1
Anno 125 - n. 25
23 giugno 1989
L. 900
Sped. abbonamento postale
Gruppo 11/70
In caso di mancato recapito rispedire
a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
IL PAPA IN SCANDINAVIA
IL VOTO DEL 18 GIUGNO
Scomunica
ed ecumenismo
Si poteva facilmente prevedere
che nei paesi scandinavi, protestanti nella quasi totalità della
loro popolazione, i prestigiosi
carismi di papa Wojtyla non
avrebbero suscitato le immagini di spettacolarità a cui ci hanno abituati i suoi frequenti viaggi in altre regioni del mondo.
Ma nessuno si poteva aspettare un’accoglienza così fredda,
ostile e tanto meno una professione di fede evangelica così
ferma e decisa da parte di una
chiesa che alcuni cronisti ci avevano presentato in liquidazione
a causa di un accentuato secolarismo che moltiplica i casi di
suicidio, di alcolismo, la disgregazione della famiglia, lo spopolamento delle chiese, senza per
altro mettere in luce tanti aspetti positivi di quella società, pur
cosi diversa dalla nostra.
Certo è spiacevole che un pontefice romano sia stato invitato
dai fratelli separati, per una
volta, a tacere nella solenne cattedrale di Copenaghen. Ma papa Wojtyla non se n’è avuto a
male e ne ha soprattutto compreso le motivazioni.
Innanzitutto i cristiani evangelici luterani, come quelli di
tutte, le altre denominazioni, non
gradiscono che il capo della
chiesa cattolica romana si presenti come il capo supremo di
tutta la chiesa universale, di cui
essi riconoscono solo capo il
Signore Gesù Cristo. Essi hanno voluto evitare equivoci e fraintendimenti. Per di più Lutero,
tra tutti i riformatori protestanti, fu quello che si oppose con
più fermezza alla legittimità
evangelica dell’istituzione del
papato e airaccentramento dell’autorità in una sola persona,
come del resto recentemente
hanno ribadito i teologi cattolici dissidenti di Colonia e con
loro quelli francesi, spagnoli e
italiani. Come si sa, allora Lutero reagì alla bolla di scomunica
di Leone X, « Exurge Domine »
(1520), e la bruciò sulla pubblica piazza di Wittenberg. Fu la
rottura con Roma, ma la Riforma si propagò anche nei paesi
del nord Europa.
Quando nel 1983 si celebrò il
quinto centenario della nascita
di Martin Lutero, si disse con
insistenza che la scomunica del
riformatore, che pesava come un
grosso macigno sulla via dell’ecumenismo, era da togliere, da cancellare definitivamente.
Ma il papa si limitò a dire
che Lutero poteva essere considerato come un dottore della
chiesa.
Alla rinnovata richiesta dei
vescovi danesi il papa ha ora risposto che la questione della
scomunica non esiste più dopo
la morte di Lutero. Ma « la sua
condanna ecclesiastica rimane,
perché i risultati della sua scomunica hanno prodotto profonde ferite che dopo 500 anni non
si sono rimarginate ». 11 vescovo luterano Ole Bertensen
ne ha dedotto che « la condanna
delle dottrine protestanti non è
stata annullata e che le differenze dottrinali rimangono serie e
decisive ». Una battuta d’arresto, dunque, sul cammino ecumenico’?
Ma se a questi motivi di dissenso se ne aggiungono anche
molti altri noi possiamo, grazie
a Dio, scorgere molti segni di
speranza e di fiducia, perché
camminiamo per fede e non per
visione. Fu proprio un vescovo
luterano svedese di Stoccolma,
Nathan Schoederblom, che dopo
il primo conflitto mondiale invitò le chiese ad unirsi sulla base comune dell’azione.
Questo principio è stato ripreso dalla recente conferenza ecumenica di Basilea in cui cattolici, protestanti e ortodossi si
sono incontrati, nello spirito della Pentecoste, per affrontare insieme i temi della pace, della
giustizia, della salvaguardia del
creato che sono oggi di una urgenza esistenziale per tutta l’umanità.
Nell’emisfero artico il sole
splende anche a mezzanotte. E’
questo per noi un segno di viva
speranza perché, come dice Gesù, « la luce risplende nelle tenebre ».
Pietro V. Panascia
I colori dell'Europa:
il rosso e il verde
Una maggioranza ó\ sinistra sostituirà quella centrista - I rapporti
con l’Est e con il Su(d - Che cosa può legare Basilea a Strasburgo?
L’Europa è oggi più rossa, più
verde, più unita. Il responso delle urne, nonostante la forte astensione (ha votato il 58,5%
degli aventi diritto), consegna il
Parlamento europeo ad una maggioranza di sinistra che sostituirà quella centrista che lo ha gestito finora. Già si parla di un
nuovo presidente socialista, che
sarà eletto coi voti socialisti, verdi e dei comunisti italiani. Ciò
non potrà non avere effetti importanti su alcuni temi cruciali per
il futuro europeo: la politica agricola, i diritti sociali e dei lavoratori, i rapporti Nord-Sud, i
rapporti con i paesi dell’Est europeo. Il futuro governo europeo,
se il Parlamento avrà poteri reali, sarà però in contraddizione
con la maggioranza dei governi
nazionali. Il rosso-verde, che è
maggioranza in Europa, è mino
ranza nelle nazioni. Si aprirà
cioè una contraddizione tra Parlamento europeo e ministri nazionali, i soli che, oggi, hanno i
poteri decisionali. Una contraddizione non facile da risolvere.
Poi vi sono le altre contraddizioni: il successo della destra
xenofoba in Germania, in Francia e, parzialmente, in Italia e
Grecia.
11 numero delle donne elette
rimane troppo basso: solo 8 su
81 saranno le italiane. Questo nonostante la pubblicità che invitava le dorme a votare donna.
Una cosa però è certa. La gente, quando pensa all’Europa, la
pensa garante dei diritti di democrazia, di uno stato sociale,
pensa ad uno sviluppo rispettoso dell’ambiente. Il ’93 non dovrà essere semplicemente l’apertura di un grande mercato, ma
LA PREDICAZIONE ALLA CONFERENZA DEL 1« DISTRETTO
Parlare e
Alla base del nostro essere cristiani vi ' è la chiamata a vivere
realmente la propria fede ed a
comunicare quest’ultima al nostro prossimo; ed è questo secondo tema che emerge ed attraversa tutto il brano del libro degli Atti che abbiamo letto.
Come abbiamo sentito dalle
parole del profeta Isaia e come
è detto in molti altri passi delVAT e del NT il Signore ci ha
detto: « Voi siete i miei testimoni, voi sarete i miei ambasciatori ».
Un compito non facile, impegnativo e rischioso, quello che
ci viene affidato. La prima constatazione che viene in mente a
questo proposito è questa: quando noi parliamo di Dio all’interno delle nostre chiese o nell’ambito dei nostri incontri ne parliamo con facilità e disinvoltura;
quando ci troviamo, invece, in
un contesto estraneo, diverso, ci
troviamo impacciati, imbarazza
ti a parlare di evangelo. Ci sembra subito che quanto desideriamo dire non corrisponda affatto alle preoccupazioni di chi
ci sta di fronte, che non riusciamo a farci comprendere, che le
nostre parole ■rimbalzino sull’uditorio come su un muro, ritornando a noi senza aver prodotto alcun effetto. Ci rendiamo
conto del grosso problema di comunicazione esistente. Qual è allora la nostra risposta a tutto
ciò?
Certi dicono: smettiamo di
predicare, accontentiamoci di
avere un’azione sociale. Altri, invece. sostengono che solo la predicazione della Parola potrà operare delle trasformazioni.
Il testo che meditiamo mi sem
agire
bra interessante, a questo proposito, perché ci mostra un problema di comunicazione. Paolo e
Barnaba si trovano in una situazione molto difficile per dei
missionari: vedono venire incontro a loro tutta una processione, con in testa dei sacerdoti, per
offrire loro un sacrificio. La gente di Listra li aveva confusi con
le divinità pagane in visita agli
uomini. Altro ostacolo era per
Paolo e Barnaba la lingua diversa, che contribuiva a rendere la
comunicazione ancora più difficile.
A riprova di ciò vi è il fatto
che il miracolo operato da Paolo
non viene recepito come un segno del Regno di Dio. Questo ci
permette di sottolineare l'ambiguità di un’azione quando ad
es.sa non segue una parola chiara ed accessibile a tutti. Come
non si può parlare senza agire,
così non si può agire senza parlare, con il rischio che la nostra
testimonianza si riveli del tutto
inutile da un punto di vista cristiano. Primo insegnamento è
dunque questo: se dobbiamo parlare come testimoni dell’evangelo, non lo possiamo fare senza
preoccuparci del modo in cui lo
facciamo; occorre usare un linguaggio ed una forma di pensiero che siano accessibili a tutti.
Paolo non S’ esprime allo stesso modo quando parla ai giudei
d’.Antiochia o agli ateniesi. Certo,
per riuscire in tale impresa, occorre fare uno sforzo, avere una
conoscenza profonda di coloro ai
quali ci si rivolge, occorre un
ascolto attento del mondo in cui
viviamo, occorre adattare il nostro linguaggio alla situazione.
In molti altri casi siamo d’ac
dovrà tener conto delle aspirazioni degli uomini e delle dorme
che vivono in Europa. Il voto
è stato un passo in avanti verso
l’unità. Adesso se ne dovranno
fare altri: il potere del Parlamento, una nuova legge elettorale che possa migliorare i criteri della rappresentanza, rendendola omogenea in tutti i paesi. In ogni caso il Parlamento
europeo, se sarà preso sul serio
dai partiti e dai parlamentari
eletti, potrà svolgere una importante funzione di stimolo verso
i parlamenti nazionali affinché i
problemi possano essere risolti
guardando a soluzioni sovranazionali, e che nello stesso tempo
siano attente alle esigenze di salvaguardia culturale e sociale delle varie realtà regionali ed etniche.
Qualche settimana prima del
voto si era tenuta a Basilea un’al
II nuovo Parlamento
europeo
(Atti 14: 8-20)
cordo nell’imporci dei sacrifìci,
tanto più lo dobbiamo essere
quando si tratta di essere testimoni e ambasciatori del Dio in
cui crediamo!
Ed ora il contenuto del messaggio di Paolo, perché se non
possiamo parlare in un modo
qualsiasi non possiamo, a maggior ragione, dire qualsiasi cosa
quando siamo portavoce dell'evangelo.
Per dissipare il malinteso creatosi e nello stesso tempo tentare di aprire, per l’evangelo, un
varco nei cuori di chi lo ascolta, Paolo si esprime radicalmente contro il paganesimo; in seguito, tuttavia, dimostra al suo
uditorio che sono già beneficiari della generosità di questo Dio
creatore, che egli annuncia loro
(v. TI). Il messaggio di Paolo
produrrà ben presto, come sappiamo, la nascita di una chiesa
sorta malgrado la persecuzione,
una chiesa che fornirà a Paolo
uno dei suoi migliori collaboratori: Timoteo.
« Egli riempirà i vostri cuori
di gioia... ». Questo tipo di approccio è raro nei nostri messaggi. La leva principale dei nostri appelli mi sembra piuttosto
essere la nostra colpevolezza, il
disimpegno, l’indifferenza, il fallimento personale e collettivo. E
certamente non occorre andar
lontani per motivare queste realtà; gli esempi a questo proposito, al nostro interno e nella so
cietà in cui viviamo, sono numerosi. E così per mettere in luce
la buona novella si inizia a fare
la dimostrazione di conte tutto
va male e di come la maggioranVito Gardìol
(continua a pag. 2)
1989 1984 diff.
Socialisti 182 166 -t 16
Democristiani 123 112 ■f 11
Conservatori 33 66 — 33
Comunisti 42 48 — 6
Liberali 45 46 — 1
Gollisti 19 30 _ 11
Verdi 32 20 -L 12
Destre 22 16 + 6
Non iscritti 20 14 -f- 6
tra consultazione europea. Questa volta era più larga: raggruppava le chiese cristiane dall’Atlantico agli Urali. Le chiese
hanno elencato i problemi urgenti che esigono una risposta, anche politica, da parte degli eletti. Una richiesta era su tutte:
occorre che le decisioni siano
prese con -responsabilità e con
autorevolezza. Nel V capitolo del
documento finale le chiese chiedono ai politici una nuova visione dell'Europa e una politica
di sicurezza comune fatta di dialogo tra i diversi sistemi politici e l’affermazione di mezzi non\riolcnti. Le chiese chiedono poi
la riconciliazione tra Est e Qvest
e che aH’interno di ogni paese
vengano salvaguardati i diritti
dello straniero, del rifugiato, dell’handicappato. Bisogna essere
consapevoli che l'avvenire dell'Europa — affermano le chiese
— è l’avvenire del mondo, l’avvenire della creazione di Dio.
Sapranno gli eletti rispondere a
queste richieste? E’ quanto ci
auguriamo, sinceramente.
Giorgio Gardiol
2
commenti e dibattiti
23 giugno 1989
UNA VITA
CON NERI
Neri Giampiccoli a Bergamo: quasi
una vita insieme. E questa vita (in fondo così breve) sembra oggi difficile da
narrare, perché è stata tanto ricca
di eventi, alcuni dei quali « pubblici », significativi per la vita della chiesa in generale, altri più specifici per
la nostra comunità, e altri ancora
per le persone singole che ne facevano parte. Neri infatti aveva questa
capacità di non perdere di vista nessuno di questi tre livelli: erano come cerchi concentrici che egli aveva
costantemente sotto gli occhi, che
vedeva anzi in funzione l’uno dell’altro; la sua cura assidua era che tra
l’istituzione e la persona vi fosse un
rapporto vivo, autentico, libero.
A livello ecclesiale, già altri hanno
ricordato vari aspetti della sua opera negli anni « difficili ». lo vorrei ricordare, prima ancora di questi, gli
inizi degli anni '60 in cui si dibatteva
il problema del pastorato femminile.
Neri è stato a mio avviso uno dei
primi e pochi pastori della sua generazione che si siano messi subito e
attivamente dalla parte del « sì », senza
alcuna riserva. Si meravigliava persino
che ci potessero essere dubbi in
pro^posito: questo, diceva, non solo se
si pone mente allo Spirito Santo che
soffia dove vuole, ma anche se si considerano (e mi faceva nomi) le donne presenti nella nostra chiesa e i loro
doni indiscutibili. Concludeva: « Come al solito, basta avere orecchie per
intendere! ».
A livello comunitario, noi » bergamaschi » non possiamo non ricordare in
modo particolare la sua predicazione,
per l’impatto educativo che, nei venti
anni complessivi della sua permanenza fra noi, essa ha avuto sulla nostra
coscienza comunitaria. Una predicazione che ci ha forse resi esigenti, incapaci dì accettare banalità e luoghi
comuni, e che nella sua ricchezza
di elementi dialettici non diventava
mai accademia, non dimenticava mai
di dare appassionato risalto al messaggio della misericordia e della speranza.
Infine, a livello individuale, e cioè
di comunicazione umana personalizzata, io credo che sia impossibile ricordare la figura di Neri senza associarla
strettamente a quella di sua moglie.
La coppia Neri-Marcella mi pareva
eccezionale per il senso di equilibrio
che ne emanava. Neri mi diceva: « Sì,
io faccio cura d’anime, ma è Marcella che cura la mia! ». Marcella aveva
una capacità di mediazione ammirevole, che influiva sui rapporti tra Neri e la comunità anche nel senso di
saper creare un’intesa continua e una
fiducia reciproca. Ma entrambi erano
caratterizzati da alcune doti fondamentali e condivise, come l’umiltà spinta
a volte fino alla sottovalutazione di sé,
la capacità umana di accoglimento
delle emozioni e dei problemi degli altri, e la profonda fiducia nella presenza di potenzialità positive e liberatorie in tutte le persone, e in
qualsiasi momento.
Mi piace ricordare di lui una frase
spesso ripetuta: « Quando una porta si
chiude, è perché se ne deve aprire
un’altra ». E’ un po’ l’emblema del
suo ottimismo cristiano, della capacità, che lo ha sempre sorretto, di
guardare al futuro nel segno della
speranza. Rita Gay, Bergamo
LO STATO
DEL MONDO
Il - Time » ha illustrato la copertina
del suo numero del gennaio scorso
con la figura della terra, denunciando
poi nel contesto la tragica e preoccupante (forse fatale!) situazione del
nostro pianeta.
Nello stesso gennaio si è svolto
a Torino un convegno su « Atmosfera,
clima e uomini », al quale hanno partecipato centinaia di scienziati di tutto il mondo che hanno analizzato e illustrato la situazione in cui si trova
l’intera umanità, sollecitando coloro
che sono alia guida delle varie nazioni a prendere i necessari ed urgenti provvedimenti.
Le piogge acide hanno già comportato danni irreparabili non solo nelle vegetazioni ma anche nella gamma
ittica, tanto è vero che da oltre 20
anni la trota e il salmone sono spariti da centinaia di laghi e fiumi della
Scandinavia.
Il 50% delle foreste della Germania, Svizzera, Olanda, Polonia e Cecoslovacchia è malato e questa
piaga tende ad estendersi in tutta
l’Europa che è il continente più col
pito, mentre nelle foreste dell’Africa
sono purtroppo gli uomini a creare
i disastri a scopo egoistico, senza la
minima riflessione sulla gravità delle conseguenze.
Il convegno di Torino ha concluso
i suoi lavori prevedendo che fra una
diecina di anni il pianeta terra si troverà in preda a catastrofici cambiamenti ambientali impazziti. Sarà questa una situazione irreversibile e irrimediabile!
Il rapporto annuale stilato dal
« Woridwatch » dì Washington sullo
stato del mondo è questa Volta molto più allarmante del solito. Pertanto, senza interventi e provvedimenti
(ma quali e da chi?) sarà la completa rovina.
Sembrano previsioni dettate da un
nero pessimismo ma sono invece pure, nude e crude realtà!
Di questo bisogna trattare e preoccuparci e non perdere tempo con gli
assurdi e intricanti contrasti di una
meschina politica a tutti i livelli!
Ferruccio Giovannini, Pisa
CON LA TOGA
CULTO PIU’ SOLENNE
Egregio signor Direttore,
non ho mai capito perché molti pastori non vogliono più indossare la toga: è forse troppo pesante o ingombrante?
Desidero quindi unire la mia voce a
quella dei membri di varie chiese che,
sul giornale, si sono espressi a favore
della toga.
Trovavo il culto molto più solenne e
sentito quando i pastori indossavano la
toga, per cui, a mio avviso, sarebbe
auspicabile un ritorno all’uso della
toga da parte di tutti i pastori.
Cordiali saluti.
Lettera firmata, Pomaretto
Parlare e agire
(segue da pag. 1)
za di noi è infedele; e l'evangelo
non sembra avere più nulla da
dire all'uomo equilibrato e sicuro di sé. Il messaggio di Paolo
non si nutre aelle disgrazie della gente. Esso è positivo, la gioia
dei pagani non lo infastidisce,
anzi costituisce il trampolino per
la sua predicazione che trae forza dalla certezza che Dio è misericordioso.
Certo invitare la gente ad abbandonare i propri falsi dèi, antichi o moderni, ponendo fine alle loro illusioni, è importante ed
indispensabile, ma essi seguiranno questo invito solo se saranno attirati dal Dio vivente e ve
Fondo di solidarietà
Nel pubblicare qui appresso
l’elenco dei doni pervenutici nei
mesi di aprile e maggio, confermiamo innanzitutto quanto già
precedentemente comunicato, e
cioè che abbiamo provveduto ad
inviare la somma di L. 2 milioni a favore del laboratorio di
cucito di Managua. Eventuali
successive offerte verranno destinate alle altre iniziative in corso.
Per quanto riguarda queste ultime, ricordiamo che al momento esse sono due. Innanzitutto,
il centro agricolo e socio-sanitario di Nvengo - Zambia (Africa),
di cui abbiamo già dato i dettagli in precedenza. Rammentiamo che si tratta di un centro
che verrà articolato in vari settori coordinati fra loro, comprendenti, oltre all’assistenza spirituale, un’attività di educazione
sanitaria assicurata da un medico; nuove tecniche di coltivazione in modo da assicurare una
alimentazione .sufficiente e corretta: un’adeguata assistenza fecnico-idrica per scavo di pozzi c
di un canale percorribile da una
barca a mo'tore.
