1
y
Nulla sla più forte della vostra fede I ti?
V (Gianavello)
SITTIMANALÉ PILLA
ABBONAMENTI
Italia e Impero . Anno L. 20 — Semestre L. 10 ' ,
Estero . , . «.v> » 30 — . » 15 '
Ogni cambiamento d'indiiizzo costa una lirti ^ La copia Cent. 40
C H I E
A S E
Rigruardate alla roccia onde foste tagliati
(Isaia LI : 1) E.
1
OIrattor« i Prof. QINO COITABKl
AMMINISTRAZIONE é REDAZIONE :
Via Cario Alberto, 1 bis — TORRE PELLICE
c
o
te
r®
P
<4
Gesù vérifié loro* incontro »»
Matteo 28; Q.’-
Il giorno in cui la Chiesa di Cristo"
afferma al mondo la nota gloriosa di
una gioia ineffabile e convinta è oramai
lontano.
Abbiamo visto il Signore !
Egli è - vivo !
E’ risuscitato !
Abbiamo camminato con Lui sulla
strada !
Ha rotto il pane alla nostra mensa !
Questa fu la nota solenne che la
Chiesa Apostolica fece eciheggiare dopo
il grande miracolo; e fino a quando questa nota non ritrova il' suo suono, la
Chiesa moderna inviterà invano il mondo a partecipare à questa sua gioia.,
Si può discutere fino al dì del giudizio sulla possibilità d’una risurrezione,
ma la prova più evidente d’un Cristo
risorto è la Sua Chiesa che vive, malgrado le tribolazioni incessanti, continue, penose il più delle volte, e la sua
aspettazione che non discute sulle promesse divine, nè sull’apparente ritardo
del Suo Ritomo. Essa vive delle parole
del suo Signore: << Perchè io vivo, voi
pure lAvréte »
Raccontare dal principiò come e
quando ebbe luogo il grande miracolo
della Risurrezione, non ci è dato di conóscere. Dobbiamo, cominciare dove la
Rivelazione comincia, dove noi possiamo comprendere.
Che cosa successe in quel giardino ?
Quanto tempo stette Gesù nella tomba ?
nessuno lo sa. I quattro Evangeli narrano i fatti che seguirono il miracolo •
della Risurrezione con leggere varianti,
le quali - se lette di seguito - comprovano sempre meglio la veracità del mera'vigliosQ avvenimento. Matteo ci parla
dell’angelo che rotolò la pietra; e chi
può affermare che il corpo del Redentore fosse tuttora nel sepolcro ? Marco
racconta rincontro di Gesù con Maria
Maddalena. Luca menziona l’apparizione di due uomini in -vesti sfolgoranti
che parlano alle donne venute-al sepolcro: « Perchè cercate il Vivente fra i
morti ? Egli non è qui, ma è risuscitato ». Giovanni infine ci dice che Pietro
e Giovanni corsero al sepolcro, sorpresi,
più che increduli, alle parole di Maria
Maddalena che li assicurava d’aver visto la pietra rotolata ed il sepolcro vuoto. Nello stesso Evangelo poi risalta
rincontro di Gesù con Maddalena e
l’incarico datole di portare ai discepoli
la notizia che Egli viveva e ritornava al
Padre.
La verità che rifulge leggendo questi
dati negli Evangeli è che Gesù ricercava i Suoi con più premura di quel che
essi ricercassero il loro Signore. Fu sul
loro cammino che Gesù lor venne incontro: apparve alle donne venute al
sepolcro, ai due discepoli sulla strada di
Emmaus; si trovò con loro quando essi,
per timore dei Giudei, stavano riuniti
colle porte serrate; tornò una seconda
volta per incontrare Toma, si trovò sulla riva del mare di Tiberiade quando
essi si proponevano di 'ritornare alle occupazioni che avevano abbandonate per
seguire Gesù.
Egli (tndò dove essi si trovavano.
Li cercò con arnore e sì manifestò a
loro quando essi non Lo riconobbero,
aprendo loro la mente ad intendere le
Scritture e diede loro l’incairico di pre'
dicare ravvedimento e remissione dei
peccati a tutte le genti affermando la
meravigliosa promessa del Padre ch’essi sarebbero rivestiti della potenza dall’Alto.
Ecco. Gesù risorto, incontra ancora
oggi i Suoi, viandanti e pellegrini sulla
terra. La domanda vien naturalmente:
Desideriamo noi veramente incontrale
Gesù ? abbiamo noi il coraggio di camminare con Lui ? Lo amiamo noi abbastanza per dargli un posto nel noatro
^cuore affinchè anche a noi Egli si rii^veli?
^,^'"*’Se così è, Egli risponde al nostro de*^derio perchè solo l’amor Suo può toglier il velo dai nostri occhi, intenti fora fissare un sepolcro vuoto. No ! Egli
è risorto e vive nei secoli dei secoli.
,g;Ao.en, X.
L’Ignoranza è
L’istruzione anche quella elementare
così detta gratuita, per essere efficace
e dare diali frutti duraturi, comporta
delle spese che un gran numero di famiglie - nelle odierne circostanze - non
è in grado di affrontare. Indipendentemente dalla intelligenza e daH’attitudine
allo studio la quale raramente si manifesta nei primissimi anni di scuola, la
possibilità di istruirsi è anche. legata
a tanti altri fattori, quali" un ade;gua1o
livello alimentare ed igienico e un ambiente domestico relativamiente colto,
quali difficilmente si possono raggiungere nelle famiglie non abbienti, asservite al durissimo sforzo della pura e
semplice sopravvivenza.
E’ duruque evidente che l’ignoranza
nella quale' créscono' e permangono" poi
per tutta la vita tanti e tanti giovani
dotati di naturale intelligerusa sia da
considerarsi come vera e propria disgrazia, una' specie di triste fatalità di
cui essi non possono essere individualmente resi responsabili.
»
Non meno evidente è la disgraziata
condizione di coloro che hanno gli studi
troncati o interrotti per lungo periodo
di tempo da circostanze esteriori contro le quali non vale la buona volontà,
in modo che anche la ripresa, quando
venga il momento ,riesce estremamente
difficile e forse impossibile.
