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Anno 122 - n. 45
21 novembre 1986
L. 600
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Gruppo 1 bis/70
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a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
vista
DA BASILEA UN NUOVO ATTACCO ALL’EQUILIBRIO AMBIENTALE
Ancora una volta la vecchia
democrazia statunitense dimostra dì avere uno stomaco. Ci
eravaiHo quasi convinti dei contrario dopo aver assistito varie
volte alla scena di un’opinione
pubbiìta che, di fronte alle accuse dei resto dei mondo, si
stringeva compatta intorno al
proprio presidente, contraddetta soUa.nto dalla voce coraggiosa di alcune chiese.
Di colpo, invece, e a fiochi
giorni di distanza da una verifica fieitorale che, pur sfavorevole aìl’attuale amministrazione,
non sembrava esprimere un
vero e proprio dissenso nei suoi
confronti, l’80% dei cittadini statunitensi prende le distanze dal
presidente. D’altra parte, se il
senso di smarrimento che ogni
osservatore occidentale prova
nei confronti dello scenario medio-orientale aveva sinora frenato l’insorgere di un’opposizione di massa alla politica di Reagan nella regione — e in particolare alla rappresaglia facile e
indiscriminata come metodo per
combattere il terrorismo — è
probabile che i forti dubbi emersi a posteriori in seno alla
stessa anìfsunistrazione sulle
reali rv-pciìsabilità libiche negli attiriti ti dei primi mesi di
quesi iiiirto e soprattutto la montatisi'ti messa in atto da Reagan
nei tiiglio scorso ai danni di
Ghetldatt, abbiano preparato il
terreno alla levata di scudi di
oggi. Certo, la scoperta che Reagan, nello stesso momento in
cui con la destra bombardava
la 1 .ibìa, presunta culla del terrorismo. con la sinistra forniva
armi in cambio di ostaggi ad
Un regime non meno indiziato,
airiran di Khomeini, getta una
luce sinistramente chiara sui
reali obiettivi della sua amministrazione in Medio Oriente,
tanto chiara, che mentre il cittadino statunitense sinceramente convinto della bontà della
politica dei muscoli per battere
il terrorismo non può non rimanere scandalizzato, chi nella
stessa politica riconosceva ed
appoggiava il tentativo di riaffermare la supremazia degli
Stati Uniti in Medio Oriente
prende oggi le distanze da un
presidente Colto in flagrante.
E la nostra, più giovane, democrazia? Se uno stomaco ce
l’ha, dimostra ancora una volta di averlo di ferro. Del traffico di armi tra USA e Iran, fatto passare attraverso le basi
Nato d’Italla e U porto toscano di Talamone, non sapeva
niente nemmeno il Ministro per
la Difesa, così come non sapeva niente deU’arrivo del primo,
del secondo, del terzo e del quarto squadrone di missili Cruise
prima a Sigonella e poi a Comiso fino a parecchi mesi dopo
e lo scorso marzo non sapeva
niente dell’intenzione delia Sesta Flotta USA, basata in Italia,
di dare battaglia a Gheddafi nei
Golfo della Sirte. Così come
non sa niente del vergognoso
traffico di armi che si svolge
tra l’Italia e regimi come quello
sudafricano.
Che non sappia o finga di non
sapere, non importa poi molto.
Quello che conta è che su quisquilie di questo genere, nel
nostro paese, un governo non
possa essere messo in crisi.
Bruno Gabrielli
Bhopal sul Reno
Il profitto in totale dispregio della sicurezza
- Impossibile definire il « rischio zero »
« C’era un gas che assaliva la
gola e gli occhi, anche la pelle
sembrava bruciare. Non è durato molto, anche se è sembrato
un’eternità. Poi è iniziato un incrociarsi di telefonate con alcuni
amici e parenti. Si sentivano gli
altoparlanti per le strade, sembrava di colpo di essere tornati
indietro in certi momenti della
guerra. Attaccati alla radio alla
fine abbiamo sentito, con sollievo, che il pericolo era passato. La
nube tossica se n’era andata. La
vita è ripresa, l’onda rossa sul
Reno si è spinta a Nord. Adesso
la città è piena di scritte, tipo:
“Prima gli uccelli e i pesci, poi
toccherà a noi”. Un senso di tristezza e di impotenza grava sulla
città. E forse anche un senso di
colpa perchè ciò non avrebbe dovuto succedere ». Liborio Naso,
pastore valdese, da 24 anni a Basilea, allarga le braccia sconsolato: « Il Reno inquinato è il frutto
della nostra civiltà».
Dieci anni fa a Seveso l’esplosione allo stabilimento della ditta
svizzera HoffmanmLa Roche liberò nell’aria una quantità notevole di diossina. Settecento persone
vennero immediatamente (o quasi) evacuate e duecento di loro
accusarono gravi avvelenamenti.
Dopo Seveso, Bhopal (dicembre
’84) in India con circa tremila
morti e duecentomila intossicati.
Dopo Bhopal, nove mesi fa abbiamo appreso (in ritardo) dell’esplosione della centrale nucleare di Cernobil in Unione Sovietica. E adesso, dopo rincendio del
primo novembre alla Sàndoz di
Basilea l’inquinamento viaggia
attraverso rÈuropa centrale attraverso la sua più grande arteria.
Ormai l’onda rossa sul Reno
(trenta tonnellate di vari erbicidi e insetticidi) è passata; apparentemente non si vede nulla ma
il veleno chimico è entrato in
profondità e ci vorranno almeno
dieci anni perché in alcuni lunghi tratti del ’’sacro fiume germanico’’ ritorni la vita. L’oro del
Reno si è trasformato in mercurio.
Dopo il disastro le polemiche.
La Germania ha accusato la Svizzera di imperdonabile negligenza, quest’ultima si è scusata
( « anche da noi si commettono
errori », è sbottato il capo delrUfiicio federale per la protezione deH’ambiente di Berna) assicurando a tutti i vicini danneg
giati che fornirà i mezzi finanziari
utili a ripristinare la vita del hu
LUCA 17: 20-21
Storia del Regno e deWuomo
Interrogato poi dai Farisei sul quando verrebbe il regno di Dio,
rispose loro dicendo: Il regno di Dio non viene in maniera da attirar gli sguardi; né si dirà: Eccolo qui, o eccolo là; perché ecco,
fi regno di Dìo è in mezzo a voi.
Quando viene il Regno? Una
domanda legittima anche nella
nostra situazione nella quale non
è certo un luogo comune sostenere che ci si muove in una direzione contraria ai piani di Dio
per il mondo. E in certi casi anche in modo drammatico. Quando prevarrà finalmente la volontà di Dio? Il teologo Helmut Goll•witzer coglie bene i sentimenti
più profondi che rendono urgente anche per noi la risposta a
quella domanda: « Questa domanda, egli scrive, che parte dal
disagio che proviamo in questo
mondo nei confronti della promessa del Regno è un grido di
soccorso. E' un anelito che sale
da noi che abbiamo puntato su
questa promessa, che ne siamo
diventati i testimoni e ne invochiamo il compimento. E’ anche
una domanda carica di dubbio:
verrà poi davvero? La volontà di
Dio giungerà mai ad affermarsi
nella creazione? Q si tratta di
un conflitto eternamente irrisolto fra il bene ed il male? ».
E’ anche la nostra esperienza
che talvolta sbocca nella rassegnazione, nell'angoscia, nell’imprecazione come è accaduto anche ad alcuni personaggi biblici.
I farisei, impazienti, cercano
di localizzare il Regno: eccolo
qui, eccolo là. Cercano in qual
che modo di costruirsi, di equipaggiarsi per il Regno con una
più scrupolosa osservanza della
legge, dei riti, diventando più
religiosi. C’è l’atteggiamento delle sette che identificano il Regno
con le proprie regole, con i dogmi della propria comunità. Ci
sono movimenti religiosi che fissano delle date che poi puntualmente saltano.
Abbiamo sostenuto, senza riserve, che il Regno si identificasse con un certo tipo di società,
con certe conquiste sociali. Talvolta nelle nostre chiese ci si
convince che il Regno si identifica con la nostra tradizione,
con le nostre opere che, pensiamo, del Regno portano certamente dei segni chiari.
D’altronde è pienamente comprensibile che in certi periodi
storici, pressati dagli eventi, si
accentui quell'impazienza del Regno e che ogni movimento cerchi, a modo suo, di dare una
propria risposta.
Solo che Cesù risponde così:
« Il Regno di Dio non viene in
maniera da attirare gli sguardi,
né si dirà: eccolo qui, eccolo là ».
E’ interessante notare che l’espressione tradotta « in maniera
da attirare gli sguardi » (Tile =
in modo spettacolare) nel greco
è un’espressione tecnica da os
servatorio astronomico. La venuta del Regno non può essere osservata come si osserva un fenomeno astronomico, una specie di meteorite, che cade e di
cui si cerca di seguire la traiettoria in maniera da tenerla sotto
controllo e prevederne gli effetti.
Il Regno non è qualcosa che si
lascia organizzare, o costruire, o
garantire così come non si può
orgariizzaré lo Spirito Santo che
soffia dove vuole. Sarà un avvenimento sorprendente, il miracolo di Dio su cui non si possono
fare calcoli.
Certo è comprensibile voler
sapere a che punto siamo, vorremmo sapere se c’è ancora tempo o se è già l’ora. Lutero: « Il
Regno non viene con vestigio,
con ornamenti esteriori ». In Matteo 24: 36 Cesù taglia corto:
« Quant’è a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure pU
angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo ».
Ma allora non ci si può proprio regolare in alcun modo sul
Regno?
Quel grido di soccorso è destinato a perdersi nel vuoto? Ma
eccoci nel cuore dell’Evangelo:
« Il Regno di Dio è in mezzo a
voi ». Così traduce la Riveduta:
« E’ dentro di voi ». In .Marco 1 e
in Matteo 4: « E’ vicino ». C’è chi
traduce: è presente. E’ già all’opera fra di voi. A parte che la
concretezza della traduzione « E’
Valdo Benecchi
(continua a pag. 6}
me. L’inquinamento del Reno è
diventato anche l’argomento
principale della polemica elettorale (le prossime elezioni in Germania ifederale fissate per il 25/1)
dove socialisti e "verdi” sperano
di dare una spallata decisiva all’attuale coalizione governativa.
E’ facilmente prevedibile che
gli ecologisti aumenteranno di
pesò nella battaglia politica appena avviata ohe vede un "crucifige” della Svizzera "pulita e ordinata” ma esportatrice di morte.
Air inquinamento proveniente
dalla "chimica fine” della Svizzera (la quale peraltro vanta il 90%
delle proprie industrie raccordate ad impianti di depurazione) si
aggiunge l’inquinamento dell’industria pesante tedesca. In realtà
non è così semplice attribuire
una chiara paternità alle miscele
tossiche che inquinano il Reno e
altri fiumi tedeschi. « Nei primi
giorni del disastro ecologico c’è
stato uno sforzo enorme dei
mass-media per minimizzare l’acc.rduto — mi dice Paul Eisele,
diacono nella chiesa evangelica
di Steinheim — poi se ne è dovuto parlare per forza, ma erano
passati "uindici giorni. In sostanza, tutti vogliono cacciare via
l’angoscia montante di vedere la
Germania che muore sotto i colpi di un progressivo inquinamento. Prima le piogge acide, i bo
Gìuseppe Platone
[continua a pag. 12)
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2 religione a scuola
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21 novembre 1986
TARANTO
NUOVE CIRCOLARI DEL MINISTERO
Che guaio gli
anticlericali nella scuola!
Celebriamo i santi
Niente inaugurazione religiosa
dell’anno scolastico, niente precetto pasquale durante le ore di
lezione: è la conseguenza dell’iniziativa della iFederazione insegnanti scuola media è della Cgilscuola che hanno preteso il rispetto delle leggi (la 449/84) e
Dal Lazio
evangelico
Le Chiese Valdesi e Metodiste del
Lazio e dell'Umbria riunite a Colleferro il giorno 26 ottobre ’86, nella
convinzione che l’educazione e la formazione religiosa dei fanciulli e dei
giovani sono di specifica competenza
delle famiglie e delle chiese (...)
— chiedono al Ministro della Pubblica istruzione di emanare con urgenza la circolare applicativa degli
art. 9 e 10 della Legge 449/84, in cui
sia specificata la non obbligatorietà
di alcuna materia alternativa all’Insegnamento confessionale della religione cattolica;
— chiedono al Ministro della Pubblica Istruzione che venga immediatamente sospesa la circolare applicativa della Intesa Falcuccl-Poletti, fino
al momento in cui non venga emanata la circolare applicativa della Legge 449/84.
delle circolari in merito alla religione a scuola.. La cosa non è
piaciuta all’arcivescovo di Taranto mons. Guglielmo Motolese ohe
ha reagito all’iniziativa con una
lettera agli studenti nella quale
si legge: « Carissimi giovani, all'inizio dell’anno scolastico vi
rivolgo il saluto più cordiale augurandovi che il cammino scolastico, intrapreso con impegno, vi
porti alle più ricche soddisfazioni per l'oggi e per il domani.
La quasi totalità degli studenti e delle famiglie ha fatto una
scelta per l'ora di religione, che
denota il grado di maturità culturale di queste giovani rnagnifiche generazioni (...).
Quest'anno non avrò la gioia
di incontrarvi. per l'inaugurazione dell’anno scolastico, che costituiva ver tutti voi un momento di alta esemplare spiritualità
religiosa. Nè forse avremo la
gioia di celebrare insieme il precetto pasquale, come era consuetudine da sempre.
Ho saputo infatti che alcune
« sigle », di cui conosco soltanto
l'acido atteggiamento anticlericale e antireligioso, hanno minacciato di denunziare il Provveditore agli studi se autorizzerà
tali manifestazioni durante le
ore di lezione.
Questo dice il basso livello
non solo culturale ma anche di
intuito psicologico di una minoranza soccombente di fronte alla plebiscitaria adesione all’insegnamento di religione.
Ritenetemi comunque a disposizione per celebrare ora l'inakgurazione dell’anno e domani per
il precetto pasquale, nelle ore
pomeridiane, prendendo accordi
con i vostri insegnanti di religione e di intesa con i vostri presidi ».
La reazione è autorevole perchè viene da un arcivescovo, ed
è indice di una mentalità che
vede la scuola pubblica al servizio della superiore attività educativa della chiesa cattolica.
Quanti altri in Italia la pensano
come mons. Motolese? Presumibilmente molti.
Dobbiamo quindi pensare ohe
la polemica durerà ancora a lungo. A noi evangelici non interessa una battaglia laicista, ma una
laica. Siamo perchè lo stato affermi la neutralità in materia di
religione e si dichiari non competente a programmare in orario
di lezione il precetto pasquale
( « come era consuetudine da
sempre »). Ben venga perciò, per
coloro che lo desiderano, il precetto nelle ore pomeridiane fuori dalTorario scolastico.
G. G.
Un disegno di Daumier per dlustrare la pagina sulla religione
a scuola? Il disegno che ha accompagnato la battaglia per la
laicità nella scuola francese un
secolo fa, può sembrare un anacronismo. Eppure l’arroganza
clericale che invade il sistema
scolastico italiano lo rende attuale.
Si vuole infatti un insegnamento sempre più diffuso della
religione cattolica.
Sono arrivate in questi giorni
ai capi di istituto due ineffabili
circolari ministeriali. La prima
riporta un concorso nazionale
bandito dall’Arciconfraternita di
Sant’Antonio da Padova per le
scuole elementari e medie. I.a
seconda nasce dal Centro di Attività Bernardiniane dell’Aquila ed
ha lo scopo di « diffondere tr;i
i giovani la conoscenza della pc-liedrica personalità di San Be nardino ».
Il ministro « prega » i capi di
istituto di portare a conoscent i
delle scuole le proposte « considerate le finalità delle iniziai i
ve ».
La raccomandazione è autoi vole, ma auspichiamo che gli organi collegiali sappiano respingere al mittente le circolari in
oggetto. Per la dignità della seti'
la pubblica.
Giorgio GardioI
CATTOLICI DI FRONTE ALL’ORA DI RELIGIONI
Non è ancora possibile disporre di una documentazione, qualitativa-quantitativa, dell’attuazione delle nuove norme concordatarie in merito aU’insegnamento
confessionale della religione cattolica nelle scuole di stato di
ogni ordine e grado, ad eccezione deirUniversità. Non tanto perché è passato troppo poco tempo
daH’inizio dell’anno scolastico,
quanto piuttosto perché nessuno, in modo chiaro ed attendibile,
s’è dato la pena di raccogliere,
secondo una rigorosa classificazione, dati spesso contraddittori.
Non la struttura scolastica, la
cui burocrazia, in questa delicata vicenda, ha dato prova della
sua straordinària attitudine a risolvere le cose "all’italiana" (Timportante è ohe "i conti” tornino
sulla carta, per il resto ogni scuola di fatto non importa che cosa
fa...), né forze autonome ed organizzate come il sindacato, che,
nel caso migliore (CGIL/Scuola)
sta facendo una battaglia di
"bandiera”, più gridata che costruita.
Tuttavia voglio fare alcune
considerazioni. Sul piano dell’istituzione scolastica:
a) le possibilità di avere un
posto nella scuola si sono ampliate in misura inversamente
proporzionale alla normalità del
reclutamento: uno entra non
per concorso (ci sono concorsi
a zero posti) ma per ’opportunità’ fornite daH’insegnamento confessionale;
b) studenti e genitori hanno
scelto sulla base di criteri vari:
di non discriminazione, di scelta
prudenziale, il noto contro Tignoto, per avere almeno un’ora in
cui poter liberamente discutere,
oltre naturalmente, ad un numero consistente di convinti utilizzatori dell’insegnamento confessionale;
c) di fronte ad una ’grana’
irresolubile, in quasi tutte le
scuole, sul piano gestionale (mancanza di spazi, difficoltà a reperire docenti disponibili ad un insegnamento non disciplinare) i
responsabili scolastici hanno usato tutti i mezzi (leciti e meno
Ragion di stato, di chiesa
o ragioni deH’uomo
leciti) per ridurre se non cancellare la grana, inducendo tutti a
fare scelte di convenienza, non
di principio.
Sul piano dei contenuti:
a) alla grande, e talora, ingenua e ideologica fantasia neU’inventare attività alternative (alla
cui determinazione hanno concorso, in misura varia, tutti i
portati del nostro humus culturale) ha corrisposto, spesso, una
sostanziale carenza di preparazione e serietà sovente però portata allo scoperto dal controllo
sociale;
b) non altrettanto è avvenuto
nelTinsegnamento confessionale
dove la delega è stata, quanto
meno, quella tradizionale e dove
il controllo sociale continua a
manifestarsi in modo separato,nemmeno ora vi è un controllo
pubblico.
Questo quadro presenta una
sintomatologia disperànte circa
lo stato in cui versa la scuola
pubblica.
Inoltre è in atto un'opera di
corrompimento delle coscienze
delle giovani generazioni, perché
ogni scelta è stata giocata sul
piano dell’opportunismo: può
sembrare assurdo, ma il conformismo imposto dal vecchio concordato con l’istituto
dell’esonero consentiva una chiarezza di scelte oggi non più praticabili, visto il gioco di scatole
cinesi introdotto. Del resto questa situazione non è che la conseguenza per aver operaio in
modo che la possibilità di esercitare un diritto di libertà (avere l’insegnamento confessionale
desiderato) si trasformasse in
imposizione (obbligo di fare attività alternativa - alternativa si
badi ad una attività ’possibile’)
per tutti coloro che non intendono avvalersi del diritto di op
zione.
