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DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 34
Una copia tir» 3 0
ABBONAMENTI
--------------
/ Eco: L. 1.300 per Tintemo [ Eco e La Luca-. L. 2.000 per rintemo | Spedii, abb. potute - l Groppo
\ L. 1.800 per IVitero | L. 2.800 per l’eitero | Cambio d’indiriiio Ufo 50
TORRE PELLICE — 1 settembre 1961
Ammin. Clandiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
Il blocco temporaneo sbloccherà la situazióne?
Il muro di Berlino
A rendere più assoluto il blocco da parte del governo di Pankow della libera circolazione fra le due Berlino, un muro di
cemento airimato — 70 metri dietro il quale, nei punti strategici del settore orientale, ne sla sorgendo un altro — è sorto a
dividere Berlino-Est dal settore occidentale della città. Dietro quel muro che divide simibolicamenite un po<polo e concxetamente amici e familiari, due mondi si
fronteggiano, con mitra e carri armali.
In evidente accordo con i sovietici, Ulbriclit prese questa decisione ai primi di
agosto, per frenare l’emorragia di rifugiati
che sempre più numerosi riparavano in Occidente attraverso la valvola di sicurezza
della frontiera aperta di Berlino-Ovest (si
calco-la ohe a fine luglio si sia raggiuntó
un ritmo giornaliero di tremila profughi,
conceiilrati prima nel campo di Marienfeld e poi smistati nelle varie regioni della Germania federale). Però è forse troppo
eem'tli 'islit'o aft'ermare che tale è stata la
vera intenzione orientale — del resto Pargoinento è almeno in parte reversibile: le
’perdite,’, se hanno indebolito i quadri
della DDK, hanno pure rappresentato una
valvola di sicurezza per alleggeriire la pressione iiileriia degli scontenti contro il regime (li Pankow, che ora invece si accunuler.'i. No, la risposta ha da essere più
comidcssa. Il blocco di Berlino-Ovest è
lira iKiU'tite illegalità, una chiara rottura
degli accordi quadripartiti sullo statuto
provvisorio della città intera — rottura del
resto già iniziala quando i russi avevano
ceduto ninilaleralmente a Pankow il settore Est : d’altra parte si è riconosciuta
piihldi« ámenle e ufficialmeme l’impopolarità del riigime della DDK, aiTischiando
forte il prestigio inorale orientale specie
presso gli afroasiatici che, .se non sono filo-orciilentali, sono tuttavia assai sensibili
;> i ra 11 l o (I e l ermi nazione.
Se i comunisti hanno risu'hiato questa
illegalilà e questa scossa al prestigio, certo
erano abbaistanza sicuri die il gio.c,o ..Yplesse la caindela: anzitutto, hanno — almeno
per ora — chiusa quella che è stata chiamata la (I città vetrina »: quella BerlinoOvest che con le sue luci e il suo benessere imi po’ fiiltiizio?) rapipresentava una
sfida irritante al verbo marxista in pieno
Tiondo coiiiiunisla. Ma soprattutto, i comunisti hanno una volta di più preso l’iniziativa per shloreare, evidentemente in senso
a loro favorevole, la crisi di Berlino e di
unta la Germania: le reiterate e spesso
rinviale affermazioni di Kru-cev circa la
deciisioiie sovietica di stipulare il iraittaito
di pace anche unilaterale con la DDR non
erano dunque un bluff, e tutti si rendono
conio che qualcosa, a Berlino e iti Germania, è destinato a canilbiare. Kmscev non
è certo una candida colomba della pace;
ma non si può non riconoscere che i suoi
reiterali Invili, diretti o indiretti, sorri
denti 0 minacciosi, a die gli Occidentali
si decidessero ad affrontare il problema
sono caduti nel vuoto. La situazione, prima
favorevole per gli Occidenlab, si è spostala
a favore degli Orientali, man mano che
rURSS accorciava e poi annullava le distanze in campo tecnico-mìlilare (portandosi anzi oggi in vantaggio): si è così insensibilmente passali dal mûrissement al
pourrissement della situazione, di cui parlava Roiger Meltl su Réforme 125.8).
E oggi gli Occidentali mostrano chiaramente il loro disorientamento. All’iniziativa sovietica hanno risposto con delle
« note diplomatiche di protesta )', eloquenti ed esatte fin che si vuole, ma ci vuol
altro! e senza presentare alcuna concreta
proposta salvo generiche didiiarazioni che
i negoziati sono possibili : ma quando ci si
deciderà ad avviare concrete trattative, e
con realismo? Certo, nessuno è — per fortuna! — disposto a far la guerra per Berlino; ma si tratta di un atteggiamento puramente negativo, mentre è più che ora di
prendere l’iniziativa, anziché continuarla a
subire. Infatti, la mossa di Berlino è solo
l’inizio dell’iniziativa sovietica; e non sono i 15.000 soldati fatti affluire a BerlinoOvest nè i tanks davanti alla Porla di
Brandenburgo che risolveranno la situazione e impediranno il verificarsi di una
i-'-nva Monaco.
Ora, gli Oicoidentali sono mal piazzati
per prendere l’iniziativa: l’accordo fra loro è tuu’aliro che perfetto; l’ascesso
maghrebiiio, dall’Algeria a Biserla, toglie
ogni forza morale alle loro proteste e proposte circa il diritto tedesco all’autodelerininazione; per questo, evidentemente, npn
si è, finora, ricorsi all’ONU, malgrado fosse in gioco una flagrante rottura di patti
internazionali. Dalla fine della guerra la
libertà difesa dagli Occidentali è stata,
purtroppo, equivoca.
S t: s
La Chiesa si è trovala inserita intima.Ttgntc . ne], drampia, fin dgl, priw'iipio. In
questi ùltimi giorni è giunta notizia del
trasferimento 'da Berlino a Monaco del
cardinale Döpfner, sostituito dal vescovo
Bengach, ehe risiede nella zona orientale
ed avrebbe un atteggiamento meno astiosamente chiuso del suo predecessore, ohe
se ne va invece nella rooeaforte della conservazione tedesca.
Da parte evangelica, han fatto rumore
le dichiarazioni del vescovo luterano Lilje
di Hannover, in una conferenza-stampa televisiva, circa il diritto di resistenza armala dei cristiana nella DDR. Egli ha detto
fra l’allro: «Non vorrei mettere in pericolo i miei fratelli di laggiù rispondendo
semplicemente sì. Ma in realtà è proprio
quel che penso. La prima reazione del cristiano non è mai di servirsi della forza.
Non è affar suo. Ma c’è attualmente una
tale opposizione sulle questioni essenziali
UNE DECLARATION
sur la crise de Berlin
Plusieures personiwlités du Mouvement International de
la Réconciliation i— parmi lesquelles H. Kloppenburg, H. de
Graaf, H. Roser, G. Crespy, H. Gross-Mayr i— réunies dernièrement en conseil au Chumbon-sur-Lignon^ ont publié à
la fin du débat une déclaration sur la crise de Berlin dont
nous reproduisons les ¡principaux points.
Il La crise berlinoise n’est pas vraiment une crise de Berlin, mais une nouvelle manifestation du dérèglement d’uu monde victime de la lutte entre deux
groupes de nations, chaque groupe eraignant 1 autre et laimnt celte ^ur 1
traîner à des actes et des altitudes qui aimeneronl la catastrophe qu il redoute. Dn
peut cepenidant sortir pacifiquement de l’impasse berlinowe par des mesures
deslinées a réduire la tension entre les deux blocs.
Dans les eirconstances actuelles, par exemple, aucune solution du problème
de Berlin ou de rAllemagiie n’est acceptable si elle consolide la posation de 1 un
ou l’autre groupe de puissances. Toutefois, à qui veut trouver une solution pac
fique, s’offrent certaines dîreolions riches de promesses, dans lesquelles pourraient s’orienter les négociations. En voici quelques-unes:
1) Faire de l’ensemble de Berlin une ville libre sous contrôle ^
inlernationales, ou décider de maintenir les_ secteurs actuels, ®f|.
aux autorités politiques et militaires, jusqu a ee A“® P
se prendre sa place dam, une Confédération ^
2) Procliaine reconnaissance par les pmasances occidentales de la République
démocratique allemande cl de la ligne Oder-Ne.sse coumto frontière orientale de
3) Retrait simultané de l’OTAiN pour la Repubb^e fédérale allemande, du
pacte de Varsovie pour la République démocratique aUemande.
4) Désarmement progressif des deux Allemagnes, a commencer P®*
mune renonciation à toutes les armes nucléaires et aux autres armes de destrut
''""5^0— de négociations entre les trois allí & occidentaux l’U.R.S.S 1^
gouvernements Scandinaves, la Pologne, la Toliecoslovaquie, la Hongrie, et .
deux Allemagnes en vue de créer sans retard une ceinture denuicleai^ee au cenirTae p2,lans une seconde phase, créer une région ent.erement de
’"‘''ùT'Sp^ra^oT'd’ti’&é^ération allemande par n^oçiations entre les
deux répuWiques allemandes; puis ^urparlers entre
et les Mtorités .berlinoises sur le rôle à jouer par la ville au sein de la Confe
'’""^Ï’conclusion d’un Uaité de paix entre la Confédération allemande et les
Etals en guerre avec le Reicli nalionalssocialiste. .
8) LSXent de tous les Etats compris dans les precedentes négociation,
dans des ^e désamtement, à commencer par les armes
miidéair^ss el leurs essais ».
die neesuno è capaee ^ sormontarla o ri*
durla ; quando dist'Uliamo, ad esempio,
della coawezione marxfeta dell’uomo, arrivi amo sempre al punto lin eui le nostre posizioni si rivelano incompatibili. Naturaijneute i cristiani non devono senz’altro
trarne la conclusione cJj^ devono unirsi per
una resistenza massiccia e sanguinosa. Al
contrario, il cristiano iTesterà fermo sulle
sue posizioni di fede. Per il resto, attualmente, non consiglierai praticamente a
nessuno di prendere il fucile in modo irriflesso. Sarebbe dar prowa dì una completa
assenza di realismo politico ».
La reazione di Neue Zeit, quotidiano di
Berlìno-Est, che tratta Lilje da «falso profeta » che una volta di più utilizza la fede
crUtiana per sostenere il militarismo di
Bonn, era sfrontata. Non si deve dimentirare che Lilje ha affrontato fino al campo
di concentramento, accanto a Dietrich
Bonhoeffer, le pretese nazisle; e certamente quella esigenza di ’resistenza’ si ripete
per lui di fromte a moltì appetti del regime
di Pankow. Ma ci sono due obiezioni fondamentali: la prima è <jlie non si può mettere sullo stesso piano il nazismo e il comunismo; la seconda e che, diverso è protestare contro un regente, accettando il
KZ, diverso è prendere le armi. Del resto,
le dichiarazioni del vescovo sono assai am.
higue, e proprio per questo doppiamente
intempestive: è stato im errore e, sia pure
per ragioni diverse da quelle dì Neue Zeitf
una « falsa profezia ».
Più evangelica la poisizìone assunta dal
Consiglio dell’EKD ' Chiesa evangelica in
Germania^ presieduto dal past. Kuri Soharf,
e dai dirigenti della Chiesa di BerlinoBrandenburgo sotto la presidenza del vescovo O. Dibeliuis. Olire a radio-messaggi,
queste due personaliià hanno rivolto un
appello alle (-omunità dell’Est e dell’Ovest,
esortandole a non laseiarsi andare all’amarezza ed all’odio. 11 compito della Chiesa
è di « eontrìibuire alla, pace, fare appello
al vsangue freddo ,qufi«do le. pacioni mi.riarciano di ,sc>a ten arsi, esortare all’amore
quando l’odio minaocia di inghiottire ogni
cosa, e predicare rEvaiigelo che risponde
a tuitte le difficoltà e a tutti i problemi delTesiistenza ». « Non dimenticale che ogni
potenza umana ha i suoi limiti, ma che i
’pacìfici’ saranno chiamali figlioli dì Dio
fino alla fine dei tempi... ».
