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j^Wtc l*ellic«ì 4 oUtioibre 1946
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Nulla sia più forte della vostra fede!
(Gianavello)
SETTI MA UÀ LE DILLA
ABBONAMENTO
^ Italia ; Annuaie
Estero : » .
L. 150,— Semestrale L. 100,» 300,— ,») » 176
Ogni cambiamento d’indirizzo costa Lire Cinque — La copia Lire 4,
^<CMIttA VALDESE “f l“'
REDAZIONE : Via Slbaud. 7 - Bobbio Pellice
AMMINISTRAZIONE : Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
«PolcSiè questo vi diciamo, per parola del
Signore : che noi viventi, i qpali saremo rimasti Eno alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si isono addormentati».
Férmiamoci anziltutlo al primo inciso; poiché questo vi diciamo per pamla del Signore.
Quale peso attribuire a simile asserzione
e perchè la troviamo qui, e non prima ?
Questione non facile a risolversi.
L’Apostolo, negli Atti e nelle sue epistole, parla di varie rivelazioni dv’eg4i ebbe dal
Signore (vedi Atti 22: 1-10; Calati 2:2;
Ejfesi 3 ; 3 ; eoe.).
Nel capitolo primo della detta ai ' Calati
afferma addirittura che 1 Evangelo dh’egli, annunzia, non da uni uomo l’iha ricevuto e
imparato, ma per la rivelazione di Cesò Gri,sto (vers. 11,12), onde non sr perita di definirlo ripetutamente quale suo Evangelo particolare (Rom. 2 : 16 ; 16 : 21 ; 2.a Tim. 2 ; 8).
Se ricordiamo inoltre che nella stessa .1 .a
I ess. 2: 13 può scrivere a quei fratella che
essi ricevettero la parola della predicazione
e raccettarono non come parola d’acmini, ma
quale essa è veramente, quale parola di Dio,
come non concludere che tutto ciò che egli
proclamò e dettò, e non solo quel che sta
ora per dire, meriti la premessa : ((per parola
del Signore ?».
¡Via ecco che la rivelata varietà e ripeti-"
zione dei messaggi celesti a lui messaggero
terrestre, ci offre una assai probabile spiegazione del problema, |n sostanza Paolo, ebbe sì, nei primordi, del suo apostolato, quel
tanto di illumiiiiazione che unitamente allo
Spirito Santo avrebbe fatto di-lui — zelante, sincero, versatissimo nelle Scriitture —un
fedele ambasciatore del Cristo, ma ciò non
toglie che nuovi veri e misteri e comunicazioni particolari dall’alto, gli dovessero venire
ancora in seguito^ vuoi per confortarlo, vuoi
per ribadire e compleliare precedenti rivelazioni, vuoi infine per costituirlo, passo passo,
depositano e banditore di tiitto il consiglio di
Dio (Atti 20; 27) (1).^ •
Exco perchè, a mo’ d'esempio', nella
drammatica situazione in cui viene a trovarsi in Gerusalemme, la notte seguente al pencolo mortale da cui era appena scampato,
ma che permaneva, il Signore gli si presenterà dicendo: Paolo sta di buon cuore; perchè
come hai reso testimonianza di me a Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche
a Roma (Atti 23: II).
In seguito, e sempre in circostanze perigliose, sarà un angelo ad, apparirgli e a contermargli quanto Gesù gli aveva assicurato
(id. 27: 23).
Altrove troveremo l’apostolo intento a censurare i Corinti del modo indegno con cui
celebravano la cena eucaristica, trasrnetten-do loro quanto in proposito aveva ricevuto
dal Signore, certamente per una rivelazione
od hoc, cioè le caratterisitiche con le quali
l’agape ultima di Gesù coi discepoli' s’era
svolta e le parole che il Salvatore vi aveva
pronunciate.
Questo rilevato, possiamo ora rivenire al
nostro testo ed asserire ¡quindi, con molta probabilità di cogliere nel tognq;
I ) Che Ip cose scritte da Paolo ai fratelli
di ressalonka, nei versetti |3 p 14 dpi 4"
capitolo, le quali già commenthl, facendo
parte dp], diciamo, vandalo generico ricevuto dairapQstolo al tempo della sua conversione, non calzava per esse la premessa: per
parola del Signore.
2) Che simile premessa si addice invece
al mistero che gli fu rivelato successivamente
e che egli si accinge a rivelare a sua, vofia
pei versetti (5, 16, |7,
3) Che il mistero suddetto, straordinario
qual si presenta, deve essergli stato comunicato dunque in circostanze del pari «traondinarie.
C^ali queste circostanze ? Noi sappiamo
ed 'impossibile risulta ttabilklo con precisione. Ciò nonostàntc, elementi esistono che ci
conisentono-di identiifìcarle con verosimiglianza nelle celesti visioni di a*ì in 2,a Cor. 12:
2-4.
(( lo conosco un uomo — dice in questo
liK^o TApostolo — (e quello è lui), Ae
quattordici anni fa (se fu col coqxr non so,
|»avola «lei
I* Tess. 411 ts
nè so se fu senza il corpo; Iddio lo sa), fu
rapito fino al terzo cielo. E so che quel tale
(se fu col corpo o senza il carpò noti so; Iddio lo sa) fu rapito in Paradiso, e udì parole
ineffabili che non è lectto aU’uomo diii proferire ».
Orbene, appoggiandocl a questo episodio,
pieno di luci ed anche di ombre, noh è fta-se
lecita la supposizione che il rapimento del
quale Paolo fu oggetto, sia stato, già per se
medesimo_, un segno del iRapimehfo della
Chiesa di cui si appresta a disicottere coi
1 essalonicesi ?
Si aggiunga che l’ipotesi d'ell'apòstolo il
quale in simile contingenza prefiguri il glorioso avvenimento futuro, aoq|uista pure consistenza dal fatto che egli insiste per due volite nel dichiarare che non sa se il f^ajpimento
gli avvenne u col corpo o senza il COi^»,
quasi adombrando, attraverso tale ignrMnza,
le due categorie dei morti e dei vivènti' in
Cristo, che insieme tutti saliranno ìn quel
giorno fatidico ad inoontrare il. Signore nel1 aria (La Tess. 4; 17), i primi fuor dal
corpo corni'lltibile e da tempo disfatto, i secondi con il detto co'tpo, ma istantaneamente
trasmutato (La Cor. 15; 51, 52).
Altro dato che mi inclina ad individuare il
iRapunerito dell apostolo all’origine dèi «questo Vi duciamo per par'ola del Signiore », si
e che delle diverse nvtflazior» sovrarmatutali
a lui concesse vien sempre riferito — o da
lui, o da altri---il contenuro Iconfr \‘. ì 9
I 16: 9; 18; 9, 10; 22: !7-2l, ecc ),
memre in relazione al Rapimento suddetito,
egli isi limita ji.. scrivere che'-udì parole ineffabili, che non è lecito all uomo di proferire».
l er le cons .deraii/n; i - precedono ordunque, ed anche per questo fattoi che ci riconduce a questa sola foiU'., i i mi permetto di
pensare che lo stupefacente annun.'io della
resurrezione dei credenti e della loro ascensione al cielo, unitamente ai viventi in Cristo trasumanali, riguardando un prodigio inesprimibile, si può dire con l’umana favella,
derivi pertanto e per Tappunto, dalle succitate ineffabili espressioni che ^apostolo udì
durante il celeste colloquio (2).
In ogni modo, e a partte questa mia interpretazione che non pretende airinfallibilità,
cosa certa gli è che il u per parola del Signore » vuol significare un solenne richiamo al
!’attenzione di chi legge e una garanzia divina, quanto alle righe che seguono.
Giusto ciò che scriveva recentemente uno
studioso —^ E. Widmer — non si è ifionte
qui airopinioine umana deU’uomo Paolo, ma
alla parola precisa del Signore e al Suo proposito (3). L'apostolo, d’altronde, se gli avvenga di parlare umanamente, non manca di
avvertirlo: iRom. 3:5; La Cor. 7; 12, 25).
Del Signore glorificato, aggiungo io, che parlò al suo messaggero affinchè egli parlasse a
noi, ammonendoci altrove di non rifiutare gli
oracoli suol celesli (Ebr. 12; 25).
Terminando, non v’è dubbio infine che il
'i ((.questo vi diciamo par psurola del Signore»
si riiallaccia alla esortazione che troviamo al;
capitolo 5: 27, la quale diede motivo al mio
scritto proemiale. Gli è perchè le cose che.
sta per dire isono straordinarie e perchè gli
furano comunicate direttamente per parola del
Signore, che l’apostolo concludèrà la sua
lettera scrivendo: io vi scongiuro per il Signore a far sì che questa epistola sia Ietta
a.. tutti i fratelli.
■ ((Per parola del Signore ». ((Per il Signore».
Due locuzioni òhe, al posto dove le troviamo, si accordano nel conferire alla 1 .a
Tessalonicesi un valore impareggiabile ; ad
additaTla, se non come il ^più importante, certamente come il più sublime dei documenti
che l’apostolo dei gentili ci ha tramandato.
