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ECO
DELLE VALLI VALDESI
BIBLIOTECA VALDESp
torre pillics
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVII - N. 16
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TORRE PELLICE - 21 Aprile 1967
Ammin. Claudiana Torre Pellice . C.C.P. 2-17557
CHE COSA VUOL DIRE?
um
Noi predichiamo Cristo
Pastore «in attività di servizio»,
sono tornato per qualche giorno con
alcuni colleghi nelle aule della nostra
Facoltà di teologia, per il secondo corso di aggiornamento teologico pastorale, che la Facoltà stessa ha istituito
su invito sinodale.
Ritorno ora alla mia comunità in
cui si celebra, come in ogni comunità
valdese, la « Domenica della Facoltà
di Teologia », il 16 c. m.
Che senso ha questa « domenica »?
Una colletta di più?
Certo, anche una colletta ha il suo
valore, perchè un istituto di studi superiori specializzati rappresenta per
natura un impegno finanziario considerevole, sostenendolo le chiese mostrano di comprenderne il valore.
Ma soprattutto in quel giorno una
chiesa che si vuole «chiesa della Parola » è chiamata a rifiettere sulla predicazione; su quella che essa riceve,
da cui nasce, di cui vive — e su quella
che ha ricevuto vocazione di dare agli
uomini e che costituisce la cua ragion
d’essere.
« Come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come
udiranno se non v’è chi predichi? E
come predicheranno se non sono
mandati? » scriveva Paolo ai Romani (10: 14 s.) e continuava, con lo
straordinario realismo biblico « Com.’è
scritto : ’’Quanto sono belli i piedi di
quelli che evangelizzano!”. Ma non
tutti hanno ubbidito allEvangelo; infatti Isaia dice: ’’Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?”. La
fede viene dunque dall’udire e l’udire
avviene per opera della parola di
Cristo ».
*È cHiaro aix<a- il r^*v^Kloms> irltìl.la rurof..
dicazione è il grande problema di oggi
(e di sempre): come predicare efùcacemente?, come annunciare Cristo, lui
pienamente, lui soltanto?
È il problema delle nostre chiese
vuotine (spesso) e anche delle nostre
chiese piene (di rado, aUe « festività ») ; è il problema deH’indifferenza
degli uomini a un Evangelo ohe non
interessa loro; è il problema del linguaggio e del contenuto del messaggio; è il problema dell’impostazione
stessa della vita della chiesa ; parrocchiale o missionaria, religiosa o testimone.
Premesso che, se considerassimo le
nostre comunità solo da un punto di
vista sociologico quali associazioni religiose, la frequenza media, pur cosi
bassa, è sempre superiore a quella ohe
associazioni politiche e culturali registrano alle loro assemblee — ciò premesso, resta il grande interrogativo:
perchè tanti « fratelli » trascurano
cos', spesso di partecipare, e perchè
così pochi « esterni » sentono il desiderio di entrare e ascoltare? In che
misura ci troviamo di fronte al fatto
che r Evangelo, quand’è veramente
l’Evangelo, è e rimane scandalo e follia oggi come nel sec. I, e suscita nelTuomo naturale volta a volta irritazione, scherno, senso di superiorità,
indifferenza? E in che misura invece
è proprio il modo con cui l’Evangelo
è predicato dai pulpiti e vissuto dalle
comunità a far sì che non sia più
TEvangelo?, poiché certo la dinamite
non può dar sentore di muffa, nè il
lievito sembrare pane raffermo.
Il grande esodo — un esodo alla rovescia, dalla fede all’incredulità — con
tutta la sua conturbante problematica, deve portare la (Chiesa a chiedersi
in che misura essa ha ©virato l’Evangelo. Se la Chiesa fosse perseguitata,
per la sua predicazione, potremmo
considerare questo esodo con miglio,
re coscienza, anche se con non minore
tristezza. Ma non siamo perseguitati,
Allora è il nostro Evangelo ad essere
calpestato dagli uomini dentro e fuori
le chiese: inutilizzabile.
Si i^unge così al problema del linguaggio, che è problema oggi particolarmente vivo nella sfera teologica,
come abbiamo potuto constatare anche nei contatti con i docenti e con
gli studenti della Facoltà di teologìa.
Se mai c’è stato un tempo in cui questa era considerata ima questione in
fondo puramente formale, esteriore,
oggi comunque non è più così,: il linguaggio esprime veramente il contenuto, il modo con cui si parla è legato
in maniera essenziale a ciò che si
dice; non solo nel senso ohe una predicazione sciatta esprime un pensiero
sciatto e una fede fiacca, ma nel senso
ohe la scelta di un linguaggio — aulico,
terra terra, « spirituale » e intimistico, concreto, scientifico, politico, ecc. —
esprime l'impostazione stessa del nostro pensiero, della nostra fede, della
nostra predicazione.
È su questo sfondo che vanno visti
gli attuali tentativi di predicazione
attraverso il servizio (fino- al limite
ariravereiTrimpegno politico.'^ t'taU
ta di tentativi, molto spesso discutibili non tanto per l’attuazione,
to per i presupposti da cui muovoim
(l’osservatore smagato nota faclimate e gli studiosi riconoscono — «o™?
hanni fatto di recente »^iidiosi di eti^
ca riuniti a Basilea per un “ngreæo
internazionale — si ca
oeei a distinguere m che modo si ca
ratterizzi un’etica
sonale che sociale : la stessa mquietu
dme esmhneva la scorsa settimana
fn un artillo, Tullio Vinay); eppure
dobbiamo dire in tutta d«ism^
sono fra i pochi tentativi <h Tidar
all’Evangelo un ffuatohe signÆcato i^
tpllidbile alTuomo di oggi- pa critica
fraterna che si può e .talvolta si dev
esercitare non va mai dispiunta
un’altrettanto fraterna stima nei confronti di coloro che sono fra Î Pu^tn a
tentare vie nuove in comumtà nelle
quali troppi dei rimasti sembrano a(>
contentarsi di un più o meno innocuo
«patois de Canaan».
Soltanto sulla base di questa stima
fraterna si può muovere l’.awertoento di fronte al rischio di vanificare,
sia pure in un apparente eccesso di
concretezza, l’annuncio caratteristico
dei Cristc- storico, idealizzandolo e
svuotandolo della sua concretezza personale storica («Cristo crocifisso nel
Vietnamí», o simili); poiché presentarlo e viverlo in schemi marxistici e
CORIViCniO A VIERIIUC
Si annunzia che Giovedì 4 maggio, giorno dell Ascensione, avra
luogo il tradizionale
CONVEGNO A VIERING
in Valle d'Aosta, organizzato dalle Chiese Valdesi d'Aosta e di Ivrea.
PROGRAMMA DEL CONVEGNO
Culto presieduto dal Past. Giovanni Peyrot;
Pranzo al sacco; . ^ j n
Studio e dibattito sul tema seguente; «Il rispetto della
persona umana ».
L'argomento sarà svolto da tre oratori con particolare riferimento-.
a) alla Parola di Dio ed ai rapporti sociali;
b) alle esperienze nel campo del lavoro;
c) alla vita di famiglia.
La località di Vierìng si trova sulla sponda destra della Dora Baltea,
dopo Verres per chi viene da Ivrea-Torino. Il .Convegno avra luogo
all'aperto nel pomeriggio, tempo permettendo. In caso di cattivo tempo,
nel .locale di culto. Funzionerà un servizio di buffet.
Un caldo invito a partecipare al Convegno e rivolto a tutte le comunità evangeliche sul piano ìnterdenominazionale.
Viering vuol essere un luogo d'incontro, di affratellamento
studio alla luce della PAROLA DI DIO.
ore 10,30
ore 12
ore 14
politici può essere altrettanto errato
— 6 antistorico — di quel che è stato
presentarlo e viverlo in schemi idealistici e romantici. Porse non è possibile ala Chiesa di sottrarsi totalmente
agli schemi conc^tuali della propria
epoca, alla mentalità corrente; ma
deve lottare in tal senso, deve essere
cosciente di questo rischio costante.
Nel mondo, ma non del mondo : dobbiamo essere uomini del nostro tempo, in cosciente laicità, ma in lotta
per non lasciarci determinare dal nostro tempo con ì suoi miti, i suoi valori e disvalori.
È dunque chiaro Ohe il problema
della predicazione non è problema
dei soli predicatori, ma di tutta la
chiesa. La cosa è sentita in modo particolarmente acuto dai nostri studenti in teologia. Sono ipochi : e si chiedono perchè sono così; jKXihi, e che cosa
li aspetta dopodomani.
C’è anzitutto il fatto che, di questo
passo, se le comunità continuano a
produrre così pochi candidati al ministero, sarà la « forza delle cose » a
imporre una radicale ristrutturazione
della vita ecclesiastica: in che senso,
non è dato sapere, nè possiamo sapere
se in tal modo il Signore voglia condurci nel deserto, in una vita di nuovo
nomade di « stranieri e pellegrini »,
con le « stutture » ridotte ai minimi
termini, oppure se ©gli ipesi con il suo
silenzio e con la sua assenza su comunità tiepide e su guide miopi.
È comunque sconcertante che in un
momento in cui la vita pastorale si
presenta particolarmente interessante, culturalmente viva, differenziata
in ima singolare -^rietà di possibilità,
sentono attirati, còs:; poche le ramigiie
in cui tali vocazioni maturano, così
poche le chiese che le stimolano.
Questi giovani si domandano poi,
con più inquietudine di quelli che li
hanno preceduti, che cosa li attenderà
domani, nelle comunità e fuori, nel
nostro tempo di così rapidi mutamenti. Partiranno, in un modo tutto particolare, senza sapere dove andranno
— dove il Signore li condurrà —. Con^
siderando la loro comprensibile inquietudine, i fratelli che li hanno preceduti e quelli che attendono da loro
l’annuncio di Cristo crocifisso e riporto possono solo ricordare loro che
fino all’ultimo giorno, se solo .sapranno prestare attenzione, troveranno accanto al loro cammino umili, poveri,
insiouri che hanno fame della parola
dì Dio e che hanno bisogno di udirla
da uomini umili, poveri, deboli ai quali Cristo dà, giorno per giorno, la sicurezza di annunciarlo come salvato
' re e signore.
Dentro e fuori la chiesa, « come crederanno in colui del quale non hanno
udito parlare? e come udiranno se
non v’è ohi predichi?... La fede viene
dalTudire e l’udire avviene per opera
della parola di Cristo ».
Non avete da lanciare una campagna; nè da lanciare una colletta, magari per pagare meno modestamente
gli «operai della chiesa». Pregate: il
datore di lavoro è Lui. g. c.
iimiiimiiiiiiiMmmiimiiiiiiiimiii
....numi....
LEVAN6EL0
e la guerra nel Vieteam
In occasione di Pasqua, il Gruppo Giovanile Evangelico Valdese di Como ha diffuso m città, alPuscita delle chiese, il volantino che qui riportiamo e che riproduce la
sostanza del volantino diffuso il giorno di Natale a Torino, a cura di un gruppo dì
giovani evangelici, valdesi e battisti.
Il nostro giornale si è già ampiamente occupato di questa iniziativa giovanile e
del problema che essa solleva. Si tratta di un problema reale e la sua discussione nel
lambito delle nostre comunità, anche se delicata e, secondo alcuni, fuori luogo, dovrebbe avvenire nel quadro di una comune ricerca di fedeltà all’Evangelo.
Ma in fondo perchè andiamo in Chiesa ?
E’ inutile di andajre in chiesa, se poi non si tende nella vita di ogni giorno a ricercare la Giustizia di Dio, che difende la causa del più debole. L’Iddio di Gesù Cristo
sicuramente « prova disgusto » per una religiosità fatta di riti e di parole ed è « nauseato » dalle assemblee, dai Culti e dalle Messe solenni che coprono l’ingiustizia;
« odia le feste stabilite » come il Natale e la Pasqua, perchè è stanco di sopportarne la
coreografia religiosa-economica. (Vedi nella Bibbia: Profeta Isaia, cap. 1: 10-18).
Solo se tendiamo con tutte le nostre forze verso la Giustizia di Dio e riesaminiamo tutta la nostra vita in questo senso. Egli è disposto a perdonarci tutti i nostri peccati che comunque ei opprimono. In particolare occorre avere gli occhi bene aperti
sui più deboli ed oppressi, per vedere i loro bisogni materiali e spirituali. I problemi
degli altri di solito non ci toccano; .siamo soliti dire : « si arrangino! » Dio ci dice che
dobbiamo occuparcene facendo nostra la loro causa, perchè quella degli oppressi è la
Sua stessa causa.
