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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% - art 2 comma 20/B legge 662/96 ■ Filiale di Torino EUfO 1 14
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso l'Ufficio PT Tonno CMP Nord '
Anno IX - numero 32 - 23 agosto 2002
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■OSPEDALI VALDESMl
mio della Regione
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■ BIBBIA E ATTUALITÀ!
GLI IMMIGRATI
TRA NOI
«Voi che dite: Quando finirà il novilunio perché possiamo vendere il
grano? Quando finirà il sabato perché
possiamo aprire i granai, diminuire
l’efa, aumentare il siclo e usare bilance
false per frodare, per comprare con denaro i poveri e l’indigente se deve un
paio di sandali? E venderemo perfino
lo scarto del grano!»
Amos 8, 5-6
La predicazione di Amos avviene
in un periodo di benessere per
Israele. Grazie aU’allentarsi momentaneo della pressione degli assiri, occupati nella difesa dei confini settentrionali, Israele riacquista la sovranità su diversi territori circostanti e
si ha una sorta di boom economico
in cui alcuni studiosi, fatte le debite
proporzioni, riscontrano gli aspetti
tipici di una società precapitalista.
Ma il benessere è concentrato nelle
mani degli esponenti del ceto dirigente, che si arricchisce sempre più,
mentre il popolo scivola verso l’indigenza. Contro la disonestà e l’avidità
di questa classe si scaglia il profeta.
CI sono alcune caratteristiche interessanti nel comportamento di
costoro che hanno il potere in Israele. Innanzitutto l’invocazione della libertà dalle pastoie delle regole, in nome forse del «libero mercato»; il rispetto dei sabati e dei noviluni è un
intralcio all’attività di accumulo. In
secondo luogo lo sgretolamento del
patto sociale che si era consolidato in
Israele: il proposito di questi potenti
è di «distruggere gli umili del paese»
(v. 4) e ci vengono dati tre esempi del
loro agire: essi diminuiscono le misure di capacità nella vendita delle derrate, maggiorano le pietre usate per
pesare l’argento, manipolano le bilance. A ciò si aggiunge la dichiarazione: «Venderemo perfino lo scarto
del grano». Anche oggi abbiamo registrato diversi casi di vendita di alimenti avariati o di invio di medicinali scaduti ai paesi del Terzo Mondo.
Anche oggi si modificano i parametri
^ihe ci si era dati per non toccare gli
interessi di determinati gruppi economici. L’inquinamento supera il livello oltre al quale diviene pericoloso? Basta spostare in alto l’indice di
pericolosità e il problema non esiste
più. C è il rischio che chi falsifica i binnei venga perseguito penalmente?
1 cambiano le leggi. «Usare bilance
.per frodare» è un sistema antico
* eui spesso i potenti sono ricorsi per
mantenere e accrescere i loro privile81- anche la bilancia della giustizia
può essere manipolata.
^ UANDO in una società, per colpa di chi detiene il potere, si aleuta o si perde il senso della comul'^sponsabilità che deve unire gomnanti e governati, le previsioni
5 d futuro non possono essere roAm dopo le invettive di
cif fu distrutto dagli eser
1 assiri: non fu solo la classe dirinte a pagare, ma tutto il popolo,
stro sessant’anni fa nel no
paese e dovremmo averne meYi-se la storia è maestra di
j “bulini sono cattivi scolari. E
tere r' costretti a ripe
eedi detto qualcuno la tradia B trasforma in farsa; ci
. ignore la capacità e la volontà
lECUMENEl
La teologia della liberazione
: Intervista al professor José Miguez Bonino
IIESEI
Agape vive soprattutto di doni
Appello alle amiche e amici del fentro ecumenico
di
^tare Puna e l’altra.
Emmanuele Paschetto
È possibile conciliare.la crescita economica con la giustizia sociale e l'ambiente?
La quadratura del cerchio
Mentre l'economia e lo finanza sono ormai «globalizzati», mancano ancora
gli strumenti politici globali per un efficace controllo democratico dello sviluppo
MARCO MAZZOLI
L} ECONOMIA ha ormai acquisito
I uno spazio rilevante nella nostra
vita quotidiana, nei nostri rapporti
interpersonali e persino nella vita
biologica del nostro pianeta. A conferma di questo sta il fatto che nel
prossimo vertice di Johannesburg il
problema del mutamenti climatici e
delle «catastrofi ambientali» è strettamente legato a quello dello sviluppo economico e delle tecnologie altamente inquinanti che molti paesi
poveri sono costretti a utilizzare. Un
lato del problema è costituito dalla
crescita demografica, un altro dalle
scelte di politica economica e dai
modelli di sviluppo ultraliberista che
hanno portato all’attuale situazione,
in cui un miliardo di esseri umani
Sviluppo sostenibile
La Fcei per
Johannesburg
Sostenere al Vertice di Johannesburg un «codice di comportamento»
vincolante affinché la libertà di iniziativa economica non rechi danno
«alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana» e impegno per la salvaguardia del creato: lo ha chiesto una
delegazione della Federazione delle
chiese evangeliche in Italia (Fcei),
composta dal pastore Franco Giampiccoli e Jutta Steigerwald, che il 30
luglio scorso ha consegnato all’ambasciatore Arduino Fornara, della delegazione italiana al Vertice mondiale
sullo sviluppo sostenibile, una documentazione ecumenica sui temi del
Vertice di Johannesburg (27 agosto- 4
settembre). I documenti sono stati
elaborati dal Consiglio ecumenico
delle chiese, dalla Conferenza delle
chiese europee e dalla Fcei. (nev)
sono privi di acqua potabile e oltre
800 milioni di persone non hanno cibo a sufficienza.
Personalmente (e non solo perché
sono un economista) ritengo illogiche le posizioni di chi si limita a
prendersela con U mercato rifiutando
a priori le categorie dell’analisi economica. Innanzitutto, che cos’è il
«mercato» se non il nostro comportamento collettivo? Allora prendersela
con il mercato non è come prendersela con noi stessi? Inoltre l’economia
non è assolutamente una disciplina
monolitica, dato che esistono al suo
interno varie scuole di pensiero.
Le posizioni ultraliberiste estreme
non solo non sono le uniche esistenti,
ma non sono neppure le più accreditate in ambito accademico-scientifico, almeno in Europa. Tutt’al più so
no quelle che trovano più facile
udienza presso i poteri forti, poiché
tendono a giustificare lo status quo e
a postulare il non intervènto dello
stato, ossia lo «stato minimo». Queste
teorie si basano sull’idea che se gli individui sono razionali e hanno facile
accesso all’informazione, i prezzi determinati in mercati efficienti e senza
alcun intervento dello stato, generano la migliore allocazione possibile
delle risorse. La fiducia ideologica
nelle virtù ottimali dei prezzi e del
mercato ha portato a una gestione
privatistica delle risorse ambientali,
che suscita qualche perplessità: come
si può assegnare un prezzo all’acqua?
E possiamo ritenere «efficiente» il
mercato delle risorse idriche se un
Segue a pag. 11
Dal 25 al 30 agosto
Il Sinodo
a Torre Pellice
Domenica 25 agosto a Torre Pellice
inizia l’annuale Sinodo delle chiese
valdesi e metodiste che terminerà venerdì 30 agosto. Il Sinodo si aprirà
con un culto, presieduto dalla pastora valdese Erika Tomassone, nel quale sarà consacrata la candidata al ministero pastorale Birgit Woltec, se
avrà superato l’«esame di fede» che si
terrà il 24 agosto davanti al corpo pastorale. Molti i temi all’attenzione del
Sinodo: dalla situazione mondiale del
dopo 11 settembre, con i suoi strascichi anche sul dialogo interreligioso,
in particolare con l’IsIam, alla situazione sempre più drammatica in
Israele e Palestina. Il Sinodo discuterà
anche dei problemi della vita delle
chiese e, in particolare, di quelli dei
grandi istituti diaconali come i tre
ospedali valdesi del Piemonte.
Valli valdesi
Un XV Agosto
ben riuscito
Festa riuscita quella del XV Agosto
all’Albarea di Riclaretto in vai Germanasca. Più di 600 persone hanno
partecipato al tradizionale incontro
che è cominciato al mattino con il
culto tenuto dalla pastora Patrizia
Pascalis ed è continuato nel pomeriggio con una relazione storica di
Ettore Peyronel e una rappresentazione teatrale, «Parola di Clown»
messa in scena da un gruppo di ragazzi del 2° e 3“ circuito. Quello appena passato comunque è stato soprattutto un XV Agosto in cui si è vista una chiesa viva, capace di presentare una liturgia innovativa, di incontrarsi scambiandosi delle idee e,
non ultimo, di raccogliere più di
5.000 euro per gli ospedali valdesi.
il
ECO DELLE VALLII
Frali per le olimpiadi
di BARBARA GRILL
L'OPINIONE I
VALDESE
QUINDI EGOISTA
Più che il solleone, ben altri calori
devono aver colpito l’onorevole di
Forza Italia Ferruccio Saro, protagonista di una piccola e penosa storia di
mezza estate. In un documento letto
all’assemblea dei forzisti del Friuli-Venezia Giulia, il deputato ha tracciato
un profilo psicologico-religioso di un
suo avversario politico: Riccardo Illy,
deputato indipendente del centro-sinistra, già sindaco di Trieste e probabile candidato, nel 2003, alla presidenza della Regione Friuli-Venezia Giulia.
Secondo Saro, Illy è un valdese «la cui
concezione calvinista del lavoro ci viene propinata ogni giorno»; si tratterebbe di un modello «esasperato e fastidioso, una maschera ostentata di
ispirazione vistosamente protestante». Illy avrebbe una visione religiosa
«in forte contrasto con la cultura della
regione e del paese», il suo valore «si
esaurisce nella volontà edonistica di
realizzare se stesso». In definitiva è
«un avversario da smontare sul piano
culturale, politico e anche religioso».
L’onorevole Saro è una persona tollerante, però è uno di quei tolleranti
del «ma»: «Io rispetto ogni confessione - ha precisato - ma dico che i vaidesi hanno una concezione egoista che
considera tutto e tutti funzionali ai loro soli disegni e interessi. E ciò collide
sia con il solidarismo cattolico della
stessa sinistra, sia con le nostre radici
storiche». Non contento di attaccare il
suo avversario politico. Saro chiude il
cerchio accusando «i» valdesi (quindi
tutti i valdesi) di piegare «tutto e tutti»
ai loro «disegni e interessi». Roba da
brivido, anche perché ricorda accuse
di altri tempi, comprese quelle del nazifascismo contro gli ebrei. «C’è di che
far seriamente temere una degenerazione autoritaria - gli ha replicato Illy
-. Sono argomenti miserrimi. La mia
formazione valdese mi ha guidato a
una concezione non punitiva del lavoro, inteso come opportunità di servire
la comunità realizzando se stessi».
Una risposta chiara e sobria, in quello
stile «protestante» che piace così poco
all’onorevole Saro.
Forse complice il Ferragosto, non
mi pare siano stati molti gli attestati di
solidarietà a Illy: essenzialmente da
parte evangelica ed ebraica (come Angelo Pezzana su Libero del 13 agosto).
«L’ignoranza che degenera, attraverso
questi segnali inquietanti in vera e
propria discriminazione e intolleranza
- gli ha scritto il moderatore della Tavola valdese, pastore Giaimi Genre - ci
lascia stupefatti. Siamo, soprattutto,
pieni di amarezza nel vedere come il
nostro paese rischi di scivolare lentamente verso un’epoca oscurantista
che credevamo di aver definitivamente consegnato al passato». Secondo il
deputato valdese diessino Valdo Spini,
«la vicenda non meriterebbe nemmeno un commento, se non fosse in qualche modo frutto di un particolare,
preoccupante momento politico. Negli
stessi giorni, un esponente nazionale
di un altro partito di governo, la Lega
Nord, chiedeva l’espulsione dei musulmani dall’Italia. L’on. Saro non è un
politico di primo pelo, che può avere
sbagliato per inesperienza. Ha un lungo curriculum di presenza nelle istituzioni, sia regionali e ora nazionali. Se
ha detto queste cose è perché ha pensato di poterle dire, e cioè di interpretare un certo clima». È questo «certo
clima» che tutti dovrebbero impegnarsi a cambiare.
Eugenio Bernardini
2
PAC. 2 RIFORMA
«^Alcuni, venuti
dalla Giudea,
insegnavano ai
fratelli, dicendo:
“Se voi non siete
circoncisi secondo
il rito di Mosè, non
potete essere
salvati”. ^E siccome
Paolo e Barnaba
dissentivano
e discutevano
vivacemente con
loro, fu deciso che
Paolo, Barnaba e
alcuni altri fratelli
salissero a
Gerusalemme dagli
apostoli e anziani
per trattare la
questione. (...)
‘'Giunti a
Gerusalemme,
furono accolti dalla
chiesa, dagli
apostoli e dagli
anziani e riferirono
le grandi cose che
Dio aveva fatte per
mezzo di loro.
"Ma alcuni (...)
si alzarono dicendo:
“Bisogna
circonciderli,
e comandar
loro di osservare
la legge di Mosè”.
Allora gli apostoli
egli anziani
si riunirono
per esaminare
la questione. (...)
'^Allora parve bene
agli apostoli e agli
anziani con tutta la
chiesa, di scegliere
tra di loro alcuni da
mandare ad
Antiochia con Paolo
e Barnaba. (...)
consegnarono
loro questa lettera:
“Ifratelli apostoli e
anziani, ai fratelli
(...) che provengono
dal paganesimo,
salute. ^Abbiamo
saputo che alcuni
fra noi vi hanno
turbato con i loro
discorsi (...). ^Wi
abbiamo dunque
inviato Giuda e
Sila; anch’essi vi
riferiranno a voce
le medesime cose.
^"Infatti è parso
bene allo Spirito
Santo e a noi di non
imporvi altro peso
alVinfuori di queste
cose, che sono
necessarie:
^"di astenervi dalle
carni sacrificate
agli idoli, dal
sangue; dagli
animali soffocati, e
dalla fornicazione;
da queste cose
farete bene
a guardarvi”»
(Atti 15,1-29)
All’A;
DA GERUSALEMME A ROMA
Uno degli scopi degli Atti degli Apostoli è di edificare la chiesa narrandone il progresso
che la porta dalla Palestina a Roma attraverso la predicazione di Pietro e Paolo
GREGORIO PLESCAN
Il problema dell'inizio
IL libro degli Atti degli Apostoli si apre in maniera allo stesso tempo chiara e misteriosa:
«Nel mio primo libro, o Teofilo,
ho parlato di tutto quello che
Gesù cominciò a fare e a insegnare...». Ci rimanda all’inizio
del Vangelo di Luca (1, 1-4) e dà
la sensazione di stretto legame
tra le due opere; solleva però
anche un problema: gli Atti sono un documento storico, agiografico o teologico? Non dobbiamo dimenticare che le ragioni per cui si «racconta una storia» possono essere molteplici, e
ognuna di queste influenza sul
come la si racconta, con le sfumature che si mettono in risalto
o in ombra. Mentre noi abbiamo la pretesa di raccontare una
storia «obiettiva», documentata
e documentabile, gli antichi ritenevano che lo scopo della storia fosse di essere edificante e di
preservare la memoria di particolari persone o gruppi.
Tacito, uno dei principali storici romani, spiega così i motivi
per cui scrive: tramandare ai posteri le imprese e il sistema di
valori degli uomini illustri...
(Agricola 1): forse non è irriverente pensare che anche l’autore del libro degli Atti avesse gli
stessi presupposti. Un buon
esempio può essere la domanda
relativa a Teofilo, a cui sono dedicati Luca e Atti; chi poteva essere, una persona in carne e ossa o una figura immaginaria?
Non lo possiamo sapere con
certezza, naturalmente, ma è interessante notare che il suo no
me significa «amico di Dio» e
potrebbe essere sia .un nome
proprio sia un nome generico,
riferito a chi prova questo sentimento: un’ipotesi affascinante,
anche se impossibile da dimostrare, è che «Teofilo» sia un romano interessato al cristianesimo a partire dalla sua cultura e
dalla sua consapevolezza di essere cittadino dell’unica superpotenza mondiale, potenza che
amava pensare a se stessa come
giusta ed equanime nei confronti dei popoli sottomessi.
la madre in posizione chiave e
che forse il baricentro si sia spostato su Pietro dopo una persecuzione; c) che Pietro «scompare» dalla narrazione a partire da
Atti 15, sostituito al centro della
narrazione da Paolo.
Edificare la chiesa
A
NCHE lo scopo degli Atti è
■ ■■ : edif ■ ■
Preghiamo
Signore Iddio, spesso troviamo difficile vederti all’opera.
La tua opera sembra perdersi tra milioni di persone.
La tua voce sembra annegare nella babele dei nostri linguaggi
La tua verità-sembra travolta dalle culture e dalle fedi che
ci attorniano.
Eppure sappiamo che ci sei.
Eppure sappiamo che operi,
Eppure sappiamo che pervadi le vite del tuoi.
Che liberi, cambi, ispiri, metti in discussione, offri nuove
prospettive.
Signore, tu sei nel centro dei cuori, nel caos e nel rumore
delle città.
Tu sei con noi per toccare il nostro cuore.
.molteplice: edificare la chiesa narrandone il progresso che
la porta dalla Palestina a Roma
attraverso la predicazione di
Pietro e Paolo; affermare che le
autorità romane avevano avuto un atteggiamento di benevola indifferenza mentre questo
cammino si dipanava; sottolineare il ruolo chiave di Paolo
quale evangelizzatore e quale
persona fedele alle tradizioni
ebraiche e cittadino rispettoso
dell’autorità. Possiamo anche
constatare che l’esistenza stessa
del libro degli Atti quale narrazione di una «storia della chiesa» testimonia della fine della
tensione verso la fine del mondo
che animava i primi cristiani,
come si nota in brani famosi: la
figura di questo mondo passa (1
Cor 7, 29-31), e di conseguenza
la necessità di fare i conti con
una realtà ormai stabile.
L’autore di Atti narra gli eventi
principalmente attraverso una
serie di aneddoti e discorsi, in
qualche caso offrendo dei bilanci dello stato della chiesa (per
esempio 2, 42-48) e tende a conciliare le differenze teologiche
ed etiche pur presenti nella
chiesa primitiva tra cristiani di
origine ebraica e di origine pagana. Anche la citazione dei luoghi in cui si svolgono i fatti segue criteri particolari: non è importante sapere come è nata tutta la prima chiesa cristiana, ma
ripercorrere la vita delTEvangelo
dalla Palestina al centro dell’impero. È interessante anche notare che: a) la chiesa primitiva conosce un abbozzo di organizzazione precedente alla Pentecoste; b) originariamente la sua
guida era legata alla famiglia di
Gesù, con il fratello Giacomo e
Il racconto di Pentecoste
e i doni dello Spirito Santo
La tradizione fissa la «data di
fondazione» della chiesa nel
giorno di Pentecoste, anche se
per l’economia dell’opera di Luca e Atti questa dovrebbe probabilmente nascere in Le 23, 47,
quando un romano glorifica Dio
di fronte alla croce, perché in
questo modo si anticipa l’idea
dell’apertura delTEvangelo ai pagani. A Pentecoste, come sappiamo, lo Spirito Santo si posa sugli
apostoli ed essi, tramite questa
pienezza, possono farsi capire,
parlare la lingua dei presenti, i
quali provenivano dalle comunità ebraiche sparse per l’impero
romano ed erano lì in pellegrinaggio per la festa (non è però
ben chiaro se quelli che ascoltano il discorso di Pietro in At 3,
12-26 siano i medesimi, visto che
egli si rivolge agli «uomini di Giudea», ai quali viene ricordato che
«essi» hanno crocifisso Gesù).
La questione dell’interpretazione del miracolo di Pentecoste,
il dono delle lingue (detto glossolalia), è importante perché la lettura di altri brani neotestamentari (come le lettere di Paolo) ci
fanno capire che questo dono
era diffuso nel cristianesimo antico. Ma questa constatazione
non risolve il problema, semmai
lo acuisce: infatti il brano di Atti
non chiarisce se siano gli apostoli a parlare miracolosamente
lingue che loro non conoscono,
ovvero se sono gli ascoltatori a
capire miracolosamente ciò che
gli apostoli stanno dicendo; insomma non si capisce se i discepoli parlano le lingue dei presenti oppure una specie di «esperanto» comprensibile da tutti. Questa domanda può sembrare astratta a molti lettori di
oggi, se non fosse che Paolo, nelle sue lettere, quando fa riferimento a lingue «non umane», al
punto che sottolinea l’importanza del ministero dell’interprete,
dato che questo dono, come e
più di altri, creava tensioni nelle
chiese, forse perché veniva interpretato come una «benedizio
ne speciale» per chi Taveva ricevuto (1 Cor 12-14).
