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Roma, 20 Norembre 1909
SI pubblica ogni Sabato
ANNO li - N, 47
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Propugna gl’interessl sociali, morali e religiosi in Italia
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abbonamenti
Italia ; Anno L. 3,00 — Semestre L. 1,50
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Direttore e Amministratore : B. Celli, Via Magenta 18, Roma
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flM©RE E GlUSTlZia
Oh ! i momenti fugaci della
nostra sincerità buona !....
« L’Italia — mi diceva un giorno a Parigi, nel
settembre scorso, uno scienziato giapponese —è il
paese della luce, della bellezza, dell’ arte, ma... ma
anche il paese dove vi è poca religione » ! La frase
non è nuova : l’aveva detta molto tempo innanzi
l’acuto scrittore del * Principe », il grande Niccolò Macchiavelli. Certo, a chi bene osserva, senza,
preconcetti, con occhio limpido e sereno, uomini e
cose dell’oggi, tempi ed ambienti contemporanei,
facendo un’analisi rapida, incisiva, coraggiosa dell’attuale momento religioso nella nostra penisola,
il giudizio deH’illustre studioso nipponico appare
pieno di verità.
Senza dubbio, in Italia abbiamo molto cattoHcismo,
ma cattoHcismo ufficiale ; cristianesimo vero e sentito, schietto e forte, cristianesimo cattolico non ne
abbiamo, o. almeno, assai poco. Per questo le anime
muoiono senza fede, senza amore e giustizia, e i
robusti caratteri e le gagliarde individualità tramontano dai nostri brevi orizzonti scomparendo dolorosamente nel vortice iroso di un tremendo avvilimento I E ciò perchè il cattoHcismo ufficiale non è
altro ché una potente vernice di religione, una statua
colossale di granito, gelida e muta, nel tempio meraviglioso della Natura, un partito esclusivista che
nasconde tutto un dramma materiato di equivoci
fatali, di enormi incertezze, di fenomenali contraddizioni. E’ un fantasma gigantesco che, con le armi
dell’indifferenza e del fanatismo, forte di una legislazione pervasa da umane passioni, atterrispe le
le anime pavide, ancora incoscienti, travolgendo, in
una fosca tempesta di ambizioni e di egoismo, le più
alte e le più nobili idealità del cristianesimo evangelico, le fedi intense e le speranze sublimi, gli
ardori di anime pure e i sospiri di cuori generosi
invocanti — come Veggenti d’israello — il regno
della giustizia, della pace, dell’araore.
Potrei documentare queste mie affermazioni, se
dovessi scrivere più che un semplice articolo ; potrei dire, con la testa alta ed onesta, la verità ; ma
allora dovrei anche spiegare, dinanzi allo sguardo
delle coscienze, il triste spettacolo della giustizia e
dell’amore, spenti ed uccisi da mani consacrate, ma
spesso brutali.
Bisognerebbe penetrare nei palazzi (Ielle curie
episcopali, negli umili villaggi delle campagne, passare attraverso la nera burocrazia delle curie ecclesiastiche per convincersi che, spesse volte, la ragione è del più forte, del più astuto, del più politico,
del più ipocrita, che, senza Dio e senza coscienza,
consolida il proprio benessere, terreno e materiale
sempre, sulle lacrime di venerandi sacerdoti, di uomini illibati e di anime cristiane. Ed io ho veduto,
ho contato queste lacrime, cosi dolorose, cosi meste;
ho veduto questa strage invereconda di apostoli cristiani, di eroi e di martiri del Vangelo: e fa allora
che, con un senso di sfiducia profonda, ho detib
amaramente a me stesso : Il motto fatidico di Pio
X : « histanrare omnia in Cbristo » è una superba,
atroce ironia !
Nel cattoHcismo ufficiale non vi è giustizia, non
vi è amore. Conosco prelati eminenti che ad anime
sacerdotali, invocanti giustizia, risposero freddamente:
Il Crocifisso è il vostro premio ! non ricordando che
appunto il Cristo è un Dio di amore e di giustizia.
Oh ! sulla pelle altrui si lavora bene ! E al loro
tavolo questi signori ed illustrissimi prelati sciolgono
facilmente i più gravi problemi della religione, troppo
facilmente !
Le anime si allontanano da Gesù per gli scandali
dei cattivi ? Non importa ! Sorgono discordie tra i
fratelli ? Non importa ! Il sacrifizio è misconosciuto,
l’amore oltraggiato, la verità offuscata ? Quid est
veritas f — chiedono i sacri magistrati — Che cosa
è la verità ?... e rimangono indifferenti davanti alle
vittime della prepotenza : ed intanto le rovine si
accumulano nella chiesa di Dio, e scoppia furibondo
r incendio delle più volgari passioni.
So la parola della filosofia che dice : Dal particolare non si può ascendere sAV universale ; ma
questi fatti che ho constatato io stesso, e che snecedono ogni giorno, sempre, continuamente, non
rappresentano forse il grande esponente di quella
legislazione senza spirito cristiano che ha oscurato
quel grande ideale d’amore i che vibra nelle pagine
luminose del Vangelo, la Parola buona del Maestro
buono, divino di Nazareth ?
Non bisogna illudersi 1 Necessita ed urge un ritorno
sincero al Vangelo, al cristianesimo primitivo, a
quel Vangelo di Cristo che non adula, nè lusinga e
non teme l’nomo, perchè viene dall’ eternità ed è
voce di Dio.
Non bisogna illudersi ! I tempi per una vasta
riforma religiosa non sono ancora maturi, ma molte
anime libere e candide, piene di fede e di amore,
preparano nel silenzio l’ora suprema di questo avvento glorioso, e pugnano e predicano
sotto la stola
di fra Girolamo
Savonarola.
Non bisogna illudersi ! Vecchi sistemi e convinzioni decrepite ornai devono cadere per cedere il
posto a sistemi più alti, a convinzioni più profonde,
recanti la pace, la giustizia e l’amore.
Sarà sogno questo ? Sogno non è l’idea che dà la
tregua santa di Dio I Edelmeiss
La Luce in Hmerica
Il rappresentante della Chiesa Valdese
negli Stati Uniti, Sig- ^*•'0^- Past. Alberto
Clot {86, Romeyn St., Rochester N. Y)
è anche incaricato di ricevere abbonamenti
alla Luce. — Inviargli fin d’ ora L. 5 per
abbonamento 1910.
Un panegirico
Enrico Ferri ha scritto nella Ruova Analogia intorno al suo maestro, testé rapito ai vivi, Cesare Lombroso, un panegirico ! « Animo ingenuo, di bontà infinita, eec. eco. »
Eispettiaino e comprendiamo il sentimento che al
Ferri dettò queste ed altre parole. Ne’ suoi panni ci
saremmo espressi come lui : la figura d’ una persona
cara che se ne sia andata per sempre si abbellisce nella
fantasia (é un fenomeno naturalissimo questo) e noi —
come Enrico Ferri — non ne distingueremmo più i difetti e ce la vedremmo dinanzi trasfigurata in un’aureola
radiante di virtù squisite e perfette. Quel che il Ferri
dice del Lombroso, noi l’abbiam detto o saremmo disposti a dire di altre persone grandi come l’Antropologo di Torino o più grandi ancora o più piccole : il
nome e la fama poco importano,. quando si piange sur
una fossa scavata di fresco. Perciò non sar-emo noi a
gittat la pietra contro l’articolista della JVmva Antologia, contro il discepolo devoto, entusiasta.
Questa doverosa considerazione non ci impedisce tuttavia di porre in rilievo — cosi, parlando in generale,
e senza ripensare altrimenti alTillustre morto — alcune cose che, nel panegirico, ci hanno fatto una
speciale impressione, e che — secondo il nostro parere
— meritano due righe di critica franca e sincera.
Il prof. Ferri dice dell’ individuo A : « L’individuoA è la virtù personificata ».
Sta bene, rispondiamo noi; e ci iguarderemo bene,
per delicatezza, dal chieder le prove del giudizio che
potrebbe anche in un senso esser giustissimo ; ma-una
domanda è lécita cionpndimeno : Che concetto si è Ella
fatto, egregio professor Ferri, della virtù ?-Parliamo cosi
idealmente, imaginando un caso qualsiasi; non si tratta
— come ripetiamo —, di menomar nulla a quel che il
Ferri dice del Lombroso, che siamo disposti a tenere
per una mirabile eccezione, se non altro. La nostra domanda non perde, per questo, nulla della sua importanza. La scienza fa dei virtnosi, senza Tausilio della
religione? E sia! Ma, di grazia, fissiamo ben bene il
significato dei termini : che vuol dire « virtuoso ? »
che senso ha per Enrico Ferri il vocabolo « virtù? »
E’ virtuoso colui che tratta amorosamente i suoi di
casa, che- accoglie, con affabile sorriso gli amici, che
non-rnb», che non uccide, che non fa debiti senza necessità, ohe s’ingegna di beneficare il prossimo per quànto
gli sin possibile? E’ questo il concetto cheli Ferri ha
della virtù? Se èquesto, ci preme di fargli sapere che
non rinanzieremo mai alla religione, che non ci appagheremo mai della sola scienza; perchè a noi preme
qualche cosa che venga e s’impossessi di tutto Tesser
nostro convertendo la nostra condotta impura in una
condotta pura, anzi rimutando fin nella loro più nascosta e impenetrabile realtà 1 nostri pensieri, i nostri
sentimenti e quanto v’è di più profondo e di più inafferrabile in noi ; poiché ciò eh’ è in noi non è buono,
quantunque nelle sue manifestazioni esteriori, sembri
tale, e sembrerebbe certo anche all’onorevole Ferri;
quantunque noi — e lo diciamo a testa alta — per chi
ci osserva siamo virtuosi almeno quanto i migliori increduli seguaci della scienza.
Non ci dica ilFerri: Non è véro che siate cosi virtuosi:
non lo dica, perchè egli non ci conosce e non sa che
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LA LUCE
la nostra giovinezza (umanamente parlando) è stata
l’ansterità stessa, e la nostra vita (sempre nmanamente
parlando) più virtuosa certo che non sia quella di tanti
increduli illustratori della scienza. Eppure... ci sentiamo
tanto imperfetti, anzi tanto cattivi !.. Come spiega questo fenomeno il Ferri ? Nevrastenia ? Oh via ! questa
parola è diventata ormai il dms ex machina a scioglier tutti i problemi untautinino ingarbugliati. La ve-,
rità vera è (e permetta, Onorevole, che gliela diciamo
francamente) la verità è che Lei confonde superstizione
•con religione, e che oltre ai superstiziosi sono anime
non superstiziose, ma religiose, e che a queste anime
religiose — le più nobili di tutte — brilla dinanzi un’ideale morale, di cui Ella — vissuto nelle università, nei
comizi e alla Camera — non possiede nemmeno un’idea
approssimativa. Se ne avesse invece un’esatta idea, cesserebbe issofatto — per la sincerità che le fa onore —
•di denigrar la religione, vantando i miracoli della scienza
sola; ma ammetterebbe la necessità dell’ideale nostro,
riconoscendo nella scienza l’inettitudine a rinnovare, a
« rigenerare » un'anima nella sua più intima vita.
Ella, onorevole Ferri, sostiene che « anche la scienza
può dare, da sola, all’esistenza individuale e collettiva
tanta fiamma di ideale e di virtù, da bastare aH’umanità non solo come sorgente di luce contro le tenebre dell’ignoto, ma'bensì come guida di ogni dignità ed elevatezzamorale ».
Anche la scienza. Ella dice. E meno male, poiché
queU’ancAe contiene, alla fin dei conti, una concessione.
« Anche ! » C’è dunque qualche altra cosa che produce
i medesimi effetti ! Qual è questo altro qualche cosa ?
La religione?
Mille grazie per la concessione ; ma essa non ci basta.
