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A.u.o'l.xxvm . N. 45 ' '
TORRE PELLI CE, 12'Novembre 1948
Sftuili^ioue^ MI nbhnniiiiiienin postale - 1 Gruppo
DELLE
SETTIMANALE DELLA
oCor fai al e poienza
di un idolo
T 'cjtifeodio \ivact'. e (Ifamrnaliio narralo da laica rud cajj. 19 ile«li
Lj Atti apostolici è conosciuto sotto il nome di « tumulto di Efeso ».
Quale fii la causa di qtieeto tumulto? Superstizione, idolatria e fanatismo, strettamente legati alla vanità, di un portento ed alla fonte di
lucro che ne deriva. .
Verso la fine dell’anno 54, Paolo era tornato ad Efeso per via di
Ulta, e.V era rimasto sino alla primavera del 57, lavorando prima fra
i Giudei, molto numerosi, e poi fra i pagani.
In fondo ad uno dei golfi frastagliati che il mare Egeo scava nel
vasto promontorio dell’Asia Minore, alla foce,, allora aperta, del Gaysilo. Efeso era, ai tempi di Paolo, la capitale di quella regione dalle
(cnlo città » t hè i Romani chiamavano; la protincia d’Asia. Un lago
in comunica^'ione col fiume, le apprestava un porto ideale; il Panoruio; Un altro porto artificiale scavato in piena terra e-collegato col primo da un canale di due chilometri, permetteva alle navi^di arrivare
sino al centrò degli affari, non lontano dall’immensa piazza del mtrcato circondata di colonne, e del potente anfiteatro, ai piedi delle
colline su cui si adagiava la città. - v
Efeso andava famosa specialmente per il. culto di Diana, e del suo
tempio ohe era una delle sette meraviglie del mondo. I più ferventi
adoratori della dea erano degli Orientali; i Greci, più illuminati,
seppero astutamente speculare sui numerosi pellegrinaggi che attiravano folle enormi di forestieri. Così venne sviluppandosi rapidamente
tutta una industria ed un’arte sacra che' produceva i pii ricordi, gli
talismani per i pellegrini; miniature del tempio, statuine
della dea, figurine in marmo, in filigrana d’argento, in oro massiccio,
ecc. iutta una popolazione viveva di questo traffico del santuario,
si ruttando la superstizione dei semplici
L Artemide di Efeso non va confusa con la Diana latina e neppure
con *a-classica Artemide gì era ihe era una vergine cacciatrice, protettrice degli animali, oppure una dta lunare, sorella di Apollo, rappresentata con un arco di luna sul capo. L'Artemide efesina, invece,
di tipo orientale, era la vergine-madre, simbolo di fertilità e di fecondazione. Come Cibele, era adorata come la Gran Madre, la cui statua
era discesa dal cielo a miraeoi mostrare. I suoi numerosi preti, tutti
asiatici,^ erano degli eunuchi furbi e cupidi. Una folla di ma’m di
astrologi e di ciarlatani d’ògni specie esercitavano la loro attività’ lucrativa intorno ai luoghi sacri.
La nuova via
CHIESA VALDESE
zione Si prostituivi^ ai piedi delle statue e delle reliquie, generando
ancora superstizione e fanatismo, senza ^re il potere di mettere gli
adoratori-in diretta comunione col Padre di tutti ohe è sopra tutti ed
ni tutti. fi
Perciò Dpmetiio, l’impresario-capo degli artefici di ninnoli, di
ex-voto, di statuine e di amuleti, corre ai ripari per salvare la sua
industria assai redditizia, arringa la folla speculando sul fanatismo e
sulla falsa pietà; .e, la moltitudine urlante, senza saper neppure di
che SI tratta, corre al teatro, trascinando seco i compagni di Paolo e
gridando; « Grande è rArtemide degli Efesini! » Nulla è più ostile
j verità d’ordine-spirituale del fanatico acoiecamento
delle folle sobillate dalle caste sacerdotali; e nulla contribuisce tanto
ad avvilire la religione quanto il mercimonio di cose sacre o reputate
tali. Demet-io aveva ben compreso a questo proposito il pensiero di
colui che con somtno disprezzo egli chiamava « quel Paolo ». Infatti,
quél Paolo proprio da Efeso, verso la primavera del 58, scriverà ai
cristiani di Corinto queste parole: « Sebbene vi simo dei cosidetti
dei e molli signori, nondimeno, per noi c’è un Dio solo, ili Padre, dal
<^ale sono tutte le cose, e noi per la gloria sua, e un solo Signore,
Gesù Cristo... » (I Cor. 8; 5-6). Ma l’òrafo e statuario di Efeso credeva, come la maggior parte dei suoi concittadini, che tutti gli dèi fai.
ti per mano dcH’uomo con l’argilla, il marmo, l’orOj il legno pregiato
(allora non «xsteva ant^ora- la carta-pesta) sono veramente dii nella
loro forma visibile e palpabile. E già allora, il paganesimo, in teoria, pretendeva stabilire una sapiente e sottile distinzione fra le divinità e le loro rappresentazioni visibili; ma, nella pratica, le confondeva ed il popolo gf’inabis^ava nell’ignoranza e nella superstizione.
»
Purezza idei culto cristiano
lale era l’ambiente in cui l’apostolo Paolo portava il verbo libei.-itori di Cristo, che gli Efesini 'chiamavano « la nuova Via ». E nuo« via » era davvero quella che tendeva ad emancipare gli uomini
d.illa schiavitù degli idoli morti per farli partecipare alla libertà della gloria dei figliuoli di Dio, nella spirituale comunione col Cristo
Mventi ¡1 primogenito di molte creature. Nuova via era in verità
quella parola, ardente di carità, ohe sgorgava libera e possente dalI animo di un uomo forte che soltanto la luce dell’amore di Cristo
aveva potuto strappare al fascino di una millenaria tradizione religiosa iistagnante nella casistica rabbinica e nell’intollerante istrionismo clericale del fariseismo.
Il nuovo verbo che proclamava a tutte le genti, senza distinzione
di nazionalità, di classi o di razze, il culto in ispirilo e verità dovuto
unicamente all’Iddio-Spirito, minaciciava di far crollare i santuari
fatti da mano d’uomo, dove una religione decandente e senza ispira
li crisiiauesimo che s’era incuneato nel paganesimo decadente,
tacendosi strada in mezzo alle tenebre dell’ignoranza e della corruzione con la sola arma dello Spirito e nel nome di Colui che, superando audacemente le devozioni del santuario, aveva proclamato la sovrana libertà del Culto in ispirilo e verità, il cristianesimo che al primo secolo aveva per solo tempio la coscienza dei credenti e per luogo di raduno un angolo di natura o qualche casa ospitale doveva poi
scivolare rapidamente nei riti complicati e nella iconografia più assurda e più grottesca. L’arte, come mezzo di rappresentazione del
vero e del bello, può avere la sua funzione educatrice anche nell’ambito morale, ma diventa corruttrice dello spirito, quando volendo
rappresentare esseri immaginari ed esaltare le umane virtù, solletica
1 sensi, esalta la psiche e serve a sviluppare i sentimenti idolatrici
lateiHi rei!’anima, a detrimento della libertà dello spirito. E diventa
poi profanatrice e blasfema, quando si presta a portela creatura al
posto del Creatore.
Se il Cristo tornasse in forma visibile sulla terra, egli dovrebbe
ricominciare la sua riforma religiosa nel seno stesso del cristianesimo,
come ducila anni or sono Egli tentò di fare nel seno dell’Ebraismo.
Ma certo E^i susciterebbe, oggi come allora, ùn grande scandalo. E
allora, con 1 apostolo, vi dico ; « Cristo ci ha affrancati perchè fossimo
iberi; state ^nque saldi, e npn vi lasciate di nuovo porre sotto it
giogo della schiaviti (Gal. 5: 1). Infatti, nel clima di questa libertà
spirituale, qùello che vale a produrre la perfezione non sono le pratiche idolatriche ed il bigottismo farisaico, ma è « Za fede operante per
mezzo dell amore » (vers. 7). ^ "
FRANCESCO PEfRONEL
I vostri vecchi vedranno visioni,
i vostri giovàhi sogneranno- dei sogni! Questa gloriosa parola — ben
fatta per esaltare l’utopia come purissima essenza del messaggio di Cristo — bisogna che torni a risplendere sia come motto della nòstra Chiesa, sia come ispirazione nella testimonianza individuale di ogni gior
Altro che utopia !
no.
