1
■ >^-, ' \ •;£ «“ ' íj,’ ' r*"’’
^ ‘
■V *''■'■■; -■^áife’'-" j. . .-'4. Prè^ao -Iblf®;- fÓ
^nno LXXVII . N. 4 1 .
^ TORRE PELLICE, 24 Ottobre 1947
i Spedizione in abbonamento postale - I Gruppo
- J
Spett
^'taiica 'fa Tmoc'ticozd^a ^ .'fa <^iu~
oïi&ia, e oe'mp'te 'iW'f /t'W'O
¿T\ • -'^■y
^'10. • ., psea 12: 7
iüf>
VALDESt
SETTIHAKALE DELLA
Da un mese- siamo enlrati nelVaatunno : un autunno soleggiato, generoso, colorito.
IM campagna, preservata nelle nostre zone da gravi intemperie, ha datò
I suoi frutti ed L contadini li hanno
raccolti con un senso di soddisfazioneCom’eran belli gli alberi dai nodosi
rami carichi di mele ed i filari di viti
dagli abbondanti grappoli, nella serena
atmosfera dei campi, nel quadro di ima
natura veramente fedele alfuomoì
Èd ora la ferrai umida e fresca si
prepara a ricevere i nuovi semi per i
prossimi raccolti.
Non è possibile lacere un grido di
riconoscenza :
Anzi oncia PEterno''Ccn i tuoi
beni e con le primizie d’ogii; tua
rendita» (Pi-oiv. 3: t>).
E ti ricorderai che Iddio non li domanda soltanto l'offefta del tuo denaro
o dei tuoi beni.
Poiché «die altro richiede da ie PEtemo, se non che tu pratichi ciò che
è "inaio, ohe tu ami la misercordia
c cammini imiflmente col tuo Dio?»,.
(Michea 6: 8)
Sarai sensibile al dovere della beneficenza. infatti, dice la Scrittura,
«Anima mia, henedicì PEterno e
non dimenticare alcuno dei suoi benefìci » (Salmo- 103 ; 2).
Ma la riconoscenza deve manifestarsi in azioni concrete della vita. Perciò:
«non dimenticate di esercitar la beneficenza e dii far) parte agli altri
dei vostri beni; perchè è di tali sacrifici che Dio si oompiaoe ».
(Ep. Ebrei 13 : 16).
« Porterai alla casa delPEterno che
è il tuo Dio, le primizie! dei primi
frpLti della terra)) (Esodo 23: 19).
infine, consapevole della tua resporisa^fiità di cristiano e di VaMéfie, f|
Ticoràerni che la tua vita individuale
deve dare il suo frutto :
E « guardati bene dal dimenticare
il tuo Dio; onde non avvenga, dopo
che avrai mangiato a sazietà ed avrai edificato e abitato delle belle
case, dopo; che avrai veduto accrescersi il tuo argento ed il tuo oro,
ed abbondare ogni cosa tua, che il
tuo cuore s’innalzi, e tu dimentichi
il tuo Dio» (Deut. 8; 11-14).
«Io, dice Gesù, son la vite, voi siete i tralci. Io v’ho costituiti perchè
andiate e portiate ifutto e il vostro»
frutto sia pèrmaneittte:».
(Giov. 15: 5-16).
Ora '«vói avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita
eterna» (Rom. 6: 22).
Gli oppositori di
cosciensa
■Col nome d> obbieitori di coscienza
Si designano coloro i -quali, di fronte a
una imìpo.siizio-nie da parte -delPautorità
costituita e tendenite per lo più ad ottenere una prestazione d-i ca-ratt-e-re personale, si rifiutano di eseguine -tale ordirne perchè in conitrasto con quanto
d-ott-ato dalla loro coacienzai. lil fenomeno assume rilevante importanza e
tipica fisioinom-ia nel caso di cittadini di
-un paese chiamati alle armi ohe si^ rifiutano di prestare tale servizio : naturalmente il contrasto diventa particolarmente drammatico in temipo di guerra, in cui il servizio -alle armi impone
la possibilità e talora il dovere di uccidere il nemico, ed in cui id rifiuto
di compiere tale dovere importa sanzioni gravissime, normialmente la pena di monte.
iL’obbieziione di coscienza speoifica' mente avanzata è quella che una norma umana che disponga di uccidere
duomo è in netto comitrasto col co-mandamento divino ohe impone dhiarameme e setnzia Casistiche di eccezione :
«non uccidere» : obbiezione posta dai
cristiani nei confronti dell’autorità midit-arc dello Stato di cui sono sudditi.
L’obbiezionc di coscienza è quindi
— Un questa sua manifestazione tipica
e caratteristica — indubbiamente fòndata su una precisa disposiziiwie dèlia
Parola di Dio. Ed è soltanto in quanto
essa si richiaimi a tale fondamento ©he
ci interessa e che ci appare seria. Altri richiami a teorie natufialistidhe, alla facoltà di disporre del proprio corpo, a principi di inviolabilità -e libertà di pensiero e di coscienza, di gene- ,
rica fratellanza umana-, sono mt^o.più
relativi e discutibili di fronte alle in
cont-estahili esigenze dello -Stato : en,tità che .pure esiste, sia pure diversamente atteggiata, nelle dottrine naturalòstiche., l-ìheraBf, ^individuialistiche -al
pari die In quelle totalitarie e colletliviste.
La complessità del problema
Se Pobbiezion-e di coscienza è considerala nel quadro dei rapporti, tra
uomo e ‘Dio e dei doveri dii obbedienza
Che l’uomo ha ne? -confroniti del suo
Creatore, essa non presenta alcuna difficoltà teorica:: i’uomo deve obbedire,
il cristiano deve obbedire a Dio piuttosto ohe agli uomini. La - *
tutta sul terreno della pratica attuazione, non essendo numerosi coloro i
quali sono disposti ad a'ffronta-re derisiom. ingfi-urie e isianziorrii penali per
vivere secondo la -fede - professata. Ma
è rintervento di un altro termine nel
rapporto, che rende molto più delicata
e difficile la q-uestionè ; il terzo termine del rapporto è ■quell'entità ambigua
denominata Stato, Patria, Nazione, che
si frappone tra uom-o e Dio.
/ Lo Stato impone esso -pure doveri,
obblighi a quest’uomo che si trova ad
essere contemporaneamente cittadino
di una città terrwia e di una città celeste. Ed i rapporti tra -gli Stati sono, indWbbiatnente diversi df quelli tra gli
uomini basati su principi diversi : la
guerra, ad esempio, è un rapporto di
fatto e di diritto tra gli Stati, non tra
i cittadini degli Stati in -guerra, anche
se naturalmente la guerra coinvolge più
o meno direttamente i cittadini.
La questione ai allarga a dismisura
sotto dtJ® pittiti di viste.
Conclusioni pratiche
Queste brevi note non avrebbero
senso, se non si cercasse di trarne
qualche conclusione di possibile pratica
attuazione.
Alcuni Stati si sono preoccupati —■
som la pressione di una parte della
pubblica opinione — di lassicurare entro certi limiti, a quei oittadimi Che alla
pairtecpazione più immediata e crudele
alla lotta sentono una particolare ripugnanza per i fono principi religiosi e
morali, l’esonero da tale impiego.
lE noto come in Inghilterra e negli
, Unita d’America, ad esempio, '
! ©tibiezione di coscienza sia presa
in considerazione dalla legge, con diverae particolarità dii applicazione, per
esonerare dal servizio militare o da elcmi servizi militari i cittadini ohe motivino seriamentittla loro obbiezione di
ooscaenza. In -Italia la nostra -legisla
CHIESA VALDESE
In primo luogo essa mette capo at
comples/so problema della posizione del
oristiainio di fronte al mondo ed allo
Stato, -alla natura' ed. agli iseopi dello
S-t-ato.
Sotto u-n altro proifllo ancora la questione prende propo-rzi-oni più vaste • la
guerra n-on è -che uno dei mezzi ai
quali lo Stato -ricorre per r-aggiungeie
i suoi scopi : -e per quant-oi sia quello
più palesamente in contrasto con i principi cristiani, non è detto Ohe alla luce
della Parola di Dio gli altri mezzi si
di-mostr-inio leciti, nè che -confo-rmi -ai
principi del Crilstianesimo- siano tutti
gli Scopi iperE-eg'uiii d^|'f S-ti2,'io, Nel
quadro stesso deU’attività ibellioa, l’ucoisione del nemico non è ohe il punto
in- cui più crudamente te coscienza individuale viene scossa- -pÌM- 1’,immediatezza del'contrasto tra il oomainda-mc-nto
divino e quello umano, é(he si ripredu-ce ancora tra la norm!a umana che impo!ne in -quelle determ-in-ate -circostanze di uiooidere -un uomo e lo -considera
atto meritorio e la stessa norma umana che in circtffiitanze normali considera invece tale atto come un delitto e
punisce ohi lo comme-tte.
