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ECO
DELLE VALU VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLI CE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVI N. 38
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TORRE PELLICE — 30 settembre 1966
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Un appello per il nostro tempo
Pescatori di uomini
Matteo 6: 18-22
Gesù passeggia lungo il Mar di Galilea. Egli è la luce levata
per illuminare coloro che « giacciono nella contrada deH’ombra e
della morte ». A tutti annunzia: ravvedetevi perchè il Regno dei
cieli è vicino.
Gesti passeggia lungo le nostre strade, attraversa le nostre contrade, i nostri paesi industrializzati con la loro opulenza e il loro
benessere, le nostre zone depresse dalla situazione economica precaria, attraversa le terre devastate dalla guerra e dai terremoti, o tra'
vaglititi dalle tensioni sociali, razziali, politiche, colpite dalla fame
e dalla miseria, « le contrade dell’ombra e della morte ».
Lungo queste strade incontra degli uomini concreti intenti al
loro lavoro, con le loro ansie, le loro preoccupazioni, le loro speranze, i loro progetti e i loro piani per l’avvenire. Non li incontra nel
quadro mistico dell’esaltazione religiosa, nè neU’atmosfera rarefatta della spiritualità umana, li incontra sul luogo concreto della loro
vita e del loro lavoro. Si chiamano Andrea, Pietro, Giacomo, Giovanni, i nomi degli uomini che incontriamo tutti i giorni. Sono pescatori, contadini, impiegati, operai, professori, medici. Non si aspettano di essere fermati e interpellati da Cristo, non si aspettano di
essere chiamati e scelti da Lui in quel luogo e in quel momento. Se
sono religiosi pensano di poter incontrare il Signore domenica prossima in Chiesa, nel luogo della religione, nel tempo messo a parte
per la religione, tra le cose che riguardano la religione: non lì tra
le barche, la puzza del pesce e le reti da rattoppare.
Invece è proprio lì nella concretezza della vita che il Signore li
incontra e parla loro. Perchè la sua Parola riguarda la concretezza
della vita, perchè come è realtà la contrada dell’ombra e della morte, è altrettanto concreta la luce di Cristo, che brilla in essa e il Regno
di Dio che ad essa è annunciato come potenza di redenzione e rinnovamento. E la parola di Cristo non lascia le cose come stanno, non è
vaga parola religiosa che non disturba, ma per la loro vita ha un carattere decisivo, il loro destino, il loro avvenire si gioca su quella parola; seguitemi, vi farò pescatori di uomini. Seguitemi per le contrade di questo mondo, attraverso le terre della prosperità e della miseria, del benessere e della lotta, attraverso paesi devastati dalle ingiustizie e dalla violenza, o sfruttati dall’ingordigia e dalla sete di
dominio, tra gli uomini indifferenti o rivoltati, stanchi o pieni di
speranza, satolli o morti di fame, a tutti ripeterete; Ravvedetevi, il
Regno è vicino. Seguitemi sulla strada dell’amore e del sacrificio che
prende la miseria e il peso degli uomini, affinchè ne siano alleviati e
siano consolati. Seguitemi sulle strade del servizio disinteressato, che
sa dare perchè gli altri abbiano e nel dono di sè indicare il Regno di
Dio. Eravate pescatori di pesci, intenti alle barche e alle reti, vi farò
pescatori di uomini: la vostra preoccupazione, il vostro studio, il vostro impegno non saranno più pesci, barche e reti, ma uomini. Uomini veri che dovranno essere raggiunti nella loro dispersione, nella
loro solitudine, nella loro fuga, nella loro angoscia e condotti a Cristo. Uomini veri che dovranno essere compresi nei loro problemi,
nelle loro ansie, nelle loro aspirazioni, nelle loro lotte per poter indicare in Cristo la verità. Uomini veri a cui denunciare con chiarezz.a
la situazione di schiavitù all’egoismo, all’orgoglio, alla vanità, alla
sete di dominio e alla volontà di potenza per annunciare in Cristo la
vera libertà. « Ed essi lasciate prontamente le reti, la barca, il padre
loro, lo seguirono ». Seguire Cristo vuol dire lasciare qualche cosa,
vuol dire scegliere.
l\)ssiamo essere chiamati a lasciare la carriera, i beni, gli affetti
familiari, lasciare le proprie speranze e ideali umani, lasciare una
particolare visione della vita, della storia, dei rapporti umani; lasciare quel bag.aglio che può anche esserci caro, di cose, tradizioni,
abitudini, stile di vita, idee, ma che può rendere impacciato e faticoso il nostro seguire Cristo. Lasciare non per sentirci più poveri o
meno garantiti, ma per sentirci più liberi e, accogliendo la parola di
Cristo che ci chiama, più ricchi perchè da Lui arricchiti, più sicuri
perchè da Lui confermati, più leggeri perchè da Lui perdonati, più
felici perchè da Lui consolati. Dovunque il Signore ci chiamerà a seguirlo sulle strade di questo mondo, in qualunque modo o sotto qualunque forma, la nostra vita avrà il suo senso pieno in questo servizio di amore e di annuncio: ravvedetevi, perchè il Regno è vicino.
A. Taccia
Attività dell’Alleanza
Riformata Mondiale
Strasburgo, 30 luglio (sjir) - Il voini a o
eseculivo dell’Alleanza Riformata Mondiale
ha noniinato oggi uti comitato ad hcc, incariicato di rivedere periodicamente la Enea
di condolía delTA.R.M. circa le sue re acon la Chie.sa (aCoIico-romana. Meinb.i del
eomilalo sono il prof. W. Niesel (Germania) presidente dell’A.R.M., il profe.ssor
J. I. Mac Cord (Ü.S.A.) presidente del d ■
partimemlo teologico e il pa«t. Marcel Pradervand, isegrc.ario generale. II Com lato
esecutivo ha pure riaffermato la sua decisione del 1965, secondo cui « l’A.R.M. non
avvierà per il momento alcun d alogo ne
coHoiiui teolog li con il Vat canc, ma darà
tutto il suo appoggio ai col oqui avviai
fra il C.E.C. e il Vaticano ».
Il comitato ad hoc appliche à questa de
cisione in virtù del mandato che gli è stato
affidato « di prendere contatto con i responsabili del C.E.C. (...) per studiare con loro
I NOSTRI ISTITUTI DI ISTRUZIONE
aspetti positivi e problemi aperti
Non tutti gli anni i medesimi problemi,
pur di primaria importanza, possono polarizzare Tattenzione e i lavori del Sinodo. I lettori ricorderanno che Tanno scorso lunga e a
tratti accanita era stata la discussione a proposito dei nostri Istituti d’istruzione. Quest’anno, invece, il dibattito a questo riguardo
è stato assai più breve; accenniamo ad alcuni punti che ne sono emersi:
— nel suo rapporto, la Tavola aveva
espresso qualche perplessità circa la proliferazione di scuole materne, specie nel meridione, domandandosi se, ora che lo Stato
pare affrontare il problema, è opportuno insistere su questa linea, dato che la nostra
direttrice, in fatto di istituti d’istruzione, è
stata sempre un’azione di surroga, ritirandoci quando lo Stato assumeva le proprie responsabilità; si sono levate voci discordi, pur
concordando tutti sul fatto che l’attività dei
doposcuola pare oggi quella più ricca di prospettive;
— rimane aperto il problema dell’accettàzione o richiesta, o meno, di un eventuale
cf.ntributo statale per i nostri istituti; il problema è allo studio — anche se possiamo
dire che l’opposizione è notevole — così come quello dell’istruzione religiosa protestante
nelle scuole pubbliche (almeno alle Valli
Valdesi);
— non si è avuto il tempo di discutere sul
cuore del problema, cioè sulle finalità e sul
carattere delTinsegnamento in istituti protestanti; il dibattito, accesosi anche piuttosto
polemicamente sulle nostre colonne, un paio
di mesi or sono, sembra arenato; ma il vero
problema sta li. La Commissione permanente per l’istruzione secondaria è stata riconfermata, u continuerà il suo lavoro;
— il deficit per il Collegio Valdese e la
Scuola Latina è stato, grazie all’aiuto generoso di molti donatori italiani e soprattutto
stranieri, notevolmente inferiore al previsto;
rimane pur sempre pea«»te, e si auspica che
la Commissione permanente, le associazioni
di <c Amici » dell’uno e dell’altro istituto secondario riescano a interessare fattivamente
una cerchia sempre maggiore di fratelli e di
comunità: lo scorso anno il voto sinodale ha
avuto il senso e il carattere di una solenne
riaffermazione della validità di questi istituti,
ma i contributi delle comunità ne sono stati,
nel corso delTanno, una smentita che si potrebbe dire clamorosa; se U vogliamo — e
li vogliamo, sempre più <c funzionali » —
dobbiamo pagarceli.
Raccolto intorno al
prof. Bruno Corsani per
un esercitazione, il gruppo di sei pastori (E. Naso^ G. Colucci, D. Cielo, G. Scuderi, B. Costabel, F. Davite) che nello scorso maggio hanno
seguito a Roma il corso
di aggiornamento teologico presso la Facoltà
Valdese di Teologia.
Facoltà di Teologia
Si aSeema sempre più quale istituto di alta cultura teologica: una via irreversibile su cui la chiamano le esigenze odierne - Non lasciar polarizzare la propria attenzione dal cattolicesimo - La Facoltà per la Chiesa: ma quale Chiesa?
Ampio è stato il dibattito sull’operato della nostra Facoltà teologica, ed è sempre un
segno rallegrante di come la preoccupazione
della nostra predicazione — e della sua preparazione — occupi un posto centrale nella
coscienza della chiesa.
Stimolante e ricca di prospettive ampie
era la relazione della Comm. d’esame ; da
questa come dal rapporto del Consiglio di
Facoltà riprendiamo alcuni dati, facendoli
seguire da un resoconto sui punti su cui si
è accentrata la discussione.
La Facoltà, soprattutto in questi anni di
via vai ecumenico in margine al Vaticano II,
ha goduto delTinsegnamento di molti docenti
straordinari; segnaliamo in particolare il
prof. Amedeo Molnar (Origini del movimento valdese fino al 1218), il prof. Augusto
Armand Hugon (I Valdesi durante Tilluminismo), il rev. Alan Keighley (La responsa
bilità sociale cristiana); altri docenti — fra
cui il prof. Sucker, il prof. CuUmann, il
prof. Coppelt, il prof. Ciurea — hanno dato
lezioni agli studenti o pubbliche, nell’Aula
Magna della Facoltà, dove i docenti ordinari
hanno pure dato il loro contributo al Centro Evangelico di Cultura. Con piacere è stato accolto nel Consiglio di Facoltà, con voce
consultiva, il prof. Giorgio Spini, designato
dalla Chiesa Metodista.
Una « novità » particolare è stato il contributo dato dal past. Giorgio Tourn, che
nel mese di novembre ha tenuto un seminario sulla teologia di Calvino, mentre il titolare della cattedra di sistematica, prof. V. Subilia era impegnato quale osservatore della
Alleanza Riformata Mondiale presso il Vati
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
come l’Alleanza possa collaborare nel modo
migliore al suo dialogo con Roma ».
Il comitato avrà pure lonsuiltazioni con i
raippresentanti uffìc'aili della Federazione Inlerana niondiale e di « altre alleanz.' confe.ssionali mcndiali che potrebbero impegnarsi in un dialogo con la Chiesa romana »
e renderà noto al Comí alo esecutivo le
proprie coniclusioni.
NelTincontro che ha preceduto il volo di
queste raccomandazioni, i membri del comitato hanno espresso il timore die le conversazioni del C.E.C. con il Segretariato vaticano per Tunione dei cris.iani perdano
vailore e ragion d’essere se le diverse organizzazioni ecclesias'.iclie proleslanti ingaggiano rapporti bilaterali con Roma. « Saremo come i raggi di una ruo:a che ha Roma per cenilro » — lia dichiarato uno dei
partecipanti.
