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torre pelltce
anno lxxvii
_rre Penice, 18 Aprile 1941-XlX
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N. 16
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L’ECO DELLE VALLI
Riguardate alla roccia onde foste tagliati !
(Isaia LI, 1)
abbonamenti
SeMianoinail» della Chiesa baldas«
Nulla sla più forte della
vostra fede !
Gianavèllo)
Italia e Impero . . . , , Anno L. 15 — Semestre L. 8
Parrocchie del Primo Distretto . » » 12 — » . 7
Estero . . 25 - » . 15
DIrellere: Prél. GINO COSTABEL
AMMINISTRAZIONE: 'Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellick
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre PRI.I.ICE
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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Rimani con noi
Luca XXIV: 13-35.
Pasqua non è ancora neppure passata ; è stata, avrebbe dovuto essere la
celebrazione della vita trionfante: il
trionfo della vita sulla morte; il sepolcro è aperto, e sul -tumulo lo stendardo
del Vivente ondeggia per sempre ; la
porta della morte che chiudeva la vita
terrena della umanità, si è aperta:
l’ampio orizzonte del cielo si schiude
nella luce della immortalità. Oggi noi
sappiamo ciò, lo comprendiamo; eppure
anche i discepoli di Gesù avrebbero dovuto sapere ciò, anche essi avrebbero
dovuto comprendere: eppure essi camminavano, sul far della sera, con l’animo, oppresso; le ombre che scendevano sulla r atura avevano strane risonanze neU’cmbra che era scesa sull’animo dei discepoli. Col tramontar del
sole era sceso un crepuscolo strano di
speranze dolcemente- accarezzate e dolorosamente scomparse. « Noi speravamo che egli avrebbe liberato Israele.. »,
cosi suona tutta la loro delusione, tutta
la loro amarezza. Ed ecco che Gesù si
avvicina e parla con loro, e cammina
con loro.
Egli cammina con loro, ed essi non lo
riconoscono, Egli cammina con noi, e
noi non le riconosciamo. Non è forse
per noi tutti questa una realtà ? Noi
non Lo riconosciamo, eppure lo abbiamo incontrato una volta, e noi pure ha
egli, una volta, salutato con le ineffabili parole: La pace sia con te. Nel suo
nome noi siamo stati battezzati; in speranza siamo stati accolti nella Sua
Chiesa; siamo stati educati in famiglie
cristiane dove, sia pure senza notarlo,
abbiamo sentito l’influenza del suo Spirito; nella scuola domenicale, nelle lezioni di catechismo, dall’alto del pulpito
ci è stato fatto conoscere il Nome Santo. Ciò nonostante non oseremmo dire
che l’immagine corrispondente fosse
molto chiara, neppure quando, un giorno, solennemente abbiamo confermato
il voto del nostro battesimo. E la vita ci
ha presi, le correnti ci hanno sospinto;
abbiamo proclamato il nostro diiitto a
cercare la nostra fortuna, a forgiare il
nostro destino; oh, certo non avevamo
tutto dimenticato; qualcosa della nostra
fanciullezza vibrava ancora in noi; un
fantasma, particolarmente, ci camminava vicino; non gli sapevamo dare un
nome; il suo linguaggio era strano; il
suo volto misterioso; noi udivamo il
suo messaggio; comprendevamo che in
lui c’era qualcosa di straordinario; egli
abitava sulle alture di Galilea, non nelle
profondità del nostro cuore; sembrava
vénire da secoli così lontani, e non dalle
prove dello spirito nostro; eppure, incessantementè, Egli ci accompagnava;
eppure il Signore era più vicino di
4uanto noi credessimo.
Ed ora infatti il silenzioso compagno
apre la bocca e ci ammaestra.
Una strana dottrina: « Non doveva
forse il Cristo soffrire ciò ed entrare
quindi nella sua gloria?» Non doveva
fbfse Egli' soffrire, e soffrire fino alla
ÌióHe ? E’ il capovolgimento di ogni
frenica um^à che il silenzioso viàndan
della vìa di Emmaus fa sentire ai disBepbli; qualcòsa dì misterioso che la lo
ro ragione non riesce a capire, ma che
afferra il loro cuore, e lo riscalda di
nuova vita. Tutte le antiche concezioni
messianiche crollano, m,a non rimane
più il vuoto; le aspirazioni ad un regno
terreno dileguano come sogni, ma rimane una realtà; la sofferènza e la soirituale vittoria nella sofferenza del Servo di Dio ecco assumono a valore di
contrassegno deH’imminente era messianica. E’ la purificazione del nostro io
da ogni esteriorità e da ogni contaminazione; è la verità che s’impone, anche
se non si capisce, come essi, i discepoli,
non capivano; anche se la Sua parola ci
sembra oscura, anche se i nostri occhi
umani sono pronti a cogliere contraddizioni tra quello che vediamo e quello
che crediamo di sapere.
Ma una cosa è certa: la Verità non è
più una parola astratta, un puro concetto per savi e adotti: l’amore fino alla
morte è una realtà in Cristo Gesù, o
questa Luce è il fuoco che arde nel nostro cuore e ci spinge ad aiutare, a guarire, a portare, a incoraggiare, come il
Signore.
E quando noi sentiamo questo fuoco
nel nostro cuore, allora non ci possiamo
più separare dallo sconosciuto viandante che si è posto al nostro fianco; dobbiamo invitarlo a entrare, a rimanere
con noi! Oh, com’è commovente ed umano il grido dei discepoli: Rimani con
noi !
Rimani con noi ed aprici gli occhi, rimani sempre con noi, per tema che il
fuoco si spenga, e la luce dilegui, e l’oscurità divenga più paurosa, più turbata da fantasmi; resta con noi per chiarire i dubbi, per spiegare le profezie.
Ed ecco il Signore rimane: il Signore
apre gli occhi: Egli prese il pane; rese
grazie; lo ruppe e lo diede loro... e i loro
occhi furono aperti; essi riconobbero il
loro compagno...
Così come anche noi abbiamo i nostri
dubbi, le dolorose incertezze, così comej
Egli può entrare oggi nelle nostre casej
senza discorsi solenni, senza complesse
formule teologiche, per stare con noi,
rompere il pane con noi: questo è il mio
corpo che è dato per voi; il pane di òita,
di quella vita che ha celebrato là sua
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vittoria con Pasqua; ma che non è la
vittoria di un giorno che passa !
