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Anno 128 - n. 45
20 novembre 1992
L. 1.200
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a: casella postale - 10066 Torre Pellice
___ delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
SINODO DELLA CHIESA D’INGHILTERRA
Sì airordinazione
delle donne
Nuove energie che gioveranno all’opera della
chiesa - L opinione di padre Douglas Brown
Il Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra ha deciso, con
un margine di soli due voti, di
permettere l’ordinazione sacerdotale delle donne. Dopo quattro
anni e mezzo di discussioni 39
vescovi (il 75“/o del totale dei
componenti la Camera dei vescovi al Sinodo), 176 preti (70,4%
del totale dei membri della Camera del clero al Sinodo) 169
laici (il 67,3% dei componenti la
Camera del laicato al Sinodo)
hanno detto sì alla proposta di
modificare la legislazione. Perché la decisione fosse positiva
era necessaria la maggioranza
dei due terzi in ogni Camera del
Sinodo.
La procedura
necessaria
La decisione diventerà effettiva solo dopo l’approvazione sia
della Camera dei Comuni che di
quella dei Lord. La Chiesa d’Inghilterra è infatti una chiesa di
stato. Si prevede che occorreranno almeno 12 mesi prima della
«promulgazione del canone» e
almeno 18 mesi prima che una
donna possa essere ordinata
prete.
La Chiesa anglicana inglese ha
diffuso, una nota secondo cui sarebbero almeno 1.400 le donne
che hanno fatto richiesta di essere ordinate prete.
Reazioni
alla decisione
L’arcivescovo di Canterbury,
George Carey, che ha votato a
favore del provvedimento ha dichiarato che « per alcuni il voto
è fonte di gioia e di speranza,
mentre per altri è fonte di angoscia... ma occorre lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio che è
cosa più importante del disaccordo sul tema dell’ordinazione delle donne ».
Alcuni preti anglicani tradizionalisti hanno infatti minacciato
di lasciare la Chiesa d’Inghilterra se questa avesse assunto la
decisione di ordinare le priestwomen; secondo la stampa inglese questi preti chiederebbero
di passare alla Chiesa cattolica.
L’arcivescovo di Canterbury ha
chiesto a tutte le chiese di « pregare perché dopo la decisione si
plachino gli animi e non vengano ulteriormente infiammati ».
Cosa che non sembra disposta
a fare la Chiesa cattolica romana
che, tramite il portavoce del Vaticano Joaquim Navarro, ha fatto sapere che considera la decisione « un nuovo e grave ostacolo all’insieme del processo di riconciliazione con la Chiesa cattolica ».
Entusiasta della decisione invece è Catherine Milford, leader
del Movimento per l’ordinazione
sacerdotale delle donne; « Nuove
e fresche energie — ha detto —
entrano nella Chiesa d’Inghilterra che acquista così una nuova
autorità morale e nuova credibilità agli occhi del mondo ».
Sulla decisione del Sinodo della Chiesa d’Inghilterra di ammettere le donne al sacerdozio,
l’agenzia stampa NEV ha intervistato padre Douglas Brown,
direttore del Centro anglicano
di Roma.
— Che cosa cambierà nei rapporti con la Chiesa cattolica dopo questa decisione?
— Non cambierà praticamente
nulla, perché la maggioranza
delle chiese della Comunione anglicana già pratica l’ordinazione delle donne. Che si tratti di
un ostacolo all’unione delle due
chiese è chiaro a tutti da tempo: d’altronde non è l’unico ostacolo. Nella risposta cattolica
al documento della commissio
Alcum esponenti del movimento che si era battuto a favore dell'ordinazione delle donne festeggiano nella notte demi novembre di fronte all Abbazia di Westminster. Sono 1.300 le donne che con questa
decisione diventeranno prete.
ne di dialogo internazionale tra
cattolici e anglicani (ARCIC)
era evidente che il Vaticano trova molte altre ragioni che ostacolano l’unione; manca un « sostanziale accordo» su molti punti. Penso che se la risposta vaticana all’ARCIC fosse stata più
incoraggiante, ciò avrebbe rafforzato le tesi di coloro che ritenevano si dovesse attendere
un più ampio consenso ecumenico prima di procedere all’ordinazione delle donne. Ma il to
no duro della risposta vaticana
ha latto capire che non era il
caso di attendere ancora. Sul
piano pratico non credo che la
decisione avrà effetti negativi:
come ha dichiarato il cardinale
Hume, essa non cambierà le relazioni di stretta collaborazione
e di simpatia che esistono, particolarmente all’interno della
commissione ARCIC. Tra l’altro,
sulla questione del sacerdozio
femminile vi è una differenza
tra la posizione vaticana e (Juel
LA DOMANDA DELLO SCRIBA
Chi è il mio prossimo
« Quale di questi tre ti pare essere stato ii
prossimo di coiui che s’hnbatté nei ladroni? »
(Luca 10; 36).
Con questa domanda, che conclude la parabola del samaritano, Gesù risponde alla domanda
del maestro della legge: «Chi è il mio prossimo? ».
Si potrebbe anche tradurre la domanda di Cristo
così: « Chi è diventato il prossimo di quell’uomo? ».
La domanda dello scriba serve a Luca per
introdurre la parabola. Non era una domanda
certamente facile in quel contesto. Il mio prossimo è soltanto chi mi è più vicino? E cioè i miei,
nel senso razziale, culturale, nazionalistico, linguistico? E gli altri, tutti gli altri i miei lontani non
possono aspettarsi il mio impegno etico verso di
loro?
O il mio prossimo è « la vedova, l’orfano, lo
straniero », coloro che posso vedere, toccare, la
cui miseria posso sentire come testimone? E gli
altri rimangono lontani, estranei avvolti nella diffidenza che mi provoca ciò che non conosco?
0 il mio prossimo è qualunque essere umano?
Ma, se lo sono tutti, allora nessuno lo sarà effettivamente in carne e ossa. O, ancora peggio, i
romani, gli aguzzini, i torturatori, gU squadroni
della morte, sono anche loro il mio prossimo?
Non sono queste le conseguenze dell’insegnamento di Gesù?
Oggi è assolutamente necessario sapere chi è
il mio prossimo. Rispondere a questa domanda
senza rimanere nell’epidermide, ma approfondendo fino ad arrivare alla radice della sofferenza
umana.
Perché il mio prossimo, dice Gesù, è chiunque
giace ferito e abbandonato in qualunque strada
del mondo o della storia, derubato, spogliato e
sotto la minaccia della morte, di una vita non
umana.
Perché la mia relazione con Dio viene mediata
nel Nuovo Testamento dal mio prossimo. Cristo
è nascosto, travestito, celato in ogni essere umano che soffre, specie nei poveri, nei minimi di
Matteo 25: 31-45. Il prossimo diventa per me luogo di incontro con Dio, che dall’altro mi sfida,
mi invita a scorgerlo in chi vive la « non vita »
piegato dalla sofferenza. Il prossimo è opportunità, verifica del mio amare Dio. Ho bisogno del
mio prossimo perché senza di lui non trovo Dio.
Il problema però non è teorico. La risposta
alla domanda dello scriba ci viene spontanea alle
labbra. Nella domanda di Gesù l’accento si sposta all’aspetto etico e pratico. La domanda di Gesù era « chi è diventato prossimo dell’uomo ferito? », per lanciare la sfida, l’invito: « Va’ e comportati allo stesso modo ».
La questione dunque è: « Come posso io diventare prossimo dell’uomo derubato, ferito e abbandonato? ». L’invito è di imitare l’odiato straniero
della Samaria, a non passare dall’altra parte eludendo il confronto con la miseria e sofferenza di
un’umanità che giace negli scantinati della geografia.
Oggi dobbiamo diventare prossimo dei feriti
della strada, mezzi morti e abbandonati a se
stessi. Dunque, delle masse e dei popoli sofferenti
affamati del Terzo Mondo. Dei disoccupati delle
nostre città, degli ammalati, dei drogati sbattuti
in galera: quanta sofferenza e morte dietro ogni
angolo delle nostre strade! Degli anziani soli, dei
pensionati a cui si danno ritagli di vita con pensioni ingratamente miserevoli.
Ecco la sfida, ecco il momento di verifica della
fede e dell’amore per il Signore. Nelle strade deserte del mondo, negli infiniti viali della sofferenza, abbandonati e senza storia, derubati per
gli interessi del debito, massacrati da armi che
costruiamo nelle nostre fabbriche gravide di morte, nelle code immense dei campi profughi di tante Croazie e Somalie il Signore, nelle sue vesti di
umana trascendenza intrascendente, ci aspetta.
Passerai dall’altra parte? O, come il samaritano, avrai compassione di te stesso per fermarti
a seminare umanità dove regna sovrana l’ingiustizia, la « non-umanità »?
Martin Ibarra y Pérez
la dei membri dell’ARCIC; per
i membri cattolici dell’ARCIC la
questione non tocca il « carattere » del sacerdozio, ma il Vaticano ha respinto questa posizione.
— Quali saranno gli effetti della decisione del Sinodo inglese
nei rapporti con le altre chiese
anglicane e con le altre confessioni cristiane?
— E’ molto importante per i
rapporti con le altre chiese, inclusa quella cattolica, il fatto
che ora gli anglicani abbiano sostanzialmente una posizione unitaria su questo problema (anche se ci sono alcune chiese
che devono ancora prendere posizione). Per quanto riguarda il
rapporto con le altre chiese,
credo che ora possiamo e dobbiamo procedere senza indugi
verso una più stretta collaborazione e addirittura una unione
organica con le chiese luterane
e riformate. Che piaccia o no,
la Gran Bretagna è oggi parte
integrante dell’Europa, ed è essenziale che la Chiesa d’Inghilterra sviluppi i rapporti con le
altre chiese europee.
— Che cosa pensa della possibilità di uno scisma all’interno
della Chiesa d’Inghilterra?
— Vorrei dire anzitutto che
in Inghilterra la grande maggioranza degli anglicani è a favore
dell’ordinazione delle donne, ed
è bene che il Sinodo abbia tenuto conto dell’opinicne dei laici. Per quanto riguarda gli oppositori del sacerdozio femminile, l’esperienza degli altri paesi
mostra che le possibilità sono
diverse: c’è chi ha formato una
chiesa anglicano-cattolica scismatica, come in Australia; c’è
chi, restando all’interno della
Chiesa anglicana, si è aggregato
a « diocesi missionarie » che non
ordinano le donne, come negli
USA; c’è chi diventerà cattolico
e chi ortodosso. Bisogna dire
che molti anglicani desideravano comunque diventare cattolici, e che restavano nella Chiesa
anglicana solo per garantire un
legame stretto fra questa e Roma. L’esperienza australiana e
americana sembra comunque
mostrare che la formazione di
chiese anglicano-cattoliche o di
diocesi missionarie è un fenomeno transitorio, destinato ad
estinguersi.
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fede e cultura
20 novembre 1992
UN LIBRO DI ENRICO PASCAL SULLA PRATICA PSICHIATRICA
ROVERETO
Lotta alla lebbra e
No all'esclusione
del malato dalla società ecumenico
Un volume che molti di noi possono e devono leggere: si capirà che
la malattia mentale è un problema che coinvolge la società intera
Una tavola rotonda che ha posto al centro le
dimensioni fisica e spirituale della malattia
Spero che il recente testo di
Enrico Pascal i non passi inosservato nelle nostre comunità, non
venga subito relegato tra i libri
per gli addetti ai lavori, ma venga letto e meditato con attenzione da tutti coloro che per ragioni professionali o vocazionali sono ogni giorno in contatto con
donne e uomini nelle loro più diverse espressioni di umanità, con
le loro ansie, le loro sofferenze e
i loro problemi.
Un contenuto
di angoscia
La malattia mentale ha un disperato contenuto di sofferenza e
angoscia che tende a trasmettersi ai familiari, al gruppo sociale
esterno, creando situazioni di incomprensioni, di incomunicabilità e di difficile convivenza. Come
affrontare tali situazioni che in
forma più o meno grave sembfano diffondersi in modo sempre
pm accentuato nella nostra società? Il pregiudizio, la paura, la
necessità di « proteggere » il malato e la società hanno suggerito
interventi di tipo pesantemente
farmacologico, segregatorio ed
emarginante. Il processo di esclusione sociale e psicologica da parte della società dei sani, sulla base di etichette spesso infamanti,
rischia di diventare definitivo,
rendendo sempre più difficile
ogni possibilità di reinserimento
sociale.
Le prospettive
della legge 180
La famosa legge 180 del 1978,
non priva di carenze e difetti,
(dovuti il più delle volte alla
mancata volontà e capacità politica di una corretta applicazione
delle norme), ha aperto nuove
prospettive di cui il libro di Pascal è senza dubbio uno degli
esempi più completi e convincenti. I pimti di riferimento, mai
dimenticati nella trattazione, sono sostanzialmente tre: la situazione dell’utente (paziente), la
situazione dell’operatore (medico, infermiere, ecc.) e la situazione della società esterna. Queste
tre situazioni, tra loro inseparabili, interagiscono rendendo sempre meno definiti i confini che le
separano.
Vi può essere una profonda verità nascosta in espressioni anormali di follia, che appaiono come
grida, appelli, espressioni di contestazione, protesta, ribellione. E
quanta follia, quanta angoscia e
quante sofferenze sono nascoste
in situazioni apparentemente normali... Impostare così il discorso
vuol dire riconoscere in queste
tre situazioni, pur così diverse
tra loro, una soggettività autonoma che come tale deve essere riconosciuta, rispettata e ascoltata.
PER I VOSTRI ACQUISTI
LIBRERIE
CLAUDIANA
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Sforza, 12/A - Telefono
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Da queste considerazioni emerge il metodo di lavoro adottato
da 'Pascal con la sua équipe di
collaboratori e pazienti nell’ambito del servizio di salute mentale di Settimo Torinese dal 1971
in avanti. E’ stato costituito un
gruppo di lavoro che ha coinvolto 'gli uni (gli operatori) e gli altri (i giovani utenti) in un processo comune di ricerca, attraverso l’incontro, lo scambio e ü
dialogo per la costruzione, se possibile, di un progetto terapeutico
comune. Tate metodo si è basato
su tre elementi principali:
a) l’osservazione, tesa <<■ a riconoscere e rispettare al massimo il soggetto e la sua particolare maniera di essere nel mondo,
senza interferire o manipolare in
alcun modo i fenomeni, ma lasciandoli manifestare così come
sono, come i modi attraverso cui
il soggetto si manifesta ». L’operatore accetta di «mettere in
crisi il suo sapere, rinunciando a
pretese e conoscenze già codificate... ».
b) La simpatia, cioè il coinvolgimento emotivo dell’operatore che non si barrica dietro il
ruolo professionale (elemento di
sicurezza e di difesa), ma si apre
all incontro della propria soggettività con la soggettività di colui
che gli sta davanti. « L’operatore
accetta il coinvolgimento, riconosce la sofferenza che la sofferenza
manifestata dall’altro gli procura ». Ma questo comportamento
non deve scadere in atteggiarnenti compassionevoli di tipo
pietistico o caritativo. E’ espressione di autenticità che conduce
ad un atteggiamento di fiducia.
La necessità
della fiducia
« Ciò che induce il sofferente a
fidarsi è essenzialmente il fatto
di sentirsi accolto e compreso ».
(Duesto produce una corrente di
simpatia e fiducia reciproca che
si può giustamente definire terapeutica.
c) Il terzo elemento del metodo adottato è il rifiuto dell’esclusione. Esclusione ed emarginazione sociale, culturale, istituzione e familiare sono, sul piano
dei rapporti umani, conseguenza
di im atteggiamento considerato
non normale e quindi destabilizzante. Da qui una possibile reazione del soggetto che assume
per se stesso atteggiamenti di
vergogna, di autorepressione, di
inferiorizzazione e disistima di
sé. Avvertirà negativamente « i
messaggi di squalifica da parte
dell’ambiente sociale e familiare ». Solo un atteggiamento di
autentica apertura, di rispetto e
di simpatia, possono rendere effettivo il superamento di tale grave complesso di esclusione.
Cercare un
nuovo equilibrio
Sulla base di queste indicazioni
si sviluppa un lungo e faticoso
processo di recupero che peraltro non consiste in un semplice
ritorno in vista del « ricostituire
il passato », dimendicando l’esperienza negativa vissuta, ma « nell’acquisizione di un nuovo equilibrio interiore, di una personalità
più ricca, filtrata attraverso l’esperienza della sofferenza. E’ una
lotta durissima Quella intrapresa
per poter dare alla propria malattia la dignità di un’esperienza
che può portare a un cambiamen
to ». Quando l’operazione riesce
« uno dentro di sé si sente normale, rinnovato: ti senti come la
natura ti ha creato, come ti ha
creato la mamma ». Queste e altre valutazioni di pazienti meritano di essere citate perché esprimono la maturazione di chi ha
potuto sottrarsi al giudizio invalidante di malattia, per assurgere alla dignità di chi ha lottato e
fatto 'una esperienza di rinnovamento.
Ciò che noi
dobbiamo imparare
Ma tutto questo può insegnare
qualcosa alla « società dei sani? »
« Come rendere agli altri, segnatamente i giovani normali, senza
tradirlo, il senso di un’esperienza di crisi? Usciti dalla crisi la
nostra sensibilità, l’esperienza
che abbiamo vissuto, le analisi
che ne abbiamo tratto, ci portano a vedere in modo critico la
società che ci circonda. I rapporti con gli altri sono spesso vuoti,
supet^ciali, viziati dalla strumentalità; ognuno è chiuso nei suoi
problemi e non si conosce più. il
significato di parole come amore,
amicizia, libertà. Gli spazi sociali
su cui incidere, in cui potersi
esprimere ed in cui avere un riscontro sono inesistenti. Le prospettive di lavoro sono nulle. Siamo tentati di ghettizzarci, di
chiuderci, spesso lo facciamo per
poi riuscirne. Né in una situazione né nell’altra siamo felici ».
'Poi ci sono quelli che non ce
Thanno fatta, come Sergio, prematuramente scomparso, e tutti
coloro « che la psichiatria e la
società hanno saputo comprendere e aiutare » a cui il libro è dedicato.
Un’esperienza
piena di umanità
Il libro di 'Pascal con linguaggio tecnico, ma con un substrato
di profonda e autentica umanità,
raccoglie con cura e descrive i
contenuti di questo lungo percorso con e nella follia; i dialoghi, i questionari, le risposte, sono accuratamente riportati e analizzati. Le esperienze, il vissuto,
la sofferenza profonda, le scoperte, i successi e gli insuccessi
scorrono davanti agli occhi ¿el
lettore a cui il libro è destinato.