Potremmo dunque concludere genericamente che l’ignoranza è davvero una
disgrazia. Ma se così è, perchè non potremmo dire con altrettanto fondamento che la pigrizia, l’ozio, l’ubbriachezza
e le altre forme più grossolane dei vizi
più comuni sono altrettante disgrazie,
fatalità imputabili soltanto genericamente alle condizioni di vita prevalenti? Eppure nessuno la pensa così, nessuno dice mai: « Poveretto, non ha voglia di lavorare », oppure « abbiate pazienza gli -piace tanto bere ! » Per l’ozio
e l’ubbriachezza la condanna è spontanea e generale. E’ giustificata questa
differenza di giudizio, con tanta indulgenza per rignoranza? Se è doveroso
riconoscere che in taluni casi di ignoranza si tratta di disgrazia, è verissimo per molti altri che rignoranza è un
vizio parzialmente imputabile all’ignocante medesimo che non ha voluto approfittare dei mezzi di istruzione che
gli erano offerti.
Se poi, dal fatto indi-viduale passiamo a quello colletti'vo e in particolare
corusideriamo l’ignoranza nella nostra
comunità valdese dobbiamo Onestamente giungere a ben altre conclusioni!
Alla istrùzione - per non dire alla
cultura che è forse troppo - si fa l’àbitùdine, come all’ignor anza. Quale desiderio d istruzione può avere chi cresce in un ambiente òve da generazioni
una disgrazia?
. legna Tanalfabetismo ? Anch’esso fa
parte delle abitudini tradizionali!
Quasi un secolo fa era statò detto dei
■"Valdesi che fra loro nd|n si ¡contava
■.praticamente nessun analfabeta.
'.H-Ìl fatto non era staccato dal loro atteggiamento religioso, l’antica tradiziohe" della lettura della bibbia in pubbli* eo ed in privato, una certa conoscenza
della controversia religiosa la frequenza dei viaggi resi necessari dalla segregazione dai più vicini centri d’istruzione superiore, la conoscenza di almer
pp due e spesso più lingue erano cose
'normali.
V I più anziani delle nostre generazioni viventi ricordano quale fosse il nort temale liyellq di .cultura, del xaldesi e
non delle sole famiglie abbienti cinquanta p sessant’anni fa. L’istruzione e
le 'ricchezze' dello spirito e non quelli
soddisfatti di tale povertà.
E come potremmo noi, popolo della
Bibbia rimanere fedeli al nostro secolare retaggio, se non ci assicurassimo
con indomite perseveranza l’arma più
indispensabile alla trasmissione ed alla
ricezione del pensiero - l’istruzione e la
cultura? — '
E se vagliamo anche essere più severi e non correre il pericolo di fare delristruziofie una specie di idolo fine a sè
stesso (pericolo assai lontano!!) guardiamola Soltanto dal punto di vista del
nostro stretto dovere di testimonianza
cristiana; « Gesù andava attorno inse
r
gnando» leggiamo in Matteo 4: -23, e
ancora « insegnava loro molte cose in
parabole...» (Marco 4: 1). E come potrebbe l’ignoranza consentirci d’insegnare quando tutti coloro fra noi che
abbiano provato di dare il più semplice
insegnamento biblico hanno potuto
constatare la scarsità dei propri mezzi
di cultura?
No! l’ignoranza per noi valdesi collettivamente ed individualmente è una
colpa ed una colpa grave!
Si potrebbe dire che è quasi un tradimento.
Perchè la trascuranza culturale ha
messo le priine radici, fra noi proprio
nel tempo in cui, aperteci daU’emiancipazione le facili vie del mondo e delle/
sue svariate possibilità di lucro, noi nelle famiglie valdesi, abbiamo incominciato a guardare l’istruzione è la cultura prevalentemente col criterio del
Qon la fine del mese di j^prile i nostri Concistori chiudono /■
loro conti. tCettore : hai versato la iua contribuzione? J{ai fatto
li tuo dovere? J{ai adeguato la tua contribuzione alle tue vere
possibilità ed alle accresciute esigente dell'opera della tua Chiesa?
Jf'ai fatto una rinuncia, un sacrificio per l’opera dei Signore?
spesso la cultura erano un’abitudine, una tradizione di famiglia in tutto l’ambiente valdese. Eppure non c’erano che
scarsi mezzi di comuniicazione, non la
luce elettrica, ma il lumino ad olio per
studiare la.sera; quante ore di strada a
piedi si facevano, magari in. pieno inverno, per raggiungere il nostro Collegio non ancora fiancheggiato da un accogliente Convitto?
Con questi precedenti,^ con queste
tradizioni, possiamo dire noi Valdiesi
che l’ignoranza è una disgrazia? '
Più onestamente noi dovremmo dire che proprio per noi valdesi si tratta
di una'colpa, di un vero e proprio vizio.
Ma se questo possiamo dire dei singoli, assai più severamente possiamo e
dobbiamo giudlicarci cdllettivamente.
C’è stato un periodo (qualche segno
lascia sperare che sia sul finire) in cui
siamo caduti in. una specie di antìoulturalismo. Di questo anticultùralismo vediamo ancóra qualche Caparbio segno
come quello di un valdese (ed era una
persona colta!) che considerava un lusso lo sfarzo finanziario che stiamo facendo per il nostro Collegio Valdese!
Forse taluno si è lasciato fuorviare da
certe forme della nostra attività di evangelizzazione, facendò equivoco sul
significato del biblico concetto di «poveri di spirito » i quali sono . appunto
coloro che si sentono poveri e bramano
l’utile materiale, del guadagno, che ne
potevamo sperare, della bontà finanziaria dell’investimento che potevamo
fare. L’abbiamo limitate a quel minimo
che ci pareva indispensabile per «guadagnare » o per « farsi la posizione ».
E’ tempo che ci ricordiamo che la nostra testimonianza di protestanti, cioè
di aderenti ad una fede non solo in
semplicità creduta e misticamente sentita, ma fortemente ripensata e coscienteroente affermate è appunto per questo inriissolubilmentie legata al nostro
livello di istruzione e di cultura indipendentemente dall’utilità pratica ai fini del nostro lavoro quotidiano o della
nostra attivi'tà professionale.
A chi più ha ricevuto tocca la responsabilità degli indigenti, la vergogna e la
colpa dell’ignoranza ricade in gran parte su chi può ccambatterla col suo denaro 0 coll’esempio della cultura propria
o meglio, se possibile con ambedue.
Periscopio.
Ricordiamo che la festa di Canto della valle del Chisone avrà luogo, Dio
volendo, domenica 2 maggio, alle ore
15, nel Tempio di San Germano Chisone.
I membri delle Corali sono pregati di
trovarsi nelle sak delle attività unio-*
niste alle ore 14.30.
II pubblico è cordialmente invitato.
2
¥
L’ECO DELLE/VALLI TALbrcT
4
\s -è»'" ; ^
'i.V
Uò]^ (8 (¡ío^íj^f|if^o
-w.