La scienza nobilita l’uomo, come lo nobilitano la letteratura, la poesia, la pittura, la musica (non vedremmo
per che si dovrebbe attribuir alla scienza più potenza
che all’ arte) ma la scienza, se inalza l’uomo, non lo
rinnova, non lo rigenera, non ne fa un essere totalmente diverso — nelle tendenze — da quel ch’egli era
per natura. La rigenerazione è opera della religione.
Diciamo « religione », non superstizione ; poiché la superstizione vale qualcosa meno d’un sincero e franco
ateismo. Si dia la briga l’onorevole Ferri di studiare
un poco davvicino, non un’anima superstiziosa e neppure un’anima religiosa purchessia, ma un esemplare
bene scelto di cristiano, com’era, per esempio, unoiSpurgeon, un Moody, un Frommel, e si convincerà che abbiamo ragione. Perchè questi scienziati liberi pensatori
non concedono a sé stessi la libertà di frammischiarsi
ad ogni, sorta di persone, per studiarle intas et in cute f
Avrebbero anch’essi paura di una qualche scomunica ?
Inutile aggiungere che — quando fosse vero che la
scienza da sola possa trasformare, nel senso che intendiam noi, la creatura umana — si avrebbe egualmente
a conservar con cura gelosissima la religione ; perchè
la scienza è patrimonio di pochissimi ; e non vorrà —
speriamo — il prof. Ferri condannare il genere umano
a contentarsi delle virtù condensate in alcuni pochissimi campioni che si chiamano scienziati!
Un’ultima osservazione.
Cesare Lombroso fondava — scrive il suo panegirista
- le proprie dottrine sui fatti, e le rimutava, se si
avvedeva che le dottrine non rispondessero più ai fatti
stessi.
Sui fatti si devono fondar le dottrine, questo è verissimo. Ma il mutar frequente di dottrine, fondandole
sempre sui fatti, che prova? Prova che i fatti eran
stati esaminati affrettatamente, che si aveva furia di
sintetizzare. E questa furia non va assolutamente, non
è da scienziato. E’ il rimprovero che noi moviamo a
Cesare Lombroso. Egli concludeva quando avrebbe dovuto contentarsi di proseguire pazientemente fin minuzioso e più vasto esame. Tardi s’accorse, per esempio,
che si prodncevano fatti medianici, quantunque questi
fatti fossero già in voga quando il Lombroso non era
che un giovinetto (tra parentesi : noi non siamo spiritisti). Questo mutare e rimutar di dottrine, in omaggio
a fatti preesistenti e che ciascuno avrebbe potuto a
suo bell’agio investigare, è segno d’nn’ansia filosofica,
ma niente affatto scientifica, d’arrivare, e d’ arrivar
presto a una eonclnsioné, a una sintesi. Ora lo scienziato vero fa tntt’il contrario per l’appunto : procede
cioè lento e circospetto, e — come suol dirsi — col
pié di bioinbo. Neppure, scientificamente parlando, Cesare Lombroso può proporsi a modello. E il panegirico
ci fa l’effetto d’aver fallito lo scopo.
Al Ferri e a chi la pensa come lui proponiamo uno
studio accurato, spassionato, instancabile di tutti i &tti,
senza trascurare quelli a cui cristiani arditi e modesti
insieme, come siam noi, attribuiscono la rinnovazione
intima e profonda del loro essere spirituale. Ci si prò vi
il Ferri, e poi — s’egli è sincero, come non dubitiamo
— non ostante le magagne che incontrerà anche nella
più ideale vita cristiana, dovrà ricredersi, e riconoscere
che là religione — bene intesa — che la religione del
Cristo, ricevuta, sentita, vissuta senza fanatismi e senza
ipocrisie è la sola vera potenza di trasformazione, di
« rigenerazione » spirituale, all’opera in questo povero
mondo.
L’Ottiiflismo di “ Papà Numero Dodici „
all’ Ospedale
< Io so essere contento dello stato in cui mi trovo »
S, Paolo
Contentarsi, ed essere contento son due espressioni che parebbero dover essere equi equivalenti
m&-, mnìo&QUQ. Contentarsi è un prendere le cose
come vengono, senza dare in escadescenze, sottomettendosi alla necessità contro la quale siamo impotenti ; è quel rassegnarsi brontolando, come dicono con fine umorismo i Piemontesi. Essere contento è provar qualche gioia, trovare nella nostra
posizione qualcosa di cui possiamo ringraziare Iddio,
di cui in realtà godiamo è siamo a Lui riconoscenti.
Ed io son proprio lieto che San Paolo abbia adoperato, se non l’espressione italiana, almeno quella
greca che equivale alla nostra : esser contento, anziché a quella : contentarsi. E gliene sono grato,
perchè in tal modo egli ci ha insegnato che, anche
nelle posizioni che paiono meno favorevoli, il Cristiano deve e può trovare qualche lato pel quale
egli abbia a rallegrarsi e a riconoscere la mano paterna del suo Dio.
L’Ottimismo è una filosofia, dicono alcuni ; per me
l’Ottimismo sano e saggio è un atto religioso ; è un
profumo accettevole al nostro Dio e Padre.
Ma lasciamo i ragionamenti e permettetemi di presentarvene un caso, un caso cosi ingenuo e simpatico che, son sicuro, voi ne rimarrete gradevolmente
commossi ed edificati.
E’ un vecchio malato all’ospedale.
* La mia caduta, narra un giovane operaio, mi
ritenne all’Ospedale per più di due mesi. A volte
disperavo di guarir mai più. Ma c’erà un vicino che
mi facea coràggio.
Era un povero vecchio tutto ricurvo per cagion
dei dolori, e che si chiamava, mi paré, Pariset ; ma
non si usava chiamarlo altrimenti che col numero
del suo letto, il Numero Dodici. Nello stesso letto
egli aveva già fatte tre lunghe malattie, e cosi egli
ne era, iq certo modo, diventato proprietario. Medici, studenti, infermieri, tutti conoscevano il buon
Papà Numero Dodici e ne provavano simpatia. Una
creatura più mite di ini non camminò mai sotto il
cielo. Veramente il camminare non era più per lui,
ahimè I altro che un antico ricordo. Da circa due anni
aveva perduto quasi completamente l’uso delle gambe ;
ma colle mani, rimaste libere ed attive, egli guadagnava il suo pane facendo delle copie di scritture
per avvocati e notai ; e, com’egli diceva, non era
rimasto troppo sconcertato ed aveva continuato a
compiere pacificamente il suo lavoro.
Un po’ più tardi la paralisi gli rese inerte il
braccio destro, ed egli provò ad esercitarsi a scrivere col sinistro; ma il male faceva progressi rapidi ed il bravo vecchietto era stato trasportato all’Ospedale, dove, diceva lui, aveva avuto la fortuna
di trovar libero quel medesimo letto ; il che l'aveva
quasi consolato. « I giorni nuvolosi non durano
sempre, diceva ; ogni giorno ha un indomani ».
Ed aveva preso possesso del suo letto con vera tenerezza.
L’Ospedale che ai più appai* si penoso, era quasi
per lui un luogo di delizia. Egli vi ritrovava tutto
a suo gusto, ed ih abbondanza. L’ammirazione sua
per le più piccole comodità mostrava quali privazioni egli avesse fino allora sopportate. La nettezza
della biancheria, la bianchezza del pane, la squisitezza delle minestre lo mandavano in estasi ; e non
si saziava di magnificare la munificenza dello Stato
che offriva tali ricoveri agli ammalati poveri. E non
si fermava li la sua riconscenza, ma abbracciava ogni
cosa. A sentir lui, Dio aveva avuto a suo riguardo
dei favori speciali (e certo ciò era vero in un senso) ;
gli uomini stessi gli avevano mostrato sempre grande
benevolenza ; le cose, perfino lo cose, volgevano sempre
a suo profitto. Il medico interno, diceva sorridendo
che Papà Numero Dodici aveva la mania della felicità; ma era una mania che costringeva ognuno
a stimare, ad amare quel buon vecchio ; era una
mania che serviva d’incoraggiamento a chi lo vedeva.
E mi par di vederlo ancora, seduto nel suo letticciuolo, col berretto di seta nera, gli occhiali sul
naso ed un vecchio volume di poesie che egli rileggeva continuamente. Sul suo letto cadevano ogni
mattina i primi raggi del giórno, ed egli non tralasciava mai di rallegrarsene e di ringraziare Iddio.
A vedere la sua riconoscenza, avreste detto che il
sole si levava particolarmente per lui. Egli mi chiedeva sempre notizie della mia guarigione ed aveva
sempre qualche parola d’incoraggiamento per me.
Lui stesso era un esempio di pazienza assai più eloquente che le sue parole. Quando vedevo quel povero corpo quasi inerte, quelle misere membra contorte, e al disopra di tutto ciò, quel viso sem|ire
animato dal sorriso, non ayevo il coraggio di dimostrare e neanche di sentire impazienza per la mia
malattia.
Ogni volta che lo coglieva una crisi : « E’ una
cattiva giornata da passare, diceva; ma presto il
sollievo verrà ; ogni giorno ha il suo indomani ».
Era il suo motto favorito, e lo ripeteva sempre. Il
mio amico Maurizio che nel visitarmi aveva finito
per conoscerlo davvicino, lo salutava con affetto e
mi diceva :
— E’ un santo ; ma non guadagna il paradiso
solo per sè, lo fa guadagnare anche agli altri. Uomini
simili dovrebbero porsi in cima ad una colonna perchè
tutti li vedessero. Quando lo si guarda si ha quasi
vergogna di star be)ie, o per lo meno dà il desiderio di meritarlo. Che cosa potrei fare per dimostrare al buon Papà Numero Dodici la mia stima
affettuosa ?
— Vedete, gli dissi, di cercar da un rivenditore
di libri il secondo volume delle poesie di G. B. Rousseau, son sei anni che l’ha perduto e che rilegge
il primo.
— Come ! è affezionato ai libri ? — esclamò Maurizio un po’ sorpreso. — Va bene ; giacché quello
è il Suo debole, scrivimi su una carta lo scartafaccio
che dici e glielo cercherò.
Ritornò infatti qualche giorno dopo con un volume
legato che presentò trionfalmente al caro vecchio.
Costui, nell’aprirlo, parve un po’ meravigliato : ma
avendogli detto Maurizio che, secondo una mia raccomandazione, gli aveva procurato quel secondo volume di Rousseau ; Papà Numero Dodici lo ringraziò con effusione. Quando il muratore Maurizio
fu partito, volli vedere il volume ; il mio buon vicino arrossi, cercò di sfuggir la conversazione, balbettò : ma costrettovi da m(!, mi porse il volume ;
era un vecchio Almanacco di Gotha.
Il rivenditore, abusando dell’ignoranza di Maurizio, glielo aveva dato per quello che costui ricercava. Scoppiai dalle risa. Papà Numero Dodici m’impose il silenzio con grande vivacità.
— Volete voi che il signor Maurizio vi senta ?
— esclamò. — Preferirei perdere non so che cosa
piuttosto che togliergli [il piacere del suo regalo.
Non aveva mai veramente desiderato l’Almanacco
di Gotha, ma forse l'avrei desiderato più tardi ; ogni
giorno ha il suo indomani. D’altronde è una lettura molto istruttiva ; ci ho trovato i nomi' e i cognomi d’una quantità di principi di cui non avevo
mai sentito parlare.
L’Almanacco fu conservato preziosamente accanto
al volume di poesie, e il vecchio non mancava mai
di sfogliarlo appena vedeva Maurizio. Costui ne era
tutto fiero e contento.
— Vedi, mi diceva ogni volta, che gli ho fatto
un regalo coi fiocchi!
Verso la fine del mio soggiorno all'Qspedale le forze
di Papà Numero Dodici diminuirono rapidamente.