Possiamo dire che il dono delle
lingue di Pentecoste sia lo stesso
di Corinto? In un certo senso sì,
se non altro perché Atti racconta
ciò che le lettere di Paolo descrivono: un modo di esprimersi
estatico collegato all’azione dello Spirito Santo. Ma l’autore degli Atti reinterpreta questo dono
con presupposti diversi e a causa
della distanza temporale; in più
forse i cristiani dell’epoca in cui
il libro degli Atti è stato scritto
(tra T80 e il’90 d.C.) ricordavano
che soprattutto questo dono dello Spirito Santo, per come veniva usato, rendeva le comunità
piuttosto litigiose, come si vede
ancora dalle lettere di Paolo: «Se
parlassi le lingue degli uomini e
degli angeli ma non avessi amore...» (1 Cor 13,1).
Il racconto della Pentecoste
degli Atti compie quindi un’affascinante opera di fusione tra
storia, teologia e testimonianza
di cosa sia bene per la chiesa: inquadra Tawenimento in un preciso momento storico e in una
collocazione geografica definita,
a Pentecoste, a Gerusalemme;
mostra come l’uso corretto dei
doni dello Spirito sia quello di
unire i cristiani del mondo nell’ascolto della parola e nella costruzione della chiesa, nonostante le reali differenze culturali e le barriere linguistiche; mostra che soprattutto quel dono
dello Spirito, il dono delle lingue, unisce e non divide, forse
senza dimenticare la polemica
della generazione precedente,
con chi lo vedeva come dono
che creava conflitti nelle comunità (non a caso Pentecoste è
spesso stata vista come l’opposto alla torre di Babele e la divisione dei popoli tramite le diverse lingue) e così fa capire che se
la conversione può nascere sì
dallo Spirito Santo che porta
all’estasi, dev’essere poi fondata
su un discorso razionale: l’azione dello Spirito Santo permette
a Pietro di predicare un sermone ortodosso in maniera comprensibile anche a persone che
non parlano la sua lingua.
(Prima di una serie
di quattro meditazioni)
Nella foto; affreschi delle catacombe di San Callisto a Roma
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Intervista al professor José Miguez Bonino sulla nota teologia latinoannericana
Come è nata la teologia della liberazione
¿gporola "liberazione" nasce dalla teoria dello "dipendenza" economica e politica dei nostri
paesi La teologia l'ha estesa olla vita intera, politica, sociale, ma anche culturale e religioso»
Pubblichiamo, in tre puntati un’intervista al professore
uiniez Bonino, noto esponenlletodista della teologia delf ¡¡¡^razione latinoamericap’InteTvista è stata fatta da
Qiunna Urizio, presso la Farfìltà evangelica di teologia
hsedet» a Buenos Aires, in oc
Gianna Urizio, presso la Farfìltà evangelica di teologia
hsedet» a Buenos Aires, in ocasione del servizio sull’Argen¡¡na realizzato per la rubrica
,Protestantesimo», andato in
onda la primavera scorsa.
CIANNA URIZIO
-Professor Miguez Bonino,
ootne e iniziata la sua awenuuacon la teologia?
«La mia scelta non è stata
quella di studiare teologia
tosi quella di formarmi per
servire la chiesa alla quale appartenevo, quella metodista.
Wavo di lavorare con i giovani, e quindi dovevo studiate teologia. Sono andato qui
aia Facoltà evangelica di teologia a Buenos Aires, avevo
flà studiato per due anni medicina e studiando mi innamorai della teologia che per
me era una materia nuova».
-Cheanni erano?
«Erano gli anni ’43-44»
- Gli anni della guerra in
Europa, Il governo qui era un
po'orientato verso il fascismo?
«Sì, qui i cristiani evangelici, settori del mondo evangelico erano favorevoli all’Amedca e all’Inghilterra, diciamo
alleati. La fine della guerra
mi ha trovato in Bolivia. Ho
trascorso un anno come pastore-studente in Bolivia».
La scoperta della
teologia barthiana
- Quando è nata allora la
m passione per la teologia?
«Diciamo che è nata quando ho scoperto che la riflessione teologia approfondisce
qualcosa che è fondamentale
per la vita cristiana. Nel mio
percorso di studente in teologiafondamentale è stato l’in<iontro, la scoperta con la
teologia barthiana, proprio
perché Barth afferma che la
teologia non è semplicemente una serie di studi tecnici
|iui testi, bensì è qualcosa che
u messaggio dei primi secoli
anche quelli della Rifor®a, devono essere presenti
■tella testimonianza della
™iesa che vive qui. Bisogna
®e iri modo che i primi seituli e il ^ secolo siano “trasparenti” e che la parola di
Suora risuoni con note che si
possano comprendere oggi».
Come risuonavano queste
parole nel suo cuore?
«Fondamentalmente come
P ''Ola di Dio che risponde
n solo ai bisogni personali,
anche ai bisogni delle noSoprattutto in
sia erano di crisi,
im« mondiale che nel
nostro paese».
succedeva allora
suo paese?
ziono ' ^®na rivolu
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ron n '' governo a Pebatn ^ooningo Peron era
Nel iQac fascismo,
c’era oìF *^"rono le elezioni;
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“fferto IV, metodista mi ha
?nire eli PP^Ì'^unità di prose
'eolooii^^' “'n master
negli Usa, e là ho
studiato in particolare la storia della teologia, come si sono create e sviluppate le diverse dottrine, in collegamento con l’educazione. La mia
prima vocazione fu quella di
essere maestro di scuola pubblica e quindi mi sono interessato alla storia della teologia e all’insegnamento. Quando sono tornato dagli Usa, nel
1948, mi hanno chiesto di dirigere il lavoro dei giovani
della chiesa. Così, per due anni, ho organizzato incontri».
- Quando ha cominciato ad
insegnare qui all’Isedet?
«Nel ’52 circa».
- Continuiamo l’intervista
nella biblioteca...
«Bene, sono orgoglioso della nostra biblioteca».
Da Karl Barth
all'America Latina
- Lei prima diceva che si
era affezionato alla teologia
barthiana, che è una teologia
europea; come mai si è avvicinato a una teologia latinoamericana come la teologia
della liberazione?
«Il fatto è che la teologia di
Barth era una teologia che
cercava di porre in relazione
la tradizione biblica e la tradizione teologica, in questo caso protestante, con la realtà
contemporanea. Non si tratta
di una teologia che sviluppa
temi teologici astratti, è una
teologia che cerca di riflettere
in un contesto, in un momento preciso, come vivere 1’
Evangelo. È questo che mi
ha attratto nella teologia di
Barth. Non si tratta di ripetere
Barth, bensì di appropriarsi di
questo metodo con il quale
uno cerca di capire quello che
è stato detto nel primo secolo
dopo Cristo e nel XVI secolo e
come questo risuona nel suo
paese e nel suo contesto».
Prima del Concilio
Vaticano II
- Che anni erano?
«Intorno agli anni ’54».
- Prima del Concilio Vaticano II quindi?
«Sì, in verità negli anni ’6163, insegnavo qui già da circa
12 anni. Ero andato a fare il
mio dottorato ed ero ritornato proprio quando si stava
preparando il Concilio Vaticano. Proprio per questo avevo preparato una tesi sulle
nuove tendenze della teologia cattolica, e grazie a questo mi è stato chiesto di partecipare come osservatore al
Concilio Vaticano II».
- Che cosa pensavano i teologi dell’America Latina in
quel periodo?
«Stavano elaborando proprio quelli che sarebbero divenuti i capisaldi della teologia cattolica “giovane” latinoamerica. Che cosa significava essere un teologo cattolico o un cattolico nel contesto dei nostri paesi e in generale dell’America Latina? E
questo avveniva negli Anni
60. In quel decennio si palesa
la crisi di tutte le teorie dello
sviluppo, del rapporto con gli
Stati Uniti, dell’idea che i
paesi latinoamericani sarebbero, come si diceva allora,
decollati fino a raggiungere la
pienezza di vita moc^erna.
Quando queste idee si sono
rivelate fallimentari, tutti si
sono interrogati su che cosa
era fallito e i giovani teologi
come Gustavo Gutierrez,
Juan Luis Segundo in Uruguay, Leonardo Boff, che era
ancora molto giovane, in
Brasile, cominciarono a interrogarsi su che cosa significava essere cristiani nella situazione in cui si viveva. Stavamo vivendo la crisi del progetto di sviluppo e ricercavamo altre forme di organizzazione sociale».
Perché teologia
della liberazione?
- È per questo che questa
nuova teologia prende il nome
di «liberazione»? Perché liberazione, liberazione da che?
«La parola “liberazione” in
realtà nasce originariamente
nel contesto sociale e vuole
essere la "liberazione” dei
nostri paesi dal controllo dei
paesi centrali. Nelle scienze
sociali nasceva dalla teoria
della “dipendenza”, vale a dire la teoria che affermava che
i paesi latinoamericani non si
sviluppavano perché stavano
in una condizione di dipendenza per cui quello che sue-,
cedeva qui dipendeva da
quello che si faceva o si pianificava nel mondo sviluppato. Quindi l’idea di “libera
L'ultimo censimento evidenzia un calo del cristianesimo
Le chiese d'Australia costrette a ridefinire
le loro strutture e le loro attività
Il calo del cristianesimo in
Australia, risultante dai dati
dell’ultimo censimento, obbliga le chiese a raccogliere la
sfida dei tempi moderni e a
ridefinire le loro strutture e le
loro attività. Questo è il parere di John Henderson, segretario generale del Consiglio
nazionale delle chiese d’Australia. I risultati del censimento nazionale effettuato
nel 2001, ma resi noti nel giugno scorso, indicano infatti
un calo dei matrimoni, delle
nascite e un aumento del numero di coloro che dicono di
non avere alcuna religione.
Anche se il cristianesimo rimane la religione dominante,
esso continua a perdere fedeli mentre altre religioni diventano sempre più popolari.
Nuove tendenze
della società australiana
Queste cifre confermano le
tendenze già riconosciute
dalle chiese, ammette Henderson. «Dobbiamo fare fronte a queste correnti della società, così come dobbiamo
fare fronte alla crescita del
materialismo e della privatizzazione - ha detto -. Il cristianesimo non è affatto un gioco
di cifre ma concerne l’amore
di Dio. Gesù aveva soltanto
12 discepoli contro l’impero
romano ma quello che ha
contato è stato il suo messaggio e il suo sacrificio». Per
Henderson, le chiese devono
ridefinirsi per adattarsi alle
esigenze contemporanee:
«Non possiamo più continuare come prima, dobbiamo verificare se le nostre strutture
facilitano la comunicazione
del messaggio cristiano».
Il segretario generale del
Consiglio attribuisce il calo di
queste cifre a una «nuova
Veduta di Melbourne
franchigia» nella società: i
cristiani che non praticano
sono meno inclini a dichiarare un’appartenenza religiosa:
«Non ci sono altrettanti vantaggi ad essere cristiani oggi
nella vita professionale o sociale. Può anche essere imbarazzante per alcuni essere
identificati con una religione,
e dire che sono praticanti».
Ma le chiese non devono, per
questo, calare le braccia.
«Forse cominciamo soltanto
a riconoscere chi siamo, e
questo può dare alle chiese
l’occasione di presentare il
loro messaggio in un modo
nuovo», ha afermato.
Il censimento indica inoltre un forte declino della vita
familiare tradizionale. Nel
1971, soltanto il 36% delle
persone tra i 20 e i 29 anni
non si erano mai sposati.
Trent’anni dopo, questa cifra
è passata al 76%. Solo il 51%
degli adulti sono sposati (erano il 56% nel 1991 e il 64% nel
1954). In trent’anni, le famiglie monoparentali sono diventate due volte e mezza più
numerqse, e rappresentano il
15% delle famiglie.
In aumento
i «senza religione»
Il numero di coloro che si
dichiarano senza religione
(15% della popolazione) è
raddoppiato in trent’anni.
D’altra parte, il numero di coloro che si dicono cristiani è
passato al 68% della popolazione nel 2001, un calo di oltre il 2% rispetto all’ultimo
censimento del 1996. Anche
se il cristianesimo rimane la
principale religione del paese,
con oltre 12,8 milioni di credenti, il buddismo e l’islamismo attirano un numero crescente di adepti. Complessivamente, il 4,9°% della popolazione, ovvero 911.226 persone, si considerano adepti di
una religione non cristiana.
Questa cifra era del 3,5% nel
1996. Il buddismo prevale
sull’islamismo come fede dominante dopo il cristianesimo. Il 25% dicono di non avere «alcuna religione» o hanno
rifiutato di rispondere, (eni)
Il professor José Miguez Bonino
zinne” era liberazione dalla
dipendenza. Però in teologia
il termine “liberazione” ricevette immediatamente un valore molto più ampio, significava la liberazione dell’individuo dai suoi peccati, dai
suoi limiti, la liberazione del
pensiero, della coscienza,
ecc. La teologia della liberazione dunque è una teologia
che ha preso l’idea di liberazione e l’ha estesa alla vita intera, politica, sociale ma anche culturale, religiosa. La
cosa divertente è che la “teologia della liberazione” è nata
quasi per caso, perché Gustavo Gutierrez, che stava lavo
rando all’idea di formulare
una teologia che rispondesse
alla situazione, disse: “Questa è una teologia di liberazione”. E un presbiteriano
brasiliano che stava studiando a Princeton, stava anche
lui scrivendo su questi argomenti e la chiamò “teologia
della liberazione”. Alcuni
suoi consiglieri gli obiettarono che non era un’espressione abbastanza attraente, e
che era meglio “teologia di
una nuova società” o qualcosa del genere. Questi due libri
sono stati i preliminari della
teologia della liberazione».
(1 - continua)
Dopo anni (di rapporti alquanto fre(d(di
Delegazione di protestanti
francesi in visita a Taizé
All’inizio dello scorso luglio
una delegazione della Federazione protestante di Francia (Fpf) si è recata in visita
presso la comunità ecumenica di Taizé, in Borgogna. Come è noto, ogni anno Taizé
accoglie oltre 100.000 giovani
provenienti da tutto il mondo. L’ultima visita di un presidente della Fpf in attività di
servizio, effettuata dal pastore Jacques Stewart, risaliva al
1989. L’attuale presidente
della Fpf, pastore Jean-Arnold de Clermont, desiderava
recarsi a Taizé per significare
pubblicamente che «il passato è chiuso». «È anche un
modo di dire che può iniziare
una nuova era di relazioni»,
ha precisato il pastore GUI
Daudé, responsabile del servizio ecumenico della Fpf.
Il «raffreddamento» dei
rapporti degli Anni 70
Durante gli Anni 70, i rapporti complessi tra la comunità di Taizé e il protestantesimo francese avevano conosciuto un reale raffreddamento. Le prese di posizione di
«frère Roger», fondatore della
comunità, a favore del celibato dei preti cattolici, i suoi legami con i papi successivi, la
conversione al cattolicesimo
e l’ordinazione al sacerdozio,
nel 1987, di Max Thurian,
braccio destro del fondatore,
avevano allora urtato le sensibilità di molti protestanti
francesi. Nonostante queste
distanze, alcuni gruppi di giovani protestanti ìfrancesi hanno continuato a frequentare il
Centro. Da parte sua, Taizé
ha màntenuto forti legami
con le chiese della Riforma
all’estero. Così, quest’estate
diversi vescovi luterani svedesi e vescovi anglicani di
Gran Bretagna, vi si sono recati. «L’incontro con la Fpf è
stato caloroso e pieno di fraternità», ha commentato fière
Emile, incaricato delle relazioni esterne della comunità.
Il successo di Taizé presso
i giovani di tutto il mondo
Al di là della volontà di suggellare, in qualche modo, il
riannodarsi dei rapporti, i responsabili della Fpf avevano
anche il desiderio di discutere sulla pastorale dei giovani
insieme ai responsabili della
comunità: «Taizé occupa un
posto particolare nel paesaggio religioso: i giovani vi fanno un’esperienza di fede in
un quadro ecumenico, vi
scoprono in qualche modo la
Chiesa universale», ha sottolineato Gill Daudé. Laboratorio a modo suo della trasmissione dell’esperienza spirituale e della fede, il successo
di Taizé presso i giovani non
smette di stupire, e questo
successo interroga molti responsabili di chiesa. «Il nostro intento è anche di formare una nuova generazione che si impegni nell’ecumenismo», ha proseguito Gill
Daudé. Dopo la prima generazione dei costruttori, il
cambio per ora si fa un po’
attendere. Organizzata congiuntamente da protestanti,
cattolici e ortodossi, una sessione di formazione sull’ecumenismo riunirà alla fiIne dell’estate, a Nîmes, una
trentina di giovani provenienti da queste diverse confessioni religiose. (eni)
4
PAC. 4 RIFORMA
Il Museo nazionale del cinema nella splendida Mole Antonelliana di Torino
La cattedrale dei sogni
Il cinema, da quel lontano 1885 dei fratelli Lumière di Parigi, ha fatto sognare miliardi
di persone di più generazioni, e continua a farlo. A Torino ho trovato lo sua «cattedrale»
GIUSEPPE PLATONE
ALL’INIZIO di questa storia c’è una donna: Maria
Adriana Proio. Eccentrica appassionata di cinema, ha passato la vita a raccogliere, catalogare, conservare oggetti e
documenti che testimoniano
la nascita e lo sviluppo della
«settima arte». La prima idea,
documentata in uno scritto
autografo, di realizzare un
Museo del cinema a Torino
risale al 1941. E nel luglio del
2000 quel sogno della Proio
(mancata nel 1991 e costretta
a vedere per alcuni anni la
sua «creatura», precedentemente ospitata dal Palazzo
Chiablese, tra il Duomo e Palazzo Reale, sepolta dalle
norme sUU’agibilità delle sale
pubbliche) è diventato, per la
seconda volta, una realtà.
Ho avuto il privilegio di essere invitato a quel pomeriggio di festa e inaugurazione
con l’allora ministro della
Cultura Giovanna Melandri,
che nel suo brillante intervento ha ripercorso la storia di
questa «fabbrica, dei sogni»
che prende le mosse nel 1885
dai Fratelli Lumière a Parigi. E
da allora l’evoluzione è sempre stata in rapido crescendo.
Così tumultuosa che sembrerebbe forse ancora presto,
prematuro fissare in un museo le tappe di questa evoluzione culturale. Invece no. Solo la collezione Proio racchiude 3.400 unità. Si parte dalle
macchine per gli spettacoli luminosi del ’700 per arrivare
alle prime diapositive «movimentate» grazie a lanterne
magiche. Le prime diapositive
altro non erano che vetrini dipinti a olio e retroilluminati.
Poi le scatole ottiche, le raccolte di ombre cinesi, e tanti
documenti storico-iconografici relativi alla prima diffusione degli spettacoli ottici. Gli
antenati del cinema: e con lo
ro, in questa galleria archeologica cinematografica, ci sono centinaia di macchine da
presa con relativi accessori.
La collezione Proio
La collezione racconta in
qualche modo lo sviluppo
della complessa tecnica fotografica. C’è per esempio l’esemplare unico di «carriola
fotografica» progettata nel
1870 dal pastore valdese Davide Peyrot, che poteva essere utilizzata come semplice
camera oscura e come mezzo
per trasportare l’ingombrante attrezzatura necessaria alla
preparazione e allo sviluppo
delle lastre al collodio. C’è
anche una curiosa raccolta di
album, cornici e differenti
documenti iconografici che
testimoniano la capillare diffusione della fotografia nella
società dell’800. Basta sfogliare i due volumi, editi anni
fa dalla Claudiana dal titolo
Come vivevano per ammirare
la rara qualità fotografica del
lavoro di Peyrot, specie in vai
d’Angrogna, noto paradiso
fotografico alpino nelle valli
valdesi. Interessante anche la
collezione di materiali di scena per non dire della collezione dei manifesti e corredi
pubblicitari. E potremmo
continuare a lungo nell’elencazione del materiale organizzato nel museo, che documenta in modo esauriente la
genesi del cinema.
Ma al contenuto non è per
nulla da meno il contenitore.
Si tratta di qualcosa di straordinario. Non ci avrebbe pensato neppure Steven Spielberg a collocare il Museo nazionale del cinema (che istituzionalmente è una Fondazione a cui partecipano la Regione Piemonte, il Comune e
la Provincia di Torino, la Cassa di Risparmio e l’Associazione nazionale Museo del
cinema) nella Mole Antonel
L’interno della Mole Antonelliana
liana, simbolo della torine■ sità. Il curioso edificio, che
arriva a 167 metri d’altezza,
costituisce oggi certamente il
museo più alto del mondo.
La costruzione iniziò nel
1863 sotto la guida dell’architetto Alessandro Antonelli,
che aveva brillantemente
vinto il concorso riguardante
la sede della comunità israelitica torinese. Il progetto originario del tempio ebraico
subì numerose modifiche
promosse dallo stesso Antonelli che, inserendo una volta
enorme sormontata da una
guglia, triplicò l’altezza del
monumentale edificio.