L’altra iniziativa si riferisce
all’appello delle Chiese evangeliche della Giamaica che hanno
riportato gravi danni a seguito
di un tifone; particolarmente
colpita la locale Facoltà di teologia, che prepara tutti i pastori evangelici della Giamaica.
Queste iniziative sono in atto
già da tempo e necessitano di
essere portate a termine con una
certa urgenza. Ci auguriamo di
conseguenza di ricevere sollecite
e numerose offerte che, come di
consueto, vanno inviate a La Luce, Fondo di solidarietà, via Pio
V, 15 - Torino, conto corr. postale n. 11234101.
Offerte pervenute in aprile-maggio 1989
L. 100.000: Delia Fontana; Luca; Mirella e Ernesto Beìn.
L. 60.000: Dina Medola.
L. 50.000: Catterina Poèt Passarelli;
Ruggero Henking.
L. 20.000: Antonio Tetta.
L. 10.000: N. N., Pomaretto.
Totale L. 490.000; Totale precedente
L. 6.099.359; In cassa L. 6.589.359.
Inviato alla Scuola cucito di Managua (Nicaragua) a chiusura della sottoscrizione L. 2.000.000.
Restano in cassa L. 4.589.359.
ro; ed è nella sua bontà, a partire, dal suo amore, che saranno
spinti ad un cambiamento autentico della loro vita.
Gesù ha insegnato che suo Padre fa alzare il sole sui buoni e
sui cattivi: una sana teologia della grazia generale di Dio verso
tutta l’umanità deve costituire il
fondamento su cui si fonda il
messaggio della salvezza per grazia. Ed è di fronte alla grandezza, alla bontà, all’amore di Dio
che l’uomo, consapevole dell’atteggiamento avuto fino a quel
momento nei confronti di Dio,
grida: ho peccato, mi sono sbagliato; Signore, perdonami.
Una parola ancora per terminare. Ciò che dava ancora più
forza al messaggio di Paolo è
che l'apostolo credeva profondamente, viveva per così dire ciò
che diceva, era convinto e perciò convincente.
La gente oggi ha bisogno di
certezza. Paolo non dice: sarebbe forse bene per voi convertirvi al Dio vivente, o forse Dio si
è occupato di voi, o ancora può
darsi che Dio abbia fatto questo e quello per voi. Ho l’impressione che noi, a differenza dell’apostolo Paolo, manchiamo di
convinzione, che siamo talmente
affetti da relativismo che non
siamo più sicuri di nulla, che la
gente si domanda se crediamo
veramente a ciò che diciamo o
se semplicemente ci abbandoniamo ad una lotta di retroguardia.
Non si tratta di essere limitati,
ma di credere con passione in
questo Dio che ci ama, che perdona, in questo Dio che fa ogni
cosa nuova, che libera, in questo Dio che si prende cura di
noi giorno dopo giorno.
Paolo e Barnaba predicavano
con vigore e successo perché lo
facevano in quanto ambasciatori di Cristo e nella potenza dello Spirito Santo. Che lo Spirito
del Signore soffi su di noi e rafforzi la nostra fede affinché possiamo predicare l’evangelo con
la stessa forza di convinzione con
la quale gli apostoli predicavano.
Vito Gardiol
PROTESTANTESIMO IN TV
Il « contenitore » dell’ll giugno (dopo le 24!) si presentava
un po’ stipato, a scapito di un
minimo approfondimento specialmente dei primi due argomenti, che non erano di poco
peso. Si è aperto sulla « consultazione metodista », un appuntamento ricorrente in cui
i metodisti italiani riflettono
sulla propria duplice identità
di componente nell’integrazione con i valdesi e di membri
della grande famiglia internazionale. Abbiamo sentito in
sottofondo il pastore S. Aqui
luterani, riformati ecc. da cui
emerge il quadro di una notevole attività (culti, cori, studi biblici, gruppi femminili,
iniziative per i numerosi bambini ed incontri con la chiesa
battista di Varese). Un laboratorio, dunque, di ecumenismo interprotestante dove non
risultano difficoltà di rapporti, ma occasioni di confronto
teologico e culturale. Un’esperienza nata dalla necessità che
può far riflettere tutti noi. La
regista G. Urizio non ha mancato di toccare nelle sue in
La comunità
ecumenica di Ispra
lante che invitava ad una lettura critica della realtà secondo l’esortazione dell’apostolo
ad « esaminare ogni cosa per
ritenere il bene », ma non abbiamo avuto notizia degli argomenti in discussione. Il secondo flash era puntato su un
incontro ad Agape di 45 donne provenienti da Portogallo,
Francia ed Italia sul tema
« Donne immigrate e diritto
alla salute ». Sappiamo che si
sono confrontate le legislazioni dei vari paesi europei ed
esaminati i grossi problemi di
queste sorelle sradicate dai
propri paesi, a cui non sono
garantiti i diritti umani neppure sul piano sanitario. Vi
è pure il timore che la prossima Europa del '93 le penalizzi
ancora maggiormente come
immigrate e come donne. Da
parte nostra non possiamo
non rallegrarci del fatto che
ad Agape abbiano trovato voce ed ospitalità. Il terzo servizio riguardava l’originale comunità di Ispra.
Come noto esiste qui, a due
passi dal Lago Maggiore, un
centro europeo per la ricerca
atomica a scopi civili che vede un afflusso dall’estero di
tecnici, scienziati e ricercatori
con le loro famiglie. A seguito
di questa situazione si è dato
vita, a cura di un gruppo di tedeschi ed olandesi, ad una
chiesa locale che si è configurata come « comunità ecumenica internazionale » (ovvia
mente anche plurilinguistica).
Sentiamo la testimonianza di
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio Gardiol
Vicedirettore: Giuseppe Platone
10066 Torre
Stampa: Coop. Tipografica Subalpina - via Arnaud, 23
Pellice - telefono 0121/91334
Registrazione: Tribunale ! di Pinerolo n. 175. Respons. Franco Giampiccoli
ABBONAIWENTI 1989
Italia Estero
Ordinario annuale L. 38.000 Ordinario annuale L. 70.000
Ordinario semestrale L. 20.000 Ordinario (via aerea) L. 100.000
Costo reale L. 60.000 Sostenitore (via ae-
Sostenitore annuale L. 75.000 rea) L. 120.000
Da versare sul c.c.p. n. 20936100 intestato a A.I.P. - via Pio V, 15
10125 Torino
REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE: via Pio V, 15 - 10125 Torino - telefono
011/655278 — Redazione valli valdesi: via Repubblica, 6 - 10066 Torre
Pellice - telefono 0121/932166
Il n. 24/’89 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino e a quelli
delle valli valdesi il 15 giugno ’89,
Hanno collaborato a questo numero: Maria Luisa Barberis, Archimede Bertolino, Enrico Fumerò, Luigi Marchetti, Gregorio Plescan, Roberto Peyrot. Teofilo Pons, Paola ReveI Ribet, Roberto Romussi, Claudio Tron,
Margarete Ziegler.
terviste il « punctum dolens »:
come si concilia la ricerca
atomica con la fede cristiana?
Le risposte hanno evidenziato
due linee: chi vede gli strumenti tecnici come neutrali e
rimanda il problema all’uso
che se ne-farà e chi invece ritiene superato questo concetto in quato, una volta creato
un determinato meccanismo,
esso svilupperà in sé una dinamica non più controllabile.
Il problema delle differenziazioni all’interno del protestantesimo viene posto anche
da varie lettere inviate alla
redazione da persone desiderose di avvicinarsi a noi ma,
a causa di questo, molto disorientate. G. Girardet invita
a cercare contatti e ad esaminare le varie posizioni per
giungere ad una scelta consapevole e rileva come le divisioni siano il prezzo della libertà di ricerca. A chi chiede
va come si concili il ministero pastorale femminile con le
parole di Paolo « tacciasi la
donna neU’assemblea», risponde che il problema è da collegare a quello più generale
del « come leggere la Bibbia ».
Essa è parola di Dio, ma deve
essere rapportata al suo contesto per essere compresa e
non mai considerata un elenco di precetti. Lo stesso Paolo infatti ci ricorda che in
Cristo « non c’è giudeo né greco, né schiavo né libero, né
uomo né donna ».
IVIlrella Argentieri Beln
3
23 giugno 1989
diaconia 3
Sorto aU’indomani del terremoto (all’interno del « Villaggio
Caracciolo ») per l’aiuto e l’assistenza alle famiglie terremotate, il Centro Emilio Nitti ha con
il tempo inevitabilmente modificate azione ed intervento, pur
mantenendo intatto l’obiettivo
strategico originario, che è stato (e rimane) quello di impegnare gli evangelici, a Ponticelli,
in un lavoro di premozione culturale per produrre un modo diverso di vivere quotidianamente,
una « nuova nascita » frutto della conversione.
In questi anni si è assistito
a profondi cambiamenti, territoriali e sociali, e da un’emergenza-terremoto si è passati ad una
emergenza-quartiere.
Ponticelli, a seguito del terremoto e della successiva ricostruzione, sta di fatto cambiando
volto e struttura urbanistica. In
quella zona orientale della città
è infatti previsto un rapido
quanto sconvolgente sviluppo
edilizio abitativo, che porterà
in pochi anni al raddoppio dell’attuale popolazione, fino a toccare la più alta densità demografica presente in Europa! In
questo contesto la figura stessa
del terremotato non esiste più:
si è trasformata e confusa nel
variegato ed inestricabile mondo della nuova emarginazione
urbana. Come del resto lo stesso tema « ricostruzione », che è
rientrato nel più ampie e vasto
problema dello sviluppo e della
vivibilità della città.
In questa situazione il lavoro del centro, ormai, necessariamente si fonde e confonde sempre più con il destino di questo
quartiere e con i suoi problemi.
Ponticelli, con i nuovi insediamenti e con i traumi sempre
connessi a queste « migrazioni
urbane », rischia di diventare il
nuovo Bronx napoletano; un
quartiere dormitorio, sovraffollato, povero di servizi, dominate dal caos, dalla violenza, dalla corruzione e dalla malavita
organizzata.
Per gli evangelici, a questo
punto, si pone una sfida nuova,
ed un’azione più complessa anche se diffìcile ed estenuante al
tempo stesso: quella di contribuire a costruire, con le attività,
dei segni e degli esempi di novità che si sperano utili alla cresci,
ta della qualità della vita di
Ponticelli e dei suoi abitanti,
vecchi e nuovi « terremotati ».
Anche se sono rimasti in pochi
a preoccuparsi dell’emergenzacittà (il Centro Nitti è forse l’unico centro sociale funzionante,
aperto a Napoli, a seguito del
terremoto), il gruppo impegnato
crede fermamente che malgrado
tutto, malgrado le sconfitte e le
indubbie difficoltà, possa rendere una testimonianza nel tentativo di fermare questo degrado
incalzante e per dare, con l’aiuto del Signore, una speranza a
chi oggi non riesce a trovare un
senso compiuto alla sua esistenza, proprio in quel luogo.
PONTICELLI - IL CENTRO « EMILIO NITTI »
All'opera
nel Bronx napoletano
Continua l’attività della struttura nata dopo il terremoto - La collocazione in un quartiere problematico - Assistenza e formazione
Doposcuola
e animazione
Tutti i giorni viene svolto un
servizio di doposcuola per circa
20 ragazzi del Villaggio, iscritti
alle scuole elementari e medie
inferiori. Una commissione pedagogica, formata da insegnanti
e dai volontari, fra cui un obiettore di coscienza, coordina ed
imposta le attività stesse. Oltre
al lavoro scolastico, i bambini
più piccoli sono coinvolti in attività di animazione: giochi guidati, psicomotori e sensopercettivi, teatro, sport vari.
L’obiettivo è, oltre all’apprendimento fermale, quello di
perseguire finalità più ampie, legate alla crescita psicologica,
alla formazione civile, alla socializzazione in generale a favore di quei soggetti esposti al
rischio deH’abbandono e della
evasione scolastica. Per questo
anno è in progetto l’istituzione,
su richiesta delle famiglie, di un
corso di educazione sessuale rivolto ai bambini, che vedrà la
partecipazione dei genitori.
Consultorio medico
Il consultorio medico realizza
un’attività di informazione sanitaria, i medici sono a disposizione degli abitanti del Villaggio e del quartiere per indirizzare ed eventualmente seguire
i soggetti malati nel corso delle
patologie riscontrate. E’ in atto
il tentativo di un’azione sanitaria volta a modificare il tradizionale rapporto tra medico e
individuo, malato o sano che
sia. La logica dell’intervento è
quella di generare e diffondere
una cultura medica della prevenzione: l’abitudine mentale a
prevenire le malattie piuttosto
che a subirle passivamente.
I medici volontari, evangelici
e non, svolgono con cadenza settimanale visite preventive generali, forniscono informazioni e
consulenze, si occupano dell’aggiornamento periodico delle
schede sanitarie dei bambini,
ccllaborano alle iniziative di animazione con i bambini per te
mi di carattere igienico sanitario, offrono consulenza sui temi
della contraccezione e di carattere ginecologico.
Nel 1° semestre dell’89, in collaborazione con l’Ospedale evangelico, si sono tenuti degli
incontri di medicina preventiva
Attività sportiva
Durante tutto l’anno si svolge
nel Villaggio una continua e frequentata attività sportiva, rivolta ai bambini ed ai ragazzi; in
caso di maltempo le attività si
svelgono dentro il salone del
- iì m
«A vi" « Ah
« Palla-huat »: un gioco inventato dai ragazzi del centro.
che hanno toccato diversi temi:
dall’alcool all’AIDS e alla droga, dalle malattie infettive agli
incidenti domestici.
Spazio donna
L’attività « spazio donna », che
è iniziata nell’ottobre dell’83, ancora suscita interesse e partecipazione. Ogni giovedì, dalle 15.30
alle 17, un gruppo di circa 15
donne (anche provenienti dal
quartiere), coordinate da due animatrici, segue un corso di taglio
e cucito; il gruppo periodicamente organizza delle feste. Alcuni dei lavori realizzati nel corso dell’anno sono stati donati
per ima mostra dell’Unicef, organizzata di recente a Napoli.
Lo « spazio donna » cerca di
realizzare momenti d’incontro e
di socializzazione che permettano di rompere l’isolamento tradizionale, recuperando od apprendendo una « cultura del fare » ormai in via di estinzione.
centro, attrezzato a piccola palestra.
Pallacanestro, calcio, pallavolo, atletica sono gli sport svolti, oltre a regolari tornei di tennis da tavolo.
Da febbraio è iniziata, con frequenza bisettimanale, un’attività legata allo sviluppo motorio
che tende alla completa coordinazione e controllo del fisico, in
relazione allo spazio ed al tempo.
Il Centro E. Nitti partecipa a
tutte le manifestazioni sportive
del quartiere ed in futuro è
nelle intenzioni il costituire una
associazione sportiva e dotare
il centro di attrezzature sportive adeguate.
Spazio cultura
Nel corso dell’anno vi è stato
un incontro sul tema della « disoccupazione giovanile », organizzato da un’associazione di disoccupati e dal sindacato.
Dal mese di ottobre u.s. è par
tito il programma mensile di
incontri su argomenti biblici; gli
incontri, tenuti dai pastori delle comunità napoletane, hanno
destato interesse in alcuni giovani che partecipano alle attività del centro.
Attraverso altri incontri e conferenze sui temi di attualità, si
tenta di creare un memento di
riflessione critica sui processi
culturali, sociali e politici che
si determinano nella società.
Nel centro è stata costituita
una piccola biblioteca per ragazzi.
Spazio aperto
Nella logica della promozione
culturale, il centro è sempre più
a disposizione delle associazioni democratiche e dei gruppi
culturali del quartiere e di Napoli per manifestazioni, incontri e seminari.
Nell’anno 1988 sono stati ospitati un gruppo teatrale di giovani del quartiere, dei gruppi musicali, nonché i ragazzi del Centro diaconale la Noce di Palermo che hanno partecipato ad
un programma di studio dedicato alle città meridionali.
In collaborazione con l’Associazione Arcobaleno è stata organizzata una serata internazionale sul tema della pace; hanno partecipato anche ragazzi africani, asiatici ed europei.
Negli ultimi mesi, in collaborazione con degli esperti, sono
stati creati due gruppi musicali,
uno corale, l’altro che utilizza
semplici strumenti ritmici, ed
un corso di lingua inglese.
Assistenza sociale
Dopo un primo armo di lavoro indirizzato alla soluzione dei
problemi legati all’insediamento e alla sistemazione delle famiglie, gli sferzi maggiori sono stati concentrati per stabilire nei
confronti della gente un preciso punto di riferimento, utile
per aiutare a risolvere i diversi problemi (scolastici, medicosanitari, di integrazione sociale, di rapporti con le istituzioni
ecc.) presenti nel Villaggio.
Nel Villaggio, tra l’altro, si sta
verificando un costante ricambio delle famiglie (sono quelle
destinatarie di un alloggio popolare), per cui l’assistente sociale stabilisce un calendario di
incontri a seconda delle nuove
esigenze che emergono.
L’assistente sociale mantiene
inoltre i rapporti con le scuole
e con gli insegnanti, collabora
con le assistenti sociali del Comune e partecipa con i medici
alla gestione dei casi dei ragazzi
con problemi medici o psicologici. Mantiene infine i rapporti
con gli enti locali e pubblici.
Oltre al proprio lavoro specifico, l’assistente sociale partecipa quotidianamente all’attività e alla gestione del centro e
della Casa dei volontari.
a cura di Adriano Longo
Nel numero 15 del 14 aprile
con due interventi, l’uno di
Paolo Rihet, l'altro di Silvio Vola, avevamo iniziato l'analisi dei
problemi e delle proposte emersi nella « giornata delle opere
del I Distretto». Riportiamo ora
l’ultimo intervento, a cura di Andrea Rihet, centrato in particolare sulla iormaz.ione.
Discutendo il tema del rapporto fra predicazione c diaconia,
emerge il quesito: « A chi tocca
far si che l’azione diaconale sia
la conseguenza della predicazione che la comunità esprime? ».
Le risposte evidenziano che
tocca anzitutto ai comitati trasmettere « l’impronta » nella conduzione dcH’opera; pertanto i
membri necessitano di strumenti sia teologici che ecclesiologici, oltre ad una buona conoscenza deirambicnte in cui l’opera
è inserita, ed a fianco della formazione di tipo spirituale, è fortemente sentita la necessità di
approfondimento nei campi specifici di intervento.
Si è parlato quindi chiaramente della necessità di formare
PREDICAZIONE E DIACONIA
Formare i volontari
« dei quadri per la conduzione
dell’opera », intendendo con ciò
non la volontà di delegare la
gestione ai cosiddetti esperti, ma
quella di trasmettcì'e gli strumenti più idonei allo scopo a
chi nell’ambito della chiesa accetta di assumersi responsabilità operative, che non possono
più essere surrogate semplicisticamente dalla buona volontà personale.
Altri ancora hanno evidenziato come vi sia tuttora una certa carenza nel l’ambito delle nostre chiese nel favorire esperienze di servizio o, quanto meno, di
prediligere l’aspetto formativo,
nel senso della predicazione, a
discapito della diaconia. Per cui
sarebbe importante richiedere
un l'ipensamento in questa dire
zione, comunque un incoraggiamento ad allargare maggiormente la cerchia di coloro che possono esprimere un servizio.
Si è obiettalo a questa affermazione che un ruolo importante nella direzione indicata e
svolto dal volontariato dell’Associazione evangelica, la quale si
none come obiettivo anche quello di olTrii'e ai volontari una
esperienza che li porti a maturare il proprio senso di responsabilità neirimpegno con gli altri e ad essere anche un veicolo
di trasmissione di conoscenza c
di formazione.
