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Anmo XI_N. 9. Ili SEBIE 15 Maggio 18tì2
LA BUONA NOVELLA
GIOKNALE DELLA EVAKGELIZZAZIONE
' Andate per tutto il mondo e predicata l'Kvangelo
(la Buona Novella) ad ogni creatura.
Matteo iti, 15
.^»»■"*9«^ PREZZO mA^OOIAZIONE | LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per H.R^o [franco a aestinazione]____ £. 3 00 j In Firekze, da Leopolda PineUi, via Tomabuoni
J al Deposito di libri religioai.
e rancia, i............. j Livorno, via San Franccsoo, ideai.
................... ” 5 60 < In Torino, vìa Principe Tommasadietro ilTcm
C ^yeAo. Gerita id.................. „ 5 50 ^ pio Valdese.
ridono associazioni per meno di ? Nelle Provincie, per mezz^ di franco-bolli po
^ . siait, che dovranno essere inviati franco in Ki
S^'v'JlHÌnno. > rense, via Tornab^iuni al Deposito libri religiosi
All’estero, a’seguenti indirizzi; Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Rivoli;
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra, dal signor G. F. Muller,
General Merchant, 26, Leadenhall Street. E. C.
SOMMABIO
Il culto di Dio in spirito. — Educasione. — La tede infantile. — Cromica .■ Francia, Londra, Scozia,
Olanda, Spagna, Alemairua, Saluzzo, Napoli.
IL CULTO DI DIO IN SPIRITO
Non sapete voi che siete il tempio di Dio,
e che lo Spirito di Dio abita in Voi.
1 Cor. Ili, 16.
Ogni cristiano ò uu tempio, e lo Spirito Santo ne è il Dio. Ma iu
questo tempio deve esservi un culto che manifesti la gloria del Dio
die l’abita.
Se noi siamo il tempio di Dio, lo siamo per rendergli quel culto
che gli spetta. Se Dio che è lo Spirito Santo, abita in noi, dobbiamo
manifestare aH’estenio la sua santa e glorio,sa presenza. È questa la
responsabilità di un sì grande onore. Dio che abitii in noi, (se veramente vi abiti) non ò uu Dio ozioso. Predica neU’interno del suo
tempio, bisogna ascoltarlo. Comanda, bisogna obbedire. Corregge,
bisogna umiliarci. Consola, bisogna esser confortati da lui. Farem
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noi per questo predicatore del tempio interno, come facciamo per i
predicatori che parlano nei templi di pietra? Ci distrarrem noi? Gli
resisteremo? Di piiì, ritorneremo nel mondo? ritorneremo al peccato? Questo Dio delli interni poteri farà forse come il Figlio e come
il Padre. Ci sopporterà nelle nostro perversità con gran dolcezza,
nelle nostre ribellioni con grande umiltà. Non pertanto rammentiamoci queste solenni parole: E non contristate lo Spirito Santo
di Dio, col quale siete stati suggellati per lo giorno della Redenzione, (Efes. IV, 30). Miserabili che siamo! Vorremmo che lo Spirito ci coronasse delle sue grazie nel cielo, e ci lasciasse seguire i
nostri propri desideri sulla terra. Vorremmo vivere di Spirito e camminare nella carne. Ma non ci illudiamo: il Dio delle nostre coscienze, il Dio interno non fa questo patto colpevole. Se recusiamo
di rendergli gloria, jrompe tutti i legami che sembravano attaccarci
a lui. Gli getta lungi da se, e gli disperde nella sua santa collera.
Non vi è unione fra il tempio di Dio e gli idoli, non vi è comunanza
fra la giustizia e la iniquità. Pili Dio si abbassa, piiì ha mostrato
intime compassioni, più anche si sdegna si irrita, contro colui che
fa servire la libertà di pretesto all’ingiustizia. Piiì ha voluto ricoverarci nel porto della pace, più ci rigetta nell’abisso della tempesta.
A me la vendetta, io^ renderò la retribuzione dice il Signore, (Ro?n.
XII, 19). Egli è cosa spaventevole di cadere nelle mani delVIddio
vivente, (Ebr. x, 31).
Che dobbiam dunque fare, noi cristiani, se veramente siamo il
tempio di Dio?
Templi di Dio! glorificate Dio! Che cosa vi è nel tempio? Vi è
la Parola di Dio che vi si fa udire: dei cantici, dei Salmi, delle preghiere. E che! Un tempio sarà dentro di noi, ma un tempio senza
Parola di Dio, un tempio, senza cantici; un tempio senza preghiere?
Qual tempio!... A che serve una Bibbia al di fuori, dei cantici al
di fuori, delle preghiere al di fuori, se non vi è nulla dentro! In
questo caso non saremmo più un tempio, come non lo è una casa
consacrata alle follie del secolo. La parola di Dio è una gran cosa,
ma sapete ove Dio vuole che precipuamente questa Parola si trovi?
Dice San Paolo: La parola di Cristo abiti in toi doviziosamente,
(Coloss. TV, 16). I salmi ed i cantici sono una bella cosa: ma sapete
ove vuole Dio che si trovino? Dice S. Paolo: “ Parlando a voi stessi
con salmi ed inni, e canzoni spirituali: cantando e salmeggiando col
OTiOR VOSTRO al Signore! ” {Efes, v, 19). Le preghiere sono una bella
cosa, ma le preghiere della labbra sono quelle dei Farisei ohe il Si-
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giiore aborre. Sapete voi ove il Signore vuole che le preghiere si trovino.i* Egli ei dice; Orando in ogni tempo, con ogni maniera di preghiera, e supplicazione, in spirito. Che nella lampana del vostro
tempio interno vi sia dell’olio, e la santa luce vi brillerà sempre.
Dentro, dentro, il vostro cristianesimo! è questa la cosa necessaria.