« Questa ricerca — conclude
Pascal — viene soprattutto raccontata, in parte riassunta e spiegata, ma non ci sono traduzioni,
né decodificazioni o interpretazioni. Sarà al lettore più o meno interessato o coinvolto, cogliere nel
materiale offerto i segni della
normalità e della follia degli
utenti e degli operatori che si sono interrogate, dialogando spesso e comunque interagendo, unite dall'affetto e dall’angoscia ed
hanno cercato insieme di fare ricerca. Il lettore non mancherà,
in quanto persona umana, di trovare qualcosa di suo, almeno in
qualche frammento d’esperienza.,
di specchiarsi, di conoscersi o riconoscersi da qualche parte ».
Consentiamo totalmente con il
prof. Borgna, ohe ha introdotto
il testo dicendo: « Da questo libro nasce una grande lezione di
umiltà e umanità ».
Alberto Taccia
La piccola comunità valdese
della diaspora del Trentino ha
organizzato recentemente a Rovereto una tavola rotonda sul tema: Missione evangelica e associazione italiana FoUereau: un
impegno ecumenico nella cura al
malati di lebbra. Relatori il past.
Archimede Bertolino, segretario
per l’Italia della MECLL, il dott.
Enzo Venza, presidente dell’Asscciazione italiana « Amici di
Raoul FoUereau », don Silvio Favrin, assistente AIFO e, in qualità di moderatore, il dott. Enzo
Zecchini, responsabile del Gruppo AIFO di Rovereto. L’incontro
ha avuto luogo domenica 18 ottobre presso la Sala degli specchi di Palazzo Rosmini, tanto
spesso aperta ad iniziative ecumeniche.
Il past. Bertolino ha dato il
via alla tavola rotonda con la
lettura di Marco 1: 40-42, sottolineando il « tocco » di Gesù sulla povera carne martoriata di
un lebbroso, ossia per l’appunto
di un « intoccabile ». Il pastore
ha poi presentato una efficace relazione, che nella prima parte
esponeva con sobria chiarezza la
malattia e successivamente af,frontava il cuore del problema,
ponendo in evidenza la persona
malata, nella sua dimensione umana e spirituale. Veniva poi
proiettata una breve serie di diapositive che, illustrate dal relatore, davano risalto al travaglio
ma altresì alla speranza dei malati di lebbra.
Il dott. Venza tracciava un
quadro del forte impegno degli
Amici di Raoul FoUereau, riallacciandosi peraltro a quanto esposto prima dal pastore: ne scaturiva l’immagine di un cammino comune, che giustificava pie
namente il tema e le finalità dell’incontro.
A don Silvio Favrin era affidato infine il compito di evocare
il messaggio di Raoul FoUereau:
un messaggio che, al di là di
qualsiasi schematismo confessionale, spingeva i credenti e i non
credenti a operare fattivamente
e fraternamente per gli hanseniani.
L’AIDS, lebbra
del nostro secolo
Nel corso del breve dibattito
seguito alla tavola rotonda, è
inevitabilmente emerso il problema dell’AIDS, chiamata oggi
« la lebbra del secolo »: se da 20
milioni i lebbrosi nel mondo sono scesi a 5 milioni, gli ammalati di AIDS sono invece in continuo aumento e questo provoca noi tutti ad un nuovo impegno.
Il pubblico accorso numeroso
ha dimostrato di apprezzare
l’iniziativa che, una volta ancora, ha costituito il segno di una
profonda comunione fondata
sull’amore, sullo spirito di servizio, sulla dedizione ai minimi,
ai sofferenti e agli emarginati,
nel nome di Cristo.
A Enzo e a Franca Zecchini
va non solo la gratitudine della
comunità valdese del Trentino
per aver condiviso e sostenuto
la realizzazione dell’incontro, ma
va soprattutto l’espressione della nostra gioia e del nostro fraterno affetto per un cammino di
fede e di amicizia da tempo percorso insieme.
Florestana Sfredda Piccoli
Appuntamenti
‘ Enrico PASCAL, Follia e ricerca,
un'esperienza collettiva di sofferenza e
liberazione. Torino, Rosenberg e Sellier, 1992, pp. 287. L. 28.000.
Domenica 22 novembre — PADOVA:
Nella chiesa metodista si tiene una
giornata di riflessione sul tema dell'ebraismo. Alle ore 14,30 interviene
il prof. Amos Luzzato.
Lunedì 23 novembre — BOLOGNA;
Alle ore 20,45, presso il Centro S. Sigismondo, il past. Paolo Sbaffi tiene
una conferenza sul tema: L'altra chiesa in Italia; le chiese e i movimenti
evangelici nati dalla Riforma e dal Risveglio.
Lunedì 23 novembre — ASTI: Presso la Scuola biblica ecumenica (corso
Ferraris 81), alle ore 21, il prof. Piero
Capelli, ebraista, parla sul tema: L’ambiente del Nuovo Testamento.
Mercoledì 25 novembre — MILANO:
Alle ore 18, nella sala al primo piano
di via Sforza, proseguono gli studi
biblici curati dal past. Salvatore Ricciardi sul libro di Giobbe.
Giovedì 26 novembre — ALESSANDRIA: Alle 21, presso l'università (via
Cavour), il prof. Franco Garelli parla
sul tema: La sociologia della religione,
per l'organizzazione del Centro culturale protestante, dell'Ufficio relazioni
ecumeniche della diocesi e del Centro
studi e divulgazione socio-culturale.
Giovedì 26 novembre — NAPOLI:
Alle ore 18, presso II Centro culturale dehoniano (via Depretis 60), si tiene un incontro sul tema: I culti greci
a Napoli.
Venerdì 27 novembre — TORINO:
Presso la sede dell'associazione culturale « Davide e Giocata » (via Giolitti
21/A), alle ore 20,45, si tiene un dibattito sul tema: I dritti umani nella
chiesa, a cui partecipano don Luigi
Ciotti (gruppo Abele) e il giornalista
Filippo Gentiioni.
Venerdì 27 novembre — CHIVASSO:
Alle ore 21, presso la chiesa valdese
(via Ivrea 3), il pastore Alfredo Berlendis parla sul tema La teologia del
dolore.
Sabato 28 novembre — SANREMO:
Alle ore 17, nella sala della 'Biblioteca civica (via Carli), si tiene una conferenza del prof. Paolo Ricca sul tema; Pace, giustizia e salvaguardia dei
creato, con la quale la Chiesa valdese
partecipa ad un'iniziativa ecumenica
della diocesi.
Domenica 29 novembre — GENOVA:
Nel pomeriggio, nella chiesa battista
di via Vernazza 14, si tiene un incontro per predicatori organizzato dalla
Federazione ligure. Il past. Fulvio Ferrano illustra il tema; Elaborazione dì
un sermone.
Mercoledì 2 dicembre — GENOVA:
Alle ore 17,30, nella sala convegni
della Banca di Genova e S. Giorgio
(via Ceccardi 1), il SAE organizza una
conferenza della prof. Caterina Conio
(Università di Pisa) sul tema: Il problema del male nelle religioni orientali.
Sabato 28 novembre — TORINO: Alle ore 21, presso il tempio valdese,
il Gruppo musicale cameristico (quartetto d'archi e chitarra) esegue musiche di Boccherini e Molino.
Giovedì 3 dicembre — NAPOLI: Alle ore 16,30, presso il centro culturale « E. Nitti » (parco Caracciolo, Ponticelli), la dott. Clara Imperatore parla sul tema: Le allergie, a conclusione
di un ciclo di Incontri sulla medicina
preventiva.
Giovedì 3 dicembre — TORINO: Alle ore 17,45 al teatro Colosseo, l'astronauta Franco Malerba parla sul
tema: Un italiano nello spazio.
Venerdì 4 dicembre — ASTI; Presso la Scuola biblica ecumenica (corso Ferraris 81), alle ore 21, il past,
Eugenio Bernardini parla sul tema: Le
parabole.
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20 novembre 1992
fede e cultura
CAMPOBASSO
CHIESA D’INGHILTERRA
L'attualità della Riforma Un arricchimento
ecumenica e europea, prima ancora che confessionale
- Le chiese europee e la necessità di una vera confessione di peccato
« Riproporre oggi la Riforma
protestante come un fatto culturale e religioso che mantiene la
sua attualità, 'significa, per dei
protestanti, evidenziarne innanzitutto la sua dimensione ecumenica europea prima ancora che
la sua dimensione confessionale ». Queste le battute iniziali
con le quali il prof. Ermanno
Genre esordiva nella conferenza
pubblica su «Attualità della Riforma protestante del XVI secolo tra corruzione e questione
morale», organizzata dalle chie>se battista e valdese di Campobasso nell’aula consiliare della
Provincia, il 31 ottobre scorso.
Oggi in Italia, ha proseguito
Genre, quando si parla di protestati si pensa a eretici o ai Testimoni di Geova. La Riforma
fu « ecumenica » fin dal suo sorgere. Martin Bucero, per esempio, percorse l'Europa in lungo
ed in largo predicando ai movimenti protestanti « l’omità nella
fede, nella pluralità di riforme ».
Il riformatore di Strasburgo inseguì il sogno di un grande concilio ecumenico, ma questo sogno svanì a Trento nel 1545.
Quanto tutto questo oggi sembri problematico lo possiamo
vedere nella « Lettera ai vescovi
della Chiesa cattolica su alcuni
aspetti della chiesa intesa come
comunione » del card. Ratzinger.
In un'Europa divisa e insanguinata — proprio alla vigilia
dell'abbattimento delle frontiere — è necessaria l’evangelizzazione, ma ogni chiesa è chiamata a riconsiderare le proprie intenzioni missionarie che dovranno essere ispirate solo dall’Evangelo.
In secondo luogo, in questa
situazione di disgregazione nella
quale vive il vecchio continente,
le chipe possono ritrovare credibilità solo se la loro prima parola sarà una « confessione di
peccato ». Qggi non si sente più,
da nessuna parte, il « mea culpa », ma tutti sono innocenti,
tutti hanno le mani pulite! La
chiesa dovrà recitare il « sii
placato... » (Luca 18: 13); solo
dopo potrà essere credibile per
annunciare i nuovi valori di giustizia, di uguaglianza e di pace.
Certarnente, il protestantesimo storico non può presentarsi
come « modello » di onestà, di
correttezza e di moralità.- La Riforma resta una sfida aperta anche ed anzitutto per la chiesa
riformata (« Ecclesia refoiTnata
semper reformanda »). Essa è
attuale proprio perché rinvia ad
una norma, metro che la giudica
e la fa vivere: la Parola di Dio.
La Bibbia è l’istanza critica ner
ogni aspetto della vita della
chiesa. Per i protestanti la Riforma è attuale perché la Bibbia
è attuale!
La Parola di Dio « non è incatenata » (2 Tim. 2: 9) ecco la
grande scoperta della Riforma.
La Parola è creatrice anche di
libertà, ecco perché la chiesa
deve « obbedire a Dio anziché
agli uomini ». Insomma, il criterio di verità per la chiesa e per
il mondo è «extra nos habitans»,
cioè è posto al di fuori di noi,
in Dio stesso, nella sua Parola
e non in un’istituzione umana!
In definitiva, ha concluso il
docente alla Facoltà valdese di
teologia, per noi protestanti dire
attualità della Riforma significa
dire attualità dell’Evangelo.
Appropriati gli interventi, una
decina, ai quali l’oratore ha risposto in modo esauriente. Molto gradito il telegramma dell’assessore regionale alla Cultura. Un
banco libri esponeva la produzione « Claudiana » nel settore
della storia e teologia della Riforma. Una settantina i presenti
e, tra di essi, anche una TV
privata che ha brevemente intervistato il nostro ospite.
Il giorno seguente le due chiese si sono ritrovate insieme per
il culto con cena del Signore,
presieduto dal fratello Genre.
La pastora Gianna Sciclone,
vicemoderatore della Tavola valdese, ha affermato:
« Accolgo la decisione del Sinodo anglicano con gioia e vi vedo più l’abolizione di un privilegio che l’estensione di un diritto. ”La chiesa ha bisogno del
talento delle donne”: è la bella
frase di Carey, arcivescovo di
Canterbury, che riassume bene
il senso di questa battaglia. La
preoccupazione per l’arresto del
precesso ecumenico rivela l’intenzione, sempre più palese da
parte cattolica, di intendere l’ecumenismo come un ritorno alla chiesa di Roma e alle sue
tradizioni. E’ compito delle chiese cristiane annunciare la buona notizia della liberazione e dell’amore per tutte le creature e
non certo assicurare un servizio
riservato a poche persone privilegiate ».
Anna Maffei, pastora battista
e presidente della Federazione
regionale delle chiese evangeliche di Puglia e Lucania si domanda:
« E’ possibile che la notizia
della decisione del Sinodo della
Chiesa d’Inghilterra abbia sollevato sulla stampa italiana quasi un coro unanime di allarmata
delusione per un’unità, quella
fra la chiesa anglicana e la chiesa di Roma, che si vede ora così irrimediabilmente compromessa? Dunque non c’è altro da
dire sulle donne sacerdote anglicane oltre al loro supposto ”pa
tetico tentativo di riempire i posti vacanti che gli uomini non
occupano più” o che si tratta di
un fenomeno affine al "travestitismo maschile” (Sergio Quinzio,
«Corriere della Sera», 12.11.’92).
Credo invece che tale storica decisione debba essere salutata con soddisfazione da ogni
coscienza veramente democratica e con profonda gioia spirituale da quei credenti e quelle credenti che in tutto il mondo confessano uno Spirito Santo che
davvero "soffia dove vuole” e
crea un’unità di fede, quella sì
non fondata sulle appartenenze
di razza, cultura e sesso, ma su
Cristo crocifisso e risorto, colui
che affidò a Maddalena l’apostola il primo annuncio di risurrezione ».
In un messaggio del moderatore Franco Giampiccoli all’arcivescovo di Canterbury, George
Carey, e alla regina Elisabetta,
in data 17 novembre, si dice:
«Le Chiese valdesi e metodiste
in Italia, insieme alla Commissione per il Decennio delle chiese in solidarietà con le donne,
rallegrandosi, rendono onore alla decisione del Sinodo della
Chiesa d’Inghilterra di riconoscere il ministero ordinato delle donne. Questa decisione coraggiosa provocherà im arricchimento nella vita e nella teologia
della vostra chiesa, e darà luogo ad una più piena testimonianza al nostro comune Signore e
liberatore Gesù Cristo ».
RiroEMA
!il'\U'r’J'ilTh()iU,Sf i'\ v\(,i!,v n: . (i
VENERDÌ 21 AGOSTO 1992
CRISI NELL'EX jUGOSLAVlA
CRISI
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atORQlO OHURDEt
Bosnia, Croazia,:,Serf5Ìa,.e,
ancora Somalia, c Georgia
e iiaq, sono oggi luoghi di
guerre civili e dì morte; e pouéiìMiìO aggiungervi Ombógia;
f Sudan e altri piusì di ari non
si parla, Clìi lo avrCLbl>e pensalo
nd iyS9 al m<«nento del crollo
dei sistema sovietico?
Pumoppo soliwìoni.in vista
non se . Uè vedono, neppua*-in
sede euit)pea> mita-pros,sima
címferenzít dì Umdfa, La polirica intemazionale appare bloccata, né.sa come colniare il
vuoto lasciato dalla fine dell’ordine precedente qnaiuìo la pace, e anche la pace interna,' era
a,ssicurata daM'cquìlibfio dei
(crmic. La .simazione è illustrata in mento drammatico daU’imprrssibitiià oggettiva di ri.sojve
^to. con la vita la loto fiitizioiìe
-umanistici*, nclltif Jugr>stavia,
e alirwe. Guai se lè .si dóvesse.:
.mettete il bavagliof
intento, ed è il terzo fattore
della,situazione, vi ò iuito 1}
mondo della .fnìona yoi(>nrà-. i,
movimenti pacìfìsfJ, H‘ opposizioni democratiche, le.cliieiic.
.Mé.ssi in, moto. daU'infomtezione essi, non ;sono Tjcrò'.itrgrado
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4
^ vita delle chiese
CATANIA: ASSEMBLEA DI BATTISTI, METODISTI E VALDESI
20 novembre 1992
Un ricco programma
Un’ottantina di persone ha partecipato ad un incontro propositivo:
sei suggerimenti su cui le chiese potranno lavorare prossimamente
Cinque gruppi di lavoro, per
un totale di ottanta persone. Domenica scorsa 25 ottobre nei locali di via Cantarella 6 si è svolta l’Assemblea congiunta di tutti i rappresentanti delle chiese
battiste, metodiste e valdesi della Sicilia. Sei gli argomenti all’ordine del giorno e altrettanti
i suggerimenti che i partecipanti hanno proposto alle comunità
siciliane.
Reciproco riconoscimento: negli anni passati le chiese valdesi e quelle battiste dell’intera regione hanno organizzato, in comune, alcune iniziative. La partecipazione attiva è sempre
stata massiccia, tanto che si pensa di ripetere l’esperienza anche
in futuro. Per attuare una maggiore collaborazione tra le comunità sono stati avanzati alcuni suggerimenti. Ad esempio potenziare il corso di predicatori
locali e chiedere una maggiore
collaborazione al Dipartimento
teologico battista e alla Commissione permanente studi, redigere un bollettino locale e rivolgersi airuCEBI e alla Tavola per
TOSCANA
Iniziative
1992 -1993
PISA — Il 18 ottobre è stata una giornata intensa per le comunità toscane. Durante la mattinata si è svolta l’Assemblea del
circuito, mentre nel pomeriggio
il pastore Luciano Deodato, vicedirettore di « Riforma » ha
presentato il nuovo settimanale
delle Chiese battiste, valdesi e
metodiste.
L’assemblea ha sottolineato
l’esigenza di promuovere un
maggior impegno sul fronte dei
rapporti interconfessionali, soprattutto in un periodo storico
come questo, caratterizzato dalla presenza in Italia, e non soltanto, di extracomunitari. Ecco
perché la nostra testimonianza
è così importante: può essere
un mezzo di confronto e di
scambio.
Per quanto riguarda « Riforma» il pastore Deodato ha illustrato tempi e caratteristiche
del nuovo periodico. E’ da sottolineare come la prima « riforma » sia la presenza di fratelli
battisti all’intemo della redazione e fra i collaboratori, presenza fondamentale per realizzare
un giornale che rispecchi la pluralità delle opinioni.
Marcella Barsotti
INCONTRI
SAE a Palazzo
Ducale
GENOVA — Cattolici, valdesi,
battisti, metodisti, luterani, ebraici e islamici; c’erano tutti,
mercoledì 21 ottobre, a Palazzo
Ducale in occasione dell’incontro interreligioso organizzato dal
SAE (Segretariato per le attività ecumeniche). I numerosi interventi hanno caratterizzato una giornata che si è svolta all’insegna della fraternità e della
pace. E’ intervenuta Gianna Zanatta, della Chiesa valdese, mentre Mario Campagnolo ha portato i saluti della comunità metodista di Sestri.
informazioni riguardo le supplenze pastorali, qualora ce ne
fosse bisogno. E infine: ogni
chiesa dovrebbe stilare un’« anagrafe ragionata » dei membri e
dei simpatizzanti, in modo da
averne una mappa completa.
