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ECO
DELLE VALLI VALDESI
LOU :0 GFf.UA
Casi Valiese .
TO-GF ì'KhLlCK
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quaU ovete peccato, e iatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIX - N. 21
Una copia L i re 3Ü
ABBONAMENTI
}
Eco: L. 1.200 per l’iatemo
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TORRE PELUCE - 22 Maggio 1959
Ammin; Claudiana Torre Pelliee - C.C.P. 2-17557
A GINEVRA
Mentre si prepara ad essere teatro delle cèlebrazioni del Giubileo
calvinista, Ginevra è una volta ancora al centro dell’attenrfone mondiale per la conferenza di ministri degli affari esteri che vi si sta tenendo. «Ginevra» è diventata una specie di simbolo degli sforzi di
distensione, delle delusioni, della sempre rinascente speranza dei rapporti fra le nazioni in tensione in questo dopoguerra.
Il grande problema aH’ordine del
giorno dell’attuale conferenza è, come si sa, quello di Berlino, la cui temporanea soluzione è tappa indispeni abile verso una ancora lontana riuiilìcaziorie della Germania. Le prime notizie della conferenza non fa
u Dbero pensare che essa si distacchi
jtiolto da simili riunioni precedenti;
1-,' parti «avversarie» hanno presenUlto il proprio piano per una sists
n azione della questione di Berlino —
I vero, a detta dei tecnici, il piano
. nericano era molto più studiato e
( increto di quello sovietico — ed han■ i) confutato, con più o meno corte‘ ¡a, quello dell’altra parte. C’è pero
ca sperare che, dietro la facciata ufiiciale, ad uso di reporters avvento
rosi e deH’opmione pubblica dei due
blocchi («fermezza», soprattutto!),
qualcosa di più si raggiunga, specie
nelle annunciate sedute segrete. Un
fatto positivo, comunque, è la presenza, sia pure solo in veste consultiva,
aei rappresentanti delle due pam della Germania ; cosi questa presenza
( ma fino a che punto è veramente
lappresentativa delle popolazioni delie due zone?) non fosse una conces
sione puramente formale, ma si tenesse veramente conto delle aspirazioni tedesche! e si riconoscesse sempre alle nazioni il diritto di essere
interpellate e compartecipi alle deci
noni internazionali che le concernono!
Come espressione di una parte deiopinione pubblica tedesca, siamo
;eti di poter pubblicare, riportandosi da La Vie Protestante, la dichiarazione fatta dal Sinodo della Chiesa
evangelica dell’Unione, tenutosi in
lebbraio a Berlino. Questo documen10 merita davvero di esser preso sul
serio per la sua umiltà, la sua dignità, il suo buon senso, anche se — come riconosce esso stesso — un Sinodo non è certo in grado (nè è la sua
funzione ) di indicare i particolari ■ di
una soluzione politica. Esso contiene
in ogni caso materia per una seria
riflessione di tutti. E i « capi delle
nazioni », quelli che « le signoreggiano » — come diceva Gesù — farebbero bene ad ascoltare queste voci della Chiesa che non sono solo l’espressione del « buon senso » dell’opinione
corrente ma piuttosto l’avvertimento
della Chiesa-sentinella (il capitolo 33
di Ezechiele!).
Ma anche alla Chiesa è rivolto l’avvertimento di questa dichiarazione.
Poiché non è sicuro ohe la Chiesa, da
una parte e dall’altra, sia stata e sia
sempre cosciente della sua funzione
profetica al servizio della verità e
cella .giustizia: quella verità e quella
giustizia che essa sola conosce perche
le .sono state rivelate-nell’amore di
Cristo, che le ha incarnate nella loro
purezza più tagliente per la nostra
boria e più feconda per la nostra speranza e la nostra azione. Questa instancabile ricerca della verità, fra le
mezze verità della destra e della sinistra, ecco lo sfibrante e stupendo
compito della Chiesa; lotta contro
gli slogan, i partiti presi, la sfiducia
per principio, le dichiarazioni ufficiali che mascherano interessi e volontà
inconfessabili; lotta di ognuno di noi
di fronte ai giornali, alla radio che
ci vogliono imbottire la testa e inquadrare il pensiero. Lotta senza uscite? Non c’è bisogno di sperare per
l(3ttare — affermava Guglielmo il Taciturno; e certo voleva dire che là
dove le speranze limane sembrano volatilizzarsi c’è sempre ancora una possibilità aperta per la Chiesa che vive
in preghiera e crede nella sovranità
di Cristo al di sopra di ogni « potere ».
Vi riportiamo pure, in questa pagina, una «lettera aperta» del presidente della Chiesa Evangelica tedesca, O. Dibelius, al presidente della
D. D. R., O. Grotewohl, seguita dai
primi commenti suscitati nella stampa ufficiale della Germania orientale. L’una e gli altri illustrano la ten.sione dc/lorcsa, tragica, in cui vive la
Chiesa nella Germania orientale. E
non si vede via d’uscita, perchè pare
veramente ingenuo da parte del vescovo Dibelius chiedere che lo Stato
comunista rinimci a propagandare la
sua fede atea e materialista attraverso i « mezzi, potenti » a sua disposizione, e in particolare attraverso la scuo.
la. Piuttosto v’è da chiedersi se una
Costituzione liberale sia compatibile
con xm governo totalitario come quello socialcbmunista, o non rimanga
piuttosto pura forma — e comodo paravento; e questo sia detto tenendo
ben conto di quanto questo è possibile anche in paesi in cui domina un
totalitarismo d’altro tipo.
Fino a che pimto, dietro al veleno
della polemica, la critica comunista
a una Chiesa che non segna abba
stanza il suo distacco da un Occidente scristianizzato, è giustificata? Se è
Dclemica di bassa lega affermare che
la Chiesa in Occidente è sostenitrice
della politica d’intltnidazione atomi
ca, ha saputo essa dire sempre ai rispettivi governi sótto cui vive la parola del diritto di jjio, nei vari aspetti della vita dei p.ipoli? o è stata una
Chiesa conformista o una Chiesa muta e inerte o una CHiiesa che si scuote solo per difend-»!« sè stessa?
D’altra parte queste domande così
gravi non devono portarci ad un relativismo assoluto, nè la ricerca della
verità fra le mezze verità in tensione,
a considerare che essa sia sèmpre esattamente a metà fra queste. Era
quel che ricordava in questi giorni il
dott. Bender, vescoiyo della Chiesa evangelica unita del Badén, ai pastori
delle Valli con cui ha avuto im ottimo colloquio, facejBdoci un quadro
limpido della situazione ecclesiastica
tedesca, con un notevole sforzo di
obiettività. Ed è forse quello che si
può obiettare allá posizione di K.
Barth e di tutta un’ala del protestantesimo, di fronte alla situazione della
chiesa nelle due Germanie. Barth ha
pubblicato ultimairiente un « lettera
ad un pastore della Repubblica democratica tedesca »( 1 ), comparsa in francese unitamente alla risposta del pa
store J. Hamel, di Naumburg, di cui
forse i lettori ricorderanno un’opera
recensita sull’Eco ; « Le combat de
l'Eglise dans l’Allemagne de l’Est».
Barth scrive ad un pastore della Germania orientale, e ^r riconoscendo
che è facile (e difficile) giudicare da
lontano, gli ricorda che se la Chiesa
ha vita difficile nel mondo ostilmente
ateo dei paesi orientali, non l’ha piti
facile — se vuole esser Chiesa fedele
— nel mondo subdolamente ateo e
materialista dell’Oècidente scristianizzato Pur apprezzando lo sforzo
obiettivo di Barth, pur riconoscendo
la fondatezza biblica della sua critica all’Occidente, sì vorrebbe pure che
fosse sempre altrettanto esplicita (co
me certo lo è nel suo pensiero di vecchio «confessante») la critica all’Oriente totalitario : questa chiarezza eliminerebbe molti malintesi. E non è
vero che sempre la malafede, la violenza, e le ideologie dell’Oriente e
dell’Occidente si equivalgono, non è
vero che nelle tenebre del nostro tempo « tutti i gatti sono grigi » allo stesso modo. Questa generalizzazione è
altrettanto falsa quanto quella che
vede tutto il male in Oriente e tutto
il male in Occidente. La via della verità, e della Chiesa, è più diffìcile. Ma
più utile.
Gino Conte
( 1 ) K. BARTH • Lettre à un pasteur
de la République démocratique allemande, avec la réponse. Ed. Labor et
Fides, Genève 1959, anche presso la
Claudiana.