Ben presto fu completamente immobile ; la lingua
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LA LUCE
stessa fu imbarazzata. Gli occhi soli sorridevano ancora. Una mattina mi parve però che anche lo sguardo
fosse pressoché spento. Mi alzai e mi avvicinai a lui
per chiedergli se voleva bere. Pece un movimento
colle palpebre per rii^graziarmi ; ed in quel momento
un primo raggio di sole brillò sul suo letto. Allora
1 occhio suo si rianimò come un lume che guizza prima
di spengersi; parve voler salutare queU’ultimo regalo del buon Dio ; poi vidi il suo capo ricader da
una parte. ; il suo generoso cuoi’e avea cessato di battere. Non vi erano più giorni per lui ; egli aveva
incominciato Veterno indomani ».
L’ho copiato da Emile Souvestre ; non valeva la
pena che lo copiassi ? G. Banchetti
Coeducazione
Se n’è parlato assai negli ultimi 25 anni e molti
volumi si sono scritti in argomento. Ci fu un momento in cui pareva questo nuovo sistema di educazione dovesse essere il più razionale perchè più
conforme alla natura che non fa nascere in una famiglia altrettanti maschi nell’ altra esclusivamente
femmine bensì maschi e femmine, fratelli e sorelle
nella medesima famiglia, dimodoché qui la coeducazione s’impone.
Partendo da questa considerazione e .sotto l’influenza dell’invadente femminismo in alcune parti
della Germania nel Baden nell’Assia, in Alsazia, si
sono fatte varie prove coll’ aprire alle giovani le
porte dei ginnasi e delle scuole tecniche (Realschulen). La Prussia per contro, rimase refrattaria.
Ora, stando ai resoconti ufficiali di queste scuole
superiori miste, si è dovuto constatare che i risultati
non hanno corrisposto alla aspettativa. Le ragazze,
salvo poche eccezioni si sono dimostrate più deboli
assai dei ragazzi, nelle matematiche e nella storia
naturale e la presenza delle ragazze nelle classi invece di eccitare l’emulazione dei ragazzi l’ha piuttosto affievolita col rinforzare il sentimento della
loro superiorità intellettuale maschile. Alcune relazioni lamentano che la coeducazione invece di contribuire a ingentilire i maschi, col renderli più garbati verso le giovani compagne di studio ha piuttosto sortito l’effetto opposto.
Altri osservano : la coeducazione non è naturale
che in seno alla famiglia e la scuola non è la famiglia. La diversità non soltanto, fisica ma altresì
psichica tra maschio e femmina è tale che sarebbe
contrario alla natura il pretendere da ambedue uno
sviluppo perfettamente parallelo. L’ossatura del ma
schio è più grossolana, i suoi muscoli più forti, i suoi
nervi più resistenti conforme allo scopo che la natura stessa gli prefigge mentre la femmina è. più
debole, il suo sistema nervoso più sensibile. Il maschio è più atto a pensare, la ragazza a sentire. La
differenza è tale che ad una ragazza ci vogliono in
media dieci anni per compiere il ciclo di studi che
un giovane può facilmente compiere in nove.—Le eccezioni non fanno che confermar la regola.
Per conseguenza negli istituti misti accade : o che
i giovani devono andare avanti troppo adagio e perdere. un anno senz’alcun compenso o che le ragazze
per non restare indietro, devono far tali sforzi di
, mente e di corpo che la loro salute ne vien seriamente compromessa. Che vi possano anche essere
dei pericoli dal punto di vista morale è cosa oyvia,
segnatamente poi se nei ginnasi misti s’infiltrassero
le massime del naturalismo (panteismo, ateismo o
monismo che sia) e del libero amore socialistizzato.
Tali sono in breve le conclusioni cui è giunta l’esperienza fatta in quest’ultimo quarto di secolo da
pedagogisti seri i quali però non sono ancora tutti
d’accordo nel voler Sopprimere addirittura la coeducazione in tutte le materie anzi in alcune come p.
es. nella musica istrumentale e soprattutto vocale
essa può rendere eminenti servigi. P. Galvìno
maestra dipiaaiata eaangeliea
_ catorio Popolare
dj Via Maffia 33 a Firenze ; — disposta dirigere detto
Educatorio tutti i giorni non festivi dalle 14 1[2 alle
17. Stipendio da convenirsi. Per informazioni e trattative rivolgersi al Pastore della Chiesa Valdese di
Via: Serragli 51,. Firenze ! E. Meille.
Frojpettive tDÌgliori
(1)
Fino da quando, nel 1890, il prof. Labanca enumerava le molteplici difficoltà agli studi religiosi in
Italia, egli aveva l'animo aperto alla speranza di un
miglior avvenire. A 19 anni di distanza, egli esprime
la sua profonda soddisfazione pel fatto che quelle
difficoltà, sebbene non ancora eliminate, siano state
però « fino ad un certo punto rimosse ».
I segni forieri di un nuovo orientamento della
coscienza e degli studi religiosi in Italia, vengono
con rara competenza e talora fórse con soverchio
ottimismo indicali e descritti dall’antore iùglese, il
quale spesso ricorre al parere autorevole del prof.
Labanca. Un gran mutamento s’é prodotto da venti
anni a questa parte nella mentalità di certe classi
del nostro popolo e nel loro atteggiamento di fronte
alle quistioni religiose. Se la gran massa dei credenti si accontenta ancora di credere a occhi chiusi
(quando crede) e dì ubbidire servilmente, altri, in
numero sempre crescente, hanno cominciato a voler
ragionale con la loro testa, a sentire con fastidio
un giogo spirituale secolare, a ribellarvisi, a guardare al di là della ristretta cerchia in cui si trovavano rinchiusi e a invadere campi sui quali c’era
sempre stato tanto di a bandita la gente che
pensa si è pure prodotta una reazione contro l’imperversare di un indotto gretto e arido materialismo,
alimento spirituale oramai solo di chi alla greppia
dell’ « Asino » si pasce o alle viete teorie di pochi
apostoli che vanno scomparendo.
Segno più cospicuo del nuovo orientamento religioso in Italia e che più d’ogni altro apre l’animo
alla speranza e può essere fecondo di risultati che
non si possono per ora provvedere, è il
descritto a lungo dal nostro autore, nella sua genesi,
nel suo sviluppo, nelle sue principali caratteristiche
e nei suoi capi più eminenti. E’ probabile che esso
eserciti poca influenza diretta sullo studio della religione nelle università italiane; ma-vi può giovare
molto, e vi ha giovato già, indirettamente con le
sue riviste e i suoi opuscoli, con le sue battaglie
e i suoi lavori, intesi tutti ad agitare quistioni di
alto interesse religioso ed ecclesiastico, a promuoverne lo studio, a destare nel clero e nel laicato lo
spirito di ricerca continua, sistematica e indifferente,
Vero è che il modernismo è ancora pieno di contraddizioni e che manca di un programma ben definito ; ma, svincolandosi ognor più da sette e da
scuole, esso tende con diritto corso verso la verità,
suo palio supremo ; e se sarà bene diretto, potrà
operare una rivoluzione completa nel cattolicismo,
non solo, ma essere il mezzo di riunire insieme tutte
le frazioni della cristianità.
Tale era il sogno del padre Tyrrel e tale pare
essere quello del nostro autore. La nostra fede è
assai più debole e il nostro entusiasmo molto più
freddo.
Comunque, il movimento modernistico è riescito
a scuotere l’invincibile secolare apatia religiosa italiana; ha destato l’interesse per lo studio comparato
delle religioni, ha insegnato agli uomini a pensare
con la loro testa, ha creato in una parte del laicato
un senso d’irrequietezza e di ribellione di fronte al
giogo del Vaticano, ha promosso lo studio delle quistioni religiose, e rifacendosi a Cristo e agli antichi
padri, ha fatto balenare agli occhi degl’ Italiani la
visione di una chiesa più pura e più cristiana.
D’altra parte, i sostenitori dello studio storicocritico della religione, i Labanca, i Mariano e qualche altro, non si sono lasciati scoraggine dalle formidabili difficoltà, dalle ripulse e dalle beffe che incontrarono, ma proseguono tutt’ora con fede e entusiasmo il loro arduo lavoro. E già vedono mutarsi
la pubblica opinione : il popolo va abituandosi all’idea
delle ricerche storiche circa le origini della religione ;
il numero dei cattolici liberi credenti aumenta di
(1) The study of Religion in the Italian Universities — by Louis Henry Jordan — in collaboration
with Baldassare Labanca. Henry Frowde Oxford, University Press 1909.
giorno in giorno ; si sono fondate e vivono Riviste
indipendenti, quali il Rinnovamento, Coenobium e
la Rivista degli studi orientali, le quali trattano
argomenti di critica, di filosofia e di religione ; oltre
VIstituto orientale che già e.sisteva a Napoli, si è
fondato in Roma, nel 1904, la Scuola orientale, in
cui insegnano uomini come De Gubernatis, Labanca,
Guidi ed altri, e codeste scuole giovano assai, indirettamente, agli studi religiosi.
Più di qualunque altra nella storia, l’epoca nostra
è assetata, oltre che dT giustizia, di libertà. Si scuotono i gioghi e male si toneranno restrizioni o imposizioni di qualunque specie. L’uomo vuole essere
libero di credere ciò che vuole e come vuole, e di
fare propaganda della sua fede. « Non c’é forse paese,
dice il nostro autore, in cui, tenuto conto di ogni'
cosa, la presenza di una tale tendenza si manifesti
più rapidamente che in Italia ». Egli ha però dimenticato di accennare a un altro segno incoraggiante ; la fondazione, cioè, in Roma Istituto
biblico, posto da Pio X sotto la direzione esclusiva
dei Gesuiti !
Il momento è dunque opportuno: l’Italia è libera
politicamente e intellettualmente ; il giovane regno è
ottimista e forte ; il terreno è stato dissodato e preparato allungo ; l’opinione politica è sempre più favorevole. Colga il governo la grande opportunità e
aumenti almeno fino a dieci il numero delle cattedre
esistenti di studi religiosi. .< Invece di aggiungere
due 0 tfe professori alle facoltà di filosofia e letteratura, perchè non creare un Istituto centrale, a
Firenze o a Roma, dove un corpo di dieci o quindici specialisti, liberi da qualsiasi pastoia confessionale, consacrerebbero il loro tempo allo studio scientifico dei problemi religiosi e formerebbero una specie
di ufficio d’informazione non solo per l’Italia ma per
tutte le parti del mondo ? »
Il progetto è bello e grandioso, ma temiamo che
rimanga allo stato di progetto.
E certo però che « non v’è oggi ramo d’investigazione più fruttuoso dello studio della graduale
evoluzióne della dottrina cristiana; inoltre non è
possibile senza di quello alcun progresso intelligente
nella teologia. L Italia dovrebbe cercar fuori e sostenere lealmente e utilizzare con gratitudine e onorare pubblicamente qualunque figlio suo che si sia
dimostrato amico sincero, dello studio della religione.
Nissan paese ha maggior bisogno di un tale studio ;
e se verrà proseguito con perseveranza, non c’ è '
paese in cui verosimilmente debba effettuare cosi
completa e vitale trasformazione, tanto nell’opinione
che nell’azione, anche nel corso di una sola generazione ».