Evangelizzazione nel Mezzogiorno: se la comunità « africana» è l’unica, in Sicilia, ad avere un soddisfacente programma
evangelistico, è evidente che nelle altre chiese qualcosa non va.
Che siano i culti troppo « freddi» e ragionati, lontani dal linguaggio quotidiano? Appare sempre più urgente, dunque, l’esigenza di un rinnovamento verso
l’esterno, che ci permetta di avvicinarci alla gente. Ecco perché
è stata suggerita l’idea di tm
gruppo di studio che possa evangelizzare e trasmettere la parola del Signore, utilizzando anche la televisione e la radio.
Donne e uomini nella chiesa:
il ruolo della donna nelle chiese è tanto fondamentale quanto quello dell’uomo. Spesso però è stato relegato in posizioni
minori. A questo proposito ci
sembra opportuno organizzare
un ciclo di studi sulla storia della donna all’interno delle nostre
comunità. Sarebbe auspicabile
inoltre che, in vista di una sa
Gradito ritorno
PISA — Guido Colucci è il
nuovo pastore della Chiesa valdese di Pisa: l’insediamento, che
ha avuto luogo domenica 11 ottobre, ha concluso ufficialmente
il pastorato di Salvatore Briante, a sua volta trasferitosi a Milano. Il pastore Colucci, dopo
aver ricevuto i saluti della chiesa e di Franco Pavone, membro
del Consiglio di circuito, ha tenuto un sermone su Romani 12:
1-3. Per Colucci, tuttavia, non si
è trattato di un insediamento
ex novo, dal momento che già
anni fa svolse proprio a Pisa
un lungo pastorato. Un’agape
fraterna ha preceduto la prima
assemblea di chiesa, durante la
quale sono state proposte e discusse le attività per il 1992 e
il ’93.
Domenica 25, invece, hanno
preso il via la scuola domenicale, il precatechismo e il catechismo. Colucci ha incentrato la
sua predicazione sulle parole di
Esodo 13: 8-10. Il pastore ha ribadito l’importanza dell’istruzione religiosa e dell’attività svolta dai monitori della comunità,
ai quali se ne sono aggiunti di
nuovi proprio nel corso della
mattinata.
Festa d’inverno
al Gignoro
FIRENZE — Nella storia del
Gignoro, che allora si chiamava
« Asilo Italia », si ricorda un
primo « bazar » il l- giugno 1946.
Ma la nuova edizione delle « feste » nasce nel 1980. E’ da allora che tutti gli anni si tengono
due feste: quella d’inverno, la
principale, l’ultima domenica di
novembre, e quella dì primavera
l’ultima domenica di maggio.
La festa d’inverno ha al suo
interne un bazar, con i prodotti dell’attività di un gruppo di
residenti che lavorano per mesi in attesa di questo giorno. Il
personale e tanti amici della Casa collaborano con l’allestimento del banco « gastronomico »,
che dà agli intervenuti la possibilità di intrattenersi in conversazione ai tavolini, assaggiando torte fatte in casa e bevan
de. Non mancano in genere brevi intermezzi a cura di amici o
di gruppi di lavoro interni (corale, recitazione...).
Centinaia di persone affollano
ogni volta la Casa; si tratta dei
parenti delle persone residenti,
di persone che provengono dalle chiese evangeliche fiorentine
ed anche, in buon numero, grazie al capillare lavoro di pubblicizzazione, di gente del quartiere.
Il ricavato delle feste viene
amministrato dall’assemblea dei
residenti che ne decide l’impiego. In genere una parte viene
reinvestita nelle attività e una
parte viene destinata ad organizzazioni di beneficienza e di cura.
Quest’anno, per la prima volta, la festa si terrà domenica 29
novembre dalle ore 15 nei nuovi locali della Casa, che da febbraio sono la « piazza » del paese di Gignoro, dove ci si incontra,
si incontrano persone esterne, si
tiene il culto settimanale, le assemblee, gli studi biblici, i concerti, le rassegne di cinema, i
corsi di ginnastica e le attività
aperte all’esterno.
Visitatori
GENOVA SAMPIERDARENA
— Nei locali della chiesa valdese si è tenuto, il 28 ottobre, un
incontro con i fratelli e le sorelle che periodicamente s’impegnano nelle visite in ospedale.
Hanno partecipato i medici e
gli infermieri delle comunità di
Sampierdarena e di Sestri, si è
discusso a lungo del volontariato e di come potenziarlo. A quest’incontro ne seguiranno altri,
sempre dedicati al problema delle visite ai ricoverati in ospedale. Due settimane prima la
comunità si era riunita per discutere dell’attività in programma per l’anno in corso. Tra gli
argomenti affrontati l’impegno
della corale e dei predicatori locali all’Ospedale evangelico, l’allestimento di una mostra su
« Come leggere la Bibbia » e l’attività in un’emittente televisiva.
Inoltre sono stati valutati i progetti della Federazione ligure.
__________GOVERNO - TAVOLA VALDESE
Iniziato il confronto
per la revisione dell’Intesa
na educazione evangelica, ragazzi e adulti si incontrassero periodicamente per discutere di
argomenti di attualità, non soltanto di tematiche bibliche.
Adelfla: si trova a Scoglitti,
frazione di Vittoria (RG), il nuovo centro Adelfia di prossima
riapertura. Può ospitare circa
venti persone, è dotato di un
angolo cottura e presto vi sarà
allestito rimpianto di riscaldamento. E’ prevista la ristrutturazione di altri due stabili, tempi burocratici permettendo. Adelfia, ovviamente, è aperto a
tutte le comunità siciliane e non.
Riforma: la nascita del nuovo
settimanale è stata accolta dagli ottanta partecipanti con entusiasmo: siamo pronti a sostenerlo e a diffonderlo anche tra
i simpatizzanti; potrebbe essere
un valido mezzo di evangelizzazione.
Fondo cassa: la colletta dell’assemblea, tolte le spese organizzative, servirà come fondo
cassa per le iniziative battiste,
metodiste e valdesi in Sicilia.
Anche questo può essere un valido contributo per una sana
crescita delle nostre comunità.
Nino GuUotta
Giovedì 12 novembre si è
svolto un primo incontro fra la
commissione interministeriale
recentemente nominata dal presidente Amato per affrontare il
problema delle Intese con le
confessioni religiose (previste
dall’art. 8 della Costituzione), e
la Tavola valdese, ente che rappresenta le chiese evangeliche
valdesi e metodiste. Oggetto dell’incontro è la revisione dell’Intesa stipulata nel 1984 per quanto riguarda la materia finanziaria, con la richiesta di accedere
al gettito dell’otto per mille delriRPEF e alla defiscalizzazione
delle offerte. Valdesi e metodisti intendono utilizzare i proven
ti dell’otto per mille esclusivamente per scopi umanitari. La
delegazione della Tavola valdese
è composta dallo storico Giorgio Spini (laico metodista, capo
delegazione), dal magistrato
Franco Becchino (pastore metodista), dal professor Paolo Ricca (pastore valdese, docente alla Facoltà teologica di Roma) e
dall’avvocato Piero Trotta (laico
metodista). Per la parte governativa, il negoziatore sarà il sen.
Fabio Fabbri, sottosegretario alla presidenza del Consiglio,
mentre la commissione interministeriale è presieduta dal dr.
Mario Schinaglia, presidente di
sezione del Consiglio di stato.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Il nuovo giornale
CORRISPONDENZE
ANGROGNA — Domenica 29
novembre alle ore 10, presso la
Sala unionista del capoluogo, avrà luogo la prima assemblea di
chiesa per l’anno ecclesiastico
1992-’93.
Questi i punti all’ordine del
giorno: relazione del deputato
al Sinodo ’92; presentazione, ad
opera di un membro della redazione, del nuovo settimanale
« Riforma-Eco delle valli ».
Ricordiamo che, se la partecipazione alle Assemblee è uno
degli impegni dei membri elettori, d’altra parte l’Assemblea di
chiesa è sempre aperta a tutti
coloro che volessero intervenire.
• Nella prima settimana di novembre abbiamo annunziato l’Evangelo della risurrezione in occasione dei funerali della sorella Maddalena Costabel ved. Buffa di 95 anni, e del fratello Alberto Costabel, di 86 anni.
Due persone molto anziane e
ben conosciute e apprezzate in
Angrogna. Siamo vicini, nella
speranza che viene da Cristo, a
tutti i loro cari.
Culto dei giovani
BOBBIO PELLICE — Il culto dei giovani, previsto per domenica 22 novembre, è stato rinviato a domenica 6 dicembre.
• Alle ore 20 di martedì 24
novembre avrà luogo la riunione quartierale ai Cairus.
• Sabato 21 alle ore 20, nella
Sala polivalente, avrà luogo una
cena di gruppo offerta dalla nostra Unione femminile a quanti
hanno lavorato per l’approvvigionamento della legna da ardere e ai lavori di ammodernamento della cucina della sala.
• Il periodico incontro delle
sorelle dell’Unione femminile è
stato anticipato a domenica 29
novembre.
• Domenica 29 novembre avrà
luogo il culto in francese nella
Sala unionista.
Nuovi anziani
FRALI — Domenica 8 novembre, durante l’assemblea di chiesa, sono stati eletti due nuovi
anziani: Orietta Rostan, anziano
di Ghigo, e Dario Richard, anziano di Villa. E’ inoltre stato
riconfermato per altri cinque anni Riccardo Ghigo, anziano di
Indiritti. Un vivo ringraziamento va a Mirella Tron, che lascia
il Concistoro dopo 10 anni di
impegno.
• L’Unione femminile si ritrova giovedì 19 novembre, ore 14,
al presbiterio.
Assemblea di chiesa
LUSERNA SAN GIOVANNI —
Il culto di domenica prossima
22 non si terrà nel tempio ma
nella Sala Beckv/ith con l’assemblea di chiesa convocata per
informazioni sull’Asilo valdese.
• In occasione della Domenica del predicatore locale il culto è stato presieduto dall’anziano
Dino Gardiol e la colletta, secondo le disposizioni della Tavola, è stata devoluta a questa
Unione che lavora al servizio
della chiesa.
• Al presbiterio, mercoledì 18
ha avuto inizio la serie di cinque incontri di studio biblico
su « La chiesa nel Nuovo Testamento ». Gli studi condotti dal
pastore Bellion continueranno
ogni mercoledì alle 20,30.
Domenica 22 novembre
□ INCONTRO DEI
GIOVANI
POMARETTO — Alle ore 14,30 I giovani del terzo circuito si incontrano
all’Eicolo grando; il programma dell'incontro prevede un gioco di sensibilizzazione sui problemi del Terzo Mondo
e sui rapporti Nord-Sud.
Mercoledì 25 novembre
□ STUDIO DELLA
GENESI
TORRE PELLICE — Alle 20,30, presso i locali della comunità alloggio di
via Angrogna, continua il ciclo di studio sul libro della Genesi organizzato
dal 1” circuito e condotto dal past.
Marchetti.
Sabato 28 novembre
□ SCOUT VALLI
POMARETTO — || Coordinamento
Scout-Valli si ritrova alle ore 20,30
presso l’Eicolo grando. All’odg sono
la programmazione degli incontri per
la formazione dei responsabili (animatori dei gruppi) e le possibili attività
del 1993.
Tutti coloro che sono interessati a
questo progetto sono i benvenuti!
per la stampa di
libri, giornali, riviste,
locandine e manifesti,
lavori commerciali
in genere
Coop.TIPOGRAFICA
SUBALPINA
Via Arnaud, 23 - ® 91334
10066 TORRE PELLICE (To)
5
20 novembre 1992
vita delle chiese 5
SANTA SEVERA, 29 OTTOBRE - 1® NOVEMBRE
Donne a congresso
Quattro giorni di incontro comunitario e di dibattito appassionante:
le relazioni, i gruppi di studio, le ospiti e i documenti espressi
Ancora Santa Severa; il castello tra le brume
del mare grigio battuto dal vento di novembre, tre
congressi di donne in cinque giorni densissimi. Tanto lavoro, tante discussioni, un così vario incontrarsi. Donne di ogni età e provenienza, ospiti straniere: tre irlandesi, due svizzere, una cattolica e
una protestante, una tedesca, una francese. Una distinta moglie di pastore e dirigente e una nota e
dotta teologa femminista, battiste e inglesi ambedue
che, su istigazione delle ospiti irlandesi, aprono le
danze con uno sfrenato « Gay Gordon’s », antico
ballo scozzese, a cui rispondono le napoletane con
una tarantella e le piemontesi al canto di « A Tombretta d’un bussoun». Una lotteria di interminabili.
fortunatissime vincite delle valli valdesi, nonostante
a far da Fortuna bendata, tra le proteste scherzose e
chiassose di brogli, siano coinvolti a turno i due unici maschi presenti, l’uno dei quali è l’autista del pullman calato qui, appunto, dalle Valli. Una serie di
gruppi di studio sulla teologia femminista, sulla giornata mondiale di preghiera, sul Decennio, sulle donne del Sud in rapporto a quelle del Nord, su « conoscere se stesse - i percorsi di spiritualità delle donne ». Ecco un po’ di quell’atmosfera in cui bisogna
immaginarsi di calare le interviste che qui seguono e
l’insieme dei serissimi documenti discussi, approvati
e votati, a dimostrazione che le donne sanno lavorare disciplinatamente e anche stare insieme.
Hélène Ramirez
(Movimento femminile battista)
Hélène Ramirez, di nascita svizzera, vive a Roma con
la sua famiglia. E' una bella
donna serena e pacata, dalla
folta chioma fulva e dalla
pelle chiara delle rosse. E’
stata riconfermata in questo
congresso presidente del Movimento femminile battista.
Quali sono i nodi che vi
troverete ad affrontare nei
prossimi anni?
« La nostra preoccupazione è di vedere che il nostro
movimento tende ad invecchiare: questa è una tendenza presente in tutto il mondo, perché le donne lavorano
fuori casa e quindi hanno
meno tempo di occuparsi
delle Unioni femminili locali,
e inoltre c’è anche la resistenza di una parte di quelle
che sono convinte che il movimento femminile sia superato perché hanno una concezione vecchia di quello che
è il nostro lavoro, lo vedono
come le donne che fanno le
calze, le fasce per le missioni,
ecc. Ma le Unioni, invece,
preparano le donne a servire
meglio nella chiesa, ci sono
molti esempi di donne la cui
formazione è partita da lì,
dando loro il coraggio di preparare uno studio biblico,
e poi di parlare in chiesa ».
Quali sono le attività delle
hattiste italiane?
« Abbiamo innanzitutto la
gestione del Centro di Rocca
di Papa, a 25 km da Roma.
Lì organizziamo campi per
bambini e ragazzi, per famiglie, per single, maschi e femmine, e adesso anche campi
per anziani. Inoltre come
donne promuoviamo le offerte d'amore per la .Missione battista europea, che opera in Africa e in Sud America, lavorando su richiesta dei
fratelli e delle sorelle di quei
paesi, e intervenendo con
borse di studio, attrezzature
e personale in campo sanitario, scuole teologiche.
Inoltre prepariamo una
giornata mondiale di preghiera delle donne battiste,
sorta dall'esigenza di riconci
liazione tra i popoli dopo la
seconda guerra mondiale,
che si celebra ogni anno il
secondo lunedi di novembre ».
Quali sono i modi di comunicazione tra le donne che
praticate?
« Ogni Unione ha iniziative
proprie. Abbiamo poi un bollettino, curato da Elena Girolami, che esce tre volte all’anno. Nel congresso abbiamo affrontato il tema della
"Evangelizzazione da donna
a donna”: la presidente
mondiale del dipartimento
delle donne battiste, Katherine Alien, che è una scrittrice
statunitense, ha analizzato il
fatto che ci sono luoghi nel
mondo in cui una donna non
può parlare ad un uomo, e
che in tutti i programmi per
l’evangelizzazione non si è
pensato mai a come evangelizzare la donna.
Eppure noi abbiàmo avuto storie molto belle, come
quelle delle due fondatrici
delle chiese di Ronciglione e
Ariccia. Le donne devono instaurare un rapporto di amicizia tra di loro, non si può
comunicare l’Evangelo senza
questo rapporto. Ci sono tante persone intorno a noi che
aspettano, o che sono alla ricerca della fede! ».
Ricomincia
Ricomincia,
anche se senti la stanchezza,
anche se il successo ti abbandona,
anche se un errore ti fa male,
anche se un tradimento ti ferisce,
anche se una illusione si spegne,
anche se il dolore brucia gli occhi,
anche se i tuoi sforzi vengono ignorati,
anche se l incomprensione ti mozza il sorriso,
anche se l ingratitudine è la tua ricompensa,
anche se tutto rimane nell’indifferenza,
ricomincia.
Le madri di Plaza de Majo
Buenos Aires - Argentina
(Dalla predicazione conclusiva al Congresso FDEI, di Laura Carrari).
t
Il castello di Santa Severa: la cittadina ha ospitato presso il
Villaggio della gioventù i congressi femminili.
Ribet Noffke
(Federazione femminile
valdese e metodista)
Forum delle donne all'assemmea di Basilea nel 1989.
Lidia Ribet Noffke, una
donna quarantenne energica
e decisa ma pronta al sorriso,
assessore PDS alla Cultura a
Villar Perosa, storico centro
operaio del Pinerolese, è stata eletta per la seconda volta
presidente della Federazione
femminile evangelica valdese
e metodista.
Quali sono i compiti della
FFEVM?
« Noi lavoriamo molto all’interno delle chiese, a differenza della FDEI che lavora
alLesterno. Un grosso compito è perciò quello di andare a contattare il più possibile tutte le Unioni valdesi e
i gruppi metodisti. In molte
comunità ormai uomini e
donne lavorano insieme, e
così le donne non si riuniscono più come in passato in
gruppi di cucito, di canto, a
fare studi biblici, ecc. Al tempo stesso ci sono le comunità più tradizionali che mantengono questi gruppi: è
molto importante perciò tenere i contatti tra queste diverse realtà, perché magari
dove non c’è il desiderio di
formare dei gruppi o unioni,
trovi comunque il desiderio
di stare insieme in modo più
informale ».
Ma le donne più giovani
spesso si identificano come
"quelle che fanno i bazar".
« A parte che con i bazar
nqi mandiamo alle nostre
opere molti milioni ogni anno, perché poi dovremmo
chiudere le nostre attività,
che sono sentite da molti: e
per sostituirvi che? »
In questo congresso è ritornato un discorso di scioglimento, sia per creare un
organismo nuovo BMV, sia
forse per confluire nella
FDEI. C'è stata una forte opposizione: si tratta forse di
una forma di particolarismo?