Pubblichiamo il comunicato sulla sistemazione del campo di lavoro e sui trasferimenti pastorali, trasmessoci dalla Tavola.
A questo riguardo, ci sono pervenute rimostranze circa il modo scherzoso, e apparentemente maligno, con cui nel numero
scorso abbiamo- pubblicato, nella rubrica
« Caccia e Pesca », un trafiletto sulla Tavola
« specializzata in trasporti ». A scanso di
ogni possibile equivoco, teniamo a sottolineare che non vi era, nelle nostre intenzioni, null'altro che un preannuncio, in tono
scherzoso, nè ci siamo sognati di esprimere, in questo caso, alcuna critica all'operato
della Tavola (portando acqua ul mulino degli scontenti cronici). Certo, le spese di trasferimenti saranno quest'anno pesanti, e
ancora più lo sarebbero state se un oculato
« piano » non li avesse programmati nel
modo più economico; ma teniamo ad esprimere la nostra solidale fiducia alla Tavola,
che si è trovata a dover provvedere al campo di lavoro, in cui si avanzano sempre
nuove e urgenti richieste, con ben otto
uomini a disposizione in meno dello scorso anno (distaccati per ministeri particolari
o ritirati, temporaneamente o definitivamente, per ragioni svariate) e tre soli giovani, anche se validi, in più ; in definitiva,
per il campo di lavoro « ordinario », cinque uomini in meno. Le comunità considereranno senza dubbio questa situazione,
che è da inserire nel discorso sul servizio,
avviato la scorsa settimana e che continuiamo in questo numero, parlando del dibattito sinodale sulla Facoltà di Teologia e le
vocazioni pastorali.
PRIMO DISTRETTO
Pastore Giovanni Bogo da Losanna a Luserna S. Giovanni (per designazione della Chiesa) - da gennaio;
Pastore Roberto Jahier da Luserna S. Giovanni a Pinerolo (2” pastore) da gennaio;
Cand. Silvio Celeron! da Trapani a S. Germano Chisone (coadiutore in vista di un'opera tra gli emigranti in Germania);
Cand. Mario Berutti a Pinerolo (coadiutore);
La Chiesa di Rodoretto sarà curata da Prali.
SECONDO DISTRETTO
Pastore Paolo Marauda da Aosta a Genova (per designazione della
Chiesa ) ;
Pastore Ermanno Rostan da Roma a Ivrea ;
Pastore Paolo Ricca da Forano Sabina a Torino (2" pastore);
Pastore Giovanni Peyrot da Catania ad Aosta (con prestazione settimanale di servizio a Torino).
TERZO DISTRETTO
Pastore Bruno Bellion da Pinerolo a Milano (2“ pastore);
Pastore Sergio Rostagno da Agape a Losanna (da gennaio);
Pastore Giorgio Bouchard da Ivrea a Milano periferia (Cinisello Balsanno ).
QUARTO DISTRETTO
Pastore Bruno Costabel da Angrogna Serre a Forano Sabina (con prestazione settimanale di servizio a Roma periferia);
Cand. Gianna Sciclone a Firenze (coadiutrice) ;
La Chiesa di Siena sarà curata da Firenze.
QUINTO DISTRETTO
Pastore Teodoro Magri da Luserna S. Giovanni a Orsara di Puglia;
La Chiesa di Corato sarà curata da Cerignola ;
La Chiesa di Brindisi sarà curata da Bari.
SESTO DISTRETTO
Anz. Ev. Enrico Trobia da Orsara a Catanzaro;
Pastore Eugenio Rivoir da Catanzaro a Catania ;
Anz. Ev. Vincenzo Sciclone da Caltanissetta a Riesi ;
Anz. Ev. Odoardo Lupi da Riesi ad Agrigento;
La Chiesa di Caltanissetta sarà curata da Riesi;
La Chiesa di Trapani e diaspora sarà curata da Palermo.
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pag. 2
30 settembre 1966 — N. 38
PAOLO RICCA RISPONDE AD ALCUNE DOMANDE
La lamiglìa come scuoia comaoilaria
e come leuiaziooe lemporaiislica
Mutamenti
della struttura familiare
IA quali mutamenti della
• struttura familiare, sia positivi, che negativi, dà maggiore importanza, riferendosi in modo preciso non solo ai rapporti fra marito e mogli e a quelli fra genitori
e figli, ma anche ai rapporti fra
famiglia e società («famiglia rifugio», «famiglia aperta», eoe.)?
Le più notevoli trasformazioni subite nella nostra epoca dall'istituto familiare, quali
risultano da un’analisi sociologica anche elementare, mi paiono essere le seguenti :
1) La forte riduzione delle proporzioni
della famiglia-tipo. Sta scomparendo la famiglia patriarcale che raccoglieva sotto un solo
tetto tre, talora quattro generazioni. La famiglia, oggi, comprende i due coniugi e
due-tre figli.
2) L*emancipazione dei membri della
famiglia rispetto al capo-famiglia. L’emancipazione della moglie è dovuto al suo grado
sempre più elevato di istruzione (secondaria
e universitaria) e al suo ingresso nel mondo
del lavoro extra-familiare. L’emancipazione
dei figli è dovuta anch’essa in primo luogo
alla scuola e poi al fatto che la famiglia non
è più l’unico e spesso neppure il più influente centro di formazione morale, spirituale, politica e religiosa dei figli. Il capofamiglia conserva ancora nell’attuale legislazione familiare italiana (del resto in più
punti antiquata e ingiusta) alcune prerogative legali che però, nei fatti, si rivelano sovente del tutto fittizie. In realtà la famiglia,
che era un’unità fortemente gerarchizzata,
tende sempre più a diventare una comunità
di persone, in cui l’elemento comunitario
non è più subordinato a quello gerarchico e
in cui ciascun membro gode di un margine
sempre crescente di autonomia di pensiero
e di decisione. I rapporti intrafamiliari non
sono più di dipendenza (morale, giuridica,
economica) dal capo-famiglia, neppure — si
intende — di totale indipendenza, ma piuttosto di interdipendenza reciproca.
3) L’intervento dello Stato nella vita familiare, evidente soprattutto in due settori :
quello déìVistruzione obbligatoria e quello
della salute (vaccinazioni obbligatorie, mutue, etc.) L’autonomia della famiglia rispetto
allo Stato si riduce progressivamente, e si
registra, nei settori indicati, un prevalere del
diritto pubblico sul diritto familiare e una
sostanziale subordinazione della famiglia ai
poteri dello Stato. L’intervento dello Stato
nella vita familiare avviene anche in altri
settori (diritto patrimoniale, tutela dei figli
nei confronti di genitori incapaci o indegni).
Se questi sono i più notevoli, o quanto
meno i più vistosi mutamenti della struttura
familiare avvenuti nel nostro tempo, si può
dire che si tratta di mutamenti sostanzialmente positivi. Certo, essi pongono nuovi
problemi e comportano una serie di rischi.
La riduzione delle proporzioni della famiglia
può essere un incentivo a coltivare un certo
sottile egoismo familiare, efficacemente stigmatizzato, tra gli altri, da Gide. L’ingresso
della donna nel mondo del lavoro extra-familiare impone che si prendano delle misure
affinchè non venga compromesso il legame
essenziale e insostituibile che esiste tra la
madre e il bambino, soprattutto in tenera
età. L’emancipazione precoce dei figli può
farne dei falsi adulti e, spesso, provocare degli scompensi nella loro crescita morale e
spirituale, forzandone i tempi e creando in
sostanza un notevole disordine interiore.
L’intervento dello Stato nella vita familiare
può favorire o causare Tabdicazione morale
del capo-famiglia, privarlo di iniziative e responsabilità che invece dovrebbe ancora assumere, sia pure in un contesto diverso che
nel passato.
Tutti questi rischi, certo reali, vanno teuuti presenti e affrontati. Sarebbe errato servirsene come arma polemica per contrapporre la famiglia alla società, esaltando la prima
a scapito della seconda. La famiglia non costituisce un valore superiore a quello della
più vasta comunità umana di cui è parte.
D’altra parte il pericolo che la famiglia finisca per dissolversi nella società e venga da
quest’ultimo sommersa o inghiottita, è immaginario. La famiglia è un fatto ineliminabile
appunto perche non e solo una realtà biologica ma è (se non altro!) una comunità affettiva, nel senso pieno e intenso del termine, che non si può cancellare dall’esperienza
umana senza che l’uomo venga sostanzialmente diminuito. Un equilibrio nei rapporti
tra famiglia e società non è certo facile :
nel nostro tempo, forse, non lo si è ancora
raggiunto. I poli di questo equilibrio potrebbero oggi essere i seguenti: da un lato, in
una civiltà di massa come la nostra, in presenza di una progressiva collettivizzazione
delle coscienze, la famiglia resta il luogo in
cui l’uomo si ritrova e si matura in quanto
persona; d’altro lato, la famiglia deve vivere
non in antitesi o in concorrenza con la società, ma in funzione di essa, iniziando i
suoi membri a uno stile comunitario di esistenza: la famiglia è una scuola di vita comunitaria; è in essa che meglio se ne può
apprezzare il valore, esercitandosi anche alla
disciplina che essa impone.
/I conaetio
di famiglia cristiana
n Esiste a suo parere un con• cetto di «famìglia cristiana»
e in base a quali criteri sì può definire?
La famiglia è una realtà sociale in perenne evoluzione e le sue trasformazioni non
sono, spesso, che il riflesso di trasformazioni
più profonde che investono l’intera società.
(E’ evidente, ad esempio, che il fatto che la
famìglia non sia più strutturata gerarchicamente come una volta è il riflesso, sul piano
familiare, di quell’imponente processo di democratizzazione dei rapporti sociali, attuato
o avviato, in misura e modi diversi, in tutti,
o quasi, i paesi del mondo). Proprio perchè
la famiglia si evolve di continuo, non si può
parlare di un tipo di famiglia cristiana valido
per sempre. In questo senso non esiste la famiglia cristiana, ma esistono, in ogni tempo,
dei cristiani che vivono la loro fede come
padri, madri e figli e costituiscono così una
famiglia cristiana. L’Evangelo stesso non ci
presenta un modello di famiglia cristiana e
v’è luogo di chiedersi se sia possibile, sulla
base del Nuovo Testamento (che contiene
accenni così scarni e fugaci alla famiglia)
elaborare una vera e propria teologia della
famiglia. Nel Nuovo Testamento la famiglia
viene accettata come una creazione dì Dio
(Matteo 19: 5; Efesini 3: 14-15), ma viene
anche decisamente relativizzata. « Chi è mia
madre? e chi sono i miei fratelli? » chiede
Gesù. « E guardati in giro coloro che gli sedevano d'intorno, disse : Ecco mia madre, e
i miei fratelli! Chiunque avrà fatto la volontà di Dio. mi è fratello, sorella e madre » (Marco 3: 33-35). La famiglia in quanto tale non entrerà ne! Regno di Dio, i rapporti familiari non si perpetuano nel Regno (Marco 12: 25). L'Evangelo può anzi
infrangere Tunità familiare (Matteo 10: 35).
