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Anno 122 - n. 31
1 agosto 1986
L. 600
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a: casella postale - 10066 Torre Pellice.
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
INTERVISTA A CARLOS E ELISABETH DELMONTE
Per una società riconciliata
Il rapporto del CENSIS, fotografia statìstica deiritalia che
fa discutere in questi giorni,
registra tra le altre cose un considerevole aumento della criminalità. Questo dato sembra portare acqua al mulino di quanti
in questi ultimi tempi invocano
un inasprimento generale delle
sanzioni per arginare la delinquenza. E nel quadro di questo
inasprimento riemerge la periodica richiesta del deterrente
massimo, la pena di morte, per
le forme più gravi e moderne
della criminalità.
11 discorso è complesso e non
può essere liquidato in poche
righe; ma vai comunque la pena di fare qualche considerazione sul ragionamento piuttosto
elementare che sta alla base della richiesta di inasprimento delle sanzioni ; se la criminalità
cresce vuol dire che chi vi sì
dedica non 5 sufficientemente
spaventato dal deterrente, dalle
pene a cui va incontro. Aumentiamo le pene e ì criminali saranno maggiormente frenati nel
loro agire. E’ accettabile questo
ragionamento?
Studiosi americani hanno osservato che il deterrente non
gioca in maniera uniforme su
qualsiasi soggetto. Agisce di più
su chi commette un crimine in
via strumentale, con un fine che
va al di là deU'atto (un furto);
ma agisce molto meno su chi
commette un atto criminoso che
è fine a se stesso (un omicidio
mosso dall’ira). Agisce di più
su chi è implicato a fondo, potremmo dire professionalmente,
neU’attivìtà criminale ; ma agisce molto meno su chi commette u:i illecito in modo occasionale. C’è quindi tutta una serie
dì comportamenti che sfuggono
alla pretesa logica del « pene più
severe = minore criminalità ».
E’ stato inoltre osservato che al
di là di un certo punto l’inasprimento della sanzione non fa aumentare bensì diminuire il freno inibitore- Entrano cioè in
gioco altri meccanismi per cui
un atto è tanto più risgiettato,
e quindi ricercato, quanto più
è sanzionato e perciò pericoloso.
Dobbiamo dunque pensare che
le pene non servono a nulla? 11
discorso ovviamente non è così
semplice e il fattore deterrente
delle pene resta uno dei mezzi
dì cui la società dispone per frenare la criminalità. Si tratta però di non limitarsi alla sola leva repressiva, ricercando altri
mezzi da affiancare alle sanzioni nella lotta contro la criminalità: per esempio razione sociale della prevenzione, la creazione di una polizia più efficiente.
In questa prospettiva sarebbe
già positivo se a livello popolare si mettesse in questione la
semplicìstica proposta dell’inasprimento delle sanzioni, tigre
di autorassicurazione che forze
polìtiche sono sempre disposte
a cavalcare con cinismo demagogico. Come sappiamo che
quando è malato il corpo fisico
può far più male che bene riempirlo indiscriminatamente di dosi massicce di antibiotici, così
cerchiamo di andare al di là del
semplicistico « pene più severe=
minore criminalità » per ricercare cure meno primitive e più
rispondenti alla malatrtia del corpo sociale. F. Giampiccoli
La chiesa, con il suo messaggio cii riconciliazione, ha (ia dare un suo apporto al progetto di
integrazione delle varie componenti della società in una nuova tappa della vita deH’Uruguay
Nel corso di una breve visita
in Europa, sono passati ad Agape Carlos ed Elisabeth Delmonte
(Carlos è pastore valdese a Montevideo; sua moglie Elisabeth si
occupa tra l’altro di traduzioni e
mass media). Ne abbiamo approfittato per rivolgere loro alcune
domande sulla situazione che essi vivono in Uruguay.
Quali cambiamenti si sono prodotti in Uruguay con il ritorno
alla democrazia?
La democrazia tornò in Uruguay accompagnata da manifestazioni di gioia popolare. Si cantava nelle strade di Montevideo,
cantanti ohe erano stati proibiti
durante gli anni della dittatura
diedero concerti negli stadi, una
gioventù che per la prima volta
nella sua vita manifestava apertamente ciò che sentiva, portava
il suo contributo di entusiasmo
in tutti questi avvenimenti. Oggi,
dopo 16 mesi di governo del Partido Colorado, che ottenne la vittoria nelle elezioni deH’84, le strade della capitale uruguayana offrono una diversa immagine. Le
manifestazioni popolari sono ora
di solito dell’uno o dell’altro sin
dacato in sciopero — nel settore
della salute, dei trasporti pubblici, della scuola — o del gruppo
dei parenti dei « desaparecidos »,
che innalza cartelli con i nomi e
le foto di quelli che non si sa
dove stiano, nella centrale Plaza
Libertad.
La situazione allora non è migliorata di molto?
Sarebbe ingiusto attribuire
questo stato d’animo depresso
solo al governo democratico, perché gli è toccato assumere il potere in un momento di crisi economica a livello mondiale. L'Uruguay non ha in sé una forza economica, ha vissuto sempre in dipendenza dall'estero. Ma si vorrebbe vedere una maggiore comprensione da parte governativa,
per rispondere alla domanda posta dagli operai che reclamano
"salari dignitosi", perché i salari ohe ricevono, veramente non
permettono loro di vivere.
Pensate allora che la preoccupazione principale sia nella situazione economica?
Certamente questa preoccupazione è grande, è anche la prima
a venire in mente. Ma senza dùbbio vi sono altre preoccupazioni,
che vanno più in profondità. Si
potrebbero riassumere in ima oarola: la integrazione delle varie
componenti della nostra società
in questa nuova tappa della vita
della nostra nazione. Vediamo
qui la situazione che più urgentemente deve essere risolta, dal
punto di vista etico, anche come
chiesa.
Pensiamo ad una società integrata, ad un popolo nel quale
possano convivere ora quelli Che
passarono dodici anni in carcere
e quelli che li interrogarono, denunciarono, torturarono; quelli
che sono tornati dairesilio e
quelli che nel frattempo ne hanno preso il posto nei luoghi di lavoro. La domanda ohe si pone
alla chiesa è: che significa annunciare il messaggio di riconciliazione in Cristo, in questa situeizìone? Di fronte a questa domanda il ventaglio delle risposte
possibili è molto vario. Da un lato c'è chi reclama giudizio e punizione per i colpevoli, senza che
vi sia per questo un sentimento
di vendetta. DaU'altro lato vi sono quelli che esortano a non guar
MARCO 8: 11-13
Il segno
E i Farisei si recarono colà e si misero a disputare con lui,
chiedendogli, per metterlo alla prova, un segno dal cielo. Ma egli,
dopo aver sospirato nel suo spirito, disse; Perché questa generazione chiede ella un segno? In verità lo vi dico: Non sarà dato
alcun segno a questa generazione. E lasciatili, montò di nuovo nella barca e passò all’altra riva.
Nell’evangelo secondo Luca,
Gesù si definisce come colui che,
di fronte al potere di Erode,
compie opere potenti: « Ecco io
caccio i demoni e compio guarigioni oggi e domani, e il terzo
giorno giungo al mio termine ».
Il libro degli Atti afferma che
Dio consacrò Gesù di Nazareth
per un’opera di liberazione dando al suo agire un potere: « Dio
lo unse con Spirito Santo e con
forza. Passò facendo del bene e
guarendo quanti erano oppressi dal demonio, poiché Dio era
con lui ». Quando Giovanni il
Battista vorrà sapere la verità
su questo personaggio riceverà
per risposta: « I ciechi ricuperano la vista e gli zoppi camminano; i lebbrosi sono mondati
e i sordi odono; i morti risuscitano, e l’Evangelo è annunziato
ai poveri ».
Dunque, l’azione di Gesù è stata un’azione di guarigione. Ma
possiamo noi oggi recuperare
per l’uomo del nostro tempo il
Gesù dei miracoli? Possiamo, nella predicazione della chiesa, indicare le opere potenti di Gesù
come segni della nostra speranza? Possiamo, nella costante insicurezza della nostra vita, dare
un “segno” di certezza al nostro
fratello?
D’altra parte in un tempo come il nostro nel quale il miracolo sempre più acquista importanza quasi determinando la vita quotidiana, nel predicare un
Gesù che a sua volta compie miracoli si può correre il rischio di
trasformare l’Evangelo in uno
strumento di superstizione.
Comunque rimane il problema della nostra generazione: chi
è questo Gesù che voi predicate
e cosa vale la sua Parola nelle
insicurezze quotidiane?
Stranamente queste sono domande che si ponevano uomini
di fede al tempo del Nuovo Testamento. Il nostro brano evangelico ne è testimonianza. Dei
Farisei che avevano udito le parole di Gesù e avevano visto le
sue opere, ora si chiedono chi
egli sia. Questo Gesù compie
opere che nessuno può fare, allora Dio è con lui?
Ora essi chiedono un "segno”,
cioè una manifestazione diretta
di Dio che qualifichi o squalifichi questo Gesù di Nazareth. Un
segno che permetta di misurare
l’opera di Dio e stabilire senza
ombra di dubbio che Dio effettivamente sta agendo.
Gesù risponde affermando che
questa è una tentazione e un
mettere trappole sulla via della
predicazione del Regno di Dio.
Il miracolo è una trappola! Come non ricordare quello che affermava, nel romanzo di Dostoevskij, il Grande Inquisitore al
Giovanni Anziani
(continua a pag. 3)
dare indietro, che dicono al popolo di non « tenersi gli occhi
sulla nuca ».
Indubbiamente sussiste ancora
il timore, possibili testimoni nelle inchieste giudiziarie ricevono
minacce. -L’anno scorso v’è stata
una -specie di epidemia di minacce di bombe nei licei pubblici. A
nostro parere sono queste le difficoltà più evidenti che ci tocca
affrontare come popolo ohe deve
riapprendere a vivere in una democrazia.
Quale posizione prende la Chiesa valdese in questa situazione?
Il nostro ultimo Sinodo si è
espresso con un chiaro appoggio
alle attività del S.EjR. (Servizio
Ecumenico per la Reintegrazione), un organismo creato dalla
Chiesa metodista, dalla Chiesa
evangelica del Rio della Piata,
dalla Chiesa valdese e daU’arcivescovado della Chiesa cattolica
di Montevideo, in collaborazione
con l’Associazione cristiana dei
Giovani, che presta un servizio
di aiuto a persone ohe stanno
tornando daU’esilio o che sono
state liberate dalle prigioni.
Certamente il tema della giustizia e della riconciliazione sarà presente nel nostro prossimo
Sinodo. Questo non significa che
vi sia unanimità di pareri in tutti i settori della nostra chiesa,
ma è evidente che la nostra riflessione dovrà continuare ed approfondirsi. 'Da un lato, perché
questo è il momento oppiortuno
per mandare avanti una riflessione serena sulla nostra ragion
d’essere come comunità che dà
testimonianza della riconciliazione. D’altro lato, perché con la
sua posizione la chiesa deve essere coerente con la sua missione di testimone del Regno in una
società che vive un momento di
Intervista a cura di
Sergio Ribet
(continua a pag. 8)
XV AGOSTO 1986
L’incontro del XV Agosto si tiene quest’anno al Bagnóou
in Val d’Angrogna ed ha il seguente programma:
ore 10.00: saluto del past. Bruno Rostagno, presidente della
Commissione esecutiva distrettuale;
culto con predicazione del moderatore past. Giorgio Bouchard;
ore 11.15: inaugurazione della « Ca d’ia pais » con interventi
del past. Giuseppe Platone e di alcuni amici e sostenitori dell’iniziativa;
ore 12.15: intervallo per il pranzo;
ore 14.30: comunicazioni di Hugo Malan (Uruguay), Frank
Gibson (USA), Karl Ebert (RFT), Bonnie Ezdavè
(Togo);
ore 15.00; recital della Corale e del Gruppo Teatro Angrogna;
ore 16.00: drammatizzazione del Gruppo giovanile di Esslingen (RFT);
ore 11.00: chiusura della giornata.
• Il Bagnóou è raggiungibile da Angrogna seguendo la strada
per la Vaccera o da Pramollo superando il colle della Vaccera.
• In caso cQ cattivo tempo l’incontro si terrà nel Tempio di
Angrogna (San Lorenzo).
La Commissione Esecutiva del I Distretto
La Chiesa Valdese di Angrogna
2
2 vita delle chiese
1 agosto 1986
RIFUGIO CARLO ALBERTO
Inaugurata la nuova casa
dono gli ospiti solo raramente
permettono loro di pagare la retta intera. Di qui la necessità di
ricorrere sempre alla solidarietà
della chiesa ».
« Il Rifugio è stato costruito
in una località isolata per ragioni terapeutiche (cura della tisi);
Sabato 9 agosto
Il Rifugio Re Carlo Alberto,
« una casa di sofferenza, ma anche di misericordia e di speranza », come è stato definito dal
moderatore past. Giorgio Bouchard, ha im nuovo padiglione,
moderno e funzionale, in cui accogliere i suoi ospiti. Alla inaugurazione hanno assistito alcune
centinaia di persone venute un
po’ da tutta Europa; c’erano i
gruppi corali e musicali del Badén, i membri dei comitati svizzeri di aiuto all’opera del Rifugio, pastori, responsabili di opere analoghe del protestantesimo
italiano e straniero, le autorità
amministrative della valle, parenti di ricoverati e, naturalmente, il personale con il direttore
Franco Sappè, i membri della
CIOV, che dal 1903 amministra il
Rifugio, e il neonato comitato di
gestione dello stesso.
Un gruppo di persone che è salito ai Musset di Luserna San
Giovanni per fare festa ed anche
per ringraziare il Signore per la
occasione di servizio e di impegno cristiano ohe la casa offre.
Il nuovo padiglione, progettato
dall’arch. Arione e dall’ing. Chiabrando, è costato sinora circa 2
miliardi, permette di accogliere
gli ospiti — tutti affetti da patologie gravemente invalidanti —
in camere ad uno o due letti, dotate di bagno interno, cucina e
soggiorno al piano, camere mediche, moderni servizi di lavanderia e cucina.
Almeno nelle intenzioni, la
nuova costruzione rappresenta il
primo passo verso una completa
ristrutturazione della casa che
dovrebbe procedere per stralci;
prima il padiglione Arnaud, costruito nel 1938 e costato 225.000
lire, e poi l’originario edificio della Cascina Musset, acquistata
per 25.000 lire nel 1896 e che nel
novembre dello stesso anno ospitò i primi due malati e una cameriera.
« Il Rifugio — ha osservato nel
suo messaggio il past. Giorgio
Bouchard — è espressione di
quella teologia del Risveglio che,
nella seconda metà del secolo
scorso, vedeva nella libertà concessa da Carlo Alberto un'occasione di impegno missionario
per i valdesi e di partecipazione
alla vita della società italiana ».
