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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Ctiiesa Valdese
Anno X(JV - Nudi. 26
Una copia Lire 4il
ABBONAMLN 11
f Eco: L. 2.000 pw rinterno
Í L. 2.800 per l’estero
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rOi<KI^ PKLLK E, 26 Giugno 1964
AmmiTi- ClaudiAiM Toitc PcUirc • C.C.P. 2-li557
fiiOFUMivi r.flr.ì/inio Rir.iiRPflTn a perrAra m pm gru^dk radomo popolare
V erità
e libertà
Gesù disse : « Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei
discepoli ; e conoscerete la verità e la verità vi farà liberi ».
(Giov. 8; 31-32)
II testo che FEvangelo ci pone dinanzi contiene due grandi parole
della lingua umana e, in particolare,
del linguaggio cristiano: cioè verità e
libertà. Esse hanno un significato profondo e perenne, tanto nella vita dei
sin, oli cittadini quanto per la testimoiianza delle Chiese cristiane nel
mondo.
Che cos’è la verità? Indubbiamente
qui nessuno formula questa domanda
con Fanimo scettico e bejardo del gover; ìtore romano Pilato di fronte a
Gè:-il. La verità, anzi la sola ricerca
dell • verità, è sempre degna di rispetto ; tutti i campi della vita e del pensie. umano.
chiaro, tuttavia, che parlando d:
«x rità» non possiamo spaziare in
qtii io .momento nel campo della filoso!Ìj.. della scienza o del diritto.
Firenze, 28-2d giugno
Conferenza
IV Distretto
La Conferenza del IV Distretto avrà
luogo a Firenze nei giorni 28 e 29 Giugno corr. Essa avrà inizio alle ore
18,30 di Domenica 28 corr. con un culto presieduto dal pastore Paolo Ricca
nel tempio di Via Manzoni e con un
trattenimento familiare con la comunità valdese di Firenze, e proseguirà
i suoi lavori nel corso di lunedì ¿9.
Per la Commissione distrettuale
Il Presidente: Guido Mathieu
La « verità » è il contenuto della rivelazione di Dio, recata agli uomini da
Gesù Cristo. Come tale essa affonda
le sue radici nella misericordia di Dio
ed ha per fine supremo l’annunzio del
Regno di Dio agli uomini di ogni lingua e razza e nazione.
Potremo anche dire che la « verità »
è Gesù Cristo, in quanto perfetto rivelatore di Dio. Non solo Egli ci ha
fatto conoscere il volto del Padre Celeste, ma ci ha rivelato il senso della
nostra vita vissuta nella fede in Lui e
con amore per i nostri fratelli.
Gesù Cristo ha detto la verità sulla
nostra vita e sulla nostra morte, sul
nostro peccato e sul nostro ravvedimento, sulle prove della vita e sulla
speranza della vita eterna. Al di là di
tutte le definizioni e di tutti gli schemi
umani, la fede cristiana ci sospinge
verso Colui che è venuto per « testinioniare della verità ».
La Riforma Protestante del XVI secolo è stata innanzi tutto una ricerca ed una riscoperta della verità evangelica incarnata da Gesù Cristo e proclamata dagli apostoli. Ma la Riforma
continua di generazione in generazione dovunque FEvangelo è annunziato
affinchè la « verità » si faccia strada in
mezzo alle deformazioni della fede
cristiana e Gesù Cristo sia posto al
centro della nostra confessione di fede
e della ubbidienza della nostra vita.
Nel l.'iSS, un anno prima che Giovanni C.ilvino giungesse a Ferrara
ospite della Duchessa Renata di Francia, usciva a Ginevra la versione del
N. T. di Robert Olivétan. Nella prefazione a quella edizione, Giovanni Calvino scriveva queste parole: "Senza
l'Evangelo siamo tutti inutili e vani.
senza l’Evangelo ogni ricchezza è povertà, ogni saggezza è fvUia davanti a
Dio, ogni giustizia degli uomini è dannata davanti a Dio. Ma con la conoscenza dell’ Evangelo diventiamo ligi moli di Dio, fratelli di Gesù Cristo,
concittadini dei santi, cittadini del re
gno dei cieli, eredi di Dio con Gesù
Cristo, per mezzo del quale i poveri
diventano ricchi, i deboli diventano
forti, i semplici diventano savi, i peccatori sono giustificati, gli sconsolati
sono consolati, i dubbiosi diventano
sicuri e gli schiavi sono fatti liberi".
4: A
E che cos’è la libertà? Questa grande, bella parola umana, presente
nella storia come un ideale per cui occorre vivere e lottare, che significato
ha per noi, credenti in Gesù Cristo, nel
nostro tempo e nella nostra concreta
esistenza quotidiana?
La libertà può essere definita in vari modi come il contrario dell’oppressione e della servitù. Ma per quanto
cara possa essere la libertà umana nella vita dei popoli, anche sotto il profilo della libertà religiosa, dobbiamo
riconoscere che la libertà di cui parla
Gesù Cristo nelFEvangelo è qualcosa
di sostanzialmente diverso.
Ciò appare evidente nella discussione fra Cristo e i Giudei del suo tempo.
1 Giudei erano un popolo sottoposto
alla dominazione romana; perciò, parlando di libertà intendevano riferirsi
soprattutto alla loro dignità e alla lo
IO indipendenza. Gesù mette il dito
sulla piaga e mostra loro che ci sono
ben altre schiavitù oltre a quelle causate dal giogo straniero. La libertà di
cui hanno bisogno è una vera e propria liberazione dalla schiavitù del
peccato e dell’incredulità. Nel migliore dei regimi politici ci sono degli uomini che vivono da schiavi, sotto le
catene dell’odio, dell’intemperanza e
della sensualità. Non per nulla Gesù
diceva ai Giudei : « Chi commette peccato è schiavo del peccato ». E, d’altra parte, nel peggiore dei regimi politici c’è una libertà interiore che nulla
può distruggere, perchè nessuno può
veramente impedirci di credere in Dio,
di amare i fratelli e di operare cose
oneste e giuste, quando Gesù Cristo il
liberatore è con noli e ci rende disponibili, sia pure a prezzo di sacrifici, per
un fedele servizio del suo nome in
mezzo agli uomini.
Il messaggio delFEvangelo non è
soltanto fonte di verità, è anche una
potenza liberatrice che libera dall’ignoranza, dalla paura, dalle catene del
male, dalle idolatrie e dal fascino delle ideologie terrene.
Nel commento a questo brano delFEvangelo, Calvino scriveva: "La conoscenza della verità è un bene inestimabile; perciò nulla è più eccellente e più desiderabile quanto la cono.scenza dell’Evangelo. Lutti sentono
che la schiavitù è una cosa miserabile; pertanto bisogna anche comprendere che la libertà di cui parla Gesù
Cristo è una liberazione dalla tirannia
di Satana, del peccato e della morte".
tì/i ^
bbiamo parlato di « verità » e di
« libertà » secondo FEvangelo:
ma non abbiamo ancora esaurito il nostro compito nell’annunzio della Parola di Dio.
Rivolgendosi a quei Giudei che
avevano creduto in Lui, Gesù disse;
"Se perseverate nella mìa parola, .siete veramente miei discepoli; e conoscerete la verità e la verità vi fara li
beri”. _
La via del discepolato non e quella
dei benpensanti o dei dilettanti. E la
via della perseveranza nella parola del
Signore. Si tratta di incominciare e
poi di andare avanti, malgrado tutto
e contro tutti, se necessario, operando
una scelta fra la testimonianza di Ge
A
sii Cristo e quella degli uomini, fra la
certezza che Egli ci dà e le incertezze
e i disorientament; che provengono
dalla nostra natura umana.
Essere discepoli di Gesù Cristo significa ricevere la Sua Parola e perseverare in essa. La conoscenza della
verità e la gioia d’essere liberi per il
servizio di Dio e degli uomini saranno il frutto benedetto di quella perseveranza.
Uno degli ostacoli maggiori alla testimonianza cristiana o alla efficacia
di quella testimonianza è la superficialità dei cristiani i quali dicono di ereaere in Cristo, ma non conoscono la
sua Parola; o, se pur la conoscono,
non perseverano in essa in mezzo alle
voci sconcertanti dei mondo, e si limitano a dire : « Signore, Signore »,
invece di adoprarsi a fare la volontà
del Signore dei cieli e della terra.
Calvino diceva : "La dottrina dell'Evangelo non riguarda la lingua, ma
¡a vita. Essa non fa appello soltanto
alla intelligenza ed alla memoria, come altre discipline, ma deve possedere interamente l’anima nostra e risiedere nel profondo del nostro cuore;
altrimenti è chiaro che quella dottrina non è ben accolta’’.
Il richiamo alla perseveranza nella
Parola di Cristo è dunque necessario in ogni tempo, to è anche oggi in
seno alla Cristianità. Molle diserzioni, molti sbandamenti spirituali, molte confusioni tra la verità e l’errore,
tra la libertà dei figliuoli di Dio e Fasservimento o il conformismo alla mentalità del mondo, si spiegano pensando alla carenza di meditazione e di
perseveranza nella Parola di Dio che
è "lampada al nostro piede e luce sul
nostro serrtiero". Nella vita di molti si
crea una debolezza interiore e una incapacità di resistenza al male. Ci si
agita per molte cose secondarie, si rischia d’essere trasportati qua e là ’’da
orni vento di dottrina” e non si ode
più l’appello del Maestro: "Se uno
vvol venire dietro a me prenda ogni
giorno la sua croce, rinunzi a se stesso e mi seguiti".
« Ferrara ?! 14 di giugno il so“ le nan scherza: perfino il
rosso sanguigno dei mattoni de!
suo castello, dei suoi palazzi, si
smorza sotto l’onnipresente potenza dell’astro che lavora a fuoco lento la città, la riduce a un
gran bagnomarìa. Eppure fino
dalla prima mattina hanno co
minc’ato a giungere le delegazioni dalla Lombardia, dal Veneto, dall’Emilia, e poi dalla Toscana. Quando, sotto la presidenza del past C. Inguanti del
l’Unione Battista, il Moderatore valdese E. Rostan ha predicato FEvangelo nell’auditorium
comunale, la vasta sala era gre
mita di oltre 300 persone: un
culto comunitario profondamento incisivo ed edificante. Nel pomeriggio il prof. G. Spini dell’Università di
Firenze ha parlato davanti a un uditorio attento del Riformatore e della
attualità del suo messaggio.
Poi i saluti, gli « arrivederci ». Come
aveva ben rilevato il past. Mario Sbaffi, Presidente del Consiglio Federale
la manifestazione mostrava in modo
tipico la fondamentale unità del protestantesimo italiano: valdesi, metodisti, battisti, pentecostali, fratelli...
Tutti ci richiamiamo a quel « sta scritto » affermato quattro secoli la a Ginevra. Quando è l’ora dì partire si sono latte nuove conoscenze, strette c
rinnovate antiche amicizie -, ci siam-i
Il Castello Estense ospitò Calvino nel 1536.
accorti che quasi tutte le chiese hanno membri di un’altra ’denominazione’, e che lo stare insieme nel nome
del Signore è davvero una lesta. Par
tiamo per Rovigo, Venezia, Milano,
Mantova, Verona, Padova, Firenze
Bologna, Felonica Po, Copparo, Quistello, Parma, Mezzano, Ravenna, Rimini, Roma, Pordenone, Udine, ecc.
