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Anno LXXVn
Torre Pelllcej 31\Mnrzo 1947
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L’ECO DELLE VALLI
Nulla ala più torte delta vostra tede
(Gianavello)
SETTIMANALE DELLA
ABBONAMENTO ANNUALE E SEMESTRALE
Italia . . . Lire 250 ISO Francia Franchi 250 150
Svizaera , , Franchi 4 3 Stati Uniti Dollari 2 1,25
Ogni cambiamento d’indirizao costa Lire CINQUE - La copia Lire CINQUE
CHIESA VALDESE
Rlsruardate alla roccia onde toste tagliati
Isaia LI : 1.
REDAZIONE : Via dei iSÌille, 1 - Pinerolo
AMMINISTRAZIONE : Via Carlo Alberto. 1 bis - Torre Pellice
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Non qbbiam preso nulla
«Prendi il largo e calate le reti per pescare», aveva detto Gesù a Simone, e queste
paroie avevano sorpreso non poco il pescatore.
Erano rientrati da poco, stanchi, colle barche vuote dopo una notte di fatica passata sul
lago; stanchi e delusi, perchè malgrado un
lavoro coscienzioso in tutta la notte non avevano preso nulla
Ed è questo che Simone vuole far osservare a Gesù : ((Maestro tutta la notte ci siamo
affatioati e non, abbiamo preso nulla» il che
vale a dire come egli considerasse vano ed
assurdo ogni ulteriore tentativo.
Tale era però il rispetto che egli già portava al Maestro che tosto si affretta ad aggiungere : ((Però alla tua paroda calerò le retii».
★
«Tutta la notte ci siamo affatioati e non ab ■
biamo preso nulla».
Cari lettori, una constatazione come questa non è certamente nuova neppure per noi.
Noi pensiamo in questi tempi alla delusione
di tutti quelli che hanno faticato, prodigandosi giorno dopo giorno in un lavoro assiduo,
nella speranza di poter mettere da parte per
i loro vecchi giorni un modesto peculio, col
segreto proposito di poter dare ai propri figli
la possibilità di una posizione migliore e che
ora, dopo una vita di lavoro e di economia,
sia per i disagi della guerra passata, sia per
il rincaro sproporzionato del costo della vita,
hanno veduto svanire il già scarso risparmio
Noi pensiamo ancora all'amarezza da cui
sono pervasi oggi tanti giovani, che hanno
passato quello che poteva essere il periodo
più bello ed anche più proficuo della low
vita in un travaglio che non ha forse precedenti, e si sono dati, si sono prodigati con
tutte le loro energie in una lotta estenuante
per un ideale di libertà e di giustizia nelli
speranza di vedere alla fine coronati i loro
sforzi e ohe oggi, dopp tutto quello ohe
hanno sopportato e sofferto, conoscono invece tante amare delusioni.
Tutta la notte a siamo affaticati e non
abbiamo preso niulla». Nessun miglioramento
materiale, e quel che più conta, nessun miglioramento morale.
Pensiamo al senso di scoramento che talora provano coloro che sono chiamati a seminare nella mente, nel cuore, o nell'anima
di giovani vite.
Genitori che si prodigano nel dare una
sana educazione ai figli circondandoli di cu
re affettuose, di savi consigli e di incoraggiamenti nella speranza di farne degli uomini
e delle donne nel senso più nobile della parola e che un giorno si accorgono che la
loro fatica è stata vana...
Insegnanti, istitutori o pastori che consacrano la loro vita ad una missione di amore
e che vedono poi crescere la zizzania al
posto del buon grano, la malizia, l'egoismo,
Targoglio, Iodio al posto dell'amore.
Quanta fatica vana e quanta delusione vi
è ovunque nel mondo!
Simone era stanco e deluso eppure all’ordine del Maestro si affrettò ad ubbidire
((Alla tua parola calerò le reti» disse e fatto così presero una tal quantità di pesci che
le reti si rompevano.
★
La vita può essere fatica vana, può essere
spesso amara delusione, non deve mai essere un abbandono di noi stessi alla sconfitta 0 alla sfiducia. La vita è fatta di perseveranza, è un continuo ricominciare. Qualche volta, è vero, può sembrar tardi, troppe
tardi per rioomindare; però i risultati possono essere tali da ricompensarci in un istanie di tutta una fatica lunga ed infruttuosa : ((Presero una Bai quantità di pesci che
le reti si rom-pevanio».
