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Anno vii — N. 12.
II SERIE
30 Giugno 1868.
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la verità neUa carità. — Efbs. VI. ló.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE > LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per tostato [franco a destinazione]____ £. 3 00 ; In Torino aH’CflBiio del Giornale, via del Princip«
Per la Svlztera e Francia, id........... „ 4 25 ^ Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Per r Inghilterra, id.................-. „ 5 50 < Nelle Pboviscik presso tutti gli postali per
Per la Germania id................... „ 5 60 ’ mezzo di Vaglia, che dovranno essere inviati
Non si ricevono associazioni per meno di un anno. franco al Direttore della Bcona Novella.
All’estero, a’ seguenti indirizzi : Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue
Ginevra , dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra per mezzo di francJ-bol^
inglesi spediti franco al Direttore della Buona Novella. \C/^
SOMMARIO
Faisiñcazioni romane I. — La serva cristiana. — Base della fede. — Qu»Vè la vera controversia
'fra il Vangelo ed il romauesìmo f Clonara disila quindieijia. Annouzii.
FALSIFICAZIONI ROMANE
Un celebre scrittore ha notato ohe “ i Cattolici romani credono
tutto ciò che credono i Protestanti, e qualche cosa di più: ” Ma bisogna vedere se quel “ qualche cosa di più ” .sia una parte originale
della dottrina insegnata dal Signore e dai suoi Apostoli, o piuttosto
una corruzione aggiunta iu tempi po.steriori? La più decisiva prova
che i Cattolici romani potrebbero addurre per dimostrare che le loro
.dottrine peculiari siano ima parte della vera dottrina cristiana sarebbe quella di provare che esse furono menzionate in alcune di
quelle scritture che ci sono state trasmesse dalle mani degli Apostoli
ed Evangelisti, le quali scritture tutti i Cristiani confessano essere
la parola deU’Iddio vi%'ente. Laonde que.sta è la prima e principale
autorità alla quale i Protestanti fanno appello ; ed essi rigettano le
dottrine peculiari del romanesimo perchè non le trovano in nessuna
Scrittiu-a ispirata. Que.st’asserzione dei Protestanti ha, naturalmente,
fatto sorgere molte dispute riguardo all’interpretazione di certi passi
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del Nuovo Testamento; ma ora non è più necessario discutere l'intendimento di testi Scritturali, imperocché troviamo ovunque gli
scrittori Cattolici romani ritirarsi in confusione dal terreno delle
Sacre Sciitture. I Protestanti hanno sempre piacere di trovare degli
a\'\’ersarj che vogliano discutere i punti controveirsi sul terreno soltanto della Bibbia : ma questo è appunto il terreno dal quale fuggono sempre i Cattolici romani di questi tempi, sotto pretesto che la
sola Bibbia non fu mai data per contenere tutte le dottrine necessarie alla salute eterna e per essere regola di fede ai fedeli: e quando
non possono trovare le dottrine peculiari della loro credenza nella
Bibbia ricorrono alla Tradizione, sperando con tale mezzo riparare
al silenzio della rivelazione scritta. E’ cosa facile determinare in favore di chi parlino le Scritture diràie quando vediamo quali siano i
controversisti che il piiì sovente facciano appello a tal fonte inspii ata.
I Protestanti sempre le citano, le dirffondono, le mettono nelle mani
di tutti, e vi ricorrono come ad un’autorità suprema alla quale sono
in strettissimo obbligo di sottomettersi. I Cattolici romani al contrario hanno sempre impedito ai laici lo studio della santa Parola,
asserendo, con somma impudenza esser loro affatto impossibile d’intenderla ; ed in sostegno di ciò, aggiimgono che la parola stessa laico
dà loro ragione, perchè viene dal gi'eco e significa una pietra ; quindi
il popolo si potrebbe definire un mucchio di pietre, a causa della sua
stupidità, e come tale non è a sperarsi che possa intendere la misteriosa rivelazione di Dio ! Talvolta trascendono sino a sostenere, che
la Bibbia fu scritta soltanto per il Clero ; altre volte, riuscendo loro
impossibile di tenere la Bibbia nascosta al pubblico, han detto che
il leggerla sarebbe soltanto la soddisfazione di una vana curiosità ;
e Gregorio XVI, nella sua Enciclica famosa contra la Società Bibblica, non esitò a diro ohe “ lo studio generale della Bibbia nella lingua
volgare produrrebbe più male che bene Sovente i papisti inveiscono contra le Traduzioni protestanti come scoiTette; e chiamano la
Bibbia protestante mutilata, perchè non contiene le assurde favole e
mostmose dottrine dei Libri Apocrifi, libri non mai ricevuti dagli
Ebrei, nemmeno dalla Chiesa primitiva. In somma in quei paesi
dove il romanesimo è trionfante la Bibbia è di fatto un libro proibito ; ed è cosa impossibile che U popolo paragoni le dottrine insegnate dai preti colla Parola divina, perchè tale tribunale d’appello è
tolto al pubblico, e non gli rimane alcun mezzo possibile col quale
distinguere il falso dal vero, la rivelazione di Dio dalle invenzioni
degli uomini.
