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Anno 117 - N. 9
27 febbraio 1981 - L. 300
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Gruppo bis/70
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
punti
vista
Dopo un primo intervento a
favore della pena di morte, che
ha fatto molto scalpore, il vecchio antifascista Massimo Mila
ritorna sull’argomento ( « La
Stampa » 18.2) affermando che
« è la nostra nuova harharie che
esige la pena di morte » e che
« il rifiuto della pena di morte è
l’ultimo patetico sforzo per salvare l’Assoluto », un Assoluto che
da sempre è inesistente (il nostro solo Assoluto è il Relativo
in cui viviamo), come « ci ha cacciato in testa Einstein ».
Sarebbe abbastanza facile limitarsi a ribattere che Einstein
non sarebbe così contento di essere coinvolto nel culto del Relativo, lui che espresse una teoria della relatività (con la erre
minuscola) senza per questo negare l’Assoluto, dal momento che
credeva in Dio. Oppure chiedere
se il Relativo diventato il nostro
Assoluto non rischia di privarci
dell’autoesame critico, per cui se
mi accorgo che ero contrario alla pena di morte al tempo del fascismo e sono favorevole ora, ne
deduco che « qualcosa è cambiato
sul fronte della criminalità », ma
non mi sfiora il sospetto che forse sono io ad esser cambiato...
Ma più importante di questi
pur non indifferenti dettagli, mi
sembra essere la necessità di
comprendere da dove venga —
per usare rovesciandoli i termini di Mila — il rifiuto dell’Assoluto da cui deriva l’opzione per
la pena di morte.
Mi pare che il rifiuto dell’Assoluto sia sempre da porre in relazione aH’immagine che una determinata cultura dà dell’Assoluto stesso. La cultura dominante
del nostro paese ha dato un’immagine dell’Assoluto totalmente
legata ad una istituzione ecclesiastica tanto da conferirle i suoi
caratteri distintivi, l’Infallibilità, l’Immutabilità, il Potere salvifico. Quando perciò scontrandosi con questa realtà umana assolutizzata la si riscontra così pesantemente relativa, umana, allora il rifiuto delle pretese assolute dell’istituzione ecclesiastica
coinvolge inevitabilmente il rifiuto dell’Assoluto stesso.
Noi protestanti non siamo certo esenti da errori di questo genere, dato che, in altre situazioni,
il protestantesimo ha di fatto
preteso di incarnare l’Assoluto
non in un’istituzione ecclesiastica bensì in un tipo di organizzazione civile. Ma forse è proprio
per la consapevolezza di questi
errori passati che possiamo — e
dobbiamo — esprimere l’esigenza
fondamentale che Dio sia Dio e
il nostro relativo resti tale nella
sua discutibilità, nel suo eterno
carattere di tentativo e di approssimazione. All’Assoluto, che in
quanto tale è sempre e solo il
Totalmente Altro, dobbiamo costantemente riferirci per conoscerci per quello che siamo e far
progredire il nostro relativo, senza presumere di ancorarlo a pretese di infallibilità, immutabilità
e sovrannaturalità, e senza d’altra parte lasciarlo in balìa del1’« umore dei tempi » come una
barca sbattuta dai venti e priva
di timone.
È dunque su questa base che
ripetiamo il nostro rifiuto della
pena di morte. È questo un patetico sforzo di salvare l’Assoluto? A questa legittima valutazione noi contrapponiamo un’altra:
è un riflesso dello sforzo appassionato che Dio ha compiuto nella croce di Cristo per salvare
l’umanità.
Franco Giampiccoli
UNA TAVOLA ROTONDA ALLA TRASMISSIONE TELEVISIVA « PROTESTANTESIMO »
intesa: le ragioni deila sospensiva
L’Intesa è restata ferma per l’merzia del Governo e la volontà di evitare un confronto con il
Concordato - Ultima ora: per iniziativa dell’on. Foriani riprende il cammino dell’Intesa
Nella « settimana della libertà » indetta dalle Chiese valdesi e metodiste dal 14 al 22 febbraio si è opportunamente inserita la trasmissione
televisiva curata dalla Federazione
delle Chiese Evangeliche in Italia diffusa il 16 febbraio. Tema generale, i
rapporti tra Stato e Chiese come risultano dall’Intesa siglata dalle rappresentanze governativa e valdese-metodista ma da tre anni congelata. Tuttavia, in particolare, la trasmissione è
stata dedicata ad una analisi delle ra
gioni di questa sospensiva, ed è stato
molto interessante sentire argomentazioni — sostanzialmente concordi — di persone così diverse tra loro
per impostazione politica e ideologica
come l’on. Aldo Bozzi, presidente del
PLI, il dott. Ruggero Orfei, direttore
della rivista « Azione sociale » delle
ACLI, il prof. Carlo Cardia, ordinario
di Diritto ecclesiastico dell’Università
di Cagliari, comunista. Tralasciando
quindi la prima parte introduttiva, di
una questione ormai nota ai nostri let
tori, svolta dal prof. Giorgio Peyrot
che conduceva la trasmissione e dal
moderatore Giorgio Bouchard, pubblichiamo il testo pressoché integrale
della seconda parte della trasmissione
dedicata appunto al perché della sospensiva.
Si delinea intanto un primo risultato
concreto delle manifestazioni: su convocazione dell’on. Foriani — informa
un comunicato del nev che pubblichiamo in questa pagina — le due delegazioni si sono di nuovo incontrate.
PEYROT — On. Bozzi, in sede
politica si avverte un disagio per
questa sospensiva? Ci sono delle
ragioni che giustificano questi ritardi?
BOZZI — Le Intese con la Tavola valdese sono state definite,
ma il Concordato con la Chiesa
cattolica è ancora un pochino in
alto mare. Sono due cose diverse, ma c’è un collegamento. Ora
io ritengo che non sia interesse
politico soprattutto della Democrazia Cristiana, di anticipare il
varo delle Intese con la Tavola
valdese rispetto al Concordato,
perché questo porterebbe una serie di domande: a che punto è
il Concordato; perché queste sì.
e quello no; ecc. Ma anche per
un’altra ragione: perché il contenuto dell’Intesa che voi avete
stipulato con la delegazione del
Governo italiano è un modello
di libertà. Per il Concordato ci
sono ancora molte riserve in
ordine alle varie bozze che sono
state presentate, ci sono residui
di confessionalismo. Ora anche
questo contrasto politicamente
può nuocere.
Una seconda ragione si collega
con la prima. La società italiana
attraversa una fase critica. Vi sono problemi che ci prendono alla gola, il terrorismo, la crisi economica, la situazione internazionale. La maggioranza di governo
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Tempo degli uomini e di Dio
« Guardate con diligenza come vi conducete... approfittando
delle occasioni, perché i giorni sono malvagi» (Efes. 5: 15-17)
Nel linguaggio del Nuovo Testamento la nozione di "tempo"
è espressa da almeno tre vocaboli, ciascuno dei quali con il suo
preciso contenuto. Il primo, ma
non il più importante, è il termine kronos. Nel pensiero dei
filosofi antichi, il kronos è considerato come il tempo in sé, con
gli eventi ed i problemi che lo
accompagnano. Il Nuovo Testamento non considera il tempo in
modo astratto e teorico, ma in
rapporto con la vita degli uomini e, concretamente, con la storia della salvezza operata da Gesù Cristo. Il nostro kronos è un
tempo che passa; non ne conosciamo la durata e non possiamo
prevederne gli avvenimenti; sappiamo, però, che « Gesù Cristo è
lo stesso, ieri, oggi e in eterno ».
Ciò ha un grande significato per
la nostra esistenza in ogni tempo.
Il secondo ftocaholo di cui il
Nuovo Testamento si serve per
parlar del tempo è quello di
« aion »: è il termine che esprime la lunghezza, la durata del
tempo, tanto di un tempo delimitato quanto di un tempo illimitato, che chiamiamo « eternità », ma che sarebbe più adeguato definire come un tempo senza
limiti, secondo la terminologia
del Nuovo Testamento. In questo
senso gli scrittori biblici adoperano espressioni come queste:
avanti i secoli, di eternità in eternità, ora e per tutti i secoli. Il
termine greco « aion » è adoperalo per parlare del tempo presente e del tempo futuro, l’eone
presente e l’eone venturo, il tempo che ha avuto inizio con la
creazione e che avrà il suo termine con il ritorno di Cristo e
la venuta del suo Regno.
C’è infine un terzo vocabolo
che si trova nel Nuovo Testa
mento e che ci riguarda da vicino sotto il profilo della nostra
fede cristiana. E’ il termine « kairos ». Nel linguaggio profano, il
« ¡cairos » significa l’occasione
propizia, il momento atteso durante i secoli e di cui è ora annunziata la scadenza. Il significato di questo termine si ritrova anche nel linguaggio neo-testamentario, con questa precisa
riserva: che esso è sempre riferito alla storia della salvezza
(O. Cullmann) al cui centro c’è
la figura del Cristo apparso nella storia e nel tempo, crocifisso
e risorto per la salvezza del mondo. I tempi favorevoli, le occasioni uniche e propizie non dipendono dagli uomini, ma da
Dio; il piano divino per la salvezza del mondo è segnato da
tempi particolari e decisivi (kairoi) di fronte ai quali ogni uomo
assume la sua propria responsabilità. Non è dato agli uomini di
conoscere in anticipo quei tempi e quelle occasioni; come scrive Luca: « Non sta a voi di sapere i tempi ed i momenti (kairoi)
che il Padre ha riserhato alla sua
propria autorità» (Atti 1: 7). Si
tratta di tempi e di occasioni che
possono anche non piti ripresenlarsi; a questo riguardo è sufficiente rievocare il pianto di Gesù sulla sorte di Gerusalemme:
« Oh se tu pure avessi conosciuto in questo giorno quel che è
per la tua pace... invece tu non
hai conosciuto il "kairos", il tempo nel quale sei stata visitata »
(Luca 19: 42-44). Anche il tempo
della fine del mondo è designato
nell’Apocalisse, come un “kairos”,
un tempo che è vicino; ma è un
tempo che non procede da calcoli umani, perché Dio soltanto
ne conosce la prossimità e la venuta. E Gesù diede inizio alla sua
predicazione con queste chiare
parole: « Il tempo è compiuto.
il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete aU’Évangelo »
(Marco 1: 15).
Nel linguaggio neo-testamentario questa è la nozione del
tempo in tutta la sua ricchezza.
Noi viviamo nel tempo (kronos):
un tempo che ci è dato, breve o
lungo, lieto o travagliato, un tempo che viene e che fugge, senza
che possiamo mai possederlo; un
tempo in cui siamo chiamati ad
operare compiendo l’opera nostra e prima di tutto quella che
corrisponde alla volontà di Dio,
« non da stolti, ma da savi, approfittando delle occasioni, perché i giorni sono malvagi ». In
questo tempo della nostra vita
terrena, segnata da pochi o da
molti anni, ci sono dei tempi e
delle circostanze in cui Dio si rivolge a noi con la sua Parola e
con il suo Spirilo per renderci
attenti alle grandi cose che Egli
vuole dirci in merito al piano di
salvezza che ha tracciato per noi.
Dobbiamo « cercare l’Eterno
mentre lo si può trovare, invocarlo mentre Egli è vicino » (Is.
55: 6). Non possiamo rimanere
indifferenti di fronte ai grandi
eventi della passione e della risurrez.ione di Gesù Cristo. Non
possiamo rinviare a più tardi la
nostra conversione, non è lecito
attendere un’altra croce ed un
altro Vivente. Egli è per tutti i
tempi « il primo e l’ultimo, l’alfa e l’omega »,
Ci sono dei tempi che vengono a noi e nella storia wnana
carichi di graz.ia e di giudiz.io;
non possiamo ignorarli o fingere
di ignorarli. Ogni mattina leggiamo il nostro giornale, pieno di
notizie da tutto il mondo. Quel
tempo è il nostro kronos, è la
storia del nostro mondo e del
nostro tempo. Ma in questo tempo Dio tiene in serbo per noi altri momenti, altre occasioni ed
Ermanno Rostan
(continua a pag. 2)
è traballante, con incrinature
crescenti. Probabilmente non è
oggi interesse di un governo come quello attuale di mettere sul
tappeto un nuovo argomento che
potrebbe portare lacerazioni.
Questa secondo me è la ragione
politica per cui questo tema è accantonato.
In campo cattolico
PEYROT — E dal punto di vista cattolico, ci sono deUe ragioni particolari che possono opporsi alla conclusione di questa trattativa?
ORFEI — In linea di principio
io escluderei. Sul piano invece
della contingenza politica, della
opportunità del momento da scegliere, probabilmente queste sorgono. L’on. Bozzi ne ha già sollevata una abbastanza consistente, quella del confronto che av
(continua a pag. 5)
L’Intesa
riprende
il cammino
Mentre si concludevano
le manifestazioni indette
dalle Chiese valdesi e metodiste in occasione della
ricorrenza del 17 febbraio
per sollecitare la conclusione delle Intese, è giunta alla Tavola valdese una comunicazione del Presidente
del Consiglio dei Ministri
con la quale l’on. Foriani
ha voluto assicurare che il
problema relativo alla definizione dell’Intesa « è ben
presente all’attenzione del
governo ». A tal fine il Presidente del Consiglio ha informato di aver fissato un
nuovo incontro delle due
delegazioni per il giorno
20 febbraio. In tale incontro è stato presentato alla
delegazione della Tavola
valdese un documento contenente osservazioni formulate da vari Ministeri
interpellati dalla Presidenza del Consiglio intorno al
testo dell’Intesa. La delegazione della Tavola ha
preso impegno, come da richiesta, di fornire senza
indugio alla delegazione
governativa tutti i chiarimenti necessari per superare ogni residua difficoltà
di parte governativa e togliere cosi ogni motivo di
ulteriore dilazione alla conclusione dell’Intesa, (nev)
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27 febbraio 1981
VILLA SAN SEBASTIANO
UN UMILE SERVITORE DELLA PAROLA
Confronto diaspora-Valli Attilio Dei Priore
« Se dunque uno è in Cristo,
egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate; ecco, son
diventate nuove » (2 Cor. 5: 17).
Di fronte al disastro del terremoto del 23 novembre 1980 che
ha colpito la Lucania e la Campania, di fronte al terrorismo di
destra e a quello così detto di
sinistra (da Bologna al caso
D’Urso), di fronte al nostro Governo che ancora non vuole applicare la Costituzione Repubblicana firmando le « Intese « con
le chiese metodiste e valdesi (come previsto dall’art. 8), tutti noi
attendiamo qualcosa di nuovo e
abbiamo bisogno di rinnovamento.
Con queste parole il Presidente della Commissione Esecutiva
del 1° Distretto, past. Bruno Bellion, ha esordito nella predicazione nel culto di domenica 1 febbraio, iniziando la sua visita alla
chiesa metodista di Villa S. Sebastiano (L’Aquila).
Nel pomeriggio v'è stato rincontro con la comunità per una fraterna conversazione sulle esp^
rienze di testimonianza evangelica sia della chiesa di Villa S. Sebastiano, sia delle chiese valdesi
delle Valli.
Al termine di questa riunione
abbiamo constatato di aver bisogno di una maggior comunione
tre le nostre due realtà: Villa S.
Sebastiano, una chiesa della diaspora nel centro dell’Italia e le
chiese delle Valli, chiese di « popolo », con una storia di lotte e
di persecuzioni alle spalle. Nelle
nostre quotidiane battaglie per
la predicazione dell’Evangelo del
Regno, in una società che riscopre forme religiose antiche per
mantenere un particolare rapporto con Dio, rapporto che non
è quello biblico, ecco, in queste
battaglie abbiamo bisogno di sapere che dietro o accanto a noi
vi è la presenza di chiese evangeliche, le quali sono riuscite a
realizzare nel nostro paese (culla
della Controriforma) un centro
di vita popolare protestante.
Il past. Bellion ha poi fatto visita al gruppo di Tufo (a circa
25 km. da Villa S. Sebastiano)
dove vivono alcuni nostri fratelli
collegati alla chiesa di Villa. Iii
questo villaggio di montagna vi
è ancora un « resto del movimento di protesta contro la Chiesa Cattolica, sorto nel 1972. Abbiamo ricordato al past. Bellion
le tappe principali di quel movimento e la presenza in Tufo di
un gruppo di evangelici i quali,
anche se isolati e pochi di numero, non dimenticano di testimoniare la loro fede.
Prima di ripartire, il past. Bellion ha invitato la nostra comunità ad un giro nelle chiese delle
Valli. Invito che abbiamo accolto
con gioia sperando di poter realizzare questo progetto entro
l’anno.
Desideriamo ricordare attraverso le colonne del nostro settimanale l’impegno della chiesa di
Villa S. Sebastiano per l’aiuto
alle popolazioni colpite dal terremoto dello scorso novembre.
Tale impegno si è espresso in
due modi diversi : sensibilizzazione presso le famiglie anche
non evangeliche che fanno parte
del Centro evangelico di servizio
di Villa, e partecipazione di volontari ai turni di servizio organizzati dalla Federazione delle
Chiese.
L’Assemblea dei genitori del
Centro evangelico di servizio decise di costituire un comitato per
raccogliere una somma di denaro da destinare per l’acquisto di
qualcosa di utile alle popolazioni
terremotate. Il comitato ha funzionato molto bene e ha raccolto una buona cifra con la quale
si acquistò una cucina da campo (fornellone, pentole ecc.) da
destinare a Ruvo del Monte (Potenza) ove era attivo un gruppo di lavoro.
Alcuni giovani della chiesa di
Villa S. Sebastiano con altri giovani del villaggio hanno poi svolto un primo turno di lavoro nella settimana precedente Natale
proprio a Ruvo del Monte.
Il loro lavoro è stato quello
di organizzare l’attività di una
cucina per pasti caldi ad un
grupno di anziani. Proprio in
questi giorni di febbraio alcuni
giovani della chiesa di Villa San
Sebastiano sono ritornati a Ruvo del Monte per un’altra settimana di lavoro.
G. A.
Se n’è andato in silenzio, così,
com’era vissuto.
Dire di un pastore che è vissuto in silenzio, è dire qualcosa
che si può fraintendere : pare che
gli si affibbi una patente di infedeltà, di incapacità di fare il
suo mestiere, che è dopotutto (e
prima di tutto!) quello di parlare, cioè; di proclamare la Parola.
Non è in questo senso che dico di Attilio Del Priore che è
vissuto in silenzio. Non lo posso
dire perché so, perché ho visto e
sentito che parlava del Signore,
la domenica e gli altri giorni, « a
tempo e fuor di tempo », a chi lo
ascoltava con piacere e a chi lo
snobbava con sufficienza.
A San Giacomo degli Schiavoni, a Vasto, a San Salvo, a Guglionesi, ho avuto occasione più
volte, alcuni anni or sono, di accompagnarlo nel suo ministero
pastorale, che poteva svolgere solo affrontando, settimana dopo
settimana, viaggi decisamente
scomodi, che non erano certo la
medicina più idonea per la sua
salute e per la sua età. E quando aveva raggiunto la sua destinazione, andava pazientemente
a cercare i fratelli, li visitava se
il maltempo li tratteneva dall’andare in chiesa (anche se erano un po’ meno cagionevoli di
lui), parlava in maniera semplice di Gesù Cristo a tutti e a ciascuno.
Eppure, è vissuto in silenzio.
Lo dico nel senso che ricordo
Attilio Del Priore come una per
DALLE CHIESE
Reggio Calabria: cattolici al culto
La chiesa valdese di Reggio
Calabria in un periodo di tempo
molto breve ha perso due suoi
membri; l’anziana sorella Anna
Pozzanghera Di Legami, che quasi fino all’ultimo godeva di poter partecipare alle nostre riunioni domenicali. Dopo poco ci
ha lasciati il fratello Demetrio
Bova che per molti anni è stato
membro del consiglio di chiesa
e cassiere della comunità. Aveva
subito un serio intervento chirurgico dal quale sembrava riprendersi bene. Tanto più quindi la sua morte ci ha rattristati.
Ambedue i funerali hanno visto la presenza foltissima di persone che non fanno parte della
nostra comunità, c’era gente fin
fuori sul marciapiede. Nel ricordare questi membri di chiesa e
con il pensiero ai familiari colpiti dal lutto ci sia dato di citare una frase di Bonhoeffer :
« non tutto ciò che accade è volontà di Dio (e certamente non
la morte che Paolo chiama l’ultimo nemico di Cristo); ma attraverso ogni avvenimento, anche
il più infelice, passa un sentiero
che porta a Dio ».
Domenica 25 gennaio abbiamo
avuto la sorpresa di veder capitare in chiesa per il culto un folto gruppo di cattolici, erano venuti per concludere con noi la
settimana per l’unità dei cristiani (?!). Ci hanno fatto comunque piacere, perché non c’era
nulla di programmato, il nostro
culto si è svolto come al solito,
incentrato sulla predicazione di
Giovanni 5: la guarigione del
paralitico di Bethesda e con la
colletta per la CEvAA a cui il
gruppo cattolico ha espressamente voluto prendere parte.
