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martedì 17
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DITORIALEMpU
leua della Costhuzimie
I BIBBIA E ATTUALITÀ ■
DIO È UN TIPO
SIMPATICO
«£ per grazia che siete stati salvati,
mediante la fede; e ciò non viene da
voi; è il dono di Dio.»
Efesini 2, 8
IN fondo al lungo corridoio del reparto psichiatrico, davanti a una
finestra dai vetri protetti da una grata
metallica, M. trascorreva gran parte
delle sue giornate. La finestra dava
sul cortile interno, un orizzonte
chiuso da un alto muro di cinta, che
separava il mondo dei sani da quello
dei malati. M. era un uomo di una
cortesia ossessiva: chiedeva continuamente' scusa a tutti. Quando ci incontrammo la prima volta era sinceramente costernato della sua malattia
che gli impediva di essere sereno,
perché la sua mente era assediata
continuamente da preoccupazioni
sempre nuove e irreali. Sentiva su di
sé il peso di tutte le colpe del mondo.
Questi pensieri lo aggredivano in
modo subdolo e crescente, sino a impedirgli di pensare ad altro.
quando le cure lo liberavano un
vJpo’ dalle sue ossessioni, M. era
anche capace di ironizzare sulle sue
paure. Un giorno di quelli buoni leggemmo queste parole di Efesini,
ascoltò con attenzione e disse: «Non
sapevo che Dio fa le cose gratis e gli
piace fare dei regali; purtroppo non
me l’hanno presentato prima, le persone che ho conosciuto nella mia vita
mi hanno sempre trattato male, da
me hanno sempre voluto senza darmi niente, ma questo Dio è un tipo
simpatico».
DOPO il mio trasferimento non
ho più avuto notizie di M. tuttavia il ricordo delle sue parole è an
cora vivo in me. «Dio è un tipo simpatico». Era un modo insolito per
dire tutto il bene possibile del Signore della grazia. Anche noi quando
siamo in crisi viviamo in fondo a un
lungo corridoio e l’orizzonte ci appare chiuso dalle nostre disperazio
ni. Come potremo meritare il perdo
no se non siamo capaci di pensare e
agire in modo generoso e disinteressato, come potremo immaginare la
possibilità della salvezza come dono
se viviamo chiusi e assediati nel nostro mondo? Dio però ha deciso di
interrompere la nostra solitudine,
egli è venuto a noi con il dono della
grazia e della fede.
La Riforma protestante è un nuovo incontro con Dio, che è «un
tipo simpatico», e la chiesa è stata rimodellata, riformata secondo la parola del Signore. L’ossessione per la
salvezza personale non è più il centro della nostra vita spirituale, perché la dimensione del perdono quale
iniziativa di Dio in Gesù Cristo ha
raggiunto gli esseri umani. Nella tesi
28 della Disputa di Heidelberg Lutero scrive: «L’amore di Dio vivendo
neU’uomo ama i peccatori, i malvagi,
gli stolti, gli infermi in modo da renderli giusti, buoni, saggi, forti,
diffondendo piuttosto e attribuendo
il bene. Infatti i peccatori sono belli
perché sono amati (da Dio), non sono amati perché belli». Grazia, fede e
salvezza sono doni che ci giungono
per Gesù Cristo e trasformano la nostra vita; questo messaggio svolge
una funzione terapeutica che cura la
malattia mortale del peccato e fa
splendere sui nostri volti la gioia
dell’amore di Dio.
Antonio Adamo
SETTIMANALE
E CH
Spedizione in a. p. 45% -art 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso IVfficio PT Tonno CMP Nord
Anno Vili - numero 41 - 27 ottobre 2000
ECO DELLE VALLIWHi
Mangiare a salala
di DANIELA GRILL E MARCO ROSTAN
Dopo l'alluvione si contano i danni. Le cifre sono alte anche nelle valli valdesi I ■■i L'opinione ì
Un disastro prevedibile
Una migliore gestione dell'emergenza e alcuni interventi fatti dopo le passate
alluvioni hanno ridotto i danni, ma molto resta da fare in montagna e sui fiumi
PIERVALDO ROSTAN
DI fronte a disastri come l’alluvione del 15 ottobre spesso si
abbina un aggettivo: annunciato.
Possiamo dire che anche in questo
caso sia stato così? La risposta è certamente in molti casi affermativa eppure bisogna, almeno stavolta, fare
dei distinguo, ragionare sulle cause e
cercare di porre rimedio. I cittadini
aspettano delle giuste risposte al disagio causato dalle difficoltà di collegamento; gli imprenditori economici
chiedono un sostegno per la ripresa.
E si contano i danni. Per le valli
valdesi sono cifre alte (più nelle valli
Chisone e Germanasca che in vai
Pellice), sicuramente molti miliardi.
Rispetto alla non lontana Valle d’Aosta le vittime si riducono a una (molto probabile, perché l’uomo che
manca dalla propria casa da una settimana a Perosa Argentina, in realtà
non è ancora stato trovato e quindi
ufficialmente è «disperso»). E il fatto
che non si sia qui a contare i morti
non è casuale: alcuni interventi effettuati dopo l’alluvione del 1977 (penso ad esempio alla frana di Perrero)
hanno permesso di consolidare i versanti. C’è stata, rispetto ad allora,
una grande tempestività nel chiudere
il transito sui ponti (a dispetto delle
centinaia di curiosi che in queste occasioni amano mettere a repentaglio
la propria -vita ostacolando l’opera di
soccorso passeggiando nei pressi dei
corsi d’acqua); va ricordato a questo
proposito che molte delle vittime al
ponte di Bibiana nel ’77 erano proprio persone che erano andate ad
«ammirare» la potenza delle acque.
Anche senza morti i cittadini han
no avuto comunque i loro problemi:
frane, smottamenti e crollo dei ponti
hanno isolato (e alcune lo sono ancora a una settimana di distanza) case sparse e intere borgate; nell’era
dei collegamenti, senza telefono e coi
telefonini muti a causa della mancanza di corrente elettrica sono stati
ancora una volta i radioamatori e Radio Beckwith a mantenere i collegamenti e a informare. Fra i tanti che
hanno dovuto abbandonare le proprie case minacciate dalla furia delle
acque o dei detriti ve ne sono alcuni
che la propria casa difficilmente torneranno ad abitarla: muri lesionati o
crollati, torrenti che mutando il loro
corso ora lambiscono case fino a ieri
considerate sicure. Ci sono agricoltori che hanno perso animali travolti
Segue a pag. 12. Altri servizi alle pag. 14 e 15
Federazione delle chiese evangeliche in Italia
Sottoscrizione per gli alluvionati
Le piogge torrenziali dei giorni
scorsi hanno creato disagi e danni
ingenti in tutto il Piemonte e la Valle
d’Aosta: non sono state risparmiate
le valli valdesi, il cui «capoluogo»,
Torre Pellice, ha visto completamente distrutto il suo palazzo del ghiaccio, inghiottito dal torrente Pellice in
piena. Nel Palaghiacclo si era svolto
a fine agosto il culto inaugurale del
Sinodo delle chiese valdesi e metodiste e dell’Assemblea battista. Di fronte all’emergenza alluvione, la Federazione delle chiese evangeliche in
Italia (Fcei) ha lanciato una sottoscrizione di solidarietà. «Le recenti, tragiche vicende - si legge nell’appello
del presidente Fcei, pastore Domenico Tomasetto - hanno determinato
danni e distruzioni su una vasta area
del Piemonte e della Valle d’Aosta.
Sono state duramente colpite perso
Valli valdesi
ne e cose. Le chiese evangeliche italiane vogliono manifestare la loro solidarietà a quanti sono stati colpiti. A
questo scopo la Federazione delle
chiese evangeliche in Italia lancia
una sottoscrizione prò alluvionati
per il Piemonte e la Valle d’Aosta.
Sull’utilizzo dei fondi raccolti verrà
data informazione tramite i nostri
mezzi di comunicazione».
Le offerte possono essere inviate
con versamento sul conto corrente
postale n. 38016002, intestato alla
Federazione delle chiese evangeliche in Italia, via Firenze 38, 00184
Roma; oppure mediante bonifico
bancario sul conto n. 502060 intestato alla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia presso la Banca
Popolare Etica, Abi 05018, Cab
12100. In ogni caso, specificare nella
causale: «prò alluvionati».
Piatti e sapori
di montagna
La rassegna torinese «del gusto», in
corso di svolgimento al centro espositivo del Lingotto Fiere, mette in vetrina anche dei prodotti delle valli
valdesi. Sono stati considerati tipici il
formaggio «sarass» e la «mostardella»
(sanguinaccio). Si tratta di un riconoscimento importante per una tradizione alpina che fa della particolarità
dei sapori il proprio punto qualificante. Gli operatori del settore (agricoltori, trasformatori, ristoratori) cercano di operare con il concorso degli
enti locali per la tutela e la valorizzazione di questi prodotti, che, in
un’epoca di globalizzazione, costituiscono un contributo alla salvaguardia delle «varietà» alimentari.
ALLUVIONI
RICORRENTI
Settanta centimetri di pioggia in 36
ore. È una catastrofe. L’alluvione colpisce il Piemonte e la Valle d’Aosta,
ma i suoi effetti si sono estesi a tutto il
bacino del Po. 25 morti, qualche migliaio di miliardi di danni diretti,
40.000 cassaintegrati, danni all’economia agricola e industriale. Una pioggia
eccezionale, ma un disastro più che
proporzionale alla eccezionalità della
pioggia. Il clima cambia e le piogge
d’autunno sono sempre più abbondanti, inoltre lo zero termico in questo
periodo è alto, attorno ai 2.800 metri
di altitudine. Non nevica più in montagna e i ghiacciai si sciolgono. Oggi
siamo in grado di soccorrere meglio le
popolazioni, ma siamo impreparati a
prevenire le catastrofi e a gestire il nostro fragile suolo.
Dall’alluvione del Polesine del 1951,
lo stato ha sempre agito in emergenza.
Nel 1956 è stata approvata la prima
legge per la difesa del suolo ma, scriveva nel 1993 il prof. Pier Francesco
Ghetti, oggi preside della facoltà di
Scienze all’Università di Venezia, nel
suo Manuale per la difesa dei fiumi,
pubblicato dalla Fondazione Agnelli:
«Per le esigenze della protezione delle
piene, della navigazione, dell’escavazione degli inerti, delle coltivazioni, si
è cercato sempre più di contenere le
piene ordinarie del Po entro l’alveo di
magra, mediante imponenti opere arginali. I terreni strappati in questo modo al fiume sono diventati territorio di
conquista. I terreni demaniali vengono
acquisiti dai privati (...). Subito dopo
vengono spianati, le lanche vengono
colmate con materiali vari e le superfici occupate. Il resto è preda dell’urbanizzazione (...). Mentre un tempo le acque si distendevano su di un alveo che
spesso raggiungeva un chilometro di
ampiezza, oggi al contrario vengono
contenute in un alveo di 250 metri».
Parallelamente, è andata avanti la
moltiplicazione amministrativa della
gestione delle acque. Oggi si contano
almeno 17 autorità amministrative
che possono occuparsi di fiumi. E,
spesso, fanno cose ognuna per conto
suo, senza sapere che cosa fa l’altra.
Ma il fiume è un sistema, idrico appunto. Dal 1998 il bacino del Po è stato
dotato di un Piano stralcio delle fasce
fluviali e, dall’anno scorso, anche di
un Piano di assetto idrogeologico che,
per la messa in sicurezza di gran parte
del Nord Italia, individua aree a rischio per oltre 3.000 comuni, e ha un
preventivo di spesa di oltre 25.000 miliardi. Le premesse tecniche per una
radicale svolta nella difesa del suolo ci
sono. 25.000 miliardi possono spaventare, ma per riparare i danni dell’alluvione del ’94 in Piemonte alla fine
(manca ancora il ripristino delle ferrovie) si spenderanno 11.000 miliardi.
Occorre una volontà politica diversa. Cominciando dall’alto: i due ministeri che si occupano di fiumi, quello
dei lavori pubblici e quello dell’ambiente, vanno unificati, altrimenti la
cultura del fare a ogni costo e quella
della prevenzione dei rischi, non troveranno mai una sintesi. Poi ognuno
deve fare la propria parte dalle Regioni, alle Province, alle Comunità montane, ai Comuni. Ma soprattutto occorre operare perché la difesa del territorio torni ad essere un interessa
primario degli abitanti. La montagna
oggi è abbandonata, dalla gente ma
anche dalla politica, a meno che non si
tratti di Olimpiadi spettacolo.
' Giorgio Gardiol
2
PAG. 2 RIFORMA
VENERDÌ 27
«'^Ogni cosa mi è
lecita, ma non ogni
cosa è utile. Ogni
cosa mi è lecita, ma
10 non mi lascerò
dominare da cosa
alcuna. '^Le vivande
sono per il ventre, e
11 ventre è per le
vivande; ma Iddio
distruggerà e queste
e quello. Il corpo
però non è per la
fornicazione, ma
per il Signore, e il
Signore è per il
corpo; (...) ^^Non
sapete voi che i
vostri corpi sono
membra di Cristo?
Torrò io dunque le
membra di Cristo
per farne membra
di una meretrice?
Così non sia. (...)
'^E non sapete voi
che il vostro corpo
è il tempio dello
Spirito Santo che è
in voi, il quale avete
da Dio, e che non
appartenete a voi
stessi? ^“Poiché
foste comprati
a prezzo; glorificate
dunque Dio nel
vostro corpo»
(I Corinzi 6,12-20)
«"Questo
comandamento che
oggi ti do non è
troppo alto per te, né
troppo lontano da
te. ^^Non è nel cielo,
perché tu dica: “Chi
salirà per noi nel
cielo e ce lo recherà e
ce lo farà udire
perché lo mettiamo
in pratica?”.
'^Non è di là dal
mare, perché tu
dica: “Chi passerà
per noi di là dal
mare e ce lo recherà
e ce lo farà udire
perché lo mettiamo
in pratica?”.
"Invece questa
parola è molto
vicina a te; è nella
tua bocca e nel tuo
cuore, perché tu la
metta in pratica.
'^Vedi, io pongo oggi
davanti a te la vita
e il bene, la morte
e il male; '^poiché
10 ti comando oggi
di amare l’Eterno,
11 tuo Dio, di
camminare nelle sue
vie, di osservare i
suoi comandamenti;
le sue leggi e i suoi
precetti affinché
tu viva e ti
moltiplichi...»
(Deut. 30,11-16)
LA PAROLA DELLA LIBERTA
Lo parola di Dio è la forza creativa della rinnovata libertà di coloro che riconoscono
in Gesù Cristo il loro Signore salvatore, come hanno fatto i valdesi e i riformatori
MAURO PONS
PER i cristiani e le cristiane il
rapporto che Dio ha voluto
stabilire con l’essere umano assume una rilevanza particolare
e significativa all’interno della
comunità cristiana, ma non si
esaurisce in essa. La vita di fede
si nutre e si rafforza attraverso
le relazioni tra le sorelle e i fratelli che in Gesù Cristo ci sono
stati affidati o a cui siamo stati
affidati, ma la dimensione comunitaria della vita della fede
non può farci dimenticare che,
prima di ogni altra cosa, la vocazione cristiana coinvolge le
scelte e le decisioni che come
individui siamo chiamati a esercitare nella vita quotidiana.
L'incontro personale
con Dio
Questo aspetto delia voca
:
zione cristiana rimanda alla
questione del rapporto tra resistenza dell’individuo e le conseguenze che su questa esistenza viene a giocare rincontro
personale con Dio. Qual.è il
contenuto di questo rapporto?
Quale è la condizione che meglio esprime la realtà di questo
rapporto? Poiché l’Evangelo di
Gesù Cristo è un appello alla liberazione delle persone dai
condizionamenti economici,
sociali, politici, culturali e di
costume del mondo umano, saremmo portati a sostenere che
il contenuto e la condizione in
cui il rapporto tra Dio e l’essere
umano si esprime è la libertà.
Da un certo punto di vista, la
libertà del cristiano è assolutamente illimitata, nel senso che il
suo unico limite è rappresentato
dalla volontà redentrice di Dio
stesso ma, da un altro punto di
vista, è totalmente asservita
all’esercizio dell’amore che Dio
ha manifestato a favore dell’intera umanità a partire dalla sua
incarnazione in Gesù Cristo.
Con questa affermazione si
vuole dire che i cristiani non sono chiamati a subordinare le loro scelte alle contingenze e alle
necessità imposte da questo
mondo, perché la logica e l’economia che regola e ordina le loro esistenze non appartengono
ad esso, ma sono fondate sulla
volontà e sull’azione di Dio. In
questo senso la realtà del mondo non è di per sé cattiva anzi,
in quanto frutto della creazione
divina, è messa a disposizione
degli esseri umani perché da essa questi possano ricevere e ricavare tutto ciò che c’è di buono
e di utile. Nella Bibbia non troviamo mai un giudizio negativo
sul creato: piuttosto si sottolinea
come il creato, fondamentalmente «buono», sia caduto a sua
volta sotto le conseguenze negative della disubbidienza dell’essere umano a Dio.
La libertà del cristiano
IL peccato contro Dio è il risul...
Preghiamo
Padre, tu che hai donato a ciascuno di noi la tua Parola,
chiamandoci a viverla nella libertà di una relazione,
di cui tu rimani il garante e il tutore,
non lasciare che qualcuno di noi possa smarrirsi
0 allontanarsi da te.
Signore, tu che ti sei fatto Parola per ciascuno di noi,
chiamandoci a farci parola
per testimoniare la libertà di una relazione,
di cui tu continui ad essere il promotore,
non lasciare che qualcuno di noi possa abbandonare
il discepolato che tu ci hai lasciato in eredità.
Spirito di Dio, tu che continui a mantenere viva
la parola di Dio in mezzo a noi,
chiamandoci a essere una parola che continua
a risuonare nel mondo,
donaci la libertà cbe ci è indispensabile
per rimanere fedeli alla vocazione che Dio ci ha rivolto,
e non lasciare che qualcuno di noi possa dimenticare
la promessa di vita eterna che ci è stata fatta.
.tato della mancata risposta
positiva dell’essere umano alla
vocazione che Dio gli ha rivolto
in Gesù Cristo. Dunque l’esercizio della nostra libertà non presuppone l’uso indiscriminato
delle risorse economiche, relazionali, affettive, culturali che
sono messe a nostra disposizione ma, piuttosto, la gestione responsabile delle stesse all’interno di un processo globale che,
nella prospettiva della redenzione divina, si pone come obiettivo la liberazione del creato nel
suo insieme. Nella prospettiva
cristiana essere liberi significa
per l’appunto sapere che alla
mia azione non è posto alcun limite, se non quello dell’utilità
personale e collettiva del mio
agire per il raggiungimento del
mio e dell’altrui bene; che alla
mia azione non è posto alcun limite, se non quello di mantenere
una stretta sorveglianza sul fatto
che la finalità del mio agire corrisponda alla realtà di salvezza annunciata da Dio in Gesù Cristo.
In questo senso allora possiamo anche comprendere la ragione per cui la libertà dei cristiani è totalmente asservita
all’esercizio dell’amore che Dio
ha manifestato per l’intera umanità in Gesù Cristo. Infatti così
come la nostra esistenza di creature non ha senso e significato
se non in rapporto con colui che
ci ha creati, così la nostra libertà
non ha senso e significato se
non è messa in relazione con le
libertà degli altri. Molto spesso,
anche tra i cristiani, si pensa che
essere liberi significa soprattutto
poter soddisfare i propri bisogni
e le proprie necessità senza che
qualcuno o qualcosa ce lo possa
impedire. In questo modo la libertà è intesa come l’accesso indiscriminato a tutto ciò che può
darci benessere e felicità.
Nel nostro mondo questo tipo
di libertà è accessibile solo a coloro che hanno denaro e potere
e, in definitiva, come è evidente,
è la libertà di pochi privilegiati, i
quali l’acquisiscono a discapito
delle mancate libertà di molti
altri. Questa forma di libertà
non è evangelica, non è quella
annunciata e promessa da Dio
in Gesù Cristo: contro questa libertà siamo chiamati a operare
in modo critico non solo rifiutandola, ma opponendoci ad
essa perché portatrice di divisione tra gli esseri umani, di ingiustizie e di povertà sempre
più diffuse nel mondo.
Ma la libertà cristiana su cosa
deve essere fondata? Qual è la
sua origine? Dove trova la sua
forza per affermarsi nel mondo?
Essa ha la sua origine, il suo fondamento e la sua forza nella parola di Dio. L’origine della nostra
libertà è nella parola di Dio perché in questa Parola noi sentiamo risuonare il senso e il significato ultimo della volontà creatrice di Dio nei nostri confronti.
ci sarebbe fede in Dio senza la
nostra libera scelta di aderire alla vocazione che egli ci rivolge.
Là parola stessa di Dio è garante
di questa libertà originaria
dell’essere umano: il meccanismo stesso insito nel dialogo tra
Dio e l’essere umano garantisce
la libertà di entrambi gli interlocutori. Dio parla e non sempre
l’essere umano risponde; l’essere umano invoca Dio e non
sempre questi si manifesta. L’Evangelo di Gesù Cristo è liberamente annunciato nel mondo e
il mondo liberamente accetta di
aderirvi o di rifiutarlo.
La relazione con Dio
Quando dìo ha voluto abbandonare l’autosufficienza
della sua esistenza e ha pensato
a creare un interlocutore, un
«tu» che entrasse in un rapporto
vero con lui, ha capito che questo «tu» doveva essere dotato
della libertà di scegliere se e come entrare nella relazione che
lui gli proponeva. Noi siamo
donne e uomini liberi perché la
libertà che Dio ci ha donato è
costitutiva del nostro patrimonio genetico. D’altro canto non
Note
omiletiche
La storia della
zione del libro deu’’®
La
ronomio e molto com,i
sa. Se gran parte dell? ¡.rhi
ra storica deuteronoi^ ^
ca ha fatto del
Israele a Jahvé || p.
culminante del suo¡!
gnamento, l'insiemj
éiMo
cap. 30 fa piuttosto "^*
Pei.
re al fatto che Israele,
bla già subito il f aNP
punitivo minacciato a. per
riprese da Jahvé stesso nrOteSta
fatti il nostro testo sen
presupporre piuttostofc in corso
coglimento da pam “ tip<
Israele sia dell'idea di SK
sugo, sia di quella del,
torno» a Jahvé. L'aut, ^ogo gii
dovrebbe lui stesso»
vissuto già nel perb g®’
dell'esilio e si rivolgeun
ai suoi contemporau d®ioo®
avendo uno sguardo rii motto e
to al loro futuro piùo| bertas (i
no immediato. governi
In questo senso l'in pastore
me del cap. 30 di Deub (Svizzei
nomio non contieneafc Ijano, t(
na esortazione, madj fpndazi
semplici affermazioni li forteme
rite al futuro di Israd ¿e ted
per cui la sua formasi Olente
La parola di Dio
La parola di Dio è il fondamento della libertà del cristiano perché in essa non c’è un
discorso teorico sulla libertà in
se stessa, ma c’è l’indicazione di
una prassi, cioè di un’azione che
in se stessa produce la libertà.
Dio non parla della libertà, egli
agisce nella storia dell’umanità
affinché la libertà possa diventare una realtà vissuta dal più
grande numero possibile di
donne e di uomini. Egli ha donato questa libertà al popolo di
Israele, quando questi era schiavo in Egitto; lo ha fatto in Gesù
Cristo per garantire e rinnovare
la sua promessa di salvezza
all’intera umanità; così come ha
agito per la libertà dell’essere
umano, ogni qual volta nella nostra storia la radicalità del suo
Evangelo rischiava di essere offuscata o compromessa dal peccato dell’essere umano. I valdesi, Lutero e il movimento della
Riforma, tutte e tutti coloro che
hanno cercato di riscoprire
l’Evangelo come Parola viva e
vivificante della loro esistenza
hanno ricevuto in dono quella
libertà che li ha condotti al rapporto fondamentale con Dio.
Infine la parola di Dio è la forza creatrice della rinnovata libertà di coloro che riconoscono
in Gesù Cristo il loro Signore e
Salvatore. Questa Parola, come
ci ricorda il testo del Deuteronomio, è posta da Dio direttamente
sulla nostra bocca e nel nostro
cuore. Questo vuol dire che essa
è indissolubilmente legata a noi:
è il dono più prezioso che è messo a nostra disposizione nell’età
presente, predicarla non è solo
un dovere, ma un’urgenza necessaria.
(Ultima di una serie
di quattro meditazioni)
stica SI avvicina molti mmme
quella del discorso pb ¡“Lia
tico. In ogni caso, daljn ® ¡u;|
to di vista della storiai P° „ui,
le tradizioni, il testods
è per lo meno singoh
Nel nostro caso II con«
della vicinanza-lonta»
za della parola di Dìo« mecent
bra derivare da unafoi
proverbiale o da unai
mula fissa, ma non è« OClp
to facile da applicarti gsatt
l'insieme dell'esper« gcorso
di fede dì Israele. Inli ^jaMai
nella Bibbia ebraica,fi j
do è che questo diit«
di Jahvé ad Israeieriil
anmve
deli è e
definitivo e sufficientt|i ,
tutti? In quale testoii ®
peribile l'idea che il«
mandamento divinoèi derazu
Cile da seguire e non (Fintiproblemi tra Israele! l’occas
suo Dio? È probabile)» un av\
nostro testo abbia sé realizz
l'influenza della letteli suno f
ra sapienziale, perlafi menisi
la sapienza che appaÉ scovo ;
solo a Dio (Deut. 29,! sin dal
Giobbe 28), è rivelatali rano »
«legge» di Dìo, la nei svizzei
non soltanto è raggi»! gg chi»
bile dall'uomo ma èli ^
rittura nella sua b®
nel suo cuore (cfr. Pro«i .
7, 3; Salmi 37, 31; mil
Al centro del testofi
verso
La
lino troviamo il tenni tai
rapporto tra Evangelo) nii de
bertà del cristiano! “^^ndo
Paolo la libertà delciij nel di
no è determinata il* co-. 1
zione della grazia di® ___
In questo senso, in ^
il cristiano è libero!
ogni condizionamento! «
mondo, ma non pei?
sto egli è necessarian^
liberato in modo deW
vo dal pericolo di rit*
sotto il dominio dell*
do. In sé ogni cosa eli*!
partiene al mondo è?
sa a nostra disposi» 11^
per il nostro bene (n .
e anche il sesso).
ta della libertà daP^ ^®si<
dei cristiani non èj»? de
alle cose di cui si f* “i- di
nella vita quotidianJ' colare
dalla perdita deiron» dalla
mento fondamentale rietà i
deve determinare il*? colp;
complessivo della ^ ttjrni
stenza. Il cristiano èaiuti
fin quando la sua az'^ sopre
determinata dall'ai’’?^
Dio, fin quando e9'"j fumj,
nosce che la eccle
stenza è legata aHa^
della croce e della n»' ^
zione di Gesù Cristo,
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nomio, Brescia, eo. ^
"'-rLoersch,//(^?^'Ats)
nomio e le sue
zioni,
1973.
zioni, Brescia,
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ed. fa'* stime
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K. Barret, If a già n
lettera ai Cor/nz'- ideile
H tOH»
gna. Centro Edit?,veirz
Dehoniane, 1979- jìPer e
- H.-D. Wendlaiijspett
Lettere ai Corinti, '•vitàe
Paideia, 1976.
3
PAG. 3 RIFORMA
Festeggiati il 10 ottobre scorso i 150 anni della chiesa di via Marco de Marchi
La Chiesa cristiana protestante di Milano
la chiesa fu fondata il IO ottobre 1850 grazie all'opera del banchiere Heinrich Mylius, amico
di Manzoni e di Coethe. Presenti il vescovo Krause, il cardinale Martini e il sindaco Albertini
AIDA MOLO
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: Conferenza stampa del vescovo Krause
«Il dialogo ecumenico
può essere solo tra pari»
FULVIO FERRARIO
LI anno 2000 rappresenta
'per la Chiesa cristiana
nrótestante in Milano un anL giubilare. Da gennaio sono
n corso iniziative e festeggiamenti per ricordare i 150 anni
rfallasua fondazione. Tutto
cominciò il 10 ottobre del
1850 giorno in cui ebbe luogo sótto stretto controllo governativo, la riunione di fondazione della comunità. 11 suo
motto era: ubi spiritus, ibi lihertas (dove regna lo Spirito,
governa la libertà). 11 primo
pastore proveniva da Chur
(Svizzera) e predicava in italiano, tedesco e francese. La
fondazione della comunità,
fortemente voluta dalle famiglie tedesche e svizzere, prevalentemente composte da
commercianti e professionisti
insediatesi a Milano, fu resa
possibile grazie all’opera del
banchiere protestante Heinrich Mylius, di agiata famiglia
tedesca, amico di Manzoni e
di Goethe, che aveva fama di
mecenate e filantropo.
L'intervento
del presidente della Firn
Esattamente 150 dopo, lo
scorso 10 ottobre, la chiesa di
via Marco de Marchi ha celebrato solennemente questo
anniversario. Una folla di fedeli è accorsa per ascoltare le
parole del vescovo Christian
Krause, presidente della Federazione luterana mondiale
(Firn), giunto a Milano per
l’occasione. «La fondazione è
un avvenimento ecumenico
realizzato in tempi in cui nessuno parlava ancora di ecumenismo», ha esordito il vescovo Krause ricordando che,
sin dall’inizio, il gruppo luterano e il gruppo riformato
svizzero condividono la stessa chiesa, compartecipano al
culto domenicale, alla predicazione e all’eucarestia. «È
un’anticipazione e una guida
verso quella fede aperta che
abbiamo raggiunto negli ultimi decenni - ha detto riferendosi ai risultati raggiunti
nel dialogo luterano-cattolico -. Un nuovo capitolo si è
Da sinistra: il cardinale Carlo Maria Martini, il sindaco di Milano, Gabriele Albertini, il presidente ^1la Federazione luterana mondiale, véscovo Christian Krause, il vicepresidente della Celi, Norbert De
(foto Klaus Meineke)
aperto con la Dichiarazione
congiunta sulla Dottrina della giustificazione (Augusta
1999), una dimensione ecumenica per la prima volta
universale che si fonda sul riconoscimento reciproco e il
mutuo rispetto tra le chiese.
Ed è da qui che bisogna ripartire per arrivare alla meta della “unità nella riconciliata diversità”. Il futuro della chiesa
sarà un futuro ecumenico».
L'intervento
del cardinal Martini
Di esortazione a continuare sul cammino ecumenico
intrapreso sono stati anche i
messaggi di augurio e di fratellanza espressi dal cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano. «Luterani
e cattolici - ha detto - ora
possono testimoniare che
condividono il medesimo nucleo essenziale della predicazione evangelica e che la vita
delle loro chiese, pur nelle
sue diversità, è fondata su
questo centro». È anche vero
che, sempre secondo Martini, «attraverso l’ascolto delle
chiese della Riforma la Chiesa cattolica ha imparato l’esigenza di una maggiore concentrazione attorno alla parola di Dio e a ciò che è essenziale per la sua vita e la
sua missione». Il lavoro comune procede e, riferendosi
soprattutto all’esperienza
ecumenica della città di Milano, Martini ha invitato a
dialogare più sul piano pastorale e locale che su quello
dottrinale: «Anche se sono
minoranze, ma minoranze
motivate e animate dallo spirito, il popolo ecumenico può
avere la forza di trascinare le
comunità ecclesiali».
L'intervento
del sindaco Albertini
Da parte del sindaco di
Milano, Gabriele Albertini, e
delle autorità diplomatiche
. (erano presenti Tambasciatore di Germania e i consoli di
Germania e Svizzera a Milano) sono giunti saluti e riconoscimenti per ciò che oggi
la Chiesa cristiana protestante rappresenta a Milano: un
simbolo di libertà e tolleran
za, di apertura al confronto,
di ricerca di dialogo con le altre confessioni. Il suo carattere sempre più internazionale,
il bilinguismo italiano e tedesco sono testimoniati, del resto, dai numerosi matrimoni
misti, battesimi e conversioni
di italiani cattolici. Profondamente radicata nella città che
la ospita la Chiesa protestante, è stato ricordato, ha il merito di contribuire attivamente alla formazione culturale
con le sue iniziative concertistiche e con il suo impegno
in primo piano sul fronte del
dialogo ecumenico partecipando attivamente al Consiglio delle chiese cristiane.
È stato un incontro ricco di
emozioni, rese ancora più vive dalla cornice musicale che,
come vuole la più autentica
tradizione luterana, ha reso
gloria e lode a Dio con inni
corali e musiche d’organo.
Sentita anche la partecipazione di esponenti delle diverse
confessioni cristiane tra cui la
Chiesa anglicana, la Chiesa
romena ortodossa, la Chiesa
valdese e quella metodista.
NELL’AMBITO della sua
visita a Milano il vescovo
Krause ha incontrato i giornalisti in una conferenza stampa
nei locali della Chiesa cristiana protestante di Milano. A
proposito della Dichiarazione
Dominus Jesus, il presidente
della Federazione luterana
mondiale ha sottolineato la
necessità di evitare che la teridenza cattolico-romana a evidenziare i contorni della propria identità conduca alla rottura del dialogo ecumenico.
Le «irritazioni» suscitate dalla
dichiarazione vaticana devono essere superate perché,
come titolava recentemente
un giornale tedesco, «l’ecumenismo vive nonostante la
Dominus Jesus».
In ogni caso, ha proseguito
Krause, la firma della Dichiarazione congiunta cattolicoluterana sulla giustificazione
(Augusta, 31 ottobre 1999)
non è compatibile con l’affermazione della Dominus Jesus
secondo la quale quelle della
Riforma non sarebbero chiese «in senso proprio». Il dialogo ecumenico può essere
solo tra pari e le chiese della
Federazione luterana mon
diale si aspettano da parte di
Roma il rispetto di tale elementare criterio. Il modello
ecumenico delle «diversità riconciliate» salvaguarda le varie identità promuovendo al
tempo stesso la comunione e
costituisce un punto di non
ritorno. È importante ricordare, in tale quadro, che le
chiese della Riforma praticano già ora l’ospitalità eucaristica e attendono che anche
su questo punto si stabilisca
una situazione di reciprocità.
Il vescovo Krause ha anche
riferito di essersi incontrato
con l’arcivescovo di Milano,
Carlo Maria Martini, riscontrando un’ampia convergenza
su tutte le tematiche affrontate: in particolare, si tratta di
valorizzare le radici cristiane
dell’Europa, ciré storicamente
trovano espressione nelle tre
grandi famiglie cattolico-romana, ortodossa e protestante. Tale aspetto è tanto più
importante in un contesto nel
quale le chiese cristiane costituiscono una minoranza e le
chiese «storiche» devono fare
i conti, su scala mondiale e
anche europea, con l’impetuoso sviluppo dei movimenti
e delle chiese di tipo carismatico e pentecostale.
Visita di una équipe Cevaa in Francia
Nel cuore della Mosella
EllSABEnARIBET
La prima Assemblea generale delForganizzazione è in corso a Séte dal 25 ottobre
La Cevaa e le azioni di testimonianza e solidarietà
FRANCO TAGLIERÒ
Le Ats hanno ovviamente
un fondamento teologico che
risale alla concezione primaria della Missione. Le Scritture ne danno testimonianza
inequivocabile: la missione
cristiana è innanzitutto «Missione di Dio». Questa è un
movimento, una dinamica
d’amore: la missione è il movimento d’amore che parte
da Dio e va verso il mondo:
essa è dinamica di solidarietà, di giustizia e di pace.
Dio si fa conoscere così, fin
dall’Antico Testamento, utilizzando i deboli, coloro che
soffrono o coloro che non
hanno valore. La Missione di
Dio, come movimento di giustizia e d’amore è manifestata in Gesù Cristo, in colui che
porta avanti la missione di
Dio fino alle estreme conseguenze: egli è il servitore assoluto, servitore di Dio e servitore di tutti gli esseri umani; il suo amore, reso evidente nella sua morte e nella sua
resurrezione, non ha limiti.
Ma la missione è anche
«Missione della chiesa»: questa consiste nel rendere testimonianza al movimento di
Dio in favore degli esseri
umani e del mondo. È una
missione globale («Tutto l’Evangelo per ogni persona
umana e dappertutto nel
mondo» è uno degli slogan
della Cevaa), perché rinvia
alla totalità dell’impegno che
Dio affida ai credenti in vista
della salvezza. È anche il
compito della chiesa in movimento, la chiesa che vive
per gli altri, che non agisce
per se stessa ma per il mondo intero. La missione è la
chiesa inviata nel mondo per
amare, per servire, per predicare, per insegnare, per curare e per liberare.
Dunque la missione dei
credenti riguarda l’evangelizzazione, la lotta perché sia
vincente l’amore, sotto la
forma del servizio per gli
umili, la lotta per l’affermazione della dignità di ognuno, della giustizia e della pace in ogni paese. In questa
prospettiva teologica la Cevaa si impegna a sostenere
quei progetti missionari che
le chiese vorranno predisporre in base a una logica di
evangelizzazione e di aiuto
per il prossimo in difficoltà.
1 progetti missionari saranno dunque delle vere e proprie iniziative rivolte primariamente alla testimonianza
dell’amore di Dio per tutta
l’umanità. Essi saranno finanziati in base alle disponi
bilità della Comunità; il 20
per cento delle risorse proprie è destinato alle azioni di
testimonianza e di solidarietà: non è una grande somma, in questi tempi di ristrettezze finanziarie, ma la Cevaa
sta creando una rete di collaborazioni con organismi
evangelici, in Inghilterra
(Cwm) e in Germania (Wem)
che aprirà nuove prospettive
in un prossimo futuro.
Ogni progetto sarà seguito
localmente da un piccolo
gruppo di accompagnamento che avrà il compito di vegliare a che gli obiettivi siano
raggiunti nei tempi prestabiliti, rendendo conto dell’impiego del denaro. Queste Ats
si configureranno come vere
e proprie azioni apostoliche
comuni, cioè come iniziativa
di una chiesa portata avanti
dall’insieme della Comunità.
