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jinCHIVIO TAVOLA VAI.Dr.o^
Anno 116-N. 38 10O06 TORRS PELLICS
26 settembre 1980 - L. 300
Spedizione in abbonamento postale
ì® Gruppo bis/70
ddk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
punti
i vista
Cresce la febbre antiabortista
nel paese, con la raccolta delle
firme del referendum abrogativo
di alcune parti della legge 194.
Partito dalla base, il « Movimento per la vita » ha ormai dei « padri » o per lo meno dei « tutori »
degni di fiducia. Primo fra questi è stato, a suo tempo, subito
dopo l’approvazione della legge,
il cardinale Benelli il quale, fin
troppo esplicitamente, si era espresso contro questa legge dello
Stato italiano; non per nulla U
papa ne ha fatto l’elogio pubblico con queste parole; « rivolgo il
mio plauso per il suo chiaro impegno, per il SUO zelo pastorale
nel sostenere gli sforzi a tutela
della vita umana ». Poi è stata
la volta della DC di Piccoli che
così confermava i dubbi di chi
ancora non crede che sia finita
l’era del connubio tra Chiesa
cattolica e Democrazia Cristiana.
Poi nuovamente, un altro prelato,
il cardinale Ursi di Napoli che ha
in casa un santo il cu< sangue,
che si sciolga o no, è sempre
utile: l’anno scorso non si è
sciolto, quest’anno sì, ad ogni
modo è sempre segno e appello
alla crociata: « sangue chiama
sangue ». Infine si è manifestato
il maggiore dei « padri », il papa,
domenica 14 settembre, a Siena.
Già lo aveva fatto, poche settimane prima, a L’Aquila, poi a
Velletri, ma questa volta, proprio
nella provincia più rossa d’ItaUa
(57% di voti al PCI), non solo
ha espresso chiaramente l’opposizione della Chiesa cattolica
aU’aborto (e quindi aUa legge che
lo autorizza, in certi casi) — fatto, questo, ineccepibile in quanto la Chiesa ha il diritto-dovere
di esprimere pubblicamente le
proprie convinzioni — ma si è
appellato esplicitamente ai laici,
ai non credenti, per formare un
fronte antiabortista che spazzi
via una legge democraticamente
discussa e approvata dal Parlamento italiano. Il caso ha voluto però che quest’appello solenne avvenisse non davanti ad una
massa di duecentociiiquantamila persone (com’era stato previsto), ma in una piazza del Campo — solitamente gremita durante il Palio — mezza vuota. È venuto quindi a mancare quell’appoggio popolare che finora aveva accompagnato il papa nei suoi
viaggi all’estero.
Ciò che ci preoccupa in questa
faccenda — come preoccupa tutti, tranne la DC — è che, contrariamente a ciò che sembrava all’inizio del suo pontificato, il papa ha decisamente imboccato la
« via italiana » della crociata antiabortista, e bisognerebbe arrampicarsi sugli specchi per sostenere che questo non è ingerenza negli affari politici dello Stato italiano, come ha detto l’on.
Loris Fortuna, vice-presidente
della Camera, che vede nella
presa di posizione del papa un
attentato « all’autonomia e alla
sovranità dello Stato e del Parlamento ».
Vige tuttora — non è stato né
abrogato né revisionato — quel
Concordato al quale la Santa Sede non vuole rinunciare e con U
quale, però, essa si è impegnata
a non mettere in discussione le
leggi dello Stato italiano. L’accenno alla « tutela giuridica »
del « diritto alla vita », e cioè
l’aperto appoggio dato al referendum abrogativo, ci pare una
palese contraddizione con quest’impegno.
Jean-.Iacques Peyronel
CRISI DEL SETTORE AUTOMOBILISTICO E MINACCIA DI LICENZIAMENTI
La democrazia, non la repressione
vincerà la grande sfida dei futuro
Oggi il sindacato pone alla Fiat il problema centrale del domani: non si può aumentare la produttività di una fabbrica senza aumentare il ruolo decisionale della gente che la fa funzionare
Diamo conto di una conversazione avuta, sul problema della
Fiat, con Matteo Rollier, funzionario della CGIL nazionale presso l’Istituto di ricerche economiche della CGIL a Roma.
— Per diversi mesi abbiamo
sentito parlare della crisi mondiale dell’industria automobilistica. Ora siamo stati bruscamente costretti a toccarla con
mano, qui a Torino.
— La crisi mondiale è inn^abile e profonda e segna un momento di riaggiustamento delle
strategie delle grandi case automobilistiche in vista di grandi
trasformazioni per il futuro. Direi però che, all’interno di questa
crisi generale, la Fiat è in una
posizione particolarmente critica
a causa di errori che sono stati
fatti negli anni passati.
— Per esempio?
— Quando aU’indomani dei
grandi aumenti petroliferi del
1973-74 per la prima volta il mercato mondiale dell’auto entrò in
crisi, la Fiat ritenne di essere
avvantaggiata perché il 'mercato
automobilistico mondiale si sarebbe portato verso prodotti di
più lunga durata, di minor prezzo, di minore sofisticatezza tecnologica, quali per esempio i suoi
modelli consolidati e già ammortizzati nei costi (in particolare
127, 128, 124), mentre altre case
automobilistiche europee avrebbero perso mercato e si sarebbero riconvertite verso altre produzioni. In realtà quello che si
è verifl.cato è l’opposto. Il mercato automobilistico si è orientato
verso automobili molto sofisticate, con cambiamenti frequenti
del prodotto, con grande variabilità di particolari in funzione
della richiesta del cliente. La
Volkswagen e la Renault per
esempio su questo terreno hanno rapideimente recuperato a
partire dal 1974. La Fiat è rimasta profondamente indietro rispetto a questi livelli per errori
strategici fatti in queU’epoca. È
poi corsa ai ripari, ma in ritardo rispetto ad altre case automobilistiche europee.
L’accordo,..,
con la Peugeot
— In base alle i^ìzie deU’accordo concluso tra ' Jlat e Peugeot per la costruzione comune
di un nuovo motore, si può dire
cbe ora la Fiat ha recuperato
bene?
— In realtà sul terreno delle
unificazioni a livello europeo la
Fiat arriva buona ultima perché
una parte dei giochi sono già
stati fatti nelle industrie auto
mobilistiche mondiali e non si
può neppure dimenticare che la
capacità di accordi internazionali della Fiat non è brillante se
ha alle spalle un’esperienza molto negativa come quella dell’accordo con la Citroën che finì in
modo pessimo. L’accordo con la
Peugeot — che tra l’altro in questi giorni è stato presentato in
modo strumentale e un po’ gonfiato — è interessante e in parte
modifica questo giudizio, ma è
ben lungi dall’essere dimensionato a quelli che sono i problemi
effettivi di alleanze e di collegamenti di cui la Fiat avrebbe
bisogno.
Gli obiettivi
delia Fiat
I CORINZI 1: 19-28
La follia deir Evangelo
Si è detto che Cristo non è
Cristo se non rappresenta uno
scandalo, una frattura, una necessità di rinnovamento di noi secondo lui e non di lui secondo
noi.
Ma si tratta di vedere in che
senso Cristo è frattura. A questo
proposito ci sarebbero da scrivere libri, ma per il momento
può bastare una breve riflessione suggerita da uno dei sommi
capolavori della letteratura russa, e cioè l’Idiota di Dostojèvskij.
Chi è questo Idiota? E’ semplicemente un uomo che, a causa di ima malattia mentale, di
una specie di candida follia, ha
rotto con la mentalità del mondo e si è messo a ragionare non
più secondo la logica di questo
mondo, ma secondo la logica del
vangelo.
Naturalmente viene deriso e
disprezzato da tutti e paga di
persona impazzendo sul serio come un bambino che ha preso
troppe bastonate. Dostojèvskij
non nascose di avere accostato
questo suo personaggio a Cristo
stesso, deriso e messo a morte
per il suo messaggio. Sarebbe poi
interessante studiare, ma non è
questa la sede per farlo, come il
popolo russo seppe comprendere
il messaggio del vangelo molto
meglio dei suoi preti, creando un
suo personaggio tipico chiamato
appunto l’innocente, il folle di
Dio (c’è una parola russa apposta per indicarlo), che è semplicemente un uomo emarginato
dalla società, vivente di elemosina e pazzo secondo il mondo
ma ripieno dello spirito di Dìo
e che parla appunto secondo Dio
e non secondo gli uomini.
Ora confrontiamo questa intuizione del popolo con ciò che
leggiamo in una lettera di Paolo,
la prima ai Corinzi, capitolo primo versetti da 19 a 28: « La bibbia dice: distruggerò la sapienza
dei sapienti e squalificherò l’intelligenza degli intelligenti... Gli
uomini con tutto il loro sapere
non sono stati capaci di conoscere Dio e la sua sapienza... Perché
la pazzia di Dio è più sapiente
della sapienza degli uomini, e la
debolezza di Dio è più forte della forza degli uoniini... Dio ha
scelto quelli che gli uomini considerano ignoranti per coprire di
vergogna i sapienti... Dio ha scelto quelli che, nel mondo, non
hanno importanza e sono disprezzati o considerati come se
non esistessero, per distruggere
quelli che pensano di valere qualcosa ». Così scrive Paolo nella
prima lettera ai Corinzi. Ma passiamo ai vangeli. Ecco cosa dice
Gesù nel vangelo di Matteo, capitolo undici, versetto 25: « Allora Gesù pregò così: Ti ringrazio
Padre... perché hai voluto far conoscere a gente povera e sem
plice quelle cose che hai lasciato nascoste ai sapienti c agli intelligenti ». E ancora, sempre in
Matteo, capitolo diciotto, versetti lei: « Gesù chiamò un bambino, lo mise in mezzo a loro e
disse: Vi assicuro che se non
cambiate e non diventate come
bambini, non entrerete nel regno
di Dio ». Purtroppo il tempo non
ci permette di citare altri passi
significativi della bibbia.
Cosa vuol dire tutto questo?
Che chi vuole ragionare come
Gesù, deve letteralmente capovolgere tutto quello che per il
mondo è saggio, ragionevole, conveniente, ossia tutto quello che
è comodo per il proprio io, per
scegliere tutto quello che è comodo e giusto per il proprio fratello. Significa che in Cristo non
c’è posto per la furberia, per il
calcolo interessato, per il perbenismo e il benpensantismo, per
le educate e ipocrite convenzioni
sociali fatte per coprire prepotenze e marciumi d’ogni genere.
Tutto deve essere combattuto
se non è costruito sulla giustizia e sulla carità. Si capisce che
questo non può essere il vangelo del mondo. Per questo il vangelo di Cristo è rottura e rinnovamento individuale e sociale.
Anche a costo di passare per
idioti.
Vera Ruggeri
— Secondo te, quali sono gli
obiettivi reali della Fìat in questa vicenda?
— Uno degli obiettivi della
Fiat nell’andare a fondo sulla
strada dei licenziamenti è sicuramente quello di non pagare il
conto dei propri errori, limiti,
ritardi, non soltanto nella politica dei modelli e del mercato, ma
anche nell’organizzazione produttiva. Molti altri obiettivi ha probabilmente la Fiat in quest’operazione. Per esempio quello di
ottenere finanziamenti dallo stato e di ottenerli, in cambio della rinuncia ai licenziamenti, senza eccessivi vincoli. Certamente
vi è anche da parte della Fiat
un obiettivo politico che corrisponde anche ad un errore di
valutazione: sulla base del fatto
che effettivamente negli ultimi
tempi ha segnato alcuni punti di
vantaggio nei confronti del sindacato (inutile negare che sulla
questione dei 61 licenziamenti il
sindacato è stato sconfitto, anche per propri errori), la Fiat
ha ritenuto di poter interpretare
la recente riduzione dell’assenteismo ed una serie di altri fattori come indizi del fatto che
fosse giunto il momento di una
possibile rivincita sul sindacato in particolare sul terreno
della mobilità. Che questo sia
stato un errore di valutazione
da parte della Fiat lo indica la
tenuta dimostrata in questi giorni dalla classe operaia.
— Ma non è ingenuo ritenere
che la Fiat non abbia pensato
che la minaccia di un numero
imponente di licenziamenti avrebbe scatenato una risposta
operaia di enorme portata per
cui non sarebbe passata?
— Non tanto. Si possono dare
almeno due risposte che secondo
me sono entrambe vere. In primo luogo vi è un effettivo limite culturale da parte della
Fiat per cui certi segnali a cui
alludevo prima le hanno fatto
valutare in modo errato la situazione. Inoltre vi è probabilmente
un altro fatto e cioè che la Fiat
ha ritenuto di poter avere l’ap
a cura di F. Giampiccoli
(continua a pag. 10)
2
26 settembre 1980
I LAVORI SINODALI
Una Commissione per
preparare i predicatori
Tra i molti atti dell’ultimo Sinodo ve n’è imo che riguarda la
Commissione Permanente per gli
Studi (CPS): richiamando alle
chiese l’importanza di questa
Commissione per la valorizzazione dei ministeri, il Sinodo ha infatti richiesto alla Tavola di includere nella relazione a stampa
per il Sinodo un rapporto annuo della Commissione. Un mandato un po’ specifico e che riguarda la Tavola; sarebbe stata
sufftciente una menzione tra i
molti altri resoconti che abbiamo g;ià dato sui Sinodo. Ma poiché a molti lettori, soprattutto
vald^i, saraimo poco note le
funzioni di questa Commissione,
abbiamo chiesto al pastore Domenico Cappella, che ne è stato
segretario negli ultimi 10 anni,
di darci alcune spiegazioni.
— Nel nostro ordinamento unito valdese-metodista la CPS è
neonata; ma in quello metodista'
era già in funzione da tempo. Da
quando esattamente?
— La CPS fu istituita dopo la
fusione avvenuta nel 1946 tra la
Chiesa Evangelica Wesleyana d’Italia e la Chiesa Metodista Episcopale d’Italia. Non ne conosco
con esattezza la data, ma i primi
registri partono dai 1948. Ne saprebbe certo di più e con maggior esattezza il pastore Sergio
Carile che presiedette ai suoi ini
— Quali scopi aveva?
— Scopo principale fu di fornire un’adunata e indispensabile
preparazione biblica e teologica
ai predicatori locali in vista della
loro iscrizione a ruolo e per lo
svolgimento del loro ministero.
Da notare che i predicatori iscritti a ruolo dopo aver compiuto la
loro preparazione erano abilitati
a svolgere im ministero valido in
tutte le chiese metodiste del mondo. Questo a differenza dell’esor
tatore che era legato ad una
chiesa particolare e che svolgeva
il -suo lavoro sotto la responsabilità del pastore. In via eccezionale la CPS aveva per scopo anche la preparazione al ministero
pastorale di quelle persone che
desideravano dedicarsi a questo
servizio ma non avevano la possibilità di frequentare la Facoltà di teologia.
— Come funzionava la CPS?
— Secondo il regolamento del
1967 era composta dai pastori in
numero stabilito dalla Conferenza in sessione pastorale, era nominata annualmente e aveva la
funzione di commissione esaminatrice. Per assolvere i suoi com
piti la CPS stabiliva dei programmi di studio differenziati a seconda delle varie esigenze e del tipo
di ministero da preparare: per
esempio per candidati predicatori locali, per evangelisti, per il
passaggio da evangelista a pastore, eoe.
— E ora, cosa stabilisce in proposito il Patto di Integrazione?
— Secondo il P. I. e in base
al Regolamento dei ministeri, la
CPS continua il suo lavoro. Essa
è attualmente composta di cinque pastori di cui uno almeno
docente alla Facoltà di teologia.
I suoi membri sono nominati
dalla Tavola, annualmente, udi
to il Corpo pastorale, per un
massimo di 7 anni consecutivi.
I suoi compiti continuano ad essere relativi alla preparazione
dei ministeri.
— In altre parole è la CPS che
si occupa ora della preparazione dei futuri predicatori locali
delle nostre chiese?
— Esatto; ma anche della preparazione di coloro che intendono passare dall’esercizio straordinario del pastorato a quello
ordinario, secondo quanto prevede il regolamento sui ministeri.
— Puoi darci un’idea del corso per predicatori locali?
— La Commissione dovrà esaminare la questione per ciò che
riguarda il futuro. Posso dire che
finora questo corso prevedeva
queste materie da svolgere in un
biennio: Storia del Cristianesimo; Storia del Metodismo; Introduzione al Nuovo e all’Antico
Testamento; Teologia biblica del
Nuovo e dell’Antico Testamento; Omiletica e relative esercitazioni (predicazione); Dogmatica.
Intervista a cura di
F. Giampiccoli
CALABRIA
ERACLEA E TREVISO
Scuola domenicale in diaspora
Non è certo una novità che le
nostre chiese vivano spesso in
una situazione di diaspora, con
i problemi di isolamento e le
difidcoltà di cura pastorale che
questo comporta; problemi e difficoltà che generalmente si moltiplicano quando ci sono dei
bambini, giacché, se la famiglia
è, strettamente parlando, una
comunità, tuttavia i bambini,
anche più degli adulti, necessitano di una comunità più ampia,
di cui facciano parte anche dei
coetanei.
Anche la chiesa di Venezia
comprende una diaspora, se non
numerosissima, certo molto vasta; per rispondere alle esigenze
delle famiglie con bambini, la
signora Lidia Busetto Casonato
di Treviso — per molti anni mo
nitrice a Venezia — ha organizzato una Scuola Domenicale. Le
abbiamo rivolto alcime domande.
— La sua è una Scuola Domenicale un po’ particolare; vuole
parlarne? Come si svolge?
— Tengo due corsi; uno a Eraclea (sulla costa, nella zona fra
lesolo e Caorle) a tre ragazzi di
11, 14 e 15 anni, a cui partecipa
anche la famiglia; e uno a casa
mia, a Treviso, a tre ragazze dai
13 ai 16 anni, che vengono da
Treviso e da due paesi della
provincia, uno piuttosto lontano.
L’anno scorso c’era un altro ragazzo che poi si è trasferito.
Seguo il programma comune, ma
trovandoci ogni due o tre settimane bisogna per forza sceglierne una parte. Per esempio, que
DALLE CHIESE
Torino: cambio pastorale
TORINO — Il cambio pastorale da tempo preordinato ha luogo in questo inizio d’autuimo. Il
pastore Carlo Gay, che entra in
emeritazione ma assume la responsabilità della chiesa di Livorno per un anno, predica il
suo sermone di commiato domenica 28 settembre nella Chiesa di Corso Vittorio dove è stato per 12 anni. Dopo il culto avrà
luogo, nei locali di Via Pio V 15
un’agape con la partecipazione
di tutti quanti vorranno essere
presenti per salutarlo.
Domenica 5 ottobre sarà insediato nello stesso Tempio il past.
Alberto Taccia proveniente da
Luserna S. Giovanni dove è stato pastore per 9 anni.