Come può infatti il Signore ascoltare le preghiere di gente sempre pronta a chiedere giustizia per sè, ma che non sa assicurare un minimo di giustizia per le classi
ed i popoli oppressi e sottosviluppati? Come può ascoltare le preghiere di coloro che
sono pronti di chiedere pace, ma che non si preoccupano di sconfessare quelli che
esprimono comprensione per le ingiustizie e le guerre che non li toccano personalmente? Le nostre mani che crediamo pulite, sono sporche di sangue. Sporche del sangue di uomini che non abbiamo mai visto, mai incontrato, mai ucciso, ma per salvare
la vita dei quali, non abbiamo mosso un dito. Se ci siamo rifugiati dietro ad un atteggiamento fatalista e non ci siamo preoccupati di cercare con impegno personale la
responsabilità del sangue versato, e infine non abbiamo lavorato attivamente per la
giustizia e per la pace, siamo corresponsabili con coloro che non vogliono la pace, ma
la guerra.
Come p^i restare indifferente per esempio, di fronte aUa guerra del Vietnam
struosa che nessuno ha più la volontà di fermafé? HiSuHClà aa ogm aitcggimuicui,passivo. Partecipa pure alle manifestazioni per la pace nel Vietnam e cerca soprattutto
attorno a te con chi ti vuoi unire per lavorare per la pace: non per farti dare una
etichetta dì partito, ma come discepolo di Cristo. Rifiuta di essere governato da una
macchina politica che decide ogni cosa al vertice, che consente al cittadino di manifestare le proprie idee solo se queste vengano subito inserite in una statica contrapposizione partitica.
Mettiti^dalla parte dell’oppresso, vicino o lontano che sia, dalla parte di chi è
schiacciato, di chi soffre a causa dell’ingiustizia degli uomini ed in questa, come in
tante altre occasioni, lavora per la giustizia. Soltanto allora potrai ricevere ancora una
volta anche ai Culti ed alle Messe, l’annuncio del perdono gratuito e deña sconfinata
misericordia di Gesù Cristo risorto e vivente, se questo annuncio lo avrai vissuto e
non rinnegato con un religiosità di riti e di parole.
Il Gruppo Giovanile Evangelico Valdese di Como
Iiiiilimitiiiiiiinnilliiiimiuiiilimmi ............................................................................
.........................................................mi'..........................................................................
La Bibbia e il cinema
Di ritorno dallo Russia
Il pastore Eugenio Carson Blake, segretario generale del Consiglio ecumenico delle
chiese, di ritorno da un viaggio in URSS, ha
ritenuto suo dovere di prender posizione di
fronte aU’enciclica papale « Populorum progressio »• Ecco un estratto delle sue testuali
parole : « La nuova enciclica corrisponde alle
aspettative... nel momento in cui la stessa
chiesa cattolica s’accinge a mantenere la promessa della sua costituzione pastorale : « La
chiesa e il mondo moderno » del Concilio
Vaticano IL E’ riconoscibile il passaggio dall'anarchia politica, economica e sociale del
passato, e più ancora del presente, verso un
mondo di fraternità e d’amicizia fra gli uomini, che lavorano insieme per realizzare il tipo
di sviluppo economico, sociale e tecnico autenticamente umano, capace di accrescere
piuttosto che di distruggere il senso, la meraviglia, la fede e le gioie della vita umana.
L’enciclica coglie nel segno, denunciando i
pericoli che gli uomini devono affrontare insieme, con coraggio e sacrificio, iniziando
questo pellegrinaggio verso una comunità
universale di pace. Tutte le chie^ cristiane e (ne sono sicuro) il Consiglio ecumenico delle chiese, impegnato da molto
tempo nel lavoro per lo sviluppo della pace,
faranno buona accoglienza all’invito dell’enciclica, per collaborare, sulla base della loro
fedeltà a Cristo e al suo evangelo.
L’« Office Protestant du Cinema » di Ginevra ha diffuso questo estratto di un articolo apparso in tedesco sul settimanale « Der
Saemann ». Sebbene in varie città italiane
« La Bibbia » non sia più una novità, pensiamo sia interessante per i lettori leggere
tale valutazione, e ringraziamo due lettori
che dalla Svizzera ci hanno inviato l’uno l’articolo originale, l’altro l’estratto che qui pubblichiamo.
Gli spettatori di questo film saranno profondamente delusi: la bibbio non è ciò che
vi appare. Nel film non troviamo altro che
vecchie storie,. sceneggiate iù modo spettacolare, ma che hanno perduto il loro carattere di testimonianza, e quindi il loro senso,
perchè sono senza anima e Io Spirito non
vi spira. Nella Bibbia queste storie, che certo possono avere un fondamento storico, non
esprimono una verità storica, ma una verità
psicologica o reñgiosa; nel film ci vengono
mostrate come il racconto di eventi storici :
si vuole descrivere ciò che è successo, mentre
la bibbia si propone piuttosto di esprimere il
senso profondo deUa storia che ci è narrata.
Ad esempio, la caduta. La verità non è nei
fatti esteriori della storia, quale ci è narrata: questo racconto svela un comportamento
tipico dell’uomo, qualcosa che non cessa di
riprodursi continuamente; intende mostrarci
l’origine profonda delle nostre preoccupazioni e deUa nostra miseria: la nostra pretesa
di essere come Dio.
Del diluvio si è fatta una storia divertente. Huston impersona lui stesso Noè e fa di
questo personaggio un burlone che si sforza
di essere serio, si che anche gli altri attori
sono coinvolti malamente in questa inverosimile sceneggiatura. Sul piano tecnico si
può indubbiamente ammirare la costruzione
dell’arca e l’arrivo degli ammali, ma al di
fuori di questo tutto il lungo episodio non
ha alcun valore nè senso.
Siccome gli autori di questo film non hanno compreso nulla del significato profondo
della bibbia e della potenza della sua testimonianza, hanno dovuto creare di fantasia
dei momenti di tensione nella loro costruzione drammatica. Così Abramo, in cammino per sacrificare il figlio unico, Isacco, trova l’espressione della sua disperazione nelle
rovine dì Sodoma, la città peccatrice. Questo
scenario rappresenta naturalmente la solitudine estrema, Tabbattimento totale deU’aniraa; ma a questo punto il testo biblico non
ha bisogno di alcun elemento esteriore destinalo a creare una tensione drammatica.
Altro fatto tipico, che dimostra come gli autori del film non abbiano capito il testo della Genesi: l’assenza deU’incontro fra Àbramo e Melkisedek.
Non penso che la bibbia debba essere tabù
per il cinema. Ciò che non va, è il modo con
cui il regista Huston e il produttore De Laurentiis l’hanno portata sullo schermo. Un
tentativo come quello di Pasolini in « L’Evangelo secondo San Matteo » si avvicina assai più allo spirito della bibbia. Un racconto
discreto, che non pretendesse narrare tutto,
ma si accontentasse talvolta di allusioni e lasciasse alio spettatore una grande libertà di
interpretazione, potrebbe divenire per l’uomo
moderno, che forse non sa più leggere, quella bibbia figurata che rappresentarono le
sculture delle cattedrali per l’uomo. del Medioevo, che non sapeva leggere. Ancor meglio sarebbe tentare di estrarre il contenuto
e il messaggio delle storie bibliche dal loro
contesto storico e di dar loro una forma nuova, che potesse farne delle testimonianze per
il nostro tempo.
Meglio comprare una bibbia che vedere il
.’ingresso in sala vi costerà quasi al
film
trettanto...
Theo Krummenacher
2
pt>o.
N. 16 — 21 aprile 1967
CORSI E RICORSI DI UNA APPASSIONATA POLEMICA
“Cuore,, e il nostro d'oggi
Dsnte Arjieiitippi: un fedele servitore di Dio
Ogni tanto si riaccende la polemica intorno al « Cuore » di Edmondo De Amìcis,
e ai modi e stili « deamicisiani ». Anche le
colonne di questo giornale ne portano Teco; in questi giorni il settimanale illustrato
a Tempo » ha riportato delle corrispondenze
di lettori che si schieravano prò e contro
il libro di De Amicis. E da parte sua, il
direttore del settimanale cita (Numero 8/9)
il giornalista Paolo Monelli che in una
lontana recensione ad un volume di disegni umoristici si dhertì (è il caso di dire
(c si divertì ») a prendere più o meno bonariamente in giro lo stile dello scrittore
di Oneglia, i suoi personaggi, il suo mondo, salvo poi a terminare — ed il settimanale ne dà pubblicazione — con una conclusione più obbiettiva, che riconosce al
« Cuore » il valore di « un documento storico, ma non piu adatto ai fanciulli di oggi ». Quest’ultima frase contiene il giudizio del direttore di quel settimanale, e
probabilmente esprime quello che glli autideamicisiani sottoscrivono — scusate il
bisticcio! — loto corde.
Senza prtendere dì esaurire una polemica, di cui sarebbe tuttavia interessante conoscere i retroscena (che a parer mio esalano dalla pura crìtica letteraria e di costume, ma affondano le loro radici nel sottobosco di una prevenzione politica — era
infatti noto allora, com’è noto oggi, che
il De Amicis, pur nel suo modo « romantico » di concepire il progresso, la civiltà, e
tante altre belle cose sulle quali oggi noi
siamo molto meno ottimistici di lui, era
un fervido e militante socialista), vorrei
porre tuttavia Taccento su alcuni aspetti
del problema, scmpiicemente per ridare ad
Edmondo quello che spetta ad Edmondo,
e per ridimensionare la questione, in vista
dì un allargamento di essa ad un orizzonte
assai più vasto (poiché non c’è soltanto il
cao De Amìcis, ce ne ono molti altri, e ce
ne saranno sempre molti altri, via vìa che
il tempo scorre e che gli animi si modificano e si trasformano)
Anzitutto, vorrei che fosse ben chiara
una prima verità. Dire che a Cuore » non
è più adatto ai bambini di oggi è dire
una sciocchezza, per la semplice ragione
che ai bambini di oggi (e di ogni tempo)
è adatto, in una qualsiasi civiltà, quel che
i gfpiitari di quei bambini gli dònno. In
altri termini, se non diamo più il « Cuore »
ai bambini di oggi, ma gli diamo dei fumetti di western e di gangster, è logico
che il (( Cuore » sarà presto dimenticato.
Proibiamo allora ai bambini i western e i
gangster, e diamo loro dei racconti di fantascienza, ed anche i western, ecc., avranno fatto il loro tempo. In realtà, i bambini non sono altro che quel che sono i
loro genitori, la loro famiglia, il loro am
bccoTo. i^rclìè mai ìe storie di
Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di Ruth,
di Esther, la stessa storia di Gesù e degli
Apostoli, sono ancora adatte ai bambini di
oggi, e li commuovono e li educano? Per la
semplice ragione che, in questo mondo d’oggi, avviato alla sua decomposizione, ci sono ancora (ma per quanto tempo?!) dei
genitori, delle famiglie, degli educatori,
degli ambienti nei quali la storia biblica
ha una importanza fondamentale per la
formazione del carattere dell’uomo di domani, ossia del bambino di oggi.
In sostanza, se la società che troviamo
raffigurata nel « Cuore » è oggi cc irrimeK del tutto scomparsa » (sic/), questa non
è certo la conseguenza di un rifiuto di accettarla da parte dei bambini di oggi, ma
colpa dei grandi di oggi che, tra guerre, riforme tecnocratiche, industrializzazione, ecc.,
hanno dato il benservito all’epoca che li aveva
preceduti.
Ma è possìbile immaginare una società modernissima, dedita al progresso in tutte le
sue forme, ed ancora intellettualmente legata
al modo di essere e di pensare del principio
del secolo (« deamìcisiano »)? Certamente, e
per dei bambini che si affacciano a questo
mondo senza tradizioni più o meno onorevoli
da difendere, direi che è cosa tutt'altro che
che difficile. Il fatto è che gli adulti di oggi
non lo vogliono più. Che abbiano ragione o
torto di non più volerlo, questo è un altro
paio di maniche; che possano ancora o non
possano più farlo, quest’è un problema che
bisognerebbe affrontare (dopo le varie « incomunicabilità », « alienazioni », ecc.) con il
coraggio di chi affonda il bisturi in una
piaga per sanare Tammalato. non per ucciderlo nè pure per torturarlo, e denunciando
tutto il male, da chiunque e da qualsiasi
cosa prodotto. Ma il fatto è che oggi, gli
adulti nno vogliono più saperne di una simile
operazione. Hanno detto basta, e ha da essere
basta. « Sit prò ratione voluntas » : al posto
della ragione, la volontà!