Gli incontri con i cattolici a
Reggio non sono una novità, insistiamo però che avvengano al
di fuori di ’settimane unitarie’ e
con la possibilità di dialogare
francamente anche su ciò che ci
divide.
Colonia di Borgio
TORINO — Sono pronti i moduli di iscrizione per la Colonia
di Borgio Verezzi. Si possono ritirare presso la portineria di
Corso Vittorio o presso i monitori delle varie Scuole Domenicali.
Le iscrizioni per bambini dai
7 ai 12 anni si apriranno il 2 marzo 1981 presso la Segreteria di
Via Pio V n. 15 e si chiuderanno
il 30.4.1981.
La Commissione dopo aver vagliato le varie domande darà risposta entro la metà di maggio.
I turni sono i seguenti;
A - Femminile 19/6 - 9/7
B - Maschile 10/7 - 30/7
C - Femminile 31/7 - 20/8
D - Maschile 21/8 - 10/9.
Per qualsiasi informazione rivolgersi presso la Segreteria in
Via Pio V il lunedì dalle 15 alle
17 a partire da marzo oppure
presso la Sig.ra Onnis, tei. 710161,
o la Sig.ra Crespi, tei. 701692.
Visite e attività
SAMPIERDARENA-SESTRI —
Anche quest’anno Pietro Grua
è venuto a passare il week-end
con noi rivolgendo alle due comunità messaggi ricchi di fede e
della potenza dello Spirito. Sergio Rastello impegnato nel lavoro di colportaggio ha rivolto
un appello per lo studio della
Parola di Dio esponendo alla fine del culto libri e riviste di interesse squisitamente biblico; interessanti le sue esperienze intese a ravvivare nell’uditorio l’amore per la diffusione della Parola di Dio. Ringraziando caldamente i nostri visitatori diciamo pure una parola di riconoscenza ai collaboratori domenicali di questo ultimo periodo: Ennio
Sasso, Giacomo Quartino, Dante Mazzarello, Mario Campagnolo, Carlo Baiardi.
Attività corale: per i nostri
impegni all’ospedale evangelico
la nostra corale diretta da Paolo
Cattaneo si è messa in movimento ed ha una buona partecipazione di soprani soprattutto.
Anche un gruppo della medesima ha preso parte alla corale intcrdenominazionale che ha presentato un pomeriggio canoro e
musicale molto avvincente, in
via Assarotti. I cori sotto la direzione del fratello Domenico
Carceri sono stati particolarmente apprezzati. Le offerte per decisione delle chiese rappresentate sono andate a beneficio dei
terremotati.
Per il XVII febbraio si è tenuta una conferenza di Sonelli Alfredo in via Assarotti per le varie chiese, un dibattito sul cattolicesimo nel pomeriggio del 15
febbraio presentato da Giacomo
Quartino, e l’agape fraterna.
I giovani s’incontrano con regolarità; alcuni seguono gli studi dei G.B.U. mentre gli altri sono collegati con Via Assarotti e
i giovani della Spezia e Savona;
di recente il gruppo di Savona
ha diretto il collettivo a Borgio
con una forte presenza di giovani molto interessati allo studio
sui diversi modi di lettura biblica.
Intorno alla
famiglia Del Priore
IVREA — Il 31 gennaio il sovrintendente del circuito, pastore Franco Giampiccoli, ha presieduto i funerali del pastore Attilio Del Priore. Una folta assemblea si è stretta intorno alla moglie e ai figli Ennio e Valdo nell’ascolto dell’Evangelo della risurrezione e nel ricordo di un
servitore della Parola.
Si è tenuta il 15 febbraio la
periodica àgape fraterna. In precedenza, il 21 dicembre, avevamo avuto una bella giornata comunitaria (domenica della solidarietà) con una numerosa partecipazione anche di simpatizzanti.
Vianella Regali e Ferruccio Pusterla si sono sposati nella nostra chiesa lo scorso 19 novembre. Cordialissimi auguri per la
loro vita comune.
AOSTA — Nel quadro della
collaborazione circuitale Luca
Zarotti ha tenuto il culto ad Aosta il 1° febbraio con una apprezzata predicazione. Il 22 febbraio ha avuto luogo un’àgape
fraterna con la partecipazione
dei catecumeni della chiesa di
Pinerolo che hanno portato il
loro messaggio durante il culto.
Il 6 gennaio hanno avuto luogo in forma civile i funerali di
Ezio Rocca, di anni 53, presidente della sezione Avis, amico e
simpatizzante della nostra chiesa. Alla moglie, nostra sorella in
fede, Silvia Reshurgo, esprimiamo fraterna solidarietà nella
prova.
Scomparsa prematura
BRESCIA — Viva commozione
e cordoglio ha suscitato in tutta
la città la notizia dell’improvvisa disgrazia in cui ha perso la
vita un giovane della nostra chiesa, Davide Massolini, di 20 anni,
caduto in montagna per un ripido pendio mentre con alcuni
amici stava compiendo una gita
a Conio, nella Val Trompia.
Davide lascia un vuoto tra i
giovani della nostra chiesa insieme ai quali aveva ricevuto il battesimo a Pentecoste del ’79 dal
pastore Giorgio Bouchard. La
sua grande passione era la musica per la quale aveva sensibilità e talento e che studiava con
passione prestando anche la sua
opera, al di fuori del suo lavoro
di perito industriale elettrotecnico, come collaboratore nell’insegnamento della musica al Centro musicale cittadino « Gioietta
Paoli Padova » e spesso come organista per i culti della nostra
chiesa.
Il pastore Bertinat ha nel suo
messaggio sul testo « Io sono la
risurrezione e la vita » annunciato l’Evangelo ad una folla numerosa, specie di giovani, e alla madre Miriam Rossi da molti anni
monitrice della scuola domenicale. Il suo ricordo, reso vivo anche da un messaggio dei giovani
che lo hanno ricordato e dal canto di alcuni inni che hanno commosso il folto pubblico presente, rimarrà fra noi tutti come
esempio di un giovane che in pochi anni seppe dare molto agli
altri.
Centro evangelico
LA SPEZIA — Attorno al tema
centrale della pre-riforma ha iniziato l’attività di quest’anno il
Centro Evangelico, nato due anni
fa per iniziativa delle chiese metodista e battista al fine di essere
presenti nella città col contributo della nostra riflessione.
Oltre al tema centrale, il Centro dibatte problemi attuali: l’aborto (dibattito tenuto il 30 gennaio con larga e vivace partecipazione); società industriale e testimonianza cristiana (conferenza
pubblica di Giorgio Bouchard il
7 marzo p.v.); evangelizzazione a
La Spezia (culto pubblico di Michele Sinigaglia e mostra della
missione battista). Queste due
ultime attività sono organizzate
in collaborazione con la Federazione delle Chiese evangeliche in
Liguria. Il 20 febbraio ha avuto
luogo una conferenza di Luigi
Santini sull’Intesa nel quadro
delle manifestazioni a livello nazionale.
Conferenze e dibattiti saranno
pubblicizzati a mezzo stampa e
televisioni private, nonché da volantinaggio e affissione di manifesti. Nello stesso tempo si progetta di presentare in queste occasioni i libri della Claudiana,
mentre si sta studiando Tallestimento di una saletta di lettura
in locali adiacenti la chiesa metodista e di una bacheca per
esporre le novità Claudiana alla
porta della chiesa stessa.
sona incapace di farsi notare, di
mettersi in mostra, di attirare
l’attenzione su di sé. La semplicità e la modestia glie le ho viste cucite addosso come un vestito; perché erano appunto l’abito mentale di un uomo servizievole e semplice. In definitiva,
di uomo umile.
Una volta, mentre sfogliavo
velocemente un giornale ecclesiastico, mi sono trovato sotto
gli occhi questo detto ; l’umiltà
consiste nel ricevere dagli uomini un mucchio di elogi e nel trasmetterli a Dio senza tenerne per
sé neppure un pezzettino.
Non sono in grado di dire se
l’anziano evangelista Attilio Del
Priore abbia mai ricevuto elogi
da qualcuno, né quanti. Credo
però di poter affermare che, se
li ha ricevuti, è stato capace di
inoltrarli a Dio senza trattenerne per sé neanche uno, magari
piccolo, per ricordo.
Coi tempi che corrono, non
mi pare che sia cosa da poco.
Salvatore Ricciardi
Nato a Or Sara di Puglie il 2 ottobre 1909 da famiglia cattolica,
di Salvatore del Priore e Edda
Filimena. Coniugato con Inglese
Gaetana, ebbe due figli: Valdo e
Ennio.
Fu alunno della Scuola Domenicale di Orsara con il Past. Carlo Lupo e fece la sua professione
di fede evangelica nella Chiesa di
Orsara nel 1927. Fu membro del
Consiglio di Chiesa di Orsara in
qualità di diacono.
Nel 1932 fu assunto come colportore dalla Società Biblica Britannica e Forestiera, che lo inviò,
nel 1939 in Etiopia come colportore. Sorpreso dalla guerra, fu
prigioniero in Rhodesia, in un
campo di prigionieri civili, per il
periodo di 4 anni e mezzo.
Rientrato in patria, fu assunto
dalla Chiesa Valdese nel 1947 e
dal 1949 al 1951 seguì a Torre Pellice un corso per Anziano Evangelista. Fu Pastore: a Grotte dal
1947 al 1952; a Caltanissetta dal
1952 al 1955; a Cerignola dal 1955
al 1958; a S. Giacomo degli Schiavoni dal 1958 al 1959; a Termoli
dal 1959 al 1971. Fu emeritato nel
1972. Da alcuni mesi si era trasferito a Ivrea dove è deceduto
il 30 gennaio.
Tempo
degli uomini
(segue da pag 1)
altri tempi, i « kairoi » che ci richiamano a Lui in modo decisivo, senza mezzi termini, senza
distrazioni, e ci pongono di fronte alla urgenza delle parole di
Paolo: « Eccolo ora il tempo accettevole, eccolo ora il giorno
della salvezza» (2 Cor. 6; 1).
Per essere presenti in questo
tempo al messaggio della Parola
di Dio e per discernere il tempo
accettevole, bisogna vegliare e
pregare con perseveranza. Bisogna lasciarci dire dall’apostolo
queste parole: « Guardate dunque con diligenza come vi conducete; non da stolti, ma da savi; approfittando delle occasioni,
perché i giorni sono malvagi.
Perciò non .siate disavveduti, ma
intendete bene quale sia la volontà di Dio ».
Ermanno Rosta»
3
27 febbraio 1981
1® marzo,
domenica della Federazione Giovanile Evangelica Italiana
Un impegno esigente
Un bilancio della composizione e dei temi di lavoro e di impegno
della FGEI a pochi mesi dal Congresso che si terrà ad Adelfia
Si può tentare un inventario
della realtà della Federazione
giovanile mentre siamo ormai
proiettati verso il VI Congresso
nazionale che si terrà il 26-31 agosto prossimo ad Adelfia,
Espansione della base
Innanzitutto va detto che l’onda di risonanza e di adesione alle
iniziative della FGBI è di gran
lunga più vasta dei gruppi aderenti alla Federazione. Segno di
un interesse reale ai problemi
che la FGEI ha sollevato e impostato in questi anni. Non sono
rare le esperienze e linee di ricerca portate avanti da gruppi giovanili o da comunità che, pur non
essendo in stretto rapporto con
la FGEI, utilizzano strumenti di
analisi, proposte, materiale, nati
all’interno della Federazione.
Oltre a questo si devono segnalare almeno le ultime nuove adesioni di gruppi giovanili che hanno scoperto l’importanza della
FGEI non soltanto per la riflessione che propone ma allo stesso
tempo perché è tuttora l’unica
organizzazione che offre una possibilità di contatti a livello nazionale e internazionale: il gruppo battista di Lentini (a sud di
Catania), il gruppo metodista-valdese del quartiere La Noce di Palermo, il 'gruppo battista-valdese
di Campobasso, il gruppo battista-metodista-valdese di Firenze.
In Liguria e nel Triveneto si sono
costituiti gruppi di coordinamento a livello regionale. Esempi che
confermano la tendenza verso
una sempre più larga diffusione
della presenza della FGEI nonostante le difficoltà che spesso si
riscontrano; difficoltà che risentono sia della scarsa capacità di
mediazione che dell’ inefficacia
di certi strumenti di approccio
non sempre adeguati, sia di irnmotivate chiusure e non disponibilità al dialogo ancora presenti.
Non bisogna però dimenticare
che non sono pochi i giovani entrati nella FGEI, di provenienza
cattolica o non credenti; anche
questo un segno della reale apertura che la FGEI mantiene verso
l’esterno e che rappresenta una
caratteristica della sua linea di
testimonianza. Il nuovo vigore
che diversi gruppi manifestano
per un lavoro interdenominazionale è di buon auspicio per poter
guardare con fiducia al cammino
delle nostre tre Chiese nei prossimi anni.
La FGEI non è oratorio
Dire che oggi il lavoro 'portante della FGEI è un lavoro di
avanguardia significa affermare
una cosa impropria. Quando si
dice che la FGEI è un’avanguardia intellettuale si dice una cosa
vera rispetto agli anni '70, ma
che non corrisponde più al corpo sociale della Federazione degli anni ’80. Non solo perché la
realtà studentesca di oggi non è
paragonabile a quella di dieci anni fa, né lo è la situazione culturale e politica, ma perché oggi
molti giovani aderenti alla FGEI
non sono studenti ma lavoratori,
disoccupati (!), e non possono
essere considerati come il fiore
all’occhiello di una Federazione
di studenti.
Ciò detto la FGEI resta un’organizzazione giovanile che non è
e non potrà mai essere (a rneno
di rinnegarsi) un’organizzazione
di massa, l’organizzazione di tutti i giovani che circolano per le
nostre chiese, cosi come di fatto,
da molto tempo, non lo sono più
le nostre chiese. O, se volete, lo
sono sui registri, sul piano del diritto ecclesiastico non applicato,
ma non nella realtà di membri
credenti confessanti. Le scelte,
gli impegni che ci si assume impongono delle decisioni esistenziali, personali, che hanno un costo. Il riferimento ad una fede
protestante centrata in Gesù Cristo comporta dei sì e dei no, esige da parte di tutti durata nell’impegno.
Naturalmente, e questo lo si
capisce subito appena si leggono
programmi e documenti della
FGEI, le proposte di lavoro che
facciamo non sono confondibili
con aggregazioni superficiali che
si possono sempre tentare attorno alla chitarra e al teatrino,
pur essendo chitarra e teatro
ampiamente utilizzati nei gruppi
FGEI. Poiché non è nostra intenzione trapiantare in terreno protestante esperienze tipo oratorio
cattolico o puntare sulla semplice aggregazione per « tenere » i
giovani, per vederli per qualche
tempo circolare nei recinti ecclesiastici in attesa di una partenza
senza ritorno, puntiamo decisamente sulla formazione biblica e
teologica, sulla necessità di scoprire degli strumenti di analisi
per capire politicamente la società italiana ed il mondo in cui viviamo.
Questione di fede
Il discorso non può arrestarsi
sul piano orizzontale, sulTanalisi
sociologica o ecclesiastica o etica. Esiste oggi, come per ogni
■generazione, un problema di fede, di comprensione della fede,
il problema di Dio. Guardare
soltanto e innanzitutto alla realtà della chiesa e delle sue difficoltà nel tempo presente per capire o giustificare le situazioni, è
un’operazione che lasciamo volentieri ad altri. A monte del discorso sulla chiesa, sulla FGEI e
sui giovani, c’è, in tutta la sua
problematicità, il problema della
trascendenza, della realtà di un
Dio che non è confondibile con la
nostra umanità e che perciò ci
sfugge.
In altri tempi si parlava molto
della chiesa invisibile (almeno
fra protestanti — malvolentieri
fra i cattolici); oggi, in epoca
ecumenica si vorrebbe parlare
solo di chiesa visibile, e capire e
giudicare tutto a partire da questa base.
Essere protestanti significa però, a mio avviso, saper capire i
SERVIZIO STUDI DELLA FEDERAZIONE
DELLE CHIESE EVANCELICHE IN ITALIA
Convegno di studio
Responsabilità dei cristiani
di fronte all'aborto
Firenze 21-22 marzo 1981
(Chiesa Metodista, via de’ Benci, 9)
PROGRAMMA
Sabato 21 marzo
ore 10,00 - apertura del convegno
ore 10,30 - Prof. Sergio Rostagno, « Indicazioni
della riflessione teologica in relazione
alla questione dell'aborto volontario »
ore 15,00 - Maria Girardet Sbaffi « Riflessioni
etiche sulla pratica dell'aborto volontario »
ore 16,30 - Discussione a gruppi con la partecipazione di operatori socio-sanitari evangelici
ore 21,00 - Discussione generale
Domenica 22 marzo
ore 8,30 - Culto presieduto dal past. Giorgio Girardet
ore 9,30 - On. Valdo Spini: « Aborto, i termini e
le prospettive del dibattito politico »
ore 11,00 - Conclusioni.
Costo del convegno: Lire 35.000 per il pernottamento e
il vitto a Firenze (da versarsi direttamente alla segreteria del convegno a Firenze).
Quota di iscrizione: Lire 5.000 comprendenti un dossier
suH’argomento. (da versarsi sul c.c.p. 15765100 intestato a Paolo Spanu, via Luigi Colla 22, 10098 Rivoli). . . .
Per informazioni: rivolgersi a Paolo Spanu, via Luigi
Colla 22, 10098 Rivoli - Tel. 01119587600 oppure
9586208.
Per iscriversi: rivolgersi al past. Mario Marziale, Borgo
Ognissanti 6, 50123 Firenze - Tel. 055/210537.
/echi dal mondo cristianol
a cura dì ANTONIO ADAMO
problemi innanzitutto a partire
dalla loro dimensione teologica;
cioè da un punto di vista critico
rispetto all’esistenza empirica
della chiesa e non inversamente.
Occorre dunque uno sforzo di
comprensione per leggere le esigenze ed i problemi di fede delle
nuove generazioni (poiché è di
questo che stiamo parlando) perché il metro di valutazione non
sia sempre, e talvolta in modo
nevrotico, la chiesa con le sue
esigenze di continuità e di organizzazione istituzionale. Il che
non significa sottovalutare la necessaria manifestazione degli impegni nelle chiese: significa però
non confondere i due piani del
discorso o ridurli ad una stessa
entità.
In altre parole la FGEI si è
convinta di questo: la possibilità
di un impegno non alienato, non
alienante, nelle chiese e fuori di
esse, è reale e consistente nella
misura in cui gli interrogativi ed
i dubbi che ciascuno ha rispetto
alla fede in Gesù Cristo hanno
trovato un punto fermo che non
sta o cade con i modelli di chiesa in cui oggi molti giovani (e
anziani) vivono allo stretto e con
forti contraddizioni. Il problema
di fondo sul quale si misura la
FGEI è dunque di ugual natura
di quello delle chiese: la possibilità della fede in Gesù Cristo. Se
così è ha allora poco senso l'operazione di scarico delle responsabilità che tutti abbiamo rispetto
ai problemi della testimonianza
evangelica nel nostro paese. Certo, a tutti farebbe un sommo piacere vedefe più gente impegnata,
scorgere più consistenti segni di
fede: « fossero pur tutti profeti»! (Nu. 11: 29). Ma dobbiamo
anche imparare ad interpretare
meglio i doni numerosi che pure
abbondano attorno a noi e a ricordarci che Gesù non ha mai
sollecitato a seguirlo dei discepoli incoscienti o leggeri.
Ermanno Genre
Film su Martin Lutero
in Francia
(BIP) — Sono terminate recentemente le riprese del film per la
televisione francese sulla giovinezza di Lutero. Il film si intitolerà « Frère Martin » e sarà
diffuso la primavera prossima.
Bernard Lecot, attore poco noto, ha interpretato il ruolo di Lutero. La corale della facoltà di
teologia di Aix-en-Provence parteciperà alla registrazione della
colonna sonora.
Cristiani in Africa:
+ 43%
(BIP/SNOP) — Secondo alcune statistiche, in questi ultimi
due anni il numero dei cristiani
in Africa sarebbe aumentato del
43%, passando dai 143 milioni del
1979 agli attuali 203.
Lieve aumento
dei luterani nel mondo
(BIP/SNOP) — Attualmente
nel mondo si contano circa 69,6
milioni di Luterani. Confrontando le cifre attuali con quelle del
1979 si nota un aumento di circa 90.000 fedeli.
XVI centenario
costantinopolitano
(SOEPI) — Il patriarca ecumenico Dimitrios I ha proclamato
il 1981 « Anno del II Santo e
Grande Concilio ecumenico ». Infatti 1600 anni fa si tenne a Costantinopoli il Concilio ecumenico che adottò la versione finale
della Confessione di fede cristiana conosciuta sotto il nome di
Simbolo di Nicea-Costantinopoli. Il patriarca Dimitrios ha affermato che « questo anno donerà
alla Chiesa cristiana divisa l’occasione per proclamare di nuovo aH’unanimità il Credo della
Chiesa Una, Santa, Cattolica (Universale) e Apostolica, proprio
come Tavevano formulato i Padri
della Chiesa indivisa del Cristo ».
