1
Anno IV
numero t
del 16 febbraio 1996
L. 2000
Spedizione in ai>b. postaiei50%
Torino
In caso di mancato recapito
si prega restituire al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a
corrispondere il diritto di resa.
ANGELICHE BAÌTISTE,
ridi
iel
fe
3ii,
ca
qui
:re
per
per
in»
0 e'
ine
che
: di
Í le
noon>pi:ise
orti
/eristo
per
iria .
irca
erilale
ir le
Ida
ttasue
1 d’
poido
ngi alfine
iti»
jtte
undari
dai
e di
a la
idiom)
IÍ-;
i 'i '
K’
r
Bibbia e attualità
LIBERTÀ
E RESPONSABILITÀ
T^JELL’ANNO 1194 l’abate Bernardo
di Fontcaude, polemista antivaldese della diocesi di Narbona (Francia) riferiva òhe, secondo questi eretici,
la comunità cristiana doveva trovare
il proprio riferimento ideale nell’affermazione di Mose «Oh, fossero pur tutti
profeti nel popolo del Signore, e volesse il Signore mettere su loro lo spirito
suo» (Numeri 11, 29). Da qui l’assurda
pretesa dei valdesi, sono sempre paro' le dell’abate, che ogni laico che avesse
ricevuto il dono dello Spirito Santo
avesse anche il diritto e il dovere di divulgare la parola di Dio senza che alcun prelato o canonico potesse impedirglielo. Sempre secondo questo polemista, la sfrontatezza di questi eretici
arrivava al punto tale da estendere
l’importante funzione della predicazione della parola di Dio, pur così rigorosamente limitata al clero, non solo a uomini non consacrati dal sacramento, ma anche alle stesse donne appartenenti alla loro setta.
Ty IFFRIRSI a Numeri 11 per sosteJt\ nere la libertà e la necessità della
predicazione è cosa pertinente e fondata e mostra, da parte di quei primi
valdesi, una notevole capacità di interpretare le Scritture e fondare su di
esse le proprie scelte di fede. Infatti,
fecondo il racconto biblico, Mosè a un
(certo punto del lungo pellegrinare nel
deserto, viene invitato da Dio a scegliere settanta anziani del popolo, riconosciuti da tutti come persone autorevoli. Mosè ubbidisce e, poco dopo,
il Signore scende e, prendendo dallo
Spirito dato a Mosè, lo mette anche su
quelle settanta persone che si mettono
immediatamente a profetare, «ma
poi smisero», annota il testo al v. 25
(segno che anche l’istituzione religiosa ha dei limiti).
CONTINUA il racconto con l’episodio dei due che, pur facendo parte
dei settanta scelti da Mosè, non erano
andati alla tenda, ma erano rimasti
nell’accampamento. Anche loro, comunque, si mettono a profetare. Una
persona zelante, un certo Giosuè, corre subito da Mosè a denunciare la cosa: «Mosè, Signor mio, non glielo permettere» (v. 28). Perché tanto turbamento? Forse perché i due si permettono di predicare la parola di Dio
«fuori luogo», fuori dalla tenda di
convegno, cioè fuori dal luogo consacrato per fare e sentire i sermoni: Gio^
suè, in fondo, vuole solo rimettere le
cose a posto: il religioso col religioso e
il laico col laico, la religione nella tenda (in chiesa) e la laicità (o la secolarizzazione!) nell'accampamento. Per
carità, non mischiamo le cose! Che cosa c’entra Dio con la vita di tutti i
giorni, con il lavoro, la famiglia, lo
studio, gli amici, il tempo libero...
Ma lo Spirito è libero, dice Mosè,
fossero pure tutti profeti nel popolo del Signore. Lo Spirito, la Parola,
non è limitata ad alcuni pochi, riconosciuti, scelti, né a un luogo particolare oaun tempo particolare. Fossero
pur tutti profeti e tutti predicassero a
tempo e fuor di tempo, in luogo e fuor
di luogo! Noi evangelici siamo figli e
figlie di questa comprensione delle
Scritture secondo cui la libertà dello
Spirito non significa libertà dalla Parola (come si fraintende troppo spesso), ma servizio alla Parola che ciascuno, e ciascuna, può e deve rendere
in ogni luogo e in ogni tempo, soprattutto nella vita quotidiana. Sarebbe
bene ricordarlo proprio in questi
giorni in cui, con l’anniversario del
17 febbraio, non celebriamo una libertà vuota ma dichiariamo la nostra
responsabilità non solo di cittadini,
ma anche di credenti.
Eugenio Bernardini
Ç.
■ '
X: ■
■•i»
ti’'
Ci'
L'attualità del protestantesimo tedesco a 450 anni dalla morte di Lutero
Troppi teologi e troppe tasse
C'è disaffezione tra i tedeschi per la partecipazione alla vita delle chiese luterane
ma il numero dei teologi cresce, così come quello dei credenti impegnati nel sociale
GIUSEPPE PLATONE
E morto da quasi mezzo millennio e parla ancora. Ma è
proprio vero? In attesa di un inchiesta scientifica che possa rispondere a questo interrogativo,
e non tarderà, cominciamo a raccogliere qualche parere evangelicamente qualificato. Inizia così
un breve viaggio alla scoperta di
Lutero, oggi, nella «grande» Germania con quattro milioni di disoccupati e la frenetica ricostruzione del «dopo muro». Ma diciamo meglio: che cosa rimane del
protestantesimo e quali prospettive vi sono per il futuro?
Prima tappa: Karlsruhe, nel Badén. In questa mattina di metà
febbraio il termometro segna 8
gradi sotto zero. La «casa rossa»
(si chiama così la sede della direzione della Chiesa evangelica del
Badén, per la rossiccia pietra con
cui è stata costruita) è accogliente. Uffici, segretarie, lunghi corridoi, tutto molto ovattato e funzionale. Il primo contatto è con
una simpatica, giovane teologa
dai capelli rossi. Marita Hecker,
responsabile delle pubbliche relazioni. Tanto per rompere il
ghiaccio le sintetizzo un articolo
apparso un mese fa sulla Stampa
di Torino del «vaticanista» (è il
caso di sottolinearlo) Domenico
Del Rio sulla scomunica di Lutero in cui sostiene che «forse le
condizioni personali della scomunica non esistevano più nemmeno in Lutero già all’avvicinarsi
della morte. Anch’egli, con dolore, riconosceva infine di avere veramente devastato, come un cinghiale, la vigna del Signore. Scriveva a Zuinglio: “Devo confessare
che le mie dottrine hanno prodotto molti scandali. Questo mi
spaventa, specialmente quando
la mia coscienza mi ricorda che
ho distrutto la situazione della
Chiesa tanto calma e tranquilla
sotto il papato’’».
mi'
«Dio è uno straniero in mezzo a noi» recita ii cartello a fianco del pastóre Konrad
Lutero pentito, Lutero che prima delta morte fa marcia indietro. Evidentemente sono iniziate
le grandi manovre del Giubileo
che dovrebbero riportare molti
trascorsi radicali dissensi e conseguenti divisioni all’ombra del
cupolone: Lutero interessa per la
scomunica, e non per il pensiero
teologico in sé. La teologa che ho
di fronte sorride. Il giochetto di
Del Rio in Germania è naïf. Indietro non si torna. Tuttavia è giusto
mantenere un atteggiamento critico e autocritico sulla realtà del
protestantesimo oggi. Nessun indoramento di pillola, vogliamo
vedere le cose come stanno senza
cosmesi: la linea difensiva nei
confronti di Roma o l’orgoglio
confessionale non ci aiutano a
capire Lutero oggi.
Crisi? Certo. Qualche numero:
nel 1993 per esempio in tutta la
Raiser
Germania 284.000 persone (una
città grande come Karlsruhe) si
sono cancellati dalla Chiesa evangelica. In queste dimissioni di
massa ha giocato soprattutto il
motivo economico poiché accanto all’8% dell’imponibile per la
chiesa di appartenenza si è aggiunto, dal «dopo muro», un altro
8% come «tassa di solidarietà» destinata alla ricostruzione dell’ex
Germania orientale. Ma gli ultimi
dati presentano una vistosa «frenata» nell’emorragia dei membri
di chiesa (nel ’94 le uscite sono
state di 155.000). Uscita di membri, diminuzione delle entrate
(mediamente i budget delle chiese evangeliche regionali saranno
«tagliati» deH’8%); nella sola Renania (3 milioni e 200.000 membri) le sedi pastorali sono state ri
SEGUEAPAGINA10
Settimana per la libertà
Un patto per la vita
e per il bene comune
Tavola valdese
Inviato ai parlamentari
il testo sulla bioetica
«Un patto per la vita»;
attorno a questo slogan,
mutuato dal testo biblico Deuteronomio 30,19,
si svolge daini al 18
febbraio la «Settimana
della libertà», promossa
dalla Federazione delle
chiese evaiigeliche in
Italia (Fcei) nei giorni attorno al 17 febbraio, data storica di emancipazione dei valdesi in seguito alle «lettere patenti» promulgate dal re
Carlo Alberto nel 1848.
Per l’occasione, la
Fcei ha pubblicato un
volume {Un patto per la
vita) e un manifesto ;
sono inoltre previsti in
numerose località manifestazioni e dibattiti.
«L’obiettivo della Settimana - spiega il pastore
Giuseppe Platone, vicepresidente della Fcei e
coordinatore dell’iniziativa - è quello di rendere una testimonianza
evangelica su sfide etiche decisive per il nostro tempo, riaffermando l’idea di un “patto
per la vita" nella sua accezione più ricca e piena: vita come sistema di
relazioni, come senso,
qualità delle relazioni,
diritti, come progetto di
servizio per il bene comune».
Alle numerose iniziative partecipano intellettuali, scienziati, uomini
politici, teologi e pastori.
Il moderatore della
Tavola valdese, Gianni
Rostan, il 6 febbraio ha
inviato ai presidenti dei
gruppi parlamentari di
Camera e del Senato il
docurhento «Bioetica, ricerca e orientamenti»,
elaborato dal Gruppo di
lavoro sulla bioetica nominato dalla Tavola valdese. Dopo aver spiegato
che il documento «non
rappresenta ancora la
posizione delle nostre
chiese, poiché il Sinodo
non si è espresso in merito ma ne ha raccomandato lo studio a livello
locale», il moderatore
prosegue così la lettera
inviata ai presidenti dei
gruppi parlamentari: «Il
documento dà risposte
definitive e affronta vari
temi, dalla procreazione
assistita alle ricerche
sull’embrione umano,
alla donazione degli organi, ai problemi dei
malati terminali.
Su ciascuno dei temi
vengono offerti spunti
etici, nello stile di libertà
e dibattito aperto che caratterizza le chiese evangeliche. Esse non pretendono di esportare nella
società propri modelli
comportamentali, ma
tendono a promuovere
un’etica pubblica valida
per tutti, puntando a un
consenso umano non
tanto su principi quanto
su attuazioni pratiche».
SINODO RIOPLATENSE. Si aprirà domenica 18 febbraio a Colonia vaidense
(Uruguay) il Sinodo delle chiese vaidesi del Rio de la Piata. Le chiese vaidesi sudamericane, che sono state originate dall'emigrazione del secolo
scorso, sono 25 distribuite sia in Argentina che in Uruguay e contano
13.500 membri. Al Sinodo, quale inviata delle chiese italiane, parteciperà
la pastora Gianna Sciclone.
ALLARME DISOCCUPATI. Secondo l'Eu
rostat nell'Unione europea i disoccupati hanno superato la soglia dei 18
milioni: l'11% della popolazione attiva. L'Italia è il paese che ha registrato, nel 1995, l'aumento maggiore sia
mensile che su base annua. In Germania intanto le cifre ufficiali confermano le anticipazioni della cifra record
di 4,159 milioni di disoccupati: il livello più alto del dopoguerra, pari al
10,8% della popolazione attiva.
TRIPLICATE LE VITTIME DELL'USURA.
Tra il 1987 e il 1993 è triplicato il numero delle famiglie italiane che sono
coinvolte nel fenomeno. Secondo il
rapporto del servizio studi di Bankitalia sono almeno 606.000 le famiglie
che si sono fatte prestare complessivamente 7.500 miliardi dagli usurai.
Nella rete degli strozzini ci sono più
di 140.000 commercianti
CAMPAGNA ELETTORALE IN USA. Negli
Stati Uniti la campagna elettorale per
le presidenziali ha avutP un inizio
spettacolare: l'uomo che tutti davano
per favorito alla nomination repubblicana rischia di essere sconfitto da un
novellino della politica. Solo qualche
settimana fa la gara per diventare lo
sfidante ufficiale repubblicano del
presidente democratico Bill Clinton,
nelle elezioni per la presidenza del
prossimo 5 novembre, veniva considerata praticamente chiusa. Tutti pensavano che il leader della maggioranza
al Senato, Bob Dole, un veterano del
Congresso sarebbe stato il portabandiera del partito per il 1996 ma poi un
nuovo arrivato, Steve Forbes ha dato
il via a una campagna televisiva costata milióni di dollari contro Dole. Secondo i sondaggi Forbes avrebbe superato Dole. Per Dole invece si è
schierata la Christian coalition.
2
SFORMA
Della Parola
VENERDÌ 16 FEBBRAIO 1
«Se uno di voi ha
un servo che ara o
bada alle pecore,
gli dirà forse,
quando quello
torna a casa dai
campi: “Vieni subito a mettetti a
tavola"?Non gli
dirà invece: “Preparami la cena,
rimboccati le vesti
e servimi finché io
abbia mangiato e
bevuto, poi mangerai e berrai tu"?
Si ritiene forse obbligato verso quel
servo perché ha
fatto quello che
gli era stato comandato? Così,
anche voi, quando avrete fatto
tutto ciò che vi è
comandato, dite:
“Noi siamo servi
inutili; abbiamo
fatto quello che
eravamo ih obbli
go di fare"»
(Luca 17, 7-10)
«Perciò, fratelli
miei carissimi,
state saldi, incrollabili, sempre
abbondanti
nelVopera del
Signore, sapendo
che la vostra fatica non è vana nel
Signore»
(1 Corinzi 15, 58)
«Non amate il
mondo né le cose
che sono nel mondo. Se uno ama il
mondo, l’amore
del Padre non è in
lui. Perché tutto
ciò che è nel mondo, la concupiscenza degli occhi
e la superbia della vita, non viene
dal padre, ma dal
mondo. E il mondo passa con la
sua concupiscenza; ma chi fa la
volontà di Dio rimane in eterno»
(1 Giovanni 2,15-17)
SERVI INUTILI?
Il servo «inutile» è quello che si sa in costante debito di riconoscenza
verso il Signore, debito lieve e gioioso, a differenza di qualsiasi altro debito
GINO CONTE
«D ITE: "Noi siamo servi
inutili”». Queste parole
di Gesù sono sconcertanti, persino irritanti. Tanto più oggi,
con il gran parlare e la fierezza
dell’uomo adulto, autonomo,
che vuole affermarsi e realizzarsi, alla ricerca della giusta gratificazione.
Siete dei servi, dice Gesù: servi senza copertura sindacale,
senza diritti da avanzare; anzi,
servi inutili! È chiaro che queste
parole riguardano il nostro rapporto con Dio, mentre l’Evangelo è e rimane un possente e
gioioso messaggio di liberazione dell’uomo dall’uomo (e da se
stesso); ma qui Gesù, senza perdersi in un’indagine e in una
contestazione sociologica, fa
quel che fa ih tutte le sue parabole: prende pari pari una situazione allora corrente e a tutti
nota. Così, vediamo un servo
che, dopo una piena giornata di
lavoro, a sera torna stanco dai
campi 0 dal pascolo o dal cantiere e potrebbe pensare: Oh,
per oggi basta, ho fatto la mia
parte, pagato il mio debito, queste residue ore serali sono mie.
Via, c’è un limite a tutto. Niente
affatto, gli dice il padrone, rimani in tuta da lavoro, prepara e
servi la cena; dopo ti riposerai.
Non viene da pensare a quel fico che Gesù maledice e fa seccare perché, andandoci affamato a cercare fichi, non ne trova:
eppure «non era la stagione dei
fichi», annota Marco (11,13)?
Preghiamo
Signore, voglio esaminarmi, vedere
se faccio progressi nella fede.
Ti ascolto. Parlo con te.
Così ti trovo, e ti ritrovo ''
quando ti ho perduto.
Non so se tutti i miei sforzi
mi hanno reso migliore e più pio.
So soltanto che questo problema
è diventato sempre meno importante per me.
Il giudizio che dò su me stesso
non è determinante. Sono li^ro.
E ora chiedo a te, Signore,
una fede semplice e genuina,
pronta e aperta ai tuoi disegni.
Questo vorrei: in ogni cosa,
in mezzo a tutte le persone con cui vivo,
>' trovarmi a casa tìM. .
Jörg Zink
(da Come pregare, Claudiana, p. 231)
Così Gesù passa dalla piccola
parabola di quello squarcio di
vita, ai discepoli; a noi. Chi legge queste colonne è, verosimilmente, persona «in»: pronta a
rendere a Dio e, per lui, al prossimo' im certo servizio: tempo,
energie, pensieri, cuore, denaro,
magari fantasia. Ma anche e
proprio noi «in noi» abbiamo,
espresso o segreto, conscio o inconscio, un radicato senso «sindacale»: c’è un limite, e ci si può
attendere un riconoscimento. I
discepoli lo hanno subito detto
a Gesù senza peli sulla lingua:
Noi che ti abbiamo seguito, che
cosa ne ricaveremo? E fino a
quale punto dobbiamo seguirti?
Quante volte, ad esempio, dobbiamo perdonare per amor tuo?
sette volte? o magari settanta
volte sette... ma non una di più?
Ma il «padrone» (riconosciamolo, non è un po’ sgradevole
questa metafora che, dopo Mosè e i profeti, Gesù usa correntemente per indicare il nostro rapporto con lui?) il Signore ci dice
chiaro che «non ha mai finito di
aspettare qualcosa da noi». Il
servizio che Dio ci chiede è, letteralmente, illimitato. Come dice un commentatore, la lunga
«giornata» della nostra esistenza
non ha fine, fino alla nostra fine.
Non viene, dunque, un momento in cui pensare a noi stessi? No, dice il Signore, il tuo lavoro non è finito. Dopo, nel
giorno del giudizio e della risurrezione, allora sì ti «riposerai»
per sempre nella mia gloria e
nella mia pace. Dopo, alla fine
del mondo: ma fino ad allora,
ogni ora è tempo di portare frutti di amore, di giustizia, di speranza, di riconciliazione in un
mondo di egoismi, di ingiustizie,
di disperazioni e di conflitti.
Bene. Ammesso che riusciamo a disporci in quest’ottica, in
sintonia con queste sconcertanti parole di- Gesù, ammesso che,
riprendendo ogni giorno in mano con decisione la nostra
«giornata», la nostra vita, facciamo uno sforzò serio per impostarla e plasmarla in quest’ottica, come non pensare che, via,
qualcosa di utile l’abbiamo pur
fatto. Fatto con coscienza e
scrupolo il nostro lavoro, e ma- ,
gari dello straordinario non riconosciuto, o dopo essere riusciti, con dura lotta con noi
stessi, a perdonare, a riconciliarci, a far passare l’interesse di
altri prima del nostro, o dopo
avere speso ore del nostro «tempo libero», energie, compren
sione e amore in un servizio di
volontariato negli ospedali o
nelle case o, perché no? dopo
aver fatto qualcuna delle tante
cose, modeste ma essenziali alla
vita della comunità credente o
della società umana, non è forse
naturale chiudere la porta di casa, sedersi ed essere consci e
soddisfatti di aver fatto qualcosa di buono e di utile?
Ma una volta ancora Gesù ci
fa il contropelo, e rudemente
impone: «Quando avete fatto
tutto quello che dovete fare, dite: Siamo servi inutili; abbiamo
fatto quello che eravamo in obbligo di fare». A chiunque (altro)
ci dicesse questo, ribatteremmo
che ha una bella faccia tosta.
Eppure ùi tutta la predicazione di Gesù e in tutto il messaggio della Bibbia non c’è per noi
nulla di così importante da capire e da vivere quanto questa
inutilità della nostra obbedienza, del nostro servizio. È duro da
accettare, è contro natura, per la
nostra natura decaduta dal divino mondo della gratuità: è duro,
è stato osservato, per la nostra
«concupiscenza» e «superbia
della vita» (cfr. 1 Giov. 2, 16), per
la nostra segreta, incoercibile,
sempre rinascente volontà di affermarci, di «valere», non solo
nell’egoismo ma anche nella dedizione e nell’impegno: di essere utili, insomma.
E invece la nostra vita è giustificata per grazia, mediante la fede. Quello che Paolo esprime in
una formula teologica, Gesù
l’aveva detto in parabola, ma il
messaggio è lo stesso. Vita «giustificata» non vuol dire soltanto
perdonata nelle sue colpe, ma
anche dichiarata e resa valida e
utile «per grazia», non per merito intrinseco: anche nei nostri
«valori», «valiamo» solo per il valore che ci dà il Signore nel suo
amore gratuito". La nostra vita,
anche in ciò che ha di più positivo e attivo, «vale» e «regge» se e
in quanto Dio vi opera con il suo
perdono e con la forza del suo
amore («lo Spirito»). È il frutto
del tralcio innestato sul ceppo
vitale della «vera Vite».
La dichiarazione precisa che il
nostro servizio è inutile ci ricorda che il servizio che dobbiamo
a Dio, vita naturai durante, è il
servizio della riconoscenza. La
riconoscenza è inutile, non è iniziativa originale, è semplice risposta. Una risposta che Dio, nel
suo amore per noi senza limiti,
ha diritto di aspettarsi da noi
senza limiti, una risposta che gli
dobbiamo: ma in rapporto di
amore, non di asservimento.Ovviamente ciò che fàcciamo, a
volte con impegno e sacrificio,
può essere utile, e anche molto
utile, fin necessario, ad altri.
Non di questo parla Gesù. Ma,
nel nostro rapporto con Dio,
non è utile a noi. La nostra «fatica» (cfr. 1 Cor. 15, 58; 1 Tim. 4,10),
la nostra vita di cristiani «impegnati» (è così, la nostra vita?) sta
sempre sotto questo interrogativo capitale: fatichiamo, «serviamo» per dire «grazie» a Dio o affinché Dio dica a noi: grazie,
bravi? C’è, nel nostro faticare e
servire, una frontiera oltre la
quale cessa il «grazie» che cerchiamo di dire a Dio e comincia
il «grazie» che Dio dovrebbe dire
a noi? Ma, è stato detto, «andare
oltre la riconoscenza vuol dire
uscire dal regno di Dio».
Il servo «inutile» è quello che
si sa in costante debito di riconoscenza verso il Signore, debito lieve e gioioso, a differenza di
qualsiasi altro debito. Sa di non
poter fare altro che dire a Dio
«grazie», un grazie infimo, balbettato. Tutto quel che fa, che è
in obbligo di fare, è solo teso a
mostrare che ha almeno cominciato a capire tutto quello che
ha ricevuto e continua a ricevere dal Signore e Padre, teso a lodare la grazia di cui vive ed entro cui si muove e respira: non
può dunque che essere un agire
gratuito, «inutile» nel senso di
non accreditabile, avendo già ricevuto tutto. Siamo meno sconcertati e irritati, ora, davanti a
queste parole di Gesù? In ogni
caso, ogni volta che ci accorgiamo di aver servito Dio «utilmente», ogni volta che, per dirla con
altro detto di Gesù, la nostra destra sa quel che ha fatto la nostra sinistra, non abbiamo che
una cosa da fare: pentirci e convertirci, riconoscerci servi inutili
e servire, gioiosamente inutili e
grati. E forse proprio così ci sarà
dato di essere con più levità un
poco utili ad altri.
(1) In quella gemma limpida e
semplice che è La libertà del cristiano Lutero scrive: «Un cristiano vive
non in se stesso, ma in Cristo e nel
suo prossimo: in Cristo per la fede,
nel prossimo per l’amore. Per la fede
sale al di sopra di sé in Dio; da Dio
torna a scendere al di sotto di sé per
l’amore; e rimane pur sempre in Dio
e nel divino amore» (par. XXX).
(2) Si potrebbe dire che siamo una
cartamoneta in sé senza valore e che'
lo acquisti unicamente grazie alla
«copertura aurea» dell’amore di Dio
in Cristo.
Note
omiletiche
La lettura data
sto passo deve mc.i,,
una predicazione di|| X 1«
land De Pury (da Ton Di C
règne, Neuchàtel-Pji f
1946). Il passo si pres
però a vari altri sviluppi' ——
può ad esempio situar '■
nel contesto tucano, sp |: A«Se
de in relazione all'ardi
vocazione a perdona ighe a Mi
(v.3-4) che provoca lalpuni ani
chiesta: «Signore, aumi.jpme di
taci la fede!», a cui clLpegnE
risponde che non si traiSLeni
di quantità ma di qualiJ^*’Ì„Jr
In questo caso il «servizi!8®"“ •
è, nella sequela di
servizio della misericor®
e del perdono, senza p| Säho: Sa
re limiti o riserve. -■Carlo M
Si può accentuare
prospettiva escatologica,! LÉCCO (p
dopo. A rigore il c//nti| stota Ka
nel nostro rapporto c* za (iero
Dio, implica Vobbligo dèMjiitri 1
servizio e questo deve s#|a ]v[agi
barci umili e disponibili! Jl -rtodt
pronti di fronte alla sul|,ypnent
volontà; ma questa non4:LL,,a
l'ultima parola dell'Eval^'^®“
gelo della grazia, e
meno la prima: come al|
sorgente della nostra vii ttche oi
di fede vi è il Signore cli SÌldP*-^
è stato e resta fra noi «c| qpsse e
lui che serve» (Luca 22,21i Salvezza
cfr. Giov. 13, I3ss), coi Laser
all'orizzonte si staglia li chiesa v
sua promessa: «Beati quÌ hrato ur
servi che il padrone, arri „astore
vando, troverà vigilanti!! nt„roi
(Luca 12, 37). Uauiurgi
Rilevando che qui vie4|?^®f „
usato il termine doù/oS
che significa per io pi
«schiavo», si può ricordare ^hte A]
che nell'antichità lo schi^ Imiterà £
vo era proprietà assoluti,,cea> t^s
del padrone, a disposiziol mana. 1
ne giorno e notte, senz^. animato
che il padrone ali dovessi} mritiern
alcun riguardo. È chiara (h ^fofo
che Gesù constata un f3t| ¡gj^vista
to e lo utilizza come par» zìone di
boia, senza minimamente,
giustificarlo. È comunq». „-.5
significativo con quale frf
quenza gli scritti apostol j
ci definiscano il discepoli
«schiavo di Gesù Cristo! vätöte I
(Rom. 1, 1; 1 Cor..3, 5; Rl't unafeon
1, 1; Tito 1, 1; 2 Pietro.1, t' Ispé pn
Giac.1, 1). loéillc
Tenendo presente il) di^echi
messaggio di Paolo, ripre- Ìl pon
so dalla Riforma, della grf presso
tuità della grazia, si puiji viaLan
infine osservare che ricoi hlim ìm
noscere Vinutilità (pe|’5^™
noi), la non-meritorieWi lepàstc
del nostro «servizio» ci I’k
conde
Per
approfondire
la se:
Svoli
ii San ]
ecun
i'Dio :
bera da quell'/ncurvat/o i/i; .
se, da quel crampo di ri- ! °mdi(
piegamento su noi stessi,
di autoauscultazione eti-,LHp0si
co-religiosa che costituisce) Cato 1
il peccato estremamentei R'esui
peccante dell'orgoglio e vdell'inquietudine. Senza : '
dimenticare una stoccata
in direzione della peccaminosa e assurda pretesa delle «opere supererogatorie» e del preteso «tesoro
dei meriti» affidato alTamministrazione ecclesiastica.
Pfott
serali
acco]
frate
Munita
,.angl
■evan
dato
Fra i commenti al testo
di Luca, quello del protestante K. H. Rengstorf, tradotto per Paideia, Brescia
1980 (^alla collana Ntd
non è stato tradotto quello più recente di E. Schweizer). Per chi legge il
francese ricordiamo, anche se non recente, quello
di J. S. Javet, L'Évangile de
la grâce. Labor et Fides, t;
Genève, 1957 e quello dij
H. Goliwitzer, La joie dei.
Dieu, Delachaux et Niestlé, i
Neuchâtel-Paris, 1958 (Üf ■.
monumentale commento}
a Luca di F. Bovon, pure di 1
Labor et Fides, è giunto fi' i
nora solo al cap. 9). Per si- \ Pj
tuare correttamente lai ^
questione del «premio» di * Sci
Dio, V. G. Bornkamm, Gesù 1 alci
di Nazareth, Claudianà, f la {
Torino, 1977, p. I33ss. Si 1 l’m
leggerà con frutto il cap- j, do(
14 del Libro III deì\'IstitU’\ t0(
zione della religione ere | zìo
stieina di Calvino, specie i 5'
paragrafi 13, 14, 15, 16-} JjVedi pure B. Corsani, Testi- r-,j^
moni delta verità. Marco, [ ^ j
Matteo, Luca, Claudian^
Scuola Domenicale, Torino, 1982, p. 205SS.
3
16 FEBBRAIO 1996
iEcumene¡
PAG. 3 RIFORMA
La Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani a Milano
Laxoiicelebrazione ecumènica del Giubileo
Tondi
tel-Pa|f~ ■
SI pre¡
/iluppi,
3no, su ; A «Settimana di preghiera
all'ard||i{ier l’unità dei cristiani»,
è la vera sfida alle chiese divise
iSf; MAURIZIO SENS
rdona ¿he a Milano è ormai da alla»cani anni programmata in, aumai ^eme dalle chiese cristiane
Spegnate nel cammino ehat ^^enico, è iniziata il 18
' Mìinaio con celebrazioni
r puineniche in quattro diver
ericort séaone del territorio diocei
>nza ^0°: Sant’Ambrogio (card.
^ Carlo Maria Martini e rev.
tu are I Mglicano Thomas Mendel),
’logica, :pÉC0 (pastore Adamo e paI d/r/ftì stora Katharina Hess), Mon3rto co za {ieromonaco ortodosso
^^'9° di >|jHiùitri Fantini e pastora Lideve se ¿ja Maggi) e Varese (arciprelonibili ¿ortodosso Traian Valdman
e^énente dell’Esercito della
iMVezza Daniele Paone). In
Ì^'éigiuna fli esse erano presentìesponenti delle chiese uniche orientali, anglicana,
fittolica, evangeliche, orto®sse e dell’Esercito della
:a 22,2| t|lvezza.
ss), cor '’ta sera di venerdì 19 nella
taglia Ic^esa valdese è stato cele3ati qui eto un culto evangelico; il
00. ari,^^jl3re Adamo ne ha curato
gilainti!||j mentre la predica
. . i ione è stata affidata a mons.
'i'?"|iCiànfranco Ravasi, che ha
r io'pii commentato in modo awinicordaral^onte Apocalisse 3, 14-20, la
lo schi|il6t.tera alla chiesa di Laodiassolui cea, testo guida della Settisposizii'lilana. La corale valdese ha
e, senz| Animato il canto, offrendo ai
dovessi iiinìlerosi presenti momenti
E chiari di jicofonda spiritualità. Era
I un fatf'.jjcgvista anche la partecipane par^ zkme di padre Bimen, della
lamenta Qjjjggg copta egiziana, che
stol A^nano, nella parrocchia
iscepoH dci'.|cdentore, il pastore SalCristoi vatàre Ricciardi ha tenuto
3, 5; Fi) unaì^nversazione sulle teoit'ro.'l, t logie protestanti del XX secolo e li loro impatto nella vita
ente t ddlechiese.
0, ripre -: Il pomeriggio di sabato 20,
ella gr}-. presso le suore orsoline di
, si via Lanzone, un gruppo bihe oco'rpco interconfessionale (con
ta (P®| il pastore Giovanni Carrari e
le pastore Maggi e Hess) ha
■vatio in'' ‘^^^doho un ampio e vivace
IO di rii Wdio biblico con varie tec
II Cardinal Carlo Maria Martini e ii pastore Paolo Spanu
do valdese sull’enciclica, ha
dato per note le critiche e le
torieti|
o» ci
i stessi,! ^che di animazione. La sera
me eti-l U pastore Ricciardi ha predistituis« Wto nella parrocchia della
amentef Resurrezione di Sesto San
ogiio ej’'Qovanni; la Chiesa cristiana
• Senzar protestante ha offerto una
toccata! serata di ascolto della Parola
da musiche
*^'®gano. Anche quest’anno,
rtpsorol 21 gennaio, si è
I aii'arti-r-'^°ila nella parrocchia di
>iastica.|'^®^ Marco la celebrazione
ecumenica della parola di
Dio nella domenica della
j^'^ttimana». In un clima di
JJ-p [ fraternità, nella chiesa gretlllv;'Bitta di fedeli delle diverse
chiese cristiane di Milano,
[ anglicani, cattolici, copti,
«^angelici e ortodossi hanno
R testo}
prete
jrf tra-lF e oriouossi iiamiu
Bresela| vita a un incontro all’in
ia Ntd|‘
o quel-1.
E. Sch-i
ìgge il;:
IO, an-j
quello 1,
gilè de I
Fides, ii
lello dii
oie de i
segna dell’ascolto della parola di Dio e della lode all’unico Signore e salvatore.
Il 22, presso la chiesa del
Corpus Domini c’è stato per
il secondo anno un incontro
dedicato alle coppie interconfessionali, inserito nel
programma ufficiale della
'Settimana. Una settantina di
persone si è raccolta in riflessione intorno al tema dell’accoglienza, con meditazioni
tenute da una coppia (Marcheselli), da due preti, uno
cattolico (p. Rosso) e uno ortodosso (p. Valdman), mentre la preghiera è stata guidata dal pastore Adamo. Si è
sottolineato in particolare
l’esigenza di essere non solo
«per», ma anche «con» gli altri, come guida per il nostro
essere ecumenici. La stessa
sera la comunità cattolica di
via Sambuco si è raccolta intorno alla parola di Dio in
una celebrazione presieduta
dal past. Adamo. Questa comunità, composta di donne e
uomini, laici e religiosi, da alcuni anni ha dato vita a un
vivace centro di cultura religiosa con una biblioteca
aperta al pubblico e ricca di
oltre 30.000 volumi.
Leggere e Mmmentare alcuni brani'aeU’enciclica
sull’ecumenismo Ut unum
sint, per raccogliere e rilanciare le sfide che contiene:
questo è il senso della serata
di riflessione del '25, presso il
centro missionario cattolico
Pime, animata dal pastore
battista Paolo Spanu, dal teologo cattolico Luigi Sartori e
dal padre ortodosso Traian
Valdman. Spanu, nel rifarsi al
recente documento del Sino
perplessità espresse in campo protestante, e ha preferito
rimanere sul piaiio pratico
più che teologico. È stato anzitutto apprezzato il pathos
che pervade il documento
papale, segno di autentica
passione per l’ecumenismo.
Spanu ha poi riflettuto sulla
proposta di «concelebrazione ecumenica» del Giubileo
per l’anno 2000, che è la sfida
più forte deH’enciclica; se
giubileo dev’esserci questo
va convocato insieme, non
unilateralmente, e solo dopo
aver trovato aH’awenimento un significato comune e
profondamente radicato nella Bibbia, utile alla causa della testimonianza cristiana.
A Valdman è toccato rilevare la disponibilità, mai rilevata prima di questa enciclica,
a mettere in discussione il
ruolo del magistero petrino
nell’ambito del dialogo ecumenico, e Sartori ha ricordato che la spiritualità ecumenica deve promuovere la ricerca comune della verità,
che non può essere ingabbiata da nessuna struttura confessionale.
Per tutta la settimana la
Chiesa valdese, dalle 13,15 alle 13,30 ha ospitato la «grotta
di Elia», un incontro di meditazione, preghiera e ascólto
della Parola, pensato in particolare per coloro che si trovano in centro per la pausa del
pranzo. Ogni giorno da 30 a
40 persone hanno seguito
con interesse gli incontri
quotidiani condotti da predicatrici e predicatori cattolici,
protestanti e ortodossi.
Incontro ecumenico a San Giacomo degli Schiavoni (Cb)
Bisogna imparare le cose che lo Spirito
Miestié.
958 (ili' ■
mento f
aure di j
jnto fi' f
Per si'l
nte lo
dice alle chiese per la loro unità
ENOS MANNELLI
OPO che la Chiesa valde
nio» di i
1, Gesù {
se di San Giacomo degli
¡»chiavoni (Cb) aveva avuto
«cuni incontri preparatori ah
diani: i' aS^timana di preghiera per
j: dei cristiani (esame del
'/ f 'W-1 f ^teento sinodale «Il papa• * 'crì- ì ■ ® l’ecumenismo», preparaoecie 1 i proposti dal
s 16. ^ ePteitato interconfessionale
lano e incontro dei due
Vlarco, t pastori con due sacer
diana/ V“Oh) si è avuta domenica 21
Tori
Rennaio, nella chiesa cattolica
® San Giacomo, una riunione
alla quale partecipavano, oltre alle due realtà locali, anche sorelle e fratelli cattolici
di Lucito con ii loro parroco.
La liturgia dell’incontro,
quella proposta dal suddetto
comitato, arricchita da inni
delle due confessioni e preghiere spontanee, era condotta da due lettori, dai sacerdoti Corradino Fiorito e
Timoteo Limongi e dai pastori Enos Mannelli e Achim Roscher, al quale era affidata la
predicazione sul testo di
Apocalisse 3,14-22. Mólto attento l’uditorio, circa un cen
tinaio di persone, all’ottima
meditazione.
La colletta è stata devoluta
alla Società biblica italiana
pef la «nuova Bibbia russa per
bambini». Al termine della
riunione, segno forse che
qualcuno aveva udito l’invito
contenuto nel testo della predica, ci si è scambiati la promessa di incontrarci nuovamente, a breve, intorno alla
parola di Dio per ascoltare
«ciò che lo Spirito dice alle
chiese». Voglia il Signore che
ognuno di noi sia pronto a tacere, per lasciar parlare lui!
INIZIATIVA DI «RIFORMA»
450° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI
MARTIN LUTERO
L’offerta è valida fino al 15 marzo 1996 e per invii in Italia.
I volumi possono essere ordinati alla nostra redazione con lettera (via Pio V, 15 10125 Torino - fax 01 1-657542) o per telefono (011-655278), oppure possono essere acquistati direttamente presso le seguenti librerie:
Claudiana di Milano
via Francesco Sforza, 12/A;
tei. 02/76021518
Claudiana di Torino
via Principe Tommaso, I; tei.
011/6692458
Claudiana di Torre Pellice
piazza della Libertà, 7; tei. 0121/91422
Libreria di cultura religiosa
di Roma
piazza Cavour, 32; tei. 06/3225493
Umberto Stagnare
L’uomo di Wittenberg
Lutero e la nascita della Riforma protestante
F.to 24x34, pp. 160, L. 32^ L. 16.000
Fumetti artistici con la consulenza di Paolo
Ricca e Giorgio Tourn.
MARTIN LUTERO
«OPERE SCELTE»
Collana diretta da Paolo Ricca delia
Facoltà valdese di teologia, Roma
Introduzione >
AA.W.