Ritenendolo stranissimo,
curioso, folle nelle sue dimensioni e nella sua originalità, nel 1877 la comunità
israelitica cedette l’edificio,
ancora in fase di costruzione,
. al Comune di Torino che lo
portò a compimento nel 1900.
Un paio di volte violenti nubifragi ne decapitarono violentemente la guglia. Nel 1961, in
occasione delle celebrazioni
del centenario dell’Unità
d’Italia, si conclusero i lavori
di rifacimento e irrobustimento dell’edificio e vi fu inserito un enorme ascensore
che sale sin sulla cima attraversando, come un aeromobile, l’immensa «Aula del
tempio». In vista della nuova
sede del Museo del cinema si
sono realizzati importanti lavori di restauro che presentano cinque livelli espositivi su
una superficie complessiva di
3.200 metri quadri.
Il museo della Mole
È questo un grande museo,
ma con il vantaggio che è tutto concentrato in un unico
ambiente. Dall’ingresso si accede all’«archeologia del cinema», dove ci sono tutti
quei rarissimi materiali di cui
dicevo prima._ Da qui si può
scegliere: o salire per la gradevolissima rampa elicoidale
(un po’ per certi versi come al
Guggenheim di New York) o
invece entrare direttamente
nell’immensa «Aula del tempio». Nella zona archeologica
si può anche assistere a proiezioni di alcune delle prime
pellicole dei Fratelli Lumiere,
con uno spettacolare effetto
scenografico finale.
Indubbiamente l’Aula è il
centro del Museo. Qui ci può
accomodare su delle rosse
chaises longues per assistere
alla proiezione in 35 mm. di
due brevi filmati II cinema
muto a Torino, un montaggio
in bianco e nero realizzato
dal Museo nazionale del cinema; e Uno sguardo sulla
storia d’Italia a cura di Carlo
Lizzani, un montaggio cbe
racconta attraverso brani e
sequenze di film significativi,
opera di diversi registi italiani, un secolo di storia del nostro paese, dall’Unità agli anni Settanta. A intervalli regolari le proiezioni si interrompono e la cupola si anima
con uno spettacolo straordinario: immagini proiettate
creano l’illusione ottica che il
soffitto si apra aH’improwiso,
lasciando apparire cieli stellati, nuvole che corrono a
gran velocità e immagini fantastiche di lanterne amiche. È
un vero e proprio sogno a occhi aperti.
L’«Aula del tempio» è circondata da dieci chapelles
dedicate al culto del cinema,
con suggestive scenografie.
La bara dell’attore Bela Lagosi introduce alla chapelle dedicata all’orrore e al fantastico. Comodamente sdraiati su
un enorme letto rotondo si
può ammirare la cupa bellezza della chapelle dedicata ad
«Amore e morte». Un’altra
chapelle è dedicata al primo
kolossal della storia, Cabiria,
girato a Torino nel 1914 da
Carmine Gallone e impreziosito dalle didascalie (siamo in
piena epoca del muto) firmate Gabriele D’Annunzio. Si
passa così da un ambientazione a un’altra, da una chapelle a un’altra secondo un
ordine cronologico e teihatico. Moltissimi anche i manifesti, le locandine.
Torino: la Mole Antonelliana, sede del Museo nazionale del cinema
Il senso del magico
C’è qualcosa di incredibilmente religioso in questo
museo, proprio nel senso del
magico, del misterioso dello
strabiliante. È questa impressione che oggi si riceve al Museo è la stessa che ieri sequestrava l’emotività del pellegrino che metteva piede in cattedrale. Luci soffuse, penombra, lontani suoni, giochi di
luce in alto dove sembra che
qualcosa si muova. E in effetti
quell’ascensore che in pochi
istanti ti trasporta in alto a 85
metri verso un altro punto
magico ti fa vedere l’ampia
cupola con i suoi impianti decorativi. È come un gigante
che avesse dormito per oltre
centocinquant’anni e si fosse
improvvisamente svegliato,
invitando la città a entrare
nella sua grotta misteriosa.
Ma il gigantismo è solo apparente, gli spazi espositivi sono
limitati, fruibili anche per chi
non avesse molto da tempo
da investire nella visita.
Ciò che colpisce in questa
cattedrale del cinema è la forza poetica e misteriosa delr«Aula del tempio» che ti immerge in un mondo fantastico che ripercorre le «stazioni;
di una lunga via crucis, su su,
sempre verso l’alto. Geniale
la soluzione, specie per la cultura latina, che ama la scena,
il «numinoso», il titanismo.
Come quel colosso, specie di
enorme sfinge seduta, che ti
accoglie a braccia aperte in
un angolo dell’immensa Aula
e che fece bella mostra di sé
nella scenografia di Cabiria.
Gli ex-voto, ovvero la galleria
dei manifesti, è una passeggiata infinita di ricordi, ma altri, non esposti, sono in magazzino (circa 200.000 il totale). È questo solo un assaggio
di un mondo irreale eppure
vero, come veri sono i miracoli dei santi a cui sinceramente si crede per non cadere nella disperazione. E qui il
culto del cinema raggiunge il
suo acme. Entrare nell’«Aula
del tempio» per vedere un altro mondo possibile, con mil
le finali diversi. Affascinanf
Per sognare e consumati
emozioni. Creando così una
dipendenza, perché è imposi,
sibile, dopo avere visitatola
cattedrale del cinema, non riprovare ogni tanto quell’
emozione. Fare una visitaa
quella sorta di «sacrament®
laico che è uscire da se ;
per farsi portare altrove. Ora
quelle piccole emozioni sono
concentrate tutte lì, nell’antica sinagoga «mancata». (Ina
overdose di sensazioni che indubbiamente affascinano,
Non è un caso che in due anni il Museo abbia superatole
700.000 presenze. E il pelle
grinaggio continua finchéci
sarà bisogno di sognare e rapire anche come quel «certo»
sogno nasca e cresca in {
lelo allo smarrimento del nostro tempo. Entrambi si r^'
corrono e si fondono insieiJi
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Uno degli ambienti espositivi e (sopra) un manifesto dei film «Cabiria»
5
ij 23 ACOSTO 2002
I cinemi
scinanti.:
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i che incinano.
duean=
aeratole
il pelle-;
inché ci
are e ca1 «certo»
in pardI del noli si t|i'
insiei
---------------—^ Vita Delle Chiese ¡
0: Appello alle amiche e agli amici del Centro ecumenico internazionale di Agape
Agape vive soprattutto di doni
pQf completare gli interventi di ristrutturazione avviati negli ultimi anni il Centro ha bisogno
del sostegno di tutti. Intanto l'attività di formazione e incontro continuo intensamente
PAG. 5 RIFORMA
DANIELA DI CARLO
SIMONE LANZA
Agape continua a essere
un luogo in cui gli inconffi spesso veloci, una settimana o poco più, lasciano segni
orofondi sull’esperienza di
ciascuno e ciascuna per la
straordinarietà che portano
con sé. In questi giorni sono
presenti, attraverso i partecipanti del campo politico infprnazionale e coloro che
fanno parte del campo lavo[P, più di 15 paesi che rappresentano altrettanti popoli
che si sono trovati in passato, 0 lo sono nel presente, in
conflitto fra loro, ma che nel
nostro salone trovano di giorno parole da scambiarsi, e di
notte storie, canti e balli da
insegnare gli uni alle altre.
Per un periodo, anche se breve, Agape diventa quel cuore
pulsante che permette alle
donne afghane di parlare con
gli americani del Nord, mentre uomini e donne indiani,
siriani, tedeschi, guatemaltechi, inglesi, italiani, brasiliani,
palestinesi, messicani, congolesi... ascoltano e si prepa
Raccolta
degli spiccioli
Per un progetto di aiuto umanitario per l’Afghanistan sostenuto dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
Pubblichiamo l'elenco delle sottoscrizioni «Raccolta degli spiccioli» (le vecchie lire) a favore delle popolazioni colpite dalla
guerra in Afghanistan.
Purtroppo, la rendicontazione delle offerte è stata resa un po'
complicata dal fatto che le offerte medesime sono pervenute alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia via conto corrente postale, banche ordinarie. Banca Etica, vaglia, in contanti,
per assegni, a volte senza una precisa indicazione della causale.
Molti di questi versamenti si sono chiariti soltanto al momento
della verifica degli estratti conto dove, spesso e volentieri, lo
spazio per le causali su tali estratti è limitatissimo: di qui alcune
incertezze e, quando proprio non c'è altra via, l'indicazione
«chiesa valdese non identificata».
Preghiamo coloro che hanno proceduto ai versamenti di verificare e quindi avvisare la Federazione delle chiese evangeliche
(Renato Malocchi, tei. 06-4825120, 06-483768; e-mail:
renato.maiocchi@fcei.it) o il nostro settimanale (Eugenio Bernardini, tei. 011-655278; e-mail: direttore@riforma.it).
Molte chiese, inoltre, hanno raccolto anche monete di divise
europee che sono andate fuori corso con l'arrivo dell'euro. Queste monete sono ora presso la Chiesa valdese di Torino e si sta
cercando il modo di portarle presso le banche centrali dei paesi
esteri interessati. Appena possibile, daremo notizia anche di
questa raccolta.
Casa Materna 776,7
Chiesa battista di Arzano 173,03
Chiesa battista di Barletta 610,45
Chiesa battista di Grosseto 330,12
Chiesa battista di la Spezia 700,00
Chiesa battista di Matera 100,00
Chiesa battista di Miglionico 60,00
Chiesa battista di Mottola 287,00
Chiesa battista di Pordenone 1.061,84
Chiesa metodista di Alessandria 58,00
Chiesa metodista di Gorizia 244,00
Chiesa metodista di Napoli Vomero 357,52
Chiesa metodista di Novara 15,42
Chiesa metodista di Trieste 20,47
Chiesa metodista di Udine 31,00
Chiesa metodista di Udine 213,98
Chiesa metodista di Verbania 25,00
Chiesa metodista di Villa 5. Sebastiano 180,75
Chiesa metodista di Luino 6,15
Chiesa valdese di Coazze 43,02
Chiesa valdese (tramite Tavola valdese) 1.250,34
Chiesa valdese di (non identificata) 285,00
Chiesa valdese di (non identificata) 194,00
Chiesa valdese di Aosta 85,00
Chiesa valdese di Felonica 27,33
Chiesa valdese di Ferentino 12,80
Chiesa valdese di Ivrea 194,00
Chiesa valdese di Messina 25,00
Chiesa valdese di Napoli via dei Cimbri 154,93
Chiesa valdese di Pachino 17,61
Chiesa valdese di Pavia 70,00
Chiesa valdese di Pinerolo 267,10
Chiesa valdese di Prali 37,57
Chiesa valdese di Riesi 593,81
Chiesa valdese di Rio Marina 114,70
Chiesa valdese di Roma piazza Cavour 805,42
Chiesa valdese di Taranto 56,82
Chiesa valdese di Trieste 10,00
Chiesa valdese di Villasecca 2 6,86
Chiesa valdese di Luserna S. Giovanni 475,65
D'Angelo Salvatore - Casoria 129,23
Di lorio Giovanna - Isernia 1 5,00
Ferdinando Blefari 206,09
Guerrino D'Auria 7,75
Manifestazione ecumenica a Chiavari 336,63
Margherita Leone 15,00
Nadina Gibert 363,54
Ospedale Villa Betania - Ponticelli 69,31
Scuola domenicale di Angrogna 278,11
Scuole Casa materna - Portici 776,70
Scuola San Michele di Arzano 134,27
totale euro 12.351,22
rano a dividere insieme il pane e il vino nel culto finale.
La grandezza di Agape è
nella capacità di creare reti di
relazioni anche là dove questa impresa appare impossibile. Proprio perché ci piacciono le «imprese impossibili», vogliamo allora lanciare
una campagna doni straordinaria che possa risanare la situazione di debito nella quale
ci troviamo. Mentre il bilancio
ordinario di Agape non ci
preoccupa, vorremmo recuperare i debiti che abbiamo
contratto per procedere a delle ristrutturazioni che si sono
rese necessarie negli ultimi
anni: dalle lose del tetto del
salone centrale, al rifacimento
dell’impianto elettrico del caseggiato principale a quello
dell’ufficio, ai nuovi bagni in
prima e seconda casetta, alla
sostituzione dell’impianto
termico con il passaggio da
gasolio a metano. In 5 anni
sono stati investiti 590 milioni
di lire (dati del 31 dicembre
2001). Con finanziamenti europei e progetti Otto per mille, con doni di singoli e gruppi, amici e amiche, con mezzi
propri (avanzi di cassa, accantonamenti...) sono stati
coperti 479 milioni di lire. 1
restanti 111 milioni vengono
da un’apertura di credito con
la Banca Etica a un tasso di
interesse favorevole che vorremmo, con l’aiuto di amiche e amici di Agape, riuscire
a chiudere in un paio di anni.
Vi proponiamo allora di
creare relazioni. Ai genitori
entusiasti che ci chiedono di
organizzare tutto l’anno degli
incontri per i loro bambini e
bambine, vorremmo poter rispondere organizzando qualche evento e non necessariamente ad Agape. Feste, serate, interventi in cui poter parlare con creatività di Agape,
della sua storia, delle sue attività oggi, dei suoi progetti,
delle sue speranze. Ma vorrepimo che ci invitassero anche le chiese, le associazioni,
o le amiche e gli amici. I residenti,e un gruppetto di persone a noi molto vicine sono
disposti a viaggiare in Italia e
all’estero per creare ponti,
nessi, relazioni tra Agape e
chi è interessato a conoscerla
e sostenerla.
Un altro modo di aiutarci
potrebbe venire dall’uso dei
Rid bancari: potreste far detrarre dal vostro conto corrente bancario pochi euro
ogni mese spostandoli automaticamente sul nostro conto corrente: ccb 422537 c/o
CRT, Filiale di Perosa Argentina, intestato ad Agape Centro Ecumenico, Ahi 06320
Cab 307330 o inviare mensilmente una piccola somma al
ccp 24122103, intestato ad
Amici di Agape-Associazione,
b.ta Agape 110060 Prali, (To)
con causale: campagna doni.
O ancora potreste vincolare
1.000 euro per un anno presso la Banca Etica che ci ridurrebbe così il tasso d’interesse
che ci pratica... insomma ci
possono mille e mille modi
per sostenerci. Per cominciare, potreste iscrivervi all’Associazione degli amici e delle
amiche di Agape Centro ecumenico che terrà la sua prossima assemblea il 1“ settembre 2002. Sarebbe un’ottima
occasione per capire cpme
riuscire a attivare o riattivare
nuove e vecchie relazioni.
Per maggiori informazioni
abbiamo attivato una casella
e-mail (doni@agapecentroecumenico.org), ma potete telefonarci (0121-807514) o scriverci. Vi ringraziamo già da
ora per come saprete aiutarci.
IV FORUM DELLA CULTURA
Ecumene 21-22 settembre 3002
L'INATTESO RITORNO
DEL SACRO
La riflessione di quest’anno sarà sulle sfide che alla cultura protestante arrivano da un massiccio diffondersi di interesse e coinvolgimento per esperienze spirituali e religiose,
spesso nuove rispetto alla tradizione cristiana europea.
Questo «ritorno» del sacro può ben essere definito come
inatteso, perché smentisce le previsioni di una progressiva e
inarrestabile laicizzazione della cultura occidentale, previsioni catastrofiche o ottimiste a seconda del soggetto che in
quelle previsioni si riconosceva.
SABATO 22 SETTEMBRE
MATTINO
Dove siamo? L’imprevisto ritorno del sacro
a cura di Paolo Naso
Rivincita di Dio e democrazia
a cura di Elena Bein Ricco
Pensiero protestante ed ermeneutica novecentesca
a cura di Mario Miegge
POMERIGGIO
Lavoro di laboratorio in gruppi sui temi proposti in mattinata
SERATA
Incontro con il filosofo Giacomo Marramao
DOMENICA 23 SETTEMBRE
ore 9-12
Discussione conclusiva e proposte per il futuro
Iscrizioni e informazioni sul soggiorno entro il 5 settembre, alla
segreteria del Centro culturale valdese di Torre Pellice (To) via Bec
kwith 3; tei. 0121-932179; fax 0121-932566.
E-mail; centroculturalevaldese@tin.it
La situazione degli ospedali valdesi
Intervento della Regione
La giunta della Regione
Piemonte ha in corso di approvazione la Convenzione
quadro con le strutture ospedaliere equiparate a quelle
pubbliche. La notizia è stata
comunicata alla Clov, l’ente .
che amministra gli ospedali
di Torino, Torre Pellice e Pomaretto, il 5 agosto scorso.
L’adozione di questa nuova
Convenzione, oltre a ridefinire gli aspetti generali e di dettaglio della collaborazione
pubblico-privato in campo
sanitario, consente un’immediata rivalutazione economica delle prestazioni a partire
dal gennaio 2002. L’amministrazione regionale, intendendo intervenire in favore
della Ciov anche rispetto alla
situazione di sofferenza economico-finanziaria degli anni scorsi, prevede un intervento finanziario, ancora da
definire nel suo ammontare,
in sede di adozione del bilancio di previsione annuale e
pluriennale 2003.
«È un’ulteriore importante
conferma che le nostre richieste hanno trovato un certo riscontro positivo in Regione - ha dichiarato il presidente della Ciov, Giancarlo Griot
- ed è anche un’ulteriore con
ferma della validità del servizio offerto dai nostri presidi
sanitari nell’ambito della programmazione regionale».
«Naturalmente - aggiunge il
presidente della Commissione sinodale per la diaconia.
Marco Jourdan - queste prime risposte della Regione sono un contributo importante
alla soluzione dei nostri problemi di un giusto riconoscimento del nostro servizio che
è del tutto simile a quello fornito dagli altri ospedali pubblici, ma sono ancora ben
lontane dal costituire una soluzione completa e soddisfacente. Purtroppo l’esposizione finanziaria resta molto elevata e, soprattutto, questi
provvedimenti non consentono ancora di ricondurre la gestione degli ospedali, in particolare alle Valli, entro limiti
sostenibili. Per questo, dopo
il dibattito e le deliberazioni
sinodali, penso che comunque bisognerà andare avanti
con determinazione sulla
strada del dialogo con la Regione e con il completamento
della riorganizzazione globale
dei nostri tre ospedali, anche
in dialogo e confronto con il
personale dipendente e le organizzazioni sindacali».
SUI GIORNALI I
LA STAMPA la Repubblica
Nuovo umanesimo
Il filosofo e scrittore Michel Serres lancia (12 luglio)
una proposta agli intellettuali per l’epoca della globalizzazione; fare tesoro della
quantità universale di sapere
per un vero nuovo umanesimo di tutto il mondo: «L’umanesimo (...) non sarà più
radicato in una determinata
regione del globo, ma (...)
sarà valido per tutta l’umanità (...). Questa umanità osserva che esistono due universalità; una, scientifica,
sviluppa un grande racconto, valido per lo stesso universo, la vita in generale, e
annuncia come infine l’uomo emerga in modo contingente. A motivo di questa
contingenza, questa universalità unica lascia allora il
passo alla seconda, diversa e
complementare, in un atlante fatto come un mosaico o
una vetrata variegata, screziata, tig >^ultipla e cangiante, quella delle culture
umane, più contingente ancora e con variazioni migliori della vita stessa». Di questa seconda branca, tra le altre scienze umane, farebbero parte gli «elementi di religione: politeismi, monoteismi, panteismi, ateismi».
La Bibbia al centro
Nel commentare la nomina del card. Tettamanzi ad
arcivescovo di Milano, lo storico Pietro Scoppola (12 luglio) traccia un profilo del
predecessore Carlo Maria
Martini e dell’importanza
che per quest’ultimo ha la
Parola. «Martini - scrive (...) è uno degli interpreti più
coerenti e rigorosi di un documento del Concilio Vaficano II poco noto al grande
pubblico e meno di frequente citato (...): la Dei Verbum,
la costituzione con la quale il
Concilio ha riproposto la
centralità della Bibbia nella
esperienza di fede. Può apparire, questo, un riferimento astratto, lontano dagli interessi quotidiani della nostra società, ma non è così.
Porre la Biblaia alla base dell’esperienza di fede significa
superamento in radice di un
modo di intendere il cattolicesima come un circuito
chiuso di appartenenza legato a principi e norme definite
una volta per tutte: significa
riproporre la fede come partecipazione a una storia che
coinvolge l’intera umanità,
in cui confini fra il credere e
il non credere sono dentro la
coscienza di ogni uomo».
GIORNATE DOLCINIANE
Festa dì Fra Dolcino
e Margherita
695° del martirio (1307-2002)
PROGRAMMA
sabato 7 settembre
Ore 21, sala della chiesa valdese di Biella (v. Feda 9); celebrazione di Angelo Brofferio, primo storico a favore di
Dolcino. Nel 200° della nascita intervengono Tavo Burat
(«Brofferio, storico e politico») e Sergio Gilardino (Me
Gill University, Canada, «Brofferio, poeta in lingua piemontese»).