All’uno va l’affettuoso grazie
di tutta la, comunità e all’altro
il cordiale benvenuto. A tutti e
due l’augurio di im lavoro sereno benedetto dal Signore.
L’impegno
dei laici
AOSTA - Il past. Paolo Marauda, che già aveva presieduto il
culto di Pasqua, è stato ad Aosta, per sostituire il past. Del
Priore, durante tutto il mese di
luglio ed i primi dieci giorni di
agosto. La comunità si è rallegrata, dopo molti anni di ministero trascorsi ad Aosta, di riaverlo con sé, insieme alla sua Signora, per un così lungo periodo.
Oltre i culti ad Aosta ha presieduto un culto a Courmayeur e i
fimerali, a Viering, di Caterina
Berger di anni 95, che vogliamo
ricordare 'per la sua lunga testimonianza di fede. Oltre al past.
Marauda vogliamo ringraziare
gli altri predicatori di questo periodo estivo: il Vicemoderatore
past. Alberto Taccia, i fratelli
Adriano Morelato di JAilano, Mario Castellani e Daniele Perini di
Ivrea, Carlo Monaya, Piero Peloso e Ercole Marzone di Aosta.
A Courmayeur si sono avuti
5 culti estivi preceduti, il 30
giugno, da un culto (predicatore il past. Umberto Bert) per le
nozze d’oro di Walter e Lidia
Hiirzeler, circondati da oltre cinquanta congiunti provenienti dall’Italia e dalla Svizzera.
In luglio c’è stato il matrimonio di Elena Marconi e Cario Biagini, residenti a Firenze, e in agosto il matrimonio di Giulia Nicoletta e Marco Marconi. A tutti
Il prezzo del giornale
Chi compra il giornale all’uscita della chiesa e, alle Valli,
in edicola, noterà che dopo essere passati a 400 lire quando è
aumentato il prezzo dei quotidiani, ritorniamo ora a 300 lire.
Il motivo è dato dal fatto che il prezzo del nostro settimanale, spedito con l’abbonamento postale gruppo I, è agganciato al prezzo dei quotidiani, ma non — come pensavamo
— nel senso che il prezzo deve essere lo stesso, ma nel senso
che il prezzo non può superare quello dei quotidiani. Torniamo quindi al prezzo di L. 300 che è più vicino a quello complessivo dell’abbonamento annuo e ci scusiamo con i lettori.
rinnoviamo i nostri più cordiali auguri.
Vogliamo infine ricordare, ringraziando entrambe le comunità, la gradita visita ricevuta, sia
ad Aosta sia ad Ivrea, da parte
della comunità di Losanna e l’accoglienza fraterna avuta dalla comunità di Ginevra in loccasione
di una visita che Aosta ed Ivrea
hanno effettuato congiuntamente.
Una gradita
visita
IVREA - Nel periodo estivo,
Mario Castellani ha sostituito il
pastore. Culti, anche in diaspora, sono stati presieduti da altri
fratelli: Carlo Monaya di Aosta,
Angelo Arca e Daniele Perini di
Ivrea.
La comunità si è rallegrata di
rivedere il past. Renzo Bertalot
che, per legami familiari, ha predicato ad Ivrea in due occasioni: per il matrimonio di Paola
Regali e Michel Dupont, il 6 settembre, e per il tettesimo del
piccolo Carlo Regali, di Ruggero
e Francesca Murtas, residenti a
Cervinia. Nel corso di un’àgape
fraterna ha illustrato ai molti
presenti il lavoro compiuto dalla
Società Biblica. Lo ringraziamo
vivamente. Ad un membro della
stessa famiglia, Davide Regali, è
legata anche Tunica ammissione
in chiesa di quest’anno.
Dopo il decesso della sorella
Ernesta Cappella, avvenuto in
marzo, un’altra decana della comunità ci ha lasciato: Arvat Priscilla Buffa, di anni 97, i cui funerali hanno avuto luogo il 9 settembre. Ai familiari rinnoviamo
la nostra simpatia cristiana.
Culti hanno regolarmente luogo a Carema (settimanalmente)
e a Pont Canavese (mensilmente).
sfanno la sequenza prevedeva
« Pietro e Paolo »; noi abbiamo
esaminato la sola prima parte,
Pietro. Uso la rivista « La Scuola
Domenicale », ma bisogna aff rontare i problemi in maniera diversa rispetto al solito, perché
i ragazzi non si trovano a vivere
in una comunità. Inoltre spingo
i ragazzi a pregare; iniziamo
sempre con una preghiera, che
pensano e preparano loro stessi; talvolta possono scegliere un
versetto biblico o un salmo, che
poi commentiamo, e di cui spiego il contenuto e il contesto storico. Come ho accennato, agli
incontri partecipano anche i genitori, alcuni dei quali cattolici,
e spesso capita di affrontare e
discutere tutti insieme un determinato argomento.
— Quali differenze riscontra
rispetto alle Scuole Domenicali
tradizionali?
— Mi sto rendendo conto che
la differenza è notevole. In un
certo senso è molto più difficile
e faticoso: prima mi bastava prepararmi la lezione; seguivo il
programma e facevo un discorso
più legato. Adesso invece mi è
necessaria una preparazione
maggiore, perché il discorso va
ripreso ogni volta. I ragazzi vivono isolati dalla comunità;
perciò, a differenza che nella normale Scuola Domenicale, cerco
di fare un discorso su cattolicesimo e protestantesimo, e sui
principi della chiesa evangelica,
di cui i bambini che vivono nell’ambito di una comunità hanno
meno bisogno. Cerco inoltre di
abituarli alla responsabiUtà. Inoltre è un discorso che coinvolge di più le famiglie. Infatti
vengono anche i genitori; accompagnano i figli e si fermano,
e si parla isieme. Ne sono molto
contenta; diventa un’istruzione
molto più allargata. Naturalmente la lezione dura di più del solito: un’ora e mezza come minimo, e comunque è sempre troppo poco. Anche i ragazzi si comportano diversamente da come,
secondo la mia esperienza, si
comportano alla Scuola Domenicale normale; intanto sono in
numero minore e sono più grandi; stanno più attenti, non si distraggono; si interessano molto:
per esempio, arrivano avendo già
letto a casa il brano biblico di
cui dovranno parlare.
— Può dare una valutazione
di questi corsi?
— Non tocca a me darla. Io
faccio del mio meglio.
Roberta Colonna Romano
Protestantesimo
in TV
Annunciata e rimandata,
l’attesa trasmissione di
« Protestantesimo » sulla
Chiesa dei Fratelli andrà
in onda lunedì 29 settembre alle 22.45.
Campo
FGEI
a Bethel
Il Consiglio Regionale FGEI
(Calabria e Messina) ha organizzato a « Bethel », dal 3 al 17
agosto 1980 un campo studi sul
tema « Presenza Evangelica nell'attuale realtà sociale », in relazione anche alle « proposte operative » sull'evangelizzazione della Tavola Valdese.
Il tema si articolava sostanzialmente in due parti: la prima
concernente l’illustrazione storica delle cause che hanno determinato l’attuale realtà sociale,
la seconda prevedeva un confronto sulle varie esperienze comunitarie locali e una riflessione per una ricerca collettiva di
nuove proposte di presenza evangelica nell’attuale realtà meridionale.
Lo studio è stato condotto da
tre relatori: nella prima settimana da Antonio Mucciardi delle Comunità Cristiane Libere
della Campania e nella seconda
da Silvana Nitti e da Luciano
Deodato.
Al termine del campo sono
state tratte delle conclusioni,
con particolare riferimento al
significato dell’impegno del cristiano sul piano individuale e
collettive nel mondo contemporaneo, con la consapevolezza che
solo dopo l’attuazione di quanto
detto, sarà possibile condurre un
programma di evangelizzazione
come annuncio di salvezza e come modello di vita alternativo a
quello della società.
Sono emersi i seguenti punti
fondamentali:
1) Evangelo come chiamata e
ravvedimento;
2) Contesto storico in cui si
opera;
3) I problemi del singolo in
questa realtà;
4) Atteggiamento dei cristiani
di fronte alle forze politiche;
5) Ecumenismo e rapporti con
altri gruppi protestanti.
E’ stato messo in evidenza come la realtà storica in cui viviamo è caratterizzata da valori,
scelte, modi di comportamento,
sia individuali che collettivi, in
contrasto con TEvangelo.
Sembra infatti prevalere un
egoismo ed individualismo diffuso, che si manifesta nelle
sue forme più gravi in violente
disuguaglianze e in varie forme
di sfruttamento di chi ha il potere economico su chi non Tha,
del mondo capitalistico sul terzo
mondo, di chi detiene il monopolio della cultura su chi ne è
privo, e ancora, in molti casi,
dell’uomo sulla donna nei rapporti interpersonali e familiari.
Si è constatato che sovente gli
stessi cristiani si sono lasciati
coinvolgere in queste forme di
violenza e talvolta ne sono stati
i portatori.
Si pone quindi per le chie.se.
per le comunità e per i singoli
cristiani l’urgenza di una reale
conversione in quanto atti esterni di devozione non hanno alcun
significato, se staccati da una
scelta di vita in cui l’amore concreto verso il prossimo sia sempre al primo posto.
In quanto poi al rapporto con
le forze politiche che operano
nella società, il cristiano non
può certo vivere come se non
esistessero; dovrà usare gli strumenti politici esistenti — partiti, sindacati, forme associative
— utili al rinnovamento della
società, nel senso di una maggiore libertà, uguaglianza e giustizia per tutti, tenendo presente
che Tatteggiamento del cristiano dovrà essere sempre vigile
e coerente col messaggio di Cristo.
Antonella Violi
Nadia Magri
Hanno collahorato a questo
numero: Domenico Abate Franco Davite - Ennio Del
Priore - Dino Gardiol - Luigi
Marchetti - Giorgio Tourn.
3
26 settembre 1980
Dall'Italia evangelica
a cura di Alberto Ribet
Esercito della
Salvezza
Faeto. Una breve nota del
« Grido di guerra » ci dice che
il Segretario Generale dell’Esercito della Salvezza si è ritrovato
a Faeto « col rimanente dei fedeli che sono rimasti sul posto »; l’emigrazione verso la Svizzera, la Germania, il Canada ha
infatti decimato la popolazione
del paese.
Faeto ha per noi Valdesi un
particolare valore; è uno dei
quattro paesi (Faeto, Celle, Volturara Apula, Montaguto) popolati dalle colonie valdesi in Puglia; colonie scomparse per la
persecuzione del 1560. Poche trácele rimangono delle antiche tradizioni: a Faeto si conservano
traccio del Dialetto Valdese, e
forse alcuni nomi di famiglia ritraggono la loro origine dalle
valli originarie; per esempio i
Mastri possono essere parenti
coi nostri Meytre.
"Diakonia
II
Sono riprese, con il numero
di settembre della rivista « Diakonia», le note omiletiche in vista della predicazione. La rivista
si apre con un articolo di esperienza pastorale dal ’vivo’, scritto da Giorgio Tourn. Un articolo che varrebbe la pena di leggere almeno da parte di chi intende farsi un’idea circostanziata di quello che è, nella ’routine’
quotidiana, il lavoro di un pastore evangelico al servizio di
una comunità.
Come si diceva sono felicemente riapparse, dopo un troppo lungo periodo di silenzio, le
note di commento e analisi biblica in vista della predicazione.
Questa volta vengono esaminati
cinque testi del Nuovo Testamento e due dell’Antico. Il numero si chiude con una recensione del bel libro di E. Jiingel,
« Paolo e Gesù ; alle origini della cristologia ».
« Diakonia », rivista trimestrale, costa L. 1.200. Abb. annuo lire
3.500 da versare aH’Amministrazione di Agape - 10060 Frali (To).
Al principio di questo secolo
l’influenza dell’Esercito della Salvezza era forte nel paese. Era
stato infatti costruito, oltre al
locale di Culto, un Asilo infantile che fu chiuso di autorità al
tempo del fascismo e il locale
divenne sede dell’asilo cattolico:
proibite anche le riunioni e i
credenti dell’Esercito della Salvezza si radunavano, in occasioni di visite, in un granaio. Alla
fine della guerra l’opera riprese
con nuovo vigore, ma poi l’emigrazione completò quello che il
fascismo non era riuscito a fare.
Ma Faeto ha un nome nell’Esercito della Salvezza e da quella
località hanno origine i Figliola,
i Maestri che oggi ancora operano nell’Esercito.
Campi estivi
Buone notizie giungono da
Bobbio Pellice e da Forio d’Ischia dove sono in atto ben frequentati campi estivi. Particolarmente ben riuscito il « campo
femminile » di Bobbio diretto
dalla Colonnella Yarde.
E’ stato celebrato il quarantesimo anno di servizio nell’Esercito della Salvezza dei Colonnelli
Yarde che hanno passato la maggior parte del loro servizio in
Italia.
Ultimamente essi hanno visitato i centri della Sicilia e hanno recato apprezzati messag^
evangelici a Catania, a Lentini,
a Castel Vetrano ed a Mazzara
del Vallo.
L’Istituto Biblico
a Cerignola
Mentre continuano i lavori per
la sistemazione nella nuova sede dell’I.B.E. (Istituto Biblico
Evangelico) nelle vicinanze di
Roma, lavori in parte opera di
volontari, nella vecchia sede di
Via Cimone continua l’attività
normale dell’Istituto. L’anno
scorso sono stati diplomati cinque giovani.
Una delle caratteristiche della
Scuola è quella di unire lo studio delle Sacre Scritture ad una
chiara attività evangelistica. In
questo campo è stata organizza
ta una campagna evangelistica
a Cerignola. Le diciassette persone che formavano il gruppo
di evangelizzazione furono ospiti
della comunità dei Fratelli di
Stornara ed ogni mattino si recarono a Cerignola per un’opera
di volantinaggio e di incontri
nelle case: il venerdì sera fu
proiettato per il pubblico il film
contro la droga: « La croce e il
pugnale »; il sabato sera è stato
consacrato ad un concerto di musica sacra e la domenica sera
ad un dramma sacro. Il limedì
un concerto di musica sacra è
stato offerto a 200 studenti dell’Istituto Magistrale di San Severo. E’ caratteristico questo sistema di evangelizzare attraverso incontri personali durante il
giorno, e la sera incontri distensivi di musica e rappresentazioni
sacre. E’ stato questo anche il
sistema adottato dal gruppo itaio-svizzero che ha operato per
due settimane a San Germano
Chisone in luglio. Anche qui il
risultato è stato positivo.
Chiesa del Fratelli
In questo periodo ha avuto
una certa importanza la visita
che lo svizzero Giorgio Gaudibert ha compiuto a varie comunità: ha infatti predicato per
una settimana a Palazzo S. Gervasio; ha tenuto vari studi biblici nell’Agrigentino, ed ancora
a Tolve, in provincia di Potenza. Grande importanza è data
nella Chiesa dei Fratelli a queste
visite di persone che vengono,
spesso dall’estero, per portare
alle varie comunità un messaggio spirituale. In questo periodo
è stata particolarmente intensa
l’attività evangelistica in Toscana: vari centri della Garfa^ana, Empoli, Pontedera, Cascina,
Bagni di Lucca sono stati il teatro di gruppi di giovani venuti
ad evangelizzare da Calci, Empoli e Livorno. Anche qui molta
importanza è stata data al canto, alle, testimonianze individuali, alla distri’buzione di opuscoli
e volantini.
La comunità dei Fratelli di Livorno è al momento attuale ospi
te in uno dei locali della nostra
Chiesa Valdese.
Assemblee di Dio
I mesi estivi sono anche i mesi
in cui si concentrano i battesimi
che hanno luogo per immersione, spesso lungo le rive dei fiumi o sulle rive del mare. L’ultimo numero di Risveglio Pentecostale ne annovera ben 74; il che
è pur sempre un segno di vitalità delle Chiese Pentecostali.
Ma sono registrati anche altri
segni di vitalità di quelle comunità. A Lissone, nelle vicinanze
di Milano, viene aperto un nuo
vo locale; anche a Pinerolo si
apre un nuovo locale, e ad Alessandria il vecchio locale viene
sostituito da uno nuovo, più ampio e meglio situato.
A Castellamare del Golfo si ha
un imponente raduno dei credenti del Trapanese, un altro imponente raduno ha luogo a Leinì
a seguito di una campagna evangelistica sotto la tenda.
Alcuni anni fa il movimento
pentecostale era un tipico movimento sparso' nel meridione
d’Italia: oggi non è più così, anche nelle città e nei paesi del
nord si formano e prosperano
gruppi di pentecostali. E di questo dobbiamo prendere atto.
« Non a caso siamo ad Ecumene a discutere del problema del lavoro in una società
in trasformazione. Ci è parso
giusto cercare un contatto,
un dialogo anche con rappresentanti di un’esperienza religiosa particolare come quella
metodista ». Cito a memoria
questa frase dell’on. Pietro Ingrao intervistato, domenica 14, a ’Protestantesimo’’
andato, ancora una volta, in
droga nella prospettiva della
responsabilità evangelica.
Il filmato chiudeva sulle note della fanfara dell’Esercito
della Salvezza con un brillante commento storico e d’attualità sul lavoro che questo
« esercito senza fucili » compie, con grande generosità, in
molti paesi del mondo.
Si ha l’impressione che la
formula del notiziario, dentro la nostra rubrica televisi
Il lavoro
Onda al limite del sopportabile: 23,15.
La trasmissione, strutturata in tre parti, toccava temi
diversi: la questione del lavoro nel quadro del recente
campo svoltosi ad Ecumene
cui hanno partecipato oratori
d’eccezione: da Ingrao a Massimo Cacciari alla Rossana
Rossanda. Intervento particolarmente originale quello di
Aquilante che ha ribaltato,
partendo dai classici della Riforma protestante, l’equazione vocazione-lavoro: « La vocazione non si esaurisce nel
lavoro, ma lo supera nella
prospettiva del Regno ».
Interessanti anche le interviste raccolte tra i giovani della FGEI riuniti a Roma per
discutere il problema della
va, stia egregiamente in piedi. Le tavole rotonde se non
ci sono oratori vivaci annoiano. E lo abbiamo visto. I messaggi-monologhi, a quell’ora di
notte fanno venire un sonno
tremendo. Date le tristi condizioni dell’angolo notturno in
cui la RAI ci ha relegato, il
notiziario riesce ancora a
scuotere e se fatto bene ad
interessare il telespettatore.
Come quello di domenica in
cui con domande brevi ed incalzanti Maiocchi è riuscito a
strappare ad Ingrao, in pochi
minuti, un’ottima sintesi del
suo intervento nel campo studi sul lavoro. Insomma bisogna pur dirlo che questa volta la ciambella è riuscita col
buco!
g- P
PADOVA, MESTRE, VENEZIA, TREVISO
Ripresa delle
attività ecumeniche
Si tengono in questi giorni le
riunioni preparatorie per gli incontri ecumenici che si svolgeranno nell’anno ’80/’81.