Senza scendere a discussioni interminabili 9u tali punti, bisogna pure
prendere atto che i c-riteri per valutare i rapporti tra gili individiui non iposson-o assumersi e tnasferirsi tali e quali nella valutazione dei raipporti tra gli
Stati. il -m-essagigio cristiano, ad esempio. di cui non si intende sminuire la
portata sociale, ®i rivolge - esse-nzialmeinite alila coscienza, è un messaggio
di redenzione e salvezza per le anime,
e lo Stato come tale non ha un’anima.
Bisogna del pari teoricamente ammettere ohe la responsabilità di quel
soldato che uccide un soldiato con una
uniforme diversa dalla sua non è maggiore di quella di uno qualunque degli
altri soldati o cittadini dello Stat^n
guerra : perchè ¡ad alim-enitare te guerra conporre anche il soldato dì sanità
che assicura un servizio'che, pur ispi-'
randosi nei contattii personali a criteri
di pietà ed umanità, nel quadro della
glpeirrai hla te Btessa impfoirtifnaa di
quello espletato dal combattente che
assale airanma bianca:, dell’aviere che
-'gancia la bomba-, dèi funzionario civile ohe assicura l’oirdine all’Interno,
del Ico-ntrnbuente dhe p^ga l’imposta,
dal cappellano che presta ■ rassiste-nza
Spirituale ai soldiatì e che tiene «alto
il morale delle tru-ppe».
zi-one ignora un- simile principio- nè ve
n’è traeda nel progetto di <iosbt«2''0'
ne : deve anzi rilevarsi come recentemente sia stato -approvato il principio
della coscrizione abbliga-toria.
Si può osservare che n-on sarebbe'facile da no-i raccertamento della verità
e della serietà dell’obbiézione addotta
per esimersi dal servizio miilltiare : l’-osservazione è -esatta, ma non decisiva,
in quanto è da aug-u-ra-rsà che la nostra
Patria non sia sempre da oon-siderarsi
come un paese di m-e-ntìtoiri e truffatori, ed ''n-oltre anche in altri campi -in
cui Tautorità deve in ipart-e -basarsi sulle d.iiÉh'arazioni del cittadino (es. in
materia fiscale), un certo controllo ed
a-C certamen t-o non è de! tutto imipossibile.
1 cristiani dovrebbero agire, come
_ di e come Chiesa, nel senso di
ottenere in tutti gli Stati iper intanto l'emanazione di norme simiili a quelle g’à
vigenti in America ed- in Inghilterra :
sarebbe già un passo in avantì, d’affermazione di Uh principio, un- punto dipartenza suscettibile di ulteriori sviluppi.
L’azione dei cristiahi singoli può avere efficacia molto notevole ed immedìiata, -ma in una cerchia molto- ILniirata
di persone : un numero sempre inaggi-ore di testimoni disposti a pagare <ìi
persona -non potrebbe però fare a meno di riitShiamare l’-atlenzione de'la
ipubbllicia lopinionei. Alctunli esempi vi
sono stati anche in Italia, im|a certo
troppo pochi per avere una tale efficacia.
Più importante e più influente, sia
pure a distanza di tempo, potrebbe essere razione delle Chiese e di asso-’
dazioni religiose; ma l’azione delle
Chiese ci pare sia stata invece ancora
minore, in questo camipo, di quella di
singoli credenti. Abbiamo visto troppe
volte, e con tristezza, dei sacerdoti benedire le armi e le bandiere, pregare
per la vittoria di questo o di quell’esercito, facendo di Dio >1 sergente ascaro della loro nazione. E questo sia
nella cattolica I-talia Che nella proto,
stante Germania.
Aldo Ribet
Centenario deU’editto di Cnancipizione dei Valdesi
Avendo Ù Sinodo accettato in linea
di massima le proposte presentate
dàlia Relazione della Tavola Valdese,
viene precisato quanto segue:
■r - Considerando che il Centcna
rio interessa in modo particolare le popolazioni delle Valli Valdesi, le celebrazioni si svolgeranno su più largo
programma nel I Distretto all'epoca del
17 febbraio, nonché dal 15 agosto alla settimana sinodale compresa.
2“ - Le celebrazioni negli altri Distretti avranno luogo all’epoca del 17
Febbraio e saranno orgemiz^ftte dalle
singole Commissioni Distrettuali in
cooperazione coi Consigli di Chiesa
delle varie comunità, nella misura e
nella forma che si fiterrUnno opportune.
Le Commissioni Distrettuali cureranno di mantenersi in contatto con la
Commissione del Centenario, in modo
da estendere a tutti i Distretti la partecipazione a quelle atiuazioni che potessero risultare di comune interesse.
Dellà commissione
1 - I membri ddla Commijissione per
il Centenario dell'Erruincipazione sono nominati non a nome, bensì in
riferimento alla carica che rivestonoLa Commissione risulta così composta:
a.) i Membri della Tavola Valdese;
b) Il Presidente della Commissione nominata dalla Tavola in vista delle
pubblicazioni per il Centenario ;
è) il Presidente della Società di fitiidi
Valdesi;
d) il Segretario Generale della FUV;
e) il Direttore del a L'Eco delle Valli
Veddesin ;
f) il Direttore de uLa Luce»',
g) il Presidente della Commissione del
Canto Sacro alle Valli Valdesi.
2° - Il Modieratore è iFVeridènte della Commiissione ed ¡1 'Vice-Moderatore
Vice-Presidente.
c) del Direttore del «L'Eco delle Valli'
Vaidesin ;
d) del Direttore de uLa Luce»;
2° - Sottocommissiane per le rnanìfes)tezi<ttii ' cjelebratlive interne {Valli
Valdesi e 1“ Distretto) ed esterne (eventuali paHecipazioni a cerimonie di
carattere civile nella provincia di Torino).
Essa si compone:
a) del Presidente della Società di Studi Valdesi;
b) del Segretario della F.U.V.;
cì del Presidente della Commissione
del canto sacro alle Valli;
d) del Direttore del «L'Eco delle Valli'
Valdesi».
Utilità e finanziamento
del Centenario
Delle Sottocommissioni
Per sveltire il funzionamento della
Commissione, questa si scinde in due
Sottocommissioni composte degli stessi
elementi.
1® - Sottocommissione per le pubblicazioni e stampe.
Essa si compone:
a) del Presidente della Commissione
nominata dalla Tavola Valdese in ifìsta delle pubbUcazUmì per il Cente
nano ;
b) ^.el Presidente della Società di Studì Valdesi;
Al momento in cui scriviamo la no-^
stra Chiesa sta attraversando un periodo di preoccupante crisi finanziaria.
Formulare programmi per la Celebrazione del Centenario che comportino
spese, potrebbe apparire un ardimento
inconsulto.
Se è vero che l'Editto di Emancipazione dei Valdesi, che noi desideriamo
celebrare, rappresenta in sé stesso una acquisizione di carattere civile senza alcun diretto riferimento alla libertà
di religione, non è men vero che i
Valdesi del tempo lo considerarono co
me una porta aperta per la quale logicamente si sarebbero a poco a poco
potute eliminare tutte le intolleranze e
limitazioni concernenti la libertà di religione.
Se tutto ciò non fu recfiizzato in
pienezza, è pur vero che H 17 Febhra
io segnò nella storia Einizio di un’epoca nuova non solo per la Chiesa
Valdese, ma per le possibilità evangelizzatrici di tutta l’Italia. E giusto perciò che ce ne rallegriamo e che ne siamo grati al Signoré; doveroso porre in
particolare rilievo, l’avvenimento per
valorizzarne ad un secolo di disianza il
significato, in vista dei nostri compiti
nell ora presente e per Vavvenire.
Nel formulare i nostri programmi, c
nel preparare le pubblicazioni, nell'impostare opere permanenti e celebrazioni varie, noi domandiamo Signore
che quanto stiamo compiendo ridondi a -Sua gloria e doni alla nostra Chiesa
I ^pffortitnità di animarci sempre più
a compiere quanto il Signore, che l’ha
preservata attraverso i secoli, richiede^
Il Moderatore della Chiesa Valdese
VIRGILIO SOMMANE
2
crisi Tedesca
Il Consiglio fraterno della Chiesa évangelica tedesca (E.K.D;) ha pubbli*
cato una ((dichiarazioin© intonno a'ia
politica seguita dal popolo tedesco».
Riproduciamo iimegralmente questa diohianazione, che è destinata senia dubbio a susoitere non pccihe discussioni;
il testo è pubblicato dal bollettino del
S. OE. P. I.
1) - I.e message de réconciliation du
monde avec Dieu en Christ nous a été donné. Nous devons r'écouter cette parole,
l’accepter, J’appliquer, l’accompHr. iNous
n'écoutons pas cette Parole, nous ne l’acceptons pas, nous ne ia mettons pas en
pratique, nous ne l’accomplissons pas, tant
que nous ne sommes pas absous de notre péché commun, du péché de nos pères comme du nôtre propre, et tant que nous ne
- suivons pas l’aippel de Jésus Christ, le
bon Berger, qui nous inamène de l’erreur
©t du mal dans lequel nous, Allemands,
nous nous sommes égarés.