Lettera aperta del vescovo Dibelins al Presidente CrotewohI
e le prime risposte della stampa della Cermania Orientale
In iiim lellera aperln a Ouo Grolcwohl,
presidenle del Consigli« della Repubblica
deniuiralica tedesca, il ve.seovo Otto Dibelius si è riferì'« al discor.so pronunciato
dai capo del governo davanti ad artisti e
inielleltuali riuniti in marzo a BerlinoE.st. 11 vescovo spiega clic non può risponilere che con una lellera aperta, poiché il
governo della Germania orientale rifiuta
ogni discussione direna con le autorità
ecclesiasi ielle che risiedono in Berlino( )vcsl.
Notando che il discor.so di Grotewohl ha
(( causato una profonda inquietudine a tulli
i cristiani nella Germania orientale », il
ve.seovo ricorda che in .segnilo al comuniiato del 21 luglio IWli, conclnsione delle
Irallalive Chiesa-Staio, il lavoro delle Chiese nella Repnhblica democratica è stalo un
po' facilitato. Ma con il discorso del suo
capo di governo, lo Stato prende ora posizione «contro la sua popolazione cristiana », e con i suoi rilievi sul socialismo e
il nialerialismo, Grotewohl impone l’ateismo come dottrina ufficiale dello Stato,
scrive Dibelius, che aggiunge che Grolewohl non deve ingannarsi: « Uno stato
ateo non otterrà mai l'adesione interiore
dì un cristiano ».
Poi il vescovo Dihelius viene alle osservazioni del presidenle sulla « morale socialista »: « Voi pensate di dover affermare
che ' ciò che serve la causa del socialismo
è morale ’. Beco una frase che evoca penosamente la parola d’ordine del nazionalsocialismo: 'E' bene lutto ciò che serve
al popolo tedesco ’. A queU’epoca la chiesa cristiana ha coraggiosamente e francamente confutato questo slogan. Solo il Dio
vivente distingue il bene dal male, il morale daH'immorale; non lo posttono fare nè
un uomo nè un movimento nè una classe
e neppure un’ideologia. I dieci comanda
nienli e gli insegnamenti dell’Evangelo sono la misura della morale. Mai i cristiani
si sollomelteranno a dei nuovi « dieci comandamenti » elaborali dagli uomini, poiché mai accetteranno come norma di vita ciò che serve gli interessi di un gruppo
qualunque di uomini... Perciò protestiamo
contro la pretesa di una morale del socialismo di servire di base all'educazione
morale e alla formazione della gioventù ’.
Insistiamo perchè i nostri figlioli siano allevati nella fede in Cristo e ncll’ohhedienza
ai suoi comandamenti, e non secondo una
morale basala sulla dialettica materialista.
Rivendichiamo questo diritto in virtù della
’ piena libertà religiosa e di coscienza ’ garantita dalla Costituzione ad ogni cittadino della Repubblica democratica, ed espressamente confermala dal comunicalo del 21
luglio 9.
11 vescovo Dibelius spiega poi che la
Chiesa non cerca di occupare una jmsizione privilegiata rispetto a coloro che non
ne condividono la fede. « Domandiamo solo che lo Stalo non usi i mezzi potenti di
cui dispone per aprire la strada all’ateismo
e relegare la fede cristiana in un angolo ».
Grotewohl ha dichiarato lui stesso che la
libertà religiosa e di coscienza autorizza
ogni cittadino a decidere in che modo celebrerà il' suo matrimonio o procederà al
battesimo del proprio figlio, ricorda il vescovo, che aggiunge che non è più possibile una libera decisione « quando ]o Stalo
getta sulla bilancia lutti i suoi mezzi di
propaganda contro le istituzioni ecclesiastiche » e<l attribuisce a se stesso un « monopolio esclusivo ». A questo proposito Di.
belius denuncia l’intensa propaganda fatta
in favore della ’ consacrazione della gioventù ’, e conclude: « I membri fedeli della Chiesa cristiana nella Repubblica democratica hanno sempre più il sentimento di
essere dei cittadini di second’ordine. Desiderate veramente che questo sentimento
si ancori e si estenda maggiormente? ».
Questa lettera aperta ha suscitato molli
commenti, specie sulla siam/m della Germania orientale. ’ Neue Zeit ’, organo del
partito comunista nella Germania dell’Est
la considera un sabotaggio della conferenza dei ministri a Ginevra, che ” deve seriamente scrollare le basi dell atlività pubblica dello Chiesa in quanto istituzione ».
¡I giornale riprende calunnie. — già altre
volte confutale — sull’atteggiamento del
vescovo nel corso della seconda guerra
mondiale e M'avvento hitleriano; lo accusa di ’’ favorire la distruzione del mondo
mediante le bombe atomiche ” e gli nega
ogni diritto di ” parlare di morale e di religione cristiaim, o di indigrmrsi dell’ateismo L'Evangelo non ha nulla da vedere
con ” il nihilismo camuffato e il rifiuto effettivo e reale di Dio ostentato da un cristianesimo atomico ”, scrive il quotidiano.
’ Neues Deutschiand ’, organo del partito socialista, non può portare maggiori
argomenti positivi contro il vescovo, e
scrive fra l'altro: ” Talvolta non ci si può
sottrarre all’impressione che questo cittadino della zonti ovest, difensore dell’armamento atomico, non è cosciente della sua
grottesca pretesa di immischiarsi negli affari interni di un altro Stalo. Se Dibeliwi
pensa dover esprimere la sua indigiuizione
morale durante queste giornate così decisive per la politica, dovrebbe scegliere nel
suo ambiente dei soggetti che gli si addicano meglio. Il nostro ecclesia.stico è fuor
di sè al pensiero che i cittadini della Rp¡nihhlica democratica tedesca non possono
essere allevati nella devozione al vitello
d'oro delTeth atomica ”.
S.ÜE.P.I.
«t-*'
Due piccole ospiti deH'Orfanotrofio di Torre Pollice.
Il 24 maggio sarà per tutte le Chiese Valdesi la
domenica della solidarietà cristiana. In 2° e 3° pagina il servizio a cura del
Past. U. Bert, presidente
della C.I.O.V.
La parola ai cristiani
di Germania
Ecco la dichiarazione fatta dal Sinodo della Chiesa evangelica deU'Uunione, nel corso della sua assemblea
tenutasi a Berlino il 13 febbraio.
1. - Riguardo alla pace e alla riunificazione, il nostro popolo non deve
dimenticare che la difficile situazione
attuale è ancora il frutto amaro della
sua colpa. Deve dunque lottare contro
ogni ritorno, sotto qualunque forma,
del nazionalismo che ci ha trascinati
nell’abisso col mondo intero. 11 nostro
popolo contribuirà così alla riconciliazione tra le nazioni. Solo a questo
prezzo ritroverà la sua pace interiore
e quella del paese.
2. - Il nostro popolo dovrebbe resistere alla tentazione di condurre una
politica di forza basata sulle alleanze.
3. - Dovrebbe appoggiare una limitazione controllata del potenziale militare. Il Sinodo — che rigetta, come
l’ha sempre fatto, i mezzi di distruzione massiccia — insiste nuovamente
perchè il popolo tedesco rinunzi ad
ogni armamento atomico.
4. - Ogni governo saggio deve comprendere che il suo dovere è di permettere la coesistenza in Germania di
diverse ideologie e forme di vita, nella
libertà e nella tolleranza.
5. - 11 popolo delle due parti della
Germania non dovrebbe partecipare
alla guerra fredda; nata dalla paura,
dal sospetto e dalle lotte ideologiche,
apre diabolicamente la via alla guerra
calda attaccando l’onore deH’avversario e diffondendo una propaganda
menzognera. Dicendo questo, il Sinodo riconosce che gli stessi cristiani rischiano di cedere alla guerra fredda
quando dividono l’umanità in « buoni » (quelli che pensano come loro) e
« cattivi » (tutti gli altri), minacciando
così seriamente l’unità della cristianità.
6. - Ogni altro popolo deve infine
comprendere che nè la pace nè la riunificazione potranno instaurarsi senza
gravi sacrifici. Non potremmo far valere il nostro diritto presso le altre
nazioni, senza essere noi stessi pronti
ad accettare i sacrifici indispensabili
alla creazione di una nuova coesistenza delle nazioni.
II
Preghiamo le grandi potenze che
hanno impegnato la loro responsabilità nei confronti del nostro paese imponendogli una capitolazione senza
condizioni, di esaminare con serietà le
seguenti proposte in favore della pace:
1. - Preghiamo le grandi potenze di
non continuare a servirsi delle due
parti della Germania come di un campo di prova della loro politica militare e ideologica.
2. - Domandiamo loro di proseguire senza stancarsi le trattative iniziate
per ristabilire comprensione e fiducia.
Una politica di reciproca intimidazione, condotta in un clima d’angoscia,
lungi daH’instaurare la pace ardentemente desiderata dalle nazioni, minaccia di condurre il mondo intero a una
immaginabile catastrofe.