Anche oggi, in un momento storico in cui i valdesi godono di
grande attenzione pubblica, il lavoro ed il servizio del Rifugio
hanno un importante significato;
« Fa parte di una delle tante imprese possibili dei credenti. In
una società che non ha più ideologie e in cui l’imperativo della
economia riguarda solo il 20%
della popolazione, il problema
numero uno è l'emarginazione
dei giovani, degli anziani, degli
ammalati. Ciò che ci qualifica,
oltre che la Parola di Dio annunciata ai sofferenti, è anche la
qualità del servizio che eroghiamo nelle nostre case. E’ un modo concreto per partecipare alla
vita del nostro popolo ».
Un servizio che oggi al Rifugio
è erogato ai 72 ospiti da 31 per
sone stipendiate (tra cui 2 infermiere professionali e 3 generiche) e da un buon numero di
volontari che si occupano di diverse mansioni; dal collaborare
a'iranimazione interna, aH’attività di gestione. Da pochi mesi è
infatti in funzione un comitato
di gestione (Adelio Cuccureddu,
presidente, Erminia Correnti e
Marco Revel) che affianca la
Ciov. « Un volontariato — hanno
ricordato sia il past. Bouchard
che il past. Taccia, presidente
della Ciov — senza il quale non
solo non sarebbe stata possibile
la creazione del Rifugio, ma nemmeno i suoi 90 anni di storia ».
Una storia efficacemente delineata dal past. Alberto Taccia,
che ha messo in rilievo come sin
dall’inizio il suo fondatore, past.
William Meille, abbia voluto che
il Rifugio ospitasse persone « che
per ragioni di età, salute, non sono più capaci di provvedere a loro stesse ». Caratteristica che pur
nella mutata patologia (non è
più necessario ospitare i tisici) è
rimasta fino ad oggi.
« Certo oggi — osserva Adelio
Cuccureddu — i costi del servizio sono elevatissimi (circa 1 milione al mese per ospite) e le
pensioni o i contributi di cui go
osserva ancora il past. Taccia
— ciò non deve però significare
l’isolamento delle chiese dai suoi
problemi e dai suoi ospiti ».
Isolamento che, almeno in occasione dell’inaugurazione del
nuovo padiglione, è stato rotto
e quasi tutte le comunità evangeliche italiane hanno contribuito alla sottoscrizione straordinaria per l’acquisto deH’arredamento, mentre la struttura è stata
costruita grazie a'I lascito del dr.
Bartolomeo Bellion e di Arturo
Meille.
Tutto pronto dunque per un
salto di qualità, manca solo, per
il trasferimento degli ospiti, l’allacciamento alla fognatura che il
Comune deve ancora costruire.
Potrà essere effettuata entro
l'autunno? E’ quanto si augurano la Ciov, il comitato di gestione, il personale e certamente le
autorità presenti (Longo, Charbonnier per la USSL 43, Coïsson,
Armand Hugon, Badariotti per i
comuni di Angrogna, Torre e Luserna) alcune delle quali hanno
voluto esprimere parole di compiacimento e solidarietà, si sono
impegnate perché ciò sia possibile. Mentre andiamo in macchina apprendiamo che i lavori inizieranno il 1° settembre.
Giorgio Gardiol
n DIALOGO ECUMENICO
A 20 ANNI DAL
CONCILIO VATICANO II
TORRE PELtiCE — Presso la Casa Valdese alle ore 21 si tiene un dibattito
pubblico sul tema » Esiti dei diaiogo
ecumenico a 20 anni dal Concilio Vaticano Il ».
Introducono: Pietro Giachetti, vescovo
di Pinerolo e membro del segretariato
della Conferenza Episcopale Italiana
per l'ecumenismo e il dialogo; Giorgio
Peyrot, docente di diritto ecclesiastico.
Venerdì 15 agosto
□ FESTA DEL XV AGOSTO
ANGROGNA — Al Bagnóou si tiene
il tradizionale incontro del XV agosto.
Il programma, dopo il culto alle ore
10 (predicazione del moderatore Giorgio Bouchard) prevede l’inaugurazione
della .. ca d'ia pais » e nel pomeriggio comunicazioni di ospiti, il recital
della corale e del gruppo Teatro Angrogna e di un gruppo giovanile di Esslingen.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Ferie di iavoro
CORRISPONDENZE
Emma Castiglione
Se n’è andata, in punta di piedi Emma Castiglione De Robertis, così com’è vissuta, accanto
al marito, Giuseppe Castiglione,
«pastore» della Puglia. E’ morta,
dopo breve malore, il 4 luglio.
Nata a Gravina di Puglia, era
stata allevata a Milano in casa
di un pastore battista da cui ha
ereditato lo spirito evangelistico, missionario, molto in auge
negli anni ’30; di professione,
ragionìera; per vocazione, moglie di pastore dal temperamento
caloroso, agrigentino.
Gli anni della seconda guerra
mondiale Thanno vista all’opera.
con il marito, a Taranto, dal
1937 al 1949, anni assai difficili.
Mi ha raccontato di lunghe attese, piene di ansia, con i figli piccini, per il marito in bicicletta
sulle strade pugliesi per il servizio pastorale alle chiese di
Brindisi e di Latiano.
Dopo gli anni 60, l’Opera Sociar
le di Cerignola (Scuola Materna,
Laboratorio di maglieria) l’ha
impegnata a far da spalla al marito, per far quadrare i conti,
per dare corpo alla progettualità
sempre esuberante di lui.
Ha lasciato vuoto il posto in
chiesa, occupato ogni domenica.
Eco Giorgi
Con l’annunzio delTEvangelo
della resurrezione centrato sul
testo paolino di Romani 6; 13,
il pastore Salvatore Briante ha
dato l’ultimo saluto al fratello
Prof. Eco Giorgi (deceduto alla
età di 81 anni il 25 giugno 1986)
in una atmosfera di raccolta ed
accorata partecipazione dei numerosissimi intervenuti, amici,
fratelli e sorelle della comunità di Pisa.
L’età avanzata e la fragile salute degli ultimi anni non hanno
attenuato la profonda stima e il
deferente rispetto che la comunità tutta ha sempre sentito per
il fratello Eco.
Valido ed efficace predicatore
locale, saggio e perseverante
collaboratore dei vari pastori avvicendatisi a Pisa, per vari decenni è stato membro del Consiglio di Chiesa.
La sua vivace intelligenza si
coniugava ad una fede limpida e
profonda che egli ha saputo utilizzare in momenti diffìcili della
comunità, quando una parola
imparziale ma consapevole e
ferma era richiesta per attenua
re le intemperanze e ricondurre
gli animi alla sobrietà.
La sua testimonianza di credente ha caratterizzato con costante coerenza la sua fi^ra di
cittadino nella città di Pisa, dove, amato ed apprezzato senza
riserve, ha insegnato nelle scuole superiori e all’università a
svariate generazioni di studenti.
POMARETTO — Sono ritornati a Pomaretto i nostri amici
olandesi di Ede guidati da Gerard Van Bruggen. Come già negli anni passati (questo è il settimo anno) essi lavoreranno nei
nostri locali per alcimi giorni
(questa volta metteranno in ordine ed al pulito la sacrestia dietro al tempio), poi si prenderanno alcuni giorni di ferie. Li ringraziamo per il loro lavoro.
• Diamo il benvenuto a Pomaretto al pastore Martin Hanauer e famiglia. La loro permanenza a Pomaretto sarà di un
anno, durante il quale egli svolgerà la funzione di coadiutore
del pastore locale. Avrà così la
possibilità di impratichirsi nella lingua.
• Venerdì 18 luglio abbiamo
dovuto recarci al cimitero per
il funerale del nostro fratello
James Morello, deceduto dopo
lunghe sofferenze presso l’Ospedale di Pomaretto all’età di anni 72. La comunità si unisce al
dolore dei familiari. Che lo Spirito del Signore venga a recare
conforto al loro dolore e li sostenga nella fede.
tano i danni prodotti dal nubifragio che si abbatté su Balziglia e su tutta la vai Germanasca nella notte tra il 18 e il 19
giugno 1908. Anche le fotografie
sono state poste in vendita su
prenotazione per chi ama questi aspetti di un lontano passato.
Un’altra mostra di fotografie
andava più nel concreto mostrando lo stato attuale delle
cinque scuole di quartiere che
si vogliono sottrarre alla decadenza, con l’elenco dei lavori ne
Giornata comunitaria
60 anni di servizio
PISA — Il culto di domenica
6 luglio è stato presieduto dal
pastore emerito Alfredo Scorsonelli che in quell’occasione ha
celebrato il 60" anno di servizio
nella chiesa.
Il past. Briante ha rivolto al
past. Scorsonelli fraterne parole augurali ma innanzitutto la
gioia di potere unire la gratitudine di tutti alla personale gratitudine del fratello Scorsonelli
al Signore « per le numerose benedizioni ricevute nel corso di
Un ministero così lungo e fecondo ».
MASSELLO — Calda e soleggiata, la prima domenica di
tempo buono del mese di luglio
ha favorito l’afflusso dei partecipanti alla giornata comunitaria che si proponeva di raccogliere interesse e anche fondi
per la ristrutturazione delle
scuolette Beckwith, appartenenti alla parrocchia di Massello.
Dopo il culto nell’antica chiesa, presieduto dal pastore Lucilla Peyrot, il tradizionale bazar con buffet nella sala del Reynaud ha radunato i visitatori con
una grande quantità di oggetti
di ogni tipo, per lo più lavorati
a mano, quasi a contraddire il
convincimento che questo genere di attività sia in via di estin
Palmira Tourn
Sabato 16 agosto
□ INAUGURAZIONE
DELLA NUOVA CUCINA
AGAPE — La nuova cucina sarà Inaugurata con una giornata di festeggiamenti. In mattinata: presentazione del
lavoro compiuto; alle 13: “ collaudo »
della struttura con un grande pranzo.
Domenica 17 agosto
□ ASSEMBLEA TEV
TORRE PELLICE — Alle ore 14.30
presso la Sala Unionista si tiene l'Assemblea del movimento di Testimonianza Evangelica Valdese che celebra
in questa occasione i suoi 10 anni.
Venerdì 22 agosto
□ CORPO PASTORALE
TORRE PELLICE — Alle ore 16 pres
so la Biblioteca della Casa Valdese si
riunisce il corpo pastorale delle Chiese
valdesi, metodiste e libere per l'esame
del progetto di nuovo catechismo.
cessan.
Ma perché il Còncìstoro di
Massello si è imbarcato in questa impresa di ristrutturazione
quasi astronomica, malgrado lo
spopolamento e l’invecchiamento
dei membri di chiesa che hanno
svuotato interi villaggi? Anche a
Massello, come altrove. Testate
vede il puntuale ritorno delle
famiglie trasferite a valle e le
varie borgate si ripopolano. Sono proprio queste persone, unite alle altre residenti tutto Tanno, che si sono prese a cuore
la raccolta di fondi per la conservazione delle scuolette. Il proposito, infatti, non è di affittarle, ma di mantenerle per il servizio delle borgate, in modo da
restituirle un po’ alla loro funzione originaria.
Bisogna anche rilevare che a
Massello, un vallone chiuso e
senza appariscenti attrattive turistiche, chi vi soggiorna in estate non cerca il chiasso o le manifestazioni folkloristiche più o
meno genuine; anche chi ha acquistato case o le ha ristrutturate cerca di ricreare un legame
con il passato o una vita comunitaria che nei piccoli centri
sembra più facile costruire. Forse, in questo caso, una scuola
di villaggio come luogo di incontro si può ancora giustificare.
□ EDITORIA
EVANGELICA
TORRE PELLICE — Nella sala unionista (di fronte al Tempio valdese) si
tiene alle 9.30 un incontro dibattito
sul tema « Quale editoria evangelica
per gli anni '90 ».
Si tratta di un dibattito sui programmi e sulle linee editoriali della Editrice Claudiana che sarà introdotto dal
direttore Cario Rapini e da una tavola rotonda. La partecipazione è aperta
a tutti gli interessati.______
Sabato 23 agosto
n ESAME DI FEDE
TORRE PELLICE — I membri delle
Chiese valdesi, metodiste e libere possono assistere all'esame di fede dei
candidati al ministero pastorale Susanne Labsch e Alberto Pool che si tiene
alle ore 9 nell'aula sinodale.
Alle ore 17.30 presso il Tempio del
Ciabas, se l’esame avrà esito positivo, si tengono i sermoni di prova.
Domenica 24 agosto
□ SINODO DELLE CHIESE
VALDESI E METODISTE
TORRE PELLICE — Alle ore 15.30 si
tiene nel Tempio il culto di apertura
del Sinodo 1986 delle Chiese valdesi e
metodiste.
Il culto sarà presieduto dal prof.
Bruno Corsani.
Domenica 7 settembre
□ BAZAR
SAN GERMANO — Alle ore 15 nei
locali deH'Asilo dei Vecchi si tiene
l'annuale bazar prò Asilo.
zione.
Accanto, una mostra fotogra;
fica esponeva una serie inconsueta di antiche vedute dei villaggi di Massello, scattate dal
dott. Amedeo Rostan, che fu
medico condotto a Ferrerò fino
al 1912. Alcune di esse documen
RORA’ — Dopo molte sofferenze è deceduta all’età di 76 anni Paimira Tourn, donna molto
ferma nella fede e sempre disposta ad aiutare il prossirno ;
lascia un vuoto nella comunità
rorenga. Condoglianze da tutta
la popolazione.
Direttore responsabile
FRANCO GIAMPICCOLI
• L’Eco delle Valli Valdesi »: Reo.
Tribunale di Pinerolo n. 175.
Stampa; Cooperativa Tipografica Subalpina - Torre Pellice (Torino).
3
1 agosto 1986
fede e cultura 3
SCIENZA E FEDE - 2
La provetta
« La società occidentale, che è
stata notevolmente influenzata
dalla religione giudaico-cristiana
così come dalla tradizione fllosoflco-legale della Grecia e di Roma, ha dato massima rilevanza
al legame fra nascita e concepimento dei Agli da un lato, e vita in comune e matrimoniale
dall’altro. Le deviazioni da questo nodo di rapporti venivano
tollerate, ma erano legate a istituzioni sociali che oggi sono superate, come ad esempio l’esistenza di classi di schiavi, servitori, o "socialmente inferiori”,
implicitamente esclusi dalle norme dei rapporti umani.
Entro tale tradizione, il concepimento di Un bambino mediante lo sperma di un uomo che
non fosse il marito legittimo
era possibile soltanto per mezzo di un contatto sessuale tra
la moglie e il padre del nascituro. E tale rapporto era condannato in quanto adultero. La fecondazione senza adulterio, non
veniva tenuta in considerazione
in passato, poiché non era possibile. Così il fatto che l’inseminazione artificiale con lo sperma di un donatore sia oggi possibile senza adulterio richiede
nuovi tipi di giudizio morale ».
