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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Pastore
Taccia alverto
angrogwa
{Torino}
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 98 - N. 8
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TORRE PELLICE - 23 Febbraio 1968
Ammin. Claudiana Torre Pellice ■ C.CJ*. 2-17557
L’ultima assemblea?
L’ultimo ninnerò del SOEPI, il
bollettino del Dipartimento delle
Comunicazioni del CEC, riporta da
un periodico protestante francese,
(I La llonne Nouvelle )>, l’intervista
che pubblichiamo qui a fianco, conce,ssa dal past. A. van den Heuvel,
direttore di questo Dipartimento.
Vogliamo sottolineare alcuni punti : le Chiese del CEC appaiono teologicamente disorientate e frustrate
(sappiamo bene di partecipare noi
]>ure a questa situazione) e per sfuggirvi vanno (cercando, anzi hanno
imboccato la via della presenza al
mondo, il programma della collaborazione allo sviluppo. Deve essere
chiaro che una Chiesa di questo genere sarà umanamente, sociologicamente molto utile, ma ha perso il
suo sapore, ha perso la capacità di
compiere quella che è la sua missione specifica, in cui è insostituibile: chiamare gli uomini a Cristo,
confrontarli con il Regno che viene.
Questo annuncio diventa sempre più
più « implicito »; produrrà sempre
più una fede « implicita » (cioè nonfede) e se ne accontenterà.
Viene una volta ancora, e autorevolmente, confermato che la collaborazione e quasi integrazione con
la Chiesa cattolica romana si farà
sempre più stretta. Abbiamo detto
più volte e ampiamente perchè questa linea ci pare inaccettabile. Con
viva aspettativa — pari ma opposta
a quella degli uomini di governo
del CEC — atteiidiamp la jisposta
dell’Assemblea. A seconda di come
suonerà, si jmrrà ¡)cr noi — ci pare
— il |)rofdcm:i se l i manere o uscire
dal CEC.
Tulio ipicl: . . i-. i.! fantasia e la
qieranza cr:■ a¡is;: «, .s conclusione di
vari dei'cri; 1 o-, i c orio ecumenico,
ha si|)ut nu e il ritorno
al punii' i; .i,.iicnza: 1 auspicio di
un ciiji: : ; ancristiano: a meno
che SI SUI . . vinti che nel movimento ecuiiH'uuo le Chiese si Siano realmente riformate: il che sarebbe
un’illusione ancor più preoccupante.
Una dichiarazione come questa,
pur affermando ripetutamente l’esigenza fondamentale che si abbia
una maturazione teologica dei probiemi in gioco, di fatto costituisce
una svalutazione marcata di questa
esigenza teologica. Ci pare che si
ragioni essenzialmente in termini
sociologici : uomini di governo,
gruppi di potere e di pressione,
e: c.; certo, si può ragionare anche
cosi: ma se le cose restano a questo
livello, dobbiamo dire che non abbiamo alcuna fiducia che quand’anche i commandos giovanili riescano
a strappare la chiesa agli uomini di
governo (sostituendoli al governo),
la portino avanti di un passo nell'adempimento di quello che è il suo
l iiinpito autentico e di fronte a cui
liilta la chiesa, anziana e giovane,
al governo e all’opposizione, è
ugualmente in distretta. Questa angoscia, che tocca la radice del nostro essere chiesa, del senso del nostro esistere al mondo come chiesa,
non risuona nella parola del past.
vali den Heuvel. Perchè se la chieda st.a al mondo solo per contribuire
allo sviluppo del mondo, meglio farebbe a non chiamarsi piìi chiesa, e
a lavorare semplicemente nella
FAO, neirUNESCO, nel BIT, eoe.
Se davvero la situazione è quella
che pare riflettersi sempre, più nelle prese di posizione dei responsabili del CEC, c’è da chiedersi se
non si possa concordare nell’auspi( io che quella di Upsala sia l’ultima
\.«seinblea. Ma l’ultima per davvero.
Lo fliciamo con profonda e delusa tristezza. Per nulla rassegnati,
però.
Gino Conte
Un’intervista del direttore del Diportiniento delle Comunicazioni del CEC
-------- .‘i
UPSALA : una tappa ecumenica
cui si guarda con speranza e preoccupazione
I battisti dissidenti
in ÜßSS diminuiscono
Potrebbe situare anzitutto brevemente
l’Assemblea di Upsala in relazione
alle tre assemblee precedenti del
Consiglio ecumenico delle Chiese.
(CEO?
Dirò, certO' molto schematicamente,
che la prima di queste assemblee, te
nutasi nel 1948 ad Amsterdam, è stata
un grande successo, senza suo merito.
Era la prima, un primo colpo alla palla e cos’; ha dato luogo a tutta una
« mitologia » ecumenica — nel senso
più positivo del termine. La seconda,
a Evanston nel 1954, è stata assai po
sitiva non solo perchè aveva fatto oggetto di una preparazione teologica approfondita, che si è riflessa sulla discussione generale sulla speranza e
sull’escatologia, ma anche perchè ha
permesso di scoprire l’importanza del
laicato. Si potrebbe dire che Evanston
è stata un po’ l’assemblea dei laici.
Con Nuova Delhi, nel 1961, le cose
han cominciato a farsi molto più diffìcili. Oltre all’integrazione del Consiglio internazionale delle Missioni nel
CEC, il grande avvenimento è stato
l’ingresso di numerose Chiese ortodosse. Molti però hanno pensato che l’assemblea in sè non è stata molto... eccitante, a parte l’importante dichiarazione sull’unità.
Quanto a Upsala, il tema generale
« Ecco, io faccio ogni cosa nuova » non
deve fare equivocare sulla portata di
questa assemblea; non vi sono grandi
eventi in vista: semplicemente l’ordine
del giorno dei lavori da svolgere e
quelli che dovranno condurli in porto !
Secondo Lei, quali saranno le principali difficoltà e forse gli scogli che
Upsala àovrà affrontare?
Il primo lo vedo nel parallelo che
sarà istituito immancabilmente fra
Upsala e il Vaticano II. Comparazione
ingiustificabile, naturalmente, perchè
non si può paragonare validamente
un’assemblea che riunisce meno di
1.000 persone durante diciassette gior
ni e un concilio dì 3.000 vescovi in
sessione durante quattro, anni. D’altra
parte, occorre ripeterlo, Upsala non
sarà l’assemblea di una Chiesa che
goda dell’autorità papale o conciliare.
Vi è una folla di differenze, ma il
paragone sarà comunque fatto, e ciò
pone il CEC sulla difensiva, il che non
è bene.
La seconda difficoltà è data dal fatto che un quinto deH’assemblea sarà
ortodosso. Non lo dico con rincresci
mento ; ma non sono sicuro che i delegati della tradizione occidentale siano
pronti a una discussione seria con i
loro fratelli ortodossi, sia su questioni
teologiche che etiche ed economiche
(sviluppo).
In terzo luogo, conviene ricordarsi
che per natura le Chiese membri del
CEC e soprattutto le più piccole invieranno delegazioni che rappresenteranno il governo della Chiesa e i teologi
più noti. Questo è un elemento assai
positivo, perchè significa che le Chiese
invieranno dei responsabili ; ma ciò
significa pure che gli amministratori
della Chiesa saranno la maggioranza
e saranno loro a prendere le decisioni.
Mentre coloro che partecipano ad
esperimenti in campo teologico e di
strutture parteciperanno soltanto come consiglieri, se pure parteciperan
no! Molte delegazioni non comprendono nè laici, nè donne, nè giovani...
Altra difficoltà ; la teologia. Vent’anni fa, in Europa, in America e nel resto del mondo la teologia era, grosso
modo, in situazione dì convergenza.
Oggi si è in presenza di una spaventosa diversità di polarizzazioni teologiche ! Il che costituisce un’enorme
difficoltà per le discussioni di un’assemblea: immaginate che si trovino a
confronto contemporaneamente le teologia della « morte di Dio », quella fi
Bultmann, quella di Barth, quella do',
cattolicesimo in stato di riforma, quella degli ortodossi, ecc. : ci si trova m
pieno nel caos teologico odierno, che
si traduce diffìcilmente in pluriformità teologica; per conto mio spero che
la Chiesa Una sarà assai pluriforme
nelle sue espressioni teologiche, ma è
cosa ben diversa dal caos!
Vi è dunque, a sentirLa, tutto un quadro di serie difficoltà: si giustifica
un certo pessimismo?
Certamente no; ma mi pare importante che le Chiese e in modo spe
ciale i laici non si facciano idee dorate
su Upsala e non ne attendano miracoli. Sarebbe del tutto errato — e ci si
rende conto che tale rischio è laten
te — considerare la 4“ Assemblea in
una luce troppo « triunfalista » e dire :
quale evento! Finalmente tutti sono
là, a Upsala, tutta*la cristianità, o
quasi: è una specieiJi concilio della
Chiesa primitiva ! ^
Dobbiamo, certo, fendere e sperare il miracolo dello «pirito Santo attraverso questo insieme di difficoltà.
Ma aggiungerò, sottolineando assai,
che tutto dipende, da parte degli uomini, dallo sforzo e dalla serietà che
i partecipanti avraèno messo nella
preparazione. Se i délegati non conoscono a fondo le questioni, i dibattiti
non andranno molto avanti!
Così, pure, sarà indispensabile di legare, coordinare il lalraro delle sezioni
e, secondo il voto di parecchi fra noi
di riferire i risuitatUdei dibattiti e 1e
decisioni alla questione centrale dello
sviluppo, che è quella che desta maggiori preoccupazioni^nèl mondo contemporaneo e sarà piegabilmente quella meglio preparata' ' dall’Assemblea.
Personalmente, dovè?, ripone le maggiori speranze?
Nelle persone che saranno presenti'
e soprattutto neiia (Relegazione giovanile. Saranno centoc&quanta, con diritto di parola ma negl di voto ; se questa delegazione si organizza bene, può
fare molto e pesare notevolmente suiTassemblea. (Questi ^vani sono stati
scelti dal Dipartimelo della Gioventù
del C.E.C. per le loro competenze in
materia politica, economica, ecc. Costituiscono la delegazione, chè ha la più
diretta e normale esperienza ecumenica. Í
Mi aspetto pure-juifeto dai delegati e
dai consulenti — saranno numerosi —
i quali, a partire da Nuova Delhi, hanno acquisitato un’esperienza ecumenica eccezionale : i contatti con i cattolici romani hanno favorito nuove visioni; inoltre il dialogo con i colleghi
d’Africa, d’America latina e d’Asia sono stati molto fruttuosi.
Per ciò che concerne il lavoro, auspico che l’Assemblea dia un contributo
autenticamente cristiano al problema
dello sviluppo e che, affrontando la
questione del culto e del nuovo stile di
vita, le sue conclusioni possano liberare i laici cristiani dai loro sentimenti di colpevolezza e incoraggiarli nella
scelta di una nuova disciplina.
È evidente che il desiderio più caro
del C.E.C. è che le Chiese prendano
sul serio quella che è la loro assemblea, in modo da non parlare soltanto
fra loro, ma da mettere in pratica le
loro dichiarazioni.
E dopo Upsala?
Mi piacerebbe, anzi ardirò formulare questo augurio: che questa 4=“ Assemblea sia l’ultima di questo tipo.
Che vuole dire?
Auspico che le Chiese siano pronte
a considerare la riunione di una sorta
di concìlio di tutta la Chiesa. Perso
nalmente, sono convinto che la cosa
è possibile.
Durante il recente Congresso per
l’apostolato laico, a Roma, si sono le
vate delle voci a chiedere che il prossimo congresso sia veramente ecumenico. Non sono il primo ad esprimere
il voto che le Chiese si interroghino
per sapere se non è venuto il tempo di
un concilio ecumenico che riunisca le
Chiese evangeliche membri del C.E.C.,
la Chiesa cattolica romana e le
Chiese evangeliche conservatrici aperte al dialogo, per il culto, lo studio e
la discussione. Un tale concilio manifesterebbe concretamente l’unità che
già abbiamo.