Domenica 8 settembre
Ore 11, in vetta al monte Massaro, al cippo di Fra Dolcino
(15’ a piedi dalla Bocchetta di Margosio, panoramica Zegna. Trivero, Biella): omaggio a Dolcino e Margherita. A
seguire assemblea de Centro studi dolciniani.
Ore 13; agape fraterna all’alpeggio del Margosio (pranzo al
sacco con appoggio alla baita, prenotare a Piero, tei.
015-94271).
Ore 15: festa del Centro studi dolciniani all’alpeggio.
La mattina, alle 10, i valdesi terranno un culto evangelico
all’aperto alla Bocchetta di Margosio, presieduto dal pastore di Biella, Jonathan Termo.
6
PAG. 6 RIFORMA
Vita Delle Chiese ¡
VENERDÌ 23
agosti
^ Il campo donne al Centro ecumenico di Tramonti di Sopra
«Cantate al Signore un cantico nuovo»
BOSY CASTELLETTI BALOS
E sempre motivo di gioia
tornare a Centro ecumenico «Luciano Menegon» di
Tramonti di Sopra (Pn), dove
dal primo istante ci si sente
subito a casa sia per l’immediata, calda accoglienza del
suo direttore, Silvano Fani,
nonché della sua ottima cucina. E questo non è tutto, aggiungiamo al nostro quadro
una stupenda cornice di
montagne, alberi, fiori, un
tempo splendido e una sottile brezza che porta un soave
profumo di fieno e di sottobosco, il mormorio del fiume
che scorre poco lontano.
È in questo meraviglioso
scenario, per il quale lodiamo il Signore, che si è svolto
il campo donne sul tema «La
preghiera», direttrici le pastore Sabine Vosteen da Temi e
Anne Zeli da Verbania-Intra.
Oltre a loro, due sorelle venivano da lontano: Françoise
Vouffrais da Torino e Birgit
Wolter da Villa San Sebastiano; tutte le altri partecipanti
venivano dal Friuli Venezia
Giulia. Nel medesimo tempo
si è pure svolto il campo teologico sul tema «Il problema
della sofferenza», il cui direttore è stato il pastore Giovanni Carrari. I campi, natural
mente, erano aperti a tutti,
uomini e donne. A quello
«teologico» hanno partecipato sei uomini e una donna, a
quello «donne» dieci donne e
un uomo. Campi separati,
ma ogni mattina si iniziava la
giornata lodando insieme il
Signore con inni, brevi meditazioni e preghiere, preparati
da una persona sempre diversa di ambedue i gruppi.
Ogni giorno l’attenzione
del nostro gruppo era concentrata su un modo diverso
di esprimersi con la preghiera, da quella di lode (come il
Salmo 96, «Cantate al Signore
un cantico nuovo», che è stato il filo conduttore di tutto
il campo), a quella di lamento (come in Giona 2), di ringraziamento (la parabola
dei dieci lebbrosi di Luca 17,
11-19 ci dice quanto siamo
pronti a chiedere ma non a
ringraziare), di intercessione
(come quella di Abramo che
intercede per Sodoma e Gomorra in Genesi 18, 16-33), o
a quella di adorazione (come
in Apocalisse 19, 1-10). Ogni
argomento, trattato dalle pastore Sabine e Anne, è stato
sviluppato anche attraverso l’animazione (fotolinguaggio, preghiere o pensieri, musica). Un momento interessante e commovente è stato
.«.J Incontro a San Giovanni Lipioni
Essere piccole comunità
ISAIA BUSI
ALL’OMBRA di querce secolari, circondate da una
cornice naturale meravigliosa, lungo il declivio di una
collina di San Giovanni Lipioni, località Trocco, le piccole
comunità evangeliche di Vasto-San Salvo, San Giacomo
degli Schiavoni, Carunchio e
Pescolanciano si sono date
appuntamento per un’agape
fraterna domenica 14 luglio,
voluta dall’incessante impegno e premura della pastora
Laura leone.
Sotto il verde dei secolari
alberi che il creato ci ha fatto
dono, si è svolto un culto presieduto dai pastori Enos Mannelli e Laura leone, con la gradita presenza del quasi novantenne pastore emerito
Vincenzo Sciclone, sul tema
delle piccole comunità, «Semi
sparsi in tante località del
mondo», e la predicazione sul
testo di I Pietro 1, 1-2. Penso
che nelle nostre comunità avvenimenti simili non accada
no spesso: sotto questi rami,
lontani dalle solite quattro
mura, la parola di Dio prendeva giusta dimora e, fra il
prorompente canto delle cicale, si diffondeva l’eco litur
gico e le note di alcuni inni
cantati al Signore. Hanno fatto seguito un pranzo al sacco,
la santa cena e, in chiusura,
una piccola lotteria per la raccolta di fondi da destinare alla
comunità di San Giovanni Lipioni, necessari per effettuare
alcune riparazioni.
Questo incontro con il creato, nella quiete di una collina dove ancora i canti di uccelli e cicale non soccombono ai rombi dei motori, ci ha
fatto sentire in comunione
fraterna nella fede cristiana:
abbiamo meditato insieme e
crediamo fermamente che la
mano di Dio creatore, il sacrificio del suo Figliolo e lo Spirito Santo siano presenti anche nelle piccole comunità
disseminate fare le colline
della nostra regione e non solo in quelle grandi. Insieme
nell’ascolto della parola di
Dio, insieme nell’agape conviviale, insieme nella santa
cena e insieme nel chiedere a
Dio la sua benedizione nel
nome del suo Figliolo Gesù
Cristo, sia per noi che per tutti i fratelli e le sorelle delle
tante diaspore piccole e grandi di questo mondo, abbiamo
trascorso una domenica con
un significato diverso.
Riforma
LEœ Delle
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail: redazione.torino@riforma.it;
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Matfei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Pienraldo Rostan, Federica Tourn.
COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio GardioI, Maurizio Girolami. Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitri, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pons, Gian Paolo Ricco,
Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA; La Ghisleriana s.n.c, Mondovi - tei. 0174-42590.
EDITORE; Edizioni Protestanti s.r.l. - via S. Pio V, 15 bis -10125 Torino.
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sostenitore: euro 105,00.
Estero ordinario: euro 90,00; v. aerea: euro 105,00; semestr: euro 47,00;
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La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L’Eco delle valli valdesi è II nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 29 del 3 agosto 2002 è stato spedito dall’Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 1° agosto 2002.
2002
Associato alla
Unione stampa
periodica itaiiana
quando abbiamo costruito il
«muro del pianto», fatto con
un grande foglio scuro appeso alla parete, dove sono stati
incollati tanti foglietti rettangolari di diversi colori, sui
quali abbiamo espresso un
nostro pensiero che ci opprimeva, o un dolore profondo,
o altro. Il «muro» è stato poi
coperto e abbattuto simbolicamente con un foglio bianco che portava un annuncio
di speranza centrato su Gesù,
l’unica nostra speranza alla
quale aggrapparci.
Con il pastore Andreas
Kòhn abbiamo avuto una
giornata piena: dopo una breve introduzione al Padre Nostro e ai vari modi di pregare
e di atteggiarsi, Kohn ha distribuito dei fogli in cui erano
raffigurati gesti e posizioni di
preghiera dell’antichità. Poi
ci siamo riuniti in due gruppi,
dopo aver ricevuto ancora
nove fogli su ognuno dei quali c’era una frase del Padre
Nostro. Dai primi fogli ricevuti dovevamo ritagliare le
varie posizioni applicandole,
a nostro giudizio, a ogni singola frase del Padre Nostro.
In pratica, abbiamo illustrato
la preghiera componendola
con estro e fantasia; è stato
veramente un momento piacevole e stimolante.
Un gruppo (della Chiesa vaMese ó\ Torino in visita Oltralpe
Una giornata serena nelle valli francesi
LILIA BIVOIBO PELLECBINI
IN un afoso mattino di fine
!
giugno, un gruppo di 35
persone della Chiesa valdese
di Torino ha incontrato a Modano le piccole e disperse comunità protestanti di Chambéry e di tutta la valle della
Maurienne. I nostri contatti
risalivano all’inverno scorso,
quando una prima piccola
spedizione, capeggiata dall’
infaticabile pastore Giuseppe
Platone, aveva incontrato il
pastore De Torinac e alcuni
protestanti della zona. All’incontro, cordialissimo, ha poi
fatto seguito una loro prima
venuta a Torino, in piccola
delegazione, per il XVII Febbraio e proseguirà con un
convegno, il 23 novembre
prossimo a Chambéry, dove è
stato anche previsto un intervento del nostro diacono
Jean-Jacques Peyronel sulla
storia valdese. Nel marzo
prossimo seguirà infine una
visita di un bel gruppo francese a Torre Pellice e Torino.
Con tali antefatti e prospettive la giornata si presentava
carica di aspettative che non
sono andate affatto deluse.
L’aria frizzante di Modane, la
bella sala delle feste e tutta
l’atmosfera di giovialità-e fraternità che vi si respirava.
hanno creato in noi tutti,
malgrado le difficoltà linguistiche di alcuni, un sentimento di accoglienza e cordialità.
Il culto, in cui si sono alternarti tre pastori, con la predicazione affidata al pastore
Platone, con momenti di traduzione, è stato molto vivo e
partecipato. Al termine, del
tutto inaspettati, sono sopraggiunti alcuni personaggi
con costumi tradizionali savoiardi che hanno intonato
canti accompagnati dalla fisarmonica. La verve e la simpatia trascinante del gruppo
«Ló ptious savoyards» hanno
coinvolto tutti: abbiamo scoperto, fra l’altro, che la canzo^
ne «Piemontesina bella» ha
una versione in savoiardo.
Poi ci siamo avventurati
lungo una stretta strada fra i
boschi fino a un luogo ameno
fra i pini, dominato da un imponente «dolmen», dove si
abbiamo fatto un picnic,
ospiti delle famiglie francesi.
Dopo ampie libagioni, si è
passati alle cose serie con illustrazione, da parte nostra.
della comunità di Tori;
da parte loro, della loro ci
plessa situazione. Per e
pio, due soli pastori gesi
no un vasto territorio con
ti itineranti, e mensilmejg
riuniscono invece tutti ini
me per un culto ogni voli
una località diversa. Lj
stanza fra due comunità
essere anche di 120 ¿n. P®
resto, molti problemi ci aci
munano: mancanza di
ni, scarsa partecipazione^
culti ecc. Ci sono comunoi
sembrati molto ben orgai
zati, motivati e attivissimi,
Per concludere '
te la giornata, si è passati adì
ultimi canti e alle danze (Z
carità di patria si tacciongì
nomi dei partecipanti al baJ
lo...). L’ultimo bicchiere
acqua o di vino, l’ultima leu
di torta e poi tutti via sul puj
man per Torino. Sulla via#
ritorno, accompagnati da m
temporale, abbiamo ringt},
ziato il Signore per la bella
giornata trascorsa in fiat®
nità, cantando numerosi
democraticamente scelti.
Mostra a Castiglioncello (Livorno)
I «Triangoli viola»
AGENDA
24 agosto
-8:
TORRE PELLICE —Alle 21, nella palestra del Collegio valdese, la Federazione donne evangeliche organizza una serata su
«Percorsi di spiritualità fra differenze di genere e di identità».
25 agosto
In
Un.
DAV
LEONABDO CASOBIO
Nella ridente pineta di
«Marradi» a Castiglioncello, (Rosignano Marittimo,
Livorno), nei giorni 13 e 14
luglio, Torganizzazione della
Congregazione cristiana dei
Testimoni di Geova si è mobilitata per offrire ai numerosi turisti e alla popolazione
residente una mostra itinerante consistente in 46 pannelli dal tema «Triangoli viola. I dimenticati dell’Olocausto». Ai visitatori veniva consegnata gratuitamente una
pubblicazione-guida della
mostra, con possibilità di ricevere informazioni dirette e
visionare videocassette con
notiziari trasmessi in contemporanea in diverse lingue. Nei pannelli interviste,
racconti di testimoni oculari
e storici di quei drammatici
avvenimenti della persecuzione nazista a danno dei
Testimoni di Geova nella
Germania Ovest e poi anche
nella Germania dell’Est, fino
alla caduta del muro di Berlino del 1989.
Nel documentario venivano riportate alcune fasi del
convegno svoltosi nel 1994 al
Museo dell’Olocausto di Washington e interventi di storici e studiosi dell’argomento, oltre a testimonianze di
sopra-wissuti a quei terribili
anni del secolo scorso. Un
Testimone di Geova poteva
riottenere la libertà con una
semplice abiura e, precisano
gli organizzatori, il loro fu.
l’unico gruppo religioso a
prendere una posizione coerente contro il regime nazista e a denunciare apertamente, sugli stampati che
diffondevano, le barbarie
naziste. I Bibelforscher, gli
studiosi della Bibbia (così
come allora erano chiamati),
venivano identificati nei
campi di concentramento
con un triangolo di colore
viola disegnato accanto al
numero di matricola.
Questa di Castiglioncello è
stata certamente una iniziativa opportuna: il fatto di essere finalmente usciti compatti
in pubblico evidenzia un mutamento di strategia nella divulgazione del messaggio biblico che valuta in modo positivo l’entrare a pieno titolonella storia, locale e non solo.
PIEDICAVALLO —Alle ore 17, nel tempio, l’ultimo culto
estivo sarà tenuto, come di consueto, in lingua piemontese.
l**-8 settembre
REGGELLO (Fi) —A Casa Cares si svolge il campo cadetti sul
tema «Maschera: chi si nasconde dietro quel volto?».
TELEVISIONE
Protestantesimo
5 f Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federa^
zione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle |
ore 24 circa e alle ore 10 del lunedì successivo. Domenica T
settembre ore 23,50 circa, andrà in onda: «Un approfondi-J
mento di alcune tematiche del Sinodo valdese-metodistaiÉ^
«Acqua: diritto o bisogno?»; «Dietro le parole», rubrica bibli'
ca. La replica sarà trasmessa lunedì 2 settembre alle ore
24,30 e lunedì 9 settembre alle 10 circa.
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Società di studi valdesi
Torre Pellice
Convegno della Società di studi valdesi
31 agosto - 1® settembre 2002
Casa valdese - Torre Pellice
Minoranze e comportamenti. Atteggiamenti
cuiturali e sociaii delie minoranze reiigiose
tra Medioevo ed età moderna
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Anche
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Sonale ù
UN ascoltatore torinese ci
chiede: «Come mai Gio
•larichia
vanni Battista, a una esplicita
domanda riportata nel Vangelo di Giovanni, rispose di
non essere l’Elia profeta dei
tempi messianici, mentre altrove Gesù stesso lo identificò proprio con questo personaggio?». Probabilmente a
coloro che non hanno molta
familiarità con la Bibbia questa domanda può apparire alquanto bizzarra, e in effetti
sarebbe difficile darle una risposta particolareggiata in
questa mbrica.
Ciò che invece può interessare tutti quanti è il fatto che
essa mette in evidenza la presenza di discrepanze nella testimonianza dei quattro Vangeli. Il Vangelo di Giovanni
afferma che il Battista non va
identificato con la figura del
profeta Elia; il Vangelo di
Matteo afferma invece il contrario. Allo stesso modo, si
possono riscontrare altre divergenze tra un Vangelo e
l’altro, alcune meno evidenti
plicati alle proprie situazioiffli® Passai
LUCA BABATTO
(cronologie diverse nella sequenza di episodi comuni,
omissioni o aggiunte nella
narrazione dello stesso evento), altre più importanti come
per esempio nei racconti della passione le tre diverse versioni delle ultime parole di
Gesù sulla croce.
Da che cosa dipendono
queste divergenze? Sono forse la prova dell’inattendibilità dei Vangeli? Direi di no,
perché certamente i cristiani
dell’antichità che hanno definito il canone del Nuovo Testamento non erano più ingenui di noi da non accorgersi della loro presenza. Né
hanno ritenuto questi elementi discrepanti un problema, ché altrimenti avrebbero
scelto un solo Vangelo invece
di quattro. Piuttosto queste,
che abbiamo chiamato discrepanze, sono costitutive
dei Vangeli, i quali rappresentano quattro testimonianze e quindi quattro prospettive sulla vicenda e sul messaggio di Gesù da parte di chi
quel messaggio l’ha accettato
e posto al centro della propria esistenza.
Dietro a ogni Vangelo esiste una precisa comunità in
cui i racconti e i discorsi di
Gesù venivano ripetuti e ap
particolari, lasciando in
le tracce dei problemi che »
segnavano e delle soluzioBj
individuate: si spiegano cos
certe accentuazioni o dlscr^
panze, non come difetti W
pregi e ricchezze dei tiiyeti
testi. I quattro Vangeli ci i»
segnano l’idea di
comprendere la figura di W
sù, nessuno dei quattro p
tendo proclamare la Pt^P
priorità rispetto agli ^tit>
tutti aprendo una pto®P®^ .i
particolare su Gesù. Per i
che poi riguarda il
specifico per cui " 3.Ä
Vangelo nega 1 identità
Battista con l’Elia
del Messia, avrò modo
viare al nostro ascolta _
una risposta personale
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siano interessati a sap
111
’Ila situa
nel qual caso ritornete ,
presto sull’argomento.
(Rubrica «Pr^rliarnon^j^
me» della trasmissionefi
evangelico» curata dallo ¿¡a
domenica 18 agosto)
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pe
7
li 23 AGOSTO 2002
PAG. 7 RIFORMA
A Pinerolo da mercoledì 28 agosto
Rassegna dell'aitigianato
Rassegna dell’Artigianato, pronti via. Nuova veste e nuova
cornice (le strade del centro storico al posto della storica ex Fenulli) per il più importante appuntamento estivo di Pinerolo. Si
inizia mercoledì 28 alle 17,30 con la cerimonia di apertura di
fronte all’ingresso del Teatro sociale. In serata il concerto con la
Freddy Colt Band. Gran finale, sabato 31 e domenica 1° settembre, con il primo Festival internazionale di musica meccanica
«Strade a manovella, tourneurs, chanteurs de me e artisti di strada». Tutti i giorni: enogastronomia, esposizioni e rievocazioni
storiche, convegni e concerti. Il sindaco, Alberto Barbero, ha inviato a residenti e commercianti della zona interessata una let. tera di informazione sui cambiamenti di traffico e parcheggio.
M Giornata Miegge a Torre Pellice
La Costituzione europea
«La posizione protestante sulla costituzione europea». È l’argomento del quale si discuterà nell’annuale giornata Miegge,
tradizionale incontro fra i centri culturali evangelici e il corpo
pastorale. L’appuntamento è fissato per venerdì 23 agosto alle
15 nell’Aula sinodale. Ci deve essere una menzione di Dio nella
futura Carta costituzionale europea? Il ruolo del cristianesimo
nella formazione dell’identità va esplicitato? Deve essere affermato il riconoscimento delle chiese come interlocutori degli
organi politici dell’Unione europea? A queste e altre domande
proveranno a rispondere, sia sul piano del diritto che su quello
storico e teologico. Gustavo Zagrebelsky, giudice della Corte
costituzionale, e il pastore e teologo valdese Giorgio Bouchard.
ize(p9
:cionoi
lai bai.
tiere d;mafet^
sul pulì,
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I Fondato nel 1848
I 11 raduno del XV Agosto si è tenuto all'Albarea di Riclaretto, in vai Germanasca
Incontro popolare di una chiesa viva
Un buon incontro in cui si è vista una chiesa viva, capace di presentare una liturgia innovativa
di incontrarsi e scambiarsi idee e di raccogliere più di 5.000 euro per gli ospedali valdesi
DAVIDE ROSSO
culto
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mo
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bibule ore!
valde
ILXV Agosto e sicuratita». ■! mente un momento di
manza ma è anche un
momento di scambio, di
iessione e di incontro,
tache quest’anno sono
iati molti a darsi appuntamento alla festa orgaizzata nel I distretto
lAlbarea, borgata di Ridaretto in vai Germanasca. Più di 600 persone
tomo partecipato al cullotenuto dalla pastora
fttrizia Pascalis e caratterizzato da una liturgia
faiticolare guidata dalla
iacona Karola Stobaus,
|lfflno poi consumato un
Hicnic 0 lo spezzatino e
folenta che il servizio
Wla Chiesa di Villasecca,
»ganizzatrice della gioraveva preparato: la
«tonda parte della gior■ita è stata caratterizzala prima dall’intervento
iEttore Peyronel, che ha
presentato una parte dellistoria locale e poi da
® breve momento infor®ativo della Missione
Mntro la lebbra. Infine
reoltì hanno assistito alla
'Sa in scena da parte
gruppo dei giovani
®‘2“e3'> circuito della
rappresentazione teatrale
■ stola di clown».