Templi di Dio glorificate Dio! Onde lo Spirito di Dio abiti in voi,
bisognerà che sieno in voi delle parole, delle rivelazioni, delle lingue
strane, delle visioni, delle divinazioni? No, il Dio, che abita iu noi
censura quelli che cercano lo spirito di profezia, e dichiara che l’orgoglio cammina davanti alla caduta. Corregge coloro che dicono
sempre: Lo spirito, lo spirito, e risponde loro: Alla legge, e alla testimonianza ! Ci dichiara che se con umiltà e sincerità, adempiamo
i doveri della nostra vocazione, se con fedeltà istruiamo dei piccoli
fanciulli, se con carità spazziamo la casa dei nostri padi'oni, camminiamo secondo lo spirito e gli rendiamo un culto santissimo che egli
esige nel sno tempio. Vi fu mai un adorazione piii profonda di quella
che rese l’eterno figlio, quando si cinse di uno sciugatoio come un
servo, mise dell’acqua in un bacino e prese a lavare i piedi dc’discepoli ! Oh culto veramente degno d’un Dio ! Andate e fate il simigliante. II culto d’amore che dovete al vostro Dio si manifesterà per
la vostra fedeltà nelle più piccole cose. Adorate Dio, non lontani
dal mondo, non in im convento, ma in mezzo al mondo. Solamente
guardatevi che i piaceri e le sollecitudini della vita, il desiderio delle
ricchezze o l’ambizione non vi traggan fuori dalla vita spirituale per
gettarvi nella vita della carne. In mezzo a tutte le vostre occupazioni,
■tornate sempre alle sorgenti nascoste e misteriose, ove si è abbeverati
dello spirito, ove si è battezzati dello spirito. State vicini a queste
fonti che non mancano mai d’acqua.
Temf)li di Dio, glorificate Dio! Il culto del nuovo tempio è l’amor
di Cristo. Se alcuno non ama il Signor Gesù Cristo, sia anatema,
(1 Corint. XVI, 22). Ma amiamo noi il Signor Gesù Cristo? Gesìi
Cristo non è un uomo mortale da poterlo ingannare con complimenti.
Vede nel nostro cuore. Quando si ama qualcuno sulla terra, ci guastiamo ogni giorno con lui por cose di meschina importanza ? sdegnamo i beni che ci da? manchiamo alle promesse che gli facciamo?
Non vorremmo trattare alcuno così, e frattanto è così che trattiamo
giornalmente Gesiì Cri.sto. Stringe amicizia con noi ogni giorno, e
ogni giorno la rompiamo. Ogni giorno gli diamo in pegno la nostra
fedeltà ed ogni giorno la riprendiamo. Intercede per i nostri nemici
e noi neppur lo ascoltiamo. Ci raccomanda i suoi poveri, e noi gli
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voUiaaio le spalle. Ci offre la comunione del suo corpo, e del suo
sangue, e la prendiamo come cosa volgare, la profaniamo. Proferirò
dunque l’anatema? dirò io anatema contro voi? anatema! oimel
contro di me! Maran-ata? No; piuttosto, Spirito Eterno, o Dio delle
nostre anime! tu che crei e cangi il cuore come ti piace, se alcuno
non ama il nostro Signor Gesù Cristo, sia per la tua grazia che ami
il nostro Signor Gesù Cristo, e gli renda così il culto che gli spetta
nel suo tempio.
Finalmente templi di Dio, lo ripeto, glorificate Dio! Ma abbisognerà, perchè Dio è dolce ed umile di cuore, esser noi incerti e deboli? No, se Gesù e l’agnello di Dio, egli è pure il Leone di Giuda :
e se il' suo spirito e uno spirito di dolcezza, e pure uno spirito di
forza. Nulla di più sorprendente, nella Pentecoste, della forza e del
coraggio di cui lo Spirito rivestì li Apostoli prima sì deboli e sì timidi.
Nei tempi in cui siamo, dobbiamo esser forti. In ogni tempo, ma specialmente nei nostri giorni, il tempio dello Spirito Santo è esposto
a violenti assalti. Assalti di seduzioni e di favori del mondo, del suo
lusso, delle sue abitudini profane, delle sue compiacenze, delle sue
adulazioni; assalti delle minacce e delle persecuzioni del mondo,
dell’empietà, dell’idolatria, delle basse e furenti passioni.
Vi è di più, sul continente d’Europa, in mezzo alle nazioni dette
papiste, Dio si fabbrica tali templi, per mezzo di ministri, evangelisti, colportori: molti di ogni età e condizione, increduli e superstiziosi, adoranti la vergine e i santi son divenuti templi di Dio in
Spirito; la sola parola di Dio li ha rigenerati.
Fabbrichiamo anche noi un tempio nel nostro cuore, crediamo al
Salvatore che dà la salvazione preparata prima che i secoli fossero.
Fabbrichiamo un tempio nel nostro cuore, e perciò non ci contentiamo di intendere l’Evangelo, ma proviamolo alla salvazione.
Fabbrichiamo un tempio nel nostro cuore, e perciò rendiamo
grazie a Dio per la luce che ci ha accordata, e domandiamogli senza
esitare, che il giorno dello Spirito Santo cresca in noi fino alla perfezione.
Non temiamo. Se vi avvicinate oggi a Gesù, Dio è pronto. Entrerà
oggi nel tempio. “ Tutto quello che il padre mi dà verrà a me, ed io
non caccerò fuori colui che viene a me, ” (Giov. vi, 37).
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EDUCAZIONE
Il La Philosophie et la pratique de l'éducation, par le baron Roger de Guimps,
ólève de Pestalozzi, et Ancien élèTe de l’École Polytechniqiie. Paris Ch. Meyrueis
et Corap. 1800. »
La filosofia e la pratica dcU’edacazione, del barone Rnggìero de Guimps, Parigi 1800.
1 volume di pag xv in. — 484.
I. L'importanza del soggetto. 1 mali della presente Società
od i rimedi.
La Baona Novella promette, nel suo programma alla 3" serie, di non
trascurare l'educazione e l’istruzione privata e pubblica della gioventù.
Questo proponimento avrà forse sorpreso alcuno de’suoi lettori. Come mai
un giornale essenzialmente religioso s’occuperà egli di questioni pedagogiche? Non 6 egli un derogare alla sua dignità, uno scendere a soggetti di
second’ordine? Rendete buono l'albero, ed egli da se porterà frutti buoni.