« Anche qui, rimane lo
stesso discorso: perché distruggere quello che c’è per
fare non so che cosa? Noi
siamo un’organizzazione settoriale che fa strettamente
parte della chiesa: rispondiamo al Sinodo con voce consultiva, alle Conferenze distrettuali dove abbiamo una
delegata con voce deliberativa, al Circuito e nei Consigli.
Non è che non si voglia un
organismo insieme alle battiste, ma bisognerebbe trovare
qualcosa che ci dia le stesse
possibilità. Oggi togliere l’appartenenza significherebbe
automaticamente diventare
la FDEI, che per statuto è
fuori della chiesa. Uno dei
mandati congressuali è di
studiare tutta le questione
nelle comunità, ma ci vorrà
tempo e fantasia ».
Ma come mai le donne, che
spesso sono all'avanguardia,
in questo settore sembrano
ostinarsi nella difesa dell'esistente?
« E’ una resistenza legittima, per la paura della cancellazione. Tra donne valdesi
e metodiste c’è stato un comitato di collegamento che
ha lavorato per anni, e l’integrazione quando è avvenuta
non è stata una cosa traumatica, perché i gruppi ne avevano discusso a lungo.
A livello internazionale,
oggi facciamo parte della Federazione mondiale delle
donne metodiste, e nello
stesso temno siamo collegate
e lavoriamo con le donne
presbiteriane e siamo invitate ai loro convegni all’estero ».
Tra le delegate a questo
congresso, sembra che ci
.sia un certo sbilanciamento
Nord/Sud.
« Su 60 delegate, 33 erano
delle Valli, il Sud è abbastanza rappresentato, ma purtroppo manca il centro: questo è un lavoro che dobbiamo fare. Nel Consiglio nazionale, comunque, su nove elette abbiamo due rappresentanti della Campania, una
(continua a pag. 6)
6
6 vita delle chiese
20 novembre 1992
FEDERAZIONE DONNE EVANGELICHE
Vivere recumenismo
Una valutazione del Decennio di solidarietà Grande attenzione per il tema della violenza
Il congresso apertosi a metà
mattinata di venerdì 30 ottobre
al termine dei lavori dei due
congressi denominazionali è stato dominato dai problemi di carattere più generale, anche se
non ha tralasciato gli adempimenti specifici come la modifica, anche se non sostanziale, dello statuto; l’esame della relazione morale e finanziaria del Comitato nazionale.
I messaggi di saluto dei tre
esecutivi BMV: moderatore, presidente UCEBI, vicepresidente
Comitato permanente OPCEMI
hanno auspicato il realizzarsi di
un lavoro, a tutti i livelli, sempre più unificato, che non significa uniformità, ma anzi esaltazione delle diversità.
La valutazione dei primi cinque anni del « Decennio di solidarietà... » evidenziando gli scarsi riflessi positivi ha prodotto
alcuni ordini del giorno specifici
in merito.
II congresso ha dedicato ampio spazio alla richiesta pervenuta dal Comitato internazionale
della giornata mondiale di preghiera (GMP) cioè la costituzione in tutte le nazioni di Comitati nazionali per l’organizzazione e la gestione della GMP allargati alla rappresentanza paritetica delle altre confessioni religiose cristiane ivi compresa
quella cattolica. L’ecumenismo
interdenominazionale e interconfessionale necessita anche da
parte delle donne una profonda
e capillare riflessione.
La nascita del nuovo settimanale « Riforma » deve rappresentare lo spazio nel quale ognuna
si deve sentire libera di intervenire sollecitando altre in tal senso.
Il messaggio rivolto al congresso dal presidente della FCEI,
il quale ha sottolineato l’importanza dei movimenti femminili
Lidia Ribet
Noffke
(segue da pag. 5)
della Puglia e una della Sicilia ».
Quali sono le linee direttrici che escono dal congresso?
« Non si vuole solo parlare
di noi donne: se va avanti il
discorso del Decennio di solidarietà delle chiese con le
donne, dobbiamo parlare
della situazione del rapporto uomo-donna nelle comunità e nella società e di qual
è il ruolo del credente.
Attraverso la nostra ’’Lettera circolare”, il bollettino
che esce quattro volte l’anno, curato da Maria Corbo,
cerchiamo di dare le notizie
e suscitare il dibattito e la
presa di coscienza.
’’Verso nuove realtà” era il
tema del congresso. Nuove
realtà sono il povero, lo
’’straniero”, l’extracomunitario ma sono anche i giovani,
a cui bisogna trasmettere un
messaggio che possano capire. Nuova realtà è la secolarizzazione delle nostre chiese, davanti alla quale bisogna non chiudere gli occhi.
E nuova realtà è il rapporto
ecumenico: un ecumenismo
non solo con i cattolici, ma
anche con gli evangelici ».
sia nella società che nella chiesa, ha praticamente introdotto
il dibattito relativo alla violenza
di qualsiasi tipo, il razzismo, le
realtà migratorie presenti nel
nostro paese. Il Congresso, consapevole del ruolo che le donne possono svolgere nella trasformazione delle coscienze, ha
deciso di approfondire gli studi
e l’analisi di questi fenomeni
non tralasciando l’impegno per
manifestazioni di concreta solidarietà con le vittime.
Particolarmente distensive e
allegre sono state le ore trascorse nella tarda serata di sabato
durante le quali sono state gustate specialità gastronemiche
regionali.
I messaggi delle ospiti straniere: Susanne Bronse, responsabile europea della Federazione
mondiale delle donne metodiste,
Monique Ranson, coordinatrice
delle donne della CEPPLE, tre
irlandesi della Chiesa presbiteriana e due svizzere, dì cui una
cattolica, del comitato della
Giornata mondiale di preghiera,
oltre che consentire la conoscenza del loro lavoro hanno permesso un raffronto tra il lavoro che
i gruppi e unioni svolgono in Italia e quello svolto all’estero. Monique Ranson in alcuni interventi ha sottolineato come il lavoro delle donne evangeliche italiane sia all’estero particolarmente apprezzato.
Dopo le votazioni il Comitato
nazionale è risultato composto
da: Maria Chiarelli, Adriana Gavina, Tea Tonarelli, Laura Carrari, Saida Rapini, Maria Grazia
SbafB Palazzine, Elisabetta Pagano, Claudia Qaudi, Marina Bertin.
II culto di chiusura con la predicazione di Laura Carrari è stato la conclusione perfetta a queste giornate di lavoro, ma anche
di gioia.
FDEI
Le decisioni assunte
Decennio
il Congresso della FDEI, riunito
a Santa Severa nei giorni dal 30
ottobre al 1° novembre 1992, chiede al CN di farsi portavoce presso la FCEI e presso le chiese perché promuovano o intensifichino attività e manifestazioni neH’ambito
del « decennio delle Chiese in solidarietà con le donne », giunto ormai a metà del suo percorso. E’
utile sottolineare che non è compito solo delle donne o della stessa FDEI attivarne l’organizzazione,
ma occorre una mobilitazione corale delle donne e degli uomini nelle chiese, in sintonia, per ravvivare la forza di impatto del programma del CEC.
Donne, potere, strutture
il Congresso della FDEI, riunito
a Santa Severa nei giorni dal 30
ottobre al 1° novembre 1992, nell’ambito del decennio delle chiese
in solidarietà con le donne, chiede al CN di preparare degli studi che promuovano la riflessione
sui rapporti che intercorrono fra
donne, potere e strutture all’interno delle chiese.
Criminalità
Le donne della FDEI, riunite in
congresso dal 30 ottobre al 1° novembre 1992, invitano la FCEI a
dar loro spazio nelle varie iniziative che saranno prese sul tema
della criminalità, durante la settimana sulla mafia, indetta dalla
FCEI.
Documentazione
il Congresso della FDEI, riunito
a Santa Severa nei giorni dal 30
ottobre al 1° novembre, dà mandato al CN di preparare e di inviare
a tutti i gruppi ed alle unioni una
documentazione-studio sulla GMP
per esaminare e discutere la richiesta, pervenuta dal comitato internazionale della GMP, di costituire un comitato nazionale per la
gestione della GMP allargato ad altre denominazioni e confessioni cristiane. Il CN FDEI terrà informati
i gruppi e le unioni sulle osservazioni e le risposte pervenute e,
nel prossimo congresso, l’argomento sarà riproposto nell’ordine
dei lavori.
Premio Nobel
Le donne della FDEI, riunite in
congresso, esprimono alla sorella
Rigoberta Menchù la gioia per il
riconoscimento ricevuto con l'assegnazione del Premio Nobel per la
pace, le fanno giungere il sostegno per il lavoro svolto e che continuerà a svolgere al fine di far
prendere coscienza che l’emarginazione è sempre un problema pressante e che è necessario intervenire affinché tutte le società imparino a rispettare le diversità.
Ex Jugoslavia
Le donne della FDEI, riunite in
Congresso, preoccupate per il perdurare nella vicina ex Jugoslavia
del sanguinoso conflitto mentre esprimono solidarietà nei confronti
di tutte le vittime, invitano tutte
le UG a continuare a mostrare la
propria compartecipazione, in tutte le forme possibili, non tralasciando la preghiera di intercessione, per il più rapido raggiungimento della pace.
« Telefono rosa »
il Congresso della FDEI, riunito
a Santa Severa nei giorni dal 30
ottobre al 1° novembre 1992, chiede che il CN prenda contatto con
l’organizzazione « Telefono rosa »,
che si occupa della tutela giuridica della donna.
Commissione BMV
il Congresso della FDEI, riunito
a Santa Severa nei giorni dal 30
ottobre al 1° novembre 1992, chiede agli organi competenti che la
Commissione comunità donne e
uomini nella chiesa (decennio), sia
trasformata in breve tempo in BMV.
Chiede inoltre che detta Commissione si faccia carico di promuovere degli studi su lavoro - non lavoro, sulla trasformazione dei ritmi di vita e su un ripensamento
critico della famiglia e includa al
-suo interno una rappresentante della FDEI.
Migranti e razzismo
il Congresso della FDEI, riunito
a Santa Severa nei giorni dal 30
ottobre al 1° novembre 1992, chiede al CN che la scelta dei temi
per gli studi dei prossimi anni su
argomenti di rilevanza sociale sia
rivolta particolarmente al problema
dei migranti e al fenomeno delle
leghe e del razzismo. Chiede, inoltre, che gli studi orientati sulla
riflessione di carattere teologico
riguardino il modo di fare ecumenismo oggi anche in rapporto alle nuove realtà religiose presenti
in Italia, e riprendano il tema dell’integrità del creato con le sue
implicazioni teologiche e sociali.
Solidarietà
Le donne della FDEI, riunite in
congresso dal 30 ottobre al 1° novembre, esprimono la loro profonda solidarietà alle donne dei paesi particoiarmente colpiti dalle violenze mafiose di qualsiasi tipo, e
stanno loro vicine con la preghiera affinché questo tragico fenomeno possa risolversi.
Nello stesso tempo si rivolgono
alle donne madri, mogli, figlie,
sorelle di appartenenti ai clan mafiosi perché considerino le grandi
sofferenze delle altre donne vittime della stessa violenza.
Adriana Pagnotti Gavina (FDEI)
Adriana Pagnotti Gavina,
pastora a Roma, teologa e psicoioga, segretaria del dipartimento di evangelizzazione
donne evangeliche italiane
dell’LFnione battista, ha dato un grosso impulso « femminista » alla Federazione
donne evangeliche italiane
ÌFDEI), di cui è stata presidente dall’88. E’ una donna
al tempo stesso pensosa e dinamica, forte e riflessiva, disposta all’ascolto
Ouesto è stato un congresso molto vivace, con polemiche accese soprattutto su tre
temi: l’ecumenismo, il rapporto con le singole organizzazioni femminili delle denominazioni, e il Decennio di
solidarietà delle chiese con le
donne, giunto ora a metà
percorso. Vediamone uno alla volta.
« Il tema dell’ecumenismo
si è incentrato sulla discussione riguardante l’organizzazione della ’’Giornata mondiale di preghiera”. All’estero i comitati che organizzano questa giornata sono veramente ecumenici, con gli
ortodossi e i cattolici: in Italia non possiamo esimerci
dall’affrontare l’argomento,
anche se in tempi più lunghi,
ma bisogna arrivare ad aprirsi a un comitato di organizzazione nazionale, in cui
vi sia una rappresentante
per ogni denominazione evangelica, allargando il campo a tutte le protestanti italiane e anche ad una rappresentante delle cattoliche.
La mia opinione è che potrebbe essere una del GIF,
che è l’unica organizzazione
di laiche cattoliche per compiti e struttura simile alla
nostra ».
Ma l'ohiezione è stata che,
data la disparità di forze tra
cattolicesimo e protestante.simo peculiare della situazione italiana, il rischio è di una
”cattolicizzazione” di fatto
della Giornata di preghiera.
« Possiamo prendere le
mosse daH’esperienza del
’’Forum ecumenico delle
donne cristiane europee”: lì
c’è una presenza paritaria di
protestanti, cattoliche, ortodosse. E come protestanti
italiane non è che ci siamo
fatte assorbire, abbiamo fatto le nostre battaglie e ci siamo fatte rispettare!».
Veniamo al secondo punto
di dibattito: il ruolo della
FDEI in rapporto alle organizzazioni denominazionali
femminili. Forse non sono
chiari i ruoli e le identità reciproche, c'è sovrapposizione
di competenze.
« La FDEI è un organo
eminentemente politico di
rappresentanza, che tiene
aperte le finestre sul mondo:
i nostri studi sono i più avanzati, e siamo presenti come
donne evangeliche negli organismi rappresentativi come la Gonsulta, insieme ad
altri movimenti e associazioni delle donne laiche, cattoliche, dei partiti e dei sindacati. Gon loro dialoghiamo, ad
esempio, sulle proposte di
legge che riguardano le donne, come quella contro la
violenza sessuale ».
Insomma, voi avreste il
ruolo tra le evangeliche che
ha l'UDI per le donne laiche
progressiste. ■
« In qualche modo sì, ed è
anche per questo che bisogna curare l’allargamento alle donne di tutto l’evangelismo italiano ».
Mentre le donne delle varie denominazioni hanno un
ruolo che assomiglia di più
a quello delle Commissioni
femminili dei partiti, più interno, anzi strettamente connaturato, espressione diretta
delle chiese.
ricchezza enorme. Non è che
le donne non sanno parlare;
non sanno parlare questo linguaggio. Perciò noi chiediamo anche agli uomini nelle
chiese di cambiare la loro
mentalità ».
Piera Egidi
« Bisogna però essere più
chiare e andare in questa direzione. Il nostro statuto
mantiene ancora delle ambiguità: puoi appartenere alla
FDEI o come singola o come
unione o gruppo. Ma questo
congresso ha mostrato chiaramente che alla FDEI non è
in vista uno scioglimento,
anzi, che essa deve avere
sempre di più questo rapporto politico con l’insieme della società ».
E per quanto riguarda il
Decennio?
« Noi chiediamo alle chiese di avere l’iniziativa, e non
delegarla alla FDEI. Le chiese devono cominciare a riconoscere la dignità del lavoro
tra le donne, riconoscendo
che il tempo e le energie
spese per il lavoro tra le donne sono tempo ed energie
date alle chiese, non un lavoro né parallelo né laterale,
ma fondante. Le chiese devono incominciare inoltre a
cambiare mentalità.
Adesso infatti i tempi e i
modi del lavoro ecclesiastico
sono strutturati sul ritmo
della vita maschile, sul modello del pastore maschio
con la moglie a casa. Le donne non è che non hanno le
energie, ma quando si inseriscono negli incarichi a tutti
i livelli trovano impossibili
questi ritmi di vita. Gosì sono a disagio, o devono lasciare, e le chiese perdono una
7
20 novembre 1992
vita delle chiese "7
IL CONGRESSO DELLE DONNE VALDESI E METODISTE
Insieme per nuove realtà
La gioia deH’incontro fraterno, l’apertura comune e le sessioni denominazionali - L’attualità sociale approfondita dall’assise FDEI
Non è facile sintetizzare il
lavoro svolto in un congresso, riuscire a trasmettere attraverso la parola scritta
l’atmosfera vissuta.
L’arrivo è sempre il momento più significativo; ci si
rivede dopo poco o molto
tempo e l’incontro anche con
quelle che si vedono per la
prima volta è sempre motivo
di gioia; la concomitanza del
congresso del Movimento
femminile evangelico battista nonché la convocazione,
in coda ai due congressi denominazionali, del congresso
della Federazione donne evangeliche italiane accresce
questa gioia.
Sorelle che arrivano da posti diversi dell’Italia ed alcune anche dall’estero, Irlanda, Francia, Germania e Svizzera, per stare insieme, perverificare il lavoro svolto e
programmare quello futuro
delle loro strutture.
L’inizio unitario, a cura
delle tre presidenti, ed il
motto comune « Donne in
cammino fiduciose nella promessa - Insieme per nuove
realtà », unitamente ai momenti cultuali mattutini e serali in comune, affidati ad alcuni gruppi locali (Torino,
Angrogna, Napoli, Varese),
sono stati un segno che anche per le donne l’Assemblea/Sinodo 1990 è stata la
tappa di un cammino che deve proseguire.
I lavori specifici del congresso FFEVM hanno spaziato sui temi presenti nella relazione del Consiglio nazionale e su esigenze emerse da alcuni interventi come l’informazione più capillare attraverso le circolari delle comunità, il giornale nazionale e
la lettera circolare. Ovviamente sono stadi differenziati di informazione, ma che
devono essere colti e sviluppati dalle donne.
Le discussioni su temi di
impegno individuale e collettivo peT- problematiche riguardanti sia la società italiana (malasocietà, xenofobismo, migranti ecc.) sia la comunità di appartenenza (decennio di solidarietà, giornata mondiale di preghiera
ecc.) vengono dibattuti ma,
ritenendoli giustamente comuni a tutte, rimandati per
le decisioni finali al Congresso FDEI.
II dibattito riguardante
un’eventuale ristrutturazione delle attuali organizzazioni nazionali ha prodotto la
richiesta al Consiglio nazionale di promuovere una specifica riflessione nei gruppi
e unioni locali i cui risultati
dovranno essere riferiti al
Consiglio stesso e oggetto di
discussione plenaria nel
prossimo congresso.
Le finanze sono la nota dolente di tutte le assise; la loro esiguità condiziona il lavoro sia all’interno che all’esterno: una razionalizzazione interdenominazionale potrebbe consentire una più
ampia partecipazione con costi più contenuti.
Le unioni e gruppi dovrebbero tener presente che sempre più qualsiasi attività richiede, oltre aU’indispensabile sostegno dello Spirito
Santo, la disponibilità personale e una adeguata partecipazione finanziaria.