A Padova: mentre lo scorso
anno è stato dedicato ad uno stu
dio sistematico dell’evangelo di
Luca organizzato a turno, quest’anno le riunioni saranno intercalate da vere e proprie conferenze o tavole rotonde su temi
specifici. Stampa e radio locali
pubblicizzeranno gli incontri ai
quali partecipano cattolici, metodisti, avventisti, chiesa di Cristo,
indipendenti, comunità cattoliche
di base ed ebrei. Gli incontri sono quindicinali e si tengono
presso il Centro Universitario
Cattolico di Via Zabarella 82.
A Mestre il gruppo è composto
esclusivamente da diversi membri della chiesa valdo-metodista
e da un manipolo di cattolici. Gli
incontri regolari si svolgono
mensilmente presso le sale delle varie parrocchie e, da questo
anno, anche presso la nuova sede della comunità evangelica posta proprio di fronte alla scuola
elementare Cesare Battisti nel
quartiere Piave. Il gruppo mostrino continuerà anche quest’anno la diffusione gratuita del Nuovo Testamento Interconfessionale negli alberghi.
A Venezia gli incontri quindicinali si svolgono prevalentemente presso la casa Card. Piazza
(Madonna dell’Orto) ove annualmente si svolge anche il Corso
annuale di teologia ecumenica. Il
gruppo è composto da cattolici,
valdesi, metodisti, greci ortodossi, luterani ed ebrei. « Gente Ve
neta », il settimanale diocesano
ed « Il Gazzettino » pubblicizzano con ampiezza le riunioni.
Presso la casa Card. Piazza si
sta costituendo una biblioteca
ecumenica già ricca di diverse
riviste e volumi editi da varie
case editrici cattoliche ed evangeliche.
Treviso. Il gruppo cattolico è
composto da diverse persone aderenti al S.A.E. sparsi nei vari
paesi della provincia. Iniziando
l’attività, contano di radunarsi
regolarmente una volta al mese
in locali messi a disposizione dal
clero cattolico. Oltre al alcuni
valdesi partecipano anche alcuni
membri della chiesa di Cristo.
Il Convegno dei Gruppi Ecumenici del Triveneto si svolgerà
domenica 9 novembre, con inizio
alle ore 10, presso la Casa Card.
Urbani (alla cipressina) di Mestre. Il pranzo potrà essere consumato presso la stessa sede a
prezzo modico. È gradita la presenza di evangelici, anche di altre regioni, la loro testimonianza, la loro critica costruttiva, e
la preghiera di tutti affinché tutti possiamo insieme « Crescere
sempre più nella grazia e nella
conoscenza di Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore. A Lui
sia gloria, ora e sempre, fino all’eternità. Amen » (II Pietro 3:
18).
Per ulteriori informazioni scrivere o telefonare al segr. S.A.E.
Triveneto: Sig. Mario Colonna
Romano (Valdese), Piazzale Leonardo Da Vinci 8, 30172 Mestre
(Venezia). G.L.G.
Avviato il programma
delle chiese per I
diritti dell’uomo
(SOEPI) Il Programma delle
Chiese sui diritti dell’uomo in vista dell’applicazione dell’Atto finale di Helsinki, patrocinato dal
Consiglio canadese delle Chiese,
dalla Conferenza delle Chiese
europee (KEK) e dal Consiglio
nazionale delle Chiese di Cristo
negli Stati Uniti, è giunto finalmente alla fase operativa il 18
agosto 1980, « nel momento in
cui il segretario del Programma, M. Théo Tschuy, ha aperto
il suo ufficio», cosi viene affermato in un comunicato della
KEK,
M. Tschuy è un pastore metodista svizzero ed ha alle spalle
una considerevole esperienza
ecumenica. Egli ha intenzione di
prendere immediato contatto
con le Chiese che hanno manifestato un interesse particolare
per il problema dei diritti dell’uomo; nel frattempo si è già
incontrato con i rappresentanti
del personale delle organizzazioni che collataorano al Programm.a.
Questa prima scelta di informazioni sarà sottoposta ad una
riunione del Comitato di lavoro,
responsabile della direzione del
Programma, che avrà luogo a
Delémont in Svizzera, dal 3 al 7
novembre 1980, e che prenderà
le decisioni necessarie in vista
del cammino immediato da intraprendere.
Premio ecumenico
ad un film ungherese
(SOEPI) Al Festival cinematografico di Montreal, che è terminato il 1° settembre, il premio
del film ecumenico è stato assegnato ad un film ungherese sui
problemi dei giovani nella società ungherese attuale. Questo festival, che ha luogo ormai da 4
anni, ha invitato per la seconda
/echi dal mondo cristiano,
a cura di ANTONIO ADAMO
volta una giuria ecumenica internazionale, composta di membri deirinterfilm, un’organizzazione formata essenzialmente di
professionisti protestanti del cinema, e dell’Organizzazione Cattolica Internazionale del Cinema
(OCIO, un gruppo di cineasti
cattolici. Il film, intitolato «le
sorelle della domenica », è stato
diretto dal regista Janis Rozsa.
Il premio gli è stato assegnato
per « il suo lavoro coraggioso
sui problemi sociali e familiari
dei giovani e le loro difficoltà
ad affermarsi e ad evadere dal
conformismo ».
La chiesa evangelica
tedesca più critica
verso le
multinazionali?
(RKZ) L’atteggiamento della
Chiesa Evang. Tedesca (EKD)
nei confronti delle multinazionali, i cui investimenti nei Paesi
del terzo Mondo sono in parte
equivoci per le conseguenze che
hanno sul piano della giustizia
sociale e della distruzione dell’ambiente, dovrebbe essere esaminato in una Conferenza di responsabili delle Chiese d’oltreoceano. Questa proposta è stata
formulata da un. teologo latinoamericano, a Schònberg, in occasione di un convegno di rappresentanti di Chiese estere che
hanno relazioni con l’EKD. Hanno nreso parte a questa settimana di studio ecclesiastici provenienti dal Brasile, Argentina,
Paraguay, Cile, Sud Africa, Gran
Bretagna e Italia.. Il convegno.
che aveva come motto « La Chiesa nel contesto — collaborazione
con la Chiesa evangelica tedesca », è stato presieduto da Heinz
Joachim Held dell’ufficio estero
dell’EKD. I partecipanti all’incontro si sono dichiarati convinti che « una costante collaborazione » tra l’EKD e le singole
Chiese d’oltreoceano sia la migliore premessa « per poter riconoscere le diverse situazioni nei
rispettivi contesti».
No all’anticomunismo
(RKZ) Quando nella cristianità ci si àncora profondamente
ad un cieco anticomunismo, secondo il professore di teologia
Walter Kreck (Bonn), ci si rende particolarmente complici delle tensioni esistenti nel mondo.
Nel corso del sermone di apertura della settimana della pace
della Chiesa regionale di LippeDetmold, il professor Kreck ha
affermato che questo anticomunismo è per i cristiani il più
grosso ostacolo ad una reale distensione. ESso è stato una necessaria delimitazione nei confronti del marxismo ateo, ma
se ne è abusato fino a giungere
ad una guerra di religione e di
fede, creando un fronte cristiano contro « il necessario nuovo
ordine nella vita sociale degli
uomini ». A suo avviso, i cristiani dovrebbero contribuire alla
creazione di un nuovo clima di
distensione, opponendosi all’abuso della cristianità di cercare
la propria autogiustificazione e
di « demonizzare » gli oppositori
politici.
4
26 settembre 1980
_____________INTERVISTA A GIULIANA GANDOLFO PASCAL
Un pastore al Festival
Per esprimere il suo messaggio dalTinterno della realtà culturale la
Chiesa deve conoscere il mondo della cultura, di cui il cinema fa parte
Di ritorno da Venezia, dove
ha partecipato al Festival del Cinema, il pastore Giuliana Gandolfo Pascal ha accettato di rispondere ad alcime domande
sull’esperienza che ha vissuto.
—_ Anzitutto, un pastore al
Festival di Venezia: come mai?
— Non si tratta forse di cultura? Io penso che la Chiesa non
debba avere un atteggiamento
di rifiuto o di distacco di fronte
al mondo della cultura, quanto
piuttosto cercare di stabilire un
dialogo e se possibile un inserimento, una vera partecipazione,
per esprimere dall’interno della
realtà culturale il suo pensiero
— certo, spesso critico — e portare il suo specifico messaggio.
In particolare seguire da vicino, come si può fare in un Festival, quanto di nuovo avviene nella produzione cinematografica e
televisiva di un certo livello nell’ambito nazionale ed internazionale può essere importante per
un pastore per molte ragioni anche per il suo lavoro. Anzitutto,
conoscere, cioè aver visto, un
gran numero di nuovi film dà la
possibilità al pastore di discuterne nel corso del lavoro pastorale, soprattutto con 1 giovani; in
^ondo luogo, dove è possibile,
il pastore stesso può farsi promotore della proiezione di buoni film, che spesso sono un valido
aiuto per affrontare a livello del
«vissuto» problemi di fede e
di etica, talvolta più adatti di un
discorso astratto a penetrare
nel vivo di situazioni e comportamenti; in terzo luogo im pastore può avere interesse a studiare ed impadronirsi del linguaggio filmico per usarlo a sua volta, per esprimere, ad esempio,
se richiesto, attraverso il mezzo
televisivo, il suo messaggio evangelico. C’è ima tecnica espressi-,
va propria del linguaggio visivo...
— Ma per fare questo c’è bi
sogno di partecipare ad un Festival?
— Se partecipi ad un Festival
ti trasformi immediatamente in
un divoràtore di film. Ne vedevo
da tre a cinque al giorno. Il valore della partecipazione ad un
Festival non sta tanto nel vedere in anteprima i grandi film, che
qualche settimana dopo puoi vedere tranquillamente nella tua
città, quanto piuttosto proprio
il vedere quei film che non entreranno mai nei circuiti normali. Alcuni possono giungere nelle
sale d’essai, ma molti film si vedono ai Festival, e basta.
E, se talvolta sono film di poco conto, qualche volta anche
brutti, spesso ci sono film molto
belli e validi, molto interessanti
sia per la tecnica che per il contenuto. Sono spesso film che provengono da paesi del terzo mondo, e da paesi dell’Est.
— E la « mondanità »?
— La «mondanità» c'è se la
vuoi, se la cerchi, se ti interessa. Se vai per il cinema e ti interessa 11 cinema, la mondanità
che tenta -di risorgere al Lido è
un elemento talmente collaterale
e marginale, che non gli dal peso. Il Festival è fatto di gente
interessata al cinema, alla cultura e la maggior parte veste jeans
o cose del genere, mangia panini, divora film e ne discute... Le
madame in lustrini ci sono, alle
proiezioni serali soprattutto, dove paghi anche salato, ma non
sono loro che fanno il Festival...
Anche se i « controfestival » degli anni settanta erano riusciti
ad eliminare del tutto questo
aspetto mondano e sostituirlo
con realtà culturali alla portata
di tutti...
— Hai partecipato ai « controfestival »del passato? - —
— Si, ho partecipato alle
« Giornate del Cinema italiano »
Taccuino
pastorale
A pochi anni dalla confermazione, e dopo un certo inserimento nella vita della chiesa, si era allontanata negli ultimi
mesi. Prima che la ricercassi, in questa ripresa autunnale delle attività, mi ha colto di sorpresa una sua lettera, una lettera
di dimissioni causa conversione al cattolicesimo. Non vorrei
qui ricamare sulle mie reazioni — di tristezza e anche di scoraggiamento, non lo nego — quanto meditare sulle motivazioni addotte dalla mia ex catecumena nella sua lettera molto
pacata e serena.
La prima parla del peso della troppa libertà di interpretazione e di comportamento esistente tra i valdesi. La libertà
pesa! Pensare che per me uno dei doni più grandi e più belli
che ho ricevuto in Cristo è proprio la libertà, con tutte le sue
possibilità di errori e la sua necessità di riconoscerli, con il
suo orizzonte sconfinato eppur segnato dalla linea dell'Evangelo... E' triste pensare che questa libertà per altri sia un
peso tanto grave da (dover essere deposto, consegnato a qualcuno che con il fascino dell’autorità e dell’oggettività spogli
il singolo della sua responsabilità. Questa motivazione mi ha
rattristato ma non mi ha turbato.
La seconda parla della fede nella transustanziazione, e non
è certo in contraddizione con la prima. Strano mondo il nostro, che si vuole adulto, emancipato e poi ripiomba nel bidel religioso, col suo restringere la libertà e la responsabilità e il^ suo dilatare il miracolo e il soprannaturale. Per
me Cristo è colui che ha negato segni a chi aveva troppo bisogno di miracoli per credere e che per indicare il senso del
suo sacrificio per noi ha usato non un linguaggio straordinario, ma il liguaggio fatto di cose quotidiane e ordinarie, il
pane e il vino delle nostre tavole. Neppure questa seconda
motivazione mi ha turbato.
Ma mi ha turbato la terza, che parla della necessità di
trovare una comunità in cui si pregasse con viva convinzione. Certo, anche ¡questo può essere inteso come un indizio
della sete di religiosità del nostro tempo. Ma mentre sentiamo inevitabile che qualcuno ci lasci perché non trova tra noi
chi impersoni Autorità e Miracolo, è fonte di turbamento
sentire che qualcuno ci lascia perché non ha trovato tra noi
l’autenticità di un rapporto evidente e profondo con Dio. Nelle nostre chiese abbiamo lasciato cadere una pietà sentimentale e melensa che non sentivamo nostra, ma non abbiamo
ancora saputo costruire nuove forme del nostro rapporto con
Dio adeguate alla nostra fede. E' bene che ci rendiamo conto
che senza pietà (non pietismo!), senza una pratica di medifazione e di preghiera, senza una scuola di disciplina, di costanza nel dialogo con Dio la densità spirituale nostra e delle
nostre chiese sarà talmente rarefatta da risultare per molti
irrespirabile.
Pubblichiamo in questa rubrica, in forma anonima, brevi
esperienze e riflessioni del ministero pastorale evangelico.
LA RELIGIONE NELLA SCUOLA
Un “dossier”
sull’esenzione
organizzate nel 1972 e 1973 nella
piazza Santa Margherita del centro storico di Venezia, a livello
popolare, volutamente in alternativa all’aristocratico e mondano
Festival del Lido.
— Il rinato Festival del Lido
è secondo te l’erede più dei Festival ufficiali 0 dei « controfestival »?
— Non ho mai partecipato ai
Festival ufficiali del Lido, prima
di quest’anno. I partecipanti alle «Giornate del cinema italiano» potevano essere tutti presenti al Lido, quest’anno. La stessa gente. Mancava però lo spirito
popolare dei « controfestival », la
volontà di fare un nuovo tipo di
cultura : le proiezioni gratuite
nelle piazze per il popolo veneziano oltre che per i partecipanti
« esterni » alle « giornate », le discussioni che seguivano la proiezione dei film, con la partecipazione di attori e registi che stavano in mezzo alla gente, senza
divismi e divisioni di caste... Certo, tutto questo mancava. E quest’anno non pagavi mille lire la
tessera di ingresso a tutti i film
— E i film che hai visto?
— Nella grande indigestione di
film nei giorni del Festival alcuni
sono destinati a venire dimenticati: quelli che meno hanno i;itto presa. Alcuni erano noiosi,
anche brutti. C’è anche la lezione: come non fare un film! Molte immagini invece resteranno
impresse per sempre negli occhi
della mente: per esempio i bambini di « Aulad el Rilh » (i figli
del vento) un film algerino quasi muto, che « grida » attraverso
le immagini; il discorso angoscioso delle immagini del « Berliner
Alexander platz » di Fassbinder;
la presa, sull’inconscio del linguàggio ?< magnetico »' dei nuovi
colori di Antonioni nel suo « Mistero di Oberwald »; alcune scene drammatiche del « Megalexandros » di Angelopulos, ed altre, molte altre immagini...
— A chi avresti dato il premio?
— Difficile dirlo. A seconda del
significato, della finalità del premio stesso. Come pastore l’avrei
dato forse al film russo « Spasatel » (il soccorritore) di Sergej
Solov’ev. È un film dedicato dall’autore ad un amico, stanco di
fare il « maestro », p>erché ritiene inutile la fatica, che sembra
non portare alcun frutto. Il film
invece dimostra quanto i suoi
allievi, nel giro di pochi anni,
abbiano imparato, ricevuto da
lui. Lo si vede attraverso alcuni
episodi della loro vita. « Non ti
devi scoraggiare. Basta che uno,
anche uno solo abbia realmente
capito. Poi la realtà stessa irradia... e i principi che hai trasmesso si propagano... ».
La nota questione del bollo di
700 lire pretese dal Ministero
delle Finanze (e della Pubblica
Istruzione) per le dichiarazioni
di esonero dalla religione nelle
scuole secondarie superiori è una
occasione per ripensare l’intera
problematica dell’insegnamento
della religione cattolica nella
scuola e in particolare dell’esenzione.
Di questo ripensamento si occupa Franco Giampiccoli in un
« Dossier » Claudiana di imminente pubblicazione dal titolo:
La religione nella scuola oggi:
necessitcì dell’esenzione. La trattazione si suddivide in tre parti.
Nella prima è data una panoramica della progressiva confessionalizzazione della scuola italiana iniziata sotto il fascismo e
continuata e potenziata sotto la
egemonia democristiana degli
ultimi trent’anni.
La seconda esamina criticamente la concezione che gli evangelici hanno spesso avuto della
esenzione, come di una difesa
che riguarda esclusivamente le
minoranze, e la prassi del cattolicesimo di base che pur avendo
« scoperto » l’esenzione non ha
ancora saputo farne una protesta
organizzata.
La terza mira a dare indicazioni pratiche per un’auspicata
campagna che, con la collaborazione di tutti quanti si oppongono all’attuale presenza della religione nella scuola, tenda ad un
deciso allargamento della pratica dell’esenzione dalla religione,
portando così davanti al Parlamento italiano e alla Chiesa cattolica, nel tempo della revisione
del Concordato, « l’indice di non
gradimento » della situazione attuale. Vengono così passate in
rassegna le principali obiezioni
alla pratica dell’esenzione, la legislazione sull’esenzione, e infine
gli ostacoli che in quasi sessanta
anni la pratica dell’esenzione ha
incontrato, con un sintomatico
riacutizzarsi negli ultimi tempi, tra cui, naturalmente, la novità del bollo. Inf./Claudiana
PER NOI DONNE UN PO’ ALL’ANTICA
Vanità della casa
Pavimenti lisci, lucidi e levigati come fini cristalli su cui posiamo il
piede titubanti e pavidi, un po' per tema di scivolare, un po’ per non deturparne il nitore perfetto o incrinarne la
lucentezza; cucine bianche di tendine e
merletti, in cui ci si domanda dove
possano essersi cacciati pentole e tegami, tinelli confortevoli e ridenti dove
ogni cosa sembra esser stata messa
con un buon gusto e un ordine degni
delle mani di una fata, dove ogni cosa
brilla e dove invano trovereste un pezzetto di carta in terra o una sedia fuori posto... Casette belle, nitide, profumate di pulizia, siete sempre state e
siete tuttora il nostro sogno, ai giorni
della nostra giovinezza fantasiosa e ai
dì della nostra pacata maturità!