2) - Nous nous sommes égarés lorsque
nous avons commencé à rêver d’une mission spéciale dévolue à l’Allemagne com^
me si le caractère allemand était capable
de guérir la maladie du monde. Ce faismt nous avons préparé la voie à l’exercice d un pouvoir ptrikique absolu et placé notre propre nation sur 1« trône de
Dieu. Le fait de poser les fondements de
notre Etat à l’intérieur uniquement sur
un gouvernetnent fort, et à î’étranger sur
la seule puissance militaire, a été d’ésasttenx. Ce faisant nous avons agi omtrairement à notre vocation, qui est de collaborer avec les autres natiefts à des tâches
communes, et id’empilayex 'don/s qui
nous ont été accordés pour le bien de
tous ies peuples.
3; - Nous nous Mmmes égarés lorsque
nous avons commencé à organiser un
« front chrétien » coni» certaines réformes devenues nécessaires ddhs le domaine
soctail. Nous payons aujound’hui chèrement l’alliance conclue par l’Eglise avec
des fonces cramponnées au passé et aux
Idées conservamees. Nous avons trahi
liberté chrétienne qui nous permet et
nous commande de modifier au besoin
les forces d’existence pour permettre aux
hommes de vivre en commun. Nous avons toléré et approuvé l’exercice d’une
dictature absolue.
sommes pir^ts-à servir toutes les céatu.es
de DIeȉ, Nous redisons oonstamment : Ne
vous la.ssez pas abattre par le désespoir,
par Christ est 1© Seigneur. Renoncez à
d’indifférence de l’incroyant, ne vous la’ssez pas égarer par les rêves d un passé
meilleur ou ipar les spéculations d’une
guerre future, mais dans cette liberté et en
toute sobriété, "’endez-vous compta des responsabilités qui reposent sur mous wus
pour édifier une meilleure forme de gouvernement en Allemagne, capable de servir la cause de la justice et du bien-être,
de la paix et de la réconcilLatioli de toutes
les nations.
Questo documento ha saiscitato alcune riserve da parte del pastore H.
AatTOjissen, il quale in u®a lettera al
CoiniB?glio fraterooi (pubbiicatiai dall’EP.D.) ricorda tra Taltro ahe se è un
errore per la Chiesa altearsi con 'e for
z© reazianiar e, è : un alnalo^jo errori
aHcarsi con parr’ti avanzati ccn fcr^ rivoluzionairie ; rileva inolitce che è
'ngiustc pretendere ohe la Chie'-a ncn
si s;a mai preoacnpait» dei deboli e degli irfelici. Egi; ricorda ino'ltre. a p'o
posito del punro 7,del documento, che
rem si pos'puo affrontia'-e i p'ob'erri
del mcndic senza p'arlare deg'i .-limi
tempi «se r. sifo-ziamo dii costruirà uno
Staio sociale .sucerKjre lin Germiania, ron
-Icbibiamo' dimenticare. ohe il Sig^ni’-re
deve ritornare e ohe il miondo e tutte
le sue .ricchezze spariranno». Infins a
proposito.del ^perdono in Cris'n. il castore Asmusseo ricorda che no' non
sia;mo l’berati dai nioetri peccati scmpl.cemente perchè li riccimosciamo • D-'o
solo può perdon.arii.
Menni mesi or sono., una sezi-or!
della zon.a orientale del partito socialista lumliflcdilo (sociiaJ-comunista! aveva
invitato 11 SU.OÌ aderenti a|d eserc-iiare
una sorveglianza sui sermoni dei pastori
e ad informare il partito di tutto quel^
che poteva,^ere detto o Fatto nella
• Chiesa per pa-flentare «lo sformo di norSumziazione democrijtic'a». il Oondstoro evangelico di .Sassonia protesta
in una lettera contro tale ingerenz.a negli affari delia Chiesa, scrivendo tra
Taltro :
«Credete voi veramente ohe ques*lo
mietodo. di con'irolfo' sbU« Chiesa da
parte di un partito poilitico incite-’à il
ciirol'O tederco' a camminare sulla •> a
della democrazia ? Questi metodi ncn
condurrano invece ad un .risuitato opC'Ci'Sto : alla distruzione della fiducia
ne';!a vita pubblica e fin nelle relazioni
personali ? La Chiesa non vuole e non
Duò vivere e lavorare in. quesito mo.do.
11 me"<^agg'’o di Gesù Cristo è mesraisig'io di niccnciliazi!o.ne dfegli uomiini... Se VOI tornate al sistema del controllo politico, la giovane e delicata
psan.ta della fi.duc:a nascente perirà rapidamente» (S. OE. P. I.)
ZIA
Adesioni
al Consiglio Ecumenico
Dopo la raunione dei Comitato .provvisorio del Consiglio Ecumenico delle
Chiese nel febbraio 1946, quaranta
Chiese hanno aderito, portando cosi d
niiwnero compSessivlo del Ile* Chiese aderenti a 125. Tra le altre hanno ade
Finlandia
La Finlandia ha circa 4 milioni di ¡abitanti. Il 96 % di essi appartiene alla Chiesa Luterana, il 2 alla Chiesa Ortodos% *-• riallaccia a varie ìaltre denominazioni, e l'I soltanto non appartiene
a nessuna comunità cristiana. ¡1 prof Yriti
Alanen, di Helsinki, così descrive ia situazione dal punto di visto religioso .■
Si osserva da (gualche tempo un r,nnovato interesse per le qmstìoni religiose,
specialmente tifa la giovenm L’astitità
verso la religione nettamente marcata all inizio del secolo è diminuita, e gli attacchi diretti contro la Chiesa edr il cristianesimo sono molto rari. Ma il parlilo
laburista, così carne i socialisti marxisti
conservano ixn atteggiamento negativo verso
la Chiesa. Un felice cambiamento però si
constata presso i Socialdemocratici , ceri,
postulati del programma di questo partiti)
mostrano un amichevole interesse verso il
cristianesimo... Se la Chiesa vuol -essere
all altezza del suo compito^ deve passare
attraverso un vero rinnovamento spirituale.
Anzitutto deve riconoscere e confessarp i
SUOI errori ed i suoi peccati. Essa ha avuto
troppo la tendenza ad essere la Chiesa delle classi possidenti, si è anche troppo poco
interessata m problemi culturali.. Ma sopratutto la Chiesa di Finlandia deve ricercare le cose che sono in alto e i doni dello
Spinto Santo IS. OE, P, /.).
4) - Nous nous sommes égarés lorsque
nous avons pensé devoir former dans la
vie politique un front du bien contre le
maL de la lumière Contre les ténèbres,
de la justice contre l’injustice, ©n recourant aux méthodes dg la pblitique. Nous
avons dénaturé la libre grâce de IMeu accordée à tous en créant un front poüitique,
social et philosopihique, et en laissant le
monde se justifleir lui-même
5) - Nous nous sommes égarés lorsque
nous n’avons pas reconnu que le matérialisme économique de la dcotrin© marxiste aurait dû rappeler à l’Eglise-sa tâche et sa
promesse à l’égard de U vie individuelle
et oéUective des hotmnes icirbas. Nous
O’avons pas fait nôtre ia cause des pauvres et des déshérités comme une cause
chrétienne, selon le message du royaume
de Dieu.
6) - reconmaissant et en confessant
ceci nous savmis que nous sommes par<Wbnés en Christ, et que nous sommes
Pa.r cela libres d’entreprendre un seivioe
«»rveau et roeileur à la glorie de Dieu
« mr le bien temporel et éternel de
niùmaniâé. Ce n'est pas cte mois comme
«chréffanfé af Civilisation occidenMo,
«ïue le pettifc, aWeman4 et en p„tku®r les chrétiens, ont besoin aujourd’hui
dont inous avons besoin, c’est d’un re^ à C«eu et au service de notre pro
par la puissance de .. la mort et de
la résuJTeotion de Jésus-Christ.
7) - Nous avons confessé et nous 'e
atUourdTiui encore: par jésus^nnst nous faisons l’expériemSe d’une
loyeuso libérstloa (tes entraves impies de ce
"'“Kle et, lAifes et reconnaissants nous
S P a
«Lo sviluppo straordinario che
prende in questo momento l’evangeUzzanione in Spagna è la prova migliore dei bisogni religiosi di quel
paese», scrive VEtoile du Matih.
Tuttavia le difficoltà non mancano.
La legge ohe proclama la tolleranza
in materia religiosa proibisce tutte
le manifestazioni religiose all’esterno, all’infuori di quelle oattoliché.
