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ANNO LXXÏV
Torre Pdllce, 10 Dicembre 1943
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L’ECO DELLE
Nulla sia più forte della vostra fede!
(Qianavello)
SETTIMANALE DELLA
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abbonamento
Italia e Impero Anno L. 20 — Semestre L. 10
Estero . ... » » 30— » » 15
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira— La copia Cent. 40
CIRCOLARE
La Commissione del Canto Sacrai, radunatasi quest’autunno, aiveva prqiwrato tutto un programma di attività da
svolgere: Visite alle Corali ed alle Parrocchie; Convegni interparrocchiali di
Corali; feste di canto, ecc. Poi appena
ha tastato il terreno qua e là, ha trovato
poca rispondenza: non solo, ma ha appreso con vero rinerescìmento che le Corali hanno generalmente rinunziato ai
loro esercizi di canto. Le ragioni di questa decisione si possono anche intuire,
ma non gcustéficano, secondo noi, una rinuntoia totale all’esercizio del canto sacro. « Non è questo tempo da cantare »,
ha detto taluno. Ma il canto che è preghiera ed invocazione, che eleva l’anima verso il Creatore, non è un canto
qualunque; e nei momenti in cui l’animo r,fugge dalle manifestazioni di gioia
e di allegria mondane, esso trova un
conforto nel canto che sia espressione
di comunione col mondo invisìbile ed
eterno.
La Commissione ritiene quindi suo
dovere di proporre egualmente allo studio dei singoli e dei gruppi di amici del
canto sacro il programma di quest’anno,
specialmente dedicato — per quanto
concerne gU adulti — alle feste dell’anno
ecclesiastico:
Per Natale l’inno N. 51
» Fine o Principio
d’anno » » 253
» Venerdì Santo » » 54
» ‘Urna Domenica di
Confermazione » » 142
_. ».Ì...ÌL 17 fe^btmo. l’inno vdldese-« Glor
ria al Liberator » (testo italiano
dèi ben noto « Gioire au Dieu
d’Israël »).
Per le Scuole domenicali proponiamo
gli inni N. 307 - 310 - 327 - 328.
1° dicembre 1943.
Per la Commissione:
, Arnaildo Comiba, presidente
Un pensiero per ogni giorno
12 dicembre.
Poiché nulla abbiamo portato in questo mondo, è chiatro altresì che non ne
possiamo portare via nulla; ma avendo
da nutrirci e da coprirci, saremo di ciò
contenti. (P ep. Timoteo 6: 7-8).
13 dicembre.
Poiché, le occasioni di compiere dei
grandi sacrifici sono rare, non trascuriamo le piccole che mettono l’onore del
sacrificio alla portata di tutte le creature umane. H. Dieterlen
14 dicembre.
La gioia non consiste tanto nell’essere
lieti, quanto nel rendere lieti; essa è
fatta di tutta la gioia che di cui si é la
causa. W. d’Aygalliers
15 dicembre.
E’ spesso quando noi « of riamo » a
Dio, che, nel suo amore patemo, Egh
ci ¡reátltuisce ciò che noi gli abbiamo liberamente « offerto », Málveme
16 dicembre.
Con la mia carità, con il mio servizio, con la mia preghiera io voglio essere per tutti, particolarmente per
quelli che tu mai messo sulla mia strada, vicini al mio cuòre, uno strumento
di letizia, di forza, di pace, di vita, di
salvezza. A. Boegner
17 dicembre.
Oh! quanto è cosa buona e necessaria per la pace di tutti di tacere degli
aliai, di non credere facilmente ogni
cosa, di non ripetere ogni cosa senza discernimento.
, (Imitazione di Gesù Cristo)
18 dicembre.
La grande consoilazione in tutti gli avvenimenti di quaggiù è che Cristo é passato quaggiù, e ci ha additato la via di
Dio. C. W.
VAL O B S B
Rlgrui
Ciascuno per sè?