Per anni e anni, ora dopo ora ci siamo affaticate per rendere sempre reale
questo nostro sogno, curve sulla terra
o sulle stoviglie, dimentiche perfino di
noi stesse e, quel che più conta, degli
altri.
Bella e dolce e buona cosa una casa comoda, pulita e ordinata che ci fa
subito pensare all'abilità, al buon senso e, soprattutto, all'Instancabile operosità della donna o delle donne che
vi abitano. Ma... nella vita di noi che
cristiani ci diciamo o desideriamo essere, affiorano continuamente dei
« ma ».
E in questo caso di fronte alle sofferenze dei nostri fratelli, questi « ma »
si concretano in una sola parola: vanità! Come c'è una vanità che riguarda la nostra persona fisica quando ad
essa dedichiamo troppe cure o ci occupiamo un po’ troppo della moda, co
sì c'è il pericolo (se da questa siamo
immuni) di cadere nella « vanità della
casa ». Mentre siamo intente al nostro
fregare e lucidare, perché poi tutti
lodino la bellezza della nostra casa,
forse un cuore solitario piange sommesso, bisognoso di una parola d'inooraggiamento e di affetto. Forse un
fratello o una soreiia, chiusi nel loro
cupo dolore, nel dubbio della via da
scegliere, si sviano dalla fede, perché
non abbiamo saputo cercarli e pregare
con loro. Forse, senza arrivare a casi
estremi, lo squillare di un campanello
avrebbe messo fine ad un doloroso diverbio o ad una penosa discussione e
,i'apparire di un amico sincero avrebbe
riportato 11 sorriso e la serenità in cuori esacerbati forse solo da un momento di stanchezza o di incomprensione
che a volte possono spingere a più
gravi e irreparabili conseguenze. Ma
noi continuiamo a conservare l'etichetta nei nostri rapporti e a servirci del
telefono per sapere « se » e « quando »
potremo far visita ad un fratello o ad
una sorella e a chiedere « se disturbiamo »...
Vanità della casa! Benedetta la donna che si leva di buon mattino e provvede con cuore allegro alla sua famiglia e si affatica perché tutti abbiano
ogni giorno tutto quello di cui possono
aver bisogno, ma ricordiamo che tutto
ciò che è eccessivo viene dal maligno
e che è bello, anche in questo caso,
saper rinunziare a qualcosa, se un po'
di quel tempo che dedichiamo alla casa
sapremo donarlo a qualcuno dei nostri
fratelli.
Vittoria Stocchetti
TRIBUNA LIBERA
Comunisti come cavalli da tiro
Le emittenti sovietiche (Mosca,
Varsavia ed altre satelliti) ci fanno ascoltare l’autentica voce della menzogna: bugie che contorcono la verità sulle oppressioni
consumate in quel « paradiso »
comunista, dal quale le menti
libere sono costrette alle più
spietate repressioni, all’internamento in ospedali psichiatrici,
alla deportazione in Siberia o
(nei casi più fortunati) alla fuga.
La sera del 23 agosto scorso,
radio Mosca, ci presentava come necessaria l’invasione del
rAfghanistan da parte delle truppe russe e giustificava le atrocità da queste commesse. E, addirittura, giungeva a tacciare da
banditi gli eroici difensori della
propria libertà, come se si trattasse di prezzolati agli stranieri.
Così in tal modo radio Mosca
metteva in ridicolo perfino tutto il partigianato anche italiano
(pur coi suoi aspetti umanamen
te negativi, oltre che positivi),
che lottò per la libertà. Ma la
doppia faccia del comunismo
non ci sorprende affatto, perché
sa sempre destreggiarsi mediante l’arma del doppio taglio, proprio come quando Berlinguer da
una parte condannò la suddetta
invasione, mentre la base comunista veniva ammansita nel giustificare retoricamente, e a spada tratta, Fintervento sovietico.
Certo, per tenersi buona Luna e
l’altra parte ogni dialettica machiavellista è sempre in atto, vedi il caso barbaro dell’Iran v arso gli ambasciatori...
È un abominevole esclusivismo
che cinicamente passa per strumento di perfettismo, pur palesemente menzognero, solo volto
a gabbare una massa credulona
ed im elettorato privo assolutamente di preparazione politica.
In questi giorni le truppe sovietiche hanno massacrato mol
te centinaia di patrioti afghani;
tuttavia radio Mosca oltraggia
la loro memoria facendoli passare per « banditi ». È il non
plus ultra del cinismo che tocca il tetto dei metodi nazisti
contro il quale la verità restituirà giustizia sul grande libro della Storia! Ed è ciò che la Storia
ha già fatto coll’esperienza etiopica, là dove le armi russe e
cubane tentarono di distruggere
la libertà somala, idimostrando
una autentica sete colonialista
di pura marca comunista.
È pur bello, quando si è preparati alla controversia, ascoltare le emittenti di tutte le fonti, onde imparare a discernere
la verità dalla menzogna. Ma ciò
non possono fare i comunisti
che sono condannati a condurre
una vita di scuderia, cogli occhi
bendati proprio come i cavalli
da lavoro!
Elio Giacomelli, Livorno
5
26 settembre 1980
UNA PREDICAZIONE TENUTA IN OCCASIONE DEL 450® ANNIVERSARIO DELLA CONFESSIONE AUGUSTANA
Lasciateci continuare
il sogno di Cristo
Se siamo convinti che è lo Spirito di Dio che ci mette in moto, cerchiamo di andare gli uni verso gli altri, e non per dominarci a vicenda
Nel corso deU’ultimo Sinodo valdese-metodista, il rappresentante della Chiesa Evangelica Luterana d’Italia il fratello
Dieter Stoehr nel rivolgere il suo saluto all’assemblea ha brevemente citato un brano della predicazione di Jörg Zink. La
citazione ci è parsa interessante e siamo risaliti al testo completo che presentiamo in questo numero del giornale. Jörg
Zink, noto teologo tedesco, animatore di dibattiti alla radio e
in televisione, ha tenuto la predicazione, che liberamente riprendiamo in questa pagina, nel quadro delle recenti manifestazioni svoltesi ad Augusta in occasione del 450“ anniversario
della «Confessio Augustana». Paure e incertezze sembrano
minare alle radici un cristianesimo, come quello occidentale,
che ha perduto la sua spinta originale verso quel Re^o che
Cristo ha portato in mezzo all’umanità. Un invito quindi ad
esaminare con molta franchezza i Umiti entro cui viviamo
ma alto stesso tempo un invito a vivere con maggiore libertà
e responsabilità la vocazione che il Signore ci rivolge.
Cristiani, guardatevi e stupite,
nonostante molte chiese, tradizioni
nonostante molte lingue e confessioni
Cristiani, guardatevi e stupite,
Cantate e <iite con rantico grido:
un corpo, uno spirito, una speranza
e mantenete salda l’unità nello Spirito
con il vincolo della pace.
Miei cari amici.
Chiedete a voi stessi: perché
sono venuto qui? Che cosa vi
spinge ad incontrare altre persone? È la vostra fede profonda?
Se è lo Spirito di Dio quel che
vi spinge cosa appare di fronte
ai vostri occhi?
Quattrocentocinquant’anni fa i
nostri antenati cercarono un’ultima volta, prima della divisione
definitiva, di andare incontro alla chiesa esistente. Formularono
il messaggio evangelico cercando
di portarlo nella comunità di tut
ti i cristiani. Attraverso la Confessione Augustana non cercarono di proporre una speciale formula luterana, cercarono semmai la comunione del corpo di
Cristo scrivendo un testo che
avrebbe potuto legare tutti. Insomma cercarono, prima che si
formassero definitivamente le
confessioni, di ritornare alle origini recuperando la conoscenza
di fede deH’era apostolica.
Lasciateci quindi festeggiare,
oggi, la Confessione Augustana
con il desiderio dell’unità della
chiesa.
Una straordinaria visione
del Regno e delia chiesa
Circa duemila anni fa Cristo
espresse, pubblicamente, una
straordinaria visione. Oggi — così esclamò — il cielo si apre,
scende lo Spirito di Dio e ci rende suoi figli. Il Regno è vicino.
Io sto di fronte a voi e attraverso me lo Spirito di Dio parla.
Oggi — così disse — Dio parla; inizia il tempo della salvezza. Inizia la nuova creazione. E
quando la gente gli chiedeva: ma
è veramente giunto lo Spirito?
Gesù rispondeva: guarda l’albero dei fichi: quando i suoi rami
sono carichi di frutti voi allora
sapete che l’estate è vicina. Gesù parlava del Regno di Dio. Egli
pensava a un nuovo mondo che
avrebbe trovato la sua forma in
questo nostro vecchio mondo.
Questa terra, sulla quale infuria la lotta di tutti contro tutti,
si trasformerà in un Regno in
cui la volontà di Dio conterà sul
serio e il cuore degli uomini saprà dare spazio alla volontà di
Dio cercando, insieme a tutti gli
altri uomini, la giustizia
Laddove si realizza un po’ di
bontà, un po’ di pace intorno al
l’uomo, là il Regno di Dio prende forma, cresce come U raccolto, come il frutto sull’albero.
L’immagine finale del Regno,
che interessa tutte le creature,
si rifiette là dove uomini vivono
della fede del Regno; e il Regno
si rifiette neU’unica chiesa dei
credenti.
Io non ti prego — dice Gesù
nella sua ultima preghiera —
di togliere i miei amici dal mondo ma di preservarli. Io ti prego affinché tutti siano uno, come te Padre ed io siamo uno.
10 ti prego affinché la comunione alla mia mensa sia segno del
Regno che viene.
E noi cari amici di fronte a
queste due visioni di Gesù Cristo, la visione del Regno e quella della chiesa, possiamo pregare
affinché il cielo si apra anche
per noi e lo Spirito di Dio c’investa al punto da poter vedere
11 Regno attraverso le divisioni
e le barriere di questo mondo. E
attraverso le barriere e le divisioni delle nostre chiese vedere
l’unica chiesa.
In ogni angolo delle nostre
chiese si cela la paura
Lasciateci continuare, miei cari amici, il sogno di Cristo. Lasciateci desti così come possiamo esserlo solo in questo sogno
ed entrare, già su questa terra,
nel Regno del Padre, nella comunione dei cristiani di tutte le
chiese, nella comunione degli uomini e nella comunione di tutte
le creature. Affinché — come ha
detto Gesù — possiamo essere
uno in uno stesso Spirito: uno
in Cristo, uno in Dio, il creatore e l’onnipotente di questo
mondo.
Miei cari amici, ho sovente
l’impressione che nella penombra di tutte le nostre belle chie
se si nasconda, in ogni angolo,
la paura. Tutti noi, chi più chi
meno, abbiamo paura di prendere realmente sul serio la nostra fede.
Formuliamo confessioni di fede per dividerci ed affermare:
così va bene e così no! Mettiamo in piedi delle chiese di cui
possiamo dire: questa è la nostra e quella è degli altri. Cerchiamo l’ecumenismo tra i cristiani ma facciamo di tutto perché non diventi realtà. Nessuno
dove toccare la nostra proprietà, la nostra storia, la nostra
teologia e le nostre confessioni.
Negli angoli di tutte le nostre
Augusta, giugno 1980: una visuale della cerimonia inaugurale
delle celebrazioni per il 450° anniversario della Confessione Augustana.
strutture ecclesiastiche si nasconde la paura. Ora, se per un
momento non ci fosse tra noi
questa paura cosa vorremmo fare? Forse avremmo già domani
una chiesa in cui i cristiani confesserebbero insieme la loro fede in Cristo anziché continuare
ad Usare le antiche confessioni
dei padri. Purtroppo noi ci fermiamo a,lle frontiere delle nostre
confessioni di fede nella paura
che al di là di esse ci sia l’errore o l’inganno. Che al di là ci sia
la violenza spirituale. Nella paura che se non siamo noi ad interpretare in modo puro Evangelo, diversamente da come fanno tutti gli altri, esso non riuscirà ad affermarsi. Se però siamo convinti che è lo Spirito di
Dio che ci mette in moto, allora
cerchiamo di andare gli uni verso gli altri. E non per sottometterci o dominarci a vicenda. A
meno che non preferiamo conservare, dentro le nostre chiese,
la paura.
Sogno
una chiesa
senza porte
Se lo Spirito di Dio è quello
che ci muove allora la paura
scompare e sorge la libertà. Libertà di credere in modo aperto,
libero e gioioso nel Regno che
ci è stato promesso.
Miei cari amici, io sogno una
chieda che va verso il suo Signore. Sogno una chiesa che sostituisce al suo tetto il cielo e le
nuvole, lo splendore del sole e
il dolce brillare delle stelle nel
buio della notte. Sogno una chiesa che non ha, né ha bisogno di
campanili. Una chiesa in cui nessuno debba indicare verso l’alto
perché la luce del cielo è davanti
agli occhi di tutti. Sogno una
chiesa senza porte o serrature,
in cui possiamo entrare ed uscire in piena libertà poiché non
c’è differenza tra l’interno e l’esterno. Una chiesa che non possiede chiavi, che non cerca sicurezze né esclude nessuno.
Sogno una chiesa le cui pareti
sono state abbattute affinché la
luce vi entri da ogni parte. Una
chiesa in libertà che non reputa
importanti i propri confini. Una
chiesa che sacrifica allo splendore del cielo il suo tetto, le sue
pareti, i suoi pilastri. Sogno una
chiesa trasparente come il vetro. O ancor di più: una chiesa
che è aperta e libera come il
mondo stesso. In cui non ci si
siede sui banchi ma si affronta,
allegri e pieni di fiducia, il cammino verso il Regno.
Ora però, cari amici, non possìàmo barattare i sogni con la
realtà. Né considerare la realtà
più reale dei sogni. Eppure non
c’è nulla più di un sogno che
possa trasformare profondamente il mondo. Noi viviamo in un
mondo le cui'oase-hanno ancora
bisogno di tetti e di muri. E
sappiamo anche che la chiesa non
è il Regno. Infatti cerchiamo il
Regno al di là delle chiese di questo mondo. Però la chiesa è il
riflesso del Regno. In questo senso forse riusciamo ad amare un
po’ questa chiesa provvisoria in
virtù di quella luce che riusciamo ad intravvedere al di là dei
suoi limiti.---- - .1-——
Allora muoviamoci anche
per la libertà dell'umanità
Se c’incamminiamo insieme
verso il Regno proveremo al tempo stesso una serena tolleranza
nei confronti dei limiti e deH’incompiutezza delle nostre chiese
e proveremo la tranquilla certezza che alla fine non solo la chiesa troverà la sua forma ma l’intero creato di cui noi facciamo
parte come umanità salvata e
liberata. Ecco questa potrebbe
essere la nostra attuale confessione: che noi glorifichiamo ii
Padre, ii Figlio e lo Spirito Santa neUa limitatezza della nostra
vita terrena e neUa speranza dei
Figli di Dio nel suo Regno.
Tutto ciò che noi reputiamo
come interesse esclusivo è contro il Regno di Dio e tutto ciò
che obbliga la nostra esistenza
in uno spazio limitato è contro
il Regno.
Se lo Spirito ci muove aliora
muoviamoci non solo per la libertà dei cristiani ma per la libertà dell’umanità. Combattiamo
non solo per la riconciliazione
tra le diverse confessioni ma per
la riconciliazione tra i popoii e
le superpotenze.
Se lo Spirito di Cristo ci mette
in movimento allora non possiamo essere cordiali solo con i nostri amici ma lo dovremo essere
anche con i nostri nemici. Sapremo infondere coraggio non
solo alle persone a cui siamo legati ma a tutta Tumanità scoraggiata, triste e rassegnata.
Se lo Spirito ci muove allora
non speriamo soltanto in un Regno che verrà troppo tardi e alla fine di tutto ma invocheremo
il Regno di Dio all’interno della
costruzione dei regni di questo
mondo. Né ci rassegneremo di
fronte al fatto che mentre un
popolo rriuore di fame un altro
vive su montagne di burro. Se lo
Spirito del Creatore ci muove
non possiamo più essere indifferenti spettatori della distruzione, deirinquinamento e abbrutimento della creazione di Dio.
Mi stupisco della tranquillità con
cui i cristiani guardano alla degradazione del creato quasi non
li concernesse direttamente nella
loro lede.
Se lo Spirito di Dio ci muove
allora possiamo formulare una
confessione, adatta ai nostri tempi, che assegnerà ai credenti il
compito di conservare e difendere la creazione di Dio, minacciata dall’egoismo dell’uomo per
la cui libertà e pienezza Cristo
ha sofferto sino alla morte. E
appunto lo Spirito che ci rende
figli di Dio e che ci restituisce
l’antico ed originale compito di
costruire e conservare questa
terra per la consolazione e la
speranza non solo degli uomini
ma di tutte le creature.
Vieni, andiamo di nuovo verso
il Signore.
Teniamo gli occhi aperti per
vedere in quale volto Iddio vuole
incontrarci.
Restiamo in ascolto per cogliere in quale voce di creatura
sofferente il Signore vuole parlarci.
Teniamo il nostro cuore aperto all’attesa del Signore poiché
egli ci viene incontro in modi
diversi.
E lasciamo il posto in cui ci
siamo così ben installati per andare verso il Signore ovunque
possiamo trovarlo.
Amen, sì, vieni Signor Gesù.
Jörg Zink
Cristiani, guardatevi e stupite,
nonostante molti dogmi e dottrine
nonostante molta gloria e molti onori
Cristiani, guardatevi e stupite.
Cantate e dite con l’antico grido:
Un solo Dio, padre di tutti
e mantenete salda l’unità nello Spirito
con il vincolo della pace.
6
26 settembre 1980
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
OCCUPAZIONE
MASSELLO
Alpeggi Quale soluzione
come
bersaglio
_ Quest’anno proprio nessuno se
li aspettava. Invece, nonostante
le rassicuranti promesse ricevute
verbalmente da alcuni rappresentanti degli Enti locali, i mortai hanno ripreso l'opera di distruzione delle nostre montagne.
Evidentemente le proteste avanzate in questi ultimi tre anni
sono fallite perché troppo spontanee, non sufficientemente organizzate, ma anche perché ci si
aspettava una presa di posizione un po’ più efficace da parte
della Comunità Montana. Perché? Innanzitutto perché la Comunità Montana Val Pellice ha
favorito con una intelligente politica il risanamento di alcuni alpeggi, ha cercato di far entrare
nella coscienza della popolazione il valore dell’ambiente e del
patrimonio naturale in cui viviamo e di cui siamo responsabili.