I Le possibilità umane
Troppa gente, oggi, è del parere
| che l’Evangelo di Cristo non vada
' senz’altro r^lizzato correndo magari il rischio di dolorose rinunzie e,
l se occorre, a costo di estremi sacrifici. No ! A‘ sentir coloro l’Evange*
|lo andrebbe realizzato... progressivamente, nei limiti delle nostre posj sìbiiità, a misura che le condizioni
della vita umana lo comepiano! A, vele inteso la novìssima dottrina? «—i
Il tuo Regno venga, o Padre, la Tua
volontà sia fatta sitila terra... « a
misura che le condizioni della vita
umana lo consentano!
E si continua, sullo stesso tono ;
Per potere essere applicato cdla lettera ed ia modo toteditario VEvangelo richiederebbe un mondo com^tamente diverso da quello che è!
Perchè nim dii"© addirittura: Per
applicare il Cristianesimo il mondo
dovrebbe già essere cristiano? Ómbra di ILa Palisse I Ma come ; per applicare l’Evangelo bisogna aspettare
che prima cambi il mondo! E noi
che abbiamo sempre creduto ohe
I Evaixgelo fosse runica potenza rivolufflonaria capace dì rinnovare il
mondo!
Invertiti in questo modo i termini, non si teme d’insistere ancora:
L’ideale cristiano., quando è applicato nella vita pratica, subisce ne
cessariamente delle limitazioni dovute alle condizioni della vita stessa.
Si può sapere per quale imperativo categorico la vita pratica s’incaricherebbe necessariamente dì modificare l’ideale cristiano? Gesù diceva invece ohe il messaggio divino
da lui recato agli uomini doveva rinnovare dalle fondamenta la vita.
Qualsiasi condizione della vita stessa è sconvolta e trasfigurata dalla
nuova nascita dell’uomo nuovo.
Questo insegna il Vangelo. E — se
succede il contrario — ciò non è dovuto, no, ad alcuna fatalistica necessità contingente. CJiò è dovuto al
semplice fatto che l’uomo veramente nuovo non è veramente nàto, ossia a nient’altro che alla incommensurabile vigliaccheria di noi pseudo
cristiani.
Nessuno di noi ha più il coraggio
dei primitivi cristiani; quello di
andare sino alle estreme conseguenze morali,,' economiche^ civili e pòlitiche di Un completo e definitivo
rinnovamento interiore. Questa è la
nostra condanna e la nostra vergogna ! La Riforma ha voluto risalire
alle fonti, ha rinnovato la teologia,
ma si è fermata a metà strada. Attraverso i secoli odo la voce del
Maestro che grida: Chi vuol fare la
VOLONTÀ’ DI DIO conoscerà se il
mio insegnamento viene da Dio.
Chi vuol salvarè la vita sua la
perde, ma chi la butta via per amor
mio e dell’Evangelo la ritrova.
. Voce che grida nel deserto ! Pino
a quando?
Appunto perchè la « massa della
Cristianità » adattando il messaggio
divino alla propria statura umana
ha ritenuto ohe la via larga fòsse
« la vera j ed ha malauguratamMite abbandonato la via stretta del
Messianismo primitivo: quella del
Eubbidienza assoluta e totale; ap
punto per questo noi assistiamo im
potenti allo sfacelo generale e al fai
limento forse irreparabile del Cri
stìanesimo. . ^
Non è la prima volta che « la
maggioranza » ha sbagliato
paradosso
Per mascherare alla meglio questo
vero e proprio tradimento dell’evangelo si tenta di ricorrere alla comoda teoria del paradosso. Gl’inseguamenti di Gesù si dice non andrebbero presi alla lettera perchè sono dei
paradossi. Questa del paradosso è
una novissima scappatoia per sottrarsi agli obblighi piecisi della
prassi e della morale cristiana. Tale
trovata si fonda essenzialmente sopra un equivoco cjhe occorre ad ogni costo smascherare.
Qual’è il paradosso che va preso
non alla lettera ma nello sipirito? Évidentemente è , quella massima per
cui un’immagine tratta dal mondo
materiale è suscettibile d’illustrare
un insegnamento d’ordine spirituale.
Così è certamente un paradosso la
parabola ; « Se l’occhio tuo destro
ti è d’intoppo, cavalo e se la tua mano destra ti è causa d’azione indegna,
mozzala ». (iesù infatti non c’insegna a mutilare il nostro corpo fisico,
ma c’impone di dominare le nostre
tmdenze inferiori.
Alla stessa stregua è un paradosso
la parola ; «Lascia i morti seppellire
i loro morti » perchè i cadaveri non
possono più far niente e il contrasto prova ad usura che qui si tratta
di morte spirituale.
Del pari ancora è un paradosso la
parola ; « Il Regno di Dio è forzato
e sono i violenti ché se ne impadroniscono » perchè qui di nuovo non
si tratta, oh no, di violenza materiale, ma di violenza spirituale.
Aìirìvando ora al punto cruciale
del dibattito - l’obbiezzione di coscienza - io mi pongo, in modo spregiudicato, davanti alle parole di Gesù: « Voi avete udito che fu detto:
Occhio per occhio e dente per dente.
Ma io vi dico: Non fate resistenza
al malvagio». Sforzandomi d’essere
onesto, io mi domando: Si tratta qui
di un immagine, di un paradosso o si
tratta di un insegnamento morale
positivo? C’è in questo caso, oppure
non o’è, la possibilità di fare del
pensieig» di Gesù un’applicazione
diretta esclusivamente nella sfera
spirituale? No che non c’è! Siamo
m presenza, invece, di un ordine
preciso nel campo materiale, di un
vero e proprio comandamento, come
potrebbe essere quello (appunto!)
del... non uccidere e del non rubare.
Questa - e nessuno oserebbe negarlo - è la sostanza viva dell’Evangelo. E - di fronte ad Un simile ordine e comandamento - davanti alla
coscienza dei discepòli di Cristo non si aprono due vie. Se ne apre
una sola: quella deli’ub.bidienza immediata e integrale, dell’ubbidienza
dettata dalla probità e imposta dalla
dirittura. Nou è lecito per paura delle conseguenze dolorose o per timore del leggio - non è lecito escamoter, cioè» - far sparire o liquefare
1 Evangelo. Non esistono, religiosamente parlando, « carichi impossìbili ». Il giogo di Cristo è dolce, il
suo carico diventa leggero. E ogni
cosa, dio* l’Evangelo, è possibile a
chi crede.
^Ma è, purtroppo, un gran pezzo
Che noi, cosidetti cristiani, abbiamo
cessato di essere degli autentici
credenti.
G. E. Meille
2
S' ¿'^ ®®®' ^dedicati, e li fesieggia tutti,
•^M^ì^'ittSÌeùtte "e ne invoca l’intercessione
l'ÿS'i,*' *„ collettiva “il 1®' PfovemhreT’
K ■ • *
E’ *, pur vero che fra
membri delle comunità
gli Æ Stessi
primitive,
ve n’erano ohe si
>>-,5
^s Í
- ‘ ' I.’orÌgine di questa ffsta risale, pa- memori aeJie co
re» aiòlo, anno ih'Wi il papa Boni-, «binati santi,
consacrava il Pantheon di Ró.’ ^distinguevano perenna fede piu vilivC. ma alla Beata Vergine ed a‘ tutti i ’^ente p un» vii» erìsliana vera2'’'«,- Santi Maitiri, con obbligo ai fedeli
^dì celebrarne la festa il, 13 Maggio,
■' giorno della solenne dedioazioné.
i Nell’anno 834 Gregorio IV avendo
dedicalo la chiesa di Santa Mafia.ad
Martyres anche a tutti i Santi fece'
promulgare per tutto l’Occidente la
festa d’Ognissanti, con ricorrenza al
'■ 1“ Novembre. Papa Sisto IV, nel 1475,
ordinp che la festa d’Ognissantf si
celebrasse in tutta la Chiesa, d’ocelli dmte e d’Oriente.