« ♦
Ed un altro fatto vorrei sottolineare ancora.
Premetto, però, che non intendo passare per
un « laudator temporis acti », e che so benissimo quanto di torbido, di interessalo, di
falso ed al postutto di materialistico abbia
avuto l’epoca che ha preceduto la nostra; ed
in questo senso è da riconoscere che, se non
altro, la nostra epoca ha il pregio indiscutibile d^la assoluta sincerità, nei rapporti
umani, nello scandagliare i meandri spesso
inestricabili del cuore umano, nel giudicare
senza conformismi, senza romanticismi, i moventi, le azioni, le responsabilità di ogni
uomo. Questa sincerità è probabilmente l’unica forza che salverà la nostra epoca dal
disfacimento (se essa si dovrà salvare): poiché indubbiamente, quando l’uomo di oggi
sarà giunto al punto estremo che precede
la rottura, se si sarà mantenuto sincero fino
alla fine, dovrà riconoscere onestamente di
avere tutto (o quasi) sbagliato. E allora, si
potrà riprendere ogni cosa ah ovo.
Premesso questo, ecco quanto va ancora
detto, mi sembra, sulla questione prò e
contro il « Cuore ». Il mondo intravisto e
descritto nel « Cuore » non è stato soltanto
il mondo privato del signor Edmondo De
Amìcis, illuso che le sue « falsità » (sic!)
fossero credute dai suoi piccoli lettori. Quel
mondo è realmente esistito! Ce lo descrive
lo stesso Paolo Monelli;
« Con tutte le giulebberie sentimentali, il
Cuore, ambientato nel 1882, ha uno ^ondo
reale : l’Italia di allora, virtuosa, onesta, devota a forme tradizionali; ancora garibaldina ed esultante di essersi ricomposta a
nazione. Un’Italia che per avere il bilancio
in pareggio faceva economie fino all’osso, ed
in politica estera proclamava il principio
delle mani nette... Quadruplicava il numero
degli aventi diritto al voto stabiliva il principio della scuola gratuita e obbligatoria,
iniziava le bonifiche, sì costruiva le prime
industrie; ma tra anche l’Italia degli emigranti e dei contadini tribolati dalla pellagra
e dalla malaria. E pensava che bastassero a
sbaragliare la miseria, l’ignoranza, l’ingiustizia e il delitto, le armi della modestia,
della fratellanza, della beneficenza; e si trovava giusto che i poveri si contentassero del
loro stato, purché consolati dall’affetto dei
ricchi; e i borghesi mostravano ai figliuoli
come stringevano la mano agli onesti lavoratori, con il presupposto tuttavia che ognuno rimanesse nella sua classe. Un’Italia ingenua e meschina e provinciale, ma che
della provincia serbava ancora il gusto dello
studio e le virtù familiari e sociali; ed i
ministri morivano poveri; e la cosa pubblica era sacra e onorata... e la slealtà, la
malvagità, la corruzione, il mal costume erano considerati casi eccezionali e condannati
prima che dalle leggi dal severo giudizio dei
cittadini ».
Ora, vogliamo paragonare questo quadro,
sostanzialmente fedele ed imparziale, con la
realtà italiana d’oggi? Dov’è, in questa realtà, che si fanno economìe fino all’osso? dove
è la politica delle mani nette? E’ vero che
la miseria, la ignoranza e la disoccupazione
non sono state sbaragliate dalla modestia,
dalla fratellanza, dalla beneficenza; ma non
le hanno certo sbaragliate le altre armi della corsa al progresso, del guadagno indiscriminato! E quanto alla stretta di mano al
lavoratore, da parte dei borghese (o del capitalista), sarelibe interessante stabilire se
essa frutti di più oggi che ieri... E tutto
questo, per non parlare dei « ministri che
morivano poveri » (quando i deputati non
ricevevano, a fine legislatura, la pensione
per tutto il resto della loro vita!); o della
corruzione e del mal costume sociale e politico che, dopo esser stati condannati dalla
legge (se la legge riesca a pronunciarsi!),
sono oggi considerati titolo di civico a savoir
faire ». Virtù suprema del nostro tempo è
infatti saper incassare il colpo, senza fiatare,
e... continuare indisturbati.
__ ___I — Irt 1 •» olnSinTie
progredito civilmente e moralmente da non
dover più abbisognare delle conquiste civili
e morali del passato (come, sul piano religioso, il mondo d’oggi non ha certo raggiunto
una tale perfezione spirituale e di vita inte
riore, da non dover più abbisognare del
messaggio e della disciplina del Cristianesimo!). E l’educazione delle nuove generazioni -- verso le nuove, immancabili
mete!
non si è talmente evoluta nella
sua espressione formale e nel suo contenuto
pedagogico da non dover ancora esser grata
a coloro che le offrono, fra gli strumenti
più sensibilmente umani, di più viva immediatezza (come quella di un libro di
lettura), di più larga divulgazione intellettuale, un’opera che abbia le qualità ed il
valore del « Cuore ».
* ^ 4
Chiudendo, offro ai lettori uno spunto di
proficua meditazione. Trattasi dì due fatterelli di vita scolastica di questi tempi (poiché scuola vuol essere sinonimo di educazione), accaduti ambedue in due centri dell’Italia settentrionale.
Nel primo di essi, alcuni anni or sono, al
termine della solita discussione rimbalzata
dai circoli intellettuali ai giornali e alle
famiglie, sulla non attualità del « Cuore ».
a talune scolaresche di Torino fu impartito un tema di componimento per un giudizio su di esso. Risultato: una pioggia di
critiche (per modo di dire) e di deplorazioni, che odorava di coralità lontano un
miglio. Parve chiaro anche agli orbi che la
g^ventù studentesca aveva dato la giusta
lezione che il « Cuore » si meritava. De Amicis poteva andare a nascondersi! (E penso
che in molte scuole lo abbiano nascosto anche di fatto).
Il secondo dei fatterelli è più recente, e
concerne lo scandaletto scolastico di Novara,
dove una studentessa ha scritto — per amore di sincerità o di scandalo? — tutto il
male che pensava (probabilmente a torto)
di una sua vecchia professoressa. Risultato:
una sospensione di 15 giorni all’incauta de
« Ricordatevi dei nostri conduttori, i quali
vi hanno annunziato la Parola di Dio e, considerando il fine della loro carriera, imitate
la loro fede » (Ebrei 13: 7).
Chiamato dal Signore a Zurigo il 9 luglio
1956, ci sia permesso, a oltre dieci anni di
distanza, di ricordare ancora la figura non
solo di un sìncero credente, ma quella di
un nobile servitore del Signore sempre zelante ed attivo quale fu il Pastore Dante
Argentieri.
Egli, Deputato al Parlamento Italiano per
il Collegio Emiliano negli anni della sua
partecipazione alla vita politica militando nei
ranghi del socialismo, pervenne alla fede
evangelica attraverso una serie di tristi dolorose esperienze fatte nel duro periodo del
fascismo.
Fu infatti perseguitato e sorvegliato per i
suoi sentimenti avversi al « Regime » ed
inoltre subi atti di violenza da parte di elementi scalmanati che militavano nelle file
del partito dì Mussolini.
In quei tempi egli, studiando c meditando le Sacre Scritture per trovare forza e coraggio per meglio affrontare le avverse vicissitudini della sua vita, prese la decisione
di seguire il Cristo, facendo la salutare e benedetta esperienza della nuova nascita, come
Nicodemo, il dottore della legge, per avere
ascoltato la voce divina dopo essere venuto
in contatto con alcuni evangelici.
A seguito di tale radicale cambiamento
per il quale passò attraverso il fuoco delle
tribolazioni, retaggio nostro particolare
(I Tess. 3: 3), il nostro Argentieri non pensò più alle sofferenze morali patite, giacché,
nel frattempo, anche la vigilanza che veniva
esercitata dagli organi di polizia nei suoi confronti era cessata per ordine di Mussolini, al
quale si era rivolto con un suo memoriale
col quale ebbe fra Taltro a ricordargli il
tempo passato in cui essi insieme militavano
nelle file del socialismo, visto che tale vigilanza era divenuta ossessionante.
Riacquistando cosi la calma e la serenità
dello spirito, egli non nascose sotto il moggio
ploratrice dell’insegnamento tradizionale. E dell’Evangelo, che sempre più ritutta l’Italia (professori, studenti, sindaci, de- splendeva in lui, poiché si diede con raag
le lavoro di apostolato che svolgeva nelle varie circostanze della sua vita proprio per le
sue spiccate doti di fedele servitore del Signore, dandomi così la possibilità di andare
ad ascoltare le sue vibranti predicazioni sempre calde di fede e di cristiano ardore, nel
grande tempio metodista di Via della Scrofa
demolito poi dopo anni a causa del piano regolatore; e lì egli veniva di buon grado
invitato dal Pastore titolare Paride Fava che,
intanto, andava diramando inviti appunto
perchè ben sapeva della sua valentia nel
campo della predicazione dal pulpito, talché
in epoca susseguente, dietro molti premurosi inviti dalla Missione, egli accettò, dopo
un breve corso preparatorio, la nomina di
Pastore a Piacenza dopo essere stato all’uopo
consacrato, rimanendovi in carica per diversi
anni e cioè fino a quando, dall’Italia, viene
a trovarsi poi miracolosamente in Svizzera
alla vigilia del conflitto (ci andò nell agosto
del 1939 per curarsi del suo indebolimento
fisico) migliorando grado a grado la salute
ch’era divenuta precaria. Quivi si incontrò
con una nuova compagna : « un tesoro di fede e di bontà », con la quale passò in secón
de nozze, mentre « la sua unica figlia, Mi
relia, si era sposata a Torre Pellice con un
valdese, anch’essa convertita e zelante nella
testimonianza ».
Così il nostro Argentieri, versando in tetra svizzera nelle agiatezze economiche, essen
do la consorte proprietaria di un avviato negozio di musica in Zurigo, gli era dato di
predicare Cristo senza essere più vincolato c
senza necessità vera e propria di uno stipendio. Quindi cominciò così a predicare l’Evaii
gelo un po' dovunque e specialmente a Zurigo e a Basilea, intrecciando care relazioni
in Cristo.
Fu proprio in quest’oasi di pace che, riìtfrancate che furono pure le sue forze fisiclic.
ebbe modo di piegarsi più intensamente nelle Sante Scritture e di scoprirvi, oltre le ve;chic meraviglie, le nuove ancora di cui pati,?,
il Signore (Matteo 13: 52) altrettanto stu
pende. Specie nel campo profetico, piacipe
al Signore di arricchirlo oltre ogni dire
plendeva in lui, poiché si diede con mag- tenendo sempre presente le esortazioni
lutati...) a parteggiare pro e contro, e a giore slancio a testimoniare dovunque la sua Paolo a Timoteo egli, penetrando ne lo ! i
scomodare il* titolo di una certa commedia p„j. agli altri del tesoro di dio della Parola, rion soltanto si tortiti!..
cui era venuto in possesso purificato come
era stato dal crogiuolo delle sofferenze, svolgendo cosi un servizio di vero apostolato,
siccome si sentiva sempre più attirato e conquistato dalla nuova fede mentre, nel frattempo, i vincoli della fraterna cristiana amicizia fatta per l’addietro con me occasionalmente a Firenze alTIstituto Comandi, si an
shakespeariana, « Much ado about nothing »,
molto rumore per nulla.
No, proprio nulla, non è il caso di dire.
Ouale torto può mai avere avuto la studentessa novarese per un gesto che, tutto
sommato, è semplicemente un chiaro atteggiamento antideamicisiano?! Se i buoi sono
fuggiti, non è forse stato perchè la stalla
era rimasta aperta? Molto ridicolo volerla davano sempre più rinsaldando con la corrichiudere ora. S’è detto e ripetuto fino alla
nella grazia che è in Cristo Gesù, ma am. .
si fortificava nella conoscenza della vtnii
che è secondo pietà, affinchè nel suo seivzio di apostolato cristiano avesse potuto .
pre dirittamente spiegare la parola di \ei.
(Il Timoteo 2: 1 e 5 - Tito 1: 1) nelle . a
dunanze; dalla Svizzera, dopo guerra, pri.
a fare viaggi spesso in Italia pei vi H
i fratelli della Lombardia, della l.ifeU. . .
