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Conferenze
distrettuali
Un inserto
di 4 pagine:
La Facoltà
di teologia
oggi
Anno 124
Supplemento al n. 25
24 giugno 1988
Numero speciale L. 1.000
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a: casella postale - 10066 Torre PeUice
deUe valli valde si
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
CONFERENZE DISTRETTUALI
L'autoanalisi
delle chiese
Centralità della predicazione - La domanda di
senso della vita e l’incontro con l’Evangelo
Ormai veri e propri « sinodi regionali », le Conferenze distrettuali hanno affrontato temi importanti per la vita delle chiese e soprattutto per la testimonianza cristiana nel nostro paese.
Temi amministrativi (la carenza di pastori si fa sentire un po’
dappertutto, gli acquisti, le ristrutturazioni degli stabili, le vendite),
il rapporto opere diaconali-chiese,
ma soprattutto è stato il tema della predicazione ad interrogare i
deputati ed i pastori. E’ il tema
centrale per ogni chiesa cristiana
ed è bene che venga, di tanto in
tanto, messo al centro della riflessione collettiva.
Qual è la differenza tra la predicazione cristiana e le altre forme del discorso? C’è una specificità della predicazione? Essa parte
e arriva ad un testo biblico. lì predicatore commenta il testo e si
sforza di sottolinearne i significati
per l’uditore nel contesto storico,
culturale, sociale in cui quest’ultimo si trova a vivere. La predicazione non è dunque una conferenza in cui il conferenziere sviluppa
liberamente un tema in funzione
delle sue conoscenze personali e
culturali. Ma questo non basta ancora per definirne la specificità. Bisogna interrogarsi sugli scopi della
predicazione.
Il politico ha come scopo quello
di portare dalla sua l’uditorio e
di sconfiggere gli avversari. L’insegnante ha come scopo quello di
trasmettere un sapere; il conferenziere quello di stimolare le curiosità; il moralista cerca di far aderire chi lo ascolta ad un ideale etico. Il predicatore, invece, cerca di
far conoscere l’essenziale, « la
punta » di un testo biblico e di
metterlo in relazione con un problema, con l’inquietudine del proprio uditore. La risposta di chi
ascolta può essere un « sì » o un
rifiuto. La predicazione tende dunque a far incontrare un problema
personale, il senso dell’esistenza,
con un significato più profondo
della vita in Cristo.
Il momento critico della predicazione sta proprio nell’incontro
tra il significato dell’Evangelo e la
domanda di senso della vita.
Quando questo incontro si produce, si ha l’avvenimento della conversione; quando invece l’incontro
non si produce, restano elementi
più o meno interessanti, che però
possiamo trovare in molti altri tipi
di discorso.
L’avvenimento della conversione si è prodotto nella storia e si
rinnova per ciascuno degli uditori
e per l’insieme della comunità degli uditori della predicazione. Il
presupposto che fonda la predicazione è il fatto che Dio ha parlato nella storia.
Come, oggi, nell’attuale contingenza storica italiana, Dio parla
all’uomo ed alla comunità nella
quale egli è inserito: questo è stato l’interrogativo di numerosi interventi di laici e pastori. Ci si è interrogati sul modo e sul significato
con cui noi ascoltiamo la voce di
Dio nella nostra storia e sul modo
col quale comunichiamo agli altri
questa notizia. Siamo ai preliminari di una vasta campagna di
evangelizzazione che vogliamo
condurre tra gli uomini e le donne del nostro paese. L’attenzione
a questo problema deve essere
precisa, come anche convinta dovrà essere la nostra preghiera. Altrimenti il rischio è che la nostra
predicazione divenga solo un discorso, pio, emozionante, qualche
volta interessante, o moralista, per
un uditorio già bombardato da
una serie impressionante di discorsi.
Giorgio Gardiol
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tutte le decisioni
prese
dalle Conferenze
distrettuali
wim
Un intervento di una
Commissione d’esame
Le Conferenze
distrettuali
L'ordine dei iavori deiie Conferenze distrettuaii è ii seguente:
aj iettura della relazione ' della commissione d'esame sull'operato dellai commissione esecutiva;
b) esame della relazione della
commissione esecutiva sul proprio
operato e sullo stato amministrativo ed organizzativo delle chiese e
degli istituti ed opere del distretto;
c) esame della vita delle chiese
e dei loro problemi spirituali sulla base delle relazioni informative
inviate dai consigli di circuito alla commissione esecutiva distrettuale;
d) esame delle relazioni morali ed amministrative degli istituti ed opere del distretto;
e) esame dei ricorsi contro le
misure disciplinari prese dalla
commissione esecutiva;
f) esame dei ricorsi di carattere
amministrativo eventualmente trasferiti dalla commissione esecutiva alla conferenza;
g) riconoscimento o revoca della costituzione di nuove chiese locali, ivi comprese le chiese In formazione nell'ambito del distretto;
h) esame delle relazioni delle
commissioni ad referendum nominate dalla precedente sessione;
i) studio delle varie questioni
sottoposte all'esame della conferenza dalle singole chiese, dai circuiti, dal sinodo, dalle commissioni sinodali o dalla Tavola;
j) decisione sulle questioni da
sottoporsi all'esame del sinodo;
k) elezione della commissione
esecutiva distrettuale;
l) elezione del deputati dalla
conferenza al sinodo;
m) elezione delle rappresentanze delle chiese metodiste e valdesi del distretto aH’assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia;
n) elezione della commissione
d'esame;
o) delimitazione delle circoscrizioni territoriali delle chiese locali.
IV DISTRETTO
Quale presenza
nelle contraddizioni
del Mezzogiorno?
Il XVI Circuito (Sicilia) ha presentato alla discussione della
Conferenza del IV Distretto un
importante documento, frutto di
una elaborazione collettiva, sul tema della predicazione nelle contraddizioni del Mezzogiorno, che
interessa tutte le chiese, siano esse situate al Sud, al Centro o al Nord.
La commissione che lo ha redatto suggerisce tre « anelli » di
lettura:
— Anello economico: lo studio
si è concentrato sull'uso non razionale del territorio, che ha
comportato una urbanizzazione
forsennata e distruttrice, e inoltre una industrializzazione disomogenea e incoerente con l'ambiente.
— Anello sociale: la ricerca ha
seguito l'itinerario delle classi sociali all’interno della società meridionale, la qualità delle loro esigenze, il loro accrescersi, il loro
diminuire, e il loro rapporto con
le istituzioni e le organizzazioni
sociali e politiche.
— Anello culturale: lo studio
ha cercato di individuare alcuni
processi, dei quali taluni stanno
esaurendosi, altri sono in divenire. Cosicché vi sono culture che
vanno scomparendo, altre che si
trasformano, altre ancora che
tendono ad affermarsi. Tutto ciò
avviene nel quadro di una debolezza culturale complessiva del
Mezzogiorno.
La graduatoria colloca al primo posto l’anello economico, all’ultimo posto quello culturale e
in posizione intermedia il sociale.
Già qui è presente una caratteristica di fondo del problema meridionale. E’ da questa che può
prendere l’avvio il dibattito sul
tipo del nostro impegno. Ed è
quello che la commissione ha cercato di dire nell’ultimo paragrafo, inserendone la trattazione in
un quadro di trasformazione epocale e planetaria.
invitava ad identificare una linea di predicazione e di presenza delle nostre chiese nelle « acute contraddizioni del Mezzogiorno d’Italia ».
L’invito fu ripreso nell’assemblea di circuito dell’anno successivo e, a seguito di un’apposita
delibera, nasceva nel settembre
1986 un gruppo di studio denominato « Commissione Mezzogiorno », composto dalle seguenti persone: Sergio Aquilante, Giuseppe La Torre, Alfonso Manoc^
chio. Mauro Pons e Sergio Velluto, a cui si aggiungeva, negli
ultimi due incontri. Laura Leone.
Il metodo di lavoro è consistito in conversazioni con esperti in varie discipline (urbanistica, antropologia, sociologia, teologia), e nella successiva rifiessione del gruppo.
1) L’idea di una ricerca di testimonianza omogenea delle chiese evangeliche nel Sud d’Italia
ha una storia non recente.
Il problema è stato affrontato
a più riprese nella FCEI e si è
riproposto nel Sinodo delle chiese metodiste e valdesi del 1986,
sotto la spinta di quanto stava
maturando nel IV distretto e
prima ancora nél XVI circuito,
il quale già nel maggio del 1985
2) Il gruppo è partito da un
semplice ragionamento: una linea comune di predicazione e
di presenza ha bisogno' di un
quadro di riferimento attuale
dello stato del Mezzogiorno.
Lo sforzo di comprensione dei
problemi di questo territorio ha
preso le messe dall’affermazione
dello storico siciliano Francesco
Renda: « Abbiamo bisogno di im
nuovo meridionalismo, cioè di
una nuova cultura capace di cogliere e interpretare i dati di
fondo della nuova realtà meridionale e nazionale... Oggi chi
sono i protagonisti sociali e politici meridionali, che hanno preso il posto e la funzione ima
volta svolti dalla grande proprietà e dai contadini? Lo sforzo teorico e anche di ricerca deve essere rivolto a favorire tale individuazione » (AA.VV., La
questione meridionale oggi, Caltanissetta, S. Sciascia ed., 1985).
Sulla scorta di studi e indicazioni recenti la realtà meridionale sembra avere bisogno, per
essere capita, di una nuova lettura, che abbia il suo punto di
forza nella città. Nel quadro di
questa ipotesi, il «nuovo meridionalismo » e la « nuova cultura » capaci di dare una svolta
agli interventi di cambiamento
nel Mezzogiorno non possono
non fare i conti con la « questione urbana».
La città meridionale è cresciuta enormemente dal secondo dopoguerra (nello spazio di venti
anni, 1951-1971, le città meridionali oltre i centomila abitanti
(continua a pag. 9)
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2 — Conferenze distrettuali
L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE
Risvegliare
Le chiese di
l'interesse per la Bibbia economico - culturi
Riappropriarsi della Bibbia, utilizzando al meglio tutti gli strumenti Non è bastato dotare la montagna di infrastruttpi|
disponibili e tenendo conto dei diversi livelli culturali della gente pamento, ferrovia, USSL, scuole, uffici di colloca
Gran parte della prima mattinata di lavori della Conferenza
è stata dedicata al tema della
formazione; su questo argomento la relazione presentata dalla
CED era densa di proposte, giudicate positivamente anche dalla Commissione d’esame.
La CED ha posto l’accento su
un quadro oggettivamente non
roseo, sottolineando che « la lettura biblica dovrebbe essere una
pratica costante del membro di
chiesa. Gli studi biblici comunitari dovrebbero servire, per quelli che lo desiderano, all’approfondimento delle conoscenze.
Sappiamo che non è più così.
Per molti valdesi di oggi la conoscenza biblica si riduce a qualche vaga reminiscenza del catechismo. Altri, pur leggendo saltuariamente la Bibbia, riconoscono di averne una conoscenza
lacunosa. In questa situazione lo
studio biblico non può più limitarsi a rispondere a un'esigenza
di approfondimento ma deve
porsi come obiettivo di risvegliare l’interesse per la Bibbia e di
comunicare quei riferimenti biblici essenziali che sempre piti
vengono a mancare ».
Su questa base, la proposta
presentata è stata quella di intervenire a diversi livelli, tenendo conto dei diversi livelli di riflessione dei membri di chiesa
partendo, al limite, da un livello zero, di totale assenza di ricerca.
Ecco quindi la necessità di intervenire con strumenti quali
brevi antologie su personaggi,
trasmissioni radiofoniche, cassette di canti, in modo da consentire un primo approccio con la
Bibbia.
E se è vero, come è vero, che
molti sono assai lontani dalla
riflessione che coinvolge i membri più impegnati, non è anche
il caso di agire affinché si instauri una nuova atmosfera, un
« modus vivandi » di un certo
tipo, realizzando la tanto auspicata aggregazione?
Si dovrà tener conto del fatto
che sempre più nelle nostre chiese le attività proposte (scuole
domenicali, catechismi, gruppi
giovanili) vengono prese in considerazione soltanto quando non
c’è altro « di meglio » da fare...
Accanto a questo livello non
va trascurato l'impegno di formazione verso chi invece, pur
già impegnato, sente l’esigenza di
approfondimenti: riunioni quartierali, studi biblici, incontri su
temi specifici possono essere una prima risposta. In questo caso si tratta però anche di utilizzare adeguatamente ciò che la
chiesa già offre; fa in effetti riflettere l’iscrizione di una sola
ptersona al campo biblico svoltosi ad Agajpie lo scorso anno.
Dunque resta importantissimo
utilizzare gli strumenti esistenti, il centro di documentazione,
i corsi di formazione organizzati a livello di circuiti p>er monitori e catechisti, riscoprire, è
stato anche detto, l’importanza
del dialogo, della comunicazione
verbale, delle sempre richieste
visite pastorali; ttùtavia si ha
l’impressione che lo sforzo maggiore vada concentrato verso
quella « evangelizzazione inter
na » su cui ormai da anni si discute, senza sperare in soluzioni miracolistiche ed immediate,
ma cercando di dare alla base
che costituisce le nostre comunità dei punti di riferimento tali da consentire di mettere in
pratica nel quotidiano quanto ricevuto e condiviso in ambiente
ecclesiastico. Piervaldo Rostan
Il dibattito sul documento della CED (pubblicato sul n. 25 del
24 giugno) prima timido, si è
andato via via vivacizzando, ponendo l’accento su alcuni temi
fondamentali toccati dal documento. Innanzitutto: perché questo tema in sede di conferenza
distrettuale? Perché la chiesa
non può rimanere estranea ad
im fenomeno che incide profondamente nel suo tessuto, magari fino a minacciarne resistenza
stessa.
UN PROBLEMA ATTUALE
Affrontare
il disagio psichico
Per la Conferenza Distrettuale di quest’anno, primo appuntamento con il tema del disagio
psichico. La CED ha infatti nominato nello scorso inverno un
gruppo di lavoro su questa tematica, adempiendo in questo
modo ad un ordine del giorno
della Conferenza '87 che sottolineava la necessità e l’urgenza di
una attenzione particolare delle
chiese del distretto in questa direzione. Tale gruppo di lavoro
ha presentato una breve relazione e chiesto il parere dell’assemblea sul taglio programmatico.
L’incidenza della sofferenza
psichica, da quella più leggera e
comune alle forme più specifiche
e radicate, è grande; in ogni ambiente, una gamma di persone
con difficoltà di natura psichica
e psicologica è presente, spesso
senza che il soggetto ne sia conscio, sappia di che cosa si tratti
o sappia a chi rivolgersi, spesso
senza che lui e gli altri possano
prenderne atto senza ulteriori
conflitti e limitazioni. Le comunità, e in particolare i pastori, i
diaconi e chi è attento alla cura
d’anime, sono un ambito privilegiato di ricezione e riferimento
per queste persone alla ricerca
di spazi, tempi e rapporti umani
più liberi.
La questione di fondo è quindi
quale risposta le chiese possano
dare di fronte ai casi di malessere psichico, quale sostegno e
quale solidarietà. La Conferenza
ha scelto tre direzioni.
malato possa essere curato, possa usufruire di strutture pubbliche, possa essere seguito da persone competenti in campo medico psichiatrico. A questo proposito si terranno i contatti con un
gruppo sorto di recente per iniziativa della Caritas, che lavora
sulla situazione della assistenza
sanitaria e con i servizi di salute
mentale nel pinerolese.
La Conferenza ha approvato il
progetto di alcime serate di informazione su temi vari quali la
legge 180, depressione, disturbi
psichici legati alla assunzione di
alcool o stupefacenti, psicoterapie volontarie o coatte.