,"r
25 anni fa, licoìrendo il 300’ anniversario della nascita di Giosaè Giana- vello, il prof. Giovanni Jalla pubblicava
nel Bollettino della Società d’Históire
Vaudoise, n. 38, il suo 'docunxentatissimo -tudio sul grande capitano valdese.
^ Ma j3uella biografia, ricca di dati e di
date non si potè allora mettere fra le*"
mani del gran pubblico valdese e rimase quindi patrimonio culturale di una
piccola'ghiera di studiosi e di lettori
■fortimati.
/ E’ vero che nello stesso anno 1917
(anche quello era anno di guerra come
Tattuale) la Società di studi Valdesi . cercò di far conoscere ad un pubblico
più vasto i fatti principali della eroica '
vita del Gianavello, colla sua pubblicazione del 17 febbraio, dovuta anch’essa
alla penna del prof. Jalla. Ma ciò nonostante, e per il fatto che i due lavori,
scritti in francese erano da tempo esauriti si faceva in questi ultimi anni sempre! più sentire la mancanza di un’opera
popolare,dei maggiori artefici della
conseryaz’-one del nostro minuscolo popolo attraverso le vicende fortunose
della sua storia e specialmente del tragico XVII secolo.
E quindi naturale che, in questo nuovo periodo di vita dura che viviamo, fra
bagliori di guerra che solcano tutti i
cieli d’Europa, sia sorta Tidea di narrare le eroiche imprese dei padri per rir
temprare la volontà e gli animi dei figli.
Così mentre si sperava di ,fioter avere
- ad opera del compianto Generale Giulio Martinat - uno studio completo su
1 opera militare di «Enrico Amaud »,
che si stava pubblicando a puntate sul
Bollettino della Società di Studi Valdesi e che .l’eroica morte incontrata dal
1 Autore in terra di Russia è venuta ad
^interrompere per sempre, il prof. Attilio Jalla^stava preparando il bel volumetto che è uscito in questi giorni, edito dalla Claudiana, col titolo invero un
po lungo di La vita eroica di Giosuè
Gianavello il capitano delle valli valdesi
(1617:1690).
« * «
L opera consta di nove capitoli, nei
quali è ampiamente tratteggiata la vita
del nostro eroe più popolare,-il «leone
di Rorà»: dagli anni della giovinezza
trascorsi nella solitudine alpestre del
Liorato alle sue prime azioni di guerra
durante le Pasque Piemontesi e la successiva riconquisita delle valli; dalla
guerra dei banditi al successivo esiliò ed
all’opera sua tenace, in terra straniera,
pei la difesa dei diritti naturali dei Vaidesi alla riconquista defìnitìva della patria che la violenza e prepotenza straniera aveva loro tolta, e per la preparazione. degli animi alla presa di possesso, armato manu, dei loro focolari che
verrà effettuata pochi mesi soltanto prima della morte dei vecchio lottatore,
che avrebbe potuto esclamare, parafrasmdo le parole di congedo del vecchio
-Simeone: Lascia, o Signore, andare il
1816. Dopo un termo e mezzo di
trattative, il tempio di Lusema San
Giovanni, m Bellonatti, chiuso dal 30
novembre 1814 per ordine di Vittorio
Emanuele I, viene f rudmente riaperto
al culto pubblico. Autore principale
della decisione è l’intendente di Pinerolo, tonte Grotti. Unica condizione, come
rimlta dall’atto firmato dall’intendente
e dai ministri dei due culti, è « che dirimpetto al tempio dei protestanti, e
per tutta l’estensione della facciata del
medesimo prospiciente verso levante,
venga elevato uno steccato di tavole di
legno dell’aUezza di tr^ucchi uno e
mezzo, e quello mantenuto in perpetuità e dò all’oggetto che non'vénga recato d menomo disturbo all’eserdzió del
culto cattolico», j. n.
_______
tuo servitore in" pace, “óra che gli occhi
miei hanno visto la salvezza del .mio' popolo. * ,
Tutte le pagine dell’opera dei prof.
Jalla sono pervase da un sènso di gran-'
de ammirazione per il prode nostro
guerriero del 600 e ner l’opera sua provvidenziale prò laribus. et focis; opera
che egli adempì come si" adempie una
missione che si - ha la persuasione sia
voluta da Dio, di cui ci si riconosce un
semplice strumento posto nelle’ sue mani onnipotenti per assolvere ad un compito particolare ed in qn momento speciale della storia, ma unicamente per la
sua gloria. ^
,Ne risulta quindi un Gianavello ricco
di pathos, ma un po’ idealizzato, che
personifica da solo tutta la resistenza
valdese di quel tragico periodo che va
dal 1655 al 1664, anzi fino al 1689-90
con raperà delle sue Istruzioni, e che lascia nell’ombra'l’opera di alcuni suoi
compagni di lotta durante quegli anni
fortunosi; quali il ,cap. Jahier ed il moderatore Léger, per non citare che i due
personaggi più rappresentativi - col
Gianavello - di quegli anni di guerra e
guerriglia, df solenni trattati e di inadempienza dei medesimi, di legalismi,
verbali e di azioni dei fuori legge, ecc.
% ^ *
In qualche punto infatti il biografò si
è forse troppo facilmente lasciato prendere la mano dal suo personaggio, come quando gli attribuisce tutto il mer ito della direzione e della condotta della
guerra dopo il suo incontro al Vernò di
Angrogna col cap. B. Jahier, il 27 maggio 1655. Quando si .pensi infatti che il
Jahier era di lui più anziano; che aveva
iniziato e condotta a termine in poco
tempo la conquista di vai S. Martino, di
vai Perosa e d’Angrogna, prima della
venuta del GianawéUo coi suoi 200 uomini dal QueyraS; che l’antico storiografo di Casa Savoia'il Guichenon, contemporaneo, lo chiama addirittura Generale e suo luogotenente generale il
Gianavello; che, quando fu messa a
prezzo con l’Editto <Ìel 23 febbraio 1655
la testa dei principali capi valdesi, dalle
autorità ducali la taglia posta sul capo
del Jahier - assieme al Léger - fù doppia di quella offerta per il Gianavello;
quando si ponga mente a tutto ciò, ci
sembra storicamente inesatto attribuirgli tut'o il merito dell’iniziativa e ingiusto, per i colleghi, considerarlo come il
capo assoluto dei combattenti valdesi,
fin dal 1655.