Basta leggersi con. un po’ di attenzione l’estratto del Regolamento per la conservazione del
patrimonio naturale e dell’assetto ambientale per rendersi conto
della validità di questa politica.
Nell’art. 1 è scritto: « È vietata
ogni azione che comporti un deterioramento dell’ambiente naturale »; l’art. 6 vieta l’uso di radio e mangiadischi il cui suono
superi i 10 mt; l’art. 11 vieta
qualsiasi mezzo che disturbi la
fauna; l’art. 17 limita la raccolta
dei fiori e precisa: « la raccolta
deve comunque avvenire senza
estirpare le radici... ».
Ma basta con gli esempi. Salta agli occhi la contraddizione
tra queste indicazioni e il semaforo verde per i mortai che continuano a deturpare (da oltre 25
anni) la zona circonvicina al
Monte Cavallo, creando difficoltà agli allevatori di Rorà, Villar
e Bobbio che vengono fatti evacuare per alcuni giorni.
Ora deve essere chiaro che il
motivo di fondo che va impugnato per portare avanti la protesta contro queste esercitazioni
militari è la distruzione dell’ambiente naturale e non il disagio
che ne deriva per la popolazione.
E per questa battaglia occorre
creare un ampio fronte di solidarietà che concerne tutta la Val
Pellice ed il comune di Bagnolo.
Infatti la questione del disagio
è contraddittoria, nel senso che
durante i tiri non sono soltanto
i contadini sugli alpeggi a dover
evacuare, ma tutti i cavatori di
pietra della zona (alcune centinaia). Mentre per i contadini, in
piccola minoranza rispetto ai
cavatori, si tratta di un disagio
reale ed il compenso che ricevono dall’esercito in base ad ogni
capo di bestiame è poca cosa,
i cavatori invece hanno la loro
giornata ben pagata e trascorrono un giorno di riposo assoluto. Così i cavatori non hanno
motivo di protestare e il disagio è limitato ai pochi contadini
che d’estate salgono all’alpe.
Cosa fare per difendere le nostre montagne dai mortai e per
porre fine al disagio dei contadini? A mio avviso tre cose: 1) costringere le amministrazioni comunali della valle e la Comunità montana ad occuparsi seriamente della cosa e a prendere
posizione contro queste esercitazioni; 2) scrivere delle lettere ài
protesta alla Regione che concorda con l’esercito queste esercitazioni militari senza prendere contatto con le popolazioni interessate, e chiederne la fine; 3) costituire un comitato per la difesa della montagna che organizzi l’occupazione degli alpeggi
qualora la Regione intenda ancora sancire l’accordo con il Distretto militare per le esercitazioni al mortaio.
E' un obiettivo che ci dobbiamo porre, sin d’ora con fermezza per evitare che continui la
protesta e continui il tiro al bersaglio. Ma sarebbe anche utile
sentire altri pareri. L’unica cosa
che non ci si deve augurare è il
silenzio.
Ermanno Genre
per rindeslt?
Nei prossimi giorni in tutti gli
stabilimenti dell’Indesit si terranno assemblee per valutare le
proposte di ripresa produttiva
del gruppo, fatte neirincontro
di venerdì scorso in sede governativa dal nuovo amministratore delegato, Nobili.
Queste in sostanza sono le
proposte:
— Assetto proprietario dell’azienda.
Entra un nuovo socio rappresentato da una finanziaria estera, che ha interesse di rilanciare
rindesit sul mercato estero dove il mercato dà segni di ripresa.
— Ripresa prodùttiva.
Le scorte nei magazzini si stanno riducendo. È quindi necessario una ridotta ripresa del lavoro in quei settori dove è maggiore la richiesta di mercato
(lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, congelatori). Per questo è
necessario ottenere i crediti necessari ad evitare il fallimento e
per pagare le ditte fornitrici che
ora non sono disposte a concedere crediti, anche a breve termine. Il meccanismo previsto
dalla legge 675/77 per le crisi dei
grandi gruppi consente sicuramente di evitare il fallimento,
ma per il resto vi è la nota difficoltà delle banche a concedere
crediti.
— Il piano per la ripresa del
lavoro.
Dall’inizio di ottobre nello
stabilimento dì None (il n. 2)
190 operai e 23 impiegati ritornerarmo al lavoro a settimane alterne.
Sempre a None nello stabilimento 7, riprenderà la produzione di lavatrici e saranno occupati a settimane alterne 120 operai
e 36 impiegati; nello stabilimento
5 lavoreranno 36 operai e 19 impiegati per produrre i componenti per le lavatrici e per le lavastoviglie. In totale a None riprenderanno il lavoro 411 lavoratori.
Il piano prevede che successivamente e con periodi di cassa
integrazione riprenderanno il lavoro altri 5000 operai. L’occupazione del gruppo verrebbe quindi a stabilirsi sugli 8.000 lavoratori con una riduzione di circa
3.500 posti di lavoro. Questi lavoratori verrebbero messi in cassa integrazione e a disposizione
per la « mobilità esterna ».
Queste proposte che sono una
prima risposta alle richieste di
conoscere gli intendimenti della
azienda, sono adesso portate al
vaglio degli operai nelle assemblee.
Un primo giudizio lo ha già
espresso il segretario provinciale FLM, De Giacomi che ha detto « Si tratta di una iniziativa
tampone e le nostre preoccupazioni sulla tenuta occupazionaxe
(dell’elettronica civile non si è
parlato, la gran parte dei lavoratori rimane in cassa integrazione
a zero ore, gli effetti sull’indotto
saranno pesanti) rimangono come prima ».
Giorgio Gardiol
Comunità Montana Chisone e Germanasca
Accordi difficili
I partiti politici e i raggruppamenti indipendenti stanno in
questi giorni mettendo a punto
i loro programmi per l’attività
amministrativa della comunità
montana. Come è noto, questo
ente ha un consiglio di 48 membri eletti in rappresentanza dei
comuni (2 per la maggioranza e
1 per la minoranza, di ogni comune). Le elezioni di secondo
grado avvenute nei vari consigli comunali hanno dato i seguenti risultati: PSI e indipendenti area socialista 12 consiglieri, PCI e indipendenti area
comunista 6, Democrazia Proletaria 2, Movimento Autonomia
Occitana 1, Democrazia Cristiana e indipendenti area DC 7, Indipendenti di centro 20.
Da questa composizione appare chiaro che l’ago della bilancia di ogni maggioranza (che deve contare almeno 25 consiglieri) sono gli indipendenti di centro, non essendo possibile né
una gestione di sinistra (PSI,
PCI, DP), né un centro sinistra
stretto (DC - PSD.
Due sono quindi le soluzioni:
una giunta di sinistra che includa anche gli indipendenti, oppure una giunta socialisti e indioendenti.
Nel primo caso si tratterebbe
della riproposizione della formula che ha retto la comunità
gli scorsi anni. Ma a questa soluzione vi sono ostacoli derivanti da difficoltà di rapporto tra
comunisti e socialisti in alcuni
comuni dove la competizione
elettorale li ha visti contrapposti e dove gli uni sono in maggioranza e gli altri in minoranza.
Vi sono poi problemi di rapporti tra i comunisti e gli indipendenti, essendo i comunisti
favorevoli alla chiusura dell’Ospedale di Pra Catinat, mentre
gli indipendenti hanno una posizione molto più sfumata.
La seconda soluzione pone invece dei problemi politici di rapporto con Regione e Provincia,
enti retti entrambi da una coalizione PSI-PCI-PSDI.
Per quanto riguarda il presidente pare assodato che questi,
sia nella prima che nella seconda ipotesi, debba essere l’ing.
Daviero, consigliere del PSI a
Villar Perosa.
Tra le novità di questo consiglio vi è la presenza della nuova sinistra e degli autonomisti,
che probabilmente costituiranno
un unico gruppo consiliare.
g- P
PINEROLO - SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
Un programma contestato
I problemi del mondo del lavoro sono in questo momento
al centro dell’attenzione politica.
Martedì 16 settembre, il nuovo
sindaco di Pinerolo, Camusso,
ha aperto il consiglio comunale
dedicato ai problemi del programma amministrativo della
maggioranza, proprio con una
relazione su due importanti problemi dei lavoratori: la situazione dell’Indesit e gli incidenti
sul lavoro.
Sul primo problema il sindaco
ha ricordato i passi fatti pressa
l’Unione Industriale di Torino
per poter incontrare la proprietà deU’Indesit per conoscerne i
programmi, poiché per ora non
Venerdì 26 settembre alle
ore 20.45 aH’Auditorium
comunale - corso Piave,
Pinerolo, dibattito pubblico sul tema:
«L’ora di religione
nella scuola:
che fare?»
Intervengono: Franco
Giampiccoli, pastore valdese; Amos Pignatelli, magistrato; Renzo Rivoiro, sacerdote cattolico insegnante di religione.
hanno avuto nessun risultato
pratico.
Una lettera del Consiglio di
fabbrica della Beloit Italia riguardante le condizioni di lavoro nel reparto di carpenteria, in
cui ha perso la vita un operaio
di 37 anni, è stata l’occasione
per il sindaco di ricordare che
questa ditta ha rifiutato di riconoscere l’attività della « Unità
di base », un organismo pubblico di controllo deÌFambiente e
delle condizioni di lavoro, circa
i miglioramenti da apportare al
reparto per una maggiore sicurezza sul lavoro. Di conseguenza
il consiglio comunale ha approvato una mozione di condanna
dell’operato deH’azienda, e ha inviato una relazione su questo al
pretore per le indagini del caso.
Ma la discussione che ha occupato i consiglieri per quasi quattro ore (e non è ancora terminata) è stata centrata sul programma della maggioranza (DC,
PSDI, PRI, PLI) per questa tornata amministrativa.
Il programma della maggioranza prevede in sintesi:
— uno sviluppo della partecipazione alle scelte amministrative
attraverso nuove elezioni dei
consigli di quartiere, la pubblicazione (ristrutturata) di « Pinerolo notizie», l’istituzione del
« difensore civico »;
— la revisione del piano regolatore e la modifica del piano di
attuazione e una serie di opere
pubbliche per dare soluzione a
problemi annosi: area casa del
Gallo, Teatro Sociale, Maneggio,
area Grattacielo;
— uno sviluppo deirartigianato
e della agricoltura;
—un impegno in campo ecologico;
— una qualificazione di Pinerolo come polo direzionale del
Comprensorio;
— una estensione dei servizi
gas e acqua anche ad altri comuni, facendo diventare l’attuale azienda municipalizzata, una
azienda consortile tra diversi
comuni;
— il miglioramento dei servizi sociali;
— il potenziamento dello sport
e del turismo (apertura di un
campeggio).
Le opposizioni hanno detto che
questo programma è del tutto
insufficiente e che contiene grossi pericoli di arretramento rispetto alla situazione esistente
in campo sociale (PCI) e urbanistico (PCI, PSI, DP) di non prevedere nulla di concreto per ciò
che concerne lo sviluppo socioeconomico della città (DP e
PSD, di non legare la progettualità a precisi impegni di spesa (PCI e PSD e di non prevedere nulla circa le esigenze di formazione professionale (DP) e di
non essere in effetti tanto aperto alle istanze di partecipazione
quanto piuttosto alle lottizzazioni di potere (DP).
La discussione non è terminata e continuerà con la replica
della giunta, nella seduta di mercoled 24. gg
Solidarietà
coi minacciati
di licenziamento
Anche un piccolo comune di
montagna con poco più di 100
abitanti, ha discusso nella seduta del consiglio comunale del 13
settembre la situazione venutasi
a creare con la minaccia di licenziamenti alla Fiat, e la cassa integrazione a zero ore. per i
lavoratori dell’Indesit e della
Filseta.
Al termine il consiglio comunale di Massello ha approvato
alla unanimità la seguente mozione:
« Il Consiglio Comunale di
Massello, preoccupato per il duro attacco all’occupazione che
viene portato avanti alla Fiat,
alla Indesit ed alla Filseta (solo
per citare alcuni fra i maggiori
complessi industriali operanti
nella zona); preoccupato altresì
per i risvolti negativi che questi
possono avere nell’economia della Valle, esprime solidarietà alle
lavoratrici ed ai lavoratori in
lotta per la difesa del posto di
lavoro ». (red.)
TORRE PELLICE
Scuola del
Tagliaretto
I lavori di restauro e nuovi impianti per il miglior utilizzo dell’antica Scuola del TagliarettO'
sono proseguiti mano a mano
che sono pervenute le offerte degli amici.
Un primo elenco di questi doni è stato pubblicato sulle colonne di questo giornale, n. 51 del
2.12.’79 ed un secondo elenco sul
n. 24 del 13.6.’80. Diamo ora un
terzo elenco delle offerte pervenute al Oomitato, comprese alcune in memoria del compianto
prof. Augusto Armand Hugon
che nelle Scuolette Beckwith in
questi ultimi anni aveva presieduto delle riunioni intrattenendo
gli uditori j>articolarmente su argomenti storici attinenti la località. Un vivo ringraziamento a
quanti hanno dato un’offerta;
facciamo presente che per portare a termine tutta la ristruttUT
razione del vecchio locale sono
urgenti ulteriori generosi doni.
Ricordiamo che presso la Cassa
di Risparmio di Torre Pellice è
aperto un conto intestato al dr.
Osvaldo Coisson, conto n. 6000
prò Scuola Tagliaretto.
Marcella Bertolè, Torre Pellice L.
50.000; B. 1. e L. C., Pomaretto 2.000;
In memoria di A. Armand Hugon da
Domenico Abate 25.000; past. Emilio
Ganz 20.000; C. e G. del CRAI e amici
dei Simound 15.000; Susetta Cocorda
10.000; prof. Mirella Bein 15.000; Roberto Sibille 1.500; EIen Jourdan 4.000;
Ing. Giovanni Pontet 10.000; Marcello
Sautier 10.000; Daniele Armand Hugon
10.000; prof. Franco Pons 10.000; prof.
Marcella Gay, Pinerolo 20.000; past.
Neri Giampiccoli, Bergamo 5.000; dott.
Max Rostan, Milano 10.000; prof. Filippo Scroppo, Torino 10.000; Attilio Bounous, Luserna S. Giovanni 10,000; rag.
Gianni Gay, Pinerolo 50.000; Anita Eynard-Matthieu 10.000.
oggi e domani
In questa rubrica pubblichiamo gii avvisi inerenti ad iniziative di carattere
ecumenico, culturaie e civile che ci per
vengono in tipografia entro le ore 9
di ogni lunedi (tei. 0121/91.334).
• Pinerolo. Riprende l'attività il Collettivo biblico ecumenico. La prima
riunione si terrà giovedì 25 settembre
»Ile ore 21 presso il Centro Sociale di
San Lazzaro. Via Rochis 3, Pinerolo.
• Perosa. Il 23 settembre riprenderà alla Sala Lombardini alle ore 21
il lavoro di studio biblico del collettivo
interconfessionale. Il programma verterà sullo studio del libro del Deuteronomio, ed il ciclo degli incontri proseguirà settimanalmente fino alla fine di.
novembre per com.plessive 10 sere.
7
26 settembre 1980
CRONACA DELLE VALLI
CAMPO DI AGAPE
VAL GERMANASCA
Lottare contro l'apartheid
Questa dell’estate 1980 è
stata la 20“ edizione del
campo « Europa-Africa ».
Il tema di quest’anno è
stato « IL SUDAFRICA ».
I circa 60 partecipanti venivano da 4 paesi africani
e 7 paesi europei e rappresentavano in particolare gruppi di controinformazione, centri di ricerca,
gruppi politici, partiti, sindacati e chiese cristiane,
tutti impegnati nella lotta
contro l’apartheid e lo
sfruttamento economico
delle popolazioni nere dello stato razzista. Un particolare contributo, specie
per la comprensione della
realtà sociale e politica
esistente oggi nel Paese e
l’individuazione delle prospettive di liberazione delle popolazioni oppresse, è
stato quello dei rappresentanti di movimenti di liberazione sudafricani ; African National Congress
(fondato nel 1912 e da allora impegnato nella lotta
per la liberazione), il Panafricanist Congress (nato da una scissione con il
primo, e su posizioni più
radicali per quanto riguarda la collaborazione tra neri e bianchi, sia durante la
lotta che nella futura società), e il Black Consciousness Movement —
movimento di coscienza nera — (generalmente identificato con gli avvenimenti di Soweto nel 1976).
Gli scopi di questo seminario erano, tra l’altro,
un approfondimento della
conoscenza sul Sudafrica
e uno scambio di esperienze tra le organizzazioni
presenti per meglio continuare l’impegno di solidarietà, dando tutto l’appoggio a chi deve ancora lottare per il suo diritto alla
dignità umana.
Significato
economico
dell’apartheid
L’argomento centrale è
stato il significato economico dell’apartheid. Si è
partiti con un’analisi storica della nascita e dello
sviluppo dello stato del
Sudafrica con l’intento di
capire come si è costruito,
un po’ alla volta, il complesso sistema dell’apartheid. Da uno studio del
sistema economico complessivo risulterebbe che
l’apartheid è chiaramente
uno strumento economico
atto a garantire il benessere di una parte della popolazione (i bianchi) a
scapito di im’altrà (i neri). Ora, questi meccanismi di esclusione dal benessere di classi o di gruppi sono praticati da tutti
i sistemi capitalistici (per
esempio gli abitanti di certe zone, immigrati, ecc.)
il Sudafrica è l’unico stato
dove questo è stabilito dalle leggi, le quali fanno preciso riferimento al colore
della pelle. Mentre negli
altri paesi capitalistici la
divisione delle classi è camuffata da una legge uguale per tutti e dal fatto che
alcuni individui (rarissima
eccezione) siano riusciti a
superare d’un balzo la barriera tra le classi (il sottoproletario che diventa presidente degli USA!), in
Sudafrica non è garantita
neanche questa parvenza
di libertà e uguaglianza.
Ma i sudafricani neri
reagiscono molto male
quando sentono parlare di
strutture e sovrastrutture
dell’apartheid. Per loro il
razzismo è il pane quotidiano; esiste per loro una
discriminazione nel diritto
alla qualità della vita già
prima di venire al mondo
(la mortalità infantile è
del 40 per cento per i neri
contro il 2,2 per cento per
i bianchi). Gli studiosi af
fermano che nel momento
in cui l’economia sudafricana avrà bisogno di specialisti, di professionisti e
di un largo mercato di
consumi, l’apartheid sparirà automaticamente. Ma
i neri sudafricani — pur
inglobando nella loro visione del problema anche
l’aspetto economico — non
vogliono più aspettare, né
delegare ad altri, né rimanere legati ad eventi futuri per la loro liberazione.