Soltanto quella sera sulla via di Emmaus i discepoli gridarono: Il Signore è
veramente risuscitato; la sera scende,
amico lettore: Il Signore è veramente
risuscitato. ' A. S.
SETTIMANA DI RINUNZIA
Sesta lista:
. ( Chiese di:
Rorà ’ i' L. 805,40
Prali » 1200,—
Rodoretto ' ' » 500,—
Villasecca ■ < / 'f . » 2000,—
1 1 Bobbio Pellice (2° versarti,) » 200,—
Como (2^ versamento) ,i » 1560,—
Catania (3° versamento) » 90,—
La Maddalena ''' » 160,—
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Alessandro 5itnconi
Alessandro Simeoni nacque a Dignano, sul Tagliamento, il 24 aprile
1870. Compiuta la sua formazione inteRettuale e terminati gli studi alla
nostra Facoltà di Teologia in Firenze,
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«gli albori dì questo secolo fu a capo
d|i comunità Valdesi, che svolgevano
allora intensa opera evangelistica; par,^tieoiarmente dotato e provvìdenzialin,«nte preparato era Alessandro Simeoni per tale attività e ne fa fede il
ministero a Grotte in Sicilia, a Suzzata e a Revere nel Mantovano, a Ceriignola nelle Puglie. Nel 1910 iniziò la
sua opera in Brescia e nel 1915 ebbe
la gioia di inaugurarvi il tempio e la
casa parrocchiale ; in momenti particolarmente gravi (era il 1917) fu chiamato a reggere la Chiesa di Roma, in
seno alla quale, per ùn settennio, si dedicò ad una intensa attività pastorale e
lasciò larga messe di benedizioni per la
sua forte, pensata predicazione evangelica.
Dopo un soggiorno a Genova (19241929) coronò la sua carriera con il lunfgo, apprezzato ministero in seno alla
Chiesa di Torino: la sua predicazione
rimarrà impressa nei cuori e non di
rado le sue conferenze ebbero vasta risonanza nella cittadinanza. Poco più di
un anno fs la fratellanza di Torino si
stringeva intorno al Pastore Simeoni
per dimostrargli la sua riconoscenza e
per augurargli un lungo e sereno riposo., Ma le vie di Dio non sono ie
nostre vie, e il breve riposo fu visitato
spesso dalle misteriose dispensazioni
di quella sofferenza, che fattasi più acuta negli ultimi mesi, lo doveva condurre alla tomba, all’alba del 12 aprile
Vivo, unanim,e è stato il rimpianto
per la sua dipartita, particolarmente
nella comunità di Torino che accorse
compatta, lunedì 14, nel tempio di
Corso Vittorio ad onorare la memoria
del .suo valente conduttore e a circondare la famiglia con le prove niù sentite della sua simnatia cristiana. Una
folla commossa di fedeli e di amici
gremiva il vasto tempio, associando ù
di un sol cuore alle parole di gratitudine, di fede e di speranza pronunziate
dal Pastore Eynard e dal Vice-Moderatore Pastore Luigi Marauda: rivìsse
la paterna figura del pastore, la forte
tempra del predicatore, la nobile vita
spesa per la Causa di fcristo è per l’avanzamento del Regno; e salì a Dio la
preghiera di benedizione per aver suscitato in mezzo a noi il suo servitore e
per averlo arricchito di doni preziosi e
l’intercessione per la famiglia così duramente provata.
La Salma prosegui per Torre Pellice
e fu tumulata in quel Cimitero dopo utta breve funzione presieduta dal pastore Giulio Tron.
Di Alessandro Simeoni rimane in
quanti lo hanno conosciuto e amato un
soave ricordo: il ricordo di un atteggiamento sempre benevolo e sereno,
inverso tutti, di una predicazione, intensamente curata nel pensiero e nella forma, espressa con profondità e
fernxezza di convinzione che la rendeva calda, suadente, impressiva.
La memoria del giusto è in benedizione e quando la vita è stata vissuta
nella comunione con Cristo, anche la
morte è un guadagno.
Alla famiglia siamo vicini nella prova grande e nella luminosa speranza
della vita eterna, e le rinnoviamo l’assicurazione della nostra viva simpatia.
FIORI in memoriam del venerato Pastore ALESSANDRO SIMEONI:
Il Concistoro della Chiesa di Torino
invita quanti vorranno onorare la
memoria dell’Estinto di devolvere i
fiori alla Cassa di Emeritazione, per
la quale a nome della Chiesa di Torino offre L. 1000,—
Francis Moniiey e famiglia » 50,—
Tricomi prof. Frane, e Sig.ra » 250,—•
Famiglia Long-Boer, Torre
Pellice » 500,—
F. U. V.
Jkm
Cari soldati Valdesi,
Mi trovavo poche sere fa lassù alla
Sea d’Angrogna e contemplavo all’ora
del tramonto tutta la cerchia dei monti
che vi sono tanto cari; i monti che racchiudono la valle del Pellice, e quelli
che racchiudono la valle del Chisone, e
quelli che si ergono come un baluardo
tra Angrogna e Prali.
Ritornavo col pensiero a tempi passati: non solo ài tempi di pace quando
la vita scorreva tranquilla nelle vostre
dimore; non solo ai tempi delle persecuzioni, quando i nostri padri hanno
trovato nei loro monti un rifugio ed una
fortezza; ma molto, molto più indietro
ancora, quando Iddio creò questi monti diletti.
Quando interroghiamo la scienza intorno alla formazione della crosta terrestre, essa ci conferma i pochi accenni biblici in proposito; essa è nata e si
è formata attraverso gli spaventosi jìvolgimenti della materia incandescente,,
del fuoco dei vulcani, dei terremoti, dei
sollevamenti e degli abbassamenti del
suolo. Da questa gestazione gigantesca
sono nati i nostri monti e le n js:r; valli.