Nella logica della trasparenza
e del rendiconto, ogni donatore, individuo o ente o chiesa, avrà la possibilità di seguire quasi giorno dopo giorno il progredire del progetto
e sarà possibile così ampliare
il bacino per la raccolta dei
fondi necessari. Anche per
tutto questo la Cevaa sta vivendo una nuova stagione di
attività e di gioiosa speranza.
La settimana dedicata alla
regione della Mosella prevede due tappe, sui due bacini metalliferi che per secoli
hanno fatto l’importanza
strategica ed economica non
solo della zona, ma della nazione che di volta in volta ne
aveva il controllo. Dal ferro
della Fensch al carbone della
Saar sono dipese le risorse
economiche e militari di
Francia e Germania. Per la
gestione di queste risorse è
nata una prima intesa economica che si è via via allargata al Mercato comune europeo e alla Comunità europea. Per lo sfruttamento dei
giacimenti di ferro e di carbone ondate di migranti (tra
cui molti italiani) sono venute a vivere qui.
Che si tratti di miniere di
ferro o di carbone o di acciaierie la fabbrica, come si è
visto anche in Italia, ha all’epoca garantito tutto. Attorno agli stabilimenti, in tutto il
bacino, sono nate città con
case, ospedali, scuole, centri
sportivi e chiese «sponsorizzate» dai proprietari. E poi
tutto è finito. Da un giorno
all’altro nella valle della Fensch, un po’ più lentamente
nei pozzi di carbone della
Saar. Inesorabilmente: troppi
costi. La globalizzazione ha
fatto sì che per produrre acciaio «conveniente» il ferro
del Mali o del Canada fosse
incomparabilmente più adatto. Tutto questo ha significato crisi, una crisi per la regione, per i nativi e per gli immigrati. E la chiesa protestante,
in tutto questo, che ruolo ha
avuto? E che ruolo pensa di
avere nel futuro?
Alcune comunità hanno
focalizzato la loro attenzione sull’assistenza: a Metz il
Foyer Mozart dispone di una
mensa, una serie di sale che
possono essere utilizzate per
incontri di vario genere, assicura da anni un alloggio alle
giovani, lavoratrici o studentesse, e sta lavorando a un
teatro specializzato nel lavoro
con e per i bambini. Altre lavorano affinché la chiesa non
sia un luogo da frequentare
solamente la domenica mattina: i locali di Hayange sono
centro di incontro e assistenza sociale, soprattutto per gli
immigrati: a Stiring Wendel,
da dove scrivo, due serate comunitcìrie consecutive ci hanno tra l’altro presentato una
orchestra di strumenti a plettro che ha da poco festeggiato
i suoi primi quarant’anni e un
neonato e promettente gruppo di canti e danze africani.
Non ci si inganni: anche qui il
protestantesimo è minoritario e i problemi che ci si trova
ad affrontare sono molto simili a quelli che sta affrontando il protestantesimo italiano. La particolarità della
regione è il vissuto storico,
che ha visto queste terre passare'velocemente e spesso da
territorio francese a territorio
tedesco e questo ha creato,
insieme alla varietà di gruppi
di migranti che si sono successivamente installati nella
regione, una realtà multiculturale variopinta e ricca di
problemi e di scambi.
Un’immagine: i due pozzi
della miniera di carbone di
Petite Rosselle, abbandonati
per anni e ora diventati museo. Nere geometrie in un fine pomeriggio grigio, spettrale e silenziosissimo, mosso
solo dal gracchiare dei corvi e
dalla voce della nostra guida,
ex minatore, che rimbalza
contro lamiere arrugginite
ormai inutili. Oltre tutto questo, anche l’équipe comincia
a conoscersi: la missione va
dappertutto e in tutte le direzioni. E ad ogni presentazione scopriamo qualcosa di
nuovo su di noi. Qualche
giorno fa una sorella straniera, Felicidad, ci ha detto che a
casa sua, a Maputo, non riesce quasi mai a mangiare maturi i manghi del suo giardino
perché i bambini del quartiere glieli staccano prima del
tempo: hanno fame. E se vi
pare una cosa ovvia, provate
a guardare negli occhi la persona che ve le racconta, queste cose, e a dirvi che lei, come la gente del bacino metallifero, è una nostra sorella
nella chiesa universale.
4
PAG. 4 RIFORMA
venerdì 27 (
In un volume della Claudiana i difficili Anni Venti della rivista diretta da Gangale
La resistenza spirituale di cfConscientia»
Davide Dalmas e Anna Strumia ripercorrono la breve storia delle celebre rivista protestante
edita a Roma, dalla sua nascita nel 1922 alla chiusura forzata imposta del fascismo nel 1927
SERGIO RONCHI
Anni venti (e dintorni)
del Novecento. L’Italia è
in profondo fermento e travaglio politico, spirituale,
culturale, intellettuale. Dunque uno scenario unico fecondo e promettente per discorsi propositivi. «Non par
che giovassero né a chiarire
né a risolvere i problemi di
anni tragici - scrive nelle sue
Cronache di filosofia italiana
Eugenio Garin, grande storico della filosofia e insigne
esegeta del Rinascimento -,
le dilettazioni di qualche mistico estetizzante, o di qualche convertito di fresco. Più
importante, se mai, l’analisi
della crisi come esperienza
estrema della "inquietudine”
romantica tentata da taluno
in una direzione “protestante”. Riuscì significativo in
questo senso il settimanale “Conscientia”, e con esso
le pubblicazioni promosse
da Gangale». Quello di Conscientia, prosegue Garin, «è
un itinerario artificioso nelle
sue conclusioni, e come tale
destinato a rimanere un fatto
culturale di piccoli gruppi:
ma è un documento di una
crisi "romantica”, che vuol
individuare le ragioni di una
insufficienza per ritrovare
una risoluzione, un atto decisivo capace di colmare una
lacuna di fondo della storia
italiana». Detto itinerario è
stato ricostruito con competenza e intelligenza da Davide Dalmas e da Anna Strumia in una raccolta antologica destinata a rimanere nel
tempo nelle librerie e nelle
biblioteche’*.
È il periodo, in Europa, di
assestamento geopolitico seguito alla Grande Guerra e, in
Italia, del programma del
Partito socialista italiano di
socializzare dei mezzi di produzione e delle municipalizzazioni, delle dimissioni di
Leonida Bissolati, della nascita del Partito popolare italiano, del nazionalismo, dell’occupazione dannunziana
di Fiume, della fondazione
dei fasci di combattimento,
delle prime rabbiose avvisaglie della virulenza fascista,
della fine del «periodo eroico»
del futurismo, del dannunzianesimo, dell’esaltazione tridentina, della crisi del modernismo, del trionfo dell’attualismo gentiliano. Nel 1922 la
letteratura mondiale perde
Giovanni Verga; nasce II futurismo, rivista diretta da Filippo Tommaso Marinetti e Piero Gobetti fonda Rivoluzione
liberale. Nell’ottobre ha luogo
la marcia su Roma e, nel frattempo (a gennaio), aveva visto la luce Conscientia, settimanale evangelico edito dalla
battista Bilychnis e generato
dal contesto e dal clima del
Congresso evangelico di due
anni prima. Un «foglio» che
propone se stesso, secondo i
corretti criteri esposti da Davide Dalmas nell’introduzione all’antologia (articolata in
tre sezioni), come «rivista re
ligiosa» (si inserisce nella reazione «spiritualistica» al positivismo impregnata di interesse per il misticismo, la
magia, l’esoterismo e la teosofia), «rivista politica» (esiste un interesse non generico
per la politica e addirittura
per la concreta evoluzione
delle vicende italiane, pur se
interpretate sempre con un
occhio attento agli aspetti
«spirituali»), «rivista culturale» (la cultura italiana dei primi decenni del Novecento
passa in gran misura nella vita delle riviste e «Conscientia» si inserisce apertamente
in questa storia).
Diretto inizialmente da
Carmelo Rapicavoli e in seguito da Piero Chiminelli affiancato da Giuseppe Gangale (quale caporedattore, solo
in prima istanza), il periodico va infine gradualmente a
identificarsi con quest’ultimo. Rivolta «a tutti coloro
che ritengono l’avvenire dell’Italia strettamente connesso con la sua rinascita spirituale» e tesa a «rievocare le
tradizioni italiane di Riforma
religiosa per trame motivi attuali di rinnovamento», la testata andrà ad assumere una
fisionomia rigorosamente
protestante e di marcato
stampo calvinista. Come fa
notare Anna Strumia, diventerà «intransigente come “Rivoluzione liberale” di Piero
Gobetti, il foglio antifascista
genovese “Pietre”, “Il Quarto
Stato” di Nenni e Rosselli». Il
giovane filosofo hegeliano
calabrese è categorico: «Noi,
OIUSKM>S OANO.M.6
Rivoluzione
Protestante
J
riftR«
BB1T0RB
TONtMO
>*»»
Il frontespizio dei testo di Gangale pubblicato da Gobetti
in quanto giornale, non siamo organo di nessuna chiesa
protestante costituita: noi
siamo dei protestanti italiani
che fanno un giornale per
conto loro e a modo loro». Né
risparmia critiche al protestantesimo coevo, al quale
«occorre molta fede pugnace
e una severa coscienza culturale e politica. Per affermarsi
deve diventare patrimonio di
masse»; e critiche programmatiche: «Solo una cultura
protestante piena e integrale
che si interessi cioè anche di
problemi politici ed economici può aspirare a transustanziarsi sulle masse».
Dunque, esso costituisce 0
punto di incontro di quanti
esperivano un travaglio spirituale e di coscienza e tradivano una medesima sensibilità
religiosa e di fede. Da tale angolatura diviene altresì a un
tempo lo specchio di una
tormentata ricerca intellettuale che vede accanto a
Giuseppe Gangale, Ernesto
Buonaiuti, Romolo Murri,
Ugo Janni, Corrado Alvaro,
Giuseppe Prezzolini, Giovanni Miegge, Lelio Basso, Antonio Banfi, Piero Gobetti,
Adriano Tilgher... (gli ultimi
due simbolicamente riprodotti in copertina). Attraverso le sue pagine «abbiamo
imposto al pubblico esterno
ateo - puntualizza Gangale i problemi religiosi, al pubblico interno protestante i
problemi filosofici e sociali;
ci siamo fatti filosofi contro i
letterati, poeti contro i filosofi, ottimisti contro i pessimisti, pessimisti contro gli ottimisti, abbiamo confuso la
confusione per creare un
nuovo ordine di pensiero».
Come pure naturalmente, a
un tempo, punto di riferimento dell’antifascimo.
Infatti, dopo una iniziale
simpatia verso il regime (Carmelo Rapicavoli e Clodomiro
Albanese), le line politiche
vanno precisandosi in senso
opposto e del tutto contrario
(lo stesso Gangale firma il
Manifesto degli antifascisti di
Benedetto Croce). Netta la
posizione in merito al delitto
Matteotti: l’antifascismo diventa una scelta irreversibile.
La reazione del regime sarà
immediata.
(*) D. Dalmas-A. Strumia (a
cura di): Una resistenza spirituale. «Conscientia» 1922-1927.
Torino, Claudiana, 2000, pp.
432, £ 49.000.
Pubblicata l'autobiografia (dell'evangelista americano
Billy Graham, una vita spesa
per predicare e diffondere l'Evangelo
PIERO bensì
IN elegante veste tipografica l’editrice «Uomini nuovi» ci presenta l’autobiografia
di Billy Graham, il noto evangelista americano’*. L’autore
si racconta, ma si può dire
che tutto il volume è centrato
sul grande tema dell’evangelizzazione del mondo. Già da
giovane pastore battista in Illinois, Graham sentiva profondamente la vocazione da
parte del Signore.a uscire
dalle mura della chiesa per
annunziare l’Evangelo al
mondo. Dotato di una grande facilità di comunicazione
e di una predicazione semplice ma efficace, incominciò
ad accettare inviti per campagne di evangelizzazione in
varie parti degli Usa. La svolta definitiva avvenne a Los
Angeles nel 1949, con l’«incontro» con William R. Hearst, il maggior proprietario di
giornali degli Usa.
In realtà i due uomini non
si incontrarono né si parlarono mai. Pare che una sera
Hearst avesse partecipato in
incognito a una riunione di
Graham e ne fosse rimasto
talmente colpito da farne
scrivere degli articoli su tutti i
suoi giornali. Così in pochi
giorni il nome di Graham divenne noto in tutti gli Usa e
incominciarono a fioccare gli
inviti da ogni parte, e poi poco alla volta in tutti i cinque
continenti. In tal modo Graham ha avuto il privilegio di
annunziare l’Evangelo a oltre
200 milioni di persone, senza
contare tutti quelli che ha
raggiunto con i suoi programmi radiofonici, televisivi
e con Internet
Sostenuto finanziariamen
te da migliaia e migliaia di
credenti, Graham ha subito
costituito la «Billy Graham
Association» che amministra
molto rigorosamente i fondi
pervenuti, fissa lo stipendio
regolare dell’evangelista e vigila sulle spese per le «crociate». Di queste parla molto il
libro: le difficoltà, le ansie, le
titubanze dei primi tempi.
Poi l’emozione per 1’incontro
con la cultura europea a Glasgow, Londra, Berlino. Quindi la gioia di poter predicare
alle folle in Asia, Africa, Australia e in Sud America. L’
impatto con culture così diverse ha permesso a Graham
di allargare le sue conoscenze e di rendere più profonda
la sua predicazione, il centro
della quale rimane sempre
l’appello alla fede in Cristo,
una fiducia totale, un abbandono senza riserve.
Le «crociate», dopo le prime esperienze, venivano preparate scrupolosamente per
un periodo di sei mesi. Un
membro dello staff si recava
sul posto e incominciava a
organizzare riunioni di preghiera fra chiese che forse
mai si erano parlate prima.
Poi i cori, i consiglieri, la
pubblicità, ecc. Tutto era esaminato fino nei più piccoli
dettagli. Ho seguito parte di
una di queste preparazioni a
Glasgow nel 1955.
Di particolare interesse il
capitolo dedicato ai paesi
dell’Est europeo, durante la
guerra fredda. A parte la diffidenza di alcuni funzionari,
l’accoglienza è sempre stata
buona e Graham ha potuto
predicare dentro chiese battiste e ortodosse piene fino
all’inverosimile, rilevando
che in moltissimi russi, ro
Billy Graham
Gli ultimi anni (della rivista
Fine deir«awentura»
in epoca fascila
Dopo il discorso di Mussolini alla Camera (3 gennaio
1925), «Conscientia» (al pari
di tutta la stampa non allineata) è sottoposta a continui
sequestri. Perciò sarà obbligata (anche in forza dell’atteggiamento assunto per l’occasione dal Comitato direttivo dell’opera battista) a correggere il tiro ospitando soltanto articoli di letteratura, filosofia, religione (recita il forzatamente nuovo sottotitolo
della testata: «Rivista settimanale di lettere e filosofia religiosa»). Infine, nel 1927,
«Conscientia» chiude. «Letta
da cinquemila persone ogni
settimana - scrive altrove
Gangale -, condivisa pienamente da poche centinaia di
giovani, guardata con simpatia ma con riserva dalla precedente generazione protestante fallita, non rimbeccata
meni e ungheresi la fede in
Cristo era più viva che mai. E
questo influì moltissimo sul
suo pensiero.
Coadiuvata da un gruppo
di lavoro eccezionale, l’attività di questo predicatore,
svolta per oltre mezzo secolo,
ha qualcosa di incredibile.
Alla fine del volume egli stesso si chiede come abbia potuto sia spiritualmente sia fisicamente condurre un lavoro così immane. Ha avuto incontri con personaggi di varie nazioni, è stato anche
ospite di Karl Barth, oltre che
di tutti i presidenti degli Stati
Uniti e di altri paesi. Dice alla
fine: «Spesso ho detto che la
prima cosa che farò quando
vado in cielo è di chiedere:
Perché me. Signore. Perché
hai scelto un ragazzo delle
campagne del Nord Carolina
per predicare a così tante
persone?... Ci ho pensato
molto su questa domanda,
ma so anche che solo Dio sa
la risposta».
seriamente né in vita m
morte da nessun protestai,'
essa è la Sfinge che il
stantesimo non potrà ok
passare senza risponderle,
L’«avventura», però .
giunge ancora al suo ep’il!
Con la liquidazione Giuse»
Gangale fonda la Casa ediw
Doxa («gloria»), con sei
Roma prima e a Milano po[
lavoro interrotto prosaci
conoscere (in alcuni casii,
la prima volta) e continua®
conoscere Karl Barth, Giov®
ni Calvino, Soren Kietl,
gaard, Albert Schweitzer,||
st Troeltsch..., come pu®
protestantesimo nella suasi
ria e nella sua realtà '
¡\utofi
a
SE
po, le analisi di MaxWebet!
religiosità del paese... L'epì
go viene scritto sette annij
po, nel 1934, quando quell
nace credente pensante e 4
ciso opta per l’esilio. Inteu
stato su incarico di «Giove®
cristiana» da un altro inte|
tuale protestante. Marioli
berto Rollier, alla domandji
questi «E che cosa dobbiai
fare noi?» Giuseppe Gangi
risponde: «Questo dovetes
pervelo dire voi stessi. Fo®
continuare a predicatela®
gedia del protestantesimo j
partibus infidelium’’t,ti
dieci anni, se vi sentiretesti
chi, tacere o sparire. I ptol
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ci. Ciò può passare in In^
terra o Germania. In unata
cattolica, bastano i pari«
cattolici», (s.r.)
1896-19(
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RADIO
Culto
Ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo canale
radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attuabtì
TELEVISIONE
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Protestantesimo
percez
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sato s
fif Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmessi
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle oh
24 circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domeiiica 29ottobre, ore 23,50 circa, andrà in onda: «25 centesimi pet*'
biare il mondo»; «Un archivio delle donne intitolato a Mi
riam Castiglione»; «Chiaroscuro; un commento sulla Donjnus Jesus». La replica sarà trasmessa lunedì 30 ottobre®
ore 24 e lunedì 6 novembre alle 9,30 circa.
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Narrativa
LIBRI
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È un romanzo di formazione, ma al tempo stesso è an^
un documento storico: l’ultimo romanzo di Chaim Poi»
(In principio, Garzanti, 2000, pp. 616, £ 35.000) na«
dell’infanzia a New York sul finire degli Anni 20, della®
scita del protagonista-narratore nell’ambiente ebraico ma anche della lontananza, pesante, dal resto della grande famiglia delle origini, che è in Europa e, con il
passare degli anni, comincia a conoscere
la persecuzione e l’orrore dello sterminio.
La dialettica con il mondo dei non ebrei
americani non è facile, e in età più adulta
sarà proprio questa particolare situazione
a motivare la ricerca delle radici.
(...)(
, in eie!
Laicità
Interrogati*
® , dell’i,
L’ultimo numero di Micromega (4-2000) porta il
gnificativo «Laico è bello» e, nel solco del numero
grafico dedicato al problema di Dio alcuni mesi fa, dà aP «n ta
rola a una serie di intellettuali quali Carlo Augusto ' ur
storico della filosofia, Miriam Mafai, i^ sorse,
menico De Masi, Stefano Rodotà
di un saggio dal titolo «Alla ricerca a, un
laicità perduta») oltre allo stesso dire« nser
della rivista Paolo Flores d’Arcais. Eoo tutta
do Boncinelli e Giovanni Berlinguer w ato,
logano su bioetica e clonazione e, m .. n bs
sezione intitolata «superstizione», unj .. - ;
gio di Carlo Papini fa il punto sul te
«L’inganno della Sindone».
^^oerca
(•) Billy Graham: Così come
sono. Marchirolo, Eun, pp 650,
£ 65.000.
Per la pubblicità su
tei. 011-655278
fax 011-657542
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^°®'^2%V£NERD'27 OTTOBRE
2000
PAG. 5 RIFORMA
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È uscito un libro-ricognizione di Pietro Citati nell'epoca d'oro del romanzo
Il Male e ruomo del XIX secolo
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/\ut0fi come Fëdor Dostoevskij e Robert L Stevenson costringono intere generazioni di iettori
0 interrogarsi sui rapporti tra Dio e ia personaiità umana con tutta ia sua maivagità
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Mario Praz (studioso
di letteratura inglese,
,096-1982) ha chiamato «Età
Hell’ansla» questa lunga statone della letteratura. Nel
1906 Samuel Beckett la simholeggerà nei desolati clown
Hi /Svettando Godot. Ma già
la letteratura dell’800 vive
Questa propensione nevrotica affascinata e sgomenta a
guardare nel «sottosuolo»
dell’uomo e della storia, a
sentire la crisi corrente sottotraccia nel secolo del Progresso. Scrivendo di letterata Pietro Citati fa egli stesso
splendida letteratura. Ci parla di Austen, Dickens, Poe,
Hawthorne, Maiizoni, Balzac,
Flaubert, De Quincey, Carrol,
Dostoevskij, Stevenson, ci
parla dei libri ed evoca gli autori, i loro gesti, le manie, le
nevrosi, le ingombranti e vitali contraddizioni della loro
anima. Non è un caso, mi pare, che la panoramica cominci'daDefoe, che vive tra il 600
e fl 700 ma precorre il roriianzo moderno. Lo «spirito di fuga» di Defoe si avventura con
il personaggio di Robinson
Cmsoe a incontrare il «volto
oscuro di Dio che si confonde con quello dell’Avversario». Robinson è «il nuovo
Adamo al quale, all’inizio
della storia, la Genesi ha affidato il pieno dominio dell’universo». Ma nell’universo
della modernità senza Dio,
l’Avversario, il Maligno, l’Oscuro sembrano avere il sopravvento e la letteratura è
segnata dal senso del tremendo, dell’inquietante. In
un secolo che si nutre, almeno nel sentire dei ceti alti e
medi della società, di ottimismo sulle sorti umane, una
duplice ambigua inquietudine percorre la letteratura. La
Ila Fede»
, trasmessi
Ite alle oi
mica 29 otli per caudato a Miulla
percezione del Male affascina
e sgomenta, Assurdo e Insensato sembrano dominare i
rapporti umani e la storia.
Di questa galleria di mirabili ritratti che Citati propoilla Doni autori e di libri dirò
itnbre i ^ demoni di Dostoev
skij e L’isola del tesoro di
Stevenson. Il problema di
Dio è centrale nell’opera dello scrittore russo. Nei Demoniche, scrive Citati, voleva
essere un pamphlet sulla
passione distruttiva e il niantu '^Wllsmo della rivoluzione e
lim P®”- essere un grandioso
30) nani ?&esco storico, Dostoevskij
deliaci ‘Sestiga le «profondità di
Satana», compone «la tragica
e farsesca Apocalisse dei
tempi moderni». Dove l’apostolo Paolo (I Corinzi) -viveva
te fede, Dostoevskij vive l’angoscia del dubbio.
Che cosa succede se Cristo
i^on è resuscitato dai morti?
■ ® Cristo era soltanto quel
cadavere livido - scrive Citati
7 che mai sarebbe tornato
,, ^telo, tutto quello che aveoperato e sognato, oppodentro di sé la forza
, .7“ *^8®tino, era inutile. La
il foria del mondo, e la sua
:ro njon» stessa tòta e i suoi libri, erano
i, dàl3P n fallimento. C'era solo la
sto Vi# natura. Ma se Cristo non ri.nii ttatura era una gran
(•••)• O, peggio anco«nii macchina (...), sorda e
°t. dominava
® ji! storia e aveva "affer
avolo della roulette
rp » VM.I.CI.Í.C c avev
,cato invano di dominarla
Fu la Grande Guerra a segnare la fine della Belle époque e
l’inizio dello spengleriano «Tramonto dell’Occidente» (il filosofo Oswald Spengler scrisse l’omonimo libro fra il 1918 e il
1922). Al centro della crisi c’era, ha notato il filosofo Gianni
Vattimo, il conflitto tecnica-esistenza, tra l’organizzazione
tecnico-scientifica del mondo sociale e l’anima dell’uomo.
Nel corso del XIX secolo la splendida decadenza è ancora latente, non emerge nell’esperienza esistenziale comune, la civiltà europea vive il suo apogeo, con il triorifo delle scienze,
delle tecniche, delle produzioni, delle arti. È piuttosto nella
letteratura che si può percepire la crisi, l’ansia, soprattutto
nella forma letteraria tipica del secolo, il romanzo.
Ora la letteratura comincia a confrontarsi con il mercato,
succede che i romanzi escano a puntate nelle edizioni periodiche, che li solleciti l’urgenza dell’autore di vivere dei profitti
della penna o che, come in Stevenson, Carrol, Collodi, gli autori si rivolgano a un pubblico di ragazzi. Ma nessuna letteratura come questa dell’BOO ha messo a nudo le mende della
struttura sociale, ha guardato nel profondo del «cuore di tenebra» della condizione umana e sociale, negli abissi del Male assoluto. E II Male assoluto è il titolo dell’ultimo libro di
Pietro Citati, dedicato al romanzo dell’800.’”
po avere corso le rive dello
Stige, dopo avere spiato tutto
il “Wilde” (la forza nera) che
colma l’universo, non poteva
più giocare lontano da sé
stesso e dalla sua anima. Voleva scrivere qualcosa di morale e drammatico. Il paradosso volle che fosse un libro
per bambini, il più bello e tremendo libro per bambini (...),
il dono più grande che la letteratura ha fatto ai ragazzi per
aiutarli a diventare uomini».
Il protagonista di questo libro
pieno di «mare e di arie marine, burrasche, avventure, caldi e geli, golette, isole, pirati
abbandonati e bucanieri e
oro sepolto» è un ragazzo, Jim
Hawkins. Come Jim, Stevenson era affascinato dal male e
dal problema del male. Il vecchio capitano Flint, «Achille
della pirateria, fiammeggiante violenza, orrore puro», è
morto. «E ora - scrive il critico
- il male, il vero male dei prosaici e indaffarati tempi moderni porta il nome, ha il volto bonario e sorridente di
John Silver, detto Barbecue».
Di Flint egli è stato il quartiermastro, e ora sulla nave
dei borghesi che cercano il
tesoro è cuoco di bordo. Con
i proventi della Filibusta ha
comprato una locanda e il
suo conto non è mai in rosso.
La nuova pirateria, il male
moderno, si confonde con il
bene, o almeno con la rispettabilità: «Mai il male in letteratura aveva mostrato un volto così simpatico (...). Con
squisita, ironica tecnica letteraria, Stevenson gioca, finché
è lontano dal tema, con l’or
rore e il terrore, e li cancella
appena si avvicina ad esso».
La conclusione del grande libro è enigmatica. Jim torna a
casa: «Forse ha abbandonato
sull’isola, come Robinson,
anche la pro-widenza benefica, l’amabile ironico destino
che avrebbe protetto la sua
avventura: giacché la provvidenza appartiene allo spazio
delle isole. Ora è diventato
maturo, senza più infanzia,
senza padre né madre, senza
Dio (...). Dal proprio viapio
ha appreso le qualità virili
che ci permettono di fronteggiare la presenza quotidiana
della morte».
Il senso di Dio che seppur
confuso con quello dell’Avversario riempiva ancora il
mondo di Defoe è pressoché
rimosso in quello di Stevenson. Se nell’isola Jim era protetto dal «malizioso e ironico
dio della giovinezza», lasciata
l’isola e l’infanzia dovrà misurarsi con il mondo reale e
con il male senza protezioni.
Questo senso secolaristico
che Citati legge nell’Isola del
tesoro ci richiama l’ultimo
Bonhoeffer. Anche l’uomo
contemporaneo è diventato
maggiorenne, non dobbiamo
aspettarci tutori e aiuti provvidenziali che ci tirino fuori
dai problemi e dai mali. Dobbiamo cavarcela da soli. Di
fronte a Dio senza Dio, la
mondanità è il luogo della fede, dell’impegno cristiano nel
mondo a favore del mondo.
Fëdor Dostoevskij
La rivista della Facoltà di teologia
Fèdor Dostoevskij
e le teologie del '900
(*) Pietro Citati: Il Male assoluto. Nel cuore del romanzo
dell’Ottocento. Milano, Mondadori, 2000, pp 510, £ 33.000.
Il Centro culturale Palazzo Cavagnis a Venezia
Paul Tillich e la teologia della crisi
FRANCO MACCHI
"maciullato e inghiottito
' hn sublime e inestima^Tostoevskij aveva cosul te osciuto quella macchina al
e aveva
u potenza del male, devai ante nei Demoni, è ambifi ^ente seduttrice nell’/soel tesoro di Stevenson. «Il
ggio in America aveva seficato lo scrittore inglese. Do
IL 5 ottobre, con una conferenza del pastore Renzo
Bertalot, ha avuto inizio l’attività del Centro culturale Palazzo Cavagnis di Venezia.
Era presente un bel numero
di ascoltatori molti dei quali,
protestanti e cattolici, conoscevano .Bertalot molto bene
fin dagli Anni 60, quando è
stato pastore della Chiesa
valdese lagunare. Risalgono a
quql periodo, come ricordava
nella presentazione Sandro
Dall’Aquila, alcune delle
pubblicazioni scientifiche di
natura teologica e dichiaratamente ecumenica. Fra queste
ve ne erano alcune dedicate
proprio alla presentazione
dell’opera di Paul Tillich. Durante il periodo veneziano,
insieme a don Germano Pattaro, Bertalot aveva dato inizio a un intenso ripensamento del cristianesimo in chiave
ecumenica, i cui frutti sono
ancora tangibilmente presenti nella città lagunare.
È stato quindi invitato un
pioniere dell’ecumenismo, a
presentare un teologo che ha
elaborato concezioni teologiche decisamente aperte alle
fiducia e alla sicurezza che
Dio opera in tutte le chiese e
in tutte le realtà religiose e
umane aperte alla speranza.
Bertalot ha messo bene in
evidenza come la riflessione
del teologo tedesco, emigrato
nel 1933 in America per dissenso con il regime hitleriano
sia nata in un contesto di
profonda crisi della società
occidentale uscita dalla prima guerra mondiale. «Per
motivi diversi - ha affermato le chiese avevano lasciato
troppo spazio a quelle certezze che nel passato avevano
dato buona prova di solidità.
La sopravvivenza di tendenze
assolutistiche non trovò in generale le chiese ben disposte
ad affrontare tempi nuovi».
Il teologo tedesco-americano condivise con Barth le
profonde riserve sulla valenza cristiana della religione intesa come sistema sociale e
culturale. Da Barth si distaccò perché si propose di
prendere in seria considerazione il pensiero umano e la
cultura in cui si esprime, per
individuare le domande reali
che in essa si pongono In
modo diretto o indiretto. «Per
Tillich - ha sottolineato Bertalot - non ha senso che la
teologia dia delle risposte a
domande che nessuno in
realtà pone. Occorre invece
interrogare la rivelazione, per
dare risposte plausibili alle
domande che interessano le
persone in carne e ossa».
Da qui nasce l’importanza
dello studio e dell’approfondimento della filosofia e della
cultura, nel tentativo di rintracciare in esse i problemi
che agitano l’animo umano e
la stessa presenza di Dio. Dopo avere ricordato che Tillich
aveva riconosciuto nel socialismo una manifestazione di
grande aspirazione alla giustizia e quindi l’espressione
di una grande speranza nelle
possibilità di un futuro migliore e più giusto per l’umanità, il relatore ha affermato
che in fondo questa posizione
si avvicina alla tesi del filosofo Ernst Bloch, secondo la
quale «è vero che dove c’è
speranza c’è religione, ma
non è vero il contrario, perché allora si riterrebbero sicuri gli arroccamenti e le scelte sociali ormai al tramonto e
verrebbe meno il coraggio di
negare le utopie illusorie».
Questo principio sarà ri
preso e approfondito ulteriormente e porterà Tillich a
delle formulazioni coraggiose, condensate specialmente
nelle ultime due parti della
Teologia sistematica, dedicate alla pneumatologia e all’ecclesiologia. Queste concezioni hanno un grande interesse anche nel nostro tempo, che è un tempo di crisi e
anche di crisi ecumenica.
L’idea centrale, a cui Bertalot
ha fatto riferimento, è quella
della chiesa invisibile, analoga a quella dei cristiani anonimi sostenuta dal cattolico Karl Rahner. Occorre riconoscere i tempi di grazia, i
kairòi, nei quali Cristo aiuta a
comprendere meglio il senso
dell’esistenza e la direzione
da dare alla vita individuale e
collettiva. I tempi di crisi sono forse i più favorevoli per
queste possibilità. Dal punto
di vista ecclesiologico oggi
non possiamo più pensare alla propria chiesa come l’unico luogo in cui Dio opera la
salvezza mediante Cristo.
Questo è l’atteggiamento
che dobbiamo tenere anche
di fronte all’altro grande e
spesso drammatico tema
contemporaneo dell’incontro-scontro fra culture diverse e spesso lontanissime fra
loro. «Questo - ha concluso
Bertalot - è forse il debito che
non dobbiamo perdere di vista e che ci attende nei confronti della nuova civiltà europea. Non sarà un compito
facile perché l’Europa non ha
avuto nella sua tradizione
una disposizione fraterna
verso il diverso. La libertà di
cui godiamo è il dono dei perseguitati da ogni sorta di “integrismo"; perciò impegna
innanzitutto la nostra umiltà
e la confessione coraggiosa
del nostro demerito».
Nel 1699 diversi gruppi di
valdesi dovettero lasciare il
Piemonte per ragioni religiose
e furono accolti in Germania.
Nei nuovi insediamenti riprodussero le loro chiese e talvolta rinominarono il sito loro
assegnato con il nome dei villaggi che erano stati costretti
ad abbandonare. Tutto questo fa parte della storia. Presso i valdesi della Germania,
tuttavia, rimane vivo il ricordo delle vicende che i loro avi
dovettero attraversare. Musei
e chiese sono meta di viaggi e
sede di incontri di studio tra
valdesi italiani e tedeschi.
Quello che invece comunemente si ignora è l’incidenza
di questa vicenda nell’evoluzione del principio secondo
cui, nel Cinquecento e nel
Seicento, in nome dell’ordine,
gli abitanti di un paese dovevano in definitiva optare per
una delle forme religiose legittimate dal principe del luogo. L’applicazione rigida del
principio suddetto avrebbe
portato i valdesi ad assumere
forme luterane nelle liturgie e
nelle discipline. A questa assimilazione furono contrari i
valdesi. Poco alla volta il principio al quale li si voleva sottomettere si spuntò e diventò
inapplicabile. Per la prima
volta la confessione riformata
fu apertamente ammessa in
due territori luterani. La fondazione di colonie valdesi
riformate portò a relativizzare
l’integrità luterana di questi
territori e fu un primo passo
verso lo stato paritario del XIX
secolo. Di tutta la vicenda
parla nel numero tre della rivista’*, con competenza, lo
storico Albert De Lange.
Simonetta Salvestroni, dell’Università di Cagliari, documenta la ricezione della spiritualità di Dostoevskij da
parte della teologia dialettica
(Eduard Thurneysen, Karl
Barth nei lontani anni 1915 e
seguenti) nonché la straordi
naria analogia di certe pagine
dostoevskiane con le sofferte
riflessioni delle lettere dal
carcere di Dietrich Bonhoeffer. La visione del mede e della sofferenza propria di Dostoevskij, legata all’«ineyidenza» del divino nella storia,
trova riscontro nelle pagine
dei teologi protestanti. Il pensiero ortodosso rappresentato dal grande scrittore russo e
la teologia protestante si incontrano e nell’intreccio dei
loro motivi si delineano componenti essenziali dello spirito europeo.
Raramente la rivista pubblica le predicazioni, ma talvolta lo fa, per non dimenticare che il protestantesimo
deve forse più di altre chiese
la sua ossatura alla predicazione. Il sermone di Yann Redalié è per Natale ed è centrato sul confronto tra Zaccaria e Maria di fronte all’annuncio più strano e più importante della storia.
Roberto Bottazzi raccoglie
diverse considerazioni sulle
esperienze fatte sul Corso a
distanza che la Facoltà valdese ha da poco posto su nuove
basi ed entra nel campo della
metodologia teologica con rilievi interessanti e stimolanti,
soffermandosi sulle questioni poste dall’insegnamento
della teologia, alla teologia
stessa e alla didattica. Sergio
Rostagno pubblica un intervento a proposito del valore
del libro sacro per i cristiani,
intervento tenuto in un quadro di incontro e confronto
tra islamismo, ebraismo e
cristianesimo.
Recensioni di libri attinenti
a vari campi del pensiero teologico ed ecumenico completano anche questo numero.
C*) Protestantesimo. Rivista
della Facoltà valdese di teologia. Roma, via Pietro Cessa 42.
Telefono 06-3210789; fax: 063201040; e-mail: fvt.protest®
chiesavaldese.org
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6
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 27
ottobre 2(
Una proposta di rielaborazione globale del cristianesimo e del suo messaggio
Cristologia oppure «Cristofania»?
Uno studio del teologo cattolico Raimundo Ponikkor si propone di elaborare una teologia
del dialogo e del pluralismo delle diverse esperienze religiose al di là degli schemi occidentali
FRANCO MACCHI
Al di là dei luoghi comuni
Un libro per conoscere
l'identità ebraica
■\TESSUN0 può avere
un’esperienza per
procura: non sarebbe un’
esperienza. L’esperienza è
personale. Ma non potrebbe
forse la fede essere precisamente questa partecipazione
all’esperienza ultima? Non
potrebbe la persona essere
più comunità che individualità? Non è la Divinità più Vita infinita in eterna partecipazione che un Essere supremo individuale?».' Questa è
una delle tante frasi che si
leggono in uno degli ultimi libri del monaco teologo iberico-indiano Raimundo Panikkar, cattolico, con esperienza diretta di spiritualità
orientale. Una delle tante affermazioni che, se lette senza
attenzione, possono scivolar
via innocenti e innocue ma
che, se analizzate con attenzione, si rivelano non solo
originali ma anche sovvertitrici radicali del nostro modo
occidentale di interpretare il
cristianesimo e di imporlo a
chi è nato nell’alveo di una
cultura del tutto diversa ed
estranea alla nostra.
