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ECO
DELLE VALLI VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno Xi'VJ - Nuni. 14
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TORRE! PELLICE — 8 Aprile 1966
Ammiri. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Giovanni 20: 10-18
IL RISORTO
non è un Resù redivii/o
li racconto della resurrezione in Gio■* vanni è denso di incomprensioni e
di equivoci. Il fatto della resurrezàone
è talmente grande che Maria Maddalena ha bisogno di essere condotta
gradualmente alla comprensione e vi
arriva solo dopo essersi sbagliata più
volte. Anche noi abbiamo bisogno
della guida di questo racconto, perchè
la nostra comprensione, come quella
di Maria, è limitata e piena di equivoci.
Maria di fronte al sepolcro vuoto
crede che abbiano trafugato il
corpo di Cristo e piange. Neppure
questa magra consolazione le è concessa : curare il corpo morto di Cristo,
imbalsamarlo, conservarlo. Qui c’ è
solo amore nostalgico, ipieno di devozione, ma senza vita.
Talvolta noi sembriamo come Maria alla ricerca di ciò che resta di un
Cristo morto. Sperimentiamo il dolore di non conoscere più la potenza
di un Cristo vivente, ma ci resta qualcosa di Lui, la sua chiesa, il suo corpo; e anche questo ci tolgono. Il mondo sta lentamente trafugando il corpo di Cristo. Impotenti guardiamo la
continua e progressiva opera di erosione che agisce sulle nostre comunità e rimpiangiamo il tempo antico.
Ci accontenteremo di poco; conservare quel che resta del Cristo. Come
le donne che vorrebbero imbalsamarlo. E per questo, per arrestare il trafugamento facciamo appello alle tradizioni, al passato, ad un senso di solidarietà. Tutti materiali da imbalsamazione che non servonoi; ciò che resta del Cristo morto si va disfacendo.
In questo nostro atteggiamento il
Cristo è veramente morto. Non pretendiamo di riportarlo in vita ma solo
conservarlo. Ma questi sforzi sono
vani, proprio perchè in questo atteggiamento il Cristo è morto.
L’ATTESA
Io allonilii.
Da leinpi remoli
10 attendo il compiersi del mistero.
Sono passale accanto a me
le liie//,e profumate
ed i canti della mia giovinezza
ma io ho' sempre atteso
un altro canto ed un altro profumo.
Sui miei capelli
è passata la carezza di mia madre
ho ascoltato il severo consiglio
di mio padre
ma io ho .sempre atteso
un'altra carezza ed un altro consiglio.
Hanno risuonalo nel mio cuore
gl inni della libertà e della giustizia
ma io ho sempre atteso
un'a lira liltertà ed un’altra giustizia
Le chiare c lucide acque del pensiero
hanno portato
la barca della mia vita
nei misteriosi mondi della sapienza
ma io ho sempre atteso un’altra sapienza
La grazia della mia donna
ha colmato di fiori
il calice del mio cuore
ma io ho sempre atteso
un’altra grazia.
Le braccia dei bimbi
hanno tessuto attorno alla mia vita
una ghirlanda d’innocenza
ma io ho sempre atteso
un'altra innocenza.
la mia innocenza.
Il ripo.so dei morti
mi ha fasciato
nei bianchi lini della pace
ma io ho sempre atteso
un'altra pace.
Un angelo
è venuto nella mia stanza
ed aveva nelle sue mani
lollerta ardente
ma io attendo un'altra offerta.
E ([uesta sera
migranti snlPonde dei ricordi
tutti i doni si appressano
dairoriz/.onte della mia vita.
Ma io attendo un altro dono
11 dono supremo
il dono eterno
il dono che non conosco.
Fxl è per questo
che attendo e chiamo e grido
mio Dio.
Cablo Lupo
« Maria ! » dice Gesù alla donna che
non lo ha riconosciuto e Tha scambiato per il giardiniere. Basta questo richiamo per trasformare le cose. Non
si cerca più ciò ohe resta del Cristo
morto: è vivente, è presente, chiama.
Il giorno di Pasqua è questo appello
per noi, questa presenza viva che ci
strappa da ciò che è morto. Là dove
siamo volti con dolore alla chiesa
che vacilla, cercando di puntellarla,
giunge il richiamo del Signore, il
vivente.
pppure Maria non ha capito. Crede
solo che Gesù sia redivivo, sia ritornato in vita così cctm’era prima.
Che tutto sia tornato come prima,
quando Gesù camminava tra i suoi,
come Lazzaro tornato alla 'vita, a sedersi a tavola con le sue sorelle. Maria si getta ai piedi di Gesù e glieli
abbraccia. Cerca la ccwmmione di prima, fatta di contatto fìsico, di mani,
di sguardi, di spazio, di tempo. Non
ha capito che ha davanti ben altro.
Anche noi ci attacchiamo spesso ad
un Gesù redivivo. Grazie a Dio in
mezzo a noi non c’è solo la mancanza
di fede e il tentativo di conservare
ciò che resta del Cristo morto. C’è
anche la fede, il giorno di Pasqua, lo
slancio ai piedi di Gesù. Ma spesso
è fede limitata, che non comprende,
fede in un Cristo redi-vivo.
La nostra speranza è che Cristo sia
vivo come prima, come quando girava
per i paesi della Galilea. Crediamo.
E speriamo ohe tocchi anche a noi,
che possa entrare nelle nostre case,
guarire le nostre malattie, proteggerci
dalle tempeste della vita. Come prima, come duemila anni fa, redivivo,
di nuovo e continuamente vivo nel
quadro dì allora. Potrà intervenire
ma forse non interverrà, così come
non è entrato in tutte le case della
Giudea. E se interverrà porterà qualche lieve ritocco nella nostra vita. Importantissimo', per noi. Ma seuza mutare il quadro generale, senza incidere
sulla storia ohe continua per proprio
conto. Un Cristo redivivo. 'Vivo, ma
limitato nello' S'pazio, nel tempo, neli’estensioiie e nella profondità della
sua azione, limitato alle nostre speranze d'. un intervento divino nella
nostra vita per,sonale, privata.
Un’altra parola del Cristo conduce
Maria al di là di questa comprensione limitata. « Smetti di toccarmi ! ».
Non è più come prima. Non c’è più comrmione fisica, Ìimitata, umana. Questo « smetti di toccarmi » è rivolto
alla nostra fede in un Cristo redivivo,
è un invito ad alzare lo sguardo, ad
osare guardare al di là della nostra
piccola vicenda personale.
..Td salgo al Padre mio e Padre vo' I stro, all’Iddio mio e Iddio vostro ». Questo è il centro del racconto,
,la parola ohe guida Maria e noi nella
comprensione più profonda.
Io salgo al Padre mio e Padre vostro. Sembra più lontano il Risorto
che sale al Padre, non più cost umano,
così vicino ai nostri problemi. E invece non è mai stato così vicino a
noi, neppure quando toccava gli occhi ai ciechi. Perchè è la nostra umanità che Cristo ha fatto risorgere e
che con lui sale al Padre. Cristo non
si limita a penetrare nell’ingarbugliata matassa, Iha ripresa da un capo all’altro, ha risolto questa nostra
umanità legata e contorta nella re
surrezione.
La resurrezione è un evento totale,
che investe l’intero universo e scardina in maniera definitiva rordine
esistente. Le leggi di morte di questo
vecchio mondo sono annientate, la
legge di vita penetra come una lama
affilata nel corpo della storia delle
nostre morti e delle nostre illusioni.
Ci accompagna, cammina accanto ai
ncstri passi ancora malfermi, come
una nuova dimensione spalancata di
fronte a chiunque, a chi è libero, a
chi fa guerra, a chi lavora per la pace,
a chi crede, a chi si dispera. Per questo il primo ordine di questa dimensione nuova è Tordine di testimoniare, di far sapere agli altri, attraverso
loro a tutti.
Io salgo al Padre mio e Padre vostro, all’Iddio mio e Iddio vostro. Padre mio — Padre vostro. Iddio mio —
Iddio vostro. Mio — vostro. Non ha
mai parlato così ai suoi discepoli. Ora,
per la prima volta, nella dimensione
della resurrezione, la comunione più
completa con il Cristo è donata. Mio
— vostro. Non c’è più distinzione di
livelli, di possibilità, dì capacità. A
tutti quelli che l’hanno ricevuto ha
dato il diritto di diventare Agli di Dio.
Mio — Vostro.
T a nostra vocazione è oggi di vivere
in questa comamione di individui
disseminati nel mondo, non più come
uomini soli o nel loro sforzo sovrumano di raggiungere il loro Dio o nella sconsolata nostalgia del Dio di Gesù Cristo. Vivere davanti a Colui che
è « Iddio mio e Iddio vostro », legati
indissolubilmente al Cristo in ogni
cosa, nella sconfitta, nelTumiliarione, nella vittoria, nell’umanità nuova.
Uniti a lui nel lavoro ohe stanca,
nelle speranze che deludono, nella
gioia creativa, nel ripartire perdonati.
Di nulla impauriti perchè con lui. Di
nulla mancanti perchè con lui. Con
lui impegnati a lottare nelle contraddizioni del nostro tempo e del nostro
mondo. Con lui tesi verso il compimento, dal presente volti al futuro.
Tesi con lui ver.so il Regno che non
ci trasciniamo dietro stancamente
nelle nostre parole e nei nostri atti,
ma che ci viene incontro, già infiltrato tra le ultime maglie della nostra
storia.
Al di fuori di questa comunione c’è
solo un Gesù redivivo ohe interviene
qua e là, parzialmente. O non c’è re
surrezione del tutto, c’è solo il corpo
morto di Cristo da conservare con
dolore e nostalgìa. Nella certezza di
questa comunione noi riceviamo fin
d’ora la pienezza della resurrezione
nella nostra vita, §^gno per chi è intorno a noi dell’tJnica speranza di
vita per il mondo della morte.
F. Giampiccoli
LA “TRE GIORNI,, DI AGAPE
Una predicazione
il nostro tempo
23 al 25 aprile, incon
per
Dal
tro delle comunità evangeliche ^
I nostri predicatori sono in genere ben
preparati, per conoscenza biblica e capacità
di pensiero, per conoscenza di uomini. Eppure la predicazione sembra inefficace. Perchè?
Nelle chiese evangeliche affermiamo che
« la chiesa nasce dalla parola » ed intendiamo che è la predicazione della Sacra Scrittura, in modo speciale nel corso del culto domenicale, che crea la chiesa, che la fa nascere, la nutre, la indirizza.
Quando però consideriamo la vita delle
nostre chiese e in modo speciale proprio quel
pubblico domenicale che ascolta il sermone,
ammettiamo facilmente che c’è qualche cosa
che non va : che la chiesa che nasce dalla
parola in realtà è una chiesa impotente, confusa, composta certo da bravissime persone,
ma priva di slancio e di forza di irradiamento.
Allora c’è qualcosa che non funziona. 0
sono le comunità che non ascoltano, non
comprendono, e la predicazione non le tocca;
oppure è la predicazione che non è vera predicazione della parola di Dio, e quindi è
inefficace. In preparazione del convegno 23-25
aprile vorremmo dunque sottoporvi alcune
domande. Per predicazione intendiamo ovvia,
mente quella che ciascuno conosce e cioè il
sermone domenicale, il cullo radio, eventuali
predicazioni lette. Senza che gli interessati,
Ai lettori e ai collaboratori auguriamo fraternamente una Pasqua
di autentica allegrezza
nel Signore Risorto.
iiiiiiiiinmiiiiiiiMiiiiiiiimii
iiiiimiiiMiiiiiitmiiiiiiKinmmiiimiiHilMHi
iimimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilililiiiliimiiiuiiliiliiiiiiiiiiiiiliiimiiiiiimiiiiiiiiiiiiiii m
cioè i pastori, si dispiacciano, vorremmo che
ciascuno rispondesse sinceramente. Sarà utile
a tutti. Del resto, sono soltanto i pastori ad
essere gli interessati?