Però, chi rompe con la propria famiglia per
amor dell’Evangelo non resta isolato o orfano ma riceve «cento volte tanto: case, fratelli, sorelle, madri, figliuoli...» (Marco 10:
30). L’Evangelo crea infatti una nuova famiglia, «la famiglia di Dio» (Efesini 2: 19).
cioè la comunità cristiana, alla quale la famiglia naturale è nettamente subordinata (Matteo 10: 37). Il criterio di appartenenza a
'iiiiinimiiiMiiMiitimiii
Abbiamo già altra volta parlato della interessante e viva rivista
« Momento », che un gruppo di laici e sacerdoti cattolici ha fondato,
con duplice redazione a Milano e a Torino, proponendosi di riprendere in qualche mono l’eredità e continuare la linea di « Adesso », il
mensile di don Mazzolari colato a picco dalla Curia arcivescovile milanese. Ogni tanto vengono pubblicati numeri speciali, e ricordiamo
quello dedicato interamente al Concordato (diffuso tra l’altro in occasione di una « tavola rotonda » su questo tema, a Pinerolo). L’ultimo
fascicolo, il n. 8 quasi interamente dedicato a « La famiglia nella società italiana ». I dibattiti conciliari e il progetto di legge sul « piccolo divorzio » dell’on. Fortuna, che in questi giorni ritorna in Parlamento, hanno fatto sì che negli ultimi tempi si è ricominciato a parlare
maggiormente, anche in Italia, di problemi sinora tabù. Dopo un
ampio editoriale, il corpo del fascicolo è costituito da tutta una serie
di numerose risposte di esponenti di vari indirizzi politici e spirituali,
cattolici, laicisti, e vi è pure il pastore Paolo Ricca, a quattro domande
poste dalla redazione. Mentre invitiamo quanti sono particolarmente
interessati a leggere tutto il fascicolo (lo si può richiedere alla Claudiana, oppure a Momento, Via Duccio di Buoninsegna 25, Milano
17.13), riportiamo qui le risposte date da Paolo Ricca, che ci sembrano utili a prolungare la meditazione su questi problemi, cui abbiamo
invitato i lettori pubblicando la relazione della Commissione sinodale
e che contiamo continuare pubblicando altri documenti e interventi.
Famiglia cristiana
G ccerclÆicne giuridica
OFFERTE PER « EEO - LECE »
Liline Bert (Pinerolo) L. 900; Emilia Alilo Ayassot (Roma) 500; Carla Gay Bressy
(Torino) 450. Grazie!
questa nuova famiglia non è più il sangue
(con tutto ciò che esso significa: quindi anche l’inserimento in una tradizione religiosa),
ma la fede. La fede non è ereditaria, non la
si può capitalizzare. Non basta essere « figliuoli di Abramo » per appartenere alla famiglia di Abramo.
La famìglia, alla luce della rivelazione in
Cristo, non è dunque più un assoluto. Perciò
qualsiasi religione della famiglia, qualsiasi
culto che abbia la famìglia come oggetto, è
idolatria. La famiglia appartiene alla « figura
dì questo mondo », che « passa » (I Corinzi
7 : 31). Ma in questa sua relatività, anzi proprio perchè essa è così relativizzata da non
poter più esser considerata fine a se stessa,
la famiglia può diventare uno strumento prezioso al servizio delVEvangelo. Il Nuovo Testamento parla sovente della « chiesa che è
in casa di...» (Romani 16: 5; I Corinzi 16:
19: Colossesi 4: 15; Fìlemone 2). cioè della
chiesa che si riunisce per il culto in questa o
quella casa cristiana. Ma anche qui occorre
precisare che chi partecipa a questo culto, vi
partecipa in quanto membro della comunità
cristiana, non in quanto appartenente a una
famiglia cristiana. La Chiesa non è una somma di famiglie cristiane ma una comunità di
singole persone, chiamate per nome e costituite popolo dì Dio.
In sostanza si può dire che la famiglia cristiana non è necessariamente la famiglia in
cui tutti i membri sono cristiani (cfr. I Corinzi 7 : 12-141), ma la famìglia in cui la bontà
dì Dio in Cristo è conosciuta e confessata (anche se non da tutti). E’ la famiglia in cui
si esercita la testimonianza e la consolazione
evangelica, l’amore del prossimo, la preghiera
e rinvestigazione delle Scritture. In altri termini, è cristiana la famiglia che ha riconosciuto la sua relativià nei confronti della
nuova famiglia di Dio costituita dall’Evangelo e quindi non ruota più su se stessa ma
vìve in funzione dell Evangelo. cioè di Dio
e del prossimo. E* cristiana la famiglia sulla
quale Cristo e.sereila la sua signoria, cosi da
esesre ubbidito. Le strutture fondamentali
della famiglia cristiana saranno certo identiche a quelle di qualsiasi altra famiglia: ma
il comportamento. le decisioni, le scelte prioritarie. il modo di vivere airinterno della
famiglia e nella coiminilà umana dovranno
recare rinconfondibile contrassegno della presenza e della signoria di Cristo. Questo significa che la famiglia cristiana non è la famiglia che fa. sia pure in modo cristiano, le
stesse cose che fa una famiglia secolarizzata,
ma è la famìglia che fa cose diverse da quelle
che fa la famìglia secolarizzala (cfr. Matteo
7; 46-48).
mSì possono individuare carat• teristiche della famiglia cristiana, che fanno anche parte dì
un « minimo etico », cioè valide per
tutte le famìglie e che quindi devono essere tutelate dalla legge?
Ve ne sono altre che non possono
nè devono essere giuridicamente
imposte, perchè derivano significa^
to e validità solo dalla premessa
religiosità?
Ci si può chiedere se è possibile parlare di
un « minimo etico » valido per tutte le famìglie e, come tale, suseettìbOe di tutela legale. E ci si può anc^e chiedere se tale « minimo ètico », posto che esista, è proprio un
dato permanente, immutabile o non piuttosto
una realtà in continua evoluzione. E ci si può
infine chiedere se questo « minimo etico » è
davvero universale, o non piuttosto particolare, diverso da paese a paese, da civiltà a civiltà. Volendolo comunque ipotizzare, esso risulta, a un’analisi attenta, di proporzioni cosi
modeste che c’è da dubitare che convenga riferirsi ad esso e quasi porlo come fondamento
della legislazione familiare. Ad esempio: la
famìglia monogamica rientra in questo ipotetico « minimo etico »? E vi rientra — per
fare un altro esempio — la condanna legale
dell’adulterio? Ponendosi fuori della rivelazione cristiana lo si può facilmente contestare.
E che tali princìpi possano essere desunti da
una morale naturale insita in ogni uomo è
ancora da dimostrare. L’etica biblica esige
certo la famiglia monogamica e la condanna
dell’adulterio : ma quell’etica nasce da una
fede (che a sua volta è risposta alla rivelazione) e non è lecito isolare la prima dalla seconda e considerarla valida anche per coloro
che quella fede non condividono, e volerla
tutelare giuridicamente. La fede cristiana, ed
anche la morale che ne deriva, non cerca tutela legale, nè tanto meno la esige.
Preferiamo quindi rinunciare a fissare un
’minimo etico” comune a tutte le famiglie.
che lo Stato dovrebbe tutelare giuridicamente.
I cristiani, che sono una piccola minoranza
anche nei paesi cosiddetti cristiani, non devono mai cedere alla tentazione di servirsi
dello Stato per imporre per vie legali la loro
etica, neppure quell’eventuale ’’minimo” che
essi ritengono sia retaggio comune di tutti i
cittadini. I cristiani predicheranno e soprattutto vivranno l’Evangelo della famiglia, ma
non auspicheranno una cristianizzazione dell’istituto familiare per vie legali. Se lo Stato
vorrà adottare (come già ha fatto), attraverso
i suoi normali organi legislativi, determinati
princìpi etici cristiani, benissimo : l’Evangelo
riguarda anche il corpo, quindi anche il corpo sociale, non solo l’anima. I cristiani se ne
rallegreranno. E’ però essenziale che non si
tratti di una imposizione, ma di una scelta,
dietro cui vi sia il consenso morale dei cittadini. Altrimenti si instaura una morale farisaica, che è l’esatto contrario della morale
evangelica. Così, tanto per accennare alla
vexata quaestio del divorzio, Vindissolubilità
del matrimonio ha certo un senso e un valore normativo per i cristiani che credono alla
parola di Gesù: ’’Non sono più due, ma
uno”, ma non ha alcun senso per chi in
questa parola non crede, e quindi non dovrebbe essere giuridicamente imposta (lo Stato,
in quanto tale, non è credente) Questo tipo
di argomentazione può sembrare troppo sbrigativo e semplicistico. In realtà non credo che
rEvangelo ci autorizzi ad andare molto più
in là. Quella qui delineata non è una posizione rinunciataria e non nasce da un colpevole
e irresponsabile indifferentismo morale nei
oonfronti della legislazione familiare statale.
Si tratta di individuare qual’è la vera responsabilità della Chiesa nei confronti della
società e dei suoi problemi e con quali mezzi
e strumenti essa deve intervenire ed agire
nella società. / mezzi sono pochi (praticamente due: la predicazione e la testimonianza
vissuta) e apparentemente poco efficaci: ma
non è forse appunto nella debolezza dei mezzi umani che Dio dimostra la sua potenza?
Rifiuta di determinati
ccndlxlcnamentl sedali
ni La famiglia cristiana nella
w I. realtà storica ha sempre subito l’influenza delle strutture della società nelle quali era inserita.
Nel nostro tempo e nel nostro paese ci sono condizionamenti particolari che la famiglia cristiana può
rifiutare, anzi è augurabile che
rifiuti?
E' chiaro che Videologia del benessere, che
è espressione della nostra società neo-capita
COMUNICATO
Evangelici in Riviera
Un evangelico che si stabilisce sulla
Riviera Ligure di Ponente:
— ha, secondo le statistiche, maggiori
possibilità di vivere a lungo;
— gode di un clima temperato ;
— trova fraterna accoglienza in una
comunità evangelica.
Chi desidera trascorrere dei perio
di in pensioni o camere ammobiliate
o anche stabilirvisi permanentemen
te, si rivolga per informazioni agli in
caricati dai Consigli di Chiesa: Col
Lino De Nicola - Via P. Semeria 124
Sanremo, o al Sig. Hermanno Jalla
Corso Italia 44 - Bordighera.
Ustica, tende a trasformare la famiglia in una
piccola azienda di consumo. E’ questo uno dei
condizionamenti che la famiglia cristiana oggi in Italia può subire, ed è superfluo dire
che la famiglia cristiana cercherà di resistervi, rifiutando anche l ideologia da cui deriva.
Altri ideali tipici del nostro tempo, quali la
carriera ed il successo considerati come senso e compimento della vita, saranno vagliati
criticamente nella famiglia cristiana : i genitori cristiani non li proporranno ai loro figli
come degli assoluti. In una società inguaribilmente cJericaIcggiante come la nostra, c’è
un indubbio condizionamento religioso della
famiglia (attraverso la Scuola, in particolare),
del cui valore spirituale è lecito dubitare e
che quindi la famiglia cristiana dovrebbe avere il coraggio di rifiutare. Vi sono poi altri
condizionamenti, apparentemente di minor rilievo. ma clic meritano dì esser menzionali,
anche se ì loro effetti si riscontrano solo a
lunga scadenza. Non è esageralo dire, ad
esempio, che la televisione può a lungo andare. se usata senza discernimento e misura,
alienare la vita familiare, trasferendola in un
mondo irreale e snaturando, con la sua presenza troppo invadente, certi momenti fondamentali della vita dì famiglia quale, ad esempio, la comunione della mensa. Ma anche qui
non si tratta tanto di legiferare o di mettere
la famiglia cristiana sulla difensiva: il vive
periculose di Sant’Anselmo è ancora una delle
migliori inierpretazioni del retto comportamento del cristiano, quindi anche della famiglia cristana, nella società in cui Dio li ha
chiamati.