In cotale movimento di risveglio religioso, che
parte spetta alle chiese evangeliche ? E’ quello che
vedremo in un ultimo articolo.
olile
Le «Sètte protestanti
»
Chi ha letto nel numero 43 de La Luce Iq mie
modeste osservazioni circa l’accusa che sì fa ai CriV
stiani Evangelici di costituire una «sètta », mentre
come dimostrammo — è la Chiesa Romana che
propriamente costituisce, di fronte alla Chiesa fondatà
dagli Apostoli, una sètta bell’e buona, potrebbe
muovermi un appunto. Ed invero, dimenticheremo
noi le tante Denominazioni evangeliche f TS, non
ha forse ragione lo scrittore papista, di chiamarle
« sètte protestanti ? » Una parola in proposito è
necessaria. Ecco : quel termine di « Denominazioni »,
preso alla lèttera, ci dà subito la risposta ; e cioè
non si tratta d altro che di nomi, di designazioni
che indicano la particolare di quella o di
quell altra Chiesa, il Comitato da cui essa dipende,
la sua organizzazione particolare, in una parola,
la sua fisionomia. Una di queste Denominazioni, è
vero, sembra distinguersi per una qnistione di principio: h la denominazione Battista, la quale ritiene
opportuno di amministrare il Battesimo agli adulti,
in seguito alla loro professione di fede, e per immersione, cioè immergendoli per intero nell'acqua
-Ï
4
Là LÎJCS
battesimale, ^a quando si pensi ohe noi tdtti non
riconosciamo all’atto del Battesimo se non nn valore
sipibolico, e che i nostri bambini, ginnti all’ età di
ragione e di fede, confermeranno pubblicamente il
j^attesimo ricevuto quand’erano bambini si converrà
che anche in questo caso è questione di forma, e
nulla di più. Ne convengo : tutte quelle distinzioni
di nomi si dovrebbero e si dovranno lasciare da parte ;
io ritengo che questo sia assolutamente necessario
per noi stessi e per l’opera che Dio ci ha affidàta.
noi del resto non diciamo di essere arrivati all’ideale ¡
ma ad esso sinceramente tendiamo. Ma la quistione
importante è questa : siamo noi, Evangelici àpparte.
nenti a varie denominazioni, siamo noi d’accordo sul
fondamento che è l’Evangelo ? Siamo noi, si o no,
d’accordo sulla mèta cui deve mirare ogni attività
•cristiana ? — Si, rispondiamo : grazie a Dio, siam
d’accordo ! l’Evangelo ci unisce, e ci unisce lo stesso
grande Ideale : quello di condurre le anime assetate
di perdono, di pace e di felicità, non alle nostre
denominazioni, espressioni storiche e quindi imperfette del grande Ideale Cristiano, ma al Cristo, al
Cristo del Vangelo, ed alla sua Croce salvatrice !
Ed ignorano forse i nostri accusatori che in ogni
grande città vive un ramo Alleanza Evangelica,
in virtù della quale i vari pastori si radunano a
-quando a quando fra di loro, per discutere intorno
all’avanzamento del Regno di Dio ?
E perchè non rilevare il fatto (a meno di voler
essere ad ogni costo dei calunniatori) che i vari pastori si surrogano a vicenda, scambiano i pulpiti, ed
in ogni buona opera lavorano concordi, uniti? E
perchè tacere questo fatto significativo, che cioè al
di sopra, dei vari nomi d’un valore non dottrinale e
■di precaria durata, esiste e risplende un’unica, magnifica denominazione che tutti raduna sotto al proprio vessiilo, quella di « Chiesa Cristiana Evangelica? ». Di fronte a tutto questo, l’idea di sètta
scompare.
Ma voltiamo la pagina, e che vedremo ? Vedremo,
guardando si, alla Chiesa Romana, una parvenza di
unità ; tutti sotto lo scettro del preteso Vicario di
Cristo 1
Che compattezza, non è vero ? — No, lettori miei,
non ci lasciamo ingannare dall’apparenza. Ditemi piuttosto : « Quanti sono nella Chiesa Romana quelli
che credono fermamente in tutti i dogmi ed hau
fiducia in tutte le istituzioni della Chiesa dei Papi ?
Quanti, a mo’ d’esempio, credono realmente nelVinfallibilità dei Papi contraddicentisi tra di loro ?
E quanti approvano tuttora l’infame Inquisisione
che or ora ha aggiunto una nuova vittima alle tantissime da lei torturate ed uccise? >. Bastino questi
due soli esempi, fra^ tanti e tanti che si potrebbero citare, pet feréi comprendere quanta varietà
di modi di vedere e di sentire, fra i componenti la
Chiesa Romana.
Ma se essa insegna che il solo fatto di respingere
una sua dottrina od una sola istituzione basta a far
di noi dei ribelli e degli eretici ? Dunque, quanti
sono rimasti oggi i cattolici romani veri e genuini ?
E non basta, ma guardate al clero ; e senza parlare
di modernismo nè di altre correnti affini, quanti, oh
quanti sono i cuori che aspirano a nuovi orizzonti ;
quante coscienze cui ripugnano mille consuetudini
proprie alla Chiesa ! Cuori generosi, coscienze, tormentate, venite al Vangelo, i cui principii sono
principii di libertà vera e di anione reale ; e liberati p iànte sètte pullulanti all’ombra del Vaticano,
entrereto a far parte deirawa« corpus in Christo,
formato dei credenti in Lui e nel suo Vangelo.
6. Bertinat.
Id “ iDce „ in Siizm t in Gerninnin.
Per la Svizzera e per la Germania gli
abbonamenti si possono prendere presso
il Pastore sig. Paolo Calvino Lugano (Svizzera).
Franchi 5 per la Svizzera. Marchi 4 per
la Germania.
m- EVANGELISTA SUI GENERIS
E’ il vecchio generale prussiano v. Viebahn che
tuttora arzillo al par d’un tenente dei bersaglièri,
sta percorrendo la Germania, predicando l’Evangelo
con tanta convinzione da meravigliare anche i credenti più provetti.
Egli ha predicato durante gli ultimi quindici giorni
due volte al giorno a Basilea, con ognor crescente
favóre del. pubblico che accorreva a schiere da ogni
parte per sentire la voce di quel venerabile e potente testimoniò della verità.
Un suo discorso incominciò cosi: « Non v’ha in
qnest’adnnanza, nessuno che il Signore non voglia
salvare. In questo mondo dove, ad ogni piè sospinto
s’incontran le dolorose conseguenze del peccato, dove
regnano malattia, sofferenze e morte, dove siamo
esposti aU'infedeltà e alla menzogna degli nomini,
alle perdite e alla miseria, dove da ogni parte siamo
minacciati da qualche nemico, solo il. vero figliuol
di Dio può esclamare : « Signore io non temo male
alcuno poiché tu sei meco, la tua bacchetta e la tua
verga mi sonsolano ». Nessuno è troppo povero,
troppo vecchio, troppo debole, troppo decaduto per
non potere trovar vita ed esser felice.
Probabilmente tutti i miei uditori qui presenti
portano il nome di cristiani ma io domanderò a ciascuno : Hai tu ricevuto il perdono dei peccati ? Sei
tu certo della tua salvezza ? Dio ti ha condotto.qua
questa sera onde tu possa trovar la via della vita.
Durante la guerra Anglo-boera, nn ufficiale medico
inglese ricevette l’ordine di fare appiccare il fuoco
alla casa di una famiglia boera. Siccome quell’ ufficiale era un nomo pio egli era oltremodo addolorato
di dover eseguire un o-rdiae cosi barbaro. Eppur doveva ubbidire. Egli volle però salvare più che poteva
delle masserizie di quella buona gente e permise di
portar fuori quello che più stava loro a cuore. Una
giovinetta domandò di poter portar fuori 1’ Armonium e mentre i soldati stavano appiccando il fuoco
alla casa, la moglie e i fanciulli del boero si raccolsero attorno allo strumento e innalzarono al Padre
celeste i cuori cantando il salmo 146 : « Alleluia 1
Anima mia loda il Signore. Io lo loderò finché avrò
vita ». Commossi a tale spettacolo di fiducia nel Padre
celeste, i soldati nemici si scoprirono il capo e ascoltarono in silenzio. La vera fede consiste nella certezza di essere con Gesù in ogni circostanza ».
(Dal Volksbabe) Paolo Calvino.
pia penisola e nclk JìoÌ^
Roma.
Domenica scorsa — nel nostro Tempio di Via Nazionale — il giovane pastore E. Comba proferì un sermone veramente commovente ed e^icace, destinato ai
giovani.
Mai, come in qnell’occasione, abbiamo seguito, pregando, la parola del nostro caro giovane collega.
— Il pastore della Chiesa di Via Teatro Valle, signor Galassi, è stato trasferito a Genova. Gli rinnoviamo da queste colonne il nostro augurio cordiale.
— Lunedi, alle 3 pom„ nella nuova residenza della
Scuola Teologica Metodista E., là ad uno dei limiti
estremi di Roma, e quasi fuori alla campagna, ove lo
studiare, nella solitudine e nel silenzio, dev’essere un
vero gusto, ebbe luogo l’inaugurazione dell’anno accademico. Preghiera del pastore Nitti, allocuzione del presidente Clark, coro di giovani, prolusione ottima (la
sottolineatura è nostra !) del prof. Guglielmo Nesi, brevi
allocuiioni dei rappresentanti di varie Chiese italiane
od estere, risposta del presidente Clark, canto deU’inno
« Innalzate il vessil della croce », visita all’appartamento destinato agli studenti, attraente rinfresco offerto a tutti i convenuti : una bella e edificante festa,
in una parola.
Sanremo.
Togliamo del < Pensiero di Sanremo » :
c Davanti a numeroso e intelligente uditorio, il
Rev. Ugo Janni tenne Tannunziata conferenza sopra
c La realtà di Dio alla luce della scienza e delle filosofie moderne ».
Per un’ora e tre quarti rnditoriq segui con attenzione sostenuta e con interesse visibilmente crescente,
réspòsizibne dell’oratore, non sappiamo se più da am
mirarsi per la possanza degli argomenti, o la cbiar j
rezza cristallina della forma,© pel sentimento di personale,'
convinzione che da chi parlava irradiavasi con grande
efficacia su g|i uditori. La chiave dì volta della ragionata esposizione dell’Jauni fu la filosofia dell’immanenza, quella stessa che l’enciclica « Pascendi » condanna come abbominazione, e che a noi si è rivelata
l’altrà sóra come un glorioso faro di luce.
Seguire l’oratore nei vari punti della sua conferenza
quand’egli ragionò' diel principio d’unità dell'universo,
dell’essere del mondo, della finalità di esso, della razionalità del cosmo-, è impossibile in questo breve cenno
di cronaca.
Notiaino come felicissima fu la critica del deismo e
delia nozione popolare di Dio, profonda ed efficace l'esposizione relativa al finito, modo di essere dell’infinito r
ed ai due poli tra i quali si svolge il ritmo della vita
dell’Essere, e che dònno il senso alla nostra vita.
NeU’ultima parte l’oratore facendo vela tra il razionalismo e l’agnosticismo buddistico tratteggiò i caratteri ed i limiti della gnosi cristiana che, pur lasciando
davanti alle anime il mistero dell’Essere, lo trasforma
in un mistero di luce.
Corollarii della forte conferenza furono alcune splendide riflessioni sulla Religione, sulla Preghiera, sulla
Morale religiosa, sulla portata sociale del fatto religioso.
Sappiamo che nel prossimo dicembre il Rev. Janni
completerà questa conferenza con un’altra su « La reale
natura dell’Uomo alla luce della scienza e delle filosofie moderne ». Intanto annunziamo che ogni venerdì
sera, alle ore 8, avrà luogo d’ora in poi una conferenza.
Queste conferenze ordinarie del venerdì sono sempre
pubbliche, quantunque non annunziate in modo speciale. Avv. E. C. J. »
Milano.
La relazione annua della Chiesa di San Giovani in
-Conca è uscita abbrunata, per la perdita avvenuta durante l’anno dello zelante anziano cav. Giovanni Cramer.