Puibhlichiamo qui sotto una dkdiiarazione fatta al termine di un eonvegno del Movimento internazionale della Riconciliazione, tenutosi ultimamente al Chambon-surLìgnon, che ci pare, degno di nota, quale
esempio di uno sforzo di realismo politico da parte di credenti.
Non da oggi sosteniamo che il problema
ledesco è stato affrontalo, fin dal princi
pio, in modo errato da parte occidentale
L’inserimento nella NATO e la rimilila
rizzazione della Germania di Bonn, solle
(■ìtandone il revanchismo militarista e pan
ledesco, è stalo il più grave errore di prò
spelliva sia tedesco ( democristiani hso
cialdemoeralici, i quali ultimi per interessi
elettorali si sono allineali sui primi i sia
ocoideniale; le conseguenze si pagano ora,
ben care, ed è solo l’inizio. Si va verso
l’iiuernazionalizzazione della sola BerlinoOvest quale città libera; si dovrà riconoscere il regime di Pankow. Quanto più
chiaroveggente sarebbe stato, fin dal prin<Tpio, sostenere una smilitarizzazione e
neutralizzazione di tutta la Germania o almeno, al di qua della cortina, della Germania federale, cxim’è stato per rAusiria.
Una volta di più, ci si è lasciala sfuggire
ro-ccasione prupizia. A che co'ndizioni si
potrà riiparare, ora?
Intanto, simpatizziamo profondamen'.?
con i dolorosi problemi uanani in cui si
trovano tanti tedeschi, augurandoci solo
che non maturino odio ma maggiore chiaroveggenza. E preghiamo perchè la Chiesa
in Germania, da entrambe le parli serbi
la lucidila della fede, la forza dell’amore,
la serenità della siperauza cristiana, g. c.
Sia pur rapidamente, è apparso in
Italia e alle Valli,
per un breve periodo di riposo il Pastore Bruno Tran,
attualmente impegnato nel lavoro della Missione svedese e della Chiesa
evangelica all’Asmara. L’abbiamo rivisto con molta gioia, e la seguiamo
ora, al suo ritorno nel campo di lavoro, con il nostro augurio cordiale,
mentre il nostro pensiero affettuoso
va pure al padre, tl/ Pastore emerito
Alesstmdro Tron e alla Signora, che
per lunghi anni hanno preceduto il figlio in quel campo di missione e che
vivono ora neU’isola d’Elba. E... speriamo di avere più spesso notizie della Chiesa eritrea!
^
E’ pure tornata in Italia dal campo missionario dello Zambesi la Signorina Graziella Jalla, che precede
di alcune settimane il rientro in patria
di altri due Valdesi, emeWessi impegnati nel lavoro della Mission de Paris nel Bulozi (Rhodesia), ì Missionari
Roberto e Lisa Coisson. A questi fratelli che rientrano in patria e soprattutto nella Chiesa madre, dopo tanti
anni consacrati alla predicazione del
MISSIONARI
VALDESI
r Evangelo in terra
pagana e alla collaborazione nella
costituzione di una
Giovane Chiesa
africana, anche nella Rhodesia come in tanti altri paesi,
diamo il nostro più cordiale bentornati, con l’augurio di un buono e meritato riposo, certi d’altra parte che
non sarà un riposo assoluto, ma che
porteranno fra noi un po’ di quell’esigenza missionaria che troppo spesso
dimentichiamo o trascuriamo.
* * *
E’ sempre con gioia che vediamo
delle vocazioni missionarie rivelarsi
nei giovani: ci rallegriamo quindi di
tutto cuore nell’apprendere che la Signorina Laura Nisbet sta per recarsi
a Parigi per seguire dei corsi presso
quella scuola missionaria: essa ha infatti deciso di mettersi, quale insegnante, q disposizione della Mission
de Paris. Si ignora ancora a quale campo della missione sarà, dopo la preparazione. assegnata .Ma fin d’ora le
rivolgiamo il nostro augurio più vivo,
profondamente lieti che essa continui
così quella tradizione missionaria che
la nostra Chiesa, pur in piccola misura ha sempre sentito.
Con gli amici dei Coiiegio
La tradizionale « giornata degli amici del Collegio » ha avuto luogo anche
quest'anno, domenica 27 agosto. L’aggettivo « tradizionale » può sembrare
un po’ solenne, riferito ad una iniziativa che ha solo un decennio di
vita; comunque lo abbiamo scritto^
perchè ci sembra che essa sia omm
saldamente radicata nella famiglia
degli ex-altmni del nostro vecchio
istituto di istruzione secondaria.
La giornata si è iniziata con il pranzo in comune nei locali della foresteria, organizzato e servito con la consueta perizia da un simpatico gruppo
di collaboratrici dirette con non meno perizia dalla signora Deodato.
« « *
La seduta nell’aula sinodale ha avuto inizio alle ore 14,30, sotto la presidenza del presidente del Comitato
dott. E. Gardiol.
Il prof. Williams, insegnante di Storia del Cristianesimo alla Università
di Harward (U.S.A.), porta il suo saluto di insegnante in una Università
che accoglie 30.000 studenti agli amici
del Collegio di Torre Pellice e presenta un quadro interessante della vita
della sua scuola, in riferimento particolarmente all'organizzazione degli
a amici dì Harward », una associazione che raccoglie tutti gli ex-allievi, le
loro famiglie e che, con i suoi contributi annui (600 milioni di Lire) assicura l'esistenza della Università, la
quale può così costituire realmente
una « teiraa forza » indipendente, dallo Stato e dalla Chiesa, ma non ostile. Il signor W. Vetter, membro del
cc-mitato Bernese che si interessa fattivamente dei nostri istituti di istruzione, porta il saluto del suo comitato. Ai due oratori il dott. E. Gardiol
risponde ringraziando delle due interessanti comunicazioni.
Dopo la lettura del verbale della
precedente seduta annua, tempestivamente redatto dal dottor Gustavo Ribet, il dott. E. Gardiol dà lettura della relazione del comitato in questo
primo decennio di attività: un appor
Un incontro ecnmenìco
Si sta svolgendo in questi giorni il IV”
campo internazionale di .Agape, che, dedicato ai tema: ’La III Assemblea ecumenica a Nuova Delhi e il Concilio ecumenico vaticano”, raccoglie una partecipazione di oratori e di intervenuti particolarmente significativn. Daremo nel prossimo
numero un più ampio resoconto, ma teniamo a segnalare subito il fatto che tale
campo rappresenta, per la ¡prima volta in
tale misura, un punto d’incontro e di dialogo qualificato ed ufficiale fra cattolici,
ortodossi e protestanti ; oltre agli oratari
ufficiali, che nominiamo sotto, sono intervenuti numerosi giovani cattolici impegnati, fra cui soprattutto un gruppo appartenen:e al movimento genovese de ”11 Gallo”; e alcune figure del clero valligiano
che per la prima volta abbiamo ton gioia
visto .salire ad Agape.
Introdotti ogni mattimi da uno studio
biblico presentalo dal pii.sl. Bruno Corsa
ni, i lavori del campo si articolono nell’ascolto e nella talvolta accalorata discussione di queste conferenze: Carlo Gay:
’’Unità e disunione della Chiesa”; Giovanni Conte: "Da Edimburgo 1910 a Nuova
Delhi 1%1: cinquant’anni di ecumenismo” ; R. P. René Beaupère, direttore del
Ceture St.-lrénée di Lione: ’’Unità e disunione nella prospettiva del Cattolicesimo romano”; vescovo Emilianos Timiadis, rappresentante del patriarcato ortodosso
di Costantinopoli presso il Consiglio ecumenico delle Chiese: ’’Unità e disunione,
nella prospettiva della Chiesa ortodossa”;
Paul. Dr. W. A. Visser ’t Hoofi, segretario
generala del C.E.C.: ’’Unità e disunione
nelle prospettive del Consiglio ecumenico” ; infine Giorgio M. Girardel: ’’Dialogo difficile ma necessario”.
Possiamo definire il ’’campo” un vero
avvenimento ecumenico, sul piano internazionale e locale.
to di parecchi milioni per la sistemazione degli impianti di riscaldamento,
dell’attrezzatura scolastica. Accenna
ai piani per l’avvenire ; sistem^ione
di una tettoia per riparare le biciclette, e raggiornamento del gabinetto
di’ fìsica. Insiste pure sulla necessità
di uri'inagglore impegno dei soci: la
mèta dal prossimo anno dovrebbe essere: un nuovo iscritto per ogni socio
di oggi. La prossima giornata viene
fissata al 26 agosto 1962.
Il prof. Gino Costabel dà lettura
della relazione finanziaria redatta dal
prof. Teofilo Pons, preside della Scuola Media, assente per motivi di forza
maggiore, del quale egli porta i saluti.
Il prof. L. Micci invoca dei provvedimenti per sostituire l’attuale bandiera, che è in condizioni piuttosto deplorevoli. I competenti in arte militare osservano però che molte lacerazioni significano molto onore. Il Comitato provvederà.
Il prof. L. Micci, riprendendo una
comunicazione del prof. T. Pons, commemora la dipartita del signor Giraud, amico fedele dell’istruzione alle
Valli, che aveva organizzato un comitato di amici della Scuola Latina
negli Stati Uniti.
Il dott. Gustavo Ribet porta i saluti del Comitato di Coordinamento degl’ istituti di istruzione della Chiesa
Valdese e dà ai presenti un breve resoconto della discussione sinodale in
merito al problema del deficit del Collegio. Egli presenta un quadro generale della situazione e prospetta alcune possibilità di soluzione; ritiene che
il Comitato e l’associazione Amici del
Collegio, senza nulla cambiare della
loro attività, potrebbero forse opportunamente valorizzare la loro azione
1 vista della riduzione di questo deficit. Accenna pure alle deliberazioni
sinodali in merito: due commissioni
delle quali l’oratore illustra le funzioni ; accenna pure ai vari problemi che
sergerano con l’attuazione della riforma scolastica.
Il prof. A. Jalla esorta gli Amici del
Collegio ad un’azione fattiva in favore della riduzione del deficit ed auspica che nulla venga innovato nell’indirizzo classico del Collegio.
Il seggio viene riconfermato nelle
persone dei signori : dott. E. Gardiol,
avv. Giorgio Cotta Morandini, avv.
Turbil, prof. T. Pons e signora Ade
Varese, alla quale va un particolare
elogio per la sua molteplice attività
anche in questa giornata.
I presenti si trasferiscono al convitto, dove, intorno alla tradizionale
tazza di thè, si evocano ricordi de'
tempo che fu, mentre i fedelissimi
g®gfano nella caccia al tesoro: l’équipe Di Francesco conquista il primo
premio (una coppa d’argento (?) ):
Marcel Malan e compagni si porta al
secondo posto; seguono a ruota Massenz. De Betfini, De Carli. Non classificati per mancanza di premi: Isa
Mantelli, Serra, Quattrini, Ruof, Revel. rep.
Ci spiace di esser costretti a rinviare alcuni articoli e resoconti, specie sul Convegno storico di Torre P. red.
2
pag. 2
L*£CO DELLE yMJO: TALDEST
^ '' 1« settembre 1961' — N. 34
AN CO R A^.;3EC H I DEI LAVOR
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SINODALI 1961
3 di Teologia
I Docenti
Non si può, quest’anno, parlare della nostra Facoltà di Teologia senza
soprattutto pensare con profondo rimpianto e con intensa riconoscenza al
Prof. Past. Giovanni Miegge: il Signore ha dato molto, alla Facoltà ed
alla Chiesa, per mezzo suo, e ora il
vuoto è ben grande.