Non possiamo dimque nella controversia coi Cattolici romani limitarci all’appello alle S. Scritture: ma bisogna seguire i nostri avver-
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sarj nel campo in cui sogliono trincerarsi, onde sloggiarli dai baluardi dietro ai quali combattono ; vogliam dire, l’autorità della
Tradizione! Per sajiere che cosa gli Apostoli e gli Evangelisti abbiano insegnato, non potendo o piuttosto non volendo contentarci
delle Scritture medesime da loro lasciate, bisogna come ognun vede,
consultare gli scrittori non ispirati i quali vissero nei tempi che succedettero immediatiimente ai tempi degli Apostoli. E se vi è un
dubbio sul modo d’intendere un jiasso della S. Sclittura, conviene
indagare in che senso quel Testo era inteso da coloro che vissero nei
primi secoli, STibito dopo la morte degli scrittori ispirati. E’ vero,
pur troppo, che in certi paesi ove la discussione è libera, come per
esempio iu Germania ed in Inghilterra, i controversisti Cattolici
romani hanno reputato impossibile di sostenere più oltre sulla Tradizione le opere a^'anzate della loro tanto amata cittadella; essi sono
stati cacciati anche da questo rifugio favorito, non trovando nella
storia dell’antichità verun appoggio in lor favore; talché la nuova
teoria dello “ s’iiluppamento della dottrina cristiana ” è ora sostituita
a quella della Tradizione. 1 più dotti confessano ingenuamente che il
sistema moderno di Roma, sia di dottrine, sia di pratiche, non trovasi nè nella Bibbia, nè nei primi secoli della Chiesa. La sola differenza tra essi ed i Protestanti è questa, che le dottrine e le pratiche
che i Papisti chiamano imo sviluppo, sono dai Protestanti considerate lima corruzione. Questi ultimi son di awàso, che se alcuna alterazione è stata fatta in secoli jjosteriori nelle dottrine insegnate dagli
Ajwstoli, tale alterazione dev’essere necessariamente una corruzione;
imperciocchè la Chiesa romana non avj’ebbe certo lasciate le sacre
Scritture per recarsi alla Tradizione, se la Bibbia non fosse contraria
alle dottrine romane. E’ certo pm-e che i più distinti scrittori Cattolici romani non avrebbero abbandonato la Tradizione, l’appello all’antichità, ed inventato la nuova teoria dello sviluppo della Dottrina
Cristiana, se a\-essero potuto sostenere l’identità delle dottrine ora
insegnate dalla Chiesa romana con quelle della Chiesa prhnitiva. E
questa conclusione è tanto più forte in favore deH’argomento dei
Protestanti in quanto è certissimo che gli scritti dei Padri sono stati
quasi universalmente falsificati dalle autorità romane, come risulta
confrontando i manoscritti colle edizioni che ne sono state fatte a
Roma, 0 per cura dei preti cattolici. La verità è molto debitrice alla
critica moderna, che ha scoperte e smascherate in modo evidente le
mostruose alterazioni della Chiesa romana. Ma siccome la critica
non è molto conosciuta nei paesi soggetti al dominio di Roma, come
l’infelice Italia e la infelicissima Spagna; e siccome la dottrina moderna di Möhler e di Newman non ha sinora sradicato in Piemonte
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l’antica deplorabile teoria della Tradizione, crediamo utile di dare
in quest’articolo un saggio della poca fede che si meritano i controversisti Cattolici romani quando dicono, le loro dottrine essere identiche alle dottrine della Chiesa primitiva.
( Continua )
LA SERVA CRISTIANA
Fanciulla cristiana cui Dio ha messa nell’umil condizione di serva,
spero che lo spirito livellatore di questo secolo, che guasta txitte le
condizioni inferiori, non aì abbia talmente affascinata, da non voler
accettare le prove della vostra, o meglio, apprezzarne i compensi ed
i vantaggi. Ma voi dite forse in voi stessa: questa bella missione della
donna è per tutte, tranne per me! che può fare una povera serva che
vive dipendente da altri? Udite bene la mia risposta: voi potete compiere la missione del vostro sesso, non dico malgrado questa dipendenza, ma coll’ajuto di questa medesima dipendenza. Varie donne
han forzato le cose per crearsi una via d’obbedienza; elleno s’ingannavano, perchè era lo stesso che sostituire la loro saggezza a quella
di Dio. Ma il loro errore aveva relazione con un profondo istinto di
donnji, cui Dio ha avuto cura di appagare in voi, scegliendo per voi
l’ultimo stato. E tale stato è appunto quello che il Signore ha preferto, egli che “ prese forma di servo (1) ” e che “ è venuto ”, amo
ripeterlo, “ non per esser servito ma per servire (2) ”. Tale stato
fece ostacolo all’opera sua, o non ne fu piuttosto l’appoggio, la condizione, la vita? Or lo stesso sarà per voi, credetelo, se entrerete nello
spirito del Signore.
Potrei a pena citare qualche altra persona, la quale contribuisca
all’ordine, alla prosperità, alla felicità d’una casa, piiì che la, serva
veramente cristiana, sopratutto oggigiorno che questo tesoro è diventato così raro, pur troppo, e così imperfettamente apprezzato,
quando si trovi. Questa santa fanciulla che “ obbedisce ai suoi signori
secondo la carne, con timore e tremore, nella semplicità del suo
cuore, come a Cristo; non servendo all’occhio, come per piacere agli
* Tolto dai due discorsi intitolati la donna, testé venuti alla luce, co’ tipi della
tipografla Claudiana, e vendibili al Deposito di libri religiosi, via del Principe Tommaso.
(1) Letteralmente: di schiavo Filip. ii. 7.
(2) Matteo xx. 28.