Lutero nel suo
e nel nostro tempo
Studi e conferenze per il 5° centenario
della nascita
pp. 320, L.33t00O L. I6.0Ò0
Gerhard Ebeling
Lutero, l’itinerario e il messaggio
pp. 90, L L2:0OCr L. 6.000
Concisa ma succosa e agile presentazione
della biografia e del pensiero di Lutero.
James Atkinson
Lutero - la parola scatenata
L’uomo e il pensiero
pp. 490, 2“ ed. ’corretta ( 1992)
L. 48:é0€r L. 24.000
È la migliore biografia di Lutero
esistente in Italia.
Come si debbono istituire
i ministri della Chiesa (1523)
pp. 96, L. 12:00O" L. 6.000
Uno scritto limpido e rivoluzionario inviato
alla chiesa hussita (Praga) per esortarla ad
abbandonare la successione apostolica.
Martin Lutero ^
Il «Padre Nostro» spiegato
ai semplici laici (4® ed.)
pp.84, L. 14*900 L. 7.000
Una piccola grande opera
che rivela il migliore Lutero
L’Anticristo
Replica ad Ambrogio Catarino (1521)
Il Passionale di Cristo e dell’Anticristo (1521)
pp.208, L. 22:000 L. 11.000
Lutero giunge alla conclusione che il papato
in sé è una potenza spirituale negativa che si
contrappone all’opera di Cristo nel mondo.
In appendice: il famoso Passionai, ornato da
27 splendide incisioni di Luca Cranach.
Martin Lutero
La libertà del cristiano (6^ ed.)
pp. 72, L. 12:000 L. 6.000
La più chiara ed equilibrata sintesi
del pensiero luterano.
Martin Lutero
Prediche sulla chiesa
e lo Spirito Santo
pp. 182, L. 20:000 L. 10.000
Ampio saggio introduttivo
su «Lutero'predicatore».
II segreto, le tecniche, alcuni esempi.
Scuola e cultura
Compiti delle autorità, doveri dei genitori
pp. 144,10:000 L. 9.000
Due scritti fondamentali (del 1524 e del
1530) sulla necessità di una formazione culturale completa per tutti i laici - uomini e
donne - in vista dei nuovi compiti della società civile, affrancata dall’asservimento clericale'.
Gli Artìcoli di Samarcalda
I fondamenti della fede (1537-38)
in appendice:
Trattato sul primato e l’autorità del papa
di Filippo Melantone ( 1537)
pp. 200, L. 24:000 L. 12.000
Gli Articoli si sono presto imposti come
l’essenziale della fede evangelica e sono tuttora la più chiara indicazione dei temi ancora irrisolti del dialogo cattolico-protestante.
II testo di Melantone (in appendice) offre la
sintesi delle ragioni che inducono il protestantesimo a negare al papato l'ubbidienza
della fede.
4
PAG. 4 RIFORMA
Ecumene
VENERDÌ 16 FEBBRAIO I
Verso le Assise della «Comunità evangelica di azione apostolica» (Cevaa)
La Chiesa evangelica del Camerún
Nel novembre scorso ha celebrato il 150P anniversario dell'arrivo dell'Evangelo
nel paese. Forte di 1.175.000 membri è molto attiva in campo diaconale
Nel novembre scorso, la
Chiesa evangelica del Camerún (Eec) ha celebrato il 150“
anniversario dell’arrivo dell’
Evangelo in Camerún. Essa
infatti è il prodotto di quattro
missioni cristiane che si sono
succedute nella parte occidentale dell’attuale Camerún
a partire dalla metà del secolo scorso. La prima missione
è quella della Missione battista di Londra, dal 1843 al
18è4: inizia l’evangelizzazione del Camerún con Joseph
Merrick, Alfred Saker e alcuni camerunesi come Georges
Nkwe. L’Evangelo si diffonde
a Donala, Bonabéri e Victoria
{attuale limbé).
Dopo la partenza degli inglesi e l’arrivo dei tedeschi
nel 1884, alla Missione battista di Londra subentra la
Missione di Basilea (18861914). Questa prosegue e allarga l’evangelizzazione verso l’interno del paese. Nascono diverse stazioni missionarie: Mangamba, Lobéthal (1893), Edéa, Sakbayémé,
Buéa, Nyassosso, Ndoungué,
Bali, Bagam, Foumbam, Baña, Bangwa, Bandjoun. Questa missione viene bruscamente interrotta nel 1914 a
causa della prima guerra
mondiale. I missionari tedeschi lasciano il Camerún, affidando la missione agli autoctoni che porteranno avanti l’edificazione delle comunità e la loro evangelizzazione (1914-1917).
Nel 1917 giunge la Società
delle missioni evangeliche di
Parigi che subentra alla Missione di Basilea e alla Missione autoctona del Camerún
nella zona francese. La Missione di Basilea prosegue nella zona inglese con la creazione della Chiesa presbiteriana
in Camerún (Pcc), sorella gemella della Chiesa evangelica
del Camerún. Gjazie all’opera
della Società delle missioni
evangeliche di Parigi, il vecchio campo missionario della
Missione di Basilea diventa
chiesa autonoma, il 10 marzo
1957, sotto il nome di Chiesa
evangelica del Camerún. Oggi, l’Eec è presente in 10 province del Camerún.
Organizzazione
La Chiesa evangelica del
Camerún comprende 13 regioni sinodali (Bamboutos,
Centro Sud Est, Douala, Alto
Nkam, Menoua, Mifi, Ndoungué, Nkam, Noun, Paab,
Sanaga marittima, Nde e
Grande Nord). Conta i milionel75.000 membri (di cui
543.000 comunicanti), ripartiti in 700 comunità. 1 pastori
in attività sono 287. L’organo
direttivo della chiesa è composto di cinque membri: un
presidente pastore, un vicepresidente pastore, un vicepresidente laico, un segretario pastore, un tesoriere laico.
La formazione dei pastori
viene seguita presso la Facoltà di teologia di Yaoundé
e presso la Scuola di teologia
interecclesiastica e internazionale «Chiesa evangelica del Gabon, Unione delle
chiese battiste del Camerún
e Chiesa evangelica del Camerún», a Ndoungué, nella
regione di Nkongsamba. Vi è
inoltre una diecina di centri
di formazione per laici nelle
regioni sinodali.
Le opere diaconali
L’Eec gestisce cinque ospedali (Douala, Ndoungué, Bafoussam, Bangoua e Foumbam) e 40 ambulatori: 21 medici vi prestano la loro opera.
Nel campo scolastico (materna e elementare), l’Eec gestisce 182 scuole, con 884 maestri e 33.458 alunni. Vi sono
Camerún: la scuola protestante di Ndoungué
inoltre 13 scuole medie e istituti tecnici, con 10.400 alunni
e 500 insegnanti.
L’Eec è consapevole dei limiti dell’attuale sistema educativo che finora ha assicurato la formazione delle élite
camerunesi. Nei prossimi anni intende ridefinire gli obiettivi della formazione e i prin-,
cipi dell’educazione onde
formare cittadini responsabili, capaci di assumersi iniziative e di forgiare il loro futuro. La «Rete scuola e sviluppo» cerca di portare soluzioni
alle crisi che stanno attraversando le scuole protestanti
delle chiese dell’Africa dell’
Ovest e del Centro. L’obiettivo è di riconciliare la scuola e
la vita. Nell’ambito dell’Eec,
ben tre scuole pilòta hanno
avviato un piano di azione:
quella di Mbo, quella del
gruppo Saker a Douala e
quella di Njisse a Foumbam.
In campo agricolo, l’Eec
gestisce 3 fattorie scuola, a
Ndoungué, Bafoussam e
Bangam. Vi sono poi diversi
Centri sociali: quello di Ntolo
(Ndoungué) accoglie bambini con problemi scolastici, familiari e psicologici. Un altro
opera a Lobethal (Sanaga
marittima). Il 22 aprile 1995 è
stato inaugurato ufficialmente il Cafrad (Centro di animazione, di formazione, di ricerca e di sostegno allo sviluppo): è il frutto di una cooperazione internazionale con
l’Eec. Collegato al ministero
degli Affari sociali e della
condizione femminile, il Cafrad rappresenta l’impegno
della Chiesa evangelica per
l’autopromozione in vista del
benessere spirituale e socioeconomico dei non abbienti.
Il Centro polivalente di formazione di Mbo-Bandjoun
(vicino a Bafoussam) accoglie
studenti per la formazione
nel campo dell’insegnarnento, dello sviluppo e dell’agricoltura. Il Centro Martin
Luther è un grande progetto
dell’Eec e della Chiesa della
Westfalia. Situato nel nord
del paese, è un simbolo della
presenza evangelica in questa regione del Camerún do
minata dall’Islam. Il tempio
Martin Luther e la Sala parrocchiale sono stati inaugurati nel 1994. La scuola materna e l’ambulatorio sono in
corso di costruzione: vi sono
inoltre 8 centri giovanili e di
accoglienzà.
I dipartimenti
L’Eec è strutturata in vari
dipartimenti: il dipartimento
«Educazione cristiana» cura
l’organizzazione dei culti per
bambini, l’arte e la cultura, la
ricerca innologica, liturgica e
teologica, la cappellania, i
movimenti giovanili e femminili. Il dipartimento «Comunicazione e informazione», creato nel 1988, pubblica il mensile «L’appel», e gestisce un servizio radio a
Douala e a Bafoussam e un
servizio video. II dipartimento «Progetti di sviluppo» coordina e pianifica i vari progetti. L’Unione delle donne
cristiane (Ufc) esistente da
oltre trent’anni, è diventata
dipartimento nel 1993: è uno
dei settori più vivi della chiesa; promuove la partecipazione attiva delle donne alla
vita della chiesa e della società. Il dipartimento «Gioventù della Chiesa evangelica
del Camerún» coordina le attività e la formazione di circa
650.000 giovani dai 14 ai 35
anni (Ucdg, scout, alunni,
studenti, corali, attività giovanili, ecc.). Il suo programma prevede tra l’altro l’educazione per la prevenzione
dell’Aids, la formazione degli
animatori giovanili, la formazione per il lavoro e il lavoro
autonomo, l’organizzazione
di una cooperativa artigianale di giovani, la gestione delle
colonie estive.
Secondo un rapporto del Patriarcato di Bucarest
Dagli ex paesi comunisti alla diaspora^ forte
crescita delle chiese ortodosse nel mondo
Due fattori possono spiegare l’aumento del numero
degli ortodossi nel mondo: il
rinnovamento della fede cristiana negli ex paesi comunisti e la moltiplicazione delle
conversioni nelle comunità
della diaspora. Secondo alcune stime vi sarebbero oggi
nel mondo tra 200 e 250 milioni di ortodossi: va inoltre
ricordato che i rapporti esistenti tra i quindici Patriarcati e le Chiese ortodosse autocefale hanno facilitato «la testimonianza panortodossa»,
come ha dichiarato un responsabile di chiesa.
Secondo un rapporto speciale pubblicato dal giornale
del Patriarcato ortodosso di
Bucarest, Vestitorul Ortodoxiei, la Chiesa ortodossia
roména, che comprende 1’
87% della popolazione romena (23 milioni) è attualmente
la seconda maggiore Chiesa
ortodossa del mondo, dopo la
Chiesa ortodossa russa,,la
quale afferma di contare tra
100 e 150 milioni'di membri.
In seguito vengono l’Arcivescovado greco-ortodosso di
Atene, con nove milioni di
membri, e i Patriarcati serbo
e bulgaro, con otto milioni di
membri ciascuno.
Il Patriarcato ecumenico di
Costantinopoli dichiara di
contare 4,5 milioni di membri, di cui solo 5.000 vivono in
Turchia. La Chiesa ortodossa
della Georgia ha tre milioni di
membri. Secondo il giornale
romeno, la Chiesa ortodossa
d’America conta un milione
Chiesa ortodossa a Zagorsk
di membri. I Patriarcati storici di Antiochia, di Alessandria
e di Gerusalemme contano
ognuno da 250.000 a 750.000
membri, e gli Arcivescovadi
dl^Cipro e di Albania hanno
rispettivamente 442.000 e
160.000 membri.
Il portavoce del Patriarcato
di Bucarest, il prete Michael
Dioda, ha precisato che questo rapporto era stato pubblicato in occasione del 110“
anniversario dell’indipendenza della Chiesa romena,
che è stato celebrato da delegazioni ecumeniche e ortodosse alla fine del 1994. Dioda ha precisato che la sua
chiesa ha potuto ottenere cifre esatte a partire da un censimento effettuato nel 1992,
mentre moltissime comunità
ortodosse non hanno alcun
sistema di registrazione dei
loro membri e pertanto non
possono fornire cifre precise.
Per il prete romeno «non fa
alcun dubbio, tuttavia, che il
numero degli ortodossi aumenti nei paesi tradizionalmente ortodossi, in un tempo in cui i cittadini riscoprono la vita religiosa, e in particolare nelle comunità della
diaspora all’estero dove i modelli di emigrazione hanno
provocato un tasso di crescita ancora più alto».
Il rapporto di Vestitorul Ortodoxiei precisa che la più
piccola comunità ortodossa,
l’Arcivescovado del Sinai,
conta 900 membri. Le chiese
ortodosse della Repubblica
ceca e della Slovacchia, da
un lato, e della Finlandia dall’altro, dove le nomine vengono fatte con l’approv^ione del patriarca ecumenico,
dichiarano di avere circa
55.000 membri nelle due regioni, mentre le chiese del
Giappone e della Cina contano rispettivamente 25.000 é
20.000 membri.
Non esistono cifre precise
concernenti i vecchi-credenti
di Russia, Lituania, Lettonia,
Polonia, Romania e Grecia, e
la Chiesa ortodossa ru$sa
all’estero che si è separata dal
Patriarcato di Mosca nel
1923, 0 riguardanti le comunità considerate da altre
chiese ortodosse come «non
canoniche», tra cui la Chiesa
ortodossa macedoniana, la
Chiesa ortodossa autocefala
ucraina e la Chiesa ortodossa
ucraina dissidente, il cosiddetto Patriarcato di Kiev, (eni)
Dal Mondo Cristiani
^Alleanza evangelica universale
ha un secolo e mezzo di vita
LONDRA — L’Alleanza evangelica universale ha un seco
mezzo di vita. Il movimento conta nel mondo oltre un ce
naio di «antenne» nazionali. Fondata a Londra nel 1846 d^
tre 900 responsabili venuti da 50 chiese di differenti pa
l’Alleanza evangelica si definisce come «uno dei grandi n«
menti che si adoperano per una maggiore unità all’interno
protestantesimo». Nel 1846, in occasione della prima coi
renza mondiale dell’Alleanza, c’erano anglicani, rifornì
metodisti, battisti, rappresentanti di chiese indipendenti
stato o cristiani membri di chiese nazionali. In Svizzera, la
ma Alleanza evangelica fu fondata a Ginevra. Il futuro foi
tore della Crocè Rossa, Henri Dunant, vi lavorò come sego
rio. In seguito ad una riorganizzazione internazionale aw(
ta nel 1952, esistono attualmente nel mondo 104 allei
evangeliche nazionali. In Europa, il movimento conta 25Í
zioni nazionali. Nella Svizzera remanda, l’Alleanza evangi
è particolarmente attiva nelle città di Ginevra, Losanna, N
chàtel, Bienne, Yverdon e Vevey.
Francia: Jean-Marc Dupeux nuovo
segretario generale della Cimade
PARIGI — Il Consiglio della Cimade, riunito a Massy il
21 gennaio scorso, ha nominato il pastore Jean-Marc Du
segretario generale. Entrerà in funzione il 1“ luglio pressi
subentrando a Geneviève Jacques, che ha assunto Fine
per 8 anni e che raggiungerà il Consiglio ecumenico dei
chiese a Ginevra. Jean-Marc Dupeux è attualmente pasto
della Chiesa riformata di Francia a Oullins (Chiesa rifornii
di Lione Sud-Ovest), è diplomato in teologia e in economi I
Dopo un servizio di cooperazione in Africa (Donala, Cam| •
run), è stato pastore a Grenoble dove ha partecipato al lavr
del Gruppo cristiano immigrati-francesi, poi a Lione dovi
anche cappellano delle carceri. Per tre anni è stato presideni
della Federazione degù studenti cristiani. Ha 43 anni, è sp(i
sato e padre di tre bambini.
lieeppelli
c
Ungheria: non ci sarà l'incontro
tra Giovanni Paolo II e Alessio II
^GG
V/stu(
militare
ékuazio
delle mi
PANNONHALMA — Nel prossimo giugno il papa si rechi
in Ungheria ma il previsto incontro con il patriarca ortodosf
russo Alessio II non avrà luogo. Lo ha annunciato il diretto»
della sala stampa del Vaticano. Lo storico incontro era st4:
preparato dal vescovo Asztrik Vareszegi, abate deU’abbaziai
Pannonhalma, nell’ambito delle celebrazioni per i mille aà,
dell’abbazia. Alla decisione non è sicuramente estraneai
contenzioso tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa orf
dossa russa circa il «proselitismo cattolico» in Russia. Il 2Id
cembro scorso, rivolgendosi all’assemblea del clero di Mosa
il patriarca Alessio aveva denunciato «il proseguimeni
dell’espansione cattolica» sul «territorio canonico» de|
Chiesa ortodossa russa: (ik
v^imo
più rece
tealla qi
ne di co
viiho ri
ü di atte
dicafatt
Francia: è morto Daniel Bruneton
presidente del settimanale Réforme
n^, alm
parti: <
guerra c
fesa alla
poli e a
done de
miòna
2)L’ai
PARIGI — Il 29 gennaio scorso è morto improwisamente|
Parigi Daniel Bruneton, presidente del Consiglio di ammiìf
strazione del settimanale Réforme. Aveva assunto l’incaricoi
presidente nel 1988, subentrando al pastore André Dumas, »
era membrq del Cda fin dal 1960, epoca in cui era direttore!
pastore Albert Finet. Diplomato dell’Istituto di studi politici!
Parigi e laureato in legge, era stato uno dei dirigenti di una de
le più grosse imprese francesi, l’Air Liquide. In tutti questi »
ni, aveva messo la sua grande esperienza professionale a d
sposizione deU’amministrazione del giornale. (Réfor
dovere c
zio rnilii
limiti e
3) La
1972 (m
2412.19
ilficono
ne di coi
4) La
approva
lo stato
tate dall
te tehei
Il cantiere sodale
Fondazione John Bo^
Come ogni anno, la Fondazione John Bost organizza ufl
cantiere sociale aperto a Rovani volontari ultradiciotteti^
provenienti da o^ii parte d’Europa e del mondo, èssi veni :
gono per aiutare nell’accompagnamento quotidiano de^
handicappati e dei malati psichici accolti presso i vari p8*
diglioni e servizi della Fondazione. I volontari sono ui^
trentina in giugno é settembre, e una settantina in luglio^
agosto. Vengono alloggiati in un campo internazionale mi
tende precnsposto nei pressi di una delle foreste che ciif
condano il Centro. '
La Fondazione, creata dal pastore John Bost nel 1848, M
una grande opera diaconale protestante francese a cara^
tere sanitario e sociale. Accoglie 1.030 residenti ripartiti F
ventuno padiglioni disseminati in mezzo al verde, su
vasta proprietà di circa duecento ettari. Ogni padiglioir
ha un ruolo specifico e complementare rispetto a quell',
degli altri. Oltre alle cure mediche e alle varie attività tei»!
peutiche, la Fondazione assicu/a attività culturali, social*
cultuali.
La sede della Fondazione è a la Force (Dordogne),. a
km da Bergerac e a 85 km a nord-est di Bordeaux. 1 volo.
t^ ricevono vitto e alloggio, là spese di viaggio vengoi-,,
limborsate (treno 2® classe) dalla frontiera francese fino*;
La Force.
Per ogni informazione rivolgersi a:
* Fondazione John Bost
Chaniier social (Mamré)
^ i 24Ì30 La Force (Francia).
Tel. 53580103, interno 690
fax 53585418.
hunziei
naie e t;
serie di i
: a) ehi
guerre c
^involi
Utari ita
Diate a
all’ester
fazioni
donale)
b) chi
forze ai
agito in
doni Oi
c) eh
guerre i
erano s'
forità e
petenti
per le c
ebe har
dsono
Do' Una I
. d) eh
guerre i
^anc
ufoiestii
te mìliti
ttufBcii
Ptirtia 1
faentre
a cui p,
datele
Uia mil
Parte hi
«Vile al
Mimi
5
PAG. 5 RIFORMA
Cappel lanía militare
£he cosa cambiare in futuro?
ALDO RIBET
i rechi
rtodoi
diretti
era si
tranci
isa OL
• Il 21 á
li MosO
ri mens
o» dei
n
me
GGETTO di un nuovo
studio sulla cappellania
Imilitare dovrebbe essere la
situazione attuale, alla luce
delle mutate condizioni. Nelkjijuarta parte del Bollettino
v^no riferimento a tempi
più recenti, ma limitatamenf, tealla questione dell’obieziorbaziaj 'i® coscienza. In ogni caso
lille aii ifeio richiamati alcuni punti dì attualità, essenzialmente
di carattere normativo.
1) L'prt. 11 della Costituzione, .almeno nella sua prima
parti: «L’Italia ripudia la
guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie interMziónali».
2) L’art. 52 della medesima:
«La difesa della Patria è sacro
. dovere del cittadino. Il serviimenM zio Militare è obbligatorio nei
amttm limiti e modi stabiliti dalla
caricoi legge...»,
imas.ii . :3) La legge 772 del 15.12.
•■attorsi 1972 (modificata dalla legge
»olitici 24,12.1974 n. 695, Norme per
una del iljkonoscimento dell’obieziouesti® ne di coscienza).
al® iS l®gg® n. 449/1984 di
Re7orW|^pprovazione delle Intese tra
■ lo stato e le chiese rappresentate dalla Tavola valdese, lette tenendo conto delle proi:|lunzie della Corte costituzioi nale e tenendo presente una
( Serie di condizioni:
a) che se non vi sono state
guerre dichiarate in cui, fosse
Rinvolta l’Italia, le forze militari italiane sono state chiaIttate a lunghe «manovre»
■,^'^tero e impiegate in ope‘ di «polizia interna
[zzaul
jtteni
;si vem .rionale»;
® '■ 1>) che nei predetti casi le
forze armate italiane hanno
,¡7 ®8lto in un quadro di operaugltó i rioni Onu e Nato:
u che, mentre nelle due
he ciq .guerre mondiali i cappellani
- 1 ®tano stati richiesti dalle au^tCfità ecclesiastiche ai com‘ Patenti organi dello stato, ora
P^t fe confessioni religiose
che hanno stipulato le Intese
articoli che prevedo^“.tina disciplina al riguardo;
tà tem d) che nei casi delle due
sciati, 4 guerre mondiali i cappellani
*?®vano avuto un minimo di
uunestichezza con le struttuJ^^itari, essendo quasi tut■ complemento di
Priitìa nomina o richiamati,
®entre oggi i giovani pastori
*cui potrebbero essere affidate le funzioni di cappellad'a militare per la maggior
parie hanno svolto il servizio
alternativo.
Mimmo Franzinelli al suo
ingoi
! fino
saggio su «Don Milani e i
cappellani militari» (pp 229250) fa precedere un pensiero tratto dal racconto Billy
Budd di Hermann Melville:
«Il cappellano è un ministro
del Principe della pace, arruolato nell’esercito del Dio
della guerra, Marte». E non
c’è dubbio che il cappellano,
istituzionalizzato o meno,
nelle varie sfaccettature della
sua condizione nelle varie
epoche e paesi, soffra di questa ambiguità.
È vero che l’art. 5 della legge 449 prevedejuna disciplina
articolata per l’assistenza spirituale ai militari e che Giovanni Battista Varnier, nell’
ultimo intervento del Convegno, osserva: «La norma per
la regolamentazione dei rapporti tra lo Stato e le Chiese
rappresentate dalla Tavola
valdese, prevedendo il superamento di una presenza istituzionalizzata in favore di
una presenza personalizzata,
garantiscono mèglio la libertà
di scelta del soggetto, che può
rivolgersi al di fuori della
struttura militare, al ministro
di culto di propria preferenza;
a differenza del militare cattolico, che si trova a poter
adire soltanto al proprio cappellano. Queste norme assicurano inoltre la possibilità di
un'autentica evangelizzazione nella misura in cui consentono ai pastori valdesi che
prestano servizio militare di
poter, svolgere, unitamente
agli obblighi di servizio, il loro ministero di assistenza spirituale nei confronti di quei
militari che lo richiedano».
Tuttavia bisogna osservare
che all’art. 5 dell’Intesa, inizialmente intitolato «Assistenza spirituale ai militari»
vennero aggiunte, su richiesta governativa, le parole «in
tempo di pace». L’art. 5 non
vale quindi più in tempo di
guerra? Crediamo che non si
possa desumere che il passaggio dal tempo di pace al
tempo di guerra importi automaticamente la cessazione
dell’assistenza spirituale ai
militari, proprio in momenti
nei quali appare più richiesta; pensiamo anche che la
normativa prevista dall’art. 5
dell’Intesa qon può essere
sostituita da altra norma con
provvedimento unilaterale
da parte dello stato, che dovrà sempre, ove si intendesse
sostituire l’art. 5 con altra
normativa, disporlo con legge, previe Intese. Fino a tale
momento continuerebbe a
avere vigore l’art. 5 nell’attuale formulazione.
Società di studi valdesi
Tra la spada e la croce
Pubblicati gli atti del convegno
sui cappellani militari evangelici
Giunge in queste settimane
ai soci il n. 176 del Bollettino
della Società di studi valdesi,
che contiene gli atti del 34“
convegno di studi sulla Riforma e i movimenti religiosi in
Italia (Torre Pellice, 28-30
agosto 1994Ì, intitolato «La
spada e la croce. I cappellani
militari nelle due guerre
mondiali».
Il libro, dopo la presentazione del presidente Giorgio
Rochat, si suddivide in quattro parti; Religioni, eserciti,
cappellani: Casi e problemi
particolari; Figure di cappellani evangelici; La Lettera ai
cappellani di don Milani; un
dibattito ancora aperto.
A noi interessa soprattutto
la parte dedicata ai pastori di
chiese locali e a eminenti
personalità del piccolo mondo evangelico italiano. Si
possono ricordare fra'queste
figure, fino alla prima guerra
mondiale, il pastore Corrado
Jalla; nella guerra di Libia
(1911-12) i pastori Eli Bertalot, Davide Bosio, Enrico Pascal, Arnaldo Comba, Giovanni Bonneq Alberto' Fuhrmann, Adolfo Tron, Emilio
Tron. Tenendo conto degli
avvicendamenti, si ebbe un
massimo di 5 cappellani vaidesi militari al fronte, e due
per l’assistenza ai prigionieri
di guerra austroungarici.
Fra i metodisti bisogna ricordare Carlo M. Ferreri, Umberto E. Postpichl,. Giuseppe
La Scala, Emilio Ravazzini,
anche se il pastore La Scala fu
l’unico che svolse un effettivo servizio al fronte e che compilò un minuzioso diario di
guerra. Per la guerra d’Etiopia
e l’Impero si segnalano invece Alessandro Tron, Giovanni
Bertinatti, Edoardo Micol; per
la seconda guerra mondiale
Ermanno Rostan, Davide Ciclo (Libia), Alfredo Rostain,
che sostituì Rostan, assegnato
alla divisione Taurinense in
Jugoslavia, morto nella notte
del 14 settembre 1943; il pastore battista Manfredi Ronchi per l’assistenza ai militari
battisti nel territorio nazionale; il valdese Guido Comba,
per l’assistenza ai militari britannici.prigionieri di guerra, e
il pastore Achille Deodato
con una sua vicenda atipica.
Non risultano invece cappellani militari per la guerra
di Spagna, né per le spedizioni in Russia o per i militari dislocati nell’Egeo e nemmeno
per la Marina e l’Aeronautica,
mentre manca forse un accenno alle «cappellanie di
fatto» per le forze partigiane.
Se, in termini assoluti, il numero dei cappellani in tempo
di guerra rispetto al numero
dei militari assistiti, è più favorevole per gli evangelici che
per i cattolici, occorre tener
présente che per gli evangehci
si trattò di una vasta diaspora,
dagli enormi confini, talché
era praticamente impossibile
assistere tutti i militari; si
trattò in buona parte di un lavoro fatto per corrispondenza, 0 con lunghi percorsi, fatti
con ogni mezzo di trasporto o
a piedi; così risulta dai casi
dei pastori Ermanno Rostan
oppure Davide Bosio che, sulla base delle sue annotazioni
mensili, stimava di aver percorso a piedi, in quattro anni,
12.000 chilometri.
i L'opuscolo del XVll Febbraio
Pastori al fronte
una storia da riscoprire
Se si pensa alle discussioni
fortenìenté critiche nei confronti dei cappellani militari
che si svilupparono, soprattutto negli anni ’60 e in particolare in ambito cattolico,
dopo che don Milani aveva
scritto in risposta al cardinale
Florit il famoso testo L’obbedienza non è più una virtù, fa
un certo effetto ricevere 1’
opuscolo che la Società di
studi valdesi pubblica ogni
anno, in occasione del XVII
Febbraio, e che quest’anno è
per l’appunto dedicato ai
Cappellani valdesi*.
Il tema era stato già affrontato con ampiezza nel convegno organizzato a Torre Pellice dalla Società stessa nel
1994, i cui atti sono pubblicati nel n. 176 del Bollettino. In
realtà, come scrive il presidente Giorgio Rochat nell’introduzione a quel fascicolo,
«i cappellani valdesi ebbero
un ruolo importante nelle
guerre dal Cinquecento al
Novecento.
Ripercorrere le loro vicende è un’occasione per presentare alcuni momenti di
questo passato e riflettere
sulle scelte diverse della
Chiesa valdese dinanzi alle
guerre che le furono imposte.
I cappellani sono infatti una
figura chiave nel rapporto fra
le chiese e la guerra, gli “uomini di Dio” che garantiscono ai soldati la legittimità del
conflitto, ma anche portano
la predicazione e l’annuncio
della salvezza in una comunità così particolare come
quella militare».
In fondo, l’unico cappellano di cui si sono occupati gli
storici è stato Enrico Arnaud;
degli altri si è ricordato e
scritto poco; e in realtà biso
gnerebbe parlare di cappellani evangelici, poiché nel 1918
furono nominati alcuni cappellani metodisti e nel 1940
uno battista. Benvenuta dunque questa opportunità che
la Società di studi valdesi ci
offre di rileggere e di riflettere
su una serie di vicende: dalle
guerre valdesi del ’500-600
alle guerre sabaude, al Risor’ gimento, alla guerra di Libia
e alle due guerre mondiali.
I personaggi che sfilano,
anche con belle rievocazioni
fotografiche, sono Davide Bpsio, Corrado Jalla, Datride Cielo, Eli Bertalot, Arnaldo Comba, Ermanno Rostan, Achille
Deodato, Alfredo Rostain. Tra
i documenti certo non molto
conosciuti, vi sono alcuni
brani del «Vademecum del
soldato evangelico valdese»
scritto con ogni probabilità
da Ermanno Rostan. L’opuscolo è in vendita nelle chiese
delle Valli e può essere richiesto alla Società di studi valdesi, via Beckwith 2, 10066 Torre PeUice, tei. 0121-932179.
(*) Giorgio Rochat: I cappellani valdesi. Società di studi valdesi, 1996, pp 32, £ 6.000.
Il cappellano Davide Cielo
Ifll Nuova edizione del libro di Girardet
Un biglietto da visita
della fede evangelica
FULVIO FERRARIO
Non sono molti gli autori
in grado di esporre il loro tema bene, in breve e con
chiarezza: Giorgio Girardet è
uno dei'pochi, e questa è la
più importante ragione del
successo dei suoi libri, in particolare della trilogia «Perché» {Protestanti perché-. Cristiani perché; Bibbia perché,
tutti editi dalla Claudiana).
La secónda di queste opere,
uscita una prima volta nel
1988 e nel frattempo esaurita,
viene ora ripubblicata, in una
versione radicalmente aggiornata, tenendo conto delle
osservazioni pervenute all’
autore, dei nuovi accenti del
dibattito religioso e culturale,
della bibliografia teologica
più recente*.
Si tratta, come annuncia il
sottotitolo, di una presentazione, insieme tradizionale e
originale, della fede cristiana,
così come è vissuta in ambito
evangelico. Tradizionale non
solo perché quelli visitati sono 1 luoghi classici della fede
(né, del resto, potrebbe essere altrimenti): Dio, Cristo, lo
Spirito, la chiesa, i sacramen-ti, l’etica e l’impegno nella
storia, la preghiera, i grandi
temi esistenziali e la vita eterna ma anche perché la millenaria sapienza della chiesa è
tacitamente ma costantemente presente, a nutrire la
riflessione organizzata in
chiave robustamente cristocentrica. Originale, perché
l’autore non si limita a riscaldare materiale precotto, ma
ripensa a fondo e criticamente il patrimonio di fede eredi
tato, con l’aiuto del suo singolare «orecchio» per le domande e le preoccupazioni
degli uomini e delle donne
del nostro tempo.
Tradizione e originalità si
incontrano nella proposta, a
mio avviso assai felice, di una
rilettura attualizzante delle
confessioni di fede della
chiesa antica (pp 50ss). Il capitolo su Dio, anziché aprire
il libro, lo chiude: perché, dice Girardet, non se ne può
parlare senza prima essere
entrati nel mondo di linguaggi e di esperienza che lo testimonia, quello della Scrittura.
Ottime le schede poste In appendice: aumentano le potenzialità didattiche del libro,
che già nella sua prima edizione si è mostrato eccellente
per la catechesi in senso ampio (comprendente quindi i
corsi di formazione per adulti, per simpatizzanti, ecc.).
Insieme a Protestanti perché, il libro costituisce un ottimo biglietto da visita del
cristianesimo evangelico. Sta
ora alle chiese utilizzare al
meglio questo strumento:
forse le chiese o la Fcei potrebbero investire qualche
somma per regalare il libro
ad alcuni giornalisti di fama
(quelli, per esempio, che scrivono spericolati editoriali sul
Padre Nostro): non solo i destinatari ma, se questi lo leggessero, anche il pubblico ne
trarrebbe grandi benefici.
(*) Giorgio Girardet: Cristiani perché. Introduzione alla fede evangelica. Seconda edizione
riveduta e accresciuta. Torino,
Claudiana, 1995, pp 168, Hre
18.000.
il Parigi ,
Iniziative in
ricordo di
Piero Gobetti
Un importante convegno
su Piero Gobetti è in programma a Parigi il 23 febbraio in occasione del 70“ anniversario della sua morte
nella capitale francese. Organizzato dal Centro di studi
torinese a lui intitolato, congiuntamente con l’Istituto
culturale italiano di Parigi, il
Centro culturale valdese,
l’editrice Einaudi e TÉcole
des Hautes études en sciences sociales, il convegno si
articola in due fasi. Il mattino, con la presidenza di Paolo Fabbri, è dedicato alla ristampa de La rivoluzione liberale, curata da Einaudi
l’anno scorso. Prendono parte alla tavola rotonda il politologo Marco Revelli, Ersilia
Perone (Istituto di Storia della Resistenza in Piemonte),
Paolo Bagnoli (Università di
Firenze), Alberto Gabella
(Centro Gobetti), Michel Cassac (Università di Nizza),
Paolo Flores D’Arcáis (direttore di «Micromega») e Jean
Petitot della celebre «École»
parigina.
Il pomeriggio verterà invece sulla tesi di Gobetti stesso
sulla Riforma protestante che
non ebbe luogo in Italia, Partecipano Robert Paris, Giorgio Spini Università di Firenze), Eric Vial (Università di
Aix-en-Provence), Rosalba
Davico (Università di Salerno), Bartolo Gariglio (Università di Torino) e Giorgio
Toum, presidente del Centro
culturale valdese. Il Centro
stesso vedrà il 18 iriarzo
l’inaugurazione di una mostra su Gobetti.
M Strumenti
Difesa
.1 ì
popolare
nonviolenta
È uscito il n. 15 di Ipri Newsletter, il notiziario quadrimestrale dell’Istituto italiano
di ricerche per la pace, incentrato soprattutto sulla legge
180/92 concernente la partecipazione del nostro paese
alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale. Una legge che si inserisce
fra i risultati del movimento
di opinione sollevato dalla
Campagna di obiezione alle
spese militari (Osm).
Antonino Drago riassume i
risultati parziali della Campagna: legittimazLonè di fatto
della Campagna per la Osm
(che inizialmente veniva pers,eguita come reato): presentazione di diversi progetti di
legge per l’istituzione di una
difesa popolare nonviolenta
(Dpn) fino al maggio dell'89
(Guerzoni e altri 80 deputati),
rinnovato poi a ogni successiva legislatura (13 senatori
nell’attuale);, presentazione di
progetto di riforma della legge 772 sull’obiezione di coscienza e il servizio civile che
include anche elementi di
Dpn; riconoscimento da parte della Corte Costituzionale
del diritto alla Dpn; apertura
di una discussione sulla possibilità di autodeterminazione della quota di tasse concernenti la difesa, sul modello
legislativo dell’8 per mille.
L’abbonamento costa £
30.000 e comprende l’iscrizione aU’Ipri (cc postale n.
20192100, intestato a Movimento nonviolento, via Venaria 85/8, 10148 Torino,
specificando nella causale:
Ipri Newsletter).
6
PAG. 6 RIFORMA
m
V
Osservatorio contro la criminalità, per la nonviolenza
La stampa promuovendo solo notizie negative non
stimola la convivenza serena e la solidarietà
ALBA MUROIA
LO scorso 26 gennaio si è
tenuto a Taranto, presso
la biblioteca della parrocchia
San Pasquale, il secondo incontro pubblico tìeir«Osservatorio contro la criminalità
per la legalità e la nonviolenza» sul tema «Informazione
come educazione alla legalità». Anche questa volta, pur
senza il richiamo di grossi
nomi, c’è stata un’attenta e
folta partecipazione.
Una giornalista della Rai,
Enza Caccavo, prima relatrice, ha parlato del ruolo del
giornalista, di quanto sia difficile attenersi alle norme etiche e deontologiche che guidano la professione: spesso,
nel trasmettere la notizia televisiva, questa deve^essere
riportata in pochi minuti e
tendere a creare emozione
ma in questo modo viene
spesso a mancare la qualità
dell’informazione. Le regole
di autodisciplina, sia quelle
dell’associazione della stampa del 1956, sia quelle dettate
dalla recente «Carta di Treviso», stabiliscono dei principi
-ma non prevedono sanzioni
per i trasgressori. La Caccavo
ha poi lanciato un grido di allarme: le notizie televisive attingono sempre più da quelle
deUa carta stampata e c’è una
■ 30 anni di Idoc
Informazione
senza
scomuniche
«Ecumene: comunicazione
senza scomunica» è il titolo
di una conferenza internazionale che si svolgerà a Roma sabato 17 febbraio in occasione dei trent’anni di attività del Centro di documentazione Idoc. All’incontro
parteciperanno, come relatori, il pastore Konrad Raiser,
segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec); l’egiziana Marie Assad, già vicesegretaria generale del Cec; la keniota Musimbi Kanyoro, responsabile
del progetto donne della Federazione luterana mondiale; il teologo moralista cattolico Enrico Chiavacci, di Firenze. Interverranno inoltre
Giancarla Codrignani, Filippo Gentiioni, Maria Girardet
Sbaffi e Paolo Naso. «Il Centro internazionale di documentazione e comunicazione Idoc - spiega il suo segretario generale, Heinz Hunke
- è stato creato trent’anni fa
da professionisti dell’informazione del mondo ecumenico, con lo scopo di informare le chiese del Nord sugli
impegni dei cristiani del Sud
del mondo nelle lotte per la
giustizia, la dignità umana, la
partecipazione democratica,
contro tutti i meccanismi e le
forze ili esclusione.
