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LA Mmk NOiELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PBEZZO »’ANNOCEAXIO.'VE
(i domicilio
Torino, per un anno L. G,OI) J L.7,00
— per sei mesi » 4,00 ( » 4,50
Per ie provincie e l’eslero franco .sino
ai conlini, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, " 5,20
AXìSeOovtì; Sè é'jàyin-f
Seguendu la verilà nelle carila
Em. IV. 15.
La Direzinne della lìUONA NOVELLA è
in Torino, casa Bellora, a capo del Viale
del Ue, N" 12, piano 3'.
Leassuciazioni si ricevono dalla Direzione
del Ciornale, e da GIACOMO BIAVA
via della Provvidenza N* 8.
Gli Associali delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla Direzione.
Libertà dì coscienza Vili. La libertà religiosa e gli Evasgeli. Dichiarazione.
Critica degli Evangeli di A. Bianchi Giovini. •— La prova della fede. — Notizie
religiose. — Cronachetta politica.
IIBEUTÀ DI COSCIENZA
VIL
La dottrina della liberta di co&cienza trattala solto il punlo di vista
teologico presenta due principali obbiezioni che ì reverendi deli’.dr??io»ia
e del Cattolico ci hanno già indicate,
ed alle ([uali noi abbiamo promesso
rispondere. La prima e la più forte
di queste obbiezioni è tolta dall’economia dell’Antica Alleanza; la scconda
da alcuni passi del N. T. Incoininciaino dalla prima:
Dio aveva ordinato l’intolleranza
nell’Antico Testamento. Per i delitti
di Ileligione erano stabilite pene le
più severe. È dunque un’empietà, teologicamente parlando, dire che quello
che altra volta era ordinato da Dio
siccome cosa buona, sia ora dallo
stesso Dio vietato siccome cosa malvagia.
Cosi la discorrono i teologi intolleranli. Questa obbiezione sarebbe
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teologicamente insolubile se noi avessimo voluto sostenere che l'intolleranza religiosa è contro i primi principii della legge naturale: ma noi,
lasciando da parte una tal quislione,
abbiamo sostenuto e sosteniamo die
l’intolleranza è conlraria al Vangelo.
Quindi che Dio abbia potuto permetterla ed anche ordinarla neU’economia mosaica, non porta che Gesù
Cristo non l’abbia abrogata, ed anche
condannata nella legge evangelica.
La circoncisione, a cagion d’esempio,
era ordinata da Dio nella legge mosaica; Gesiì Cristo stesso fu circonciso, gli Aposloli lo furono; ciò non
ostante la circoncisione fu abolita
nella legge evangelica. Gesù Cristo
nella Religione Evangelica si propose
di stabilire un culto in ispirito e verità, di estendere la sua Religione su
tutta la terra, di riunire tutti gli uomini fra di loro col legame dell’amore
e della pace ; e noi abbiamo dimostrato che lali cose non possono ottenersi col sistema d’intolleranza. La
legge mosaica non si era proposto
nulla di somigliante: quindi se la intolleranza potè sussislere nella legge
mosaica, non può sussistere nella
legge evangelica senza distruggerla
interamente.
La legge mosaica diffatti non aveva
per iscopo di stabilire uu cullo spirituale, ma semplicemcntc di esserne la
flgura: tutta la sua virtù si riduceva
a comunicare una santità esteriore e
legale, a dirigere il pubblico culto, a
santificare il corpo per la circoncisione, che era il suggello dell’Alleanza,
e per gli altri sacrifizi sanguinolenti:
niuna meraviglia dunque che uno dei
mezzi per giungere a tale scopo sL
fosse l’intolleranza religiosa. La religione giudaica non faceva che degli
schiavi, e l'intolleranza è propria per
essi. Ma volere rinnovare le leggi
d’inlolleranza solto l’economia della
Grazia e dell’Amore sarebbe un volere ricondurre il Cristianesimo al
Giudaismo, un fare della religione dei
figli una caterva di schiavi.
In secondo luogo la religione giugaica era una religione nazionale di
un piccolo popolo: si nasceva Giudei,
non ci si veniva per elezione. La persuasione, la convinzione non erano
le vie per le quali si entrava nella religione; ma bastava di essere discendenti da Àbramo per essere Giudei.
Il culto esteriore e la purità legale
ritenevano il Giudeo nella sua religione. Bastava soddisfare i doveri
esteriori della legge per essere un
buon Israelita. Ma tulto all’opposto
accade nella Religione Crisiiana, nella
quale i doveri esteriori han^ la loro
base, la loro radice, il loro fondamento nei dogmi; e questi non possouo riceversi che per la convinzione.
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L’intolleranza dunque non distruggea
la religione giudaica come distrugge
il Cristianesimo distruggendo la convinzione.
In terzo luogo la religione giudaica
non era per lulti gli uomini come la
Evangelica, ma era solamenle per il
piccolo popolo ebreo. Non vi era dunque limore che l’intolleranza facesse
odiare la religione dagli altri popoli,
imperciocché essi non erano obbligali
di abbracciarla. Ma se Gesiì Crislo
avesse ordinalo l’intolleranza, il precetto sarebbe generale; quindi si estenderebbe su tulle le nazioni alle quali
ha ordinato espressamente che si predichi il Vangelo. Quindi neiripotesi
che Gesìi Cristo avesse ordinato l’intolleranza, gli Apostoli avrebbero dovuto andar predicando siccome vi
andava Maometto: ed ecco il perchè
noi abbiamo detto che l’intolleranza
è propria di Maometto e non dei CriEtiani.
La legge mosaica inoltre non si
proponeva di unire tutli gli uomini
nel legame dell’amore e della pace.
Essa era esclusiva e riguardava soltanto i discendenti di Àbramo; tulle
le altre nazioni erano abbandonale:
non poleva dunque l’intolleranza eccitare guerre civili e discordie fraterne.
Ma ammesso nel Criilianesimo il principio d'intolleranza, tutte le sette che
riconoscono Gesiì Crislo avrebbero
non solo il diritto, ma altresì l'obbligo di perseguitarsi: e che diverrebbe allora il principio della Carilà
che è la base della morale evangelica?