Rencontre
à Frangins
Un lemps magnifique a favorisé ce te
année la reconitre, à Prang ins, le diinan(ihe 4 seipitemhre, des Vande is île Genève
et Lauisaime, à Foocasioin du 277e annivereaire de la Glorieuse Rentrée.
Une beMe assemblée pariiciipa e matin
an culte avec Saiinte Cène céléibré, dains le
temiple de Pragins, par lie po.-tenr WaehiniuCih de Nyon. Les panlic panls se rendirenit ensuite dans le beau parc de la propriété de M. Lieohiti où eut lieu .'e piquenique. .4 14b., environ 80 Vo-udois se groupèrent, sous la présidemee dévouée de M.
Georges Rostan, pour la réunion de l’aprés-midi.
L’assemiWée regret a vivemenit l’absence
de M. le pasteur Rogo, retenu en I al le.
On enitendiit succeiss’iveinenil : M. Jacques
Pjcoit qui évoqua la dernière lenlative de
rentrée et son échec en sep eiippre 1689 ;
M. Paul Balnier, ancien pirésideirt du gouvernement genevois qui, pré.sen à Pr.ngiuis le 16 août 1889 lors de 1’ naUi,iuration du nionumenl, évoqua en par iculier
le souvenir de sen graind père M. Baume,
né en 1818 et qui avait connu hs tenipde l’oppression aux Va lées, avant le 17
février 184<8. Ce fui, enisuiile le tour die M.
Louis Richard qui évoqua avec humour
quellques impressions et souveriirs d’un
rêvent voyaige aux Vallées à i’éipoque do
synode. Les Vauidoiis se rendirent ensuile
devant le mcnuimienil fleuri par les sains
de la rauniciipudité dte Prangins et la cércmonie se term'na par des chaivs et 'a lecture d’un ipsaumie. Ce fut ensuile le moniient des jeux et ides partieis t e houles. Si
gnalons le joie de tous les présen.s de
pouvoir jouir p einememt de ceto recai tr;
qui a permis aux Vaudois de G uève, d
Lausanuie et d’aii leuns de se rerouver darla communion fra .erne’le. La p esse le cal •
a donné plusieurs compì e-rendus de c - l coimmémoratlon. J- P
I iiiiiiiiiiimuiuum iiiiiii'iMiimiiiimiiuiiiimniiMinii
A. 1. C. E.
iiiiiimmimimiimu
Bando di concorse
E’ bandito per l’anno scolastico 1966-67 n
concorso per n. tre Borse di Studio da -■
50.000 caduna, per studenti e studentesse i
vangelici che s’impegnino ad insegnare all
Valli Valdesi per almeno 5 anni.
I candidati dovranno presentare entro
30 settembre p. v. al Consigliere AICE
Prof. Roberto Eynard, Via Nazionale 1
Torre PeUice - anche a mezzo Posta, i segue
ti documenti:
1. Pagella scolastica o documento equip
lente; 2. Certificato in carta libera delTagf:;
te delle imposte; 2. Stato di famiglia in ca
ta libera; 4. Dichiarazione del padre che
altri membri della famiglia non possiedo altri redditi; 5. Domanda del candidato fi
mata dal padre o da chi ne fa le vei
6. Presentazione di un Pastore o di un In
gnante evangelico. Il Comitato Nazionai
A.I.C.E.
>
Offerte ricevute
Pro Borse Studio
Benech Fiorina (Pomaretto) L. 500; Nc^ri
Ada (Torre Pellice) 1.000; Pons Evei^na
5.700; Ugo e Jolanda Rivoiro Pellegrini
250.000; Amici Olandesi 18.017; Pascal Anita (Maniglia) 4.000; Pons Giovanna (Aos a)
500; Ribet Liliana (Torre Pellice) 2.0iÌ!Ì; j
Dalmas Mariella (Villar Pellice) 1.000; («irdiol Frida (Trieste) 9,000; Gonnin Enima
(Torre Pellice 500; Long Vera (Pinerolo) -’*‘^0
Peyrot Maria (L. 3. Giovanni) 2.000; Pcyiot
Elena (L. S. Giovanni) 2.000; Armand Piion
Elena (Saronno) 500; Tourn Flora (Bordighera) 1.500; Beux Maria (Torre Pellice) 3.000;
Coisson Annalisa (Torre Pellice) 2.000; Arnoulet Fiorentina (Torre Pellice) 1.000; Sommani Margherita (Torre Pellice) 1.500; Viglielmo Liliana {Riclaretto) 500; Alcuni soci
3.000; Angela Borsalino (Como) 5.000; Palmery Ada (Milano) 1.500; E. jahier (Torino)
5.000; Giacone Giorgina (S. Germano) 2.001):
Revel llda (S. Germano) 2.000; Sommani Lina (Pomaretto) 1.500: Giordano Emma (Torre Pellice) 1.000; Stocchetti Vittoria (Genova) 1.000; Prochet Edina (Torre Pellice)
1 000; Ribet Liliana (Torino) 1.000; RocLat f
Giorgio 1.500.
Le offerte si fanno sul c/c postale niiiin 'O
2/40715 intestato al Cassiere AICE: M.o
Desio Levi Trento - Viale Piazza d’Armi 75
Pinerolo (Torino)
Culto radio
ore 7,40
Domenica 2 Ottobre
Past. MANFREDI RONCHI
Roma
Domenica 9 Ottobre
Past. MANFREDI RONCHI
Roma
Kadio-TV della Svizzera Italiana
Donicnica 2 ottobre. Radio: ronver.saz oiie
evangelica alle 9,15, Past. Ciiidu Riivoir.
Televisione: alla fine delle Irasmission'.
« La Parola del Signore », Pus ore S'ivio
Long.
Domenico 9 ottobre. Radio: Cnnversazionc
evangeiliica alle 9,15, Pastore O lo Raucli.
Televisione: alla fine ilDlle irasm’ssion ,
« La Parola del Siguore », Pas ore Guido
Rivo ir.
3
N. 38 — 30 settembre 1966
pag. 3
MESSAGGIO DELLA CONFERENZA ((CHIESA E SOCIETÀ»
Appello ad uno studio serio
e ad una azione dinamica
Una tensione crescente in seno alla comunità cristiana - Quando la Chiesa si fa serva, scopre la propria vocazione nel presente
Noi, i partecipanti alla Conferenza mondiale
« Chiesa e Società », siamo grati a Dio che ci ha
riuniti da 70 nazioni di tutta la terra. Noi Gli rendiamo grazie per averci Egli permesso di fare l'esperienza di questa comunità mondiale che si forma
poco a poco in questa ncstra epoca di progresso tecnico e di rivoluzione sociale. Mediante la Sua grazia
noi abbiamo preso una nuova coscienza della realtà
della Chiesa, popolo di Dio, unito nella sua diversità,
sostenuto nella sua debolezza dalla potenza dello
Spirito Santo, e chiamato ad essere partecipe della
libertà e della riconciliazione che ci sono offerte in
Cristo Gesù.
Durante le giornate del nostro lavoro comune, le
nuove possibilità ohe si dischiudono all'uomo ci sono
state ricordate, cosi come i nuovi pericoli che minacciano la vita umana. Un nuovo senso deH’urgenza
,del nostro compito ci è stato donato. Alla vista di
ciò che avviene attualmente nella nostra società,
noi cristiani non possiamo più chiudere le nostre
orecchie airappello che ci è rivolto di intraprendere
uno studio serio ed una azione dinamica.
Nel corso di questa Conferenza noi abbiamo ccmcentrato la nostra attenzione su tre grandi problemi :
a) La tecnica moderna. Consapevoli delle nuove
speranze che essa suscita, noi ci siamo sforzati di
comprendere come essa può essere utilizzata e controllata si che essa serva meglio alla liberazione dell’uomo, al suo benessere economico ed alla giustizia
sociale.
b) La necessità di accelerare lo sviluppo dei
paesi d’Asia, d’Africa e dell’America latina e di trasformare radicalmente le relazioni fra queste nazioni
e quelle ohe si sono fortemente industrializzate.
c) La lotta per la pace mondiale: è importante
fare tutto il possibile per affrettare la fine dell’attuale conflitto armato nel Vietnam e trovare delle
soluzioni alle situazioni esplosive che potrebbero
generare delle nuove guerre. Noi abbiamo constatato
con profonda inquietudine che molti hanno un atteggiamento sempre più insensibile e duro circa i mezzi
impiegati sia nella guerra civile come in quella internazionale. Ogni forma di crudeltà antica e nuova
dovrebbe ispirare un senso di orrore alla coscienza
umana.
Non è facile giungere ad una intesa su questi
problemi, nè sul modo di risolversi. I nostri dibattiti
hanno rivelato una grande diversità di punti di
vista che non derivano solo da condizioni diverse
dalle nostre, ma anche da prospettive diverse nelle
quali noi ci poniamo per considerare i problemi
sociali. La nostra fede cristiana ci da un fondamento comune, determina i nostri atteggiamenti e
fissa degli obiettivi comuni al nostro servizio nella
società; ma essa non ci conduce ad un facile consenso su dei nroblemi sociali particolari. Tùttavia,
in questa Conferenza, noi abbiamo scoperto che il
dialogo è possibile fra coloro che rappresentano delle
tendenze diverse e che le nostre discussioni hanno
messo in luce i limiti del nostro pensiero e ci chiamano ad una maggiore fedeltà.
Se la Chiesa deve poter guidare i propri membri
nel compimento del loro servizio al mondo, occorre
che essa scopra i mezzi per condurre un dialogo costante fra i sociologi ed i teologi, nonché fra coloro
che studiano i problemi sociali e quanti passano la
loro esistenza fra i compiti ordinari della vita comune. La presenza a questa Conferenza di molti
laici e specialisti in vari campi ha creato una situazione di un valore imico per il dialogo. Essa ci ha
illuminati sulle possibilità ma anche sulle deficienze
latenti ohe sono nel nostro dialogo e ci ha condotti
ad auspicare che dei pregetti a lungo termine siano
messi a punto in vista di tali discussioni.
Nella nostra qualità di cristiani, noi siamo impegnati a lavorare alla trasformazione della società.
Noi abbiamo fatto nel passato degli sforzi tranquUli
di rinnovamento sociale, operando nelle e per le istituzioni costituite, secondo le loro regole. Ai nostri
giorni, un gran numero di coloro che si sono consacrati al servizio di Cristo e del prossimo hanno una
posizione più radicale e rivoluzionaria. Essi non negano il valore della tradizione, nè dell’ordine sociale,
ma sono alla ricerca di una nuova strategia che
trasformi fondamentalmente la società senza troppo
ritardo. É possibile che, fra qualche tempo, la tensione risultante da queste due posizioni assuma nella
vita della comunità cristiana un ruolo importante.
Per ora è necessario ohe noi riconosciamo ohe questa
posizione radicale ha un solido fondamento nella
vita della Chiesa e nelle discussioni in corso sulla
responsabilità sociale.
In numerosi punti del mondo, la Chiesa roppresenta oggi una minoranza relativamente debole nella
lotta per l’avvenire deH’umanità, alla quale essa
partecipa con gli adepti di altre religioni e di movimenti secolari. Inoltre essa non può sperare di contribuire alla trasformazione del mondo se non si
lascia trasformare essa stessa a contatto del mondo.
Ididio, che ha abbandonato il Figliuolo alla croce, e
che manifesta U proprio potere nella debolezza, ci ha
condotti al punto al quale siamo, ed off:e al suo
popolo nuove possibilità; e noi abbiamo sentito il
nostro dovere di prepararci a questo servizio.
Infatti, quando la Chiesa si fa serva, essa scopre
la propria specifica vocazione per il tempo presente.