Al past. Paolo Spanu ed alla comunità ferrarese la gratitudine per il
gran lavoro che hanno svolto: il risultato è un riconoscimento ed un
premio.
I (>gapre qui acranto il testo della predi’
(■azione del Moder. Rostan e in 2“ pae.
una cronaca piò ampia delta giornata.
Anche sul piano interdenominaziorale ed ecumenico è necessario mettere bene al centro del nostro dialogo
la ricerca della verità, cioè della « Parola di Dio fatta carne » « piena di
grazia e di verità ». Perchè nella misura in cui ci volgeremo decisamente verso Gesù Cristo, liberi dalle nostre tradizioni e prevenzioni, ci sentiremo
« popolo di Dio », « Chiesa del nostro
Signore Gesù Cristo » e ci conosceremo come fratelli, veramente tali in
Lui, al di là delle nostre differenziazioni storiche ed ecclesiastiche.
L’impegno ecumenico odierno non
consiste tanto nel predicare la Riforma, anche se essa rimane viva ed attuale nella Chiesa di Dio del nostro
tempo; ma piuttosto nell’annunziare e
attuare nella Chiesa quella fedeltà
esclusiva a Cristo che la Riforma ci
ha mostrato pur nella debolezza dei
suoi testimoni. Una fedeltà accompagnata da atti e da sacrifici compiuti
per amor di verità e in uno spirito di
libertà interiore, per la gloria del solo
e vero Dio.
Giovanni Calvino ci ha lasciato
una semplice e bella preghiera
del mattino in cui tra l’altro si leggono queste parole: Mio Dio, mio Padre e mio Salvatore, poiché Ti è piaciuto di conservarmi mediante la tua
grazia durante la notte e fino aU’alba
di questo nuovo giorno, fa’ ch’io possa
impiegarlo al tuo servizio onde non
abbia a pensare, a dire o a far: aldi
ria cosa che non ti piaccia o che non
sta sottom.essa alla tua volontà affinchè tutti i miei atti siano rivolti alla
gloria del Tuo nome cd alla salvezza
dei miei fratelli... E poiché a nulla
serve incominciare, se non si persevera Ti supplico, o Dio, di condurmi e
guidarmi non solo in questo giorno,
ma fino al termine della mia vita’’.
Commemorando il quarto centenario della morte di Calvino e ricordando soprattutto la parola di Colui al
quale egli volle rendere testimonianza, Dossiamo tutti insieme pronunziare l’amen della fiducia in Colui che
rimane, di generazione in generazione, il nostro Signore e Salvatore.
Ermanno Rostan
LETTERA APERTA 4L C/iRDlJSALE ALFR1^K
Matrimonio e conversione
La Chiesa romana è anabattista? = Un battesimo “condizionato,, che condiziona un matrimonio, pone in una luce discutibile l “ecumenismo,, cattolico
L'Ilìuslré Prolestant pubblica da alcuni
mesi unHnteressante rubrica: una serie di
"lettere aperte" che il noto pastore della
Chiesa Riformata di Francia. Roland de
Pury. scrive a varie personalità religiose o
politiche, su problemi d'attualità che hanno
appassionato l'opinione pubblica. Sul n*’ di
giugno abbiamo letto questa lettera aperta al
card. Alfrink, arcivescovo di Etrecht e primate d'Olanda. e ci pare valga la pena di
riprodurla, poiché pone interrogativi e suggerisce risposte non solo sul problema ecumenico ma anche sul problema particolare
e sempre vivo dei matrimoni rpsti.
Due parole sui fatti: come si sa. nel febbraio scorso fu annunciata la conversione al
cattolicesimo della principessa Irene d'Olanrfa, e corse presto la voce che in occasione del
suo accoglimento nella Chiesa romana essa
era stata ribattezzata, a Roma, il 3 gennaio
scorso, dal card. Alfrink. Il Moderameli, o
Consiglio nazionale della Chiesa Riform.itc
d'Olanda. chiedeva quindi ufficialmente e
con molta dignità un chiarimento al cardinale. e questo veniva infine, il 24 aprile,
pubblicato sul quotidiano Nieuwe Rotterdamse. L'arcivescovo ha confermato la notizia, dichiarando di aver proceduto al nuovo
battesimo "sub condicione ", non sapendo se
la principessa fosse stata battezzata dalla
Chiesa Riformata d Olanda .
Eminenza,
Esito a scrivervi, nel limore di assumere
il volto di quei protestanti che non perdono
un'occasione per sottolineare il loro antiromanesimo. Crediate tuttavia che le fuggo e
non le ricerco, tali occasioni, e che la mia
preoccupazione essenziale, anche quando ci
obbligate a coglierle, rimane appunto quella
di evitare per il futuro tutto ciò che può
opporsi al « piano di Dio di lutto raccogliere sotto Fautorità di Cristo» (Ef. 1: 10),
tutto ciò che può distruggere la nostra speranza ecumenica. Se foste un vescovo spagnolo, un rappresentante del cattolicesimo
integrista non mi stupirei e attenderei con
pazienza. Ma siete appunto uno dei rappre
senlan i più eminenti della tendenza evaneelica e ecunirmica del Concilio. Ci pareva che
con uomini come voi si aprivano le vie dell'unità promessa. Come avete potuto richiuderle così brutalmente?
Ho rifiutato a lungo di crederci. Ma poiché lo avete riconosciuto, devo arrendermi
alla triste evidenza : avete ribattezzato la
principessa Irene. Che ne è allora delle afiermazioni, ripetute cento volte da vent anni
a questa parte da tutti i nostri fratelli romani, che siamo uniti dal battesimo, se alla
prima svolta della realtà risulta che non è
affatto vero? Capisco che è necessario che
il battesimo sia stato cristiano, amministrato
con l'acqua e la formula trinitaria: ma a
mia conoscenza, da che sor. pastore, in nes
suna delle Chiese della Riforma si è mai
parlato di un battesimo diverso. E poi, anche
supponendo che, per assurdo, alcuni fedeli
siano stati battezzati « nel nome di Gesù
Cristo », possiamo pensare che la loro salvezza sia più compromessa di quella di Cornelio c della sua famiglia, che il « primo
papa » ha pure ordinato fossero così battezzati (Alti 10: 48)? Cardinale, bisogna forse
ribattezzare Cornelio? Vi sono senz'altro
casi (ad esempio di rifugiati) in cui il battesimo è incerto e in cui è naturale battezzare. « a condizione che tu non lo sia stato ». Ma nel caso di una principessa reale,
il cui battesimo fu un avvenimento nazionale. la cui storicità e materialità non pos,<ono essere contestate, principessa di un paese del quale siete il primate, il vostro gesto
contraddice allora apertamente tutto ciò che
la vostra Chiesa ha sempre dichiarato e ci
induce una volta di più nella tentazione di
non poter contare sulla sua parola. Credeteci,
la cosa ci è estremamente penosa. Oppure
dubitere.ste deìlinfallibilità della vostra
Chiesa, quando dichiara valido il nostro
battesimo, c preferite comunque ribattezzare il cristiano che passa a Roma? Non si
prendono mai sufficienti precauzioni per la
salvezza del prossimo, vero? Ma come pensare che un principe della Chiesa possa non
essere assolutamente sicuro della fede della
sua Chiesa?
A mo' di scusa, lo so, dite che « in segui{continua in 2.a pag.)
2
pag. 2
N. 26 — 26 giugno 1964
Vieni, Spirito Creatore (J)
RAI - RADIOTELEVISIONE ITALIANA
Per il riDDovameDto del eolio
ü‘ ioiiwso biblico iiitcrniizioiialc
e della testimoDiaoza
La Chiesa non è unicamente for
mata da comunità locali: è una comunità mondiale, che include tutte
Ì3 razze e tutt e le nazion i. E .’iste negli .stabili d’affitto, nelle cattedrali,
gli ospedali, le oapipelle ai lati delie
strade e le federazioni intereccìesiastiche. Tuttavia, là dove due o tre
o più seno riuniti, in particolare là
dov’è la parrocchia riunita per il culto e la testimonianza, là batte il polso della Chiesa. La maggiore tentazione di quet’ultima è sempre stato
di perdere di vista il proprio carattere locale: è la comunità dei cristiani
che adorano e testimoniano, che sono
vivificati e inviati nel mondo dallo
Spirito Santo.
La comunità cristianas
il carattere locale
della Chiesa
Per nessuno di noi è facile entrare
nel tip» di comunità cristiana che
implica normalmente il Nuovo Testamento. Per molti questa comunità ha
a vuto una parte sì. rninirna nella loro
esperienza, che talvolta non riescono
a comprendere che cosa si intende
con questo termine e che cosa si richiede loro. Gli uomini si rifugiano
dietro la, facciata un pio’ rozza del
« buon amico » e dell’uomo d’affari.
Le donne si ornano del cosmetico
dell’efficienza materna e del fascino,
In realtà, chi non si fabbrica tutta
una sene di mascher.9 per nascondere
la propria confusione, la propria vergogna, il proprio imbarazzo, la prò
pina inquietua ne davanti alla prospettiva di dovere incontrare davvero il
proprio prossimo?
Occorre distinguere almeno quattro
tipi principali di associazioni- La vera confusione che regna in questo
camp» risulta chiaramente dal fatto
che alcuni dei termini ohe dobbiamo
usare sono in genere usati per ognuna di queste categorie. Non c’è quindi da stupirsi che sia cosi difficile comunicare anche in un quadro comune quad’è quello della Chiesa cristiana ! Ecco queste quattro categorie :
1) lavoro in comune, che esige un tipo di accordo «conciliare» di sudidivisdone di resp»nsabrlità, di contratti,
ecc. ; 2) unione — Chiese diverse e
gruppi di determinate tendenze teologiche; conaffitti, sQicietà commerciali gruppi impegnati in un’azione comune a tutti i membri — dove queste
imprese sono spesso mantenute da
istituzioni speciali e sono rette da
una coscituzione ; 3. Associazione amichevole, che implica la solidarietà, il
cameratismo, la fraternità e lospitalità amlchevcie che risultano da un
patto, da un compromesso e da un’affinità — che spesso hanno scopi e
principi morali comuni e messi in
pratica con forme diverse di scambi
e rapporti sociali; 4) comunità, nel
senso neotestamentario, cioè koinonia — sollecitudine veramente personale, partecipazione e comprensione
scambievole: generosità di cuore e
perdono, riconciliazione e bontà, pace
e intesa, generati attraverso una lotta interiore, in una parola: l’amore.
Pensale a che punto un malr nionio può
rimanere bloccaito a una d'e.le sue prime
tappe. Quante volte la vAa nuova viene
dalTesterno in una famigìia, a volte in modo aissolutamerale inatteso. E’ forse uno dei
rompiti specifiici delie Chiesa? essa diviene allora una specie di famiglia i'n senso
largo,
di « f»collare della fede », dove
la fede non è soltanto un aorumiu!azione
di credenze ma un modo di vivere insieme? Peusate aj celebri «frutti» dello Spirito enumerati in Gal. ò : 22-25 e confron:ate questo passo con Col. 3: 12ss.