Essa è legata alla loro presa di coscienza. E’ implicita quindi la successiva
presa di potere. Questa è
la meta di tutti i movimenti di liberazione, anche
se tra di essi esistono divergenze nell’analisi politica, nella ricerca di alleanze e nelle prospettive per
il futuro. Interessante è la
definizione di ’nero’ da
parte del Black Consciousness Movement : « Per ’neri’ noi definiamo quelle
persone nella comunità
sudafricana che sono economicamente sfruttate e
oppresse dal punto di vista
culturale, legale, sociale e
politico ; di conseguenza,
quando noi parliamo di
’nero’ non ci riferiamo al
colore della pelle ».
Le chiese
e l’apartheid
Le chiese, ed in particolare la Chiesa riformata
olandese, hanno avuto un
loro ruolo nella costruzione dell’odierna Sudafrica.
La sofferenza inflitta agli
africani dalla schiavitù e
dalla colonizzazione europea, ha suscitato sin dall’inizio una reazione. Ma,
per quanto riguarda la
« teologia nera della liberazione », si può parlare di
una sua sistematica costruzione solo in questo
secolo e, in particolare,
negli ultimi 15 anni. La
« teologia nera » è un’articolazione sistematica della
gente nera rivolta alla conoscenza e all’interpretazione della lotta per l’affermazione della loro umanità. Un rappresentante di
questa teologia vede « l’arrivo del regno di Dio nella
lotta di liberazione della
comunità nera; esso è là
dove la gente soffre e muore per desiderare la dignità umana». E con questa
visione la teologia nera si
inserisce nel più ampio
contesto della lotta di liberazione in Sudafrica.
Una vasta serie di argomenti sono stati trattati
da relatori « professionisti» e dai cinque gruppi
di lavoro formatisi durante il seminario; lo sviluppo economico del Sudafrica; i meccanismi di sfruttamento e di controllo della forza lavoro e la politica
dei bantustans; armamenti e questione nucleare; situazione e prospettive dei
movimenti di liberazione;
donne in Sudafrica.
Le forniture
di armi
Forse bisogna soffermarsi un attimo sulla questione degli armamenti; l’embargo dichiarato ufficialmente in sede ONU non
ha impedito che la destinazione « Sudafrica » sia
stata e continui ad essere
uno degli sbocchi preferiti
dei mercanti di cannoni
di molti paesi occidentali,
tra cui anche l’Italia. La
cooperazione nucleare assume grande importanza
perché è sicuramente con
l’aiuto occidentale che il
Sudafrica ai primi di febbraio di quest’anno ha potuto far esplodere una sua
bomba atomica. E lo sviluppo dell’industria nucleare sudafricana resterà
sempre legato agli investimenti delle banche occidentali. E’ chiaro come la
scelta del partner commerciale per i prodotti bellici influisca su tutti gli
altri rapporti economici e
commerciali fra i Paesi.
Questo è un tipico esempio
di come anche in una semplice logica di interessi
«nazionali» si possa e si
debba sensibilizzare la popolazione occidentale sulla
falsità di una coincidenza
dei suoi interessi con quelli del capitale.
L’assemblea finale dell’incontro, in un comunicato stampa, ha denunciato, tra l’altro, il permanere del meccanismo di sfruttamento e segregazione dei
neri malgrado il tentativo
del governo sudafricano
di progettare riforme e
modifiche del sistema. Ha
inoltre messo in luce la
scarsa incidenza delle azioni svolte da forze progressiste e da sindacati europei ed ha sottolineato l’importanza di una concreta
e attiva collaborazione di
lavoratori e sindacati europei per la modificazione
delle condizioni della forza
lavoro nera.
Al termine, i partecipanti hanno preso posizione
su alcune altre situazioni
internazionali, come il
« golpe » in Bolivia, il caso
dell’Eritrea e la realtà degli studenti africani in
Francia. Inoltre è stata
inviata una lettera di sostegno al Consiglio delle Chiese del Sudafrica
(SAGO che nel mese di
agosto ha presentato le
istanze della popolazione
nera al ministro razzista
Botha.
A conclusione del lavoro
sono stati presentati alcuni temi per un eventuale
proseguimento del campo
l’anno prossimo; i processi di acculturazione in Africa; la cooperazione tecnica; l’Africa dopo 20 anni
di indipendenza ; l’immigrazione africana in Eùropa (che comprenderebbe
la divisione internazionale
del lavoro ; i meccanismi
di discriminazione; la legislazione dei diversi paesi
europei in materia di lavoratori stranieri ; l’integrazione — o l’esclusione
— culturale; la situazione
delle donne ; i problemi
della seconda generazione;
la eventualità di un ritorno nel paese di origine).
Gli atti di questo seminario saranno probabilmente pubblicati. Chi è interessato a riceverli può
rivolgersi a;
Segreteria di Agape
10060 FRALI (To)
SAN GERMANO
Giornata
deM’Asilo
5 ottobre
Buffet e vendita di oggetti confezionati dagli
anziani a partire dalle
ore 15.
L’angolo di Magna Linota
Chiedo scusa ai lettori
che mi hanno scritto: oggi, invece di rispondere a
loro, vorrei fare io alcune
domande, e spero di trovare chi mi aiuti a capire
certe cose che non riesco
a spiegarmi da sola.
Per esempio, nel caso Reder non mi dispiace che
Un nostro tribunale abbia,
dopo tanti anni, concesso
la libertà a un criminale
nazista che si dichiara pentito delle sue azioni. Oltre
a tutto, preferisco che siamo noi a decidere di liberarlo piuttosto che lasciarlo scappare come è successo con Kappler, o mantenerlo per tutta la vita, credo a nostre spese, compreso l'attendente e la terrazza sul mare che ho visto
qualche anno fa in un documentario: una prigione
così è un insulto alla miseria di chi non trova casa,
e fa fatica a procurarsi
pranzo e cena.
Invece mi sono arrabbiata leggendo sui giornali la
motivazione data dai giudici. Perché deve essere
un'attenuante avere fatto
ammazzare in quel modo
soltanto le seicento persone, donne e neonati com
presi, di cui si è potuta
constatare ufficialmente la
morte? Sono proprio così
poche?
E poi c'è un'altra frase
che mi spaventa, non per
Reder ma per la mentalità
che sembrano avere questi
giudici militari. Se ho capito bene, essi accettano il
discorso del generale tedesco quando dichiara che
oggi non sterminerebbe
più popolazioni inermi come ritorsione « per atti vili di civili armati ». Sono
anche loro convinti che i
partigiani fossero dei vigliacchi quando attaccavano, armati alla meno peggio, quelle truppe tedesche
che facevano paura a tutto
il mondo? E per essere
meno vili che cosa avrebbero dovuto fare? Andare
in Germania a lavorare
nelle fabbriche per la vittoria di Hitler o cercare,
se ci riuscivano, di scappare a Bari con il re (che
oggi vogliono riportare
trionfalmente nel Pantheon) e con i suoi generali, che li avevano abbandonati senza neanche lasciare
ordini precisi?
Ma il peggio per me è
quel « civili armati ». I mi
La scuola
in montagna
L’anno scolastico, per le
scuole elementari della
valle, ha avuto un inizio
regolare. Purtroppo lo spopolamento e la conseguente mancanza di bambini
hanno causato la perdita
di un altro posto di ruolo
a Perrero, dove gli insegnanti sono scesi da tre a
due.
E’ ormai da prevedere
che ogni anno si chiuderà
una scuola, dato che la
tendenza al calo della popolazione è da considerarsi irreversibile.
I tentativi per assicurare alcuni posti di lavoro in
valle con l’istituzione di
classi a tempo pieno a Perrero e a Chiotti hanno
avuto esito negativo; per
ora nel circolo di Villar
Perosa non vi è stata assegnazione di nuovi posti,
come invece è accaduto a
Perosa Argentina. Ma anche in questo caso le nuove istituzioni di tempo pieno sono ben lontane dal
pareggiare il numero delle
sedi soppresse in quel cir
crt V
Intanto per i Comuni
dell’alta vai Germanasca il
problema dei trasporti
scolastici si fa urgente; in
ogni villaggio dove si è
chiusa la scuola rimangono due o tre bambini che
devono essere trasportati
nella sede scolastica più
vicina.
A Prali si inizierà tra
breve, con una parte del
Comune di Salza, una vera
e propria linea di trasporti
scolastici che porterà gli
alunni delle frazioni alle
rispettive scuole elementari o alla scuola materna
di Prali. Le difficoltà non
mancheranno, soprattutto
nell’inverno, e non mancheranno neppure le spese
per i Comuni, ma è chiaro
che la sopravvivenza della
popolazione in montagna
è condizionata dalla possibilità di usufruire dei
servizi essenziali; sgombero della neve e trasporti
scolastici in primo luogo.
L. V.
OPINIONI
Solidarietà con i
lavoratori Indesit
litari, anche quelli di mestiere, devono essere appunto dei civili armati, non
una casta speciale, diversa
dai “borghesi". Di solito
affidiamo a loro la nostra
difesa, ma quando non riescono più a difenderci,
dobbiamo farlo da soli, e
questa non è una colpa né
una vigliaccheria.
Se i nostri tribunali,
compresi quelli militari,
giudicano in nome del popolo italiano, cioè di tutti
noi, vorrei chiedere ai giudici di Bari di renderci
conto delle loro decisioni.
E' vero che sono una donna, e da noi le donne sono
esonerate dal servizio militare, ma anche dove non
fanno le guerre, le patiscono, e perciò hanno il diritto di dire la loro e di pretendere dei giudici democratici e non militaristi.
Magna Linota
L’angolo di Magna Linota è aperto a chi voglia
sottoporle problemi, esprimere pareri, avanzare richieste. Indirizzare a; Magna Linota. Eco delie Valli Valdesi, Casella Postale,
Torre Pellice.
Queste poche righe nascono da alcune considerazioni che abbiamo fatto
contando dei soldi, speriamo che il contenuto riesca
ad andare un po’ al di là
dei meri calcoli economici.
Le cifre che ci hanno fatto riflettere sono queste;
alla festa del 15 agosto
tenutasi quest’anno al Bagnau di Angrogna, era
esposta la mostra sull’Indesit preparata dalla FGEIValli e, nelle vicinanze della mostra si sono raccolte
le offerte di chi pensava
fosse importante sostenere
la lotta dei lavoratori delrindesit ; i risultati sono
stati scarsi, si sono raccolte appena L. 10.500, che sono ancora più misere se
confrontate con le 600.000
lire raccolte (al netto delle spese) per l’evangelizzazione.
Pensiamo che le 10.500
lire raccolte al Bagnau non
siano da prendere come
im rifiuto da parte degli
evangelici presenti di esprimere solidarietà con gli
operai dell’Ihdesit, ma come il sintomo di una incar
pacità della chiesa a rapportarsi a questa realtà di
lotta. Su questa mancanza
dobbiamo farci tutti una
autocritica e iniziare a riflettere su quali sono i nostri compiti.
Noi ne abbiamo individuati due;
— Esprìmere un giudìzio
sull’operato della Indesit.
Bisogna dire chiaramente
che se i lavoratori dell’Indesit verranno licenziati,
non sarà una « disgrazia »,
ma sarà il frutto della precisa volontà dei dirigenti
Indesit e del sistema produttivo che loro impersonano, dove il problema
fondamentale è il profitto
e dove l’uomo non è importante in quanto creatura di Dio, ma in quanto
permette ai padroni di
guadagnare.
— Dopo aver espresso
questo giudizio, dobbiamo
dare una solidarietà concreta ai lavoratori e, questa solidarietà non si esprime solamente con i soldi
(che pure sono importantissimi e vitali), ma anche
con l’impegno politico a
fianco di tutti coloro che
lottano per un’esistenza libera e dignitosa.
Dopo queste brevi riflessioni vogliamo terminare
con una domanda che è
anche una proposta;
non potrebbe essere un
atto di evangelizzazione se
le 600.000 lire raccolte al
Bagnau venissero date
(tutte o in parte) agli operai dell’Indesit per sostenere la lotta che stanno
facendo?
Coordinamento
FGEI-VaUi
Notizie utili
Concorso per operaio
Pinerolo. L’Amgas (azienda mimicipalizzata che gestisce il servizio gas, acqua, e nettezza urbana del Comune)
ha bandito un concorso per un posto di lambrettista raccoglitore per il servizio di nettezza urbana. Sono richiesti la patente di tipo B e il diploma della scuola d’obbligo.
Per informazioni rivolgersi Amgas, via Vigone 42,
Pinerolo - tei. 0121/77555.
8
CRONACA DELLE VALLI
26 settembre 1980
XX CONVEGNO DI STUDI SULLA RIFORMA
E I MOVIMENTI RELIGIOSI IN ITALIA
RIFLESSIONI
Crocevia di studi storici
Pubblichiamo la seconda parte del resoconto del Convegno che si è tenuto a Torre Pellice il 12-13 sett.
Giovanni Gönnet ha brevemente presentato la situazione del movimento
valdese al momento del
Sinodo di Mérindol, sostenendo che l’adesione alla
Riforma ha forse segnato
la fine del valdismo me
dioevale e lo ha incanalato verso forme di progressiva istituzionalizzazione.
Mario Dal Corso ha presentato la sua ipotesi su
una traduzione del testo
di Tobia, così come risulta dal manoscritto che si
trova a Cambridge.
Romolo Cegna ha formulato l’ipotesi che gli
« Articoli sectae valdensium » del Codice 229 della
Biblioteca di Petlin servissero all’Inquisizione per
gli interrogatori. Dal documento emergerebbe il
carattere essenzialmente
penitenziale della pietà
valdese tedesca, cosa che
smentirebbe il severo giudizio sui Valdesi d’Italia
dato da Luca da Praga.
Si è passati poi a 2 relazioni che riguardavano lo
atteggiamento inglese verso i Valdesi durante le Pasque Piemontesi nel 1655.
Me Comish ha espresso
l’ipotesi che tra i persecutori dei Valdesi si trovasse anche un battaglione di
inglesi, sia pure cattolici e
realisti, ma non irlandesi,
come si era sempre creduto, specie da parte cromwelliana. La relazione di
Giorgio Vola è stata più
centrata su Cromwell. Vola ha presentato ima sua
ricerca, tuttora in corso,
che tende, tenendo presente la politica estera inglese dell’epoca e la situazione interna dell’Inghilterra, a ridurre l’alone apologetico che circonda il
pur generoso appoggio ai
Valdesi del Protettore.
Salvatore Caponetto ha
relazionato su recenti ricerche su Juan de Valdés,
in particolare presentando
l’opera di J. C. Wiete in
cui si chiarisce che il Valdés non è né un mistico,
né uno spiritualista, ma
un teologo. Caponetto ne
ha derivato importanti conseguenze ridimensionando
le conclusioni sinora tratte sul Beneficio di Cristo
opera intesa come sostanzialmente calvinista.
Massimo Firpo, sulla
base della ricchissima documentazione del processo contro il cardinale Morene, ricostruisce resistenza di un precedente processo finora ignoto, a carico del porporato, messo
a tacere da un intervento
di Giulio III. Questo processo rivelerebbe la profonda frattura esistente ai
vertici della Chiesa quando il Sant’Uffizio si è oramai guadagnato un inat
taccrtule margine di autonomia, frattura che rientrerà solo con l’elezione
alla tiara degli stessi inquisitori,
Cesare Bianco, anche a
nome di Susanna Peyronel,
ha presentato « il 500 ereticale a Modena », cioè quel
gruppo di mercanti ed artigiani (ma anche in parte
di intellettuali) che acquistò coscienza di formare
una chiesa distinta ed alternativa a quella cattolica. Questo gruppo che si
radunava per leggere la
Bibbia e libri eterodossi e
per celebrare la Cena del
Signore, fu poi costretto
ali’abiura o alla fuga dall’Inquisizione.
Ugo Rozzo ha presentato la situazione della censura libraria alla fine del
Cinquecento, mentre Michele Cassese ha presentato l’interpretazione cattolica della Confessione Augustana, interpretandola
come volontà di mantenere una chiesa unica ed unita. Quest’ipotesi ha suscitato, come è ovvio, una
certa reazione nella discussione che ne è seguita.
Cesare Milaneschi ha
presentato una puntuale
ricostruzione dei tentativi
di fondare una chiesa vetero cattolica in Italia,
mentre Mario Cignoni ha
formulato una interessan
te ipotesi sui motivi storici per cui il valdismo ha
trovato un terreno fertile
in quella parte dell’isola
d’Elba (Rio) che, nata dalla diaspora senese conseguente alla fine della repubblica, sfuggì sempre al
dominio spagnolesco.
Il convegno si è chiuso
con una relazione di Domenico Abate su « eretici,
riformatori e riformati di
Sicilia dal XII al XVI secolo » tesa a sfatare l’idea
che, in Sicilia, non ci fosse mai stata opposizione
al Papato e non si fosse
mai sofferto e lottato a
motivo dell’Evangelo pur
sotto la Inquisizione e la
Controriforma.
Danielle Jouvenal
ATTIVITÀ’ DELLE GUARDIE ECOLOGICHE
Per la raccolta dei funghi
Iniziamo con questo articolo una serie di interviste
ad alcune guardie ecologiche alle quali abbiamo chiesto
di illustrarci quali sono le norme contenute nella Legge
Regionale N. 68 « Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale ».
— Siamo nel periodo in
cui si va a raccogUere i
funghi. Quali sono le norme regionali a questo proposito?
— L’art. 20 della Legge
prevede per la raccolta dei
funghi una quantità giornaliera non superiore ad
1 kg. a persona. Tale limitazione quantitativa non
si riferisce alla specie Aemillaria mellea o famigliole buone.
— E se il proprietario
del fondo ritiene di volersi
riservare la raccolta?
— La legge prevede la
« raccolta di funghi riservata », ma in questo caso
il proprietario o il possessore a qualunque titolo
del fondo, deve apporre dei
cartelli con la dicitura
adatta, ad una altezza fra
m. 1,50 e m. 3 e ad una
distanza tale che siano visibili da ogni punto di accesso e che da ogni cartello siano visibili i due
contigui.
Tali cartelli possono essere richiesti presso le Comunità Montane.
— Per il proprietario vi
sono dei limiti?
— Naturalmente no, nep
Doni CIOV
Pervenuti nel mese di giugno:
PER OSPEDALE TORRE PELLICE
L. 100.000: Coniugi Gallo, Torre Pellice.
L. 50.000; Romano Alberto.
Luserna S. Giovanni.
L. 10.000: N. N.
L. 5.000: Pone Alma e Nida,
Rivoira-Don di S. Secondo di
Pinerolo, in mem. dei loro cari.
PER OSPEDALE POMARETTO
L. 50.000: Famiglia Rolfo, Prarostino.
L. 30.000: Tonello Antonio
Perosa Argentina; Tron Ester
Pomaretto.