Maggiore
preparazione
Un diverso
atteggiamento
Riflessione
teologica
Infatti l’abbandono lento, ma
inesorabile, delle alte Valli significa impoverimento delle Valli
valdesi e con esso del loro patrimonio religioso-culturale, cui
sempre maggiormente fanno riferimento coloro che per affinità, origine, interesse storico-religioso, o semplicemente curiosità, vogliono saperne di più e conoscere questo humus particolare (a detta di chi guarda dall’esterno) dove è cresciuto e si
è radicato il popolo valdese. C’è
il rischio — non se ne è parlato, ma lo si avvertiva nel sottofondo — che tra non molto i
tedeschi vengano a vedere un
museo dove « c’era una volta... »
e gli italiani, improvvisamente
interessati per un insieme di fattori alla nostra storia, vi portino le scolaresche a visitarne
le tracce.
Ma cosa si può fare, come
chiesa, nei confronti di questo fenomeno? La realtà va affrontata e analizzata senza indugio,
e il documento della CED mira
a questo obiettivo, sia pure nelle sue linee estremamente semplici.
Nel passato si è creduto che
la creazione di infrastrutture
(elettrodotti, acquedotti, strade,
trasporti, servizi) potesse risolvere il problema della permanenza dell’uomo in montagna,
ma ora si deve riconoscere che
tutto questo, pure necessario ed
indispensabile, non è sufficiente,
perché è la carenza di un’occupazione decorosa e soddisfacente in loco che determina l’abbandono. E cosi l’età media della scarsa popolazione residente
cresce, i bambini diminuiscono,
le coppie giovani cercano alloggio vicino al posto di lavoro o
comunque a fondovalle. Finita
la generazione che tenacemente è rimasta, non ci sarà un ri
cambio.
D’altra parte tutta la politica
italiana è stata orientata in questo senso, invitando con provvedimenti e* leggi al concentramento in pianura e rendendo
sempre più difficile, disagevole e
frustrante la permanenza delia
gente in montagna.
Gli stessi amministratori de
VOLONTA’ DI CONFRONTO
«Battesimo
ecumenico»
La difficoltà di individuare la
radice patologica di un problema
esistenziale, la richiesta di consigli specialistici di competenza altrui, la necessità di scorgere richieste di aiuto che molto spesso le persone ammalate non sanno rendere esplicite, il sostegno
alle famiglie, il carattere particolare della cura d’anime a chi si
trova in ospedale o in istituti per
altre malattie organiche: sono
tutte parti di una questione non
semplice, e la C.D. invita il corpo
pastorale a dedicarvi due incontri, possibilmente allargati.
L’approccio alle malattie mentali è difficile, spesso vincolato da
giudizi morali o determinato da
esperienze spiacevoli e valutazioni errate. Ne deriva spesso
una reazione di timore e allontanamento di fronte alle persone
ammalate e la completa delega
del caso alla famiglia. Una maggiore e corretta informazione può
invece permetterci da un lato di
affrontare con rispetto la presenza di malattie mentali senza paure o emarginazioni, dall’altro di
spingerci a collaborare affinché il
Quante volte nelle crisi mentali affiorano argomenti religiosi,
legati alla istruzione religiosa ricevuta, alle consuetudini familiari, ai modelli ecclesiastici, a personali elaborazioni teologiche?
Pensiamo, solo come esempio, ad
alcuni insiemi di concetti così
spesso antagonisti, il concetto di
peccato e la riparabilità della colpa, il perdono di Dio e il senso di
colpa, il controllo e rigore morale e la supremazia della razionalità. Sono argomenti da affrontare, di specifico interesse per
tutti i credenti.
Anna Bosio
Bisogna dire che inizialmente
il dibattito è stato un po’ confuso, il tema del battesimo è infatti stato studiato ultimamente dalle nostre chiese da vari punti di
vista; si pensi solo alla questione
del rLbattesimo, affidata dal Sinodo allo studio delle chiese, ma
che non riguarda il tema affrontato dalla Conferenza. Un altro
elemento di confusione deriva
poi dal titolo che molte volte
viene dato alla questione: « battesimo ecumenico ». Questa formulazione è infatti imprecisa e
fuorviante poiché non si tratta di
inventare una terza forma di
battesimo in alternativa a quello
cattolico o valdese, ma si tratta
di studiare la possibilità di una
celebrazione battesimale in una
delle due chiese, con la facoltà da
parte valdese di partecipare alla
liturgia cattolica e viceversa. Resta poi l’altro problema che a prima vista può apparire di semplice soluzione; quello della registrazione del battezzato sia nei
registri della comunità valdese
sia in quelli della parrocchia
cattolica.
E’ proprio su questo ultimo
punto che si è focalizzato quasi
tutto il dibattito della Conferenza, poiché si deve partire^ da
alcuni problemi di fondo: l’annotazione di un bambino nei registri di una chiesa valdese ha di
fatto un « peso ecclesiologico e
teologico » diverso dalla registrazione in una chiesa cattolica.
Inoltre, non va scordato che per
la chiesa cattolica il battesimo
dei bambini è più o meno im fatto obbligatorio, mentre la chiesa
valdese insiste sulla libertà dei
genitori a questo riguardo. Come
si vede, non si tratta di un problema puramente pratico ed è infatti apparso il nodo centrale di
tutta la discussione, mentre per
quanto riguarda la celebrazione
in forma ecumenica, pur essendovi stati pochi interventi al riguardo, pare vi siano meno ostacoli in quanto una prassi simile
è già accettata per la liturgia matrimoniale.
E’ comunque apparsa chiaramente la volontà di apertura della Conferenza a questo proposito e la disponibilità a continuare il confronto in modo più organizzato e continuativo; ci si deve
infatti rendere conto del fatto
che molte famiglie miste (in alcune comunità sono il 50%) vivono
questo problema con ansia e
preoccupazione. Ricordando come la proposta sia sorta dal
gruppo di coppie interconfessionali che si ritrova a Pinerolo, la
Conferenza Distrettuale ha chiesto alla CED di nominare una
commissione che segua questo
lavoro e che possa in futuro presentare delle proposte concrete
su celebrazione ecumenica e doppia registrazione, che dovranno
ovviamente essere sottoposte alla approvazione del Sinodo. Non
vogliamo infatti che la specificità della situazione delle Valli porti la nostra chiesa ad avere comportamenti diversi in varie situazioni e ci auguriamo di tutto cuore che anche la chiesa cattolica
vorrà seguire lo stesso atteggiamento ovunque in Italia.
Claudio Parquet
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Conferenze distrettuali
UNA QUESTIONE CHE COINVOLGE TUTTI
aH’impoverimento
le delle valli
0 servizi ad evitare lo spopolamento - Minacciate di soppressione ed accorCosa fare per risollevare la situazione economica? - Stranieri e intolleranza
gli enti locali si trovano in continuazione a dover difendere coi ■
denti i servizi (si volevano concentrare a Pinerolo le USSL),
i trasporti (si vuole tagliare la
ferrovia a Pinerolo), i posti di lavoro (si è concentrato a Pinerolo l’uiììcio di collocamento delle vallate), la scuola materna ed
elementare (si vogliono chiudere le scuole con meno di 15 allievi ed eliminare il tempo pieno ove ci sono meno di 20 allievi), il patrimonio culturale locale (non si vuole accettare il
francese come lingua tipica delle nostre zone). Tutti provvedimenti penalizzanti zone già disagiate ed emarginate geograficamente, mentre nessuna eccezione viene concessa per l’applicazione di leggi troppo rigide e
vincolistiche per chi è comunque
ancora rimasto e vorrebbe continuare a vivere in queste valli.
La CED fa anche delle proposte costruttive a fronte di questa situazione preoccupante, ma
il pastore G. Tourn si domanda quale risposta ci possa essere quando l’agriturismo è estraneo alla cultura italiana; occorre proporre un turismo qualificato, ma nessuno ha voglia di
qualificarsi e rischiare; occorre
proporre un terziario valido, ma
nessuno vuole più studiare, pri
vilegiando il guadagno e sottovalutando la cultura. Altri ricordano che comunque nelle alte
valli solo il turismo può essere
un’alternativa all’abbandono; il
tutto sta nell’identificare il tipo
di turismo e realizzarlo senza
compromettere l’equilibrio ecologico e idrogeologico. C’è chi
ritiene che si debba essere disponibili ad un cambiamento
di mentalità, a cui la chiesa deve contribuire.
Infine il documento viene proposto allo studio nelle chiese
ed anche all’esterno, magari promuovendo un convegno in cui
fare intervenire gli amministratori locali perché chiariscano
quali programmi intendano realizzare in un simile contesto.
* * *
La domenica mattina viene
trattato un altro interessante e
bruciante tema, cioè la necessità
di rendere attenta la chiesa sul
fenomeno dei migranti, specie
dal Terzo Mondo, spesso oggetto di isolamento e qualche volta anche di veri e propri atti di
razzismo. La cosa è preoccupante e pone dei seri interrogativi,
ma alcuni pensano che non basti
un o.d.g. a risolvere il problema e che occorra una seria analisi della situazione per andare
alle origini del fenomeno e com
AMPLIARE L’ORIZZONTE
'Dibattito sulla pace
Nella sua rslaziqhe la Commissione d’esame hawoluto sottolineare come da lin po’ di
tempo a questa partè, con la
chiusura del progetto « cultura
della pace e protestanti pel pinerolese », sia venuto meno uno
strumento di stimolo e riflessione molto importante sulle tematiche della pace, forse anche in
minor misura che in passato al
centro dell’attenzione delle singole comunità.
Del resto, parlare di pace
[generale rischia di diventai
un argomento trqppo vasto,
punto da non riugisire ad affrei;
tare fino in fondo ed in modo
concreto determinati protalemi.\
Nel corso del dibattito è emersa la necessità, per entrare concretamente nell’ottica di pace, di
approfondire la riflessione, anche attraverso incontri, sul problema degli stranieri, valorizzando in questo sptíclflco campo di
Intervento il lavoro della CEVAA.
batterlo con coscienza di causa, senza facili accuse di razzismo, qualunquistiche e controproducenti.
Si ricorda che analoga attenzione va posta al proliferare dei
movimenti autonomistici, come
« Piemont », perché non si vada ad uno scontro senza dialogo
e senza un approfondimento dei
problemi che hanno determinato tante persone a sc-3gliere questa strada. Infine, dopo la presentazione di vari o.d.g. e il ritiro degli stessi, si conclude con
l’approvazione delTo.d.g. che viene qui riportato, ove si pone
l’accento sulla riflessione circa il
nostro atteggiamento nei confronti di chi non ha il nostro
modello di vita, la nostra cultura e le nostre abitudini, perché spesso la nostra insicurezza e la nostra crisi d’identità ci
rendono deboli di fronte all’altro, allo straniero, al migrante,
e questa debolezza si trasforma
in aggressività e rifiuto.
Sicuramente l’appello è necessario, la riflessione d’obbligo,
l’atteggiamento di dialogo indispensabile verso il fratello, da
dovunque prevenga, specie per
una minoranza come la nostra,
che ha conosciuto l’emarginazione, il rifiuto, l’esilio, la persecuzione fino alla morte, proprio perché « diversa » nella sua
fede e nelle sue modalità di
vita.
Franca Coi'sson
SCHEDA
I Distretto
LE CHIESE DELLE VALLI VALDESI
Il I Distretto comprende le valli valdesi, la città di Pinerolo ed ima parte della seconda cintura di Torino, la cui
città più importante e sede di una chiesa valdese è Piossasco.
L’intero Distretto ha una superficie di 150 kmq. circa ed
una popolazione di 120.000 abitanti.
Dal punto di vista ecclesiastico comprende tre circuiti
(dal 1” al 3°) ed è suddiviso in:
— 18 chiese autonome (Angrogna, Bobbio Pellice, Luserna
San Giovanni, Rorà, Torre Pellice, Villar Pellice, Pinerolo, Pramollo, Prarostino, San Germano, San Secondo, Villar Porosa, Massello, Perrero Maniglia, Pomaretto, Prali,
Rodoretto, Villasecca);
— 1 chiesa in formazione (Piossasco).
DEDIZIONE TOTALE IN UN TEMPO CHE CAMBIA
Dove andranno le diaconesse?
Cosi, in una conferenza che
ha visto la presenza di molti delegati giovani, gli argomenti che
hanno fatto maggior presa sono
stati il razzismo, l’apartheid,
l’emigrazione, l’ecologia, temi che
sono da tempo al centro della
riflessione dei gruppi giovanili,
non ultima la giornata dei giovani del 29 maggio che ha avuto
respiro distrettuale e notevole
partecipazione.
Per creare ulteriori stimoli
che tocchino tutti i componenti
delle comimità, è stato deciso
di dare ulteriore impulso al progetto del CEC « Giustizia, pace
ed integrità della creazione », utitizzando anche tutti i canali a
disposizione nelle chiese: studi
biblici, riunioni quartierali, catechismi, ecc.
L’o.d.g. approvato alla fine della discussione va appunto in
questo senso.
Daniele. Varese
« La Casa delle diaconesse è
stata condannata a morte ». Con
queste parole inizia la relazione
delle diaconesse alla Conferenza
del 1° Distretto.
«Anche se la cosa oggi dorme»,
le diaconesse sono preoccupate,
non per il loro futuro personal;,
ma per la loro opera. Si chiedono: « ...col tanto parlare di volontariato, servizio diaconale,
commissioni per la diaconia, è
mai possibile che la chiesa non
sappia esprimere chi potrebbe
portare avanti quest’opera, che
se pure da molti non è capita, è
stata di aiuto a tanti?». E .ancora:
« E’ giusto, è proprio necessario
che questo servizio venga cancellato solo perché non ci sono più
diaconesse? ».
La « mazzata » — così hanno
definito la notizia le stesse diaconesse — è rimbalzata sulla
Conferenza, richiesta di prendere
una posizione. Per la Tavola, Bruno Bellion ha assicurato che
« niente si farà senza il consenso
delle diaconesse, a cui va la riconoscenza di tutta la chiesa ». Ma
— si è detto — i tempi e i modi
delTassistenza agli anziani sono
cambiati. Gli standard moderni
prevedono che in una casa ci siano almeno 25 ospiti, e la Casa delle diaconesse ne ospita al massimo 17. Se non si arriva al fatidico
numero di 25 ospiti, si va incontro a deficit crescenti. Oggi questo non accade perché le « diaconesse non ricevono stipendi, ed in
due lavorano almeno per sei per
La Casa delle diaconesse: una realtà che ha fatto del servizio al
prossimo la sua ragion d’essere.
sone. Sono a disposizione degli
ospiti 24 ore al giorno, per sette
giorni la settimana ».
Una bella testimonianza di
servizio al prossimo, che però
oggi non si può chiedere più.
Germana Costantin, deputato
della chiesa di Villar Perosa, non
è soddisfatta da queste risposte:
« La casa deve rimanere per un
servizio agli anziani, anche quando le forze abbandoneranno le
diaconesse in servizio. Non bisogna preoccuparsi, perché loro
stesse non si preoccupano, di
dove inviare le diaconesse quando lasceranno (alla casa madre
di Saint-Loup, alle case dei professori di Torre, in qualche altro
istituto, come si è detto), ma
soprattutto del futuro della casa ».
E poi, ancora, chi stabilisce lo
standard di un servizio al prossimo? A che punto finisce il lavoro
e a che punto inizia l’amore cristiano? Le domande hanno sferzato la Conferenza, divisa tra ragione (non ci sono più vocazioni
diaconali di quel tipo), speranza (lo Spirito ne può suscitare),
e cuore (il servizio silenzioso delle diaconesse è importante per
tutta la chiesa, ad esse va la nostra riconoscenza).
Così la Conferenza ha cercato
di rassicurare le diaconesse a
proseguire in serenità il loro
cammino, convinta anch’essa come le diaconesse che « Colui che
ha cominciato in noi quest’opera',
la condurrà a compimento imo al
giorno di Gesù Cristo » (Filippesi 1: 6), anche se le forme potranno essere diverse.
