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( Torir.D)
DELLE VAliLT VALDESI Siì^ii v-Sis:
'' Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
/\nno LXXXVI - Num. 7
Una copia L»
ABBONAMENTI
\^Eco; L. 700 per l*iiitemo { Eco e La Lucei L» IJHK) per rinterno Spediz. abb. postale 11 Gruppo
/
L. 1200 per l’eRtero
L. 1.800 per Testerò ! Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 6 Aprile 1P56
Ammin. Clandiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Luca 24 : 8
"Occorreva
che Egli risuscitasse
fi
Gli angeli abbaglianti stupiscono
per il dolore delle donne galilee venute ad imbalsamare il corpo di Gesù. e che trovano il sepolcro vuoto,
« Non ricordate quello che vi diceva :
Occorre che il Figlio delTuomo sia dato in mano ai peccatori, che sia crocetisso e che risusciti al terzo giorno? »
Come mai hanno esse potuto dimenticarlo?
Occorreva che risuscitasse, in primo
luogo, perchè l’aveva loro detto. Gesù
non le ha mai ingannate. Diceva solo
ciò di cui era certo. Si ricordino! Ha
detto alla Cananea : « La tua figlia è
liberata ». Ha detto al Centurione:
« il tuo servo è guarito ». Ha detto a
Marta e Maria: « Lazzaro risusciterà ». E — per quanto incredibili potessero tali miracoli apparire — ogni
volta l’evento ha confermato le sue
parole. Ha predetto che Giuda lo tradirebbe, che Pietro lo rinnegherebbe;
lui precisato di quale morte sarebbe
morto. E tutto ciò si è realizzato alla
ietterà. Si ricordino! Gesù è morto in
croce; ma ecco il terzo giorno!...
Ah! come si semplificherebbero le
cose se, anche noi, tenessimo meglio
in memoria le parole di Gesù! La maggior parte delle nostre pene ci viene
dalla nostra incredulità. Quanto meno
pesanti sarebbero i nostri carichi se
non fossimo così pronti a dimenticare
le promesse di Cristo, simili a quelle
donne che portano il lutto del loro
Maestro quando dovrebbero sapere
Ch’Egli è vivente!
C’è di più; occorreva che risuscitasse perchè ciò era nella logica della
Sua vita e della Sua missione divina.
/ demoni, i venti, il mare e persino la
morte gli obbedivano. « Da Lui usciva una forza che li guariva tutti ». Tale forza. Egli l’ha prodigata, senza tema di esaurirla, aprendo gli occhi, aprendo le tombe, non indietreggiando
nè davanti alla spogliazione totale, nè
davanti all’agonia, nè davanti alla croce. E tutto ciò dovrebbe finire nell’eterno nulla? Una simile esistenza
sfocerebbe soltanto in questa rovina?
Un simile slancio verso Dìo rimarrebbe inchiodato su quell’albero morto?
Una pietra rotolata basterebbe per sigillare l’Amore nella tomba? Occorreva davvero Ch’Egli risuscitasse! Vi
sono personalità così potenti che la
loro padronanza su di noi si esercita
ancora molto tempo dopo che ci hanno lasciati; della gente scomparsa la
cui volontà domina la nostra vita e
persino la nostra barca; come se il pilota tenesse ancora il timone nelle
proprie salde mani...
Secondo limmagine ardita di un filosofo cristiano {Armando Sabatief)
certe anime — sostenute dal loro corpo materiale come l’edificio in costruzione dalle sue impalcature — « finiscono per costituirsi in un così perfetto equilibrio che si può, ormai, togliere il supporto senza distruggerle d. Allora si rivela, in tutta la sua armonia
il disegno del divino costruttore. E —
allorquando codesta anima armoniosa, allorquando questa personalità dominatrice è quella del Cristo — come
non si darebbe ragione a Pietro mentre diceva alle turbe, la mattina della
Pentecoste : « Non era possibile che i
legami della morte lo avessero trattenuto ».
Un altro motivo — il più forte —
s’impone per giustificare la risurrezione di Gesù: l’opera di Cristo era l’adempimento di una ineluttabile Volontà divina. Dio stesso era impegnato nell’avventura della nostra Redenzione. Pensate alla lunga storia dell’amore divino alla ricerca dell’anima
perduta e che si conclude col dono
ineffabile del Figlio unico, ultima speranza del mondo. Abramo ha visto da
lontano il Suo giorno. Tutti i profeti
hanno da lungi salutato « TOriente
dall’Alto, la grande Luce che sorge
sulle regioni giacenti nell’ombra della
morte ». Egli è venuto. Colui che ha
preso su di sè le nostre iniquità e il
loro castigo, ubbidendo a Dio sino alla morte della croce. Eccolo nel Suo
sepolcro. Le ore trascorrono sotto il
cielo plumbeo; i Suoi nemici trionfano; in quanto ai discepoli, essi più non
ricordano... « Se il Cristo non è risuscitato — scriveva san Paolo — la nostra fede è vana ». Tutto lo sforzo divino s’è infranto contro la durezza
massiccia d’una pietra.
Ma questo, appunto, non era possibile! A guisa di urta forza elementare,
la quale non conosce ostacoli, passava
la Volontà di Dio. Da ogni tempo codesta Volontà aveva tracciato la via
al Figlio che l'incarnava. Allo stesso
modo che occorreva che il Cristo soffrisse e morisse, occorreva altresì che
risuscitasse. Tutto ciò che ha fatto Gesù occorreva farlo e tutto ciò che occorreva fare, Gesù lo ha fatto. Il più
lieto messaggio di Pasqua è la sua
ineluttabile necessità. In essa è tutto
il segreto della certezza e dell’ottimismo cristiano. Per quanto oscura
sia la notte, bisogna eh’essa ceda alla
aurora; per lungo che sia l’inverno, bisogna che torni la primavera; e per
quanto spaventevole sia la a potenza
delle tenebre », bisogna che il Cristo
sia vincitore. Contro la rupe d’una tale certezza, verranno ad infrangersi
inutilmente tutti i marosi sollevati dal
peccato e dalla morte.
Paolo Gounelle.
25 marzo 1948. (trad. G. E. M.)
Non tanto alla '
schiera commossa ;
e festante dei gio- ^
vani confermandi,
intensamente assi-^
stiri in questi gior- ’ -'■■■' ■' ■■
ni, dalla sollecitudine della Chiesa,
quanto ai genitori, padri e madri,
è rivolto questo breve messaggio.
Forse, presi come siamo, in simili circostanze, da preoccupazioni
d’ordine pratico (la festa della Confermazione sta diventando sempre
¡nù un magnifico 'obbiettivo per la
iniziativa coni nierciaie), dimenticluamo un po' il valore profondamente religioso ed il significato estremanientc impegnativo dell’atto
che stanno per compiere i nostri figliuoli.
Ci si commuove volentieri, contemplandoli, e volentieri ci lascia
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Ilio riandare col pensiero al tempo
lontano della nostra stessa Confermazione. Questo è un bene, soprattutto se sarà fonte di salutare r:flessione.
Qualcuno ha detto: ”Ce que les
parents donnent a leurs enfants,
c’est ce qu’ils sont”. Fin dal tempo
della loro istruzione religiosa, ci siamo noi preoccupati di rendere quegli 'insegmimenti efficenti mediante
un esempic di .serietà negli impegni
riguardanti la chiesa? Hanno capito, i nostri figli, che il problema
della fede è per noi un problema
essenziale e il messaggio dellEvan
gelo una forza alla
quale non possiamo e non vogliamo rinunciare?
Guardiamoci dal
fare due cose ad
un tempo: affidate i nostri figliuoli
alle cure ed alfa guida della Chiesa
e contemporaneamente sabotare
quest’ultima con le nostre critiche
o con la nostra indifferenza. Non
abbiano mai l’impressione che vogliamo per loro quello di cui noi stessi
non sappiamo ormai più che fare.
La Confermazione del loro Battesimo non avrà alcun senso, per noi,
se non segnerà contemporaneamente il loro ingres.so in una chiesa dove
noi stessi giti li aspettiamo, e dove
con noi vivranno, in gioiosa quotidiarm esperienza, la vita di discepoli di Cristo. a. t.
Corrispondenza dagli
Ed essi .si ricordarono delle sue
parole; e tornate dal .sepolcro annunziarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri.