D. Argentìeri
(1) Ha torto perciò il padre Gesuita F. P^at
da non confondersi col prof. Prat citato nel precede,nte articolo) di sostenere nelJa sua opera : «La
Teologia di Paolo», ta teoria della rivelazione
totalitaria delta verità cristiana avvenuta, una vpJ-^.
ta .per ®tnpre neiràtto della oonverslotié cfeifi-’
postolo; ma torto hanno anche gli altri che,
in contrapposto, sostengono che tale rivelazione
«Sotto, l’aspetto della conoscenza non 'poteva che,
Guccessivamenie evolversi « chiarificarsi in rapporto alia vita, ai contrasti, all’es'perienza di Paolo» (vedi nella «Luce>i del 26 agosto 1942; i’articoJo : Gesù sempre presente).
Per mio conto accetto la teoria déila rivelazione progressiva e non evolutiva ; nel senso cioè di
verità ohe si susseguonc ad altre verità. Precisamente come per le cose che Gesù non poteva
dire ai discepoli mentre era con loro, ma nelle quali lo spirito di verità li avrebbe guidati in seguito. Queste noh erano destinate a smentire le altre,
ma a completarle (Giov. 16: 12, 13; vedi purè
Ebrei 5 : 12-14 e 6 ; 1-3).
NAUFRAGES
Parmij les dangers que 1 homme peut cou.rir, si grands et si effrayants qu’ils soient, il
n’est pas facile d’en trouver qui soient comparables à celui que courent les naufragés.
Souvent, les gens de mer peuvent raconter
des épisodes impressionnants dont ils ont été
les prol'agontstes, et fournu des détruis saisissants sur des sauvetages dramatilques. ilil est
étrange de rema.i(queir comment les maitelots,.
et leurs semblables plus modernes les aviateurs, à cause de |a familiarité qu’il* acquièrent avec le risque se laissent très souvent envahir par la superstition et en airivetït à attribuer leur salut à une amulette qu'ils portent sur eux,
Une tempêie sur mer, même si on la contemple en loule sûreté de la côte, est un des
spectacles les plus grandioses et les plus ter■fiants à la fois auxquels l’homme peut assi.ster. Si 'nous nous reconn'aissons infiniment
petits lorsque du pied de nos montagries nous
regardons v«rs l>eurs cimes, il s’agit toujours
d’une majesté silencieuse et immdbiFe; si pendant un orage je* coup* de tonn«ire semblent
nous assourdir, le simple abri qu’est notre toit
suffit à nous garantir de (a violence de l’ouragan. iLe grondement des torrents grossis par
la violence du courant qui arrache et entraîne
des arbres séculaires et qui fait s’écrouler des
maison* solidement bâties commence à nous
dottner une idée de l'impuissance de l’homme devant les forces déchanrées de 'la nature. D 'autres fléaux, tels que les avalanches, les tremblements de terre, les incendies, les éruptions des voleáis, rappellent à
l’homme sa faiblesse et sa p^teese, mais.
dans la plupart des cas, il est possible et même facile de s’y soustraire par la fuite ou de
recevoir uii prompt secours. Mais quelle doit
êtte l’angoisse de ceux qui se trouvent à bord
d un navire sur le point de sombrer, sans aucune chance de recevoir un secours humain !
Cette angoisse est d’autant plus poignante
que la mort certaine 'Se fait 'parfois longuement attendre: ceux qui ont réussi à ne pas
s’engouffrer avec le bâtiment et ont pris place dans une chaloupe ou sur un radeau finisseirt souvent par mourir de faim, de^ soif, de
froid et d’épuisement.
Celui des naufrages est un sujet qui a tenté la plume de force écrivains - depuis Homère j'usqu’à Edmondo De Amicis - et le
pinceau de bien des peintres.
Un des naufrages qui sont restés le plus fameux dans 1 histoire na'Utiqxie moderne, celui du Titanic (1912), qui s’abîma dans’i’Océan Atlantique en très peu de temps ayant
heurté conilte un ice-berg lors de son prem'ier
voyage, nous présente un ^isode quli nous
fait frémir : pendant les dermers mstants du
beau navire, 'un fort noyau des infortunés passagers - les victimes furent au nomibre de plus
de 'quinze cents • s étaient léuniis sur le pont
pour chanter vers le ciel qu’ils allaient gagner un cantiqiït d'espérance, qui dut paraître en même temps un cri de suprême détresse. Quelle puissan'ce dans cette invocation collecinive et dans la foi de ces chrétiens! — naufrage, il est intéressant
et instmciif d en emnparer un autre, dont la
victime fut un yauper italieri, le Prindpessa coula à peu |wès dans la
mêmes eaux en 1927. ill y eut environ ttois
cents pertes humaines, mais à la sublimité des
accents édifiant*, qui retentirent du pont du
Titamç fit pendaitt un ^isode de répùginan!l<
égoïsme. A bord du ttcuisatlantitque taisaient
route quelques Arabes : au milieu du tumulte
qïïi régnait pendant le sauvetage ■ et la terlew étajt multii'pliée par le fait que lia catastrophe eut lieu en pleine nuit - ceux-ci voulurent sauver, outre leurs pesonnes, aussi' leurs
bagages, qu’ils précipiiKèreiti du haut diu pont
dans les chaloupes qui avaient été déjà descendues en mer. Cette manoeuvre insensée
pi'ovioqiua le chavirement des embarcations et
conséquemment de nouvelles victimes. La
résignation chrétienne, unie à la certitude de
conquérir une richesse impérissable dans une
vie supérieure, ise trouve ici via-tà-vis dp l'attachement le plus sordide aux biens d’ici-bas.
Ceux qui proclament l’inutilité du sacrifice
du Christ pour sauver cette humainilté perverse devraient comparer entre eux ces deux épisodes, et réflédfiir.
Pendant la malheureuse guerre à la suite
de laquelle les natiions semblent ne plus trouver le chemin de la paix, un rôle de premier
plan a été joué peir lies 'sous-mariris, qui, avec les mines ifiottontes, avaient l’affreuse
• tâche de couler à pic les vaisseaux ennemis.
Les victimes de ce piège redoutable, toujours aux agjôeits, .atteignent un' nombre sans
doute immense, qui probablement rie sera jamais connu avec exactitude : des milliers de
navires, dans toutes les mers du globe, ont
ainsi sombré non point à causé de l’adversité
dçs él^iKiÉs, maia à. cause de la folie humaine. Dans les bdUetins des différents quaxtiérs généraux, ces itragédies quotidiennes étaient cyniquement dénoncées avec ila froide
simplicité des chiffres, sur le nombre des navires et leur jauge; 'ralliision-aiu nombre des,
violinies était rare... Pour les grands sttatèges
ce sont les moyens, surtout les armes, qiui comptent: les vies humaines ne leur coûtent rien. Des millions ide familles ont vécu
plusieurs années dans de terribles transes, et
combien d’entre elles ne reverront plus ici-bas
leurs bien-aimés qui auront eu les gouffres de
1 océan pour tombeau et les algues pour linceul !
Et 'ir»aintênanil(, on s’exerce quelque part à
provoquer le naufrage simultané de flottes
eintières avec ,1a bombe atomique, en exj)érimentant pour le moment sur des navires
sans équipage. Ces®, dit-on, le progrès...
(voir Ps. 90; 13).
tK St 9K
On emploie souvent les termes de tempête
et de naufrage et 'le verbe sombrer au figuré :
chacun a constaté ou constatera à ses frais la
justesse de 1 allégorie. C’est une expérience
qui commence dès les années les plus tendres, à cet) âge où les plus petites contrariétés semblent plonger l’esprit dans un véritable abîme de désolation. Toutes proportions
gardées, suivant les époques de la vie, que
de projets l’on voit sombrer, que d’espoirs
font 'naufrage I II suffit à l’enfant de voir que
ses parents lui nient un amiusement ou refusent de lui procurer im jouet'qui a été longtemps l’objet de ses innocentes convoitises
pour qu’il se produise en lui un état de déception et d’amertume qiiii disparaît assez rapidement, mais qui est bien l’image ou l’embryon des déconfitures qu’il essuiera plus
tard. Et en disant que la sérénité retourne,
c est l’allégorie qui continue dans le même
ordre d’idées. - Ensuite, et ceci peut se vérifier depuis renitance jusqu’à la veille de la
'maturité, ce sont les insuccès scokires, dont
parfois des familles entières ont à souffrir.
Au fur et à mesure que l’on s’engage dans
la lutte pour l’existence, les déboires assument plus de gravité : un jeune homme se
croit vainqueur dans un concours dont doit
dépendre son avenir, il se prépare à fonder
son foyer '«t voit tout rose devant lui, et voici
que la bataille est perdue, tout est à recommencer: c’est un naufrage moral qui peut jeter l’individu dans un abattemeilt parfois
dangereux, car le découragement et le désespoir peuvent amener un sérieux préjudice
même dans la personne physique. 11 en est
de même dans le champ si complexe e* si
mystérieux de la vie sentimentale : la ckeeptÎOT ou le désabusement peuvettt jeter l'esprit dam un abîme de chagrin et) d’exaltation morbide si grave que ce geme de naufrage se résout parfois dans la perte de la raison et assez fréquemment dans le suicide. Le
suicide est aussi, souvent, fa folle et irtutile
conclusion du drame des gtands financiers,
2
ísá
Campeggio della GloVentà Valdese
PRALY^POMIERl Ajiosto)
Organizzato dalla F.U.V. ha avuto luogo
in località Pomieni di Praly dal 21 al 30 agosto il primo campo nazionale post-bellico
per la Gioventù Valdese. Eira iintenzione dei
Comitato Nazionale offtiire ai giovani unionisti Valdesi alcune giornate di « distensione
spiritiuale » e non si può dire che tale scopo
non sia stato raggiunto. Una trentina di Unioni — dalle lontane sioule 'Messina, Vittoria,
capeggiate dairagguenrita e... protestante Ca
tania, su su, alle centrali Roma, Firenze;
dairorientale Fiume, (la quale è stata ogget
io di panlttcolaie simpatia e ci associamo alle
parole del Pastore Gay « al di là delje barriere piolitiche c’è la iiratellanza di fede in
Cristo; fratellanza e fede che non conoscono
Ostacoli, confini, barriere») a Venezia; da
Milano a Sampierdarena, — tutte, nominate
o no, grandi o piccole, hanno rispiosto oon
entusiasmo alla chiamata, hanno dimostrato
di non essere sorde aH’appiello che la vera
Chiesa di Cristo lancia alla Giov. d’Italia c
del mondo. Oltre 150 furono i campisti ospiti
deH’incantevole villaggio alpino di Pomieri.