Alcuni commentatori del
documento Dominus Jesus,
che ripropongono in tutta la
sua crudezza il principio cattolico dell’extra Ecclesiam
nulla salus, hanno visto come destinatari principali degli strali del prefetto della
Congregazione per la dottrina della fede i teologi Balasuriya, Pieris, Dupuis e Raimundo Panikkar. Si tratta di
teologi cattolici che negli ultimi anni hanno tentato più
di altri un ripensamento del
cristianesimo, tenendo presenti categorie tipiche delle
religioni e della cultura indiana. Il libro di Panikkar, in
sintonia con quanto dichiarava Dupuis in uno studio
del 1997* che gli è costato la
sospensione dall’insegnamento alla facoltà teologica
della Pontificia Università
gregoriana di Roma, si propone non di elaborare una
teologia per il dialogo ma
una teologia del dialogo, non
una teologia per il pluralismo religioso ma una teologia del pluralismo religioso.
Questi studiosi non cercano
di costruire un insieme di
principi cristiani che ci permettano di capire e di interloquire con altri sistemi religiosi e culturali ma cercano
di elaborare una «teoria» teologica che sia in grado di accogliere al proprio interno le
diverse esperienze religiose,
senza esigere che queste rinuncino alla loro identità.
È chiaro che un disegno
del genere è coraggioso ma
anche difficoltoso e problematico, può essere avvertito
come una minaccia e si presta con facilità a essere accusato di relativismo. Eppure,
sostiene Panikkar, un fatto
analogo è già accaduto nella
storia della chiesa. Il cristianesimo è nato infatti nell’ambito della religione ebraica, ma noi oggi conosciamo quello che ci è strato tramandato nella interpretazione elaborata prevalentemente con concetti mutuati dalla
cultura greco-romana. Si capisce perciò perché il teologo
spagnolo richieda con forza
un «Concilio di Gerusalemme
lì (qualunque ne sia la sede)
che includa, oltre ai cristiani,
gli altri esponenti delle tradizioni umane»."
Indico sinteticamente solo
alcune delle questioni nevralgiche, che vengono indicate
da questo studio come urgenti e prioritarie. Panikkar afferma che si deve innanzitutto
Una veduta di Gerusalemme
distinguere cristologia da cristofania, cosmologia da cosmovisione: si deve poi uscire
dalla stretta, apparentemente
insuperabile per il pensiero
occidentale, fra dualismo (Essere assoluto-mondo; unitàpluralità...) e monismo (esiste una sola realtà: Tutto è
materia o Tutto è Idea) a favore di un «non-dualismo assoluto». Il pensatore spagnolo
dichiara continuamente che
una riformulazione del cristianesimo, che tenga presente queste premesse, non implica assolutamente un rifiuto della tradizione occidentale, né tantomeno la rinuncia
alla centralità, per i cristiani,
della rivelazione evangelica e
della persona di Gesù Cristo.
La riflessione teologica deve
però cercare di capire il messaggio cristiano a partire
dall’esperienza religiosa umano-divina, «teandrica», del
personaggio storico Gesù di
Nazareth e deve tenere presente il significato dell’incarnazione e la sua comprensione come manifestazione, in
Cristo, della vita trinitaria,
che si dispiega non solo in
Dio ma nella stessa creazione
e quindi nell’umanità intera.
È quanto insegna l’episodio
dell’esperienza che Pietro,
Giovanni e Giacomo fecero
sul monte Tabor.
I cristiani, se acquisiscono
questo modo di interpretare
la figura di Cristo, sono in
grado di capire quanto Dio si
manifesti come Vita e Amore
in tante altre esperienze
umane, che non conoscono
neppure il cristianesimo e
che vengono espresse con sistemi concettuali e culturali
molto diversi. Per poter stabilire confronti e parallelismi
fra le varie concezioni religiose, Panikkar propone di utilizzare il criterio degli «equivalenti omeomorfici», utilizzato in alcune discipline
scientifiche come la chimica.
Da questi pochi cenni si capisce quanto la proposta di Panikkar sia coraggiosa, impegnativa e anche problematica. Non rimane che invitare a
leggere direttamente questo
libro, ad accostarsi ad esso
senza prevenzioni, a discuterlo e, per quanto possibile,
a non farsi condizionare dai
concetti filosofici e teologici
che sono carne della nostra
carne. Termino con un’idea,
che esprimo in modo elementare, senza possibilità di
discuterla, ma che ha lo sco
po in ogni caso di introdurre
un elemento di disturbo e al
tempo stesso anche una possibile prospettiva di soluzione. Anche oggi i protestanti
giustamente si sentono offesi
quando Ratzinger, come faceva il Concilio di Trento nel
XVI sec., afferma che extra
Ecclesiam nulla salus perché
ora, come allora, sono convinti che porre Cristo al centro della vita cristiana non
comporta assolutamente la
distruzione della chiesa ma
una sua reinterpretazione in
termini più universali e più
aderenti ai dettami evangelici. Disincagliare oggi la figura
del Cristo dalla cristologia
tradizionale, anche tenendo
conto delle prospettive cristofaniche proposte da Panikkar, non potrebbe nell’attuale contesto multietnico e
multiculturale aiutarci a riscoprire un Cristo più evangelico e più universale?
Dalla Claudiana il secondo volume del commento
La lettera ai Romani secondo Cranfield
Hit
MAURIZIO ABBÂ
IL pregiudizio contro gli
ebrei, l’antigiudaismo e
l’antisemitismo sono purtroppo radicati nell’immaginario e nella prassi collettiva.
I luoghi comuni, gli stereotipi, i facili e liquidatori giudizi che circondano la parola
ebreo si nutrono senza sosta
di ignoranza e falsità. I guasti
drammatici di questo pregiudizio, fino alla tragedia dello
sterminio nazista (Shoà) sono ben noti, e non mancano i
tentativi di rimuovere quanto
è accaduto dalla coscienza e
dalla memoria: dimenticare è
più facile ma si corre così seriamente il rischio di ritrovarsi nel buio della storia. Allora
occorre formare le coscienze
e coltivare la memoria.
Nel 1976 la casa editrice
fiorentina Nardini pubblicò in traduzione un libro fondamentale: Gesù e Israele, di
Jules Isaac, uno scritto che 1’
autore dedica alla memoria
dei suoi cari uccisi: «A mia
moglie, a mia figlia martiri
uccise dai nazisti di Hitler,
uccise semplicemente perché
si chiamavano Isaac». Una
dedica agghiacciante perché
vera, reale. Allora cercare di
non ripetere gli errori-orrori e
le nefandezze del passato è
compito imperioso. Il libro,
tra l’altro, non è stato più ristampato, e sarebbe auspicabile di poterlo rivedere in libreria. Un libro che invece è
riapparso, ora per gli Editori
riuniti è: Il mito ariano. Saggio sulle origini del razzismo e
dei nazionalismi di Léon Poliakov, volume che ripercorre
lavoro
con ricchezza di dati e seco, VltoH (
do una dimensione gecJ!'
ca molto ampia le radS
razzismi, compreso il ra,!‘ an
smo deirilluminisnio --------
do per questo aspetto
comunque molto buio,
Di recentissima i
“■Hi BUM
Di recentissima uscltaèk^SL ì
vece la pubblicazione
lume di Lini Sptoichi
ebrea romana, vicepresidJ
ebrea romana, vicepreside^ ^i,„„(
te dell Amicizia ebraico-c^^ J^go
stiana della sua citta, è ^ ^ ■ *
gnata da anni nel dialogÌ^
terrehgioso, collabora coji„ ,nodo i
(1) Raimundo Panikkar: La
pienezza dell’uomo. Una cristofania. Milano, Jaca Book,
1999, p. 72.
(2) Jacques Dupuis: Verso
una teologia cristiana del pluralismo religioso. Brescia,
Queriniana, 1998 (2 ed.).
(3) lui, p. 27
SERGIO RONCHI
TJ una caratteristica spe\\Xlcifica incoraggiante
del tempo presente il fatto
che ci siano veramente molte
persone in molte parti del
mondo che desiderano seriamente essere aiutate nello
studio della Bibbia». Con
queste parole un noto e grande esegeta, C. E. B. Cranfield,
presenta l’edizione ridotta
del suo monumentale commentario alla Lettera ai Romani, ora a portata di mano
anche del lettore italiano, in
due volumi, il secondo dei
quali è uscito a un anno di
distanza dal primo*. Questioni filologiche ed esegetiche non vengono né ignorate
né rimosse, ma «tradotte»
per i non specialisti senza
appesantire il testo e senza
togliere alcunché di peculiare a un’opera uscita in prima
istanza per l’antico e prestigioso «International Criticai
Commentary». Si è così invitati a porsi in ascolto di
quanto tale scritto apostolico
ha da dire ai propri lettori di
ogni tempo provocandoli al
pensiero e all’impegno.
11 primo volume (capitoli
1-8) affronta la rivelazione
della giustizia divina e la vita
nuova promessa al giustifica
to per fede; questo secondo
(capitoli 9-16), invece, l’infedeltà dell’essere umano e la
fedeltà di Dio e l’ubbidienza
a cui sono chiamati i giusti
per fede. Attraverso le parole
di spiegazione e di analisi di
queste pagine viene a parola
il messaggio paolino che
esorta all’ascolto del dire di
Dio all’umanità nel suo proprio svolgersi temporale. «La
fede - scrive Cranfield - viene dall’ascolto del messaggio
e l’ascolto del messaggio avviene tramite la parola di Cristo (vale a dire, mediante il
messaggio proclamato da
Cristo per mezzo delle labbra
dei suoi messaggeri)». I quali,
quindi, devono saper vivere
nell’obbedienza cristiana;
cioè non in una dimensione
morale scontata, bensì sotto
la «pressione» del regno di
Dio imminente (nonostante
gli oggettivi argomenti «contro») ovvero, in termini tecnici, l’attesa escatologica. «La
notte è avanzata, il giorno è
vicino» scrive Paolo. E il suo
commentatore esplicita: «Il
tempo che rimane è quello in
cui il compito dei credenti è
quello di attendere la seconda venuta di Cristo con menti allertate: con passione e
con un corretto senso di urgenza, con un impegno atti
vo e risoluto nei compiti della fede, dell’ubbidienza e
dell’amore che tutto questo
comporta».
A quanti credono (e a
quanti sono convinti di credere o sono in feconda ricerca) è rivolto, categorico, l’imperativo a una esistenza autentica proclamante l’amore
del Creatore per la propria
creazione. Pertanto, il lungo
elenco di nomi posto a conclusione di Romani risulta un
appello alla fedeltà cristiana
rivolto al singolo come «somma» di relazioni.
mensile Confronti, tiene co^Lonian
ferenze e seminari per [
loqui ebraico-cristiani diCi,^ che un
maldoli, per il Service de Do,“diprer
cumentation Judéo-Chti. Fondai
tienne (Sidic) e per lalil)t(.g„co alii
ria Menorah. Si tratta quim q rendi
di una militanza notevole e^rmi esi|
libro stesso ne è un ftuttogione cc
maturo. Con competenzaeesenza d
grande capacità didattkiesso prò
vengono esplorate diversete- soggioi
matiche unite da una duplfcejnpre ir
necessità e finalità: aiutate aodemen
dissolvere definitivameiiteijnincian
vari pregiudizi suU’ebraisBiotattro o
(pregiudizi razziali, ideologi.tirava ni
ci, sociali, religiosi) e faiii.jnio stai
scoprire all’ebreo il gustopeiggiati da
la propria identità. UnHlmjianpiai
quindi in dialogo costruttivo,» attiviti
che possiamo consideraier divent
certamente un’agile einte-iserta il
ressante introduzione auiuinepiùg
tematica che richiederà àcii-i-JÌjBan
ramente lo sforzo di inmttribuisc
molte generazioni per gim-denze a
gere a risultati validi e per icheproi
manenti contro i razzismi, «Il 50-6(
(*) Lilli Spizzichino: Coi{i*^'^ùiai
occhi dell’altro. ViaggioP
mondo ebraico tra pregiudiaoi^ ^limi
e identità. Milano, Ancorai-Come
trice, 2000, pp. 119, £ 22.01». i iniziai
(Per risi
Evangelici a Caltanissetta
tantiss
mta ogi
mente
Un seminario dedicato
al puritanesimo inglese
prawivi
PAWEL CAJEWSKI
L'e
ICO
(*) C. E. B. Cranfield: La lettera di Paolo ai Romani (capitoli 9-16). Torino, Claudiana
2000, pp. 224, £ 34.000.
Alfa e omega è il nome
dell’associazione culturale no-profit sorta nel seno
della Chiesa evangelica Sola
Grazia di Caltanissetta. Sia
l’associazione sia la chiesa
appartengono a quell’ala
dell’evangelismo italiano che
si riconoscono nel pensiero
classico della Riforma senza
avere però nessun legame
formale con la Federazione
delle chiese evangeliche in
Italia. Il 9 settembre scorso
Alfa e Omega ha organizzato
a Catania nei locali del Centro congressi Gelso Bianco
un seminario intensivo dedicato alla lettura dei testi del
puritanesimo inglese.
Errol Hulse, pastore battista a Leeds e autore di numerosi studi dedicati alla
teologia dei puritani, ha introdotto i partecipanti alla
storia e alla spiritualità del
movimento puritano. I volontari di Alfa e Omega hanno allestito un impressionante banco libri con decine
di titoli in italiano e più di un
centinaio in inglese. Spiccavano i nomi di Thomas Watson, John Owen, Johnathan
Edwards, Richard Perkins.
«Il nostro impegno scaturisce dall’esperienza personale
- ha affermato nel corso di
una breve intervista Anà
Ferrari, uno dei fondati
dell’associazione e pasif
della Chiesa Sola Grazia
come credenti bisognosi*
crescere nella grazia, ab»#
mo tratto grandi beneb^yenzi
dalla predicazione e dallewsu a
flessioni di coloro che.ÌPUlati
secoli scorsi, hanno cann^Pano
nato fedelmente nelle «e^ me ]
Signore». Per quanto rig^POdo
da i tratti specifici di
esperienza Ferrari ha ag#®™°
to: «Dio ha grandemente^ com
nedetto i nostri cuori tr^m all
la letteratura degli
riformatori, del pudtaiu®^^
predicatori usati dal Si^ n
nei periodi di risveglio. ^
come i quattro lebbrosi . ^gli
cui parla il secondo libroProdo
Re (7, 9), ci siamo dettnj J u
noi tacciamo, saremo co i
derati colpevoli”». 1 , ®
Questa esperienza, asj^ oj
tamente inedita della^
to dell’ecumene evang«.
della Sicilia orientaMe u
messo in evidenza dH B
molto importante:
turo non molto rem® » .,
cosiddette chiese storjmi <
dovranno aprirsi al djg
con quella corrente iri
con quena cúneme
dell’evangelismo che puy|i
sere definita come neo
mata e che sempre
quentemente fa sentii^
sua presenza.
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7
rrOBRE^d^ 27 OTTOBRE 2000
PAG. 7 RIFORMA
I
0 Intervista al presidente, professor Giuseppe Tannburo
s II «Banco alimentare»
lavoro in Campania nacque nel 1995 per rispondere alle necessità
iatieseco^ i/zifl// ^6/ moltì lavomtOH extracomunitari immigrati sul territorio
geogrì ^
‘e radicil
pso il t32j|
>smo, pejij^
drmMO incontrato il
\ „wf. Giuseppe Tamburo,
^.^^^^h,Sdente del Banco AlirnenComitato regionale della
'.izzichino',Spanto, a cui abbiamo ri‘«presl^Scune domande. In prieb^aico-u ,„o„o quando e come e na'ittà, è inim yi„j2iatìva in Campania.
dialogo^ i nel 1993 quando avemmodo di ascoltare la tebeneco,,“nonianza del fondatore
PeriCil.ii’omologa iniziativa negli
'stiani diCi„a che un gruppo di noi de‘rvice deD,.' prendere contatto con
udéo-Chrt. Fondazione nazionale
per la libre.anco alimentare" di Montrattaquiu Ci rendevamo conto delle
notevole ejlormi esigenze della nostra
è un ftuitogione con una massiccia
>mpetenzaeesenza di extracomunitari
tà didatticaesso provvisti di permesso
Ite diverse te. soggiorno e di vittime,
a unaduplcejnpre in aumento, delle
lità; aiutateaodeme nuove povertà. Così
litivamenteiminciammo, ma nei primi
suU’ebraisffloiattro o cinque mesi non
iali, ideolog-tivava nulla dalle industrie.
;iosi) efani-imo stati sostenuti e incoro il gusto peiggiati dagli amici di Monza
tità. Un libiojian piano negli anni la noto costruttive,ta attività è cresciuta fino a
considerattr diventare oggi quello di
’agile einteiserta il centro di distribuuzione a Mine più grande d’Europa».
:hiederàsta-//Banco alimentare non
rzo di immttribuisce dunque solo le econi pergimdenze alimentari Cee ma
validi e penc/ie prodotti locali.
i razzismi, «Il 50-60% dei prodotti che
chino: Conetidibuiamo viene dalla Cee,
3. Viaggio&esto proviene dall indurrà pregiudizio'li^ alimentare nazionale».
IO, Ancorai- Come e perché è nata que19, £22.0M. ì iniziativa?
____________<Per rispondere al bisogno
tantissima gente che afmta ogni giorno drammatimente il problema della
prawivenza. Accadeva non
Wt
Giuseppe Tamburo
solo che si producevano delle
eccedenze alimentari che andavano distrutte per motivi
economici ma che le industrie gettassero via prodotti
buoni ma danneggiati esteriormente. Lo sforzo è stato
ed è quello di convogliare
tutti questi prodotti verso circuiti diversi e offrire solidarietà agli espulsi dal nostro
sistema econoinico».
- Qual è l’ammontare di
prodotti che vengono distribuiti qui a Caserta?
«Nel 1999 abbiamo distribuito 14.000 tonnellate di
prodotti a favore di 250.000
assistiti attraverso 840 enti e
associazioni».
- Che tipi di associazioni
sono convenzionate qui in
Campania?
«Centri di solidarietà di varia impostazione culturale,
parrocchie, centri di accoglienza per minori a rischio,
centri di recupero per tossicodipendenti, chiese di varia
denominazione».
- Quante sono le associazioni e chiese evangeliche?
L'esperienza triennale di Napoli
iiccoli gesti di solidarietà
famiglie nel bisogno
vista AnW
ei fondato!
ne e pasi
ila Grazia-’
bisognosii
;razia, abbimssle a tre anni fa la prima
idi benet^yenzione che la Chiesa
me e dalloWria di Napoli via Foria ha
loro che,oipulato con il Comitato
inno canUtaP^uo del Banco alimeng nelle vie/® che ha sede a Caserta. Il
uanto rignH’POrto con quest’ultimo è
fici di bn dall’inizio franco e
ari haagff«*«no.
idementelya comunità di Napoli si è
globale, chi soccombe alla
legge del più forte si trova a
vivere spesso in uno spaventoso abbandono.
È anche per questa dolorosa presa d’atto che la chiesa si
è, dall’aprile scorso, anche organizzata per un altro servizio
che ha deciso di portare avanti per sei mesi l’anno: la pre
iemenK'^ wuiuniia ai Napoli si e ti per sei meM i aunu. m Rumori ha allora organizzata, at- parazione e distribuzione di
_ 1! -, sfitti AVersn l’incrvci-i4-niUii« nacti ralHi r nanini a
’UUU wigaiiii-z^aia, ai
gli scrittiil^®’'po l’insostituibile impeluritanii/J di Anna Alfieri e Salvatoi dal Sigi'‘^®cno, ad andare a carijveglio. Cf® ® Caserta e a distribuire
lebbrosi^® agli li quintali mensili
ndo libtojP'^cdotti alimentari in fano dettiti di un’ottantina di famiiremo ''“c versano in situazioni
». necessità. Questo
enza, ass^'^n'o gesto di solidarietà
a nell'a>^^^° dalla nostra chiesa
e evang®' ^°n è, ci rendiamo conrientalfij^h® una goccia nel mare
nza un fijpiyo^o in cui sempre più
Ite: in unhridui e famiglie si trovao retno'®,h annaspare, costringe la
ese stoh^'^ùità a prendere sempre
-si al diw consapevolezza che, nelente italii^^odetta era del villaggio
ocher"^'^ ^
me neoi
irC
A.
più^enti persone assistite
jL I I
860.415
circa 150 pasti caldi e panini a
favore di persone senzatetto
che pernottano alla stazione
centrale. Sono tossicodipendenti, alcolisti, anziani in stato d’abbandono, stranieri e
sbandati. La chiesa opera
ogni domenica sera insieme
alla comunità battista nascente guidata dal missionario irlandese Gerard O’Flaherty,
coordinatore del progetto
«chiese cellule» per l’Unione
battista, e in continuità con il
lavoro «Soccorso invernale»
che da molti anni svolge a Napoli il corpo dell’Esercito della Salvezza nei mesi di gennaio-marzo. (am)
«Sono circa 60 solo nella
nostra regione».
- Chi porta avanti tutto
questa enorme mole di lavoro?
«Questo è un lavoro che si
fonda quasi interamente sul
lavoro gratuito dei volontari.
Abbiamo 50-60 volontari che
si distribuiscono il lavoro fra
gli uffici e il centro di distribuzione. Io stesso sono volontario, nella vita faccio l’insegnante e sono diacono della
diocesi cattolica di Caserta».
- Prospettive future?
«Appena riusciamo a completare il lungo e. complesso
iter burocratico, contiamo di
costruire un nuovo ampio capannone di raccolta e distribuzione dei prodotti che
contenga anche una grossa
cella frigorifero sotterranea
in modo da consentire un
servizio migliore agli enti che
serviamo. Attualmente siamo
in affitto e paghiamo ben 20
milioni cJ mese. Ci aiutano le
associazioni stesse, privati e
fondazioni. Non accediamo a
nessun finanziamento legato
all’otto per mille».
•' Moncalieri
Un aiuto per
il bilancio
Il 10 ottobre del 1999 si è
costituito il Banco alimentare
della Chiesa battista di via
Ariosto a Moncalieri (To).
Questo servizio di diaconia è
gestito da tre sorelle, Assunta
Catapano, Silvia Johnson,
Graziella Gigantino, che una
volta al mese si occupano della preparazione dei pacchi.
Grazie a questa opportunità,
diverse famiglie monoreddito,
della chiesa e non, possono
alleviare il proprio bilancio familiare. Oggi la vita costa
sempre di più, le spese sono
tante ed è sempre più difficile
farvi fronte. Noi crediamo che
questo piccolo aiuto possa essere per tante famiglie, anche
non evangeliche, una testimonianza dell’amore del Signore
Gesù. Il Signore dice di pensare prima al Regno e tutte le altre cose saranno aggiunte.
Questa ne è la riprova, (ca)
SCHEDA
Effetto «leva»
La «Fondazione Banco alimentare» nacaue 10 anni fa come tramite ideale perché l'eventuale «spreco» della filiera agro-a imentare
europea e nazionale potesse diventare ricchezza per oltre . as
sociazioni ed enti di solidarietà che quotidianamente in Italia, con
impegno e dedizione, sostengono come possono i meno abbienti. In
alcuni casi il contributo fornito di prodotti Cee e di prodotti provenienti dall'industria locale aumenta sostanzialmente le capacita erogative dell'ente beneficiante, in altri ne costituisce parte essenzide.
Il rapporto con questi enti e associazioni è assicurato da 600 voontari, che stabilmente donano tempo e professionalità per rar
unzionare la rete di distribuzione di prodotti alimentari da cui il
Banco alimentare è costituito. I volontari infatti attraverso visite periodiche verificano le reali necessità e la rispondenza ai criteri guida stabiliti dalla «carta» della Federazione europea dei Banchi alimentari (Feba), a cui la Fondazione Banco alimentare aderisce.
Naturalmente l'incremento dei milioni di chilogrammi di prodotti
raccolti e di enti convenzionati si riflette sul numero di persone assistite che erano 569.264 nel '97 e 860.415 nel 99. I dati resi noti dall'lstat nel luglio '99 parlano di 7 milioni 423.000 persone che
possono essere definite «povere», cioè che hanno un reddito non
superiore alle 738.000 lire mensili.
Caratteristica unica del Banco alimentare nel panorama delle organizzazioni non profit è di avere un costo di gestione molto contenuto garantendo il sostegno concreto a un grandissimo numero
di persone in difficoltà. La stima del valore commerciale «ei circa
30 milioni di chili di prodotti distribuiti è complessivamente di 129
miliardi di lire, cioè 4.300 lire al chilogrammo. E dunque rilevante
notare ciò che si può definire «l'effetto leva», cioè la capacità di
far giungere a destinazione prodotti alimentari per un valore conimerciale stimato superiore ai ben 35 volte alle risorse finanziane
utilizzate per svolgere l'attività stessa. j n
Nell'ambito della campagna di solidarietà promossa dal a Compagnia delle opere non profit a favore dei più poveri iri Italia e nel
mondo, la Fondazione Banco alimentare ha promosso la «Giornata nazionale della colletta alimentare», evento che apre la norrnale
attività di tutte le persone coinvolte e che coincide con l'analogo
evento organizzato in Europa dalla Feba. Lo scorso 27 novembre
presso 2.416 supermercati in tutta Italia, circa 100.000 volontari
hanno invitato le persone che si sono recate al supermercato ° [are
la «spesa della solidarietà» riempiendo il «sacchetto della solida-rietà» con alimenti per l'infanzia, tonno e legumi in scatola, pelcùi
in scatola. Si sono raccolti così quasi 3 milioni di chilogrammi di
prodotti alimentari, la cui distribuzione agli enti convenzionali, e
quindi ai bisognosi, è ormai ultimata in tutte le regioni. Tale cifra
costituisce il 9% dell'intera raccolta di generi alimentari del 1999.
Per il 2000 la giornata nazionale della colletta alimentare è stata
fissata per il giorno 25 novembre.
Fra le chiese e le associazioni evangeliche convenzionate con le
varie sedi regionali del Banco alimentare, oltre ad alcune di ambito bmv, ci sono un buon numero di chiese awentiste e corpi locali
dell'Esercito della Salvezza. Molte, anche le chiese pentecostali impegnate in questo campo.
Per convenzionarsi, una chiesa o un'associazione, dopo av^ preso contatto con la sede r^ionale più vicina, deve presentare idonea
documentazione tra cui il proprio statuto dove si dimostri che I associazione non ha alcun fine di lucro e che gli alimenti eventualmente
raccolti saranno usati ad esclusivo scopo di solidarietà.
Servizio nel quartiere Roma Trastevere
Una équipe affiatata
per attivare il servizio
NeH’ampio salone del primo piano della Chiesa battista di Roma Trastevere campeggia nella parete di fondo il
noto versetto di Isaia «Cercate
la giustizia, soccorrete l’oppresso...». Data la collocazione urbana, la comunità trasteverina è costante approdo
di sbandati, alcolizzati, ex detenuti e famiglie di detenuti
in difficoltà, barboni, persone
cadute improvvisamente in
povertà, stranieri delle più varie etnie alle prese con la fase
cruciale dei primi giorni in
Italia senza risorse per i bisogni di primissima necessità.
Il servizio sociale della comunità è composto di una
équipe affiatata e motivata in
grado di dare un primo soccorso a queste persone in difficoltà. Il Banco alimentare
(collegato all’Aima che ammassa eccedenze di prodotti
alimentari e li mette a disposizione degli enti di assistenza) è in grado di fornire generi
alimentari di prima necessità
come pure di consentire la
preparazione di pasti caldi a
80-100 persone. Gli utenti più
assidui della mensa domenicale sono spesso gli invitati
dagli stessi membri di chiesa
extracomunitari che intendono aiutare loro amici, parenti
o semplicemente conoscenti.
Ai membri della comunità
che sono economicamente
in grado di farlo, è richiesto
di contribuire alla mensa
con loro generi alimentari
oppure con cibi già preparati
da condividere. Il pasto in
comune è una continua fonte di benedizioni perché suscita o rinsalda stretti vincoli
di amorevole solidarietà nel
rigoroso rispetto della dignità di ciascuno, (ar)
W Indirizzi utili
I riferimenti
nelle realtà
regionali
Comitato del Piemonte
corso Roma, 24/Ter
10024 Moncalieri (To)
tei. 011-6822901
Comitato della Liguria
corso Buenos Aires 36/7
16129 Genova
tei. 010-3106747
Comitato della Lombardia
viale Industria, 64
20037 Paderno Dugnano (Mi)
tei. 02-91080139
Comitato del Veneto
via Cesiolo, 46
37126 Verona
tei. 045-8347929
Comitato del Friuli Venezia
Giulia
via Chisimaio, 40
33100 Udine
tei. 0360-321576
Comitato deU’Emilia Romagna
via Cosimo Morelli, 8
40026 Imola (Bo)
tei. 0542-29805
Comitato della Toscana
via Corelli, 6/R
50127 Firenze
tei. 055-410427
Fondazione Banco
Alimentare Marche
via Barignani, 30
61100 Pesaro
tei. 072-132901
Comitato delTUmbria
strada Ponte Valleceppi
S. Egidio, 35
06080 Lidarno (Pg)
tei. 075-5928466
Comitato del Lazio
via Milano, 51
00184 Roma
tei. 06-47824113
Comitato dell’Abruzzo
via Vittoria Colonna, 31
65127 Pescara
tei. 085-60604
Comitato della Campania
piazza A. Ruggiero, I
81100 Caserta
tei. 082-3329097
Comitato della Puglia
corso Italia, 254
74100 Taranto
tei. 099-7352275
Comitato della Calabria
c/o contrada Coda di volpe
87036 Rende (Cs)
tei. 0984-404077
Comitato della Sicilia
via Mongibello, 154/E
zona industriale Piano Tavola
95032 Beipasso (Ct)
tei. 095-7131500
Sede di Palermo
via Giacomo Cusmano, 4
90141 Palermo
tei. 091-324027
Comitato della Sardegna
via Argonne, 2
09122 Cagliari
tei. 070-273722
Fondazione Banco
Alimentare Onlus
Coordinamento nazionale
via Sacconi, I
20052 Monza (Mi)
I tei. 039-320337
Incremento enti convenzionati
Incremento prodotti raccolti
1997
1998
1999
200.000
400.000
600.000
800.000 1.000.000
1997
1998
1999
8
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 27
Dopo le vittime e i danni gravissimi ora ci si preoccupa per la stagione turistica
Lo sfregio dell'alluvione in Valle d'Aosta
Il turismo, che rappresento il 65% dell'economia regionale, coinvolge un gran numero di
famiglie. Lo Chiesa valdese di Aosta ha rinviato la celebrazione del centenario del tempio
RUGGERO NIARCHETTI
Non ero in Valle d’Aosta
sabato e domenica 1415, quando c’è stata l’alluvione, e sono potuto rientrare,
con un convoglio scortato
dalla polizia lungo i resti
dell’autostrada QuincinettoAosta, soltanto il martedì sera. Prima ancora di arrivare
in Valle, c’era della gente che
cercava di caricare su un camion le carcasse di tre mucche annegate. Ho detto
all’amico che mi accompagnava: qui comincia la fine
del mondo.
Poi, dall’autostrada, un
continuo lungo sfregio alla
bellezza, un’interminabile cicatrice di fango che ricopriva i
prati fino a due giorni prima
ancora verdi, avvolgeva mozziconi di alberi, ruderi di case... In alto, le montagne innevate sembravano ancora
più lontane del solito, remote
e indifferenti... E ovunque, a
sinistra, a destra, sopra, sotto,
l’acqua ancora rabbiosa delle
mille cascate, dei mille torrentelli normalmente invisibili e invece micidiali, e il nastro
color fango della Dora, con i
suoi giri impazziti, la sua furia
che si era già sfogata ma che
ancora appariva minacciosa.
E i paesi sventrati, la gente
che iniziava a lavorare, a spalare il fango alla ricerca delle
proprie cose, dei propri cari e
anche di se stessa, della forza
che serve per reagire, per ricominciare a vivere.
A casa (e la mia casa coincide con la chiesa valdese) tutto
a posto, grazie a Dio. Ho cominciato le telefonate per rintracciare tutti. Anche qui, tutto a posto: salvo due o tre fa
ta da destinarsi questa giornata, per i problemi legati ai
collegamenti, e soprattutto
per motivi di opportunità e di
solidarietà: come fare festa
quando tante ferite attorno a
noi saranno ancora aperte?
Ringraziamo i tanti che ci
hanno chiamato per avere
notizie e per offrirci aiuto. La
furia dell’alluvione ci ha risparmiato. Chiediamo il soccorso delle vostre preghiere
per chi è nel lutto e nell’incertezza del domani e per
noi, perché, nel nostro piccolo, possiamo essere gli strumenti di cui Dio si serve per
alleviare qualche dolore, per
asciugare qualche lacrima.
Fénis, una delle località più colpite
miglie, ospiti di parenti e amici perché le loro case sono ancora sotto la minaccia delle
fi'ane, ognuno è al sicuro a casa sua. Anche la luce e il riscaldamento, dopo una breve
interruzione, hanno ripreso a
funzionare normalmente. Resta il problema dei collegamenti ma se il tempo, ora bello e freddo, terrà ancora per
un po’ e sarà allora possibile
intervenire a scongiurare altri
smottamenti di terreno, anche questo dovrebbe risolversi in tempi ragionevoli.
In questi giorni sto imparando a conoscere i valdostani: gente forte e decisa, che alle tante parole e ai lamenti
preferisce una pala nelle mani
e via, in silenzio, alla ricostruzione. Mi ha colpito in particolare quel che ho sentito e
visto in un servizio della Rai
locale girato a Cogne: le case
sono a terra, c’è fango e di
CHIESA EVANGELICA VALDESE
(Unione delle chiese valdesi e metodiste)
Commissione permanente per
la formazione diaconale - CPFD
Corso di formazione delle diacene, dei diaconi
e degli operatori diaconali
Dal 3 novembre all'8 novembre 2000
Casa Cares • Reggello
Crescita, sviluppo, cambiamenti: un itinerario professionale, personale, spirituale
Il mondo intorno a noi cambia sempre più rapidamente. Il nostro
lavoro e la nostra vita personale ne risentono. E noi come reagiamo o subiamo solamente quello che accade?
Vogliamo cercare di capire un po' quello che succede intorno a
noi: nella società, nelle chiese a noi vicine e quali sono le ripercussioni che arrivano fino a noi. In questo contesto ci sembra anche
importante guardare a noi stessi e al nostro personale percorso.
Il corso - come ogni anno - è aperto a tutti, ed è rivolto in modo
particolare ai diaconi e alle diacone in ruolo, ai membri dei comitati e al personale delle opere diaconali
PROGRAMMA
Venerdì
Sabato
Domenica 5
Lunedì
ore
14
Martedì
Mercoledì 8
arrivo per l'ora di cena
Prof. Nedo Baracani: Gli elementi portanti della
globalizzazione: le ripercussioni sulla chiesa e sulla
diaconia; che cosa prendere? che cosa lasciare?
Apertura dell'anno accademico del CFD a Firenze
Culto nella chiesa battista di Borgo Ognissanti
Agape al Gouid - segue tavola rotonda
Pastora Gianna Sciclone (rappresentante CEC): Il
rapporto chiesa società in Europa: come si muovono le chiese sorelle nella società in cui vivono
- pomeriggio libero
riunione della CPFD
nella serata: incontro delle diacone e dei diaconi
iscritti nel ruolo (presiede un membro della Tavola
valdese)
Pastora Sabine Vosteen: La nostra crescita spirituale: Dove ci ha portati il nostro personale percorso di fede, come persone e come operatori diaconali e in che modo può realizzarsi la nostra crescita spirituale?
Pastore Giorgio Tourn: Diaconia rivolta alla persona o ai bisogni? Perché la diaconia tende ad orientarsi verso alcune categorie (di persone o di bisogni) escludendo, di fatto, altre?
pranzo e partenze
Quota di partecipazione 180.000 lire (escluso il pranzo della domenica). Per le iscrizioni rivolgersi direttamente a Casa Cares: telefono e fax 055-8652001.
dall’alluvione («La Vallèe notizie»)
struzione un po’ dovunque, la
strada che collega il paese al
resto della Valle è in mille
pezzi; ebbene, questa gente
ha dato appuntamento ai turisti a Natale: «Non annullate
le prenotazioni, ce la faremo a
ospitarvi per bene, come gli
anni passati». Probabilmente
non ce la faranno, i danni sono troppi e troppo grandi...
ma questa forza certo è da
ammirare.
Come Chiesa valdese di
Aosta riprenderemo il nostro
cammino in solidarietà con
chi ci è accanto ed è stato
meno fortunato di noi. Avremmo dovuto, il prossimo
5 novembre, vivere una giornata di riconoscenza per i
cento anni della chiesa. Probabilmente rinvieremo a da
Ivrea
Domenica 15 ottobre la
Valle d’Aosta e il Canavese
sono state colpite da una terribile ondata di piena della
Dora Baltea, che è poi confluita nel Po. Anche la vita
delle comunità valdesi ha
sofferto dell’emergenza: la
città di Ivrea era divisa in due
dal fiume, e il culto non si è
potuto tenere per l’impossibilità di raggiungere fisicamente la chiesa. Alcuni hanno subito danni di diversa
entità: siamo vicini alle famiglie Abrotine, Monaja e Roncagliene, le cui proprietà
hanno subito danni a causa
delle inondazioni e alla sorella Carmelina Garda Marangoni che ha avuto un incidente domestico collegato
aH’inondazione. (gp)
Chiese evangeliche svizzere
Atti di solidarietà
La Federazione delle chiese
evangeliche svizzere (Fces) e
la sua opera umanitaria (Aiuto delle chiese evangeliche
svizzere, Aces) sono profondamente colpite dalle tragiche conseguenze della catastrofe ambientale nei Cantoni
Vailese e Ticino e nel Nord
Italia. La Fces e l’Aces hanno
appreso con tristezza che i
nubifragi hanno causato delle
vittime e che molte persone
risultano tuttora disperse. La
Fces e l’Aces ringraziano tutti
coloro che hanno assistito le
vittime (nuclei d’emergenza,
pompieri, polizia, esercito,
protezione civile e volontari)
e che hanno potuto, attraverso il loro enorme impegno sul
posto, contribuire a lenire un
po’ le sofferenze.