Ci pare anzi che il comando unico
non si veda affatto in queste tre settimane che «-anno dal 27 maggio al 18
giugno: infatti, non solo il Morland, altro storico contemporaneo di quegli avvenimenti, ricorda ben tre concili di
guerra indetti in quelle poche settimane di lotta fra i vari capitani valdesi
partecipanti alla guerra, ognuno dei due
agisce coi propri uomini, ma il Jahier è
sempre col gruppo maggiore ed accorre più voPe in aiuto al collega, quando
questi è duramente impegnato. Solo dopo la morte -del Jahier ad Osasco è dopo la guarigione ed il ritorno in vai
Pellice del Gianavello si può parlare di
comando militare unico, che venne poi
visiìbilmeritè attuato nella successiva
« guerra dèi banditi'», di cui incontestabilmente il Gianavello è il capo militare Ticonosciùto; dai ctìrreUgionari
come dagli avversari.
Merito grande del Gianavello, oltre a
quello di essere stato un ardito ed abiliasimo capo militare durante la campagna del 1655 e quella successiva del
1662-64, fu quello di aver saputo codificare le regole essenziali del combattimento proprio alle truppe operanti in
territorio montano (che egli aveva sperimentate con successo nelle campagne
precedenti) e, di avere così colle varie edizioni delle sue Istruzioni, gettato le
basi di quelle che saranno nei secòU
successivi ; le norme classiche della Í
guerra di montagna. Le quali, se portarono da noi, nella campagna del '1689-’
90, alla riconquista delle valli, furono
„fra l’altro perchè costantemente seguile ed.applicate dal CavaUer nella cosidetta «guerra dei Camisardi dell’inizio del 700, forse la causa preponderan^
te^ dei suoi stupefacenti successi sulle
truppe francesi guidate dal famoso maresciallo de Villsm che pure fu, col
Catinat, uno dei più illustri e brillanti '
capitani della Francia di Luigi XIV. f
A ragione dunque l’autore si è soffermato abbastanza a lungo non solo '
a,.studiare la questione delle varie successive Istruzioni del vecchio combattente, ad analizzare le differenze per
Í stabilire la data della prima di esse e a
lumeggiarne refficacia quando esse furono saguite dai Valdesi, ma ancora a
pubblicare in Appendice al volume un
ms, della Istruzione del W88 che era
tuttora medito, ma che nqn differisce,
nella sostanza da quello già pubblicato
e conosciuto.
. Ed anche altrove Tautore ha saputo
completare una pagina della carriera
militare del Gianavello (quella che va
dal 1662 al 1664) servendosi abbondantemente dei dati forniti. dalle «Conférenoes faictes a Turin...» finora trop, po poco sfruttate dai biografi del Gia' navello: forse perchè non ritenute aliene da una tal quale tendenziosità da
.parte di coloro che vedevano nei vaidesi combattenti durante quel periodo
solo dei fuori legge, massi al bando
dalle autoriià ducali che tenevano in
non cale i lotro diritti religiosi e la concessa libertà di coscienza nei noti limiti territoriali delle Valli.
^ 4: ^
Dobbiamo dunque esser ni all’autore per la sua non lieve fatica, a cui
siamo-debitori della chiara, agile, avvincente ed in mobe pagine palpitante
biografia dei nostro leggendario guerriero, alla quale non possiamo non augurare il più schietto successo; esprimendo però il riniorescimento che la
correzione tipografica non sia quale dovrebbe essere in una pubblicazione a
carattere popolare; vi sono infatti non
pochi rifusi tipografici e sviste che in
qualche caso possono trarre in errofe il
lettore, come nelPAppiendice ove si
parla di un ms. C delle Istruzioni di
Gianavello, che non esiste, o lo lasciano
insoddisfatto, quando ad es. egli s’imbatte in illustrazioni senza indicazione
alcuna, ohe testimoniano di una , fretta
inspiegabile.
IVta forse era meglio non parlare di
questi nèi che scomipaiono neirinsieme
dell’opera limpidamente architettata e
suggestivamente scritta.
T. G. P.
SOCIETÀ’ DI SIÜDI VALDESI
In memoria del Generale Giallo Martinat
La Società di Studi Valdesi, per rendere un degno e duraturo omaggio alla
memoria del valoroso Generale Giulio
Martinat, ha deciso di pubblicare in volume a parte lo studio storico da Lui recentemente composto, su Enrico Ar
naud, il grande capo d’urui grande impresa mMitare, già inserito nel Bollettino n. 72 della Società stessa; e di farlo
precedere da una notizia biografica dell’eroico Autore, in cui la sua nobile
personalità sia efficacemente presentata
e descritta, illustrandola con belle ri- .
produzioni fotografiche inedite, con interessanti documenti, con le motivazioni delle sue numerose medaglie e decorazioni al valore.
Di tale preziosa pubblicazione saranno stampate soltanto 90 copie, numerate da 1' a 90, offerte in sottoscrizione
É. al prezm mìnimo ^di L.' 20 ciascuna.
L’introito.^ totale della vendita sarà integralm,ente versato ad un fondo di beneficenza intitolato al nome di Lui.
Le sottoscrizioni, accomnagnate dah
la quota, possono farsi fin ii’ora presso
la Società di Studi Valdesi in Torre
Pellice, (C. C. P. del cassiere sig. Ernesto Bemech, n. 2,26959 - Luserna S.
Giovanni). .
Din) flievnti dal [mine della Tania
Per danni alle Chiese Valdesi:
Michele Tognina, Brusio, L. 50 - Dott.
S. Rocchi, Como, 1000 - Lilia Malacrida, Id., 500 - Carlo e Lily Lupo, Id.,
200 - Ferdinando Rietèr, Id.. 200 - Ernesto Allenspach, Id., 100 - N. N., Trieste, 100 - Famiglia Stasi,' Id., 15 - Daniele Rochat, 500 - Aw. Lidia Poet,
1000 - Unione Giovanile Valdese, Frali,
200 - P. L.-.Pagliai, Torre Pellice, 49,50.
Per Cassa Culto:
Maria Di Paolo, Aitino, 50 - Aw. Lidia Poet, 2000.
Per Emerìtazione:
N. N., Bergamo, 125.
Per Concio:
G. e J. del Pesco, Trieste, 1° vers. 100.
Per Istituto Gould:
Lucia e Zemira de filarlo, Taranto,
100.
Per Istituto Femm. Èv. di Firenze:
- Signori D’Angelo, Littoria, 100.
Per Istituto di Vallecrosia:
Signori D’Angelo, Littoria, 118 - Lucia e Zemira de Carlo, Taranto, 100 Giuseppe Falbo, Cosenza, 25.
Per Asilo di Viittvia:
Giuseppe Falbo, Cosenza, 50 - Lucia
e Zemira De Carlo, Taranto, 100.