3. - Preghiamo le grandi potenze di
sostenere il popolo tedesco — a cui
raccomandiamo la rinuncia e il sacrificio — nella sua lotta per la riunificazione, e di non rifiutargli più il diritto imprescrittibile, riconosciuto a
tutte le nazioni, di disporre liberamente di sè stesso.
4. - Infine — preliminare indispensabile a un trattato di pace — preghiamo le grandi potenze di ristabilire
legalmente e senza restrizioni la libera
comunicazione di tutti i cittadini tedeschi aU’interno delle attuali frontiere della nostra patria. La riunificazione del popolo deve precedere la riunificazione politica, che non è problema
per un sinodo. Questo, di fronte alla
distretta del popolo tedesco, sente come suo dovere di lavorare alla sua
riunificazione, come alla pace del mondo intero.
(citato da La Vìe Protestante)
POSITIVO
Due chiese protestanti (battiste) di
Barcellona, chiuse per ordine della
polizia Io scorso anno, hanno ottenuto l’autorizzazione a riaprire le proprie porte.
NEGATIVO
Un negro è stato di nuovo ucciso,
senza ragione, da una decina di giovinastri bianchi, nel rione londinese
di Noting Hill Gate, già tristemente famoso per simili violenze razziali. Alcuni vicini hanno assistito alla
scena senza intervenire, e senza porgere, poi, assistenza al ferito che è
morto dissanguato.
F. U. V.
CONVEGNO
DELLE FONTANE
Domenica 24 maggio
2
2 —
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
La domenica della solidarietà cristiana
Cosi, molto opportunamente, la
Venerabile Tavola ci Invite a considerare la domenica 24 maggio.
Fino ad ora le nostre Chiese facevano una colletta per gli Orfanotrofi la seconda domenica di maggio: ora il nostro orizzonte si allarga e, senza dimenticare gli orfani,
siamo cliiamati a manifestare la nostra solidarietà in favore degli Ospedali, degli Asili dei vecchi, del Rifugio e di tutte le opere assistenziali
della Chiesa.
La Tavola ha dato cosi pratica attuazione all’Art. 30 degli Atti Sinodali 1958 che la invitavano a stabilire una domenica in cui le Comunità siano richiamate alle loro responsabilità nei confronti degli Istituti di assistenza e beneficenza.
Le nostre Comunità, cioè tutti noi
che siamo responsabili dei nostri
Istituti. 11 dizionario ci informa che
questa parola « responsabile » viene dal latino ci responsum » ed è
una voce nuova, per la lingua italiana, ma ormai entrata nell’uso e
significa dover rispondere delle proprie e delle altrui azioni! Lna parola nuova dunque, per noi italiani,
ma straordinariamente impegnativa
se unita a quell’altra che caratterizza la domenica 24 maggio:
Solidarietà
Infatti la parola cc solidarietà m
pone l’accento unicamente sul fatte che assumiamo, per conto nostro,
le responsabilità degli altri. Dunque siete responsabili, cari lettori,
di tutti i nostri Istituti. Quegli Istituti che, a volte, rivelano chiaramente le loro lacune, la loro povertà materiale, la loro mancanza cronica di personale specializzato... responsabili degli orfani, dei malati,
dei vecchi che spesso non haimo pili
una famiglia secondo la carne, ma
costituiscono la grande famiglia di
cui la chiesa ha assunto la responsabilità.
Non la responsabilità o la solidarietà che abbiamo ad esempio di fron
te ad una ditta o ad una società da
cui dipendiamo od a cui abbiamo
affidàto i nostri capitali, ma si tratta di aggiungere a quelle due parole, di per se stesse già così impegnative, un’altra parola che è moneta corrente fra noi e che invece
dà una precisazione inequivocabile
alla nostra responsabilità ed alla
nostra solidarietà, essere cioè re
sponsahili e solidali con gli altri co
me Cristo stesso lo è .stato.
I nostri Istituti sono dunque Isti
luti che assistono e beneficano fa
cendo assegnamento sul vostro sen
so di responsabilità e di solidarie
tà nel nome di Cristo.
E quali sono quegli Istituti per i
quali vi richiediamo tanto? Voi li
conoscete. Forse, alle volte, la vita
con tutti i suoi molteplici impegni
e le sue assillanti preoccupazioni di
ogni giorno ce li fa dimenticare ed
è pertanto necessario che la dome,
ca 24 maggio li ricordi fortemente
J-' /Í . • -i, , <" • *
L’Ospedale di Pomarello di cui è in progetto l’ingrandimento
CHIESE ED ISTITUTI
Effettivamente le nostre Comunità non ave l'ano dei rapporti molto irequenti con gli Istituti, che pure sono parte integrante di esse.
Ci si ricorda dei nostri Istituti quando si è nel bisogno, ma non
abbiamo l’impressione che i termini chiesa ed Istituti siano intimamente uniti.
Questo periodo di isolamento ci sembra si stia lentamente ma sicuramente superando.
Sono anni che il Sinodo insiste su questo testo e gliene siamo gra
ti. Ancora l’anno scorso la relazione cosi si esprimeva:
« I nostri Istituti sono nati come
espressione della chiesa, espressione
della sua fede e di una particolare
sua sensibilità al problema della carità. Hanno fatto parte della chiesa
non solo perchè l’atmosfera era evangelica anziché laica o cattolica
ma perchè in essi la chiesa riconosceva una sua precisa testimonianza, la testimonianza concreta dei
servizio. La crisi delle nostre istituzioni in questo campo è essenzialmente una crisi teologica spirituale.
La chiesa non sa più esattamente
perchè esistono, sono diventati un
corpo a se stante con le sue leggi ed
Il refettorio dell’Orfanotrofio di Pomaretto
i suoi interrogativi, le sue leggi e
le sue finalità. E la chiesa non sì
riconosce nelle finalità stesse.
Nella sua situazione attuale hanno ancora una funzione i nostri Istituti? Domanda scandalosa perchè
unanimamente si risponderà di sì.
Ma perchè Asili, Orfanotrofi, Ospedali hanno ancora una funzione: solo perchè possiamo avere un ambiente nostro? Motivazione valida forse
ma quanto insufficiente! Possono
avere una funzione autentica e valida solo se la chiesa riconosce che il
suo ministero della carità non è laterale, secondaria, .marginale ma costitutivo della sua predicazione stessa. Senza i suoi istituti la nostra
chiesa sarebbe ancora la chiesa come la vuole il Signore Gesù Cristo?
La crisi, se così possiamo esprimerci, non ci sembra essere di natura
economico finanziaria, ma spirituale.
I nostri Istituti non soffrono di mancanza di fondi ma di solitudine.
Quello che pesa non ci pare essere
solo l’incubo del deficit ma l’isolamento spirituale. Il sentirsi trasformare lentamente in un meccanismo,
se non in una macchina di cui non
si percepisce più bene il fine. Questa
solitudine accresce in modo veramente tragico il lavoro che il personale, pensiamo in particolare alle
suore, deve compiere in un ambiente
anormale. E’ infatti doveroso rendersi conto che quasi tutti gli istituti assistenziali sono ambienti anormali
perchè raccolgono una parte della comunità umana e sempre la stessa:
la parte ammalata o impotente. Ed
il contatto con questa umanità è logorante fisicamente e spiritualmente.
E’ utopistico ma indispensabile che
il personale abbia lunghi periodi di
riposo e di contatti, e possibilità di
aggiornamento per poter potenziare
e rinnovare il proprio lavoro.
L’aspetto di stanchezza, di rassegnazione, di sfiducia che qua e là traspare è l’indice di questo isolamento:
i nostri istituti sono in parte, in gran
parte quello che la chiesa li fa essere.
E’ perciò indispensabile ed urgente
che questo ripensamento spirituale
venga effettuato, che le comunità lo
sentano e lo vivano. Capiscano anche se è difficile farlo intendere che
non si tratta di una campagna per
battere cassa ma di una necessaria
riscoperta della propria vocazione.
Non si tratta di dare di più, anche
se si può dare di più, ma di dare meglio o semplicemente di saper dare.