La giornata del 17 febbraio
vuole essere una riflessione
sull’impegno cristiano alle
soglie del Duemila: per una
chiesa aperta ed ecumenica,
contro tutti i foiidamentalismi e confessionalismi, per
una società partecipativa
contro i nuovi meccanismi di
esclusione». La conferenza si
svolge preso la casa dei Fratelli delle scuole cristiane in
via Aurelia 476, dalle ore 9 alle 18,30. Per informazioni rivolgersi a Idoc, via Santa Ma-'
ria dell’Anima 30, 00186 Roma, telefono 6868332, fax
6832766.
tendenza a ridurre e gradualmente eliminare tutti i corrispondenti locali. È chiaro che
perdere queste voci periferiche provocherà uniformità
deU’informazione e la perdita
di confronto sarà perdita di
democrazia.
Il secondo relatore, don
Franco Mazza, direttore del
periodico cattolico «Nuovo
dialogo», si è chiesto se l’informazione possa essere responsabile di un’educazione
alla legalità o viceversa. La legalità non può essere separata dalle regole della convivenza, il rispetto della legalità
non. è un atto formale' e se ci
sono regole a vantaggio di
pochi questo fatto costituisce
a Libro di Zizola
Il successore
Quale papa per quale mondo? È questo l’interrogativo
da cui muove «Le successeur», il libro-inchiesta di
Gianfranco Zizola che si presenta come un’ampia, documentatissima «ricognizione»
sul conclave prossimo venturo. Al bilancio del pontificato
di Giovanni Paolo II, anni in
cui «la Chiesa ha cercato di
trovare nuove strade per
esercitare un’influenza sociale più grande, reagendo così
all’esilio decretatole dalla società secolarizzata» si sovrappone in trasparenza una galleria di ritratti dei «papabili»,
e dei poteri che attraversano
il mondo della Chiesa cattolica. Nelle pagine di Zizola
scorrono, quindi, i profili del
card. Ruini, candidato quasi
«naturale» alla successione di
Wojtyla, eppure costretto entro i limiti di una «asfissià
della dimensione profetica»,
di un «conservatorismo istitdzionale» e di una «mancanza di esperienza internazionale» che potrebbero ridimensionare un’eventuale
candidatura; del card. Mordra Neves, latinoamericano di
origini africane, che potrebbe
redisticamente rappresentare «il simbolo dinamico di un
cambiamento epocale, del
passaggio cioè dalFEuropa al
Sud» del baricentro del potere all’interno della Chiesa
cattolica; del card. Martini,
da più parti indicato come
«l’uomo ideale per affrontare
i problemi scottanti della
Chiesa, senza nascondere la
testa sotto la sabbia» e, tuttavia, gradito più «dalla "camera bassa’’ del sinodo dei vescovi» che nelle alte sfere del
collegio dei porporati; del
c^rd. Saldarini, il cui «appeal» risiederebbe nella «capacità di integrare le tensioni
in una gestione pastorale più
ordinaria e più convenzionale e di far uscire la Chiesa cattolica dal labirinto della crisi
senza scosse politiche, ma attraverso un'operazione interna, domestica», (Adista)
di per sé un’illegalità. Il ruolo
deU’mformazione come educazione consiste nel formare
rettamente la pubblica opinione. La notizia è soggettiva,
viene trasmessa e diventa oggettiva; ecco perché chi informa deve avere un grande
senso deH’ética, del rispetto
della persona e dei suoi diritti; deve attenersi al codice
deontologico e operare un
accurato e consapevole controllo delle fonti, ha il compito di compiere con fedeltà e
amore il suo mestiere perché
è in gioco la vita democratica
del paese. II tema dell’informazione come educazione
alla legalità è stato trattato
dal punto di vista della sua
incidenza nella scuola con
Tintervento del provveditore
agli studi di Taranto, dott. Alfengo Carducci, che ha detto
che l’informazione entrando
nelle scuole può contribuire
in vari modi alla formazione
di una coscienza della legalità, e lo può fare sviluppando
il senso critico e abituando al
confronto in campo etico o
giuridico. Carducci ha inóltre
denunciato la tendenza della
stampa a trasmettere solo
informazioni negative e invitato la stessa a recuperare e
proporre i valori della solidarietà e della legalità.
L’incontro è stato una preziosa occasione di arricchimento, ma anche di riflessione su quanto i mass media
possono alterare i fatti e non
siano spesso al servizio della
verità, della giustizia e della
pace. L’antico comandamento del nón affermare il falso
contro il proprio prossimo rimane un obiettivo ancora
largamente disatteso.
M Aggredito un battista a Qualiano
storia di ordinario razzismo
nell'interland napoletano
ANNA MAFFEI
«E RAVAMO andati solo a
prendere alcune scatole di cartone, c’erano per la
strada moltissimi bambini
che in quel momento uscivano da scuola. Adam, il mio
amico, era con me e mi precedeva. Mentre istavo attraversando la strada mi sono
accorrto che alcune persone
mi seguivano. Erano quattro
uomini. Ho avuto appena il
tempo di voltarmi quando mi
hanno colpito con una mazza
di ferro in testa. Ho cercato di
reagire ma ho subito ricevuto
altri colpi alle ginocchia e ho
perso completamente le forze. Mentre mi picchiavano dicevano solo: “Via, via, via!’’.
Nel frattempo è sopraggiunto
un signore che voleva intervenire per fermarli ma i giovani
aggressori gli hanno gridato
di non avvicinarsi altrimenti
avrebbero fatto a lui la stessa
cosa. Così si è allontanato.
Una signora allora ha urlato
dal balcone che avrebbe chiamato i carabinieri. “Chiamali
pure", le hanno risposto. Poi,
vedendo che stava arrivando
molta gente mi hanno lasciato sulla strada e sono fuggiti.
Erano le due del pomeriggio».
Inutilmente cercheremmo
nelle pagine della cronaca locale di qualche giornale la testimonianza di Nando Julio,
angolano di 24 anni, membro della Chiesa battista dei
popoli di Qualiano. Non la
troveremmo. Nessuno all’o
spedale di Giugliano, dove
Nando è andato a farsi medi
care le ferite, si è interessato
al suo caso, e neppure i carabinieri hanno dato molto peso all’accaduto. «Questa non
è la prima aggressione - ha
detto il missionario angolano
Rodrignes Chama - l’anno
scorso proprio sotto casa mia
stavano per uccidere un ra
gazzo africano, che io non
conoscevo, con una grossa
pietra. Siamo intervenuti appena in tempo per impedirlo.
Si tratta di un gruppo punitivo organizzato contro gli immigrati». «Nella rotonda di
Qualiano, due o tre mesi fa ha incalzato Adam, ivoriano c’era un gruppetto di giovani
che si era accanito contro i
ganaensi. Aggressioni contro
di loro accadevano spesso».
«I carabinieri non prendono queste cose molto sul serio - ha affermato Chama che
ha accompagnato Nando al
pronto soccorso - perché sono impegnati in cose più
grosse, almeno così dicono.
In questa zona, fra Giugliano,
Qualiano e Marano in un solo mese sei persone sono state uccise, o per furto o per
coinvolgimento nella criminalità organizzata. Essendo
una zona così, le forze dell’
ordine, come numero assolutamente insufficienti, prendono nota di ciò che accade
agli extracomunitari, ma fino
a quando non ci sono morti o
una denuncia contro persone
precise non'intervengono».
Nando ha un’espressione
molto tiiste mentre racconta.
È ancora dolorante ma non
mi sembra sconvolto dall’acqaduto. Ad un tratto ho paura
che incominci a formarsi nella sua giovane mente l’idea
che sia quasi normale qui in
Italia che queste cose accadano. Ma normale non è,
non ancora almeno. Sono io
che sono sconvolta...e arrabbiata che a soli 30 chilometri
dal cuore della mia città si
possa pensare di abituarsi a
questa violenza e così a tutte
le violenze. E aspettare che ci
scappi il morto perché cose
del genere guadagnino le prime pagine dei giornali. Indigniamoci subito, finché siamo ancora in tempo.
Settembre 1994: l’incendio deiie baracche di Viiia Literno
Onesimo: il bollettino dei cappellani delle carceri
Il carcerato ha bisogno di assistenza
spirituale che lo aiuti a crescere
Nel mese di dicembre 1995
è uscito il primo numero di
«Onesimo», un bollettino di
collegamento ad uso delle
chiese e di chi svolge la cappellania nelle prigioni,
dell’Associazione internazionale dei cappellani di prigione (Ipca), sezione europea.
L’importanza e la necessità
del confronto di esperienze
che il problema della cappellania carcerarla comporta rivela la indispensabile utilità
di un tale organo di collegamento e l’esigenza di contatti
è vissuta così vivamente in
Europa che, dopo l’assemblea
dell’Ipca a Rugby (Inghilterra)
nel 1994, si sono avuti diversi
altri incontri settoriali.
Ricordiamo quello svoltosi
a Séte (Francia) nel giugno
1995, dove i cappellani dei
paesi latini hanno affrontato
e messo a fuoco il diffondersi
dei crimini a sfondo sessuale
con il contributo di magistra
ti, psicologi e teologi. Un
prossimo incontro nel sud
Europa è previsto per giugno
a Marsiglia. Anche nel sud-est
europeo il vescovo Timotheus
Trivizas, di Corfú, membro
del comitato generale dell’Ipca-Europa, ha ottenuto dal Sinodo delle chiese della Grecia
di organizzare una conferenza dei cappellani per il 1996.
Nel maggio del ’95 32 cappellani del nord Europa si sono incontrati a Sigtuna, in
Svezia, per affrontare teologicamente e praticamente l’azione del servizio nelle carceri. Inoltre hanno studiato la
possibilità di invitare i cappellani dei paesi baltici a
unirsi a loro in una prossima
conferenza in Finlandia. Nell’Europa centrale Bodhan Pivonka, della cappellania ecumenica ceca, ha organizzato
un incontro di cappellani dei
paesi ex comunisti per discutere i modi di rapportarsi ai
colleghi e alle colleghe dell’.
Ovest. Infine è da ricordare
l’assemblea mondiale dell’Ipca che, si è svolta a Ottawa in
Canada, nello scorso agosto.
Vi hanno preso parte 300 delegati di 80 paesi per discutere il tema della riconciliazione. L’Ipca ha lo scopo di vigilare su tutto ciò che riguarda
la giustizia e l’applicazione
dei «Diritti dell’uomo»; in
particolare per quanto concerne i diritti delle minoranze. A questo scopo il past.
Jean-Pierre Payot, membro
del comitato generale, è stato
ricevuto dal Consiglio d’Europa. Odoardo Lupi, designato
dal comitato generale Ipca
quale incaricato dei contatti,
può fornire a richiesta copie
di «Onesimo», ma riceve anche tutte le notizie utili di chi
è impegnato nell’assistenza
spirituale ai detenuti. Il suo
indirizzo è: via Generale Messina 71,74100 Taranto.
Non cambiamo
la Costituzione
applichiamola
«Bisogna assolutameli
difendere i principi della Cq.
stituzione... Direi di più: bk
sogna finalmente attuarej
grandi deliberati della catti i' J
fondamentale che a tutt’og I ’ '
non sono ancora stati co^ '
pletamente tradotti in re.
altà». Si esprime cosi, suU’a].
timo numero della rivisti
«Confronti» (febbraio 1996j
Domenico Maselli, pastori
evangelico a Lucca e parla,
montare. In particolare Maselli richiama l’articolo 4 della Costituzione repubblicana
sul «diritto al lavoro» la cu itiv
eventuale abolizione potreb
be indurre a considerare «la f i
ricerca del lavoro un puro atto individuale e trasformati
un dovere dello stato in pre
sunto assistenzialismo»,
pastore Maselli ricorda inoltre l’articolo 8 sulla libertà religiosa e rileva che «a tutt’i
gi le intese previste da tale articolo si limitano a quelle con
la confessione ebraica e alcune denominazioni evangeliche» mentre «altre realtà ben
presenti nell’Italia di oggi,
come i Testimoni di Geovae
l’Islam, non sono state ancora interpellate, pur avendoti!
fatta richiesta».
Maselli quindi conclude
che, pur modificando «congrande cautela, intelligenza«
cori adesione alla realtà storica, la seconda parte della Gatta fondamentale» non si debba «toccare la Costituzione!
nei suoi principi fondamental
li e la si debba anzi realizzar^
anche a livello di comportai
menti quotidiani, per eserçf
pio nei mass media». Lifj
I
abi
tati
col
dai
ter
aff
eia
rio
Co
Pn
mt
lici
dei
anr
Roma: lìnea 64
autobus
a luci rosse
fínate
'-Äat
La linea n. 64 degli autobus!
di Roma è considerata unab-j
nea a rischio per le donne,
stato necessario impiegare
un buon numero di carabinieri in borghese per bloccare le provocazioni di masebi
«molestatori» nei confronti
delle viaggiatrici tanto che ;
l’autobus è stato definito dalla stampa come un mezzo «a
luci rosse».
Tempo
di riforme
costituzionali
La nomina di Antonio Maccanico e la discussione sulle
riforme costituzionali sono
state seguite con un certo interesse dalla stampa intemazionale. «Il sistema politico
italiano moderno è raramente stato un modello di stabilità. (...) L’Italia ha cambiato
54 volte il presidente del
Consiglio in mezzo secolo
Anche se Antonio Maccanico
fallisse nella stesura di uni
nuova Costituzione, il suo
mandato è il segno che i poli'
tici italiani hanno capito che
un cambiamento non pub
più essere rimandato»; così »
New York Times.
«Il leader del Pds sta affrontando una forte proteste
della base dei suoi sostenitori, a causa del patto per appoggiare un nuovo governo
impegnato in significati
ve riforme costituzionali-1
dissenso sta imbarazzando
Massimo D’Alema e sta dividendo la coalizione di ceo;
trosinistra. (...) Gli oppositoO
sono estremamente preoO' )
cupati per l’insistenza di FiOl
per un premier forte, elè^
direttamente, che ricordo
una certo autoritarismo»; così il Financial Times.
'tenu
fern
prod
do q
il pe
scoi
azie
18%
- prop
mon
delli
adde
le ir
mer
all’e
nifa
pelli
un s(
N;
scon
men
’ socii
di n
fra i
ma è
lave
■ stra(
■ rend
ficia
pria
Ni
si si
■ detti
afin
• duta
tre a
; ' moi!
casi
l’art
, zion
rio I
lare
no;
azie
pegi
all’i
alim
l’art
me I
rileA
150
su U
radi
no q
impi
7
Spedizione in abb. postale/50 - Torino
r In caso di mancato recapito si prega restituire
al mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere
Il diritto di resa.
Fondato nel 1848
imentf
ella Co
più: bi
:tuare
la carb
utt'ogg
tl COIB,
i in re.
sull’tì
rivisti^j
) 1996),
pastori
: parla,
ire Ma
0 4 del
iblicai
» la col
potrei
rare «li
3uro atorman
in premo»,
la inol
lertà retutt’og.
tale arene con
1 e alca'angeliiltà ben
ii oggi,
jeovae
e ancoendone
ncludi I
lo «cop
genzaé
tà storidlaGat |
si deb li
:uzione
imenta< ^
ilizzaisS
nportafr esemf
In molti Comuni montani piemontesi con meno di 1.000
abitanti (e anche Comuni con più di 1.000 abitanti ma limitatamente alle zone abitate con meno di 500 abitanti), i piccoli imprenditori commerciali, secondo quanto stabilito
dalle leggi sulla montagna, potranno essere esentati dalla
tenuta di molte documentazioni fiscali. Sotto i 60 milioni di
affari, invece di emettere gli scontrini fiscali, i commercianti potranno optare per una concordato fiscale forfettario. Lo ha deciso la giunta regionale: praticamente tutti i
Comuni delle valli pinerolesi sono compresi nell’elenco, da
Frali a Massello a Salza a Bobbio e Angrogna. Anche i Comuni di fondovalle come Bricherasio e Luserna, Torre Pellice, Villar Perosa o Perosa sono compresi, con esclusione
dei centri abitati; l’aiuto all’economia montana riguarderà
anche centri tutt’altro che «poveri», come Sestriere.
^ T T
1
VENERDÌ 16 FEBBRAIO 1996 ANNO 132 - N. 7 URE 2000
Strano paese il nostro, e le
Valli non fanno eceezione. In una società come la
nostra, che si sta avviando
ormai sulla strada della multirazzialità, della convivenza
e della collaborazione fra le
razze, capita, non poco raramente per la verità, che un
cittadino italiano che vada a
cercare alloggio in affitto,
quando lo trova (cosa non
sempre facile oggi per vari e
risaputi motivi) si senta domandare se sia nato in Piemonte o addirittura, caso limite, nella città in cui cerca
alloggio.
Nei vari 'dibattiti pubblici
dove per qualche ragione si
tratta di immigraziope, i temi
sui quali solitamente verte il
dibattito sono l’inserimento
IMMIGRAZIONE E CULTURE DIVERSE
AFFITTASI
DAVIDE ROSSO
dell’emigrato, le barriere culturali fra immigrati e nativi,
l’accoglienza, la solidarietà;
recentemente poi ho sentito
parlare anche di «limite, o
soglia, di sopportazione» da
parte dei cittadini nei confronti degli immigrati. Poco
si dice, invece, sui problemi
culturali che il nostro paese
si porta appresso da anni,
sulla difficoltà ad accettare
l’altro come cittadino con
pari diritto e simili problemi.
In un paese dove, per assurdo, ci manca poco che per affittare un alloggio in alcuni
casi venga richiesto l’atto di
nascita si rischia che i temi
sui quali verte.il dibattito
sull’immigrazione si trasformino in contenitori pieni di
parole interessanti e sensate
ina che cadranno inascoltate.
C’è sicuramente la necessità
di formare i cittadini alla
solidarietà, all’accoglienza,
ad aiutare lo «straniero» a superare le diversità culturali e
quindi permettergli un pieno
inserimento nella nostra società ma c’è anche, in alcuni
casi, la necessità di risolvere
e di superare problemi più antichi e radicati come per
esempio l’antimeridionalismo
o più semplicemente la diffi-denza nello «straniero» quale
che sia il suo paese o razza di
provenienza. Occorre formare i cittadini alla reciproca
coabitazione e convivenza
ma anche al reciproco rispetto, per non lasciarli in balia
della «sopportazione dell’altro», una sopportazione che
rimane entro la soglia di sicurezza solo se si mantiene una
certa distanza da lui.
64
i
mtobui
1 una
orme, t
Diegare f
carabi'
bloccò
maschi
nfrontl (
Ito che
lito dalezzo «8
ili
sta af’ irotéstf
stenlW
per ap’
overiio
ificatl;
mali. ** ;
zzanàd
,ta dividi ce»'
posito»
preoC;Ri
i di Fini'
, elètta '
icord^
10»; c®'
¡Piemonte
iUn buon
pomento per
'artigianato
^Crisi o non crisi, l’artigiainato piemontese ha dimol'^ato una buona capacità di
tenuta negli ultimi anni, confermandosi uno dei settori
produttivi più vitali; malgrado questo, a livello regionale
il periodo ’92-94 ha visto la
scomparsa di circa 3.000
aziende, in tre anni quasi il
18%. 11 periodico rapporto
proposto dalla Regione Piemonte evidenzia l’andamento
delle imprese in termini di
addetti e di settore di attività;
le imprese artigiane più numeróse sono quelle legate
all’edilizia, ma anche il manifatturiero (tessile, cuoio,
pelli, alimentari) rappresenta
un settore trainante.
Naturalmente le aziende
scomparse possono semplicemente aver mutato ragione
sociale, o aver visto la nascita
di nuove forme cooperative
fra singoli; non ci sono dati
ma è ben possibile che alcuni
lavoratori abbiano scelto la
strada del «nero», scomparendo quindi dalle tabelle ufficiali ma continuando la propria attività.
Nel quadro regionale come
si situa il Pinerolese? Gli addetti fra Pinerolo e valli sono,
a fine ’94, 4.311, con una caduta di occupazione che nei
tre anni considerati supera in
ntolti casi il 10% e in alcuni
Casi il 20%. Fra le zone dove
l’artigianato vive una situatone soddisfacente il territorio pedemontano, in particolare San Secondo e Prarosti00; la maggior parte delle
aziende artigianali sono impegnate nel settore legato
*1Pedilizia, segue il settore
alimentare. Solo a Pinerolo
l’artigianato di Servizio assume un’importanza senz'altro
rilevante contando su oltre
150 addetti. A San Secondo,
su una popolazione che supera di poco i 3.0(X) abitanti, sono quasi 500 gli addettiTielle
ouprese artigiane.
Il 18 febbraio l'Ospedale valdese di Torre Peliice vivrà un'importante giornata di festa
Al vìa la nuova ala e nuovi importanti servizi
PIERVALDO ROSTAN
Domenica 18 febbraio a
Torre Peliice si svolgerà
la giornata dell’Ospedale valdese: sarà l’occasione per
presentare i lavori fatti: l’ala
nuova è praticamente ultimata e consentirà di avere nuovi
spazi per poter ospitare in
modo appropriato i molti servizi che si trovano oggi assai
concentrati. Il cantiere proseguirà nel ’96 per dare all’
ospedale una funzionalità definitiva. «I lavori sono iniziati nel luglio ’92; - spiega il
direttore amministrativo, Silvio Vola - abbiamo dovuto
fare i conti con alcuni intoppi; due varianti al piano regolatore comunale che hanno
dovuto seguire l’iter regionale, e il finanziamento; siamo
partiti con un costo previsto
di 3 miliardi ma strada facendo abbiamo speso il doppio e
dunque abbiamo dovuto
aspettare un nuovo finanziamento regionale».
- Il progetto si è dunque
evoluto cammin facendo; ad
esempio una zona prevista
ad archivio è interamente
dedicata a spazi sanitari.
La nuova ala dell’ospedale di Torre Peliice
Quali sono le novità più significative?
«Si avrà un aumento di posti letto con una decina di pò-,
sti dedicati al nuovo servizio
di riabilitazione che vedrà al
piano terra la palestra e molti
laboratori oggi assai sactificati al piano ferra dell’edificio storico. Sempre al pianterreno troveranno sistemazione definitiva il day hospital e il pronto soccorso; al secondo piano verranno ricavati degli spazi per i servizi di
direzione sanitaria ed infermieristica».
- Con la nuova Usi 10
l’ospedale di Torre Peliice,
come quello di Pomaretto è,
si può dire «in rete» con
quello •di Pinerolo per rispondere ai bisogni di cittadini di una Usi più vasta;
quali sono i settori più significativi per questa struttura?
«Offriamo tutti i servizi nel
campo della medicina generale; in sostanza è un poliambulatorio aperto all’esterno. Lo
sviluppo ultimamente è stato
assai forte nel settore radiologia con l’arrivo del nuovo
primario, dott. Macario; la
mammografia, prima assente
nel Pinerolese, ha portato un
ulteriore incremento di attività. Per quanto riguarda il
rapporto fra i tre ospedali è
chiaro che con la nuova Usi
si ragiona a livello di Pinerolese; rispetto all’ospedale di
Pinerolo c’è una collaborazione di servizi che vengono
fomiti ai due ospedali valdesi
ma anche viceversa; anche ai
due poliambulatori di Luserna Alta e Villar Perosa molte
attività sono gestite dagli
ospedali valdesi».
- Durante la giornata del
18 incontrerete anche l’assessore regionale alla Sanità;
che cosa vi aspettate?
«L’ospedale è cresciuto
grazie all’attività del dott.
Mathieu che ha puntato molto
sul concetto di ospedale di comunità; il suo impegno è stato
determinante e noi contiamo
di poter mantenere e potenziare in valle determinati servizi.
Ci sembra che l’assessore
Ambrosio sia disponibile ad
operare su questa linea».
Il primo Sinodo delle chiese valdesi
dopo l’emancipazione del 17 febbraio
1848, tenutosi a Torre Peliice dal 1° ad 4
agosto, registra che «il delegato del re rivolge all’Assemblea le più lusinghiere
espressioni di simpatia e di interessamento per la popolazione delle Valli e la
ferma fiducia che egli nutre, che i valdesi, chiamati dalla magnanimità del fie a
far parte della grande famiglia italiana,
sapranno trovarsi sempre all’altezza dei
loro doveri e dei loro nuovi diritti; sentimenti che l’Assemblea accoglie con riconoscenza e con la testimonianza più viva
di attaccamento alla patria e al Re
Emancipatore».
Normalmente si pone relativamente
poca attenzione a questo atto del Sinodo,
più interessati ovviamente alla decisione
di celebrare d’ora innanzi il culto nel
giorno anniversario dei grandi benefici
accordati ai valdesi. Tuttavia merita di
essere sottoliheato quale testimonianza
di come i valdesi dell’epoca abbiano re
IL FILO DEI GIORNI
XVII FEBBRAIO
BRUNO BELLION
cepito il messaggio del rappresentante
della corona e come quest’ultimo abbia
interpretato l’editto di emancipazione.
È chiaro: con le lettere patenti del 17
febbraio «i Valdesi sono ammessi a godere di tutti i diritti civili e politici dei
nostri sudditi; a frequentare le scuole
dentro e fuori delle Università ed a conseguire i gradi accademici». Non vi si
parla dunque che di «diritti». Che il «delegato», nel suo discorso, faccia invece
riferimento anche a dei doveri, è cosa
che colpisce. Alludeva al dovere di «servire la patria» nelle forme di coscrizione
obbligatoria? È possibile, e certo questo
è stato interpretato dai valdesi come un
diritto da non sottovalutare e non pochi
sono quelli che nell’esercito hanno fatto
carriera, rivestendo anche posti di grande
responsabilità. Ma, se anche questa era
l’intenzione dell’oratofe, a me piace pensare che il segretario del Sinodo nel redigere l’atto citato, abbia avuto in mente
ben altro, e che pensasse cioè ad una responsabilità nuova di fronte ai concittadini e allo stato in cui i valdesi non erano
più discriminati.
Non è possibile leggere queste parole
senza pensare alla frase di Beckwith:
«D’ora innanzi, o sarete missionari o
non sarete nulla!». Testimoniare TEvangelo in Italia, nella grande famiglia italiana, è un dovere che fa da contrappeso ai
diritti acquisiti. Il delegato aveva anch’
egli la sensazione che i valdesi fossero
portatori di qualcosa di importante, che
fossero debitori ai loro concittadini di
qualcosa che questi non possedevano e
da soli non avrebbero potuto procurarsi?
In Questo
Numero
Progetto miniere
Il progetto miniere elaborato dalla Comunità
montana valli Chisohe e
Germanasca ’ sta passando
alla sua fase attuativa. Saranno creati dei' siti per le
visite guidate e si cercherà
in questo modo di offrire
nuovi posti di lavoro.
Pagina li
Asili nido
Gli asili nido non devono essere esclusiyamente
un'luogo di parcheggio; è
centrale il loro ruolo nel
processo educativo e formativo delle persone, anche attraverso l’esperienza
del gioco;
Pagina II
Diaconesse
Da cinquant’anni la Ca-^
sa delle diaconesse a Torre
Peliice è una struttura disponibile a venire incontro
alle esigenze di fratelli e
sorelle avanti negli anni.’
Ora che le stesse diaconesse non vi lavorano più.
Patteggiamento di servire
it prossimo non cambia,
mentre devono cambiare
alcune strutture, da rimodernare per rispondere agli
obblighi di legge.
’ ‘ Pagina III
XVII Febbraio
• TCome siìè vìssuto il
XVII Febbraio alle Valli
50 anni fa? Abbiamo ripercorso le cronache di quell’epoca, in coi da poco era
terminata la guerra.
T ’ Pagina III
Nadia Peyrot
,È campionessa italiana
in una socialità poco, conosciuta, lo sky-arc. Ab-’
biamo parlato con lei anche per capire qualcosa di
più' su una disciplina che
conta molti praticanti in
vai Germanasca. 7'
4' PaginaÌV
8
PAG. Il
E Eco Delle Vao.i mLDESi
Valli Chisone e Germanasca
Il progetto miniere
diventa operativo
VENERDÌ 16 FEBBRAIO 199^
mm
MASSELLO: RUBATO L’ANTICO PULPITO — È stata
un’amara scoperta quella davanti a cui si è trovata una donna recatasi a portare qualche fiore sulla tomba dei propri cari
al cimitero di Massello. Il portone di legno del tempio (nella
foto) era aperto, ma una volta entrati la scoperta ancora più
triste: l’antico pulpito ottocentesco in legno di noce era stato
per gran parte asportato. «È stato lasciato solo lo scheletro
del pulpito e le due scalette - dice Daniela Libralon, anziana
del Concistoro di Massello è veramente una triste esperienza trovarsi davanti a questi episodi. È stata rubata anche
la Bibbia che efa^iel tempio e rimpianto di amplificazione
da poco'acquistato per la diffusione del culto». I ladri sono
^ entrati nel tempio passando dalla porta laterale e malgrado
la neve hanno potuto agire indisturbati; la borgata più vicina
è infatti in questo periodo disabitata. Il furto è stato segnalato ai carabinieri xli Ferrerò che stanno conducendo le indagini; nell’ultimo periodo numerose abitazioni, in particolare
alla borgata Gros Passet, sono state visitate dai ladri.
INVERSO: L’ACQUEDOTTO PASSA ALL’ACEA — Il
Consiglio comunale di Inverso Pinasca, svoltosi giovedì 8
febbraio, ha approvato all’unanimità il conto consuntivo del
1995, che chiude con un avanzo di circa 50 milioni, e il regolamento per il lavoro delle commissioni (bilancio e tributi, lavori pubblici, servizi socio-assistenziali e sviluppo economico). Durante una sospensione dei lavori il direttore
dell’Acea, ing. Carcioffo, ha illustrato le finalità e i servizi
del consorzio pinerolese per l’energia e l’ambiente evidenziando come di fatto si tratti di un braccio operativo delle
scelte dei Comuni consorziati. Dopo l’intervento dell’ing.
Carcioffo, è stato discussi e poi votata la cessione all’Acea
del servizio di acquedotto comunale con assegnazione del
capitale di dotazione. All’atto della votazioVie si sono registrati 8 voti favorevoli, 3 contrari e uno astenuto.
ASSEMBLEA LAVORATORI DELLA SCUOLA — Lo
scorso martedì 6 febbraio si sono svolte contemporaneamente in diverse scuole di tutto il Pinerolese delle assemblee richieste dalle organizzazioni sindacali di base per discutere forme di lotta, richieste e problemi dei lavoratori del
mondo della scuola. La partecipazione è stata ovunque molto buona, e di fronte ai nuovi problemi di natura economica
e sindacale che il nuovo contratto ha creato ai lavoratori
della scuola la categoria sembra essersi maggiormente mobilitata rispetto al passato. Si è parlato tra l’altro del recente
blocco degli scrutini e dello sciopero nazionale e della manifestazione a Roma del 9-10 febbraio.
TORRE PELLICE SI AFFIDA ALL’ACEA — Anche Torre
Penice ha deciso di affidare la raccolta rifiuti all’Acea; lo ha
deliberato il Consiglio comunale lo scorso giovedì 8 febbraio. La raccolta avverrà con gli appositi cassonetti previsti
pier legge in sostituzione dei sacchi «porta a porta». Verranno installati 80 cassonetti nel concentrico e saranno confermate le 40 postazioni nelle zone più periferiche; ci saranno
anche alcune novità per la raccolta differenziata (cassoiUtti
per la raccolta di plastica) ma non ci saranno aumenti per i
cittadini per quanto riguarda la raccolta e smaltimento rifiuti; probabilmente entro l’anno TAcea realizzerà nella zona
del depuratore una nuova stazione di conferimento per tutti i
materiali diversi dai rifiuti urbani. Nel giro di poche settimane, è stato annunciato, riprenderà anche il servizio di raccolta cartone per i commercianti. Il Consiglio ha anche approvato diversi regolamenti, per i concorsi, per i servizi in economia, di contabilità e il capitolato per l’affidamento della
gestione della Tosap a una società esterna. Infine è stata determinata all’unanimità la detrazione sull’Ici per la prima
casa nella misura di 200.(XX) lire; il sindaco ha annunciato
che Pici per i residenti resterà ferma al 5%c mentre sulle seconde case passerà probabilmente al 6%c.
ANGROGNA AVRÀ LA BIBLIOTECA — Nel corso dell’
ultimo Consiglio comunale è stato fra l’altro approvata una
proposta concordata con la Comunità montana vai Pellice e
il Comune di Rorà che prevede la presenza di un geometra
per l’ufficio tecnico per tre giorni la settimana; a suo tempo
verrà comunicato il giorno di apertura al pubblico. Angrogna inoltre darà vita ad una biblioteca comunale collegata
con il sistema bibliotecario di Pinerolo che alimenterà periodicamente la biblioteca e aiuterà per la catalogazione;
per la géstione il Comune si avvarrà di personale volontario. È stato infine conferito all’Acea il terzo stralcio dell’acquedotto comunale riguardante la zona delle Bruere.
TRIBUNALE DI PINEROLO
POET Rosa Susanna nata a Faetto il 21.5.1915 ha depositato istanza per ottenere la dichiarazione di morte presunta del padre
POET Giuseppe Giacomo
nato a Faetto il 5.1.1885 e scomparso negli eventi bellici anteriormente all’l.12.1915.
Chiunque abbia notizie dello scomparso è invitato a comunicarle al
Tribunale di Pinerolo, Giudice Istruttore dott. M. Battiglia.
,Pinerolo, 1.2.1996 (Avv. Massimo Fossati)
________MAURO MEYTRE
Venerdì 9 febbraio, in un
Consiglio informale della Comunità montana valli
Chisone e Germanasca, si è
parlato del «progetto miniere»; con il suo finanziamento
si passa alla fase attuativa di
un progetto che poggia su un’
analisi di massima della realtà locale, affiancato da un
elenco sintetico di obiettivi
condivisi e condivisibili.
Il passaggio dà una fase
progettuale a una fase esecutiva necessita di una ridefinizione dei particolari e di un
confronto meno approssimativa sulle premesse. Non c’è
dubbio che l’impatto con la
realtà socio-economica della
valle non sarà di poco conto.
Con i 2 miliardi e 138 milioni
a disposizione si prevede un
intervento sostanziale nella
zona della miniera «Paola»,
con la possibilità di visita guidata a un tratto di circa 2 km
nel sottosuolo e altri interventi di minore entità, con la
creazione di percorsi escursionistici nelle zone di Maniglia, Malzat, Beth e La Roussa. Una concessione della durata di 20 anni rilasciata dal
ministero dell’Industria garantirà l’utilizzo a fini turistici
del tratto in miniera. Si è sottolineata la proficua collaborazione tra la Comunità montana e la Lusenac, la società
mineraria che oggi sfrutta i
giacimenti di talco della valle,
mentre è ancora da definire
con quale tipo di organizzazione verrà gestita la nascente
azienda turistica: privato,
pubblico-privato, cooperativa? Centrali in questo tipo di
progetto rimangono due prò- >
blemi: il primo riguarda la ricaduta occupazionale, il secondo è il tipo di immagine e
quali contenuti culturali verranno comunicati ai previsti
48.000 visitatori annui delle
miniere, considerando che tra
i maggiori fruitori ci saranno
gli alunni delle scuole.
Sei dovrebbero essere i
nuovi posti di lavoro, ma durante il dibattito di venerdì
sera c’è anche chi ha lanciato
l’invito a utilizzare parte dei
sei posti per un’eventuale ricollocazione di personale attualmente dipendente dalla
Lusenac., Si è però anche ribadito che il progetto non
rientra a nessun titolo in
eventuali ipotesi di ristrutturazione dell’azienda. La ricaduta occupazionale maggiore
dovrebbe venire dall’integrazione con le attività turistiche
esistenti o da creare sul territorio, occupazione in parte da
inventare e di difficile quantificazione.
Attualmente àlla presentazione del progetto si affianca
una sequenza di diapositive
commentate, riportanti paesaggi intercalati da foto di miniere di ieri e di oggi, un supporto piuttosto fragile che comunica l’immagine di un
montanaro laborioso, contadino e minatore. E esistita anche la cultura operaia sia nelle
sue manifestazioni conflittuali
che nell’organizzazione del
lavoro di tutti i giorni. Sappiamo ad esempio, che, almeno
in vai Gerrmanasca, la dome/ nica si andava al culto e non
si lavorava il fieno, per cui è
necessario richiedere un maggiore sforzo perché venga riconosciuta e comunicata la
specificità culturale valdese.
Storia di
un'area alpina
Sulla montagna innevata, a
Nord splendeva la luna, a Sud
l’altro versante era illuminato
a giorno per la seconda manche dello slalom maschile:
Sestrière. venerdì 26 gennaio,
e noi in mezzo fra il mondo
della montagna di ieri e quello di domani, nostalgici del
primo e forse timorosi riguardo al secondo. Chi non ha nostalgia per la vita della montagna delle generazioni passate e non guarda con apprensione la montagna del 2000?
Eravamo saliti lassù, un bel
gruppo di amici della valle
convocati dalle amministrazioni comunali di Pragelato,
Sestrière e Cesana per una serie di incontri culturali in collaborazione con «La valaddo». Tema: la storia della valle, dalla preistoria all’oggi
dello sci, al domani. Gruppetto di amici, fra cui i pochi
valdesi ormai residenti negli
Escartons, a pensare al nostro
ieri nella folla degli sciatori
notturni e degli spettatori nottambuli reduci dalle prodezze
di Tomba e compagni.
Quella sera si ricordavano
le vicende religiose della valle lette dal punto di vista protestante. Lo stesso team era
stato in precedenza visto dal
punto di vista cattolico. Che
dire della serata se non ringraziare gli organizzatori per
questa occasione di riflettere
sulle vicende della nostra
area alpina e il pubblico per
l’attenzione e la partecipazione davvero singolare come
raramente si incontra ancora
alle 11 di sera? Un motivo di
soddisfazione non può che
essere per noi il fatto che la
vai Chisone riscopra la sua
ricca e gloriosa storia forse
ingiustamente dimenticata.
Giorgio Tourn - Rorà
Cosa diciamo
con «nostro»
Abbiamo letto con stupore
e tristezza la lettera di Cristina Pretto sul n. 5 di L’eco
delle valli, intitolata «Il Coretto valdese». Siamo andati a
rileggere l’articolo «colpevole» sul n. 1, il quale presenta
sotto forma di intervista le
molteplici attività e la situazione attuale del Collegio
valdese. Il fatto è di per sé
banale, e ci dispiace che abbia causato disappunto e disagio. Se la parola «Coretto»
fosse stata scritta con la
maiuscola, la frase sarebbe risultata corretta. Se avessimo
voluto riferirvi ad un’attività
scolastica, l’avremmo indicata come «coro degli allievi».