'Vi saranno dei cattolici romani a Upsala?
Si'i, vi saranno quindici osservatori
delegati della Chiesa cattolica romana, ma in tutte le altre categorie di
partecipanti vi saranno pure dei cat
tolici.
Sono sicuro che questa Assemblea
affronterà la questione delle relazioni
con la Chiesa cattolica romana. Darà
probabilmente una valutazione positiva del lavoro compiuto dal Gruppo
misto di lavoro fra il C.E.C. e la Chiesa cattolica romana. Mi auguro che essa dica chiaramente che l’esistenza
stessa del C.E.C. è un invito alla Chiesa cattolica a farne parte, pur indicando che diventare membro di un
consiglio di Chiese implica un certo
numero di problemi. Il gruppo misto
ha affermato che non era opportuno,
oggi, discutere l’appartenenza della
Chiesa cattolica romana al C.E.C. Ma
nelle nostre Chiese sono numerosi
quelli che sentono che questa discussione si fa attendere e che l’ingresso
di questa Chiesa nel C.E.C. non è sol
tato possibile ma desiderabile. È scoragggiante constatare che si discute
poco sulle immense difficoltà suscitate
da questo problema. Una decisione su
questo punto, negativa o positiva, non
può essere presa se non dopo aver
dato fondo alla saggezza della Chiesa.
Albert van den Heuvel
(Quanti sono ancora in prigione?)
Londra (soepi) - Secondo M. Zhidkov,
presidente della Federazione battista europea e pastore della chiesa di Mosca, che
conta 5 mila membri, dei 12 mila Russi
appartenenti al gruppo dissidente noto col
nome « gruppo d’iniziativa », circa quattromila hanno abbandonato il gruppo.
Nel corso di un’intervista concessa a Londra al « Baptist Times », Zhidkov ha detto
che i dissidenti si sono rifiutati di farsi registrare dal Ministero dei culti, poi hanno
cercato di ottenere il loro riconoscimento,
ma a condizioni in contrasto colle attuali
leggi sulla religione. (Egli però non ha precisato quali siano queste condizioni poste
dai dissidenti).
Egli ha poi proseguito: «.Se essi (i dissidenti) celebrano dei culti dopo aver respinto la loro registrazione, violano la legge e
debbono pertanto sopportare le sanzioni
previste. Essi hanno accusato i dirigenti dell’unione battista e le chiese membri dJ essere troppo servilmente sottomessi alle prescrizioni dello Stato. Noi dell’unione battista riteniamo sia giusto servirsi il piò possibile di tutte le possibilità che ci vengono
offerte. Essi invece pensano che bisognerebbe respingere qualunque controllo e cercano di ottenere subito una libertà senza restrizioni. Questo atteggiamento crea delle
tensioni inutili e controproducenti ».
Circa il numero dei prigionieri attuali,
egli ha detto che non è conosciuto con precisione, ma che la maggioranza di coloro
che vennero imprigionati negli anni 60 sono stati rilasciati. Per contro, si sa che altri dissidenti sqno stati arrestati nel 1966.
L’unione battista — ha proseguito — ha
rivolto un appello al ministero dei culti in
certi « casi in cui delle persone avevano subito dei trattamenti ingiusti secondo la
legge »
MiiiiiiMiriimiiiiiiiiiitiiiiiiii'i-inriiiiiiiiimniiii'miiMimnXiummiiHuim
■iniiiimiimiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiimimiiiMiiimiiiiiiiiiiiiiiniHmiiiiiiiiiiiiiiii
Il nostro appello
per le vittime vietnamite
In risposta al nostro appello in favore
delle vittime del conflitto vietnamita e della
fame, abbiamo ancora ricevuto queste offerte: Scuola domenicale di Felonica Po
L. 3.000; Lidia Rosa Brusio. Coazze 5.000;
N. N., San Germano Chisone 5.000; Enrico Pelizzaro, Luserna S. Giovanni 3.000;
E. G., Torino 10.000. Totale L. 26.000. Totale precentente L. 160.500. Totale generale L. 186.500.
* ^
Sappiamo che alcune comunità delle 'Valli hanno dedicato a questo scopo la loro
colletta del 17 febbraio. Ce ne rallegriamo,
e ne riparleremo la prossima settimana.
la un mondo eadulto», essere cristiani maggiorenni e responsabili, dice Barth
Il battesimo in discussione
L’ultimo volume della «Dogmatica» di Karl Barth affronta la questione
battesimale, che si ripropone grave nella nostra epoca secolarizzata
È uscito quello che sarà l’ultimo volume della Kirchliche Dogmatik, la « Dogmatica ecclesiastica » di Karl Barth, l'opera monumentale del grande teologo, che a
viste umane non gli sarà dato di
portare a termine.
Sui 45 anni, Barth aveva iniziato quest’opera, che abbraccia 12
grossi volumi, alcuni dei quali superano le mille pagine; ora, alla
vigilia dei suoi 82 anni, egli ha
pubblicato l’ultimo volume, purtroppo incompiuto. Secondo il piano dell’autore, esso avrebbe dovuto trattare della vita cristiana, ma
si è limitato a trattare del « fondamento » della vita cristiana; che
è, per Barth, il battesimo.
È noto — fin da un suo breve
scritto del 1943 — che Barth rifiuta, nella condizione attuale in cui
vive la chiesa cristiana, il battesimo dei fanciulli. Infatti il battesimo autentico, quello di cui si
può parlare come del fondamento
della vita cristiana, è il « battesimo dello Spirito ». L’opera dello
Spirito è quindi precedente, primaria; il gesto della chiesa, che
battezza con l’acqua, ne è solo il
riflesso. Sono queste appunto le
due parti del volume ora uscito;
ma la seconda, riferita alla pratica del battesimo nelle chiese cristiane, è di gran lunga più ampia
della prima; si potrebbe trovare
qui una riprova del fatto che la
teologia di Barth è sempre « ecclesiastica », rigorosamente e appassionatamente legata alla realtà
della vita della chiesa, non elucubrazione teorica e astratta.
Rinnovando gli argomenti già
addotti in passato, Karl Barth attacca a fondo la pratica (« Unsitte », abuso, la chiama) del battesimo dei bambini; il suo intervento non è però negativo, distruttore, bensì positivo ed egli è
convinto che « verrà il giorno che
anche su questo punto mi si darà
ragione ». Egli riconosce il valore
che può avere la presentazione nel
corso di un culto, a cui sia pure
presente il bambino, affinchè i ge
nitori riflettano sulla loro responsabilità e la assumano nella fede.
Ma il battesimo è un atto che va
vissuto nella fede, è la manifestazione di una vita cristiana che si
sa legata alla morte e alla risurrezione di Cristo e che è essa stessa
opera e conseguenza del battesimo dello Spirito.
Ci proponiamo di presentare
più ampiamente ai lettori la problematica e le indicazioni di quest’opera importante, che abbiamo
tenuto a segnalare subito, notando che Barth si situa comunque
a un livello diverso di quello a cui
in genere si mantiene la discus
sione fra sostenitori del battesimo
dei bambini o degli adulti.
Nella collana « Attualità protestante » della Claudiana è uscito il 14"
opuscolo (p. 48, L. 100):
PAOLO RICCA
GIORGIO TOURN
Le 95 tesi di Lutero e la cristianità del nostro tempo.
2
paff. 2
N. 8 ^— 23 febbraio 1968
UN’OPERA DI PIONIERI A TORINO
Quanti sono i bambini spastici in Itaiia?
A tutt’uggi non è stato ancora fatto un censimento: si calcola che siano più di centomila e forse questa è una previsione ottimistica - Un censimento permetteiebbe la diagnosi precoce e
Timmediato intervento delle cure oggi spesso parzialmente ineiTicaci perchè tardive
Rapporti fra Chiesa e Stato
I bambini spastici sono dei soggetti
che hanno sofferto di paralisi cerebrale infantile (p.c.i.). Questa malattia
colpisce il cervello prima della sua
completa maturazione, lasciandovi
una lesione. La sede della lesione determina il tipo clinico di paralisi cerebrale e di questa se ne distinguono
quattro forme dette: spastica, distonico-atetoide, atassica, mista.
COME SI MANIFESTA IL MALE
La p.c.i. si può manifestare paralizzando metà del corpo ed in tal caso
si parlerà di emiplegia; se tutti e due
gli arti inferiori saranno colpiti si parlerà di paraplegia ed in questo caso
sarà gravemente compromessa la funzione statica e deambulatoria del bambino mentre egli potrà usare liberamente gli arti superiori. Se la paralisi
è diffusa a tutti e quattro gli arti si
parlerà di tetraplegia ed allora non
solo i quattro arti saranno compromessi, ma anche il tronco, per cui il
bambino non camminerà, non userà
le braccia e le mani e non riuscirà neppure a stare seduto. La sorte di questi
bambini se non sono educati a tempo,
è quella di giacere in un letto.
Nelle forme distonico-atetoide il
bambino è spesso colpito ai quattro
arti ed al capo. In lui sono frequenti i
movimenti involontari sia delle mani
che del capo, movimenti che sono accentuati da situazioni emotive e che
rendono maggiormente precaria la sua
stabilità. Anche questi bambini giacciono spesso abbandonati su di un
letto.
Nella forma atassica, più rara, è
soprattutto compromesso l’equilibrio.
La forma mista infine vede riunite
tutte o parte delle forme sopradette
con prevalenza di segni spastici, distonici o atassici.
Abbiamo divisi questi bambini affetti
da p.c.i.da un punto di vista clinico in
quattro tipi, ma purtroppo essi non
soffrono solo di disturbi motori, che
sono quelli che ho messo in evidenza
fin qui: spesso hanno anche disturbi
psichici, difficoltà di parola, difficoltà
di udito e di vista, disturbi legati a
danni ai centri sensoriali. Infine una
grossa percentuale soffre di epilessia
ed ha bisogno di cure mediche continuative ed assistenza costante.
QUALI SONO LE CAUSE DELLA
PARALISI CEREBRALE
INFANTILE
Le cause possono essere o prenatali
0 connatali o post-natali. Tra le cause
prenatali consideriamo la incompatibilità di sangue fra i genitori e l’incompatibilità fra il sangue della mamma e del piccolo che dovrà nascere.
Altre cause eventuali, malattie virali
intervenute durante la gestazione. Fra
le cause connatali vi sono i disturbi
di respirazione o meglio le asfissie che
possono intervenire durante un travaglio di parto quando questo, per situazioni particolari, si prolunghi eccessivamente. Non sono poi da trascurare
1 danni anatomici conseguenti ad applicazione di forcipe.
Nel terzo caso, post-natale, hanno
un notevole peso le encefalopatie sofferte nei primi anni di vita o i traumi.
QUANTI SONO QUESTI BAMBINI
IN ITALIA
Da poco, pochissimo tempo in Italia
ci si occupa di questo problema su piano nazionale. La nostra associazione,
denominata Associazione Italiana per
l’Assistenza agli Spastici, attraverso
le sue numerose sezioni sparse nel
Paese (a tutt’oggi 44), è oggi concordemente riconosciuta come l’Ente qualificato maggiormente ad assistere questi minorati nei suoi centri di educazione motoria ormai numerosi (31) ed
altamente specializzati. Da 14 anni la
LUSEfiNA S. GIOVANNI
la dr. Bonnet parla
dell’opera per i bambini spastici
Domenica 11 febbraio, nella Sala
Albarin, la Sig.ra Susetta Bonnet ha
tenuto una conversazione sul lavoro
della Associazione Nazionale per i
bambini spastici. Il pubblico, che comprendeva le sorelle delle Unioni Femminili di Angrogna e Luserna S. Giovanni, ha seguito con grande interesse l’esposizione della Sig.ra Bonnet, a
cui ha fatto seguito la proiezione di
un film che illustrava varie tecniche
usate per l’educazione dei bambini
spastici ; dopo il film sono state proiettate delle diapositive sul Centro di
Torino, in cui la Sig.ra Bonnet svolge
la sua opera.