Istruite le menti sulle verità eterne del Vangelo, dissipate lo tenebre di
superstizione e di materialismo che regnano attorno a noi in cose religiose,
e coltivate i sentimenti di vera pietà, e di sincera e viva fede nel Signore e
Redentor nostro Gcsik Cristo, e tutte le altre cose vi saranno sopraggiunte ;
la vita di famiglia, il consorzio civile, il governo, la pubblica amministrazione, e per tutto ciò i principj e le pratiche d’educazione e le scuole, si
animeranno d'uu nuovo spirito; mentre senza quella coltura ogni preteso
miglioramento che si possa proporre, rimarrà sterile, e le vostre parole
riesciranno un rame risonante e un tintinnante cerníalo. In astratto cotesta
obbiezione, ci sembra giusta. L'evangelizzazione del popolo ha da esser il
fondamento di ogni miglioramento, il Vangelo è tuttora il lievito adatto
a cambiar tutta la pasta. Ma venendo al lato pratico, vediamo subito che
se l’educazione ò per un certo verso effetto d’una riforma religiosa generale,
nè può veramente fiorire in condizioni di pubblica decadenza della fede e
moralità cristiana, da un altro canto ella stessa ò mezzo potentissimo di
cviingelizzazione, ed estendeijdola a coloro cui appartiene più specialmente
il regno de’cieli, risponde ad un ordine diretto del divino Educatore delle
anime. Nè valga il dire che ciò si restringe solamente all’educazione religiosa che potrà trattarsi senza inconveniente in un foglio religioso, ma non
riguarda in alcuna maniera l’educazione in generale che perciò con ragione
ne va esclusa. Come l'uomo con tutte lo sue diverse facoltà è pur uno, e
si sente uno nel centro della sua coscienza personale; così l’educazione che
insogna a svolgerlo conforme alle leggi della sua natura, è una ne'suoi
principi, e non può parlarsi efficacemente d’educazione morale o religiosa,
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(ienza partirsi dalla considerazione di tutto rnomo. « Le forze fisiche, le
« forze intellettuali e le foree morali dell’uomo sono intimamente collegato
« tra loro e reagiscono costantemente lo ime sulle altre, nò l’educazione
« può separarle assolutamente non più in teoria che in pratica. » Esistono
leggi generali che regolano lo svolgimento dell'uomo, e servono di base
ad ogni vero insegnamento pedagogico.
Questo leggi non son giammai state esposte con più ragione e chiarezziial tempo stesso che nell’opera di cui abbiamo citato il titolo, del sig. barone
K. de Guimps. Ci stimiamo felici di poter cominciar i nostri articoli sull’educazione coll’annunzio di un opera così eccellente e perfetta. Bla un semplice
annunzio non basterebbe; ne parleremo per disteso in una serie di articoli,
e desideriamo di cuore che i nostri ragguagli possano invogliar molti a studiare l’opera medesima.
Il nostro tempo ha bisogno di siffatti libri; ne ha bisogno per due ragioni
che l’autore espone nell’introduzione al suo libro. « Molto è stato scritto
intorno all’edueazione; un sistema è stato opposto all’altro; ogni giorno ha
visto nascere un nuovo metodo. Ma i successi ottenuti sono stati limitati e
passeggieri; eran dovuti più al talento degli istitutori ed alle particolari
condizioni in cui si applicavano che a teoria veramente scientifica e fondata
sulla natura umana. E qual ò infatti a’giorni nostri il risultato di tutti questi
tentativi? Il disordine nella pratica od il dubbio nelle menti. Non si crede
più al metodo perchè s’ha paura de’sistemi. Ognuno si contenta di massime
isolate tenute in riserva per applicarle in qualche caso particolare : si proclamano un’ infinità di principj secondarj, senza farli discender mai da un
centro comune atto a farne una dottrina scientifica. Così educatori e parenti vanno vogando qua e là spinti da venti variabilissimi, e felici d’evitare
a mano a mano gli scogli contro i quali altri hanno fatto naufragio. Vedono
come per un mir,i,ggio ingannatore, sparsi a tutti i punti dell’orizzonte i diversi fini e che vorrebbero raggiungere, mentre pur in realtà tutti si riuniscono in un punto solo. Questa condotta prudente e timida che potrebbe
chiamarsi metodo di temperamento, e certo più saggio di tale o tal altro
sistema artificiale cui ò successo; ma manca d’energia mancando d’unità.
Quest’andar tastoni non ispira fiducia, e un poco alla volta gli uomini perdono la fede nell’educazione. Questa grande parola non si può quasi più
pronunziare senza un soitìso d’ineredidità. »
Chi non riconosce io questa Scrittura lo stato delle menti intorno a se?
Stato grave e molto serio, perchè senza fede nessun opera sì compie, o
meno d’ogni altra l’opera dell’educazione che è tutta di fede. Col dubbio
)\on si lavora autorevolmente sull’animo altrui; presto il dubbio si comunica
dall’educatore all’edueando, ed ogni virtù si sfascia nell'incertezza e Bell’esitazione. Or la fede nell’educazione tornerà in due maniere: per mezzo delh»
fede nc'destini spirituali dell’umanità, e nell’azione di Dio sui nostri cuori,
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che ò quanto dire, per la fode vivente iu Colui che ha prodotto in luce, hi
mta e VimmortalUà per VEvamjelo. Quest’ò il fondamento di ogni cosa ;
senza di questa ogni cosa è vana, incerta, dubbiosa. L'altro mezzo è lo studio attento, pratico, profondo delle leggi secondo le quali si svolgono le forze
native dell’uomo nel loro complesso, col fine di stabilire sopra principj non
fittizi e perciò fragili ed inefficaci, ma natui-ali, spontanei, e perciò forti e fecondi, le norme per educarle. A tale studio l'opera di Guimpa ci offre una
guida veramente unica e maravigliosa.