Anche questo XV Ago® e stato un momento
portante di condivine con l’ormai tradi®n^e intervento di samoderatore, che
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Liazioili| Il Pennute nel corso del
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situazione in Medio
Oriente) ma anche i problemi interni alla chiesa
legati alla situazione degli ospedali e alla mancanza di pastori per il
Sud Italia. Il futuro forse
sta però proprio in quanto visto in questo XV Agosto: una chiesa viva, capace di presentare una liturgia innovativa, di incontrarsi e scambiarsi
idee, di raccogliere più di
5.000 euro, destinati agli
ospedali. È stato un XV
Agosto che ci ha presentato un gruppo di giovani
che propone una sua attività alla chiesa e che da
questa viene ascoltato.
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Il Gruppo di azione locale per le Olimpiadi 2006
«Escartons» e valli valdesi
wvw/.griva.it
Sta per avviarsi l’attività del Gal (Gruppo di
azione locale) «Escartons
e valli valdesi» che avrà
come obiettivo la realizzazione dei progetti contenuti nel programma europeo «Leader -i-». Il Gal
«Escartons e valli valdesi»
coinvolge nei suoi progetti i territori delle Comunità montane vai Pellice, Valli Chisone e Germanasca e Alta vai Susa
che per due anni hanno
lavorato insieme, con una
paziente operazione di
coinvolgimento di altri
enti, di aziende private e
di associazioni di categoria in vista della redazione del progetto definitivo presentato in Regione
ad aprile e finanziato da
quest’ultima secondo
una graduatoria che ha
visto il progetto del Gal
«olimpico» secondo su un
lotto di 15 concorrenti.
Le azioni previste da
questo programma dovranno contenere elementi forti di innovazione e di integrazione fra
settori: sono previsti interventi in agricoltura
ma anche nel turismo,
nella cultura, nell’artigianato, nella formazione. Il
filo conduttore indivi
duato fin dall’inizio è
stato quello del paesaggio alpino, modellato,
gestito, curato o abbandonato dall’uomo. La
montagna e il suo paesaggio sono anche luogo
di produzioni agricole,
tipiche e di qualità e non
certo basate sulle quantità, sono anche spazi su
cui gli uomini nel corso
degli anni hanno costruito edifici, villaggi, muretti a secco che è possibile
e doveroso recuperare.
«Insamma siamo di fronte ad un territorio che se
nel 2006 ospiterà l’evento olimpico, prima e dopo vuole puntare su un
turismo che non sia solo
quello dei grandi eventi
ma quello delle persone
che vogliono scoprire
una civiltà alpina fatta di
tanti aspetti diversi dove
i giovani delle valli possano essere ancora protagonisti nei loro spazi,
lavorandovi e vivendoci»,
dice il presidente del Gal,
Piervaldo Rostan.
Il Gal è già «in pista»
anche in queste settimane estive: a settembre dovrà essere pienamente
operativo, avviare i primi
studi riprendere i contatti
col territorio; la sede è in
una «dimora storica». Villa Olanda a Luserna San
Giovanni, di recente ristrutturata con fondi europei e regionali tuttavia,
puntualizza il presidente,
«intendiamo lavorare
molto con il territorio;
sarà importante l’animazione che sapremo condurre con le imprese e
per far questo apriremo
sportelli di informazione
presso le sedi delle Comunità montane coinvolte». Intanto sono stati
pubblicati i bandi per le
assunzioni del personale
che costituirà la «squadra» destinata a lavorare
nel Gal per i prossimi sei
anni: un direttore, un animatore, un segretario e
un responsabile amministrativo e finanziario. Le
scadenze per la presentazione delle domande di
assunzione sono assai
ravvicinate, vista l’esigenza di essere presto operativi; il 30 agosto scade il
bando per il direttore, il 6
settembre scadono i bandi per gli altri ruoli. Per
informazioni o indicazioni sui bandi rivolgersi
all’Agess vai Pellice a Villar Pellice, tei. 0121934907, fax 0121-934013,
e-mail agess@libero.it.
ICONTRAPPUNTOI
IL DEGRADO
DELLA CONCA DEL FRA
MARCO ROSTAN
Questa settimana mi rivolgo al sindaco di Bobbio
Pellice per chiedergli con
cortesia ma anche fermezza
di arrestare il degrado della
Conca del Pra, bene prezioso di tutta la vai Pellice anche se amministrativamente sotto la responsabilità
del sindaco Aldo Charbonnier. Il degrado è sotto gli
occhi di tutti
coloro che sal
deUe auto in sosta: nelle domeniche d’estate capita di
dover fare un paio di chilo,
metri oltre Villanova per
parcheggiare, su strada pietrosa e polverosa, particolarmente noiosa al ritorno
da una gita, quando si deve
andare a riprendere l’auto.
Non credo che sarebbe
così difficile creare spazi di
parcheggio
prima dell’a
gono alla Con- Appello ol SiodOCO bitato di Vil
ca in queste
domeniche di
luglio e agosto:
la domenica
dell’incontro
al Colle della
Croce, scendendo dal sentiero verso il ¡»g—iMmiMg
Pra, ho contato più di 100 auto sparpagliate per tutta la Conca,
molte con accanto la tenda
e le inevitabili masserizie,
in un disordine penoso: assai di meno erano quelle
parcheggiate (si presume
da parte di clienti) accanto
aU’agriturìsmo Catalin, che
è stato malauguratamente
realizzato in mezzo alla
conca: questa concessione è
all’origine di molti guai.
£ noto che, con una disposizione di legge per lo
meno discutibile, le piste
agro-silvo-pastorali possono essere percorse anche
dai clienti che accedono a
un agriturismo. Sono note
le assurde conseguenze, per
il Pra, di questa disposizione: di fronte a un eventuale
controllo, l’auto che dimostra di essersi recata all’agriturismo o ne documenta
l’utilizzo tramite scontrino
fiscale (anche solo di un
caffè), può percorrere la
strada dal Pra a Villanova;
chi invece si reca al Rifùgio
Jervis 0 alla Ciabota non ha
questa possibilità (tra l’altro, come si fa a consentire
0 meno la salita a un’auto
che sarà eventualmente in
possesso dello scontrino
solo.al ritorno?). Assurdo:
in assenza poi di rigorosi
controlli la gente, che non è
neanche preavvertita da un
cartello a Bobbio, sale in
auto fino al Pra, sperando
che gli vada bene.
Ho parlato spesso di questi problemi con il sindaco:
mi aveva assicurato che il
Comune avrebbe messo in
funzione una navetta per
trasportare i turisti-escursionisti da Villanova al Pra,
come si fa altrove. C’è inoltre il grosso problema del
parcheggio a Villanova, segnalato dallo stesso sindaco per gli atti vandalici, che
spesso si verificano ai danni
di Bobbio Pellice
per salvare un
bene prezioso
per tutta la valle
lanova. E, come succede
da altre parti,
si può benissimo far pagare almeno
un euro a tutte le auto che
salgono a Villanova, cosi
come si può chiudere la
strada per la salita quando
si raggiunge il tetto massimo di auto che possono trovare parcheggio e ovviare
anche qui con un pulmino
da Bobbio a Villanova.
Certo ci vuole iniziativa,
vigilanza, è un’operazione
che ha dei costi, ma potrebbe avere un ritorno, sia economico che soprattutto di
immagine. Chi è andato a
Villanova in una di queste
domeniche, difficilmente ci
tornerà con piacere. È questo che vogliamo quando
parliamo di turismo o di
sviluppo sostenibile? Da
queste pagine è stata rilanciata di recente l’idea del
parco con il Queyras: benissimo, ma tra il parco dei sogni e il degrado reale, possibile che non ci sia spazio
per un po’ di buon senso?
Come può il sindaco di
Bobbio vantarsi di far parte
della Cipra (la Commissione internazionale per la
protezione delle Alpi) e poi
rendersi latitante nelle riunioni del Consiglio della
Comunità montana o dei
sindaci?
Quanto alla Comunità
montana, è mai possibile
che non possa avere maggior voce in capitolo sulla
gestione di un patrimonio
ambientale che appartiene
a tutti? Certo, le spese per
parcheggi o navette potrebbero non ricadere soltanto
sul Comune di Bobbio. Ma
ci vuole un’inversione di
marcia: prima che il Pra sia
definitivamente rovinato
attiviamoci tutti, associazioni, Cai, Comuni della vai
Pellice, chiese (è un momento dell’impegno che la
recente Conferenza distrettuale ha raccomandato nel
confronti del territorio) affinché si risolva il problema
parcheggio a Villanova.
8
PAG. 8 RIFORMA
mLLi Valdesi ..™
AGOSTOj
TORRE PELLICE: L’ARTE PER LA SCLEROSI MULTIPLA — Mentre proseguono i lavori per la costruzione del nuovo padiglione (nella foto)
dell’istituto San Giuseppe di Torre Pellice, arriva
un’altra iniziativa di sostegno organizzata dal
Comitato per la sclerosi multipla. Sabato 24 agosto, alle 16,30, al chiostro del Priorato mauriziano, sarà inaugurata una mostra di numerosi pittori della valle, che ancora una volta hanno messo a disposizione alcune loro opere, la cui vendita servirà a finanziare rallestimento delle camere per i pazienti affetti da sclerosi multipla. La
mostra resterà aperta fino al 30 agosto (domenica 25 ore 10-12 e 15-19; gli altri giorni 17-9).
INCIDENTE MORTALE A RINASCA — Gravissimo
incidente sabato 17 sulla statale 23 all’altezza di
Rinasca. Erano le 21 e la Fiat Tipo di Mirko Maggio, 20enne residente a Inverso Rinasca, stava
procedendo in direzione di Perosa Argentina.
Nell’auto, a fianco del conducente, sedeva Cristian Maccari, 20 anni di Rinasca. Nei pressi dello stabilimento Data, Mirko Maggio ha perso il
controllo della macchina, che ha sbandato finendo prima contro un palo della segnaletica e
terminando poi la sua corsa 150 metri più avanti. Maggio è morto sul colpo, illeso Maccari.
LO STATO DELLE STAZIONI — Da più parti è stato
denunciato lo stato (pessimo) in cui si trovano
le stazioni ferroviarie della vai Pellice dopo il
crollo del ponte di Pinerolo e la conseguente interruzione del servizio su rotaia. In una lettera
Fon. Giorgio Merlo sollecita il direttore regionale di Trenitalia, ingegner Fisnhaller, affinché
venga effettuato un intervento di pulizia e manutenzione delle stazioni oggi invase da erbacce
e in preda all’abbandono.
COMUNE DI PINEROLO: NUOVO DIRIGENTE
DELLE FINANZE — Venerdì 16, a Pinerolo, ha
preso servizio il nuovo dirigente del settore finanze del Comune, Roberto Salvala; il posto era
vacante da due anni. Nel suo precedente incarico il dott. Salvala lavorava al Comune di Cerro
Maggiore, in provincia di Milano.
SCUOLA DI EQUITAZIONE: VIA AL BANDO — Il
Comune di Pinerolo ha pubblicato il bando di
gara per pubblico incanto per l’affidamento
dell’incarico di progettazione esecutiva e direzione lavori per la realizzazione della Scuola nazionale federale di equitazione. Il termine di
presentazione dell’offerta è il 25 settembre 2002.
PONTE CHISONE: A SETTEMBRE L’INIZIO LAVORI? — Siamo arrivati a un punto cruciale per il
futuro ponte Chisone. Il 26 agosto scade il termine per la presentazione delle domande di
partecipazione al bando per le imprese. Il 27 si
procederà all’apertura delle buste e il 28 agosto
sarà dichiarata l’impresa aggiudicataria. L’inizio
dei lavori sarebbe così previsto per settembre.
GITA IN VAL BREGAGLIA — In occasione dei festeggiamenti in Bregaglia, nella Svizzera italiana, per i 450 della Riforma, la Chiesa valdese di
Villar Pellice con il Centro culturale valdese organizza, nei giorni 11, 12 e 13 ottobre, una gita
in vai Bregaglia con visita ai luoghi storici e delle
mostre allestite nella chiesa di Castasegna e nel
Palazzo Salis di Chiavenna. Chi fosse interessato
alla gita è invitato a darne comunicazione entro
il 10 settembre al Centro culturale (0121-932179)
o al pastore Gardiol (0121-930713). ,
DANNI GRANDINE: L’ON. MERLO INTERROGA —
A seguito delle ripetute grandinate l’agricoltura
di molte parti del Piemonte è in ginocchio; anche il Pinerolese e segnatamente la zona fra Bricherasio, Cavour, Campiglione e Bibiana è stata
colpita a inizio mese da una grandinata senza
precedenti, coinvolgendo 300 aziende, con una
superficie di 2.000 ettari e 9 milioni di euro di
danni. L’on. Merlo ha presentato al ministro
Alemanno un’interrogazione sollevando la questione delle difficoltà a cui vanno periodicamente incontro gli agricoltori, non ultima il pesante
iter burocratico che incontrano le aziende.
NELLE CHIESE VALDESI
PRAMOLLO — Venerdì 30 agosto, alle 20,45, nella
sala delle attività, avrà luogo un incontro con il
magistrato Marco Bouchard su «Genitori e figli:
conflittualità nell’ambito della nuova famiglia».
PRAROSTINO — Domenica 25 agosto culto alle 9 al
Roc e alle 10,30 a Roccapiatta.
TORRE PELLICE — Domenica 25 agosto, alle 21,
nell’aula sinodale, ci sarà un dibattito «Templi,
centenari, ricerca storica: il tempio valdese di
Torre Pellice»; in occasione del 150“ anniversario
della costruzione del tempio. Nel corso della serata verrà presentato il 44" numero di La beidana.
Frali: schiarite per impianti di risalita e strade
Un «portafoglio» per Frali
In un incontro molto partecipato, si è fatto il punto con il
Tome sul futuro della località turistica della vai Germanasca
BARBARA GRILL
UN centinaio di persone ha accolto lunedì 13 agosto a Prali la
visita di alcuni esponenti
del Toroc e delle amministrazioni locali per sentire le novità su Prali, i
suoi impianti di risalita,
la sua strada, a dimostrazione di quanto l’evento
olimpico e le sue implicazioni sul territorio, sulla sua storia, economia e
cultura preoccupino e al
tempo stesso interessino
la popolazione della vai
Germanasca. All’incontro, organizzato dal Comune di Prali e ospitato
dalla locale Chiesa valdese, hanno partecipato Erminio Ribet, vicedirettore
dei rapporti con il territorio del Toroc, Francesco
Jaime, sindaco di Sestriere, Franco Grill, sindaco
di Prali e Marco Bourlot,
vicepresidente della Comunità montana valli
Chisone e Germanasca.
Prali condivide con
Chiomonte un difficile
rapporto con le olimpiadi torinesi del 2006: promossa a sito di allenamento senza «portafoglio», ha dovuto fare i
conti con annate senza
neve e con una alluvione, quella del 2000, che
ha portato alla luce in
modo drammatico la situazione idrogeologica
della vallata. La chiusura
definitiva della seggiovia
lo scorso 2 giugno, per
mancanza di collaudo,
non ha neppure permesso di potersi avvalere
della proroga di due anni
che il governo ha approvato a fine luglio per gli
impianti a fune. È una situazione non facile, alleggerita solo in parte
dall’inserimento degli
impianti di risalita nell’elenco delle opere connesse all’evento olimpico, con un contributo di
poco superiore ai 6 milioni di euro. L’operazione, sostenuta fortemente
dalla Comunità montana
valli Chisone e Germanasca, proprietaria dei
tre impianti di risalita,
dovrebbe consentire la
disciplina dello sci per il
prossimo anno.
Strade e ricettività sono, al pari degli impianti
di gara, una delle preoccupazioni maggiori del
Comitato olimpico. Dei
700 milioni di euro destinati alla viabilità di Torino e delle sue vallate, cir
Luserna San Giovanni
Nuovo gemellaggio
Uruguay, Repubblica
slovacca e, da quest’anno, anche Francia. Dopo
Colonia Vaidense e Prievidza, Luserna San Giovanni firma un nuovo gemellaggio con il comune
francese di Savines-leLac, importante cittadina
turistica sulle sponde del
lago di Embrun. I rapporti tra Luserna e Savines
non sono nuovi: da molti
anni ci sono contatti fra i
vigili del fuoco lusernesi e
i colleghi d’Oltralpe ed è
già cosa fatta il gemellaggio fra la sezione locale
dell’Avis e l’omologa organizzazione francese.
Gli ospiti arriveranno
in vai Pellice sabato 31
agosto; alle 16 si terrà il
ricevimento in piazza
Partigiani, a cui seguirà la
firma ufficiale in municipio. Alle 17 nell’auditorium di via Deportati e
Internati è stato organizzato un convegno sul
«volontariato europeo».
Si proseguirà con cena e
serata danzante al bocciodromo di Luserna Alta. Domenica 31 alle 9 il
ritrovo in piazza Partigiani, poi la visita al centro
storico di Luserna, alle 11
l’appuntamento si sposta
alla Pro Loco con la degustazione di prodotti locali e alle 11,30 l’aperitivo
in piazza XVII Febbraio
(foto). Nel pomeriggio visita alla cappella di San
Bernardino a Lusernetta.
Raccolta di firme della CgiI
Diritti dei lavoratori
Come è noto la Cgil ha
lanciato una campagna
di raccolta di firme per
difendere i diritti di milioni di lavoratori e lavoratrici: serviranno per
due referendum abrogativi e due proposte di
legge popolare. I referendum abrogativi riguarderanno la modifica dell’art. 18 che, coni
pretesto della flessibilità
che dovrebbe creare più
occupazione, toglie a
una serie di lavoratori
diritti e dignità faticosamente conquistati; in secondo luogo si propongono di contrastare i
provvedimenti contenuti
nella delega sul mercato
del lavoro, e la filosofia
che li sostiene, fondata
sull’idea che occorre a
prire ai privati tutti i servizi e che i lavoratori e il
lavoro sono una merce
come un’altra sul mercato. Si vogliono anche presentare due proposte di
legge per estendere i diritti a chi oggi ne è privo,
a cominciare dai famosi
co.co.co (collaboratori
coordinati continuativi) e
per aumentare l’indennità di disoccupazione ed
estendere la cassa inte
grazione a tutti i settori e
alle imprese di tutte le dimensioni. Il sindacato intende presentare molte
più firme del necessario:
l’obiettivo è 5 milioni di
firme. Chi non l’ha già
fatto potrà firmare anche
durante i giorni del Sinodo a un tavolo nel cortile
della Casa valdese, (m.r.j
ca 3,5 milioni verranno
utilizzati per la messa in
sicurezza della provinciale per Prali. Interventi
comunque che non toccheranno quella parte di
strada intorno alla Gianna per la quale la Provincia sta studiando soluzioni alternative. Un dibattito al quale non è
stato forse lasciato il giusto spazio ha invece portato l’attenzione sulle
problematiche legate alla
ricettività, lasciata interamente all’iniziativa
privata. Prali oggi conta
due soli alberghi, troppo
pochi per l’accoglienza
quotidiana dei turisti, insufficienti e non idonei
ad accogliere squadre e
.accompagnatori.
Con il 13 agosto 2002,
Prali riparte con un piccolo «portafoglio» a sostegno dei suoi progetti
per gli impianti di risalita
e la messa in sicurezza
della strada. A questi si
aggiungono ritroVàti accordi con la Comunità
montana e con la Provin
cia, per ripensare insieme strategie di rilancio
per la montagna, grazie
alla quale, è hene ricordarlo, le olimpiadi invernali possono avere luogo.
Valli Chisone e Gernnanascà]
Incentivi economici]
per le imprese
DAVIDE ROSSO
La situazione di crisi
dell’industria valligiana preoccupa le istituzioni. Da tempo sono allo
studio iniziative per cercare di far fronte alla perdita di posti di lavoro e alla crisi economica dando
impulso alla piccola imprenditoria storicamente
non molto diffusa.
Proprio per sviluppare
la piccola impresa in vai
Chisone e Germanasca la
Comunità montana sta
lavorando a progetti che
mirano ad aiutare soprattutto i giovani. Proprio in questo senso in
questi giorni si è concretizzata un’iniziativa che
mira a garantire un accesso agevolato al credito per le imprese che dimostreranno di avere intenzione di svilupparsi.
«Con la nostra iniziativa - dice Renato Rihet,
assessore al Lavoro della
Comunità montana - intendiamo intervenire sotto il profilo economico
per aiutare lo sviluppo
dell’imprenditoria. Abbattendo il tasso d’interesse sui prestiti chiesti
alle banche per crescere
e innovare»^ Gli incentivi
economici previsti dalla
Comunità in effetti sono
rivolti ad artigiani’
mercianti, agricoli
si rivolgeranno al Si
bancario, e che pot
richiedere l’aiuto
Comunità montam.
coprirà il 2% delle
se del prestito. «Il
interesse - contini
bet - scenderà così
6% al 3-4% sull
25.000 euro delpa
Il programma di
tivi previsto dalla Q
nità inoltre prevei
aiuto del 3%, ai tre
ritenuti più imporì
nell’ottica dello svili
gli imprenditori gio,
(sotto i 36 anni),
ne-imprenditrici, eli
tore agricolo cheoi
nel «tipico».