Per Diaconesse:
Giuseppe Falbo, Cosenza, 25.
uoni speciali:
Emma Davio Falcone, per vedove e
orfani, in memoria .cara mamma nel
4° anniversario, 100 - 1° versamento
« Fondo Cleli^ e Mario Pirazzini prò
Ospizi per vecchi e orfani della Chiesa
Valdese », 3000.
ELARGIZIONE
Il signor Paolo Pons ha elargito in
occasione della nascita del suo nipotino
Paolo Bernard Pons la somma, di Lire
3000 in favore del Reparto Maternità
dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice.
OSANNA
Matteo 21: 1-9.
Sotto il regno della sofferenza innoltro col Cristo nel corteo delle Palme. Sì
canta intorno a noi, si agitano delle palme. Dappertutto è un rumore di allegrezza e di gloria. E Gesù tace. Accoglie
nel suo cuore gli osanna della folla; ma,
solo, tra quelli entusiasti, il mio Maestro
Sa quel che lo aspetta.
Nonostante i canti e le acclamazioni,
entra, grave e addolorato in Gerusalemme; Il mio re penetra nella sua città,
ma quelli che vi regnano sono suoi nemici, suoi carnefici.
E cosa sono io, tra Gesù e ì suoi versatili applauditori? Nel mìo cuore, non
c’è forse accanto al servitore, il ribelle?
Signore, so che ho sofferto con te a
volte senza te. Signore so che ho voluto
cantare la tua gloria, e spesso, anche, ti
ho tradito. Ma oggi entro col tuo umile
corteo, nel tumulto ove tu vai a perire.
'Ì’’imploro, 0 Cristo,' affinchè tu, o mio .
Salvatore mi faccia la grazia di accompagnarti fino alla fine. E so che non è
una fine, poiché, tu mi permetti di vedere al dì là !
C. Cellérier - trad. O. Cernì.
Ss#
Tr'^rirìn'i'
'i'?!
3
L’ECO delle VAI^I valdesi
SPI GOL A TU RE
'Una Pelazione
E’ stata recentemente pubblicata, la
relaziorfe annua fieli’Asilo per vecchi
« Umiberto-Margheiita » di San Germano Chisone. Come è ntko, in seguito ad
un deliberato sinodale^ questo Asilo è
passato ora alle dipendenze dirette della Commissione Istituti Ospitalieri Valdesi {G. I. O. Vj pur conservando il suo
comitato locale con specifiche funzioni
di consulenza, cooperazione ed appog~
gio morale. La direzione ha continuato
al essere affidai« alle mani esperte ed
alìoi mente sempre agile del pastore
emerito B. Soulier, che ha, avuto in
Suor Margherìtà .Jourdan una pr^^osa
collaboratrice.
La vita di questo Istituito durante
questi ultimi 18 mesi è stata come riferisce la relazione, normale. Intendiamoci: normale in riferimento ai tempi anormali. Essa, cioè ha normalmente risentito i contraccolp'. degli avvenimenti
della vita economica.
Vi è, nella mente di molta buona gente, la curiosa abitudine di considerare
l’Asilo di San Gerimmo, (è con esso potremmo dire tutti i nostri Istituti), come delle torri ferme che non crollino
per soffiar di venti. Mentre le condizioni di vita dei singoli sono diventate assai più diffidi, queste stesse brave persone che trovano perfettamente logiche
e naturali le loro geremiadi, troverebbero per contro perfettamente naturale
che i nostri istituti di beneficenze continuino a vivere come se tutto fosse
normale; non si rendono conto cioè che
ciò sarebbe una cosa anormale, talmente anormale, da essere mostruoso ! E
questo .non è, lo sentiorno attraverso
le. righe di questa relazione: gli accenni
alle preoccupazioni, la gioia stessa di
poter annunizare: abbiamo potuto tener
duro, sono la prova evidente che la Direzione ha avuto una battaglia dura da
combattere.
Pensate:
Il Villino Fede e Riconoscenza accoglie in quesfto momeUto 15 ospiti;
L’Asilo propriamente detto conta 46
ricoverati.
Si è dovuto compiere dei miracoli ver
fare del posto, si devono compiere dei
miracoli per dar da mangiare a queste
61 persone.
Le necessità sono grandi, e Vamore è
grande. Purtroppo' grandi non sembrar
no essere le possibilità finanziarie, anche se mólti amici si cullano nella rosea
illusione: l’Asilo è ricco.
L’esperienza di tutti i « collettori »
insegna che le persone che vengono invitate a versare un’offerta per un qimP
siasi scopo benefico, trovarm sempre che
gli altri dovrebbero dare di più, perchè
sono più ricchi, ma che tutti concordano
nel ritenere candidamente che la Chiesa, gli istiitu® di Beneficenza sono iioV
turalmente ricchi.
Ricchi di che cosa ?
Questa relazione è arricchita, fra
Valtro, di due rìusdite fotografie: Refettorio alPoVa del pranzo e La cucina. Così riuscite che ncm abbiamo osato servirci delVaggettivio bello, perchè esse ci
hanno lievemente spaventatoi quélle capaci pentole bisogna riempirle / E quei
piatti non sono soltanto un ornamento
di polverosi armadi ! fatte àose sulle
quali è indubbiamente supèrfluo sofferniarqi, perchè, osserva la relazione, « o~
gnuno può immaginare »,
E noi lasciamo i nostri lettori alla loro
immaginazione: non diventi però fantasticheria ma si tramuti in simpatìa, in
solidarietà. '. Spigòlatore.
ANGROGNA (Serre)
Giovedì 22 aorìle si univano in matrimonio Rivoira Edoardo (Casse) e
Roman Iris (Saret).
— Sabato 24 aprile veniva benedetto il matrimonio di Cogno . Serafino
(Pradeltorno) ed Agli Maria (Bagnou).
Il Signore accompagni con la Sua benedizione queste famiglie.
—* L’annunzio di Pasqua è stato rivolto alle numerose asserphlee , convenute nei nostri due Templi. I fratelli si
i,soho avvicinati numerosi alla Sacra
Mensa. Dorruandiamo a Dio di aprirci
gli occhi come ai due discepoli sulla vìa
di-Emmaus onde intandiamo il gioioso
annunzio della Resurrezione del Signore. 6. a.
FERRERÒ-MANIGLIA
La nostra comunità è stata visitata
dal pastore di Pramollo sig. Paolo Marauda e dallo studente in teologia, sig.
.Giovanni Peyrot, ora sottotenente degli
alpini, rispettivamente le domeniche 4
e 11 corrente. Il pastore Marauda ha inoltre portato un fervente messaggio
airUnione giovanile che ha visitato a
nome del Comitato di gruppo. Ai due
i cari amici vada il ringraziamento molto
cordiale di tutta la congregazione:
Î — Il 10 corrente un lungo corteo acI compaginava all’estremo riposo le spoI glie mortali di Peyran Giovanni, di
•Traverse, di anni 81. Era molto conosciuto nella valle essendo stato per parecchi anni messo comunale.