La nuova tappa da raggiungere è il prossimo congresso e la strada può sembrare lunga e faticosa ma auguriamo alle sorelle chiamate a far parte del Consiglio
nazionale di percorrerla con
10 sguardo fisso nel Signore
che è davanti a loro ed a noi
per indicarcela e per fornirci, attraverso la sua Parola,
11 sostentamento necessario.
MOVIMENTO FEMMINILE BATTISTA
e fede
Già nella definizione « Movimento femminile... » si individua lo spirito che anima
queste sorelle battiste; dinamismo, ma non un dinamismo fine a se stesso bensì
un dinamismo che porti ad
una testimonianza di fede.
Il punto focale, a mio parere, di questo congresso che
ho seguito a sprazzi è stata
la riflessione in gruppi di
quella che può essere una testimonianza di fede da donna a donna. L’argomento è
stato proposto alle donne
dell’Alleanza mondiale battista ed è stato accolto con entusiasmo dalle partecipanti.
L’approccio tra persone dello stesso sesso è più facile,
c’è un linguaggio di base comune. L’esempio di donne
molto semplici che, senza
grandi discorsi, sono riuscite
a fondare comunità è una
spinta propulsiva per tutte,
anche per quelle che ancora
oggi non hanno il coraggio di
parlare in pubblico. I gruppi
hanno individuato .alcune
forme attuali di approccio, le
congressiste si sono ripromesse di riportarle nei gruppi locali per un’attuazione
individuale e comunitaria.
Il congresso si è occupato
dello Statuto del Centro di
Rocca di Papa, la cui gestione è di competenza del Movimento femminile battista.
Santa Severa: il canto comunitario. Il servizio fotografico
è stato curato da Claudia Claudi.
Anche al congresso femminile battista alcune problematiche di carattere più generale sono state rinviate al
dibattito in sede FDEI; è da
sottolineare però la richiesta
avanzata, nell’ambito del decennio, di gestire la prossima assemblea straordinaria
deH’Unione delle chiese battiste.
Il Comitato nazionale viene riconfermato nelle persone di Hélène Ramírez, presidente; Mercedes Campennì
vicepresidente; A. Catalano
cassiera.
A loro come a tutti i gruppi locali auguriamo di poter
essere ambasciatrici di Cristo, missionarie di Dio nella
fedeltà, nell'ubbidienza e nell’amore.
Maggiore
visibilità
In occasione del 5° anno del « Decennio delle chiese In solidarietà con
le donne » e In vista di un'attuazione
concreta dell’Impegno delle chiese per
una maggiore visibilità e presenza delle donne anche a livello decisionale
e gestionale l'Assemblea nazionale del
Movimento femminile battista, riunita
a S. Severa II 29-30 ottobre 1992, chiede al Comitato esecutivo di affidare
al MFEB la gestione del lavori della
prossima assemblea straordinaria dell’UCEBI nel 1993.
FEDERAZIONE VALDESE E METODISTA
Gli ordini del giorno
Il seggio della FFEVM.
Rapporti con l’estero
Il Congresso FFEVM, riunito a
S. Severa ii 29-30 ottobre 1992,
preso atto deila necessità di proseguire ed intensificare i rapporti con
l'estero, chiede al Consiglio nazionale di continuare su questa strada individuando tutti i possibili canali di finanziamento ivi compresa l’eventuale richiesta di contributi specifici da parte delle chiese.
Approfondimento
Il Congresso FFEVM, riunito a
S. Severa il 29-30 ottobre 1992,
ritenendo necessario esaminare
nuovamente la validità e la necessità delle strutture femminili a livello nazionale, così come sono
attualmente, dà mandato al Consiglio nazionale di promuovere, sulla base degli interventi avuti in
congresso, un approfondito esame,
in seno ai gruppi ed unioni locali,
della problematica in modo da poter affrontare l'argomento al prossimo congresso al fine di arrivare
a possibili soluzioni meditate.
Organizzazione
Il Congresso FFEVM, riunito a
S. Severa il 29-30 ottobre 1992,
dopo ampia discussione sui ruoli
delle Federazioni denominazionali e
della FDEI, chiede al Consiglio nazionale di inviare ai Gruppi ed
Unioni locali la proposta già presentata al Congresso di Vasto
1988: « Si propone che la FDEI diventi un’organizzazione tetto, uno
strumento dì collegamento dì tutti
i movimenti femminili evangelici
(non solo valdese, metodista e
battista) nonché dei gruppi di donne esistenti (Cassiopea e Sophìa),
delle commissioni ad hoc (come
quella valdese-metodista « Per il
decennio di solidarietà delle chiese con le donne »). Nel comitato
dovrebbero sedere le rappresentanti dei rispettivi movimenti, gruppi,
commissioni. In questo modo si
eviterebbero scollamenti, disinformazione, dispersione di forze; il
filo diretto con le diverse realtà
verrebbe mantenuto. Persisterebbero così (per chi lo voglia) gli stret
ti legami con le chiese, ai cui or
ganìsmi i movimenti denominazionalì rispondono » perché venga analizzata prima del prossimo congresso.
Si chiede inoltre che la proposta venga inviata per conoscenza
alle organizzazioni citate.
Contributi delle donne
Il Congresso FFEVM, riunito a
S. Severa il 29-30 ottobre 1992,
incoraggia le donne o gruppi di
donne a scrivere sulla stampa evangelica nazionale — in particolare «Riforma» e «l'Eco delle valli » — i loro punti di vista e le
loro proposte su vari argomenti
secondo gli scopi del Decennio ecumenico di solidarietà delle chiese con le donne; « Affermare il
contributo decisivo dato dalle donne nelle chiese e nella società »;
— raccomanda alle redazioni di
tener conto e rendere visibili i pensieri e gli impegni delle donne nella lotta per la giustizia, la pace
e la salvaguardia del creato;
— in concomitanza con il passaggio da L'Eco-Luce a Riforma,
raccomanda di favorire la presenza di una donna sensibile alle problematiche femminili nel lavoro
settimanale della redazione ristret
ta.
Ratìfica
Il Congresso FFEVM, riunito a
S. Severa il 29-30 ottobre 1992,
delibera, a maggioranza dei due
terzi delle votanti, la modifica dell'art. 7 dello Statuto riducendo il
numero delle sue componenti da
9 a 7 e l'invia al Sinodo per la
relativa approvazione.
Il nuovo Comitato
li Congresso FFEVM, riunito a
S. Severa il 29-30 ottobre 1992,
elegge a scrutinio segreto il Comitato nazionale. Risultano elette:
Lidia Rìbet, Rosa Brusca, Angela
Mastrototaro, Wanda Rutigliano,
Maria Corbo, Elsa Antonelli, Irma
Nitti, Edvige Schmidt, Anita Braschi.
Le tre presidenti (Lidia Ribet Noffke, Adriana Pagnotti Cavina,
Hélène Ramirez) durante il culto di apertura.
8
8 ecumenismo
20 novembre 1992
SEMINARIO DI STUDIO A MONTEFORTE
Il Villaggio
evangelico di
Monteforte
Ir pino.
Napoli, uno specchio
della realtà europea
Un punto d’osservazione su come vive il settore meridionale del nostro continente - La pericolosa caduta della tensione solidaristica
Presso il Centro incontri del
Villaggio evangelico di Mcnteforte Irpino (AV) si è svolto, dal
26 ottobre al 6 novembre, un
seminario di studio organizzato
dall’ECG sul tema: « Napoli: uno
specchio per l’Europa ». Il seminario è stato organizzato e coordinato da Tony Addy, Herman
Izerrnan, Ingrid Boms-Scharf e
da Mimmo Guaragna.
Di seguito riportiamo l’intervista concessaci da Tony Addy, di
Manchester, pastore della Chiesa riformata unita e segretario
dell’ECG: è stata sua l’idea di
organizzare proprio qui a Monteforte questo seminario di studio avendo avuto modo e occasione di conoscere la realtà napoletana durante un convegno
svoltosi presso il nostro Centro
circa due anni fa.
— Come può essere sintetizzato U bilancio di queste due settimane di lavoro?
— Abbiamo deciso di venire a
Napoli perché, all’interno della
CEE, tendiamo a vedere le cose attraverso gli occhi dei paesi del Nord Europa. Ma l’Europa non comprende soltanto il
Nord-Ovest, e abbiamo pensato
che Napoli potesse essere uno
specchio dove riflettere il proprio impegno per chi vive nel
Nord e nell’Est. Un partecipante mi ha detto che, dopo aver
ricevuto il programma, pensava che il seminario fosse una
forma di turismo, ma in seguito ha scoperto che sono state
le sue due settimane più dure.
Ciò signiflca che si è dovuto misurare profondamente con la
realtà di Napoli.
Sono soddisfatto di questo seminario perché ha costretto i
partecipanti a riflettere sulla loro posizione sia nella chiesa che
nella società, a rivedere il concetto di Europa e le loro ipotesi di lavoro.
Abbiamo evitato di discutere
dell’Europa in astratto, non ci
siamo riportati alle lotte dei napoletani soltanto in termini teorici, ma abbiamo fatto i conti con
il nostro vissuto e con le nostre emozioni. Ci vorrà del tempo per valutare i risultati di queste due settimane di intenso lavoro!
— In questi giorni avete visitato il centro storico di Napoli,
avete incontrato consiglieri comunali, sindacalisti, operai, gente comune. Qual è adesso la sua
opinione su Napoli?
— Mentre camminavo per le
strade di Napoli, osservandola
con gli occhi di im nordeuropeo,
nù sembrava una città dell’America Latina. Ma riflettendo sono
arrivato alla conclusione che Napoli è una città europea, per
quanto situata ai confini.
Qui si ritrovano gli stessi problemi delle periferie delle città
del Nord: per esempio, i cantieri navali chiusi, la crisi delle
grandi fabbriche siderurgiche ed
automobilistiche...
— Il gruppo ha passato una
serata al Simun, un centro culturale di immigrati, che idea si
è fatto deU’immigrazione a Napoli?
—- Penso che ci siano delle differenze rispetto al resto dell’Europa; una è che in molti altri
paesi i flussi migratori provengono dalle ex colonie.
Poiché Napoli si trova alla periferia dell’Europa, chi arriva
dall’Africa pensa di poter continuare verso il Nord, ma si trova intrappolato e condannato a
rimanere senza un permesso di
soggiorno. Anche in altre città
dell’Europa è possibile imbattersi in immigrati clandestini, ma
almeno costoro credono di aver
trovato una sistemazione più
stabile. Comimque in ogni parte
d’Europa gli immigrati subiscono forme di oppressione e di
sfruttamento.
— Nel corso del seminario avete affrontato il problema della camorra. Con quali risultati?
— Abbiamo avuto molte discussioni sull’incidenza della
camorra.
Quando facevamo delle domande alla gente ci rispondevano che dovevamo tener conto
della camorra.
Lo storico Guido D’Agostino,
però, ci ha presentato un’analisi dell’economia e della politica
di Napoli: è emerso che il termine « camorra » può essere
fuorviente, mentre bisogna distinguere i vari fenomeni che
sono la « criminalità economica », il « clientelismo politico »,
la « microcriminalità », il « traffico della droga »... Anche se in
modo diverso, queste cose seno
presenti anche nelle altre città
europee.
Grazie al prof. D’Agostino, ci
è stato possibile capire le radici
storiche che fanno di Napoli una
città particolare a causa delle
dominazioni straniere succedutesi nei secoli e di come il rapporto tra Nord e Sud d’Italia è
stato costruito su una forma di
colonizzazione interna.
— Che impressioni avete avuto degli incontri con gU operai
e con i sindacalisti?
— Siamo stati in grado di" collegare la tesi sulla colonizzazione di cui ci ha informato il prof
D’Agostino, con alcuni dei problemi affrontati dalle organizzazioni sindacali; per esempio, di
come cercano di opporsi alle
chiusure delle fabbriche, e di come riproporre alcune strategie
per il futuro.
I partecipanti al seminario
hanno individuato molte analogie con le organizzazioni sindacali dei loro paesi. In primo luogo, la caduta di una tensione
solidaristica dovuta all’unificazione dei mercati, al relativo incremento della concorrenza e alla deregulation. In secondo luogo, a causa della disoccupazione,
in conseguenza delle ristrutturazioni, per i sindacati è ora molto più diffìcile rimanere in contatto con la base e organizzare
i lavoratori in queste nuove situazioni. Forse anche noi dobbiamo individuare nuove forme
di organizzazione.
— Come si rapporta l’ECG alle crisi dell’Est?
— Penso che venire a Napoli
è stato molto utile per capire
la posizione delle chiese nei paesi dell’Est; là le chiese protestanti sono una minoranza e perciò si trovano in una situazione
simile a quella delle chiese protestanti del Portogallo dopo la
dittatura.
Secondo me non deve essere
dispersa l’esperienza acquisita
durante gli anni del « socialismo
reale ».
Purtroppo c’è la tendenza di
cercare di costruire l’impegno
della chiesa nella società nelle
forme precedenti alla seconda
guerra mondiale. Ciò signiflca
che alle chiese minoritarie viene
chiesto da parte dello stato di
farsi carico dell’assistenza sociale, dell’educazione religiosa nelle scuole, di garantire la presenza di cappellani negli ospedali e
nell esercito. Questo è un ritorno alle posizioni tradizionali della chiesa nella società.
Domenica 1° novembre siete stati ospiti della Chiesa battista di Pozzuoli partecipando al
culto e all’agape.
— In questa comunità abbiamo incontrato un piccolo gruppo di protestanti che avevano
chiaramente unito la loro fede
alla volontà di organizzare lotte
per migliori condizioni di vita
insieme agli abitanti del quartiere. Questo modello di organizzazione per il cambiamento non
significa venir meno nell’aiuto
pratico alle persone bisognose,
ma il rapporto si crea in condizioni di pari dignità dovute proprio al lottare insieme e condividere le stesse esperienze. Abbiamo verificato che in questa
situazione esiste una collaborazione tra cattolici e protestanti.
Questa esperienza offre una riflessione alle chiese minoritarie
della Cecoslovacchia rispetto ad
un modello diverso di rapportarsi alla gente: l’attività non si
concentra su programmi e strutture istituzionalizzati nell’ambito della chiesa ma si sviluppa
in un impegno di solidarietà insieme alla gente per raggiungere
obiettivi comuni.
— Pensa di organizzare un altro incontro nel Centro di Monteforte?
— Una delle ragioni della nostra scelta di Monteforte è dovuta al fatto che conoscevamo il
Centro dalla conferenza dell’ECG
del 1990.
Sapevamo già che avremmo
trovato nello staff persone che
condividono le nostre stesse
idee. Perciò non abbiamo trovato soltanto una calda accoglienza ma anche un luogo dove è
possibile confrontarsi con lo
staff sulle varie tematiche.
Nell’ECG stiamo prestando
particolare attenzione ai problemi del Sud Europa dopo rincontro tenuto a Setubal in Portogallo lo scorso anno. Questo impegno però è stato determinato
dalla riflessione teorica che abbiamo avuto proprio a Monteforte due anni fa, dove il tema
era l’irnpatto dell’uniflcazione eeconomica sui gruppi e sulle regioni marginali.
Ora si tratta di continuare su
questa strada, mantenendo stretti rapporti col Centro di Monteforte.
Mimmo Guaragna
Francesca Diafèria
SCHEDA
European Contact Group
L’ECG (European Contact Group
on Urban Industriai Missioni riunisce gruppi, movimenti e organizzazioni, collegati alle chiese che vivono le problematiche delle condizioni lavorative e sociali, sia nelle realtà urbane che periferiche.
I- ECG collabora con organizzazioni
ecumeniche sia in Europa che negli aitri continenti e con il Consiglio ecumenico delle chiese.
L’ECG collega gruppi di base di
lavoratori al fine di sviluppare contatti e attività a livello internazionale. Organizza seminari e corsi di
formazione e sviluppa analisi e riflessioni teologiche. Le iniziative di
base che più interessano l’ECG
coinvolgono disoccupati, precari,
senzatetto ed emarginati. E’ inol
tre prioritario l’iimpegno a favore
delle donne e degli immigrati.
Le sedi di decisioni politiche e
relazioni economiche impongono
sempre più un collegamento internazionale (basti pensare al ruolo
delle compagnie multinazionali e
alla centralizzazione delle politiche
agricole). Ma alla mobilità dei capitali e all'unificazione dei mercati non corrispondono una adeguata
produzione legislativa e condizioni
di vita e di lavoro omogenee. Inoltre i rapidi e profondi cambiamenti dell'Europa dell’Est impongono alI ECG una nuova ed impegnativa
sfida, in quanto non si tratta di
intervenire soltanto in queste realtà, bensì di modificare una consolidata idea dell’Europa ormai obsoleta.
Echi dal mondo
cristiano
Una guerra
« santa e giusta »
BELGRADO — Il patriarca ortodosso serbo, Pavle, in visita ad
Atene, ha parlato di una « guerra santa e giusta » dell’ortodossia serba per impedire che « Roma e l’Islam si dividano il sudest dell’Europa a spese dell’ortodossia ». Secondo il patriarca,
i combattenti serbi non difendono soltanto la loro patria storica che « ingloba vasti territori
in Croazia e in Bosnia-Erzegovina », ma prima di tutto « la
vera fede e il vero cristianesimo contro l’avanzata del papismo, dell’Islam e dei settari evangelici ». Secondo il patriarca
tali dichiarazioni non sono in
contraddizione con gli accordi di
Ginevra nei quali, secondo lui,
solo i crimini di guerra sono stati condannati.
Cessare ogni
« pulizia etnica »
GINEVRA — La sezione svizzera dell’ACAT (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura) si rallegra della decisione
del Consiglio di sicurezza delTONU di creare una commissione d’inchiesta sui crimini di
guerra compiuti nell’ex Jugoslavia.
L’ACAT chiede insistentemente a tutte le parti in conflitto
di smettere ogni pratica di « pulizia etnica » nonché le violazioni dei diritti umani nei confronti della popolazione civile nei
campi di detenzione. La liberazione dei prigionieri deve proseguire, sottolinea l’ACAT che
chiama i combattenti a smilitarizzare Sarajevo onde permettere i rifornimenti alla popolazione prima dell’inverno. Infine
rACAT spera che la Svizzera e
gli altri paesi europei accoglieranno generosamente, almeno
provvisoriamente, i profughi e i
prigionieri liberati.
(SPP)
Delegazione ACAT
neH’ex-jugoslavia
GINEVRA — Una delegazione
di tre membri delTACAT (Azione dei cristiani per l’abolizione
della tortura), composta da André Jacques (presidente, protestante), Jean Le Berre (vicepresidente, cattolico) e Cyrille Argenti (vicepresidente, ortodosso), si è recata dal 27 ottobre
al 2 novembre a Belgrado e a
Zagabria per incontrare le autorità religiose dei due paesi e
per trasmettere loro le testimonianze delle 35.000 persone, mem
bri e amici dell’ACAT in Francia, Belgio, Svizzera, Italia, Spagna, Canada, Marocco e Costa
d’Avorio, che hanno partecipato
all’operazione « Lettera ai responsabili delle chiese dell’ex
Jugoslavia ».