Riconosciuta l’esigenza di nuovi rapporti fra i ricchi
e i poveri, fra i potenti e gli oppressi, la Chiesa si
rende conto che i potenti hanno bisogno dei deboli
cosi come i deboli hanno bisogno dei forti. Ad ogni
stadio del loro sviluppo le società incontrano dei problemi difficili a risolvere che il confronto con società
completamente diverse può illuminare, n mondo
dinamico nel quale noi viviamo esige delle nuove
strutture e delle nuove esperienze di organizzazione
sociale. In taluni casi queste nuove forme possono
manifestarsi nei paesi in via di sviluppo nei quali
le ripercussioni dell’evoluzione sociale si fanno maggiormente sentire. L’attuale incontrò segnerà forse
una tappa importante neH’assolvimento della missione della Chiesa.
Nello spirito della Conferenza noi concluderemo
chiamando le Chiese al pentimento ©d a riconoscere
il giudizio di Dio su noi. Noi rivolgiamo loro un urgente appello in vista di rma azione più efficace e sostenuta, ohe sarà l’espressione della testimonianza
che noi rendiamo all’Evangelo nel mondo in cui viviamo. Noi comprendiamo che questo è im compito
difficile, che richiede lunghi sforzi. Incoragpati dalla
promessa del nostro Signore : « Fatevi animo io ho
vinto il mondo», noi preghiamo perchè la forza necessaria Ci sia donata.
QUANDO NORD E SUD S'INCONTRANO...
Periplo calahro - siculo
La “carovana dai 16„ da Toppa Pellica ai fondo dello stivalo - Un “altro,, Moridione - Incontro fraterno e corroborante con le nostre comunità e con le loro opere
Il viaggio in Calabria de: 16 Valdesi di
Torre Pellice e din.orni ebbe luogo dal 28
agos'.o al 14 settembre.
Fummo presto conosciuti come « la carevana dei 16» a Catona, lon'.ano paesello
sulla costa ionica a 8 Km. da Regigio Calabria. Suda riva d’uma spiaggia plt'.oresca e
deserta, i con'ugi Riekenbacher, « mamma
Libie » e suo marito, stabilirono 7 anni fa
il « Cen'.ro svizzero ». È un centro turiis ico
ohe accoglie in maggioranza gruppi di ledeschi. D’inverno il con.ro si trasforma in
convitto per i giovani studenti calabres ,
seguiti nei loro studi da persone compe'.enti. 1 direttcri furono lieti di accogLere il
primo 'gruppo di Valdesi e si diedero il
benvenuto con un grUippo di Brema, g unto prima di noi. Serata molto fra.orna, sociale e culturale, che terminò con la tarantella calabrese, ballaU da giovani del paese.
Alcuni rgicrni dopo ci ritrovammo ancora
nel piacevole salone del « Centro » ed
avemmo Toccasione di farci conoscere parlando della nostra Storia valdese. Fortunatamente il capo della nostra comitiva, signo'r Ruhoff, parla bene il tedesco e questo facilitò i conSatti con la numerosa colonia tedesca che s’interessò molto dei vari
argomenti esposti ed in particolare d’opera
di Riesi, Palermo e del Co’Iegio Valdese.
Cantammo il « Giuro di S baud » e molti
altri inni, fra cui quello di Lutero icon loro.
Il nostro gruppo si sistemò in diversi
bungalows e ci sentimmo subi o a casa nostra. Eravamo a pochi metri dalla spiaggia,
sempre pronti a ituffarci nel mare, a nuotare o a respirare l’aria salina restando pigramente sdraiati al sole.
Si decise sin dal principio di vivere una
vita comuni'aria: a turno le siignore (eravamo in undici) si trasformarono in cuoche.
L’apipelito essendo sempre ottimo, tutti
hanno apprezzato la cucina casalinga e
semplice. Dopo la colazione ci radunavamo
intorno alla Paro'la di Dio, cantavamo e le
nostre preghiere mattutine ci aiutarono a
mettere sealmenle in pratica il nuovo comandamento: « come io vi ho amati, amatevi gli uni Igli altri ».
A Reggio, la prima domenica, ci recammo nella chiesa valdese. Il temp o molto
beiUo si riempì per ascoltare la Parola predioata dal pastore Brianite. Egli è anche pastore di Messina. La sua presenza è molto
apprezzata da tutte le famiglie evangel che
che egli visita spesso. La comunità è molto
sensibile all’evangelizzazione. Alcuni giorni
dopo il nostro arrivo a Catania, partimmo
in escursione per un giro della Calabria
costeggiando la riva ionica: molto asciutto
e selvaggio iqueslo primo .rato. Lunghissime file di fichi d’india maturi che nessuno
coglie. Ci recammo alla montagna del Pentidaittilo, dalla forma strana, come una
mano, dove è annidato un antico villaggio
pittoresco, quasi inahitato. Dapper ulto si
trovano ancora le veeligia dei SaracenL nei
villaggi antichi, nascosti sui penidii, o costruiti sui cocuzzoli cerne fortezze; paese
dove l’acqua, pur esistendo, non scorre percitò manca l’incamalatura ; i torrenti, però
sono let-.i di pietre nonostanle i nomi p ttoreischi a altisonanti. Nei campi le donne
coglievano i gelsomini dal profumo pere
tränte. A Locri, città antica, d strulla da un
maremoto, c’inoltrammo nell’Appennino.
Passiamo Gerace e Siderno, seguendo la
strada sinuosa e contornando poi l’Aspromonle dove il ricordo di Garibaldi ci segue come un’ombra. Sempre pù ricca e
folta la vegetazione. Come nelle nostre Valli si continuano a fare lavori di rimboschimento. Sul colle, in una bellissima pine'a,
la sosta ci fumoilto gradita e si fece onore
al pranzo al sacco. Pei si cominciò a scendere verso la belltssima « Cos'a Viola »;
visitammo la pittoresca Cittanova, rinomala per la sua « v Ila », cioè il giardino
pubblico. Gioia Tauro, Palmi, Belvedere,
Sant’Elia. Bellissime 'palme, di grande varietà, araucarie, lecci dall’ombra fol a, banani. Poi ohilome.ri di aranceti, uliveti
centenari che cl facevano pensare ai vecchi
ulivi del Getsemani. Una nota più moderna era data dalle tubazioni ohe trasportano
l’olio d’oliva nei vari paesi. Bellezza esotica visioni d’infinito. Lungo la Costa Viola
ammirammo la bella cittadina studentesca
di Bagnata, per ipoi trovarci alla rocca di
Scilla, da dove si scorge vicinissima Cariddi. Cosi abbiamo conosciuto la Calabria
selvaggia, tra pareti di rocce ed il mare
con le sue spiagge pittoresche e deserte, il
cielo sereno, il sole caldo ehe speriamo
conservare a lungo nelle nos re vene.
Ovunque, avvicinandoci agli abitauli abbiamo subito il fascino della popolazione
abbronzata, gentile e contese verso gli stranieri; ci hanno mamifestato In vari modi
il loro buon cuore; abbiamo incontrato
molti giovani sugli autoibus, sui treni, nei
luoghi pubblici che sanno ancora alzarsi
per cedere il loro posto. Erano felici di
trovare in noi degli amici. L’ultimia sera,
un dottore ipadre di quattro maschi, di cui
il minore è anche medico del « Centro » fu
chiamato al caipezzale di una di noi. Egli
rifiutò quàlsiàsi compenso per il suo dis.urbo riassumendlo il suo atto generoso
con queste parole incisive : « È dovere d!ell’ospilaiità ». Questo suggellò l’impressione sui calabresi che abbiamo avuto sin
dalTinizio.
Interessantiss'mo 'il passaggio del o stretto di Messina, assistendio alle manovre del
treno inghiol'.ito dalla niave-traghetlo, tre
vagoni per volta. Stupenda la traversata,
tutti riuniti 'Sul ponte superiore, come se
stessimo iniziàndb un lungo viaggio verso
l’Africa che isi sentiva tanto vicina!
Da Messina, -sempre in ferrovia 'giungemmo a Palermo in 5 ore. Pion ci parve vero
ammirare « de visu » tanti luoghi i cui
nomi avevamo studiaita sui banchi delia
eouol'a: Milaizzo, Oafalù, eoe. Scendendo dal
treno nella -stazione della grande e bella
città di Palermo, fummo accolti dial caldo
sorriso del pastore Panasela. Dei dormitori erano stati preparati per noi alla Noice,
quartiere una volta malfamato, ora irradialo dalla carità cristiania, fra gli « scugnizzi »
abbandonati, gli orfaini, i figli dei loaroerati,
che numerosiissimi ritrovano la gioia nella
Casa del Fanciullo e alia Noce dove frequentano le cla'ssi elemenlari.
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
I LETTORI Cl SCRIVONO
Un concordatino,
ma vi pare il caso?
Un lettore, da Roma:
I
Signor Direttore, I
ho letto, sul numero 35 (in data 9
settembre 1966) del periodico « La
Luce », che mi è gradito ricevere per ^
ragioni di interesse specifico legate alla mia attività di militante e dirigen-1
te del Partito Radicale, un resoconto
del Sinodo della Chiesa Valdese che
ha suscitalo in me e nei miei amici
una certa perplessità, di cui, a parti- j
re da una certa valutazione di fondo
che premetterò, ritengo mio dovere
informarla. I
Premetto, dunque, proprio per darle ^
il quadro in cui si inserisce la valu- ^
tazione deirarticolo, che il Partito Radicale ha. fin dalla sua nascita e soprattutto in questi ultimi anni, decisamente preso posizione a favore del
ristabilimento, o dello stabilimento
(se così si vuole), di una effettiva libertà religiosa anche nel nostro paese,!
Il modello di società civile, « laica », [
al quale noi conformiamo tutta la attività politica del partito, e che ne |
giustifica la stessa esistenza tra le di-j
verse forze politiche italiane, esige che
nella società italiana venga finalmente ricono-sciuto il pluralismo di « presenza » religiosa che non solo 1 attività dei protestanti o degli israeliti
attesta, ma tutta una serie di fenomeni (dal volo ai jiartili di sinistra, ecc,)
quotidianamente jialesa e che solo una
visione « clericale » e gerarchica della società e delle sue istituzioni tenta
di soffocare e di denegare dalle radici.
Non casuahnenlc, è stato il Partito
Radicale ad iniziare qualche tempo fa,
anche se con risultati per il momento
non soddisfacenti, il primo tentativo
di un bollettino periodico di informazioni religiose, come anche a dare spazio nella sua pubblicistica e nella sua
attività di collegamenti e di presenza
a tutte le manifestazioni di noncon
formismo in questo settore; per non
parlare della battaglia per Pabolizione
del concordato, come di quella sulla
libertà di insegnamento e l’abolizione
deH’indottrinamento ecclesiastico nella
scuola, o, infine, di quella per il divorzio — occasione (oltreché rivendicazione in sè attuale ed indilazionabile) di un più vasto dibattito sulle
libertà civili in Italia.
Tutta questa serie di battaglie sono
costate al Partito Radicale un costosissimo isolamento, rispetto a tutte le
altre forze democratiche italiane, convinte fino ad oggi (o, speriamo, fino
a ieri) della inutilità teorica o della
impossibilità politica di contestare alle
sue radici il potere clericale, pur riconosciuto come strettamente intrecciato e condizionante l’intero arco delle
forze conservatrici e reazionarie italiane. Noi scontavamo questo isolamento nella certezza che, tuttavia,
quei problemi su cui noi eravamo intransigenti costituiscono il fondo effettivo, la cruna attraverso la quale
occorresse passare per arrivare al rinnovamento della società e delle istituzioni del paese.