Giorgio Gardiol
4
4 — Conferenze distrettuali
TORINO-MILANO
Librerie Claudiana:
una presenza in città
L'immagine ailo specchio
Un punto d’incontro con la realtà urbana in due grandi città: le
librerie Claudiana di Torino e Milano rappresentano due elementi forse insostituibili per una presenza. « all’esterno » nell’ambito del II
distretto.
Attraverso i punti specifici all’ordine del giorno sono scaturiti motivi Lggg
e le contromisure da prendere? - L’evangelizzazione, l’organizzazione èr
« La libreria di Torino — si può leggere nella relazione presentata alla Conferenza — si avvale di un tipo di clientela più fisso che
occasionale e in questi ultimi anni in continua crescita; l'aumento
di vendite nel 1987 è stato del 20% ». Il catalogo, impostato ovviamente sulla cultura protestante, comprende « narrativa, storia delle religioni, commentari, introduzioni alla Bibbia, esegesi, storia e cultura
ebraica », ma anche opere sul cattolicesimo. In primo luogo, ovviamente, sono presenti le edizioni Claudiana.
La libreria di Milano, apèrta nel 1968 e nei locali messi a disposizione dalla Chiesa valdese dal 1978, ha visto un notevole sviluppo
delle attività, « sia sul piano delle vendite che della presenza nella
città. Negli ultimi quattro anni le vendite sono triplicate ». « Il 25% di
esse è rappresentato da libri di specializzazione (Bibbie, teologia,
esegesi, storia del cristianesimo, ebraismo, ecc.). I libri della Claudiana costituiscono il 30% circa delle vendite di specializzazione ».
Da notare i rapporti con la comunità ebraica milanese: la libreria. che è anche in rapporto con il « Centro di documentazione ebraico):. è segnalata nella «Guida alVItatia ebraica», ed è bene inserita
nel panorama culturale della città.
Una Conferenza, quella di
quest'anno, che è sembrata
quasi di routine, di normale
amministrazione: sono forse
mancate grandi decisioni,
non si è visto un tema « forte », come l’anno scorso era
stato il rendiconto dell’attività giovanile di tre anni da
parte del «Progetto Torino».
E tuttavia la Conferenza
’88 si è caratterizzata per aver proposto, lungo tutto il
suo svolgimento, una serie di
spunti per la riflessione più
generale sullo stato delle nostre chiese.
Centrale, anche nel calendario dei lavori, è stato l’argomento « check-up », ma
tutti i lavori, potremmo dire, si sono presentati come
un check-up di secondo livello: verifica dello stato di salute, non in base a uno schema prefissato, ma in corrispondenza dei singoli temi di
volta in volta affrontati.
La libreria di Torino: il libro è un e^icace strumento
di contatto con la cittadinanza
Problemi vecchi, si potrebbe dire. Ancora una volta i
soliti discorsi... Può darsi,
ma vale la pena di provare a
elencare sommariamente, in
ordine sparso, e col rischio
di fare dimenticanze, alcune
delle immagini della chiesa
che sono scaturite dai due
giorni di intenso dibattito.
Partendo proprio da uno
degli interventi relativi al
check-up, è stato detto che
questa è una chiesa che si analizza troppo: non sarebbe
il caso, invece, di prendere
provvedimenti per cambiare
Check-up: avanti tutta
Il presidente della CED.
aveva elaborato un documento <
esaminato lo scorso armo, aveva '
anche suggerito due « provocazioni »: « La nostra ’’normalità” ap* pesantita dalla scarsa coscienza
personale dell’identità protestante,
dal ’’sottosviluppo biblico”, dalla
passività; le difficoltà del lavoro
pastorale (solitudine, eccessiva burocratizzazione, "tuttologia”), e la
conseguente necessità di salvaguardare (...) la specificità del ministero pastorale ».
|sce ad alcuni movimenti, costituif see i
sce in questi anni un grave problema per molte altre forze sociali
in Italia.
Nonostante le poche risposte
che le chiese hanno fatto seguire
alla richiesta, da parte della CED,
di esprimersi sul materiale inviato
loro, si è ritenuto di proseguire
ancora secondo modalità che in
parte ricalcano quelle della
CD/87.
Numerosi sono stati i punti di
vista e le indicazioni sul da farsi;
la Commissione d’esame, per
esempio, approvava l’operato della CED su questo punto, proponendo l’eventuale compilazione di
un dossier, e intendendo il checkup come possibile « base permanente di studio ».
La CED, dal canto suo, porterà
il dibattito dell’anno prossimo sulle « esperienze concrete fatte dalle chiese ».
Quattro linee erano allora state evidenziate per il lavoro delle
chiese: « Intensificazione e rivitalizzazione dello studio biblico;
riflessione teologica in vista della
testimonianza; preparazione dei
ministeri; promozione di momenti di maggior rapporto fraterno e
di più azioni di diaconia sul piano locale ».
Alcuni interventi hanno evidenziato il pericolo di elaborare nuove ed ulteriori analisi e diagnosi,
senza giungere però a stabilire e
mettere in pratica una qualche terapia.
Inoltre, la commissione specifica nominata dalla CD/86, che
In molti, giustamente, hanno
fatto ravvisare che a questo punto è necessario che le iniziative arrivino a coinvolgere un numero
sempre maggiore di membri di
chiesa, e si è visto che l’aggregazione a livello di base, se pure rie
uno stato di cose che non è
troppo soddisfacente? Più in
dettaglio, è stata posta come
centrale, e non per la prima
volta, la questione délVevangelizzazione: c’è una notevole difficoltà all’espansione, a
fronte delle molte iniziative
culturali e dello spazio e dell’attenzione di cui godiamo
nell’ambiente esterno.
Inoltre, e questo è un discorso più interno, è una
chiesa fatta di addetti ai lavori, nel senso che la gestione e la partecipazione alle
attività è di fatto garantita
da un numero relativamente
ristretto di fratelli e sorelle.
Come è stato detto in un intervento, c’è molta difficoltà
nell’allargare la base.
D’altra parte, facendo riferimento all’annoso problema finanziario, si ha l’esatto
riscontro della situazione già
descritta, e ogni anno si deve far fronte ad un impegno
verso la cassa centrale che
però non è inventato a tavolino, ma risponde alle necessità concrete espresse dalle
comunità: è stato chiarito, a
questo proposito, che gli esecutivi si limitano a « contabilizzare » Timpegno! finanziario necessario per tutte le
esigenze. Allora, forse, qualcosa andrebbe rivisto dal
punto di vista delle idee che
si vogliono realizzare. Forse
occorre, in certi casi, più realismo.
Nell’esame dei rapporti
fra circuiti e distretti è stata
affrontata, tra l’altro, la conformazione del II distretto:
in riferimento anche ad alcune considerazioni della
Commissione d’esame («sembra che l’ovest sia più ricco
in forze dell'est»), si è poi
parlato di una «particolare situazione di diaspora », da alcuni sentita come fatto nuovo, da altri già individuata
nella storia di sempre. Se
con questa realtà (5 chiese
autonome, 39 chiese costituite, 6 in formazione, all’87)
bisogna fare i conti nella distribuzione delle forze, è vero anche che bisogna imparare a considerare una nuova diaspora che si va formando sotto i nostri occhi. Non
solo noi siamo diaspora nel
mondo, ma è il mondo stesso che, in misura sempre
più evidente, si muove e interrogherà pertanto anche le
nostre chiese.
Questo discorso si accompagna ad un altro, ricorrente nella Conferenza, che è
quello della necessità di tenere il passo: con una società che cambia, con un’Italia
che cambia, con un modo di
comunicare con gli altri pure in rapida evoluzione. Tuttavia, dai pur numerosi riferimenti a questa situazione,
rispetto alla quale sembra
che le nostre chiese siano in
ritardo, non sono emerse analisi concrete di come la
realtà circostante sia in evoluzione. Dobbiamo dare per
scontata la conoscenza di
Un tema allo studio
Da questa discussione scaturisce
l’o.d.g. approvato dalla Conferenza che, riprendendo le quattro
« linee » dell’anno scorso, auspica che « la riflessione proceda ulteriormente nelle chiese secondo
le loro esigenze locali », e fa riferimento alla situazione di diaspora
che caratterizza la chiesa.
Sulla questione dei rapporti
tra Circuiti e Distretti la CED
ha raccolto alcune risposte alla circolare in cui invitava le
chiese a riflettervi, ed ha inoltre trovato indicazioni negli incontri avuti con i sovrintendenti
dei circuiti.
Emerge, dalle risposte, una
accettazione del ruolo dei Distretti e una maggiore difficoltà
nell’individuare la funzione dei
Circuiti. E la CED fa rilevare
come questa «disparità di valutazioni » non si identifichi rigidamente alla denominazione
valdese o metodista delle singole
chiese, ma sia diffusa trasversalmente tra gli uni e gli altri.
Può essere interessante, in conclusione, riportare un’osservazione
che la CED faceva nella sua relazione: « Poiché probabilmente il
check-up ha dato alle chiese uno
strumento di analisi che non sarà
utilizzato solo nel breve giro di
uno o due anni, converrà anche
interrogarsi in futuro sul perché
si rilevi spesso una certa contraddittorietà fra il desiderio di lanciarsi in nuove iniziative, o la domanda di attività che vengono ad
integrare quelle che già sono offerte, e la scarsa utilizzazione di
quello che già le chiese riescono
ad organizzare ».
In alcuni casi, tuttavia, è stato rilevato il carattere di insostituibile propulsione, fornito
dal Circuito, per la « formazione di responsabili » (nel caso
del IV); per iniziative evangelistiche (VI); per la «garanzia
della cura pastorale alle chiese
scoperte» (VII).
Dal dibattito sono emerse alcune considerazioni, anche molto critiche: c’è chi vede una
tendenza ad avere strutture « elefantiache », dotate però di scarso o nullo potere decisionale.
La parola, dunque, alle chiese.
Le osservazioni della CED sono state apprezzate dalla CdE,
formata da Maddalena Costabel '
e Franca Barlera, che le ha jf
considerate buona base per la’
discussione e per Tapprofondi
mento, a paMo che siano vera
mente coinmilte le comunità.
E questo/ non pare procedere
in assoluta sicurezza; a volte i
tempi di maturazione per una
riflessione che coinvolga più
membri di chiesa sono lunghi;
in altri casi sono esclusivamente
i cosiddetti « quadri » che sembrano occuparsene.
E’ stato rilevato, da parte di
Gian, Paolo Ricco, delegato della Tavola alla Conferenza, che
in alcuni casi le sovrapposizioni
tra Circuiti e Distretti effettivam^te sussistono. La questione
è d’altra parte allo studio.
L’importanza di avere un tema
come i rapporti tra queste
« strutture intermedie » è stato
ribadite dal presidente della
CED, Salvatore Ricciardi: la
questione non è oziosa, né
solo riferita all’apparato amministrativo, perc&é è molto sottile, nella nostra chiesa, il discrimine tra « spirituale » ed
« amministrativo ».
rapp'
5
Conferenze distrettuali — 5
PROBLEMI VECCHI E NUOVI
Illa chiesa
[flessione più generale - Quale rapporto ce tra l’analisi della situazione
rapporti con la base - L’impegno di un confronto con la realtà esterna
Í
precisi fenomeni sociali? Un
solo riferimento puntuale è
stato fatto rispetto alla necessità di misurarsi adeguatamente con i mezzi di comunicazione, ed un altro, allarmante, è stato fatto nel corso della discussione sulle finanze: è forse un caso estremo, ma dove non si allarga
la base della chiesa, i fratelli
che contribuiscono vanno in
pensione, e anche le loro disponibilità si modificano. Anche di questo bisogna tener
conto.
Oltre a questi problemi,
affrontati positivamente, senza fatalismi né vittimismi,
credo che sia stato importante l’interrogarsi (come è
tradizione anche nei Sinodi)
sulle strutture e anche su
alcuni aspetti degli ordinamenti. In un intervento è
stato detto che il problema
finanziario è una vera e propria questione teologica, ma
anche la discussione sui re
golamenti e le rappresentanze negli organismi di livello
intermedio (come è appunto
la Conferenza distrettuale) è
in fin dei conti un problema
ecclesiologico. In particolare, si è discussa la partecipazione alla Conferenza dei responsabili delle librerie Claudiana di Torino e Milano, posto che il comitato delle librerie stesse risponde al Sinodo. E non era di poco conto neanche la definizione della partecipazione dei direttori (amministrativo e sanitario) di un’opera come l’Ospedale evangelico di Torino, così come quella dei rappresentanti regionali della Federazione giovanile.
Due questioni devono forse essere sollevate in chiusura: rispetto ai rapporti tra
Conferenza, distretti, circuiti
e discussione nelle chiese, è
stato fatto rilevare da un delegato che non sempre il lavoro procede al passo: sul
Anniversari
La Conferenza ha diseusso delle iniziative in corso per celebrare due importanti ricorrenze come
il 250° della conversione di fohn
Wesley e, l’anno prossimo, il Glorioso Rimpatrio. Per il terzo centenario di quest’ultimo la CED ha
riferito sul lavoro di una commissione da lei nominata.
Si tratterà di organizzare « almeno un week-end centrato sul
tema, nelle località ^maggiormente
significative ». Il week-end potrebbe prevedere: una manifestazione pubblica (con mostra, banco libri, ecc.), una conferenza o tavola rotonda, una « predicazione
nelle radici della fede », e convegni di monitori e/o catechisti.
Per le iniziative legate al materiale esirositivo, sono stati presi
I contatti con la Società di studi vaidesi.
Anehe sull’anniversario della
conversione di Wesley si è avuta
un’informazione sulle iniziative
prese: il past. Claudio H. Martelli
ha curato l’allestimento di una
mostra, con documenti originali
tradotti in italiano, che sarà presentata al Sinodo.
Alla Consultazione metodista
del maggio scorso, poi, sono state
presentate due comunicazioni (da
parte di Sergio Carile e di Giorgio
Spini), che saranno diffuse con
modalità diverse.
Sempre da parte di Sergio Carile è in fase di elaborazione un
volume che sarà edito dalla Claudiana e, da parte di un altro gruppo di lavoro, è stata avviata una
rieerca di materiale iconografico.
Dopo la relazione sulle cose
fatte o in cantiere, due interventi
(Annamaria Grimaldi e Febe Cavazzutti Rossi) hanno appassionatamente messo in evidenza la necessità di conoscere maggiormente
la storia, in particolare per quanto
riguarda l’azione sociale del primo
metodismo in Italia e, all’interno
di esso, l’importante coinvolgimento che interessò le donne.
check-up, come su altre questioni di fondo dibattute in
questi ultimi anni (l’otto per
mille su tutte) c’è il rischio
che i tempi necessari alle
comunità per la discussione
siano più lenti del previsto.
Alcune materie richiedono
una grande rifiessione, che
deve essere estesa al maggior
numero di membri di chiesa. Su alcune questioni specifiche è stato anche suggerito di intensificare i rapporti e i confronti con le chiese
sorelle dei paesi più vicini, e
qualche contatto è già stato
preso con l’Eglise Réformée.
Una questione sentita come importante per i prossimi anni è poi quella, tutta da
studiare, di una nuova definizione, almeno parziale, del
lavoro pastorale, che in certe
situazioni richiede una specializzazione del tutto particolare. Il tema è stato messo
in risalto parlando dell’ospedale di Torino, ma il problema di individuare il campo
d’azione di una vera e propria cappellania è più che
mai urgente, e se ne è occupata anche la Conferenza del
I distretto. Non va dimenticato che una riflessione sarebbe opportuna anche nella
ridefinizione dei carichi di
lavoro « extrapastorali », che
a volte sono chiamati a svolgere i pastori (amministrazione, ufficio, contabilità,
ecc.), a scapito, in certi casi,
del lavoro più propriamente
pastorale.
Alberto Corsani
SCHEDA
Il Distretto
Il II Distretto comprende le seguenti regioni: Valle d’Aosta, Piemonte (con esclusione delle valli valdesi), Liguria (con
esclusione della provincia di La Spezia), Lombardia, TrentinoAlto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna ed
inoltre le chiese all’estero di Basilea, Ginevra, Losanna, Zurigo.