La delegazione ha incontrato
il patriarca Pavle di Serbia, il
cardinale Kuharich di Zagabria,
il grande muftì Selimoski, il
presidente delle comunità musulmane della Croazia, Omer Baçic Zserko, il presidente della
Federazione delle Comunità ebraiche, dott. Kadelburg, e il
vescovo Beredi della Chiesa luterana slovacca.
I due film sulla
famiglia Troemé
PARIGI — Il film « Moi Sarah je m’appelle Marie » (Io Sara mi chiamo Maria), che verrà girato all’inizio del prossimo
anno a Le Chambon-sur-Lignon,
sarà un limgometraggio per la
televisione francese e verrà trasmesso nell’orario serale di maggior ascolto. Non sarà la replica
del film di Pierre Sauvage, « Lies
armes de l’esprit », uscito due
anni orsono e che rievocava la
stessa vicenda, cioè l’azione dei
coniugi Troemé e della comunità protestante di quel villaggio
della Haute-Loire a favore degli
ebrei dal 1940 al 1944. L’obiettivo di questo telefilm, che sarà
interpretato da attori professionisti (Robert Hossein e MarieJosé Nat) è di raggiungere
un ampio pubblico e di rendere nota una pagina significativa
della storia protestante francese, specie in questo tempo di ri
II budget del film è di 20 milioni di franchi (5 miliardi di
lire). Per coprirlo, è stata creata l’associazione « Moi Sarah je
m’appelle Marie » (21 quai André-Citroën, 75015 Paris), la quale raccoglie le sottoscrizioni e
risponde ad ogni richiesta di informazione sul film in preparazione. Restano da coprire 2 milioni (500 milioni di lire).
A Roger Schutz
il premio «Schumann»
STRASBURGO — La giuria europea del premio Robert Schuman ha conferito il premio ’92
a Roger Schutz di Taizé, con la
seguente motivazione: « Al fondatore della comunità di Taizé,
la quale è diventata un modello per la riconciliazione e la pace per i giovani di tutto il mondo... Il vincitore testimonia di
una grande fiducia nell’avvenire
di un’Europa unita e così cammina sulla via tracciata da Robert Schuman ».
9
20 novembre 1992
E Eco Delle '^àlli ¥vldesi
TAVOLA ROTONDA A PEROSA ARGENTINA
Le lingue della valle
In breve
ili il " Semaine du français » si è conclusa con un argomento coinvol
f gente per tutti: il patrimonio linguistico è rivolto anche al futuro
massoni?
E così abbiamo saputo che alcuni influenti membri delle nostre chiese sono iscritti alla
massoneria. Personalmente sono
Sempre stato contrario alle « demonizzazioni », e credo che anche in questo caso dobbiamo
assolutamente evitare ogni tipo
di « caccia all’untore ». Pure, in
me, qualche interrogativo questa notizia lo suscita.
Non dubito che a livello storico la massoneria abbia svolto in
Italia un ruolo importante e probabilmente, per quel che se ne
sa, anche positivo: penso al Risorgimento e ai primi decenni
dopo l'Vnità, quando la massoneria ha giocato un ruolo importante contro il clericalismo che
allora era il grande ostacolo alla
nascita e allo sviluppo dello stato italiano.
Ma oggi — a meno che uno
non ami particolarmente le cerimonie e i giuramenti segreti, e
indossare grembiuli ricamati e
circondarsi di simboli più o meno esoterici — che senso ha
iscriversi ad una loggia massonica quando vi sono a disposizione partiti, movimenti e associazioni di ogni tipo nei quali
è possibile imoegnarsi per il bene degli uomini e della società
in piena trasparenza?
E' proprio dall’incapacità di
rispondere a questo interrogativo che nasce in molti, credo,
un senso di diffidenza verso questa associazione non più segreta certo, ma sicuramente molto
« riservata ». E viene da domandarsi se questo ritrovarsi e operare nella penombra non nasconda una ricerca del potere politico, economico, sociale da gestire
poi in modo occulto... Insamma,
una sorta di Opus Dei, con la
differenza che, mentre almeno
dell’Opus Dei si sa che è un’arma di penetrazione e di dominio nella società della gerarchia
cattolica, della massoneria non
si sa neanche questo...
Se guardo indietro alla storia
della nostra Chiesa valdese, penso a quei valdesi medievali che
avevano posto al centro della loro spiritualità il Sermone sul
monte e, in particolare, il « Non
giurate affatto » di Matteo 5:34
nel nome della trasparenza del
« Sì, sì; no, no » che deve caratterizzare la vita del discepolo di
Gesù. E penso anche alla lotta
di Calvino contro il nicodemismo
(cioè contro l’atteggiamento di
quei credenti che per paura delle
persecuzioni mascheravano la
loro fede evangelica prendendo
parte ai riti della Chiesa cattolica): anche qui, non era forse
questa lotta motivata dalla necessità che il credente vivesse
la sua testimonianza di fede alla
luce del sole?
E infine, poiché per noi la sola
cosa che in definitiva conia, anche ben più della storia della
chiesa, è la Parola di Dio, ricordo un’altra parola di Gesù, sempre nel Sermone sul monte:
« Voi siete la luce del mondo...
risplenda la vostra luce dtivanti
agli uomini, affinché vedano le
vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli »
(Matteo 5: 14-16).
Certo, nessuno di noi anche
non massoni vive pienamente
questa parola, tutti abbiamo le
nostre ombre e la nostra oscurità, ma chi sceglie deliberatamente di avvolgere di segreto una
parte importante della propria
esistenza e del proprio impegno
nella società, può poi sentirsi
realmente a proprio agio dinanzi a questa parola del Signore?
Ruggero Marchetti
L’idea di una « settimana del francese » è nata due anni fa in
vai Pellice, su proposta del^ Centro culturale valdese; Franco Calvetti, che ne è stato uno dei promotori, ha pensato di riproporre la
stessa manifestazione, l’anno scorso, nelle valli Chisone e Germanasca.
Forte della passata esperienza, un gruppo di lavoro composto
da direttori didattici e presidi, da insegnanti elementari e medi,
coordinato dall’ufficio Cultura della Comunità montana nella persona di Marina Gardiol, ha organizzato le attività. Con la collaborazione dell’Assemblea Teatro di Torino e dell’associazione «Alidada»
e stato possibile avere uno spettacolo teatrale per bambini, un «recital » e un film in lingua originale. Per la prima volta si sono proposte delle serate « gastronomiche », riuscendo a coinvolgere le
aziende agrituristiche delle valli.
Gli alunni delle scuole elementari e medie, in prima persona,
hanno allestito una mostra dei loro lavori, intitolata «lei on parie
français ». I lavori, molto interessanti e significativi, rispecchiavano
l impegno di studenti ed insegnanti. Purtroppo i genitori sono stati
i grandi assenti di questa manifestazione: visitare la mostra, comprare un libro _ in francese sono impegni che esulano dalle riormali
attività^ quotidiane. Uno strano disinteresse, proprio quest’anno che
vede I introduzione « ufficiale » della seconda lingua nei programmi
della scuola elementare.
« Per costruire il cittadino europeo bisogna partire dalle lingue
ha affermato Erminio Ribet nel suo discorso di apertura alla
tavola rotonda sulle lingue delle nostre valli». E la «Semaine» è
un tentativo di avvicinare lingue e culture (seppure simili, e con
caratteristiche comuni), assai diverse. Queste manifestazioni rappresentano dunque un’apertura verso l’Europa, un invito a conoscersi meglio e a collaborare per la formazione di un mondo più
sereno e meno travagliato.
Paola Revel
Giunta alla seconda edizione
nelle valli Chisone e Germanasca, la Semaine du français ha
avuto il classico appuntamento
con la tavola rotonda di martedì
10 novembre, ma l’argomento
deH’incontro; Le lingue della nostra valle, era già di per sé significativo, riconoscendo il principio che attribuisce dignità di
lingue anche al patuà e al piemontese. I vari interventi hanno
spaziato tra passato, presente e
futuro, registrando i cambiamenti che sono di non scarso rilievo
anche soltanto in quest'ultimo
Al futuro si è riferito il presidente della Comunità montana,
Erminio Ribet: la conoscenza del
francese, che comunque è parte
nella nostra cultura, rappresenta
11 primo passo per il nostro ingresso nell'Europa, dove tra breve si avrà una tale mescolanza
di culture e di idiomi che una
sola lingua non basterà più per
farsi strada.
Ma eccoci al presente, che la
Comunità montana ha cercato di
fotografare con un’inchiesta sulla popolazione per accertare la
reale consistenza delle conoscenze linguistiche attuali.
Marina Gardiol, che se ne è
occupata, ha riferito alcuni dati
desunti da un’indagine preliminare sugli alunni delle scuole di
Pomaretto, Roure, S. Germano e
della media di Fenestrelle. Tra i
bambini, ovviamente, l’italiano è
il più praticato, ma sono anche
conosciuti il patouà e il piemontese, mentre il francese, che non
si parla più in famiglia, è studiato a scuola ed è anche abbastanza compreso.
Risalendo ai genitori e ancor
più tra i nonni, aumenta la percentuale di chi usa e capisce bene queste tre ultime lingue. La
ricerca, tramite un questionario
che viene ora diffuso nelle scuole, riguarderà tutta la popolazione scolastica, i genitori e i nonni
degli alunni, circa settemila persone sui diciannovemila abitanti
della Comunità.
Uno sguardo al passato è tuttavia d’obbligo, quindi Rossana
Sappé ed Enrico Lantelme hanno esposto alcune considerazioni
derivate da ricerche in campo
linguistico e musicale. Secondo
Rossana Sappé, il francese in uso
nelle nostre valli {l’indagine è
stata condotta a S. Germano) era
legato essenzialmente alla liturgia e alla comunicazione alTinterno della comunità valdese, un
linguaggio di tipo familiare, con
alcune connotazioni borghesi,
mai penetrato veramente nel tessuto sociale. La mancanza di utilizzo pratico ne ha causato la decadenza.
Una lingua letteraria ha tuttavia altri mezzi di sopravvivenza
che non siano la parola: uno di
questi è il canto. Enrico Lantelme ha esaminato le raccolte di
canti popolari che si tramandavano nelle famiglie e dove la
parte francese è preponderante.
L’ortografia non è perfetta, ma il
risultato è un indispensabile supporto alla memoria. In questo
modo (e secondo Lantelme anche
perché vi fu una censura da parte delle chiese sulle canzoni dialettali, molto più licenziose) sparì quasi completamente il repertorio di canti in patuà, che dovevano essere ben conosciuti ed
eseguiti in modo particolare nelle
occasioni allegre.
Furono invece incoraggiati canti edificanti, complaintes e si
mantenne fino ai giorni nostri
l’uso degli inni francesi e dei
salmi nella liturgia del culto.
Non tutto si è perso, forse, e
conviene tornare al presente sul
quale si affaccia una sostanziosa
novità e cioè l’insegnamento di
una lingua straniera nella scuola
elementare. Ettore Peyronel, che
ha preso la parola per ultimo,
è appunto uno di questi insegnanti, preparati con appositi
corsi e inseriti nella propria classe o in più classi parallele. Ai
bambini, ha sostenuto Peyronel,
imparare una lingua diversa dall’italiano piace molto, i metodi
usati sono attraenti e consentono
un’immediata acquisizione delle
strutture fondamentali. Il france
Intervenendo per concludere,
Giorgio Tourn, al quale era stato
dato l’incarico di moderare la discussione, ha dichiarato che sulla
tradizione non si può più fare assegnamento, ma che le nuove generazioni troveranno nella scuola
il luogo giusto per riprendersi
una cultura e un mezzo di comunicazione che ci sono congeniali.
Liliana Viglielmo
LA CGIL E LA MANIFATTURA DI PEROSA
Ricuperare l’unità
di tutti i lavoratori
4?»
La segreteria della CGIL di
Pinerolo ha espresso in un comunicato stampa il proprio dissenso sul tipo di accordo raggiunto
alla Manifattura di Porosa.
« La difesa dell’occupazione e
del sito produttivo — dice la
CGIL — non può passare attraverso la riduzione del salario dei
lavoratori, ma attraverso iniziative di investimenti per aumentare la produttività da parte dell’azienda, a partire dall’ottimizzazicne e dall’efficienza dei servizi e da una politica industriale da parte del governo per sostenere gli investimenti produttivi e i livelli occupazionali ».
Com’è noto, per raggiungere
l’accordo sono stati coinvolti i
lavoratori, che hanno dato prima il mandato a trattare, in un
secondo tempo a firmare l’intesa raggiunta. Durante questo
percorso si è evidenziato un esplicito dissenso di una parte
dei lavoratori che ritirava il
mandato al sindacato a trattare
la riduzione del salario. La CGIL
di Pinerolo, nel rispetto della posizione espressa dalla maggioranza dei lavoratori, favorevoli
all’intesa, accetta tale decisione
anche se rimangono forti dubbi
sull’utilità della proposta fatta
alla Manifattura di Perosa.
Per la CGIL « rimane il problema di recuperare l’unità di
tutti i lavoratori che è indispensabile per gestire raccordo, verificando l’efficacia degli investimenti durante tutto il processo
di ristrutturazione ».
Va rilevato altresì il clima sociale in cui è maturato tale accordo. La crisi industriale che
ormai pesa da molti anni in vai
Chisone con la chiusura e il drastico ridimensionamento dell’industria tessile: Filseta, Widemann, la ristrutturazione delle
miniere e la crisi della SKF,
hanno rappresentato per la vai
Chisone la perdita di migliaia
di posti di lavoro. A tale emorragia occupazionale il sindacato
deve rispondere con iniziative
capaci di difendere l’occupazione aprendo sbocchi a nuove attività. « Questo sarà possibile —
afferma la CGIL — se saremo
capaci di costruire tra sindacato e lavoratori un confronto con
le forze politiche, istituzionali e
imprenditoriali per creare le
condizioni strutturali ed economiche, per rilanciare lo sviluppo
nella valle ».
Alla Manifattura di Perosa occorre verificare se gli investimenti che l’azienda ha dichiarato di fare sono sufficienti a garantire la permanenza dell’unità
produttiva a Perosa. Il confronto nei mesi prossimi dovrà acquisire nuovi elementi di garanzia occupazionale. Nello stesso
tempo la CGIL promuoverà con
il sindacato di categoria un’iniziativa pubblica, investendo le
fabbriche del Gruppo manifattura di Legnano, la Regione Piemonte, il ministero dell’Industria, sul problema della crisi
del settore tessile.
L’ampliamento
del cimitero
VILLAR PEROSA — Ultimati
i lavori di costruzione del primo « modulo » di ampliamento
del cimitero, sono iniziate in
questi giorni le traslazioni. Il
progetto globale prevede una serie di 12 strutture destinate ad
ospitare i loculi; una è quella
appena ultimata, la costruzione
di altré tre è in corso.
Intanto il Consiglio comunale
ha approvato la richiesta di mutui per quasi 400 milioni per risistemazione ed interventi sulla
rete viaria interna; 150 milioni
saranno destinati alla sola via
Juvarra su cui sono necessari
veri e propri rifacimenti.
Da qualche giorno è stata aperta al traffico la minicirconvallazione che collega la statale del
Sestriere alla strada dell’Inverso; « Sono però ben altri gli interventi che auspicavamo — dice il sindaco. Storero — quando
parlavamo di necessità di una
circonvallazione per Villar ».
Concerto corale
POMARETTO — A conclusione della 2" edizione della « Semaine du français » un riuscitissimo concerto proposto dalle
Corali valdesi di San Germano
Chisone, Prali, Perrero, Villasecca e Pomaretto, dal quartetto
i< Nugae » formato dal soprano
Patrizia Massel, dal contralto
M. Teresa Civra, dal tenore Luca Civra e dal basso Silvano Sema, dalla solista Elena Martin,
accompagnata alla chitarra da
Qlaudio Bonetto ha coinvolto tutti in un percorso musicale che
spaziava dalle musiche degli
« Chansonniers » a Débussy ed
Händel, passando attraverso i
canti della tradizione popolare
francese.
Un pomeriggio molto intenso, seguito con estremo interesse e partecipazione dal numeroso pubblico che gremiva il
tempio valdese di Pomaretto.
Informazioni utili
BIBIANA — Il Centro di Incontro e un gruppo di volontari hanno organizzato una serie
di iniziative di informazioni teorico-pratiche rivolte a tutti i cittadini interessati. Gli argomenti
che saranno trattati dal mese di
novembre fino al marzo ’93 sono; alimentazione e salute, problemi a carattere burocratico e
di disbrigo pratiche e nozioni di
economia domestica.
Il primo argomento trattato è
l’alimentazione e la salute, che
sarà sviluppato nel corso di
quattro incontri dal 6 al 27 novembre, ogni venerdì alle 20,30,
presso la sala consiliare di Bibiana. In particolare gli incontri, condotti da esperti, riguarderanno per questo primo ciclo
l’alimentazione tradizionale, gli
alimenti in rapporto all’organismo umano, l’alimentazione corretta secondo un iridologo e infine l’alimentazione nell’infanzia.
Una tappa del Giro
PINEROLO — Lo sport scopre il Pinerolese. Le nazionali
di sci di gigante, speciale e anche di discesa si allenano in vai
Germanasca ed ora arriva la notizia ufficiale di una tappa, giudicata da molti come « cruciale »
del prossimo Giro d’Italia di ciclismo: la cronoscalata da Pinerolo al Sestriere. L’amministrazione comunale dice di non saperne nulla ma di essere comunque disponibile a mobilitarsi
per l’occasione. La tappa in vai
Chisone si situa in un Giro che
parlerà per diversi giorni piemontese percorrendo anche le
strade della vai Varaita, del Fossanese e del Saluzzese.
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10
E Eco Delle %lli ¥vldesi ' 20 novembre 1992
CONSIGLIO COMUNALE DI LUSERNA SAN GIOVANNI PINEROLO
La “querelle" sportiva
Ernesto Rivoira, ex PDS, ha aderito al gruppo socialista - Le commissioni consultive - Il confronto sempre aperto con la società 3S
Il Consiglio comunale di Luserna di martedì 10 novembre si è
aperto con una novità « annunciata»; l’ex capogruppo PDS
Ernesto Rivoira ha comunicato
la sua adesione al gruppo socialista, « per rilanciare il discorso
del cartello della sinistra avviato
all’imzio di questa tornata amministrativa ».
