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Anno 117 - N. 23
5 giugno 1981 - L. 300
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
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' visi a
Si sente dire talvolta di quel
gruppo, di quella categoria di
persone, di quella minoranza, che
bisognerebbe eliminarli, purificarne la società per guarirla. Se
anche questi propositi si limitano agli sfoghi verbali — trovando
però il loro estremo patologico
in gesti come quello del gruppo
neo-nazista che a Verona ha assassinato un ragazzo nel folle
intento di condurre una « campagna moralizzatrice » che elimini fisicamente i drogati e gli
altri sbandati della società o presunti tali — si tratta pur sempre della tragica confusione tra
cause ed effetti del disordine
della società, matrice di ogni
razzismo.
Un proverbio dell’antica saggezza ebraica dice: « La speranza
differita ammala il cuore » (Prov.
13: 12). Questa credo sia la causa principale della malattia che
sta minando il cuore della nostra
società: una speranza per troppo tempo differita, rimandata.
C’è stata la grande speranza di
un cambiamento profondo al
tempo della Resistenza, ed è stata ricacciata nell’attesa. È riemersa con una vena di freschezza e ingenuità nel ’68 e di nuovo
è stata respinta indietro. Si è
ancora riaffacciata nel ’77, ma
ormai malata, già trasformata
in rabbia disperata. E ora chi spera più? Quando è continuamente frustrata e respinta la speranza di un cambiamento, di una
pulizia a fondo, allora a poco
a poco si paralizza il cuore stesso della società, il centro motore. Ci si adagia nella rassegnazione, si considera incolpevole
rinefiicienza, naturale il corporativismo, inevitabile la corruzione... E i giovani che si affacciano
sulla soglia della vita percepiscono tutto questo con immediatezza. Anche chi non si interessa
di politica, non segue le vicende
di scandali e trasformismi, si trova a respirare l’aria viziata di
una stanza dalle finestre inchiodate. Possiamo meravigliarci che
alcuni non trovino di meglio che
scavarsi delle nicchie nei recessi
oscuri di una società minata?
Avremo ancora la forza e il
coraggio di sperare? Se lo scandalo della P2, diventato troppo
indigesto perfino per lo stomaco
da struzzo della nostra immobile società, prima o poi ci condurrà a nuove elezioni, avremo
la forza e il coraggio di sperare?
D’accordo: non basta certo un
voto per cambiare tutto quello
che c’è da cambiare. Ma è di qui
che si deve cominciare in un paese in cui, grazie a Dio, la volontà
popolare si può esprimere. È
di qui che si deve cominciare
per essere disposti a mettere da
parte chi ha paura di cambiare
e far posto a chi è pronto a rischiare il nuovo, per stabilire
una cesura che limiti e controlli rinefiicienza, il corporativismo, la corruzione che si perpetuano, è di qui che si deve cominciare per riaprire ai nostri figli
gli orizzonti sconfinati che ha
resistenza quando ha un senso
e una prospettiva.
Personalmente ho ancora questa speranza e confido che tanti
e tanti nel nostro paese tengano fermamente in mano questa
stessa speranza, non più disposti a lasciarsela differire, ma decisi a giocarla finalmente insieme e disposti a pagare il prezzo
di serietà, di onestà e di generosità che richiede un cambiamento per guarire.
Franco Giampiccoli
MESSAGGIO DI PENTECOSTE DEI PRESIDENTI DEL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE
"Credo nello Spirito Santo
che regna e dà ia vita"
L’antica confessione di fede ricordata nel 1600° anniversario del 1° Concilio di Costantinopoli
con la preghiera allo Spirito perché ci renda capaci di testimoniare in modo più convincente
I cristiani attraverso i secoli
hanno affermato la loro fiducia
nella presenza e nella potenza di
Dio, lo Spirito all’opera nella
chiesa e nel mondo. Nel tempo
in cui celebriamo la venuta dello Spirito Santo a Pentecoste,
questa affermazione è più chiara
che mai.