• Di pili l’economia giudaica non era
soltanto una religione, ma una teocrazia: perciò Dio fu sdegnato contro
i Giudei allorché gli domandarono un
re, e giudicò un tale atto una vera
ribellione (i Samuel vm). Iddio dunque era nello stesso tempo il Dio e il
re dei Giudei: una sola era dunque
la potestà che regnava sui Giudei, ed
in conseguenza lutli i delilli potevano
essere puniti nello stesso modo. Gli
idolatri dunque, siccome ribelli, nel
governo teocratico erano giustamente
puniti di morte. Ma nel Crìslianesimo
avendo Gesti Cristo detto: rendete a
Cesare ciò che è di Cesare, ed a Dio
ciò che è di Dio: il mio regno non è
di queslo mondo; ha stabilito una
separazione reale fra i delitli della religione e quelli dello Stato. Nel Giudaismo non si poteva peccare coniro
la religione senza peccare contro il
sovrano che era lo stesso Dio. Ma
nel Cristianesimo si può in materia
puramente religiosa peccare contro la
religione senza offendere per nulla il
principe o la socielà; quindi la Religione deve riguardare puramente alle
cose spirituali e punire con pene spirituali coloro che offendono la Reli-
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gione ; e la legge civile deve punire
soltanto quei delitti che offendono la
società.
La teocrazia dei Giudei non cessò
al cominciare del governo dei re; le
stesse leggi promulgate da Mosè continuarono ad essere in vigore solto i re;
in guisa che i re, a parlare propriamente, non erano che i luogotenenli
di Dio, gli unti del Signore: il diritto
di sovranità lo avea sempre ritenuto
Iddio, e nella sua qualifica di sovrano
assoluto egli condannava i re, e mandava i suoi profeti a sgridarli, a minacciarli, a rinfacciargli le loro empietà e le loro profanazioni per le
quali si erano resi indegni di rappresentare Iddio come suoi luogotenenti.
Finalmente la legge mosaica puniva, è vero, certi delilli coulro la Religione, come la bestemmia, l’idolatria
e simili, ma essa non estendeva la
sua intolleranza siccome l’ha estesa
Vinquisizione dei clericali. I Sadducei
erano eretici; imperciocché negavano
la risurrezione dei morti e l’immortalità dell’anima, e frattanto la sinagoga
li tollerava. Ai tempi di Gesù Cristo
e degli Apostoli vi erano molte sette
fra i Giudei, e lulte erano tollerate;
imperciocché la legge di Mosè non era
inlolierante che coi bestemmiatori, gli
idolatri, i violatori del sabato ed allri
simili delitti. Se valesse dunque il
principio dei clericali intolleranli, il
Cristianesimo dovrebb’essere più intollerante della sinagoga.
Queste ragioni servano di risposta
ai reverendi AeW’Armonia, I reverendi
del Cattolico scendono più ai particolari, e pretendono con alcuni passi
del jVuovo Testamento dimostrare che
Gesù Cristo ha ordinalo espressamente l’intolleranza. Ci riserbiamo di
analizzare nel prossimo numero i passi
addotti dagrinlolleranli redattori del
Cattolico.
liA lilBEKT.V RElilCilOS.t
E GLI EVANGELICI.
Perla edificazione deli’.4rmoraia che
ci sfidava a provare l’intolleranza dei
cattolici, mentre essa si assumeva lo
incarico di dimostrare l’intolleranza
dei protestanti, pubblichiamo il seguente documento:
Comitato provvisorio per la difesa
e propagazione della liberlà religiosa.
Oroburgo 26 agosto 1855.
Conforme al voto espresso dai membri
della Deputazione ecumenica mandata a
Firenze neH’ottobre 1852, firmata Indirizzo della Deputazione u coloro che gli
hanno delegati (1); alcuni cristiani di
(1) V. Rapporto alle Chiese e Coiporaiioni
evangeliche delta Sviizera^ per il colontiello
Troiiclrin ei il conte San CiorRio, loro delrgnli
a Firenze. Gioevra 1852, p. 45. — Archivii
del Cristianesimo, 18b2, p. t~A (20 novcmlire)
ecc. Questo Indirizzo tlalato tla Firenze 3tì ott.,
e firmalo: RODSN, IIbnbv TbomoiK, Cavaji,
EtoBT DB Sobteiiwoube , Aljieiit dk Poiiimits, Fh. de Mimo«, A. de Bo-ms, AiESAsnuB
DE Saiut-Geobues, Joux Thotteh.
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paesi diversi si sono riuniti in conferenza
fraterna ad Oniburgo, vicino a Francoforte
sul Meno, i giorni 23, 2i e 25 corrente,
per occuparsi delia formazione d’un Comitato generale per la difesa della libertà
dellEvangelo.
La conferenza si trovò composta di -19
membri, cioè; d'Inghilterra, il sig. conte
Sliaftesbury, presidente-, sig. Culling E.
Eardley, baronetto ; Rev. D. Edward
.Sleane segretario -, Rev. D. Blackwood ;
Rev. T. R. Brookc; G. Macgregor Esqr,
e G. IL H. Olipbant, Esqr. D'Alemagna,
i signori: D. Tholuck di Halle; pastori
Bonnet e Sudhof di Francoforte; pastore
Tli. Plitt d'Heidelberg; pastore Leuthold
di Friederichsdorf ed il paslore Humbert
di Dornholsbausen. Di Francia, i signori ;
D. Car. Cook di Jiimes; pastore Goguel
di Sainte-Marie-aux-Mines; pastori Federico Monod, segretario, e Adolfo Monod
di Parigi. Di Svizzera, i signori ; D. Preiswerk di Basilea, e Adriano Naville di
Ginevra.
Laconfercnza ricevette l’espressionedei
loro rincrescimenii di non potersi recare
ad Oniburgo, per tale importantissima
deliberazione, dal sig. Meille pastore a
Torino ; dal D. Merle d’Aubigné ; dal col.
Tronchin; dal conte di .San Giorgio e dal
sig. de Watteville di Ginevra; dal signor
Bergman pastore a Winsloff in Svezia,
dal sig. Elout de Soeterwoude d’Olanda;
dal D. Pinkerton di Franeoforte, e dal
sig. Giovanni Monod, pastore a Marsiglia.
Ebbe il contento di ricevere, come visitatori, in una delle sue sedute il signor
Bansa, consigliere intimo di S. A. R. il
Landgravio di Hesse-Omburgo ; il signor
jìastore Droscher di Gonzarbeim ; il sig.
pastore Cross diOmburgo-, il sig. Nip
pert, missionario weslejano degli Stati
Uniti ; il Rev. sig. Butler d'Omburgo ed
il Rev. sig. Clissold di Londra.
Laconferenza discusse successivamente
le tre seguenti quistioni :
I" Avvi luogo d'organizzare in questo momento un’azione comune a favore
della libertà religiosa ?