La storia dei grandi uomini spesso ci parla di fatiche vane, di delusioni amare e di insuccessi che furono poi alVultimo momeme
e qualche volta solo dopo la morte compensati dalla gloria.
Ricominciare dunque, tentare e ritentare
ancora, è questa la grande lezione della vita
che l’Evangelo ci ricorda. (ìli uomini in genere questa lezione già la conoscono e quel
che più conta già la mettono in pratica. Se
San Luca 5: 2
l'abbiamo ricordata è perchè accanto ad essa
vi è un particolare che attira la nostra attenzione, ed il prticolare è questo; Simone ricomincia il lavoro vano della notte in seguito
ad un ordine del divino Maestro: Alla tua
parola, egli dice, calerò le reti.
Il nostro lavoro ha da essere sottoposto alla
divina ispirazione. Ricominciare di propria iniziativa può essere un bene e può anche non
esserlo; ricominciare in seguito a divina ispirazione è sempre un bene, una garanzia di
un'opera buona e di un successo immancabile.
Il successo poi non lo dobbiamo vedere ne
cessariamente inquadrato nel breve tempo della nostra vita; qualche volta è un successo
p. limo di cui altri vedranno i risultati e
raccoglieranno i fruiti. E se è vero che gU
uni hanno spesso seminato con lacrime è, altrettanto vero che altri hanno poi raccolto con
canti di trionfo.
Non considerare dunque vana la tua fatica,
quando essa sia stata una fatica onesta, diretta
al bene; qualche cosa di essa permane non
fosse altro che l'esempio di operosità, di onc.std, di fede che Vha ispirata
Quello che conta, quello che è veramen'e
essenziale è che noi siamo trovati dei lavoratori fedeli i quali nella loro vita avranno saputo dire ; ((Maestro, alla tua parola, calerò
le reti».
A. Janavel
La voce dei profeti è sempre stata dura
per I popoli ohe, avendo perduta la loro dignità morale, ciecamente si affidano ai giochi delia politica e della diplomazia per ricostruire le loro fortune e per trovar pace e
prosperità.
11 tempo in cui visse iJ profeta Isaia ce ite
offre una chiara dimostrazione. QuelParaldo del verbo divino vide quattro re succedersi sul trono di Giuda ; ma nerauno dì que_
sti sovrani da operetta fu aill’altezza della
sua mfe(Sione, nè seppe preservare Israele,
daii’urto fatale delle gi^andi potenze clhe si
contendevano il primato politico nel Medio
Orieinte. Isaia visse ai tempi in cui l’Assiria
era giunta al sommo della parabola della
sua potenza. E quando più tremenda iefu
riava la tempesta e più gravi si annunziavano le calamìiità, il profeta non cercò di
mettersi al sicuro in qualche langolo tiranquilJo, ma portò sempre il peso deigliaffanni e dei peiriooili con i suoi compatrioti ; con
indomita fede e spirito di saiorificio li esortava, li ammoniva, li minacoiava, senza
oesaare di incoragg-arli col ravvivare la toro
fede nei futuri pacifici trionfi della patria
oppressa.
Quando i capi politici della nazione si
fanno beffe del suo messaggio di saggezza,
e confidano più nall'aiiuto degli uomini che
in quello deirEterno, eigli non esita a lanciare ai principi ed al popolo il suo ((guai»
ammonitore, preannunci ante le future calamità :
((Guaii a quelli che scendono in Egitto
in cerca dii soccorso, - e s’appoiggiano sui
cavalli, _ e oonfiidano nel numero dei carri
e nel'a potenza dei cavalieri... e non cerca
no rEterno!» (Isaia 3f : 1).
Attualità
del messaggio profetico
1,1 severo lammioìnimelnto deiiraintico profeta toma più ohe mai opportuno in questi
tempi di caotiid rivolgimenti sociali e politici che, nella loro oscuita probilematidtà,
sembrano contenere germi di nuove sciagure.
Oggi, come ai tempi di Isaia, i principi ed
i capi delle nazioni credono più nella loro
saggezza politica e> nei tortuosi gi'OCbii della
diplomazia che nel divino governo del mondo e nella potenza liberatrice della giustizia
fondata, non sulla forza delle armi, ma sulle coscienze purificate e temprate nel fuoco
dello Spirito di Dio.