Il tempo nel quale viviamo è anche
un tempo di grandiosi rivolgimenti. I
popoli e le nazioni passano attraverso il
fuoco delle guerre che struggono e fanno fondere e fanno esplodere le più
grandi potenze. Ma da tutto questo immane travaglio deve sorgere un mondo
nuovo, dove si svolgerà una vita più
giusta. A questo immenso travaglio siete chiamati a collaborare anche voi. Dite a voi stessi che le vostre fatiche, le
vostre sofferenze, il vostro sangue se
occorre, ccntribuiranno alla formazione
di un migliore ordinamento del mondo.
Tutto questo travaglio vi aiuti anche
a comprendere che per voi stessi, personalmente, è necessario un analogo travaglio spirituale per essere rinnovati
nell’uomo interiore, per nascere a vita
nuova, vita di giustizia individuale, di
amore e di santità, alla quale Iddio
stesso vi chiama.
« La mia parola non è essa come il fuoóo ? — e come il martello che spezza il
sasso ? - dice l’Eterno ». Ger 23: 29.
Quel martello e quel fuoco che temprano l’anima nostra per il Regno di
Gesù Cristo. ARNALDO COMBA.
2
L'ECO DELLE "vALLl VALLE5I
Lfl FAQINíl DELLA QIOVCMTQ VALDC5C
Ili ^OÍlfifíZO PIÜ BHIiliO
Non credere, mio lettore, che l’argomento che ti pongo sia di poca importanza. Il romanzo è il genere letterario
più in voga nella nostra epoca. Nato
due secoli or sono con Robinson Crusoè
ed i viaggi di Gulliver stampati rispettivamente nel 1719 e nel 1727 non fece, fino ad oggi, che seguire una evoluzione continua ed ora, spadroneggia liberamente su tutta la faccia della terra:
nelle sta.zioni ferroviarie tu vedi esposti romanzi di tutti i colori; al cinematografo, trovi in maniera raffinatissima e perfezionata - degna del nostro secolo la stessa materia contenuta nei
volumetti legati della tua biblioteca e
se vai a fare un viaggetto nel paese dei
Papuasi, ne trovi certamente qualcuno
che seduto all’ombra del suo tucul si
sta leggendo un bel romanzo poliziesco.
I romanzi, oggi, ti ripeto, sono giunti
dappertutto.
Piacciono a te?
Non oso dubitarne perchè anche a me
piacquero tanto. Conservo un ricordo
incancellabile di certe pagine stupende
dei Promessi Sposi... mandate a memoria per la scuola, odo ancora in lontananza l’eco delle schioppettate di Salgari e, più vicino, il senso d’orgoglio col
quale dicevo agli amici: tutto d’un fiato l’ho letto, alle due di notte stavo ancora a tavolino!
C’è qualche cosa, nei romanzi, che
riesce simpatico e piacevole in modo superlativo. I letterati dicono che sia l’arte, ma io credo - a dirla fra noi - che sia
qualche altra cosa perchè le poesie che
son rivestite del profumo dell’arte assai più della prosa, piacciono generalmente meno dei romanzi. Questi ultimi,
io credo, posse^ono un segreto per cui
riescono a far vibrare qualcosa nel più
intimo dell’essere nostro. Qualche volta risvegliano i nostri sentimenti migliori, qualche altra la nostra curiosità,
oppure le nostre passioni buone o cattive: un qualche cosa che, volta a volta, ti agita, ti conquide, ti interessa, ti
affascina e ti ipnotizza...
Se dicessero la verità
sulla vita, sui fatti, sui sentimenti che
descrivono, poco male, ma generalmente la verità non la dicono: o perchè non
vogliono, o perchè non ci riescono essendo estremamente difficile di descrivere la vita con verità.
Quello che preoccupa gli autori, in
generale, è un’altra cosa. Si propongono
un dato scopo da raggiungere, eppoi ti
ci imbastiscono su alcune pagine di
vita verosimile per mostrarti le cose
come intendono loro... e tu le prendi
per buone! Cosi, se un romanzo ti vuole
ispirare dei sentimenti religiosi o l’amor patrio, tutto va bene, ma se invece
ti descrive le bellezze deH’amore impuro, 0 ti critica l’ordine sociale esistente,
o ti fa della psicologia alla maniera di
Ugo Foscolo nelle .« Ultime lettere di
Jacopo Ortis », allora capisci dove vai a
finire? Pensa, se puoi, al numero infinito di giovani che si sono corrotti leggendo dei libri impuri e pensa a tanti
altri che si sono uccisi dopo aver letto
quelle lettere dell’Ortis o di un altro libro simile pubblicato dal Goethe in
Germania!
Deluso !
Quello che avviene, ad ogni modo,
alla fine del libro, è che tu resti deluso
e con la bocca un pochettino amara. O
perchè il libro è già finito, o perchè la
conclusione del racconto fu penosa, o
perchè, con la parola « fine », tu ti separi da quei protagonisti con i quali il
tuo ^uore aveva palpitato per un po’ di
tempo fino ad illuderti, quasi, di far
vita comune con essi... Ed ora addio!
quelli se ne vanno con tutta la felicità
che si son guadagnata grazie alla loro
virtù, ai loro eroismi, alle vicende straordinarie per cui sono passati. E tu, li
ritrovi di bel nuovo - ingrata sorpresa
- nella tua vita semplice, monotona,
terra a terra, priva di ricchezza, di eccezionale, di eroismi, di gloria e, spesso,
anche di felicità. Dimmi la verità: non
hai rimpianto tante volte, chiudendo un
libro, od uscendo dal cinematografo, di
non esser stato tu al posto del protagonista di cui avevi invidiato la storia?
Combahenli
11 tuo romanzo
Ebbene, è qui che ti voglio, per dirti
che se mai tu - giovane valdese - hai
avuto di questi rimpianti, sei stato un
pazzo, perchè un giovane discepolo di
Cristo, nel mondo, ha sempre dinanzi a
sè una vita cosi ricca e così marav^gliosa
che non ha proprio bisogno di invidiare
quella degli altri.
Mi vuoi permettere di darti un consiglio?