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uomiiii, ma come serva di Cristo, facendo il voler di Dio ; d’animo
compiacevole in ogni cosa, non contraddicente ; sposando tutti i loro
interessi, e fedele fino allo scrupolo; adattandosi alle loro debolezze
in casa, e fuori coprendole, buona e nobile fanciulla, col velo della sua
carità ; elevando infine la sua condizione fino all’altezza dei suoi sentimenti, libera per la fede, schiava per l’amore (1): che dono di Dio
per una famiglia! Sentito questo favore, voi che l’avete ricevuto,
senza aspettare che Dio ve ne riveli il prezzo, togliendo velo, e surrogando questa pia fanciulla con una di quelle serve, come ve ne sono
tante, piena del mondo e di sè .stessa, irrequieta in casa e come
in prigione, in permanente complotto col di fuori, come un traditore
in mia piazza assediata, contenuta a pena da una sorveglianza piii
dura ad esercitarsi che a subirsi, così curante della sua persona in
pubblico come negligente in privato, che semina per la città i segreti
domestici, cm-iosa, ciarliera, difficile, del resto legata dal solo interesse, e che aspetta soltanto l’esca d’un guadagno per rompere un
giogo che le pesa.
Ecco per la vita presente — ma per l’altra? Ah! guardatevi bene
dal pensar che la missione spirituale della donna vi sia interdetta.
Nell’mnile sfera che vi è stata assegnata, voi potete fare piiì di alcun
altra pel servizio del Vangelo, purché vogliate servirlo da donna,
dolcemente, silenziosamente, applicandovi innanzi tutto “ ad onorare
la dottrina di Dio Salvator vostro (2) ” con una condotta irreprensibile. Noi l’abbiamo detto, l’influenza monta più che non discende: il
tale resiste a quella dei suoi superiori, contro la quale sta in guardia, e subisce l’altra dei suoi sxibordinati di cui non si accorge. Da
ciò il potor dei liberti in Roma; da ciò, nei proverbj, il credito di
quel “ servitore intendente, che signoreggia sopra il figliuolo che
reca vituperio, e che sparte l’eredità tra i fratelli (3) L’influenza
spirituale segue la stessa legge ; ed è pure di tutte le influenze quella
che guadagna più nel celarsi, essendo appunto quella che più spaventa l’orgoglio naturale. Sì, la vostra parte spirituale è grande, e
la vostra responsabilità è proporzionata ad essa. Io già vel dissi, v’è
tale recinto in cui voi sola potete penetrare ; v’è tale conversione che
Dio a voi sola riserva, e che nessun’altro che voi potrebbe operare;
v’è tal cuore superbo che non si è arreso nè ad una madre, nè ad
una sposa, nè ad una figlia, e che sarà costretto di posar le armi davanti l’oscura fedeltà d’una serva : “ le ultime saranno prime
(1) Efesi VI. 5; Tito ii. 9. 10 ; 1 Pietro ii. 18; 2 Tim. vi. 1. 2.
(2) Tito n. 10.
(3) Prov. XVII. 2.
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Quando Pietro, uscito di prigione, batte alla porta d’una casa in
cui i discepoli sono radunati, è riservato a Roda, alla serva, di accorrere per la prima innanzi a lui, e divulgare la notizia della di lui
liberazione. Privilegio invidiabile quello di aprire la porta, quand’è
un apostolo che picchia; e piiì invidiabile ancora quando è il Signore ; ed il Signore non teme queste porte segrete, quando gli
sono aperte da voi. Ma in quanto ai fanciulli sopratutto, ai fanciulli, questa'speranza deH’ayvenire, pensate voi qual impero vi ha
dato Dio sul loro spirito? Invece di prendere esempio dai loro parenti, quante volte non si è notato come i fanciulli formino piiì volentieri il loro accento, il loro linguaggio, le loro abitudini sulle
domestiche, e ciò sia per le relazioni più frequenti, sia per l’azione
di esse meno apparente e che provoca minor resistenza. Il cuore dell’uomo è fatto così. Non resta dunque che volgere questo impero a
profitto del Vangelo. Nello sviluppo spirituale di questo fanciullo
che voi portate in braccio, o che conducete al passeggio, voi lo disputate alla madre fedele — voi prevalete alla madre ordinaria.
Con tali opere così utili da fare, sareste voi gelose delle opere più
grandi riservate ad altre? Del rimanente poi, la grandezza viene da
Dio ; e dipende da lui di mutare le piccole cose che voi fate in grandi,
anche secondo il mondo. Quando trattasi di mettere il possente e glorioso Naaman in relazione col profeta, che deve in pari tempo liberarlo dalla lebbra e rivelargli il Dio vivente, Dio si serve d’una piccola fanciulla israelita, che i soldati del capitano sirico avevano fatta
prigioniera, e che egli aveva data per schiava a sua moglie: povera
fanciulla che, quando gi'idava fra le braccia dei suoi feroci rapitori,
non si immaginava punto che sarebbe venuto un bel giorno in cui
avrebbe fatto un così gran bene alla Siria, ed in cui sarebbe stata
citata come un oracolo alla corte del gran re: “ Quella fanciulla che
è del paese d’Israele ha parlato così e così (1) Non è egli per incoraggiarvi che questa circostanza ci è stata riferita? Sapete voi come
rilliriar ricevette il Vangelo nei pi’imi secoli della Chiesa? Per mezzo
d’una donna cristiana, che vi era stata venduta come schiava (2) ...