Il culto
della comunità
Il rinnoivamento viene quando decidiamo di unirci all’ala in marcia
della Chiesa, non alla sua ala gemente. Anche alcuni dei nostri capofila
oggi più ammirati hannO' adottato
una p»litica di lamentele cosi acerbe
che molti di noi cominciano a stancarsi di questo et&nio e inutile chiasso. Siamo tutti impazienti di « scuolerci » a vicenda e di vedere qualcun
altro farlo; ma siamo estremamente
timidi e veiledtari proprio là dove
avremmo maggiori possibilità di rivelare la nostra qualità di cristiani e
di nutrire la nostra fede: nel culto
domenicale. Certo, diremo che proprio li cominciano i guai di cui ci
iagnamo. E chi è senza colpa?
Leggete attentamente Romani 12 e confrentate il contenuto di questo capitolio con
dò che avviene in genere in chiesa la domeniVa mattina! Senza cadere nello snobismo di una critica puramente negativa,
analizzate a fondo la situazione: che cos’è
che va storto?
Indubbiamente una parte delle nostre difficoltà stanno nel fatto che abbiamo avuto la tendenza a ridurre, in
genere la nostra concezione del culto
airoirganizzazione dei servizi religiös’
domenicali e deirapertura e chiusura
delle riunioni. Ma tale concezione non
può maturare, se il culto domenicale
non dà una visione più ampia, più
scdd’sfaceinte dal culto cristiano.
Con ogni probabilità il culto non
diverrà l’espreissicne quotidiana di
celebrazione, di confessions, e d’impegno (preoocupazicne) davanti .a
Dio, se la domenica mattina non porta nuH’altro che una predicazione avvolta di bende liturgiche, ovvero una
•oferimonia fcrmade in cui si somministrano agli uditori preghiere stereotipe e cantici intercambiabili coma
chewing-gum uscito fresco fresco da
un distributore automatico. Le necessità di una comunità sono troppo varie, i suoi membri troppo diversi perchè si porti loro sempre la medesima
risposta, soprattutto se per rivolgersi a loro non si dispone che del linguaggio dei Riformatori e del lungo
monologo di un « officiante ». I nostri
pa-s'.ori non sono affatto i soli a dover subire questo biasimo! E’ estremamente difficile, per un uomo, colmare le profonide carreggiate della
strada, e per fortuna i pastori di oggi non usano baratro! Spianare la
strada per preparare il rinnovamento
è un compito comunitario : responsabilità del laico quanto del pastore,
dunque.
(continua) Terence Tice
la Rad o Isrjpiiana (Kol Yisraell ha puhbinalo il hanh de' HI Jom’orào Bibii-:-o
inlernaz.ona e ehe ,-ii svolgerà a GerusaleiuJiie nei giorni 23 e 2i se'.leaihre 1954.
Le ilom.n!(!e verte anno sulla parie « profei:ea a del Veri lii'o Teistanienlo e pree’s-anienle sui segiien'i Libri: Giosuè, Giudici.
Priiuo e secondo di Saroue'le, Primo e secondo dei Re. Isaia, Geremia, Ezechiele, e
i iirofeli' minori.
11 c(t!ncDrso è ri-ervalo ai concorrenti selez onal! dagli enti radiotelevlisiv| aderenti
alPiniziallva, ne! numero di' 1 concorrente
pei ciascun ente. >¡6 sono esclusi coloro che
al.ih an; già preso parte a una delle precedenti edizioni dei coneoiso.
Professer .Alberto Soggin, docente di ,4uti
Adererido alla iniziativa, la R.AI-Radi
televisione Italiana etfsitucrà una selezione
per la scellla del candidato italiano. Coloro
che inleindono parteciparvi poasoivo prensenlare donianda scritta, a mezzo di racconiaridata presentala alil’uffìicio postale entro e
non Gij:re ili 27 giugno 1964, e inviata alla
(( RAl-Rad oteilevisione Italiana, S-ervi'zio
Lega’c, via del Babuino 9, Rema ». Il concorrente dovrà specificare il nome e coignome, ila data di nascila e il domicilio (con
reventuale uumero teHefomico). Della data
di tàipedizi'one farà fede il timbro postale.
1 requisiti richiesti per partecipare alla
selezione — oltre, naturalmente, airappro
fondita conoscenza della materia — sono la
citladinanza italiana e la maggiore età. Sono ejiilusi* i diipendeniti della RAI e i lor )
fami gliari.
La RAI-RadiotelevLsione Italiana si rjserva di comuniicare tempestivamente agli am
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
NOTIZIARIO METODISTA
La reale comunità metodista é il
circuito - Noti aie in breve sulla
vita metodista in Italia e nei mondo
Avviandoci alla oonolusione sulle
caratteristiche e suirimportanza del
circuito meitodista e ài fine dii meglio
facilitare la comprensione di quanto
abbiamo soritto sulPargomenito nel no
tiziario preeeidiente, dichiariamo ohe
la reale comunità metodista è il circuito mentre le società o chiese, i
gruppi, le istituzioni scolastiche e assàstenaiali esistenti in un dato territorio- non sono- che eleuienti c^e concorrono alia formazione della comunità o circuito. E’ improprio, anche
se di uso ormai corrente, raffigurare
cri nome di comunità i metodisti che
si radunano, anche se numerosi, in
un locale o tempio, anche se ampie,
E Roma o a Bologna; improprietà nata, noi pensiamo, dalla vicinànz-a, e
relativa comunanza di lavoro, di una
grande e importante, in confronto alla nos-tra, -chiesa riformata che qualifica correntemente col nome di comunità una chiesa locale: la chiesa Valdese. E’ quindi per ragioni di ordine
pra-tdeo- (non potendo o-vvi-amente riunire in assemblea plenaria tutti i
raembri di un circuito ed eleggervi i
dirigenti) che il consiglio del circuito è la risulianza dei responsabili delle singole attività che vi operano, predicatori, amministratori, i-ncarioati vani già in gran parte eletti localmente e settorialmente.
Ecco perchè i delegati ecclesiastici
e laici ai Sinodi Distrettuali e nel
lì-articclare caso italiano, alla Conferenza Annuale sono diretta emanazione dal circuito (non dimenticatelo ch-3
è la vera comunità) e mai di una singola chiesa anche se numero-sa e importante, ecco perchè nel metodismo
non si parterà mai di autonomia, anche solo amministrativa, di una singola chiesa ma esclusivamente ed
eventualmente di autonomia del circuito. Il responsabile anche spirituale di una cosi intensa comunità è il
capo circuito, co'lui ohe « guarda sopra », repiscopo. Suol diretti coliaborato-ri tutti gli altri predicatori consacrati 0 non.
Abbiamo la sensazione, e chiediamo
scusa se invece risulterà errata, di
essere, con gli ultimi notiziari, venuti incontro ai desideri più che legittimi, sorti qua e là, e di ccncseere il
contenuto tangibile della chiesa Evangelica Metodiste d’Italia ; abbiamo
persino il timore di avere ecceduto
nel pubblicare dati e statistiche riguardanti le nostre chiese e i nostri
gmppi, e ci spiace di aver dovuto coinvclgere, per dare un significato chiaro e comprensibile alle nostre notizie, la vostra chtesa coi pubblicare,
anche .se sole in termini di proporzioni, dati e statistiche solo « stampati ».
zj. E’ diffusa eonvinzirne. che le nostre
due Chiese confessano la stesisa fede ed è
U^lallle la certezza dii' una esistente e operante e samipre più diveniente unità fondamentale.
dccüo di inviare a tu,ui i cinuilti e a lulle le chiese de'to raipporlo per essere .atteTjtanienile .studiato daii consigli dii cireuito
e dai consigilli' di cbie.sa ei ha inviitatc qiieStil a proinunciansti xjriimia delln pros'sinia
seS'i"n:e ord.naria deila Conferenza.
ESTONLA. Vi sono attualmenile in Estonia dod'iici lomuiniiilà metodiste; a Tartn
conte .1 TaliAi e-se usano gli steissi locaii
di culto in ccmuine coi Battiiisti.
REPUBBLICA DEMOCRATICA CINESE. A Tieintsin è deceduto ¡11 primo cinese
che sia diventato vescovo della chiesa metodista di queU’immenso territorio, il Rev.
C. P. Wamg. Un altro vescovo metodista
era deceduto nell 19^. Ne rimane in vita
uno saio il vescovo 'w. Y. Clien la cui salute è molto precariia. Preghiamo insieme
per quella chiesa.
TRIESTE. .Abbiamo l'I piacere di seignalarvi che I due raiggrupipamemili Va’’dese e
Melodista che da quallche meise si aidiunano
ogni domenica per il culto in oemune nel
lotaile ideila chieisa . molodisita poltrehhero
essere in grado di confermare quanto la
in Conferenza Italiana ha ribadito i'n una
parte di un suo ordine del giorno ohe riportiamo esattamente « ... ' Riconferma la
sua volontà di giunigere ad una comipieta
unità con la Chiesa Valdese, nel quadro
di quei a del Protestantesimo italiano, nei'
modi e con gii strumenti ohe il Signore
torrà via via suggerirci ».
ARGENTINA. La Conferenza metodis'a
deirArgentina ha invitato la chiesa valdese delPArgentina-Uruguay e ! disoepoil
dii Cristo ha e-sam-inare la possibilità di co
stiituire, insieme, una chiesa unita.
GERMANIA. I membri delle Associazioni de.lle Ch'i'eie libere proteistanti in Gerniania liannc .adottato alla unaniimità un
o.d.g. nell quale si afferma di voler ap
p-rofondire le rèlazioni fra la Cbiesa Metodista, la 'Chiesa Battisia e l’Assoiciazione
dell e congregazioni evangelithe libere.
.ALBENÌG.4. Un nuove locale di culto,
adattato con gusto a piccola chiesa, è stato
inaugurato dal gruppo raetod'sla di quella
ridente cittadinia ligure.
ROMA. La Conferenza Annuale della nostra Chiesa ha esaminato il rapporto della
Commiissil'one mista nominata dailila Conferenza del 1963 e dal Sinodo Valdese del
1963 ed ha accetlato .1 rapiporto di della
Commissione iniista approvando in primi,
lettura le proposte in tsso contenute ed ha
ROiM-4. La Conferenza metoil’isla nella
sua seis-ione pastorare ha deciso Tassunziyne e la desiliinazione dei nuovi operai venuti a livoraire per ¡Il Signere con lei: Pa
store Massimo Tara a Gorizia e Trieste;
Pastore Vezio Incelili a Vimitebbio e Vercelli; Evangelista Filippo Cangemi a
Vevey con cura di Montreux e Domodos
sola; Evam.geiista Gianfranco “antoleiri a
Mezzano Inferiore e in aiuto alla diaspora
parmense; Evangelista Gianpaoilo Silicam
a Perano e Aitino.
