediante
una riflessione personale e cristiana. Sta scritto : cc Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma d’ogni parola che procede dalla bocca di
Dio ». Ad un certo momento l’uomo adulto non può più vivere come
se Dio non avesse parlato, come se il comandamento di Dio non avesse alcun significato per la sua esistenza. Non può continuare a distrarsi o ad agitarsi nel cerchio dei propri pensieri terreni, evitando
per quanto possibile di lasciarsi interpellare dalTEterno.
Ci sono delle decisioni da prendere e delle risposte che bisogna
dare. Nel campo della fede cristiana, l’adulto è chiamato a condursi
da uomo, non con la debolezza di chi si piega di fronte alle seduzioni
ed agli idoli del mondo, ma « virilmente », senza lasciarsi ingannare
o turlupinare da false dottrine e da cose vane. Egli è in una situazione di vantaggio di fronte al giovane, il quale può sempre essere
tentato di rinviare a più tardi la risposta della fede, come di fronte
al vecchio, la cui giornata volge presto al tramonto. L’uomo maturo
in senso cristiano deve sentire l’urgenza di una decisione di fronte a
Dio nella pienezza dell’attività quotidiana. In ogni età la vocazione
di Dio alla fede è urgente ed attuale; ma nel meriggio dei nostri giorni, se siamo maturi, dobbiamo riconoscere che non c’è più tempo da
perdere. Gli anni di scuola e di tirocinio sono terminati; il credente
adulto deve mettersi aH’opera e considerare con serietà la sua vita
confrontandola con l’Evangelo di Cristo. Non prenda troppo sul serio
se stesso e la sua età; prenda invece sul serio la Parola del Signore e
il tempo di grazia che il Signore gli concede. Si proten<la verso il Signore, umilmente e con tutto il cuore, come se non ci fosse alcun altra età se non quella in cui Dio dice : « Oggi : oggi se udite la sua
voce, non indurate i vostri cuori ».
In mezzo a molte schiavitù terrene del nostro tempo, il cristiano
adulto si renda libero per l’ubbidienza al comandamento di Dio. Libero per adorare il Signore e per servirlo. Libero per confessare il
nome di Cristo con coraggio. Libero di non fare come gli altri e di
andare contro corrente per un senso di fedeltà a Dio. Libero di considerare con serietà molte cose, anche nella chiesa, su cui tanti cristiani scherzano con eccessiva leggerezza. Libero per ridimensionare
se stesso di fronte a Colui che è il solo Signore e Salvatore.
Nella misura in cui cresciamo verso la (( statura perfetta di Cristo » ci maturiamo e ci fortifichiamo. Non siamo più giovani ed inesperti, ma non siamo ancora vecchi e spossati. L apostolo ci dice:
a Vegliate, state fermi nella fede, conducetevi da uomini, fortificatevi ».
Sapremo noi discernere, con animo maturo, il senso e 1 attualità
di questo ammonimento? Ci metteremo all’opera per il Regno di Dio
oppure aspetteremo ancora e fino a quando?
Ermanno Rostan
In merito alla «cura d'anime»
Interesse cristiano per l'uomo
Molti cittadini di Torre Pellice sanno per sentito dire, che qui abitò negli estati dal 1854 al 1858 il grande attore tragico e combattente pel risorgimento italiano Gustavo Modena, in
due case tuttora esistenti.
Ora, uno studioso che già preparo,
pubblicati dallTstituto per la Storia
del Risorgimento, un volume raccogliente l’Epistolario di Gustavo^ Modena ed un altro con i suoi Scritti e
discorsi, si rivolge tram.ite nostro a
quelli che per avventura conoscessero episodi sulla permanenza di Modena neH’allora Torre Luserna, o possedessero lettere sue o della moglie, o
alcuno dei libri che un certo anno egli vendette in paese, perchè volessero gentilmente riferire su quanto sanno o posseggono.
E ciò in vista del fatto che lo stesso studioso passerà alle stampe entro
il prossimo autunno una Vita di Gustavo Modena, ed un Epistolario di
Giulia Modena contenente lettere e
Che cosa significa « cura d’anime », se
non rendere, nei fatti, manifesta ad ogni
uomo la Signoria di Cristo? ed essa non
è un’astratta condizione di governo, di cui
abbiamo una pura enunciazione verbale,
ma un crescente esercizio del suo potere,
in cui siamo coinvolti per fede; nella prospettiva della speranza cristiana, inlento di
Dio, che procede dalla sua Parola rivelala
e dal suo santo Spirilo, è di sconfessare
situazioni storiche concrete per « .sant ficarne » provvisoriamente altre, secondo il
Suo beneplacito.
Abbiamo ragione provata di credere che
con la definizione « cura d’anime » si è finito per condizionare ad un solo « ee'-tore »
dell’uomo l’attività missionaria delle chiese,
la quale deve essere in funzione deH’individuo tutto ; periamo le chiese devono, per
agire nel mondo, prendere coscienza delle
caratteristiche spirituali e materiali dell’uomo, considerare l’uomo come un generatore dì problemi, come un essere in cui
mente e corpo non sono divisi ma si condizionano a vicenda.
11 pastore, chiamato ad annunciare il
messaggio cristiano di salvezza ad un uomo,
e il credente che chiede al pastore che gli
venga spiegato questo messaggio, devono
rendersi conto — se non vogliono mortificare la globale opera di redenzione di Cristo — che la B bbia, per servirmi di alcune
parole di K. Barth, «designa ruomo in'ero nella sua unità, la sua anima, cioè la
sua vita particolare come individuo ben
definito, che è da distinguersi, ma non da
separare dal corpo, come del resto anche
il suo corpo è da distinguere, ma non da
separare dalla sua anitna ».
Cristo non è morto solo per la beatificazione delle nostre anime ma anche dei nostri corpi. Cristo si è fatto inchiodare affinchè menti e corpi possano godere dì un
equLlibrìo gradito a Dio allo scopo che noi
uomini, vivendo una vita rinnova a, possiamo far nostre nel pre.sente le primizie
dell’eternità beala che Dio riserva ai suoi
eletti. Noi uomini siamo chiamati a vivere
nel presente secondo gli imperativi del Regno; e sarà proprio nella misura che eserciteremo oggi la nostra fedeltà a Dio, che
potremo vivere nei secoli dei secoli. Questa feconda convinzione ci viene da « Cristo Gesù, il quale ha distru to la morte e
Ricerche-SU Cnstavo e Cìulia Modena
documenti per la più parte inediti.
Vorrebbe insomma estendere al massimo le sue ricerche, prima che si
stampino i due nuovi libri, e sarà
perciò gratissimo a quanti, avendo anche minime notizie da dare sull’argomento, volessero comunicarle al prof.
T. G. Pons, Torre Pellice, o a Terenzio Grandi, via Madama Cristina, 83
• Torino.
* 11 quotidiano cattolico spagnolo « Ya »
riferisce che è attualmente allo studio un
nuovo progetto di legge sulla libertà religiosa. da parte del ministro della Giustizia incaricato degli alTari religiosi. Secondo il giornale. il nuovo testo conterrebbe formule più
positive, permettendo una libertà religiosa
più ampia che non nel passato progetto, che
sarebbe stalo messo da parte dal governo in
attesa di inserirvi le ultime disposizioni ispi.
rate alle decisioni del Vaticano II relative
alla libertà religiosa.
ha messo in luce la vita e rimmortalità
mediante TEvangelo » (II Cor. 1, 10). In
queste parole di San Paolo l’Evangelo ci
appare come possibilità di sa.vezza, proprio nel senso che si pone come garante
criterio di prassi.
Secondo l’antropologia biblica il valore
dell’uomo, ij suo destino si configurano nel
modo ohe l’uomo risponde positivamente
ai comandamenti di Dio, penetrando per
via dell’azione, di un servizio finalmente
non generico ma qualificato, il significato
salvifico della croce. Ne la « cura d’anime ,) — che preferisco chiamare : « interesse cristiano per l’uomo » (in o.ssequio alla
Bibbia e non certo in dispregio a ehi sostiene l’esistenza deH’anima} — la pace personale e il futuro dell’uomo vanno cercati, edificati e definiti nel presen e, nel
peccaminoso e straordinario presente dove
consumiamo metodicamente i nostri giorni,
dove le illusioni umane hanno origine e
decretano il proprio imminente naufragio
se l’uomo non si lascia « umanamente » determinare da Dio.