Mi pare che Tunica soluzione
seria per la scuola stante la scelta concordataria sarebbe quella
dell’insegnamento obbligatorio
della tradizione giudaico-cristiana predisposto da insegnanti disciplinarmente titolati, ferma restando la possibilità di opzione
per Tinsegnamento confessionale. Ma nemmeno questa scelta
hanno saputo e voluto praticare
l’infelice connubio di due ragioni, quella di chiesa e quella di
stato. Anzi ciò sta portando ad
una paralisi della coscienza democratica così faticosamente
conquistata dentro il mondo cattolico e ad una parallela omogeneizzazione delle stesse possibilità di vivere, in libertà e comunione, il dono della fede.
La riprova di questa affermazione la traggo dalla situazione
della diocesi di Venezia in cui
non si può assolutamente dire
che vi siano state scelte tese alla
chiusura ed all'arroccamento.
Sulle nuove norme concordatarie la linea è stata di prudenza, di rispetto, di forte sottolineatura della competenza, della
sj>ecificità dell’insegnamento, da
non confondere in alcun modo
con l’opera catechistica. Eppure
più che le direttive valgono gli
elementi di intolleranza, di chiusura e di rivincita che ci sono
e la chiesa evita ogni valutazione della situazione creatasi.
Porto un esempio tratto dal
settimanale diocesano « Gente
Veneta » (25/X/86) in cui con
evidenza viene pubblicata una
lettera in cui, in riferimento all’ora alternativa, ci si chiede:
« Ma è possibile insegnare e-ducazione civica al di fuori di una
dimensione religiosa? (...) Esiste
forse una morale laica diversa
da quella cristiana? (...) Che dob
biamo fare? Sostituire al nome
di Dio quello dt Ente Supremo?
O dire che si può essere buoni
cittadini senza essere buoni cristiani? Dirlo ai ragazzini di 11-12
anni, che poi ne resteranno segnati per tutta la vita? ». Bene,
a tutta questa serie di domande retoriche, che esprimono una
visione di fede quanto meno
astorica ed intollerante, l’ufficio
catechistico non risponde nel
merito, ma preferisce proporre
una serie di considerazioni mistificanti nel contesto delle domande poste all’insegna del « noi
siamo amanti della società aperta ». Certo di fronte al disservizio dimostrato nelTattuare l’ora
alternativa « anche noi ci preoccupiamo », scrive l’ufficio catechistico, dato che vi è « un eguale interesse perché una reale
possibilità di crescita sia garantita, con l’ora alternativa, ad
ogni alunno presente nella
scuola » e, tuttavia, subito si precisa che « oltre la dichiarazione
morale non ci è lecito andare.
Diversamente invaderemmo il
campo delle autonome scelte di
politica pedagogica e scolastica
proprie dello stato, come in sede
concordataria si è più volte affermato a proposito dell’ora alternativa » e — con forza — si
riafferma che le difficoltà oggettive non possono divenire « ragioni di pregiudiziale scontro »
che impedisce l’esercizio di « alcune buone ragioni e buoni diritti » per affermare « altre buone ragioni e buoni diritti ».
Dalle affermazioni riportate
traggo una ulteriore conferma
alle seguenti constatazioni di natura ecclesiale:
a) Il processo di inconsapevole trasposizione concettuale
rischia di provocare ulteriori
stati di dissociazione tra il mon
do delle parole, all’apparenza to';
leranti e comprensive, e la so
stanza, viziata come è dal corvincimento che il diritto di chiesa è diverso e comunque superiore a quello dell’uomo. Mentre anche per tutti i cattolici dovrebbe valere l’esatto contrario
e cioè che laddove in nome deila chiesa si calpestano diritti dell’uomo, sono le ragioni di chiesa
da sottoporre a giudizio e non
viceversa.
b) L’indifferenza per le questioni pratiche (dalla possibilità
reale di funzionamento della
scuola a quelle del rapporto di
lavoro, dell’accesso al posto) nasconde una ulteriore voglia di
separatezza e di sacralizzazione
della comunità cristiana.
c) I modi di attuazione delle
scelte concordatarie che contrastano radicalmente con tanta ecclesiologia del Concilio Vaticano II, non sono più oggetto di
discussione, perché « oramai così è stato deciso »: si tratta di
un esempio per imporre dentro
la chiesa un medesimo rafforzamento di quel potere che si è
conseguito nel rapporto con lo
stato.
d) La diversità evidente rispetto alle scelte compiute dalle
altre confessioni cristiane non
diventa oggetto di « conversione
ecumenica », nemmeno di informazione.
Sono persuaso, anche se tutto
oggi sembra suffragare l’esatto
contrario, che intorno all’insegnamento confessionale della religione è indispensabile costraire un fronte sempre più largo
di vigile ed operativa consapevolezza, perché il diritto di ogni
uomo prevalga sul connubio della ragione di chiesa e della ragione di stato. Riprendendo un
pensiero giovanile di Simone
Weil è necessario adoperarsi
perché quanto è giusto non abbia la consueta risposta dal potere, che non ti dice che questa
cosa « non è giusta » ma ti risponde sempre così : « Questa cosa, per quanto giusta, è impossibile ».
Giovanni Benzoni
3
21 novembre 1986
fede e cultura 3
LE YWCA EUROPEE AD ATENE
PREGHIERA
'■iik.-
¿Tv
La donna
La coppia
nel processo di sviluppo
Nuovi settori d’intervento: tossicodipendenze, tecnologia e ambiente
- L’identità dell’associazione tra convinzione di fede ed «apertura»
Dal 3 al 9 ottobre si è tenuto
ad Atene un incontro delle YWCA
europee (conosciute in Italia come UCDG, Unioni Cristiane delle
Giovani) sul tema: « ha. donna
nel processo di sviluppo ».
Il Convegno di Atene è stato
denso di conferenze, relazioni, lavori di gruppo. La presenza di
una settantina di delegate, tra
cui una buona percentuale di giovani, da quindici paesi europei, ha
testimoniato la vitalità dell’Associazione. E’ stata anzitutto analizzata la collocazione della
YWC.A nel contesto mondiale ed
europeo, dalle lontane origini ad
oggi, e ne sono stati riconosciuti
tuttora validi i principi ispiratori: interconfessionalismo su base cristiana, particolare attenzione ai problemi della donna, collaborazione con altre organizzazioni per la costruzione di una
società più umana. Si è ribadita
a questo fine la scelta delle cinque "priorità” (salute, diritti
umani, rifugiati e migranti, pace
ed educazione, energia e sviluppo), individuate al Congresso
mondiale di Atene nel 79 e confermate in quello dell’83 a Singapore (il prossimo si terrà nelI'87 a Phoenix in Arizona, con
600 partecipanti ed osservatori
da tutto il mondo).
Si sono però anche messe a
fuoco le problematiche "emergenti” lecnologia, manipola
zioni gccrc'.iche, diffusione delle
tossico.!- pen denze, inquinamento
nei suoi vari aspetti, ecc.). Interessante notare la peculiarità delle varie situazioni e nello stesso
tempo la notevole uniformità dei
problemi individuati a livello europeo.
In Grecia, per esempio, si lamenta il fenomeno della disoccupazione giovanile. Analoghe difficoltà vengono segnalate dalla
Finlandia e ben sappiamo come
esse siano acute anche da noi.
Anche il problema degli immigrati tocca moltissimi paesi: in
Inghilterra ci sono ormai più
musulmani che metodisti; in Austria esiste un grande campo di
rifugiati (dove l’YWCA è presente tramite alcuni interventi) ohe
vede il totale isolamento dei
bambini e delle donne (escluse,
queste, da qualsiasi possibilità di
lavoro esterno e, nello stesso
tempo, neppure casalinghe in
quanto prive di casa! ). In Germania risulta inutile, poi, organizzare dei corsi di tedesco per donne turche in quanto — anche a
prescindere dal dato « razziale »
— esse non avranno possibilità
di normali comunicazioni in un
paese a loro estraneo culturalmente e religiosamente.
Dairirlanda è stato messo in
evidenza il rischio della disumanizzazione insito nella civiltà del
computer (rischio di affidarsi ai
dati della "macchina” -per definire le persone, ignorando i rapporti umani); dalla Francia è
giunto un allarme per la diffusa
violenza nelle relazioni interpersonali. Ovunque, infine, si riscontrano difficoltà nel reclutamento
di nuove giovani nell’YWCA. Di
fronte alla scoraggiante mole dei
problemi sul tappeto, abbiamo
cercato come YWCA, ad Atene,
di mettere a punto metodi e strategie che possono essere cosi sintetizzati: individuare gli ambiti
di intervento in rapporto alle proprie forze e alle situazioni, gli
scopi primari da raggiungere, i
mezzi da utilizzare.
Dai vari paesi sono venuti an
che suggerimenti per interventi
concreti da affiancare ad un serio
impegno nel campo dell’informazione e deireducazione alla pace,
oltre a una -presenza a livello politico o in organismi di consultazione ovunque possibile.
Conferenze ad alto livello (del
rappresentante dell’ONU in Grecia, deirambasciatore rappresentante della Grecia alla CEE) e relazioni di “unioniste” che lavorano presso la CEE, il Consiglio
d’Europa, le NGO (Organizzazioni non governative) e l’ELG (organo di collegamento delle YWCA
europee) hanno illustrato la natura e le funzioni di questi organismi in cui l’Associazione è
presente e interessata, particolarmente ai progetti di sviluppo in
favore della donna.
Tra Nord e Sud
Tali progetti -sono tuttora insufficienti nonostante sia chiara
Finterdipendenza tra Nord e Sud
in Europa e nel mondo. Si continua invece a perseguire interessi
settoriali e, aH’interno della stessa CEE, non fa scandalo ad esempio che un coltivatore olandese
abbia un reddito cinque volte superiore ad uno -greco. I governi,
unici interlocutori delle Nazioni
Unite per la -presentazione dei
progetti stessi (che vanno dalle
tecniche di allevamento alla creazione di cooperative, ad indicazioni di pianificazione familiare
ecc.), si muovono poco, per inerzia o perché condizionati dagli
interessi contrastanti di forti
gruppi. Le donne che ne beneficerebbero, in termini economici e
di emancipazione familiare e sociale, non hanno la competenza
né, tanto meno, il potere di farsene carico. Anche se qualcosa
lentamente si muove, è necessario più che mai che le NGO esercitino la loro influenza alTinterno dei propri paesi, per sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare i governi a comportamenti che -permettano la piena espansione della personalità di ogni
individuo e la realizzazione di
una società più giusta.
Ha concluso la settimana un
dibattito sulla identità cristiana
dell’ Associazione. Gli interventi
hanno messo in luce un ventaglio
di posizioni che vanno da chi teme che un attaccamento troppo
rigido alla “base” (la cui accettazione, richiesta ai membri delTYWCA, così recita: « Fede in
Dio Padre Onnipotente, in Gesù
Cristo suo Unico Figliolo nostro
Signore e Salvatore, e nello Spirito Santo ») significhi pericolo
di chiusura e di « complessi di
superiorità », a chi paventa, in
caso contrario, un venir meno
della ragion d’essere dell’Associazione; da chi considera l’Associazione stessa un luogo di libero
incontro e confonto, a chi vede
nella "neutralità” un pericolo di
disimpegno e di rinuncia a chiare nrese di posizione.
Una buona sintesi mi è parsa
la formulazione proposta in chiusura: « equilibrio tra convinzione di fede ed “apertura" e, analogamepte, tra riflessione ed
azione ».
Mirella Argentieri Bein
Signore, ti preghiamo di assistere le nostre « unioni »,
di aiutarci nelle nostre scelte di rapporti a far entrare in
gioco la nostra totalità e mai solo la carne, anche negli incontri occasionali, per sentirci in questa unione anche in
unione con te. Ti chiediamo, specificamente come donne,
di poter esprimere noi stesse con tutta la nostra universale
capacità d’amare, con tutta la nostra curiosità di vita, con
tutto il nostro impegno nel vivere sociale, politico, intellettuale, artistico o interpersonale che esso sia.
Signore, aiuta i nostri compagni a riconoscere, anche
nei piccoli momenti quotidiani, questo nostro essere « persone »; a non negare l’unione con te nella loro unione con
una donna, anche inconsciamente, a favore di una cultura
che per molto tempo ha insegnato alle donne a qualificarsi
solo come carne e mai in altro senso.
Signore, ti preghiamo come donne di aiutarci a tenere
sempre presente che la nostra espressione deve essere inserita in questo quadro globale di vita. Aiutaci perciò a vincere la tendenza alla sottomissione, il nostro « negarci » anche sottilmente nei nostri legami interpersonali.
Aiutaci a crescere con i nostri compagni in questo nuovo quadro di vita per affermare e non svilire il legame che
Tu hai voluto che unisse l’uomo e la donna in un reale
rapporto d’amore.
una donna
METODISTI
A VICENZA
Egregio Sig. Direttore,
mi riferisco all’articolo di Giuseppe
-Platone, che leggo nella Luce » del
7 novembre, « Presenza metodista nelle roccaforti del cattolicesimo », e
precisamente alla seconda parte dell’articolo, che riguarda Vicenza.
io sono ii figlio maggiore di quello
che fu il pastore di Vicenza, Rennepont Cesare De Michelis, negli anni
dal 1908 al 1927, mio fratello è il
Vs. collaboratore Niso De Michelis:
nostro padre fu il primo pastore evangelico di Vicenza, che vi fu chiamato
da uno svizzero, Giacomo Sartea, un
industriale birraio, venuto a stablllrvisi per unirsi a un cognato Rauch,
che era titolare del caffè della stazione. Prima di lui non c’era chiesa
protestante, capitava ogni tanto il
colportore Antonio Dalla Fontana, non
so se il soprannome gliel’avesse dato
il Fogazzaro; e non so quali « metodisti » avessero in casa « il ritratto di
Gesù socialista », né ricordo che nessuno di loro si sottraesse aH’ambiente patriottico del primi tempi della
guerra mondiale (la prima).
Nel 1850 mio padre, Il pastore De
Michelis, non era ancora nato, nacque nel 1871; di protestanti a Vicenza
si parla dal 1908.
Scusi le precisazioni.
Distinti saluti
E. De Michelis, Roma
Ho confuso l’ingresso del metodismo
in Italia (1852 con l’ex seminarista
Lissolo) con l’arrivo di De Michelis a
Vicenza nel 1908 dove però esisteva
già una realtà protestante « formata
da un nucleo di emigrati svizzeri e da
un gruppo di operai e artigiani garibaldini » (vedi intervista di M. Marini a Niso De Michelis in « Nuova
Vicenza » 30.3.86). Le altre riotiàe le
ricavo da una seduta con membri, di
chiesa vicentini cui ha preso parte un
ricercatore di storia cittadina. La vicenda metodista vicentina meriterebbe, non un articolo scritto in fretta,
ma un libro, (g.p.)
DIRITTO E
TOLLERANZA
Gentilissimo Direttore,
nel numero 42 del giornale due articoli, in particolare, hanno suscitato
in me perplessità. Il primo riguarda la
faziosità, la arroganza ed anche l’abuso di potere con cui, tramite l’autorità del Sindaco, si tenta di impedire
ai testimoni di Ge'ova di costruire
la loro chiesa a Canizzano di Treviso; il secondo riguarda invece un insegnante metodista di Pescara che
vuol mettere il crocefisso nel cassetto per far piacere a due testimoni di
Geova, ma, forse, soprattutto per fare dispetto agli altri alunni cattolici.
A mio parere i due episodi, pur
nella diversa responsabilità, hanno
un punto fondamentale in comune. E’
infatti giusto pretendere l’attuazione
dei propri diritti, ma bisogna anche
rispettare quelli degli altri, senza essere faziosi. Solo così si può giustamente richiedere la reciprocità agli altri. Sono andato a scuola per quasi
vent’anni in aule dove era esposto il
croceflsso e, creda, non mi ha dato
alcun fastidio. Mi limitavo a non guardarlo ed in realtà finivo per non vederlo.
Anche io, personalmente, fremo dentro di me quando vedo sventolare nei
cortei di qualunque genere le bandiere
rosse con falce e martello, che mi sembra portino in modo indelebile il segno
del sangue di milioni di vittime innocenti trucidate pacificamente durante
le purghe staliniane, ma mi guardo bene dal chiedere o dal pretendere che
esse siano vietate. Mi limito a guardare da un’altra parte.
Perché non cerchiamo di evitare di
trattare sempre ogni argomento sulla punta di spillo del solo dirittol Perché non ci sforziamo di essere più
tolleranti verso gli altri e le loro esigenze, anche se le consideriamo errate! In fondo anche la tolleranza, come il desiderio sincero di comprendere le idee e le esigenze degli altri,
è AMORE, e secondo me l’AMORE è
il messaggio fondamentale che Cristo ci ha lasciato; è l’unica sollecitazione che può portare veramente la
pace nei cuori, e di conseguenza nel
mondo, che può generare la giustizia
nei limiti, molto angusti purtroppo,
nei quali è possibile che la congenita
imperfezione dell’uomo possa attuarla.
Se veramente vogliamo tentare di
raggiungere l’ecumenismo e la pace,
a mio modesto parere, dobbiamo incominciare a tollerare — ed insegnare
a tollerare — a Pescara e potremo
giustamente pretendere tolleranza a
Treviso.
Con viva cordiaiità.
Reto Bonifazi, Terni
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ovvero l’essenziale della ’’novità” teologica di Barth sullo
sfondo delle accese battaglie degli anni ’30 nella Germania
di Hitler.
CLAUDIANA EDITRICE, V. Pr. Tommaso 1, 10125 TORINO
c.c.p. 20780102
4
4 eciimeiiisiiio
21 novembre 1986
NOTIZIE CEVAA
100 anni della Chiesa
presbiteriana del Mozambico
Dalla fine degli anni ’70 raddoppiano pastori e membri di chiesa,
ma restano molti i problemi pratici per chi opera in questa struttura
H[- Echi dal mondo
cristiano
AH’inizio di una nuova pagina
della storia del Mozambico, con
la presidenza di Joaquim Chissano, succeduto a Samora Machel, morto in Sud Africa in un
incidente aereo, la Chiesa Presbiteriana di quel paese si appresta a celebrare il primo centenario della sua fondazione. Sono ormai passate infatti tre generazioni da quando l'Evangelo
è stato portato in Mozambico
da missionari svizzeri.
Dopo un periodo di grande difficoltà, a causa dell’ateismo di
stato propugnato dal governo
marxista-leninista alla fine degli
anni '70 e che ha rischiato di soffocare la chiesa, oggi si assiste
ad una crescita numerica molto
significativa: dieci anni fa la
Chiesa Presbiteriana contava 20
mila membri con 16 pastori e
oggi le cifre vanno verosimilmente quasi raddoppiate. Sullo
slancio derivante da questo successo in tutte le regioni del paese, tra giugno e luglio 1987, verranno organizzate solenni celebrazioni che culmineranno in
una grande festa nazionale.
Ciò che rende particolarmente
esaltante il lavoro della chiesa,
e interessante per le chiese evangeliche europee, è l'enorme disponibilità ed interesse deile giovani generazioni. Giovani sempre più numerosi si indirizzano
sia verso il ministerio pastorale
che verso l’insegnamento e il lavoro sociale nelle strutture ecclesiastiche.