Da la relazione stessa togliamo la notizia seguente :
« Le due Scuole domenicali prosperarono anche quest’anno sotto la direzione del signor Oorsani, coadiuvato da monitori e monitrici, che consacrarono tempo e
fatica por educare quei giovani cuori nella conoscenza
della verità. I bambini inscritti furono 106 ; e se quelli
dl.San Giovanni in Conca appartengono tutti o quasi
tutti a famiglie evangeliche, quelli di Porta Volta sono
circa la metà figli di cattolici romani. Essi hanno contribuito una cinquantina di lire che vennero spedite
metà all’ « Asilo Evangelico » di Vallecrosia e metà
alle « Missioni Evangeliche » di Parigi ».
Champ de Praz {Ivrea). — Il signor G. Bert riceverà con gratitudine giornali evangelici illustrati, incisioni e trattatelli religiosi, da dispensare nel suo
c vastissimo campo d’evangelizzazione ».
Gaardaodo attorno
(Noterelle e Spigolature)
Cesare Lombroso, il creatore di una scienza nuova
quale è l’antropologia criminale nelle sue varie applicazioni, specialmente nel campo del diritto penale,
è stato degnamente commemorato dalla stampa sia
nostrana che straniera. E quanti scrissero intorno alPillustre estinto misero in rilievo una particolarità
del suo carattere, cioè l’ingenuità. E questo è vero,
anche per quel che riguarda gli studi suoi, specialmente quando si tratta di tutti quei dati innumerevoli da lui raccolti in tutti i campi, nella storia, nella
vita sociale ecc. per illustrare e dimostrare le sue
nuove teorie. E questo ci deve ammonire ad andare
a rilento nell’accettare tutte le affermazioni che si leggono nelle sue opere, specialmente riguardo al tipo
del delinquente nato e alle sue idee intorno al genio
nella pazzia. Quando egli, ad esempio, considera Lutero come pazzo, poiché, secondo lui, è sotto l’impulso
di allucinazioni auditive ohe il riformatore tedesco
decise di mettersi in lotta con il clero e il papato, chi
non vede qui che si ignora affatto quale fu il vero
movente dell’ opera di Lutero ? (cioè lo stato di dissoluzione morale e spirituale della Chiesa) E perciò
non vanno accettati ad occhi chiusi i risultati a cui
Lombroso credette dì pervenire nell'opera sua vasta,
ifiOlteplice di scienziato. E É questo riguardo un brillante collaboratore della Stampa (il Bergere!) scrisse
un assennato articolo per quello che concerne i rapporti tra l’epilessia, il delitto e il genio.
Cesare Lombroso si occupò pure nei suói ultimi
anni dello spiritismo, come dimostra Tultimo suo libro
5
LA LUCE
5
« Ricerche sui fenomeni ipnotici e spiritici » pubblicato mentre egli stava per lasciare ' questa terraCessò dunque egli di essere materialista, poiché si rivelò quale credente nella maggior parte dei fenomeni
spiritici, fino ad ammettere quale reale l’apparizione
della sua mamma? Credette dunque egli all'entità
dello spirito come distinto dalla materia ? Non parrebbe neppure, perchè in Luce e* Ombra egli scrisse
quella che chiamò l’ultima parola sua sull’argomento :
« Nè colle nuove conclusioni vengono ad abbattersi le
leggi principali del monismo, poiché, pur riducendosi
ad una materia fluidica, che è visibile e palpabile
solo in alcune circostanze speciali, l’anima continua
ad appartenere al mondo della materia ». Tuttavia già
fu osservato come il Lombroso con soverchia precipitazione abbia ammesso l’autenticità di certi fenomeni spiritici, che hanno tutta l’aria di essere delle
amene storielle. Anche qui si rivela la sua ingenuità
che noi abbiamo constatato de visu nelle lezioni sue
di antropologia criminale, quando si faceva ad esaminare i giovani delinquenti. E perciò non siamo stupiti che il Corriere della sera abbia osservato : « Il
Lombroso non si guardava forse abbastanza dalle deduzioni avventate ». Questa osservazione può benissimo applicarsi a tutta l’opera sua ».
•
• * . , ' . .
I paesi nordici fanno sempre una grande impressione su quelli che li visitano. Così Guido Podrecca
che nelle sue conferenze e nelle sue brillanti note di
viaggio non è mai sazio di additarli all’ ammirazione
universale, come paesi veramente civili. Vale la pena
di riferire le impressioni riportate da Ernesto Teodoro Moneta in un suo viaggio in Norvegia quali, si
leggono nella Vita Internazionale.
* Una particolarità di Cristiania è l’assenza quasi
completa di bar e di spacci di vini e liquori, ciò che
è probabilmente effetto della lotta intrapresa già da
parecchi anni in Norvegia dal Parlamento e da associazioni private contro l’alcoolismo; mà Ciò che fa più
onore a tutta la popolazióne norvegese è il sentimento
della legalità e dell’onestà, ohe contraddistingue tutta
la vita di quel paese, per cui si comprende la quasi
completa assenza di truppe e di guardie di città. L’istruzione è là accompagnata fin dalle prime scuole
da una seria educazione del sentimento, educazione
civile e religiosa, nel senso più elevato della morale
cristiana ». Delia fiducia nell’ onestà generale, il Moneta cita queste due prove: < Esistono presso le stazioni di fermata dei battelli che fanno servizio continuo fra la città e le adiacenze, bagnate dai fiordi,
cassette per lettere e altre per commestibiU senza
chiavi. Le lettere alcune volte contengono dei valori,
e fra le cose depositate vi sono talvolta bottiglie, pane
e vivande per colazione o pranzo ad una famiglia. Or
bene; non è mai accaduto che letterè e cose depositate, sieno state sottratte da persone a cui non erano
indirizzate. Il secondo esempio non è meno caratteristico. Un privato che da casa sua manda un telegramma
da spedire all’ufficio telegrafico, se da questo è conosciuto, non ha obbligo di unirvi la somma che il telegramma importa; basta la firma. L’ufficio telegrafico ne tien nota, sicuro che il mittente pagherà alla
prima richiesta il suo debito ».
Ma ci si dimentica quasi sempre di dire che ^elli
sono paesi protestanti, cioè saturi di Evangelo.
«
» •
Le recenti manifestazioni operaie, cioè gli scioperi
ultimi per protestare contro la fucilazione del Ferrer
(scioperi inconsulti, perchè in nessuna relazione coi
fatti contro i quali si è voluto protestare) hanno suggerito delle amare riflessioni ad un sindacalista convinto quale è Giorgio Borei. Invero questi noi Divenire Sociale esamina la degenerazione del movimento
sindacalista, che è oramai larga parte del movimento
della democrazia sociale, nella quale confidano molto
certi socialisti cristiani che vi vedono addirittura uno
sforzo, dal punto di vista cristiano, verso la rigenerazione sociale, Ora il Borei èinvece molto sfiduciato.
« Gli operai ~ scrive — fermano il loro lavoro, manifestando nelle strade, per avvertire i borghesi timorati ohe sarebbe prudente, nel loro interesse immediato, di non lasciare ohe il Governo continui per
molto tempo ancora in una politica che solleva la riprovazione dei comitati sindacali.
« Oggi noi vediamo gli operai impiegare i mezzi
d’azione economica per sostenere rivendicazioni di
ordine politico che sono loro indicate dai politicanti.
Chi avrebbe mai supposto che il sindacalismo avrebbe
finito con l’arruolare i lavoratori per protestare contro la politica seguita dai Governo spagnuolo in Bpagna ? Il sindacalismo diventa cosi un succedàneo del
giacobinismo ». E. Meynier
♦
«)
Pieiro Zanfrognini nella Voce tratta a lungo del
libro di Oarlo Pascal su Amiel.
• •
Michele Losaoco pure nella Voce narra di una sua
visita a Rodolfo Eucken, il filosofo di Jena, tanto in
voga oggi.
11 Ferri, interpellato da un redattore del Messaggero, ha espresso, tra le altre, le seguenti idee, che meritano una riproduzione testuale. Dopo aver parlato
dell’attuale Governo, dell’abilità f unambulistica e ipnotizzante dell’on. Giolitti, e della prossima prevedibile
caduta di esso Governo, prosegue :
« Quanto alla successione, cioè al nuovo programma
di governo, io desidero soltanto di chiarire un punto ;
od è relativo all’azione governativa di fronte ai clericali. Io penso che l’espressione ultima e più accettabile dei rapporti fra lo Stato e la Chiesa sia quella
contenuta nel telegramma, a firma anche di Luzzatti,
che l’on. Di Budini mandò ai costituzionali di Bergamo contro la candidatura clericale di quel collegio -.
la formula cioè : libere religioni nelle sovranità dello
Stato. Io penso infatti che tutte le credenze religiose
debbano essere assolutamente libere, ma penso che su
tutte le Chiese deve essere preminente l’autorità dello
Stato, politica e civile.
* Quindi, quando i cattolici adoperano la religione
come strumento politico, ciò che non fanno gli ebrei,
i protestanti, eco., essi si mettono sul terreno dei partiti politici e non possono far credere che la difesa
della civiltà laica -da parte dei partiti liberali di destra e di sinistra sia una persecuzione alla loro religione.
« E io penso che in Italia, poiché il problema delle
libertà pubbliche è risolto in modo irrevocabile, il
problema ora più urgente per la vita nazionale e la
civiltà sia la difesa contro l'invadenza politica del clericalismo. Sé noi lasciamo prendere al partito clericale il predominio politico e l’invadenza nella scuola,
l’Italia si avvierà ai destini della Spagna. E questo
non lo possono volere neanche i conservatori, che vedono e sentono uñ poco di modernità sociale.
* Con questo però io non penso affatto Che in Italia
sia desiderabile un’azione di governo di contrattacco
e di difesa, come le rivelazioni del processo Dreyfus
imposero alla Francia. In Italia il popolo — come
dice Machiavelli — in fatto di religione è il popolo
più indifferente d'Europa, ed è con le persecuzioni
più o meno stupide dell’anticlericalismo retorico od
isterico che si eccitano i sentimenti ed i fanatismi religiosi nelle nostre popolazioni, che, in mezzo allo loro
miserie materiali e morali, trovano ancora nella religione uno dei pochi conforti della vita.
« Quindi io penso che il Governo che succederà a
Giolitti dovrebbe avere per programma la difesa serena ed irremovibile dell’autorità laica contro l’invadenza clericale, ma dovrebbe assolutamente astenersi
nella sostanza ed anche iiell’apparenza dal perseguitare la chiesa ».
«
* •
Mentre in Italia si pensa a cambiar governo, il Governo giapponese si propone di spendere 5 miliardi
per l’istruzione pubblica. Che potente nazionè ! Non
si dimentichi che il Giappone è sotto l’influenza dell’Evangelo !
• •
Un nuovo incidente è venuto a turbar la pace del
'Vaticano. Il vescovo di Nancy, monsignor Turinaz,
liberaleggiando, si è scagliato contro Rocafort giornalista laico clericale a proposito delle elezioni che
avranno luogo in Francia. Non entriamo nei particolari, ci restringiamo a riferire questo giudizio del
Corriere della Sera su le condizioni religiose della
Francia: c Questo nuovo incidente » dice il Corriere
€ diffonde sprazzi dì luce inquietanti sulla, presente
situazione religiosa in Francia. Esso viehé a dimostrare quanto si iliudano, in Francia e fuori, coloro
che portano alle stelle la famosa unione del clero e
dell’episoopato francese. La verità è che gli stessi fèrmenti di divisione che travagliano i laici, si riscontrano egualmente nell’alto clero, e che basta un incidente qualsiasi per far sparire la vernice superficiale
dell’accordo e scoprire i profondi dissensi che esistono
nelle file dell’episcopato. È questa la morale dell’ultimo incidente, che costituisce per i cattolici di Francia una brutta preparazione alle future elezioni, le
quali, probabilmente, è ormai convinzione di molti,
non faranno ohe peggiorare la situazione ».