Così scriveva la Commissione
Società e Progressi Biologici nel
1974 (cfr. Alun Jones e Walter F.
Bodmer, Futuro biologico, Boringhieri, 1979, p. 40). Sono passati da allora 12 anni e le novità, nel settore, sono rilevantissime. La morale, sociale ed
ecclesiastica, si trova davanti a
problemi nuovi, ieri neppure
immaginabili. E’ tramontata in
occidente (Europa - America del
Nord) la famiglia estesa, con le
nuove tecniche genetiche nasce
la famiglia estesa pre-natale. Muta il concetto stesso di "genitore” e "nascita”. Può nascere oggi
una persona che abbia cinque genitori: tre madri e due padri. Si
può fare impiantando nell’utero
di una donna, che non sarà poi
la "madre”, l’uovo di una "donatrice”, uovo fecondato "in vitro” con seme di donatore.
Prima di descrivere le nuove
tecniche genetiche applicate all’uomo, indichiamo come si è
arrivati a tali possibilità e in
quale contesto problematico si
collocano. Ma soltanto in un successivo articolo daremo una valutazione etica, esaminando il
documento sinodale della Chiesa
Evangelica Tedesca (1985) e i
pareri di alcuni teologi. Per evitare di confermare i pre-giudizi
di demonizzazione delle nuove
tecnologie genetiche o di acritica accettazione indichiamo il
contesto ampio nel quale esse si
collocano e, prima ancora di accennare al percorso storico, ricordiamo l’importanza di fare
riferimento al vasto dibattito
riguardante oggi la "natura” stessa della scienza. (Cfr. Robert
Handbury Brown, La natura
della scienza, in ’Tede, Scienza,
Futuro”, Claudiana, 1982, pp.
25-41).
lAO e lAD
La prima tappa sulla strada
delle "nuove fecondazioni umane” è stata la fecondazione artificiale. Già praticata da decenni sugli animali ora è pratica
normale che aiuta anche l’uomo
a superare l’ostacolo della sterilità. Sino a pochi anni or sono
si riteneva che solo la donna
potesse essere sterile (a causa di
malformazioni utero-vaginali, occlusioni tubariche, anovularietà,
sterilità psicogena, ecc.). Oggi
una nuova figura medica, l’andrologo, corrispondente "maschile” del ginecologo, diagnostica e cura, se può, la sterilità maschile. La sterilità riguarda il
30% delle coppie. La fecondazione artificiale trova dunque una applicazione vasta, e può ri
solvere i problemi di molte coppie.
Quando la fecondazione artificiale è omologa (sigla lAO), ossia utilizza seme e ovulo dei coniugi, pone problema solo per le
metodiche di acquisizione dello
sperma. Quando si ricorre alla
fec. art. eterologa (sigla lAD),
ossia si feconda l’uovo con seme di donatore, sorgono nuovi
problemi morali. La lAD è condannata dalla Chiesa romana
perché in essa si vede un ”adulterio” e perché, normalmente, lo sperma del "donatore” è
ottenuto tramite masturbazione.
La questione si complica ulteriormente quando si utilizza la
pratica del congelamento. Lo
sperma si può conservare, con
l’utilizzo di azoto liquido a —180”.
Perciò sono nate le banche del
seme; in Italia ve ne sono oltre
una decina. Da ciò viene Teven
NUOVE TECNICHE
DI FECONDAZIONE
FECONDAZIONE ARTIFICIALE
Si inserisce neii’utero ii seme,
fresco o conservato, dei coniuge.
Si ottiene così ia fecondazione omoioga (sigia iAO). Si pratica ambuiatoriaimente introducendo, per via
vaginaie, sottili cateteri.
Se si utilizza seme di un donatore ia fecondazione si dice eterologa (sigla lAD). Il nascituro ha
così due padri; quello genetico e
quello legale. Conservando il seme
si può effettuare la fecondazione, o
vivente il padre, ma sterile perché
vasectomìzzato dopo avere depositato lo sperma in banca, o addirittura dopo la morte del padre.
Tra le bizzarrie consentite dalla fecondazione artificiale che utilizza
seme congelato segnaliamo la banca del seme dei premi Nobel a
Escandido, in California.
FECONDAZIONE IN VITRO
Si prelevano gli ovociti dalla
donna sterile, per causa tubarica,
non anovulare, poiché in tale caso
non vi sono ovuli da prelevare,
tramite intervento chirurgico in anestesia. Si fecondano gli ovociti in
provetta, ottenuto l’embrione intziale lo si colloca in utero (sigla
F.I.V.E.T.). Si fecondano e immettono più embrioni per aumentare la
possibilità di risultato positivo, che
è attualmente circa del 10%. Il metodo consente la maternità a donne affette da incurabile sterilità
tubarica, poiché si supera l’ostacolo
della occlusione delle tube. La fecondazione è totalmente extracorporea.
Si dispone ora di una nuova tecnica che modifica parzialmente la
FIVET: è la Gamete Intra - Falloppian Transfert (sigla Gift).
Tale metodo procede con il collaudato prelievo del seme e dell'ovulo, ma vengono collocati in provetta tenendoli separati con microbolle d'aria. Si inseriscono gli elementi fecondativi nella tuba e solo allora si innesca il processo di
fecondazione. La Gift non fa che
facilitare l'incontro tra sperma e
ovocita, ma esso si attua poi naturalmente, senza quindi trapianto
di embrione. La fecondazione non
è più extracorporea.
EMBRYO TRANSFER
Si feconda artificialmente l'ovocita
di una donatrice con il seme del
partner della sterile. Subito dopo
l'annidamento (prima fase di attecchimento in utero), si stacca
l'embrione (•< lavaggio ») e lo si
innesta con tecnica FIVET nella
madre, che tale sarà gestazionalmente e legalmente ma non geneticamente. Questo metodo vede le
figure della "donatrice” e di colei
che "affitta" l'utero (es. Kim Cotton). Ciò può verificarsi quando
una donna produce ovuli sani, vuole
un figlio, ma non è in grado di
condurre a buon fina la gravidanza. A. B.
to del concepimento "post mortem”: la moglie viene fecondata
con il seme, congelato antecedentemente, del defunto coniuge. Oggi non si congela soltanto lo sperma (l’ovulo è più "deperibile”), ma si procede al concepimento in provetta congelando poi gli embrioni. Louise
Brown, nata nel 1978, fu "creata” in provetta dai medici inglesi
R. Edwards e P. Steptoe. Attualmente i figli della provetta sono
oltre ottocento. Anche la conservazione dello sperma e la sua
commercializzazione pone problemi, sperma ed embrioni saranno selezionati in base ai "gusti” dei clienti? E quali saranno
le caratteristiche genetiche richieste? Una coppia di colore si
vergognerà di avere un figlio "di
colore” e lo vorrà "bianco”? Con
il congelamento di embrioni, una
coppia, sterile o meno, può ottenere un figlio di altri genitori
"genetici” e procedere alla adozione pre-natale.
Si può andaré oltre
Ma si può andare oltre, la coppia può ricorrere a una "madre
adottiva” che faccia maturare
l’embrione sino alla nascita, si
ricordi il caso di Kim Cotton
che ha concesso in "affitto” il
suo utero per offrire ad altri genitori un figlio. Per studiare le
anomalie genetiche l’équipe di
Cambridge ha proposto Tinnesto di embrioni umani in animali. Si arriverà a pensare di
ibridare il patrimonio genetico
umano con quello animale?
L’ingegneria genetica offre oggi una nuova speranza: quella di
scegliere il sesso della prole.
Non occorrerà più il pendolino
o l’osservazione della pancia della gestante per sapere di che
sesso è il nascituro, si potrà selezionarlo prima. I professori
giapponesi Rihaki lizuka e Hideo Mori, che lavorano all’università di Tokio, hanno separato in
centrifuga i cromosomi maschili
(Y) e femminili (X) dello sper
ma, donando a sei donne, tramite fecondazione artificiale, la
gioia di avere sei femmine.
L’ingegneria genetica, sia animale che umana, ha già dato importantissimi risultati positivi,
ma cela anche spaventose prospettive. Dopo avere scoperto la
natura chirtiica del gene, molecola denominata acido desossiribonucleico (sigla DNA), avere
contato la sequenza totale di
DNA umano, circa tre miliardi di
unità, avere iniziato la mappatura dei geni (si tratta di procedere nella conoscenza, complessa fatica, della carta topografica
del genoma umano), si è iniziato
a manipolare il materiale genetico. La nuova tecnologia genetica ha consentito l’avanzamento della diagnostica, rendendo
possibile la diagnosi pre-natale,
attraverso lo screening genetico
che si serve del liquido amniotico che circonda il feto all’interno delTutero. Con tali analisi
si individuano difetti genetici e
cromosomici. La prospettiva è
incoraggiante: « Il repertorio delle possibili diagnosi pre-natali
aumenterà di molto, e questo potrebbe costituire un contributo
sistematico della ingegneria genetica alla medicina » (Lucio Luzzato. Ingegneria genetica e applicazioni mediche, "Sapere”, gennaio 1981, p. 19). La nuova tecnica con la produzione di antigeni (sostanze che deterrninano
neU’organismo la produzione di
anticorpi), affidata a batteri, virus, parassiti, ha messo a disposizione sostanze adatte a debellare malattie epidemiche.
E’ ancora questa tecnica che
fa sperare nella migliore conoscenza della genesi del cancro
imputabile a modificazione genetica e alla invenzione di una
opportuna terapia. A fronte di
questi dati positivi sta il pericolo di uso bellico: cosa sarà della
specie "uomo” nel caso di degenerazione genetica indotta da
agenti aggressivi studiati dalla
scienza in funzione distruttiva?
E dove si fermerà l’effetto degenerativo, coinvolgerà, come nella
catastrofe nucleare, vincitori e
vinti? Lo sfruttaménto commerciale — le multinazionali sono
già all’opera in questo settore
— comporterà, oltre alla solita
logica del profitto, una produzione priva di rigide e prudenziali tutele? Il discorso della
commercializzazione riguarda anche le "nuove fecondazioni”, chi
e come disporrà dei metodi all’avanguardia?
Per restare all’ambito riproduttivo suscita stupore e produce vantaggi la possibilità di riprodurre animali senza il rimescolamento del materiale genetico (ossia utilizzando il materiale di base di un solo individuo). Questa tecnica, chiamata
clonazione, ci può offrire copie
perfette, replicazioni. Qualora
fosse messa a punto la tecnica
per la clonazione umana (teoricamente si potrebbero rigenerare specie estinte!), una persona potrebbe "fotocopiarsi” e uno
Stato impazzito potrebbe programmare milioni di esseri identici, in base a prestabiliti criteri selettivi: bellezza, prestanza,
forza, colore, ecc.
Natura, scienza, etica
I concepimenti "oltre natura”
stanno in questo ampio contesto,
chiedono che si riapra il dibattito sul concetto di "natura” e di
"scienza” e sui suoi rapporti con
l’etica sociale. In sede cristiana
chiedono una profonda rifondazione dei criteri etici. Probabilmente il lavoro più diffìcile da
effettuare consiste nel favorire il
mutamento dei modelli mentali
inadeguatì alle nuove interrogazioni. Ma non abbiamo secoli,
le cose procedono in fretta; « La
scienza ci ha continuamente messo di fronte a nuovi dilemmi morali, ma mai con tanta rapidità e intensità» (June Goodfield,
Giocare alla divinità, Feltrinelli,
1981, p. 101).
Occorre anche velocizzare
l’informazione, la comprensione,
la valutazione. Mentre in questa
fase, ancora incipiente, è azzardato sostenere che va velocizzata anche la decisione etica, del
resto, se non si usano modelli
etici rigidi e vetusti, le questioni
appaiono di non facile interpretazione. Sarebbe già molto, in
questa fase, recuperare in un
nuovo contesto e con affinata sensibilità, rispetto e amore per la
creazione e per ogni vita umana.
Nel prossimo articolo forniremo materiale per una riflessione etica. Aggiungiamo a questo
lavoro introduttivo la descrizione delle possibili fecondazioni
artificiali e nuove "nascite”.
Alfredo Berlendis
Il segno
(segue da pag. 1)
Prigioniero di Siviglia: « Ci sono tre forze, soltanto tre forze
sulla terra in grado di vincere
e di conquistare per sempre la
coscienza di questi deboli ribelli, dando loro la felicità. Queste
tre forze sono: il miracolo, il
mistero, l’autorità. Tu rifiutasti
la prima, la seconda e la terza,
dandone così un esempio... Ma
quanti sono come Te?... La natura umana è forse fatta per
respingere il miracolo, per basarsi, nei momenti così terribili
della vita, nei momenti dei più
gravi e tormentosi problemi dell’anima, sulla sola libera decisione del cuore?... All’uomo manca la forza di rinunziare al miracolo, egli crea altri nuovi miracoli, personali, per inchinarsi
al prodigio di uno stregone, ai
sortilegi di una contadina, pur
essendo ribelle, eretico e ateo!...
Noi abbiamo corretto l’opera
Tua e l'abbiamo fondata sul miracolo, sul mistero, sull’autorità. E gli uomini si sono rallegrati di essere nuovamente guidati come un gregge e che i loro cuori siano stati finalmente
liberati da un dono così terribile, che aveva causato loro tante sofferenze ».
Il mondo religioso vuol prendere l’uomo per sé rendendolo
schiavo del miracoloso e dello
straordinario, pieno di paura
per il sovrannaturale e il divino, affinché sia possibile realizzare la costruzione di un mondo
governato dai forti e dai potenti contro tutti i deboli che vo
gliono continuare a vivere nella
paura.
Questa fu per Gesù la tentazione di conquistare l’uomo col
miracolo, cioè convincere l’uomo
che gli conviene rimanere schiavo delle sue passioni religiose e
non assumersi responsabilità di
uomo libero. Gli conviene credere nella autorità di questa religione perché gli garantisce consolazione, calma dai tormenti
dell’anima, sicurezza di fronte
alla morte.
Ma per Gesù questa è una
tentazione: « Non tentare il Signore Iddio tuo! ». Non creare
una tua immagine di Dio per
farne quello che vuoi, non cadere nel ricatto del religioso, ma
sii libero di amare il tuo Dio
"per nulla”!
Gesù rinunzia al miracolo-trappola; rinunzia a soddisfare la
fame di religione degli uomini;
rinunzia a tutto ciò che può ingannare gli uomini costruendo
un’immagine falsa della sua persona. Egli è Gesù di Nazareth
che obbedisce alla voce del Padre, e basta!
La richie.sta dei Farisei di un
"segno” per qualificare l’opera e
le parole di Gesù, riguarda allora non una polemica su una
dottrina religiosa, ma il problema di sempre: cosa è fede in
Gesù?