L’argomento è certamente dei meno
conosciuti, nonostante la sua grandissima importanza sociale ; c’è quindi da
augurarsi che occasioni come questa
si moltiplichino, perchè l’opera sia seguita con tutto l’interesse e il sostegno che merita. b. r.
vora attivamente in Italia intorno ai
problemi dell’assistenza e del recupero
dei soggetti affetti da p.c.i. A tutt’oggi
non è stato ancora fatto un censimento : si calcola che in Italia vi siano più
di centomila spastici e forse questa è
una previsione ottimistica. Un censimento permetterebbe la diagnosi precoce e l’immediato intervento delle cure. È questo un problema di drammatica importanza sia per il bambino paralitico, sia per la società che lo assiste: malgrado l’efficienza delle cure
moderne troppo spesso troppo poco si
ottiene dal nostro intervento a causa
della sua tardività.
CHE COSA SI PUÒ’ FARE
PER questi bambini, PER
ASSISTERLI E RECUPERARLI
Oggi si sa che il migliore trattamento per loro, il più corretto, è la fisioterapia. La fisioterapia può essere efficace se attorno al piccolo spastico collaboreranno vari specialisti e tecnici della educazione motoria. Anzitutto il medico neurologo preferibilmente della
infanzia, che sarà quello che imposterà le cure, guiderà i fisioterapisti e seguirà il piccolo paziente durante il
trattamento. Affiancati ai fisioterapisti avremo dei terapisti occupazionali
e terapisti del linguaggio. Nel contempo non si dovrà trascurare l’istruzione
pre scolastica e scolastica, il bambino
deve essere inserito in asili speciali,
poi in scuole elementari speciali, affidati a maestre ortofreniche. Sarà di
grande importanza l’attività dello psicologo.
Non bisogna dimenticare che una
buona intelligenza può essere a lungo
andare distrutta dalla deficienza motoria e del linguaggio. Immaginiamo un
bimbo nato intelligente che non riesca
nè a muoversi nè a parlare, che giaccia in un lettino da quando è nato,
magari già da tre o quattro anni se
non di più, circondato sia pure da tutto l’amore dei suoi parenti, ma non
curato, non rieducato. Ebbene è facile
che questo bimbo possa essere giudicato, dai non esperti, un bimbo deficiente. È compito dello psicologo, che
saprà cogliere per esempio un brillio
negli occhi di questo piccolo bambino,
valutarne l’intelligenza ed indicare in
quale modo intervenire per il suo recupero.
Bisogna anzittutto farsi comprendere da questi bambini, far loro sviluppare il patrimonio d’intelligenza che pos
siedono, risvegliarne gli interessi. I
loro tentativi falliti, i continui insuccessi li inducono a ritirarsi, a rinunciare. Non bisogna iperproteggerli, non
viziarli come spesso tendono a fare i
genitori : essi ne abuserebbero e questo
li danneggerebbe ulteriormente. Occorre stimolarli, incoraggiarli, lasciarli lavorare da soli affinchè, sia pure attraverso sforzi enormi, riescano in quelle
attività che dalla valutazione del medico neurologo e dello psicologo sappiamo sono potenzialmente possibili in
ciascuno di loro.
Fin qui abbiamo visto l’importanza
deU’opera, attorno al piccolo spastico
del neurologo, dello psicologo, dei terapisti nei vari campi e delle maestre
ortofreniche. Ma ancora altri specialisti e tecnici dovranno intervenire nella
educazione dello spastico: ortopedici,
otorinolaringoiatri, oculisti ed altri. È
quindi un lavoro di gruppo, che necessità di una grande e costante collaborazione. I rapporti con le famiglie devono essere curati dall’assistente sociale che dovrà possedere non comuni
doti per esplicare il suo delicato lavoro presso i familiari che a volte creano
dei gravi problemi, essi stessi sconvolti
dalla menomazione del loro bambino.
CHE COSA SI FA A TORINO
PER I BAMBINI SPASTICI
Da 5 anni la Sezione di Torino dell’AIAS gestisce un centro di educazione motoria per i bambini spastici.
Questo centro, sorto all’inizio in due
piccole stanze per un numero esiguo
di bambini ai quali veniva praticata
solo saltuariamente la fisioterapia, è
andato progressivamente ampliandosi :
oggi assiste in una bella villa con parco concessa generosamente in uso dalla fondazione Paola Lombroso Carrara, denominata « Casa del Sole », circa
ICO bambini spastici, di età, variabile
dei 6 mesi ai 15 anni. Gli assistiti provengono per la maggior parte da Torino o dai paesi della cintura, ma a
volte anche da oltre lOO Km., dato che
il nostro Centro è l’unico in Piemonte
ad assistere gli spastici. Nel centro di
Torino i bambini possono frequentare
regolarmente la fisioterapia, la terapia
occupazionale e quella del linguaggio.
Per alcuni il trattamento ambulatoriale, per altri a Reminternato. Funziona un asilo spfeclàlè diviso in tre classi e cinque classi elementari speciali
Susetta Bonnet
(continua a pag. 3)
VESCOVI GRECI PROCESSATI
Alene (soepi) - 11 « Santo Sinodo ». organo esecutivo della chiesa ortodossa greca,
ha deciso di far comparire due vescovi davanti ad un tribunale ecclesiastico, sotto
l'accusa di aver perso « la loro buona reputazione e rindispensabi'e prestigio ».
Si tratta dei vescovi lacovos d'Attica e
Panteleimon di Salonicco.
Il mese scorso, il regime greco ha adottato una legge concernente i tribunali ecclesiastici e secondo cui possono essere dichiarati decaduti dalla loro carica quei
membri del clero che abbiano perso « la
loro buona reputazione, ecc. ».
Panteleimon ha 65 anni ed è metropolita
di Salonicco da 17. Le sue relazioni col regime militare sono assai tese da qualche
tempo e, per quanto se ne sa, da due settimane è stato sotto sorveglianza per essersi
rifiutato di officiare ad una cerimonia alla
quale dovevano assistere dei rappresentanti
del regime.
11 tribunale sarà presieduto dall'arc. leronimos, primate di Grecia ed il relativo
giudizio sarà senza appello.
Da Ginevra, intanto, il past, Carson
Blake. segretario generale del C.E.C., ha
inviato all'arc. leronimos una lettera colla
quale egli esprime la preoccupazione della
chiese membri del C.E.C. e la sua personale per la situazione venutasi a creare.
NUOVO PROVVEDIMENTO ALBANESE PER LA CHIUSURA DI TUTTE LE
CHIESE
O.N.U, New York (soepi) - L'Albania
ha ufficialmente abrogato tutte le leggi relative alle relazioni Stato-Chiesa. Questo
provvedimento è stato assunto dall'Assemblea del Popolo, a Tirana, come si può leggere nel giornale uffic'ale di quel paese, che
si trova aile Nazioni Unite.
Sono state abrogate le seguenti leggi : decreto sulle comunità 'religiose, già modificato nel 1963; decreto sull’approvazione dello
Statuto della Chiesa ortodossa autonoma
d'Albania, del 1950; decreto sull'approvazione dello Statuto della comunità islamica
albanese, del 1950; decreto sull’approvazione dello Statuto della Chiesa cattolica albanese, del 1951 : con queste abrogazioni, si
è cosi dato il « colpo di grazia » alle istituzioni religiose ufficiali in Albania.
Nello scorso ottobre, radio Tirana aveva
proclamato che l’Albania era diventata « il
primo stato ateo del mondo » durante un
programma che affrontava la questione della confisca dei beni delle chiese da parte
dello Stato, a favore della gioventù del
paese. Questo provvedimento era stato attribuito alla « rivoluzione culturale », analoga a quella della Cina popolare.
LA NUOVA LEGGE SULLE CHIESE
NELLA REP. DEM. TEDESCA
Berlino (soepi) - Secondo il nuovo codice
penale adottato pochi giorni fa nella Repubblica Democratica Tedesca (cioè la Germania Orientale), le chiese cristiane perdo
iiiiiiiimiitiiiiiiiiiiitii'
Lettere alle Chiese: SMIRNE
La tua tribolazione o la tua povertà
In occasione del tumulto di Efeso, Paolo veniva accusato d'aver « persuaso e sviato gran moltitudine non solo
in Efeso, ma in quasi tutta l'Asia, dicendo che quelli fatti
con le mani non sono dei ». Non lontano da Efeso, sulle
rive del mare Egeo, si trovava la città di Smirne e in
quella città v'era pure una comunità cristiana, alla quale
il Signore rivolge un messaggio che incomincia così ;
« Queste cose dice il primo e l'ultimo, che fu morto e
tornò in vita ».
Certamente Gesù Cristo è lo stesso « ieri, oggi e in
eterno » ; ma, dopo aver rivestito la forma di servo durante il suo ministero terreno. Egli appare ora nella luce
della risurrezione e della Sua vittoria. La fede cristiana riposa sulla certezza che Gesù è il Signore. La Sua figura
non può essere ridimensionata secondo i tempi e le convenienze. Egli ha una dimensione unica al mondo, è « il
primo e l'ultimo » e in questa Sua figura di Signore e di
Capo si presenta ad una comunità, come quella di Smirne,
piccola e povera, priva di quelle garanzie e di quegli onori che tante volte la Chiesa cristiana ha desiderato ricevere dalle potenze del mondo.
La parola del Signore mette in evidenza tre aspetti
particolari nella vita di quella comunità.
« lo conosco la tua tribolazione », cioè la tua sofferenza e la persecuzione che ti minaccia. La comunità dei
credenti non deve considerare la tribolazione come un
avvenimento eccezionale. Gesù aveva detto ; « Nel mondo avrete tribolazione ; ma fatevi animo, io ho vinto il
mondo ». Ciò non vuol dire che dobbiamo desiderare la
tribolazione per confessare apertamente la nostra fede in
Cristo (nessuno di noi sa con quale animo affronterà
l'ora della prova), ma ci ricorda che si deve anche soffrire a causa della Parola di Dio. Dovremmo allora domandarci per qual ragione, invece di soffrire, tante volte
abbiam cercato la nostra pace ed i nostri interessi terreni.
« E la tua povertà (ma pur sei ricca) »; nella prova la
chiesa non ha nè il tempo nè l'ambizione di arricchirsi,
del resto non è in vista dell'arricchimento e della potenza terrena che la chiesa esiste nel mondo. La chiesa è
ricca quando, come diceva Martin Lutero, essa possiede
l'Evangelo; è invece povera quando non lo possiede più
e non lo predica più. La vera ragione della presenza della
chiesa nel mondo è l'annunzio dell'Evangelo ; se i credenti ne fossero maggiormente convinti, allora si renderebbero conto, insieme con l'apostolo Paolo, che si può
essere « sconosciuti, eppur ben conosciuti ; moribondi,
eppur viventi ; castigati, eppur non messi a morte ; contristati, eppur sempre allegri ; poveri, eppur arricchenti
no gran parte della protezione legale di cui
godevano fin dal 1871 in quanto enti di diritto pubblico.
La nuova legge le considera « associazioni private »; di conseguenza, i delitti quali
il turbare I ordine del culto, il bestemmiare
0 utilizzare il pulpito per altri fini che non
quelli della predicazione, non saranno più
puniti dalla legge. I danni eventuali, cau
sati agli edifici delle chiese saranno considerati semplicemente come « attentati alla
proprietà privata ».
La legge però precisa che nessuno può
essere perseguitato per la sua fede e che
nessuno può essere costretto od impedito a
partecipare a funzioni religiose.