Ci vorranno settimane per i
lavori di sgombero e per affrontare tutti i danni, cosa
cbe richiede molta forza e costanza sia da parte delle
squadre di soccorso che dai
diretti coinvolti. Per questo
motivo ci appelliamo alla popolazione svizzera, affinché
esprima solidarietà con le vittime delle catastrofi naturali
e ricordiamo il conto corrente postale dell’Aces, 80-11151, attraverso il quale, con la
causale «tempeste nelle Alpi», possono essere devoluti
dei doni che verranno poi distribuiti dalla Fces e dall’Aces
nelle zone colpita.
CRONACHE DELLE CHIESE
CASORATE PRIMO — Domenica 15 ottobre è stato celebrato
nella comunità battista il «Giorno del ringraziamento» con
un culto ricco di «gesti» e di interventi da parte di quasi
tutti i membri; Sono stati offerti doni di frutta, in segno di
consacrazione personale, ringraziamento al Signore per il
dono della terra e dell’amore, e in segno di rispetto e impegno per la tutela del creato. Alla fine del culto ogni partecipante ha ricevuto in dono un bulbo da piantare e curare amorevolmente. La frutta è stata donata agli ospiti della
Casa di riposo di Casorate.
TORRE PELLICE — 11 1“ ottobre si è tenuta l’assemblea di
chiesa con informazione sulla situazione pastorale in seguito al trasferimento del past. Bruno Rostagno a Firenze
(dal settembre 2001) e con la relazione sui lavori dell’ultima Assemblea-Sinodo.
• Si sono recentemente svolti i funerali di Maddalena Cairus ved. Favatier, Paola Mourglia Ovada, Alfredo Janavel,
Irene Pilone ved. Benech, Ermanno Armand Ugon. Alle famiglie in lutto rinnoviamo la nostra cristiana simpatia.
SAN GERMANO — Il pastore ha celebrato ultimamente il funerale del piccolo Mirko Mattio, di Massimo e di Giuliana
Beux, scomparso dopo soli sei giorni di vita. Ai genitori vada l’affettuoso pensiero della comunità tutta in questo momento di grande tristezza.
SAN SECONDO — La comunità è stata rallegrata dalle nascite
di Ramon Rostan e Dennis Costantino. Ai coniugi Rostan e
Costantino i nostri sinceri auguri, e un benvenuto ai piccoli.
• 11 6 ottobre si sono svolti i funerali della sorella Nella
Pons: ai familiari rinnoviamo la nostra solidarietà cristiana.
£[10^12701
È mancato a Torino a soli 51 anni ^ F
Saverio Merlo, insegnanti
e animatore di comunità
FRANCESCA SPANO
laFec
é'iOlOC
SAVERIO Merlo ha regalato per trent’anni il suo
pensiero brillante e la sua
cultura profonda a tanti di
noi senza ostentazioni e con
generosità scevra da ogni
narcisismo. Di volta in volta è
stato catechista, animatore
biblico, predicatore locale,
curatore dei campi di Agape
e degli incontri della Federazione giovanile evangelica
italiana, collaboratore prezioso della editrice Claudiana. Pezzi fondamentali della
vita di molti di noi sono stati
intrecciati a pezzi della sua, a
tal punto che adesso ci sentiamo amputati, perché le cose fatte assieme sono moltis
quentatori dell’ «Uni,/*
nesso importantissimn,
pure del tutto fuori moi MCOU
verità e caso Bucharin ’’—
Saverio ha
vita con
fedeltà“Sv¥f?^®Ì^
sa e alle sue contraddi^ro^ier
^hìipulo
-lu
e insieme ai suoi margù^^tìv!
nom/ondo dentro laKZtra
lad^nperioc
|iiii|gnizzat""
SC|juolol
che viveva con granfi« hi
nrofessionale. ma
professionale ma ancheS stitu
un acuto spirito criticoEV chi
risvolti sindacali e nnli« ■
no in fondo dentro ai ¿/te dui
menti,percuihaniolto¿®aguid
to e molto sofferto, r ‘ ..
dibattuto ma ha anche
to gioire. Ha vissuto
sinico, pei
e . j “''afle 5 coiti
piena, ma fuori daicaZuovetr
lontana dallo stereotipo eh
persona tutta d’un pezz£ cultun
trecciata di relazioni ptoLnti scm
de, a volte disordinate e(|,ne social
plesso ma vissute in uiijyn giupi
cerca di autenticità che rt|dato a h
niva da una fedeltà radiijccia Mar
alla Parola che lo avevag tinnovi
contrato nella sua giovinenido giov
L’impressione è che ciiarticolatc
bia lasciati nello stesso Jienit nien
con cui lo avevamo incoronale Fg
to: come, quasi all’impnigtore il p£
so, era comparso neilaiAnziani
della chiesa, in punta dipine confei
senza clamori, sorridente soddisfi
con la mitezza che io caiiisvolto, la
rizzava, altrettanto allfeione de
prowiso, silenziosamefedi. Valer
senza salutare o fare rui»____
ci ha lasciati. È così cheloir"
gliamo ricordare, chei 'ÌT
de nonostante il dolore
sua morte ci ha suscitato,Ìf
sciandoci una testimoniai;autentica e appassionp* •]
dell’Evangelo e la memoii|..
una interlocuzione coni
e in molti luoghi, :
sostanzialmente felic?
sime, importanti i pensieri
scambiati, condivise a fondo
la gioia e la pena di vivere.
Conosceva la gioia di vivere, Saverio, come quando,
con gli occhi che gli brillavano, raccontava le prime avventure del figlioletto Luca o
più recentemente, quando
decantava tutto contento i
profumi del vino che ti regalava con orgoglio perché
«suo», fatto da lui e da Antonina. E ha conosciuto tuttavia
anche il male di vivere: ricordiamo così i momenti in cui
emergevano le tensioni, le
fragilità e i suoi perdimenti,
quando neanche la discussione filosofica o la musica amatissima di un organo sembravano restituirgli il senso delle
cose. Ricordare anche questi
momenti ci sembra un modo
per restare fedeli alla sua passione per la verità, quella teologica, filosofica, politica ed
esistenziale, che perseguiva
sempre, anche con humor e
Chiesa battista di Gioia del Colle
Riflettiamo insieme
sul debito internazionale]
MARIA SECCI ARCIDIACONO
A comunità battista di
(Gioia del Colle recente
mente ha vissuto momenti
importanti di testimonianza
evangelica, dando luogo a varie iniziative locali. Con una
lettera indirizzata aH’amministrazione comunale, la comunità ha sensibilizzato l’opinione pubblica sul tema
della cancellazione del debito internazionale dei paesi
poveri e, grazie all’assessorato ai Servizi sociali, sono stati
coinvolte in queste iniziative
diverse forze laiche, democratiche e associazioni (Cgil,
Associazione città nuova.
Amici della musica. Confraternita della misericordia,
parrocchia Sacro Cuore, parrocchia Immacolata di Lourdes, Lions club). Con il patrocinio del Comune lo scorso 9
luglio nella piazza principale
di Gioia è stata organizzata
un’intera giornata di sensibilizzazione per una nuova politica mondiale sul tema del
debito dei paesi poveri, con
una mostra fotografica, l’esposizione di prodotti alternativi del commercio equo e
solidale, informazione sulla
banca etica, e con presenza
di stand di raccolta firme, seguita da una conferenza sul
tema della cancellazione del
debito internazionale e la
piazza. Non è mancai
predicazione della parif
Dio e testimonianze di|
di diversi membri del g
musicale e della nostij
munità. Per l’occasionel
to allestito di nuovo un|
lo per la raccolta di fli®|
«Jubilee 2000».
Un’altra evangeli!
seguita per quattro i
nella prima settimanali
tembre. Un gruppo di
telli e sorelle provenienP*'''elli lu
Thrapston, ManchestereJ
la Scozia, e con la preseli
Michela Piccolo di Atena
cana, coadiuvati dal pa*'
David Mac Parlane, htf ■■
organizzato queste sera V. J
evangelizzazione per la*)
de di Gioia del Colle a
zando immagini, la pj*®'/
teatro, i pupazzi, i
prestigio, la ventriloquia'
merosi adulti e bambini ;
no assistito incantali e^
tato con attenzione i m
gi biblici attraverso <1
combinazioni creative.
Sono state giornate i
e incoraggianti per la ^
piccola comunità cna'i
consapevole del |J
testo di Gioia ^ J
concentrato i suoi sto i
questa evangelizpzio |
lizzando metodi
creativi per portare co J
vialità e freschezza il ®
gio di salvezza.
giustizia economica.
Il caldo dell’estate non ha
fermato la comunità che dal
14 al 16 luglio ha ospitato un
gruppo musicale rock jazz,
«Piarne», formato da 7 giovani di diverse denominazioni
evangeliche che hanno suonato e cantato la loro fede
per tre serate consecutive in
ulto
interno
estero
sostenitore
abbonamenti i
L. 2®!
9
7 OTTOBii^ 27 OTTOBRE 2000
Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
anni Riprende le attività la Federazione delle chiese evangeliche apulo-lucane
nani. Tra «Storici» e «evangelicali»
iniu
AGENDA
27 ottobre
lo Federazione è una struttura a cui compete un ruolo di promozione di iniziative e di
dialogo tra le varie anime del protestantesimo. Attenzione per i problemi della scuola
fUnitr.
piissimo t
^ori
ontraddiFponlena rinnovata, do'‘""troladto periodo di stasi e crisi
®ar^^tìva, per svolgere il
lasi^tradizionale di pro‘ grande t^one di iniziative negli
ma anctieujiti istituzionali e di certo criticoja tra chiese «storiche» e
di e polititì^elicali»entro ai Se dunque in campo,
ha molto^ la guida del suo energi'rto,sièsSsidente Giovanni Mala anche s^co, persone e attività
issuto unang 5 commissioni in cui
'ri dai caCnove tradizionalmente
aereotipofeQjti chiesa-stato, teolod’un pezffli; cultura, rifugiati e miazioni pro^jj^j^ scuole domenicali,
Tdinateemone sociale, a cui si aggiunmte in uni un gruppo di lavoro Fdei
icità chegigdato a Maria Secci e Piideltà radinccia Mariani) e punta su
e lo aveviig rinnovata attenzione al
magiovin^udo giovanile che appare
le è checiiarticolato e disperso dopo
lo stesso nugnir meno di una struttura
^po incoMonale Fgei. Se ne farà prosi aU’imprijJtore il pastore valdese Luirso neOa^Anziani (Cérignola) a cui
punta dipi^ie confermata, nella genei. sorridente soddisfazione per il lavoche lo caiiiisvolto, la guida della Comttanto all'teione delle scuole domenziosameiÉali. Valerio Bernardi (Gru1 fare rui idp________________________________
Un momento dell’Assemblea-Sinodo dello scorso agosto
(foto P. Romeo)
mo), pastore della chiesa di
Cristo e presidente del Consiglio pastorale di Bari, un organismo che riunisce i conduttori di una decina di comunità del territorio, al quale si
farà riferimento come ad un
esempio di incontro e lavoro
tra evangelici di diversa tradizione, cura per la Commissione cultura un convegno sulla
bioetica previsto per l’B di
cembre a Bari. Chi scrive, responsabile della Commissione chiesa-stato, svilupperà
una sensibilizzazione tra le
comunità della regione sui temi della parità scolastica,
dell’ora di religione, dei riti
cattolici nella scuola ecc., anche incoraggiando l’iscrizione
di singoli e comunità all’Associazione «31 ottobre per una
scuola laica e pluralista» e
diffondendone la conoscenza
degli scopi e delle iniziative.
Si è anche ravvisata l’opportunità di rilanciare la presenza evangelica nell’ambito
politico-sociale, rivitalizzando la commissione istituita
su tale materia e affidandola
alla guida di Marisa Mastrototaro (Corato). La ripresa
degli incontri pastorali, dopo
una prolungata interruzione,
dovrà favorire, oltre che una
crescita teologica comune,
anche e soprattutto occasioni
di collaborazione territoriale
tra chiese di diversa denominazione, alla luce di quanto
deliberato nelle AssembleeSinodi degli ultimi anni.
Visite alle comunità, in primo luogo alle più tiepide nei
confronti dello spirito federativo, e la pubblicazione di un
notiziario quadrimestrale saranno gli strumenti di una
rinnovata volontà unitaria
degli evangelici pugliesi e lucani, soprattutto di fronte ai
segni preoccupanti di un ritorno dell’integralismo cattolico (Ratzinger, Biffi ecc.) e di
una conseguente difficoltà
del cammino ecumenico, che
peraltro resta un obiettivo da
perseguire in obbedienza al
comandamento di Gesù.
MANTOVA — Alle 21, nella chiesa di Santa Maria del Gradare, gli allievi del Conservatorio «L. Campiani» eseguono la
«Passione secondo Giovanni» di J. S. Bach.
BERGAMO — Alle ore 17,30, al Centro culturale protestante
(via Tasso 55), per il ciclo sulla «Spiritualità del nostro tempo», Giampiero Comolli parla sul tema; «I nuovi movimenti
spirituali: lo scenario».
SONDRIO — Alle 21, al Centro evangelico di cultura, il professor Mario Declich e il pastore Alfredo Berlendis dialogano
sul tema: «Fede, miracoli, guarigioni».
GENOVA — Alle 17, nella sala della Biblioteca universitaria
(V. Balbi 3), il Centro culturale valdese e la Fondazione «Mario Novaro» organizzano un incontro sul tema: «Incontrare
l’altro; la difficoltà di comunicare nella Babele dei linguaggi».
Intervengono Adriano Bertolini, Maria Novaro, Marco Sciaccaluga, Rina Lidia Caponetto, autrice del libro «I miei confini
erano altrove» che sarà presentato nel corso dell’incontro.
27-29 ottobre
CASORATE PRIMO (Mi) — A partire dalle 20,30 del venerdì,
alla chiesa battista, si tiene un seminario su: «Evangelizzazione e rapporti interpersonali» a cura del past. C. Bianchi.
28 ottobre
così chfilni“
■e, cheL'i."
il dolore r
a susd1..'i
testimonlii". ■
ippassioni :
la memoii
Al Centro sociale di Cinisello Balsamo
Un'iniziativa ecumenica
per proporre la verità
MILANO — Alle 17, nella sala attigua alla libreria Claudiana
(V. Sforza 12/a), il Centro culturale protestante organizza una
conferenza del prof. Emidio Campi su: «Pietro Martire Vermigli (1499-1562): influenze europee di un riformatore italiano».
MILANO — Con orario 10-12,30 e 14,15-16,30, nella sala della
libreria Claudiana, il past. Fulvio Ferrario conduce la prima
di tre giornate teologiche sul tema: «“Vorrei imparare a credere”: la teologia di Dietrich Bonhoeffer». Il ciclo, di cui il primo argomento è «Grazia a caro prezzo; il tema del discepolato», costituisce credito didattico per gli studenti del Corso a
distanza della Facoltà valdese di Teologia.
bari — Nella chiesa valdese (corso Vittorio Emanuele II
138), alle ore 18, il past. Lorenzo Scornaienchi tiene una conferenza sul tema: «Nikolaus Ludwig, Graf von Zinzendorf:
nuova prassi di vita cristiana e “pietà del cuore”».
29 ottobre
BRESCIA —Alle ore 15, nel tempio valdese (via Dei Mille 4),
si tiene, in occasione della Domenica della Riforma, una tavola rotonda sul tema: «Perché l’Italia ha bisogno del protestantesimo?». Intervengono i pastori Salvatore Ricciardi, Lidia Maggi e Gianmaria Grimaldi.
3 novembre
ERICNOFFKE
manca
ella paio'
ianze di
Ili del
la nosti
casione
rovo un
a di fimi'
jelizzaziifl
altro giij
imana dii
3po di 18* _ -------------—
oveniei>i'*’'''®'ll lungo le strade di Cinisello
chestereL
Nonostante le bombe
antiecumeniche sganciali- negli ultimi mesi dal Vaticano. a Cinisello abbiamo pollilo constatare che, perfino
nell'anno del giubileo, è possibile trovare il terreno comune per un importante evento
ecumenico. Proprio per diinosirare che è possibile, anzi
bisogna, fare ecumenismo alla base nonostante i vertici, a
(.inisello Balsamo il Centro
culi tirale evangelico «Jacopo
1 oinbardini», la chiesa cristiana evangelica (area Fratellij, la chiesa copta e le parrocchie cattoliche si sono unite
in un’iniziativa evangelistica
comune. Di fronte al mondo
secolarizzato abbiamo voluto
affermare il fondamento della
nostra fede; di fronte al giubi
apreseiw'
di Alenai
i dal pas»
lane, haf
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e per la f
Colle é
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riloquiaf
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Per godersi i privilegi della terza età
^^Mio padre è andato a
vivere da solo 99
Quando mio padre mi ha detto: "il desiderio di
indipendenza non va in pensione", io gli ho
proposto una soluzione residenziale.
Lui cercava un posto tranquillo, immerso nel verde,
io gli ho trovato una bella villa confortevole,
con un grande parco, facilmente ra^ungibile
daUa città.
Lui voleva mantenere la libertà delle sue abitudini e,
io ho provveduto ad assicurargli anche un servizio
qualificato e un'assistenza continua.
Insieme abbiamo scelto La Residenza e siamo
felici di stare così bene insieme ogni volta che ci
vediamo.
leo vaticano abbiamo voluto
ricondurre il pubblico a Cristo e lo abbiamo fatto in maniera volutamente provocatoria, utilizzando il linguaggio
della pubblicità: lungo quattro arterie stradali, normalmente congestionate dal traffico, sono state affisse per tutto il mese di ottobre otto serie
di quattro grossi pannelli che
rivelano gradualmente una
classica «immagine» di Gesù,
che solo alla fine appare completamente. Ogni pannello è
accompagnato da una domanda; «Che cos’è la verità?»;
«Dov’è tuo fratello?»; «Chi stai
cercando?»; «Chi sono io per
te?». Nella parte inferiore di
ogni cartellone una Bibbia
aperta con la scritta «Credete
al Vangelo». Per chiarire ulteriormente l’iniziativa, in città
saranno distribuiti dei volantini che riportano i pannelli e
li accompagnano con citazioni bibliche che contestualizzano le quattro domande.
Un’iniziativa con i suoi limiti, certo, alla quale ogni
chiesa ha partecipato con degli obiettivi e delle motivazioni sicuramente molto diverse... Un’iniziativa comunque
molto interessante, perché è
raro che le chiese cristiane di
una città facciano evangelizzazione insieme. Quale sarà
l’effettivo esito di questa
operazione è difficile da immaginare; per ora restano
questi pannelli, che cercano
di offrirsi come spunto di riflessione per l’ampio pubblico delle strade cittadine. Solo
fra qualche mese saremo in
grado di capire se ci saranno
stati dei riscontri.
UDINE — Alle ore 18, nella sala della chiesa metodista (piazza D’Annunzio 9), il past. Giorgio Bouchard parla sul tema:
«Protestanti e libertà, tra fascismo e Resistenza».
6 novembre
MESSINA — Alle 18,30, nella sala della chiesa valdese, si tiene una conferenza sul tema; «Bach, il quinto evangelista?
Teologia con il pentagramma alla gloria di Dio».
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
CENTRO PER LA
FORMAZIONE DIACONALE
«GIUSEPPE COMANDI»
FIRENZE
Inaugurazione anno accademico 2000-2001
domenica 5 novembre 2000
ore 10,30 culto con le chiese evangeliche di Firenze nella
chiesa battista. Borgo Ognissanti, 6
ore 13 agape al Gould
ore 15
tavola rotonda sul tema;
Diaconia, complessità e società in trasformazione.
Interventi dei rappresentanti delle opere di Firenze e conclusioni di Gabriele De Cecco.
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10
PAG. 10 RIFORMA
Vita Delle Chiese
venerdì 2^qb,^ VENER
•^'Uirotof.
Finora il 2000 è stato un anno significativo per la nascente comunità di Olbia
La vocazione di una piccola chiesa
MARIALUISA MOLLICA
I ER la nascente e piccola
chiesa di Olbia l’anno
2000 è stato caratterizzato da
importanti avvenimenti. Prima, a marzo, è nato Oscar, il
bellissimo primogenito di Elda e Emilio, che fin dai primi
giorni è stato presente ai culti
anche partecipando ai canti
comunitari con la sua scjuillante vocina. Tra i mesi di luglio e agosto siamo stati allietati dalla presenza di Antonella e Ivano De Gasperis, coppia
di studenti di teologia (IV anno), che hanno svolto una
preziosa cura pastorale. Superando non poche difficoltà e
con grande spirito di adattamento, essi hanno alloggiato
nel retro della saletta di culto,
e con intraprendenza hanno
supplito all’assenza dell’auto
nello spostamento per le visi
te. Molto interessanti sono
stati i loro studi biblici del venerdì sera: con disegni e tabelle esemplificative hanno
coinvolto tutti i presenti,
compresi i bambini.
L’attenzione per i piccoli
l’abbiamo sentita anche durante i culti: sempre prima di
iniziare il sermone c’era lo
«spazio» a loro dedicato con il
messaggio figurato e rappresentato con la loro partecipazione. L’amore che Cristo ha
avuto per l’umanità e i principi su cui si basa, l’amore per il
prossimo, è stato espresso
con messaggi di tolleranza, di
accoglienza, di perdono, di
umiltà: esempi che hanno
raggiunto con semplicità non
solo il cuore dei bambini ma
anche di tutti i presenti.
È stato un periodo di intensa attività, non solo strettamente teologica, ma anche di
I Chiesa valdese di Orsara di Puglia
Cento anni di presenza
GIUSEPPE MAROTTOLI
IN occasione della chiusura
del centesimo anniversario
dalla fondazione della Chiesa
valdese di Orsara di Puglia, il
14 ottobre si è avuta una conferenza del prof. Paolo Ricca
della Facoltà valdese di teologia sul tema «I valdesi in un
mondo cattolico». Dopo l’introduzione di Patrizia Pascalis, pastora della comunità
orsarese e di quella di Foggia, Ricca ha affermato che
essere valdese non è solo
frutto di una tradizione, ma il
risultato di una scelta consapevole, di una passione, tanto da definire il valdese come
«un patito di Dio».
Ma ciò che più caratterizza
i seguaci di Valdo, secondo il
docente, è proprio la determinazione con cui hanno saputo sia rinunciare a una vita
conformata alla maggioranza
cattolica che continuare a vivere in una regione^ le valli
valdesi, che avrebbe costituito per loro una sicurezza, allo
scopo di offrire la loro testimonianza del Vangelo alla
gente. Una testimonianza.
quella valdese, ancora più
preziosa perché continua e
duratura, sebbene coloro che
sono stati gli anticipatori della riforma siano oggi relegati
a «una minoranza all’interno
della minoranza evangehca»,
il che dimostra la perseveranza e tenacia dei valdesi stessi.
I partecipanti a questa conferenza, tra cui membri della
chiesa di Orsara, di Foggia, e
anche di Torre Pellice, di Livorno, della chiesa di Göppingen, e alcuni membri delTEsercito della Salvezza di Ariano Irpino e diversi cittadini
orsarési, sono stati invitati nei
locali della chiesa valdese per
il culto di domenica 15 ottobre, nel corso del quale, oltre
al sermone del prof. Ricca su
Isaia 49: 1-6, si sono avute la
confermazione di Concetta
Melchiorre e di Bartolo Cibelli. I due confermati hanno
presentato come dichiarazione di fede, rispettivamente,
un estratto da «La Prière» di
Karl Barth e la dichiarazione
della teologa Dorothee Solle
«Voglio credere». La giornata
si è conclusa con un’agape
nei locali adiacenti la chiesa.
Volete un omaggio?
OFFERTE SIE
Il Sie distribuisce in omaggio il n. 1 e il n. 2 della Rivista La
scuola domenicale e il materiale didattico Lavoriamo con
gioia per i piccoli. La Bibbia racconta per i medi e La Bibbia
ci parla per i grandi del ciclo precedente dall’anno ’95-96
all’anno ’98-99. Si chiede solo un contributo di lire 5.000 per
le spese di spedizione che potrà essere pagato con il ccp accluso al pacco. Le sequenze relative a questi anni sono.
Anno ’95-96: Schiavi in Egitto. Liberi. Chi è costui.
Anno ’96-97: Verso Gerusalemme. Gesù racconta. Gesù nasce. Giosuè. Al tempo dei giudici. Samuele.
Anno ’97-98: Saul e Davide. Salomone. Morte e risurrezione.
Anno ’98-99: Testimoni nel mondo. Elia e Eliseo. Geremia.
Daniele? Ritorno dall’esilio.
Inoltre il SIE offre Con e senza frontiere, un progetto comune dei paesi della Cepple per bambini, adolescenti e famiglie, che comprende un calendario perpetuo con dodici
testi biblici brevemente commentati e dodici vignette, un
fascicolo con note bibliche e piste pedagogiche e una cassetta di canti dei vari paesi europei di lingua latina, scontato del 50% a lire 15.000.
Il libro II lungo cammino del popolo di Cristo, una sintesi
storica di Ugo Gastaldi del cristianesimo occidentale con
particolare riferimento al protestantesimo, a lire 10.000,
scontato del 30%.
Scrivere al: Servizio istruzione educazione, via Porro
Lambertenghi 28, 20159 Milano, oppure telefonare al n. 0269000883 o mandare un fax allo 02-6682645 o una e-mail
alTindirizzo sie.fcei@iol.it.
incontri fraterni e agapi nelle
case dei fratelli a cui spesso
hanno partecipato amici e
conoscenti. Durante questi
incontri si sono espresse speranze, timori, perplessità
sull’attività futura della chiesa che spesso si sente isolata
dal mondo protestante non
solo perché è nell’isola sarda,
ma soprattutto perché i pastori distano più di 300 km, e
la loro presenza è assicurata
solo una volta al mese. I diaconi, a cui è affidata la predicazione domenicale, si sentono a volte «autodidatti», ma
sono stati rinfrancati dalla
presenza di Antonella e Ivano, da cui hanno ricevuto parole di incoraggiamento e di
esortazione a proseguire
nell’opera del Signore.
Domenica 6 agosto abbiamo avuto anche la gioia di
avere tra noi il pastore Euge
nio Bernardini. L’edificante
predicazione ha ampliato e
radicato le nostre convinzioni sul perché siamo protestanti, fornendo valide e apprezzate risposte ad alcuni
interrogativi personali. Al
culto è seguita un’agape fraterna al termine della quale
abbiamo a lungo conversato
sulle situazioni delle nostre
chiese e del mondo protestante in generale. Anche in
questa occasione la comunità ha assaporato la gioia
dell’ospitalità, potendo ascoltare la profonda predicazione del direttore del npstro
giornale. Di questo e di tutte
le benedizioni che scendono
sulla piccola ma fervente
chiesa di Olbia ringraziamo il
Signore e lo invochiamo perché ci guidi con il suo Spirito
per perseguire non la nostra,
ma la sua volontà.
L'incontro del 6 agosto a Olbia
Le chiese battiste della Liguria si incontrano ad Albisola
Il coraggio di andare a evangelizzare
In ottemperanza a quanto
stabilito dal Coordinamento
delle chiese battiste della Liguria, ora trasformato in Associazione regionale battista,
in cui si raccomandava di organizzare incontri con le piccole comunità, si è svolto un
primo incontro ad Albisola,
domenica 15 ottobre, a cui
hanno partecipato diverse
comunità e in particolar modo la Chiesa ispanoamericana di Genova che, con il suo
gruppo musicale «Maratanà», ha presentato durante il
culto presieduto dal fratello
Massimo Toracca, presidente dell’Associazione ligure,
alcuni canti in spagnolo. Il
pastore Erminio Podestà nella predicazione ha preso lo
spunto dal brano di Matteo
28,19 («Andate dunque...») in
cui Gesù invita i discepoli ad
andare ad annunziare la Buona Notizia. Il predicatore ha
sottolineato il fatto che quella parola «dunque» c’è perché Gesù è risorto. In forza
della risurrezione di Cristo
ancora noi oggi dobbiamo
avere il coraggio di andare a
evangelizzare, senza aspettare che la gente venga, perché
questo è il mandato che ciascun credente deve mettere
in pratica.
Al termine del culto il pastore Podestà ha tenuto una
conferenza sul tema : «Dire la
salvezza agli uomini e alle
donne del nostro tempo».
Partendo dal documento approvato all’Assemhlea-Sinodo
di Torre Pellice, in cui si dice
che «l’Evangelizzazione è la
prospettiva di apertura verso
la società, non per presentare
noi stessi, ma la persona di
Cristo», il relatore ha indicato
i quattro livelli su cui dovrebbe muoversi l’evangelizzazione applicandoli a un suo esempio personale. In una
mattina di pioggia si è recato
a Sanremo per il culto e siccome c’era tempo è entrato in
un bar dove erano parecchi
giovani. Per iniziare il discorso ha chiesto se sapevano indicargli dov’era la chiesa valdese (primo livello, superficiale). Essi hanno risposto che
era vicinissima. Un giovane
ha chiesto se egli fosse valdese: si è iniziato così il discorso
sulla distinzione fra valdesi e
battisti (secondo livello: opinioni sui protestanti).
Fin qui il discorso è stato
facile. Si trattava ora di superare la soglia della vulnerabilità. A questo punto il discor
so è slittato sulla salvezza per
grazia che è stato recepito
molto hene (terzo livello: le
emozioni). Un giovane ha
detto che come si apre la Bibbia si trova sempre una frase
interessante. Il pastore ha
aperto la Bibbia a caso ed è
uscito Giovanni 3,16: «Dio ha
tanto amato il mondo da
mandare il suo Figliolo affinché chiunque crede abbia la
vita». A questo punto si è raggiunto il quarto livello, quello
della spiritualità, perché i
giovani si sono commossi
avendo saputo che la salvezza è per chiunque crede.
Al termine dell’incontro il
pastore Michele Foligno, che
cura questa piccola comunità, ha ringraziato i presenti
per la testimonianza e l’incoraggiamento che è stato offerto a questo piccolo gruppo.
Lavori aH’Assemblea-Sinodo di agosto
(foto P. Romeo)
S Alla Chiesa valdese di Caltanissetta e Riesi
Insediato il pastore Ulrich Eckert
FRANCESCO SCUDERI
Molte presenze per Tinsediamento del pastore
Ulrich Eckert a Caltanissetta e
Riesi, avvenuto l’8 ottobre
scorso. Ai due culti, presieduti
dal sovrintendente del 16“ circuito pastore Italo Pons, hanno infatti assistito vari rappresentanti di istituzioni religiose
e autorità cittadine. A Calta
abbonamenti
interno L. 10.000
estero L. 20.000
sostenitore L. 20.000
nissetta erano presenti don
Calogero Milazzo, responsabile locale per l’ecumenismo,
e i pastori evangelici Andrea
Ferrari e Nazzareno Ulfo, responsabili delle «Edizioni A e
il», casa editrice recentemente trasferitasi da Roma a Caltanissetta. Nella chiesa di Riesi, inoltre, dove era presente il
sindaco insieme ad altre autorità, è avvenuta anche la presentazione della pastora Eliana Briante quale nuova direttrice del Servizio cristiano. Il
sermone, su Giovanni 15,16, è
stato condotto da entrambi a
Riesi e dal solo pastore Eckert
a Caltanissetta.
L’avvenimento si è concluso con un’agape al Servizio
cristiano, seguita da un momento musicale curato da
Davide L’Abbate e Marta Mar
zioli. Al termine, molti hanno
voluto dare ai due un saluto
di benvenuto; tra questi ricordiamo don Angelo Grasso,
don Vincenzo Andronaco, vicario foraneo per Riesi, il sindaco di Riesi prof. Giuseppe
Micciché, e il presidente del
Consiglio comunale Antonio
Di Legami, Bianka Kathmann,
rappresentante di amici e comunità bavaresi, Rosalba Fortuna e Renato Salvaggio delle
chiese valdesi di Pachino e
Palermo via Spezio. Sono
inoltre giunti messaggi da
Lentini, Siracusa, Trapani e
Marsala. Un augurio di buon
lavoro a Ellana Briante, nel
suo difficile compito di dirigere quest’opera, e ad Ulrich,
che oltre alle chiese valdesi di
Riesi e Caltanissetta curerà
anche la diaspora di Alimena.
Milano
Suoniamo
la Bibbia
GRAZIELLA CANDOIH
Si è svolto all’insepai,'
musica il tradizioi
convegno monitori bmvi
Lombardia organizzato è
circuito e dall’Assodaà
delle chiese battiste loi
de (Aceblom) il 23 setta
a Milano nella chiesa ma
sta. Animatori dell’incoi
sono stati due persone a
d’entusiasmo e ditali
musicale: Anna Maria la
di e Simone Fuligno.
L’incontro, aperlosii
una meditazione biblic
iniziato con la presentai
di alcune tecniche di ad
zione musicale. I moni
più di una ventina, sii
suddivisi in due gruppi»
scopo di rappresenta»
scuno un testo biblico i|
cando le tecniche app®
brani scelti erano quel
due sezioni del progtai
Sie di quest’anno, unoi
l’Antico e uno del Nuo«
stamento: Il buon saim
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dal gruppo guidato da*
Maria Lorandi, e Sani!
(Genesi 16, 1-18.15) daf
di Simone Fuligno. In#
boratorio il lavoro è i®
con l’analisi del testoei^
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dei personaggi:
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OTTOBlit venerdì 27 OTTOBRE 2000
PAG. Il RIFORMA
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IGANDOIK
LA SAGGEZZA DELLA
COSTITUZIONE
PIERA ECIDI
Qual è la vera posta in gioco della «Dominus Jesus»?
Scontro airinterno della chiesa
La Dichiarazione di Ratzinger è un «documento intórno» rivolto
contro chi vuole un nuovo Concilio e una chiesa di tipo sinodale
Se c’è una soglia oltre la quale
non è possibile andare, perché
uscita dal terribile bagno di sangue della II guerra mondiale, dai
lager nazisti, dallo sterminio di
6 milioni di ebrei, questa è la soglia dell’antifascismo e della Resistenza, tracciata come un cerchio di fuoco davanti a noi. Questo è stato il prezzo della libertà
¡1 «patto» alla base della Costituzione in Italia e Germania,
paesi dominati per decenni dalle
dittature nazifasciste. Quei cittadini che, come molti «moderati»
italiani si allearono nei primi
anni 20 con i primi fascisti, illudendosi che fossero «addomesticabili» alle regole della democrazia, compirono un tragico errore, e furono
storicamente e
moralmente responsabili di a
Il sistema
proporzionale è più
mo, invece che detentori di
identità e di libere scelte, di diritti come di doveri.
Noi non siamo un popolo
pragmatico, come gli anglosassoni, noi siamo un popolo in cui
i singoli filoni di pensiero hanno
forti radici culturali, illustrate
da tanti grandi pensatori nei secoli. Ed è proprio su questi filoni, di grande nobiltà nelle loro
differenze e non certamente incompatibili, a seconda che si accentui un termine dei binomi libertà-giustizia, fede-laicità, autorità-partecipazione (tanto per
dirne alcuni), che si formano le
strutture e i programmi dei partiti politici, che giustamente i
nostri padri e madri costituenti
hanno messo alla
base del fiorire di
una nuova convivenza civile, do
ver consegnato adatto per l'Italia, va p“ gu ^«1
in breve il paese la dittatura e del
solo corretto in nome guerra. Se non
c’è la garanzia di
della governabilità questa pluralità e
coralità, gli schieramenti si appiat
alla dittatura.
Siamo di nuovo a una svolta
della storia: forze ringhiose di ..............
violenza, di intolleranza, razzismo, xenofobia, idolatria del
dio-mercato, del mercimonio,
della sopraffazione si stanno
minacciosamente coagulando. I
cristiani non possono tacere.
Viviamo anni difficili. In Italia
abbiamo assistito, da Tangentopoli in poi, all’esplosione del
vecchio sistema dei partiti, e di
tutto l’insieme di equilibri e alleanze che dalla guerra fredda ci
avevano governati. L’effetto è
stato un rimescolamento politico non da poco, di cui il maggioritario si è fatto interprete, contribuendo a un certo ricambio
dèlia classe politica, e, con le
nuove leggi elettorali, all’emergere a livello locale di nuovi snidaci e amministratori, che hanno tenuto insieme il tessuto democratico del paese.
Ma il maggioritario non garantisce una reale partecipazione dei cittadini, appiattendo le
visioni e le proposte politiche al
minimo común denominatore e
allontanando una gran fetta di
elettorato nell’astensione e nel
voto di protesta. L’efficacia del
proporzionale consiste invece
nel permettere la differenziazione delle opinioni, restituendo la
voglia di battersi per le idee e i
programmi. Nel nostro paese il
maggioritario genera una palude utile solo alla politica del business e alla compravendita dei
voti e dei favori, favorendo la
tentazione trasformistica in cui
i cittadini diventano oscuramente «gente» dal volto anoni
tiscono alla logica delle maggioranze, rischiando di diventare in
breve solo coacervi di interessi e
«lobbies» che possono entusia
smare solo chi ha le «mani in pasta». E poi, un mondo diviso in
due non ci piace: per evitare di
sbranarci, nella stessa famiglia,
tra gli stessi amici, va a finire
che si parla del bel tempo o del
brutto, e questo non è un bel segno per la democrazia.