Io dico ciò, non mica per gonfiarvi od esservi di laccio, ma per eccitarvi ad una giusta riconoscenza, ma per farvi apprezzare la posizione che Dio vi ha fatta. Sì, mie care sorelle, conibrmate’sd semplicemente alle sue mire : non ima parola di lagnanza o di rincrescimento ; nessun sogno ambizioso di cangiamento ; ma una fedeltà
aw'enturosa alla missione che vi è propria, ed un cuore che non
(1) 1 Ee V. 1-4.
(2) Neander, Mémoirei polir servir à Vhhtoire du Christianisme. pag. 207.
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invidii nulla a nessuno, tranne che una caiità piiì attiva ed una
umiltà, piìt profonda.
BASE DELLA FEDE
Cattolici ed evangelici riconoscono lo stesso Dio, ma non rendono
lo stesso culto. Aggiungeremo che la base della fede è diversa; che
la norma che sieguono nella credenza non è identica.
Gli evangelici si fondano sulla Bibbia, specialmente .sul Nuovo
Testamentor Essi ammettono quanto vi, si trova contenuto, o si può
giustificare per qualche sentenza chc se ne tragga, e rigettano le dottrine e le pratiche le quali non vi sono insegnate, e si debbono poggiare so\Ta altra autorità. Così, non tenendo conto alcmio del Papa,
nè di alcima autorità insegnante permanente, sono reputati eretici
dai cattolici, i quali 'itìgliono che si creda a Dio e ad ogni dottrina,
conformemente aU’insegniunento della Chiesa retta dal romano pontefice.
La credenza evangelica suppone una rivelazione chiaraj semplice,
sufficiente per cui Dio s’è reso manifesto ed ha dichiarato la verità
in modo accessibile a tutti; anzi, diciamo di più, che Iddio, degnandosi di rivelarsi agli uomini di mente tutti quanti ottenebrati per
quanto lo riguarda, non solo ha dato ima rivelazione tale da essere
intelligibile, ma ancora promesso e largito a tutti, e non soltanto ai
ministri, la stessa grazia d’intelligenza, lo stesso Spirito illuminatore,
per cui il più ignorante capisce eziandio meglio dei più dotti le verità necessarie alla salvezza. §i deve adunque secondo gli evangelici
credere in Dio non per umana autorità, ma per l’autorità e la testimonianza stessa di Dio, la quale è esteriore per la Parola, ed interiore per lo Si)irito. Rimane tuttavia luogo ad un ministerio, poiché Dio suole agire nel suo popolo per mezzo di iiomini consecrati a suo servizio, e vuole che ogni cosa si faccia con ordine.
Ma quale sarà questo ministerio? Non già un’autorità imposta alla
Chiesa, ma emanata da essa; dimodoché i fedeli non avranno da credere all’insegnamento dei pastori perchè son pastori, ma perchè quell’insegnamento è conforme alla regola comune che è la Parola di Dio.
L’utilità di questo insegnamento non cessa di esser grande abbenchè
non sia da reputarsi infallibile: imperocché conferma \deppiù le credenze, serve di stimolo alla pratica ed allo studio della divina Parola;
mentre la sedicente iniallibilità dei preti contraddetta dai fatti, ge-
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nera o dubbj, o superstizione, e rilassamento nella investigazione delle
Scritture e nella ricerca dell’istruzione così comandate dal Signore.
La via della fede secondo noi è dunque segnata da Dio medesimo
nelle Sacre Scritture: e quantunque vi siano ministri e pastori nella
Chiesa, pur essi non fanno che accennare a quella via, o corrervi dinanzi a noi ; ma Dio stesso, lo Spirito del Signore dato ad ogni suo
vero discepolo, è quello che conduce per essa tutta la Chiesa, tutti i
fedeli che la compongono. La base della fede è divina ed immediata,
come è immediato e diretto il culto.
Il sistema cattolico è ben diverso. Esso suppone una istituzione
divina, permanente, infallibile, depositaria della verità, dispensatrice
dei doni spirituali. Tra Cristo e le intime parti della Chiesa vi è un
ordine mediatore, il quale investito di prerogative divine esercita
autorità assoluta. Quell’ordine è il sacerdozio, il clero, e forma per
eccellenza la chiesa, ed ha per capo il Papa, vicario di Cristo, rappresentante di Dio sulla terra. Il rimanente forma i laici i quali debbono fondarsi sull’autorità dei sacerdoti, e credere ogni cosa secondo
il loro insegnamento.
Una grave obbiezione contro a quella pretesa infallibilità si è che
varj partiti se l’invidiano. La chiesa cattolica greca se la pretende,
la romana la vuole assolutamente, ed in questa vi sono i gallicani
che l’attribuiscono al concilio dei vescovi presieduti dal Papa, mentre gli oltramontani, fautori del papismo assoluto, innalzando il véscovo di Eoma sovra i vescovi dell’orbe intero, con diritto di giurisdizione sovra tutti, pongono rinfallibilità nella di lui cattedra, onde
emanano per tutta la chiesa divini oracoli.
( Continua }
P. G.
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QUAL’ E’ LA VEKA CONTROVERSIA
FRA
IL VANGELO ED IL ROMANESLMO ?
Considerando la differenza che esiste fra le due religioni, quella del vero
protestantesimo e l'altra del romanesimo sincero, si vede che al postutto
tale differenza, o piuttosto tale opposizione sta nella soddisfazione o nel rifiuto di ricevere da Dio, puramente e semplicemente, tutto quanto si riferisce al cielo.