L’errore è semmai un altro,
si omette di parlare della classe che da alcuni mesi porta
avanti un lavoro di ricerca sul
canto locale con l’insegnante
di storia locale, che ha impostato questa attività a cui il
Coretto è stato invitato a col
Gli asili nido nel Pinerolese
Spazi educativi
_______GUIDO CASTI6UA______
Non basta un parco giochi
nuovo per affermare che
l’orientamento degli asili nido comunali sta puntando
verso una qualità sempre
maggiore, ma in questo caso
è proprio il caso di dirlo: con
una serie di atti amministrativi si sta cercando di migliorare la qualità educativa di
quei luoghi che, purtroppo,
per alcuni sono ancora considerati parcheggi assistenziali per bambini. Gli asili nido comunali a Pinerolo mirano invece ad essere un punto
di riferimento per un’avanzata ricerca pedagogica per
l’infanzia, un centro di informazione per tutte le famiglie,
un luogo in cui i bambini imparano a socializzare, assaggiano le prime esperienze di
autonomia, sperimentano
giochi nuovi. Per realizzare
questo «sogno» stanno lavorando quotidianamente, con
tutti i dubbi, le stanchezze e
gli entusiasmi, il personale
(educatrici, operatrici, cuoche, assistenti, coordinatrice),
le pediatre, i genitori e gli assessori competenti. Nel Pinerolese vi sono quattro strutture pubbliche; quelle delle
valli hanno valenza sovracomunali e funzionano da circa
20 anni a Torre Pellice e Pe
Mà
rosa Argentina per una ses.
Santina di posti. A PineroE
sono due i nidi (Serena e Ta^
bona) per complessivi 123;
posti; a bilancio, per le spese
di gestione, il Comune aveva
nel 1995 quasi un miliardo f
mezzo, cifra superata nel pre
ventivo appena approvato per
il ’96. In fondo rappresentano
l’avanguardia di quei 2.000
ragazzi che ogni giorno usufruiscono dei servizi scolastici di Pinerolo.
La delibera n. 1051 del 22
dicembre 1995 dispone eh«!
vengano spesi 30 rnilioni per
acquistare dei giochi (notare
che il Comune di Torino ha
speso 700.000.000 lire per.
attrezzare la città con gioch
adeguati): non saranno uno
sperpero per la cittadinanza^
perché giocando si cresce (
si impara. I giochi, scelti do-'
po un’accurata ricerca e
un’attenta analisi dell’adeguata funzionalità per il "nostro territorio, saranno utilizi!
zabili già nella primavera dell
1996. L’asilo nido Tabonal
vedrà tre strutture-gioco de-j
nominate «La casa magica»!
«La casa dei folletti» e «111
ponticello delle meraviglie»,!
mentre all’asilo nido Sereni
verrà installata una grandej
struttura-gioco articolata dal
nome esplicativo:
avventure».
<Le nostra
laborare. Abbiamo avuto spesso modo di svolgere attività di
collaborazione con il Coretto,
che abbiamo invitato in numerose occasioni ad essere a
fianco del Collegio oppure
ospite del Collegio, soprattutto per incontri internazionali
in Italia o in Germania, ma
sempre, al momento delle presentazioni,' abbiamo spiegato
che il Coretto, nato negli anni
Settanta come coro studentesco del Collegio, è diventato
in seguito Coretto della Chiesa valdese di Torre Pellice ed
è frequentato da numerosi nostri allievi ed ex allievi.
Quel pronome possessivo
«nostro», che ci viene contestato, a noi non sembrava proprio inopportuno, chiediamo
scusa se abbiamo sbagliato.
Nell’ambiente valdese a cui
apparteniamo a in cui viviamo, si usa comunemente dire
il «nostro» ospedale, la «nostra» biblioteca, il «nostro»
Asilo dei vecchi, ecc. Con
questo «nostro» non Si vuole
creare un rapporto di dipendenza né di ingerenza: si chiamano nell’uso comune «nostre» quelle istituzioni e attività che fanno parte dell’impegno culturale, sociale e di
testimonianza della «nostra»
chiesa, che noi sosteniamo,
con cui collaboriamo, ma che
soprattutto amiamo.
Noi siamo riconoscenti e
felici quando la gente, parlando di noi, dice «il nostro Collegio»! Il servizio di testimonianza a cui siamo tutti chiamati nelle varie attività della
chiesa è così urgente e importante che dev’essere fra noi
elemento di unione, in modo]
tale che ci permetta di risol-i
vere fraternamente sviste ó|
malintesi puramente gramma^
ricali o di forma.
Amalia Geymet Panerei
Elio Canale - Torre Pelltel
Video occitani]
Sul n. 48 del 22 dicembrei
1995 dell’Eco delle valli, nel-|
la rubrica «Cronache» è stata]
segnalata l’iniziativa di «OU'l
, sitanio vivo» di realizzare uir
film documentario sulle valli
eccitane. Si tratta di un’ottim»
e lodevole iniziativa ma vorrei precisare che non si trattó
come viene detto, della «pri-ì |
ma», poiché già diversi anrf |
fa fu eseguita una serie di ri'i
prese da Raitre, e successiva-^
mente l’Associazione «Soule-,
strelh» di Sampeyre (che pub-,
blica la rivista Novel temp) Wj
provveduto alla registrazioni
e a filmare due caratteri stich
delle valli eccitane.
. I titoli sono / tetti di paglia
in cui sono documentate 1^
antiche tecniche di costruziO',
ne delle coperture di pagliai
un tempo presenti in alcun^l
valli eccitane e ora quas>]
scomparse; e Cuffie valdesu
in cui sono riprese e comnie>''
tate tutte le fasi della realizza'zione delle tradizionali cuffi^
con particolare riferimento al',
la stiratura e alla cucitura. W
^videocassette possono esseta.
richieste all’associazione.
Osvaldo Cdisso^
Torre Pellic«
9
nerol#"'
I e Ta.
■'i 12|
! spesai
aveva
ardo
el pre- jf’* \ìto perfe V ■
entano£'--A
2-OOolr^
o usu-F
■olasti-L?-^
del 22I
ve chef
notaio
ino ha
re pec^
giochi
IO uno'
nanza,
\mero,
Pellice;
'“T#
;embtf
Ili, nel-]
è stati]
!i «Ou'are un
le valli
’ottimil
la vof-/
i tratta
a «pii]
si anni
e di ri'
essiva<Soulele pubmp) hi
razioni^
ristichi
pagliO'
tate la
.truzio-i
alcuna
quasi
aldesù
mmen¡alizza'
cuffiaiì
:nto al'i
ura. L*j
esseKj
ne.
Pellicif
V'■tTì'-Ì:
. (■•. IL '. •'
5
g
£
■,:,y
/V ■ '• •... V,
O
OC
Ul
gì»
Ul
H
X
Ul
Z
<
O
a
n
<
s s
2 2
o o
I
S-9
%
o
OsJ
m w «■
iia?
c '
o'
C44
■g § .-2
S S s
F .a S
O > CO
CO
Q> “
« o
^ o
co (O
il
I O
V
3
C o
'0)
.Ila
p^»>
|SJ3
Ino».
CM
III
S O CB
P“S
I
Sn
£is
o*s
lo o o
00 S IO
c\|
li = |
go»«
SjPS o
.OQ-'D m
.3 . ■«
c*l Cu C*| Cu
g jj
g S S5
S o 5 '5
■E fi S
i
2“ ~ ”
!8ì€
“Il 5
lisi
o *S
co
ò) 3
.. E e
O 0> 3
c/> </> o
J
w a C *
o c
ili«
£«£5
n.
['4:^4:'
T'i "'Kr ‘a
fía*,:.;,-.li
“5. /il
Ì'-M
o.
o
E
0)
■§ §
= 0 O
« 3 E
U 4-» -=
o
>
o
o.
0)
C '
o
(0
o
"O
c
o
£'
«
o.
u
- <0
Q.
O ®
C p
£ ^
« E
o .2
¿ .Ü
-s s
u w ^
3 *P 0)
O. M M
'Q-tl 5
o "
uM
f.fV/
d S s
.i s J?
t.
a..
.2^
P a
i 8
> S
• rv
IO ^
<N 00
tO
8
§.1
(/)
o
>
:= a
w
c
M
y
i E
C c«
.a u
s I
0)
js
w
o
§>
8
ò
“ S
I. —
.2 c
'¡.•ri
í';ií:R;
:m
<0
(0
£
-, -. -Í' ■■ •
■ >.: - r
</)
'8
<U 0)
</) u
— (0
8-2
0' 8
(/) 0)
o b
> g
— C
U °
0 —
1 d
'= Q.
O * u
>'
o
£
(5 O
e "o
■S I
< à
m
»
- ■-■ f -,
. ■■' ■
■<4- ■
» -*1
'S
«
’vi'" ' ' ,
10
\
It ’
'4 1 ; ■_
■ i
ítÁ'’ ■ '
. ^ ^
^4!
''■-’’ir' ■'■A"A’ -. 'i-T'-v'
**'í -
§• ía-.;. □ Z
í| «a. g J S ■g E. 3
■ ■ 3 Ä re'
i/i a 5 -5
3
rt
- E =
I ri
?i.i
X
»
3
3
c
r
I
o
St r
3 '
O
I
§■
» 5’ 3
5|
è s I
F i.’H.
I
«
3
8
1»
H:
8
o
■ 3
O. =
> (/) 5‘ n
S » "
3 'S-
ÌL fl>
— is
T S =
S ^ 3
i « O a.
«“^g CL
(DO. —
3 2. Tj '
"S. »» m
^■f §
-« *2 .
"O e> i
S CL :
U. A) •
N — :
(D
f
t»
3
A
(D
= n
n w
w 3
S 3
3 “
= C
3 g
0>
§ ’■
§ Q
. »> o
0
1
0 5*
= I
3 ®
“ 3
ET 0
(D
ò a.
2.
w
£■ 3
o <L
« g
3
0«
3 tj
O
a
o
o
n 2 r
Ci ® ;
O
3
(D
l/i
C
O
T3
A
3
»'
3.
n
0‘
3 o
" 3
O 3
0 C
2 Ö. r>
3 (“
3 Q.
1 ^
fl» ^
3 O
Si "o
fl) o
i. 3
N fl»
O
3
a
3
N
5'
3
fl)
O.
fl)
O 8
a
fD
o.
fl)
2. cT 3
y ®
n <
O fl)
o 8
Ç)
ft n>
in
3 o
r- 3
fl, g.
3
OQ
C
I
» ' :
-3
Q
; <
o
Q
M
I
3
I
?
C
Q.
Q‘
3
Q
; ! : ; I
: : : ■ : :^
re
V:
iS
>o
Oo
Ui
3
i
<
0!
X;
:
fl.
ft
o
s
(b
2. n
O 3.
£ Q
11
3 C)-i!s
0 o.
3 =
1 P
Ö. w
^ C*>v
w
Q-. 0,;-.
re
s= . n
^ g.
sr g
n 3
3 ®
Sì =
3!
S: §
S- <
o
?
o
7T
3
o
3
a
o
= ET
P ^
II
1°
9: 3
H
Tj a
Ï "
2. 3
% 8
W K
ET S. Z
® “ re
vO OQ —
Ü1 E’ 3
^ (ft 7
Q.
ET
c
3
r
f»
re
(/)
Ol 0)
re
Q.'
A
re , 2.
Q. — ^
»» o’
Í;
j.
co
O
S K
C) ss
p
3
o
(D
a
(/>
o
c
3
a
IH*
o
O re
C) O
co S>
r, 3
■5- il
c ^
3 (S'
■S' Q.
re
to
O.
P
Q.
re
00
?
o
C)‘
re
.. 3
O ^
3 8
p» re
r»
O
3
O
3
n
O
3
3
i/i
'3
o
(A
s
<
<■
3
o
3
O
v>
T3
re
re
-i
O
a.
73
O
3
n
3
l
c
p
ft
o
3
s- ^
re n
» r*
z
(D
a
O
»
<
o
A
P
3
P
u,
ft
ft
P
a
A
3'
0
3
O.
O
Z
Ö
3
0
Q.
A
T
3
O
n
m
Ni Ni S< S< S<
^ ^ ^ ^ ^
^ s?
Nf Nf
■O
---O
■A'.
O %0 >6 sO
/ .
nO
00 ^ ^ ^
^ •«si ON
Ov
tn en ^ ^ ^ u> üü
P
O'
(»
3
O
Q
3
I
C
«
a
3
o
£■
Í?
8
II
-o
o
Q. n
(D O
S P
3
^ I
a>
c
5’
(ï rt
(D
=■ 5
le
° g
^ 9Q- -J
5^ ^
fD Q
c
a
3
re
Q.
re
P 3
-s n>S Q.
^ Ü
P
" i
3- n>
(B 5
fy>
— OQ
P 3
— P
Í? s
m T
N "
P Q.
|P
p' U
T "
fl> CT*
C n
3 O" =r
rt 3 "
<
o
■ ja
3 g
g P
fl)
=: S ^ O
=: fD
OQ "O
C C
P O'
2S ^
^ o
“O o
E' "U
P
(/)
(ft
S
— "5
OQ (î
^ OQ
§g
5? Q
O <D
n
O
3
-o
n
O
S <B
(T 3
?i
n “O
Q-o
o- g
g-8
s: -,
P n
Pi
n
T
V
(ft
f)
T
ïï
c
T
V
rt, <B
93 3
o' ^
(D
D
Êi. O
(t> —
n
O
3
5 o
¿ û.
(D P
P
P
I 2. b
P •_
5T 5 ______
S- S ^
1(1 (B
=!,<»
s- ®
P n
P
—
SPC
0) O" 3
« §■ rt
o r, O
O P “
rt
(ft
S 3
(B (B
Kl'
< rt
° S
s g
3 c
P -D
S Si
§ S
c
5 rt
2 o
(D
n ^
3* —
(t> fD
2 ^
fD (D
(D
(ft
$
<. "ü
« rt
S S.
0.5
P û.
P fD
“O 9:
O <
2 <D
rr (ft
rD' P
1- Q
l'g
P O P
m O <
Q S f®
o. Q- -1
5 P P
ô, w
<B 5
3 O
fB 3
O
(D' _û
5T §
(ft
fD fD ^ J3
(ft —
C ^
■D ^
™ 5
3, ifi
o. 3
5L S
(ft
^ fD
P (ft
^ (D
g-g
S S
_ 3
O fD
sf
O
P “Ö
^ f5
-ï -2.
P <D
O. 3
N
N P
XI
O
0 O.
3 • ”*
<D fD
1 =
(ft
O g*
■Q
Ota' b
i:-g
n
=*■ î?
<D O
O
3
g-P'
o o
(w a
fp P ^
P
Ö =
1°
K. i
B B
I. 5i
fl) P
PC“
c 5? 8
§ Œ P
o n
U. 9: g
O — <D
P
P s;
fD fD
O' IW
(ft
3^
O 2_
fD
fD
(ft
n Ô
O 2.
3 —
(ft (D
ro Si
□0 S
5^ >“
O" (/t
p- ^
3 1
Q) fD
(ft
fD' P
n
5; 5T
3-i
rt ^
g 8
P ^
po ô'
o P
tft
P fD 2
3
N
i
ni
-g w
C -J
P P
^ s
O P
<
^ 2n fD
O r -.
(ft ç- =:
< (ft
2 n
O
— 3
=: O
S Q.
3 5
3 o
g (B
rt "O
P O
n
O
(ft
(ft rt
o £B g O O
rt, P o
o -a
3 g 9:
P O-^
P c c
3 3 (B
3-^ ^
P 5^-0
5 P
o s o
g P fB
? 5' 5'
S ?
Û- or
W 5
00 O
- 2
fD fl>
= P
n
(ft 3"
P fD
3
0
û- ^
m_ ftT
Q. 3
(ft’ O
§ =
“5
N Z
p'
O rn
3 PS_
< —
O ^37
- O
fD 0X> □
“ fD
^ s
fD
ffi Ö
3
n O
S* ^
(ft .0
P c
P il
=: ^
(D*-Û
O" C
n P
p =:
n' =:
® ■U
>-8
(ft
Z g
B f’
3 n
3* 0
3* 3
P O
« 3
fD fD
3 3
S
92,
5* fD
g s
■P ë
OQ
-r C
7 U
P T
0 .3
^ P
m P
Í2 fl>
O S
3
fD 2
n 3
7 3
fD' “O
% ^
0“ fD
0-0
p‘ Û.
CL ZI
is<g ?
O' g «
c m s
q S B
S- Q. p
i*t “• .M
O <D
"O (ft
B
p "g
n -(
2“ 2
fi>
E o’ S
s ^
CO
c «
5 P
P rt
rt^
fD' P
O
°
fD fD fl
r- 7 fD
I ™ &
s ° «
'2' p 0
^ rt p
p" S ^
o. I- g
■9 rt p
? ?
02
7
7
p’
fD'
O
"J
P
Û.
2 fD
■I B
I?
ft)o 3
< n
(D o
17 =3
O ^
3 §
II
“3 n
(D 7
7 fD
fD
1 3
O “O
3 r*'
^ “D
S g
Q. O
fD “
O.
fD
S
2
■7
§■
^ c
3 ÍL
2 c
9“ o
p fD
“ c
n 7
O D>
Ò
fD
fD ■O
- 2 3
P
O.
S* fD N,
O- CL §
Si- p. p
w I g
CL (ra
3 (ft
p
^ 9a.
X3 —
P
p' n
CL p
P _ O,
sr P cr
3 9
rt û- Ü.
— o p
rt -o
p -I
_ p
_ M s,
ï g
^ p.
P C
3
P
O
“T
Cfq’
S.
3 fD
P ~
fD
P
S W
n 2.
O fl
D fD
Q. -•
fD “
f2.
P
.(ft
(ft
"I
C
fD
2 ^ .
p s
o
^ rt
p o
g, 0.
f°
9: p p
C "P. Í
P *1 fD
3
P Cg
fD P
2' o
(ft
P
ÎD
XI
C'
P ^
il
*!s! o
p o
n
3 3
o p
3 0“
SP p
g g
o
2, ET
?<
(5 fD
S 3
^ î:î
n p fD'
P P (ft
OP §■
c c n
^ p 2
C n £.
(D o ^
— n f^
5T 3 7
rt ^
gfï 7
— Cî P
O— (D
N
'ÍS. N
P P
p 3
~ P
P
" S
° I
p P 5J"
3- =7
< P D
g S =
s ^ p
< ft) rt
W <» p
=; c S"
ej fD
T» g «
c CL n
3 p r'
H
g
■o
p)
' T
re
3
N
tu
H 2:
p p
P -M
rt ^
N
8Í
r>
g
I ^
N P
fD
° P g
a p g
P (ft
3
r>
O
fD
(ft
(ft
O
CL 2.
5T 3
S’S
Q’ —
Ü. jû
O C
3 P
Q 3
3
(ft —.
(D 3
7 O
P 3
^ S
O
o'
n
3
p
p
3^ fD
a.<^
fD Q.
g -p
^ §
le
x> ^
P et
3:1
fo "-K 3
ST (ft
3 <íS
— 3
O i
ñ 5
o rt‘
o 3
5" "2
o. o 3 . 3
5^ 3 o X = P.
p rt n o _
— ¡4 rt o. P
p w O -P
p X) O y
rt- £B 3 3- P
^ w (g P
o i
_ Û.0
S.S S:_
S' P 9: ä
gssg
n“-o= N
5-R g 8
Sq^I
-O =t
n 7
o5* £5
5 P
m S
• ' o s
c2 f^
os *3
00 fD
P
n
P £.
n
S'-o
P rt
O <ä!
p
3 o
3 3
p. ñ
3 P.
o
3
3- p. rt
p p p
— cr 3
5T O 43
rt P i.
I rt
g* °
fD
9. (ft
fD p
3 3
2. fD
(ft 3
n 2.
(D P
p “O,
3 £•
s p
S P
■o
o
(ft p
o •
fD —
P. “O
(ft p
fD N
Ö g
fD
5T
n
fD
000
g-s
■§ íl
p p
ZP =
p o
3
rt
Ö- o.
• -^ rt, o p
8 3^
o S.!í
p p o
"S a o
rt n»
OQ ~ 3
5'-o O
~ S 3
rt rt ®
« i ^
2- p Æ
a g ^
o 2 p
3- rt '
P T P
3
XI DJ
O' 7
X ^
C' 7
_.
3 2
2
2. a
<g. p
0"
P C
3 g
p s
(ft <
C p
o fD
ifí f^
p (ft
“ (ft
Cî o
° T,
~ p
fD
(D 3
3 3
O. fD
5 8
»5
OP
o
3 sr
p s
(O o' Z
f
Sé- ^
P CL 5
§^2.
3 fD ^
I/» (/» T3
3
SL —
rt n>
O « 8
ÏÏ. i
u "O
fD
*0 “I
rS- «
o’ 9
3 3
p -o
5'
_. o
9. Sæ
m 3
43 -o
C 2.
2 «a.
OQ
p 5
S' o. 5
C §
rt o- 3
p i. S'
n o ~
00
p- g
C o
3 _
P p
p 9
Ol p
p ~
VI VI
rt p
o ~
K¡. O
R'l
i#
m
l'l ítf-''
■■ it-iSf/'
m T iff- P'
i y
s ■ l
‘f
■r -'. .í.^,-' ■' 'É?% i ífeË ' r 'v .
4|
. -C.
T'l' ■
t'Á '
a.'
Æj'A,
i
11
(O
^1-’
ït. .
o
U
to
LU
o
!<
T
O
Û
<
>
O
>
lij
O
o
UJ
z
o
z
ce
u
Û
O
z
u
u
•C
o
ai
1.
3
<U _rt rt <ü
2 ^ I I
Q. O ttó!
3 ^ rt c
CA 5 — C
Ö rt <0 J
« b -S Ö
o o ^
c
(U
'S
A W lO
= ÍS ._ E
(S « TJ
> «
•y Oí
II
c rt
& o
o o
p 5 ¿
c ^ o
o U
u W
.b ^
00 c
g <c lO
LO __
— 3 0>
¿ s
C M
V O
00 Û.
~ .2 o
« é
O r
S -«» . -Û T=
0) j3
S o
S §■
^ Û
o
"9 *-*
0 o
^ “O
t fe
1 fe
CL O
•§^
> O
;o ë
u c
C 0)
3 >
2.1
Û- to
(0
S .9 o o
o M-R o
=5 «> J* 2
fe c T .«
-o o. .£ VI
(U 2 <U V
J3 Ql_(4 o.
í
s i5 c
á'-¿ P
« .y k
to
s
c ■>
0>
y
a &
Ç O
E o
= u,
« ^
n •- Jä P
8 ■o ^ S
p .- § s
Ê 8 5s
<u >o CL E
S N <i> 2
5 P -S c
.2 ~ -ë S
ilif
■s s i z
0) 'OO > P
•B -2 fe
-n ° -S o
T3 w ^
JJ _
I." o
fe o
P § I
Sf Í-~
^ .i (ü
£ ^ c
!I o
“Ö0 W -ÿ
> -2 '
to
to
0)
U
U
3
to
0>
O
O .£
c -O
O À
•5 0
'o
I"? g
£?«:£
^11
^ 0)
^ £ .ë
£ O >
w <J >
® ^ rr
E ¿ t_
« 5
c « m
3 2«
« O ^
S Ê 'C
c
V
E „
g O
?6 ^
4> H
E °
O —
P O
V b
y P
3 rt
. O"
5 2
Ö
>
<0 rt
tO O
tS *c
co
0)
■O
«
c
O
.— U
to <y ^
^ Q- rt
îr rt 3
^ S J3
5)
(0 >
« s 8
E fe « 2
- “> — O
• s
lül
rt Oí
û- ^
0) O
" I -
E o£ XI <
O -s b s=
«
X)
2 .2'
O û
o- =
to *0
Q s
Q-w
-_- rJ
V O
"m a» IA
^ R
LO 2
- 2
O 3
•i ^
Ë V
<0
0) ^
« 2
■ ^
P -O
^ U
C
(0
0) <0 'ft
1
2 w
m-2 M
s*: c
O. g ¿ ^ I
üâ c . a* —
Sk
._ ~ ni
C ^
i 2 P
O ^
■S N
txo .2
O a
ô i
■E c
2 I
§ .2
O ü G
s O 2 "° «
(0
0Í
^ c
O -O
Q
6 "O
û. 0)
3 “O
«O c
§2
to
rt £
E0Í —
U —
O O LO
ci -O —
7= Ci
A- "O
M «
s 2
1- —
■O ta
2 w
O O
Cl c
O 5«
M P ai
iS Q. Q.
«
■O
i.
«
a
'rt
V.
>
*>
O
•M
M
^3
'Bb
■5
« S
-O iï:
G X)
.2 «
il
P s
a.
2
a.
3
g
ro S
— 2
LO O
to m
O —
00 LO
(0 —•
jS s
® ? S
c £ ^
O CT
? 2:5
0)
¡3
g ^
_ 3 rt
•c S
jS — a
B) JS >
ü -S S
rt "O
to
P 5
_rt
■flj
C
10
« .0 ÿ d
=
0)
C
O 5 g
— S
to to to
0 <0
to "ü
to
1 £
^ S
S =
•S O
X) tj
0) U
5 e
ai O
-C .b
U Ö
. C
‘S 0Í
c
0) _
■O T?
*- 5
U c
.« 0Í
<u O.
■® JS
2v 0)
O ^
(J g
O <0
4^ ‘w
b a
2 ‘
û- ^
2 g.
■5 2
■O 3
«
S 2
to û_
*1- O
U s
H
0) to
Oi *
to
<0 O
3 Ȁ
b JO
Q- ^
O
Û
«Ci
I -
Q. S £
J 8
M g
^ U
.-a
O CL
Û 0) g
CO
fe-fe
rt ^
fe|
Q- «
S §:=
ils
O O îf
Q 2
(0
3
W
(0
2 8
S E «
O ü —
‘r *Ë a
«il
§.2|
■e ë ë
P "O
O 0Í
O .i
■s» s
a) g
ai w
.iû
■O ._
ai -O
E «
.à-S
> to
^8 1
^ :g •£ § 5 ^ ^ i
|o 8 5 s 8 " £
^ 2 C s .2 a 2 ai
s fe p"? .î: ^3 5
U ® c c . “^.y «
*|.aai|gg«:
M = 2 fe^. a -S BÁ
waiM-'osI^
ë S §1 isat 8
Q 3 - I ~ d S|
■V «"O b '” ]| .f c
!5 3 è JS -a
AJI rt (0 Ö
û.
(0
U
g
*u
-2 >2 Q.
•s g ë
!S
’Ñ
■n «
«
.2 Ë
® M I
=5 3
O 3
c a
2 g a,
3 .0
8 « Q
2 O
I
K H- -2
c
3
y -P
g 2
O ë
fe «
c
t
<0 .S
^ §
to
£ to
c (0
<0 LO
£ (d
0) ==
"CT O
C "O
Zj O
2 ^
2 :g
&■>
« =
^ .£ c K
(Ü i=
. ro 2 JS
i^ê
«
^ ¿ Q £
O
C O
2 -ë
0> C
._ 0)
to û»
__to
b O
8 ^
s k
W .0
•“ ^
-§ «
Í2 fe
to
CT CT
"O C
P
U C
'S i
- 5
CT ’S
■° S
s %
S 'S
rt
G -S
c
CT (0
.± CT
b *lI
O. Q}
^ 2
CT
CT
3
*CT
CT
Û.
1 g 0
' (0 O
:2I s
; ^ =
‘ I «
g =
O
U
CT
. C
O
N
Î3 —
(0 CT
ë £
1 °
E O
U
CT CT
CT
C
O
^ .2
■P «
2 fe
CT
1 S ô
2 P CL
F > •
>i: 2 -P
— « Q
O S
803
ai « W
.! 2-.=
ü! b Q
to
.b CT
C >
CT O
t>0 C
iE
O
P
A. 0 2
g ■« -Ë
'u ■« ît
•; ai O
1.!^
« -P ai
O ai
“■-5
® -j=
Pc
® .ai
to
JS O
O ^
TJ —
fe O
C 'O
O “O
£
c
<0 ^L
-9 ^
(0 4-»
* 3
2 —'
CT (O
to ¡=
C -2
rO X
II
O
c
0
1 a
3
O .b
L. to
^JS
P 2
0 c
U Q>
-- E
1 O
« 5
1 fe
3 -Q
tj .z
to
(0 c
^ 8
2 2
® «
fl
> bû
- £ c
_ Q- CT =
M O 'm CT
£ ^
CT
CT M
‘ ' -O
CT
JS ®
P 9
O £
P O
O P
g «
^ Ê
^2 °
- 2
Q\ CT
- O
"ct 8
Z CT
to
.Ú S
"5b O
IJ
^ TJ
CT •
i
_CT (0
.S c
U c
bo
CO CT
to S= "O
Î2 —
CO y V
cO i-3
O CT
w tj
g 0) CT
3 CT û.
C
S £ ^
e .£
s ^
,5 ^
to 2.
cO
C
•8
U
_ço
"ct
"O
_ç0
O
3
U
to
cd
CT
0 O CT
4-> bO to
« 3 iij
L> J3 -O
_ CT cd
« i
al 21 ¡2
1 .Ü S
£ b =
,± .<0 :=
C (O ^
3 CT g
_çd &b
-fli b c
.± O CT
k "P Ö
- S S fe
(Il ft CT to
P P 3 >A
M ,!S
“ nî « P
b .y g =5
5. “
Cd
“O
JS 2
5 i
_ cd
S
X3
C
O
K -t
O “J
O •- i
g « -0
' ' CT ^ CT
^ to Ç
(U Cd
■g ê
Ö *a
I G
S to
bO 3
^ ^ £
ct" -3
CT
« - i
2 ë t §
C Cd CT U
CT
3
O"
CT
b d E :§
« « Ji «J
O .> ai T3
Ö S 2
P P ■>
« «
_■ O Ö
N "> 5
O 2 ~
Q. ^
,_ ai «
« b
«A ai
LI
ai «
il
CT CT
bp 3
to cr
c ç
£ 'li
« <
b « =Ë
“* O y
P E »
ai .« ®
88- -P
.2 3 JS
« g g
gl fe
2 fe :Ë
û. Cd
5b
^ 0) —
cd fc
ai 2 >
to V
to CT
t
<
_çd
"ct
TJ
'0
to
O
TJ
C
O
U
CT
O
CL
S îS
•S &.
cd ^
"qï £
CT ^
r*
E O
3 Ln
■e^
^ s
3 .2
^ S
3 <
-2 L.
8
O bio
O "g
P c r (5 S =
« if -g « P ë
« 5 b -y =
^ _CT
ai P *0 O
X 0 A. LI CT bO
<U g Cd
S «A C cd
O O CT
£ -2 cd tJ .5 S
JS := £ cd i. £ .ft
Cd
^ c
'Cd
.ft “O
2 i
® .y
o :g
to ^
u
o cd
u u
g C
£ cd
*c :s
Q-"a
Ô- c
<0 cd
^ u
<1^ (0
to II
_ CT
CT Q.
C O
“O A<y
g .2
Ö u
- 2
= 2
®
X c
o .2
F
i
U
______________ 2
^ Û- 0 g " S
3 S .«. D .2 ® to
M 3 £ 5 00 ja :
^ g « JS .£ O §
2 S.® S* .» .s 2
•5 ¡s G P <fl
b ^ S ë I 'S -5 o
■g Q i3 ^ ë.'^ «
S L« P S ai-Ç « 1- 9- « p
9 5
U
® s _
L. u ai
o. ® o.
ai o. .
y o 8
— .> ai
CA L* (A
c
o
u
o
Ë
E -2
o E
P P
= O
« y
:§ -g
"O c
o Cft
_ Ö
CT cd 3
pg.f'^b^lc
u=s ® o P “"-£2 C
Soéo^iiii
i í S S - .= i o
CT
— 0«. Cíft“ 3-SL/
p P « rt S = 3 -y
« S. 8 « .SP ^ O ^ g
o .s ^ 8 -O'«®
< c .i 's >
3 «8 Sx
M u o. c o
ö ë „
o "P
K £ 8 E
c r .2
2 U û
Cd
to
O
Ài
8 3
û) —
LÍ u.
9 1
2 i
ai 15
^ g
P c
- Cd
'O
_ O cd
<y 10 w
p g 2
«■a
‘ CT
CT
u
CL
.S
s bO:=
ftí
Cd (Q
^ CT
*2 fe
T "*
m <N
^ £
B 1
3 <j
a ë
y 0
O :â
O
O
L
«
.2
3 O
3 Q.
2 p
O g
JS c
« .2
® "g
fel
ri cd
2 ^
Q. *3
p y 1
O CT
I» C C
S O O
g £ f
i-^ ^
§
ü: Cd LU
û-“ —
c CT “O
^ CT ft
U ’c
to c
CT
L.
CT
i I
« « 3
u = g
= 03
•ai X p
« - ^ ^ 4-4 Cd
c ^
£ 2
&-ë c 5;
” e O
:a LJ ^ ai
2 « ä
ri
15 'S
!S ®
.2 8
00 tn
M ai
'3 ^
■5 ai _
8 P P
JS «.«
■ I .f
iï E 'E
i a .sS
^ S c
Cd û- W
^ .± CT
w “
:= cd CT
t
to
« 3 m
p LI -r
« ca ai
> L. TJ
h ^ ^
" 'S ^
cd 3 cd
crT
i-s £
Ü to (U
X 3 3
.£0-0
*\n cd 1—
Cd
(A ^
(4
c
O
E
«
Z
.CT Q
£ to
M g
.£ tj
to (J
3 3
Cd “
■p «
3 c
s ai
c E
•E O
,fe ë
.2
> "oi)
® <p
Æ §
_2 =
._ c
3 LP
P O
>- y
« 3
Û. to
C X
= b 2a
.sl*^
« k.'w
.2 CL oT
fe-z^
oso
ë. 2 g
(O 4_>
:g O Í3
"• Ë 5
® 2 g
XI « E
■O
M 2
'Cd to
i §>s
i £ “*
g ^ '5
«t <l> ^
cd r- l_
« O .2
■p "Ñ ■50
Ï
« § 3
U to
pgp
. p-c
'C ai _
•g -5 ^ 0:â
y G P
O c 5
Q. _JS P^
rt "• c
ili
Ö :2 g
O Pxj
p « p
to 4J >
CT
rt" ^
.2 c
to cd
■cd S
p Z
s 00
I fe
çS .2
is
s 2
O. 'm
O
C
^ cd
1 i
> _£
2 ®
JS -g
b g
'=^:>
'C X3
1.8
S -2
t» C
■go
c O
c ^
E cd
O 3
Q to
cd JS
Í O
Í3 .ft
«'S
.2 S
1 r
■ J. nO
8 s Ë
CT __
<ü CT
2 = ¿
> .2 E
® N ®
P > b
L. O ai
«r "
L.
û. to
— iS
-p g_
p d 0
«IÄ p
O
-g X ^
oL.2 O
— .ü y
« t «
s " fe
2 'S "P
E "> c
V O 3
E y E
y O O
O Q. LI
p e S
<0 p p.
11'i-i t
M^y — £ —
s 60 ■ ® "P
e -8 .¿31
*PZc—ÎI
L. CT cd CT CT
^ - £ r
8
• 'O
CT C
O
g p ^ -S
p ai - ^
I ^ S
3 S.
d) O
^ Tl
CT
C :s -O ¡
t p g
«I -C .y
E p p
-ja £ «
S b .P
p :2 û.
p g £
CT O
C CT ^
.2 « «
to
il
•c “■
3
u ®
rt g
O g
O ^
"f 2
tf s
€ -3
m J.
;« « I
Pi
ai 3 O
T3 il to
cd O .O
7J S
O 2
CT
'S =
g. «>
o-g
3 S
c
CT
>
C
O
CI
iS
u
‘43
to
cd
c
O
£
c
CT
CT
O
jd
"cd
CT
c
O
■?3
cd
u
3
"O
CT
CT d)
^ 2
O
c
3 *E'
to C
’ -Vi'
»1
II
ce
2i
ce
O
O
00
> ®
■XcÊ
^ -!S
c
■ë
S
ai
■5
ai
O
■f
C
3
£
§
CT
£
■ë
S
g
CT
-O
C
CT
I
12
lifts
i'.iS
)^h '
.¿K
$ ■
3 ?
n
3
(D
58 O
Q
g 3 9-'^
n* P» (D ^ ^
i » « â, i
15-|ts
3 q 3 O w
i!?P'
§ in s
» I 3. ^ »
P -O 3>
=■ ^ g
8 n Q
q S. »
=• U. -P
n T) ■*
n « -O
P i 3 2 S’
1 g P P § ^
** ««. ^ 111
3 Q. q g- «*■
® q- » §• «s,
s s g. i 3
■O 0 i 3. 5"
î» -O g q e».
i: » 8 5 F
i P Q - »
~ O P "S
irt O ■ s. B>
s i ° 3 s
il» ^ ^ ÎL>
S’
û- ^ Û. t 0»
2. «a, « g. g
fl> O 0> di' T“
» 5»’S‘ 0
5 - ^ 3 =T i
ë 3: O 3 9:
§ - ? 5 »
g g 5
v-.-^
zOlî
C O O ®
s I Q I O
silfi
SS" I ?■
® f- ® —
® ÎS 3
C
V ^
s 8
tifil
Pii
3 s •
I
(U
3
3
c
n>
3
P
3
3
>
Z
O
TJ
m
m
73
O
H
CO
"Ö
m
H
H
0
a
c
O
75
m
"D
m
a
m
;
2
DO
2
>
Z
O
c
>
î I
f- . •
wm
I;-.
13
^ » •
o o> a>
c .t; IH
rt
u
a> d
Oí >
ijt ^
O c
Cl O
E ■=
P V
« O'
e Í
_
<u
= ; g " s
75 0=^
Q *c ^ g) ^
c “o ^
Q O p
a
^ ‘
0) j5
O 'qì
T3
O
"O
c
(t
a>
(d
lù
CÛ
J2
“ai
■o
0)
c
O
s
w
Q)
£
(d
o - ài c
^ e ri 0> ^
<«
•o
c
O
u
g-:='3
O 0-Ö ^
ctì <U
i'S
s s
I s
c £
^ -S
ú¿ ,0
j3 e
or
I.»
ài
li
O o>
u XI
j2 (U
^ .3
<u ë
2Í
8^
(u 'c
01 XI ÌÓ
0» c
XI o
(U
ti fi
•= a.
|i
Is
o o
z a
'S ë
id cd
>
cd
Ui r;
JS y
^ 4-»
rt c
O
c
O
L.
Cd
Q.
3
U
U
O
>
c
o
u
3
■S iS
Q. S
£ Ui
S JO
c
2!
I
• B
"O
\0
’u
c
o
u
<D
“O
o
c
o
TJ
c
rt
J3
^cd
“ö
■Q
0>
C
O
4-)
c
cd
O
Z
o
u
£
^cd
"cd
■D
O
cd
£
L.
S
c
d
s.
(U
4^
3
-J
Cd
<U
Q. (U
U
1Ï
to 0)
^ “5
cd ît
s.l
íá ^
£ <u
£ '^.
0) g
..^ o>
S u
Û)
2 ë
Sì o
o o
o 3
O ”!.
■o o
<i) .£
^ -o
II
cd ^
£ O
“ ,t¿ <ü
i- J5
Û- G ^
:í; c
^ cd
0
c -£5
1 >
r
W —
Cd cj
£ ’_d
cd
O
■Q
._'• O
4^ C
¿ §
t U
Cd __
^-S
Cd o
< '%
_. c
£ S?