(Luca 24: 8-9)
Febbraio 1956 - Los Angeles
Valdesi ce ne sono dappertutto,
ma non mi as|)ettavo di trovarne
una- sera in una Chiesa Congregazionalista nei dintorni di Los .4ngeles, dove avevo una conferenza
con pro.ezioni luminose. Ero in anticipo sull’ora fissata e mi tratteneva sul piazzale della Chiesa a godermi i! fresco deBa sera, la gente
cominciava ad aw-fcire,- o meglio le
automobili cominciavano ad allinearsi sul piazzale. Ad un dato momento, giunge una macchina dalla
quale scendono alcune persone e il
mio orecchio coglie qualche parola
di patois. Mi avvicino sicuro di non
sbagliarmi, ed eccomi di fronte a
conoscenze : il fratello Attilio Codino con la moglie, il Sig. Kostagno
Lbuberto, altri familiari. Uno abita
a El Segondo, l’altro a S. Monica.
Hanno letto sul giornale di quella
riunione e sono venuti. Quale piacere incontrarli, e che peccato non
avere più tempo a disposizione per
conversare delle cose nostre! Nella
stessa Chiesa, mi viene consegnata
DIPARTENZE
Da alcune settimane i giornali protestanti hanno annunziato la morte del
Past. Pierre Maury, già Presidente del
Sinodo nazionale della Chiesa Riformata di Francia.
Il Past. Pierre Maury fu una delle
più belle personalità del Protestantesimo francese in questi ultimi decenni. Pensatore, teologo, predicatore: fu
presente nel mondo ecumenico ed in
quello giovanile, particolarmente nella Federazione Studenti Cristiani. Era
anche profondo conoscitore della Teologia neo-calvinista e per molti anni
diresse la rivista « Foi et Vie ».
La morte non lo ha colto impreparato. A questo proposito egli scrisse:
« La mort se ressemble toujours, si
différents que soient les hommes qu’elle assemble dans l’égalité des tombeaux... meus la mort diffère par la
manière que chacun l’aborde, par les
circonstances aussi qui la précèdent,
la provoquent et par l’écho de ces cir■ constances dans le coeur du mourant...
vous attendez la vie éternelle {alors)
il ne vous faut pas vivre sur la terre
follement, légèrement, mortellement
chaque journée qui vous reste à passer sous le soleil. Il faut vivre aux
aguets, sur le qui-vive; comme la sentinelle qui ne dort pas et guette le
bruit sourd de pas dans l’obscurité.
Dans cette vigilance {qui sera votre
sérieux, votre moralité, votre amour
de vos frères d’armes, pour qui vous
êtes la .sentinelle éveillée) — dans cette vigilance, à votre « qui vive » répondra une voix prodigieuse: « Qui
vive? — Moi, le Seigneur, le Vivant
aux siècles des siècles ».
A Edimburgo, in Scozia, l’il gennaio è deceduto il Rev. E. J. Hagan,
D. D., già Moderatore del Sinodo della Chiesa di Scozia.
Il Past. E. J. Hagan era nato 76 anni fa a Belfast, nell’Irlanda Settentrionale. Durante la prima guerra mondiale fu cappellano militare in Francia e dal 1926 era pastore nella Warrender Church a Edimburgo. Fu lì che
molti studenti e Pastori Valdesi lo conobbero e lo stimarono profondamente. Era un caro e grande amico della
nostra Chiesa: dal bel volto sorridente ed aperto, pronto ad accogliere affettuosamente i delegati valdesi in
Scozia ed al Sinodo della Chiesa scozzese.
Era anche un grande protestante riformato; nel 1948 fu nominato Presidente dell’Alleanza Mondiale Presbiteriana e, in quel posto, fu circondato
da simpatia e rispetto.
I Valdesi che lo hanno conosciuto
lo ricorderanno leggendo la notizia
della sua dipartenza. Giungano alla
sua compagna i nostri pensieri di simpatia e di cristiana speranza.
una lettera da parte di una signora
che non ha potuto venire. E’ la signora Irma Uodge, una valdese di
Torre Pellice che abita ora a Dolano. Mi spiace non aver tempo di
farle visita e portarle una parola
dall’Italia. Le scriverò. Alcuni di
questi valdesi sono qui da parecchi
anni, altri da meno. Chi sa quanti
ce ne sono dei quali non abbiamo
traccia! Molti si spòsfanò-fréquèrileniente per ragioni di lavoro ed è
difficile seguirli. La maggior parte
frequentano Chiese Presbiteriane,
alcuni Chiese Battiste, altri Chiese
Metodiste, e là dove ci sono ancora,
chiese italiane. Non dimenticano
le \ al li, ma parecchi non pensano
di jjotervi pili tornare, ed è con un
gramie seii.so di tristezza che lo difono.'
In molti posti ho dovuto parlare
in occasione di riunioni annuali di
federazione di Chiese. Ho potuto
con.statare come la collaborazione
Ira ie varie denominazioni federate
è veramente intensa. Non mi era
ancora capitato però di vedere una
signora presiedere la grande riunione della Federazione delle Chiese
di Los Angeles. Figuratevi un gruppo di 239 Chiese, di 20 denominazioni diverse, unite in una stessa
federazione, presieduta non da un
Pastore, e nemmeno da una Pastoressa o da una Assistente di Chiesa,
con preparazione specifica, ma da
una signora « laica ». Certo una persona <li eccezionali qualità, come
potei constatare sedendo accanto a
lei nel corso della cena che concludeva tutta una giornata di discussioni, e poi nel culto da lei presieduto nella grande Chiesa dove ebbi
l'onore di dare il messaggio conclusivo della giornata.
Nella stessa zona di Los Angeles
ebbi ancora il privilegio di presiedere il culto nella Cappella della
l’niver.sità della California del sud,
alla presenza di un numeroso gruppo di studenti in teologia e di prò
fessori, i quali mi vollero poi a
pranzo con loro. Alcuni di questi
professori visiteranno l’Italia con un
gruppo di studenti ed erano particolarmente ansiosi di stabilire un
contatto preliminare.
In un pomeriggio di libertà chiesi
ai miei gentili ospiti se non fossi;
stato possibile vedere il mare. Da
dieci giorni ormai ero nell’area di
Los Angeles e non mi era ancora
riuscito di vedere l’oceano Pacifico.
Non mi rendevo conto della grande
distanza che occorreva percorrere.
Ma fui accontentato ed ebbi il privilegio di essere condotto per un
lungo tratto della costa del Pacifico e di attraversare pittoreschi vil
laggi di origine portoghese e di visitare sopra un poggio dominante
il mare, la piu singolare Chiesa che
io ¡i.bhia mai visto, una chiesa con
le pareti e col tetto di vetro. La luce del sole è attenuata da piante
sempreverdi che col loio fogliame
coprono jiarte delle pareti di vetro.
Sembra <li entrare in una serra e
Jp sgu:irdo può spaziare lontano veril cielo e Verso lo sconfinato orizzonte del mare. Una cosa certo singolare. non so però se realmente
può facilitare la meditazione e la
preghiera. Penso al denaro che deve
e.-isere costata una simile costruzione e a quello che deve costare la
manutenzione dell’edificio e del parco circostante. Il confronto con le
nostre tribolazioni ¡ler un locale di
(ulto per una qualsiasi delle nostre
Comunità del sud, mi viene naturale. So che non dovrei farlo, ma
non posso fare a meno di pensare
che forse, se avessimo avuto quel
denaro a nostia disposizione, avremmo risolto il problema dei locali
di culto di tutto il nostro campo di
evangelizzazione.
Tra le varie Chiese nelle quali ho
parlato, nella zona di Los Angeles,
ne menzionerò ancora una: la Chiesa Congregazionalista di Claremont.
Fila bella costruzione moderna,
grande come la nostra chiesa di Milano, e l’interno molto simile alrinterno del nostro tempio di Milano. Vi ho predicato un mercoledì sera, Tultimo giorno della mia
permanenz.a a Los Angeles. Il culto
era preceduto da una cena che riunisce le famigl.'e della Chiesa, e la
chiesa per conseguenza era piena.