Il papa ha ricevuto le società giovanili del Lazio
guidate dal comm. Pericoli, e — come sempre — anche in quest’ occasione ha proferito un discorso; in
cui si è rivelato poco bravo esegeta, interpretando,
non solo la parabola della senape, ma perfino quella
del lievito come simbolo del c dilatarsi della Chiesa
per tutto il mondo I >
FlIillinPiiril corrispondente, trent’anni càr
bliQiiyiiilblI riera, attualmente occupato presso primaria Ditta Commerciale in NapplL. desid0r§..làacHire
qùesta città per qualunque altra dèi Sèttentriònàle,
preferibilmente della Toscana. — Rivolgersi al sig.
Gaio Gav, Pastore deliB Chiesa Valdese,jVie Scarlatti
N. 201, yomero (Napoli),.
OLTRE LE diri E 1 fl/IRI
Francia
Caen. — Il l. del mese ebbe luogo anche qui la
commemorazione di Giovanni Calvino, con l’intervento
di otto pastori.
Parigi. — L’abate Mugnier, primo vicario di Santa
Clotilde, fu invitato a dimettersi, a cagione delle rivelazioni che il figlio del Padre Giacinto ha fatte circa
ai compromettenti tentativi del Mugnier stesso per attirare il Padre Giacinto in seno a S. Madre Chiesa.
— Pare che l’abate Brémond, compromesso per la sua
partecipazione ai funerali del Padre Tyrrell, siasi riconciliato con l’Autorità ecclesiastica !
Svizzera
Ginevra — A Chène-Bougeries, tre conferenze popolari — dal 14 al 18 corrente — su temi importanti :
1) Può l’uomo moderno essere religioso? (Oratore: Ernesto Christen) — 2) Senza religione, si può esser
morali ? (Carlo Dubois) — 3) E’ la religione destinata
a sparire? (Andrea Boegner).
Neuchâtel — Il 4 novembre. Sinodo nazionale del
cantone di Neuchâtel.
Losanna — Il Semeur Vandois pubblica la lista
delle conferenze che vari pastori terranno nel prossimo
inverno, sotto gli auspici del Comitato d’evangelizzazione. Citiamo i titoli di alcune conferenze col nome
dell’oratore tra parentesi. — Il segreto per non invecchiare (Gaydou) — Su che poggia la nostra certezza
cristiana —- Che pensare della crisi religiosa presente
(Perriraz) — L’imitazione di Gesù Cristo (Bergier) —
Gioventù e religione (Girardet) — Il cristianesimo sociale (Hoffer) — Santità — L’ esperienza del peccato
(Thilo) —- Qualche miracolo nella storia delle missioni
(G. Secretan) — Un apostolo svizzero nell’India : Alfonso Lacroix, 1799-1859 (Klunge).
— Contrariamente a ciò che i giornali svizzeri hanno
precedentemente Innunziato, il 4® centenario del riformatore di Losanna, Pietro Viret, sarà celebrato in novembre 1911 (e non quest’anno) perchè il riformatore
nacque nel 1511 e non nel 1510.
Germania
Heidelberg — L’università ha conferito il titolo di
dottore in teologia per cagion d’onore al settantenne
pittore cristiano Hans Thoma e al pastore Dr. Koch
di Uuterbalheim direttore d’un periodico d’arte.
E si.jSostiene che i cristiani evangelici trascurano
l’arte 1
Belgio
Maurice Cadix nel « Chrétien Belge » invita i correligionari a fornire una tenda e un vaporetto alla
Chiesa Evangelica Belga a scopo di evangelizzazióne.
Le province in cui fin d’ora l’Evangelo è annunziato
in qualche luogo sono quelle del Namnr, del Brabante,
d’Anversa e delle Fiandre. ,
Nessuna chiesa purtroppo nel Limburgo e nel Lussemburgo.
Olanda
L’Aia. — La € Società per la difesa della religione »
ha bandito tra gli altri i seguenti concorsi : 1) « La
natura e il significato del Cristianesimo, storicamente
considerato rispetto alle altre religioni ». 2) « L’im
fluenza delle convinzioni religiose sui problemi concernenti la morale, la polìtica e l’ordinamento sociale ».
3) « Le teorie più importanti del secolo 19- su la natura e l’ìntima essenza della fede religiosa »..
Premii di 400 fiorini.
I lavori potranno essere redatti in una delle seguenti
lingue : olandese, latina, francese, tedesca.
Rotterdam. — Uno stimatissimo pastore, il pastore
della Chiesa Vallona, L. Bresson, dopo 40 anni di servizio, ha dovuto per ragioni di salute e di età chiedere il suo collocamento a riposo. Fornito d’ingegno
multiforme e di coltura svariata pubblicò opere su diversi argomenti e collaborò in giornali religiosi, politici, letterari e scientifici.
Inghilterra
Secondo la « Vie Nouvelle », gli Orfanotrofi fondati
dal dott. Barnardo continuano magnificamente 1’ opera
loro -T come al tempo del fondatore — e ospitano presentemente 8245 tra bambini e bambine.
In 42 anni gli Orfanotrofi Barnardo hanno accolto
67,634 fanciulli.
— Il generale Booth dell’esercito della Salvezza) ricuperata la salute, si è già rimesso all’opera, partecipando a un meeting di 4 mila persone a Clapton.
Stati Uniti
Manuel Amando di Bedford si vide abbandonato da
6
6;
LA LULE
la moglie, con la quale aveva contratto regolare matrimonio civile. I
E la causa dell’abbandono? — La suggestione del
confessore che persuase la moglie dì non essere sposata legalmente, non avendo contratto matrimonio religioso! A questi lumi e in mezzo a un popolo cristiano
evangelico!.. Il marito ha dato querela al confessore
della moglie !
— La signora E. Ginn di Boston destina 250 mila lire
annue alla causa della pace.
Messico
Leggiamo nella cara consorella < La Luz » di Madrid :
« Il prete dott. Luigi Herrera y Moro, canonico della
Cattedrale di Puebla, è uscito da la Chiesa Eomana. Il
giovane sacerdote è persona stimata e d’ingegno. E’
anche un bravo medico chirurgo. Si dice che stia per
entrare in una Chiesa Evangelica ».
Brasile
« Le Chiese Evangeliche di Rio de Janeiro e di San
Paulo », dice la « Vie Nouvelle », « riferiscono d’aver
fatto nuovi progressi ».
Bolivia
Il « Congresso » ha decretata la soppressione degli
ordini religiosi.
Perchè non si fa altrettanto in Italia ?
Cina
CantoD — Più di cento studenti dell’università di
Canton, cedendo agli inviti del giovane pastore Ding,
hàtino risoluto — dice il Christian — di consacrare
la loro vita all’opera del Signore.
Corriere germanico
Crefeld (Reno). — Il processo contro il pastore
èvangelico Felke, per omicidio involontario, desta un
Interesse straordinario in tutta la Germania e fuori,
tanto per la qualità deU’imputato, quanto per la teoria
ch’ei rappresenta, quanto pel numero e la qualità dei
testimoni d’accusa e di difesa che vengono escussi.
Il Pastore Felke, di anni 52, esercita il ministero
evangelico a Bepelen, nella provincia renana e si occupa
altresì di Omeopatia e di » naturheìlmethode », cioè
della cura delle malattie secondo il ben noto sistema
0 metodo detto naturale, che per lui consìstè essenzialmente, nell’uso dell’acqua, deirarìa, della luce (abbondanti lozioni e bagni d’acqua, d’aria e dì sole) non
che, in certi casi, neU’applicazione di certe compresse
d’argilla e, in ogni caso e sempre, nell’osservanza delle
più precise regole d’igiene, nel mangiare e nel bere^
anzitutto nell’evitare ogni e qualsiasi abuso- Per conto
proprio il Felke è vegetariano e nemico deH’alcool.
. Ora avvenne, che, sin dai primi anni del suo ministero, il Felke, mediante ì suoi buoni consigli igienici/
ebbe la fortuna di restituire in salute certi ammalati
che dai medici eran già stati dichiarati incurabili e
che tuttora sono vivi e vegeti e gli rendono testimonianza, e molte sono le migliaia di ammalati che,
nel corso dì 25 anni, hanno avuto ricorso alla sua
esperienza, non disgiunta da scienza, e che dalle sue
premure hanno ottenuto giovamento, senza che mai il
benefattore abbia domandato un centesimo al beneficato.
* . Nè la sua beneficenza estendesi ai soli correligionari
ehi soffre è suo prossimo, sìa egli Cristiano o Ebreo
0 Turco e al Pastore Evangelico quell’anima buona che
è il Pastore sovrintendente generale dei Cattolici rofiuanì, il Papa Pio X, mandò il proprio ritratto coll’autografo : « Dio vi ricolmi delle sue benedizioni ».
Però siccome anche ai principi della scienza talvolta
accade di fare una diagnosi sbagliata e di mandare
all’altro mondo il paziente che hanno curato Cdn premura ed affetto, cosi è accaduto al pastor Felke il caso
«he un giovane ammalato, figlio d’un suo amico, morisse e i medici, fattane l’autopsia, lo dichiararono morto
di appendicite che, ove fosse stata operata, il paziente
avrebbe potuto guarire, mentre che, per essere stato
trascurato, doveva morire.
Il processo si fa uell’interesse della scienza e della
salute pubblica. Nientemeno che 27 ».ono ì dottori in
medicina che dovranno dare il loro autorevole parere
chi prò chi contro il Lehmpastor, come lo chiama il
volgo, cioè il pastore che fa uso dell’argilla, per levare
l’infiammazione.
. Uno dei capì d’accusa è questo: Il pastore Felke
non esamina i pazienti affidati alle sue cure, incendo
le norme osservate dai medici ordinari, non li fa mai
«vestire — tanto meno poi le donne, del che gli va
L . ■ .I.' iJj, ^ \ ■ ■ ' '• I- •
data lode, essendo egli pastore e non dottore — ma
basa la sua diagnosi unicamente sulla oftalmoscopia,
(cioè l’esame degli occhi mediante una potente lente)
e pretende, quasi fosse al par dell’abate Gioacchino
Calabrese « di spirito profetico dotato », scoprire a
certi segni che formansi nell’occhio, di qual malattia
sia affiitto il soggetto che viene afiSdato alla sua dia"
gnosi. Non dico alle su) cure perchè accanto a lui c’è
tìn dottore in medicina, rite vocatiis, che della cura
s’incarica in base alla diagnosi fatta dal pastore ed
anche secondo il suo proprio parere.
Interessantissimi sono i dibattiti i quali quasi più
che sulla colpevolezza o meno dell’imputato, s’aggirano
sulla ragionevolezza o meno del suo metodo di diagnosiE su questo punto come su tanti altri vedesi l’unani'
mità dei dotti ed anche, bisogna dirlo a lode loro, la
coscenziosità delle loro affermazioni e negazioni. V’ha
chi recisamente nega la validità della diagnosi oftalmoscopica estesa a tutte le parti del corpo, e v’ha chi
riconosce di trovarsi riguardo al Felke di fronte a,un
uomo superiore, strordinario, quantunque ben pochi
anche fra i più bravi dottori suoi amici sieno in grado
di leggere nell’ occhio di un ammalato s’ei soffre di
fegato, di reni, di milza, o di appendicite. Perfino
il Dr. Garré. professore all’università di Bonn e reciso
avversario di Felke, dichiara ch’ei non lo considera
punto come un imbroglione, bensì come un nomo un
po’ anormale !
Interessante è altresì la deposizione del famoso prestidigitatore|Bellachini. Alcuni anni fa, nel corso di 12
mesi ei fu colpito diciotto volte da dolori atroci prodotti da tiflite, consultò inutilmente parecchi medici/
finalmente, consigliato da alcuni afnici, si rivolse a^
pastor Felke. il quale gli esaminò gli occhi, gli pre.
scrisse dei bagni e delle impaccature di terra e in breve
lo restituì in perfetta salute.
La famiglia del defunto giovane interrogata se avesse
seguito esattamente le prescrizioni del pastor Felke
risponde che non può affermarlo.