Molte volte abbiamo questo
problema: come essere certi della verità delle testimonianze bibliche? Come essere sicuri che
Gesù è il Signore e non solo un
profeta giudeo morto 2000 anni
fa? Come essere certi che le sue
parole hanno valore oggi? Di
fronte ai nostri dubbi abbiamo
un’unica alternativa: o essere
come il credente Giobbe che
amava Dio per nulla o essere
come i credenti amici di Giobbe
che credono in Dio perché pensano di poter sfuggire al male
attraverso l’obbedienza ad una
legge. Attendere il “segno dal
cielo” o rimanere legati alle parole di Gesù: « Chi crede in me
se muore vivrà »! E’ intorno a
questa alternativa che si gioca
la nostra predicazione evangelica. Gli dei del nostro tempo sono facilmente credibili piuttosto che questo Gesù la cui storia è contraddittoria e la cui fine
fu ignominiosa. Come credere in
questo Gesù?
Egli è proprio il Signore nel
quale non notremo mai credere
rimanendo quelli che siamo: calcolatori, profittatori, individualisti. Non si può credere in Dio
e voler anche mantenere in piedi la possibilità di conservare la
propria autonomia. Credere in
lui significa essere ogni giorno
messi in giudizio e non pretendere di possedere la prova della
sua potenza. Credere in lui significa accettare il dubbio perché sappiamo di vivere per sola
grazia e non per nostra forza.
Gli uomini ricercano ancora
oggi un "segno dal cielo” perché rimangono imprigionati nel
loro bisogno del meraviglioso e
del mistero, ma non si accorgono di essere ciechi e di- non poter gustare il dono di Dio in
Gesù.
La nostra predicazione sia una
testimonianza a questa fede e
non un comunicare garanzie religiose per l’uomo d’oggi; sia un
invitarlo alla "pazzia” di questo
Signore e non fornirgli certezze
superstiziose: questo perché solo al Signore sia onore e gloria.
Giovanni Anziani
4
4 fede e cultura
1 agosto 1986
CONVERSAZIONE CON J.J. PEYRONEL SUL ’’SERVIZIO CRISTIANO’
"Nuovo corso" anno uno
E' passato un quarto di secolo
dall’intuizione di Tullio Vinay di
essere chiesa a Riesi, in modo diverso. E la sfida continua, questa volta con gente nuova. Il ricambio è avvenuto alTincirca im
anno fa. Tullio Vinay, 77 anni,
vive oggi a 'Roma e segue da lontano ¿i sviluppi del "nuovo corso" che lui stesso ha voluto e sollecitato. Jean Jacques Peyronel,
nuovo direttore del S. C. in cui
ha lavorato dal 1968 al 1972, si
considera figlio spirituale della
« avventura dell’agape » predicata da Vinay. In pochi mesi Peyronel ha messo insieme un nuovo
gruppo residente di 17 persone.
La scuola elementare del S.C.
(120 allievi) funziona talmente
Isene ohe è ormai la più temibile
concorrente della scuola elementare di Stato di Riesi. Anche all’asilo le iscrizioni continuano a
salire e superano già le 60 unità.
Il consultorio, situato nel centro
cittadino, è visitato da decine di
donne. Il centro agricolo è im
settore in espansione (ed è Ttinica attività che produce reddito),
con problemi nuovi tipo il nuovo progetto di agronica, una sorta di produzione agricola in serra pilotata dall’informatica. In
sosteinza il primo anno del “nuovo corso" è stato superato positivamente.
Primo bilancio
La domenica mattina, dopo
aver partecipato al culto nella
chiesa di Riesi, all’ombra degli
ulivi che circondano il S.C., Peyronel tenta una prima valutazione del lavoro svolto. « In questi
anni è cambiata la Sicilia, è cambiata Riesi e il Sud in generale.
L’immagine terzo o quarto mondista — precisa Peyronel — del
S.C. va aggiornata. E’ vero, siamo una zona ancora sottosviluppata, ma è una sacca dentro una
Europa ricca.
Preferisco vedere la validità
del S.C., in questa fine degli anni
'80, nel quadro di un’esperienza
di frontiera in un Sud ponte con
il Terzo Mondo, tra la cattedrale
nel deserto di Gela (allusione alla raffineria Anic, n.d.r.) e i missili USA installati a Comiso, tra
l’opulenza palese ed occulta delle
province di Palermo e di Ra^sa
con le loro redditizie coltivazioni
in serra e la nuova povertà della
provincia di Caltanissetta (da cui
Riesi dipende, n.d.r.) dove, chiuse le miniere di zolfo e non modernizzato l’aspetto industriale,
si ritorna aH’agricoltura ».
Per circa l’80% del suo bilancio il S.C. dipende dai doni. Una
rete di amici sparsi in tutta Europa segue, sulle pagine del Bollettino del S.C., il lavoro e gli
sviluppi del Centro che, dal tempo della sua fondazione, sta vi
vendo la sua prima svolta storica. Per spiegare la svolta, Peyronel ha avuto molti incontri in
Svizzera, Germania, Francia e
con l’occasione ha potuto conoscere direttamente la vasta rete
di amici e sostenitori, la maggioranza dei quali oggi ha l’età di
Tullio Vinay. Molti di loro sono
scomparsi, anche la tiratura del
Bollettino, stampato in quattro
lingue, è calata da 12 a 7 mila copie, ma aumenta l’interesse, specie tra le giovani generazioni, per la proposta etica che
Riesi offre. « Continuo a ricevere,
specialmente dalla Germania —
ammette Jean Ja^ues Peyronel — richieste di giovani che desiderano trascorrere un periodo
più o meno lungo di lavoro volontario nel nostro Centro ».
Il futuro
All’inserimento del nuovo gruppo del S.C. ha fatto riscontro a
Riesi città, un anno fa, Tinsediamento del nuovo pastore Mauro
Pons. Diviso tra la conduzione
del centro giovanile di Adelfia
(con grossi problemi di fatiscenza delle strutture) sulla riviera
di Scoglitti, la cura del gruppo
di Caltanissetta e la ricompattazione della comunità riesina,
Pons è soddisfatto del rapporto
con il S.C.
« Pur mantenendo distinti i
settori d’intervento, perché una
cosa è la comunità valdese di
Riesi e altra il S.C., abbiamo già
avuto alcune preziose occasioni
di collaborazione — precisa Pons
— e poi soprattutto non manca
il dialogo, il confronto ohe, in futuro, spero aumenti ».
E il 'futuro come si presenta?
SuH’agenda delle prossime settimane l’appuntamento più importante è quello deU’assemblea degli amici del S.C., fissata dal 26
al 28 settembre. L’assemblea sarà chiamata a valutare il "nuovo
corso" ed indicare linee di azione per il prossimo futuro. La vastità dei settori d’intervento, i
problemi interni al gruppo residente (convivere non è senipre
facile anche se la meditazione
biblica ricorda a tutti, quotidianamente, il senso di questa scelta), il rapporto con la città, la
necessità, a volte, di decidere cose importanti in fretta e bene
impongono un grosso dibattito
per continuare con rinnovata
convinzione. « Vorrei andare di
più in piazza e stare meno tempo in ufficio — ammette Peyronel che fra tre mesi compie quarant’anni — per capire se stiamo
rispondendo alle attese della popolazione ».
Mentre lascio Riesi penso che
la tentazione maggiore per il
gruppo del S.C. sia l’isolamento.
Il S.C. è un posto splendido, una
sorta di kibbntz protestante dove c'è tutto, o quasi. In fondo
non c’è bisogno di andare in
piazza in mezzo ai rumori e alla
puzza dei motorini. Puoi tranquillamente passeggiare tra gli
ulivi, i campi, i vialetti curati del
Centro e riflettere su tante cose,
in assoluto silenzio. Ma il paese
lentamente e progressivamente
si sta allargando. In autunno,
espropriati alcuni terreni del
S.C., si costruiranno dei condomini lungo il viale d'accesso.
« Diventeremo, se non lo siamo
già — dice Mauro Long del gruppo residente — un quartiere di
Riesi ». Tutto sommato il tempo
ha dato ragione a Vinay che predicò l’essere chiesa in mezzo ai
problemi della città. Non solo
nel tempio, ma in piazza.
Giuseppe Platone
NOVITÀ’
Nella collana; Folklore, storia del costume, libri fotografici:
I Calabro - Valdesi
GUIDA AI LUOGHI STORICI
Testi di E. Stancati - A. Genre - E. M. Gai
Fotografie di Attilio Merlo
Prefazione di Giovanni Gönnet
A. Perrotta
con 82 fotografie in bianco/nero, 4 a colori, 7 ill.ni e cartine
copertina a 5 colori, plastificata - L. 18.500 - pp. 128.
— Sono i superstiti delle un tempo fiorenti « colonie » valdesi
in Calabria, stroncate dalla durissima persecuzione che si
abbatté su di loro nel 1561 per motivi di religione.
— Due competenti locali hanno curato la « guida » ai luoghi
storici di Guardia e di altre località ricche di memorie:
S. Sisto dei Valdesi, Montalto Ufiugo, Vaccarizzo, eoe.
— Il libro presenta le 82 splendide fotografie in bianco e
nero di Attillo Merlo che costituiscono anche una documentazione preziosa di quanto è ancora salvabile dell’antico centro abitato valdese.
CLAUDIANA — Via Principe Tommaso, 1 — 10125 TORINO
Convegno
su Karl Barth
nel centenario della sua nascita (1886)
31 OTTOBRE (venerdì) ore 15.30:
G. BOF, La ricezione di Barth in Italia
B. ROSTAGNO, Barth pastore
W. KRECK, Barth politico
1« NOVEMBRE (sabato) ore 9.00:
Seminario sulla teologìa dell’elezione:
La dottrina dell’elezione come centro della teologia?
Testo introduttivo preparatorio di S. Rostagno; interventi
vari; dibattito.
1“ NOVEMBRE ore 15.30:
Barth ecumenico
A. BELLINI, La teologia cattolica di fronte a Barth
P. RICCA, Barth di fronte al cattolicesimo e all’ecumenismo.
Un programma più dettagliato potrà essere chiesto alla
Facoltà Valdese di Teologia, via Pietro Cossa 42, 00193 Roma.
Un limitato numero di posti-letto è disponibile alla Facoltà stessa: si raccomanda di prenotare con molto anticipo.
Chi sta in albergo o da privati potrà prendere i pasti alla
mensa di Facoltà durante il Convegno, indicandolo al momento dell’arrivo.
OPINIONI
La sbandata
Nell’articolo « Darsi al Signore », apparso su « La Luce » del
30.5 U.S., il pastore Ricciardi, occupandosi del problema della
scarsezza delle contribuzioni dei
membri di chiesa, ha ricordato
il noto dibattito su « Chiesa e politica » ed ha deprecato il fatto
che esso abbia fatto sì ohe siano
venute a mancare alcune grosse
contribuzioni; non gli è venuto
in mente che alcuni dissenzienti,
permalosi, abbiano assunto tale
comportamento per essere stati
qualificati « borghesi reazionari »
e « sepolcri imbiancati ».
Egli ha invece colto l’occasione per esaltare il grande balzo
compiuto dalla Chiesa in quei
giorni, a seguito degli innovativi
«atteggiamenti che hanno fatto
discutere e hanno indotto la
Chiesa a guardare non solo al
cielo ma anche alla terra ».
Il fatto che tale affermazione,
non nuova e oggetto, a suo tempo, di discussione tra il sig. moderatore e il sottoscritto (v. « La
Luce » del 29.10.82 e del 28.1.83),
venga ripetuta oggi, quando molte cose sono cambiate, mi ha
spinto a tornare sull’argomento,
chiedendo ancora una volta la
concessione di un po’ di spazio al
direttore di questo giornale.
La Chiesa valdese, negli scorsi
anni, appena ne ebbe la possibilità, giudicando suo compito essenziale Tevangelizzazione, si diede ad essa con grande entusiasmo e riuscì a fondare chiese in
tutta Italia.
Essa si astenne dal fare politica, uniformandosi all’ insegnamento di Gesù, nella convinzione che gli egoismi, la disonestà
e le menzogne, in essa prevalenti, dovevano essere combattuti
con la predicazione basata sul
vecchio e sul nuovo Testamento,
nella fiducia che essa avrebbe
dato effetti positivi anche in campo politico per il conse^ente
comportamento dei fedeli vecchi e nuovi, nella vita economica e sociale.
Nell’eccezionale situazione morale e politica degli anni '70, tale
comportamento della Chiesa venne aspramente contestato: si
parlò di marxismo e di rivoluzione e persino di « rispettabilità
del terrorismo rosso »; qualche
anno dopo il moderatore Giorgio Bouchard affermò che « il
tempo dei ministri dell’utopia
era finito » (« La Luce », 29.10.82).
Giudico opportuna ed utile per
i giovani, per gli immemori e
forse per noi tutti, la citazione
letterale degli atteggiamenti che
fecero discutere.
I nuovi compiti della Chiesa
vennero così precisati:
1. Conversione alla politica dei
poveri, cioè dei proletari (!?) per
non cadere nel disimpegno; dovendosi considerare sorpassati
Francesco e Valdo.
2. Riforma totale sulla base
dell’analisi marxista (!?).
3. Assunzione della lotta di
classe quale forma sostanziale
dell’esistenza cristiana.
4. Condanna della meritocrazia, subdola forma di razzismo.
5. Rinuncia alla semplice proclamazione verbale delTEvangelo, dato che il cristiano non può
giocare al profeta disarmato.
6. Alleanza, al caso anche in
forma partitica, coi milioni di
uomini che, pur non essendo credenti, non vivono per se stessi,
ma per gli altri (?).
E’ evidente che la Chiesa, accettando tale sconvòlgente programma, rinunciava alla messianica speranza cristiana di instaurazione del Regno di Dio ad opera del ravvedimento degli uomini
dal peccato e la barattava col progetto marxiano di liberazione da
ogni ingiustizia terrena mediante la rivoluzione ed il conseguente totale cambiamento delle
strutture statali e sociali, da ottenersi, se necessario, anche con
la violenza.
E’ altrettanto evidente che tale
conversione non poteva essere
accettata senza opposizione; questa non mancò infatti e fu anche
di grande rilevanza ma non ebbe
successo perché le comunità,
benché assai sconcertate, ignare
della vera essenza del marxismo,
furono influenzate dal forte richiamo al problema dei poveri e
degli emarginati. Coloro che sapevano tacquero sul fatto che il
grande successo del marxismo
era dovuto invece alla promessa
fatta ai proletari che la rivoluzione avrebbe dato loro l'uguaglianza economica, con l’abolizione
della proprietà privata, definita
« causa della distorsione che tutto corrompe e degrada ».
Parecchi dissenzienti non si
dettero per vinti e decisero di
continuare il buon combattimento, raggruppati nel movimento
di « Testimonianza Evangelica
Valdese ». Questo fu subito definito "settario" e "non vitale’’ ma
opera e vigila tuttora, con ferma
fedeltà aH’impegno assunto ed
alla Confessione di fede del 1662.