Dalla discussione sono emei'se
alcune proposte che potrebbero
far parte di indicazioni programmatorie al Dipartimento diaconale:
a) per quanto concerne la
formazione dei membri dei comitati di gestione delle opere, studiare la possibilità di istituire dei
corsi di teologia pratica, in collaborazione anche con la commissione diaconia della Tavola, util'zzando ad esempio ncr il T distretto le strutture già disponibili, quale la Scuola latina di Pomaretto. Questo corso, oltre a inquadrare i problemi con taglio teologico, dovrebbe essere orientato
allo studio della nostra ecclesiologia, fornire alcune conoscenze
gestionali, aggiornare i nartecipanti circa le principali leggi
nazionali e regionali relative ad
arce di interesse della diaconia;
b) nel settore della formazione generica, rivolta in particolare ai giovani, è stata sotto
lineata più volte la validità delle visite organizzate dei catecumeni nelle diverse realtà diaconali della chiesa; e là dove ciò
può essere attuato, proporre una
simile esperienza anche agli studenti delle scuole medie della
zona;
c) valorizzare il più possibile il volontariato, intendendo ciò.
da parte delle opere, non come
forza lavoro a buon mercato, ma
come momento di formazione di
persone che potranno in futuro
ricoprire posti di responsabilità,
sia come dipendenti, sia come
membri dei comitati direttivi;
d) rivalutare l’esperienza di
giovani pensionati a favore delle opere.
Molte delle osservazioni fatte
sono state oggetto di attenzione,
per lo più occasionale, da parte
di alcune chiese locali. Sarebbe
imnortante poter trovare in futuro una attuazione più sistematica e costante di queste proposte, mettendole come base di un
lavoro comune nell’ambito del
Dipartimento diaconale.
Andrea Ribet
4
4
ecumenismo
23 giugno 1989
BASILEA; INTERVISTA AL CARDINAL MARTINI
Utopia e esperienza
Un testo ricco di prospettive, prodotto di un’assemblea unitaria
IMPRESSIONI DEI PACIFISTI STORICI
Per un salto di
qualità delle chiese
Basilea, luogo d’incontro, di
presa di contatto, di scambio e
di dialogo: in questo contesto
il cardinal C. M. Martini ha accettato di rispondere alle domande dei molti giornalisti italiani
presenti all’assemblea. Il cardinal Martini, come si sa, è presidente del Consiglio delle conferenze episcopali europee
(CCEE), e in questa veste è stato co-presidente dell’assemblea
di Basilea, insieme all’ortodosso
Aiexij, metropolita di Kiev e Leningrado il quale, a sua volta, è
presidente della Conferenza delle chiese europee (KEK).
Alla stampa italiana il card.
Martini si è dichiarato contento
dei risultati dell’assemblea, e in
particolare del documento finale. Il lusinghiero risultato raggiunto ha fugato certe sue perplessità della vigilia, dovute al
fatto che mancava l’esperienza
di una assemblea tanto numerosa e composita. « ...E' quasi un
miracolo — ha detto — che lingue, culture, confessioni così diverse, che mai si erano incontrate a questo livello, siano state capaci di produrre un testo
unificato, ricco di prospettive,
anche un po' nuovo, perché la
trattazione sincronica di questi
problemi [giustizia, pace, ecologia. ndr] sinora non era avvenuta ». Si deve inoltre proprio
alla composizione tanto diversa
della assemblea, nella quale erano presenti non solo ecclesiastici ma molti laici, dalle casalinghe ai professori universitari,
dagli studenti agli operai, se il
documento — sempre secondo
mons. Martini — non è rimasto
in una dimensione astratta, ma
.si è calato nella realtà quotidiana; i grandi temi ideologici « sono stati recepiti da gente che vive la vita quotidiana, con le sue
esperienze difficili, e quindi sono stati tradotti in passioni e
proposizioni praticabili, e non
semplicemente in desideri utopici. Il tono è stato quello di pensare l'utopia attraverso l'esperienza, per ridurla ad un cammino autentico ».
Nel marzo 1990 il Consiglio
ecumenico delle chiese (CEC) ha
convocato a Seoul un’assemljlea
mondiale sui tre temi già trattati a Basilea. Come si colloca
la chiesa cattolica di fronte a
questo appuntamento? Intende
parteciparvi ed eventualmente
come? Il Cardinal Martini ha reso noto che già ora la chiesa
cattolica è presente con un certo numero di persone che stanno contribuendo alla preparazione di documenti. Ma ben difficilmente la sua presenza a Seoul
sarà dello stesso tipo di quella a
Basilea. Si pone infatti un complesso problema di rappresentanza, grosso modo in questi termini: a Basilea i cattolici ci sono stati, perché le singole conferenze episcopali europee hanno deciso di partecipare. Quindi
i cattolici non figuravano come
una sola chiesa, ma come complessità di cattolicesimi nazionali. Ecco perché il numero dei delegati cattolici era più o meno
equivalente a quello delle chiese ortodosse e protestanti sommate insieme. Se qualcosa di
analogo dovesse avvenire per
Seoul, ciò significherebbe che le
singole conferenze episcopali cattoliche nazionali dovrebbero essere interrogate e prendere una
decisione in un Sinodo.
« Credo che un altro processo
— ha dichiarato mons. Martini
— non sarebbe rispettoso dell'autonomia delle conferenze episcctpali e passerebbe sopra le loro teste ». In tal senso la Santa
Sede non può essere partner del
Consiglio ecumenico. « Se lo fosse — ha detto ancora mons. Martini — costringerebbe tutte le
conferenze episcopali a fare un
cammino per il quale, magari,
non sono preparate. Quindi credo che sia molto interessante
questo atteggiamento di riserbo
della Santa Sede ».
Noi non entriamo in merito
alla struttura giuridica della
chiesa cattolica: se questo è
l’iter che deve essere percorso,
l’unico effettivamente rispettoso
delle autonomie delle singole
conferenze episcopali, bene, sia
così. Vedendo però le cose dall’esterno, quindi anche con una
certa dose di ottusità ed ignoranza, si ricava certe volte l’impressione che la Santa Sede non
sia sempre rispettosa delle autonomie delle singole conferenze
episcopali. Dalle parole del card.
Martini si ricava invece paradossalmente l’impressione che la
KEK o il CEC siano strutture
molto meno rispettose delle autonomie delle chiese, dato che possono imporre dall'alto certe cose
alle chiese membro. Per questi
organismi, infatti, è stato relativamente facile convocare assemblee tipo Basilea o quella di
Seoul.
Devo dire, francamente, che
una interpretazione di questo tipo mi è sembrata quanto meno
curiosa.
Luciano Deodato
Mi limiterò a dire alcune cose
sugli incontri paralleli, come cento altri, che si sono svolti presso
la Gemeinde Hans, con il concorso di due Chiese storiche radicali e pacifiste dal ’500 e ’600,
ovvero i mennoniti ed i quaccheri, e di gruppi nonviolenti ’’storici” risalenti al I e al II dopoguerra: Movimento internazionale
della riconciliazione (IFOR),
Comunitài dell’Arca, Eirene,
Peace Brigades International,
Church & Peace.
Un gruppo di bambini di Basilea rappresenta sulla Markplatz una
drammatizzazione dell’episodio della Torre di Babele.
INTORNO ALL’ASSEMBLEA ECUMENICA EUROPEA
C’erano anche gli oppositori
C’erano anche loro, gli oppositori, più o meno visibili (alcuni), oppure nascosti nell’anonimato del mugugno.
Il tipo più diffuso era quello
degli scettici. Incontri di questo
genere non servono a nulla... Lasciane il tempo che trovano...
Un amico (non di famiglia basilese) ci diceva che questo atteggiamento farebbe parte del
carattere della popolazione. A
giudicare dal calore e dall’entusiasmo delle manifestazioni cittadine di apertura e chiusura
della conferenza, non si sarebbe detto. Forse non si trattava
di una caratteristica basilese,
ma di un aspetto particolare di
quel pessimismo antropologico
che caratterizza in modo speciale i protestanti della famiglia
calvinista!
Subito dopo vanno ricordati
gli, oppositori appartenenti alla
corrente del Risveglio. Questi
erano più attivi dei primi, e anche più pronti a esporsi in prima persona. Per le vie di Basilea distribuivano dei volantini in
cui ricordavano la necessità della conversione: tutto il resto
(formalità, tradizioni, culti solenni, imposta ecclesiastica, ecc.)
non può Salvare dal giudizio di
Dio l’uomo perduto. Meno che
mai lo possono gli incontri ad
alto livello fra le istituzioni ecclesiastiche! Non si può dire che
un richiamo di questo genere
fosse del tutto superfluo, almeno come correttivo, in un incontro che per certi aspetti era molto formale (sedute plenarie). Le
procedure parlamentari risentivano il peso deH’istituzione. D’altra parte però la spontaneità,
l’umanità (si può osare aggiungere anche la fraternità? E, con
maggiore prudenza, anche lo Spirito?) erano presenti nei culti e
in molti discorsi, neH’impcgno di
grappi che propagandavano le
cause più belle, e qualche volta
un po’ pazze, per migliorare i
rapporti fra gli uomini, i popo
li, le chiese, e la qualità della
vita...
■Altri rivolgevano le loro critiche a un argomento più preciso: il pericolo del sincretismo
religioso. Qui il bersaglio era il
prof. C.F. von Weizsäcker. I
contestatori dell'assemblea gli
rinfacciavano la tendenza all’abbraccio di tutte le religioni, e
citavano un passo del suo libro
Il giardino dell'uomo, in cui farebbe risalire la sua « illuminazione ecumenica » a un’esperienza di meditazione sulla tomba
del Maharishi Anandamayi. La
paura di questi oppositori è che
da un incontro fra cristiani si
passi a un incontro di religioni
di ogni genere e tipo, il cui fondamento sia l’atteggiamento religioso degli uomini e non il contenuto della loro fede.
Anche questa corrente aveva i
suoi attivisti, che distribuivano
volantini con le critiche riportate qui sopra e con un avvertimento ai credenti: « Attenti all’ora che scocca! E’ l’ora della
tentazione che è venuta su tutta la terra! ». I lettori di questi
messaggi erano invitati a riflettere e a uscire dall’equivoco prima che le chiese corrotte fossero raggiunte dal loro castigò. Il
loro richiamo a non sacrificare
la sostanza dell’Evangelo e la
centralità di Cristo va ricevuto
con rispetto, ma era mescolato
a una certa dose di intolleranza,
e questa suscitava non poche
perplessità. Come valdesi non
possiamo dimenticare quanto
male abbia fatto in passato l’intolleranza. Dovrebbe essere possibile trovare il modo di mantenere la confessione della fede in
Cristo, e la capacità di essergli
testimoni, senza cadere nella tentazione dcirintolleranza.
Infine c’erano a Basilea dei
protestanti perplessi sul dialogo
paritetico con i cattolici. Qui la
perplessità veniva dal timore che
il dialogo significasse un colpo
di spugna sulle differenze con
fessionali, o peggio ancora la legittimazione dell’atteggiamento
egemonico di una parte del cattolicesimo romano, quello che invita al « grande ritorno (all’ovile) » dei « fratelli separati ». Inviti di questo genere a Basilea
non ne abbiamo uditi. Ma qualche volta un pensiero di questo
genere sembrava trapelare al di
sotto della cordialità formale...
Per esempio, quando qualcuno ha
sottolineato il carattere cattolico deH’assemblea di Basilea (per
indicare che era un’as.semblea
universale dei cristiani d’Europa) non giocava un po’ l’equivoco nascente dal fatto che la chiesa di Roma attribuisce a se stessa l’aggettivo cattolica? Se quando si è tutti insieme si è cattolici, che cosa vuol dire? Il timore dei perplessi era che si confondesse l’unità ecumenica con
una semplice convergenza verso
la più grossa, la più decorativa,
la più istituzionale (forse anche
la più potente e la più numerosa) delle chiese europee — appunto nella forma de] « grande
ritorno » già ricordato? Ma proporre o temere qualcosa di questo genere significherebbe mettere in secondo piano o ignorare del tutto altri valori di stampo più evangelico, e soprattutto
non cercare più l’unità dei cristiani « come e quando il Signore vorrà ».
I! tempo dirà chi aveva ragione a Basilea: chi partecipava
con entusiasmo o chi guardava
ccn perplessità. Per il momento
possiamo solo dige che la partecipazione impegnata non doveva
trascurare la rillessione dei « perplessi ». ma che molte delle obiezioni di questi ultimi apparivano
c probabilmente erano concepite
prima e a freddo. Il lato positivo degli incontri è appunto che
ci si parla: una volta avviato un
discorso, deve essere anche po.ssibile fare tutte le precisazioni
necessarie.
Bruno e Mirella Corsani
Qui, in una atmosfera di fraterna cura, accettazione e collaborazione profonda, senza distinzione fra invitati, delegati e osservatori, in riunioni generalmente ordinate in cerchio, con la
presenza di 50, 100, 200, fino a 400
persone, gli oratori — quasi tutti
incontrati negli ultimi venti anni
nei seminari, nelle marce, nei digiuni, nelle azioni nonviolente in
Italia, in Europa e anche in altri
continenti — confermavano i
vecchi e incoraggiavano i giovani
nella scelta del servizio diretto
all’umanità nei campi della pace,
della giustizia e dell’amicizia con
la natura.
E così, insieme a Ueli Wildberger, a Catharine Perry, a Paul
Gentner, a Dorothea Woods, abbiamo ragionato intorno all’addestramento alla nonviolenza, alle attività ireniche e sociali dei
quaccheri, al servizio cristiano
per la pace, ai bambini che fanno
la guerra su vari campi di battaglia. Con Lamar Gioble, Hildegard Goss-Mayr, Marie-Pierre
Bovy e Wolfgang Kraus abbiamo
discusso come le chiese possano
finalmente diventare concretamente chiese di pace. Intanto
alle 14, tutti i giorni, fra 70 e 120
fratelli, quaccheri e non, dedicavano un’ora al culto in silenzio,
durante il quale, di tanto in tanto, qualcuno si sentiva ispirato a
trasmettere un pensiero, un breve messaggio, a pregare...
Ed ancora, senza attivismo ansioso né pigrizia, scegliendo liberamente il proprio campo di
ascolto, riflessione o intervento,
ognuno in una saletta o nella palestra veniva coinvolto dalla testimonianza sull’opera delle Brigate internazionali della pace
(PBI) in Guatemala (Ueli Wildberger), dai metodi fisici e psicologici per prepararsi alla nonviolenza attiva (Liboutan), dal
problema del debito internazionale e dai risvolti teologici della
giustizia, dalla campagna internazionale, differenziata per singoli paesi occidentali, contro le
spese militari (OSM).
Un esperto quacchero di psicologia ci intratteneva intorno alla
questione carceraria e, con grafici e raffronti statistici, dimostrava la maggiore o minore inefficienza di ogni stato europeo a
trattare il delicato e crescente
problema sociale (Nicholas McGeorge). Un altro quacchero,
impegnato nell’azione di risoluzione dei conflitti locali fra le
due comunità dell’Irlanda del
Nord, coadiuvato dalla moglie,
mostrava come il rispetto e la
fiducia nell’altro, la mano tesa,
progetti comuni possano dirimere molti spinosi problemi e prevenire scontri fratricidi (John e
Diana Lampen).
E gli onnipresenti Hildegard
Goss-Mayr e il consorte Jean
Goss, veterani maestri di nonviolenza, imperversavano nell’addestramento a questo momento
fondamentale della lotta per la
pace, che può e deve venir buono ogni qual volta si voglia portare a termine un’azione significativa.
Gli incontri personali, per conoscersi, aprirsi, interrogarsi e
cercare insieme di fare veramente qualcosa di utile e immediato
prima che sia troppo tardi, erano la norma prima e dopo gli incontri, e per chi non bastavano, a
un chilometro c’era la Mustermesse dove, tra varie centinaia
di stand e migliaia di pubblicazioni religiose, pacifiste, ecologiche, c’era veramente la possibilità di integrare il proprio bagaglio ecopacifista e di fare un
salto di qualità.
Davide Melodia
5
23 giugno 1989
fede e cultura
NOVITÀ’ CLAUDIANA
TORINO
L'ospedale del Golfo
Il volume esce in occasione del ventesimo anniversario di « Villa Betania » - Una presenza notevole nel tessuto sociale del napoletano
Riccardo Santi, il fondatore
di Casa Materna a Portici (NA),
era pastore della Chiesa metodista episcopale: Tecfllo Santi,
il fondatore dell’Ospedale evangelico « Villa Betania » a Ponticelli (NA), figlio di Riccardo,
medico, era metodista. Due opere, due epoche, una città, un
essere dentro la città. Non si
può pensare a Napoli evangelica,
in questi ultimi ottant’anni, senza che balzino in tutta evidenza i due nomi, le due grandi
istituzioni. Cyril Davey ha esaltato l’epopea di Casa Materna
(« Aggiungi due posti a tavola »,
Torino, Claudiana, 1980), Domenico Maselli rende conto dell’altra opera nel suo recente volume '.
Il protestantesimo è stato
sempre ben rappresentato a Napoli in varie opere e iniziative,
sin dall’epoca borbonica e successivamente. Soprattutto da
Garibaldi in avanti è stato tutto
un approdare — nello splendore
del Golfo, alle falde del Vesuvio — da varie parti del mondo, dall’Inghilterra e dall’America, di missionari, di predicatori, di pionieri del messaggio biblico alle genti devote del sangue
di S. Gennaro e della Madonna
di Piedigrotta. Accanto a splendori e magnificenze rinomate,
Napoli ha conosciuto — e tuttora conosce — bassezze, contraddizioni, miseria; è ima città come una « piccola Calcutta », poliedrica, strumentalizzata, incrocio di vie internazionali
non sempre pulite.
La famiglia Santi — tutti insieme i suoi componenti — ha
saputo, dal Novecento a oggi,
concretare nei quartieri più degradati dello splendido Golfo
una presenza fatta di interventi
nel sociale tale da destare meraviglia. Non è il nome delle
persone che conta, così come
non conta il nome della Chiesa metodista, ma è l’opera per
se stessa, il servizio, il portare i
pesi degli emarginati, che restano e chiedono di essere continuati, come quelli di Luther
King, battista, e di Albert
Schweitzer, luterano. (Il dr. Santi si sentiva lo Schweitzer della
situazione; parlava dell’alsaziano come di un modello).
Il volume di Maselli, pubblicato in occasione del 20<’ anniversario dell’attuale struttura ospedaliera, in realtà ne traccia la
storia a partire da molto prima
— dagli anni della II guerra
mondiale — e ne racconta tutte
le vicissitudini che hanno dell’incredibile, del meraviglioso,
del patetico. La Napoli del periodo bellico e dell’immediato dopoguerra è, insieme, cornice e
tessuto in cui opera il dott. Teofilo Santi. A differenza del padre, tuttavia. Teofilo sa coinvolgere per l’assistenza sanitaria
giovani forze di evangelici di varie denominazioni, così che si
può ben dire che gli attuali
rappresentanti delle chiese che
gestiscono l’ospedale sono dav
L’autorità
della Scrittura
La parola di Gesù e la parola della Scrittura
d’Israele - Scelte formali oppure sostanziali?
Napoli. Il reparto maternità presso VOspedale « Villa Betania ».
vero segno di lavoro comune
fin da principio. Maselli lo documenta molto bene, e questa è la
parte più interessante del libro. Sono 80 pagine su 113,
che riguardano il periodo dal
1944 all’inaugurazione del 1968,
tutta documentazione di coinvolgimenti, di legami, di tenacia, di fermezza nei propositi,
come pure di difficoltà di ogni
genere, esterne, ma non solo.
Sono pagine che si leggono
d’un flato e con viva emozione.
L’altra parte, invece, il ventennio testé celebrato, più che
storia vera e propria, è come
un grande affresco, un rapporto complessivo tracciato a grandi linee, sulla base delle relazioni ufficiali della Giunta all’assemblea dei rappresentanti, da
cui si vede quante cose sono
state fatte, con quale spirito,
anche con quanta specializzazione, mentre fervono i piani per il
raddoppio delle strutture e per
il riconoscimento della classificazione.
Nell’area del Golfo ci sono state e ci sono altre opere sociali
(luterane, avventiate) dipendenti
dalle rispettive chiese. In città
c’è anche un ospedale internazionale, di matrice protestante.