Gì seniianio perciò in dovere dii chiariiré
ai lettori deU’ECO-LUCE che Testensore
del presente notiziario nietodi'sta non ijotr,!
più come in passane dichiaraiiioni designarsi con un « noi laici metodisti » pure resi andò senipre
flfi vostro frntello metodiislri
Il Rag- Massimo Tara, estensore del
’’NotizUirio Metodista”, che avendo a suo
tempo compiuta la preparazione al ministero pastorale, aveva poi dovuto per ragioni indipendenti dalla sua volontà seguire una /^riuscitissima) carriera "laica”, è
stato ora accolto nel servizio pastorale attivo: ce ne rrdlegriamo profondamente e
gli' formuliamo il più fraterno augurio per
il ministero che egli comincia a Gorizia.
Il vilipendio e la religione
ROMA. Si è riunita dal 6 al Ifl maggio
li. s. la terza conferenza annuale dei'l'a no
.sira chiesa, .\ppiauditiissimi gli interventi
de' vostri' Pastori Neri Giamp’.rcoli e .\ldo
Shaffi che ringraziamo per i' loro caloroso
e sincero consenso a favore di una sempre
più fattiva iintegrazione Va’dese-Metoil ista
in vista della completa unità deJ’e due chiese. Oltre i componenti ,la vostra delegazi'one abbiamo notato Mtri visi vaiilesi aini- i
e.l è stato con un senso di riconoscenza
che la Conferenza ha applaudito Edutervento, anche se breve, dell vostro Moderatore
Paetoire Ermanno Rostan che ha voluto
onorare la Conferenza con la sua presen
Promosso dall'Associazione per la libertà
religiosa in Italia (ATRI), si è tenuto a
Milano il 6 e ” giugno il convegno su "Il
vilipendio e la religione”. Due eccellenti
relazioni sono state svolte: da Arturo Carlo Jemolo, la prima; da Guido Calogero,
la seconda.
l-o Jemolo ha sostenuto la necessità di
degradare il delitto di vilipendio a semplice contrfvvenzione. "Il vilipendio, come
la bestemmia, li considero — ha detto Jemolo — atti contro la decenza: non guardo tanto alle idealità che essi offendono,
guardo al fastidio che danno '.
Il Calogero ha messo invece in evidenza le assurdità del reato di vilipendio in
Se s'esso e nelle varie forme previste dalla
legge vigente; e ha sostenuto la necessità
di abolire tale figura di reato al fine di garantire la maggior possibile pariteticità di
scambio di giudizi, poiché il costume può
evolversi verso la pacatezza del dialogo solo là dove vi sài piena libertà di espres
sione per tutti.
Il convegno ha quindi esaminata la disciplina dei reati di vilipendio, com’è configurata nel nostro codice penale, e l’ha giu
dicala nel suo insieme ispirata a motivi autoritari ormai incompatibili con f principi
di libertà di pensiero, di religione e di comunicazione sanciti dalla Costituzione italiana; di conseguenza, ha ritenuto che essa vada abrogata. o almeno riformata radicalmente in conformità ni principi costituzionali.
J-u mozione finale, approvata dal conve
gno. dopo aver rilevato che le disposizioni
degli articoli 402 e 406 del codice penale
concernenti il vilipendio olla religione- sono incostituzionali, auspica che TAutorità
giudiziària ordinaria avanti alla quale pendono provvedimenti penali per il delitto di
cui all'art. 402 c. p. rimetta gli atti alla
Corte Costituzionale per la questione di legittimità di tale norma penale in relnzlo
ne agli articoli 3, 8 ( Li comma), 19 e 21
della Costituzione e che la Corte Costituzionale dichiari Viliegittlmità costituzionale della d-ieposizione dell’art. 402 del codice penale (11.
Matrimonio
e conversione
{segue dalla l.a pag.)
Ile i- !a la data, il luogo e le
•no Mlilà de !e Drove alíe quali' e-si saranno
eliianiati; in ogni ca.so dette prove avranno
iTcao non nriiiia de! 25 agosto e non olire
i 5 settembre p. y.
La Comm ssicrie esaminatrice sarà così
r.'mpoeta: Mon«ignGr Salvatore Garofalo.
i:i esiden’.e ; Prof. Alfredo Ravenna, docente pre'itso !l Collegio Rahbini<*o di' Roma e
Tes'taTìien o presso la Facoltà Valdese d'
ì’e ;'’og!a ui Róma, comm'sìari; un funzionario dei a RÀI fun;ierà da segretario.
La >Kcsenlaz'ione del a demanda non cosiiiui'sce titoli per essere animessi a.la selezione, e-'sendo riservato alla RAI, ed esdusivf mente alla RAI, di decidere sull’accogl rnenho defila domanda stessa.
La decisione della Commissione per la
dei ignaztone del concorrente presce’to per
la partecipazione al (‘oncorso inlemazionaIn è ibsindacabiile.
Ai concorrenti anunessi a partecipare alì selezi'-one saranno rimboirsate le spese di
viaiggio ’n ferrovia (anda'a e ritorno in I
classe) e le spese di soggiorno, per coloro
che non risiedono neJlla eJuà ove avranno
luogo le prove di selezione, in ragione di
L. 7.500 giornaliere per ciascun giorno d»
permanenza nel’a città sede della selezione.
La presentazione della domanda implica
'lì piena conosrenza e la integrale accettazione di quanto sopra e del regolamento
del concorso.
Gli interessali potranno ricliiedere ullericri informazioni alla RAI, Radiotelevisione Italiana, Servizi'o Legale, via del Ba
huino 9, Roma.
io a im'infauslo concorso di c'n-rsianze ____
esser. TÌalmenle rimprevista assenza di testimoni — al moiii’jfUo del ricevimenlo (3-I-'6i.
a Roma) non si è stati in possesso di dati
circj il modo con cui il batiesimo era slato
a suo tempo amministrato, mentre, d'altro
Iato, si rivelava impossibile differire ia cerimonia. ». Eminenza, qui mettete davvero a
durissima prova la nostra volontà di credervi in biic.ia fede. Fra Roma e L'Aja nóii
esiste dunque posta nè telefono, e prima di
compiere un atto così grave e cosi esemplare, non avete pensato a informarvi, nelle
settimane precedenti? E poi, perchè ia cerimonia non poteva essere differita? che cosa
urgeva a tal punto?
ROMA. La Conferenza Metoidjs'ta lia rioenfeirmato l’esigenza vivameme sentita di
giungere alla pubblicazione di un unico
pcriod'i'co comune a/!i'a cbieis'a Valdese ed
alla chlasa Metodista tenendo conto della
esperienza e delle realizzazioni compiute
attraversc « Preisenza Evangelica »,
{li Gii atti del convegno sarnnno pubblicati a cura dell'AIRI, yia Sussini 39, M 'luna.
Permettetemi di tornare ora su questa
fretta. Non è certo il « passaggio » della
principessa a turbarmi. Trovo al contrario
notevole e di grande importanza il fatto
che nella famiglia reale olandese una figlia
abbia effettivamente avuto una tale libertà
e mi domando se, principessa spagnola,
avrebbe av"uto la medesima libertà di di\cnire protestante. E’ comunque naturale che
certi protestanti un bel giorno si scoprano
cattolici, come è naturale che dei cattolici
si scoprano un giorno protestanti e decidano
di « diventare ciò che sono ». Non è certo
il caso di trattenerli. Quale Chiesa può desiderare di conservare i suoi « fedeli » fra virgolette? e quale Chiesa può rifiutare di accogliere colui che si riconosce suo? Nessuna
considerazione umana può intervenire quando si tratta della libera decisione di una
fede autentica. L’ovile di ogni confessione
è aperto. Ma come possiamo, proprio qui.
impedirci di porci degli interrogativi? INon
c’c state alcun malinteso? La principessa -i
è scoperta romana per amore del solo Sigunr
Gesù Cristo, o anche per amore del fui. -izato.'' Sarebbe abbastanza comprensibile. F
l opinione pubblica non manca infatti di celebrare il trionfo dell’« amore », nella più
totale confusione di valori spirituali e editici, in modo che tutto quest’affare rein’e
una pessima testimonianza al primato del
Regno di Dio e alla serietà della fede stìana.
Quando si sa a che punto è difficile a
una ragazza innamorata discernere gli iripulsi dello Spirito Santo e quelli deU’En:-.
era bene accelerare le cose? La più elenuulare prudenza pastorale non sarebbe stala li
dirie: «Altezza, sposate il vostro princij“ .
In seguito, se davvero ci tenete, avremo lu to il tempo di accogliervi a braccia aperte '
Non sarebbe stato questo il solo alteggiümento possibile di lealtà ecumenica, ina anche di semplice rispetto del Signore? « Foi ('
— ci direte — ma appunto il matrimonio
non era possibile senza la conversione della
principes.sa ». Una simile affermazione nt^n
fa correre alla fede della Cbiesa romana uu
tremendo rischio d’alienazione, il rischio di
mettere il Signore al servizio di una cau-a
umana e di farne il mezzo per un fine ì! verso da quello della gloria di Dio? Qual '
garanzia possiamo avere deU’autenticità >•
della libertà del « passaggio » della prirn ipessa, se esso è la condizione del suo mal limonio? Forse che Ruth aveva dovuto confessare il Dio di Abramo per sposare Maklon .''
In tal modo accumulate le precauzioni di uü
nuovo battesimo sub condicione nel momento stesso in cui compiete Tìmprudenza 'li
una conversione-condizione.
In un campo così delicato, così ambiguo,
la sola saggezza non è quella di non aver
fretta? Qual’era dunque la « rivelazione
che « rendeva impossibile differire la cerimonia »? Come volete che in tutto questo
non sentiamo scosso in noi il rispetto die
abbiamo per la vostra Chiesa? c che non <i;i
per noi sempre più diffìcile prestare attenzione agli sforzi toccanti eompiuti dai teologi romani per persuaderci dell’utilità dei
« magistero » e della « gerarchia »?
luttavia, malgrado tulli questi equivoci,
nulla ci autorizza a escludere la sincerità di
Irene e non possiamo fare a meno di rallegrarci con lei se ha trovato davvero la sua
vita cristiana nella Chiesa di Roma; se infatti gli uomini si servono di Dio per sposarsi, Dìo può servirsi di un matrimonio per
condurre gli uomini al proprio Figlio. L'avvenire ce lo mostrerà. La fede senza le opere è morta. Ci rallegriamo che in proposito
il giornale cattolico spagnolo ìa abbia detto
le cose più sensate dichiarando che Irene
«si è data al mondo come test e che asprltiamo di vedere che cosa le è servito il suo
passaggio al cattolicesimo, se è divenuta miglior cristiana nella vita pratica, con i suoi
genitori e con il suo popolo, nelle dichiarazioni politiche, ecc. Auspichiamo che la
principessa Irene faccia di ogni giornata
della sua vita una bella giornata per l'Olanda e un esempio per i cristiani delle due
confessioni ». Certo; e come potrebbe non
essere anche nostro questo auspicio? Il
guaio è che la dimostrazione è cominciata
assai male, almeno dal punto di vista politico. Se passare al cattolicesimo romano serve a diventare cario-franchista, o francocarlista, la cosa non è particolarmente edificante. E penso che ciò che colpisce, di piìi
la maggioranza dei nostri fratelli olandesi
non è il « passaggio n a Roma, ma appunto
il fatto che la nipolina del Taciturno si
getta nelle braccia del duca d'AIba e die
la prima opera della sua fede romana non
può in alcun modo essere definita una buona opera. Non avrebbe questo dovuto spingervi, Eminenza, a una particolare prudenza, se non volevate rendervi complice di una
grave contro-testimonianza politica e contribuire a dare agli Olandesi Fimpressione che
avevano perduto la loro principessa su tutti
i piani, e con lei le loro illusioni ecumeniche ?