Per quanto riguarda l’Italia, il Distretto ha una superficie
complessiva di 118.493 kmq. ed una popolazione di 25.211.000
abitanti.
Dal punto di vista ecclesiastico il II Distretto comprende cinque circuiti (dal 4° al 9°) ed è suddiviso in:
— 5 chiese autonome (Torino, Bergamo, Como, Milano valdese, Genova);
— 39 chiese, costituite (Aosta, Coazze, Ivrea, Susa, Torino lingua inglese, Alessandria, Bassignana, Bordighera, Genova
Sampierdarena, Genova Sestri, S. Marzano, Sanremo, Savona, Biella, Brescia, Intra, Milano metodista, Omegna,
Novara, Vercelli, Vintebbio, Gorizia, Padova, Trieste metodista, Trieste valdese, Udine, Venezia, Verona, Vicenza,
Bologna, Cremona, felonica Po, Mantova, Parma, Piacenza, Bimini, Basilea, Ginevra, Zurigo);
— 6 chiese in formazione (Chivasso, Alessio, Imperia, Luino, Tramonti, Losanna).
In discussione...
Alcune situazioni locali sono
state prese in esame dalla Conferenza.
La comunità inglese di Torino,
che si riteneva potesse essere inserita nel computo delle chiese
costituite, è risultata legata alla Chiesa valdese tramite una
particolare convenzione risalente al 1969.
E’ stata discussa la situazione della comunità di Pavia (comunità pluridenominazionale,
fino al 1963 legata alla Chiesa
valdese dì Milano, poi passata
all’UCEBI, e infine autogestita,
aveva preso contatti sia con la
UCEBI sia con il Concistoro di
Milano, per richiedere poi di essere accolta al Sinodo. Sarà dunque quest’ultimo a prendere una
decisione).
Un rinvio è stato invece votato
per il da farsi rispetto alla proposta di soppressione del IX circuito (chiese di Zurigo, Basilea,
Losanna e Ginevra), con l’inserimento delle prime due nel VI e
delle ultime nel IV circuito. La
Conferenza ha infatti ritenuto
che si dovesse dare la possibilità alle chiese interessate di discuterne in sede di Assemblea di
circuito.
— La relazione della CED segnalava tre ricorsi pervenuti nel
corso dell’anno: risultando decaduto quello del fratello Pagliani sul centro « P. Maggi » di
Vercelli, e superato da successi
vo ricorso alla magistratura ordinaria quello dei coniugi Morelato relativo alla Casa balneare valdese di Borgio Verezzi, la
Conferenza ha ascoltato, dalle
varie parti in causa, informazioni sul ricorso del past. Luciano
Deodato avverso la decisione
dell’Assemblea della Chiesa valdese dì Torino (18.4.88) relativamente alla decisione di vendere
10 « Chalet Ferrerò », sito in Villar Penice. Non accolto il ricorso dalla CED, esso è stato ripresentato alla Tavola e sarà
discusso dal Sinodo.
— Finanze: a fronte di un impegno richiesto dalla Tavola in
termini del 21% maggiore per
11 1987, poi del 10% (’88) e ancora del 10% superiore per il
1989, nei dati forniti da Paolo
Gay per la CED e da Gian Paolo
Ricco per la Tavola, sono state
fatte presenti da più voci richieste di una revisione dei meccanismi statistici in base ai quali
vengono fatte le richieste di contributi per la cassa centrale
alla CED e alle chiese.
« La capacità contributiva —
è stato detto in un caso — è
insufficiente a coprire la richiesta, ma al tempo stesso è al limite delle possibilità ». Si tratta
forse di rivedere le spese locali
di gestione, forse di convincere
più membri di chiesa al « meccanismo del 3% ». L’impegno
delle chiese del II Distretto per
il 1989 è di 679 milioni, rispetto alla richiesta della Tavola, pari a 717 milioni.
— Opere: la mancanza di tempo ha costretto la Conferenza
a rinviare all’anno prossimo la
approvazione dello statuto della Foresteria di Venezia.
Quest’anno avrebbe dovuto
essere presa in esame nel dettaglio, da parte della Conferenza, la Casa evangelica di San
Marzano Oliveto. Essa si trova
a un bivio: utilizzata durante
l’anno da gruppi di lavoro e di
giovani, e durante l’estate aperta alle persone anziane, non ha
un futuro chiaro. Gli ospiti diminuiscono e sarebbero richiesti alcuni lavori alle strutture.
Vista però (e ribadita) l’importanza dell’opera in ima zona abbastanza isolata della diaspora,
non potendo procedere ad un
esame serio quale la situazione
richiede, la Conferenza ha preferito rinviare la discussione sulle « proiettive di utilizzo ».
Analoga decisione è stata presa
rispetto all’esame approfondito
del centro « L. Menegon » di Tramonti di Sopra.
Nelli foto della Conferenza: in
alto la CED, in basso da sin. i
past. Salvatore Ricciardi, Salvatore Carco e il delegato della Tavola Gian Paolo Ricco (foto; Luca Benecchi)
6
6 — Conferenze distrettuali
UNA QUESTIONE FONDAMENTALE
Rieducare
aH'evangeiizzazione
Il pastore Giovanni Conte della
chiesa valdese di Roma, via IV
Novembre
Le ragioni della
stasi evangelistica
tavole rotonde. Cattolici e laici,
ambientalisti e pacifisti, europeisti ed ecumenisti di ogni ordine
e grado, politici e organizzazioni della scuola, rappresentanti
della cultura, vorrebbero che fossimo presenti alle manifestazioni da loro promosse o che partecipassimo alla loro preparazione.
Uno degli argomenti che hanno più fortemente impegnato la
Conferenza è stato quello dell'evangelizzazione. Si è cercato di
non parlarne in termini astratti. Non fosse che a causa della
grave situazione di depauperamento numerico che si nota un
po' in tutte le nostre chiese, nessimo ha più il coraggio di farlo.
Si è invece cercato di chiarire,
in chiave operativa, quali sono
le cause dell’attuale stasi evangelistica, che' cosa si deve intendere per evangelizzazione (il fatto che lo si sia dovuto fare è
già sintomatico! ), che cosa si
deve fare al più presto per ovviare a questo stato di cose.
na chiara affermazione evangelica che prenda di punta gli interlocutori.
Di fronte a tutto ciò vi è stato
un sensibile sbilanciamento, a detrimento dell’impegno primario
ed insostituibile dell'evangelizzazione propriamente detta.
Questo anche se, giustamente,
un membro della Conferenza ci
ha ricordato che talvolta seminiamo senza vedere il frutto che
invece il Signore sa vedere in
prospettiva. Ciò non elimina assolutamente il problema, anzi. Io
rende più acuto ed impegnativo.
Certo, non tutti siamo d’accordo su ciò che questo termine
indica. O meglio, alcuni pensano che l’evangelizzazione passi
attraverso l’azione e la testimonianza nei campi più svariati. Questo fa sì che molte energie siano spese così. Si badi:
nessimo ha affermato che non si
deve tener conto di quanto sopra, disinteressandosi della società. Tuttavia da più parti è
giunta con forza l’indicazione seguente: non è possibile confondere, identificare, come è stato
fatto e ancora si fa spesso e volentieri, pacifismo e evangelizzazione, e così via. Il fatto che sia
stato detto anche da credeiiti difficilmente tacciabili di disinteresse per i fatti della vita concreta non fa che sottolinearne
l’importanza ed il peso.
Saper scegliere
Si tratta allora di selezionare
rigorosamente ciò che è veramente urgente ed indispensabile, a
partire da una chiara priorità data all’annuncio esplicito dell’Evangelo di Gesù Cristo.
Il nodo
deirecumenismo
La relazione della Commissione d’Esame deH’operato della
CED dice tra l’altro: « Noi tutti
siamo ben consapevoli di avere
delle organizzazioni efficienti che
non corrispondono ad una realtà della Chiesa altrettanto viva
ed impegnata in quello che è lo
scopo essenziale di una comunità cristiana: l’evangelizzazione
(...). Negli ultimi dieci anni, nel
nostro distretto, i membri sono
diminuiti di ben 142 unità ».
Qualcuno diceva: « La nostra
Chiesa offre, lei, cultura e ’’principio protestante”, non adorazione, non preghiera ». Ma per questo, si sottolineava, bisogna che
noi stessi, pastori compresi, siamo pronti a « convertirci », cercando di rieducarci e di rieducare all’evangelizzazione, allo sforzo costante ed appassionato di
aggregare quanti ci circondano
attorno alla sola vera proposta
valida: Gesù Cristo.
Certo, non sempre si può tracciare una linea di demarcazione
assolutamente netta tra evangelizzazione, testimonianza ed impegno sociale. Ma ciò non deve
mai diventare un paravento per
sfuggire all’impegno prioritario.
E comunque sarà bene tener conto di quanto ricordava uno dei
partecipanti alla Conferenza: una delle sole chiese del distretto che si è arricchita di qualche
membro veramente nuovo è una
comunità in cui non si svolge
alcuna attività « impegnata », nel
senso di cui sopra. Con ciò ci
guardiamo bene dal dire che i
suoi membri sono « disimpegnati », anzi! Per la cronaca, si tratta della chiesa di Lucca.
Quello dell’ecumenismo è un
nodo da sciogliere, ed è un nodo
particolarmente aggrovigliato.
Vari interventi hanno ricordato che siamo sollecitati dagli ambienti più diversi, con richieste
di intervenire con informazioni,
pareri, collaborazioni varie, conferenze, lezioni, partecipazione a
Alcune proposte
precise
Di fronte agli imagi
Rimbalzano in Conferenza i problemi di sempre, legisens
ne interna per evitare strutture elefantiache, alljregaz
Al termine della discussione
si è cercato di dare alcune indicazioni precise:
a) la Commissione per l’evangelizzazione metterà a disposizione delle chiese, a partire dal
Sinodo, del materiale per la preparazione delle chiese in generale e di quanti, in particolare,
sentono ima precisa vocazione
per questo lavoro;
b) si indica come esempio valido di evangelizzazione la « Settimana dell’Evangelo » attuata
recentemente dalla chiesa di
piazza Cavour, a Roma. Tale attività ha coinvolto, tra l’altro,
circa 60 persone, anche di comunità vicine, e ha permesso di
scoprire doni « nascosti »;
c) si cerchi un punto preciso
di intervento (ad esempio Ostia),
non con il semplice intento di
curare i jx>chi nostri membri,
ma con quello di creare una chiesa nuova (nei due sensi);
d) sfruttare eventuali visite
in diaspora per fornire le biblioteche dei comuni attraversati di
nostra letteratura, aprendo ove
possibile un discorso chiaramente evangelistico;
e) ci si prefigga di raddoppiare i nostri membri entro i prossimi dieci anni.
Specialmente quest’ultima proposta potrebbe apparire del tutto irrealistica, alla luce di quanto precede. Tuttavia soltanto così affronteremo chiaramente il
compito che ci è stato affidato
dal Signore;
f) per tutto questo si creino
le condizioni umane e finanzia
rie perché le forze necessarie
possano essere puntate su questa scommessa spirituale che il
Signore ci chiama a fare.
Comunque è stato rimarcato che per migliorare la nostra evangelizzazione, e quindi anche l’aggregazione alle
nostre comunità, è necessaria la formazione di evangelizzatori preparati (che non
sono necessariamente i pastori) con l’individuazione di
responsabilità precise, una
analisi dei soggetti a cui indirizzare l’evangelizzazione e
la necessità di uno scambio informativo di tutte le
iniziative e le riflessioni fatte
dalle singole comunità.
Il past. Bony Edzavé
Giovanni Conte
Tre sono stati i punti centrali dibattuti dalla Conferenza Distrettuale e che hanno coinvolto profondamente
la discussione dei deputati.
Evangelizzazione: è stata
questa sicuramente la tematica che ha più coinvolto i
fratelli e le sorelle presenti
alla Conferenza.
Anche se da esperienze diverse e da sentire diversi, gli
interventi si sono concentrati sulla necessità di predicare
aU'esterno la parola di Cristo.
Negli interventi, più disputati hanno rimarcato come
troppo spesso accada che alla predicazione si sostituisca l’espressione della cultura protestante, con una progressiva perdita del significato del nostro essere una comunità in Cristo.
Gli interventi hanno evidenziato la difficoltà di divisione tra predicazione e testimonianza; qualcuno ammette che non ne vede neanche
la differenza, ma comunque
molti hanno evidenziato come la testimonianza con atti
concreti porta a predicare la
parola di Gesù Cristo.
L’analisi condotta da alcuni
delegati ha evidenziato come
la nostra evangelizzazione ha
subito un arresto di fronte
alla svolta della chiesa cattolica post-conciliare, dal 1965,
ma che esistono attualmente
grandi spazi di testimonianza (ed evangelizzazione) se si
affrontano in pieno la crisi e
le contraddizioni che la chiesa romana ha al suo interno.
Ultimo punto discusso nel dibattito sull’evangelizzazione
è stato la nostra presenza nel
territorio.
Da molti interventi si è evidenziata l’urgenza di creare
iniziative pubbliche per rendere visibile la nostra predicazione (senza cadere in americanismi fini a se stessi) ed
arrivare all’apertura di nostri templi in zone di diaspora, attualmente non raggiunte, e dove iniziare anche un
lavoro di predicazione in modo più organico (ad esempio
nell’area romana riuscire ad
aprire un tempio ad Ostia
Lido).
Collegata con la vita delle
chiese, da cui era partito il
dibattito sull’evangelizzazione, è stata affrontata la tematica dei giovani nelle nostre
comunità, evidenziando la
necessità di costruire momenti di dibattito, anche insieme alla FGEI, e sollecitan
Le finanze della chiesa
Alcuni sono convinti che possiamo e dobbiamo dare al cattolicesimo un notevole aiuto, teologico e non, lavorando al suo
interno. Questo anche nella convinzione che le nostre chiese offrono ormai « solo » un culto e
qualche studio biblico e sono (cosa in parte vera) scarsamente
aggreganti e « capaci di affetto ».
Va detto molto chiaramente che
in questa direzione si rinuncia
in partenza a fare del proselitismo, nel senso buono di questo
termine. A dire, cioè, « unisciti
a noi », a proporre non soltanto
un’organizzazione della chiesa e
della vita associata diversa da
quella verticistica di tipo romano, non soltanto scelte alternative in campo etico, sociale e politico, ma a chiamare alla conversione. In tal caso ci si accontenta di un confronto che, ved’
caso, i nostri interlocutori cattolici preferiscono sempre ad u
E’ opportuno leggere questo
capitolo dei lavori della Conferenza alla luce di quanto detto
in termini di evangelizzazione.
Da più parti è stato sottolineato che la mentalità dei membri delle nostre chiese deve
cambiare. Ogni comunità dovrebbe fare il preventivo di
quanto intende o è chiamata a
spendere per il lavoro generale.
E’ necessario che si senta maggiormente l’urgenza degli impegni finanziari ai quali siamo
chiamati.
Quest’anno il Distretto ha
chiuso i conti con un attivo di
L. 855.000, ma va detto che i
versamenti per le borse di studio della Facoltà sono stati inferiori al previsto. D’altra parte, alcune comunità non hanno
ancora completato i loro versamenti.
I conti della cassa centrale
chiudono con un piccolo deficit, tuttavia non bisogna assolutamente adagiarsi su questa
situazione relativamente rassicurante. Si tratta di reimpostare in modo interamente nuovo
la mentalità contributiva delle
nostre comunità, tenendo maggiormente conto di due fattori
non trascurabili:
a) da un lato gli impegni
finanziari hanno delle scadenze
precise ed indilazionabili, mentre le entrate subiscono Spesso
dei ritardi;
b) dall’altro lato, se vogliamo uscire dal periodo di stasi
evangelistica e spirituale che ci
affligge, dobbiamo prevedere un
ampliamento del campo di lavoro per quel che concerne evangelizzazione, formazione ed in*
formazione.