A questo punto, risulta evidente, che il
messaggio di salvezza deirEvangelo (iCristo
è morto e risorto per redimere l’umanità)
per essere annunciato, tramite quel -genere di rapporto con il prossimo che ho inteso chiamare « ¡ntere-sise iris iano per l’uomo », non potrà logicamente esulare dall’uomo vieto come entità biologica e psichica ohe vive in un dato ambiente, non
semplicemente naturale ma storico in primo
luogo; che è perciò coslret o a vivere in
società; che ha l’obbligo — per il fatto
stesso di vivere — di stabilire con gli altri
uomini rapporti complessi e mutevoli, tramite i quali egli rinnova incessantcmenle
i suoi contatti con l’a-mbiente e la storia,
mutando se e gli altri, determinando di
volta in volta nuove direttive c soluzioni
per rawenìre suo e degli altri.
Ad una parte della Chies-a Valdese è rivolta raccnsa di disinteressarsi di ciò che,
con terminologia infelice, chiamerò ancora
(( cura d’anime ». In questa -sede non sarebbe evidentemente serio portare esempi a
prcpo-sito ricavati da colloqui con sìngoie
nersone. Nel tentativo di una dooumentazione vorrei attingere elementi da una « lettera al direttore » di « Gioventù Evangelica » a firma del pastore E. Rostan (cfr. G.
iiiiiiiiiiiiimiiimimmiiiiiiti
iimiiniiiiiiimiiiiiitiiii
Pace, fratelioì
Pace, serenai
In un pomeriggio di giugno, ho pariecipalo nella chieseiia valdese di
Vallecrosia a un culio peniecoslale
In un caldo pomeriggio di giugno
sono entrato nella chiesetta valdese
di Vallecrosia per assistere al culto
pentecostale ; c’era un buon gruppo,
con Bibbie e cantici in mano in un
clima di gioiosa adorazione; si era
nella gioia accanto a quei fratelli del
Sud, prevalentemente calabresi, figli
del sottoproletariato, ma ripieni della
dignità dei Agli di Dio ; il predicatore
guidava il culto con semplicità e profondità di pensieri, tessuti di versetti
appropriati, comunicando alla comunità quella nota gioiosa e lo spirito
di convinzione nella presenza del Signore. Nei momenti della preghiera
il silenzio era rotto da voci adoranti,
da confessioni di peccato, da pensieri
di riconoscenza, in un’atmosfera di
comunione con lo Spirito ; brevi testimonianze, dichiarazioni sull’opera potente dello Spirito da parte di sorelle
e fratelli, in un clima di spontaneità, di fede radiosa; poi messaggi,
spiegazioni bibliche dei predicatori
presenti nel segno dell’ordine.
Fuori del tempio, l’incontro e il
dialogo continua; un anziano fratello racconta i miracoli dello Spirito,
le conversioni meravigliose di amici e
conoscenti; la Pentecoste è per loro
una realtà vera, perchè lo Spirito è
all’opera neirumile, quotidiana testimonianza del fratello, negli «alveari»
umani o nel chiuso d’una fabbrica,
dovunque in loro la Luce risplende e
irradia e vince lo spessore delle tenebre...
Per loro, come dice molto bene Vittorio Subilia; «lo Spirito è il Signore
vivente e vivificante, che vive, agisce
e parla... poiché ogni giornata è una
giornata di Gesù Cristo, una giornata
della Sua presenza, della Sua vita e
del Suo agire e del Suo parlare...». I
fratelli pentecostali non si pongono
il problema dell’evangelizzazione o
delle finanze perchè e l’uno e l’altro
sono risolti per una via spontanea,
quale frutto dello Spirito; lo Spirito
stesso muove i cuori, li infiamma
e la fiamma si propaga, crea l’incendio in altri cuori, mentre i portafogli
anche dei più poveri si aprono a qualunque richiesta, nello spirito della
offerta dei fratelli macedoni i quali
« s’erano prima dati al Signore... ».
Questi emigranti del Sud sono come in esilio, lontani dal loro villaggio, dai loro parenti, feriti nei loro
affetti e nelle cose care dell’antica
terra calabrese; scoprono, però, un
bene, « una speranza viva in vista di
ima eredità incorruttibile, immacolata ed immarcescibile conservata nei
cieli... ». che fa loro scoprire un nuovo amore, una nuova famiglia.
Al culto dei fratelli Pentecostali
non ho incontrato dei Valdesi; per
loro c’era stato il servizio a Bordighera, assieme ad una grossa comitiva proveniente dalle Valli. Difatti,
mentre la comunità valdese fruisce
del tempio luterano, il nostro a Vallecrosia è utile a quella pentecostale
nel segno della collaborazione.
C’è una vasta diaspora valdese che
da Vallecrosia a San Remo è affidata
alle sole cure del Pastore Nisbet al
quale era stata pure affidata, appena
giunto in Riviera, la responsabilità
pesante della casa balneare ; la direzione dell’istituto è oggi nelle mani
del figlio Sergio, che ha rivelato notevoli deni in quel settore. Tra il personale abbiamo incontrato la sig.na
Mourglia, « magna pars » nel ministero della cucina e Anna Marchetti
per il periodo estivo. L’accoglienzia riservata al grosso contingente pomarino è stata commovente
Il lavoro pastorale nella zona è difficile, come risulta anche dalla missione dei colportori che nel passato
stentavano a vendere una copia del
Nuovo Testamento ; c’è comunque
una duplice apertura per l’evangelo;
nel campo cattolico si irota un certo
interesse per gli studi biblici, per cui
di quando in quando il Pastore è invitato a tenerne in ambienti decisamente clericali ed alla presenza di
sacerdoti; l’altra porta aperta è nel
mondo degli immigrati, dove la predicazione pentecostale consegue dei
notevoli risultati, anche se quest’opera non è sempre compresa dai nostri.
Le comitive che si muovono ogni
anno dalle parrocchie hanno spesso
come obbiettivo il puro godimento,
immemori che la vera gioia è quella
dello Spirito, della testimonianza, dell’incontro con fratelli e sorelle in fede di diaspore sole e in lotta con
l’ambiente; non è un capriccio pastorale questo, ma una missione che
Dio ci domanda e i Valdesi che si presumono « de la vieille roche » dovrebbero ricordare che era quella dei loro antenati nella linea della tradizione cui essi dicono di richiamarsi!
Mah, senza lo Spirito ogni parola è
muta!
Desidero ringraziare il direttore
Sergio Nisbet ed i suoi collaboratori,
il Pastore per l’accoglienza offerta
alle comitive di Pomaretto guidate
dal fratello Bosco Eraldo, con la corale diretta dalla Sig.na Speranza
Qi-pi. minìmus
E., giugno ’66), il quale, sono cerio, non
troverà indecoroso il fatto di’io sconfini
per qualche verso nella sua prosa, anzi potrà trovare motivo, volendolo, per una eventuale precisazione del “uo pensiero:
perchè ciò che giova alle chiese non sono
le pigre e lapidarie manifestazioni di simpatia per un determinalo autore d’arlicoli,
come è accaduto di leggere di recente su
« La Luce », ma un dibat ito franco senza
forbici, improntato di spiri o cris iano.
E. Rostan — e sarò breve perebè non è
mia intenzione di occuparmi della sua lettera — ravvisa nello scritto di A. Comba
(cfr. « Il carisma pastorale », « Gioventù
Evangelica », M.arzo ’66) una ìnsenstbilità
circa « i sentimenti religiosi » dei singoli
membri di Cbiesa, dovuta ali.’inlenzione
(che E. Rostan condivide senza a mio avviso vederne le soluzioni pratiche) di
proiettare le chiese verso quella gamma di
interessi collettivi, la cui somma sotto il
profilo sociale e politico rappresenta l’umanità. Non mi soffermerò sulle argomentazioni di E. Rostan, ohe po.sso anche condividere se situo in altra pos'zione idea’e
il punto da cui l’Autore si è mosso; mi
limiterò a citare alcune parole del nostro
precedente moderatore dicendo subito, con
ferma chiarezza, clie nessuno nella Chiesa
Valdese, almeno nessuno di coloro che
guardano con simpatia a sinistra, ha ma
pensato di far proprie simili idee: « Come
pastore non mi sentirei di dire, come invece
ho sentito affermare, che la cura dei credenti già nierabri di chiesa è una perdita
di tempo ». La parola del pastore E. Ro
stan è fuori d'scus.sione. Vi è un grave malinteso ohe bisogna chiarire.