In questo senso la CIOV ha cercato
di lavorare visitando le parrocchie
ma occorre che intensifichi e sopra^
tutto approfondisca questa sua attività cercando di stabilire un contat
Pecore del Rifugio C. Alberto
Lo scandalo dol servizio
«Dio non è ingiusto da dimenticare l’opera vostra e l’amore che
avete mostrato verso il suo nome coi servizi che avete reso e che
rendete tuttora ai santi». (Ebrei 10: WO)
L’azione d’amore compiuta dai lettori verso i santi (credenti) è
indicata con un verbo che ha dato origine alla parola diaconia v servizio) e diacono (colui che serve). Le tre espressioni indicano i ministeri in
generale e particolare, per quanto concerne l’esercizio della carità cristiana nella più ampia accezione del termine. Orbene, se nella chiesa
antica v’erano dei diaconi, direi qualificati e impegnati per deterrniiiati compiti come il servizio alle mense, è altresì vero che tutta la chiesa era diacona cioè impegnata neH’esercizio della diaconia per le anime come per i corpi a .secondo della particolare vocazione ricevuta^
L’azione della mano lesa deve essere compiuta da tutti i membri di
chiesa, in quanto che tutti dovrebbero es.sere discepoli di Colui che è
stato il diacono per eccellenza, cioè Gesù Cristo. Egli è venuto per servire l’umanità per rigenerare il corpo e l’anima mediante la sua parola, la sua morte e la sua resurrez'one : Gesù infatti « è venuto non per
essere servito ma per servire >> ed <' è in mezzo ai discepoli come Colui
che serve » cioè come Colui che esercita il perfetto diaconato.
Il piensiero di Cristo è uno scandalo per la mentalità del suo tempo: i Greci ad esempio ritenevano il servizio per gli altri come un’attentato alla dignità dell’uomc tranne quello compiuto per lo stato. La concezione cristiana capovolge quindi quella antica e pone il servizio come
condizione essenziale per essere accreditati discepoli del Signore. E lo
scandalo del Eervizio per gli altri permane nonostante le prediche, gli
appelli, la presenza viva e concreta nelle nostre valli e fuori di opere
sociali valdesi: orfanotrofi, ospedali, asili per i vecchi, rifugi per incu
rabili, scuole, convitti, doposcuola: lo scandalo sussiste ripeto perchè
non è dignitoso il servizio vicino ad un incurabile o ad un epilettico ; s:
preferisce un servizio in un clima diverso, più consono alla propria età,
più spettacolare, che non annoia, oppure meglio retribuito dove si è più
liberi, dove si può tacitare la propria co.scienza e mettere nell’ ombra
r appartenenza ad una fede diversa ; lo so che il clima dei nostri Istituti non è sempre ideale, non è sempre rispondente all’esigenza spirituale, tecnica ed organizzativa. Ebbene se la nostra vocazione del servizio è seria portiamo in questi complessi sociali della nostra chiesa
l’ossigeno della nostra fede, la freschezza delle nostre energie giova
nili, atte a ricreare l’ambiente dei nostri Istituti dove pure sorelle, fratelli, suore e medici hanno faticato, speso la loro esistenza, in condizioni disperate talvolta, in silenzio, con umiltà. 11 servizio per le nostre
opere sociali è considerato uno scandalo fino a quando non vedremo i
nòstri giovani e giovanette impegnarsi per un mese, per una settimana,
oppure per lunghi anni animati da un grande amore per le anime. Allora l’agape vicino alla carne malata e avvizzita d’un vecchio sarà più vivo,
più vicino all’agape di Colui che in una stalla, vicino all’orrido lebbroso,
e più ancora al laido cuore umano, ha consumato il suo servizio perchè
imparassimo a servire.
Orbene perchè questo amore, questo servizio diventi realtà occorre
invocare la presenza dello Spirito Santo in noi e nelle nostre chiese:
lo Spirito brucerà l’individualismo, che tanto male ha recato alla nostra
chiesa, frantumerà la carità a sfondo paternalistico che non risolve i
gravi problemi sociali anzi ne perpetua 1 mali profondi. Lo Spirito Santo recherà calore nelle nostre chiese troppo raggelate daU’egoismo e
stimolerà le anime per un maggiore servizio presso i malati, i poveri,
gli infelici di questo mondo. Lo Spirito Santo metterà in movimento
verso gli altri le anime che non sanno cosa fare del loro tempo, !che si
annoiano, sempre buie e pessimiste: nel servizio per gli altri ritroveranno la gioia e la gioia profonda: lo Spirito Santo spazzerà i pregiudizi che si erigono davanti a noi come una iriuraglia per esimerci dall’amare il nostro prossimo che non ci è simpatico, la cui vita non è stata onesta. Lo Spirito Santo sopratutto compirà in noi la grande opera
della rigenerazione e ci renderà ainbasciatori del bicchier d’acqua e della nuova nascita. E urgente quindi compiere questo duplice servizio per
la vita del corpo e dell’anima; è urgente quindi buttarsi in ginocchio e
domandare a Dio di illuminare le riostre chiese perchè scoprano la grande missione che le attende: il servizio, la diaconia per sanare le piaghe
sociali e spirituali ad un tempo. Se questo lo compiamo allora le nostre
opere, i nastri istituti non conosceranno più le ore di crisi per la mancanza di personale e di mezzi per sbarcare il lunario. Una nuova linfa
. scorrerà nel corpo sociale delle nostre chiese perchè sgorga dalla chiesa
stessa purificata dello Spirito Santo.
Dio allora non dimenticherà 1 opera nostra compiuta nel nome di
Gesù e ripeterà ai diffusori della vera carità le parole della Promessa:
«Allora il Re dirà a quelli della sua destra- Venite, voi, i benedetti del
Padre mio, eredate il regno che v è stato preparato sin dalla fondazione
del mondo. Perchè ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi
deste da bere; fui forestiero, e m’accoglieste; fui ignudo, e mi rivestiste;
fui in prigione, e veniste a trovarmi », Gustavo Bouchard
t(i diretto tra gli istituti stessi e le
nostre chiese. In questo senso ci domandiamo se non sarebbe utile che
in tutte le chiese valdesi si dedicasse una domenica per richiamare la
chiesa all’ attenzione verso questo
problema.
Desidereremmo che questi fatti
fossero oggetto di riflessione da parte delle comunità e che da parte sua
la C.I.O.V. si sforzasse di ridestare
questa coscienza della importanza
dei nostri Istituti in quanto ad ess.a
non spetta solo di condurre questi
nostri istituti con una saggia ed oculata amministrazione ma le spetta il
compito di ispirarli e guidarli inserendoli nella vita della chiesa. Ci
sembra che l’urgenza delle necessità
materiali abbia fatto in parte dimenticare queste esigenze e le abbia notevolmente ridotte, ed uno spirito di
routine amministrativa abbia lentamente il sopravvento.
Si sforzi dunque la CIOV di riinserire i nostri Istituti nel tessuto vivo della Chiesa rompendo la loro
chiusura e si sforzi di far loro sentire che sono in primo luogo l’espressione della carità della Chiesa ».
I NOSTRI
OSPEDALI
Parlare di tutti gli Istituti è impossibile. Ci limiteremo, quest’anno, a
parlare dei nostri ospedali di Torre
Pellice e di Pomaretto che sono anche
le due opere di assistenza che risalgono più in là nel tempo e che già esistevano prima dell’avvento dell’Emancipazione. Infatti gli anni di fondazione dei nostri due Ospedali risalgono
rispettivamente al 1821 e al 1834.
Le ragioni contingenti che hanno
provocato la loro fondazione sono dovute al fatto che i malati valdesi per
essere assistiti dovevano, con mezzi
rudimentali di trasporto, affrontare un
lungo viaggio pieno di disagi per
giungere fin nelle città di Pinerolo e di Torino. Quando poi riuscivano ad essere ricoverati in ospedale
ricevevano continue vessazioni a cauja della loro fede.
La fondazione di due ospedali rispondeva dunque ad una necessità fortemente sentita: ma un piccolo popolo stremato ed impoverito da secolari persecuzioni, non poteva certo
pensare di provvedere a se stesso.
Una signora di elezione, particolarmente sensibile alle sofferenze altrui,
apriva in casa sua un piccolo ospedale
con soli due letti. Si tratta della Signo;a Carlotta Geymet Peyrot moglie del
pastore Pietro Geymet, Moderatore
sottoprefetto a Pinerolo e infine professore alla Scuola Latina di Pomaretto. Giunta all’età di 56 anni ed
avendo allevato ormai i suoi 8 figliuoli, si dedicò interamente a quell’opera
che la sua sensibilità cristiana le faceva vedere assolutamente indispensabile. Si acquista a Torre Pellice, a
prezzo modico, una casa di campagna a ponente del borgo di S. Margherita e si pensa così alla costruzione
del primo ospedale valdese.
Il ministro plenipotenziario del Re
di Prussia, il conte Waldbourg Truchess, fornisce i mezzi necessari (lire
1.200) messi a sua disposizione dallo
Zar Alessandro 1".
Parte quindi per l’estero, in qualità
3
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
OSPEDALE DI TORRE PELLICE
Sanitari ;
Dott.ri A. Paltrinieri - E. GardioI - G. Debettini - A. Goria - P. Pellizzaro.