Nel pomeriggio del 21 agosto il direttore
del campo Pastoie Tullio Vinay, segretario
della F.U.V., inaugurava ufficialmente il '
campeggio porgendo il benvenuto ai ((campisti)) e illustrando brevemente l’imporitan
za e la finizione spirituale cristiana che sta
alla base dei criteri organizzativi dei campi
J>ei la nostra Gioventù di Chiesa. Rivolgeva
poi il saluto fraterno e Cristiano ai delegati
svizzeri della Chiesa Nazionale del Cantone
di Vaud, il Fattore Giorgio Paschoud e la
signorina Violetta Friedridh.
Ringraziava la mamma dello studente in ,
teologia Mario Ceseri, caduto nell’adempimentq del proprio dovere, per il gentile dono
di un magnifii» stendardo Valdese, leggeva
in seguito il messaggio pa'squale che Mario
Ceseri aveva inviato pochi giorni prima della sua morte ai suoi commilitoni : un messaggio dal quale traspare la forte fibra di giovane ardente e la coscienziosa consapevolezza
della fede, della dedizione al Cristo, per il
trioriifo della missione che aveva scelta e per
la vocaziiMie che aveva avvertito.
Lo stendardo Valdese inalberato al pennone centrale del campo, svettante al di sopra dei pini, verso l’azzuno infinito del cielo, ha per IO giorni consecutivi sventolato
splendido e ammirato; i raggi del soie ne
hanno baciato l’emblema giallo-oro in campo
azzurro, la brezza montana l'ha avvolto come in un dolce abbraccio e l’ha a lungo e
lievemente accarezzato.
Sventolava e ammoniva...
Sventolava e annunciava...
Sventolava e annunciava il grande messaggio.
Quanti « campisti )) alzando decine di
volte al gi<wno lo sguardo si sono fermati a
considerare il significato di quel candeliere
che poggia sopra il sacro libro della Bibbia ?
Quanti hanno valutato e compreso l'incommeinsurabile valore del motto; «Lux /licei
m tenebris » ?
Veniva poi aperto, come da programma, il
ciclo delle meditazioni e conferenze <x)n uno
studio poJitico-sociale-crisliano dèlia professoressa Marcella Gay di Pinerolo. Dopo una breve discussione, il canto di alcuni inni
deU’innaiiio cristiano e di canti giovanili
svizzeri si chiudeva la piima parte della pri
ma giornata di campo. Qui purtroppo non
posso riporidare per ragioni di spazio e per
non spiezzettare e sminuzzare, argomentazioni
che richiederebbero ampia trattazione e particolare rilievo; non posso esporre nè sin
tetizzare le meditazioni e gli studi, sempre
okremodo interessantli ed appre.zzati, che, alternativamente tenuti da Pastori e giovani si
SLiccedeltero nei giorni di vita campistica.
Non potendo riportare rinteressante cronaca
delle singole giornate mi limiterò ad alcune
generaliizzazioni a cui seguiranno gli appunti
dal diario di due giornate di vita campistica.
Dal complesso di studi tenutisi a Praly e
località viciniore, sono emersi nella disoussio. ne e per rinteressamerito che hanno suscitato
nei presenti i seguenti argomenti; «la preghiera» nel concetto individuale secondo il
detto delllEjvangelo « ma tu quando preghi,
enta nella tua cameretta e serratone Tuscio fa
orazione al Padre tuo che è nel segreto» e
nel concetto.^ collettivo di preghiera come manifestazione della comunità, che col suo Fa
store entra in colloquio con Dio, come testimonianza nella Chiesa di Crasto nel mondo; u revangelizzazione » nel suo significato
puro e intimo come obbedienza al comandamento divino — «Andate ed evangeiìzzate»,
come missione speciale della nostra gioventù, in funzione dei mezzi moderni a disposizione ; (( il problema della giustizia umana
in rapporto colla superiore giustizia divina».
1) — La vita dei campitti si è svolta sotto un duplice e benefico aspetto: sotto l’aspetto materiale essi hanno felicemente concluso il loro periodo di ferie ; hanno ritemprato le loro forze fisiche, vegetando al clima salubre dei nostri monti ; si sono ricreati
coi giochi, colle gite, colle escursioni, e con
(qui c'è il trait-d’union col secondo aspetto);
2) — ...canti e canzoni; sì, col canto di
canzoni alpine, di inni, di preghiere che
hanno ritemprato le loro forze spirituali. La
vita spirituale del campo è stata intensa. 1
giovani hanno a lungo interloquito e discusso sui problemi fondamentali della vita religiosa; si sono interessati agli studi biblici,
hanno rafforzato la loro fede nel supremo ideale cristiano.
A questo punto è doveroso tributare il
nostro grazie ai sigg. Pa.ston Vinay e Gay
iiie si sono sobbarcati il non facile comoi
commerçants ou spéculateurs qui voient sombrer leur fortiune ou leur honneur: ce spectacle est commun dar^ les jardins ou dans les
armexes des maisons de jeu; aussi, la faillite
d'entreprises immoralès de ce genre est un
naufrage qui n’est guère à regretter !
Lorqu’un birt que nous avons longtemps et
patiemment poursuivi nous échappe justte au
moment où nous allions l’atteindre, voyant
que la constance de nos tentatives est frustrée par la concuriencei déloyale 'd’autrui,
par la coupable nonchalance de ceux qui de
vraient pourvoir, ou simplement par les circonstmices défavorables, l’échec que nous é
prouvons peirt nous exasjrérer, au jxiinl de
nous faire négliger nos devoirs et friser le
blasphème. C’est ce que l’on exprime par la
locution proverbiale naufraget au port.
iMais il est d’autres naufrages, bien plus
troublants encore .* une personne découvre
dans la fleur de l’âge, qu’elle est irrémédia
blement condamnée par une maladie, et, outre le regret pour la perte de sa propre vie
terrestre, elle peut avoir le'souci des enfants
en bas âge qu’elle va abandonner. Inversement, qu’il est terrible d’apprendre qu'une
personne que nom diérissons ne pourra survivre à une maladie ou à un acciidertt dont
elle a été frapj>ée ! • Eit aux diverses situations qui <Mït été envisagées, il pourrait s’en
ajouter d’autres, plus ou moins an- logues : si
peu que l’on fouille dans les archives de sa
mémoire et que Fon passe en revue ses ex
périences, on peut reconttruire les différentes phases des tempêtes qui dans la vie ont
abouti à un naufrage. Mais que cette introspection soit complète, et nous reconnaïtroiris
que chaque fois que nous avons été sur le
point de sombrer une planche de salut s’est
offerte à nos mains crispées et suppliantes
Celui qui court l’épouvantable aventure d’un
naufrage au sens réel, au moment où, se débattant entre une lame ©t l’autre ou cédant
à rengourdissement il va disparaître, peut
parfois Se cramponner à un débris du navire
sinistré, et cette épave à laquelle le malheureux doit sa vie est bien l’image de la main
puissante de Dieu qui s’avance iinviisiblemen:
vers nous quand dans notre angoisise nous
poussons vers Lui noire cri de détresse. Lorsque nous pourrions nous tenir pour perdus et
croire notre raison incapable de surmonter
une adversité, c’est! alors ique nous sommes
■ sûrs de ne pas échouer si nous invoquons notre Dieu avec tout' 1 élan dont est capable
notre coeur troublé. Dieu n’éprouve jamais
ses enfants au dessus de leurs forces, et sa
borrté est grande quand 11 reconnaît que le
moment est venu de se montrer à leur faiblesse ; cette expérience doit donc nous affermir
dans nos moments de doute.
On compare souvent la vie de l’homme à une nacelle qui vogue sur une vaste mer : le
nocher qui dans cette navigation confie son
gouvernail à l’Eternel ne fera jamais naufrag« I \ emm. t.
ÿto di diirigere le quotidiane, lurighe discussioni che seguivano agli studi e alle medifazioni. Ai sigg. Pastori Balma e Geme palla loro apprezzata collaboirazioine. Ai 'Sigg.
delegati svizzeri e m modo particolare al
àg. 'Pastore Paschoud che è stato artefice ap
passionato ed entusiasta di svaghi ricreativi.