I termini della legge sono molto vaghi e si prestano a varie interpretazioni. Le autorità locali suscitauo
continuamente dell© difficoltà, interpretando la legge a mo^ loroi. Ora
«la legge è prima di tutto cattolica,
come tutta la legislazione spagnuola»
(discorso del presidente delle Cortes,
luglio 1945): questo principio ispira 1 atteggiamento diella maggioranza
dei funzionari.
Attualmente la legge del 18 luglio
1945 ao^rda ai non cattolici l’esercizio privato del loro culto. «Questa
parola costituisce perennemente una
vera spada di Damocle sospesa sulle
nostre teste... le autorità possono
interpretare a loro piacimento i terlegge», rileva un appello
della Chiesa evangelica spagnola, rivolto a tutti i suoi fratelli in Cristo.
L’appello mette poi in rilievo tutte
le liberta di cui la Chiesa evangelica
è privas
g n a
jNesbuna pubblicazione protestante
è possibile. Nè libri nè giomah possono essere pubblicati se non muniti
delTimpriroatur cattolico.
I fedieli della Chiesa evangelica
non poèsolno ctonilrarre matrimoinio
civile, nella maggioranza dei casi.
I protestanti non possono concorrere alle carriere statali. Sono scar
tati col pretesto che lo Stato è cattoilico.
Non possono seppellire i loro morti
secondo la loro fede, celebrando un
servizio religioso presso la tomba.
L’appello chiede infine il diritto
di poter predicare apertamente l’Evangelo, e sottolinen tìbe i protestanti spagnoli amano il loro paese e vogliono «Mminbuaiiei al sub rinnovamento.
Ma i bisogni religiosi dfel popolo
spagnuolo sono cosi grandi che ovxmque le iriiiesle evangeliche e le
sale di riunione si rienipiono; alcune sono perfino troppo piccole. Dei
gruppi di giovani, animati dà vero
zelo missionario, si eestitniscono, e
le domandi di Bibbie e di libri religiosi si fanno sempre più urgenti.
(ftéforme).
Stati Uniti
A
rito ila Chiesa Mennonita ini Germania
la Chiesa presbiteriana del Brasile, la
Chiesa Ortod-O'Ssa Copta d’Egitto. la
Chiesa Evangelica di Spagna, la Cniesa Evangteilida iMeitoIdlista'd’Tàlia. i'!
Patr'aiTcato Ortodosso .Greco di Gcriisalemitne, la di esa Riiiformata dii Slovacohià, il Patriarcato ecumenico di
Oostantiiniopoli (S. OE. P. M
Nessuna scuola protestante è tollerata. I bambini ed i giovani devono
seguir© l’iiqpgnameoto della r^igione cattolica la nressa.
Hiroshima e la bomba atomica continuano a turbarè profondamente to coscienàt
della Chiesa cristiana. Ce lo ricorda questa dìchiarazicme di un teologo americano,
\ apfbrstt niel SòmOe Chrmm Cenim
ry"; ’'Abbiamo gravemente peccato con
tro la volontà di Dio e contro il popolo
giapponese, Noi che eravamo così fien dei
progressi della noptra scienza, dobbiamo ora capare che, per non essere subordinata
alla morale essa ci condurrà all’annientamento. Dichiariamo di pentirci del bombardamento di Hiroshima e di Nagasaki. Il ricordo di quell avvenimento ci riempie di
vergogna”. fE. P. D).
Francia
Cade quest’anno il centenario della
SoLiéte Centrale Evangélique. Già nel
1835 erano sorte in Francia delle Società regionali di Evangelizzazione ■
una a Bordeaux nel 1835, una nel Nord
nel 1843. una nel Centro nel 1846 ed
in ultimo nel 1847 una in Normandia.
Fu anche in quell’anno che le quattro
società regionali si riunirono in una sola
dando così origine alla ’’S.C.E.’’ che
nel 1938, colla fusione delle vane
Chiese francesi è stata trasformata nella Commission Generale d'Evangélisation de l’Eglise Réformée de Franca
Oggi dipendono da questa Commissione 68 posti di Pastori, una decina di
posti femminili, si spera di aver presto un adeguato numero di colportori. Negli scheddril della S.C.E. sono
raggruppate ben 5000 schede di famiglie evangelicheessa pubblica un bollettino bimestrale, ha fondato recentemente una scuola biennale di colporfaggio, ed ha un bilancio che si aggira
sui 20.000.000. di franchi annui / a
sua opera è consistita sopratutto nella
fondazione di uFraternitesn cioè di
sale di riunione e di attività sociali e
spirituali alle dipendenze di Chiese
pdrticotcti'ì. E’ da notare il fatto che
ben 128 di queste sale sono diventate
Chiese regolarmente costituite. E' da
notarsi che quelle "Fratérnités’ ‘ in Cui
la preoccupazione sociale ha soverchiato quella spirituale sono anche quelle
che hanno avuto una vita pià precaria;
quelle pià spirituali sono mhe quelle
che hanno compiuto un’opera sociale
più intensa.
Sarebbe però errato credere che lo
sforzo evangelistico del plñpt^slantesimo francese si esaurisse nell’opera della S.C.E-; vi sono circa una ventina
d altri movimenti che contribuiscono
alla diffusione dell’Evangelo in Francia. E’ questo segno di una vitalità forse troppo ignorata da noi. Il protestantesimo latiru) diventa sempre di più un
blocco compatto: il primo passo per
questo ¡sta nel àono'saerd sempre^ di
più.
A. R.
ie problème
de la paix
ycnnsultallon Fral«rn«ll«'
du Chambón
La «Cousullation Fraternelle» qui
s’est réunie au Chaniboii sur Lignon
(Haute Loire), du ] au 20 juillet,
et à laquelle avaient adhéré d!e.« délégués de la Hollande, de la Belgique, de la Frailee, de l’Italie, die la
Suède, de l’Allemagne, du Danemark, de rAiigleteire, des Etats Unis, Ce la Suisse, de l’Aiitriehe. rie
la Cécoslovacbie et de rilcraine,
n’a pas perdu .son temi>s.
C’était d’ailleurs le diagnostie le
plus eoinplet et Je plus conijilexe
que la «Fellowsbij)» (la eamaraderie) de la liéc(mritiai\\nn entendait
soumettre aux intervenu.s. Ne falla.il-il pas en effet aller se' prononcer
sur:
la «maladie* de notre système éeonomic{ue - inea|iable de rcïtrouvcr
l’équilibre, a¡»ré.s sa dfésorganisation due à la guerre»;
sur la «maladie de notre système
politique, eneorc c-ontiné dans
les étroites limites des nations
souveraines» :
sur la «maladie de notre svstèinf* -ocial, osei liant dangereu.senient
entre le eapitalisme individualiste et le eap il alisme d’Ktat»;
sur la «maladie de' notre système et
écpiilibre psyeologiqne, luuué
tout à la fois par une crainte
morbide de la guerre et la tentation des aventures sciemifiqiies et militaircïs'));
sur la «maladie dp notre foi religieuse qui ne sait plus cjuelle ligne de conduite fixer aux fidèles»?
Symptômatoloigie coliossale. diagnoatic monstre devant lesqucds l’oii
n’aurait su déduire autre chcKse que
la faillite de Ions les remèdes préconisés jusqu’ici. Voilà pourquoi la
Réconciliation, ou mieux encore les
organisateurs de la Consultation
Fraternelle du Chambón compilaient
leur apjiel en relevant que les pacifismes et. leis nationalismes d’avantguem- n "étant plus à l’échelle des
pioblèmes du jour, nU faut que ci’ii.x
qui, par leur fonction sont rcs/x'iisahics d|e l’enseignement de la jeunesse, .se consultent pendant qu’il en
(St encoi^f temps ¡noitr chercher
humblement ensemble les prituApes
gértérateiirs d’une guérison et Its
méthodes de leur applivationn.
Voilà pourquoi et comment est
née cette longue «consultation" foiicièremem «fraternelle» du Chambón qui a non stnlemeiu fait du bon
travail, mais qui en fera au moyen
de tous ses membres consultants,
liés désormais par une amitié et par
un idéal que l’on ne saurait trahir.
Les journées et les soirées passées
ensemble dans cette ambienoe si
sym|>athique du «Clos-Gentil», nous
ont placés dans une vraie école et
presque dians un grand temple xarié dans ses aspects, dans se» idées,
dans son esprit, dès les méditations
matinales qui nous réunissaient dans
son hall, jusqu’aux discussions se
prolongeant la nuit même dans
nos chambre» hospitalières.
Quelles ont éfté les conclusions de
tout notre travail?
Avant tout on© séri© d’études
3
dbnt plusieurs poimoat ne pas xuanquer d’intérêt pour les lecteurs de
notre «Eco delle Valli». l^ous y reyiejidroils donc si possible, notre
(lii'ecteur permetlant
Pour le moment je n’ai <ju‘à vous
d'ire que le plan strictement logique
piépaié par nos amis du Chambón
a servi à iaire passi^r sous noS' yeux,
on peut bien le dire, tous les divers
aspects du Problème de la Paix en
liaison avec le Problème Social.