Le chiese della R.D.T. hanno mosso le
loro obiezioni a certe clausole della legge,
che va in vigore a partire dal 1° agosto venturo, ed hanno proposto degli ementamenti.
UNO STATO DELL'INDIA
CONTRO LE CONVERSIONI RELIGIOSE
Cuttack, India (soepi) - Lo starlo di Orissa
(India) ha appena votato una legge che
proibisce le conversioni religiose « mediante l’uso della forza, o colla persuasione o
con mezzi fraudolenti ».
La legge afferma essere la conversione un
atto che « scalza la fede di un’altra persona » e che quando essa è stata « forzata »
porta delle « perturbazioni nella vita sociale e provoca dei problemi di ordine e ili
legge ».
La nuova legislazione, chiamata « Legge
sulla libertà religiosa », prevede una pena
di un anno di carcere e/o una multa di
660 dollari, per conversione o tentativo di
conversione con la forza o con messi fraudolenti. La pena verrà raddoppiata nel caso
che il convertito sia di minore età, donna
oppure membro dell’antica casta degli « intoccabili ».
APOCALISSE 2, 8-11
molti ; non avendo nulla, eppur possedenti ogni cosa »
(2 Cor. 6: 9-10).
« E le calunnie lanciate da quelli che si dicono Giudei
e non lo sono»; i veri Giudei, secondo il Nuovo Testamento, non sono i discendenti di Abramo secondo la
carne, sono invece quelli che imitano la fede e le opere
di Abramo. L'opposizione dei Giudei alla predicazione
apostolica è attestata dal Nuovo Testamento; tuttavia ciò
non ci autorizza a pronunziare un giudizio contro di loro,
dimenticando tutto ciò che i cristiani hanno fatto ai Giudei attraverso i secoli. Come scrive un commentatore;
« Se i Giudei anticristiani non sono più dei veri Giudei,
è anche vero che i cristiani antisemiti non sono più dei
veri cristiani ». E non si può parlare soltanto di giudizio,
senza parlare di speranza in Colui che « dei due popoli
(Giudei e pagani) ne ha fatto uno solo, mediante il Suo
sangue» (Efes. 2; 13-18).
Alla chiesa di Smirne che affronta la prova, il Signore
rivolge due chiare parole d'incoraggiamento.
« Non temere quel che avrai da soffrire » ; la prova
della chiesa è sotto il controllo del Signore, è nelle Sue
mani. Tuttavia nessuno pensi di dover soffrire per la fede
soltanto nelle grandi occasioni, in mezzo alla folla per
esser visto dagli uomini. Il combattimento della fede non
avviene soltanto sulle pubbliche piazze e nei cortei ; si
svolge anche nel campo più ristretto della nostra vita individuale; « Nessuno di voi patisca come omicida, o ladro, o malfattore, o come ingerentesi nei fatti altrui ; ma
se uno patisce come Cristiano, non se ne vergogni, ma
glorifichi Iddio portando questo nome » (I Pie. 4; 15-16).
« Non temere » ma « sii fedele fino alla morte e io ti
darò la corona della vita ».
Conosciamo a memoria queste parole, ne siamo affascinati a tal punto che le applichiamo volentieri alla nostra vita personale. Tuttavia esse non costituiscono soltanto un bel testo biblico, attraente e commovente. Sono
piuttosto un richiamo energico, uno squillo di tromba per
tutta la comunità, a Smirne allora e attorno a noi oggi ;
« Sii fedele » ; cioè rimani o, meglio ancora, « divieni fedele » giorno dopo giorno. La fedeltà della chiesa al suo
Signore non implica soltanto la conservazione della fede,
ma il suo rinnovamento e l'ubbidienza dei credenti a
Colui il quale per noi e prima di noi fu veramente fedele
« fino alla morte ed alla morte della croce »,
Ermanno Rostan
aecodde a...
Questa rubrica intende offrire ai lettori
una serie di « istantanee » su momenti ed
episodi della vita evangelica del secolo
scorso: immagini che conservano intatta la
loro freschezza e quasi sempre il loro valore spirituale. Fanno parte della nostra
storia di evangelici italiani, nella continu'tà della fede e della testimonianza.
MILANO
Vogliamo provarci a narrare succintamente la storia dell’opera di evangelizzazione in Milano, passando in rassegna i fatti principali avvenuti dal
1860 al giorno d’oggi.
Non appena il cannone di Magenta
e di Solferino ebbe liberata la Lombardia dal giogo austriaco, il Comitato
Valdese per l’evangelizzazione mandò
a Milano il colportore Noceto, e poi
uno dei suoi componenti, il Prof. Stefano Malan, il quale prese in affitto un
locale in S. Vittore Grande (addi 26
agosto 1860). Le prime adunanze furono presiedute dal Prof. Malan e poi
dal Noceto; ma in capo a poche settimane, questi si fece soldato di Garibaldi e, nelTesercito del leggendario
eroe, pervenne al grado di maggiore.
Nel gennaio del 1861, fu mandato a
surrogar Noceto il giovane ministro
O. Cocorda, il quale raccolse in tre
mesi un’udienza regolare di una trentina di persone. Alcuni mesi dopo il
Comitato richiamò il Sig. Cocorda; e,
dopo che il Prof. Malan ebbe fatto
nella capitale della Lombardia un secondo soggiorno estivo, venne finalmente affidata quell’opera al Signor
G. D. Turino, che era allora pastore
della parrocchia di Prarostino. Nel
mese di Ottobre, la nostra congregazione già si componeva di 60 uditori al
culto della Domenica mattina e di 40
al culto della sera.
Nel 1862, la Chiesa di Milano noverava 80 intervenienti al culto e 50
comunicanti. La Scuola Domenicale,
iniziata l’anno prima con tre soli allievi, era cresciuta fino ad averne 24.
Verso la fine delTanno, cominciò l’opera in Argegno; Tanno seguente in Como; nel 1864 a S. Fedele; nel 1886, a
Venezia, Verona, Mantova. Dappertutto troviamo il Signor Turino attivo
iniziatore. La parte ch’egli ha avuta
all’evangelizzazione della Lornbardia e
del Veneto richiederebbe di per sè
una narrazione.
Nel 1865, i comunicanti erano 80; la
Chiesa elesse allora un Consiglio composto di 5 diaconi. Nel 1868 si tocca ai
ICO comunicanti; nel 1871 la Chiesa
noverava 125 comunicanti; nel 1880,
erano 186; nel 1882, sono arrivati al
numero di 234, mentre gli allievi della
Scuola domenicale sommano a 90.
Nel 1879, la Chiesa di Milano vide
finalmente raggiunta la meta dei suoi
desideri ; il Municipio avea venduto
alla Chiesa Valdese l’avanzo del vecchio tempio di S. Giovanni in Conca.
Nel maggio del 1881 i pastori e i membri della Chiesa di Milano ebbero la
consolazione di poter dedicare al Signore il nuovo tempio così lungamente desiderato. Vent’anni prima, la com
gregazione era sorta all’ombra del
vecchio edificio, noverando a mala pena una media di 50 uditori; nell’81 essa entrava in possesso del medesime
edificio formando una Chiesa di oltre
2C0 comunicanti.
(Da La Rivista Cristiana, giugno 1883'
3
23 febbraio 1968 — N. 8
pag. 3
RICORDI BOEMI... VECCHI E RECENTI
I Praga e in Boemia, sulle trarre dei ((barbi))
La Riforma cèca, la rivoluzione ussita e taborita e la “internazionale,, valdese
I bambini spastici in Italia
Circa 435 anni fa, agli inizi (leirestate 1533, due « barbi » valdesi giungevano a Mladà Boieslav, ad una sessantina di Km. a nord-est di Praga. Erano parati dal vallone di Angrogna, dove nel mese di settembre dell’anno
precedente, nel luogo detto Cianforano, i lontani discendenti di Valdesio
avevano fatto il passo decisivo di uscire ormai dalla clandestinità per costituirsi'in chiesa regolare.
Perchè quel viaggio, e per quale motivo la scelta di una meta cos', distante? Mladà Boieslav era uno dei centri dell’unità dei Fratelli, di quella singolare «fratellanza» che in piena terra boema aveva raccolto l’eredità preziosa dell’Ussitismo e del Taboritisnio
e che fin dal 1467 si era costituita in
chiesa autonoma con propri ministri,
alla cui consacrazione aveva collaborato l’episcopo Stefano di Basilea detto « il valdese ».
Non sappiamo nulla delle ragioni
precise che spinsero quei due barbi a
recarsi a Mladà Boieslav. Ci resta solo
una lettera di quei Fratelli, nella quale esprimono il rammarico che gente
venuta dalla Svizzera abbia provocato
tra i Valdesi uno scisma deplorevole
e, con ciò, una nuova persecuzione
contro le loro chiese, e si meravigliano
della credulità e della precipitazione
dimostrate dai delegati di Cianforano
nel lasciarsi sedurre dai vani discorsi
di dottori stranieri e nell’abbandonare cosi facilmente le dottrine conservate intatte dai loro padri per tanti
secoli! La lettera termina con l’esortazione che i Valdesi si guardino dall’introdurre riforme dommatiche ed
ecclesiastiche nel loro sodalizio prima
di aver ben ponderato ogni aspetto
della questione, vagliando il prò e il
contro sulla base delle Sacre Scritture,
unica fonte di salvezza. Come rampogna fraterna, non c’è male...
* *
Con questi ricordi in testa, dopo
un’autentica scorribanda attraverso la
Svezia, la Danimarca e la Germania
occidentale, giungevo con mia moglie
a Praga nello scorso ottobre, invitato
dall’Istituto di Storia presso l’accademia cecoslovacca delle Scienze a partecipare ad un « simposio » sulla Riforma cèca e sulle Riforme del secolo XVI.
Si era esattamente nei giorni delle
celebrazioni commemorative del 450°
anniversario dell’afiSssione delle tesi di
Lutero sulle indulgenze e dei '50° anniversario dello scoppio della rivoluzione russa. Grandi bandiere e pannelli
immensi C':'r fViee, martello e stella
rossegi,’ ; ovunque. Dopo una notte pa.s:,H ;.i i\el nuovo lussuoso Park
Hotel g:: -c ; ponti della Moldava, ci
trasferimmo per quattro giorni al Castello di Liblice, a nord della città,
una bella villa in stile barocco costruita nel 1699 dall’architetto Alliprandi.
Qui incontrammo amici vecchi e
nuovi. Oltre ad Amedeo Molnàr, che
ci fu guida .solerte e fraterna per tutto
il soggiorno in terra boema, ricordiamo in particolare gli accademici Macek, Graus, Kalivoda e Smahel, i tedeschi Werner, Toepfer, Heimpel e
Seibt, il polacco Urban, Delaruelle di
Tolosa, De Vooght di Lovanio, Heymann di Calgary nel Canada, ecc. tutti competentissimi in cose ussite. Di
Ussitismo si è parlato prevalentemente, nella sua duplice espressione di riforma Dèca, e di rivoluzione ussito-taborita.