Butta via i tuoi romanzi con le immagini più o meno vere che ti han dato
della vita degli altri, e strappa i biglietti
del cinematografo e pensa alla tua vita,
che per te è la sola vita vera, e apprestati a scrivere il tuo romanzo. Esso,
credimi perchè dico la verità, sarà per
te il romanzo più bello. Oggi stesso
puoi scriverne
Il primo capitolo
nel quale presenterai i personaggi e le
circostanze. Il protagonista sarai tu
stesso, i personaggi, quelli che ti circondano. Quanto alle circostanze, non ti
preoccupare se sono tristi e misere :
quasi sempre esse sono così aU’inizìo di
un romanzo...
Gli altri capitoli <
naturalmente, non li conosci ancora:^,
proprio come quando cominci un ro-i
manzo, e non sai quel che vien dopo,l
finché tu non vi sia giunto. Scriverai?
questi capitoli con l’aiuto di Dio e lì renderai sommamente interessanti. Con la
potenza della fede, otterrai dei miracoli*
tali da restarne meravigliato tu e gli al-'
tri. Sforzandoti di seguire Gesù passo ai
passo, a guisa di discepolo e di servitore, entrerai nella vita più avventurosa e drammatica che si possa immaginare e non sentirai più un istante, uno
solo, la noia della monotonia.
Qualche volta, affronterai anche dei
sacrifici eroici per il tuo Signore ed egli
subito te ne darà il compenso, così come disse un giorno: « non v’è alcuno
che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre, o figliuoli, o
campi, per amor di me e per amor dell’Evangelo, il quale ora, in questo tem-.
po, non ne riceva cento volte tanto...
insieme a persecuzioni; e nel secolo avvenire, la vita eterna » (Me. 10: 28).
Sopratutto, quello che potrai scrivere
in testa a qualche capitolo, a caratteri
dorati, sarà questa parola gloriosa: «Felicità », perchè il Signore, a tutti quelli che lo amano e 1» servono con tutto il
cuore, dona realmente di gustare ciò
che sia la felicità, la più vera e pma di
tutte.
La conclusione
Questa, su per giù, indovino già cosa
potrà contenere perchè molti credenti
la scrivono così e, più bella, non si potrebbe trovare: sarà un inno di lode e
di riconoscenza al tuo Signore per lo
splendido romanzo che ti avrà concesso di scrivere.
Nell’ultima pagina poi, non scriverai
la parola FINE come nei romanzi che
hai letti, perchè la storia del credente
non ha mai fine...
Dimmi, giovane fratello o sorella
valdese, non è questo davvero il romanzo più bello ? ENRICO GEYMET.
Centinaia e centinaia di figli delle nostre parrocchie hanno indossato la divisa e afferrato le armi. Sui monti, sul
mare e sulle spiaggia lontane essi mettono la loro vita a repentaglio per i
nuovi destini della Patria!
Colle madri e le spose facciamo salire ogni giorno al Padre Celeste l’ardente preghiera: « Iddio Onnipotente,
nelle cui mani son la vita e la morte,
veglia Tu stesso sui nostri soldati e restituiscili presto sani e salvi alle loro
famiglie e alla loro chiesa ! »
Ma non è soltanto perchè sian protetti dal piombo nemico che noi preghiamo. Noi vogliamo che ì nostri militari,
a guerra finita ed a vittoria raggiunta
non tornino a casa sfiduciati dalla vita,
col dubbio nel cuore e la bestemmia
nell’anima e sulle labbra, con nuovi
vizi e nuovi peccati come tornarono a
casa molti valdesi dopo la grande
guerra.
Per l’anima loro preghiamo, più
ancora che per il loro corpo. Che lo
spettacolo dei campi dove la lotta s’è
svolta sanguinosa, che lo spettro della
morte ch’essi hanno sempre dinanzi agli occhi, che la fragilità della vita umana di cui hanno feroce dimostrazione, che la vanità dei beni di questo
mondo di cui essi vedono la distruzione,
anziché piombarli ' neirabisdo dell’incredulità e del materialismo, risvegli
nei loro cuori una brama intensa di
vita, di quella Vita Eterna che le raffiche dì mitragliatrice non possono falciare, un bisogno profondo di quei tesori che nessuna bomba ad alto potenziale potrà giammai annientare, un anelito irrestibile verso quella Patria
Celeste della quale siamo cittadini per
tutta l’eternità e sin dalla nostra vita
terrena, pur amando intensamente la
nostra Italia e pur desiderando di vivere in essa e per essa il più a lungo
possibile.
E poiché tali sentimenti non possono
crescere che nelle coscienze sane e nei
cuori puri, è dai pericoli della carne e
del peccato, delle passioni scatenate e
deH’abbrutimento della coscienza che,
in ginocchio, supplichiamo il Salvator
nostro Gesù Cristo di guardare i nostri
giovani.
E’ dunque contro un nemico spirituale ch’essi devono combattere oltre
che contro un nemico terreno. Essi sono
due volte soldati: soldati d’Italia e soldati di Cristo. E di due armature hanno bisogno: quella d’acciaio e quella
di spirito.
« Rivestitevi della completa armatura di Dio onde possiate star saldi contro le insidie del diavolo; poiché il combattimento nostro è contro le forze spirituali della malvagità».
E’ l’Apostolo Paolo che parla. Nella
sua lettera agli Efesini (cap. 6) dopo di
aver insistito sulla necessità di indossare questa armatura, egli la descrive
secondo l’equipaggiamento dei soldati
romani del suo tempo:
La verità a cintura dei fianchi - la
corazza della giustizia - i piedi calzati
della prontezza che dà l’Evangelo della
pace - lo scudo della fede - l’elmo della
salvezza - la spada dello Spirito, che è
la Parola di Dio - e per completare
questa difesa spirituale l’Apostolo consiglia di pregare e dì vegliare in ogni
tempo.
Abbiamo parlato dei nostri militari,
parliamo anche di noi.
Anche noi, giovani e vecchi, uomini e
donne, che formiamo il fronte interno,
siamo chiamati da Dio a combattere
contro le insidie di Satana, contro lo
scoraggiamento e la depressione morale, contro il dubbio e contro il peccato.
Rivestiamoci anche noi, o Giovani
delle Unioni delle Valli, e specialmente
noi, della « completa armatura di Dio,
affinchè possiamo resistere nel giorno
malvagio e dopo aver compiuto tutto il
dover nostro, restare in piè ».