Personalmente, nel numero di « Giovi li
tù Evangelica » dedicato al pasioralo trnar
zo ’66) ho scritto circa la « cura d’an.me >.
ovviamente riferita ai singoli memiiri L
chiesa: Il pastore a deve fate quesie cos:-,
ma inquadrarle in un contesto di fatti, i:t
motivazioni sociali la cui importanza, a dire il vero, non richiederebbe eccess.vo acume per essere provata, giacché esercì a ui!,i
influenza palese nella vita d’ogni credente
e può servire di gtìmolo alla preghiera
alla pietà del credente ».
Il rapporto fra noi e Dio è sempre ut:
rapporto personale. Ogni uomo deve rispondere per se stesso a Dio. Nessuno pu )
portare il mio li io » di fronte al Padre
Eterno. Individualmente cammino o verso
la salvezza o verso la perdizione. La « cu
ra d’anime » è g.ustificala dal fatto che .¡.ì
pastore deve dirigere la sua a tenzione verso me e verso te come ind.viriui distinti
atti creativi ben definiti di Dio, eiseri cu
paci di intendere e volere. Ma e al.re..anuvero che ogni uemo v.ve in un con es o
sociale, e _a « cura d’anime », che deio
essere esercì.ata verso tale pe.sona, non
può non tener conto dei legami sociali che
uniscono quesl’ucmo agli altri uomini, h
gami che non estludono l’indiv.dualità
ma configurano Puomo, senza scampo, ci •
me creatura « socìa.menle complessa ».
Ora il compito de. pastore è di annunziu
re la liberazione che viene da Dio. Ma fot
se la liberazione che viene da Dio impr
lona l uomo in una
dimensione nirvanic.ì
ccslruita colpevolmente coi icsentimenli religiosi », quelli egoistici si inte;-«le, dei s n
goli credenti? .No! E siamo tutti d’accordo:
ma la satanica tentazione di vivere per no'
.stessi è sempre in agguato. La liberazione
che viene da Dio non è un afrodisiaco t‘ s
di meditazioni piovuto dal cielo, ma la posibiiità per l’uomo di comprendere, tram:
te lo S'pirito dell’Evangelo, le sue reali mcessità e quelle del prcssimo, e di avv ari'
u soluzione. La « cura d’anime » non ilcv''
essere fatta di sole parole consolanti, belisi
di un discorso critico capace di apprezza e
il pericolo, l’asprezza della lotta, che in
dichi afi’uomo una via d’uscila per i snu:
affanni, sempre a condizione che egli sappia che potrà mutare le 'SUe pene in gioia
di vivere, se saprà coraggiosamente e serenamente gravarsi della croce affidandosi al
verbo di Dio.
La li cura d’anime » non può essere espressa da un ottimismo piet sta e fatalistico: Il Comprendo le tue pene. Abbi pazienza. Dio ti sarà d’aiuto e li caverà dagli
impicci ». Il nome di Dio non può essere
ridotto e volgarizzato alla stregua di una
bacchetta magica. Si risponde con l’azione, aH’amore di Dio. Al discccupato il pastore dovrà li anche dire»: agisci in maniera che il Comitato sorto per la riapertura della tua fabbrica acquis.i autorità.
Al commerciante gravato di tasse e di cambiali il pastore dovrà «anche dire»: occorre una amministrazione dei beni sociali
non più concentrata in poche mani. Al contadino che si duole per il mancato raccolto,
il pastore dovrà «anche dire»: occorre
una poli’ica che ponga fine aill’inipoverimento delle campagne e 'die ad es. il prezzo dei concimi non sia di monopolio. Qui
non abbiamo tre uomini in astratto, ma tre
persone socialmente deteriminale che non
possono fuggire dalla rispettiva condizione
di operaio, commerciante e contadino.
Vorrei aggiungere che se è vero — cd e
vero! - che i falli socia'.i s'.ruUurano c
definiscono « umanamente » l’uomo, è anche vero che ausnic;ibi1i |)Osizioni politiche
delle chiese .si'.rebh<To già «cura d’anime»: se
attraverso certe dec'stoni politiche possiamo conlribiiire a cambiare in meglio la
sorte ileU’uomo. ft da acce-.'are solo in
parte la tesi secondo la quale Insogna portare il messaggio d Ct'is o esclusivamenli'
a! singolo e sarà poi questi, confortato da
tale insegnamento, ad agire nello varie organizzazioni.
Bisogna che il pastore, esercilamlo la cura d’anime, tenga conto che la croce di Cristo non si mette solo fra le inani di un
moribondo, ma deve servire soprat.ulto ai
vivi, per la felicità dei vivi, per la gloria
fli Dio. Mario Gùirdella.
3
N. 28 — 15 luglio 1966
pag. 3
Amilda Bounous Pons
K Cosa ricordate particolarmente di
Amilda, voi che l’avete conosciuta
tutta la vita? » ho chiesto ai suoi più
vecchi amici, a quelli che già prima di
me l’avevano incontrata.
« La sua fedele e generosa amicizia,
il suo coraggioso spirito, libero da
ogni compromesso e da ogni viltà, la
sua fede religiosa, mai venuta meno,
sempre decisamente affermata, quando
diceva quasi con orgogho: lo sono
valdese ».
Secondogenita del Pastore Giovanni Pons e di Anna Malan, nacque a
Napoli, il 15 febbraio. Terminati gli
studi secondari andò a Roma (1893),
alla scuola-convitto Anglo-Romana,
per frequentare l’Istituto di Magistero
di quella città e, subito notata per la
sua viva intelligenza, ebbe l’occasione,
benché ancora studentessa, di sostituire brillantemente le insegnanti del
convitto stesso. La sua carriera fu lunga ed in continua ascesa. Dopo la laurea ed in seguito a concorso, venne
nominata insegnante di francese nelle
scuole complementari di Sassari. Da
lì, fu poi trasferita a Roma, dove impartì lezioni di lingua inglese alla
scuola « Felice Venezian ». Nel 1909,
è ancora a Roma, insegnante d’inglese e di francese alla scuola tecnica
« Marianna Dionigi », dove rimase per
vari anni. Tornò poi in Sardegna per
un breve periodo, allo scopo di favorire la sorella maggiore — che ma'
sopportava il clima dell’isola, — cedendole la propria cattedra alla scuola tecnica di Roma. Dopo aver vinto
I LETTORI
CI SCRIVONO
Per fatto
personàle e non
Solo ora ho ricevuto « La Luce »
del 24 giugno e del 1« luglio, su cui
leggo gli articoli Dogma e fede e
Ldlteniativa di Giuliana Gandolfo Pascal. Il primo articolo prende a partito
in modo esplicito, il secondo in maniera più indiretta, il mio pensiero e la
mia stessa posizione personale, quindi, secondo l’uso, dovrei rispondere,
per cercare di spiegare qualcosa che
è più importante del fatto personale.
Ma poiché l’autrice, dopo aver letto
due volle. « con una seconda e accurata lettura », le mie pagine, giunge
a fraintendere in modo così radicale
e a travisare in misura così massiccia ciò clic voglio dire, ritengo inutile prendere dello spazio al giornale,
che ha bisogno di contributi più formativi, e a me del tempo, di cui non
dis})ongo, per rispondere. Sono confermalo nella convinzione di questa
inutilità dal fatto che per Giuliana
Gandolfo Pascal non sono soltanto
un nome « astratto », come forse lo
sono per molti dei suoi lettori che
avranno ritenuto di dover dar credito ai suoi articoli. Certo, siamo di
fronte alla « alternativa » tra «dogma
e fede»: ma si tratta di una alternativa completamente diversa da quella
che Tautrice intende e oltre la quale
il suo sguardo non vede altro, ipnotizzato com’è dal « dogma » del secolo,
il dogma che fa l’economia della croce: Tiinità, ecumenica e mn.
Vittorio Subilia
Tempo perso
Un lettore, da Forano:
Caro Direttore,
penso che vi sia ancora qualche
Evangelico, qualche Pastore e perchè
no qualche Professore che si sono
fatti troppe illusioni sui risultati del
Concilio.