QUESTIONARIO
— La predicazione ohe ascoltate vi
rende chiaro il pensiero dello scrittore biblico?
— La predicazione vi rende attuale il
testo biblico?
— La predicazione vi sembra corrispondere al testo biblico, ovvero
notate talora un salto fra testo e
preidicazione?
— La predicazione vi serve come guida nelle vostre decisioni durante la
settimana?
— 'Vi capita di discutere del sermone
con il predicatore stesso o con
membri della comunità?
— La predicazione offre risposte alle
domande che vi siete posti, ovvero
vi sorprende, obbligandovi a xiensare ad altre cose?
— In sostanza che cosa vi aspettate
dalla predicazione?
— Avete proposte perchè la predicazione risponda meglio alle sue funzioni?
L’annunziato incontro delle comunità evangeliche sarà preparato da discussioni nelle
comunità interessate, in base al questionario
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
...
A BARLETTA, IL 19 MARZO
e sandumose
della nostra evangelizzazione
Vasta riunione di evangelici pugliesi per rievocare
nel clima di
OSS'
l’impegno ed il rischio di ieri
In Piazza Monumento, il post. Manfredi Ronchi
parla alla folla su ^’Verità in libertà^^; sotto: la vasta assemblea. (Foto Ariston)
Ricorrendo il centenario dell’eccidio di
Barletta, il 19 Marzo v’è stata, in questa gra.
ziosa cittadina, grande adunata di evangelici quale atto di presenza evangelica in Puglia e di testimonianza ecumenica. Dopo le
rigide giornate invernali, il 19 marzo si presentava con una splendida giornata primaverile contribuendo così alla riuscita di una
indimenticabile manifestazione di massa.
Non ci soffermeremo qui sui fatti del 19
Marzo 1866 perchè già esposti in un articolo
apparso su questo stesso settimanale (18-31966, N. 11), ma diremo subito che alle ore 9
i primi torpedoni giungevano in via F. D’Aragona ed i numerosi fratelli invadevano i
locali della Chiesa Battista ove un buffet offriva ai partecipanti una semplice ed abbondante colazione. Poco dopo le 10 si formava
un lungo corteo che, scortato dalle forze dell’ordine, si avviava ordinato e silenzioso per
il C.so Garibaldi per giungere in via Nazareth ove nel 1866 avvennero i facli di sangue. Il corteo, di circa mille persone, attraverso altre vie cittadine si portava in Piazza
Monumento ove, su un pulpito già predisposto con Bibbia aperta, il Presidente della
Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia,
Pasl. Dr. Manfredi Ronchi, teneva una vibrante conferenza sul tema: «Verità in libertà ».
Il Past. Ronchi movendo dalle premesse
che i tempi son mutati e che sarebbe stata
impensabile un secolo addietro una manife.stazionc li questo genere, disamina acutamente il concetto di « verità » secondo l’uso
cori-ente del termine, per giungere felicemente, dopo aver parlato della « verità » come è concepita in alcuni ambienti ecclesiastici, al concetto di « Verità » come è contenuto nella Bibbia e che si impersona nel
nostro Signore Gesù Cristo. Questa « Verità » non può essere monopolizzata, come s’è
tentato nel passato e come si vorrebbe ancora oggi da alcuni. Gli errori passati presenti
e futuri han trovato, trovano e troveranno
sempre la loro radice nell’errata interpretazione del concetto dì verità », producendo
un soffocamento della « libertà » attraverso
volgari atti di intolleranza.
L’oratore, con tatto, ha toccato vari punti di dissenso col cattolicesimo compiacendosi
.................................................................................................................................................................................................................,
peraltro di alcuni aspetti positivi del Concilio Vaticano II, nella speranza e neU’attesa che nel nuovo spirito di apertura la « Verità » venga demonopolizzata (è mai possibile pensare alla « Verità », con la « V »
maiuscola monopolizzata da una Chiesa?) e
non si veggano più atti di intolleranza ai
danni di chicchessia ma « Libertà » nel recìproco rispetto dei figli di Dio e del mondo
intero. Il Past. Ronchi non ha trascurato di
ringraziare le autorità per aver permesso la
manifestazione tutelando cosi i diritti di
di ogni cittadino.
Dopo il discorso si riformava il corteo con
a capo il Presidente Ronchi ed i Conduttori
delle Chiese convenute e fra essi pure Padre Santiago, sacerdote della Chiesa Ortodossa di Bari, per ritornare in via F. D’Aragona.
Nel pomeriggio alle 15, con un’ora di anticipo sul programma, il Tempio era gremito all’inverosimile e moltissimi fratelli era.
no costretti a rimanere fuori. Il Pastore della locale Chiesa Battista presiedeva il Culto
commemorativo tratteggiando brevemente i
fatti che condussero al tragico 19 Marzo
1866 e scopriva una lapide in ricordo di quei
fratelli che col sangue testimoniarono della
loro fede. Messaggi venivano rivolti dal Past.
Castiglione portavoce dei Valdesi di Puglia,
deir Anziano della Chiesa Pentecostale di Bari e da Padre Santiago della Chiesa Ortodossa di Bari. Erano presenti gruppi delle Chiese Battiste di tutta la Puglia; numerosi pure
i Valdesi di Bari, Corato, Cerignola, Trani
ed Orsara di Puglia. La Commissione Distrettuale del V Distretto ha voluto manifestare l’adesione del Distretto a questa celebrazione rinviando il Convegno dei Consigli
di Chiesa indetto per lo stesso giorno ad Orsara dì Puglia, per essere solidale con tutto
PEvangelismo delle Puglie perchè certamente i fatti di Barletta non possono non essere
ascritti alla storia di tutte le Chiese Evangeliche al di fuori e al di sopra d’ogni colore
denominazìonale.
Enrico Trobia
2
pag. 2
N. 14 — 8 aprile 1966
Scienza e fede di frente
aiia passione di Cristo
Da molto tempo, di fuori e al di
sopra di qualsiasi fede religiosa, la
scienza ha rivolto particolare interesse ai fenomeni fìsici e fisiologici che
hanno preceduto e accompagnato la
morte di Cristo, cercando di spieganie le ragioni alla luce delle leggi
ohe governano la natura; tuttavia
essa è riuscita a darci una spiegazione plausibile soltanto per alcuni di
questi, mentre per altri (e sono la
maggior parte) ha dovuto dichiararsi
impotente e accettarne la motivazione ultraterrena.
Stabilita l’assoluta autenticità dei
fatti accaduti prima, durante, e dopo
la Crocifissione, e narrati con scrupolosa ed identica esattezza dagli Evangelisti e dagli storici dell’epoca, gli
studiosi hanno rivolto la loro attenzione al trauma fisico sopportato da
Ori.sto ancor prima che avesse inizio
il Suo martirio ; trauma manifestatosi
soprattutto con la nota essudazione
di sangue nell’orto del Getsemani.
Come tutti sappiamo, Gesù, quando
vi giunse per raccogliersi in preghiera, presentiva che era prossimo il momento della sua morte, necessaria
alla salvezza del genere umano. Orbene, questo stato d’animo e l’angoscia del momento sarebbero di per se
stessi sufficienti a provocare il sudore
di sangue, o per usare il termine medico la « ematidrosi ».
Quanto alla Crocifissione, la perplessità della scienza ufiBciale riguarda soltanto l’eccezionale durata delragonia (tre ore), tanto più che Cristo si offerse all’estremo supplizio già
stremato dalle precedenti torture fisiche, cui si erano aggiimte quelle morali; il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, il « crucifige » gridato dalla folla, poco prima osannante al Suo ingresso in Gerusalemme e
che aveva poi chiesto la grazia per
Barabba e la condanna per il Nazareno.
Assai più sconcertante appare invece agli occhi degli studiosi la sequenza dei fenomeni atmosferici che si
registrarono subito dopo la morte di
Gesù e che gettarono lo sgomento tra
la folla assiepata attorno alla Croce.
Ecco, al riguardo, la risposta offertaci dalla scienza.
Il buio che avvolse la Terra, e a
quanto affermano gli Evangelisti, durò per tre ore, non può essere attribuito ad eclissi totale di sole e ciò per
due precise ragioni. Anzitutto, perchè
nelle notti di plenilunio un tale evento non si può registrare se non i misura incompleta e quindi non è possibile ohe sopraggiimga, come in quella notte, l’oscurità assoluta: in secondo luogo perchè le attuali conoscenze
astronemiche escludono la possibilità
che nel periodo intercorrente tra il
1507 a. C. ed il 2.400 d. C. si siano verificati o si verificheranno eclissi totali di durata superiore ai sette minuti.
Il temporale che si scatenò alla
morte di Gesù difficilmente peiò essere attribuito a cause naturali, data
la scarsissima percentuale di umidità
presente nell’aria in quel giorno, come testimonia la rapidissima, coagulazione del sangue emesso dalle ferite inferte a Cristo.
Resta infine da accennare al terremoto che squassò il monte Golgota
alla fine dell’agonia di Gesù e che non
ebbe alcuna ripercussione nella zona
circostante; esso potrebbe venir accettato come fenomeno naturale, giacché la Giudea è situata in una delle
regioni di più intensa attività tellurica del bacino mediterraneo, ma due
circostanze ci lasciano perplessi; la
straordinaria concomitanza dei due
eventi e il fatto che la scossa sismica
abbia avuto proprio queU’epicenitro e
per di più un raggio d’azione cos‘, limitato.
Da secoli la scienza indaga sulla
« Passione di Cristo » cercando una risposta sicura per ogni avvenimento,
ima formula matematica o un diagramma la cui interpretazione rientri
nell’ordine naturale delle cose.
La fede, invece, compie il proprio
cammino in direzione tutta diversa.
Non ricerca una verità, ma la Verità,
e la riconosce nel miracolo. Alle cause
naturali sostituisce la volontà di Dio,
aU’impossibile contrappone la Sua Onnipotenza, alle leggi e alle formide circoscritte neH’angusto campo dello scibile umano, l'incommensurabilità del
Suo amore.
La scienza si meraviglia per l’agonia di tre ore, la fede gioisce per
un’eternità di salvezza; la scienza non
sa spiegare l’uragano del Golgota, la
fede vi ravvisa il tormento e il gemito
dì tutta l’umanità dolorante, dell’intera creazione in travaglio.
Marco
INNARIO CRISTIANO
Per rispondere alle numerose richieste di innari che pervengono alla
Claudiana, si comunica che l’edizione
1962 dell’Innario Cristiano è totalmente esaurita e che il Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche dTtalia — da cui tale pubblicazione dipende — ha deciso di non ristampare
ulteriormente la vecchia edizione, ma
di attendere che la Commissione per
la revisione abbia ultimato il suo lavoro, il che è imminente.