Consulente Chirurgo; Prof. Dott. Cesare Scartozzi, primario all'Ospedale
« Maria Vittoria » di Torino.
Specialistica
Radiologia : Dott. Garneri.
Servizio: ogni lunedì e giovedì dalle ore 9 alle 11.
Oculistica : Prof. Dott. G. Borsello.
Servizio: ogni 1“ e 3“ venerdì del mese dalle ore 16 alle 17.
Cardiologia ; Dott. Guido Bonnet.
Servizio su richiesta presso l'Ospedale.
Ortopedia : Dott. Prof. Franco Operti.
Servizio su richiesta presso l'Ospedale.
Specialista in malattie nervose e mentali ; Dott. Enrico Pascal.
Servizio: ogni 1» venerdì del mese dalle ore 11 alle 12.
Si effettuano prestazioni ambulatoriali, di aerosolterapia e Stufe
ili Bier.
DSPEDALE DI PDMARETTD
Sanitari ; Dott.ri E. Quattrini e T. Peyrot.
Chirurgia: Prof. Dott. Cesare Scartozzi, primario all'Ospedale «Maria
Vittoria » di Torino.
Specialistica
Cardiologia : Dott. G. Bonnet, su richiesta presso l'Ospedale.
Pediatria - Malattie dei Bambini : Dott.ssa Jolanda De Carli Valerio.
Servizio: ogni 1" e 3» mercoledì del mese dalle ore 14 alle 16.
ENTI CONVENZIONATI
I nostri Ospedali sono convenzionati con i seguenti Istituti di Assistenza Malattia;
I. N. A. M.
le maiattie.
Torino — Istituto Nazionale Assicurazione contro
Cassa Mutua Provinciale Coltivatori Diretti — Torino.
Mutua Aziendale Lavoratori Fiat.
E. N. P. A. S. — Torino — Ente Nazionale per la Previdenza ed
Assistenza agli Statali.
I. N. A. D. E. L. — Torino
ai Dipendenti degli Enti Locali.
Istituto Nazionale per l’Assistenza
Or io mi sono grandemente rallegrato nel Signore
che finalmente avete fatti» rinverdire le vostre cure
per me; ci pensavate sì, ma vi mancava l’opportunità. Non lo dico perchè io mi trovi in bisogno;
giacché ho imparato ad esser contento nello stato
in cui mi trovo. Nondimeno avete fatto bene a prender parte alla mia afflizióne. Non già ch’io ricerchi
i doni; ricerco piuttosto il frutto che abbondi a
conto vostro.
Paolo ai Filippesi.
E. N. P. D. E. D. P. — Roma — Ente Nazionale di Previdenza per
i Dipendenti da Enti di Diritto Pubblico.
Cassa Mutua Provinciale di Malattia per gli Artigiani.
Mutua Associazione Commercianti della Provincia di Torino.
Mutua Volontaria Assistenza Malattia.
I. N, A. I. L. — Istituto Nazionale Assicurazione contro gli infortuni sul Lavoro.
Mutue Aziendali Lavoratori STIPEL.
[Avviso affli assistiti
dalle Mutue >
Gii assistiti di ciascuna Mutua hanno diritto di scelta dell’Istituto
di ctura ospedaliera. Essi possono, quando lo desiderano, dare la preferenza ai nostri Ospedali
I NOSTRI OSPEDALI
di collettore, il pastore Pietro Appia.
I sovrani di Inghilterra, Olanda, Svezia e Prussia sono fra i primi sottoscrittori e si accumula, in breve tempo, l’ingente somma, per quei tempi,
di franchi 335.000. Si costruisce l’ospedale con 142.000 franchi ed i restanti
213.000 sono capitalizzati. Gli interessi servono per ospitare gratuitamente tutti i poveri che bussano alla
porta dell’ospedale.
Nel 1845 anche l’ospedale di Pomaretto è terminato e inizia la sua opera in favore dei valdesi della Valle
Germanasca. E’ precisamente su questo ospedale che desideriamo attirare
l'attenzione dei nostri lettori.
11 vecchio stabile, più che secolare,
c rimasto quale era senza subire re,slauri radicali che lo abbiano reso
adatto alle esigenze del nostro tempo.
L’usura del tempo si è fatta sentire
e si tratta ora di aiì'rontare una forte
spesa per rimodernare questo edificio
che è veramente giunto ai limiti estremi della sua carriera.
li progetto, opera pregevole del no
Siro tecnico, è pronto da anni e aspetta il superamento delle lunghe e complesse pratiche burocratiche per essere
attuato.
Si tratterà, in sostanza, di riorganizzare interamente i servizi igienici
c sanitari, rendere i vari locali indipendenti gli uni dagli altri, creare un
nuovo reparto maternità ed una nuova sala operatoria sopraelevando leggermente la parte ovest dell’ospedale
per portarla al livello della costruzione centrale.
Questo permetterà di aumentare il
numero delle camere private di de
genza, sempre molto richieste, di offrire assistenza a convalescenti ed a persone anziane ammalate che ora si rivolgono invano alla nostra amministrazione.
Non si tratta dunque di opere grandiose ma urgenti e necessarie perchè il
nostro vecchio ospedale possa tornare
ad essere decoroso ed efficente.
Non abbiamo l’impressione che i nostri Istituti abbiano esaurito la loro
opera.
Quando prendiamo in esame, in
base alle statistiche del 1958, il lavoro svolto c’è da rimanere meravigliati
per tutto quello che si fa con i mezzi
limitati di cui disponiamo e con un
personale sempre più scarso.
Pur limitando il nostro esame ai
soli ospedali diremo che hanno ospitato 896. ammalati di quasi tutte le
parrocchie delle Valli e dei comuni di
Bricherasio, Bibiana, Campiglione,
Cavour, Villar Perosa, Pinasca, Perora Argentina, Roreto Chisone, Pragelato, Sestriere...
Si tratta di un’opera di assistenza e
di testimonianza che non si limita ai
valdesi, ma che si estende oltre i limiti delle nostre parrocchie in favore di
tanta gente di altra confessione che
non esita a superare non pochi ostacoli per giungere fino a noi.
Non è forse questa la più ambita
testimonianza in favore dell’opera positiva che compiono i nostri ospedali?
Se tale solidarietà ci viene largita
da tante persone legate unicamente
dai vincoli umani dell’apprezzamento
e dell’amicizia, non ce la negheranno
certamente i Valdesi uniti a noi dai
vincoli della fede.
u. b.
Federazione Femminile
Valdese
Le donne della Chiesa Luterana e
della Chiesa Riformata di Francia
(riunite nella organizzazione «Jeunes Femmes») hanno tenuto un Congresso Femminile a Séte, vicino a
Montpellier, dai 1« al 4 Maggio.
La Federazione Femminile Valdese è stata invitata ed è questa la prima volta che le Donne Valdesi partecipano ad un Congresso in forma ufficiale. Eravamo 320: vi erano delegate del Portogallo, della Svizzera, delru.C.D.G., dell’Algeria, alcune Americane ed Inglesi e tutte hanno fatto
sentire alla delegata della Federazione Femminile Valdese di quale affetto ed interesse sia circondata la nostra Chiesa dalle Chiese consorelle.
E’ stata un’esperienza positiva e
questi contatti danno un vero arricchimento spirituale; si toma stimolati daH’esempio, illuminati da esperienze preziose, rafforzati dalla Fede
comune. E’ molto importante per noi,
credo, creare saldi legami con organizzazioni femminili di Chiese sorelle, avere scambi di idee e di esperienze.
Il tema del « Congresso » era « Le
bonheur», suddiviso in vari sottotemi ottimamente trattati e profondamente preparati. Il problema è di viva attualità, poiché dovunque é una
affannosa ricerca di felicità ed ognuno la intende a suo modo.
Ho trovato la donna francese vivace, sicura di sé, intelligente e facile
parlatrice, preoccupata molto dei problemi dello spirito, ma anche, e molte, di quelli sociali. E’ più preparata
di noi alla discussione e questo certo
dipende dalle maggiori possibilità di
contatti che le sono offerti.
Come già saprete avremo anche noi
un incontro di Dcmne Valdesi ad Aga
pe dal 30 Maggio al 2 Giugno e sarà
questo il nostro primo incontro internazionale: ci hanno assicurata la lo
ro partecipazione numerose Svizzere
una delegata ufficiale delle donne del
la Chiesa Riformata di Francia, Mar
ga Bùhrig del Dipartimento della
Donna dell’Alleanza Riformata Mon
diale, e molto probabilmente una rap
presentante delle Donne Presbiteria
ne d’America.