Vorremmo sapere quali sono questi risultati positivi (se ci sono). Ce
li espongano in breve, chiaramente,
una volta per tutte, perchè ne siamo
all'oscuro : a meno che questi risultati positivi siano talmente piccoli
che ci sono sfuggiti oppure che il
Pastore Conte si è dimenticato di
segnalarli su « Eco-Luce ». Qui nella
Sabina, comunque, non risulta che è
cambiato nulla nella Chiesa cattolica.
Perciò l.a Chiesa evangelica di Forano, vedendo questo, si chiede se
tante speranze, nutrite da qualche
Evangelico sui risultati del Concilio,
non sono in realtà altro che illusioni.
E Se lo sono — come sembra — perchè corrergli dietro, come dietro a
un miraggio? E se il famoso « dialogo » porterà al massimo dei risultati come quelli che il Concilio ha
portato, a che prò dialogare ancora.'*
Quanto tempo perso inutilmente con
questo dialogo! E chissà se domani
non dovremo pentirci di tutto questo tempo penso! Non sarebbe meglio
che questo tempo, cosi prezioso, sia
sfruttato neU’Evangelizzazione, in special modo nella nostra Sabina, ove
PEvangelo non sanno neanche cosa
sia? Arnaldo Scarinci
un nuovo concorso per gli Istituti tecnici superiori, andò a Torino, all’Istituto Sommeiller, e lì rimase, collega
xii Luigi Einaudi, finché, in seguito ad
altro concorso, quello d’insegnante di
lingua e letteratura francese, venne
richiamata nella capitale. Le sue alunne di allora ancora la ricordano con
entusiasmo.
Sapeva, infatti. « insegnare ». Sapeva interessare l’alunna, anche nelle aride zone della grammatica o della
sintassi, che la sua esposizione vivacissima riusciva a rendere perfino attraente, sempre unendo all’insegnamento, anche il più banale, una nota
Napoli 1875
Torre Pellice 1366
preoccupò principalmente delle sorti
più dolorose del prossimo. Contmuò a
lavorare con il suo spirito sempre giovane, con tutta la sua fede immutata,
forse diventata ancora più profonda,
con gli occhi forse ancora più rivolti
ai suoi monti lontani, a quelli valdesi
che furono sempre, per lei, quelli del
« suo paese ». Continuò a prodigare il
suo indimenticabile sorriso, le sue parole d’incoraggiamento e di speranza,
il suo generoso aiuto materiale dovunque potesse, ed a sperare che le forze
spirituali della « sua gente » potessero
ancora, in avvenire, cooperare alla rinascita morale degli uomini. Quando
ALLA F\CQ TÀ VALPeSE 01 TEOLOGIA IN ROMA
Due licenze teologiche
concludono l'anno accademico
Era valdese, la prima donna italiana salita su
una cattedra universitaria - Una lunga vita feconda vissuta nella fede, in attiva solidarietà
allegra, nuova, incoraggiante, che le
conquistava tutte le simpatie. Sapeva
« educare », e quanti nobili concetti
volle presentare alle giovani menti,
senza ampollosa retorica, ma unicamente nel quadro delle sue levigate ed
argute espressioni francesi. Ne fanno
fede i molti libri scolastici che scrisse
e pubblicò; nel periodo del Sommeiller, a Torino: A travers la France, testo di letteratura per quell’ordine di
scuole; anni dopo, pubblicava altre
grammatiche per le scuole superiori; a
Roma scrisse Les cahiers de Gabrielle,
libro di testo della scuola tecnica. Nel
1945 (si era sposata) pubblicò col nome di Amilda Pons Bounous, Le français vivant, ad uso degli Istituti medi.
Poi, Promptuaire des locutions familières figurées et proverbiales, de la
langue française (Paris - Editeur Fischbacher).
Titolare della cattedra di francese al
Magistero, scrisse la sua opera di maggiore portata; Poeti e prosatori francesi. In collaborazione col Prof, Giraud: Testo di grammatica e lingua
francese e, sempre in collaborazione,
ma questa volta col Sig. Percival
Lyod : un testo inglese su alcune figure più salienti del Risorgimento italiano.
Giovanissima. prese ad interessarsi
ai problemi culturali, educativi e sociali. Nel periodo del risveglio femminile .precedente la prima guerra mondiale, fu all’avanguardia, collaborando con numerose personalità maschili
e femminili (potrei qui citare molti,
autorevoli nomi) che convenivano nella sua abitazione di Via Porta Pinciana. Era aH’incirca il 1906.
Socia della «Dante Alighieri», si occupò con passione degli studi, e nel.
1905 tenne, fra gli altri, una bellissima
conferenza nella sala della Casa Valdese.
Prese parte molto attiva alla campagna svolta per venire in aiuto ai colpiti
dal terremoto di Messina e poi della
Marsica. Allo scoppio della prima
guerra, riuscì a far introdurre la refezione scolastica per i figli dei richiamati, e si adoperò per l’Assistenza ai
bambini minorati.
Fondò in Roma, insieme al compianto Pastore Metodista, Emanuele
Sbaffi, un asilo per gli orfani di guerra, e circa nella stessa epoca, aprì c
diresse a Firenze, un laboratorio di
lavori femminili, per giovanette, facendo la spola fra questa città e la
capitale, per diversi anni.
Fece parte del Consiglio Nazionale
delle Donne, e fu Presidente, per un
certo numero di anni, prima della
U.C.D.G. e poi della « Amica della
Giovane », portando in tutte queste attività un particolare.interesse e lo slancio fattivo che la caratterizzava. Quando fu eletta Preside del Magistero (la
prima donna ad essere designata a
quella carica) svolse il suo compito
con rara maestria. In seguito, giunta
aH’età della pensione, venne insignita
del titolo di Commendatore della Repubblica d’Italia, per meriti culturali
e d’insegnamento.
Durante la seconda guerra mondiale ebbe non poco da lottare, moralmente e materialmente. Si era trasferita nel suo piccolo appartamento di
Ostia, e giornalmente veniva a Roma,
fra disagi di tutti i generi, per recarsi
al Magistero. Poi, ad Ostia un bombardamento le distrusse la casa; le rubarono quasi tutto e così anche nel
suo appartamento di Roma.
Non ne fece mai una tragedia; si
lasciò Roma, definitivamente, gli amici la rimpiansero tutti.
Nel ’60 — era già lontana —, scriveva alla vedova di un esimio erudito
israelita di Roma : « ... quando penso
alla persecuzione degli ebrei, che oggi
ancora, strazia quanti haimo, della nobiltà della vita, un. profondo sentimento di rispetto, non posso non dire
a voi, come a tutti i grandi Israeliti
che mi onorano della loro amicizia e
mi diedero una concezione nuova ed
impegnativa della vita, il mio dolore e
la mia speranza... Vi ricordate quando ci dicevamo nei giorni più neri:
l’incubo passerà, spunterà Falba? e ci
confortavamo a vicenda? ».
E poi : « Ho avuto un gran conforto che mi consente di sperare; quello
deU’aiuto protettivo largitomi fino al
suo ultimo respiro da Monsignor Duschesnes (docente di Storia agiografica
ai Prix de Rome). Lo incontrai per la
prima volta, a pranzo dalla contessa
Pasolini; lui conosceva i « barbetü »,
ma non aveva mai incontrato una
« barbetta ». Da quella sera mi adottò. Molte volte lo incontrai in casa
Pasolini, a Palazzo Sciarra. Ricordo
che mi fece mancare delle preziose
pergamene" médioevalì, Tíoñ ancora
stampate, da Parigi, che servirono a
Guido Biagi per la biblioteca di Roma. Una vera e leale amicizia quella
del Duschesnes, mai smentita... ».
E ancora : « ... Non perdiamoci di
coraggio; guardiamo in alto. La parola d’ordine dei Valdsei era ; A la brua!
(alla vetta!). Sulle nostre vette di confine. quanti d’Israele si rifugiarono,
grazie a Dio. come una volta i nostri!
l’Israël des Alpes... Leggo con gioia
quanto il Consiglio Federale Ecumenico degli Evangelici di tutto il mondo
si prodighi per i profughi e sono riconoscente di aver potuto contribuire a
dotare la loro biblioteca. La Svizzera
non viene meno alla sua tradizione di
libertà e di rispetto alla libertà umana ».