Credetelo, Eminenza, ciò che ci rattrista
maggiormente neU’atteggiamento da voi tenuto in quest’affare, è l'essere obbligati a
constatare a che punto ÌI nuovo cattolicesimo è pari all antico. Roland de Pury
3
26 giugno 19Ú1 ÍN. 26
pag. 3
EVANGELICI ITALIANI A FERJlAìtA
Tutti ci richiamiamo
a Giovanni Calvino
Domenica 14 giugno gli evangelici
della pianura padana e d’oltre Appennino si sono dati convegno a Ferrara
in occasione delle celebrazioni indette
per il 4 centenario della morte di Giovanni Calvino. L’iniziativa presa da
un Comitato interdenominazionale,
affiancato dal Consiglio Federale delle Chiese evangeliche d’Italia, ha avuto un ottimo risultato ed ha offerto
a molte chiese la possibilità di un incontro commemorativo ed al tempo
stesso incoraggiante per la testimonianza della loro fede.
Il caldo eccezionale non è stato di
ostacolo alla partecipazione di numelosi gruppi di evangelici da Verona
Padova, Felónica Po, Vicenza, Parma
Rovigo, Rimini, Firenze, Milano, S
Lucia di Quistello e da altre località
senza dimenticare naturalmente Fer
rara dove esiste una chiesa battista,
curata dal Past. Spanu.
Ferrara è una bella città, ricca di
ricordi storici e di monumenti interessanti. Tra il maestoso castello
Estense, dove una lapide ricorda tra
l'altro la venuta di Giovanni Calvino nel 1536, e il Duomo e il Palazzo
del Podestà, ecco ergersi la signìffcativa statua del Savonarola, nato a Per
rara, con le mani protese verso il pubblico in atto di predicazione violenta
contro i vizi e la corruzione del suo
tempo.
Abbiamo contemplato pensosi quei
monumenti, memori di un passato che
dovrebbe farci sentire in modo più
vivo 1 vocazione a « predicare » la Paro! a f-ìi Dio nel nostro tempo, agli uomini della nostra generazioiiie. Oggi
si di;',cute sul tema della predicazione
e ci si domanda in qual misura essa
sia il .iccia necessaria alla Chiesa e al
nu r ;!o. P-er quanto^ mi riguarda, non
esito a dire che la predicazione della
Pari ;a di Dio continua ad essere attuale. indipendentemente dal numero
degli uditori o degli ascoltatori, purché essa abbia un contenuto serio e
comurensibile, senza slittamenti e senza compromessi. La Parola dì Dio è
formatrice di coscienze e di uomini
animati da profonde certezze interiori ; ed abbiamo bisogno di uomini oar
paci di operare, secondo il motto di
Gio.anni Calvino, «prompte et sincere », prontamente e schiettamente,
senza tentennamenti, perchè convinti della verità della Parola di Dio.
Ci silamo ritrovati e, in molti casi,
ci siamo conosciuti nella grande sala
dell auditorio comunale, con 500 posti
a sedere, la mattina della domenica
alle ore 11 per la celebrazione del culto secondo la liturgia della Chiesa
Valdese. La prima parte dei culto, fino al Credo apostolico, fu presieduta
dal Pastore Inguanti, della Chiesa
Battista di Milano. Il Moderatore Rostan pronunziò la predicazione e svolse rordine del culto fino alla oonclusicne. L’ordine liturgico ed i cantici
erano stati distribuiti a tutti i partecipanti. La sala era ripiena, i canti
furono innalzati a Dio con fervore.
Nel pomeriggio-, Taula comunale era
di nuovo al completo. La celebrazione
storica si svolse sotto la Presidenza
dei Pastore Mario Sbaffi, Presidente
del Consiglio Federale. Dopo un messaggio di benvenuto e di compiacimento per la numerosa presenza di evangelici, la parola venne data al Prof
Giorgio Spini deirUniversità di Firenze. L’oratore, con una conferenza di
alto interesse storico ed umano, sottolineò per il nostro tempo « l’attualità di Giovanni Calvino », non solo
sul piano della vita ecclesiastica, ma
con un forte richiamo alla vocazione
di ogni credente, in qualsiasi professione o mestie-re, nella vita sociale come in quella politica- La rievocazione
di Giovanni Calvino non divenne mai
una esaltazione di Giovanni Calvino.
Il Riformatore di Ginevra è stato visto nella sua umanità e nel quadro
storico, coilturale e religioso dei suoi
tempi. E’ stato- rievocato con sobrietà,
tuttavia senza attenuare ciò che Giovanni Calvino seppe dare a Ginevra
e all’Eurcpa, in molti ca-mpi della vita umana, con integrità di fede e di
pensiero, con lucidità e regolarità di
lavoro, con un chiaro senso del sacerdozio universale dei credenti, pronto
a vivere l’awentura della esistenza
segnata dalla grazia di Die contro
tutii gli assclutismd terreni, con im
pegno e serietà morale nelle cose della vita pubblica in tempi di fiacchezza e di compromessi, ap*erto veiso una
società rinnova’a, non senza a''pr dato però una priorità assoluta alla Falda di Dio e al rinnovamento operato dallo Spirito Santo nella vita del
credente.
Erano quasi le 17 quando l’assemblea cantava l’inno « Il Signor con
noi dimori...» prima della separazione. Sulla iiiazza antistante, molte
strette di ma'oo e motti saluti. La giornata si concludeva con impressioni e
ricordi veramente buoni.
Ora la vita riprende, non più con
11 conforto dei molti credenti che ci
circondano. Le piccole comunità della Val Padana, Valdesi, Battiste, Metodiste, sono disperse per il lavoro
di ogni giorno.
Il Signore le assista nel buon combattimento della fede e faccia di loro tutte il popolo, che ascolta la Parola e che la mette In pratica « affinchè gli uomini vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli ».
E. Kostan
In memoria
del Giudice
Giovanni Rostan
'■'i ÌS..-*
E deceduto a Torino, dopo anni di
sofferenze che ne avevano consumato
la forte fibra ma non l’intima vitalità,
il Giudice Giovanni Rostan, che ha
ricoperto alte cariche nella nostra Magistratura. Come attestano le espressioni di stima affettuosa e accorata che
tanti colleghi hanno avuto per lui nella triste circostanza, egli è sempre stato profonde mente apnrezzato "per la
tenace capacità di lavoro, per il tratto
squisito, per la fede posta nel difficile
compito di giudicare... per l’intelligenza, il sapere, lo spirito di equità e di
larga comnrensione umana, doti tutte
che rendevano luminosa l’opera sua d:
Magistrato”.
Intensamente attaccato alla sua
Chiesa, pur nella libertà e vivacità di
giudizio, egli è stato per parecchi anni, prima della costituzione dell’attuaie Ufficio Legale, consulente capace e
generoso della Tavola Valdese per le
questioni legali che si ponevano. Un
anno diresse come vice-presidente le
sedute dell’Assemblea sinodale.
Ricordando con riconoscenza la sua
bontà, il suo disinteresse e le sue molte doti spese senza risparmio, esprimiamo alla sua Compagna e a tutti i
familiari la nostra partecipe simpatia,
nella comune speranza di Cristo.
taccuino inglese
Seconda svolta a sinistra
sto per lasciare Londra: mi rimane
un po’ di tempo prima della partenza
del treno ; vago per la città alla ricerca di cose nuove e interessanti. Vedo
una chiesa anglicana ed entro. Leggo
un avviso: alla seconda svolta a sinistra, si trova la chiesa cattolica romana. Do una sguardo airùiterno dove officia un Past. anglica.ac davanti
a tre pecorelle; poi, esco alla ricerca
affannosa della chiesa romana. Infatti in pochi minuti la trovo. Cerco, tremebondo l’avviso che ripaghi la cortesia del buon prete protestante, che
indichi la svolta verso la chiesa anglicana. Invano ho cercato l’annunzio
che confermasse lo spirito ecumenico
d’una reciproca mano tesa. Sono riternato allora sui miei passi verso la
chiesa anglicana per domandar ragione di così generosa amabilità verso la
sorella romana. La funzione era ormai terminata ed il buon Pastore anglicano stava uscendo dal tempio; il
......................
dialogo è stato breve; di fronte alle
mie obbiezioni sul tema dell’ecumenisme ha allargato le braccia, sorridendo e nel contempo alla ricerca di
un pretesto che lo liberasse dalla presenza di quell’importuno eretico italiano. E appena l’ebbe trovato si dileguò con un « sorry ».
Questo piccolo ricordo offre l’immagine della situazione inglese in tema
di ecumenismo. La parola « friendly »
cioè amichevole è spesso adoperata da
certi colileghi inglesi nei oonlronti dei
sacerdoti romani, nel senso che la via
Come... di consueto, ormai, preghiamo i collaboraiori e i corrispondenti, « esclusi » questa settimana, dì
pazientare, e così i lettori; con loro e
più di loro sognamo un settimanale
a 8, IO, 12 pagine... red.
Internazionalismo
missionario
............ II
Concerto d’organo
a Torino
Sabato sera 20 giugno, nel tempio battista di Via Passalacqua, a Torino, in occasione del 60” anniversario del medesimo, il
M” Ferruccio Corsaiii ha dato un concerto
di musica d'organo, di cui hanno goduto
numerosi intervenuti. E’ un po' peccato che
Tannunzio di questa celebrazione non sia
stato .'■ufficieutemente diffuso, permettendo
cosi a un più ampio gruppo di evangelici
torinesi di raccogliersi insieme ai fratelli
battisti di Via Passalacqua. Rivolgiamo comunque a tutti loro e al loro past. Bruno
Saccomanni il più fraterno augurio per la
vita e la testimonianza della loro comunità,
al di là di questa tappa che il Signore ha
concesso loro di =egnare.
Il problema dsll’integrazio'ne dell’opera missionaria alla chiesa è all’ordine del giorno in tutti i paesi, e non
scdtanto in quelli che hanno mandato
missionari oltre oceano, ma anche là
dove si è svolta razione di questi missionari. Nei due casi le chiese voglionc assumere direttamente le responsabilità che erano state affidate fin qui
alle Società Missionarie e idealmente
è un desiderio legittimo, poiché la ragione d’essere della Chiesa di Cristo
è la testimonianza al suo Salvatore,
e la proclamazione del Vangelo in tutto il mondo.
Però l’attuazione pratica di questo
ideale incontra varie difficoltà. Una
delle più importanti, se non la più importante, è la molteplicità delle chiese in uno ste.iso i>aese e il fatto che
quasi tutte queste chiese sono contenute nel limite di confini nazionali, e
alle volte anche dei confini regionali,
come è il caso nella Svizzera. Di fronte a queste chiese divise e suddivise
in scompartimenti, fra i quali le comunicazioni sono rare e in certi caia inesistenti, si trovano le Società Missionarie che in modo particolare nei paesi dell'Europa Occidentale, sono interdenominazionali e internazionali.