L’altra ragione per cui abbiamo detto che il nostro tempo ha bisogno di
siffatti libri, è Io stato morale della presente società. Lasceremo parlare il
nostro autore :
« Sopra il quadro magnifico degli interessi materiali una macchia schifosa si va allargando di più ogni giorno. L'uomo non mette già al perfezionamento di se medesimo quell’ardore, quell'attività incessante co’quali perfeziona gli stromenti della sua potenza sulla natura. Acquista molta scienza,
molte attitudini diverse; ma nondimeno ei manca all'opera sua compromettendone gli effetti per la felicità del genere umano.
» Riguardo al fisico egli trascura le proprie forze coll’uso di forze straniere
ch’egli s'ò assoggettate; perde la salute ora per gli eccessi, ed ora per le
privazioni; le popolazioni non posson più fornire il loro contingente di soldati validi; pare che vadan perdendo ogni giorno in vigore proprio ciò
che la società acquista in potenza industriale.
» Sotto l’aspetto intellettuale, i pregiudizi, le superstizioni, la stoltezza,
la credulità per ogni cosa piccina, e l’incredulità per tutto ciò che è grande,
forma un singolare contrasto col progresso di cui si vanta il nostro secolo.
Non vi è sistema assurdo che non abbia i suoi proseliti, nè ciarlatanismo
grossolano che non riesca ad ingannar molti; mentre fa veramente pena a
veder, in mezzo alle maraviglie dello spirito umano, tante intelligenze affatto
morte per tutto ciò che non conduce a far fortuna.
» Sotto l’aspetto morale l’uomo non può più contar sull’uomo; le forze
diverse della società destin.ate a concorrere a renderla felice, si fanno una
guerra nascosta, i vizi dell individuo distruggono la sua propria felicità al
tempo stesso che turbano la pace di famiglia e compromettono la prosperità
dello stato sociale. Non si vede egli ognora più regnar ne’cuori un empio
orgoglio, un egoismo sfacciato, un desiderio sfrenato di godimenti, di lusso
e di potere? Non son forse rarissimi a’giorni nostri quegli uomini che non
cercano ad uscir in qualunque maniera dalla posizione che Dio ha loro assegnata? Quelli che fanno il bene veramente per il bene, c non per una
gloria mondana? Quelli per i quali le virtù cristiane, l’umiltà, l’abnegazione. la pazienza non sono un sogno o una maschera?
» Queste debolezze, questi difetti, queste deficienze dell’uomo che pure
resta sempre il primo, il piii nobile, il più n^essario strumento della so-
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cietà producono i loro funesti effetti in mezzo a’più' splendidi progressi.
Così il vizio, l’ignoranza e la miseria si propagano accanto alla religione,
alla scienza ed alla ricchezza, c in tutte le nostro grandi città la barbarie
si mescola alla civiltà.
» Invano s’aprono mani generose por distribuire abbondanti soccorsi ;
invano si vanno moltiplicando le istituzioni di beneficenza sotto tutte le
forme. Spessissimo promuovono ancora il vizio, e paralizzano l’attività; alla
sofferenza che viene sollevata, si sostituiscono cont'altre sofferenze, e i nostri
sforzi contro il pauperi.<imo non fanno che aumentarlo.
>1 Gli è perchè non possiamo aiutar efficacemente se non colui che aiuta
se stesso; gli è perchè la carità per esser salutare esige delle virtù da chi
la fa e da chi la riceve; gli è perchè Dio ha voluto che per ognuno di noi
la felicità fosse collegata al lavoro ed alla moralità.
» Quello dunque che ci manca è la moralità, ed affrettiamoci a dirlo,
non v’è per noi vera e solida moralità fuorché quella fondata sulla religione
di Cristo. Sì, lo ripetiamo, ai giorni nostri egli è avanti tutto la mancanza
di moralità che impedisce il vero progresso, che compromette la libertà,
che minaccia la società e fa che l’uomo non possa godere della felicità tranquilla che Dio ha messa davanti a lui.
» Il rimedio è una educazione morale sparsa per tutto e veramente efficace. »
I fatti riconosciuti son dunque questi ;
Le condizioni morali della presente società non sono d’accordo col suo
progresso materiale; anzi si trovan quasi universalmente turbate c confuse,
e vanno decadendo in ragione inversa di quello.
I soli rimedi ai mali morali che ci affliggono, sono il rialzamento del cristianesimo 0 l'evangelizzazione, ed un educazione morale veramente efli
cace; quello il fondamento di tutto; questa il suo meezo più potente per
attuarsi.
Ma l’educazione qual’è, manca d’efficacia perchè manca d'unità e non è
basata sulle leggi universali, secondo le quali si svolge la natura umana.
Qucst’incfficacia ha prodotto il dubbio nell’educazione medesima il quale
aumenta ancora il male.
A render all’educazione la sua efficacia, e la sua fede, lo studio attento
dello svolgimento dell’uomo, quale lo troviamo fatto con tanto successo nel
libro del Guimps, è sommamente necessario, e deve raccomandarsi con sollecitudine a tutti gli educatori e parenti che desiderano vederci chiaro nel
l’opera difficile di cui vanno responsabili a Dio.
In un seguente articolo passereno ad esaminare più minutamente il libro
del Guimps.
E. ScH.
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LA FEDE INFANTILE
La vedov.a Vati Loon aveva quattro figliuoli il maggiore dei (¡uali nelli
otto anni. La morte del marito l’avea lasciata nella miseria. Una sera mancava di pane per dare ai figli, che piangendo dicevano : « abbiamo fame. »
La povera vedova si pose in ginocchio e con il cuore straziato da dolore
materno pregò Dio che la soccorresse.
Finita la preghiera, il figlio maggiore le disse; « Mamma, e non abbiani
noi letto nella Bibbia, che Dio mandò ad uu santo uomo il pane per mezzo
di uu corvo? »
Sì, rispose la madre, ma è tanto tempo! Ebbene, soggiunse il figlio, il
Signore può anche adesso mandarci dei con'i. Apriamo la porta, poiché
diversamente non potranno enh'are. E in così dire il ragazzo spalanca la
porta, e la luce che emanava dalla candela accesa illuminava la strada dirimpetto alla porta.