G. BERTIN.
Convegno dei Clot
Il giorno 23 marzo ha avuto luogo ai
Clot dell’Inverso Pinasca un Convegno
Interparrocchiale tra la gioventù Valdese di S. Germano Chisone e quella di
Pomaretto.
La giornata veramente primaverile
permise ai Giovani di accorrere numerosi alla simpatica riunione. Verso le
15 gruppi allegri cominciarono a giungere e ben presto tutti i posti nella bella
Sala dei Clot, erano occupati dai parte-cipanti pronti ad ascoltare la Parola dei
loro Pastori. Dopo il canto di un inno il
sig. Mathieu si rivolse ai giovani portando l’esempio di Daniele che seppe
mantenersi puro anche nell’ambiente
corrotto della'Corte del re di Babilonia.
In seguito il sig. Bertin tenne un interessante studio sulla Superstizione.
Ai nostri giovani soldati inviammo
pensieri fraterni.
Furono ancora cantati alcuni inni e i
più conosciuti canti della nostra raccolta
giovanile.
Indi l’Unione di Pomaretto, seguendo
le sue tradizioni di bell’ospitalità offrì
a tutti gli intervenuti una saporita merenda. Troppo presto giunse per tutti
l’ora della partenza, ma nel cuore di oguno rimarrà certamente il buon ricordo della bella giornata trascorsa.
ZILIA J.
di T<
I
Alle ore 15.30 del 23 febbraio 1941,
ha inizio il nostro Convegno con l’invocazione del pastore Giulio Tron. Si cantano le prime due strofe dell’inno 98;
quindi il pastore sig. Tron passa alla lettura della Parola di Dio, in un passo
biblico che tratta dell’argomento: fede,
speranza, carità.
Prende la parola il pastore Aime, il
quale ci parla sulla fede: ces’é la fede;
come noi dobbiamo coltivarla, perchè
noi dobbiamo aver fede in Dio; non soltanto è un nostro dovere di buoni cristiani, ma una grande opportunità. 11
pastore sig. Arnaldo Comba prende la
parola; l’oggetto della sua trattazione è
la speranza, che è inseparabile dalla fede; il cristiano deve aver fede in Dio,
ma non basta; la fede è la madre della
speranza, la quale ci invita a collaborare per l’avanzamento del Regno di
Dio; la speranza, che ci spinge a combattere il buon combattimento della
fede.
Il pastore Gustavo Bertin. non potendo esporci il suo studio sulla carità per
il poco tempo disponìbile, ci rivolge alcune parole invitandoci a rimanere saldi nella prova, fiduciosi nella vittoria.
Prende la parola il Moderatore prof.
E. Comba il quale lancia una esortazione a tutti i giovani Valdesi: bisogna
essere ubbidienti e uniti, specialmente
in questi momenti in cui la Chiesa Valdese deve lottare spiritualmente ed anche finanziariamente per tener testa a
tutte le esigenze e a tutte le necessità.
Parla il tenente Rostan, cappellano
militare, e ci fa partecipi delle sue esperienze nella vita in mezzo ai militari
dei quali egli deVe curare le anime. Segue la benedizione del pastore G. Tron.
Si passa quindi ad una seduta più famigliare nella sala delle attività giovanili, dove si prende una tazza di tè e si
cantano alcuni dei nostri bei canti. Finisce così anche la seconda seduta e tutte
le unioni partecipanti ritornano alle lo-
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
ro rispettive sedi. Il Convegno ’^uò dirsi
buono ma m,ancavano ancora molti giovani i quali sono esortati ad intervenire,
ad interessarsi alla vita della nostra
-Chiesa.
PASCHETTO EDGARDO
Segretario della U. G. V.
di Torre Pellice.
Posta del Capogruppo
A P. E. - Torino: Grazie per la V. lettera del 24 marzo. La pubblico affinchè
la vostra testimonianza sia d’incoraggiamento ad altre giovani e per voi sia
un impegno a perseverare nel buon
cammino. Che Ì1 Signore Vi aiuti !
«Senza di Lui non possiamo far nulla ».
« Io sono una giovane unionista di
T. e vorrei esprimere semplicemente il
mio pensiero. Solo quando ho dovuto
lasciare la mia famiglia ho compreso
quanto era necessario l’aiuto di Dio. E
da allora ho sempre frequentato l’Unione, ed in ella ho trovato il conforto
e l’incoraggiamento ed ho chiesto a Dio
di riempirmi del Suo Santo Spirito e di
non mai lasciarmi cadere in tentazione.
E tutta questa mia fede la devo al mio
Pastore specialmente e a tutti coloro
che hanno presa la responsabilità per
fare di me una buona Cristiana. Come
unionista e donna Valdese chiedo a
Dio di serbare la mia fede così pura
sempre per poter domani, se me lì concederà, allevare i miei figli nella fede
e nell’amore di Cristo. Ed ho la certezza che Egli mi esaudirà ed essere così
degna dì essere una donna Valdese ».
All’Art. Alpino Z. E. - Albania. L’avermi scritto significa che leggete con
cura la Pagina della Gioventù e ciò mi
fa piacere. Che Iddio ci conceda la gioia
di stringerci presto la mano. Spero che
avrete ricevuto la cartolina che v’ho
mandato. Che Dio vi conceda sempre lo
stesso morale elevato !
Alla Valde-sina che ha scritto all’Eco
« profondamente colpita » dall’articolo
•« Via il Belletto ». Speriamo che vi siano altre reazioni ! In ultimo daremo la
parola a Franco.
Giovani Valdesi: la pagina della Gioventù è la vostra pagina. Collaborate !
Tutto ciò che la riguarda dev’essere
spedito al Pastore Gustavo Bertin - S.
Germano Chisone.
Nomila
sta per apparire:
A Roma
con San Paolo
di Giovanni Roalagno
In uno dei prossimi numeri
del giornale ne daremo più dettagliate precisazioni.
I
Tutte le Unioni, in modo speciale
quelle delle Valli Chisone e Germanasca, sono chiamate a raccolta per un
CONVEGNO GENERALE che avrà
luogo a PERRERO Domenica 27 aprile,
alle ore 15.
Oratori: Sigg. Pastori Paolo Marauda
di Pramollo e Paolo Bosio di Roma.