Nuova moschea
in Svizzera
(SPP) — I lavoratori musulmani della regione di Solothurn
la primavera prossima avranno
una moschea. Nella sola città di
Solothurn vivono 150 turchi, in
tutta la regione le famiglie turche sono oltre 300. Fin dal 1972
si è formata una associazione di
lavoratori turchi « Anadolu Helvetia » per facilitare la pratica
religiosa ai musulmani che si trovano in Svizzera. Attualmente si
cerca una guida (imarn) per animare la preghiera e intensificare la formazione religiosa dei
bambini.
Timori per il futuro
della Namibia
(SPP) — Il fallimento del colloquio organizzato a Ginevra,
sotto gli auspici delle Nazioni
Unite, in vista dell’indipendenza
della Namibia provocherà ancora altri lutti, sofferenze e profughi in questa tormentata regione
dell’Africa australe. In una dichiarazione ufficiale, pubblicata a
Windhoek, il consiglio esecutivo
del Consiglio namibiano delle
Chiese afferma: «Abbiamo l’impressione che si stia aprendo una
porta verso la violenza, la morte
e lo spargimento di sangue ». Anche il segretario generale della
Conferenza delle Chiese di tutta
l’Africa ha espresso gli stessi timori.
Luterani finlandesi
contrari al nucleare
(BIP) — In un suo rapporto
sul problema energetico, la Commissione socio-nolitica della Chiesa luterana finlandese si è dichiarata a favore del risparmio energetico domestico, industriale e
nei servizi, ed ha auspicato che
la ricerca sia sempre più orientata verso le fonti di energia alternative a Quella nucleare. Questo rapporto è fondato sulla convinzione che la soluzione dei problemi energetici implica degli
aspetti sociali ed etici che coinvolgono pienamente l’essere umano, la sua relazione con la natura, la società e gli altri uomini.
Occorre puntare su progetti a
lunga scadenza, ed è essenziale
che l’approvvigionamento dell’energia sia assicurato. La scelta
energetica deve essere fatta in
maniera da non mettere in pericolo la vita sulla terra. Le generazioni future non dovranno per
colpa nostra essere costrette a
confrontarsi con dei problemi
che potrebbero essere insormontabili. Infine la commissione si
appella alle nazioni ricche, affinché siano pronte a rinunciare agli sprechi a favore dei paesi
poveri.
FEDERAZIONE LOMBARDIA - PIEMONTE OR.
Tre linee di lavoro
L’Assemblea della Federazione
regionale delle chiese della Lombardia e Piemonte Orientale si è
svolta a Milano il 22.11 u.s. (ne
possiamo dar conto solo ora a
cau.sa di un disguido), con la partecipazione di battisti di Milano,
Pavia, Varese-Caravate, valdesi di
Milano, Bergamo, Brescia e Como, metodisti di Milano, IntraDomodossola, Luino, Omegna,
Vintebbio, Cremona e Vercelli.
Al centro dei lavori deH’Assemblea, che è stata arricchita da
una conferenza del presidente
della FCEI, past. Piero Densi su
« Gli evangelici di fronte alla sfida degli anni ’80 », sono stati tre
gli argomenti.
Di fronte allo .sviluppo del lavoro evangelistico, mediante radio e televisioni private è stata
prospettata l’ipotesi deH’istallazione di una emittente evangelica. Il comitato e.secutivo ha ricevuto il mandato di studiare questa ipotesi e convocare un apposito convegno di studio.
Sul piano organizzativo è stato
sperimentato un calendario trimestrale delle attività delle chie
se della federazione regionale
che intende essere strumento di
informazione e mezzo per evitare sovrapposizioni di attività.
Pur essendo stati rilevati difetti
e lacune, il C.E. ha ricevuto il
mandato di proseguire questo
collegamento in forma completa
segnalando ai responsabili eventuali sovrapposizioni di date.
Infine l’Assemblea ha mes.so in
rilievo il tema dei referendum
sulla legge 194 in materia di tutela della maternità sottolineando la necessità di arrivare al
convegno indetto a marzo dalla
Federazione con i ri.sultati di dibattiti e informazioni a livello locale. A tal fine è stato chiesto al
C.E. di diffondere una documentazione sul tema aborto e di studiare l’eventualità di un convegno o di un gruppo itinerante
che stimoli il dibattito.
Al termine deH’assemblea è
stato nominato il comitato esecutivo della Federazione regionale nelle persone di Antonio di
Pieno presidente, e di Ugo Bianchi, Maria Soggin, Mario Nicolai,
Aurelio Penna, Enos Mannelli e
Ernesto Ghizzoni, membri.
4
27 febbraio 1981
MINISTERI E RUOLO DIACONALE
Le nostre formule non sono ovvie
Nella nostra chiesa chi svolge funzioni di diaconia è eletto dal Sinodo il venerdì pomeriggio
- Facciamo attenzione a non dare impronte divine a istituzioni che sono solo storiche
Dopo aver sollevato il problema delle contraddizioni insite nel concetto stesso di diaconia e quello dell’ambiguità contenuta nel concetto di « ministero generale » dei credentti,
Sergio Rostagno conclude il suo intervento, iniziato sul n. 7
del 13.2, con l’esame di altri tre «luoghi comuni» del dibattito
in corso nelle chiese.
La consacrazione
3 Se esiste una consacrazione
■ essa non può esser riservata ai soli pastori, ma va data
per ogni ministero nella chiesa.
Che cosa si potrebbe obiettare
a una tesi così ovvia? Nulla, se
non che non e ben precisato di
che cosa si stia mai parlando.
La consacrazione che solenizza il ministero pastorale è un
fatto che andrebbe ridefìnito invece che esteso. La parola consacrazione indica, per il momento, non un atto particolare, ma
una specificazione di quello che
è e resta un culto normale. Credo che nei tempi che seguirono
la Riforma si parlasse piuttosto
di « ordinazione », intendendo
con questo termine né più né
meno che il rapporto intercorrente tra il ministro e il ouadro
disciplinare ed ecclesiastico nel
quale si svolgeva pubblicamente
il suo ministero. L’ordinazione
non conferiva un mandato di
carattere speciale, ma rendeva
pubblico un servizio. « L’ordinazione è una solenne dichiarazione e attestazione della vocazione
pubblica » (Gerhard, inizi del
’600).
Per quanto riguarda i diaconi,
la loro « consacrazione » (volendo usare questo termine) era la
elezione. Dato che tutti i ministeri nella chiesa avevano inizio con
l’elezione la normale via di accesso al diaconato era questa.
Nelle Ordonnances ginevrine del
1541 leggiamo: « che reiezione
tanto dei procuratori quanto degli ospedalieri si faccia come
quella degli anziani, ed eleggendoli si segua la regola enunciata
da san Paolo per i diaconi ». Da
notare che questo testo non ha
nessuno scrupolo di chiamare la
funzione col suo nome tecnico
(procuratori, ospedalieri); la categoria del diaconato resta una
categoria di ordine teologico ed
ecclesiologico, non un titolo.
Per quanto ci riguarda da vicino, nella nostra chiesa i diaconi,
0 meglio coloro che svolgono
delle funzioni proprie della diaconia, vengono eletti dal sinodo
il venerdì pomeriggio. È il momento di ricordare anche che ad
essi competono funzioni proprie
del ’’governo” della chiesa, come
abbiamo già visto.
Ora un atto che «consacrasse»
dei diaconi di altra specie e che
avvenisse durante il culto di
apertura del sinodo avrebbe im
carattere completamente diverso.
Se la concezione del sacerdozio universale che abbiamo difeso più sopra è valida, allora ogni
predica, nella misura in cui
rende per noi percepibile e chiara la nostra vocazione è la "consacrazione” ad uno specifico ministero. Se tutti siamo, nella luce della parola di Dio, dei diaconi, a che pro sostituire alla parola predicata una cerimonia di
consacrazione al diaconato?
Se poi questo viene fatto ’’discendere” dall’idea del ministero
generale del popolo di Dio, si
può temere che si entri in una
logica assai diversa da quella della Riforma.
Ma si dirà che "consacriamo”
1 pastori! Allora bisogna tornare
da capo a vedere che cos’è questa consacrazione. Comunque sia,
attualmente il suo corrispondente sul piano del diaconato è reiezione del venerdì. Direi che piuttosto di estendere la consacrazione della domenica ai diaconi,
bisognerebbe pensare a fare qualche cosa nel senso opposto.
Inoltre una cosa è eleggere dei
diaconi al ’’governo” della chiesa, una cosa ben diversa è dare
uno status ecclesiologico ai tecnici che lavorano alle dipendenze
della Tavola Valdese. Perciò questo sarà il tema del prossimo
punto.
Criterio evangelico
^ Le funzioni e i compiti nella
chiesa devono essere evangelicamente fondati.
Anche l’ultima tesi esprime
qualche cosa di vero: tutto ciò
che facciamo nella chiesa deve
potersi richiamare legittimamente a un criterio evangelico. La
chiesa non è una ditta qualsiasi.
Ma siamo proprio sicuri che
possiamo far coincidere la nostra
organizzazione con la vocazione?
O i due momenti devono restare
distinti come cielo e terra lo devono essere, secondo un recente
articolo del direttore di questo
periodico? Io per esempio trovo
molte giustificazioni per resistenza della Tavola Valdese, benché
nella Bibbia non se ne parli. È
sufficiente che la sua funzione sia
coerente con l’evangelo che la
chiesa è chiamata ad annunciare.
Non abbiamo nessun bisogno di
dare impronte divine a istituzioni che — ab immemorabili, ma
pur sempre nella storia — si sono rivelate conformi alle strutture della chiesa.
Ora l’istituzione di un diaconato alle dipendenze della Tavola, come riconoscimento di uno
specifico ministero, finirebbe per
confondere strutture organizzative e strutture vocazionali. Certamente esagero dicendo questo;
la mia domanda però resta e
vorrei ora esprimerla in una maniera un po’ differente.
È possibile far coincidere una
sistematica teologica e una sistematica amministrativa?
Sul piano umano, penso che
si può servire con molta consacrazione pur non essendo un diacono riconosciuto come tale. E
questo fortunatamente è vero
anche per il pastorato, come è
vero — grazie a Dio — persino
per il ministero della teologia,
che nella nostra chiesa si trova
in ugual misura tra i cosiddetti
laici come tra i pastori. Purtroppo anche il contrario può esser
vero: avere una consacrazione
ufficiale e non essere dedito al
ministero.
Il problema della regolamentazione del carisma è sempre stato difficile in ogni epoca della
E’ noto come i cattolici, anche
in Italia, abbiano sempre curato
con attenzione i complessi e articolati problemi della comunicazione; giustamente, perché la
incessante evoluzione socio-culturale del nostro secolo e le dimensioni sempre più massificate
della società stessa hanno profondamente mutato la natura e
le caratteristiche dei rapporti interpersonali.
In questo ambito, di particolare rilievo è la collana «Comunicazione » delle Edizioni Paoline, che si segnala per uno stile
piano e divulgativo e che raggruppa una serie di testi di base, organizzati intorno ad un filone descrittivo-informativo e ad
un altro, teorico-problematico.
Citiamo rapidamente alcuni
titoli significativi del primo gruppo.
I mass media e i loro segreti
introduce a livello propedeutico
nel mondo dei vari mezzi di comunicazione, evidenziando di ciascuno caratteristiche, potenzialità e limiti; il tutto tenendo ben
presente la funzione di rinnovamento che essi sono in grado di
svolgere dal punto di vista pedagogico, la loro decisiva influenza
sullo sviluppo della società in
termini positivi di stimolo alla
partecipazione, ma insieme l’ambiguità, che deriva soprattutto
dal loro essere in prevalenza
« organici » al potere.
II giornale è tuo analizza il
« mezzo-stamna », sia nel suo
aspetto propriamente tecnico, sia
nei suoi fondamentali influssi
nel campo della cultura e della
società in genere; che comportano — quale essenziale reazione difensiva — lo sviluppo della
lettura critica e della contro-informazione.
Linguaggio e tecnica cinematografica indaga con sistematicità
il « mezzo-cinema », di importanza fondamentale non solo per
se stesso, ma perché influenza
direttamente anche la televisione : la civiltà deH’immagine —
con la sua immediatezza, la sua
dinamica, la sua capacità espressiva e suggestiva — pone oggi
con prepotenza la propria candidatura all’egemonia, rispetto
alla più tradizionale e antica civiltà della carta stampata.
Il secondo gruppo di libri, a
carattere teorico-problematico,
propone alcuni titoli meritevoli
di considerazione.
La telc'-flssione drammatizza
l’opera dei mass-media (specie
quelli elettronici), che hanno sovvertito alla base i canoni tradizionali della comunicazione, agendo in profondità sull’uomo,
del quale hanno mutato la cultura, la socialità, in una parola la
vita ; la « tele-fissione » è un processo inesorabile, che per analogia può essere assimilato alla
reazione a catena della fissione
nucleare.
Assai più serene e tranquillizzanti sono invece le tesi espresse in La massificazione non esiste, un’opera che tende a mettere in rilievo come, tutto sommato, l’universo obbedisca ad una
legge di sostanziale equilibrio,
per cui Teffetto dirompente dei
mezzi elettronici finisce per suscitare degli « anti-corpi », che
ne annullano gli aspetti minacciosi ; non solo, ma stimolano
ed esaltano le capacità umane —
a livello d’individuo, come di società — ponendo le basi per un
sostanzioso progresso in tutti i
campi, compreso quello etico.
Comunicazione e partecipazione, infine, è una raccolta di saggi; tra essi di particolare rilevanza quello sui « micromedia »,
cioè i « mezzi poveri » della controinformazione, a disposizione
pressoché di tutti (come ad
esempio il ciclostile, il tazebao,
la radio locale, il film a passo
ridotto, l’assemblea, ecc.); questi, se usati con intelligenza e
sistematicità, possono assai validamente contrastare Finfluenza
egemonica dei mass-media, quali
vettori dell’ideologia del sistema.
Aurelio Penna
V. lannuzzi, I mass media e i loro segreti, EP, Roma, 1980, pp.
167, L. 3.500.
G. Bonetto, II giornale è tuo, EP,
Roma, 1978, pp. 109, L. 2.000.
R. Tritapepe, Linguaggio e teenica einematografiea, EP, Roma,
1979, pp. 188, L. 3.000.
R. Berger, La tele-fissione, EP,
Roma, 1977, pp. 260, L. 3.500.
R. Esposito, La massificazione
non esiste, EP, Roma, 1978,
pp. 352, L. 5.000.
AA. VV., Comunieazione e partecipazione, EP, Roma, 1979,
pp. 299, L. 5.000.
chiesa. Le soluzioni ideali non
servono, come non servono quelle piattamente pragmatiche. Forse la cosa migliore è che si chiamino le cose umane con i loro
nomi e che si lasci allo spirito
e alla parola dell’annuncio il
compito di operare quelle intersezioni che noi non sappiamo bene come fare. Dico questo anche
pensando al pastorato. E per
quanto riguarda il diaconato,
preferisco che un fratello che fa
il geometra si faccia chiamar
geometra piuttosto che diacono.
Ritengo che una sistematica
teologica e una sistematica amministrativa saranno sempre in
tensione tra di loro: per questa
ragione preghiamo per quelli che
amministrano affinché lo facciano con discernimento.
Sbocco operativo?
5 11 diaconato viene a dare
■ uno sbocco operativo agli
studi sul laicato e alle iniziative
diaconali degli anni passati.
Su questo ho molti dubbi, comunque lascio volentieri la parola a chi è più esperto di me.
Vorrei soltanto mettere in evidenza che il Centro Diaconale che
ha operato alcuni anni fa in quel
di Luserna S. Giovanni e dintorni, partiva dal principio che la
chiesa dovesse dare tutto il supporto possibile a quei suoi membri che si muovevano nel contesto delle istituzioni assistenziali,
soprattutto se non ecclesiastiche.
Era cioè la scelta di considerare
potenziali ’’diaconi” (perché solo potenziali? — forse ben reali)
proprio coloro che avevano funzioni laiche. Allora la cosa mi
parve piuttosto originale, nel contesto che conoscevo. Che quello
che ora si fa, giusto o meno giusto che sia, si collochi in quella
linea, mi par diffìcile da sostenere.
(2. fine) Sergio Rostagno
a colloquio con I lettori
UN’INTERESSANTE COLLANA DELLE EDIZIONI PAOLINE
I problemi della comunicazione
RICONOSCENZA
Egregio Direttore,
sono una sorella valdese di Marsala
e prima di tutto voglio ringraziarti per
la tua fatica intorno al nostro caro giornale che da due anni riceviamo e ieggiamo trovandoio sempre più interessante e stimolante per la nostra formazione cristiana e crescita cuiturale.
Ma non è per dire questo che ti scrivo, ma per rendere tra i fratelli una
pubblica testimonianza di riconoscenza
al Signore che ha operato miracolosamente a favore della mia famiglia.
Si tratta di questo. Un anno fa circa
mia figlia Enza dava alla luce una bella
bambina offesa però da una grave lussazione alle anche per cui fu subito
ingessata nelle tenere carni. Portata a
Palermo, siccome i medici parlavano di
operazione abbiamo deciso di rivolgerci a Firenze dove abbiamo sentito la
stessa diagnosi con... l’augurio di una
cura immobilizzante di sette, otto anni. Fu applicato così alla povera pìccola l’apparecchio ■■ divaricatore » che la
immobilizzo per mezza persona notte e
giorno. Con tanta pena nel cuore, ma
con maggiore fede, in famiglia e nella
comunità abbiamo invocato il Signore
con tutte le nostre forze. E il Signore
operò. Grazia ci fu fatta. Portata infatti
a Firenze per la terza visita ed il cambio dell’apparecchio, con palese sorpresa dei medici e dello stesso prof.
Scaglietti, la nostra bambina risultò in
via di perfetta e rapida guarigione tanto che alla visita successiva le fu tolto
l’apparecchio ed ora sgambetta felice
nel girello. Gli amici e ì fratelli nella
fede benedicano con noi l’Eterno, l’Iddio d’ogni misericordia.
Maria Denaro, Marsala
NON CI BASTA
cizio del nostro diritto. Alcuni presidi
di scuola media sembrano distinguersi
in particolare in questa stretta osservanza di formalità che si traduce in
pratica in impedimenti di ogni genere
all’effettivo esonero dei ragazzi dall’insegnamento religioso romano. Per non
parlare poi della scuola elementare
dove l’esonero apparentemente è più
facile ma dove la religione messa fuori dalla porta rientra dalla finestra sotto
forma di temi, dettati, racconti, ecc.
su argomenti religiosi. E ia leggerezza
ed il pressapochismo con cui vengono
accolte dai maestri e direttori didattici le nostre proteste sono prova oltretutto di disinformazione.
Per questo vi invitiamo a non desistere dalla lotta contro l’insegnamento
religioso neiie scuole della Repubblica
ma a farvi invece promotori di una
sensibilizzazione sempre più allargata
e pressante deH’opinione pubblica su
questo argomento. Con il bollo abbiamo vinto una piccolissima battaglia
ma le sorti della guerra appaiono ancora compromesse: è necessario perciò
che ci diamo da fare tutti insieme per
tenere desta l’attenzione su questo problema così scottante.
Ringraziamo per quanto potrete fare
e porgiamo fraterni saluti,
p. Chiesa Cristiana Evangeiica Battista
Paola Pietraprana, La Spezia
Caro Direttore,
siamo un gruppo di genitori e monitori deila Chiesa Battista di La Spezia
riuniti per un iperiodico incontro per
pariare dei problemi dei nostri figli.
Abbiamo letto su « La Luce » del
9.1.’81 la notizia che è stata approvata
la legge che dispensa dal pagamento
della famosa « tassa sulla coscienza ■>
e ce ne siamo rallegrati.
Il ns. rallegrarci però non è durato
molto: intanto perché non c’è stato l’atteso esplicito riconoscimento che ia
tassa non era dovuta trattandosi di una
dichiarazione e poi perché, a parte il
bollo, tutto rimane come prima. Non
fosse altro, la dizione della legge appena approvata, che equipara istanza e
dichiarazione tendenti ad ottenere l’esonero dall’Insegnamento religioso, ci
ricorda che (mediante istanza o dichiarazione) sostanzialmente dobbiamo continuare a « chiedere » allo Stato che
non ci educhi i figli nella religione cattolico-romana.
Con la presente intendiamo sollecitare il giornale, i fratelli evangelici e
quei pochi laici interessati nella nostra
battaglia perché non ci si fermi qui: la
questione di principio è salva (ed è
già qualcosa) ma non ci basta. Il problema resta: non vogliamo continuare
a domandare ciò che ci spetta di diritto. La Costituzione ci garantisce la
uguaglianza senza distinzione di religione ed impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano di
fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini.