Ricorderemo i suoi efficaci mesisaggi, ii suoi
utili consigli ; le (( rondes » i (( canons)) ; i
canti svizzeri imsegnatic i colla gentile collaborazione della sig.na Enednch, la ((course aux chevaux )> ; la bellissima preghiera
cantata prima dell’inizio dei pasti:
(( Pour ce repas, pour ce repas
pour toute joie
nous -te louons Seigneur ».
iNel sig. Pastore Paschoud abbiamo un altro grande amico che speriamo rivedere al
prossimo campo unitamente al Pastore Gi
rardet.
Al sig. Pastore Rostan, direttore solerle
di cori — quella rosa alpina ! ! ! — modiiicarore di programmi e pacificatore di animi.
E, per chiudere la sequenza dei nngra
z'ainenli, vada il nostro disintereissato plauso al segretario nazionale Pastore Tullio Vevay, organizzatore e direttore insfeiiicabile del
campeggio; egli ha saputo creare dal nulla
questo primo campo; è il preludio ai prossrmi grandi e forse internazionali campeggi; il
primo e più difficile passo è compiùlto... non
resta che proseguire con costanza e con cristiana volontà.
Al pastore Geme, ai sig. Ricci e a lutti
i collaboratori che hanno dato il loro contributo per la riuscita ed il buon esito del campo, il nostro grazie.
Da appunti di
(25 AGOSTO).
vita campistica
Abbiamo oggi fra noi un operatore cinematografico di Torino il quale riprenderà alcune scene sulla oiiia del campo. Dopo la
prima colazione a frotte i campisti si avviano
Verso Ghigo per assistere al culto presieduto
dal Pastore TULLIO VlNAY; la chiesa
locale ha l’aspetto delle grandi occasioni,
una folla eterogenea di giovani... alpinisti,
allievi, e aspiranti allievi, dà Un torto vivace.
Variopinto, un aspetto giovmile, all’ambiente
solitamente semplice ed austero del tempio;
notiamo con simpatia che le Praline indossano il tradizionale costume Valdese. Dopo il
Culto il pastore GENRE porge il benvenuto ai giovani unionisti del campo a nome
della comunità di Praly. Unionisti e simpatizzanti della valle hanno raggiunto Ghigo ed il nostro villaggio che si anima in^litamente
...la piccola macchina da presa lavora senza interruzione e prima del pranzo si ha la ri
ptesa di alcune scenette umoristiche impersonate da elementi di punta, opportunamente
scelti fra i campisti.
Nel pomerìggio mente sui campi di gioco si cdternano le squadre unionistiehe tìhe
aspirano al primato della palla a Volo e al
titolo di campioni d’Italia, tutte le unioni
presenti ed campo s’immortalano (a detta del
Pàsiore Geme) a turno, nel film. Seguono
'( rondes » gigantesche e giochi collettivi.
Verso le 21 campisti, pralini e unionisti del
la valle si ritrovano per eseguire, sotto l’appassionata ed impeccabile regia del Pastore
PASCHOUD, un colossale (( Picoulet » ;
due cerchi molano in senso contrario attorno
ad un gigantesco falò di larici le cui vivide
fiamme rischiarano il campo intero, mentre
una pioggia di faville, di efietto spettacolare,
dona ai presenti l’impressione di assistere ad
uno spettacolo pirotecnico senza precedenti,
l minuti trascorrono... la macchina da presa
gira: si danza, si canta, si corre; le facce
sono arrossate, gli occhi brillano, la scena
ha del folclore extra-locale; ima grande ma
nifestazione del sano e gioioso entusiasmo
giovanile ci sta innanzi. Un suono di fisarmonica ed è di scena Turùone di Praly che
danza la (( courrento » suscitando Veriiusiastico applauso dei presenti. Lontano dall’alto di un piccolo cocuzzolo, la macchina da
piesa ancora girai
... Siamo ora fra le quattro nitide e squallide pareti della «sala amicizia»; sul traballante e minuscolo teatrino, costmMo con
gusto e a tempo di primato da alcuni campisti, l’Unione di Torino ci offre una riuscita e
divertente serata. E’ tardi; la mezzanotte è
da tempo passata; un silenzio profondo regna
nel campo, mi aVùio verso la mia tenda c
penso: — £’ stata una giornata bella e he
nedetta e ringrazio Iddio. — Ad un tratto
sul limitare della soglia delia mia casupola,
odo lontano m canto lieve e soave, quasi
una ninna nanna ; ho poi saputo il giorno dopo che si trattava di un gruppo di unionisti
che cantavano un’autentica ninna nanna al
proprio Pastore.
(30 AGOSTO)
Siamo giunti all’ultimo giorno, c’è nell’ari'.i un senso di nostalgia per i giorni trascor
si troppo velocemente; l’uggiosa giornata di
pioggia sembra accentuare il tono di malinconia di cui sono pervasi i campisti e quanti
Vorrebbero prolungare di qualche giorno la
permanenza al campai...
Ore 16:... nella «sala amicizia» quattro file di uniotùsti formemo un -doppio cor
ridoio umano che porta al tavolo dei Pazitori
e dei delegati svizzeri; la sata è addobbata
con Verdi rami di larici e smtie tavole Vi è
dovizia di fiori .camìpeslri, sut sipario del teatrino spiccano le sigle l'.U.V. e J.P.
I ulto è pronto : i Pastori al loro posto di
onore, gii unionisti sistemati di ponte a gaVettini di thè fumante; che si aùtende ? Di
menticaoo, lo squillo della campana e la...
comparsa del direttore Pastore Vinay che,
sorretto da due campisti, viene portato di pc
so al suo posto; egli viene applaudito a tungo in una sentita manifestazione di simpatia
e di affetto. Dopo il ¡thè. Pastori e delegali,
lichiesti a gran Voce sono obbligati a parlare: si succedono i Pastori Vinay, Paschoud,
la sig.na Enedrich, i Pastori Uay, Balma,
Uenre, Comba e il delegato della funge Kirche {Svizzera tedesca) Pastore Vittorio Arsuiffi ; il sig. Arsuffi ci ponlia il saluto dei gio. vani delta funge Kirche e si dice « lieto di
poter iniziare l'allacciamento spiriimle fra la
sua giovenlù e la Valdese ».,,
V orrei poter riportare irvtegmlmenle tutti
i messaggi rivoltici; messaggi che si com
pendiano nell invilo a —- lavorare per il trionfo del regno di Dio sulla terra —.
bra Voltio riferisco un deilo del Pastore
Pasefioud: « ... si, io mi farò fare dal fotografo del campo una grande fotografia del
Pastore \/may ; la collocherò nel mio studio
e guardandola penserò — ecco un uomo che
ha avuto coraggio, che ha lavoralo con fede
ed entusiasmo, instancabilmente per .il trion
fo deli’Evangelo di Cristo»,
Seguono canti giovanili valdesi e svizzeri
e gìoc'/ii all aperto. Alte 21 viene celebralo
li Cullo di S. Cena dal Pastore Paschoud
coadiuvalo dal Pastoie Viiinay ; la celebrazione della S. Certa nella doppia versione Francese-ltaliarta assume una nota di carattere
preitamenle ecumenico.
Il campeggio è alle sue ultime ore di vita;
ci si accomiata un po’ a malincuore; quanta
strette di mano! Quanti augttrii Non è aià
il sig. X di Venezia che risponde un laconico (( molto lieto » al doti, y di Roma, ma
è Gianni che bedfe amichevolmente sulla spai
la di Mario e gli dice ; ciao e ar nvederci a
Milano.
A Horno al sig. Paschoud una cinquantina
di giovani passa in rivista taUo il repertorio
di canzoni italiane, francesi e dialettali; si
cantano gli inni dell’Itmctrio cristicmo in una
simpatica gara di preferenze. Siamo stanchi,
ma soddisfalti e un «botme-nmt et merci»:
erotriporìo sentiti dal cuore.
II campo è terminato, portiamo con noi
un lieto e nostalgico ricordo dei IO giorni
di vita vissuta in comunione fraterna e cristiana. Il nostro ricordo andrà alle singple optrazioiii della giornata, sorrideremo ai pensiero dii un tizio che per evitare un superraflreddore si lavava con l’impermeabile ab
bottonaio al collo, col berretto in testa, del
buon Trezzi che volontario si tuffava in pi
giama nella gelida Geimanasca, del buon
Moggia giocatore impagabile di palla a volo...; ricorderemo le gite collettive a Sapatlè, al lago d’Envie, ai Tredici Laghi e dintorni!, a Galmount, a Bòc dti Col; le clan
dettine escursioni di provetti alpinistii e tc
nacissimi allievi.
Ma portiamo anche con noi la consapèvolezza di una mifssione che ci attende; forse
in qualcuno è nato il desiderio, il coscienzioso dovere di approfondire le sue nozioni
religiiMe, di temprare la sua fede, di testimoniare e di evangelizzare.
Costante Costantino
3
% w
UEQ5Ì DELLE VALU VALDESI
' H Congresso della FUV ha avuto luogo al
termiine del Campeggio alpino, a Pomaretito,
iiéi giorni 31 agosto e 1 'settembire. E’ stato
da im seggio composto delle seguenti
persone ; past. Guido Mathieu, piesideinite Enzo Puleio, vice-piesiderate - Mario Ni£oIm e Alberto Gabella, segretari. 11 culto di
apertura è stato presieduto dal pastore Teodoro Baima con un appropriato messaggio sul
risveglio.