Nessuna ha il peso e il respiro
interdenominazionale dell’ospedale evangelico « Villa Betania »,
a Ponticelli. Il dottor Santi, metodista, ha coinvolto le denominazioni, ha incanalato energie
da tutte le chiese, ha dato nome a una presenza che è di tutti,
senza dimenticare il Villaggio
Caracciolo e « Casa Mia », ambedue a Ponticelli, così intimamente legati il primo alla PCEI,
la seconda all’ospedale stesso.
Meriterebbero menzione, se lo
spazio non fosse tiranno, anche
Salvatore Tcrtorelli, battista,
Achille Deodato, valdese, e altri. Il Consiglio delle comunità
evangeliche è stato attivamente
partecipe, nel lavoro, nelle pene, nei progetti, nelle speranze.
Gli aspetti specifici del lavoro storico sono stati in queste
note volutamente poco eviden
Dir. propr.: farri. Caroni
Hôtel
Elite
A 50 metri dalla spiaggia
ambiente familiare
ottimi i servizi
e il trattamento
I - 47045
MIRAMARE DI RIMIMI
Via Sarsina, 19 @ (0541)
372569 - priv. 372548
ziati, anzi sacrificati — benché
i pregi siano molti, ovviamente — a vantaggio della significazione globale, complessiva
dell’cpera e in attesa che, trascorso ancora del tempo, sia
possibile mettere a frutto altri
archivi e valutare con il necessario distacco le problematiche,
che in questi ultimi anni ci hanno tenuto occupati, sull’assistenza nella e della Chiesa.
Giulio Vicentini
‘ DOMENICO MASELLI, Villa Betania,
un’avventura della fede, Torino, Claudiana, 1989. Collana della Società di
Studi Evangelici, 1,
Come e perché si è definito il
canone biblico? Qual è la sua
autorità nella chiesa? E' ancora attuale la polemica sui libri
deuterocanonici (o apocrifi!) contenuti nell’Antico Testamento
delle Bibbie cattoliche?
A queste e altre domande hanno risposto Bruno Corsani, della Facoltà valdese, e Tullio Citrini, cattolico, docente di teologia a Milano, in un dibattito oi-ganizzato dal Centro evangelico
di cultura di Torino il 9 giugno
scorso.
Bruno Corsani ha ricordato che
per la prima comunità cristiana c’erano due fonti di autorità; « Il Signore ha detto », cioè
la parola di Gesù, e « Come dice la Scrittura », cioè la parola
della Scrittura d’Israele, quello
che noi chiamiamo Antico Testamento, soprattutto negli scritti
profetici in cui hanno visto l’annuncio di Cristo in molte sue
parti. Da questa abitudine di riferirsi ad una autorità scritturale si è passati facilmente, nel
corso dei primi quattro secoli,
a definire anche un’autorità negli scritti apostolici. Essi furono ad un certo punto considerati canonici, cioè normativi, non
solo riconoscendo loro Tapostolicità e l’antichità, ma soprattutto
riconoscendo che nel loro messaggio si presentava l’Evangelo.
Non si è trattato cioè di operare
solo una scelta formale, ma anche e soprattutto sostanziale. Da
qui il dibattito ripi-eso vivacemente dalla Riforma sull’autorità dei libri canonici, con sfumature diverse tra luterani e calvi
TRIESTE
Risorgimento
e protestanti
Una conferenza di Giorgio Spini è sempre un momento culturale altamente stimolante, e
non solo per gli « addetti ai lavori ».
Uno di questi momenti ha avuto per cornice le suggestive navate della basilica romanica di
S. Silvestro, il 24 maggio scorso.
La manifestazione, organizzata
dall’Istituto di storia della Facoltà di magistero della locale
Università c dal Centro culturale « A. Schweitzer » con il patrocinio di Arnoldo Mondadori
Editore, ha avuto per oggetto la
presentazione della nuova edizione del volume di Spini « Risorgimento e protestanti ».
Presentato dal direttore dell’Istituto, Fulvio Salimbeni, l’autoie ha proposto una nuova ed
originale lettura della storia del
no.stro Risorgimento nella prospettiva della storia del cristianesimo protestante, dal « manifesto » ideale del Risorgimento,
['Histoire des républiques italiennes du Moyen Age, di J. C.
Sismondi, esponente del cristianesimo riformato di Ginevra, agli anni decisivi in cui si concretizzava l’unità italiana con
l’aiuto e la solidarietà dei protestanti angloamericani.
In quegli anni furono in molti, in Italia e fuori, a sperare che
al risveglio «politico» si accompagnasse un risorgimento religioso. Era il sogno di vedere
completato il Risorgimento da
quella Riforma religiosa già ,sof
focata nel nostro paese dallo spirito della Controriforma.
In quegli anni (1849-1859) nasce un’Italia evangelica « piccola
e grama » che continua ad essere al centro dell’attenzione dell’Europa e deir.America prote.stanti, e si affermano e consolidano numerosi gruppi di evangelici. Ma la fine del Risorgimento segna anche la fine delle grandi illusioni riformistiche.
Tuttavia, « contro ogni ragionevolezza, l’Italia evangelica non
sparì; anzi guadagnò terreno, sia
pure in misura sempre modesta
e fra tribolazioni d’ogni specie,
ed infine, attraverso il sangue e
le lacrime della Resistenza, guadagnò a se stessa il diritto non
più ad esistere soltanto, ma addirittura ad essere una delle
componenti della realtà italiana.
Però questa vicenda ormai secolare non rientra nell’argomento
di questa opera. E’ una storia
tutta diversa, di cui possiamo
dire solo, col Poeta, che essa ”fia
materia d’altro canto”. E presumibilmente anche di un altro
cantore ».
Abbiamo voluto citare le parole conclusive del volume di
Spini per esprimere i] voto e la
speranza, certo non solo nostra,
che sia proprio lui il « cantore »
che porterà avanti il lavoro iniziato con tanta passione con
questo volume, per il quale lo
ringraziamo di cuore.
Mario Macchioro
nisti: i primi sottolineano che
è il messaggio trasmesso dagli
scritti a renderli o meno apostolici (è apostolico, cioè, lo scritto
che insegna e annuncia unicamente Cristo, il resto non lo è,
anche se lo insegnassero Pietro
o Paolo, come ebbe a dire paradossalmente Lutero), i secondi
sottolineando non solo il ruolo
della autotestimonianza intrinseca degli scritti, ma anche la testimonianza interna dello Spirito Santo, cioè: quello stesso Spirito che agì negli autori biblici,
agisce oggi anche in noi e ci
mette in condizione di accogliere il messaggio dei profeti e degli apostoli.
Canone e autorità:
un non problema
Tullio Citrini ha fatto notare
la tendenza formalistica cattolica che, una volta definito il canone al Concilio di Trento in funzione antiprotestante (infatti vi
vennero riconosciuti quegli scritti dell’Antico Testamento che
non saranno accolti dal canone
riformato), se ne disinteressò del
tutto nei secoli successivi. Insomma, nonostante la riscoperta
biblica in campo cattolico, il canone e l’autorità della Scrittura
.sono in fondo un non-problema.
Ha anche sottolineato che il Vaticano I, nel secolo scorso, affermò che i libri biblici sono da
ritenersi canonici non perché li
ha approvati la chiesa, ma perché essi discendono da un’autorità più alta della chiesa.
Rimane comunque la sensazione diffusa, tra gli evangelici italiani, che il magistero cattolico,
pur promuovendo la lettura biblica a livello di base come mai
era successo prima di questi anni, affidi ad essa quasi esclusivamente un compito « pastorale », di formazione della coscienza di fede del singolo credente,
ma non accetti che essa, la Scrittura, sia anche la norma, l’autorità in campo teologico ed ecclesiologico; insomma, che il magistero sia sottoposto alla Bibbia.
Perché non inserire
i deuterocanonici?
Due ultime annotazioni: Bruno Corsani, rispondendo ad una
domanda specifica, ritiene che la
polemica sui libri deU’Antico Testamento riconosciuti come deuterocanonici dai cattolici e rifiutati da molti protestanti perché
apocrifi potrebbe in fondo essere superata. Già Lutero li considerava comunque utili e poi, ha
detto Corsani, se si accettano anche altri scritti che in fondo sono nella « penombra del canone » (es. il Cantico dei cantici)
perché, comunque, non inserire
anche i deuterocanonici? Magari in appendice, come fece Lutero e come ha fatto la traduzione
interconfessionale in lingua corrente in questi anni.
L’altra annotazione riguarda la
dizione « Antico » (o « Vecchio »)
e « Nuovo » Testamento: riprendendo una proposta già fatta
sulla rivista « Gioventù Evangelica », Bruno Corsani propone di
iniziare a chiamare la prima parte della Bibbia « Scrittura (Sacra) d’Israele» e la seconda parte «Scrittura (Sacra) Apostolica».
Con questa proposta vuole eliminare del tutto il sospetto di
un giudizio di valore presente
nelle dizioni in uso.
Eugenio Bernardini
6
storia religiosa
23 giugno 1989
Nato a Gap nel Delfinato
nel 1489 da una famiglia
cattolicissima, fin dalla
tenera infanzia egli visse all’ombra della vecchia chiesa
di Saint-Etienne e del fratello
maggiore François, prete. La sua
pietà era piena di paure : spaventato dal sacro mistero della messa, egli si considerava indegno
di cantarla, come dirà molti anni
dopo nei suoi interventi alla Disputa di Losanna del 1536.
I suoi genitori volevano avviarlo alla carriera militare o a
quella sacerdotale, ma egli preferì darsi alle arti cosiddette liberali, iscrivendosi nel 1509, ventenne, all’Università di Parigi. Fu
là che per la prima volta venne
a contatto con le Sacre Scritture
per merito del suo professore
Lefèvre d’Etaples, il quale proprio in quell’anno, mentre era
ospite del Briçonnet presso l’abbazia di Saint-Germain-des-Prés,
pubblicava un commento sui Salmi (di cui si servirà lo stesso
Lutero), seguito nel 1512 da un
commento sulle epistole paoline
e nel 1528 dalla ben nota traduzione francese della Bibbia.
Conseguito nel 1517 il grado di
« maitre ès arts », Farei ottenne
un posto di «régent» nel Collegio Cardinal Lemoine, dove rimase quattro armi : tra i suoi allievi c’era Jean Canaye, che sarà
tra i primi membri della futura
chiesa riformata di Parigi, in
quel tempo il quasi trenterme Farei partecipò attivamente, insieme con Lefèvre d’Etaples e Briçonnet, al travaglio dell’«evangelismo » francese, il quale, al pari
di quanto succedeva in Italia, fu
una componente essenziale di
quel « riformismo » in seno alla
Chiesa romana, catalogato poi
come « riforma cattolica ». Tutta
quella gente, in gran parte di formazione erasmiana, s’illudeva di
poter cambiare le cose dal di
dentro, senza traumi eccessivi,
ma con un ricorso sempre più di
UN ANNIVERSARIO IMPORTANTE PER GLI EVANGELICI
Guillaume Farei
LE OPERE
PRINCIPALI
Oltre ad un abbondante epistolario, ad alcune « epistole » rivolte
ai « fedeli » e a taluni personaggi,
nonché a parecchi opuscoli occasionali (contro la Sorbona: 1524; sul
papa: 1530; sul purgatorio: 1534; sulla confessione dei peccati 1543;
sull'Anticristo: 1544; sul catalogo
dei libri proibiti; 1544; e contro I
Libertini spirituali: 1550), occorre
menzionare:
a) la traduzione di un’opera del
Rettore della Scuola dei Fratelli
della Vita comune di Utrecht: La
Somma delie Sacre Scritture insegnante la vera fede cristiana per
la quale siamo tutti giustificati
(1523).
b) le Tesi presentate alle Dispute di Basilea 1524 e Losanna 1536.
c) i resoconti delle Dispute col
domenicano Furbity e di Ginevra
1535.
d) l'Orazione domenicale e gli
articoli della fede contenuti nel
Credo, esposti in forma familiare
per i semplici (1524).
e) Una piccola Liturgia del battesimo dei fanciulli (1524), sviluppata
poi nel 1533 nell'Ordine e modo di
celebrare i sacramenti... (riveduto
nel 1538). che costituisce in assoluto la prima liturgia delle chiese
riformate di Francia per il battesimo. il matrimonio, la Santa Cena,
il culto e la visita ai malati.
f) Sommaria e breve dichiarazione di alcuni luoghi (della Scrittura)
molto necessari a ciascun cristiano per porre la propria fiducia in Dio
e aiutare il prossimo (1525): è la
prima dogmatica popolare della Riforma, l'opera più importante di
Farei, che ebbe 6 edizioni dal 1525
al 1552.
g) Un breve scritto intitolato Gesù
su tutto e nulla su di lui.
h) Trattato sulla Santa Cena
(1553).
I) Del vero uso della croce di Gesù Cristo (1560), contro il suo abuso Idolatrico e sull’autorità della Parola di Dio contro le tradizioni umane.
Il 1989 è davvero un anno ricco di centenari, almeno per quanto ci riguarda un po’ più
da vicino: non soltanto i bicentenari delle nascite del pastore anglicano Stephen Cilly (17891855) e del generale inglese Charles Beckwith
(1789-1869), 0 il trincentenario della « Clorieuse Rentrée » (1689), ma anche il quinto centenario della nascita del riformatore francese
Guillaume Farei (1489-1565).
Se noi lo commemoriamo oggi, in quanto
evangelici italiani, è perché, ad un tornante
molto importante della sua vita, egli partecipò
a Chanforan, nel cuore del vallone di Angrogna
nelle valli valdesi, ad un Sinodo memorabile
che decise la trasformazione in chiesa riformata
del movimento dei « Poveri di Cristo » creato
più di tre secoli e mezzo prima dal mercante
Valdesio di Lione.
retto e frequente alle Sacre Scritture e insorgendo in particolare
contro le deformazioni della pietà e delle pratiche devozionali
(pellegrinaggi, invocazione della
■Vergine e dei santi, culto delle
reliquie, supremazia delle opere
ecc.). Quel mettere il inno nuovo
degli otri vecchi durò finché la
sempre maggiore diffusione della Bibbia in lingua volgare (a
partire dalla versione di Lefèvre
d’Etaples), le predicazioni solo
su di essa fondate, i commentari
biblici, qualche scritto più coraggioso, persino dei tentativi d’iconoclastia, il tutto costrinse le gerarchie ecclesiastiche a prendere
seri provvedimenti contro i disturbatori della « pace religiosa ».
Sta il fatto che Farei, nel 1521, al
termine del suo insegnamento al
Collegio Cardinal Lemoine, non
crede più al merito delle opere,
respinge l’invocazione e il culto
dei santi, detesta il papato come
diabolico, rigetta la messa, cioè
non è più cattolico apostolico romano ma, come tale, accetta
ancora l’invito di Briçonnet e
di Lefèvre di operare insieme
con loro per la riforma nella
diocesi di Meaux, dì cui Briçonnet era stato nominato vescovo
fin dal 1516.
In questa nuova attività Farei,
che non era né prete né teologo,
scoprì la sua vera vocazione, il
suo autentico carisma, quello di
predicatore: più che scrittore o
pensatore, il delfìnatese fu uomo
di fede e di azione evangelistica
e, prima di Calvino e poi insieme
con lui, divenne uno dei più ardenti propagatori della Riforma
in area francofona. Egli operò
col gruppo di Meaux solo due
anni, entrando in contatto, tra gli
altri, col grecista Gérard Roussel
e con l’ebraista François Vatable. Fu allora che si compì la
sua « conversione » : volendo davvero sostituire la sovranità della
Chiesa romana e del papa con
quella del Vangelo e di Gesù Cristo, fu espulso da Meaux e, dopo
un breve soggiorno a Gap, sua
città natia, si recò a Basilea ad
affiancare Ecolampadio nel suo
difficile compito di riformatore.
Si era nel 1523. Da quell’anno
si può iniziare a datare le fasi salienti della biografìa di Farei:
I) al servizio della Riforma in
Francia (Basilea, Montbéliard, Strasburgo) : 1523-1526.
II) come pioniere della Riforma nella Svizzera romanda
(v. carta): 1526-1532, a partire da Aigle.
Ili) sua partecipazione al Sinodo valdese di Chanforan:
settembre 1532.
IV) 1532-1538: a Ginevra (con
Calvino a partire dal 1536).
V) 1538-1565: a Neuchâtel (dove
Farei si spegnerà nel 1565
all'età di 76 anni).
Nel corso di questa lunga e
indefessa opera di evangelizzazione, emergono
alcuni fatti che caratterizzano bene la figura del riformatore.
1) Fu innanzitutto un predicatore itinerante. Infiammato
com’era della Parola di Dio, tan
to da far incidere, nel suo sigillo,
il motto « Que veux-je sinon qu’Il
flamboie» (che cosa voglio se
non che Egli — lo Spirito — divampi), non tralasciava alcuna
occasione per annunciarla, in privato e in pubblico, per le vie e
sulle piazze, persino nelle chiese
(lui non prete). Talvolta si presentava come maestro elementa
1535 a Ginevra, dove sostenne le
dieci tesi approntate per l’occasione dall’ex frate Jacques Bernard; infine a Losanna nel 1536,
dove le tesi discusse, nel numero consueto di dieci, furono redatte in francese e in latino dallo
stesso Farei, e riguardavano, più
o meno come nelle dispute prece,
denti, la giustificazione per fede.
Ginevra.
Contro il « muro
della Riforma »
si stagliano
le figure
di Farei
e di Calvino.
re: cosi ad Aigle, nel 1526, dove,
finite le ore di lezione (a cui
spesso assistevano i genitori desiderosi di essere istruiti nella
verità), usciva nelle campagne
circostanti. Tra le occasioni più
frequenti c’era rincontro per le
strade di qualche contraddittore
(per lo più dei monaci che vedevano in Farei l’anticristo...), e le
discussioni, tenute all’aperto, non
mancavano mai di suscitare la
curiosità e le domande dei presenti, interessati soprattutto alle
controversie che fervevano allora
sulla messa e sull’intercessione
dei santi.
2) Questa passione per i dibattiti ci induce a ricordare l’importanza che le dispute pubbliche ebbero per la diffusione e il
trionfo della Riforma nella Svizzera. Esse, com’è noto, ebbero
inizio con lo Zwingli a Zurigo nel
1523 : convocate normalmente dai
consigli municipali e alla presenza dei cittadini interessati alle
« nuove idee » pervenute dalla vicina (Jermania e spesso predicate dai parroci dall’alto dei pulpiti, esse avevano termine con un
voto democratico, che nella maggioranza dei casi decideva l’abolizione della messa e condannava
sia l’intercessione dei santi e
della 'Vergine, sia la venerazione
delle immagini sacre. Farei vi
partecipò ben quattro volte: nel
1524 a Basilea, dove presentò tredici tesi in latino (poi tradotte in
tedesco da Ecolampadio), con le
quali si denunciava ogni dottrina
che non si fondasse sulla Bibbia
ed ogni persona che traesse profitto dagli abusi esistenti; a Berna nel 1528, dove si limitò a tradurre in francese le dieci tesi
preparate dallo Haller, sostenendo poi il peso della discussione
con i partecipanti « welche » ; nel
5) Farei non evangelizzò solo
con la parola, ma anche con la
penna. I suoi scritti sono in genere parenetici, catechistici e liturgici, atti in particolare a formare ed a rafforzare la fede dei
nuovi credenti. Il più importante di essi, la Sommaria e breve
dichiarazione, scritta a Montbéliard nel 1525, fu davvero « il primo esposto, scritto in lingua
francese, dei punti principali della dottrina evangelica» (Meyhoffer), e ciò ben 11 anni prima
dell’Istituzione cristiana di Calvino, del quale poi Farei divenne uno dei più fedeli collaboratori.
Giovanni Gönnet
Per saperne di più
L’opera fondamentale resta ancora
il grosso volume in 4“ di ben 780 pagine edito nel 1930 dalle Editions
Delacbaux & Niestlé : Guillaume Farei.
1489-1565. Biographie nouvelle, écrite
d’après les documents originaux par un
groupe d’historiens, professeurs et pasteurs de Suisse, de France et d’Italie...