Una diaconessa
Suor
Emilia Bortinatti
Alcimi giorni or sono è mancata, a
Saint-Loup (Vaud), Suor Emilia Bertinatti, sorella del Pastore emerito
Giovanni Bertinatti; gli esprimiamo
la nostra viva simpatia, e riportiamo
da un comunicato del Consiglio generale della Casa delle Diaconesse di
St-Loup, queste note biografiche.
Suor Emilia, nata il 10 giugno 1876
in Italia, era entrata nel suo 90» anno. Ha trascorso la sua giovinezza
nelle Valli Valdesi del Piemonte, dove
suo padre era insegnante e predicatore laico. Ritornava spesso a quei
tempi felici in cui teneva la casa dì
suo padre e dava lezioni di cucito alle
ragazze, nel piccolo villaggio montar
no, mentre la madre viveva in pianura con il figlio studente in teologia.
Entrata nel 1901 a St-Loup, ha servito soprattutto a Morges, a Payerne
e all’Ospedale cantonale, prima di tornare nel 1914 nel suo paese, all’Ospedale di Torre Peilice e al Rifugio Carlo Alberto di Luserna S. Giovanni.
Nel 1932 è entrata in emeritazione, a
casa sua, rientrando poi a St-Loup
nel 1947.
Da mesi Suor Emilia ci diceva : « E’
lungo! ». Anelava alla liberazione e
sospirava il momento in cui avrebbe
potuto lasciare questo mondo per andare al suo Salvatore. La sua preghiera è ora esaudita, e rendiamo grazie
a Dio.
Pensiamo con simpatia al fratello,
che veniva fedelmente a visitarci, a
tutta la sua famiglia e chiediamo a
Dio per tutti noi la pienezza della sua
pace.
Complesso
di inferiorità
dei cristiani?
L’articolo del Professor Subilia « Vangeli del secolo o Evangelo? » ripropone in
maniera lucida ed energica il problema della testimonianza cristiana fedele e non opportunista nel mondo secolarizzato di oggi. Il problema è così essenziale che merita di essere ripreso e dibattuto sul nostro
giornale.
Il cri.stiano è chiamato oggi più che mai
ad assumersi di fronte alla «mastica dell’amore e del servizio », di fronte ai facili
entusiasmi suscitati dai miti moderni della
pace, della solidarietà sociale, deH’unilà,
la parte ingrata e impopolare del testimone, che — per fedeltà aH’Evangelo — denuncia la falsità di questi miti, di questi
vangeli sofisticati esprimenti ancora « in
edizione riveduta ed aggiornata l’anima
deU’uomo naturalmente pagana ».
Anticonformisti per eccellenza, i cristiani fedeli di oggi devono vincere la loro timidità, avere il coraggio di rompere il
fronte della solidarietà umana, tracciare linee di divisione, non vergognarsi del loro
annuncio, come se fosse vecchio e spento di
fronte al « dinamismo » dei vengeli del
secolo.
Tale è la tesi dei Professor Subilia; una
Sìmile linea è dal punto di vista cristiano
incontestabilmente evangelica, profetica.
Eppure, dietro alla sua apparente semplicità, chiarezza e coerenza, si i-elano non
poche difficoltà, insidie ed ambiguità ohe è
forse bene ricordare.
Certo ci vuole coraiggio notevole per denunciare la falsità dei miti moderni in cui
Tuomo di oggi ripone la sua fede. Ma un
tal modo d¡ procedere sembra insufficiente!
Come è noto proprio lo stesso tipo di ac
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiimmiiiiiiiiiniiiiii
iiiiniiiimmiiiiKiiiititlimilimiiiMM -i
Peggio che in gassato ?
E’ reato - in Italia - perorare la
causa dell’obiezione di coscienza ?
Come molti Valdesi giovani e non. giovani
ho letto con emozione la notizia di quegli
studenti milanesi che sono stati incarcerati
per aver perorato su dei volantini la causa
dell'obiezione di coscienza. In prima istanza,
il tribunale li ha assolti, ma il Pubblico Ministero ha ricorso contro la sentenza e il processo sarà nuovamente celebrato in appello.
E’ una ennesima notizia in questa materia,
ma sembra rivelare un « crescendo » del modo restrittivo col quale molte Autorità sembrano interpretare una concezione del militarismo che credevamo che il tempo moderno
avesse modificato e superato.
Ho detto « peggio che in passato » perchè,
trent'anni or sono, quantunque parlasse
assai meno di oggi di libertà e di democrazia, si aveva qualche volta Timpressione di
poter dire e fare cose che oggi non sono più
tollerate.
Negli anni 1937-38 stampavo un voJumetl< intitolato « Gioventù Valdese )> per illustrarne gli ideali e in esso condannavo senza
mezzi termini la guerra e consigliavo alla
Gioventù Valdese di non scegliere la carriera delle armi. Mandai alle stampe pronto a
vedermi cadere addosso delle rappresaglie an.
che perchè ero tutt’altro che fascista e perchè attorno si parlava già molto di guerra.
Non ne fu nulla e non fui molestato in alcun modo.
Un motivo
urgente
Oggi, se scrivo, non è per chiacchierare ma
perchè vedo qui sotto un argomento che sì
la urgente per la Chiesa: nel prossimo Sinodo noi dovremo finalmente, dopo anni di attesa, prendere una decisione sul nostro atteggiamento di fronte alla obiezione di coscien
Piccol preziose agli occhi e cose di Dìo
— Sorridi nella monotonia del dovete quotidiano — Taci quiitido t’accorgi che qualcuno ha sbagli.nlo — Elogia il frateUo che Ila operato il bene — Rendi un -servizio a chi li é sottoposto
— Stringi cordialmente la mano al fratello che è nella tristezza
— Parla con dolcezza agli impazienti e agli importuni — Guarda con affetto al fratello che cela un dolore — Saluta affabilmente gli umili — Riconosci umilmente la tua debolezza. — Ricordati che hai una bibbia sulla quale puoi leggere quanto segue:
Quando Iddio seniibra essere lontano da te (Salmo 139)
Quando il dubbio li assale (Giovanni 7: 17)
Quando ^ei solo e pauroso (Salmo 23)
(Quando bai dimenticato i tuoi benefici (Salmo 103)
(Juando la tua fede è vacillante (Ebrei 11)
(Juando devi lasciare la casa (Salmo 121)
Quando l’amarezza s’insinua nel tuo cuore (1 Corinti 131
(^ando le tue preghiere sono troppo personali (Salmo 67)
(^ando il dolore ti stringe (Giovanni 14)
Quando gli uomini non li soddisfano (Salmo 27)
(Juando hai peccato (Salmo 51)
Quando bai dei fastidi che ti sembrano grossi (Matteo 6: 19-34)
Quando sei esposto al pericolo (Salmo 91)
Quando sei molto scoraggialo (Salmo 34)
(pensieri raccolti da C. Turin)
za. I nostri giovani, da qualche anno, ce lo
chiedono con insistenza e non possiamo eludere la loro richiesta all’infinito. Molti figliuoli nostri attualmente sotto le armi, ci
si sentono a disagio o subiscono con un senso di sfiducia e di repulsione una istruzione
che li vuole preparare ad uccidere mentre la
loro coscienza religiosa ripete loro che non
1:> debbono fare. Ma sono giovani disciplinati
onesti, ligi al dovere e alieni dal prendere
da soli, senza l’assenso della loro Chiesa, una
iniziativa di una certa gravità. Essi aspettano
però una parola dalla loro Chiesa : sentono
nella realtà della guerra e del servizio militare un problema aperto ed aspettano dai
loro maggiori una parola chiarificatrice...
Una richiesta
ai Sinodo
Vorrei per conto mio domandare al prossimo Sinodo — e spero che anche molti altri
10 facciano — di impeti are dallo Stato, a nome della Chiesa Valdese, che venga finalmente concessa la obiezione di coscienza.
Non solo, ma siccome le cose della coscien.
za non sono mai dipese, per noi Valdesi, dal
benestare dei Governi o dei Regolamenti,
vorrei che il nostro Sinodo dichiarasse alla
nostra gioventù Valdese che esso approva ed
ammira la obiezione di coscienza.
La sabbia
è pronta ?
Ho ricevuto tempo addietro dalla Tavola
uno studio redatto da una Commissione ad
hoc che ci suggerisce di riprendere dalla base
11 problema della obiezione di coscienza, risalendo a quello della violenza, della non
violenza ecc. In parole povere il ragionamento mi sembrava questo : a II problema della
obiezione di coscienza non è che un dettaglio
di un problema molto più vasto, quello della
violenza in tutte le sue manifestazioni: inutile sarebbe il fermarsi al dettaglio, andiamo
alla base del problema e aTrontiamolo di pet.
lo nella sua interezza, allora il dettaglio della
obiezione di coscienza diventerà semplicemente la logica conseguenza di cose maggiori...
Certo non sarà stata questa la intenzione
della Commissione, ma io ho avuto l'impressìone che si preparasse qui una insabbiatura
di tutto quanto. Da troppi anni assisto nei
nostri Sinodi ad ìnsabhiature di questo genere: involontarie oppure sapientemente predisposte, ma pur sempre interruzione di proble.
mi la cui soluzione era necessaria alla vita
della Chiesa.
Ma io spero vivamente che quest’anno il
nastro Sinodo non vorrà più abdicare alla sua
responsabilità. Penso a quel tale ri>e, seduto
m casa, ode delle grida nella strada dove
qualcuno sta accoltellando una donna. — Fermi, egli grida ai suoi ragazzi che vogliono
precipitarsi nella via : Bisogna essere bene al
chiaro prima di inlervenire, non sappiamo
se si tratta di un delitto passionale, di una
vendetta o di un delitto d’onore o forse anche dì una legittima difesa...
E penso anche al primo Sinodo della Chicsa Cristiana che si riunì a Gerusalemme, pre.
senti Pietro c Paolo, per discutere se i pagani che si convertivano all Evangelo dovessero essere circoncisi o meno. In fondo si
trattava solo dì un dettaglio in un problema
molto più vasto. Ma il Sinodo si riunì e decìse contro la circoncisione.
Io spero che jl nostro prossimo Sinodo non
potrà più accantonare il problema della obiezione di coscienza come « cosa secondaria ».
Ma, dopo il fatto degli studenti di Milano,
potrò io dirle queste cose, liberamente, senza
ai^dare a finire anch’io in prigione?
Potrò ancora
predicare
Uberamente 7
Anzi, mi domando con apprensione se nel
nuovo clima che sembra si stia affermando,
il potrò ancora predicare l’Evangelo con la
libertà di cui ho goduto fino ad oggi..
Ho sempre predicato che la guerra è una
cosa maledetta, contraria al volere di Dio e ai
miei catecumeni ho detto sempre, persino in
tempo di guerra ; « Figliuoli, quel che dovete sapere con sicurezza è che la guerra è con.
traria alla lettera e allo spirito dell'Evangelo Non permettete mai che nessuno vi convinca che la guerra possa essere conforme al
volere di Dio. Gesù non ha mai detto una
parola favorevole alla guerra ed ha invece
Oìdinato di amare i nemici ».
Potrò continuare a predicare cosi senza
esser messo in prigione anch’io? Non lo so,
ma credo che in nessun modo potrò modificare la mia predicazione. Noi Valdesi, anche
s*- i tempi si son fatti « moderni », non possiamo transigere quando è in causa la nostra coscienza.