Non altrettanto possono affermare, a mio avviso, i politici, o
■ politicanti che dir si voglia. In
questi ultimi tempi è stato discusso, in Italia, il problema della « giustizia sociale »; il dibattito si è svolto, senza accenno alcuno alla dottrina marxista, sulla base dei princìpi della nostra
Costituzione, cioè: libertà per la
iniziativa privata, garanzia per le
proprietà con essa acquisite* intervento dello Stato in soccorso
ai bisognosi, correlative contribuzioni degli abbienti.
La discussione ha avuto con e
esito più importante la condar.
na del cosiddetto "appiattimenti;
delle retribuzioni’’, dato che da
quasi tutti i partiti, compreso
quello comunista, venne ricono
scinta la superiorità in vista del
bene comune, del sisterria retributivo che tiene conto del merito, cioè della capacità e della
professionalità. Quei notabili della Chiesa Evangelica Valdese, i
quali, come ha scritto il pastore
Santini, operano con un occhio
alla Bibbia ed un orecchio all’Unità, non hanno ritenuto doveroso intervenire, in osservanza
agli atteggiamenti in precedenza
assunti.
Ma l’attualità più rilevante, sul
tema qui discusso, si rintraccia
nell’articolo apparso su « La Luce » del 20.6 U.S., dal titolo « Il
destino delle rivoluzioni »: vi si
dice che, nel corso di una conferenza, il moderatore Bouchard
dopo un'esplicita dichiarazione
che « il marxismo realizzato fa
problema » ha proposto « il rilancio di un socialismo etico (tra
parentesi, proprio aborrito da
Marx) che ritorni alle motivazioni giudaico-cristiane, cioè alle
proposte dei profeti ed alla proposta di Gesù ».
Sembra certo ormai che siamo
in presenza di un ritorno o ripensamento che non può che rallegrare i valdo-metodisti.
Si potrà così considerare una
brutta, temporanea e veramente
incomprensibile sbandata il fatto che la Chiesa Evangelica Valdese abbia potuto credere di poter fare suo il progetto di trasformazione del mondo, tanto
utopico quanto irrazionale, nato
nella mente prometeica di un uomo che, come ha scritto la nota
grande appassionata e insospettabile Simone Weil « era animato da una specie di illusione
messianica che gli fosse riservato un secolo decisivo nella salvezza del genere umano ».
Renato Paschetto
5
1 agosto 1986
obiettivo aperto 5
REPORTAGE SU UN AFFASCINANTE MONDO IN EVOLUZIONE
VIAGGIO NELLA CINA PROTESTANTE
Il Consiglio Generale dell’Alleanza Battista Mondiale ha tenuto
recentemente una sessione a Singapore organizzando successivamente un giro d'amicizia nella vicina Cina popolare. A questa visita, che ha toccato Manchino e Canton, ha partecipato anche il
pastore Piero Bensi, membro del Consiglio nella sua qualità di presidente della Federazione Battista Europea, che ha scritto questo
reportage per i lettori dell'Eco-Luce.
La prima impressione che si
riceve visitando la Cina popolare è quella di ima grande libertà. Pochissime le formalità
(il visto turistico vale per tre
mesi e serve per tutto il territorio della Cina, senza necessità di altri permessi per muoversi aH’interno), scrup>olosi, ma
veloci i controlli negli aeroporti, pochissimi i poliziotti (per
la metà, donne), sempre estremamente cortesi. Ma l’impressione indubbiamente più viva è
quella della gente. Si dice che i
cinesi siano ormai circa un miliardo' e... si vede! Le strade di
Nanchino (considerata dai cinesi una delle loro piccole città,
nonostante i due milioni di abitanti) sono costantemente piene di gente, dalle sei del mattino alle dieci di sera. Gente che
cammina veloce, che entra nei
negozi (affollatissimi), che commercia per la strada, che mangia presso le bancarelle, e centinaia di migliaia di biciclette,
che passano come un fiume inarrestabile, per tutte le vie principali, scampanellando allegramente ed in continuazione. Dico
allegramente perché il suono di
quei campanelli (tutti uguali) è
simpatico, molto simile a quello
dei telefoni che si sentono nei
film americani.
Pensavo a cosa sarà il rumore. quando tutti quei campanelli
saranno sostituiti da altrettanti
clacson! Le automobili, per ora,
sono rarissime e sono quasi tutte taxi. La popolazione è giovane e desta una simpatia istintiva. Se ci si avvicina a qualcuno, si viene sempre accolti con
un sorriso gioviale, seguito poi
da un’espressione di sincero
sconforto per non essere in grado di comunicare (pochissimi
conoscono altra lingua che il cinese). C’è ancora molta povertà : migliaia di modeste casupole monolocali, dall’aspetto malandato, che danno su vicoli
stretti, nei quali la gente praticamente vive durante il giorno :
cucinano, mangiano, giocano,
leggono, si riposano. Sanno tuttavia che si tratta di una situazione transitoria e ormai agli
sgoccioli : le casette verranno
tutte abbattute (e sarà una perdita dal punto di vista dell’aspetto della Cina tradizionale)
per lasciare il posto alle nuove
costruzioni moderne ; palazzi enormi, dai cento appartamenti.
Tutta la città, infatti, è un immenso cantiere edile; dovunque
si costruiscono palazzoni, grattacieli, alberghi modernissimi. E
questo è vero in tutte le città
più importanti. Il cuore della
Cina batte fino allo spasimo per
ricuperare gli anni perduti della rivoluzione culturale. « Lavoriamo insieme per modernizzare la Cina » : questo slogan è visibile dovunque (sovente con la
sottoscritta in inglese). E i cinesi sembrano ben disposti a
compiere questo sforzo immane
che le circostanze richiedono.
Negozi, cantieri, fabbriche, banche, uffici non chiudono praticamente mai. Il giorno settimanale di riposo è diverso secondo le squadre di lavoro, per cui
non esiste un giorno specifico
ug-aale per tutti in cui si ferma
ogni attività (come da noi la domenica). Il ritmo d’aumento della popolazione è stato duramente frenato, chiedendo alle nuove famiglie cinesi di non avere
più di un figlio. Se arrivano altri figli oltre il primo, le tasse
aumentano proporzionalmente.
Lo Stato distribuisce gratuitamente le pillole anticonceziona
li. Nelle città, a quanto pare, le
giovani coppie hanno accolto
con molta serietà questo richiamo che, chiaramente, ha un carattere temporaneo.
Chiese anticinesi
Il popolo cinese, si sa, non è
un popolo religioso. Ha un grande rispetto per la natura e per
le forze che in essa si manifestano, ma « le religioni » come
le intendiamo noi sono seguite
da una piccola parte della popolazione. Non esiste im particolare « riconoscimento » da parte
del Governo per talune religioni,
né esiste alcima legge restrittiva, In generale, tuttavia, si afferma che le « religioni ufificiall »
presenti sul suolo cinese sono
cinque ; protestanti, cattolici,
buddisti, maomettani, taoisti. Il
Governo considera la religione
come una « innocua superstizione » e perciò non se ne preoccupa, lasciando che le religioni
vivano la loro vita come organismi privati.
Abbiamo avuto il privilegio di
ascoltare i principali leaders
protestanti cinesi ed avere quindi informazioni e spiegazioni altamente qualificate. Le molte
chiese protestanti sono sorte in
Cina durante il secolo scorso
per opera di missionari stranieri, i quali hanno portato, è vero, l’Evangelo, ma insieme con
l’Evangelo, anche le loro divisioni e le loro dispute teologiche amare e interminabili. Purtroppo, insieme con i missionari, sono approdati sul suolo cinese anche molti avventurieri
occidentali (quindi considerati
« cristiani ») che hanno avuto
non piccola parte nel commercio e nella diffusione dell’oppio.
Il che non giovava certo al buon
nome delle chiese cristiane (il
Dopolo non poteva distinguere
fra i « veri » cristiani e gli « avventurieri» cristiani), che vivevano una vita stentata, profondamente divise fra loro, con
scarsa penetrazione fra il popolo. Quando venne la liberazione
nel 1949 (interessante il fatto che
tutti gli oratori parlavano dell’avvento di Mao come del « giorno della liberazione ») tutta la
corruzione legata all’uso dell’oppio venne spazzata via ed una
nuova vita incominciò per la
Cina. Le chiese protestanti parteciparono alla grande gioia per
la liberazione, anche se si prevedevano delle difficoltà. I missionari stranieri vennero tutti
allontanati dal paese e molte
chiese si ritrovarono improvvisamente senza « guide spirituali ». Le chiese incominciarono
allora a riflettere seriamente sulla loro posizione, il loro messaggio, la loro relazione con il
popolo. Il cristianesimo veniva
considerato come una realtà
estranea alla cultura ed alla
mentalità cinese ed effettivamente le chiese non facevano
nulla per essere con il popolo e
per il popolo. Sembrava — ad
ascoltare certi sermoni protestanti — che i soli cinesi che
Dio amasse fossero quelli che si
convertivano e che si convertivano in quella determinata denominazione! Le chiese non sono mai state amiche del popolo. Anzi: spesso erano le chiese
stesse che insegnavano ai loro
fedeli ad essere anticinesi.
Il vescovo Ting (di origine
anglicana), il leader di maggiore spicco nella chiesa protestante cinese, presidente del Consiglio Cristiano Cinese e del Semi
nario di Nanchino, nonché titolare di cattedra all’Università di
Nanchino, ci diceva : « A quell’epoca e fino a ieri, quando uno
di noi si convertiva al cristianesimo era perduto come cinese».
Affermazione grave e pesante,
che esprime tutta la sofferenza
del ripensamento che ha avuto
inizio dopo la liberazione del
1949 e negli anni sedenti. Anni
in cui i cristiani si interrogavano, incerti sulla strada da prendere, riconoscendo che il cristianesimo non era mai riuscito
ad essere tma realtà nella vita
cinese. Ovviamente ci sono stati dei momenti duri e difficili,
ma dovuti molto più a questo atteggiamento anticinese delle
chiese cristiane, che non a persecuzioni da parte del Governo.
Mentre le chiese protestanti
così si interrogavano, titubanti
e divise, scoppiava improvvisa
la cosiddetta « rivoluzione culturale» (1966-1976) che in realtà
non aveva nulla di culturale e
nulla di realmente rivoluzionario. Sono stati anni di oscurantismo, di vergogna, di terrore.
Mao, ormai troppo vecchio per
tenere le redini, ha lasciato fare
alla « banda dei quattro », alla
quale si opponeva, in certa misura, il solo Ciu-en-Lai, ministro
degli esteri, di cui i cristiani
serbano rispettosa memoria. Ma
non poteva arrivare a tutto. Le
chiese e i seminari furono chiusi e molti distrutti; qualsiasi
riunione, privata o pubblica, vietata, come pure vietata la lettura della Bibbia, dei classici,
l’ascolto della musica di Bach,
Mozart, Beethoven ecc. Molti
pastori dovettero nascondersi e
vivere della carità dei vicini, altri vennero inviati nei campi a
lavorare e parecchi di loro, troppo anziani, non resistettero e
morirono per il cambiamento di
vita. Furono dieci anni persi per
tutta la cultura cinese e per tutto lo sforzo di ricostruzione. Anche le altre religioni vennero
soppresse e subirono le stesse
persecuzioni. I cristiani si riunivano segretamente nelle case
e citavano a memoria i versetti
biblici, essendo troppo pericoloso portare con sé una Bibbia.
Erano riunioni in • cui la presenza di Dio era quasi palpabile.
Una nuova chiesa
Terminata la rivoluzione culturale nel 1976, poco per volta
le cose cambiano. Non è facile
riprendere il cammino dopo tanti anni di sofferenze e di vergogna. Ma ora si può dire che veramente, dal caos e dalla lotta,
una nuova Gina sta emergendo.
C’è un evidente senso di orgoglio e di rispetto di sé nel popolo cinese di oggi. E la nuova
chiesa della Cina non può essere compresa se non attraverso questa realtà. Il vescovo Ting
ci ha detto : « La nostra esperienza è comprensibile solo attraverso la Croce e la Risurrezione: anche per noi è stata necessaria una morte per giungere a questa nuova risurrezione ».
Nel 1979 incominciano ad aprirsi nuovamente le chiese o a es-‘
sere ricostruite; si riapre il Seminario di Nanchino ed in seguito altri dieci seminari o scuole bibliche. I credenti tentano
di contarsi : con loro somma
sorpresa si accorgono che al
termine della rivoluzione culturale, della persecuzione e della
clandestinità, sono in numero
sette volte maggiore che nel 1949
ed almeno quadruplicati rispetto al 1966. Se all’inizio della persecuzione delle guardie rosse i
protestanti erano circa un milione, al termine erano almeno
quattro milioni e oggi, contando i bambini e i familiari e i
simpatizzanti, si può dire che i
protestanti in Cina siano circa
dieci milioni e altrettanti i cattolici.
Le statistiche però sono molto approssimative, data la vastità del territorio e le difficoltà
di comunicazione. I primi locali
di culto riaperti dal 1979 risultano subito insufficienti, con
meraviglia degli stessi responsabili. Migliaia (forse milioni)
dì credenti continuano' a riunirsi nelle case e a formare quelle
« case-chiesa », ben note nel
Nuovo Testamento. Questi credenti non sentono il bisogno di
avere un locale particolare per
rendere il loro culto e testimoniare deiravangelo, eppure si
sentono parte viva ed integrante della chiesa di Cina. « Abbiamo imparato — confermava il
vescovo Ting — che i locali di
culto sono necessari, ma non
indispensabili. La vitalità della
chiesa non dipende dai locali».
non ama soltanto i credenti —
prosegue ’Ting — ma Dio ama
il popolo cinese. Questo noi siamo chiamati a proclamare, insieme con la sovranità di Gesù
Cristo su tutto l’Universo». La
chiesa cinese, oggi, vive con i
suoi fondi, con i suoi libri, con
i suoi pastori. Quando si trattò
di riaprire il Semmario di Nanchino fu chiesto un contributo
alle chiese fissando una cifra come traguardo. La risposta fu tre
volte maggiore del traguardo richiesto.
Oltre le
denominazioiii
Fondamentale il ruolo del
« Three-Self Movement » per la
costituzione della chiesa protestante cinese, senza denominazionalismi. All’inizio, negli anni
Il Seminario teologico di Nanchino.