Se a questo si aggiunge il
problema del trattamento economico dei pastori, che va affrontato con decisione (cosa
che sarà fatta in una riunione
presinodale) specie ;^r quel
che riguarda i pastori « monoreddito », si vede chiaramente
come l’impegno richiesto ad ogni membro di chiesa sia tutt’altro che irrilevante.
Si tratta perciò non già di domandarsi quanto si intende aumentare rispetto a quanto versato l’anno scorso, facendo la
solita percentuale, ma di domandarsi quanto è necessario
a tutta la Chiesa per far fronte
ai suoi impegni. Per questo è
indispensabile fissare una percentuale sul proprio reddito
(scelta liberamente secondo coscienza) e fare dei versamenti
regolari e, se possibile, mensi-
7
Conferenze distrettuali — 7
LE TEMATICHE PIU’ DIBATTUTE
■4«--------
ipgni prioritari
legisenso della presenza delle chiese evangeliche in Italia, alla organizzazioi. all)regazione e formazione giovanile, ed alla grave questione degli « F-16 »
stretto, di fronte alla grave
scelta fatta dal Governo italiano di accogliere l'installazione nel territorio nazionale
di strumenti di morte quali
sono gli F-16, aerei di attacco
nucleare che devono lasciare
la Spagna dopo referendum
popolare sulla NATO, confortata e sicura nelle parole
d’amore e comprensione dateci da Gesù Cristo, nostro
Signore, rifiuta questa scelta
di morte, sollecita tutti i figli e le figlie di Dio al rifiuto dell’uso delle armi, proclam.a che la pace si costruisce nella comprensione degli
altri e nel rifiuto unilaterale
degli strumenti di guerra e
non su accordi tra potenti,
fondati sul reciproco sospetto ».
Paolo De Prai
La Commissione d’Esame: Gianni Musella, Gianna Sciclone,
Maria Adelaide Lupi
do l’utilizzo dei nostri campi
estivi per la loro aggregazione, in particolare per i giovani nella fascia di età fra i
17 e i 25 anni.
La Conferenza si è poi soffermata ad esaminare il progetto di riforma Distretti-Circuiti, così come relazionato
dalla commissione appositamente costituita.
I deputati hanno però deciso di costituire una nuova
commissione che porti alla
Conferenza del prossimo anno una seconda ipotesi di organizzazione, che però preveda un unico livello intermedio (che comprenda Distretti
e Circuiti).
Questa ulteriore analisi è
stata ritenuta necessaria sia
per arrivare a un reale decentramento amministrativo
nella gestione delle opere,
sia per conseguire un’organizzazione più efficiente di
raccordo, non solo tra le nostre chiese, ma anche con le
chiese battiste.
Terzo argomento di discussione della Conferenza è stato il ricorrente problema delle finanze.
La discussione si è imperniata sulla necessità, sempre
più urgente, di un vero auto
finanziamento delle comunità, essendo in calo continuo
i doni dall’estero, ma anche
Il Seggio della Conferenza: dirige i lavori il presidente S. Briante,
assistito dal vicepresidente Enos Mannelli
SCHEDA
III Distretto
Il III Distretto comprende le seguenti regioni: il Molise,
il Lazio, l’Abruzzo, le Marche, la Toscana, l’Umbria, la provincia di La Spezia (in Liguria), e la Sardegna (anche se qui
i gruppi valdesi e metodisti per l’attività ecclesiastica faimo
riferimento alle chiese battiste).
La superficie complessiva del Distretto è di 90.098 kmq.
con una popolazione di 13.317.000 abitanti.
Dal pimto di vista ecclesiastico comprende tre circuiti
(dal 10” al 12”) ed è diviso in:
— 3 chiese autonome (Firenze via Micheli, Roma via IV
Novembre, Roma p.za Cavour);
— 14 chiese costituite (Carrara, Firenze via Benci, La Spezia,
Livorno, Pisa, Colleferro, Ferentino, Forano, Roma via
XX Settembre, Roma p.te S. Angelo, Terni, Campobasso,
S. Giovanni Lipioni, Villa S. Sebastiano);
— 10 chiese in formazione (Barga, Lucca, Rio Marina, Siena,
Viareggio, Campobasso, Carunchio, Palombaro-Pescara,
Pescolanciano, S. Giacomo degli Schiavoni).
Nel Distretto vi è la sede centrale della Chiesa Apostolica
Italiana a Prato, che ha stipulato una convenzione con le
Chiese valdesi e metodiste nel 1982, mantenendo però una
autonoma forma di organizzazione, ed è rappresentata in Sinodo, e una comunità di lingua francese della CEVAA formata da immigrati francofoni, a Roma.
li. Il Sinodo ha più volte indicato la meta indicativa del 3%
del reddito di ognuno dei membri. Ma ^l’essenziale è che si
rompa l’abitudine di dare « un
po’ più deirapno prima » o, peggio, meno dàl’anno prima, questo naturalmente tenendo conto delle effettive condizioni dei
singoli e delle singole chiese. A
questo proposito molte di esse
subiscono un processo di invecchiamento (presenza di molti
pensionati) che non facilita certo il reperimento dei fondi necessari. Insomma, si tratta anche in questo caso di avere una
mentalità evangelizzatrice piuttosto che la mentalità di chi si
accontenta di « pagare le. spese
indispensabili». Anche in questo caso è prevista uria capillare iriformazlone di tutti i timbri, informazione che andrà tuttavia fatta pervenire a chi edi
dovere anche grazie all’impeglip
convinto dei nostri concistori \
consigli di chiesa. ^
Adriana Leone
sulla necessità di una maggiore sensibilizzazione dei
nostri membri di chiesa, che
devono considerare, come rilanciato da più interventi, il
contributo non come una elemosina alla chiesa, ma un
impegno preciso al finanziamento del nostro patrimonio
ideale (l’indicazione del 3% è
stata più volte ricordata).
La Conferenza ha anche
esaminato lo stato della casa
per vacanze « Casa Cares »,
di cui è stato rimarcato l’inserimento ecologico nella natura e di cui si è votato e approvato lo statuto.
Ultimo punto da segnalare
è un ordine del giorno sulla
pace, presentato e non discusso dalla Conferenza.
Molti interventi hanno rimarcato l’importanza della
tematica pacifista ed hanno
sollecitato un serio e articolato dibattito, il che non era
possibile in Conferenza, a
causa dei programmi di lavoro. Si è deciso perciò di
inviare il testo p>er la pubblicazione sul giornale, per
stimolare un dibattito nelle
chiese.
Qui di seguito ne è riportato il testo integrale:
« La Conferenza del III Di
Quale rapporto
Circuiti - Distretto?
Una parte dei lavóri della C.D.
è stata dedicata alla discussione
dei rapporti tra Circuiti e Distretti. Una apposita commissione,
dopo un anno di lavoro, ha presentato una relazione molto articolata.
All’analisi dei disagi di due
strutture intermedie e delle disfunzioni e sovrapposizioni, ha
fatto seguito un piano di ristrutturazione. I Circuiti potrebbero
essere formati dalle comunità vicine: l’effettiva attività in comune, in vari settori, sostituirebbe
l’attuale burocrazia. Sarebbe sufficiente un coordinatore con funzioni tecniche (per es.: convocazione dei consigli di chiesa congiunti); questi potrebbe far parte della CED, assicurando un collegamento tra le diverse situazioni locali.
Per la commissione anche i Distretti dovrebbero avere dimensioni più modeste (6 o 7 in Italia
al posto di 4) e assommare di
fatto le attuali competenze di
Circuiti e Distretti. La relazione
non nascondeva alcuni problemi,
ma riteneva comunque che l’attuale situazione dovesse essere
superata.
Tale sensazione è emersa anche in tutti gli interventi: da
molti si è segnalato il fastidio di
sovrapposizioni e la sensazione di
inutili sprechi di tempo e di energie. Il dibattito ha però fornito
delle indicazioni diverse da quelle della commissione. Si è affacciata l’ipotesi di avere dei sinodi
regionali, rendendo più partecipato e più immediatamente propositivo il sinodo nazionale. Il
problema è l’autonomia finanziaria di una struttura intermedia
« forte »: già ora questa è una
difficoltà per definire il ruolo dei
Distretti.
Per i Circuiti si è parlato di
crisi di funzionamento, per i
Distretti di crisi di identità,
per cui essi cercano uno spazio, pressati dalle ccmpetenze
dei Circuiti e dalla tendenza
centralizzante deU’amministrazione. Un reale contatto con
le opere è labile: forse un rapporto tra predicazione e diaconia troverebbe una miglior
collocazione in ambito circuitale.
Ma i Circuiti stessi dovrebbero
ritornare ad essere dei centri
propulsivi, unione di chiese facilmente raggiungibili (e quindi ripensati tenendo conto delle distanze e dei rapporti tra le comunità), favorendo una mobilità che
superi il concetto del pastore legato a «una» comunità e sviluppi
un grosso lavoro laico di base.
Questo significherebbe, oltre che
razionalizzare le forze esistenti,
collocarsi in una prospettiva più
vasta, pensando alle possibili
collaborazioni soprattutto con ì
battisti.
Sembra comunque giunto il
tempo di avere un’unica struttura intermedia. E’ parso che, accanto ad un rivitalizzato Circuito
(i cui compiti sarebbero la cura
pastorale integrata, l’evangelizzazione, la formazione permanente
ecc.), non ci sia spazio per il Distretto. Varie sono state le proposte: dalla sua trasformazione
in smodo regionale, alla sua abolizione pura e semplice; senza
particolari strutture, potrebbe
organizzare un incontro annuo su
temi generali di testimonianza e
di presenza (culturale, politica,
sociale).
La C.D., preso atto del lavoro
svolto, ha deciso di inviare alla
Tavola la relazione e un sunto
del dibattito, nominando un’altra
commissione che, per l’anno
prossimo, prospetti un’unica
struttura intermedia tra comunità locale e Sinodo.
Poto della Conferenza del III
distretto a cura di Italo Pons.
8
8 — Conferenze distrettuali
24 giugno 1988
MEZZOGIORNO
CALABRIA
Diaconia e predicazione Rinasce n ministero
Ci sono nel Mezzogiorno
d'Italia molte ed importanti
opere evangeliche ed alcune
chiese che vivono in una situazione di diaspora, con collegamenti difficili. La Conferenza distrettuale è dunque
una occasione molto importante per affrontare il tema
della presenza evangelica in
una terra in cui si manifesta
« il disorientamento di una
cospicua parte del nostro popolo, il suo seguire i falsi miti del nostro tempo, il soggiacere ai ricatti del clientelismo e dell'alleanza del potere politico con la delinquenza organizzata, la religiosità
primitiva ed idolatrica e lo
scettico agnosticismo, l’indigenza di molti e la ricchezza
illegale di altri ». Una terra
in cui il popolo è come « un
gregge senza pastore » (relazione CED).
In questa terra l'opera della chiesa, il servizio agli altri
sono un aspetto fondamentale della testimonianza cristiana che non può andare disgiunto dalla predicazione.
La Conferenza distrettuale
serve perciò a raccordare gli
elementi del servizio (sempre
più specializzato verso gli infermi, gli anziani, gli handicappati, i ragazzi) con gli elementi della predicazione delle chiese.
Se il servizio delle chiese
si rinnova attraverso una
profonda modificazione del
modo di operare degli istituti, anche la predicazione deve essere sempre più consapevole della prospettiva missionaria di cui è portatrice.
Tutta la Conferenza è girata
attorno a questo interrogativo: qual è il rapporto predicazione-diaconia ?
Le maggiori opere (il Centro La Noce di Palermo, il
Servizio Cristiano di Riesi,
Casa Materna di Portici) ed
anche le « minori » (Casa di
riposo di Vittoria, Asilo di
Pachino, Casa Mia di Ponticelli), i centri di formazione
(Adelfia, Bethel) sono impegnati nel lavoro di rinnovamento sociale e culturale del
Mezzogiorno attraverso iniziative nel campo del l'educazione e della pace. Pur nella
loro limitatezza di forze, sono punti importanti di resistenza contro la cultura maliosa.
Le chiese invece, strette
tra l'emigrazione e l'invecchiamento, si riducono di numero ed i pastori non accettano di venire a compiere il
loro ministerio al Sud (si è
citato il caso di 18 rifiuti per
una assegnazione pastorale).
Ora la situazione è un po’ diversa e la tendenza comincia
ad invertirsi.
Il problema è quello di
avere un progetto di azione e
predicazione per le chiese
che si trovano nel « regno di
Carlo III » (Giorgio Bouchard). Le contraddizioni del
del colportore
Solidarietà per un’opera oscura ma che ha determinato la nascita di vari gruppi evangelici
li Seggio della Conferenza al lavoro: sono riconoscibili Giorgio Bouchard, pastore a Napoli e Ermanno Genre, pastore a Catania
Mezzogiorno sono tante, ma
occorre anche leggere le novità. Per molto tempo si è
pensato in termini di arretratezza complessiva, di osso
e polpa nello sviluppo del
Sud, oggi invece occorre
prendere coscienza che sono
in primo luogo le città e le
metropoli (Palermo e Napoli) che vivono le contraddizioni più acute di una vita
priva di significato. Ed è in
particolare l'individuo disorientato che pone delle domande di senso alle chiese.
A questa domanda le chiese
devono rispondere sia con
l’azione che con la predicazione. L’azione è conseguenza della predicazione, ma anche segno concreto e credibile della « nuova creazione di
Cristo » (Sergio Aquilante).
L'azione, quindi, non deve essere vista come una iniziativa di cui vantarsi, ma come
una iniziativa per realizzare
un rapporto nuovo degli uomini con Dio e degli uomini
tra di loro (Jean-Jacques Peyronel).
Non ci sono solo le grandi
opere diaconali, ma la diaconia è un compito di tutte le
chiese locali (Nino Gullotta);
è necessario accordare anche
la « diaconia leggera » alla
predicazione. A proposito di
quest’ultima, è necessario analizzarla a fondo. «Siamo sicuri che la predicazione che
facciamo nelle nostre chiese
non sia astratta? Nel Nuovo
Testamento c’è il concetto di
diaconia della Parola » che si
manifesta nella proposta dell'agape di Dio (Ermanno
Genre).
Come per il check-up
delle chiese, su questi temi è
bene procedere — ricorda
la Commissione d’esame —
partendo dall’analisi della
situazione, conoscendo a fondo non solo le linee sulle
quali si vuole operare (e la
Conferenza ha approvato un
ordine del giorno in questo
senso) ma soprattutto la situazione di fatto, che non è
esaltante. « Non sappiamo
fare un lavoro collettivo »
(Giovanni Magnifico), per cui
sono importanti tutti i momenti formativi e ad essi vanno consacrati tempo ed energie (collettivi teologici). Né si
può dimenticare la dimensione politica della diaconia (Samuele Giambarresi). C’è però un rischio in tutto questo,
che le nostre chiese e le nostre opere, a forza di interrogarsi ed affinare le analisi, diventino solo più comprensibili alla parte intellettuale della popolazione (Arturo Panascia) e quindi il loro significato sfugga ai più.
E’ perciò necessario che ci
si chiarisca il contesto nel
quale operiamo e quale visione cristiana vogliamo portare tra la gente (Cesare Milaneschi).
Al lavoro, dunque. I risultati, le analisi, le speranze e le
delusioni si confronteranno
tra un anno nella prossima
Conferenza.