Andremo a elezioni difficili in
un clima difficile. Ma già ci sono
segnali che, nella forma primigenia di fondazioni o associazioni, i partiti politici, nei loro
singoli filoni di pensiero ineli
minabili, stanno riaggregandosi
e rifondandosi, come piante vigorose dalle antiche radici che è
impossibile sradicare. Il sistema
proporzionale è stato pensato
nei paesi come Italia e Germania reduci dal passato oscuro
delle dittature nazifasciste, perché solo una radicale democrazia che spinge al confronto e alla
partecipazione, che aguzza i cer
velli ed educa alla libertà di opinione e di scelta è un sicuro antidoto al loro risorgere. Torniamo al più presto allo spirito della nostra saggia Costituzione
magari con qualche semplice
correzione, come una piccola
soglia di sbarramento, che eviti
il frastagliarsi del nostro individualismo e garantisca la governabilità. E facciamolo in modo
unitario, per il bene comune,
con un grande arco di forze democratiche, come allora.
1^ Eco kmEsi
redazione centrale TORINO:
ViaS. PioV, 15-10125 Torino, tei. 011/655278-lax
011/657542 e-mail: redazeri1orma.it;
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Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan (coordinatore de L ece delle valh)
Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Averiiino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrano, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Carmelina Maurizio, Luca ftegro, Luisa
Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
revisione EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovi - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. -via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
ABBONAMENTI sul c c p. n. 14548101 - intestato: Edizioni Protestanti (vedi sopra)
- ordinario: L. 110.000; ridotto; L. 85.000; semestrale: L. 58.000;
O sostenitore: L. 200.000. ■_____________________^___________
Estero ordinario: L. 175.000; v. aerea. L. 200.000; semestraie: L. 90.000;
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Tariffe Inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x38 mm, Riforma - 37x45 mm, L Eco deHe
valli valdesi) £ 30.000. Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L’Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L’Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6dicembre1999).
Il numero 40 del 20 ottobre 2000 è stato spedito dall'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 18 ottobre 2000.
1998
Associato alla
Unione stampa
periodica Italiana
GIOVANNI SARUBBI
Qual è la vera posta in
gioco della Dichiarazione
Dominus Jesus, resa nota dalla Congregazione della dottrina della fede (Cdf) del cardinale Ratzinger? Molti, comprensibilmente, si sono fermati a leggere il documento
principale, trascurando gli altri documenti a esso collegati
e che sono le dichiarazioni
rese nella conferenza stampa
di presentazione dallo stesso
cardinale Ratzinger e da altri
due prelati che hanno chiarito lo scopo e il contenuto della dichiarazione stessa. «L’assenso richiesto quindi ai fedeli è di tipo definitivo e irrevocabile». Così si è espresso
mons. Bertone, segretario
della Cdf, nell’intervento che
ha spiegato il «genere letterario della dichiarazione» che
risulta essere così una sentenza senza possibilità di appello per chi è cattolico.
Vista da tale angolo visuale, la dichiarazione è dunque
un «documento interno» rivolto contro chi, nella Chiesa
cattolica romana, vuole una
chiesa di tipo sinodale o che
richiede la convocazione di
un nuovo Concilio per andare oltre a quanto realizzato in
trentacinque anni di applicazione del Vaticano II. La Dichiarazione, per il suo Ccirattere di sentenza legale, tende
a «iconizzare» il Vaticano II, a
congelare il suo spirito, trasformando in un passo indietro quello che 35 anni fa
fu un passo avanti di portata
epocale.
Il Concilio reinterpretato
In particolare la Dichiarazione sembra essere tesa a
dare una chiave interpretativa rigida al lavoro di studio
sul Vaticano li realizzato nel
mese di febbraio di quest’anno ad opera del Comitato per
il Giubileo del 2000. Lavoro
che vide impegnati, in un
convegno internazionale, decine di studiosi provenienti
da tutto il mondo. Non credo
sia un caso che la dichiarazione di Ratzinger sia stata
presentata due settimane
prima che il Comitato per il
Giubileo del 2000 presentasse alla stampa il volume II
Concilio Vaticano II, recezione e attualità alla luce del
Giubileo (ed. Paoline) che
raccoglie gli atti di quel convegno. 11 volume, fra l’altro,
contiene un’approfondita
analisi dello stato dei rapporti ecumenici dove tutte le
questioni, anche le più spinose, se abbiamo bene interpretato, sono state poste in
modo aperto o quantomeno
problematico. Non viene na
scosto, ad esempio, che il
problema del primato del
successore di Pietro, citando
Paolo VI e lo stesso Giovanni
Paolo II, è «l’ostacolo più
grande sul cammino dell’ecumenismo» (pag. 373), a cui
è seguita una lunga disquisizione teologica sul concetto
di comunione e sulla interpretazione del termine «subsistir» usato dal Vaticano IL
Nella dichiarazione di Ratzinger il problema del primato è stato invece dato per risolto, una volta per tutte e a
favore della chiesa di Roma.
La corrente non dogmatica
Significativa, ancora, la relazione dal titolo «Una rinnovata comunione delle chiese»
di Vinzenz Pfnur, che traccia
un bilancio del rapporto fra la
Chiesa cattolica e le chiese
evangeliche e luterane, partendo da una dichiarazione di
Ratzinger del 1972 che, dopo
la Dominus Jesus, potrebbe
essere presa quasi come uno
scherzo. Diceva nel 1972 Ratzinger: «Il cattolico non scommette sulla dissoluzione delle
confessioni e il disgregamento di ciò che è ecclesiale nell’ambiente evangelico, ma
spera invece nel rafforzamento della confessione e della
realtà ecclesiale» (pag. 403).
Fra l’altro Pfnur afferma che
«sarebbe opportuno un gesto
simbolico nel quale la Chiesa
cattolica riabiliti la memoria
di Lutero ed entrambe le parti
mostrino le strutture principali di una comune memoria
di Lutero». Addirittura Pfnur
giunge ad affermare che dopo
la firma della «Dichiarazione
congiunta sulla giustificazione, la questione dell’ammissione dei membri delle chiese
luterane all'eucarestia nella
Chiesa cattolica non dovrebbe essere vista soltanto sotto
l’aspetto delle esigenze pastorali ma piuttosto deve cedere
la precedenza alla questione
di una credibile pratica della
celebrazione eucaristica».
Ovviamente queste non sono che analisi parziali che
tuttavia mostrano, inequivocabilmente, che vi è una parte della Chiesa cattolica che
pone le questioni non in modo dogmatico ma in modo
aperto, tutto il contrario di
quanto una dichiarazione di
tipo legale, quale la Dominus
Jesus, mette invece in luce. Se
è vero che la Dominus Jesus
viene fuori dallo scontro fra
le correnti all’interno della
chiesa di Roma, allora è necessario che ci sia un diverso
atteggiamento, in particolare
di tutto il mondo cristiano,
verso una dichiarazione di
una parte che vuole provocare reazioni esterne per otte
nere più facilmente la vittoria
interna. Sebbene sia del tutto
giustificata la protesta (ma
qualcuno è stato anche felice) che si è manifestata fra gli
evangelici, gli ortodossi e gli
ebrei, credo sia un errore cadere nel gioco di prestare il
fianco a chi nella Chiesa cattolica vuole impedire qualsiasi evoluzione ulteriore sulle tracce indicate dal Vaticano IL Nonostante la Cdf sia di
parere contrario, di «definitivo e irrevocabile» c’è solo il
giudizio di Dio e quindi bando al pessimismo perché
all’ecumenismo, come hanno giustamente affermato
Paolo Ricca e Ermanno Genre in una dichiarazione congiunta con alcuni teologi cattolici, non c’è alternativa.
Il legame con la destra
Ma in ballo c’è anche il legame della curia romana con
il mondo politico e con la destra in particolare. All’epoca
del «Gay Pride» fece scalpore
la partecipazione di un prete
cattolico, don Vitaliano della
Sala, al corteo e aLcomizio
degli omosessuali. È passata
sotto silenzio, invece, la partecipazione di molti preti al
contro corteo organizzato in
quella giornata dai gruppi
deU’estrema destra neonazista. Allora in ballo c’è molto
di più che una semplice que
stione di riconoscimento delle chiese evangeliche come
«chiese sorelle» di quella romana. Qui è in ballo il futuro
stesso dell’Italia e dell’Europa
se nella Chiesa cattolica dovesse prevalere il razzismo leghista, che non a caso ha applaudito alle dichiarazioni del
Cardinale Biffi, o le posizioni
del polo berlusconiano, a cui
la maggioranza della curia romana sembra essersi legata a
filo doppio nella speranza di
riuscire a mantenere un prò
prio peso nella società italia
na, peso che va sempre più
diminuendo. In Italia si nasce
cattolici al 90% ma i praticanti sono meno del 10%.
Questa questione, quella
dell’essere i cristiani oramai
una minoranza nella società
italiana, non riguarda però
solo la Chiesa cattolica ma
anche il mondo evangelico.
La realtà del paese è cambiata. Siamo sempre di più una
società multietnica, multirazziale e multireligiosa. La sfida
per i cristiani, qualunque sia
la loro denominazione o confessione, non è quella di contrapporsi alle altre religioni
come vorrebbero Ratzinger e
Biffi, ma è quella di essere capaci di riappropriarsi del loro
spirito originario, del Vangelo del dialogo, del «ogni uomo è mio fratello».
DSole/
Commentari
In un ampio articolo sul
supplemento letterario-culturale della domenica (15
ottobre), il biblista Gianfranco Ravasi rende conto
di tre libri recentemente
pubblicati, di cui due
dell’editrice Claudiana (La
seconda Lettera ai Corinzi,
di Bruno Corsani, e La Lettera di Paolo ai Romani-2<>
voi. di C. E. B. Cranfield) e
uno di Albert Vanhoye, gesuita francese e grande esegeta. Quest’ultimo e Corsani vengono definiti «studiosi che hanno formato generazioni di biblisti, tra i quali
anche chi ora li recensisce».
Sulla Claudiana spicca nelle parole di Ravasi un concetto molto bello: l’editrice
ha per il recensore «un cattdogo molto ricco a cui dovrebbero badcire di più non
solo i credenti ma anche i
cosiddetti “laici”».
LA STAMPA
In nome di Dio
Un articolo di Barbara
Spinelli sulla questione mediorientale e i nuovi fondamentalismi (15 ottobre) cerca di spiegare come gli odi e
i conflitti vengano spesso
agitati «in nome di Dio»: «La
storia e la cultura dell’Europa ci hanno abituati a pensare che le carneficine più
efferate, il culto delle guerre
totali, l’odio dell’altro (...)
siano dovuti alla presunta
eclisse di Dio: Dio è morto e
tutto è permesso, concludono i nichilisti, annunciando
nuove stagioni di libertà
umana illimitata, non più
presidiata da leggi trascendenti. Ma in questi giorni è
assai diverso lo scenario in
cui si assiste in Medio
Oriente. Si combatte e si
scatenano odi irrefrenabili
non già perché Dio è stato
sepolto, ma perché è considerato più che mai presente, attivo nella storia e nella
politica. Ogni pietra del
Monte dei Templi, o spianata delle moschee, serba il ricordo vivissimo del suo passaggio (...). Tutti e tre i monoteismi hanno una simbolica narrazione, connessa
alla geografia di Gerusalemme e del Monte dei Templi».
La conclusione è triste ma
realistica: «Uno degli elementi che hanno generato
le brutalità delle ultime settimane è la sovranità, non
già amministrativa ma teologica, su quelle pietre trasformate in idoli pagani».
T mplorate pace per Gerusalemme: vivano in
pace coloro che ti amano; sia
pace nelle tue mura». Questa
invocazione appassionata del
salmista, scritta quasi 2.500
anni fa e ripetuta ancora oggi
a ogni sorger dell’alba dagli
ebrei askenaziti, è di una
sconvolgente attualità. Abbiamo seguito i recenti avvenimenti nel Medio Oriente: la
rivolta dei palestinesi e le dure reazioni dei soldati israeliani. Una storia che si ripete
da anni. Solo che questa volta a gettare le pietre non sono
stati soltanto i palestinesi di
Arafat, che vivono nei territori liberi, ma anche gli arabi
israeliani, ossia quei palestinesi che da 50 anni vivono
nei villaggi e nelle città israeliane, e sono a tutti gli effetti
cittadini israeliani, anche se
non ebrei. Sono 1 milione
200.000, sempre finora fedeli
j)9j' (jii/BiiianüM, j
PIERO bensì
allo Stato d’Israele. Ora però
si sono stancati di essere trattati come cittadini di rango
inferiore, con paghe inferiori,
umiliati da continui controlli.
«Da oggi - scrive un docente dell’Università di Israele nessun ebreo può essere al sicuro di non venire ammazzato da un arabo. E nessun arabo può girare senza temere di
essere ucciso da un ebreo».
Un’avversione insopprimibile, alimentata, purtroppo, dagli estremisti religiosi di en
trambe le parti, fondamentalisti ebrei e arabi che si richiamano tutti al padre Abramo.
Un odio che non si placherà
certo con la dichiarazione
scritta dal presidente Clinton
all’incontro di Sharm-el-Sheik
di pochi giorni fa.
Il cuore del problema irrisolto rimane Gerusalemme.
Ammesso che per qualche
tempo la rivolta si calmi, se
non si risolve il problema di
Gerusalemme ci sarà la guerra che coinvolgerà molti pae
si. Gerusalemme: città unica
al mondo, punto d’incontro
di grandi civiltà, tanto amata
da ebrei, cristiani e musulmani, preda agognata dei
grandi conquistatori della
storia, attuale capitale di
Israele ma reclamata, tilmeno
in parte, dai palestinesi. Noi
discepoli di colui che proprio
a Gerusalemme ha dato la
sua vita per il mondo, non
possiamo fare altro che dare
ascolto, come chiese, alla
esortazione del profeta Isaia:
«Voi che destate il ricorso del
Signore: non abbiate requie e
non date requie a lui, finché
non abbia ristabilito Gerusalemme e ne abbia fatto la lode in tutta la terra».
(Rubrica «Un fatto, un commento» della trasmissione di Radiouno «Culto evangelico» curata
dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia andata in
onda domenica 22 ottobre)
12
PAG. 12 RIFORMA
VENERDÌ 27 OTTOBRE 2000
VENER
Le piogge ne favoriscono la crescita
Funghi: una buona stagione
La tanta pioggia delle ultime settimane ha favorito anche la
crescita abbondante di porcini in questo scorcio d’autunno;
così faggeti e boschi di castagno sono stati presi d’assalto e i
panieri si sono colmati di ottimi funghi. 11 buon andamerito
della stagione nelle ultime settimane è stato anche testimoniato dalle richieste di controllo di boleti giunte ai tecnici micologi
dell’Asl presenti ai mercati di Pinerolo e, solo su richiesta telefonica, nei distretti di Perosa Argentina e Torre Pellice. C’è generalmente una buona conoscenza dei funghi spontanei anche
se sono stati rinvenuti in un cesto a Pinerolo due esemplari della velenosa «Amanita muscaria» dalle lamelle bianche, confusa
inopinatamente con l’ovulo buono dalle lamelle gialle.
¡RIFOR
. I 11 produttore affronta l'alluvione
Il latte sulla schiena
La normalità non è ancora tornata, ma il cessare della pioggia;
ha consentito, fin da martedì scorso, di avviare i soccorsi nelle
zone isolate e di realizzare i primi interventi, se non di ricostruzione vera e propria, almeno di ripristino della viabilità. Non è ’.,
sempre facile, in molte situazioni, reperire tempestivamente ru- ; '
spe e autisti: da tutte le valli arriva infatti la stessa richiesta. Piano piano si torna nelle case evacuate, si ripuliscono i canali, gli
abitanti delle borgate isolate hanno ripreso la loro vita; è tornata la luce, l’acqua potabile, il telefono. Questo agricoltore comunque, ancora giovedì scorso, era costretto ad attraversare il
torrente «guadandolo» per poter portare il latte delle proprie
mucche ai clienti in attesa lontano dal disastro dell’acqua.
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I Fondato nel 1848
Prodotti tipici alla rassegna torinese nata nel 1996 e ospitata al palazzo di Lingotto fiere
Le Valli al Salone del gusto
Il «sarass del fieno» e la «mostardella» rappresentano a buon diritto una cucina alpina originale
È necessario che il ruolo degli enti locali si armonizzi con quello degli operatori del settore
C’è un po’ di valli vaidesi nel «Salone del gusto» che si è aperto mercoledì 25 ottobre al Lingotto di Torino: e non
solo perché sono numerosi gli espositori dalle
Valli: fra i prodotti che
«Slow food» ha fatto salire in questi anni sull’arca della gastronomia da
salvare ce ne sono ben
due di chiara provenienza nostrana, il «sairass» e
la «mostardella». La scelta degli organizzatori
(Slow food appunto, con
la Regione Piemonte) è
stata, fin dalla prima edizione del ’96, quella di
puntare sulla qualità,
andando a cercare quei
prodotti particolarmente
di nicchia, a rischio di
scomparsa: ne sono stati
individuati un centinaio.
In provincia di Torino
sono 4 i prodotti dell’arca dei sapori; i due prima citati provengono
dalla nostra zona. Ma il
Salone del gusto sarà anche una enorme vetrina
per gli oltre 500 espositori dell’area commerciale: gli organizzatori
ipotizzano di raggiungere nei cinque giorni di
manifestazione le 20 mila presenze.
Una cifra da record
con rischi di sovraffollamento; proprio per questo oltre ai 10.000 metri
del Lingotto il Salone si
allargherà anche a varie
realtà provinciali, con i
cosiddetti «laboratori del
gusto» con degustazioni
enogastronomiche a pagamento presso ristoranti e agriturismi oltre a veri e propri appuntamenti
gastronomici. Fra essi
non poteva mancare la
presenza del ristorante
Flipot di Torre Pellice
che ospiterà due «cenelaboratorio», sabato 28 e
domenica 29: la prima
avrà al centro la «cucina
valdese» con grande attenzione all’uso di prodotti locali, la seconda
vedrà come ospite lo
chef dell’Hòtel Negresco
di Nizza, uno dei locali
più famosi della Costa
Azzurra.
Ma è proprio il rilancio
delle produzioni tipiche
di qualità che, passando
anche attraverso eventi
come il Salone, può davvero segnare tappe importanti; «11 Salone è un
evento geniale - dice
Walter Eynard di Flipot che ha saputo diventare
di livello mondiale, unico. E allora dico che se,
come territorio, come
operatori del settore, riteniamo di avere un potenziale spendibile, dobbiamo buttarci in questa
avventura e globalmente
ne avremo dei vantaggi». E a buttarsi nell’avventura non ci sarà solo
Eynard: dalla vai Pellice
arriveranno la maggior
parte dei «sarass (o sairass) del fen» e delle mostardelle portati in vendita nei presidi del salone.
Per il formaggio d’alpe
saranno una dozzina i
produttori presenti, da
200 a 300 i «sairass» portati alla vendita.
La Comunità montana
vai Pellice si è fatta carico di produrre una confezione che dovrebbe, insieme al sapore del formaggio, «sedurre» il consumatore; il fieno non
sarà direttamente a contatto col prodotto che
verrà prima avvolto in un
sacchetto per alimenti.
I «sairass» dovrebbero
avere una stagionatura di
circa un mese; questo almeno secondo le indicazioni cbe sono emerse
durante le prove effettuate nell’ambito di un
progetto che coinvolge
Provincia di Torino, Università, Istituto agrario di
Osasco, Comunità montana e naturalmente gli
alpigiani. Dalle risposte
dei visitatori del salone
verranno ulteriori valuta
zioni su un prodotto di
un certo interesse, anche
suggestivo nel suo aspetto esteriore col fieno e
per il quale è ipotizzabile
arrivare a una tutela sul
nome e sulla qualità.
Diversa ma altrettanto
«intrigante» la storia della «mostardella», un insaccato a base di sangue
di suino cui vengono aggiunti porri, cipolle, ciccioli, spezie, lingua, testa
e polmoni. «11 problema più grosso - lamenta
Bruno Gonin, macellaio
di Torre Pellice che insieme a Geymonat e Michelin Salomon di Bobbio
Pellice costituiscono il
gruppo dei produttori - è
quello deH’approwigionamento di sangue di
maiale. Sono pochi quelli
che raccolgono ancora il
sangue del suino e certamente non nei grandi
mattatoi». Se si tiene
conto che da un maiale
di media taglia si arriva a
ottenere circa 15 kg di
mostardelle è chiaro che
il prodotto diventa inevitabilmente di nicchia; la
storia dei sairass e delle
mostardelle è lì a dirci
che, come altrove è stato
per capponi o lardo, mele o asparagi, se c’è una
produzione di qualità ne
deriva anche un buon
mercato e da esso interessanti prezzi per il produttore e, se ci sono le
capacità imprenditoriali,
nuove occasioni di lavoro sul territorio.
Un disastro prevedibile
dalla piena, altri che hanno visto ettari di prati o
di campi portati via delle
acque limacciose.
E ci sono le prime considerazioni sulle cause,
non tanto per «vis polemica» quanto per fare in
modo che certi errori
non si ripetano in futuro
e per realizzare quella
prevenzione di cui si parla da anni ma assai difficile da concretizzare senza risorse. Ci sono volute
due distruzioni in 23 anni per capire che il palaghiaccio di Torre Pellice
non andava costruito a
pochi metri dal torrente,
anzi sull’argine del Pellice: la stessa considerazione si potrebbe fare sui
campi sportivi di Luserna o Bobbio Pellice, questa volta asportati solo in
parte. E se in vai Pellice i
danni sono inferiori alla
vai Chisone è semplicemente perché, comunque, si era costruito di
meno nel letto del fiume.
Che dire ad esempio
dei locali della Pro Loco a
Fleccia di Inverso Pinasca? Oggi al loro posto
scorre l’acqua, ma il letto
del fiume non era troppo
lontano neppure prima..
Va anche aggiunto che,
stante la carenza di zone
pianeggianti si è finito
■CONTRAPPUNTO
VALDESI; DUE «ANIME»
PER UNO SCOPO COMUNE
per realizzare insediamenti artigianali e industriali negli unici prati
pianeggianti esistenti,
guarda caso generati proprio da precedenti piene
dei fiumi. Si debbono allora prevedere immense
opere di protezione e arginatura? Pulire ogni anno i corsi d’acqua dal materiale eroso alla montagna e portato a valle?
Forse, ma senza dimenticare quello che amava ricordare con insistenza un
«vecchio» forestale originario della vai Pellice, il
dott. Alberto Baridon che
per anni, instancabile e
troppo spesso inascoltato
ripeteva: «1 disastri originano sempre in alto, dalla montagna non curata e
nei piccoli corsi d’acqua
che di fronte a piogge di
grandissima intensità diventano fiumi impetuosi.
È là che bisogna intervenire, consolidando i versanti, realizzando briglie
di contenimento». Se ciò
fosse stato fatto sicuramente nei torrenti di fondovalle ci sarebbe meno
materiale inerte, incapace di opporre la minima
resistenza alla furia delle
acque, ma capace di portare rovina e distruzione
sui centri abitati.
Piervaldo Rostan
GIORGIO TOURN
superate da un
senso più maturo
della vocazione
Alcune settimane or sono l’inviato di uno dei
maggiori settimanali italiani è venuto a trovarci
nelle Valli per realizzare
un’inchiesta sulla realtà
della Chiesa valdese. Quello che interessava il giornale, a dire il vero, non erano tanto i valdesi in sé, ma
il fatto che una percentuale
significativa
di italiani da
alcuni anni dà
loro la propria
quota di gettito dell’8 per
mille. Questo
reportage non
costituì dunque di per sé
un fatto eccezionale, ma 1’
incontro con
questo giornalista risultò
particolarmente interessante perché egli tornava
da noi a distanza di 25 anni
e, come sempre accade a
chi guarda le cose dal di
fuori, registrava dei cambiamenti di cui forse non ci
rendiamo sempre conto.
Allora, negli Anni 70, ciò
che colpiva nella nostra comunità valdese era la forte
tensione ideale fra due
schieramenti; da una parte
stavano coloro che rivendicavano i valori della tradizione, e dall’altra quelli che
proponevano un modo
nuovo di vivere la fede e
rapportarsi alla realtà sociale. Due modi diversi di
pensare la chiesa, intesa
dagli uni come patrimonio
di valori e di storia da salvaguardare e dagli altri come comunità impegnata
nel mondo. Erano gli anni
del dibattito sul collegio,
che costituiva il simbolo
della prima tendenza, a cui
si contrapponeva per quelli
della seconda tendenza
Agape e Riesi, o forse ancor
più il Centro culturale
Lombardini di Cinisello
Balsamo, come istituzioni
aperte al futuro. Oggi la
realtà valdese, anche quella
delle Valli, si presenta, a dire del nostro giornalista,
del tutto diversa.
È venuta meno anzitutto
la tensione che esisteva allora, la comunità valdese
appare molto più omogenea; anche se a volte le contrapposizioni stimolano e
aiutano a crescere il fatto
non è di per sé negativo,
potrebbe significare che è
in fase di costruzione un
certo equilibrio di prospettive. Ma soprattutto colpisce l’importanza molto
maggiore data alla realtà
storica. Oggi, egli osservava, lo si era accompagnato
in visita a luoghi storici e
musei come espressioni di
identità, cosa impensabile
25 anni or sono. Significa
forse che dei due schieramenti di anni fa ha vinto
quello che allora si definiva «conservatore», legato
alla tradizione, al passato,
alla storia e che di conseguenza la visione di una comunità proiettata verso
Le divisioni di U mondo e la
responsabi
alcuni anni fa sono iità sia stata
accantonata?
Probabilmente no; probabilmente in
questo caso
nessuno
vinto e nessu"****** no ha perso
significa solo che nella vita
nessuna idea e nessun progetto risulta mai realizzato
integralmente senza che si
sia modificato in qualche
misura dalle circostanze.
Chi credeva di dover conservare ha rinnovato per
essere aggiornato; d’altra
parte quelli che credevano
di dover trasformare hanno
cominciato a conservare
per salvaguardare.
Quelle che parevano essere due anime contrapposte, in alternativa fra loro,
erano probabilmente due
espressione di fede autentica e sincera e hanno realiz'
zato una convergenza nel
l’immagine attuale; essere
una comunità di minoranza religiosa portatrice di
valori significativi. Vista
perciò a distanza di anni la
comunità valdese appariva
al nostro osservatore molto
più compatta, concentrata
sulla vocazione di minoranza ma anche su valori
tradizionali, molto meno
proiettata in un mondo
ideale e più attenta alle cose, ai fatti, alla sua realtà.
Ed io ho ritenuto di potergli dire: siamo forse molto
meno proiettati verso i nostri sogni e le nostre visioni
e più consapevoli della nostra corporeità.
Il riferimento alla storia
e all’identità del passato,
molto più complessa e responsabile di questo, fosse
alcuni decenni or sono, torna oggi in primo piano in
vista di realizzare la nostra
vocazione. La situazione
del 1910, o del 1930, e quella odierna, sono molto diverse, ma resta essenziale
quel nesso che allora esisteva fra prospettiva storica e progetto. La differenza
piuttosto consiste in questo: allora era un dato di
fatto oggi è una vocazione
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_ Gli interrogativi al Comune di Angrogna e l'esperienza di Prarostino
Mangiare a scuola, sì ma come?
Un maggiore coinvolgimento dei genitori può servire ad approntare menu
eguilibrati e in qualche caso anche rispettosi delle scelte «biologiche»
PAG. 13 RIFORMA
VILLAR DICE SÌ ALLA SCUOLA DI MUSICA — Il
Consiglio comunale di Villar Pellice (nella foto il
complesso Crumière) è stato il primo a riunirsi
(già convocato in precedenza) nei giorni
dell’emergenza alluvione. E a questo tema è stata dedicata gran parte della serata, a partire dai
problemi causati dalle 30 frane staccatesi nel territorio comunale. In seguito, informato dal sindaco dei problemi che hanno fin qui impedito la
riapertura della Scuola di musica con sede a Luserna San Giovanni, il Consiglio comunale ha
deciso comunque di sostenere anche in futuro
questa iniziativa secondo le indicazioni che verranno prese a livello di Comunità montana. Nella stessa seduta di mercoledì scorso il Consiglio
ha deciso di confermare la destinazione alla Comunità montana per i servizi sociali dei fondi
provenienti dal Bacino imbrifero montano per
quanto riguarda le passate gestioni; saranno i
sindaci in futuro a decidere per i prossimi fondi.
ORGANI COLLEGIALI NELLA SCUOLA — Seppure
in sordina, se non addirittura nel dimenticatoio
per i più, la scuola si appresta nel corso della
settimana a rinnovare gli organi collegiali istitui
ti oltre vent’anni fa, in attesa di una riforma che
non è ancora arrivata, ultima eredità del passato
per una scuola che punta all’autonomia, che sta
vivendo grandi trasformazioni ma che continua
a non offrire altri strumenti ufficiali di partecipazione (e parziale gestione) soprattutto ai genitori. Da tempo le percentuali di partecipazione
al voto (si svolge nel corso di un pomeriggio) so
no così basse da far ritenere l’appuntamento
una mera formalità: si va al massimo al 1,5-20%
di votanti, soprattutto nelle prime classi di ciascun ordine, quando l’interesse dei genitori è
più elevato. Staremo a vedere se questo sarà
davvero l’ultimo e definitivo appuntamento con
gli organi collegiali, frutto di ideologie e stili di
pensiero partecipativi ormai non più condivisi.
TORRE CHIEDE UN MUTUO PER L’ASILO NIDO
— Ogni volta che piove l’acqua entra nell’Asilo
nido; è un problema che a Torre Pellice è ben
noto e che, anche recentemente, ha causato la
chiusura della struttura per qualche giorno. Il
Consiglio comunale, convocato per il 30 ottobre,
è ora chiamato ad approvare la contrazione di
un mutuo con la Cassa depositi e prestiti nell’ordine di circa 170 milioni. In attesa del completo
rifacimento, per ora il tetto verrà impermeabilizzato con fogli di catrame.
LABORATORIO TEATRALE PER ADULTI — Sono
aperte le igerizioni al laboratorio teatrale per
adulti organizzato dalla Comunità montana vai
Pellice con la compagnia Stilema di Torino. Previsti 15 incontri a Torre Pellice, presso il Ciao di
via Volta, a partire dal 14 novembre prossimo
con orario dalle 20,30 alle 22,30. Il costo è di lire
100.000 per i partecipanti sotto i 25 anni e di lire
150.000 oltre i 25 anni. Per informazioni rivolgersi allo 0121-91566 in orario d’ufficio.
arresto a BRICHERASIO — Si stava introducen
do nell’istituto scolastico per un furto quando
sorpreso dai carabinieri, ha tentato un’irnpro
babile fuga in motorino. Dopo poche centinaia
di metri. Luca Martina, 28enne di Luserna San
Giovanni, è stato arrestato e incarcerato.
LA SALUTE NEL PIATTO — È il titolo di una serie di
serate dedicate ai problemi dell’alimentazione.
L’appuntamento è per tutti i giovedì alle 21 al
centro culturale «Aldo Moro» di Bricherasio, in
via Vittorio Emanuele II79. Si comincia il 26 otto
bre con «La fabbrica degli animali», a cura del veterinario Enrico Moriconi. Giovedì 2 novembre
sarà la volta di Francesco Giacomino, veterinario
che parlerà sulla «Filiera produttiva delle carni».
mostra al centro culturale — Verrà inau
gurata sabato 28 ottobre, alle 17, nella sala Pa
schetto del Centro culturale di Torre Pellice,
una mostra di sculture e incisioni di Domenico
Musei; la mostra sarà visitabile fino al 19 novembre, giovedì, sabato e domenica dalle 15 alle 18, negli altri giorni dalle 14 alle 17,30.
radio BECKWITH: NUOVI PROGRAMMI — Stagione ricca di novità per il palinsesto di Radio
Beckwith. In particolare, l’emittente ha in prò-gramma: «Comune di Pinerolo», rubrica di
informazione con l’amministrazione pinerolese,
in onda ogni lunedì alle 10,15 e «Ciov, passato
presente futuro» con gli ospedali valdesi, che va
in onda il martedì alle 10,15. Mercoledì sera alle
22, spazio alla musica dal mondo con «Folkclub», programma realizzato con l’omonimo lo
cale e centro culturale torinese.
DANIELA GRILL
MARCO ROSTAN
COME gestire la mensa scolastica? Ne ha
discusso un gruppo di
genitori convocati dal
Comune di Angrogna: finora infatti tutto era andato bene con la signora
Piercarla Sartoris, cuoca
assai apprezzata, che
però va in pensione con
la fine dell’anno. Troppo
gravoso per le finanze
comunali assumere un’
altra persona; e poiché si
è subito esclusa l’ipotesi
dei cibi preconfezionati,
occorre trovare una cooperativa o una ditta che
provveda a preparare i
pasti, come già avviene
altrove. La discussione si
è a questo punto incentrata su chi possa meglio
gestire la mensa; il Comune 0 un comitato di
genitori?
Tra l’altro se è l’ente
pubblico che opera una
scelta per l’appalto deve,
come è noto, a parità di
condizioni, scegliere il
prezzo più basso, mentre
i genitori non ne hanno il
vincolo. Interessante, a
questo proposito, è anche l’esperienza del comune di Prarostino, di
cui si è parlato nella riunione. Qui, da vari anni,
la scelta di alimentazione
biologica viene portata
avanti dalla scuola elementare, grazie alla Prageme (Prarostino associazione genitori mensa),
un’associazione che ha
come soci i genitori dei
bambini che frequentano
la scuola e dunque anche
la sua mensa. «Gli inizi
non sono stati certo facili
spiegano alcuni rappre
sentanti della Prageme -;
mancavano le persone
interessate e non potevamo contare su un grande
appoggio dell’amministrazione comunale di allora; ci rendiamo conto di
essere sempre stati molto
esigenti, ma per noi era
essenziale assicurare la
migliore qualità alimentare ai nostri figli. Abbiamo ricercato delle ditte
che assicurassero una
fornitura continua, disposte a rifornirci sempre, anche se d’inverno,
con la neve; un comune
come Prarostino ha problemi di viabilità. Il menu, che si divide in “invernale” e “estivo”, Tabbiamo abbozzato noi,
spulciando da esempi
forniti da altre scuole e
cercando di bilanciare i
vari alimenti, ed è poi stato approvato dall’Asl».
Con il passare degli anni le cose si sono stabilizzate e oggi circa il 90%
dei cibi forniti dalla mensa di Prarostino sono
certificati biologicamente. La Prageme è molto
soddisfatta anche del
rapporto che si è instaurato tra le cuoche, assunte come prestatori d’opera con contratti rinnovabili ogni anno, e i bambini: oltre a fornire del cibo
ottimo, hanno saputo capire le varie esigenze,
cercando il più possibile
di adattarsi ai loro eventuali problemi.con Talimf ntazione. Attualmente alcuni bambini residenti in altri comuni frequentano la scuola elementare di Prarostino
solo per la sua mensa:
questo è un significativo
esempio di come sia ap
prezzato il servizio. Ma
che consigli dare alle
scuole che vogliono intraprendere questo tipo
di servizio nella mensa
scolastica? «Sappiamo di
altre scuole che si stanno
attivando, e in tanti ci
chiedono delle informazioni e dei consigli, perché all’inizio il lavoro è
molto e non è facile: una
volta avviato il progetto,
la soddisfazione che ne
viene è molta e per questo consigliamo di perse
verare nella ricerca della
migliore qualità nella
mensa scolastica».
L’esempio di Prarostino, hanno detto in molti,
può essere la strada giusta; ma c’è preoccupazione soprattutto sul come
cominciare. Allora, prudenza: per il 2001 a Angrogna sarà ancora il Comune ad appaltare la
mensa; i genitori controlleranno ed eventualmente prenderanno l’iniziativa diretta l’anno dopo.
ii Pinerolo
Sulle tracce
della Galizia
Verrà inaugurata sabato 21 ottobre alle 17 alla
Expo Fenulli di Pinerolo
la mostra «Armi e cavalieri sulle rocce della Galizia; arte rupestre, archeologia e paesaggio da
Vigo a Santiago de Compostela». La mostra è stata curata dal Centro studi
e museo d’arte preistorica di Pinerolo, a seguito
di tre campagne archeologiche in Galizia negli
Anni 69, 70 e 71 realizzate proprio dal gruppo di
ricercatori di Pinerolo.
Alle collezioni frutto delle
ricerche condotte 30 anni
or sono, si aggiungono
ora i dati delle indagini
condotte nell’ultimo decennio dagli studiosi spagnoli. Si tratta dunque di
un evento di grande rilevanza storica e culturale
anche a livello internazionale. La mostra sarà
visitabile fino al 3 dicembre, mattino e pomeriggio, escluso il lunedì.
RADIO
BECKWITH
EVANGELICA
FM91.2CD-96.550
tei. 0121-954194
fi Un'iniziativa dei pescatori
L'ambiente fluviale
risorsa da tutelare
Per la pubblicit
tei. 011-655278
SU
Dal 1990 opera nel territorio a cavallo fra le
province di Torino e Cuneo, nelle zone interessate dal fiume Po e dai suoi
affluenti, l’«Associazione
per la promozione e la
difesa dell’ambiente fluviale del Po e dei suoi affluenti». Un nome lungo
per riunire, al momento,
ben 17 associazioni di
pescatori con circa 3.000
soci. La scorsa settimana
i pescatori hanno voluto
presentare la propria attività e le loro preoccupazioni ambientali a Torre San Giorgio.