L. 20.000: Long Maddalena, Fi
nasca; Costamagna M. Anna
Pinasca; Peyronel Eli, Pramollo
L. 10.000: Manovella Caterina
Pinerolo: Forneron Elsi Bert, Vii
lar Perosa; Coutandin Rinaldo
Pomaretto.
L. 5.000: Pons Alma e Nida,
Rivoira-Don di S. Secondo di
Pinerolo, in mem. dei loro cari.
PER IL RIFUGIO
RE CARLO ALBERTO
L. 293.000: Mesa (Tavola) Valdese, Uruguay.
L. 100.000: Unione Femminile,
Piazza Cavour, Roma.
L. 60.000; In mem. di Monnet
Levi Danieie: Insegnanti e Bidello del Ginnasio Liceo Valdese di Torre Pellice.
L. 50.000: In mem. di Monnet
Levi Daniele: la figlia Renata
Armand Ugon; la nipote Nadine
Seeli; la cugina Linette Barai
Cesare.
L. 30.000: Del Corno Renzo,
Sesto San Giovanni.
L. 5.000: Pons Alma Nida, Rivoira-Don, S. Secondo di Pinerolo, in mem. dei loro cari.
Comunicato
conviene... LA PIROIL
/V- informa la spettabile Clientela che la Ditta
1 ninlA Autorizzata di
CLARO GIAMPIERO
esegue pulitura e maELETTRODOMESTICI — RADIO TV — nutenzione di bruciatoCASALINGHI — CUCINE COMPONIBILI ri impianti riscalda- mento.
— RISCALDAMENTO — FERRAMENTA Informazioni
ABBADIA ALPINA CLARO
Via Nazionale, 125 Telef. 3654 Via Godino Delio, 24 S. Secondo di Pinerolo
pure al coltivatore del fondo ed ai suoi familiari, ma
solo per i terreni di cui
dispongono (Art. 22). Coloro che risiedono nel comune e per i quali la raccolta di funghi costituisce
fonte di lavoro stagionale
possono essere autorizzati
dal Sindaco a raccogliere
funghi senza le limitazioni
prima citate.
— Vi sono altri prodotti
dei sottobosco sottoposti
a particolari vincoli?
— L’Art. 24 precisa per
gli altri prodotti del sottobosco la raccolta individuale e consecutiva nei seguenti quantitativi ; muschi kg. 0,300 — fragole
kg. 1 — lamponi kg. 1 —
mirtilli kg. 1 — more kg.
1 — con analoghe possibilità di divieti dei proprietari da segnalarsi con apposite tabelle. Anche in
questo caso, su richiesta,
i Sindaci possono autorizzare la raccolta di quantitativi maggiori, ristretta
però ai cittadini residenti
che esplicano attività agricole a titolo principale.
— Ho sentito dire che
ci sono degli attrezzi il cui
uso è vietato durante la
raccolta.
— In effetti l’intenzione
del legislatore è di salvaguardare la sopravvivenza
delle specie e la loro moltiplicazione, ritenendo che
tutti devono contribuire a
salvaguardare un patrimonio comune. Pertanto, all’art. 25 si vieta nella raccolta nel sottobosco di
usare rastrelli, uncini ed
altri attrezzi che possono
provocare danneggiamenti
allo stato umifero del terreno e del micelio fungino
(madre). E’ anche importante segnalare il divieto
di danneggiare o distruggere la flora fungina, anche nelle specie non commestibili, poiché così, facendo si altera quell’equilibrio nell’humus del sottobosco cos;, importante per
la crescita di tutte le specie
arbustive ed, arboree.
E’ anche vietato estirpare, tagliare o danneggiare
piante di fragole, lamponi,
mirtilli.
Intervista a cura di
Adriano Longo
Insegnanti
di religione e
Costituzione
Ho letto le considerazioni di Claudio Tron sui miglioramenti economici per
gli insegnanti di religione
(«La Luce», 5 settembre).
Con la nuova legge 11 luglio 1980 n. 312 si avrebbe
il superamento della vergognosa speculazione che
da qualche parte si faceva
per il frazionamento delle
ore ». Scrive l'articolista
che questo « va salutato
come un fatto parzialmente positivo»; e fa quindi
riferimento alla « accentuazione » di uno status
« equivoco » dell’insegnante di religione. « Infatti
mentre finora era almeno
chiaro che, essendo assunto senza concorso, questo
insegnante non era di molo, almeno per il fatto economico, adesso lo sarà per
l’80% ». Gli interessati già
avanzano nuove rivendicazioni e sembrano voler dire; si è fatto trenta, si faccia trentuno. Perché T80%
e non il 100%?
La questione è mal posta — indipendentemente
dalle percentuali — e mal
risolta dall’art. 53 della
nuova legge. La questione
del trattamento economico non può infatti essere
disgiunta dalle garanzie
costituzionali di libertà e
di uguaglianza. Chiedendo
un riesame deH’articolo,
quando il progetto di legge
era in discussione, l’Associazione per la libertà religiosa in Italia (ALRI) aveva dato un contributo al
chiarimento della questione che ancor oggi può risultare istruttivo. Ne do
qui un estratto.
« La progressione econo
mica di carriera da applicare agli insegnanti di religione è una innovazione
che trasforma l’incarico
annuale di insegnamento
della religione cattolica
nelle scuole pubbliche in
una carriera con diritti garantiti: non tiene conto
del fatto che gli insegnanti di religione cattolica sono — in base al Concordato — scelti e abilitati dal
vescovo e sono da quest’ultirho revocabili in qualsiasi momento dell’anno scolastico.
« E’ evidente che la progressione economica di
carriera, non essendo legata ad uno stato giuridico che comporti la stabilità, potrà essere mantenuta e usufruita dagli insegnanti di religione solo a
condizione che essi seguano le direttive del vescovo
nel loro insegnamento e si
assoggettino alla discipli
na dell'istituzione ecclesiastica cattolica.
« E’ da ritenere lesiva
dei principi costituzionali
l’istituzione di una carriera e di un trattamento di
cattedra i cui beneficiari
non godano della pienezza
dei diritti di libertà, alla
pari di tutti gli altri insegnanti delle scuole pubbliche.
« L’innovazione introdotta non può — per i suddetti motivi — non avere
Teffetto di accrescere il
conformismo ideologico
nella scuola pubblica e il
potere dei vescovi nella loro veste di datori di lavoro a carico dello Stato ».
Luigi Rodelli
LUSERNA SAN GIOVANNI
Doni Asilo
Pervenuti nel mese di agosto
L. 5.000: Visentin Maria (ospi
te Asilo), in mem. del marito
N. N., In mem. di George Neale
L. 10.000: Bertarione Bice
N. N. (Basilea): Balestra Rome
lo e Rina, in mem. di Durand
Canton Albertina; Idem, in memoria di Tourn Emilio; Bufalo
Miletto Fede (Condove); Malan
Paolina, in mem. di Durand Canton Albertina; Varese Jolanda
(Torino).
L. 20.000: Jott, in mem. di Sophia Franceschi; M. L. e R.
(Torino); Coisson Roberto, in
mem. di Durand Canton Albertina.
L. 25.000; F. Bevilacqua; Schaerer, in mem. di Silvia Pellegrin
ved. Costantin.
L. 30.000: Ispodamla Bruno, in
mem. del padre (Ge-Samplerdarena).
L. 45.000: I condomini Martelli,
Besson, Priarollo, Leandro, Resiale e Pons, Casale, Bonansea,
Giorgini, in mem. di Walter
Baechstaedt.
L. 50.000; Lilian Pennington
de Jongh, in mem. di W. Baechstaedt; Lotte Bernhardt, in
mem. di W. Baechstaedt (To);
Eva e Enrico Rostain, in mem.
della zia Lina Peyrot; Chiesa dei
Fratelli (Torre Pellice).
L. 55.000: I parenti, in mem.
di Pellegrin Silvia ved. Costantin.
L. 100.000; Garibbo Caterina
(Imperia); I vicini di casa, in
mem. di Ernesto Pittavino; Cariando Perside, in mem. delle
sorelle Elisa e Febe (Ge-Pegli);
N. N., In mem. della zia Albertina Morel; Pons Giovanna (Bergamo); Rita Alimonda, con riconoscenza,
L. 150.000: In mem. di Guido
Bounous, Renata Hahn con Lillina e Neretta (Torino); I figli,
in mem. della cara mamma Lidia Silvia Pellegrin; In mem. di
Walter Baechstaedt, Maria, Paola e Bianca Maria.
L. 200.000: Nuzzo cav. Ivan,
in mem. del carissimo Walter
Baechstaedt (Castelleone).
L. 275.000: In mem. del sig.
Walter Baechstaedt-Malan, i dipendenti della Società Helca di
Luserna San Giovanni.
L. 300.000; Lino, Giovanni e
Franco Morra, in mem. di Walter
Baechstaedt.
L. 506.700: In mem. di Giovanni Ribet, Foundation Arthur
Andersen e Co., Chicago USA
(tramite II sig. Bruno Ricca).
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TORRE PELLICE
9
26 settembre 1980
CRONACA DELLE VALLI
LA RELIGIONE A SCUOLA
Esonero: un tema
su cui vi è molto
da coordinare
Domenica pomeriggio, nei locali del Convitto valdese di Villar Perosa, si è svolto il Convegno sull’istruzione religiosa che
era stato richiesto dalla Conferenza distrettuale. Di fronte ad
un pubblico composto prevalentemente di insegnanti e di pastori, il pastore Franco Giampiccoli ha illustrato lo sviluppo della confessionalizzazione della
scuola italiana dalla riforma Gentile del 1923 in poi, sottolineando
il fatto che tale confessionalizzazione nel dopoguerra non si è
solo mantenuta ma che anzi è
aumentata. Egli ha anche sostenuto la necessità che l’esenzione
dall’insegnamento religioso non
rimanga uno strumento di difesa
delle minoranze, evangeliche e
non, ma diventi uno strumento
di protesta per opporsi a questa
confessionalizzazione. Dopo di lui
il prof. Giorgio Peyrot ha illustrato il telegramma del Ministro Reviglio annunciando l’imminente soluzione della questione della tassa di bollo, avverten
do che nel frattempo con ogni
probabilità continuerà ad essere
richiesta la dichiarazione in bollo. Sarà quindi opportuno che
gli studenti e le famiglie siano
ben avvertite e che chi incontrasse difficoltà si rivolga per aiuto
al pastore locale e faccia conoscere alla Tavola e all’Eco-Luce
in modo preciso e dettagliato i
termini di tali difficoltà.
La discussione è stata vivace e
ha messo in evidenza situazioni
estremamente diverse nei vari comuni delle Valli. Se sulla questione di fondo di una opposizione alla confessionalizzazione
della scuola e a questo aspetto
del Concordato, si è tutti d’accordo, invece, sulla traduzione
operativa di questa posizione vi
è ancora molto da discutere, da
confrontare e da coordinare. Speriamo che questo Convegno trovi nella Commissione Esecutiva
Distrettuale l’organo che prenda
a cuore e porti avanti questo
coordinamento.
Seminario
di studio
per pastori
Presso la Casa valdese di Vallecrosia, si terrà dal 5 al 9 ottobre un seminario di studio per
tutti i pastori del primo distretto e per i predicatori laici che
vorranno partecipare. Il tema del
seminario è centrato sul significato della lettura strutturalista
della Bibbia e sarà introdotto e
animato da Corine Combet Galland, di Parigi. L’importanza di
questo incontro non è soltanto
per capire e studiare questo metodo di lettura e di interpretazione dei testi biblici in grado
di dare un valido aiuto per scoprire il senso di certi testi, ma
allo stesso tempo per permettere una possibilità di scambio, di
conoscenza, di dialogo, di fraternizzazione, realtà che non
sempre trovano spazio negli incontri mensili sempre densi di
problemi da affrontare.
1® Circuito
CONVEGNO MONITORI
Sabato 27 e domenica 28
settembre. Presso la Sala
Unionista di Torre Penice - Con la partecipazione di F. Girardet.
Sabato 27; ore 17-19.30;
20.30-22: Studio biblico.
Domenica 28 : ore 9-12 : Studio biblico; ore 14.30-17:
Incontro sui temi indi
cati.
2° e 3° Circuito
CORSO MONITORI
Il Corso Monitori per la
preparazione della prima
parte del programma della
Scuola Domenicale e del
Precatechismo, viene organizzato, quest’anno, in collaborazione fra i due cir
culti, a Villar Perosa, nei
locali del Convitto, sabato
27 settembre dalie 14.S0
alle 22.30 e domenica 28
dalle 10 alle 17.
Per i pasti ci prepareremo sul posto un piatto cardo, cui ognuno aggiungerà
quanto si sarà portato da
casa.
PIEDICAVALLO
Culto in piemontese
La prima domenica di seltembre si è tenuto nel tempio valdese di Piedicavallo (alta valle
del Cervo) il tradizionale culto in
lingua piemontese, presieduto
questa volta dal pastore Daniel
Attinger che ha commentato la
questione del tributo a Cesare
(Marco 12: 13-17) e il gran comandamento (Marco 12: 28-34),
ed il Salmo 99. La parola del Signore è stata letta nella versione « an lingua piernón tèisa » curata dai valdesi nella prima
metà del secolo XIX. Dopo il Sermone, alcuni fratelli hanno inteso richiamare il valore della preghiera e.spressa nelle lingue fa
ALLA RADIO
I valdesi
chi sono?
Venerdì, 3 ottobre su
Radio 2 dalle 14 alle 14.30
nel quadro della trasmissione « Qui Piemonte », si
può ascoltare un libero dibattito suUa realtà valdese nella rubrica: Un altro
Piemonte.
Conduce in studio il giornalista E. Ballone de La
Stampa; intervengono Giuseppe Platone e Carla
Beux-Longo.
PRIMO CIRCUITO
L’attività del circuito riprende sabato e domenica con l’incontro dei Monitori; il Consiglio
ha nella sua ultima seduta tracciato alcune linee di lavoro che
andranno verificate : programma di attività giovanile, attività
evangelistica. Assemblea di circuito.
L’incontro settimanale dei pastori per la preparazione della
predicazione riprenderà regolarmente in ottobre, il mercoledì,,
come in passato a Luserna San
Giovanni. Eccezionalmente per
il mese di ottobre gli incontri
avranno luogo a Villar Pellice.
TORRE PELLICE
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Saluto al pastore Taccia
Sabato 27 settembre, alle ore
20.30, nella Sala Albarin avrà
luogo una serata fraterna per
porgere il saluto al pastore Taccia ed alla sua famiglia che stanno per lasciare la nostra comunità.
Il giorno successivo, domenica
28, il pastore Taccia, con un culto, prenderà commiato dalla comunità.
La Corale sarà presente per
dare il suo contributo.
• Nozze. Nel mese di settembre il pastore Bellion ha celebrato i matrimoni di Peyrot Rosanna dei Malanot con Catalin
Stefano di Pondo San Giovanni
e di Gaydou Wanda dei Gay con
Gallian Dante di Bibiana.
Agli sposi che hanno fissato
la loro residenza nel nostro comune rinnoviamo i nostri voti
augurali e chiediamo al Signore
di benedire questi nuovi focolari.
• Nozze di Diamante. Sabato
4 ottobre i coniugi Ferruccio Signorotti e Mina Teruzzi, abitanti in via Marconi, festeggeranno
coi loro cari la ricorrenza dei
sessanta anni di matrimonio.
Esprimiamo loro le più vive
felicitazioni e i migliori auguri
a ben proseguire sotto lo sguardo del Signore,
ANGROGNA
• Domenica 21 ha avuto luogo
il funerale della sorella Ilda Rivoir deceduta presso il nostro
ospedale. Alla famiglia esprimiamo la nostra fraterna solidarietà.
• I monitori si ritroveranno
domenica alle 17,30, dopo l’incontro del Circuito per programmare la ripresa delle attività.
• I nostri auguri fraterni a
Italo e Ines Hugon che hanno
celebrato domenica le loro nozze d’oro.
BOBBIO PELLICE
Domenica 21 la comunità di
Bobbio si è raccolta numerosa
e solidale per il culto di insediamento del nuovo pastore ; a
Thierry Benotmane ed alla sua
famiglia è stato dato il benvenuto da parte della chiesa valdese dal pastore Giorgio Tourn,
la corale di Bobbio-Villar ha sottolineato con la sua presenza ed
il suo canto l’atmosfera gioiosa
della giornata.
POMARETTO
• Due lutti hanno colpito la
comunità la settimana scorsa.
Sono deceduti: presso l’Ospedale Valdese di Pomaretto, Clot
Ferdinando, di anni 61 ; presso
l’Ospedale Civile di Pinerolo,
Peyronel Mafalda ved. Rivale, di
anni 59.
Ai familiari in dolore per la
dipartenza dei loro cari, tutta la
simpatia cristiana della comunità.
• Ringraziamo Virgilio Lai,
della comunità residente di Agape, esperto bibliofilo, per la
bella serata trascorsa con i giovani del Prassuit-Verné in cui
s’è discusso di come si organizza, dai libri alle vecchie foto di
famiglia, la « memoria storica »
affinché il patrimonio storico e
culturale di un paese non vada
definitivamente perso.
• Ricordiamo rincontro di coloro che sono stati in Germania
a maggio : sabato 27 alle 21 in
Sala (diapositive etc.).
• Domenica 21 durante il culto al Capoluogo, Mario e Ivonne
Bertin hanno presentato al battesimo la loro piccola Sabrina;
auguri affinché possa crescere
nella conoscenza del Signore.
SAN SECONDO
• E’ nato Omar Ferrerò, primogenito di Franco e Marina
Salvai (Miradolo). Ci rallegriamo con i genitori e porgiamo il
nostro augurio. Ci rallegriamo
pure con Mariuccia Grill e Pauline Bleynat (Falcola) per la
nascita del nipotino e bisnipotino Edgar (Torino).
• Domenica 21 settembre è
stato battezzato Simone Castagnoli di Ernesto e Anita Balbis
(Bruino). Al bimbo ed alla famiglia rinnoviamo il nostro augurio fraterno.
• Mentre il giornale va in macchina, la nostra giovane sorella
Adelisa Genre (Combe) è sottoposta al secondo intervento chirurgico previsto già da tempo,
a Lione. Pensiamo a lei con affetto solidale chiedendo al Signore di operare con la Sua potenza.
ANNUNZIO E RINGRAZIAMENTO
Giulia, Guido, Silvio. Olga e Mario
Rivoir, nel comunicare con le rispettive famìglie la scomparsa da questo
luogo di lacrime verso la Pace Etei>
na di
Ilda Rivoir
ex Insegnante per 35 anni in Torre
Pellice per due generazioni di alunni
delle Scuole Elementari, nell’impossibilità di ringraziare singolarmente
quanti con presenza o scritti hanno
manifestato la loro solidarietà nella
triste circostanza, desiderano farlo mediante questo annunzio.