Ma chi sono i Santi secondo la dottrinà cattolica? Il Catechismo pubblicato per,ordine di Pio X, alla domanda 175, risponde: a I Santi sono coloro ' che, praticando eroicamente le
virtù secondo gli insegnamenti e gli
esempi di Gesù Cristo, meritarono
special. gloria in cielo ed anche in
terra, dove,''per autorità della Chiesa, sotto pubhUcamente onortUi èd invocati ». ' ...
i Quando la Chiesa Romana- proclama qualcuno santo, mediante il processo di canonizzazione,' i fedeli
hanno la facoltà , di ricorrere alla
loro intercessione e di offrire alla
loro persona, alle loro inunagini e
reliquie, un culto di venerazione
(doulia) distinto dal culto che si offre a Dio.
Il culto *dei Santi degenera facilmente in superstizioni e alligna e
pròspera dove più grande è l’ignoranza della Parola di Dio e più radicato il paganesimo naturale nell’anima umana.
vente e per una vita cristiana veramente esemplare, che suggellavano
spesso col martirio. Un pò- per volta fu limit'ato ad essi il termine di
- ’’santi”, e a misura che il termine
^’cristiani”, dato all’inizio dai pagani ai discepoli di Cristo per dileggio, diveniva l’appellativo più
comune.
Ma la chiesa primitiva non cadde mai nell’errore di attribuire a
queste anime d’eccezione più meriti di quanti non fossero necessari
per la loro personale salvezza, si
da aggiungerli al capitale dei meriti del sacrificio di Cristo e degli
altri santi, capitale di cui la Chiesa
avrebbe ' l’amministrazione.
Infatti, chi può presumere d’essere e di fare più di quanto gli sia
richiesto da Dio? Chi può dire di
aver raggiunto la mèta assegnata
da Gesù ai suoi discepoli nel sermone sul monte: ’'Voi dunque siate
perfettVcom’è perfetto il Padre nostro che è nei cieli” e quali sono le
anime sante che non debbano dire,
quand’anche avessero fatto tutto
ciò che è stato loro comandato: Noi
siamo servi inutili, abbiamo fatto
quello che eravamo in obbligo di
fare"? (Luca 17-10).
Nè è lecito mettere accanto al Signor Gesù, solo Redentore, altri
mediatori e intercessori presso Dio.
"V’è un solo Dio q. anche un solo
mediatore fra Dio e gli uomini, Gesù Cristo uomo” (1 Timoteo 2-5)
afferma-S. Paolo. E Gesù dice:
Io sono la porta, semno entra per
me .sarà salvalo (Giovanni 10:9).
r Io, sono la ,vio, la verità e la vitUf
nessuno viene al Padre se non per
mezzo.di me (Giovarmi 14:16). , ' '
E i^’Apostolo Giovanni esclama :
Noi abbiamo un avvocato 'presso il
Padre, cioè Cristo, il giusto (1
Giovanni 2:1). '
Per quanto riguarda il culto degli
Angeli e dei Santi,; il Nuovo.Testamento è anche esplicito, t '
Al centurione .Cornelio che si
butta ai piedi dell’Apostolo Pietro
per adorarlo-, l’Apostolo ordina :
Lèvati, anch’io sono uomo.
E l’Apostolo Giovanni scrisse nell’Apocalisse (cap. 22: 8,9): Mi prostrai per adorare ai piedi dell’angelo.... ma egli mi disse-. Guurduti dal
farlo, io sono tuo conservo e dei tuoi
fratelli che serbano la testimonianza di Gesù: Adora Iddio!
E allora quale significato ha per
noi l’articolo del Simbolo Apostolico: Crecip la comunione dei santi?
E come dobbiamo ricordare le ani-,
me elette, che hanno combattuto per
la causa di Cristo in tutti i secoli?
Urla indicazione preziosa ce FoÌfre un’antica pagina della letteralu^ra cristiana dell’epoca subapostolica .
e una chiara esortazione noi possiamo trovarla nel Nuovo Testamento.
Nell’anno 156 circa subì il martirio a Smirne Policarpo, il vescovo
di quella comunità cristiana. Discepolo dell’apostolo Giovanni egli
godeva di grande autorità per le sue
virtù. I credenti di Smirne raccontarono in uno scritto che possiede tut
ti i recisiti dell’autenticità, il martirio del loro pastore. Ne citiamo'
uq solo b.^ano: ^
Ivi (dove furono deposte le ossa
del martire calcinate, dalle fiamtne
del rogo), per quanto ci sarà possibile, noi ci raduneremo con esultanza ^ con allegrezza, per celebrare
con l’aiuto del Signore il giorno na'talizio (indicavano così il giorno
della molte per significare il.passaggio alla nuova vita dei cieli, alla
vera vita) del suo martirio, per rievocare la memoria di coloro che
hanno combattuto prima di'noi, c'r P>of. Bi-unner
per esercitare e preparare alla lotta gli altri che verranno.
Una commemorazione piena di
esultanza .e di allegrezza - perchè
i credenti morti nella fede non sono
perduti, ma sono nella gioia del
Regno, e una rievocazione dei testimoni di Cristo che hanno- combattuto il buon combattimento prima
di noi - non per offrir loro un qualche culto, o servircene perchè ci
raccomandino presso Dio, ma per
stimolare, esercitare, preparare allo .“lesso buon combattimento le
nuove generazioni le quali facilménte cadono nell’indifferenza.
Con lo sguardo fisso a Cristo, e
non ai discepoli di Cristo, come ci
esorta la lettera agli Ebrei ;
Anche noi dunque, poiché starno
circondati da si gran nuvolo di testimoni, (i profeti, gli apostoli, i
martiri di ogni età) deposto ogni
peso e il peccato che-così facilmente ci- avvolge, corriamo ,con perseveranza Varringo che ci sta dinnanzi,
riguardando a Gesù, duce e perfetto esempio di Jede.
In questo senso, secondo le irrdicazioni della Parola di Dio e della
Chiesa primitiva, noi dobbiamo
commemorare i -defunti e intendere
la comunione dei santi. . g. b.
Et le Métropolite de Philippe Iqij
répond'«n écho que l’Eglise qui a
çu les promesses de la -rie éternelle et>
qui affiiine dans toutes les époques "A
une vérité toujours semblable'à elle-,
même se doit par fidélité d’intégrer
son message dans- la vie sociale et politique de ce monde qui passe. ’ '',4 ],.^'^'
Oes po.4itione de base affirmées, il ' ^
revenait au Prof, Brunner et au Prof'.’’;
Niebuhr d’exprimer •'’une critique
constructive et de notre temps et de '"«v
■■l’Eglise/ ■ ■
Che dobbiamo pensaré, noi- Evangelici, dplla dottrina cattolica
sui Santi? '
I primi Cristiani si servivano di
parecchi termini per designarsi
• l’un l’altro. I discepoli (Atti 11-26),
i fratelli (Atti 9-30, Romani 16-14),
gli eletti (Romani 8-33, Colossesi
3-12) ed altri ancora, ma specialmente «Í santi». L’Apostolo Pietro,
lediamo nel libro degli Atti (9-32),
andava qua e là visitando i -santi,
l’Apostolo Paolo organizza una colletta da portare ai santi della Giudea, e, quando scrive alle chiese da
lui fondate raccomanda ai destinatari di salutare tutti i santi, e trasmette a quelle chiese i saluti dei
santi della comunità nella quale
si trova quando scrive., Cosi pure
l’autore della lettera agli Ebrei
(13-24).
I Santi sono perciò, secondo il
Nuovo Testamento, tutti coloro i
quali, essendosi separati dall’errore
e dal mondo, si sono consacrati a
Gesù Cristo e sono entrati a far
parte del gregge dei discepoli del
Signore. Tutti i credenti adunque
sono santi, se la loro fede è autentica e vivono una vita di santificazione, anche se umili e ignorati.
A M S T E R D Ay M
*A propos de reconstruction
”'La Reconstruction et l’Entraide
des Eglisies’ tel était le thème de la
séance publique de dimanche soir 29
août, à AmsteîdaÆn, au cours de la
quelle sept orateurs, tous hommes
d’église, prirent la parole. Le Dr
/. Hutchison üoekburn, directeur du
Département de Reconstruction ' du.
Conseil oecuménique, ' présidait cette
importante session.