Con il suo raccolto e penetrante lavoro di studioso, attento ai problemi
umani dell’ora e teologicamente vigile. egli si è imposto all’attenzione rispettosa e cordiale di larghi ambienti, anche aH’estero, avviando in questo suo modo particolare quei rapporti fra la nostra Facoltà e Facoltà teologiche di altri paesi, di cui il Consiglio di Facoltà dà ogni anno più ampi
resoconti. A questo proposito si progetta una riedizione, almeno parziale
di opere esaurite o attualmente introvabili del Prof. Miegge.
Lo scorso anno, ci si rallegrava di
avere fra poco quattro docenti, in seguito aH’i.stituzione della IV cattedra,
per l’Antico Testamento; ed invece
quest’anno i nostri docenti ordinari
sono ridotti a due, in quanto il Prof.
La nuova Tavola
Valdese
Moderatore :
Past. E. Rostan
Vice-Moderatore :
Past. A. Ribet
Membri :
Past. P. V. Panasela
Past. C. Gay
Past. A. SbafFi
Avv. E. Serafino
Dott. U. Zeni
J. A. Soggin, tornato da Buenos Aires, trascorrerà ancora un anno a Gerusalemme, per un perfezionamento
presso quella Università, avendo da
tempo ottenuto una borsa di studio
del governo israeliano. Malgrado la
scomparsa improvvisa del Prof. Mieg
ge, tale soggiorno di studio a Gerusalemme sarà mantenuto, in quanto si
tratta di un potenziamento della qua
lificazione del nostro docente, che po
irà essere preziosa per il suo insegna
mento nonché per lo sforzo d’inseri
mento della nostra Facoltà negli am
bienti culturali italiani.
La sostituzione del Prof. Miegge,
per l'Antico Testamento, sarà dunque
interinalmente affidata al Past. Prof.
Bruno Corsani; per la cattedra del
Nuovo Testamento si ricorrerà almeno per il momento all’insegnamento
di un docente straniero, in attesa che
si chiarifichi il ministero di un ’’dottore” che possa assumere quel compito, anche se figure come quella di
Giovanni Miegge sono insostituibili.
Preziosa,, come negli anni scorsi, la
collaborazione di numerosi docenti,
incaricati o straordinari.
Studenti
Gli studenti interni sono stati quest’anno 23 (13 Valdesi, compresi 1 uruguayano e ima studentessa); altri 2
(1 Valdese) sono stati richiamati sotto le armi. Inoltre vi sono stati due
candidati in Teologia in servizio militare (1 Valdese), 7 candidati in Teo
logia all’opera (3 Valdesi) e 5 studenti esterni; della borsa di studio della
Facoltà Valdese di Teologia ha usufruito quest’anno il Pastore colombiano Gonz2do Castillo Cárdenas, che ha
dedicato il suo soggiorno romano allo
studio del problema della libertà religiosa, sotto la guida del Prof. G. Peyrot.
Tre candidati hanno conseguito quest’anno la licenza teologica: Carmen
Trobia, Dr. Pierluigi Jalla, Paolo Ricca.
Accanto agli stud. theol. hanno continuato ad essere ospitati in Convitto
diversi studenti di altre Facoltà, italiani e stranieri. La convivenza è nel
complesso buona, ma non manca il
desiderio di avere una comunità studentesca più omogenea. Il Convitto
ha segnato anche quest’anno un forte
attivo (esso ha ospiti durante tutta
l’estate); il direttore. Prof. V. Vinay,
ha dichiarato infondate alcime critiche circa l’insufficienza del vitto. La
C. d’E. ha auspicato che il progettato
aumento delle rette non ricada, indiscriminatamente, sulle famiglie degli
studenti in teologia, ma che le chiese,
che hanno tra l’altro votato la IV cattedra, assiunano questa responsabilità.
RETTIFICA
Nel penultimo numero dell’Eco, nella relazione delia conferenza del Past. Santini
all’annua seduta della S.S.V., la paternità
dell’iniziativa e dell’attuazione della costruzione del tempio di Palermo sembrava attribuita al Past. Enrico Pons mentre fu in
realtà del Past. Rinaldo Malan in quegli
anni Pastore di Palermo e Capo-distretto.
Riguardo ) alla preparazione degli
studenti, la relazione della C. d’E.,
pur notando con modta riconoscenza
l’alto livello dell’insegnamento loro
impartito, chiedeva tuttavia se essa
«non manchi di quel necessario con-testo, nell’ambito del quale ^a pos ^
sa trovare un riferimento, una indicazione, una conferma: alludiamo
cioè alla realtà della vita. In questa
realtà la preparazione teologica deve,
pei- usare un luogo ormai comune, incarnarsi, per contribuire a creare degli uomini veri e non dei teorici astratti». E proponeva due linee di ripensamento e di condotta, del resto già
in parte tenute presenti: 1) sfruttare
meglio le pause estive: per gli studenti questi mesi sono indubbiamente più
fermativi se trascorsi in uno dei numerosi centri, in Italia e all’estero,
che rappresentano delle punte avanzate del pensiero e dell’azione della
Chiesa, che non in varie nostre comunità cittadine nella «morta» stagione estiva; del resto anche qui la riscoperta dei ministeri laici può efficacemente giocare. 2) ricreare e mettere in valore i doni particolari degli
studenti.
Sempre la C. d’E. notava la grande
varietà di vocazioni di fronte a cui si
trova il Consiglio dèlia Facoltà : « Ora
si tratta di una vocazione tardiva di
un uomo che ha responsabilità di famiglia e che pur desidera prepararsi
a) servizio del Signore. Ora è un giovane che non ha i titoli di studio previsti dai regolamenti. Ora è un sacerdote cattolico che pone il problema
de), valore della sua passata esperienza, della sua età o di ima particolare
situazione di famiglia. Ora è uno studente ohe, avendo terminato i suoi
studi, non si sente più di diventare
pastore. Ora è un altro che chiede di
proseguire i suoi studi come studente
esterno, dato che non è più sicuro
che il pastorato, così come lo intendiamo, sia per lui l’unica possibilità
di servire il Signore. Ora si tratta di
una ragazza che viene messa in guardia, lei e i suoi genitori, che la via
intrapresa non è ancora <t amministrativamente definita». Ora sono i
giovani delle nostre chiese che, pur
desiderando avere una preparazione
teologica, non vogliono però fare il
pastore. Si tratta di casi tutti presentai isi quest’anno». Malgrado lo spiri
to comprensivo mostrato dal Consiglio, certi attriti sono stati e rimangono quasi inevitabili — a parte il caso di crisi personali particolari — finché non sarà stato approfondito ed
attuato il discorso sulla diversità dei
ministeri e quindi delle preparazioni.
Il problema va dunque visto ed affrontato nel suo insieme, e non sarebbe un bene per nessuno se la Facoltà ’’cedesse” nel suo sforzo di serietà nella preparazione a quel determinato ministero che è il pastorato.
La Facoltà e la Chiesa
« Non mancano — citiamo ancora
la C. dE. — coloro ohe rilevano una
presunta frattura tra la vita della Facoltà e la vita della Chiesa... Consideriamo quest’opinione esagerata. La
nostra Facoltà è ben inserita nel cor
po della Chiesa, la preparazione degli
studenti ad essa affidati è fatta in vista del i^storato e non soltanto del
l’acquisizione di ortodosse nozionj
teologiche...; la rivista ’’Protestante
simo” è un importante, anche se for
se quantitativamente non sufficiente,
mezzo di aggiornamento teologico; le
dispense dei corsi d’insegnamento sono diffuse e alla portata di quanti,
pastori e laici, desiderano approfondire la loro preparazione teologica.
« Tuttavia rimane pure vero che
molti sentono Testgenza di un maggiore inserimento e di una più diretta presenza dei nostri Docenti nella
vita della Chiesa. La Chiesa riconosce ad essi il ministero del ’’dottore”
non soltanto in vista della preparazione dei futuri pastori, ma anche ai
fini dell’indirizzo teologico della Chiesa Si è spesso parlato di corsi di aggiornamento per pastori (e noi aggiungeremo: p«r laici).... La nostra
Chiesa è oggi impegnata in varie linee di ricerca (ricerca ecclesiologica,
problemi della predicazione, dei ministeri, ricerca liturgica, biblica, rapporti con il cattolicesimo, ecc.) che si
esprime nel lavoro di Commissioni o
nel dibattito- in colloqui pastorali o
.sui nostri giornali. Gradiremmo sentire maggiormente la presenza della
Facoltà in questa ricerca, non per
udire oracoli infallibili, -ma per rice'•ere il contributo di coloro che nella
Chiesa hanno il ministero del dottore. Sappiamo peraltro che alcuni, nella nostra Chiesa, non apprezzano questi interventi, ma ci auguriamo ohe
anche questa mentalità, che valuta
Tempirismo più dello studio, possa essere presto superata per permettere
una reale collaborazione fra i ’’dottori ”, i ’’pastori” e i 'laici”, ’’per il perfezionamento dei santi, l’opera del mi
nisterio, l’edificazione del corpo di
Cristo” (Ef. 4: 11)».
La Chiesa e la Facoltà
« Al discorso sulla Facoltà e la Ohie
sa — continua d’altra parte la C. dE.
— deve necessariamente seguire quello sull’atteggiamento della Chiesa ver
so la Facoltà. Abbiamo l’impressione
che le nostre comunità non tengano
abbastanza presente l’opera della Fa
coltà, che non preghino alrf>astanza
per essa, che infine non contribuiscano sufficientemente i»r la sua vita e
il suo sviluppo. La ricerca inoltre delle vocazioni e dei ministeri al servizio
della Chiesa dovrebbe essere fatta con
più cura e maggiore attenzione, innanzitutto nell’ambito delle comunità stesse.
«Uno dei -pochi momenti in cui la
attenzione per la Facoltà è destata
nella coscienza delle comunità è rappresentato dalla «domenica della Facoltà». Ci sembra che questa unica
occasione dovrebbe esser meglio preparata e sfruttata. Ottima è stata Tiniziativa degli studenti di avere que
sfanno un contatto diretto con le comunità delle Valli...
« Più della metà delle nostre comunità in Italia non hanno inviato una
lira per la Facoltà. Questo ha fatto sì
che il deficit, aggiunto a quello degli
anni precedenti (si è poi fatto notare
che, quest’anno, il, bilancio si è chiuso in attivo; il -deficit risale agli anni
scorsi) permanga molto grave. Ricordiamo che 11 deficit aumenterà ancora notevolmente i prossimi anni, quando lo stipendio del quarto professore
verrà a gravare sul bilancio della Facoltà ».
Il sodalizio degli ’’amici della Paccltà”, presieduto dall’ing. Girardet,
ha continuato ad assicurare il suo notevole contributo ; ma rimane pur
sempre assai troppo ristretto, e la sua
limitazione ad alcune chiese costringe a chiedersi se le altre non si sentono corresponsabili di quest’opera
fondamentale.
Sono in corso i lavori di sopraelevazione dello stabile, per la costruzione del quarto alloggio professionale,
finanziato da un dono particolare. Cosi pure il progetto d’ampliamento —
indispensabile — della biblioteca è già
stato appoggiato -dal neocostituito
Freundeskreis der Waldenser Kirche,
di Düsseldorf, con un dono di 2 milioni. Anche quest’anno la biblioteca
ha ricevuto da molate parti doni anche
ccspicui : particolarmente gradito e
prezioso quello deH’Evangelischer
Bund che ha offerto l’edizione Wein}arana dell’opera omnia di Lutero
(99 volumi in 4«, del valore di circa
L. 1.500.000!).
Il Sinodo ha eletto quali membri
del Consiglio di PMoltà la cui nomina gli spetta, il past. B. Corsani, il
prof. M. A. Rollier e l’ing. G. Girardet.