Come si può parlare seriamente di libertà, di pace, di fraterna collaborazione, se la
giustizia rimane un affare di codidi, di regolamenti e di coistrizione esternia? La giu
stizia che si limita al forzato rispetto del diritto altrui non costituisce una virtù, perchè
non ha radici morali nella coscienza e nel
carattere. La giustizia, nella nostra società
cosi detta civile, è pertanto assai spesso una
virtù negativa, un esercizio più o meno
spontaneo di estensione da ogni lesione del
diritto altrui. In questa atmosfen-a turbata
del dopo guerra, le necessità materiali e la
ingordigiia di molti fanno si ohe la (giustizia,
o quel minimo di giustizia contemplato dalle legigi, sia palesemente manomessa dalla
violenza e dalla frode.
La stessa carità . termine abusato - non
è sentita come un’intima e profonda legge
di vita, ma semplicemente come un’attività
interinittente, determinata da un imipulso
momentaneo ed occasionale della pietà.
L’uomo, anche se credente, è tratto daH’istinto a seguire gli impulsi dell’egoismo; e
q'oesto egoismo inconscio è ingenuamente
persiuaso del suo buon diritto, ohe spesso infrange e calpesta il diritto altrui.
Guardiamo airavvenire
. Voi vedete dunque quanto siamo lontani
dai presupposti morali di una vera ed effettiva giustizia clhe, sgorgando spontanea da
coscienze illuminate e vivificate daU’amore,
si manifesti negli atti individuali e nel costume sociale.
Di fronte a questo esasperante ritorno ai
primitivi istinti deH’animalità, che si riflette
sulla vita sociale e politica dei nostri tempi,
c’è chi si abbandona alla mortale corrente
del pessimismo e nega alla nostra umanità
ogni ulteriore possibilità di pregresso mora
le. Ma una visione meno superficiale della
vita e del suo divenire oi rivela le divine
possibilità di progresso che si nascondono
sotto le scorie di una cdviltà agonizzante.
Il vostro sguardo di credenti non si arresti ipnotizzando sulle presenti calamità, ma
si protenda fiiducioso verso .l’avvenire, alile
t'aind'osi nella promessa di tempi assai più
felici sotto il regno della giustizia, ohe è in
gestazione negli attuali rivolgimenti sociali
e politici. Noi non abbiamo mai creduto nei
miti total'iitairi e nei colpi di forza o di fortuna che trasformano bruscamente la faccia
del mondo ; perchè il Maestro ohe oi sforzi. '' di seguire ci insegna ohe il regno
deiia giustizia, cioè il Regno di Dio, non viene improvvisamente dal di fuori, ma si afferma lentamiente nelle anime mature, -ohe
costituiscono il sale della terra e la luce del
mondo. Ora queste anime più mature sono
ancora una modesta minoranza nel seno
della enorme massa umana; mà, n«I corso
dei seieoi futuri queste anime saranno la
maggioranza, ed avranno H potere di dare
un nuovo valore ed un nuovo impulso spirituale alla vita, ohe ora penosamente agonizza nelle strettoie delle difficoltà mate
riali.
Allora i popoli esprimeranno dal loro seno
degli uomini saggi ohe li governeranno con
equità, senza numerose e oomiplicale leggi,
senza grandi apparaiti di forze, perchè la divina legge della giustizia, ohe emana dalla
verace canltà, sarà scritta nei cuori dallo
Spirito dell’Eterno, ed il frutto naturale
della giustizia sarà la pace.
Allora - come dice il profeta - il cuore degli inconsiderati capirà la saviezza.., e lo
scellerato non sarà più chiamato nobile, e
l’impostore non sarà più chiamato magnanimo, come oggi ancora avviene nei nostri civili paesi.
Non dite che quel lontano futuro non vi
iiniteresisa, perchè non vi può salvar© dai mali presenti. Quel futuro più o meno remoto
appartiene airetemità come il minuto ohe vi, viamo ora ; perchè fa parte di queU’unica
Vita che abbraccia il passato, il presente e
l’avvenire. Perciò noi valorizziamo bene il
presente se, collaborando con Dio, .pr.qpariamo l’avvenire.
Come la luce ohe irradia nei cieli si diffonde sulla terra per allietarla è vivifioarla>
così v’è un riflesso dii gioia nei cieli, fra gli
angeli di D'io, per un peccatore che quaggiù
si converte e per ogni progresso della verità e della giustizia fra gli nomini. Ed anche
quelli di noi che avranno terminato le esperienze terrèstri saranno allietati sui piani su_
per tori della vita dai progressi della giustizia e della pace su questa terra, dove faticarono ed agonizzarono per il trionfo del Regno di Dio
La fede è sostanza di cose che si sperano
e dimostrazione di cose che non si vedono!