I vmm»ru-0~,t, I ignyfiiV .Igfelafc
J'ai flnalemew mon visa pour l’Argen
Dans une première série d’études
nous avons .considéré quelles sont les
causes collectives et sociales de la
guerre, sons le point de vue économique et sous celui politique.
Une autre série d’études a envisagé les causes individuelles et morales de la guerre, sous le double
aspect de la psychologie individuelle et sous celui de la psyoologie collective. J,
Une troisième série d(e rapports a
étudié la guerre comme problème
moral.
A £Æs trois grandes séries, analysant Je mal de la guerre et ses eausas, devait s’ensuivre la partie la
plus constructive de nos études c’està-dâre celle plus proprement pédagogique.
Ici encore l’on a eu trois séries de
rapports considérant: 1) La liaison
entre les différents Partis et la Paix ;
2) Le rôle des Mouvements, des Ligues et des Ecole» en vue d'e la Paix ;
3) Le Pacifisme et les Eglises.
Un tel tour d’horizon nous a portés à considérer, dans un esprit
tout chrétien, le rôle des expériences
eommunautaires de Barbu, d!e Clnoy, de Gerald Heard, d’Jona, etc. ;
le mouvement fédéraliirte, l’ünesco,
1 Lno, etc.; le mouvement de la Réconciliation et celui du Service Ci' il, ainsi que les différents Monvemenu de Jeunesse; 1« Mouvement
Oecuménique et le Conseil Universel des Eglises, etc., etc.
Puis dévalant de oes hauteurs
nous avons même parlé die Praly et
d’Agape; de l’art. 7 et de bien d’aules misères; de la carence^ chrétienne d’autrui et de la nôtre; de nos
fiianips et de nos moiæons; du College et. du Ciabas: de l’émigration
laudoise et de l’histoire des Vaudois...
tine! Mais il a fallu en faire des cou^s
i, à Montevideo et des queues" idans les bureaux; ill a fallu em déranger dès-personnes dont l’appui se- révéla iadlapensabl©.
Car rAngentine, dominée par un gouvernement clérico-.miilltariste, est fermée à un
pasteur iprotestamt.
- J’ai fini ma visite aux Eglises de TUruiguay. Pendant quatre mois j’ai parcouru
la République et, presque chaque jour adlressé la paroip à de grandes assemblées
comme à des groupes modestes, sans ccimpter certains dimanches ou j’ai dû parler
quatre et même cinq fois ! J© rentrerai encore en Uruguay pour quelques jours,
mais maiintenant il me faut patrtir pour
l’Argentine. L’aviioti dëcolilei G’est un
quadrimoteur anglais « Sunderland! ». Il y
a de la place pour 40 passagers. Nous sommes 28. Dans quelques instants nous dominons dé la hauteur d© quelques centaines de mètres les plaines ondulées de
l’Uruguay, puis le Rio d© te Fteta, puis
Buenos Aires
vaches tombaient dan 1©® routes se couchaient dkns les prairies' et n’avaient plus
ia force de sc relever,i-Ms mourraient de
faim. On attend te plui© depuis des mois,
et 1© vent soutfie toujours, en partiiculier
le vent froid au ud ouest te fameux Pampero. (Les vente du nord ici sont les vents
chauds, les vents du ©ud -les vents froids).
Et quand le vent soufle avec force il soulèvè une masae enoiun© d© poussière qui
forme des nuages qui clhacihent|,l© soleil.
La dSitiaulation ¡devient a|iors dmgereus©.
Quelquefois il faut allumer la lumière en
plein midi. On ne voit rien à 5 mètres de
distance.
J’ai passé 10 jours dans te Paimpa. Pendant 3 jours le Pampero a soufflé. Et il
n’y a pas d’eau douce, pas de fleuves, pas
de tarreots, pas de ruisseaux, D© temps
à autre un petit lac d’eau sailée. Aussi il
n’y a pas d’arbres fruitders. Les oiseaux.
m.êmes sont rares. La Pampa donne l’impression d’une terre aride, désolée; on y
prouve un sens de grand© solldtude, ©t c’est
pourtant une terre .riche et une région relativement peuplée.
Buenos Aires est ,1a capitale de l’Argemtine et te plus grande ville d© l’Amérique du Sud. Près dé trois miillîons d’habitante. Elle occupe 190 km. carrés. Elle
a une longueur de 21 km i(comm© dii \^iliar à Pigneroll,) et une tergeur de 19 km.
Nos groupes vaudois
C’èst une vllil© immense, moderne et élégahte. Les comimunications sont très
bonnes, surtout grâce aux trains souterrains. Parmi les édifices publics on remarque le Palais du Congrès, .la Maison du
Gouivernemeni, 4e Phliais de Justiicei, te
Faculté de Médicine, te Cathédrale, .le
theatr© Colon.. Je ne'm’arrête que ceux
jours dans la CapitaSe où, d’ailleurs, =e retournerai. Maintenant il m© faut aller à
La Pampa, à mille km. à peu près, au sudouest de Buenos Aires. Quatorze heures
de train, et m© voici à BaWa Btenca.
C’est ici qu© s’établit, ©n 1901, un premier groupe de familles vaudoises parties
de l’Uruguay. Ce groupe forma le preimiier
noyau de l’Eglise de Colonia Iris. D’autres iamilies, toutes êimdgrées de l’Uruguay vinrent s’établir dans la région dans
les années successives et actUellemment Colonia Iris est une Eglise qui compte 320
litajre en Italie, alors en guerre. Les pasteur suceessiifs furent M. Lévv Tron
(1920-1925), M. Silvio Long (1928-1942),»^
M. Wilfred -Artas depuis 1942. et .pasteur
actuel. M. Artus à fait ses études de théologie à te Faculté de Buenos Aires et est
petit-fils de Paul Artus parti de ^obi avec
les premiers émigrants pour l’Uruguay.
Je passe dix jours dans la Pampa. Je
parle quinze fois en public. Et je fais des
visites ; A uguste A rmand-Pilon feu Jean,
venu, de La Tour à l’âge de 9 ans, en
1881. «Je vois encore Sainte Marguerite,
me dit-i.l ©t les <( bourgia » avoisinantes;
et les bois et’ les sentiers. Je'n’aj rien
Oublié». H a les termes aux yeux. Madeleine Geymonat^ veuve Talmon éthigrée
en Uruguay, jeune maniée^, rentrée en Itaiie et revenue ensuite en Amérique, dans
te Pampa, cette fols. Théophile Vigna, feu
Jeain Pierre, Le père vint diu Vidlar. à i’â-:
ge de 12 ans. Jean Long feu Benjamin,
à l’Envers Pinaohe, émigré à l’âge de 8
ans. Catherine Favat veuve Davit, née su
Sartas du Villar ©n 1868. Je ¿herohe dans
•la vieille Bible français© que Magna Ca~
trina me présente des données sur la famille. Magna Catrina a eu 4 enfants, desquels u^ est né au Bessé du VÜter, un
à Marseille, un en Uruguay, un dans te
Rampa, c’est à dire un est italien, un est
français, un est uruguayen, un est argenta : une véritable Soc.iété des Nations !
César Durand, venu des Rumers de Rorà
en 1927. Rentré en Italie ©n 1929. S© marie. Retourne en Amérique en 1930 avec
SQij épouse Madeleine Mourglia (Cadimassa de Rorà), Jules Long, né à Envers
Pinache, venu en 1910 avec 4 flls. Pauiine, Laurent, Adriene Rivoire feu Sélim,
venus du Verné d’Angrogne. Henri Talmon, émigré du 'Villar à l’âge de 16 ans,
en 1890.
Lezione del S novembre 1947 ,
LÀ VOCAZIONE DI MOSÈ ^ | ■
(E.odo 3: 1-14) , .
t X'y
loi il m© faudrait attendre deux jours
pour (prendre le train de la ligne du Pacifique qui ne fiait que trois voyages par
semaine. ,Te téléphone au pasteur Wilfred
Artus qui vit à 150 km. de Bahia, Quelques heures d’attente et voici le pasteur
Artus accompagné de l’ancien..Daniel Ponjour. Je monte dans l’auto pastoral© et
dans deux heures nous parcourons les
150 km. qui séparent Baria Blanoa de te
petite ville de Jacinto Arauz^ au centre de
la Colonia Iris.
La misère du monde, c’est d’ignorer qu’il y a une grâce; la
tentation de l’Eglise, c’est de ne
plus savoir que la grâce est vraiment grâce, c’esbà-dire vraiment
suffisante, vraiment gratuite, vraiment souveraine ; de croire qu’on
peut adorer Dieu et admettre
d’autres bontés à côté de la sienne ; de croire xîue rtibmitie n'est
pas si perdu qu’il ne faille Dieu
lui-même. Dieu fôuf entier. Dieu
seul, pour le sauver.