Negli ultimissimi anni passati a Torre Pellice, mi disse che la Casa paterna dei Pons, quella di Angrogna, per
volontà sua e delle sorelle Maria
Pons e Tilde Errerà Pons, fin dal 1955,
era stata offerta in dono alla Chiesa
valdese e che il pensiero delle persone a cui era destinata (ceux qui ont
travaillé pour l’Eglise) la riempiva di
dolcezza.
Lei amava particolarmente quella
casa, con la verde vallata dell’Angrogna, e le serene vette circostanti. Alzava gli occhi a guardarle, ricordando
l’interrogativo delle prime parole del
Salmo, cui il suo cuore rispose sempre con uguale, inalterabile fiducia:
« L’aiuto mi verrà dall’Eterno ».
Lilian Pennington de Jongh
ut................................
Durante la sessione d’esami di giugno,
due studenti della Faco'ltà Teologica Valdese hanno terminato il loro corso di studi e
conseguito il diploma di Licenza Teoiogira.
La sig.na Giovanna Sciclone, di Vittoria
(iRagusa), figlia di un Evangelista Valdese,
ha frequentato il regolare quadriennio qui
a Roma, ha usufruito di due anni di perfezionamento alla Facoltà di Teologia delTUniversità di Bonn. In questo periodo,
giovandosi, oltre che della sua conoscenza
della lingua tedesca, anche della consulenza dei professori di quell’università, particolarmente del prof. Vielhauer, si è dedicata allo studio del passo sinottico sulla
bestemmia contro lo Spirito Santo. 1 risultati del suo laverò esegetico sono stati
esposti nella tesi che con questo titolo ha
presentato e discusso dinanzi alla Facoltà
Valdese il 20 giugno. Scopo della candidata
era la ricerca del significato originario^ di
quella parola evangelica cosi problematica,
attraverso l’analisi dell contesto di ciascun
evangelo e della situazione e degli interessi
che da ciascuno di essi si riflettono. Studio
difficile e in parte fondato su deduzioni
non facilmente controllabili; ma la candidata ha saputo trovare la sua via con sicurezza nella vasta bibliografia, ed esporla
con 'chiarezza e concisione. Queste do,i, del
resto, le sono state riconosciute anche nell’esame generale di esegesi del N.T. e nella
predicazione sulla parabola del ricco s'olto
(Luca 12: 13-21J. Il diploma di Licenza
consegnato alla sig.na Sciclone portava il
n. 250.
Il sig. Mario Fr. Berutti, proveniente dalla Chiesa Valdese di Torino, dopo la Facoltà di Roma ha frequentato per un anno il New College di Edimburgo. Colà ha
avuto modo di specializzarsi nello studio
del testo del N.T. e nell’esame comparato
dei manoscritti più importanti. I risultati
di- questo s udio sono stati messi a frutto
nella tesi presentata il 21 giugno sulla nuova traduzione inglese della Bibbia pubblicata nel 1961 ad opera della maggior parte
delle Chiese Evangeliche e Episcopali della
Gran Bretagna. L’esame del nostro candidato non si è concentrato tanto sui valori
letterari dell’opera (evidentemente più ap
RICORDANDO
prezzabili da un Inglese che da un Italiano) quanto sui suoi valori esegetici, e in
particolare sulla scelta che di volta in volta
i traduttori hanno fatto, di determinate lezioni greche poste alla base della loro versione, nei casi in cui i manoscritti offrivano dei testi non perfettamente identici.
La maggior parte della tesi consiste di una
minuziosa collazione (confronto) del testo
greco tradotto dalla « New English Bible »
(e pubblicato a parte dal prof. R.G.V. Tasker) con il testo greco correntemente usato
sul continente e conosciuto come il « Nestle ». Anche il cand. Berutti ha trovato
valida a-ssistenza nei suoi studi da parte
della Facoltà di Edimburgo, e in particolare
del prof. I. A. Moir. Il Consiglio ha riconosciuto l’originalità del lavoro, e ha dato
atto al candidalo di aver saputo sfruttare
l’anno alFestero per consolidare la sua formazione nel settore del N.T. In precedenza,
il sig. Berutti aveva sostenuto la prova di
predicazione sul testo Luca 15: 1-7.
Rinnoviamo a questi due licenziati ¡ migliori auguri per il loro avvenire di testimonianza e di servizio.
B. Corsani
tiuhiuiitiiiiiiiKiiimiiiiiliiiliuiiiiimitimiiHiiiiMiiiliiJKi
PERSONALIA
Nella Gay si è brillantemente laureata in lingua e letteratura tedesca
presso rUniversità di Torino. Ci rallegriamo assai con la neo dottoressa,
con i più cordiali auguri per la sua
futura attività professionale.
........................tini
ERRATA-CORRIGE
Bettiflcando quanto è stato erroneamente pubblicato nel n. scorso,
comunichiamo che la Guida dei luoghi di culto evangelico nell’Italia settentrionale e nella Svizzera, edita in
questi giorni dalla Claudiana, può essere richiesta al prezzo di L. 50 la
copia.
Un amico
del passato
NOVITÀ
CLAUDIANA
L’il» volumetto della « Piccola collana moderna » :
WILHELM VISCHER - Il significato
dell’Antico Testamento per la vita
cristiana - L’Evangelo secondo il
profeta Giona ■ L’Ecclesiaste, testimone di Gesù Cristo. - Fagg. 88,
L. 500. Editrice Claudiana, Via Principe Tommaso, 1 - Torino, c.c.p.
n. 2/21641.
Radio-TV della Svizzera Italiana
Domenica 24 luglio • ore 9,15 - Conversazione evangelica alla radio (pastore Otto
Rauch). « La Parola del Signore », alla
fine delle trasmissioni televisive (pastore Guido Rivoir).
Si è estinta recentemente in Germania
la famiglia Von Kaltenboirn della quale i
nostri lettori più anziani avranno sentito
parlare anni fa.
Un membro di questa famiglia, il Pastore
Hermann Von Kaltenborn, nato a Potsdam
nel 1881 era stato molto ami'Co dei valdesi.
(Stralciamo queste notizie da una sua biografia inviatale} da amici di lassù).
Fin da giovinetto, egli aveva sentito il
desiderio di consacrarsi al Signore e i suoi
familiari, che erano profondamente credenti, lo incoraggiarono in questa via, così
che nel 1912 egli era consacrato Pastore.
Poco dopo scoppiava la guerra e venne
mandato al fronte in qualità di cappellano.
Coiloro ohe lo conobbero in quel periodo, lo
ricordano, sempre pronto a confortare, anche nei momenti difficili e ricordano soprattutto le sue predicazioni vibranti di fede
Dopo la guerra venne inviato in un paesino della zona induistriale mineraria a
Bramibauer presso Dortmund. Qui egli seppe talmente inserirsi nell’ambiente, prendendo viva parte alle sofferenze di quei
minatori che ben presto essi lo considerarono come un membro delle loro famiglia.
Ma nel ’28 gli giungeva l’ordine di trasferimento e si può immaginare con quanto
rimpianto sia lui ohe sua moglie lasciarono
quell’umile gente alla quale si erano tanto
affezionati.
Questa volta il loro nuovo campo di lavoro era Fltaiia e precisamente Roma, ove
egli fu Pastore deìa Comunità luterana. I
due sposi si erano messi all’opera con entusiasmo ma i primi tempi non furono facili
perchè tutto era da riorganizzare. Unico
punto d’appoggio, sul quale potevano am
piamente contare, erano le Diaconesse luterane che lavoravano nella Casa di Roma.
Ben presto egli venne in contatto con la
Comunità anglicana e poi con quella valdese.
Intanto la sua Comunità prendeva nuova
vita e la sua casa, sempre molto ospitale,
si apriva a tutti gli amici di passaggio e a
incontri interdenorainazionali che erano accolti da tutti con enlusiaismo. Ogni anno la
celebrazione del Natale, a cui collaborava
la comunità con l’aiuto prezioso delle brave diaconesse, era un’occasione benedetta
per nuovi contatti c per un’opera di testimonianza.
Ben presto il Pastore Von Kaltenborn,
fece la conoscenza del Prof. Giovanni Rostagno, pe. il quale provò subito grande
ammirazione, e divenne un fedele uditore
alle sue predicazioni.
Il ipa'ssato dei valdesi lo riempiva d’ammirazione e studiò la loro storia con nrofondo interesse. 11 suo grande desiderio
era di conoscere le nostre Valli e l’occasione
si presentò quando fu invitato al Sinodo
come delegato della Comunità luterana.