2' Quali sono i principii sopra dei
quali si fonderà l'opera, e a quali applicazioni speciali di questi principii sarà ristretta l'azione di tale organizzazione?
3° Quale sarà la forma dell’organizzazione?
Prlmn e seconda questione.
La conferenza è stata unanime a risolvere affermativamente la prima questione
e adottare le seguenti risoluzioni :
Il Avendo a cuore di rendere testi mouianza alla grazia del nostro Signor Gesù
Cristo, come pure di adempiere agli obblighi dell’amore fraterno, che unisce fra
di loro i membri del suo corpo ;
<1 Considerando inoltre che ogni uomo
è in diritto d’adorare Dio secondo la propria coscienza, cosi in pubblico come in
privato, come anche di propagare la sua
religiosa credenza, purché egli uon intacchi menomamente nè la morale uè
l’ordine pubblico, e si sottometta alle
leggi del proprio paese, uei limiti prescritti dalla Parola di Dio ;
n Noi intraprendiamo, solto la benedizione del Signore, di venire in aiuto a coloro fra i nostri fratelli in Gesii Cristo che
hanno da soffrire per l’esercizio del loro
culto, per la propagazione della loro fede,
0 per la lettura o diffusione delle Sante
Scritture;
«, Per la direzione dell’intrapresa importante che la conferenza forma in que-
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sfoggi, e la cui esecuzione potrà venire
affidata, più tardi, ad allre mani, i fratelli riuniti credono dovere, prima di
tutto, stabilire i principii che seguono ;
« In primo luogo, non domandare nè
« accettare il concorso se non che da
Il uomini facienti professione delle dot« trine fondamentali, e distintive del
« cristianesimo, quali sono stale riposte
« in luce, e proclamate dalla Riforma.
« Secondariamente, aver sempre da« vanti agli occhi, tasto i principii
Il generali di già espressi, quanto le
IC istruzioni speciali che seguono;
« 1“ Evitare qualunque associazione
<1 coi partiti i quali reclamerebbero la
« libertà religiosa per fini o spirito non
« conformi all’Evnngelo ;
Il 2° Tenersi accuratamente all'ìnfuori
n dalla politica, e mostrare in ogni oc« casione il rispetto dovuto alle auto« rità costituite ;
Il 3“ Ristringersi a fare uso dei mezzi
« consentiti dall'Evangelo, ed applicarli
« in uno spirito di umiltà, di carità e
<1 di pace;
« 4" Innalzarsi al dissopra delle se« condarie divergenze che possono e
0 sistere fra veri cristiani, e lavorare
• per quanto sia possibile, col concorso
Il di tutli a pro di tutti ».
Queste risoluzioni, che formano la
base medesima dell’opera intrapresa,
sono state, attesa la loro importanza,
originalmente compilale e votate dalla
Conferenza, in Francese, in Inglese ed
in Tedesco.
Terza questione.
Furono adottate le proposizioni segnenti:
« 1“ I membri che compongono questa Conferenza si costituiscono in Comitato provvisorio per la difesa e propagazioni della liberlà religiosa conforme alle risoluzioni di già adottate.
Sarà deciso in ciascun caso speciale
d'oppressione, se l'azione del nuovo
organamento dovrà sì, o no, essere
applicata.
(I 2“ 1 fratelli inglesi presenti formeranno una Commissione esecutiva. È
facoltativo a questa Commissione di
aggiungersi altri fratelli, sia inglesi,
sia forestieri.
K 3“ Alla Commissione sono date le
seguenti istruzioni ;
K (a) Ella inviterà ad aggiungersi al
Comitato provvisorio: I ) 1 membri
della deputazione Toscana che firmarono l’indirizzo ai loro committenti,
datato Firenze 50 ottobre 1852, Indirizzo il quale condusse alla riunione
dell'attuale Conferenza: 2) Gli uomini
che nelle varie parti del mondo possono, per la loro posizione che occupano nella Chiesa di Cristo, e nel
loro rispettivo paese, prestare grandi
servigi alla causa.
0 (l>) Ella convocherà «na nuova Assemblea deliberante, simile all'altuale
riunione, ma più numerosa, verso il
mese d'agosto o di settembre 1854,
a Basilea, od in qualche altra città
centrale del continente. Quest’Assemblea risolverà le questioni d'organizzazione, sulle quali la Conferenza attuale non crede di dover ancora pronunciarsi.
« (c) Essa corrisponderà colle ramificazioni dell' Alleanza Evangelica e
dell’Alleanza Protestante che esistono
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« in diversi paesi, col Kirolientag, e se
« la cosa sembrasse utile, con la socielà
« di Gustavo-Adolfo in Aleinagna, come
« ancora con allre società, od individui
« che in Alemagna, o altrove, amassero
« di concorrere allo scopo che si pro<t pone la Conferenza. L’oggetto di que« sta corrispondenza sarà d’assicurarsi,
« se sarà necessario di foruiare delle
« nuove organizzazioni, o se il fine può
« esser raggiunto coi mezzi d organiz« zamento di già esistenti.
K {il) Essa presenterà all' Assemblea
« deliberante progettata il risultato della
• sua corrispondenza , e preparerà un
« programma generale di questioni di
« cui quest’Assemblea dovrà occuparsi.
« Essa proporrà specialmente , se sarà
« il caso, la formazione d’un Comitato
ìt permanente, cui incomberà di met« tere in pratica i principii rinchiusi
« nelle risoluzioni che sono state adot« tate.
« (c) Detta Commissione si riunirà a
« Londra nella terza o quarta settimana
« del venturo mese di ottobre. Ogni
« membro del Comitato provvisorio avrà
« il diritto d’intervenire a questa riu« nione, e prender parte alle delibera« zioni.
it (/} Se dei casi di violazione della li« berta religiosa venissero a conoscenza
« della Commissione esecutiva, essa è
» autorizzata ad occuparsene secondo
« la sua prudenza , e nel senso delle
« risoluzioni adottate dalla Conferenza,
X cercando direzione da Dio, ed appog« piandosi sulla sua grazia.
« i” La Commissione esecutiva con« vocherà il Comitato provvisorio qual't che ^omo avanti la riunione dell’As
« semblea deliberante progettata, e nella
« stessa città.
Il 5® La Commissione farà conoscere
tt prima, od al più tardi quando si con« vocherà l’Assemhlea , in qual lingua
n le deliberazioni vi saranno essenzial« mente dirette. Essa annuncierà altresi
« che i documenti officiali vi saranno
n compilati in francese, in inglese ed
" in tedesco. La Commissione esecutiva
II risolvette in appresso di compilarli
tt anche in italiano ».