In passato abbiamo certo combattuto ed
aìiche valorosamente cosi come il Popolo di
Dio nell Antico Testamento ha spesso combattuto. .Siamo stati anche noi un popolo
peccatore e, come quelli, credemmo spesso
che fosse bene di combattere. Ma anche a
noi, come già a tanti altri, Gesù apre gli
occhi e dice ; « Avete udito che fu detto agli
antichi: odia il tuo nemico... Ma io vi dico:
amate i vostri nemici e pregate jìcr quelli
che vi perseguitano ».
Cento anni or sono i Valdesi hanno ottenuto la libertà di adorare Dio secondo la loro
coscienza, oggi è giunto il momento nel quale debbono ottenere la libertà di non uccidere i loro simili.
Enrico Geymet
DONI RICEVUTI
PER ECO-LUCE
Ti’lli Anna, Roma 500; Fontana Roux,
Dora Chisone (Bergamo) 500; Plebani Alfredo, Milano 500; VIdossich Luigi, Milano 500; Pourger sorelle. Piombino 1.000;
Beux Regis, Villar Penosa 2,50; Coucourde
Luigi, Inverso Pinasca 250; Mathi'eu Geraldo, Torre Peilice 300; CJrill Elena, Pomieri Frali 350; Mario'.li Enrico, Torino
300; Peyrot Albarin Emilia, Torre Pellicce
500; Maero Aurelio Prarostino 1.000; Mendola Francesco, Roma 1.000; Rivoir Alma,
Milano 500; Nozzoli Vittoria, Siena 2.775;
Zaza Domenico, Milano 500; Cananeo Felice, Genova 1.000; Mancini Giorgina, Roma 300; Miletto Fede, Condove 500; Giaicro Valdo, Rivoli' .500; Ventrici Carmelo,
Catania 1.000; Praiidini Giovanni, Pimaretto 200; Miigli.au Maria, Aiona 500;
Jaeger Ottilia, Milano 300; Roslagnol Matilde, Lii.serna S. Giovatini'300; Rosa-Brìisin. Lidia, Coazze 200, Fìartolacci Umberto, Firenze 1.000; Mattone Elvidio, Coazze
200: Mansuino Famiglia, Sanremp 3.000:
Quaglinolo gconi. Maurizio, Torl'no 2.000;
Gay fam., Luserna S. Giovanni 200; Massa
Francesco, Firenze 1.000; .Tniirdan F,nrico,
Torre Peilice 200 Matbien doti. Italo, Pinerolo 2.000; Nisbet Goffreda, Svizzera
200; Bosio Ilda, Pinerolo 500; Giovanni
Forneron, S. Secondo 500; Buth Lflilmann,
Zurigo 570. Grazie! (ccmtinua)
(■usa viene rivolto, per una sorta di ribaltamento, dai profeti moderni (scienziati, filosofi, politici) ai cristiani, che cioè la fede
cristiana sia del tutto mitica, fatua, inconsistente. V’è dunque il pericolo di una reciproca accusa di miticità, di illusione, di
falsità che può provocare lutt’al più un recipro-co irrigidimento tra il cristiano e il
secolarizzato. Del resto, il più delle volte,
Paccusa di falsità, la denuncia di erroneità
delle ideologie e dei sistemi di vita del
mondo da parte di noi cristiani, si rivela
del lutto sterile ed inutile, ed appare del
lutto gratuita all’uomo di oggi, ebe guarda
soprattutto all’utilità e all’efficacia di una
ideologia, e ci giudica non da quello che
predichiamo e alfermiamo, ma dalla nostra
tirassi e dal nostro modo di vivere.
Non basta dunque ai cristiani avere se
necessario anche il disperato coraggio di
dire cose dure ai propri simili, di apparile
anticonformisti, o antiquati, o reazionari a
seconda dei casi, poiché anche i liberi pensatori dimostrano questo coraggio. Non basta che i cristiani siano all’opposizione, poiché nella realtà socio-politica di oggi non
mancano di certo uomini o gruppi impegnati nella opposizione. Occorre che il mondo .secolarizzato di oggi riconosca a noi cristiani l’autorità dj denunciare le false illusioni e le fallaci speranze di cui si nutre.
Solo allora rannuncio di condanna dei facili entusiasmi umani, della pseudo-religiosità diffusa potrà incidere, essere accettalo
e produrre mutamenti radicali.
Ma con quali credenziali ci presentiamo
— in quanto cristiani — in veste di accusatori aH’uonio di oggi?
L’autorità indubbia con cui Cristo ha agi
to e giudicato gli uomini del suo tempo,
in essi, tutti gli uomini, risulta con evidenza dalle Scritture. Ma l’autorità di Cristo non è sic et simpliciter la nostra! Nè
vale invocare a questo punto lo Spirito Santo con un atteggiamento semplicistico, quasi a suggellare e rendere efficace la nostra
proclamazione e la nostra denuncia, poich-è
il problema è di sapere se in precedenza
abbiamo fatto tutto quanto ci era ricibiesto.
D’altra parte, confesso di essere più voll-a
tentato, come laico, di impegnarmi nel
dare la dimostrazione che le soluzioni dell’altro (l’ateo) sono false.
Ciò mi sembra meglio di una sterile denuncia, poiché esige impegno di informazione e di conoscenza, ma — come ter
tativo di opporre dottrina a dottrina, ideologia a ideologia — si rivela fallace a su.ì
volta. Il messaggio cristiano non si lascia
ridurre a questo modo.
Ma infine, con quale autorità giudicbianio
fallaci le speranze di un uomo del secolo:
Da parte protestante la risposta sembra ov
via: l’autorità della Parola di Dio, eh
giudica «più affilata che una spada a dìio
tagli ». Ma in realtà il problema vero r
quello della fede, delia mia fede in quei' i
Parola. Credere pienamente quello che de . -i
dire ed annunziare, trasmettere.
Questa è la sola autorità che permette ai
cristiani di parlare, di annunciare, di giàdicarc (« di legare e di sciogliere! »ì. Dii '•
que occorre prima togliere la trave dal n.islro oii hio, affrontare e risolvere i non p-,chi « scandali » che l’evangelo, prima lìi
essce inteso per quello che è, come gioiooi
me.ssaggio di liberazione e perdono, ci pone
e ripropone.
Un annuncio oggettivo, una denuncia
gettiva delle fa^lse ideologie del nostro s.
colo, che prescinda dalla fede vissuta e ii-carnata dei .singoli cristiani e delle comunità, è quanto di t>iù mitico -si possa iinin;(.
ginare.
Molto giustamente il Professor Subilia
ricorda la liniidilà, la vergogna dei ciistiani nei i-onlrotiti dei falsi evangeli ìlei
mondo, che non osano denunciare. Ma in
fin dei i-oiiti ciò corrisponde il più delle
volte, in maniera straordinariamente onesta,
al proprio personale grado di ineredulità e
di difficoltà di accettazione di quella Parola che S: vorrebbe trasmettere agli altri
come giudizio e come liberazione. Le fascie del presepio sembrano veramente troppo povere, la forza del messaggio troppo
modesta e illogica. Non vi è nessuna ragione per cui questo formidabile complesso di
iiiferiorilà causato dalla incredulità, talora
abilmente mascherata con finezze culturali
o altri alibi, debba o possa essere saltalo in
favore deH’amitincio ad altri.
Concludendo vorrei segnalare il pericolo
che Farticolo del Professor Subilia possa
essere letto e interpretato — certo al di là
delle sue intenzioni — come un invito ad
un coraggio che in certa misura potrebbe
anche prescindere da una fede personalmente vissuta. Quante volte, nel nostro vivere quotidiano, nell’accusare gli altri eludiamo noi stessi! Se le nostre comunità
cristiane non denunciano le false ideologie
del secolo, e non ne hanno il coraggio, ciò
avviene essenzialmente per la loro incredulità, e perfilé l’Evangelo, predicato in maniera troppo obiettiva, non le Ila trasformale.
Cristo ha condannato, ha giudicato, ha
diviso, ma ha anche consolato, guarito,
sopportalo; ha .servito nell’umiliazione della carne. In questo senso il suo non è stalo
un arido annunzio. Enhico Pascai.
Novità Claudiana
ANDRÉ DUMAS: Il controllo delle
nascite nel pensiero protestante. Pagine 176, L. 1.500.
ALFREDO SONELLI ; La messa in
italiano. Collana « Attualità protestante » n. 1, pagg. 32, L. 100.
3
8 aprile — 1966 — N. 14
pag. 3
In margine all’incontro Ramsey-Montini
Abbracci e verità
Il Pastore Conte ha espresso su queste colonne lo stupore che molti di noi hanno provato leggendo la cronaca dell’ultima cerimonia vaticana. Sembra che l’elenco dei partecipanti non sia esattamente quello pubblicato dall'Osservatore Romano, come sembra
che l’Arcivescovo di Canterbury, pur essendo uno dei Presidenti del Consiglio Mondiale
delle Chiese, non abbia, oltre tutto, trovato
il tempo di visitare le Chiese che di quel
Consiglio sono membre.
Si tratta ovviamente di problemi che, per
ciò che ci concerne, la Tavola dovrà affrontare con tutta la carità,' ma anche con tutta
la chiarezza necessaria.
Senonchè io credo che ormai questi problemi esorbitino l’ambito delle nostre strutture interne e si pongano in realtà anche
davanti ad ogni singolo credente, come la
espressione del problema di fondo della fede
nel nostro tempo. Siamo cioè tutti pronti a
credere che i partecipanti evangelici alla cerimonia vaticana siano stati animati dalle
più lodevoli intenzioni, ma alla Facoltà di
Teologia ci è stato insegnato che un sermone va giudicato non secondo le intenzioni di
•chi lo pronuncia, ma secondo ciò che ne ricevono gli ascoltatori. E, che gli interessati
se ne siano resi conto o meno, l’impressione
che la presenza in quella sede di una rappre.
sentanza qualificata del protestan‘esimo romano ha prodotto sulla opinione pubblica, è
istata quella di una approvazione ufficiale
evangelica della politica di « convergenze »
■seguita da Roma e di una altrettanto ufficiale smentita delle decisioni prese dal Congresso Evangelico e dal Sinodo, organi che,
.quanto più sono dirette rappresentanze del
popolo della Chiesa, con tanta maggiore fermezza si sono dichiarati contrari a queste
•espressioni della politica vaticana.
Per cui io credo che questo episodio, ultimo di una scie di manifestazioni analoghe, debba permettere a ciascuno di contri■fiuire a un esame totale della situazione delle nostre Chiese e del messaggio che esse
apportano in questo tempo.
Ora, è evidente che il problema della fede
si pone in questo tempo suUo sfondo di un
movimento mondiale di convergenza di idee
e di religioni: dialogano e convergono tutti:
•comunisti, cattolici, rocialisti di ogni tendenza, battisti, valdesi, anglicani, massoni, russi
c americani, e il cattolicesimo romano, reli-gione di tutte le convergenze, è la vera religione di questo tempo e di questo mondo, che
■si rallegra del fatto che i dialoghi gli permettano (b curare in pace i propri affari,
senza pr.iìùemi o angosce di scelte.
Senoncliè c|uesta cosi simpatica tendenza
■compo'ia alcune conseguenze, che vai forse
la pena di ricordare.