Fatte queste premesse, richiamo ora
la sua attenzione sul passo dell’articolo che ha suscitato le mìe perplessità : perplessità che si sommano a
quelle ingeneratemi da altri colloqui
con esponenti del mondo protestante
italiano, dai quali risultavano atteggiamenti analoghi a quelli messi in
luce dal suo articolista e che rispecchiano. a quanto pare, Topiiiione di
settori del mondo dei non cattolici.
E* a pagina sei del numero citalo
de « La Luce » che trovo riportato il
senso del dibattilo sinodale sui problemi dei rapporti con lo Stato; e leggo che rUffìcio Legale del Consiglio
Federale è stato investito della responsabilità di una ricerca sull’opportunità delle intese previste dall’articolo 8 della Costituzione Italiana.
E’ evidente che il problema non
può essere esaurito in troppo breve
spazio, e che il problema di un certo
regolamento di alcune questioni, ma
abbastanza collaterali, si impone; sorge però il dubbio che attraverso siffat-*
te intese bilaterali le chiese riformate
italiane possano ottenere, in definiti- ^
va, la « regolamentazione » e la « istituzionalizzazione » di uno status quo
che giunga a delimitare se non la sfe-1
ra di libertà delle chiese la loro forza
di espansione, che si raccomanda, credo, a quella carica di contestazione
che esse determinano con la loro presenza in Italia. Mi sembra — e mi
scusi se in questa lettera le comunico
solo una parte, certamente non precisa « giuridicamente », dei miei dubbi — che non sia casuale che proprio
oggi, quando la chiesa cattolica comincia ad avvertire la crescita di sentimenti nuovi, positivamente (e non
grettamente) « laici », si possa cominciare a parlare di intese con gruppi
fino ad oggi intransigentemente alla
opposizione morale e, se si vuole, politica. Proprio oggi, quando alcuni
gruppi cattolici (oltre a quelli laici,
come il nostro ed altri, ed in intesa
con quelli) cominciano a dibattere il
problema della revisione o della liquidazione del Concordato...
Mi è stato osservato, c da autorevole membro dì una chiesa riformata,
che non lutti i regimi non-concordatari sono un optimum; il che, teoricamente e magari storicamente, ha un
senso di verità: ma c‘è da domandarsi se oggi in Italia abbia senso rafforzare, attraverso il riconoscimento
di un qualsiasi diritto positivo della
chiesa, la sua presa su tutta la società
italiana, evitando quel necessario, ed
improcrastinabile, rovesciamento dì valori per cui la società libera, lo stato
che è la sua espressione democratica
e legittima, si autodefiniscano come
veramente autonomi di fronte ad ogni
potere che ne limiti, aj^punto, l'autonomìa...
Ci sarebbero molti problemi che lascio, per ora, in sospeso; la informo
però che su questo argomento avremo
occasione di ritornare, noi radicali, in
quanto intendiamo organizzare, proprio in Piemonte, un convegno su
« le libertà civili in Italia », in occasione del quale, evidentemente, si
parlerà a fondo del Concordato; a meno che non riusciamo addirittura a
mettere in piedi un convegno espressamente sul Concordato.
Gradisca per ora i miei più cordiali
saluti.
Angiolo Bandinelli
Non è
una questione
di cortesia
Un lettore, da Nave {Brescia):
Signor Direttore,
il trafiletto anonimo dal titolo :
« Veramente, signor Montini... » (cfr.
La Luce 26.8.66), in cui si accusa il
Papa di errata interpretazione di un
passo evangelico, mi è parso poco felice sia nel tono che nella sostanza.
Anzitutto, non esiste il « signor
Montini », qualora si intenda parlare
del Papa attuale. Le persone a modo,
di qualunque credenza, dicono: «il
Papa » oppure « Paolo VI ». E usano
nei suoi riguardi un tono nobile e
dignitoso.
Inoltre, la sostanza stessa dello stelloncino è inesatta.
Chi lo scrisse, probabilmente, fissò
l’attenzione .sul passo di Luca (8: II),
là dove il Signore dice : « Il seme è
la parola di Dio »; mentre il Papa si
riferiva certamente a Matteo (13: 31
sgg.), dove il Regno dei cieli viene
'paragonato al grano di senapa: (e lo
conferma l’accenno al fermento, ricordato subito dopo). Ignoro come i
protestanti interpretino la locuzione
« il Regno dei cieli ». Ma presso i cattolici è abituale anche l’interpretazione di S. Gregorio Magno, per il
quale essa significa la Chiesa « del
tempo presente » (e Matteo 13: 47
lo conferma). Se è cosi, il Papa ha
parlato in modo esatto, e nessuna
« pecorella » cattolica, che conosca
abbastanza il Vangelo di Gesù Cristo,
ha nulla da eccepire.
A mio parere, l’autore del trafiletto doveva usare più cautela; non
avrebbe dato dell’imperito al Papa, e
si. sarebbe astenuto da un tono e da
un linguaggio che tutti, protestanti
e cattolici, nei nostri vicendevoli rapporti, desideriamo definitivamente sepolti.
Voglia, signor Direttore, scusare
l’appunto e gradisca i più deferenti
ossequi. sac. Antonio Rebesco
Lei ci legge regolarmente^ e sa che
non usiamo troppe ”cauie/e” nel discutere fra noi e nel dire quel che
pensiamo. Sono pronto a riconoscere
che il tono era acido, ma quando
udiamo, dal supremo Magistero cattolico, insegnamenti che sono per noi
radicali distorsioni delV^vangelo di
Gesù Cristo, l'indignazione è e rimane profonda in noi: il popolo di Cristo è fuorviato.^ allontanato dalla fonte della vita. E proprio la Sua risposta ne dà riprova; poiché Lei certo
non ignora che la radice, terribilmente profonda, del nostro dissenso sta
proprio in quella identificazione fra
Chiesa e Regno, che, con buona pace
di Gregorio Magno, non ha alcun
fondamento biblico. Matteo 13: 47:
”// regno dei cieli è simile a una rete che, gettata in mare, ha raccolto
ogni sorta di pesci..questa sarebbe
una conferma alla Sua tesi? continui
a leggere: ''...quando e piena, i pescatori la traggono a riva e, postisi a
sedere, raccolgono il buono in vasi,
e buttano via quel che non vai nulla.
Così avverrà alla fine delTetà presente“.
Resto ben coniùnto che l'interpretazione era errata: ed è un errore di
I fondo, fatale: comprende che ci rivolti?
■ Gino Conte
Inversione
di marcia
Un lettore, da Zurigo:
Nella recensione, a firma Dario Varese, dì « Rome, adversaire ou partenaire? » nel N. 36 (16 settembre
1966) di codesto pregiato periodico,
si parla dell'opera « Du protestantisme
à l’Eglise » del Rev. Padre P. Louis
Bouyer.
Anche se la segnalazione risulterà
superflua per i competenti, vorrei segnalare alla maggioranza dei lettori
che esiste un’opera in risposta al precitato volume del Bouyer. Si tratta
della pubblicazione (Parigi, Ed. Berger - Levrault, 1957) « Du Catholicìsme romaìn au Christianisme évangélique » del Pastore Pierre Fath.
Attraverso un travaglio intellettuale e spirituale, il Fath, attualmente
Pastore a Parigi, lasciò il sacerdozio
romano per seguire la sua vocazione
nel ministero evangelico. L’opera fu,
prima, presentata alla Facoltà di Teologia protestante di Parigi e discussa
il 10 febbraio 1956.
Nel preambolo, si richiama al problema posto dal volume del Bouyer,
nella prima parte esamina le tesi del
Bouyer, mentre nella seconda « dal
cattolicesimo romano al cristianesimo
evangelico » confuta le tesi stesse. In
appendice sono riprodotti alcuni documenti. che è opportuno tener presenti. anche in questo periodo storico.
Ad es. la professione di fede, richiesta agli evangelici, in occasione della
loro entrala nella chiesa romana, il
giuramento di fedeltà di Pio XI, la
professione di fede romana di Pio IV
ed il giuramento antìmodernista di
Pio X.
Il Pastore Fath, in recenti conferenze tenute a Ginevra, ha richiamato fortemente i protestanti al ripensamento dei valori essenziali della Riforma. che sono anche quelli del Vangelo. E. E.
4
pag. 4
30 settembre 1966 — N. 38
Periplo
celebro ~ siculo
Facoltà di Teologia
SEGUE DALLA TERZA PAGINA
Il no« ro è il ‘primo gruppo valdtfso che
ha preso coniano con quest’opera. Ogni
ma U lna alle 6 e mezzo Tautista ©vauigelico
percorre la città e raocoiglie numerosissimi
bambini, che lo aspettano con gioia per
vivere la loro giornala alla No'ce, Sono 180
circa i fanciulli assistili e 450 quelli die
frequentano le scuole elementari, ora parificale. Deploriamo la mancanza della serata
dedicata all’evangelizzazione durante la
settimana sinodale e ci auguriamo vivaniento che questa consuetudine sia ripresa,
l’anno prossimo, con particolare riferimento
a queste opere.
Bellissima Palermo e mai dimenlichereino ramabilità del pastore Panascia die
mise a nostra disposizione il pullman dell’istituto, dono della gioventù di Berna.
Così, senza fatica alcuna ed in un modo
piacevolissimD percorremmo chilometri di
strada salendo al famoiso Monte Pellegrino
e scendendo, sempre ammirando il panorama, su Mondello, spiaggia famosa e la
pianura della FavoYìta, un lemipo proprietà
dei Borboni, risalendo infine verso Monreale. La sua cattedrale anlicbieslma, tutta ricoiperta di mosaici (18 quintali d’oro)
ed il suo grande diiostro a colonnette scoi
Il uiiiniiiMiiiimimiiiiiiiiiiiHoiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin
IN SPAGNA
La Chiesa denuncia
un incontro segreto
di preti rivoiuiionari
L'Ufficio stampa dell'Arcivescovado di Madrid ha denunciato il carattere rivoluzionario
e non autorizzato di un incontro segreto di
preti e laici avvenuto alla periferia della città e che ha portato alla denuncia della attività dalla gerarchia ecclesiastica e dal Governo spagnolo. L’Arcivescovo di Madrid invitava chiunque fosse' al corrente deUa attività
di questi rivoluzionari a denunciarli alle Autorità competenti. Times, 5 settembre.
pile sono di una bellezza inimimaginabile.
Palermo sarebbe il gioiiedilo del Mediterraneo, senza le rovine, non ancora sgomberate dell’nltima guerra, forse perchè Ira le
macerie si nasconde troppa miseria e povertà umana.
Indimentiicabile la seconda escursione in
Sicilia, ohe fu l’addio a qnest’isoJa incantevole. Oleandri rossi e bianchi si succedevano lungo i viali, alternali con eucalipti,
comoda paleggiata in pulOman; pi pareva
un sogno attraversare le cittadine pulite,
tra le lunghissime fi'le di caise che fiancheggiavano la strada turistica. Scoprimmo ad
un tratto l’isola dei Cidopi, che ci sembrò
piuttosto minuscola... l’Etna (3300) metri),
maestcBO, col suo pennacchio. Vicino alla
città di Catania, famose per la sua antica
università le rovine antiche si facevano più
numerose. Ci rendevamo conto del pericolo della vicinanza dìel vulcano, scoprendo
la lava pietrificata che distrusse varie cittadine, notando le mura costruite di p'.etre
nere di lava, ammirando sulla piazza della
calledrale il piccolo elefante, anche di lava
nera.
A Siracusa, sotto un so e tropicale, visitammo il teatro greco, le necropoli, l’anfiteatro romano e le caverne famose che nascondono rorecchio gigantesco di D onigi,
svelante T mormorio delle vitjme al crudele tiranno. Avremmo dovuto rimanere
più a lungo per visitare quelle città famose, tormentate, attraverso i secoli da tanti invasori, ma s’imxioneva una fermata a
Taomi na, città degna della sua fama. Sarebbe troppo lungo e difficile volerne fare
una descrizione. Indimenticabile il pano
rama visto dall’anfiteatro, su uno dei pendìi della montagna, dove tuttora si danno
della rappresentazioni .11 mare e in faccia
l’Etna, orgogliosa della sua forza.