Appena la porta fu spalancata, passò il Borgomastro, è questo il nome
del Prefetto in Olanda, e vedendo quella porta aperta, si fermò dirimpetto ;
gettò un colpo d'occhio nelhi stanza, e fu sorpreso di vedervi ordine, puli
zia, e i quattro figliuoli intorno alla loro madre. Entrò dentro, e disse alla
vedova Van Loon; Signora perchè la porta è aperta a quest’ora sì tarda?
Ija vedova un poco imbarazzata nel vedere il Borgomastro entrare in casa,
si alzò, lo riverì, e ridendo gli disse; Signore, questo mio fanciulletto, lo hii
fatto perchè i corvi possano entrare e portarci del pane. (Il Borgomastro
era tutto vestito di nero, e non aveva di bianco che il solino ed il t/iaho
della camicia). Davvero, che il ragazzo ha ragione, disse ridendo il Borgamastro, io sono un corvo, e bello grosso. Vieni con me fanciullo, e ti mostrerò ove è il pane.
Il Borgomastro condusse il figlio della vedova a casa: ordinò al sno servitore di mettere in un paniere due grossi pani, e un bel pezzo di burro,
e dargli al fanciullo, che li portò di corsa a casa. Quando i suoi fratellini
videro il pane s.altarono di allegrezza battendo le mani. La madre dette ai
figli una bella fetta di pane con il burro, e la mangiarono con grande avidità.
Finita che la ebbero, il maggiore andò alla porta che era sempre aperta, si
levò il berretto, alzò li occhi iil cielo, e disse: Grazie o Signore! e chiuse la
porta.
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... 138 ...
CRONACA
Francia. — Società dei lihri religiosi. — TI ventesiiDO rapporto di questa Società ne fa conoscere lo sviluppo e il progresso : ha fondate molte
nuove biblioteche, e le vecchie, fornite di nuovi libri, ed ha mandate le suo
pubblicazioni in Svizzera, Italia, Belgio, Turchia, Algeria, Basso Egitto,
Siria, America. Le vendite dell’anno decorso hanno fatto incassare 45,343
lire, i doni ricevuti e le sottoscrizioni sono ascese a £. 34,959, e così un totale di 80 mila e più; le spese si sono elevate a 85-m. La Società dalla sua
fondazione a oggi ha aperte 1,105 biblioteche, e pubblicati 2,576,700 esem
plari di opere diverse.
Londra. — La missione interna di Londra ha pubblicato il rapporto di
un missionario fra i fornai di quella città. Ventimila sono quelli che fabbricano e vendono il pane : di questi, il ventesimo più o meno frequentano
il luogo di culto : ìl resto vivo nella indifl'eronza, se non nella completa
empietà. Di questi 500, il missionario non ha potuto visitarne che 120, essendogli stato recusato l’accesso delli altri. Jlolti padroni di fornai, e di
botteghe hanno cessato di far lavorare i garzoni la domenica, ed hanno
dato loro il permesso di andare al culto: nel 1860, il missionario non aveva
potuto fare che sole 434 letture della Bibbia, nel 1801, ne ha eseguite 1185.
Scozia. — A Edimburgo esiste una Società di trattati religiosi, la quale
ha per scopo precipuo di provvedere ogni mese un trattato a tutti li individui delle famiglie della città. Nell'anno scorso ne ha distribuiti 2,776,901,
e ha speso 46 mila lire : i trattati distribuiti dalla fondazione della Società a
oggi ascendono sopra a 50 milioni.
Olanda.—La Bilihia offerta al Bedal suo popolo. — La generosità, con
la quale il re Guglielmo III provvide ai bisogni del suo popolo, grandemente danneggiato per la inondazione dell'anno decorso, destò l'ammirazione e la simpatia di molti operai e cittadini, e nacque loro in mente di
offrire a Sua IMaestà, e per soscrizioni, una Bibbia riccamente rilegata e
montata in oro. Tutti furono invitati a soscrivere, e perchè il progetto non
perdesse il suo carattere popolare, la soscrizione ebbe, il massimo due franchi, il minimo venti centesimi. In pochi mesi si ebbero 55,000 soscrittori
(sopra 2 milioni e 700 mila abitanti). Nel decorso mese, il prezioso volume
in foglio, stampato a Dordrecht, fu presentato al Ile, rilegato in marrocchino, ornato di medaglioni d’argento che rappresentavano, l'assassinio di
Guglielmo il Taciturno, (ucciso dal fanatico francese Baldassarre Gerard,
perchè .aveva abbracciato la Riforma), la distruzione deH’Annada, (i 150
vascelli che Filippo II re delle Spagne inviò contro l’Inghilterra nel 1588,
dispersi da lord Howard sulle coste dell’Olanda), e la preghiera del prin cipe Maurizio di Nassau dopo la vittoria di Niewport (che assicurò la indi-
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pendenza deir01iind.a dalla Spagna). Iti uno dei fermagli vi era la nicdagli.»
battuta in occasione del Sinodo di Dordrecht (1(518), contro li Arminiani, che sul libero arbitrio, sulla predestinazione ecc., si accostano allii
Chiesa di lioraa. La Bibbia ora accompagnata da un Album, contenente
la dedica al Re, e i nomi dei 55,000 soscrittori, e l’uno e l’altra su di un
leggìo di ebano massiccio, di s<juisito lavoro. Il Re accettò con riconoscenza
il dono, c nel ringrazi.are i donatori, disse che il A"angelo era stata la sua
scorta nc-H’educare il figlio.
Quando l'Italia potrà presentare al suo re Yìttorìo Emanuele una Bibbia
con medaglioni rappresentanti la battaglia di S. Martino e Solferino, e il
suo trionfale ingresso in Roma, e la promulgazione di un Codice italiano
dal Campidoglio? Dio voglia domani!