Tutti gli uomini indistintamente riconoscono senza difficoltà di essere
debitori a Dio di tutto quanto concerne la loro esistenza terrestre, non che
di ciò che risguarda la vita del mondo. Non vi è alcuno il quale abbia Videa
di avere cooperato in parte benché minima alla nascita, al crescimento, allo
sviluppo del suo corpo, ed al meccanismo dei suoi sensi. Colui, per esempio,
che ha gli oechi azzurri, o sei piedi di statura, non esita a sapere e a dire
che tale è stata per lui la volontà e l’opera assoluta del creatore; ed egualmente, in tutto il mondo ognuno riconosce e dichiara che la pioggia, la neve,
il vento ed il ciel sereno vengono da Colui il quale, avendo fatto a suo piacimento il mondo, vi mantiene, colla sua volontà onnipotente e libera, l’ordine e la successione deUe stagioni, ed in generale la continuazione di ciò
che chiamasi natura. ■*
Qui dunque regna il più perfetto accordo fra tutti gli uomini, qualunque
sia la diversità dei loro linguaggi, dei loro governi e delle loro abitudini.
Dio è riconosciuto da tutti, almeno da quelli che abbiano buon senso, come
primo in ogni cosa e come dispensatore assoluto. Egli non fu mai soccorso
dalle creature ragionevoli, e molto meno prende consiglio dai campì, dalle
foreste, dalle montagne per rivestirle di messe, di verzura o di nubi.
Ma non può dirsi lo stesso intorno alle cose del cielo, o che al cielo si
riferiscono. Qui incominciano le divergenze. Infatti, per limitarci alle due
opinioni designate col nome di protestunienimo e di papismo, è ormai dimostrato, che una sola cosa costituisce la loro divergenza ed è, che il protestantesimo è lieto di dovere il cielo esclusivamente a Dio; laddove il papismo non TOole essergliene debitore che in parte.
Ed invero,'quando sì il protestante chc il papista dichiarano e confessano
entrambi esplicitamente e senza riserva, che sono peccatori e che per andar
in cielo fa d’uopo che siano liberati dai peccati e dalle giuste pene che si
sarebbero meritate, che mai vi dicono essi intorno a questa liberazione ed a
questo perdono? Anche qui l'uno e l’altro sono d’accordo nel ritenere chc
tali beni vengono da Pio; l'uno e l’altro pronunzieranno la parola ffrazia,
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proclamando, al bisogno, esser sempre la carità di Dio che introduce ruomo
in cielo.
jMa si osservi attentamente ciò che avviene neH'interno di questi due uomini, ed allora si decida se l’uno e l’altro comprendono nel modo stesso la
porola grazia e se il risultato dei loro pensieri non sia questo, cioè che il
protestante (ripetiamo che s’intende parlare del vero protestante) si riconosce e confessa interamente debitore a Dio di tutto il cielo ; laddove il romanista (e qui parliamo deU’uomo veramente serio e devoto) è persuaso d’avere di per sè ottenuto, o piuttosto acquistato e guadagnato una parte notevole di questa salute.
Citiamo qualche esempio; il primo che ci si presenta è quello d'uno degli
uomini più integri e più colti. Or fa un mese o sei settimane, egli era
come un albero verdeggiante, in seno della sua famiglia e dedito a molte
opere utili. Ma Colui che fa vivere e che fa morire ha dimostrato come iu
fatto l'uomo è rovesciato talora al semplice urto d'un vermicello e comé
basti tal fiata una leggera scossa perchè la gomena d’argento si spezzi. Al
giorno d’oggi quel degno ed eccellente uomo è costretto a tenere il letto
molto ammalato, e secondo ogni apparenza vicino a restituire la sua polvere
(dia polvere.
Che dice egli in quest’ora solenne, intorno all’anima sua ed al cielo?
Udiamolo; ed ecco le sue parole:
“ Qual grazia sta per farmi il mio Dio! solo alcuni momenti, ed io sarò
davanti a lui! Sì, io, io medesimo sto per entrare nella luce eterna per esservi benedetto! Oh! come in questo momento mi è prezioso il Signor Gesù!
Oh! quanto è pieno l’amore del mio Salvatore! Sì il mio Salvatore, e non
già solamente il mio aiuto. Tutto, tutto, assolutamente tutto in lui e per lui !
“ B son io, son proprio io che posseggo questa ricchezza, io, miserabile
figliuolo d’un peccatore, e chc Dio non ha mai veduto che in peccato,.....
Era dunque sopra un essere impuro, insozzato e mille volte degno di maledizione che il Padre eterno fissò il suo sguardo, lo sguardo della sua carità
quando mi amò in Gesù, e per me, cattivo, inviò il suo proprio figlio, il suo
prediletto !
“ E questo diletto dal Padre si è fatto redentore di me! Egli si è addossato sulla croce i miei proprj peccati, e questo Agnello di Dio ha sparso
il suo.sangue prezioso onde lavarli per sempre!
“ E lo Spirito Santo, il consolatore ha rigenerato e raifermato me stesso.
Egli s’è degnato discendere ed abitare in me, nel mio cuore ; e nel mentre
che tutto quanto appartiene al mondo muore, e ciò che ho fatto di meglio
svanisce, lo Spirito Santo mi colma di pace e mi trasfonde una santa e viva
impazienza di vedere il mio Dio !