Ma la grande, grandissima
novità di questa chiesa risorta
dalle ceneri è l’assenza di qualsiasi denominazionalismo e il
profondo radicamento nella vita, nella cultura e nella ricostruzione cinese. Il merito di questo
mutamento di vita e di rotta,
è in gran parte dovuto ad im
« movimento » sorto già all’inizio degli anni 5C e impegnato
profondamente alla rinascita del
1976. Si chiama il «’Three-Self
Movement », cioè il Movimento
delle tre autonomie. Fin dal suo
sorgere, in seguito alle riflessioni cui abbiamo accennato sopra, questo «movimento» (composto da pastori e laici) si proponeva lo scopo di realizzare la
chiesa protestante cinese come
auto-governata, auto-finanziata,
auto-propagantesi. In altri termini ; una chiesa che non dipendesse più dall’estero né per
i quadri pastorali, né per il danaro, né per la sua strategia di
evangelizzazione. Questo « movimento », fortemente contrastato, agli inizi, dalle chiese stesse, è diventato in questi ultimi
dieci anni il vero protagonista
della ricostruzione della chiesa
protestante cinése. A chi gli faceva notare che tm movimento
di questo genere potrebbe apparire troppo nazionalista e antistraniero, Ting ha risposto;
« Fateci fare un passo alla volta.
Lo scopo del nostro movimento
è quello di aiutare le chiese a
scoprire la loro identità cinese.
Cèrto, le chiese con identità cinese sono pur sempre una parte della Chiesa Universale. Noi
desideriamo soltanto smetterla
di essere semplicemente un
punto sulla carta geografica missionaria delle chiese occidentali.
Solo così noi possiamo portare
un arricchimento alla Chiesa Universale ».
Oggi la chiesa cinese è profondamente radicata nella vita
e nella cultura popolare. «Dio
50, la spinta a tentare di unificare le chiese in Cina, veniva dal
timore che il Governo, constatando le continue dispute che
sorgevano fra le chiese e l’enorme dispersione di energie e risorse dovuta al frazionamento,
sarebbe potuto entrare nel merito dell’esistenza stessa delle
chiese. Non tutti i cristiani compresero l’importanza della posta in gioco e le fatiche del Movimento, alTirdzio, furono spesso vanificate. Forse, su questo
punto, il Movimento anticipava
troppo i tempi. Ma gli anni della persecuzione (66-76) s’incaricarono da soli di far capire agli
evangelici molte cose che nessun decreto governativo o decisione ecclesiastica avrebbe mai
potuto far intendere. E così, grazie alla presenza di questo Movimento alTinterno di quasi tutte le chiese, la Chiesa Cinese che
risorge dalle ceneri della rivoluzione culturale è una chiesa
post-denominazionale. Il che non
significa che tutti rinunzino alla
loro specifica tradizione (anglicana, episcopale, metodista, presbiteriana, battista, avventista
ecc.), ma che ognuno riconosce
come secondari 1 propri convincimenti denominazionali, rispetto alla priorità assoluta della testimonianza comune alla Signoria di Cristo.
All’interno di ogni comunità
vengono rispettate le particolarità di ciascuno. Così, ad esempio, il battesimo che per noi battisti riveste una particolare importanza, è amministrato secondo il desiderio del catecumeno
o dei genitori (se di tradizione
diversa da quella battista). Nella partecipazione al culto nella
chiesa di Nanchino, la domenica mattina, abbiamo sentito questa particolare ricchezza di apporti; la solennità anglicana, la
sobrietà riformata e TentusiaPlero Bensi
{continua a pag. 8)
6
6 cronaca delleValli
1 agosto 1986
NELLA REGIONE PIEMONTE
Tempio
aperto
La domenica mattina, durante il culto, davanti alla chiesa
di Torre Pellice si notano un
banco e dei venditori. Ma non
si tratta di ambulanti abusivi:
sono i volontari del “Tempio
aperto", membri di chiesa che
in questo modo rendono un servizio di accoglienza ai forestieri.
Sul banco, libri e pubblicazioni che parlano della storia e della fede dei valdesi; in diverse
lingue, naturalmente, perché mai
come in questo periodo la nostra "Ginevra italiana" è meta
di viaggiatori da tutta Europa.
Oltre ai libri, presso il banco si
trova la disponibilità a rispondere a ogni domanda dei visitatori su ciò che siamo, che crediamo, che facciamo. Ma il “Tempio aperto" non si ferma qui:
il sabato sera, infatti, è possibile visitare la chiesa, e la domenica pomeriggio nel tempio si
svolgono incontri su temi di carattere teologico o storico.
L’obiettivo dell’iniziativa, lanciata l’estate scorsa con risultati positivi, è quello di dare una
testimonianza di fede a chi,
evangelico o no, trascorre le vacanze in Val Pellice.
Se è difficile calcolare quanti
si fermano al banco dei libri,
più agevole è valutare le presenze agli incontri della domenica
pomeriggio, dai quali per altro
sono di fatto esclusi i gruppi di
stranieri, per difficoltà linguistiche. La media di quest’anno è
di una cinquantina di partecipanti; in maggioranza, ver altro,
membri di chiesa di Torre Pellice. Virtualmente impossibile è
invece discernere che cosa abbia
prodotto il messaggio che è stato offerto. Chi ha lavorato al
"Tempio aperto" l’anno scorso
riferisce che c’è stato chi, fra
gli ascoltatori di allora, ha poi
continuato a frequentare una
comunità valdese nella sua città: certo però che il senso dell'iniziativa non può essere valutato in termini puramente quantitativi (« abbiamo convinto tante persone»). I tempi e i modi
in cui la predicazione raggiunge
il suo effetto non ci apnartengono. Si può dire però che attività
come il “Tempio aperto" fanno
parte della vocazione di una
chiesa evangelica.
Mentre però si evangelizzano
i forestieri, in gran parte persone che vengono fin qui perché interessate a noi, alla nostra cultura e alla nostra storia, e quindi ben disposte ad ascoltare quel
che abbiamo da ' dir loro, non
bisogna dimenticare gli interlocutori che sono in mezzo a noi.
Non son poche, infatti, le persone che, pur formalmente "vaidesi”, vivono ai margini della
chiesa o fuori del tutto. Fra di
loro si può trovare di tutto,
quanto all’età come alla collocazione sociale: in comune hanno il fatto di non aver saputo o
voluto trovare il loro posto nella
comunità. Non è facile predicare a queste persone, se non altro per i problemi di linguaggio
che ciò spesso pone; eppure, siamo chiamati a farlo.
La Commissione per l’evangelizzazione della chiesa di Torre
ha colto questa necessità e ha
realizzato nei mesi scorsi delle
iniziative in questo senso, piccole ma significative, E’ tutta la
chiesa, però, che deve sentire e
soffrire il problema, se non vogliamo che le Valli divengano
solo il luogo di alcuni bei ricordi storici.
Paolo Fiorio
Il TAR boccia I "Galassini"
Coinvolgere ecologisti e montanari nella gestione del territorio
Il movimento dei sindaci (attivo nella Val Pellice il sindaco di
Bobbio Pellice Aldo Charbonnier,
che è sceso a Torino il 6/6/’86
per protestare contro la legge
Galasso) ha avuto un primo successo. Il Tar del Piemonte ha
stabilito la decadenza dei decreti emanati dal Ministero per
TORRE PELLICE
Impianti
sportivi
coperti
Seduta preferiale per il consiglio comunale di Torre Pellice,
eppure nervosismo nella minoranza che minaccia l’abbandono
dell'aula per protestare contro
Tinizio in ritardo dei lavori.
Dopo, oltre a fare i conti con
la difficoltà perdurante per il
bilancio, vista la mancata approvazione della legge finanziaria da parte dello Stato, alcune
iniziative da segnalare derivanti
da delibere recenti: partiranno
presto i lavori di ristrutturazione della locale caserma dei carabinieri, così come quelli di
copertura delle principali « buche stradali » cittadine, ciò in
attesa di un mutuo più cospicuo di 150.000.000 richiesto per
le strade.
Consistente un mutuo chiesto
al Credito sportivo per lavori
agli impianti di viale Dante: copertura di un tennis, di 4 campi da bocce e costruzione di un
edificio da adibirsi in parte a
spogliatoi, parte a sede sociale e parte a nuovo bar; circa
360 milioni la cifra richiesta.
In 42 milioni consiste invece
la cifra prevista dalla Regione
per la ricostruzione del mercato
coperto andato distrutto dopo
le nevicate di gennaio; è stato
così approvato uno dei tre progetti presentati dalTufficio tecnico comunale.
Infine sul servizio raccolta rifiuti, servizio non sempre impeccabile a detta di alcuni consiglieri di minoranza, dobbiamo
registrare un aumento di circa
il 10% nelle tariffe.
P. R.
ASILO DEI VECCHI
San Germano Chisone
BAZAR
Tutti sono invitati ad intervenire domenica 7 settembre ore 15 all’annuale bazar
a favore dell’Istituto.
i Beni Culturali che vincolavano
78 aree di interesse ambientale e
paesaggistico nel Piemonte. I decreti, che sono stati pubblicati
sulla Gazzetta Ufficiale del 19 dicembre ’85, comportavano il divieto assoluto di modificazione
del suolo e di costruzione nelle
aree vincolate. Nel Pinerolese ad
esempio erano vincolate la Val
Troncea, il Sestriere, la collina
di Pinerolo e una vasta area nel
comune di Bobbio.
Il Tar ha bocciato i decreti
perché presi in base ad una vecchia 'legge (la 1089 del 1939) e
pubblicati dopo che era intervenuta ima nuova legge (la 431/85
chiamata appunto dal nome del
suo proponente « Galasso ») pubblicata prima dei decreti stessi.
Un errore formale dei decreti
consente quindi le trasformazioni del suolo — ovviamente secondo le prescrizioni dei piani regolatori vigenti — a meno che i terreni siano in una fascia di 150 m.
dagli argini dei fiumi, nei parchi,
nelle foreste, o ad oltre 1600 m.
di a'ititudine. Per essi infatti valgono i vincoli di inedificabilità
assoluta della legge, che la Corte
Costituzionale ha dichiarato recentemente pienamente legittima.
Cade dunque uno dei motivi di
malcontento dei comuni montani, anche se rimangono inalterati i problemi delle migliorie agli
alpeggi che quasi sempre sono
situati in zone in cui valgono i
vincoli della legge. Colla decisione del Tar, la « deregulation »
passa solo per una parte.
Il problema della legge Galasso, che è nata nell’ottica del salvare il salvabile, è però un altro.
E’ quello di un suo superamento
dei contenuti vincolistici attraverso una gestione attiva. Per
quanto riguarda la nostra Regione è necessario che entro il termine del 31 dicembre 1986 vengano approvati i piani paesisticourbanistici specifici. I piani dovranno assoggettare il territorio
a provvedimenti di difesa (per
evitare ulteriori forme di degrado) e di tutela (con iniziative di
restauro e ripristino degli usi)
al fine di ottimizzare la fruizione
di questi beni sia ai fini di chi vi
abita che del turismo.
La costruzione di questi piani
potrebbe inoltre essere un’occasione per il rilancio della partecipazione popolare alla gestione
del territorio.
Sono presenti infatti sul territorio regionale numerose associazioni ambientaliste che hanno
elaborato una cultura scientifica
in materia. Perché non coinvolgerle? Perché non coinvolgere
gli stessi montanari con assemblee nei comuni? Questa legge,
imperfetta sicuramente perché è
priva di qualsiasi copertura finanziaria per la sua attuazione e
perché non ha coinvolto nella
sua elaborazione il sistema delle
autonomie locali (per altro corresponsabili del degrado ambientale italiano), può essere un’occasione per invertire una tendenza
prevalente finora secondo cui andavano valorizzati dal punto di
vista ambientale solo singoli, isolati e limitati punti del territorio
e iniziare a considerare da un
punto di vista globale il problema dell’ambiente.
Giorgio Gardiol
CRISI A SALZA
Obiettori indesiderati
Una grave crisi ha colpito il
piccolo Comune di Salza di Pinerolo ed ha spaccato la maggioranza su posizioni difficilmente
riconciliabili. Il sindaco dimissionario, Corrado Sanmartino, interpellato in proposito, non ha
nascosto la sua amarezza. Secondo il suo parere, il contrasto sulla questione degli obiettori di coscienza, per i quali il Comune di
Salza aveva una convenzione col
ministero della Difesa fin dal
1981 è stato un grave segno di arretratezza: nell'ultimo Consiglio
si era proposto di chiedere che
venissero inviate nel piccolo Comune di montagna persone più
preparate a svolgere un ruolo di
assistenza in condizioni disagiate, pur esprimendo un parere positivo sulla loro opera. I dissidenti nella maggioranza hanno
chiesto invece che si abolisse
senz’altro la convenzione e proprio su questo punto il sindaco
è stato messo in minoranza e ha
dato le dimissioni.
Altri contrasti interni erano
sorti a proposito della costituzione di un consorzio per il miglioramento e lo sviluppo dell’Alpe Salza nel quale il Comune
sarebbe entrato come proprietario di una parte dei terreni, ma
ancora di più sul possibile ampliamento del parco della Val
Troncea che si estenderebbe anche nel Comune di Salza. La zona è ben fornita di cacciatori i
quali regolarmente vanno in bestia ogni volta che si accenna a
limitare il loro graditissimo passatempo.
Sanmartino definisce questi atteggiamenti « l’amministrazione
dei pregiudizi »: contro chi non
è del paese, contro la protezione della natura, contro la cooperazione. Per ora ha perso il primo "round”, ma non dispera di
ricostituire- intorno al suo programma una maggioranza e di
continuare la battaglia.
L. V.
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TORRE PELLICE
Concerto alpino
per l’Ospedale
Valdese
torre pellice — Nel quadro della rassegna culturale tórrese si è tenuto il 19 luglio un
concerto del Coro Cài Uget di
Torino. Il concerto, di ottima
qualità, è stato voluto dalla Amministrazione comunale di Torre Pellice che ha devoluto il ricavato alla ristrutturazione dell’Ospedale Valdese di Torre. La
Associazione amici dell’Ospedale
rileva che il comune è il primo
ente locale ad aver raccolto l’invito a contribuire alla ristrutturazione del presidio sanitario
che è aperto a tutta la popolazione della valle (e non).
Singolare proposta
della
Comunità Montana
TORINO — La Provincia di
Torino ha studiato, su richiesta
della Comunità Montana Val
Pellice, la possibilità di costruire « Tasse di valle ». Un primo
progetto di massima prevede una spesa di 15 miliardi per realizzare il tronco che dal ponte di
Bibiana porti fino alla località
della seggiovia Vandalino. In
pratica si tratta della circonvallazione di Luserna e di Torre.
L’ammontare dei lavori è particolarmente alto perché tutto
l’attraversamento di Torre è previsto in viadotto.
Si tratta comunque solo di un
primo progetto che dovrà ancora essere vagliato dal consiglio
provinciale e per il quale dovrà
essere reperito il finanziamento.
Pellice inquinato:
vietati i bagni
a Torre Pellice
TORRE PELLICE — Con una
ordinanza datata 23 luglio il sindaco stabilisce che non si possa più « fare il bagno » nel Pellice e nelTAngrogna nei tratti
di competenza; analogo provvedimento da parte dei sindaci di
Angrogna e Luserna. Motivo?