Spagka. — Nel num. 5“ del nostro giornale abbiamo annunziato che la
Inghilterra e la Prussia si erano interposte presso il Governo spagnuolo per
la liberazione di Matamoros e di altri condannati alla galera, per aver ìcUa
e fatta leggere la Bibbia, e che i loro uffici non avevano ottenuto resultato
alcuno. Ora con dolore dobbiamo annunziare, che tali uiHci hanno reso peggiori le condizioni di quei condannati, poiché la Corte di Granata, davanti
la quale avevano fatto ricorso, ha portata la pena di Matamoros, Alhanio e
Trigo, ad undici anni, mentre il Tribunale di prima istanza li aveva con
dannati a 7 Matamoros e Alhamo, a 4 Trigo.
L’alleanza Evangelica inviò in Spagna il maggior generale Alexander
per implorare la grazia di quei prigionieri a nome di tutti i cristiani. Non
fu senza dilficoltà che il Generale ebbe udienza dal primo Ministro della
Regina, O’Donuel; Alexander parlò a nome dei suoi correligionari di Inghilterra, Francia, Allemagna, Svezia, Olanda, Svizzera ed America, e
mostrò a Sua Eccellenza come in questi tempi in cui le libertà tutte, ed in
specie la religiosa, erano sanzionate da tutti i popoli, e accettate da tutti i
governi, amareggiava il vedere la Spagna contrariare ogni libertà, e terminò
facendo atti perchè la Regina emettesse un atto di perdono in favore dei
suoi sudditi, i quali non avevano commesso delitto alcuno nò contro di Lei,
nè contro la Nazione.
Il primo Ministro ricevè con molta amabilità il generale Alexander, o
non nascose le difficoltà che vi erano per accogliere la domanda avanzata ;
disse che la Spagna era meno intollerante di quello che si supponeva generalmente, e soggiunse che il paese doveva respingere tutto quello che avea
idea di straniero intervento, ma che avrebbe tenuto conto delle influenze
morali, e delle rappresentanze che perverrebbero, e terminò col dire che
non poteva dare speranza di un re.sultato favorevole ed immediato. I prigionieri nel 14 marzo perduto, scrissero ai loro confratelli la seguente lettera:
« Il furore dei nostri nemici cresce tutti i giorni. Il nostro processo è
» sotto gli occhi della Corte; il Procuratore della regina ha domandato che
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» üiarao oonJamiati a undici anui di galera. Nou vogliate crederò che nè
1) il confermare, nè l’aggravare la nostra sentenza, nè la certezza di una
» morte che tali circostanze affrettano, possano diminuire la mia felicità e
» la m.ia pace, in Gesù. Per me vivere è Cristo, e la morte un guadagno,
» (Filip. I, 21).
« Nella situazione in cui sono, i miei spirituali interessi ne traggono im» menso vantaggio: ciò mi rende felice, imperocché mi è stato dato gratui» tamente non solo di credere in Gesù, ma ancora di patire per lui. (Fip. i,
» 29). IMia madre, donna pia e rispettabile, riguarda li sforzi dei nostri
» nemici con il dolore di un cuore materno, ma con la rassegnazione di un’
» anima sinceramente cristiana. Intende che tutte queste tribolazioni con» tribuiranno insieme al bene della sua anima e di suo figlio. Dividendo con
» noi la gratitudine verso i nostri amici cristiani, vi aggiunge i sentimenti
TI veraci di una madre riconoscente. »
Il Comitato Inglese dell’Alleanza Evangelica invitò i cristiani di tutti i
paesi ad unirsi, il 21 aprile cadente, avanti il trono della grazia per dirigergli le più ferventi preghiere in favore dei prigionieri: e in quel giorno
da tutto il mondo cristiano si innalzarono al Dio delle misericordie calorose
preghiere, e tutti sono convinti che come ai coniugi Madiai furon aperte le
carceri dell’ergastolo Toscano, così saranno aperte quelle della galera di
Spagna ai miseri che il loro delitto è, lo aver letto e fatta leggere la Bibbia.
Aleiiabna. — Stahilimenti evangelici a Vienna. — Da due o tre anni lo
spirito di carità animato dal Vangelo, ha spinto i cristiani evangelici di
Vienna, luterani, riformati, calvinisti che sieno non importa, a fondare
nuove società religiose : ne indicheremo alcune ;
L'associazione in favore delli Orfani. —Dopo la battaglia di Solferino,
si offrì ai numerosissimi figli dei protestanti militari, caduti in quella bat
taglia, di riceverli rjratis ne’ vari conventi e luoghi di educazione, a condizione che divenissero cattolici. Conosciutosi a qual prezzo si faceva la carità, un grido d’indignazione nacque nell’Alemagna. E non vi sono istituti
protestanti ove riceverli? Tutti si domandavano : l’autorità militare stessa
interpellò il concistoro di Vieìina, so poteva indicarne alcuno. Non vi era.
Si fu allora ohe lo stabilimento delle diaconesse di Kaiserswerth, in Prussia, offrì alle orfano ed orfani un asilo gratis, ricoverandole presso loro, o
ad Altorf, o a Pless in Baviera.
La mancanza di una casa protestante por li orfani in Austria fece nascere in mente alli Evangelici di Vienna, di fondarne una: formarono un
Comitato, fecero appello alla cariià dei loro correligionari, e in poco tempo
furono raccolte L. 20,000, e la associazione fu formata, funziona e prospera.
Associazione evangelica delle Signore. —E sorta la idea di aprire in
Vienna e nei dintorni, stabilimenti di carità in favore dei poveri e dei malati. per provvedere alle donno partorienti, alle b.istarde, e procurare, per
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quanto è possibile, dui lavoro a quelli che possono lavorare c iiou uc trovano. Quest’associazione conta giù 370 membri. Da due anni nel giorno di
Natale ha completamente vestite più di 100 bambine e bambini, e prov
visto il necessario per Tinverno a varie famiglie. Molte signore c signorine
si sono repartiti i diversi quartieri della città di Vienna per visitare le famiglie nelle loro caso, e portarvi un materiale e morale soccorso.
Associazione evangelica per le sepolture. — Provvede alle spese neces.«ai'ie
per la sepoltura di coloro, le di cui famiglie mancano di mezzi per supjtlirvi.
I soci, che sono da 3 a 4 mila, pagano una meschina mensuale retribuzione
ohe cresce coH’aumentar degli anni.