Le Dr Cockburn indiqua l’eÆfort
réalisé par le Département de Reconstruction pour, ^dre aux paroisses
privées de lieux de culte des églises
faites de bois et de matériaux de récupération. Il parla égalemeait de
l’aide matérielle aux pasteurs, distribution dejvêtements, de méificaanents,
de vivres, offerte par des- chrétiens
américains.
Le baron van Tuyll van Seroosker
O « V t i t
llieu ' d iiiU:-\<nu dans l’histoire humaine en Jé8us-Chri<^t (Fcsl
à notre place que Jfésus-Christ a fait tout ce qu’il a fait. C’e^ pour
nous qu’II s’est rendu obéissant jusqu’à la mort. C’est pour nous qu'il
a souffert et expié nos péchés d’hommes mortels. Il est mort de notre
mort • celle dont logiquement nous aurions dû mourir. > , '■
Mais Dieu en Je ressuscitant des morts, c'est aussi notre humanité
que Dieu, a ressuscitée, élevée à la gloire.
Dès lors, la mort de Jésus-Christ devient notre mort,
son expiation notre expiation,
sa victoire notre victoire. ‘ .
En lui nous sommes condamnés et rachetés. En lui nous sommes
pardonnés, justifiés, Sanctifiés, élevés à la droite de Dieu.
Comportez-vous en« hommes pardonné», graciés;
c’est-à-dirë pratiquez à votre tour la miséricorde.
En J^us-Christ vous êtes libres: comportez-vous en hommes libres, dominez la chair. En Jésus-Christ vous êtes justifiés: pratiquez
la justice. .. . S. Ite Dietric:^.
- --.________________•- '''‘-i.V- .. .
ken, député de l’Eglise Réformée de
Hollande au Gouvernement, insista
sur. le fait qu’en dépit dé 'certaines apparences, les problèmes de i-econstru-«
ction en Hollande sont loin d’être
résolus. L© peuple hollandais doit encore faire face à de nombreux problèmes de ravitaillement et doit lutter
contre 1’.aocroissement de la tuberculose. 'La Hollande a eu plus del 400 églises détruites ou endommagées et
20.000.000 de dollars sont nécessaires
pour les reoanatruirc. Malgré sa propre disette, le peuple ’hollandais a tenu à accueillir 8.000 enfants étrangers
pendant la période de vacances.
Le secrétaire général du Conseil
chrétien national «de Ohine à Ohanghai, le Ht George WU, a, indiqué qu’au
moins un tiers des églises et des biens
des missions en Chine a été détruit
pendant la guerre. Il y a aujourd’hui
de 300 à 500 pereonnes qui travaillent
pour l’Eglise parmi les personnes dé"
placées de 'Chine.
Un des trois -délégués de l’Italie,
le Pasteur Dr Elio Eynard «de l’Eglise Vau do ise de Turin, décrit les portes nouvelles qui s’ouvrent pour l’é"
vangéiisation, le ¡viliage oecuménique ’’Agape”, symbole de oo-ncorde ei
de reconstruction, qui s’érige dans l’enthousiasme.
Hs Doct.Eugèrie GerstenmaÂieT, dïrecteur du «Hilfwerk» de l’Eglise evangélique allemande à Stuttgart, a
dit que les Allemands avaient" appris
grâce à l’aide que l’Eglise leur avait
accordée qu’un yàste <(réseéu de prières et de soutien entourait l’Allemagne, la chrétienté ’ allemande». ’
Le pasteur Elfam Rees, dirigeant '
la Section de» Réfugiés à Genève, a
rappelé qu’à la fin de la guerre, il
n’y avait pas moins d® neuf millions
de personnes déplacées en Europe.
Aujourd’hui sept millions ont retrouvé leur pays d’origine, mais en
mêtae temps que l’organisation de
secours résolvait en , grande partie ce
probltoe l’organisation politique en
créait un autre, œ qui fait qu’on
peut compter aujourd’hui 14 millions
de réfugiés. Douze millions sont d’origine allemande et sont, répartis à
l’intérieur -de l’AlI-emagne. Les autres sont en Italie (600.000), en Autriche, en France, au Danemark
(50.000) et en -Suède (100.000). Cette
situation, déclare M.r Rees, petit être à l’origine d’-incidente internationaux
Cent mille réfjigiés ont déjà trouvé un foyer et une nouvelle existence
en iSuède, 80.000 en Angleterre et d’aulïres en France, aux Pays-Bas et en
Belgique. Mais tant d’autres encore
demeurent dans des camps surpeuplés, livrés au désespoir. M. Rees termina eon exposé en faisant un appel
au peuple chrétien afin qu’il contribue à ouvrir les portes de L'immigration aux réfugiés.
■Le Dr Joseph Krenk, pasteur de
-d’E-glise évangélique de Tchécoslovaquie, a, dit en terminant la reoonnaissanoe -dca^ Eglises de son pays pour
l’aide qu’elles ont reçU-e, précisant
que l’aide spirituelle avait tenu, souvent une place plus impartante encore que l’aide matérielle.
oeiitr-6 totit son '■■
exposé .sur ce qui lui paraît- être 1»^"
problème esse-ntiel -de notre temps : la '
dépeT-sOinnalisation -de rhomme. phé- nomène universel contre lequel - n’a
pas su ou. n’a pas pu lutter l’Eglise,
dont elle se rend tardivement compte,’>
mais qui -doit êtr-e l’objet premier da ,
scs preoceupationis.
Le Prof. Brunner pense bien que
l’Eglise ne pcu,t donner un programme social, mais cependant pour pre- ^ .
server la personnalité de l'homme, il lui est possible d’affirm-er quelques
lignes directrices très générales.
-1. Le rôle de l’Etat doit être limité à assurer uniquement' ce -que ne
peuvent pas a.s-surer tous les autres
groupes ou toute société localisée de
, la famille aux groupements professionnels. Si l’Etat n’-est pas limité
dans son rôle il tend invinciblement
au totalitarisme qui porte le signe de
la bête,
2 Même un ordre aussi iinp-ersonneh,
que l’Etat peut oeipendant servir à
dével-opp-èr la personnalité dans la
mesure ou ü s’attache a .décentraliser
son action et son pouvoir.
3'. -Cette décentralisation qui mar- qu-e une étape -dans la lutte «contre la
dé]3ersounali-sation est actuellement
re«ndue po&sible par le progrès de la ~
technique.
4. L’attrait du communisme vient
de sa critique p.arfaitement fondée de
l’injustice qui règne dans ce monde
-et de la répartition actuelle des biens
de la terre. Mais si le diagnostic est
correct, le remède est mauvais puisqu’à l’expérience il s’avère que le
communisme aggrave encore la dépersonnalisation de l’homme.
Mais il ne suffit 'p.as -d’énoncer des
principes; l’Eglise doit créer elle-même une communauté vivante liant .ses
m-ombt'ee. L’Eglise de la Réforme a
été une Eglise -de la Parole, mais elle
n’a p-a's su créer un-e comm-unauté -de
fait. Il -se peut qu’elle paye aujour-dhui cette carence, mais elle se doit d’y
remédier.
«
Le Prof. JViebuhr cximm-eiiice par
une critiqu-e serrée de notre tempsqui refuse la rédemption en Jésus"
Christ et a cru naïvem-ent y trouver -des
succédanés .soit dans le libéralisme a*mant du progrès,' soit dan® Je oonç
munisme pour lequel -la mort -de i’ordr-e ancien est 1© signe -d’un-e pseudorédemption accompli© dans' la naisKan-oe d’un' ordre nouveau. Contre
oes deux illusions sécularisées l’Egli"
se doit affirmer son message en se.
souvenant certes que Dieu -se rit de
l’agitation des nations, mais en prenant garde . que cet bumou)- -divin
porte -son jugement aussi 'bien sur le® 1
chrétians que sur les autres.
M
Le témoignage chrétien dans
le domaine social et national
30 août
La réunion était prési4ée par l’archoveque d© Thyatire; ont pris la parole sur le thème proposé : M. Ernest
Brown, le Métropolite de Philippe,
OhrisoBtomos, le Prof. Emile Brunner et 1© Prof. Reinhold Niebuhr.
iLe® deux prefniers orateurs ont
somme toute posé le problème. Dans
ce -mondé moderne si complexe et ai
oompaytimenté le chrétien peut être
appelé aux fonction.» les plue humbles ou les plus élevées, contraint au
travail 1© plus vil ou à l’œuvre créatrice la plus féconde ; partout et en
tout lieu. Dieu lui demande sôn té, moignage, déclare M. Ernest Brown.