(tra cui il nostro Jean Jalla).
Tra le opere di più facile divulgazione segnalo quella del pastore S. Delattre: Guillaume Farei, réformateur
de la Suisse romande, du pays de
Montbéliard et de Gap, Privas (Ardèche), 1931, 8', p. 268.
Cristo unico capo della Chiesa, i
sacramenti ridotti a due, la presenza reale negata, ministri soltanto i predicatori della Parola,
la confessione fatta solo a Dio
ecc.
3) La presenza di Farei al
Sinodo di Chanforan nel settembre 1532 fu determinante per quei
mutamento di rotta rappresentato per i valdesi medievali dalla loro adesione alla Riforma precalvinista. Calvino, infatti, era
ancora un illustre sconosciuto,
e fu così che le « dichiarazioni »
votate a Chanforan sono l’eco
fedele di quelle tesi disputate
a Basilea e Berna negli anni
1524 e 1528 e ripresentate poi
a Ginevra e Losanna nel biennio 1535-1536. Ma, fatto significativo, Chanforan si presenta
come l’anello di congiunzione
tra il soggiorno di Farei nella
Svizzera romanda e la prima evangelizzazione dell’ancor cattolicissima Ginevra. Infatti, di ritorno dalle 'Valli vaidesi, Farei col suo collaboratore
Antoine Saunier passò per la città del Lemano e vi rimase un
bel po’ a dar mano al cappellaio
Maitre Guérin, che fu tra i primi evangelizzatori di Ginevra,
finché un bel giorno del luglio
1536 vi fermava con gesto imperioso il giovane studioso Calvino.
4) Il matrimonio dell’ormai
quasi settantenne riformatore,
con la giovane figlia della vedova
di un riformato di Rouen, fece
molto discutere. Seppure contrastati da Calvino e dai pastori del
cantone di Neuchâtel, gli inconsueti sposi vissero felici e contenti, malgrado la morte prematura del figlio a sei anni: « Le
coeur — disse qualcuno — a des
raisons que la raison n’a pas...»!
BIOGRAFIA
1489-1509: nascita, infanzia e giovinezza a Gap (Delfinato).
1509^1517: studi superiori all'Università di Parigi.
1517-1521: docente al Collegio Cardinal Lemoine.
1521- 1522: Meaux.
1522- 1523: visite a Gap, Parigi,
Guienna.
1523- 1524: Basiiea, con visite a
Strasburgo, Sciaifusa,
Zurigo e Costanza.
Partecipazione alla Disputa di Basilea (3 marzo 1524).
1524- 1525; Montbéliard.
1525- 1526; Strasburgo e visita a
Metz.
1526- 1529; Aigle e gli altri tre
Mandamenti bernesi di
Ormonts, Oilon e Bex
(nel tragitto StrasburgoAigle: fermate a Colmar,
Mulhouse, Strasburgo,
Neuchâtel e Berna).
Partecipazione alla Disputa di Berna (6-26 gennaio 1528). Tentativi di
evangelizzazione a Losanna, Morat e Neuchâtel.
1529-1532: parte meridionale del Vescovato e Principato di
Basilea, Neuchâtel e relativa Contea, Signoria di
Valangin (Neuveville, Diesse, l'Erguel e la Prévôté).
1532 ; partecipazione al Sinodo
di Chanforan (sett.), insieme con Antonio Saunier.
1532-1536: primo soggiorno a Ginevra, con Saunier, Fromment e Olivetano.
Partecipazione alla Disputa di Ginevra (1.6.1535).
1536-1538; a Ginevra, con Calvino.
Partecipazione alla Disputa di Losanna (1-8.10
1536).
1538-1565; Neuchâtel e dintorni con
varie uscite a Strasburgo, Haguenau, Worms,
Montbéliard, Metz, Gorre, Cressier e Lignière.
Partecipazione all’Accordo di Zurigo sulla Santa
Cena (Consensus Tigurinus, 1549); a Ginevra
all'epoca della condanna
di Servato (1553); ancora
a Basilea e a Gap. Matrimonio all'età di 69 anni (20.12.1558). Morto il
13.9.1565, all’età di 76
anni.
7
23 giugno 1989
obiettivo aperto
BERLINO: XXIII KIRCHENTAG
Ricordando Bonhoeffer
Nell’ampia scelta fra le manifestazioni proposte ci siamo indirizzati verso alcuni settori particolari: impressioni e inquietudini
Il Kirchentag: 150.000 persone
riunite a Berlino per quattro
giorni, messe davanti alla possibilità di scegliere tra decine e
decine di programmi: studi biblici, dibattiti, conferenze, culti,
concerti d’organo, concerti rock,
manifestazioni nelle vie e nelle
piazze, ecc. In questo mare magno di manifestazioni, qual è il
centro? Sei anni fa a Hannover
il centro evidente erano i « fazzoletti viola » del movimento pacifista. Quest'anno, a Berlino, il
dialogo tra rappresentanti delle
due Germanie aveva certamente
un posto importante, ma nessun
tema ha veramente dominato rincontro.
Del resto un Kirchentag ognuno se lo fa a modo suo, scegliendo nelle quattrocento pagine del
programma quali manifestazioni
seguire in particolare.
Quest’anno ne abbiamo scelte
tre: l’America Laitina, Bonhoeffer, il canto.
Il « forum » America Latina è
stato un po’ deludente. Eccessivamente concentrato sul Nicaragua, che è giusto sostenere, ma
che non è l’unica realtà del continente dove molti sono i problemi economici e di violazione
dei diritti umani. Deludente —
almeno per noi — il tono retorico ed enfatico dei nicaraguesi, una donna pastore battista
di Managua e il ministro sandinista deH’interno. La difesa della loro indipendenza è essenziale, ma ogni enfasi retorica ne
diminuisce l’impatto, anziché accrescerlo.
La Berlino
dì Bonhoeffer
Il secondo centro di interesse
è stato Bonhoeffer. Gli studenti
cristiani avevano organizzato un
giro della città che, invece di visitare monumenti e musei, toccava i luoghi che erano stati rilevanti per il grande teologo antinazista: la casa alto-borghese
dei suoi genitori, il quartiere operaio delle sue prime esperienze
pastorali, lo studio in cui ha
scritto gran parte della sua « Etica ». I luo^ii dove esistevano gli
uffici della Gestapo sono ormai
delle brulle radure vicino al
« muro », oppure sono occupati
da ogni sorta di edifìci moderni.
Solo la documentazione fotografica permette di ricostruire la
topografia del terrorismo di Stato. Ciò che è interessante in
Bonhoeffer è vedere come la fede lo ha reso chiaroveggente,
come lo ha reso capace di dire
« no » al nazismo in un tempo in
cui molte intelligenze d’Europa
acquiescevano, titubavano o fuggivano in America.
Il Kirchentag canta
Una serata è stata dedicata al
canto di inni ecumenici in preparazione del culto che si sarebbe svolto la sera dopo.
In uno degli enormi locali dell’Esposizione si erano riunite circa 7.000 persone, in maggioranza giovani. Sul podio complessìni tedeschi e latinoamericani
per insegnare e guidare i canti,
e soprattutto quello straordinario animatore che è il pastore
metodista argentino Pablo Sosa.
Con la sua capacità professionale e il suo entusiasmo ha condotto l’assemblea a imparare e
a cantare inni in spagnolo, _ in
guarani e in altre lingue indigene. Tutti si sono lasciati coinvolgere dalla musica; taluni inni
più travolgenti hanno spinto molti giovani a unirsi in gioiosi girotondi nel poco spazio disponibile.
La sera dopo aveva luogo il
culto con Santa Cena: stessi
canti, folla strabocchevole, musica a un tempo vivace e impegnata, ma anche compostezza e
raccoglimento esemplari; per tre
ore siamo rimasti seduti su dure panche senza schienali. Solo
dopo l’ultimo « amen » un’allegra
sarabanda ha coinvolto giovani
e meno giovani in una lunga catena nei corridoi tra le panche.
Attenzione rivolta
ai più deboli
Questo 23o Kirchentag ha prestato molta attenzione ai più deboli, in questo caso agli handicappati. Mai come quest’anno sono stati presenti, accolti e circondati. Non solo avevano dei
posti riservati in prima fila, con
spazio per le carrozzelle in tutti
i più importanti luoghi di riunione, ma erano state create o
adattate le strutture perché potessero sentirsi a loro agio, con
rampe mobili, altre facilitazioni
e giovani pronti a spingere le
carrozzelle e ad aiutarli. In molte chiese all’estero si sono costruite rampe e accessi facilitati perché il numero crescente di
paraplegici (provocato soprattutto da incidenti di ogni tipo) non
si senta tagliato fuori dalla vita
ecclesiastica. Anche al Kirchentag la loro partecipazione è stata una realtà visibile.
Un giallo
Quattro giorni di Kirchentag
lasciano molti ricordi belli di
gioventù impegnata, di scambi e
incontri, di preghiere e inni, di
dibattiti sui temi attuali e studi
biblici (quaranta o cinquantamila persone al giorno), di partecipazione e allegria. Quest’anno
abbiamo anche un ricordo allarmante: il misterioso tentativo di
avvelenamento di Frank Chicane, segretario generale del Consiglio sudafricano delle Chiese,
che ha dovuto essere ricoverato
in ospedale, ma che se la caverà senza gravi conseguenze. Il
Kirchentag è fortemente impegnato contro 1’« apartheid »; forse qualche razzista ha voluto tentare un colpKD clamoroso.
Aldo e Fernanda Comba
UN TEMA CENTRALE
Il dialogo ebrei - cristiani
Teologia protestante e antisemitismo: una compromissione su cui occorre interrogarsi - I compiti che toccano alla teologia femminista
Da alcuni anni uno dei temi
centrali del Kirchentag è il dialogo ebrei-cristiani. Il problema
è in Germania tanto più scottante ed attuale in quanto la teologia protestante ufficiale contribuì, con i suoi argomenti antisemiti, all’ascesa ed all’affermazione del nazionalsocialismo. Tale
teologia viene tuttora insegnata
ed appresa nelle facoltà tedesche,
ed è stata solo negli ultimi anni
messa sotto accusa.
Ma anche teologie più recenti e
rivoluzionarie non sono immuni
dal pericolo di essere tacciate di
antisemitismo. Così è pure per la
teologia femminista, e in una tavola rotonda al Kirchentag di Berlino quattro teologhe cristiane si
sono confrontate su questo tema.
Moderatrice della discussione era
una teologa ebraica. L’intervento
centrale è spettato alla teologa
Luise Schottroff, la quale ha messo in luce le tendenze antisémite
presenti nella teologia femminista. Tale teologia è stata ed è
per molte donne la liberazione
dall’oppressione esercitata dalla
tradizione cristiana sessista (che
opera discriminazione a motivo
della differenza sessuale) e centrata sulle figure maschili. Si sono riscoperti così anche i testi biblici che raccontano gli incontri
di Gesù con le donne quali esempi di liberazione e di resa di piena dignità per le donne. Al tempo stesso, però, molte teologhe
femministe hanno dato un giudizio sommario sull’Antico 'Testamento, definendolo in blocco il
risultato di una società patriarcale dove le donne non hanno né
spazio, né parola. Per alcune femministe la conseguenza inevitabile è il rigetto dell’Antico Testamento. Schottroff ha sottolineato
la pericolosità di un atteggiamento simile, che è già antisemitismo
e che denota una ignoranza o errata conoscenza della società e
della cultura ebraica del tempo.
Non è lecito estrapolare singole frasi dalla Bibbia ebraica, dal
Talmud, dagli .scritti rabbinici e
giudicarle discriminanti per le
donne senza interrogarsi sul contesto e sulle dispute in cui tali
affermazioni sono state fatte.
Le teologhe femministe hanno
proiettato le loro esperienze di
discriminazione avute nella chiesa sull’Antico Testamento e la
società ebraica, senza vedere i
rischi che questo processo di
proiezione comporta.
Schottroff ha anche elencato alcuni compiti della teologia femminista verso il superamento del
proprio antisemitismo:
— ascolto attento di quello che
ebrei ed ebree, teologhe e non,
hanno da dire su Dio, sull’Antico Testamento, sulla fede...
— ricerca storico-politico-sociale
sui testi delTAT ritenuti a prima vista patriarcali;
— abbandonare l’idea che il richiamarsi a Gesù Cristo significhi un imperialismo cristiano
discriminante verso altre religioni.
Il dialogo tra teologhe ebree e
cristiane può essere estremamente ricco di stimoli per entrambe
le parti e va certo proseguito
nel prossimo Kirchentag.
Rossella Casonato
I'?' * ;
-Mi'iti «t
La XXIII edizione del Kirchentag si è svolta a Berlino con il record
di presenze.
MERCATO DELLE POSSIBILITÀ’
Vita da stand
La vita dello stand non è iniziata al Kirchentag ma a Torre
Penice, circa due mesi fa, quando Federica, Monica, Laura, Luisa, Marinella, Franco, Zizzi, Jack
si sono incontrati per preparare
la nostra presenza a Berlino.
Ho potuto seguire il gruppo da
lontano, attraverso i verbali che
Zizzi mi inviava a Marburgo.
Una vita da stand o una vita
per trovare il piccolo stand della chiesa valdese? Sì, perché lo
spazio che ospitava il Kirchentag
era immenso, e ho faticato non
poco per raggiungere gli altri. Il
nostro stand era collocato in una
grande sala chiamata « Halle 9 »,
nell’ambito del « mercato delle
possibilità». Qui si possono trovare tutti gli stand possibili immaginabili, dalla solidarietà col
Nicaragua alla meditazione «New
Age», dalla solidarietà con il popolo palestinese all’amicizia con
gli ebrei, dall’America latina alla Chiesa valdese.
Lo stand presentava due settori; ieri e oggi, e al centro una
scritta colorata introduceva la
mostra sul Rimpatrio e il tema
che proponevamo ; l’identità di
una chiesa tra passato e futuro.
Marinella, Federica, Luisa, Monica sono state le più costanti
nell’assicurare una presenza continua, nel rispondere alle numerose domande con intelligenza e
fantasia.
Le diapositive ininterrotte da
una parte e un foglio bianco dall’altra erano i punti caratteristici dello stand, insieme ad un tavolo pieno di libri e materiali informativi.
Ma chi erano i visitatori? Potremmo dividerli in due gruppi;
il primo, fatto di conoscenti e
vecchi amici della chiesa valdese,
dai valdesi « germanizzati », ere'di di quei gruppi emigrati nel
lontano ’600.
Il secondo, non meno importante e non meno numeroso,
fatto di molti giovani, studenti,
studentesse, interessati a fare
una esperienza di qualche mese
in Italia, non solo come turisti
che consumano una vacanza ma
con l’idea di inserirsi nel lavoro sociale in im’opera della nostra chiesa.
Per questi ultimi la visita allo
stand costituiva la possibilità di
conoscere l’Italia attraverso il lavoro di una minoranza critica
impegnata fortemente nel sociale.
E poi potremmo aggiungere i
tanti che sceglievano lo stand
come punto di ritrovo, o che si
fermavano a scrivere messaggi
sui fogli a disposizione dei visitatori.
Allora mi ha veramente stupito vedere quanti si fermavano,
chiedevano della chiesa valdese,
persone anziane che chiedevano
notizie di pastori loro amici.
Questo era il lavoro interessante
di chi stava allo stand per spiegare, cercare un indirizzo, offrire
un adesivo del Bagnòou, nel corso del Kirchentag.
Tutto questo è durato fino a
sabato sera alle 18, quando come
per incanto il Kirchentag si è
spento, gli stand hanno smesso
il loro lavoro e pian piano sono
spariti agli occhi della gente. Anche noi abbiamo preso le nostre
cose, impacchettato i pannelli
della mostra, i libri, i giornali, lo
striscione e come un teatro che
ha finito la sua rappresentazione,
pian piano l’ambiente si è svuotato.
Eravamo tutti stanchi ma felici di esserci stati. E così ho pensato agli stand (non solo al nostro) non come luogo delle grandi conferenze o dei discorsi « fondamentali », ma appunto come
luogo d’incontro, intreccio di relazioni tra persone diverse, diversi modi di essere.
Lo stand, un po’ come una
piazza dove ci si ferma a parlare, a scambiarsi informazioni, ad
ascoltare.
Certo è difficile riassumere e
sintetizzare le esperienze, i sentimenti e le diverse anime di un
gruppo di credenti, ma questa
potrebbe essere una traccia su
cui sviluppare l’idea di uno
stand. Forse per il prossimo appuntamento dovremmo attrezzare ancora di più il nostro stand
ad essere un luogo di circolazione, che offra magari insieme a informazioni, documentazione e
proposte anche un caffè o un
prodotto artigianale.
Allora è importante questa
partecipazione italiana al Kirchentag, perché stupisce e incuriosisce una presenza protestante in Italia, perché interessa ai
visitatori l’idea di una chiesa
che continua a cercare la propria identità.
Manfredo Pavoni
8
8 vita delle chiese
23 giugno 1989
CORRISPONDENZE
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Le chiese sull’ora di religione Dopo Basilea ’89
Le Chiese evangeliche italiane
prendono posizione contro le
disposizioni del Ministro Galloni circa l’ora di religione e la
situazione di coloro che non si
avvalgono deirinsegnamento
della religione cattolica (Ire). Il
Consiglio del XII circuito insieme al CEDI, alla CGIL-scuola,
alle Chiese battiste ha diffuso in
tutto il Molise un manifesto nel
quale invita le famiglie a riflettere sulla situazione e a decidere di non compilare i moduli
richiesti.
La Chiesa di Vercelli invece
protesta per le discriminazioni
cui sono costretti gli studenti
che non si avvalgono dell’Irc e
« manifesta la propria indignazione verso i dirigenti del PSI e
PSDI » che hanno favorito questa situazione non esitando ad
allearsi con partiti che, nel corso della storia, hanno sempre
avversato il loro pensiero.
Otto per mille
TERNI — La chiesa metodista
non considera esaurita la discussione suH’8 per mille ed in un
suo ordine del giorno approvato
nell’assemhlea del 16 aprile
scorso:
« Considera improprio a tal
proposito parlare di ’’finanziamenti” come spesso è avvenuto, ingenerando suggestioni ed
equivoci, cose che hanno a nostro avviso impedito ima riflessione pienamente serena e consapevole. Tra l’altro, accettare
di comparire sul modulo per la
dichiarazione dei redditi, matematicamente parlando, non garantisce l’introito nemmeno di
una sola lira;
Ritiene che l’unica soluzione
in grado di soddisfare tutte le
posizioni presenti nella nostra
Chiesa sia quindi di poter senz’altro comparire sul modulo fiscale per esempio come ’’fondo di solidarietà” gestito dalla
Chiesa valdese metodista, lasciando ad ogni singolo membro di chiesa il diritto e la responsabilità di scegliere liberamente la destinazione della
somma che tutto sommato è tratta dal suo reddito personale. E’
quindi giusto che sia il singolo
a decidere fra le varie possibilità, compresa dunque quella di
devolvere l’importo al fondo gestito dalla propria Chiesa. O
anche di rifiutare di esprimere
ima scelta qualora ciò sia contrario ai propri scrupoli etici.
Nel qual caso si dovrà però accettare supinamente di vedersi
dirottare la somma nel calderone delle spartizioni Stato-Chiesa (cattolica) e quindi
Non riusciamo a comprendere in che modo potremmo continuare a predicare alla società
il diritto di tutti alla libertà di
coscienza qualora tale libertà
dovesse essere negata a quei
singoli membri di Chiesa (che
sono poi almeno la metà) che
intendono essere gli unici responsabili della destinazione del
loro 8 per mille. Non si vede
inoltre per quale paradossale e
assurdo motivo il valdese o il
metodista che voglia sottrarre il
proprio 8 per mille alla Chiesa
cattolica o allo Stato italiano (che comunque finirebbe col
privilegiare soprattutto gli Enti assistenziali cattolici) sia praticamente costretto a devolverlo ad altre denominazioni evangeliche piuttosto che alla propria Chiesa di appartenenza ».