Il 16 corrente, nel cimitero di Chiabrano sono state deposte le spoglie
mortali di Pons Adele, di anni 77, del
Forengo. Da alcuni anni viveva sola;
però non è stata mai abbandonata a se.
Nipoti e vicini l’hanno sempre circondata specialmente durante la sua non
lunga malattia. Fissa si è addormentata
: nel Signore. ■
A tutti gli afflitti per queste dipartenze, le nostre più vive condoglianze.
— Il culto della domenica delle Palme è stato' particolarmente solenne.
Tredici giovani hanno preso l’impegno
sacro di voler essere dei discepoli del
Cristo, Essi sono: Ferrerò Ida (Balbencia), Ferrerò Ines'(Pomarat), Poet Enrico (Roccia), Poet Osvaldo e Poet Roberto (Grangette), Poet Amedeo (dûtes), Barus Edmondo (Cassais), Peyrot
Eli (Orosetto),, Pascal Alberto (Chiabrano), Micol Rina (Forengo), Pons. Aldo (Id.), Ribet Paolina (Plancia) e Peyran Emanuele (Lorenzo). Che Iddio aiuti questi giovani a mantenere le promesse ch’essi hanno fatto!
— Nel pomeriggio della stessa dome- ,
nica, l’Unione delle Madri e delle Giovani ha festeggiato le quattro catecùmene conferim.at!e. L’Unione giovanile e
gli alunni della scuola di Perrero sotto
la intelligente od energica direzione
della signora Ghigo Ida, insegnante,
hanno molto rallegrato il pubblico con
i loro canti e con le loro recite. Un vivissimo ringraziamento a tutti.
PRAMOLLO
Il giorno 24 aprile è stato celebrato il
matrimonio di Long Alice del quartiere
dei Toumim con Blanc Guido di San
Germano.
Rinnoviamo qui agli sposi i nostri affettuosi auguri di benedizione divina.
Il giorno di Pasqua hanno confermato il loro battesipio 17 catecumeni'
dopo aver felicemente superato il loro
periodo di prova.
Domandiamo al Signore di benedire
questi giovani membri di Chiesa e di
aiutarli a mantenere con fedeltà i loro
impegni.
PRAROSTINO
Esprimiamo la nostra riconoscenza
al pastore O. Peyronel di Petrrero, che
ha présieduto il nostro culto la domenica .4 aprile.
— linostri 23 catescumem di quarto
anno sono stati ammessi quali membri
•di;. Chiesa durante il culto della domenica delle Palme. Chiediatìid . al Signore
di dare loro la forza di mantenere le
laitóesse fatte in quel giorno.
La domenica di Pasqua , essi sì sono
ai'vilLnati per la prima volte alla Sacra
Menisa. La Corale ha contribuito all’elevaziohe dei due culti coU’esecuzione
di un coro di circostanza.
H |k>meriggio di Pasqua l’Unione del1% Madri ha voluto festeggiare questi
nostri cari giovani, organizzando per lo■1*0 un simpatico ricevimento, nel corso
del quale il Pastore e la sua Signora rivolsero parole di fraterna esortazione.
iChe Iddio benedica ognuno di essi e
li aiuti a camminare sul sentiero della
vera vite.
torre pellice
2 maggio: domenica della madre.
Sermone di circostanza, coro delle orfanelle; colletta dopo il culto a favore
dell'Orfanotrofio di Torre Pellice.
•\r— l'I colonnello Davide Jalla è stato
'insignito di una nuova onorificenza: la
croce di guerra per la campagna della
Grecia. Al distinto ufficiale le nostre
vive felìcitazion.
, — Sabato scorso è stato celebrato il
mafemonio deirAlpino Benedetto AttUio~e della signorina Benedetto Ida
(notata la sposa in costume yaldese).
Sul nuovo focoHare invochiamo le celesti benedizioni.
^Le solennità della Settimana Santa hanno lasciato un benefico ricordo
ip tutti coloro che vi hanno partecipato
con cuore sinceramente riconoscente ed
in ispirilo di adorazióne.
-La domenica delle Palme abbiamo
pvuto la gioia di iscrivere nel registro
dei niembri di chiesa trentatre catecumeni: diciannove' giovanette e quattordici -giovani. Nel seno della grande ass^blea ' che riempiva il tempio, e il
pui sguardo sì posava s\il gruppo ' di
confermandi con ■ simpatia ed affetto
quando ognuno pronunziava il « sì »
rituale, c’erano indubbiamente molte
anime in preghiera imploranti , sulle
nuove reclute la forza divina con la
quale soltanto , potranno essere fedeli
sino alla m,orte alle promesse fatte.
Il culto liturgico del giovedì santo
raccolse nel tempio, come nel passato,
un numero molto rilevante di adoratori, la quasi totalità dei quali partecipò
alla Santa Cena.
Nel raccoglimento serale, nella solennità del, santuario, ricordando gli avvenimenti che tele ora richiama aUa
memoria, il fedele è ,pdù sensibile alla
voce del Salvatore. Abbiamo tutti realizzato in quel momento la virtù della
comunione fraterna e con Dio.
E’ per rivivere il secondo atto del
dramma redentore che tholti fedeli si
ritrovarono di nuòvo mel tempio alcune
ore dopo.
Rincresce che il venerdì santo sia
giorno di lavoro ciò che impedisce a non
pochi fedeli di partecipare al culto pubblico, Eppure ruditorio fu assai numeroso, così pure il numero dei comunicanti. Era la .prima volta che si celebrava il venerdì santo la Comunione;.
il risultato incoraggiante è prova della
bontà deiFiniziativa.
A Pasqua il tempio era gremitissimo, molti non trovarono più pósto a
sedére. Dio voglia benedire il messaggio di Colui che in tutte le battaglie
combattute ha potuto dire: Ho vinto ! e
che vive lottando finché non abbia mes•só tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi.
La Corale eseguì bene un coro di circostanza. Molto elevato il numero
dei partecipanti alla Santa Cena. Buona la bolletta a favore dell’opera di Evangelizzazione.
VILLAR PELLÌCE
Settimana Santa. La sera di giovedì
santo, utì bulto liturgico di preparazione
alle beléhrazioni pasquali, ha raccòlta
nel nostro tempio un buon numiero di
fratelli e sorelle che hanno pairtecipato
alla riunione di preghiei^a. '
Al culto di veneidi santo, circondati
da una bellV assemblea, sono stati ammessi in chiesa 22 catecumeni, tre dei
quali hanno ricevuto il Battesimo. Il Signore sostenga e protegga qùestì tari
giovani nel buon combattimento nel
quale si sono impegnati ai Suoi onilni.