Numerosi sono stati, per il passato, in
sede di idiscussione religiosa i tentativi,
condotti spesso con innegabile serietà
di metodo, elevatezza di intenti, di gettar© le basi di un_ nuovo ordine più con^
formé ai principi deirEvanigelo.
Nel mondo, premessa di questo riordinamento era una revisiorìe di tutti i
Valori, compresi anche, anzi, sopratutto
quelli tradizionali: mordali e relligiosi. A
poco a poco, però, si é fatto stnada, in
non pochi uomini, la certezza che, nes* stìna chiarificazione di tali problemi,
nessuna loro impostazione ex novo sarebbe possibile, senza che Tumanità, nel
suo complesso e nella carne e nello spirito dei suoi componenti, passasse nel
crogio'lo della prova e della sofferenza,
attraverso il tormento deU’angoscia.
E quando le tenebre sono scese su
questo mondò e la bufera delTodio si é
scatenata ed ha sconvolto tutto e la
Parola di Amore e di Riconciliazione in
Cristo Gesù è sembrata reclusa nei
Ten^, ad uscire ed: a ride
stare^ spiratì ed i cuori, ancora abbiamo udito gli spiriti più aperti chiedersi:
« Dovremo noi possente attraverso tenebre ancora più profonde, per divenire
più maUeabìli? ».
E questa consapevolezza e questo dubbio, se hanno indubbiamente esercitato
ed esercitano tuttora, un’influenza deprimente sugli spiriti privi di una salda
fede, costituiscono, d’altra parte, uno
degli aspetti più interessanti, più significativi, ci si permetta dì dire; più consolanti della crisi presente.
Quando si potrà riandare con una
certa serenità ed obbiettività alla storia spirituale di quest’ultimo cinquantennio, si dovrà probabilmente ricono
Blvaner* i Prof. MNO CO|TMML
AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE;
Via Carlo Alberto, 1 bis
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TORRE PELUCE
scere come un incontro degli uomini di
buona volontà sia stato reso praticamente inefficiente da un superficiale
ottimismo di marca razionalista, per
cui si credette di potar regolare tutti i
rapporti umani mettendosi sur un piano
puramente umano di felicità e di benessere raggiungibili a forza di volontà
buona, di cooperazione intelligente.
Perfino quella che continuiamo a chiamare « la grande guerra » (1914-1918)
fu concepita o propagandata con questo spirito; i vecchi ^ed i giovanissimi
che sul Piave salvarono la Patria, combatterono e morirono con la convinzione dì difendere, nella Patria, l’umanità, di combattere la guerra per la Pace:
l’ultimia guerra!
Invece, dopo meno di un quarto di
secolo, una nuova prova, che ha assunto gli aspetti di una catastrofe, è sopraggiunta.
Di questa prova, il nostro modesto
settimanale religioso, appunto perchè
solamente religioso, non può trascurare certi aspetti i quali non possono non
preoccuparci nel campo spirituale.
* * »
Anzitutto, per esempio, l’affermazione di un nuovo, relativamente!, modo
di pensare e di vivere, di un costume
morale che vorremmo chiamare: la morale della chiocciola.
Prima che Giusti ne cantasse le virtù di animale esemplare, veramente autarchico ante litteram (si fabbrica una
casa con i suoi propri mezzi e sie la
porta dietro), sanamente lungimirante
(le sue coma individiuano gli ostacoli
per favorire una opportuna manovra di
deviazione), acconciamente prudente e
savio (si nasconde quando il tempo non
è propizio), prima del Giusti, Voltaire
¿ne aveva compendiato la filòsofia^
una frase divenuta celebre e che quiii^jCunp ha voluto addirittura considerare
^ *cpnìe un « nuovo Evangelo «
ifv-«'Et'mointenant culUvons notre jari‘’dm».'.