Appositamente pi
parte da zero nella
zione di un impresa
ne la Comunità moi
e le Cooperative di
zia operanti sul tei
hanno siglato un aci
che offrirà 1’;
credito di 7.500 euro
borsabili in 3 anni a i
zero (interessi cop
dalla Comunità mo
na). Dai 7.500 ai 21
euro ci sarà l’abbatt
to del 3% sugli intei
Le cooperative gara
scono il 50% del capii
quanto basta alle bau
per concedere il presi
cofflmis
Comuni
cere po
caffè ne
ottimo 1
econom
due sali
ammirai
lo splen
quale si
le, tutti
dotate d:
Gli an
amici Si
primi gl
árcondí
Igiovan
je «Lou
Danni airaghcoltura causati dalla fauna selvatia
La Regione è inadempiente
Elvi
Isof
vile
ie,tipo
ao guari
toei pr
tia le pi
terra eh
Durante l’ultima riunione del Comitato di gestione del Comprensorio
alpino Torino 1 (Ca Tol)
si è confermata in tutta la
sua gravità la situazione
dei danni all’agricoltura
da fauna selvatica. I danni accertati sono in aumento e nel contempo la
Regione Piemonte, che
ha per compito il pagamento dei danni e ha demandato ai Ca e agli Atc
l’accertamento dei danni
stessi e il rimborso, trasferisce da anni somme
molto lontane dall’accertato. Nel caso del Ca Tol
per qualche anno il comitato di gestione decise di
pagare con proprie somme i risarcifnenti ma da
un paio di anni questo
non accade più. Il risultato è che alla fine del primo semestre 2002 i danni
non rimborsati ma accertati ammontano a 109
milioni di lire. Ben 105 gli
agricoltori non risarciti
nel 2001,22 nel primo semestre di quest’anno.
Non è superfluo sottolineare quanto questi
danni, ripetuti negli anni
e ora neppure rimborsati,
finiscano per allontanare
dall’agricoltura anche
quei pochi volenterosi
che fin qui hanno coltivato in montagna. Ora da
più parti si stanno levando segnali di protesta. Il
rappresentante della Comunità montana vai Pellice in seno al comprensorio alpino, Piervaldo
Rostan, ha inviato nei
giorni scorsi una lettera ai
presidenti delle altre due
Comunità montane del
Pinerolese sollecitando
una comune protesta.
«Durante l’ultima riunione del Ca To 1 si è ipotizzato che le Comunità
montane, insieme, individuino uno studio legale
onde far partire verso la
Regione Piemonte;'^
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Iniziativa al Sinodo di un gruppo di dipendenti
A favore degli ospedali valdes
La crisi degli ospedali
valdesi delle Valli e di Torino sarà senza dubbio
uno dei temi caldi del
prossimo Sinodo delle
chiese valdesi e metodiste che inizierà a Torre
Pellice il 25 agosto. Sul
territorio valligiano il
problema è molto sentito
e non sono mancati in
questi mesi incontri e dibattiti dove è stata esplicitata la preoccupazione
per una situazione che
può avere risvolti preoccupanti per la chiesa ma
anche occupazionali e di
servizio offertoal territorio dai due nosocomi.
Recentemente alcuni
dipendenti degli ospedali
in particolare hanno manifestato, in alcune lettere pubbliche e in incontri
aperti ai cittadini, la loro
preoccupazione e il loro
disagio per la situazione
e per la necessità di avere
maggiori informazioni
sugli ospedali proprio in
questo momento critico.
Per sostenere con forza
gli ospedali, un gruppo di
operatori ha dato appuntamento alla popolazione
delle Valli per le ore 15
del 25 agosto a Torre Pellice, all’inaugurazione
del Sinodo, perchè gli
ospedali «sono un servizio di tutti, per tutti» e
«occorre lottare insieme
per difenderli».^L’appuntamento del 25 ha l’intenzione di far sentire, in
modo significativo e forte, la voce degli operatori
degli ospedali e fiuella
delle persone che vivono
più intensamente la
stione. Un modo,c*>
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gendosiallacittad^
«per testimoniare
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i nostri ospedali nm,
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I. un certo momento avea portato addirittura al
I coBimissariamento del
Comune. È un vero piacete poter prendere un
caffè nel bar, gustare un
I ottinio pranzo a prezzo
aconomico in una delle
due sale del ristorante,
ammirare il Frioland dalI lo splendido terrazzo sul
j quale si aprono le camelie, tutte ben arredate e
I dotate di ampi servizi.
Gli angrognini e molti
1 amici sono accorsi nei
j primi giorni di apertura,
I ^condando di simpatia
ligiovani dell’associazio|iie«Lou cialoun» che si
sono buttati nella diffìcile impresa di far rivivere
e dare un nuovo impulso
a questa struttura che
decisamente mancava ad
Angrogna. Anche i numerosi turisti che visitano la valle e si fermano
nel capoluogo potranno
finalmente godersi un
caffè 0 un panino. Si spera che anche nel corso
normale dell’anno non
vengano a mancare gli
avventori e quanti, in
particolare le famiglie,
desiderano un soggiorno
tranquillo in un tipico
angolo delle valli, a prezzi convenienti. Il Pomo
d’oro offre la pensione
completa, la mezza pensione e il semplice pernottamento con colazione. Quanto al cibo, oltre
alla cucina casalinga con
prodotti locali e, ove possibile, di produzione biologica, sono previsti me
nu per i vegetariani, cene
dal mondo, ovvero incursioni gastronomiche
nella altre culture, menu
turistici, speciali a richiesta, «merende sinoire».
La pensione si trova in
piazza Roma 3 ad Angrogna, tei. 0121-944302, email; liago@virgilio.it.
DO euraà
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Un bel libro fotografico sulla località della vai Maira
Elva, un paese occitano
MARIA ROSA FABBRINI
Ivatid
monte;|i
I soffermi sui profili, quando osservi le nuvole e loro, come un aquiloti portano in mezzo al cielo. Ti fanguardare quello che vedono dall’ale i profili, allora, li cerchi in basso,
tele pieghe della montagna e della
lena che cambia continuamente foriiliie colore, tra i solchi di strade disellate dall’uomo, tra i pascoli, i prati.
St il volo si fa radente, riesci anche a
soifermarti sulle case, gettare lo sguarÉì attraverso una porta aperta, una fiisstra, sui bicchieri vuoti abbandonati
delle veti *
mcieiniii*
to
isarcitì ™tevolo. E iacontri storie di uomini e
Restai di vecchi e.di bambini, che ti
,jj(g ¡] p parlano senza parole, e capisci tutto al
mpreni sguardo, guidato dalla fantasia
nanse trasforma in emozione,
leCom Agente di montagna quella che sorleroleP p'*di; gente che ha nella memoria il
dato l’ii della terra, le slitte cariche di fierione; « * ^bo, sotto il colle della El
ei dati ^ gusto sempre uguale di polenlunasel Patate e formaggio, la raccolta delle
vitàveil falette e delle erbe officinali, le case
istruite con l’aiuto di tutta la borgata,
jaterra conosciuta metro per metro, gli
®verni passati in giro a cacciare martore volpi, le fumate sullo sgabello, nella
stalla, a guardare il bestiame, i pensieri
le conili
alla lei
3, foni
Regioni
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ìlle capi
esso,
pensati mentre si lavora e si cammina,
perché quando si va a letto ci si addormenta subito. Gente che seguiva le stagioni e i tempi, da sempre; che guardava il cielo e ne ifnparava subito la lingua
perché il cielo non parla due volte e dcr
vi ricordarlo quando ti sembra di non
farcela a tenerti dentro tutto il silenzio.
La coppa vuota l’alzavano dopo che le
risse d’osteria si erano zittite e non restava che prendere una lampada e uscire nella notte; hanno vissuto momenti
ciechi di suono e stagioni di fuga, loro,
ma ancora sperano; anche i vecchi.
Sperano che di anno in anno ci si possa
rivedere, e lo dicono 1 loro volti entrati
sulla via del ritorno, dopo che la vita
l’hanno conosciuta tutta. E patita.
Poi qualcuno arriva, mette insieme
quella fantasia, quell’emozione e quelle storie senza parole, le fotografa e ne
fa un libro che è poesia. Un libro tutto
da sfogliare, senza chiedersi troppo chi
e dove; basta guardare e dopo, solo dopo, entrare nel testo bello e intenso
quanto le fotografie. Alla fine sapremo
molto di Elva, paese occitano, fotografato da Michele Pellegrino e raccontato
da Diego Anghilante*.
{*) Elva, un paese occitano. Fotografie
di Michele Pellegrino, testi di Diego Anghilante. Blu Edizioni, 2002, Peveragno.
Vi si è tenuta la festa degli anziani di Villar Pellice
La vecchia scuola della Piantà
JIWIA DAVIT
il giugno si è svolta
j badizionale festa
alla scuola
c,P'antà a Villar Pellivani ^“'^‘^isioro, con gio/."'^uo giovani, ha
nizzato un pranzo
lai e nel pome
aggio 11 pastore Vito Garriu
ìdo, coé pastore Vito (
ratorirf ¡‘¿Proseguitola
ittadinl stì una riflessione
tiare ad tn della vita. Mol
tiare aw to an vita. Mol
iortana* «gruppo
..Il am . ^rrnotiichp,,
lali tid’ averp *^”rche», che dopo
». inni .f'^'^ompagnato gli
ha allietato
te'aconi carni PO
Polari, il “torn eanti P«'
mentn o'oso con mo
«conviviale»,
anziani ricor
0 con nostalgia il
) r^oi frequentascuola: «Studiaalla terza ele
sentarp • ^erza eiePetw'’.ri un’unica aula
1.2'1'taeognu
Quarto . bequentare
'<0ve^ ® quinta ci si
r®p alla ?°stare al cenbdnai! Srande école”
o> così come per
sostenere l’esame di terza. I bocciati erano molti
e la disciplina molto rigida; per riscaldarci portavamo ogni giorno un
pezzo di legno per accendere la stufa. Le materie
erano lettura, storia, geografia, matematica, musica sacra, l’approfondimento della Bibbia, mentre nel pomeriggio facevamo alcune ore di lavoro domestico: avevamo
un quaderno a righe e
uno a quadretti e la penna che intingevamo nelTinchiostro ragalatoci dal
Comune; come diario
usavamo una piccola lavagna, la cartella era di
legno e d’inverno la usavamo anche come slitta».
«L’abbigliamento era
costituito da un grembiule nero con il colletto
bianco per le ragazze proseguono i ricordi - e
da un giubbotto, sempre
nero, per i ragazzi; in inverno portavamo zoccoli
e calzettoni di lana. Le
maestre durante Tanno
vivevano in un alloggio
vicino alla scuola e ave
vano Tobbligo di residenza; la scuola era aperta dai primi di ottobre ai primi di maggio,
e nel periodo invernale
veniva utilizzata anche
per altre attività come
le riunioni quartierali,
la scuola domenicale e
l’unione giovanile».
Alcuni anni fa il Concistoro ha provveduto alla
ristrutturazione della casa della maestra, trasformandola in cucina, e vi è
stato costruito un bagno.
Recentemente il pavimento di legno è stato
sostituito da piastrelle.
Oggi la scuola viene utilizzata per le riunioni
quartierali e da coloro
che desiderano organizzare feste, approfittando del luogo spazioso e
tranquillo; durante il periodo estivo ospita gruppi
e famiglie che vogliono
trascorrere vacanze alle
Valli. La sua costruzione
risale alla fine ’800, inizio
' ’900, e la struttura è dedicata allá memoria di
Emilio Talmon, caduto
nel periodo del fascismo.
APPUNTAMENTI
23 agosto, venerdì
RORÀ: Nel tempio, alle 21, concerto
del Grupo vocal Sur dall’Uruguay.
VILLAR PELLICE: Alle 17,30, al villaggio Crumière, inaugurazione della
mostra del pittore argentino Aldo
Achegoy, aperta fino alT8 settembre.
TORRE PELLICE: Alla biblioteca della Casa valdese, con inizio alle 20,30,
serata di presentazióne delT«Associazione protestante cinema Roberto
Sbaffi»; interventi di Gianna Urizio e
Alberto Corsani.
24 agosto, sabato
SAN SECONDO: Alle 21, in piazza
Europa, per la rassegna «Musica in
piazza, «Ciack, si suona», film e musica
proposti dagli Architorti.
TORRE PELLICE: Alle 20,30, al cinema Trento, il regista Marco Bechis presenta il suo film «Hijos».
25 agosto, domenica
TORRE PELLICE: Alle 21, nell’aula
sinodale, serata pubblica della Società
di studi valdesi, dedicata ai 150 anni
del tempio di Torre Pellice.
ANGROGNA: Al rifugio del Colle della Vaccer^ musica e danze occitane
con i «Sounaires vai Pelis».
BOBBIO PELLICE: Organizzata dal
Cai, si svolge la Festa al bivacco Soardi
al Boucie, con Formai tradizionale
«Concerto fra le vette».
28 agosto, mercoledì
PINEROLO: Nel centro storico, fino
al 1“ settembre, XXVI Rassegna dell’artigianato del Pinerolese; apertura ore
17,30 con la partecipazione della banda Ana di Pinerolo, del gruppo «La Vigoneisa», del Gruppo coreografico pinerolese. Alle 21,30 in piazza Vittorio
Veneto, serata con l’Orchestra delle sigle di «Zelig», Freddy Colt & bis Red
Cat «Zazou Band».
TORRE PELLICE: Alle 21,15, alla biblioteca Carlo Levi, Assemblea teatro
presenta «Parole spezzate», lettera
aperta a Pinochet.
29 agosto, giovedì
PINEROLO: Per l’edizione 2002 della
Rassegna delTartigianato, in piazza
Vittorio Veneto, alle 21,45, serata di ca^
baret con «Mago Berry».
30 agosto, venerdì
PINEROLO: Nell’ambito della rassegna delTartigianato, nel salone della
biblioteca Alliaudi, alle 17,30, incontro
con Fredo Olivero sullo sfruttamento
del lavoro minorile. Alle 21,30 in piazza
Vittorio Veneto, «Concerto grosso» live
con l’orchestra d’archi diretta da Maurizio Salvi.
31 agosto, sabato
LUSERNA SAN GIOVANNI: Fino alla
domenica 1° settembre, cerimonie di
gemellaggio con Savines le Lac.
La Festa delFUnità in piazza Muston a Torre Pellice
Nove serate ben riuscite
In piazza Muston a
Torre Pellice si smontano gli stand della Festa
dell’Unità che, come di
consueto, ha realizzato
per nove serate un piacevole luogo di incontro
per tante persone, vecchi
amici e compaesani che,
pur abitando vicino, nel
corso dell’anno difficilmente hanno occasiorie
di chiacchierare e discutere come succede intorno ai tavoli della Festa,
con le splendide costine
di Aldo, la favolosa pasta
e fagioli di Gianni e i
cocktails esotici di Gio
vanna. Molti i giovani,
buona la musica con una
serata rievocativa dei
Beatles curata dai Revolver e una di casino musicale pieno di allegria con
il famoso Davidone e soci. Più gente del solito,
più interesse ai dibattiti
sugli ospedali e sulle amministrazioni locali, con
una serata di alto contenuto politico nella testimonianza portata dal
sen. Passone sulle battaglie dell’Ulivo contro la
prepotenza del governo
sulle questioni della giustizia, e sulle violazioni al
regolamento del Senato
motivate dalla fretta di
Berlusconi e Previti per
difendersi dai processi
che li riguardano. Il tempo è stato clemente e anche in librerìa si è venduto per oltre 2.000 èuro:
che sia un segno di speranza? Speriamo di sì.
Un prolungamento della Festa si avrà a novembre, con la «Cena per un
amico», che quest’anno
si terrà alla Foresteria
valdese di Torre Pellice, i
cui proventi saranno
quest’anno offerti agli
ospedali valdesi, (m.r)
L’ECO
DELLE VALLI VALDESI della Chiesa Valdese
■' Gettate lungi da voi tutte le voiUe trasgressioni per le quali avete peccato, e lotevi un cuor nuovo <
> spirito nuovo,.
Nel momento in cui si rilancia alle
Valli il tema «chiese-territorio» leggiamo con interesse che nella Conferenza del 1° distretto del 1952 molti interventi chiedono il rilancio della «Pro
Valli» e viene nominato un Comitato
composto dal past. Ernesto Àyassot,
dal dott. Italo Mathieu, dal prof. Ernesto Tron, dalTaw. Ettore Serafino è
dal sig. Abele Geymonat. Si propone
che la Pro Valli si occupi anche
delTinsegnamento nelle scuole del
francese «la cui importanza pratica e
spirituale è grande per i valdesi».Gli
insegnanti evangelici sono convocati
a Torre Pellice per un convegno
dell’Aice dove Mario Gliozzi, membro
del Comitato superiore della Pubblica
istruzione (se non sbaglio il suocero di
Anna Bertolè, assessore alla Cultura al
Comune di Torre Pellice, a cui facciamo, fra l’altro, molti auguri per la sua
salute), parlerà sul tema della «Riforma delia scuola».
Molto interessante un articolo del
dott. Luigi Rochat che prosegue il dibattito sulla modificazione dei lavori
sinodali (vedi puntate precedenti di
questa rubrica), e dopo aver mostrato
il suo scetticismo verso pure modifiche
di regolamento e anche verso il lavoro
in commissioni, sostiene che un reale
miglioramento potrà venire solo dal
dare più peso ed efficacia alle Conferenze, distrettuali, con un aumento dei
distretti e due ampie riunioni, una In
giugno e J’altra in ottobre: la prima per
portare in Sinodo i temi più rilevanti,
la seconda per studiare l’applicazione
delle decisioni sinodali. Una proposta
che, a mio avviso, resta validissima anche oggi. Dopo i recenti festeggiamenti
per i 150 anni del tempio di Torre, vai
la pena anche rileggere la cronaca
delTfico per la celebrazione dèi cente
nario: anche allora giornata di gran festa, con valdesi di tutte le comunità, da
Piume a Ivrea, da Marsiglia a New York
e all’Uruguay, culto del past. Ernesto
Ayassot, messaggio del vicemoderatore
Ermanno Rostan sul necessario rinnovo spirituale che deve accompagnare il
restauro delTedificio, corona portata
alla tromba di Beckwith, con la scritta
«Souvenir reconnaissant», fiaccolata,
lettura di poesie, fuochi artificiali, la
corale e l’immancabile Giuro... E a proposito di inaugurazioni, Alfredo Janavel riferisce dì quella del tempio valdese a New York, avvenuta il 15 giugno,
in una sinagoga acquistata e trasformata, che ospita anche un raro esemplare di una delle prime edizioni della
Bibbia di Diodati.
La chiesa di New York era stata fondata come Missione valdese nel 1910,
grazie allo zelo del pastore dot di Riclaretto e aveva avuto per 40 anni il
servizio del past. Griglio di Frali. Intanto ad Agape si tengono incontri assai
interessanti: la Settimana Teologica,
che veniva allora organizzata con la
Facoltà di teologia ( non c'era ancora il
Sae) sul tema delTecclesioIogia; un
campo internazionale su «Il protestantesimo nel mondo italiano» (viene da
pensare alTattuale Forum della cultura) e uno italiano su «Fosslbilità di un
dramma sacro» (siamo nel delicato
momento di trapasso delle filodrammatiche dalla classica recita del 17 febbraio ad altri testi e però alla ricerca di
mantenere alti i contenuti del messaggio che si vuoi trasmettere) ., Intanto ci
si prepara al 15 agosto: le feste, nel
1952 sono ben tre: per la vai Pellice al
Prassuit, per la vai Chisone al Clot di
Inverso Pìnasca, per la vai Germanasca
(il 17) al Colle delle Fontane.
(acuradìMarcoRosmn)
SERVIZI
GUARDIA MEDICA
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 800-233111
GUARDIA FARMACEUTICA
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 25 AGOSTO
Torre Pellice: Internazionale
- via Arnaud 8, tel. 91374
Perosa Argentina: Bagliani
- p.za Marconi 6, tei. 81261
Pinerolo: Bricco - via Nazionale 32, tei. 201424
SERVIZIO INFERMIERISTICO
presso I distretti
SERVIZIO ELIAMBUUNZA
telefono 118
CINEMA
TORRE PELLICE — Il
Cinema Trento propone,
giovedì 22 agosto, ore
20.30, Scooby-doo; venerdì 23, ore 21,15, Casomai; sabato 24, ore 21,15,
Hijos, figli; domenica 25,
alle ore 21,15, Wind
talkers; lunedì 26, ore
21,15, Spider man; martedì 27, alle ore 21,15, No
man’s land; mercoledì
28, ore 21,15, Dont’Say a
word; giovedì 29, ore
20.30, Monster & Co; ore
22,10, Gosford park; venerdì 30, ore 21,15, L’ora
dì religione; sabato 31,
ore 20,30, Lilo & Stitch;
domenica 1° settembre,
alle ore 21,15, Verso
Oriente: lunedì 2, ore
20.30, Scooby-doo. Dal 3
al 16 settembre, chiuso
per ferie.