Rilevamenti fatti da parte delTUSSL 43 hanno segnalato la
presenza di colibatteri nelle acque : previste pene pecuniarie
per i trasgressori.
Un motivo in più di allarme
per la gente dopo la comparsa
massiccia lo scorso anno di alghe.
COMUNITÀ’
MONTANA
La Comunità Montana Va!
Pellice - U.S.S.L. 43, venuta
a conoscenza dell'esistenza di
persone ignote che si presentano in casa di privati cittadini
quali dipendenti della Comunità Montana Val Pellice.
INFORMA CHE
i propri dipendenti sono forniti di regolare tesserino di riconoscimento e pertanto si consiglia di richiederne la presentazione a chiunque si nualifichi come tale e a diffidare di
quanti ne fossero sprovvisti.
IL PRESIDENTE
Arch. Piercarlo Longo
7
1 agosto 1986
cronaca delle Valli 7
PRA DEL TORNO
Per il Coulège
Nella chiesa
dei “picapere
PIEDICAVALLO Qeraldo
Mathieu
1}
L’antica «scuola dei barba» a Pra del Torno, il “Coulège”, rischia di crollare sotto il peso degli anni. E’ un luogo storico visitalo da molti, specie stranieri (nella foto un gruppo di visitatori tedeschi) e sarebbe sbagliato lasciarlo deperire lentamente senza
far niente. C'è già il progetto di costruire un nuovo tetto in pietra,
ma mancano i soldi. Un appello a chi lo visita: nel ricordare o nel
conoscere questo pezzo di storia medioevale dei valdesi, pensi anche con una piccola o grande offerta al tetto che bisogna costruire.
Domenica 14 luglio a Piedicavallo ( « La Biirsch », alta Valle
del Cervo), il culto estivo nella
« chiesa dei picapere » è iniziato quest’anno con il tradizionale culto in piemontese, presieduto da Mario Castellani che ha
predicato su Matteo 16: 13-23 (la
Confession èd Pero) e sul salmo
121 (J’ausso j’euj a le montagne
per vèdde d'anté a m’evnirà
d’agiut). La corale di San Germano Chisone ha gioiosamente unito le sue armoniose voci nel canto degli inni 14 {Lauda a nòstr
grand Signor), 132 (Pare Sant,
noi it pregoma), 136 (Mach Gesù
dia soa Cesa), 167 (El pecà a pèisa sVànima mia) e 183 (Glòria al
Pare, glòria al Fieul...), e il Giurament èd Sibaud. Una nota di curiosità "ecumenica" è data dal
piccolo Laudari cristian utilizzato, edito per la Gèsia evangelica
valdèisa 'd Pedcaval una decina
d’anni or sono, da « Radio Monte Rubello » (anarchica!) diretta
da Lavo Burat, mentre gli inni
sono stati tradotti in lingua pie
Lettere all'Eco delle Valli
LE INESATTEZZE
DI MINOLI
• 1 consigliere Minoli ritiene chiusa,
per quanto lo riguarda, la ■. polemica »
riguardante l’Ospedale Valdese di Pomaretto e, secondo me, fa bene perché
in due interventi ha messo in fila una
serie tale di inesattezze e superficialità
che c’è veramente di che preoccuparsi vista la sua riconfermata intenzione di controllare dal di dentro la gestione di uno dei nostri Ospedali Evangelici per poter di conseguenza ridurre in un colabrodo la sua corazza burocratica.
Personalmente ritengo che, sia l’ormai non più anonimo G.G. che il Presidente dell'Ospedale, siano stati fin
troppo diplomatici nel cercare di far
comprendere al Consigliere Minoli i
termini veri sul problema e cioè cosa
deve intendersi per quella autonomia
giuridico-amministrativa prevista per
gli Ospedali Evangelici italiani (Torino,
Torre Pellice, Pomaretto, Napoli, Genova) prima dall'art, 1 V comma della
legge 12.2,68 n, 132, poi dall’art. 41
I comma legge 23.12.1978 n. 833 e
per ultimo, ma non per importanza, dall’art. 14 della legge 11.8.84 n. 449.
Gli Ospedali di cui all’art. 1 della
legge 26.11.73 n. 817 (quindi gli Ospedali sopra citati) non sono « cose pubbliche » come asserisce il consigliere
Minoli, ma sono degli Enti ecclesiastici
che. in base ad un rapporto convenzionale reso obbligatorio per legge,
erogano delle prestazioni di ricovero e
cura e specialistiche in favore degli
aventi diritto alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale.
I fondi che ricevono in base al proprio bilancio di previsione rappresentano il corrispettivo per le prestazioni
erogate e quindi il sinallagma del rapporto convenzionale. Le convenzioni
tra gli Ospedali Evangelici in Italia e
le UU.SSIL. competenti per territorio,
devono per legge (art. 41 3“ e 4° comma della già richiamata legge 833/78)
essere conformi allo schema nazionale
approvato dal Consiglio dei Ministri.
Lo schema che ci interessa è stato
emanato con D.P.C.M. del 18.7.1985.
Il consigliere Minoli non può quindi
legittimamente proporre aicunché in
tema di controllo amministrativo e gestionale da inserire nella convenzione
di che trattasi in più di quanto già
previsto.
Secondo il disposto del 1" comma
del più volte citato art. 41, all’USL
competente per territorio spetta la « vigilanza tecnico-sanitaria ■> che è cosa
ben diversa dal controllo ipotizzato.
E' mantenuta al Ministero della Sanità " l’alta sorveglianza » già a suo tempo prevista.
E’ in questo quadro giuridico schematicamente delineato che gli Ospedali
Evangelici sono, ovviamente, aperti a
qualsiasi tipo di collaborazione e pronti ad ogni verifica quali-quantitativa
del volume di lavoro prodotto, dell’efficacia delle prestazioni erogate, delTefficienza dei servizi resi e del raggiungimento degli standards di produttività prefissati.
Nel suo secondo intervento il consigliere Minoli minaccia controlli amministrativi e gestionali anche per gli
istituti cattolici.
A sua richiesta potremmo fornire
decine di indirizzi non di Case di cura
private come il Cottolengo ma di Istituti od Enti classificati, appartenenti
all’Associazione Religiosi 'Istituti Socio-Sanitari, con migliaia di posti letto e milioni di prestazioni specialistiche erogate mediante un finanziamento
a retta e fatture relative (Bambin Gesù - Fatebenefratelli, ecc.), presso i
quali il consigliere Minoli, o chi per
lui, riceverebbe una risposta molto ma
molto più esplicita; a buon intenditor...l Luciano Giuliani, Dir. Amm.
Coordinatore
Osp. Ev. Internaz., Genova
CONTROLLO
SUI RIFIUTI
Per cercare di affrontare con un’ottica ambientalista il problema dei rifiuti è stato costituito da alcuni mesi
a Torino il « Comitato Regionale per il
controllo sulla produzióne e sullo smaltimento dei rifiuti ».
Il Comitato è formato da esperti delle varie Associazioni Ecologiche ed ha
come scopo la consulenza tecnicogiuridica sul problema dei rifiuti, l'analisi della situazione a livello regionale, la promozione di iniziative tese a
ridurre la produzione e/o favorire il
recupero ed il riciclaggio, la diffusione dell’informazione presso le scuole
ed i cittadini.
Per realizzare un’analisi della situazione piemontese è partito da alcuni
mesi un censimento delle discariche
(abusive ed autorizzate) tramite l’uso
di schede di rilevamento che chiunque
può richiedere, compilare e spedire
al Comitato.
I dati contenuti nelle schede, affiancati a quelli sulle discariche autorizzate tratti dal provvedimenti regionali,
permetteranno di elaborare un quadro
della situazione. E’ particolarmente importante quindi la collaborazione di
tutte le persone interessate al problema. Le schede e le informazioni sulla
iniziativa possono essere richieste presso il Comitato — V. Belfiore, 24 —
10125 Torino — oppure presso:
— Telefono Verde - tei. 011/8122016;
Segreterie delle Associazioni:
— Lega Ambiente (Pinerolo: Beppe
Gamba, Torino: Piera Spera)
— Italia Nostra (Torino: Mauro Molineris)
— Pro Natura (Torino: Enrico Marone,
Franco Torta)
— Circolo NOE (Torino: Piero Migliore)
— Lista Verde (Torino: Giorgio Pidello, Ennio Malorzo).
montese dal poeta cattolico Camillo Brera.
Burat alla fine del culto ha rivolto un particolare saluto ai fratelli cattolici presenti al culto,
sottolineando come, mentre in
questi giorni le autorità della
Chiesa romana hanno proibito le
Messe in "dialetto” (ifriulano, piemontese, sardo, ecc.), per gli
Evangelici (dal franco-provenzale di Valdo, al "volgare” altotedesco di Lutero, alle Bibbie in
retoromancio, a quelle in lingua
piemontèisa della prima metà
del secolo scorso) ascoltare la
Parola e pregare il Padre nella
lingua della famiglia, del lavoro
e deH’amicizia è una scelta del
tutto normale. Se un tempo era
fatta soprattutto per motivi di
comprensione del messaggio, oggi così si intende riaffermare la
pari dignità di ogni cultura, anche di quelle alternative, purtroppo costrette a patire una
condizione di subalternità.
T. B.
Per le zone fuori Torino si stanno
cercando referenti locali ai quali affidare il coordinamento in zona della
iniziativa. Lanciamo un appello particolare ai gruppi locali ed alle Guardie
Ecologiche Volontarie i quali, avendo
un’approfondita conoscenza del territorio, possono fornire un contributo
insostituibile.
Ringraziando per l’attenzione i membri del Comitato si rendono disponibili per incontri, dibattiti ed ogni altra
iniziativa utile.
Il Comitato, Torino
LO STIPENDIO
DEI DEPUTATI
Ali’inizio del mese di luglio 1986, i
nostri Onorevoli e Senatori si sono
fatti un piccolo aumento di cinquecentomiia iire al mese, più del 9,26%, così il loro stipendio netto mensile è
ora di cinque milioni novecentomila
[5.900.000]. Queste cifre non sono inventate ma sono date dalla Stampa
di Torino. Quando si tratta di fare un
piccolo aumento ai pensionati non ci
sono i soidi, mentre in questo caso i
soldi ci sono.
i nostri Qnorevoli, quando si tratta
di varare leggi ed approvarle, litigano
sempre: nessuno va d’accordo, ma
quando si tratta di aumentarsi lo stipendio aiiora non litigano ma son
tutti d’accordo, non chiedono neanche
il parere del popolo. Così con la 13“
e la 14' raggiungono un introito annuo
di 82.600.000 lire, senza poi tenere
conto di tutte le altre agevolazioni, per
un totale giornaliero di 226.301 lire
al giorno (festivi compresi).
Questo introito porterebbe una imposta IRPEF di 30.190.000 lire da versare,
ma come può essere sicuro il popolo
se questo avviene?
A noi pensionati l’imposta è prelevata subito alla fonte, non abbiamo
neanche il diritto di vedere tutti i soldi. E’ giusto o no, signori Qnorevoli?
Grazie per l’ospitalità.
Pensionato Carlo Ferrerò,
Pomaretto
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Fra i numerosi lutti che hanno colpito la comunità di Torre
Pellice ha avuto particolare rilievo quello della famiglia Mathieu per la morte quasi repentina del fratello Geraldo. La sua
scomparsa non è solo un profondo dolore familiare ma colpisce profondamente la nostra
comunità tutta che lo ha avuto
negli ultimi anni, anni del suo
pensionamento, membro attivo
e fedele. Egli ha rappresentato
in mezzo a noi imo degli esempi
più compiuti di credente: laico,
impegnato nella realtà del mondo e del lavoro, con responsabilità precise e gravose nel campo
dell’industria ha saputo mantenere una fede serena e limpida,
un riferimento costante e chiaro
alla fede evangelica. Come i fratelli Italo e Guido ha incarnato
una tradizione familiare di evangelismo attivo, responsabile, coerente.
Durante i molti anni di lavoro
a Villar Pellice, ha dato alle
chiese della vai Pellice molto,
forse più di persone direttamente impegnate nella vita delle comunità, perché è stato un riferimento esemplare, ha insegnato, senza discorsi, come si possa vivere una vita integra alla
luce dell’evangelo e le molte persone che si sono raccolte attorno ai suoi familiari al servizio
funebre lo hanno espresso con
la stessa sobrietà con cui lui
aveva vissuto.
Giorgio Tourn
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Giovanni Davide Talmon
profondamente commossi e riconoscenti per la grande dimostrazione di stima e di affetto tributata al loro caro,
neU’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutte le persone Che
con presenza, parole, scritti e fiori,
hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraz’amento particolare al pastore Pons e Signora, alla dott.ssa Paola Grand, alla dott.ssa Michelin ed a
tutto il personale dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice, alle Associazioni
A.N.A. e C.R.A.L. di Villar Pellice ed
a quanti gli sono stati accanto nel corso della malattia.
Villar Pellice, 24 luglio 1986
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Qspedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 3 AGOSTO 1986
Rinasca: FARMACIA BERTQRELLO Via Nazionale, 29 - Tel. 51017.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 74464 (Qspedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica ;
Notturna, prefestiva e festiva: Telefono 932433 (Qspedale Valdese).
Guardia Farmaceutica ;
DOMENICA 3 AGOSTO 1986
Luserna San Giovanni: FARMACIA
GALETTO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
Ambulanza ;
Croce Rossa Torre Pellice: Telefono 91.996.
8
8
lenismo
1 agosto 1986
INCONTRO ECUMENICO NELLO ZIMBABWE
Giovani contro l'apartheid
« La solidarietà coi popoli del
Sud Africa e della Namibia » è
stato il tema di un incontro
ecumenico internazionale tenutosi in Harare, capitale dello
Zimbabwe — uno dei paesi della «linea del fronte» nella lotta contro il regime razzista di
Pretoria — dal 1® al 7 luglio. La
ripone, organizzata dal Consiglio delle Chiese dell’Africa del
Sud (SACC) e dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, ha visto
la partecipazione di circa 70 giovani; di essi, la metà proveniva
dalla Repubblica Sudafricana o
dalla Namibia, e gli altri da 23
differenti paesi (africani, europei, asiatici, nord- e sudamericani).
L’incontro è stato ostacolato
con ogni mezzo dal regime razzista: Edwin Arrison, per esempio, il ventunenne presidente del
Movimento Giovanile Inter-Ecclesiastico, è stato arrestato il
30 giugno all’aeroporto di Johannesburg mentre stava per
salire sull’aereo diretto a Harare. Differente, ma non tanto,
è stato il caso di un delegato namibiano, il vice-vescovo luterano Zephania Kameeta, al quale
è stato rifiutato il visto per lo
Zimbabwe. H 7 luglio, invece,
al ritorno da Harare, sono stati
arrestati Michael Coetzee, di 27
anni, e Donovan Nadison, di 21,
due giovani evangelici che avevano partecipato alla conferenza in qualità di delegati.