Tutto questo malgrado i problemi che si ergono davanti a
chi intraprende gli studi. La chiesa da sola non riesce a fornire
il sostegno economico necessario agli studenti e le borse di
studio sono offerte dalle chiese
europee tramite la CEVAA.
Una seconda difficoltà, che colpisce tutti i settori della vita della chiesa, consiste nella mancanza sul mercato interno di generi di cancelleria di facile consumo, dalle penne ai quaderni.
Per esempio, la chiesa ha dovuto sospendere la diffusione del
suo bollettino periodico, proprio
per la irreperibilità di carta e
inchiostro !
Com’è evidente i progetti della chiesa non possono avere una
portata molto grande e prospettive troppo sicure.
In questa situazione la risposta positiva che viene dai giovani è di grande incoraggiamento
per tutti. La chiesa sente fortemente la responsabilità della formazione e dell’accompagnamento di questi giovani. Con gli scarsi mezzi disponibili vengono comunque organizzati corsi per
responsabili di scuole domenicali o di gruppi di studio
biblico. Dopo i corsi, che durano cinque settimane e prevedono sette ore di studio giornaliero, i giovani ritornano nelle loro comunità p>er mettere a loro
disposizione le cognizioni apprese. non solo in campo biblico,
ma anche in quello psico^pedagogico.
Finché i giovani sono studenti
sono attivi e disponibili, aperti
al confronto tra fede e politica,
tra ateismo e cristianesimo, tra
materialismo e idealismo. Ma
una preoccupante caduta di partecipazione si verifica quando
essi arrivano al matrimonio. Da
quel momento ritengono di non
essere più sufficientemente giovani per fare ciò che facevano
prima e avanzano l’alibi delle
maggiori preoccupazioni e incombenze quotidiane che li distoglierebbero dall'impegno nella comunità. Davanti a questo
problema la chiesa ha in questi
ultimi tempi cercato di ricuperare questi giovani chiedendo loro un impegno di coppia, soprattutto a livello sociale. Questo
progetto ha cominciato a dare
i primi frutti: non sono poche
le coppie (delle quali spesso un
solo membro è evangelico) che
hanno maturato una nuova disponibilità alla testimonianza
nel contesto storico del loro paese, per molti versi ostile al cristianesimo.
La CEVAA propone alle chiese membro di seguire nella preghiera e con il sostegno finanziario lo sforzo della chiesa presbiteriana del Mozambico, anche
soltanto aiutandola a procurarsi carta e inchiostro per il suo
bollettino.
Franco Taglierò
PROTESTANTESIMO SVIZZERO
Ecumenismo difficile 30.ooo
ROMA
Sconcerto e delusione tra i protestanti svizzeri, ma anche tra i
cattolici impegnati nel dialogo e
nella prassi ecumenica, per la
dichiarazione dei vescovi cattolici della Svizzera che vieta la
pratica d'ell’intercomunione, pubblicata il 4 settembre scorso, e
della quale la Federazione delle
chiese protestanti svizzere non
era stata informata direttamente. Come conseguenza immediata di questa misura, che viene a
colpire i rapporti ecumenici
molto avanzati in Svizzera, è
stata « aggiornata » la prevista
visita in Vaticano della Comunità di lavoro delle chiese cristiane in Svizzera, che comprendeva un incontro con il papa
Giovanni Paolo II; Tiniziativa
era nata proprio in seguito alla
visita del papa in Svizzera nel
1984, e avrebbe dovuto aver luogo dall’8 al 13 novembre di quest’anno. Di questa Comunità ecumenica fanno parte, oltre alla
Federazione delle chiese protestanti svizzere (FEPS), la chiesa
cattolica, la chiesa cattolica cristiana (vecchio cattolici), la chiesa metodista, la federazione delle chiese battiste, la federazione
delle chiese luterane e l’Esercito
della Salvezza. Di fronte al documento dei vescovi svizzeri che
ribadisce le posizioni tradizionali in merito alla « ospitalità
eucaristica », il Consiglio della
,FEPS ha espresso in un comunicato la sua profonda deplorazione.
Nel corso della visita a Roma
della Comunità ecumenica svizzera era previsto un incontro
con i rappresentanti delle chiese protestanti italiane. Nell’an
nunciare la cancellazione della
visita e il rammarico per il mancato incontro con i protestanti
italiani, il presidente della FEPS,
J.P. Jornod afferma che il Consiglio della FEPS « non può accettare che siano messe in questione in maniera così assoluta
e pubblica la nostra ecclesiologia, la nostra dottrina dei ministeri e la Santa Cena quale noi
la pratichiamo ». L’ipotesi di una
eventuale visita in Vaticano potrà essere ripresa — scrive Jornod — solo dopo che la Comunità ecumenica avrà compiute
uno studio sull’ecclesiologia delle chiese che ne fanno parte, la
dottrina dei ministeri e la loro
pratica della Santa Cena, « uno
studio che potrà prendere mesi o anni ». Le chiese protestanti svizzere praticano da trent’anni una comunione « aperta » a
tutti i battezzati che professano
la fede in Gesù Cristo, nella convinzione che la mensa del Signore appartiene a Lui, e non alle
chiese. Il presidente della Federazione delle chiese evangeliche
in Italia, past. Aurelio Sbaffi, ha
inviato alla FEPS una lettera in
cui esprime solidarietà e apprezzamento per la fermezza della
posizione assunta dalla FEPS.
Hanno collaborato a questo
numero: Alberto Bragaglia,
Mauro Gardiol, Vera Long,
Enos Mannelli, Luigi Marchetti, Lucilla Peyrot, Aldo
Rutigliano, Bruno Rostagno,
Erika Tomassone.
a cura di Susanne Labsch
Preghiera
ecumenica
(epd) — Il presidente della
chiesa evangelica del Palatinato,
H. Kron e il vescovo di Spira
hanno organizzato una giornata
ecumenica di preghiera, accanto a quella organizzata da papa
Wojtyla ad Assisi, alla quale
hanno partecipato nel Duomo di
Spira anche un rappresentante
delle comunità ebraiche ed islamiche.
La pace
fa paura?
firme
antiapartheid
L’il ottobre è stata ricevuta
dalla Presidenza del Consiglio
dei Ministri la petizione nazionale per l’isolamento internazionale
del regime sudafricano, lanciata
in primavera dal Coordinamento
nazionale per la lotta contro
l’apartheid. La delegazione, guidata dai portavoce Saverio Gùarna e Gianni Palumbo, ha consegnato al consigliere diplomatico
Badini di Palazzo Chigi le 32.760
firme raccolte da partiti, sindacati, organismi religiosi e umanitari. Gli evangelici hanno contribuito con 4.752 firme. Badini ha
assicurato alla delegazione, da
parte dell’on. Craxi, l’interesse
del governo per la questione sudafricana, affermando ohe sono
allo studio nuove sanzioni contro
il regime di Pretoria.
Il 15 e 16 novembre si è tenuta
a Palazzo Braschi la prima Assemblea nazionale dei Coordinamenti anti-apartheid locali. In
considerazione dell’impegno profuso nella raccolta delle firme
per la petizione nazionale, sono
state invitate a partecipare comunità evangeliche locali e la Federazione delle chiese evangeliche (FCEI), la Federazione delle
donne evangeliche (FDEI), la Federazione giovanile evangelica
(FGEI), l’Unione cristiana evangelica battista (UCEBI), il nostro
settimanale.
(soepi) — Il governo israeliano ha vietato al pastore anglicano Riah Abu el Assai di lasciare Israele e di viaggiare liberamente all’estero « per ragioni di
sicurezza dello stato ». Riah
Abu el Assai è il segretario generale del Movimento Progressista per la Pace che ha due
seggi nel parlamento israeliano
e partecipa al « Consiglio israeliano per la Pace tra Israele e
Palestina » ed è stato membro
del gruppo consultivo per la
Commissione per i diritti umani del Consiglio Ecumenico delle Chiese.
USA: riscossa
fondamentalista
(Trouw) — L’ex presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter,
nel corso di una conferenza tenuta davanti a studenti del Nord
Carolina si è detto molto preoccupato per l’influenza che i fondamentalisti esercitano all’interno delle chiese, e in particolare
deirUnione battista del Sud, la
più grande chiesa battista negli
Stati Uniti, e della quale egli
stesso è membro.
Riferendosi al pastore Falwell, leader dei fondamentalisti,
pare che Carter abbia detto:
« in modo molto cristiano mi
auguro che Falwell vada all’inferno! ».
(Trouw) — Un magistrato del
Tennessee (USA) ha concesso ai
genitori cristiani fondamentalisti
di esonerare i propri figli da
quegli argomenti che, airinterno
delle materie curriculari, sono
contrarie alle proprie opinioni.
I figli dei fondamentalisti non
rischieranno più di essere indottrinati su argomenti che « feriscono la loro fede », come per es.
il Rinascimento, la teoria della
evoluzione, o addirittura’la lettura del « Diario di Anna Frank »,
un libro questo definito « troppo
liberale ».
I genitori fondamentalisti cercano, sostenuti in questo dal predicatore Pat Robertson che intende candidarsi alla presidenza degli USA, di far pressioni sulle
case editrici perché non pubblichino nei libri scolastici queste
ed altre simili tematiche.
RFT; scuola
confessionale
(epd) — L’alleanza evangelica
tedesca (un’organizzazione di tipo « evangelical » che comprende
sia chiese libere, sia membri delle chiese regionali) ha in progetto la fondazione di una scuola
evangelica privata ad Hannover. Il comitato richiederà agli
insegnanti una confessione di
fede « in Gesù Cristo riconosciuto come salvatore personale ».
Agli studenti sarà impartito un
insegnamento conforme all’antropologia biblica.
CEC: dialogo
con le sette
(soepi) — Promosso dal CEC
e dalla Federazione luterana
mondiale s’è svolto ad Amsterdam un convegno sul rapporto
delle chiese con i nuovi movimenti religiosi, quali ad es. la
chiesa delTuniflcazione di Moon
ed altri. I partecipanti, provenienti da 16 paesi, hanno discusso le loro esperienze con le nuove sette. In un secondo momento hanno elaborato una linea 'U
dialogo cercando di capire questi movimenti in espansione, di
metterne in rilievo le differenze, e di non procedere a condanne in base a pregiudizi o
generalizzazioni. Nel mondo ie
più grandi sette sono la chiesa
di Moon, la società internazi o
nale di Hare Krishna, la chiesa scientista.
Bibbia e spot
(epd) — Jeans Jesus ed alt i
prodotti con nomi biblici, spot
e slogan pubblicitari che si ispirano alla Bibbia sono stati ro ;colti in una mostra che sta girando in diverse chiese evar,geliche tedesche, allo scopo 'U
esaminare criticamente il ripjporto chiese-pubblicità. « I < tecumeni conoscono ormai i
versetti biblici più dalla pubi:‘:>
cità che dal catechismo » — di e
un rappresentante dell’assoc dizione delle case editrici evanp;'liche, che ha organizzato questa mostra. E’ giusto che ancne
la chiesa usi la pubblicità, per
farsi conoscere di più? Recenre
mente a Pforzheim, per cercare
collaboratori volontari per
chiesa, ci si è serviti di manifesti e spot pubblicitari; ma i isultati sono stati deludenti.
URSS: millenario
ortodosso
(soepi) — Nel 1988 le chiese
ortodosse russe festeggeranno i
mille anni della loro presenza
documentata in Russia : nel
988 il principe Vladimir di Kiev
aveva dichiarato la religione
cristiana quale religione di stato. In previsione di questo millenario il Patriarcato russo ha
aperto un’agenzia d’informazioni e di viaggi nel centro di Mosca. Sono già state tenute alcune conferenze stampa con giornalisti della stampa estera e il
Patriarcato, insieme all’agenzia
statale Intours, organizza viaggi guidati sulle orme dei cristiani russi.
Contro i test
nucleari
(CEVAA) — Nel corso del suo
sinodo, la Chiesa evangelica della Polinesia francese ha dovuto,
una volta di più, ribadire la propria opposizione agli esperimenti nucleari che la Francia da
molto tempo va effettuando
presso l’atollo di Mururoa.
Nel 1982, il Sinodo si rivolse
direttamente al presidente Mitterrand in questi termini: « Di
fronte al pericolo che il nucleare rappresenta in tutte le sue
forme, il Sinodo chiede che abbiano fine tutti gli esperimenti
a Mururoa, che cessino i depositi di scorie radioattive nel Pacifico, che cessi nel mondo la
corsa al nucleare ». Quest’anno il Sinodo ha dunque deciso
di invitare una delegazione del
CEC a venire a verificare con
la Chiesa della Polinesia i problemi sociali, economici e sanitari legati agli esperimenti nucleari.
5
21 novembre 1986
ecumenismo 5
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Il salario del prete
Nel 1990 scatta I’8 per mille - Computati anzianità, luoghi e condizioni di lavoro - Offerte dei fedeli deducibili fino a due milioni
Totale remunerazione
Totale punti mensile
Sarà di 935 mila lire al mese
lo stipendio medio ohe i preti
cattolici riceveranno nel corso
del 1987. Lo ha stabilito una apposita commissione della Cei,
che, in attesa deH'entrata in funzione del meccanismo di finanziameli lo del clero cattolico legato ai meccanismi dell’8 per mille che scatteranno nel 1990, ha
così inteso suddividere i 330 miliardi che saranno versati dallo
stato italiano airistituto per il
sostentamento del clero.
Per i 30.000 preti e vescovi « ex
congruali » il primo stipendio di
gennaio '87 varierà da un minimo dì 842.598 lire ad un massimo di i.239.990. Questa la massima forbice, anche se in teoria il
meccanismo è egualitario e parte
da una base eguale per tutti.
Vi sono poi ima serie di correttivi che, secondo il Codice di
diritto canonico, vanno a compensare la natura diversa dell'ufficio ricoperto dal singolo e
le circostanze, di luogo e di tempo, diverse. Questa base di partenza è formata da 75 punti, uguali per tutti. Un discorso a
parte va fatto per il valore del
punto, ohe è stato calcolato, per
questo 1987, in lire 12.600. Cifra
questa che è stata definita tenendo presente Pamniontare medio della cifra ricevuta da ogni
prete e dalla quantità di punti
che spetta loro mediamente.
Dunque i punti sono elementi
essenziali per costituire la remunerazioiK- (.lei sacerdoti. Abbiamo
già delio che tutti partono da
un tetio di 75 punti; per i particolaii oneri connessi airufficio,
sono slaii attribuiti altri 11 punti ai vtrscovi. Ai parroci il vescovo può assegnare da 1 a 8 punti
a seconda della gravosità delTesocizio del loro ministero. A
quesii, poi, si aggiungono altri
pumi, fino a un massimo di 8,
a seconda delle regioni nelle quali il sacerdote opera — e in proposito si veda la tabella.
Questa tabella nasce come correttivo in base agli indici Istat
del costo della vita e a quello
del prodotto interno lordo abi
tante-regione: nasce così un nuovo indice che tiene presente due
diverse variabili che comunque
incidono sul costo della vita.
Altri punti ancora si aggiungono a quelli fino ad ora elencati: ad esempio ai preti Ohe
hanno spese di affitto vengono
aggiunti altri 5 punti. Infine ci
sono 2 punti per ogni scatto di
anzianità fino ‘ad un massimo di
16. Arriviamo così a 92 punti
medi.
Pertanto, avendo per questo '87
ogni punto il valore di 12.600 lire, l'ammontare lordo dello stipendio del sacerdote, risulta così di 1.160.000 mensili. Considerate le ritenute (fiscali. Fondo
clero, e sanitarie) di circa 225
mila lire, il netto mensile arriva
alle 935 mila.
Questo ammontare mensile
viene in primo luogo stabilito
con decreto dal vescovo in base
agli incarichi che il prete ha nella diocesi. La somma che nasce
così, sarà sicuramente al di sotto del tetto minimo previsto dalla Cei (e cioè 75 punti per parroci e canonici, 76 ner vicari generali e episcopali e per parroci
con più parrocchie, e 86 per i
vescovi), ed allora interviene l'Istituto diocesano per il sostentamento del clero che, con le
rendite dei beni ex beneficiali,
provvede ad integrare la cifra;
ulteriore integrazione, da parte
dell'Istituto centrale, è prevista
nei casi che l'Istituto diocesano
non sia in grado di arrivare al
tetto con la sua integrazione.
C'è da dire a questo punto ohe
i sacerdoti che hanno loro redditi, perché insegnanti o altro ancora, conserveranno i loro stipendi senza però avere l'assegno
dall'Istituto.
Per i prossimi tre anni, cioè
'87, '88, '89, l'integrazione avverrà
con le cifre che lo Stato italiano
passerà airistituto centrale tramite la Conferenza episcopale, cifra formata dalle ex congrue e
da altri capitoli di spesa per un
ammontare complessivo di 330
miliardi e 568 milioni per il 1987.
LIONE
Un predecessore di Francesco
Se in Francia i giornali hanno
parlato a lungo della visita in ottobre del pontefice a Lione, non
così è stato per il raduno di preghiera di Assisi che è passato
pressoché nell'indifferenza generale. Sui particolari deH'incontro
recente del papa con i cattolici
francesi è interessante notare
come si sia parlato anche di
Pietro Valdo. La cornice era rappresentata dall'anfiteatro romano di Lione dove nel 177 d. C.
vennero torturati e dati in pasto
alle belve un gruppo di cristiani.
Sul podio il pontefice aveva alla
sua destra il cardinale Decourtray, più in là Monsignor Zacharian (chiesa arminiana) con Monsignor Vlassios (chiesa ortodossa
greca), il pastore evangelico Guy
Wagner e un laico (vice-presidente del consiglio della chiesa riformata di Lione), Frédéric Kirchner, il pastore Josselin (luterano) e il « reverendo » Hovenden
(anglicano). Alla sinistra del pontefice comparivano una quarantina di vescovi cattolici e tutti
i cardinali di Francia. Durante
la « celebrazione ecumenica del
la preghièra » il cardinale Decourtray; rivolgendosi al pontefice, ha detto testualmente:
« Tra i cristiani che hanno caratterizzato la storia di Lione ce
n’è uno particolarmente caro ai
nostri fratelli protestanti: Pietro
Valdo. Nella sua ricerca di povertà, nel suo zelo ad annunciare la Buona Novella e nella sua
preoccupazione per una vita evangelica fu a suo modo, e in
mezzo ai rischi di una esistenza
difficile, un precursore di San
Francesco d’Assisi ».
La cerimonia ecumenica è stata un lungo momento di preghiera affinchè « arrivi l'unità dei
cristiani così come Cristo la vuole e attraverso i mezzi che lui
vorrà » per dirla con le parole
dell'« Abbé » Paul Couturier, l'iniziatore della « Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani »,
ampiamente citato da papa Wojtyla. Gli evangelici, in particolare Frédéric Kirchner e il pastore luterano Bruno Josselin, hanno partecipato alla cerimonia ecumenica leggendo alcuni brani
tratti dalla Lettera agli Ebrei.
Entusiasmo? « Forse per alcuni
certamente — dine oggi il professore Kirchner — ma al di là
della bella e ben organizzata cerimonia ecumenica la realtà ecclesiastica rimane come prima.
Non ci tiriamo indietro in queste iniziative, senza però farci soverchie illusioni ».