' V Candido, scampato per miracolo al
‘ terremoto di Lisbona, mutilato orren' damente in oriente, separato dalla dònLjaa amata, dopo molte e tragiche pem,T’#ezie che lo sbalestrano attfavierso
I l’universo mondo conosciuto, si può riui^ nire infine, vecchio, stanco, sfiduciato e
i|;>deforme alla donna che non ha dimenà, tifflate, vecchia, stanca, sfiduciata e deformine. Essi mettono cosi, ora, in comune,
'^’snella loro vita nuova, la somma della
Altero stanchezza, della, loro deformità,
¡P della loro sfiducia. E’ un pesante fardello per iniziare, sia pure sulla sogUa
; .della vecchiezza,.lina marcia in avanti,
vfrso l’alto!
>•' ¿Jn realtà, però. Candido non vuole
^qndare nè avanti nè in alto; Candido
non vuole più marciare; Candido vuole
s'sslo più vivere: se laisser vivre: colti^ vare il suo giardino!
E’ un ideale come un altro, anzi, più
cli^’-rispettabile, anche se oggi noi sia':*mb,in grado di capire meglio, che la
■ 'vita dei campi non rende sempre e pre' òisamente disinteressati e migliori gli
uomini, come fu dì moda credere, un
tempo.
Ma un ideale pericoloso, con lo spi- rito ■ di Candido, perché la) sua esclamazione riassume e conclude tutto un
sòttintesò « disperante » ragionamento ;
-- « Adesso basta; ho sofferto abbastanza per causa degli altri; tanti altri sono
rimasti a casa, si sono arricchiti, ed io
che ero il più innocente di tutti, io che
non ho mai fatto male ad una mosca,
io che non domandavo altro se non di
credere che il mondo è bello, piacevole
e che noi viviamo nel migliore dei mondi, io, proprio io, eccomi alla fine dei
miei giorni ridotto come un cencio di
cui nessuno vuole più sapere niente,
se non una, povera donna che nessuno
vuol più vedere. Adesso però, basta :
rimane un giardino: coltiviamo il nostro giardino! Ci tirerò intoimo quattro
mura, con del filo spinato; preparerò
un cartello cori sopra: attenti al cane,
vietato Fingresso ai mendicanti; e mangerò le mie rSipe in pace, alla barba di
tutti gli impoirtuni ».
¡a * !tt
Morale angosciosa ed angosciata, amico lettore!
Eppure quelle conclusioni, riprese a
distanza di secoli dal isarcasmo dolorante di B. Shaw, non sono il patrimonio
di qualche spirito deluso, che si diletti
di un’ironia sconsolata.
Abbiamo l’iimpressione che esse siano diventate l’espressione di uno stato
d’animo più diffuso di quanto non sembri, oggi più che mai, perchè in fondo
corrisponde aH’intima naturale ferocia
egoista dell’uomo, che si rivela crudamente neH’angoscia che ci accomuna.
Per questo, come accennavamo cominciando, la sofferenza di questa guerra ha un suo senso, perchè ci ha fatto
sentire in modo brutale ed inatteso la
solidarietà ohe ci unisce tutti, uomini
di città e uomini di campagna, luamni
di tutte le patrie, di tutti i continenti:
la solidarietà del peccato ci accorrmna.
Avevamo forse anche bisogno di
questo!
)(( »( #
Ci accomuna non ci affratella: questa
è veramente la grande angoscia 'dell’ora
presente.
Il vecchio detto popolare,, sorridente
scettico nei tempi facili: Ciascitwo per
sè, Dio per tutti, rivela tutta la sua turpe portata. Ci può essere un « Dio per
tutti », che tutti benedica, quando ciascuno pensa soltanto per sè e per sè
soltanto lavora? Ci può essere « un Dio
per tutti », quando ciascuno ha il suo
falso dio, il suo io che domina il suo
cuore?
E non si tratta di generiche affermazioni sermoneggiatrici: &i tratta di ima
realtà valdese, anche valdese ! Direi
quasi: sopratutto valdese, se osassi ricorrere ad una statistica dalla quale risulta i Valdesi molto amano i processi,
’I cire ità maggior pieroentuale idi proces- si è dovuta a quisticaii di passaggio, di
« boine », di liti coi vicini!