“ Gloria, gloria dunque al Signore! io gli devo tutto; poiché Egli mi ha
tanto e poi tanto donato. Oh! come io sono felice di non aver nulla che
venga da me, ma di posseder Gesù pienamente! Venga egli adunque, oh!
venga bentosto !... ”
Così ha parlato il protestante : egli ha dato gloria al solo Creatore delle
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cose celesti; ed ora che se ne è andato verso Colui che gli ha donato tutto,
egli lo celebra con estasi. Quest’anima ha sìoygiato per esser con Crislo !
“ Perchè mai dubitereste voi della vostra felicità nella vita futura? Non
siete stata voi da parecchi anni una figlia sottomessa della santa Chiesa;
non ne avete voi osser\’ati i comandamenti, e le vostre opere di carità, di
pietà, di abnegazione e di penitenza non hanno mostrato che la vostra fede
era quella degli eletti ? Voi mi parlate dei vostri peccati : ma avendo voi
messo la vostra anima nella grazia di Dio, perchè non vi confidate voi in
questo momento in cui potete con tutta umiltà ricordare la vostra obbedienza, le vostre preghiere ed anche i vostri sacrifizi? Ah! forse che Dio
non ha scritto nel suo libro persino i sospiri delle vostre contrizioni? K se
il sangue della croce di Gesù Cristo lava un anima, non è precisamente
quella che ha corrisposto a (juesta carità, e che ha fatto tutto quanto erale
possibile per meritare il compimento in ki deU’amore divino? Andate dunque a quel cielo che Gesù Cristo ha acquistato a voi, a voi medesima, poiché voi avete mostrato che in fatto, per la sua grazia, ve ne siete resa degna
per tante ragioni! ”
Tale è stato il linguaggio d’un prete non meno venerando che sincero
alla moglie d'uno dei nostri priniarj cittadini. Questa donna — diremo noi
questa gran donna? — ha dato prova infatti, in circa 50 anni, d’una devozione notevole non che d'una infaticabile attività in una moltitudine di opere di beneficenza, di sacrificio e di abnegazione di sè stessa; talché basterebbe nominarla perchè da ogni parte sorgesse subito uu concerto di lodi
e di benedizioni.
Ella dunque era pure all'orlo del tempo e dell’eternità, quando il suo
vecchio pastore le teneva il discorso di consolazione che abbiamo udito;
e non spetta a noi di giudicare ciò che la sua anima ha incontrato, quando
è passata da questo mondo alla realtà futura.
La sola considerazione che ci sia permessa — ed invitiamo ogni anima
riflessiva a notarla ben bene — è che la speranza di un avventurosa eternità non è fondata per quell’anima sulla medesima base qual’è la certezza
del protestante, di cui abbiamo poco fa udito gli estremi accenti.
“ Del protestante? — Dice fra sè e con ragione lo spirito riflessivo —
Ma non vi sono, fra i protestanti, di quelli che ripongono le loro speranze
celesti su tutt'altra base che la pm'a grazia ed il dono assoluto di Dio? Non
ve ne sono, ed anche molti, i quali, al letto di morte, rivolgono i loro occhi
alla loro religione, alle loro opere ed infine ai loro meriti? ”
Senza dubbio ve n’ha molti, lo riconosciamo, se per protestante s’intende solamente chi abbia respinto il romanesimo. Ma noi qui parliamo del
vero protestante, e non di quello che è reputato tale; in altri termini, noi
parliamo di un’anima che, sottomes.sa sinceramente alla Santa Scrittura,
alla Bibbia, confida interamente in quella carità di Dio, alla quale il libro
di Dio rende testimonianza, e che segnatamente per tutto quanto si riferisce al ciclo, non vuole essere insegnata, condotta, sostenuta e consolata che
dal Vangelo del Salvatore.
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Così diciamo noi, e senza tema di errore, che la vera differenza esistente
fra il vero protestante ed il più sincero romanista è che il primo vede tutto
l’amore di Dio in Gesù, e che ve lo vede unicamente come una pura gi-azia
del Padre per l’efficacia dello Spirito Santo; laddove il romanista, anche
nelle sue più esemplari devozioni, guarda a sè stesso, per trovare ciò che fa
in lui il suo compimento e l'utilità di questa grazia, vale a diro le opere,
che egli qualifica bensì come insufficienti ed imperfette, anche sotto la grazia di Dio, ma nelle quali egli vede per così dire la mano che prende e si
appropria ciò che Gesù Cristo gli aveva preparato.
Noi siamo certi che al momento in cui un’anima ha tutto il fondameuto
della salute, essa non prova che stupore e spavento in pensando a ciò che
le si diceva, essere i suoi principali titoli alla salute eterna.
CRONACA DELLA QUINDICINA
I giornali politici francesi e nostrali hanno parlato della morte di Ary
Scheifer accaduta in Parigi il 15 giugno, e gli hanno rese le dovute lodi
come grande artista, come celebre pittore, in ispecie, e come uno fra i più
leali e perseveranti‘amici dell’Italia e degli esuli italiani, cb’ebbero sempre
da lui attestati di vivo affetto. Egli era particolarmente legato in amicizia
con Daniele Manin, lo sventurato e nobile Dittatore di Venezia nel 1848,
tanto che, morendo, veniva raccolto insieme alla figlia estinta prima, nel
sepolcro della famiglia Schefifer; è poi singoiar caso ch’entrambi sieno morti
di male al cuore.