Unanimi sono i testimoni neH’affermare che il Felke
non ha mai cercato a far danaro, ma tutti tratta gratuitamente. I doni spontanei che gli mandano per gra*
titudine, servono a coprire le sue spese e all’esercizio
della beneficenza.
Egli stesso dichiara che più volte ha voluto smettere di dar consultazioni, ma la sua casa era sempre
assediata da centinaia di ammalati, anche venuti da
ben lontano per supplicarlo di venir loro in aiuto e
cosi ha dovuto continuere nell’esercizio della diagnosi
e dei buoni consigli igienici, pur consigliando agli amnaalati che ritornano in casa loro di rivolgersi ai medici ; ma essi generalmente rispondono : dai medici
sianio già stati, ma nessun sollievo-abbiam trovato e
per questo siamo venuti a Repelen.
La diagnosi oftalmoscopica estesa a tutte le parti
del corpo pare sia antichissima nel dominio delle
scienze occulte, ma il primo che rabbia innalzata alla
dignità di scienza, diciam cosi, accademica, è stato il
dottor Peczely, ungherese, che trovò molti aderenti fra
i quali un dottore austriaco, un pastore svedese e il
pastor Felke, il quale, a sua volta, ha un discreto numero di discepoli e di discepole.
L’autore di questi cenni conosce personalmente il pastore Felke ed è certo ch’egli è un uomo di grande
esperienza e di gran prudenza.
La Corte prima,di condannarlo, o di mandarlo assolto per inesistenza di reato, decise di fargli subire
un esame, cioè dì mettere a sua disposizione un certo
numero di ammalati, dello spedale di Crefeld, dei quali
Si sapeva per certo quale fosse la malattia, il Felke doveva, in presenza dei giudici, esaminarli secondo il suo
metodo e dalla giustezza od erroneità della diagnosi sarebbe dipesa la sentenza.
E l’esame ha avuto luogo il 2 novembre, dalle ore 10
antim., fino alle 4 pom,, in circostanze, pél povero Felke,
straordinariamente difficili. Gli era proibito di toccare
l’ammalato e di fargli la benché mìnima domanda. Egli
aveva soltanto il permesso di guardar loro negli occhi
coU’aiato della sua lente.
Ad onta di ciò quantunque su 20 casi che furono sottoposti aLsno studio egli siasi talvolta sbagliato (prova
che nessun metodo è infallibile) il risultato finale è stato
tale che il Felke ha dovuto esser rimandato assolto.
La popolazione di Crefeld gli ha fatto una vera ovazione.
• •
Potsdam. — Confermasione. — Il 18 ottobre venne
celebrata la Confermazione della gentile principessa
Vittoria Luisa, unica figlia del Kaiser. In qnella cir
costanza il capo dei pastori di Corte, D. Dryander pronunziò uno dei suoi soliti discorsi che sempre colpiscono per l’elevatezza dei pensieri, unita alla semplicità
dell’espressione.
Alla diciasettenne Altezza Reale ei disse còsi ;
« Ad onta della posizione privilegiata che occupa la
Principessa non le verranno risparmiate le lotte, ma
la forza per ottenere la vittoria essa la troverà nelle
ore di meditazione ai piedi di Gesù. Questa è la cosa^
essenziale. Non soltanto la Famiglia aspetta da essa
qualcosa, ma la Patria, la Chiesa Evangelica, il mondo
colle aue miserie ch’essa avrà il dovere di aiutare a
lenire ».
La Principessa lesse quindi, secondo l’usanza che
regna nella Famiglia tHohenzollern, una esposizione
della propria fede da essa sola composta e scritta in
relazione al passo Giov. 6, 68-69. (Volete andarvene
anche voi? — A chi ce n’andremo noi ? Tu hai parole di
vita eterna). Ed alla domanda di rito s’essa fosse decisa a vivere come cristiana secondo la dottrina apostolica, essa rispose ad alta voce: « Si, coll’aiuto di
Dio 1 » e Dio voglia esserle di aiuto !
*
* *
-/
Berlino. — A Berlino ogni membro della chiesa
evangelica paga pel mantenimento della propria chiesa
il 20 p. Ciò di quanto egli paga d’imposta governa•tiva.
In certe chiese e per far fronte a bisogni speciali
si é pagato talvolta sino al 60 p. OjO.
*
* ^
Stando all’ultimo censimento la popolazione di Berlino è di 2,101.618 anime. Vengono poi Amburgo con
874,936 ; Monaco con 561,815 ; Dresda con 547,646 ;
Lipsia con 534,751 ; Breslavia con 503,158 ; Colonia
con 472,211; Francoforte s¡M con 366.000 ; Düsseldorf
con 343,000; Norimberga con 319,708 ; Hannover con
299,617 ; Stuttgart con 280,010.
P. Calvino
IN SÀLÀ DI LETTURA
Memorie della mia conversione del prof. Vittorio
Bani. Casa Editrice Metodista — Roma 1909. Cent. 5.
Sono poche pagine in cui 1’ A. con semplicità narra
la storia di una conversione. Questo opuscolo merita
di essere largamente sparso, perchè la sua lettura rie‘scé j molto edificante e può attrarre delle anime a Gesù.
' ■ E. M.
*
* *
Italia e Papato — Discorso inedito di Alessandro
(gavazzi. — Roma. Casa Editrice Metodista 1909. Cent. 5.
Discorso questo detto in altri tempi dal grande oratore nostro, ma pur sempre attuale, perchè i rapporti
tra-ri balia e il Papato sono sempre gli stessi: rapporti di irreducibile antagonismo che rendono illusoria
ogni speranza di conciliazìoae. F. M.
■' »
• •
Cenni Biografici di Ernesto Naville compilati da
Paolo Longo — Firenze, Libreria evangelica, 1909.
Cent. 60. '
Quando mori l’illustre scienziato ginevrino la nostra
stampa, eccezione fatta di alcune riviste e del Corriere
della Sera, non ne disse verbo. Eppure si trattava
della scomparsa di un illustre filosofo, autore di opere
che sono un vanto per il pensiero umano. Ma agli oo
chi di certa gente, il Naville era un convinto spiritualista ed ufi illustre apologista del Cristianesimo. Il che
senza dubbio, doveva, secondo costoro, nuocere alla
robustezza del suo pensiero. Onde siamo lieti che l’e-:
gregio pastore Paolo Longo — che fu allievo del grande
pensatore cristiano — abbia in queste pagine detto
con bello stile, e della vita e della mente di Ernesto
Naville.
Avemmo forse desiderato che la mole dell’ opuscolo
fosse maggiore, cosi vasta e profonda essendo stata
l’azione deH’illnstre scomparso, onore e vanto del protestantesimo. Ad ogni modo, sonò più che sufficiéntr
queste pagine, che ci fanno conoscere più intimamente,
colui che, in pieno secolo XKX, e quando il positivismo
inaterialista sembrava avere riportato la vittoria sul
sistemi filosofici avversi, non cessò di combatterlo, facendone presagire il tramonto e la sconfitta, che lo
stesso ultimo Congresso di Roma ha chiaramente messo^
in evidenza. KM.
Credere è dir di si a Dio e prendere il dono ch’Eglì
ci offre.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografia deiristithtó Gohld Via Margherà 2, Roma,
7
LA LUCE
IL TRAMONTO DI ROMA
Sludlo di sloria e di psicolo
del Prof. G. Bartoli. '
Dio, immanente, nella natura, in noi, nell’Universo, significa, al trar dei conti, l’operazione divina»
la quale benché in realtà s’identifichi coll’Essere e colla
Personalità divina, pure non.è da noi appresa come
tale, ma solo come principio di moto e cagione di essere e di conservazione alle cose create. Dio è fuori
dell Universo ed a lui infinitamente superiore colla
sua Personalità e col suo Essere, laddove è in esso,
ed intimo ad esso, colla sua operazione. Ora, è chiaro
dai quattro Vangeli e. dalla fede della Chiesa primitiva, che Gesù è detto Dio, non solo perchè Dio opera
in Lui, ma perchè Egli è unito a Dio in tal maniera,
da costituire con esso Lui una sola persona. Se Gesù
fosse unito a Dio, solo perchè Dio opera in Lui potrebbe chiamarsi divino, in Un certo senso, può chiamarsi ogni uomo che si abbandona pienamente alle
operazioni divine. Ma la fede dei primitivi cristiani
e degli Apostoli poggiava più in alto. Essi non adoravano un uomo divino : adoravano un Uomo Dio.
^ — Questa è metafisica — disse D. Eomani — non
e cristianesimo.
E metafisica ed insieme è cristianesimo — ribattè D. Ottavio. - È la fede della Chiesa primitiva.
Qual’era la forinola cristologica dei primi sessanta od ottant’anni dopo Gesù Cristo ? — domandò
Tínglese.
— Vi contento subito. I primi cristiani dicevano di
Gesù che era Dio katá pneuma, e uomo katá sárcá ;
cioè Dio secondo lo spirito, la parte invisibile, immateriale; uomo secondo il corpo, la carne, la parte visibile e materiale. Osservate però una cosa. Questuerà
I concetto primitivo, incolto, generico, quasi greggio
lu tardi, ma assai per tempo, divenne comune fra i
cristiani l’idea ,oh.e Gesù .era Dio perché unito consostanzialmente alla divinità.
— Ciò accadde al Concilio di Nicea-^ osservò D. Sparanzani.
— Prima, assai prima. Il Concilio Niceno sanzionò
la parola consostanziale, ma l'idea preesisteva al Concilio, non fu creata da lui.
— Gh Ariani, tuttavia, la rispettavano —disse D. Ror
mapi.
— Sì, è vero : ma gli Ariani non furono mai la maggioranza nella Chiesa, quantunque, a leggere S. Giro
lamo, altri possa credere altrimenti. Inoltre i Semiariani, se non accettavano il concetto genuino della
consostanzialità, gli si avvicinavano di molto. I soli
propriamente che il negassero erano gli Ariani intransigenti, e questi non furono mai la maggioranza
della Chiesa.
-- D. Ottavio, mi spieghi una cosa — disse l’Inglese.
-- Se uno, mettendo da parte ogni concetto filosofico, si
attenesse strettamente alla formola cristologica dei
primi cristiani da lei recata, sarebbe ancora nella verità?
— Certamente I Ma perchè dice « ancora ? ».
— Perchè la Chiesa ora non si contenta di quella
formola primitiva. C’impone a credere formóle ben
piu precise, determinate e filosofiche.
— È vero, ma essa non ne ha il diritto. Il cristianesimo è una rivelazione, non è una filosofia. Noi
siamo obbligati a credere ;che Gesù è, insieme, vero
uomo e vero Dio, e nulla più. Ciò è manifesto nella
Scrittura, nella dottrina primitiva, nella tradizione antica dei Padri, nella fede universale'della Chiesa. Tutto
II resto è spiegazione filosofica umana di un mistero
incomprensibile, divino. Se voi, modernisti, vi tenete
con tutto il cuore a quella formola cristologica antica ^iete veri cristiani, e nessuno ha il diritto di
condannarvi. Accettate voi quella formola ?
— Io l'accetto — disse il Mellow.
— Anche noi ! — fecero coro gli altri due.
— Allora lasciamo la filosofia — disse D. Ottavio —
e veniamo alla pratica. — Vi ho detto che io sono lontano dalle vostre idee : aggiungo ora che non ho nessuna fede nel vostro movimento. Esso è destinato a
sparire.
— Perchè ? — domandarono i tre.
— Perchè esso fa appello ad una classe troppo limitata di persone, perchè ha un programma negativo,
non positivo, finalmente perchè di sua natura tende
al razionalismo o al teosofismo.
— Ammettiamo il primo perchè — disse D. Romani
— ma non sappiamo intendere gli altri due.