Egli fu subito entusiasta della nostra « piccola patria » e volle visitarne tutte le località storiche venendo cosi a contatto con
vari Pastori e Professori.
Purtroppo si stavano avvicinando gli an
ni del nazismo e poiché egli non dimostrava eccessivo entusiasmo per il nuovo orientamento della Germania ma si preoccupava
di una predicazione sempre più fedele, tanto che questa sua aspirazióne costituiva ormai la isua maggiore ambizione, improvvisamente, nel ’31, ricevette l’ordine di tornare in patria.
La sua Comunità ne fu costernata e gli
dette un addio commovente, al quale si
unirono con rimpianto gli amici anglicani
e valdesi.
Profondamente amaireggiati per questa
partenza, i nostri amici vollero, prima di
rientrare in patria, aippa'gare un loro grande
desiderio, quello di visitare le località ove
sorgevano le antiche colonie valdesi nelle
Calabrie. Poi, essi fecero ancora una tappa
in Sicilia per conoiscere da vicino le nostre
coimuinità e doicumeutarsi con fotografie sulla nostra opera di evangelizzazione in modo
da potere, tornati in patria, far conoscere a
tutti, loon scritti e coifferenze, la storia c la
vita del popolo valdese.
Nel 1932 il nostro amico è a Kassel, Pastore di una numerosa e fervente comunità.
Però, dato che egli rifiutava di aderire al
nazismo, cominciò ben presto ad essere perseguitato nasco sitamente e... palesemente.
Egli però continuò il suo apostolato senza
laisciarsi intimorire da minacce di qualsiasi
genere. La parola di Dio era, e restava,
l’unica regola della «ua vita.
Però le angheiie dj cui »offri, incisero sul
siuo orgauisrao e negli anni elle iseguirono
fu colpito da alcuni collassi che indebolirono estremamente il suo fisico. Non potendo più reggersi isulle proiprie gambe, doveva camminare con l’aiuto delle stampelle.
Nella sua comunità ormai si erano abituati
a vederlo giungere così in Ohiesa oppure
accorrere al capezzale dei malati, lui stesso
sofferente al pari di loro!
Il 9 aprile 1943, in seguito ad un grave
infarto, egli rendè lo spirito al Signore. Le
sue ultime parole furono; «Vieni, Signor
Gesù! ».
Sul suo tavolo fu trovato il sermone che
stava preparando per la domenica. Il testo
era quello della sua confermazione, testo
sul quale non aveva mai predicato: «Ecco,
10 fo ogni cosa nuova » (Apocalisse 21: 5).
Naluralinenie queste parole furono prese
come testo per le sue esequie e, ci è raccontato nella sua biografia, molti che sì
erano recati al funerale piangendo per la
sua scomparsa, tornarono alle loro case
col cuore pieno di una nuova speranza e
di una nuova forza per servire degnamente
11 Signore.
^ ^
Noi porgiamo un pensiero di gratiluiline
alla memoria di questo fedele servitore del
Signore e chiediamo a Dio di suscitare ancora anime elette che ci concedano la loro
preziosa amicizia.
Quanto a noi, cerchiamo, fratelli, di essere sempre degni di questa ammirazione
che gli altri hanno per noi, per la nostra
Chiesa, per il nostro popolo. e. g.
4
pag. 4
N. 28 — 15 luglio 1966
Echi delle conferenze distrettnali
FRALI
A Genova
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
stazione della vita del credente, in
chiesa, sulla piazza, nella cultura;
dev’essere una testimonianza al Signore, non soddisfazione delle nostre
esigenze.
L’analisi delle cause e degli effetti
dell’esodo domenicale non permette
la formulazione di idee o suggerimenti di carattere generale. Ogni comunità dovrà trovare le sue soluzioni essendo evidentemente diversa la posizione di Torino, che ha alle sue spalle le Valli, da quella di altre Chiese,
per le quali le passeggiate domenicali
si rivolgono a luoghi non sempre sedi di chiese evangeliche.
Le notizie sulla stampa sono positive. I giovani di varie chiese hanno curato il colportaggio che ha dato buoni risultati. La Claudiana, da parte
sua, ha svolto im importante lavoro
nell’ultimo anno. Un buon successo
di vendite sta ottenendo la collana
« Attualità Protestante », giunta al
quarto numero.
Sull’argomento « rapporti con il
cattolicesimo », che richiederebbe ampia discussione, si passa all’ordine del
giorno, dovendo essere ripreso in sede di riunione pastorale a Torre Pelliee il giorno 19 agosto prossimo, e poi
in Sinodo.
Sull’ unione Valdesi-Metodisti la
Conferenza, che lo scorso anno non
era giunta a conclusioni sull’ordine
del giorno presentato dalla Chiesa di
Genova, quest’anno ritiene che la linea indicata da tale o-d.g. permetta
di superare le difficoltà fin qui incontrate e chiede al Sinodo di cercare
una soluzione sulla linea di questo o.
d.g. Sentiremo a suo tempo quanto al
Sinodo verrà deciso circa l’o.d.g. in
questione che prevede un Sinodo
«congiunto» Valdese-Metodista, che
dovrebbe permettere di attuare qualcosa subito, in vista di ulteriori passi.
Membri della Conferenza erano due
Pastori metodisti: V. Incelli, che da
due anni cura anche la comunità
valdese di Biella (e che ha presieduto
il culto di apertura), e A. Scorsonelli, giunto in questi giorni ad assumere la cura pastorale della nostra comunità di Sampierdarena, insieme a
quella della comunità metodista di
Sestri.
Il problema della «non violenza»
non è stato preso in considerazione,
avendo la Conferenza accettato la tesi secondo la quale, in difetto di esplicita precisazione del Sinodo, quando
esiste una commissione sinodale di
studio appositamente nominata, questa interpella le singole assemblee di
chiesa e riferisce direttamente al Sinodo. .
Presiedeva la Conferenza il dott. C.
Papini; vicepresidente il past. P. Marauda, segretario il sottoscritto. Le
elezioni hanno cosi designato la Commissione distrettuale : presidente,
past. E. Ayassot; vicepres., sig. C. Baiardi; segretario, past. G. Conte. E’
stata ringraziata molto calorosamente la comunità genovese per la sua
accoglienza generosa e fraterna, e se
ne rinnova qui l’espressicne.
Molti sono i « bisogna », gli « occorre », i suggerimenti, i propositi. Ordinaria amministrazione anche a Genova, come è stato scritto su queste
pagine a proposito della Conferenza
del Primo Distretto? Non ci sentiamo
di formulare giudizi al riguardo. Alcune manifestazioni sono incoraggianti,
altre deludono. Con molta umiltà
dobbiamo chiedere al Signore di illuminarci, di farci comprendere quali
sono le cose veramente importanti, di
darci la forza per realizzarle, di essere
in ogni cosa la nostra guida.
Bruno Prelato
A Roma
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
zione di una cappella, raccomanda
alla Tavola di passare alla fase esecutiva di essa o comunque di assicurare al prog;etto la massima priorità ».
3. « La Conferenza, facendo suo
il problema prospettato dalle due
chiese di Roma e ribadito dalla Commissione Distrettuale concernente la
nostra testimonianza evangelica^ nel
popolatissimo suburbio romano, invita la Tavola ad investirsi del problema e a considerarne urgente la soluzione con i provvedimenti che crederà più opportuni ».
L’attività collettiva dell’ago esserido stata caratterizzata da riuscite iniziative su piano regionale (ToscanaLazio) con particolare riferimento a
convegni i>astorali, incontri di chiese,
convegni dei consigli di chiesa, la Conferenza ha auspicato la prosec^ione
e l’intensificazione di tale attività organizzandola a mezzo di comitati regionali di collegamento e di cooperazione.
Pensione Balneare
Ualdese
BORGIO VEREZZI (Savona)
Direttore: F. Chauvie
Aperta tutto l’anno
Spiaggia propria
Ideale per sog^oml
estivi e invernali
In tema di attività evangelistiche la
Conferenza ha preso atto dei buoni
risultati conseguiti a mezzo di conferenze pubbliche in locali neutri di
varie città, e a mezzo di un’opera di
colportaggio nellTsola d’Elba e con un
o.d.g. ha raccomandato alle Chiese
questi due strumenti di lavoro per la
loro futura testimonianza aH’esterno.