Fu il Schefifer infatti, si può dire, un interprete felice dei più elevati sentimenti, e le sue opere sono una protesta reale contro il sensualismo ed il
materialismo dell’epoca nostra. Ma dove, da quale principio, ricavava egli
l’energia necessaria per mantenersi nel sublime spiritualismo che lo distingueva da tanti altri? E ciò che ora diremo e che non fu accennato dai giornali politici.
Quell’energia, quell’ impulso, Scheifer lo ritraeva dal sentimento cristiano
puro. Egli professava la fede evangelica, non già in parole soltanto, ma vivamente col cuore; non dee quindi far maraviglia se trovava in essa le più
alte e potenti inspirazioni.
Ora, ci piace di fare un’osservazione che noi stimiamo giusta: se, come
indicammo, il Scheffer e Manin erano stretti insieme da vincoli di affettuosa
amicizia, è d'uopo conchiudcre ch’esistesse fra loro intima analogia di son-
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timeuti ez^dio religiosi, di tede, di speraiv^a, d'amore cristiano, nel senso
evangelico*
Questa nostra opinione ac(juisla poi maggior forza per chi ha conosciuto
da vicino il Manin, e ciò, non v’ha dubbio, è il più bell'elogio che si possa
fare nel medesimo tempo al Dittatore di Venezia.
La Francia ha perduto nel Scheffer un amatissimo figlio adottivo; l'Olauda, sua prima patria, una gloria naàonale; la di lui famiglia un padre
tenero, un capo eminente; il mondo un genio sublime; ma la Chiesa evangelica ha perduto “ uno de' suoi membri più illu.'^tri ed i più degni di esserlo ”, come si esprime Li‘ Liei).
A Parigi il 30 aprilo scorso gli amici dell’Alleanza Evangenlica si riunii-ono iu as.seniblea generale. In quell occasione sir Culling Eiirdley indirizzò ad essi una lettera contenente delle interessanti comunicazioni. Parla
di un colloquio avuto col re di Prus.sia, dell'aceettazione da lui fatta del
titolo di protettore deU’AUeanza Evangelica, conferitogli dal comitato di
Berlino, e delle promesse in ordine aUa libertà ed alla organizzazione dei
cristiani dissidenti della Prussia. Parla, in oltre, del favore con cui venne
accolta dal rev. arcivescovo di Cantorbery l'idea di operare in certi oggetti
d'accordo con tutti i cristiani d'ogni paese e d'ogni denominazione; ed infatti, per tale accordo sursero già due comitati aventi per ¡scopo certi particolari da cui emerge spirito di larghezza e di unione cristiana : il primo è
un comitato di corrispondenza coUa Germania che ha prodotto subito buoni
frutti; il secondo mira aUe Indie, onde stabilire colà delle scuole normali
destinate a preparare degli institutori ed institutrici neUe tredici 2>rincipali
lingue del paese. Termina sir Eardley col dare notizia di altro comitato
eretto a Londra sotto la presidenza di lord Shaftesbury, al fine di migliorare
la condizione sia fisica che morale dei figliuoli di gi-an numero di famiglie
francesi ivi stabilite: e que.sto progetto sottomesso all’approvazione di S. E.
il conte di Persigny, allora ambasciatore di Francia in Inghilterra, riceveva
completa conferma.
L'Alleanza Evangelica, pensiero essenzialmente cristiano, è un fatto oggidì che acquista semprepiù maggiori proporzioni; anche in Ungheria le
comunità della confessione elvetica e di Augsbourg risolsero di fondersi, di
unire insieme i loro mezzi d’azione e di formare d'ora in poi una sola congregazione. Speriamo che la non lontana comunità evangelica di Belgrado
nella Servia vorrà confederarsi coUa ungherese suddetta ; intanto ci raUegriamo nel leggere che il Senato di quel Principato abbia destinato alla
Chiesa evangelica di Belgrado la somma di 1,000 ducati per la costruzione
di un tempio, e votato per il Pastore l'annuo as.segno di 600 fiorini. -
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La predicazione del Vangelo in Europa si estende ed il so^o dello Spirito di Dio la feconda, sebbene il risvegliamento religioso non sia così pieno
ed universale come nella giovane America. Scorgesi, quasi diremmo, che
l'Europa è vecchia ed infiacchita: forse, per le condizioni differenti in cui
si trova, la rigenerazione andrà più lenta, ma risorgerà di certo a nuova e
vigorosa vita.
Notiamo intanto come a Tj0ndr.\, il 6 giugno, abbia a\nito luogo per la
prima volta un servizio religioso all'aperto, il quale va ripetendosi ogni domenica e durerà tutta l'estate, di rimpetto al Boyal Exchange (palazzo della
Borsa) ed ove sia d'uopo eziandio sotto i portici di esso. Cotesto culto fu
stabilito dietro autorizzazione del lord-sindaco, del vescovo di Londra e del
rev. Groode rettore della parrocchia.
Eiguardo alle conversioni, presso i romanisti, che sono poi l'effetto deUa
grazia di Dio operante per la di Lui parola che va diffondendosi, egli è un
fatto che progrediscono. NcU'Irlanda, a cagion d’esempio, a Dublino il 6
giugno, nella sala di lettura della Società di protezione ai preti, tre romanisti dichiararono di voler far parte della Chiesa evangelica; ed a Brusselle
ne furono ultimamente ricevuti dieciannove cd altri nove lo saranno fra
poco.