Al di là dei grandi riti ecumenici il dialogo ecumenico alla base continua. « Più che negli spettacolari momenti di vertice —
dice il pastore Michel Freyohet,
specialista del dialogo interconfessionale — l’ecumenismo si
gioca alla base; solo a quel livello è insostituibile. Forse — aggiunge Freychet (di cui contiamo di pubblicare prossimamente un’intervista sull’ecumenismo
in Francia) — aveva ragione Visser’t Hooft quando diceva che
tutte le chiese appartengono allo
stesso movimento ecumenico;
questo è molto bello, si tratta
ora di provarlo ». Come si vede
malgrado le .contraddizioni, i
vari colpi di scena, Fecumenismo
non cessa di far discutere.
Giuseppe Platone
COEFFICIENTE
CORRETTIVO
Valle d’Aosta 0
Piemonte 3
Lombardia 3
Veneto 3
Trentino Alto Adige 0
Friuli Venezia Giulia 5
Liguria 4
Emilia Romagna 4
T oscana 4
Umbria 2
Marche 4
Lazio 4
Abruzzi 2
Molise 2
Campania 7
Puglia 6
Basilicata 4
Calabria 8
Sicilia 4
Sardegna 5
Dal 1990, saranno in primo luogo i cattolici ad alimentare questi flussi di denaro all’Istituto
centrale per il sostentamento del
clero, tramite offerte deducibili
dalla denuncia dei redditi fino a
2 milioni, e lo Stato con l’8 per
mille deU’Irpef. Lo stipendio, che
a gennaio del 1987 sarà pagato il
26 (e non il 25 come sarà sempre)
sarà accreditato sui conti bancari non solo per motivi di sicurezza ma anche per la celerità del
servizio.
Della cifra indicata in precedenza, cioè gli oltre 330 miliardi,
la Conferenza episcopale prowederà a destinare una parte per le
nuove chiese, circa 6 miliardi;
una seconda parte sarà destinata
al proseguimento di taluni interventi speciali come la casa di Acquaviva di Nerola per il clero
inabile e per i pensionati, in tutto una trentina. Ohe hanno avviato, a suo tempo, un rapporto con Pamministrazione austroungarica. Ancora dalla cifra vanno detratte le spese di avvio del
nuovo sistema. A disposizione
dell’Istituto centrale, per i circa
28-30 mila sacerdoti, ci saranno
così circa 325 miliardi.
— Vescovi diocesani Minimo 86 Lordo L. 1.083.600
— Equiparati Netto » 945.654
Lordo L. 1.486.800
— Vescovi incaricati della Massimo 118
cura di più diocesi Netto » 1.239.990
— Vicari Generali e Minimo 76 Lordo L. 957.600
Vicari Episcopali Netto » 852.426
— Parroci incaricati della cura Lordo L. 1.411.200
di più parrocchie e di parrocchie gravose Massimo 112 Netto » 1.184.802
Lordo L. 945.000
— Parroci Minimo 75 Netto » 842.598
Lordo L. 1.310.400
— Canonici Massimo 104 Netto » 1.111.218
L’importo netto è stato determinato sottraendo dall’importo lordo la somma corrispondente all’onere contributivo (L. 65.900) ed applicando sul
residuo (imponibile fiscale) le aliquote d’imposta corrispondenti. E’
stata, inoltre, riconosciuta la detrazione per redditi di lavoro dipendente di L. 492.000 (L. 41.000 mensili).
N.B.: La media dei punti assegnati ai sacerdoti è di circa 92.
Conseguentemente ciascun sacerdote avrà, mediamente, diritto
ad una remunerazione mensile lorda di L. 1.160.000.
La remunerazione mensile netta — detratti i contributi, le ritenute di imposte e considerata la detrazione di imposta di L.
492.000 annue — ammonta a L. 935.000.
VIAGGIO IN ISRAELE
Conoscere il paese
della Rivelazione
Si succedono ormai, assai frequentemente, sia per gruppi organizzati, sia per singole persone, viaggi in Israele, che costituiscono un’esperienza davvero
indimenticabile. L’ultimo in ordine di tempo si è svolto dal 6
al 20 ottobre, sotto la guida del
pastore G. Cadièr, ed ha riunito unà quarantina di francesi,
tutte persone variamente impegnate nelle attività di chiesa, per
metà circa monitori e catechisti ;
al gruppo hanno potuto aggregarsi anche quattro italiane, provenienti da Biesi, Napoli, Chiavari e Torino.
Ci sono stati momenti di grande suggestione, come l’approccio alla città di ‘Gerusalemme
dalla collina degli Ulivi, l’ascensione al monte di Mosè, e di intensa comunione spirituale, durante la lettura del testo di Matteo 5 sulle rive del mar di Galilea o la celebrazione dei culti
domenicali, il primo sulle sponde del mar Rosso, in vista delle
brulle alture del Sinai, il secondo sul monte Tabor. Ma non di
emozioni, pur comprensibili, era
in cerca il gruppo: al contrario
esso si è rivelato ben preparato
e seriamente impegnato nella riflessione e nello studio, articolato su tre livelli, biblico, storico
ed archeologico.
L’arricchimento spirituale e
culturale, che ciascuno dei partecipanti ha ricevuto nel corso
del viaggio, si è confrontato anche con la drammatica realtà del
paese. Nelle testimonianze di tre
giovani ebrei, tornati in Israele
alla ricerca della loro identità.
abbiamo sentito la speranza di
un futuro migliore, di pace; nell’appello al riconoscimento della
propria dignità, da parte di una
giovane donna palestinese, nella
accorata invocazione alla riconciliazione tra i popoli ed alla giustizia nella verità, da parte di un
padre melchita nel suo villaggio
dell’alta Galilea, abbiamo percepito tutta la sofferenza che lacera le coscienze più sensibili
ed impegnate. Non si può non
sentirsi angosciati e coinvolti di
fronte ad un problema, la cui soluzione appare ancora lontana
e può rivelarsi drammatica.
L’ultimo giorno, in un momento di riposo all’ombra di un bosco (già centottanta milioni di
alberi sono stati piantati in
Israele!), il gruppo ha elaborato
una mozione da presentare alle
circoscrizioni regionali ed al
prossimo Sinodo della Chiesa
Riformata di Francia. In essa
si richiama l’attenzione delle singole comunità sull’importanza
che un viaggio al paese della Rivelazione può avere per la formazione di un monitore e di im
catechista; si invitano gli organismi competenti ad intervenire
per fornire, a coloro che intendono compiere tale viaggio, o
eventuali sussidi in denaro o la
soluzione concreta di problemi
personali, quali ad es. la sistemazione provvisoria dei Agli.
Non so che cosa si faccia in Italia in questo campo, ma mi sembra che la proposta dei nostri
amici d’oltralpe meriti di essere
presa in considerazione.
Elena Pascal
Per i vostri acquisti
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6
6 prospettive bibliche
21 novembre 1986
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
L'EVANGELO
E LA FATALITÀ’
« Se evangelizzo e non ne ricavo gloria,
è una fatalità che pesa su di me. Guai
a me se non evangelizzo ! ».
(I Corinzi 9: 16i
Nella maggior parte delle religioni la Fatalità, rappresentata talvolta da una dea, regnava sovrana sull’Universo
e naturalmente sugli uomini. Il mondo era una macchina programmata
in anticipo e che ritornava continuamente sugli stessi percorsi, come indicava la corsa imperturbabile degli
astri, corsa nella quale era scritta,
incisa per sempre, la storia degli uomini, incapaci di sfuggire alla sorte
che li attendeva. E guai a coloro che
tentassero di evitarla, o semplicemente di cambiarla: non facevano
altro che correre anticipatamente
verso il loro destino.
Un rifiuto
della Fatalità
Ma, curiosamente, l’Antico Testamento ignora la Fatalità, il Destino.
E non soltanto l'ignora, ma combatte con vigore astrologi, àuguri, datori di oroscopi. La parola Fatalità
è assente dall’Antico Testamento, e
non vi esistono neppure le parole
Destino e Caso.
Bisogna domandarsi il perché di
tale assenza, indiscutibilmente voluta. Il fatto è che il rapporto Dio-uomo è radicalmente diverso, nell’Antico Testamento. Anzitutto, Dio non
è una macchina vittima delle proprie leggi. La prova migliore è il suo
intervento nel corso della storia per
concludere un patto perpetuo con
gli uomini, ma un patto non programmato. Infatti l’uomo può rifiutare e riprendere allora il cammino
delle sue antiche fatalità; ma può
anche accettarlo.
Già questa scelta fa scricchiolare
Recentemente a Parigi si è tenuta una campagna evangelistica di Billy
Graham, che ha suscitato il consueto interesse e le consuete discussioni. A giudizio di molti, comunque, B. Graham sta evolvendo, più attento
alla realtà anche sociale dei problemi umani, meno inquadrato nell’american way of life. Ecco come, sul settimanale francese « Réforme »,
il noto predicatore ed esegeta Alphonse Maillot ha commentato il fatto: « Quando, per mezzo del Cristo crocifisso e risorto, si è sfuggiti a
qualsiasi Fatalità, anche a quella della morte, non si può fare altro
che mettersi sotto la nuova Fatalità, quella della proclamazione della
Buona Novella ».
a cura di GINO CONTE
il destino aU’intemo del quale era
rinchiuso, e comincia allora per colui che l’accetta « l’avventura della
fede », avventura contraria al destino, non scritta negli astri, avventura sempre nuova sotto il bastone pastorale del « Signore-pastore » che
prepara e apre la strada al suo gregge
Perciò veggenti, astrologi (mai stati così numerosi né così prosperi
quanto nel 1986) sono un’ingiuria a
Dio, il quale mette fine a tutte le fatalità per aprire una strada di misericordia, sempre nuova.
L’avventura
della fede
Beninteso, con la venuta di Cristo
questo rifiuto della Fatalità è confermato. Il Cristo non conosce che
una sola Fatalità, che però non viene né dagli astri né daH’esterno né
da una qualsiasi necessità logica, ma
unicamente dalla sua volontà: dare
la sua vita. Non obbedisce che ad
un'unica necessità: quella del suo
Amore per gli uomini. Ed è una ne
cessità che fa scricchiolare tutte le
altre, le infrange. Soprattutto quelle
che gli uomini si sono reinventate:
quella della paura, quella del denaro, quella dell’amore di sé: necessità che sono altrettante schiavitù, altrettante catene di cui l’uomo si carica, più o meno compiaciuto e soddisfatto.
Il Cristo vuole far saltare le catene nelle quali l’uomo si paralizza,
anche quelle più dorate e apparentemente più legittime: le catene religiose (il sabato, ad esempio), quando anziché decidere l’uomo ad amare il suo prossimo, lo ostacolano.
Gesù mina e abbatte i muri d’isolamento grazie ai quali l’uomo rimuove coloro che teme: lebbrosi, alienati, peccatori, malati gravi... Poi raccomanda ai suoi discepoli di andare
ad annunciare fino in capo al mondo questa novità: la fine delle fatalità, dei tabù, delle separazioni, delle schiavitù; di andare a dire che
per un cristiano la sola Fatalità è
quella di amare; e, anche, di andare
a dire, vicino e lontano, che bisogna
ricevere questo inaspettato amore
di Dio, e bisogna trasmetterlo.
Proclamare
la Buona Novella
E’ questo che ha portato Paoli
continuamente, instancabilmente stj 1
le strade, per annunciare la morto
delle fatalità, la fine delle catene o
dei destini obbligati. Ha capito, ir
fatti, che colui al quale si schiud
una vita senza catene, sicuro che v
domani non sbocca mai altrove che
nell’amore di Dio, questi non può
che sentirsi costretto a condividere
questa certezza, a renderne altri par
tecipi.
L’amore ricevuto ci rinchiude iji
un paradosso: ovvero lo conservia
mo, e perdendolo ricadiamo nell
fatalità dell’egoismo — ovvero lo
condividianio, ne facciamo parte ad
altri, e allora le antiche fatalità la
sciano il posto alla sola Fatalità eh,
ci fa uscire da noi stessi e dal no
stro destino: «Annunciare la Bue
na Novella ». « Se evangelizzo e no::
ne ricavo gloria, è una fatalità che
pesa su di me. Guai a me se non
evangelizzo! ».
Quando, grazie al Cristo crocifisso
e risorto, si è sfuggiti a ogni Fatalità
anche a quella della morte (poiché
la vita nuova è già cominciata in
noi, Giovanni 11: 25-27), non si può
fare altro che porsi sotto la nuova
« Fatalità », quella della proclama
zione della Buona Novella.
E allora, se Billy Graham, o meglio se il Signore, attraverso Billv
Graham, riesce a tirar alcuni dei nostri compatrioti fuori dal loro destino; e più ancora, se riesce a comunicare ad alcuni di loro questa
necessità dell’annuncio dell’Evangelo nel nostro paese, guai a me se mi
ci opponessi!
Alphonse Maillot
(segue da pag. 1)
in mezzo a voi » è più vicina alla mentalità giudaica, essa rispecchia certamente meglio la
fede degli evangelisti, secondo
i quali il Regno è presente nella
persona di Gesù, viene annunciato dalla sua predicazione, dalle sue opere, dai miracoli. E'
giunta l’ora di cui parlava la
promessa dei profeti: « I ciechi
recuperano la vista, gli zoppi
camminano, l’Evangelo è annunciato ai poveri ». In Gesù il Regno entra in collisione con il
mondo, con questa nostra storia. I farisei assorbiti dai calcoli
e dalle previsioni sono posti di
fronte ad una verità inaudita: il
Regno è già all’opera fra di voi,
Dio già regna. Il ’’quando” è già
iniziato. Gesù li fa uscire, ci fa
uscire dall’osservatorio confortevole e privilegiato della nostra
spiritualità, dall’ambiente favorevole della nostra chiesa e ci
reimmerge bruscamente nella
vita di ogni giorno, nella profanità scomoda e talvolta angosciosa di ogni giorno perché è li che
sta già succedendo qualcosa di
decisivo: « Il Regno è fra voi ».
Già, ma intanto noi non vi
Storia del Regno e deH’uomo
viamo al tempo di Gesù, noi non
siamo più fisicamente vicini a
lui come Giacomo, Giovanni, Pietro e gli altri. Il rischio è che noi
assumiamo quell’annuncio, così
coinvolgente per la prima generazione di discepoli, come un
dogma, una verità bella che però non fa parte della mia personale esperienza di vita, non mi
aiuta nelle mie scelte, non mi
soccorre. Come tutti i dogmi è
qualcosa di opaco, che non illumina il mio cammino quotidiano.
Come fare oggi l’espierienza
dell’incontro con il Regno già all’opera fra di noi?
Nell’evangelo di Marco leggiamo una preziosa indicazione. Nel
cap. 12 si racconta che un teologo si avvicina a Gesù e gli chiede quale sia il comandamento
primo fra tutti e Gesù gli parla
dell’amore per il prossimo. Dice
il teologo: « Maestro, bene hai
detto secondo verità ». E Gesù:
«Tu non sei lontano dal Regno
di Dio ». Il teologo dà ragione a
Gesù. Entriamo in contatto con
il Regno all’opera fra noi quando diamo ragione a Gesù, quando accogliamo la sua Parola,
quando l’Evangélo diventa il criterio dei nostri rapporti, quando Gesù Cristo diventa il contenuto dei nostri progetti: allora
siamo vicini al Regno, lì c’è un
contatto con il Regno, lì si svolge l’altra storia che per ora possiamo riconoscere solo nella fede, una storia che qualche volta
non lascia traccia, che non ha
sempre i caratteri dell’evidenza,
che non riceve il tributo degli
applausi della piazza, che non fa
notizia, che ha spesso come protagonisti persone umili e sconosciute e non eroi, santi, pontefici, generali, capi di stato. Una
storia senza ornamenti, ma che
alla fine sarà rivelata e riconosciuta come la storia dell’umanità costruita dalla signoria di
Dio. Dare ragione a Cristo: entrare nell’altra storia di cui il
sermone del monte è la carta costituzionale, una storia fatta dal
dono di un bicchiere d’acqua fre
sca ai minimi, simbolo di un’opera insignificante e povera nel
mondo, ma che conta nell’altra
storia segnata dal piccolo atto
di amore fraterno fatto nel segreto, quasi inconsapevoli di donare qualcosa, da un amore quasi ignoto a se stesso e di cui sarebbe difficile dire: qui c’è il Regno di Dio che provoca un rivolgimento di portata universale.
E’ chiaro che con questo discorso non desidero incoraggiare
nessuno al disimpegno o alla
rassegnazione. Desidero sottolineare che il dare ragione a Cristo non è un esercizio spirituale
o uno sforzo religioso, ma è un
concreto farci assumere nell’altra storia che esige un profondo
cambiamento della nostra logica
di vita, della nostra visione dei
rapporti. Si tratta, in pratica, di
accettare di entrare nella zona
d’influenza della signoria di Dio
nelle attuali condizioni di vita.
Il bicchiere d’acqua, il piccolo
gesto d’amore non sono atti di
pietà di piccolo cabotaggio, ma,
come ha scritto Giovanni Mieg
ge, espressioni dell’etica del Regno che è un’etica rivoluzionaria
nei confronti dei valori consueti
Una critica, forse la più profon
da e più radicale nei confroni
di tutto ciò che l’uomo può prò
durre, anche dal punto di vista
religioso. Appartenere all’altra
storia, la storia del Regno che
sarà manifestato, un giorno, in
modo sorprendente e sarà quella la storia dell’umanità, di una
umanità redenta. La signoria di
Dio prenderà per sèmpre il posto dell’attuale realtà sacrilega
ed avversa alla vita ed alla pace.
Dare ragione a Cristo: non è aderire ad un dogma, o ad una dottrina o ad un ideale, ma è deciderci per una persona, Gesù Cristo.
Una promessa che ci impegna,
che ci orienta già oggi nelle nostre scelte e nei nostri progetti
di vita che assumono un significato nuovo di testimonianza
aU’altra storia.
Valdo Benecchi
(Estratto dal sermone nronunciato il 29 giugno in occasione del
matrimonio fra Paola Benecchi
e John Hobbins).
7
21 novembre 1986
obiettivo aperto 7
UOMO FAMIGLIA SOCIETÀ
« Anche in Italia è proibito avere più di
due figli? ». « No » — fu la risposta del
corrispondente di un grande quotidiano
italiano al contadino cinese che, invertite
le parti consuete, lo stava interrogando —. « Che privilegio — riprese quello —
potare avere tanti figli ». « La maggior
parte delle famiglie in Italia ormai non
ne fa più di due, o anche uno solo », precisò il giornalista. Il contadino ripetè la
domanda, credendo di essere stato frainteso. ma la realtà — lo sappiamo bene —
è proprio questa.
Sempre più spesso, nei circoli scientifici a politici, ma anche nei discorsi della
gente comune, le tendenze demogtafiche
sono oggetto di discussione. Ha fatto
sciiluore, da noi, il rilevamento dell'ISTAT
chi . nella prima parte di quest’anno, in
Itai:c le morti hanno superato le nascite;
è un problema (è poi davvero un problema . ' condiviso dall’insieme dei paesi più
ricc- ì e sviluppati. Ma, nell’immenso Sud
de! '.ondo — Africa, Asia, America Latina
— in questione si pone in termini esattamenie capovolti e con risvolti drammatici: a fronte di una tumultuosa e incontrotìaììile crescita demografica, stanno risor c... soprattutto alimentari, che non auinenia.no allo stesso ritmo e che in alcuni
Dove
stiamo andando?
Andiamo verso
una società
composta
prevalentemente
da anziani?