Sulla via del ri orno, «(»rgemmo in alto
suoi monti, il villaggio di Guardia Piemontese, che avremmo tanto desiderato visitare
poiché conserva ancora meliti ricordi dell’immigrazione valdese del 1370 I lettori
ricorderanno l’articolo del prof. ArmaudHugon pubblicato su questo g'orna’e, dcipo
la sua visita a quel luogo tristemente famoso nella storia delle nostre persecuzioni.
Ci femiammo a Napoli, accolti affabilmemle dal Pastore Cielo e famiglia. 11
Pastore gentilmente si trasformò in cicerone per facilitarci la visita della cit à.
Come a Palermo, la medesima sensazione
di tristezza infinita si risente visitando Napoli, bellissima certamente nel suo insieme
di palazzi e castelli, allungata p gramenle tra le colline e il golfo tanto rinomato !
11 martedì doveva essere giorno di bucato
poioliè nelle strade innumerevoli, dalle due
filò di caseggiatii, sulle funi lese al disopra
delle tesile dei viandanti, asciugavano le
lenzuola, le camicie, i vesliti di metà della
popolazione. A Napoli non ci sono fiori:
troippo eli etto lo spazio per coltivarli. La
sua fama risiede nell© bellezze naturali,
nelle sue numerose isole, fra le quali
Ischia, Proicida e Capri, all’onibra del
Vesuvio che ora pare si sia addormentato.
Nel 1956 la lava distrusse un villaggio intero, ma tosto lo si ricostruì sul .pendio
del vulcano, al medeisimo posto.
Sempre nel pullman, gentilmente procuratoci dal Dott. Santi, visitanuno la s;lfatara di Pozzuoli: interessantissimo ascoltare la guida e vederla dimo'strare, con una
torcia accesa, die tutte le bocdie daBe
quali si sprigiona il fumo solfcroiso sono
comunicanti. Il cratere spen o è largo 2
ohilometri o quando il Vesuvio si svegli,a
l’attività di questa zona cessa del tutto,
stati a Posillipo, alla spiaggia della Mergellina e non è manicata neppure una incantevole gita in vaporetto.
La medesima opera di fede e di amore
die si svolge a Palermo, l’abbiamo incontrata nuovamente a Napoli, nella vasta proprietà principesca borbonica comprata dalla chiesa metodista alcuni anni fa; anche
questi palazzi sono diventali una casa per
i bambini abbandonati e l’opera è diretta
dai fratelli Santi, pastore l’uno e dottore
l’altro. A Napoli, come a Palermo, i nostri
amici sono immersi in gravi diffiiccltà e
sarebbe nostro dovere pregare e intercedere affinchè si sentano avvolti dall’interesise e la generosità della chiesa .tutta. Abbiamo pernottato alla « Casa Materna » e
rindo>manì, coi bambini, oltre un centinaio., abbiamo preso parte al culto mattutino presieduto dal Dott. Santi: un preludio di inni suonati al pianoforte ci immerse in un’atmosfera di raccogliimenlo.
Ci ricorderemo sempre dello elaneio con
cui tutti i presenti hanno cantato : « Innalzate il vessil della croce », l’inno ddl’evangelizzazione. E non vogliamo dimenticare la nostra irruzione nell’ospitale presbiterio di via dèi Cimbri, la diiesa valdese e l’ambuOatorio dove dottori evangelitei e cattolici visitano gra ultamente i
malati.
Fratelli e sorelle di Catona, Reggio Calabria, Palermo, Napoli un grazie di cuore per la vostra calda accoglienza; speriamo ricambiarla quando verrete verso il
nord, più freddo e riservato, ci ammoniscono con ragione, ma il nostro indirizzo
non è comiplicalo : Torre Pellice (Torino!
ed un nome... questo basterà per darvi un
saggio della nosra gratitudine. Vi isaln ianio a nome dei 16 valdesi che vi hanno visitati in questi giorni e ripeiliamo col salmista : « Duri in iperpetuo la gloria dell’Eterno, isi rallegri l’E'erno nelle opere
sue. Anima mia, benedici l’Eterno ».
Graziella JaPa - Limi Farese
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
cano lì (una sua ampia analisi critica di tutti i documenti conciliari sta per essere pubblicata dalla Claudiana). Si è trattato della
prima messa in atto di un invito già rivolto
al Consiglio di Facoltà lo scorso anno, e che
quest’inno è stalo ulteriormente ribadito :
Il Sinodo rinnova al Consiglio di Facoltà l’invito già rivolto nell’art. 39
A.S. 1965 di « tiare applicazione all’articolo 10 del Regolumen’o del'a Facoltà,
nominando degli Assistenti volontari
ai Professori titolari di Corsi fondamentali, affinchè questi possano arricchire gli aspetti del loro insegnamento
ed essere sostituiti in caso di assenza
o di impedimento.
Tale misura si rende infatti sempre più
necessaria, in quanto si moltiplicano gli impegni ai quali sono sottoposti i nostri docenti, in Italia e all’estero.
La nostra Facoltà aveva ospitato, l’autunno scorso (e ne demmo notizia) il Colloquio
dei docenti delle Facoltà teologiche protestanti dei paesi latini (le relazioni presentate
a tale convegno sono state recentemente pubblicate dalla « Revue d’Histoire et de Philosophie Religieuses », 2/1966),
Non di rado si lamenta un certo distacco
fra la vita della Facoltà e quella della Chiesa
(anche se non si giunge ai limiti cui ha accennato, in un messaggio di saluto, il delegato di una Chiesa protestante tedesca). Il
problema è senz’altro presente. Ma a noi non
pare clte la soluzione si trovi nel senso cui
in genere si pensa, cioè in uno sciamare del
nostri docenti, in giro per le nostre comunità (cosa del resto dlfficUmente attuabile,
con l’intensità auspicata). Ciò che a loro si
può e si deve richiedere, è che i problemi
che affrontano siano veramente sempre quelli che travagliano la chiesa, in modo coscien
uiliiillliiihiniiii
ii'niimiimmiii
iiiiiiiiiimiiiiiiiii .1
iiuiiiiiiiiiiiuiimimiiiiiiiiitiiiiiimiiiiiii
L'assemblea
protestante
de! deserto
Il Consiglio generale della United Church
of Canada ha deciso di rinunciare per il momento al progetto di unione con la Chiesa
anglicana, pur continuando le conversazioni
in vista eventualmente di una Federazione,
che permetta la sopravvivenza dei valori profetici della Chiesa evangelica canadese. Alcuni delegati hanno dichiarato <c ora ci si propone l’unione con gli Anglicani, poi sarà
quella con Roma e avremo di nuovo un Papa
sopra di noi ». La decisione è stata presa
mentre l’Arcivescovo ^ Canterbury visitava il
Canada e in vari discorsi incoraggiava alla
collaborazione tra Evangelici e Anglicani e
a un riavvicinamento con Roma.
Times, 12 settembre.
te o inconscio, qui e ora. Sta poi alla chiesa,
e in particolare al corpo pastorale, attraverso
le molteplici linee della predicazione e dell’insegnamento, avvicinare questa teologia
« ecclesiastica » (termine spiacevole, ma approssimativamente espressivo) alla vita delle
comunità. « La Faccia è per la Chiesa —
notava giustamente il prof. Mario Miegge —
ma la Chiesa è pronta a ricevere questo lavoro della Facoltà? ».
In questa prospettiva, un aspetto apparentemente modesto, in realtà estremamente importante della vita di Facoltà nello scorso
anno accademico è stato il primo corso di
aggiornamento teologico per pastori. Il contatto reciproco è stato di grande efficacia, ed
è auspicabile che ai sei « pionieri » di quest’anno seguano in futuro pastori più numerosi. Nel 1967 il corso si terrà dal 6 al 13
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
POMARETin
Recentemente è s'ato celebrato il servizio funebre di Bertetto Clementina nata
Costanitin del Reynattd deceduta in tarda
età; il messaggio de'.l’©vangelo è sao annunziato in tale circostanza alla presenza
di mclli parenti ed annitei dell’estinta; inviamo un pensiero di fra ema simpat a alla famiglia in lui lo.
Abbiamo celebra o nelle ultime domeniche i battesimi di Marco Volai di Walter
e Celina Prandini; di Mauro Talinon di
Aldo e Franca Mico.1. Il Signore benedica
queste tenere creature e i genitori perchè
siano di esempio nel a preghiera e nella
loro istruzione.
Abbiamo celebralo saibato 17 u.s. il matrimonio di Edera Long e Ribel Aliter.o;
gli sposi si stabiliranno nel quartiere di
Combavilla. Il Signore benedica il forolare
cristiano che s’è formato «otto il suo
sguardo, con l’augurio che possa trovare
nella cbiesa il luogo, della .leslinionianza.
Ricordiamo le prossime atiivilà: Domenica 2 ottobre iniz'o della Scuola domcnicaile e culto alle ore 10,30.
Domenica 9: nillo della ccanunilà coi
bambini e catecumeni e soprattutto i genitori.
Riuigraziamo di cuore il Pas ore Guido
Miegge per il suo interessante niessagigio,
rivolto al a nos ra ccimunità il 18 u.s. Che
il Signore benedica l’opera che egli compie a favore della diffusione della Bibbia
in Italia.
Abbiamo avuto la visita in Pomaretlo
del gruppo germanico, guidato dal dottor
Junghlu.b presidente deella Gustav .4dolf
Werk di Kassel e benefattore con le sue
chiese di Kurlhessen Waldieck per la cappella di Pero.sa con um dono cospicuo lo
scorso anno. Ringraziamo i nostri cari
amici Iter la loro visita e inviamo loro un
pensiero di viva riconoscenza. Ringraziamo imre il grupipo di servizio de’la nostra
cliiesa per rcispitalità offerta con gioia e
con molto impegno.
Appello per il tempio-. nel numero sc orso
a'bbiamo lanciato un vibrauite appello per
i restauri del tempio il cui costo s’aggira
sui cinque .milioni e più. Saremmo grati
anche agli amici di Pomaretlo, al pomarini
lontani, di siniipalizzare con noi per compiere quest’opera aiiitaudoici co] loro affetto a raggiungere la cifra proposta. S u
d’ora inviamo un grazie riconoscente per
quanto faranno per la nostra chiesa.
R0RÂ
PRAMOLLO
Ringraziamo sentilamenle il Pastore sig.
Umberto Beri j>er il mesisaggio rivoltoci
domenica 28 agosto nel corso del cullo da
lui presieduto e porgiamo alla Signora
ed al Pastore Bert i migliori auguri nel
lavoro che compiono nella Comunità Evangelica di Trieste.
Il nostro benvenuto alla piceeja Vea di
Marcello e di Peyronel Elda (Busi) venuta ad allietare i genitori e le sorelle; a
lei e«l ai suoi familiari ogni benedizione
del Signore.
Tutta la Comunità si è vivamente rallegrata nel Signore per la nascita di Daniele
di Elda e Raimondo Gins'ano. Sul b’mibo
c. me sui igeniiori e sul nonni Marta ed
Emilio noi invochiamo nnovamen e le benedizioni del Signore.
Domenica 3 ottobre segnerà l’inizio del
nuovo anno ecclesiastico 1966-1967. Al culto, con celebrazione della S. Cena, sono
particolarmente invitali, oltre la Comunilà naturalmente, tulli i bimbi della Scuola Do.menica'e accompagnati dai ge,nitori.