. .. m . - _ J «Il 1 1 v-w rv V .
sazietà che maestri alla De Amicis, scolari
alla maniera del « Cuore », languorose ramanzine e molli esortazioni e romantiche
storielle con generali abbracciature finali —
come si leggono in quel deprecabile libro
ottocentesco — erano degli stupidissimi anacronismi... Benissimo! La studentessa di Novara ha dato l’esempio; bando al passato,
anilinV-'uer Ìèlsco—TBKéiÌijJni
sue istituzioni, i suoi docenti, la sua cultura (la riforma gentiliana rivive!).
C’erj da aspettarselo. 0 meglio, c’è da
aspettarsi deU’allro ancora, negli anni che
verranno. Teodoro Salma
pendenza epistffiare che mi indirizzava a Piemonte, della Toscana e dellUmb
Roma al tempo in cui io militavo nel Corpo quali veniva sempre invUato per p
della Polizia, dandomi cosi sempre prova del
la sua fraterna costante amicizia con la sua
esemplare condotta di credente e di testimone di Cristo. Egli, in quegli anni difficili
della dominazione fascista, sapeva sempre
spronarmi al fine di farmi continuare con
maggiore lena e fiducia il buon combatti
, nnn v.euissì „ jjieno , mai
nell anima, vinto come ero taivtilta dal travaglio per le numerose esigenze di servizio.
Capitando spesso a Roma, veniva sempre
a scovarmi negli uffici di Polizia e, peraltro,
non mancava di raccontarmi sempre consolanti sue esperienze relative al suo itineran
Mimiiiiiiiiiimimmiiiiiiiiimiiii
Ci sono solo le stelle
Le prime foglioline accestiscono sul
tronco degli alberi; un’arietta appena
tiepida accenna all’inizio della primavera; il sole è lustrato di fresco.
— Guarda questo contrasto di toni
— dice imo dei diue uomini che sono
seduti sulla panchina del parco —. Le
strisce della panchina segnano sul
terreno una lista nera; fra l’una e
l’altra una striscia bianca; come in
un pianoforte, con i tasti bianchi e
neri.
— Vero — conferma il secondo.
Il primo guarda e sorride; il suo
volto è raggiante per il sole ohe Tillumina.
— Le disarmonie sono volute dagli
uomini — asserisce.
— Dagli uomini.
— Cos';, in quest’armonia, mi pare
■ non so perchè - di essere come in
una cattedrale.
L’altro ribadisce questo concetto ;
l’amico lo amplifica:
— Tutto l’universo è un’intera cattedrale.
E si volge verso un gruppo di ragazzi che, tenendosi per mano, giocano
al girotondo, e cantano; le loro voci
sembrano suoni emessi da trombe
d’argento.
Dall’inferriata che recinge il parco
si vede la strada, brulicante di gente;
sgusciano, veloci, molte auto.
— Tutti hanno fretta.
— Anche questo carro funebre che
sta transitando.
— L’autista ha premura : forse ha
terminato il suo turno di lavoro. A
che cosa pensa quando si avvia verso
il cimitero?
— Non al morto, certo. La morte,
specialmente per chi è abituato a certe occupazioni, è un affare che riguarda gli altri. Probabilmente, deve
essere cos'. anche per i medici. Quando ti trovi davanti a un cantiere edile
vedi un grosso cartello : « Vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori ». Ti
pare necessario un simile richiamo?
A me non è mai venuto in mente di
entrare in una fabbrica. A chi vuoi
che interessi l’ingresso in un cantiere
edile?
— A un ladro, per esempio. Per rubare qualche attrezzo, o ohe so io...
— Già: a un ladro. E non viene come un ladro, la morte?
— Sì;. Ma per alcuni... Il necroforo,
per esempio, o il medico, o il farmacista... Vi sono eccezioni, s’intende.
Ma tanti altri? Dicono : « Non fumare.
Il fumo danneggia la salute ». Ma loro
fumano. Non pensano che la morte
entra pure dove l’ingresso è consentito soltanto agli addetti ai lavori.
Un altro uomo viene a sedere sulla
panchina, accanto ai due amici. Anche lui è anziano e di civile aspetto.
Si stropiccia le mani, come per toglierne la polvere.
— Ho comperato un cartoccio di
granturco e ne ho sparpagliato il con
f#l Alberto Guaùalaxara
tenuto ai colombi - dice sorridend, È interessante vederli contendersi il
cibo, con tanta stupefacente sveltezza.
Mi diverte. E mi diverte la constatazione che, quando distendo il pugno,
pieno di chicchi, volano impauriti ;
quando ne lascio cadere il contenuto,
la fame vince la paura : corrono tutti
a beccare: si rincorrono per imboccare i grani più lontani. Non si azzuffano, però; lasciano che il più destro
ingozzi la preda. Poi, a banchetto ultimato, spiccano il volo.
I due amici sorridono.
— Pensionati anche loro? — con
tinua il loquace uomo.
— Si, — afferma, divertito, uno dei
due amici. — Chi vuole che venga al
Parco, a quest’ora? Pensionati, o vagabondi, 0 disoccupati; gli altri lavorano.
— Giusto. Aggiungiamo che ci sono
i bambini, con le mamme, le zie, le
nonne, le domestiche. All’ora della libera uscita verranno i soldati, quelli
che cercano il « flirt ». Un giorno fui
presente a un episodio che mi commosse. Un soldato confabulava con
una ragazza. La ragazza era gobba.
Sopraggiunsero dei commilitoni ; cominciarono una gazzarra di derisioni,
di frasi beffarde contro il camerata.
Vedo ancora l’espressione cinica del
soldato. Allargò le braccia; voleva
dire : « Che ci volete fare? Non ho
trovato che questa gobbetta; dovevo
perdere l’occasione che mi si offriva? ». Ma più di tutto, mi colpì
l’espressione dolorosa della ragazza.
Pareva sul punto di piangere. Le pa
role melate che certamente aveva
ascoltato Ano a poco prima, erano
fugate dalle beffe dei commilitoni delToccasionale compagno. Si rendeva
conto della sua menomazione fisica.
Pensava, ritengo : « Non ho diritto all’amore anchio? ».
— Interessante — intervenne uno
dei due amici.
Si rese conto di aver detto una carola banale, ma — sull’istante — non
aveva trovato nessun commento.
Si avvicinò una donna. Squadrò i
tre uomini, esitò alquanto, poi si decise e sedette all’estremità della panchina.
Una donna non più tanto giovane,
piuttosto bruttina, pesantemente truccata; molta cipria, palpebre eccessivamente allungate dalla matita blu.
Stette un po’ immobile, pensando ai
fatti suoi, poi aprì, la borsetta, ne frugò — o finse di frugarne — il contenuto, infine disse, con tono di rammarico :
— Ho dimenticato le sigarette. Qualcuno di loro può offrirmene una?
I due amici risposero che non fumavano; l’altro uomo disse:
— Io fumo la pipa.
La donna sorrise, guardando intenzionalmente ora l’uno, ora l’altro. Voleva attaccare discorso, ma nessuno
dei tre rispose alla sua lusinga.
La donna ristette, delusa, poi — come i tre continuavano a guardare altrove — si alzò, si allontanò ancheggiando.
— Occasione perduta — asserì l’uomo che si era affiancato ai due amici.
— Eppure...
— Eppure...? — interrogò uno di
questi ultimi.
— Vi voglio raccontare un episodio.
Un giorno passavo per una stradicciuola, in fondo alla quale c’è una
chiesa. All’angolo della stradicciuola
sostavano alcune donne, della stessa
specie di quella che poco fa si è seduta sulla nostra panchina. Ecco che
le donne vedono una giovane che
esce dalla chiesa; quando la ragazza
passa accanto a loro, una di esse dice,
sprezzatamente, ad alta voce, rivolgendesi alle compagne:
larvi il messaggio di consolazione e di t..n
forte con la sua calda e suadente parola (
per confermare i credenti e per evange, ,
zare gli inconvertiti, esprimendo sempre - .
suoi scritti, che caramente conservo rag.
di gratitudine a Dio ohe lo guidava e lo 1,
nediva nel suo Itinerante servizio di aposic
lotn cristiano. , . ,
Sono certo che queste Assemoiee ricorda
no il caro scomparso per tale suo apprezzai
ministerio che egli esercitava tra di loro, per
quel tono umile ed affabile che lo rendeva;* *
tanto simpatico e gradito proprio per quelli
fede che penetra ilei cuore e ti edifica, t.
questo anche perchè la sua vita era coereutalla parola che egli predicava avendomene
data personalmente prova nelle vicissitudii:,
dolorose della mia vita.
Avvicinandomi alla conclusione, dirò pu:*;
che Dante Argentieri, oltre che essere stu! '
un ' eloquente predicatore dal cuore semjì^i
generoso verso i fratelli bisognosi, era ancu'.
molto quotato come uomo di elevati seni;
menti e di elevata cultura, come poeta
scrittore, e per le sue toccanti poesie e p-'"i suoi messaggi Radio-Risveglio, e per i sueinnumerevoli trattati ed opuscoli di evange
lìzzazione che venivano particolarmente di'fusi fra i nostri connazionali in terra svi/
zera, come pure per gli innumerevoli arti
coli scritti in diversi periodici evangelici per
la edificazione dei credenti, per cui egli era
stimato e ben voluto particolarmente fra ic
Assemblee dei Fratelli in Italia. Fra questi
ricordiamo : Hai sete - Seguimi - Oscure prospettive ■ Dove va il mondo? - Hai trovato?
Gesù ti ha preceduto - Il Nome di Gesù Una strana domanda - Amore Immortale Conosci te stesso - Se Gesù ritornasse - Studi
biblici sul Ritorno del Signore - e tanti altri
ancora.
Egli dunque non ignorava che Cristo ha
riportato la vittoria sulla morte per sé c per
tutti, a cominciare dai credenti.
Al termine di queste modeste note, vergale alla memoria delLamato fratello in Cristo
Pastore Dante Argentieri, soggiungo che per
la sua vita vissuta in fedeltà di Spirilo ed in
coerenza alla dottrina deH'Evangelo, si può
pure dire che dopo morto egli parla ancora.
Filippo Marozzelli
Liceo Dionasio Darejígiato Valdese
È bandito un concorso interno per
la cattedra di matematica e fìsica nel
liceo Ginnasio pareggiato di Torre
Pellice. Le condizioni e i termini del
concorso stesso appaiono dal bando
pubblicato all’albo dell’Istituto.
Roma, 12 aprile 1967
Il moderatore
Neri Giampiccoli
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
Canto Sacro
Domenica 30 aprile, ore 15:
Festa di canto delle Corali della
Val Chisone nel tempio di Pinerolo.
Prova d'insieme; alle ore
14,15 nei locali adiacenti al
tempio.
Il pubblico è cordialmente invitato.
21
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3
21 aprile 1967 — N. 16
pag. 3
PARLIAMO DELLA PACE
|]n problema sempre attuale
Amore, matrimonio e divorzio
ScoQcertante intervista suirindissolubilità del matrimoaio e sui problemi prematrimouiali
Anche o};gi il mio discorso verterà sulla
pace... L’ispirazione mi viene dal vocio dei
bimbi che proprio in questo momento escono da scuola e corrono festanti incontro
^lle mamme o ai loro nonnini che, con
punlualità cronometrica, vengono ad attendere ogni giorno nella vicina piazza.
E’ uno spettacolo gioioso cui assisto volentieri e di cui gioisco anch’io; mano a
jnano che le garrule voci di quei bimbi si
elisperdono nell’aria e s’allontanano, sento
ehe anche quel senso (li letizia prodottosi
in me un momento fa, va a poco a poco
affievolendosi al pensiero che ad altri bimbi
e ad altre mamme, in altre parti del nostro
pianeta, non sia permesso di gioire e go-dere tranquilllamentc i frutti meravigliosi
della pace.
Ventidue anni or sono, ricordo, quando
J’urlo delle sirene d’allarme cj facevano
correre esasperati nei sotterranei di quella
stessa scuola, dove oggi è il sorriso e la
vita, andavamo incontro al terrore e alla
morte.
Varie volle al giorno c nel cuore della
notte ci precipitavamo nei rifugi con
nostri piccoli semi-addormentati che, av
volti con scialli e coperte, volevamo prò
leggere dal freddo, e tenendoli così imba
cuccati avevamo la sensazione di nasoon
Jere loro le nostre espressioni di terrore
Erano scene dolorose quelle alle quali
allora assistevamo, mentre erano motivi di
panico e di viva ansietà: l’oscuramento, i
continui allarmi ,le paure, la fame, la tes
aera annonaria e le lunghe file davanti ai
negozi, che rendevano sempre più odiosa
la guerra e quanto mai desiderabile la
pace.