La Conferenza si è occupata per qualche istante dei mezti d'azione da mettersi in opera ; ma ben tosto giunse
alla conclusione essere impossibile di
stabilire per il momento a questo riguardo regole sufTicienti. Inconseguenza,
da questo punto fino alla convocazione
dell'Assemblea che deve riunirsi nel
essa si è riferita alla Commissione
esecutiva , la quale dovrà agire con
prudenza, e nello spirito delle risoluzioni che furono prese, e dei principii
stabiliti , ed in modo tale da non impegnare la Conferenza dell’anno venturo.
Parecchi casi di persecuzione religiosa
furono deposti sul banco della Presidenza. Nell’impossibilità d’occiiparsene
utilmente prima della chiusura delle
sedute , la Conferenza li ha rimandati
puramente e semplicemente alla Commissione esecutiva che provvederà nella
sua saviezza.
La Commissione fu incaricata ancora
della questione finanziaria relativa alr Opera intrapresa , come pure della
compilazione di tutto ciò che si riferisce alle pubblicazioni ufficiali ch’ella
crederà utile di fare a nome della Conferenza.
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Dopo aver cosi regolato quanto spetta
all’organizzazione provvisoria dell’Opera,
la Conferenza decise di mandare in suo
nome una Deputazione alla grande Assemblea ecclesiastica che deve riunirsi
a Berlino il 20 settembre prossimo,
sotto il nome di Kirchentag.
Questa Deputazione è composta come
segue: Rev. D. Edward Steane, pastore
Battista; rev. F. R. Brooke, rettore di
Avening, della Chiesa anglicana, per
l'Inghilterra; sig. pastore Th. Plitt della
Chiesa evangelica unita, a Heidelberg;
sig. paslore Sudhof, della Chiesa riformata a Francoforte, per l'Alemagna;
signor pastore L. Mayer, della Chiesa
della confessione d’Augsbourg a Parigi ;
sig. pastore Federico Monod, della Chiesa
evangelica libera a Parigi, per la Francia; sig. dott. Merle d'Aubignè, della
Chiesa evangelica di Ginevra, per la
Svizzera.
La Commissione esecutiva è stata incaricata di dare immediatamente avviso
al Comitato centrale del Kirchentag della
nomina e della composizione di questa
Deputazione, e di compilare per la Deputazione delle istruzioni che saranno
comunicate aU’Assemblea di Berlino. Le
fu dato il potere d'aggiungere, se lo
crederà utile, nuovi membri alla Deputazione.
È stato espresso ed appoggiato il desiderio che la Commissione esecutiva
fissi ai cristiani d'ogni paese dei giorni,
nei quali saranno invitati ad innalzare
a Dio speciali preghiere per la prosperità e lo sviluppo dell’Opera or ora
fondata.
Furono votati ringraziamenti a lord
Shaftesbury, per l'appoggio ch’egli ha
dato col suo nome, colla sua presenza
e col suo concorso a quest'Opera, che
prospererà sotto la benedizione di Dio,
e per lo zelo e bontà con la quale si è
compiaciuto di tenere il seggio presidenziale durante tre lunghe e faticose
sedute ; a sir Culling Eardley per lo
zelo e l’attività spiegata affine di procurare la riunione della Conferenza di
Omburgo, e ai due segretarii pel modo
con cui disimpegnarono il loro uffizio.
Dopo una fervorosa preghiera di rendimento di grazie e supplicazioni, pronunciata dal signor pastore Adolfo Monod, le conferenze furono dichiarate
chiuse, ed i membri si sono ritirati
benedicendo il Signore, e pieni della
soave speranza che 1 loro lavori sieno
stati conformi alla volontà Divina, e che
da Dio saranno benedetti.
Ogni seduta della Conferenza si apriva
con la lettura della Parola di Dio e colla
preghiera, e terminavasi pur colla preghiera.
Quest'Opera è stata fondata in uno
spirito di umiltà e di preghiera, e in una
umile dipendenza da Dio e dalla sua
grazia. Lo sviluppo ed i frutti potranno
sotto la benedizione del Signore acqui-«
stare una grande importanza per l’avanzamento del suo regno sopra la terra.
L'amor fraterno è il vero mezzo di accrescere questo regno; e quest'Opera
deve di necessità riunire poco a poco
tutti i veri cristiani.
Tale è il riassunto estratto dai processi
verbali di quanto si è fatto alla Conferenza d'Omburgo. Noi non aggiugneremo parola a questa semplice esposizione, la quale ci sembra sufficiente a
patrocinare la causa che ci sta a cuore
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presso tutti coloro i quali, avendo fatta
l’esperienza personale del prezzo inlìnito dell'Evangelo di Gesù Cristo, sentono il bisogno di vedere quest'Evangelo propagarsi liberamente in mezzo a
coloro che non lo conoscono ancora
nella sua verità e purezza. Deh, i cristiani i quali hanno apprezzato per se
medesimi la libertà di coscienza e di
cullo, s'uniscano a noi per assicurare
questa santa ed imperscrittibiie libertà
ad un SI gran numero di fratelli nella
fede sparsi nel mondo, che in tanti
luoghi, ed in tante maniere ne sono
ancora privi, e gemono sotto ii peso
degli ostacoli che loro sono opposti, e
delle persecuzioni dirette cui sono fatti
segno.
Nella seduta della Conferenza d’Omburgo del 24 agosto un membro ricordò che queslo giorno era l'anniversario del S. Bartolomeo (24 ag. 1S72),
e fece osservare ciò che vi era di bello
e di sorprendente in occuparsi, nella ricorrenza di tale memoria, a proteggere
e difendere la libertà religiosa di tutti
i cristiani.
A questo ricordo quanti altri se ne
potrebbero aggiugnere, i quali tutti dimostrano la necessità dell'Opera nostra,
e la raccomandano all'affetto, al concorso ed alle preghiere dei figliuoli di
Dio!
Possa la benedizione del Signore riposare sopra quest’Opera, e sopra qualunque altra mai venga intrapresa per
la sua gloria, e secondo la sua Parola.
A nome della Conferenza
Firmati: Shaftesbury, Presidente.
Edwart Steane I
Friìbkric MoNon, pastorei
NB. Le comunicazioni dovranno essere dirette, sia al Uev. E. Steane,
D. D. Camberwell, Londra ; sia al
sig. pastore Feuei\ico Momod, via
Latour-d’Auvergne, 57, a Parigi;
sia infine al sig. pastore Meili.e,
Torino.
DICHIARAZIONE.