Air inizio dei lavori è istaito data lettura
della relazione.'del segretario generale, pastore 7 ullio. Vinay, dalla quale è risultato
che questi anni di guerra sono stati: annii di
diificoltà gravi che hanno in vario modo intralciato l’attività giovanile in genere e quella del .Segretario in modo particolare. Un,
progresso sensibile si è tuttaviia maniifestaio
nella vita delle Unioni, spesse volte dirette
dai giiovaini stessi e tutte protese verso la formazione di una personalità giovanile cosciente e responsabile. iMolti giovani, purtroppo,
non sono tornatii dopo la vaolenilla bufera deila
guerra ed i'I vuoto da essi lasciato è stato
sentito nelle Unioni.
In alcune località sono sorte delle Umo
ni 'cadette. La stampa non è stata all’altezza
della situazione e non na dato tutto quanto .
aspettava da essa, per dei motivi di caratitiere
contingente. L Ufficio Recile ha svolto in
fitficace lavoro, specialmente per opera diei
pastore Feodoro Baima. Convegni, in maggiore o minor numero, secondo le possibilità
locali, sono stati llenuti in tutti i (Jruppi. li
Lampo, che dal 1939 non aveva più potuto
effettuarsi, ha avuto nuovamente luogo e la
esperienza dr quest'anno ne ha rivelato la necessiiità. 1 rapporti ecumeniicz sono stali , ripresi
ed intensificati. L opero a favore della gioventù delia Cihieisa richaede le forze dii un
Lastore liberato dalle cure della comunità.
Uopo la lettura della relazione, &i è accesa una vivace, ma troppo disordinata dispussicne, su vari argomenti. L’esigenza di
un Pastore per la giioventù si è concretala
mediante la votazione del seguente ordine dei
giorno : « li Congresso Nazionale della f.
O. P. fa presente al ¿iinodo l urgente necessità che il ibegretario generale della FU.V
sia esonerato da ogni altro incarico per dedi
carsi compieiamenle all'opeTa spirituale fra
i giovani e per intensificare i nosin rapporti
con li movimenio ecumenico giovanile ».
SuU’argomento della stampa e sulla .mancata pubblicazione della progettata rivista
a Cioventù Evangelica » il Congresso si trattiene a lungo. Viiene ,infine votato il seguente o. d. g, : .< ¡1 Congresso FU V, constatando che l'attesa rivista Gioventù Evangelica
non ha politilo uscire finora, dà mandato al
Comitato Nazionale di puFblicwe la suddetta rivista o di sostituirla provvisoriamente con
un giornale più modèsto, entro la fine di ot
lobre, per la ripresa delle attivUà ».
Il pastore Alberto Ribet legge in seguito
una sua relazione sulla nuova oostituzione della FUV e sul suo inquadramento nei regolamenti della Chiesa Valdese. Dopo che alcuni hanno interloquito per esporre il loro pensiero al riguardo, viene votato l’o. d. g. seguente : ((1/ ¡11 Congresso della FUV riafferma la piena appartenenza della FUV alla Chiesa e la dipendenza dalle sue autorità
costituite. Esprime il desiderio che il Congresso della gioventù contiimi ad avere la fa
coltà di eleggersi tutti i propri dirigenti ».
In ailtesa di poter disporre dei caseggiati
del Campo di Praly in modo definitivo, si
parla della necessità di un villaggio alpino,
per le attività collettive dei giovani e dei cadetti.
Si insiste ancora sulla necessità di mantenere ed ititensiificare i nostri rapporti con ’a
gioventù di altre chiese estere, particolarmente con la gioventù di chiesa della Svizzera, i
cui rappresentati al Congresso» il pastore Arsuffi della Svizzera tedesca, il pastore Paschoud del Cantone di Vaud ed il sig. ]actjues Picd di Ginevra, rivolgono ai Congressisti un messaggio di fratemità criatiana e l’augurio che, dopo le tenebre di questi anni,
splenda anche per poi la luce.
Sono stati apprezzati la presenza del Moderatore della Chiesa Valdese ed un messaggio del pastore Paolo Bosio al quale il
Congresso ha rivolto un pensiero .affettiuoso
ed un saluto.
Dopo la relazione finanziaria ‘esposta dal
cassiere rag. Alfredo Giocoli, il Congresso
ricorda alcune figure di giovani campisti
chiamati da Dio in questi anni, mia presenti
ai nostro pensiero.
Le elezioni del Comitato Nazionale hanno dato il seguente riisulUatO'; Se^etaiio Nazionale pastore Tullio Vinay - Membri ; pastori T. Baima, A. Deodato, R, Comba,
P. Marauda, L. Santini Laici Puzzan
ghera, E. Serafino, E. Puleio, A. Fideei.
Il Congresso è stato necessario dopo gli
anni di guerra e non dubitiamo' che una qualche utilità esso l’abbia avuta ¡.dobbiamo però riconoscer:é che, in complesso, esso ha de
luso l'attesa di molti e che la sua riuscita sarebbe stata diversamente efficace se si fosse
volto in un’atmosfera di maggiore ordine e m
mo spirito veraménite costruttivo.
E. Rostan.
• ■■■“/ ■
,.Ì>i ritorno: dallà Svizzera
In margine
al campo di Prali
il campo è iternimato...
'La lunga e dolorosa parentesi della guerra è caduta; la bufera e prissata: dove più,
dove meno, ha sconvolto cose e averi, h.i
sradicato affeitli, ha demolito e distrutto; ha
seminato morte e rovine. Ha sopralilaitto la
sciato una triiste eredità, un’eredità di uomini
divisi, disonesti e corrotti, un’eredità di mr
seria morale e materiale. 'Ovunque; nelle
ci'lità, nei paesi, nelle campagna, sui mon';l,
la guerra, questo inesorabile tlagello umano,
questa crudele e ma'lvagria espressione della
miserabile potenza terrena, ha impresso il suo
marchio rovente di distruzione. La tragedia
è stata vissuta e nelle valli e in tutte le più
remote ed isolate comunità disseminate sul
suolo della nostra Patria.
Molti portano (impressi nel cuore ed esteriormente i segni del faiiSte prassato, ma tale
ricordo, tale oscura reminiscenza permane in
modo più evidente e manifesto nei giovani e
fra i giovani. E’ necessario aiutare questi
giovani, i quali hanno maggiormente subito il
peso della decorsa tragedia e che sembrano
non potersi facilmente sollevare da uno speciale stato di prostrazione; bisogna far loro
comprendere che ai ha urgente bisogno di
coilaborazione, una collaborazione accat
tata e sentita.
.via questi giovani devono essere ¡orrralì,
0 meglio riformaii : bisogna infondere in
moki una nuova linfa che alimentii la fede negli ideali che furono un tempo i sacri e unici
ideali dei nostri padri ; bisogna far loro comprendere le supreme esigenze della Chiesa,
1 sacrifici che la ifede richiede, la sot'omissione che la sacra legge impone. Ma bisogna
sopraiUuitto camminare di pari, p'auso con le esigenze che sono proprie dei gio.ani e del
tempo: ed è quello che fa il Protestontesimo.
Questo lavoro, di non facile impostazione,
ma dii sicura e proficua riuscita, va svolto
nelle unioni, vagliato nei convegni, completato nei campeggi, sanzionato nei congressi.
La pace è alle porte. Ovunque l’assordante
polemica della ricostruzione materiale e sociale della patria ; di fronte all’impalcatura
teorica fa riscontro la reale lentezza deli’attuazione pratica; ma un’altra grande ricostru ■
zione SI impone : - la ricostruzione deiru'.jmo
morale, spir.iil'uale, dell’uomo religioso bCCOll ■
do 1 dettiami della legge di Cristo. Io credo
e spero, die in vista celle sintetizzaile cause
su esposte, di fronte a queste necessità imperiose, si ispireranno i concetti oiganizzaMi
dei prossimi campi e convegni.
11 campeggio di Praly, oltre alle comuni
questioni d’indole tecnica riguardanti i’organlzzazione in se, ha mes:so in evidenza numerosi problemii che dovranno essere in un
prossimo futuro esaminati e discussi. Sii facciano quindi tutti i passi necessari, si muovano -tutte le leve possibili, e si proceda tempestivamenie aH’acquis’o delle icasermelLe di
Pomieri. La Ven. Tavola dia tutto l’appoggio indispensabile per la risoluzione di questa
questione che sta a cuore degli unionisti tutti.
Dal campo' stabile di Praiy-Pomieri e sezioni mternazionali aggregate noi trarremo ogni anno una rinnovata energia sicuri, con
! appoggio di Dio, del trionfo delia nostra idea. Le conseguenze pratiche s’inttavvedono
e j frutti, se l’albero è buono, saranno buoni
e noi poiltemo sempre più attuare il comandamento; (('Ricordati del tuo SignOTe negli
anni della tiu» giovinezza ».
Per l’Unione Giovanile di Pinerolo:
C. Costantino.
■5$
Appositi di UKii, giovasse,..
La sera del 24 agjosto siamo tornati dalla
Svttìzera noi, i set'tanta giovani Valdesi colà
ospitati. Ed ora che siamo di nuovo in Italia,
non senza mos-talgia pensiamo-ai vari momen
ri del nostro soggiorno.