’Fi è intanto un problema, diciamo così,
sociologico. La Chiesa di Inghilterra o quella luterana tedesca o quella calvinista svizzera possono tranquillamente (sotto questo
aspetto! fraternizzare con la Chiesa romana:
come Chiese nazionali e di maggioranza, per
il peso stes.-o delle tradizioni e l’inerzia delle
abitudini, non sono minacciate nella loro esistenza. ma ])ossono convivere con altre e diverse Chiese sulla base del motto da loro
stesse espressainente formulato: cocuius regio
eius regio». Gli Inglesi resteranno anglicani ancht se Sua Grazia si inginocchia davanti alla Madonna del Perpetuo Soccorso,
non perchè non credano al Soccorso, ma perchè sono inglesi.
Ben diversa è la situazione di quelle infime minoranze che sono le Chiese evangeliche
in Italia ad esclusione delle Valli Valdesi. E’
infatti una legge scientificamente provata che
le minoranze sussistono soltanto se sono radicalmente diverse dalla maggioranza (e
quindi in contrasto con essa); altrimenti perdono la loro ragion d’essere, storica e si dissolvono.
Nel nostro caso ciò significa che le dichiarazioni sinodali sui matrimoni misti non han.
no la benché minima probabilità di esser
prese sul serio, se pastori e preti fraternizzano del continuo; e che, di fatto, non è più
posiibiie chiamare un cattolico alla conversione, con tutte le difficoltà che ciò comporta, quando continuamente pastori e preti recitano insieme il Credo, cioè si suppone credano le stesse cose. E ciò equivale a dire
che nello spazio dì una generazione le nostre Chiese in Italia, i cui membri già non
aumentano nonostante l’incremento della popolazione, spariranno, o quasi.
Resteranno, a meno che l’emigrazione non
le disperda, le Chiese delle Valli, per le stesse ragioni per cui sussisteranno quelle di al
tre nazioni, e avremo cosi alle Valli un cat
tolicesimo di rito valdese e altrove un catto
licesimo tout court.
Hanno pensato a questo i pastori romani
delle varie denominazioni, prima di andare
in Vaticano?
Si dirà che queste sono considerazioni confessionali, difensive, retrograde, che non tengono conto deiropera delio Spirito Santo e
del fatto che le singole .Chiese devono morire per far posto alla unica Chiesa (o Ghiesona). Benissimo. Resta però il fatto che Lutero e tutti i Riformatori, come tutti coloro
che li hanno seguito coscientemente, come
tutti coloro che, anche in tempi recenti, hanno lasciato la Chiesa di Roma per motivi di
fede, lo hanno fatto con gran dolore, con
profonde lacerazioni personali e familiari,
ma lo hanno fatto perchè, come diceva Lutero, « non posso fare altrimenti ».
Queste persone hanno cioè preso la grave
decisione della rottura con la loro Chiesa
perchè ritenevano che non fosse assolutamen.
te possibile seguire in essa la legge di Cristo e non già per riformare questo o quell’aspetto del cattolicesimo, per essere con la
sinistra cattolica (che esisteva ed era assai
più avanzata dell’attuale, anche prima del
Concìlio di Trento), anziché con la destra, o
perchè erano nati qui o là, in questa o quella tradizione; queste persone non hanno potuto fare altrimenti che essere fedeli allo Spi.
rito di Cristo, anche se ciò comportava dei
drammi di famiglia, di carriera, di ambiente sociale e religioso.
I partecipanti alle cerimonie romane, qualunque fosse la bontà delle loro intenzioni,
con il fatto stesso della loro qualifìcata presenza in Vaticano, si sono resi conto di rapnresentare, volenti o nolenti, anche tali persone e, nello stesso tempo, di smentirle e
condannarle?
ma
TACCUINO
di Giorgio Tourn
La storia valdese è storia di martiri e lo è pure nella sua fase più
recente: l’evangelizzazione. Gli uomini della « generazione eroica» lo
sapevano con lucida e consapevole responsabilità. Il testo che trascriviamo, estratto dal giornale delle valli valdesi « Le Témoin », lo dimostra
chiaramente. Si tratta dell’articolo di fondo che apre l’anno 1875, in
data 8 gennaio; vi si annunzia l’improvvisa morte dell’evangelista Jean
Pons-Karrer avvenuta a Brescia il 20 dicembre 1874 all’età di 31 anni.
« Non ci aspettavamo di aprire il nostro gioriiale con un necrologio :
__non esitiamo un istante a dare a questa notizia il posto d’onore sulle
nostre colonne. Di fatto, se il letto di morte di ogni cristiano è un campo
di battaglia, testimone delle sue lotte dolorose c della_ sua vittoria finale,
e se ogni genere di morte dei diletti dell’Eterno è preziosa ai suoi occhi, è
giusto che fra i soldati di Gesù Cristo caduti sul campo dell’onore, assegnarne un posto particolare a coloro che hanno consacrato la loro vita ®
speso tutte le loro forze al suo servizio. Poco importa che questa vita sia
stata lunga o breve, che queste forze siano state notevoli o del tutto ordinarie. Ciò che si richiede a un amministratore, è d’essere trovato fedele... ».
«... E’ il sesto operaio che una morte, ai nostri occhi prematura,
sottrae a un’opera che ne ha troppo pochi e che di anno in anno diviene
più considerevole. Lungi dal vedere in queste dolorose dispensazioni^ del
Signore un segno di suo sfavore, vi troviamo una preziosa attestazione
della sua approvazione. Tutti questi giovani amici Grégory, Jalla, Revel,
Malan, Rostan e Pons, avevano offerto le loro vite al Signore, e U loro
sacrificio è stato bene accetto. Per cui, rivolgendo alla vedova del giovane
fratello che ci ha ora lasciati l’espressione della nostra più viva simpatia,
guardiamo con flducia a Colui che ha già degnato benedire in modo così
visibile la missione della Chiesa valdese e che opera cose gloriose valendosi dei più umili strumenti».
Gli evangelici menzionati sono : Giovachino Gregory, deceduto il
22 luglio 1867 a Catania all’età di 28 anni; Jules Jalla, deceduto il 16 settembre 1866 a Genova all’età di 28 anni, entrambi di colera; Eugenio
Revel, deceduto il 1® dicembre 1868 all’età di 30 anni di vaiolo; Charles
Malan, deceduto il 25 novembre 1867 a Milano all’età di 24 anni di febbre
tifoide; François Rostan deceduto il 7 febbraio 1868 all’età di 36 anni.
Si potrebbe aggiungere : Pierre Baret, deceduto il 2 gennaio a 28 anni e
J. Dàniel Peyran, deceduto il 7 febbraio 1868 a 22 anni, entrambi studenti
in teologia.
Il punto centrale dell’articolo è costituito senza dubbio da quella
frase «loin de voir dans ces douloureuses dispensations...». Impressionante lucidità spirituale di una generazione di credenti ohe seppe vedere
nella morte dei suoi giovani evangelisti non la condanna, ma la benedizione celeste ! Seppe leggere in quei silenzi un appello all’umiltà e alla
cons.'vcrazione. Mi viene da domandarmi se tale lucidità è ancora la
nostra, leggendo l’eccellente ed impegnato numero di « Gioventù Evangelica » consacrato alle vocazioni pastorali. Forse non osiamo richiedere
a noi stessi e ai nostri giovani un impegno cosi totale? O è forse il camminare sotto la croce l’aspetto ohe trattiene tanti giovani bramosi, come
tutta la nostra generazione,- di sapienza e di miracoli?
Giorgio Tourn
Per cui mi pare che il vero problema che
ora si pone a ciascuno di noi sia questo:
sussiste ancora il « non posso fare altrimenti » di Lutero e degli altri, ovvero è stato
superato?
In altre parole la religione cattolica è una
lorma, sia pure discutibile, ma valida, di cri.
stianesimo, oppure non lo è?
Se si risponde di sì, tutte le convergenze
sono logiche, ma le Chiese evangeliche in
Italia non hanno più alcuna reale ragione di
esistere. E non è uno dei minori successi
del cattolicesimo attuale l’avere' dato per inteso e senza discussione che la risposta fosse
appunto questa.
Ma, se si risponde di no, non vi sono rea
li convergenze possibili, e allora i dialoghi
e le cerimonie creano delle confusioni inutili, anzi nocive. Per cui io credo che ben
presto la linea di divisione tra ciò che è
Chiesa evangelica e ciò che non lo è, non
passerà più sui limiti delle nostre denominazioni, ma condurrà l’evangelismo italiano
verso una revisione totale c anche verso una
chiarificazione totale delle sue ragioni e dei
suoi modi di essere. E questa chiarificazione,
che non è conservazione o difesa, ma anzi
proseguimento delle linee indicate daUa Riforma e costruzione di comunità realmente
coscienti e realmente impegnate in un messaggio evangelico, permetterà anche di risolvere in modo più chiaro altri problemi che
preoccupano le nostre Chiese, da queUo della evangelizzazione, a quello della unione o
meno con altre denominazioni.
Per cui, in definitiva, tutto il male non
viene per nuocere e anche la cerimonia va-icana ha servito a mostrarci una situazione
di confusione e la necessità di una decisione, che sta diventando urgente per tutti.
Pierluigi Jalla
Tempi
per il
difficili
prolestantesimo
Difficile Oggi orientarsi per il cristiano.
Difficile per il cattolico, per il protestante,
per Vanglicano, per l'ortodosso, ma qui, adesso, estremamente difficile per il protestante
italiano. E non solo perchè, oggi come sempre, il cristianesimo autentico è peiseguitato
e il protestantesimo in Italia è una piccola
minoranza, ma perche siamo dinanzi a diverse posizioni protestanti che si danno come
autentiche: quella aperta e quella chiusa,
quella fiduciosa della speranza e quella diffidente di gelosa difesa delle posizioni evangeliche. A momenti ci si rallegra perchè pare
che Vevangelo abbia acquistato un senso
nuovo in una chiesa rhe pareva sorda da secoli ai suoi richiami: poco dopo ci sentiamo
stringere il cuore perchè in qualche modo
quella Parola sembra essere messa al servizio delle istituzioni ecdesiastiche.
Quando il movimento ecumenico ha soffiato come un vento di speranza cu tutte le
chiese è parso a tutti, o perlomeno a molti,
di vedere in quel movimento un richiamo
a una più stretta e specifica obbedienza alVevangelo delVunico Sigrtore. Poi Vecumenismo è stato ^’comporato^^ da tutti, è divenuto un genere usuale, di consumo, ha perso
il suo mordente biblico... e allora le chiese
più istituzionali hanno sentito che era pane
per i loro denti; e gì: ecumenici della prima
ora sono adesso coufesi nel constatare che
ciò che essi avevano coraggiosamente acquistato per amore di ¡c leltà alVevangelo diviene un prodotto per te masse, senza discernimento. Il dono autentico che i pionieri delVecumenismo hanno ricévuto quando hanno
potuto per la prima volta leggere insieme
con credenti di altre confessioni la Parola
di Dio 0 dire il Padre nostro è divenuto oggi
un pericoloso equivoco che disorienta e confonde. Come è avvenuto tutto questo? Dov’è
Vinfedeltà?
Vi sono alcuni che sanno dire anche troppo facilmente da che parte sta Vinfedeltà,
teologi di destra e di sinistra, aperti e chiusi.
Non hanno dubbi, sanno con certezza che
il torto sta dalla parte degli '’altri’ gridano
allo scandalo e si umiliano per il peccato
degli ''altri”.