L’opera evangelica a Vienna avanza per benefizio delle libertà recentemente accordate. Si pensa costruire in quella città un fabbricato che contenga dieci sale per altrettante scaole evangeliche ; l’imperatore ha fatto
dono del terreno ove la fabbrica dev'essere innalzata; il Consiglio municipale, abbenchè composto tutto di cattolici, ha stanziato 100 mila lire; e fra
li evangelici si è aperta una soscrizione che già ascende a 250 mila lire;
tutta la spesa per quello stabilimento ascenderà a lire 500 mila.
Italia. (Salu.'izo). — I giornali religiosi e politici francesi hanno riferita,
alcune settimane fa, la lettera pastorale dell’arcivescovo di Tolosa (Francia),
colla quale invita i fedeli della sua diocesi alla celebrazione di un giubbileo solenne, per ringraziare Dio della strage di 4,000 LTgonotti, avvenuta in quella
città il 17 maggio 1562. Un fatto simile voleva ripetersi nella nostra Italia,
li Corriere mercantile nel suo N“ 94, lo riferisce in questi termini ; « Uu
anniversario simile a quello di Tolosa, e che ricorda egualmente stragi
fratricide per odi religiosi, stava per esser celebrato in Saluzzo con la
solita pompa militare delli scorsi anni, se il comandante di quella Piazza, e
il comandante della Divisione di Torino non l’avessero saviamente impedito. Questa festa chiamasi del Martedì Santo, e ricorda un eccidio di Valdesi, fatto dai Cattolici nella vallata del Po e di Brandella per motivo di
propaganda religiosa . E preceduta da una questua, che fin dalla settimana
di Passione si va facendo nella città da certe signore, a tale scopo nominate
dall’alto del pulpito in Duomo. Il prodotto di tale questua, che dicesi
sia erogata in favore del Sacramento, viene solennemente consegnata nel
Martedì Santo al presidente della Commissione del SS. Sacramento. La
funzione finisce con una predica, che ha per tema l’eccidio e le dissenzioni predette. La guarnigione militare del luogo con la banda, contribuiva
a dare solennità e splendore a questa cristiana ed evangelica rimembranza.
Quest’anno per altro il comandante militare, come vi accennava, ricusa di
mandare la chiesta forza alla Commissiono del Sacramento, e ne scrisse iu
proposito al comandante la Divisione di Torino, il quale non solo approvò
il suo operato, ma aggiunse per p.irte sua l’assoluto divieto per ora, ed in
seguito motivandolo con rngionc di evangelica tnllcvanza c carità che do-
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vrubbero indicargli i nostri ministri di Dio, se non fossero invece dominati
da passioni meno pure, e da materiali interessi. Onore alle nostre autorità
superiori militari che insegnano e praticano la dottrina del Vangelo assai
meglio che non lo facciano molti prelati cattolici.
Napoli. — NeU’inverno del 1861, si fonnò a Napoli una Società di soccorso per la Evangelizzazione napoletana. Nel marzo ultimo, ha pubblicato
il suo rapporto: ai nostri lettori sarà grato averne un breve estratto.
La Società animata dallo scopo di secondare e non dirigere ogni opera
veramente evangelica nascente in Italia, e senza minimamente occuparsi di
forme, nè denominazioni, ma solamente ed unicamente della evangelizzazione, prestò validi soccorsi ai signori Cresi, Gavazzi, Albarella ecc.
11 marchese Cresi aveva già nella riviera di Ghiaia aperte delle riunioni
evangeliche, che erano poco frequentate per la lontananza dall’abitato :
trasportate nel Vico Nettuno N° 20, divennero numerose, e reclamarono un
altro locale e un aiuto : fu chiamato un ex prete romano, già da molti anni
convertito al Vangelo, il sig. Cerioni.
Imperiosa necessità esigeva l’apcrtnra dì una scuola per le bambine, e
fu di fatto aperta nel quartiere dei pescatori di Mergellina, sotto la direziono della giovane signora llosalia Sprenger, educata neUa scuola evangelica alemanno-francese, da molto tempo stabilita nella legazione dì Prussia
dal pastore VaUette, scuola che ha già da 40 a 50 alunne, e ha già dati
buoni frutti, sia nelle alunne, sia nei loro genitori, i quali non sono spaventati nè dalla scomunica che i preti hanno loro scagliata dal pulpito, uè dalla
recusa di assoluzione, ma al contrario alcuni vanno al culto diretto dal
Cresi, non solo per ascoltare la parola di Dio, che essi dicono ha resi più
buoni i loro figli, ma anche per sentir cantare i dolci cantici che hanno imparati alla scuola.
La morte di una bambina, violentemente percossa da una fanatica vicina,
ha fatto grande impressione : tutte sono state maravigliate nel sentire la
bambina morente dire; « Che piangete? lo me ne vado a Gesù.
11 Gavazzi, con l’ardente zelo che lo caratterizza, predicava in una sala
locata nel quartiere il più popolato della città. Quattro volte la settimana
la salasi riempiva por ascoltare la di lui trascinante parola; con forza ed
energia combatteva li errori di Roma; tutti erano maravigliati del suo zelo,
della sua eloquenza. Le minacce di morte non lo arrestarono, e l’ardita sua
parola ha dato coraggio ai timidi.
Le domeniche che il Gavazzi riserbava per il culto, era un altr’uomo;
non mancava di forza e di zelo, ma simile ad un vecchio predicatore delle
chiese evangeliche, spiegava con fervore, fedeltà c sincerità lo veritìi del
cristianesimo, cominciando colla giustificaziono per la fede, continuando
colla redenzione, e finendo per l'amor di Cristo, ¡«orgentc di vita e di .«aniiScaiione.