E abbiamo potuto constatare dagli episodi vissuti da alcuni di noi nella nostra
città come di fatto venga ostacolato
in ogni modo e con sistematicità l’eser
Alle giuste osservazioni dei fratelli
di La Spezia aggiungerei il rilievo sui
due pesi e due misure con cui le cose
funzionano nel nostro paese. Per eliminare un’ingiustizia come la tassa di
bollo noi abbiamo dovuto impuntarci,
affrontare sarcasmi, fare ricorsi; per i
cattolici invece le difficoltà sono appianate prima ancora che sorgano : la modifica varata predispone infatti che
siano esenti dal hollo a istanze, dichiarazioni o atti equivalenti relativi all’esonero o alla frequenza dell’insegnamento religioso », prevedendo già la
possibilità che domani l’istruzione religiosa diventi facoltativa e richieda
perciò una domanda da parte di chi intende riceverla.
E’ certo indispensabile continuare
la battaglia contro l’obbligo di « chiedere dichiarare » l’esonero.
a) Non essendo la modifica retroattiva, chi non era in regola col bollo
da 700 lire quest’anno dovrebbe rifare
la dichiarazione in carta semplice con
data successiva al 31 dicembre ’80.
Può darsi che la nuova dichiarazione
sia rifiutata perché la legge stabilisce
che sia fatta « all’inizio dell’anno scolastico ». Un rifiuto dato per iscritto
sarebbe allora occasione per un ricorso al TAR e denuncia della incostituzionalità della limitazione nel tempo
del diritto di esonero e di riflesso di
tutte le disposizioni relative all’esonero
stesso che ledono la libertà religiosa
che consiste anche nella libertà di non
manife.stare una qualsiasi posizione religiosa. Se l’eccezione di costituzionalità fosse accolta (c’è già un procedimento della Pretura di Roma che attende da alcuni anni...), lo Stato sarebbe costretto a modificare sostanzialmente le disposizioni che rendono necessaria la dichiarazione di esenzione.
b) Nel frattempo, se e quando andrà
in porto l’Intesa valdese-metodista con
la relativa legge di applicazione, tutti
potranno farvi riferimento per esigere
un esonero effettivo secondo quanto di.sposto dall’art. 9 dell’Intesa stessa (che
tra l’altro impegna l’autorità scolastica
e collocare la religione all’ultima ora
dell’orario scolastico per le classi in cui
vi siano esonerati dalla religione).
(f. g-)
5
27 febbraio 1981
UNA TAVOLA ROTONDA ALLA TRASMISSIONE TELEVISIVA « PROTESTANTESIMO »
Intesa: le ragioni
della sospensiva
« Un governo che non porta avanti questa riforma — che è una di
quelle che non costano niente — manca del senso dello stato »
(segue da pag. 1)
verrebbe tra due testi così diversi, l’uno compiuto, l’altro in fase
ancora di discussione. Naturalmente il confronto che può avvenire tra due testi così fatti, o
così...
BOZZI — malfatti!
ORFEI — Beh, uno è fatto e
va bene! — potrebbe però portare ad un confronto immediato
e una presentazione contemporanea potrebbe fare risaltare ancor
più le differenze. -Questo acuirebbe gli elementi negativi dell’uno rispetto all’altro.
Un altro motivo direi va fatto
risalire a ragioni direi di costume costituzionale italiano. C’è
una pigrizia costituzionale non
solo in ordine al problema del
Concordato...
PEYROT — Non ce n’è una, ma
tante...
ORFEI — Sì, tante — E in
questo clima, la modellistica concordataria certamente domina la
atmosfera. Sembra che il Concordato sia una cosa « maggiore »; poi vengono queste cose
che sono piccolezze, quasi che la
quantità numerica vada considerata in termini di valore.
Io non credo però che ci siano
obiezioni di principio. Credo che
sia semplicemente questione di
opportunità, sostanzialmente. Se
c’è; perché poi tra i cattolici c’è
molta divisione, c’è una certa discussione sulla validità o meno
dello stesso Concordato sia in
quanto idea concordataria, sia
nei termini concreti in cui è sta
to presentato nelle varie bozze.
Quindi tutto questo può portare
veramente ad ima valutazione
che diventa estremamente superficiale perché ricade compietamente sulla contingenza politica
attuale. Quando ha preso ravvio il discorso sul Concordato,
sulle Intese, la situazione politica italiana era di maggior concordia. Oggi c’è più lacerazione,
per cui il rischio della creazione
di un secondo fronte indubbiamente si pone, anche se può darsi che non succeda nulla perché
la pace religiosa è un dato obiettivo. Ora anche la decadenza dell’idea di concordato e di intesa
sussiste: non nel senso che sia
indifferente fare o non fare, ma
di secondarizzazione rispetto ad
un’intesa che di fatto si vive. Ci
sono però delle situazioni di necessità che bisogna abolire. Forse queste cose valgono più per
quello che negano che per quello
che affermano. E l’art. 1 del Concordato che nega la situazione
precedente, oppure l’art. 1 dell’Intesa che nega la legislazione
sui culti ammessi, sono cose, diciamo, dovute. È quindi necessaria una celerità sia nell’uno che
nell’altro caso, si direbbe quasi
a prescindere dall’Intesa e dal
Concordato in quanto tali. Andrebbero fatti per decretazione!
Ecco, però manca l’interlocutore
che deve dare la risposta, il governo italiano, perché sta fermo.
Probabilmente è legato a tutto
questo insieme di problemi, per
cui non trova tempo, non trova
logica, non trova occasione per
poter giungere ad una stretta finale per cui le cose non si sciolgono nel senso voluto.
Una evasione costituzionale
PEYROT — Si potrebbe dire
quindi che è una questione di opportunità politica. Ma d’altra
parte ci sono anche delle piccole
riforme che non costano e come lei diceva giustamente costituiscono un fatto dovuto. Questo
senso della necessità di operare
delle riforme che non costano,
negli ambienti della sinistra italiana, non potrebbe essere ricevuto ed essere un elemento di
spinta per l’operosità di chi di
dovere?
CARDIA — Io farei una considerazione che parta un po’ più
da lontano, che non gli ultimi
tre anni, per vedere le ragioni di
questa inadempienza governativa. Se noi guardiamo agli anni
passati, al decennio che va dal
’48 al ’58 e poi ancora più in là,
noi constatiamo che abbiamo avuto un vero e proprio disegno
di evasione costituzionale, quando addirittura gli articoli 7 e 8
sono stati letti male. Prima di
tutto perché si è identificato
l’art. 7 con il Concordato, e questo è un errore: l’art. 7 prevede
una revisione del Concordato.
Poi, quando si è creduto che
l’art. 8 dovesse essere subordinato all’art. 7 e si è cominciata a
creare una mentalità, quella a
cui accennava prima Orfei, per
cui il Concordato sta al vertice
della politica ecclesiastica, poi
se possibile vengono le altre cose; se non è possibile, non vengono. Cosa è accaduto? Prima di
tutto che per trent’anni non è
accaduto niente. Ci siamo tenuti
il Concordato del ’29 tutto intero, con tutto ciò che comportava di privilegio per la Chiesa cattolica e le Intese non sono mai
venute. C’è stato un momento
particolare, gli anni che andavano sotto il nome della solidarietà nazionale in cui una spinta di
tutto il movimento laico ha portato a riattivare questi articoli
della Costituzione. Ma subito
dopo — il momento è durato poco più di due anni — una nuova battuta d’arresto. Quali ragioni di questa battuta d’arresto?
Io concordo — e quindi non ripeto — con quanto diceva l’on.
Bozzi e anche Ruggero Orfei: il
sentazione di questa Intesa in
Parlamento.
PEYROT — Orfei, ma non ci
dovrebbe essere anche una partecipazione di spinta oltre che
delle forze laiche anche di alcune delle componenti cattoliche
nate dalla revisione di certi valori in sede di Concilio? Come
spiega che viceversa da parte
cattolica anche sul piano della
cultura c’è silenzio?
ORFEI — Questo silenzio direi
che esiste e in parte io lo faccio
risalire alla secondarizzazione.
Cioè secondo me da parte ecclesiastica, anche istituzionale, c’è
un minore interesse. L’ho visto
nel discorso del papa nell’anniversario della Conciliazione e in
altre occasioni: discorsi abbastanza formali. Il discorso ai vescovi dell’anno scorso non parla del Concordato; parla di una
presenza dei vescovi nella società, cosa che secondo me rappresenta un progetto alternativo che
ha anche i suoi lati discutibili,
forse; ma in realtà è un progetto
su cui non si è aperto un dibattito, anzi si è rimasti abbastanza
perplessi perché si sono visti altri rischi. Vi sono invece alcuni
punti — come quello dell’ora di
Di fronte all’immobilismo del governo, la protesta delle Chiese evangeliche. Nella foto: un momento della manifestazione al teatro Carignano di Torino (foto R. Ribet).
religione — che sono stati discussi. A questo proposito ci sono delle ipotesi (come l’ipotesi
Pazzaglia) di trasformare l’ora
di religione in cultura religiosa,
cioè in una materia come le altre, eliminando l’equivoco che si
tratti di catechismo. C’è noi un
grosso dibattito molto interessante a livello ecclesiale con i vescovi sul catechismo che non si
traduce poi in uno di quei dibattiti che ricadono immediatamente nell’aspetto istituzionale.
Comunque qui c’è qualcosa che
non funziona; ho l’impressione
che i canali di comunicazione
aH’interno della comunità cattolica non siano fluidi; c’è qualcosa che non va; in questo senso
siamo in una fase di discussione
in corso...
Frigorifero, cattiva politica
paragone tra l’Intesa siglata con
i Valdesi e il Concordato, non è
favorevole al Concordato.
E vorrei anche fare un esempio concreto. Prima Bouchard
ricordava il problema dell’insegnamento religioso nelle scuole:
si tratta di uno dei veri ostacoli
che hanno impedito la conclusione dei lavori per la revisione del
Concordato. Su questo punto la
Chiesa cattolica, almeno la Chiesa istituzionale, non ha voluto
cedere su un principio che invece il movimento laico non può
accettare, e cioè che l’insegnamento religioso si dia in linea
di principio sempre e dovunque
nelle scuole pubbliche, salvo
esonero. La posizione dei laici è
molto semplice e lineare: l’insegnamento religioso ci può essere per chi lo chiede, occorre che
positivamente venga richiesto
per lasciare la massima libertà
agli allievi. Se noi confrontiamo
questo problema con la soluzione data nell’Intesa coi Valdesi,
vediamo che essa va proprio nel
senso di una piena facoltatività.
Non è un esempio da noco.
C’è infine un’altra ragione per
cui negli ultimi tre anni si è avuto più che una battuta d’arresto, un silenzio totale. Come mai?
Io credo che qui le cose vadano
chiamate col loro nome. Un governo che avendo un testo stipulato tra la sua rappresentanza e
la rappresentanza di una confessione religiosa secondo quanto
previsto da un articolo della Costituzione, non porta avanti questa riforma — e Peyrot ha ragione: questa è una delle riforme
che non costano niente — non
la presenta in Parlamento, per
ragioni di cui abbiamo fatto cenno parzialmente, io credo sia un
governo che manca del senso
dello stato. Perché non portare
avanti l’Intesa con i Valdesi —
e lo stesso dicasi per quella con
gli Israeliti quando sarà pronta
— vuol dire venir meno a quei
principi di parità tra tutti i cittadini senza differenza di religione o di ideologia. Questo mi sembra un appunto da fare e mi sembra che sia il punto di partenza
anche per una iniziativa di tutte
le forze laiche a favore della pre
PEYROT — Ma noi allora assistiamo ad un procedere della
politica ecclesiastica che poi praticamente è fatta in sede ecclesiastica anziché in sede politica.
Lei, on. Bozzi, cosa pensa di
questo aspetto?
BOZZI — Io vorrei rifarmi a
quanto accennava ora il dott.
Orfei, cioè a questa opacizzazione
del problema del Concordato e
alla prospettiva di un’ipotesi addirittura alternativa. Io sarei felice se questa ipotesi di alternativa prendesse corpo e si stabilisse un sistema di libertà fuori
di questi strumenti cartolari,
istituzionali, gerarchici. Però c’è
un problema di fatto e un problema anche giuridico. Le leggi
del ’29 rimangono, il Concordato
rimane, il problema degli enti ecclesiastici rimane, il problema
dell’insegnamento della religione
cattolica nelle scuole emerge dal
Concordato. E io non credo che
i concordati servano alla pace
religiosa. Noi abbiamo visto
quanto è successo in occasione
del referendum sul divorzio. Un
tema lacerante per la chiesa; eppure, forse c’è stata una crescita
tanto della religiosità che della
laicità. Nuovi orizzonti si sono
aperti e oggi non ci sono più
quei confini tra laicismo e religiosità che c’erano una volta, c’è
uno scambio delle culture, fermenti da una parte e dall’altra.
Però, da giuristi, da uomini
politici, dobbiamo anche constatare che queste leggi ci sono.
Certo oggi c’è il dinamismo della
storia, oggi si può dare un’interpretazione, si può immettere nell’ordinamento giuridico una legislazione statale unilaterale aperta, libera, come quella sul diritto di famiglia, sul divorzio.
Ma i tempi possono cambiare e
questi documenti restano. Domani possono essere invocati in una
situazione diversa a sostegno di
tesi che contrastino con la libertà delle religioni. Quindi se ci
fosse una rinunzia consensuale,
un separatismo consensuale da
parte dello Stato e delle Chiese si avrebbe un superamento.
Io non lo vedo ancora vicino,
ma credo che l’itinerario vada in
questo senso. Però una scelta ad
un certo punto va fatta. Lasciare
le cose nel frigorifero ritengo sia
estremamente pericoloso.
PEYROT — Già appunto: perché il processo bilaterale non è
un modo di far uscire dei contenuti nuovi. Lei Cardia in breve
cosa pensa di questo aspetto?
CARDIA — In effetti in questi
anni noi ci troviamo di fronte ad
una carenza assoluta di politica
ecclesiastica. Basta ricordare che
non soltanto sul problema del
Concordato e delle leggi sui culti ammessi, ma in genere tutti
gli atti giuridici fondamentali
della legislazione ecclesiastica
italiana sono quelli che sono stati realizzati nel periodo ’29-’31.
Di quel complesso non è cambiato niente. È cambiata certo, per
altre vie, gran parte della legislazione unilaterale dello Stato.
Si è avuto uno svuotamento del
Concordato e anche in parte
delle leggi sui culti ammessi per
tutta quella legislatio libertatis
che abbiamo avuto in tema di
famiglia, di scuola, di diritti di
manifestazione del pensiero; ma
certo gli atti fondanti del periodo
fascista restano ancora. Ora, db
rei che proprio sul terreno dei
contenuti non solo è pericoloso
far permanere questa vecchia legislazione, ma l’obiettivo da perseguire va oltre la presentazione e l’approvazione di questa Intesa. Oggi l’obiettivo da perseguire è di fare in modo che questa
Intesa sia il primo atto di uno
smantellamento pressoché totale
di tutta la legislazione concordataria o unilaterale del periodo
fascista. Quindi è proprio sul terreno dei contenuti che noi giochiamo una battaglia politico-legislativa che vuole far attuare
pienamente la Costituzione. Solo
in questa misura saranno cancellati tutti i rischi a cui accennava prima anche Bozzi.
Una protesta che è anche una proposta
PEYROT — Di fronte a questo
immobilismo che di fatto governa la situazione, qual è la reazione delle Chiese protestanti?
BOUCHARD — Non ho alcun
dubbio nel dire che è una reazione di protesta. E vorrei qui
farmi interprete della protesta
di tutti i Valdesi, di tutti i Metodisti e penso anche della gran
maggioranza dei protestanti italiani. Primo nerché restano queste leggi repressive oggi poco applicate, ma domani chissà? In
secondo luogo perché la Costituzione è da attuare; lo diciamo
come cittadini credenti di questa Repubblica.
Però il nostro discorso, oltre
ad un contenuto di protesta ha
anche un contenuto di proposta.
Per esempio: è proprio così vero
che il paragone Intese-Concordato creerebbe gravi problemi? Li
crea là dove ci si stupisce che le
chiese cristiane siano molte e diverse, là dove non entra in testa
l’idea del pluralismo cristiano.
Andate in Africa dove il Cristianesimo è in piena fioritura: vi
troverete una pluralità enorme
di testimonianze cristiane. Allora
questa pluralità, che a mio avviso è una ricchezza ecumenica
del giorno d’oggi, si esprime anche in una pluralità di rapporti
tra lo Stato e le Chiese. La Confessione cattolica romana ha e
spresso nei documenti del suo
Concilio la sua visione; il nostro
Sinodo esprime la sua. Fioriscano cento fiori e vedremo quale
sarà il risultato migliore. Credo
che la Repubblica italiana e molti altri stati debbano prendere
atto del fatto che a pluralità di
testimonianze corrisponde pluralità anche di situazioni giuridiche e in questo senso, a mio avviso, il nostro modesto documento delle Intese è un contributo
alla battaglia diffìcile per la libertà delle Chiese.
Nel mondo di oggi, che sia in
Unione Sovietica o negli Stati
Uniti d’America, le Chiese sono
o discriminât? o privilegiate. Vogliamo ora, finché è giorno, cercare di attuare tra Chiese e Stato un rapporto sano, fondato
sulla libertà, senza privilegi, senza sovvenzioni, ma col diritto di
parola? È la cosa più importante. In questo senso una battaglia
di libertà per le Chiese è anche,
a nostro avviso, una battaglia
civile, una proposta politica. È
stato detto prima: manca il senso dello stato. Non è forse vero
invece che nell’Italia in crisi di
oggi, il senso dello stato sale dal
basso? Ma ai nostri ragazzi che
sono partiti volontari per le aree
del terremoto, davvero mancava
il senso dello stato? mancava ad
altri. E le cooperative che sono
andate ad Avellino, non l’avevano il senso dello stato? Cos’è il
nuovo senso dello stato che emerge? È un bisogno di partecipazione. I cittadini italiani — e
soprattutto i giovani — cercano
una Repubblica, in cui ognuno,
credente o ateo, cattolico o protestante, comunista o liberale,
possa dare il suo contributo.
Noi Valdesi e Metodisti vorremmo avere il diritto di dare il
nostro di contributo.
PEYROT — Io ringrazio quanti hanno partecipato a questo dibattito. Come è stato fatto osservare, qui c’è un assente e
cioè il governo. Ma il governo
non è assente perché non l’abbiamo invitato, è assente perché
ha già parlato, ha già detto la
sua. L’on. Forlani nel discorso
programmatico dell’ottobre scorso ha detto tra l’altro che il governo « avrà cura di rendere operanti le Intese con la Tavola
valdese ». E siccome ha anche accettato in chiusura del suo discorso di replica di essere giudicato sui fatti, noi attendiamo
questi fatti che portino alla resa operante dell’Intesa. Noi abbiamo fiducia nelle istituzioni
della nostra Repubblica, pur sapendo che le istituzioni hanno il
valore degli uomini che le fanno funzionare.
6
27 febbraio 1981
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
Oltre la
frontiera
Per il secondo anno consecutivo, la Filodrammatica giovanile
di Torre Pellice ha colto l’occasione del n febbraio per portare
all’attenzione della comunità le
proprie riflessioni e gli interrogativi che nascono dalla sua ricerca di fede. L’anno scorso, con
« 2003, guardiamoci indietro », si
era trattato di una critica interna alla chiesa, del rapporto tra
giovani e istituzione ecclesiastica. Quest’anno, il discorso era
più impegnativo e anche più —
forse troppo — ambizioso. Lo
spettacolo « Oltre la frontiera »
si proponeva infatti di capire e
di interpretare l'attuale situazione giovanile (valdese) — situazione di crisi di identità, di riflusso, di incertezze — a partire
da uno sguardo retrospettivo sugli ultimi 15 anni in Val Pellice.
Così, in una serie di quadri, i giovani hanno drammatizzato alcuni dei momenti più significativi
della storia recente della Valle:
chiusura della Mazzonis, inizio
del pendolarismo alla RIV e alla
FIAT, nascita del contadino-operaio, il ’68 e la contestazione studentesca, il conflitto generale e
culturale, il post '68 e le prime
avvisaglie della crisi giovanile:
scissione tra giovani qualunquisti della pop-music da un lato e
giovani « impegnati » che discutono di politica e di cultura dall’altro. Poi, la caduta dei miti, lo
sfascio, il riflusso nel privato, il
disimpegno. Infine — ultima scena — qualche segno di ripresa:
gruppi di giovani cominciano ad
incontrarsi di nuovo per costruire insieme qualcosa, per discutere, riflettere, fare dei progetti.
Questo, a grandi linee, lo schema di questo spettacolo per molti versi stimolante.