Ci rivediamo la sera del nostro amivo a
.'Losanna, ansiio-si ed incerti; il paiSttoie Girardet è lì a riceverci, mentre da ogni parte
giungono i J. P. per accogliere i loro pro'tett'i. E’ commovente vedere di quanto affetto circondano il loro ospite quando sono
riusciti ad individuarlo fra tutti noi. Quelli
che non sono prelev-ati la sera stessa dell’arrivo passano la notte in una caseraia ottimamenite addobbata e raggiungoino' il giorno seguente la famiglia che li ospita.
'Ognuno di noi si ambienta ben presto, sia
che capiti in montagna, in campagna o in riva al lago e tosto si crea degli amici. Tutti
vogliono ved'ere è conoscere a le-^ Vaudois
du Piémont ».
In un ambiente così piacevole di gioia serena e di comunione fraterna è ,facile immaginare come i giorni passino veloci, tiroppo.
veloci ; e dopo le tre prime settimane del nostro soggiorno, già dobbiamo dire addilo ai
- nostri amici per ritroviarci tutti insieme al
campo di Vaumarcus. iNtostalgia da una parte, dunque, gioia daU’altra nel ritrovare gli
amici italiani ed a'icu'ni dei nostri pastori.
Il 18 agosto ha inizio la nostra vita di campisti in un’iatimosfera intensamente bibliica ed
al tempo stesso ecumenica; giovani svizzeri,
italiani, belgi, francesi, conidividono serenamente le ore di gioia e di studio.
11 programma del campo è di grande interesse. Al mattino, dopo il culto, -c’è un'ora
di catechismo. Il tema di questi catechismi
è la Chiesa considerata in sè e nelle sue funzioni. Attraverso a questi studi la Chiesa ci
appare veramente sotto una luce nuova, quale
Corpo di Cristo e testimone dei suo Vangelo ed ognuno di noi sente imperiosamente li
necessità di amare la propria chiesa e dii lavorare intensamente per essa.
Parte del mattino e del dopo -pranzo sono
dedicati a quello che è lo scopo principale
del campo; lo studio biblico. C’è lo studio
personale, poi a gruppi, 'infine la .sintesi fatta in comune. Ed è in questi studi che, po
sti davanti alla Parola di -Dio, vediamo chiaramente come ogni pagina, ogni versetto di
essa siano per noi estremamente ricchi di
coniten-uto spirituale e di ammaestramenti ;
seniriamo che dobbiamo conoscere meglio la
nostra Bibbia e darle il posto che le spetta,
al centro della nostra vita. 11 programma dei
campo è poi completato la. sera, do-po il culto dii 'intercessione, ora -con una conferenza,
ora con 'un film; la penultima sera con la celebrazione della S. Cena.
A tutto qiue-sto sono da aggiungere i contatti fraterni fra i giovani, che si rivelano così benefici; insieme abbiamo esaminato i. nostri comuni problemi ed insieme abbiamo cercato di risolverli.
Poi viene l’ora di separarci. Noi, Italiani, lasciamo il campo per primi ; molti compagni si alzano per saiutàrci, altri ancora ci
accompagnano alla .stazione.
'Giascuino di noii, ora, sente come tutto
quello che ha ricevuto in Isvizzera - ed è stato molto - sia vivo tuttora ed o-perante in lui.
1 momenili di comunione fraterna, di preghiera e di culto costituiscono ora una realtà che
è fonte di incitament'i e di incoraggiamenti.
Siamo stati colmati di doni nello spirito e
nel corpo; ora che abbiamo ricevuto, tutti
sentiiamo la necessità di dare a nostra volta,
di far fruttare ciò che è stalo posto in noi, di
metterci all’opera.
Giovani Valdesi, qual’è la nostra preghiera ? Quella che alcuni di noi, adunati a
Prangins, ripetevano col Pastore Girardet !a
sera del 15 agosto ; h Père Créateur, qui
nous à donné la vie, préserve-nous de gâcher
notre vie. Fils de Dieu, qui conduis les hommes, sois mtre ChefI »
...e di taraa giovametta
Il nostro soggiorno in Svizzera, dopo es
sersi, realizzato in modo quasi miracoloso, è
ormai finito e i giorni che abbiamo trascorso
in quel paese ospitale appartengono ormai al
posato. Ma il ricordo di quelle giornate d
accompagna nella nostra vita di ogni giorno
alla quale siamo ritornati con delle nuove e
salutari esperienze.
La cordialità con la quale i nostri amici j.
P. ci hanno accolto ci ha dimostrato subito la
gioia di averci con loro, di circondarci della
loro simpatia, di partecipare con noi la loro
villa.
Al mio arrivo nella piccola stazione in riva
al lago ero aspettata dai compKnenri tutti della^ famiglia che mi diedero molto cortesemen
te il benvenuto. Mi sentii da quel momento
attratta verso quelle persone da un crescente
sentimento di affetto e di riconoscenza. Par/teoipai in tutto alla loro vita di famiglia, di
cui ero considerata come una componente.
La cittadina era accogliente, con le sue ca
sette fiorite, ripicamente svizzere; mi trovavp veramente in un’oasi di pace e di benessere. La prima sensazione avuta sino dal tino
arrivo in suolo svizzero fu una sensazione di
calma,^di riposo e di pace. La gente lavorava, sì, tira con ordine e con disciplina, ovun
que, in campagna e in città.
La mia vita particolare nella famiglia ha
dovuto essere una vera e propria testimonianza, Il solo -fatto di essere una italietmé, dava
adito ad 'un’infinità di doman-de ; e il rispondere ad esse non era sempre facile. Le noatre espe-rienze di guerra ricordavano Lrq il
privilegio loro concesso ; dalla fede ci
ha sostenuti, essi traevano mot'ivo di coraggio e di consacrazione.
Ma siamo noi degni di tutto ciò ? O non
dobbiamo piuttosto riguardare a loro ? Ad
essi che non si chiudono egoislicamene nel
loro paese god'éndo del loro privilegio, ma
aprono le loro frontiere a tutti 'i popo'li sofferenti e la cui vita può essere un esempio
per noi ?
Il campo biblico-di Vaumarcus ha chiuso
questo mese di soggiorno con una settimana
per itut'ti benefica. Sulle -alture di Vaumarcus
abbiamo formato una grande famiglia, abbiamo studiato la 'Bibbia, abbiamo discusso su
argomenlii che ooocemevaino tutti, di qualsiasi lingua e nazionalità.
Ora quella vita è terminata e siamo nuovamente dispersi nelle varie parrocchie, nelle nostre unioni molto imperfette. Mia è appunto a motivo di q-u-este imperfezioni che
siamo stati a Vaumarcus, per imparare ciò
che dev essere la Chaesa e la nostra attività
nella Chiesa.
Cori amici Valdesi, che con. me avete goduto l’immenso privilegio di un soggiorno in
Svizzera, ricordate con me quelle giornate e
siano esse un incitamento a lavorare maggiormenilte e con più serietà nelle nostre chiese e
nelle nostre unioni. Siamo riconoscenti ai nostri amici svizzeri che ci hanno accolto con
'tanta cordialità e siamo soprritutto riconoscenti a Dio.
ñ
La mattina del 19 settembre sono partiti
per la Svizzera 71 bambini delle Valli dèi
iPellice, del Chisone e della Geimanasoa i
quali saranno espili, per circa tre mesi presso famiglie dei vari cantoni svizzeri. Fra"
questi, 12 sono dii confessione osittolica e sono tatti ospiti di famiglie cattoliche del Cantón Ticino. Per il viario fino-a'Totìh&ì
compiuto solito 'la guida di alcune infermiere
della C. iR. 1. di Torte Re-llice, FamminiS'trazione ferroviaria avevà 'messo a loro disposizione un appiosito vagone. Appena giuti essi sono stati cordialmente accolti da Crocerossine svizzere ed .insieme a 300 bambini
di Forino sono p>arti'ti in- treno speciale svizzero, fornito di ittitti i servizii necessari, godendo della perfetta organizzazione e del1 accoglienza affettuosa che isono caratteristiche -della nazione Svizzera,
A nome dei beneficati vogliamo ringraziare innanzi tutto la Croce Rossa Svizzera, organizzalirice del soggiorno, il pastore Guido
iRivo'lr di ¡Lugano che si è personalmente interessalo affinchè venisse accettato il maggior numero piossibile di bimbi delle nostre
Valli, i doti. Emanuele Quattrini ed ¡Enrico
Gardlicl che insieme al Mèdico Svizzero visitarono i bambini , essendo -il loro soggiorno in
Svizzera determinato dallé loro condizioni fisiche, ed il Comitato del C. R. I. di Torre Pellice -che si è occupia'ta del traspiorto dei
piccoli viaggiatori fino a Torino. '
IL SAVIO
IL FALCO
Racconta Renan ; « Uno degli antichi Buddha anteriori a Sa-lrya-iMuiiii raggiunse il nirvana in modo strano. Vide un giorno un
falco che dava la caccia a un uccellino.