« Dio per tutti » che significato può
avere quando nella nostra vita quòtifiiiainia regna esclusivamente il nostro diritto, quando il nòstro vicino ha sönpre
torto, quando il codice è la sujprema
legge, e TE vanito è un paradosso sconcertante che non si può: inquadrare, ma
si può accantonare?
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Che senso può avere parlare di un
« Dio per tutti » quando noi, come inidividui, chiudiamo brutalmente la porta in faccia ‘all’uomo senza tetto, per
non essere disturbati nella nostra quiete casalingà; quando ci rifiutiamo come
membri di una Chiesa di partecipare
alle sofferenze della Chiesa; quando neghiamo alla comunità degli uomini il
nostro braccio e la nostra intelligenza
per ricostruire? Ricostruire ciascuno per
sè non può essere mai ricostruire nel
nome idei Signore! Cl.
PEESONAUA
E’ ciaduto, al suo posto di combattimento, néUa fedele testimenianza della
Parola, il cappellano valdese Alfredo
Rostain. Di lui diremo più ampiameate
nel prossimo numero. Solo ci sia qui
peimesso, in quest’ona di lutto delle famiglie Zavaritt-Rostadn-iPerazizi, esprimere alla vedova, ai familiari, la simpatia cristiana di quella Chiesa ohe il
candidato in teologia^ Alfredo Rostain
ha servito con amore, con quell’amore
che si dà, senza chscutere, fino all’estremo limite, fino alla morte. Red.
LA pagina cIaIìn glovntù
Dopo la guerra
Più la notte è fonda e più l’alba è vicina. Le tenebre s’addensano iatoitno a
noi. L’anima impaurita, stanca, cerca
conforto e luce.
Il giorno della cessazione deU’immane tragedia verrà. Proveremo un senso
di sollievo.
Ma le f erite della Patria e della Chiesa, che solo allora potremo vedere in
tutta la loro gravità, ci richiameranno
tosto ai nuovi urgenti compiti e non ci
permetteranno di concederci riposo.
Ci sarà detto, e lo sapremo da per noi
stessi, quale sarà il nostro dovere di cittadini. Quale sarà il nostro dovere di
giovani valdesi © di membri della Chiesa Valdese? Quali fini ci dovremo proporre e quali saranno i metodi più adatti
per conseguirli?
Esaminiamo alcuni settori della vita
valdese:
lo Chiesa nella sua consistenza interna
e nella sua opei-a di evangelizzazione;
la famiglia;
la gioventù.
’Tratteremo a parte il primo punto.
Soffermiamoci sugli altri' due.
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La famiglia! La sognano i soldati lontani dal palese, la sognano tante giovani
cui la guerra ha differito o impedito il
matrimonio. Vi sarà in. tutti ima gran
sete di vite di fanoiglia.
Le case distrutte saranno riedificate.
Bisognerà riedificare la famiglia oltre
la casa. Inutile costruire la casa se non
si gettano prima le solifie basi della felicità domestica, le fondamenta della famiglia cristiana.
Gli anni di guerra non hanno prepaf-
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
rato la gioventù alle'virtù faiaigliari,
' C’è da temere ohe dopo un primo tem*j* - Z' po di domestiche gioie, le cattive abi' ,^-^hJiidmi,'' l’osteria e i compagni l’ozio e il
fiuno per gli uomini, le fewolità della
moda e la vanità nelle donne,'* Tinsenisij'5„, abilità ha tìssistito o commesBO le
crudeltà'della gueara-totale/abbiano il
Asoppavvento: sulla tenerezza e la gentilezza, che son gairanzia della buona armonia e della pace in casa. ,
*La campagna svolta lo scorso anno a
prò’ della famiglia è stata necessairia, jma va proseguita. Il libro dèi paistoTe
Geymet che ne prolunga l’infleinza può
^ere di grande aiuto. Esalatene sempre una <x^ia agli sposi novelli.