Le discussioni, sempre vive, oscillarono più 0 meno tra quelli che furono
Il ponte Carlo, a Praga
i due poli del Simposio, uno storico
nella linea più rigorosamente critica
del monismo marxista (Macek), l’altro teologico in senso anticostantiniano ed escatologico (Molnàr). Notevoli
in tutti e la disponibilità al dialogo
sereno e obiettivo, e l’apertura verso
la problematica più varia e spesso
contrastante. Chi forse ci ha rimesso
di più è stato proprio Lutero, in quanto la maggioranza degli interventi ha
approvato l’impostazione dei relatori
ufficiali, basata sulla necessità di rivalutare non solo la priorità storica
della Riforma cèca, ma anche la sua
originalità rispetto alle Riforme successive del secolo XVI. E in questa ricerca degli schemi convenzionali della
tipologia, non poteva mancare un riesame delle connessioni con le proteste
anteriori dei Valdesi e di altri movimenti affini, cosicché ne è venuta fuori una comprensione meno stereotipa
di quello che dovrebbe intendersi oggi
per « riforma ». Sta di fatto che i problemi più discussi sono stati appunto
quelli concernenti i rapporti ideali e
materiali, reali o presunti, tra le varie
proteste, e da parte di taluni è stata
considerata come troppo astratta la
distinzione tra prima e seconda Rifor
ma, che si trovava già negli anni trenta presso il nostro Buonaiuti. Ma per
Buonaiuti accanto a Valdesio ci sono
Gioacchino da Fiore e Francesco d’Assisi, mentre per noi oggi contano di
più i radicali della cosidetta internazionale taborito-valdese.
^ ^ in
Di questo e di altro s’è discusso anche durante le pause dei pasti e nelle
lunghe passeggiate serali negli ampi
viali del parco. Ottima l’organizzazione, signorile il ricevimento, molto fraterna l’ospitalità, soprattutto ammire
vole l’assiduità ai lavori, che si conclusero con una visita ai centri di Melnik
e di Litomerice.
Ma noi, con l’amico Molnàr, preferimmo fare una capatina a Mladà Boleslav. Qui ritrovammo il vecchio tempio, ora adibito a museo; ricalcammo
le vie percorse dai «barbi»; rivedemmo la casa-scuola dove sicuramente
furono ospitati; rievocammo le dure
persecuzioni della restaurazione cattolica...
Un grazie di cuore a tutti gli amici
di Praga, e l’augurio che questi incontri sulla Vorreform (pre o prima Riforma) si ripetano in futuro con lo
stesso successo.
Giovanni Gönnet
"Il.............
A VILLAR PEROSA
La RIV • m B il XVII Vebbr.io
L’ormai tradizionale sottoscrizione che
viene fatta alla RIV-SKF di Villar Perosa
in occasione di ogni XVII Febbraio a favore
degli Istituti Assistenziali Valdesi ha superato quest'anno il mezzo milione per un
totale di L. 533.000, di cui: Direzione Generale L. 150.000; Operai ed impiegati Lire 383.000.
L’importo è stato così distribuito:
Asilo dei vecchi df S. Germano Chisone
L. 78.000; Asilo (ìi-i vecchi di Luserna San
Giovanni 40.000; Rifugio Re Carlo Alberto,
per incurabili, 73 000| Orfanotrofio femminile di Torre Peilice 77.000; Orfanotrofio
maschile di Pomarettp 60.000; Artigianelli
Valdesi di Torino 56.000; Istituto Assist.
Econ. Domest. « Casa Gay » 50.000; Casa
Materna di S. Germano Chisone 33.000; Casa Materna di Luserna S. Giovanni 33.000;
Casa Materna di Pomaretto 33.000.
Il Comitato valdese RIV-SKF di Villar
Perosa ringrazia sentiloir-cnte i vari colla
boratori, cattolici e valdesi, che hanno prestato la loro opera fattiva per il buon esito
della sottoscrizione ed esprime la sua riconoscenza alla Direzione Generale, alla Direzione Stabilimento ed alle maestranze RIVSKF che. con le loro generose offerte, hanno voluto celebrare la Festa dell'Emancipazione Valdese con un tangibile segno di solidarietà umana e cristiana a beneficio di
chi soffre e di chi necessita di carità e comprensione.
p. Il Comitato Valdese RIV-SKF
Dino Gardiol
{segue da pag. 2)
affidate a maestre ortofreniche coadiuvate da assistenti. In tutto quindi otto
maestre e sette assistenti. Vi sono inoltre attualmente quattro fìsioterapiste
e sappiamo che sono troppo poche, ma
purtroppo questo personale in Italia
manca in quanto la professione della
terapista non è ancora propagandata
a sufficienza, è una nuova professione
ignota ancora ai più. Insufficienti sono
anche le scuole per la formazione di
questo personale.
Abbiamo nel nostro centro anche
una terapista del linguaggio ed una
tirocinante. Vi è inoltre un medico
neurologo dell’infanzia che dirige il
Centro dal lato sanitario, una psicoioga, due assistenti sociali nonché una
completa équipe di specialisti medici.
Dei 100 bambini circa che assistiamo una sessantina vengono al centro
ogni mattina prelevati a casa dai nostri pullman alle 8,30 e riaccompagnati al loro domicilio alle 16,30. Gli altri
quaranta bambini che frequantano
l’ambulatorio vengono al centro solo
per le sedute delle varie terapie, per il
controllo del medico, dello psicologo
0 degli altri specialisti medici. Quale
criterio adottiamo per includerli in un
trattamento o nell’altro? Nel centro a
seminternato accogliamo per solito
bambini che hanno maggior bisogno
di protezione, di un insegnamento
scolastico specializzato ed ancora i più
gravi. Vengono invece all’ambulatorio
quelli che frequentano fuori scuole
normali oppure bambini che hanno
menomazioni gravissime. Abbiamo istituito nel nostro centro anche una piccola foresteria, di tre stanze, che possa accogliere per un periodo di 20 giorni 0 di un mese le mamme con il loro
piccolo che abitando lontano da Torino non potrebbero venire al Centro
per un periodo di cure.
DA CHI SIAMO STATI AIUTATI
PER ATTUARE
1 NOSTRI PROGRAMMI
Dapprincipio ci siamo rivolti alla generosità di privati, ma sapevamo che
questo non era giusto anzitutto perchè abbiamo sempre rifiutato una impostazione pietistica del problema eppoi perchè è lo Stato che deve dare a
questa categoria di persone l’assistenza e la cura di cui essi abbisognano.
Attualmente la Provincia, il Comune
ed il Provveditorato agli Studi collaborano con noi. Tali Enti ci forniscono il trasporto dei piccoli spastici,
parte delle insegnanti, il personale
ausiliario della scuola, parte della refezione e contributi vari. Questo si aggiunge alla retta vergognosamente insufficiente e pagata oltre tutto con
oltre un anno di ritardo, che lo Stato
passa per ogni bambino assistito nei
nostri centri dimenticando che fin dal
1954, con la legge n. 214 lo Stato si è
assunto l’onere dell’assistenza dei bambini affetti da p.c.i., assistenza che è
ben lungi dall’essere completa.
Nonostante gli aiuti economici che
riceviamo i nostri bilanci faticano a
mantenersi in pareggio e le nostre rinunce ad ampliare l’assistenza sono
quasi quotidiane.
Noi vogliamo assistere questi minorati dovunque essi si trovino : ma chiediamo che le amministrazioni comu
nali collaborino al raggiungimento di
questo obiettivo, in primo luogo inserando nei loro bilanci una somma anche piccola per l’assistenza agli spastici. Il continuo ampliamento del nostro
Centro di Educazione motoria, in relazione all’aumento degli assistiti, pone
un primo problema ; la necessità di conoscere, con la migliore approssimazione possibile, quale dovrà essere la
struttura definitiva del Centro, di cui
la nostra Provincia ha bisogno. Mi
riferisco qui al problema del censimento dei minori affetti da p.c.i. Ai fini di
un buon recupero è necessario che tale ricerca sia condotta con particolare
accuratezza nella prima infanzia. Solo
lo sforzo congiunto degli amministratori comunali, degli ufficiali sanitari,
dei medici condotti, del personale dei
Centri di Igiene Mentale della Provincia, del personale paramedico (ostetriche condotte, assistenti sociali, assistenti sanitarie, ecc.). può condurre al
buon esito di questa indagine. E dai
risultati di questa indagine dipenderanno molte delle nuove iniziative che
abbiamo già in programma e che interessano particolarmente i Comuni più
decentrati. Si potranno ad esempio
istituire équipes volanti di specialisti,
da inviare regolarmente nelle zone più
lontane della Provincia, in un Centro
in cui possano confluire i bambini
spastici, o che possano visitare a domicilio i casi singoli per dare alla famiglia le istruzioni e i consigli più urgenti. Potremo studiare la possibilità
di un convitto per i ragazzi che abitano più distante e sono in grado di frequentare la scuola speciale e ancora
una casa-albergo che ospiti per determinati periodi di tempo i più piccoli
ed i più gravi con le loro madri. Mi
sembra comunque giusto compiere
ogni sforzo perchè l’assistenza, alla
quale tutti i soggetti colpiti da p.c.i.
hanno diritto, non si limiti solo a
quelli che vivono in città o nelle sue
immediate vicinanze.
Il Centro di Torino dell’AIAS è aperto a chiunque desideri conoscere più
da vicino il nostro lavoro, condividendo con noi questa impostazione.
Susetta Bonnet
DONI RICEVUTI
PER ECO -LUCE
Da Torino: Eugenia Bensa L. 500; Irene
Proietti Bounous 500; Angelo Actis 1.000;
Edìna Ribet 500; Luigi Martinat 300; Piero
Feroldi 1.000; Dante Gay 2.000; Enrico
Pons 500; Enrico Pascal 2.500; Emilio Rostagno 500; Giovanni Rostagno 500; Elsa
Ricca, 500; Federico Avondetto 500; Giovanni Bruno 500; Lido Cavaglià 500; Paola Citernesi 500; Arturo Grill 500; Salvatore Gatto 500; Vincenzo Gay 500; Giovanna Marietti 200; Maria Monti 500; Speranza Puy
500; Evelina Pons 1.000; Fanny Prelato
500; Gustavo Ribet 500; Giulio Rivoir 1.000;
Venanzio Robino 500; Evelina Taccia 500;
Francesco Valerio 1.500; Clotilde Brachet
500.
Da Firenze: Costantino Messina 500; Aldo Frache 300; Clorinda Guerrini 500; Francesco Massa 500.
Da Massello: Guido Tron 500; Luigia
Pons 500; Ernesto Micol 200; Elisa Micol
300. Grazie! (continua)
I LET¥ORI CI SCRIVONO
Dove passa
la ‘via del deserto,
Un lettore, da Torino:
Caro direttore.
(r. Marlinal. nel suo ottimo artìcolo .'uirnhimo numero dell’« EcoLu(^e ». ha detto, meglio di quanto
10 avrei fatto, alcune cose che mi
stavano a cuore e mi permette cosi !
di essere più breve. |
Spero che ormai sia evidente la
impossibilità, per ciascuno di noi. per I
le nostre comunità, di non fare della ■
politica, intesa non nel suo senso de- j
leriore. ma in quello più largo (e più '
impegnativo) bene illustrato da MarLinai, e espresso ormai più volte sul..lonne della nostra stampa evan- ,
gebra. _ I
Ihro. in questi ultimi tempi, questo impegno politico — si dice — I
provoca pericolosi dissensi e divisioni
nella comunità. Ma forse che durante '
11 fascismo, durante rullima guerra
e la lotta parligiana non vi sono state
divisioni e ferite ben più profonde! ’
A quel tempo, per evidenti ragioni
di forza maggiore, esse erano meno
app.'irìscenti. più clandestine: ora. in- ^
^í’ee. si rivelano più facilmente nella ,
il;;'!! realtà e. per tale ragione, sono ;
giudicale tanto più pericolose. I
K il [lericolo, si dice, viene da sì- !
nislra. da una parte della comunità '
che si dice (o la dichiariamo), oltre '
che crisliima. niarxi.sta. magari maoi.
sta (giorni fa un giornale cittadino ;
chiamava « maoisti » i medici ospedalieri perche scioperavano!). E ci ,
.scandalizziamo di quanlo essa dice,
per il suo linguaggio eslremamenlc
{■filalo. Ma questo avviene perchè, si
f!iii!ibe orinai da mollo tempo, le nostre comunità hanno dimenticalo di
\ivcre e di testimoniare di quello che
è. per il mondo, lo (• scandalo della
croci' ». A poco a poco alihiamo anche dimenticato di scandalizzarci delle potenze di ([iieslo secolo: il «guai
a voi » si ode sempre meno, perchè
progressivamente si è entrati nel sistema di questo mondo compromettendoci e mimetizzandoci in esso. E
senza rendercene conto difendiamo le
nostre posizioni : potremmo dire che,
imborgìies.ti, conserviamo quello che
abbiamo, cercando di capitalizzarlo.