C Û)
.£ -O
<i) s
— 4-»
(U 4->
<ü >
c
o
’n
3
o;
i-l
0) H
£ c
Cd
§ o II
g « «
a.'!« «
ir .b b
•C b Ö
g « o
3 WÏ é
0> «T
to C “ü
0) o
XI -5 o
^í» *0 ^
ÿ 3 C
-g U OI
tí .!2 XI
(U X3 "0
Q. _ 0>
00
_ to ^
o
rt Û.
■D ._ o
•E 0 -0
w 'C c
§ i.y
S crx)
g « ü
.E 3
._ « o
= j) ë
n o 0)
"D > i'"
- P I
Cd
ü 5 S
C G
O <ü 0)
^ 2 i
"" rt c
Cd o>
u w
O ~
u tí
cd
XI j;
rt
— Cd
O V)
tú .0)
^ "u
c =
._ 'S
u rt
II
C *“
0> rt
£ “
o
do Q)
- 'S “B
(U Cd «/)
£ fe ^
<“ e-'S
u o y
“I E
o « «
C 3 -O
O “ --Í
^ P> —
O ~ 'S
Ç p ë
ri. -S
0) a,
3 ë
u w
.1 -O
rt rt
3 E
m G
E Ö r
4^
C
Q
U
.9 5
— 4J
S g
—• w
o
0) 13
4->
iî
rt N
S._0J
<U hi
o £
•ü o
■O 'Ñ
o 0)____
-D "P
'<ü 5=
<= s -S
.-r
M ^ i3
rt ii <u
(U U- O
^ t!
pií]<
S, .9 e
rt *-’
(/> C o>
-0. s :ë
O “:2
O- (U 0)
5 2 1=
o «
l|l
eu 3 :=
CL U ‘u
^ C C
O O O
i. u (J
<u £
8
t S
U "O
rt •“
"■§
S-ë
£? y
(U
-O -U
c
«y ^
rt. rt
rt fe
S§
t! X3
a ic
rt 60
§1
’u
O Qi
£ b
oo' S!
— o
"53 o
x> u
O b
.E >2
4) t> o
- I s —
£ XJ „
rt <u 3;
'P 'ü
,b to
ig.=
il
g ^
£ X»
(U
(U
(U g
0) o
3
“O rt
<U :=
— bO
rvvg
■ ’ “ <l> 3
ê .ï:
o <D
C "D
C __
^ rt
Æ ß
C
o
4->
O
« si
^ £
0) o
te*
bo to
G 0)
(U w
c o
0> =
l-ë
CM
rt —
P =
? +-•
Q. t/)
bO rt
G ^
<y ^
G rt
C tfl
V 0)
> Z
§.1
M
§:^
« tî
= -2
• X
u
t/)
Í« «V
i >
—' rt»
to
u 0) “O
00 ^ 0)
rt o -C
= > O)
rt CO ç
“O rt
rt ^
4> ,- g
.b ô £
t :
g.
rt
&
O
'C
(U
o
— 4^
3 G
Q. O
ïl
o o
60 c
ë .E
cd ^
Q. ^
O o
X» .Í2
G ^
G
G "O
r
£
X)
o
cd
§
S P
tf> X rt
0> G
3 Cd <y O
cr h CL =
O o
3 .Si
to
CU
G
C
>
•c « i
.2 u o
bO G “
^ rt (1)
— rt o
<u £ £
y .5
cd t/>
> V> O
c ,!2 ts
Q. c m
(U <u
M w 3
ûj 1/1 1/1
£ " ._-P I
<u a, ç
M S S
S rt ■«
g -Di XJ
O 3 <“
£ g §
*5 —
> 60 3
Ö o|
E .y =
w 3
</> Vi
cd
0^0
CU ±¿
3 U 3
O" CJ U
G CU —
3 ^ 4>
“Ö O X
4J
<U Cd CU
íí ;9,.E
’C 01 ■£
u u £
(/> .O
2 ¿ :S
O o OJ
ë 8 -a
rt -3
0
^ G
<D O
'G 1
c *C
1
O <u
ü X
J¿ _0
p 8
i 5
E §
:g c
.— rt
> G
‘5 =*
01 2
r= — rt
CU (U
4-» ^
G m
Ö
</>
O
G
O 0>
c (j
rt o
Ö g
o “
g;.2
rt.^
ë 2
0 Ol
CJ —
2 2
c fe
OJ <s
t .E
01 +j
3-1
OJ
1-5
f 'rt
g 'S :t!
_ ._
<u P
c
O
01
N rt
■£ P
%
_ 5 2
¿-8 I
3 0 —
CO 4^
5 ^
mT cu
•g Q- o
ti -2 a
OJ I- U
U — CU
rt 3 c
U uo G
C .b
G ' ^
.g'S
-5 2
^ •!
8 E
— o
OJ "p
Z fe
. u
O CJ
c rt
•Sz
OJ
u o>
-i §
° s
to X
G (U
•° §
o -2
.tí ^
b "S
o G
*"* cd
:= >
cu
S-g
ë > ■'
4^ (U
3 ^
Vi
2 E d
Z p ë
ÎÊ o: OJ
rt'
G iS »S
.2 cu ‘C
Æ 3 —
u crx
0) rt
2 5
G cd
rt ”
S) s
cu rt
1/1 w
E
XJ fe
2 01
tí -c
0 u
o2
:= cd
cu §
Vi tí
2 E
.“■-53
I- -o
-2 .9
0) U
= 1
—* OJ
£? =
fe OJ
1 <=
g
Ö
rt
§
Ç 'S
O IH
H S
^ CU
CN X
“ ;3
o c
z G
cd cd
u =
3 3
X c^
•;5 O
Cb u
X rt
= b
o “■
•XI aj
'rt o
y Ö
a, .â
u
•— Vi
M rt
X ai
tí ^
2 rt
:= S
0) 3
X ü"
U
G
eu O
__ U
— eu
2 g
Î3 «
!î
p <3
o" £
X
0
0)
X
0) c
c eu
u CJ
Vi
CJ tJ
> s
G "5
3 CO
-g 2
S 5
■^2
2 “■
g «
o .9
CÛ to
-OJ G
X 3
b eu
O) .
CL O
rt <u
V) p
O 3
eu X ^
t- . —
X X q;
rt _ G
Û, O CJ
-i. > Û)
Q.
O
. G
Cd
X
u
CJ
eu
>
o
3
_ X
eu
cd j2
II
X (U
tí ^
3 o
^ fO
^ c
-O o
8 8
Q. Q)
to =
.. cd
.9 o,
¡í
.E to
G C
i "i
-rt c
8 «
.y
t =
o g
p:8
£ X3
C 2
o ä
s_ rt
60 £
g
60
P ._ vfc
£ XJ .
i ■£ 2
8LÖ
- c
c u< 8
■S g ^
ë
o “J
rt,/ OJ
- B
'3
■q. C
0)
2
OJ
rt
Ç
*G
rt
X
cd
)i¿
Ö c
& ^
0 M
0)
3
CT
re
cu
<u ^
2: G X
3 3
. 4-1
rt to
8 1
G O
"* fe
£
3
G
CU
rt rt
X >
^ “O
rt c
jg 8 o
.60
i
ttí u >
£
tG e
cd 3
■SQ
s 'i
fe s
I -s
O c
O
G .i
> to
rt S
to CJ
o cu
y u
4-1 Cd
JS.|
® rt
rt C
O ^
£ o
§ E
£ rt
E 2
rt'
6o"2
OJ fe
^ =
_rt
"5 Z
Û j3
’d 8)
8 rt
'9
'D
Ö
Q. (U
(O c
0 i
|i
11
■S'®
rt y
ë
1 £
c 9
a, £
12
3 C
Q. (0
fe
-O
S 5
Ti <0
9 <J
g-jS
b o
Uí rt
t.l
X X
O
L.
^ cu
.£ =
.. —»
¿ Q)
CÛ
(tf
O
E
UÌ
tí
UJ
t
O
t .
rt co
CL^
C ^
bO O
rti
p2
g =
t.ú
E S
2 óo
S-J
X o;
U X
a í»'
G
d;
g? d
3 >
a O
G S
0) U
tí p
cd O
15 ’b
X rt
s|
rt u
ÍS §
fS tí
tn co
“ O
g =
2 -S
Ï §
I
:=: <ú 3
c^-5 u
o Q. E
§98
b -g -Ö
CU n
c» tí
j2 to
7d O
c
rt
£
w C ^
i = ^
< B^
^ U 2
Q. 2 =
o .;
o
p
a- 1/1
Si fS
OJ
= í- .2 .£
«
■O
«
c
o
'Ñ
3
■O
rt
g ë
S R
a 3
P -o
û. rt
O *=
\ .E -£S
rt —
iJ 0)
o
< Dl
a.
£
o
u
CJ
1 K
^ LA
rt E
^ ë
.rt Q
rt o
O'"
dJ> CJ
£ J3
0 5
u O.
•a ë p
E I fe
fe 8
18 O
w tí CJ
O rt
fe fe
ë g 0
c g
3 -o •'
_y _ç5
«* ë OJ
e: (U -C
— 3 y
x: o rt
rt -P
,E "O 3
^ *“ ë
i « E
•I l .8
X .£ E
8
-g
■>
X
O
_ >
CJ
|5
rt
ÛL rt
2 S;
rt -g o"
i S-i
1=1
rt rt
= .9 -o
rt û ,«
5 rt I
S 1-9
!5 ■50“
P 2 -£S
8 S .g
’i- X CJ
0) .tí rt
_C Lt >
X
_ rt
C X
g
Cl- 3
rt rt
'« .9
O O fl)
rt rt .S3
S CL t.
E 3 s
*- u y
o y rt
s g
10 E
.£3 fe
18
■K O £
p 8 ^
4-» Û_ X
'O . rt
3 rt N
“■ £ rt
.9 2 ë
0 <U rt
ï rt E
■5 H J3
1 |!=ë
.9-5-0
û « 0,
rt
1 B
.1^ 8
1 c ’®>
2 60 —,
»«-g-S
9 1
Ó à
J ^
T= O
t- P
CJ O
B s
.e|
rt ZZ
’53)
^ <
O .
P
rt
3 lA
OôfN
eu LA
X —<
rt w
X .g
2|
■1 o
bO o
S §
“> 2
C rt
§ -2 U)
___ 1/1
— o
^ « Ml
^-ël)
3 C <n
ï ^ S
'© L
1 rt 0/ ë
3 0) .9
y r-r N
rtc
c
L. OJ y
§ rt "B
3 2 OJ
l_ OJ =
OJ y 0)
a.,.£ -a
G — h
ë 0» «
ë ._- =
£ -ë =
-g-i 2
C rt G
O := tí
'*• 60 £
® <6 rt
fe 8 .8
B-.S "
g I £
-g XJ rt
© d 2
b £ OJ
« ß -rO "5 .E
..y 2 -O
s Si
X 5
= -2
^ c "i_
o> p s
o
■S| I
. g OJ
2 o “
g S o
bO r» t
© to
X O X
rt il X
•¿ i
p ti
G W
to
© o
E -ë
© ©
X X
rt o
f ë
tí ©
X u
^ Td
© o
X X
il
i â
0)'
= rt
T5 .60
-O g
y ^
X —
S c
X o
... u
n ®
O G
£ tí
X -£S
3 :=
i- O
© -ü
Û. c
©
3
© w
C rt ^
© G G
■R £ E
C rt
O X
u C
u
©
c
o
c
©
X
o
X
©
*c
o
4-J
to
G
G
rt C^
2 u
£ .1. .tí
■E 1
rt rt _û
> u
o Ç5 “
u
rt
G
-G ¿
cd
_ U
u ^
rt <3
•2 O
X to
X
CÛ ‘ÏÂ
nO
11 .
^ C -Q
2 ■£
1 E cü
p 2 JS
(O ^ ©
© . • X
3 eu
^ tí P
.© .tí G c
O C>0 O ©
fe ë 8 I
g 2 .ë
Cd
X rn
© *Ç5
4-> ©
G 10
£ O
rt q
t! U
©
G _
© X
0) af o
E ■" £
rt
y J3 C
1= ~ rf
rt rt O
u Q.._
rt .g O
OJ w 9
?= i
«i
0) o
£ ^
9 c
OJ
3
o
p
c
o
1/1
</l
¿ « g
*« 'i/i
D
Ö- 2
■LU g"rt
c ®
ü3 t «
/Í O 73
2 £
2 rt
^ -53 Ä -ë
~ i o>■o 2 2 -5
X S eu 3
G -2 tí .tí
b N .2 c
o *C ^ *rt
uh ““
.- îo '©
L. © X
X X y
© ^
■3-2 2
u rt û. p
o 3 O O
.= c M ®
û. 3 o .c
.- O. t- U
0) __ CS
■o -S rt rt
« w .£ —
>- .£ -E T5 2 c
-o rt 3 R •
O
G
C
rt
5 S
© X
rt u
t_ _
C-* “O
O rt
i- U
© -r;
11
d =
.tí p
’(O X
o- g
zl
X
3
to
:g g ë
O. 5 CT
t^ .tí G
c| .1
s| 8
.ë rt o
G — X
.£ 0) ■>
. -C rt
~ u Q
■D ‘V
C —
1
S c ~
Ö i’B
rt û- ^
^ CO Q
P - G
îi 2 o
p G to
©
X Ä
y X
■fe s
o -ë
D. .b
._ O.
C “ 0)
.2 -Ö -5
•2 £ .
is|
o b
ë
0) E «
ü . ^
rt ¡0 -n
- ê J
o L —
C U XJ
o V) _
rt o
1/1
§ ■£
1 ^
2 -D
Q. Cd
s *«
,© g
rt G
G ©
C V)
©
îi
© 2^
.. ©
£ rt
“rt 3
G -ë
.G '5.
bO w
3 p
.G © o
•i
2 'S
w - D. p
40 X to G
rt
rt 4j
g.-«
“--o
ß M
.N ^
1 T
O .G
L- i.
© o
tí ^
0 'J
£ ß
.9 fe
60 b
O
10
g
*W)
©
3
O"
c
3
£
o
u
O
u
S
§
i
>
0
° Z c
|.¿1
> fe g
ë2i
.± rt
u “
û- O
t= Î2
8 >
2 2
n
*— rt
2 ^
a -0)
o .
c c
o 5
u CL
P •.■!■
OJ
■O
.2 .i,
« §
"Í OJ
= O
;rt c «
60 3 .=
öl“
P £
.3 S
M ©
i IH
E u
''x©xo.: 4óx)¿«2
Q“n^ui-o ©gSS
^UC©, Sq-CQ
PGrt*^3- Û-C-lSç
I I I ^ .
^ g-s-S
g -g ' 2 <3
0 .0
1 .g
to
© X*
w c- ^ -b
ecu c
^ o rt
© 3 c G
JS .tí
rt c
u
(- ._ © c
£ X ;a ©
il - »fe u -0 , rt L_ C
s 3 -J s “> 0 -5 u X © p . î i- .. \ '3 0 'S)
X ' © rt 3 X 1 ■5-B © r»
Q ?'© 2 -i
S J 8
.1^ §:
-S d-s 1
_© g u G
i|i|
2 «
ë -o —
■3. ë tPS
£ .2 rt -«
4 B r§
2 g 2 d
C 8 -g P
2.!
OJ -o
g .2
.2 p
to 4-»
© to
^:=
Tîî
© g
3 rt
©
U
©
>
C
©
â)
X
d
Û
X
Q
O
S
2
©
>
c
3
<u ©
X c^
C.^ rt
©
G
O
u
©
4-i
3
-ß
.0
rt
rt ©
=s û.
© ff
X 5,.
© G
c c^
.2 X
N
C ©
>1
■s i
S X)
ë 01
© .-f
U —
© o
u u
rt rt
JS 3
2 §■
rt
A JS O
S- s-"- i
*2 i I «
g-is 8 ê
- B o .0
© h C ^
rt “35
2^r-ë
I ^ .0 -e
•5 gû-ts
U p —
p 2
©
1 -S 0
_ S c
'S 2 g.|
S. I J3 E
Ê .i OJ 8
8-0
«'El
2 rt -D
^ <6 -s;
« p c .g
o o i_ *J
rt
e
bo ■
JS
3
^ ■ eu
i «
I ■£
e 8
rt *r
p Ë
E O
P
, b «G V U
I -K U .^ ©
0 3'’'
^ >
CLi^
ß OJ rt
C c -O
•c .2 :ë
Q.
to rt ^
© c ©
'©
‘vi
o
O
Z
o X
3 X
to c
G Xa“
x lïP •
= S O 0
■| 3 SI
tí *ö
Ol 3
U
.£ rt
fe £
rt •
O..
£
G *
to
14
m:
P;
9 fi 3 *5: T
■ Q 5 « Ifl o
T
rt‘
J"
73
O
n
r
Z
C
O
<
o
z
o
z
D
o
m
O
Z
D
Z
m
m
O
m
>
z
o
73
m
O
o
Q
0
1
m
D
m
73
O
u
5
2. ^ Q- 3
PM§ca.Sfl>gO
flisl-"®“
S S'? Gi
i- 2 o ^
S. "O Tí»
Sí- 3 2. 8
^ » Q. f?
i
fA n
ET
3*
O
2« gi
» g ^ »
Í»Í^
iili
Q- 5T ÎÎ ^
—• M (íi
3 3 5' 2
o W 3 <B_
a Sí. ° 5T
SS 3 _
■O fti 5 cí
d: 51 i.
¡2 a 5= a.
P ■< — 5
O. 3 P 3
* «“ p »
Û. i fi
fi. g. g
= 3
P P
P
=>
3
CL Q.
O
9 O
O s
° I
I ë
? s
-«! s
(D
c
_ ^
2 S
Û.
P Z!
si
<
m
Z i;
m
' D"
X(Ù _#
<•§ fi.
- O ñ’
i§
J 5-1 ^
? a 21. g
2=2
s O *•
2. S' Ë.
P 5 p'
âifilili
fT1 P ¿
ET S .«
.. y. O
P 9; O
»Q.
n —
O "S
3 P
2. n
3 O
n _.
®‘ 3.
O !»
S-9
N
5
z
m
CO
C
>
O
m
c
m
P« 3 :3
^ P 3’
2 C
I s. s &
3 i <s: R ;s
5- --• 8 Ë
< c P 3'
B Is-2
!ï!
P g 3’1 5
I i'S
£.pnv3 'Stic
fil
CT* 2 3 ^ 3 ^
* ° * P s 3:
HP
lili
P- ® <3 g
g O
3 <0
fi. 3 S- ®
S-S 3 ®‘s- i
5|i|&i
» . 3. I ,
O
>
z
H
0
n
0
z
m
O
>
Z
H
O
O
m
ïrôïi;îo|î,
?-f Ig 2
F w
S
n
®:9-S
« - ?= 8 I
3 Q 5T is
Û. P _ 5. g
2. i. §■ g g
? «, 7 ? 5
liïl
lilis § S
m ^
Q fij'
CD ^ <
V. § ~
O 3 si
2 I B IJ
s ET
§?•
O c
^ (/)
I s
S K
ÎL
2.S
c ï
Oo.
n £.
M
» S 5"
2
s P
2.3
2
i 2
— â
S c
■2- 3
l/> 00
n r>
S
c c
Ok (/> ^
5- s I
s il
□ 35
n
O
3
O
Q.
■' P
e.i
5? s St 3 3
O- = S' fi
cr fl) n fl> c*
— 3 O
® «
T3 n
P "O
2 "
CD
S S'
3 g
tfk fil
^ n
■ :ï
■J. Q.
IA SL
? «
O c
A
CL eu'
“■ C
Q3
«/* s*
3 2
M
r>
T
S’
c
P
m
S P
A rf
C 3
A ®
P
3- Q.
A O
.O
C
P
3
S
-2 ^ I 3 O n
ÿ 9 ® B g 2. P
_ P
P —
-t üt
A
P
f» — t/» t/î
s ^
g (D
s 2
CD fil
(/> 5
fil O
C O
■O
*» P 2 s
O
i= 2
C ««M
3 3
(D
■a
c
n
CD
CD
3 3
O ûO (D
3 _
q fil
P* X»
3 S{
O O
n
^ O.
~ü
W c
û.
CD
CD
S ^
3 2,
n g
K' 3
0
n
2^
5*
*8 5
■iiê
^ O
<
î?
CD -I
SI CD
3
Û. 3
-, A
"^*5 ¡r
E-^g
S g.-O
2^0
A*
A- g
O SL
=' s
3 2.
c Sj"
Q. A
ci O
O ~
9:.f. 2
A O ®
3* * D
CD
IJ CD M
3
OQ
C
CD
■O
CD
^ 1-1
00 5
?! P
3 3
fci
iü;
c O.
P 3
H'
P 3 A P si
-■p S P 3
g §. g. g g
O Q. S: P $
n Â- <“ 5- B.
9 *» S' ^ <
P S. "S ”
° ^ A S ^
CD ^ i/i P
C U# _
3 •• <>a. O =
<“ w. c 3 Îî
a ?» 8
C ^ r,
3 P^
G. CO
^ P P
— c^ 3
ET ^
^^3
n ^
CD =.
O ^
CD 5
3> g
n —
P 8
fil (/) fl)' P.
, O P oo
(/> *0 =i ^ P
P s* a. O
n P
O
g ^
3 n
CD V'
Q. CO
« Si
P
^ —* *lI
< w.
® 3
g g*
O -1
8-i
P A
3 a.
Sî P
S =
■5 ®
2 A
A —
A T
P A
3 ST
nS 3
Psg
|ë.s
° O P
O. s CL
SL *» P
zr Q. vi
A Sf: I
O f.
O
P =• _, Q. A
3 i i ô =
-- 2 0 5' K*
00 K
O CD' O
P- 2
n
O CD
(/) V»
s g 9= S §
c O OQ Cl n
s 3 I ?.
8 " S ^
P .p.
O" (/>
C
3
Q.
ñ ^
n -û
Q. 5* CD 5. '-i
S g n 3 P
T* CD' I I T
T3
C
O
3
SI
-O r“t3
CD JD CD
Î^~
CD CD M«
O -? 5
.3 3 ôq
î si
O. CL.O
= I' g
I'M
^S'Ç
1
Q. M P9 -O (W
A C 3 n A
= = =5i P
i s’ I S
3 rj
s-3 P
B P
oo
i
° 5 2.
3- i 8
S
P
EP
5 O =r
fi. 3"
2 Di-ê ??
P *° ° I i I
2^ P ** 9: H 3^
s- A A P
P A- A CL a _
§ ^ R â‘ I P
Q. P *» 2:
P- 5 3
—■ û. 5J
A P
m ET
° = i -D
H P ÔQ P
s =|5
P i»* P 5*
3 î» a
r
9»
a
e 5-li.S g
^ s 3,«“ § '
S 9: « 3 Q. 1
SIS ^ A Q. _ I
S^"S ®
® 2 =•
A 5 2 H
2: i 3 2
c “! P c
r ir
A S: .
B 3
iS^s-1
A «a A. » 3 =
3 î » = ç •“
g" § • i a 2. 2
a. Q »; 8
3Í Ë=r q
g ïf«- ü
® §. l?
P
F
3 8
S’ S
S i. n
Îi S
S 5 g
3 OQ
° §: g
P A. —
3; a. P
1*9 i.
3 3> 2.
P Q P
5 PA ?» A
A s O ¡2 e. c"
2 -O O Í w *
g O 3 P g =:
*- 3 i. P
. H s. « ■ 3
« £ 2. 3^ ~ S
3 9: ô 2 g g
r< à
S s: - ô
Kî. O — ®
S*, w — — n>
8 'D JS ^ g 3
O- ôà ^ 3 R
S'a P ^g-8
c îg 2 CO,
!. 3 i- 8 ‘ I ?
s' à' °
_i P P 3
8 H* O
i S i g
3 0 3®.
A § A
A
A
<
#1.8 O 3
S'« » «L®
ig ^ K Z r
s B g 9 (Tl
P fi g P §
feS'l
•s
ill
=• O O
A ^ s
3 -0 g-i
g 3 r S-”
^ ^ Q
P P P B
P Â P Q
— O g: P
«si*
O.
A
P*
ijf'
f
VENE
Í
i f..
§ 5 LaC
I
0)
Ì
H
La
Ì
Cas
m
sueto 1
per an
(Ji vial
ce non
po ma
sternal
sede d
si»: ur
serita
fondât
analog
diacon
secolo
. senza]
Chii
le òpej
dall, c
agliai!
' nésse.
che si
zio ne I
do a U
trimon
offrire
initata
f, con ui
‘ raateri
I possib
1^/ Que;
t. "preso
tutto a
I seconc
fc assumi
. zio ne
quelle
eonale
, Così
la diir
5lf
nessi
cresc
Casa
esse
ospit
tosuf
cune
te, <
l’ulti
vald
La C
d Chit
di ai
g
ore
ore
ore
ore
ore
ore
15
i
50
I
0>
A/ENERDÍ 16 FEBBRAIO 1996
ilW
E Eco Delle Yalli %ldesi
PAG.'III
La Casa delle diaconesse verso i lavori di ristrutturazione
La fraternità vissuta nel concreto
FRANCO DAVITE
Casa valdese delle diaconesse: un nome inconsueto per una Casa di riposo
per anziani. Infatti Io stabile
di viale Gilly 7 in Torre Pedice non è nato per questo scopo ma è stato acquistato e sistemato* nel 1945 per essere
sede delle «diaconesse valdesi»: un’opera «laica», ma inserita nella Chiesa valdese,
fondata in Italia nel 1901 in
analogia alle grandi Case di
diaconesse operanti da mezzo
sècolo nei paesi a forte presenza protestante.
Chiunque abbia conosciuto
le opere sociali valdesi (ospedali, orfanotrofi, ecc.) fino
agli anni ’70 ricorda le diaconésse. Erano sorelle «laiche»
che si mettei^àno a disposizione del prossimo rinunciando a una vita autonoma, matrimonio compreso, per poter
offrire una disponibilità illiinitata, non con un «voto» ma
*‘con un impegno spirituale e
inateriale da cui era tuttavia
possibile ritirarsi liberamente.
Questa forma di servizio ha
preso a trasformarsi, soprattutto a partire dalla fine della
seconda guerra mondiale, e ad
|Ssumere altre forme di servizio nella chiesa, per esempio
quelle previste dal «ruolo diaconale» della Chiesa valdese.
■ Così a partire dagli anni ’70
la diminuzione delle diaco
opera, ha condotto a termine
la trasformazione facendone
una Casa di riposo per anziani autosufficienti, compietamente gestita da personale
stipendiato, assunto con regolare contratto di lavoro.
Tuttavia il nonie è rimasto.
Non solo perché la trasformazione è stata graduale e progressiva, ma essenzialmente
come segno del ricordo e della riconoscenza per il lavoro
compiuto dalle diaconesse
durante quasi un secolo e della volontà di continuare nello
stesso spirito, sia pure in forme diverse.
La connotazione attuale
della Casa la classifica come
Ra (residenza assistita) nella
denominazione regionale, e
cioè un casa che ospita anziani autosufficienti (sia pure
un’autosufficienza relativa in
quanto una persona che può
veramente far da sé rimane a
casa sua). Il desiderio di salvaguardare al massimo la vita
personale di ognuno si concreta nell’ospitalità in camere
singole nelle quali è possibile
portare mobili e arredi di proprietà dell’ospite. La capacità
della Casa, di 25 persone, facilita la realizzazione di questo programma.
La Casa è stata acquistata e
adattata nel 1945. Da allora è
stata effettuata solo una manutenzione ordinaria per cui i
locali sono accoglienti, han
I
nesse ha creato un numero
crescente di posti liberi nella
Casa di Torre Pellice in cui
esse hanno cominciato ad
ospitare persone anziane autosufficienti con l’aiuto di alcune collaboratrici stipendiate. Quando poi, nel 1991,
l’ultima diaconessa italiana è
andata in pensione la Tavola
Valdese, responsabile dell’
no avuto qualche miglioria
(l’acqua calda nelle stanze),
ma la situazione degli impianti (elettrico, idrico, sanitario e di riscaldamento) esige una sostituzione rapida e
totale, non solo'perché i singoli elementi sono da sostituire, ma perché la concezione stessa degli impianti è radicalmente superata e impos
sibile da adattare alle esigenze attuali, ma anche perché
anche la legislazione è cambiata; a quella nazionale si
aggiunge zjuella della Comunità europea e le norme sono
diventate quanto mai precise
e dettagliate. È quindi improrogabile risistemare tutta
l’impiantistica per evitare rischi nella gestione e mettere
la Casa in regola con le norme vigenti. Ne va della continuazione stessa dell’attività.
Per questi vari motivi il comitato che gestisce l’opera, la
Commissione sinodale per la
diaconia che ne risponde davanti al Sinodo, e la Tavola
valdese hanno deciso di procedere a una ristrutturazione
radicale dello stabile di cui,
per fortuna, le strutture murarie portanti sono valide e
conformi alla disposizione
delle leggi vigenti. Dopo aver
preso contatto con gli uffici
regionali competenti, l’Usl di
zona e i vigili del fuoco, l’arch. Giovanni Anzivino, incaricato del progetto, ha presentato alla Commissione il pia-^
no di ristrutturazione.
Si prevede che la Casa rimarrà una Ra per 25 ospiti
(come adesso). Le stanze rimarranno singole, tranne un
paio a disposizioni di coppie,
con la possibilità di portarvi
mobili e arredi personali. Le
novità saranno (oltre gli impianti nuovi) i servizi igienici
completi in ogni stanza, un
bagno assistito al primo e al
secondo piano, un montalettighé dall’interrato al terzo
piano, una nuova sistemazione per r ambulatorio e sala di
fisioterapia, l’ampliamento
del salone e altri interventi di
minor rilievo. Si tratta quindi
di un grosso impegno, anche
finanziario (l’ammontare dei
lavori è previsto intorno ai
1.500 milioni), ma è lo sforzo
necessario per continuare
questa attività che, a quanto
possiamo prevedere per almeno il prossimo decennio,
continuerà a essere richiesta
da un numero non decrescente di anziani. Lo sforzo è necessario non solo per metterci
in regola con le leggi vigenti e
continuere ad ottenere il permesso di funzionamento ma
anche, e soprattutto, per poter
offrire un servizio serio in cui
la parola «fraternità» non sia
solo una parola, ma si concretizzi in realtà che facilitano la
vita e un’esistenza serena a
quanti vi sono ospitati e a
quanti vii lavorano.
Bt'
ore 10:
ore 11.30:
ore 13:
ore 14,30:
DOMENICA 18 FEBBRAIO 1996
si svolgerà la
giornata dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice
Lo Ciov, in collaborazione con l’Associazione Amici dell’Ospedale Valdese di Torré Pellice e la
^Chiesa Valdese di Torre Pellice, organizza la «Giornata dell’Ospedale» per presentare i lavori
di ampliamento e informare la popolazione sui programmi futuri dell’Ospedale.
PROGRAMMA
Culto nel tempio valdese di Torre Pellice.
Visita guidata in ospedaie, con rinfresco offerto dall’ospedale.
Pranzo seif-service presso la Foresteria Valdese di Torre Pellice
(prenotarsi presso la Ciov tei. 0121-91671 entro il 15.2.96).
Incontro con la popolazione presso il Tempio Valdese di Torre Pellice:
- canti del Coretto Valdese di Torre Pellice;
- saluti e brevi messaggi;
- dibattito su: «II ruolo dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice
e sua integrazione nella rete dei servizi sul territorio»
con: A. D’Ambrosio (Assessore alla Sanità Regione Piemonte)
M. Bellion (Consigliere Regionale)
M. Atmand Hugon (Vice pres. Conferenza dei Sindaci USL 10)
A. Gallo (Direttrice sanitaria USL 10)
P. Borasio (Primario laboratorio Ospedale Torre Pellice),
G. Rostan (Moderatore della Tavola Valdese)
modera il dibattito: P. Ribet (Pres. Commissione Sinodale per la Diaconia).
Buffet presso la Foresteria Valdese di Torre Pellice.
Estrazione sottoscrizione a premi a favore di:
Ospedale Valdese, Collegio Valdese e Casa delle Diaconesse
(destinatari dell’eredità della Sig.a Anna Maria Malan Ruhoff).
Chiusura giornata. ,
Ciov - Commissione Istituti Ospitalieri Valdesi
ore 17.15:
ore 18.30:
Il XXVII Febbraio di 50 anni fa
Intorno al falò dopo
cinque anni di guerra
_______MARCO ROSTAN______
Il 17 febbraio del 1946, cin■quant’anni fa, si celebrava
di nuovo la festa dopo cinque
anni di guerra. Siamo andati a
rileggere sulle pagine dell’
Eco delle valli valdesi alcuni
commenti e le cronache dalle
chiese. La prima pagina del
numero del 15.2.46 ricostruisce, in un commento di Augusto Armand-Hugon, «il significato odierno della nostra
festa», sottolineando come
non si debba parlare di «libertà religiosa» concessa da
Carlo Alberto, ma soltanto di
libertà civili. «La libertà religiosa non esiste neppure oggi, ad un secolo di distanza e
tamente e con ogni mezzo
perché la futura Costituente
affronti la situazione (...)». Un
richiamo, quest’ultimo, che
certo non ha perso di attualità
in questi tempi pericolosi nei
quali i problemi veri non si
affrontano e sembra che, per i
partiti, la cosa più urgente sia
rivedere quel testo costituzionale varato nel 1947.
E intanto le chiese festeggiavano dopo cinque anni di
silenzio. Leggiamo qualche
stralcio dalla «Cronaca valdese». Massello: «Il 16 a sera, tutto il vallone di Massello
era rischiarato a festa ed
echeggiava di rimbombi fino
a notte alta. La mattina del 17
la popolazione, chiamata a
L’arrivo delle fiaccole ai piedi del falò in località Stallé di Luserna
San Giovanni
se allora, in tempi di assolutismo monarchico e clericale,
una legislazione particolare
per la minoranza valdese e
israelita poteva significare un
avvenimento senza precedenti, oggi, dopo l’immensa evoluzione nel campo sociale e
politico, il rileggere le Patenti
di Carlo Alberto ai Valdesi e
il primo articolo dello Statuto, non può suggerirci neppure lontanamente l’idea che
quella fosse libertà religiosa.
Poteva sembrare allora (e lo
fu realmente) gran vittoria
quella dei liberali piemontesi,
quella del piccolo popolo valdese che si affacciava alle
porte d’Italia e agli inizi del
Risorgimento: erano ancora i
tempi in cui il Moderatore si
recava a Pinerolo a riverire
Monsignor Charvaz, nuovo
vescovo della diocesi, in cui
una legislazione restrittiva e
malvagia nei riguardi dei nostri padri poteva, da un momento all’altro, giustificare la
repressione armata, se i tempi
non fossero stati diversi da
due secoli prima».
Dopo aver ricordato i vari
passaggi storici degli «altri
culti» (prima tollerati, poi
ammessi, poi anche «rispettati», secondo una disposizione
della Repubblica sociale nel
1943), sia l’articolo di Armand-Hugon che l’editoriale
del giornale si proiettano verso l’impegno che deve essere
portato nell’Assemblea costituente. «Se in uno Stato ci sono diverse chiese di cui una
raccolga la maggioranza dei
cittadini e le altre soltanto
una minoranza - leggiamo
nell’editoriale - le minoranze
devono godere delle stesse libertà civili e religiose. Ma la
prima condizione perché ciò
avvenga è la rinunzia dello
Stato alla suà confessionalità.
Ogni culto viva della propria
fede, dei propri mezzi, delle
proprie finalità (...). È comunque necessario che i vaidesi non si appoggino e non si
fidino dell’azione altrui: occorre invece che essi siano
persuasi dell’urgenza del problema e che si adoprino dìret
raccolta dal suono del tamburo, si raccoglieva con le bandiere spiegate e gremiva il
tempio. Era una gioia repressa per tanto tempo che finalmente si sfogava nella libertà, tanto desiderata (...)».
E ancora, da Pinerolo: (...)
«L’Unione offerse una apprezzatissima rievocazione
storica, “La Consegna dei Padri’’, dramma valdese in 3 atti
del pastore V. Subilia...». Perrero: «La cerimonia si svolge
in un’atmosfera di profonda
spiritualità. Alla fine tutti i
bambini presenti ricevono
un’eccezionale refezione per
cui ringraziamo i generosi donatori americani. La colletta
per la Rinunzia ha sorpassato
qualsiasi preeedente...». Villar Pellice: «La mattina alle
10 il lungo corteo delle nostre
otto scuole comunali, dopo
avere attraversato, coccarde e
bandiere al vento, le vie cittadine tutte pavesate a festa, fa
11 suo ingresso nel tempio...».
Rorà: «...l’indomani mattina,
nel tempio, in un servizio durato due ore e mezza, ebbero
luogo con grande solennità la
celebrazione del culto, della,
Santa Cena e la festa dei bimbi. Venne inaugurato il nuovo
harmonium del tempio».
E ancora, da. San Germano
Chisone: «La corale, che per
la circostanza ha preso posto
nell’abside formando con le
cuffie bianche un quadro
suggestivo ed evocatore, ha
eseguito due cori: la “Cévenole’’ e “Toute force vien de
Toi’’...». Angrogna: «Le scolaresche del Capoluogo e del
Martel si incamminano verso
il Serre cantando inni. Contemporaneamente scendono
dal Serre le scolaresche e la
popolazione. Le due schiere
si incontrano al Vengie scambiandosi vigorose acclamazioni. Si ritorna in corteo al
Capoluogo e poiché è ancora
presto per entrare in chiesa, le
scolaresche raggmppate sotto
l’antica “ala” cantano inni».
Non mancano, ovviamente, le
menzioni dei pranzi e dei tè,
sempre ottimamente preparati
e ben serviti.
XVII FEBBRAIO
Serate
comunitarie
ANGROGNA — La serata del 17, alle 20,45, vedrà una farsa dal titolo «La
statua vivente» proposta
dai giovani e partecipazione della corale; il gruppo
del precatechismo proporrà due leggende valdesi
angrognine.
BOBBIO PELLICE —
Sabato 17, alle 21, nella
sala, recita della filodrammatica. La serata sarà proposta in replica il 18 febbraio alla stessa ora.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Il 17, alle
20,45 nella s.ala Albarin, il
gruppo giovanile organizza
una serata comunitaria con
partecipazione della corale
e del gruppo musica.
PINEROLO — Sabato
17, alle 19,30, agape fraterna; a seguire. Silvia Rutigliano parlerà sul tema
della bioetica.
POMARETTO — Sabato 17, alle 20,30, al teatro, spettacolo della filodranunatica dal titolo «Le
gelosie di mio marito»; repliche il 18 e. il 24.
PRALI — Sabato 17, alle ore 20,30, dopo la cena
comunitaria, i gruppi di
giovani presenteranno uno
spettacolo dal titolo «Guerra, non più guerra».
PRAMOLLO — Sabato
17, alle 20,30, nella sala
delle attività, la filodrammatica presenta «La vedova allegra». La recita sarà
proposta in replica sabato
24 alla stessa ora.
RORÀ — Sabato 17, alle 20,45 nella sala, debutto
di un gruppo di giovani
che presenterà tre brillantissime farse.
SÀN SECONDO — La
sera del 17 alle 21, nella
sala, il gruppo filodrammatico propone «Il marchese di Pianezza»; lo
spettacolo sarà replicato il
18 e, se richiesto, il 24. È
opportuno prenotare il posto telefonando a Monica
Fogliame (500435).