L’associazione ha già
promosso numerose iniziative; quella di maggior
impatto è a La Loggia dove una diga dell’Aem impedisce totalmente la risalita dei pesci verso le
zone montane dove si
trovano le condizioni
ideali per il ripopolamento; ma la scala di risalita
chiesta e da alcuni promessa non è ancora stata
realizzata. Ma tra i cavalli
di battaglia dei pescatori
vanno anche annoverate
le lotte contro l’eccessivo
sfruttamento dei corsi
d’acqua a fini idroelettrici in montagna, cosa che
rischia di portare in secca i torrenti nei periodi
estivi, la pratica del disalveo indiscriminato dei
corsi d’acqua creando
quelle che i pescatori
hanno definito «autostrade»; l’esatto contrario
di un corso d’acqua con
le sue fasce di esondazione, con le sue «golene» e
le sue anse che, oltre a
far la gioia dei pesci (e
dei pescatori) darebbero
anche maggior respiro, a
patto di non costruirvi
case o infrastrutture sulle
immediate sponde, al
fiume stesso.
111 ministro Sergio Mattarella in visita a Pinerolo
Il «Nuovo modello di difesa»
e il futuro del servizio civile
PIERVALDO ROSTAN
T1 museo della cavalAAJ.leria rappresenta
un aiuto a conoscere la
storia del nostro paese e
per questo siamo intervenuti, a livello di ministero per garantirne l’apertura in attesa della soluzione “a regime”». Con
queste parole il ministro
della Difesa, Mattarella,
giunto venerdì 13 ottobre
a Pinerolo, dopo averne
visitato alcuni dei più affascinanti saloni, ha esordito nell’incontro pubblico promosso dall’on.
Giorgio Merlo. Se dunque
la riapertura del museo è
avvenuta grazie al coinvolgimehto diretto del
governo centrale, per il
futuro questo sostegno
continuerà, ma con il
concorso del Comune,
della Regione e della Provincia. Ed è quanto ha
auspicato anche il senatore Passone che ha defi
nito il museo temporalmente; «Una storia, un
presente con dei problemi, una speranza per il
futuro». «Noi non abbiamo concorrenti ma partner», ha sussurrato l’assessore regionale alla
Cultura, Gianpiero Leo,
mentre ipotizzava una futura gestione del museo.
Ma il ministro Mattarella ha anche fatto altre
due importanti precisazioni: «Credo si possa arrivare presto a una soluzione per la scuola di
equitazione grazie alla
collaborazione articolata
fra enti pubblici e Coni,
mentre - e qui il ministro
lo ha più volte ribadito non esiste alcuna ipotesi
di separazione del Nizza
Cavalleria dalla città di
Pinerolo». In questo modo il ministro della Difesa, proprio di fronte a
tantissime autorità militari, ha voluto smentire
voci di un prossimo al
11 leader sindacale è passato alla politica attiva
Quanta CIsI seguirà D'Antoni?
Anche il segretario della Cisl, D’Antoni, «scende
in campo»; non è ancora
chiaro in quale campo
ma comunque ha deciso:
preferisce l’agone politico a quello sindacale in
cui si è trovato per tanti
anni. Ma che ne pensano
i suoi ex compagni di sindacato? «In dieci anni di
attività in Cisl - puntualizza Enrico Tron, della
Fim-Cisl - D’Antoni ha
portato avanti le proprie
idee forti, a cominciare
dalla volontà di “governare” i processi di trasformazione aziendale, i
percorsi. Anche la collaborazione con gli altri
sindacati si è affermato il
meccanismo della concertazione. Nel ’93, in
piena Tangentopoli, si è
riusciti a sottoscrivere
l’accordo che ha portato
l’Italia in Europa». Meriti
di D’Antoni a parte, rimane da vedere quanta
parte della Cisl lo seguirà:
«Dovrebbe essere chiara
la separazione fra i ruoli spiega il sindacalista -;
del resto lo stesso ex segretario ha spesso ribadito il proprio forte senso
di autonomia; un’autonomia che si basa sul
consenso di 4,5 milioni di
iscritti. La Cisl non resta
comunque orfana».
Tuttavia la Cisl pinerolese ha storicamente una
tradizione di sinistra, con
forti battaglie tematiche...
«Indubbiamente molti si
collocano nell’area del
l’Ulivo - chiarisce Tron -;
oggi però ci sentiamo più
sindacato e meno forza politica rispetto al passato. Personalmente ho
sempre chiesto agli iscritti non come votassero ma di avere un senso
etico e di responsabilità
sul lavoro». Indipendèntemente quindi dalla
scelte di D’Antoni la Cisl
di Pinerolo, senza perdere il contatto a livello nazionale, tiene conto della
crisi del territorio e dell’elevata anzianità dei cittadini: questo vuol dire,
ad esempio, organizzare
al meglio le coope-rative
di servizi alla persona e
nello stesso tempo preoccuparsi della gestione degli assistiti.
lontanamento dei militari da Pinerolo.
Mattarella è poi passato all’illustrazione del
nuovo modello di difesa
che porta con sé il passaggio, nel giro di 5-6 anni, al servizio militare volontario con 190.000 soldati al posto degli attuali
270.000 della leva obbligatoria. «Negli ultimi anni i militari italiani, con
quelli di altri paesi, hanno garantito la pace in
molte situazioni dove la
violazione dei diritti umani, Tinstabilità politica, i contrasti etnici avevano innescato guerre feroci. E molte volte abbiamo ricevuto il ringraziamento delle popolazioni
locali per il nostro intervento - ha chiosato il ministro -: quella di abolire
la leva obbligatoria è una
richiesta forte che viene
dal paese. Perché un giovane deve rischiare di
perdere il lavoro o altre
opportunità personali di
formazione per fare il
servizio di leva se non è
motivato a farlo?».
Il ministro ha a questo
punto anche affrontato la
questione del servizio civile che così come è concepito (obiezione di coscienza al servizio militare) verrebbe meno con il
mutamento del sistema
di leva. «Nel ’99 il 60% dei
ragazzi residenti nell’arco alpino ha fatto domanda di servizio civile;
è dunque nostro dovere
cercare di potenziarlo
dando più risorse e fiducia nei giovani che faranno una scelta che dovrà a
sua volta essere volontaria». Anche perché, aggiungiamo noi, migliaia
di enti, associazioni culturali e di volontariato si
reggono ormai, oltre che
sul personale proprio,
anche sul valido servizio
degli obiettori e andrebbero in crisi se questi venissero a mancare.
14
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle ^lli Aäldesi
VENERDÌ 27 OnOBRE200fi
venerdì
Il dopo emergenza alluvione nelle valli Chisone e Germanasca
Un lento ritorno alla normalità [
Le viabilità è in via di ripristino con la rimozione delle frane sulle strade
e la posa dei provvisori ponti Bailey. Ancora difficile una stima del disastro
DAVIDE ROSSO
Il ponte Chisone all’Ingresso di Pinerolo
Allarme fra i pendolari sulla Torre Pellice-Pinerolo
Ferrovia: no a una
chiusura definitiva del servizio
Fra le tante distruzioni dell’alluvione,
anche questa volta c’è un ponte ferroviario; nel ’77 fu quello di Torre Pellice,
questa volta quello sul Chisone parallelo a quello stradale. L’assenza del coUegamento pubblico su rotaia si fa già
sentire, con gli autobus sostitutivi che
accumulano ritardi e, per di più, devono entrare in Pinerolo passando dalla
circonvallazione. Il coordinamento dei
pendolari della linea Torino-Torre Pellice ha immediatamente espresso le
proprie preoccupazioni sottolineando
l’importanza che «Ènti locaU, forze politiche e sociali si impegnino, nel quadro della complessiva programmazione delle opere di ricostruzione, al recupero e alla riapertura delle linea in
tempi ragionevoli. Bisogna allontanare
il rischio che si facciano operazioni di
“sciacallaggio” da parte di coloro che
da tempo si augurano una chiusura
della tratta e ai quali forse non dispiacerebbe che sulle immagini desolanti
dei binari sospesi nel vuoto sul Chisone comparisse la scritta "fine"».
Fra l’altro proprio in questi giorni
era stato ultimato lo studio commissionato dalla Provincia di Torino per la
trasformazione della tratta della vai
Pellice in metropolitana leggera che
avrebbe dovuto essere presentato alle
amministrazioni locali: un impegno
che dovrà essere mantenuto dando un
significato nuovo alla ricostruzione del
ponte sul Chisone.
A emergenza alluvione
praticamente finita è
il momento di fare il
punto sull’accaduto e di
tirare le somme dei danni
provocati dalla furia delle
acque dei torrenti Chisone e Germanasca. Rispetto alle poche e spesso
confuse notizie che giungevano a caldo, oltrettutto l’interruzione delle linee telefoniche impediva
spesso la comunicazione, la situazione attuale
che ci è stata descritta è
che abbiamo constatato
è quella di una vai Germanasca di una vai Chisone che stanno lentamente tornando alla
normalità. «La provinciale - ci dicono in Comune a Prali - è rimasta
chiusa per parecchi giorni a causa di una grossa
frana che ha coinvolto la
strada prima dell’abitato
di Villa di Pràli bloccando la circolazione, ora ripristinata grazie alla costruzione di un ponte
bailey provvisorio».
Bloccata anche la borgata Cougne a causa della frana e anche altre borgate praline hanno avuto
disagi causati da smottamenti ed erosioni delle
vie di comunicazione.
«Per il momento - dicono
ancora in Comune - non
riusciamo a quantificare i
danni ma stiamo facendo
i conti e certamente non
sono pochi». L’acqua a
Prali poi ha anche provocato danni alla falegna
‘r* : Grossi problemi a Massello
Borgate isolate fino
a domenca 22
PAOU REVEL
A causa dell’alluvione
a Massello, in vai
Germanasca, domenica
22 ottobre erano ancora
7 le borgate isolate
(Grangia Didiero, Ayasse, Occie, Piccolo Passet,
Lou Rouchas, Gros Passet e Balsiglia). L’isolamento era dovuto a una
grande frana che ha trascinato con sé una porzione della strada che risale il vallone di Massello tra la borgata Reynaud
e il Piccolo Passet rendendo impossibile la circolazione. L’intervento
in zona si presenta difficile non potendo i camion e gli altri mezzi di
soccorso accedervi direttamente, per cui probabilmente sarà necessario
creare un nuovo passaggio più a valle della zona
colpita. Intanto i primi
interventi sono stati rapidi, perché in zona erano presenti ruspe appartenenti a una ditta che
seguiva alcuni lavori per
il Comune. Mentre scriviamo un escavatore sta
procedendo da Balziglia
cercando di liberare da
alcune frane la strada nel
tratto che scende verso il
Piccolo Passet per permettere agli ultimi abitanti estivi della borgata
di ritornare a valle.
Intanto nell’arco di due
giornate è stata rimessa
in sesto la strada a valle di
Camposalza interrotta a
causa di una profonda
erosione causata dal torrente in piena, cosa che
ha permesso nuovamente da venerdì l’accesso a
Salza rimasto anch’esso
isolato per alcuni giorni.
Nel momento della massima emergenza per i
massellini e gli abitanti di
Salza un grave problema
è stato quello dei collegamenti telefonici, completamente saltati sia quello
della rete fissa che quello
mobile, con l’unico collegamento possibile garantito dai radioamatori.
Radio Beckwith evangelica
Sottoscrizione
Radio Beckwith Evangelica, l'emittente cqniunitana
legata alla Chiesa valdese che trasmette sui 91.200 e
96.550 mhz. da Luserna San Giovanni nelle valli del Pinerolese, ha attivato un numero di conto per le vittime
dell'alluvione dei giorni scorsi nel Pmerolese. Radio
Beckwith ha seguito con partecipazione le tasi del cataclisma diffondendo un'informazione puntuale e capillare sugli eventi. , . a •,
Il conto, a beneficio delle persone danneggiate, è il
seguente; Radio Beckwith «Emergenza allwione»; Ceb
3143506/27 presso la Cassa di Risparmio di Tonno, filiale di Torre Pellice.
Le fabbriche e il ponte sul Chisone a Inverso Rinasca
merla Peyrot a cui è stata
portata via parte del
piazzale che fungeva da
magazzino non toccando
però fortunatamente i locali. Scendendo a valle
lungo la provinciale nei
giorni dell’alluvione era
impossibile raggiungere i
Comuni di Salza e Massello bloccati da frane e
smottamenti vari così come era impossibile superare il ponte sul Chisone
a Pomaretto.
In quest’ultimo paese
sono tutte rientrate nelle
loro abitazioni le persone fatte sfollare a causa
del livello delle acque.
Attraverso un pericoloso
intervento è stata poi sostituita la conduttura
dell’acqua, che era pensile sopra il Germanasca,
che il torrente aveva divelto nel corso della piena. Non ha subito invece
conseguenze alla sua
struttura, fortunatamente, la sede della Pro Loco
che lunedì scorso ci veniva segnalata fra le vittime
della furia delle acque.
Situazione invece grave
a Inverso Pinasca dove i
danni calcolati dal solo
Comune ammontano a
13 miliardi. «Il torrente
Chisone - dice il sindaco
di Inverso, Coucourde si è portato via oltre al
ponte che collegava Inverso con Pinasca e l’intera sede della Pro Loco
anche due aziende, distruggendole. I danni calcolati alle attività produttive sono state stimate
dai privati in circa 23 miliardi. Mentre da parte
pubblica oltre alla ricostruzione del ponte bisognerà provvedere anche
a dotare il torrente di
adeguate arginature onde evitare il ripetersi di
una situazione simile».
Scendendo ancora a
valle in questo nostro
percorso lungo il torrente
Chisone, San Germano
presenta a ponte Palestre, al confine con Porte, le conseguenze più
evidenti del passaggio
della piena ma altri danni sono segnalati in bor
II ponte Palestre a Porte
gata Canina dove l’acqua, che ha cambiato il
suo percorso di parecchie centinaia di metri, è
arrivata fin sotto le case e
all’ingresso del paese alla
ditta marmi Ricci posta
proprio nelle vicinanze
del ponte di accesso a
San Germano, compietamente invaso dalle acque
e rovinato infine il depuratore posto a monte del
paese. «In totale - dice il
sindaco di San Germano,
Clara Bounous - abbiamo calcolato di avere solo come Comune interventi di ripristino da fare
per circa 600 milioni».
Per Porte invece, dove i
danni non sono ancora
stati quantificati ma si
parla di miliardi, è stato
un alluvione caratterizzato dalla corsa contro il
tempo. «Alle 4 del mattino di domenica - dice il
sindaco, Laura Zoggia abbiamo cominciato i
nostri primi interventi
nella zona intorno a ponte Palestre cercando di
evitare che l’acqua che
superava il ponte dalla
nostra parte arrivasse in
paese inondando tutto.
Importante è stato l’apporto dato dalla popolazione e dai radioamatori
che ci hanno permesso
di essere costantemente
in contatto con la protezione civile e con gli altri
enti preposti al soccorso
quando le comunicazioni normali sono saltate.
Nel corso dell’emergenza
abbiamo dovuto anche
sfollare 26 famiglie resi
denti in paese e una famiglia residente nelle vicinanze del ponte. Per
fortuna siamo riusciti a
evitare il peggio ma venerdì c’erano ancora
persone che non potevano rientrare nelle proprie
abitazioni e i danni alle
cose sono ingenti».
Il Chisone continuando la sua corsa a Pinerolo
ha continuato a seminare
danni e distruzione portandosi via tra l’altro una
parte della circonvallazione, l’accesso al ponte
di Miradolo sul versante
di Pinerolo, e soprattutto
ponte Chisone con annesso ponte ferroviario.
«Stiamo ancora cercando
di valutare l’incidenza
dei danni - dicono in Comune - sicuramente miliardi. Attualmente stiamo verificando anche la
situazione di parecchie
persone evacuate dalle
loro case nei giorni scorsi
e che non possono ancora rientrare mentre comincia a normalizzarsi la
situazione della mancanza dell’acqua in molte case della città.
Una situazione che
lentamente quindi sta
andando verso una normalizzazione anche se
strutture come il gasdotto, interrotto nella parte
bassa della vai Chisone,
a cui peT ora i tecnici
hanno sopperito collegando alla rete bomboloni di gas che vengono
continuamente riforniti,
non può essere risolta in
tempi brevi.
■ Chiotti
Blocchi
sulle strade
La circolazione stradale nel giorni dell’alluvione è stata resa particolarmente difficile nelle valli
Chisone e Germanasca
oltre che dall’impraticabilità di moltissimi ponti
anche da frane e smottamenti che ancora martedì, in alcuni casi, come
quello nella foto a Chiotti
in vai Germanasca, continuavano a scendere dalla
montagna andando ad
ostruire in maniera più o
meno grave le strade.
La situazione nelle strutture di assistenza e di cura delle due valli
Problemi anche per gli ospedali
L’alluvione della settimana scorsa è stata per le
Valli un momento veramente difficile, con la viabilità quasi compietamente interrotta, e molti
servizi essenziali, come
luce, telefono e gas interrotti in molti Comuni.
Ovviamente, anche molte
opere diaconali della
Chiesa valdese si sono
trovati coinvolte nell’
emergenza dovendo affrontare problemi notevoli come la mancanza
del riscaldamento e l’im-possibilità di servire pasti
caldi ai propri ospiti.
«Da noi a San Germano - dice il presidente
del Comitato dell’Asilo
dei vecchi, Luciano Deodato - sono stati tutti
splendidi, dal direttore
agli infermieri, dalla protezione civile all’amministrazione. Ci siamo
trovati neH’impossi.bilità,
a causa dell’interruzione
del gas, di fornire pasti
caldi ma grazie alla solerzia anche dei tecnici
Acea siamo stati i primi
in paese ad avere ripri
stinato il servizio. Altro
grosso problema è stato
l’impossibilità da parte
del personale non residente a San Germano o
Pramollo di raggiungere
la struttura. Anche in
questo caso grazie alla
disponibilità del personale residente e di molte
persone del paese volontarie, che hanno raccolto
il nostro appello, è stato
possibile superare l’emergenza continuando a
offrire il nostro servizio
agli ospiti, molti dei quali non autosufficienti».
Situazione critica anche all’ospedale valdese
di Pomaretto, paese rimasto isolato a valle per
alcuni giorni a causa del
blocco del ponte sul Chisone che permette il
transito verso Perosa Argentina. «Anche per la
nostra struttura - dice la
presidente della Ciov,
Franca Coìsson - il problema maggiore è stato
quello del gas. Mancava
il riscaldamento ed era
impossibile fornire pasti
caldi. Fortunatamente
abbiamo potuto supera
re
il momento grazie
all’aiuto della Pro Loco
che ha fornito la cucina e
con l’utilizzo delle bombole di gas abbiamo potuto garantire il servizio
fino al ripristino del metano, anche se per il momento provvisorio».
Problemi più limitati,
anche se non marginali,
all’ospedale valdese di
Torre Pellice rimasto senza luce per mezza giornata e all’Asilo di Luserna e
al Rifugio Carlo Alberto
tutti alle prese con i problemi del personale non
bisog
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residente che faticava a
raggiungere le strutture.
Una situazione difficile
che è stata superata con
l’aiuto della popolazione
che da Sàn Germano a
Pomaretto da Torre Pelli"
ce a Luserna ha dimo-;
strato solidarietà e volontà venendo in aiuto |a
dove non era possibile
nell’immediato contate
sulle forze esterne. Un
buon esempio di affetto
di cui le opere hanno voluto a emergenza finita
dare riconoscenza con
sentiti messaggi di ringta- .
ziamento. (dr) j
L’ampiezza del Chisone di fronte a San Germano
15
20% vfnERDÌ 27 ottobre 2000
Delle ¥vlli Aàldesi
PAG. 15 RIFORMA
L'ondata di piena ha colpito duramente alcune borgate della vai Pellice
Due giorni senza luce e telefono
Oltre ai donni alle Infrastrutture, con le pesanti conseguenze sulla viabilità
bisogno considerare quelli potiti dai privati e dalle aziende agricole sommerse
na faille vie. Per
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All’osservatorio pluviometrico del Barant a
Rebbio risultano caduti
in 60 ore a cavallo dello
scorso fine settimana
370 mm di acqua, owerossia 37 litri per ogni
metro quadrato; all osservatorio di Luserna
San Giovanni la precipitazione, meno abbondante, è stata di 250 mm.
Sono cifre che danno m
parte l’idea dell’acqua
caduta sul territorio della vai Pellice; ad essa va
aggiunto l’effetto dello
scioglimento della neve
preesistente liquefatta
dalla pioggia caduta fino
olirei 3.000 metri.
Eppure questi livelli di
precipitazione sono assai
più ridotti di quelli valdostani, vicino ai 600
mm 0 a quelli dell’alto
Piemonte con 70 litri di
pioggia ogni metro quadro. Questa massa d’acqua, come si vede nemmeno troppo considerevole, ha causato in vai
Pellice danni diffusi tra
frane e smottamenti, con
la concentrazione a Torre Pellice dei maggiori
danni: parziale distruzione del Palaghiaccio, asportazione di una spalla
di contenimento al ponte
dell’Albertenga, erosione
parziale della spalla del
ponte di Blancio, ancora
chiuso a sette giorni
dall'evento.
Sono stati isolati a lungo gli abitanti dell’Inverso Roland!, per due gior
ni senza luce e telefono e
senza strada; poi è stata
riaperta la strada sterrata
che salendo a Pian Pra
consente di raggiungere
l’abitato di Rorà: una gita
davvero fuori programma
per chi doveva recarsi al
luogo di lavoro. Il transito
sul ponte, grazie anche a
un guado, è stato aperto
in tempo per il mercato
di venerdì. Sempre all’Inverso va segnalata la borgata Doni che è minacciata dalla erosione del
Pellice e la caduta di una
grossa frana che ha sfiorato un’abitazione in località Pradera. In difficoltà anche l’azienda Negri in zona Blancio, causa
inagibilità dell’area.
Una trentina le frane a
Villar Pellice con case
isolate in località Vigna,
intasamenti degli attraversamenti stradali, molti casi di erosione sulle
sponde del Pellice e degli
affluenti, principalmente
Ghicciarci, Lioussa, Rospart, Santoureglia e
Combetta.
A Bobbio Pellice risulta
lesionata la protezione
del ponte dei Payant; distrutta buona parte della
scogliera destra a protezione della borgata Abses, lesionata la spalla del
ponte della Giournà. Frane in molte località, in
particolare a Malpertus,
Malbec e Ciarnira; distrutte le passerelle di attraversamento Pellice del
e del Cruello cui manca
anche la strada di accesso. Parzialmente asportato il campo di calcio.
A Luserna San Giovanni è compromessa la
funzionalità della scogliera in sinistra orografica, parzialmente asportati i campi da tennis,
danneggiato il ponte che
conduce a Luserna Alta,
Rorà e Lusernetta; è stata
asportata l’area per la
raccolta differenziata, il
comprensorio della pietra non è sostanzialmente
raggiugibile, elemento
questo che accomuna anche Rorà, dove inoltre
vengono segnalati danni
all’acquedotto comunale,
frane e smottamenti che
rendono inaccessibile il
parco montano e la zona
Rumer. Frane, in alcuni
casi con coinvolgimento
di muri e scogliere, riguardano anche i comuni
di Angrogna, Bibiana e
Lusernetta; rilevanti danni anche a Bricherasio,
dove il Pellice ha spostato
il proprio corso verso sinistra di oltre 200 metri
mettendo in pericolo le
abitazioni e le coltivazioni della zona. La superficie di terreni alluvionati è
di circa 200 ettari.
Questi i danni più gravi
rilevati, ad essi vanno aggiunti quelli patiti dai
privati, alle abitazioni o
alle aziende, specie agricole: ci sono infatti interi
prati oggi completamente coperti di fango e detriti e difficilmente recuperabili. Le prime stime
portano l’importo dei
danni, nella sola vai Pellice, intorno ai 30 miliardi.
Il nuovo letto del Pellice dove sorgeva il ponte dell’Albertenga
Difficile calcolare l'entità delle perdite
Tanti danni, che fare?
NIASSIMO GNOME
Gli impianti sportivi di Luserna: particolarmete asportati i
campi da tennis
Come nel 1977 colpito il palazzo del ghiaccio di Torre Pellice
Uno stadio da ricostruire altrove
Il 15 ottobre 2000 come
il 19 maggio 1977: due
date per le due ultime più
devastanti alluvioni: in
entrambi i casi il Palaghiaccio di Torre Pellice è
stato colpito dall'onda di
piena. 11 Pellice, superata
la strettoia di ponte Blancio, si divide in due rami
ma la maggior forza la
esercita sulla sinistra orografica, con i risultati che
tutti conoscono e che le
foto, di oggi e di allora
evidenziano molto bene.
La storia dice che il palaghiaccio non andava costruito lì dove vide aprirsi
questa attività nei primi
Anni 70. Dopo le esperienze del Blancio e della
Sea, entrambe con ghiaccio naturale, ecco la pista
artificiale. La passione già
allora diffusa per il pattinaggio e per ¡’hockey in
particolare salì coinvolgendo buona parte del
mondo giovanile; non ne
sono derivati dei campioni assoluti ma certamente dei bravi giocatori.
La prima ricostruzione
venne effettuata con
gran tempestività, mentre la squadra, sponsorizzata dalla Fiat Ricambi
giocava le prime partite a
Torino a Torre si lavorava alacremente e così la
seconda parte del campionato ’77-78 si rigiocò
a Torre Pellice. Negli Anni 90, prima i fondi dei
campionati mondiali di
calcio poi i mutui del Comune di Torre Pellice e
della Comunità montana
rimodellarono il palazzetto. Era stato riaperto
da appena una settimana; ora è chiuso per sempre. Si è capito (troppo
tardi) che in quel posto
non ci deve essere nessuna infrastruttura. E già ci
sono le prime avvisaglie
di una polemica latente;
a Luserna vogliono il
nuovo Palaghiaccio (da
realizzare, si pensa, coi
fondi di Torino 2006), ma
Torre si ribella. L’amministrazione comunale ha
già avviato dei contatti
con la Tavola valdese per
l’acquisto di un’area poco lontana dall’Hotel Gilly, lungo la provinciale,
la Pro Loco sta raccogliendo firme in calce a
una ferma petizione: «Il
palaghiaccio deve essere
ricostruito al più presto,
e a Torre Pellice!».
UN forte sconvolgimento emotivo. E il
quadro, forse scontato,
delineato da un autorevole studio realizzato
dall’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione
ambientale, sulle popolazioni colpite dall’alluvione del 1994 lungo il corso
del Tanaro, e pubblicato
proprio qualche mese fa.
Non è un dato che si può
sottovalutare, se il 43%
del campione di famiglie
intervistate sarebbe stata
«disponibile a versare
parte del reddito familiare» per assicurarsi che il
cataclisma non si ripetesse. Addirittura il 12% si
sarebbe privata di un
quinto dello stipendio
pur di non avere sotto gli
occhi la propria casa
inondata dal fango o i
propri cari isolati per il
crollo di un ponte. Senza
considerare, e lo testimonia l’indagine condotta
ad Alessandria, l’aumento di artrosi, disturbi nervosi, ulcera, ipertensione
e altre patologie croniche
in conseguenza dell’
evento. La paura gioca
brutti scherzi.
Con le debite differenze anche nel Pinerolese
le conseguenze, sociali e
umane ma anche civili e
sulle istituzioni, che vanno al di là dell’interruzione dell’attività produttiva, lo sgombero del proprio garage o la distruzione del Palaghiaccio di
Torre Pellice, sono probabilmente incalcolabili.
E soprattutto non monetizzabili. Se ne parla nei
bar, a pranzo, nelle pause
Case nel centro di Villar Pellice allagate dal «combai»
deirindiritto
del lavoro, o esaminando
con lo sguardo attento e
spesso teorizzante le scene dei disastri: nella zona
dell’Albertenga o al Blancio di Torre Pellice, a Inverso Pinasca come al
ponte Palestra a Porte. Si
scuote la testa, si borbotta, le voci enumerano le
colpe delle amministrazioni locali per le presunte responsabilità nel corso degli anni passati, ci si
improvvisa assessori come, più frequentemente,
commissari tecnici alla
fine dei mondiali di calcio. No, questa volta i
soccorsi no: la protezione
civile è stata attenta, rapida ed efficiente. È
un’opinione diffusa, e indubbiamente basata su
fatti reali.
Arrivano le prime notizie sui contributi economici a favore dei privati
che hanno dovuto abbandonare l’abitazione
oppure hanno rinunciato
alle proprie attività economiche a causa dell’alluvione: per interventi di
ripristino: la Regione potrà riconoscere fino a 40
milioni per le case e fino
a 60 milioni per le aziende. Le famiglie evacuate
potranno ricevere il contributo di 600.000 lire
mensili «se provvederanno autonomamente alla
propria sistemazione».
L'organizzazione dei volontari
Massima allerta
per la Croce Rossa
ticava a
irutture.
difficile
rata con
olazione
mano a
rre Pelli-'
a dimo-1
tà e vo-i
I aiuto là
osslbil®!
contare,
me. Uh
li affetto
anno VO'
za finita
nza con
di ringra
IO
'h alto il Palaghiaccio nel ’77, in basso come è ora
L’alluvione che ha colpito il Nord dell’Italia ha
provocato molti danni e
molti disagi; tra questi
uno dei problemi immediati con i quali abbiamo
dovuto fare i conti è stato
quello della viabilità nel
Pinerolese e nelle valli
che, da sabato 14 a martedì 17 ottobre, è stata
seriamente compromessa. Domenica 15 ottobre,
alla Eoresteria di Torre
Pellice, abbiamo invano
atteso due gruppi provenienti rispettivamente
dalla Svizzera e dalla
Germania: sono arrivati,
tra molte difficoltà, fino a
Pinerolo, ma non sono
riusciti ad andare oltre.
Allo stesso tempo però
un certo numero di famiglie italiane e straniere
sono giunte a chiederci
ospitalità, non potendo
fare rientro alle proprie
abitazioni causa l’inagibilità momentanea dei
ponti che permettevano
di uscire dalla vai Pellice.
In questa situazione ci
siamo trovati nella necessità di dover reperire
informazioni aggiornate e
attendibili sull’evoluzione della situazione in
tempo reale; abbiamo
trovato un prezioso alleato in Radio Beckwith
Evangelica, che ha ritenuto proprio compito
raccogliere il massimo di
informazioni possibili,
verificarle e diffonderle in
tempo reale, facilitando
notevolmente la diffusione delle informazioni tra
la popolazione. Ritengo
doveroso ringraziare gli
amici della Radio per il
loro impegno, per come
si sono messi al servizio
della popolazione con gli
strumenti che hanno a
Un aiuto concreto per chi era isolato
Un grazie a Radio Beckwith
disposizione e soprattutto per il modo con il quale hanno raccolto e soprattutto verificato le notizie, dando loro un supporto di credibilità. Nei
giorni successivi ho potuto verificare che molte altre persone, oltre al sottoscritto, hanno seguito le
trasmissioni di Radio
Beckwith per organizzare
i propri spostamenti evitando di affollare inutilmente le strade che non
erano percorribili. Voglio
inoltre sottolineare che è
risultato naturale a molti
telefonare in radio per segnalare informazioni utili, facilitando il lavoro
della redazione e riconoscendo a questo strumento di informazione il
ruolo importante che ha
nel Pinerolese.
Marco Bellora
Torre Pellice
Codice tre, massima
allerta. Alla Croce Rossa
di Torre Pellice il fax dalla prefettura di Torino
arriva nella serata di venerdì. I turni sono mantenuti ma da domenica
pomeriggio sono organizzate addirittura due
ambulanze con infermiere a bordo. Una parcheggiata in sede e l’altra
pronta a Luserna San
Giovanni, «nell’eventualità di chiusura del ponte
sull’Angrogna».
Tutto sotto controllo.
«11 grosso del lavoro è
stato fatto all’interno racconta Roberto, che
con gli altri è stato impegnato nelle ore dell’alluvione -; il centralino era
rovente: i contatti con la
Protezione civile sono
sempre costanti, in tre
giorni sono transitate in
questi locali una cinquantina di persone».
Fra le prove più impegnative il trasporto di
due donne partorienti
all’ospedale di Pinerolo.
«Domenica pomeriggio
siamo andati a Bobbio
Pellice affiancati dal fuoristrada - continua Roberto -, le strade erano
invase dall’acqua e dalle
pietre, in particolare fra
Villar e Bòbbio nei pressi
della borgata Garin; domenica notte invece è
stata trasportata una
donna da Luserna: i carabinieri hanno scortato
l’ambulanza fino a Pinerolo, ma se il mezzo non
fosse stato in emergenza,
non l’avrebbero fatto
passare sul ponte della
circonvallazione. Era
buio, la visibilità scarsa e
c’erano un centinaio di
auto ferme oltre le transenne. Alla fine l’eccezione è stata fatta e l’ambulanza è passata».
Pochi incidenti stradali
nei giorni dell’alluvione,
la gente era costretta a
casa e non poteva muoversi per il maltempo. In
compenso c’era il problema dei dializzati, per i
quali è stato necessario
l’uso dell’elisoccorso del
118 perché lunedì i collegamenti erano ancora interrotti. Così in tre viaggi sono state trasportate
dieci persone al reparto di nefrologia. Sabato
notte l’ambulanza è intervenuta all’Inverso Roland! di Torre Pellice per
il malore di una signora,
appena prima che il Pellice potesse devastare la
zona dell’Albertenga.
16
PAG. 16 RIFORMA
t Eco Delle %ldesi
VENERDÌ 27
La Provincia e il comitato popolare per il «no»
«Idroval» in fase di stalio
Diversificate le posizioni assunte dai Comuni in merito
sia alle centraline che al collettore unico di volle
DAVIDE ROSSO
I numerosi incontri e
gli scambi di opinioni
organizzati sul tema delle centraline idroelettriche e sul parallelo collettore fognario di valle si
erano intensificati in vai
Chisone nei giorni precedenti l’alluvione. Mentre dalla Comunità montana valli Chisone e Germanasca arrivavano segnali che sembravano
far scendere a 3 il numero delle nuove centraline
che la Idroval costruirebbe in valle (il progetto
iniziale contestato dagli
ambientalisti parla di
una rete di 5 nuove centraline situate nel tratto
di torrente che va da
Pragelato a Porte), il Comitato spontaneo per la
salvaguardia del Chisone
continuava la sua battaglia contro i nuovi impianti e a favore di una
netta divisione del progetto centraline da quello del collettore fognario.
Per quest’ultimo, cioè
per la- costruzione di un
impianto di collettamento degli scarichi fognari
di tutta la valle con la costruzione di depuratori a
Perosa e Villar Porosa
con fondi derivanti dalla
legge per le olimpiadi di
Torino 2006, si è espressa
recentemente la presidente della Provincia di
Torino, Mercedes Bresso,
che ha avanzato ufficialmente la richiesta al comitato gestore dell’evento olimpico. Intanto in
Provincia la commissione
ambiente dell’ente ha,
nelle settimane scorse
ascoltato i punti di vista
dei rappresentanti della
Idroval e del Comitato
prò Chisone. «Da parte
provinciale - dice Mauro
Meytre, del comitato - c’è
stata un attenzione alle
nostre parole che fa ben
sperare anche se per il
momento non c’è ancora
stata una presa di posizione precisa». E in effetti
dalla Provincia in merito
alle centraline non vengono dichiarazioni anche
se alla fine in materia di
concessioni chi si dovrà
esprimere sarà proprio
l’ente provinciale.
Parere contrario al progetto centrali giunge invece sicuramente dal Comune di San Germano
dove in un animato Consiglio informale i consiglieri hanno espresso
praticamente a maggioranza la volontà di preparare un documento a sfavore del progetto mentre
più indeciso sembra essere il Comune di Inverso
Pinasca dove, sempre nel
corso di un Consiglio informale, i rappresentanti di Idroval, Comunità
montana e Comitato prò
Chisone hanno espresso
■ Beloit a Pinerolo
Serve una
ccvariante»
Dopo rincontro tenutosi a settembre tra l’amministrazione comunale
di Pinerolo e l’attuale
proprietà della Beloit Italia, il sindaco della città,
Alberto Barbero, ha recentemente convocato le
rappresentanze sindacali
e i rappresentanti dei lavoratori dell’azienda anche per avere un confronto sulle richieste avanzate
dai nuovi proprietari. Le
richieste che vengono ora
dalla Beloit sono quelle di
una variante al Piano regolatore della città che
permetta una diversa cubatura degli stabilimenti
di via Martiri e una trasformazione di destinazione, da industriale a residenziale, per quel che
riguarda l’area «ex fonderie Beloit» di via Vigone,
il tutto con garanzie, pare, di mantenere i patti
occupazionali siglati all’acquisto di Beloit Italia.
«Pur tenendo conto dell’esigenza di dare corpo
all’intesa - ha detto Barbero - i tempi burocratici
per la variante non sono
brevi. Non è questione di
volontà politica ma di
termini normativi».
L’amministrazione di
Pinerolo comunque non
esclude che «a fronte del
rispetto degli impegni
assunti dai nuovi rappresentanti dell’azienda il
Consiglio comunale approvi un documento di
indirizzo per la trasformazione dell’area».
le loro posizioni. La situazione comunque, dopo la recente esondazione del Chisone, rimane
ancora molto aperta anche a causa dei consistenti danni proprio ad
alcuni depuratori e al
territorio. Una riunione
dei sindaci della valle
convocata sul tema per
lunedì 16 ottobre è stata
rimandata anche vista la
situazione alluvionale e
per il momento la discussione sembra essersi
arenata di fronte al Chisone e alla sua furia.