Questi Convegni fra Unioni di chiese
■vicine sono quanto mai simpatici ! Non
-richiedono spese di viaggi nè perdite di
temvo per la loro preparazione. Date le
■circostanze attuali si potrebbe anche rinunciare ad offrire la merenda. Cia^cuno porti le sue provviste. Più dei
Convegni generali essi offrono ai giovani l’occasione di stringere amicizia
fra di loro e di fraternizzare. La primavera che segna il termine delle attività
serali c’invita alle scampagnate unionistiche della Domenica pomeriggio. Organizziamone il più possibile. Abbiamo
bisogno di muoverci, di affiatarci, di
sentirci uniti, di approfondire insieme
la nostra vita spirituale, e di prepararci
insieme alla comune lotta.
CRONACfl VALbESE
LUSERNA S. GIOVANNI. Sabato
12 aprile ha avuto luogo il funerale del
nostro fratello sig. Alessandro Bounous,
deceduto al colletto dei Gonin, in età
di 48 anni dopo dolorosissime sofferenze. Egli era ritornato da pochi mesi
dall’estero, ove si era recato dopo la
grande guerra, durante la quale era
stato decorato al valore per il suo e-'
roico comportamento. Alla vedova, alla
figliuola, al fratello ed ai parenti tutti
le nostre sentite condoglianze.
— Al culto di Pasqua ha partecipato
la nostra Corale con l’esecuzione dì un
coro di circostanza.
MASSELLO. Sabato 5 corrente, ha
chiuso la sua carriera terrena Micol Simeone, dopo lunga malattia, all’età dì
soli 67 anni. Alla moglie ed al figlio, anziano del quartiere di Grangedidiere, le
nostre sentite condoglianze.
— Abbiamo buone notizie di tutti i
nostri soldati. Uno di loro, Tron Giosuè, delle Porte, per il quale si ebbe seria apprensione, essendo stato dichiarato
disperso, manda ora di sè buone informazioni. Ne ringraziamo vivamente Iddio.
S. GERMANO CHISONE. Nello spazio di una settimana abbiamo preso tre
volte la via del Cimitero per accompagnare le spoglie terrene di tre nostri
membri di chiesa;
il 5 con Reynaud Marta vedova Bounous della Croce, dì anni 86 — Il 10 con
Balmas Bartolomeo di Villa, di anni 81
— L’il con Martinat Susanna vedova
Rostan, di anni 73, dell’Asilo dei Vecchi.
Sulle famiglie nel dolore invochiamo
le consolazioni del Signore.
RORA’. Ieri sera, finalmente, abbiamo potuto scrivere in calce alla nostra
lista il cinquantesimo abbonato all’Eco
delle Valli Valdesi. Da circa una dozzina che eravamo tre mesi or sono, siamo saliti pian piano fino alla mèta che
ci eravamo prefissa. Quasi la totalità di
coloro ai quali rivolgemmo l’invito, aderirono senza farsi pregare, con buona
volontà e con gentilezza. Pochissimi i
casi nei quali ce ne tornammo delusi con
un « no » in tasca.
Abbiamo così raggiunto quasi il massimo degli abbonamenti possibili in Rjrà.' Forse alle Fucine alcune famiglie
che non sono abbonate al nostro ottimo
giornale valdese, potrebbero ancora iscrivere il loro nome alla nostro lista.
Se proprio tutti volessero fare il loro
dovere, arriveremmo forse ai sessanta
abbonati e chissà che non riusciamo
anche a raggiungere questa mèta !
Intanto, siamo nroprìo felici per il risultato ottenuto che, probabilmente non
è stato mai raggiunto nella storia di
Rorà. Il giornale valdese che verrà da
ora innanzi visitare ogni settimana queste cinquanta famiglie, porterà nel loro
seno una voce amica che saprà, volta a
volta, ispirare, consolare, incoraggiare.
Gli articoli di fondo le aiuteranno ad allargare i loro orizzonti e la loro cultura.
Le notizie dalle Valli e dall’Evangelizzazione, serviranno a rafforzare ì vincoli di affetto con i fratelli in Cristo
delle altre parrocchie. Le meditazioni
per il culto di famiglia forniranno a
coloro che hanno questa santa consuetudine, un alimento spirituale prezioso.
Vediamo, in questi cinquanta abbonamenti, una dimostrazione dell’amore di
Dio per la nostra Parrocchia, una promessa di ricche benedizioni che si apprestano a scendere su noi.
Agli amici rorenghi ,e al loro Pastore
il nostro ringraziamento per questa
tangibile prova di solidarietà cristiana.
Dir.
— Partono i nostri vecchi: alcune settimane or sono, al Rifugio, in età di 92
anni è deceduta la nostra cara Magna
Lena (Maddalena Mourglia). Umile, piccola creatura dalle gam.be inferme che
sembrava troppo piccola per il suo gran
(Meditazioni preparate
il cult«» di fumi^liu
sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)
Lunedi Lettura: Salmo 123: 124 21 Aprile Daniele 5: 1-12.
Fratelli, pregate per noi perchè la Parola del Signore si spanda e sia glorificata. 2 Tess. 3: 1.
Quando siamp esortati a lavorare per
l’opera del Signore, ci pare che ci sia
un solo modo di farlo: predicare e darsi
attivamente ad opere di bene. Si dimentica che uno dei lavori più importanti,
forse il più importante di tutti è quello
di pregare per quest’opera.
Certo, pastori, missionari, evangelisti,
insegnanti, direttamente impegnati nel
ministero della Parola, pregheranno affinchè essa si spanda e sia glorificata.
Ma è giusto lasciare, come purtroppo si
fa, questa cura a loro soltanto, e lasciare
che essi portino il carico di un ministero
così difficile e ostacolato, senza parteciparvi in alcun modo ? Ora ecco un modo
offerto a tutti, alla portata di tutti; intercedere con la preghiera per quelli che
faticano nel nome del Signore. Pregando
così, dimostreremo il nostro reale interesse a che la Parola di Dio si spanda e
sia glorificata.
Martedì Lettura: Rom. 2: 1-11
22 Aprile Daniele 5: 13-31.
... Lo iitesso Signore è Signore di
tutti, ricco verso tutti quello che lo invocano. Romani 10: 12.