TORRE PELLICE —
Sabato 17, alle 20,45, nel
tempio, la filodrammatica
dei Coppieri presenterà la
commedia di Agatha Christie «Tre topi grigi»; la serata verrà replicata sabato
24 alla stessa ora.
VILLAR PELLICE —
Sabato 17, alle 20,45, nella
sala delle attività, la filodrammatica presenterà la
commedia «Felicità proibita» e Tatto comico «Amore in tempo di guerra». La
serata sarà replicata domenica 18, sempre alle 20,45.
VILLAR PEROSA —
Sabato 17, alle 20,30 il
gruppo teatrale proporrà
una serata che vedrà anche
la partecipazione dell’
Unione musicale di Inverso Pinasca.
VILLASECCA — Sabato 24, ore 20,30, domenica 25, ore 14,30 e sabato
2 marzo, ore 20,30, spettacolo nel tempio di Villasecca a cura della filodrammatica che presenterà
il dramma di Marco Ayassot «La miniera».
Ràdio
Beckwitli Evangelica
fm 91.200 6 96.500
tei. 0121<954t94
trasrnetterà sabato 17 feb: braio, orelO, ìtculto
in diretta dal tempio valde^ se dì Torre Pellice
16
-í,s>;
PAG,
IV
W-:
IsS'
fe’
%..A
ÿ.>
Pi!^
\ •
I;
r"*.‘
1*^
k^': -,
'T-
)'A'
1^
Nadia Peyrót in azione
Intervista alla giovane atleta di Frali
Nadia Peyrot ai
vertici dello sky-arc
MILENA MARTINAT
V illa di Frali è poco conosciuta dai turisti abituati a correre veloci verso Ghigo e i suoi impianti di risalita; eppure è un villaggio delizioso, rimasto in gran parte
com’era un tempo e così si è
mostrata agli atleti e alle atlete che hanno partecipato al
campionato italiano di skiarc. Coperti di neve i tetti come i larici e gli abeti, ben innevata la pista di fondo,, il
cielo terso: la cornice ideale
per la giornata sportiva. La
perfetta organizzazione ha
permesso agli atleti di gareggiare in condizioni ottimali e
la giornata è stata propizia
per i pralini in gara; ben tre
hanno ottenuto il titolo italiano; fanno tutti parte del gruppo Arcieri del Gufo e sono
Daniele Genre fra gli Allievi,
Daniele Breuza fra gli Juniores e Nadia Peyrot fra le seniores. Nadia Peyrot è al suo
secondo titolo consecutivo;
prima c’erano stati due terzi
posti; attualmente è campionessa europea in carica.
«Ho iniziato con lo ski-arc
tre anni fa - racconta Nadia
Peyrot, 23 anni; - ero uscita
dalla squadra zonale di sci di
fondo e mi è stato chiesto di
provare con lo ski-arc. Il primo anno andavo forte sugli
sci ma avevo difficoltà con il
tiro ma poco a poco ho migliorato; due anni fa hanno
costituito la squadra nazionale e vi sono entrata». Anche per questo sport, ovviamente, è necessario curare a
fondo l’allenamento e la preparazione fisica: «faccio sei
allenamenti di fondo la settimana, circa 100 km, - continua la giovane atleta di Frali
- e tre allenamenti con l’arco, il che vuol dire scoccare
tante, tante frecce... In estate
faccio la preparazione dei
fondisti più l’allenamento
specifico per il tiro. Con la
squadra nazionale si sono
aggiunti cinque allenamenti
di più giorni tutti insieme».
Quali differenze ci sono questa disciplina rispetto allo sci
di fondo? «C’è il momento
dello sci dui-ante il quale devi
dare molto - chiarisce Nadia
Peyrot - ma c’è il momento
del tiro dove devi essere rilassata e concentrata per
centrare i bersagli: insomma
c’è più polivalenza».
Nadia, che ha coinvolto
nello ski-arc anche suo padre
SCHEDA
Uno sport
poco noto
E Eco Delle Yallì ^ldesi
e sua sorella, entrambi buoni
fondisti e con buoni risultati
nelle gare, si prepara ai prossimi appuntamenti: «In marzo parteciperò ad una gara
in Slovenia; sarebbe bello
che il prossimo anno ai campionati del moTÌdo tutte le nazioni europee partecipassero
con una squadra. Ovunque ci
sono atleti che praticano
questa disciplina ma non
escono dal loro paese e così
finisce che in coppa Europa
ci confrontiamo sempre e solo con le francesi». In effetti,
alla prova di Frali, valida anche come prova di coppa Europa, oltre alle azzurre e alle
francesi, c’era solo una ragazza austriaca.
Combinare insieme tiro con
l’arco e sci di fondo: ecco la
caratteristica dello ski-arc,
sport forse poco noto eppure
capace di richiedere grandi
doti fisiche e caratteriali. Nella stagione estiva la prova
con gli sci viene sostituita da
corsa a piedi o con gli ski
roll; l’attività è regolata dalla
Federazione italiana tiro con
l’arco e, da alcuni anni, vi è
anche un regolamento internazionale: nel 1997 vi saranno i campionati europei e forse nel 2002, alle Olimpiadi di
Lake City negli Usa, questo
sport sarà ammesso come
prova dimostrativa.
La prova si svolge su un
anello di fondo di quattro chilometri a tecnica libera e l’arqp viene portato sulle spalle
dai concorrenti: a ogni giro si
transita sul campo di tiro dove vengono scoccate quattro
frecce su un bersaglio collocato a 18 metri, di 16 centimetri di diametro per gli archi
di tipo tradizionale e di 12 cm
per gli archi con le carrucole
denominato «compound»;
ogni freccia fuori dal bersaglio comporta un minuto di
penalità oppure, nel caso vengano usati bersagli «a scomparsa», un giro dh penalità di
300 metri. Normalmente, per
le categorie seniores, gli uomini si misurano sui 12 km e
le donne sugli 8.
CAMPIONATI ITALIANI DI SKI-ARC A FRALI —
Nella splendida cornice dei boschi di Frali si è svolto domenica
il 12“ campionato italiano di ski-arc. Fra le Allieve ha vinto
Lorenza Zivi, davanti a Serena Feyrot (Arcieri del Gufo); fra
gli Allievi tripletta dei valligiani con Daniele Genre vincitore
davanti a Fabrizio Grill e Matteo Mazza. Successo anche per
Daniele. Breuza fra gli Juniores davanti a Roberto Sighel (Arcieri Finé); vittoria, come si è detto, di Nadia Feyrot (Arcieri
del Gufo) fra le Seniores, davanti a Francesca Marini (Arcieri
Antikuis). Fra i Senior la vittoria è andata ad Alberto Feracino
(Arco club Valdigne) davanti al compagno di squadra Fabrizio
Salvadori, mentre fra i Senior B il successo è andato a Luciano
Farolari (Arcieri Virtus) davanti ad Armando Feyrot (Arcieri
del Gufo) e Moreno Entilli (Arcieri del Nevegai). Vittoria infine per Rinaldo da Rold (Arcieri del Nevegai fra i Veterani.
FRALI: SLALOM GIGANTE — Sulla pista verde di Frali,
fra i 2.090 metri della partenza e i 1.820 dell’arrivo, si sono
svolte domenica 11 le gare maschili e femminili del trofeo Toro
assicurazione. Fer la gara maschile 37 porte nella prima manche
e 36 nella seconda; ha vinto Alessandro Roberto (S. Sicario) in
l’49”10 davanti a Ferdinando Fossati (Gambrinus, l’49”24) è
Christian Corradino (S. Sicario, l’50”83). Marco Viale (Fragelato) è giunto 4“ e Cristian Fascal (Frali) 33°. Nella gara femminile, stesso percorso, T è stata Alessia Brancaglion (S.C. Mera)
in l’58”99 davanti a Elisabetta Carbone (S.C. Biella, 2’00”82) e
Alessandra Configliacco (S.C. Lancia, 2’00”95). Francesca Ferriozzi di Fragelato è giunta 1T e Simona Breuza (Frali) 17“.
TENNIS TAVOLO: DOPPIO SUCCESSO — Doppio
successo per la polisportiva Valpellice nel tennis tavolo. In CI
nazionale, assente Rosso sostituito dal giovane Maurino di Barge, la vittoria è stata sofferta (5 a 4 sull’Aosta) grazie ai punti
di Malano (3) e Gay (2). In C2 regionale ottima affermazione
dei valligiani che all’andata erano stati battuti per 5 a 0 e questa
volta sono stati capaci di superare jgr 5 a 2 la squadra B delle
Poste di Torino: di Piras e Sergio Ghiri (2) e Rossetti i punti
della vittoria. Con questi risultati la Valpellice si trova al 4° posto in CI nazionale, 3° in C2 regionale e 2“ in D2 provinciale.
Nel prossimo turno la CI giocherà a S. Mauro, la C2 a Torino
sfiderà la seconda in classifica Iveco e in D2 confronto fra seconde a pari merito con T Alpignano.
PALLAMANO — L’«Alberghiero» di Pinerolo sta affrontando i campionati studenteschi di pallamano con due formazioni giovani e inesperte; le ragazze hanno superato le pari età di
Nichelino delTErasmo da Rotterdam per 10 a 9.1 ragazzi invece sono stati battuti per 18 a 6 dal Carlo Levi di Torino. Intanto
il 3S Pinerolo di serie B femminile affronta in settimana a Bra
una formazione bosniaca proveniente da Mostar; in quésto caso
l’aspetto agonistico passa in secondo piano davanti all’iniziativa
volta a superare gli orrori della guerra anche grazie allo sport.
PALLAVOLO — Due successi e una sconfitta: questo il bilancio del 3S nella settimana. Le Allieve hanno surclassato per
3 a 0, lasciando alle avversarie solo 9 punti, il Ford Porte; le
Ragazze sono state superate per 3 a 2 al tie break dal Volverá e
i Ragazzi hanno superato per 3 a 1 la Sportidea Torino.
CALCIO: IL PINEROLO FA 0 A 0 — È stato decisamente un buon pareggio quello ottenuto al Pinerolo domenica in
trasferta col Pisa; lo 0 a 0 imposto alla capolista premia meritatamente i ragazzi biancoblù a cui in settimana era giunta un’altra buona notizia: la sconfitta subita in autunno ad opera del
Castelnuovo è stata trasformata in vittoria a tavolino; gli avversari avevano fatto giocare un calciatore squalificato. In Promozione il Luserna, pur passando inizialmente in vantaggio, è stato nettamente battuto (4 a 1 ) dal Lascaris.
BOCCE — La Chiavarese è, con una giornata di anticipo,
campione d’Italia; malgrado il successo sul Bra i pinerolesi del
Ferrerò non potranno infatti più raggiungere i liguri e dovranno
accontentarsi del secondo posto.
CORSA CAMPESTRE — 11 Gruppo sportivo Pomaretto
’80 ha partecipato domenica 11 febbraio ai campionati nazionali Uisp di corsa campestre svoltisi a Martinella di Sarzana
(La Spezia). Su 800 partecipanti i valligiani hanno conseguito
alcuni ottimi risultati. Valentina Richard è stata 2“ assoluta fra
le Ragazze con Luana Breuza 11°; Lara Ribet 8“ ed Elisabeth
Porporato 10“ fra le Ragazze B; 12° posto per Andrea Barrai
fra i Cadetti e per Manuel Griot fra gli Junior. Alfredo Benedetto è giunto 4° fra gli Amatori H e Santa Doina 6“ negli
Amatori femminile. Molti atleti si sono piazzati fra i primi 25
delle rispettive categorie consentendo alla società di classificarsi al terzo posto nella specifica graduatoria per club.
Concerti Unitrè a Torre Pel lice
Alla scoperta
delPepoca barocca
Per i concerti delTUnitre a
Torre Pellice il 18 dicembre
sono state eseguite musiche
per flauto e chitarra da parte
dei maestri Eugenia Buggeri e
Giulio Gallarate. Nella prima
parte del programma sono stati proposti autori poco conosciuti al pubblico, di ispirazione pre-romantica: Farnaby,
Loeillet de Gant, Trulhar, Molino, Giuliani, nelle cui opere
si evidenziano anche motivi
barocchi e, specie negli ultimi
due, schubertiani. Nel secondo tempo, oltre &\VOriginaltanze di Schubert stesso (in
cui riappaiono molti noti valzer) sono state eseguite musiche contemporanee di Bresgen, Fauré, Debussy, Ibert.
11 25 gennaio concerto dei
maestri M. Celeste Clemente
(flauto traverso), Alessandro
Terrin (clarinetto). Clementina Perozzi (clavicembalo). Gli
esecutori hanno innanzitutto
illustrato con competenza le
caratteristiche dei loro strumenti, non a tutti note. Il programma ha compreso musiche
di Bononcini, Benedetto Marcello, Vinci, Gorelli, Hotteterre, Sammartini, Quantz.
venerdì 16 FEBBRAIO 1996
15 febbraio, giovedì — TORRE PELLICE: Alle 15,30, nella
biblioteca della Casa valdese, gli
incontri dell’Unitrè propongono
un pomeriggio musicale all’Insegna di musiche fra gli altri di
Chopin, Bach, Fauré, eseguite da
Alessandra Masoero, flauto, e
Federica Zavattaro, pianoforte.
15 febbraio, giovedì — PINEROLO: Alle 20,45, all’auditorium del Liceo scientifico in
via dei Rochis, Legambiente organizza una serata sul tema «L’
amianto: rischi e prospettive».
Interventi di Legambiente e Asl.
16 febbraio, venerdì — PINEROLO: Alle 21, all’auditorium di corso Piave, la compagnia L’Agave presenta lo spettacolo teatrale «Il micco».
16 febbraio, venerdì —
TORRE PELLICE; Alle ore
21, presso la sede della Comunità montana vai Pellice in corso
Lombardini 2, si svolgerà la seconda serata sui problemi
dell'apicoltura; tema dell’incontro la peste americana.
16 febbraio, venerdì — PINEROLO: Alle 20,45, nel Salone dei cavalieri in via Giolitti, il
Gruppo per l’Alternativa organizza una serata sul tema; «Cittadini e pubblica amministrazione;
un rapporto difficile fra riforme e
proposte».
16 febbraio, venerdì — PINEROLO; Presso il circolo Stranamore, all© 21, verrà proiettato
un video sulla situazione carceraria nelle Vallette a Torino.
16 febbraio, venerdì — PINEROLO: Alle 17, nella saletta
della Pro Loco a palazzo Vittone
verrà presentata la nuova casa
editrice Effatà di Cantalupa.
16 febbraio, venerdì — SESTRIERE: Alle 21, nella sala
consiliare, per il ciclo di incontri
culturali sulle valli Chisone e di
Oulx, si parlerà di nascita e sviluppo turistico nelle due valli; interverranno Valter Marin, Pier
Paolo Court e Daniele Ronchail.
17 febbraio, sabato — PINEROLO: Per il carnevale di
Pinerolo, a partire dalle 16, nel
centro storico, esibizione di maghi, saltimbanchi e giocolieri; alle 21, all’Expo Fenulli, «Vijà
piemonteisa».
17 febbraio, sabato — PINEROLO: Si conclude la breve
rassegna «Risonanze a tema»
proposta dall’associazione «Il
flauto magico»; alle 21, al Teatro-incontro di via Caprini il tema sarà «la guerra», con musiòhe di Chopin, Stravinskij, Milton e Messiaen.
17 febbraio, sabato — PINEROLO; Alle 21,30, presso il circolo Stranamore, concerto jazz
col trio Cisi, Bonafede, Bertot.
18 febbraio, domenica — PlNEROLO: Dalle 14,30 in piazza
San Donato, gran falò finale del
carnevale dei bambini con il rogo delle paure. Giochi e spettacolo, partecipa la banda Ana.
18 febbraio, domenica —
SAN SECONDO: Le manifestazioni di carnevale prevedono distribuzione di polenta e salsiccia
e sfilata di mascherine.
19 febbraio, lunedì — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle
20.30, presso la sala mostre comunale, per il ciclo di incontri
organizzati dal Centro culturale
valdese, verrà affrontato il tema
del Diritto alla salute, con la partecipazione del dott. Giorgio
Beri, già docente universitario.
20 febbraio, martedì — PINEROLO: Alle 16 corteo finale
del carnevale con restituzione al
sindaco delle chiavi della città da
parte di Gianduja. Alle 21, presso
ilTeatro-incontro di via Caprilli,
il Piccolo varietà presenta «Un
48 ’n ca 40», di Luigi Oddoero.
23 febbraio, venerdì — PINEROLO: Alle 17, nella saletta
Pro Loco di Palazzo Vittone, incontro della rassegna Pinerolo
che scrive dedicato alla narrativa
per ragazzi; verranno presentati i
libri «L’estate di Gian Courbella» di Mimma Quattrini e Mirella Cassisa e «La via degli specchi» di Elena Ravazzini Corsani.
23 febbraio, venerdì — PEROSA ARGENTINA: Alle ore
20.30, nella sala consiliare della
Comunità montana, Legambiente
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
di Pinerolo e Comunità montana
propongono una serata dal titolo:
«Superfhenix: il rischio nucleare
dietro l’angolo». Intervengono
Carolina Pozzo, del comitato
«Europei contro il Superphénix»
e Giampiero Godio, presidente di
Legambiente piemontese.
23 febbraio, venerdì — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle
21, nella sala mostre, prosegue la
rassegna sul nucleare; tema della
serata sarà «Dall’epoca della deterrenza agli anni dei trattati»;
interverranno l’ing. Mario Vadacchino (Politecnico di Torino)
e il generale Giuseppe Cucchi,
direttore del Centro militare di
studi strategici di Roma.
VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 18 FEBBRAiO
San Germano Chisone: Farmacia Tron , tei. 58787
Ferrerò: Farmacia Valletti Via Monte Nero 27, tei.
848827
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
DOMENiCA 18 FEBBRAiO
Luserna San Giovanni: Farmacia Vasario - Via Roma 19
(Airali), tei. 909031
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011-655278
Torre Pellice (TO)
tel/fax 0121-932409
Sped. in abb. post./50
PubbHcazion« unitaria con Riforma
non può e^re venduto separatamente
Rag. Tribunale dì Pinerolo n. 175/60
Resp. Franco Giampiccoli
Stampa: La Ghislerìana Mondovì
Una copia L. 2.000
t alto e
L delsut
eéineii
i'. profon
\ con un
t 'all’apF
t stèmp*
f iln «fi€
' Africar
(Sacc)
sul car
nere, c
dell’ap
ledepi
di étne
ben ai
Í giustizi
S' «Sigi
Vere sen
^"SudAf
itelli
fveeva
i;.XVIII I
.v| del Sat
r ecco, s
i -come
I d'estat
È di sole
in una
intravi
in-’sole, m
vro ant
f dia de
J'^piede i
Is.eÙsa se
pre di D
KLStibile I
f-V-loe 5
fj^^öpera
f, re, sen:
cesso,
''mand
TORRE PELLICE — Il ci
nema Trento ha in programma,
giovedì 15 e venerdì 16, ore
21,15, Cyclo; sabato 17, ore 20 e
22,10, domenica 18, ore 16, 18.
20, 22,10 e lunedì 19, ore 21,15.
Gasper.
BARGE — Il cinema Comunale propone, giovedì 15 febbraio, Selvaggi: venerdì Romanzo di un giovane povero; sabato
Peccato che sia femmina; da
domenica (14,15, 16,30, 18.45,
21) a giovedì 22 Golden Eye.
Mercoledì chiuso.
^ f :
PINEROLO — La multisala
Italia propone, alla sala «2cento»
Babe, maialino coraggioso, feriali 20,30 e 22,20, sabato 20,30
e 22,30, domenica 14,30, 16,30,
18.30, 20,30, 22,20. Alla sala
«5cento» è in visione Heat, la
sflda (Al Pacino); feriali e sabato
21.30, domenica 15, 18,15 21,30.
PRIVATO acquista mobili
vecchi-antichi e oggetti vari: tei
0121-40181.
VENDESI alloggio in Torino
zona corso Regina-Mole Antonelliana: 6“ piano, mq 90, cucina,
3 camere, rimesso a nuovo. Prezzo ottimo. Tel. ore serali 0118124033.
f Trisl
I' 1655 n
: reparti
.'Franci;
Brianq
vengoi
t valle d
fótte a
Savoia
chese (
aèdi s
Polazii
una co
le trup
le case
Spese
enchei
_ Aun
l’opera
gtosa»
ileUap
ùnaca
panoc
he ticc
vo nel
ducali
morte
da cari
abiura.
el’Ingi
muove
Polazii
dei ma
^ienzt
» Orrore
f geancl
r „Enei
f wazia
^ato
Qaudi
docun
quei fi
II,.'
17
ma
Io:
are
no
ito
X»
di
U
Jle
; la
:lla
jei»;
/a10)
hi,
di
^ I x/ÈNERDÌ 16 FEBBRAIO 1996
PAG. 7 RIFORMA'
;a
a:
154
0
arti el.
a:
ar
19
790
'iit
Resistenza e resa in un carcere del Sud Africa
Chi può resistere alramore di Dio?
La fede in Cristo è capace di piegare il cuore degli aguzzini
La testimonianza di joe, operatore del Consiglio delle chiese sudafricane
f
FBBE CAVAZZUTTI BOSSI
5,
SI chiama Joe Serenarne:
dieci anni fa era un uomo
alto e vigoroso, con il volto
del sudafricano nero precocemente segnato da rughe
profonde é io sguardo fiero
con un fondo di tristezza che
all’apparire di un sorriso si
I ; stemperava in dolcezza. Era
iln «field-worker» del South
African Council of Churches
(Sacc), uno degli operatori
sul campo in una delle aree
S nere, devastate dalle leggi
k dell’apartheid, nel pieno delle deportazioni e dello stato
di Emergenza. Il compito era
ben arduo: operare per la
giustizia e la riconciliazione.
‘kSignor presidente, rappresentanti delle chiese del
Sud Africa, delegati e ospiti,
Jltatelli e sorelle in Cristo -diceva Joe all’apertura della
^^XVin Conferenza annuale
del Sacc il 23 giugno 1986 ecco, sono qui davanti a voi,
¿i-come all’alha di un giorno
I d’estate; un giorno che sarà
tf di sole, ma ancora immerso
in una densa foschia. Posso
gi intravedere deboli raggi di
I Me, ma non so se prima che
I fàccia pieno giorno non do|; vrò ancora attraversare l’insiV,- dia della nebbia, mettere il
V- piede in fallo e cadere. Una
•'■cosa so, che la luce dell’amo£,re di Dio è più forte, è irresii|:'Mbile e vincerà»*.
Joe Serenarne tornava al:ra dopo 28 mesi di carce
ci
ma,
ore
:0e
18.
,15.
nu
eb
an
lato
da
,45.
;ye.
«ala
Ito»
fe1.30
,30,
;ala
, la
tato
,30.
I
re, senza accusa e senza proì|^sso, più volte torturato.
tàndo doveva essere tortu0, aveva sempre lo stesso
custode: un poliziotto «afrikaàn» ( dunque un boero) che
io'S:ortava alla camera di tortura, presenziava all’operazione, e poi lo trascinava nella
sua cella. Venne il momento
in cui le sofferenze erano tali
che restava solo il desiderio
della morte. Fu allora che,
una notte, il poliziotto si avvicinò all’orecchio di Joe e gli
I Preghiera sulla scia del Salmo 22
Dio nei ghetti neri
Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?
T’imploro con le tue stesse parole,
perché solo tu mi capisci,
soffri con me.
f Tu sai che vuol dire
essere respinto, oppresso.
Si burlano di me,
i privilegiati mi disprezzano.
Gli faccio schifo, soltanto passando
sulle vie della loro città bianca.
1 loro giornali mi descrivono
come si descrive un criminale,
per loro sono ladro, assassino,
rapinatore, violentatore.
M’hanno accerchiato con leggi di filo spinato,
con prescritti lasciapassare
m’hanno circondato.
Per loro sono «robaccia»,
che si può manipolare a volontà,
che si può manomettere a capriccio.
La mia voce, il mio sentimento, il mio sogno,
un nulla vano per tutti.
Signore, Dio mio, grido a te.
Non solo la domenica, non nelle ore sacre,
no, la mia preghiera è un grido senza limiti,
giorno e notte.
La lingua secca si attacca al palato.
Aspetto te, corri, dammi la libertà.
Soffoco nella polvere sui posti di lavoro.
' La miavita si corrode fra scopa e secchio.
Le mie qualifiche per loro sono carta straccia.
La mia vita si corre e chiedo: perché?
Aspetto te, corri, dammi salvezza.
La vecchia coperta sulla spalla,
la valigia bucam in mano,
aspetto al binario, sotto la pioggia gelata.
Tremo allo sportello: mi daranno il biglietto?
Aspetto te, corri, dammi libertà.
chiese: «Credi in Dio?». Joe fu
sorpreso e turbato dalla domanda: «Sì - rispose - credo
in Dio». La sera seguente il
poliziotto tornò da lui e, con
ansia, gli ripetè la domanda.^
«Sì - disse Joe - non credo negli uomini, ma credo in Dio».
Giunse la terza sera, e il
poliziòtto gli si fece accanto
ancora una volta. «Tu sei un
terrorista, e io sono un poliziotto afrikaan che deve sal
vare il paese dai comunisti
come te. Ora ho bisogno di
sapere con sicurezza se credi
in Dio e in Gesù Cristo, perché mia madre prega tutti i
giorni per te e per me». «Sì rispose Joe - ancora una volta, credo in Dio e nel Salvatore Gesù Cristo».
Fu l’ultimo incontro con il
poliziotto: non comparve
mai più e Joe non ne seppe
più nulla. Seguì la scarcera
zione poco dopo. Ci sono stati molti altri Joe in Sud Africa;
altri ne ho conosciuti io stessa, e altri ce ne sono tuttora
in altre parti del mondo. La
loro fede e la loro testimonianza un giorno piegherà il
cuore di coloro che in paesi
detti cristiani ancora praticano la tortura.
(*) Cfr. Sacc Report 1986, edito
da Rev. Sol Jacob, Hope in Crisis,
Johannesburg, 1986.
IVla non smetto mai di pariare di te.
Voglio darti lode nella nostra comunità,
perché tu non disprezzi i sofferenti,
non guardi in direzione opposta
ma mi guardi in faccia.
Tu fai vivo da liberatore di tutti gli uomini.
Il giorno verrà
che vedranno e gusteranno la tua giustizia
fino ai confini della terra.
Perché a te il Regno, la Padronanza, la Gloria,
per l’eternità, anche in^uestó nostro paese.
{Zepharia Kameta, Why o Lord? Psalms and other Sermons
from Namibia, Wcc Publications, Ginevra 1986)
Una pagina di storia valdese: le persecuzioni del 1655
La lunga sofferenza per la libertà di coscienza
bili
tei
fino
ito
ina,
rez
ill
Tristemente famoso fu il
1655 nella storia dei valdesi:
reparti dell’armata del re di
Francia, in trasferimento da
Briançon verso il Milanese,
vengono fatti affluire nella
valle di Luserna a dar manforte alle truppe del duca di
Savoia comandate dal marchese di Pianezza in un’aziooe di sterminio contro la popolazione valdese. Secondo
Olia consuetudine dell’epoca
le truppe sono alloggiate nelle case della popolazione, a
spese della quale vengono
Oiiche nutrite. '
A un dato momento scatta
1 Operazione di «pulizia religiosa» e inizia il massacro
Bella popolazione inerme. È
Ooa carneficina; pochi scampano con la fuga; chi non vie00 ucciso subito, ma cade vivo nelle mani delle truppe
Bucali, o Va incontro a una
JOorte lenta, accompagnata
Ba carcerazione e tortura, o
®uiura. L'Europa protestante
®1 Inghilterra di Cromwell si
JOuovono a difesa della popolazione valdese. Gli echi
Bei massacri scuotono le co^enze europee e l’ondata di
^ore e riprovazione travol“0 Wche la corte sabauda.
.Enea Balmas, insieme a
jjazia Zardini l.ana, ha pub^cato nell’87 per i tipi della
"làudiana una voluminosa
Bocumenta«ione relativa a
"Bei fatti. Qui di seguito ri
portiamo una pagina di quella cronaca drammatica.
«Molti sono stati presi per i
piedi e sfracellati contro le
pietre: un supplizio comune
era di prenderli, un soldato
per una gamba e un altro per
l’altra e tirarne ciascuno il
suo pezzo. A molti è stato
squartato il petto, strappate
le interiora, tagliate o squarciate le parti vergognose e da
ultimo, a quasi tutti, tagliata
la testa. (...) Alcuni dopo aver
sofferto tormenti e obbrobri
orribili, sono stati attaccati
per un piede, o (come affermano certi testimoni) inchiodati agli alberi, con la testa in
giù; così un certo Giovanni
Paillas, abitante di Torre, un
tale Paolo Clemente, Diacono, e un Tommaso Marguer,
vecchio di circa novant’anni.
Mentre si cercava di convincere il secondo ad andare alla
messa, e i missionari, che
speravano guadagnarne molti grazie alla sua debòlezza,
gli dicevano che era ancora
in tempo é gli promettevano
grandi cose, egli ii riprese
energicamente, incitò il boia
a fare quel che doveva e perdonò i suol nemici, dicendo
tuttavia che “vedeva come
presente la vendetta che Dio
avrebbe fatto per il sangue
sparso”. Dell’ultimo si racconta che ogni volta che gli si
diceva: “Vuoi andare alla
messa?” ed egli rispondeva, di
no, gli si tagliava qualche
parte del corpo, dapprima il
naso, poi le orecchie e così di
seguito; infine lo si è appeso
a un ramo d’albero come gli
altri. Mentre lo si appendeva,
diceva al carnefice: “Attacca
il mio corpo finché vuoi, non
appenderai la mia anima, in
modo che non possa andare
in Paradiso”».
(da Enea BalmAs, Grazia ZardiNi Lana; La vera relazione di
quanto è accaduto neile persecuzioni e i massacri deii’anno
1655. Torino, 1987, Claudiana,
pp 204-205).
SCHEDA
Contro la tortura
sì può fare qualcosa?
Il 10 dicembre 1948, con la
«Dichiarazion'e universale dei
diritti umani» è stato, stabilito
che nessuno deve essere sottoposto a «trattamento crudele, inumano e umiliante»
(art. 5). Malgrado questo nel
1993 in più di 100 paesi si
praticava ancora la tortura e
la pena di morte.
Nel 1974, di ritorno dal
Vietnam dove aveva visto e
documentato gli orrori della
prigionia e della tortura di un
Convegno annuale delle opere
Firenze - Istituto Gould
2-3 marzo 1996
Programma
Sabato 2 marzo
ore 9: Saluto della Commissione sinodale per la diaconia a cura di Bruno Mathieu
ore 9,15; Studio biblico introduttivo a cura del past. Gianni Gente
ore 9,45: «L’otto per mille», relazione sul tema a cura della Commissione nominata dalla Tavola
ore 11: Dibattito generale
ore 15: «Gli enti ecclesiastici», interventi sulle varie ipotesi emerse nel dibattito sinodale (42/SI/95)
ore 17; Dibattito generale
Domenica 3 marzo
ore 9: Relazione su «L’attività del Centro sevizi»
ore 9,30; Dibattito generale
ore 10,45: Culto finale a cura della past. Erika Tomassone
ore 12,30: Pranzo e partenze
Per informazioni: Istituto Gould via De’ Serragli 49 - 50124 Firenze - tei. 055-212576, fax. 055-280274
popolo intero, il pastore valdese Tullio Vinay parlò a
un’assemblea di cristiani di
diverse confessioni, a Parigi.
Subito dopo due donne della
Chiesa riformata di Francia,
con numerosi cattolici, altri
evangelici e ortodossi, crearono l’associazione ecumenica «Azione di cristiani per
l’abolizione della tortura e
della pena di morte» (Acat)
che in poco tempo mobilitò
decine di migliaia di francesi.,
Oggi è présente in sedici paesi, associati nella Fiacat; è accreditata come Ong (organizzazione non governativa)
presso l'Onu e il Consiglio d’
Europa. In Italia ha un centinaio di iscritti. Ogni mese interviene lanciando un appello per casi sempre molto
drammatici, in Turchia, nel
Sudan, in paesi del Centro
America, ma anche del Nord.
Ultimamente ha cercato di
sensibilizzare l’opinione
pubblica sulle esecuzioni capitali che si svolgono nel
Texas e in Florida.
Per ulteriori informazioni
rivolgersi a: Acat, via Traspontina 15, 00195 Roma, tei.
06-6865358; quote di associazione: annua 30.000, sostenitore 50.000. Fiacat, 27 me de
Maubeuge, 75009 Parigi, tei.
0033-1-42800160.
18
■
'•■y
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
Confronto tra cattolici e battisti a Isola del Uri
Il rinnovamento è profondo
/ protestanti non hanno più il monopolio della lettura
biblica. La commossa testimonianza dei giovani cattolici
ROSSANA DI PASSA
CON questo papato si è
tentati di rimettere in discussione l’opportunità degli
incoatri ecumenici e di mantenere le distanze da un cattolicesimo che ci sembra si
attesti su posizioni lontane
dal messaggio evangelico.
Eppure le esperienze ecumeniche che si fanno a livello di
base sono il più delle volte
positive, come gli incontri
ecumenici avviati a Isola del
Uri tra la comunità evangelica battista e la parrocchia di
San Lorenzo.
Sabato 20 gennaio, nella
sala attigua alla chiesa cattolica principale del paese, la
comunità cattolica ha ospitato quella evangelica: in una
sala stracolma il parroco ha
esordito indicando una croce
nuda al centro della parete.
L’ha posta lì, dice, perché in
precedenti incontri ha appreso cH^i protestanti non hanno il crocefisso in quanto
preferiscono ricordare Cristo
risorto; ha scoperto che la
croce spoglia ha il suo significato e la sua bellezza. Poi la
parola va al pastore Sergio
Tattoli, che predica sul rapporto tra sentimento religioso e fede, precisando il valore
della fede per un autentica
comunione con Dio. Quindi i
canti e le preghiere.
Il giorno successivo, domenica 21, ospita la chiesa battista. Alcune persone restano
fuori tanto è piena di gente:
aldini giovani cattolici raccontano con commossa^artecipazione come l’Evangelo
ha cambiato la loro vjta. E un
gruppo di giovani che si incontra periodicamente per la
lettura del Vangelo, poi sceglie un versetto da ricordare e,
mettere in pratica fino all’incontro successivo. Le testimonianze di questi ragazzi
costringono noi protestanti a
riconoscere che non abbiamo l’esclusiva su Dio, che
non abbiamo il monopolio
della Bibbia e che, malgrado
la tiepidezza delle chiese, la
parola di Dio, dove viene letta, porta i suoi frutti. Lettura
e riflessione comunitaria della Bibbia, un tempo ritenute
roba da chiese protestanti,
grazie a Dio sono divenute
patrimonio comune.
Certo la parrocchia va ancora avanti con le sue messe,
le sue statue, le novene, i rosari, i confessionali, ma qual
Rossana Di Passa
che fermento nuovo c’è. Dal
canto nostro portiamo a questi fi'atelli e sorelle la predicazione dell’Evangelo, una predicazione sentita, seria, rigorosa, ben preparata, che viene
molto apprezzata; e la preghiera spontanea che esprime
la fede e l’abitudine a un rapporto diretto con Dio.
Il culto ecumenico celebrato nella chiesa battista è
stato ripreso e trasmesso ben
quattro volte da una televisione locale che, successivamente, ha chiesto di trasmettere un nostro culto e ci ha
offerto uno spazio settìmanale per una trasmissioiie autogestita. È stata l’occasione
per constatare che il Signore
ci offre delle possibilità impreviste quando appena riusciamo a fare dei timidi passi.
Nuova versione della «Riveduta»
La Bibbia cara ai protestanti
Gli evangelici italiani hanno una nuova versione della
classica traduzione protestante «Riveduta» del 1924.
La «Nuova Riveduta», già
pubblicata dalla Società bibliCa~di Ginevra nel 1994, è
disponibile ora nell’edizione
della Società biblica britannica e forestiera (Sbbf) di Roma. Alla revisione del testo
hanno partecipato, quali esperti della Sbbf, i pastori
Bruno Corsani, Bmno Costabel e Salvatore Rapisarda. La
versione Riveduta, realizzata
da una commissione coordinata da Giovanni Luzzi, professore alla Facoltà valdese di
teologia di Roma, è a sua volta una revisione della classica
traduzione protestante di
Giovanni Diodati (1607), che
fu adeguata all’evoluzione
della lingua italiana e riconfrontata con i testi originali
ebraici e greci. La «Nuova Riveduta» riprende sostanzialmente quella del 1924, aggiornandola dal punto di vista linguistico e delle più recenti scoperte in campo biblico. L’edizione della Sbbf,
estremamente curata dal
IA SACRA
Bibbia
Wíísíítfíí Nîîovo Ktvr'-.îiiiîii
OPERA BALNEARE VALDESE G. P. MEILLE
BORGIOVEREZZI(Sv)
SOéGK)RNO MARINO 1996 per ragazzi/e
Sono stati fìssati i due turni del soggiorno marino 1996 jaer
ragazzi é ragazze o Borgio Verezzi presso la Casa balneare
valdese, corso Itdia n. 1 I O,- 17027 Pietra Ligure-(Savona)
l” turno ^il*14 gitano al 26 giugno età 6-9 anni
(noti negli anni dal 1987 al 1990)
2° tumb ilal 2$ ghigne al 12 luglio età 9-11 anni
.-i> *: (noti negli, anni dal 1985 al 1987)
Imoduli'per le iscrizioni possono essere richiesti presso lo segreteria delfa Chiesa valctese di Torino, via S. Pio V n. 15 >
10125 Torino. Telefono 011/669.28.38
Tormina delfo iscrizioni 15 HKiggio 1996
, ì membrì cM comitato sono a disposizione
/ per ogni ulteriore informazione.
* Si accettano anche’domande per
personale volontario (infermiere/i. - monitori/trici)
Battisti
«Iniziativa»
nuova circolare
per ^identità
teologica
punto_di vista grafico e di
precisione del testo, contiene
fra l’altro un numero di referenze bibliche a piè di pagina
molto superiore a quello della Riveduta tradizionale, 8
nuove carte geografiche a colori, alcune indicazioni per
guidare il lettore, un riassunto del contenuto dei libri biblici e informazioni sulla storia del testo biblico. Per
informazioni; Società biblica,
via IV Novembre 107, 00187
Roma, telefono 06-69941416,
fax 06-69941702.
«Iniziativa» è il nome provvisorio di una lettera circolare, datata febbraio 1996, a
cura del Dipartimento di
teologia dell’Ucebi. Si tratta,
come dice il titolo completo,
di un’iniziativa per la conservazione e la valorizzazione
del patrimonio storico battista. In pratica si cerca di favorire contatti organici tra
quanti hanno interesse a
condurre ricerche storiche
sui battisti, di stimolare nelle
chiese l’amore per la raccolta
e la conservazione di materiale di interesse storico, di
fornire informazioni sui lavori di storia condotti in ambito battista e non, di mantenere contatti con società, dipartimenti e archivi storici di
altre unioni e chiese e di
pubblicare testi significativi
per la ricerca, la storia e la
teologia battista..