Il giornale VAnrìonia, parlan(ìa ne(
suo numero 115 di un foglio venulo
alla luce il giorno di dotnenica 11
corrente, col titolo di Rogantino Piemontese, il quale foglio è scritto con
molto brio e talènto annunziasi comft
« programma di una Crociata civilii'
« cristiana coniro l'ognor crescentP
« irruzione dei clericali », chiama
questa pubblicazione, un movo tentativo dei protestanti in Torino.
Siccome suole VArmonia con questa parola alludere ai cristiani evangelici, noi ci crediamo in obbligo di.
dichiarare nel modo più positivo, sicuri di non venire smentiti:
1“ Cli#la Chiesa evangelica, rfi'
Torino, come tale, è del tutto estranea
alla summentovala pubblicazione;
2" Che nemmeno uno fra gli
scrittori di delto foglio, per quanto ci
consta, uon appartiene alla Chiesa:
evangelica.
3" Che nessuna società, uniaroi
0 comitato evangelico aiuta o protegge questa pubblicazioHe.
10
Le qua)i dichiarazioni noi facciamo,
non già perchè un giornale che si
prefigge il nobile fine di far risorgere
la religione, abbassando e smascherando coloro che la deturpano, non
abbia insieme alla simpatia di tutti i
buoni ancora la nostra, ma a solo
onor del vero, e perchè uon sì attribuisca agli Evangelici ciò che non è
di loro.
La Direzione.
CRITICA DliGlI EVANGKLl
DI A. BIANCHI-GIOVINI
(Continu<Èione)
5.
Nel capo IV del lib. I, il sig. Giovini
discorre degli Apocrifi, cominciando
così: o Se la Chiesa antica rigettava dalli l’elenco dei libri sacri alcuni cbe fu« rono poi ammessi dalla Chiesa moie derna, per compenso ella ne ammetteva
« altri sui quali la Cliiesa moderna ha
« cambiato di parere ». Siamo nel solito
equivoco che ci tormenterà un hel po’
in Italia, nelle discussioni cogl'increduli. Parla l’autore della ^a Chiesa ,
0 solamente della romana rappresentata
dal papa e suoi satelliti ? Se non credesse altra forma possibile di Chiesa che
la romana, noi ripeteremmo la Innga protesta fatta da’nostri maggiori insino a
noi, e se è protesta di un piccol gregge
ricordiamo le parole di Cristo in Matteo
VII, 14 e in Luca XII, 32. L'elemento
valdese che ora Dio apre alia luce é
un elemento italiano, si voglia o no; e
perciò l’Italia maglio che ogni altra na
zione, ha serbato nel suo seno sempre
viva la protesta contro le novità introdotte nella Chiesa , chè ciò che conta
sei e sino a diciassette secoli d’esistenza
è ben nuovo a tal riguardo. Abbiam
dunque diritto, mi penso, e diritto guadagnato dai nostri maggiori a fronte dei
quali i giustamente lodevoli Lutero e
Calvino son modernissimi, abbiam diritto, ripeto, di domandare agl’increduli
che , parlando di Chiesa, ritengano la
definizione che sorge dal Vangelo , la
quale ha per sè un libro divino e una
storia d’innumerevoli martiri. Ritenuta
tal definizione e sciolta la quistione
il'ogni elemento estraneo, cercherò di
svolger meglio qualche idea detta per
10 innanzi in questa corrispondenza.—
Dio avrebbe potuto far la redenzione in
un attimo : la sua onnipotenza avrebbe
grandemente brillato , ma considerate
studiosamente come l'uomo ci avrebbe
perduto. Tutto si sarebbe operato da Dio
e l’uomo macchinalmente avrebbe ricevuto il gran benefizio. La carità di Dio
al contrario ha voluto riserbar tal dignità nell' uomo , che nulla ha voluto
fare senza l’elemento umano. Se il Salvatore è Dio, è uomo parimenti ; onde
noi uomini colpevoli (e ci vuol un gran
orgoglio a non crederci tali !) possiamo
presentarci salvati da un fratello , il
quale perciò si dà l’augusto titolo pieno
di profondo significato di Figliuol dell’uomo. Così non scapitiamo iu dignità,
11 che sarebbe avvenuto se la salvazione
fosse stata apparecchiata da un angelo
per esempio. Uomo e Dio, ecco ia sintesi che si posa in tulle le parti del
cristianesimo e scioglie tutte le difficolti
metafisiche e sociali. Crislo perciò non
11
è accettato se non da ehi sente il bisogno della salvazione , e Dio non fa
che disporre il cuore a ciò. La redenzione perfetta in Cristo passa perfetta
in coloro che vi credono cnn fede operosa per carità; ma questa perfezione
stessa permette, anzi vuole uno svolgimento progressivo e nell’individuo e
nell’umanitii. La base resta incrollabile
sin da quei primi credenti riuniti Dell’alto solaio, sino all'ultimo de’ cristiani
d’oggidì, ma il nuovo principio fecondato dallo Spirito Consolatore penetra
dovunque d’anima in anima, di generazione in generazione , di socielà in
società, e fruttifica, conferma e assoda.
E provien da questo che il cristianesimo
avendo dogmi inalterabili è la dottrina
che più si presta al progre.sso. Applichiamo ora queste idee al Canone. —
Dio ispira uomini suoi a scriver libri
storici, dottrinali e profetici, e loro dà
la piena ispirazione. Gli omologumeni
son presto riconosciuti e sin da principio non manca ciò che forma la parte
principale del Canone : quanto agli antilegomeni si d'scute e poscia in fine si
riconoscono parimenti per ispirati. Cosi
l’opera dello Spirito di Dio si compie,
quanto al Canone, nell'umanitii- questa
è condotta liberamente a riconoscerlo e
il Canone si ritiene generalmente per
definito. Vi lagnerete che Dio abbia voluto cosi associare all’opera sua l’umana,
la quale, piccola e lenta che,sia, mostra quanto è benigno quel Dio che ci
appella a tanto onore? — Or per l'altro
verso, degli uomini creduti pii, o realmente tali, scrivono de’ libri religiosi :
i fedeli cominciano a leggerli per edificazione : alcune voci sorgono a chia
marli canonici, si moltiplichino pure e
che perciò? Lo Spirito di Dio lavora
adattandosi alle umane condizioni , e
quindi tutti i fedeli riconoscona l’errore;
qual meraviglia che si ritengano simili
libri buoni forse, ma non ispirati? La
lettura degli Apocrifi, del resto fatta cou
buon senso storico, non serve che a rivelare l’altezza de’ libri canonici. — In
conclusione , io tengo soda opinione ,
che la formazione del Canone, avvenuta
senza forza esteriore, liberamente, con
facoltà di discussione tra’ fedeli e della
quale vi son larghe tracce ne’ Padri, è
una delle più belle prove del principio
divino cbe splende nel cristianesimo, e
di quel libero esame che Dio permette,
e di cui si vale per l’assodamento della
verità ; come il riconoscimento generale del Canone mostra che per dare
unità alla Chiesa non è necessario d’avere un tribunale infallibile e corteo
di armate per im[)orla.