Ai professori, ordinari e incaricati,
nonché a tutti gli amici in Italia ed
all’esteiu, il Sinodo ha espresso la sua
viva riconoscenza approvando con
gratitudine l’operato del Consiglio di
Facoltà.
Discusso il problema
della nostra stampa
La Claudiana
Questo è stato, per la Clauidiana,
l’anno del trasporto della direzione
a Torino, dove si è pure cercato di potenziare la locale libreria; intanto, a
Torre Penice rimaneva intatta la li
breria, mantenendo pure qui la spedizione dei periodici.
Il senso del trasferimento — ohe ha
suscitato polemiche — è stato ampiamente chiarito, e sì può riassumere
con queste parole del. rapporto al Sinodo :
« Un anno fa — dopo un’ampia discussione sinodale — fu prospettato
un piano di sviluppo dell’opera della
Claudiana. Il piano contemplava il
duplice servizio che la stampa è chiamata a rendere, all’interno delle comunità e nel protestantesimo italiano ed oltre. Ma il tentativo di rilancio ha coinciso anche con una situazione delicata aH’interno della Chiesa: un certo senso di sfiducia nelle
nostre possibilità di testimonianza,
una stanchezza che si fa opposizione
per tutto ciò che sa di nuovo e desta
il sospetto di voler liquidare vecchie
posizioni ».
La lunghezza e la difficoltà delle
operazioni di trasferimento hanno un
poco ostacolato l’avvio sulla nuova
strada, che impone anche qui tutto
un ridimensionamento dell’o-pera e
del personale : ma ne vale la pena.
Con rincrescimento il Sinodo ha preso atto deH’allontanarsi del Past. L.
Santini dal suo posto di direttore, pur
comprendendo le ragioni pastorali che
l’hanno mosso. A lui va il ringraziamento per il lavoro abbozzato in questi anni, con i suoi collaboratori, che
non sempre hanno potuto lavorare in
piena serenità, data la fluida situazione.
Comunque, anche quest’anno un
certo numero di pubblicazioni di formato maggiore o minore hanno potuto essere lanciate o rilanciate sul
mercato; e anche le librerie hanno
continuato e potenziato il’ loro prezioso servizio. Il che non significa tuttavia — dato il peso delle spese generali che si devono affrontare — eh-.?
la situazione finanziaria sia florida.
Forse a questo proposito, come a proposito dei nostri giornali c’è in larghi settori della nostra Chiesa tutta
una coscienza da farsi circa il valore
del libro. t.
1 periodici
Il problema dei nostri periodici si
presentava quest’anno particolarmente ingarbugliato: si giungeva infatti
al Sinodo con poco di fatto nelle trattative per la fusione Luce-’Voce meto
dista, con le dimissioni dei direttori
della Luce e dell’Eco delle Valli, con
il fallimento di ’Presenza cristiana’
interdenominazionale, venutasi praticamente ad identificare con la puh
blicazione del Culto-radio. Che lare?
La C. dE. ha avuto il merito di presentare tutta una serie di possibilità
di abbinamento o fusione dei quattro
periodici in qu^stione (il problema è
complicato dal fatto che, oltre a Voce
metodista, anche II Culto Evangelico
^ ora sotto la testata di Presenza Cristiana — non appartiene alla sola
Chiesa Valdese ma al Consiglio Federale). Non possiamo qui riportare tutte
le possibilità accennate che han quasi tutte i loro lati positivi e quelli deboli. Il Sinodo si è in maggioranza
pronunciato per il proseguimento degli sforzi tendenti alla fusione de La
Luce e di Voce metodista, votando
l’odg riportato a p. 3.
Sia L’Eco che La Luce hanno ricevuto cordiali apprezzamenti e qualche
critica, principalmente per quel che ridegli abbonamenti. E’ necessario che
guaraa i bilanci, che si chiudono entrambi con un passivo relativamente
pesante, malgrado un lieve aumento
degli abbonamenti. E’ necessario che
questi siano ancora, e assai potenziati; ed è auspicabile che coloro che
hanno a cuore questo aspetto della
nostra testimonianza evangelica lo sostengano fattivamente, con la diffusione dei giornali e con i loro doni,
che hanno subito quest’anno una flessione: si ringraziano tanto più vivamente coloro che hanno voluto dare
il loro appoggio. Specialmente per
quel che riguarda L’Eco delle Valli, è
prevalsa in Sinodo la corrente che
vuol mantenerlo com’è; non si può
tuttazia tacere che il suo bilancio si
è chiuso con un passivo di oltre novecentomila lire. La soluzione del problema della nostra stampa periodica
è stata con queste indicazioni, affidata alla Tavola.
L’Amico dei fanciulli si è pubblicato quest’anno in formato ridotto, il
che ha diminuito un poco il deficit
che da anni si trascinava dietro: è
tuttavia augurabile che tale riduzione sia soltanto tejmporanea, una
scrollata a quanti troppo dimenticano questo prezioso- anche se umile
strumento, affinchè ci si vergogni tutti almeno un po’ di non riuscire ad ofi
frire qualcosa di più ricco ai nostri
ragazzi; anche qui, la collaborazione
di tutti aiuterebbe materialmente e
moralmente chi ha la responsabilità
della direzione, e renderebbe più vivo
questo mezzo di unione e di evangelizzazione.
A proposito del problema finanziario
Perchè ho doHo di no
Chi ha assistito ai lavori sinodali, ricorda certamente il secondo Ordine del Giorno, in materia finanziaria, riportato nel N.
3S de « L’Eco delle Valli » (25-8 c. a.) votato
per appello nominale, e che, fra i membri
del Sinodo, vi è stato un solo «no» (quello
del sottoscritto) accanto ad un certo numero di astenuti ed alla maggioranza
schiacciante dei «sì». Siccome, probabilmente per questione di tempo, non mi fu
allora concessa la parola per spiegare il
mio no, penso sia giusto farlo ora, anche
perchè l’occasione mi consente di ritornare
sul problema finanziario, sempre scottante
per la nostra Chiesa.
L’o.d.g. è il seguente: « Il Sinodo preso
atto con grave preoccupazione del deficit
di esercizio che si è verificato anche quest’anno, delibera che il disavanzo sia ripartito e sanato entro il 30 novembre (1) 1961
tra le comunità secondo un piano previsto
dalla Tavola e incoraggia la Tavola a continuare l’opera già iniziata al fine di sanare il deficit accumulato nel passato ».
Non mi sono sentito di votare l’o.d.g.
per questi motivi:
1® - dalla discussione è emerso che il
«piano della Tavola» doveva consistere in
quanto segue:
— fissare una somma per ogni comunità,
tenendo naturalmente conto delle varie
possibilità e situazioni in cui si trovano,
in modo da dividere tra tutte il deficit
dell’anno finanziario 1960-61.
— Entro novembre le comunità dovreb.
bcro far pervenire tale somma alla Cassa
Centrale e così il deficit verrebbe sanato.
La cosa sarebbe bellissima se fosse fattibile. Ma lo è veramente? Credo di no.
(^laiche anno fa si era trovata una soluzione analoga, non soltanto per sanare un deficit ma per prevenirlo. Si era stabilito che
ugni distretto dovesse versare alla cassa
centrale una data somma. I Capidistretto,
naturalmente, avevano poi diviso tale som.
ma fissata per il loro distretto, in modo
proporzionale alle possibilità ed alla situazione sociale delle comunità. Gli anni
sono -passati, alcune sono riuscite a raggiungere la somma fissata, altre no ! Queste
cifre preventive restano (aumentate di anno in anno secondo le necessità) ma hanno oramai un valore puramente indicativo.
I Pastori le ripetono ogni anno (almeno io
faccio così) alle loro comunità che già si
(I) Novembre e non settembre, come erroneamente pubblicato nel n® scorso, ndr.
sono meravigliosamente corazzate per questo discorso e che rispondono con argomenti più o meno validi per giustificare il mantato raggiungimento della somma fissata
l’anno precedente.
Ho pensato che francamente non potevo
più rientrare per ricominciare a parlare di
cifre, di numeri, di aumenti eccezionali
(tutti gli anni sono eccezionali) ai miei
membri di chiesa che a queste «ripetizio
ni» sono già cosi ben preparati! Mi seni
bra infatti di sentirli dire : « E’ un’altra tro
vata sinodale. I soldi non li abbiamo (non
è sempre vero, ma chi non vuole non dà) e
tutti gli anni Lei, Signor Pastore, ci fa un
appello finanziario Sin dalla fanciullezza
ci ricordiamo questi appelli. E poi la Ghie,
sa va sempre avanti lo stesso. Se la nostra
comunità non raggiunge la cifra fissata, pazienza. Non l’abbiamo raggiunta altre volte e non è succes.so proprio niente!». Sono
convinto die bisogna che tutti facciano
uno sforzo finanziario, non soltanto per sanare il deficit attuale, ma per aumentare
annualmente la somma versata alla cassa
centrale. Tutto aumenta, ed oltre a questo
il n.atnrale aumentare delle spese a cui la
Tavola deve far fronte: anche la nostra
opera è in aumento, e di questo ci possiamo e ci dobbiamo rallegrare. Sono aumentati i Pastori (e tutti hanno lavoro perchè
.sono aumentate anche le comunità, grazie a
Dio) e quindi questo o.d.g. potrebbe lasciar credere che una volta sanato il defi<-it in questione con uno sforzo particolare,
l’anno prossimo il bilancio verrebbe chiuso in pareggio.
2® - Questo o.d.g. può andare bene al
massimo per certe comunità di città dove è
facile ai loro rappresentanti, tornati dal
Sinodo, riferire e discutere immediatamente sul da farsi circa le deliberazioni prese.
Ma in una comunità di montagna come la
mia, dove d’estate è assolutamente impossibile radunare i parrocchiani se non per i
culli, che hanno luogo due per domenica
in località assai lontane tra loro, come si
fa ad illustrare la necessità di fare una colletta straordinaria entro novembre? E’ impossibile. La prima colletta la si propone
in occasione della «ripresa» che avviene
appunto (forse caso unico, è vero, ma comunque io rappresento la mia parrocchia
e non le comunità in generale) ai primi di
^ovembre.
Per mettere in pratica l’o.d.g. in queste
condizioni bisognerebbe che le comunità
avessero un fondo a cui attingere, o delle
somme da stornare « pro deficit ». Ma
quando, a chiusura dei conti, la comunità
de! Serre risulta avere in cassa spltanto
Lil. 47.293 (non contiamo evidentemente
'e somme donate da benefattori per un preciso scopo e che quindi sono vincolate) può
forse fare uno sforzo finanziario? Si potrà
dire che deve versare tale .somma pro deficit. Ma la nostra comunità è autonoma e
quindi se accade qualche incidente (magari il crollo di un muretto come due anni
fa) chi deve provvedere? La somma tenuta per queste evenienze è veramente irrisoria.
3® - Stando così le cose mi sembra che
non potevo che dire «no» all’o.d.g.
A meno di non intenderlo come un segno di fiducia verso l’amministrazione centrale per le continue difficoltà in cui si trova e come un modo di esprimere il desiderio di essere solidale con lei, auspicando
che finalmente ogni comunità, ed in essa
ogni membro comunicante, capisca che il
deficit non è «della Tavola» o «della Chiesa Valdese in generale» ma «nostro», di
tutti e di ciascuno in quanto parte di questa Chiesa. Ma allora l’o.d.g. avrebbe dovuto essere formulato in modo diverso e
in tal caso avrei senz’altro detto «sì».