Da parecchio tempo accarezzo l’idea
dì una Rivista della Famiglia Valdese
che rechi ogni mese in ogni nostro focolare un naessaggio ^irituale i
sani o per i malati, uno studio biblico,
una novella, aneddoti, curiosità, consigli
per le mamme, le massaie e gli agricoltori, U tutto accompagnato da abbondanti iUustrazioni e da fotografìe, e con
le finestire spalancate sull’Italia e sul
mondo. Qualcosa come « La Bornie Reime » ma con una teologia più solida,
una pietà più robusta e con orizzonti
più vasti.
Non farebbe concorrenza all’Eco, veramente insostituibile. Ne diventerebbe
il necessario complemento. Nella nostra
Chiesa — e perchè non faremmo appello anche a scrittori italiani e esteri
di altre Chiese? — vi sono tutti gli elementi, uomini e donne, per formare un
Comitato di Redazione, compreso lo specialista per le fotografìe (non ti fischiano le orecchie, amico Tini?), che possa
lanciare La prima annata e fare le prime esperienze.
Questa Rivista potrebbe anche ospitare in alcune sue pagine il movimento
della nostra gioventù, che vi si sentirebbe più a suo agio che nelle strettoie (sempre più strette) dei provvido
Eoo.
« « *
■ )
Siamo giunti senza accorgercene alla
Gioveniù. Quanto s’è fatto per la gioventù in questi ultimi anni !
Non si sono raccolti i frutti sperati.
Ma chi vomebbe negare i benefìci della
nostra orgianizzazione giovanile-? Chi
vorrebbe contestare che in questo periodo bellico raifiatamento fra Chiesa
e gioventù operato dalla FUV aia stato
provvidenziale? Chi. oserebbe contestare oggi alla Chiesa il diritto e il dovere
^ occuparsi della sua gioventù come si
è occupata dei suoi fanciulli e si qixupa
delle famiglie e dei vecchi; e chi vou>
rebbe p^uadere la gioventù a vivere
la sua vita sociale religiosa fuori della
sua Chiesa? Nessuno certo.
Si tratterà del dopo-guerra, quando
tutta la massa della gioventù sarà tornata a casa, di cogliere all’albero della
Federazione delle Unioni Valdesi tutti i
suoi frutti. Ne menzioniamo alcuni.
Segretario generale che possa dedicare tutto il suo tempo alla causa e alle
iniziative della ^oventù valdese, intensificando le visite a tutte le Unioni
d’Italia ed entrando in contatto con tutti i movimenti giovanili religiosi evangelici. ^
Fondazione e inquadramento delle
Urtíoni Cadette.
Uffici di collocamento e di assistenza
delle Rondinelle. ‘
Campi estivi per Cadetti, Gioventù
ndsta, gioventù femmile, per capi unionisti. Attuazione di un piano per ima
« Vaumarcus » valdese, cioè p>er una
sede fissa dei Campi, con appositi fabbricati, preferibilmente in Val d’Angrogna, che è al cenino storico e geocra"fico delle Valli.
Nuova impostazione delle attività
umonigtiche non strettamente religiose.
Finora il giovane valdese trovava nelle
Unioni (tó'le Valli come piatto forte lo
studio biblico con un piccolo contorno
di giochi dS società. Per pàsstaire le serate libere e per dLveirtìrsi un po’ egli
doveva frequentare altri ambienti nei
quali veniva distrutto quanto di buono
era stato edificato aU’Unioiie. Senza volerlo si favoriva in lui la formazione dì
due faccie: quella delTUnionista per le
sere dell’Unione, i culti e i Convegni, e
quella del giovane di mondo per le altre
occasioni.
Il giovane valdese dovrà trovare nei
locali dell’Unione il modo di passare
piacevolmente oogU amici le serate libere. Ciò implica la creazione di nuovi
settori nelle nostre Unioni, la costruzione o radattamento di nuovi locali. Ciò
implica sopratutto la preparazione disegretari, di dirigenti.
Perdhè la Federazione delle Unioni
Valdesi di domani sarà cosa dei governi
più che dei Pastori. I Pastori hanne^ bravamente fatto per la^oventù ciò che
la loro coscienza e la Chiesa ordinavano
loro di fare; ed è stato bene ch’e®i abbiano preso il timone in mano negli anni
burrascosi che abbiaino attraversato.