Alla notizia degli arresti, gli
organismi promotori dell’incon
tro di Harare hanno risposto
dichiarando la loro ferma intenzione di sviluppare ima campagna internazionale per ottenere
il sollecito rilascio dei prigionieri.
Sono due i motivi per i quali
il regime razzista sudafricano,
pur senza poterne impedire lo
svolgimento, ha cercato in tutti
i modi di rendere difficile la
conferenza: il primo è che ad
Harare giovani sudafricani e namibiani hanno potuto incontrarsi con loro coetanei di ogni parte del mondo, senza limitazioni
né controlli, per discutere le
prospettive della lotta all’apartheid. Va per altro registrata,
quanto ai « controlli », l’allarmante rivelazione fatta l’il luglio dall’agenzia ecumenica SOEPI : « Un partecipante alla conferenza ha dichiarato che alla
vigilia del ritorno un membro
della delegazione sudafricana è
stato scoperto a trasmettere informazioni alle autorità sudafricane sul contenuti della riunione».
n secondo motivo di preoccupazione per il governo di Pretoria è che all’incontro hanno
partecipato — come osservatori — anche membri dell’African
National Congress e di altri movimenti di resistenza armata all'apartheid in Sud Africa, e della
SWAPO, il movimento di liberazione namibiano.
Non molto è dato sapere sull’andamento dei lavori, che per
evidenti motivi di sicurezza si
sono svolti quasi sempre a porte chiuse; pubblico, invece, e solenne, è stato il culto di apertura, tenuto nella cattedrale anglicana di Harare. DeH’incontro
sono stati resi noti due testi:
una sintesi delle discussioni tenute nei cinque giorni di lavoro,
nella quale è detto fra l’altro che
« i partecipanti riaffermano la
legittimità della lotta armata attualmente condotta dai movimenti di liberazione in Sud Africa e in Namibia».
Più « ufficiale » è invece l’altro
documento, un « Messaggio in 14
punti ai giovani di tutto il mondo»; esso è stato approvato da
tutti i delegati « esclusi i sudafricani e i namibiani — questa
la formula usata — nei paesi dei
quali’ la libertà d’espressione è
limitata dalle restrizioni imposte in virtù dello stato di emergenza». Si tratta, è chiaro, di
un espediente per mettere al sicuro i delegati sudafricani e namibiani da eventuali conseguenze legali della loro sottoscrizione di un testo di condanna dell’apartheid.
Il « Messaggio » Inizia con
queste parole : « Conformemente al comandamento di Dio, abbiamo rinnovato il nostro impegno di operare per l’eliminazione totale dell’apartheid». Dopo una confessione di peccato
per la corresponsabilità della
maggior parte dei paesi nella
nascita e nella permanenza del
regime razzista in Sud Africa e
in Namibia, il testo continua
chiedendo sanzioni economiche
contro il Sud Africa e condanna
la politica ambigua a questo riguardo degli Stati Uniti, dell’Inghilterra, della Repubblica Federale Tedesca e del Giappone.
Viene invece approvata la politica di isolamento del regime raz
zista condotta dai paesi non-allineati.
Il documento prosegue esprimendo preoccupazione per la
sorte degli esuli e dei detenuti
politici, e così conclude : « Ecco
perché dichiariamo la nostra fede in Cristo crocifisso e partecipiamo al disegno redentore di
Dio in Gesù Cristo. ’Quando
queste cose cominceranno a succedere, rialzatevi e sollevate la
testa, perché la vostra liberazione è vicina’ (Luca 21: 28). Noi
affermiamo la liberazione di Dio
attraverso i nostri atti di liberazione ».
Paolo Fiorio
Riconciliazione
(segue da pag. 1)
apertura, ora che tutti abbiamo
la possibilità di esprimerci.
In concreto quali strumenti vi
sono per far vivere la democrazia?
Forse Fapparizione di molte
pubblicazioni è stata la trasformazione più evidente. Settimanali, riviste e giornali hanno visto
la luce, con grande varietà di
espressioni, sia la stampa di partito sia la stampa indipendente,
che ha ripreso il contatto con i
suoi lettori. Non sappiamo se la
vita di molte di queste pubblicazioni potrà continuare, dato che
di nuovo il potere d’acquisto della
gente è limitato. Ma è importante vedere nelle vie di Montevideo
le edicole piene di pubblicazioni,
nazionali ed estere, ed è bello
aver di nuovo la possibilità di
scegliere.
Un’ultima domanda: quale è
stata l’occasione del vostro viaggio in Europa?
Abbiamo avuto il privilegio di
tornare in Europa per partecipare ai lavori di un gruppo della
III unità del Consiglio Ecumenico delle Chiese, « Educazione e
Rinnovamento », ohe si sono tenuti presso l'Istituto Ecumenico
di Bossey. Il nostro gruppo ha
lavorato sul tema « Educazione
alFecumenismo ». Alcuni amici
della Chiesa riformata di Francia
ci hanno poi invitato a visitare
Parigi e Montpellier. Ora stiamo
passando alcuni giorni ad Agape
e di nuovo abbiamo sentito tra
voi il sentimento di solidarietà
che ci unisce in una missione comune. Torneremo a giorni a condividere tra le comunità rioplatensi ciò che 'abbiamo potuto vedere e apprendere insieme.
Intervista a cura di
Sergio Ribet
(segue da pag. 5)
smo battista erano tutti evidenti, ma ben coi^iuntì in un insieme edificante. Inutile dire che
la partecipazione al culto era
foltissima.
Benché non esista nessun decreto governativo che impedisca
alle chiese di darsi una forma denominazionale, dal ’76 ad
oggi nessun gruppo si è staccato dalla Chiesa Evangelica Cinese, neppure fra quelli che non
approvano in tutto questo postdenominazionalismo.
Come ho detto sopra, vivere
l’era post-denominazionale non
significa soltanto la fine delle
lotte e delle divisioni inutili fra
le chiese, ma significa anche la
partecipazione della Chiesa Cinese al grande sforzo di ricostruzione e modernizzazione della Cina. La chiesa è del popolo
e con il popolo. Ormai non è
più vista come una realtà estranea o straniera. Anzi, il Governo stesso è disponibile per le
richieste che provengono dalla
chiesa, come Tottenimento del
terreno per la costruzione di un
locale di culto o di un seminario, o della carta per la stampa
di Bibbie e Innari. Negli anni
scorsi sono state stampate e distribuite due milioni di Bibbie
e quest’anno è uscito di stampa
un Innario nuovo, contenente un
discreto numero di inni composti (parole e musica) da credenti cinesi.
Una prova di questa viva partecipazione alla vite, del popolo
l’abbiamo avuta durante la visita al Seminano di Nanchino.
All’ingresso vi sono due targhe
con la sottoscritia in inglese :
sulla sinistra è scritto: «Seminario Teologico Unito » e su
quella di destra : « Centro di Studi Religiosi deil’Università di
Nanchino». Questo significa che
l’Università di Stato si serve del
nostro seminario e dei suoi docenti, riconoscendone la competenza, per studi c ricerche sui
problemi religiosi. Questa è anche una forma di testimonianza, in quanto molti studenti dell’Università, che seguono un corso al seminario, diventano in
Viaggio nella Cina
teressati ai principi del Cristianesimo e frequentano le chiese.
La Chiesa Cinese vuol crescere insieme con il popolo. La Cina rappresenta oggi quasi un
quarto della popolazione mondiale. Se il suo progetto di modernizzazione e di sviluppo fallisce, diventerà un peso insopportabile per il resto del mondo. Perciò la chiesa partecipa
a questo progetto, con tutte le
sue forze. Questo non significa
che i cristiani siano membri del
partito comunista; il partito è
radicalmente ateo e non desidera neppure ohe i cristiani ne
facciano parte, né i cristiani desiderano essere membri del partito. Quel che lo Stato chiede e
che la chiesa ha accettato è di
collaborare tutti insieme per lo
sviluppo del Paese.
I pastori e gli Uomini di chiesa che durante la rivoluzione
culturale sono stati obbligati a
lavorare nelle fabbriche e nei
campi, hanno imparato a conoscere meglio e a condividere le
sofferenze del popolo (questo è
l’unicO’ dato positivo di quei die.ci anni dì terrore) e ora sono
più disponibili ad assumersi delle responsabilità nella vita sociale e politica. Così, ad esempio, il vescovo Ting è stato
cooptato dalla commissione governativa per la redazione della
nuova costituzione, per quanto
concerne i rapporti fra Stato e
religioni. La sua influenza è stata determinante su un punto
particolare. La precedente costituzione del ’49 affermava la
piena libertà del cittadino di
«credere, di non credere, di propagare l’ateismo », il che significava in pratica che mentre le
chiese, pur essenao libere di
esistere, non potevano fare propaganda ufficialmente, l’ateismo
poteva essere propagandato. La
attuale costituzione ha eliminato l’ultima frase, in modo che
ciascuno è libero di propagandare le proprie convinzioni, sia
religiose, sia atee.
Per rendere più concreto questo impegno della chiesa nella
società cinese, è stata creata
nel 1985 « The Amity Foundation », un organismo sorto per
iniziativa di credenti cinesi, ma
che non è un organismo ecclesiastico e nel quale collaborano
cristiani e non-cristiani. I suoi
scopi sono quelli di contribuire
allo sviluppo sociale ed alla modernizzazione deila Cina; di far
conoscere largamente l’impegno
delle chiese nella società ; di
servire come canale per le relazioni fraterne intemazionali e
la partecipazione alle risorse
ecumeniche. La Fondazione, in
questo breve tempo, ha già posto in opera dei progetti di lairgo respiro in tre campi diversi:
l’istruzione, il servizio sociale e
medico, le pubblicazioni (con
priorità data alla stampa della
Bibbia).
Il futuro
Secondo gli oratori che ci hanno illustrato la vita della chiesa in Cina, l’attuale linea di
stretta collaborazione con tutte
le forze di bene che operano nel
Paese è ormai irreversibile. Come irreversibile appare la situazione post-denominazionale. La
chiesa non pensa certo di convertire tutto il Paese in due o
tre generazioni. La cultura cinese, millenaria, è profondamente
agnostica. Confucio diceva che
se non possiamo conoscere appieno l’uomo, come possiamo
pretendere di conoscere Dio? E
il Taoismo afferma che l’uomo
è per natura agnostico. Con
tutto ciò la chiesa cresce quotidianamente, da quando è (¿ventata una chiesa cinese per il popolo cinese.
Molto resta da fare. Occorre
far conoscere meglio gli scopi e
le iniziative del « Three-Self Movement» in tutte le chiese, affinché le chiese locali o le casechiesa assumano sempre meglio
le loro responsabilità. P-rosegui
re nella strada post-denominazionale, favorendo una unità
senza uniformità, il che implica
il rispetto reciproco delle convinzioni di fede. I Centri teologici hanno bisogno di un Dipartimento che serva per collegarli, date le difficoltà e le distanze immense. I seminari producono attualmente molti corsi
per predicatori locali: questa attività dovrà essere incrementata per il futuro, perché i pastori
non bastano soprattutto per le
« case-chiesa » che sono molto
numerose e di cui il Consiglio
Cristiano Cinese si occupa, non
meno che delle Chiese ufficiali.
Per questo scorcio di secolo,
la Chiesa Cinese si pone tre
obiettivi fondamentali. Il primo
è un’accurata esplorazione biblica, soprattutto per riscoprire
una cristologìa che sia vera per
l’uomo, per la vita in questo
mondo, che non separi il cristiano, ma anzi lo ricolleghi a quelle forze di bene che esistono anche fuori dalla Bibbia; una cristologia che ci renda veramente
disponibili al servizio verso il
prossimo, a riscoprire il valore
della fraternità. Il secondo obiettivo è quello dell’evangelizzazione. I fratelli cinesi non credono
molto alla validità dell’evangelizzazione di massa, anche se
hanno la piena libertà di fare
riunioni all’aperto, usare radio
e televisione. Evangelizzazione
non è soltanto predicazione, ma
è tutta la vita della chiesa e dei
cristiani, vissuta in relazione ai
problemi che la società pone.
La chiesa deve perciò usare tutta la sua immaginazione per
trovare i modi per far sentire
la presenza del Cristo, nel suo
stesso modo di affrontare le
grandi sfide di oggi. Questo è
il motivo per cui molti credenti sono impegnati nei consigli
politici cittadini e regionali. Il
terzo obiettivo è quello di formulare (forse per. la prima volta nel mondo) una ecclesiologia
post-denominazionale, che abbia
un senso per tutti e che non sia
in contrasto con le indicazioni
dello Spirito Santo. Per troppo
tempo la religione cristiana è
stata considerata un oppio per
il popolo : oggi molti scrittori
marxisti incominciano ad avere
un’opinione molto diversa della
chiesa. Perciò la chiesa dovrà
produrre un numero sempre
maggiore di credenti intellettuali e intelligenti che siano in grado di sostenere il colloquio con
le forze conservatrici. Il contrasto, nei prossimi anni, non sarà
infatti fra cristiani e marxisti,
bensì fra quanti s’impegnano ad
una profonda trasformazione
della società (credenti e non) e
coloro che vi si oppongono.
Alla domanda se la Chiesa Cinese intende far parte del Movimento Ecumenico, il vescovo
Ting ha risposto : « Un passo
per volta. Lasciateci per il momento pensare alla Cina. Poi
penseremo anche ai rapporti con
le altre Chiese. Tutte le nostre
forze oggi sono concentrate su
questo obiettivo, che raggiungeremo con l’aiuto di Dio e con il
vostro sostegno nella preghiera
e nella ricerca teologica ».
Nella Chiesa Cinese le donne
occupano im posto di primaria
importanza: molte di esse sono
pastori e alcune insegnanti di
teologia. Una di queste, di provenienza da ambienti conseii'atori e fondamentalisti, ci ha raccontato la sua « conversione » al
nuovo modo di essere della
« chiesa cinese per i cinesi » in
termini molto toccanti.
I rapporti con la Chiesa cattolica sono buoni e cordiali, anche se per il momento non esistono strutture di collegamento.
Secondo i nostri oratori, sembra che anche la Chiesa cattolica cinese abbia assunto un atteggiamento profondamente nuovo e di riserva nei confronti dell’autorità di Roma. Infatti si denomina non più « Chiesa Cattolica Romana », bensì « Chiesa
Cattolica Cinese » con la tendenza alla nomina dei vescovi
da parte delle diocesi stesse.
Questi sono alcuni spunti tratti dalle molte cose che abbiamo
« visto e udito » in una visita
che ci ha fortemente affascinati.
Piero Bensì