‘"»-I
Mais que ya- dir-p l'E-glise'? Les uns
pensent que la politique n’a rje-ii à
faire avec -la vie chrétienne et établissent une sépa-ration urbitraire. '■
D’.autre»' so contentent d’u.n intoléra-blé sentimeiitaîime en pi^s-emce -de la
complexité . d© l’ordre social. D’autres encore seraient prête à légiférer,
mais s’enfoncent alors dans un légalisme inflexible et sans grâce.
Dans ce» trois situation», l'action
de, l’Eglise fi’est point formulée avec
rigueur et vérité ; mais comment l’exprimer? L’Elglis© rendra témoignage
contre toute forme d’orgueil ou de -«Is
vaine glbir© tant dans lé domaine
profane que dan» son propre domaine. Elle s’attachera en toute situation
à rendre clairs à la fois le jugement
et la grâce du Dieu vivant. En un
mot à exprimer réellement sa foi.
. - ' (8. L P. I.):
3
-V“- ,V'
•’ •• 7
ï-'t
L’EOO DELLE VALLI
'‘•S%'
1 t*
“L’ECO DEL CHISONE^E NOI
..............................
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nò delle cdlebrajsioui ? Se lo «corso
t-i-í-Ttíí
Ì' .t,
w
Di tanto, in'tanto, il settimanale cattolico di Pinerolo trova modo
di Occuparsi di noi. Alcune settimane
or sono scriveva i- a: Parliamoci di linSuaèiio della verità e dell’amore » e
pensavamo che avrebbe presto tradotto in atto questo suo proposito,
non fosse altro che per esser di esempio; invece dobbiamo pneora
constatare che lo spirito è sempre
, lo stesso..
Alla tendensàosità di alcuni suoi
scritti, ci sentiamo in dovere di ri-,
spendere, per chiarire il nostro.punto di vista.
Prima di tutto a proposito del « 1“
, Congresso Internazionale per- la Riforma religiosa in Italia ».
Sotto il titolo:« Vorrebbero rifar-■
mure l’Italia », l’Eco del Chisone del
30 ottobre parla di quel Congresso e
si affretta a dichiarare che « i delegati erano preti spretati, protestanti:
Valdesi, Battisti ecc,, marxisti, atei e
materialisti »• poco dopo, afferma
che nelle Sale del Congresso « si lasciò Ubera vendita a fogli ed opuscoli imprecati di acceso ateismo, con
articoli àpertamente ostili ad ogni religione e ove si giunge, tra l’altro, a
negare ogni valore alla Bibbia ».
Siamo abituati a sentirci mettere
nello stesso calderone, con ì « marxisti, gli'atei ed i materialisti » e non
è i I caso che ci preoccupiamo oltre
di un tale voluto ed astuto accostamento : è sempre nello stesso stile di
certa gente di nostra conoscenza dare al pubblico rimpressione che r Protestanti negano ogni t>alore alla Bibbia, come degli atei di pi ofessione>
Il punto che c’interessa è questo:
la Chiesa Valdese, come tale, non
ha nulla a che fare con quel Congresso o con quel Movimento; se
qualche Valdese vi ha partecipato,
come è vero, è in nome di quella libertà che tanto apprezziamo c che
ci rende desti a tutte le voci del nostro tempo, pfer ascoltarne il messaggio e per considerarlo poi alla luce
della fede in Cristo. Come tali, ci
sentiamo in diritto di andare ovtmque
a rendere la nostra testimonianza
cristiana, senza il permesso della Curia o dell’assistente ecclesiastico, E
che quei due o, al massiiho, tre Vaidesi presenti al Congresso di Roma,
insieme con gli atei, i marxisti ed i
preti spretati abbiano cercato di da»
re la loro testimonianza cristiana. Io
dimostrano le seguenti parole scritte
od esposte da uno di loro' ;
« U Protestantesimo italiano è indifferente di fronte alle lusinghe dell anticlericalismo odierno, con le sue
varie‘ispirazioni marxiste o massoniche. Sa che oggi la sola riforma possibile del Cattolicesimo è Quella che
lo porterebbe dallHstituzionalismo
curialista alla sottomissione filiale ed
umile al solo Signore della Chiesa,
Gesù Cristo. Sa che oggi non ha che
un campito: predicare Gesù Cristo e
fomentare nel mondo con la spada
della Parola di Dio l’unica vera riforma sociale che conti: quella in cui
gli uomini, cittadini di questo mondo, si sentano fratelli ed aspettino
vi^li l’avvento del Régno di Dio,
Quello che conta è la « metanoia » .
cioè la a conversione » del singolo.
Riformate l’uomo, riformerete la società e le sue istituzioni- Il Cristianesimo non è mai stato attuato in pieno; tra gli stessi cristiani pochi lo
prendono sul serio. Bisogna ascoltare la Parola di Dio, non la propria ».
Quei due o tre Protestanti presenti al Congresso, in mezzo agli « atei,
ai marxisti ed ai preti spretati » hanno fatto male a precisare così la loro
posizione, nel libero dibattito delle
idee e nel loro libero, giustificato
tentativo di riforma in sènso nettamente cristiano?
perta/«ensifaìlo ai aegni^di una presenza dello Spiriti di Cristo nel mondo, deve" riconoshiere che Agape’si
sforza di realizzare la comunione fraterna nello Spirito di Cristo. Lo dimostrano centinaia e centinaia di testimonianze di uomini di o'gni paese.
Ci voleva Pintuito del redattore del
settimanale di Pinerolo per ridurre
Agape ad un misero centro di propaganda protestarne!
Ma è così: la propaganda .protestante di quell’infima minoranza religiosa alla quale apparteniamo è il
nemico hutnero due del giornale pi^
nerolese; prima idi noi vengono in
questo momento i comunisti ! Si sopporta, sì, a denti stretti, l’opera organizzata delle Chiese Evangeliche,
ma non facciano esse troppa propaganda àiresternd,' sopratutto nelle famigerate Università Popolari; anzi,
meglio, molto mssglio, se si riuscisse
a zittire questa brava gente che vuol
predicare l’Evangelo nella cattolicissima e cristianissima Italia!
Qtiesto é lo stato d’animo di molti
redattori dei giornali clericali!
anno fu un anno di feste e di entu
siasmi, questo deve essere un anno di
raccoglimento li,.i?i approfondimento
quindi della vita nelle comunità, intensificazione delle attività locali, pur
senza impedire che là dove se ne offro la possibilità, anche le attività esterne abbiano il loro posto, .J^erciò,
propone, il Pastore Ayassot, i pastori
si preoccupino maggiormente della
cura d’anime «elle loro comunità,
collab.orando ed operando attivamente per la preservazione dei' valori
spirituali, mòrali e patrimoniali del
nostro popolo, .
La discussione che segue la relazione del pastore Àyasspt non porta
elementi nuovi ; la conferenza è di
massima d’accoido col relatore sulla
necessità di intensifeare la vita interiore delle comunità. Unica decisione di portata pratica l’invito alla
commissione distrettuale a organizza■re di nuovo, come per il passato, e
non appena sarà possibile, gli incentri di anziani e di diaconi dei nostri
concistori. \ ‘
'tf ■< S A
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perché
poi Partali ?
Quarto anno
di catechismo
Jìgape e...
Çino Partali!
L’Eco del Chisone se la prende anche con-slgàpe; e perchè non dovrebbe prendersela dal momento che
Agàpe è un’iniziativa della Chiesa
Valdese?
«Si è fatto dire alla rivista ’’OGGI”
(n. 43 ilei 24 ottobre) che l’Agàpe,
un centro di studi e di Lavoro, sorto
a Prati per inizìMiva dei Valdesi,
ACCOGIJE TOITI. Fero. Però lo
scopo non è l’amore disinteressato di
tutti, ma la propaganda protestante».
Così scrive l’Eco deb Chisone. Ma
vi aspettavate di più? Ingenui! Pretendevate che l’Eco del Chisone dicesse; « Guardate quei Valdesi, sono
pochi, ma sanno anche fare qualcosa di buono, cercano anche di portare la loro piccola pietra nella ricostruzióne cristiana del mondo! ». Sarebbe stato pretendere troppo!