Tentare di capire il passato per
affrontare meglio il presente e il
futuro è di per sé un segno positivo del desiderio, della volontà
di essere soggetti della propria
storia. Eppure c’è qualcosa che
mi ha lasciato un po' perplesso:
la storia che questi giovani hanno schematizzato è, da un lato,
storia troppo recente per poter
portare un giudizio critico approfondito, dall’altro lato è storia
troppo remota per essere la loro
storia. Da qui, questo senso di
distacco che si è avvertito durante tutta la rappresentazione:
mancava quell’autenticità, quella
passione, quel coinvolgimento
che avevano caratterizzato lo
spettacolo dell’anno scorso. Ma
non poteva essere diversamente;
in fondo, questi giovani ventenni
hanno voluto dirci: noi non abbiamo storia, siamo come orfani perché siamo capitati in un
tempo in cui sono caduti gli ideali e perciò viviamo di riflessi; ma
non abbiamo perso la speranza e
vogliamo tentare di costruire
qualcosa anche se non sappiamo
ancora bene cosa; vi chiediamo
di essere solidali con noi.
Una generazione dunque che
non è né quella del '68 né quella
del 77. Del resto, stranamente,
non vi è traccia del cosiddetto
« movimento del 'Il » nello spettacolo: sarà perché « l’autonomia » non ha investito la Val Pellice, o perché questa è una generazione che, idealmente, è più vicina al '68?
Personalmente concordo con
quanto ha detto Giorgio Tourn
durante il dibattito: quella del '68
è stata l’ultima generazione volitiva, una generazione che ha contestato radicalmente le istituzioni e la cultura « borghesi » ma
che era figlia diretta delle stesse.
La generazione giovanile attuale,
priva di memoria storica, ha davanti a sé un compito immenso:
costruirsi da zero una nuova cultura o riscoprire i capisaldi di
quella « cultura valdese » che
mette in discussione. In ogni caso, si tratta di un processo, di
un progetto, che esige impegno,
serietà, autodisciplina. Questi giovani sembrano disarmati di fronte al tempo presente ma il fatto
stesso che interroghino se stessi
e gli altri è già una buona cartuccia. Saprà la comunità valdese essere il luogo della loro edificazione?
Jean-Jacques Peyronel
COMPRENSORIO
Una gestione centrista
DC, PLI, PSDl, PRl si accordano per la elezione della Giunta, ma
non hanno ancora un programma sui gravi problemi della zona
Celeste Martina, democristiano, consigliere provinciale e consigliere di minoranza del comune di Lusernetta, è da lunedì sera il nuovo presidente del comprensorio di Pinerolo. Ad eleggerlo è stata una coalizione di
quattro partiti: DC, PLI, PSDI,
PRI.
Teoricamente a Martina, candidato unico di questa maggioranza sarebbero dovuti andare
37 voti sui 59 dei consiglieri presenti (assente il solo comunista
Scali), ma ne ha ricevuti solo 34.
Il suo antagonista, il socialista
Coucourde, candidato delle sinistre, ne ha ricevuti 21 (uno in
meno di quanti erano i consiglieri di sinistra). Due le schede
bianche e due i voti dispersi (Benito Martina e Francesco Camusso).
Non si è quindi verificato il
fenomeno dei franchi tiratori
che quattro anni fa aveva impedito a Celeste Martina di essere
eletto presidente del Comprensorio.
Sul ripetersi di questo fenomeno contavano i comunisti e i
socialisti, che sconfìtti in partenza per la diversità di rappresentanza in comprensorio, hanno più volte ribadito la necessità che si effettuasse la votazione
in modo segreto come è previsto
dal regolamento proponendo che
ogni consigliere si recasse in una
stanza del comune per apporre
in segreto il proprio voto sulla
scheda.
Nel corso della discussione che
ha preceduto reiezione il sindaco di Pinerolo e capogruppo al
comprensorio della DC, Camusso, ha indicato chiaramente che
l’attuale soluzione centrista è Tunica possibile, ma che la linea di
marcia sulla quale la DC si muove nel pinerolese è il pentapar
tito, cioè allargare questa maggioranza anche al PSI.
Con fermezza il capogruppo
del PSI, Arione, ha respinto l’offerta ritenendo che per entrare
in una maggioranza bisogna essere d’accordo su un programma che per ora non è stato ancora proposto dal partito di
maggioranza, la DC (30^ consiglieri su 60).
Per Ayassot, capogruppo del
PCI, occorre invece una gestione
unitaria del comprensorio: ’eleggere un presidente che sia espressione di tutta la assemblea’ e si
è lamentato dell’esclusione cui è
stato oggetto il suo partito nelle trattative tra le forze politiche.
Franca Coisson, capogruppo
della sinistra indipendente, facendo osservare ai consiglieri
che esistono anche gli « indipendenti» che costituiscono un piccolo gruppo in comprensorio ma
che sono la maggioranza nei piccoli comuni, ha proposto l’unità
delle sinistre ed ha indicato in
Ilario Coucourde un candidato
idoneo a rappresentare questa
unità. Anche Richiardone, sindaco di Pinasca ed indipendente
nel gruppo socialista, ha insistito per una soluzione unitaria
della gestione del comprensorio.
Non hanno preso invece la parola per le consuete dichiarazioni di voto i rappresentanti dei
partiti PLI, PSDI, PRI che pure
fanno parte della maggioranza.
Una prima piccola crepa di
questa maggioranza, oltre le
schede bianche e i voti dispersi,
si è verificata in occasione della
votazione dei componenti la
giunta.
I socialisti chiedevano una sospensione di un quarto d’ora per
verificare la possibilità di una
elezione unitaria, la DC non ac
cettava la proposta, ma a questa si associava invece il consigliere repubblicano Gay.
Si passava poi alla votazione
che vedeva l’elezione in giunta
del liberale Manassero (36 voti)
e dei democristiani Peano (35 voti) e Bonansea (34).
Nelle dichiarazioni, molto generiche, seguite a queste elezioni il neo presidente Celeste Martina ha riaffermato la fede nella
democrazia, la volontà di un confronto aperto e leale con l’opposizione e di una gestione democratica del comprensorio. Ha poi
sostenuto che alcuni indirizzi
programmatici esistono già nella bozza del piano territoriale
già approvato lo scorso anno dal
comprensorio.
Solidarietà con
il movimento
democratico spagnolo
Al termine della riunione comprensoriale, alcuni consiglieri (i
comunisti Rossi e Ayassot, Tindipendente di sinistra Coisson, il
socialista Arione) hanno presentato all’assemblea un ordine del
giorno sul tentativo di colpo di
stato in Spagna.
Nei corridoi del comune di Pinerolo si seguivano gli avvenimenti spagnoli e il sequestro da
parte di un gruppo della Guardia Civil del Parlamento spagnolo e dei leaders dei partiti democratici.
L’ordine del giorno approvato
alTunanimità condanna questo
attentato alla democrazia e chiede al governo italiano di adoperarsi per un appoggio ai democratici spagnoli.
gg
TORRE PELLICE
Manifestazione per l’Intesa
Divisa nei due momenti, pomeridiano e serale, ha avuto luogo sabato 21 a Torre Pellice la
manifestazione di protesta per
la mancata firma delle Intese
tra Chiese valdo-metodiste e Stato italiano.
Grazie all’intraprendenza e all’impegno di un gruppo di persone, alle quali va il nostro sentito ringraziamento, anche in Val
Pellice è stato possibile organizzare, nell’ambito della settimana
della libertà, un incontro aperto
a tutti gli interessati, alle rappresentanze politiche e alle autorità locali, su contenuto e significato delle Intese.
In Piazza del Municipio, alle
ore 16, è intervenuto il pastore
Ernesto Ayassot che ha illustrato, in modo sintetico e chiaro,
a convenuti e passanti occasionali, le tappe più significative segnate, dall’Editto di emancipazione del 1848 in poi, nei rapporti tra Stato e Chiese valdesi. Attraverso questo itinerario storico l’oratore ha tenuto a sottolineare come « le difficoltà per
noi siano iniziate nel 1929, dopo
il periodo di relativo rispetto, o
meglio disinteresse, di vari governi abbastanza liberali verso
le minoranze religiose; quando,
cioè, il governo fascista decise
di venire a patti con il Vaticano ».
Nel febbraio 1848 i Valdesi,
gioiosi per avere acquistato la
emancipazione civile, non valutarono, forse, nelle conseguenze
la frase estremamente amara che
terminava l’Editto — secondo
cui nulla era cambiato circa il
culto e le scuole delle confessioni tollerate, ma nel 1929 essi
compresero subito che qualcosa
stava cambiando ed ebbero un
attimo di timore. « Ebbene — ha
ripreso il pastore Ayassot —
proprio contro la legge fascista,
tuttora in vigore, del 24 giugno
1929 sui culti ammessi i ValdoMetodisti si battono oggi, per
ché la firma delle Intese sia Tatto di morte di quella legge ». Ma
cosa vogliono insomma gli Evangelici con l’applicazione della Intesa? Vogliono il diritto di
non ricevere nulla, ossia di
essere perfettamente liberi da
ogni protezione e sovvenzione
dello Stato, liberi di poter esercitare in totale libertà il ministero pastorale. Ovvio che una simile richiesta stupisca dei governanti abituati a far fronte a
pressanti domande di denaro e
di favori.
L’incontro si è concluso con
l’intervento del sindaco di Torre, sig. Steffanetto, che ha espresso, a nome della Giunta comunale, la solidarietà all’iniziativa
delle comunità evangeliche.
Come previsto, alle ore 21, ci
si è ritrovati nella Sala comunale di Viale della Rimembranza,
per dibattere sul tema : « Intese :
che ripercussioni avranno nel pinerolese ».
Davanti a un numeroso pubblico, in un’atmosfera di cordialità e di vivo interesse, hanno
parlato Giorgio Gardiol, redattore dell’Eco delle Valli; Vittorio Morero, direttore dell’Eco
del Chisone e Alberto Barbero,
direttore di Cronache del Pinerolese. Assente, perché malato,
l'avvocato Gaspari della direzione del Pellice.
Già dalTinizio è sembrato difficile agli oratori limitare le loro considerazioni all’ambiente
pinerolese, data la portata nazionale della questione, non certo circoscrivibile alla zona valligiana. « Anzi — ha detto Gardiol
— problemi che qui, dove il numero di evangelici è consistente, non sono sentiti come pressanti, altrove, dove invece la
realtà protestante è minima, vengono direttamente avvertiti. Se,
ad esempio, non ci sono grosse
difficoltà alle Valli per un pastore che desideri visitare, al di là
Politique
d'abord
La politica in primo luogo. Chi
l’altra sera si è recato al comune di Pinerolo per assistere alla
prima riunione del Comitato
comprensoriale ha potuto avere
un saggio di come gli amministratori intendono la politica.
Se si eccettuano alcuni accenni del comunista Ayassot e del
socialista Arione, i problemi della gestione del comprensorio pinerolese stanno negli schieramenti e nei numeri. Che ci siano
molte aziende in crisi e lavoratori disoccupati e in cassa integrazione, che l’agricoltura sia
semvre di più in mano a pochi,
che la montagna si stia spopolando, che la riforma sanitaria sia
diventata una lotta di potere più
che un servizio al cittadino,
che i giovani e le donne siano
senza lavoro e privi dì prospettive, che gli anziani facciano la
fila per essere accolti in casa di
riposo, che le case in affitto non
si trovino, questo non ha costituito un problema su cui discutere e per la cui soluzione formare una maggioranza.
L’importante era garantirsi che
il potere non sfuggisse: per cui
la discussione più animata è stata sulla segretezza del voto.
I “laici” nemmeno hanno parlato: delega alla DC o forse invece dovevano dimostrarsi “docili"
ed "obbedienti" per poi raccogliere qualche posto di potere
"(delegato) all'unità sanitaria di
Pinerolo e nello stesso comprensorio?
■ Se la logica politica è quella
dei numeri, perché allora stupirsi se non c’è partecipazione?
SS
oggi e domani
dell’orario normale, dei degenti
all’Ospedale Civile di Pinerolo,
difficoltà in tale senso ci sono
nel resto dell’Italia ».
Negli interventi si è rilevato
il fatto che il primo risultato
dell’auspicata entrata in vigore
delle Intese sarà l’affermazione
di un diritto di libertà, ma non
ancora l’affermazione di un diritto di eguaglianza, almeno fino a quando un articolo costituzionale, il sette, assegnerà di
fatto una posizione preminente,
nei rapporti con la Repubblica,
alla Chiesa romana.
« L’Intesa — ha aggiunto don
Morero — rappresenta un modo
diverso di porsi di fronte allo
Stato e, per noi cattolici, rappresenta uno stimolo molto vivace, determinante a superare i
concordati, le protezioni, i compromessi ».
Da parte sua Barbero ha proseguito, facendo presente che per
ognuno in questa settimana della libertà è importante e doveroso affermare personalmente e
come gruppo, che « non è possibile oggi firmare le Intese e lasciare questo relitto storico del
Concordato ».
In effetti il principale motivo
politico del tergiversare del governo italiano nel porre il sigillo al testo delle Intese è che,
approvandole, si rimetterebbe in
discussione, con elementi nuovi,
il regime concordatario tra Stato e Vaticano.
Tutti e tre gli oratori hanno
poi aperto delle prospettive per
l’avvenire, invitando a riflettere
su quanto ci è davanti, su ciò
che deve tenere dietro alla mobilitazione di questi giorni.
E’ seguita alla tavola rotonda
la discussione generale, abbastanza vivace e ricca di spunti. Diverse le persone che hanno
preso la parola, a sottolineare
l’interesse di chi era in sala.
Marco Borno
• ABORTO E COSCIENZA CRISTIANA
Pinerolo — Il Centro Sociale Protestante organizza, nei locali di via dei
Mille, 1, per sabato 7 marzo alle 14.30
un seminario sulla problematica dell'aborto volontario. In questa occasione
verrà distribuito ai partecipanti un dossier sull'argomento curato dal gruppo
donne della FGEI-Valli. L'incontro è
aperto a tutti.
• MARXISMO E RELIGIONE
Pinerolo — Organizzato dal Circoletto, si terrà venerdì 6 marzo alle ore 21
nell'aula magna dell'Istituto Tecnico
Buniva un dibattito sul tema Marxismo e
religione. Introducono Giulio Girardi,
professore di filosofia all'Università di
Sassari, Vittorio Morero, direttore de
l’Eco del Chisone.
• DUE REFERENDUM
Pinerolo — Democrazia Proletaria organizza per venerdì 27 febbraio alle ore
20.45 presso il Centro Sociale di San
Lazzaro, un dibattito sulla iniziativa dei
referendum per il ripristino della indennità di contingenza e per l'estensione dello Statuto dei lavoratori.
Protestantesimo
a Telepinerolo
canale 56 : per tutto il comprensorio
canale 27: per la città di
Pinerolo
canali 32 - 41.- 43 - 54 : per
la Val Chisone
canali 24 - 49: per la Val
Pellice
Ogni sabato alle ore 20,20
CONFRONTIAMOCI
CON L’EVANCELO
rubrica a cura di
Franco Davite
Attilio Fornerone
Marco Ayassot
Sabato 28 febbraio : Meditazione biblica sul tema
della libertà.
Hanno collaborato per que.sto numero: Mauro Albertengo, Giovanni Anziani, Marco
Ayassot, Thierry Benotmane,
Gustavo Boiichard, Ivana Costabel, Antonio Carugati, Renato Coisson, Franco Davite,
Ennio Del Priore, Enos Mannelli, Alfonso Manocchio, Teofilo Pons, Franco Rivoira, Aldo Rutigliano, Alberto Taccia, Franco Taglierò.
7
27 febbraio 1981
CRONACA DELLE VALLI
STORIA LOCALE
PEROSA E POMARETTO
Perosa Argentina e la sua storia Le
La storia locale è oggetto di rinnovato interesse da parte degli studiosi Valdesi e cattolici nelle vicende storiche della cittadina della Val Chisone
Interessante, ma sfortunata la storia della piccola cittadina alla confluenza fra la Val Germanasca
e la Val Chisone. Infatti
i più antichi documenti
originali di cui si è a conoscenza sono i volumi
della vecchia mappa catastale e la raccolta delle
notizie storiche è stata curata da pochissimi studiosi, e per di più generalmente nel contesto di studi riguardanti la Val Chisone o il Pinerolese nel
suo insieme. L’unica storia
civile di Perosa è quella
pubblicata quasi un secolo
fa, nel 1882, per la tipografìa G. Lobetti-Bodoni di
Pinerolo, da Eùgenio Godino, sotto il titolo « Brevi
cenni storici su Perosa Argentina ». Si tratta di un
opuscoletto di 35 pagine,
in cui, tuttavia, sono raccolte informazioni, a detta
di chi ha approfondito i
problemi, molto accurate,
alcune delle quali, dato che
manca l’indicazione delle
fonti, non altrimenti documentabili. Una riprova della serietà dell’uomo la possiamo avere dal modo col
quale, essendo cattolico,
presenta la realtà valdese.
Viene negata, giustamente,
l’origine anteriore a Valdo
del movimento valdese, anche con qualche battuta
fiorita. L’insieme delle vicende che riguardano il
CeSP
2 dossier
Il Centro sociale Protestante di Pinerolo ha curato la ciclostilatura di un
piccolo « dossier » sulla
storia e la situazione politica in Uruguay.
Il dossier, redatto da
alcuni esuli uruguaiani, in
poche pagine narra la storia del paese dall’arrivo
degli emigrati europei, alla
prosperità economica del
miracolo uruguaiano Ano
agli anni della guerra di
Corea, alla crisi politica ed
economica dei nostri giorni.
Il ciclostilato è certamente utile a quanti vogliono conoscere l’opinione
degli esuli sulle vicende del
loro paese.
Sempre il Cesp, ha prodotto quale contributo alla discussione intorno al
problema dell’Intesa tra lo
Stato e le Chiese valdesi e
metodiste, un breve dossier che riprende il materiale del nev.
Chi fosse interessato a
ricevere questo materiale
può scrivere o telefonare
al Centro sociale protestante, via dei Mille 1 10064 Pinerolo - tei. 0121/
^1.719.
mondo valdese sono presentate con oggettività e,
a tratti, con ammirazione:
si parla di una crescita di
numero dei valdesi all’inizio del ’500, spiegandola
col fatto che « le persecuzioni sono il più sicuro impulso, che dar si possa allo sviluppo d’una idea e
più specialmente di un
culto» (pag. 19); i valdesi
sono presentati come « eroici difensori delle loro
idee» (pag. 28); l’uccisione del parroco di Perosa
Andrea Roggero del 1599
(?) (la data non è sicura)
è attribuita alla popolazione che non voleva pagare
le decime, mentre il cappuccino Mathia Perrerio
l’attribuisce ad una violenta reazione protestante
manifestatasi anche in atti di vandalismo contro
edifìci ed oggetti di culto
cattolico, oltre che con la
uccisione di varie altre persone. Il Gilles presenta la
uccisione di don Roggero
come conseguenza delle
sue prepotenze e dei suoi
atti di libertinaggio. Quale
sia la realtà storica non ci
è dato di sapere, tuttavia
si nota nel Godino la volontà di non pesare su un
fatto incerto per screditare i valdesi.
Nella breve conclusione
dell’opuscolo si legge:
« Dappoiché fu proclamato il più sacrosanto fra
i diritti umani, la libertà
di coscienza, le gare (sic)
religiose sono sparite, e
cattolici e Valdesi vivono
in perfetta intelligenza »
(pag. 32). Se si pensa che
solo l’anno prima era stato pubblicato a Firenze un
libro di Teofllo Gay (sia
pure non più valdese) dal
titolo : « Arsenale antipa
pale, ossia dizionario delle
eresie, imposture, e idolatrie della Chiesa Romana »
che probabilmente, però,
rifletteva il pensiero anche di non pochi valdesi,
lo sforzo del Godino di
spogliare di animosità la
ricerca storica è tanto più
apprezzabile, soprattutto
se si pensa che di arsena
li anche la Chiesa Romana
di quegli anni ne aveva la
sua parte. Basti pensare al
Sillabo del 1864, con cui
Pio IX colpiva non solo il
Protestantesimo, ma tutto
il pensiero moderno.
Storia della chiesa
di S. Genesio
Recentemente è uscita
un’altra storia di Perosa,
limitata soprattutto alle
vicende della parrocchia
cattolica di S. Genesio, dovuta alla penna di Renzo
Furlan : « La Chiesa di
S. Genesio attraverso i
tempi ■ Appunti », stampata presso la Tipolitografia
Valchisone nel maggio 1980,
in occasione dei restauri
all’ediflcio di culto della comunità recentemente
portati a termine. Si tratta, anche qui, di un opuscolo di 67 pagine, in cui,
però, in modo stringato e
con la stessa ricerca di oggettività del Godino, sono
presentati anche i fatti salienti della vita civile di
Perosa Argentina, e da cui
abbiamo attinto alcune delle informazioni date più
sopra.
Il borgo di Perosa sorge
intorno al Mille sulla rocca formata dalla collina
morenica posta alla confluenza delle Valli Chisone
e Germanasca. La protesta valdese è attestata fin
dal 1220 dagli Statuti di
Pinerolo, che regolano la
vita e l’economia della Valle. Le vicende legate alla
presenza contemporanea
delle due confessioni —
valdese e cattolica — subiscono un andamento
fluttuante, caratterizzato
da periodi di grande agitazione che si alternano con
periodi di relativa calma.