Mentre nel
Terzo Mondo
si lotta contro
un eccesso
di nascite,
questa sembra
essere la tendenza
in Occidente.
La diminuzione
delle nascite non
provocherà
problemi dal
punto di vista
economico.
Resta da capire
come influirà
sulla dimensione
esistenziale.
casi (siccità, guerre, catastrofi ecologiche) addirittura diminuiscono.
Un aspetto particolare di questa problematica è che, in un’epoca in cui l’uomo pare aver acquisito la capacità di intervenire — non sempre con buoni risultati — su quasi tutti i fenomeni naturali,
le tendenze demografiche continuano in
larghissima misura a sfuggirgli di mano:^
certo i sociologi possono spiegare perché
una data popolazione si accresce o diminuisce, ma un reale potere di intervento
sulle cause di questi fenomeni in realtà
manca anche ai regimi più potenti. E in
alcuni casi ciò è certamente un bène,
mentre in altri ciò conduce a immani
tragedie. ' '
Diversamente dalla chiesa cattolica,
che ha fatto della crescita demografica
una sorta di « valore cristiano », gli evangelici non danno, in questo come in altri
campi, risposte aprioristiche e generalizzabili (il CEC ha preso posizione a favore di una “procreazione responsabile”).
Ciò non toglie tuttavia la necessità di riflettere con serietà su questo tema che,
per le sue implicazioni pratiche come per
il suo valore simbolico, rappresentet un
significativo punto d’osservazione di ciò
che questo nostro mondo è oggi, e di ciò
che si prepara per le generazioni future.
Cambiamenti
traumatici
Xel 1983, gli abitanti della terr.'; erano circa 4,8 miliardi, di
cui 3,6 miliardi nel Terzo Mondo e 1,2 nei paesi industrializzati. Nel 2050, secondo stime operate dalla Banca mondiale, sfioreremo i dieci miliardi, così sud.
divisi: 8,4 miliardi nel Terzo
Mondo e solo 1,4 nelle nazioni
economicamente sviluppate. Vale a dire che il rapporto fra la
popola.?ione dei paesi poveri e
quelle dei paesi ricchi, che attualmente è di tre a uno, diventerebbe di sei a uno. Per alcuni ciò porterebbe a un’ancora
mc.cgiore dipendenza del Terzo vlondo, alle prese con probìerni sociali del tutto insolubili : on le sue sole forze; per altri, la presenza di tanti miliardi eli diseredati finirebbe inevitabilmente per travolgere anche
le posizioni dei paesi ricchi. In
ogni caso, si tratterebbe di cambiamenti traumatici e di enórmi proporzioni.
In Etiopia si vive
39 anni
E’ stato previsto che nel 2050
la popolazione del Bangla Desh
toccherà i 450 milioni di persone. rispetto agli attuali 93; che
i keniani saranno 120 milioni
(oggi 18); che in Etiopia vivranno 164 milioni di persone contro i 33 che già oggi è quasi
impossibile sfamare.
Non è Un caso che la vita media di un etiope sia la più breve
della terra: 39 anni (dati dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità)! Non molto meglio
stanno gli altri paesi citati: 47
anni per il Bangla Desh e 53
per il Kenia. Più in generale,
solo in 10 paesi africani la vita
media supera i 50 anni, mentre
la media mondiale è di 62, e
un bambino che nasce in Italia
può sperare di arrivare tranquillamente fino a 74, non molto lontano dal « record » di giapponesi e olandesi, la cui aspettativa di vita supera di poco i
76 anni.
Con ciò, appare chiaro che
l’aumento o la diminuzione
delle popolazioni dipende dal
numero delle nascite assai più
che dall’età delle persone al momento della loro morte. Infatti,
mentre in passato — e ancor
oggi, in altre parti del mondo —
a rallentare o invertire la tendenza alla crescita demografica
intervenivano guerre, malattie
infettive, carestie, oggi nel mondo occidentale questo ruolo è
giocato essenzialmente da una
scarsissima propensione delle
coppie a far figli. Perché?
Lettura critica
dei dati ISTAT
E’ forse utile, a questo punto,
leggere con spirito critico i dati
dell’ISTAT che hanno fatto parlare di diminuzione della popolazione italiana. Tanto per cominciare, quei dati si riferivano
ai primi cinque mesi dell’anno,
periodo in cui, per motivi svariati, il numero delle nascite è
minore che nei restanti mesi.
Già nelT85 fra l’altro, nel periodo gennaio-maggio si era verificata una riduzione di popolazione, seppure di entità assai
lieve (2.400 persone), ma alla
fine dell’anno si registrò un aumento di quasi 40.000 unità.
Quest’anno, la tendenza si è rafforzata (meno 24.000 nei primi
cinque mesi), ma è probabile
che alla fine il bilancio sia ancora, seppur dì poco, positivo.
Tutto ciò, inoltre, tien conto
solo dei cittadini italiani, e non
delle centinaia di migliaia di
immigrati dai paesi in via di
sviluppo, sui quali mancano dati precisi, ma che certamente
si riproducono. più . volentieri di
noi. La pòpblàzione nOn diminuisce, quindi, in Italia, ma ne
cambia la composizione; la quale cambia, poi, non solo per la
presenza di tanti stranieri nelle nostre città, ma anche per
le diverse tendenze demografiche nelle diverse zone del paese: mentre infatti al CentroNord la popolazione italiana è
effettivamente già in calo, al Sud
si registrano ancora aumenti.
Si realizzano così anche da
noi le stesse dinamiche in atto su scala planetaria: diminuzione delle nascite nelle zone
ricche rispetto a quanto accade
nelle zone depresse, con l’effetto
di contribuire ad accentuare ulteriormente i divari già esistenti.
Pur con tutte queste precisazioni, la tendenza al calo demografico esiste, e non solo in Italia.
Nascita e decadenza
della famìglia
borghese
« Il matrimonio rimandato nel
tempo, la precarietà del lavoro,
le difficoltà di procurarsi un alloggio, la-mancanza di stabilità...
erano altrettanti ostacoli all’ideale di vita di famiglia realizzato dalla borghesia, ostacoli
che Tevolversi dei costumi verrà erodendo un po’ alla volta.
Ormai la vita di famiglia si è
estesa a quasi tutta la società,
a tal segno da far dimenticare
la sua origine aristocratica e
borghese ».
Così si esprime lo storico francese Philippe Ariès a proposito
della nascita della famiglia borghese, « la » famiglia così come
la conosciamo noi. Colpisce il
fatto che gli elementi da lui considerati decisivi nella nascita
della forma attuale di famiglia
•— il lavoro, la casa, la possibilità di essere precocemente autosufiìcienti, e quindi di sposarsi presto — siano tutti oggi
in crisi.
La disoccupazione e la mancanza di alloggi sono dunque
anticoncezionali più efficaci della pillola? Forse è proprio così, ma non c’è solo questo. Alcuni mettono in evidenza il ruolo che potrebbe giocare la paura del futuro che tanto sovente affligge gli uomini d’oggi:
paura del resto non senza fondamento, viste le minacce di
guerra e di catastrofe ecologica
che gravano sul capo di tutti.
Chi sarebbe così stolto da generare un figlio atteso da un simile futuro?
Tuttavia, questo ragionamento non convince fino in fondo.
Infatti, non erano anche le generazioni passate altrettanto
esposte ad eventi rovinosi, incontrollabili e imprevedibili? Se
non c’erano, le bombe atomiche,
c’era puf isempre la peste!
C’è indubbiamente del vero
anche in un’altra spiegazione,
più « materialistica ». Secondo
questa, nelle civiltà contadine i
figli sono una fonte di ricchezza,
perché fin da età molto precoci aiutano i genitori nel loro lavoro, e da adulti manterranno i
genitori ormai hon più autosufflcienti. Nella società urbana-industriale, invece, la situazione si
capovolge: i figli, la cui istruzione dura ormai molti anni, non
sono autosufflcienti e rappresentano anzi un costo non indiffe-,
rente fino all’età adulta; quanto all’assistenza degli anziani,
essa viene sempre più spesso
delegata allo Stato, che se ne
prende carico in vari modi, spesso non molto soddisfacenti per
gli interessati. Di qui la conclu
sione: fare figli non conviene,
non è più un investimento redditizio.
Una concezione
individualistica
Forse, insieme alle considerazioni precedenti, la spiegazione
del fenomeno della denatalità si
può trovare nella diversa considerazione di se stessi e del
senso della loro vita che hanno
oggi gli uomini e donne di questa parte del mondo rispetto a
un passato anche recente. ~
La possibilità di programmare
i concepimenti grazie alTuso degli anticoncezionali ha infatti
permesso di controllare e di
trasferire nella sfera « culturale » ciò che prima era un fatto
« naturale », scarsamente prevedibile o influenzabile, se non con
l’uso di mezzi rudimentali e dolorosi come l’aborto. Contemporaneamente, si è sviluppata una
concezione della persona umana
decisamente centrata sulTindlviduo. Per la maggior parte d^
gli occidentali di oggi, infatti,
diversamente dai loro antenati
e dalle altre popolazioni che
ancor oggi popolano la terra,
i figli non rappresentano più
una realizzazione di sé che con'tinua anche oltre il termine della vita dei singoli. Il punto di
riferimento è oggi sempre più
rindividuo, e l’arco di tempo
della sua esistenza individuale.
In questa prospettiva, i figli, e
molti altri impegni, rapporti,
legami sono spesso considerati
Un impaccio alla realizzazione
di sé, che l’uomo occidentale
moderno tende comunque a ricercare da solo. E’ un bene? E’
un male? Sono comunque problemi che le stesse condizioni
materiali della loro esistenza
impediscono ai popoli di altre
parti del mondo di porsi.
« La procreazione responsabile,
di cui tanto si parla oggi, è come
l’energia atomica: ambigua. Con
l’una abbiamo avuto l’energia pacifica insieme alla bomba, con
l’altra si è smesso di fare figli
come i conigli, ma si è anche
dato spazio all’egoismo di chi
bambini non ne vuole per paura
di dovercisi dedicare ».
Sono parole del pastore Giorgio Tourn, raccolte alla svelta in
un attimo di pausa fra due riunioni. Alla richiesta di una spiegazione di questa tesi anticonformista, Tourn rincara la dose:
« Non aver figli fa del male a te,
perché produce egoismo, e alla
‘^^Esistenzialmente castrati^^
società, perché è una limitazione
di umanità. Una coppia che non
vuole figli è una coppia di castrati, esistenzialmente castrati ».
« Non è lecito distaccare totalmente il sesso dalla procreazione; questo non vuol dire che si
debba concepire un figlio ogni
volta che si fa l’amore, o che la
procreazione sia l’unico significato della sessualità, come dice la
chiesa cattolica: ma non sono
due cose che si possono separare.
Nella gestione della tua sessualità devi sapere che c’è anche la
procreazione, che non è scio la
pagina a cura
di
PAOLO FLORIO
produzione di un altro individuo,
ma anche la riproduzione di te
stesso, una costruzione di umanità. Per questo, l’aborto è, oltre
che un omicidio, anche un po’
un suicidio; anche se, certo, nella vita ci sono circostanze in cui
può rappresentare il male minore ».
« In un certo senso, far figli è
oggi una risposta alla bomba e
alle altre minacce che gravano
sulle nostre esistenze. Per un credente, un figlio è un atto di fede
nel Signore. Naturalmente, è diverso se si tratta di una napoletana che ne ha già cinque, o della
coppia intellettuale di Milano che
figli non ne ha e non ne vuole.
Sono loro che devono fare un figlio, per uscire dal loro egoismo! ».
« Un altro aspetto è che bisogna fare dei figli perché qualcuno ci mantenga quando saremo
vecchi. Non in senso economico,
come anche succedeva nelle civiltà contadine, ma nel senso più
importante, per essere mantenuti
dal punto di vista esistenziale ».
8
8 vita delle chiese
21 novembre 1986
CHIESA VALDESE DI MILANO
Un battesimo
AL DUOMO DI CARRARA
Valdo e Francesco
per immersione
L’accoglienza fraterna della chiesa battista di
di un giovane valdese - Collaborazione con
Milano alla richiesta
la comunità luterana
La domenica di Pentecoste '86,
nella chiesa valdese di Milano,
a conclusione del ciclo di catechismo, 16 giovani fratelli e sorelle hanno fatto la loro « confessione di fede » (di essi 4 mediante battesimo) con conseguente ammissione quali membri comunicanti. Uno di essi ha
dichiarato al concistoro di voler
confessare la fede con battesimo per immersione. Il concistoro ha ricevuto questa decisione; noi non abbiamo alcuna
difficoltà per questa forma di
battesimo, ma non siamo attrezzati; abbiamo quindi pensato ad
una forma di collaborazione da
richiedere alla locale chiesa battista; avremmo potuto chiedere
l’uso della vasca battesimale,
però abbiamo preferito un’altra
soluzione, forse inconsueta, che
ci è parsa più significativa: abbiamo chiesto alla chiesa battista di unirsi a noi in questo atto particolarmente importante
sia per loro che per noi, e procedere essa stessa a questo battesimo per conto della chiesa
valdese di Milano. Il consiglio
della chiesa battista ha fraternamente accolto la nostra richiesta. E così un mese fa un buon
numero di valdesi ha partecipato al culto nella chiesa battista
di via Pinamonte da Vimercate
per dare testimonianza nei confronti del nostro fratello e ricevere la sua testimonianza nel
battesimo che ha ricevuto dal
pastore Morlacchetti nel corso
di un culto battesimale nel quale
anche due fratelli battisti sono
stati battezzati. Il pastore Colucci è intervenuto a spiegare
come e perché un giovane che
aveva maturato la sua decisione
di fede in seno alla chiesa valdese con la quale egli intende condividere fede ed impegno, si presentava al battesimo nella chiesa battista, ed ha
sottolineato questa occasione di
^oia nel Signore e con i fratelli, nel riconoscimento di poter
essere uniti — anche se in una
differente caratterizzazione che
viviamo in reciproco rispetto —
nella cornune confessione di fede in Cristo salvatore e signore
e nella comune vocazione alla
testimonianza nella predicazione
dell’evangelo di Gesù Cristo. Significativo ci è parso un profondo senso di partecipazione alla
fede, alla speranza, all’amore, di
due comunità nel momento in
L'antica facciata
romanica del
Tempio Valdese
situato nel
centro storico
di Milano.
cui tre fratelli hanno confessato
la fede nell’invocazione, gU uni
per gli altri, dello Spirito di Dio.
Segnaliamo questo fatto perché
ci pare importante constatare
anche che, se così abbiamo pensato di poter fare, se così siamo
stati accolti dalla comunità battista di via Pinamonte da Vimercate, ciò è dovuto anche al fatto
che le nostre due chiese (e non
solo a Milano) hanno nel tempo imparato, anche se a volte
con una certa fatica, a conoscersi, a riconoscersi ed a vivere insieme la chiamata a seguire la
medesima via di testimonianza
nel nostro mondo, e in questo
a farci pure disponibili gli uni
per gli altri.
Con i luterani
Per domenica 23 novembre è
in preparazione un culto, con predicazioni e santa cena, insieme
con la comunità luterana/riformata di Milano. L’anno scorso
abbiamo cominciato questa forma di contatti, ricordando la
Concordia di Leuenberg, e partecipando tutti al culto nella chiesa luterana (avevamo in quella
occasione chiuso la nostra chiesa di via Francesco Sforza); quest’anno il culto sarà nella chiesa
valdese (con partecipazione di
PADOVA
Donne e teologia
metodisti e battisti). In questo
modo abbiamo voluto e vogliamo riaffermare la volontà di
confrontarci ed essere solidali
nella presenza protestante nella nostra città, rendendo grazieai Signore. Nostro desiderio è
di intensificare i rapporti, anche mediante altre iniziative a
livello comunitario.
Guido Colucci
Il 31 ottobre del 1517 Lutero
affiggeva le sue 95 tesi alla porta della cattedrale di Wittenberg.
Esattamente 469 anni dopo, il
31 ottobre 1986, nel Duomo di
Carrara, il pastore Renato Coisson e la Corale Valdese di Pomaretto hanno portato la loro
testimonianza sull’importante
avvenimento.
L’attività della piccola comunità metodista di Carrara e Iospirito di testimonianza del pastore Eugenio Stretti sono riusciti a coinvolgere la comunità
dell’Ordine Francescano del Duomo e il Consiglio Comunale di
Carrara in una serie di manifestazioni volte a conoscere meglio la realtà protestante.
La sera del 4 ottobre ’86 ha
visto la partecipazione di Domenico Maselli, che ha tenuto
una conferenza-confronto su
Valdo e Francesco d’Assisi.
La sera del 31 ottobre è stata
dedicata alla giornata della Riforma, con la partecipazione di
una corale, delle Valli Valdesi
e l’intervento di alcuni oratori.
Conciso, ma oltremodo incisivo rintervento del pastore Coïsson sulla storia del popolo valdese. Otto secoli di storia in
pochi minuti; quattro date:
1174: la conversione di Valdo;
1532: il movimento valdese aderisce alla Riforma europea;
1848: il movimento valdese, ridotto a ghetto, ottiene da Carlo
Alberto la libertà; 1986: i Valdesi si sono diffusi ovunque, pur
restando una minoranza; la Bibbia è sempre al centro della vita del credente.
La corale tratteggia brevemente la storia valdese con la
esecuzione di alcune « complaintes » e di alcuni canti sulle vicende del popolo valdese, tra
cui la «Sentinella della Ghielsa»,
cbe ha particolarmente colpito
per la drammaticità resa nel
canto.
Il secondo intervento del pastore Co'isson è dedicato al movimento della Riforma e in particolare al « sacerdozio universale » e alla « libertà del cristiano » come li aveva spiegati
Martin Lutero.
La corale canta alcuni inni del
periodo riformato. E’ un momento di particolare commo
zione quando tra le navate del
Duomo si levano le note dell’inno « Qual forte rocca è il
mio Signor... ».
L’intervento del pastore Carmen Trobia Ceteroni sottolinea
il « sacerdozio universale », che
permette anche alle donne evan
geliche di predicare.
Il pastore Eugenio Stretti ha
voluto rendere un breve omaggio a Karl Barth, nel centenario
della nascita.
La corale si inserisce per testimoniare che il canto è di primaria importanza nelle chiese
protestanti. Questo aveva capito Martin Lutero: la musica può
essere un mezzo per unire gli
animi; la preghiera, così, sì
trasforma in canto collettivo
E dopo aver delineato attraver
so alcuni inni di Natale e di
Pasqua l’impegno di una cora
le valdese, il canto del « Padre
Nostro », musicato da Renato
Ribet, direttore della corale, ac
comuna veramente tutti gli animi. E’ un momento in cui la
preghiera riesce a superare tut
te le barriere. Padre Leonardi;,
deirOrdine dei Francescani, sor
tolinea questa fratellanza, questo momento di comunione che
una corale valdese, con sacrihcio ed impegno, è venuta a
portare.
Paola e Luciano Ribet
CORRISPONDENZE
Un rito non fine a se stesso
Come è ormai consuetudine,
da alcuni anni a questa parte il
gruppo di Attività Femminile
della Chiesa metodista di Padova elabora e promuove un programma di incontri di approfondimento biblico e teologico
e di dibattiti culturali aperti a
tutti. Questo come segno di testimonianza evangelica inserita
nel tessuto culturale e sociale
della città.
Si prevede inoltre di organizzare una serie di studi sulle minoranze religiose in Italia, con
particolare riguardo al Veneto.