Pur tuttavia continuiamo a dire che
in tutto questo la polìtica non c’entra e che soltanto difendiamo « l'indipendenza spirituale della chiesa ».
Al massimo facciamo un po' di politica ecclesiastica che. malgrado l’odor
di sacrestia, è giudicala più pura di
quella mondima.
Come sfuggire airimpressione di
essere delle comunità soddisfatte e
chiuse quando siamo così poco sensibili, ad esempio, ai problemi della
condizione operaia? Essi travagliano
il mondo intero e non basta, per risolverli, dire che: «non è colpa nostra se uno nasce ojieraìo e l'altro datore di lavoro e che ad ogni modo
ha.sta che l’uno e Tallro vivano la
loro condizione da buoni cristiani ».
E sui problemi dei popoli sottosviluppali e della fame del mondo non
a!)}) amo niente da dire! Perchè non
( i rendono inquieti ed insonni? Forse
perchè non hanno rapporto colla nostra fede?
E la guerra nel ^ ielnam? Certo è
lontana ed è più facile commuoverci
per i lerremolati siciliani: ma è possibile che le nostre comunità non
siano -sensibili a ehi ricorda loro che
non si può sempre tulio ignorare, o
far finta di ignorare, e che non è un
alibi .suiiìciento essere riuniti per un
cullo o per una eelehrazìone del 17
febbraio?
Che dobbiamo fare? Non stiamo
forse perdendo raiitohu.'i?^ dobbiamo
continua re a difendere strenuamente
la nostra oilladella? ma Cristo dove |
è. qui o là?
Inlenogalivi che dovrebbero lurharei ogni giorno, facendoci mettere
un po' da parte i nostri piccoli e gran
di problemi interni ecclesiastici, problemi di istituzione, di locali, di
quelle tante care cose di cui volentieri ci compiacciamo.
In tutti i modi dobbiamo arrivare
ad essere una vera comunità, psicologicamente preparali a conoscerci
meglio e non a scomunicarci a vicenda. Occorre che i dissensi siano
fertili in ripensamenti e in analisi
autocritiche, evitando, per quanto è
possibile, delle rotture.
E* triste sapere che, nelle comunità, vi è chi non si trova più a suo
ag-o, che non si riconosc-e più nella
sua chiesa un tempo cosi concor
de (?!) ed ora resa irrequieta e di
.scussa. Ma penso, molto più dolorosa
mente, ai molti giovani che. profon
damenle scoraggiati e delusi da quan
lo sap])iamo loro offrire, nella intran
slgenza della loro età e nell’entusia
smo della loro fede, si ritraggono dalle nostre comunità.
Probabilmente meglio di noi. troppo adulti, essi scorgono quella differenza tra comunità ideale e comunità
reale di cui ci parla G. Toum (ultimo numero di questo settimanale);
non si adattano allo « stalli quo » ma
reagiscono in maniera spesso provocan te.
Chi di noi è pronto a riconoscere
e a ripercorrere la « via del deserto ».^
Può darsi che essa passi solo accan.
lo e non dentro le nostre comunità.
Hendiamoeenc conto ]>rima clic sia
li*op|>o lardi.
Daniele Hochat
Disorientato,
ma con speranza
Vii lettore, da Torino:
Caro direttore.
leggo sul n. 7 dell*« Eco-Luce ».
nella rubrica « 1 lettori ci scrivono »,
la lettera di Guido Pasquet che conclude dicendo dì non fare politica e
mi son dello: ha ragione. Leggo poi
jiiù avanti la lettera aperta di Giorgio Martinat che afferma Timpossihilità di non fare politica e mi son
fletto: ha ragione. Ma è evidente che
non possono aver ragione tutti e due.
•Sono disorientato, mi creda!
Mi si parla dell’amor fraterno, del
‘omandamento delle opere (Martinat)
e sono d'accordo; credo che tutti siamo d’accordo; ma quali vie seguire?
Quando Guido Pasquet ed altri cercano di far assumere dalla Fiat o altrove il maggior numero possibile di
disoccupati non intendono forse attenersi a questo comandamento? Si dirà
allora che, in fondo, anche questo è
politica: politica sociale; e allora siamo d'accordo. Ma lo siamo veramente tutti?
Immaginiamo l’ipotesi di un grup[10 di pastori, sindaci, laici in genere. interessati a questi problemi, riuniti nel municipio di XYZ insieme
ad alcuni industriali invitati a studiare la possibilità di creare nuove
industrie alle Valli per risolvere il
grave problema della disoccupazione,
dello spopolamento montano, dei pendolari. Immaginiamo che sotto le finestre del municipio sia radunata in
quel mentre un'assemblea di persone
e che si tengano discorsi per protestare contro le condizioni di lavoro alla
Fiat; per dire che datori di lavoro e
lavoratori non possono sedere sullo
stesso banco in chiesa; per affermare
che tutti i datori dì lavoro sono in
sostanza degli sfruttatori e ì lavoratori degli sfruttali. Entrambi i grupjù adempiono alle prescrizioni di
« fare ». Agiscono perù in direzioni
diverse. E si noli che anello gli ultimi non hanno tulli i torli. Se pensano che in una famiglia (jiadre e liglio) non si può parlare di datore di
lavoro e lavoratore: nella famiglia
cristiana - If« fratelli non possiamo arrivare a questo stesso princi))io? Però, in pratica, l'azione degli
uni è in contrasto con 1 azione degli
altri. Chi ha ragione?
I Di recente il fratello Pizzo affermava, in una nostra assemblea di
chiesa qui a Torino, che la Chiesa
ha il compito imprescindibile di testi,
moiiiare c predicare l’evangelo, ma,
I aggiungeva. « come - dove . quando a chi »? L’esatta soluzione di tutti i
problemi sta nella giusta risposta a
questi interrogativi. Saprà la Chiesa
Valdese trovarla? Non lo so. Quello
che so è che su un problema come
quello della non violenza e dell oòrezioìie di coscienza la Chiesa Valdese
ha saputo esprimere la propria posizione (1966. A.S. 64), Trent'anni or
sono credo che questo non sarebbe
stato possibile. E* un piccolissimo
esempio, ma che lascia aperta la porta alla speranza: la speranza che ciò
che ora può apparire impossibile diventi domani soltanto difficile.
Guido Boliuri
La voce
del padrone
o di un fratello ?
Un lettore, da Milano:
Caro direttore.
sollecitala dal pastore Bruno Roslagno alihiamo potuto finalmente conoscere la voce del padrone (leggi
Eiat). c'^pressa in modo assai efficace
daH'ex operaio Sig. Fiorello Beux. Mi
pare che la semplice preposizione
« ex » renda vano Ìl tentativo, qualche volta commovente del Sig. Beux.
di giustilicare la pesante condizione
del l'opera io nella fabbrica.
Non illudiamoci! Non cerchiamo
facili scuse: noi che operai non sia' ino più (ma assistenti, forse di qual- che dirigente Fiat): noi, che non ci
siamo accontentali: che abbiamo conservato la .salute mentale per puntare
verso condizioni di lavoro più elevate: siamo incapaci di un giudizio
ohieUìvo. Difendiamo il nostro equilibrio « fra tenore di vita e soddisfa
zioni » (salvo poi metterlo continuamente in discussione), svolgiamo con
esperienza e maturità il compito che
ci è stato affidato : quello di corresponsabili deH’ingiustizia nella quale
è costretto l’operaio nella fabbrica e
fuori.
Non è questione di filtraggio, di
sereno giudizio delle cose: i casi sono
due : o si tratta di pesanti ed abbondanti fette dì salame sugli occhi: ovvero di ipocrisìa.
Dice giustamente il Sig. F. Beux:
« la Fiat, come tutte le industrie, difende il suo mercato, diminuisce i
costi ecc. ecc. ». E’ proprio alla legge del mercato, alla produttività, al
profitto, a questi idoli moderni che
viene sacrificata la persona umana e
in particolar modo quella dell’operaio.
Dicono le statistiche che nel corso
dell'anno 1967 la produzione industriale sia aumentata del 7%; ma la
occupazione soltanto deU’l,o%! Sono
aumentali gli incidenti sul lavoro, le
malattie professionali; abbiamo prodotto più autovetture, ma anche più
« automontati ». Come la mettiamo.''!
Il Sig. Beux sembra avere la soluzione pronta, anche se vecchia dì qualche secolo: pacificare gli animi esacerbati. creare la pace (propria, possibilmente). diventare la religione
che consola le anime afflitte, ma che
non cerca la verità, e. sopraltiitlo
credere... nella Fiat eh ' non si chiude mai.
Cordiali saluti.
Enrico Favoni
Il sig. Zavaritt di Gorle (BG) ci
r^-.prime il suo rincrescimeiilo perchè
in calce alla sua ultima lettera da
noi pubblicata era stala omessa la dala: 30-l-‘68. «in quanto subito dopo si è saputo del grande altacro
v elcong. che credo alihia inodìfiealo
grandemente b possibilità assistenziali nel Sud Vietnam ». !Son le esigenze. peri), nè al Sud nè al Nord.
4
pag. 4
N. 8 — 23 febbraio 1963
Notiziario
ecumen ico
a cura di Roberto Peyrot
Echi della settimana
GIOVANI D'OGGI
NOMINA IN COMUNE FRA IL CEC
E LA CHIESA CATTOLICA
Ginevra (bip) — Il cardinale M. Roy, pre.
sidente della commissione pontiHcia « Giustizia e Pace » ed il pastore Blake, segretario generale del CEC hanno annunciato la
nomina di un prete cattolico alla carica di
segretario della Commissione di ricerca della chiesa cattolica e del CEC sulla società, lo
sviluppo e la pace.
Si tratta del padre G. H. Dunne s. j., nominato per sei mesi, a pieno tempo; il suo
ufficio sarà presso il centro ecumenico a Ginevra.
Il padre Dunne, già assistente del presidente dell’Università « Georgetown » di Washington, sarà incaricato di organizzare la
Conferenza ecumenica sulla cooperazione
mondiale per lo sviluppo economico, che si
terrà a Beirut (Libano) dal 21 al 27 aprile
P- ...
Questa Conferenza sara la prima organizzala in comune fra la chiesa cattolica ed il
CEC nel campo della giustizia internazionale
e della pace. Si spera che i partecipanti elaboreranno una dichiarazione che esprima le
convinzioni comuni in merito allo sviluppo
economico, all’aiuto, al commercio ed ai problemi attinenti, per studiarli assieme e farne la base per un’azione concertata fra le
chiese cattolica, ortodosse e protestanti.
AUMENTA IL NUMERO
DEGLI OBIETTORI DI COSCIENZA
NELLA GERMANIA FEDERALE
Berlino (hip) — Se il numero degli obiettori di coscienza continuerà ad aumentare col
ritmo attuale, alla fine del corrente anno,
nella Germania occidentale ve ne saranno tre
volte di più che nel 1965. Nel ’65 si era
registrato il rifiuto alle armi di 2 mila obiet.
tori. Fra i ventimila obiettori fin qui dichia.
ratisi in Germania, il 53,7% è costituito da
protestanti, il 14,4% da cattolici, ed il 13,9
per cento da Testimoni di Geova.
Un altro 8,6% si riferisce ad altri gruppi
religiosi, mentre il restante 9,4% non appartiene ad alcuna chiesa.