Nessuno, allora, tranne qualche illuso e
miope nazionalista, avrebbe osalo sperare
che la guerra, alla fine, sarebbe stata capace
di portare il minimo giovamento. Era opinione generale che nessuno sarebbe uscito
illeso dalla mischia e che anche se vi fos■gero stali vincitori e vinti, gli uni e gH
altri, come abbiamo potuto constatare,
avrebbero pagato caro il triste salario di
una colpa, se in principio era imputabile
ai capi, era divenuta in seguito, per ignavia
di molli, colpa dernmanità intera, che non
seppe, appunto, ribellarsi in tempo, prima
che i cannoni luonassero, contro la volontà
di quei pochi che detenevano il potere c
che ritenevano ancora valido il vecchio
principio di risolvere i problemi della pace,
preparando e scatenando la guerra!
L’ultimo conflitto mondiale — pei danni
subiti, pei fiumi di sangue inutilmente versato, pel Iri.sle e doloroso esodo di milioni
di ebrei die and irono a finire nei campi
di concen tramento e a perire nei forni crematori — avrebbe dovuto insegnare quanto
sia bello e dolce il vivere quieto in seno
alla no.stra pa'ria, entro i confini di tutte
le patrie, nella pace e nella serenità delle
pareti domestiche. Ma gli uomini di vista
corta, gli insensati e tardi a capire le lezioni che vengono dalla Storia, non sì
dànno ancora per vinti c, armandosi fino
alFinverosimilc, non riescono e, forse, non
riusciranno mai a godere i frutti della
pace che
nell*uomo
quando non sia dominato dall’odio, da
malvagi sentimenti di egoismo, da sfrenato orgoglio e insane ambizioni, si manifestano — secondo il pensiero dell’Apostolo Paolo in Gal. 5: 19 — nell’esercizio
della rarità e nel clesìderio di vivere serenamente, in vista del bene individuale e
collettivo.
Animato da questi nobili sentimenti
Tuomo non può non essere promotore e
facitore della pace, nella quale egli può
attuare a pieno ogni sana aspirazione e far
valere ogni diritto, >senza venir meno, ovviamente, ai suoi fondamentali doveri.
Anche nel quadro della nostra vita nazionale que-iti ultimi venti anni vissuti in
pace lianno .‘egìslrato nel campo sociale,
economico e del lavoro molti passi avanti,
ma ciò die rende felice Vuomo — lo possiamo constatare ogni giorno — non è tanto
il fatto di avere raggiunto un certo benessere economico e sociale, quanto la consapevolezza che oltre lo stipendio, il salario,
ia^casa, la scuola per i figli, le moderne
comodità domestiche, i vari tipi di assistenza e il possesso di una o più automobili..., esìste un problema ben più importante e determinante iqucllo morale e spirituale.
Olii ò’ senza dubliio. la chiave die ci
può rivelare ì misteriosi molivi per i quali
l*uomo, pur avendo raggiunto le vette più
alte di ogni materiale benessere, sì sente,
dopo tulto. infeliee e insoddisfatto. E questa sua personale insoddisfazione, elle lo
rende sempre più agitato ed egoista, non
può die generare amarezze e di>ordine nella sua vita.
Incapace di godere dei meravigliosi frutti
dello Spirilo die, in definitiva, sono anche
i frutti della pace, Tuomo, anche se benestante, anche ise si considera « arrivalo n,
non sarà mai abbastanza sensibile per saper discernere quei frutti, appropriarsene
e trasfonderli quindi
nella famìglia
che essendo — come scrisse il Mazzini —
« la patria del cuore » e In « ciilla dell’umatiità n, non può che rifleltere — salvo poche eccezioni — idee e sentimenti die
sono propri deH’uomo, i cui frutti saranno buoni o cattivi, cosi come l’albero che
*gli rappresenta sarà appunto buono o cattìvo.
Gesù disse (Mal. 7: 16) « che non si
Coglie l’uva dalle spine, nè i fichi dai triboli ». La stessa cosa è dell’uomo e della
famiglia che esso rappresenta. Una famiSlia bene educata, tutta protesa al bene e
seriamente impegnala nelle opere della
Pace, non può seguire nè approvare le Ji'itioni. le contese, le inimicizie, le discor
die, le invidie e le gelosie che sono foriere
di odio e di guerra.
Una famiglia che vive secondo le leggi
dello Spirito deve camminare altresì, secondo lo Spirito, per cui cercherà di essere
unita, amerà la pace e l’accordo con ì suoi
vicini, sarà con essi generosa e comprensiva, e non farà nulla che possa dispiacerli.
In una famiglia come questa non vi può
essere posto per l’orgoglio, pei banali puntigli, per le sciocche dicerie e per la calunnia. Sapendo che la modestia, l’arrendevolezza, la prudenza nel parlare e il
ripudio di ogni falsa accusa sono elementi
indispensabili per conservare buoni rap
porli di vicinato, essa saprà inserirsi
nella sooìeià
come elemento esiieiizìalc di vita comunitaria in un piano sempre crescente di sviluppo morale e sociale, in cui l’uomo, la
famiglia e la società saranno tanto più impegnati quanto ,più isaranno con^apevtobi
della forza e della responsabilità che sono
in essi.
1 frutti della pace —- in una società che
i ispiri ai sani principi della morale cristiana, intesa non come la intendono alcmii
uomini, sempre pronti a scivolare nel compromesso e nel superficialismo, ma secondo i geunini insegnamenti del Vangelo —
non si possono confondere con quelli che
derivano dal benessere economico o soltanto con quelli, ma sono riconoscibili
nel totale riconoscimento della dignità
umana; nel pieno ristabilimento di ogni
giustizia sociale e di ogni libertà; nella
onesta amministrazione di questa giustizia
e nel giusto uso di ogni libertà affinchè
non degeneri in licenza; nella piena tutela del lavoro; nelle varie forme di assistenza e nel graduale potenziamento di
esse, affinchè la vita di chi è invalido al
lavoro o è divenuto veoohio eia degna di
essere vissuta; nell’onesto impiego del
tempo libero; nella possibilità, per chi è
capace, di partecipare alla vita e alle cariche dello Stato; nell’onesta amministrazione dei beni pubblici e privati; nell’impegno da parte dello Stato di promuovere
e sanzionare leggi contro ogni aggressione,
ogni violenza e ogni guerra; nell’impegno
da parte di tutti per la totale distruzione
degli armamenti; nel pieno riconoscimento
della libertà di coscienza, affinchè la resistenza passiva e il rifiuto di impugnare le
armi per seri motivi di coiScienza, ammessi
legalmente in molti paesi civili, divengano
ben presto legge universale.
A mano a mano che una società avrà riconosciuto o riconoscerà in se stessa questi
importanti valori, potrà dire di camminare
veramenìc verso la piena conquista della
pace, i cui frutti non sono soltanto quelli
che abbiamo ora elencati', ma approfondendo l’analisi potremmo riconoiscerli qua
e là, in ogni uomo e in ogni settore di
questa nostra società che, al postutto, malgrado le ingiustizie e le incocrenze che
sono a noi connaturali, è sempre suscettibile di emendarsi e migliorarsi.
Giacomo Spana
A suo tempo il nostro settimanale ha pubblicato il testo della
reìizione della Commissione sinodale sui problemi del matrimonio,
og^d, in una prospettiva cristiana e protestante. Poiché si trattava, a
delta degli stessi relatori, di un abbozzo, e siccome essi invitavano le
comunità a studi.are a loro volta, su quella traccia, tali problemi,
intendiamo cercare noi pure di fornire materiale che sia oggetto di
meditazione e di dibattito, suscettibile, ce lo auguriamo, di approfondimento.
Questo problema è stato « imposto » alla nostra attenzione, in un
certo senso, dalla (juestione particolare dei matrimoni misti. Ma proprio il modo con cui Vienne spesso impostato, anche nelle nostre
comunità, questo problema particolare, mostra che quello generale
è lungi daH’essere chiarito (per quanti il « matrimonio cristiano » è
un mezzo sacramento?); e comunque è indubbio che l’evoluzione del
costume e della sensibilità impone a noi cristiani, e a noi protestanti
in modo tutto particolare, non già di adeguare conformisticamente il
nostro atteggiamento (questo avviene, se mai, anche troppo!), ma di
ripensare e approfondire la nostra fede e le sue implicazioni etiche di
fronte a questa evoluzione odierna.
I problemi collaterali del controllo delle nascite e del divorzio,
che cominciano a essere discussi anche nel nostro paese, rendono
questa meditazione personale e comunitaria anche più necessaria e
urgente.
II « documento » che pubblichiamo oggi è un’intervista che uno
dei redattori di « Réforme », G. Richard-Molard, ha avuto con una
delle personalità di rilievo che hanno partecipato alla Conferenza ecumenica di Ginevra su (( Chiesa e Società », nel mese di luglio, in margine alla medesima; l’intervista è stata pubblicata sul settimanale
protestante francese, nel n. del 6-8-1966.
Etnologa e sociologa, conservatore del Museo americano di Storia naturale a New York, la sig.ra Margaret Mead è membro della
Chiesa episcopale degli Stati Uniti. È stata presidente, con André
Dumas, di una della quattro sezioni della conferenza ginevrina « Chiesa e Società ». Conosciuta sul piano mondiale per i suoi lavori e i
suoi viaggi scientiiiici (specie nella Nuova Guinea), uno dei suoi libri
più noti e importanti è stato; cc L’uno e 1 altro sesso. Compiti dell’uomo e della donna nella società ».
— Com’è diveim'n etnologa e sociologa,
e da quando?
— Mia maidre era anch’essa ‘soclo’.oga ! Fu
la pirima a pi-eoccuiparsl degli Italiani immigirati meigli S'tati Un ti. M'io padre era
econoimisla, e per .ulta !a vita ha cuucemtirato le isue rieerebe stilile strutture dèi
mondo « vero ». Aggiungerò ohe ho avuto
la fortuna di a'vere per maestro il grande
— Ora coUabora alla Conferenza di Ginevra in quanto specialista di scienze umane, Quale rapporto vede fra le Sue ricerche
e la teologia?
— Sono diventata e nologa peroliè mi
pare che si tratti deli’indagine più importante per il nostro tempo. Questa scienza
umana è quella che permette di .conoscere
meglio r.uoimo.
Il vero problema di ogni teologia è quella ohe permette di conoscere meglio l’uomo.
Il vero iproblema di ogni teologia è quello di aiutarci ad amare megiio il nostro
prossimo. Il vero problema tecnico delle
....iiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiKiniiimiiKiHiiiiiiiiiihiiiimiiMiiiiMiiMimmiiminKiiiiiiiiiiiniii
Echi della settimana
Da « Le Monde »
13 aprile 1967
■A II giornale dà notizie precise, ben
aggiornate, sulle « costruzioni navali » in
Austria, Tali costruzioni eccellono sia per
qualità che per quantità, ciò che può vera
mente stupire chiunque rifletta al fatto che
LAustria non è un paese bagnato dal mare.
Ma in ogni tempo, osserva il giornale,
« l'Austria è servita da intermediaria fra
l'Europa occidentale e quella orientale. AtIraversata dalla grande via fluviale ovest-est,
essa l’ha messa a profitto creando una flotta danubiana potente. Lo sviluppo delle
costruzioni navali s’è trovato stimolato dal
fatto che al tempo deH'impero Austro-ungarico. l'Austria era anche una potenza marittima. Pertanto non ci deve meravigliare
l'interesse per il mare, che anima generalmente gli Austriaci ».
Le grandi industrie di costruzioni navali
in Austria, sono due; la « Linzer Schiffswert », e la Cantieri navali di Korneiihitrgn. Questi ultimi cantieri sono costruiti,
non lungi da 'Vienna, su un piccolo affluente del Danubio, e caratterizzati dall'ampiezza e dalla modernità degli impianti, i
quali occupano ben 160.500 m-.