Ogni uomo onesto, dalla mente a
, Infine, uh sorriso per la chiusura. « Parliamoci il linguaggio della
verità e dell’amore..., E i Valdesi
più non si sentiranno ribollire il sangue nelle vene allá sola vista di Un sacerdote cattolico, cóme dinanzi all’ombra di un efferato torturatore, nè
chiuderanno più la radio quando annunzia le vittorie ciclistiche di Bartali per il solo fatto che Bartali è
cattolico..,. ».
Bisognerebbe dire; senza commenti ! Ma un brève commento lo
voglio fare. Seguo ancóra con un
certo interesse gli avvenimenti sportivi e posso assicurare l’Eco del Chisone che ho sempre. attesa con piacere l’annunzio delle’ vittorie di Bartali.
L’unica volta dh&i ho chiusp la radio è quando ho sentito dire che la
Madonna o non ^o più quale Santa
l’avevano condotto alla vittoria del
giro di Francia, inVèce di ammettere che si trattava f>rimà di tutto dei
suoi buoni niuscoli, e quando un alto prelato di Lourdes, parlando ai
corridori, non trovò niente di meglio
da dire che questo: « Se la Vergine
Maria avesse conosciuto la bicicletta, certo l’avrebbe adoperata! ».
Allora ho chiuso la radio ed ho
sorriso.
Ermanno Rostan
Conferenza Distrettuale Straordinaria
La conferenza distrettuale ordi"
naria del giugno scorso, non avendo
potuto portare a termine i suoi lavoli, aveva deliberato di ripetere l’esperimfento già effettuato nell’anno
precedente, della convocazione di una sessione straordinaria della conferenza, in autunno. I mutamenti avvenuti nella formazione della Tavola
Valdese ed il conseguente inevitabile ritardo nella sistemazione del campo di lavoro, hanno ritardato anche
la convocazione della conferenza, che
’si è riunita a Pomaretto lunedi 1°
novembre.
Presiede il culto di apertura il Pastore Ermanno Rostan; phendend'd
come motivo della sua meditazione
le parole dell ’Apostolo ; « dimenticando le cose che stannù dietro e protendendomi verso quelle* che stanno
dinanzi, proseguo il corso» (Fil, 3:
13-14), egli pone alla nostra attenzione la necessità di non fermarci
in sterile contemplazione del passato
di cui non abbiamo mai di che gloriarci; il compito nostro come chiesa e come persone, e di proseguire il
corso, guardando verso le cose ohe ci
stanno dinanzi e che ci sono state
Pomaretto 1 novembre
cedenti conferenze, ad occupare l’ul
promesse.
Il seggio della conferenza è nominato nelle persone del Pastore E.
Rostan^ presidente, del prof. G. Costabel, vice-presidente, e del Past.
N. Giampiccoli, segretario. Ed i lavori si svolgono secondo l’ordine del
giorno stabilito. ,
La “Pro Valli,,
Questa ben nota e^J ntilissima
commissione, la cui attività è venuta
sviluppandosi sempre più largamente, era sempre condannata nelle pre
timo posto, negli ultimi cinque minuti di tempo; ma questa volta ha'
avuto invece il posto d’onore. E invero lo meritava: l’allività svolta,
come risulta dalla relazione stampata
e dai commenti del presidente Past.
E. Geymel, è stata veramente intensa e variopinta; non si può certo fare a meno di concordare di tutto cuore con il tributo di omaggio e di riconoscenza che la conferenza ha offerto al presidente .uscente; e ci siamo rammaricati che per un complesso di circostanze e per motivi varii,
il Pastore Geymet non si sia più sentito di riprendere sulle sue’spalle il
grave carico ed abbia pregato la
conferenza di esonerarlo da quel
compito. Non sono parole vane il
ripetere qui al Pastore Geymet la
riconoscenza di tutte le parrocchie
del distretto per l’opera da lui svolta; è cèrto questo il sentimento di
quanti ne hanno seguito con simpatia l’opera e sopratutto di quanti ne
sono stati largamente beneficati.
Non sono mancati, naturalménte,
i rilievi, inevitabili di fronte- ad una
cosi multiforme attività; ma il problema che più ha attirato l’attenzione della conferenza è quello dell’inauadramento della « Pro Valli » e
dei suoi rapporti con la commissione di studio per i problemi sociali,
che la Tavola ha nominato pier mandato ^sinodale. La conferenza non
potendo nulla deliberare sulla commissione di studio, che non e di'*
sua • competenza, raccomanda i rapporti amichevoli tra i dué organismi,
i contatti fecondi, in vista ed in attesa di una sistemazione definitiva di
tutta la materia^ oggi di così vivo interesse. .
Infine si procede alla nomina della Commissione « Pro Valli »: essa
risulta composta dal dott. Mario Gherardi, presidente, dal prof. Teofilo
Pons e dal pastore Umberto Beri,
membri.
Aitività invernale
E’ questo il secondo punto dell’ordine del giorno della conferenza; è
introdotto nella seduta pomeridiana,
da una breve relazione del Pastore
Ernesto Ayassot, Quali conclusioni
trarre, si; chiede il relatore, dall’aii
II problema era stato sollevato alla conferenza del giugno scorso dai
delegati di alcune parrocchie; ed è
stato ampiamente ' dibattuto in questa sessione. I pareri sono discordi,
ma la maggioranza sembra essere per
il mantenimento del 4" anno. Si pone in rilievo da molti (specialmente
i pastori Ayassot, Deodatq, Rostan)
l’utilità di questo anno supplementare, che non deve essere anno di studio, ma di progressivo inserimento
dei giovani nella vita dellg' comunità
e di meditazione sull’importanza e
sul valore del passo ohe stanno per
compiere. " ,
Gli avversari del 4“ anno (tra cui
notiamo in particolare il pastore U.
Bert, i sigg. Massel e Mentisan) fanno invece notare che l’utilità di
questo anno supplementare è molto
discutibile e che in generale non è
sentito come una necessità delle parrocchie.
La discussione è .vivace ; si propongono ordini del giorno contrapposti,
divapprovazione o di soppressione del
4“ anno.; prevale infiue il parere espresso dal prof. E. Tron e dal pastore Bert, sottolineato dal' sovrintendente ; la conferenza, non può prendere decisioni affrettate che potrebbero scontentare gli uni o gli altri;
meglio sottoporre tutta la questione
all’esame delle assemblee di chiesa
che ne riferiranno alla commissione
distrettuale; la prossima conferenza
potrà così prendere un decisione a
ragion veduta, e udito il parere della
maggioranza. Un-ordine del giorno
in questo senso viene presentato dal
pastore Paolo Marauda, e approvato
all’unanimità.
Infine, dopo una breve esposizione del sovrintendènte in materia finanziaria, il seggio annunzia che la
prossima conferenza avrà luogo a S.
Giovanni ; presiederà il culto di apertura il pastore P. Marauda.
La giornata ha. termine - così col
canto di lode è con le parole di riconoscenza al Signore della Chièsa
che al di sopra di ogni nostra discussione guida è dirige la sua comunità
per vie che non conosciamo e che
molto spesso fingiamo di ignorare. A
Lui . l’assemblea in .piedi rende l’o-,
nore e la gloria. n.g.
Torre Penice
■ Giniserppo Mazzini: iSoritti «tdità. '
ed inediti. Edizione nazk>naile. Voi. I-XXIV (intmso) è,-L. poÓO
M. A. Thiers: Histoire du Oon.
isulat et de l'Empire. Genève;" ->
1845-1Ô63. Il Volumi 8° «r.
H. Home: Th© iÉiìloBOiphy. of
'Ghristian Education. New
York, ‘1937. Voi. 8“ pòco. pp.