Le distinzioni sono sempre il prodotto
del nostro egoismo e del nostro orgoglio
umano, vale a dire; del peccato. Ma
quelli che hanno avuto il loro peccato
cancellato dalla misericordia del Signore, sanno che nessuna distinzione, nessun privilegio di casta o di ambiente, li
differenzia dagli altri. Tutti bisognosi
dello stesso perdono, lo ricevono tutti
dallo stesso Signore, il quale lo concede
liberalmente a tutti quelli che lo invocano. Poiché la salvezza non è un diritto,
ma una grazia sovrana di Dio; non dipende da quello che siamo o che abbiamo, ma dalla ricchezza della misericordia di Dio. Questo dovrebbe indurci a
non giudicarci gli uni gli altri. Di fronte
al Signore siamo tutti uguali in questo;
che siamo tutti bisognosi della medesima
grazia.
Mercoledì Lettura: Rom. 2: 12-16
23 Aprile Daniele 6: 1-9.
Dal fondo della mia distretta invocai
l’Eterno; l’Eterno mi rispose e mi mise
al largo. Salmo 118; 5.
Non conosciamo di che distretta si
parli qui, nè di quale liberazione dell’Eterno. Ma questi particolari non ci interessano. Quello che importa è il fatto
attestato: un misero che invoca; l’Onnipotente che risponde. Nemmeno ci è
detto quanto tempo è durata la distretta
per il Salmista, prima che egli fosse
messo al largo; ma sia essa stata breve o
lunga, è un fatto che egli ha potuto resistere ed attendere il momento della sua
liberazione, perchè aveva messo la sua
fiducia in Colui che gli ha risposto.
Chiara indicazione anche per noi. La
nostra distretta può essere dolorosa e
protrarsi a lungo; può continuare anche
dopo che noi abbiamo invocato l’Eterno;
quel che è più importante non è che essa
abbia subito fine, ma che l’Eterno ci risponda. Quand’Egli ha risposto, per questo solo fatto, la distretta ha cessato di
essere tale, la si può sopportare, la si può
accettare, è trasfigurata, diventa essa
stessa strumento di benedizione.
Clovedl Lettura: Rom. 2: 17-24 ■*
24 Aprile Daniele 6: 10-17.
Secondo che ne abbiamo l’opportunità,
facciamo del bene a tutti; ma specialmente a quelli della famiglia dei credenti. Gal. 6 : 10.
Sìa che'fei tratti di bisogno di consolazione, o di speranza, o di fiducia, o di
bisogno dipendente dalle difficoltà materiali della vita, è certo che oggi più che
mai, le opportunità di fare del bene non
ci mancano.
Ma SÌ può fare del bene, nel vero senso
dalla parola, se non si è spinti verso il
prossim,o da una forza superiore al sem-i
plice senso umanitario ? Questa forza
superiore è quella che l’apostolo designa
quando dice: « l’amore di Cristo ci costringe » (2 Cor. 5: 14). E poiché è un amore che nasce dalla fede, è naturale che
si volga in modo particolare innanzi tutto ai nostri fratelli nella fede, a quelli
cioè che sono stati chiamati alla conoscenza dello stesso amore in Cristo. Naturalmente, la famiglia dei credenti, fortificata così dall’amor fraterno, potrà agire più efficacemente, con più slancio
verso quelli di fuori, attraendoli nell’orbita del suo amore.
Venerdì Lettura: Romani 3: 1-3 25 Aprile Daniele 6: 18-28.
Io camminerò nel cospetto dell’Eterno
sulla terra dei viventi. Salmo 118: 9.
Questa risoluzione è determinata dalla
riconoscenza del Salmista per la liberazione che il Signore gli ha accordata in
una situazione di grave distretta. Probabilmente egli si era trovato in distretta perchè non aveva camminato sempre
nel cospetto dell’Eterno. Ma ecco, quando nella sua angoscia egli ha gridato all’Eterno, l’Eterno ha inclinato l’orecchio verso di lui, e ha udito la voce
delle sue supplicazioni.
Di qui la risoluzione decisiva :
« Io camminerò nel cospetto dell’Eterno
sulla terra dei viventi ». Esperienza antica, esperienza sempre nuova, sempre
rinnovantesi: la vera conversione del nostro cuore, al sincera risoluzione della
nostra volontà, la ferma determinazione
di tutto l’essere nostro a camminare nelle vie del Signore, trovano sempre il loro punto di partenza in ima rivelazione
particolare dell’amore misericordioso di
Dio.
Sabato Lettura: Romani 3: 9-20 26 Aprile Salmo: 23.
Signore, a chi ce ne andremmo noi ?
Tu hai parole di vita eterna.
Giovanni 6: 68.
Gesù non ci è presentato qui come uno
fra i tanti che abbiano parole di vita eterna, di modo che si possa scegliere fra
Lui e qualche altro. No, Gesù è l’unico,
il solo che abbia parole di vita eterna.
Altri ha potuto pronunciare parole belle, nobili, elevate, ma si è trattato pur
sempre di parole umane, che portavano
l’impronta della relatività di tutte le
cose umane. Soltanto le parole di Gesù
sono parole che trascendono la relatività
di tutto ciò che è um,ano. Esse sono parole di vita eterna. Anzitutto perchè provengono dalla sorgente stessa della vita
eterna: sono parole che procedono da
Dio. E poi perchè sono parole che non
soltanto anrvunziano la vita, ma generano la vita, la creano, la comunicano.
Per chi le ha accettate, sì è verificata
sempre la promessa di Gesù stesso;
« Chi crede in me, anche se muoia vivrà, e chiunque vive e crede in me,
non morrà mai ». (Giov. 11: 26).
ACHILLE DEODATO.
Domenica 27 Aprile
Leggere la meditazione in prima pagina.
letto del Rifugio, destò, partendo, il lutto di tutta Rorà. Per molti anni era stata custode del tempio nel quale faceva
la pulizia trascinandosi a fatica sulle
ginocchia; era pure stata per lungo
tempo, monitrice della Scuola domenicale e molti vecchi ricordano ancora
questo 0 queU’inno imparato da lei; sopratutto era stata sempre una donna dì
gran fede e di sincera pietà: riusciva
impossibile di immaginarsela senza la
sua grossa Bibbia aperta sulle ginocchia.