Ora, fra i giovani rimasti a casa e fra
quelli reduci dalla guerra e maturati
dalle prove vi sono certamente degli
elementi di fede sicura e ponderata, capaci di prendere la direzione di un
ramo dell’Unione. Si farà assegnamento
sui giovani sposati, i quali devono sentire che s’ha bisogno di loro, e che
rUndone non può continuare lad e^ere
una sala dove ogni due o tre anni vi è
cambiamento generale di volti e di
nomi e dove tutto è dia rifare daccapo,
e dove il Pastore deve far tutto. NelrUnipne si entra alla Confermazione e
si esce coi capelli che cominciano a diventare grigi, a meno che non intervengano gravi motivi tìi famiglia o di
lavoro per uscirne prima, o altri speciali motivi per rimanervi sino alla
vecchiaia.
E per oggi basta. S’intende che queste sono idee personali, non ancora pas■ sate al vaglio della discussione, dato
Tisolamento forzato in cui siamo.
Gustavo Bertìn
Cronaca Valdese
ANGROGNA (Serre)
Domenica, 28 novembre, ahbismo accompagnato alla loro ultima dimora terrena le spoglie,mortali di Susanna Benech vedova Ricca deceduta alla frazione Naizerot, all’alba del 27 novembre, in seguito a malattia, alla età di
anni 84.
Sulla figlia, sui parenti tutti, scendano le consolazioni del Padre. e. a.
PEHRERO-MANIGLIA
Il 26 novembre im numeroso corteo
accompagnava all’estremo riposo la spog^ mortale di Adele Micci naia Toja,
di anm 60, abitante nella frazione Forengo. Essa è stata rapita impirovvisamente all’affetto del marito e dei figli
che, sostenuti dalla fede e dalla speranza cristiana, piangono colei che tanto
si occuf>ò di loro. Su di loro scendano
le preziose consolazioni del Signore!
POMARETTO
Mairtedi 30 novembre u. s. hanno
avuto luogo le esequie della signora Maria Blengini nata Ansaioni, deceduta al
nostro Ospedale dopo lunga e penosa
malattia, in età di 44 anni- Essa app^teneva alla Comunità di Toiino ed aveva travato ricovero al nostro Ospedale
in seguito a sfollamento dalla città.
Esprimianao ancora al marito, alla venerata mamma, ai fratelli e sorelle come
a tutti i parenti, la nostra cristiana simpatia, additando loro le dimore celesti.
— In occasione della sepoltura della
nostra sorella Clementina Tron vedova
Micci, il pastore di Massello, sig. Tron,
ha rivolto alla memofria dell’estinta un
omaggio di riconoscenza per l’opera
umile ma efficace da lei compiuta nel
passato in varie attività della parrocchia nel cui seno trascorse la maggior
parte della sua vita.
— Abbiamo preso viva parte all’imnienso dolore del nostro fratello Filippo
Pone, di Penosa, e della sua famiglia
per l’immiatura perdito della figlia doti,
prof. Mariuccta, mancata al loro affetto
nella verde età di anni 31.
Dando loro rassicurazione della nostra sentita simpatia, invochiamo su di
loro le celesti consolazioni.
— Doménioa, 5 corrente, abbiamo accompagnato al cimitero la piccola s|k>glia mortale di Maria Long di Edmondo (Masselli), che, chiamata alla vita di
quaggiù non ne vide la luce, una luce
più bella avendone attirato la piccola
anima più in alto. '
A.Ì genitori afflitti ricordiamo che « se
il Signore affligge ha altresi compassione secondo la moltitudine delle sue
compassioni ».
— Due culti particolarmente dedicati
alla gioventù hanno avuto luogo le domeniche 29 ottobre e 28 novembre rispettivamente nel tempio e nella cappella del Clot Inverso Pinasca. In quelle
occasioni degli apprezzati messaggi sono
stati rivolti dai signori Enzo i^rpura,
Tildina Gay, Giuseppe Soarinci e Lillina Rostagno.