La prevalenza dell’una e
dell’altra confessione ha lo
stesso andamento irregolare, in conseguenza di vari
fattori, tra cui le missioni
per la riconquista cattolica
e gli editti antivaldesi dei
duchi di Savoia. All’inizio
del 1600, poco prima della
peste di manzoniana memoria, quasi tutta la popolazione è affetta dalla
« calvinistica peste » ; pochi anni dopo, nel 1636, una
« Relatione » annota che
« Perosa è terra tutta di
catolici ». Questa è la situazione che sembra stabilizzarsi per il seguito,
per cui le vicende seguenti sono soprattutto interne
alla Chiesa cattolica locale, con qualche cacciata di
prete indegno, qualche risveglio della pietà decaduta, atti di saccheggio e sacrilegio compiuti in occasione dell’annessione alla
Francia nel 1799, nel generale clima di irreligiosità
emerso con la Rivoluzione
francese. Nel XIX e XX
secolo avvengono vari lavori di restauro e di ampliamento della chiesa, fino a quelli del 1980, che
hanno occasionato la pubblicazione del libro. Si può
sottolineare che le campane danno il miglior concerto della diocesi di Pinerolo. Il volumetto si chiude con l’elenco dei parroci, dei vescovi, e dei signori della Val Perosa.
Trattandosi dell’unica opera attualmente disponibile sul mercato relativa
alla storia di Perosa, ci
sembra doverosa una segnalazione sul nostro giornale.
Claudio Tron
Queste due biblioteche
presentano una buona scelta di libri nei settori: narrativa, letteratura, scienze
sociali, storia, geografia,
arte, giochi, sport, scienze
pure, religione, filosofia,
scienze applicate. Per i
bambini esiste una sezione
particolare, che grazie a
contributi regionali a partire da quest’anno è abbastanza fornita, sia nel settore dello svago, sia in
quello della ricerca.
Inoltre, c’è un accordo
con il sistema bibliotecario di Pinerolo, grazie al
quale ogni tre mesi vengono prestati un centinaio di
volumi in più, creando così una niù larga possibilità
di lettura. La frequenza è
particolarmente costante
per la biblioteca di Perosa, che è favorita forse
dall’apertura regolare giornaliera; la frequenza ha invece subito un calo a Pomaretto rispetto all’anno
scorso. Il bibliotecario, da
noi interpellato, ha sottolineato che la biblioteca è
un punto di ritrovo soprattutto per i giovani ed i ragazzi, con una differenza
di età fra le due località:
per bambini e ragazzi a
Perosa, a Pomaretto si ritrovano volentieri giovani
ed adolescenti. Porse non
ci sono per i ragazzi altri
luoghi dove ritrovarsi per
parlare, giocare, conoscersi? La biblioteca di Pomaretto ha in dotazione un
proiettore per pellicole super otto, che viene utilizzato anche per la scuola. Durante l’estate scorsa sono
state programmate 7-8 serate di film per ragazzi con
una affluenza discreta.
Questa è senz’altro una
attività della biblioteca da
riprendere e potenziare. Il
bibliotecario ci ha pregato
ancora di rivolgere due inviti, uno diretto alle scolaresche affinché vengano a
far visita alla biblioteca e
si iscrivano a questo servizio gratuito, l’altro diretto a tutti coloro che hanno
dei libri di qualche interesse di cui vogliono disfarsi:
non buttateli, ma regalateli alla biblioteca (sono accettati anche gialli, fumetti tipo Topolino ecc.).
S. e F.
Gli orari di apertura
PEROSA
martedì e sabato
mercoledì
giovedì
venerdì
POMARETTO
lunedì
mercoledì
venerdì
dalle ore 14.30 alle ore 18.30
dalle ore 14.30 alle ore 18
dalle ore 14.30 alle ore 19
dalle ore 8.30 alle ore 12.30
dalle ore 15.30 alle ore 18.30
dalle ore 19 alle ore 21
dalle ore 16.30 alle ore 18.30
L’angolo di Magna Linota
Cara magna Linota,
siamo un gruppo di amiche e ci ritroviamo ogni
due mesi davanti allo sportello della posta per ritirare la pensione di reversibilità. Oggi ci hanno detto che questa volta i soldi
per le mensilità di gennaio
e febbraio arriveranno chissà quando perché ci sono
dei grossi ritardi. Allora ci
siamo ricordate di aver
sentito ieri sera il rappresentante sindacale dei pi
DIBATTITO A PIOSSASCO
Vita cristiana e sessualità
Venerdì 6 febbraio u. s.
nella sala valdese di Piossasco ha avuto luogo un
incontro-dibattito su ’vita
cristiana e sessualità’ introdotto dalla comunità di
base locale. Erano presenti
una sessantina di persone
delle due confessioni (cattolica e valdese).
Hanno introdotto l’argomento Carmine Lanni
(Com-Nuovi Tempi), Costanza Germena (Comuni
Nuovo garage
di Priotti Adriano
• Riparazione di vetture nazionali
ed estere
• Revisioni e collaudi
• Riparazione trattori e mezzi
agricoli
• Garanzia sul lavoro svolto
Via Nazionale, 87
Tel. 0121/514388
Villar Perosa
tà di Base di Piossasco),
Anna D’Ursi (Chiesa Valdese Torino) e Franco
Barbero (Comunità di Base di Pinerolo).
Gli oratori hanno analizzato come il problema è
stato affrontato dalla chiesa protestante e cattolica
nel passato. Per secoli, ed
ancora oggi in qualche misura, si è visto nel sesso
uno dei ’peccati’ più gravi,
anche se ciò non ha riscontro nella Bibbia, non essendo essa una gettoniera
da cui scatti la risposta
adeguata ad ogni problema della vita individuale
ed associata dell’uomo. Più
specificatamente la chiesa
cattolica ha coltivato la
paura, l’angoscia, e l’ossessione della procreazione,
ingigantendole attraverso
la confessione individuale.
Non a caso, nell’ultimo Sinodo dei Vescovi è stata
riaffermata la proibizione
dell’uso dei concezionali.
Dio non è il Signore della
paura, ma è un Dio di gioia
che considera l’uomo globalmente, non ignorando
nessun aspetto della sua
esistenza.
Il sesso è un dono di Dio
che, tuttavia, può essere
male interpretato e male
utilizzato, perciò è necessario cercare continuamente con il partner un incontro adulto e maturo. La
sessualità non deve essere
uniiaterale, ignorata, repressa o liberalizzata secondo gli schemi commerciali e culturali di alcuni
ambienti, ma confrontata
con il messaggio della parola di Dio e finalizzata alla crescita della personalità umana nel rispetto
della sua piena libertà.
Gli oratori hanno analizzato brevemente il matrimonio ( sacramento e
non), il celibato, l’omosessualità, la sensibilità diversa, ma sempre viva, che
accompagna l’uomo e la
donna in tutta la vita.
E’ seguito un dibattito
vivo ed interessante da
parte del pubblico, cori
esposizioni concrete di
esperienze di vita vissute
con profonda consapevolezza, e, talora, con angoscia, da cui è emersa la
speranza che una maggiore ricerca e serena riflessione possano aiutare le
nuove generazioni a superare le barriere culturali e
religiose che impediscono
un corretto approccio al
problema della sessualità.
Si è concluso rincontro
con la proposta da parte
di vari partecipanti di continuare la riflessione su
questo problema anche in
vista del prossimo referendum sull’aborto.
F. R.
loti dell’Alitalia dichiarare
alla Televisione che i piloti
scioperano perché l’aumento di svariati milioni all’anno da essi richiesto « è
lina questione di sopravvivenza ».
A noi è venuta in mente
una proposta e preghiamo
l’Eco delle Valli di trasmetterla agli interessati.
Vorremmo che quel signore che parlava o qualcuno dei suoi col leghi venisse per una settimana,
approfittando dello sciopero, in casa di una di noi a
vedere che cosa vuole dire
davvero sopravvivere per
la maggioranza degli Italiani. Ti uniamo l’elenco degli indirizzi, se qualcuno
accetterà l’offierta.
Noi non discutiamo i
motivi degli scioperi o i diritti dei lavoratori. Vorremmo soltanto che imparassero a non insultare chi
sta molto peggio di loro,
adoperando certe parole
senza riflettere su quel che
vogliono dire.
Grazie.
Un gruppo di pensionate con la « minima »
(importo mensile netto
per il 1980 lire centoq u a r a ntaduemilanovecentocinquanta)
Care sorelle,
capisco la vostra amarezza. Come si può tirare
avanti quando non si può
nemmeno contare su quei
pochi soldi aspettati con
ansia per due mesi e che
sono il frutto di contributi regolarmente versati per
tanti anni.
Mentre vi rispondo, la
radio dice che adesso è in
sciopero anche il personale degli ospedali « perché
gli altri medici prendono
di più ».
E così la rincorsa continua. Prima una categoria
ottiene qualcosa in più
perché afferma di avere un
lavoro particolarmente difficile o pericoloso, e poi
tutte le altre giocano ^ al
sorpasso. Ognun per sé.
Soltanto noi che siamo
in fondo ci restiamo a fare
i salti mortali per arrivare
in qualche modo alla fine
del mese e poi ci dicono
che la pensione non c’è
perché il personale delriNPS ha scioperato. Chissà se quando sono in sciopero rinunziano a fare anche i loro stipendi, o per
quelli il tempo lo trovano?
E’ questa la solidarietà fra
i lavoratori? E poi, quando pensiamo alle difficoltà
e ai rischi del nostro mestiere, cerchiamo almeno
di renderci conto di quel
che affrontano gli altri, per
esempio il carabiniere di
vent’anni di guardia davanti ad una porta, sapendo
quanti ragazzi come lui sono stati ammazzati? Lo so,
qualcuno dirà che questo
è un discorso qualunquista
e pericoloso, perché porta
la gente alla rassegnazione.
lo sostengo che altro è
battersi contro le ingiustizie per ottenere il rispetto^
dei propri diritti, altro è
cercare soltanto di avere
il più possibile, senza badare agli altri, e magari alle spalle degli altri. Ognuno di noi deve, quando decide di scioperare, sapere
per chi e contro chi lo fa.
Magna Linota
L’angolo di Magna Linota è aperto a chiunque
voglia sottoporle problemi,
esprimere pareri, avanziire
richiesto. Indirizzare a:
Mrgna Linota, Eco delle
Valli Valdesi, Casella Postale, 10066 Torre Penice (To).
riv-skf di
VILLAR PEROSA
Raccolta di fondi per gli Enti
Assistenziali Valdesi (Riv-SKF
Villar Perosa).
Asilo dei Vecchi San Germano
Chisone L. 700.000; Id. di Luserna S. Giovanni 350.000; Rifugio
Re Carlo Alberto 250.000; Orfanotrofio Torre Pellice 188.000;
Id. di Pomaretto 188.000;0spedale valdese di Pomaretto per acquisto Micro diluitore Siva
(Bracco) per 11 Laboratorio Analisi 600.000 - Totale L. 2.276.000.
8
8
CRONACA DELLE VALLI
27 febbraio 1981
DEMOCRAZIA PROLETARIA
PERRERO
Due referendum
Dal 16 febbraio presso
le segreterie di tutti i comuni del pinerolese si possono firmare le proposte di
referendum promossi da
DP.
Il primo dei due referendum riguarda il problema
della contingenza sulla liquidazione. E’ noto infatti
che una legge del 1977
esclude gli aumenti della contingenza dal computo della liquidazione. Poiché in questi anni di alta
inflazione la indennità di
contingenza rappresenta
molta parte degli aumenti
dei salari, osservano i promotori del referendum che
tra pochi anni « la liquidazione si ridurrebbe ad un
decimo di quella attuale »
e fanno anche dei calcoli.
Ad esempio un operaio con
35 anni di anzianità, che
lavora nel settore metalmeccanico, che è andato in
pensione il 1° gennaio del
1981 riceverà una liquidazione decurtata di 6.392.031
lire, e un impiegato con la
stessa anzianità perderà
9.933.413 lire; uno stesso
operaio con una anzianità
di 10 anni perderà 1.812.726
lire e un impiegato 2 milioni 846.790 lire.
Secondo calcoli indicativi il monte salari accantonato dalle imprese per effetto della legge del ’77 ammonterebbe a circa 10.000
miliardi. « Questi soldi —
dice Giampiero Clement
del consiglio di fabbrica
della Riv di Villar — avrebbero dovuto servire per incrementare la occupazione.
Ma i risultati sono davanti
a tutti. Per questo ritengo
giusto firmare. I sacrifici
sono stati a senso unico ».
Ma sempre sulla stessa
questione vi è un’altra proposta di referendum, quella CISAL (un sindacato autonomo). « Sì — continua
Clement — ma la nostra
proposta si differenzia da
quella degli autonomi per
il fatto che la CISAL propone anche di ripristinare
le liquidazioni "d’oro" e le
cosiddette scale mobili anomale (quelle dei dirigenti per intenderci) ».
L’altra proposta di referendum riguarda invece
due articoli dello Statuto
dei lavoratori. « Lo statuto
così come è stato approvato riguarda solo una minoranza di lavoratori, quelli
delle aziende private e fra
questi solo quelli che lavorano in aziende che hanno
più di 15 dipendenti — dice Fulvio D., operaio in
una azienda artigiana. —
Noi crediamo che tutti i
lavoratori abbiano eguali
diritti. La legge è proprio
uguale per tutti, o no? Allora perché non vale per
gli impiegati dello stato,
polizia e militari compresi? Inoltre perché solo il
sindacato può promuovere
la difesa sindacale dei lavoratori? Noi crediamo
che questo diritto spetti
anche alle organizzazioni
di base all'interno dei luoghi di lavoro, come i consigli di fabbrica ».
Attorno a questi referendum la discussione si è
aperta. Il PCI propone una
legge che superi l’attuale
meccanismo di liquidazione. Il sindacato CGIL CISL - UIL ha messo come
argomento di dibattito tra
gli aderenti la questione
della riforma del salario.
« Noi pensiamo di raccogliere molte firme, perché
il problema è molto sentito
tra i lavoratori — conclude
Clement — ma oltre a questo un risultato lo abbiamo
già ottenuto: quello di rilanciare il dibattito sul salario e sulla democrazia.
Di questi tempi non è cosa
da poco ».
gg
Cadaveri eccellenti
Già dall’anno scorso gli
studenti del liceo classico
di Pinerolo hanno deciso
di adoperare una parte delle ore di assemblea concesse dal ministero per un
modesto cine-forum gestito direttamente da loro,
d’accordo con il consiglio
d’istituto. Mi pare che la
iniziativa abbia avuto alcuni risultati positivi: le assemblee vere e proprie,
che stavano diventando
sempre più monotone e
meno frequentate, sono seguite con maggiore interesse ora che si convocano
solo per un motivo preciso
e non per usufruire comunque di un diritto acquisito ; inoltre il cine-forum coinvolge praticamente tutti gli studenti, compresi quelli che per principio rifiutavano le assemblee, e tutti partecipano al
dibattito successivo, sia
PIEMONTE
Verso lo sciopero
generale
I sindacati CGIL, CISL,
UIL hanno indetto per giovedì 26 febbraio uno sciopero generale dei lavoratori del Piemonte. Obiettivi
di questo sciopero sono :
un piano per l’occupazione, la riforma del collocamento, una diversa politica fiscale.
In un documento sindacale così è descritta la attuale situazione lavorativa
piemontese : 170.000 lavoratori in cassa integrazione, di cui 42.000 a zero ore,
120.000 disoccupati censiti
agli uffici di collocamento.
Tutto questo in un quadro economico caratterizzato pure dall’assenza di
programmi di sviluppo dei
singoli compiti industriali
e da una tendenza alla riduzione della occupazione
favorita anche dalle recenti misure del governo di
stretta creditizia.
Per questo i sindacati
pongono al centro della
mobilitazione :
« 1 ) il ritiro da parte del
governo della stretta creditizia e l’approntamento ur
gente di alcuni piani di settore e di riconversione (auto, chimica, siderurgia, elettronica, telecomunicazioni) ;
2) programma nazionale
di ricostruzione e di rinascita delle zone terremotate...;
3) radicale modifica delle proposte del governo
sul mercato del lavoro...
che garantisca il pieno controllo sugli avviamenti al
lavoro, tuteli la contrattazione sindacale della ristrutturazione, della mobilità, della cassa integrazione;
4) una immediata revisione della curva delle aliquote che sgravi i redditi
bassi e medi...;
5) riforma previdenziale
e delle pensioni... ».
Per costruire una vasta
partecipazione allo sciopero generale i sindacati hanno organizzato nella settimana scorsa ed anche in
questa numerose assemblee nelle fabbriche, negli
uffici pubblici.
gg
Studio “il fotografo"
di Renato RIBET
FOTOGRAFIA PROFESSIONALE — TELEFONARE PER PREVENTIVI AL NUMERO
0121 /514460 — ASSORTIMENTO DI ARTICOLI PER OGNI TIPO DI FOTOGRAFIA
Studio e negozio in
Via Nazionale, 55A - VILLAR PEROSA
Verso la revisione
del Piano regolatore
PINEROLO - CINEFORUM
pure con interessi spesso
diversi: alcuni cercano di
capire la realtà storica, sociale, umana, presentata
nel film, di cogliere le intenzioni del regista, e finiscono col discutere sugli
stessi argomenti che prima
affrontavano nelle assemblee, ma di solito risultano
meno astratti e generici,
avendo un preciso filo conduttore; altri preferiscono
un lavoro più strettamente scolastico : studiano il
linguaggio filmico, si esercitano ad una critica estetica, confrontano il film
con il testo letterario a cui
si ispira. Ciò è facilitato
dal fatto che quasi tutte le
pellicole hanno precisi
riferimenti al programma
scolastico. Su questi spettacoli si riapre talvolta
quel dialogo fra studenti
di posizioni diverse che,
dopo anni di scontro anche rabbioso, pareva ormai chiuso nella disistima
reciproca.
Nell’ambito di questa iniziativa, la settimana scorsa abbiamo visto « Cadaveri eccellenti », il film di
Rosi che riprende molto
liberamente l’argomento
del « Contesto » di Sciasela. Al di là del dibattito
sul significato del libro e
su quello del film, oscuri
per alcuni, rifiutati da altri, quel che più ha colpito
molti di noi è stato il quadro di un’Italia sciatta e
corrosa, che non è soltanto
lo sfondo di questa specie
di « giallo », ma è come una
lebbra che dalle piazze
piene di sacchi d’immondizia abbandonati e di cartacce mulinate dal vento,
dagli intonaci scrostati che
uniformano vecchie chiese
e condomini appena costruiti, sembra permeare
di sé anche le persone, ridotte quasi tutte (dai giovani contestatori ai vecchi
generali) ad attori occupati a recitare stancamente
formule a cui non credono.
E qui ci siamo ribellati:
è vero, esiste quest’atmosfera di decadenza, di sporcizia, di cinismo o di scoraggiamento; esiste l’Italia
dei furbi che cercano di
imbrogliare il prossimo,
dai giocatori del Mundialito ai camorristi che coi
pomodori hanno scroccato
miliardi alla OEE. Ed è vero che questi scandali alla
italiana ci coinvolgono tutti in quanto Italiani, anche
se non ne siamo direttamente responsabili e forse
ne siamo soprattutto vittime. Ma l’Italia non è tutta
qui, e noi rifiutiamo la pessimistica conclusione che
Rosi sembra suggerire :
« Non ci si può fare nulla ». Noi vogliamo fare
oualcosa contro questa
realtà, e siamo convinti di
non essere soli. M. G.
Un’altra seduta di ordinaria amministrazione del
Consiglio comunale di Ferrerò, il 19 febbraio, con pochi punti all’ordine del
giorno passati velocemente, quasi senza discussione.
La precedente riunione
del Consiglio risale al 31
ottobre dello scorso anno
e nel frattempo il segretario comunale Pascal è andato in pensione e l’Amministrazione di Ferrerò ha
iniziato una serie di incontri con la popolazione nelle
varie borgate, allo scopo di
discutere il piano regolatore, probabilmente modificato e adattato alle esigenze della nuova impostazione politica.
Ma di questo non si è
parlato nell’ultima seduta,
anche se c’è stata da parte
della minoranza una richiesta di chiarimenti a questo
proposito: non si riesce a
capire, infatti, se il Comune di Ferrerò intende dissociarsi dall’iniziativa della
Comunità Montana di un
piano regolatore intercomunale e farsene uno per
conto proprio.
Il Sindaco ha promesso
una spiegazione per il prossimo Consiglio.
E’ stato invece approvato il progetto di ristrutturazione dei piani superiori
deH’ex-Albergo Regina a
Ferrerò, progetto che vede
la costruzione di piccoli alloggi da destinare in parte
a persone anziane, se si
presenterà una tale esigenza.
Un altro intervento della
minoranza ha proposto al
Consiglio di aderire alla
protesta delle nostre chiese per il ritardo del governo a concludere le Intese,
associandosi a tutti gli altri Comuni che avevano già
inviato ordini del giorno o
telegrammi.