(Ci pare veramente confortante e significativo che proprio dal paese che tanta responsabilità ha avuto' sia per lo scoppio della
seconda guerra mondiale e sia per le terribili
torture inflitte agli avversari militari e politici, questo movimento di rifiuto alla guerra
ed alla violenza si affermi in un modo così
notevole ed in forte progressività).
UNITA' REALE
DI PROTESTANTI BIANCHI E NERI
NEGLI U.S.A.
Dallas, Texas (bip) — Una chiesa di bian.
chi e due di negri, presbiteriane, haimo impostato Un programma di collaborazione per
« presentare in una forma visibile una comune testimonianza cristiana ». I culti domenicali vedranno uniti in un solo tempio tutti
i membri delle suddette tre parrocchie. I tre
pastori predicheranno a turno. Una parrocchia si dedicherà in modo particolare alla
direzione di un giardino d’infanzia e di una
scuola, già molto frequentati. Un’altra si dedicherà all’assistenza degli studenti di un vicino collegio.
I tre pastori si sono fatti portavoce della
convinzione delle rispettive parrocchie sulla
efficacia del loro ministerio in unione alle
altre. Il latto di poter mettere in comune
le loro risorse — sia che si tratti del corpo
pastorale, dei locali o delle loro attrezzature
__ e di evitare una dispersione degli sforzi,
permetterà loro di raggiungere più facilmente i cristiani della periferia.
Offerte prò Missioni
Fiori in memoria della sig.na Lily Coisson:
Pons Ida L. 1.000; Grill Mary 3.000; Buffa
Pierina 500; Lombardo 500; Antonietti Piera 1.000; Malan Livia 1.000; Giordano Emma 1.000; Frache Insegnanti 2.000; Jalla
Graziella 3.000; Armand-Hugon Eynard Caterina 1.000; Fontana Lina 500; Jourdan
Marcella 500; Eynard Albertina 500; Comba Anny 1.000; Costabel Margherita 500; Pani Adele 1.000; De Bernardi Camilla 500;
Chauvie Emma in Eynard 500; Bellion Alice 500; Cesari Linette 500; Sig.na Monnet
500; Bernardini Eleonora 500. Totale Idre 20.700 (Sezione « Missioni » dei Coppieri).
Adolfo e Maria Rivoir 1.000; Suor Léonie
Stalle 1.000; Emma Cougn Paschetto 1 000;
Alda Cougn 1.000;Anita Bastia 1.000; Mane
Beux 2.000; Lydie Cairus 500; Lina Bonnet
500; Julie e Lora Certin 700; Odin Eniilia e
fam. 500; SoreUe Goss 5.000; Margherita
Sarù 500; Vittoria Spelta 10.000; Anita Eynard 500- Matilde Sibille 1.000; Margherita
Spartel Sibille 1.000; A. Hugon ^unous
500; Goffreda Nisbet 5.000; Emma
Civra 3.000; Edmea Paschetto 1.000; Maddalena Pasquet 5.000; Emma Armand-Bosc
Bertalot 2.000; Giulia Poet v. Godine .5.000,
Lidiette Lantaret (Firenze) 2.000. Totale Lire 50.700. . , .
Lista precedente L. 78.200; Se«®"«
Coppieri L. 20.700. Tot. generale L. 149.600.
Un gruppo di giovani ha dato vita ad una
sezione del Movimento Cristiano Studenti.
I suoi vivi interessi culturali, i contatti con
diversi ambienti, favoriscono una sua configurazione su base non denominazionale e
non ecclesiastica.
Per decisione dei giovani stessi, l’Unione
Giovanile è stata chiusa. I pastori hanno
creduto di non dovere insistere, ma di adoperarsi fra i giovani senza ricorrere a una
sigla organizzativa.
Diversi incontri di giovani, una buona
àgape con i giovani de La Nave, una serata
per i nostri studenti medio-superiori stanno
a dire che non si intende affatto abbandonare ogni iniziativa per i nostri giovani.
Per le vacanze di Pasqua è in progetto un
ritiro di tre giorni alVElba, per catecumeni
e molto giovani confermati. Con loro saranno il past. Santini e Signora.
I « cadetti » sono periodicamente riuniti
dal sig. Rostan. Sembra però che i ragazzi
delle famìglie fiorentine, in rapporto a quelli
degli Istituti, siano pochini pochini.
I pastori ritengono dì seguire questa linea: non insistere per ricostituire una U. G.
’ufficiale’ se questa non risorge come necessità dai giovani; agire al di fuori degli impacci delle strutture organizzative locali e
nazionali per riunire liberamente dei giovani nelle case come nel Centro Comunitario
o presso altri gruppi; proporre gli argomenti
che riteniamo importanti, in quel momento,
per quei giovani che si sono raccolti; veder
di avere sia incontri per età o interessi strettamente comuni, sia incontri fra persone di
età diversa : dobbiamo favorire una continuità e non approfondire la frattura fra le
generazioni; raggiungere personalmente ogni
giovane, metterlo a contatto con altri, stabilire una fraternità che nasce da reciproco
apprezzamento.
Studenti Medi « in agitazione ».
Una sera, durante i recenti scioperi degli
studenti, abbiamo riunito una ventina dei
nostri ragazzi delle medie-superiori. Un prò
fessure ha parlato loro prima della dimen
sione mondiale del fenomeno di una gioven,
tii insoddisfatta, inquieta, quindi ha esposto
le ragioni di una protesta che concerne un
cc piano » di non soddisfacente rinnovamento
delle strutture della nostra scuola.
L’incontro è stato utile : la quasi totalità
di quei ragazzi non sapeva bene di che si
trattava o aveva forti perplessità. Hanno
parlato e poi discusso con una serietà notevole. Uno ha posto «la» domanda: — Ma
noi, evangelici, abbiamo una nostra linea?
Sono allora state espresse queste opinioni:
la scuola è un « dovere » quotidiano al quale non ci sottrae che in caso dì reale gravità;
bisogna liberarsi dalla pressione degli altri
per conoscere con la maggiore esattezza possibile i dati di un problema; bisogna agire
secondo coscienza, con o contro il favore dei
compagni; bisogna adoperarsi per il rinnovamento della scuola; dobbiamo rifiutare il
ricorso alla violenza, anche della polizia.
IL MODERATORE A FIRENZE
La sera del 9 u. s. il Moderatore ha presieduto una riunione del Consiglio, delle
giunte dei Comitati del « Ferretti » e del
« Gould », del Comitato dell’« Asilo Italia »,
con l’ingegnere Claudio Messina. Era questione degli stabili e delle Opere. Quanto era
stato proposto da vari organismi era risultato
non attuabile per incompatibilità d’esigenze
o altro. E’ stato concretato questo programma di massima :
Centro Comunitario : a terreno locali comunitari e, se possibile, filiale della Libreria Claudiana. Appartamenti per i due pastori 8 locali d’uso da precisare. Inizio dei
lavori in aprüe e durata prevista un anno.
Asilo Italia: trasferimento nell’ala nuova
di via del Gignoro, completata, entro maggio; completamento del complesso fra tre
anni.
Istituto' Ferretti: ha accreditati i cespiti
che da anni perde dal Gignoro.
Istituto Gould ; resta in via Serragli, a
meno che si possa vendere convenientemente il palazzo.
CATTOLICESIMO FIORENTINO
La crisi profonda che da anni travaglia
il cattolicesimo fiorentino provoca in questi giorni nuove situazioni drammatiche. Il
cardinale-arcivescovo è in sostanza un conservatore che tenta di bloccare ogni apertura
teologica con interventi d’autorità.
Seguiamo gli avvenimenti e le persone
non per farci su la nostra piccola speculazione proselitistica, ma perchè* crediamo
sempre che un autentico rinnovamento del
paese sia condizionato da un rinnovamento
religioso. Il Signore indicherà ai preti coraggiosi ed al laicato iu protesta per la libertà evangelica quella strada e quell’assestamento che si confarranno alle esigenze di
fede che oggi li conducono a contrasti dolorosi.
Noi stiamo partecipando (e non assistendo!) a una crisi di rinnovamento che passa
per tutto l’arco delle comunità cristiane. Sta
sorgendo una nuova Chiesa Universale — di
comunità diverse per provenienza e impostazione — in risposta a esigenze per lungo
tempo accantonate dalle religiosità « ufficiali ». Ed oggi a Firenze, nel penoso ristagno
della vita culturale e spirituale, la dissidenza cattolico-romana è il fatto più vivo e pro______ mettente.
=:z==:=:==
PER L'OSPEDALE DI POMARETTO
Giovanni Alberto Tron (Massello), in memoria del figlio Arturo, L. 10.000.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To)
BOBBI
Sabato 20 gennaio abbiamo avuto il piacere di ospitare la filodrammatica di Angrogna che, davanti ad un numeroso pubblico
che gremiva la nostra sala, ha recitato con
impegno e finezza di interpretazione la commedia di John Steinbeck cc La luna è tramontata », che ci ha insegnato in che cosa
veramente consiste la libertà che nè truppe
d’occupazione, nè arresti, nè condanne a
morte possono sopprimere quando essa è nel.
l’animo d’un uomo, d’un popolo. Nutriti applausi hanno premiato la fatica dei nostri
ospiti che ringraziamo ancora vivamente.
Martedì 30 gennaio ha avuto luogo il servizio funebre della nostra sorella Michelin
Maddalena fu Paolo, deceduta alla sua abitazione al 'Laus alla età di anni 65. La nostra sorella, colpita da malore improvviso fu
ricoverata d’urgenza all’Ospedale Civile di
Pinerolo dove, malgrado le pronte cure, le
sue condizioni di salute si aggravarono senza lasciare adito a speranza. La nostra sorella lascia di sè un buon ricordo; persona
umile, d’animo mite e cordiale era molto attaccata alla sua Chiesa della quale non ha
mai trascurato le attività. Alla sorella Giovanna colpita così duramente dalla dipartenza deU’ultimo membro della sua famiglia, ed
ai parenti tutti, rinnoviamo l’espressione
della nostra viva e fraterna simpatia, fiduciosi in Colui che è il Signore della morte stessa e che ci consola veramente in ogni nostra afflizione.
Sabato 3 febbraio abbiamo invocato la benedizione di Dio sul matrimonio dì Negrin
Roberto (Costa) e Catalin Iolanda (Courtilet
Inferiore). Siamo molto lieti che questi sposi
si stabiliscano a Bobbio ed a nome
Chiesa tutta rivolgiamo loro gli auguri più
affettuosi di ogni grazia e di ogni bene nel
Signore.
Domenica 28 gennaio nel pomeriggio un
gruppo di una trentina di sorelle di Chiesa
si è recato a Luserna San Giovanni dove ha
reso vìsita ai ricoverati del Rifugio Re Carlo Alberto e dell'Asilo dei Vecchi. In questo
contatto con le nostre Opere, le nostre sorelle hanno dato, ma certamente esse hanno
molto ricevuto e ci auguriamo di cuore che
questo contatto iniziato possa continuare regolarmente e portare ì suoi frutti che sono
in benedizione.
Domenica 4 febbraio nel corso del nostro
culto ha avuto luogo Tassemblea di Chiesa
per eleggere il nuovo Concistoro. Sono stati
riconfermali con ottima votazione, quali Anziani i nostri fratelli: Croi Giovanni (Eys,sart), Rostagnol Giuseppe (Martinats), Michelin Paolo (Laus), Charbonnier Giovanni
fu Stefano (Abses), Michelin-Salomon Davide (Abses), Negrin Stefano fu Davide (Reynauds), Bonjour Daniele fu G. Daniele (Via
Cap. Mondon), Bonjour Paolo fu Paolo (Via
Sibaud), Geymonat G. Daniele (Vicolo Cortili); venivano eletti pure con ottima vota
zione quali nuovi Anziani i nostri fratelli:
Bonjour Davide di Damele (Via Cap. Mondon), Charbonnier Giuseppe fu Samuele (Via
Maestra), Pontet Aldo fu Paolo (Via Boschetti).