FENESTRELLE — In
zona casermette l’Associazione Pro Loco propone, la sera di giovedì 22
agosto, Atlantis, l’impero
perduto.
SAN SECONDO — In
piazza Europa, venerdì 23
agosto, alle 21,30, Il signore degli anelli.
LUSERNA S. GIOVANNI — Martedì 29 agosto,
al Rifugio Carlo Alberto
(gratuito), «Himalaya».
L’ingresso a tutte le serate costa 3,5 euro.
ERRATA I
Come integrazione di
quanto pubblicato nell’
ultimo numero del giornale (pagina 14 del numero 31 del 2 agosto) a
proposito del vallone degli Invincibili, segnaliamo che tra i recenti punti di appoggio logistico,
sia come pernottamento
che come ristorazione,
va annoverato il villaggio
Crumière (rivolgersi ad
Agess Spa, piazza Jervis
1, 10060 Villar Pellice, tei.
0121-934907; e-mail:
agess@libero.it). Per chi
va in tenda, segnaliamo
anche il camping Pino
Blu, via I Maggio 17, tei.
0121-930795, sempre a
Villar Pellice. Inoltre il citato posto tappa a Caugis, annunciato come in
via di allestimento da
parte della Comunità
montana, non sarà allestito. Ci scusiamo per
queste imprecisioni, dovute in parte alla scheda
pubblicata sulla Rivista
della montagna in un
momento in cui il villaggio Crumière non era ancora inaugurato, (m.r.)
Monica Natali
è lieta di annunciare
l’apertura deila liuova
UBRERIA MUSICALE
via Repubblica 17/c
Torre PeDìce
tei. 0121-91188.
10
PAG. 10 RIFORMA
Assistenza fiscale e tributaria
• Contabilità ordinaria e
semplificata
• Consulenza del lavoro - paghe
• Consulenza ambientale: rifiuti,
scarichi, emissioni in atmosfera
• Inizi e modifiche di attività
• Costituzione di società
• Creazione d'impresa con piani di
fattibilità personalizzati
• Assistenza nel rapporto con gli Enti
• Credito agevolato
• Sicurezza lavoro
Consulenza legale
• Assistenza messa a norma dei
locali
• Formazione professionale
• Promozione commerciale - export
• Consulenza gestionale e
marketing
• Servizi specializzati:
alimentaristi, autotrasporto,
edilizia, metalmeccanica, tessile e
abbigliamento
• Servizio assicurativo
Previdenza: patronato EPASA
La CI
CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO
IMPRESE TURISTICHE E IMPRESE FEMMINILI
TURISMO • SOMMINISTRAZIONE - AROGIANATO • COMMERCIO
SERVIZI • INDUSTRIA • AGRICOLTURA
BENEFICIARI
Per iniziative nel settore turistico - ricettivo e della ristorazione tipica:
Piccole e Medie Imprese (Pmi), Cooperative, Enti no - profit, Soggetti
privati (nel caso di “bed & breakfast”). A maggioranza sia femminile sia
maschile.
Per tutti i settori senza limitazione: Pmi e cooperative purché a
maggioranza femminile.
Sono ammesse imprese anche di nuova costituzione.
AGEVOLAZIONE
Contributi in conto capitale dal 15% al 60%, a seconda delle attività,
della tipologia di beneficiari, nonché della normativa prescelta.
SPESE AMMISSIBILI
Per iniziative nei settore turistico-ricettivo e della ristorazione tipica:
• Acquisto di terreni e immobili (max 10% del totale) • Lavori e ope
edili (compresi impianti tecnici) • Arredi e attrezzature (comprese quell«
di natura informatica) • Spese tecniche di progettazione / consulenza, i
Per tutti i settori senza limitazione, sostenute da imprese a maggiorana
femminile:
• Impianti generali • Macchinari e attrezzature • Arredi • Brevetti «
Software • Opere murarie e relativi oneri di progettazione e direzione
lavori • Studi di fattibilità, piani d’impresa, consulenze
AVVERTENZE IMPORTANTI
• Sono ammesse le spese per il rilevamento di attività preesistente se
sostenute da società a maggioranza femminile.
• Sono ammesse le società che a seguito di variazione abbiano un3
maggioranza femminile come richiesta dalla legge.
• Per le imprese prevalentemente femminili sono ammessi
retroattivamente anche le spese sostenute dal 1 giugno 2001
TERMINI
Si prevede l’apertura dei bandi tra marzo e aprile 2002.
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Per verìfiche di prefattibilità e per valutare la migliore agevolazione rivolgersi a:
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Luserna S. Giovanni - BORGO SAN DALMAZZO - Cuneo - Saluzzo - Savigliano - SUSA - Condove - Oulx
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Liazioni suggeriscono una
fpniia opposizione all’idea di
Ltire in modo privatistico le
wse idriche e ambientali.
Alle idee ultraliberiste
•streme si contrappongono
•li economisti keynesiani,
che esprimono una fiducia
unpo
meno dogmatica nei
Confronti del mercato. Evidenziano, per esempio, il fatiche gli individui prendono
decisioni in condizioni di incertezza, non hanno sempre
facile accesso all’informaziojeesono, in generale, eterogenei per preferenze, aspettative, dotazione di ricchez23, e altri fattori. Secondo i
Itewiesiani questi aspetti possono generare forti squilibri
sul mercato (disoccupazione,
razionamento o totale assenta di risorse per alcuni individui) che richiedono interventi pubblici di politica economica: le famose «politiche
economiche attive» tanto
odiate, in passato, dalla Thatcher e da Reagan.
La crescita demografica
La crescita demografica costituisce parte del problema:
è evidente che il forte trend
di incremento di una popolazione che ha già superato i
sei miliardi di individui, dediti in gran parte ad attività industriali, consumi inquinanti
osfmttamento intensivo del
territorio non può non provocare danni ambientali gravi, con buona pace di chi è
contrario a qualsiasi politica
di controllo demografico.
D’altra parte, l’incremento
demografico nel Terzo Mondo non è visto da tutti con la
stessa preoccupazione perché garantisce comunque
manodopera a prezzi irrisori
jsenza la minima tutela.
■ Alcuni studi economici
mostrano che il tasso di inpemento demografico tende
aridursi al crescere della spesa (pubblica) per l’istruzione.
Questo è in parte dovuto al
fatto che con il diffondersi
dell’educazione aumenta anche il numero di donne inserite nel mondo del lavoro e
tiuindi non più solo esclusivamente dedite alla famiglia.
Inoltre la spesa per educazione aumenta la «qualità» del
lavoro (il cosiddetto «capitale
umano») e la diffusione della
tecnologia. Con maggiore
crescita sono quindi possibili
■orme di protezione sociale
che non rendono più necessario «riporre nei molti figli»
'c speranze di sostentamento
per il futuro, come avviene
“elle fainiglie patriarcali traKionali. Infine, il consumaore «istruito» acquista una
samtna maggiore di beni e
cr^i, spesso prodotti anche
'“Europa.
Elice bene la lettrice che in
lettera su Riforma del 26
Il ^ ria posto lucidamente
problema della difficile
conciliazione tra etica, consumismo e crescita economica. Infatti è vero che la produzione di molti oggetti superflui garantisce la prosperità delle nostre imprese e dei
nostri lavoratori, ma il problema è quello di garantire a
tutti (quindi anche ai lavoratori del Terzo Mondo, spesso
privi dei difitti più elementari) la possibilità di acquistare
almeno i beni indispensabili,
se non quelli superflui.
Economia senza politica
Purtroppo ci troviamo di
fronte a un’economia globale, con mercati finanziari
«globali» ma senza alcuna
autorità di politica economica globale. Non a caso la globalizzazione dei mercati finanziari, che non ha mancato di suscitare presso molti
studiosi (tra cui il Premio Nobel per l’economia Tobin) il
timore di frequenti tempeste
finanziarie, è stata voluta dagli ambienti politici ed economici vicini ai grandi operatori finanziari, anche se è stata (forse troppo facilmente)
avvallata dalle forze politiche
progressiste. Ma è inutile e
sterile guardare al passato, e
adesso il problema è come
costruire una politica economica (e un’autorità di politica economica) «globale», visto che per ora l’unico potere
«globale» esistente è quello
delle multinazionali.
Anche l’ambiente richiede
una politica economica globale: rispetto ai tempi del
vertice di Kyoto sono state
sviluppate molte tecnologie
«pulite» (come i motori a
idrogeno, i sistemi di sfruttamento dell’energia eolica e
solare, lo stoccaggio di particelle inquinanti), che però
continuano a essere costose
e, per essere attuate, richiedono drastici interventi e incentivi. Pare difficile riuscire
a far fronte a tali emergenze
incentivando la riduzione del
potere di intervento di polìtica economica e il ruolo dello
stato, come fatto dagli ultraliberisti alla guida del Fondo
monetario internazionale e
della Banca mondiale
Il futuro globale
Anche la lotta per l’affermazione dei diritti più elementari e di condizioni dignitose per i lavoratori del Terzo
Mondo fa parte di questo
processo, perché il loro benessere determinerà anche
maggiore domanda per i nostri prodotti e maggiori sbocchi per le nostre industrie.
Molto può essere fatto anche dall’Europa, per esempio
condizionando i rapporti
commerciali con la tutela dei
diritti umani e di alcune elementari garanzie per i lavoratori. Tutto questo è molto difficile, ma anche la nostra vita
futura sarà più difficile se non
otteniamo qualche risultato.
Marco Mazzoli
associazione protestante cinema
23 agosto, nella Biblioteca della Casa valdese di
tab a » Beckwith, 2), aie ore 20,30, serata inaugu
a R u ® nuova Associazione protestante cinema intitolata
Koberto Sbaffr, giornalista e regista, tra i fondatori della
j“°rica Protestantesimo. Il programma prevede la presen^‘one deirassoclazione a cura di Gianna Urìzio e una
utenza di Alberto Corsani su
Un'etica che viene dallo schermo?
Nev
totizie evangeliche
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della federazione
delle Chiese
evangeliche
in Italia
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lei, 06-4825120 fax, 06-4828728
POSTA
f Tettamanzi
Ci lamentiamo a volte perché gli evangelici non si fanno sentire di più. Questa volta vorrei fare l’opposto, chiedendo se è proprio necessario, a volte, parlare. La notizia viene dal Nev ed è stata
ripresa da Riforma sul n. del
26 luglio: si tratta delle dichiarazioni del pastore battista Martin Ibarra e di quello
valdese Antonio Adamo a
proposito della nomina del
vescovo della chiesa cattolica
di Milano, cardinale Dionigi
Tettamanzi. Dalla notizia si
deduce che è stato il giornale
Avvenire a chiedere il parere
degli evangelici su tale nomina; per cortesia non si potevano rifiutare, ma anziché
cadere subito nelle categorie
che piacciono ai giornalisti
(ecumenico, non ecumenico,
progressista, conservatore)
avrebbero potuto dire che le
nostre chiese non riconoscono i vescovi e pertanto non
hanno nulla da dire sulla
scelta di un vescovo piuttosto che un altro.
Anche l’auspicio, fatto dai
due pastori, di una continuità nel dialogo ecumenico
sviluppatosi a Milano con il
card. Martini, continuità per
la quale si apprezza la nomina di Tettamanzi, non mi pare opportuno perché fa dipendere l’ecumenismo dall’atteggiqmento più o meno
aperto di un vescovo verso i
protestanti. È come se, per il
prossimo papa, noi ci pronunciassimo a favore di un
papa aperto e progressista.
Un Anticristo buonista resta
sempre un Anticristo, è questa la pietra di inciampo fondamentale nell’ecumenismo
con la chiesa di Roma; parlare di progressi o di arretramenti deU’ecumenismo non
significa gran che, anche se
sappiamo tutti che è importante dialogare e capirsi.
Vi è poi un dato interno al
protestantesimo; se, come io
penso, i due pastori di Milano
hanno sbagliato a esprimersi
a nome delle chiese evangeliche di Milano su Tettamanzi,
ha sbagliato anche il Nev a. riprendere tale dichiarazione e
a diffonderla, e anche Riforma poteva evitare di mettere
la notizia del Nev addirittura
in prima pagina. Il giornale
ha censurato, in altri casi, cose che sarebbe invece stato
bene e giusto pubblicare: come mai questa volta ha pubblicato una cosa che era bene
far passare sotto silenzio? Aggiungo, per gli estimatori del
card. Tettamanzi, che egli sta
preparando l’introduzione a
una biografia del famoso sacerdote spagnolo Josemaria
Escrivà de Balaguer, il quale
sarà proclamato santo (ah
questa mania!) il prossimo 6
ottobre dal papa. Escrivà de
Balaguer, per chi non lo sa
pesse, è il fondatore dell’Opus
Dei, che non è esattamente
una istituzione ecumenica.
Marco Rostan
Lusern San Giovanni
: Í L'amore
Ringrazio Didi Saccomanì
(Torino) per la corrispondenza pubblicata su Riforma n.
30, p. 11 del 26 luglio con il titolo «Gli aspetti dell’amore».
Questo numero 30 di Riforma
mi arriva solo qualche momento dopo aver accennato a
mia moglie (stupita), nel quadro di una nostra conversazione, la traccia di due prossimi articoli sul «matrimonio»,
tema di sempre più straordinaria attualità per la crisi che
lo attraversa.
Ebbene, condivido moltissimo il testo della corrispondenza succitata (propone temi «tremendi» che dovrebbero essere affrontati per una ricomprensione del matrimonio) ma, mentre v’è da ritenere che Gesù abbia dovuto sacrificare il suo eros per intuibili ragioni, sottoscrivo a due
mani l’ultimo periodo che riprendo, controfirmandolo e
volgendolo al maschile: «Criticare Paolo per un discorso
forse non ben riuscito mi farà
considerare un po’ eretico
(più di quanto già non appaia
a molti), ma non muove di
una virgola la mia fede».
Mario Affuso - Prato
G 8 di Genova
Caro direttore, all’articolo
«Genova un anno dopo», pubblicato su Riforma del 25 luglio scorso, ne potrebbe seguire un altro del tipo «Genova un anno e qualche settimana dopo» che tenesse conto degli elementi emersi negli
ultimi giorni riguardo al ruolo del giovane Carlo e dei
suoi compari sfasciacittà così
come risultano dagli ultimi
rapporti e dai filmati delle
tanto odiate forze dell’ordine. Indubbiamente ci sono
due modi anche tra i protestanti italiani (mi rifiuto di
pensare che ce ne sia uno solo a senso unico) di interpretare, giudicare, vivere gli
eventi sociali e politici del
nostro paese. Sentir parlare,
come risulta dall’articolo sopraccitato, di «riconsacrazione» di un luogo profanato un
anno prima dai potenti della
terra lascia, a dir poco, stralunati e allibiti quelli che non
fanno parte del gran coro di
voci solidali o commosse o
indignate che di questi tempi
pullulano su molte piazze
d’Italia su tutti i temi in discussione. Chi non si riconosce in questa parte ha perlomeno il diritto di dire forte e
chiaro che «quei potenti della
terra» rappresentano, pur coi
VIAGGIO DELLA DIACONIA
NELLA VALLE DEL RENO
Il viaggio che la Csd propone quest’anno ha come meta
alcune città importanti situate nella valle del Reno, in Svizzera e in Germania, alla ricerca del lavoro diaconale non
istituzionalizzato che vi svolgono le Stadtmission locali.
Il programma del viaggio, della durata di 5 giorni, inizia il
29 settembre, giornata nella quale si viaggia per raggiungere Bad Krotzigen in Germania dove sono previsti tutti e
quattro i pernottamenti.
Il 30 settembre è dedicato alla visita di Freiburg, del suo
duomo, del mercato, del progetto diaconale della locale
Stadtmission e termina con una gita nella Foresta Nera.
Il 1“ ottobre si visita la città di Basilea, si incontra la comunità valdese locale e si prende conoscenza della diffusa
diaconia della Stadtmission che vi opera.
Il 2 ottobre si discende la valle del Reno fino a Heidelberg
dove, accanto alla tradizionale visita turistica, si potrà conoscere come funzionano in città una Casa di riposo e un
ospedale.
Il 3 ottobre si effettua il viaggio di ritorno.
Questo è il programma di massima che sarà maggiormente dettagliato in seguito.
Le persone interessate a partecipare possono rivolgersi per
informazioni alla Csd-Commissione sinodale per la diaconia, via Angrogna 18, 10066 Torre Pellice; tei. 0121-953122;
fax 0121-953125; e-mail csd.diaconia@tpellice.it
loro limiti e difetti, i paesi democratici, ripeto «democratici» del mondo nel quale abbiamo avuto e abbiamo il privilegio di vivere da più di 50
anni in pace, cosa mai avvenuta nei secoli passati. Non si
tratta degli Hitler, Mussolini,
Stalin, Mao Tse Tung, Kim II
Sung, Fidel Castro, Saddam
Hussein e gente simile sparsa
nei vari continenti. Sono i
nostri (almeno per me) legittimi rappresentanti ai quali
posso solo augurare tanta
saggezza che possa anche fare propri i suggerimenti di
chi desidera sinceramente
migliorare questo mondo
senza ricorrere a preordinate
e sistematiche violenze.
Ernesto Incerti - Opera (Mi)
Non esistiamo
È veramente triste constatare ancora una volta che in
Italia, paese «talebano», noi
protestanti non esistiamo;
non solo noi piccola minoranza, ma il protestantesimo
in generale, mondiale o semplicemente europeo. Lo deduco dalle moltissime trasmissioni televisive in cui c’è
una sola e unica presenza, «il
prete»; lo deduco dalle riviste
che si definiscono «specializzate»; lo deduco dagli interventi dei politici, storici,
esperti che quotidianamente
riempiono le colonne dei
giornali; da tutti coloro che si
sono esaltati per la pastorale
del cardinal Martini, il quale
nel lasciare Milano esortava
la cristianità a un ritorno alla
Bibbia, dimenticando che un
tale appello era già stato fatto
500 anni fa da un signore di
nome Martin Lutero.
Lo deduco leggendo una
pagina de La Repubblica del
25 luglio che tratta la fede
«fai da te» dei giovani cristiani (cattolici naturalmente) e
che riporta sondaggi europei
di nazioni a maggioranza
protestante (mai citata). Viene scomodato a tale proposito anche il parere di Franco
Garelli, esperto di confessioni religiose e docente di So
ciologia airUniversità di Torino, il quale anziché di confessioni parla solo ed esclusivamente della sola confessione cattolica, ignorando
completamente le altre.
Dulcís in fundo... il giornale cita le minoranze religiose
in Italia, vale a dire ebrei,
buddisti, musulmani, esoterici. Sui protestanti silenzio
assoluto, buio fitto. Ripeto
che è triste constatare tutto
ciò, e aggiungo che è aberrante scoprire questo limite
della cultura italiana volutamente imposto. In questo
contesto, in questo clima, ha
ancora senso la parola ecumenismo?
Sergio Margara - Vercelli
Maria e rislam
Caro direttore, come è noto
l’Islam venera la perpetua
verginità di Maria. Ho chiesto
a un religioso musulmano,
incontrato per caso, il suo
pensiero sui passi del Vangelo (come Matteo 13, 55) in cui
si parla di fratelli [adelphoi) e
sorelle {adelphai) di Gesù.
Pur comprendendo il carattere filologico della domanda, egli ha detto però di considerare inaccettàbile il solo
pensiero che Maria, dopo il
suo parto sovrumano, abbia
potuto desiderarne e averne
altri. Come ha allattato il proprio bimbo, e come da sempre avviene con tante balie,
non è per niente insolito che
lo abbia fatto anche con figli
di parenti o conoscenti che,
cresciuti poi insieme a Gesù,
sono stati chiamati suoi fratelli e sorelle.
Ugo Piacentini - Savona
PARTECIPAZIONI
A Montreal (Canada), l’8 agosto è deceduto
Fernando Giulio Martinat
di anni 86
Lo annunciano la moglie Maria Carmela Gentile, il fratello
Enrico e famiglia, la sorella Nonne Micci e famiglia.
Montreal, 10 agosto 2002
Il 28 luglio è mancata
Emilia Oudry Battaglia
di anni 84
La famiglia porge un ringraziamento particolare a chi le è stato
vicino e l’ha assistita con amore,
alla dott.ssa Paola Grand, al pastore Claudio Pasquet e a tutte
le persone che in questa dolorosa circostanza hanno dimostrato
la loro stima e il loro affetto.