Ma quello che mi ha colpito è che
dopo il culto, la gente si suddivide
in cinque o «ei gruppi ognuno dei
quali si riunisce in apposite salti di
cui lo .slabile concesso alla chiesa è
amjiiamente dotato, e lì, in ognuna
f'i queste sale, dei collaboratori del
Pastore, specializzati in determinate
materie, svolgono dei corsi per cintine o sei settimane consecutive. Sono entrato a caso in una di queste
sale ed ho potuto udire una interessante conferenza, illustrata da un
film, sui nuovi mezzi impiegati nelle missioni per portare il messaggio
delTEvangelo dove ancora non è penetrato. In un’altra sala contemporaneamente si svolgeva un -corso informativo sulla organizzazione del
(hurcli World Service, l’organizzazione attraierso la quale sono distribuiti i viveri che giungono in
Italia e altrove. Può sembrare, a
j.-rima vista, propaganda che illustra
con compiacenza quello che vìen
fatto. In realtà è uno sforzo di in
{continua in 3.a pagina)
2
? —
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
LA CHIESA NEL MONDO
Consolate, oonsoiate U mio popolo
Nella Germania orientale
QuaTè l’attuale situazione della
Chiesa Evangelica nella Germania Orientale? Quali i segni di una nuova
ostilità da parte dello Stato?
Una prima ondata di persecuzioni
aveva colpito le chiese protestanti nel
1952-54; ma gli accordi del 10 giugno
1953 tra la Chiesa e lo Stato sembrarono garantire un tempo di relativa
tranquillità, per quanto qua e là si verificassero degli incidenti tutt’altro che
rassicuranti, limitati però ad alcune
località.
Nell’autunno del 1955 le cose mutarono aspetto; diversi fatti accaduti
recentemente, fra i quali l’arresto di
una quindicina di persone a Berlino
Est, lasciano chiaramente intendere
che l’atteggiamento delle autorità
orientali nei riguardi della Chiesa è
cambiato e che ima nuova ondata repressiva sta per manifestarsi.
Nuove misure sono in atto per disturbare l’esercizio del ministero ecclesiastico. In molte località i culti negli ospedali, negli asili dei vecchi e in
altri stabilimenti pubblici sono stati
interdetti. L’istruzione religiosa nelle
scuole è stata resa più difficile dal fatto che molti insegnanti laici non hanno più accesso nei locali scolastici.
Agli studenti protestanti è stato vietato l’uso dei locali universitari per le
loro riunioni. In certe scuole i corsi di
religione sono stati relegati nelle ore
più sfavorevoli agli allievi ed alle loro famiglie. Una circolare della gioventù tedesca avverte che nessun giovane deve esser costretto ad annoiarsi la domenica mattina ai culti; perciò
verranno organizzate altre manifestazioni più attraenti per il divertimento
dei giovani.
Altre innovazioni, però, hanno un
carattere più brutale e inquietante. 1
sussidi dello Stato alle Chiese sono
stati ridotti di un milione di marchi;
vari settimanali protestanti sono stati
sopjnessi per aver pubblicato articoli
giudicati incompatibili con la politica
del Governo. E’ ora proibito ai Pastori di diffondere periodici e bollettini protestanti.
Al tempo stesso si assiste ad uno
scatenamento della stampa governativa contro i capi spirituali della Chiesa, specialmente contro il vescovo luterano Dibelius. E’ noto, inoltre, a
quale insuccesso fosse andato incontro resperimento della « consacrazione della gioventù » negli anni 1954-55 :
soltanto il 5% dei giovani tedeschi
avevano aderito all’invito delle autorità comuniste. Ora, queste ultime intensificano la loro propaganda per opporre alla cerimonia religiosa della
« confermazione dei catecùmeni » la
cosidetta « consacrazione della gioventù ». I giovani devono scegliere tra
due riti inconciliabili e le autorità governative stigmatizzano l’atteggiamento intransigente dei conduttori spiri
tuali, per evitare lo scacco subito nel
1955.
Una certa propaganda si sforza di
colpire aU’interno la resistenza della
Chiesa. Siccome il Governo diminuisce i suoi sussidi, ci si impietosisce
pensando alle difficoltà finanziarie dei
Pastori; si dice che così la situazione
non può durare. Si propone di aiutarli qua e là con doni speciali; certi
Pastori, non sospetti di simpatia verso
il regime, sono invitati con le loro famiglie a dei soggiorni gratuiti in qualche amena località di riposo.
Incontestabilmente, il governo ha
deciso di porre fine all’armistizio del
1953.
n nuovo atteggiamento del governo
riguardo alla Chiesa è certamente in
funzione di nuove direttive politiche
nella Germania Orientale. Davanti alle esigenze dello Stato, tutto dovrebbe
piegarsi, anche le Chiese; e tanto più
in quanto la vita ed il messaggio delle Chiese sono considerati come un
forte ostacolo, di ispirazione capitalista, alla attuazione degli ideali dello
Stato socialista ed al benessere delle
masse popolari. Per ragioni di carattere nazionale e internazionale è perciò necessario che la tensione aumenti.
E tuttavia i 17 milioni di Protestanti della Germania Orientale sono una
realtà, una massa non facile da manovrare. Il governo sa quanto la Chiesa
Evangelica sia vigile; sa con quale vigore, con quanta efficacia abbia reagi
to a tutte le iniziative che tendevano
e tendono a neutràlizizame la testimonianza. Sa che la Chièsa Evangelica è
un centro di resistenra allo Stato totalitario. Ma svolge i' suoi piani e fa
di tutto per realizzarÌL
Per quali vie? Si tratta prima di
tutto di incanalare per quanto possibile l’attività della Chiesa in una certa direzione e di procurarle non pochi
disturbi. Poi di formare una massa di
giovani che costituirà’ domani l’ossatura del regime. ‘ j
Due fatti ci sembrano significativi,
scrive un giornalista di, « Réforme »
da cui abbiamo attinto vari dati: da
una parte la riduzione delle sovvenzioni alla Chiesa e, dall’altra parte, la
interdizione alla missione protestante
presso la stazione di Berlino di comunicare con la Germania occidentale.
Sul piano finanziario, dunque, si vorrebbe costringere progressivamente la
Chiesa ad affrontare gravi difficoltà
materiali, per poi offrirle a suo tempo
di assumere a carico dello Stato le sue
spese essenziali, specialmente il trattamento dei Pastori, diventati allora
funzionari dello Stato.
La Chiesa Evangelica della Germania orientale conosce ore di distretta,
in cui è necessario confidare nel Signore e vigilare per non perdere la
libertà della fede e della predicazione.
Mentre nella Germania occidentale la
gente si sfogava con frenesia nei divertimenti del carnevale, alla stazione
di Berlino est avvenivano i primi arresti. Contrasti che fanno pensare: la
libertà della Chiesa deve servire alla
testimonianza resa a Cristo, nòn ai
giochi carnevaleschi.
Nell’America Latina
In Colombia, Stato e Chiesa cattolici continuano a perseguitare violentemente i Protestanti. La stampa italiana tace sulla situazione delle Chiese Protestanti in Colombia; i giornali
clericali garantiscono che si tratta di
rappresaglie politiche. Ma la realtà è
ben diversa e l’opinione pubblica di
Europa e d’America è a conoscenza
degli avvenimenti.
Nel corso dell’anno 1955, sono stati
uccisi 11 protestanti, 23 sono stati feriti, 82 imprigionati; 7 chiese sono
state incendiate, 12 chiese e 181 scuole elementari sono state chiuse. Il fanatismo scatenato dal clero è alla base di tutte queste violenze.
Il 13 Dicembre 1955, a mezzanotte, un gruppo di fanatici ha incendiato la cappella protestante nel distretto
di Paimira, dopo averla cosparsa di
benzina. Pochi giorni prima il prete
di Aguachica, Padre Josè M. Jaramillo, aveva visitato quella regione e
istigato la popolazione all’odio contro i Protestanti. Dopo la sua visita,
si sollevò un’ondata di ostilità che si
abbattè sulla chiesa locale. Padre Jaramillo spingeva i suoi uditori a scagliare dei sassi contro le case dei Protestanti; leggeva i loro nomi durante
i suoi discorsi, dichiarando che dovevano esser cacciati'fuori dalla regione.
Il Tempio di Paimira era stato dedicato al culto un anno fa; aveva una
capacità di 120 posti ed era stato costruito con grandi sacrifizi. Una setti
Il seminario di Madrid
In merito alla chiusura del Seminario evangelico di Madrid la cattolica « Tliurgauer Zeitung » (Svizzera) scrive in data 7 febbraio : « .. .Nel
nostro paese (dove i protestanti sono in maggioranza) si conta sulV aholizione della legge che esclude la
attività dei Gesuiti. Ma il cattolicesimo nella Svizzera non dipende dall’attività dei gesuiti, mentre invece
il Seminario di Madrid è una necessità vitale per il Protestantesimo in
Spagna. Tutti i cattolici svizzeri, e
specialmente i membri del partito
conservatore cattolico, hanno delle
ragioni di forza maggiore per sostenere le proteste che da ogni parte s’innalzano contro le misure prese per la soppressione del Protestantesimo in Spagna ».