Il prossimo culto per la gioventù avrà
luogo, a Dio piacendo, domenica 19 di-'
oembre corrente, alle ore 18, ifella Scuo
la Latina. Tutta la gioventù manifesti
di api^ezzare questo ramo di attività
partecipiànidovi compatta. «
SAN GERMANO CHISONE
Asilo dei Vecchi. Abbiamo^ ricevuto
con gratitudine l’offerta di L. 200 dai
colleghi della Fiat del signor Ernesto
Gay, per « fiori in memoria » del di lui
padre P. Gay.
Il Direttore: B. Soulier.
TORINO
Il 21 novembre ha avuto luogo, in Luserhà San Giovanni, raccompagnamento funebre del nostro fratello Carlo Davit, di anni 65, spentosi improvvisamente alFAsilo dove si era ritirato dalla
nostra città alcuni mesi or sono.
A Pomaretto, il 27 novembre, dopo
lunghi mesi di dolorosa sofferenza, si
spegneva in ancoir giovane età la nostra
sorella Maria Blengini nata Ansaioni. I
funerali ebbero luogo il 30 novembre.
Rinnoviamo alle famiglie provate dal
lutto la nostra viva simpatia cristiana.
— Nell’intimità della famiglia, il
30 novembre, è stato benedetto il matrimonio della dottoressa Nora Rostan,
figlia del giudice cav. uff. Giovanni Rostan, con il idott. Alberto Russo-Frattasi.
Agli sposi ed alle loro famiglie, rinnovati auguri di ogni benedizione nel
Signore.
TORRE PELLICE
Il culto, domenica prossima, alle 10.30,
sarà presieduto dal professore Davide
Bosio, della nostra Facoltà di Teologia.
— IidJdio ha richiamato da questo
, mondo la sógjnara Severina Agli nata
Benech, dei Fassiotti, all’età di 58 anni,
dopo molti mesi di malattia.
Il 4 dicembre si addormentava serenamente in Dio la signorina Margherita
Geymonat (viale Mazzini), tolta aU’affetto dei suoi cari all’età idi 80 anni.
In modo repentino fu richiamato da
questo mondo il signor Giovanni Pietro
Revel (Rocca Boudet), all’età di 75 anni.
Dopo una lunga prova dovuta ad una
malattia contro la quale la scienza si è
idimostrata impotente, tornò a Dio l’anima della signora Angela Pugno in Pellegrin, aU’età di 68 anni.
Rinnoviamo alle famiglie in lutto
l’espressione della nostra viva simpatia
cristiana.
VILLASECCA
E’ deceduta alfe Grange di Bovile Enrichetta Peyrot nata Genre. Il funerale
ha avuto luogo il 25 novemibre, e malgrado il tempo poco propizio, è stato
una testimoinianza di stima all’estinta.
Ai figli vada l’espressione della nostra simpatia cristiana,
— Al culto di domenica mattina 5 dicembre, è stata presentata al Battesimo
Elsa Giacomino di Cesare e di Ida Massel. Voglia il Signore benedire questa
bambina.
Off
Abbiamo ricevuto e trasmesso:
Pro Pastori emeriti;
« Tutte le cose cooperano al bene di coloro che lamano il Signore »: L. 1.000.
E’ deceduta in Angrogna, agli Staifiat, in età di anni 81, Margherita Villielm vedova Rivoir. Ai figli Adelina,
Ester, Silvio, Louisette la nostra cristiana simpatia.
[onaidi illa» leiinala di me»aDdiia
Ma, Ligarla a Piacaaza
COMUNICATO
Si porta a conoscenza delle Industrie
Italiane che quanto prima — per alcune è già in atto —- trerranno loro com' messe ordinazioni di materiali da parte
del Ministero della Difesa Nazionale
Italiano per forniture di carattere bel; fico diretto ed indiretto.
' Per quanto riguarda le ,assegnazioni
I dei materiali necessari alle lavorazioni
le Industrie dovranno rivolgere le rej lative domande alle competenti Delegazioni Interprovinciali per le fabbrioazioni di guerra.