Giorgio Gardiol
Quante chiese, nel secolo scorso, sono nate sulla spinta dell'opera del colportore? La distribuzione della Bibbia e di porzioni dell’Antico e Nuovo Testamento è stata a volte la molla che ha
permesso ad alcune persone di
'decidersi' per l’Evangelo. Così le
chiese del IV Distretto hanno voluto, in accordo con la Tavola,
prendere la decisione di rinnovare il servizio del colportore, affidandolo al fratello Benedetto Laganà. Luogo di sperimentazione: la Calabria, e precisamente
il falernes'e, dove anni fa era attiva anche una piccola comunità
valdese. Una decisione non facilé, perché i risentimenti di parte
della popolazione evangelica verso l’amministrazione della chiesa erano notevoli a causa della
vendita di un centro, che serviva
per la formazione giovanile ed
anche per le vacanze di alcune famiglie del cosentino.
La Conferenza era chiamata ad
una prima valutazione di questo
lavoro. Con molta severità la
Commissione d’esame (Mauro
Pons e Sergio Velluto) ha parlato
di « superficialità » del XV Circuito per la scelta del luogo dove
sperimentare questo servizio, e
per la gravosità del lavoro a cui
era stato inviato il fratello Laganà.
Eppure la Conferenza ha potuto esaminare con serenità l’importanza di questo modesto lavoro di presenza nel falernese.
Alcune famiglie evangeliche, lì
per motivi di lavoro o perché di
ritorno dai paesi dove erano emigrate, si sono messe in contatto
con il fratello Laganà ed è nato
un piccolo gruppo di evangelici.
Certo, economicamente il lavoro
di colportaggio non paga chi lo
fa. Ma chi lo fa è consapevole di
essere un modesto « servo inutile » d'eH’Eterno. Al termine di un
appassionato dibattito^ si è « sentita » la solidarietà per quest’opera che ricomincia.
G. G.
Si controllano i mandati: un’operazione preliminare importante per
la costituzione della Conferenza
CIRCUITI E DISTRETTI
Precisare i compiti
Ncnosiante un ordine del giorno sinoda’e che chiedeva alle
chiese di esaminare il problema
dei rapporti tra il Circuito ed
il Distretto, solo le chiese del
XIII Circuito hanno discusso a
fondo il problema. Così la Conferenza distrettuale ha potuto
ascoltare una relazione sulla linea nella quale si è mosso il
XIII Circuito: necessità di un
Distretto unico per tutto il Meridione per permettere il rilancio della testimonianza nell’area;
razionalizzazione delle competenze, affidando ad esempio ai
Circuiti le elezioni pastorali; miglior raccordo Commissione Esecutiva Distrettuale e Circuito, attraverso reiezione nella CED di
un membro di ogni Consiglio di
Cirpuito; interpretazione del
« settennato » massimo di presenza negli organismi amministrativi secondo cui il « settennato ricomincia qualora un
membro della CED venga eletto presidente della stessa ».
Una commissione del Circuito
sta elaborando le necessarie proposte di modifiche regolamentari
perché siano sottoposte agli organi competenti.
La Conferenza ha valutato po
sitivamente questo lavoro e si è
impegnata a farlo conoscere in
tutte le chiese del Distletto.
CELEBRAZIONI
Ritorno dei valdesi
L’anno scorso la Conferenza
non era arrivata ad una conclusione positiva circa la partecipazione alle manifestazioni del
« glorioso rimpatrio » previste
per l’89.
Quest’anno, maggiormente informata circa i programmi, ha
deciso il proprio pieno coinvolgimento nelle manifestazioni del
tricentenario del « ritorno dei
valdesi » in Italia. La modifica
della parola rimpatrio con quella di ritorno, e soprattutto la
proposta di uno slogan per le
celebrazioni (« tornati per co
struire ») ha messo tutti d’accordo.
Le comunità del Mezzogiorno
parteciperanno anche con loro
stand alle manifestazioni dell’agosto prossimo a Torre Pellice, e approfitteranno delle manifestazioni per riprendere coscienza della loro storia, della
stojla dell’evangelismo italiano
nel Mezzogiorno. A questo scopo, il centro di Guardia Piemontese e la Società di studi evangelici daranno il loro còntribu£0 con una serie di iniziative e
pubblicazioni.
9
24 giugno 1988
Conferenze distrettuali — 9
Quale presenza
nelle contraddizioni del Mezzogiorno?
(segue da pag. 1)
raddoppiano e raddoppia anche
la popolazione) e si è strutturata intorno alla funzione produttiva del territorio. E’ prevalso quindi il « valore di scambio », che ha sacrificato l’identità storica delle città (Agrigento,
Napoli, Palermo, ecc.) alle espressioni tecnico-formali dei
nuovi quartieri e alla grande
speculazione edilizia, cioè al
grande abusivismo, che avvenivano i>er conto e in favore delle organizzazioni mafiose e clientelar i.
La priorità data al valore di
scambio piuttosto che a quello
di uso (servizi), se ha determinato nel Mezzogiorno un certo
sviluppo, peraltro non omogeneo, non ha permesso il sorgere
di una vera e propria cultura
« urbana » Mentre sicuramente questa cultura avrebbe fornito un notevole supporto e offerto un forte stimolo per la
realizzazione di un sistema di
servizi e la costruzione di circuiti culturali adeguati all’ampiezza dei processi di urbanizzazione. Quindi, pur rimanendo
aH’ordine del giorno la questione
economica, evidenziata dall’aumento della percentuale dei disoccupati (20% circa), assume
particolare rilievo la « dipendenza culturale» del Sud, confermata dalle tabelle a corredo
del Rapporto CENSIS - Parte
Formazione 1987 (la graduatoria delle regioni relativa all’indice di offerta e fruizione culturali assegna gli ultimi posti alle regioni meridionali).
3) L’analisi della stratificazione delle classi sociali e dei
codici culturali nel Mezzogiorno
ha messo in evidenza quanto segue; la cultura contadina si è
notevolmente ridotta, è in rapida trasformazione la poco numerosa classe operaia (codice
culturale non radicato), mentre
è in forte crescita il ceto medio,
passato dal 36,6% del 1971 al
46,8% del 1983. Risulta difficoltoso, in una società complessa e
in rapida trasformazione, definire un universo fluido quale è
il ceto medio. Tuttavia un dato
è certo-, l’esistenza di marcate
differenziazioni, per cui è più
appropriato parlare di ceti medi
(impiegati, artigiani e coltivatori diretti).
Le statistiche mostrano in posizione preminente il ceto impiegatizio: è quello che meglio
realizza la coppia produzionefruizione dei servizi nei quali
riversa, in quanto fruitore, la domanda di qualità della vita. Ma
il discorso riguarda i ceti medi
nella loro interezza, il cui « mondo vitale » (relazioni intersoggettive e modelli tradizionali di
riferimento) è sottoposto a for
te compressione da un sistema
sociale « non flessibile ». Un sistema cioè notevolmente burocratizzato da una parte, e dall’altra profondamente caratterizzato dalla frantumazione della
vita, dovuta alla divisione del
lavoro.
Questa rigidità sociale è ulteriormente aggravata dal potere
mafioso, dalla scarsa o nessuna
operatività della cultura urbana
e da inadeguati metodi organizzativi e analitici di varie forze
sociali e politiche. Ne deriva una
incapacità, da parte di istituzioni
ed enti, ad organizzare e gestire
spazi sociali di libertà, nei quali sarebbe possibile al cittadino
ricucire le trame delle relazioni e costruire un senso della
vita.
A causa di tutto ciò i ceti medi, pur enfatizzando la qualità
della vita, ma non possedendo
codici culturali omogenei e resistenti, si industriano di ricercare percorsi alternativi e compensativi: a) protagonismo e desiderio di partecipazione; b) status Symbol a livello economico o
sociale; c) adesione a gruppi carismatici ecc.
4) I processi e le trasformazioni sopra accennati stanno avvenendo nel quadro della crisi
del mondo moderno, definito
come età della ragione, del sapere scientifico, della crescita
tecnologica e dello sviluppo illimitato. Starebbe per affacciarsi un periodo storico affatto
nuovo, dagli studiosi denominato
post-moderno, caratterizzato dalla « critica radicale » dell’umanesimo e dalla dichiarazione di
sconfìtta deH’uomo. Tutto' è messo in discussione, per cui non è
possibile rifarsi a modelli stabili.
Nel Mezzogiorno questo fenomeno presenta una particolarità: si dovrebbe parlare di passaggio quasi immediato dal mondo feudale al post-moderno. E’
certamente riscontrabile, in determinate zone, la compresenza
di diverse visioni del mondo, anche se è facilmente ammissibile
la labilità di radicamento del
moderno.
In ima tale situazione i vecchi
valori — compresi quelli delle
organizzazioni mafiose — non
reggono più, i nuovissimi modelli sottopongono a dura prova
il cervello sociale e la speranza
viene rivolta soprattutto nell’area delle nuove generazioni come quelle meglio « posizionate » in rapporto a nuovi valori.
In conclusione, il Mezzogiorno
rimane un problema per diversi
motivi: urbanizzazione accelerata, corpo industriale consistente e disomogeneo, divaricazione
nella produzione e fruizione della cultura, assenza di cultura
urbana e compresenza di varie
visioni del mondo.
5) La linea di predicazione
e di presenza delle nostre chiese ilei Mezzogiorno dovrebbe
tener conto di due elementi:
a) il primo di ordine ecclesiologico, con una prassi di forte
recupero del sacerdozio universale, rivalutando il ruolo dell’individuo (ampi spazi per i « laici », funzionamento reale delle
istanze elettive, conduzione « democratica » delle chiese locali,
chiamata o appello del singolo
all’impegno);
b) il secondo dì ordine escatologico in chiave cristologica:
la « croce di Cristo », assunzione
e condivisione della sofferenza
dei « minimi », giudizio sul singolo e sulla società nelle loro
strutture profonde e annunzio
di speranza « attiva ».
Una predicazione, dunque, tesa ad evidenziare la « crisi » che
la croce provoca e il « flusso di
tempo» che giunge dal futuro,
aperto dalla « resurrezione del
Crocifisso », recepito e vissuto
come tempo di liberazione e di
novità. In questo quadro, una
predicazione pervasa da viva tensione escatologica, capace di dare risposte di sostegno e di apertura alle accese ansie di una società diffusamente insicura, e
pertanto disponibile a soluzioni religiose di tipo carismatico
o asceticc-dommatico e con difficoltà sensibile a progettazioni
della propria storia.
La diaconia, nelle città meridionali, dovrebbe ispirarsi a due
prassi correlate:
a) pathos nella partecipazione al processo di rinnovamento della società e del corrispettivo orientamento culturale;
b) qualificazione dei servizi,
offerti da operatori motivati e
professionalmente preparati.
Ambedue le pràssi non sfuggono allo spirito di « Pasqua », se
sanno aprire le sofferenze e le
oppressioni anche ad attimi di
felicità.
Con le suddette indicazioni si
vuole sottolineare l’importanza
di un progetto di predicazione
e dì presenza delle nostre chiese in una situazione in cui la
liberazione dal passato (homo
religiosus) deve ancora del tutto avvenire, mentre si tenta, da
parte di taluni ambienti, un aggiornamento di esso attraverso
una critica del moderno e dei
suoi fallimenti, inserendolo alla fine in un orizzonte affollato
di nostalgie controriformiste.
« Nessuno nega che il mondo
moderno nasca da un processo
di soggettivazione » (Biagio De
Giovanni), ma in nome della
nausea della sconfìtta deH’ambizione dell’uomo non è possibile
nessuna operazione anacronistica.
Il gruppo di studio è propen
so a credere che l’insieme del
documento ponga un problema
di fondo alle nostre chiese del
Mezzogiorno: l’ambiente complesso in cui sono presenti è
assiepato da tali e gravi difficoltà particolari, per cui non
possono, se vogliono contribuire a porre in essere i segni del
tempo « nuovo », ripetere schemi teologici e moduli diaconali
provenienti da altre esperienze
geo-'culturali, ma dovranno esperire seri tentativi per elaborare
una teologia e modelli di azione propri, in linea con la lettura
della specifica realtà.
‘ Da tempo non è più possibile parlare del Mezzogiorno in termini di arretratezza. D’altra parte, pur continuando a considerare il Mezzogiorno un
« insieme », non si può non tener conto che al suo interno si sono prodotte notevoli differenziazioni. Questo processo viene denominato • regionalizzazione » (differenze sostanziali tra
l'una e l’altra regione).
SCHEDA
IV Distretto
Il IV Distretto si estende dalla Sicilia alle Puglie comprendendo, oltre alle regioni summenzionate, la Calabria, la
Basilicata e la Campania, con una superficie complessiva di
kmq. 83.750 ed una popolazione di 14.753.000 abitanti.
Ecclesiasticamente va dal 13” al 16° circuito ed è suddiviso in:
— 2 chiese autonome (Napoli-Cimbri e Palermo-Spezio);
— 19 chiese costituite (Napoli met., NA-Vomero, NA-Portici,
Salerno-Albanella e diaspora, Bari, Cerignola, Corato, Orsara di Puglia, Taranto e diaspora. Venosa, Catanzaro
e diaspora, Messina, Reggio Calabria, Agrigento, Catania,
Pachino, Palermo metodista. Scicli, Riesi)
— 14 chiese in formazione (Caivano, Diaspora Casertana,
Brindisi e diaspora. Foggia, Grottaglie, Rapolla, Cosenza e diaspora, Dipignano, Vincolise, Caltanissetta e diaspora, Grotte, Palermo-Noce e diaspora, Trapani-Marsala
e diaspora. Vittoria).
CASA DI RIPOSO DI VITTORIA
Pienamente inseriti nella società siciliana
Al termiile delia relazione, il comitato ha sottoposto alla Conferenza un documento di portata più ampia e generale
Intendiamo rilanciare il Centro
polivalente — come già configurato varie volte — al fine di promuovere la condivisione del servizio che la Casa svolge e che ha
in progetto di perfezionare e ampliare.
Ci muoviamo secondo le indicazioni del documento conclusivo della Commissione oefijl Mezzogiorno, promossa dal Circuito.
Ci richiamiamo altresì al\ dichiarazioni ripetutamente mte
dalle nostre assemblee eccleSastiche, sia relative alla Casa c^e
al cammino della diversificati
esperienza diaconale in Sicilia.
Abbiamo la gioia —^ome mem
bri delle chiese valdesi e metodiste — di saperci inseriti nel quadro delle scelte operate in Italia,
ed in particolare in Piemonte, in
Toscana, in Campania ed in Sicilia. Confortati da queste esperienze e consapevoli della particolarità del momento che stiamo vivendo, abbiamo rivolto la
nostra attenzione verso due dati
emergenti oggi più che mai. E
questo segnaliamo, a partire dalla città di Vittoria, unico nostro
punto di assistenza degli anziani in Sicilia e nell’ambito del
Distretto e oltre.
Il primo dato è il seguente: la
crescita di questo bisogno di assistenza, nelle sue molteplici articolazioni. Anche in Sicilia, come
altrove, l’invecchiamento della
popolazione, unitamente agli effetti delTindustrializzazione, provoca una domanda assillante,
rapportata ad esigenze personali
e del nucleo familiare; ne deriva
la necessità di offrire servizi vari, adatti, qualificati.
Il secondo dato deriva dalla
recente legislazione promulgata
dalla Regione Sicilia. Ci riferiamo in particolare alla legge
6.5.’81 n. 87 (« Interventi e servizi a favore degli anziani ») e alla
legge 9.5.’86 n. 22 ( « Riordino dei
servizi e delle attività socio-assistenziali in Sicilia »). Le finalità
ivi minutamente esplicitate meritano il massimo della nostra
attenzione c collaborazione, so
prattutto quelle relative all’adeguamento degli interventi alle
esigenze della persona, al superamento delle situazioni emarginanti, all’eliminazione di iniziative frammentarie e precarie, come altresì quelle tendenti a « favorire il più possibile il mantenimento e il reinserimento della
persona anziana nel proprio nucleo familiare e comunque nel
normale ambiente di vita ».
Intendiamo, pertanto, con la
presente dichiarazione, operare
per il sempre maggiore coinvolgimento delle chiese, degli amici
e dei sostenitori, in risposta al
bisogno sociale da noi segnalato,
e in accordo con la volontà e
spressa dai responsabili della società civile.