Questo primo numero
contiene un intervento in cui
Salvatore Rapisarda, tra l’altro, presenta l’iniziativa non
già come «un’operazione di
archeologia battista», bensì
come un’attività volta a
«trarre nuovo slancio per la
missione-evangelizzazione
\^orizzando e attualizzando
ciò che di buono e di significativo singoli e chiese hanno
compiuto nel passato».
Emmanuele Paschetto fa
un quadro veloce dell’attuale condizione dell’archivio
storico dell’LFcebi e lancia alcuni appelli, al Ce-Ucebi e
alle chiese, affinché la conservazione e la valorizzazione di documenti, immagini,
ricordi e contributi di fratelli
e sorelle del passato venga
tenuta nel dovuto conto. Dario Saccomanni dà alcuni
consigli pratici su come catalogare e conservare il materiale di rilevanza storica
presente presso le chiese e le
famiglie delle nostre chiese.
Viene quindi presentato
l’estratto di un lavoro che
Paolo Spanu ha condotto su
Thomas Hewys, uno dei padri del battismo degli inizi
del XVII secolo.
In conclusione vengono
date alcune no'tizie su lavori
di storia battista di imminente pubblicazione. Vengono quindi sollecitati contributi e proposte da indirizzare al Dipartimento di teologia, viale della Bella Villa 31,^
00172 Roma, tei e fax 062308067.
W Associazione donne teologhe
Teologìa al femminile
l'autorità è nella scrittura?
«L’autorità nella o della
Scrittura» è stato il quesito
dibattuto da una quindicina
di teologhe, evangeliche e
cattoliche, all’ultimo incontro
dell’Associazione europea
delle donne teologhe (Association européenne des femmes pour la recherche théologique) tenutosi a Roma, presso la chiesa valdese di piazza
Cavour, il 2 febbraio. L’asso;
ciazione, interconfessionale,
è presente in forma regolare
sul territorio nazionale a partire dal 1992 e raggruppa teologhe che lavorano, ciascuna
a partire dalla propria competenza teologica, su una teologia al femminile o una teologia femminista. Dopo una serie di incontri dedicati alla
cristologia, alla «donna divina» presente nel pensiero della differenza sessuale e al pef
corso teologico di ciascuna, si
è deciso di intraprendere una
ricerca comune sulla questione dell’autorità. Prendendo lo
spunto dal dibattito su autorità e potere che avviene nel.l’odierno movimento delle
donne, il laboratorio teologico dell’Afert si propone di discutere temi come «l’autorità
di Gesù», «l’autorità dell’esperienza femminile», «l’autorità
della tradizione», temi di importanza fondamentale per
chi si impegna nell’elaborazione teologica.
L’Afert si propone inoltre di
far circolare, a livello europeo,
la ricerca teologica delle donne e a tal fine il prossimo convegno internazionale si terrà
per la prima volta nel Sud
dell’Europa, a Creta (nel ’97),
sul tema «Tradizioni e fonti
della teologia femminista».
venerdì 16 FEBBRAIO 1996.1
Il prof. Ricca sulla «Settimana)
Per l'ecumenismo una
settimana l'anno non basta
«La Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani - ha
dichiarato il professor Paolo
Ricca, decano della Facóltà
valdese di teologia - ha indicato che ormai siamo oltre la
“Settimana”, cioè che l’ecumenismo ha assunto tali proporzioni, nella coscienza dei
credenti, che una settimana
all’anno non è più sufficiente. L’ecumenismo deve diventare un impegno quotidiano, e in questo quadro il
minimo che possa accadere,
nel nostro paese, è la creazione di un Consiglio nazionale
delle chiese cristiane».
Per il pastore Valdo Benecchi, presidente dell’Opera
per le chiese metodiste in
Italia, la scelta del tema biblico della Settimana (Apocalisse 3,14-22) è stata molto felice perché «ha contribuito ad
allargare gli orizzonti di riflessione à questo tradizionale appuntamento annuale.
Qualche eseihpio: l’imperativo “ravvediti”’ è risuonato
impietoso, ma anche pieno
di promesse per le nostre
chiese, che vengono strappate dalle loro certezze, dai loro
angusti confini per farle tornare all’unica cosa che le fa
Paolo Ricca
chiese del Signore, la sua Parola. La promessa: “Se uno
mi apre... entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”
ci raggiunge con una sfida
che non potremo rinviare ulteriormente: compagni di
mensa alla cena del Signore.
Una cena che è, che resta del
Signore, che non la cede in
gestione a nessuna chiesa, ®
Dunque spunti promettenti
per il futuro cammino ecumenico, quando ci confronteremo con progetti importanti. Basti pensare al Consiglio nazionale delle chiese
cristiane».
Il
Mi
MILANO — Domenica 28 gennaio, nella chiesa battista di via
Tradate, ha avuto luogo la seduta congiunta delle assemblee della comunità battista di via Jacopino da Tradate,
della Chiesa metodista e della Chiesa valdese, con lo scopo,
di esaminare la relazione annua dell’attività del Centro,cultural^protestante. L’assemblea, dopo ampia discussio-);
ne, ha approvato la relazione del comitato; inoltre ha pro-L
ceduto all’approvazione del consuntivo 1995 e del preven-f '
tivo per il 1996. Il comitato del Centro culturale protestan-'
te risulta composto da: Umberto Beltrami (segretario), Samuele Bernardini (tesoriere), Tiziana Colasanti, Sara
Comparetti, Ugo Gastaldi, Susanna Peyronel (vicepresi-1,
dente). Salvatore Ricciardi (presidente), Carlo Tagliabue
(rappresentante della biblioteca-emeroteca).
• Domenica 4 febbraio Nòrbert Denecke è stato insediat0',|.
quale nuovo pastore titolare della Chiesa cristiana prote- '
stante, che riunisce la Chiqga riformata svizzera di lingua
tedesca e la Chiesa luterana. Il pastore Antonio Adamo ha
rivolto un messaggio di sajuto a nome della Chiesa valdese.
A N(
l^ne
.iitalti i
p ino
.gtóera
mtssii
gces
•qu
alanti F
iaiiesE
, Givita’
>preve<
' due a
taVecc
Mson(
jsione
mo sp
màti n
ti, nell
mazioi
;I1 pr
tura d
ghiera
genna
, parroc
Civita'
don M
trodol
della s
la pori
3, 14-:
Paolo
romei
colta 1
ne del
: peo. L
ta nun
tolica,
ize di \
partei
(Il se
avuto
,, Tarqu
#ia d
dive s
tà k li
mato (
jlfotes
i^te p
Paolo
tanni
^esa
SAN GERMANO — L’assemblea di chiesa di domenica scorsa
ha approvato il bilancio preventivo 1996 presentato dal
Concistoro e ha deciso all’unanimità di accettare il finanziamento Cee per la ristrutturazione completa della
sala valdese, che verrà ad essere così in piena regola con le
vigenti norme antincendio. I presenti, rendendosi conto
che i lavori cornporteranno sacrifici non indifferenti per la
comunità, si sono dimostrati capaci di accettarli per la
gioia di ricevere una sala pienamente efficiente e idonea
ad ospitare anche manifestazioni culturali a favore della
popolazione di tutta la vallata^
• Un vivo ringraziamento ai membri del Ced del I distretto
che ci hanno fatto visita l’ultima domenica di gennaio.
• Il nostro tempio ha aperto i battenti in occasione dei funerali della sorella Bruna GiUi in Barai, deceduta improvvisamente all’età di 57 anni, e il fratello Remigio Pontet che era
ospite della Casa per anziani di Prarostino e sofferente da
lungo tempo: è mancato a soli 61 anni. Alle famiglie in lutto
vada ancora l’espressione della più sentita simpatia cristiana della comunità che addita nel Signor Gesù Cristo
l’unica vera fonte di consolazione, di speranza e di salvezza.
Domenica 17 marzo
Inaugurazione del nuovo locale di culto a Perugia
Domenica 17 marzo, alle ore
16, con un culto presieduto dal
pastore Archimede Bertolino e
con la predicazione del pastore
Franco Sommani, verrà inaugurato il nuovo locale di culto
a Pemgia, in via Benincasa 6b.
Al culto di inaugurazione verranno invitate rappresentanze
della Chiesa dei Fratelli di Perugia e delle chiese battiste,
metodiste e valdesi del III distretto e le autorità locali. La
via Benincasa è una piccola trasversale di via de’ Priorii
a sua vòlta traversa di corso Vannucci, la strada principale del centro di Perugia. Vi è la possibilità di parcheg'
giò in viale Pompeo Pellini e di qui l’accesso alla via Be'
nincasa avviene con delle scale mobili coperte.
/
IL
delle
lich»
espr
diD
to, c
• de n
berti
TI
di G
prot
«Asc
lacl
dell
. ®ov
dall
'idsti
tp d
niur
trid
titUc
Hi
hiat(
Ginc
Crei
Ann
•Voir,
,Gioi
II
chiù
_ spes
' iscri
Is(
coni
delh
. Roir
, Pe
pure
19
\
ERDÌ 16 FEBBRAIO 1996
Vita Delle Chiese
Cattolici ed evangelici a Civitavecchia
Dio è sorgente dì nuova vita
Il cammino ecumenico si sostanzia di preghiera, studio
biblico in comune e di azione nella società
MARGHERITA SILVESTRI
ua Pae uno
i e cen me”
1 sfida
are ulgni di
gnore.
sta del
ede in
hiesa,
ìttenti,
3 ecunfronmporConsi:hiese
I di via
issemadate, pj
scopo
llentrO/
:ussio-.
la pro'll"
ireven-|i®,
testans
o), Sa-;
i, SariÉ,^
epresi-il
;liabue ;
àNGHE quest’anno come
negli anni passati si sono
^iti sul nostro territorio degli incontri ecumenici di pre\^era organizzati dalla Commissione ecumenica della
fcesi di Civitavecchia e di
■quinia e dai rappresenJinti per Tecumenismo della
^iesa evangelica battista di
Givitavecchia. 11 programma
imevedeva quattro incontri:
due a Tarquinia e due a Civitavecchia. 1 quattro incontri
4sono svolti sotto la benedizione del Signore, che con il
mo Spirito ci ha guidati e animati nelle preghiere, nei canti, nella lettura e nella proclamazione della sua Parola.
,11 primo incontro di apertura della Settimana di preidtiera si è svolto giovedì 18
gennaio alle 18,30, presso la
parrocchia Sacra Famiglia di
Givitavecchia il cui parroco,
don Manfredo Leone, ha introdotto il tema conduttore
della settimana: «Ecco, sto alla porta e busso» (Apocalisse
X 14-22), mentre il pastore
Paolo Marziale ha tenuto
l’omelia. Alla fine è stata raccolta l’offerta per la diffusione della Bibbia nell’Est europèo. La partecipazione è stata numerosa sia da parte cattolica, vi erano rappresentanze di varie parrocchie, sia da
parte evangelica.
, TI secondo incontro si è
avuto venerdì 19 gennaio, a
Tarquinia, presso la parroc
fàa di Santa Lucia Filippini
ve si è seguita la liturgia
d?eamenica ufficiale preparaitàa livello mondiale da un
ifappo internazionale, formato da cattolici, ortodossi e
piotestanti. Le omelie sono
,4tate pronunciate dal pastore
Ìaolo Marziale e da don Giovanni Felici, parroco della
■^esa ospitante. Anche que
sto incontro è stato ben frequentato ed è risultato edificante e di sprone al discepolato di Cristo.
Il terzo incontro si è svolto
sabato 20 gennaio alle ore 17,
sempre a Tarquinia, presso il
rnonastero delle suore benedettine che come sempre
hanno accolto i presenti con
cuore aperto e grande ospitalità. Durante l’incontro è'stata ricordata madre Antonia,
pioniera dell’ecumenismo
nei primi anni del suo sorgere. Efficace ed apprezzata è
stata l’opera di animazione
dell’assemblea da parte del
gruppo delle giovani scout
attraverso il canto. Le omelie
sono state curate da don
Giorgio Picu, della parrocchia Pio X di Civitavecchia, e
dal pastore Paolo Marziale.
Alla fine dell’incontro i fratelli e le sorelle cattolici ed
evangelici di Civitavecchia
sono stati invitati dalle suore
ospitanti ad un conviviale
rinfresco, con i deliziosi dolci
preparati dalle loro stesse
mani. Grazie sorelle suore
per questo segno ulteriore di
condivisione e affetto.
Il quarto incontro, quello di
chiusura della Settimana di
preghiera, si è avuto giovedì
25 gennaio presso la chiesa
battista di Civitavecchia. La
chiesa era gremita di cattolici
e di evangelici: era presente il
vescovo monsignor Grillo, il
suo segretario dono Cono Pirringa, un buon numero di sacerdoti di varie parrocchie
cittadine e il pastore Salvatore Scognamiglio della Chiesa
del Nazareno della città. L’incontro si è aperto con una
breve e sentita introduzione
della sorella Margherita Silvestri di Tarquinia, membro
della Commissione ecumenica diocesana fin dal suo sorgere, sul cammino ecumenico finora fatto, spronando
ugia
T
’non.
rinci'
chega Be
Lo spazio di Dio nella nostra vita.
Storia, modelli, proposte
per una spiritualità protestante
Seminario promosso dalla Federazione
delle chiese evangeliche in Italia
Ecumene, Velletri (Roma)
15-17 marzo 1996
Il seminario costituisce l’adempimento di un mandato
della X Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), che in un atto sulla «spiritualità»
esprimeva la convinzione che «la spiritualità è Io spazio
di Dio nella nostra vita, creato dalla Parola e dal suo Spirito, con i quali Dio ci viene incontro, suscita e nutre la fede rendendola viva, lieta e feconda di opere, e ci dà la libertà e la gioia di dialogare con lui nella preghiera».
Il seminario si articolerà in una relazione introduttiva
di Giorgio Tourn su «Storia e caratteri della spiritualità
protestante» a cui seguirà una serie di testimonianze su
«Aspetti % percorsi della spiritualità protestante»: da quella classica della Riforma al «revivalismo», alle esperienze
del pentecostalismo, degli avventisti, dalla spiritualità del
®ovimento ecumenico, a quella dei giovani, delle donne,
dal filone «politico» a quello monastico. Sonò inoltre previsti momenti di culto e gruppi di lavoro su: rinnovamento del culto, pietà personale e familiare, spiritualità cothunitaria al di fuori del culto (riunioni di preghiera, centri di incontro, ecc.), l’uso di gestualità e di simboli, la spiritualità nella musica e nel canto.
Hanno finora dato la loro adesione, come relatori o animatori dei gruppi: Massimo Aprile, Massimo Aquilante,
Gino Conte, Gabriele De Cecco, Fulvio Ferrarlo, Elizabeth
Green, JUrg Kleemann, Carlo Leila, Giovanni Leonardi,
Anna Maffei, Paolo Ricca, Giancarlo Rinaldi, Eugenio Rivoir. Silvia Rostagno, Alessandro Spanu, Teodora Tosatti,
iGiorgio Tourn, Giovanni Traettino.
Il seminario si apre alle 17 di venerdì 15 marzo, e si
chiude con il pranzo di domenica 17 marzo. Il rimborso
Spese per vitto e alloggio è di 80.000 lire, più 20.000 lire di
Iscrizione.
Iscrizioni: inviare la quota di iscrizione di lire 20.000 sul
conto corrente postale 38016002 intestato a Federazione
delle chiese evangeliche in Italia, via Firenze 38, 00184
iloma.
Per informazioni: telefonare ai numeri 06-4825120 impure 483768, dalle ore 9,30 alle 16,30, dal lunedì al veneri.
tutti a partecipare fattivamente e con convinzione al
cammino che ci aspetta. La
conduzione dell’incontro è
stata a cura di don Manfi:edo
e del pastore Marziale, mentre le omelie sono state rivolte con efficacia ai presenti dal
pastore Scognamiglio e dal
vescovo Grillo. Numerosa e
intensa è stata la partecipazione alla preghiera comune.
Alla fine è stata raccolta una.
colletta per contribuire alla
stampa di Bibbie per bambini
e Nuovi Testamenti per bambini da destinare ai paesi
dell’ex Unione Sovietica, secondo Tappello rivolto dalla
Società biblica' in Italia. Non
possiamo esimerci da alcune
considerazioni di carattere
generale.
1) Il nostro cammino ecumenico sul territorio sta andando avanti e deve continuare a proseguire il suo corso nonostante le difficoltà
che incontra: poca convinzione da parte di alcuni sulla
sua utilità, le diversità di carattere teologico e strutturale
delle nostre chiese, il modo
diverso, per esempio, di definire e riconoscere il miracolo: segno che vuole istmire e
portare alla croce, o opera
potente che sbalordisce e
porta verso una sempre più
marcata religiosità popolare.
Tuttavia dobbiamo effettivamente testimoniare che dove
il cammino ecumenico avviene si manifesta l’unità cristiana di comunità, di singoli,
uomini e donne, che si riconoscono reciprocamente nel
nome di Gesù.
2) Il nostro cammino ecumenico dovrà portarci sempre più sul terreno comune
della diaconia, del servizio
verso i più deboli, poveri, immigrati, carcerati; dovrà vederci più uniti sul territorio,
nella nostra città, per operare
insieme.
3) Il nostro cammino ecumenico dovrà sostanziarsi
anche di studio comune delle
problematiche ecumeniche:
storia del movimento ecumenico, encicliche e documenti
sull’ecumenismo; preparazione unitaria alla Seconda
assemblea ecumenica europea'sul tema «Riconciliazione, dono di Dio e sorgente di
vita nuova» che si terrà a
Graz dal 23 al 29 giugno 199^
Al termine della settimana
di preghiera di quest’anno
ringraziamo Dio per la sua
assistenza e presenza in mezzo a noi. Il suo Spirito ci ha
dato luce in mezzo alle nostre
tenebre e ci ha condotto più
avanti rispetto a dove eravamo arrivati. Abbiamo visto il
coinvolgimento di più parrocchie e anche della Chiesa
del Nazareno nella persona
del suo pastore e di alcuni
fratelli e sorelle di quella comunità. L’unità della fede sia
sempre più ricercata da noi
singoli e chiese per formare
quell’unico gregge alla cui testa è l’unico capo, il Buon Pastore, Cristo nostro Salvatore
e Signore.
M Peschici
Coinvolgente
incontro
ecumenico
TEA DE NOIA
La Chiesa cristiana evangelica riformata di Peschici (Fg) ha preso parte, il
20 gennaio, a un incontro
ecumenico organizzato dal
parroco della chiesa di Carpino del Gargano. Già in passato il parroco era stato nostro
ospite, per pregare e lodare
insieme il Signore. Quella del
20 gennaio è stata un’occasione speciale, in cui si è
svolta una liturgia alternata,
guidata insieme dal parroco e
dal pastore protestante Antonio De Noia.
L’incontro ha avuto inizio
con alcuni canti da parte sia
cattolica e che protestante; in
seguito la predicazione del
pastore e quella del parroco
hanno sottolineato l’identità
di Gesù Cristo: «Cristo - è stato affermato - vuole portare
la luce nel nostro cammino
ecumenico. Coloro che in
tutto il mondo amano il Signore Gesù Cristo formano
un’unica famiglia, anche se
appartengono a denominazioni diverse, a diverse culture, a diverse chiese».
Come segno ecumenico si
è scelto di portare al centro
della chiesa la Bibbia, gesto
compiuto da una protestante
e una cattolica. La liturgia si è
conclusa con i canti della corale protestante e con alcune
premiere fatte tenendosi per
mano. Per entrambe le parti
questo incontro ecumenico è
stato un momento di grande
gioia, non diminuita dal renderci conto che c’è ancora
tanta strada da percorrere riguardo aU’ecumenismo.
Roma
Natale
della comunità
francofona
«Gloria! Gloria! Au plus
haut des deux!/ que la paix
soit sur la terre parmi nous!».
Era un,o degli inni di Natale
cantato dalla corale della comunità protestante di lingua
fi'ancese di Roma durante il
concerto che si è svolto il 23
dicembre scorso nella chiesa
valdese di via IV Novembre.
Era un’occasione di lodi e di
manifestazioni della gioia
del Natale.
Hanno partecipato alla serata alcune corali di Roma,
in particolare quella della
Chiesa valdese di piazza Cavour che ha cantato i vecchi
inni di Natale della Chiesa
valdese, come «Sotto splendido stellato». Da parte sua,
la corale della Comunità
francofona ha cantato inni
natalizi in diverse lingue:
francese, malgascio, donala,
sudafricano, inglese. Era un
Natale a Roma! Una magnifica serata, piena di gioia! Sì, è
vero! Natale è «una grande
gioia per tutto il popolo»
(Luca 2,10). (f. a.)
- Mirti»' -Í*
». 1»V
Per I vostri acquisti, per gli
abbonamenti a! periodici evangelici
. Librerie CLAUDIANA
àM'..f'ì , ■ .
u
L ' . TOMNOs
__________________ 12/A '' via Principe Tommaso, l;
”'f¿.02/760215t^ tei.011/6692438 M
u. TÓRRE PELLICE: ” | , Libreria di cultura religiosa
piazza della Libertà, 7;^,,. ’ " piazza Cavour, 32; -ì .
tel.0121/91422 ' tei.06/3225493 : ,
^ ..............•
PAG. 9 RIFORMA
Agenda
TRIESTE — Il Centro culturale Albert
Schweitzer organizza un corso di aggiornamento sul tema «Diritti umani, libertà religiosa, cultura e arte nella Trieste del 700».
La terza lezione, a cura del prof. Michele
Cassese, ha come tema «Pluralità di religioni e confessioni cristiane a Trieste»: ore 17,30, in piazza
San Silvestro 1. Per informazioni tei. 040-632770.
BERGAMO — Il Centro culturale protestante organizza
una conferenza del pastore Giorgio Bouchard sul tema «Pu
ritanesimo e democrazia in America»: ore 16, via Tasso 55.
TORINO — Nel quadro della «Settimana
della libertà 1996» e in occasione del 148°
anniversario delle «Lettere patenti» che ponevano fine ai ghetti religiosi nel nostro paese, le chiese evangeliche di Torino organizzano una manifestazione sul tema «Un patto
per la vita». Partecipano il sindaco Valentino Castellani,
Giancarlo Caselli, Luigi Ciotti, Franca Long; presiede Giuseppe Platone: ore 15,30, nel tempio valdese di corso Vittorio Emanuele II23. Per informazioni tei. 011-6692838.
LIVORNO — «Le chiese cristiane di fronte al duemila» è. il tema di una conferenza
dell’on. prof. Domenico Maselli. Organizza
la Chiesa valdese: ore 17,30, nel tempio valdese di Largo def valdesi.
TORINO — Si tiene il terzo dei sette incontri del «corso di formazione dei laici»,
coordinato da Giuseppe Platone, sul tema
«Un patto per la vita». Argomento dell’incontro: «Cultura della vita nell’esperienza
delle donne». Il corso si articola in due sessioni uguali alle ore 16 e alle ore 20,45, nella sala valdese
di via Pio V, 15 (1° piano). Informazioni al. 011-6692838.
TRIESTE — Il Centro culturale Schweitzer organizza un corso di aggiornamento
sul tema «Diritti umani, libertà religiosi,
cultura e arte nella Trieste del 700». La 4°
lezione, a cura del prof. Fulvio Salimbeni,
ha come tema «Gli studi sul 700 a Trieste»:
ore 17,30, in piazza San Silvestro 1; tei. 040-632770.
TERNI — «Che cos’è il protestantesimo» è il tema di una
conferenza del pastore Bertolino: ore 17, chiesa di Santa
Maria del Carmelo. Per informazioni tel.0744-425914.
BUSSOLENO — Si tiene una conferenza pubblica del past. Giorgio Bouchard sul tema «Il movimento valdese»: pre
20,45, nellla chiesa battista in via Torino 11.
TORINO — «Molte verità, una verità: la
fede cristiana nel pluralismo delle fedi» è il
tema di un dibattito che è introdotto da
Franco Giampiccoli e Gianni Vattimo. Nel
corso del dibattito viene presentato il volume di Lesslie Newbigin, L’Evangelo in una
società pluralistica, Claudiana editrice; organizza il Centro
evangelico di cultura. Per informazioni tei. 011-6692838.
GENOVA — Si tiene un seminario di aggiornamento alla predicazione organizzato
dalla Commissione d’incontrp battista, metodista e valdese. Tema: «la liturgia del culto e
la lettura della Bibbia visitati da un regista e
un attore di teatro». Introduce'll fegista Marco Sciaccaluga: ore 16,30, chiesa battista, via Vemazza 14.
MESTRE — Si tiene una conferenza del prof. Paolo Ricca
dal titolo: «Eucarestia dalla esculsione alla comunione»:
ore 15, nel tempio valdese di Ponte Cavagnis.
BOSCOREALE (Na) '— Nel quadro delle
iniziative per il 450 anniversario della morte
di Martin Lutero, il pastore Hartmut Diekmann, decano della Chiesa luterana in Italia,
e il prof. Antonio Tommaso Cirillo, segretario del Cenacolo culturale cristiano, parlano
sul tema «Martin Lutero: l’uomo, il pensiero, la legge». Introduce il past. Paolo Poggioli: ore 18,30, Biblioteca comunale in piazza Pace 46. Per informazioni 081-8586297.
TORINO — Si tiene il quarto incontro <lel «corso di formazione dei laici», coordinato da Giuseppe Platone, sul tema «Un patto per la vita». Argomento dell’incontro «Violenza nel quotidiano: chiese e mafia»: 2 sessióni alle ore 16
e alle 20,45 nella sala valdese di via Pio V, 15(1° piano).
PADOVA — «Il Sudan: martirio di una terra»: dibattito cón Gabriel Zubeir, arcivescovo cattolico di Khartoum, e raride Taban,
vescovo cattolico del Sud Sudan, per l’iniziativa «Lunedì con il Sud del mondo»: ore
20,45, presso Cuamm, via S. Francesco 26.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche
alterne da Raidue alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della settimana seguente alle ore
9,30. Domenica 25 febbraio (replica lunedì 4
marzo): Quale Gerusalemme; thè voice of glory: fede e resistenza nella musica degli schiavi d’America.
AWERTEP^A: chi desidera usufruire di questa rubrica deve
inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni prima del
venerdì di uscita del settimanale. ^
20
\y;
PAG. 10 RIFORMA
Commenti
venerdì 16 FEBBRAIO 1996
DALLA PRIMA PAGINA
Troppi teologi e troppe tasse
dotte del 10% e molti collaboratori con contratti a termine sono stati mandati a
spàsso. Tagli dappertutto,
anche il preventivo del ’96 ha
subito un ridimensionamento deU’8%.
Ha molto interessato, in nj
questi giorni, la storia di quel
teologo laureato a Tubinga,
30 anni, sposato con tre figli,
che pur avendo compiuti gli
stridi brillantemente ed assolto la formazione successiva non è stato assunto: Thomas Wingeft, quando ha appreso che la sua chiesa gli ha
chiesto di ripresentare domanda fra tre anni per essere
assunto come pastore, ha
messo su in quattro e quattr’otto un negozio di prodotti
informatici che a Stoccarda
' viaggia a gonfie vele.
Teologi disoccupati, tantissimi, questa èia novità di fine
secolo. Non era mai successo
prima. Molti teologi protestanti cominciano a guardarsi attorno e candidarsi
neH’industria o nelle grandi
, compagnie di assicurazione.
( È nato il motto autopromozionale; «Vi stupirete di quello che sanno fare i teologi».
Da questo punto di vista in
campo cattolico le cose vanno anche peggio. I candidati
al sacerdozio in Germania
nel 1995 sono circa trecento,
dieci anni prima erano quasi
mille l’anno. Anche l’importazione di preti dalla Polonia
non sembra migliorare la situazione gènerale delle voca>ziòni. Anche queste ultime
sono oggi nel mirino del movimento dissidente all’interno della Chiesa cattolica che
nella sola Austria ha già rac^colto mezzo milione di firme.
Ma ritorniamo alla nostra
questione iniziale: il protestantesimo tedesco, 450 anni
dòpo Lutero, è oggettivamente in crisi? Risponde il
dottor Klaus Engelhardt, presidente della Chiesa evangelica tedesca e vescovo del Badén. «Il protestantesimo - dice Engelhardt - si trova in
crisi esattamente come si trova in crisi, né più ne meno, la
nostra società. Le differenze
sociali sono aumentate, è
sempre più difficile orientar- ^
si, prevale un senso di smarrimento. La ricerca di significato dell’esistenza e di sicurezza'conducono spesso al
fondamentalismo. Il protestantesimo cbn questa costellazione di problemi ha, su
scala mondiale, sul piano religioso e politico, molta esperienza. Fin dalle sue origini il
dibattito sulla libertà del cristiano ci ha condotto a consensi e divisioni, a tensioni e
difficili ricomposizioni, a
comproméssi é riconciliazioni. La cultura della difesa della libertà, la ricerca dell’unità
malgrado le differenze, l’obbligo morale di dire la verità,
il dibattito a tutto campo,
questo e altro ancora appartengono da secoli alla fatica e
alla storia del protestantesimo. Questo grande patrimonio di esperienza che ha cercato nella Scrittura un riferimento vivente può essere
utilizzato nelPaffrontare e risolvere i problemi attuali della società».
Facciamo allora subito un
salto in avanti e cerchiamo di
capire quale molo possa avere il protestantesimo nella
costmzione dell’Europa: «La
tematica dell’unità europea precisa Engelhardt - è giàv
dalla fine degli Anni ’80 all’
attenzione delle chiese evangeliche in Germania. Sono
persuaso che il protestantesimo in Europa avrà sempre di
più, socialmente e culturalmente, un molo importante.
Questo non lo dico solo io
ma era anche stato rilevato
nel 1992 in vm’inchiesta condotta dall’allora presidente
della Comunità'europea, Jacques Delors. Dall’ingresso di
Danimarca e Inghilterra nell’Europa comunitaria la visione iniziale centralista e
cattolica dell’Europa evolve,
per forza di cose, verso una
nuova visione pluralistico-federativa. Con l’ingresso della
Svezia e della Finlandia, paesi al 90 per cento luterani,
quest’ultima visione diventa
ancora più concreta».
(primo di una serie di articoli)
Il vescovo luterano Klaus Engelhardt
Riforma
Via Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
Via Fona, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via dei Miliari 10064 Pinerolo
DIRETTORE: Giorgio GardioI VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, Emmanuete Paschetto
REDATTORI: Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia. Alberto Corsani.
Avemino Di Croce, Fulvto Ferrarlo. Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena Mattinai, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Roslan, Piervaldo Rostan, Marco Schellenbaum, Federica Toum, Florence Vinti, Raffaele Volpe AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia ABBONAMENTI: Daniela Aotis FOTOCOMtoSIZIONE: Aec s.r.l. Mondovi - tei. 0174/551919
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c, Mondovi - lei. 0174/42590'EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis -10125 Torino.
Tariffe inserzioni pubbiicitarie; a moduio (42,5x40 mm) £ 30.000 Partecipazioni: mllllmetro/colonna E1.800 Economici; a parola £ 1.000.
Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce re^strata dal Tribunale di Pinerolo con il n.
176 del 1* gennaio 1951. responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 6 del 9 febbraio 1996 è stato consegnato per l'inoltro postale all’Ufficio CMP Nord,
via Reiss Remoli 44/11 di Torino mercoledi 7 febbraio 1996.
La nuova serie di «Italia settimanale»
Gli italiani sono figli di mamma?
Da «Santa Madre Chiesa» alla «Mamma Pàtria»
tutti gli italiani aspettano la salvezza dalle 'mamme?
RITA GAY
La nuova serie di «Italia
settimanale», che si apre
senza particolari presentazioni, sforna il n. 1 che è in
gran parte dedicato al tema
annunciato in copertina:
«Stramaledette madri». L’occhiello dice: «Un popolo, tante mamme. Quelle dei politici, quelle della mafia, le metafore e i figli di buona donna. Ovvero, come ci si può
rovinare per troppo amore».
Diciamo subito che queste
promesse non vengono affatto mantenute. Siamo senz’altro d’accordo che faccia bene
alla salute degli italiani demitizzare (se mai ci si riuscirà) la figura della mamma
e quindi ci piace ogni forma,
garbata o mordente di intelligente ironia, a proposito di
mammismo, ma francamente la lettura di questi contributi non ci è sembrata all’altezza di tale compito. Sembra che siano stati messi insieme senza una qualsiasi linea unitaria di fondo, senza
un minimo di criterio, e anzi
evidenziano un certo disordine che dà l’impressione di
una giustapposizione Casuale. L’incisività degli interventi, poi, lascia piuttosto a desiderare: nessuno di essi mantiene la promessa contenuta
nel titolo generale così che
alla fine ci si domanda; a che
scopo? Qual era l’intento dell’impresa?
Cerca di spiegarlo il redazionale dal titolo «Mamme
d’Italia», da cui apprendiamo
che il richiamo alla mamma
costituisce «l’unicò filo rosso
in grado di dare un senso unitario ai vari frammenti che
compongono quel mosaico
caotico ma vivente che è oggi
la società italiana». E pare
proprio che qui si parli, per
analogia, del contenuto di
questo dossier, dove gli arti
TRAMALEDETTE IlADR
'La copertina della nuova serie di «Italia settimanale»
coli caoticamente accatastati
hanno in comune il solo fatto
di parlare tutti di una qualche
mamma. «Che poi questa assuma le sembianze di mamma Rai 0 di mamma Stato o
che qualcuno sogni il ritorno
di mamiha De importa poco»,
visto che siamo tutti «figli
(quantomeno in senso culturale) di Santa Madre Chiesa».
L’articolo conclude con un
appello: «Torniamo alle nostre mamme e teniamocele
ben strette. Anzi: confidiamo
in loro per oltrepassare l’attuale fase di confusione politica, sociale ed economica».
Non c’è ombra di ironia in
tutto ciò, nessun riscatto.
Gli interventi che seguono
riguardano mamme note e
ignote, concrete e astratte,
sacre e profane. Testimonianze, ricostmzioni, inteiyi-,
ste si alternano senza alcun
ordine e confermano l’impressione di banalità e superficialità. Tutto fa mamma,
comunque ci si comporti.
Ancora ci si chiede: che senso
vuole avere tutto questo? Ma
forse, se davvero gli italiani
sono quei figli di mamma che
vengono qui descritti, e dalle
mamme si aspettano la salvezza socio-economico-politica di Mamma Patria, allora
questo numero può davvero
piacere a tutti...
Quale soluzione alla crisi del sistema politico italiano?
Attenzione al gioco dell'ingegneria
istituzionale. È pericoloso per la democrazia
SERGIO PASETTO
Al punto in cui si è giunti
con la situazione politica
nazionale mi pare si possano
fare alcune riflessioni, necessariamente schematiche:
1) La ricerca dell’accordo
tra le coalizioni di centro-destra e centro-sinistra ha avuto un andàmento perlomeno
confuso; a tratti è sembrata
una ricerca tra Forza Italia e
Pefs più che un accordo generale tra tutte le componenti
dei due poli. Da qui una
comprensibile impressione
di altri elementi che hanno
indotto i due maggiori contraenti ad accordarsi: la paura delle elezioni da una parte
e la necessità di avere un ruolo di rilievo al momento delle
note vicende giudiziarie
dall’altra. Una coalizione merita un ruolo maggiore se si
ritiene che il maggioritario
sia una realtà, altrimenti pensiamo di nuovo a un ritorno
al vecchio sistema proporzionale con buona pace dei referendum e della volontà popolare. Sarebbe interessante
sentire, al di là delle rassicurazioni date a livello propagandistico, che cosa si pensa
di fare delle due coalizioni, e
soprattutto dell’Olivo.
2) Berlusconi è apparso un
leader molto in difficoltà egn
linee mutevoli e politicamen
te fragili. Nel confronto con
D’Alema è parso conoscere
poco la materia costituzionale di cui si dovrebbe trattare e
questovspiegherebbe anche il
suo difficile staccarsi dall’influenza di Fini. Forza Italia rimane un partito che non c!è,
ma non esiste nemmeno un
movimento, un centro di elaborazione politica, un raccordo con i cittadini che si vorrebbe rappresentare. Esiste
un’azienda, una concentrazione finanziaria, un trust
dell’informazione, con alle
spalle poteri forti che soccorrono, con un corpo che non è
in grado di sviluppare una
presenza politica qualitativamente significativa. L’accordo, se si fa, si fa con questa
realtà, non con i sogni di una
destra conservatrice europea
che in Italia non si vede.
3) La sinistra, almeno il
Pds, ma appare anche la parte laicò-socialista (nei suoi
vari pezzi sparsi), pare aver
riscoperto il compromesso
tattico che è stato gran parte
della sua storia (con la Chiesa
cattolica, col capitale pubblico, con quello privato, ecc.),
ma con giustificazioni meno
forti di quelle del passato. Bene ricorda Vattimo, sulla
Stampa di venerdì 2 febbraio,
che il compromesso storico
di Berlinguer era dettato da
un incontro tra due grandi
realtà popolari, quella cattolica e quella comunista, che
avevano in Italia una base
molto larga di consènsi, non
solo elettorali ma di culture,
di storia, di costumò ed era
nata in un momento grave
nel paese per la presenza del
terrorismo che creava una situazione di tensione e di
emergenza anche nell’uso
della legge.
Sia chi è stato favorevole,
sia chi era contrario non può
negare che una legittimazione veniva al compromesso
storico da quelle dignitose
ragioni che Vattimo ha ricordato. Non è necessario spendere tante parole per dire che
ora non si vedono ragioni di
quel tipo, ma soltanto una
mancanza di capacità politica e una povertà di proposte.
Allora la costruzione di forze alternative che si confrontano di fronte all’elettorato e
governano e si oppongono in
un sistema maggioritario,
com’è quello che si è scelto,
continua 0 viene rinviata in
un genetale abbraccio per
l’ennesimo compromesso,
per una mediazione di basso
livello? Rifaremo le regole per
una riforma istituzionale e
poFsi va al confronto democratico 0 si continua per molto tempo a rimpallarsi soluzioni impraticabili o pericolose per la democrazia?
il manifesto
Le tavole valdesi
fanno bene alla
sinistra
h
I - ii
Valentino Parlato, direttore
de II manifesto intervenendo
in replica a una lettera dell’
on. Fulvia Bandoli (Pds), critica dell’atteggiamento del
giornale verso l’accordo perii
governo Maccanico, riporta
una curiosa definizione di
«tavole valdesi» di Alfiero
Grandi (segreteria Cgil) che
dovrebbero permettere l’incontro di tutta la sinistra.