4» - Mi è stato detto, dopo la votazione:
«Devi aver più fiducia nella tua comunità.
Se torni in essa convinto che non può fare
uno sforzo non otterrai mai nulla». A questo avevo già pensato prima di esprimere
ii mio voto, tuttavia non mi è parso sufficiente. Sono persuaso che la mia comunità potrebbe e dovrebbe fare qualcosa di
più per il «deficit» (senza che ciò pregiudichi le entrate normali). Ci sono in realtà
dei membri che danno veramente quel poco che hanno, e quelli daranno ancora di
più facendo sacrifizi. Ma tanti membri comunicanti potrebbero dare di più e molti
di quelli che non danno nulla potrebbero
dare qualcosa. Ma non lo vogliono e non
ho nessun mezzo per obbligarli. Del resto anche se l’avessi non lo farei perchè
non è cosi che deve agire la Chiesa. Mi si
dirà che quei membri sono passivi e che
come tali sarebbe meglio non figurassero
nell’elenco dei membri comunicanti. Il nosto regolamento (v. R.O. art. 7-8) lo prevede, ma provatevi un po’ a cancellarli!
Anche se lo farete semplicemente per richiamare all’ordine qualcuno (senza nessuna intenzione di pronunziare una «scomunica» nel .senso cattolico del termine e
(.segue in 3« pnf’ina)
3
N. 34 — 1« settembre 1961
L’ECO DELLE VAIXIT VALDESI i
P*8*3
Ecumenismo italiano
Rapporti
metodisti-valdesi
Sia il rapporto della Tavola ohe la
C. d’E. hanno rilevato con piacere i
passi fatti insieme nello scorso anno,
suscettibili di ulteriori sviluppi.
« E’ stata compiuta Tintegrazione
pastorale a Udine, Sestri Ponente,
Monialcone e Albenga... all'Aquila
metodisti e valdesi hanno felicemente collaborato a ravvivare quel gruppo metodista, ed a Sampierdarena il
culto del 17 febbraio è stato celebrato
in comune, per espresso desiderio dei
metodisti. Si è pure avuta una campagna evangelistica in comune a Livorno e a Siena, ed un convegno pastorale a Rio Marina; nostre rappresentanze hanno partecipato alle celebrazioni del primo centenario della
opera metodista in Italia, ed è continuato l’intervento reciproco ai Sinodi
rispettivi»: al nostro Sinodo partaci
pava infatti con voce consultiva que
sta delegazione metodista: Presiden
te past. M. Sbaffl, past. S. Carile, ing
Gualtieri, sig. De Ambrosi.
Il Sinodo metodista del maggio
scorso ha votato un o.d.g. in cui si è
rallegrato di questa collaborazione,
auspicandone l’intenso sviluppo. Anche il Sinodo valdese si è espresso in
tal senso:
Il Sinodo, constatando con gioia
che i rapporti metodisti-valdesi
stanno diventando sempre più fraterni e reali non solo sul piano teo
rico ma anche su quello molto concreto delle attività locali, esprime
il desiderio che gli studi relativi
aH’integrazione metodista-valdese e
rattuazione di essa siano continuati con decisione nell’atmosfera
sempre più amichevole delle nostre Chiese,
Qualcuno ha voluto notare un calo
d’entusiasmo negli ultimi anni. Le
difficoltà sono effettive, c quelli che
vorrebbero' bruciare le tappe mormorano o si scoraggiano; ad esempio,
per difficoltà bilaterali, è rimasto in
sospeso il problema dell’unificazione
della stampa (ne riferiamo nella pagina accanto, trattando del problema
della stampa), e il Sinodo ha votato
questo o.d.g.:
Il Sinodo, preso atto che vi sono
state delle circostanze per le quali
non è stato possibile attuare l’art.
17 degli A. S. I960 circa la unificazione dei giornali ’La Luce’ e ’Voce
Metodista’ entro i termini di tempo specilìcati in detto articolo, rinnova alla Tavola Tinvito a dare attuazione sollecita.
Forse la cosa più feconda da fare,
oltre a proseguire gli sforzi di collaborazione locale, è di tener conto di que
sti suggerimenti della C. cl’E. : la collaborazione «potrebbe essere grandemente agevolata dalla trasformazio
ne del nostro erdinamento distrettua^
le in quello presbiteriale»; e nel quadro deU’auspicata e avviata rimeditazlone e revisione ecclesiologica, certamente anche 1 raw»rti valdesi-metodisti potranno ricevere un nuovo impulso.
Constiglio Federale
La discussione relativa ha rilevato
l’intensa attività dol Consiglio stesso,
le frequenti riunioni della Giunta
(presieduta dal p^t. Mario Sbaffi),
la fondamentale importanza, anche
in questo campo, dell’Ufficio Legale;
si è soffermata in modo particolare
sulle questioni del Chilto-Radio, di
’Presenza Cristiana’, déH’assicurazio
ne statale d’invalidità e vecchiaia per
i pastori (ne riferiamo altrove).
Ma si è avvertito che il problema
di fondo è un altro, dì ordine interno: si confrontano — e speriamo che
non si affrontino — nel Consiglio Pe
derale due concezioni: quella valdesemetodista, che vorrebbe spingere
quanto più innanzi possibile la collaborazione fra le Chiese membri, e
quella battista — espressa chiaramente pure nell’intervento, in Sinodo, del
past. Manfredi Ronchi, presidente
dell'Unione battista — che tende a
limitare l’attività del C. F. alle attività comuni in cui le nostre Chiese sono d’accordo, e che potrebbero, in fonde, svolgere ognuna per conto proprio.
Ora, l’istanza che sta all’origine del
C F. è eminentemente pratica, ed è
costituita sostanzialmente dalla difesa della libertà religiosa On effetti
questa è l’attività dominante e fiorente del Consiglio, attraverso il suo prezioso Uff. Legale); mentre ia Chiesa
battista vorrebbe che a questo ci si limitasse ancora, le Chiese valdese e
metodista desiderano procedere: a ciò
tende la revisione dello Statuto, che
è allo studio, e che porterebbe alla costituzione di una vera e propria Federazione delle Chiese Evangeliche,
con i suoi vari ’dipartimenti’ : ad
esempio il Consiglio della Gioventù,
i! Comitato Naz. delle Scuòle Domenicali, organi interdenominazionali,
non fanno ora parte dell’attività del
C. F.
Alcuni hanno affermato ohe ci si
trova dinanzi ad un bivio: o accettare Tatteggìamento della Chiesa battista, o rinunziare alla sua partecipazione al C. P. Respinta con decisione
questa seconda eventualità, che indebolirebbe tutto l’evangelismo italiano,
si è auspicato che il nuovo Statuto
sia della massima semplicità, che il
C. F. rimanga e divenga punto di
unione — e di utile confronto — dei
vari movimenti evangelici Italiani,
che vi si manifesti fortemente l’imione valdese-metodista, il che non esclude che talune forme di collaborazione
possano aversi anche fuori del C. F..
Il XV Agosto
a Ginevra
Favorita da tempo ^lendido, la tradizionale rianione del IS agosto a Prangins,
ha avuto luogo la domenica 13 agosto. VI
lianno partecipato in buon numero ì membri e gli amici delle Cbiese Valdesi di Ginevra e di Losanna. Alle ore 10 ba avuto
luogo il culto di commemorazione nel
Tempio, gentilmente offertoci dal Consiglio di Chiesa e dal Comune di Prangins.
Dopo il culto, riunione intorno al monumento cretto a Promentlioux, nel luogo
stesso dove ebbe inizio il glorioso rimpatrio
dei Valdesi nel 1689. Il Municipio di Prangins aveva provveduto per la circostanza,
ad ornare con grandi mazzi di fiori il monumento.
11 pranzo al sacco fu consumato nella
adiacente proprietà del signor iLiechti.
Dopo il pranzo rivolsero messaggi di saluto e di augurio il signor Pierre Régamey,
sindaco di Romane! e deputato al Parlamento cantonale, il signor Mathey, in rappresentanza del sindaco di Prangins ed il
signor V. E. Della Santa della Chiesa di
Ginevra.
La bella giornata si concluse con canti e
giochi a cui presero parte con brio giovanile non solo i giovani ma anche i meno
giovani convenuti a Prangins per la lieta
circostanza.
Perchè ho detto di no
(continua dalla 2“ pagina)
con la piena convinzione che ei « -allontana dalla Chiesa, conservando rUlusione
di appartenervi è nel falso, e quindi va
avvertito) succederà un finimondo!
D’altra parte non c’è peggior sordo di
chi non vuol sentire. A meno di non usare un linguaggio qieciale per,, sordi speciaU.
E sono anche convinto che questo linguaggio esiste e c’è chi lo può parlare: i laici.
Non statemi a dire che non c’è distinzione
tra laici e pastori. Su questo punto sono
d'accordo. Ma è un fatto che il Pastore è
pagato dalla Chiesa mentre il laico no. Orbene, ai nostri contadini serviranno più, in
materia finanziaria, due parole dei laici impegnati che non mille del loro Pastore che
sarà sempre considerato come colui che fa
il discorso «prò domo sua» e che ha paura
(tosi la pensano molti) di «perdere il posto» e di doversi «mettere a lavorare».
A questo proposito devo dire di essere
molto contento di aver notato che, durante
la votazione, parecchi laici, compresa la
deputata della mia comunità e quelli di altre i cui Pastori si sono astenuti, hanno votato per il «sì». Se essi potranno essere all’avanguardia per qualche iniziativa prati
ca, mirante a porre ciascun membro di
Chiesa di fronte alle sue precise responsabilità finanziarie, saremo al loro fianco. E
se ci dimostreranno che veramente possono
fare più di noi, saremo ! primi a rallegrarcene.
E qui posso far punto. Credo infatti sia,
inutile aggiungere altre riflessioni a queste
note. E inutile credo sia pure l’affermare
che il mio «no» non celava il proposito di
non volermi interessare della questione finanziaria o quanto meno di non cercare di
fare alcun sforzo in seno alla mia comunità nel senso indicato dal Sinodo. E’ stato il mio «no» un semplice riconoscimento
delle difficoltà per i Pastori di cambiare la
mentalità (e tanto più da agosto a novembre) di una comunità, specialmente se questa non si rende conto che il Pastore non
può fare quello che essa può e deve fare!
Spero di non essere accusato di retorica
se cito terminando un detto di Guglielmo
il Taciturno che rispecchia il mio atteggiamento di fronte al problema finanziario :
«Non c’è bisogno di sperare per intraprendere, non <’è bisogno di riuscire per perseverare».
Bruno Costabei,
UFFICI DELLA TAVOLA
L’Ufficio Tecnico e l’Ufficio Legale della Tavola hanno raccolto, consueto ormai
ma sempre calorosaniente sentito, il plauso del Sinodo i>er Taanpia e sagace opera
svolta, su incarico della Tavola, a prò’
della Chiesa Valdese, e, il secondo, dell’evanigelismo italiano. Veramente, la mole di lavoro cui accenna sia pur rapidamente, il rapporto della Tavo-la e, poi, la
relazioine della C. d'E., è cosi imponente
da far venire quasi il caipogiro. E ci rallegriamo vivamente con l’Ing. Ravazzini e
con il Dr. Peyrot per questo loro prezioiso
servizio.