171 Rii.
Ugo (Spirito: (L’ideialisimo italiano e i suoi critici. Firenze, 1930
Voi. 8° gr. pp. 206
Luisa Giulio Benao': Lacordaire
« i suoi tempi . Firenze 1914
Voi 8“ gr. pp. 183
Philippe Daulte: L’olbligatàon
de conscience chez Gaston
Firomimmeili Lausaniiej, 119'17. 8“
gr. pp. ai4 ‘
Willy Margot: La notion ide rérelation 'd’après A. Sabatier
©t G. Frommfel. ¡Lausanne 1917
8® gr. pp. 1,09
George B erguer ': La notion de
valeur. ,Sa natuirio psychiq)ue
et son importance en Théologie. Genève, 1908 8« gr.-pp.,305
Jean Jalla - Aug. Jahier: Histoire de l’Eglise de la Tour. Torre Pellice 1902. 6" gr. pp. 192
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Prossimxmhente:
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Parmi, les lettres qui noua sont parvenues ‘die la part des personnes qui
sont Venues de l’étranger, . cet été,
poür participer aux «fêtes ‘du Oeatenajirie», nous avons été partioullièrement toudiés par celles qui nous ont
été adressées par nos amis français,
conduits par l’actif président de
n l'Union Vaudoise»' de Marseille, M.
Daniel Ri voire. '
0©s, lettres expriment leur reconnaissance p'our les «beaux moments
passés aux Vallées», qui ne seront
pas oubliés de si tôt et qui «inous ont
laissé ide si ri«heB flouvenirs». Et les
mêmes envoient leur ' fraternel message «ù tous les firèrea en, Christ que
noue avons ©u la joie de connaître
cet été», et à PUnîon de la Tour qui
les a accueillis avec tant de fratemîté. .
Une autre lettre ajoute; «A. R. et
^chos
du cenfenaire
moi avons été très touchés par l’accueil qui nous a été fait dans lès Vallées vaudoises. Nous vous remercions
beaucoup pour toute la peine que
vous avez prise pour nous ‘fair© con-'
naître et apprécier oe pays auquel
nous nous, sommes vite attadiés. Vous
avez contribué à nO'US le faire aimer
d’une façon très profonde et notre
voyage est un souvenir très lumineux.
Nous souhaitons que les autres membrep de notre famille puissent à leur
tour aller goûter le charme des Vallées», . ,
Ce souhait est aussi le nôtre et nous
assurons nos amis de France qu© les
mêmes sentiments qu’ils ont manifes
té 'dans leurs lettres sont aussi ceux
que noua gardons dans nos coeurs.
Quand on se rend dans un pays avec
. l’esprit d’un pèlerin, plutôt qu’avec
celui d’un touriste, on ne peut manqu.er de se faire du bien et d’en faire
à son prochain. Cet ‘esprit, nous l’avons presque toujours aperçu dajia
les visitouïs. - qui, oette année, isolés
ou en groupes, ' sont venus aux Vallées.
Nous nous en réjouissons avec eux
et nous en concluons que tout œ qui
a été fait n’a pas été vain. Il ne noua
reste qu’à continuer à. répandre la
iboinn© semence, à accueillir fraternellement ccM qui viennent, de près ou'
de loin, nous faire visite. Avec le.,
©ûeùr à la main, les un« et" les autres.
Nous nous enrichirons m'Utuellement.
Au revoir donc, chers pèlerins de
■19481 - ‘ (Lector
4
im:;
il
L’ECO OELLE VALLI VALDESI
MJ^E DËIIE COMUNIW
.V
'ANGROGNA (Capóluogo)
. M^rooliéidi 3 nov, abbiamo doposto
noi bimitero del Capoluogo la spoglia
mortale del nostro fratello Long Giovarmi deceduto al iMartel il 1 novembre all’età di anni 80. Per diversi anni egli esercitò la ifunaione di maestro
nel quartiere dei Poms di Àngrogna
, e per un cinquainteninio egli svolse
fedelmente il mimieterio di Anziano
nel seno della nostra Comunità. Sulla sua tomiba noi deponi amo il fiore
della nostra rioonosoenza, mentre ad"
ditiamo alla famiglia ed ai parenti
afflitti la parola biblica: «Beati i
morti ohe muoiono nel Signore».
e. a.
1T> '• "■-iii ¡fa í.'';í5;'(i
Albertina di Xondra eh© non ha più
potuto salutare la venerata madre,
rinnoviamo l’espreesion© della no"
stra simpatia.
PRAROSTIÑO
ANGROGNA (Serre)
Lunedì 8 oorr. abbiamo deposto nel
cimitero del oapoluogo la foglia
mortale della nostra sorella Odin
Luisa, vedova Arnoul, deceduta all’età di 76 anni al Serre in seguito a
breve malattia.
Al figlio, alla famiglia, ai parenti
tutti diciamo ancora la nostra fraterna simpatia. e. a.
LUSERNA 5. GIOVANNI
I segni della ripresa autunnale so- no manifesti nella migliorata frequentazione dei 'Culti, nel numero inooraggiante di giovani ohe partecipano aJle attività, nella promettente
massa di catecumeni che hanno iniziato i corsi di iatruzione, nel gran
numero di bambini che frequentano
lo nostre Scuole Domenicali.
L’Unione delle ’Madri ha avuto la
Bua prima affollata riunione.
La Corale ha ripreso la sua attività eseguendo appropriati cori nel
corso della proiezione del film delle
celebrazioni del Centenario.
La Filodrammatica rappresenterà
SALATO 13 corrente alle ore 21, nella Sala Albarin, la' CScmmedia in tre
. atti «A-oqua cheta».
E’ stato amministrato il 'S. BatteBÌmo a Bcnnet Ernesto, di Aldo e di
Giordan Augustina. L’augurio di
ogni benedizione del Signore segue
il bambino attualmente in viaggio
con i genitori e i fratellini per l’America del Sud.
Abbiamo aoocnux)agnato al campo
del riposo Mourglia Caterina, ved.
Benech, di anni 84; Malan Susanna,
fu Bartolomeo, di anni 88; Bevel
Dionigia, fu Paolo, di anni 78;
Schmid Anna, ved. Malanot, di 78;
Goas Rina Amalia, ifu Paolo, di anni 86.
Alle famigli© di queste care sorelle scomparse, alla signorina Bertin
Canto Sacro
La Commissione di Canto Sacro
propone allo stadio delle Corali e
delle Scuole Domenicali per l’anno
ecclesiastico 1948-49 i seguenti inni :
CORALI
Innario Cristiano:
58 : strofe. 1 e 4 (metronomo 66)
220: strofe 1-2-3 (metronomo 72)
253 : strofe 1 (metronomo 72)
Psaumes et Cantiques:
145 : strofe 1-2-3
154: strofe 1-2*3
SCUOLEJ DÙMEmCALl
Innario Cristiaiw^
134 ; strofe 1-2-3 (metronomo 72)
276 : strofe 1-2-3 (metronomo 72)
292 : strofe 1 - 2 (metronomo 88)
Psaumes et Cantiques:
141 : strofe 1-2-3
274: strofe 1-2-3
Alle Corali, alle Scuole Domenicali, ai Direttori ed ai Monitori, l’augurio fraterno in vista di un lavoro
benedetto .dal Signore.
La Commissione di Canto Sacro
Inaugurazione Bestcmri del Centenario. La demonica 31 ottobre, malgrado una pioggia autunnale ohe ci ha accompagnati per tutta la giornata, le
■nostre celebrazioni hann© potuto svolgersi ugualmente secondo il pi'ogramma prestabilito. Naturalmente l'affluenza del pubblico non ha potuto ©s
sere come avr^emmo desiderato.
Di buon mattino, alle 8.16, ci trovavamo già raccolti, nella Cappella del
Roe rimessa a nuovo. Presiedeva il Pastore A. Ricca. Il prof. Costabel ci recò Un efficace messaggio.
Alle 10.30 nel nostro Tempio una buona assemblea ascoltava l’ispirata predicazione del pastore Ricca su 2 Cronache 24 ; 13b. La 'Corale contribuì all’edificazione dei presenti con l’esecuzione dell’Inno del Centenario.
Dopo il culto una sessantina di commensali si riunivano- per un modesto
pranzo in comune. Con piacere vennero uditi i messaggi del pastore Ricca,
del prof. Oostabel, 'del Sindaco di San
Secondo e del sig. 'G. Vicino.
Quindi un piccolo gruppo di Prarostinesi acooii^agnava i nostri ospiti
fino all’alpestre quartiere di Pralarossa per inaugurare la Scuola-Cappella ricostruita in questi ultimi mesi. Il nostro locale non fu sufficiente
per accoglier© tutti gli interv'enuti al"
cuni dei quali dovettero aooontcntarei
di seguir© la cerimonia isotto la pioggia. ,
Ci auguriamo oh© il lavoro compiuto
in questi ultimi mesi sia veramente una testimonianza della nostra fee e ohe
le celebrazioni del 31 ottobr© ci abbia- ■
no richiamati ad una più grand© fedeltà e ad un nuovo spirito di consacrazione al servìzio del Signore.