((Te ne prego, disse al rapace, lascia andare questa graziosa creatara. Tè ne darò io il
peso con la mia carne '». Una piccola bilancia scese- incontinente dal cielo, e il mercato
ebbe inizio. L’ucoe'llino s’insitàllò comodamente in uno dei due piattelli ; nell’altro il
santo mise una buona fetta della propria carne. L’ago della bilancia non si mosse. Brano
a brano, tutto il corpro passò sulla bilancia;
ma questa restava se’mprre immobile. Al momento in cui l’ukimo pezzo del ccapo del
sant’uomo finì sul piattello, l’ago finalmente
si abbassò, ruccellino volò via, e il santo
entro’ nel nirvana. Il falco, che dopfo tatto
aveva fatto un buon affare, «i rimpinzò delle
sue carni .
«L’uccellino simboleggia le briciole di bellezza e d’innocenza che sempire il nostro triste pianeta nasconderà nel suo seno, per impoverito che sia. 11 falco rappresenta la par-
4
#'■
><^v v^o...
L’ECO DELLE VAÍf,S'V.
te, iniiakamente più grande, dii egoismo e
volgarità che tonna 'ili corso dei mondo. 11
savao riscatta la libertà del bene e del bello'
abbandonando la propria carne agli avidi che, •''•
tnenitre mangiano le sue spoglie materiali, lasciano in pace lui e ciò cifie egli ama. La bilancia discesa dal cielo è la tatalkàr non si
riesce a piegarla,, di ima sola porzione non si
accontenta; ma con l’abnegazione totale, gettandole la sua preda, le si .sfugge; perchè
allora non ha piè presa su di noi . Quanto al
falco, ^ la virtù gli procura, sacrihcandosi,
vantaggi superiori a quelli che otterrebbe con
la violenza, lo vedremo 'mettersi tranquillo.
Dato che dalla virtù trae profitto, ha interesse iche ve ne sia; così a prezzo della rinuncia alla pr<^'ia> parte materiiale, il savio
raggiunge il suo unico fine, che è godere in
pace dell’ideale )i.
Cosi Renan. Finito di leggere queste, parole, sono rimasto pensoso. tlVl è parso di sentire dentro di me una voce strana, (t Amico,
aiceva, per sollevare il piattello del bene e
ael bello, quante fette di carne hai mésso
sulla bi'lancia ? o quante sei pronto a metterne ? fette di carne tua, sai ? di quelle che
si' tagliano con nluOaru^, ne'lle cose tue tangibili di quaggiù, nei tuoi beni, nei tuoi privilegi, nei tuoi i^i, nella tua intelligenza,
nelle tue idee, nel tuo orgoglio, nel' tuo io,
fette che a tagliarle costano. Costano perchè
le devi tagliare nella iua come. — O 1101:86 ti
pare più savio il falco ? in fondo è stata la
minaccila del auo rostro a provocare 'l’sibbassamento dell’ago e l’ascesa del piattello del
bene e del bello; e con questo, la carne
lui se l’è goduta, la carne tagliata sul corpo
altrui ».
A queste parole ha fatto eco dentro di .me
una sorda ribellione : perchè proporre sempre
codesti problemi ? 'non voglio essere nè il savio nè il falco. O meglio nè l’uno hè l’altro
sono savi, e voglio esserlo invece io, per stare in pace, per godermi la pace. E se nella
iiiatiura il falco ha da fare 'la caccia all’uccellino, rKMi me ne voglio impi'Cciare ; e se
nel mondo il potente ha da opprimere il debole, il violento da costringere J’inenne, il
furbo da sfruttare il semplice, ognuno si difenda come può ; io intendo essere lasciato
in pace.
«Povera saviezza la to, o amico, ha ripreso 'la voce dentro di me; si, pov^a assai
la tua saviezza, poiché cerchi una via che non
G è; o ineglio è la via dei' motti. Fra l’orgoglio e i umiltà, fra la violenza e la mansuetudine, fr-a 1 avarizia e il disinteresse, fra' la
oppressione e la libertà, fra ramore e i’pdio,
fra H dare e il ricevere non c’è posto per godere: c’è posto soltanto per morire».
G. A. C.
entro evangdko di Coltora
E* in via di costituzione a Torre Pellice
un Centro Eoangelàco ~di Cultura (C.E.C.)
Centri similari esistono già o stanno formandosi a Roma, Torino, (Milano, e altrove, e
non è escluso che siano domani uniti da un
vincolo federativo. Qual’è Io scopo idi questi Centri ?
'Noi viviamo in im’epoca di rapida ed intensa trasfrwmazione, in cui molti problemi
teorici e pratici si pongono continuamente a
coloro ^ cercano idi intendere il loro tempo
e di vivere in esso ad occhi aperti. Questi
palerai possono iconsiderarsi da vari punti
di vista : ma a noi iirpotta osservarlii nella vi suale della fede, delle idee, degli ideali
evangelici, I Cetùri di Cultura si prepongono
appunto questo scepo: promuovere la iidelligenza dei problemi del nottro tempo dal punto di vista della coscienza cristiana e protestante. Sono dunque centri' evangilioi, in
quanto il punto di vista dal quale si pongono non è quello di spettatori disinteressali
o neutrali, ma quello della fede cristiana
nella sua fmrna evangeliica ; e sono centri di
cultura, perchè la riflessione alla quale invitano è appunto cultura.-iNion sono dunque circoli teologici in senso tecnico, sebbene eventualmente non escludano di occuparsi anche
di teologia; ma sono essenzialmente rivolti
allo studio dei problemi vivi, iirpegnativi
della vita cotidiana.
I Centri Evangelici di Cultura svolgono la
loro opera mediante ; a) conferenze pubbliclw ; b) riunioni più ristrette destinate allo studio e alla discussione ; c) lavoro di biblioteca,
a<x}uisto colJetilivo di libri, appoggio alle bi
bioteche esistenti; d) le attività che l’esperienza suggerirà via via.
Ogni persona che si interessi a questo programma o ne senta la necessità, può aderire,
ed è pregilo di fa^Io, mettendosi' in relazione
con rpialche membro del comitato provvisorio.
lA» prossima assemblea dei soci defiifirà
quindi meglio gli scopi del Centro e le modalità del suo funzionamento.
Il presidente proO0i*orio
Giovanni Miegge
CONCOR/O
^ per produxloni drammatiche
A proposito del concorso per produzioni
drammatiche bandito dalla Società di Studi
Valdesi, 'la Commissione d’esame composta
dei sigg. 'Prof. Emilio Tron, prof. Ernesto
Bein e Aldo Varese, ha presentato all’assemblea della Società un esauriate relazione,
nella quale, pur rilevando un lodevole tentativo per rinnovel'lare situazioni e ¡sohemi
già un po’ abusati, e pur ammettendo ohe la
rappresentazione dei lavori esaminati, specie
di alcuni, possa destare rkiteresse del pubblico ed ottenere un discreto successo, essa
dichiara di non aver rinvenuto in nessuno
di essi intrinseci pregi artistici tali da meritare l’assegnazione dei premi fissati.
La Commissione ha stabilito Ja seguente
graduatoria per 7 lavori pervenutigH ;
1 ) « La consegna dei Padri » ;
2) « Un eroe della Fede » ;
3) ex aequo « La Savoiarda » e « I partigiani valdesi » ;
4) « 'Gianfortuna » ;
5) « il risveglio » ;
6) (I ;La finestra sull ’abisso' ».
Gli autori concorrenti possono rivolgersi
ai membri del'la Commissione per tutti gli
sohiarimenti che volessero chiedere. Presso
il Seggio della Società essi possono prendere visione della relazione, eh’è assai particolareggiate. 1 manoscritti verranno conservati neirArchivio della Società ste^a.
PERSONÀLIA
Il giorno 8 settembre a Londra il Signor Giacomo BERTIN e la sua compagna Albertina BERTIN GOSS, celebrarono la ricorrenza delle Nozze d’Angento circondati .dairaffetfo dei loro due
tìgli Elena e Alberto, partecipando al Culto alla
Chiesa Svizzera Francese.
11 loro pensiero era rivolto al piccolo villaggio
lontano alle Valli Valdesi.
Auguri di un'altro 25 anni di cordiale compagnia. Amico
CliONACA VALDESE
CANTO SACRO
La Commissione del Canto Sacro è convocata per la domenica 13 ottobre, alle ore
15, a Pinerolo, presso il Tempio Valdese,
per una riunione in vista della attività da
svolgere nel prossimo anno ecclesiaistico e
per la sce'lta degli inni da proporre allo studio delle Corali e delle Scuole domenicali.
Chiunque avesse proposte o suggerimenti
o consigli da rivolgere in vista del maggior
incremento del canto sacro nelle nostre Chiese li 'faccia liberamente pervenire ad uno dei
membri del'la Commissione la quale sarà ben
li ella di tenerne conto nella sua riunione.
Il PresidenetQ EDOARDO AlME, pastore.
SCUOLA DOMENICALE
La lista delle lezioni per il trimestte ottobre-dicembre trovasi, in vendita presso la Lihierìa Claudiana - Torre Pellice.
SCUOLA LATINA. Le iscrizioni alla
1, 11, e III classe della Scuola Latina di' Po■maretto sonò aperte dal I al 15 cttdare e ri
ricevono dalle ore 9 alle 12 presso i'I pastore
sig. Guido Mathieu o la rig.na (Matilde Gay,
a Porosa Argentina. La Direzione.
Come fiori recisi in sul mattino due piccoli
bimbi sono stati portati via dalle infermità die
così spesso colpiscono ; piccoli. Sono Viima Bertin di Enrico e Lorenza Agli di Predidier e Vera Gaydoii, di Giovanni e Lisetta Bertin, dei Pons.