La nostra fede e eminentemente costruttiva, perchè si fonda sulla realtà di Dio, ohe
è amore, giustizia, pace e libertà. Perciò la
nostra vita riposa nella gioia della certezza
ohe tutte le cose concorrono al bene di coloro che, amando Dio, possono pure amare
i propri fratelli.
O. Francesco Pcyronel
Il prof.
Grill
All’alba del 9 marzo, a 54 anni, si spegneva in Torino, dopo lunga e dolorosa infermità, sopportata con animo forte e fidente
il prof. LUIGI GRILL, docente di Ungua
francese presso il Ginnasio-Liceo Massimo
d'Azeglio di Torino.
Oriundo dell'alpestre comune di Frali, e
più precisamente del villaggio dei Pomieri,
fu, per interessamento del compianto pastore Filippo Grill, suo zio, avviato agli studi
classici, prima presso la Scuola Lrùirui di
Pomaretto, poi presso il Collegio Valdese
di Torre Pellice. Frequentò in seguito a Firenze la nostra Facoltà ii Teologia e gli
Stadi Superiori. Sopravvenuta la Grande
Guerra, servì fedelmente la patria come uf- '
fidale degli Alpini, guadagnandosi la Croce
di guerra al valor militare e la Croce al
inerito di guerra; ma ebbe il grande dolore
di perdere in essa l'unico fratello, pure tenente degli alpini. Laureatosi in Filosofia al
fermine della guerra, svolse il suo insegnamento, come docente di Ungua francese,
prima presso l’Istituto "Alla Quercia " in Firenze tenuto dai RR. P. Barnabiti, poi presso i Ginnasi-Licei di Fermo e di Chieri, in
fine in Torino presso il Ginnasio-Liceo
Alfieri, e il Massimo d'Azeglio. A più riprese la fiducia del Ministro e dei Colleghi
gli affidò la delicata funzione di Preside,
che egli seppe ogni volta disimpegnare con
dignitosa fermezza e grande bontà d'animo.
Per parecchi anni fu anche insegnante di
lingua francese presso la R. Accademia e
Scuola di Applicazione di Ariiglieria e Ge
nio in Torino, e molti distinti ufficiali ricor_
dono tuttora con venerazione la sua dottrina
¿ ¡a sua arguta bonomia.
Era nel pieno vigore delle sue forze e delle sue attività, quando una terribile malattia lo strappava, prima saltuariamente poi
definitivamente a quelle che erano le sue
occupazioni preferitela scuola e lo studio.
A nulla valse l'aria ristoratrice del paesello
natio, a nulla la scienza medica e la premurosa assistenza della Consorte e dei fanvgliari. Il corpo martoriato cedette alla ino
lenza progressiva del male: ma non lo Spirilo nè il cuore. Ancora ultimamente, nelle
poche tregue che l’infermità gli concedeva,
amava discorrere con gli amici delle sue
Valli natie e della sua diletta Prati, e rían
dare con essi le vicende liete e tristi della
nostra storia antica e recente. Un problema
sopratutto gli stava a cuore: Tincremento
delle scuole e della cultura nelle Valli Vaidesi ed il ripristino della lingua francese,
che insulse leggi, là come alttrove, nel ven
tennio trascorso, avevano cercato di soffocare e di stroncare.
Eldncato a severi metodi di studio, sape
va parlare una rara competenza ed una aaita disanima in tutte le questioni che hanno attinenza con l’origine e gli sviluppi del-
2
n :/i
L'ECO DELLE VALU VALDESI
I":
la lingua franceise e del’ (Caletto Valdese
nelle nostre Valli ^si apprestava a darci II
frutto delle sue ricerche, nella maturità del
l'ingegno, quando la malattia 2ò colse e lo
condannò al riposo.
l funerali si svolsero martedì Jt corrente
con numeroso concorso di Colleghi, di alunni e di amici. Pronunciò l'orazione funebre,
nel Tempio Valdese, il pastore E. Eynard,
rivolsero affettuose parole di compianto il
pastore Geme a nome della Parrocchia di
Proli, ed il prof. Gerbaz, a nome del Corpo
insegnante e studentesco della città, attestando come l'opera del prof. Orili non s‘a
stata vana nella scuola, nè vana sia la testimonianza di serenità e di fede offerta du
rante la lunga malattia.