Nuovi membri
AOSTA — La domenica di
Pentecoste abbiamo accolto ufficialmente quattro membri adulti: Lino Porté, M. Vittoria Bredy. Alice Durand e Sandro D,i
Tommaso.
• Sabato 3 giugno abbiamo
poi ospitato con gioia i fratelli
in fede riunitisi per l’assemblea
di Circuito, alla quale per la prima volta ha partecipato anche
un delegato della Chiesa riformata del Valiese, il pastore Richard Follonier.
• Il 4 giugno abbiamo avuto la
giornata comunitaria con le Chiese di Chamonix e Martigny. Quest’anno rincontro si è svolto in
quest’ultima località, con il culto
trasmesso in diretta dalla radio
locale e con successive interviste,
sempre da parte della stessa
emittente, sui problemi delle tre
comunità.
A questa bella partenza di giornata ha fatto seguito un prosieguo di ospitalità e fraternità, vissute in un meraviglioso spirito
di gioia unificante e di ringraziamento al Signore.
Ristrutturazione
RIO MARINA — Di tanto in
tanto la stampa locale di Rio Marina, nella sua pagina di cronaca, non manca di citare la presenza nel proprio territorio di
una chiesa valdese e di una comunità che vive nella sua tradizione, a testimonianza di una
cultura che continua e che ha influenzato fortemente nel passato
la vita stessa degli abitanti, e
non solo degli evangelici.
Rio Marina in effetti vive tuttora negli atti ufficiali della Tavola, della sua chiesa madre (è
diaspora di Livorno) ed invia regolarmente le sue contribuzioni
alla cassa centrale ed i suoi delegati alle conferenze ed al Sinodo ; vive nell’elenco degli « Istituti vari » delle Chiese evangeliche valdesi e metodiste che appaiono sul calendario « Valli nostre », in Toscana, rubricata con
la dizione « casa per ferie »; vive nella curiosità di quanti hanno potuto godere della sua ospitalità in passato per le caratteristiche climatiche e terapeutiche
dei luoghi e per la particolare
atmosfera di serenità, amiciziia
e fratellanza che li accomunava
fra di loro; vive nella speranza
di quanti hanno contribuito materialmente in denaro.
Ma soprattutto vive nell’impegno che viene profuso dalla piccola comunità locale dei credenti, dal consiglio di chiesa, dal
pastore, dai predicatori locali, daH’8° Circuito, dal 3“ Distretto, dalla Tavola valdese. Con
regolarità, d’inverno come d’estate, ma con maggiore intensità
nel periodo estivo. Rio Marina
ha i battenti della Chiesa evangelica valdese aperti e vi si celebra
un culto di domenica, perché vi
sono fratelli che frequentano !
Ahimè, come in altre parti si
vorrebbero matrimoni, battesimi,
confermazioni... Ma è il Signore
che chiama ed opera. A noi compete testimoniare con fiducia il
suo amore e la sua signoria.
Certo è che un ulteriore segno
di vitalità e di speranza ci è stato
dato nel vedere insediato dal 22
maggio scorso, negli spazi del
giardino retrostante alla « casa
per ferie », una baracca di lamiera zincata lucida, macchinari vari, ed attrezzi per costruzione:
nei locali poi si sono viste masserizie ammassate, pavimenti
sgombri dal vecchiume e tanta
luminosità ed arieggiamento per
le finestre aperte. Sparsi, in continua consultazione, disegni, progetti ; ma soprattutto movimento
di uomini, operai che lavorano
con alacrità, con padronanza, responsabilmente.
Finalmente i membri della piccola comunità locale isolana,
composta anche di fratelli evangelici tedeschi e svizzeri, constatano la fine dell’immobilismo determinato da problemi procedurali burocratici lunghi. Gli uomini della Tavola hanno vinto! Sono iniziati i lavori di ristrutturazione e di ampliamento del fab
bricato « casa per vacanze » della Tavola valdese, sito in Rio
Marina, alla piazza Mazzini n. 1.
La concessione per l’esecuzione
dei lavori edili è stata rilasciata
dal Comune di Rio Marina in
data 19.5.1989. Li realizza l’impresa Bucci immobiliare s r l. con
sede in Lanciano (Chieti), la stessa impresa che sta realizzando la
chiesa valdese di San Salvo, sotto la direzione dell’architetto Mario Negri con studio in Firenze e
su un progetto dello studio tecnico Design dell’architetto dr,
Mario Ferrari di Ranica (Bergamo).
Le ottimistiche previsioni fanno sperare che la prossima estate la casa valdese per ferie di Rio
Marina potrà essere ultimata e
la Struttura possa così finalmente essere restituita alla sua originaria destinazione : strumento
di diffusione della misericordia
di Dio in un tempo più che mai
bisognoso di concordia, di serenità, di solidarietà e di amore
fraterno, con la consapevolezza
che « se l’Eterno non edifica la
casa, invano vi si affaticano gli
edificatori» (Salmo 127: 1).
Visita a Nizza
IVREA — Il gruppo di canto
della nostra chiesa, formato da
circa 25 elementi sotto la guida
di Giorgio Crespi, è stato protagonista di una visita alla Chiesa
riformata di Nizza.
Siamo partiti in 43 (coralisti,
parenti e amici) da Ivrea nella
mattinata di sabato 29 aprile. Nel
pomeriggio tardi, dopo il saluto
del pastore Georges Cabanis, ci
siamo sparpagliati per Nizza fino
a quando, a notte avanzata, il
pullman ci ha raccolti davanti alla fontana di place Massena, dove avevamo già cominciato a cantare riscuotendo un discreto successo tra i passanti.
La domenica 30 è trascorsa interamente presso l’Eglise réformée. Nella mattinata abbiamo
partecipato al culto, durante il
quale il nostro pastore Gianni
Genre ha predicato sul testo di
Matteo 6: 25-34 e il gruppo di
canto è stato presente con tre inni. Nel pomeriggio, sempre nella
chiesa, numerose persone hanno
potuto ascoltare quasi tutto il
nostro repertorio.
Al termine molti fratelli e sorelle della comunità locale si sono uniti a noi nel canto del « Giuro di Sibaud ».
La comunità dell’Eglise réformée ha preparato per noi due
agapi fraterne per il pranzo e per
la cena e si è prodigata in ogni
modo per permetterci di trascorrere una giornata serena negli
spaziosi locali e nel bel giardino
della chiesa.
Dopo cena, con l’aiuto di alcuni membri della comunità locale,
abbiamo potuto fare un suggestivo giro turistico sulla « basse
comiche ».
L’indomani mattina, 1“ maggio,
partenza per Cannes con il nostro pullman profumato e fiorito
giacché la comunità di Nizza
aveva offerto ad ogni signora un
delizioso mazzolino di rose e mughetti. A Cannes ci siamo subito
imbarcati per la piccola isola di
Sainte Marguerite, dove abbiamo
trascorso un’altra bella giornata
allietata, come la precedente, da
un sole caldo, A gruppi abbiamo
visitato l’isola, interessante sia
dal punto di vista turistico che
da quello storico per i riferimenti alle tappe del protestantesimo
francese.
Tardi nella serata siamo rientrati ad Ivrea, forse un po’ stanchi ma già pronti per un prossimo viaggio e sicuramente riconoscenti al Signore per l’accoglienza ricevuta e per le occasioni di comunione fraterna offerte
a tutti noi da queste tre giornate.
PINEROLO — Un pubblico
numeroso e attento ha gremito
venerdì 16 giugno l’auditorium di
corso Piave per ascoltare le valutazioni sull’assemblea ecumenica di Basilea presentate da due
delegati che, almeno di nome, sono ben conosciuti negli ambienti
cattolici e valdesi : Alberto Abiondi, vescovo di Livorno, presidente del segretariato per l’ecumenismo della GEI e Sergio Ribet, direttore di Agape.
L’entusiasmo del vescovo
Abiondi e la sua insistenza sugli aspetti positivi dell’incontro
di Basilea hanno creato un clima
di ottimismo tra i presenti (file
intere di banchi erano occupate
da religiose). Più misurato il tono di Sergio Ribet, giustamente
preoccupato dell’impegno futuro,
necessario per far sì che le dichiarazioni del documento di Basilea non si disperdano come
bolle di sapone.
Un aspetto di questo impegno
è stato sottolineato, durante il dibattito, dal prof. Claudio Liso di
Torino, il quale ha chiesto con
doni drammatici che tutti, cattolici e valdesi, prendano a cuore le sorti della scuola italiana
ormai (per riprendere le sue parole) allo sfascio.
Infine, dato che sia la stampa
sia la RAI non sono certo state
prodighe di informazioni sull’avviamento che si è svolto nella città svizzera, il vescovo di Pinerolo ha invitato chi volesse informarsi a prendere una copia
dell’inserto « speciale Basilea
’89 » che era stato messo a disposizione del pubblico.
Culti estivi
RODORETTO-FONTANE — Da
domenica 25 giugno e durante i
mesi di luglio e agosto riprendono i culti a domeniche alterne, secondo il seguente calendario: Rodoretto: 25 giugno; 9
e 23 luglio; 6 e 20 agosto. Fontane: 2, 16 e 30 luglio; 13 agosto. I culti inizieranno alle ore
9.30.
ANGROGNA — Domenica 25
giugno i culti si terranno a Pradeltorno (ore 10.30) e alle ore
15 al Bagnòcu: è il primo culto
di questa estate e si terrà, in
caso di cattivo tempo, all’interno della casa.
• Sono ancora disponibili alcuni posti per il campo al Bagnòou
per ragazzi/e dai 9 agli 11 anni
che si terrà dal 5 al 10 agosto.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a Franco Taglierò o Denise Sappé-Bertalot.
Adele Tron
POMARETTO — La comunità
ha salutato mercoleffi, 7 giugno
la sua decana Adele Tron vedova
Ribet, che ci ha lasciati all’eccezionale età di 102 anni.
La nostra sorella è stata testimone di una lunga pagina della
nostra storia con tutta la problematica che la storia porta con sé.
Essa ha vissuto le grandi trasformazioni della realtà sociale della
PER I VOSTRI ACQUISTI
LIBRERIE
CLAUDIANA
# TORRE PELLICE - Piazza della Libertà, 7 - Telef.
(0121) 91.422.
# TORINO - Via Principe
Tommaso, 1 - Telef. (011)
66.92.458.
# MILANO - Via Francesco
Sforza, 12/A - Telefono
(02) 79.15.18.
nostra valle, rimanendo sempre
molto attaccata al suo « Brancate » anche quando, per motivi familiari, si era trasferita a Torino.
Ricordiamo il suo carattere
forte ed il suo amore per la
comunità, che seguiva con interesse. Era ancora venuta al culto
fino a pochi anni fa.
Ad Aldo ed Elena Ribet rinnoviamo la solidarietà e la simpatia
di tutta la comunità.
Grazie!
VILLAR PELLICE — Ringra
ziamo sentitamente Paolo Gay
per il messaggio rivoltoci nel
culto ch’egli ha presieduto.
• Lunedì 12 giugno si sono svolti i funerali del fratello
Paolo Giraudin, mancato improvvisamente all’affetto dei suoi
cari all’età di 64 anni. Alla compagna ed a tutti i familiari la
fraterna solidarietà della chiesa e
nostra.
Visite gradite
SAN SECONDO — La domenica di Pentecoste abbiamo avuto la gioia di avere con noi al
culto e poi per un’agape fraterna quattro membri di comunità
tedesche di origine valdese provenienti da Villingen-Schwenningen e da Stoccarda, in visita alle valli in occasione del
III centenario del Glorioso Rimpatrio.
• Domenica 28 maggio è stata
la volta del rev. Michael Davies,
moderatore regionale della Chiesa riformata unita di Gran
Bretagna, il quale ha dato un
breve messaggio durante il
culto.
Queste visite ci rallegrano
sempre perché ci danno di vedere la comunione universale di
tutta la Chiesa del Signore.
• In assenza del pastore Bertolino — impegnato per la Missione contro la lebbra — i culti
delle domeniche 7 maggio e 4
giugno sono stati presieduti rispettivamente dalle sorelle Peggy Bertolino, Elvina Godino, Velia Rivoira e dal fratello Rino
Cardón. Li ringraziamo ancora
per la loro disponibilità e per
i messaggi molto apprezzati dalla comunità.
Calendario
Domenica 25 giugno
□ INCONTRO DI
COMUNITÀ’ CRISTIANE
TORRE PELLICE — Una giornata di
incontro è organizzata dalla Chiesa valdese e dalla Chiesa dei fratelli.
Il programma prevede alle ore 10 il
culto intercomunitario con Santa Cena presso il tempio. A seguire pranzo ai sacco nel prato del Collegio.
Nel pomeriggio, tra le 14 e le 16 la
visita a gruppi ai Museo valdese, e alle 16.30 una conversazione del past.
G. Tourn sul tema: ■ I valdesi: 8 secoli di storia - 300 anni fa II Rimpatrio ». E' previsto anche l'intervento delle Corali. Alle 18 la chiusura dell'incontro.
ASILO EVANGELICO DI
MALNATE (Varese)
A causa del pensionamento
della nostra direttrice, cerchiamo, per data da stabilirsi
Direttrice (ev. coppia)
per casa di riposo con 40 ospiti. Retribuzione adeguata. Appartamento spazioso disponibile.
Rivolgersi a: S. Mumenthaler - 20145 Milano - Via L. Mascheroni 17 - Tel. 02/4817377.
9
r
Elezioni europee: così alle Valli
COMUNI Anno PCI DP Verdi Pensionati Alleanza Federa* MSI PSI Lista Antiproi* PSDI PRI-PLI DC Schede Schede Totale
arcobaleno Nord lismo Verde bizìonisti feder. bianche nulle voti validi
1984 111 20 — — .— — 3 37 — 10 42 112 —
Angrogna 1989 77 13 14 Il 19 2 12 60 18 Il 10 27 65 31 27 339
Vo 22,71 3,83 4,12 3,24 5,60 0,58 3,53 17,69 5,30 3,24 2,94 7,96 19,17 7,80 6,80
1984 275 28 — — 42 119 — 111 139 843 — —
Bibiana 1989 190 28 47 33 54 12 44 188 34 34 50 64 733 117 128 1551
% 12,25 1,80 3,03 2,12 3,48 0,77 2,83 12,12 2,19 2,19 3,22 4,12 49,83 6,51 7,12
1984 130 15 — — 3 31 — — 20 33 24 — —
Bobbio Penice 1989 82 14 20 7 22 3 4 94 6 5 15 21 27 19 23 320
% 25,62 4,37 6,25 2,18 6,87 0,93 1,25 29,37 1,97 1,56 4,68 6,20 8,43 5,24 6,35
1984 414 47 — 66 173 131 345 1064 — —
Bricherasio 1989 347 40 80 50 49 15 90 262 94 41 54 199 1087 133 162 2414
Vo 14,37 1,65 3,31 2,07 2,02 0,62 3,72 10,85 3,89 1,69 2,23 8,24 45,02 4,90 5,94
1984 1326 179 — — 125 521 — — 223 646 1385 —
Luserna S. Giov. 1989 1030 121 182 142 299 42 127 703 215 102 151 280 1248 208 368 4642
% 22,18 2,60 3,92 3,05 6,44 0,90 2,73 15,14 4,63 2,19 3,25 6,03 26,88 3,98 7,05
1984 71 1 — 3 15 — 10 25 158 — —
Lusernetta 1989 39 5 7 6 11 — 2 35 10 5 6 8 138 27 37 272
% 14,33 1,83 2,57 2,20 4,04 0,73 12,86 3,67 1,83 2,20 2,94 50,73 8,03 11,01
1984 38 6 — — — 1 68 — 8 2 7 — —
Rorà 1989 24 7 2 1 5 — 1 66 3 5 11 3 5 6 14 133
Vo 18,04 5,26 1,50 0,75 3,75 — 0,75 49,62 2,25 3,75 8,27 2,25 3,75 3,92 9,15
1984 737 107 — — 43 444 — — 107 557 463 — —
Torre Pellice 1989 610 105 120 81 213 33 70 433 164 63 82 277 378 91 150 2629
% 23,20 3,99 4,56 3,08 8,10 1,25 2,66 16,47 6,23 2,39 3,11 10,53 14,37 3,10 5,20
1984 212 19 — — 14 92 _ — 41 108 117 — —
Villar Pellice 1989 147 12 11 11 40 3 13 136 22 10 25 51 88 45 73 569
Vo 25,83 2,10 1,93 1,93 7,02 0,52 2,28 23,90 3,86 1,75 4,39 8,96 15,46 6,55 10,62
1984 3314 422 — — 300 1550 — 661 1897 4173 — —
% 25,00 3,19 — — — 2,27 11,70 — — 4,99 14,32 31,49 — —
TOTALE 1987 2604 492 — — — 420 1982 460 — 588 1368 3944 — 14971
VAL PELLICE % 17,39 3,28 — — — 2.8 13,23 3,07 — 3,92 9,13 26,34 — —
1989 2546 345 483 342 712 no 363 1977 566 276 404 930 3809 677 981 12.869
Vo 19,78 2,68 3,75 2,65 5,53 0,85 2,82 15,36 4,39 2,14 3,13 7,22 29,59 4,66 6,75
1984 13 16 — — 3 28 — 4 4 8 — —
Massello 1989 14 12 2 3 — 5 18 — 2 1 4 6 4 6 67
Vo 20,89 17,91 2,98 — 4,47 — 7,46 26,86 — 2,98 1,49 5,97 8,95 5,19 7,79
1984 204 41 — — — 8 87 — — 14 40 236 —
Perrero 1989 138 42 6 15 3 7 14 117 16 6 13 20 190 22 45 587
% 23,50 7,15 1,02 2,55 0,51 1,19 2,38 19,93 2,72 1,02 2,21 3,40 32,36 3,36 6,88
1984 330 31 — — — — 17 153 — 22 63 129 —
Pomaretto 1989 217 42 18 15 22 22 15 199 28 10 15 36 95 22 41 734
% 29,56 5,72 2,45 2,04 2,99 2,99 2,04 27,11 3,81 1,36 2,04 4,90 12,94 2,76 5,14
1984 70 20 — — 0 88 — — 6 12 46 —
Prali 1989 49 12 1 1 3 3 4 74 4 — 5 13 33 10 8 202
Vo 24,25 5,94 0,49 0,49 1,48 1,48 1,98 36,63 1,98 — 2,47 6,43 16,33 4,54 3,63
1984 24 7 : 5 8 — — 1 1 16 — —
Salza 1989 13 7 — — 6 4 9 — 1 — 2 19 2 2 61
Vo 21,31 11,47 — — — 9,83 6,55 14,75 — 1,63 — 3,27 31,14 3,07 3,07
1984 641 115 — — — — 33 364 — 47 120 435 — —
Vo 35,19 6,32 — — — 1,82 19,98 — — 2,58 6,59 23,88 — —
TOTALE 1987 458 148 — — — 36 509 36 — 30 101 376 __ ■ 1885
VAL Vo 24,29 7,85 — — _ 1,91 27,00 1,91 — 1,59 5,36 19,95 — —
GERMANASCA 1989 431 115 27 31 31 38 42 417 48 19 34 75 343 60 102 1651
Vo 26,10 6,96 1,36 1,87 187 2,30 2,54 25,25 2,90 1,15 2,06 4,54 20,77 3,31 5,62
1984 67 14 — 19 66 — — 8 45 253 — —
Fenestrelle 1989 58 13 4 20 6 9 12 73 7 7 11 24 220 31 45 464
Vo 12,50 2,80 0,80 4,31 1,29 1,93 2,58 15,73 1,50 1,50 2,37 5,70 47,41 5,74 8,33
1984 196 16 — — 10 51 — — 17 18 58
Inverso Pinasca 1989 153 13 17 13 10 6 15 64 11 1 5 12 44 23 44 364
% 42,03 3,57 4,67 3,57 2,74 1,64 4,12 17,58 3,02 0,27 1,37 3,30 12,08 5,33 12,08
1984 789 95 — — — 45 361 — 119 247 1003 —
Perosa 1989 596 80 57 45 66 33 51 402 87 32 62 107 869 116 233 2487
Vo 23,96 3,21 2,29 1,80 2,65 1,32 2,05 16,16 3,49 1,28 2,49 4,30 34,94 4,09 8,21
1984 449 72 — — — — 24 220 — — 59 148 736 — —
Pinasca 1989 336 68 55 . 32 37 21 34 256 68 25 34 63 595 108 177 1624
% 20,68 4,18 3,38 1,97 2,27 1,29 2,09 15,76 4,18 1,53 2,09 3,87 36,63 5,65 9,27
1984 228 10 12 92 — — 9 49 229 —
Porte 1989 237 11 4 8 17 6 15 66 10 9 16 32 208 30 37 639
Vo 37,08 1,72 0,62 1,24 2,66 0,93 2,34 10,32 1,56 1,40 2,50 5,06 32,55 4,24 5,24
1984 22 7 _ 8 13 — 9 162 —
Pragelato 1989 13 5 6 11 8 11 5 30 9 3 7 26 153 16 26 287
Vo 4,52 1,74 2,09 3,83 2,78 3,83 1,74 10,45 3,13 1,45 2,43 9,05 53,31 4,86 7,90
1984 93 8 6 78 — — 5 7 28 — —
Pramollo 1989 79 3 2 2 5 2 4 74 5 1 4 6 12 8 17 199
Vo 39,69 1,50 1,00 1,00 2,51 1,00 2,01 37,18 2,51 0,51 2,01 3,00 6,03 3,57 7,58
1984 148 27 — 25 114 — — 33 49 248 —
Roure 1989 83 17 12 26 17 19 19 172 25 11 24 12 225 52 67 662
Vo 12,53 2,56 1,81 3,92 2,56 2,87 2,87 25,98 3,77 1,66 3,62 1,81 33,98 6,65 8,57
1984 453 47 — 14 309 — 28 86 155 — —
San Germano 1989 413 27 19 26 23 4 22 305 28 13 24 41 127 47 73 1072
Vo 38,52 2,51 1,77 2,42 2,14 0,37 2,05 28,45 2,61 1,21 2,23 3,82 11,84 3,94 6,12
1984 9 5 — _ 12 11 — 7 9 73 — —
Usseux 1989 5 4 4 8 3 8 6 18 3 6 7 6 54 4 12 132
Vo 3,78 3,03 3,03 6,06 2,27 6,06 4,54 13,63 2,27 4,54 5,30 4,54 40,90 2,70 8,10
1984 928 78 _ — 56 336 — — 176 228 750 — —
Villar Perosa 1989 805 66 85 58 55 16 69 438 93 38 73 139 690 119 226 2625
Vo 30,66 2,51 3,23 2,20 2,09 0,60 2,62 16,68 3,54 1,44 2,78 5,29 26,18 4,00 7,60
1984 3382 379 231 1651 — — 470 942 3695 — —
Vo 29,66 3,33 _ 2,03 14,48 — — 4,13 8,27 32,41 — — 12112
TOTALE 1987 2564 452 — — 270 2226 264 302 742 3216 — —
VAL Vo 21,16 3,73 — 2,22 18,37 2,17 — 2,49 6,11 26,55 — — 10555
CHISONE 1989 2778 307 265 249 247 135 252 1898 346 146 267 468 3197 554 957
Vo 26,31 2,90 2,51 2.36 2,34 1,28 2,39 17,98 3,28 1,38 2,53 4,43 30,28 4,59 7,93
1984 4023 494 _ _ 264 2015 — — 517 1062 4130 — ■
o/o 30,42 3,74 — — 2,00 15,24 — — 3,91 8,03 31,23 — —
TOTALE 1987 3022 600 — — 306 2735 — — 332 843 3592 — —
VAL CHISONE Vo 21,59 4,28 — _ 2,18 19,53 — — 2,37 6,01 25,66 — —
e GERMANASCA 1989 3209 422 292 280 278 173 294 2315 394 165 301 543 3540 614 1059
Vo 26,30 3,45 2,40 2,30 2,27 1,41 2,40 18,96 3,22 1,35 2,46 4,44 29,00 4,42 7,63
Prarostino
Secondo
Pinerolo
13997
12206
1984 152 25 10 119 — — 30 55 77 — — 529
1989 137 40 12 11 16 5 12 125 19 16 15 41 80 33 43
Vo 25,89 7,56 2,26 2,07 3,02 0,94 2,26 23,62 3,59 3,02 2,83 7,75 15,12 5,45 7,10
1984 395 85 ■ ■ 57 162 — — 81 269 781 — — 1964
1989 335 79 66 51 47 11 66 293 99 28 58 141 690 102 138
Vo 17,05 4,02 3,36 2,59 2,39 0,56 3,36 14,91 5,04 1,42 2,95 7,17 35,13 4,62 6,26
1984 6568 824 . _ 882 2020 — — 825 2938 7794 — —
Vo 27,99 3,52 3,76 8.61 — — 3,52 12,52 33,22 — — 25493
1987 5045 894 945 3125 — — 624 2395 7187 — —
Vo 19,80 3,48 _ 3,69 12,18 — — 2,45 9,40 28,19 — —
1989 5132 675 754 492 435 96 842 3036 1186 311 439 1519 6909 847 1528 21826
Vo 23,51 3,09 3,45 2,25 1,99 0,43 3,85 13,91 5,43 1,42 2,01 6,95 31,65 3,50 6,31
10
10 valli valdesi
23 giugno 1989
ANALISI DEL VOTO
A sinistra
con l’Europa
La tendenza emersa a livello
nazionale, sia rispetto alle precedenti europee dell’84 che rispetto
alle politiche ’87, viene sostanzialmente confermata alle valli.