Mentre il sindaco, Badariotti,
« prendeva atto » e l’ex sindaco
Bongo ringraziava augurandosi
che questo passo diventi solo il
primo di una nuova collaborazione a sinistra. Cecilia Pron, sostanzialmente l’ultima PE>S doc
(.TM Bue risultò eletto come indipendente) si esprimeva con
una certa amarezza; «Ogni cittadino ha diritto anche di mutare le_ proprie convinzioni e collocazioni politiche, ma un prò
blema comunque si pone; Rivoira fu eletto come esponente PDS
ed oggi egli abbandona questa lista, pertanto gli chiedo di dimettersi dal Consiglio ».
Anche Sandrone (Lega Nord)
si dichiarava d’accordo con la
Pron, ma a questa richiesta nulla faceva seguito.
Fra i punti all’esame del Con
siglio, pochi hanno prodotto reale Escussione; nessuno l’approvazione del nuovo regolamento
delle commissioni consultive comunali, approvate all’unanimità.
Lascia per la verità un po’ perplessi il fatto che per delle commissioni che hanno « funzioni di
proposta nei riguardi dell’amministrazione, di studio di specifiche problematiche e che possono esprimere pareri aH’amministrazione su temi di competenza » possano far parte solo persone proposte dai partiti «nel
rispetto del criterio proporzionale di tutti i gruppi»; in altre parole le commissioni consultive
saramo rigorosamente spartite
fra i gruppi politici a seconda
della presenza in Consiglio.
Due punti in esame riguardavano l’istruzione e la scuola: è
stata prorogata la convenzione
per l’asilo nido intercomunale
che vede, da quando venne decisa la chiusura della struttura di
via Pralafera, i bimbi di Lusema
far riferimento al ’’nido” di Torre Penice e che tuttavia si dimostra attualmente insufficiente rispetto alle richieste delle famiglie.
________UN AIUTO PER L’AGRICOLTORE
Raccolta meccanizzata
Circa il trasporto degli alunni
delle scuole il Consiglio si è trovato d’accordo nell’eliminare la
gratuità del servizio per i bambini residenti in una fascia di territorio distante dalla scuola oltre
un chilometro; per casi particolari resta l’impegno di fornire il
servizio gratuito.
In chiusura molto si è parlato
della vicenda degli impianti sportivi, dell’esposto alla Procura
della Repubblica presentato dalla società 3S.
Amarezza è stata espressa dagli amministratori per il livello
raggiunto dalla ’’querelle”, ma
anche prese di distanza dall’atteggiamento di chi ha scelto di
affrontare la situazione con le
carte bollate.
Chi accusa l’amministrazione
di scarsa sensibilità per il valore sociale dello sport — hanno
detto molti amministratori —
finge di ignorare che il Comune
spende per lo sport la stessa cifra che investe nel ’’sociale”, circa 350 milioni l’anno, eppure
sovente ci si trova a non poter
far fronte ad ulteriori richieste
di intervento nel socio-assistenziale.
In risposta al consigliere Lo
Bue il sindaco ha comunque fornito un dettagliato elenco dei costi orari per l’utilizzo della palestra che vanno dalle 5.500 lire
per ragazzi dai 6 ai 14 anni alle
25.000 come massimo per società
non lusemesi, corsi a pagamento
e istituti scolastici non della fascia dell’obbligo.
O.N.
Una giunta
lontana dalla gente
La lista per l’Alternativa contro il quadripartito: «si è discusso solo di schieramenti»
Pinerolo ha la sua nuova giunta; è un quadripartito che sa di
governissimo (DC, PDS, PSI e
PSDI). In Consiglio è arrivato
anche il voto favorevole dell’esponente di Piemont.
Fra i gruppi che hanno votato
contro la giunta, la lista per l’Altemativa. « £■’ impressionante —
ci dice Giorgio Canal, capogruppo in Consiglio — constatare che
di fronte alla rivolta della società civile contro le spartizioni del
potere, i partiti non sappiano
far altro che chiudersi a riccio
intraprendendo un’azione di trasformismo tendente a riproporsi
come i nuovi soggetti titolati al
cambiamento. Questo atteggiamento, a livello pinerolese, fa sì
che il nuovo esecutivo sia riuscito ad affermare nel suo documento programmatico che "la
nuova giunta ed il nuovo programma si sono costruiti nel superamento delle pregiudiziali politiche e nell’affermazione della
cultura del programma rispetto
alla cultura dello schieramento";
mi sembra una dichiarazione incredibile ed al limite della provocazione quando si è discusso
per mesi di schieramenti e di
assessorati anziché di programmi ».
Nelle ultime settimane la lista
per l’Altemativa ha promosso
una ser^, di incontri pubblici,
sulla crisi economica generale,
sulle misure del governo Amato,
sul nuovo piano regolatore di
AL « MARIE CURIE» DI PINEROLO
I problemi del Liceo
Sembra possibile che un nuovo futuro si apra per la raccolta
delle castagne; mansione antica, un tempo indispensabile alla sopravvivenza. F^ica improba, da svolgersi nelle fredde nebbie autunnali, inginocchiai nell’erba bagnata dei boschi a rompere uno per
uno, con apposito martelletto, i ricci caduti.
Ora Paolo Davit, « Pulinét », 72 anni, di Bobbio Pellice, ha
messo a punto una macchina, composta da una serie di pettini rotanti, che tratta in un’ora alcuni quintali di castagne, circa due
giorni di lavoro manuale. La macchina, azionata da un trattore tramUe una puleggia, può essere sistemata in qualsiasi bosco raggiungibile da una semplice pista. Il prototipo, costruito da Davit praticamente a mano nella sua officina di fabbro ( « sono pensionato ma
so ancora lavorare ») è stato presentato recentemente in diverse
località ddla valle e già sono fioccate numerose prenotazioni. E’
que^a un'« invenzione » da non sottovalutare, soprattutto da parte
dell ente pubblico, in quanto potrebbe incentivare la raccolta di
questo antico frutto che ha un notevole peso nell’economia locale
e la cui raccolta, proprio a motivo dei lunghi tempi di lavorazione,
è stata negli ultimi decenni notevolmente trascurata.
ONORANZE E TRASPORTI FUNEBRI
di
BERTOT TULLIO
Ufficio: c.so Gramsci, 5 - TORRE PELLICE
tei. 0337211111
Abitazione: via G. Modena, 8 - tei. (0121) 932153
Il decoro, l’assistenza, il rispetto... sono vostri diritti.
Offrirverli è nostro dovere ».
L’anno scolastico ’92-93 è ormai decollato, ma dopo quasi due
mesi dall’inizio restano irrisolti
numerosi problemi, la cui soluzione in alcuni casi sarà difficile
se non impossibile. A rendersi
conto dello stato delle cose sono
stati tra gli altri i membri del
Consiglio d’istituto del Liceo
scientifico «Marie Curie» di Pinerolo, che hanno di recente
prodotto un documento quale informazione e testimonianza in
merito ad alcuni problemi emersi nello specifico della loro scuola, ma di certo presenti ovimque
sul territorio nazionale.
In particolare i componenti del
Consiglio d’istituto del Curie
hanno rilevato alcune situazioni
di disagio per gli studenti e per
le famiglie, soprattutto per quanti avevano chiesto l’iscrizione ai
corsi sperimentali, che in diversi
casi non si sono potuti avviare
poiché esiste una normativa che
impone dei limiti all’estensione
dell’organico del personale docente anche in relazione al contenimento della spesa pubblica
nazionale.
Lo stesso tipo di problema si
è creato per quanto riguarda la
lingua straniera, per la quale —
come si legge nel documento —
« viene autorizzato l’insegnamento a condizione che vi sia un numero minimo di dieci allievi »
con conseguenti gravi penalizzazioni qualora tale condizione non
E verifichi per quanti si sono
iscritti al corso sperimentale linguistico.
« Altre situazioni di disagio —
spiega Simonetta Colucci, membro di ima commissione costitui
tasi all’interno del Consiglio
d’istituto del Curie — sono poi
emerse per l’insegnamento di
educazione fìsica e ci siamo resi
conto che in sede di formazione
delle classi, assegnazione delle
cattedre e definizione dell’orario
i problemi erano notevoli ».
Ai E^agi, all’insoddisfazione e
alle difficoltà di far fronte ai problemi si è poi aggiunta la consapevolezza della presenza di alcune situazioni di disparità in relazione ad altre discipline.
« Ci siamo resi conto — spiega
ancora Simonetta Colucci — che
nel caso di insegnamenti, quali per esempio la lingua straniera o l'educazione fisica, bisognava attenersi a normative nazionali di restrizione; lo stesso non
vale nel caso dell’ora di religione
cattolica, per attivare la quale è
sufficiente anche un solo allievo
per classe, provocando non solo
situazioni difficili da gestire sul
piano didattico ma evidenziando
anche una netta contraddizione
rispetto al contenimento della
spesa pubblica ».
In seguito all’emergere di difficoltà e discriminazioni il Consiglio d’istituto del « Maria Curie » ha approvato all’unanimità,
nella sua ultima seduta, il documento sin qui citato, inviandolo
sia agli organi competenti (Provveditorato agli studi e ministero
della Pubblica Istruzione) sia
cercando anche di darne divulgazione, nella convinzione che purtroppo quanto sta succedendo
nello specifico del Liceo pinerolese non sia solo un problema locale.
C. M.
Pinerolo; è un tentativo di coinvolgere maggiormente la popolazione o un modo di « delegittimare » la giunta e le sue scelte?
« Il nostro intento è quello di
coinvolgere la gente prima che
le scelte siano fatte; fermo restando il ruolo degli amministratori, crediamo fortemente nella
possibilità di costruire i progetti in base alle esigenze della popolazione. Vorremmo anche che
si potesse arrivare ad incontri
periodici fra amministratori e
quartieri. Se ciò si potesse fare
si tratterebbe di superare un’enorme differenza di linguaggio
e atteggiamenti fra chi abita il
palazzo e chi vive e agisce nella
città. E’ un percorso lungo ma
preferibile alla degenerazione
partitocratica o alla delega alla
Lega di ogni forma di opposizione ».
L. V. M.
■ Oggi
e domani
Teatro
SAN GERMANO — Proseguono le
repliche dello spettacolo del Gruppo
teatro Angrogna « A la brua! [Un grido di libertà) » presso la sala valdese;
i prossimi appuntamenti sono per sabato 21, ore 21,15 e domenica 22, ore
15,15.
POMARETTO — Sabato 21 novembre,
alle 21, presso il cinema Edelweiss,
l’Assemblea teatro propone la Microband in « Doremifasollasizu •>.
PEROSA ARGENTINA — Sabato 21
novembre, alle ore 21, presso il cinema Piemont va in scena la commedia dialettale « L'ai fait 'n seugn, ma
’n seugn!... ».
Amnesty International
TORINO — Organizzata da Amnesty
international, sabato 21 novembre, alle 15.30, presso il teatro Valdocco in
via Salerno, si svolge una tavola rotonda sul tema: <■ Bambini in strada »;
intervengono Bianca Guidetti Serra,
Luigi Ciotti, Gigi Padovani.
Mostre
TORINO — Presso la sala esposizioni dell'Istituto di riposo per la vecchiaia in corso Unione Sovietica 220,
la Regione Piemonte propone, dal 18
novembre al 6 dicembre, una personale del pittore Marco Porta.
Cinema
PINEROLO — Il cinema Hollywood
propone, fino a mercoledì 25 novembre, « Anni ’90 »j feriali ore 20,15 e
22,30; festivi ore 14,15, 16,15, 18,15,
20,15, 22,30.
Al Ritz viene posto in visione fino
al 23 novembre, « 1492, la conquista
del paradiso »; feriali ore 19,45 e 22,15;
festivi ore 14,15, 17, 19,45, 22,15. Martedì 24 e mercoledì 25, cineforum, ore
20,30 con « Il proiezionista ».
Al cinema Italia contìnua la proiezione di « Arma letale 3 »; feriali 20,10
e 22,20; sabato 20,10 e 22,30, domenica 15,15, 17,40, 20,10, 22,20.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento
presenta, venerdì 20, ore 21,15, «Parenti serpenti »; sabato, ore 20 e 22,10,
domenica, ore 16, 18,20 e 22,10 e lunedì, ore 21,15, «Giochi di potere».
POMARETTO — Il cinema Edelweiss
presenta, venerdì 20, ore 21, «Ju dou».
11
20 novembre 1992
lettere n
UN APPROCCIO
PERICOLOSO
E’ di recente apparso nelle librerie,
per i tipi deil’editrice Boringhieri, un
libro dal titolo invitante L'uomo a rischio di Irenaus Eibesfeidt. L'autore,
un professore di zooiogia all’Università di Monaco di Baviera, noto ad un
pubblico di specialisti, è ritenuto una
autorità nel campo dell'etologia.
Spinto da curiosità ho acquistato il
libro, anche per un recondito desiderio di ampliare la ridotta conoscenza
in questo ambito. Tuttavia l’entusiasmo si è spento già dopo aver scorso alcune pagine. Così è che, a partire dall’assunto degli « a priori biologici » (siamo quello che siamo, con
I nostri istinti animaleschi, perché così si comportavano, passeggiando per
la savana, i nostri avi paleolitici). Viene costruita queila che, ricalcata con
insistenza sulle esperienze di un altro grande etologo, K. Lorenz, si può
definire per certi versi una teoria della giustificazione della selezione naturaie (razziale), dalla quale consegue,
logicamente,', la necessità di mantenere e preservare le caratteristiche etniche (indigene) del proprio gruppo di
appartenenza.
A tanto spinge l'autore un'irrefrenabile preoccupazione per la crescente
« invasione » delle altre etnie dai paesi poveri che, per un diverso grado
di sviluppo demografico, finiranno per
cancellare man mano (se la matematica non è un'opinione) il nobile ceppo europeo, segnatamente ed in primis quello germanico.
Questa teoria, dapprima esposta in
sordina (pag. 20) prende a poco a poco consistenza, per diventare un ritorneilo fisso, ammaliante il lettore fino alla fine del libro. Esempi rilevanti
del pensiero dell'autore si hanno in
questi passi: • Un'etnia che conceda
l'immigrazione a un'altra non disponibile a integrarsi (sic!) e presente con
un gran numero di individui, cede la
propria terra e in più limita le proprie possibilità di successo riproduttivo... » (p. 160). ■ Direi che non bisogna neppure farsi iilusioni sul senso civico degli extracomunitari i quali, anche quando diventano nostri concittadini a tutti gli effetti, restano comunque legati alla cultura d’origine »
(p. 166). « ...non si sarebbero dovute
consentire correnti d'immigrazione non
volute dai paesi ospiti e avrebbero dovuto essere assicurati soltanto il diritto di commercio, di comunicazione
e visita, ma non quello d'asilo » (p.
167). « Soltanto il timore di perdere
la propria identità incrina la simpatia
reciproca e ingenera odi collettivi capaci di spingersi fino aila follia del
genocidio » (p. 168).
Assistevo, alcune settimane fa, alia
trasmissione televisiva « Profondo
Nord » e, guarda caso, si parlava dei
flussi migratori nelle regioni europee
più progredite, compresa la nostra.
Manco a dirlo un partecipante, difensore deil’opzione « rimandiamoli nel
loro paesi », citava con enfasi il libro
di Eibesfeidt, a sostegno delle sue
convinzioni inconfutabilmente neorazzlste.
Dalla lettura un notevole imbarazzo
personaie; il quale, tuttavia, è servito a farmi riflettere sul rischio, mai
sopito, di una diffusa volontà, anche
da parte di eminenti pastori, di razionalizzare e teorizzare, dimentichi degli eccessi a cui tali operazioni mentali possono condurre, la specificità
genetica privilegiata di fronte al sempre più incombente pericolo di un'omoiogazione etnica globale.
A conclusione, mi sembra pertinente citare un pensiero di Primo Levi
tratto dal suo indimenticato « Se questo è un uomo »: « ...a molti, individui o popoli, può accadere di ritenere,
più o meno consapevolmente, che
’’ogni straniero è nemico” (...) quando
questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di
un sillogismo, allora, al termine della
catena, sta il lager ».
Franco Campanelli
AUSCHWITZ, PARTE
DELLA NOSTRA VITA
La tappa più importante di un viaggio in Polonia che ho compiuto con
una giovane amica. Margherita, di 17
anni, è stata Auschwitz: una tappa a
cui non avremmo assolutamente rinunciato. Ritorniamo da questa visita sconvolte e con il cuore pesante anche
se l'orrore di quanto vediamo mi pare
venga recepito in modo diverso da
Margherita e da me.
Di fronte alle baracche del campo
di sterminio di Birkenau ed alie terribili testimonianze del museo la mia
giovane amica, che è una ragazza sensibile, intelligente e piena di ideali ha
una reazione di violento sdegno, di
orrore e di rabbia.
lo, invece, vengo colpita particolarmente da uno tra i tanti bagagli appartenuti agli ebrei dei convogli che
arrivavano quotidianamente al campo
e che venivano, quasi immediatamente, avviati alle camere a gas. Una povera valigia di fibra marrone che porta scritto un nome ed una data: 1939.
Forse una data di nascita. Nessuno
reco
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
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dei tanti libri che ho letto sull’olocausto, alcuni testimonianza di coloro
che sono ritornati daH’inferno di Auschwitz, mi ha mai colpito in modo
cosi drammatico e agghiacciante come questa data. Improvvisamente mi
rendo conto che anche io sono nata
negli anni Trenta. Anche io nel 1939
ero una bambina quasi coetanea del
proprietario di quella valigia. Quel piccolo bambino avrebbe potuto essere
il mio compagno di banco, il mio amico, e mentre io vivevo la mia fanciullezza spensierata e felice lui si
avviava lungo questo lugubre binario
verso la camera a gas.
Queste cose Margherita non le può
pensare. A quel tempo lei non era
ancora nata. I suoi stessi genitori
non erano ancora nati. Per lei Auschwitz e la tragedia che ci ricorda
non può essere altro che una pagina
di storia, sia pure drammatica e sconvolgente. Per me non potrà mai essere questo. Ad Auschwitz mi sono resa conto come mai prima che è la
mia generazione che è passata « per
il camino », è la mia generazione che
è stata derubata di tante giovani vite.
Guardando quella piccola valigia mi
sono improvvisamente sentita molto
più povera e piena di rimpianto per
quello Che anche io ho perso a Birkenau.
No, Auschwitz non potrà mai essere per me solo una pagina di storia
perché io la sento come parte della
mia vita. Forse qualcuno ha già detto queste cose, probabilmente io stessa le ho lette in qualche libro ma
dopo la visita al campo di sterminio
mi escono dal cuore come se le avessi concepite io stessa. Considero questa lezione l'esperienza più importante e positiva del mio viaggio in Polonia.