Bisogna ohe le Valdesi intervenga
no numerose e termino queste mie
notizie con un invito caldo ed affet
tuoso a tutte le dorme Valdesi a par
tecipare a questo incontro.
Venite anche se vi sarà diffìcile e
forse penoso lasciar per alcuni giorni la Vostra famiglia; trarrete da questo incontro una gioia cosi grande,
una serenità cosi profonda che tornerete alle vostre case più forti, più
felici di aver passato alcuni giorni
tra sorelle che hanno un medesimo
sentire e una stessa Fede!
Vi daremo fra breve un programma dettagliato, intanto dico a tutte
« Arrivederci ad Agape ».
Ade Varese Theiler
CONTINUANDO UNA DISCUSSIONE
Gli obiettori di coscienza
Ho letto con molto interesse l’articolo di E. A. Beux su l’Eco dellii
Valli del 24 aprile, in merito ai
Cappellani Militari, e pur concordando in loto sul fondo del problema e sulle considerazioni che ne sono derivate, non posso nascondere
la mia amara sorpresa per quanto
Larticolista ha scritto a proposito
dei « cosidetti obiettori di coscienza ». La frase « se la vostra agitazione Ila di mira il salvataggio della
ghirba », mentre denuncia una totale ignoranza — nel senso etimologico (Iella parola — del complesso
e delicato problema dell’obiezione
di coscienza, si risolve in una gratuita ingiuria nei confronti di giovani die per mantener fede ai propri principi religiosi, non esitano
ad affrontare ed a sopportare anni
ed anni ni carcere militare; giovani
che costituiscono un rimprovero vivente per tutti i cristiani per quello
che tutti i cristiani non hanno il
( oraggio di lare.
E iiii è sembrato provvidenziale
la notizia jmbblicata in calce all’articolo anzidetto e alla opportuna
jiostilla di Gino Conte, di un testimone di Geova, condannato dal l'rihunale militare di Torino, per la
terza volta, per essersi rifiutato ni
iare il servizio militare. 11 che signiiica Cile (juel giovane, non dac(ato ma rinvigorito da quattordici
mesi di carcere militare già scontati, si appresta a pussare altri dieci
mesi in carcere, con la prospettiva
di riiuanervi ancora per una diecina d’anni e cioè fino a quando avrà
raggiunto il limite d’età in cui decade l’obbligo militare.
l'ossiamo bollare di viltà questo
coraggio, questa costanza nel sacrificio? Possiamo fare del nostro
squallido conformismo la misura degli atti altrui?
A me sembra che colui che assume un impegno, qualunque ess<)
sia, e per mantenerlo ha chiara consapevolezza di rinunciare al bene
supremo di ogni essere umano e
cioè la libertà personale, non è «uno
elle vuol salvare la ghirba» ■— che
invece getta allo sbaraglio — e tanto meno che viola le leggi dei la solidarietà nazionale, come dicono altri. Anzi io penso che colui che oppone a un ordine esterno l’imperativo della propria coscienza, è piu
solidale con la collettività nazionale
di cohii o di coloro che, seguendo
la corrente, sottraggono agli uomini
la testimonianza della volontà di
Dio.
Io ho esaminato attentamente e
obiettivamente — Jna sempre con
animo riverente e commosso ■— i
casi più drammaticamente drammatici verificatisi nel corso della prima guerra mondiale nei vari Stati
(iell'Europa occidentale ed i cin(]uanta e piii casi di obiettori italiani verificati.si dal 194.5 ad oggi, ed
ho dovuto convenire che la posizione — non l’agitazione! — degli
obiettori, è una posizione del tutto
gratuita; intendo dire die essi non
solo non intendono salvare la pelle,
ma non pensano affatto ai provocami movimento di idee nè di richiamare su di sè l’attenzione dell’opinione pubblica o dei pubblici poteri; è una posizione, la loro, connaturata a colui che l’assume, è uno
stato d anima, un modo di essere,
un sistema di vita, una forza spirituale, insomma, cosi profondamente radicata che l’obiettore preferisce certamente morire piuttosto che
abbandonarla.
Evidentemente l’obiettore di coscienza col suo atteggiamento, si
mette fuori dalla drammatica realtà
dei mondo, lacerato da profondi
contrasti, da esasperanti egoismi, insanguinato da lotte fratricide e che
quindi non sarà certo la sua opposizione, la sua protesta ■— come non
lo saranno i moniti verbali delle
cniese cristiane di vario nome — a
modificare quella realtà, specie ora
Cile gli uomini fatti esperimentatori
sapienti e utilizzatori avidi ed audaci delle potenze della natura, si disputano nnanco il controllo dei pianeti per farsene strumento di piu
raffinata distruzione in una futura
deprecabile guerra. E’ vero. Ma a
mio jiarere, l'obiezione ai coscienza
si traduce, in definitiva, nella pratica della verità e nella testimonianza della giustizia e dell’amore, in un
mondo dominato dalla pesante ingiustizia umana che nel corpo sociale provoca appunto quella terribile
iiitezione da cui deriva la guerra!
Ma a parte queste considerazioni,
gli obiettori di coscienza sollevano
un problema umano che non ci può
lasciare indifferenti nè come uomini nè come cristiani. E qual’è questo
problema umano? E’ la scandalosa
catena di condanne, la lunga serie
di anni di carcere militare che logora l’esistenza dell’obiettore di coscienza. Abbiamo già visto il testimone di Geova che giorni fa ha subito a Torino una terza condanna.
Ma vi sono obiettori che sono già alla quinta condanna, sempre per rifililo di obbedienza vuoi di indossare la divisa militare, vuoi di prestare giuramento, vuoi di maneggiare
le armi E percliè questi obiettori rifiutano di sottostare a una legge delio Stato? La motivazione, con qualche variante di parola, è sempre la
stessa. E’ quella del testimone di
Geova di Nardo: « Sono impegnato
come soldato di Cristo da cinque anni e non posso adempiere mi altro
servizio come militare. Per la Bibbia non posso impugnare le armi
contro nessuno. Noi trattiamo gli
nomini come fratelli. Unico nemico
è il diavolo. Quindi non possiamo
fare, nemmeno il servizio militare e
ciò non per esimerci, ma perchè nello stesso tempo non possiamo servire due padroni. Se io dovessi uccidere mi farei piuttosto uccidere ».
Vuol dire questo aver di mira il sal
vataggio della propria ghirba? Questi testimoni di Geova dimostrano,
caro sig. Beux, di conoscere perfettamente e di praticare Luca III: 14;
Matteo X: 20; I Tessalonicesi V: 23
e tanti altri ammonimenti evangelici! Anche il Di Nardo è alla sua terza condanna!
Ora possiamo noi, e non pur come cristiani, ma come liberi cittadini di un paese democratico -che nella sua Costituzione sancisce e proclama solennemente la libertà di coscienza e il rispetto della persona
umana; che elargisce amnistie e indulti a delinquenti comuni, che anticipa la liberazione di un assassino
per rapina che all’uscita dal carcere
trova subito una moglie da impalmare, un appartamento che lo accoglie, un posto di lavoro... possiamo noi, cittadini di un libero stato
democratico, non denunciare lo
scandalo di condanne a catena per
giovani ventenni che « per carattere, mentalità e abitudini di vita posseggono la dignità umana e il coraggio consoni alla loro non comune
professione di fede »?
Ecco perchè, a mio parere, qtiesto
assillante problema degli ' obiettori
di coscienza deve essere agitato dinanzi alla coscienza del paese; per
indurre il governo a introdurre nella nostra legislazione — a similitudine di quanto hanno già fatto la
quasi totalità dei Paesi dell’Europa
Occidentale e degli Stati Uniti d’America — il diritto alla obiezione di
coscienza, che è un diritto inerente
alla libertà di coscienza e al rispetto
della persona umana che sono i pilastri su cui poggia la nostra Carta
Costituzionale.
Giuseppe Vingiano
I lettori
scrivono
Caro Redallore (leir«Ero »
Un plauso a Lei e un grazie al nostro
Moderatore per la bella rievocazione del
Doli. Luigi Appia. Tuttavia la curiosità
dei lettori, la mia almeno, è rimasta delusa
in qualclie particolare. Non so se il libro
recensito li riporla; in ogni caso, il recensore ba taciuto i nomi dei compagni del
Uott. Appia. Per uno di questi almeno,
t>osso sovvenire. Si tratta del Dott. Davide
Napoleone Monne! nato a Frali nel 1808,
deceduto a Pinerolo nel 1902 e per oltre
trent’aniii vissuto a Firenze nello stesso palazzo della Sc-uola di Teologia. Qualche
nostro pastore emerito lo ricorderà ancora.