LA PROVA DELLA FEDE
{Continuazione e fine).
Le tentazioni e le prove sono la dimostrazione della nostra fede: colui che non
è passato per tali prove non solo è incognito ai suoi fratelli, ma è ignoto eziandio a se stesso. La tranquillità di spirito
e la p:ice del cuore che sono l’efTetto della
fede giustificante non mai si conoscono
meglio che nella prova: sia il cristiano
nella tribolazione, nella persecuzione e
conservi intera la pace e la tranquillità;
non s’irriti contro gli uomini autori
della persecuzione o delle sue miserie;
non mormori contro la Provvidenza, cd
avrà in sè una dimostrazione che la grazia
12
di Dio abita in lui. Dio si compiace di
mandare le prove più forti a coloro die
arricchisce maggiormente dei suoi favori : Giobbe ed Abramo ne sono due
grandi esempi.
Queste tentazioni sono chiamate da s.
Pietro fané. Colui che ha formato il nostro cuore, Colui che lo ha rigenerato sa
quali sono le forze cb’Egli ci ba date ;
ed è fedele per non permettere che noi
siamo «tentati sopra le nostre forze» (1.
Cor. X, 13) ; ossia sopra le forze ch’Egli
ci ha date ; perciò le tentazioni sono varie. Prove che rigitardano il corpo, sofferenze della vita, aillizioni di spirito,
combattimenti interni, agitazioni di coscienza, tali sono sovente quaggiù le tentazioni dei figli di Dio. Non è dunque'
meraviglia se al presente qualche volta
siamo un poco contristati. Il cristianesimo non conosce l’orgogliosa apatia
dello stoico, che fa uno sforzo ine.spriniibile per dimostrare insensibilità : la
tentazione è una prova che ci dà Dio, e
noi non dobbiamo farne poca stima [Ebr.
XII, S) : dobbiamo ascoltare la verga, e
colui cbe l’ha fatta venire [Michea VI,
fl): solamenle non ci dobbiamo abbattere,
ma la fede conlrabilanciando e superando
l’afflizione dobbiamo dire al Signore: «Io
ammutolisco, io non aprirò bocca, perciocché tu bai fatto questo » {Salm.
XXXtX, 9).
Per consolare i cristiani nel tempo dell’afflizione l'Apostolo aggiunge che questo tempo è breve : al presente un poco.
S. Paolo esprime forse con maggior chiarezza il pensiero di s. Pietro : perciocché
egli dice: (2. Cor. IV, 17), «la leggera nostra afflizione, che è solo per un momento ci produce un soprammodo eccellente peso eterno di gloria!»
Acciocché la prova della fede vostra
mollo più prezio.ca dell’oro che perisce.
Due prove ci presenta l’Apostolo in queste parole : la prova della fede per mezzo
della tentazione, e la prova dell’oro per
mezzo del fuoco. Prima idea dell’Apostolo io credo che sia esporre la preziosità della fede. Siccome l’oro è fra tutti i
metalli il più prezioso, e gli uomini monddni lo cercano avidamente; così la fede
è la più preziosa cosa pei figli di Dio. Secondo pensiero dell’.^postolo è, che siccome l’oro si prova col fuoco, così la
fede si prova colla tribolazione. Quante
volte non siamo ingannali nel riconoscere l’oro? Gli uomini stessi dell’arte,
onde riconoscerlo lo espongono all’azione degli acidi i più forti, e se l’oro è
puro brilla maggiormente sotto quella potente azione, mase è falso svanisce tutto
il sno splendore. La prova del fuoco però
è la più decisiva. Sotto l’azione di
un fuoco possente, l’oro si purifica e
prende maggiore splendore ; le impure
mescolanze sono distrutte, e se l’oro
stesso è falso il fuoco lo manifesta. Così
secondo il pensiero dell’Apostolo si riconosce la vera fede dalla falsa. È facil
cosa farsi illusione sulla propria fede nel
tempo della prosperità; quando noi siamo intorniati come da un riparo, quando
Dio benedice tutte le opere delle nostre
mani, quando godiamo di una buona salute, quando tutto va a seconda dei nostri desiderii, allora facilmente si benedice il Signore, si sente un fervore di
spirito, un amore per la preghiera, uno
zelo pel servizio di Dio : ma se Iddio
stende la sua mano sopra di noi per
provarci, tutto il nostro zelo, il noslro
amore sparisce, cadiamo in abbattimento
13
e non ci resta che una fede storica. Or
ecco il perchè il nostro Apostolo insiste
tanto sulle prove della fede, aflìnchè non
ci facciamo illusione in uu punto così
interessante. Noi potremo esser certi di
nostra fede, quando ncU'afflizione potremo gloriarci, sapendo che l’afUizione
opera pazienza, e la pazienza sperienza,
e 11 sperienza speranza, e la speranza
non confonde (Rom. V. 4, S).
La nostra fede è più preziosa dell’oro
che perisce. Quanto la vita eterna è più
preziosa della vita temporale, tanto la
fede è più preziosa dell'oro. L'oro è il
fondamento di ogni terrena ricchezza; la
fede è il fondamento di tutte le altre grazie di Dio. Se noi dunque vogliam provare l’oro col fuoco per dargli il suo
giusto prezzo, qual meraviglia che Dio
provi la nostra fede colla triholazione ?
La prova dell'oro per mezzo del fuoco
ha due lini ; di purgarlo dalla lega, e di
riconoscerne la purezza; l’una e l’altra
di queste prove conviene alla nostra fede.
Per quanto ci crediamo innanzi nella via
della santificazione, finché siamo sulla
terra sempre restano in noi gli avanzi
dell’antica incredulità; non vi sono che
le alllizioni che ravvivano e purgano la
fede del cristiano. Finché siamo nella
prosperità possiamo farci illusione sulla
nostra fede; ma quando usciamo dal
fuoco della triholazione illesi, possiamo
essere certi, e dire con s. Paolo; so a
chi ho creduto (2. Tim I. 12).