Le donne di Padova sono molto attive nell’occuparsi anche dei
problemi pratici della nostra co
munità: si deve al loro interessamento e alla loro costanza e
assiduità la realizzazione dell’impianto di riscaldamento (completamente autofinanziato) di
cui oggi sono finalmente dotati,
dopo sette « gelidi » anni, i locali della chiesa. Attualmente si
occupano del progetto di restauro e imbiancamento dei locali
di culto, ridotti ormai in condizioni pietose. E’ anche loro cura l’organizzazione delle agapi
e dei bazar, che sono sempre
occasione di incontri festosi,
nonché di... raccolta di fondi (il
che non guasta!).
A. B.
FIRENZE — Le scuole domenicali hanno partecipato nel centro di Tresanti ad una riuscita
’festa del raccolto’ con il culto,
drammatizzazione, musiche e
canti. Una giornata pienamente
riuscita. Ma, si chiede Naeem
Maiik, sulle pagine di ’’Diaspora
Evangelica”: « Cosa abbiamo riportato con noi? Che ’uso’ faremo di questa meditazione? Quale sarà il raccolto? In un tempo in cui assistiamo impotenti
al prevalere della forma trionfalistica, alla deificazione delle
cose e delle istituzioni, aH’isolamento dèi Cristo, al culto quotidiano di un ’progresso’ che ha
dimenticato l’uomo con la sua
dign’tà, sapremo impedire che
il ’rito’ rimanga fine a se stesso? ».
Il culto della Riforma, interdenominazionale, si è svolto nel
Tempio di Via Micheli gremito
di evangelici toscani e simpatizzanti. Molti giovani erano presenti ad ascoltare la predicazione del pastore Luigi Santini. La
colletta (oltre 7(K).(K)0 lire) è stata inviata — come ormai tradizione — alla Società Biblica Italiana attualmente impegnata nella stampa e diffusione della Bibbia nella Repubblica Popolare
Cinese.
Un bilancio
BOLOGNA — Nella relazione
del Consiglio di Chiesa sulla vita della comunjtà, evangelica
metftdiSfe bolognese tra l’altro
si scrive : « Se il 1985 è stato soprattutto l’anno del Centenario
dell’inaugurazione del nostro lo
cale di culto, i primi mesi del
1986 sono stati caratterizzati dal
tema ’scuola e religione’. Il lavoro svolto su questi due momenti della nostra vita e della
nostra testimonianza ha avuto
una certa risonanza nella città,
attraverso manifesti, articoli sui
giornali, notizie radiofoniche e,
specie per il problema della religione a scuola, numerosi interventi negli istituti scolastici,
nei quartieri e nelle associazioni culturali anche fuori provincia ».
Téirorismo morale
VASTO — L’Assemblea del
XII circuito delle Chiese valdesi
e metodiste, riunita a Vasto il
19.10.1986, constatato con rincrescimento il grave disagio non
solo nella scuola ma anche in
molti strati deH’cpinione pubblica causato dalla proiezione
dèi film « Il grido silenzioso »,
sull’aborto, al Liceo scientifico
« Bafile » dell’Aquila, condanna
il terrorismo morale che il gruppo denominato « Armata bianca » e i suoi affiliati stanno compiendo nella scuola pubblica,
servendosi dell’istituzione scolastica e dell’ora di religione per
contrabbandare opinioni faziose,
afferma che la sessualità è un
grande dono di Dio che deve essere usato con gioia e responsabilità, ritiene che la scuola
pubblica invece di prestarsi a
tali operazioni di regresso culturale debba organizzare in proprio programmi di informazione
sessuale che tengano conto dei
fattori scientifici, umani e sociali.
Ratzinger discrimina
PADOVA — L’Assemblea dei
VII circuito delle Chiese valdesi e metodiste del Triveneto,
riunita il primo novembre, ha
approvato il seguente ordine
del giorno:
« L’Assemblea..., mentre riconosce alla Chiesa cattolica romana il diritto ad esprimere il
proprio magistero morale secondo i propri convincimenti, ravvisa nel recente documento del
cardinale Josef Ratzinger sull’omosessualità elementi di discriminazione sociale laddove il
documento nega alle società civili il diritto-dovere di cambiare
i propri ordinamenti perché siano espressivi del pieno rispetto
di ogni scelta sessuale».
Incontri
PADOVA — Giovedì 27 novembre
alle ore 16 presso la Chiesa Metodista di Corso Milano si terrà un dibattito su « Le donne nella chiesa e
nelle chiese », introdotto da una relazione di Elsa Martelli.
TORINO — Domenica 23 novembre alle 16.30 nel Tempio Valdese
dì Corso Vittorio 23 si avranno canti e testimonianze del popolo valdese
presentati dalla Corale di Angrogna
nel 300“ dell'Editto che decretò l'estirpazione del popolo valdese. Ingresso
libero.
9
21 novembre 1986
vita delle chiese 9
SINODO RIFORMATO AD AUTRANS
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Il futuro della catechesi centenario delia chiesa
Il Sinodo della Chiesa riformata della regione francese
Centre-Alpes-Rhóne (C.A.R.) è
un appuntamento importante
per la nostra chiesa. Da ormai
qualche secolo, infatti, gli scambi, le visite, le delegazioni tra
le due chiese si intrecciano con
reciproco arricchimento. La catena alpina non è una frontiera
invalicabile.
Quest’anno il Sinodo della regione C.A.R. si è tenuto presso
il centro invernale di Autrans,
nell Xsere, tra l’8 e il 10 novembre, ed è stato interamente
consacrato al tema , della cate•chesi La regione del C.A.R. copre :,ra i due estremi, diciamo
tra Digione e Grange, la distanza di 400 km. Un’area che ’’contiene 15 dipartimenti, 100 chiese rll,armate con altrettanti pastori (di cui 8 donne). Forse può
interessare riferire del metodo
con cui si è lavorato durante
i tre giorni ad Autrans.
I] tema della catechesi era
stato istruito dalla ’’Commission
règi cicale de catéchèse” che ha
raccolto suggerimenti, interrogativi ivin dossier di 3 kg.) tra le
varie comunità locali suddividendo il tutto in tre sezioni: a)
definizioni e mezzi della catechesi, b) i protagonisti della
catechesi; c) interrogativi, attese. obiettivi. Il Sinodo si è aperto con una brillante relazione introduttiva del ’’rapporteur”
delie commissione catechetica
regionale. Rotto il ghiaccio e avviate un primo energico dibattito in I duta plenaria il presidente dei Sinodo, il giovane pastore Crois. ant di Bourg le Valence. ha proposto di lavorare divisi in gruppi sulle dieci questioni prioritarie emerse dalle relazioni delle comunità e dal primo giro di discussione sinodale. I 15 gruppi di studio, sorretti ciascuno da un animatore
eh, rilanciava continuamente i
temi più urgenti, hanno, per alcune ore, dibattuto in lungo e
in largo i principali interrogativi
Eccone due che mi hanno particolarmente colpito: « Constatiamo spesso che il fanciullo
vive in mondi separati che non
confonde tra loro (scuola, famiglia, scuola domenicale, catechismo), pensiamo che un simile problema si ponga anche per
l’adulto (chiesa, professione, famiglia...); la catechesi non dovrebbe avere come scopo quello
di gettare dei ponti tra queste
realtà divise? ». Oppure, si è dibattuto su quest’altro interrogativo: « Il supporto principale
della nostra catechesi resta la
Bibbia. Ma come la leggiamo?
Come la interpretiamo? Quali
sono le conseguenze nella catechesi? ».
Le sintesi dei gruppi sono arrivate nelle mani della commissione catechetica, la quale, mentre i 200 partecipanti sinodali
discutevano su altre questioni
— dall’impegno nella CEVAA alle questioni finanziarie generali
— redigeva un documento di 3
sole pagine di sintesi finale. Dato in pasto all’assemblea sinodale (si accoglievano solo emendamenti scritti) il documento è
stato in più punti modificato,
arricchito, ampliato, e alla fine,
non senza tensioni, è stato votato. Tutto finito? Nemmeno
per sogno.
La ’’suite” prevede che i documenti dei vari Sinodi regionali
confluiscano ora nelle mani di
una commissione nazionale che
’’reimpastandoli” li restituirà,
nello spazio di due mesi, alle
chiese locali. Qui ci saranno nuove reazioni, nuovi interrogativi, nuove sintesi; il tutto confluirà nel Sinodo nazionale che nel
1988 voterà un proprio documento conclusivo. Esso sarà il
punto sulla catechesi della chiesa riformata di Francia.
Tra le questioni affrontate, nel
documento della regione C.A.R.,
segnaliamo tutto il problema
dell’idsntità protestante ovvero
la necessità di riscoprire, anche
a livello catechetico, la storia
del protestantesimo francese come storia di lotta per la libertà e il rispetto per il ’’diverso”.
Pochi gli invitati. Tra questi il
vescovo cattolico di Grenoble
(in cravatta e blazer) che, nel
prendere la parola, ha ricordato la necessità di impostare,
sempre di più e sempre meglio,
una catechesi ecurnenica. Ha
anche ringraziato i ’’'fratelli riformati” per Te ideè e gli spunti sul versante della catechesi.
Nel saluto che la delegazione
della chiesa valdese ha rivolto
al Sinodo (composta da Aldo
Lausarot della Commissione
Esecutiva del Primo Distretto
e dal sottoscritto) si è data informazione; della prossima edizione di un nostro nuovo catechismo (pensato soprattutto per
la fascia d’età intorno ai 16 anni) strutturato sul tema del
« Patto; la distruzione del patto
e l’etica cristiana a partire dalla preghiera »; della prossima
pastorale italo-francese che si
svolgerà ad Agape tra il 22 e il
24 giugno sul tema (suggerito
peraltro dai pastori delle Valli)
dell’evangelizzazione e delle prossime iniziative collegate al trecentesimo del rimpatrio del popolo valdese in Italia.
Un momento molto ’’palpitant” del Sinodo è stato quello
del riconoscimento del ministero di evangelista itinerante del
giovane pastore Alain Bergèse,
« messo a parte » perché sia a
disposizione di comunità locali
e iniziative protese all’evangelizzazione. Su di lui in ginocchio,
hanno imposto le mani solo alcuni pastori, mentre tutta l’assemblea pregava ad alta voce.
Al mattino presto’ e alla sera 1’« aumônier » (il cappellano)
del Sinodo, per tre giorni, ha
tenuto una lettura commenta
ta di alcune pagine delTevangelo di Marco. Tutto l’aspetto
cultuale è stato curato, nei suoi
contenuti di predicazione, da
una stessa persona, ma nel culto di domenica mattina, con la
celebrazione della Cena del Signore, hanno parlato e pregato
soprattutto i giovani. In fondo
i veri protagonisti della catechesi sono loro. Ma anche su
questo ci sarebbe da discutere,
perché — dice per esempio Gérard Cadier, pastore e informatore regionale, buon conoscitore della chiesa valdese alle Valli — « la catechesi nòn è solo
un affare dei giovani, è un problema che non ha età perché
tutta la vita deve confrontarsi
con la Parola di Dio ». Un Sinodo, in sostanza, efficiente, rapido e, anche, visibilmente giovane. Secondo J. Marc Viollet, presidente della commissione regionale, pastore di 43 anni, in questo Sinodo « la varietà di posizioni ha saputo confluire in un
documento finale che è il riflesso di una ricerca non ancora
conclusa. I nostri tempi sono
lunghi, richiedono infinite consultazioni e vaste operazioni di
sintesi. Però alla fine dall’inventario si arriva ai temi di fondo
più vivi per la maggioranza... ».
Insomma, per parafrasare il
pensiero di alcuni giovani pastori, questo metodo sinodale di
approccio ai problemi è esattamente il contrario del « metodo Assisi, dove uno comanda e
gli altri si adeguano ». L’allusione al protagonismo di papa
Wojtyla («un avvenimento, quello di Assisi, che ha lasciato il
tempo che ha trovato » dice il
teologo Engramer di Dieulefit)
è evidente. Il discorso continuerà ad Agape a giugno, pare che
una ottantina tra pastori e familiari si siano già prenotati
per venire dai « cugini italiani ».
E alcuni forse verranno a piedi
attraversando il Queyras.
Giuseppe Platone
PINEROLO — Domenica 30
novembre verrà ricordato il
centenario della costituzione in
parrocchia della chiesa valdese
di Pinerolo. Al culto con Santa
Cena, che sarà tenuto alle 10 dal
moderatore Giampiccoli, seguiranno il pranzo comunitario e,
dalle 15, la mostra fotografica,
la presentazione del volume di
Gianni Long « Chiesa valdese di
Pinerolo 1886-1986 », e il commento alla registrazione del
concerto del 12 maggio a cura
del direttore della corale Claudio Morbo. Alle 16.30 concerto
creila corale, e, a seguire, rinfresco e saluto ai partecipanti.
Per il pranzo comunitario prenotarsi presso Vera Long (tei.
n. 71.597).
Auguri
POMIARETTO — Domemea 26
ottobre, dopo il culto, è stato
benedetto il matrimonio di Carlo Domenichini di Torino e Laura Bertelo di Inverso Pinasca.
Agli sposi gli auguri della comunità sotto la guida di Dio.
• Samanta Tron è venuta a recare gioia ai genitori Roggero e
Anna Vittoria Aquino. Un benvenuto alla neonata e auguri ai
genitori.
• L’utile netto del Bazar è
stato di L. 4.100.000 : questa somma dimostra come la comunità
ha voluto ringraziare tutti coloro (Unione femminile in testa)
che si sono impegnati e hanno
lavorato per il Bazar.
Stabili
TORRE PELLICE — Per iniziativa di alcuni membri del
Concistoro, la sede delle attività, presso la Casa Uniomsta, è
stata ripulita e messa in ordine.
Dopo il culto di domenica 16,
presieduto dai giovani che hanno proposto alcuni canti spirituali insegnandoli all’assemblea,
i locali sono stati inaugurati con
un piccolo rinfresco.
• Domenica 23 novembre, alle
ore 16, presso la Casa Umonista,
avrà luogo l’assemblea di chiesa convocata per decidere le linee di intervento sugli stabili
nei prossimi anni.
• Sono stati battezzati; Giorgio Bles-Savoia, di Piero e Anny
Gormet; Luca e Andrea Montanari, di Roberto e Franca Canonico; Jessica Ferrerò, di Claudio ed Elda Balbo. A questi bambini e ai loro genitori la comunità augura una vita benedetta
dal Signore.
• Giovedì 20 novembre alle
ore 21 si terrà presso il Centro
di incontro la ritmione del collettivo biblico ecumenico che
prosegue lo studio sulla pace
nella Bibbia.
Ricordo
MASSELLO — La prossima
riunione quartierale è fissata per
il 10 dicembre, alle ore 19.30.
• La comunità, ricordando con
affetto la sorella Elisa Glraud,
rinnova alla famiglia la propria
simpatia nel lutto.
Matrimoni
VILLASECCA — Domenica 26
ottobre Bruno Giacomino e Vanna Bergero hanno celebrato il
loro matrimonio con effetti civili nella chiesa cattolica di Beinasco. Il pastore Aldo Rutigliano, dopo aver rivolto un messaggio, ha consegnato una Bibbia
agli sposi.
« Nella stessa giornata, Ettore Peyronel e Anna Morabito si
sono sposati presso il Mimicipio
di Ferrerò. Da parte della Curia
di Torino è stato però impedito
loro di presentarsi alla comunità cattolica di Aprico Nuovo
(RC). Gli sposi si sono dunque
presentati alla nostra comunità
intendendo manifestare l’impegno, assunto davanti al Signore
e alla sua chiesa, di voler vivere
cristianamente la propria -vita
coniugale.
Alle due coppie rinnoviamo le
nostre fraterne felicitazioni.
LUTTO ALLA COMUNITÀ’ VALDESE DI CATANIA Corale
Salvatore Navarria
Fra il 1860 ed il 70 nella città
di Catania entusiasti colportori
divulgavano la Bibbia; una copia finì nelle mani di Alfio Bellocci che tosto si diede alla propaganda e si formò una piccola
comunità. Suo primo pastore fu
il Gregori, che morì di colera nel
1867. La giovane chiesa si riprese e fra le nuove reclute ecco
una donna fervente, zelante;
Nunzia Navarria. Educò alla fede evangelica alcuni suoi congiunti, fra cui il nipote Epifanio
Navarria (che completò gli studi al Gould) ; rientrato a Catania nel 1903 sposò, nel tempio
valdese, la giovane Luigina Pontorno. La coppia felice era impegnata nella comunità catanese che intanto si era sviluppata
fino a superare i 130 membri
(fra questi numerose le famiglie di svizzeri che erano venute ad impiantarsi nella dinamica città etnea).
I Navarria ebbero due figli;
Salvatore nato nel 1912 e Dora
nel 1916. Abbiamo ora appreso
che all’età di 74 anni Salvatore
Navarria, dopo breve malattia,
serenamente si è spento il 24
ottobre. Avremmo molto da dire sulla vita ricca di talenti e di
impegni del Navarria. Finiti, lodevolmente, gli studi classici, seguendo una chiamata che gli veniva dal Signore lasciò Catania
e si iscrisse alla Facoltà di Teologia a Roma. Nel primo anno
lo troviamo (1931-32) con Rober
to Comba, Carlo Gay, Paolo
Marauda, Edoardo Micol e Liborio Naso. Studioso attento e
dili.gente è stimato dai suoi professori per l’estrema buona educazione e l’impegno nello studio.
E così nel biennio 1932-33 e in
parte del y anno in cui per ragioni dì salute è costretto a lasciare la Facoltà. Riprese a Catania gli studi universitari laureandosi a pieni voti e lode in
lettere e filosofia sostenendo una
tesi su : « Sòren Kierkegaard e
l’irrazionalismo di Karl Barth»
(ed. in «Ricerche filosofiche»,
collezione diretta dal prof. A.
Renda - Università di Palermo).
Del Kierkegaard il Navarria
apprezza l’appassionato ricercatore, « l’anima bella », l’uomo
assillato dai problemi religiosi
e morali, lui che negli anni della Facoltà valdese aveva conosciuto Karl Barth per cui
nelle conclusiom critiche alla
sua tesi onestamente sostiene
che la missione di Barth « è stata quella di respingere delle teodicee false (...) », mentre « il pensiero di B. ha le sue profonde
origini nella più sana filosofia
e teologia ».
Il Navarria ha svolto con dedizione la sua carriera di professore nei Licei classici di Catania; studioso, conferenziere e
predicatore laico sia nella comunità valdese locale che in altre comunità dell’Isola. Conobbe
E. Buonaiuti, anzi l’ultima volta
che venne in Piemonte, a Torino, fu nei giorni 27 e 28 marzo
1982 in occasione del Convegno
storico su «E. Buonaiuti e il
modernismo » auspice l’Assessorato per la Cultura. Vari gli oratori (lo scrivente intervenne fornendo dati e notizie inedite); il
Navarria riferì « su alcuni scritti inediti di E. B. ». Il Nostro fu
membro attivo dell’A.C.D.G.,
Presidente della Sezione catanese e poscia membro del C.N.,
e dal 1970 al ’73 Presìd. Nazionale.
I funerali hanno avuto luogo
nel Tempio Valdese di Catania
gremitissimo di professori, ex
colleghi, studenti liceali e una
massa di amici. Il culto è stato
presieduto, con un appassionato
messaggio, dal past. A. Bonnes,
messaggio centrato sulla certezza della resurrezione, poiché
« Cristo è risuscitato... primizia
di quelli che dormono» (I Cor.