COLONIA VALDENSE
Les journaux de Montevideo nous
ont donné Res nouvelles sans doute
intéressantes pour le monde vaudoisl
L© docteur Henri Armamd ügon —
membre, d© la Haute Cour de Justi'oe
— se trouve actuellement à 'Paris en
qu-alité de Président d© la Commission
qui représente la République de l’üruguay auprès d© la O. N. U. Il a
fait d’importantes 'déol.arations au
sein de cette assemblée, au nom d© son
pays, en faveur d’une entente entre
l’Orient et l’Occident.
— II y a quelque temps déjà la presse de la capitale uruguayenne dédiait
bonne 'partie d’une de ses pages au
docteur Victor Armand Ugon, éminent chirurgien, dont la ren'ommée a
dépuia nombre d’années franchi les
frontières de sa 'patrie, la fSuisse de
l’Amérique du Sud,
Monsieur Victor Armand Ugon,
professeur à l’Université de Montévideo et chirurgien distingué, avait été
objet d’uja© réception 'dans la résidence privée du Président de la République. En cette circonstance .les plus hautes personnalités du morude médical
étaient présentes pour honorer et se
congratuler avec ce vaudois éminent.
D© notre part nous tenons à dire que
le docteur Victor A. Ugon est très ap- '
pr^ié par les 'Vaudois uruguayens
qui trouvent en lui la science unie à
une cordialité .et une générosité qui le
distinguemt.
Les iMessieurs Henri et Vi'otor Armand Ugon sont fils de feu le pasteur
Daniel Armand Ugon qui pondant
plus de quarante ans dessei-vit la paroisse de Gblonia Valdenee. Les douze enfants du pasteur A. Ugon occupent un© place d’honneur dans le
monde scientifique et social de l’Uruguay.
—Quelqués mois passés nous annon' cions la mort 'de notre frère, en/'Qbr'iot
Louis Jourdan Poet, natif de 'La Tour
et' décédé subitemont à "Colo.nia Valdense. - J
H nous faut faire part maintenant
du décès de son fils ainé — Albert — né
à .La J Tour, qui, de même que son père
termina sa carrière à 'Oolonia Valídense.
Il était assistant aux leçons île
sciences naturelles au lycéf' de notre
Colonie Mlère. Albert Jourdan avait à
peine dépassé la quarantaiiio'; il était
fort estimé dans l’amibiance d© notre
institut secondaire et dans le milieu
juvenil. Il était artiste apprécié dans
la récitation des drames vaudois.
A la famille en 'deuil ^ dont plusieurs membres sont établis à La Tour
et aux Airals — 'nous exprimons notre sympathie chrétienne.
— Nous venons 'de recevoir une lettre de Monsieur Louis Tosoano — originaire 'de La Tour — établi à Ro Primero (F. C. E.) Prov.ia Córdoba —
Rép. Argentine — dans . laquelle' il
nous prie 'de donner de ses bonnes nouvelles juux lecteurs de L’Echo, parmi
lesquels il compte de vieux et chers amis. G-z.
Borsa “Willy jtrVIs,^
F. tj. y.
[givtp fiiovile a Tifieo
L’Unione Giovanile df Tori'uo or"
ganizza per domenica, 14 novembre,
aile ore 9, un
CONVEGNO D'AUTUNNO
con studio e discussione del seguente argomento: La comAunità cristana come schema del Regno di
Dio. Tutte le Unioni dei Gruppi
Valli e Italia Nord sono cordialmente invitate al 'Oonvegno.
Ritrovo alle ore 9 presso il Temirio Valdese di Torino.
Alle 10.30 culto insieme con la comunità.
Nel pomcitì'ggia sd svolgerà ¡il
seguente programma;
Graede castagnata unionts'ta.
Torneo Ping-Pong tra le Unioni.
Coppa artistica © Medaglie premio per i migliori Giocatori © le
castagne più saporité. Traamis
sione radio. Gare e 'Cbneors; a
premio. Inaugurazione della mostra di Agape a Torino.
Un Convegno a cui TUTTI
debbono intervenire
Il t'iimill tllllllll
[JE StIEIII iKLilEUl DI DIO.
Sarà il tema trattato in discussione di gruppo al Convegno
d’autunno. È il tema generale
proposto dalla F. U, V. alle Unioni per quest’anno. Darà a tutti
una solida base di studio su que*
sto problema fondamentale del
Cristianesimo odierno.
PER LA RIVISTA
7rot(st88teslino
SABATO 13 novembre l’Unione
Giovanile di Luserna S. Giovanni reciterà nella Sala Albarin della Casa
Valdese dei Blonats là commedia in
tre atti « Acqjtia cheta ». Il provento
dell’entrata sarà devoluto alla rivista « Protestantesimo ».
Si invitano tutti i Valdesi a sostenere, con la loro presenza, questa rivista teologica che è l’unica del,genere che difenda il pensiero protestante nel campo della cultura italiana.
La Commissione ;per l’assegnaaione
della ,'Bocrsa di Stu3io, istituita per
onorare la memoria di W- Jervis, nella sua riunione d-el 1 novembre 1948,
ha assegnato 1© tre borse per l’anno
scolastico 1948-49 ai seguenti allievi ;
'Coieson Annalisa, -della Scuola Magistrale di Pinerolo.
Miegge Mario del Collegio di. Torre
Pel lice. !
Coi'Sson Graziella della Scuola La- ì
ti'na. " I
Orticoltura, aér
meriti, impianti,
piante da fruir
tu, viti innestar
te e selvatiche
Dir. Reap. ERMANNO ROSI AN
Bo8(li8rd l(ld(rl;o
PORTE (Prov. di Torino)
Arti Grafiche "L'ALPINA,. Torre PelHcr
La famiglia eñ- Congiunti del compianto
CievJNNI JOUR04N
ringraziano commossi quanti hanno
preso parto al loro grande dolore.^
Una particolare eepressiome di riconoscenza vada al dott, Gardiol per la
sua assidua assistenza ©d al pastore
sig. Ayassot per il conforto mora!©
pro'digato nella dolorosa ciroo'stanza.
Torre Pelliice, 09 ottobre 1948.
La famiglia della compianta Griset F'anny ringrazia tutti coloro ohe
preS'Sro pari© al loro dolore. Un grazie particolare al Pastore Rostan, al
Dr. Avondet, ai vicini, amici ©d a
quanti, con fiori e con offerte, vollero
onorare la m'emoria della cara Estinta.
Abbadia Alpina 3 - l,l - 1948.
Il dr. DANI ILE ROCHAT
visila a TORRE PELLICE
iulti i venerdì dalle
10 alle 12 presso il
dr. Gardiol Tel. 77
a
TORINO gli allri giorni
dalle 14,30 alle 16,30,
presso l'ospedale valdese - via Berihollei 36
RINGRAZIAMENTO
Le figlie, i 'nipoti ed i parenti tutti,
nella vmpO'Ssibilità di farlo 'persomialmente, esprimono la più viva gratitudine a tutte le persoin© che in vario
modo furono loro di aiuto e 'di 'Conforto in ooc-asione 'della dipartenza del
loro caro
aiOtVANNI LONG
Auziano
Martel dn Angrogno,, 3 novembre 1948
flit della 5t8np8
UFFICIO DI RITAGLI DA GIORNALI E RIVISTE
Fondato nel 1901
Direttore UMBERTO FRULTIUELF,
MILANO
Via Giuseppe Campagnoii 28 - Tel. 53135
Casella Postale 3546— C.C.l. Milano 77384
Telegrammi ECOSTAMPA - MILANO
Famiglia Valdese senza baimbini 'Si
incaricherebbe volentieri della cura
e dell’aJlevattnento di un piccolo lattante.
Per informazione rivolgersi al
Pastore E. Aime - Àngrogna (Torino).
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Rivolgersi Muris o Past. Ayassot
Torre Pellioe.
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terinario rivolgersi al
Dr. Bruno Pozzi
Medico-Veterinario
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