Però la prova più forte di nostra fede
è quella che Dio opera senza strepito
al di dentro di noi. Un sentimento di
onore, di fermezza, di amor proprio può
farci illudere sulle prove esteriori ; ma
quando Dio permette che un’anima sia
straziata nella sua coscienza, quando Dio
ritira da quest’anima il sentimento di sua
misericordia, e non si fa vedere ad essa
che in aspetto di giudice sdegnalo, quando le toglie tutte le consolazioni ; se
malgrado tal sentimento (juelTanima fedele alla Parola di Dio si confida in Lui,
aspetta da l.ui, unicamente da Lui, interamente da Lui la sua liberazione, ed a
misura che egli più fortemente la percuote essa più fortemente si attacca a
Lui, eccola grande prova della vera fede.
Dopo una lale prova quell'anima può
gioire della sua fede purificata siccome
l'oro col fuoco. ’
SiOXlZie liEEiIG10S£
Toscana. Una signorina Scozzese è
stata arrestata ai bagni di Lucca, per
delitto religioso. È da qualche giorno
che noi sapevamo il fatto per particolari
relazioni, ma ci pareva tanto strano che
credevamo le nostre relazioni esagerate;
ora però che i giornali inglesi lo raccontano con tulte le sue circostanze,
ne daremo ancora noi parte ai nostri
lettori.
La signora Cunninghame, dama scozzese di rispettabilissima famiglia, aveva
per cagione di salute passala la stagione
estiva con due sue figlie ai bagni di
Lucca. Lunedi 12 corrente mandarono
all’ufficio del Delegalo per prendere il
loro passaporto, onde continuare il viaggio per Roma e Napoli ; la polizia disse
essere necessario che le signore andassero personalmente airufTicio. Per quanto strana sembrasse una tale esigenza,
la signora Cunninghame con una delle
sue figlie andarono all’ufficio. Giunte
14
colà, le fu domandato il percliè l’altra
figlia Margherita non era andata : la madre rispose che era in letto malata; il
Delegato ordinò che dovesse ciò non
ostante presentarsi immediatamente. La
giovane malata si levò ed andò. Appena
la giovane Margherita Cunninghame si
presentò, il Delegato le intimò l’arresto
e le disse che era accusata di attacchi
contro la religione dello Stato, e che
per ordine superiore doveva mandarla
a Lucca. La giovane cristiana ricevette
l’ordine con ammirabile tranquillità di
animo; ed immediatamente circondata
dai carabinieri, fu strappata dal seno
della desolata madre, e della sorella cbe
si struggevano in lagrime. Due soli amici
di famiglia Sir William Millar, e il rev.
Gordon poterono ottenere il permesso
di accompagnarla ; il primo dei quali
essendo persona di alto rango, prima di
partire tentò di andare dal Gran Duca
che si trovava ai bagni, ma gli fu negato l’ingresso.
Partirono dunque in mezzo ai carabinieri. Giunti in Lucca, la signorina
Cunninghame fu rinchiusa nel carcere
penitenziario, ove ha tanto solTerto la
povera Rosa Madiai. I due amici che
l’avevano accompagnata tentarono di
piegare a clemenza le autorità, ma
gli fu risposto che erano ordini superiori ai quali non potevano apportare
veruna medificazione, e che in questo
caso essi non erano che gli stromenli di
una volontà superiore. Si portarono immediatamente a Firenze per informare
di tuttociò il sig. Scarlett incaricato di
affari nell’assenza del Ministro inglese
Sir Henry Uulvver. Il sig. Scarlett ha
fatto tutto quello che si conveniva al
rappresentante di una potente nazione
per difendere una sua connazionale.
L’incaricato di affari americano si è
unito a lui per domandare a nome anche dell’America la liberazione della signorina Cunninghame, raa il Gran Duca
si è mostrato inesorabile. In risposta
agli argomenti incalzanti dei rappresentanti delle due grandi potenze il
Granduca diceva che la giustizia doveva
fare il suo corso. La Granduchessa
stessa mostrava grande dispiacere per
per tale arresto, ma non osava interporsi conoscendo l’umore del marito. I
ministri si sono dimostrati favorevoli,
ed il .‘ig. Lami ministro di grazia e
giustizia ha promesso di far sollecitare
il processo, e di tentare in seguito di
piegare a clemenza il Granduca [per
farle far grazia.
La signorina Cunninghame è accusata
di aver dato ad un contadino ima Bibbia,
ed una copia di un libretto spirituale intitolato ; / progressi del Pellegrino, e si
invoca contro di lei 1’arlicolo IST del
nuovo codice criminale : « Chiunque metterà in circolazione libri ostili alla fede
cattolica neH’intenzione di ritrarre dalla
sua comunione qualche membro di essa,
sarà condannato alla casa di forza e sottomesso ai lavori forzati per uno spazio
non minore di cinque anni, e non maggiore di dieci ».
Questo fatto non ha bisogno di commenti : ecco a quali eccessi arriva il paterno governo del cattolicissimo granduca ! E poi irev. deU’vlrmonia ci sfideranno
ancora a provare che i governi cattolici
sono intolleranti ?
Cina. Il sig. Tommaso Thompson cri•stiano inglese dimorante nella Cina ha
15
immaginato una nuova associazione libraria. Conoscendo che nelle attuali disposizioni dei Cinesi è ora il tempo di spargere
con profitto la Parola di Dio lia commesso
alla società biblica di Londra una nuova
edizionedi J ,000,000 di .Nuovi Testamenti
in cinese per essere distribuiti in quel
vasto impero. La società biblica ha calcolato che potrebbe darli a quattro soldi
inglesi (40 centesimi) la copia compresa
la legatura. 11 sig. Thompson ha aperta a
tale effetto un'associazione fra tutti i cristiani evangelici, in guisachè ciascuno
può associarsi per una copia o più copie
del N. T. in cinese, da regalarsi ai poveri
cinesi cbe giacciono nelle tenebre del paganesimo.
AH'ufficio della Buona Novella, e nella
libreria evangelica di Giacomo Biava, via
Carlo Alberto, dirimpetto al caffè Dilej, si
ricevono le associazioni. I cristiani evangelici delle provincie cbe vorranno concorrere a questa pia associazione potranno
unirsiemandare alla direzione della Buona Novella, un vaglia postale per l’ammonto delle loro associazioni.
CRONACHETTA POIITICA
PiEMO.NTE. Guardia Nazionale di Torino. — Ordine del giorno 24 settembre 1853.
Graduati e Militi I
Terminate le fazioni campali il bravo
Esercito nostro raggiunge i posti di sua
destinazione e riprende quel maggiore
servizio a cui in sua assenza voi foste
chiamati.