Parlicoljirmente solenne è stato jl culto di Pasqua, per la eccezionale e raocol-'
ta partecipazione dei frateili, per la ottima esecuzione, da parte della Corale,
delFInno di Gluck, per la taiga partecipazione alla Cena del Signore, ?d infine
per l’atto di solidairietà con le Chiese più
provate dalla guerra,' espresso nell’offerta, che ha superato, di oltre jl lOÒ per
100 la precedente colletta pasquale che
già era la massima registrata negli annali della Comunità.
Al Convegno della Fi TJ. V. L’incerto
orizzonte mattutino del lunedì di Pasqua non ha scoraggiato un bel gruppo
di unionisti della nostra « squadra volante » dal partire, per partecipare -il
Convegno del Serre .di Angrogna. E, la ,
sera, la squadra compatta era di ritorno,
lieta e riconoscente per una giornata
veramente buona.
Battesimo. Il nostro culto di Pasqua è
stato allietato dalla presentazione al
Battesimo di Luciano Garnier, della
Ruà, figliuoletto di un nostro alpino,
Guido, che era presente, e di Maria Michelin.
Al caro bimbo, come ai genitori a cui
Dio lo ha affidato, auguriamo ogni benedizione divina. }■
F. U- V
STUDI1943
Sono usciti;
IL CRISTIANO ED IL LAVORO
tre studi del pastore Edoa,rdo Aime
IL SERVIZIO NELLA CHIESA
due studi del pastore Carlo Gay
RESISTERE
La donna nella lotta per la fede* di
fronte a se stessa, di fronte alla famiglia e di fronte al mondo.
Studi di Elsa Rostan, Berta Su
bìlia, Anna Marullo.
i ■
Una copia di ciascuno di questi quaderni è stata distribuita alle Unioni
Giovanili. Le Unioni o i privati che desiderassero altre copie potranno richiederle al Segretario Generale a L. 4 cilascuna, franco di porto..
RIFUGIO RE CARLO ALBERTO.
Fratelli Turati, 1000 - Long Marey,
25 - Gustavo Malanot, 10 - Marda Mortier, in memoria, 30 - Sara Berton Potrai, 30 - Albarin Deodato, 5 - Coisson
Adolfo, 10 - Monti Long, 10 - Giulia
Caveglk Bruno, 50 - Un’amica, 500 Ribet Maria, 50 - Gardiol Giordano Rosa, 10 - Lama Rivoir, 15 - Paola Rivoir
Marauda, 25 - Emma Paschetto, 15 Gay darlo, 10 - Gaydou Federico, 10Bonnet Clementiaia, 10 - Enrico Tran
Revel in memoria,'lOQ - M. P. in memoria, 25 - Fiori in memoria dell’Alpino Libeccio Augusto, 139 - Forneron
Elisa, 100 - Pietro Ghauvie per emeritazionie, 25 - Gfratitudine, 100 - Madd.
Planchon, 10 - Pastre Aug. e Regina,
25 - Avondet Umberto, Provencal, 100
- In memoria dott. Daniele TuTin, 50 Elena in memoria Annetta Bertinat
Pontet, 50 - Prof. Gay Pietro e.. Cons.,
25 - Gustavo Hentsch, 900 - Madd.
Larcò, 40 - Dora Fontana Roux, 100 Teresa GeniCoud, 20 - Sofìa Rostan, 5 Coniugi' Iiranovilli, Levaiito, 25 - Chiesa San Germano'Chisone, 200, - Souliei
Madd-, in memoria Rachele Bouchard,»
50 - Comm. Avv. Armandiis, 100 - Matilde Melile, 20 - De Femex Seméle,
4
250 -J-Viani'.Gius.' © Cioè, 100 - In me
■- moria di Canepa‘Achille,* 100 Bai-,
30^ - BeissoTie, in memoria, 50 - A. ¿ ;:V
Coisson, 15 -.Coucourde^e fainiglia,"^ 25
Peyrol: Elisa,' m memoria^ 25 N. N., 20
Fomeron Maj^g. Bcfstagno, 30 - Q. E.
Osculati Astesano, 400. .
£41L'
OSPEDALI.
' ' Bioonoscente al Signore, 10
Ester
Seno‘ V. Bivoir, 10 - Col.' Luigi Grill,
50 - Selli Adelina, .20 Caisson Lina,
15 - Bevel Marg. Clara, 20 - D. Charbonnier, 5 ■ Gardiol Giordano Bosa, 10
- Gratitudine, 100 - Griot Clemente, 14
- Bernard G., 10 - Bazzetta Piferino, 76
- Sorelle Pons, 100 - N. N., in memoria,
50 - Grill Giov., in memoria, 300 - Daniele Tron, 10 - Fratelli e Sorelìe Poet,
in memoria, 50 - Famiglia Canal Oreste, in memoria, 25 - Collet Adelina,
in memoria, 25 - Bernard Peyran Clorinda, 50 - Barus Aug., 10 - Tein. Matarollo, 50 - Chiesa di Villasecca, 50 Unione Giovanile Villasecca, 25 - BounouB Cesare, 10 - Leger Caterina, 20 In memoria di Bibet Ant.; la famiglia,
250 - In memoria di Gaydou Giov., la
famiglia, 200 - Pastre Aug. e Begina,
25 - Bernard Arturo, 10 - Jahier Vitale
e Ida, ricoiioscenti al Signore, 25 - Bostan Ed., in memoria del figlio, 50 Laetsch Giov. e Margh., 100 - Bi'ngger
Werner e Beri# 50 - Bostaing Cesare,
30 - Bibet Tron Adele, 25 - Avondet
Umberto, Provençal, 50 - Maddalena
Planchon, 10 - Pietro Chauvie, per emeriitazione, 25 - Gay Prof. Pietro e
Consorte, 25 - Madd. Larco, 40Amina
Cremonese, 150 - Dora Fontana Boux,
150 - Luigi Bouchard, in memoria, 50 Teresa Genicoud, 50 - Sofia Bosian, 5 Genre Eli, 25 - Bichard Aldo e Enrichetta, 10 - In memoria di Canepa Achiile, 100 - Viani Gius, e Cioè, in
memoria, 100 - A. Coisson, 15 - Famiglia Coucourdè G., 50 - Bieca Seiina,
50 - Famiglia Besson, in memoria, 50.