IJ Dott. Monne!, racconti) più di una volta
a me giovinetto la sua avventura al seguito
dell’esercito .Sardo nel 1859, con la sua
ambulanza improvvisala da una comune
carrozza, e questi racconti mi è sembrato
riudire nelle citazioni riportate dal Restali. Tra i finanziatori valdesi dell’impresa
è doveroso ricordare il banchiere Giuseppe
Malan. Di altri purtroppo non ricordo o
for.se non mi sono mai stati detti i nomi.
E’ dunque in conformità ad una antica
tradizione che la nostra piccola Torre Pellice si permette il lusso di una Sezione
tutta sua della C.R.I., che alcuno potrebbe
giudicare una cosa più grande di lei.
Cordialmente Suo M. Evnahd
Siamo costretti a rinviare la continuazione dell'articolo dj T. G. Pons su H. Pendleton. red.
4
ìli'
Noi abbiamo conosciuto i'amo*
re che Dio ha per noi e vi
abbiamo creduto.
1 Giovanni 4: 16 .
L'Eco delle Valli Valdesi
Se uno dice : io amo Dio, e
odia ii suo fratelio, è bugiardo.
,, ] Giovanni 4: 20
Infanzia canora
a Pomaretto
Le Scuole Domenicali di Prarostino, S.
Secondo, Pinerolo. S. Germano e Pomaretto si sono incontrate a Pomaretto per
cantare alla gloria di Dio i canti della
gioia cristiana; sotto Ja direzione della
Sig.na Tiirk i canti d’insieme sono stati
molto apprezzati come pure i cori delle varie parrocchie diretti dalle seguenti persone: Sig.na Tiirk, Sig.ra Gay-Tron Matilde, Sig. Vicino, Pastore Giovanni Peyrot, Sig.ra Delia Bert. 11 Pastore G. Bonchard ha recato il saluto della Commissione di Canto e dato un breve messaggio in
forma di racconto in un clima di particolare raccoglimento. A termine dell’incontro i bambini hanno ricevuto un piccolo
dono da parte della parrocchia di Pomaretto, mentre una tazza di tè è stata offerta ai responsabili delle Scuole Domenicali.
Giochi e canti sul piazzale del Tempio ed
al Convitto hanno chiuso la simpatica giornata.
La nota dolente è stata la scarsa partecipazione del pubblico: gli adulti, cioè i genitori, non s’interessano all’esperienza spirituale dei loro figli che si manifesta anche
nel canto, ritenendo che la vita religiosa dei
figli è affidata al Pastore ed -ai suoi collaboratori; a loro interessa prendere parte
in forma solenne, spettacolare, mondana
al momento del battesimo o della Confermazione rimanendo estranei alla gioia dei
loro bimbi nel momento più bello, quando
cantano con gioia alla gloria di Dio.
Difatli molti genitori preferiscono il
canto delle corali degli adulti perchè in
tali occasioni l’elemento folcloristico-spettacolare, direi agonistico, prevale e quindi
riveste maggiore fascino del canto dei bimbi. Si ha paura e vergogna talvolta di cantare i cantici dei bimbi perchè è sempn
uno scandalo diventare piccoli fanciulli
condizione essenziale per entrare nel regno dei cieli.
11 canto è un elemento vitale della nostra Chiesa : coltiviamolo con entusiasmo
sin dalTinfanzia, in casa, alla Scuola domenicale, al catechismo, nelle varie attività della chiesa; non importa se i catecumeni per un certo tempo hanno la voce
poco intonata, anzi incoraggiamoli in modo che non siano privati della gioia del
canto e possano poi, passato il periodo critico, essere membri attivi delle nostre corali. Un nostro diverso atteggiamento può
avere conseguenze gravi, cioè di avere in
chiesa tante mummie che non canteranno
più. puer
DALLE NOSTRE COMUNITÀ'
VILLAR PELLICE
NOZZE
In questi tempi abbiamo avuto tutta una
fioritura di matrimoni ]a maggior parte
però celebrati nelle parroecliie delle spose. Il primato, naturalmente, è detenuto da
Bobbio e noi diamo qui un fraterno benvenuto a queste nostre nuove sorelle chiedendo a Dio di benedire i loro focolari.
15 marzo: Nel tempio di Villar Piera
Bertucci col sig. Guido Montico di Torre
Pellice. Nel tempio di S. Giovanni Simona
Barolin (on Vielmino Dalmns del Serre.
17 marzo: Nel tempio di Bobbio, Anna
Mondon con Samuele Pascal. Il Pastore,
invitato a nozze, ha porto in cliiesa un fraterno benvenuto alla sposa, partecipando
poi, coi parenti al pranzo che ha avuto
luogo a Cucuruc ove colui che fu il capo
della famiglia Pascal è ricordato ancora
con tanto affetto per la sua beU’anima di
credente. Lo stesso giorno, pure nel tempio di Bobbio, si sono sposati Elena Charbonnier di Bobbio con Franco Davit dei
Garnier.
12 aprile: Giovanna Negrin con Attilio
Verni del Ciarmis. Anche qui il Pastore
ha porto il primo saluto nel tempio di
Bobbio e poi un simpatico trattenimento
ha avuto luogo alla nostra Miramonti ove
gli sposi, circondati' da numerosi parenti
ed amici, hanno ancora udito i messaggi
del loro due Pastori. Sono state notate
molte belle voci che hanno dato il via ad
una lunga serie di inni religiosi e di canti
giovanili.
24 aprile: A Torre Bruno Mathieu con
Paola Sarà. Anche qui il Pastore ha recato
il saluto augurale della parrocchia ricordando l’attività del caro Bruno quando era
« cheville ouvrière » di tante attività giovanili.
A Bobbio Baridon Stefano del Chìaus
con Gönnet Anna. Nozze celebrate alla maniera valdese, presente pure il Pastore che
ha dato il più cordiale benvenuto alla gentile sposa.
Sempre lo stesso giorno : Felice Lausarot
con Geymonat Paolina alla quale pure
esprimiamo il cordiale benvenuto della
Chiesa.
Il 2 maggio ancora Alberto Gönnet con
Susanna Rivoira ai quali, nella sua allocuzione, il Pastore ha trovato il motivo di
esprimere in modo particolare il suo apprezzamento ed il suo fraterno augurio.
DIPARTENZE
Il 2 aprile è deceduto il nostro fratello
per il nnovo Tempio di Frali
Envié
Enrico Grill L. 25.000
Cugno
Luigi Peyrot L. 10.000
Bartolomeo Perrou » 25.000
Giordano
Teofllo Ghigo L. 5.000
Aldo Richard » 15.000
Malzat
Valdo Gen re L. 10.000
Luigi Grill » 20.000
Marcello Grill » 15.000
Stefano Grill » 10.000
Ettore Rostan » 30.000
Orgere
Ernesto Peyrot L. 25.000
Pomieri
Filippo Baud L. 10.000
Elena Grill e Enzo Peyrot » 20.000
Oreste Grill » 10.000
Walter Grill » 30.000
Giov. Luigi Richard » 25.000
Giorgio Pascal
Giovanni e Marcello Rostan
Stefano e Francesco Rostan
Ribba
Bruno Genre
Giov. Pietro Peyrot
Villa
Emilio Ferrerò
Caterina Garrou
Enrico Garrou
Stefano Garrou
Alberino Grill
Alberto Richard
Emilio Richard
Aldo Richard
Pietro Rostan
Agape
Filippo Berger
Tuliio Vinay
Erica Gay, Sandro Sarti,
Ciro Di Gennaro e Rocco
Alabiso
» 20.000
» 25.000
» 15.000
L. 10.000
» 20.000
L. 20.000
» 10.000
» 20.000
» 12.500
» 50.000
» 20.000
» 20.000
» 50.000
» 50.000
L. 50.000
» 12.500
» 12.500
A .
Samuele Bertinat di anni 69, dell’Inverso. Era vissuto solo e poveramente, inseguendo il sogno, purtroppo non realizzato, di riuscire a costruire un elicottero.
Gli ultimi due anni dèlia sua esistenza li
ha trascorsi all’Asilo dei Vecchi di S.
Germano dove è deceduto e n<|i ringraziamo da queste colonne, coloro che si
sono occupati di lui con amore.
Il 27 aprile, Davide Vigne del Centro di
79 anni. Si è spento lentamente come una
candela a cui manca il sego. Commovente
la sua dipartita improvvisa nel cuore della notte. La sera prima, con la moglie aveva fatto la consueia lettura biblica. Ora
s’è sentito poco bene, sua moglie si alza
per fargli scaldare qualcosa. Copriti egli
dice, che tu non prenda freddo... e furono le sue ultime parole. Ai funerali oltre
alla numerosa parentela, molti fratelli in
fede ed amici.