Pierre Maury
Dsns la " pampa
qu’au début
El nous tie sommes
de notre tâche..
Que Dieu nous accordl© dé
lujursuivre encore ©t toujonra.
Silvio Pons.
la
Qulio 7{acfio
Ammalati
Vecchi
Isolati
n
agri
domenica
alle ore 8,45
Trasmesso dall© stazioni di TORINO - MILANO - GENOVA
ROMA
A b I» M «B m m
nm fltiLE Htii miiiiBi,
Italia ,
Ettera-.
Annuale Semest.
L. 500 «50
L. 90»
cMabiamento d’indirizio coste
Uro DI£CI
J© suis dans la Pampa. La>ampa (pampa signifl© plaine dans le langage des (dndios ». le guarani) est une région grande
comme Ja mo|tié de iritaiie. C’est une
plaine immense peuplée par 200.000 habitat®, dont un pourcentage très élevé vient
d’Europe. On y rencontre des représentants de toutes les nations européennes, en
particulier des italiens, des russes, des allemands; on y trouve aussi beaucoup de
juiife. C’est une des provinoes les plus tertiles de te République. U production ia
plus Importante est celle du blé et un b!é
d’excellente qualité. Dans les cenitaines
de gares qui se trouvent le long de 1a ligne
du Pacifique on voit des montagnes de
sacs qui attendent les moyens de transport pour être acheminés ver,s Bahia
Blanca ©t Buenos Aires et ensuite vets
PEurope. Dans .|a seule petite gare du
« pueblo » de Jadnto Arauz, où je m© trouve depuis une semaine, ¡1 y a un million
de sacs d© blé. Quand il pleut la récolte
est exoellente. Malheureusement la plaie
du pays est la sécheresse. Il y a des années où l’on n© récolte même pas la semence. Parfois il faut attendre deux, trois
^ pour avoir une. bcwut© moisson et alors
il faut s’endeitter. mais il suffit ensuite
dune saison favorable pour payer les
dettes. « Notre terre est merveilleuse, me
disent les coJons. L'année dernière a donné une récolta exceptiortOellement abondante». Par contre cette «nmé© la sécheresse s’annonce déjà, Et les gens commencent à être préoccupés pour te Wé et
pour 1© bétail.
Dans la Pampa 11 y a un million et detni
de vaches, quatre miUjons de brebis, huit
cent mille chevaux. Déjà les animaux errent dais les immenses prairies où l’on
n’aperçoit plus un seul fll d’herbe; déjà
coramenoent les émigrations vers l’ouest
où l’on peut trouver à de très grandes distances un peu de pâturage. En 1942, me
dit te pasteur Artus, les chevaux et les
famlles. Quelques unes vivent à 200 km.
de te Colonie.
Les 'Vaudois d© la Colonie convergent
sur 5 centres : Villa Iris, Jacinto Arauz,
El Triangulo, Colonia Bidon, General San
Martin.
Villa Iris et Jacinto Arauz sont deux petites vüles ou, si l’on préfère, deux grc«
villages peuplés, surtout par des catholiqutes dpnt plusieurs Soni itjjaflienisi. Dans
chacune de ces localités nous avons un
temple et une salle pour per activités de
te jeunesse. Dans te zone du Triangulo et
d© Colonia Bidon, aussi il y a temples et
salles. La vieille maison pastorale du Tiangulo a été démolie et oh s’est servit du
matériel pour ia construction d’une chapelle. Dans le n pueblo » d© Generai
San Martin (ex VÜte Alba) te communauté
se réunit dans une maison privé©, en
attendant te construction d’un petit teirpK
qu’on espère édifier l’année prochaine. Le
pasteur demeure à Jacinto Arauz, d’où il
visite régulièrement les différentes fracticMis de sa communauté, tient des cuites
périodiques, asstfre rinstructien. religieuse
aux oaitéohumènes et aux enfants. Villa Iris, E] Triangulo, Colonia Bidon (ex Colonia del Trigo) General San 'Martin se,,
trouvent dans un rayon de 15-25 km. du
centre de l’Eglise qui est à Jacinto \rauz.
Dès te fondation de te Colonie (1901)
jusqu’à l’arrivée du premier pasteur (1908)
les colons furent visités par le pasteur de
l’Uruguay qui firent des séjours plus
ou moi'ns longs dans la Pampa pour visiter tes familles ©t préparer les catéchumènes. En 1908 fut installé ie premier pasteur M. David Forneron, La cérémonie
fut présidée par le Vice-Modérateur M.
Barthélemy Léger, alors ©n visite à nés
Colonies „ sud-américaines à l’occasion du
premier cinquantenaire de la fondation d©
Colonia Valdense. On rappelle encore aujourd’hui avec reconnaissance le ministère
de M. Fomeron, ministère trop court, héias, puisqu’il termina en 1912, quand M.
Fomeron et sa famIH© durent rentrer en
Europe pour des misons de santé. A M.
Fomeron succéda comme pasteur de Colonia Iris , M. Ernest Tron (1914-1917) qui
à son regret et au grand regret de l’Eglise. quitta ta paroisse pour le service mi
Lydie Fomeron, feu FhiMppe Breuza,
venue d© Rooheplate à l’âg© de trois ans.
Jean Negrin feu Jean yenu du Pidón de
Bobi en 1888, âgé de 18 lans. Etienne Jariavel, du Villar, venu en 1880 à i’âge
de 7 ans. Marguerite Dalmas mariée Bonjour, venu© du Villar (Mouti) à l’âge de
3 ans. Etienne Negrin feu Jean, de Bobi
(«don) émigré, à Page de 15 ans. François Duval, feu François, originaire de Bobi. François Rostan, venu de Praly en
1926 avec son épouse Marceline Guigou
feu François. Suzanne Ardouin née Peconl
venue il y a 76 ans, à Ffige de 6 mois.
Emile Bouchard, venu en 1895 à l’âge de
<8 ans, de l’Envers Pinaohe. Adolphe Malan, venu de Saint Jean, à l’âge de 2 ans.
Visita Jes Vallées en 1925, Susanne Navache veuve Grand, venue de Bobi à l’âge
de 26 ans en 1889. Elle m© parle du bicenteoiaiire de Sibaud, et ne cesse d© ¡me
poser des questions, de me demander des
informations sur les lieux et les gens, en
particulier sur les parents. Elle pleure
quand je lui pari© de nos difflcuiltés pendant Ja guerre et veut assister au culte
dans la chapelle du Triangulo, bien qu’elJe marche péniblement. Alexis Rostan feu
Emile, né ©n Uruguay, ômigra... aux
Viafflées, vécut deux ans à Saint Second
d’où il repartit pour TUruguay et ensuite pour l’Argentine. Daniel Bonjour
Dalmas dont le père était origineire de Bobi et te mèr© du Villar. C’est une belle
figure de Vaudois. C’est un agriculteur
qui pourtant a sa bibliothèque et reçoit régulièrement te Christianiam© Social! Peu
banal, me parait-il, qu’un Viaudois perdu
dans te Pampa lise une Revue de culture
qui arrive de l’Europe Jointain© et s’intéresse vivernent à tous les courants de
pensée 1
De toutes ies Eglises Vaudoises disséminées dans 1© monde "l’Eglise de Colonia
Iris est la plus éloignéee des Vallées et
aussi te pius isolée. Elle souffre de son
isolement. I Ici'aussi comme dans d’autres
communautés, il faudrait deux pasteurs.
On pourrait alors s’occuper davantage de®
disséminés dont 1© nombre augmente toujours et intensiifler l’activité dans 'es différents groupe«. Mais où sont les ouvriers?
Dans un© grande réunion de <( deapedida»,
l’Eglise de Colonia Iris déclare de vouioîr
vivre en communion toujours plus Intime
avec l’Eglise mère d’ItaMe. Toute REglise est présent© au moment du départ d©
l’humble délégué de te Table et l’aitaure
de sa eymptothie. J© pars en auto. L© soir
de ce même joui} après avoir parcouru
150 km,, je dois parler dans 1© temple
central de J’iEgMse MéflhoÆste de Bahia
Blanca. C’est du port de cette grande vite, te plus importante de l’Argentine méridional©, que part un© grande partie du
prédeux blé argentin qui aliment© i’Europe.
ALB. RICCA
LE CIRCOSTANZE, ■
f'.' Mosè, minacciato di morte, è fuggito dall’Egitto e si è rifugialto nei lontani'deserti
di Madian. Alte corte del Faraoni ©gli aveva acquistato la. scienza, e ardent© era U
suo patriottismo; gli- manicava ancora,-’per
formar© Fanimo suo di 'capo © di. profeta,'
l’esperienza del rinunciamento e ■ te mc-ditazion© solitària alla scuote di: Dio solo. Le
troverà nel deserto, dove, umile pastore
di gregge, ha preso servizio presso il sacerdote Jethro, di quell© regioni.