Voglia Iddio consolare la Vedova ed i
Congiunti nel loro grande dolore e far sorgere nel seno del nostro popolo numerosi
seminatori di dottrina, di bontà, e di rettitudine sulle tracce luminose del caro Estinto.
La redazione del giornale partecipa al lut
to della faimiglia Grill per la dipartenza del
prof Luigi Grill, avvenuta dopo una dolorosa
malattia'
Egli ha intensamemte amato le Valili, ape
cdalimente la valle Gemumasca, dii cui studiava con cura i problemi più importanti.
Egli ha amato la Chiesa Valdese e, sotto la
sua apparenza riservata, palpitava il cuore
del credente, educato alla scucila dell’onore
di Dio e del rispetto per la verità.
Lo abbiamo particotermeute seguito in questi anni di doloroso tormento. Noi, più giovani di Lui, sentivamo ch’egli ci amava e
ch’egli aveva per tutta la gioventù Valdese
l’affetto d’un fratello e d’un padre.
Lo ricorderemo come collaboratore del
giornale, come fautore di ogni opera buona
a favore della Chiesa e delle Valli.
Quando passeremo davanti alla sua limpida casetta di Pnali, penseremo ancora a
Lui. E, sollevando lo sguardo più in alto dei
suoi monti, riaffermeremo ohe Dh non è
l’Iddio dei morti, ma dei viventi. Red.
L’0//ERVAT0RE POLITICO
Nella nostra ultima cronaca sugli avvenimenti politici avevamo annunciato che il
Progetto della nuova Costituzione era stato
varato dalla Commissione dei 75; ed avevamo sottolineato quegli articoli che più immediatamente ci interessavano non solo come cittadini italianij ma come cristiani evangelici.
Di fronte aUa constatazione che essi non
ci parevano del tutto ispirati ad un nuovo
clima di libertà, auspicavamo che delle voci si levassero a difesa di quei sacri principi nel corso della discussione che si sarebbe aperta sul progetto nel seno dell'Assem
blea Costituente. E, pur senza per ora poter prevedere quale seguito pratico avranno,
ci è di conforto e di iasoraggiopierao registrare le prime affermazioni leali al riguardo
pronunciate da alcuni autorevoli deputatiOltre ad alcuni, i quali, pur senza affrontare in pieno il problema, lo hanno sfiorato,
denunciando la politica di compromessi e ii
reciproche concessioni attraverso cui alcuni partiti che avrebbero dovuto essere all'avanguardia si son trovati d'accordo col Partito Democristiano in tema di libertà religiose, sopratutto l'on. Calamandrei ha parlato chiaro: con una serrata critica al progetto anche nelle sue linee generali, egli si
è particolarmente soffermato ad esaminare
i rapporti tra Stato e Chiesa, denunciando
l'equivoco contenuto nella norma che stabilizza il mantenimento dei Patti Lateranensi
e Vinsidia che in essa si cela per la libertà
e per la vita stessa della nascente democrazia
italiana.
Alcuni giorni dopo altri autorevoli esponenti politici, quali Togliatti e Croce, hanno
impostato il grave problema con l'identico
spirito auspicandone una liberale soluzione.
Noi non possiamo credere che queste voci e le altre che sul loro esempio si leveranno restino inascoltate. Comunque, se i fatti
dimostreranno che non possiam riporre fiducia negli uomini, sapremo, come per il passato, riporre sempre e solo la nostra fiducia
piena in Dio, ed in Lui ritrovare, oltre le
schiavitù del mondo, la vera perfetta libertà.
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Lasciando il purtroppo ancora agitato piano politico nazionale per passare all'esame
di quanto avviene nel resto del mondo, ci
incontriamo con due fatti degni di rilievo
li primo è l’Alleanza Anglo Francese
stretta con un patto cinquantennale a Dunkerque. La cittadina francese sulla costa
della Manica, che è stata teatro di una delle
battaglie più furiose dell'ultima guerra, ha
accolto i delegati delle due potenze tra le
rovine delle sue case, vestita ancora di miserie e di lutto. In genere abbiamo appreso
a diffidare delle alleanze. Esse sono come
un accordo tra due persone, che si uniscono
e si promettono reciproco aiuto nel caso che
l una sia impegnata o si impegni in qualche
questione con un terzo. Direttamente od indirettamente le alleanze intendono, se non
preparare, almerto prevedere una guerra
Difficilmente portano a pensare alla pace.