VISITE GRADITE
Abbiamo avuto il privilegio di udire
ottime predicazioni dal Pastore Nisbet, dal
Pastore Bruno Costabel, venuto con una
rappresentanza della sua Scuola Domenicale, dal Pastore Guido Miegge della Società Biblica, dal P.nlore Guido Bertinatti
e dal nostro fratello Alberto Lazier. Grazie di cuore a tutti.
IL NOSTRO BAZAR
Quest’anno il nostro bazar durerà un sol
giorno, quello della fiera lunetri 18 maggio.
Non ci sarà quindi bazar la domenica 17
e ciò in omaggio alla solennità di Pentecoste.
IncoraggiaiUj duni|né i nostri fratelli a
<oncentrare lutti i loro sforzi per la buona
riuscita della nostra vendila e raccomandiamo loro di portarci uno spirito di allegrezza. Questa giornata deve essere considerata una festa della nostra chiesa che
si mobilita tutta « per il Signore ».
Sdivi SECOIVIDO
L'Unione giovanile ha chiuso sabato sera
il suo anno di attività con una riunione
simpatica e familiare. Ai numerosi presenti il Pastore Cipriano Tourn ha rivolto un
messaggio fraterno di saluto e di augurio
essendo questa l’ultii^a riunione giovanile
da lui presieduta a S. Secondo prima del
prossimo insediamento del pastore titolare
della parrocchia.
Dopo la relazione della segretaria e del
cassiere dell’Unione, è stato proiettato il
film, gentilmente offerto dalTavvocato Serafino al quale va il nostro grazie sentito,
sulle varie fasi della cerimonia del 17 febbraio scorso a S. Secondo e della festa del
15 agosto ai Pian di Prarostino. Abbiamo
così rivisto sullo schermo il grande corteo
che si snodava per fé vie del paese con le
donne nel tradizionale costume, il concistoro al completo guidato dal Pastore Nisbet in toga, i bambini della Scuola Domenicale con le loro monitrici, il piazzale
antistante il nuovo Tempio gremito di fedeli prima e dopo il Culto solenne d’occasione.
La serata si è chiusa con la consueta tazza di tè e con la proposta, accolta da tutti,
di continuare Taltivilà dell’Unione anche
nel periodo estivo con una riunione ogni
quindici giorni. d. g.
POMARETTU___________________
Sabato 16 maggio è stato celebralo il matrimonio di Baret Adolfo e Basire Viola.
Un gruppo notevole di amici e parenti ha
preso parte al servizio religioso celebratosi
nel tempio. Che Iddio benedica il focolare
che s’è costituito sotto il suo sguardo.
Domenica 24 maggio il culto sarà presieduto dal Dr. Teodoro Balma alle ore
10,30 in assenza del Pastore impegnalo a
Bobbio per l’elezione del Pastore.
CoUetta <<pro Madagascor
»
Ho il piacere di comunicare che la
colletta in favore delle vittime delle
inondazioni a Madagascar ha raggiunto una somma superiore alle 650
mila, lire. Le Chiese sono state pronte a rispondere alTappello e, probabilmente, altre offerte giungeranno
ancora.
Ho comunicato la notizia al Direttore della «Société des Missions de
Paris» al quale l’offerta totale sarà
trasmessa tramite il Past. Ernesto
Ayassot, agente della stessa Società
in Italia.
Sono lieto di poter dare alle Chiese questa buona informazione. A
quanti hanno offerto la loro contribuzione giunga l’espressione della riconoscenza mia e della Tavola Valdese. Ermanno Rostan
Moderatore
» » Cosenza » 5.200
» » Livorno » 6.500
» » Verona » 6.000
» » Aadorf » 4255
» » Susa » 8.600
» » Pramollo » 15.000
» » Trapani » 2.750
» » Marsala » 1.600
» » Mazara » 400
» » Camppbello » 650
» » Castelvetrano » 650
» » Avellino » 2.000
» » Sanremo » 12.000
» » Orsara di Puglia » 1.000
» » Mantova » 5.000
» » Pomaretto » 15.000
» » Firenze » 12.000
» » San Secondo » 10.000
» » Riesi » 7.UOO
» » Prarostino » 10.000
» » Vittoria » 3.805
» » Biella » 14.820
Chiesa di Livorno L. 3.500 » )> Napoli » 11.050
» » Rorà » 5.000 » )> Vallecrosia » 4.630
>v » Aosta » 10.000 >} » Ivrea » 19.340
» » Reggio Calabria » 6200 » » Torre Pellice » 38.220
» » Luserna S. Giov. » 42.000 » » Catania » 10.000
» » Messina » 10.000 » » Villar Pellice » 18.222
» >} Rocchenere » 1.000 » » Venezia » 9200
)> » Rodoretto » 10.000 » » Sampierdarena » 5.000
» » Ferrerò » 42.030 » » Pinerolo » 25.151
» » Orsara di Puglia » 3.000 » » Perrero » 12.200
» » Cerignola » 2.700 » » Caltanissetta » 3.860
» » Pisa )} 10.000 » » Grotte » 640
» » Lucca » 2.000 » » Agrigento » 4.055
•» » Campobasso » 2.600 » » Roma (P. Cavour) » 40.000
» » Foggia D 3.600 » » Roma (IV Nov.) » 50.000
» » Rio Marina" “ 5.000 Perrona Eugenia, Torino » 1.000
» » Taranto » 6.000 On. G. Bogoni, Roma » 1.000
» » Brìndisi , » 3.000 Tomasini - Orologeria, Torre
» » Forano » 6.21Q Pellice » 5.000
)> » Brescia » 8A0G G. Pagliani, Torino » 3.000
Passarelli Rina, Torino
A. Gönnet, Torino
,N. N.
Ernesto Maggioni
Enrico Billour, Bordighera
Arturo Vinay, Ivrea
M. Stampa, Modena
Lidia Pons, Roma
N. N., Roma
Prof. Teofllo Pons, Torre
Pellice
Liliana Ribet, Torino
Griglio Maria e Susanna in
memoria fratello, S. Secondo di Pinerolo
Susanna Richard ved.
Rostan, Prali
Bazzani Odille, Ivrea
Giannotti Malisan, Ivrea
Jalla Ada, Ivrea — per riconoscenza
Janin Elsa ed Egle, Ivrea
Longo Giuseppe e Rita,
Ivrea
Rolla Alda, Ivrea
Roncaglione Carlo, Pont
Canavese
N. N., Torre Pellice
r'amiglia Anziano Stalle,
Torre Pellice
Suor Leonia Stallé
Susanna Beux
Claudio ed Ezio Giordan
Pellizzano P., Lusema
S. Giovanni
N. N. Torre Pellice
» 2.000
» 5.000
» 500
» 15.000
» 1.000
» 10.000
» 2.000
» 500
» 5.000
» 1.500
» 2.000
» 5.000
» 500
» 1.000
» 1.000
» 5.000
» 1.000
» 5.000
» 500
» 3.000
» 5.000
500
500
300
600
» 1.500
» 2.000
Totale 665.438
UN CENTENARIO
Domenica 31 corr. alle ore 9,30 sulla
piazza .lervis a Villar Pellice, verrà con
semplice cerimonia commemoralo il centenario del valoroso Sottotenente Giovanni
Bertinat, mortalmente ferito nella battaglia di Palestra (30 maggio 1859), l’unico
Valdese decorato al valore nella guerra
del 1859, con promozione sul campo. La
popolazione è cordialmente invitata a partecipare alla commemorazione.
Elenco tU don! ricevuti
per L'Eco delle Valli
Ringraziamo vivamente: Balmas Rina
(300); Martignoni Egidio (100); Carrera
Fanny (100); Bertetto Lina (100); Bonomi
Giordano (100); Rostan Max (350); Walter
Fritz Buff (200); Piac/entini Mario (600);
De! Pesi-o Piero (100); Luzzani Angelo
(100); Costabel Enrica (100); Gay Lidia
(200); Gennari Nora (100); Tron Beniamino (100); Corsini Albertina (1.600).
DONO IN MEMORIA
La Chiesa Valdese di Romai, via
IV Novembre ha offerto L. 50.000 a
favore della Biblioteca della Facoltà
Valdese di Teologia in memoria del
prof. Ernesto Combà.
Redattore: Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
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Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Madame
Catherine Berger
née Grill
est décédée le 10 Février 1959 à Page
de 93 ans.
Elle était née à Praly le 8 Août 1866
et la sépulture a eu lieu à Chicago le
12 Février 1959.
Nous exprimons notre sympathie
chrétienne à son fils M. Philip Berger et à toute sa famille.
Pruf. Dr. Franco Operli
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedi e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di Torre Pellice : previo appuntamento
Prof. Ilr. /l. Rnnisoonlrn
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