La proposta non ha de
stato grandi entusiasmi tra
i consiglieri (zitti i valdesi
come gli altri), tuttavia
nessuno si è opposto e il
Sindaco ha assicurato che
un telegramma a questo
proposito sarebbe stato
preparato e spedito nella
prossima riunione della
Giunta.
L. V.
PINEROLO
Nasce il Circolotto
E’ nato a Pinerolo all’inizio di febbraio un nuovo gruppo culturale : il circolotto che ha già stabilito un programma di iniziative « cos’è vivo e cos’è
morto nel marxismo ».
Questa iniziativa prevede
un ciclo di conferenze tenute da esperti (Giulio Girardi, Vittorio Morero, Amos Pignatelli, Costanzo
Preve, Mario Miegge, Giorgio Tourn, Umberto Franconi, Ignazio, Puleo, Leo
Ceppa, Claudio Poti, Elvio
Passone, Gaetano Leo) che
si svolgerà presso l’aula
magna dell’Istituto Buniva
dal mese di marzo alla fine di maggio.
Il circolotto che è composto da persone che hanno una diversa formazione culturale ideologica e
politica e che però hanno
partecipato alla esperienza
del ’68, si propone dì « su
perare sul piano culturale
la semplificazione ideologica dei problemi, la ristrettezza dei temi in discussione, la superficialità
provinciale della ricerca ».
Con questa prima iniziativa il circolotto si propone di fare il punto su « una
ideologia che — al di là di
ogni giudizio di valore —
ha influenzato le categorie
intellettuali, le speranze, le
letture, l’impegno politico
e i modelli di comportamento di schiere di militanti della sinistra, di settori di masse di lavoratori
e dell’intera generazione
del ’68 ».
Il primo appuntamento
è per il venerdì, 6 marzo
alle ore 21 sul tema « Marxismo e religione » con la
partecipazione di Giulio
Girardi e Vittorio Morero.
gg
LETTERE ALL’ECO DELLE VALLI
Gli amministratori
e la montagna
Con molto interesse, da alcune
settimane, seguo il dibattito che
si è aperto sui problemi sociali,
economici ed amministrativi della Valle.
Premesso che non mi sento
né di giudicare né di dar torto
a nessuno di coloro che sono
intervenuti, mi pare invece molto positivo l'aver ridestato interesse su quel « male oscuro »,
ormai storico, che è la montagna italiana in generale e che,
in particolare, è anche II male
della nostra Valle.
A trent'anni dai primi provvedimenti nazionali in favore
della montagna, giustamente,
come si è fatto osservare, non
è che si possa sostenere che
si è « ancora » in una fase di
avvio o di transizione, o che
questo male sia poi così oscuro,
la verità è ohe oggi si dovrebbe
essere già in grado di fare i
primi bilanci, fare il punto su
ciò che nel bene e nel male si
è fatto, per andare avanti o, se
del caso, ripartire da zero.
Aggiungo ripartire da zero
perché, a mio avviso, oggi è
forse in evidente crisi, non solo un certo modello di sviluppo,
che denunciavamo alcuni anni
addietro, ma anche i nuovi modelli che abbiamo individuato
per superare i primi.
Non tanto per discutere la
loro validità intrinseca, che è
indiscutibile (la programmazione), quanto sul loro uso non corretto, se non addirittura sul loro mancato uso.
Sono grossi temi sui quali,
anche a livello locale, si è discusso per anni e si continua a
discutere, ma che, salvo in rarissimi casi, non si è saputo o
potuto attivare la fase operativa
su quella propositiva.
Assumere cioè quelle decisioni capaci di rendere operativi
strumenti e strutture che pure
avevamo costruito.
E qui la colpa è certamente
anche di « noi amministratori »,
ma anche di una certa mentalità generalizzata, che su queste
coionne veniva denunciata, e
cioè indifferenza, pressapochismo, qualunquismo.
Con questo voglio dire che è
inutile illuderci e trincerarci dietro il paravento della mancanza
dei piani, il tempo delle indagini
e degli studi è terminato, la
conoscenza del territorio, dei
suoi fenomeni e delle sue potenzialità è ormai un dato acquisito, occorre oggi avere ia forza di applicarli per cambiare le
cose.
Occorre, per esempio, avere
il coraggio di sgombrare il campo dalle utopie, dalle visioni superate ed assurde di un ritorno
ad un passato che non può tornare, ed è un bene che non torni perché, alle spalle della nostra gente non vi è un’ipotetica
e perduta età dell'oro ma disagi, sacrifici e miseria che hanno
provocato nel primo dopoguerra
quell’esodo di così imponenti dimensioni.
Mi rendo conto che è un discorso difficile e sul quale è
molto facile essere fraintesi, ma
se, quando discutiamo di piano
regolatore, ed è veramente molto, troppo tempo ohe ne parliamo, non si vuole capire che
non è uno strumento di controllo sulla volontà edificatoria del
singolo cittadino ma uno strumento politico sull’uso del territorio e delle sue risorse per
obiettivi economici e sociali,
allora non è vero che ci è
« oscuro il male », è vero che
non abbiamo la forza e la volontà di combatterlo.
Quando si parla di piano di
sviluppo economico o di agricoltura bisogna avere il coraggio
di dire no ad insediamenti, anche
se produttivi, in aree non ancora
attrezzate e senza strumenti attuativi.
Bisogna avere il coraggio di
dire no ad una agricoltura assistenziale, ma si deve avere il
coraggio di condurre un'autentica rivoluzione sul modo di concepire e condurre le nostre aziende agricole (e il nostro piano di sviluppo lo dice). Il problema è, in definitiva, che l'attività di pochi, purtroppo, si scontra con il « laissez faire » di
molti.
Comunque, io sono convinto
che se sgombriamo il campo e
guardiamo alla nostra Valle nella sua realtà vera, il problema
è e rimane il recupero della pre
senza umana sul territorio, e
questo lo possiamo ottenere garantendo un'abitabilità che non
è fatta soio di infrastrutture e
servizi ma anche di prospettive
economiche.
Occorre cioè creare le condizioni perché i nostri figli siano
indotti a formarsi la propria famigiia sulia propria terra e per
la propria terra.
in definitiva, cosa possiamo
fare?
io ritengo che sia nostro compito adoperarci con ogni mezzo
affinché, ai livelli superiori di
governo pubblico, ci si muova
suila linea politica che riteniamo più adatta ai nostri obiettivi; ma ritengo anche che vi sia
un liveilo operativo «più nostro»
che ci consenta già adesso veramente di cambiare quaicosa.
io penso che la Comunità
Montana sia ancora, possa ancora rappresentare lo strumento-base per questa azione, che
è tutt'aitro che facile, poiché
si tratta di scendere sul campo
tentando di ricreare un movimento di opinione che permetta di
svolgere un ruolo non solo promozionale ed informativo, ma
anche di diretta partecipazione
ai fenomeni economici della produzione.
Certo, vi sono difficoltà e problemi interni ed esterni: ali'interno può essere anche questione di superare certi schemi
mentali o di trovare rimedio alia
carenza di uomini disposti ad
impegnarsi, cosa che dobbiamo
onestamente non nascondere
perché riemerge pesantemente
ad ogni tornata elettorale, soprattutto nei piccoli Comuni, così come pesantemente riemerge ogni qualvolta si ha la possibilità di avviare iniziative di
carattere produttivo.
Perché, e dobbiamo capirlo,
oggi in Val Pellico c’è il vuoto
di una generazione, per cui siamo obbligati a ragionare ed operare In base al potenziale umano ohe è rimasto, sulla speranza del recupero, anche se parziale, di chi è partito, ed in attesa della generazione che sopraggiunge ma che rimarrà solo
se si verificheranno determinate condizioni.
Piercarlo Longo
Luserna S. Giovanni
9
27 febbraio 1981
CRONACA DELLE VALLI
PINEROLO
RORA’
Ordine del giorno sull’Intesa
Molte sono state le attività nella nostra Comunità durante la
settimana della libertà;
— Sabato 14 due pullman hanno trasportato una parte della
nostra comunità a Torino per la
manifestazione sulTIntesa.
— La sera del 16 la Comunità si
è ritrovata attorno a due falò,
presso la famiglia Long al Besucco e presso la famiglia BertalotBounous ad Abbadia. Nei due
luoghi: canti, letture bibliche,
preghiere e brevi messaggi.
— La giornata del 17 è stata
molto intensa. La mattina il culto cui hanno partecipato oltre
duecento fratelli e sorelle, la corale ed in cui Gianni Long ci ha
dato alcune informazioni sul tema delle Intese. Al termiiie Tassemblea ha approvato alTunanimità il seguente ordine del gior
« La comunità evangelica valdese di Pinerolo, riunita per un
culto di ringraziamento al Signore e di ricerca ed ascolto della
sua Parola di liberazione e di speranza, nel giorno 11 febbraio,
che ricorda i diritti civili ottenuti dopo secoli di vessazioni, lotte
e persecuzioni, dal popolo valdese,
— preso atto che le « Intese »,
previste dall’art. 8 della Costituzione Repubblicana, e siglate dalle commissioni del Governo e
della Tavola Valdese ormai da
tre anni, non sono ancora state
portate alla discussione ed approvazione del Parlamento,
— riafferma che la libertà non
può rimanere soltanto una parola programmatica, ma va tradotta in scelte di vita, decisioni coerenti e nella ricerca che essa venga garantita sempre e a tutti i
cittadini;
— si rammarica, pertanto, che,
nonostante alcuni cambiamenti
siano avvenuti negli ultimi anni,
restino ancora in vigore le leggi
fasciste sui "culti ammessi dei
1929-30 chiaramente lesive di
quella 'libertà che la Costituzione
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Anche quest’anno la ricorrenza del XVII Febbraio si è svolta
attraverso le tradizionali manifestazioni iniziate la sera della vigilia con l’accensione dei numerosi falò che hanno messo in rilievo la partecipazione popolare
Sll3> f©Sti3>.
La presenza del prof. Domenico
Maselli dell’Università di Firenze, che non aveva potuto causa
impegni intervenire in autunno
all’inaugurazione della Cappella
dei dalla, è stata molto gradita
ed il messaggio che ha rivolto all’assemblea, durante il culto da
lui presieduto, è stato seguito
con particolare interesse, come
molto apprezzata è stata la sua
esposizione sul significato delle
Chiese Cristiane Libere ieri e oggi. Lo ringraziamo per il tempo
che egli ha voluto dedicare alla
nostra comunità.
L’agape fraterna, seguita al culto, preparata con la solita competenza dalla commissione ricevimenti e con la partecipazione
di circa duecento commensali,
si è svolta in un’atmosfera simpatica e serena, per cui siamo
riconoscenti a quanti hanno reso
possibile con il loro impegno
questo incontro.
La sera, nella Sala Albarin, il
pubblico ha potuto seguire il noto film « Kapò » ed ascoltare ancora, come al culto del mattino,
la nostra Corale che completava
il programma della giornata con
il canto di alcuni inni.
• L’incontrp mensile, organizzato dalla Commissione Stabili,
avrà luogo sabato sera, 28 c.m.
alle ore 20.30, nella Sala Albarin.
Parlerà il pastore Bellion che
tratterà il tema « Curiosando in
un archivio parrocchiale », frutto
di alcune sue ricerche nei vecchi
verbali e documenti della nostra
chiesa di San Giovanni.
Seguirà, come al solito, un piccolo rinfresco al quale tutti sono
invitati.
• Martedì 3 marzo riunione
quartierale alle Vigne.
• Giovedì pomeriggio una folla
di amici e conoscenti che gremiva il tempio ha rivolto Testreirio
saluto terreno al fratello Sergio
Pons di Materia, deceduto all’età
di anni 53, dopo breve malattìa.
Ai familiari nel lutto rinnoviamo l’espressione della nostra
solidarietà nel dolore.
garantisce a tutti i cittadini;
— protesta per l’inaccettabile
protrarsi di questa situazione diattesa nella presentazione e discussione delle "Intese", attesa
che non può non far sorgere il
legittimo dubbio che vi sia una
"non volontà" da parte del Governo di arrivare rapidamente a
una positiva conclusione, nonostante le reiterate promesse;
— auspica che si esca al più
presto da questa situazione di
stallo e che le nostre "Intese"
possano testimoniare pubblicamente del nostro modo di concepire il rapporto Chiesa-Stato,
inteso come piena separazione e
rispetto reciproco delle due parti, senza alcun tipo di privilegio
e senza onere finanziario da parte dell’amministrazione della cosa pubblica;
— decide infine di inviare il
presente documento al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, alla
Presidenza del Senato della Repubblica e della Can'iera dei Deputati e, per conoscenza, alla Tavola Valdese ».
— Alla cena comunitaria, cui
hanno partecipato 140 persone
grazie alle modifiche recentemente apportate alla sala, è seguito
uno spettacolo con canti e recite
su alcuni aspetti della storia
valdese fatto dai nostri ragazzi.
Ringraziamo quanti (Unione femminile, giovani e meno giovani, il
fratello Riccardo Jahier che ha
offerto la pasta al forno) hanno
reso possibile la bella serata.
— La sera di sabato 21, nella trasmissione di Telepinerolo,
Gianni Long ha presentato il problema delle Intese.
• Questa settimana, è mancata, dopo grave e lunga malattia,
la nostra sorella Alice Michelin
Salomon ved. Carignano, di anni
69. Alla famiglia vada ancora
l’espressione della nostra fraterna simpatia.
• Riprende nella comunità, a
partire da lunedì 23/2, il secondo
ciclo di studio biblico. Saranno
affrontati i temi del « battesimo », « confermazione » e « santa
cena ». Gli incontri biblici hanno
luogo il lunedì sera (20,30) e la
domenica mattina prima e dopo
il culto (9 e 11,15).
• E’ stata distribuita la Relazione finanziaria per il 1980. Essa
verrà discussa -aélVassemblea di
chiesa di domenica 22/3/1981.
• Ricordiamo l’incontro dei catecumeni di 4° anno con la comunità di Aosta, dove i^ nostri
ragazzi hanno presieduto^ il culto
domenica 22/2. Ricordiamo a
questi catecumeni il convegno
che avrà luogo nei giorni 14-15
marzo a Vallecrosia con tutti i
catecumeni del 2° circuito sul
tema della confermazione.
•L’assemblea di chiesa tenuta
domenica 15 ha affrontato il tema del ruolo diaconale; non è
però stato esaurito e sarà ripreso nella prossima assemblea domenica 1 marzo. Sono stati eletti i deputati per la Conferenza
distrettuale ; Serena Tourn e Roberto Morel (supplente Paimira
Tourn), e per il Sinodo; Silvana
Pavarin (suppl. Serena Tourn).
I deputati potranno così iniziare
la loro « preparazione » sin d’ora
in vista di queste due scadenze.
• Mano lesta ha colpito ancora. Da un po’ di tempo in diverse case del paese ignoti entrano
nelle case, rubano oggetti di valore personali, motoseghe, ecc.
L’altra settimana sono sparite
alcune lose nel recinto della chiesa, alcuni triangoli che il vento
aveva smussato. Si ha l’impressione che non siano andate lontano.
• I nostri vivissimi auguri a
Riccardo e Assunta Tourn per
la nascita di Michele.
TORRE PELLICE
ANGROGNA
• Nel culto del 1° marzo avremo tre amici di Esslingen che
vengono per organizzare con noi
la visita della loro comunità in
Val d’Angrogna prevista per Pentecoste.
• La sera del 16, molti ’falos’
e nessun danno (la gente è molto più responsabile di quel che
si crede, specie i contadini). L’incontro del XVII ha visto, dopo
tanto tempo, riformarsi il corteo dei bambini che, con bandierine e coccarde, è entrato nel
Tempio cantando. Un po’ di
commozione ; poi letture, preghiere, canti della Corale hanno
arricchito un culto in cui molti
si sono espressi. Dal Serre si è
quindi scesi alla Sala per il pranzo preparato egregiamente dall’attivo gruppo di sorelle. E qui
di fronte a 120 commensali si sono alternate pagine di storia,
canti, poesie e la proiezione del
film sui Valdesi in presenza del
suo regista (accompagnato dalla
figlia e da un aiuto regista) giunto appositamente da Francoforte. in serata la Corale ha di nuovo riempito la Sala, il film è stato riproiettato e il regista .Tungrathmayr ha animato un vivace
dibattito. Il film piace, non è
completo, ma stimola il dibattito. Di questo bisognerà riparlare, _________________
La festa del 17 febbraio ha visto la nostra comunità riunirsi
in alcuni momenti particolarmente significativi. Il 16 sera un buon
numero di falò si sono accesi e
la prudenza di tutti ha permesso
che non ci fossero inconvenienti
di sorta. Nel tempio dei Coppieri, gremito di un folto pubblico,
i ragazzi dei Coretti hanno presentato una serie di canti introdotti da appropriate letture bibliche centrate sulla riconoscenza a Dio per i suoi doni. Dopo
il culto del 17, circa 200 persone
si sono ritrovate per il pranzo
comunitario alla Foresteria; vari messaggi, tra cui quello di Soraida Dalmas proveniente dall’Uruguay, e ì canti della Corale
hanno concluso l’agape fraterna.
Dopo cena il Gruppo Filodrammatico ha presentato all’Aula
Magna il suo spettacolo « Oltre
la frontiera» destando un notevole interesse nei numerosissimi
presenti.
• Il Gruppo Giovanile propone a tutta la comunità una serie
di studi biblici su; « La figura di
Gesù ». Si tratta di otto temi che
verranno presentati il venerdì alle 20.45 nella sala della Casa
Unionista. Il programma dettagliato è il seguente: 27.2: Il quadro storico (G. Tourn); 6.3: Gesù storico (B. Rostagno); 13.3:
Gesù liberale (A. Adamo); 20.3:
Gesù della teologia della liberazione (R. Artus); 27.3: Gesù pacifista (J.J. Peyronel); 3.4: Gesù
socialista (S. Ribet); 10.4: Gesù
femminista (J.J. Peyronel); 24.4:
Gesù attraverso i mass-media
(G. Platone).
• Il gruppo di studio sul tema
del « Ruolo Diaconale », aperto a
tutti, si riunirà ancora nei prossimi sabati (ore 18). Scopo del
gruppo è quello di presentare
all’Assemblea di Chiesa dell’8.3
delle linee di discussione chiarificatrici e tali da permettere una
presa di posizione sulla questione, secondo quanto richiesto alle
Chiese dal Sinodo scorso.
• Le sorelle dell’Unione Femminile concludono in settimana
il ciclo di riunioni quartierali ed
avranno domenica 1° marzo la
loro riunione mensile (ore 15).
• Il culto del F marzo ai Coppieri (ore 9.30) sarà animato da
catecumeni e Coretto. I ragazzi
trascorreranno tutta la giornata
insieme.
• Ringraziamo il past. Gerard
Cadier della Chiesa Riformata di
Francia, che ha presentato, sabato ai ragazzi del precatechismo
e ai Cadetti, e domenica alla comunità, una serie di diapositive
interessantissime sulla Russia _ e
sulla situazione dei Cristiani in
quel paese.
• È deceduto all’Ospedale di
Pinerolo Angelo Boretto. La comunità esprime la sua simpatia
fraterna alla famiglia in lutto.
BOBBIO PELLICE
Ringraziamo tutti i fratelli e
sorelle che hanno lavorato alla
giornata del 17 febbraio. Ringraziamo l’Unione Femminile che
ha preparato il pranzo per 180
persone e la cena, Gisella Lazier
ed il suo gruppo di flauti, le monitrici ed i ragazzi della Scuola
Domenicale e l’Unione Giovanile
che ha presentato ad un’assemblea numerosa uno spettacolo
molto apprezzato di vecchi canti
delle Valli. Ringraziamo pure
Franco Taglierò di aver messo i
suoi doni al servizio dell’Unione
e di tutta la Comunità.
• Mercoledì 25 febbraio, l’Unione Giovanile animerà la riunione
quartierale dei Campi.
• Giovedì 26 febbraio, alle ore
11.30, agape fraterna. Alle ore
20,30 « Veillée » per preparare il
bazar; alle ore 21, nel Presbiterio,
seduta dei volontari che hanno
deciso di impegnarsi per imbiancare la chiesa. 10 hanno già assicurato la loro adesione ma aspettiamo ancora dei volontari.
• Sabato 28, riunione del Concistoro.
• Domenica 1° marzo alle 11
dopo il culto, assemblea di chiesa. La presenza di ogni membro
di chiesa è indispensabile poiché
si tratta di definire insieme il
nostro impegno per i prossimi
anni. Venite quindi numerosi per
manifestare la vostra intenzione
di partecipare all’edificazione di
una comunità vivente. Alle ore
14.30, Unione Femminile.
• Sabato 21 è deceduto all’età
di 84 anni Daniele Bonjour. Una
assemblea numerosa ha reso il
tributo del suo ricordo e della
sua riconoscenza al culto che si è
svolto domenica pomeriggio. I
past. A. Genre e B. Bellion hanno reso un ultimo omaggio all’anziano che li ha sempre circondati durante i loro ministeri,
mettendo al servizio di tutti i
doni che aveva ricevuto dal Signore. Dal 1922 anno in cui fu
eletto Anziano, Barba Daniel ha
offerto tutte le proprie energie
alla causa deU’evangelo e della
chiesa, egli ha servito la nostra
CO'munità per ben 57 anni, sempre pronto a qualunque chiamata tanto come Anziano che come
Conciliatore al Comune, perciò.