Come integri’.re nelle singole chiese,
delle organizzazioni che, di fatto, sono
giunte sulla via dell’unità ad uno stadio più avanzato delle chiese stesse
di cui sono una emanazione? La Sm
cietà delle Missioni di Parigi ha dedicato l’ultimo numero del suo bollettino mensile alle chiese che in van paesi collabor/.no alla sua opera, con contribuzioni regolari e coirinvic di missionari, e cioè:
— tutte le chiese evangeliche fr^cei3i raggruppate in comitati regionali chiamati «comités auxiliadres »,
— tutte le chiese evangeliche svizzere
di lingua francese, raggruppate nel
sinodo missionario, di cui abbiamo
parlato in un precedente articolo,
— la chiesa valdese in Italia,
— varie chiese in Inghilterra e nella
Scozia, „ .......
__due chiese d^S’ii Stati Uniti d America, ,
— alcune chiese olandesi,
. — cinque chiese dePa Germania Meridionale.
Dinanzi alla varietà che presenta
questo quadro, ed alla pluralità delle
chiese che collaborano con la Società
delle Missioni di Parigi, il problema
della integrazione della Missione e della Chiesa, appare quanto mai complesso. Le .Società Missionarie, coscienti del grande valore spirituale
del loro carattere interdenominazionale e internazionale, esitano ad accettare una integrazione che non poti ebbe essere attuata se non squartando le Società e dandone ad ogni chiesa una porzione.
Il Direttore della Società delle Missioni di Parigi, pastore Oh. Bonzon,
parlando di tale caratterist-ica neH’editoriale del bollettino, scrive : « E’ per
noi una grazia di Dio molto preziosa...
Nel mondo di oggi, importa che razione apc'stclica. della Chiesa domini
dall’alto le barriere nazionali e si sviluppi sul piano universale che le è prò
prie. Al momento in cui le Giovani
Chiese non possono non sentire vivamente ’e loro responsabilità nella formazione dei loro popoli e il consolidamento dei loro goivemi, che sono
impegnati a risolvere i problemi deila
loro indipendenza, è essenziale che
l’aiuto ricevuto dairestemo non abbia un marchio nazionale, ma illumini queste chie.se sul vero carattere della Chiesa di Gesù Cristo, al disopra
di tutte le barriere che separano gli
l'omini ». « Questo aspetto della nostra Società è veramente fondamentale... Questa collaborazione su una
base internazionale pone un problema
la cui importanza appare evidente :
dobbiamo noi, o non dobbiamo, desiderare che essa continui ad aumentare nell’avvenire, come è avvenuto in
questi ultimi anni? Una azione missionaria autentica non può e non dev{- essere rinchiusa nei Umiti di un
esagono, per quanto sia caro ai nostri
cuori. Non è mai stato il caso per l’azione della Società delle Missioni. Ne
rendiamo grazie a Dio. Noi gli domandiamo che l’avvenire, lungi dal vedere una riduzione, nefasta alla nostra
azione, dei limiti in cui operiamo, si
apra con fiducia e gioia a delle prospettive sempre più vaste e unisca degli uomini e delle donne sempre più
diversi al servizio de'H’unico Signore ».
R. C.
\erso l’unione con la chiesa romana
è ormai chiaramente segnata. Ho ricordato loro l’interessante visita di
Paolo "VI al collegio inglese, lo scorso
anno, in cui il Pontefice si augurava
di salutare presto il giorno in cui l’Inghilterra sarà nuovamente la dote della Madonna. Essi rimangono sorpresi,
increduli a certe notizie e soprattutto
al fatto che l’unione vorrà significare
il riconoscimento del romano « supremus et universalis Pastor ecclesiae».
La chiesa anglicana, soprattutto la
cosidetta « chiesa alta » per bocca del
vescovo dr. John Moorman, osservatore al Concilio Vaticano II, ha recentemente dichiarato che la sua chiesa ha la speciale responsabilità di operare come interprete del movimento
ecumenico.
Infatti alla disintegrazione della
chiesia nel XVI see., ha dichiarato il
vescovo, la chiesa anglicana ha conservato il meglio del cattolicesimo e perciò è In grado di mostrare alle chiese
riformate le cose gloriose della tradizione romana e alla chiesa di Roma
il significato della Riforma.
Recentemente il Catholic Herald,
giornale cattolico pubblicava in prima
pagina l’esaltante notizia che il vescovo cattolico John J. Wright di Pittsburgh aveva rivolto un messaggio alla quadriennale conferenza generale
della chiesa metodista in America: la
visita è stata considerata da due vescovi metodisti della Pennsylvania e
di Filadelfia «-visita storica». Penso
che questa nctizia possa rallegrare
molto gli « ultra » deU’unione tra Metodisti e Anglicani in vista della tappa finale, vale a dire il ricongiungimento con Roma.
Naturalmente l’ansia dell’unione con
Roma non è condivisa dalla maggioranza delle ancora vere chiese evangeliche, perchè non consentono di
scendere a compromessi e al rinnegamento di principi basilari.
Recentemente le chiese libere di
Scozia hanno infatti espresso il timore del « continuo amoreggiamento tra
Roma e la chiesa di Scozia», ricordando Quanto sta succedendo al Consiglio delle chiese in Inghilterra dove
il Comitato per il culto ha deciso un
culto in comune coi cattolici nella
chiesa di « nostra Signora ». E lo stesso comitato s’augurava che le altre
chiese sospendessero il loro culto per
consentire ai fedeli di unirsi al servizio religioso nella chiesa romana di
« Nostra Signora ».
Ho notato con soddisfazione che un
certo numero di chiese meno intellettuali forse, ma meno malate d’un
certo ecumenismo ( pseudoecsumenismo) testimoniano, evangelizzano allo scopo di condurre gli uomini alla
conoscenza del solo « supremus et universalis Pastor ecclesiae » cioè Gesù
Cristo. In questo senso può essere valido Tannunzio': « seconda svolta a
sinistra si trova la chiesa romana »
per la ricerca insieme, del comune
Salvatore, alla luce dell’Evangelo in
un clima di sincerità e di umiltà.
od
Precisazione
Novità Clautliana
V.4LDO VINAY
Il Concilio Yàticano II
in una visuale protestante
Pagg. 74, L. 500
Firenze, 15-6-1961
Car'> Conte,
:i prego di dare spazio a questa
dii'hiarazione. Sebbene in fondo al
giornale si legga il mio nome quale
« diretlcre responsabile », in reab-'i
dai gennaio 1962 non sono responsabile de'la linea de « La Luee », re
dalla da'l’amiVo pasl. Gino Conte.
Desidero precisare la cosa pereliè, .e
avessi effellivamente diretto ¡1 gior
naie, non avrei sicuramente permess.) la pubb’ieazione della recente let
tera del past. E. Geymet. La libertà
di parola dei le'Jtori ha, a mio avvilo, un lònite preciso nel fatto che
si tratta del giornale ufficiale della
Chiesa.
Abbi pazienza per questa precisazione, che redigo a cuore tran;jui'lo perchè ti resto vivamente grato
per il lavoro che svolgi con grande
crpacità e dedizi'one. Con affetto,
L. Santini
Caro Santini,
In effetti la lettera del past. Geymet è parsa a molti infelice nella
forma e nel contenuto, sebbene il
secondo mi sembri in parte gùistificirrsi. Una cosa tengo a ribadire:
quello che mi sta a cuore, quello
che ho tenuto ad esprimere a più riprese non è certo tutto questo dosaggio di calcoli e di ripicchi, di cifre, di statistiche, bensì un confronto aperto sul piano teologico, che sarebhe comunque occasione per i mem
bri dalle nostre chiese di prende^
maggiormente coscienza di ciò che
credono e di ciò che devono confessare, oggi: tutto il resto è radicalmente secondario. Quanto alla libertà di parola, deve riconoscere che
ne vedo i limiti in modo menu oreciso di come tu pensi: finche non si
trascenda all’offesa o al turpiloquio,
o non ci s’impantani nelle ripetizioni inutili, mi pare essenziale che
agni posizione sia espressa e sentita, come avviene in ogni nostra assemblea locale o generale. Domando
venia se il mio criterio può talvolta
¡.arere troppo soggettivo o troppo dimissionario, e ben lieto di pubblicare questa precisazione, che da tarUo
ti dovevamo, ti saluto con pari affetto e stima. Gino Conte
Abbiamo ricevuto
Pro Rifugio C. Alberto, in memaria del Giudice Giovanni Rostan :
Ferdinando Volere (Torino) 5.000,
Eugenio Jabier (Torino) 5.000.
Pro Claudiana: Uni'one Femminile (Torino) 3.000.
Insigni cum laude
Siamo assai lieti di annunciare che
il past. Paolo' Ricca ha conseguito
presso la Facoltà di Teologia dell’Università di Basilea il dottorato in teologia, «insigni cum laude». Ci ralle
griamo cordialmente con lui, certi che
dal suo approfondimento teologice
verrà un servizio sempre più efficace
«ella nostra Chiesa.
Invito a Mannheim
Preghiamo i nostri compagni di viaggio di
prendere nota delForario di partenza del no
stro pellegrinaggio :
Sabato 4 luglio:
Per il Val Pellice: ore 1,50 partenza dal
tempio di Villar Pellice; ore 2: dal tempio
di Torre Pellice; ore 2,5: dal Braccio di
S. Giovanni; ore 2,20 : dal tempio di S. Secondo; ore 2,30: da Piazza Cavour di Pinerolo.
Per il Val Chisone: ore 1,50: partenza da
Pomaretto (di fronte al tempio); ore 2,15 :
dal presbiterio di Villar Perosa; ore 2,30:
da Piazza Cavour di Pinerolo; ore 3: da Torino, piazza Carlo Felice (fermata autobus
per Perosa e Aosta); ore 3,30 : autostrada bivio di Chivasso; ore 5,15 : arrivo stazione
Centrale di Milano; ore 6,15 : partenza dalla
staz. Centrale di Milano; ore 15,50: arrivo
a Mannheim Hauptbahnbof.
Raccomandiamo a tutti una estrema puntualità. Ricordiamo pure a ciascuno di portarsi l’innario italiano, quello francese, il
Cento canti e j1 Cantiamo insieme. I trombettieri non dimentichino il proprio corredo.
Foresteria valdese
“U ROCCIAGLIA,,
Pradeltorno - Angrogna
APERTURA GIUGNO-SETTEMBRE
Coloro che desiderano trascorrere
giorni sereni in un ambiente confortevole — luce elettrica, acqua corrente
— in una località alpestre di notevole
bellezza hanno ora la loro casa!
Informazioni : Torre Pellice : Pasquet, Corso Fiume 13 - Sereno, 'Viale
Rimembranza 2 — Torino : Ribet,
Corso Francia 80.