Tutti hanno reagito in qualche modo per
la visita delVarcivescovo di Canterbury a
Paolo VI. e ancora di più per la presenza di
osservatori evangelici a quell’incantio. Sicuramente i commenti autorevoli non mancano
e non mancheranno. Ma per molti semplici
credenti come me penso vi siano state alcune reazioni fondamentali: il dolore sincero
nell’ass’istere a un fatto in cui vi era confusione tra l’avvenimento storico umano e un
’’evento” della storia di Dio. Lo stupore nel
constatare come a quell’equivoco contribuisca
proprio l’uso della pura e autentica Parola
di Dio nel corso di una celebrazione ufficiale
comune, in un modo in appiarenza così simile eppur così profondamente di»simile da
quel che avveniva negli incontri privati fra
credenti di confessioni diverse riuniti nell’ascolto della Bibbia. E poi la convinzione
profonda che in fondo questi avvenimenti
non ci toccano veramente, non riguardano
in realtà l’assemblea dei credenti iti Cristo
sparsi in tutto il mondo, se non marginai'
mente, a seconda del peso che si dà alla pre
senza nel mondo di potenti istituzioni cecie
siastiche che sono le vere protagcniste di
questi avvenimenti, e nella misura in cui
noi stessi non siamo al chiaro sul significato
della storia del Cristianesimo istituzionale e
su quello della storia autentica che Dio scrive nel mondo attraverso i suoi testimoni.
E da tutto questo il sentimento doloroso
che seppure ciò che altri fanno non ci riguarda veramente, tuttavia è in qualche misura il frutto del nostro peccato e della nostra infedeltà.
Perchè se ‘oggi si possono così facilmente
ammantare gli atti della storia umana con
la Parola di Dio, non è forse il segno che
quella Parola non è stata fedelmente annunziata, con tutta la sua carica di irreconciliabilità con le religioni (con gli ’’elementi”,
dice Paolo) di questo mondo? Non vuol forse dire che la potenza operante delVEvangelo ha trovato nella nostra incoerenza di credenti una pietra d’inciampo, e che oggi per
l’incredulo è estremamente difficile riconoscere dai frutti la natura dell’albero? Noi ci
diciamo ma non siamo veramente i testimoni di quel Gesù Cristo il cui regno non viene annunziato nè nelle solenni cerimonie ufficiali e neppure in quelle piccole, non nelle
grandi proclamazioni o nei discorsi di qualunque dimensione, ma procede di pari passo con la manifestazione di una autentica
vita nuova a tutti i livelli dell’esistenza umana. Certo, vi è il peccato che ci insidia tutti
(paura, orgoglio, meschinità, arroganza, incoerenza, rispetti umani), ma quale altra via
hanno i cristiani se non quella di lasciarsi
guidare nel loro parlare e nel loro agire da
una fedeltà chiara, coerente, senza equivoci
al loro Signore? Un Signore che è presente
e che opera, che ci domanda obbedienza alla
sua parola e audacia nel metterla in pratica,
amore incorruttibile per la verità e ol tempo
stesso per gli uomini, intelligenza e lucidità
per discernere il tempo in cui viviamo.
E quale possibilità abbiamo noi protestanti
italiani, se non di riconoscere, sì, la confusione spirituale che ci circonda, ma senza
sgomenti e senza lagne inutili, e di metterci
poi al lavoro, sapendo che abbiamo molto da
fare? In questo troveremo forse anche quella unità autentica che è data dalla fedeltà
incondizionata a un unico Signore.
Maria Girardet
I lettori
scrivono
Un lettore, da Lugano:
Liturgia? Si .può ancora interloquire? Tutte le volte ohe la si vorrebbe modificare è inevitabile l’urto fra i conservatori che le si erano
affezionati per ¡1 suo uso di anni e
gli innovatori che, ci riescano e no,
vorrebbero del nuovo per maggior
decoro o partecipazione dei creden
ti. Il coinflitto non lo ai potrà ma
sopprimere ed evidentemente
membri della comunità devo^no es
sere esortati airintransigenza quan
do si tratti di fede o di coscienza
ma all’accettazione quando, su que
stioni di altro ordine, si sia in mi
noranza.
Ma il conflitto non potrebbe es
ser attutito laaciando la maasima U
berta alle singole comunità? Nel
la Sacra Scrittura quando si parla
di culto (si esorta unicamente al
l’ordine e ci si dice che la comu
nità intera era attiva. Toccava a eh
presiedeva assdoulrare questo ordì
ne. Ed era riconosciuto il dono di
presidenza.
Nelle chiese di oggi, naturalmente, il problema non è il medesimo,
ma la chiosa apostolica è pur sempre
un esempio di valore. I fautori di
una rigida liturgia affermano che è
necessaria perchè il credente si trovi a casa ovunque vada al leulto, -si
senta in famiglia, coll’ordine di culto di sempre. Ma è .proprio vero òhe
un icristiano si senta come un pesce
fuor d’acqua con diversa liturgia?
Quando non sia obbligato a sedersi
od alzarsi a comando, a cantare le
medesime litanie perchè i canti nella liturgia diventano tali? Non è
diminuire lo Spirito? Non sarebbe
più vivente un culto nel quale vi
siano gli imprevisti, quello che lo
spirito -detta sul momento? Ad esempio il pastore nella sua meditazione si interrompe per invitare la
assemblea all’affermazione del suo
amore fraterno con un inno, per poi
riprendere la meditazione? A me
pare che se si riconosce il dono di
presiedere (e potrebbe presiedere
anche un laico lasciando eventualmente ai pastore la meditazione), la
liturgia dovrebbe consistere solo in
consigli, in schemi che aiutino il
presidente ed il consiglio di Chiesa e l’assemblea annua dei membri.
Ci sarebbe più vita.
Perchè sotto il fanatismo per una
rigida liturgia si nasconde spesso
la meccanica di un culto che si
clericalizza -con intermediari ohe
fanno andare a baechetta la comunità in una semplice cerimonia formale. Più che la liturgia è importante la partecipazione, ohe non è
oibbligatoriamente di gestì e parole
o canti, ma la partecipazione di cuore del credente. Guido Rivoir
Un lettore, da Luserna S. Giovanni:
Desidero precisare al Sig. Zotta —
a proposito del culto svizzero trasmesso in francese — che ci sono due pos.
sibUità di riceverlo : 1) stazione ad
O.M. di Beromünster (m. 567,5 pari
a KHz 529); 2) stazione ad O.C. di
Schwarzenburg (m. 48,66 pari a KHz
6101). In ogni caso 529 m. per le
onde corte sono un po’ troppi!!!
Ringrazio dell’ospitalità e colgo la
occasione per salutare cordialmente il
pastore sig, Zotta che ho conosciuto
personalmente a Torino nel 1946-47.
Ferruccio Rivoir
ABBIAMO RICEVUTO
Pro Chiesa evangelica di Rimini,
Nino Lodi (Finale Emilia) L. 200.
Ringraziamo e trasmettiamo.
iiiiiiiiimiiiimuimmiiiiiiiiiimimiiiimMmiiiMtimimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
imiiimiiimiiiimiiiiiMii:
r nimiiiiiiiiiiiimmiiiiiiiminiimiiiiii
iiiiiiiitiiimiiiiMiiiimiMniiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiuiMiiiiimitmiiiiiiiiMiiiiiiimiiitiimiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiMiiiiiiiiiiiii
NOTIZIE DA LUGANO
Celebrazione del 17 Febbraio. — Anche la
nostra comunità ha voluto celebrare la Festa
deirEmancipazione dei Valdesi e, come negli anni trascorsi, è stata organizzata una
Cena familiare alla quale sono intervenute
ben 75 persone — cifra record! — quasi tutte di ceppo... non valdese, etnicamente ed
ecclesiasticamente parlando : ma più che il
numero dei commensali ci ha rallegrato lo
spirito cordiale e fraterno che ha regnato
durante tutta la serata che si è conclusa con
la proiezione di diapositive illustranti diver
PERSONALIA
Esprimiamo il nostro augurio affettuoso al Pastore emerito Emilio Corsani, degente all’Ospedale Evangelico
di Genova, rallegraridoci per le buone
notizie di im deciso miglioramento,
dopo la grave crisi ohe ha dovuto attraversare.
I coniugi Mariano Palmery e Ada
Palmery Jalla, della Chiesa di Milano,
annunciano ohe Iddio ha donato loro
il piccolo Stefano, nato il 24 gennaio
1966, affinchè, adottandolo, possano
educarlo secondo la Sua Legge.
La piccola Nora Papini annuncia
con gioia che è venuto a farle compagnia un fratellino: Roberto (l’équipe
della Claudiana aumenta!).
A queste famiglie, alla cui gioia e
gratitudine partecipiamo cordialmente, rivolgiamo il nostro augurio fraterno.
se opere soeiali ed educative della Chiesa
Valdese in Italia. Un plauso ben meritato va
tributato alle signore che si disimpegnarono
molto lodevolmente nella preparazione della
cena e dimostrarono di sapere e di potere
affrontare compiti ed iniziative importanti
in questo come in altri aspetti della vita della comunità.
La domenica 20 febbraio abbiamo sottolineato nel culto il contributo dato dal piccolo
popolo valdese alla causa della libertà religiosa e la colletta è stata devoluta ad un’opera della nostra Chiesa in Italia.
Conferenza del Prof. Valdo Vinay. — Una
iniziativa della nostra comunità, che è stata
definita da un giornale cittadino « di notevole interesse ecumenico », ha permesso al
Decano della nostra Facoltà Teologica di presentare ad un pubblico abbastanza numeroso
la sua conferenza : « Compiti delle Chiese
Evangeliche dopo il Concilio Vaticano II ».
Degna di essere sottolineata la presenza di
molti sacerdoti e di laici cattolici impegnati,
che ascoltarono con visibile interesse la chiara, serena e profonda valutazione critica del
conferenziere; abbiamo raccolto l’augurio e
ci auguriamo noi stessi di poter ascoltare presto la parola del Prof. Vinay o di altro esponente della cultura protestante italiana in
questa terra elvetica di lingua italica.
La Parola del Signore. — La conversazione evangelica che con questo nome trasmetteva la Televisione Svizzera Italiana quindicinalmente, sotto la direzione del Pastore
Guido Rivoir, sarà trasmessa d’ora innanzi
ogni domenica verso le ore 22. Ci rallegriamo vivamente di questa buona notizia e di
questa possibilità di intensificare ’’annuncio
del messaggio evangelico. S. L.
Un prete
rivoluzionario
BOGOTA’ (soepi) — Camillo Torres, sacerdote cattolico-romano di 37 anni, eh® ave.
va domandato di essere considerato membro
laico della Chiesa per poter condurre un’azio.
ne politica, è stato ucciso dalle truppe governative colombiane neUe montagne del
nord-est.
Sociologo e docente universitario, il Torres
pensava che la rivoluzione era il solo mezzo
per stabilire la giustizia sociale in Colombia.
Avendo quindi raggiunto nello scorso gennaio le truppe anligovernative dell’armata
nazionale dì jiberazìone, è stato ucciso in una
imboscata. Alla notìzia della sua morte, gli
Studenti di Bogotà e di Cali hanno manifestato nelle vie al grido di « Liberazione o
morte ».
Nel settembre ’65 il p. Torres rveva partecipato a un congresso « Chiesa c Società »
a Barranquilla. sotto gli auspici delle Chiese
protestanti latino-americane; egli aveva stret
ti contatti con i protestanti che lavorano alle
riforme sociali.
* L‘8 febbraio è stata ufficialmente inaugurata a Enugu la Società biblica nazionale
della Nigeria.