Consiglio comunale a Angrogna
: pronto il
nuovo regolamento
INARCO ROSTAN
IL Comune di Angrogna è probabilmente il
primo della vai Pellice a
dotarsi di un nuovo regolamento edilizio, elaborato sulla base del modello tipo proposto dalla
Regione con tutte le indicazioni di tipologie e materiali costruttivi da utilizzare, sia in caso di ristrutturazione che di
nuova costruzione, che
un’apposita commissione aveva predisposto tenendo conto delle specifiche caratteristiche locali. Con l’approvazionè
all’unanimità nella seduta del 19 ottobre, il regolamento diventerà ben
presto operativo e sarà
un importante strumento nelle mani della Commissione edilizia Tra le
novità previste, vi è la
possibilità di recupero
degli alpeggi situati a una
certa altezza, utilizzando
per la copertura anche
lamiere grecate, una
semplificazione per rea
lizzare delle tettoie per il
ricovero della legna da
ardere, la riduzione delle
altezze interne dei locali
nei fabbricati ristrutturati. Su altre questioni molto discusse, come la copertura a lose, il regolamento ha adottato per il
momento dei criteri sperimentali che devono essere verificati nella pratica, riproponendosi comunque la definizione
più precisa di tutti i nuclei in cui sarà richiesta
questa copertura. Sempre per venire incontro
alle esigenze di ristmtturazione, il Consiglio ha
anche approvato una
speciale delibera che
considera i locali di
sgombero (cas) le cantine, i ripostigli, purché
accatastati, come facenti
parti dell’unità abitativa
e consente di usufruire
«una tantum» degli ampliamenti attualmente
consentiti (dai 30 ai 50
mq) in aggiunta all’eventuale recupero di tali ambienti a fini abitativi.
H Fra i lavoratori delle Asl
Elezioni delle Rsu
vaccini riguardano numerose altre malattie
Difendersi dairinfluenza
DANIEUCRILl
Arriva l’inverno e la
brutta stagione e con
loro anche la tanto temuta quanto fastidiosa
influenza annuale; alcuni
specialisti non prevedono una vera e propria
epidemia prima del mese
di gennaio, ma il consiglio di medici e enti pubblici è quello di non arrivare spiazzati all’ultimo
momento ad affrontare
la malattia. Ed ecco che
parte la campagna per la
vaccinazione antinfluenzale, particolarmente
consigliata alle persone
più anziane e ai bambini,
che maggiormente soffrono di disturbi provocati dalla malattia; queste due categorie di persone potranno usufruire
gratuitamente del vaccino, come anche tutti gli
adulti affetti da malattie
croniche debilitanti ai
vari apparati del corpo,
gli addetti ai servizi pubblici di primario interesse e chi assiste soggetti
ad alto rischio..
Vaccino contro l’influenza, ma non solo; cerchiamo di capire qual è
la situazione vaccini dopo le varianti legislative a
riguardo. L’Italia è il primo e unico paese che ha
introdotto ì’obbligato
Nei giorni 9, 10 e 11 ottobre hanno avuto luogo
a Pinerolo le elezioni delle Rsu dei dipendenti del
comparto dell’Asl 10. Dei
1.400 dipendenti dell’azienda sanitaria il comparto non comprende la
dirigenza, quindi i medi^
ci, i biologi e gli altri dirigenti. La chiamata alle
urne di quest’anno arriva
dopo che la precedente
Rsu si era sciolta prematuramente.
I votanti sono stati 719
con una percentuale del
69% sugli aventi diritto.
Rispetto al 1998 sale la
rappresentanza della Fp
Cgil che passa dai 7 agli 8
seggi con il 42,9%. Anche
la Uil sale da 2 a 3 seggi
con il 14,9%. Quasi invariato il consenso per le
Rdb Cub che passano dal
16,9% al 17,5% con 3 seggi. In queste elezioni bisogna registrare la perdita secca della Fist-Cisl
che passa dai 5 ai 3 seggi
e dal 29,8% al 19,5%.
Mantengono un seggio le
Rsu Snatos con il 5%>.
L’elenco degli eletti non
è ancora confermato; bisognerà aspettare alcuni
giorni per la costituzione
ufficiale della Rsu e la
conseguente convalida.
rietà delle vaccinazioni
contro l’epatite B; le altre
vaccinazioni obbligatorie, gratuite per i bambini dagli 0 ai 14 anni, sono
l’antipoliomielitica, l’antidifterica e Tantitetanica, mentre rimangono
ancora facoltativi, anche
se consigliati da diversi
medici anche nel Pinerolese, i vaccini contro le
malattie della pertosse,
che è Tunica malattia per
la quale la madre non offre anticorpi al proprio
figlio attraverso la placenta, il morbillo e la rosolia, che risulta pericolosa se contratta nel corso della gravidanza.
Le vaccinazioni agiscono stimolando l’organismo a produrre gli anticorpi e lo rendono capace di resistere aile infezioni, riducono inoltre la
circolazione dei germi e
consentono di interrompere o limitare la trasmissione delle malattie
infettive; questa protezione permette anche di
evitare delle complicanze
che risulterebbero gravi
per le persone. Bisogna
però conoscere anche i
rischi delle vaccinazioni,
che in alcune situazioni
sono sconsigliabili; è necessario dunque che gli
interessati si informino
bene prima sul proprio
Comunità montana vai Pellice
Potrà riaprire la
Scuola di musica?
Sembra una storia infinita quella che sta coinvolgendo ormai da più
mesi la Scuola intercomunale di musica della
vai Pellice. Come è noto,
la scuola non ha sino a
ora potuto riaprire regolarmente i corsi, come
avveniva ormai da 9 anni, per problemi di gestione amministrativa legati a ritardi nel ricevere
dei contributi concordati
con gli enti pubblici. Comunità montana vai Pellice (il 50%) e 7 dei Comuni valligiani. Gli utenti, oltre 100 persone tra
adulti e bambini, hanno
deciso di non abbandonare la scuola, e per tutelare non solo i percorsi
già iniziati ma per consentire che la cultura
musicale nella vai Pellice
possa continuare a essere un punto di riferimento, si sono riuniti la scorsa settimana in un incontro pubblico nella sede della Comunità montana vai Pellice, dove
hanno incontrato il pre
sidente, Claudio Bertalot, il responsabile della
cultura, Gianclaudio Magra, l’assessore della Comunità montana Rivoiro
e l’assessore alla cultura
del Comune di Luserna
San Giovanni, Livio Binerà, Comune dove la
scuola ha la sua sede, nel
municipio. Durante l’incontro, al quale hanno
partecipato circa 90 persone, i responsabili degli
enti pubblici hanno spiegato le cause del ritardo
dei contributi, la loro disponibilità a tutelare la
Scuola di musica, ma al
tempo stesso hanno reso
noto che le strade percorribili. sono davvero
poche; tra queste c’è
l’ipotesi di'creare un’associazione mista (scuola
di musica come privato
ed enti pubblici), che
possa avere accesso a
fondi regionali in maniera più diretta. Il prossimo
appuntamento è un incontro ristretto già fissato per il prossimo 3 novembre.
Divergenze sindacali alla Skf
Un referendum?
■ A Pinerolo
Il ministro
Piero Fassino
Ritratto di Michele Buniva,
il medico che introdusse
la vaccinazione antivaiolosa in Piemonte nei primi
anni deli’800
stato si salute; ogni medico deve comunque conoscere e valutare le possibili reazioni derivanti
dalla somministrazione
del farmaco alla singola
persona, a seconda delle
sue caratteristiche
Alcune controindicazioni sono solo temporanee e sono dovute alle
febbri, alle terapie con
farmaci che agiscono sul
sistema immunitario o
con cortisonici ad alte
dosi o per Taver eseguito nei 30 giorni precedenti una vaccinazione a
virus viventi; le controindicazioni definitive sono invece molto rare e
sono da valutare con il
medico o con il pediatra;
comprendono le alterazioni del sistema immunitario, l’allergia alle
proteine dell’uovo e agli
antibiotici presenti nei
vaccini e l’avere avuto
gravi reazioni a precedenti vaccinazioni.
S Pomaretto
Carlo Alberto
Travers
FRANCO CALVEni
l
Giornata pineroles»
sabato 14 ottobre, pet ¡¡
ministro di Grazia e Qu
stizia, Piero Fassino, cb
ha incontrato tra T^tr
la giunta comunale dip[
nerolo e i parlamentati
locali on. Giorgio Merlo,
sen. Elvio Passone.
Il ministro e gli anmi,
nistratori della città si
sono confrontati soprat.
tutto sul progetto dei
nuovo carcere di Pinero,
lo che dovrebbe essere
edificato nei pressi della
frazione Riva. «Per la rea.
lizzazione dell’opera sono già a disposizione due
finanziamenti statali-ha
detto ii sindaco Alberto
Barbero -, uno da 5{
uno da 35 miliardi. H Comune ha tra l’altro da
tempo individuato l’area
all’interno del Piano regolatore, concretizzando
anche la trattativa pet
l’acquisizione dei terreni». Il nuovo istituto dovrebbe avere 100 posti
ed essere indirizzatole
particolare a situazioni
di custodia attenuata.
Il ministro, prendendo
atto del cammino gii
svolto dall’amministrazione comunale e dagli
enti preposti per dotare
Pinerolo nuovamente i
un carcere ha sottolineato che! le attuali strategie in materia di ediliài
penitenziaria, e Pinerolo
sembra in questa linea,
propendono «per la scelta di una differenziazione nel trattamento dei
detenuti che porta alla
necessità di strutture di
dimensioni ridotte».
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dell’ai
- Bobbio Pellice
È morto Davi
l'inventore
Maretta negli stabilimenti Skf di tutta Italia.
Dopo l’intesa separata
realizzata da Firn, Uilm e
Fali-Fismic e la secca opposizione della Fiom gli
animi si scaldano e si annunciano ulteriori sviluppi. Tutto risale a metà
luglio quando, dopo la
rottura dell’accordo per
le divergenze sul salario
e l’orario di lavoro, le altre sigle sindacali, è questa l’accusa da parte della Fiom, hanno firmato
l’intesa «senza una consultazione democratica
dei lavoratori».
E così la decisione di
raccogliere le firme per
l’attivazione di un referendum. Ad Airasca e Villar Perosa, ma anche a
Cassino, Bari e Massa
nella settimana prevista
dal regolamento sono
state raccolte 1.038 firme
con il superamento del
20% richiesto per avviare
la consultazione delle
maestranze. La parola
passa alla commissione
elettorale che dovrà pronunciarsi sul possibile
referendum abrogativo
dell’accordo in tutto il
gruppo Skf. I rapporti tra
i sindacati, nell’attesa,
restano tesi.
Ricordo Carlo Alberto
Travers, cui i pomarini hanno appena tributato l’estremo saluto, accanto alla moglie Rinalda
e ai suoi bambini. Marina
e Marco. Lo vedo attivo e
propositivo per sé e per la
società civile che vuole
contribuire a far risorgere
dalle ceneri del regime fascista. Carlo Alberto Travers giungeva dalla vai
Pellice e dall’esperienza
partigiana, gioioso per la
scelta fatta a suo tempo,
all’indomani delT8 settembre, ben conscio che
bisognava operare per un
paese giusto e libero. Così
è stato; per decenni sindaco di Pomaretto, sempre desideroso di vedere
realizzata quella società
che la tradizione socialista aveva fatto balenare ai
suoi occhi.
Un uomo forte e vitale
è scomparso lasciando
però tracce indelebili.
Poche le conversazioni
impegnative condivise
con lui ma tutto stava in
quell’energia di relazione
e di progettualità chè mi
trasmetteva; studiare, affermarsi nel mondo della
scuola e poi del lavoro,
ricercare la mia formazione sociale negli studi.
Ricordo la sua gioia per i
miei successi scolastici,
l’affermazione nel mondo del lavoro, l’attenzione per la società religiosa. Laico, profondamente
umano; ben sapendo che
questi sono gli uomini e
le donne a cui bisogna
saper attingere come
modelli di impegno.
Un’altra bella figurai
Bobbio ci ha lasciato, Mchelin. I meno giovanili'
cordano quando, subiti
dopo la guerra, ha inventato una moto che andasse non solo sulla teni
ma anche sulla neve.Dt
vide era una personanservata, ma tutt’altro cl®
chiuso in sé; se poW
fare qualcosa per gli *
non si tirava indietro. W
bel giorno si è messoti
testa di fare una maccnina che rompesse i ricci*
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gliendo un grosso lavoi*
a quelli che hanno mal
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che legato alla sua teff
valdese. Tutte le con
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tutti i partecipanti
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ore
Il futuro del complesso ex Widemann a San Germano Chisone B Primo distretto
Molti cambi
pastorali
Un'area per le attività artigianali
Una variante al Piano regolatore comunale potrebbe dislocare in un'altra
zona gli insediamenti residenziali, poco armonizzabili con gli stabilimenti
«Una variante al Piano regolatore sembra essere l’unica strada
grcorribile per risolvere il problema del recupero dell’ex area Widemann a San Germano, attualmente indicata nel Piano come zona
mista residenziale artigianale con
vincoli di tipo urbanistico molto
precisi». Questo è quanto sembra
emergere dai diversi incontri che
in questi mesi il sindaco di San
Germano Chisone, Clara Bounous,
ha avuto con i proprietari dell’immobile situato all’ingresso del
paese
arrivando da Pinerolo, or
mai frazionato in 11 proprietà, per
cercare di fare il punto sulla situazione e questa sembra essere la risposta che le forze politiche hanno dato nel corso di un Consiglio
comunale informale che si è tenuto lunedì 9 ottobre.
L’ex complesso Widemann attualmente presenta una situazione di degrado notevole con i proprietari reticenti a fare interventi
sostanziali che tra l’altro sarebbero sottoposti a vincoli precisi, per
esempio l’arretramento dal margine della strada di 10 metri. Un
intervento di ricostruzione dell’edificio inoltre obbligherebbe le
attività artigianali che hanno sede
nel complesso a un’interruzione
della produzione con un danno
consistente. Il punto centrale
emerso pare essere la destinazione dell’area che il Piano regolatore prevede essere mista artigianale e residenziale. La cosa preoccupa gli artigiani perché, dicono, «le
lavorazioni sono spesso rumorose
e producono talvolta anche odori
non gradevoli cosa che certo non
faciliterebbe una convivenza
tranquilla con eventuali abitazioni private» e si dichiarano pronti a
un miglioramento dell’80%
dell’area se avranno la possibilità
di disporsi in maniera diversa da
quella ora indicata dal Piano.
D’altra parte chi ha intenzione
di investire nel residenziale mal
sopporta una situazione di stallo
come l’attuale in cui la parte ex uffici, potenzialmente destinata al
residenziale, si troverebbe letteralmente circondata da attività artigianali. La proposta che emerge a
questo punto da parte dell’amministrazione è queUa di una variante che sposti il residenziale in un
altra zona e che liberi da alcuni
vincoli il fabbricato esistente. «La
necessità - dice Clara Bounous - è
quella oltretutto di ridare dignità a
un fabbricato che, anche per la
sua posizione, è un po’ il biglietto
da visita del paese e oggi la sua situazione di degrado certo non rassicura né chi passa per San Germano né gli abitanti stessi». Anche
i rappresentanti di minoranza in
Consiglio si sono dichiarati d’accordo sulla necessità di un intervento che, ha detto Renato Ribet,
«non può essere certo indirizzato
al rifacimento completo dell’edificio (cosa troppo costosa e troppo
onerosa anche in termini di tempo
per le imprese che attualmente
operano nell’area) ma che deve
mirare a conservare il più possibile
l’agglomerato storico dell’edificio.
Questo si può fare per esempio
con l’uso di fondi europei ma è indispensabile l’accordo fra e con i
proprietcìri dell’ex Widemcmn».
A questo punto la palla sembra
passare ai tecnici che dovranno
preparare una variante al Piano regolatore che poi comunque dovrà
essere approvata del Consiglio comunale e quindi essere presentato
alla Comunità montana valli Chisone e Germanasca nel contesto
del Piano regolatore di valle, (dr)
Non sono poche le
chiese delle Valli che nei
prossimi mesi dovranno
designare un nuovo pastore. Lo si apprende dagli atti della Tavola valdese resi noti con una recente circolare.
Innanzitutto Villar Pellice, «privata» di Gianni
Gente eletto moderatore
nell’ultimo Sinodo: temporaneamente essa è affidata al primo circuito,
con la collaborazione del
diacono Dario Tron. Poi
Torre Pellice, in seguito
alla nomina di Bruno Rostagno quale pastore della Chiesa metodista di
via dei Benci a Firenze. A
Luserna San Giovanni,
Claudio Pasquet non è disponibile alla rielezione
per il secondo settennio
(come è noto nelle chiese
valdesi autonome i pastori sono eletti per un primo settennio e sono riconfermabili per altri 7
anni); analoga decisione
da parte di Vito Gardiol,
attuale pastore a San Secondo. Scadenza un po’
più lunga per Prarostino, dove l’attuale pastore
Ruben Vinti andrà in e
meritazione dal 1° otto
bre 2001. Infine, con l’assunzio ne da parte di Daniela Di Carlo della dire
zione del Centro ecume
nico di Agape, a Prali, anche le chiese di Perrero
Maniglia e di Massello
dovranno trovarsi un al
tro pastore.
La scadenza indicata
per la decisione delle as
semblee di tutte queste
chiese, salvo Prarostino, è
il 31 dicembre prossimo.
NELLE CHIESE VALDESI
ASILO DI SAN GERMANO — Presso l’ufficio
dell’Asilo dei vecchi di San Germano ci sono ancora alcuni premi della sottoscrizione da ritirare; ecco i numeri: 1503; 3401; 3439 di Ilda Richiardone; 6907; 8923 (sig. Loredana Micol) e infine 8930 e 9566 (sig. Angela Soulier).
BOBBIO PELLICE — Domenica 29 ottobre, culto in
firancese.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Venerdì 27 ottobre,
alle 15, culto alla Pro Senectute. Domenica 6 novembre, assemblea di chiesa per l’elezione del
nuovo pastore.
PERRERO-MANIGLIA — Lunedì 6 novembre, alla
Baissa, alle 14,30, prima riunione quartierale.
POMARETTO — Domenica 29 ottobre, alle 10, culto
all’Inverso. Venerdì 3 novembre, riunione quartierale all’Inverso Clot, alle 15. L’Unione femminile dell’Inverso tiene la sua prima riunione venerdì 27 ottobre, alle 14,30.
PRAROSTINO — Domenica 29 ottobre, festa del
raccolto, alle ore 10, nel tempio di San Bartolomeo, culto con santa cena e partecipazione della corale, alle 14,30, nella sala del teatro, bazar
della festa del raccolto.
SAN SECONDO — Domenica 29 ottobre, alle 10 culto con santa cena e partecipazione della Corale.
TORRE PELLICE — Le prossime riunioni quartierali
si svolgeranno martedì 31 ottobre, ai Simound,
venerdì 3 novembre, alla Ravadera. Studio biblico: lunedì 30 ottobre, alle 20,45, su «La spiegazione della volontà di Dio» Nehemia, 8,1-12.
VILLAR PELLICE — Domenica 29 ottobre, culto
con santa cena. Le prossime riunioni quartierali
si svolgeranno venerdì 27 ottobre, al Serre, lunedì 30 ottobre, al Teynaud, alle 20,30.
VILLASECCA — Giovedì 26 ottobre, alle 20, riunione quartierale a Villasecca.
CULTO DELLA RIFORMA
TRASMESSO IN DIRETTA TV
DA PINEROLO
Il «Culto della Riforma» sarà trasmesso in diretta
eurovisione su Rai2 dal tempio di Pinerolo, domenica 5 novembre. La comunità pinerolese si sta
preparando attivamente per questo avvenimento
che coinvolgerà molte persone nella liturgia che
sarà lievemente cambiata rispetto alle abitudini
solite e soprattutto sarà legata ai tempi televisivi
non certo tipici delle nostre chiese.
Gli impegni dell’Acea per risolvere i problemi dei rifiuti
Tutela deirambiente: un impegno improrogabile
Un piano già operativo per dare una soluzione che salvaguardi il territorio — Terminati i lavori dell impianto di
compostaggio, in funzione da fine anno — Iniziate le opere a quello di valorizzazione dei rifiuti in frazione secca/umida
La drammatica alluvione a
cui abbiamo assistito nei
giorni scorsi ci deve far pensare e convincere, se ancora
ce ne fosse bisogno, di
quanto importante sia l’attenzione verso l’ambiente. La
cura dei boschi e dei fiumi,
innanzitutto, così come del
territorio nella sua globalità.
È improponibile, infatti, per
l’ambiente come per chi lo
abita, pensare di continuare
a umiliarlo con atteggiamenti
che hanno quasi una natura
«anticonservativa». Perché
l’uomo non è estraneo all’
ambiente ma interagisce in
modo fondamentale.
Altrettanto assurdo è pensare di continuare a produrre
rifiuti con il ritmo attuale e
proseguire a smaltirlo in discarica. Occorre voltare pagina con un progetto che tuteli
il territorio e le risorse riciclabili, evitando così ulteriori
sprechi e forme di inquinamento. L’Acea già da tempo
sta operando in questa direzione con un progetto già
pienamente operativo, che
prevede diversi «gradi» di iniervento, al culmine del quale
troviamo la realizzazione del
nuovo impianto di valorizzazione dei rifiuti in frazione
secca e frazione umida, che
dovrebbe entrare in funzione
entro i primi mesi del 2002.
Il piano delle infrastrutture
prevede la realizzazione di
diverse «eco-isole», molte
delle quali già in funzione
(Torre Pellice, Pinerolo,
rossasco, Piscina, Cumiana, None, quella di Luserna
purtroppo è stata spazzata
'a dall’inondazione dei gior
ni scorsi) e di numerosissime
«piazzole ecologiche» (come
minimo una per Comune ma
nei centri più grandi anche
5), cioè aree di minor dimensione e ubicate nei centri urbani dove verranno sistemati
tutti i cassonetti della raccolta differenziata. Entrambi
questi spazi sono stati creati
per potenziare la raccolta differenziata, primo e fondamentale atto per salvaguardare l’ambiente, che non è
più in grado di reggere la
quantità di rifiuti prodotta
quotidianamente da ogni singolo individuo (quasi un chilo
e 100 grammi pro capite), e
per contenere economicamente gli alti costi di smaltimento dei rifiuti in discarica.
Smaltire i rifiuti in discarica, infatti, costa molto e costerà sempre di più: lo Stato,
così come la Regione e la
Provincia, proprio per disincentivare questo tipo di smaltimento, ha imposto, in aggiunta ai costi di esercizio,
una serie di tasse: questi
provvedimenti finanziari sono
mirati a sensibilizzare il cittadino sul grande onere oggi
rappresentato dai rifiuti e a
stimolarlo affinché collabori
nello smaltimento differenziato dei materiali.
Le «eco-isole» sono recintate, custodite e regolamentate con un orario che permette
una buona fruizione, hanno i
diversi cassonetti della raccolta differenziata: carta, plastica, vetro, alluminio, cartone, legname, medicinali, pile,
rifiuti tossici nocivi domestici
e rifiuti solidi urbani (Rsu).
Accanto a questi troviamo
poi anche i cassoni per gli indumenti usati, per i materiali
ferrosi, la frazione verde, il
contenitore per gli oli minerali, quello per le batterie d’auto e i pneumatici. A pochi
metri sono sistemati i cassoni per i rifiuti ingombranti. Le
«eco-isole», sono sorvegliate
da un custode: questo per ridurre al minimo l’impatto ambientale, perché sia sempre
in ordine, con i diversi rifiuti
nei rispettivi cassonetti anziché sparsi sul terreno. Con la
realizzazione delle «eco-isole» il servizio ai cittadini ha
compiuto un grande passo in
avanti, offrendo luoghi sicuri,
di facile accesso ed estremamente comodi. Ora non resta
che farli propri, utilizzandoli
ogni qualvolta si debba smaltire un materiale riciclabile.
Da diverse settimane, inoltre, sono stati avviati i lavori
per la realizzazione del nuovo impianto di smaltimento.
L’impianto, che globalmente
rappresenta un grosso impegno di spesa, 40 miliardi
all’incirca, è di ultima generazione, uno dei sistemi più
tecnologicamente all’avanguardia nel mondo (unico in
tutta l’Europa del Sud) e la
sua progettazione è stata
proceduta da una minuziosa
analisi degli impianti già realizzati per valutarne l’impatto
ambientale, la funzionalità e
l’efficienza.
Quest’attenta analisi, alla
fine, ha permesso all’Acea di
progettare per il bacino di
competenza un vero e proprio sistema integrato di
smaltimento dei rifiuti: un polo articolato che permette di
ottimizzare al meglio lo smaltimento con il minimo impatto
ambientale e un altissimo
grado di capacità di riciclaggio, riducendo fino al 90% la
quantità di rifiuti da conferire
in discarica rispetto al gettito
attuale. Dall’impianto non
scaturiranno né emissioni di
fumi tossici, né tantomeno
esalazioni odorose di alcun
genere, né altri inquinanti.
Il concetto base su cui poggia l’impianto è la divisione
dei rifiuti in frazione secca e
frazione umida, quella divisione che i cittadini di Frossasco
stanno sperimentando con il
sacco rosso. Si dovrà creare
quindi una stretta collaborazione e fiducia tra azienda
Acea e cittadini, fondamentali
per la riuscita di questo nuovo
sistema, destinato a dare una
risposta ottimale al problema
smaltimento.
La scelta di impegnare i cittadini in prima persona con la
separazione dei rifiuti è una
scelta obbligata. Il costo del
trattamento dei rifiuti, infatti,
ha assunto costi proibitivi:
operare la divisione all’interno deirimpianto avrebbe voluto dire caricare l’intera collettività di costi ancora mag
giori rispetto a quelli attuali.
Infine sono stati ultimati i
lavori dell’impianto di compostaggio, che sorgerà accanto
a quello di valorizzazione. Da
metà novembre, questa
«fabbrica di compost di qualità» sarà in funzione a livello
sperimentale. Per fine anno
si prevede che l’impianto diventerà perfettamente operativo, permettendo così di trasformare rifiuti selezionati in
pregiato compost, per al
troambito dal mercato.
informazione
pubblicitaria
18
T
PAG. 18 RIFORMA
E Eco Delle "\âlli "^.ldesi
venerdì 27 OnoBB^. JJNEIBI
SPORT
HOCKEY GHIACCIO
«Non ci siamo arresi;
stiamo lavorando per arrivare alla gestione del
palaghiaccio di Pinerolo»
è il primo commento di
Giovanni Cotta Morandini, presidente del Valpellice He una settimana
dopo l’alluvione che ha
fatto crollare buona parte
del tetto della pista di
Torre Pellice, tribune e
spogliatoio «lato Pellice».
È in atto una sospensione
temporanea delle attività
a livello dei vari campionati ma non è assolutamente chiaro con quali
prospettiva di ripresa: al
momento infatti gli impianti di Pinerolo e Torino sono ancora chiusi e
non si sa quando riapriranno. Ipotesi, per ora
solo allo studio, danno
come possibile una riapertura della pista di Torre Pellice ebe non sembrerebbe lesionata nella
parte fondamentale (patinoire e centrali frigo).
Molto dipenderà comunque dalla fase di smon
taggio del tetto che si annuncia complessa e onerosa. Al momento le ruspe del Magistrato del Po
stanno cominciando a ripristinare il terrapieno
lungo il Pellice deviando
verso la destra orografica
il corso delTacqua.
PALLAVOLO
Nel campionato under
15 femminile, girone C, il
3S Luserna ha superato il
Volley insieme Piossasco
per 3-0. Nel campionato
under 20 maschile 13S Pinerolo ha superato il Valli
di Lanzo al tie break.
TENNIS TAVOLO
Le partite di Cl, C2 sono state rinviate, come
pure rincontro di serie
«B» della DI della Valpellice. Ha giocato solo la
squadra «A» che a Torre
Pellice ha superato per 5
0 il Sisport Fiat grazie ai
punti di Battaglia e Odino
(due a testa) e di Cesano.
1 campionati, salvo recuperi, sono ora fermi fino
al 19 novembre.
Il 4 novembre
«Tuttomele»
a Cavour
Verrà inaugurata il
prossimo 4 novembre la
21® edizione di Tuttomele
a Cavour: sarà una nuova
occasione di incontro per
i tantissimi visitatori che
ormai affollano questa
rassegna partita dai dieci
Comuni del consorzio
frutticolo Cifop. Quest’
anno verrà presentato il
«presidio» per la salvaguardia delle antiche varietà di mele «grigia di
Torriana» e «ronzé» per le
quali Slow food si sta attivando per riuscire a continuare in tempo le ormai
ridotte coltivazioni. Ospite della rassegna quale
stato estero sarà quest’
anno la Grecia. Non mancheranno mostre, cene
nei ristoranti locali, spettacoli e poi vari dibattiti,
sul frutticoltura, ruolo dei
vari enti impegnati nel
settore agricolo, autostrada Torino-Pinerolo.
Le borse di studio della Fondazione Enrico Gardiol
Un impegno per i giovani
MASSIMO CNONE
Nelle parole di Adele
Theiler Gardiol ci sono i volti sorridenti dei
ragazzi che «in questi aur
hi sono diventati quasi
dei figli», conosciuti durante gli studi universitari
e che la signora continua
a seguire anche nel corso
della carriera lavorativa.
Una missione filantropica ma soprattutto umana,
quella della fondazione,
un impegno concreto iniziato alla morte del marito, il dottor Enrico Gardiol (nelle Valli chi non lo
conobbe?) avvenuta ormai 10 anni fa, il 27 ottobre ’90. Già l’anno successivo si costituiva a
Torre Pellice la «Fondazione Enrico Gardiol»,
istituzione destinata ad
aiutare i giovani a compiere i loro studi, riconosciuta dalla Regione Piemonte 2 anni dopo. «Sono molto contenta di aver
ascoltato il consiglio di
mio marito - commenta
Adele Gardiol, attuale
presidente della fondazione -, ringrazio sempre
il Signore di avermi dato
la possibilità di questo incontro con i giovani». Lo
stesso Enrico Gardiol era
potuto diventare medico
solo grazie all’aiuto di
una borsa di studio intitolata al dr. Pellegrino.
Ma come avviene l’attribuzione? «Ogni anno
viene bandita una gara spiega Tawocato e vicepresidente della Fondazione, Marco Gay - ma
probabilmente questa
possibilità non è ancora
molto conosciuta dai
giovani delle Valli e così
pervengono poche domande». Le linee guida
per la scelta dei beneficiari sono 2: il bisogno
economico e la regolarità
del percorso di studi, indirizzati particolarmente
alla professione di medico, segretario comunale
e avvocato. La data ultima per la presentazione
delle domande è la fine
del mese di ottobre.
Il capitale della fondazione ammonta a 500 milioni, frutto degli investimenti degli ultimi anni e
dal 1991 sono già stati
erogati 150 milioni. Adele
Theiler Gardiol fa il punto
dei risultati ottenuti. «I
ragazzi hanno dimostrato
una volontà straordinaria
e un’intelligenza fuori del
comune: 8 sono i laureati
che hanno ottenuto la
borsa, mentre 4 sono al
terzo anno e 6 inizieran
no gli studi quest’anno».
11 legame con il Collegio valdese è sempre
molto forte. Il primo vicepresidente è stato il
professor Alberto Peyrot,
allora presidente del Comitato del Liceo. Anche
l’attuale preside. Elio Canale, è coinvolto nelle
iniziative: «Una vera anima della Fondazione dice Marco Gay - perché
ci comunica sempre notizie preziose sugli studenti, le loro necessità e
desideri». Il Collegio è
anche la sede della Fondazione: alla domanda di
borsa di studio occorre
allegare il preventivo di
spesa, il piano di studi e,
durante gli anni seguenti, il resoconto dettagliato dei risultati conseguiti e degli esami superati.
Lo statuto prevede che
le borse siano destinate
agli studenti universitari anche per l’acquisto
dei libri di testo, ma il
Consiglio direttivo ha deciso di erogare il contributo ad alcuni studenti
delle scuole superiori. «È
. stata una scelta obbligata - spiega Gay - proprio
perché le richieste erano
troppo scarse: gli studenti non abbiano timore di
presentare le domande».
' - Mostre e iniziative del Centro culturale valdese
Acquerelli sulla Provenza
■ Corsi triennali
Animatori
professionali
Nuova proposta di formazione per il Pinerolese. Si tratta di un corso
triennale per animatori
professionali organizzato
dall’istituto Ciofs di Cumiana in collaborazione
con l’Alberti di Luserna
San Giovanni e la società
Agess vai Pellice. L’animatore professionale è
un operatore specializzato nel lavoro con i gruppi, nella gestione di animazioni e nella progettazione collettiva: in questo caso, anche se la prospettiva dell’impiego nei
villaggi per vacanze rimane aperta, si è scelto
di privilegiare lo sviluppo
locale e ìfa connessione
con il territorio pinerolese e le sue particolari caratteristiche.
Il corso, completamente gratuito, inizierà a novembre, con un numero
massimo di 20 posti disponibili. Sono previste
2.400 ore di lezione distribuite nei tre anni con obbligo di frequenza di due
terzi del totale: lo sviluppo del corso consiste iri
lezioni teoriche e periodi
di stage per il tirocinio e
la formazione sul campo;
se la sede del corso è Cumiana, altre attività saranno realizzate a Pinerolo e probabilmente anche
a Villar Pellice, nei locali
della Crumière. Le domande sono accolte dall’istituto Ciofs di Cumiana (011-9077256) e per
accedervi è obbligatorio il
possesso del diploma di
scuola media superiore.
Il corso è uno dei due
il cui finanziamento è
stato richiesto dall’Alberti e l’Agess alla Regione Piemonte, ma solo
questo è andato in porto.
Niente di fatto per l’iniziativa formativa dedicata alla microimprenditorialità che non ha ottenuto fondi necessari.
APPUNTAMENTI
26 ottobre, giovedì
ANGROGNA: Nella sala delle attività di San Lorenzo, incontro dibattito su «Dalla lira all’euro; che cosa
succederà?», con esponenti delle banche locali.
VILLAR PELLICE; Alle 21, nella sala consigliare del
municipio, si parla di un possibile consorzio di castanicoltori; intervengono il sindaco di Villar, Bmna Frache, l’assessore alla Montagna della Comunità montana, Piervaldo Rostan, il tecnico agricolo Enzo Negrin, l’agronomo Davide Baridon.
PINEROLO: Nella sede del Cai, via Sommelier, alle
21, diapositive su «Dal monte Logan alTAconcagua».
27 ottobre, venerdì
PINEROLO: Alle 17, nella chiesa di San Giuseppe,
dedicazione della sala concerti al cantante pinerolese
Italo Tajo «Con la mia voce ho cantato la patria».
TORRE PELLICE: Dalle 17,30, al teatro del Forte,
incontro pubblico su «Rodari oggi»; intervengono Roberto Eynard, direttore dell’istituto comprensivo «Rodari» di Torre Pellice, e Marcello Argilli, scrittore.
28 ottobre, sabato
VILLAR PELLICE: Alle 20,45, nel tempio, concerto
di corni con musiche e canzoni della tradizione alpina proposti dalla famiglia Deivai del Giura francese.
Offerte a favore della nuova sala polivalente.
TORRE PELLICE: Alle 16, al teatro del Forte, inaugurazione della stagione, con lo spettacolo per bambini «Pirù e il cavaliere di Mezzotacco», allestimento del
burattinaio Walter Broggini. Alle 21,15 «Nonosoloteatro» presenta «Vita da timidi», di e con Guido Castiglia. Entrambi gli spettacoli sono gratuiti, con offerte a
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favore dell’istituto per anziani «San Giuseppe», per la
costmzione di un padiglione per la sclerosi multipla.
ANGROGNA: Alle 21, nella chiesa di San Lorenzo,
concerto del coro La Draia e del coro Montagna Rùsa,
di None. Nell’intervallo, presentazione del quaderno
n. 20 del Centro di Documentazione «Storia di Angrogna4, dal 1975 al 2000», di Osvaldo Coisson.
PINEROLO: Alle 21,15, per la XV rassegna di teatro
dialettale, al teatro Incontro, spettacolo «A Tè mach
question de spirit», ingresso lire 15.000.
PRAROSTINO: Rino a domenica 29, «Trial dei pionieri», dedicato alle moto storiche con 2 ammortizzatori e artigianali: partenze previste alle 13 di sabato 28
e alle 9,30 di domenica, per un totale di 30 chilometri.
PINEROLO: Alle 16, alla biblioteca civica Alliaudi,
presentcìzione del nuovo libro di Carlo Borra «Luci e
ombre d’officina».
29 ottobre, domenica
PINEROLO: Alle 16, al Salone dei Cavalieri, conferenza del prof. Faragada del Politecnico di Torino su
«Il recupero delle miniere a fini turistici e museali».
2 novembre, giovedì
ANGROGNA: Alle 20,45, nella sala unionista del capoluogo, assemblea pubblica sull’eventualità di realizzazione sul territorio comunale di reti di distribuzione di gas Gpl; intervengono responsabili delTAutogas Nord Spa e i sindaci di Rorà e Pramollo.
4 novembre, domenica
RINASCA: Concerto alle 21, nel salone polivalente,
con la partecipazione dell’Unione musicale di Inverso Rinasca e la Banda Sangermanese. Ingresso libero.
TORRE PELLICE-Il
cinema Trento ha in pro.
gramma, giovedì 26 e venerdì 27, ore 21,15, Holy
Smoke; sabato 28, ore
20,30 e domenica 29, ore
16 e 18, La strada perii
dorado, sabato ore 22,20,
domenica ore 20,10 e
22,20, lunedì ore 21,15
Road Trip.
BARGE — 11 cinemj
Comunale ha in programma, venerdì 27, ore
21, Vatel; sabato 28, ore
21, Guida nel paradiso;
domenica, ore 15,17,19,
21 e lunedì, ore 21, Dottor t e le donne; martedì,
mercoledì (ore 15,17,19,
21, giovedì. Road trip.
PINEROLO —La mul
tisala Italia ha in programma, alla sala «2cento», da giovedì a lunedi,
ore 20,15 e 22,20, La famiglia del professore
matto; domenica, ore li
e 18, La strada di E1 dorado. Da martedì, Wondei
boys. Alla sala «5cento»i
in programma Al momento giusto.
ECONOMICI !
¡fíglIífiffíflSSflK»
La stagione del teatro del Forte
Teatro e scuola
Continuano le attività e gli appuntamenti al Centro culturale valdese di
Torre Pellice. In particolare dal 14 ottobre, all’interno dell’iniziativa «Una finestra su...», si può visitare, nello spazio
espositivo dell’edificio, una mostra dal
titolo «Provenza; ritmo e danza», una
serie di quadri realizzati con la tecnica
dell’acquerello dal pittore Raffaele levine, artista torinese di Sangano.