Per quanto riguarda gli stabili, oltre alla
continuazione della costruzione del tempio
di Prali, sono staiti compiuti lavori a Rio
Marina e a S. Giacomo degli Schiavoni ;
sono stati acquistati terreni a Villar Perosa, dove si rende possibile la desiderata
costruzione di uii luogo di eulto, e a Riesi
e a Orsara di Puglia dove permetteranno
l’istituzione o l’allargamento di indispensabili oipere sociali. E’ stato pure inaugurato il nuovo Conviti o di Pinerolo e l’ampliato e rinnovalo Ospedale di Torino. Sono inoltre in progei lo (e le somme preventivate sono già in gran parte assicurate)
coistiTuzioni di luoghi di culto a Catania,
Ferentino e S. Giovanni Lipioui, e del
nuovo Asilo dei Vecchi a Vittoria. Sarà
ampliata Villa Olanda, dove saranno trasferiti gli ospiti dell’uliveto, permettendo
il trasferimento qui della Scuola d’Agricoltura. Si impone il rinnovamento della
Scuola Latina, menilre il Convitto di Torre Pollice ha fruito di notevoli restauri.
Per non parlare di molti altri lavori minori, c pur cospicui per una piccola Chiesa. D’altra parte, Taranto, Campobasso,
Trapani e la diaspora continuano ad attendere un luogo di cuho che aiuti quelle
chiese a consolidare la propria opera.
Altrettanto cospicua e disparatissima la
attività dell’t/j?£cio Legale, parlicolartnenle preziosa per tutto quanto riguarda la
difesa della libertà religiosa, sia sul piano nazionale che in rapporto con la relativa Commissioine ecumenica; quest’anno
poi si è laboriosamente realizzato il primo
passo sulla via dalle « intese » con lo Stato, a proposito del progetto di legge, poi
votato dal Parlamento, relativo alla assicurazione d’invalidità e vecchiaia per i
ministri di culto acaittolici.
(Quest’ultimo problema, di cui si è largamente parlato sm nostri giornali, ohe
hanno pure ospitalo interventi pro e contro, Ila trattenuto in modo particolare l’attenzione del Sinodo percliè, votala dal Par.
lamento la legge, tocca ora alle chiese di
prendere posizione. La discussione ha rivelato una certa incertezza. Alcuni hanno
nettamente preso posizione contraria, in
quanto — pur non limitando tale ’’intesa
la liliertà della nostra cliiesa — si trattava di accettare quella che, nella concreta
realtà dell’Italia di oggi, è una situazione
di privilegio, preclusa ad allxe ’categorie
di cittadini. Indubbiamente, in tutte le
trattative (un il Governo, fin da'Ua prima
’nota’ del 30.1.1960 del Consiglio Federale, qu^ta riserva di fondo è stata espressa nel modo più netto; e tuttavia la accet
UA MORE NON CALCOLA
1 Corinzi 13 : S
Sembra quasi una affermazione romantica del « puro amore ». Ma
lo è davvero?
Si può veramente dire che due innamorati non calcolino, non cerchino il proprio interesse? che dall’amore paterno e materno e filiale
esuli ogni considerazione di interesse, di egoismo? che dall’affetto, dall’amicizia, dalla solidarietà che ci lega ad un altro e che lo lega a noi
sia assente ogni calcolo, magari inconscio?
Per non parlare delle unioni d’interesse, ad ogni livello — che moralmente non sono molto superiori alla prostituzione: è una differenza
di gusto, non di moralità — non si dice forse correntemente di due giovani che si sposano che si sono (( sistemati »? non si annida forse fra le
pieghe dell’eros spirituale e fisico che attrae due creature l’una verso l’altra la tentazione della sistemazione, dell’abitudine, della noia? e anche
quando la forza dell’amore supera intatta il fluire dei mesi e degli anni,
non sussiste forse quell’elemento di calcolo, sia pure ardente e aippassionato : amo veramente l’altro, o amo me nell’altro, amo l’altro per quello
che mi dà? Di fronte a queste domande la passione più forte e pura, l’unione più fedele e profonda e durevole riprendono, al di là dei miti romantici di ogni tipo e serietà, la loro vera dimensione umana, secondo
la carne, quella carne che cerca disperatamente il proprio interesse, la
propria vita, e che perciò così facilmente la perde.
E’ diffìcile dire di quale forza di sacrificio, d’abnegazione sia spesso
capace l’amore paterno e materno e talvolta filiale; e per molti è una
profanazione parlare d’egoismo a questo proposito. Tuttavia, a parte la
forza dell’istinto in noi, il lato carrtede di questi affetti si rivela non di
rado nel loro esclusivismo: io ed i «miei », la corona del mio io; al di
là, gli « altri ». Lo stesso discorso vale 'per le amicizie, anche le più profonde; il Signor Gesù, beninteso senza ombra spregiativa, ha notato il
carattere ’ordinario’ di queste, chiedendo ai suoi lo straordinario delTamore per tutti, anche per i nemici.
Tutto questo non significa affatto spregiare la nostra capacita umana
di amare- al contrario, è evidente che chi è capace di amare è uomo più
vero e vivo di chi se ne sta ripiegato su se stesso: la Parola ci mette tuttavia in guardia contro ogni esaltazione senza riserve del nostro amore.
Anche del nostro amore verso Dio: tutta la .problematica delle opere e
dei meriti tutta la polemica ardente di Giste contro il moralismo farisaico di o^ni tempo affiora qui, per 1’« homo religiosus » che tanto stenta
a riconoscersi servo mutile.
Di quale amore senza calcolo parla dunque Paolo nel meraviglioso
inno all’agape di 1 Corinzi 13? Dell’amore secondo lo Spinto: delramore di Dio. dunque, dell’amore di Gesù Cristo. Davvero, l’amore
del Padre che giunge a dare il Figliolo unigenito e dilette perche possiamo avere salvezza e vita, è amore perfetto, senza calcolo alcuno, che
non cerca il proprio interesse: Dio non ha biseco di noi uomini; ma et
ama, e non vuole ohe neppure uno dei mimmi si perda ; la stona dei
mondo è la storia della salvezza perseguita con divina fedeltà dal Suo
inimmaginabile amore redentore. E, davvero, l’amore di Cnsto ohe da se
stesso nella sua umile incarnazione, durante il suo ministero ( servizio !)
e fino alla morte della croce, per degli uomini come noi, è amore perfetto, sen22i calcolo alcuno, che non cerca il proprio interesse. tutta la
Parola risuona della meraviglia adorante per questa luce abbagliante
(cfr. Osea 11; Giov. 3: 12; Rom. 5; 1 Giov. 4; e<x.).
Non potremo mai, con la nostra mente e (Xil nostro cuore, comprendere tutta l’altezza e la profondità dell’amore di Dio in Cristo; ma ce ne
precludiamo ogni comprensione se non serbiamo sempre la più lucida
coscienza della totale differenza non solo di .grado ma di qualità fra il
suo amore ed ogni nostro amore.
Questo non vuol dire, d’altra parte, che un riflesso dell’amore di
Cristo non ptossa — e non debba — apparire nella vita umana.
Anzitutto, quando la dura corazza dell’amore che calcola e cerca
il proprio interesse, fra l’uomo e la sua donna, fra genitori e figlioli, fra
amici, cede, per un momento, e balena qualcosa di queU’amore che si dà
e che non cerca solo di ricevere e prendere, il CTedente vi riconosce una
parabola dell’amore di Dio. Una piccola, frammentaria parabola, che
ha il suo vero senso e la sua speranza in quanto indica l’amore del Signore che crea e redime, forza e speranza del mondo.
E d’altra parte avviene che l’amore di Cristo urga tanto sulla nostra
vita di credenti, ohe qualcosa sgorghi (anche qui solo un segno, una parabola che allude e rimanda a un amore ben altrimenti grande e vero)
spontaneo e forse irriflesso, spezzando la ferrea le^e del calcolo e dell’interesse terreno e ultraterreno : i momenti pensando ai quali si capisce
a che alludeva Gesù quando diceva « la lua destra non sappia quel che
fa la tua sinistra », i momenti che illuminano la vita della vedova (Mar.
12: 41 ss.), della peccatrice (Luca 7: 36 ss.), di Zaccheo (Luca 19: 1 ss.),
di tanti e tanti, allora e fino ad oggi.
Così, quando incontro due innamorati che se ne vanno assorti nel loro
mondo, quando penso alle famiglie in cui genitori e figlioli sono
profondamente uniti, e a certe salde amicizie, intense e senza morbosità,
ho il cuore pieno di riconoscenza per tutto l’amore die il Signore dona
al nostro mondo pur distorto e caduto. E spero die la avventura umana
dell’amore sia vissuta senza menzognera infatuazione — riconoscendo
cioè quanto di calcolo c’è nel nostro istinto e nel nostro raziocinio, eJ
evitando così di idole^iare romanticamente l’Amore e l’Amicizia ma anche con pienezza, senza ohe manchi, almeno qua e là, quel barbaglio dell’amore che si dà, che non è affatto mmiopolio del « pio » nè del
credente, ma riflesso del libero, universale amore di Dio.
E mi rallegro — ma cosa dev’essere l’allegrezza nei cieli per il peccatore che si ravvede e comprende l’amore del Padre?! — quando intorno a me m’è dato di scorgere qualche segno di un amore che non fa oggetto di calcolo nè Dio nè l’uomo, nè l’oggi nè l’eternità, ma semplicemente vive. Senza dimenticare ohe l’ultimo giudizio non spetta a me, mi
rallegro di questa silenziosa — e tanto più valida quanto più inconscia —
testimonianza, resa a Colui che ama davvero, senza calcolo, il mondo e
me stesso. Conte
tazione della intesa, prima che tale riserva
abbia potuto esser superata dallo sviluppo
della situazione, le toigUe molto della sua
forza morale. Non si può discutere del
problema in astratto : non possiamo, in
questo caso (uhe ei fa un certo comodo),
chiudere gli occhi sulla realtà dell’Italia
democristiana in cui siamo chiamati a predicare, anche con il nostro atteggiamenito
nei confronti dello Stato. Molti sono stati
gli interventi che mostravano legittima la
accettazione, e che negavano la realtà
del privilegio; c’è tuttavia da chiedersi se
un’ombra d’ìnisoddisfazione non è rimasta
anche in coloro che hanno votato affermativamente. Il past. Artus e il prof. Sogigin
hanno anche ricordato che la Chiesa Valdese è una, e che le chiese rioplatensi hanno sempre tenuto a rimanere indipendenti
dallo Stalo, anche .per quel che riignarda
le pensioni, il che era da tener presente,
sebbene la situazione sudamericana sia effetlivainente un poco diversa da quella italiana.
Il Sinodo ha deciso, votando i seguenti
o.d.g., il primo sul problema di fondo:
Il Sinodo, preso atto deila emanazione della legge che istituisce un fomlo
per le assicurazioni di invalidità e vecchiaia dei ministri di culti diver.si dalla
religione cattolica, riaffermando nel
contempo che detto principio abbia ad
estendersi a tutti i cittadini, dà mandato alla Tavola Valdese di prendere le
iniziative adeguate, in collaborazione
con il Consiglio Federale, per addivenire alle ’intese’ con lo Stalo italiano
previste dalla legge.
e il secondo sulle modifiche che l’accetta,
zione implica per i R.O.:
Il Sinodo, accettando la legge che
istituisce un fondo per le assicurazioni
di invalidità e vecchiaia dei ministri di
culti diversi dalla religione cattolica,
¡¡recisa che l’Istituto dell’Emeritazione
nella nostra Chiesa viene di conseguenza modificato nel senso che, dal momento del perfezionamento delle ’intese’ in merito, la Chiesa integrerà per i
suoi dipendenti che entrano in emeritazione secondo la nostra regolamentazione la pensione che loro spetta per
legge, in modo da mantenere per loro
almeno la situazione economica attualmente prevista dai Regolmnenli Organici, ivi compresa la reversibilità delle
pensioni agli aventi diritto, ed incarica
la Tavola e la Commissione dei regolamenti di ¡¡reparare le adeguale modifiche ai nostri Regolamenti Organici.