— Due altri bimbi sono stati presentati nel tempio perchè fossero battezzati ; Riccardo Bertin di
Enrico e Lorenza Agli, e Bertin Mirella di Riccardo ed Ilda Buffa di Torre Pellice. Il Signore consoli e benedica tutti quelli che lo cercano e sperano in Lui.
— 1 frequentatori dei Culto nella nostra parrocchia hanno avuto il piacere di sentire durante
l'estate una predicazione variata. Ci hanno portato il loro 'messaggio il prof. Davide Bosio, i pastori Er,'Ayassot, Dav. Cielo. E. Stallò, Guido
Comba-, Ed. Aime, ed i cand. Teol. Aldo Comba
e Franco Sommani. A tutti porgiamo un vivissimo
ringraziamento.
^■ra^V€»^n«BiaSeDaiai«»
Sabato 28 settembre nel Tempio di PradèUomo
è stato celebrato il matrimonio di Andréon Amato
(LiÉerna S. Giovanni) e Chiavia Eglantine (Coulege). Il Signore ben'Odica ed accompagni ogni giorno con la Sua grazia questo nuovo focolare.
e. a.
)
^ La nostra parrocchia ha dato un affettuoso salutò ai suo pastore signor L. Rìvoire che, dopo più
di 16 anni, la deve lasciare per raggiungere il
suo nuovo campo di lavoro. Sabato 28, alle ore
2) la Sala Albarin ha accolto una simpatica schierià di giovami che hanno ascoltato con attenzione
la -meditazione della Paroia di Dio fatta dal prof.
Costabel, ed un messaggio rivolto dalla sig.ra
A. ReveI, vice-presidente della F.U-V. ohe ha
ringraziato il pastore per il ministeTo svolto fra i
giovani. La sig.na E. Gay, presidente delPU.C;
D..G. aveva mandato un messaggio in cui veniva
con il pastore ricordata l’attività della signorina
M. Rivoir a prò delle giovani della Chiesa; il
messaggio vedne letto dalla sig.na A. Bertin vice
presidente dell'U.C.D.G., che a nome delle (.1nioniste offrì U'B mazzo di fiori alla sorella del
pastore.
A tutti rispose il pastore, ricordando alcuni episòdi del suo ministero e ringraziando. Poi, un
buon intermezzo del signor E. Beux che dissi'pò
un po’ la malinconia, e la tradizionale tazza di thè
con « qualcosa» gentilmente offerto da amici, vecchi e giovani, cui va ja nostra gratitudine. Poi
qualche gioco, qualche canto, e mezzianotte arriva e ancora un ultima volta si canta « Au revoir»
e si stringe, affettuosamente la ¡mano cordiale del
Pastore. Domenica mattina, l’assemblea delle grandi occasioni. (Chissà perchè si sente il dovere di
manifestare la propria simpatia al pastore soltanto
quando ci deve 'lasciare?...).Sermon d'adieu commosso e sereno: poi, dopo la benedizione, una parola di caldo, fraterno ringraziamento rivolta dal
prof. Costabel a nome del Concistoro e della
Parrocchia che offre, per mezzo del vive-presldente del Concistoro C, Giay, iil fiore della stia riconoscenza ed un album. Poi, alla 'porta, H pastore
s’avvia per stringere un’ultima volta la mano ai
suoi parrocchiani, mentre la Corale diretta dal Signor G. Albiarin canta : Perchè è giunto ornai l'istante,
— Domenica prossima il Culto sarà presieduto
dal Vice-Moderatore ed avrà luogo l’installazione
del nuovo conduttore della Parrochja Pastore Achille Deodaio 11 Culto sarà in italiano.
E ’ stata presentata al S. Battisimo la piccola Marisa Ribet di Ernesto e di Travers Silvia (Bocchiardi). Che il Signore benedica questa bambina ed aiuti i genitori, il padrino e la madrina
a mantenere fedelmente i loro impegni.
Durante l’assenza del pastM-e titolare, per
motivi di lavoro, te CHTesa è stata diretta dal
pa.store Sig, Paolo Bosio al quale esprimiamo la
nostra profonda riconoscenza. Ringraziamo pure
i proff. Dévide B'Osio, Silvio Pons ed il cand.
Tool, Cipriano Tourn per le loro edificanti predicazioni,
E’ deceduta, dopo un lungo periodo di debolezza e di sofferenza la nostra sorella in fede Luigia Cheiret-Long ved. Bertalot. Aveva 52 anni.
Il Signore consoli e guidi con la Sua grazia i tìgli,
ancora molto giovani, e che già sono orfani di entrambi i genitori.
— Sabato 21 settembre si sono uniti in matrinicnio i-ong Ersilio e Clol ¡vanne. Ricordiamo con
riconoscenza l’opera fedele e zelante svolta dalla
sposa nella sua Chiesa, nell’Unione giovanile, nella scuola domenicale ed in altre attività ancora ; ed
i nostri auguri più affettuosi accompagnano i cari
sposi che hanno lasciato Pramollo per stabilirsi a
S. Giovanni.
So Coiranaara«» C!his«»ra»
Domenica 6 ore IO; Culto della Ripresa - Santa
f'ena - ore 15: Riunione dei Catecumeni dei 3
primi anni.
Domenica 13 ore 10,30 : Culto d’inizio ■della Scuola Domenicale per i fanciulli e le loro famiglie.
I fanciulli sono convocati per le ore 9,30. Ore
10 ; Riunione dei Monitori e dell© Monitrici.
Domenica 20 ore 15 : Assemblea di Chiesa.
Domenica 27, ore 10,30 ; Culto di rendimento di
grazie e di Beneficenza. - Ote 15 Convegno Giovanile Interquartierale,
Snelli«;«
Biblioteca Valdese - Dai figli del rimipanto professore Giovanni Maggiore la Biblioteca ha ricevuto, con somma gratitudine, in omaggio una quarantina di volumi di riviste o opere scientiche. II
dono è stato gradito anche perchè purtroppo, la
Biblioteca è scarsamente fornita di libri di. scieii
zu e sarebbe assai grata a qualche g'eneroso che
volesse aiutarla a colmare questa lacuna.
I L I B n I
CIELO E TERRA di Manfredo Varmi - Latte$,
Ed. Torino. '
La forma 'delte Terra, i suoi 'movimenti, la luna, le stagteni, il calendario e' tanti Altri argomenti vengono svolti in forma elementare, tha
nello stesso tempo con quei particolari che ogni
persona colta non può e non deve ignorare. ¡1
volume incontrerà il favore dei giovani e di tutte
le persone colte.
LE ALPI di iAanf.redo Vanni - i4fies, Ed. Torino
Ai giovani amanti della montagna T Autore dedica questo volumetto di geogr^ tìsica alpina,
nel quale gli. aspetti del meraviglioso paesaggio
alpino sono spiegati nelle loro forme, nelle loro
leggi e nel loro divenire.
SULLE ALI DELL’IP'POGRIPO di Giuseppe
Morpurgq - Lattes, Ed. Torino.
Lo Scrittore ha tratto da queirinesauribil© miniera che è l’Orlaindo Furioso una serie di racconti tali da soddisfare il bisogno del meraviglioso
dei nostri ragazzi.
LO STALLONE NERO di Walter Fàrley. Latf.es
Ed., .Torino'.
I ragazzi leggeranno con entusiasmé lé avventure dell 'efòé del libro, tipico ragazzo americano, pieno di aspetti divertenti e di difetti, di
vitalità e di coraggio,
IL FANCIULLO CHE VIVEVA CON GLI ORSI GRIGI di Peter Cray Wolf. Lai'fes Ed.,
Torino,
, Queste favole di un mondo primitivo, dettate
da una libera fantasia e piene di ingenuità e di
candore, scanno apprezzate dai ragazzi, chè essi
possono udire e comprendere le misteriose parole
degli animali e insieme le mille voci della natura.
Le famiglie Qeydon-Bertin, riconoscenti ringraziano tutte le gentili persone che con la partecipazione lai funerali, fiori e scritti vollero dar loro
prova di simpatia nella dolorosa occasione della
dipartita delia cara piccola
VERA
In particolare modo ringraziano le famigliè Pons^
Malan e tutti i viciini di casa ed il signor Pastore
Arnaldo Comba.
Pons di Angrogna, 26 settembre 1946.
iiL'Iddio tuo, che tu servi del continuo sarà
quegli che ti libererà» (Daniele VI-16).
Nelle prime ore del 26 settembre ritornava improvvisamente nella luce 'del suo Signore
Teresa Downìenata Rochat
Addolorati, ma fidenti in Dio e nelle Sue
promesse, ne danno l’annunzio : il marito Giorgio
Downie - Í figli Giorgina col 'marito Oinp Jahier
e figlia; Giovanni con te moglie Robinia Rocchi
e figli; la nuora Anna Maria Liserani ved. Damme e figlio; la sorella Bianca Ràchat ved. Defilla e figli; 1 parenti tutti.
Luserna S. Giovanni,
»£ fattosi Sera Gesà disse loro : passiamo
all'altra riva» — (S. Marco lV-,35)),
Alberto Rtcca; Direttore
Au;orbzazione N. P 3Sa dell’AlP.B.
Arti Grafiche a L'ALPINA » Torre Pellice
(¡tom. H. Gartliol
ITUDIP TICNice
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