Ai membri riconfermati ed ai nuovi mem,
bri del nostro Concistoro esprimiamo i nostri più vivi rallegramenti per la fiducia che
la Comunità tutta ha voluto dimostrare loro,
e porgiamo loro gli auguri più fervidi onde
essi possano compiere questo servizio al quale sono stati chiamati, con fedeltà, con umil.
tà, con zelo e con gioia. Una parola di compiacimento sentiamo di dover rivolgere alla
Comunità ed ai membri elettori in particolare per essere convenuti cosi numerosi alla
assemblea e per aver essi scelto e nominato
con vivo senso di responsabilità il loro Concistoro.
POMARETT
Una conferenza di Giorgio Bouchard
FEDE CRISTIANA E MARXISMO
— Mercoledì 28 febbraio, alle ore 20,30,
al cinema Edelweiss di Pomaretto, il dott.
Giorgio Bouchard terrà una conferenza su
« Fede cristiana e marxismo »; seguirà un dibattito. Tutti sono cordialmente invitati.
— Domenica 25 febbraio; culto alla cappella del Clot alle ore 10.30.
« 4: ^
In risposta a un appello pubblicato su
queste colonne, è stata inviata questa lettera al Tribunale di Varsavia e p. c. all’Ambasciatore di Polonia a Roma:
Oggi, XVII febbraio 1968, riuniti per celebrare il centoventesimo anniversario della
libertà religiosa, elargita alla Chiesa evangelica valdese d'Italia, dopo sei secoli dì durissima persecuzione,
rivolgiamo
a codesto tribunale un caldo appello affinchè in codesto paese sia realizzata la libertà
di coscienza e di culto;
chiediamo
che i fratelli in fede Boleslaw Davidow, Benrych Siszek, Sophia Naumiuk siano prosciolti
dallo stato d’arresto.
Certi della viva sensibilità con cui prendere in considerazione questo appello urgente,inviamo il nostro cordiale saluto.
Dr. Gustavo Bouchard, pastore valdese
Elia Bosco, studente
Franco Calvetti, insegnante
Eliana Bouchard, studentessa
LE INQUIETUDINI DEGLI ALLIEVI
DELLE SCUOLE SECONDÀRIE
Il grande argomento del giorno sono le
proteste degli studenti universitari, sotto
tutte le latitudini e longXudini. È cattamente un fatto sociologico e politico della più
grande in.portanza. Ma che accade nelle
scuole secondarie? Di queste ci si preoccupa meno, perchè fanno meno paura. Così
va il mondo, e dimostra con questo d'essere
non solo ingiusto, ma anche stolto.
Questa è la parola: «stolto», perchè basterebbe poca ed attenta riflessione per capire che i ragazzi più giovani sono, da un
lato, più sensibili, e lo dimostra il fatto che
le loro inquietudini hanno cominciato a
manifestarsi parecchi anni prima di quelle
dei loro compagni maggiori delle università.
D'altro lato, essi sono anche i più educabili : ma chi li aveva mai presi sul serio®
Le autorità scolastiche, invece di parlare
con loro e di trattar.i con rispetto, hanno
fatto per anni ricorso ai metodi repressivi,
nella tranquilla (!) certezza che questi si
applicano tanto più facilmente, quanto più
giovane è l’età degl’inquieti.
Oggi, dopo anni di condotta stolta, si
cominciano a cercare altri rimedi, ed è
tardi!
Diamo due documentazioni in proposito,
tratti da paesi stranieri molto lontani e diversi fra loro.
Il primo è la seguente dichiarazione firmata da quaranta professori d'un liceo della cittadina francese di Sceaux (nell’Alta
Senna).
« I sottoscritti insegnanti del liceo "Lakanal", considerando:
che il loro compito è quello di preparare
gli allievi alla vita adulta;
e che la preparazione alla vita adulta si
realizza nell'incontro coi problemi della vita
reale;
ritengono che se s’impongono agli allievi
dei doveri multipli, non si può loro rifiutare un minimo di diritti.
I ragazzi di 18 anni e le ragazze di 15
sono giudicati abbastanza responsabili per
fondare una famiglia. I giovani dai 16 ai 20
anni hanno formato il nerbo dei combattenti partigiani sotto l’occupazione. I giovani di 16 anni che lavorano nelle officine,
hanno ufficialmente il diritto di' sciopero.
Considerando che uno sciopero degli allievi può essere altrettanto giustificato quanto uno sciopero degl’insegnanti, i sottoscritti domandano:
1) che il principio del diritto allo sciopero sia riconosciuto agli allievi di tutte
quelle classi nelle quali l’età media è almeno di 16 anni (...);
2) che venga definita una regolamentazione precisa di questo diritto, non soltanto
perchè ogni diritto implica dei doveri, rúa
perchè è necessario aiutare gii allievi più
coscienti a trovare delle forme d’azione che
non conducano all’anarchìa;
3) che nessuna sanzione possa essereinflitta a un allievo, per aver fatto sciopero o per aver incitato allo sciopero non potendosi tali azioni assimilarsi a delle mancanze disciplinari ».
La seconda documentazione proviene dalla Russia. « Da un sondaggio fatto dall’Istituto di Ricerche Sociologiche deirU.R.S.S„
risulta che più d’un terzo degli studenti medi, in particolare dei licei, non partecipano
alle attività di gruppo organizzate ^ dai
Komsomols (Associazioni della gioventù comunista), mentre, di quelli che vi partecipano, uno su tre non è soddisfatto. Gli scontenti deplorano che non si lascia loro sufficiente indipendenza, e che essi restano
troppo rigidamente sorvegliati dai loro professori. Gli studenti trovano anche che le
riunioni sono troppo lunghe e che le attività sono troppo strettamente dirette e
controllate.
Nell’effettuare il sondaggio, si sono voluti interrogare, sull’argomento, anche dei
professori. Questi hanno dichiarato che i
giovani sembrano interessarsi sempre più a
sè stessi, perdono il rispetto dovuto agli
anziani e non accettano più niente ad occhi chiusi. L’Istituto di Ricerche Sociologiche impegna i Komsomols a rivedere la
loro politica, per soddisfare i bisogni delia
gioventù ».
ANCHE L'URSS S'AWICINA
ALLA GRECIA DEI COLONNELLI
Chi credesse che la collusione con la
Grecia dei colonnelli sia una prerogativa
delle nazioni occidentali più o meno infeudate agli U.S.A., sarebbe in errore: lentamente ma sicuramente anche l'U.R.S. fa lo
stesso !
« Il consenso dato dal govevno sovietico
alla nomina del nuovo ambasciatore di Grecia a Mosca, il sig. Angelos Vlachos, è il
primo segno (cosi si dice ad Atene) dei
"disgelo” dei paesi dell'Est nei confronti
del governo Papadopulos, formato dopo lo
scacco del tentativo fatto da re Costantino
il 13 dicembre u. s. (...).
In effetti pochi incidenti hanno turbato,
dopo a colpo di Stato dell’aprile 1967, le
relazioni fra Atene e i paesi socialisti: la
nota del governo sovietico del 28-4-67, a
proposito dì Manolis Glezos, la cui esecuzione era stata a torto annunciata; il ti
a cura di Tullio Viola
chiamo dell'ambasciatore di Grecia a Budapest dopo il rifiuto dell’Ungheria di riconoscergli il rango di decano del corpo diplomatico; soprattutto la sospensione, da
parte della Grecia, del suo accordo di frontiera con la Jugoslavia. Soltanto due paesi
socialisti, la Jugoslavia e la Romania, avevano accusato ricevuta delia lettera dei ministero greco degli Affari Esteri, che annunciava la nomina del Sig. Economos-Gouras
a ministro degli esteri ».
AFFERMAZIONI SULLA SCHIAVITÙ'
NEL NOSTRO TEMPO
La « Commissione dei Diritti dell'uomo »
deirO.N.U. è attualmente riunita a New
York e vi effettuerà un programma di lavori fino al 3 marzo. Occupandosi del problema della schiavitù nel nostro tempo,
essa ha anzitutto formulato la seguente definizione: iiVi è schiavitù quando vi è esercizio di diritto di proprietà su una persona
umana ». Quando e come potrà sparire la
schiavitù? Risposta : « La schiavitù sparirà
con la comparsa di condizioni economiche
nuove degli Stati nei quali la schiavitù sussiste ».
Ma di che entità dovranno essere queste
condizioni economiche nuove? È lecito sperare che si realizzino? La risposta sembra
essere affermativa. Infatti : « se una campagna d’opinione ha permesso di salvare i
monumenti della Nubia, perchè non potrebbe essa liberare dalla schiavitù gli uomini
che ne sono ancora soggetti? ».
(Da «Le Monde» dei giorni 6, 11-12,
14 e 15 febbraio 1968).
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Amandina Micci
ved. Giraud
profondamente commossi per la dimostrazione di simpatia, ringraziano tutti coloro che, con presenza, scritti e
fiori, hanno preso parte al loro dolore.
Esprimono un particolare ringraziamento al Dott. Ros, al Past. Genre di
S. Secondo, ai vicini di casa e ai Pastori Tourn e Deodato di Massello.
Massello, 9 febbraio 1968
RINGRAZIAMENTO
La famiglia Bleynat in occasione
della dipartenza del caro
Dante Bleynat
ringrazia commossa tutte le persone
che hanno manifestato la loro simpatia.
Esprime un particolare ringraziamento ai Pastori Ernesto Ayassot e
Sonelli, al Dottor Gardiol, alle Signorine Mariuccia Grill e Liliana Boglione, ai vicini di casa ed ai nipoti tutti.
Torre Pellice, 14 febbraio 1968
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Pons-Gagliardi commosse per la manifestazione affettuosa resa alla loro indimenticabile
Mamma
ringraziano quanti, con presenza scritti e fiori, hanno partecipato al loro
dolore.
Un particolare ringraziamento rivolgono al primario dell’ Ospedale E.
Agnelli Dott. Demo e Sig.ri Medici,
alle Rev. Suore, al personale di assistenza, ai Sig.ri Pastori Deodato, Taccia e Bogo, ai Sig.ri Ufficiali e Sottufficiali del Btg. « Susa », alle Autorità
scolastiche della Scuola E. De Amicis.
Pinerolo, li 23 febbraio 1968
avvisi economici
AFFITTASI, Torre Pellice, casa con terreno. Rivolgersi Claudiana.
CERCASI per Torino signorina 25-45 anni,,
pratica, per bambina 4 anni, pomeriggio
occasionalmente sera. Specificare età referenze Libreria Claudiana - Via P. Tommaso 1 - Torino.
PERSONALIA
È nato a Palermo Renato Marco, primogenrto di Rosemarie e Ennio Del Priore.
A questa famiglia pastorale il nostro augurio fraterno e lieto.
Presso il Politecnico di Torino si è laureato a pieni voii in ingegneria elettronica
Adriano Coisson. Gli porgiamo i nostri vivi
rallegramenti e auguri.
TORRE PELLICE
La poltrona richiesta per una sorella anziana è stata subito trovata e ha costituito
un bel dono per il 17 febbraio. Graz;e alla
gentile donatrice!
La « Merceria - Profumeria »
PELLENCO ALDO
già Baronetto, di Torre Pellice,
è trasferita in Via Matteotti 4.
OFFERTA SPECIALE a famiglie evangeliche del VERO OLIO D’OLIVA di ONEGLIA - Sconto di L. 80 a It. con scatola di
prova da 12 lattine di It. 0,900 caduna :
FIDOLIO (tipo magro) a lattina L. 690
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prezzo. Per informazioni e listino completo
di altre confezioni scrivere a ; SCEVOLA
PAOLO - Casella Postale 426 . 18100 IMPERIA ONEGLIA.