Ora noi vorremmo sperare che questi patti
che si stringono fra i popoli fossero pati: di
fratellanza, dettati da uno spirito di amore e
di comprensione, non dalla precauzione o
dalla paura- Se son così, grave colpa è sulle spalle di chi ha paura, grave anche su
quelle di colui che incute paura. Diffidenza
la nostra tanto più giustificata in quanto un
patto fraterno non si stringe per un numero
limitato di anni: dev'essere eterno come eterno è l'amore di cui ci circonda Iddio.
Ed il secondo fatto da annotarsi è U convegno di Mosca dei Ministri degli Esteri delle quattro grandi potenze: è in discussione
la pace con la Germania. La PACE è nel
programma. Sarà anche nella realizzazione
di questo? Non si tratterà invece della divisione di una ghiotta preda? dell'applicazione
di un principio di vendetta? / precedenti
trattati con le potenze cosidette ex satelliti
del Reich danno purtroppo poco di buono a
sperare.
Enorrni interessi sono in gioco a Mosca
in questi giorni: economici e politici- Ben
10 sanno i capi delle grandi potenze, se d
Presidente Truman ha ritenuto opportuno
lanciare in questi giorni un forte ammonimento all'oriente in nome dell'occidente!
Può darsi che abbia avuto buone ragioni per
farlo. Ma è per gli spiriti liberi e pacifici
motivo di amarezza e preoccupazione il vedere il mondo e gli uomini divisi in blocchi
diffidenti ed ostilil
Dalla risoluzione di questo gigantesco
problema dipenderà in molto, se non in tutto,
11 destino del mondo. Ne parleremo più diffusamente nella pmssima cronaca. Frattanto
chiediamo tutti noi umilmente a Dio in preghiera che illumini con la Sua ‘vera grandezza quei pìccoli uomini che noi ci siamo
presuntuosamente abituati a chiamare "grandi'’. Egli solo può ciò che vuole, E ciò che
vuole è il bene del mondo e dei Suoi figli.
e. s
,La Cuffia Valdese
non è una maschera
L’ultimo giorno di Carnevale ad un veglione dei C- R. A. L. di Perosa Argentina,
tra le ballerine mascherate, si notava una
candida cuffia, la cuffia del Costume Valdese. Fortunatamente la giovane che la portava non era Valdene (sarebbe statoveramente spiacevole se ciò fosse avvenuto in
un ambiente tutt'altro che consigliabile come quello del C. R. A. L. di Perosa!); tuttavia desideriamo far notare che la cosa ha
fortemente indignato i giovani dell’U. G. Vdi Pomaretto, i quali hanno espresso il desiderio che questo fosse messo in pubblico.
/ costumi regionali possono ben adattarsi
per un ballo in maschera e ce ne sono di veramente belli, forse anche più belli e ricchi del nostro semplice costume, il cui spettacolo può rallegrare e meravigliare la nostra vista anche in giorni di Carnevale. Ma
vedere il nostro Costume in una .sala da ballo nei giorni in cui ogni divertimento, ogni
scherzo più o meno simpatico è permesso,
non può che scandalizzarci: ricordatevi, care giovani Valdesi, e tenete presente, care
amiche cattoliche, che la candida cuffia
valdese è simbolo di purezza e che il costume tutto valdese non è soltanto un costume
regionale, ma è anche e sopratutto un costume confessionale, che le giovani Valdesi
si rallegravano, e dovrebbero rallegrarsi,
dipoter portare l giorno della loro prima comunione, il giorno del loro matrimonio e
alle feste di carattere religioso, e che le
vecchie vmagno» non si stancano di portare
anche oggi tutte le domeniche per andare
in Chiesa a rendere il loro culto a Dio.
M. G. T.
Domenica, 2 marzo, in una sala del Convitto Valdese di Pomaretto, pres^te il pastore sig. Tullio Vinay, segretario generale
della F. U. V., ha avuto luogo un Coinvegno
1 giovani accorsi numerosi da ogni parte
gremivano la sala e sui visi di ognuno si po„
teva leggere la gioia di ritrovarsi ancona una
volta insieme, l'ansia ed il desliderio di udire parole atte ad arricchire rmiimo di profonde esperienze religiose e morali.