Lo spirito poi di tolleranza, di conciliazione, di carità ed aggiungeremo
pure di civiltà cristiana aumenta altresì di giorno in giorno, a vista d'occhio, presso gli evangelici di nascita; lo prova, se non foss’altro, l’accennato
sviluppo deU’AUeanza Evangelica; lo provano le proteste delle Chiese in
genere contro l’intoUeranza del clero svedese, di cui parlammo altra volta;
lo prova, in particolare, la condotta tenuta dagli evangelici delle Chiese inglese, tedesca, svizzera e francese dimoranti a Napoli, in occasione degli
immensi disastri per gli spaventevoU terremoti a-i"venuti in una parte del
regno. Eglino si unirono, apersero deUe sottoscrizioni, raccolsero una considerevole somma di danaro, ed alcuni di loro si recarono anche sul luogo
onde distribuire colle mani loro i soccorsi sia in danaro, sia in oggetti di
prima necessità. Nè i pericoli delle scosse che andavano ripetendosi, e delle
case che crollavano erano i soU a cui si esposero quegli uomini pii : conveniva eziandio che affrontassero la disperazione delle popolazioni, le esalazioni
pestilenziali dei molti cadaveri, ed U disagio proveniente dal passare le notti
sul terreno. Oh ! Padre nostro celeste, cr^ca il tuo regno e sia fatta la tua
volontà.
Domenico Grosso gerente.
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ANNUNZII
AL DEPOSITO DEI LIBRI RELIGIOSI
\ IA DEL PRINCIPE TOMMASO
LA FLEUR DE LA FAMILLE, ou .simple histoire pour le.s jeuno.s
filles, traduit de Tangíais 1 vol. in-18°.............................. 1 nO
GILBERT GRESIIAM, traduit de langlaLs 1 vol. in-12"....... 2 00
LAURE TEMPLE, oula/eujie mstituh-ice, omTage pour la jeunesse par ^4/iHa............................................ 2 50
ELLEN jMORDAUNT, ou les effets de la vraie religion, traduit
de l'anglais et próciidc d'un avant-propos par Descombaz pasteur 2 50
VIE DU EEV. MAC-CHEYNE, par A. Bonard pasteur......... 3 00
A PROPOS DE TOUT, QUELQUE CHOSE, ou mes impressions à Paris, par Arhous-te Bastide.................................. 1 50
SARAH MORTIMER, ou l'expérience de la vie par l’auteur de
Amy Herbert, Gertrude etc........................................... 3 50
AVENTURES ET VOYAGES D'UNE CREOLE à Panama et
en Crimée, traduit de l’anglaispar mademoiselle lîilliet de Constant. 2 50
CHRIST EST TOUT par le rev. Henry Law, traduit de l’anglais. 2 00
LE MARCHAND PROSPERE, vie de M. Samuel Budget par le
révérend W. Ârtimr..................................................... 2 50
NOTICES SUR LA VIE ET LES TRiVVAUX de quatre éminents serviteurs de Dieu, John Howard, Rowland Hill, William
'Wilberforce, Sir Thomas Buxton...................................... 1 00
TRAVAUX EVANGELIQUES de Jean Mayer dans les forêts
de la Guiane, traduit de l’anglais...................................... 1 00
RECITS ET TABLEAUX DE LA VIE SOUABE par madame
16
Ottilie Wiklormouth, traduction de J. PorcJiat..................... 3 50
LE JOUR ETERNEIi traduit de l'anglais de Rév. Horatius Bonar 2 00
MEEMOIRES DE RICHARD WILLIAMS chirurgien, catéchiste de la société missionnaire pour la Patagonie et pour la
terre de feu............................................................... 2 00
LE MINISTERE DE L’ENFANCE ou le jeune messager de miséricorde, traduit de l’anglais......................................... 2 00
LE 3I0NDE DES ALPES ou description pittoresque des monta»
gnes de la Suisse et des animaux qui les peuplent par F. de Tschudi. 4 50
NOUVEAU CHOIX DE TRAITES Roussel........................ 2 75
LA CHAINE DE MARGUERITES par l'auteur de l’héritier de
Redcliffe, de Violette, etc. traduit de l'anglais par mademoiselle
Rilliet de Constant.........,............................................ G 00
VAINCRE ET SE VAINCRE ou le véritable Héroïsme par Müs
Mac-lnt(jsli traduit de l’anglais par E. P..;........................ 2 00
SCENES ET AVENTURES DE VOYAGES, hi.stoires et récifs
destinés à intéresser à l'étude de la Géographie par A. VuJUet... 2 00
ETUDE BIBLIQUE SUR LE BAPTEME ou le pédobaptisme
et l’église par R. (Jlément............................................... 4 50
GUIDE DU LECTEUR DE LA BIBLE destiné aux famUles,
aux instituteurs et à toute personne appelée à l'évangélisation ou
à la direction d'une école du dimanche par J. J. Harens......... 3 00
LES HISTOIRES DE LA BONNE TANTE par Miss Mac-In
tosh traduit de l’anglais par E. P...................................... 2 00
HISTOIRE POPULAIRE DU PROTESTANTISME par M.
Baux-Laporte............................................................ 2 00
SERMONS par Adolphe Monod, deuxième série, deuxième édition ........................................................................ 5 50
TORTNO — Tlpnirrafia CLAUnTANA, airetl» il« R. Trimibetlfi.