Si comprende il valore di questo primo
passo sulla via della realizzazione delle
’intese’ con lo Stato stipulate dalla Costituzione (e pensiamo che fosse giusto che
il principio giuridico della parità con i ministri di culto cattolici fosse perseguito e
affermato in Parlamento): proprio per questo, tuttavia, si impone l’evangelica vigilanza anclie se non ha da diventare astiosa
diffidenza; la carola può essere dolce, ma
anche nella storia della chiesa è stata innumeri volte sorella gemella del bastone, pure quando all’origine non ci sono stale
macihiavelliclie intenzioni; e comunque, in
un tempo in cui si afferma così forte la
fine — giusta — dell’età costantiniana, c’è
da chiedersi se si è dato un segno di chiaroveggenza accettando pensioni statali proposteci noti in quanto cittadini — dev’essere chiaro — ma in quanto clero.
Scuola Latina
Pomaretto
Gli esami della sessione autunnale (promozione alla II, alla HI, Licenza) presso
la Scuola Latina di Pomaretto (Media Legalmente riconosciuta) avranno inizio il
giorno 4 settembre secondo il diario alfisso all’albo dell’Istituto.
ISCRIZIONI. — A partire dal
4 settembre sono aperte le iscrizioni alle
classi II, e III (Legalmente riconosciute).
Gli alunni sono pregali di presentare le
domande nel periodo dal 4 al 12 settembre. La direzione
PERSONALIA
Sia pure in ritardo giungano le nostre felicitazioni alla signorina Clara Benech, di
Luserna S. Giovanni, neo-diplomata in lavoro femminile.
4
p»g. 4
L’ECO DELLE VAIO VALDESI )
I® settembre 1961 — N. 34
VILLASECCÄ
In questo ultimo periodo abbiamo avuto
il piacere di avere in mezzo a noi alcuni
ospiti ed amici che ci hanno rivolto il
messaggio della Parola di Dio. Il Pastore
Camerouneee Jean-Calivin Balmmé che, venuto ad Agape per il Campo Europa-Africa, ha accettato di presiedere il culto dei
Chiotti e di partecipare ad una riunione
con Santa Cena nel quartiere di Bovile.
Hanno pure presieduto il culto il Pastore
Liborio Naso e lo Studente in theol. Bruno Bellion che già conoscevamo attraverso
alle riunioni della Pra del Torno. A tutti
il ringraziamento ed il saluto fraterno della Comunità.
Il 20 agosto è stato amministrato il battesimo a Paolo Ferrerò dei Chiotti, di Norberto e di Irma Rostaing. Al bimbo, al fratellino ed ai suoi genitori l’augurio sincero della Chiesa.
Il 21 un folto gruppo di fratelli ed amici
si è riunito intorno alla famiglia di Alberto Perro (Villasecca Superiore) richiamato
improvvisamente dal Signore mentre accudiva ai suoi normali lavori in campagna.
Alla vedova ed ai figli il Signore conceda
la Sua consolazione e la forza di una fede
rinnovata ogni giorno.
Le attività del mese di settembre. Domenica 3; Riunione agli Eiciassie alle ore 15.
Domenica 10: Riunione pomeridiana a Villasecca, ore 14,30. Domenica 17: Riunione
di chiusura a Combagarino, ore 14,30.
RIUNIONE
agli Eiciassie
Le Comunità di Villasecca e
di Pomaretto si riuniranno domenica 3 Settembre nel tradizionale prato degli Eiciassie alle
ore 15 con questo programma:
1. Incontro con un gruppo di
Evangelici dì Carema.
2. Valdesi a Torino.
3. Attualità Ecumeniche.
In caso di cattivo tempo la
riunione avrà luogo nel tempio
dì Chiotti.
POMARETTO
Recentemente abbiamo battezzato Bianchi Nicoletta di Luigi e Giorgetta Bertalmio, residenti in Isvizzera eppur sempre
affezionati alla comunità di Pomaretto. Che
il Signore benedica la creaitura che Ita aggiunto alla .Sua greggia.
Nel mese di agosto abbiamo celebrato il
servizio funebre di Collet Maria in Gardiol
di Rociateugna (Clot Inverno) e decana della zona dell’Inverso ; dopo lunghi anni di
infermità ha terminato la sua esistenza lasciando una numerosa famiglia; che il Signore dia il conforto della Sua presenza ai
familiari.
Domenica 27 agosto abbiamo avuto la visita della fanfara del Baden in occasione
della riunione all’aperto all’Inverso di Pomaretto; un folto pubblico proveniente da
vari quartieri e fuori parrocchia ha ascoltato i forti, iriiciisivi mesisaggi dei seguenti
oiatori: il prof. G. Gönnet ha parlato dei
Valdesi nel Medioevo, con la competenza
ben nota, per gli stndi ch’egli ha fatto in
quel campo particolare e con un richiamo
alla presente testimonianza; il cappellano
della gioventù del Baden ha ricordato la
prova dei tedeschi di Berlino di fronte alla
quale non c’è die Patteggiammo di Filippesi 4: 4 vale a dire la nota della gioia
in Cristo anche nel tempo della prova; il
Pastore Libonati di Campobasso con accenti vibranti ha ricordato le sofferenze del
Sud, le difficoltà die le comunità nostre
incontrarono nell’ambiente non evangelico;
il Pastore Geymet ha chiuso rincontro con
un appello vibrante al servizio per la causa
di Dio. La collctta è stata devoluta per la
Comunità di Campobasso. Ringraziamo i
nostri amici del Baden per la loro visita
sempre così gradita e ispiratrice all’impegno per il Signore, ringraziamo i nostri
fratelli che hanno dato i messaggi. Vorrei
ricordare in questa cronaca un accenno
commovente che il Pastore di Campobasso
ha fatto circa la situazione speciale della
terra d’Abruzzo; egli ha detto che la paga
di molti non supera la cifra di 7C0 L. al
giorno, ricordando che i giorni lavorativi
sono da tre a quattro giorni la settimana
perchè il lavoro manca; eppure queste chiese danno una contribuzione altissima in
proporzione alle loro possibilità; l’oratore
terminava dicendo che rientrava turbato
nella sua chiesa perchè i] Sinodo aveva
chiesto un impegno solenne ili annullare il
deficit che grava stilla nostra chiesa ed aveva deliberato di assegnare ad ogni chiesa
una somma da versarsi entro il 30 novembre. Anche Campohasso dovrà versare una
quota piuttjst-a alta, donde le perplessità
del pastore di dover chiedere a dei nulla
tenenti un altro sacrificio; e giustamente
ci diceva: il sacrificio di Campobasiso come
di altre zone depresse è dovuto al fatto che
le nostre chiese più ricche non sono sempre state pronte a fare un sacrificio per la
chiesa. Pomaretto d.ovrà versare entro il 30
novembre oltre mezzo milione in più della
normale contribuzione: sono certo che lo
slancio con cui lia accettalo di tendere la
■nano a Campohasso con una colletta lo
spingerà pure ad inviare entro quella data
la cifra richiesta.
Ricordiamo che Domenica 3 settembre
avremo la visita dei fratelli di Bassignana
e diaspora, che saranno ospiti per il pranzo
nelle famiglie; il messaggio del mattino sarà dato dal Pastore Giuseppe Anziani ; nel
pomeriggio avrà luogo la consueta riunione agli Eiciassie con vari oratori.
Lunedi 28 agosto dinanzi ad un folto
gruppo di amici è stato benedetto il matrimonio di Jahier Oscar e Pastre Franca. Che
il Signore benedica gli .sposi e dia loro di
essere una luce ed una testimonianza in
ogni tempo.
VILLAR PEILICE,
Nascite. — Roby di Stefano Berton e di
Celine Artus, Teynaud; Eliana di Luigi
Cordili e di Mariueeia Vigne, Sarei. Benvenuti questi floridi agnellini del Signore.
Le-nostre'felicitazioni pure a Giorgio e
Yvonne Marletta di Torre per la nascita
della loro Paola.
Nozze. Il 6 maggio Olga Dwrand di
Rorà e Giorgio Geymet del Ciarmis sono
stati uniti dal Pastore Cipriano Toum. La
cerimonia è stata abbellita dal quartetto
d’archi della Corale di Essen, nostra ospite
alla -Miramonti.
Il 3 giugno, nel tempio di Torre, abbiamo benedetto il matrimonio di Ermanno
Roux con Carla Bertin del Baussang. Ai
cari sposi che abbiamo visto radiosi e felici nella bella cerchia dei loro parenti, auguriamo con tutto il cuore che il loro bar
sia sempre più e sempre megUo un ritrovo
evamgelieo sereno e accogliente.
11 27 maggio abbiamo unito in matrimonio Adolfo Collet con Irene Bertinat. 1 cari sposi si sono stabiliti al Sabbione ove
Adolfo ha un’apprezzata oflìcini meccanica.
Il 15 luglio il Pastore Ayassot di Torino
hi benedetto le nozze della sua giovane
parente e parrocchiana Vivia Allio con Riccardo Turaglio.
La cerimonia si è svolta nel nostro tempio, olezzante di gigli, e gli sposi, che si
stabiliscono al Villar, vi hanno pure ricevuto il benvenuto che il nostro Pastore ha
rivolto loro a nome della comunità.
Il 21 luglio il Pastore di S.'.èRf!mò ha
bf-nedetto le nozze della nostra ’^ovyne 'sorella Ruth Pascal con Pietr/a Stòìz cittadin.v svizzero. Essi hanno lavorato entrambi
come infermieri all’ospedale Cantonale di
Losanna. Ora sono partiti per l’Australia.
Chiediamo al Signore di benederli e di
guidarli nella loro bella missione in un
ospedale di Melbourne.;
Funerali. — Il 12 giugno, in seguito ad
un attacco apoplético, ci ha lasciati la nostra sorella Anna Berton in Marinet di anni 76. Durante la lunga agonia essa è stata curata con profondo affetto dal marito
e dalla figlia accorsa prontamente da Niz
za. Al caro « barba Tliienne » rimasto privo della sua compagna, auguriamo giorni
streni presso la figlia ed il genero, sostenuto sempre daUa fede nel noislro Dio.
Il 26 giugno ha risposto alla chiamata suprema il nostro fratello Eliseo Puy di Subiasco. Aveva 91 anni ed era il decano della nostra comunità. Nella sua vita era stato
colpito da prove crudeli che non avevano
però scosso la sua fede solida come la roccia. Ai nipoti Pietro e Giovanna Puy che
l’hanno circondato con tutti il loro affetto
c che l’hanno curato come un padre, esprimiamo la nostra fraterna simpatia.
Il lo agosto u. s. abbiamo recato — con
un lungo corteo, dal Meynet fino al Camp--j
del riposo — le spoglie mortali del nostro
fratello Davide Garnier di anni. 87. Il Signore aveva voluto provarlo con una lunga e dolorosa infermità che lo aveva costretto in letto, paralitico, per ben sei anni, Dotato però di una fede sincera non
fece che dar prova durante tutto questo
tempo, di una forza trionfante. Amava il
canto e sapeva quasi tutti gli inni a memoria. Cantò finché le sue labbra ne ebbero
la forza eppoi ne recitò le parole, alternate a passi della Scrittura, fino agli ultimi
giorni del suo calvario. I visitatori, compaesani ed esteri furon senqire impressioi*ati dallo spettacolo della sua fede. Soffriva in una minuscola e oscura cameretta
grande 7 o 8 metri quadrati, ma di là dava
una testimonianza che si irradiava lontano.