Il Convegno ha inizio coO' la dettura della
Parola di Dio. Segue uno studio sul tema :
Come vivi l'Evangelo?
Come vivi l’Evangelo?
La prima parte dello studio : Come vivi
l’Evangelo nella vita individuale viene trattata dal pastore sig. Bertin. Egli paragona
la vita dei giovane ad una pianta che ha una
parte aerea e visibile carica di fiori, foglie e
frutti, ed una parte sotterranea nascosta agli occhi degli estranei.
Come da pianta, che ha una buona radice e
trova un terreno ricco e fertile, dà buoni
frutti, così anche nell’animo del giovane che
ha fede e concetti religiosi profondi la parola del Signore porta il suo frutto. Non
sempre però il terreno nel quale de radici si
trovano è adatto; come le radici della pianta si allungano, si contorcono, scavalcano i
sassi pur di trovare la linfa ohe dà forza e
vita, così anche il giovane deve adoperare
tutte le sue forze per combattere le insidie
deJ maligno che tentano di soffocare la sua
vita spirituale, la parte migliore di sè stesso. A questo egli non può giungere che con
una ferma disciplina ed un sano controllo
delle sue azioni, dei suoi sentimenti. Termina insistendo speicialmente sulla orisi) spi
rituale che ogni giovane deve avere iper un
incontro decisivo col Cristo.
Il sig. Gulido Rostagno prende in seguito
la parola per trattare la seconda parte dello
studio : Come vivi l'Evangelo nella vita associata
Egli ci presenta un giovane valdese, uno
qualsiasi di noi, insistendo in modo particolare sul vantaggio ohe tale giovane ha avuto
di conoscere sin dall’'infanzia l’Evangelo di
Cristo. Eigli invita ognuno di noi a giudicare
questo giovane seveiwnente, a porci una
domanda : Che ho fatto io del talento che
mi è stato affidato? iPenchè ho fatto un buco
in terra e ve l’ho nascosto? Ci invita a seguire questo giovane nel suo ambiente, nel
la sua vita quotidiana, ovunque egli è un
essere spiritualmente passivo. Ci invita a
seguirlo ancora nella sua vita pubblica, nel
mondo dove il giovane ha dimenticato ed ha
contaminato la )purezza ohe lo deve distinguere, dove ha imparato ad odiare, ad uccidere, a non perdonare le offese e compendia tutto ciò in un’unica domanda ; Perchè
continuiamo ad odiarci gli uni gli altri? Domanda sulla quale si ferma viva rattenzione
dei presenti, perchè presenta uno dei problemi più attuali e tremendi e rivolge a questo proposito un invito a leggere le parole
di Gesù, quando Egli dice di amare i nostri
nemiici e di benedire quelli ohe ci maledicono.
Un altro punto saliente dello studio e sul
quale insiste in modo particolare è questo :
la necessità di non venire ad alcun compromesso con la nostra coscienza per tentare J'
giustificare le azioni contrarie alla legge diviirsa. La domanda presentata per la discussione è formulata in questo modo : fino a
che punto possiamo spingerci nel compromesso senza offendere la legge divina?
Termina poi con l’esortazione fatta da SPaolo a Timoteo : Sii d’esempio ai credenti
nel parlare, nella condotta, nella fede, nell’amore, nella castità.
Prende la parola poi il pastore sig. Vinay.
L’Europa, egli dice, è un groviglio di passioni, 'di ilotte accanite, la orisi del moindo è
una crisi sociale, una crisi di comunità. La
Chiesa non può lasciare ¡1 mondo dibattersi
nelle sue tenebre senza offrirgli la luce.
Ora, nel momento attuale, la luce che la,
Chiesa può recare al mondo sta nella sua
vita comunitaria, ove essa può mostrare agli 'Uomini dhe neU’amore di 'Cristo essi
possono 'ancora vivere d’accordo insieme.
Da qui la necessità as''oJuta di maggior comunione fra gii uomini e il bisogno ohe ognuno di noi deve sentire di vivere veramente una vita secondo rEvangelo.
Segue un vibrante appello a collaborare
con tutte le nostre ¡forze alia oostruziìone di
«Agape» che sarà qualcosa dì veramente
grande per tutti i giovani i quali, conosciuta
l’amarezza dell’odio, sono assetati ed affamati di vero amore.