Ammimstrazione degli Ist. Ospitalieri
Valdesi - Torre Pellice, Conto Corrente
Postale 2-27051,
YEHiTE ME!
Matteo 11: 28-30.
Questa parola di Gesù, è semplice.
chiara ed evidente ! Andare a Lui, cioè
accettare le sue istruzioni, ricever da
Lui la calma, la serenità, il riposo dell’anima che-nessun’altra ricerca mi farà trovare. Venite a me, è la. definizione più concisa e ,pdù netta di vita cristiana:, quello che Gesù esige e quello
Gesù mi dà.
Perchè, dunque, tanta resistenza nel
mio cuore ? La paura di sottomettermi ?
La paura di menomarmi- accettando di
obbedire ? No, Gesù non mi chiede questo per sè, e non ho da difendermi contro egoistiche pretese. Quanto aspetta
da me, è per me che lo chiede. E nulla
di ciò che mi separa "da lui può avere
il valore di quello che mi propone.
Non devo forse rivedere la vita alla
luce di quella certezza? Andare a Lui,
ricevere i suoi ammaestramenti, accettare il suo giogo il cui peso non mi feri^ mai. Perchè Gesù è il Maestro mansueto e umile di cuore, che mi chiama
a sè per la mia vera felicità... Io vi darò
rip(^.., Voi troverete riposo alle anime vostre.
(C, Cellérier trad. O. Cerni)
Domenica sera, 4 aprile 1943,
Daniele Benech
rispondeva alla chiamata del Padre Celeste lasciando questa terra.
Ne dànno ii triste annunzio: le sorelle Bachele Ambanelli e Lidia Finocchietti, il fratello dott. cav. Emilio Benech e signora (Ginevra), la nipote Emilia Michel e famiglia (Ginevra) ed i
numerosi cugini.
-!ì€/’ECO. DELLE ‘
\ Dqttor T. F. Laura ;•
e^íl:T' 1' "i ' ' ’’’'-'t.*'
Vice Primario Onorario Ospedale infantile
Regina Margherita di Torino
RECAPITO :
Casa di Cura Dr. Camussi
Via C. Ciano, 13 - Tel. 17 - Pinerele
Riceve ogni giorno feriale
(salvo ii Martedì e il Sabato)
dalle 14 alle 16.
Cappellani Valdesi
Capit. Ermanno Rostan - Cappellano Mi
litare Valdese - Comando Presidio Mi
litare - Torino.
Ten. Alfredo Rostain - Cappellano Militare Valdese - Quartier Generale’- Divisione Alpina taurinense - P. M. 200.1
Indirizzi di Chiese Vaidesi
I DISTBETTO:
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Pastore Edoardo
Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Bieca.
Luserna San Giovanni — Pastore : Lorenzo Bivoìra.
Massello —^ Pastore : Enrico Tron.
Perrero — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Proli — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto ’ Bert.
Riclaretto -— Pastore : Alfredo Janavel.
Rodar etto — Pastore i Arnaldo Genre.
Rorà —■ Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino :—Chiese: Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 7.
- Pastori Elio Eynard e Boberto Comba: Via Berthollet, 36.
Villar Pellice — Pastore : Boberto Jahier.
II DISTBETTO:
Abbazia: « Chiesa di Cristo ». Culto alle 16 - Pastóre C. Gay, da Fiume..
Aosta: Chiesa: 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo
n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chiraa; Piazza Funicolare
Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Fomeron (ivi).
Carema: Da Ivrea: seconda domenica.
Como: Chiesa: Via Busconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17
Coazze; Chiesa Valdese!
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felonica Po: Chiesa Valdese - Pastore
Lami Coisson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore C. Gay,
Salita F. Colombo, 8.
Ivrea: Chiesa Valdese: Corso Botta, 5
- Pastore A. Vinay, Casa Bavera,
Via Cascinette.
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Pastore Enrico Tron - Via Euripide, 9
Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alberto - Culto prima domeniioa del mese
(da Ivrea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Felonica Po).
Susa: Chièsa: Via Umberto I (da Torino).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da
Venezia).
yìrp ì c ¿ I f o r ì !
Provate il nutritore,per Àpi
V O STA,,
sarete^ entusiasti
Lavorazione fogli care!
Apicoltura STALE’
LUSERNA SAN GIOVANNI (Torino)
CASA VALbESE DELLE DIACONESSE
Fondata nel 1901.
Ha per scopo la preparazione di
giovani cristiane, che desiderano consacrare interamente la loro vita al
Signore, curando i sofferenti.
Si mantiene mediante offerte volontarie.
Diaconesse felici ! Un’ideale lungamente sognato che si può attuare nella
vita delle nostre giovani.
Per informazioni e offerte rivolgersi
al Direttore della Casa
SlG. Past. ROBERTO N I S B E T
Convitto Valdese
TORRE PELLICE (Torino)
Diffondete le niibblieazioni della
Libreria Editrice • Claudiana
ARTI GRAFICHE
^ „ L’ALPINA „
27. VIA ARNAUD TORRE PELLICE via arnaud, 27
Qualsiasi lavoro tipografico
Trieste: Chiesa: Via S. Maria Maggiore
- Pastore Guglielmo Del Pesco, Piazza Libertà, 6.
Torrazzo Piemonte: Chiesa Valdese (da
Ivrea) terza domenica.
Verona: Chiesa: Via Dùomo (da Brescia).
Viering: Chiesa Valdese (dà Aosta).
Venezia: Chiesa: Palazzo Cavagnis S. Maria Formosa - Pastore E. Ayassot (ivi).
Ili DISTBETTO:
Barga: Chiesa Valdese (da Pisa).
Borrello: Chiesa Valdese (da Carunchio).
Bordighera: Chiesa Evangelica - Via
Vittorio Veneto, 25 - Culti: 2 e 4 domenica - Pastore Davide Poiis'’'- Piani di Vallecrosia. ’•
Campohasso: Chiesa Valdese: Pastore
P. V. Panascia.
Carunchio: Chiesa Valdese - Evangelista S. Scuderi.
Firenze: Chiesa: Via dei Serragli, 5,1
Pastore Emilio Corsani (ivi) - Chiesa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. Vinay (ivi). ^
Forano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese
'- Pastore Enrico Pascal.
Genova: Chiesa: Via Assarotti - Pastore: Francesco Peyronel - Via Curtatone, 2.
La Maddalena: Chiesa Valdese (da
Roma). V
Livorno: Chiesa Valdese - Via G. Verdi
3 - Pastore A. Bibet (ivi).
Lucca: Chiesa: Via G. TaSsi, 18 (da Pisa). ^ "
Pescolanciano. Chiesa Valdese (da Carunchio).