La Conferenza ha accolto la domanda della Comunità di Rimini di
essere riconosciuta come Chiesa regolarmente costituita.
Alle votazioni la Commissione Distrettuale in carica è stata riconfermata in tutti i suoi membri (Presidente
Pastore Grudo Mathieu, Vicepresidente Col. Aldo Long, Sepetaxio Pastore Paolo Ricca) ; e quali dolenti al
Sinodo sono stati nominati i Signori
Aldo Long (Roma), Antonio Ronzoni
(Colleferro), Rocco Giuliani (Forano)
e Danilo Tognetti (Pisa); supplenti i
Signori Ferruccio Giovannini (Pisa),
Teresa Prando (Livorno) e Attilio Revel (Roma).
La Conferenza ha fissato come sede
della prossima Conferenza ordinaria
Firenze ed ha nominato quale predicatore d’ufficio il Prof. Valdo Vinay.
In complesso si può dire che è stata
una conferenza bene inquadrata, positiva, volta all’esame in concreto dei
problemi all’o^d.g., e più che altro
preoccupata di una valutazione pratica del consuntivo di un intero anno
di lavoro; una valutazione in qualche
modo atta ad imprimere un buon avvio alla attività futura.
La fraterna ospitalità delle Comunità romane ha contribuito a fare
della Conferenza una buona occasione
di piacevole incontro nel segno del
comune impegno per il servizio a Dio
ed alla sua Chiesa.
G. M.
di Pomaretto
Doni prò « Scuola Latina » ricevuti fino al
15 luglio dalla Direzione che^ sentitamente,
ringrazia.
Romano Amilcare e famìglia in memoria
Italo e Fernand Bernard L. 5.000; Ilda Revel (S. Germano Chisone) 5.000; Peyronel
Marco (S. Germano Chis.) 10.000; Bandiziol
Daniele (Torino) 15.000; Colletta centenario
53.000; Pons Guglielmo (Pomaretto) 5.000;
Pastre Alice (Cannes) 5.000; Bernard Fernando e Arturo (Pomaretto) 10.000; Laetsch
Giovanni e Margherita (Pomaretto) 3.000;
Chiesa Pomaretto 67.000; Forneron Ilda (Pinerolo) 5.000; Massel Nelia (Pomaretto) lire
15.000; Chiesa Bobbio Pellice 10.000; Baimas Emilio (S. Germano Chis.) 5.000; Vitale
Jahier (Pomaretto) 3.600; Rostan Daniele
(Rinasca) 15.000; Giraud Claudio (S. Germano Chis.) 2.000; Micol Loredana (Perosa A.)
5.000; Beux Marisa (Pomaretto) 15.000; Fer.
rero Valdo (Chiotti) 5.000; Barus Giovannino 5.000; Chiesa Ivrea 10.000; Costantino
Elsa (Pomaretto) 4.000; Chiesa Prarostino
10.000; Tron Evelina (Cerisieri) 3-000; Breuza Dario (Pomaretto) 5.000; Chiesa S. Germano Chisone 100.000; Griglio Sergio (Chiot.
ti) 10.000; Tron Sergio (Rodoretto) 3.000;
Sanmartino Marina (S. Secondo) 5.000; Mey.
tre Silvano (Fontane) 5.000.
Il museo storico
della vai Germanasca
Culto radio
ore 7,30
Domenica 17 Luglio
Pastore IVO BELLACCHINI
Salerno
Domenica 24 Luglio
Pastore MICHELE FOLIGNO
Roma
Il museo storico di Frali e della Val
Germanasca, organizzato l’autunno
scorso in occasione della festa della
montagna a Frali, è stato compietamente riorganizzato in vista di una
sua sistemazione definitiva e riaperto
al pubblico sabato 9 luglio.
Esso comprende ima sezione preistorica curata dal centro di studi preistorici di Pinerolo che presenta una serie
di calchi e fotografie di reperti neolitici della Val Germanasca ed una documentazione della storia della valle
dal medioevo, tracciata attraverso a
numerosi documenti del « magnifico
consiglio delle Comunità della Valle
S. Martino » e ducali raggruppati secondo i vari periodi: Medio Evo; la
Riforma; vita locale del 16(X) con le
sue corvées obbligatorie, le deputazioni a Torino per « le questioni della religione», le tasse pagate dai valdesi
per i « catolisati », i dragoni ed i
cavalleggeri di stanza nelle borgate
valdesi, lo stipendio dei Pastori e dei
maestri « di escolla » già dalla metà
del 16(K) e così: via. Due sezioni sono
dedicate agli anni delle persecuzioni,
dell’esilio e del rimpatrio e contengono testimonianze impressionanti dei
fatti di quel periodo e delle condizioni della Valle dopo gli anni dell’esilio.
Il periodo napoleonico e la prima
metà del 1800 costituiscono altre due
sezioni in cui possiamo notare l’azione del sottoprefetto Geymet (già moderatore della Chiesa Valdese) in favore dei suoi correligionari che si affacciavano per la prima volta alla libertà ed un paio di documenti che
ii'riiHieiiiiimiliii
iiiiiiuittiitiiiiini
iiiiiiiiimitiiiimiiiiiiiiiiimiiiiiuiMiiiii
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
LUSERNA S. GIOVANNI
Dipartenze. — Altre nove famiglie della
Comunità sono state dolorosamente provate
per la separazione da amati congiunti. Ricordiamo con riconoscenza ed evangelica speran.
za ì nomi <lei cari fratelli e sorelle che ci
hanno preceduti nella Casa del Padre : René
Pons di Ernesto, ai Vola, il 1 maggio, in età
di 43 anni; Rosa Facci ved. Luigi Goss al
Rifugio Re C. Alberto il 7 maggio, in età
di 81 anni; Michele Enrico Goss, del Ponte
Vecchio, il 19 maggio in età di 81 anni;
Clementina Avondet in Avondetto Augusto,
originaria di Roccapiatta, agli Odin inf. il
25 maggio in età di 59 anni;Dameie Buffa,
originario di Pra del Torno, ai Jalla sup. il
2 giugno, in età di 97 anni; Giovanni Stefano Giordan (detto David) originario di Angrogna, ai Ricca, l’8 giugno, in età di 76
anni; Maria Maddalena Malan ved. Mourglia.
originaria di Angrogna, al Rifugio, il 21
giugno, in età di 94 anni; Giovanni Daniele
Pontet (Nello) originario dì Bobbio Pellice,
nella sua nuova casa in Via Beckwith, il 1®
luglio, in età di 72 anni.
La Comunità ha pure vivamente partecipato al dolore della famiglia Girardon-Comba
per la dipartenza della novantenne madre e
nonna Teresa Volterò ved.' Comba.
A queste ed a tutte le famiglie provate dal
dolore della separazione da esseri amati la
nostra rinnovata simpatia nella luce radiosa
delle promesse divine.
Un nuovo focolare. — Nel nostro tempio,
abbiamo celebrato il 29 maggio il matrimonio di Raimondo Gabriele Giusiano da Rorà
con Elda Maria Toum, figliuola del nostro
custode della Gianavella. Ai giovanissimi
sposi, Paugurio di un lungo felice cammino
insieme nelle vie del Signore.
Quattro nuove ammissioni. — Il 12 giugno, nel tempio del Ciabas, è stata ricevuta
nella comunione della nostra chiesa una giovane infermiera del nostro ospedale di Torino, proveniente da altra confessione cristiana,
Gabriella Brio, che qualche giorno più tardi,
in Prali, celebrava il proprio matrimonio con
Roberto Pons, figliuolo del nostro anziano
Alberto.
E il 19 giugno nel tempio dei Bellonatti
il pastore Magri presiedeva la commovente
cerimonia deirammissione di tre altri giovani
catecumeni provenienti da altra confessione
cristiana : Silvana Miegge, Margherita Beltra.
mo e Graziano Gam.6a. A questi nuovi fratelli in fede rinnoviamo Paugurio di una felice, fedele carriera cristiana.