Scrive Paflato su «Il manifesto» del 6 febbraio; «Nelle circostanze date sono due segni
di speranza. Sia chiaro la situazione è quella che è e mi®,
pare velleitario o inutile pro-"^
porre forme di unità delle sinistre. Ma possono crescere
nel paese iniziative comuni,,
nelle quali il peso delle persone sovrasti quello delle sigle,
Alfiero Grandi, intervenendo
alla riunione di via dei Frentani, ha proposto una o molte
“tavole valdesi’’. Tavole non
gerarchiche, non di sigle, ma
di persone con un comune
sentire. È una possibilità dà
sperimentare, ma da sperimentare su contenuti, proposte. Presidenzialismo e governissimo passeranno, appiattiranrio i problemi sotto il rullo
compressore della indiscutibile governabilità. E su questi
problemi, sull’analisi e la proposta, che le sinistre possono
ritrovare momenti di unità)
nelle cose, liberandoci dail’i
incertezza del disorientamení
to e dai vincoli del settarismi
dai quali tutti, più o menoi
siamo afflitti. Le “tavole vaidesi” possono servire a que-/
sto: a mettere sotto esame le
questioni dell’orario e dellì
domenica lavorativa alla Pi-i
' Ile
pini i
visivi
done
ne re
pubi
scors
Sui
un d
raccc
e, SOI
tere t
La
Sir
AN
/Xse
sta e
derlo
uria ci
«Sacre
derio
«peri
chiari
.ni», rr
la sua
questi
trario,
tutti i
«sinde
darec
Laq
è stori
di eia
colo),
molti (
fola d
dente
gno» p
rènze
lanosi
Enc
«pittui
al mis
senso
lénzic
relli, e del Giubileo a Roma; lei'
questioni della scuola e della|
ripetitività del movimento ‘
degli studenti. Le questioni^
fattuali sono tante e su queste»
dobbiamo misurare>ir nostro|,
essere di sinistra». f)
L’altra speranza, per la cro-f,
naca, è l’apertura di un dibat-.fc
tito proprio su «Il manifesto*.!
diabil
«Quest
mSe(
s^o
12,39)
tadiG
stero (
guato
giti» pi
dere. I
chiesa
traria ì
noto.1
una pr
a diffic
«sacro:
LA STAMPA
Ma i
Protestantesimo:
un^ameba
Su La Stampa del 9 feb-i
braio Sergio Romano, presentando una ricerca del cattolico inglese Brian Urquhart,
«The Pope’s Armada» (L’arr
mata del papa) che affrontai
problema dei movimenti reli-;
giosi cattolici, tenta un rei'
franto tra le sette delle varie
religioni: «Mentre il protestantesimo, in particolare, t
un’ameba che il peccato originale di Lutero condannai
scindersi e a spezzarsi, il caF
tolicesimo romano riesce e
preservare il capitale delle
propria unità. Anziché lasciare che ciascuno vada perle
propria strada, Roma, nei limiti del possibile, preferiscai
accettare le stravaganze spirituali delle sue frange, fam®
il miglior uso possibile e accomodarle in una stanza della casa comune. Come i fraH''
cescani nel ’200 anche i
vi movimenti religiosi fifl*'
ranno per rientrare nell’or®ne, conformarsi alla discip“)
na dei vescovi, accettare i“
buon grado quella combing
zione di spiritualità e
crazia che è la ricetta vince®:
te della Chiesa cattolica».
vogliono collaboraré
questa rubrica a inviarci ni
tagli di pubblicazioni.
guente
non pi
tesi 0 <
solo il
sia un
utilizzi
me «ic
stione
come fi
f Se gii
ticana
quie (i
Po) em
vo sull
Torino
ti storii
ue mes
Leone
dopo li
Possibi
questo
DLe
Iteniig
cosa se
lu nosti
tempo
ue, una
uonun
prof. G
tUolti t
questi I
•¡enti. I
dte per
rispetti
tesimlii
^revem
esteso ;
'Mistero
l^o delle
^hde
Panonii
Invitiamo 1 lettori cW
mmi
Postra 1
che era
21
venerdì 16 FEBBRAIO 1996
I
IKSi^BSiS
Pagina Dei Lettori
PAG. 1 1 RIFORMA
;■*
sto
Idesi
alla
irettore
enendfl
ira dell’
ds), crinto del
10 perii
riporta
ione di
Alfiere
gii) che’i
ire l’intra.
manifeelle cirre segni
ro la si; è e mi
:ile predelle simescere
:omuni,
e perso
le sigle
enendo
ei Fren
0 molte
ole non|:
igle, ma
:omune
)ilità dà
a speri, propoe goverippiattiD il rullo
discutiu questi
e la prò-Il
possono '
11 unità
3ci dalfi
itamem-}
ttarism^
) meno|
mie vai'
a a qu^ '
isame le'
1 e della '
alla Pi-{j)
lomailef;
a e della
1 mentoaestiont
u queste
il nostro
;r la eroin dibat
aifesto». "
IPA
simo;
1 9 feb-’
IO, predei catrquhartii
a» (L’ar-'
ffrontai'
enti reli*
I un raf
die varie
1 prote:olare,|
cato oridanna*
si, il cat’i
riesce a
ile della
lé lasciala perla
a, nei b'
referisce:
inze spi'
ge, farne,
(ile e acmza del'
le i fra#'
le i nuO',
osi fini'
lell’ordi'
discipl||
ettare
ombina'
e burn
1 vinceO"
ica».
ori che
irare •
darci n*
ni. ■
> Il commento di Carlo Papini alla trasmissione televisiva «Format» sulla Sindone ha già suscitato alcune reazioni che sono state
pubblicate nei numeri
scorsi.
Sull’argomento apriamo
un dibattito tra i lettori,
raccomandando la brevità
e, soprattutto, di non ripetere argomenti già detti da
altri. Riteniamo infatti che
il problema delia «religiosità popolare», delle immagini, deUe icone, non possa
essere accantonato nel dibattito ecumenico. In campoprotestante è nota la posizione di Giovanni Calvino
che esprime il rifiuto più
netto di ogni immagine:
«Dio è Spirito: è dunque
escluso che qualcuno pos
sa adorarlo altrimenti che
in Spirito». Questa posizione è stata per molto tempo
dominante nel protestantesimo italiano che ha
sempre pensato che l’immagine non può che prendere l’apparenza delle cose
e non la realtà. Se essa pretende di mostrare la verità
trascendente dell’Evangeio, diventa idolatria.
In questi ultimi tempi la
riflessione sui media e sulle
altre tecniche ha modificato un po’ la posizione protestante. Si sono riscoperte
alcune pagine di Lutero e
Zwingli che considerano
«utili» le immagini per
l’adorazione e la salvezza.
Comunque la posizione
protestante è quella di dare
alle immagini al massimo
un ruolo didattico o spirituale (sentimentale).
La Sindone e la cerimonia della sua ostensione
possono avere questo carattere: hanno senso in questa
prospettiva tutti gli sforzi
(scientifici e non) per dimostrare l’autenticità del
lenzuolo che avrebbe avvolto Gesù?
Il dibattito è aperto.
® Una risposta alle osservazioni di don Ghiberti L'ostensione dqlla Sindone e l'ecumenismo
La questione deirautenticità della Ciò che importa è la coerenza
Sindone non può essere accantonata evangelica per la testimonianza
CARLO RAPINI
ANCH’IO stimo molto il prof. Giuseppe Ghiberti come serio biblista e mi dispiace sinceramente vederlo assumere la difesa d’ufficio di
uria causa perduta come quella della
«Sacra Sindone». Egli esprime il desiderio di «giungere ad un confronto
aperto, fondato sulla fiducia, per
chiarirci le nostre reciproche posizioni», ma non mi sembra proprio che
la sua lettera sia un primo passo in
questa direzione, anzi è tutto il contrario, perché riprende acriticamente
tutti i più vieti argomenti dei ben noti
Í j, «sindonologi» a cui mostra di accordare cieca fiducia.
La questione di fondo che ci separa
è storica e risale addirittura all’epoca
di Claudio vescovo di Torino (DC secolo). Per il prof. Ghiberti (e per i
molti che la pensano come lui) la parola della predicazione non è sufficiente: è necessaria l’«icona» o «sepo» per riflettere sulle terribili soffetenze inflitte a Gesù, a cui dobbiamo
la nostra redenzione.
E non basta neppure una semplice
«pittura» ma è necessario fare ricorso
al mistero, al «numinoso», cioè al
senso del «sacro». Ammetto che l’inienzione sia buona ma il «mezzo»
ifâato la corrompe in modo irrimediàbile. Gesù stesso ebbe a dire:
«Questa generazione chiede un segno,
mafegno non le sarà dato, tranne il
s'e^o del profeta Giona...» (Matteo
12,39), cioè la morte e la tomba vuotadi Gesù stesso. In tutto il suo ministero Cristo non ha mai accompagnmo la sua predicazione con «segtti» prodigiosi che aiutassero a credere. Per almeno sei o sette secoli la
chiesa cristiana è sempre stata conttaria all’uso di «icone sacre», come è
noto. È tempo che la chiesa torni a
una pratica più evangelica e cominci
a diffidare dell’uso corrompente del
«sacro».
t Ma il punto fondamentale è il seguente. La questione dell’autenticità
non può più essere.messa tra parentesi 0 accantonata. Se rimane anche
solo il sospetto che questa Sindone
sia un falso, essa non può più essere
utilizata in buona fede neppure conte «icona della passione». La questione va affrontata coraggiosamente,
'conte fece il card. Ballestrero.
Se già nel 1902 la congregazione vaticana delle indulgenze e delle reliquie (i massimi competenti nel campo) emise il famoso responso negativo Sull’autenticità della Sindone di
Torino [non sustinetur), in base ai da- .
n storici risultanti all’epoca (decisiorie messa a tacere dal papa di allora,
JjCOne XIII, per motivi politici) oggi,
dopo le recenti scoperte, non è più
possibile riproporre l’autenticità di
questo reperto. Vediamo perché.
1) Le analisi del C14 compiute dai
ue migliori istituti mondiali sono una
cosa seria e hanno un effetto decisivo:
nostra Sindone non può essere del
®mpo di Gesù, quindi è un’imitaziouna «copia» senza alcun valore, se
J|un un falso. Come biblista serio Lei,
^uf. Ghiberti, deve ammettere che i
^olti tentativi fatti per invalidare
questi risultati sono penosi e squalifi9nti. Dobbiamo forse concluderne
per alcuni cattolici la scienza è da
[’Spettare solo quando conferma le
^®siieligiose?
, 2) I dati storici che ho riassunto
gemente (ma che sono esposti per
steso nel mio libro La Sindone: un
che si svela, 1982) sono il fimt_ delle approfondite ricerche di un
luride storico francese, il sacerdote e
,f*.ttt>nico cattolico Ulisse Chevalier
Ptimi del ’900). Egli ricostruì sui
.Conienti dell’epoca la storia della
stra reliquia dimostrando appunto
® era stata «donata» come segno di
riconoscenza a un piccolo feudatario
francese (Goffredo de Charny) per
aver partecipato nel 1346 alla liberazione di Smirne dai turchi. È questa la
prima notizia storica sicura della Sindone, che dimostra: a) la sua origine
orientale, bizantina; b) la sua origine
come «copia» (figura seu representado) della vera Sindone di Gesù. Molto
istruttiva è anche la storia seguente
della lotta del vescovo di Troyes per
impedire lo sfruttamento «sacro» della presunta reliquia. Se Lei, prof. Ghiberti, si stupisce di questi dati storici
ormai accertati è perché i sindonologi
li hanno sempre tenuti nascosti.
3) L’esperimento e l’analisi scientifica compiuti dal prof. Vittorio Pesce
Delfino, antropologo dell’Università
di Bari, sono una cosa molto seria e
non è ammissibile che siano liquidati
sbrigativamente come Lei ha fatto.
L’esame spettrofotometrico delle immagini da lui prodotte ha dato risultati identici a quelli compiuti sulla
Sindone e questi sono dati oggettivi.
Se li si vuole contestare lo si faccia a
livello scientifico.
Come si permette di affermare che
«non sono cose serie»? Il suo argomento che «di quei teli non si è più vista traccia» è a dir poco risibile. Personalmente conservo nel mio studio
uno di questi teli con l’immagine del
volto di Cristo riprodotta mediante il
metodo del bronzo riscaldato (dono
del prof. Pesce Delfino) e lo tengo a
Sua disposizione. Qui non si tratta
tanto di notare le somiglianze o meno
con l’immagine sindonica ma di valutarne i dati spettrofotometrici che
permettono di stabilire che l’immagine è stata prodotta da una strinatura
a caldo del tessuto. Il libro di Pesce
Delfino è a livello scientifico. Anziché
contestarne i dati si è preferito ignorarlo o deriderlo. Per la cronaca: non
è stato possibile presentarlo pubblicamente a Torino. Non è questo un
indizio di malafede?
Finché si continuerà a ironizzare
sul lavoro di scienziati seri solo perché vanno in senso contrario alle speranze dei sindonologi, è molto difficile che si possa giungere a un «confronto aperto fondato sulla fiducia» e
ancor più a utilizzare lo spirito ecumenico (che pure talora ci unisce) per
una «pastorale sindonica» comune,
davvero a mio avviso improponibile.
ALBERTO TACCIA
ALL’INDOMANI delle manifestazioni della Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani, da tutti positivamente descritte e valutate, ecco
riapparire la questione della «Sindone» che fa emergere Tirriducibile dissenso delle chiese evangeliche su
questo argomento. Alcuni se ne sono
rallegrati e, in vista delle prossime «ostensioni», si preparano a risfoderare
e lucidare gli arnesi dell’arsenale antipapale. Come si ricorderà la questione fu affrontata con dovizia di documentazione a Torino nel 1978 in occasione dell’ultima ostensione; la
Claudiana in quegli anni pubblicò
ben quattro libretti su quel tema: gli
argomenti erano quelli ma generalmente il linguaggio del dibattito è
delle dichiarazioni era spesso polemico e accusatorio. Oggi, in piena atmosfera ecumenica, che cosa può essere
cambiato? Proverò a fare al riguardo
alcune considerazioni.
1) Anche la questione relativa al significato e alla legittimità evangelica
della Sindone nel cattolicesimo deve
essere oggetto di confronto all’interno della logica ecumenica che implica chiarezza, lealtà, autenticità non
disgiunte dalla disponibilità alì’ascolto e allo sforzo di Comprensione
delle reciproche posizioni in un atteggiamento di rispetto e fraternità
nell’obbedienza alla comune parola
del Signore.
Non dimentichiamo inoltre che il
problema è anche presente all’interno stesso del cattolicesimo, in uno
sforzo di rilettura e reinterpretazione
dei termini della tradizione ecclesiastica, nel cammino verso una riflessione teologica e verso forme di culto
sempre più fortemente ispirate
dalTEvangelo che anche nel cattolicesimo sta guadagnando un posto sempre più centrale e determinante.
2) Una seconda riflessione riguarda
il problema di fondo del dissenso relativo alla Sindone e cioè, in termini più
generali, il valore delle reliquie nella
chiesa. 11^ problema si è clamorosamente aperto al tempo della Riforma
e non ancora chiuso. Dobbiamo riconoscere intanto il forte lavoro di ripulitura liturgica e culturale che al riguardo la Chiesa cattolica, specie dopo il Concilio, ha compiuto al suo in
! L'immagine, l'icona e l'iiiolatria
Occorre divulgare i valori della fede
che sono contenuti nelle Scritture
ROMANO CONTINI
LIAPPASSIONANTE dibattito che
I mi pare si profili su queste pagine
intorno alla Sindone mi spinge a chiedere un po’ di spazio per alcune riflessioni. Ho apprezzato la lettera di
Giuseppe Ghiberti in risposta a un
precedente intervento di Carlo. Papini, sia per le precisazioni che vi apporta e sia per la testimonianza di
credente che, superando ogni diatriba
sull’autenticità del panno, vede nell’
aspetto emotivo che l’immagine suscita uno strumento nelle mani di Dio
per operare delle conversioni. E ben
vengano, se nell’imperscrutabile disegno della Provvidenza ciò è vero. Ma
io, che per lunghi anni mi sono nutrito spiritualmente della mia religione
d’origine, non credo a questo tipo di
conversione. Il mio accostamento alla
parola di Dio che ha fatto di me un
credente in Spirito e Verità, ahimè fin
troppo infedele per essere preso sul
serio, mi ha fatto riflettere su quel famoso secondo comandamento che
dice di «non farti scultura alcuna né
immagine alcuna...», di «non prostrarti e non servir loro... poiché io
(Dio geloso) punisco l’iniquità dei padri sui figliuoli fino alla terza e alla
quarta generazione di quelli che mi
odiano...» (Genesi 20,4-6).
La prospettiva temporale della conseguenza dell’errore dei padri fa credere che molte generazioni ne saranno vittime inconsapevoli, proprio
perché Terrore si inserisce subdolamente nelTimmaginario collettivo
che, di lì a poco, diventa idolatra.
Per l’amore verso il nostro unico
Dio che ci salva in Cristo, io auspico
non Tostensione della Sindone, ma la
divulgazione dei valori della fede (che
non sono valori della religione) contenuti nella Sacra Scrittura, senza eccezioni o stravolgimenti, per dare forza a un’etica cristiana che sembra vada appannandosi sempre più.
terno e l’importanza sempre più marginale che questo aspetto della pietà
assume nella fede dei cattolici più
sensibili e avvertiti.
La posizione evangelica, pur rimanendo aperta, è molto semplice. Il divieto di rendere un culto, sotto qualsiasi forma, a oggetti e immagini, affermato nei comandamenti e più volte
ribadito nei Vangeli, pone le basi per
una forte e seria revisione al conferimento di attributi di sacralità a oggetti, luoghi e istituzioni e alle pratiche di
culto ad essi connesse. 1
In questa prospettiva il problema
dell’autenticità della Sindone appare
addirittura irrilevante. Anche se fosse
inoppugnabilmente dimostrato che la
Sindone è il vero sudario e l’immagine
la vera icona di Gesù crocifisso, il problema di fondo non sarebbe sostanzialmente modificato. Non possiamo
dimenticare infatti la totale assenza di
preoccupazione relativa alla ricerca e
conservazione di oggetti facilmente
identificabili come autentici, collegati
alla vita terrena di Gesù, da parte degli
scritti del Nuovo Testamento e della
tradizione dei primi secoli della chiesa. «Se anche abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora però non lo
conosciamo più.così (...) le cose vecchie
sono passate» (II Corinzi 5,16).
Gli angeli, alle donne che vengono
al sepolcro per imbalsamare il corpo
di Gesù, dicono: «Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è qui, è risuscitato» (Luca 24, 5) e ancora: «Beati
coloro che non hanno veduto e hanno
creduto» (Giovanni 20, 29). Una Sindone autentica acquisterebbe un indubbio valore storico e culturale, meritevole di una degna esposizione museale, ma non aggiungerebbe nulla alla fede in Cristo Signore che si rivolge
a noi oggi, non per mezzo di reliquie e
immagini, ma con la forza della sua
Parola vivente e la luce del suo Spirito.
3) La sfida che la chiesa di Roma è
chiamata ad affrontare con la proclamazione del Giubileo (a cui è collegata Tostensione della Sindone) è grande. Può essere ancora una volta
un’operazione di facciata, un’affermazione di prestigio e di potere con
risvofti economici non indifferenti, in
vista di un rilancio del sacro, per una
operazione di riaggregazione ecclesiastica con larghe concessioni'à quella
religiosità popolare fatta appunto di*
esteriorità liturgiche e rituali, immagini, reliquie, miracoli e parecchia superstizione. Ma d’altra parte può diventare un’occasione per affermare e
vivere l’autenticità evangelica che
chiede conversione e vita nuova, impegno di testimonianza e che implica
una fede che, per crescere, non ha bisogno di vedere e toccare, ma di udire
(«...e l’udire si ha per mezzo della parola di Dio» , Romani 10,17).
Noi non ci sederemo «sul banco degli schernitori» né sulla poltrona del
giudice, consapevoli come siamo dei
nostri limiti, ma seguiremo con fraterna attenzione e anche nella preghiera
il modo come la Chiesa cattolica saprà
gestirela complessa operazione giubilare (ivi compresa la rilevanza che assumerà Tostensione della Sindone).
L’ecumenismo non potrà essere utilizzato come copertura a un’operazione di potere ecclesiastico, ma come
elemento per la riaffermazione della
nota portante che non potrà essere
che la coerenza evangelica, senza
equivoci e ambiguità, in vista di quella
comune testimonianza cristiana di cui
il mondo diviso e travagliato ha essenzialmente bisogno. E la Sindone, spogliata di ogni aureola di mistero e sacralità, rimarrà il semplice simbolo
dell’immagine di quella umanità sofferente in cui il Cristo si è identificato
per annunciare il trionfante messaggio della resurrezione e della vita.
M E l'estrema
sinistra?
Leggendo l’intervista ai deputati evangelici Lino De Benetti, Lucio Malan e Domenico Maselli (Riforma n. 2) rimango sorpreso che il tutto si
risolva in un «giudizio sul governo Dini», il quale giudizio,
strano a dirsi, è negativo per il
Centro-destra (Malan) e quasi positivo per il Centro-sinistra (De Benetti e Maselli).
Certo, se al confronto si fosse
intervistato un esponente
dell’estrema sinistra, tutt’altra sarebbe stata la musica.
Ora, a mio modesto avviso,
da osservatore spero attento
delle cose della politica viste
con l’occhio del protestante
impegnato, quel che ci dovrebbe interessare di più come «minoranza significativa»
(significativa per noi o per gli
altri?) è la situazione concreta
del nostro prossimo, specie se
povero o sprovvisto: il disoccupato, il disabile, l’anziano
solo o malato, il disperato
ecc. So che Domenico Maselli
è seriamente impegnato con
gli immigrati e per la difesa
della libertà religiosa, e gli
facciamo i migliori auguri. Ma
siamo ansiosi di sapere che
cosa bolle in pentola sul terreno ancora più incisivo della
disoccupazione e della delinquenza non solo minorile.
Giovanni Gönner-Roma
Il costo del
funerale
Alcune brevi considerazioni, suscitate dalla lettura dei
due articoli apparsi sulla prima pagina di Riforma del 26
gennaio, relativi il primo alle
proposte, avanzate dà parte
cattolica, di apportare variazioni al Padre Nostro e il secondo al còsto dei funerali in
Romania. Non mi è chiaro se
le variazioni al Padre Nostro
sono destinate a essere inserite nelle traduzioni del Nuovo Testamento. Se si, allora
non posso essere d’accordo:
la traduzione deve essere tale
e non va confusa con l’interpretazione e il commento,
che semmai troveranno posto in nota o altrove. Questo
elementare principio, come
si sa, già non venne rispettato
nella Tilc (vedi per esempio
Marco 1, 11 o Giovanni 2, 4
del tutto travisati, falsati), che
ha fornito così un esecrando
precedente.
La notizia sui prezzi proibitivi dei funerali in Romania è
interessante, ma sarebbe ancora più interessante che
qualcuno facesse una piccola
indagine per stabilire quanto
costa morire da noi (lasciando ovviamente da parte il co- .
sto di messe cantate, lapidi e
monumenti, che sono facoltativi, per quanto fortemente
condizionati da esigenze di
facciata), qual è il rapporto
tra il costo effettivo di bare e
trasporti funebri e il prezzo
che invece si deve pagare.
Del resto tutta la pratica dei
funerali, con quel che vi gira
intorno, andrebbe discussa.
Mi pare che La luce ci avesse
già provato, tempo fa, a proposito dei fiori tombali...
Arturo Geme - Torino
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Paolo Andreotti
profondamente commossi per
la grande diimostrazione di affetto
tributata al loro caro ringraziano
di cuore tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
ai pastori Giuseppe Platone e Alberto Taccia.
Torino, 5 febbraio 1996
22
^ f
...
•j
■']. ' ■
PAG. 1 2 RIFORMA
VENERDÌ 16 FEBBRAIO 1996 .]
In occasione della recente Conferenza ecumenica internazionale
«Non vogliamo un muro di Gerusalemme»
Il parlamentare israeliano David Zucker ha dichiarato di condividere le posizioni
di due influenti personalità palestinesi circa una «Gerusalemme non divisa»
Un membro importante del
Parlamento israeliano (Knesset) si è dichiarato d’accordo
con le posizioni espresse da
due palestinesi influenti, affermando che una città di
«Gerusalemme non divisa»
potrebbe essere capitale sia
di Israele che della Palestina.
Lo ha sostenuto l’on. David
Zucker, presidente della commissione giuridica della
Knesset, durante la Conferenza ecumenica internazionale che si è svolta a Gerusalemme dal 22 al 27 gennaio
scorso. Zucker ha dichiarato
infatti che un compromesso
sul futuro della città potrebbe essere raggiunto se israeliani e palestinesi avessero
un approccio più prà^atico
e cercassero con pazienza di
trovare una soluzione. A
questo proposito va ricordato che i negoziati di pace tra
israeliani e palestinesi affronteranno la questione del
futuro di Gerusalemme nel
prossimo maggio.
Per D^vid Zucker «le due
parti hanno bisogno Luna
dell’altra» e Gerusalemme ha
bisogno delle due comunità:
ma non si tratta di tracciare
una linea che divida la città,
come era, stato fatto prima
del 1967, ha sottolineato il
parlamentare israeliano per il
quale Gerusalemme potrebbe «senza alcun dubbio servire le due popolazioni come
centro delle loro entità spirituali e nazionali».
Questa posizione è condivisa da Sari Nusseibeh, presidente musulmano dell’Università Al Quds e da Alif Safìeh, inviato palestinese presso la Città del Vaticano e delegato generale palestinese
(ambasciatore) nel Regno
Unito: «Nessuno vuole un
muro di Gerusalemme» hanrio detto entrambi. Alif Safieh, che è nato nella parte
occidentale di Gerusalemme
Una veduta di Gerusalemme
(zona israeliana) deve avere
un permesso «ogni volta che
vado a casa mia». Secondo
Safieh i negoziati «non possono impegnarsi seriamente
prima dello svolgimento delle elezioni israeliane e della
formazione di un governo di
coalizione», il che dovrebbe
avvenire nei prossimi mesi.
Nusseibeh, pur approvando i
negoziati di pace, teme che
«la realtà sul terreno», cioè i
grandi insediamenti israeliani nei territori occupati, provochi ingiustizie. Se queste
ingiustizie non saranno affrontate e dibattute negli accordi finali, potrebbero portare a lungo andare ad uno
«sconvolgimento totale» della
vita della città.
Nel culto di apertura della
Conferenza, il vescovo anglicano palestinese di Gerusa
lemme, Samir Kafity, aveva
esprèsso la ferma speranza
che Gerusalemme, nota come una città di pace, sarebbe
diventata un «simbolo che
potrebbe cambiare il nostro
mondo, il punto di partenza
dell’ordine nuovo». Per Kafity
infatti Gerusalemme è la madre non solo del cristianesimo, ma anche del giudaismo
e dell’Islam: la Città Santa, ha
detto, è «una madre che ama
tutti i suoi figli allo stesso
modo. Ama i suoi tre figli, gli
ebrei, i cristiani e i musulmani. Non ha alcuna preferenza». E ha aggiunto: «Che essa
sia una città completamente
condivisa in tutti i campi e a
tutti i livelli, dagli ebrei, dai
musulmani e dai cristiani, e
che ci sia anche una condivisione della sovranità».
«Gerusalemme - ha detto
ancora Kafity - è la culla del
cristianesimo e anche le radici del giudaismo e dell’Islam
vi affondano. Nessuno dovrebbe vedersi rifiutare il diritto di pregare a Gerusalemme». Secondo Kafity «la vocazione a tempo pieno» dei cristiani «è di essere artigiani di
pace. Non guardiani né negoziatori di pace, ma artigiani di pace», ed è artigiano-di
pace colui «che ama gli altri
come se stesso».
Infine, citando le parole del
■ presidente americano Woodrow Wilson durante la prima guerra mondiale, il vescovo ha chiesto «una pace senza vittoria, affinché tutte le
parti si considerino come vittoriose. Non ci devono essere
né vincitori né vittime, né
vincenti né perdenti. È la vittoria della pace». (erti)
risultati di un recente sondaggio
I brasiliani sono cambiati
grazie ai protestanti
Un sondaggio realizzato in
Brasile rivela che i brasiliani
sono cambiati: oggi apprezzano il lavoro e lo sforzo, sono fieri del loro paese e vedono il futuro con ottimismo.
Tutto ciò sarebbe dovuto in
gran parte al ruolo delle chiese protestanti. Il sondaggio è
stato effettuato dall’Istituto
di ricerche Vox Populi, per
conto della rivista Veja. Sono
state interrogate 2.0CÌ0 persone in 25 stati del paese per
chiedere loro quale opinione
hanno di se stessi e come vedono il loro paese. I risultati
del sondaggio sono stati analizzati da 24 esperti e docenti
universitari e pubblicati sulla
rivista Veja.
Secondo gli specialisti, le
risposte indicano un grosso
cambiamento rispetto ai sondaggi precedenti dai quali risultava che la maggior parte
dei brasiliani si vergognava
del proprio paese e che la pigrizia era uno dei modelli xii
comportamento più diffusi.
Secondo uno degli esperti.
Ricardo Brinmaum, questo
cambiamento si spiega con
l’azione dei protestanti e dei
«guru», alcuni dei quali sono
molto popolari in Brasile.
«Essi [i protestanti e i guru]
dicono che il lavoro è fonte di
arricchimento personale e
inoltre affermano che essere
ricchi è una buona cosa. Non
c’è da stupirsi quindi che le
chiese protestanti attirino
molti fedeli, mentre i padri
cattolici, che fanno l’elogio
della povertà, ne perdono»,
sottolinea Brinmaum. Secondo la rivista Veja «un elemento rivelatore della nuova
mentalità dei brasiliani è la
crescita delle chiese protestanti, presso le quali i fedeli
ricevono consigli sull’importanza dell’organizzazione,
del risparmio e dello sforzo
personale per migliorare il loro modo di vita».
Fra le persone interrogate,
il 58% riconosce che i brasiliani, spesso etichettati come
pigri, stanno diventando seri
e lavoratori, mente il 31% non
ha notato differenze. Secondo
Veja, questo cambiamento si
spiega perché il «Brasile si sta
adattando al capitalismo moderno secondo cui la prosperità è il flutto del lavoro, dello
sforzo e della competitività».
Per il sociologo Reginaldo
Prandi, dell’Università di Sào
Paulo, è «l’immagine propria» delle chiese protestanti
che attira nuovi fedeli. I protestanti vengono visti come
«gente perbene, gente curata,
corretta e disciplinata, il che
li aiuta quando cercano un
lavoro». Infine, secondo il
68% delle persone interrogate, non è possibile «essere felici senza religione». (etti)
Lo hanno deciso cinque chiese Usa
Mettere in comune il potere
d'acquisto delle chiese nere
Cinque grandi chiese nere
degli Stati Uniti hanno deciso
di fare usufruire le chiese e la
comunità nere del paese del
potere d’acquisto dei consumatori neri. Grazie a questa
nuova iniziativa, la «Revelation Corporation of America», su quasi ogni acquisto di
beni o di servizi effettuato da
un membro di chiesa, l’organizzazione dovrebbe ricavare
una somma che verrebbe poi
riversata a favore delle chiese
e delle comunità nere.
La notizia è stata data il 15
gennaio scorso, giorno dell’
anniversario di Martin Luther
King, durante una conferenza stampa svoltasi a Washington, dai responsabili
delle cinque chiese nere promotrici dell’iniziativa: la
Convenzione battista nazionale degli Stati Uniti, la Convenzione battista nazionale
d’America, la Convenzione
battista nazionale progressista, la Chiesa metodista episcopale africana di Sion e la
Chiesa metodista episcopale
cristiana.
Secondo il pastore Bennett
W. Smith, presidente del battisti progressisti e tesoriere
della nuova Società, dopo
l’annuncio della notizia, «un
buon numero di imprese ha
già chiesto di far parte» di
questo sistema. Il pastore
Smith ha spiegato che le cin
Pubblicato il rapporto parlamentare ||
Com'è possibile limitare la
pericolosità» delle sette?
«
GEOFFROY DE TURCKHEIM*
que chiese utilizzeranno «il
potere d’acquisto collettivo»
dei loro membri negli Stati
Uniti (sono diversi milioni)
per «aiutare non solo le nostre chiese locali ma anche i
nostri organismi nazionali e
le nostre comunità urbane».
Gli analisti che hanno esaminato il problema della povertà neU’ambito della comunità nera degli Usa dicono
spesso che l’insieme dei consumatori neri costituisce uno
dei gruppi più importanti di
consumatori del paese, ma
che questo denaro va più
spesso a beneficio dell’espansione degli affari gestiti da
bianchi che non allo sviluppo
economico dei neri.
La nuova società, ha precisato il pastore Smith, stipulerà accordi con le numerose
imprese che hanno accettato
di versare una percentuale
sull’acquisto, da parte dei
membri di chiesa, di automobili e altri beni, di biglietti
aerei, di servizi e di chiamate
telefoniche su lunga distanza. Una parte dei profitti realizzati dovrebbe andare alle
chiese e ad altri organismi ad
esse collegati, e un’altra alla
società. Secondo Smith, i
profitti della società potrebbero essere versati ad esempio in programmi come il finanziamento delle ipoteche
sugli alloggi. (erti)
Il 10 gennaio scorso è stato
pubblicato in Francia il rapporto
parlamentare sulle associazioni'.
Esso non prevede alcuna nuova
legislazione ma indica un certo
numero di misure per limitare le
attività di certe sette, auspicando
una migliore sensibilizzazione
dei poteri pubblici al riguardo.
SENZA cadere in uno spirito di caccia alle streghe, è
lecito interrogarsi sugli effetti
a volte dannosi dell’attività
delle sette, come risulta da
un certo numero di fatti recenti. Nell’invocare chiaramente «criteri di pericolosità», la commissione d’inchiesta parlamentare sulle
sette pone chiaramente il
problema dei pericoli incorsi
dagli adepti di un certo numero di associazioni che comunemente vengono designate sotto il nome di sette.
Presentato alla stampa il 10
gennaio scorso, il rapporto
Guyard ha optato deliberatamente per un approccio
pragmatico del fenomeno
delle sette e, di fronte alla difficoltà di dare a quest’ultimo
una definizione precisa e
obiettiva, ha preferito porre
l’accento sulle conseguenze
spesso nefaste, a volte drammatiche, delle loro attività.
Riferendosi a «un certo numero di scelte etiche che non
cerca di nascondere», la commissione denuncia cosi alla
rinfusa: i tentativi di destabilizzazione mentale, il carattere esorbitante delle esigenze
finanziarie, la rottura forzata
con l’ambiente d’origine, i
danni all’integrità fisica, il reclutamento dei bambini, il discorso antisociale, il turbamento dell’ordine pubblico,
l’importanza delle cause giudiziarie, il sottrarsi ai circuiti
economici tradizionali, i tentativi di infiltrazione dei poteri pubblici. Come si vede,
questi rimproveri rivolti alle
sette muovono da criteri relativamente soggettivi e possono riguardare fatti difficili da
individuare sul solo piano
giuridico: in nome di che cosa, ad esempio, sarebbe possibile vietare un discorso antisociale, o a partire da quale
importo i contributi finanziari potrebbero essere considerati esorbitanti? Di fronte a
tale difficoltà, i membri della
commissione sono giunti alla
conclusione che, da un lato,
non era il caso di modificare
l’attuale legislazione e che,
d’altra parte, sarebbe del tutto inopportuno dare alle sette
uno statuto giuridico specifico. Per Jacques Guyard, «è
stato impossibile dare una
definizione positiva di ciò che
si intende per setta. Una nuova legge poteva riguardare solo la manipolazione mentale,
il che sarebbe apparso giustamente come un semplice
processo d’intenzione».
Ma se la commissione parlamentare ha fatto la scelta di
non legiferare, è anche perché è emerso che la legislazione esistente è perfettamente adatta. Contrariamente ad altri paesi, come la Svizzera, l’arsenale legislativo esistente è addirittura molto accorto. Così, ad esempio, la
nozione di incitamento al
suicidio è nota al legislatore e
può pertanto dare luogo a indagini: consente quindi di assumere misure di prevenzione e di protezione nei confronti delle persone minacciate. Tutto il problema, ritiene la commissione, nasce dal
fatto che l’attuale legislazione
viene applicata in modo del
tutto insufficiente e che troppo raramente i poteri pubblici prendono l’iniziativa di simili misure quando ovvi pericoli minacciano adepti o
membri della loro cerchia.
«È giocoforza constatare
f
che le misure previste nel
rapporto Vivien, malgrado il
loro interesse e la lóro semplicità, sono per lo più rimaste lettera morta» aggiunge il
rapporto dell’attuale commissione. Col senno di poi,
può dispiacere infatti che, allora, il rapporto Vivien^ (pubblicato nel 1985) non abbia
suscitato altro che un dibattito strettamente giuridico (bisogna o no legiferare contro
le sette?) e che di conseguenza le misure concrete che
prevedeva non abbiano molto attirato l’attenzione. I parlamentari chiedono quindi
un’effettiva attuazione di
queste misure e soprattutto
una mobilitazione dell’apparato amministrativo. Essi si
meravigliano dell’inerzia di
certe istanze pubbliche che
normalmente dovrebbero essere in grado di evitare certi
drammi. Auspicano in particolare che i giudici, i poliziotti, nonché i lavoratori sociali
e gli insegnanti, siano oggetto
di una sensibilizzazione particolare al riguardo. Ci si può
stupire infatti che gli stessi
giudici, in particolare i magistrati della Procura, siano così prudenti nel loro modo di
condurre le procedure giudiziarie avviate contro i dirigenti delle sette (...). Per esempio, non è normale che
pratiche finanziarie chiaramente illegali non siano
maggiormente perseguite.
Rimane il problema di fondo, ossia la causa dello sviluppo considerevole dell’attività delle sette. Pur non avendo la pretesa di trattare quest’aspetto, il rapporto della
commissione parlamentare
fornisce elementi molto interessanti. A partire dalle indicazioni date dalle «Informazioni generali», il rapportò,
constata che, se il numero
delle associazioni che possono essere considerate come
sette non è realmente aumentato da dieci anni a questa parte, in compenso il numero dei loro adepti si è accresciuto moltissimo. Sono
state rilevate due tendenze
caratteristiche: il posto crescente di nuovi movimenti
che si sviluppano a scapito
delle sette classiche e tradiziopali: il cambiamento di so
ciologia nella misura in cui f ■
------------: —che ®
questi nuovi movimenti,
spesso pongono l’accento
sulla nozione di «sviluppo
personale», toccano oggi un
pubblico più giovane e più
qualificato (medici, ingegneri
e quadri, ecc.). Il loro modo
di organizzarsi rimane invece
generalmente identico, sena-,
pre basato su un sistema piramidale e a compartimenti
stagni. In quanto all’elenco
delle devianze più volte verificatesi, il rapporto parla soprattutto di diffamazioni e di
denunce calunniose, di frodi
fiscali, e del non rispetto della
protezione e dell’educazione
dei bambini. È sicuramente
su quest’ultimo punto che le
misure previste dai parlamentari devono essere prese
sul serio dai poteri pubblicii
ma anche da tutte le istanze
sociali in grado di intervenire.
ir.
(1) Il rapporto esclude dal prò*
prio campo investigativo le «n0‘
noranze religiose» e la rnagg)®'
parte delle chiese indipendeno.
(2) Nel 1985 la Federazione
protestante di Francia (Fpf) a'’®'
va espresso riserve nei confroO"
del rapporto Vivien e auspicai®
che le innovazioni prwoste no«
facessero oggetto di alcuna traduzione legislativa o regolamentare particolare. D’altra pati®. * ■
Fpf aveva contestato un progen
di risoluzione del Parlamento e«
ropeo relativo ai nuovi mo®'
menti religiosi neU’ambito
Comunità europea.
■fi.:
* Redattore dell'agenzia «BiP
della FederazUF^
protestante di Frar^'‘‘
5
(c
m
bi
so
dt
ri,
Pi
te
th
se
Q
vi
m
SI
Pi
gì
et
ai
1
ai
tTi
ir
P>
le
di
CI
k
b
SI
k
a
d