Un altro commentario cattolico
svizzero apparso in « Ostschweiz »
(San Gallo), dice: « Può darsi che
dietro a quelle misure vi siano delle ragioni politiche o confessionali
(probabilmente un miscuglio di ambedue ). Ma certamente il regime ha
reso un ben cattivo servizio, non sol
tanto a se stesso è al prestigio internazionale dell^- Spagna, ma anche al cattolicesimo... Non si può
che deplorare una simile azione da
parte di un regime che sembra non
preoccuparsi affatto dell’attenzione
con cui il mondo intero segue la sua
politica religiosa: dato poi che esso
(regime) mescola i suoi propri interessi con quelli della Chiesa cattolica e si presenta davanti al mondo come U difensore della fede... ».
Le misure prese dal Ministro dell’Interno non ci sorprendono. Il regime di Franco è totalitario e soltanto per motivi di carattere politico e internazionale è entrato nel
gioco della diplomazia occidentale;
la quale diplomazia dimentica assai spesso che non si può combattere una forma di totalitarismo col
favorirne un’altra, di altro genere
forse, ma i cui sistemi dittatoriali
e polizieschi sono gli stessi.
In Spagna, chi non è conformista deve rendersi conto che ha la
vita difficile e sorvegliata; le prigioni, se c’è ancora posto, sono pron
le ad accoglierlo. Malgrado alcuni
contrasti localizzati, il regime franchista è saldamente vincolato al cattolicesimo; il quale cattolicesimo, in
certi casi e fino a quando ciò è possibile, si adatta benissimo a convi'.'ere con uno Stato totalitario.
In queste condizioni è difficile
scindere esattamente le responsabilità di certi atti.
Come scriv'e « Der Bund » di Berna : « L’intenzione di un tale atto
e il modo in cui è stato compiuto
tradiscono uno spirito d’intolleranza... Che l’ordine provenga dal Governo o dal clero non fa alcuna differenza, perchè in Spagna Chiesa e
Stato .sono strettamente uniti. A Madrid si può pensare che il trattamento inflitto a una minoranza religiosa riguardo soltanto la Spagna... circa 30.000 protestanti su 28
milioni di spagnoli cattolici... Qui,
però, non si tratta di frontiere e di
statistiche. E Madrid non potrà ignorare l’espressione dell’opinione
pubblica di altri paesi... ».
mana dopo la sua distruzione, la co-,
munità si è raccolta in mezzo alle rovine per un servizio di battesimo e di
comunione. In ginocchio sulle ceneri
ì fedeli si sono riuniti in preghiera. La
’’Vie Protestante” di Ginevra ha pubblicato le fotografìe deU’edifìcio distrutto. Dal 1948 in poi, 46 chiese e
cappelle sono state distrutte in Colombia. L’assolutismo cattolico non
ammette la presenza di una minoranza evangelica in Colombia; esige però
diritto di vita e di attiva operosità nei
paesi protestanti.
NOTIZIE
VARIE
— Il Pastore Maurice Costil, Segretario per l’Europa del Dipartimento
della Gioventù del Consiglio Ecumenico delle Chiese, ha visitato la gioventù evangelica italiana nel corso dei
mesi di febbraio e marzo. E’ stato anche alle Valli ed ha parlato ai giovani riuniti in alcune località centrali
della zona.
— Il Brasile conosce un tempo di
risveglio religioso ed una nuova Riforma. In pochi anni più di 20.000
ghi di culto sono stati aperti e più di
3.000 Pastori sono stati consacrai’,
tutti di origine brasiliana. Questo risveglio religioso è dovuto al fatto die
la Bibbia è stata divulgata e letta assai più che nel passato. Il Protestantesimo brasiliano, oggi all’avanguardia,
è il frutto di una nuova conoscenza
della Parola di Dio. « Non ci sono mai
abbastanza Bibbie », dicono i colportori; « bisognerebbe averne il doppio! »
— Una conferenza franco-italo-svizzera su « Le basi teologiche del pacifismo cristiano » ha avuto luogo a Vallecrosia presso la Casa Valdese dal 2
al 6 Aprile. Gli argomenti di discussione furono introdotti con conferenze del Prof. Wolf dell’Università
di Gottingen, del Past. Troemè, segretario del . Movimento intemazionale
della Riconciliazione, del Prof. Mac
gregor di Glascow, del Past. Niemoller e di altri oratori.
— La principessa Guglielmina d’Olanda, Regina madre, ha fatto pervenire un importante sussidio all’Associazione cristiana di viaggiatori di
commercio della Norvegia. Uno dei
compiti di questa Associazione è di
deporre una Bibbia in ogni camera di
albergo in Norvegia.
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3
L’ECO DHJkE VALU VALMSI
— J
/I ragazzo s’è allungato, ha messo
fuori un vocione basso con Un
provvisi sbalzi acuti, non sa dove mettere mani e gambe quando si
siede a tavola o è costretto a presentarsi davanti agli adulti; è scontroso, a volte troppo allegro e improvvisamente troppo serio, triste,
quasi angosciato; vorrebbe essere
simpatico e non sa come comportarsi; crede di comprendere tutto e
di non essere compreso da nessuno,
o per lo meno non completamente,
specie dai suoi familiari.
Come lui la bambina di ieri ha
fatto la sua crescita: si è alzata di
statura, ma si è anche arrotondata
e comincia a far pensare ad una signorinella. Ma il suo equilibrio è
molto instabile sia nell’umore, sia
nella volontà; la sua condotta è tutta a sbalzi: ora è una vera bambina, con un desiderio acuto di comprensione e di vicinanza, ora vuol
fare la ’’grande” e si atteggia a donna che la sa lunga, che si sente di
criticare l’ambiente, le persone e
specialmente quelli che la circondano più direttamente, pronta a infiammarsi per un ’’ideale” non solo di pensiero o di vita, ma specialmente di sentimento o addirittura
in carne e ossa, del quale vorrebbe
attirare l’attenzione, spesso con parole o atteggiamenti che agli adulti
appaiono ridicoli.
t.ìuesti due schizzi possono essere
variati all’infinito nelle tinte e arrùuhiti nelle sfumature, ma ci richiamano alla mente quello che noi
stinsi siamo stati nell’età dell’adoh cenza e quello che oggi sono i
ncsrri figliuoli tra i dodici e i quindi.anni. La chiamiamo ’’età, ingrata” questa età tanto delicata,
difficile, piena di sorprese, di squilibri, come di abbattimenti e di on.mtamenti meravigliosi: età, che
(i ivremmo conoscere molto meglio
c amare ancor più intensamente per
tutto quello che ogni adolescente
si'ffre dentro di sè e che ricorderà
per tutta la vita come qualche cosa
di determinante, come noi stessi ricordiamo, le prime emozioni e scoperte fatte in quel tempo.
Senza entrare nei difficili meandri della psicologia dell’adolescenza, che viene studiata da medici e
psicologi, vorrei accennare alla necessità per ogni padre e madre, che
ami veramente le sue creature, di
¡¡rendere qualche conoscenza al rigìiardo, leggendo
libri sull’argomento, poiché il sapere come si sviluppano fisicamente
i nostri figli e come questo sviluppo può agire sulla
loro psiche e determinare certi loro comportamenti è molto, mrff-to
utile. La maniera forte, tanto in voga una volta, per esempio, e ancora
invocata da chi pensa alla ’’verga”
per guidare il fanciullo, è spesso
una causa di gravi esasperazioni per
gli adolescenti e li spinge facilmente o alla ribellione, con tutte le sue
conseguenze, o alla passività, con
conseguente fuga dalla responsabilità, o ad un certo cinismo, e si dette quindi ritenere una forma molto
pericolosa di educazione. D’altra
parte la debolezza sdolcinata verso
i figli, il cedere sempre ai loro desideri ìlei limiti non tanto del buon
senso quanto delle possibilità materiali, e spesso solo per evitare lo
sforzo di resistere, di spiegare, di
chiarire il perchè di un rifiuto, può
alimentare delle tendenze oMa tiìannia e accentuare l’antisocialità
dei giovinetti, già tanto inclini all’isolamento e a credersi incompresi.