4
pag. 4
AOSTA
INCONTRO FEMMINILE EVANGELICO A B0R6I0 VEREZZI
Trenta donne e un pastore studiano
UNA PREDICAZIONE PER IL NOSTRO TEMPO
N. 26 - 26 giugno 1964
RINGRAZIAMENTO
Se la riuscita di un Convegno si misura
dagli interrogativi suscitati, dai problemi ri
masti aperti, dalle prospettive suggerite, possiamo dire che rincontro di Borgio Verezzi,
organizzato anche quest'anno dalla Federazione Femminile Valdese, non ha fallito al
suo scopo, malgrado la complessità del tema
di studio: «Una predicazione per il nostro
tempo )). Si trattava (sulla traccia di un recente campo di Agape, ma ad un livello più
semplice ed accessibile) di ripercorrere, attraverso i tre grandi hloni della teologia protestante (pietismo, liberalismo e rinnovamento teologico), le tappe fondamentali dei la predicazione evangelica, per arrivare anzitutto ad una più matura e consapevole sensibilità di ascolto della Parola predicata, e
in secondo luogo a una formulazione sia
pur approssimativa di queU’esigenza che il
tìtolo del Campo poneva in primo piano :
una predicazione che sia veramente « per il
nostro tempo ».
Un vero privilegio è stato poter godere
della presenza operosa del pastore Franco
Giampiccoli, il quale, dopo aver celebrato
il culto nella mattinata di domenica 31 maggio, ha tenuto nel pomeriggio uno studio di
esemplare limpidezza, semplice nel linguaggio e profondo nel contenuto, presentato sotto il seguente titolo : « Il sentimento dell’uomo, la ragione deU’uomo, la Parola di
Dio : tre punti di partenza per la predicazione ». Titolo tendenzioso, ci aveva preliminarmente ammonito qualcuno! E tuttavia,
malgrado che il gruppo delle partecipanti
(oltre una vemtina, niù 2 delegate svizzere
provenienti da Ginevra) fosse eterogeneo per
provenienze, formazioni, età, professioni diverse, quando si è trattato di esaminare, divise in gruppi, le tre prediche (una pietista,
una liberale e una di Barth), là dove ci saremmo aspettate di trovarci di fronte a
grandi scontri abbiamo invece constatato un
fondamentale e quasi unanime accordo.
Attraverso un questionario che proponeva
alPattenzione delle lettrici: 1) il problema
del rapporto fra il testo biblico e la predica,
2) il problema del rapporto fra la predica e
le sue conseguenze sul piano etico-sociale,
3) Tindagine degli elementi tipicamente piatisti o liberali tuttora sopravviventi nella
nostra predicazione e della loro eventuale
validità, e infine 4) il rapporto fra predicazione e comunità — le partecipanti sono
state condotte a riconoscere e a riscoprire
(e per alcune di esse è stata veramente una
« scoperta ») Fattualità e la necessità di una
predicazione che sia veramente, secondo la
definizione dello stesso Barth, « sovranità di
Dio e obbedienza dell’uomo »; che cioè assuma come unico suo criterio non quello
soggettivo dell’individuo con le proprie esigenze sentimentali o razionali, ma quello
oggettivo della Parola rivelata, con tutte le
conseguenze che ne derivano.
Certo non bisogna sottovalutare il fatto
che, pur riconosciuta l’urgenza di liberarsi
dai residui di tipo pietistico o di tipo liberale — la cui persistenza è stata ravvisata
più nell’ambito delle comunità che nella
predicazione dei pastori — che portano tuttora a pericolose conseguenze (quali la scissura tra problemi « spirituali » e problemi
« mondani », la concezione della fede come
qualcosa di individuale e privato, il sorgere
della comunità più come associazione spontanea di individui che come popolo chiamato da Dio), pur riconosciuto tutto questo,
dicevamo, molto spesso il nostro linguaggio,
le categorie che usiamo, la « forma mentis »
restano ancorati a vecchi schemi, soprattutto
a una sensibilità lungamente nutrita di tutto
ciò di cui abbiamo già riconosciuto Fincompatibilità con l’autentico messaggio delFEvangelo. Tanto che alla fine quella che
avrebbe dovuto essere, nell’intenzione di chi
organizzava il Campo, una formulazione
« aperta » del tema (« come deve essere una
predicazione che sia davvero per il nostro
tempo? ») ha ricevuto per lo più risposte di
tipo individualista e intimista, quasi si fosse
chiesto ad ognuna : « Qual è la predicazione
che desideri, che preferisci, che risponde meglio alle tue esigenze? »
Questo parziale scacco (se cosi vogliamo
chiamarlo) è stato illuminante, ci ha dato il
senso preciso del lavoro da compiere, e ci
ha suggerito Fidea di riprendere in avvenire
il tema della predicazione dal punto in cui
l abbiamo lasciato, per procedere ad una
chiarificazione del rapporto predicazione-comunità da un lato, e predicazione-testimonianza al mondo dall’altro.
Una cosa ci pare importante sottolineare:
le donne presenti (e quasi tutte hanno discusso, con impegno e sincerità) si sono dichiarate « privilegiate » per aver potuto partecipare a questo incontro che le ha illuminate su molte cose che prima soltanto confusamente avvertivano; hanno chiesto che lo
studio del pastore Franco Giampiccoli venga
ciclostilato e dilFuso col Notiziario della Federazione; hanno proposto che il tema venga ripreso negli Incontri distrettuali dell’anno prossimo. Che cosa desiderare di più?
Speriamo di poter senz’altro esaudire queste
richieste.
La nostra gratitudine va a tutti quanti
hanno collaborato alla riuscita dell’Incontro :
al nostro già lodato oratore, a M.me Mottu
che è intervenuta nelle discussioni e che ci
ha intrattenute una sera narrandoci le sue
esperienze di. moglie di 'pastore-missionario,
al personale della Casa Balneare Valdese che
ci ha gentilmente ospitate, a lutti coloro che
ci hanno inviato le espressioni del loro affetto solidale e che, anche da lontano, ci hanno seguito con un senso di fraterna corresponsabilità.
iimili>iiiiiimmiiiiiiimiii>iiiri
PAUE NOSTRE COMUNITÀ
AN6R0GNA (Ctipoiaoga)
— Durante le scorse settimane hanno
avuto iiuogo nella nostra comunità alcund
avveniimcnti di un certo interesse. Inizieremo riportanido la Conferenza Distrettuale
che abbiamo ospitato con gioia, do.po moltissimi anni; parte del merito è certamente dvouto alla recente strada asfaltata che
ha favorito la venuta dei delegati.
La Conferenza ha dedicato quasi tutto il
suo tempo ai dibattto dei problemi di fondo riguardanti ü seniso deWa vocazione della Chiesa oggi. Per la prima volta si è discusso, nel pomeriggio, la relazione dell-i
CIOV la cui competenza è stata irasferfta
alla Coinferenza del I Distretto. La sera del
27 Maggio (ly Centenario della morte di
Giovanni Calvino] ha avuto luogo una intere.s8ante conferenza del Past. Giorgio
Tourn^ dediicata a Giovanni Calvino. Con
chiarezza e vivacità è stata delineata la vita del Riformatore e presentato il suo pensiero, indicando i punti fondamentali in
cui risiede, per il nostro tempo, la validità dtìlll’iWegnainicnto colviniista. Essendo
questa Conferenza, per cui vogliamo ancora ringraziare il Past. Toum, runica manifestazione ufficiale por tutte le Valli, nel
n centenario della morte di Calvino, ci
ramniarichiiaino fortemente ohe ossa non
abbia avuto una presentazi'onc più adeguata su'la no.stra stampa ed una più vasta risonanza nelle nostre Comunità
— Tra le cose minori, ricordiamo il nostro Bazar del 24 Maggio, felicemente concluso con un buon incasso, per cui è doveroso ringraziare la nostra Unione Femmini'e per l’iiupegno dimostrato da parecrliie sorelle e die è stalo coronato da sue
cesso. La nostra Unione Femminile è ancora stila fi.llicemente impegnata nel ricevimento debile Unioni sorelle di San Germano
e Poniaretto che la domenica 14 giugno ci
hanno reso una graditissibna visita, partecipando al culto del mattino, e dedicando ü
pomeriggio alla visita dei luoghi storici e
ad un tè che è stalo ancora occasione di
incontro, di dilscoirsi, di saluti.
— Ricordiamo ancora due memorabili
gite. La prima, il 31 Maggio, con mèta Pramollo (a piedi, passando dal col della Vaccerai, promossa daSl’UGV del Prassuii
Vernè, veramente ben riuscita malgrado
qualche piccolo mci'dente di strada e alcuni pesanti acquazzoni (in parte evitati!).
Dopo parecdii anni i giovani riscoprono la
gioia di lasci'are la moto e <'amminare a
piedi sulle nostre belle montagne, riaprendo gli ormai quasi completamente cancellali sentieri. La seconda gita (in comune
con la chiesa di Torre Pellice), in pullman,
ha avuto luogo il 2 giugno ed è stata la
scoperta di hellissinii itinerari poco conosciul/, attraverso il bicillese e il Monferrato, come pezzo forte il lago d’Orla (con
rimmancabi'le gita in motoscafo) e il lago
Maggiore. Vivo plauso a questo tentatívo
di attività inlerecclesiaslica, sia pure l'n sede nettamente non teologica!
— 11 30 maggio la nostra ammirevole Società Sportiva ci ha offerto un applauddtissimo concerto di canzoni' alpine presentate
dalTormai noto coro Valpellice. Memori
dell’o-tima esecuz-ione dello scorso anno,
abbiamo avuto la sensazione che la presentazione di quest’anno, pur essendo stala
molto apprezzala nelTinsienie, sia stata tuttavia lievemente meno curata, specie nei
piccoli particolari. Una parola di elogio al
nostro Coro e una esortazione a « non mou
lare » nell’impegmo della preparazione di
questa atjività airtistica, co-sì. a-ma-la da'la
nostra gioventù.
— Il 6 giugno, secondo la decisione presa dalle nostre quattro U.G.V. di Angrogna
ha avuto luogo la prima delle rinnionT estivi in comune. Ili numero dei parteoiipamli
non è stato troppo in-coraggiante. La serata
affidata aill’U.G.V. dei Jourdan è staila dedicata ad una reliazi'ons d-el Convegno di
Agape del 25 aiprile e relativa discussione.
— Da alcuni mercoledì si rinniBce regolarmente un p'iiccolo gruppo di a-suiranli
trombettieri che studia pazientemente niusilca soitto Fesperta guida dj Gioele Gamie:di Vìllar Péllice. Ci rallegra di vedere che
la passione per la musica non è spenta tra
i nostri giovani, anzi si iriaocende, sia pur
sotto nuove forme.
— Le scuole sono intanto terminate e le
sessioni d’esami stanno per finire. Parecchi nostri alunni sia a'ile Scuole elementari
che aPe Medie inferiori hanno ottenuto
risulltati positivi di cui ci ral’egri'amn. Un
plauso particolare a Wilma Monnet della
Clava, figlia del nostro Sindaco, per un tema sul turismo della Val d’Angrogna, clic
ha avuto Tono-re di essere pubblicato sul
Pellice.
AM6R0GNA (Serre)
— Sabato 13 c. m. nel cim-i erc di Angro
gna Capo uogo, è stata tumulala la salma di
Monnet Passito Maddalena ved. Monne!.
deceduta agl:' Adreeh, all’età di 81 anni,
hi-nnov-iam-^ ai fam-iliarì l’espressione della
solidarielà cristiana nel dolore e nella speranza .