Il Generale di Divisione
Comandan^:
F.to: M. Guassardo
Novità !
■ Da un messaggio ai giovani dei proj.
E. Naville traduciamo alarti passi che
possprM interessare anche i non giovani:
« Si, rial abbiamo bisogno di qualcosa
di nuovoi ma che cosa potrebbe darsi
di più nyovo che la ooì[ivetrsione delle
anime s la trasformazione progressiva
della società per mezzo dalla Paróla di
Crisito? Che cosa potrebbe darsi di più
nuovo dell’orgamzmzime dello famiglia umana nell’unità, nelVarmortía, nell’amore? Dei grandi progressi sono stati
realizzati, ma quanti ne rimangono ancora da compiere! Non abbiamo più dei
gladiatori, ma abbiamo le guerre. Non
abbiamo, più gli schiavi, ma quanti mi- .
glioramenti àncora da introdurre nei
rapporti delle diverse classi sociali!...
« Per esser soddisfatti del mondo cosi
com’è e di voi stessi, cosi come siete,
bisognerebbe distruggere i più liobili
istinti della natura, impoverire e rrvutilare le vostre anime... Non è la Verità
che manca, siamo nói che manchiamo
alla Verità. Vivere la Verità, attuare
il pensiero del Cristo sarò sempre una
grande novità. Nella nostra civiltà cristiana, ma incompiutamente cristiana,, i
fedeli dkscepoli di Cristo Gesù che mettono in pratica la fede ch’essi professano, sono segnati col dito. Volete provare?
«Siate c^i cristiani veri, sforzatevi d»
essere dei cristiani compiuti. Non intervenite nella lotta delle passioni, de'
gli interessi e dei partiti se non per difendere nella misura delle vostre forze,
il diritto, la giustizia, la verità. Sarete
considerato un.novatore incomodo, forse
un insensato. Infatti gli uomini parlano
di progresso e di novità, ma non vogliono udir parlare di una novità che li
umiìki e di un progresso che li condanna. Camminate tuttavia d’un passo fermo! Nella misura in cui voi realizzerete
l’amore di Cristo, sarete uno dei grani
di sale della terra, sia pure il minimo;
uno dei raggi, ancorché il minimo, della
luce eterna ».
Il Signore ho, voluto più presso a Sè il
Tenente Cappellano Valdese
ALFREDO ROSTAIN
che per lunghi mesi Lo ha servito con
slancio di fede e d’amore, portando il
messaggio dH Cristo agli Alpini Valdesi
della Balcama.
Profondamente addolorati per la temporanea separazione ne danno V annuncio :
la moglie Carla Zavaritt;
la mamma Elena Rostain;
i fratelli Enrico con la moglie Èva L’Eorivain; Edina con il marito Guido
Ribet e bimbi; Aldo;
il suocero Giulio Zavaritt;.
il nonno Valeriano Perazzi;
gli zii, i cognati ed i parenti tutti.
« Non mi trattenete, giacché
TEterno ha fatto prosperare
il mio viaggio; lasciatemi partire, affinchè io mie ne torni al
mio Signore ».
Genesi 24: 56.
La famiglio, AVONDETTO, commossa e riconoscente per le manifestazioni
di simpatia e di cordoglio avute nella
luttuosa circostanza della dipartita della
ma cara
iría lllesiilliDa llviflili!llo
nata Gardiol
ringrazia quanti le furono di aiuto e di
conforto, e presero parte al suo profondo dolore. Particolare gratitudine
esprime ai pastori signori Beri, Eynard,
Marauda, Rostan e Bertin ed alle famìglie Gardiol,. Godine e Fomeron.
S. Secondo di Pinerol», 30 nov. 1943.
STUDIO TICNICO
Ocomalra
ERNESTO OARDIOL
Piazza Qiosuè OiatiAvello
TORRI PILLICI
Prof. Giro Gostabkl, Direttore responsabile
ART! GRAFICHE “ L'ALPINA „ -Torrç Pelile«
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