Questa difficile età ha bisogno di
un grande amore in quelli che ne
sono i guardiani naturali: non avremo mai abbastanza amato i nostri
figli, con abbastanza intelligenza,
abbastanza abnegazione, e tutto il
tempo che spenderemo per loro direttamente, o per illuminare noi
stessi nei loro riguardi, leggendo,
studiando, pensando i loro problemi, .sarà bene impiegato. E specialmente dobbiamo fare tutto quello
che sta in noi per non lasciar sorgere barriere tra loro e noi, perchè
non si sentano allontanati, respinti, neanche dai nostri silenzi, che
creano in loro un senso di abbandono, nè dalle nostre frequenti prediche morali, che ad un certo punto ottengono il risultato opposto a
quello desiderato, specialmente se
non sono fatte con tatto, con misura e con molta umiltà.
Pensiamo sempre che abbiamo
davanti a noi non una ’’cosa” nostra, ma una persontdità in formazione, molto distinta da noi, che domanda prima di tutto che la lasciamo essere se stessa e non quello che
noi vorremmo che fosse. Certo il
vederla pian piano manifestarsi forse in modo molto diverso da quello che avremmo sperato, può farci
soffrire anche atrocemente, ma il nostro compito è quello di aiutarla e
non di costringerla, è quello di far
sì che possa svilupparsi e non quello di farla entrare per forza in un
nostro quadro prestabilito. Quale
immensa gioia quando, spontaneamente, una di queste creature tanto
amate, si orienta proprio come è il
più grande e il più segreto desiderio nostro: è come un nuovo dono
di Dio per i genitori!
Se dobbiamo tendere ad evitare
che barriere si creino tra i nostri
adolescenti e noi, non è tanto per
evitare a noi stessi il dolore della
loro lontananza, quanto per evitare
che essi ci sentano lontani nel momento in cui hanno bisogno di noi.
Anche in questo settore della vita
di genitori cristiani dobbiamo sempre essere pronti, vigilanti, non distratti o assenti dal nostro posto:
non diamo mai maggior importanza
ad alcun impegno di lavoro o di
società o neanche di opere buone,
che non ai bisogni della persona dei
nostri figli. Vi sono adolescenti che
detestano il ’’cucito” o la ’’riunione” o la visita o l’ufficio o l’officina, che li ha troppo spesso privati
del babbo o della mamma, quando
ardevano bisogno della loro calda atmosfera di affetto, mentre d’altra
parte essi devono pure imparare che
non sono i tiranni, specialmente della madre, ma che
essa deve poter
dare tempo ed energie ad attività
sue, con la sicurezza però di trovare la sua attenzione pronta e aperta per loro al momento giusto.
Soprattutto evitiamo le barriere di
teorie pronte, bell’e fatte: ogni adolescente sta scoprendo la vita e
se i genitori sono pronti ad ascoltarlo sui suoi problemi, sulle sue
idee, sulle sue scoperte, possono poi
anche porgergli la loro soluzione
con discrezione, senza dogmatismi,
senza imposizione, lasciandogli li
bertà di ripensare, di rivedere e vagliare: vi sarà più facilmente allora una .sua adesione convinta, perchè in fondo il giovinetto desidera
sentirsi ideino, compreso, amato.
Per questo bisogna dedicarci ad
una continua vigilanza, perchè ■
jiensieri e sentimenti di cui circondiamo i nostri figliuoli avranno una
influenza continua su di loro o in
senso positivo o in senso negativo,
ma specialmente bisogna che la nostra azione sia svolta attraverso l’intensa preghiera di intercessione per
que.ste creature in formazione, che
altri non può illuminare se non Dio
solo: la nostra testimonianza sara
necessaria, ma Dio solo potrà al momento giusto afferrare queste vite
e riempirne della Sua presenza la
coscienza. K- Comba
QUESTA PAGINA È AFFIDATA ALLE CURE DELLA SIGNORA
DELIA BERT DI SAN GERMANO CHISONE
FESTE DI CANTO SACRO
Domenica 22 aprile —- Ore 15 : Festa di Canto per le Corali della
Val Pellice nel Tempio di Torre Pellice.
Domenica 29 aprile — Ore 15: Festa di Canto per le Corali della
Val San Martino nel Tempio di Pomaretto.
Domenica 6 maggio — Ore 15 : Festa di Canto per le Scuole Domenicali della Val Pellice nel Tempio di Torre Pellice.
Domenica 6 maggio —^ Ore 15: Festa di Canto per le Scuole Domenicali della Val San Martino nel Tempio di Pinerolo.
LA PAGINA DELLA FAMIGLIA
A proposito do! padrinoto
Ho letto con interesse la lettera
di « una... zia di tutti » nell’ultima
pagina dell’ Eco, perchè anch’io,
come lei, ho ben cinque figliocci
(alcuni ormai già grandi).
Comprendo le sue preoccupazioni
per il fatto di dover forse im giorno
pensare al loro mantenimento. Non
credo, però, che l’impegno dei padrini e delle madrine sia di ordine
materiale (anche in caso che venissero a mancare i genitori); se così fosse, essi dovrebbero essere scelti sempre fra persone abbienti, senza contare che chi lo è oggi, domani, per mutate circostanze, può
non esserlo più.
No, io credo che l’impegno preso
nel giorno del battesimo sia puramente di ordine morale e spirituale, come del resto si deduce dalla
promessa che i padrini e le madrine fanno insieme ai genitori del bat
tezzando: di pregare per lui del
continuo, di curare che sia educato
cristianamente con l’esempio e con
l’insegnamento...
Nè condivido il pessimismo della
lettera firmata X. Si tratta, credo,
anche del grado di amicizia e di
intimità che lega padrini e madrine
alla famiglia del figlioccio. Per conto mio posso dire che i genitori dei
miei figliocci mi hanno sempre messa a parte delle loro difficoltà ed
hanno chiesto i miei consigli e le
mie preghiere. Non si tratta di « interporsi » o di voler far prevalere
il proprio modo di vedere, ma di
una collaborazione specialmente
nell’intercessione.
Nè penso, come mi diceva una
volta una madrina, che il nostro
impegno finisca quando il figlioccio
è confermato; ma che invece dobbiamo accompagnarlo nella vita con
la nostra simpatia e la nostra comprensione.
Non ci ascolteranno, non chiederanno i nostri consigli? Che importa? Possiamo, e dobbiamo, sempre
pregare per loro: è questo l’impegno principale che ci è richiesto.
Piuttosto dobbiamo confessare,
noi padrini e madrine, ed io per
prima, di non aver sempre pregato
con quell’assiduità e quella perseveranza alla quale la nostra promessa ci aveva impegnato, ed ogni
volta che assisto ad un battesimo è
come un richiamo a questo dovere
troppo spesso trascurato.
Non credo perciò che il padrinato sia cosa da considerarsi inutile
o sorpassata, ma da rimettersi nella sua vera luce.
Selma Longo
(un’altra... zia di tutti)
RAGAZZI D’OGGI
Cosa posso faroe di qoella banibioa ?
« Mi dica Lei. Che cosa posso fare
con mia figlia. Non riesco più a farmi
ubbidire! Non c’è verso di ottenere
qualche cosa, si direbbe che lo faccia
per farmi soffrire. Eppure non le manca nulla! Mio marito, come Lei sa,
ha un lavoro discreto di modo che
possiamo concederci qualche piccolo
lusso, naturalmente, soprattutto per la
bimba. Faccio tutto quello che posso.
Eppure... Non capisco proprio più
nulla! »
La bimba di cui la madre parla è
una ragazzina di 11 anni, sveglia ed
intelligentina, anche simpatica; ma con
tutte le caratteristiche di una bimba
un po’ troppo viziata.
Qualche tempo fa ho avuto notizie
del suo studio: la stessa musica. A
scuola la bimba non si impegna troppo, fa il minimo indispensabile, ma è
ben lontana dal rendere come potrebbe, arriva spesso e volentieri tardi, non
si cura di osservare le regole della
buona educazione che pure riceve e
così via. In una parola è una ragazzina che ama fare i suoi comodi. Fa
soprattutto quello che le piace. Allora
lo fa bene, ma per il resto non c’è verso di farla impegnare, cosicché in alcune (ìxjche) materie riesce brillantemente, ma nelle altre i voti sono inspiegabilmente troppo bassi.