— Il pomeriggio della domenica 21 Giugno, l'Unione Femminile ha preso ufficialmente congedo dalla sig.ra D. Beri. Si è
trattato di una simpatica e commovente
riunione nel corso della quale la sig.na Anna
Rostan e i'ins. Ilda Rivoir hanno sottolineato
l'opera compiuta ed hanno espresso la riconoscenza di tutte le Unioniste ed il rammarico per il prossimo distacco. E' stato offerto, in segno di affetto, un utilissimo oggetto
casalingo che ricorderà, a colei che ci lascia,
I attività svolta a S. Germano.
II nostro Asilo Infantile ha chiuso le
sue attività con il tradizionale Saggio, alla
presenza di un numeroso pubblico di genitori ed amici che seguono con vivo interesse
I opera a carattere sociale che viene compiuta. L'esposizione dei lavori eseguiti dai biml)i è slata molto ammirala. Esprimiamo la
nostra riconoscenza alla sig.ra Marisa Pons
per l’opera svolta con vero talento e zelo
in favore del nostro popolatissimo Asilo. La
colletta fatta al termine della manifestazione ha fruttato L. 21.055.
--- Il 1“ Giugno, a Torino, il Signore ha
richiamato a sè Coslabci Luigi, di anni 52,
dopo lunghi mesi di malattia.
Il 4 Giugno è deceduta, alPAsilo dei Vecchi, Zanetti Angela ved. Zanavello nella tarda età di 93 anni.
II 6 Giugno si è spenta, ai Menusan, Soulier Amalia in Mie, di anni 75, dopo un
lungo periodo di infermità.
Alle famiglie colpite dal lutto rinnoviamo
1 espressione della nostra simpatia cristiana.
Doinenica 14 corr. ha avuto luogo la gita
di chiesa, già programmata per il 2 giu^io,
ma rinviata per avverse condizioni atmosferiche. Partiti in perfetto orario da Pontevecchio di Rorà abbiamo potuto seguire Pitinerario con calma potendo effettuare delle
fermale che ci hanno consentito nello stesso
ternpo di visitare alcune caratteristiche località del Piemonte e della Liguria. Quella
che ha maggiormente caratterizzata la gita
— dal punto di vista turistico — è stata, la
visita alle Grotte di Toirano. Ad oltre 100
metri sotto il picco della montagna e per
una lunghezza di oltre 400 metri nelle discere della montagna abbiamo visto lo stupendo processo della natura nella formazione interna della grotta coi suoi stalagmiti e
stalattiti.
A mezzogiorno eravamo a Borgio Verezzi
dove uno splendido sole ha permesso ai giovani specialmente di tuffarsi nelle calde onde del mar Ligure.
Il p-na-nzo preip-arato dai sigg. Costa-ntinn.
che tanto si adoperano per creare quell’atmosfera accogliente e serena, è stalo veramente
eccellente è soddisfacente anche per i palati
più esigenti. E da queste colonne vogliamo
ringraziare i Sigg. Costantino per tutto quanto hanno fatto con amore e buona volontà
nell’accoglicre gli oltre 30 partecipanti.
Iniziato per tempo il viaggio di ritorno
abbiam potuto tilettuare delle fermate intermedie si che alla conclusione della gita nessuno dei partecipanti ha accusato minimamente alcun senso di stanchezza.
Vogliamo ringraziare tutti quelli che hanno collaborato con noi per l’ottima riuscita
della gita e quanti — del resto tutti i partecipanti — hanno spontaneamente dimostrato il loro compiacimento per l'ottima
giornata trascorsa insieme.
La nostra Sala delle Attività è stata completamente ridipinta dal decoratore Sig. Carnero di Luserna S. Giovanni, Il lavoro magistralmente eseguito è di notevole valore,
ma questo acquista maggior valore se si
considera che è stato necessario trasportare
su a Rorà tutto il materiale e 1 attrezzatura
per l’esecuzione. Tutto questo è stato fatto
gratuitamente in maniera assoluta!
La nostra Sala ha acquistato ora un nuovo
volto e crediamo che questo sia il modo migliore per esprimere il ringraziamento nostro e di tutta la Comunità, noiicliè del Concistoro. al Sig. Carnero : il mio lavoro cosi
fatto ne è un duraturo testimone.
PRAMOLLO
^ Abbiamo accolto domenica 31 maggio
i giovani dell’Unione Giovanii'e di Prassuit\ ertiè accoiupagnati dal loro Pastore sig.
Alberto Taccia e da due giovani' isnosi tedescihi. Malgrado il tempo incerto hanno
a traversato la Varcera e Famriio vallone
che scende dal Gran Tmc e, dono qualche
peripezia incontrata a causa del sentiero
non più tracciato attraverso la montagna,
sono giunti felicemente alla Ruata. Ci ral
iegriarao con loro per la bella cammina i;
che, di certo, ha costato loro non poca fatica. Peccato che i nostri giovani fossero
iisFCini perchè in gita sul Lago Maggiore!
Tuttavia la visita dei giovani di' Prassuii
i l ha fatto molto, piacere e li ringraziami,
di tutto cuore.
— La domenica di Pentecoste sono stati
ricevuti 6 nuovi membri di chiesa: tre giovani di .Aosta (Fernanda Chiavenuto, Graziella Pellati, Valdo Azzoni), due coniugi di
St. Vincent, provenienti dal cattolicesimo
romano (Sig.ri Daniele e Germana Treves)
e il loro figlio Mario, studente a Torino, e
che aveva compiuto la sua istruzione catechetica presso la nostra chiesa di quella
città. AI culto, seguito dalla celebrazione
della S. Cena a cui per la prima volta partecipavano questi nuovi membri di chiesa,
la corale ha cantato due cori, uno di Pentecoste, e 1 altro per la confermazione. Possano
questi nuovi membri di chiesa conoscere
la gioia della fedeltà nel servizio di Dio.
— Il 31 maggio si è svolto il bazar allestito dalle signore della chiesa. Quel giorno
abbiamo pure ricevuto la numerosa comitiva delFunione giovanile di Pomaretto. Dopo essersi fermali qui alla mattina, i giovani sono saliti a Courmayeur, ed in fine di
pomeriggio, abbiamo preso il thè tutti insieme nella sala delle attività, dove il bazar era
ormai terminato. L incontro si è concluso
con una breve riunione nel tempio, col canto
di parecchi inni e con la preghiera.
— iNel culto del 7 giugno è stato battezzato il piccolo Resburgo Massimo Giancarlo,
di Fulvio e di Demarcus Maria. Imploriamo
su questo bambino e sulla sua famiglia la
preziosa benedizione del Signore.
— La domenica 14 giugno la nostra comunità ha trascorso una magnifica giornata
di comunione fraterna con un gruppo di una
cinquantina di amici svizzeri. Erano i membri della corale della cattedrale di Losanna
che, venendo in gita in vai d’Aosta, avevano espresso il desiderio di passare la loro
giornata non solo come turisti, ma di avere
un incontro con la nostra chiesa.
All’inizio del culto, alle parole di benvenuto rivolte agli ospiti dal pastore Marauda.
ha risposto il vice presidente del consiglio di
pairocchia della cattedrale di Losanna, recando l'affettuoso saluto di tutta la sua chiesa. La predicazione è stata data dal pastore
C. Rosetti che essendo di origine ticinese,
ha potuto parlare in ottimo italiano. Nel corso del cullo la corale losannese ha eseguito
quattro bellissimi cori, eseguiti magistralmente sotto la direzione del pastore Robert
Rouge. Si è poi presa tutti insieme la S. Celi.;, segno dell’unità jn Crilsto di. creidenli
pur aipipanlenentj a nazioni e iIllese diveirse.
Nel pomeriggio i nostri ospiti hanno visitalo due castelli della valle e le antichità
romane della città. Ci si è quindi ritrovali
nella sala per il thè, dove losannesi ed aostani hanno potuto fraternizzare trascorrendo iiioicme ancora un paio di ore. L’ultima
parte del programma si è svolta nel tempio,
con messaggi dei pastori Rouge e Marauda;
la corale ha ancora eseguito diversi cori, tutti
molto belli ed apprezzati, e l’incontro si è
chiuso con la preghiera.
E’ stata per lutti una giornata veramente
benedetta, densa di programma ed altresì
piena di gioia fraterna. Ma il tempo è parso
naturalmente troppo breve, e quando i nostri amici hanno ripreso la via del ritorno,
tutti si sono salutati augurandosi di rinnovare, D. V., un incontro così simpatico, forse senza aspettare la prossima estate, dato
che il nuovo traforo del Gran S. Bernardo
coiisente ormai le-relazioni tra Svizzera e V,ai
d’Aosta in qualsiasi stagione delPanno.
Direttore resp.: Gino Come
I familiari d'
Arnaldo Bensì
vivaiucnte cemmess: per la larga
profonda manifestazioine di simpatia
fiaterna che tanfi hanno loro dimostrato ai momento della scomparsa
del .'ere caie, li ringraziano d’. cuore.
Torino, 20 giugno 1964
La figlia Emma, la zia Anglesina
Gardiol, i fratelM Enrico, Emanuele,
Clemente, Renato, Armando e la sorolla Anglesina, con le rispettive famiglie, hanno il dolore di partecipare
la dlpiartita del Icro caro
Cario Alberto Beux
avver.uta in Buenos Aires il 25 maggio 1964.
« .Anima mia, confidati nell’Eterno »
San Germano Ohisone 14-6T964
RINGRAZIAMENTO
Ugo Rivciiro Pellegrini e Famiglia
profondamente commossi per le nu
merose testimonianze di simpiatia dimostrate loro ne! grave lutto che il
ha colpiti con la dipartenza del
Cav.
Fernando Pellegrini
rdngiraziano ancora vivamente tutti
coloro che si sono uniti al loro dolore.
Un ringraziamento particolare ai
Medici curanti Dott. Carlo Vare.se e
Dctt. Dario Varese, ai Paistorl Ernesto Ayassot, Franco Sommani e Roberto Jahisir ed alle Diaconesse Vaidesi.
avvisi economici
FAMIGLIA tedesca, padre e figlio, cer< imo
nelle VMli Valdesi stanza 2 letti, cm o
senza colazione, dal 25-7 al 23-8. Seri re
Antonini, Via Maria Vittoria 25, Tonilo.
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
tiD. *)»balDiiia s.p.a. • Torre Pelli ce (Tal
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quindici anni per vacanze organizzate; possibilità di studio in vista
degli esami di riparazione (massimo due materie).
INVERNO: le iscrizioni per elementari, scuole medie, scuole professionali e ginnasio-liceo sono aperte.
RETTE: per le finalità del Convitto che si rivolge soprattutto al pubblico evangelico, le rette sono molto modeste in rapporto alle attrezza
ture sportive messe liberamente a disposizione dei ragazzi senza supplementi,
BORSE DI STUDIO: sono messe in palio alcune borse di studio (metà
retta) per alunni particolarmente meritevoli di modeste condizioni
economiche,
INFORM.AZIONI; scrivere al Convitto Valdese TORRE PELLICE (TO).
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