* Per la prima volta l'associazione crislian.ì studenti britannica ha nominato un segretario cattolico-romano a mezzo tempo; il
p. L. Brighi era fisico, prima della sua ordinazione.
* A New York un rabbino, un pastore luterano e un sacerdote cattolico hanno suonala insieme la campana di una chiesa episcopale : con questo gesto simbolico hanno voluto rendere un ultimo omaggio ai morti nel
V^ietnam e protestare contro la guerra.
4
pag. 4
N. 14 — 8 aprile 196&
IL 19 MARZO A LIVORNO
Il Vaticano II fa epoca
per i protestanti italiani?
Una predicazione
per il nostro tempo
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
GENOVA
CoDvegQo evangelistico delle chiese
evangeliche della Toscana... e dintorni
La decisione del Convegno fu presa all’incontro pastorale valdese a Pisa il 21 febbraio,
cui intervennero i pastori del presbiterio toscano: A. Ribet, L. Santini e S. Carco. L’incarico dell’organizzazione ovviamente toccò
al pastore di Livorno, dato che fu deciso di
incontrarsi tutti colà. Così furono invitati i
fratelli Battisti dell’Unione Battista Italiana
e dell’Associazione Missionaria Evangelica
Italiana, i Metodisti e tutte le Comunità vaidesi della Toscana.
Non si trattava solo di un invito ad incontrarsi ma anche a dare il proprio contributo
su base interdenominazionale. Purtroppo, solo
il Past. Michele Sinigaglia (AMBI) di La
Spezia potè accettare. Ma se il contributo pastorale non è stato possibile averlo al completo, il contributo da parte delle Comunità
evangeliche toscane è stato buono e confortante, specialmente nella mattinata e nel pomeriggio. Se sì pensa che il tempo non è
stato affatto favorevole (pioggia e freddo gelido!) si deve dire che anche da questo punto di vista il Convegno è stato positivo.
Anche la manifestazione pubblica ha avuto esito positivo in quanto che la forzata assenza di molti fratelli che dovettero rientrare
ai luoghi di provenienza alquanto distanti da
Livorno, è stata compensata da una buona
affluenza di pubblico, estraneo al nostro ambiente, nella Sala del Palazzo della Provincia per la conferenza su « Il Concilio Vaticano II visto da un protestante ».
Oltre un centinaio di fratelli provenienti
da Firenze, La Spezia, Viareggio, Lucca, Pistoia, Pisa e anche da... Campohasso si sono
riuniti nei locali della Chiesa Valdese. Fraterni saluti, benvenuti, caffè caldo, biscotti...
e il gioioso chiaccherio caratteristico di queste occasioni.
Quindi il Convegno si inizia alle 10,15 con
un culto presieduto dal Pastore della Comunità Valdese ospitante il quale predica su
Atti 2: 37-47 soffermandosi brevissimamente
sulle fondamentali caratteristiche dei primi
credenti cristiani : Canti di inni comuni, preghiera della orazione del Signore, confessione della fede comune (il Credo Apostolico).
Si sono succeduti, neBa presentazione dì
argomenti tratti dai documenti del Vaticano II: il Past. Michele Sinigaglia (AMBI di
La Spezia) che ha esposto « il Papato e l’Epi.
scopato » tratto principalmente dal cap. 3
deUa Cost. Dogmatica sulla Chiesa « Lumen
gentium »; il Past. S. Carco (Valdese di Livorno) ha solo letto uno studio analitico sistematico del Decreto su l’Ecumenismo lasciando ai fratelli ogni commento e critica
per la discussione del pomeriggio; il Past.
A. Ribet (Valdese di Pisa) fra tutti gli argomenti trattati nella Cost. pastorale su La
Chiesa e il mondo contemporaneo « Gaudium
et spes » si sofferma soltanto su quelli del
matrimonio, della famiglia, dell’acciescimento demografico, della guerra; il Past. L. Santini (Valdese di Firenze) ha illustrato la Dichiarazione Conciliare sulla Libertà religiosa
« Dignitatis humanae ».
AUe 11,43, chiusa questa prima parte del
Convegno, ci si reca con vari mezzi al « Cantuccio » ad Antignano, vicino la città, gentilmente messo a disposizione da uno sorella
in fede che ne è comproprietaria. Rifocillati
chi da una parte chi da un’altra, verso le
14,30 ci si dirige nuovamente verso i locali
delia Chiesa Valdese per la discussione sugli
argomenti presentati la mattina. Si stabilisce
che per la discussione si parli sull insieme
dei documenti presentati in quanto sono tutti
legati indissolubilmente l’uno all altm.
Dai vari interventi (una ventina) risalta
una nota comune : bisogna che noi evangelici conosciamo i documenti e seguiamo attentamente i vari atteggiamenti della Chiesa
Cattolica Romana e sappiamo usare le testimonianze bibliche nei nostri e nei suoi riguardi, perchè Dio è il Signore di tutti e
parla a tutti!
Si prende atto della peggiorata situazione
specie per le prerogative del Papa (efr. par.
25 della Cost. « Lumen gentium »!) e per
le ultime norme emanate da Paolo VI e che
il Past. A. Ribet ha letto in parte dall’Osservatore Romano, riguardanti i matrimoni
misti.
Viene ricordato, nel caso in cui qualche
evangelico lo avesse dimenticato, .he il cattolicesimo romano non è soltanto un fenomeno o problema religioso, ma un sistema
eomplesso in cui vi è posto per le tendenze
e le dottrine più disparate e contrastanti non
solo nel campo cristiano ma anche in quello
pagano!
Di fronte a qualsiasi rinnovamento, ag
giornamento del cattolieesimo romano; di
fronte a qualsiasi tipo di religione e di valori cosidetti religiosi; di fronte a qualsiasi
dottrina o ideologia o filosofia, il eristiano
evangelico, che sa in CHI ha creduto e che
conosce le Scritture e la potenza di Dio (= lo
Spirito di Dio, per intenderle correttamente),
può e deve essere in grado di individuare e
denunziare i punti di netto, preciso e deciso
dissenso.
La discussione che avrebbe dovuto terminare alle 16,30, per volontà dei convenuti è
stata protratta fino alle 17,30 circa quando
bisognava per forza smettere, dovendoci recare al Palazzo della Provincia, nella cui Sala
alle 18 in punto è stata tenuta la conferenza
pubblica del Past. Paolo Ricca su « Il Concilio Vaticano II visto da un protestante ».
Pubblico numeroso e attento cui il Past.
Ricca ha parlato per oltre un’ora e mezza
senza che desse alcun segno di impazienza o
stanchezza. (A questo punto il cronista riferisce il contenuto della conferenza, che non
ripetiamo, avendone già riferito in occasione
della tournée piemontese dell’oratore, che del
resto espone la sua analisi, sulle nostre colonne, nei capitoli del suo ’’Bilancio del Concilio” N. d. r.).
Ad alcuni interlocutori che hanno preso la
parola chiedendo spiegazioni, l’oratore ha risposto con pacatezza, ma con fermezza dicendo pane al pane e vino al vino! Nell’ultimo
intervento, il segretario del Vescovo Emilio
Guano, assente per motivi di salute, dopo
aver trasmesso i saluti del Vescovo, ha messo in risalto la sincerità nell’esposizione dell’oratore.
Questa conferenza ci ha dimostrato ancora una volta che abbiamo ancora preziose opportunità di rendere una testimonianza evangelica nella nostra città e far conoscere la
verità evangelica a coloro che ancora non la
conoscono. Preghiamo Iddio cl^e quanto è
stato fatto sia per la sua gloria e la edificazione del suo popolo a Livorno.
Salvatore Carco
preparatorio che precede. Si prega di far
giungere per iscritto le risposte al questionario o prepararsi a presentarle durante l’incontro.
Sabato sera Franco Ferretti e Franco
Giampiccoli risponderanno brevemente alla
domanda : Che cosa mi aspetto dalla predicazione? Domenica mattina si parteciperà al
culto nella chiesa di Frali. Predicherà Franco Davite; il sermone e l’insieme del culto
saranno discussi nel pomeriggio sotto la presidenza di Aldo Comba. (Vi sarà però anche
tempo per un’escursione in seggiovia). La
sera il tema della predicazione sarà ripreso
ascoltando la registrazione di prediche caratteristiche del nostro tempo. La mattina del
25 si trarranno le conclusioni.
Ricordiamo che questo incontro serve come preparazione al campo incontro del 13-26
agosto.
Quota L. 2.800 indivisibili, più L. 300
di iscrizione. Comprende vitto c alloggio dalla cena del 23 al pranzo del 25, ma non la
gita in seggiovia (andata e ritorno L. 430).
Designato il nuovo pastore
Ulteriori informazioni presso la Segreteria
di Agape. Prenotarsi al più presto!
17 APRILE 1966
Convegno AIC E
Pinerolo
a
{locali della Chiesa Valdese)
Il Movimento di Cooperazione Educativa
di Torino, appositamente invitato, presenterà programmi e realizzazioni secondo l’indirizzo metodologico FREINET. Le conversazioni, tutte a carattere pratico ed esemplificativo inquadrate a risolvere alcuni dei grossi problemi della scuola d’oggi, interessano
gli insegnanti di scuola d’ogni grado ed i candidati ai concorsi magistrali.
Programmi della giornata: ore 10: culto
con la Comunità di Pinerolo; ore 11 : presentazione teorica del lavoro; ore 12 : pranzo in comune; ore 14,30; esperimenti, richieste e dibattito.
Il Comitato Nazionale delVAICE
Domenica 27 marzo l’Assemblea di Chiesa ha designato il nuovo pastore: Paolo Maranda, che salutiamo cordialmente augurando che la collaborazione fra la comunità e
lui sia lunga e proficua.
Siamo lieti di avere, dopo un periodo di
ansia, migliori notizie del past, em. Emilio
Corsani, a eui rinnoviamo l’augurio più affettuoso.
Obiettivo: libri! Mentre ci si prepara ad
aprire la nuova biblioteca, che intende mettere a disposizione di tutti gl’interessati pure
quelle pubblicazioni che tasche comuni non
possono permettersi, offrendo così un servizio di cui si sentiva la necessità, notiamo
con piacere che la campagna di colportaggio
condotta nei mesi scorsi dai nostri giovani
ha avuto un esito nettamente positivo : e sottolineiamo quanto, a proposito del potenziamento della nostra attività editoriale, ha
scritto recentemente suH’Eco-Luce il dott.
Carlo Papini, direttore della Claudiana : « Si
tratta di un problema di fede. La Casa Editrice è solo uno strumento; bisogna che le
Chiese vogliano e sappiano servirsene. Ciò
di cui la Claudiana ha assoluta necessità in
questo momento non differisce da ciò di cui
ha bisogno la Chiesa tutta: un risveglio evangelico che ci scuota dal torpore della nostra
vita religiosa introversa, di timidi Nicodemi,
e faccia di noi dei testimoni che non si vergognano di portar TEvangelo ovunque (anche in quegli ambienti in cui sarebbe ritenuto di cattivo gusto!) perchè ne hanno sperimentato tutta la potenza. Solo una comunità che senta in pieno l’urgenza dell’appello evangelistico, avvertirà l’importanza di
un rilancio dell’attività editoriale ».
Campagna evangelistica : è in progetto per
la seconda metà di aprile, e vi collaboreranno tutte le Chiese evangeliche della città.