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Alla evangelizzazione orale, si ò fatta seguire la scritta: e sono stati pubblicati sei opuscoli. — 1° L’infalliliiiiià Uomana, o Eoma è infaUihile. —
i2° Estratto delle opera dei Gesuiti sulla morale. — 3° Il cullo dei Savti. —
4^ Un. dialogo de’ inorti. — 5° La Messa.—tJ° La difesa della Riforma. Traduttori di questi opuscoli sono stati un prete calabrese convertito al Vangelo,
Vincenzo Calfa, che attualmente studia teologia evangelica, insieme al suo
amico Gio. Batt. Gioia, nella scuola di teologia a Genova. Due altri preti
hanno abbracciato il Vangelo, e moltissimi altri lo farebbero, se il timore
di morire di fame non gli ritenesse, poiché si nutriscono con quello che
guadagnano dicendo la messa.
Nel popoloso quartiere di S. Pietro a Majella, 6 stata aperta una Scuola
cristiana evangelica italiana per i ragazzi: in poche settimane ha già avuti
80 alunni. Li artigiani che conducono i loro figli, dicono al maestro; I preti
ci hanno fatto delli asini, non vogliamo die i nostri figli lo sieno pure; e
alla osservazione che loro si fa, essere i maestri scomunicati, rispóndono ;
Sia come si sia, siete più huoni di noi, e ci volete bene.
La istruzione si raggira sulla lettura, scrittura, aritmetica, storia patria ;
l’Evangelo 6 la sola baso dell'insegnamento religioso, affidato al signor
Buscarlet.
Le continue domande di adulti onde es.sere anch’essi ammaestrati per
poter leggere da se stessi il Nuovo Testamento, obbligò il Comitato a prender per loro maestro Albino Guglielmo, coadiuvato dai signori Barra e
Boschi; tutte le sere hanno da istruire da 40 operai, che giungono là dopo
che è terminato il loro lavoro; la lettura del Nuovo Testamento non è
un’arida lettura, ma è susseguita da spiegazioni e domande, e già si veggono i benefici effetti, poiché molti di quelli che intervengono hanno tralasciate le innumerevoli superstizioni, nelle quali il popolo napoletano è nato
' e cresciuto, e molti hanno tolto dalle loro case le immagini dei santi, delle
madonne, spenti i lumi, che innanzi loro tenevano accesi, e con riconoscenza
dicono: Ora che la luce di Gesù ci illumina, e che non siamo più acciecati
dai preti, non abbiamo più bisogno di ceri e lumi .alli idoli.
Uno delli ostacoli incontrati dal Comitato, si fu la ricerca dei locali, cd
una volta trovati, potervi restare. I nemici del Vangelo, assalgono da tutti
i lati: però non ostante i frapposti ostacoli, la scuola, le riunioni, il culto
hanno avuto regolare andamento.
L’avvocato Vincenzo Albarella d’Afflitto, convertito all’Evangelo, ha
aperto, nella sera, e nel locale ov’è la scuola di S. Pietro a Majella, delle
conferenze di controversia, il martedì e il sabato; in queste invita tutti, cattolici romani o increduli, cristiani o filosofi, ad esporre i loro dubbi contro
la dottrina che sviluppa: sono otto mesi che spiega l'Evangelo di S. Giovanni: è tale e tanto rintere.ssc suschato, che l'uditorio da 40 a 50 per
sone, si è elevato a 210, c la .sala non cape più tanti uditori.
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Le più importanti verità del cristianesimo sono state di,scusse; il clero
reazionario intervenuto a quelle conferenze, ha corcato deviarle con trascinare le discussioni fuori del campo, ma richiamato al Vangelo, alla Bibbia, ha dovuto confessare la propria disfatta. Erano molte sere che si discuteva sulla natura del culto, in spirito e verità ; e così la esclusione delle
immagini: l’assemblea era animata: un letterato, il sig. Escalona, in unione
ad altri, sosteneva che non potevasi figurare Dio altro che sotto forma
umana, e concludeva potersi dipingere e rappresentare sotto questa forma.
Dio che confonde sempre la ignoranza dei dotti con la sapienza delli iguoranti, fece rispondere a quei letterati per la bocca di un uomo del popolo,
d’età di 55 anni, uno dei primi che frequentò la scuola delli adulti, con
questa parabola, che improvvisò e proferì nel dialetto napoletano : « Vi era
uu cieco, che non aveva mai veduto figm*a d’uomo, perchè era nato cieco ;
volle conoscere Dio, e domandò ov’egli era. Si condusse in chiesa, si mise
innanzi ai quadri, alle statue, e gli disse, guardalo è innanzi a te. Il cieco
nella desolazione rispondeva: non veggo nulla; e dovrò io morire dannato
perchè non veggo? In questo mentre venne un cristiano evangelico, e con
la Bibbia alla mano, gli parlò del culto in spirito c verità, dcH’amorc di
Dio per noi, di Gesù, del suo sacrifico. Il cieco allegro, gridò : — ora veggo,
ora veggo ». Quindi il popolano rivolgendosi ai sostenitori del culto delle
immagini, disse loro : « Ecco un’uomo che non ha mai veduto un’immagine
umana, ma che nou pertanto ha veduto Dio! Che abbiamo noi bisogno di
immagini soggiunse: con parole, che rammentarono le promesse del Salva
tore: “ Nmi siete voi quelli che parlate, ma lo spirito del Padre vostro è quello
che parla in voi:” (Matt. x, 20), mostrò gli errori dei suoi contradittori ;
tutto l’uditorio testimoniò la sua fede, dichiarando che la Bibbia ripro
vava, e condannava il culto delle immagini.
I più assidui uditori del Cresi, e d’Albarella, hanno costituita un’associazione, alla quale hanno dato il nome di Società evangelica italiana di
Napoli. Stanno pensando alla organizzazione di un ministero, il quale conformemente alla parola di Dio, presieda le adunanze, amministri la cena,
benedica i matrimoni, presieda i funerali ecc.
Le spese occorse alla Società, dalla sua installazione alla fine di marzo
caduto, sono ascese a L. 10,629; le somme raccolto a L. 10,304. Tutti
quelli che amano il Signore, e sta loro a cuore la propagazione del Vangelo
in Italia, vogliano nelle preghiere domandare a Dio, maggiore sviluppo
della Società evangelica italiana a Napoli.
Leopoldo Fjnelli gerente
FiKENZK — Tipogva-üa CLAUDIANA, dirctU da Eatluck Trombetta.