Desideriamo rilanciare un progetto da voi conosciuto e ritenuto valido. Questo è un momento,
con l’apertura del servizio diurno sempre più vicina, in cui non
possiamo sentirci soli: attendiamo la vostra stretta di mano, a
sostegno del servizio e della testimonianza. Siamo certi del vostro appoggio, nel nome del Signore cui ci rivolgiamo in preghiera.
Il Gomitato
(Giovanni Lo Monaco, Umberto Musmeci, Tina Occhipinti Puglisi, Georges Paschoud. Arcangelo Pino) ’
10
10 — Conferenze distrettuali
24 giugno 1988
Le principali decisioni
I Distretto
Attività giovanili
La Conferenza Distrettuale si
rallegra per la nascita di un
gruppo di coordinamento delle
attività giovanili nel Distretto
ed invita la CED a promuovere,
nelle forme ritenute più opportune, incontri di formazione per
animatori di gruppi giovanili.
Formazione biblica
Radio Beckwith
La Conferenza Distrettuale invita la CED a dare un carattere
operativo alla relazione sulla
formazione biblica e teologica,
tenendo conto dei seguenti aspetti emersi nel dibattito;
— l’utilità di adottare gli stessi strumenti di formazione;
la valorizzazione di ciò che
già esiste, e non sappiamo mettere sufficientemente in comune (centro di documentazione,
incontri di formazione per monitor^ catechisti, iniziative della PPEVM, altro).
Situazione culturale
e sociale alle valli
Informare le chiese
La Conferenza Distrettuale
chiede al seggio di fornire ai
componenti della Conferenza Distrettuale la traccia del dibattito sulla formazione, affinché le
chiese ne siano informate e possano approfondire la discussione.
La Conferenza Distrettuale invia alle chiese il documento di
studio sulla situazione sociale e
culturale alle Valli perché lo
discutano.
Libreria Claudiana
La Conferenza Distrettuale
chiede alla CED di dar seguito
al dibattito sulla situazione sociale e culturale alle Valli con
le iniziative che riterrà più opportune.
La Conferenza Distrettuale,
sottolineando l’importanza per
la Libreria Claudiana di Torre
Penice di essere presente da una
parte alle occasioni pubbliche
(mostre, dibattiti, ecc.), dall’altra di diffondere capillarmente
il libro nelle comunità (depositi,
presentazione di novità, inserti
nelle circolari parrocchiali),
1) chiede ài Comitato Librerie Claudiana di costituire un
gruppo locale di sostegno alla
Libreria che stimoli la presenza sul territorio;
2) chiede alla CED di costituire un gruppo di lavoro che stimoli lo sviluppo dei depositi locali e curi il collegamento tra la
Libreria e le chiese.
Questionario esteri
La Conferenza Distrettuale invita i concistori a:
— seguire con attenzione la
diffusione del questionario predisposto dalla Commissione Esteri del I Distretto;
— esortare i membri di chiesa ad adoperarsi per ospitare,
accompagnare e accogliere i fratelli e le sorelle che si recheranno nelle Valli in occasione delle
celebrazioni del terzo centenario
del Rimpatrio.
Invita inoltre tutte le chiese
del Distretto a confrontarsi con
queste occasioni di incontro nello spirito della fraternità evangelica che il Signore dona ai
suoi figli.
Disagio psichico
La Conferenza Distrettuale invita la CED a rinominare la
Commissione sul « disagio psichico », incaricandola:
— di proseguire la riflessione
Strutture ricettive
La Conferenza Distrettuale dà
mandato alla CED di nominare
un comitato per il coordinamento delle strutture ricettive.
Torre Pellice:
l'ex Convitto
femminile di
via Angrogna
che dalla metà
degli anni '70
offre un servizio
di comunità
alloggio.
« Progetto Pace »
iniziata, anche in collaborazione
con gruppi che già lavorano in
questo campo;
— di promuovere occasioni
di informazione e dibattito per
fornire alle comunità un aiuto nell’affrontare questo problema sia a livello personale che
comunitario.
La Conferenza Distrettuale, ribadita l’importanza di Radio
Beckwith come strumento di testimonianza ed evangelizzazione,
chiede ai concistori di prendere
in considerazione la possibilità di
aderire alla Associazione F. Lo
Bue, con lo scopo di sostenere
e seguire da vicino la gestione
di Radio Beckwith, portando
nell’assemblea dei soci la voce
delle chiese.
La Conferenza Distrettuale
ritiene che il lavoro svolto in
passato dal « Progetto Pace »
possa e debba essere ripreso,
non tanto come un argomento
di studio da indicare alle chiese accanto ad altri, ma come ambito di riflessione di cui le chiese hanno bisogno. Ritiene che
vadano continuate le esperienze già avviate di educazione alla
pace, nel campo delle Scuole domenicali, dei catechismi, del lavoro giovanile.
Chiede che le chiese facciano
proprio il progetto « Giustizia,
oace, integrità della creazione »
del Consiglio Ecumenico delle
Chiese e si facciano carico di
diffonderlo, con particolare attenzione alla riflessione teologica ed ecumenica che questo progetto implica.
Culto
La Conferenza si riunisce con
la comunità di S. Secondo per
il culto con Santa Cena, presieduto dal pastore Erika Tomassone, domenica 5.6.88 alle ore
10.30.
Luserna S. Giovanni: Il rifugio Carlo Alberto nel giorno
dell’inaugurazione della nuova ala
Coppie
interconfessionali
La Conferenza Distrettuale, riconosciuta la validità della ricerca che si svolge negli incontri delle coppie interconfessionali, chiede al seggio di nominare una commissione che partecipi a questi incontri e ne riferisca alla prossima Conferenza ordinaria.
Impegno finanziario
La Conferenza Distrettuale,
preso atto del fatto che gli impegni delle chiese per il 1989 sono inferiori di L. 32.700.000 alla
proposta della CED, invita le
chiese locali a fare il possibile
per superare l’impegno del Distretto in modo da rispondere
alle reali necessità della chiesa;
— invita i concistori a proseguire l’opera di informazione e
sensibilizzazione dei membri di
chiesa, tenendo presente l’obiettivo di una contribuzione personale, proporzionale, periodica;
— auspica che la Tavola Valdese invii al più presto ai concistori il materiale informativo
da far pervenire a tutti i membri di chiesa.
proviene da realtà sociali e culturali diverse,
invita le chiese ad una riflessione sui motivi che generano
questi atteggiamenti (l’insicurezza, la crisi di identità, il sentirsi invasi da modelli non riconducibili ai propri), in vista
di un confronto culturale e di
vita ampio, non timoroso dell’altro, dello straniero, del migrante;
ritiene che l’appoggio ad iniziative concrete, quali l’azione
apostolica comune di Roma, nel
quadro della CEVAA, il Servizio
Migranti della FCEI, possa utilmente accompagnare la riflessione teorica alla quale le chiese sono invitate.
ringrazia la Chiesa di S. Secón
do per l’ospitalità.
Nuova CED
La Conferenza Distrettuale
procede con votazione a scrutinio segreto alle elezioni dei membri della Commissione Esecutiva Distrettuale. Risultano eletti:
Bruno Rostagno: presidente; Aido Lausarot: vicepresidente;
Silvana Marchetti; segretaria;
Nora Ricca, Graziella Tron Lami, Anita Tron, Erika Tomassene: membri.
Deputato al Sinodo
Chiudere il Convitto
di Pomaretto
La Conferenza Distrettuale,
preso atto della relazione del
Convitto di Pomaretto, decide
che l’opera chiuda la sua attività in convenzione con l’USSL
42 al 30.6.88 e prosegua fino al
31.12.88 per la chiusura amministrativa.
La Conferenza Distrettuale
ringrazia tutti coloro che hanno prestato la loro opera negli
anni di attività del Convitto di
Pomaretto.
La Conferenza Distrettuale
procede con votazione a scrutinio segreto all’elezione del deputato al Sinodo. Risulta eletto;
Franco Taglierò; supplente: Claudio Tron.
Prossima Conferenza
Il seggio designa quale sede
della prossima Conferenza Distrettuale ordinaria Villar Pellice e in alternativa San Germano.
Chi predicherà
Decennio delle donne Diaconesse
La Conferenza Distrettuale,
rallegrandosi per l’occasione di
riflessione offerta dal « Decennio
di solidarietà delle chiese con
le donne », promosso dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, invita le chiese a rendersi attente
al tema aprendo spazi opportuni, non limitati al lavoro delle
Unioni Femminili.
Protesta verso la RAI
La Conferenza Distrettuale,
prendendo atto del disagio espresso dalla relazione della Casa delle Diaconesse di Torre Pellice, esprime loro solidarietà e
riconoscenza p)er il servizio che
rendono alla chiesa; auspica inoltre, che al più presto la Tavola
le rassicuri che ogni decisione
sul futuro della Casa non sarà
presa senza il loro accordo preventivo.
Il seggio designa quale predicatore d’ufficio per il culto della
prossima Conferenza Distrettuale ordinaria il pastore Vito Gardiol, supplente il pastore Sergio Ribet.
Commissione
d’esame
La Conferenza Distrettuale dà
mandato al seggio di inviare un
telegramma alla RAI che esprima la protesta delle chiese del
I Distretto per l’orario inaccettabile in cui viene trasmesso
« Protestantesimo ».
Relazioni comitati
Ampliamento CED
La Conferenza Distrettuale
chiede ai Comitati degli istituti e opere che rendono conto
della loro gestione alla Conferenza, di far pervenire le loro
relazioni e i sunti delle stesse
entro il mese di aprile di ogni
anno.
La Conferenza Distrettuale
procede con votazione a scrutinio segreto all’elezione delia
Commissione d’esame suH’oper.^to della Commissióne Esecutiva
Distrettuale. Risultano eletti:
Umberto Poét (relatore). Vera
Coìsson, Klaus Langeneck, Silvio Vola; supplenti: Anna Bosio e Daniele Varese.
Assemblea FCÉI
La Conferenza Distrettuale,
avvalendosi della modifica del
RO 5/1985 approvata dal Sinodo,
decide di aumentare a 7 il numero dei membri che compongono la CED.
Grazie!
Per i migranti
La Conferenza Distrettuale, rilevata resistenza di tendenze all’isolamento nelle proprie situazioni locali, al rifiuto verso chi
La Conferenza Distrettuale
ringrazia Carla Beux per il lavoro svolto nella Commissione
Esecutiva Distrettuale e per l’impegno profuso come presidente
del Dipartimento Diaconale Distrettuale.
Ospitalità
La Conferenza Distrettuale
La Cnriferenza Distrettuale
procede all’elezione a scrutinio
segreto dei delegati all’Assemblea della FCEI. Risultano eletti: Bruno Bellion, Carla Beux,
Giorgio Gardiol, Marcella Gay,
Susanne Labsch, Marie-France
Maiirìn Co'isson, Claudio Pasqiiet, Claudio Rivoira, Dario
Tron, Bruno Rostagno. Supplenti: Klaus Langeneck, Aldo Rutigliano. Bruna Peyrot, Nora Ricca, Judith Elliot, Graziella Fornerone. Maria Tamietti, Mirella Godina <
Í,. .
11
24 giugno 1988
Conferenze distrettuali —11
Le principali decisioni
Il Distretto
Centro L. Menegon di Tramonti,
ne approva l’cperato per quanto
di sua competenza e ringrazia
il gruppo di lavoro.
Check-up
La CD, preso atto della riflessione in corso nelle chiese riguardo al check-up, si augura che
la riflessione proceda ulteriormente nelle chiese secondo le
loro esigenze locali, tenendo presenti, nella nostra situazione di
diaspora, le quattro linee indicate dall’atto 22/CD 11/87:
a) studio biblico,
b) riflessione teologica in vista
della testimonianza,
c) preparazionè dei ministeri,
d) promozione di momenti di
maggiore rapporto fraterno e
di più azioni di diaconia a livello locale;
la visita fatta alle chiese del IX
Circuito, di soppressione del IX
Circuito con l’aggregazione di
Ginevra e Losanna al IV Circuito e di Basilea e Zurigo al VI;
chiede che si rimandi la richiesta per permettere alle chiese
interessate di discuterne in sede
di Assemblea di Circuito, pur
avviando sin d’ora dei contatti
delle chiese con il IV e il VI Circuito.
Rinvio
La CD, non avendo preso in
esame, per mancanza di tempo,
la relazione morale e finanziaria
del Centro L. Menegon di Tramonti, decide che tale esame
venga effettuato nell’anno ’89.
Opere
Glorioso Rimpatrio
invita la CED a orientare il dibattito della prossima CD riferendo su esperienze concrete fatte dalle chiese su queste linee,
o anche su una sola di esse.
La CD approva il programma
proposto dalla CED, relativo alle celebrazioni del « Glorioso
Rimpatrio » e la invita a continuare il lavoro iniziato, per
quanto di sua competenza.
La CD delibera che le opere
inviino le relazioni alla CED e
contemporaneamente un riassunto delle medesime, perché la CED
lo possa inviare ai deputati in
un unico dossier, assieme alla
relazione annua.
Bilancio CED
Vallecrosia
Circuiti - Distretti
La CD invita le chiese a mettere aH’crdine del giorno la riflessione sul rapporto Circuiti-Distretti. Le invita altresì a trasmettere ai Consigli di Circuito
e alla CED le proprie osservazioni e proposte entro la primavera del 1989, in modo da permettere alla CED di arrivare alla
prossima CD con un documento
di base su cui discutere in modo più definito e, eventualmente, decidere.
La CD, preso atto della relazione morale e finanziaria deiia
Casa valdese di Vallecrosia, ne
approva l’operato e ringrazia i
responsabili per il loro impegno.
S. Marzano
Ospedale
Rappresentanze
La CD, non avendo preso in
esame, per mancanza di tempo,
la relazione morale e finanziaria
nonché le prospettive di utilizzo
della Casa evangelica di S. Marzano Olivato, decide che tale esame venga effettuato nel corso
della prossima CD.
La CD chiede che da parte del
Sinodo si provveda a chiarire
e puntualizzare la posizione dei
presidenti dei concistori o consigli di chiesa in seno alla CD,
nonché quella dei presidenti e
direttori delle opere diaconali e
dei responsabili delle librerie.
La CD approva l’operato del
Comitato della Casa evangelica e ringrazia i responsabili per
il loro impegno.
Centro Lombardini
Prossima sede
Regolamenti
La CD designa la sede di Milano metodista per la prossima CD.
Foresteria
La CD chiede al Sinodo la
modifica delTart. 8/RO 5/75, comma g), aggiimgendo dopo le parole « i segretari regionali della
EGEI », le parole « o un loro sostituto scelto nell’ambito della
giunta regionale».
Centro L. Menegon
Chiese in Svizzera
La CD sollecita gli esecutivi
per la rapida conclusione della
questione riguardante lo Statuto del Centro L. Menegon di Tramonti, con l’approvazione dello
stesso entro Tanno in corso.
Contributo
La CD prende atto del suggerimento della CED, in seguito al
La CD, preso atto della relazione morale e finanziaria del
Tramonti di Sopra (Pordenone): il Centro L. Menegon
\,
La CD delibera che le opere
contribuiscano al bilancio CED
in modo analogo alle chiese, in
maniera diversificata, collegata
alle dimensioni economiche delle
opere stesse, indicata ogni anno
dalla CED.
La CD, preso atto della relazione morale e finanziaria dell’Ospedale valdese di Torino, ne
approva l’operato e ringrazia i
responsabili per il loro impegno.
La CD, preso atto della relazione morale e finanziaria della
Foresteria di Venezia, ne approva l’operato e ringrazia i responsabili per il loro lavoro; chiede
agli esecutivi di arrivare ad una
sollecita approvazione dello Statuto.
Cinisello Balsamo: una lezione alla scuola del Centro «J. Lombardini*
VOTO della CED a L. 5.200.000 per
Tanno 1989.