Ai suoi funerali parlò una signora germanica che lo aveva visitato già negli anni
precedenti e che volle rendergli l’omaggio
di accompagnare le sue spoglie all’estrema
dimora: la signora Mondon-Hoffmeister,
valdese germanica e missionaria in Cina,
in breve periodo di riposo a Villar Pellice
in questo momento. E sian di conforto ai
familiari e di ispirazione alla Chiesa, questi canti che, come le opere dei santi, seguono ancora il nostro Davide Gamier aldilà della tomba.
Campo lavoratori. — Ha avuto luogo alla Miramonti ed è stato diretto dal Pastor-;
Lierse che fu già nostro ospite l’anno scorso. Con spirito d’amore egli ha voluto aiutarci nel completare l’attrezzatura della
casa e i suoi giovani, specialisti in vari me
stieri, ci hanno verniciato tutte le porte,
hanno rifatto l’impianto luce nella parte
vecchia della casa, completandolo con bei
lampadari moderni. Nel bagn-D hanno fatto
il pavimento in piastrelle arricchendo la
stanza con alcuni lavabo. Hanno inoltre
portato vari attrezzi pratici per la casa e
sulla porta d’entrata hanno scritto in caratteri vistosi: Benvenuti!
L’ultima sera della loro permanenza è
stato organizzato un incontro coi nostri giovani e il Pastore vi ha espresso la commossa gratitudine della Chiesa per il loro
lavoro cosi utile e disinteressato. (Durante
tutto il campo si sono mantenuti a loro
spese!). Li ha inoltre lodati per lo spirito
d'amore che li ha animati. (segue)
ROBA
FHAROSTINO
Battesimi — Nel corso'-dei culti, hanno
ricevuto il segno della Grazia nel Battesimo: Dellavia Didier Renè, di Henri e di
Long Ilda (Ginevra), domenica 20 agosto;
Pastore Renato, di Dino e di Benech Rina
(Rostan di Roccapiatta), domenica 27 agosto. Il Signore faccia crescere questi agnelli della Sua greggia «in grazia, in sapienza
e in statura dinanzi a Dio e dinanzi agli
uomini » e aiuti i genitori e i padrini a
mantenere fedelmente le loro promesse.
Riunioni estive — Nel corso del mese di
settembre, piacendo al Signore, avremo ancora le seguenti riunioni e culti : domenica
3 settembre, ore 15,30 riunione alla Massera ; domenica 10 settembre, ore 8 culto
mensile presso la cappella del Roc; domenica lo settembre, ore 15,30 riunione al
Collaretto; domenica 17 settembre, ore
15,30 riunione ai Gay; domenica 24 settembre, ore 15 culto al tempio di Roccapiatta (con Santa Cena). Confidiamo in una
buona partecipazione della popolazione.
— La famiglia Pavariu della Vemarea è
passata per l’ora del lutto; dopo una breve
malattia « Magna Fina », che era da poco
ritornata dall’ospedale, ha lasciato i suoi
cari. Esprimiamo a quanti sono più direttamente colpiti da questa dipartenza la simpatia della comunità tutta. I funerali hanno
avuto luogo Mercoledì 30 agosto.
— « Barba Vitouret », vìttima alcuni giorni fa di una grave caduta, è ancora degente all’ospedale di Lusema. Ci auguriamo
che le sue condizioni possano migliorare
tra non molto ed inviamo un -pensiero affettuoso a lui ed alla moglie.
— Anche il nostro cantoniere Giulio Durand ha dovuto fare un breve soggiorno in
ospedale ma va rapidamente rimettendosi
e ci auguriamo di rivederlo presto in mezzo a noi. Alla sua Mamma, gravemente inferma da pareoohio tempo, giunga il nostro
costante, affet-tiuoso pensiero.
— Ai pastori Alessio e Baldi, che hanno
presieduto due culti nel nostro tempio e
che ora sono tornati alle loro rispettive
sedi dopo un periodo- di meritato riposo,
la nostra riconoscenza e l’augurio di una
buona ripresa delle attività.
— Martedì 29 agosto ha avuto luogo l’annunciato culto serale con la partecipazione
dei trombettieri del Baden, guidati dal M'Stober. A questi amici, nonché ai pastori
Geymet e Libonati, che ci hanno rivolto un
messaggio nel corso d^lla serata, il nostro
saluto ed il nostro cordiale arrivederci 1
Crediamo di poter dire che i rorenghi hanno apprezzato assai le melodie vecchie e
nuove scaturite dai lucenti ottopi, che li
hanno anche > alidamente accompagnati nel
canto
— Or non è molto la popolazione di Torà. nonché i villeggianti, hanno avuto la
gradita soripresa di vedere il viUag-gio illuminato a festa. E quel che è ancor più gra
fievole, questo fenomeno si ripete ormai
utte le sere! Gli è che l’Amministrazione
comunala ha provveduto con una spesa non
indifferente a condannare le vecchie, stan(he lampade ed a sostituirle con un modernissimo sistema capacp di fugare le tenebre anche negli angoli più riposti. Plaudiamo a questa iniziativa,, rallegrandoci di sen
tir parlare di altri progetti per rendere
sempre più accogliente il nostro amato villaggio. j,
PRAMOLLO
— E’ deceduto all’ospedale Cotlolengo
di Pinerolo Boudrandi Giovanni, di anni
59, di Pomeano. Il peggiorare improvviso
e violento di un malfe di cui soffriva da
molti anni, senza però dargli eccessivo fastidio e senza impedirgli di accudire ai
suoi quotidiani lavori,' lo ha strappato in
pochi giorni alla sua famiglia. 11 suo funerale si è svolto a Pinerolo; vi hanno preso parte tutti i vicini'e diversi conoscenti
ed amici, testimoniando così del loro affetto e della loro simpatia. Al fratello, alla
sorella ed a tutti i parenti rinnoviamo le
nostre fraterne condoglianze ed esprimiamo
la nostra solidarietà in quest’ora di lutto.
— Durante il mese d’agosto ci hanno
portato il messaggio della Parola del Signore, in occasione del culto: il Moderatore Pastore E. Rostan, il Pastore A. Peyro
• nel di Le Creusot e il Prof. S. Pons. La
Chiesa esprime loro il suo grazie riconoscente. La nostra riconoscenza va pure alla
signorina Annemarie Peyronel e al signor
Aldo Long che hanno parlato ai giovani in
occasione di una riunione all’aperto.
— Il 19 agosto, nel tempio della Ruata,
sono stati uniti in matrimonio : Roberto
Lantelme (S. Germano Chisone) e Nella
Long (Ruata). I noislri voti migliori aocom.
pagnano questi due giovani sposi che si
stabiliscono nel territorio di S. Germano.
— Il BatteBiino è stato amministrato alla
piccola Marina Plavan, di Ivo e Lelia, di
Pomeano. 11 Signore l’accompagni con la
Sua grazia e la prepari a diventare un fedele membro della Sua Chiesa.
— Diamo il nostro più cordiale benvenuto alla piccola Laura, venuta ad allietare
il focolare domestico di Remigio e Letizia
Bleynat, dei Ciaurencbi. Ai suoi genitori
le nostre più vive felicitazioni.
— Quest’anno si direbbe proprio che il
nostro vallone abbia rinnegato o dimenticato del suo nome; chi giungesse per la
prima volta potrebbe benissimo credere di
trovarsi, anziché a « Pramollo », a « Prasciutto ». Tutto è secco infatti, tutto aspet
ta impazientemente una giornata almeno
di buona pioggia. Non solo i campi e i prati, ma persino parecchi alberi — cosa proprio insolita — lasciano intravedere la loro
grande sete con le loro chiome ingiallite
anzitempo. Speriamo che le piccole nuvolette che ogni tanto compaiono all’orizzonte si decidano presto a portarci la tanto
sospirata pioggia.
— I numerosi amici, saliti quassù in occasione delle loro vacanze annuali, sono
ormai rientrati tutti alla loro sede abituale. Inviamo loro il nostro saluto cordiale
ed il nostro fraterno augurio di buon inverno e di molle benedizioni celesti.
Convitto Maschile Valdese
Torre Pellice
Sono aiperte le iscrizioni per il prossimo
anno scolastiico al Convitto Maseliile Valdese dii Torre Pellice per alunni che frequentino le Scuole Elementari, la Scuola
Media, il Ginnasio e Liceo Classico e le
Scuole di Avviamento.
E’ indetto altresì un concorso per il godimento di 2 poisti semigratuiti (metà retta) presso il Convitto Maschile Valdese.
I titoli validi per concorrere sono le votazioni conseguite alla fine del presente
anno scoilastico. Sono ammessi solo ragazzi
la cui famiglia sia di modeste condizioni
economiche. Tempo utile per la presentazione della domanda: 10 Settembre.
Per informazioni e per ricevere prospetti illustrati scrivere semplicemente, anche
su cartolina postale, a : Convitto Faldese Torre Pellice (Torino).
(¡«Bsijilio Élla 4al Pellice
Il Presidente rendè noto che, con bando
in data 28 agosto 1%1, viene indetto pubblico concorso per l’assegnazione delle ,borse di studio annuali istituite da questo Consiglio dì Valle, e precisamente':.....
L. 30.000 per alunni licenziati dalla 5“ classe elementare e che si iscrivano alla prima classe di una scuola secondaria inferiore;
L. 40.000 per alunni che si iscrivano alla
2» e 3“ classe di una scuola secondaria
inferiore;
L 60.000 per alunni iscritti a qualsiasi classe di una scuola secondaria superiore.
Gli aspiranti debbono risiedere in uno
dei Comuni facenti parte del Consiglio di
Valle (da Bricherasio a Bobbio Pellice),
appartenere a famìglia particolarmente bisognosa (con riguardo al numero delle per
sone a carico del capofamiglia e della residenza disagiata) ed avere riportato una media di virti pari a 8/10 per i licenziati dalla
scuola elementare ed i 7/10 per gli altri.
Le domande debbono essere presentate
entro il 25 settembre p. v. alla Direzione
Didattica od ai Capi Istituto competenti.
Per informazioni rivolgersi alle suddette
Autorità Scolastiche od alla Segreteria del
Consiglio di Valle (Segreteria Comunale di
Terre Pellice).
Il bando è pubblicato presso i comuni
della Valle e le Scuole ed Istituti interessati.
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II marito e la figlia di
Eugenia Jachia
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profondamente commossi dalla grande manifestazione di affetto e di simpatia ricevuta in occasione della dipartenza della loro Cara, ringraziano
tutti coloro che furono larghi di aiuto
e di conforto nel momento della loro
grande prova.
Un grazie particolare e sentito ai
vicini di casa e al CAI Val Pellice.
Torre Pellice, 22 agosto 1961
Il papà, la mamma, il fratello Daniele, la sorella Susanna, gli zii ed i
familiari ringraziano tutti coloro che
hanno voluto essere loro vicini con la
simpatia e confortarli nella grande
prova da essi subita con la perdita
dell’adorato
Alberto Godine
di anni 20
Studente
tragicamente strappato al loro affetto.
«Non ti smarrire...
perchè Io sono il tuo Dio »
(Isaia 41: 10)
La famiglia Cardon, commossa dalle dimostrazioni di simpatia dimostrate per la dipartenza del loro amato
congiunto
Michele Cardon
ringrazia i sigg. Pastori: Achille Deodato. Luigi Marauda e Gustavo Bouchard per l’assistenza spirituale, il
Dott. Mario Alfano per le assidue cure prestate, i vicini di casa e quanti le
furono larghi di aiuto nella triste circostanza.
«Dolce è il sonno del lavoratore »
(Eccles. 5: 12)
Abbadia Alpina, 24 agosto 1961.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tot
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