La prima lez one dotila Scuola Domenicole avrà luogo domenica 10 ottobre al e
ore 9.
Anc he se tulli eravamo p epurali, Ja
morie della signora Rivoira Margherita delle Fucine ha trovalo larga eco di condoglianza in lulUa la Conuinilà.
Co7iie è stato oppor’.unamente ricordato
durante i funerali, di magna Marglieri ine
rimane in tutti noi un deppio perenne ricordo. Primo per 1« sua personalità mite e
piena di amore e coniiprensione verso tutti,
animata da un profondo spirilo dì serviz o
e di diaponiibilità verso di Signore che l’ha
chlaimala nella Sua gloria. .Secondo iper il
belliissmo ges o di amore verso la sua
iliiesa alla quale lia donalo un (pezzo di
ottimo terreno coì'tivatorio là dove si erge
oggi la magnifica Scuola delle Fucine,
Al Pastcre Magri la nostra riconoscenza
per aver presiedu’.o il servizio funebre.
aprile e saranno messi a disposizione 8 posti
per pastori valdesi, 4 per pastori metodisti.
2 p.er pastori battisti; accenniamo al programma : I profeti d’Israele nelle scienze
bibliche contemporanee (proif. Soggin e Ricciardi); le « parole » dì Gesù e i problemi
della loro trasmissione (prof. Corsani); Bernardino Ochino in Inghilterra durante il regno di Edoardo VI (prof. Vinay); Cristo come rottura o sacralizzazione della storia
(prof. Subilia); esercitazione di predicazione ,
su un testo dell’Antico Testamento (prof.
Vinay); La liturgia delle chiese riformate e
la « Liturgia per il culto pubblico della Chiesa Evangelica Valdese » (prof. Vinay); Principi e norme in vigore relativi alla integrazione valdese-metodista (prof. Peyrot); Presupposti teologici e sociologici deH’azione sociale evangelica in Italia (prof. Keighley);
Sul problema della storia (prof. Miegge).
Ancora sulla carta, invece, e nemmeno
pienamente elaborato, il piano di un corso
di aggiornamento teologico per laici, come
quello di un corso di preparazione per gli
aziani evangelisti. E’ improbabile che in un
futuro prossimo si possa ragionevolmente richiedere alla nostra Facoltà di impegnarsi su
queste linee ulteriori. Sulla prima linea si
muove Timpegno di Agape e di « Diakonia »,
nonché della Claudiana; sulla seconda vi è
maggiore incertezza, legata pure al fatto che
la specificità del ministero dell’evangelista
non è chiarita fra noi.
Ancora circa i rapporti fra Facoltà e Chiesa, è riapparso il contrasto fra due modi di
considerare la nostra Facoltà : istituto di alta
cultura teologica, ovvero strumento per la
preparazione alla testimonianza e all’evangelizzazione. Pur non essendovi stati pronunciamenti sinodali, pensiamo che la maggioranza del Sinodo fosse d’accordo con la Commissione d’esame quando affermava che « l’attuale momento nel quale si sviluppano gli
interessi culturali e in particolare il clima
di rapporti ecumenici crea la possibilità e la
necessità di allargare la sfera delle attività
e degli interessi della Facoltà. Questo processo appare irreversibile (...) e non è auspicabile, nè possibile, frenarlo ». In realtà, l’alternativa — che è poi la vecchia e cosi discussa alternativa ; evangelizzazione o riforma? — non ci sembra posta correttamente,
e se è sempre giusto e necessario ricordare
alla Facoltà e agli studiosi che vi operano
la loro funzione di servizio alla chiesa, occorre anche che tutti i membri della nostra
chiesa si rendano conto che tale servizio, proprio per essere funzionale e realmente utile
alla chiesa, proprio per poterla rendere attenta ai veri problemi in gioco, in ogni campo,
e per indicarle linee di efficace riflessione e
impegno, deve tendere a un livello sempre
più alto di « scientificità » ed essere sempre
maggiormente inserito nel movimento complicato ma vivente della teologia cristiana
contemporanea.
Questa volontà di presenza e di attualità
si è espressa nel progetto, molto discusso, di
apertura a Roma di un Istituto ecumenico
per lo studio del cattolicesimo romano. 0
piuttosto — poiché la costituzione di tale
istituto, promossa da un gruppo di osservatori presso il Vaticano II, sarà comunque
attuata — si trattava di discutere l’opportunità o meno di una partecipazione valdese a
tale iniziativa. Il progetto presentato era molto, troppo vago perchè si potesse assumere
una decisione definitiva; tuttavia il Sinodo
ha ritenuto di poter votare questo o.d.g. :
Il Sinodo, udita la presentazione di un
progetto di larga massima relativo alla
creazione in Roma di un Istituto Ecumenico per lo studio del Cattolicesimo romano, approva la partecipazione di rappresentanti della Chiesa Valdese alla elaborazione definitiva di tale progetto e dà
mandato alla Tavola e al Consiglio della
Facoltà di Teologia di seguire tale elaborazione e di riferirne al prossimo Sinodo.
Il Sinodo precisa a tal proposito che
lo studio del cattolicesimo romano può
essere compiuto in modo costruttivo solo
a condizione che esso avvenga sulla base
determinante delVEvangelo e nella prospettiva dei vari e complessi problemi del
mondo contemporaneo.
Il Sinodo ritiene che in tal caso il progettato Istituto possa svolgere anche un
positivo lavoro di vigilanza e che la nostra partecipazione acquisti un significato
particolare.
Il Sinodo precisa inoltre che il lavoro
del predetto Istituto non dovrà polarizzare le attività della Facoltà teologica
valdese e si riserva ogni potere di designare le persone valdesi che eventualmente dovessero far parte degli organi
direttivi o di lavoro del progettato Istituto^ le quali risponderanno al Sinodo
del loro operato.
E’ stalo però a più riprese e da più parti
sottolineato che sarebbe negativo che tale
Istituto in futuro assorbisse troppo la nostra
Facoltà, e così pure che il problema del cattolicesimo romano non deve polarizzare in
modo esclusivo l’attenzione della Facoltà; è
necessario, come si esprimeva la Comm. d’esame, che « la riflessione teologica si rivolga
con impegno sempre più vasto anche alla
problematica presentata dal mondo laico ». Se
però tendiamo le nostre antenne, nell attuale
atmosfera di « riconsacrazione » del mondo,
forse che il problema del cattolicesimo non
si presenta in una dimensione assai più vasta e universale che non quella di un dibattito interconfessionale? non sì ripresenta uno
« status confessionìs » che ricorda singolarmente — in lutt’altra situazione! — quello
presentatosi nel XVI secolo, quando il messaggio della Riforma rappreseniò assai più
che un dibattito interconfessionale.
(Il seguito al prossimo numero)
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
______________n. 175, 8-7-1960_______________
Tip. Subalpina s.p.a. . Terre Pellice (To)
Società di Studi
Valdesi
vili CONVEGNO STORICO
OrganÌKza.0 dalla Soioie à dii Studi Vaidesi, si è svolto il 29-30 ago-tu il irad'zionaie Convegno su eresia e riforma in
Italia, quest’anno alla sua ottava edizione.
Le giornate sono riuscite particola.niente
bene, sia per ia qualità e il numero del e
comun’cazioni (ben tredici) sia per li presenza di numerosi s.udiosi e sperialiisti oltreché di un buon pubblico, che ba seguito i lavori con interesse.
. Accanto ai no'.i docenti universitari italiani Cantimo. ì, Firpo, Venturi, Spini.
Manselli, Tabacco, Balmas, Marin/ erano
presenti j professori svizzeri Meyian, Dufour, Ohenou, e gli airoericani Kingdom,
Feist e Coolirane: iin igruippo di veri
« tecnici » della «.orla deircteroidosisia, che
si sono incontrani con piacere ne’ clima
familiare e costruttivo dì questi convegni.
l lavori sono s ali presiieduli successivamente diai proff. Canlimori, Spini e Firpo,
e le varie comunicazioni sono s'a e sempre seguite da un interessautie scainb o di
idee.
ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI
Si è svclia la sera del 21 agosto, alla
presenza di un buon pubblico. Dcipo la
relazione morale e finanziaria deil'ia *ocietà, il ipresidente prof. A. Armand Hugon
ha intratenuo ruditorio sul tema: «Minerali e tesori nascosti nel'e Valli ». Egli
ba così riveiait'O numerosi mtereis-anlii' segreti relativi ai favolosi tesori d’oro e
d’argen'.o nascosti nelle Valli, ind'canido
luoghi e circos ainze, ed esprimeniJo peraltro il suo scelticdismo sulla passbiilità di
ritrovamenti, libero restando ognuno di
fare le più accurate ricerche!
Nel'a secouda parte della seduta, riservata ad soci, si è preso, atto delle 'rrrvocabìli diniissdoni del iprof. Arturo Fa ca!
dalla cairica di vicepreisfdente per moitivi
di età, e lo si è acclamato presidente onn
ramo. A membro del segigio è stalo nomi
nato ex-uovo il dott. Dario Varese e soni
siati iconfermati i proff. Armand Hugon
Pons e Costaibel e il signor Vola.
SOLIDARIETÀ’ NEL LUTTO
È sitata appresa con viva commozioni
la notizia de'l’improwisa morte del pref
Delio Conlimori di Firenze. Egli era i
maggiore studioso dellla Riforma in Italia
e i suoi s udì sugli Eretici italiani del ’50»
rimarranno un’opera significativa del su»
interesse per tutte le m-ainifesitazic.ni etero
dòsse e anarchicb® del pensiero italiano
Ancora presente a Torre Peìl’ce pe
1 Vili Convegno storico, aveva presìedu i
una parte dei lavori, e ci aveva letto un .
sua comunicazione su « Marginaiia Lu ht
rana ». Alla sua isiignora esprimiamo i:
senso profondo dèlia nostra solidarietà.
avvisi economici
SIGNORA EVANGELICA diesiderosa coni
ipagnda e reciproca assistenza cetlerebl.i.;:
camera a signora-signorina. Vende
splendida coperta e tovaglia'.i egregiamente ricamati a mano. Rivolgersi F
stilo - Roma, Via Cremona 43.
VENDESI IN BORA’: 1) caisa con ori- ;
2) In regione Cassuler, rusl co abitab i
con terreno (cinque giornate); 3) In r
gione Loetta, rustico, con boschi e pra(!
Rivolgersi Beilion, Viale Gilly 2 - To»
re Pellice (tei. 91682).
RINGRAZIAMENTO
I parenti tutti esprimono la lor,:>
riconoiscenza a quanti hanno dimestrato la loro simpatia in occasioi,e
della dipartita della compianta
Lidia Maianot
ved. Massei
Chiotti, 15 settembre 1966.
Dio, nella Sua sapienza e bontà, ha
segnato il termine del pellegrinaggio
terreno, del suo modesto servitore
Giovanni Bertinatti
Pastore Valdese
« Sia che viviamo, sia che moriamo, noi (Siamo nel Signore ».
(Ep. Rom. 14: 8)
Il caro Defunto sentendo vicina la
sua fine, ha voluto esprimere un pensiero affettuoso, per i Colleghi e i suoi
Amici, esprimendo viva riconoscenza,
verso i Sig. Medici, e il Personale degli Ospedali Valdesi, di Torino e Torre Pellice e Diaconesse, per le loro
affettuose cure. In pari tempo, il nostro Caro, si raccomanda che in modo
assoluto, i giornali si limitino a questo
annunzio, non pubblicando, nè commenti nè articoli. Nè oggi, nè domani.
Pensione Balneare
Faldose
BORGIO VEREZZI (Savona)
Direttore: F. Chauvie
Aperta tutto l’anno
Spiaggia propria
Ideale per soggiorni
estivi e invernali