Borse di studio
greto quale proprio deputato alla prossima sessione sinodale
Febe Cavazzutti Rossi; sostituti: Laura Carrari, Giorgio Guelmani, Ruggero Mica.
La CD decide di proseguire
con il contributo delle chiese
del II Distretto per le borse di
studio alla Facoltà di teologia
per due borse e mezzo.
CdE
Deputazioni
La CD decide di sostenere le
spese dei 17 deputati del II Distretto all’Assemblea della FCEI
per complessive L. 4.500.000.
La CD elegge a scrutinio segreto la Commissione d’esame
sull’operato della CED per la
prossima CD nelle persone di
Maria Soggìn Girardet, Salvatore Carco; supplenti: Sandra Rizzi, Anna Maria Lorandi, Cinzia
Carugati, Fulvio Ferrano, Franca Barlera, Maddalena Costabel.
Impegni 1989
Assemblea FCEI
La CD, preso atto della relazione morale e finanziaria del
Centro culturale J. Lombardini,
ne approva l’operato e ringrazia il gruppo di lavoro per il
suo impegno.
La CD prende atto che gli impegni totali delle chiese del II
Distretto per Tanno 1989 sor.o di
679 milioni, rispetto alla richiesta della Tavola di 717 milioni.
Predicatore
Il seggio designa quale predicatore d’ufficic della prossima
CD la sorella Febe Cavazzutti
Rossi; sostituto il past. Alberto
Taccia.
CED
La CD decide di portare il
contributo delle chiese per il la
La CD elegge a scrutinio segreto la CED per Tanno ’88-’89;
risultano eletti: past. Salvatore
Ricciardi, presidente; past. Antonio Adamo, vicepresidente; Roberta Peyrot, segretaria; Paolo
Gay e Anna Maria Grimaldi,
membri.
Deputato al Sinodo
La CD elegge a scrutinio se
La CD elegge a scrutinio segreto la deputazione alla prossima Assemblea della Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia (Firenze, 29 ott.-l”nov. ’88).
Risultano eletti, per la componente metodista: i pastori Paolo Sbafa, Claudio MarteUi, Franco Becchino; sostituti: Gian Maria Grimaldi, John Hobbins,
Valdo Benecchi, Iginio Carera,
Renato Di Lorenzo; i laici Sandra Rizzi, Maria Grazia Palazzine, Paola Benecchi; sostituti:
Laura Carrari, Gian Paolo Ricco,
Giangidio Zenoni, Manuela Laub.
Per la componente valdese: Letizia Tomassone, Gianni Rostan,
Gianni Genre, Eugenio Rivoir,
Anna Maria Lorandi, Eiena Vigliano, Ennio Del Priore, Luciano Deodato, Antonio Adamo,
Maria Soggin Girardet, Giuseppe Bernardini; sostituti: Bnmo
Costabel, Lidia Casonato Busetto. Maria Pia Sbafa Guerrini,
Christian Gysin, Alfa Mantovani,
Renzo Turinetto, Graziella Mariani, Giuliana Gandolfo, Teodoro Fanlo y Cortès, Federa Filice Bernardini.
Ili Distretto
Bilanci
La CD approva il bilancio consuntivo ’87 e il preventivo ’88
presentato dalla CED.
Evangelizzazione
La CD, dopo una lunga e interessante discussione sul tema
dell’evangelizzazione, ne ribadisce la centralità nella vita delle
chiese, come invito esplicito e
personale a condividere la fede
senza trascurare l’aspetto generale della testimonianza, che è
il nostro impegno di servizio e
di lavoro nella società; invita le
chiese a utilizzare tutto il materiale di prossima pubblicazione a cura dell’apposita commissione per l’evangelizzazione; chie
de alla CED di raccogliere e
menzionare Tanno prossimo,
nella sua relazione, le diverse
esperienze che le chiese avranno fatto in questo tempo, al fine di gitmgere a scelte e valutazioni comuni; chiede al Sinodo
di voler dedicare una serata allo scambio di notizie, esperienze, materiale, progetti di evangelizzazione, messi in opera dalle
chiese e dai Circuiti negli ultimi
anni.
Circuiti-Distretto
La CD, udita la relazione sul
rapporto « Circuiti-Distretto »,
ringrazia la commissione per il
suo lavoro.
(continua a pag. 12)
\
12
12 — Conferenze distrettuali
24 giugno 1988
Le principali decisioni
III Distretto
(segue da pag. 11)
a) Decide di inviare il testo
alla Tavola valdese insieme all’estratto del verbale della discussione al fine di contribuire
ad un ulteriore studio che dovrà giungere a decisioni sinodali.
b) Invita il seggio a nominare una nuova commissione per
acquisire ulteriori ipotesi tendenti a ridurre 1 nostri organismi ad un’imica struttura intermedia fra le chiese locali e il
Sinodo.
Giovani
La CD invita le chiese a dedicare ima particolare attenàone
ai problemi di evangelizzazione,
aggregazione e formazione dei
giovani suggerendo incontri a
livello circuitale, e le invita a
tener presenti i centri giovanili,
in particolare del Distretto.
Territorio
La CD chiede al Sinodo di
precisare le competenze territo
riali dell’VIII Circuito (II Distretto) e del XII Circuito (III
Distretto), relative alle comunità valdesi e metodiste della regione Marche, affidando la cura
pastorale delle comunità e gruppi situati nelle provincie di Ancona, Pesaro e Urbino all’VIII
Circuito (II Distretto) e le comunità e gruppi situati nelle provinole di Macerata ed Ascoli Pi
ceno al XII Circuito (III Distretto).
Statuto
La CD esamina lo statuto di
« Casa Cares » e lo approva.
Casa Cares
La CD si rallegra per lo sviluppo del lavoro di « Casa Cares », rivolto particolarmente ai
giovani, agli operatori nel settore della diaconia e ai gruppi con
programma proprio; raccomanda alle chiese di servirsi di questa opera, segnalandone le possibilità di esperienze comunita
rie nella meditazione della Parola del Signore e nella condivisione dei beni della natura,
nella quale l’opera è opportunamente inserita.
Gouid
La CD ascolta la relazione del
Centro Giovanile Protestante
(Istituto Gould).
Istituto Ferretti
La CD ascolta la relazione dell’Istituto Evangelico «Ferretti».
Il Gignoro
La CD ascolta la relazione della Casa di Riposo « Il Gignoro ».
Villa S. Sebastiano
La CD ascolta la relazione del
Centro Evangelico di Servizio
di Villa S. Sebastiano.
« Casa valdese »
La CD ascolta im’informazione sulla « Casa valdese » di Roma (ex «Casa delle diaconesse»).
Decennio
La CD, considerato ravvio del
programma « Decennio ecumenico di solidarietà delle chiese
con le donne », chiede alla CED,
d’intesa con la FFEVM, di dedicare nella prossima CD uno spazio per l’informazione e dibattito su quanto le chiese del Distretto hanno messo in opera
in questo settore.
CED
La CD approva l’operato della
CED e le esprime riconoscenza
per il lavoro svolto.
Elezioni
La CD procede all’elezione
per schede separate dei membri della CED. Risultano eletti:
Alfredo Sonelli, presidente; Ferdinando Vitale, vicepresidente;
Giulio Maisano, segretario; Ornella Sbaili e Leonardo Casorio,
membri.
Deputato al Sinodo
La CD procede all’elezione
del deputato al Sinodo. Viene
eletta Beatrice Santulli della chiesa di Vasto-San Salvo; supplente Gian Mario Fiori.
Nomine
La CD procede all’elezione
della CdE. Risultano eletti: Aurelio Sbaffi, relatore; Paolo De
Prai; Francesco Traversi.
Il seggio designa i componenti
la commissione sullo studio del
rapporto « Circuiti-Distretto »
nelle persone di Paolo De Prai,
Giorgio Girardet, Claudia Claudi
e Aurelio Sbaffi.
Il seggio designa quale predicatore per il culto d’apertura
della prossima CD il pastore
Carmen Trobia Ceteroni. Sostituto il pastore Dorothea Müller.
Assemblea FCEI
La CD procede all’elezione dei
delegati aH’Assemblea FCEI di
Firenze dell’autunno prossimo
Risultano eletti: Metodisti: Giu
lio Maisano, Massimo Aquilan
te, Giorgio Spini, Giovanni Car
rari. Omelia Sbaffi. Valdesi: Odoardo Lupi, Claudia Claudi,
Evelina Girardet, Lucilia Santini, Paolo De Prai, Alessandro
Sansone.
il
IV Distretto
Mezzogiorno
La Conferenza Distrettuale,
consapevole della necessità di
una rinnovata sensibilità di coscienza teologica per comunicare la parola di Dio all’intemo
delle trasformazioni della società meridionale, invita le chiese
a ricercare una linea di predicazione che esprima l’esseiwa del
messaggio dell’Evangelo in rapporto alle esigenze profonde della stessa società meridionale;
le invita altresì a considerare
l’azione nel sociale, nelle sue varie articolazioni, come im « linguaggio » immediatamente significativo che introduca segni della « nuova creazione » di Dio
nelle situazioni concrete del Me^
zogiomo d’Italia; le esorta a riconsiderare il problema della
nostra proposta di vita comunitaria in una prospettiva di
evangelizzazione, che oggi non
sempre tiene conto della molteplicità del vissuto delle donne
e degli uomini contemporanei.
Solidarietà
La Conferenza Distrettuale riceve la relazione del Centro Diaconale di Palermo e del Servizio Cristiano di Riesi; se ne rallegra; esprime la sua piena solidarietà con queste opere e con
la testimonianza che esse rendono; prega la CED di adoperarsi affinché il Centro Diaconale,
il Servizio Cristiano e Casa Materna di Portici presentino analoghe relazioni scritte anche alle
prossime Conferenze Distrettuali.
lidarietà con l’Ospedale ed a
partecipare attivamente alle previste manifestazioni.
Celebrazioni
La Conferenza Distrettuale, informata del programma di celebrazioni del terzo centenario
del ritorno dei valdesi in Italia,
se ne rallegra; condivide lo spirito che lo informa; ritiene che
queste celebrazioni, come quelle
del centenario di Valdo (’74) e
di Lutero (’83), possano essere
un’occasione preziosa per accelerare il processo di coscientizzazione delle comunità evangeliche
meridionali, nella ricerca di una
identità rispettosa del passato,
ma aperta all’avvenire e al dialogo.
In questo spirito sollecita le
chiese a partecipare alla inostra
delle attività dei vari Circuiti
(chiese ed opere) che viene organizzata in occasione del Sinodo 1989.
Ristrutturazione
La Conferenza Distrettuale,
presa conoscenza dell’atto 9 dell’Assemblea del XVI Circuito,
ringrazia la CED per l’attenzione con cui ha seguito il progetto di ristrutturazione di Adelfia, la incoraggia a continuare
sulla stessa linea, in accordo con
la Tavola, il Comitato del centro, il Direttore, ed in comunione con le chiese del XVI Circuito, e la prega di riferire alla
prossima Conferenza.
Rappresentanze
La Conferenza Distrettuale
prega la CED di studiare la possibilità di invitare alla prossima Conferenza Distrettuale anche i rappresentanti di quelle opere sociali in cui le chiese vaidesi, metodiste e libere sono
impegnate attraverso organismi
interdenominazionali.
Ospedale di Napoli
La Conferenza Distrettuale,
informata della prossima celebrazione del ventennale dell’Ospedale evangelico di Napoli (2223 ottobre), esorta la CED e le
chiese ad esprimere la loro so
XIII Circuito
La Conferenza Distrettuale,
presa conoscenza degli atti 10 e
11 dell’Assemblea del XIII Circuito (15 maggio 1988), condividendone le preoccupazioni di
fondo, invita la CED a renderli
noti agli altri Circuiti ed alla
Tavola, unitamente alla relazione preparata dalla appesita commissione del XIII Circuito.
Bethel
La Conferenza Distrettuale approva la relazione del Comitato
di Bethel.
Guardia Piemontese
La Conferenza Distrettuale ap
prova la relazione del Centro
di Guardia Piemontese.
CESE
La Conferenza Distrettuale approva la relazione del CESE.
Adeifia
La Conferenza Distrettuale approva la relazione di Adeifia.
Vittoria
La Conferenza Distrettuale approva la relazione della Casa di
riposo di Vittoria; incarica la
CED di dare la massima diffusione alla « lettera aperta » contenuta nella relazione annua ’87’88.
CED
La Conferenza Distrettuale approva l’operato ed il rendiconto finanziario ’87 della CED, e la
ringrazia del lavoro svolto.
Finanze
La Conferenza Distrettuale,
presa conoscenza della preoccupante situazione finanziaria
al 31 maggio ’88, invita le chiese
del IV Distretto ad inviare immediatamente alla Tavola le proprie disponibilità di cassa.
Casa di riposo
La Conferenza Distrettuale
elegge i suoi tre rappresentanti
nel Comitato della Casa di riposo di Vittoria nelle persone di
Georges Paschoud, Umberto
Musmeci e Beatrice Coppola.
Centro Diaconale « La Noce » di Palermo
Elezioni
La Conferenza Distrettuale elegge la CED nelle persone di
Enrico Trobia, presidente; Marco Tullio Fiorio, vicepresidente;
Franco Carri, segretario; Maria
Teresa Fiorio ed Edvige Schmidt,
membri.
CdE
La Conferenza Distrettuale
elegge la Commissione d’esame
sull’operato della CED nelle persone di Salvatore Cortini e Giovanni Anziani; supplente Vincenzo Costagliola.
Deputato al Sinodo
La Conferenza Distrettuale elegge il proprio deputato al Sinodo ’88 nella persona di Marco Tullio Fiorio; supplente Francesco Cosentino.
Comitato di Bethel
La Conferenza Distrettuale designa a scrutinio segreto i membri del Comitato di Bethel nelle
persone di Francesco Sagripanti
e Anna Ranieri.
Comitato di Adeifia
La Conferenza Distrettuale designa il proprio rappresentante
nel Comitato di Adeifia nella
persona di Giuseppe La Torre.
Casa valdese
La Conferenza Distrettuale designa a scrutinio segreto i membri nel Comitato della Casa valdese di Guardia Piemontese nelle persone di Gabriele Sciclone
ed Ada Cavazzani.
Assemblea FCEI
La componente metodista della Conferenza Distrettuale elegge i propri rappresentanti alla
assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
nelle persone di Franco Carri,
Piero Trotta, Giovanni Anziani,
Maria Teresa Fiorio; supplenti:
Salvatore Cortini, Edoardo Falla, Edvige Schmidt, Sandra Nigro.
Assemblea FCEI - 2
La componente valdese della
Conferenza Distrettuale elegge
i propri rappresentanti alla assemblea della Federazione delle
chiese evangeliche in Italia nelle
persone di Laura Leone, Eugenio Stretti, Giovanni Magnifico,
Bruno Tron, Francesco Sagripanti, Rosanna Ciappa; supplenti: Jean-Jacques Peyronel, Bruna Ricca, Gina Scuderi, Mauro
Pcns, Beatrice Coppola, Ines
Alabiso, Francesco Cosentino.
Digiuno ecumenico
La Conferenza Distrettuale, informata del « digiuno ecumenico » intrapreso dalle chiese pugliesi per protesta sulla dislocazione in Italia degli aerei F
16 in dotazione alla Nato, ne
condivide le motivazioni ed esprime la propria solidarietà.
Prossimo anno
La Conferenza Distrettuale decide che la prossima Conferenza
abbia luogo nell’area campana e
dà mandato alla CED di scegliere la sede più opportuna.
Predicatore
La Conferenza Distrettuale nomina quale predicatore per la
prossima Conferenza il past.
Ermanno Genre; supplente: Eugenio Stretti.
Data
La Conferenza Distrettuale raccomanda alla CED di fare il
possibile per anticipare la d^
della prossima Conferenza Distrettuale.