Un ringraziamento particolare al Gru.ppo
ohe ci ha rallegrati col canto ed al giovani
deirUnione di Pomaretto i quali si son dimostrati artisti... di professione neH’esecuzione di una movimentata e allegra farsa.
M. L
CHINACA VALDESE
SAN GERMANO CHISONE
Nozze d'oro. Circoodati dai figli e dalle loro
faimdgli© (mancava solo il figlio pastore Gustavo
Bouohard attualmente in Iscozia) hanno celebrato ili giubileo del toro matriimoniio BOUCHARD
GIOVANNI e LONG LIDIA di Villa.
Vivere insieme àO atmi è per due coniiugl cristiaiii una grande benedizione del Signore, Cihe
Dio conceda a questa cara famiglia di poter conservare ancora per molti anni e in buona saliUte
ili Babbo e la Mamma.
La campagna in favore dell'Eco ha dato buoni
risultati. Parecchi parrocchiani ohe aii piinciipiio
deiranno non avevano ¡’intenzione di rinnovare
rabbonamento hanno in. seguito versato la loro
quota e i nuovi abbonametitì superano le disdette.
Nessuna famiglia di S. Ge-rmano si .privi del
nostro giornale che per ricchezza e varietà di
contenuto diventa sempre più 1’am.ico atteso ai
ogni settimana
® Lunedì 3 marzo l’Unione Giovanile ha ricevuto la gradita visita del Segretario Generale
della FUV il pastore TULLIO VINAY accompagnato dai pastore P. MARAUDA. Ringraziamo i nostri diue fratelli per i loro messaggi. La
nostra U. G. V. ha deciso di contribuire per
lire 25 mWa 'alila costruzione dei viliaggio alpino
per La gioventù.
Una buona rappresentanza delta «Capitano
Robert» ha iparteoipato al Convegno Generale di
Pomaretto. Domenica 23 febbraio un gruppo dii
una trentina di giovani è sai-ito a Pram'Ollo per
prendere parte alla festa valdese di quella parrocchia. Venerdì 21 febbraio e 7 marzo la gioventù dei Centro ha vdsiitato rispettivamente la
gioventù dei quartieri dei Chiabrandi e della
Costabella dando occasione a fraitemi incontri e
ai canti della fede e della giovinezza sulle piazze
dai vi'llaggi.
© Matrimoni : 8 marzo : RIVOIRA ALDO,
dei Ronchi inferiori, con MARTINAT PAOLINA
dal Marial, Agli sposi l’augurio di allegrezza nei
Signore !
ERMANNO ROSTAN, Direttore
Autorizzazione N. P. 356 dell’A. P. B.
Il marito avv. MODESTO BRUNO, la figlia
YVONNE col marito doti. SIGFRIDO CODINO
ed ì famigliari tutti della compianta
Elisa Bruno Bounous
deceduta in Torino il 12 corrente, ringraziano
sentitamente tutte le gentili persone che presero parte al loro grande doloreTorino 16 marzo 1947 (Corso Viti. Em. 68).
1.1 Signore è la mia luce e Ila mia
salvezza. (Salmo 27:1).
Oggi si è addormentato nel Signore, nel suo
90” anno
Alberto Frache
Ne danno partecipazione le figlie LUIGIA ed
ÈVA, i fratelli CARLO e DAVIDE, la sorella
ROSINA, le cognate, i nipoti ed i parenti tutti.
Torre Pel lice ( Giordanoitti), 12 marzo 1947.
L’anima mia si acqueta in Dio solo,
da Lui viene la mia salvezza.
Salmo 62 : l.
La famiglia desidera porgere un tributo di viva e sentita riconoscenza alte Suora RINA ROSABRUSIN, per l’assistenza affettuosa, diligente, incessante offerta al suo Caro nei lunghi anni della sua malattia, a! pastori signori Giulio
Tron ed Ernesto Ayassot, che lo ha'nno assistito spiritualmente nella sua lunga sofferenza, al
dott. Enrico Gardioi, per le sue attente e valenti
cure, ed a tutti gli amici che lo hanno visitato e
confortato col loro affetto.
1 funerali hanno avuto luogo il 14 marzo, ed
un particolare ringraziameinto la fam,iiglia desidera rivolgere a tutte le persone, amici e conoscenti che ne hanno voluto accompagnare le spoglie all’ultima di.mora
LA BOTTEGA OROLOGIAIA
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