Fidi al vostro mandato e temprati a
nazionali virtù, nel modo 11 più com
mendevole corrispondeste alla fidanza
in voi riposta; concordi sempre e pronti
per quante volte la Patria su voi faccia
assegno, nuovi titoli acquistate in oggi
alla sua riconoscenza.
Gelosi di essi, nè sdegnando i meritati encomii che io pure con tutto l’animo vi tributo, vogliate con indefessa
perseveranza, di cui già faceste si sublime prova, addimostrare ognora comc
il prezioso edificio di libertà innalzato
dalla generosità di un Magnanimo Principe e venerato dalla lealtà e fermezza
dell’Augusto suo Figlio occupi il primo
dei vostri affetti, ne sia per voi la tutela ii più sacro dei vostri doveri.
Pel generale comandante Stiperiore
Il colonnello capo dello Stato Maggiore
Avv. F. Cerbuti.
Ro.ma. (Cosi il corrispondente della
Gazzetta di Augusta). Il regime cbe i
medici hanno consigliato al papa, segnatamente il solito moto quotidiano in
vettura e a piedi all’aria aperta, non
sembra che sia rimedio efficace contro
la corpulenza di S. Santità, che va sempre aumentando. Le fu inoltre ordinato
di esercitarsi giornalmente al bigliardo;
e il papa che prese sempre gran diletto
a questo giuoco, consacra ora giornalmente al medesimo un’ora, dalle cinque
alle sei pomeridiane , per il solito in
compagnia di mons. Stella , con cui è
maggiormente stretto in amicizia.
Francia. Corrispondenza del Parlamento.
Sì annuncia decisamente l’entrata dei
vascelli anglo francesi nel Bosforo. Secondo un dispaccio recato a Marsiglia dal
Nilo vi sarebbero già alcuni bastimenti
sotto il comando di un vice-ammiraglio
16
francese, LebarLier de Tinan. All’entrata
avrebbe dato pretesto la pratica degli Uleina e l’impotenza del Sultano a tenere
i suoi sudditi in dovere. Ognun vede che
la Francia e l’Inghilterra, scorgendo la
complicazione delle cose, disegnano di
svernar colà per esser pronte ad ogni
CT-ento la prossima primavera. Del resto
Tentrata delle flotte è confermata anche
dal nostro ministro degli affari esteri.
Ormai riesce impossibile prevedere dove
riuscirà la questione d’Oriente,
Le notizie d'Inghilterra sono molto inquietanti. Il grano è in rialzo ; le patate
mancano ; il numerario rarissimo.
Costantinopoli. — Un dispaccio telegrafico di Marsiglia riportato dalla Presse
del 27 conferma la notizia dell'entrata di
alcuni vascelli inglesi e francesi nei Dardanelli. La Presse persiste a credere ehe
la missione di questi vascelli non è che
una missione di precauzione di polizia e
di ordine pubblico. ì\ Journal des Debats
e VAssemblée Nationale sono dello stesso
avviso e credono che la presenza dei vaicelli inglesi e francesi nelle acque di
Costantinopoli garantirà la sicurezza dei
residenti cristiani e la libertà d'azione del
governo!! — Che si voglia fare una seconda edizione della spedizioneldi Roma?
Un corrispondente du Journal des Débats attribuisce al Divano un progetto
bellicoso. Omer-Pachà sarehhe tacitamente autorizzato a prendere l'offensiva.
Le feste del Bairam sono passate tranquillamente. La petizione degli Ulema è
confermata. La si vorrebbe però attribuire
ad una sola frazione di questo corpo.
Intanto è positivo ohe giungono sempre
nei Principati novelli rinforzi dalla Russia
meridionale (Gazzettadel Popolo).
Scozia. — Venerai 16 corrente si manifestò un incendio nelle vicinanze di
Balmoral vicino al palazzo ove risiedeva attualmente la Regina e la sua
reale famiglia. In un istante il popolo
accorse in folla per ispegnere l’incendio e salvare le miserabili vittime; si
formò una lunga catena di persone che
si passavano le secchie dell’acqua; in
(luesta catena mescolati coi contadini
si vedevano il principe Alberto e due
dei suoi fieli il principe di Wales, e il
principe Alfredo che davano l’acqua ai
pompieri, ed incoracgiavano col loro
esempio i lavoranti. La Regina stessa
non meno attiva del suo marito e dei
suoi figli correva innanzi e indietro incoraggiando e dando ordini per salvare
persone e robe. Con tali incoraggiamenti il fuoco fu spento, e non si ebbero a deplorare gravissimi danni.
Stati Uniti. Il Governo degli Stati
Uniti si troverebbe quanto prima in un
singolare imbarazzo, quello delle ricchezze.
Risulta infatti dall’ ultimo bilancio
compilato dalla Tesoreria nazionale, in
data 29 agosto , che la Cassa federale
possiede un eccedente di 26 milioni di
dollari (155 milioni di lire), il tutto in
monete d’oro e d’argento. Ora egli è
probabile che dopo il finire di agosto
questo eccedente abbia ancor aumentato
e che sorpassi oggi 50 milioni di dollari (ISO milioni di lire) che chieggono
un utile impiego. Che si farà di questo
magnifico risparmio? È l’interrogazione
che si fa da un estremo all’altro dell’Unione, e che ciascuno risolve a suo
talento.
NtovA Orleans. La febbre gialla in
Nuova Orleans ha di già mietute novemila vittime! Ora l’epidemia si è manifestata* anche fra la classe agiata.
Messico, fare inevitabile una insurrezione nel Messico; diversi Stati hanno
protestato contro la dittatura di Santa
Anna.
Bombai. La valigia postale inglese è
andata perduta. L’equipaggio è stato
assassinato dai Cinesi.
Cina. 11 seguente carteggio di Canton
5 agosto, ci dà qualche relazione riguardo
le operazioni degl’ insorti cinesi; a Si
vocifera che un corpo di truppe appartenenti ai patriotti abbiano passato il
gran canale, e si trovino ora alla distanza di 200 miglia inglesi da Pekin.
Questa voce merita conferma; ma ove
si verificasse, si potrebbe dire che l’attual dinastia ha finito di esistere. Gli
insorti sono disposti s'i favorevolmente
verso gli stranieri, che un fatto simile
riescirebbe sommamente vantaggioso alle
relazioni delle altre nazioni col vasto
impero cinese. «
Direttore G. P. MEILLE.
Giuseppe Mirapel gerente.
TIP. SOC. DI X. PONS E COMP.