Torre Pellice, 23 agosto 2002
RINGRAZIAMENTO
«Egli asciugherà ogni lacrima
dai loro occhi e non ci sarà più
la morte, né cordoglio, né grido,
né dolore perché le cose
di prima sono passale.
Ecolui che siede sul trono
disse: “Ecco, io faccio nuove
tutte le cose”»
Apocalisse 21,4-5
All’età di 79 anni si è addormentata nel Signore, a Torre
Pellice
Elisabetta Celestra
ved. Mazzarella
Lo annunciano, nella certa speranza della risurrezione, i figli Donato con Rita e Franco con Nina.
I familiari esprimono un vivo
ringraziamento ai medici e al personale dell’Ospedale valdese di
Torre Pellice e ai pastori Claudio
Pasquet, Mario Berutti e Alberto
Taccia. Ringraziano inoltre tutti
coloro che hanno condiviso con
scritti 0 parole il loro dolore e la
loro fede nella resurrezione.
Torre Pellice, 9 agosto 2002
RINGRAZIAMENTO
«Il Signore è il mio pastore
nulla mi mancherà»
Salmo 23,1
Le figlie e i familiari tutti della
cara
Emma Gempp
ved. Bouchard
commossi e riconoscenti, ringraziano tutti coloro che con presenza, scritti, parole di conforto
e fiori hanno preso parte al loro
dolore.
Un particolare ringraziamento
al pastore Berutti, alla dott.ssa
Seves e al dott. Visconti.
Luserna San Giovanni
23 agosto 2002
RINGRAZIAMENTO
Il figlio e i familiari di
Emidio Gardioi
riconoscenti, ringraziano quanti si
sono uniti al loro dolore. Un particolare ringraziamento al reparto
Neurologia dell’Ospedale Agnelli
di Pinerolo, all’Ospedale valdese
di Torre Pellice, al dott. Bevacqua, alla sezione Ana di Angrogna e al past. Franco Taglierò.
Angrogna, 30 luglio 2002
RINGRAZIAMENTO
«lo vivo e voi vivrete... »
Giovanni 14, 9
i familiari di
Albertina Paschetto
ved. Gardioi
di anni 89
commossi per la dimostrazione
di stima e affetto tributata alla loro cara, nell’impossibilità di farlo
singolarmente, ringraziano quanti si sono uniti al loro dolore. Un
ringraziamento particolare alla
pastora Ursel Koenigsman per il
messaggio di speranza.
Miradolo di San Secondo
23 agosto 2002
12
PAG. 12 RIFORMA
Villaggio Globale
VENERDÌ 23 AGOSTO 2(Kft
In questo paese di oltre 130 milioni di abitanti, i cristiani sono soltanto 400.000
Bangladesh: la lotta quotidiana per la sopravvivenza
SARA SPEICHER*
Costruire la propria casa
sulla sabbia
\ prima vista, l’isola semjTibra idilliaca. I campi di
arachidi e le risaie sono di un
bel verde, galline e buoi pascolano in libertà e le capanne dal suolo di terra battuta
coperte di stoppia sono ben
tenute, nonostante la povertà.
Ma gli abitanti dell’isola hanno costruito le loro case sulla
sabbia, letteralmente. In Bangladesh, resistenza dei «carri», banchi di sabbia del Brahmaputra, è minacciata ogni
anno dalle alluvioni provocate dal monsone. Circa 230.000
persone vivono su questi
«carri», privi di elettricità, di
mezzi di comunicazione, di
servizi scolastici o sanitari,
""senza parlare delle minacce di
espulsione e del pericolo di
perdere i loro beni e perfino le
loro vite in caso di piena.
Questa gente insomma non
ha scelta: non ci sono terre disponibili nel paese.
Il Bangladesh è uno dei
paesi più poveri, più fortemente popolati e meno sviluppati del mondo. Oltre 130
milioni di abitanti vivono su
144.000 kmq, il che corrisponde allo stato americano
dello lowa. È la sovrappopolazione e la povertà che costringono tante persone a vivere in zone soggette alle alluvioni. Ogni anno, nella stagione del monsone, circa un
terzo del paese viene inondato. «Le alluvioni "normali” sono utili. È normale avere
25.000 kmq sott’acqua - dichiara Charles Sarkar, responsabile del Programma di
prevenzione delle catastrofi
della Commissione cristiana
dello sviluppo del Bangladesh
(Ccdb) -. La gente le apprezza
perché contribuiscono a fertilizzare la terra. Ma se oltre
50.000 kmq sono sott’acqua,
è una catastrofe». L’ultima di
queste catastrofi si è verificata nel 1998, quando 100.000
kmq, ossia due terzi del paese, sono state inondati, distruggendo le abitazioni di 25
milioni di persone.
L'azione dì «Act»
Nel Bangladesh i collaboratori deU’«Azione comune delle chiese» (Act) pongono l’accento sulla prevenzione delle
catastrofi. Essi incoraggiano
l’uso di capanne mobili per limitare le perdite in caso di alluvione, e l’insegnamento
nelle scuole delle misure da
adottare in caso di pericolo,
per citare solo questi esempi.
Sarkar insiste inoltre sulla necessità di ricorrere alle risorse
locali per fare fronte alle catastrofi. La Ccdb, ad esempio,
chiede agli imam di parlare di
questo argomento durante la
preghiera del venerdì. Sapendo che le catastrofi naturali
fanno parte della vita nel
Bangladesh, i cinque membri
di Act presenti nel paese coordinano le loro attività di
fronte a simili situazioni. La
Ccdb si occupa del coordinamento nel Sud, mentre il
«Rangpur Dinajpur Rural Service» lavora nel Nord.
Gli altri membri di Act sono
la Chiesa battista Sangha del
Bangladesh e la Chiesa del
Bangladesh (membri del Consiglio ecumenico delle chiese), e Koinonia. Anche se i cristiani in Bangladesh rappresentano una «minoranza minuscola» di circa 400.000 per
Uto
J^adìo
abbonamenti
interno
estero
sostenitore
euro 5,00
euro 10,00
euro 10,00
Bangladesh: durante l’alluvione del 1987
sone su una popolazione di
130 milioni, essi svolgono un
grande ruolo nello sviluppo
mrale e sociale, nelle cure sanitarie, nell’educazione, nella
prevenzione delle catastrofi e
nelle misure di emergenza. La
loro volontà di trovare nuove
forme di collaborazione deriva da un desiderio profondo
di offrire un servizio e una testimonianza cristiani a un
paese svantaggiato.
MIcrocredItl per
uno sviluppo sostenibile
Sudhir Adhikari, presidente
del Consiglio nazionale delle
chiese del Bangladesh (Nccb)
ricorda che all’inizio degli
Anni 70 alcune chiese davano
modesti prestiti a persone
che cercavano di lottare contro la povertà e di costruire
un futuro migliore per sé e
per le loro comunità. La chiesa confidava che i beneficiari,
guidati dai loro pastori, avrebbero rimborsato questi
prestiti. Ma fu un fallimento.
«I valori cristiani dell’amore e
del perdono incitavano di
fatto la gente a non rimborsare, perché sapevano che
sarebbero stati perdonati»,
dichiara Adhikari. Poi venne
Muhammed Yunus. Verso la
metà degli Anni 70, mentre
era direttore del Dipartimento dell’economia deU’Università di Chittagong, egli cominciò a proporre piccolissi
mi prestiti a gruppi locali di
artigiani per aiutarli a uscire dall’ingranaggio della povertà, creando i propri piccoli commerci. Così iniziò la
«Bangladesh Grameen Bank».
Da allora, essa ha fornito microcrediti per oltre 2,5 miliardi di dollari a più di 2 milioni
di persone deUe regioni rurali
del paese; il 94% dei beneficiari sono donne e il tasso di
rimborso dei prestiti è superiore al 99%.
Riprendendo l’idea di Yunus altre Ong, ivi compresi
programmi di sviluppo delle
chiese, hanno lanciato campagne di microcrediti che
hanno avuto molto successo
e godono di un tasso elevato
di rimborso. Secondo Adhikari, l’altra innovazione consisteva nel rivolgersi alle donne in una società islamica.
Nella comunità di Hahir Bari,
vicino a Dacca, la Ccdb ha
lanciato un progetto di mietocredito, d’intesa con le donne.
I rappresentanti del Cec hanno incontrato un comitato
molto attivo di 15 donne che
provvede alla supervisione di
questo progetto. Esse hanno
spiegato che nonostante il fatto che la loro comunità sia essenzialmente musulmana, si
sono rivolte alla Ccdb per aiutarle a investire i loro risparmi
in modo sicuro.
Prima del lancio di questo
progetto dovevano chiedere
soldi agli uomini per tutto: cibo, cure sanitarie, spese giornaliere. Con il denaro dei prestiti ricevuti hanno potuto
coltivare la terra e praticare
l’allevamento di capre e di
pesci che vendono al mercato. Modesti in partenza, i loro
progetti riguardano anche i
campi delle cure sanitarie,
dell’alimentazione e dell’educazione. Adesso sono loro ad
aiutare i propri mariti grazie
al denaro che hanno guadagnato. Come reagiscono gli
uomini? Il gruppo ride. Le
donne riconoscono che all’inizio essi erano reticenti
ma che ora sono convinti e
sostengono i progetti. Ormai,
le decisioni riguardanti la famiglia vengono prese in coppia o dalle donne; esse approfittano delle riunioni di beneficiari di microcrediti per
informarsi reciprocamente e
discutere di questioni di educazione, di diritti civili e femminili oppure di elezioni.
Praticamente tutte le Ong
del Bangladesh hanno programmi di microcredito, ma
non funzionano tutte allo
stesso modo. Gobinda Saha,
responsabile della pianificazione e del controllo della
Ccdb, spiega che purtroppo
molte Ong concepiscono i
microcrediti come «un affare» e hanno dimenticato che
il loro obiettivo primordiale
consiste nell’aiutare la gente
ad accedere all’autonomia.
Da parte sua, la Ccdb ha lanciato un programma di microcredito nel 1974 ma, nel
1996, ha deciso «che non stava bene fare affari con la povertà». Allora venne lanciato
un nuovo programma di risparmio e di credito gestito
dalla base, nel quadro del
Programma di partecipazione popolare allo sviluppo mrale. Questo nuovo sistema di
microfinanziamento offre
prestiti senza interessi e incoraggia la partecipazione alle prese di decisioni. Attualmente, esso copre 202 programmi, con un tasso di rimborso del 96%. (cec info)
(3 - continua)
(traduzione dal francese
di J.-J. Peyronel)
* Sara Speicher, specialista
della comunicazione, lavora
nell’équipe «Informazione»
del Cec. Si è recata nel Bangladesh nel gennaio 2002 per
una riunione mondiale di
specialisti della comunicazione, il che le ha permesso di incontrare rappresentanti di
chiese e di organizzazioni
ecumeniche del paese.
Per una ridistribuzione equa dei redditi dei pozzi petroliferi
I vescovi del Congo chiedono trasparenza
I vescovi cattolici della Repubblica del Congo hanno
chiesto che «il petrolio sia un
combustibile, non per la
morte, il debito, la maledizione, la violenza, la dittatura, la
guerra civile, bensì per il progresso e il benessere delle popolazioni congolesi». Questo
l’appello lanciato l’il luglio
scorso in una dichiarazione
pubblicata al termine della
sessione della Conferenza
episcopale del Congo che si è
svolta dal 4 al 7 giugno a
Brazzaville sul tema «Il petrolio e la missione della Chiesa
in Congo». D’altra parte, i vescovi hanno proposto l’adozione di una legge che comporti la creazione di un Comitato di controllo del petrolio comprendente rappresentanti dello stato, della chiesa
e della società civile.
Questa legge dovrebbe permettere l’apertura di un dialogo tra il governo, le compagnie petrolifere e la società civile circa la questione del debito del Congo: essa fisserebbe le percentuali di ripartizio
ne dei redditi tra il potere
centrale e le regioni, e permetterebbe di prevedere un
risparmio da utilizzare dopo
l’esaurimento della produzione petrolifera del paese. Inoltre i vescovi hanno lanciato
un «appello alla solidarietà
ecclesiale» alle Conferenze
episcopali deH’Unione europea, in particolare quelle della Frapeia e della Norvegia,
affinché «premano con tutto
il loro peso sulla compagnia
francese TotalFinaElf affinché
il debito del petrolio sia rivisto e che la trasparenza venga
imposta».
Primo prodotto di esportazione del Congo, il petrolio
rappresenta più del 90% delle
ricette di esportazione del
paese. «Come capire che per
tre decenni, la regolarità delle
scoperte e delle inaugurazioni dei pozzi di petrolio, sempre più importanti, non sia
stata accompagnata da un
qualunque segno visibile di
trasformazione della situazione sociale della nostra popolazione?», si sono chiesti gli
otto responsabili della Chiesa
cattolica. I prelati sottolineano infatti che le guerre che
stanno dilaniando il paese da
dieci anni a questa parte, la
povertà (il 70% dei congolesi
vive al di sotto della soglia di
povertà), le ineguaglianze
crescenti tra ricchi e poveri,
l’inquinamento dell’ambiente, lo sviluppo della mentalità redditiera, l’indebitamento eccessivo, derivano dalla
«mancanza di trasparenza e
dalla cattiva ripartizione dei
redditi petroliferi». I vescovi
giustificano la loro presa di
posizione su una materia
molto sensibile nei rapporti
tra la Francia e il Congo con
la necessità per la chiesa di
«difendere la causa del poveri
denunciando le ingiustizie, le
ineguaglianze tra ricchi e poveri». Questa dichiarazione è
stata pubblicata nel momento in cui il Congo è entrato
nella psicosi di una nuova
guerra civile dopo lo «strano»
attacco dei ribelli «ninjas»
contro la capitale, Brazzaville, il 14 giugno scorso, (eni)
«Lfeconomia al servizio delta vita»
Lettera alle chiese del Sud
Pubblichiamo la detterà alle chiese del Sud» redatta h
occasione della consultazione ecumenica che si è svolta a
Soesterberg, vicino a Utrecht (Olanda) dal 15 al 19 giugno
scorso.(traduzione ddl'ìnglese di Antonella Visintin)
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
La lettera alle chiese del Nord proveniente dalla Consultai
zione di Bangkok e i messaggi provenienti dalle consultazìd^
ni di Budapest e delle Fiji hanno accompagnato la nostra fi*
flessione. Ancora una volta abbiamo ascoltato le grida per ^
crisi finanziarie in Asia, Russia e recentemente in Argenti]
Vite e speranze sono state frantumate, persone hanno pe
la vita, ogni giorno sopravvivere è diventato una lotta
molti. Abbiamo udito che giornalmente cresce l'impov'
mento; il divario nella distribuzione del reddito si amplL
cresce il numero dei migranti, il traffico di bambini e il lori
sfruttamento é fenomeno diffuso. Esplode la violenza soci^
le, si disgrega la vita familiare e sempre più donne sosten^
no l'urto della povertà e della violenza. La crescente inegu^
glianza conduce allo stesso tempo ad ingrossare le file di ch|
emigra e vive in condizioni di cittadinanza debole spesso'
confrontato con forme di razzismo.
Condividiamo inoltre la preoccupazione verso la militarizzazione della politica globale e la crescita della spesa militar^;
associate ad un crescente senso di insicurezza generale. I partecipanti al Simposio sulle conseguenze della globalizzazione]
economica a Bangkok nel 1999 scrivevano che «l'ingiustizia'
economica è una violazione dei principi di base della nostra
fede comune». Essi invitavano noi cristiani del Nord a svilup*.
pare una cultura della cura e della condivisione in nome’
dell'unità del corpo di Cristo. Oltre a ciò veniamo incoraggia-'
ti dai fratelli e sorelle argentini a non rassegnarci alia situa-^i
zione presente ma ad ascoltare con rinnovata attenzione la,
parola di Dio e ad accompagnare chi soffre con una pratica’
sojidale, «correndo i rischi di essere testimoni». Il messaggio*
della Consultazione delle Fiji contiene invece l'immagine
dell'Isola della speranza e rimanda ad alternative emergenti |
fra popoli e culture differenti nel mondo. 1
In risposta a queste sollecitazioni riprendiamo quanto-J
emerso nel gruppo di lavoro Nord-Sud della Commissione ■
chiesa e società della Kek a partire dalle parole di Giovanni ;
10, 10 e affermiamo di credere nel diritto alla vita piena per]
tutti e tutte.
Sappiamo che il nostro essere chiesa insieme è stato
ed è ferito:
-dal passato coinvolgimento di cristiani nelle conquiste co-'
loniali e dal supporto al potere coloniale;
- dal permanére nelle nostre società di forti volontà di
mantenere relazioni Nord-Sud ineguali e ingiuste nonché di
cristiani nelle nostre chiese che non condividono l'analisi del-,
la situazione e le proposte che noi facciamo;
- dalle nostre mancanze nell'ascolto e nella risposta al tra'
vaglio degli esclusi, gli sfruttati e i senza speranza nel Sud e
tra di noi;
- dal fatto che non opponiamo sufficiente resistenza al ca
rattere idolatra ed escludente della dottrina e della pratica
neoliberista che produce intollerabile ineguaglianza e distrq|
zione ambientale come anche voi sperimentate; ' ^
- dall'optare per compromessi quando dovremmo sfidare'
chi ha il potere politico ed economico a costruire un'econo--'
mia al servizio della vita e della protezione sociale e dei dirif»,
ti culturali ed economici.
!
Superamento della globalizzazione neoliberista
Noi non sottoscriviamo l'assunzione condivisa che «non c'è
alternativa» alla globalizzazione economica, né che tale pr^
cesso sia incontrollato. Come cristiani dobbiamo e dovremo
sfidarli, ancor più perché molti di loro sono membri delle no-j
stre chiese. La globalizzazione economica neoliberista può e
di fatto divide ed esclude. Ciò è vero nel Sud come nelle nof.
stre società violando il vangelo della vita. Come cristiani costi*?
tuiamo un solo corpo di Cristo: se una parte soffre, tutte le al-ì
tre soffrono con lei. L'economia globalizzata minaccia di lace-^
rare il tessuto comunitario, la koinonia. La nostra tradizioni,]
biblica ci ricorda che siamo chiamati a seguire Gesù in tutte
sfere della vita e che dobbiamo scegliere fra Dio e Mammona,
la vita e la morte (Matteo 6, 24 e Deuteronomio 30, 11ss). ,
La frequentazione delle nostre chiese nell'Europa occiden-’
tale e in declino e i valori prevalenti nella cultura sono se^
pre meno influenzati dal cristianesimo. Siamo dunque sfidati
in molti modi da questa realtà. Dobbiamo ascoltare e rispondere in modi nuovi alla chiamata del Vangelo parlando con
voce profetica alla società in cui viviamo, in risposta alla prp"i
messa di vita di Dio e alle voci delle chiese del Sud attravefsò)
concrete azioni di solidarietà e condivisione. Dovremo inco*
raggiare i membri nelle nostre chiese a testimoniare il Diod|
giustizia con preghiere, liturgie e attività educative. E qi^
membri di chiesa impegnati in luoghi di potere politico^
economico a lavorare per politiche che sostengono la vita dei."
popoli e delle nazioni. In particolare chi opera nel settore
della finanza, del commercio e dello sviluppo chiamandoli ^
diventare più responsabili verso i popoli attraverso una p»i|
equa distribuzione della ricchezza. 1
Noi incoraggiamo noi stessi e ciascun aitro a: ^
-condividere il processo ecumenico con un maggiore irnp^
gno personale a partire dalle nostre convinzioni di fede e 1^:
vorare con vigore per la giustizia nell'economia e sul pianéti
- combattere insieme perché tutti possano gioire della vi®
nella sua pienezza;
- testimoniare contro l'ingiustizia della globalizzaziPr^
economica;
- cercare e sostenere forme di economia alternativa come
l'ecocredito, il commercio equo e l'economia di comunione i
- facilitare le reti di solidarietà tra chiese del Sud e dell
ropa centrorientale;
- chiedere equi, giusti e rapidi negoziati per l'integrazio^
europea prendendo le parti di chi non viene incluso net
cesso; .
- lavorare per l'inélusione sociale; ’’
- adottare stili di vita sobri come forma di resistenz.4f,^
consumismo;
- stabilire un Forum della verità come richiesto dalla n
razione argentina delle chiese evangeliche ai fine di diirm.
situazioni di ingiustizia quali debiti illegittimi e condiz*'
non eque di commercio. , , . j;
Tutto ciò per camminare verso un'economia al
la vita imparando l'uno dall'altro uniti dalla speranza
unisce; Cfisto e il suo Vangelo che dà la vita. Dio ci chi»
rendere conto della speranza che è in noi. Fratelli e
chiedeteci di rendere conto se violiamo tale speranza,
stro ragionare, nel nostro spirito e nella nostra pratica
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