La mamma prosegue : « E’ una storia continua. A casa fa solo quello che
vuole e non c’è verso che mi aiuti nei
lavori, e dire che ne avrei così bisogno, dato che suo padre è via tutta la
giornata. Eppure è forte e ben sviluppata. Se a tavola non c’è un piatto di
suo gusto sono dei piagnistei senza finire, e non sempre mangia come dovrebbe. E Lei mi capisce, sono preoccupata perchè, nello sviluppo com’è,
non vorrei che ne risentisse daimo. Sono stata dal dottore per avere un ricostituente e per poco non mi sono vista
sorridere in faccia.
« Capisco, una ragazza ben piantata
e colorita com’è sua figlia non dà l’aria di avere’ bisogno di molti ricostituenti davvero! »
« Ma non è finita, adesso s’è anche
messa a tardarmi a venire a casa da
scuola. Gironzola per il villaggio, aspetta di vedere passare la corriera,
spenducchia tutto il suo denaro nei
negozi per delle storielle da nulla e
viene a casa che è già notte. Capirà, a
parte il fatto che in questo modo npn
mi aiuta davvero per nulla, non sono
molto contenta di saperla in giro in
questo modo ».
« E suo marito, che cosa ne dice? »
« Cosa vuole, Lei lo conosce; se faccio la cosa grave è capacissimo di saltare su tutte le furie e punirla in modo esagerato, se invece cerco di diminuire la cosa, mi dice che è stanco e
di lasciarlo in pace. Naturalmente la
bambina ne approfitta ancora di più ».
« E allora? »
« Allora, niente! Ho preso l’abitudine di non parlarne. Ma Le assicuro
che non è una vita ».
« Comprendo. Purtroppo non posso
fare molto perchè tutto dipende da
Lei e da suo marito ».
« Speravo proprio mi potesse dare
un consiglio... »
« Quello, spero di sì. Mi permetta
di parlarle chiaramente e con franchezza.
Vede, ci sono molti genitori che
esagerano. Non per volerlo fare, d’accordo. Ma le cose non cambiano.
Ci sono di quelli che esagerano in
severità: sono i genitori tiranni che
trattano i loro figli come degli schiavi,
che esigono una ubbidienza al solo
alzar di ciglio. Uno sguardo e si sentono volare le mosche, un tono di voce un po’ forte ed i figli filano sotto
il tavolo! L’amore paterno sembra essersi tutto trasferito nelle mani o nella bacchetta e quello materno si manifesta soprattutto in una sculacciata
coi fiocchi.
Ma ci sono anche i genitori che si
comportano tutto all’opposto. Hanno
abdicato alla loro autorità ed alla loro responsabilità di adulti e le conseguenze sono sempre preoccupanti.
Se educare un ragazzo non significa
imporgli la nostra volontà a tutti i costi ed in ogni momento, non significa
neppure subire semplicemente tutti i
suoi capricci e diventare noi i suoi
schiavi ».
« Lo comprendo, ma come fare? Ho
paura che se la prendo con le brutte
otterrò ancora di meno. Vedo come
succede quando suo padre monta sulle furie: è ancora peggio ».
« Infatti, non le chiedo di prendere
il bastone, sarebbe ricadere nell’altro
errore. Qccorre avere dolcezza unita
alla fermezza ed alla costanza necessaria. Non è facile. Ma è l’unico sistema possibile.
Secondo me ci sono due ragioni che
hanno causato la situazione presente:
prima di tutto un eccesso di amor materno ed in secondo luogo ima mancanza di intesa con suo marito. La
bimba lo ha intuito e ne approfitta ».
« Lo crede? Pensa davvero che mia
figlia sappia questo? Come avrebbe
potuto, ho sempre cercato di nasconderglielo il più possibile ».
« Come abbia fatto non lo so. Probabilmente lo ha sentito nelTaria; ma
che lo sappia è una cosa certa. Sa
quello che diceva l’altro giorno ad una
sua compagna non so a proposito di
che cosa? ’’Tanto la mamma non mi
dice nulla, e se no, piango un po’ e il
babbo mi difende!” ».
« Allora è troppo tardi! Non ci sarà più nulla da fare? »
« Non credo, signora. Comprendo
la sua pena, ma non è mai troppo tardi. Occorre però che Lei e suo marito
agiscano con fermezza, senza pensare
che potranno ottenere dalla bambina
quello che vogliono se le soddisfano
tutti i suoi capricci.
Occorre prima di tutto che cerchi
una linea di condotta unica con suo
marito, che evitino di discutere della
bimba davanti a lei e che soprattutto
si dimostrino d’accordo su questo punto. Anche se qualche volta non sarà
completamente d’accordo su quello
che fa suo marito, non importa. Ne
parleranno dopo, a quattr’occhi; ma
eviti accuratamente di contraddirlo davanti alla bambina. Naturalmente sarà necessario che suo marito faccia lo
stesso.
In questo modo la ragazza capirà
che il giochetto è finito e si sentirà più
impegnata ad ubbidire.
In secondo luogo, trovata assieme
con suo marito una linea di condotta
comune occorre che la facciano osservare con fermezza e con perseveranza.
Non si tratta di fare delle scenate;
ma qualcosa di un po’ più difficile.
Fare capire, con le buone, ma con
estrema pazienza e grande costanza
che il minimo di disciplina deve essere osservato.
Non domandatele troppo, soprattutto all’inizio. Cercate di imporle soltanto delle cose che anche la bambina
possa capire che sono giuste e necessarie; lasciatele la maggior libertà possibile. Ma quando avete comandato
qualche cosa deve essere chiaro che
la cosa ha da essere fatta, costi quello
che costi.
Pensate bene prima di dare un ordine, ma quando l’avete dato esigete
che sia osservato.
Sarà molto duro per un certo tempo
perchè la bambina non rinunzierà probabilmente alle sue pretese ed alla posizione che si era conquistata, ma non
vedo altre vie d’uscita.
Mi consideri sempre a sua disposizione e sarò ben lieto se in qualche
modo potrò essere loro utile.
Buon coraggio e, soprattutto, tenete duro fino alla fine! »
Franco Davite.
Corrispondenza
dagli Stati Uniti
(continua dalla l.a pagina)
formazione costante di quello che
la Cliie.sa compie nel mondo. I membri di Chiesa sono informati, si interessano e per conseguenza... contribuiscono generosamente. Credo
(‘he abbiamo molto da imparare a
questo riguardo. Credo che sono poclii da noi, troppo pochi a conoscere le responsabilità nelle quali
la nostra Chiesa è impegnata; forse
cjuesta è una delle ragioni per le
quali lo slancio della liberalità è
scarso da noi.
E’ stato per pura cortesia verso
l'ospite o per un reale interesse verso la nostra Chiesa? Dopo la cena,
dopo il culto, dopo le conferenze
alle quali ogni gruppo aveva partecipato, ecco ancora una sessantina
di persone raccolte in una sala e mi
chiedono di parlare ancora dell’opera nostra in Italia e vogliono sapere delle nostre difficoltà e dei nostri problemi e non finiscono più di
porre domande, finché il pastore, sapendo che devo rimettermi in viaggio di buon mattino il giorno seguente, scioglie la simpatica riunione. La mia tappa successiva è San
Francisco. A. Deodato
4
4 —
L’ECO DELLE* VALLI VALDKl
La voce delle nostre Comunità
ó uscito
Valdo Vinay
Pramollo
Nel corso di queste ultime settimane abbiamo dovuto ripetutamente
prendere la strada del cimitero per accompagnarvi le spoglie mortali di diversi fratelli e sorelle giunti al termine della loro giornata terrena. Sono
deceduti: il 4 febbraio Sappè Susanna nata Comba, dei Pellenchi, di anni
83; il 12 febbraio Long Adele Enrichetta, dei Tournin, di anni 75; il 18
febbraio Peyronel Giovanni Pietro,
dei Sapiatti, di anni 86; il 24 febbraio
Peyronel Margherita, dei Sapiatti, di
anni 76 e il 26 febbraio Balmas Eli,
di Pomeano, di anni 87.
Alle famiglie afflitte la Chiesa esprime la sua più viva simpatia e la sua
fraterna solidarietà cristiana.
« Io — dice Gesù — sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche
se muoia, vivrà; e chiunque vive e
crede in me, non morrà mai » (Giov.
11: 25-26).
Il 7 gennaio, nel tempio di Pomaretto, è stato celebrato il matrimonio
di Renato Sappè (Bocchiardoni) e Iolanda Rostagno (Inverso Pinasca) e il
24 marzo, nel tempio di S. Germano
Chisone, il matrimonio di Peyronel
Aldo (Tournin) e Raima Elisa (Mondoni).