Si possono fare però alcuni rilievi.
II PCI che perde nettamente rispetto alle scorse elezioni europee e recupera mediamente un
2% rispetto alle politiche ’84, ha
un notevole successo in vai Chisone (4- 5% rispetto all’87) evidentemente legato alla candidatura del pinerolese Bontempi che,
grazie alle opzioni di chi lo ha
preceduto nella circoscrizione,
dovrebbe ottenere il posto di deputato europeo.
Il PSI, che tradizionalmente in
molti comuni delle valli raccoglie
percentuali assai elevate di consensi, pur migliorando le proprie
posizioni rispetto all’84, non fa altrettando nei confronti delle politiche, anzi, perde voti in percentuale sia in vai Germanasca che
in vai Chisone: difficile dire se
ciò sia legato alle vicende sull’ora di religione, a problemi locali o alla semplice presenza di
un candidato ’’forte” come Bontempi nel PCI.
Sempre nell’ambito della sinistra, che comunque registra globalmente un buon successo praticamente ovunque, fatica a mantenere le proprie posizioni, tradizionalmente migliori che a livello
nazionale, D.P., che subisce erosioni sia da parte di chi ha ritenuto di dover sostenere il PCI in
un apparente momento di difficoltà, sia soprattutto dalla affermazione della neonata Lista verde arcobaleno. Del resto il marchio verde resta come uno dei
dati centrali di questa tornata
elettorale: le due liste insieme si
EDILUX
COSTRUZIONI EDILI
di JALLA’ e PAYRA s.n.c.
INFORMAZIONE
E VENDITA
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Via De Amicis, 67/1
•S 0121/909088
VENDE in LUSERNA S. GIOVANNI - P.za Parrocchiale in
uno stabile del ’700 completamente ristrutturato alloggi
in varie metrature composti da: soggiorno, cucina, 1 o 2
camere + servizi - riscaldamento autonomo - ascensore.
Personale in loco: giovedì - venerdì 15-18; sabato 9-12.
DIMAGRIRE
E VIVERE FINALMENTE
LA TUA BELLA ESTATE
con il tuo
CENTRO DI DIMAGRIMENTO
ACCELERATO®
O
:System
IDEA
Via Raviolo, 10 • Plnerolo
Il ricordo dell'anno scorso In costume da bagno lo rifiuti...
Non è troppo tardi per reagire!
Perderai da 600 gr. a 1 Kg. per seduta, qualunque sia II tuo problema di peso generale o localizzato,
fino ad ottenere la tua silhouette
ideale
senza ginnastica, senza pillole,
senza fame e, soprattutto, la tua
stabilizzazione.
Te lo garantisce II nostro metodo,
con prodotti esclusivi e l’esperienza di oltie tredici anni.
RISULTATI SPETTACOLARI
IMMEDIATI E DUREVOLI.
Orario continuato 9-19.
OFFERTA SPECIALE D’ESTATE
LA PRIMA SEDUTA DELLA
TUA CURA SARÀ GRATUITA!!!
Telefona subito al
0121/793.613
UN SI CONVINTO
I risultati del referendum
attestano su percentuali intorno
aH’8-9%, eccezion fatta per la vai
Germanasca dove la presenza
ambientalista è assai più ridotta.
Detto della sostanziale stabilità della DC e di un ridotto, ma
preoccupante, aumento del MSI,
chi esce nettamente sconfitto da
queste elezioni è certamente il
gruppo laico PLLPRI-Federalisti:
rispetto alle passate europee dove PLI e PRI già presentarono liste unite la perdita in percentuale è di circa la metà dei consensi; « l’eifetto Pannella » non ha
dunque funzionato ed i non pochi
voti radicali sono finiti per lo più
all’Arcobaleno ed agli antiproibizionisti sulla droga.
Ultimo dato riguardo alle liste
è il successo, particolarmente
netto in vai Pellice, dell’Alleanza
Nord, che tuttavia non raggiunge neppure le percentuali ottenute nell’84 da Piemont Autonomista; allora le liste di Farassino e
di Gremmo, insieme, arrivarono
in alcuni casi a superare il 10%;
il successo, temuto da molti, dei
regionalisti è stato dunque molto
contenuto, così come scarso seguito ha ottenuto la lista che faceva riferimento alla « occitanità » di queste valli.
Pur tenendo presente il forte
calo dei votanti (—15% rispetto
alle politiche) si conferma dùnque l’attenzione europea delle
valli e con essa la tendenza generale. Il tutto anche alla luce del
dato referendario che ha visto
raggiungere l’85% dei consensi
la proposta di dare potere costituente, in prospettiva, al parlamento europeo.
Elaborazione dati e commenti
a cura di
Giorgio Boaglio
Piervaldo Rostan
VAL PELLICE
Comune SI NO Bianche Nulle Votanti
Angrogna 277 55 50 15 397
Bibiana 1176 2A3 2'88 119 1796
Bobbio Pellice 256 52 34 20 362
Bricherasio 1911 329 318 151 2709
Luserna San Giovanni 3851 586 460 321 ' 5218
Lusernetta 202 46 59 29 336
Rorà 108 26 10 9 153
Torre Pellice 2307 283 176 104 2870
Villar Pellice 447 114 59 67 687
TOTALE VAL PELLICE 10535 1704 1454 835 14528
% (86,07) (13,93)
VAL CHISONE
Comune SI NO Bianche Nulle Votanti
Fenestrelle 366 59 75 40 540
Inverso Pinasca 279 62 60 30 431
Porosa Argentina 2072 323 251 190 2836
Pinasca 1338 244 189 138 1909
Porte 480 104 83 39 706
Pragelato 243 35 28 23 329
Pr amollo 157 23 l8 16 224
Roure __ 5J^ 1Ö8 90 64 781
San Germano J27 153T 128 84 1192
Usseaux 90 31 14 13 148
Villar Porosa 2195'“* 373 233 169 2970
TOTALE VAL CHISONE 8566 1515 1179 806 12066
% (84,97) (15,03)
VAL GERMANASCA
Comune SI NO Bianche Nulle Votanti
Massello 55 8 7 7 77
Perrero 485 85 49 35 654
Pomaretto 616 109 33 39 797
Prali 160 20 28 12 220
Salza 39 18 4 4 65
TOTALE VAL GERMAN. 1355 240 121 97 1813
% (84,95) (15,05)
TOTALE
VALLI CHISONE
e GERMANASCA
9921 1755 1300 903 13879
% (84,97) (15,03)
Comune SI NO Bianche Nulle Votanti
Pinerolo 18729 2465 1915 1092 24201
San Secondo 1621 280 205 98 2204
Prarostino 402 104 60 39 605
TOTALE 20752 2849 2180 1229 27010
% (87,93) (12,07)
11
23 giugno 1989
vaili valdesi 11
VALLI CHISONE E GERMANASCÂ
Acque pulite?
Un campionamento per stabilire lo stato di salute dei nostri torrenti
Proseguendo nel programma
di incontri iniziato con il dibattito sui rifiuti solidi urbani, l’assessorato all’ecologia della Comunità Montana Chisone e Germanasca ha nuovamente riunito
il 13 giugno, nella sala consiliare
di Perosa Argentina, un buon numero di persone interessate a
vario titolo alla salvaguardia dell'ambiente.
I] tema era tutt’altro che teorico, si trattava infatti di presentare un progetto di studio dell’inquinamento dei due principali torrenti (dai quali la stessa
Comunità prende il nome), Chisone e Germanasca.
L’indagine, che durerà un anno e sarà condotta in collaborazione con l’Università di Torino,
è stata presentata dal dottor Laurenti, responsabile del servizio
di igiene pubblica dell’USSL, e
da chi se ne occuperà in futuro:
il prof. Caramello dell’Università di Torino e i biologi Pinna
Pintor e Cusino.
Perché occuparsi dell’acqua in
primo luogo? In una zona dove
non sono ipotizzabili grandi cadute di piogge acide, l’acqua dei
torrenti rimane sempre il miglior indicatore della salute dell’ambiente. Nell’acqua infatti vanno a confluire i collettori fognari, gli scarichi industriali, i vari
veleni che si spargono sulle colture intensive. Per fortuna, un
corpo idrico possiede anche un
potere autodepurante che gli
consente di neutralizzare il carico inquinante: quando invece
quest'ultimo è eccessivo, il corso d’acqua muore,
I punti di campionamento dell’acqua dei torrenti sono stati
indicati su una cartina: si parte dalla vai Troncea, dove si presume un livello ottimale di purezza, per terminare a Porte, nel
punto in cui si trasmette Tinqui
namento, vero o presunto, ad
un’altra comunità.
La salute di un corso d’acqua
viene diagnosticata da vari elementi: la temperatura, l’acidità,
la conducibilità elettrica; sono
anche importantissimi l’inquinamento animale, con produzione
di composti delTazoto, l’inquinamento da detersivi o fertilizzanti (fosfati), la presenza di oli e
grassi minerali ed organici, che
provocano l’asfissia degli organismi viventi, di cloruro di sodio
proveniente dai nostri cibi.
Poiché gli aspetti fisici e chimici dei rilevamenti non sono
sufficienti, occorrono altri dati
sull’inquinamento da germi patogeni e sull’effetto che gli elementi di rischio possono causare agli
r,Titanismi umani. Se dei germi
abitualmente ospiti del nostro
organismo si ritrovano nei corsi
d’acqua (e sono state nominate
le terribili salmonelle del tifo e
del paratifo), ciò significa un cattivo fimzionamento dei depuratori o addirittura la loro inesistenza.
Esiste ancora una serie di dati significativi ed è fornita da
tutte quelle minuscole bestioline
che vivono allo stato larvale tra
la sabbia e i sassi del fondo del
torrente e cj^e servono di cibo
ai pesci e agli uccelli delle rive.
Catturati con un retino nei vari punti di rilevamento ed esaminati al microscopio, stabiliranno il livello d’inquinamento dell’acqua a seconda della loro presenza, paragonata alla loro maggiore o minore sensibilità ai carichi inquinanti.
Gli interventi che sono seguiti hanno proposto alcuni spostamenti dei punti di rilevamento:
uno al termine del rio di Usseaux, data la presenza in loco
di un elevato carico di bestiame
residente, e l’altro nelTabitato di
Perosa dove il livello del Chisone è molto basso. Il fatto che i
campionamenti saranno fatti nei
mesi di ottobre e di marzo è
stato giudicato positivo, ma alcuni hanno ritenuto che si dovessero aumentare i prelievi, tenendo in maggior conto l’inquinamento prodotto dagli scarichi
industriali.
Certo, quando osserviamo i nostri torrenti, che ci paiono ancora limpidi e puri, talvolta ci
domandiamo che cosa nasconde
la loro acqua spumeggiante. Fra
un anno lo sapremo.
Ldliana Viglielmo
Solidarietà con il Nicaragua
PINEROLO — Sabato 24 giugno, presso l’Expo Fenulli si tiene la festa di
solidarietà con il Nicaragua. Il programma prevede, dopo i giochi n per
bambini e adulti, l’esibizione di tre
gruppi musicali (a partire dalle 19 con
i « Toddiani »1, e un intervento sull’attuale situazione del paese centroamericano. Al termine, estrazione della
sottoscrizione. Il ricavato della festa,
organizzata dal Comitato pinerolese
di solidarietà con il Nicaragua, servirà a finanziare un progetto dell’organismo ACRA relativo ai trasporti
urbani ed extraurbani di Managua.
Convegni
TORRE PELIICE — L'USSL ha organizzato per mercoledì 28 giugno, alle
ore 18, presso la sede di corso Lombardini, un incontro per discutere la
bozza di programma del seminario
autunnale sul tema del rapporto tra
attività produttiva, salute e ambiente.
Concerti
SALZA DI PINEROLO — Nel prossimo fine setttimana, a partire de venerdì 23 giugno prende il via « Salza
Music » '89, tre giorni in cui chiunque
lo desideri può esibire la sua musica
in pubblico.
POMARETTO
Nuove proposte culturali
Alidada: (dal dizionario Devoto-Oli) sostantivo femminile parte di uno strumento misuratore di angoli (goniometro), solidale con l’apparecchio allineatore (cannocchiale) e recante un
indice atto ad individuare Tan
UNÌNDAGINE A LIVELLO REGIONALE
Foreste d’alta quota
Forestazione montana d’alta
quota: un’espressione che secondo alcuni reca in sé una contraddizione, in quanto si è spesso
afiermato che è praticamente
impossibile realizzare rimboschimenti oltre i 2.000 metri.
Eppure un’indagine di Attilio
Salsotto e Guido Luciani, realizzata per impulso dell’Unione delle Camere di commei'cio del Piemonte e presentata lo scorso 15
giugno a Sestriere in un breve
convegno, mostra che con una
adeguata programmazione degli
interventi e con attente cure colturali nelle stagioni successive all’impianto è possibile giungere
fino a 2.400 metri con risultati
più che soddisfacenti.
Il libro, che ha per titolo « Fo
reste piemontesi di alta quota »,
è composto da una parte introduttiva molto densa e rigorosa
e da una serie di schede su aree
valHve scelte fra quelle più rappresentative per tipo di vegeta
zione e per caratteristiche ambientali.
Secondo gli autori il futuro
della forestaz.ione si giocherà in
buona parte proprio al di sopra
dei 1.500 metri, visto che oltre
quella quota sono disponibili vasti spazi particolàrmente soggetti ai fenomeni di erosione e quindi bisognosi di protezione. Si
tratta di assecondare e accelerare quel processo di conquista da
parte della vegetazione dei territori più elevati, che in natura
avviene con lentezza e difficoltà.
Lo scopo della forestazione
d’alta quota non è quello di produrre legname ma piuttosto di
produrre — o riprodurre — protezione ambientale, e su questa
idea è incentrata tutta la ricerca
Un’ultima nota: le 192 pagine
del testo sono stampate su carta riciclata, e questo è certamente un notevole segno di sensibilità ambientale.
golo da essa formato con la parte fissa deU’apparecchio.
Questa la definizione di un dizionario: in sostanza una parte
di uno strumento di misurazione. Ma Alidada è anche il nome
di una giovane associazione culturale, operante nei comuni di
Perosa Argentina e Pomaretto.
Un nome alquanto curioso, ma
dal suono estremamente orecchiabile, che riunisce attorno a sé
un gruppo di giovani desiderosi
di promuovere attività culturali
di vario genere.
Anni fa, alcuni di questi giovani avevano promosso una serie di cinefórum, ottenendo a Pomaretto un discreto successo.
Per poter allargare il raggio
d’azione e di iniziative è stato
necessario costituire una associazione, senza fini di lucro, nelTottobre 1988, con lo scopo di
coinvolgere la popolazione attraverso la proiezione di film, dibattiti, spettacoli teatrali e musicali.