15).
Per la stragrande maggioranza di quanti affollavano il vasto
Tempio il messaggio cristiano
è stato non solo di consolazione
ma ha reso chiara la nostra fede di evangelici.
Alla vedova sig.ra prof. Cecilia, ai figli dott. Luisella, Antonio, Roberto con Marisa e congiunti tutti l’espressione più viva della nostra solidarietà nella
prova.
D. Abate
BORA’ — Le riunioni della corale, riprese sotto la guida di
Donatella Ciesch, hanno luogo
ogni mercoledì alle 20.30 presso
la Sala Comunitaria. Tutti sono
invitati ad intervemre.
• Ricordiamo, inoltre, che
sempre il mercoledì alle 18 si
incontra il gruppo flauti, che
anche quest’anno è possibile
continuare grazie aH’aìuto di
Donatella Ciesch.
Riunioni quartierali
PRALI — Il prossimo giro di
riumoni quartierali, sul tema;
Qual è lo scopo della Chiesa oggi?, prevede il seguente calendario :
Novembre - Indìritti; giovedì
27, ore 15.
Dicembre - Malzat; martedì 2;
Orgiere: giovedì 4; Ghigo: martedì 16; Villa: giovedì 18, sempre alle ore 19.30.
• La corale terrà la prossima
riunione giovedì 20 novembre alle ore 20 presso il presbiterio.
Incontri biblici
VILLAR PEROSA — Riunioni
quartierali (ore 20.30) a Chiana viere il 27/11 e a Fleccia il
4/12.
• Incontri biblici sul profeta
Osea: 21 e 28 novembre alle
20.30 al Convitto.
• L’Unione Femminile organizza per mercoledì 3 dicembre
una giornata per gli ospiti dell’Asilo di San Germano col pranzo comunitario al Convitto. Sono invitati anche i membri della comunità, in particolare le
persone anziane.
10
10 cronaca delle Valli
1
21 novembre 1986
La vita
del bosco
DIBATTITO AL CIRCOLO ACLI DI TORRE PELLICE
le ».
Collegarsi con la Francia
La proposta dei sindaci del Parco Regionale del Queyras - Verranno offerti nuovi stimoli al turismo - Un appello per l’intera vallata?
Alcune esperienze: si deve ricostruire un ponte in legno-, una
anziana signora chiede di poter
raccogliere rami secchi in un bosco di proprietà comunale; una
famiglia che è tornata a vivere
in uno dei paesi di montagna
delle Valli chiede di poter tagliare due tronchi di faggio caduti
per le intemperie. In tutti e tre
i casi il Corpo Forestale dello
Stato mette in moto una rnacchina burocratica complicatissima che ritarda di alcuni anni la
ricostruzione del ponte e di mesi l’utilizzazione della legna da
ardere. Sarà secondo la legge,
ma resta incomprensibile per
chi vive in montagna dover affrontare l'ostilità della burocrazia per interventi che sono ai
suoi occhi positivi per la stessa
salvaguardia dell’ambiente.
Probabilmente, dopo decenni
di incuria e di saccheggio, resta
ancora da trovare la formula
per una tutela adeguata. Ci sono
i parchi: è vero. Il discredito
gettato su queste istituzioni dalle associazioni venatorie va respinto. Ma la logica del parco
resta ingabbiata nell’alternativa
dei divieti e dei permessi, che
mi sembra poco funzionale ad
una vera tutela della montagyia
e che è diseducativa nei confronti dell’uomo. Si devono, infatti,
educare t cittadini a valutare
caso per caso che cosa può essere utile o, comunque, non nocivo all’ambiente e che cosa vada, invece, evitato.
Nell'immediato, quindi, i_ parchi e certe norme restrittive
possono essere il solo strumento che la legge mette a disposizione per evitare speculazioni e
saccheggi della montagna. Ma
nei tempi medi il rimedio efficace contro tali speculazioni e
saccheggi non può essere altro
che un’educazione dell’uomo.
Dei collegamenti fra la Val
Penice e la Francia è già da
decenni che se ne parla, ma le
ipotesi del traforo del Colle della Croce sono rimaste sin qui
sulla carta e forse definitivamente.
Una nuova proposta si sta ora
affacciando, quella della realizzazione di un collegamento a fune; sono stati i sindaci del confinante Parco Regionale del
Queyras che hanno avanzato la
proposta ai loro colleghi italiani. Ne ha parlato di recente il
sindaco di Bobbio, Charbonnier,
in una riunione pubblica indetta al circolo ACLI di Torre Pellice.
In quale contesto si inserirebbe questa iniziativa? Da parte
francese, a fronte di un territorio molto ampio in cui l’altitudine media dei comuni interessati è di 1500 metri, non vi sono che alcune migliaia di abitanti. La morfologia del terreno
è tale che, mentre assicura collegamenti all’interno dell’area,
ha invece una strozzatura all’imbocco della vallata dopo
Guillestre, dove bisogna percorrere la strada che si insinua tortuosa nelle « Gorges del Guil ».
Tutto il territorio di questo parco regionale pur avendo delle
caratteristiche molto interessan
ti dal punto di vista del paesaggio e del clima, rimane in gran
parte isolato e tagliato fuori
dalle prospettive di uno sviluppo turistico, proprio per la difficoltà ad essere raggiunto dai
grossi centri francesi, soprattutto nei mesi invernali.
Sul versante italiano, nella Val
Penice, ad un certo sviluppo turistico di inizio secolo, non ha
più fatto riscontro im adeguato
ampliamento dell’offerta. La stagione turistica rimane quindi
tendenzialmente estiva, non avendo apprezzabili spazi per attrezzare in proprio stazioni invernali. Nel dopoguerra è aumentata considerevolmente la disoccupazione contemporaneamente all’esaurimento o al trasferimento
fuori valle delle risorse industriali e non si intravvedono a
tutt’oggi settori emergenti che
possano far invertire la rotta.
La Valle ha però una caratteristica molto peculiare: i nostri
comuni sono situati sul fondovalle ad una altitudine (dai 475
dì Luserna ai 730 m. di Bobbio
Penice) tale da permettere con
opportuni interventi un rapido
avvicinamento proprio al cuore
di quel territorio montano a cui
facciamo da confine e che offre
invece delle grandi opportunità
di sviluppo. Il piano previsto
SAN SECONDO
Accuse di peculato
Alcuni esempi. La raccolta dei
mirtilli col cosiddetto pettine
può effettivamente danneggiare
le piantine. Ma i montanari sanno per esperienza che il mirtillo
non produce solo un frutto saporito e sano, ma è anche una
pianta infestante in aree che
possono opportunamente essere
usate a pascolo e che, pertanto,
in tali aree, il danno alla specie
del mirtillo è positivo _ per una
tutela globale dell’ambiente.
Ancora: è vietato smuovere le
foglie per la raccolta dei funghi.
Entro certi limiti questa tutela
può essere utile, ma una sua
adozione assoluta finisce per isolare il terreno su cui sorge il
bosco dall’aria, oggi che tl fogliame non è più raccolto per
far da lettiera alle mucche. Come conseguenza si ha il soffocamento del sottobosco, funghi
compresi; ai piedi del bosco si
accumuleranno parti morte e
quindi rifiuti delle specie o addirittura della sola specie predominante che tende a diventare unica e che a un certo punto
non sarà più associata ad altre
specie con cui conviveva bene.
Nessun organismo vivente va
avanti riciclando direttamente
ed esclusivamente i propri rifiuti. Il risultato, infatti, è quel
massacro di piante di alto fusto
abbattute dalle intemperie che
si comincia a notare da alcune
parti. Se tale massacro avviene
su un pendio favorirà le infiltrazioni di acqua e quindi le frane,
con risultati imprevedibili.
Più numeroso del solito il
pubblico che venerdì 7 novembre ha assistito al consiglio comunale. Motivo: le decisioni che
il consiglio doveva assumere in
relazione al procedimento penale in corso contro l’ex segretario comunale, Bagnus, accusato di peculato continuato (un
reato che il nostro codice punisce con una pena che va da 3
a 10 anni). La nuova amministrazione che è seguita alle elezioni del 12 maggio ’85, di fronte a numerose « voci » circa presunte irregolarità commesse dal
segretario comimale aveva ottenuto dalla Prefettura il trasferimento dello stesso e una
inchiesta amministrativa. Gli esiti di questa inchiesta portavano alla incriminazione dell’ex segretario (che veniva anche arrestato e poi scarcerato).
Il consiglio comunale, di fronte al procedimento penale in
corso, ha deciso di costituirsi
parte civile ed ha affermato la
volontà di accertare ogni even
tuale irregolarità e responsabilità negli atti del comune.
• Il consiglio comunale ha poi
approvato un aumento di 100
milioni per i lavori di costruzione del primo tratto di fognatura.
La giunta ha messo in rilievo
come, per responsabilità della
passata amministrazione, i lavori
siano andati avanti troppo a rilento, il che ha causato un aumento dei costi del 50% (i lavori costeranno 295 milioni contro un preventivo di 191).
• La mensa per i ragazzi che
frequentano la scuola materna
ed elementare sarà affidata ad
una associazione di genitori.
Questa decisione è stata assunta a causa delle avvenute dimissioni della cucca. Il consigliere Sales commentando favorevolmente la decisione ha fatto
rilevare come questa decisione
realizzi una partecipazione diretta dei cittadini alla gestione
dei servizi. M. R.
RAMELLA
accessori, ricambi, e
perche’ no! un’idea
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Luserna S. Giovanni
dai francesi comporterebbe sul
loro versante una estensione degli attuali impianti di risalita
con collegamenti in diverse vallate interne al Queyras , con apice al Colle dell’Urina e due centri residenziali; sul versante italiano im impianto di risalita la
cui stazione di partenza dovrebbe situarsi nel tratto fra Bobbio
e Villanova e quella a monte
sempre al Colle dell’Urina.
La società che gestirebbe gli
impianti si occuperebbe anche
della ricettività turistica, creando le strutture necessarie (complessi turistici e attività complementari ad essi), impegnandosi
a concorrere alla formazione
professionale del personale preposto che si valuta sui 200 addetti. Poiché è impensabile che
il tutto possa essere realizzato
solo nell’area del comune di
Bobbio c’è da immaginare che
questo polo di sviluppo coinvolga l’intera vallata che . sarebbe
quindi chianaata a migliorare e
qualificare le sue strutture turistiche. Naturalmente un programma con queste ipotesi di
sviluppo necessita di una revisione della viabilità verso il pinerolese ed un nuovo assetto o
delle varianti all’interno stesso
della vallata.
L’Assessorato al turismo della Regione Piemonte e la Provincia, già interpellati sull’argomento stanno verificando con un
primo studio la fattibilità della
iniziativa e la compatibilità con
le altre iniziative già in cantiere e i problemi di bilancio.
La società francese che ha
promosso lo studio ha individuato alcune altre zone per promuovere la creazione di nuovi insediamenti p>er gli sport invernali
ma ha ritenuto che il Queyras
abbia l’area più estesa ed adatta
per questo tipo di realizzazione
a condizione che vi possa essere
questa collaborazione sul versante italiano.
Concludendo il sindaco di
Bobbio affermava : « La proposta è di fronte a noi; è fattibile
ma necessita di im coinvolgimento di tutte le forze politiche
e sociali della vallata, altrimenti non ha la spinta necessaria
per procedere. Dobbiamo preoccuparci di avere degli sbocchi
occupazionali, altrimenti la valle muore, ma dobbiamo altresì
procurarci delle garanzie che
il nostro territorio non venga
Indubbiamente con l’avvento
della società post-industriale è
un dato di fatto che si stia ampliando l’area di coloro che dispongono di un maggior tempo
non lavorativo; in Francia e in
molti paesi del nord Europa è
da anni già affermata la proposta delle settimane bianche ; i
costi anche per la diffusione del
fenomeno sono contenuti ed abbordabili. La proposta ora è rivolta anche a noi e sulla carta
sembrerebbe presentare prospettive interessanti. Tuttavia bisogna studiarla attentamente per
ridurre i margini di rischio. Alcuni interrogativi si pongono: 1
200 posti di lavoro che si creerebbero, saranno occupati veramente da gente della valle? C
saremo solo una via di transito
con possibilità di ulteriore in
quinamento? Che impatto avrà
questo nuovo grande complesso
anche sulle altre strutture limi
trofe, ad es. Frali? Ci saranno
possibilità di collegamenti in
più? Questi sono soltanto alcuni dei molti quesiti che necessitano di risposte ponderate.
Adriano Longo
In breve
Torre: elezioni per
i volontari CRI
torre PELLICE — Nel cor
so di un’affollata assemblea dei
Volontari del Soccorso del Sot
tocomitato C.R.I. di Torre Pellice, tenutasi il 23/10 u.s. presso
la Scuola Media Statale di Tor
re Penice, si è proceduto allfnomina, a scrutinio segreto, del
l’Ispettore e del Consiglio Di
rettivo.
Impegno dell’Ispettore e del
nuovo Consiglio Direttivo sarà
anche quello di curare con iniziative e/o interventi a largo respiro i rapporti con la popola
zione la cui stima, affetto e considerazione sono fattori determinanti per la buona riuscita
degli interventi di soccorso.
Dopo aver ringraziato il sig.
Collino per quanto ha fatto in
questi anni e per l’impegno con
cui ha espletato i vari compiti
dirigenziali, l’assemblea dei volontari ha eletto quale ispettore
(a larghissima maggioranza ed
alla prima votazione) il prof.
Arnaldo Bracchi, insegnante alla Scuola Media Statale « Gouthier » di Perosa Argentina. lì
nuovo Consiglio Direttivo risulta composto dai seguenti volontari: Antonio Vergnano, Elio
Toum, Danilo Alauria, Mario
Beltramone, Giuseppe Bianciotto e Enrico Ribotta.
Claudio Tron
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
U.S.S.L. 43
Concorso pubblico
Sono indetti pubblici concorsi, per titoli ed esami, presso
l’Unità Socio Sanitaria Locale n. 43, a;
1 POSTO DI OPERATORE TECNICO - GENERALI E
TECNICI;
— 1 POSTO DI COLLABORATORE AMMINISTRATIVO
PER IL SERVIZIO PERSONALE - PATRIMONIALE E
LEGALE.
Le domande, in carta legale, dovranno pervenire all’Ufiicio
Personale della U.S.S.L. n. 43 - P.zza Muston n. 3 - Torre Pellice
- Tel. 0121/91514 - 91836. Orario apertura al pubblico: tutti i
giorni dalle ore 9,30 alle ore 12. Escluso il sabato.
IL PRESIDENTE
(Arch. Piercarlo Longo)
11
-J
"'-i
21 novembre 1986
cronaca delteValli 11
«FACCIAMO DA AMBASCIATORI PER CRISTO»
Enrico Tron
La quercia dall’apparenza ancora solida, che affondava le sue
radici nel tempo, fino al lontano 2 aprile del 1888, è caduta!
Il Pastore emerito Enrico Tron
si è spento dolcemente domenica 16 novembre dopo un breve
soggiorno all’Ospedale Valdese
di Torre Penice. Era il decano
dei Pastori emeriti, ma, nella
categoria, emergeva su tutti i
colleghi, meno anziani di lui, per
una lucidità di mente e una memoria che gli consentivano di
rievocare con ricchezza di particolari e con vivacità, eventi e
persone del nostro piccolo mondo ecclesiastico. Quando ormai
non lo si poteva più incontrare
per le vie di Torre Pellice e fermarsi a fare quattro chiacchiere
con lui — cosa che gli riusciva
sempre molto gradita — era un
godimento per chi andava a fargli visita, vedere con quanta affabilità, con quanto brio, egli
teneva banco nella conversazione. rendendola piacevole e interessante. Anche per questo ci
mancherà moltissimo, per la sua
facilità di comunicazione, cosa
tanto rara oggi. Nato a Venezia,
aveva completato gli studi secondari a Torino e a Pisa. Conseguita la laurea in Lettere e Filosofia a Napoli, aveva servito
in seguito come insegnante, per
due anni, alla Scuola Latina di
Pomaretto.
Ma era scritto che non dovesse seguire . la via dell’insegnamento, in quanto volle iscriver
La Beidana
n. 4
E uscito il 4° numero della rivista « La Beidana - cultura e
storia nelle Valli Valdesi », con
numerosi interventi: ad una serie di prime riflessioni sulla rivista stessa a cura di Daniele
Jalla, segue uno studio di Daniele Tron dal titolo: Per lo studio delle mentalità popolari e
sensibilità religiose alle Valli nel
see. XVIII. La sezione «il presente nella storia» si completa
con II 63esimo libro di Guglielmo Malanot, di Ferruccio Jalla,
una ricerca di Rossana Sappé
su chi parla francese a S. Germano e Una ricerca genealogica
di Giorgio Peyrot. Nella sezione
« glanures » troviamo invece
Ornitologia di ieri e di oggi, di
Roby Janavel; Una casa si fa
così, in cui Giovannino Tron
descrive le fasi di lavorazione
delle abitazioni del vallone di
Massello e della vai Germanasca ; e infine Un valdese in birreria, esempio di applicazione
della storia — in questo caso
quella valdese — ad un mezzo
di comunicazione come quello
musicale. La composizione del
nuovo seggio della SSV e il testo della relazione presentata ai
soci nella seduta annuale completano questo numero della rivista, reperibile mediante abbonamento (annuale L. 5.000; estero L. 10.000) presso: Società di
Studi Valdesi - v. Roberto D’Azeglio, 2 - 10066 Torre Pellice.
si alla Facoltà di Teologia a Firenze. Erano gli anni della guerra 1914-18. Conseguito il diploma
fu presentato al Corpo Pastorale del Sinodo 1919 come candidato al ministero con questo parere espresso dalla Facoltà di
Teologia : « Buona preparazione
teologica, lascia fra noi il ricordo di un giovane buono, di fede illuminata e sincera. Le prove gravi per cui passò essendo
ufficiale nell’esercito durante la
guerra, gli hanno maturato il
carattere e lo hanno confermato • nella sua vocazione ad annunziare alla patria l’unico messaggio di redenzione e di vita,
onde alla carriera dell’insegnamento, che gli sarebbe aperta per i suoi studi universitari,
preferisce la santa missione dell’apostolato evangelico ».
Ricordiamo le tappe di questo apostolato: 1919-20 Bari;
1921-36 S. Germano Chisone ;
1936-50 Milano; 1950-52 Aosta;
1952-58 Losanna e Ginevra continuando poi ancora in queste
sedi, dopo la sua emeritazione,
svolgendovi anche un’opera sociale di assistenza agli operai
italiani molto apprezzata, fino
al 1963. Gli fu compagna preziosa in questo apostolato, la moglie scozzese Sybil Wood Brown.
Il Sinodo Itì chiamò a partecipare all’àmtninistrazione della
chiesa, prima come membro
della Tavola dal 1936 al 41 e poi
dal 1941 al 43 come Vice-Moderatore. Fu per quattro volte
Presidente del Sinodo e predicatore al culto di apertura al
Sinodo del 1934 e del 1958.
A me preme ricordare una
cosa che mi è parsa fondamentale. E’ risaputo che è
NUOVA CULLA
Viola e Tancredi, con i genitori Erica Scroppo e Richard Newbury, felici annunciano la nascita deila sorellina Cressida Lavinia Vega avvenuta
a Cambridge il 4 novembre 1986.