Creati per soddisfare alle esigenze della
navigazione fluviale, già nella seconda metà
del secolo scorso i cantieri di Korneitburg
cominciarono a costruire navi di alto mare,
alfronlando così subito una concorrenza internazionale particolarmente dura. In breve
tempo essi riuscirono a farsi una fama di
prim'ordine, che .dura tuttora. 11 presidente
dell’U.R.S.S. Nicola Podgorny. in occasione della sua visita ufficiale in Austria nel
novembre 1966, visitò Korneuhurg e si interessò a lungo di quei cantieri che, in que
sti ultimi dieci anni, hanno fornito all’U.R.S.S. non solo numerosi battelli destinati alla navigazione fluviale, ma anche più
di 20 navi da carico per la flotta sovietica
del Mar Nero. Korneuhurg lavora anche
per la Norvegia, per la Germania, per la
Nigeria, il Togo, la Libia, ITrak e l'Equatore. l costruttori di Korneuhurg sono degli
specialisti di altissima qualificazione. Le
previsioni sono eccellenti : gli austriaci sono
molto ottimisti per l'avvenire sia di Korneuguhr, sia della « Schiffswert » (questa
società, dal 1840, anno di sua. fondazione,
ha costuito ben 1.189 bastimenti di vario
tipo e impiega oggi 700 artigiani specializzati). Sembra che essi ne abbiano tutti _i
motivi, date le prospettive di continuo svi
luppo del commercio marittimo internazionale e della navigazione danubiana.
14 aprile 1967
Un’accesa polemica è in corso negli
U.S.A. fra la N.A.A.C.P. (« Associazione
nazionale per il progresso dei negri ») e
Martin Luther King. È noto l’impulso che
Luther King sta dando in favore della fusione del movimento pacifista col movimento dei diritti civili, e ciò con lo scopo
di opporsi con tutte le forze alla guerra
del Vietnam. Ora il comitato esecutivo della N.A.A.C.P. ha pubblicato un ordine del
giorno nel quale viene affermato che : (c La
battaglia dei diritti civili dev'essere impegnata e vinta sul suo proprio terreno, qualunque sia lo stato di guerra o di pace
ne! mondo», e che ((la fusione dei due
movimenti non servirebbe nè la causa dei
diritti civili, nè quella della pace ».
La settimana scorsa Luther King, condannando ancora una volta, e con la massima energia, l’intervento americano nel
Vietnam, ha chiesto a tutti gli americani
che non vogliono la guerra, di dichiararsi
obiettori di coscienza, ed ha affermato che
« non può esservi giustizia nel mondo senza la pace, e non vi può essere pace senza
la giustizia ».
La N.A.A.C.P. è la sola grande organizzazione negra che abbia rimproverato a
Luther King d’aver preso pubblicamente
posizione contro la guerra del Vietnam. La
maggior parte dei dirigenti delle altre or
ganizzazioni che difendono i diritti dei negri, hanno deciso di seguire Luther King
nella grande manifestazione del 15 corr.
davanti al palazzo dell’O.N.U., a chiusura
della settimana « antiguerra ». Fa grande
meraviglia che il Dr. Ralph Banche, ben
noto per essere anch egli, come Luther
King, premio Nobel per la pace, si sia dichiarato, giorni fa, d atxordo con la
N.A.A.C.P. Luther King gli ha così risposto testualmente: « Rispetto molto il
Dr. Bunche, ma ritengo di avere il diritto
e la responsabilità d’affermare la mia posizione... Io penso che la guerra del Vietnam distrugge l’anima della nostra nazione.
Essa fa torto al Movimento per i diritti
civili ben più della mia presa di posizione
contro la guerra... Io nO'U credo che la nostra nazione possa essere il leader morale
della giustizia, dell'uguaglianza e della democrazia. e nello stesso tempo decretarsi il
gendarme del mondo».
Tullio Viola
scienze uimane è quello di aiularici a comprendere come amare il noistro iproasimo.
Speoialmente (juando questo proissiiuio vive
dall’a'ltra .pairle del mondo, ha un’altra strut.
tura di penisiero, una cullura diversa dalla
nostra. Amare il prcssimo ha oiggi una
dimensione del tutto nuova. Dohbiactno iuevitabilmenite andare oltre i piccoli igruppi:
famiglia, villaggio, tribù, ma one, ,per ineludeire il mondo intero. Non e facile, ma
da un lato è un problema di fede fondamentale, dall’altro un problema di comprensione scientifica della questione.
— Il tema che Lei traila in quest aConferenza è; « Le nuove forme comunitarie
in una società pluralista ». Che cosa intende con « società pluralista » e « società
secolarizzata »?
— Una società pluralista è una società
nella quale religioni o ideologie diverse
coesistono sotto la protezione di una data
forma di legge. _
Um società secolarizzata è una società
in eui è leoito mettere continnamente in
discussione i fenomeni so'ciali, senza ehe
nulla ostacoli la ricerca e l’elaborazione di
idee nuove.
sarebbe del resto artifiiciaie conlraippitrre
questi due tipi di società, poiché la società
completaimente secolarizzata non esis'e. Non
ve n’è neppure una ohe non sia in qualche
parte dominata da un sistema o da una
ideologia. Ma la rivoluzione tecnologloa e
sociologica sta eceando le condizioni in cui
ogni società potrà diventare secolarizzata in
larga misura.
— Qual’è la parte che secondo Lei le
donne devono assumere in questa ricerca di
nuove forme comunitarie e quale posto
auspica che esse vi occupino?
____ Penso che l’esperienza delle donne, la
Biologia, l’anatomia della donna offrano
loro una grande possibilità: offrire in tutti
i camipi contributi diversi da quelli degli
uomini. Penso perciò ohe per una sccietà è
impo'rlante crea.re le 'condizioni in cui le
donne possono assumere pienamente la loro
re8pO'n'Sahiliii.à intellettuale, artisti'ca, spirituale o sociale... in una parola, in lutti i
settori della vita pubblica.
L’attuale esplosione demoigrafica ci offre um esemipio. Oggi è imipensabile che la
donna 'consacri tutta la sua vita a’ia riproduzione. In passa o, molti bambini morivano, e poteva (sembrare necessario ohe le
donne si dedicassero esclusivamente al compito della riproduzione e dell’educazione,
affinchè almeno un certo numero di bambini (potesse sopravvivere. Og'gi la necessiilà
più urgente è quella oppoista : evita're
resplosione demografica e vegliare alTequiHbrio fra la popolazione e le risorse naturali nel nostro pianeta. È dunque possibile
che le donne assumano la loro responsaliilità come individui a pieno diritto per
ravanzamemlo della civiltà. Il mondo conteiiqioraneo, infa'.ti, ha fin troppo biisogno
di ogni do'Uo nmauo; coimunque, molto (più
che di una sovraiproiduzinoe idi esseri umani.
— Ultimamente, in un settimanale francese ha parlalo di una proposta che vorrebbe fare riguardo al matrimonio; ci è sembrata molto anticonformista: potrebbe precisare il Suo pensiero?
— Volentieri, ma prego di notare che si
tratta di una piroposta che non presenterò
a questa Conferenza e che quindi la mia
risposta è « exlra-conferenza » !
Conslatato che le forme del matrimonio
che si sono sviluppate nel secolo .scorso
non sono più adatte al mondo ccnlemporaineo. Ho già proposto a certe istanze una
nuova forma dii matrimonio fra giovani, che
sarebbe legale, potrebbe essere apiprovata
dalla Chiesa e permettere loro di vivere
insieme. In un primo periodo, nel corso
del quale questi giovani si impegnerebbero
a non avere figli, vedrebbero nella loro vita
in comune se sono o no capaci di vivere
insieme in quanto coppia e cosi pure se
sono in grado di allevare dei figb.
In seguito a questo primo periodo legale, vi sarebbe una seconda eerimonia anoh’essa legale, più severa e benedetta dalla Chiesa; i partner deLa ooippia vi si presenterebbero in quanto futuri genitori.
Nel corso del primo periodo non si
avrebbero per questi giovani restponsabiJilà
economiche e il giovane non si creerebbe
complessi per il fatto di non jwter sovvenire alle necessità (della m'Oiglie. Non avrebbe rimp(resslo(ne di non essere un uomo,
se non riesce a mantenerla.
La dissoiuzione di questo malrimonio
senza figlili sarebbe semiplifirata, il che vuol
dire che il divorzio del matrimonio con figl'i
diventerebbe una cosa assai grave. Rieulterebibe (cosi che si può dissolvere un contratlo legale fra due partner eguali, ma
non fra due partner che le relazioni bio.logidie (hanno reso insieme responsabili di
uno o più terzi. In altri termini, il secondo
contratto sarebbe quasi irrevocabile, mentre il primo equivarrebbe al contratto tacilo ohe lega fraltelUi e sorelle, genitori e
figli.
Questa fo(rma di matrimonio è conforme
alla nostra epoca. Non si può chiudere gli
O'Otìhi di fronte al pericolo costituito dalla
lunghezza deigli anni ohe i giovani devono
subire prima di essere econom’icamente '(Capaci di far fro(nle alle loro necessità o, in
altre parti dèi mondo, il fatto inverso (Cihe
il matrimonio si co(nolinde fra ,partner molto giovani, incapaci di assumere la firopria reaponisabi'lit'à di genitori, non maturi nè fiisioamenite nè moraltmente nè (spiritualmente.
Non si può neppure chiudere gli occhi
di fronte al fatto lObe negli U.S.A., ad ese.mpio... e in molli altri paesi, la (Chieisa benedice il matrimonio quando la (donna è incinta. Sempre più, in America, in Europa
e altrove, i (giovani (hanno, fuTtivamenle,
relazioni premuzial’i... seguite dalla benedizione (di una 'Chiesa che... fa come se
non ne sapesse nulla. In una (pairtcla, la
Cbiesa cond'anna fortemente le relazioni
prenuziali e non cessa di benedire matrimoni consumati.
Dallra parte, bisogna convincersi 'Ohe i
giovani che (desiderano normalmen e sposarsi, ma (ihe non possono farlo ¡per motivi isoioia'M o economici, non ©sii'ano a « fabbricare un fiiglio » per forza-e la mano a
(( auilorità » di c gni t'po.
■Ciò che proipongo ha quindi almeno il
merito di essere ¡realista e ¡di avere una
virtù di verità dhe coimunque ¡i costumi
attuali non ‘hanno.
—■ Quali sona, secorulo lei, le ragioni
più importanti che costringono a ricercare
nuove forme comunitarie?
— In primo luoigo il fatto che il mondo
intero è interdipendente. Lo è in modo tale
che oigni impresa tentata in riferimento al
mondo intero, è validai. Per esempio ¡oiò
signifiica che la CbieS'a deve creare condizioni in Ciui il bimbo icbe cresce faccia
l’esperienza di raipportl (tx>n persone di razze, culture, lingue diverse, in modo ¡che ¡sì
sviluppi (SÌ dia essere un igdo'mo un membro
responsabile della comunità mondiale.
Un tempo te Chiese (sono state congelate
in forme tradizionali lohe (Corrispondevano
perfettamente alle vecèbie strutture della
società: qiuaiuido (gli uomini vivevano per
le maggior par e in campaigna e la (Comunità (geografica era la cellula di base.
Oggi la [Società moderna, urbana e mobile, esige nuove forme adatte ai tempi.
Non è soltanto necessario includervi uomini idi ogni razza, donne, giovaiii; è altre'tanto importan ¡e trovare strutture interamente nuove per le Ohiese. (Ciò non vuol
dire ohe si (delibano distruggere tutte quelle
antiKjlie, ma èhe la Oblesa ma' come ora ha
avuto (bisoigno d’immaiginativa. Ecco del resto come C'Ontìludo la mia reilaz one a la
conferenza ginevrina: ((Sappiamo di non
sapere nnlla. Sappiamo che inol'-o di ciò
che dobbiamo saipere è, o può essere, cono9C(iul.o. In nome della nostri ronvlnzione
(■he l’uomo conosce Dio tramite i suoi fratelli, diichiariamo um'ilmeinte che cerchiamo il sapere che ci perme terà di diven are,
de facto, come nelle nostre aspirazion', responsabili dei nostri fratelli.
La proposta, venendo da una personalità
protestante di tal c asse, è abbastanza inattesa. Ha il merito di guardare bene in
faccia la realtà. Così in faccia, che il disordine costituito sembra servirvi di base
a un ordine nuovo. Tutto è salvo, pare,
in questa proposta: i fidanzati, i figli, la
Chiesa. Tutto, salvo il matrimonio. Rimane da sapere se ci si può unire pussamlo
oltre il matrimonio.