La fede dei cristiani nello Spirito Santo è parte integrante della confessione di fede che nacque al momento del II Concilio
ecumenico di Costantinopoli nel
381 d.C. e fu in seguito conosciuta col nome di Simbolo nicenocostantinopolitano.
Quest’anno celebriamo il 1600°
anniversario di quel grande avvenimento della vita della Chiesa universale. I cristiani ovunque nel mondo rispondono gioiosamente all’appello del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli che li invita a render grazie
per la potenza incessantemente
attiva delio Spirito Santo. Noi
esprimiamo la nostra convinzione che il contenuto di quell’antico Simbolo e la comunità di quel
Concilio ecumenico hanno tuttora un senso per il nostro culto e
la nostra testimonianza oggi.
Confessando il Dio trinitario
nel nostro culto, noi camminia
mo nelle orme della Chiesa del
Nuovo Testamento. Adoriamo e
glorifichiamo lo Spirito Santo
col Padre e col Figlio. E’ la persona dello Spirito Santo che rinnova la vita rischiarando il nostro spirito e ispirando il nostro cuore. E’ per questa ragione
che lo Spirito Santo è essenziale
nel piano di salvezza di Dio. Il
Signor Gesù ha promesso ai cristiani l’accesso alla verità nella
sua interezza « quando verrà lo
Spirito della verità » (Giov. 16:
13). E i testimoni fedeli hanno
ricevuto questa certezza: « voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi » (Atti
1: 8).
Il Simbolo di Nicea, il più
grande tra i credo utilizzati correntemente, è un fondamento
delPunità cristiana e un punto
di riferimento del movimento
ecumenico. La sua dottrina della
Trinità è l’affermazione essenziale della fede cristiana. Ciononostante, nel corso della storia del
cristianesimo, è sorta una controversia a proposito della giusta formulazione di una frase di
questo credo, con la conseguente
disunione dei cristiani delle tradizioni orientale e occidentale
della chiesa.
Il palazzo imperiale
— in cui nel 381 si tenne
il I Concilio di
Costantinopoli —
non esiste più.
Vicino ad esso
fu costruita
da Giustiniano la
basilica di S. Sofia
(nella foto)
che ospitò il IV Concilio
di Costantinopoli (681).
Dopo essere stata
trasformata in moschea
è ora un museo.
Noi riconosciamo oggi con gratitudine che per l’azione vivificante dello Spirito gli sforzi che
perseguiamo su scala ecumenica
per riconciliare le comunioni cristiane si traducono nel riavvicinamento teologico. Siamo convinti che questi riavvicinamenti
ci permetteranno di confessare
TEMPO DI PENTECOSTE - 2
Quella cosa affascinante
Voi avete fatto morire Gesù, ma Dio lo ha fatto risorgere dai
morti. Ed è per la fede in Gesù che quest’uomo ha riacquistato le
forze.
I popoli meditano cose vane, ma il Signore si befferà di loro.
(Atti 3: 15-16; Salmo 2: 1-4)
Pietro e Giovanni vanno al
tempio di Gerusalemme, guariscono uno zoppo, poi spiegano
che lo hanno potuto fare solo per
la potenza di Dio: una forza fuori di loro. Ma i magistrati e i sacerdoti poco prima hanno condannato Gesù, e adesso non possono certo ammettere che un
morto possa ancora fare qualcosa per i vivi. Quindi vogliono che
si smetta di parlare di lui come
se fosse ancora vivo. Cacciano in
prigione Pietro e Giovanni « affinché ciò non si sparga maggiormente fra il popolo; ingiunsero
loro di non parlare né insegnare
affatto nel nome di Gesù ». Infine
li rilasciano, « non trovando nulla da poterli castigare ».
Usciti dal tribunale, Pietro e
Giovanni vanno a riferire tutto
alla chiesa, cioè a quelli che —
insieme a loro — ubbidivano al
Signore ex-morto e tornato vivo.