Le opere esposte rappresentano il tipico paesaggio della Provenza, con
sfondi di città del luogo, come Avignone e Saint Etienne-Orugues, e distese
di prati di lavanda, dai colori vivaci e
solari. «11 pittore sembra proprio voler
smentire che il violetto sia il colore della tristezza, della malinconia - scrive
Aldo Spinardi nel presentare i quadri di
Raffaele Invine -; i suoi campi di lavanda parlano di sentimento, di poesia e ci
invitano a riflettere come Finfinito sia
percettibile dall’uomo, che in esso vive,
anche se egli ha bisogno di un fiore, di
un profumo, di un granello di sabbia.».
Sempre in riferimento ai colori e ai disegni raffigurati sulle tele, ecco l’opinione del critico Sergio Albano: «Rosso
vivo, giallo limone, ocra dorata, molto
dorata, colline di Provenza, ulivi, ulivi
nell’ombra, violetto, indaco, azzurro.
Blu oltremare, cielo, cielo e nubi, tanto
sole su tutto e dentro ogni cosa senti le
cicale, il ronzio dell’estate tra le foglie
del leccio lucide e scure, papaveri, spighe di grano e ancora colline, colline; il
mare è lontano, ma il suo azzurro cupo
arriva fin qua. Luci e bagliori, ritmo fra i
fiori bianchi, gialli, rossi; montagne
viola che premono sulle colline, tramonti controluce e poi vento, tanto
vento che spettina le forme e i colori,
entra nelle case e porta via la nebbia e
ti entra nelle orecchie e in gola, nel
cuore. Voglia di vivere guardando i tuoi
quadri, voglia di correre all’impazzata,
voglia di mangiare, di bere, di amare...
e ti pare poco?».
La mostra rimarrà aperta fino al 16
dicembre, con orario di apertura dal
martedì al sabato dalle ore 9 alle 12,30
del mattino e dalle 14 alle 18 del pomeriggio; il lunedì dalle 9 alle 12,30 e dalle
14,30 alle 17,30. Per eventuali informazioni telefonare al Centro culturale valdese di Torre Pellice allo 0121-932179.
Il teatro del Forte di
Torre Pellice, giunto al
suo terzo anno di programmazione, sta per
inaugurare la stagione
2000-2001, che vedrà ufficialmente il via sabato 28
ottobre, alle 16, con «Pirù
e il Cavaliere di Mezzotacco», spettacolo per
bambini della compagnia
Walter Broggini, e alle
21,15 con «Vita da timidi», di Nonsoloteatro, en-trambi spettacoli gratuiti
per raccogliere fondi a favore del padiglione per la
sclerosi multipla della
Casa di riposo San Giuseppe di Torre Pellice. La
stagione, che si concluderà a maggio 2001, con
oltre venti rappresentazioni in cartellone, ripropone le fortunate rassegne, che hanno già caratterizzato la scorsa stagione; si va da «Con gli occhi
dei vinti», con storie toccanti e personaggi inquieti e inquietanti, a
«Domenica in tre», pomeridiani della domenica
per famiglie, a «Muse
donne e teatro», teatro
tutto al femminile, a «Vai
avanti tu che mi scappa
da ridere», lo spazio comico dell’intera programmazione del teatro del
Forte, alle proposte per le
scuole con «Un teatro per
la scuola» e per concludere, a maggio 2001, «Il teatro dei ragazzi».
Tra gli spettacoli, a partire da sabato 11 novembre, quelli della rassegna
«Con gli occhi dei vinti»,
che andrà avanti fino alla
fine del mese, (con un appuntamento anche a gennaio 2001) con «Alma Rosé», ispirato alla vita della
celebre violinista ebrea; e
a novembre, domenica
12, alle 16, comincerà
«Domenica in tre», la serie di quattro spettacoli
dedicata a genitori e
bambini, con «Davide e
Unghia d’Orso».
A febbraio l’appuntamento è con il teatro delle donne, con tre rappresentazioni nelle quali si
alterneranno storie di
donne argentine, delle risaie novaresi e alla ricerca della memoria perduta. A febbraio spazio anche alla comicità con le
performances di «Vai
avanti tu che mi scappa
da ridere», con tre proposte. 11 teatro del Forte
ripropone poi numerosi
appuntamenti per le scolaresche del territorio e
riserva alcune serate (nel
mese di maggio) alle rappresentazioni che i ragazzi stessi realizzeranno. Per tutte le informazioni (orari, abbonamenti, costi dei biglietti, programma più dettagliato
prenotazioni) ci si può rivolgere a Nonsoloteatro,
tei. 0121-323186.
I Torre Pellice
Una serata
su Rodari
A Gianni Rodari, uomo,
scrittore, pedagogista, a
vent’anni dalla scomparsa e a ottant’anni dalla
nascita, l’istituto comprensivo di Torre Pellice,
a lui intitolato (unico nel
territorio), dedica nell’ultimo fine settimana di ottobre, una serata pubblica e alcune ore di aggiornamento per i docenti.
L’iniziativa, che è stata
curata e portata avanti da
un gruppo di insegnanti
del comprensivo, vuole
far conoscere a un pubblico più vasto la figura di
uno, dei grandi pensatori
del ’900, alla cui pedagogia e ai cui insegnamenti
si sono ispirati generazioni di operatori scolastici.
11 programma prevede
una incontro pubblico, al
teatro del Forte di Torre
Pellice, venerdì 27 ottobre dalle 17,30 alle 19,30,
con la partecipazione del
dirigente scolastico dell’istituto comprensivo
«Rodari» di Torre Pellice,
e dello scrittore e giornalista Marcello Argilli.
Nella mattinata di sabato 28 ottobre, dalle 9
alle 12, nell’istituto comprensivo, Marcello Argilli
parlerà di nuovo di Rodari, con il corpo docente,
su «Rodari oggi, spunti di
riflessione per giocare,
immaginare, creare».
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lere, so|abitabili'
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g Quale
franchezza?
Ho letto con attenzione la
nichiarazione dei teologi italiani («Riforma» del 13 ottohrel sulla necessita del dialogo ecumenico all’indomani
del documento IDotyiìtius ye“ e della Nota del cardinale
Ratzinger. Mi rallegro della
fraternità e dei vincoli di amicizia costruiti in questi anni
tra teologi di diversa appartenenza confessionale, ma sono deluso dalla povertà teologica del documento, che
non risponde ai punti controversi sollevati dai pronunciamenti vaticani.
Invece che contestare le affermazioni antiecumeniche
dei due documenti vaticani, il
cui contenuto ha deluso e
scioccato le chiese di mezzo
mondo, i teologi italiani si
preoccupano della fraternità e
sororità tra colleghi, su cui «la
recente Nota sull’espressione
“chiese sorelle” e la Dichiarazione Dominus Jesus (...) sembrano v.oler gettare qualche
ombra nel timore che vengano dimenticate le prerogative che la Chiesa cattolica romana rivendica rispetto alle
altre». Il testo in questione
impiega poi il termine «comunità ecclesiali» per indicare
le diverse chiese cristiane,
seguendo in questo proprio
le istmzioni della Dominus Jesus, che afferma: «Esiste quindi un’unica Chiesa di Cristo,
che sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in
comunione con lui (...) Invece
le comunità ecclesiali che non
hanno conservato l’episcopato valido e la genuina' e integra sostanza del mistero eucaristico, non sono chiese in
senso proprio».
Se l’ecumenismo si costmisce sulla franchezza, ritengo che i protestanti italiani dovrebbero porsi in modo
più netto di fronte a una
chiesa che si autocelebra in
continuazione, declassando
le altre confessioni al rango
di comprimari. Il problema,
a mio modesto parere, sta
proprio qui e va messo all’
ordine del giorno nelle sedi
deputate: se non c’è neppure pari dignità tra le chiese.
come possono i cristiani costruire quell’Europa dei diritti invocata a più riprese
nella «Charta oecumenica»?
Purtroppo la voce evangelica è debole anche perché attraversiamo una fase di ripensamento della nostra vocazione. Se il rapporto con la Chiesa cattolica è un «matrimonio
indissolubile», senza diritto di
recesso, al coniuge tradito
non resta che invocare mestamente le promesse nuziali; se
invece è un rapporto libero,
fondato sull’amore e la verità
(Gesù Cristo), il coniuge può
agire di conseguenza, con le
rotture e le riconciliazioni che
accompagnano ogni fidanzamento. Mi piacerebbe sapere
che cosa ne pensano i lettori
di Riforma e gradirei un confronto più ampio sul nostro
settimanale, che tende a delegare gli interventi sempre alle
stesse voci.
Davide Giannoni - Brescia
Extrema ratio
Ho sentito che Giovanni
Paolo II ha affidato l’umanità
intera alla Madonna di Fatima e mi piacerebbe sapere
com’è che ha avuto questa
geniale pensata. Così, a naso,
direi che l’idea dovrebbe essere partita da Dio il quale
essendo in grande amicizia
con il papa, così come fece
con Abramo, deve essersi
detto: «Forse celerò a Wojtyla
quello che sto per fare?». Ma
allora Wojtyla sarebbe disonesto perché attribuirebbe a
sé l’iniziativa, quindi le cose
devono essere andate in modo diverso.
Probabilmente Dio, vedendo che con questa umanità
non ce la fa, dopo aver provato con il diluvio e poi mandando il Figlio (il quale poi ha
affidato, forse un po’ incautamente, la tutela degli umani
allo Spirito Santo) non sapendo più a che santo votarsi ha
pensato, extrema ratio, di rivolgersi al papa. E questi, in
gran confidenza con la Madonna {totus tuus è il suo
motto) l’ha coinvolta a sua
volta. Sì, penso proprio che le
cose siano andate così. Voi di
Riforma che siete dentro alle
segrete cose che ne dite?
Maria Luisa Bonnet-Torino
Nei veloci mutamenti odierni, i cimiteri sembrano destinati a non cambiare mai
Memorie, lacrime, dolori, preghiere, speranze
RENZO TURINETTO
SOVENTE il mio pensiero torna a
una dolce isola, dagli antichi già
detta epitome della terra: e, nell’isola, a
un piccolo paese (...) sotto il suolo fugge un fuoco divoratore (...). “Nous
avons respiré cet air d’un autre monde
(...) Et cependant on dit qu’il faut mourir”. (...) il cimitero per un lato è a picco
sul mare (...) tra due colonne l’ingresso
lascia intravedere ordinati viali con gli
alberi e le siepi e le tombe; il sentimento della vita non è tetro al pensiero della morte (...) .su quelle colonne vi sono
dipinte quattro parole (...) Memorie e
Lacrime-Dolori e Preghiere». Enrico
Emanuelli (1909-1967), Congedo.
È stato detto di Emanuelu che il suo
lavoro fu riconosciuto da vivo ma che
dopo la morte si è effettuata nei suoi
confronti una ingiusta dimenticanza.
Scrisse oltre una ventina di libri fra narrativa e cronache di viaggi, in buona
parte pubblicati da Mondadori e Feltrinelli: per una dozzina d’anni fu notista
e inviato della Stampa e poi redattore
letterario del Corriere della sera. Ebbi il
piacere di incontrarlo alcune volte dove
lavorava e anche come lusingato (e un
po’ imbarazzato) ospite nella casa dove
viveva. Di lui lessi quasi tutto: ma da un
certo momento, con più insistenza si
affacciavano alla mente le quattro parole che chiudono il fi-ammento riportato all’inizio. Memorie e Lacrime-Dolori e Preghiere.
Non fu l’età avanzata a intridere
quelle parole della tristezza o «ineluttabilità della fine». Ettianuelli le scrìsse a
trent’anni. Ci sono posti nel mondo dove già da giovani senza ambascia patologica si conversa della morte, quale
componente della vita al pari della
scuola, la famiglia, il lavoro (o la fame),
le questioni sociali eccetera. Non so in
quale modo, dopo averle fissate sulla
carta, Emanuelli le depositasse poi
dentro di sé; e del resto non vedo quanto importi saperlo; credo piuttosto che
importi saldare alTautore il debito per
averle interrate come ferrai pretti nel
percorso di un credente in Gesù Cristo.
A distanza di anni ho visitato la «dolce isola», assai meno dolce e ben più
stravolta di quando la cantò Emanuelli.
Il fuoco divoratore è l’acqua termale
tuttora utilizzata dagli hotel modesti o
lussuosi. Il «piccolo paese» è adesso
scaduto di tono, le sue terme erano le
più vecchie e più grandi ma orinai sono
chiuse da anni, le colonie di clienti
hanno dirottato di qualche chilometro
in zone più attrezzate, sulle colline le
ville esclusive degli straricchi strizzano
l’occhio al convulso formicaio giù in
basso. Ma il cimitero sì direbbe sostanzialmente com'era; nei veloci mutamenti generalizzati i cimiteri sono fra le
poche cose che non cambiano? L’ho visto in un torrido pomeriggio estivo, le
famose quattro parole saranno sempre
là, le avranno sostituite, cancellate?
Sulla breve salita mi chiedevo se la mia
era ingenua curiosità o verifica, o qualcosa di più intrigante, quasi un omaggio, non a un autore, ma a quattro delle
sue tante parole scritte.
Memorie, Lacrime, Dolori, Preghiere,
ed ecco subito la prima sorpresa. Ci sono le due colonne, ma l’ultima parola è
diversa, non più Preghiere ma Speranze. Sbagliò chi le lesse sessant'anni fa, o
chi le ridipinse, o fu un ripensamento
dell’ignoto manutentore del posto?
Non sono riuscito a saperlo ma intanto,
seconda sorpresa, entra un funerale.
Quanti familiari, parenti, amici nel passato e in futuro varcarono e varcheranno la soglia con le due colonne e quelle parole. Per tutti memorie, lacrime,
ricordi cocenti o sfumati dal tempo.
E Preghiere (prima), adesso Speranze.
La parola è lì, ma che cosa c’è in chi
la legge? Speranze, ma non abbiamo il
potere sul giorno della morte; non si
può evitare la propria fine; come «sperare» che Dio sarà la nostra guida per
sempre, fino alla morte? Come osare
provocarla con l’ardimentosa sfida:
dov’è la tua forza che uccide? Eppure
chi non «spera» è un figlio di Dio stupido come l’antico Israele (Ecclesiaste 8,
Salmi 89 e 48,1 Corinzi 15, Osea 13).
Sì, ci sono luoghi o momenti dove «il
..sentimento della vita non è tetro al pensiero della morte». Fortunato chi fa credito alla Bibbia di costruirgli hell’interiore un atteggiamento inconsutile benché tortuoso. Probabilmente nulla è più
contorto della fede, questo «stato della
mente e dell’anima» (Dag Hammarskjoeld), a condizione dì definirla tale
senza vanità perché è un dono, non un
manufatto umano. Allora, sia in un algido 2 novembre, o in una triste vigilia di
Natale o in una malinconica veglia di
Capodanno o in un qualsiasi altro frangente il pensiero della morte ci marchi
stretto, è lecito prendere l’arbitrio di capovolgere la citazione francese di Emanuelli: si morirà: ma nel frattempo abbiamo respirato l’aria di un mondo differente. L’«Ultimo Nemico» spaventa
sempre e non si desidera trovarlo; tuttavia non si saranno più «persone che
moltiplicano i loro atti complicati soltanto perché hanno paura della morte
(...) dobbiamo disimparare a sentire
con il nostro cuore ordinario» (Frédéric
Richaud, giovane scrittore provenzale,
insegnante in un liceo parigino di periferiaL O, se ci piace, possiamo dirlo con
uno di quei film minimalisti che nessuno va a vedere: si abita nel bel mezzo
dell’esistenza non assomigliando a chi
«non ha più nessuna musica cuore per
far danzare la propria vita».
A cosa credere?
L’altra settimana ho sentito
alla televisione una notizia
che a dir poco mi ha lasciata
esterrefatta: questo millennio
è dedicato alla Madonna,
perciò noi dovremmo pregare lei per arrivare a Dio. Ma
questa non è un’eresia? La
notizia mi ha dato questa impressione: dato che in duemila anni Gesù non sembra
averci sentito, allora è meglio
rivolgerci alla Madonna, perché è la madre, è pura ed è
mandata pure lei dal cielo.
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unità
Passatempo
(D. Mazzarella)
perse la vita per l’avidità
del re nei confronti della
sua vigna
30. Altro nome del gigaro
31. Nel Vangelo di Giovanni
è definito come il «principe di questo mondo»
Orizzontali
2.
È famoso anche per le
sue fughe
H- Tasto che si usa spesso
sul computer per chiudere un’applicazione
• Se ne fa una notevole per
raggiungere il Colle della
Croce
12. Si può usare sui capelli
^tgla di Alessandria
• Iniziali del riformatore
Miconio, successore di
Ecolampadio a Basilea
Sigla dell’attività di colla
borazione tra chiese battiste, metodiste e valdesi
16. Uno degli accessori di un
appartamento
19. Associazione protestante
per Tinterscamhio culturale e religioso
20. La terra promessa
21. Diminutivo di Ronald
22. Lo stagno in chimica
23. Uno degli attributi di Dio
27. Se ne vedono molti la sera del 16 febbraio alle
valli valdesi
28. Personaggio biblico che
Capitale della Norvegia
La seconda, la prima e
l’ultima dell’alfabeto
3. Pesce che si mangia
spesso affumicato
4. Ceppo senza pari
5. Valle biblica considerata
luogo di perdizione
6. Centro di creato
7. Può servire per dare forma a dolci e biscotti
8. Relativa a un famoso riformatore
10. Cognome alquanto diffuso nelle valli valdesi
11. Negazione
15. Il compagno dell’apostolo Paolo durante il primo
viaggio missionario
17. Apparve in sogno a Giuseppe per annunciare la
nascita di Gesù
18. Gesù vi risuscitò il figlio
di una vedova
22. Estate... senza confini
23. Misura di capacità citata
nella Bibbia
24. Tribunale amministrativo regionale
25. Sigla di Rovigo
26. Famosa compagnia di
assicurazioni
29. Opposto a «off» sugli interruttori elettrici
E il sacrificio di Gesù, che
fine ha fatto? E tutti quelli
che hanno creduto e credono
ancora in lui? A che cosa hanno creduto? Spero di aver capito male, ma vorrei da giornalisti, pastori o teologi una
risposta chiarificatrice.
Giuliana Giammetti-Roma
Otto per mille
Ho letto con stupore la lettera di Giacomo Quartino a
proposito dell’ultimo dibattito sinodale sull’otto per mille, pubblicata su Riforma del
13 ottobre. Non solo Quartino manifesta il suo sdegno
per il fatto che il Sinodo abbia deciso di approfondire
un’eventuale partecipazione
della Chiesa valdese alla ripartizione delle scelte non
espresse, ma lo illustra con
toni e argomenti che speravo
di non dover più sentire nella
nostra chiesa.
Premetto di non avere ancora una posizione definita
sulla questione delle quote
non espresse dell’otto per
mille, e di vedere buoni motivi tanto per una scelta positiva che per una negativa; in
ogni modo mi sembra che si
tratti di una questione non
fondamentale, di opportunità piuttosto che di principio. La decisione fondamentale invece, giusta o sbagliata
che fosse, fu presa nel 1991.
Non capisco perciò la ragione di tanta indignazione: il
Sinodo non ha stravolto il
nostro rapporto con lo stato;
ha solo deciso di affrontare
Tanno prossimo, con una migliore preparazione, un argomento di importanza circoscritta, e ogni esito, positivo o
negativo, rimane aperto.
Ma Quartino parla di «ristretta maggioranza che ora
comanda nella chiesa»: e a
parte il verbo «comandare»
che forse non è il più adatto a
esprimere il modo di funzionare delle nostre assemblee,
che dire? Dovremo auspicare
che «comandi» un’«ampia minoranza»? Poco più in là arriva la filippica contro i «chieri
Acqua alta a Verbania-Intra
ci del neoliberismo» e il partito di Veltroni; ma che c’entra
questo con il dibattito sinodale? Qui il cerchio è veramente
completo, e la sua circonferenza métte in contatto Quartino proprio con le peggiori
espressioni della Tev degli
Anni 70, quando le posizioni
che non si condividevano
alTinterno della chiesa venivano bollate come sudditanza
al Pcì e all’ideologia marxista
(sostituiti oggi come bersaglio, Quartino non se ne abbia
a male, da Veltroni e dai Ds).
Non sarebbe meglio, anche
di fronte a posizioni da cui si
dissente in modo radicale, riconoscere in chi le sostiene
dei fratelli che, magari sbagliando, esprimono punti di
vista ispirati dalla fede evangelica, e esprimere le proprie
critiche con argomenti teologici piuttosto che ideologici?
Paolo Fiorio - Torre Pellice
■ PARTECIPAZIONI ■
RINGRAZIAMENTO
«lo abiterò nella casa del
Signore per lunghi giorni... »
Salmo 23, 6
I familiari di
Mary Corsani
riconoscenti, ringraziano tutti coloro che le sono stati vicini con il
loro affetto e le loro cure, in particolare il pastore Teodoro Fanlo y
Cortés, Maura Ricci Miglietta,
Moira e Ermanno Sansone, Elena e Maria Peyrot, il dott. Sandro
Bonello, Maria Aste, Gine e Anna
Marziale.
Genova, 18 ottobre 2000
Ecco una insolita immagine della chiesa metodista, che emerge
dall’acqua del Lago Maggiore che, in seguito all'alluvione dei giorni scorsi, è straripato e ha allagato buona parte della città, (g.a.)
RINGRAZIAMENTO
«Questa è la promessa che
Cristo ci ha fatto: la vita eterna»
Giov. 2, 25
«Il tuo corpo ritornerà alla polvere
della terra da cui fu tratto:
il tuo spirito vitale ritornerà
a Dio che te lo ha dato»
Qoelt 12, 7
I familiari del caro
Davide Long
riconoscenti per la grande solidarietà ricevuta, ringraziano tutti coloro che in vario modo hanno partecipato al loro dolore.
In particolare sono riconoscenti
a Ursel Koenigsmann, Paolo Ribet e Manuela Bouchard.
Pinerolo, 13 ottobre 2000
20
PAG. 20 RIFORMA
VENERDÌ 27 OTTOBRE 20on
Si è svolta a Bruxelles, il 14 ottobre scorso, nelle strade del quartiere europeo
Marcia mondiale delle donne contro la mondializzazione
ANTONELLA VISINTIN
IL coordinamento svizzero
della Marcia mondiale ha
composto per l’occasione un
testo che ne raccoglie le richieste: il riconoscimento del
valore fondante della differenza, la denuncia della permanente discriminazione
economica delle donne in
termini di povertà, disoccupazione e precariato, la perdurante violenza fisica e psicologica, associata a sfruttamento e traffico sessuale, il
coinvolgimento nei processi
di pace. Povertà, violenza e
guerra, dunque, le parole
d’ordine di una marcia svoltasi a Bruxelles il 14 ottobre
scorso e preparata per un anno, a distanza di 5 anni dalla
Conferenza Onu di Pechino
sulle donne.
In realtà il valore di questo
evento è maggiore della consapevolezza delle organizzazioni, in quanto ribadisce
l’autonomia dello sguardo
delle donne sul mondo rompendo definitivamente lo
schema pubblico-privato. A
20 giorni da Praga, la manifestazione in occasione dell’incontro del Fondo monetario
internazionale, gli slogan richiamavano i diritti fondamentali (autodeterminazione, uguaglianza, libertà) declinati al femminile, mentre
le donne curde e palestinesi,
leali con i propri popoli, uni
Bruxelles: la Grand Place
vano la denuncia di violenze,
discriminazioni e fondamentalismi alle richieste delle organizzazione miste di appartenenza. Dall’Italia i gruppi
più numerosi erano le Donne
in nero, il Forum delle donne
di Rifondazione e il sindacato. Assente il femminismo intellettuale e accademico che
qualche settimana fa a Bologna si incontrava a discutere
di corpi e di soggettività.
Una manifestazione colorata, una festa che ha sfilato
per le strade deserte del quartiere europeo in im corridoio
di uffici vuoti. Inevitabile l’accostamento con la manifestazione europea del giugno ’99
a Colonia contro la disoccupazione e la guerra che infu
riava in Jugoslavia, solo più
discretamente blindate. Metafora della chiara scelta di
campo degli stati a favore delle ragioni del capitale e della
nostra debolezza contrattuale
che alcuni spezzoni del corteo hanno voluto ribaltare nel
pomeriggio con un appuntamento spontaneo nel cuore
della città, la splendida Grand
Place intorno a cui si sono
messe le Donne in nero,
mentre alcune sfilavano e altre cantavano canzoni composte per l’occasione nell’apparente disinteresse della polizia attestata nei dintorni e la
curiosità dei passanti.
Cogliendo l’occasione, il
giorno prima della marcia si
è svolto al Parlamento euro
peo il 9“ incontro internazionale delle Donne in nero,
movimento femminista e pacifista di protesta silenzionsa
contro tutte le guerre nato
nell’88 a Gerusalemme e da lì
cresciuto in molti paesi. Al
centro dell’incontro, reso
possibile da Luisa Morgantini, europarlamentare impegnata nel Movimento per la
pace e aderente al movimento, i recenti scontri in Israele
fra palestinesi e israeliani su
cui si sono espresse due donne dei rispettivi popoli e Un
aggiornamento sulla situazione nelle terre balcaniche
con donne dei vari frammenti della Jugoslavia di Tito.
Un «a fondo» sul tema della guerra che continua ad essere strumento di politica
economica e oggi arma della
globalizzazione per ribadire
dove serve quali sono i confini del potere, e per assicurare
ciò che le diplomazie non
consentono: per esempio un
paese non allineato nel Mediterraneo o dei filtri all’approwigionamento energetico
dall’Asia: Jugoslavia e Cecenia. Per non volere interiorizzare la superiorità delTawersario occorre lasciare aperta
la domanda sulle ragioni del
suo successo e della disparità
con altre reti globali, l’internazionalismo economico e
politico, ma anche le chiese,
purtroppo assenti da questi
appuntamenti.
Il problema è stato affrontato nella Conferenza convocata dal presidente Mbeki
Aids, principale causa di morte nel continente africano
FEBECAVAlZUm ROSSI
SAPPIAMO ormai che la
prima e più tragica causa
di morte nel grande continente africano non sono le guerre
che devastano, impoveriscono e creano milioni di profughi, non sono le catastrofi naturali (delle grandi inondazioni ci giunge notizia solo
quando sono di proporzioni
immani e poco di sa della desertificazione: nel nord-est
del Kenia non piove da cinque anni e la gente muore insieme al bestiame per disidratazione). La morte orribile
corre sul rapido propagarsi
dell’Hiv-Aids. Anche in Sud
Africa, dove ci sono oltre 4
milioni di persone infettate
dal virus e ogni mese nascono
5.000 bambini con l’Hiv.
Ma, almeno, in Sud Africa
se ne discute. La recente conferenza sull’Aids convocata a
Durban dal presidente Mbeki
intendeva mettere a confronto teorie diverse e spiegare
le ragioni per cui il governo
sudafricano non ha ancora
messo in atto una strategia
che combatta questo flagello.
La discussione scientifica che
si è svolta negli Usa negli Anni 80 ha fatto riecheggiare in
Africa le teorie di un gruppo
di ricercatori dissidenti, capeggiati da Peter Duesberg,
secondo cui l’Hiv non è l’origine all’Aids. Il presidente ha
incaricato una commissione
internazionale di appurare la
fondatezza della teoria, ma
comunque alla fine l’ha fatta
propria. Inutili le proteste di
16.000 medici dell’Associazione medica del Sud Africa:
pare che nello scorso aprile
Mbeki abbia scritto a capi di
stato, incluso il presidente
Clinton, affermando che in
Africa il virus Hiv e l’Aids
hanno origini diverse e che si
sta cercando un rimedio africano a un problema tutto
africano.
Alla conferenza di Durban
il dibattito è stato aspro, ma il
punto di vista «dissidente» ha
fatto colpo. Un gruppo di ricercatori americani e sudafricani, che stava svolgendo un
rilevamento dati nella poverissima regione rurale di Hla
bisa, ha dovuto constatare
l’impatto delle idee del presidente sulla popolazione maschile che ha prontamente
abbandonato le cure mediche già intraprese. Questa
specie di orgogliosa rivolta
degli uomini contagiati, si riversa sulle donne e risveglia
una antica tradizione che pareva dimenticata: il test di
verginità. Sono le donne che
devono essere caste, altrimenti sono le colpevoli del
contagio degli uomini. Il test
avviene in una cerimonia
pubblica nello stadio della
comunità. Le madri portano
le figlie dall’età di 5 fino ai 22
anni. Tutto inizia con dei
«conferenzieri» che arringano la folla, spiegando che
quello che stanno per fare è
giusto, perché in questo modo la malattia sarà debellata
e contraccettivi e profilattici
non saranno più necessari,
per la felicità della famiglia.
Poi le bimbe e le ragazze si
distendono a dieci per volta
sui dei materassini e vengono
esaminate da quegli stessi
uomini, che le proclamano
vergini. Possono anche ricevere un attestato e ripresentarsi ogni anno per rinnovarne la validità.
La nuova Costituzione del
Sud Africa protegge contro
l’invasione della privatezza,
l’abuso sulla donna e la discriminazione. La Commissione per la parità dei generi
e quella per i diritti umani
stanno tentano di stroncare
questa rinascente pratica con
le leggi a disposizione. Tuttavia la lamentela più forte che
le donne hanno espresso alla
Conferenza di Durban è stata
la freddezza con cui l’argomento è stato trattato e la
mancanza di «spiritualità».
Le donne si rifugiano nelle
chiese. Lì trovano istruzione
e forza spirituale, creano
gruppi di donne che si passano le notizie e si danno assistenza reciproca. La Chiesa
metodista promuove l’informazione sull’Aids in collaborazione con le Ong e altre associazioni civili, ha creato
consultori e un numero crescente di case per accogliere i
malati terminali.
11 conflitto israelo-palestinese - 2
Gerusalemme, città storica
contesa tra due popoli
Continua l’articolo di Sara
Speicher, dello staff del Consiglio ecumenico delle chiese, sulla questione di Gerusalemme, con l'esame delle sei
«componenti» indivisibili
della questione.
Riunito a Ginevra il Network ecumenico per i migranti del Consiglio ecumenico
Priorità per le chiese: promuovere i diritti dei migranti
Le chiese dovrebbero farsi
difensori efficaci degli sradicati e dei migranti: questa la
priorità di lavoro individuata
dal Network ecumenico per i
migranti del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec),
che si è riunito dal 24 al 26
settembre all’Istituto ecume
Errata corrige
Nel n. 39 di Riforma del 13
ottobre 2000 due delle tre foto che accompagnavano l’articolo di Paolo Emilio bandi sulle Molucche sono state
erroneamente attribuite a
Sammy Titaley. L’autore delle tre foto pubblicate è invece lo stesso Paolo Emilio
bandi. Ce ne scusiamo con
l’interessato e con i lettori.
nico di Bossey, in Svizzera.
Hanno partecipato all’incontro rappresentanti di gruppi
di lavoro regionali e di svariate organizzazioni ecclesiastiche che si occupano di questi
problemi: per l’Italia era presente Annemarie Dupré, coordinatrice del Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Srm-Fcei). I
membri del Network hanno
sottolineato come il numero
dei migranti e dei profughi
sia in forte crescita e come
allo stesso tempo le politiche
nazionali dei governi nei loro
confronti stiano diventando
in generale più severe; anche
i fenomeni di xenofobia e
razzismo stanno pericolosamente aumentando. Di conseguenza, ha detto Elizabeth
Perris, del team per le Relazioni internazionali del Cec,
«le piccole organizzazioni
ecumeniche che lavorano
per gli sradicati e i migranti,
non possono farlo da sole. Le
chiese, dai leader alla "base”,
sono la sola speranza per il
cambiamento».
I partecipanti all’incontro
hanno stabilito di promuovere una campagna di organizzazioni non governative per
fare pressione sull’Assemblea
generale delle Nazioni Unite
affinché il 18 dicembre venga
dichiarata Giornata internazionale dei migranti: il 18 dicembre è il decimo anniversario dell’approvazione della
Convenzione internazionale
sulla protezione dei diritti di
tutti i lavoratori migranti e
delle loro famiglie.
SARA SPEICHER
SOCIETÀ civile: Come amministrare la città? Dal
1967 Israele ha imposto un
controllo municipale in tutta
Gerusalemme. Ritenendolo
illegale, i palestinesi vi si oppongono e si sforzano di
«preservare il carattere arabo
della città».
Religione: Qual è lo statuto
dei luoghi santi e chi vi ha
accesso? Il libero accesso, la
libertà di culto e il mantenimento dello status quo sui
luoghi santi sono questioni
delicate, poste in gioco nei
negoziati.
Storia: Come la città potrebbe essere il testimone più
fedele della sua lunga e complessa storia? potrebbe mai
essere considerata come una
città palestinese? o una città
israeliana? o una città ebraica? o una città musulmana? o
una città cristiana? L’importanza storica di Gerusalemme si legge nella sua archeologia, nella sua architettura e
nelle sue istituzioni che tutte
sono il segno della lunga coesistenza di molte culture e
tradizioni piuttosto che l’espressione del dominio dell’una o dell’altra.
culturali e religiose profonde
ma bisogna dare risposte a
coloro che ci vivono e che si
trovano di fronte a un futuro
di tensioni e di incertezze; già
da tempo il Cec afferma che
«il problema di Gerusalemme
non si limita alla protezione
dei luoghi santi. Ha anche un
legame organico con gli ahitanti di questa città, le loto
convinzioni religiose e le loro
comunità». I media internazionali si concentrano spesso
sul conflitto tra due popoli,
israeliani e palestinesi, e tra
due grandi religioni, ebraismo e islamismo, a tal punto
che i cristiani del resto del
mondo giungono a volte a dimenticare che a Gerusalemme e nella zona circostante
vive una comunità cristiana,
piccola certo ma importante,
che deve assumere il suo statuto di doppia minoranza.
«Amiamo la stessa terra»
Mentre i negoziatori cercano soluzioni, le emozioni e le
tensioni rimangono vive; è
chiaro che nessuna soluzione
soddisfarà pienamente le due
parti. «Amiamo la stessa terra, ha detto al gruppo Daniel
Seidemann, un avvocato
israeliano. Non aspiriamo a
condividere lo stesso spazio.Vogliamo tutti preservare la
nostra identità ma condividere la città è inevitabile sul
piano politico».
Faissal Husseini, membro
del Comitato esecutivo dell’
Olp incaricato del dossier su
Gerusalemme, vede nella
città la chiave della stabilità
nel Medio Oriente: «Risolvere
il problema palestinese e instaurare uno stato palestinese contribuirà a portare la
stabilità nella regione e a favorire la cooperazione... Cerchiamo di trovare la soluzione nella pace, senza punirci
gli uni gli altri». Per Anat
Hoffman, membro del Consiglio comunale, i problemi
pratici di Gerusalemme sono
esacerbati dalla complessità
del conflitto: «Nella pratica dice - potremmo risolvere
qualunque problema ci si pone. Ma Gerusalemme non è
una città come un’altra. È
una metafora».
La questione di Gerusalemme ha radici storiche.
Il Network ha inoltre espresso preoccupazione per
la situazione dei finanziamenti per i progetti a favore
dei migranti. «In generale spiega la coordinatrice del
Srm, Annemarie Dupré - i
partecipanti all’incontro hanno segnalato la difficoltà di
creare un efficace coordinamento nel lavoro di fundraising e di erogazione dei fondi
per progetti sui migranti: si
lavora molto su progetti “di
emergenza”, ma esiste poca
programmazione a lungo termine». È stato infine espresso
pieno sostegno al lavoro promosso dal Consiglio ecumenico su razzismo e xenofobia
e si è espresso l’auspicio di
proseguire la riflessione sulla
relazione fra globalizzazione
e migrazioni. (nev)
1
1
e»
Cristiani a Gerusalemme
Il vescovo Munib Younam,
della Chiesa evangelica luterana della Giordania, ha fatto
notare che ci sono sempre
meno cristiani a Gerusalemme e che attualmente sono
soltanto 5.000, ed esprime i
propri timori: «Se perderete le
chiese locali, perderete il cristianesimo a Gerusalemme».
Le chiese lottano in parte per
«l’uguaglianza dei diritti e delle responsabilità» nella città,
dice, e in particolare per il libero accesso ai luoghi santi.
Sua Beatitudine Torkom
Manoogian, patriarca della
Chiesa ortodossa armena di
Gerusalemme, ha sottolineato la presenza ininterrotta in
Terra Santa dei cristianie
della chiesa e il ruolo dei patriarcati armeno, ortodosso
greco e latino nella protezione dei luoghi santi, in particolare della Chiesa del santo
sepolcro, conformemente
all’editto dello «status quo»
del 1852. Il ruolo e le responsabilità delle chiese, ha detto,
devono essere mantenuti
mentre si discute il futuro
della città. I cristiani palestinesi rappresentano oggi solo
il 2% circa della popolazione
di Gerusalemme e il 3% di
quella dei territori occupati.
Il 59% di questi sono di tradizioni ortodosse, il 36% sono
cattolici e il 5% protestanti.
L’Israel Yearbook 1999 descrive la precarietà della loro
situazione in questi termini:
«In quanto cristiani arabi, sono minoritari a doppio titolo:
arabi in mezzo a una popolazione israeliana a maggioranza ebraica, cristiani in una
società israeliana dominata
dagli arabi musulmani». Oltre alle differenze di persone
e di risorse all’interno della
comunità cristiana, «coloro
che insistono sulla loro identità palestinese si trovano in
posizione di inferiorità nei
confronti degli israeliani».
(cec info)
(2-continuai
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U
«A
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Gerusalemme: la porta di Damasco