In modo particolare ringraziano
quanti l’hanno assistita durante la sua
malattia ed i Pastori Sigg. Zotta e
Tourn per le loro parole di fede e
consolazione.
« Ma io non sono solo, perché il Padre e meco »
(Ev. S. Giov. cap. 16 v. 32)
Torre Pellice, 20 settembre 1980
RINGRAZIAMENTO
Nell’impossibilità di farlo singolarmente i familiari del compianto
Albino Davit
profondamente commossi e riconoscenti per la sincera dimostrazione tributata al loro caro estinto, ringraziano
di vivo cuore tutti coloro che con la
loro presenza, fiori, scritti e parole di
conforto hanno voluto prendere parte
al loro grande dolore. Un ringraziamento particolare al Pastore Ayassot.
al Dott. Vilianis, allamministrazione
Comunale, ai Carabinieri di Torre
Pellice, ai compagni di leva ed ai vicini di casa.
Villar Pellice, 16 settembre 1980
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Giulio Pons
nell’impossibilità di farlo singolarmente, riconoscenti ringraziano tutti coloro
che si sono uniti, in vari modi, al loro dolore per la scomparsa del loro
caro.
Un ringraziamento particolare al
medico curante dott. Vittorio BertoBno, alla famiglia Racca ed ai pastori
Conte e Micol.
S. Germano Chisone, 26 sett. 1980.
miliari, alternative a quelle connaturali al « palazzo » e quindi al
potere politico ed economico, come in Genesi IX, le lingue locali
sono sovente l’antidoto alTalienazlone, alle strutture disumanizzanti alimentate dalla superbia
e dall’ orgoglio. Dal « Laudari
Cristian », pubblicato dalla chiesa valdese di Biella, sono stati
cantati gli inni 14 (Làuda a nòstr
gran signor), 132 (Pare sant,
noi it pregoma), 136 (Mach Gesù
dia soa cesa), 167 (El pecà a
pèisa sVànùna mia) e 183 (Glòria al Pare, glòria al Fieni...). Riportiamo qui la versione piemontese dell’inno 167:
El pecà a pèisa — sl’àninia mia
ma 'I sangh che a cola — da toa feria
an cheur m’arviva — la fiusa mia.
Agnel divin, stame davzin!
La colpa mia — an mi a magon-a
toa vos che an dama — sei mond a arson-a
loa mòri am salva — tò amor p'érdon-a.
Agnel divin, stame davzin!
Dz.ora mia vita — misèria a greva
ma toa man .santa — mé cheur soleva
sla stia del cel — toa lus am leva.
Agnel divin, stame davzin!
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8 del giorno successivo presso
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Nella notte dei giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 [escluso sabato, domenica e viglila del festivi) presso l'OSPEDALE VALDESE - Torre Pellice - Tel. 932433.
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Torre Pellice: FARMACIA MUSTON - Via Repubblica, 22 Tel. 91.328.
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PRETI - Via Inversegni - Luserna Alta - Tel. 90.223.
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A Torre Pellice: martedì chiusa
la farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacìa Internazionale.
A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacia Preti,
gievedì chiusa la farmacia Vasario.
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Torre Pellice: Tel. 91273
Luserna S. Giovanni: Tel. 90118
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Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
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dal sabato ore 14 al lunedi ore 8,
dalle ore 14 della vigilia del
giorni festivi alle ore 8 dei giorni
successivi al festivi
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10
10
26 settembre 1980
LO SCANDALO DEGLI ESTROGENI
Intorno al vitello d'oro
Dedicare al nostro bambino 5 minuti di più in cucina può servire a
nutrirlo in modo più sano e ad affermare la nostra autonomia
Il recente sequestro degli omogeneizzati di vitello dal mercato
a causa del loro elevato contenuto di estrogeni non costituisce
di per sé un fatto eccezionale.
Altre volte infatti dei prodotti
alimentari sono stati ritirati dal
mercato perché sospettati di costituire un rischio per la salute
dei cittadini: lo scandalo delle
acque minerali prima e quello
dei coloranti poi ne sono un
esempio recente. Questa volta
però le nostre riflessioni non
possono esaurirsi nel mettere
sotto accusa, come sempre, una
industria pronta a calpestare
ogni valore in nome del profitto
o degli organi di controllo pubblico corrotti ed incapaci; questa volta più delle altre siamo
chiamati a riflettere anche sulle
nostre responsabilità.
Mancanza
di informazioni
Cerchiamo però, innanzitutto,
di vedere cosa si può dire da un
punto di vista scientifico, di tutte le notizie che abbiamo letto
sulla stampa degli ultimi giorni.
Assai superficiali sembrano, per
esempio, le informazioni che vengono dal ministero della sanità :
si cita una cifra per indicare il
tasso di estrogeni rilevato, ma
non si specifica in quali unità
esso sia espresso; non si offrono dati di confronto per quel che
riguarda la presenza naturale di
estrogeni nella carne; non si
menzionano le tecniche impiegate per identificarli, né il numero
e la provenienza dei campioni
esaminati. Senza dubbio queste
informazioni esistono, ma non
si vuole correre il rischio di farne partecipe l’opinione pubblica.
Le cose non vanno meglio nel
campo avverso. Le industrie si
difendono, ma non presentano
dei dati : forse non fanno controlli, forse non vogliono essere
controllate. Tutto si gioca, per
ora, sul si dice e sullo scaricabarile, ma nessuno sembra interessato ad approfondire l’aspetto scientifico del problema. Anche a volerlo fare però, le cose
si presentano tutt’altro che facili.
Gli studi scientifici sugli effetti degli estrogeni nei bambini
sono pochi e difficilmente utilizzabili in questa occasione. Nel
1971, per esempio, è stata dimostrata la capacità del dietilstilbestrolo di indurre tumori nelle
figlie in età giovanile di madri
che l’abbiano assunto durante la
gravidanza. Questo estrogeno
sembra essere presente negli
omogeneizzati, ma in che quàn
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Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Dino Ciesch, Roberta
Colonna Romano, Niso De Michelis, Giorgio GardioI, Marcella Gay,
Marco Pasquet, Aurelio Penna,
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« La Luce •: Autor. Tribunale di
Pinerolo N, 176, 25 marzo 1960.
• L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio 1960.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
tità? e quale dose può esporre
una bambina al rischio? e soprattutto, si può paragonare l’ormone assunto con l’omogeneizzato a quello ricevuto dal feto
attraverso la madre?
Più recentemente si è invece
osservato lo sviluppo delle ghiandole mammarie di molti bambini milanesi che avevano mangiato carne di vitello alla refezione
scolastica. Anche in questo caso
però le domande restano molte;
soprattutto ci si chiede se esistano dei rischi a distanza più gravi di quello immediato e transitorio del turgore mammario. A
tutte queste domande nessuno
può, oggi, in buona fede, rispondere. Si potrebbe solo dire che
di estrogeni ai vitelli nessuno dovrebbe darne, o che di trielina
nell’acqua e di diossina nell’aria
non dovrebbero proprio essercene; su questa strada però non
si va lontano, o meglio, si va
forse troppo lontano. Bisognerebbe chiedersi come ci si può difendere daH’inquinamento e dalla degradazione ambientale in
una società altamente industrializzata; bisognerebbe domandarsi come si possa determinare la
quantità di trielina che possiamo
bere o di ossido di carbonio che
possiamo respirare. E dovremmo alla fine risponderci che l’unica ragione che impedisce di
considerare accettabile solo la
assoluta assenza di sostanze tossiche dall’aria e dall’acqua è che,
in quel caso, non ci sarebbe
più acqua bevibile né aria respirabile.
La difesa
si chiama manzo
Volendo restare però più vicini al nostro argomento, e visto
che la scienza non ci può aiutare molto, vediamo cosa ci possono dire l’intelligenza ed il buon
senso.
« Da oggi solo manzo » recita
in grassetto uno degli annunci
pubblicitari fatti stampare immediatamente su tutti i grandi
quotidiani dalle industrie sotto
accusa: costretta alla difensiva
l’industria ammette dunque che
il manzo è altrettanto nutriente
del vitello, altrettanto digeribile
e, oltretutto, costa di meno. Dopo che per anni si è propagandata la carne di vitello come più
leggera ed adeguata ai bambini,
dopo che la nostra bilancia dei
pagamenti ha rischiato di saltare per le troppe importazioni di
carne di vitello, dopo che il filetto ha raggiunto prezzi vertiginosi ecco, finalmente una parola
chiara : « In tutta questa storia
l’unico che merita fiducia è il
manzo ». Lo si ammette, finalmente, ma naturalmente ad un
patto: manzo sì., ma solo omogeneizzato! Il rischio che l’industria vuole evitare infatti è
che la gente si renda conto che
degli omogeneizzati si può fare
benissimo a meno, senza problemi e con vantaggio, soprattutto,
dei bambini.
Gli omogeneizzati di carne non
contengono solo carne, ma anche una quantità quasi equivalente di amidi e di farine. In altre parole il contenuto proteico
di un etto di omogeneizzato è
decisamente più basso di quello
di un’equivalente quantità di carne fresca, mentre il suo contenuto calorico è uguale o superiore. Per dare al bambino un’adeguata dose di proteine, con gli
omogeneizzati gli si forniscono
molte più calorie e si può facilitare l’insorgere di un’obesità
senza peraltro offrirgli un’alimentazione qualitativamente migliore. Se a questo aggiungiamo
che il controllo sulla qualità della carne impiegata è aleatorio,
come ci dimostra proprio il ritrovamento degli estrogeni nel
vitello, ce n’è già abbastanza per
far pendere la bilancia verso la
scelta di prodotti freschi. Perché
allora si fa un così grande uso
di omogeneizzati?
Rifiutare una
delega alienante
E’ qui che, come dicevo all’inizio, dobbiamo guardare anche
alle nostre responsabilità. L’unico vantaggio reale che gli omogeneizzati offrono alla madre
(non al bambinoI) è un modesto risparmio di tempo. Una cosa importante nella vita convulsa dei nostri giorni, ma anche
una cosa ben triste. Il tempo
che risparmiamo è in realtà tempo sottratto al bambino. La delega che diamo all’industria di
decidere cosa devono mangiare
i nostri figli è una rinuncia a
preoccuparci personalmente della loro alimentazione e del loro
benessere. Le linee di prodotti
per l’infanzia, alimentari e non,
le pappine ed i giocattoli adatti
ad ogni età, ricchi di istruzioni
pseudoscientifiche sullo sviluppo
del bambino, bloccano la nostra
capacità di accostarci a lui direttamente, di osservarlo, di capirlo, di farne in definitiva un
individuo con desideri personali
e spontanei e non un « Mister
Baby », ricettacolo di falsi bisogni indotti dalla pubblicità e dalle regole del mercato.
In conclusione non è solo del
tasso di estrogeni nel vitello che
dobbiamo preoccuparci. Non
dobbiamo aspettare di essere
rassicurati da un comunicato del
ministero che ci annunci che una
certa percentuale di estrogeni
nella carne non è dannosa o che
i controlli d’ora in poi saranno
più severi. Quando si lasciano
in vendita migliaia di farmaci
inutili per non creare dissesti
economici e disoccupazione e
quando si accètta di pagare con
un numero sempre crescente di
tumori e di malattie croniche il
prezzo dello sviluppo industriale, le parole del potere perdono
ogni senso. La forza per andare
avanti dobbiamo trovarla dentro di noi. Dobbiamo custodire
gelosamente la nostra capacità
critica e la nostra indipendenza
in una società in cui tutto è
sempre più delegato ed istituzionalizzato. Grattugiare una mela
o tritare una fettina di manzo
per il nostro bambino, dedicargli cinque minuti di più in cucina, potranno allora essere non
soltanto un modo più sano di
nutrirlo, ma anche un’affermazione piccola, ma concreta di autonomia e di libertà.
Daniele Coen
PARLAMENTO
Eliminata
la tassa di bollo
in commissione
L'il settembre, nella seduta
delle Commissioni riunite Bilancio, Finanza e Tesoro, su iniziativa del socialista Borgoglio, e
dopo che il rappresentante del
Governo ha dichiarato di rimettersi alle Commissioni, è stato
approvato il seguente articolo aggiuntivo, come emendamento al
« decretone » economico, che annovera ora gli atti relativi alla
esenzione dalla religione tra
quelli non soggetti al bollo:
«All’articolo 11 della Tabella
B allegato al decreto del Presidente della Repubblica 26.10.1972
Democrazia,
non repressione
(segue da pag. 1)
poggio di determinate forze politiche che invece per la complessa congiuntura tra governo e opposizione è venuto a mancare,
per cui oggi la Fiat si trova in
forti difficoltà.
Il problema
della produttività
— Da quello che dici la crisi
parrebbe imputabile essenzialmente a errori e ritardi da parte della Fiat. Ma tu stesso hai
ammesso che la crisi del settore
automobilistico è una crisi mondiale. Molti ne traggono la conclusione che se licenziano altri
che hanno meno difficoltà di noi,
non si vede come noi potremmo
evitare una forte contrazione del
settore.
— È un latto certo che in prospettiva all’interno dell’azienda
Fia,t il problema della produtt:'.vità debba essere affrontato. E
problema della produttività vuol
dire, inutile negarlo, che si faranno le stesse macchine con meno
uomini o più macchine con gli
stessi uomini. L’oggetto della
contestazione non è però questo.
Il fatto è che non si può accettare che si chieda di ridurre semplicemente gli uomini senza avere delle politiche di ricerca tecnologica, di mercato, di rapporti
tra i produttori che siano alle
dimensioni della crisi mondiale.
Esiste cioè un problema complessivo, aH’interno del quale c’è
un problema di produttività. Se
si impostano a questo modo i termini del problema allora vi può
essere da parte del sindacato
una disponibilità a discutere.
Ma se si ribaltano questi termini,
se si è disposti a intavolare trattative solo per la riduzione del
personale e ogni tanto si affidano ai mass-media grandi annunci di conigli tratti dal cappello,
come quello dell’accordo con la
Peugeot, allora non ci può essere da parte del sindacato alcuna
disponibilità a discutere in questi terrnini. A questa posizione
della Fiat corrisponde infatti una proposta di linea politica: significa affermare che col sindacato si discute soltanto dei problemi relativi allo spostamento
della forza lavoro, mentre tutti
i problemi strategici, di scelta
della linea industriale, di investimenti, di mercati, di prodotti,
sono di esclusiva competenza
dell’azienda. È un’operazione restauratrice rispetto alle conquiste degli anni passati dei lavoratori.
— Fin qui hai illustrato molto
bene le responsabilità, i ritardi
e gli errori della Fiat. E il sindacato?
. P sindacato nella questione
Fiat ha la responsabilità di aver
fatto esplodere all’interno del sistema produttivo la rigidità del
sistema stesso — con il suo autoritarismo, la sua centralizzazione
di tutti i processi decisionali —
che era implicita nel modo in
cui era stata congeniata la fabbrica. Ma si può definire una
« colpa » del sindacato l’aver posto, in modo sicuramente traumatico, un problema che anche
la parte illuminata dei dirigenti
aziendali già da tempo era
in grado di vedere da sé e alla
cui soluzione ha anche in parte
provveduto? Certo nel porre questa sfida, in modo traumatico,
il sindacato ha conosciuto, bisogna ammetterlo, dei momenti
di eccesso, delle rigidità talvolta
introdotte in modo ingiustificato, delle eccessive macchinosità
di procedure che hanno rallentato lo sviluppo della produzione.
Sono questi i limiti che il sindacato ha conosciuto nella sua azione.
Il futuro
— E per il futuro?
— Ritengo che oggi il sindacato pone alla Fiat il problema centrale del domani, ed è che ormai
non si può porre il problema
della produttività se non come
problema di democrazia sulla
produzione. Non è più possibile
cioè pensare di aumentare la
produttività di una fabbrica senza aumentare il ruolo decisionale della gente che la fa funzionare, senza darle un lavoro,
un ruolo, delle responsabilità che
abbiano un significato.
— Allora forse non è esatto
che il domani si .gioca sulla grande sfida dei 1000 miliardi degli
investimenti della ricerca tecnojo.gica?
— Si gioca certo anche su questo. Ma se è vero che c’è oggi a
livello mondiale non solo un problema di concorrenza tecnologica
ma anche di crisi di produttività
legato alla qualità del lavoro, una
sfida altrettanto importante si
gioca sul come recuperare la
produttività decrescente nelle
fabbriche del sistema capitalistico: la si recupererà dando alla
gente un potere teonico-organizzativo sulla produzione, non certo stringendo la vite della repressione e insistendo su una via
che non è più percorribile.
a cura di F. Giampiccoli
«. 642, e successive modificazioni, è aggiunto il seguente comma: 'Le istanze, le dichiarazioni
o atti equivalenti relativi alla dispensa, all'esonero o alla frequenza dell’insegnamento religioso’ » (Bollettino delle Commissioni, 11.9.1980).
A commento di quanto sopra,
l’on. Valdo Spini ha rilasciato
una dichiarazione che valuta positivamente l’iniziativa che dovrebbe eliminare « una vera e
propria “tassa sulla coscienza"
che una interpretazione pedante
e discutibile delle disposizioni
vigenti aveva inopinatamente introdotto l’anno scorso, dopo 50
anni di prassi in senso contrario ».
Prendendo lo spunto da questo provvedimento. Fon. Spini
ha aggiunto che in tema di rapporti tra lo Stato e le Chiese,
« va lamentato però il silenzio
del Governo sulla questione della applicazione dopo più di 30
anni dell’art. 8 della Costituzione (abolizione della legislazione
fascista sui culti ammessi e stipulazione dell’Intesa, già predisposta, con la chiesa Evangelica
Valdese e Metodista). Dopo le
apprezzabili dichiarazioni programmatiche di Cossiga alle Camere, è seguito da parte del Governo un completo silenzio, anche dopo l’ordine del giorno del
Sinodo della Chiesa Valdese dello scorso agosto.
Alla Camera pende dallo scorso giugno una interpellanza socialista in materia. I Radicali
promossero a suo tempo un documento ispettivo. Oggi, alla nostra, si sono affiancate una interpellanza comunista ed una interrogazione liberale. Mi sembra
giunto il momento che il Governo rompa il suo silenzio e chiarisca fino in fondo alla Camera
le sue intenzioni ».
DONI ECO-LUCE
Pubblichiamo l'elenco dei doni di Frali all’Eco-Luce relativo al 1979 il cui
dettaglio è pervenuto solo nel corso
del 1980.
L. 5.000: Grill Dina.
L. 4.000: Richard Silvio.
L. 3.000: Concistoro Valdese. Grill
Enrico, Grill Oreste. Richard Aldo
(Giordano), Richard Emilio (Villa),
Tron Luigia, Turchi Laura.
L. 1.500: Pascal Oreste.
L. 1.000: Barus Amedeo, Genre Alessio, Ghigo Lidia, Grill Alda, Peyrot Ernesto, Richard Aldo (Villa).