Nella Righetti, Torino
LA SOCIETÀ’
SPORTIVA PRECISA
Gentilissimo Signor Direttore,
in riferimento all'articolo pubblicato
sul numero del 13 novembre riguardante la pesante situazione venutasi
a creare tra l'amministrazione comunale di Luserna S, G. e l'Associazione sportiva 3S, riteniamo doveroso dare il nostro contributo al chiarimento che tutti auspichiamo.
Ci auguriamo che sia un refuso o
un errore di trascrizione che fa dire all'assessore Merlo ■■ ... la Società
sportiva è perennemente in ritardo con
i pagamenti dovuti al Comune per l'uso
degli impianti. Addirittura abbiamo deciso ad un certo punto di rinunciare
a percepire cinque milioni di interessi
dovuti, forse mettendoci dalla parte del
torto ».
L'assurdità stessa di pensare a 5
milioni di interessi dovuti, dimostra
l'assoluta mancanza di realismo e di
conoscenza dell'argomento che si sta
trattando.
Riteniamo che si volesse alludere
alla somma di L. 5.348.751 dovuti a
saldo dell'utilizzo della palestra comunale e della scuola media per la passata stagione. Naturalmente si dimentica che il pagamento era stato sospeso in quanto si attendevano decisioni in merito alle promesse ricevute
dall'amministrazione per aiutare il 3S
in un momento in cui l'aumento retroattivo del costo-palestra aveva messo in difficoltà di bilancio l'Associazione sportiva.
Visto che nessuna delle soluzioni
ventilate (rateizzazione del dovuto oppure affidamento dei corsi di ginnastica fisico-motoria al 3S) era realizzabile, l'Associazione ricordava di non
avere ancora ricevuto il conteggio da
parte del competente ufficio comunale.
Ricevuto il conteggio il 21.9.'92 II
3S provvedeva al pagamento di quanto richiesto in data 24.9.'92, anche se
alcune voci risultavano discordanti.
Durante l'ultimo Consiglio comunale di Luserna II 3S ha scoperto di essere nuovamente moroso, nonostante
che l'ufficio competente non avesse
ancora comunicato gli importi di settembre e ottobre.
L'Associazione 3S ha pertanto provveduto al pagamento al gestore della
palestra comunale del periodo dal
22.9.'92 al 14.11.'92 secondo le proprie
registrazioni.
Non appena il Comune invierà i suoi
conteggi dettagliati, verranno effettuati
i controlli necessari per la bonifica
delle eventuali discordanze.
Quanto sopra per testimoniare la
volontà del direttivo 3S ad evitare o
gni possibile strumentalizzazione della
situazione attuale, onde arrivare ad
una normalizzazione dei rapporti con
il Comune.
Infine desideriamo domandare all'assessore Bruera quali altre società • impegnate nello sport » di Luserna sarebbero danneggiate dal dichiarato monopolio del 3S nell'utillzzo della palestra comunale. Se l'assessore avesse
partecipato alla riunione in Comune
per la distribuzione delle ore di utilizzo palestra tra le associazioni richiedenti (tenutasi con il sindaco e
l'assessore allo Sport) avrebbe potuto rilevare che l'Associazione 3S ha
lasciato la scelta alle altre associazioni presenti.
Il 3S ha successivamente richiesto
tra le ore disponibili quelle necessarie alle proprie attività.
Chiediamo quindi all'assessore Bruera che specifichi pubblicamente quali
altre Società sportive di Luserna risultano danneggiate dall’ipotetico monopolio.
Speriamo di essere stati sufficientemente chiari e ringraziamo per l'ospitalità.
Il direttivo 3S, Luserna San Giovanni
UN BEL RAPPORTO
TESTO-IMMAGINI
Dopo l’eccezionale documentazione
storica della Bibbia in tipografia (Firenze, Biblioteca medicea Laurenziana,
novembre 1991), ben si inserisce nella
collana degli Studi storici II recentissimo libro di Salvatore Caponetto: • La
Riforma protestante nell’Italia del
'500 », nella quale si evince proprio
il ruolo fondamentale dato da tanti testimoni al « Libro dei Libri ».
Il positivo apprezzamento diretto a
questo testo, che colma una grave lacuna nella storiografia italiana, si è
manifestato in forma autorevole, sia
negli ambienti ecclesiali, in sedi diverse, che nella stampa « laica » attraverso il pieno consenso dei maggiori
esperti di discipline storico-religiose;
saggio rigoroso che, certo, è la risultante delle assidue ricerche dell’autore nel suo impegno zelante.
Il libro, stampato con i tipi della
Claudiana, presenta ben 55 illustrazioni (fuori testo), 62 (nel testo) e 4
cartine.
Notevole, infatti, è il corredo iconografico che ripropone alcune storiche stampe, non come pura cultura
documentaristica per fini didascalici,
ma quali espressioni di illustrazioni
coeve allo spirito di forte polemica
nell'età luterana; in questo contesto è
stato tenuto presente che ai lettori
andava offerto, nel giusto rilievo, il
significativo rapporto del testo con le
immagini, in una correlazione di quelle che definiremmo « le valenze grafico-visive ».
Tra le numerose e preziose riproduzioni da incisioni quali testimonianze
del clima riformistico, ad alto livello
si distingue la personalità di Lucas
Cranach il vecchio (1521) e in modo
particolare quella del grande artista
e credente AIbrecht Dùrer (1471-1528)
che interpretò, in una magistrale visione biblica ed artistica, le drammatiche vicende dell'Apocalisse realizzando ben 15 xilografie; incisioni nelle
quali « avvertiamo la sentita transizione dal messaggio spirituale alla realizzazione pittorica, nel tormentato clima della Germania del XV secolo; nel
complesso del testo di Caponetto le
stampe riprodotte sono indubbiamente
documenti da vedersi nell'attestazione
di tutti coloro che, con rinnovata fede, operano contro ogni umana tradizione per una autenticità etico-religiosa solo sulla base della Parola che
dette, poi, il vero impulso, nello spirito della libertà, alla • Riforma protestante nell'Italia del '500 ».
Elio Rinaldi, Firenze
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DOVE E’ FINITA
LA SOBRIETÀ’?
Caro Direttore,
da tempo volevo scriverti per esprimere un certo disagio ed alcune
forti perplessità e riserve su una tendenza che si sta facendo strada In
questi ultimi anni nella nostra chiesa
e, di conseguenza, anche sulle pagine
del giornale che dirigi. Trovo che,
sempre più, ci si lascia andare a « lodare », se non proprio esaltare, le
« persone »: ringraziamenti, ordini del
giorno sinodali, commemorazioni, convegni, pubblicazioni in « onore » di fratelli e sorelle o deceduti o ancora viventi.
Stiamo venendo meno a quella sobrietà che era una delle nostre caratteristiche?
Ma non è solo questione di sobrietà. Sappiamo bene che la natura umana è così complessa che niente può
rendere conto di nessuno In modo pieno e verace.
Ci sono però delle ragioni teologiche più profonde. Noi crediamo, infatti, che dietro la nostra misera realtà umana (i vasi di coccio di cui parla l’apostolo Paolo), Dio opera, sia dandoci dei doni particolari, I carismi, sia
accompagnandoci con i doni della sua
grazia sia, ancora, perdonando i nostri peccati.
Credo dunque che la preoccupazione fondamentale che dovrebbe essere
alla base della vita delle nostre chiese dovrebbe essere quella di vedere
il riferimento a Dio nella storia che
viviamo e che gli uni e gli altri aiutiamo a scrivere, e se qualche merito c'è Soli Deo gloriai
Ti ringrazio per l'ospitalità e ti saluto fraternamente.
Renato Coisson, Trieste
RINGRAZIAMENTO
« Ecco adesso il momento, ecco
il giorno della salvezza »
(2 Corrinzì 6: 2)
L’Etemo ha chiamato a sé
Anna Paola Ciordan in ReveI
(Pauline)
Il marito, i figli ed i familiari della
cara scomparsa ringraziano di vivo cuore tutte le persone che sono state loro
vicino nella triste circostanza.
Un grazie particolore al personale
medico e paramedico dell’Ospedale
valdese di 'Torre Pellice, al pastore
Bruno Bellion, ai vicini di casa, al
sindaco di Luserna S. Giovanni ed ai
colleghi consiglieri, ai dipendenti comunali, agli enti ed associazioni, agU
amici ed ai compagni di lavoro.
Luserna S. Giovanni, 10 novembre ’92.
AVVISI ECONOMICI
ANTICHITÀ’, mobili, oggetti vari,
privato acquista. Tel. (0121) 40181
STUFA a legna in ghisa, modeUo
« Chero », della Fonderia Filiberti,
seminuova, vendesi L. 400.000. Tel.
011/93.49.672 (ore pasti).
USSL 42 • VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomarotto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 22 NOVEMBRE 1992
Rinasca: FARMACIA BERTOHELLQ Via Nazionale. 22 - Tel. 800707
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81000
Croce Verde Porte: Tal. 201454.
USSL 44 • PINEROLESE
(D'istretto dì Pinerolo)
Guardia medica ;
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo; Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva; Tale
fono 932433.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 22 NOVEMBRE 1992
Bobbio Pellice: FARMACIA - Via
Maestra 44 - Tel. 92744.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricherasio: tei. 598790
SERVIZIO ATTIVO INFERMIERISTICO: ore 8-17, presso i distretti.
12
12 villaggio globale
20 novembre 1992
DOPO LA FINE DELLA GUERRA FREDDA
Nonostante il calo di esportazioni da parte dei produttori resta alto
il quantitativo di armamenti micidiali.
Fra le speranze che avevano
preso maggior forza dopo la fine
della « guerra fredda » fra Est
e Ovest vi era quella che la corsa
agli armamenti avrebbe avuto
una netta regressione. Come documenta il mensile « Le Monde
Diplomatique » di novembre in
un ampio servizio, se in effetti
le spese militari mondiali sono
sensibilmente diminuite (il 75%
di questo calo è dovuto agli Stati Uniti ed all’ex Unione Sovietica) non bisogna dimenticare che
in precedenza l’escalation era
stata vertiginosa.
Disarmo
molto relativo
Basti pensare che il bilancio
degli USA, pur con un ribasso del
21% programmato fino al 1995,
rimane sempre superiore del 20%
a quello del 1980. In Russia invece l’inversione (forse anche a causa della sua disastrata economia)
è più decisa: il calo è stato del
20% nel 1991 e del 30% in quest’anno. In Europa la situazione
è più contrastata, ma la diminuzione è assai meno significativa,
tiggirandosi mediamente sul 10%.
Anche le esportazioni hanno
subito un sensibile calo: dal 1989
al 1991 esso è stato del 30% circa. In questa situazione gli Sta
ti Uniti — che sono rimasti l’unica superpotenza — sono diventati i primi esportatori (51%) mentre l’ex URSS è al 18%. La Germania si pone al terzo posto davanti a Gran Bretagna e Francia.
Per quanto riguarda il modo
specifico il settore nucleare, malgrado la scomparsa del blocco
dell’Est, esso continua ad avere
un ruolo centrale nei piani delle
grandi potenze: Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna mobilitano
ancora grosse risorse finanziarie
e tecniche. In sostanza 1’« addio
alle armi », sottolinea il mensile
francese, si dimostra limitato.
Due fatti nuovi
E’ infatti più realistico parlare
di un deciso spostamento della
produzione bellica « tradizionale » verso tecnologie sempre più
sofisticate e micidiali (elettroniche, spaziali, laser, armi « intelligenti », ecc.) che richiedono e
richiederanno una manodopera
quantitativamente ridotta e qualitativamente selezionata.
Questi nuovi studi e ricerche,
dai costi elevati, portano a due
fatti nuovi: una decisa accentuazione nella collaborazione fra diverse nazioni che creano agenzie internazionali e in secondo
luogo il sistematico accaparramento da parte dell’occidente di
Religioni per la pace
GENOVA Una questione morale
Mentre si ricorda l’anno 1492
e le vicende che si sono addensate in quel periodo alcune delle
comunità religiose presenti in
Genova hanno partecipato, mercoledì 21 ottobre nella sala del
Minor Consiglio in Palazzo ducale, ad un incontro interreligio
so di riflessione e preghiera per
la pace.
Hanno guidato la riflessione
il rabbino della comunità ebraica, ñ pastore valdese, il pastore
luterano, l’arcivescovo di Genova, un rappresentante della comunità metodista di Sestri, una
rappresentante della comunità
valde.se di Sampierdarena e un
teologo musulmano.
La serata si è conclusa con
la sottoscrizione di un documento comune che ha messo in risalto alcuni aspetti fondamentali
e specifici di Genova, città dove
da sempre si sono incontrate
genti dalle diver.se origini, persone provenienti da paesi ánche
lontani, da culture e fedi differenti, ma anche luogo che talvolta ha visto combattersi queste diverse tradizioni religiose
e culturali.
Il documento propone un concreto impegno personale, che
nessuno può delegare ad altri,
per la costruzione della pace oltre le divisioni che sussistono,
ajffinché rincontro con l’altro
sia occasione di arricchimento
c non di conflitto.
E’ stato constatato con grande
preoccupazione che nella nostra
città non mancano voci che sembrano voler spingere gli uni contro gli altri, incoraggiando gli
egoismi e giustificando l’intolleranza; ed è proprio riferendosi
a questi gravi episodi che si sono
verificati che l’intervento evangelico ha sottolineato la necessità di riconoscere un radicale
cambiamento di rotta annullando ogni vero tentativo di costruire un mondo di pace e di giustizia. Soltanto se ci riconosciamo
gente che vive di grazia e di
perdono possiamo vedere nello
« straniero » che non appartiene alla nostra stessa fede e cultura il nostro prossimo amato
da Dio.
L’incontro può essere considerato positivo pur nella diversità
di idee dei vari gruppi presenti
per cui auspichiamo che le proposte espresse non cadano nel
vuoto e che siano tradotte in
fatti concreti.
Sono decine i conflitti armati
— più o meno estesi — che oggi
insanguinano il mondo. Quello
più vicino a noi ha già provocato
decine di migliaia di vittime fra
uomini, donne e tanti bambini,
mentre il dramma dei profughi
sta per giungere al suo acme in
vista dell’inverno: questo perché
le industrie hanno fornito e continuano a fornire le armi.
I credenti e le chiese non possono tacere di fronte a questi ed
agli altri massacri. Le comunità,
attraverso le proprie organizzazioni internazionali, devono denunciare _ queste e tutte le altre
situazioni di guerra e non farsi
strumentalizzare dai vari poteri
politici che tentano — per tirare
acqua al loro mulino — di porre
sullo stesso piano il sentimento
nazionale e quello religioso: la
recente intervista su questo settimanale il 6 novembre scorso a
Jan Fisher, segretario della KEK
(Conferenza delle chiese europee) è sintomatica.
Ma i credenti e le chiese allo
stesso tempo non perdano di vista il legame profondo che deve
esistere fra ecumenismo e pace:
un ecumenismo che sia sempre
più fautore di dialogo, di mutuo
riconoscimento per stabilire rapporti più giusti e pacifici, per eliminare dal proprio vocabolario
la parola « nemico ».
Roberto Peyrot
IRAQ
La corsa al riarmo
Un calo molto sensibile nell’ex Unione Sovietica - Resiste la centralità dell’armamento nucleare - Riconvertire è ora indispensabile
scienziati e tecnici dei defunti
complessi militari-industriali dell’Est. Di certo, si sa che dei 158
mila che hanno perso il posto in
Russia, già 68 mila si sono trasferiti per lavoro in USA, Israele,
Germania e Francia: questa migrazione di cervelli concerne anche i settori nucleare, chimico e
batteriologico.
Il problema della
riconversione
E’ comunque certo che il calo
e la trasformazione della produzione bellica hanno provocato
una crisi profonda delle industrie
degli armamenti ponendo in modo perentorio il problema della
riconversione e cioè del passaggio dalla produzione militare a
quella civile. Si preferisce questo
termine a « conversione » in
quanto parecchie industrie navali, aeronautiche, elettroniche, ecc.
nel corso degli anni ’70 e ’80 abbandonarono la produzione civile
a favore di quella bellica, stante
il suo grande boom. Qra si presenta il problema opposto. Gli
Stati Uniti perderanno (oltre ai
300 mila degli anni ’88-91) un milione di posti-lavoro fra il ’92 e
il ’96. L’Europa occidentale ne ha
già persi 100 mila e dovrà perderne altri 200 mila.
Riconquistare il terreno perduto sarà cosa molto ardua. A
parte l’attuale crisi economica
generalizzata, il ritorno di un’industria bellica alla produzione civile comporta nuovi costi di vario genere ma anche una chiara
volontà operativa, Il problema è
anche etico, oltre che politico.
Da ricerche fatte a vari livelli è
stato appurato che le alternative
non mancano (mezzi pubblici,
edilizia, attività sanitarie, energia, industria elettronica, tecnologie adeguate ai paesi sottosviluppati, ecc.), ma il punto di partenza non può prescindere da
una precisa istanza morale. Qggi
si parla tanto di' etica: non è
forse « morale » il considerare
che lavorare e guadagnare per
procurare l’altrui morte è contro la nostra umanità, e, per dei
credenti, contro le basi stesse
della fede?
Un coordinamento
contro l’embargo
Gli effetti dei provvedimenti si ripercuotono essenzialmente sugli abitanti più indifesi
A quasi dueanni dalla
guerra del
Golfo i
bambini ne
pagano ancora
gravemente le
conseguenze.
Sabato 3 e domenica 4 ottobre
si è tenuto a Napoli il seminario
Dopo la guerra del Golfo, il diritto alla vita dei popoli, promosso
dal dipartimento di filosofia e politica dell’Istituto universitario
orientale, dall’Unione donne palestinesi di Tunisi, dal Comitato
Golfo e altre associazioni con la
partecipazione dell’ex ministro
della giustizia degli Stati Uniti,
Ramsey Clark, studiosi e esponenti di associazioni pacifiste europee e arabe, parlamentari italiani.
A conclusione è stata approvata una risoluzione che denuncia
l’illegittimità e i tragici effetti
dell’embargo all’Iraq e « l’embargo sull’informazione » sia nei
paesi europei che arabi: un embargo cne uccide quanto quello
economico.
Per contrastarlo, personalità e
associazioni partecipanti al convegno hanno deciso di dar vita
al Coordinamento internazionale
per la fine dell’embargo all’Iraq Il silenzio uccide, con una segreteria provvisoria facente capo
al « Ponte per Baghdad ». Il 29
novembre, anniversario dell’ultimatum deU’ONU all’Iraq, sarà
inviato alTONU e ai governi responsabili dell’embargo un ultimatum, firmato da personalità di
tutti i paesi, chiedendo di porre
fine a questo crimine contro la
pace e l’umanità.
Seguiranno iniziative di protesta nei vari paesi e una «giornata internazionale contro l’embargo all’Iraq », il 17 gennaio 1993,
secondo anniversario della guerra del Golfo, con due manifestazioni internazionali a Ginevra e
a New York davanti alle sedi
dell’QNU.
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