PERSONALIA
Rallegramenti a Roberto Peyrot,
membro del Comitato di redazione,
per la nascita della nipotina Agnese.
ARREDAMENTI
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FABBRICA • ESPOSIZIONE
Via S. Secondo, 38 - PINEROLO - Tel. (0121) 201712
(di fronte Caserma Alpini « Berardi »)
Oggi
e domani
Il pastore Enrico Tron [
in una foto t
di alcuni anni fa. L
Con lui scompare
un testimone ( ‘ ,
ed un protagonista di ì
questo ultimo secolo i
di vita delle chiese ;
valdesi e metodiste.
Segnalazioni
TORRE PELLICE — Amnesty International comunica ohe giovedì 20 novembre, alle ore 16.30, presso il
Centro d’incontro, avrà luogo una riunione con il seguente odg; a) Azione
urgente per la commutazione della
pena capitale in pena detentiva di
due prigionieri in Thailandia; b) Analisi delle recenti attività del gruppo
« Val Pellice » e programmazione delle future; c) 10 dicembre: 38° anniversario della Dichiarazione Universale
dei diritti dell’uomo.
PINEROLO — La Lega Ambiente
organizza per venerdì 21 novembre
alle ore 21, presso la sede ARCI di
C.so Torino 224 un incontro-dibattito
sul tema: I rifiuti, ipotesi gensraii sullo smaltimento e discussione della
situazione a Pinproln.
raro, se non forse impossibile,
che il ministero di un Pastore
sia sempre appoggiato e sostenuto da tutti i membri della Comunità nella quale è stato chiamato a servire. A volte l’opposizione è velata, a volte si fa
aperta e aspra, con critica non
ragionevole e non motivata. Questo non è stato risparmiato talvolta al Past. Enrico Tron. Ma
egli non solò non si è mai lasciato amareggiare dall’opposizione, ma ha saputo mantenere
sempre una serenità imperturbabile e non ha mai manifestato alcun risentimento verso chi
lo intralciava.
Penso che questo suo atteggiamento sia stato per lui facilitato dal senso profondo che
egli aveva della responsabilità e
della dignità del ministero pastorale. Questa responsabilità e
questa dignità egli l’aveva bene
messa in rilievo nel sermone di
apertura del Sinodo 1934 quando a ’Tullio Vinay e al sottoscritto, presentati alla consacrazione in queU’anno, aveva centrata
la sua predicazione sul testo di
2 Cor. 5/20: «Noi facciamo da
ambasciatori per Cristo ». Questo, Enrico Tron ha cercato di
farlo, e ringraziamo il Signore
che gli ha dato di farlo. Lo ringrazianio afiCfie per .averlo sostenutò'’fino àìl’ultimo con l’affetto della sorella e degli altri
familiari e con l’assistenza vigile, assidua, devota della Sig.na
Ida Cordin.
Achille Deodato
PINEROLO — I genitori degli alunni della scuola media statale S. Lazzaro non avvalentisi dell’era di religione confessionale, avendo inviato
al Ministero della Pubblica Istruzione
e al Provveditorato di Torino una
lettera (in cui si chiede il trasferimento dell'ora di religione fuori dall'orario scolastico, la possibilità per
alunni di classi diverse di svolgere
insieme le attività alternative, e il
riconoscimento di pari dignità all'insegnante che le cura), invitano ad
un’assemblea pubblica che si terrà
venerdì 21 novembre alle 20.30 presso l’aula magna del Liceo Scientifico.
Programmi di Radio Beckwith
TOMBE DI LUSSO
Caro Direttore,
leggo sempre con passione le lettere (all’Eco delle Valli) dove ognuno può liberamente esprimere il proprio pensiero.
Condivido pienamente la tesi della
signora Bleynat di Villar Perosa per
quanto concerne il vero mercato dei
fiori che riscontriamo nei nostri cimiteri in questi giorni, ciò che mi
sembra veramente eccessivo; ma oltre
ONORANZE E TRASPORTI FUNEBRI
LORIS BOUNOUS
Espletamento pratiche inerenti trasporti e sepolture,
vestizioni, esumazioni, cremazioni, necrologie
Sede; Via 1" Maggio, 5 a - SAN GERMANO CHISONE
Abitai.: Via Tiro a Segno, 3 - © 0121 201524 - PINEROLO
servizio continuo
SERVIZI FUNEBRI OVUNQUE
(( Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca
ma abbia vita eterna »
Si è serenamente conclusa la lunga
giornata terrena di
Enrico Tron
pastore valdese
Ne danno l’annunzio la sorella Alice
Tron ved. Bosio, la cognata Maria
Bernoulli ved. Tron, l’affezionata Ida
Cordin, il nipote Emanuele Bosio con
la famiglia, d cugini.
Torre Pellice, 16 novembre 1986
RINGRAZIAMENTO
« Nel giorno in cui ti ho invocato ti sei avvicinato. Tu hai
detto: non temere »
(Lam. 3: 57)
I familiari della compianta
Livia Bomba ved. Martin
sentitamente ringraziano tutti coloro
i quali hanno partecipato al loro dolore.
Pinerolo, 17 novenAre 1986
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa,
ho serbata la fede »
(2 Tim.' 4: 7)
AH’età di anni 89 si è spenta
Alice Travers ved. Long
Ne danno l’annuncio le ffglie Anita
con il marito Barbattini Walter e i figli
William e Daniel, Marina con il marito Cardon Roberto e i figli Alberto e
Alessandro.
Luserna S. Giovanni, 7 novembre ’86
PM 91. 200 - tei. 0121/91507
Comunichiamo gli orari di alcuni
programmi della settimana: novità assoluta un ciclo di trasmissioni sulla
figura di Martin Lutero che prenderà
il via domenica 23 alle 18 e prevede
una replica il martedì, sempre alle 18.
Ricordiamo anche alcuni altri programmi: il Culto evangelico (domenica
ore 11.30 e mercoledì ore 19.30);
Grünen, ecologia, il venerdì alle
19,30 e il sabato alle 15; Classicamente in edizione rinnovata il lunedì alle 17.30, con replica il sabato
alle 20; Il presente nella storia, a
cura della Società di studi valdesi,
la domenica alle 10.30 e il martedì alle 16.15.
Si segnala anche che il concerto
della Evangelische Kantorei » della
Friedenskirche di Düsseldorf verrà
trasmesso domenica 23 alle ore 17,
con replica mercoledì 26 alle 18.45.
• In questi giorni l'Associazione culturale « F. Lo Bue», rèsponsabjle di
Radio Beckwith, ha provveduto ad
aprire un conto corrente bancario
presso l'agenzia IBI di Torre Pellice,
per cui le offerte per il lavoro della
radio, sempre particolarmente preziose, vanno versate sul c.c. n. 13149.
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Telefonare 0121/201203.
ai fiori osservo con tutto rispetto ma
con una certa apprensione le lussuose e sempre più numerose tombe
marmoree, che senza dubbio costano
fior di milioni.
Mentre si stenta a trovare i fondi
per la ristrutturazione dei nostri istituti (esempio fra ì tanti l’Asilo di S.
Germano Chisone).
Chi non fosse al corrente della
lettera sopra citata veda L’Eco delle
Valli del 7 novembre '86.
Emilio Travers, S. Germano
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, (estiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 23 NOVEMBRE 1986
San Germano Chisone: FARMACIA
TRON - Telef. 58766.
Fenestrelle: FARMACIA GRIPPO Via Umberto 1,1- Tel. 83904.
Ambulanza ;
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica ;
DOMENICA 23 NOVEMBRE 1986
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON,
Via Repubblica 22 - Telef. 91328.
Ambulanz-a :
Croce Rossa Torre Pellice: Telefono 91.996.
12
12 uomoesodetà
21 novembre 1986
L’ASSOCIAZIONE AL-ANON
Un dramma sommerso
Faccio parte deH’Assocìazione
dei « Gruppi Familiari degli Alcolisti Anonimi », più brevemente chiamata Al-Anon. I gruppi
Al-Anon sono migliaia, sparsi in
110 paesi in tutto il mondo. Noi
abbiamo bisogno di amici che,
al di fuori dell’Associazione, capiscano il nostro problema e il
nostro scopo; perciò siamo grati
al direttore di questo giornale
per l'ospitalità gentilmente offerta e, come introduzione e presentazione, rialto, con qualche
omissione, il benvenuto che si
legge all'inizio di ogni riunione
Al-Anon in Italia e all’estero:
«: I Gruppi familiari Al-Anon
sono formati da parenti e amici
di alcolisti che si riuniscono per
scambiare le loro esperienze, le
loro speranze e le loro energie
per risolvere il problema comune. Crediamo fermamente che
ralcolismo sia una malattia che
coinvolge Finterà famiglia, e che
solo un comportamento basato
su una vera conoscenza del problema possa iniziare il processo
di recupero... Il nostro mantenimento è autonomo... Scopo di
AliAnon è dare aiuto, conforto,
speranza e amicizia ai familiari
e agli amici di alcolisti... e dare
comprensione e incoraggiamento all’alcolista. Al-Anpn, come
AA, è un’associazione in cui si
osserva l’anonimato... ».
Vi sono riunioni aperte alle
quali possono prendere parte
professionisti come medici, assistenti sociali, paramedici, sacerdoti, insegnanti, e altri interessati al problema perché può capitare loro di venire a contatto
con familiari di alcolisti; solitamente però le riunioni sono
chiuse e possono parteciparvi
solo le persone direttamente interessate. Leggiamo dall’opuscolo «Capire se stessi e l’alcolismo »: « ...l’alcolismo è una malattia che colpisce anche la famiglia. Il bere compulsivo influisce sul bevitore, ma ha con
seguenze sulle persone che hanno un diretto contatto con lui...
Amici, figli, genitori, coniugi,
subiscono gli effetti devastanti
dell’alcolismo. Queste persone
reagiscono al comportamento
dell’alcolista; capiscono che la
situazione sfugge loro di mano
e cercano di riprenderne il controllo... Ben presto esse cominciano a sentirsi in difetto e prendono su di sé i dolori, le paure,
i sensi di colpa dell’alcolista. Anche loro si ammalano... ».
Familiari e conviventi sono ossessionati per « quanto » l’alcolista beve, e sono sempre in ansia per quello che potrà ancora
accadere; sono pieni di risentimenti per le angosce e le sofferenze passate e per la mancanza di ogni senso di responsabilità da parte dell’alcohsta; sono spaventati se pensano al futuro, e preoccupati per il presente. Essi ricorrono a tutti i
mezzi a loro disposizione per indurre l’alcolista a smettere di
bere. Minacciano, supphtcano,.
fanno prediche, e intanto àmici
e parenti si allontanano e spésso le condizioni economiche diventano sempre più gravi; l’alcolista finisce spesso in ospedale e a volte in prigione, e la famiglia o la persona più vicina
all’alcolista rimane isolata e in
una situazione che porta alla
disperazione. I familiari si rivolgono a medici, sacerdoti, avvocati, amici, ma tutta questa
agitazione passa sulla testa dell'alcolista senza produrre alcun
effetto.
Questo è un quadro che si presenta quando l’alcolista è ad uno
stadio avanzato della sua malattia, ma se informato per tempo egli si potrà fermare prima
di aver troppo danneggiato la
propria vita e quella dei suoi
familiari. Noi vogliamo dire a
queste persone che soffrono che
in Al-Anon possono trovare aiuto
e una solidarietà che possono
Abbonamento ordinario
lire 31.000
Abbonamento a 'costo reale’
lire 50.000
iè II costo del giornale
diviso per
il numero degli attuali abbonati)
Abbonamento sostenitore
lire 70.000
(con diritto a due stampe
di Marco Rostan raffiguranti
i templi di
Luserna S. Giovanni e di Pramollo]
Abbonamento estero lire 55.000 (via ordinaria)) lire 84.000 (via aerea)
(Gli abbonati esteri sono pregati di non inviare assegni bancari, ma di versare gli importi relativi a mezzo postagiro
Internazionale o vaglia da accreditarsi sul conto corrente postale 327106 intestato a Eco-Luce — casella postale —
10066 Torre PelHce).
Versare l’abboiiainento esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestato a Eco-Luce - Torre Pel lice (To)
Bhopal sul Reno
avere solamente da chi è passato attraverso le. stesse esperienze. Vogliamo che sappiano che
non sono soli, che l’alcolismo è
una malattia che si può fermare
e della quale nessuno ha colpa,
come non si ha colpa se una
persona si ammala di diabete.
Nel gruppo gli intervenuti si
aiutano a vedere i problemi nella giusta prospettiva, e si cerca
di correggere i propri difetti e
sviluppare le buone qualità per
acquistare forza e serenità. Di
conseguenza sarà più difficile rimanere coinvolti dal comportamento a volte provocatorio, irresponsabile e anche violento
dell’alcolista, e si potranno prendere le decisioni giuste nel momento opportuno. Spesso avviene nel familiare un cambiamento tale da indurre l’alcolista a
chiedere aiuto per sé in AA. Nel
gruppo finisce la lunga, opprimente solitudine di coloro che
convivono con l’alcolista. Si
stringono amicizie e si ritorna a
vivere, tanto se l’alcolista è anéòfà attivo come se ha trovato
là sua sobrietà in' 'AA. Le due
associazioni di AA e Al-Ahon seguono lo stesso cammino spirituale, e molti, che avevano smesso di comunicare perché ormai
abituati solo a litigare o tacere,
entrando in queste associazioni
hanno di nuovo qualche cosa in
comune di cui poter parlare.
Spesso di qui comincia una nuova vita verso la speranza e verso una felicità che non si era
mai conosciuta prima. Quella
che segue è la « Preghiera della
serenità », con la quale si chiudono sempre le nostre riunioni:
« Signore, dammi la serenità
di accettare le cose che non posso cambiare, la forza di cambiare quelle che posso e la saggezza di comprenderne la differenza ».
Il numero di telefono della
nostra sede centrale è 06/4952979.
L. M.
Nella foto parte del Comitato di redazione (da sinistra Cesare Milaneschi, Valdo Beriecchi, Roberto Peyrot. Giuseppe Platone, Roberto Giocane, Piera Egidi, Rosanna Ciappa Nitti, Marco Rostan) mentre discute l’impostazione del nostro
giornale per il 1987.
ABBONAMENTI '87
Scegli subito fra tre possibilità
( segue da pag. J )
schi, adesso il Reno, le sue falde
acquifere; insomma una tragedia
che pare inevitabile ».
I rischi e
l’informazione
La « Bhopal sul Reno » impone
alcune prime considerazioni. Innanzitutto la questione del rischio. Non c’è rischio-zero per
nessuna industria chimica e per
nessuna centrale atomica. I fatti
di questi anni dimostrano ampiamente che convivere con colossi
della chimica o deH’atomo comporta rischi mortali senza frontiere.
Poi c’è la questione dell’informaziohe. Sul settimanale ’’Stern”
Klaus Töpfer, ministro a Magonza per l’ambiente, ha dichiarato:
« All’inizio del disastro siamo
stati non solo falsamente e tardivamente informati di quello ohe
stava succedendo, ma più tardi
siamo stati sconvolti dal sapere
che alla prima ondata di veleno
se ne era aggiunta un’altra, peggiore della prima ». Se l’allarme
internazionale non funziona tra
Basilea e Bonn, se nel cuore dell’Europa occidentale computerizzata le informazioni arrivano tardi e arrivano manipolate, figuriamoci se simili disastri dovessero
succedere in stati tecnologicamente meno avanzati! E non
Più energia,
meno
inquinamento
Le leggi della termodinamica
condizionano il rendimento degli impianti che producono energia elettrica. Tale rendimento è,
in generale, molto basso: rispetto al combustibile bruciato, si
ottiene il 25-35% di quanto sarebbe teoricamente possibile (e
questo vale anche per le centrali nucleari).
Si potrebbe ottenere un rendimento maggiore facendo funzionare gli impianti a temperature altissime: ma ciò è reso
praticamente impossibile dai limiti di resistenza dei materiali.
Recentemente, però, si è passati dalla sperimentazione alla
realizzazione pratica degli impianti, chiamati MID (ovvero
magnetoidrodinamici), che consentono, se inseriti nel primo
stadio di impianti termoelettrici
tradizionali, di migliorarne notevolmente il rendimento, che
giunge così fino al 50-55%.
Per produrre energia elettrica
un generatore MID non utilizza
organi meccanici in movimento
ma un flusso di gas che circola
ad alta velocità in una conduttura circondata da un intenso
campo magnetico. 'Portato ad
alta temperatura, il gas si ionizza e diventa conduttore di elettricità : muovendosi rispetto al
campo magnetico, esso genera
una forza elettromotrice che viene captata da elettrodi opportunamente disposti. Il calore necessario a riscaldare il gas può
essere ottenuto sistemando il
generatore MID in corrispondenza della camera di combustione di una centrale termoelettrica tradizionale, funzionante a carbone o nafta: in questo
modo si sfrutta .una parte del
calore che andrebbe disperso attraverso il camino e si aumenta, come si è detto, il rendimento del complesso.
L’utilizzazione dei generatori
MID accoppiati ai generatori a
turbina può consentire di aumentare la produzione di energia elettrica a parità di combustibile utilizzato, oppure di risparmiare una forte quantità di
combustibile, diminuendo l’inquinamento e mantenendo costante la produzione di energia
elettrica.
osiamo pensare cosa succederebbe — a livello di allarme e di
’’pronto soccorso” — se una qualche centrale atomica europea occidentale dovesse esplodere.
Un altro problema riguarda le
dimensioni deU’industria chimica. Anziché dei colossi perché
non concepire degli stabilimenti
più piccoli, dei magazzini meno
imponenti e più facilmente controllabili? Ma su quest’ultimo
punto, come su tutti gli altri, grava ”in primis” l’imperativo dell’economia occidentale e orientale: il profitto.
Gli impianti di sicurezza rea!
mente efficienti, in uomini e mezzi, costano enormemente. Frazionare la produzione in piccole in
dustrie costa ancor di più. Pro
durre senza inquinare l’ambiente
costa moltissimo perché, al limi
te, può significare di dover can
celiare per sempre dalla proda
zione una serie di prodotti. Fin
ché non s’invertirà la tendenza
dell’economia mondiale mettendo la persona umana e l’ambiente al primo posto c’è il
rischio che assisteremo ancora ad altre tragedie del
l’industria chimica o atomica
Come credenti, come umanità a
cui è stato affidato il creato
«perché lo custodissimo» (Ge
nesi 2: 15) non possiamo accet
tare l’idea che si possa convivere
con la distruzione irreversibile
dell’ambiente.
E’ un -principio che possiamosoltanto rifiutare impegnandoci a
sostituire gli imperativi del pnfitto con il rispetto per la perso
na umana e per il suo ambiente
E’ un traguardo impossibile? Fot
se sì. Ma, sinceramente, esisn.
una alternativa?
Giuseppe Platoiwi
• L’Eco delle Valli Valdesi »: Rea
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Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Giorgio Gardiol (direttore), Paolo Florio, Roberto Giacone, Adriano Longo, Giuseppe Platone (vice direttore). Comitato di
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Bein Argentieri, Valdo Benecchi
Franco Carri, Rosanna Ciappa Nit
ti, Piera Egidi, Claudio H. Martelli
Roberto Peyrot, Sergio Ribet, Mas
simo Romeo, Cesare Milaneschi
Marco Rostan, Mirella Scorsonelli
Liliana Viglielmo.
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