— Mi spiego subito. Che lo vostre idee siano caldeggiate solo dagli intellettuali, Io confessate voi medesimi. Ora, questi sono troppo pochi per far breccia
nel gran corpo della GMesá Romana; inoltre sono
per lo più poco inclinati al martirio. Ma non c'è dottrina che speri di riuscire efficace nel mondo, se non
sia cementata dal sangue dei martiri.
— I nostri amici soffrono un po’ da per tutto —
sciamò l’inglese.
— Verissimo. Ma a qual prò? Si sottomettono, e,
almeno esteriormente, si conformano alle dottrine
ufficiali.
— Non tutti — disse D. Romani.
— Vero anche questo. Ma quelli che restano, sono
troppo pochi al bisogno.
— Dunque — domandò D, Speranzani — secondo
lei, non c’è avvenire pel nostro movimento?
— Non c’è — rispose con accento vibrato D. Ottavio. — II Papa crescerà sempre più la persecuzione
contro di voi, e presto o tardi i vostri amici saranno
ridotti a penitenza, o costretti almeno al silenzio.
Infatti — osservò l’inglese — la persecuzione è
feroce.
Questo Papa — disse D. Romani —^ non ci dà
quartiere. Ci caccia dalle Cattedre, ci espelle dai Seminari, ci sospende a divinis e ringraziamo Iddio che
la Chiesa di Roma ha le mani legate. Guai a noi se potesse a suo grado mettere in atto le pene sancite nel
medioevo contro gli eretici !
— Noi non saremo qui a dire eresie — disse ridendo
D. Ottavio. — A me avrebbero da un pezzo fatto la
pelle, quei signori del Valicato.
— Alla fin fine, se ora non possono uccidere il
corpo, uccidono le anime — concluse l’inglese.
— È r Inquisizione in piena regola : l’indice dei libri
proibiti, lo spionaggio ridotto a sistema e rimunerato,
il consiglio di vigilanza, il sospetto, la calunnia, ed
altre arti analoghe. Il nostro fato è già sigillato. D. Ottavio ha ragione. Il modernismo è destinato a ^comparire.
D. Romani, voi dite giusto — osservò l’inglese —
ma io non sono così pessimista. Le persecuzioni ci daranno forza e vigore per resistere. Sarà tanto olio
sul fuoco.
— No, toglietevi di capo questa idea 1 — ripigliò
D. Ottavio. — Le persecuzioni sanguinose eccitano
bene spesso una reazione potente e salutare : le persecuzioni lente, subdole, fatte a colpi di spille o di
sacchetti di sabbia, uccidono a poco a poco senza lasciar traccia di sè, ma non meno sicuramente. Guardate che cosa ha fatto di me il Vaticano, di me che
pure non sono modernista. Mi ha demolito a poco a
poco, gradatamente. Mi ha ucciso, paralizzato, annientato, e ciò i carnefici chiamano render gloria a Dio e
servire il Signore.
— È una vera ecatombe di uomini dotti, quella a
cui noi assistiamo — mormorò tristemente l’Inglese.
— Monsignor Alfredini — notò D. Romani — ha
negato la verità storica della mutazione materiale della
moglie di Lot in sale di cucina, e fu tosto balzato dì cattedra.
Il P. Wirrel tentò di spiegare in modo plausibile il miracolo del sole, operato da Giosuè, e il suo
libro già stampato, venne fatto immediatamente ritirare dal commercio — aggiunse D. Speranzani.
— Io ne conosco una cinquantina di tali casi —
ripigliò D. Ottavio. — Monsignor Busagni è stato sospeso perchè sospetto di modernismo. Monsignor Ritelli ha dovuto lasciare il Seminario di cui era rettore per la stessa cagione. Al professor Carati è stata
tolta la Messa perchè il Padre Eterno solo metaforicamente, nei primi capitoli della Genesi, passeggiava
nel paradiso terrestre al rezzo vespertino ; parlava con
Adamo ed Èva e faceva loro di propria mano i calzoncini di pelle di capretto.
Già, già —^sciamò l’inglese — per essere perfettamente cattolico bisogna credere letteralmente ohe
Iddio soffiò proprio l’anima dentro una morta statua
di creta, che tolse la donna dalle costole dell’uomo,
che il serpente proprio parlò ad Èva nel paradiso
terrestre, e che questo, di poi, venne letteralmente
custodito da due angeli, armati di spade fiammeggianti.
— E pure la Sacra Scrittura è così bella — osservò
D. Ottavio — quando sotto la veste orientale e antropomorfica, l'intelletto assurge alla contemplazione deHa
verità in essa contenuta ! lo, ve l’ho già detto, non
sono modernista, Accetto tutta intera la verità biblica.
Iddio che all’alba della vita umana comunica con
Adamo ed Èva. come un padre coi loro figli, è un fatto
per me certissimo e storico. La tentazione dei primi uomini, la caduta, la promessa del Redentore, il lutto, il
primo sangue, il primo delitto, la prima tomba aperta,
l’eredità del peccato, la redenzione, sono altre verità
certissime. Io le credo, e per esse sono pronto a morire: ma non morirei, no, per la forma letteraria ohe
le dette verità rivestono, nella Sacra Scrittura. Questa
fu bensi scritta sotto l’ispirazione di Dio ; ma i suoi
autori erano uomini, orientali e scrivevano per uomini e per orientali. A che stupirci dunque, se nei
loro scritti abbondano gli antropomorfismi e le immagini materiali ?
— Ma non è solo la Scrittura che è diventata nella
Chiesa Romana una pietra d’inciampo — osservò D. Romani. Monsignor Altieri è stato sospeso a divinis
perchè stampò, senza previa revisione ecclesiastica, un
libro, dove provava con invitti argomenti, la legge
del celibato esser stato introdotta nella Chiesa con
gravi difficoltà, per impulso particolare di alcuni
pochi fanatici, e contro l’opinione generale della
Chiesa.
Sfido io! — sciamò D. Speranzani. — Non è il
tempo questo di stampare di simili libri. Si sospendono i preti ora per molto meno. È stato sospeso, non
molto tempo fa un prete per aver difeso la tesi, del
resto certissima, che nei tempi antichi della Chiesa,
1 abito che i sacerdoti portavano fuori di Chiesa, non
differiva punto da quello dei secolari, e che furono
i monaci ad introdurre la veste talare quale abito ordinario dei preti, combattuti, tuttavia, benché indarno,
almeno nelle nazioni latine, dal clero, dai vescovi e
anche da qualche Papa.
Insomma — conchiuse D. Ottavio — ora com’ora
non vi resta che sottomettervi od uscire dalla Chiesa
Questa è l’unica soluzione logica.
— Noi vogliamo restare cattolici — sciamò D. Romani.
— Anche a dispetto del Papa ?
— Sì, anche a suo dispetto : noi non usciremo dalla
Chiesa.
— Ed egli vi scomunicherà, o almeno vi renderà
talmente dura la vita in essa che per voi, l’uscirne,
sarebbe certo il minor male.
— Ma e lei, che intende di fare ? — domandò l’inglese.
— Mi domandate un segreto — rispose D. Ottavio.
— Lo serberemo in eterno — protestarono in coro
i tre.
— Io sarò logico — rispose l’altro — uscirò dalla
Chiesa e tenterò una riforma del cristianesimo.
— Su qùali linee?
— Sùlle linee della fede primitiva, della libertà e
del Decalogo.
— Si spieghi meglio — domandò D. Romani.
— Ecco : intendo di ricondurre il cristianesimo alla
semplicità evangelica dei primi tempi.
— Ha trovato una formola ? Lo formolo oggi sono
quanto mai necessarie.
Ne ho trovate tre, non una sola, le quali tuttavia
si completano o perfezionano a vicenda.
— Quali sono ?
— c In necessariis unitas, in dubiis libertas; in
omnibus charitas ». Unità nelle credenze essenziali <tel
cristianesimo ; libertà nelle cose dubbie, e carità in
tutto il resto.
— L’accettiamo anche noi — sciamarono i tre in coro.
— La sosonda formola ?
— Eccola: t Quod utique, quod semper, quod ab
omnibus, hoc est vere proprieque esse catholicum ».
Vero genuino cattolico è colui che erede ciò che fu
tenuto da tutti, sempre e da per tutto. Questa è sentenza di S. Vincenzo di Lerino, come la prima è attribuita a S. Agostino. Ma il senso è suo, non la formula.
— E la terza?
— L’ho da Nostro Signore: c In hoc cognoscent
omnes quod disoìpuli mei estis, si dilectionem habueritis ad invicem ». Conoscerà la gente che siete miei
discepoli, delTamore che vi porterete a vicenda. Le
prime due formolo regolano la credenza : l’ultima la
vita. In queste tre formolo io compendio il cristianesimo.
— Come chiamerebbe lei questa sua forma di cristianesimo ? — domandò l’inglese — evangelismo,
forse?
— No: piuttosto cristianesimo primitivo.
— Ma che ! — sciamò D. Romani — ci vuol tornare
indietro ? Dove mette lei l’evoluzione storica di venti
secoli ? Avanti ! direi piuttosto lo ! Avanti sempre I
Anche la religone deve progredire 1 Dunque si vada
innanzi, non si torni indietro !
— Adagio a’ ma’ passi — rispose D. Ottavio. —
Qualche volta il tornare indietro è un vero o proprio
progredire e di molto. Quando lei fa viaggio e si accorge dì aver sbaglialo strada, che cosa fa dia ?
— Torno indietro e mi rimetto in carreggiata. Ma...
(84)
{Coniinita).
8
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pr. Dimanches, par R. Sail
lens .....................L 1,50
Lelièvre M. Un missionnaire en Californie » 3,50
Frommel E. Causeries du Foyer rei. . » 3,50
Spurgeon Ç. H, Les Trésors de la fol, rei » 3,50
Vincent C. François de la Noue dit bras
de fer, rei................> 3,50
Vineens C. William Penn................» 2,50
Brock Carey Charité Helstone............» 2,50
De Witt La peste de Londres ...» 2,50
Blanc Henry Ma captivité en Abyssinie . » 2,50
Nicole A. La vraie vie.................» 2,50
Edersheim La Société Juive a L’époque
du Christ..................» 2,50
Soulié H. Vers la paix, pour chaque
jour ......................» 2,—
Rathgeber J. Spener et le reveil religieux » 2,—
iîawiiwsow G. Illustrations Hist, de l’Ancien Testament.........................» 2,—
» L’ empire des sources du
soleil.....................» 2,—
Rogers M. E. La vie domestique en Palestine .................................» 2,—
Pain quotidien, belle reliure..........» 2,—
Sautter B. Poésies ....................» 1,50
Lopresti Jalla. Fleurs du ciel..........» 1,50
Gaberel De Rossillon Hommes d’hier, e
squisses chr...............» 1,50
LeFeuvreA.Les amis de Lili .... » 1,—
Pictet B. Prières pour tous les jours,rei. » 1,—
Hoff G. A. Vie de Jean Calvin ...» 1,—
Kennedy Maclean. Au service de deux maîtres ..................................» 1,—
James Mrs Aux âmes qui recherchent
l’Eternel..................» 1,—
J.Aug.Bost L’esperance . ....... »,—
» Prièi e du coeur................» 1,—
» Le repos........................» 1,—
Roys E. Paix à vos aines .... » 1,—
Godet G. Les persecutions en Russie » 0,50
L’ami de? enfants.......................» 0.50
L’ami des petits........................» 0,50
Green S. G. La Bible, son origine et ses
bienfaits..................» 0,50
Robert M. Charles. Ecole ou prison . . » 0,50
Weiss N -::--Naufrage delà ville du^Hâyre;» 0,^.
Sj'Robert Raikes et ses écoliers . . . > 0.^'
itDe Witt Guizot. A l’école de la vie . . » 0,50
Berguer H. Consolation...................» (>,50
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