Si tratta dunque di gente che ha
già risolto la prima questione
fondamentale di ogni chiesa: come ubbidire a Dio solo; e che
ora fronteggia la seconda: come
condurre altri a ubbidire a Dio
solo. E' la questione della testimonianza.
La comunità di Gerusalemme
non solo pensava a questi due
problemi decisivi, ma per essi
lottava; e, mentre pensava e lottava, intanto credeva che il Signore fa dei fatti oltre che delle
promesse (ha risuscitato Gesù).
Una comunità che pensa, lotta e
crede, non fa dei ragionamenti
futili. Non dice a Pietro e Giovanni: bravi, vi siete fatti onore.
Non dice nemmeno: che cattivi
questi uomini, vi hanno perseguitato! E soprattutto non dice
loro di avviare un accomodamento con le autorità: un’altra volta
siate più cauti. Questa comunità
che pensa, lotta e crede, fa invece la cosa più seria che una comunità cosiffatta può fare: prega, ma per chiedere a Dio maggiore coraggio per testimoniare
(Atti 4: 29).
Pensare, lottare, credere. Servono a qualcosa, quando le difficoltà sono sulla terra e non sulle nuvole, e non si ha a che fare
con i mansueti dell’evangelo ma
con un muro di opposizione, dura o morbida o strisciante? Non
sarebbe più sensato convocare
un consiglio di chiesa, analizzare tutti i lati della situazione, cercare gli sbocchi poco rischiosi,
adottare una tattica meno fanatica nell’ambiente che sta intorno? Ma questi credenti pensano,
lottano e credono. Tra l’altro,
credono che Dio non è tanto lontano da fion vedere le minacce
delle autorità. Quindi non pensano alla Bibbia per cercare consolazione, ma per cercare un
aiuto fuori di loro; non lottano
perché sono sicuri di sé, ma per
ché invocano una sicurezza fuori
di sé; non credono per trovare
una propria serenità, ma per trovarne una esterna ad essi. Votati
a servire, non piangono sulle loro sventure, perché il tempo va
usato per lavorare, non per piangere.
Insomma questa chiesa che
pensa, lotta e crede, decide una
testimonianza scomoda, che è
poi la più seria. Ma con quale
forza testimoniare? Per dare un
messaggio che sta fuori di noi ci
vuole una forza altrettanto fuori
di noi. La forza che ha risuscitato Cristo. La forza che Pietro e
Giovanni traggono dal Salmo 2:
« I popoli meditano cose vane ».
Erode e Pilato, Roma e Israele
vogliono imbavagliare i testimoni della verità, « ma il Signore si
befferà di loro ». La chiesa che
pensa, lotta e crede, ha chiesto
coraggio per dare un annuncio
che sta fuori di essa e Dio risponde dando una forza ugualmente fuori della chiesa: « furono ripieni dello Spirito Santo »
(Atti 4: 31). Il racconto si chiude
appunto con l’uscita dei testimoni che armunziano la parola di
Dio con coraggio e l’evangelo ha
potuto arrivare in Grecia, nell’impero romano, alla capitale.
Infine è arrivato a noi. Il tempo è passato, quante cose son
mutate, poche rimangono fisse
ìlei paesaggio sconvolto. Tra queste poche, per una chiesa resta
insopprimibile la necessità della
ubbidienza a Dio anzi che agli
uomini, e la necessità della testiRenzo Turinetto
(continua a pag. 2)
all’unisono la fede apostolica e
che compiremo così la nostra
comune vocazione che consiste
nel rendere più visibile l’unità
della Chiesa del Cristo.
Il II Concilio ecumenico è più
che un semplice avvenimento
storico: è una sorgente di ispirazione per i cristiani di oggi. Sotto la guida dello Spirito Santo,
quel Concilio ha potuto risolvere
le ambiguità e i conflitti e testimoniare della verità delTEvangelo respingendo con fermezza
l’errore. La presenza e la testimonianza dello Spirito Santo,
esaudendo la preghiera del Cristo, ha consacrato i cristiani perché formino una comunità conciliare; « Santificali nella verità,
la tua parola è verità » (Giov.