Da vent’anni era entrata al Rifugio, ma
Rorà la ricordava come fosse partita ieri
e come si rammenta un personaggio illustre ed importante; eppure, sarebbe
stato difficile immaginare un essere più
umile di Magna Lena ! Non è forse questa la gloria che Dio dona ai suoi eletti ?
Tourn Bartolomeo (chiamato Fette) è
deceduto aU’ospedale di Torre Pellice
dopo una lunga e povera vita inquieta.
Aveva 78 anni. Sul suo letto di morte
pregò a lungo.
— Vari altri nostri vecchi sono malati e qualcuno desta preoccupazione. Ci
fa del bene di sentire qualche volta, dalle loro labbra, delle parole di sottomissione e di fede. Ieri ancora una nostra
veneranda sorella ci diceva con serena
fermezza valdese: « Se il Signore mi
vuole guarire Egli è potente da farlo,
altrimenti, abbia Egli pietà di me e mi
perdoni i miei peccati ». La chiesa circonda questi suoi veterani con la più
ardente simpatìa. In vista dei vecchi e
dei malati sono stati convocati, durante
la Settimana Santa, due culti con Santa
Cena, a Rumer ed a Mourcious.
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An^rogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Cand. Theol.
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Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
1 Bieca. i.
huserncL San Giovanni — Pastore : Lo/.jrrenzo Rivoira. ,
Massello -rr Pastore : Enrico Tron.
PerreroPastore ; jOreste Peyronel.
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Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu.
Frali — Pastore : Arnaldo Genre (incaricato).
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Beri.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
vaiar Pellice — Pastore : Roberto Jahìer.
Abbazia — « Chiesa di Cristo » - Culto
ore 16 — Pastore ; Carlo Gay, da
Fiume.
Aosta — Chiesa : Via Croce di Città, 11
— Pastore : Vittorio Subilia.
Barga — Chiesa Valdese (da Pisa).
Bari: — Chiesa Valdese — Pastore : A.
Miscia - Via Tanzi, 33.
Bergamo — Chiesa : Viale Vittorio
Emanuele, 4 — Pastore : Mariano
Moreschini - Viale Vittorio Ema0 nuele, 62.
Biella — Chiesa ; Piazza Funicolare Culto la 1®, 3®, 5® Domenica del mese
(da Ivrea).
Bordighera — Chiesa ai Piani di Vallecrosia — Pastore : Davide Pons Piani di Vallecrosia (Imperia).
Borrello — Chiesa Valdese (da Carun. chio).
Brescia — Chiesa : Via dei Mille, 4 —
Pastore : Davide Forneron, ivi.
Brindisi — Chiesa Valdese : Via Congregazione (da Taranto).
Caltanissetta — Chiesa : Via B. Gaetani, 50 (da Riesi).
Campobasso — Chiesa Valdese (da San
Giacomo).
Carema — (da Ivrea) - 2® Domenica.
Carunchio — Chiesa Valdese — Pastore:
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Ivrea).
Catania — Chiesa : Via Naumachia, 20
— Pastore : Teodoro Balma, ivi.
Cerignola — Chiesa Valdese (da Or
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Como — Chiesa : Via Rusconi, 9 — Pastore : Carlo Lupo - Via T. Grossi, 17.
Coazze — Chiesa Valdese — Pastore ;
y Francesco Lo Bue.
Corato “ Chiesa Valdese : Corso Maz, . ?ini, 27 (da Bari).
Cormaiore -r- Chi^a Valdese — Pastore : Vittorio Suèiiia.
Felonica Po — Chiesa Valdese — Pastore : Lami Co^sson.
Firenze — Chiesa : Via dei Serragli, 49
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Chiesa : Via Manzoni, 21 - Pastore ;
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Fiume — Chiesa : Via Pascoli, 6 e 8
(Culto ore 10) — Pastore : Carlo Gay,
presso Wiltsch - Via Baccich, 5.
Forano Sabino (Rieti) — Chiesa Valdese — Pastore : Enrico Pascal.
Genova — Chiesa : Via Assarotti
— Pastore : Francesco Peyronel
Via Curtatone, 2.
Grottaglie — Chiesa Valdese (da Taranto).
Grotte (Agrigento) — Chiesa Valdese
(da Riesi).
Ivrea — Chiesa : Corso Botta, 5 — Pastore : Arturo Vinay - Casa Bavera Piazza d’Armi.
La Maddalena — Chiesa Valdese (da
Roma).
Latiano — Chiesa Valdese (da Taranto)
Livorno — Chiesa : Via G. Verdi, 3 —
Pastore : Alberto Ribet, ivi.
Lucca — Chiesa : Via G. Tassi, 18 (da
Pisa).
Mantova — Chiesa : Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Messina — Chiesa : Via Laudarne, 18
— Pastore : Seiffredo Colucci - Via
Laudarne, 16.
Milano — Chiesa : Piazza Missori, 3 Pastore : Enrico Tron - Via Euri-pide, 9 — Coadiutore : Cand. Theol,.
Alfredo Rostain.
Napoli — Chiesa : Via Duomo, 275 —
Pastore : Achille Deodato - Via Cimbri, 8.
Orsara di Puglia— Chiesa Valdese —^
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Pachino — Chiesa Valdese.
Palermo — Chiesa Valdese : Via Spezio, 43 — Pastore : Neri Giampiccoli,
ivi. ^
Pescolanciano — Chiesa Valdese (dà
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Piani di Vallecrosia — Pastore : Davide
Pons - Istituto. Femminile Valdese.
Piazza Armerina — Chiesa Valdese (da
Catania). ^
Piedicavallo — Chiesa : Via Carlo Alberto - 2® Domenica del mese (da
Ivrea).
Piombino — Chiesa Valdese (da Livorno).
Pisa — Chiesa : Via Derna, 15 — Pa-t
storc : Attilio Arias - Viale Giovanni
Pisano, 33.
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Prof. QitiO COSTABBL, direttore responsabile
i
ARTI GRAFICHE « L’ALPINA » - Torre Pelltte i