Conclusi i corsi scolastici. — Nella nostra
scuoletta rurale di Mourcious, nelPalta Val
Luserna, ha avuto luogo, concludendosi Panno scolastico, una commovente cerimonia di
eccezione. Alla presenza delle Autorità Scolastiche regionali, del Consiglio Comunale,
del Concistoro Valdese, degli Insegnanti di
Valle e di tre generazioni di allievi, Plspettore Scolastico di Pinerolo ha consegnato alITnsegnante Sig.na Emma Gonin la medaglia d’oro e un diploma di benemerenza,
conferibile, per decreto Ministeriale, in riconoscimento dei suoi 46 anni di lodevole
servizio, nella stessa scuola, e... con due soli
giorni complessivi di assenza. La Comunità
tutta rinnova alla benemerita insegnante e
nostra Diacona per il Quartiere di Mourcious, la gratitudine e gli auguri espressile
in seduta del Concistoro.
Il Giardino dTnfanzia ohe ha raggiunto
quest’anno il massimo numero di iscritti, ha
concluso, sotto la zelante e competente direzione dellTnsegnante S.ra Franca PariseCougn, il suo 14« anno anno accademico, con
un riuscitissimo saggio finale di sciarade, re
cito e canti, nel quale si sono fatti meritatamente applaudire i nostri 32 scolaretti in
erba. Ed ora, spopolatesi le aule e dispersasi
la gaia scolaresca, sono fervidamente in atto
e già a buon punto, incoraggiati dalla prontezza di generose offerte, i preordinati lavori
di riparazione e rifacimento esterni del solido
ma vetusto edificio. j.
SUSA - COAZZE
Abbiamo avuto a Coazze la visita di una
Unione Giovanile di Angrogna con multi
amici e dei Trombettieri della Val Pellice
diretti dal Pastore A. Taccia e Signora. Il
Sig. Taccia ha presieduto il Culto, i Trombettieri hanno suonato e i giovani hanno
recitato in modo encomiabile; è stala una
bella manifestazione, una buona testimonianza: grazie.
Una cinquantina di persone di Susa, Fratelli Battisti di Mompantero, di Coazze
hanno partecipato in pullman o in au ovetture personali a la gila di Chiesa con meta
Bobbio Pellice, dove abbiamo par ecipato
al Culto. In cabinovia siamo giunti vicino
al Vandalino;, nel viagg o di ritorno siamo
passati all’Uliveto.
I delegati hanno rappresenta o le nostre
Comunità alla Conferenza Distrettuale di
Genova.
Ringraziamo cordialmente i Predicatori
laici Sigg. D. Gardiol e U. Tomassone della loro collaborazione.
RIMINI
I culti, durante il periodo estivo, hanno
luogo come lo scorso anno in una sala
dell’Hotel Lloyd, Via al Mare, con il seguente orario: ore 9,30, culto in tedesco;
ore 10,30, culto in inglese; ore 18, culto in
italiano.
lirvito a Freissinières
per la Fête des Moissons
In seguito alla segnalazione del
Past. E. Rostan, accogliendo l’invito
della Commissione del I Distretto, la
Soc. « Enrico Arnaud » organizza ner
il 7 agosto p. V. una gita in autopullman a Freissinières, e più precisamente al villaggio dei Viollins, in occasione della « Fête des Moissons »
che la Comunità evangelica del Queyras celebra ogni anno.
La gita è aperta a tutti i membri
delle nostre comunità e le iscrizioni
si ricevono esclusivamente presso la
Tipografia Subalpina, via Arnaud,
Torre Pellice, accompagnate dall’importo del viaggio (lire 1.500).
È sufficiente la carta d’identità.
Pranzo al sacco, in quanto non esiste possibilità di rifornimento in loco. Le iscrizioni si chiuderanno inderogabilmente il 24 corrente. i posti essendo limitati, è bene affrettarsi ! La « Enrico Arnaud »
ricordano, da una parte, l’azione del
Comitato Vallone in favore della Chiesa Valdese e la colletta della Comunità Valdesi in favore dei fratelli colpiti nel 1825 da una grande alluvione.
Segue la storia dopo il 1848; una raccolta di documenti della resistenza ed
una serie di fotografie sulla costruzione e la vita di Agape.
Questa documentazione è completata da una serie di ricostruzioni : una
galleria di una miniera di talco, montata dai minatori di Prali con materiale originale dato dalla « Talco Grafite Val Chisone» e ohe riproduce in
tutti i suoi particolari le condizioni di
lavoro al principio del nostro secolo;
una raccolta dei minerali della Val
Germanasca dal talco alla pirite ed
all’amianto. Il tempio (costruito nel
1556) è ricordato con la zona del pulpito e del tavolo della Santa Cena
rimasta, compresi gli inni del tabellone, nelle condizioni dell’ultimo culto
celebrato nel vecchio tempio. E’ stata
pure ricostruita una cucina ottocentesca con i suoi vari arredamenti ed
utensili, i costumi valdesi, il camino
eoe., rifatti grazie ai doni di molti amici di Prali e della Valle che hanno
fornito « pezzi » anche di notevole valore storico come gli antichi utensili
di talco (ferro da stiro, calamaio, padella per ciambelle eco.).
Non ci è possibile ricordare i nomi
di tutti i collaboratori e donatori; desideriamo ringraziare sentitamente
tutti.
Durante il mese di luglio e agosto
il Museo è aperto con il seguente orario: Giorni feriali ore 15-18 — giorni
festivi ore 9-12 e 15-18.
POMARETTO
Venerdì 1« luglio è stato celebrato il servizio funebre di Tron Clotilde ved. Gay con
la partecipazione d’una folla di amici e parenti; il vicemoderatore Achille Deodato e il
Pastore Giorgio Girardet hanno innalzato a
Dio ispirate preghiere, a casa ed al cimitero. La nostra sorella è rimasta, ancora giovane, privata del marito con cinque figlioli
da educare : la fede nel Signore unitamente
ad un carattere forte le hanno consentito dì
affrontare con serenità le non poche difficoltà
della vita; nel clima spirituale della famiglia
sono sbocciate le vocazioni più belle : la figlia
Anita è andata per un ventennio e cioè sino
al tempo della grave malattia della mamma,
in terra di missione, in un lebbrosario del Ga.
bon; Carlo è diventato Pastore mentre la figlia Alina diventava la compagna del caro
collega Oreste Peyronel scomparso nella pienezza delle sue forze; l’altra figliola Matilde
svolgeva col marito Prof. Tron la sua opera
per la Scuola Latina. Nel tempo della guerra
di liberazione la casa Gay era mobilitata per
la difesa dei valori della libertà e della giustizia ed ha pagato con la morte del figlio
Enrico un prezzo alto per la resistenza italiana.
Non dimentichiamo la nostra sorella per
la generosa ospitalità; non la dimentichiamo
come sorella di chiesa, sempre presente a
tutte le manifestazioni, culti e riunioni varie, specialmente delle madri dove recava
sempre uno spirito di serenità e di grazia.
Alla famiglia tutta ed in particolare alla
nostra collaboratrice sig.na Anita che l’ha cu.
rata con tanto amore in questi anni la nostra profonda simpatia cristiana.
Sabato 25 luglio è stato celebrato il matri.
monio di Renata Bertalot e Vinçon Renzo. Il
Signore ispiri gli sposi in vista d*una famìglia fondata su Gesù Cristo e li benedica
abbondantemente.
Ringraziamo di cuore il Pastore Carlo Gay
e la signora Tourn Ruth per j preziosi messaggi rivolti alla comunità recentemente.
Siamo lieti di avere nella zona la signora
Tourn quale nuova collaboratrice per la predicazione domenicale con felice superamento
delle difficoltà linguistiche.
Ricordiamo i prossimi culti e riunioni :
17 luglio: Pastore Ganz (Sud America);
24 luglio: Pastore Giorgio Tourn; 31 luglio:
Dottor Calvetti Franco; 7 agosto : riunione
all’aperto a Co’ciauvin, zona di Combavilla,
Inverso P. ore 15.
Il 17 giugno abbiamo accompagnato a.Sla
sua ultima dimora terrena il Fratello Enrico
Garrou (Villa) deceduto il giorno precedente
dopo lunghe sofferenze.
Il 16 giugno si sono uniti in matrimonio
Roberto Pons e Gabriella Bria (Tonno) ed
il 2 luglio si sono sposati Ferruccio Cìnquetti e Paola Castagnoli (Torino).
La Comunità che ha partecipato al dolere
della famiglia in lutto esprime anche la sua
gioia ed il suo augurio fraterno agli sposi
che hanno fondato fra di noi la loro famiglia.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a, - Terre Pellice (To>
avvisi economici
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Certificato di nascita in carta libera
Certificato di rivaccinazione in carta libera
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