17: 17).
Basandoci su questo solido
fondamento, esprimiamo la nostra volontà di crescere insieme
verso una piena e totale comunità che sia più che un semplice
sogno utopistico. La nostra testimonianza comune prefigura già
la piena realizzazione della nostra unità in Cristo. Più i cristiani si riavvicineranno per formare questa comunità, e più porteranno speranza ad un mondo
pericolosamente diviso. Nello
stesso tempo, lo Spirito rende i
cristiani capaci di testimoniare
direttamente della verità dell’Evangelo nel mondo in lotta contro la povertà, l’ingiustizia e la
oppressione.
In questo giorno di Pentecoste,
domandiamo allo Spirito Santo,
sorgente di vita, di renderci capaci di confessare la fede apostolica in modo più convincente,
come membri di una comunità
che testimonia della sola Chiesa
santa, universale e apostolica che
vive nel mondo e per il mondo.
I presidenti del Consiglio
ecumenico delle Chiese:
Past. W. A. Visser’t Hooft,
pres. onorario; Sua Santità
Ilia II, catholicos e patriarca di tutta la Georgia, Repubblica socialista della
Georgia; Sig.a A. R. Jiagge,
Accra, Ghana; Prof. J. Miguez-Bonino, Buenos Ayres,
Argentina; Sig. T. B. Simatupang, Giacarta, Indonesia; Arcivescovo Qlof Sundby, Upsala, Svezia; Sig.a
Cynthia Wendel, Alexandria, Va, U.S.A.
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5 giugno 1981
CORSO DI AGGIORNAMENTO ALLA FACOLTA’ DI TEOLOGIA
I pastori tornano a scuola
Per il secondo anno consecutivo, dopo un’interruzione di alcuni anni, una parte del corpo
pastorale valdese e metodista ha
partecipato al breve corso di
aggiornamento organizzato dai
professori della Facoltà Valdese
di teologia di Roma, su iniziativa della Tavola. Quest’anno erano presenti una dozzina di pastori (di cui cinque dalle Valli),
oltre al fratello Aldo Varese, che
cura la chiesa di Rimini ed alla
Signora Peggy Bertolino, che è
impegnata in varie attività della chiesa e che accompagnava il
marito.
Utile esperienza
Diciamo subito che, a detta di
tutti, si è trattato di un’esperienza fondamentalmente utile e positiva per la quale i partecipanti
esprimono la loro riconoscenza
ai professori della Facoltà ed
alla Tavola, nonché alla direttrice ed al personale del Convitto.
Come è noto, tutti i pastori saranno a poco a poco invitati a
partecipare, a turno, ad una settimana di aggiornamento.
Quest’anno era previsto il contributo del pastore H. Mottu, di
Ginevra, con un corso sull’Apocalisse nell’ambito dell’apocalittica. Purtroppo l’ospite ha dovuto ritardare la sua venuta privandoci così, di un argomento interessante del programma. Il
professor Corsani ha tenuto varie lezioni sui Sinottici, con particolare riferimento al problema
di come presentarli agli adolescenti in modo didatticamente
valido. Il prof. Ricca ha presentato alcune riflessioni sul culto.
Il prof. Rostagno, invece, ci ha
dato un quadro, per la verità poco confortante, delle attuali tendenze teologiche. A molti di noi
è parso che quest’ultime lascino
invero troppo spazio allo psicologismo. alla sociologia e ad
altre simili cose in sé non inutili ma non inseribili puramente
e semplicemente in un discorso
teologico serio.
Nel complesso si è trattato di
utili momenti di riflessione. Forse avremmo voluto dei corsi più
specificamente pensati per pastori in attività quali siamo. Ma
ci rendiamo conto della mole di
lavoro già svolta dai nostri professori. Avremmo anche gradito
Un corso di Antico Testamento,
pur comprendendo che i professori debbano per forza di cose
impegnarsi a turno.