Nel periodo invernale questa
associazione ha organizzato una
serie di cinefórum, in collaborazione con l’Assessorato alla cultura della C. M. Valli Chisone e
Germanasca. La rassegna si in
titolava « Attori, autori » e comprendeva una decina di film
interessanti, ma non molto diffusi tra il vasto pubblico. Il successo ottenuto è stato soddisfacente ed ha permesso anche nuovi tesseramenti.
Altre due attività sono state
un concerto di musica classica
offerto daU’ormai famoso Coro
polifonico dell’Istituto musicale
I VILLAR PELLICE I
I soleggiatissima casetta indipendente, I
fornita di tutti i servizi necessari, ■
I composta da : ingresso, 2 camere, cu- |
" Cina abitabile, bagno, cantlnetta. Mq. I terreno 1300 ca. L. 49,5 m. |
VALPELUCE IMMOBILIARE
Lussrna S. Giovanni
Viale Da Amida 3/1
Tal. (0121) 901.5S4
IMPRESA ONORANZE
e TRASPORTI FUNEBRI
geom. LORIS BOUNOUS
Espletamento pratiche inerenti trasporti e sepolture,
vestizióni, esumazioni, cremazioni, necrologie
Autofunebre pròprio
Sede; Via Trento, 48 - 10064 PINEROL'O ■ Tel. 0121/794686
Unità locale n. 1 - (abit. e uff.) Via Tiro a Segno, 3 ■ PINEROLO
Telefono 0121/201524 ■ Servizio continuo (notturno e festivo)
« Corelli » di Pinerolo e una serie di proiezioni di diapositive
di viaggi e di montagna dal titolo, che è tutto un programma,
« Immagin...azione ». In questo
periodo vengono proposte alcune interessanti attività, atte a
coinvolgere diverse fasce di pubblico; il titolo: MA, MI, MU,
cioè: marionette, mimo, musica
classica e moderna.
Dopo le marionette ci saranno,
a Pomaretto, due serate: il 17
giugno uno spettacolo di mimi
e il 30 giugno un concerto di
musica antica. A Inverso rinasca, T8 luglio, si esibiranno due
complessi di musica moderna.
Le proposte ci sono, per diversi gusti e particolarmente
coinvolgenti: sapremo approfittarne?
Potrà misurare, l’Alidada, la
nostra volontà di partecipare, la
nostra voglia di uscire dal binomio: sabato sera = TV?
Le nostre valli, così ricche di
tradizioni e di storia, in realtà
offrono ben poco dal punto di
vista dello spettacolo, del teatro,
del cinema. E’ di pochi mesi fa
la chiusura del cinema Edelweiss,
peraltro recentemente rinnovato
e adeguato alle nuove esigenze
acustiche e sonore. E’ un sintomo che gli interessi della gente
si rivolgono altrove. Ma con quali contenuti? Questo modo nuovo di lare cultura potrebbe essere la via d’uscita, lo sbocco
per essere più emotivamente
coinvolti e non passivi spettatori.
P.R.R.
TORRE PELLICE \
{ Luserna San Giovanni) in palazzina,
recente costruzione, con termo se- |
miautonomo, appartamento, con acI cesso diretto a giardino privato, com-1
' posto da : ingresso, saloncino, cameI ra, cucina, bagno. Box e cantina L. j
I 75 m. Acquisto IVA 4% anche non
I prima casa. I
RINGRAZIAMENTO
(Í Quello che è successo in possalo capita anche oggi, quello
che avverrà in futuro è già capitato in passato. Tulto passa,
ma a Dio non sfugge niente »
(Qohélet 3: 15)
La famiglia del compianto
Attilio Luigi Cardón
ringrazia tutti coloro che con scritti
e presenza hanno preso parte al suo
dolore. Un ringraziamentoi particolare
ai vicini di casa, al pastore Noffke e ai
dott. Rollo.
Prarostino, 14 giugno 1989.
« L'Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1)
La moglie ed i figli di
Edvi Long
sentitamente ringraziano tutti coloro
che durante la malattia sono stati vicini -al loro caro ed in occasione della
sua morte li hanno circondati con simpatia ed affetto.
Un grazie riconoscente ai membri e
al personale delLOspedale valdese di
Pomaretto, al dottor Valter Broue, al
pastore Tom Noffke, ai cugini, ai vicini, di casa, ai dirìgenti e compagni di
lavoro dei figli Remo e Renato.
Pramollo, 16 giugno 1989.
AVVISI ECONOMICI
VENDESI attività trattoria bar in località Ruata di PramoUo, pronta per
la riapertura. Tel. 0121/58688 oppure 06/3598079.
CLAUDIANA EDITRICE, via Principe Tommaso 1, 10125 Torino, 011/
68.98,04 cerca in prestito temporaneo fotografie possibilmente antiche
raffiguranti singoli o gruppi mentre
cantano, suonano strumenti musicali.
Le fotografie saranno restituite appena possibile.
VALDESE acquista ogni genere di oggetti antichi, documentazioni storiche. Telefonare 011/9087540.
PENSIONATO statale, solo, sessantenne con alloggio cerca compagna
evangelica per convivenza - matrimonio. Pregasi telefono. Scrivere C.I.
87918207, fermo posta, Luserna S.
Giovanni.
FACCIO parte della Chiesa valdese di
Vasto e sono alla disperata ricerca
di un pianoforte di seconda mano
che al>bia un prezzo accessibile alle
mie possibilità. Se qualche chiesa o
qualche sorella o fratello può aiutarmi ne sarei felicissima. Telefonatemi, io sono Edda Di Croce,
0873/55402.
PRIVATO acquista mobili vecchi e antichi, oggetti vari. Tel. 0121/40181
(dopo le ore 18).
VALPELUCE IMMOBILIARE
Luserna S. Giovanni
Viale De Amicis 3/1
Tel. (0121) 901.554
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 25 GIUGNO 1989
Rinasca: FARMACIA BERTORELLO Via Nazionale, 22 - Tel. 800707
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte; Tel. 201454.
USSL 44 < PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile}.
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese].
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 25 GIUGNO 1989
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996,
Croce Verde Bricherasio: tei. 598790
12
12 fatti e problemi
23 giugno 1989
AZIENDE ITALIANE IN SALVADOR
AMNESTY INTERNATIONAL
In molti casi, ormai, la cooperazione dell’Italia con paesi in
via di sviluppo ha fatto e fa discutere: pensiamo ai progetti del
Fondo speciale in Somalia, o in
Etiopia. Più di una volta è risultato che a trarre maggiori benefici da questi progetti fossero non
tanto le popolazioni locali, ma le
stesse aziende italiane, o dei mediatori in loco, o a volte i governi
destinatari, come controparte,
degli aiuti.
Un caso che fa parlare in queste settimane, anche perché legato ad un’evoluzione (o involuzione) della vita politica, è quello
del coinvolgimento italiano nel
Salvador.
Il piccolo paese centroamericano (non arriva ai 5 milioni e mezzo di abitanti, per una vita media intorno ai 42 anni e con una
mortalità infantile che tocca il
63% dei bambini entro il primo
anno), la cui economia agricola è
basata essenzialmente sulla coltura del caffè e del mais, ha visto
eleggere, nella primavera scorsa,
un presidente del partito di estrema destra ARENA, Alfredo Cristiani; il nuovo presidente, che
succede al democristiano Napoleon Duarte, è stato insediato il
primo giugno.
In questa occasione il Comitato piemontese di solidarietà con
il popolo di El Salvador ha diffuso un documento, intitolato « E
adesso la Fiat », in cui si fa
la storia dei rapporti tra la
COGEFAR (ora parte del gruppo
Fiat) e il governo di Duarte. La
COGEFAR era già presente in
Salvador dal 1980, quando costruì una centrale idroelettrica.
Da allora essa ha realizzato varie
opere, sulla base di un contratto
con il sindacato degli edili. La
più imponente di queste opere,
sovvenzionata dal governo italiano, è la costruzione di un’area
della capitale, colpita il 10 ottobre 1986 da un disastroso terremoto. L’Italia regalò le case al
governo salvadoregno, che però
le « mise in vendita », a prezzi
inaccessibili per gli stessi operai
che le costruiscono.
Ma non è tutto. Sempre secondo il documento, ricavato da una
intervista all’ambasciatore italiano a S. Salvador e da uno studio
del sindacato, risulta che una se
LE RICHIESTE DEI GIOVANI MASSACRATI IN CINA
Manifesto di piazza Tien an-Men
Da qualche tempo ormai, dopo che la Piazza della Pace Celeste (tragica ironia dei nomi!)
di Pechino è stata « normalizzata », i giornalisti, i politologi, gli
storici, i cosiddetti esperti cercano di spiegarci le differenze
fra « socialismo reale » e « socialismo ideale », fra « maoismo » e
« denghismo », fra « rivoluzione »
e « riforme », e così via. Qualcuno prende anche lo spunto per
ricordare le responsabilità dell’occidente nei confronti dei paesi sottosviluppati e di certe loro
drammatiche situazioni.
Vorremmo tornare un momento a quei poveri giovani massacrati, imprigionati, condannati a morte e far conoscere ai
lettori il loro ultimo documento — assai poco diffuso dalla
« grande » stampa — emesso il
13 maggio scorso, venti giorni
prima dell’eccidio. « Non vogliamo morire, vogliamo vivere » essi ci dicono, come presaghi del
loro destino. Cerchiamo di non
lasciare cadere questo appello.
Facciamo in modo che essi vivano nei nostri cuori e nelle nostre menti: che essi possano fornire una testimonianza imperitura nei confronti di quel potere
-y di quei poteri — che asserviscono ed uccidono col nome
del « popolo » sulle labbra, ma
in realtà per conservare privilegi e tornaconti di casta.
r. p.
Non siate tristi...
In questo caldo mese di maggio noi iniziamo lo sciopero della fame. Nei giorni migliori della giovinezza dobbiamo lasciare
dietro di noi tutte le cose belle
e buone e solo Dio sa quanto
malvolentieri e con quanta riluttanza lo facciamo. Ma il nostro paese è arrivato ad un punto cruciale. Il potere politico domina su tutto, i burocrati sono
corrotti, molte buone persone
con grandi ideali sono costrette aH’esilio. E’ un momento di
vita o di morte per la nazione.
Tutti voi compatrioti, tutti voi
che avete una coscienza ascoltate il nostro grido. Questo paese è il nostro paese, questa gente è la nostra gente, questo governo è il nostro governo. Se
non facciamo qualcosa, chi lo
farà per noi? Benché le nostre
spalle siano ancora giovani ed
esili, benché la morte sia per
noi un fardello troppo pesante,
noi dobbiamo andare perché la
storia ce lo chiede.
Il nostro entusiasmo patriottico, il nostro spirito totalmente
innocente vengono descritti come elementi che generano tumulto. Si dice che abbiamo motivi
nascosti o che veniamo usati da
un manipolo di persone. Vorremmo rivolgere una preghiera a tutti i cittadini onesti, una preghiera ad ogni operaio, contadino, soldato, cittadino comune o
all’intellettuale, funzionario di
governo, al poliziotto ed a tutti
coloro che ci accusano di commettere crimini. Mettetevi una
mano sul cuore, sulla coscienza.
Quale sorta di crimine stiamo
commettendo? Stiamo provocando un tumulto? Cerchiamo solo
la verità, ma veniamo picchiati
dalla polizia. I rappresentanti
degli studenti si sono messi in
ginocchio per implorare la democrazia, ma sono stati totalrnente ignorati. Le risposte alle
richieste di un dialogo paritario
sono state rinviate ed ancora
rinviate. Che altro dobbiamo fare?
La democrazia è un ideale della vita umana come la libertà
e il diritto. Qra, per ottenerli,
dobbiamo sacrificare le nostre
giovani vite. E’ questo l'orgoglio
della nazione cinese? Lo sciopero della fame è la scelta di chi
non ha scelta. Stiamo combat
tendo per la vita con il coraggio
di morire. Siamo ancora ragazzi: madre Cina, per favore, guarda i tuoi figli e le tue figlie.
Quando lo sciopero della fame
rovina totalmente la loro giovine:^, quando la morte gli si avvicina, puoi rimanere indifferente? Non vogliamo morire, vogliamo vivere. Non vogliamo morire, vogliamo studiare.
Caro padre, cara madre, per
favore non siate tristi. Cari zii,
care zie, che non vi si spezzi il
cuore mentre diciamo addio alla
vita. Abbiamo una sola speranza: che questo permetta a tutti
di vivere una vita migliore. Abbiamo una sola preghiera: non
dimenticate che non è assolutamente la morte ciò per cui stiamo lottando. La democrazia non
è un affare che riguarda poche
persone. La battaglia democratica non può essere vinta da una
sola generazione.
Chiediamo che il governo cominci un dialogo diretto, sostanziale c paritario con la delegazione degli studenti dell’Università. Chiediamo che il governo
riabiliti questo movimento degli studenti e che lo rivaluti con
giustizia per affermare il suo spirito di movimento patriottico e
democratico.
Case regalate vendonsi
Il governo dovrebbe controllare maggiormente gli aiuti al Terzo Mondo
Prigionieri
del mese
rie di vertenze si avviò nell’estate scorsa, di fronte alle richieste
di miglioramento salariale (gli
operai ricevono mensilmente una
paga che varia dalle 150 alle
270.000 lire). Le maestranze occupano il cantiere in seguito ai rifiuti dell’azienda, la quale fa
schierare l’esercito minacciando
lo sgombero forzato. Poi arriva
al punto di licenziare tutti per
chiudere il cantiere. Anche in
questo caso non ottiene il risultato. L’azienda allora cede e acconsente ad alcune delle richieste dei
lavoratori. Pochi giorni dopo, però (20-24 febbraio di quest'anno),
la polizia arresta i dirigenti sindacali, e la cosiddetta « Policia de
hacienda » fa irruzione nella sede, sequestrando gli archivi.
Il 7 aprile un’altra azienda italiana ha firmato un accordo relativo ad un progetto di sviluppo geotermico. « Il governo italiano — si chiede il comitato Salvador —- non ritiene opportuno,
prima di erogare altri finanziamenti, verificare la reale destinazione delle somme già versate? ».
Alberto Corsanì
I casi dei prigionieri d’opinione, che ora stiamo per presentare, sono stati illustrati nel
numero di aprile del Notiziario
di A.I.
Non ci stanchiamo di raccomandare di scrivere lettere, lettere, sempre lettere in loro favore. Che cosa sono venti o trenta minuti da sacrificare, del
nostro ’’prezioso” tempo, se
possono andare a vantaggio di
chi soffre ingiustamente, incarcerato, torturato, condannato a
morte?
Mohamed Srifi
MAROCCO
37 anni, studente universitario a Tangeri. Fu arrestato nel
1974 e processato nel 1977 con
altre 138 persone con l’accusa
di appartenere ad una associazione illegale e di ordire complotti per rovesciare lo stato
monarchico e fondare una repubblica.
Tutti gli i mputati vennero
condannati a pene varianti da 5
a 30 anni di carcere, con una
aggiunta supplementare di 2 anni per coloro che avevano dichiarato che il processo era stato
condotto in modo irregolare,
senza il rispetto degli standard
internazionali di equità: agli imputati non era stato permesso
di comunicare con gli avvocati
difensori e di testimoniare dei
maltrattamenti e delle torture
subite durante il periodo antecedente al processo. In molti
casi erano stati sottoposti a
elettrochoc, picchiati e appesi
per le mani e i piedi. Nessuna
prova era stata portata al processo sul fatto che avessero
usato la violenza o istigato ad
essa per abbattere la monarchia.
Si prega di rivolgere appelli
cortesi a favore del rilascio di
Mohamed Srifi, in inglese o francese o italiano', a:
His Majesty King Hassan II
Palais Royal
Rabat - Marocco
Branimir Trbojevic
JUGOSLAVIA
20 anni, testimone di Geova.
Arrestato per essersi rifiutato
di prestare il servizio militare,
secondo quante prescrive la sua
religione; è stato incriminato in
base all’art. 202 del Codice penale federale per « rifiuto di
prendere e portare le armi ».
E’ stato condannato a 3 anni
di prigione da una Corte militare di Spalato poi, per una riduzione della pena, a 2' anni e
mezzo. In Jugoslavia il servizio
militare, della durata di 12 mesi,
è obbligatorio e non c’è alcuna
possibilità di servizio alternativo per coloro che lo rifiutano
per motivi di coscienza.
Un gruppo di testimoni di
Geova, nel novembre del 1987, ha
presentato un ricorso alla Corte
Costituzionale jugoslava, nel quale si chiedeva che la legge della
obbligatorietà del servizio militare fosse dichiarata incostituzionale. Ma il ricorso è stato
respinto.
Per chiedere, in termini corretti e cortesi, il rilascio di Branimir Trbojevic si può scrivere, in inglese o italiano, a:
His Excellency Raif Dizdarevic
President of SRFJ
Bulevar Lenjna 2
Beograd - Jugoslavia
Wahyudi
INDONESIA
18 anni, studente musulmano.
Fu arrestato nel 1986 nella cit
tà di Brebes, nella zona centrale di Giava, con altri 7 attivisti musulmani. Fu accusato
di organizzare gruppi di studio
religiosi, conosciuti con il nome
di ’’usroh”. Questi gruppi raccomandavano una maggiore osservanza dei precetti islamici e
criticavano l’ideologia di stato.
Secondo l’accusa lui e altri
membri dei gruppi ’’usroh”, durante le riunioni, svolgevano attività antigovernative e per questo vennero accusati di ’’sovversione”. Wahyudi fu condannato
a 7 anni di carcere. La legge contro la ’’sovversione” risale al
1963, ma è stata usata molto di
frequente negli ultimi anni per
perseguitare e incarcerare gli
oppositori del regime.
Dal 1985 in poi 45 membri degli ’’usroh” furono arrestati e
processati, con l’accusa di attività antigovernative, per avere
espresso le loro opinioni politiche o religiose. Il processo che
condannò Wahpudi non fu un
processo equo. Gli accusati e i
testimoni dichiararono che erano stati minacciati e maltrattati durante gli interrogatori e le
loro affermazioni erano state
estorte con la violenza.
Si prega di inviare lettere cortesi, in inglese o italiano, chiedendo la liberazione di Wahyudi
e degli altri sette a:
President Suharto
Bina Graha
Jalan Veteran
Jakarta - Indonesia
Amnesty denuncia
il governo cinese
Subito dopo i tragici fatti avvenuti sulla piazza Tien an-Men
in Cina, il Segretario generale
di A.I., Jan Martin, ha inviato
un telex al premier cinese Li
Peng e ha invitato le Sezioni nazionali a fare altrettanto. Nel
telex esprime Findignazicne e
la condanna di Amnesty di fronte all’orribile massacro di studenti inermi e di altri pacifici
dimostranti compiuto dall’esercito cinese. Il Presidente della
Sezione italiana, Amedeo Plachi, ha inviato a sua volta, il 5
giugno, un appello al primo ministro cinese Li Peng esprimendo il profondo turbamento e il
vivo allarme di AI. per avere
l’esercito cinese aperto il fuoco
su cittadini di Pechino, uccidendo parecchie centinaia di persone, mentre altre venivano schiacciate dai carri armati. « L’uso indiscriminato della forza letale
contro i dimostranti disarmati
viola le leggi internazionali... »
egli dichiara. Al termine dell’appello chiede a Li Peng di « prendere immediatamente tutte le
misure necessarie per prevenire altre uccisioni... ».
Purtroppo le notizie che ogni
giorno giungono dalla Cina ci
rattristano profondamente, perché la più feroce repressione si è
abbattuta sugli studenti e su tutti coloro che hanno animato la
manifestazione sulla piazza di
Pechino per chiedere libertà e
democrazia. Una spietata caccia
all’uomo si è scatenata mentre,
secondo i mass media, già giungono lugubri notizie di condanne a morte.
Chi desidera scrivere degli appelli perché cessi la repressione in Cina, può indirizzarli a:
Prime Minister Li Peng
Guowuyan . Beijingshi
People’s Republic of China.
A cura del
Gruppo Italia 90 Val Pellice
Tel. 0121/91041.