A queste due coppie di sposi, stabilitesi rispettivamente in Svizzera e a
S. Germano Chisone, le più vive felicitazioni e l’augurio di ogni benedizione nel Signore.
In gennaio la Signora Delia Bert, a
nome della Commissione di Canto
Sacro, ha visitato la nostra Corale, alla quale anche ha portato il suo messaggio.
La ringraziamo per la sua graditissima visita e per le sue gentili parole
di incoraggiamento e di plauso.
Il Sig. Archimede Bertolino, della
Comunità permanente di Agàpe, ha
trascorso un’intera settimana tra di
noi, visitando le famiglie e offrendo
in vendita diverse pubblicazioni della
Claudiana. Egli ha inoltre presieduto
alcune riunioni quartierali e il culto
della domenica 29 gennaio.
L’opera da lui svolta è stata molto
apprezzata e gli esprimiamo la nostra
riconoscenza.
Durante una breve assenza del Pastore hanno presieduto il culto ed alcune riunioni e funerali i Pastori Bert,
Bouchard e gli studenti della Pra del
Torno.
A tutti il nostro grazie sincero.
Malgrado i 15 sotto zero — e dire
che a fine gennaio molti annunziavano
prossimo l’arrivo della primavera —
la festa del XVII febbraio è stata celebrata col solito entusiasmo e con un
gran concorso di fratelli e sorelle. La
vigilia ogni villaggio ha acceso il suo
« falò » e i suoi fuochi di artificio; il
giorno del XVII si sono avuti : corteo,
culto di ringraziamento, distribuzione
di un piccolo regalo ai bambini, pranzo in comune ed infine serata ricreativa.
E’ stata una bella giornata che ha
lasciato nel cuore di tutti un vivissimo
ricordo.
A quanti hanno collaborato alla riuscita della festa: alla Corale, agli artisti della Filodrammatica, ai Sigg.ri
Jahier — organizzatori del pranzo -
ed a quanti altri hanno dato il loro
contributo, tutta la gratitudine della
chiesa.
Il tempo piuttosto inclemente di
queste ultime settimane ha fatto parecchie vittime. Molti fratelli e sorelle
nostri sono stati costretti a letto, diversi sono ancora tuttora « influenzati », alcuni anche si trovano ricoverati
in ospedale.
Massel
Malgré les rigueurs de l’hiver et les
nombreuses attaques d’une grippe persistante, la vie de paroisse a maintenu
le rythme lent et patient de sa démarche, faite de forces séculaires accumulées, et la fréquentation des cultes mêmes n’a pas fléchi. Les manifestations
du XVII ont, il est vrai, interrompu
pendant quelques jours notre vie villageoise : les « falò » échelonnés selon
une tradition locale dès la tombée de
la nuit ont permis à chacun de se réjouir, tout en établissant de bienveillantes comparaisons avec les « falò »
des autres quartiers. Les cortèges enfin, certe moins riches et bruyants
qu’au temps d’autre-fois mais toujours symboliques, nous conduisaient
au temple où, après le discours de circonstance, tes enfants nous entretenaient longuement avec leur programme de poésies et de dialogues patiemment préparés par Md. E. Micol que
nous remercions encore cordialement.
La soirée nous était offerte par les
unionistes du Perrier qui jouaient un
de nos anciens drames et la traditionnelle comédie. Un merci et un compliment s’imposent pour leur travail et
l’agréable visite. Au terme de la soirée, les jeunes de la paroisse offraient
le rituel thé d’Union.
C’est avec le plus vif plaisir que
nous avons revu, selon la plus authentique tradition vaudoise, un colporteur visiter nos villages. Après les longues années d’absence, sillonnées de
temps à autre par les étranges visites
de ces inconnus que nos pères auraient volontiers qualifiés de colporteurs du diable, specimens d’une véritable piraterie religieuse, il nous faudra peut-être un certain temps pour
nous habituer à nouveaux au colportage. Tout en remerciant Mr. A. Bertolino pour ses messages et son travail parmi nous, nous souhaitons le
revoir bientôt, et nous espérons que
sa tournée aux Vallées ait enrichi sa
vocation en le fortifiant en son mi-,
nistère.
Toutes ces manifestations traditionnelles ou non, qui constituent les notes de toute chronique paroissiale, ne
se déroulent qu’à la surface, et ne révèlent que l’aspect extérieur des choses; c’est au dessous que le coem de
la paroisse garde, jalousement cachés,
ces sentiments qui ne sont pas chronique, parcequ’ils sont vie et c’est de
ceux là qu’il conviendrait parler pour
demeurer dans la vérité. C’est pourtant ce coeur, qui, par de là nos visages coutumiers, a été profondément atteint par le deuil, en ce début d’année.
Ce fut d’abord la mort tragique de
Federico Grill, à l’aube du 5 Février
en aval du Perrier.
Puis ce fut Marie Micol née Breuza,
qui nous quittait le 28 Février, après
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de longues souffrances, qui n’effaceront pas le souvenir de là sérénité et
de la force qu’elle a montrées en ces
longues années d’épreuve.
Le 23 Février et le 5 Mâts deux cas
analogues de pneumonie nous emportaient Meytre Milena et Micol Marcello l’un de 14 et l’autre 7 mois. Mais
c’est devant leurs petites bières que la
volonté mystérieuse du Seigneur nous
imposait, que se tissaient les liens invisibles de l’espérance et de la vie, et
c’est la foi angoissée mais confiante
de leurs parents qui a consolé et raffermi l’église. C’est pourtant par ces
deuils violents ou silencieux, que la
main de Dieu nous exhortait à la vigilance et à la prière, nous unissant
en ces mornes après-midi d’hiver autour de la parole de Celui qui donne
et reprend et dont l’amour pourtant
demeure.
Bobbio Peilice
Dipartenze. Il 31 gennaio è deceduta alla Costa, all’età di 65 anni,
Planchon-Negrin Giuditta. La nostra sorella ha conosciuto lunghe
sofferenze, che ha saputo sopportare
con animo cristiano. Durante gli anni di ma’attia, è stata curata con
affetto dal marito e dagli altri familiari.
La nostra chièsa ha subito un’altra dolorosa perdita con la dipartenza di Puy Daniele, avvenuta il 19
marzo, all’età <li anni 56. Egli fu
membro del Concistoro per 26 anni.
Si spense all’Ospedale di Torre Peilice, dopo una lunga e dolorosa malattia.
« Beati i morti che muoiono nel
Signore ».
La nostra chiesa esprime pure
la sua sincera simpatia cristiana
alle famiglie Cresto, Pontet e Re
che hanno avuto il dolore di perdere il padre.
XVII Febbraio. Nonostante il
freddo inten.so, la Festa Valdese è
stata celebrata con il tradizionale
entusiasmo. Alla vigilia, si sono accesi i ,( falò » Imèntre molti razzi
solcavano il cielo punteggiato di
stelle. Il giorno 17: corteo, banda
musicale, messaggio di circostanza
del Pastore, recite e canti dei bamtiini: agàpe fraterna, nella Casa unionista, che ha riunito 87 commensali. Squisito il pranzo preparato
dai signori Maghit. Numerosi, i discorsi al levar delle mense. Alla sera, rappresentazione da parte della
filodrammatica del Centro di una
bella e ben preparata commedia. 11
ricordo di quella bella giornata possa costituire una benedizione per
ognuno di noi.
— Dalla domenica 11 marzo, in
seguito a regolare votazione, il Concistoro risulta composto dai signori :
Cairus Davide e Crof Giovanni (Cairus); Rostagnol Giuseppe (Campi);
Michelin Paolo e Charbonnier Giovanni fu Stefano (Absès-Payant) ;
Bonjour Daniele e Bonjour Paolo
(Villa Superiore); Geymonat Giovanni Daniele e Charbonnier Paolo
di Samuele (Villa Inferiore); Albarea Giovanni e Baridon Daniele
(Perlà); Negrin Stefano e Michelin
Salomon Davide (Romana). Il Signore benedica il lavoro che questi
anziani e diaconi faranno nel Suo
nome.
Confermazione. Il giorno del Venerdì Santo sono stati confermati i
seguenti catecumeni: Baridon Irma,
Bertinat Irene, Berton Elena, Catalin Iolanda, Charbonnier Elena,
Charbonnier Ljliana, Davit Roberto, Garnier Silvio, Grand Liliana,
Mondon Lidia e Re Silvana. La Chiesa, che si è stretta attorno a questi
cari giovani nei giorni del Venerdì
Santo e di Pasqua, continui a pregare per loro, affinchè essi non cedano alle tentazioni del maligno e
sappiano essere fedeli a Cristo, fino
alla morte.