Scostandosi dal passato, quest’anno sarà svolta all’aperto (come già hanno felicemente
sperimentato i Fratelli e i Pentecostali) : un
incontro con il pubblico mobile e imprevedibile delle piazze che, se presenta alcuni rischi, può tuttavia offrire occasioni che sarebbero impensabili in una conferenza in
ambiente chiuso. La ’campagna’ si svolgerà
in alcune località della Val Polcevera, nei
sabati 16 e 31 aprile. Un buon gruppo della
nostra comunità si è già impegnato a partecipare attivamente a questa evangelizzazione
q^niiMiiuiiiiiiiiimiiiimiiiniiimiiiii
iimiiiiiiiiimiiiiiii
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
IVREA
XVII Febbraio. - L’agape del XVII Febbraio è riuscita bene come al solito: siamo
molto grati alle signore deR’unione femminile die si sono prodigate anche qnest’anno per la perfetta riuscita deUa cena, donando i cibi, il lavoro e molta pazienza.
11 risultato della cena (44.000 lire) è stato
devoluto prò erigendo tempio.
Molto gradita è stata la partecipazione del
prof. Augusto Aimand Hugon, il quale dopo la cena ha tenuto una bella conversazione sul tema: «l’emancipazione dei Val
Culto radio
ore 7,30
Venerdì 8 Aprile
Domenica 10 Aprile
Domenica 17 Aprile
Pastore MARIO SBAFTI
Roma
desi ». Abbiamo veduto sfilare davanti a noi
le figure del Piemonte liberale codino del
primo Ottocento, i valdesi guardinghi^ e
incerti, la tempesta rivoluzionaria del ’48,
in una esposizione incisiva e materiata di
fatti ben studiati e ben presentati : per molti di noi è stata la po-ssibilità di rievocare
in un modo vivo e non convenzionale quella data decisiva della nostra storia, e uno
stimolo alla riflessione sulle nostre responsabilità presenti.
—• Sabato 19 marzo, davanti a un folto
gruppo di amici, abbiamo avuto il piaicere
di celebrare il matrimonio di Sandra Marangoni e Virgilio Bredy: ambedue impegnati nella vita della chiesa, possano i due
giovani coniugi costituire una cellula vivente ed attiva della comunità dei credenti, per tutto il resto della loro vita.
NOVITÀ
CLAUDIANA
Oswald Chambers
Venga il tuo Regno
Meditazioni giornaliere - Traduzione di Èva Vingiano
(f< My utmost for His Highest » . « Tout, pour qu’Il rógne »)
Finalmente pubblicata in italiano l'opera più nota del grande predicatore inglese:
uno dei libri di Meditazione più diffusi c più popolari (21 edizioni in lingua inglese,
traduzioni in una dozzina di lingue e in Braille).
E’ un libro diverso dagli altri del genere: è un vivo appello ad un servizio cristiano che impegni tutta la vita, un invito ad una accettazione senza riserve della
volontà divina manifestata in Cristo Gesù.
Un messaggio profondamente spirituale che è stato di grande edificazione per
generazioni di credenti.
Un volume di 370 pagine in 8®, copertina lucida a 2 colori L. 1.400.
BOBBIO PELLICE
I nostri vivi rallegramenti ed auguri alla
famiglia di Bonjour Davide ed Anita di Malpertus per la nascita del loro piccolo Claudio,
avvenuta il 25 marzo alla Maternità dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice.
— Martedì sera 29 marzo abbiamo ricevuto la gradita visita del Dott. Gardiol e
del Prof. Augusto Armand-Hugon i quali,
davanti ad un buon pubblico convenuto nella sala del cinema, hanno illustrato le origini, le finalità, le necessità attuali dei nostri Istituti di Istruzione secondaria. Un ottimo film descrivente la vita di questi nostri
Istituti veniva in seguito proiettato, suscitando vivo interesse ed approvazione tra i
presenti. Un grazie ai nostri amici per la
loro visita, per quanto ci hanno detto, augurandoci che esso non cada nel vuoto!
Sabato sera 2 aprile la nostra Unione Giovanile ha ricevuto la visita del Pastore Giorgio Bouchard, segretario nazionale della
FUV, il quale ha posto davanti a noi il problema del significato e della funzione di una
Unione Giovanile nell ambito di una comunità ecclesiastica. Egli ci ha pure dato notizie
interessanti circa le visite da lui effetiuate
ad Unioni simili alla nostra o motto diverse
da essa e ci ha esposte varie sue esperienze
fatte nel corso di queste visite. La .«ua visita
è stata purtroppo breve, ma le sue parole ed
i problemi da lui posti ci hanno vivamente
interessati anche se avremmo desiderato che
ad essi seguisse una molto più nutrita discussione. Lo ringraziamo vivamente per la
sua visita e per quanto egli ci ha detto.
Erano pure stati convocati per quella sera
i nostri catecumeni confermandi ai quali il
Pastore, a nome dell’Unione, ha rivolto affet.
tuosi auguri, consegnando a ciascuno, a nome dell’Unione stessa, un distintivo valdese,
e spiegando successivamente il significato
che questo dono voleva rivestire. Una tazza
di thè ha chiuso la interessante serata. Un
grazie ai giovani ed alle giovani che hanno
disimpegnato il servizio.
— Domenica 3 aprile nel corso del nostro
culto, hanno confermato il Patto del loro
battesimo i catecumeni seguenti : Aime Gisella (Via Sibaud); Baridon Edda (Carbonieri); Negrin Wilma (Reynauds); Cairus Walter (Campi); Catalin Marco (Via Beisilia);
Crof Paolo (Eyssart); Michelin-Salomon Giovanni (Abses).
II Signore che lì ha per primo amati e
chiamati, li benedica e li ispiri onde siano
sempre tutti membri fedeli.
Nel pomeriggio l’Unione delle mamme ha
offerto ai neo-confermati un simpatico trattenimento nel corso del quale il Pastore li
ha esortati a servire il Signore che li ha
chiamati con umiltà e con gioia. c. a.
Hadiii-TV della Svizzera italiana
Domenica 10 aprile, Pasqua: »»re 9,15,
Conversazione evangelica alla radio (past
Otto Rauch); ore 10, alla TV, Culto di Pasqua, in Eurovisione da Wassernaar (Olanda), traduz. e commento del past. Guido Rivoir; alla fine delle trasmissioni TV (ore 22
circa), « La Parola del Signore ».
BIELLA
che, com’è logico, non si basa solo sugli oratori, ma su un’azione personale fra il pubblico. La Domenica delle Palme, nella Chiesa
battista di Via Vernazza, dopo un culto ecumenico, si è tenuta una riunione di preparazione a tale campagna. Un altro culto ecumenico si terrà la sera del Giovedì santo, celebrando insieme la S. Cena.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Torre Pellice (To)
avvisi economici
Culti domenicali. • Sono, in media, ben
frequentati. La prima Domenica di Ogni
mese viene celebrata la Santa Cena. Ringraziamo di onore il fratello Franco Becchino per i culti del 13 e 27 febbraio u. s.
da lui ottimamente presieduti.
Culti di famiglia. - Molto aipprezzati sono
stati i culti e studi biblici tenuti di sera,
in gennaio e febbraio dal pastore Incelli
con la sua .signora, dal signor Giorgio Graghetto, accompagnato dalle sorelle e dal signor Sandro Urani presso varie famiglie
della nostra diaspora. La nostra gentile signorina Piera Fresia, dedica ora spesso il
suo tempo libero del giovedì pomeriggio a
brevi culti o studi biblici a cui si fa accompagnare da bimbi della Scuola Damenicale
ai quali sono pure utili.
Riunioni settinuirmli. . Nella sua seduta
del 10 marzo il Consiglio di Chiesa ba deciso che, a titolo di prova e fino al termine dell’anno ecclesiastico corrente, le
riunioni del giovedì sera vengono sostituite
da studi bìblici, conversazioni su temi di
indole religiosa, storica, eoe-, oppure anche
da brevi culti d’edificazione e preghiera,
di comunione fraterna, da tenersi presso
famiglie della diaspora biellese ed eventualmente anche di Biella città. Membri
della nostra chiesa, dotati di macchina, si
offrono di portare i gruppi partecipanti
presso le famiglie in questione e s’impegnano a riportarli a domicilio al termine
delle riunioni.
— Purtroppo la già esigua schiera dei
nostri « giovani » viene improvvisamente a
perdere uno dei suoi membri più attivi,
assidui e preparati: il nostro carissimo
Giorgio Graglietto, sempre pronto ad ogni
iniziativa. Ila dovuto lasciarci per motivi dì
lavoro. Egli ha iniziato la propria attività
il 1® m.irzo, con mansioni di responsabilità,
presso un importante feltrificio di Villar
Pelli ce. Gli auguriamo ottimo successo nella sua nuova attività e speriamo si troverà
bene colà, al centro delle Valli Valdesi.
Questa partenza, purtroppo, rappresenta una
grave perdita per la nostra Comimità e la
risentiamo dolorosamente. Speriamo, tuttavia, di rivedere spesso Giorgio ai culti
domenicali, a Biella, quando verrà a visitare la sua famiglia.
MA S S È L
Nous avons eu la visite, lundi 21 mars,
de Mr. Guy Subilia missionnaire au service
de l’Eglise évangélique de Zambie, parmi les
mineurs en Afrique du Sud. Sa conversation
et les magnifiques vues en couleur nous ont
permis de suivre et de saisir quelques uns
des graves problèmes qui se posent dans ces
contrées lointaines.
Les jeunes de l’Union ont rendu visite celle année encore à la paroisse de Rodoret
pour y effectuer une tournée de colportage
et y tenir le culte. Merci aux frères de Rodoret et des Fontaines pour letir accueil.
Dès le premier dimanche d’avril les cultes
auront lieu au temple, l'école du dimanche
à 9 heures au Reynaud.
FAMIGLIA EVANGELICA residente Trieste cerca, per lavori casalinghi, giovane
stabile amante bambini. Retribuzione adeguata e trattamento familiare. Scrivere a :
Colomhin . via dei Porta 39,
A GHIGO di Frali vendesi terreno mq. 1000
ottima posizione. Scrivere « Pro Valli »,
Casa Valdese, Torre Pellice (To.).
RINGRAZIAMENTO
« L’anima mia s’acqueta in
Dio solo, da Lui viene la
mia salvezza ».
La moglie e la figlia del Pastore
Carlo Lupo
profondamente coimmosse per la dimostrazione di simpatia e di affetto
loro dimostrate per la dipartita del
loro Caro, nell'impossibilità di fsrlo
personalmente, ringraziano tutti quanti hanno preso parte al loro dolore.
Como. 24 febbraio 1966
RIN GRAZI AMENTO
Le famiglie e i familiari della cnmpianta
Margherita Malanot
ved. Peyronel
commo^i per la dimostrazione di
simpatia ricevuta in occasione d illa
sua dipartita, sentitamente ringraùano tutti coloro che hanno preso p; i te
al loro grande dolore.
Un ringraziamento particolare al
dott. Quattrini e al Pastore Cipri.ìno
Tourn.
Chiotti, 30 marzo 1966
RIN GRAZI AMENTO
La famiglia del compianto
Luigi Pons
ringrazia, i Sanitari, 1© Suor© © il Psrsonale delPOspedale Agnelli di Pinemio per le cure attestate al loro caro.
Ringrazia il Candidato al ministero
Bruno Bellion e tutti quelli che
m vario modo hanno manifestato la
loro simpatia e solidarietà nel lutto
che l’ha colpita.
Vignamaria, 3 aprile 1966
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