Un giorno ch’egli pasceva il'suo gregge
nei pressi di Horeb, la montagna É Dio,
oh’è 11 Slnad. l’aingelo di Dio gli apparve,
cioè Dio si mani'festò.41 Jui, in una fiamma
di fuoco, in .mezzo ad lun pruno; ed ecco
il pruno era tutto ih fiamme, ma non si
consumava.
E Dio chiamò Mosè, e gli disse ; Io sono l’Iddio ,dei tuoi padri; ho veduto l'afflizione del mio 'popolo, e sono sceso per; ,
liberarlo. Or dunque vieni, e jo ti manderò la Faraone perchè tu faccia uscire ìT
mio popolo dall’Egitto. ’’
IL PRUNO ARDENTE. -
Non aJibiamo da spiegare il miracolo,’’
La verità che-s’lmpone è che quella vi-^
sione ha fatto di un pecoraio fuggitivo ©
disorientato il più grande iniziatore religioso dei mondo antico, ed è ini quella
visione che Mosè ricevette te vera © completa rivelazione di (Dio. per sè e il suo
popolo.
REAZIONE DI MOSE’ E CARATTERE
DELLA SUA VOCAZIONE.
AMa prima ohiamatà delPEtenio, Mosè
risponde ; Eccomi: ! Ma quando afferra la
portata delFordin© divino, egli ,. esclama,.
sbigottito : Chi sono io -per andar© da Faraone? EppOi, aihmè io non sono un parlatore, sono tardo di parola © di lingua. E
Dio ¿ì napose : Va. perehe 10 sarò teco;
io sarò con la taa bocca, t insognerò quello che dovrai dire Poi con molti segni
e tndraooh. lo fece persuaso.
Umiltà, fiducia, ubbidienza immediata,
da parte di Mosè. E m grazia da quella umiltà e di quella fede che la potenza ‘di'
Dio si àdempura nella sua debolezza. Da!
parte' di Dio '1 ordine perentorio. dnoMdirinnatii — flH iifimini che hanno guidato 1
zionatoGli uomini che hanno guidato
sraele alla ricerca di Dio non devono a
loro inisdatìva nè al toro genio la forza
che li sospinge, ed 11 loro successo. Non
15I1C ili -cu IL V. —----- - ' ^
uno si propone; tutti son presi a forz^ si
dibattono sotto te stretta di Dio che U af
« .. __:___U!—
ferra e M lancia nella mischtei. 'Vedete Abrahamo, Elia. Geremia. Va„ camntina. dice l’Eterno. E quella parola imperii^ infrange ogni ostacolo, ispira tutti ¿li eroismi, spiega tatti i miracoli.
APPLICAZIONE.
Tutti siamo chiamati, da Dio, in vista delFopera sua. Non tutti per la vocazicme di
profeti, o di pastore o imissionalrio. Ma
tutti chiamati alte testimonianza della nostra fede in Gesù Cristo, con te condotta
© la parola. E quando 'Dio chiama, ©gli dà
pure ia forza e la capacità di compiere l’opera'; ed ©gli stesso c’insegnerà quello che
diovtemo djre. Tutto sta idi tendbre l’oreoohio dell’anima quando parte Iddio, di
ascoltare e ubbidire.
EPILOGO.
Eccomi, aveva risposto Mosè. Ed a quell’anima pronta a tutte le dedizioni, l’Eter
_•___...-(fi... ...SmkAwwa r^AlIrl *
l laiilAlll«! li* “W ^ —------------
no si rivelò nella pienezza, dei’esser© suo :
«Io sono Gfeova, colui eh© è». In icon
<c IO Mino wjiui vino v «a»
froito deglli d«, ohe mom som, egli è celui
.ju- X ji l'Onnàpltentè Iddio; In.
òhe è, il Vivente, 1 ——
oonifronto iddW'’'Elicihiim., il Dio locate; j etnico dei padri, egli è l’Iddio unàversal©.
Fumico. l’Eterno Iddio e Salvatore di tutti
gli uomini, egli è la fonte dellla vita.
G. Bonnet
LEZIONI
E
Scuola domenicale «
Mese di Novembre 1947
2 novembre : La vocazione di Mosè.
sodo ni : M4.
9 novembre : Mosè e Faraona - Le dieci
piaghe d’Egitto. Esodo VII ; 1-7. — Lettura : Esodo 14; 10-17; V; 1-Vl; 1:
VII-ÌX.
16 novembre : Istituzione della Pasqua.
Esodo XII : 31-28; 37-39. — Lettura : Esodo XII; XIII : 1-18,
23 novembre : Passaggio del Mar Rosso.
Esodo XIII : 20-22; XIV ; 21-28 — Lettura : Esodo XIII: 17-22; XIV: 1-31.
30 novembre: Israele nel deserto II Dèieìdogo. Esodo XIX: 16-20 — Lettura:
Esodo XV; 22-25; XVi : 13-16; XVH :
1-13; XIX: 1-65; XX:- 1-24
II n’y a qu’une vole de la terre
au ciel: elle consiste à suivre
Christ: il n’y a dans le temps et
dans rëternité qu’un choix, un
seul: il consiste à choisir, cette
vole; Il n’y a sur la terre qu’une
espérance étemelle: elle consiste
à sutvre Christ dans les deux. Il
y a dans la vie une seule )oie
bienheureuse : elle consiste à suivre Christ; et il y a dans la mort
une seule dernière et bienheureuse lolci celle de sulvm Christ
vers la vlel^ Kierkesfaard
4
:
XV
L‘ECQ D^J.F. VALU VALDESI
Jf Henry Meiiie ^
L’adolescent dans le clocher
Lorsque j’étais un jeune garçon, ma famille habitait luès de l'église,
O) ®t quand j >avais la ohance de trouver la petite porte onverte, je
me faufilais sans faire de bruit dans le <docher On m’avait défendu
dTy aller car c’était dangereux; l’attrait en était devenu plusi grand.
C’était pour moi un monde rempli de merveilles et de mystères:
la vieille tour carrée, sombre dans le bas, pleine de lumière en haut;
de petites échelles branlantes alternant de gauche à droite puis de
droite a gauche jusqu’à la chambre des cloches. Je grimpais jusque làhaut, me salissant de platras et d’innombrables toiles d’araignées- Je
buvais du soleil, je m’enivrais d’azur. J’observais les. étourneaux qui
attiraient leurs petits sur le bord du toit puis les poussaient dans le
vide. Les oiselets - jetant de hauts cris - élargissaient pour la oieniiiTe
fois leurs ailes et apprenaient ainsi à voler : j’aurais tant voulu être
moi aussi un étourneau.!...
J’avais parfois une oliance particulière. Tut juste pendant que
j’étais là-haut arrivait l’instant prodigieux!
Tout à coup, dans l’air à l’entour se produisait une sorte de bruis
- S0,T!e:îit. Puis-lent, majestueux, solennel - le marteau de l’horloge frappait sur la cloche les douze coups de midi. Alors, dans l’air ti'an.sparent de la montagne, tous les oiseaux, grands et petits, tournaient
en rond, frémissants...
De bas en haut le clocher vrombissait commei un énorme tambour,
plein de l’écho du bronze ébranlé. Puis la vague sonore s’élargissait,
s’allonigeait à Pentour. Je l’entendais se répercuter contre les murs
des maisons voisines et s’atténuer ensuite, peu à peu, et se perdre
enfin dans un cercle immense qui se confondait avec la ligne» des
Alpes à l’horizon...
A l’intérieur du clochexi pendaient jusqu’à ttirre de grosses cordes
de chanvre qui servaient pour mettre en branle les cloches. 11 y avait
en outre deux câbles d’acier au bout desquels pendaient deux blocs
die pierre- Et ces blocs carrés je les voyais parfois vers le haut du
clocher, parfois à mi-ohemin, parfois dans le bas. Un jour, ils étaient
même descendus encore plus bas que d’habitude et alors l’horloge
s’était arrêtée et les heures avaient cessé de tinter.
Je n’avais pas réussi à comprendre par moi-ihême quel était
le rôle de ces poids. Mai» un beau matin (et j’en gardai le souvenir
bien longtemps) le soimeur de cloches m’avait fait l’honneur do me
permettre de l’accompagner. Alors, j’avais remarqué qu’avec une manivelle, il actionnait un cylindre autour duquel s’enroulaient les câbles
faisant remonter les blocs «fe granit- Et l’homme m’avait expliqué
qu’ainsi l’on remontmt le mécanisme qui, de cette façon, continuait
à marcher.
Ces souvenirs ont émergé de ma mémoire tandis que je chargeais
— ce matin —' la pendule de la maison. J’ai d!abord ranimé le mouvenement, ensuite j’ai fait die même pour la sonnerie. Tout est réglé
pour quinze jours. Puis il faudra recommencer. Par bonheur, je trouve maintenant tout de suite la clé, car je l’ai pendne à un clou. Les
premiers temps que je m’étais mis en ménage je ne réussissais jamais
à la trouver!