È qui, evidentemente, che sentiamo che
abbiamo perso la chiave del giardino. Che
abbiamo lascialo crearsi, pezzo per pezzo,
una società in cui il senso del matrimonio — una sola carne — si mescola a ogni
sorta di miti, di sensi falsi dalla vita, di
errori.
Si parla volentieri, in proposito, del clima erotico .dell’influenza del cinema, ecc.
Il presidente Burghiba vieta le minigonne.
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
Culto radio
domenica 23 aprile
Past. VALDO PANASOIA
Palermo
4
pag. 4
N. 16 — 21 aprile 1967
r
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
FRALI
gramma di storie africane presentate con
ombre cinesi ed una serie di documentari ci
nematografici sul campo delle missiom; i giovani di Losanna Ouchy hanno celebrato la
Santa Cena con un gruppo di Pralini di Chigo il giovedì seguente nel tempio, re^zzando cosi incontri fraterni ed ecumenici del
più vivo interesse.
L’Unione Giovanile ha preso parte al convegno organizzato a Ponaaretto sul tema della lettura della Bibbia,
Miiiiiimm'imimiiiiiiii
SEGUE DALLA SECONDA PAGINA
L’uomo si alzò, fece un cordiale cenno di saluto, se ne andò.
I ragazzi continuavano a giocare;
stormi di rondini turbinavano nel
cielo.
AK6R06NA (Serre)
Il giorno del Venerdì Santo — secondo
l’antica tradizione ancora conservata a Frali
e Massello — sono stati confermati i giovani
che hanno terminato il IV anno di catechismo. Essi sono : Angioletto Arlus (Ghigo),
Mauro Garrou (Malzat), Ferruccio Richard
(Villa), Mariella Richard (VUla). Con essi è
stata iscritta come membro di Chiesa Bianca
Pascal (Miramonti) le cui condizioni di salute non hanno permesso di essere al tempio
con la Comunità. Anche quest’anno i giovani
di IV anno avevano elaborato assieme una
dichiarazione di fede sulla baes della quale
chiedere l’ammissione nella Chiesa Valdese.
Questo esperimento giunto al secondo anno,
ha dato risultati molto interessanti sia per i
catecumeni, sia per un chiarimento della
confermazione stessa.
Il S marzo la filodrammatica di Frali ha
presentato alla Comunità ed amici venuti da
altre zone il lavoro in 4 atti : « L’ostacolo »,
opera della Sig.ra Eline Quattrini Tourn ed
ambientato in questa valle con i suoi problemi di lavoro, di emigrazione e di vocazione.
Il dramma ha vivamente interessato non
solo per questo colore locale che tutti conosciamo e che è stato reso con tanto realismo,
ma anche ha contribuito a chiarire molti
elementi della nostra vocazione di gente che
vive la sua fede in queste zone ed ha aperto
degli interrogativi ai quali non basta rispondere con l’applauso finale ma cui dovremo
dare una risposta con le decisioni della nostra
vita quotidiana.
Un ringraziamento sentito alla Sig.ra Quattrini, a tutti gli attori della serata, ed a
quanti hanno contribuito al successo di questo incontro con il loro lavoro, con gli oggetti
per l’arredamento ed il materiale offerto.
La sera del 12 marzo la filodrammatica
pralina ha ripetuto « L’ostacolo » nella sala
di S. Secondo. Ringraziamo sentitamente la
Unione di quella Comunità per il fraterno
« doporecita » e per tutta l’accoglienza riservataci.
Nel corso della serie di conferenze e proiezioni organizzate dal comitato missionario
con la Missione per i lebbrosi, il Past. Toureille è stato a Frali la sera della domenica
delle Palme, interessando molto la Comunità
sia con la conferenza che con la proiezione.
La Dottoressa Danielle Giampiccoli Rollier
ha intrattenuto le sorelle convenute all’Unione delle Madri su un argomento medico-pediatrico; la sua conversazione è stata seguita
con vivo interesse.
La Corale e il gruppo della Scuola Domenicale hanno preso parte alla festa di canto
che ha avuto luogo a Perrero la domenica
2 aprile, accolti cordialmente dalla Comunità
perrerina che ringraziamo per questa fraterna accoglienza.
Sabato 1 aprile un gruppo di catecumeni
dì Grenoble, ospite dì Àgape, ha offerto aUa
nostra Unione Giovanffe un interessante pro
Ci sono solo le stelle
— È Stata in chiesa ! Era derisione'.
No: gelosia, invidia. Si è gelosi di
di quello che non si ha, invidio^ di
quello che non si possiede, e allora
nasce il desiderio di emergere, di risorgere. Basta un ricordo, un ru^aiito: sono elementi catalizzatoli del rimorso. E rimorso vuol dire rmascita.
Tanti pensano alla morte, eoa come
pensiamo noi. Siamo tre vecchi, no.
La morte ci aleggia intorno. Altn,
però, vedono la morte come quailche
cosa di remoto, di lontano, come una
fatalità che è legata all’uomo, ma non
vale la pena di pensarci su. Tornando
alla gelosia, all'invidia, dico che si pim
arrivare fino all’odio. O’è l’odio che
non ammette attenuanti, perche non
si dissolve; è l’odio che non ha sbocchi e si manifesta nelle forme più
aberranti. È l’odio senza speranza,
senza alternativa, che scaturisce dall’insana certezza di non poter diventare diversi da quelli che eravamo.
Non dimentichiamo, però, che gli
estremi si toccano: odio e amore si
respingono e si attraggono, come i
due poli contrari di una calamita. Se
avvicino i due poli opposti, ottengo
un risultato pratico, utile... Paradossi,
si. Le delusioni, le amarezze, i dolori
della vita, ci permettono di scegliere
la ■via buona, la via giusta. 'Viene
l’ora; l’ora della scelta, per tutti.
— « Ed è subito sera » — direbbe
Quasimodo — interruppe uno dei due
amici.
— Vero — confermò l’uomo. — Ma,
prima che gitmga la sera... Lei ha accennato a Quasimodo; io concluderò
con Goethe; c’è sempre chi può dire:
« Cosi, me ne vado lontano lontano,
e sopra il mio berretto ci sono solo le
stelle ».
A Cacet nel corso delle riunioni quartierah del 21 febbraio e del 7 marzo sono stati
battezzati Rivoira Claudia, di Alfredo e di
Peyronel Elda, e Peyronel Arturo, Bruna ed
Edit, di Elda. Che il Signore benedica questi agnelli della Sua greggia dando loro di
crescere in sapienza, in statura ed in grazia.
Il 12 marzo l’unione giovanile del Serre ha
presentato con buon successo il dramma in
tre atti « Luce che torna » di R. Melani. Il
pubblico numeroso ha apprezzato il lavoro
dei nostri giovani ed il loro impegno. I due
fratelli Rivoira hanno cantato alcuni inni
nei vari intervalli.
La domenica delle Palme hanno pubblicamente confessato la loro fede in Cristo Miegge Carmen (Ponte Barfè), Peyronel Valdo
(Fè) e Pons Rinalda (Eyssart). Chiediamo al
Signore di guidare questi giovani nella via
della fedeltà e dell’impegno al Suo servizio.
Domenica 2 aprile ha avuto luogo il bazar
della nostra Comunità. Grazie all’aiuto ed al.
l’impegno di molti membri della Comunità
e di diversi amici si è potuto organizzare
una buona vendita il cui risultato ha oltrepassato le nostre previsioni. Gran parte della somma raccolta è stata destinata per i restauri del Tempio di Pradeltorno. Un vivo
ringraziamento ancora a tutti ed in particolare modo al pasore Enrico Tron che ha accettato di presiedere il nostro culto al Serre
quel pomeriggio.
Ringraziamo pure il past. Gustavo Bertin
ed il missionario Roberto Co'isson per aver
presieduto rispettivamente il culto del 5 marzo a Pradeltorno e del 12 marzo al Serre. La
Comunità serba un buon ricordo della loro
visita.
La solidarietà fraterna ed affettuosa di
tutta la Comunità circonda la famiglia del
nostro fratello Enrico Chiavia per la dipartenza della moglie.
Domenica 9 aprile a Pradeltorno nel coreo del culto abbiamo celebrato il matrimonio di Bouchard Silvano di S. Germano Chisone e Rivoira Silvana delle Casse. Agli sposi
che si stabiliscono a S. Germano Chisone
rinnoviamo i nostri più fraterni auguri per
un’unione serena e benedetta dal Signore.
LUSERNA S. GIOVANNI
Atti liturgigi. — Domenica 16, nel tempio
del Ciabas, abbiamo unito in matrimonio i
giovani Pier Luigi Travers, della Ciaperassa
e Paola Roland, di Luserna.
Nello stesso giorno, i coniugi MigliettiMorel, dei Malanot celebravano le loro nozze d’argento, circondati da un bel numero
di parenti e amici.
Ai giovani sposi e a quelli... meno giovani, rinnoviamo raffettuoso augurio della Comunità.
La nostra sorella Giuseppina Vittoria Casetta^ ved. Rivoira, ospite del Rifugio Carlo
Alberto, ha terminato la sua giornata terrena, serena e fiduciosa nelle promesse del Signore. Il funerale ha avuto luogo domenica
pomeriggio, presieduto dal Pastore Sonelli.
Ci è giunta la notizia della morte del Dott.
Giovanni Micol, già Segretario comunale di
Luserna San Giovanni. Il funerale ha avuto
luogo a Massello domenica pomeriggio.
Attività della settimana.
Unione femminile : avrà la sua seduta
mensile domenica 23, alle ore 14,30. La gita
annuale è organizzata per domenica 30 aprile e avrà come mèta VaUecrosia. Iscriversi
per tempo presso i membri del Comitato e
procurarsi una carta di identità valida per
il passaggio della frontiera francese.
I Corsi di catechismo (I, II, III anno) e
la Scuola domenicale continuano regolarmente fino a Pentecoste.
MARSEILLE
La coniimémoraticn du 17 Février a é,é
célébré à Marseille le 26 Février. Celte année nous avons eu l’honneur de recevoir
la vsite de Monsieur le Modérateur GiampecO'li. Le programime de celte journée s’esl
déroulé selon le rite habituel: Le matin à
10 h 15 eu lieu au Temple de la rue grignan
le Culte présidé par Monsieur le Pasteur
Gampiecoll.
A 12 h 30 un repas fraternel réunissait
une centaine de personnes à la Mason Vaudoise, parmi lesqueilles on remarquait avec
plaisir. Messieurs les Pasteur Marchand,
Bertrand, Perredon, de même que le Pasteur Missionaire Jacques Pons dont la famille est orginiare de Villesèrlie.
A 16 h après un très apprécié message
de Mr le Modérateur, débutait la séance
récréative. Ce ne fut qu’exhibitions d’acteurs et de chanteurs, petits et grands, suivis d’aipplauidiesemenls des quelques 300
personnes présentes. Nos aines jouèrent
avec autant d’ardeur que de brio « La fiancée de Cucuruc » qui obtint un vrai succès.
Puis, vers 20 h 130 personnes étaient encore réunies en une agape fraternelle; a
fin de terminer dans la joie et la reconnaissance cette journée si ohére à tous
Vaudois. Un seul regret cependant: Par
suite d’engagements. Monsieur le Modérateur dut repartir le jour même pour regagner La Tour. De ce faitfi nombreux sont
les vaudois de l’extérieur, ou ceux dans
l’impossibilité de se déplacer pour raison
majeure, qui furent privés de la visite aussi
préceuse que vivifiiante et tant attendue du
Pasteur des Vallées... Malgré ce regret,
veuillez trouver ici. Monsieur le Modérateur ainsi que les membres de la V. Table,
l’expression des remerciements de l’Union
Vaudoise de Marseille.
Cette année encore notre Union est venue passer le week-end Pascal aux vallées.
Arrivé le Samedi 25 dans la soirée, le ,grou
pe d’tme trentaine de personnes qui était
attendu à La Tour, prenait place à « La Foresteria » et quelques instants après était
reçu par Mr Italo Hngon Président de la
« Pro Torre Pellice » et une fort aimable
réception leur était offerte. Le Dimanche
de Pâques, tout le groupe se dirigeait vers
Ferrerò pour assister au Culte, et rendre
visite à Mr le Pasteur Rivoire e Madame.