— 11 giorno di Pasqua il tempio
era gremito e una grande folla si
è avvicinata alla Santa Cena.
Bazar. Il nostro annale « Bazar »
avrà luogo D. v., domenica 8 aprile. Intervenite numerosi.
Visite. I culti del 19 febbraio e
del 18 marzo sono stati presieduti
rispettivamente dal Prof. Pisaniello
e dal Pastore Çostabel. Grazie.
Il culto dell’8 aprile, sarà presieduto dal Direttore dell’« Eco delle Vaili », Prof. Gino Costabel.
ERNESTO BÜONAIUTI
e Vitalia religiosa
del suo tempo
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Conto Corrente Postale 2-17SS7
T l movimento modernista è la
manifestazione religiosa più notevole nell’Italia cattolica dell’ultimo mezzo secolo, soprattutto per la
azione di Ernesto Buonaiuti. Egli
solo, fra i molti modernisti del pri
~ mot decennio del XX secolo, fu coerente con se stesso e, nonostante
momentanee debolezze, fedele al suo
programma fino all’ultimo giorno.
Rimase presto solo a predicare e a
combattere e predicò e combattè per
quasi quarantanni. Tale coerenza, in
mezzo alla sfiducia ed alla defezione
dei più conferì alla sua personalità
una singolare grandezza.
Doni per l’Eco delle Valli Valdesi
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Avondetlo Federico 200 — Stocco Giovanni 100 — Jahier Emilio 300 — Pons Marcello 150 — Volat Bartolomeo 100 — Tron
Emanuele 100 — Bo Stefano 150 — Vidossich Cesare 400 — Rostan Silvio 100 — Barl)in Vincenzo 350 — Mathieu Ersilio 100
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Direzione e Redazione
Prof. Gino Costabel
Via G. Malan — Luserna S. Giovanni
Publtlicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo con decreto del 19gennaio 1955.
Tipografia Subalpina S. o. A.
Torre Pellice ; Torino)
Meynier Enrichetla vedova Garrou ringrazia tutte le persone che le hanno dimostrato simpatia in occasione della morte del
suo compiantò marito
Enrico Garrou
Un ringraziamento particolare al pastore
Paolo Marauda che ha presieduto i funerali, Ili medici, al compagni di lavoro, gll’Ass. Carabinieri in congedo, ai parenti e
vicini di casa.
Pomaretto, 22-1-1956.
I.a famiglia del compianto
Cesare Coucourde
ringrazia quanti le hanno manifestato della
simpalia in occasione del suo lutto. Un
ringraziamento speciale al pastore emerito
Luigi Marauda, alVAss. Alpini in congedo
e ai vicini di casa.
Vivian - Inverso Pinasca, 29-2-1956.
Dopo breve malattia, il 25 febbraio è
tornata a Dio
Maria Pens
Maria Pens
Nel suo 88® anno di età, dopo lunga e
grave infermità, è deceduto il giorno 26
febbraio
Eli Baimas
fu Bartolomeo, di Pomeano.
La famiglia, nel darne il triste annunzio,
ringrazia tutte le numerose persone che durante la sua lunga infermità hanno circondalo il Caro Scomparso del loro affetto e
tutti coloro che le sono stati vicini nell ora
del dolore.
Un ringraziamento particolare desidera
esprimere ai Sigg.ri Pastori Micol e Heri
per le loro parole di conforto, al Dottore
De Clementis per le amorevoli cure prestate, ai parenti, agli amici ed a tutia la
popolazione di Pomeano.
Pramollo, 26 febbraio 1956.
Il giorno 22 marzo, è deceduta alVOsped<de Valdese di Pomaretto
Rostan Irma ved. Beu
di anni 65
Sorretti dalle divine promesse, ne dii:.'no
l’annunzio i fratelli, le sorelle, la nuora
ed i parenti tutti. Essi ringraziano senutamente tutte le persone che .sono intervenute ai funerali, in modo speciale le rappresentanze delle Parrocchie di Pinerolo e San
Germano Chisone, o che in qualsiasi modo
hanno manifestato la loro solidarietà nell'ora del lutto.
Un grazie di cuore ai Dottori E. (luiiitrini e. I. Mathieu ed al personale deU'Ospedale di Pomaretto.
Pinerolo, marzo 1956.
Le famiglie Chiavili e Buffa, commosse
per le testimonianze di affetto tributate al
loro caro papà, nonno e suocero
Chiavia Eli
riconoscenti ringraziano VEvangelista Sig.
Bertinat, il Doti. Pelizzaro, i vicini di casa,
tutte le persone che furono di aiuto prezioso, e quanti con scritti e di presenza !urono loro di conforto nella luttuosa circostanza.
Pra del Torno, 20 marzo 1956.
La famiglia del compianto
Prof. Ermanno Vinay
ringrazia vivamente per le testimonianze di
affetto € di simpatia ricevute durante la
malattia e in occasione della dipartenza del
suo Caro.
Chiabrano di Perrero, 20 marzo 1956.
La Uimiglia del compianto
Puy Daniele
Ve danno il doloroso annunzio le sorelle:
Amilda Bounous, Clotilde ved. Errerà; il
fratello Paolo col figlio Giarwlaudio ; la
cognata Rachel De Perregaux vedova Ernesto Pons; il cognato Enrico Bounous e figli; le nipoti: Bice Errerà, Lina Podetti
ved. Errerà, Elena col marito Marcel Bernard e figli, Gabriella col marito Renato
Beandola e figli; Giovanna col marito Carlo Trevissoi e figlia; i cugini Malan e Pons.
Gesù disse: « Io sono la via,
la risurrezione, la vita ».
La famiglia della compianta
commossa, ringrazia per l’unanime manifestazione di simpatia e. di affetto di cui è
stata circondata la loro cara.
Desidera rivolgere un pensiero di particolare gratitudine ai Signori Pastori Sommimi, Bertinatti e Jahier che hanno presenziato e parlato alla funzione funebre nel
tempio di S. Giovanni, al Vice-Moderatore
Roberto Nisbet e Pastore E. Aime presenti alla tumulazione al cimitero d’Angrogna.
Ringraziano il dottor Gardiol per le sue
cure premurose. Alle amiche: signorina
Ester Moreno, vera sorella in questa prova; alle signorine Aimée lolla e Laura Gervis, alla signora Giulia Balma che eia un
decennio le ha prodigato il tesoro della sua
amicizia devota.
Ricorderemo con viva riconoscenza l’amico Signor G. Bleiker per il suo prezioso
interessamento.
Rivolgiamo un pensiero di viva gratitudine al don. De Bettini che durante la
guerra e negli anni successivi l’ha assistita
e confortata amichevolmente.
ringrazia sentitamente il personale delVOspedale Evangelico di Torino, i dottori
Mattieu e A. Coucourde, il personale dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice, il
Doti. Gardiol, il Pastore G. Bertinatti e
l’affezionato Pastore A. Genre, che seni
pre lo seguì nella dolorosa malattia.
I n ringraziamento a tutti quanti prese
ro parie al grande dolore.
Il Ho combattuto il buon coni
battimento; bo finito la corsa, ho
serbato la fede >i.
(Epist. 2 Timoteo 4; 7)
Bobbio Pellice, 19-3-56.
La vedova e familiari di
Bounous Alberto
riconoscenii ringraziano tutti coloro che le
furono vicini nella triste prova. Un ringraziamento speciale al Dott. De Clementi pei
le assidue e pazienti cure e al Pastore. Umberto Bert per Vassistenza spirituale prodigata al loro caro Estinto.
c( lo ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho
serbato la fede » (Tim. 3: 7).
22 Marzo 1956.
II marito, i figli, la mamma, il fratello,
lo suocero, la nuora, i cognati e parenti,
riconoscenti per la testimonianza di affetto ricevuta in occasione della dipartenza
della loro cara
Emma Jourdan nata Long
ringraziano quanti hanno voluto accompagnare la salma all’ultima dimora e quanti
l’hanno circondata di simpatia durante la
lunga malattia. Un ringraziamento speciale
rivolgono ai Dott. Scarognino e De Bettini.
al Pastore R. Jahier, ai vicini di casa per
le amorevoli cure prestate.
« Venite a me voi tutti che siete
stanchi ed aggravati ed Io vi darò
riposo » (Ev. Matteo 11: 28).
Luserna S. Giovanni, 26 marzo 1956.