L?horloge du clocher s’était ari'êtée. Pour remonter les poids le
sonneur a dû faire tourner le cylindre.
Les ressorts de ma pendule ne se tendent pas à nouveau par euxmêmes. Si je n’y pense pas, au bout de quelques jours, la boîte ne
marche plus et ne sonne plus. Et que se passerait-il si je perdais la clé?
Alors, ma vie Seigneur, je la confie à Toi povr la remon^
Sans doute, tu sauras toujours où est la clé et alors ]e continuerai
à mareher et à sonneï... '
Si l’heure arrivait où les poids des<*ndraient trop bas et où
l’horloge du clocher s’arrêterait, tu les remonteTàs, les pierres carrées,
tu les remonteras du haut de la chambre de» cloche» où les étourneaux
apprennent à leurs petits comment il faut faire pour voler.
Qui sait si — parfois — je ne les entendrai pas encore lents,
majestueux, solennels, les douze coups de midi?
La vagué sonore s’élargira comme elle le faisait autrefois, elle
s’allongera tout à l’entour- Puis je l’entendrai s’atténuer peu à peu et
Se perdre donceanent daùs l’infini...
Tandis, qu’autour du clocher les oiseaux sillonneront l’espace,
l’azur du ciel sera plein du battement léger d’innombrables ailes d’or...
(1) Le vieux temple des (kippiers.
Società di Siedi Valdesi
VAL
A
L
E S I
D
E
S
I
Abbonatavi
Leggete
Offrite un po’ del
vostro denaro a
L’ECO DELLE VALLI
Senza il vostro aiuto
il giornale non può vivere!!
CO MU NIC ATI
CONVEGNO DI POMARETTO:
DOMENICA 26 OTTOBRE 1947
La gioventù di tulle le Unioni
del Gruppo Valli è convocata a
Convegno a Pomaretfo Domeni.
ca 26 Ottobre. - Il programma,
nelle sue linee generali, è il seguente :
Ore 10,30: Culto nel Tempio, Pastore
A. Deodato,
Ore 12: Refezione al sacco.
Ore Uli Studio: L'UNITA' DELLA
CHIESA. Pastore Giampiccoli,
Ore 15*30: Parte ricreativa.
Ore 17 : Té pro Aftape (organizzato
dall’Unione di Pomaretto,)
Ore 18: Chiusura,
I Responsabili di tutte le Unioni dei Gruppo Valli sono convocati a CONVEGNO a Pinerolo,
SABATO 1“ Novembre,
■»ROCRAIflIVIA.
DEL CONVEGNO
Ore 9 : Culto / Vice Moderatore R.
Nisbet,
Ore 10 » Relazione del Comitato di
Gruppo,
Ore 12.30 : Refezione al sacco.
Ore 14 : Studio : NATURA E ASPETTI DELLA NOSTRA RESPONSABILITÀ'
Ore 16 : Nomina del Comitato di
Gruppo,
Ore 17 : Chiusura,
Il Capo-Gruppo
ACHILLE DEOLATO
D«»ni Sn anona«»»»
« In memoria de! compianio signor Enrico Tron Vallombrosa. Luserna San Giovanni » sono state elargite le seguenti somme in titoli daia signora Margherita Tron
Revel ;
L. 30000 per Collegio — 30000 per Culto — 10000 per Diaconesse —■ 10000 per
Orfanotrofiio di Pomaretto — 10000 per Asi'lo Vecchi di S. Germano — 5000 per
Rifugio — 6000 per Ospedale Pomaretto.
— Totaile L. 100.000.
ScQOla Latina di Pomaretto
Doni ricevuti.
Prof. Pons Teofilo e signora (Torre
Peliice) L. 500 — Prof. Luisa Marauda
(Chiotti di Riclaretto) 300 — Artero Alfredo (Traverse di Perrero) 500 — Chiesa
Valdese di S, Germano 2000 — Prof. .Arturo Gay 500.
Concessionari speciali delle rinomate stoffe :
“ Astrum „ “ Arbiter „
ZEGNA GIORDANO
Tessuti Prlsicipe s»
11 meglio in fatto di eleganza, buon gusto e durata, GARANTITE dai marchi originali stampigliati su
ogni taglio. ''
FERROVIE DELLO STATO
TORINO - PINEROLO - TORRE PELLICE e viceversa
Torino p- 5,01 6,30 7,58 12.20 13,10 17,08 18,20 18.30
Aìrasca . . » 5,51 7,13 8,4i 13,53 17..54 18.45 19.16
Pinerolo * 7,38 9,- 13,08 14,19 18,20 18,59 19,42
Bricherasio » 6.42 8,— 9,17 12,54 13,24 14,40 18,45 19,10 20,—
Torre P. a. 6,36 8,20 9,40 13,08 13,58 15.— 19,10 19,33 20,30
Torre P. P' 4,54 6,10 7,10 8,55 12,20 13,15 16,35 19,42
Bricherasio » 5,08 6,26 7,25 9,10 12,34 13,26 16,50 19,58
Pinerolo » 5,25 6,53 7,41 13,04 13,40 17,13 20,25
Airasca » 5,49 6,19 7,16 7,59 13.29 17,36 19,11 20,45
Torino . a. 6,40 6,55 8,1.0 8,27 14,20 14,28 18,25 20.— 21,30
Tramvia Pinerolo - Perosa Argentina
Orario dai 15 Ottobre
Contributi volontari degli alunni. Pinerolo * 1 P^ì 4,35 6,20 6,45 8,15 10,15 12,50 14,40 17.20 19,15
Rostagno Sergio e Bruno (Pomaretto) 2000 — Artero Osvaldo (Riclaretto) 1000. Perosa 6.- 7,08 7,50 9,20 11,20 14,15 15,40 18,25 20,10
Ringraziamo i genero® donatori e comu- Perosa * s /»• 5.- 6,05 I 7,10 9,30 1 11,40 13,lo 16,05 17,40 18,50
nichiamo che ognj iloro dono per il ibe- nemetito Istituto di istruzione media sarà Pinerolo . a»! 6,12 6.57 8,05 10,40 ' 12,40 14.30 17,— 18,35 19,45
sempre ricevuto con riconoscenza.
Per l’Aimministnazione :
11 Pastore G. MATHIEU
La Società di Studi Valdesi ha recentemente ricevuto per fa sua biblioteca un
dono veramente cospicuo. La faipiglia del
deftmfo prof, Emilio Tiron, di Genova, In
memoria del rimpianto nostro collaboratore, ha offerto alla Società gH Annali Ecclesiastici del Cardinale Baronio. Sono 17
grossi volumi in Mio riccamente legati
in pergamena, deU’aocurata edizione della
cèlebre opera storica piubblioata pei tipi
di Leonardo Venturini, di Luoja, nel 1739,
uno degli ornamenti della ricca biblioteca
del dotto professore.
'La Società è profondamente grata alia
famigia Tron per il prezioso deno, iuai
soltanto a causa del suo hotevole valore
storico e bibliografico, ma anche perchè
esso costituisce un ricordo vdsdbdle e perenne del venerato consociò, collaboratore ed amico.
Un vivo ringraziamento va pure rivolto
agli amici Meni^oniti ed al signo.- Gustavo
Comba, per av|r provveduto ai traspoito
de! dono a Torre Peliice. A. J.
Il 19 ottobre 1947. è deceduta improvVi .miente
Marla MiciMlln Saloàsen
vasi. Matxollni
cognata, ringraziando quanti ' presero ParAngosciati, a funerali avvenuti, ne
danno il doloroso annunzio : i nipoti e la
cognata, ringraziando quanti presero parte
al loro doloihe.
Torre Peliice (Hotel Bellevue), 21-10-’947
Direzione: Via dei Mille, 1 - Pinerolo
Amministrazione: Via Carlo Alberto.
I hi» - Torre Pelliee
Dir, Resp, Ermanno Rostan
ARTI GRAFICHE "L'ALPINA.
( Torre Peliice
VQ
I no/lre
EDTZÏONE DEL CENTENARIO
DELL’EMANCIPAZIONE
Il Calendario della Famiglia
Valdese, a fogli mensili illnstrati, eon magnifica copertina
in tricromia, eon passi biblici
e didascalie bilingui è in
preparazione
Prenotarsi presso l’Alpina © la
Claudiana di Torre Panica. Prezzo
L. 100 per copie superiori alle 10
ON demande une jeune fille
sachant faire tous les travaux d’un ménage soigné. Envoyez offres avec salaire désiré, copie de oertifloats à Madame jean
Depraz, 6 di. Grand Praz - Chailly —
Lausanne.
IIEIIIMIIII-Olli
II dr. DANIILE ROCHAT
visita a TORRE PELLICE
iuiti i venerdì dalle
10 alle 12 presso il
dr. GardioI Tel. 77
a POMARETTO
ogni saboto dalle 10
alle. 12 presso l'Os p e*
dale Valdese
4
I