La Journée se passa dans la région, car le
soir la Paroisse du Pomaret reçevait les
Marseillais. Le Lundi matin, visite de Pinerolo l’après midi ^ montée à la seggiovia-Vandalino — pour terminer le soir par
une soirée à Villar Pellice, visite qui clôtura cette petite randonnée aux vallées. Partout les Vaudois de Marseille furent reçu
avec une extrême gentUesse, une grande
générosité, et une fraternité réconfortante,
aussi à tous, de Ferrerò au Pomaret, en
passant par l’Envers Pinaeca pour aboutir
a La Tour et au Villar Pellice, a tous grandis
et petits vont notre reconnaissance et nos
remerciements. Les heures passées dans cette amitié, et les contactis établis sont pnor
nous tous, e particulièrement pour notre
groupe de pennes, d’um richesse réconfortante, et les mots sont incapables de traduire les sentiments de jo'e profonde qui
nous animent. A tous: merci.
A. P.
Domenica 9 aprile, nel corso del nostro
culto, è stato presentato al Battesimo il bimbo Charbonnier Marco di Alberto e Gönnet
Elena (Abses). La grazia del Signore accompagni sempre questo bambino e tutti i suoi
cari.
Domenica 9 aprile ha avuto luogo il nostro tradizionale Bazar, con buon concorso
di pubblico. Ringraziamo ancora qui tutte
le persone che in vario modo hanno contribuito alla buona riuscita di questa manifestazione.
Ijuesti giorni
nelle nostre comunità
Amore, matrimooio e divorzio
SEGUE DALLA TERZA PAGINA
— a Ivrea, in una sala pubblica civica, mercoled ; 19 il Past, Paolo Ricca
terrà una conferenza su « La morte di
Dio nella teologia contemporanea »,
lanciando la sua ultima pubblicazione.
— a Torino, mercoledì 19, a cura del
C.E.C. si tiene una tavola rotonda su
« Chiesa e politica », con discussione
delle prese di posizione di giovani e
meno giovani, con particolare riferimento alla campagna prò Vietnam.
— a Roma, mercoledì; 19, incontro
interdenominazionale femminile dell’Italia centrale, sul tema : « I matrimoni misti».
— a ViUar Pellice («Castagneto»),
il 22 e il 23 aprile, annuale convegno
di primavera delle Unioni giovanili
del Gruppo Valli della P.U.V.; il tema
sarà : « I Valdesi, popolo della Bibbia
oggi? - I metodi di lettura ».
— ad’ Agape, dal 29 ^rlle al 1 maggio, incontro di comunità evangeliche
sul tema: «Che tipo di matrimonio
vogliamo oggi in Italia? ».
Sabato sera, 15 aprile, abbiamo avuto quale graditissimo ospite il Coro Alpino tc Val
Pelliee » guidato dal maestro Edgardo Paschetto. Il Coro ha eseguito eon finezza e
maestria numerosi canti, tra i quali buon
numero di canti delle nostre Valli. Nutriti
applausi hanno dimostrato Tapprezzamènto
del numeroso pubblico per questa manifestazione pienamente riuscita. Ringraziamo i no.
stri amici del Coro Alpino per averci fatto
nuovamente gustare queste canzoni e diciamo loro un cordiale « arrivederci ». Molto
apprezzata pure l’esposizione, da parte del
nostro poeta valligiano Franco Pasquet, alias
« Minor » di un buon numero di poesie del
poeta dialettale piemontese Nino Costa. Anche a lui un grazie sincero ed un arrivederci
a presto. »
Domenica 16 aprüe circa una quarantina
di nostre sorelle di Chiesa ha terminato la
sua attività annuale con una gita ad Urta ed
al lago omonimo. Partite con tempo assai incerto, le nostre sorelle hanno avuto tuttavia
un’ottima giornata; il pomeriggio, lo stesso
tempo si rimetteva al bello contribuendo così
all’ottima riuscita della gita. Ringraziamo le
sorelle che hanno organizzato la gita e che
hanno saputo trasformare in adesione l’incertezza di moltel
I nostri vivi rallegramenti ed auguri alla
famiglia di Gönnet Davide e Maddalena della frazione Serre dei Campi per la nascita
della terzogenita Adriana, avvenuta il 9 aprile a Torre Pellice, al reparto maternità delrOspedale Valdese. ®- “•
avvisi economici
TUTTOFARE, pratica cucina, cerca famiglia
torinese tre adulti. Buon trattamento, elet
trodomestici. Scrivere Lanza, Via Melchior
re Gioia n. 9, Torino.
TUTTOFARE giovane cerca famiglia torine
se due adulti, due bambini. Buon tratta
mento, elettrodomestici. Scrivere Santoro
Via Mantevecchio n. 11, Torino.
PROFESSORESSA protestante francese cerca posto alla pari per i mesi di luglio e
agosto possibilmente in famiglia oppure
collegio protestante italiano; in cambio di
lezioni di italiano offre lezioni di france■ se, inglese o musica; accetterebbe anche
uno scambio di ospitalità con insegnante
o studentessa (luglio da lei, nell’Ardèche,
agosto in Italia). Per offerte e informazioni scrivere a: Evelina Pons, Via Cialdini, 34 - Torino.
CERCASI per luglio e agosto giovane retribuito possibilmente studente o insegnante
per occuparsi ragazzi in vacanza. Scrivere
Convitto Maschile Valdese . Torre Pellice
(Torino).
Casa Valdese
Rio Marina
(ISOLA D’ELBA)
In luiglio e agosto è in funzione con
vitto e alloggio per gli evangelici che
desiderano riposare in compagnia di
fratelli in fede, usufruendo dei benefìci della creazione di Dio e della fede
cristiana.
Per prenotazioni e informazioni varie rivolgersi al Direttore della Casa
Past. Salvatore Carcò, Via G. Verdi 15,
tei. n. 22.783 - Livorno.
PERSONALIA
Va bene. Ma il problema è più profondo.
Se un uomo si conserva per la sua donna, lo fa perchè vuole riuscire il proprio
matrimonio, quindi la sua vita. Ma che
cosa significa « riuscire »? Nella mitologia
corrente ,significa uno strano miscuglio di
sogni, di comfort, di eccitazione di soldi.
Se una ragazza non cede, a rischio di
essere lasciata, in cambio, lo fa perchè
preferisce un nubilato riuscito a un matrimonio faiuto. Ma per questo, occorre risalire da soli la corrente: nella società non
è più facile di riuscire il proprio celibato
che il praprio matrimonio.
Non è il senso del matrimoino che si è
perso, si è perso il senso delia vita. Perciò quesPide^ del matrimonio plana a mezz’firi«, senza legame con nulla e con nessuno, e Vimpegno del corpo non è che un
assegno scoperto.
Abbiamto perso la chiave del giardino e
non crediamo che vi sia da qualche parte
un punto misterioso in cui questa^ realtà
unica, costituita dal corpo e dulVanima,
si inserisce in un ordine. La proposta della signora Mead, è vero, renderebbe meno
stridente Vipocrisia e meno evidente il
fatto che vaghiamo senza radici.
Ma preferisco — devo dire —■ che l ipocrisia duri ancora un poco e che nella
Chiesa ci si metta a cercare quaVe lo stile
del crhtiano in questa questione. E un
punto ce ne saranno altri, negli anni
prossimi — in cui bisognerà pur vedere
che VEvangdo tion si confonde con la morale cotrente. L’abbiamo creduto, anche
noi; e da ciò il nostro scacco: Vobbiamo
fatto credere agli altri. Si immaginano vagamente che la Chiesa è contro gd amori.
Come programmai non è troppo stimolante.
Ma il programma della Chiesa è un altro:
elaborare e costruire, sulla base dell Evangelo, un uomo nuovo per una città permanente. Il resto: U corpo, Vanima, Vamore, la promessa, la generazione; e la
grandezza del celibato — il resto ne deriva.
Clelia Chiavia
nata Agli
Luserna S. Giovanni, 14 aprile 1967
Casetta Giuseppina
ved. Rivoira
« ...e fattosi sera, Gesù disse :
passiamo all’altra riva».
(Marco 4: 35)
Dopo anni di sofferenze, sopportate
con cristiana rassegnazione il Signore
ha richiamato a sè nel suo settantottesimo anno
Louise Berger
nata Long
Ne danno il mesto annunzio il marito Philip Berger, i figli Henry, Philip
e Robert colle rispettive famiglie, le
sorelle ed il fratello e parenti tutti.
Chicago (IH. U-S.A.)
« Vegliate, perchè non sapete nè
il giorno nè l’ora in cui il Signore sta per venire ».
(Matteo 25: 13)
La famiglia del compianto
Bruno Pons
sentitamente ringrazia i Pastori Berutti e Bouchard, il personale dell’Ospedale Agnelli, l’associazione nazionale Alpini di Pomaretto, la Banda Musicale di Pomaretto, TA.V.I.S. di
Porosa e quanti presero parte con
scritti e fiori e presenza.
Pomaretto, 5 aprile 1967
« Cristo Gesù... ha distrai io la
la morte e ha prodotto in luce
la vita e l’immortaUtà mediante l’Evangelo ».
(II Timoteo 1: 10)
Le famiglie Bonnet, Martina e Rostan ringraziano sentitamente tutti
coloro che hanno preso parte al loro
grande dolore per la morte del loro
caro
Mario Bonnet
Luserna S. Giovanni, 12 aprile 1967
La famiglia del compianto
Filippo Grill
ringrazia tutti coloro che, nei momento della prova, le sono stati vicino; in modo particolare la famiglia
Bertazzon.
Pomaretto, 11 aprile 1967
« Io so in chi ho creduto e son
persuaso Ch’Egli è potente da
custodire U mio deposito fino a
quel giorno ».
Giovedì 6 u.s. alle ore 22 mancava
improvvisamente aU’affetto dei suoi
cari, all’età di 56 anni
Ultimamente, presso la Facoltà di Teologia dell’Università di Basilea, il prof. J. Alberto Soggin, titolare della cattedra di Antico Testametno presso la nostra Facoltà teologica di Roma, ha conseguito il dottorato
(che in Italia corrisponde alla libera docenza), con una tesi sulla regalità in Israele, che
sarà pubblicata dall’editore Tòpelmann di
Berlino. I più vivi rallegramenti e auguri.
* * *
Daniele Benech
(detto Lin)
Presso rUniversilà di Torino si è brillantemente laureato in ingegneria elettrotecnica
il sig. Enrico Rostagno. Cordiali rallegramenti e auguri per la sua attività professionale.
Nel darne il triste annuncio la moglie Fanny Buffa; i figli Errico c-Dn la
moglie Bertin Nadia e figli Maura,
Claudio, Silvia; Rino con la m-jglie
Lemma Maria ed il piccolo Luca ; il
babbo Giovanni, fratelli, sorelle, nipoti, cognate, cognati, parenti u.itti,
ringraziano sentitamente tutti coloro
che nella grave circostanza sono stati
di conforto con la presenza o con
scritti.
Un particolare ringraziamento \'ada
al Dott. De Bettini, al pastore Sommani, ai vicini di casa ed alla rappresentanza della Società Operaia intervenuta con bandiera.
Il marito, figlie, figli e parenti
tutti di
Torre Pellice, 21 aprile 1967
ringraziano sentitamente tutti coloro
che hanno preso parte al loro lutto;
in particolare i vicini di casa, il Dottor Pellizzaro, il personale dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice.
„DONI ECO-LUCE
55
Il Signore ha richiamato a Sé, il
15 aprile
Direttore resp. : Gino Conte
Le figlie Piera Antonietti e Ester
Gay, i parenti tutti, nel darne l’annunzio, ringraziano commossi tutti coloro ohe hanno preso parte al loro
lutto.
In modo particolare ringraziano
Suor Susanna, le infermiere ed il personale del Rifugio Carlo Alberto per
le cure prestate conie pure i Sigg. Pastori Bogo e Sonelli.
« Nella casa del Padre mio ci
sono molte dimore... io vo a pre^
pararvi un luogo... affinchè dove
sono io, siate anche voi ».
(Giov. 14: 2-3)
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Torre Pellice (Bouissa), 17 a(prile 1967
Freddy Klopfenstein
Pensione Balneare
Valdese
BORGIO VEREZZI (Savona)
Direttore: F. Chauvle
Spiaggia propria
Ideale per soggiorni
estivi e invernali
« Tutti i sentieri deU’ Eterno
sono benignità e verità per quelli che osservano il Suo patto e
te Sue testimonianze ».
(Salmo 25: 10)
Balletto Vito, Genova, L. 500; Diirltee
Francia 1.500; Micheletti Elena, Bergamo,
500; Weber Arnoulet Lina, Milano, 1.000;
Serra Mario, Torino, 5.000.
Tip. Subalpina s.p.a. ■ Torre Pellice (To)
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