Barba Daniel lascierà un vuoto
nella chiesa e rimarrà a lungo
nel ricordo della Comunità.^
Ringraziamo il Signore d’averci dato Barba Daniel e gli domandiamo di chiamare sempre di
nuovo dei veri discepoli della sua
tempra per il servizio della
Chiesa._________________________
VILLAR PELLICE
Anche quest’anno, in giorni di
profonde riflessioni sul significato e sui problemi dell’essere vaidesi oggi, la comunità di Villar
Penice ha ricordato la ricorrenza del 17 febbraio. Dopo che nella serata del 16, grazie a propizie condizioni atmosferiche, era
stato possibile accendere numerosi falò, quasi uno per ogni borgata o gruppo di case, le celebrazioni sono proseguite il mattino seguente nel tempio. I bambini della scuola domenicale,
malgrado le molte assenze causate dall’epidemia di influenza,
hanno presentato un programma
di canti, dialoghi, musiche di
flauto e poesie. Il numeroso pubblico ha seguito con interesse i
piccoli attori, che in alcune settimane di prove si sono prodigati, con l’aiuto delle monitrici, ad
imparare nel migliore dei modi
il lungo programma.
Alle 12,30 tutti si sono ritrovati nei locali del Miramonti, dove
si è consumato un pranzo comunitario. Al termine dell’incontro
il sindaco di Villar Paolo Frache
ha rievocato una pagina di storia
locale, le giornate del terremoto
del 1808, che, pur senza causare
vittime e devastazioni, danneggiò
numerose abitazioni in tutto il
territorio delle valli.
In serata, nella sala delle Attività in Piazza Jervis, l’Unione
giovanile del Teynaud ha offerto una serata durante la quale
ha rappresentato una commedia,
«La vocazione», ed una farsa,
intervallate da canti e musiche.
POMARETTO
• Gli auguri di tutta la comunità a Wanda Tron, monitrice
della Scuola Domenicale di Perosa Argentina, e Claudio Macagno per il loro matrimonio che
ha avuto luogo presso il Municipio di Porosa Argentina. Che
il Signore arricchisca con la sua
benedizione questa nuova famiglia.
• Queste le riunioni della pros
sima settimana; martedìi 3 marzo ore 20 ai Pons; mercoledì 4
marzo ore 20.30 ai Maurini. Sabato 7 marzo al Convitto incontro con Toti Bouchard sul tema
della vita comunitaria.__________
Per mancanza di spazio siamo
costretti a rinviare alcune cr^
nache relative al 11 febbraio di
Pomaretto, Villar Perosa, Rora,
San Secondo.
PRAMOLLO
VILLAR PEROSA
SAN SECONDO
• E’ nato Stefano Morero, il
secondogenito di Dario e Silvia
Gay (Barbé). Il nostro augurio
al bimbo, ai genitori ed alla sorellina.
• Il Concistoro e l’Assemblea
di Chiesa hanno deciso di organizzare una settimana di appello
e di evangelizzazione dalla domenica 1 alla domenica 8 marzo
p. V. con la collaborazione di alcuni fratelli impegnati nella predicazione della Parola di Dio
nella Chiesa. Nel corso del culto
e delle riunioni che avranno luogo, ed il cui calendario è stato
distribuito a tutte le famiglie
della comunità, cercheremo di
rispondere alla domanda « Perché la Chiesa? », riflettendo insieme sul brano della lettera agli
Efesini 4: 11-16.
La comunità ringrazia di cuore Renato Ribet che l’8 febbraio,
a termine del culto, ci ha mostrato le diapositive scattate nelle zone terremotate, dandoci così la
possibilità di renderci meglio
conto del dramma che ha colpito
quelle popolazioni.
• Ringraziamo anche il nostro
panettiere. Italo Blanc, che come
ogni anno ci ha offerto le brioches per tutti i bambini della
scuola domenicale, in occasione
del 17 febbraio.
• Una numerosa assemblea era
presente al culto del 17 febbraio,
a cui ha partecipato anche la corale presentandoci due canti molto belli, per ascoltare il messaggio sulla libertà che Dio ci ha
dato e che noi oggi dobbiamo
saper utilizzare validamente, cristianamente. Dopo quasi tutti ci
siamo ritrovati per il pranzo comunitario al « Gran Truc » e poi
ancora la sera per assistere alla
recita presentata dalla nostra filodrammatica, che ringraziamo
per il suo impegno. Tale recita,
la commedia in 3 atti « Dentro
di noi », verrà replicata sabato
28 febbraio, sempre alle 20.30.
• Il 1° marzo, in occasione della domenica della EGEI, il culto
sarà preparato dai catecumeni,
sarebbe bello che la comunità
rispondesse anche in questo caso
con una buona partecipazione,
per ascoltare il messaggio che
ci rivolgeranno i nostri giovani.
VILLASECCA
• Il concistoro è convocato
per domenica 1" marzo, alle ore
9, nella saletta. Si raccomanda
la puntualità.
• Genre Levy, di Bovile/Grange, di anni 57, non è più tra noi.
L’Evangelo della Resurrezione
e della Vita Eterna in Cristo sia
per ciascuno di noi il punto di
riferimento e di confronto di
tutta la nostra esistenza e sia
vissuto ogni giorno nei piccoli e
nei grandi eventi della vita.
COMUNITÀ' MONTANA
VAL PELLICE
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dal sabato ore 14 al lunedì ore 8
dalle ore 14 della vigìlia del giorno festivo infrasettimanale alla
8 del giorno successivo presso
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Nelia notte dei giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia dei festivi) presso l'OSPEDALE VALDESE - Torre Pellice - Tel. 932433.
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A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacia Preti,
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Torre Pellice: Tel. 91365 - 91300
Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL CHISONE-GERMANASCA
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8,
dalle ore 14 della vigilia dei
giorni festivi alle ore 8 dei giorni
successivi ai festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
Il recapito del servizio è presso
la CROCE VERDE di Perosa Argentina - Tel. 81.000.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 1” MARZO 1981
Ferrerò e S. Germano
AUTOAMBULANZA
Croce Verde Pinerolo - Tel. 22664
Croce Verde Porte - Tel. 74197
Croce Verde Perosa - Tel. 81000
10
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27 febbraio 1981
CRISTIANI IN AMERICA LATINA: INTERVISTA A HUGO ASSMANN TERZO MONDO: PERCHE’ SONO COSI’ POVERI
Le tappe di un impegno
Socialismo significa per noi un tipo di società che rompa con la
logica necrofila del capitalismo - Ruolo del Nicaragua e dell’Europa
— Potresti segnalare alcune
« tappe di chiarimento crescente » dell’impegno rivoluzionario
dei cristiani in America Latina?
— Senza dubbio. Negli ultimi
vent’anni c’è stato un avanzamento qualitativo nella coscienza dei
cristiani impegnati. C’è stato
inoltre un notevole aumento
quantitativo di quello che chiamiamo « la chiesa che nasce dal
popolo ». Oggi esistono circa 80
mila comunità cristiane di base
in tutta l’America Latina. La presenza attiva dei cristiani nelle
organizzazioni popolari centroamericane è molto significativa
e le stesse organizzazioni lo considerano un fattore molto importante. È molto impressionante
infatti, il numero dei martiri
cristiani, del popolo prima di tutto, però anche del clero, assassinati dalla repressione. Le barriere tra credenti e non credenti,
quelli uniti nella stessa lotta di
liberazione, sono andate cadendo
da sole, e molti falsi problemi
sono stati eliminati sul terreno
della prassi, rivelando lì la loro
artificialità teorica. Ed è questa
stessa prassi che ha continuato
ad esprimere nuove esigenze organiche e teoriche alla lotta che
si sta conducendo.
Per venire alla tua domanda,
credo che, grosso modo, si possono segnalare, con un certo grado di astrazione analitica, tre
grandi tappe di chiarimento, tenendo in conto che non si sono
sviluppate simultaneamente da
tutte le parti, né si sono vissute
con la stessa drammaticità in
tutti i paesi.
La prima, che si potrebbe chiamare di confronto acuto tra le
esigenze della fede e le esigenze
del processo di liberazione, è
stata vissuta da molti cristiani,
all’incirca agli inizi degli anni
’60, come una specie di dualismo
tra poli quasi inconciliabili: fede
e politica, cristianesimo e rivoluzione. È stato il periodo in cui
l’Azione Cattolica è entrata in
crisi, quando molti cristiani sono passati ad un tipo di « marxismo » poco dialettico.
La seconda tappa, che inizia
con la seconda conferenza episcopale di Medellin. nel 1968, rivela che è possibile, a partire
dalla pratica, il superamento di
un falso antagonismo tra fede e
politica. Nasce allora, in numero
crescente, un tipo di cristiano
che si sente pienamente rivoluzionario, con le mediazioni pratiche e teoriche che la scelta rivoluzionaria esige, senza smettere di sentirsi autenticamente cristiano. Nasce cosi una nuova
convergenza tra fede e politica.
Oggi si vive una tappa abbastanza nuova. La potremmo chia
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mare la tappa della « chiesa popolare » e delle « comunità di
base ». La scelta per i poveri nel
seno della chiesa istituzionale è
andata confermandosi sempre
di più, con ovvie e persistenti resistenze. I cristiani che s’impegnano con la lotta degli oppressi sentono una nuova forma di
piena cittadinanza, il proprio
« stare in casa », tanto nella chiesa come nel seno delle lotte di
liberazione. Non si sentono più,
come nella tappa precedente, come « minoranza organica o « minoranze che sono mediazioni della causa delle maggioranze ». Oggi questi cristiani, per lo meno
in determinati paesi, specialmente in Centroamerica, si sentono
molto più organicamente integrati alla dinamica generale del processo, nella chiesa e nelle lotte
sociali e politiche. Questo schema sulle tappe è ovviamente
molto rudimentale e esigerebbe
precisazioni in ogni caso.
Origine della Teologia
della Liberazione
— Tornando alla Teologia della Liberazione, come vedi oggi il
suo carattere originale, nel suo
sorgere e svilupparsi?
— La originalità della Teologia della Liberazione deve essere intesa a partire dal « locus originans » della stessa. Essa sorge
dal di dentro di una esperienza
pratica insieme col popolo. Penso che l’aspetto fondamentale di
questa esperienza è consistito
nella comprensione delle ragioni
per le quali le necessità basiche
della maggioranza — lavoro, pane, tetto, salute, educazione, libertà — si vedono sistematicamente frustrate nel sistema capitalista. La logica oggettiva e
concreta del sistema si scontra
con le soddisfazioni delle necessità basiche della maggioranza.
Questo è assolutamente evidente
per tutti noi che condividiamo la
lotta del popolo. La rottura col
capitalismo si dà a partire da
questa esperienza concreta e si
articola come lotta di liberazione in risposta a questa situazione. Tutte le mediazioni teoriche,
anche la riflessione teologica, è
actus secundus rispetto a questo
locus originans. « Socialismo » significa per noi un tipo di società
che rompa con la « logica necroflla » del capitalismo.
— Cosa rappresenta la rivoluzione del Nicaragua per l’avanzamento della « chiesa popolare »?
— È la prima rivoluzione nella
quale la partecipazione dei cristiani, nella fase della lotta e ora
in quella della consolidazione, è
un fatto chiaro e notorio, in termini quantitativi e qualitativi. Le
lezioni di questa rivoluzione sono molte: la lezione fondamentale della unità, la partecipazione
della donna, il nuovo ruolo della
gioventù, la partecipazione dei
cristiani, la ridefìnizione fondamentale del « proletariato », il
potere popolare.
La avanguardia organica della
rivoluzione, il FSLN, ha rivelato
un grado straordinario di intelligenza nel mettere in risalto il valore del ruolo dei cristiani. Si
tratta di una opportunità storica
unica perché la chiesa istituzionale non si auto-emargini dal
processo. Purtropo non tutte le
gerarchie ecclesiastiche sono all’altezza dei fatti. È possibile che
qualcuno di essi commetta la
rozzezza di cercare scontri artificiali. Anche il CELAM contribuisce nella sua parte di intromissione e interventi altamente pregiudiziali. Quelli che cercano lo
scontro lo avranno. Però rimarrà chiaro che sarà uno scontro
prima di tutto tra gli stessi cristiani, tra cristiani controrivoluzionari e cristiani rivoluzionari.
E non una contraddizione tra
Cristianesimo e Rivoluzione, ma
piuttosto tra Rivoluzione e Pseudocristianesimo controrivoluzionario.
— Cosa dovrebbero fare, secondo te, i cristiani in Europa?
— Non mi sento di impartire
lezioni o consegne. Noi cristiani
del Terzo Mondo sappiamo che
abbiamo molti alleati in Europa.
Prova di questo sono i molti comitati di solidarietà con la lotta
dei nostri popoli. Compreso a livello teologico, il dialogo sta migliorando.
Nonostante questo, credo che
a molti cristiani europei, sinceramente solidali con gli oppressi del Terzo Mondo, risulti diffìcile articolare la loro pratica,
nella situazione concreta dei loro
paesi, con la problematica della
nostra lotta. Ogni problema concreto in Europa ha un liesso oggettivo con i problemi globali del
mondo intero e con i problemi
specifici di ogni paese del Terzo
Mondo. Le stesse contraddizioni
di fondo, quelle del sistema globale di oppressione, attraversano il tutto. Gli europei devono
articolare i loro problemi in una
visione congiunta dei nostri problemi. Non è una buona cosa
proiettarsi « sul » Terzo Mondo,
usando questo come alibi per
non confrontarsi con i problemi
propri dell’Europa. Il « centro »
si trova in ogni parte, e la « periferia » anche.
a cura di Eugenio Bernardini
Doni Eco - Luce
ABBONAMENTI SOSTENITORI
Corsico: Masnada Giorgio — Dresano: Manfredini Curio — Corneliano
d'Alba: Bouchard Samuele — Luserna
S. Giovanni: Gatto Salvatore, Turin Riccardo, Bellora Alberto, Asilo Valdese
— Charvensod: Antonioli Carlo — Pir.erolo: Grill Elio Luciano, Godino Sergio, Coucourde Ernesto, Long Luciano,
Fornerone Jole, ReveI Silvio, Jahier Mario, Giai Pietrina, Prochet Renata, Valenti Agostino — Prarostino: Grill Mariucoia — Porte: Griot Giancarlo —
Biella: Revelli Nella — Rivoli; Giaiero
Valdo — Roma: Zeni Ugo, Ponzo Paola, Girardet Alberto, Socci-Girardet, Fava Walter, Conti Giovanni, Angiolillo
Guglielmo, Bounous Franco, Ricci Vittorio, Titta Gabriella, Sommaci Ernesto,
Cirino Giuseppe — San Secondo: Gardiol Remo — Savona: Stagnare Alberto,
Castelli Giorgio, Cazzano Pina — Cándelo: Peraldo-Bert — Milano: Ferraro
Giovanni, Alessio Elio, Isenburg Roberto, Rostan Max, Messina Comba Monique, Vidossich Bona, Marcheselli Miriam — Torino: Gandolfo Sergio, Crespi Giorgio, Desana Mario, Operti Franco, Berutti Alice, Fiori Peyronel Margherita, Gesillo Samuele, Rochat Daniele, Pizzo Antonio, Piccotti Franco,
Ribet Aldo, Mussano Irma, Fam. Corongi, Tullio Viola, Siciliano Franco, Vinay
Bianca — Calosso: Tomassone Evange
lina — Alessandria: Contino Ida, Chiara Aldo — Pavone Canavese: Bertarione Bice — Albenga: Basso Giobatta —
Albisola Superiore: Gottardi Sauro —
Arenzano: Sasso Ennio — Bergamo: Garufi Carmelo, Luchsinger Franco — Borgata Paradiso: Beux Ettore — Brescia:
Carugati Antonio — Busto Arsizio: Fornerone Attilio — Brindisi: Nigro Vincenzo — Catania: Silvia Giuseppina,
Santagati Maria ved. Leotta — Campalto: Falbo Dario — Cinisello: Rostan
Marco — Como: Zuffanti Elena — Felonica Po: Barlera Livio, Negri Norina
— Genova: Lombardi Boccia Bruno,
Perrona Emilio — La Spezia: Andrich
Franco — Mestre: Urban Bogo Elda —
Parma: Chiesa evangelica metodista,
Loraschi Bruno, Palazzino Armando, Zaino Enzo — Perrero: Viglielmo Liliana
— Porosa Argentina: Micol Laura —
Matrice: Coletta Antonio — Moncalieri; Grandi Carlo — Riesi: Naso Francesca — Rivarolo Canavese; Cuccodoro
Camillo — Pomaretto: Garrou Silvio —
Pordenone: Casonato Aldo —■ Scandicci- Gatta! Luciano — Reggio Emilia:
Beltrami Arrigo.
DONI DI L. 1.000
Coazze: Mattone Elvidio — Genova:
Cionini Jenny — Inverso Rinasca: Long
Il consumo locale
deve passare prima
dell’esportazione
Un esempio :
Il Senegai produceva un tempo
miglio e riso destinati innanzi
tutto al consumo locale. Ma alla
fine del XIX secolo, secondo la
volontà della potenza colonizzatrice, la coltivazione dell’arachide prese il posto di queste culture (nel 1960 un milione di tonnellate di arachidi sono state
esportate in Francia).
Risultato: deterioramento del
suolo, avanzata del deserto, eliminazione delle culture che assicuravano il nutrimento della popolazione indigena e che permettevano il ricambio. In deficit alimentare il Senegai è ora obbligato a comperare miglio dagli
Stati Unitti e riso dalla Cambogia... e non arriva a produrre abbastanza arachidi per coprire le
spese degli acquisti all’estero!
Conseguenza: dipendenza dal
l’estero sul piano degli alimenti
e su quello del macchinario agricolo. Inoltre le strade che vengono costruite hanno lo scopo di
favorire l’esportazione degli arachidi, e convergono quasi tutte
verso Dakar. I contadini sono
attirati verso questa città che
non è in grado di far fronte a
questo afflusso.
Un altro esemplo :
Nel 1830 l’Algeria diventa colonia francese. La maggior parte
delle terre coltivabili vengono
confiscate dagli europei e la produzione del grano cade, in 90 anni, da 1.000 a 202 kg. all’anno per
abitante, quella di montoni da
4,5 a 0,7 kg. Nello stesso tempo
la monocultura della vigna è imposta. Risultato : oggi ancora
l’Algeria ha grandi difficoltà a
smerciare il suo vino.
L’IDEA CHIAVE DA DIFFONDERE
Una politica di sviluppo a favore del poveri deve tendere ad una
produzione orientata verso il consumo locale piuttosto che verso
lesportazione.
COSA SI PUÒ’ FARE
— Sostenere i progetti di cooperazione fondati su quella che
viene chiamata economia di
sussistenza, cioè sullo sviluppo delle culture alimentari e
sulle attività artigianali destinate a soddisfare ai bisogni
locali essenziali.
— Favorire da noi, ad ogni livello, tutto quello che tende
all’autosussistenza e all’autogestione, cioè all’indipendenza.
— Essere coscienti che la pubblicità crea spesso dei biso
gni nuovi, e perciò uno stato
di dipendenza superiore. Abituare i propri figli a rimanere sempre critici nei suoi confronti.
Fare lo sforzo per riscoprire
l’autosufficienza nel campo degli svaghi del tempo libero e
la distensione poco costosa
( passeggiate in campagna o
in montagna, giochi in famiglia).
Insegnare ai bambini ad essere creativi costruendosi loro stessi i giocattoli.
a cura di Renato Co'isson
La produzione di carne
spreca i cereali
Ernesto — Luserna S. Giovanni; Piston
Ida, Parisa Giuseppina, Cavaliere Loris,
Jourdan Luigi, Boero Rol Giovanni,
Clot Enrico, Frache Ida, Gay Enrico —
Pinerolo: Coucourde Giulio, Godino Daniele — Pomaretto: Lageard Osvaldo,
Pascal Aldo, Ribet Marisa — Milano:
Ghigo Erminia, Scarano Francesco —
Torre Pellice: Paschetto llda, Armand
Hugon Adolfo, Co'isson Mathieu Ida —
Torino: Fenouil Pons Enrichetta, Sou
lier Bartolomeo — San Secondo: Raymondo Olimpia, Romano Elvino — S.
Marzano Oliveta: Quaglia Davide —
Prali: Grill Alessio Luigi — Perrero:
Pascal Carlo, Peyronel Giovanni, Peyran Emanuele — Porte: Avondet Irene — Pramollo: Jahier Adolfo — San
Germano Chisone: Costabel Enrico,
Peyronel Adolfo, Long Jahier Elena,
Bertalot Alberto — Villar Pellice: Fontana Blanc Nella, Rambaud Stefano.