Sarebbe anche stato auspica
bile di avere maggior tempo per
discutere insieme su quanto udito nei corsi. Ad esempio, molti
di noi avrebbero volentieri discusso a lungo su alcune affermazioni del prof. Ricca a proposito del culto. Se, infatti, eravamo tutti ben convinti che il culto è il luogo privilegiato in cui
si manifesta la Chiesa, attraverso alla presenza del Signore e
l’opera dello Spirito Santo (ma
è bene, allora dirlo più spesso
sui nostri giornali e nelle nostre
assemblee varie, dove in generale si dice il contrario...), le opinioni divergevano notevolmente
circa il modo con cui esprimere
questo. La liturgia, il posto della comunità nel suo insieme, del
pastore, di altri responsabili dei
vari aspetti del momento cultuale, hanno visto le nostre opinioni divergere alquanto. Si tratta
di problemi ancora parzialmente
irrisolti nell’insieme del mondo
protestante. Tuttavia, senza falso ottimismo, veniva fatto di
pensare ad alcune nostre assemblee cultuali che sono pur sempre rallegranti per fervore e per
partecipazione di tutti. Partecipare non vuol dire infatti necessariamente, « fare qualcosa di
speciale » rispetto ad altri fratelli uniti a noi nell’ascolto della
Parola di Dio. Diciamo questo
anche se, certo, c’è il pesante rovescio della medaglia. La cosa
non dipende dalla forma del culto ma dalla posizione spirituale
di ognuno dei partecipanti, dal
soffio dello Spirito che solo può
vivificare chi vuole.
Di ritorno
Una serata è trascorsa a discutere con gli studenti in teologia
(ed anche altri non teologi) sulla questione dei ministeri. Un’altra ha dato l’occasione per uno
scambio di informazioni e di
idee sul lavoro della nostra Chiesa con il moderatore Bouchard.
Per questo siamo riconoscenti al
prof. Ricca ed alla Signora, che
ci hanno simpaticamente accolti
tutti nella loro casa, a chiusura
del corso. Poi abbiamo ripreso
la via del ritorno, non senza rimpiangere un poco le belle ore passate nella biblioteca della Facoltà, che meriterebbe un discorso
a parte per la cura con cui è tenuta e per la ricchezza di contenuto dei suoi ormai 55.000 volumi. Sarebbe bello poter trascorrere ogni tanto un periodo di
studio sfruttando una sia pur
minima parte di quanto la biblioteca mette a nostra disposizione.
Ed è stato anche bello, come
sempre, ritrovare le nostre comunità senza le quali ci sentiremmo amputati.
Giovanni Conte
"Cristiani nella libertà”
La redazione sta lavorando
ad uno speciale inserto impostato come strumento di evangelizzazione messo a disposizione delle chiese.
Per contenuti, impaginazione, caratteri, l’inserto è particolarmente adatto ad un lavoro di evangelizzazione estiva tra i turisti italiani nelle
chiese in cui un gruppo sia
disposto a impegnarsi in questo lavoro nei campings, alberghi, pensioni, stabilimenti
turistici, agenzie, ecc. in uno
dei due mesi estivi. Ma anche
un uso in altri periodi dell’anno è possibilissimo ed è perciò particolarmente indicato
farne una scorta: L’INSERTO
NON È DATATO E NON
È LEGATO AD UN TEMPO
PARTICOLARE — VI SARA’
UNA SOLA TIRATURA ED
UNA EVENTUALE RISTAMPA SAREBBE MOLTO PIU’
CARA.
CONTENUTO
Una predicazione di Paolo
Spanu « La verità vi farà liberi »: una testimonianza sull’incontro con Cristo di Francesca Spano; « Cristianesimo:
imposizione o proposta? », di
Franco Giampiccoli; un articolo sul come essere chiesa
alla fine del secondo millennio, di Tullio Vinay; un’inter
vista a Giorgio Bouchard sulle conseguenze etiche della
fede cristiana. Inoltre: gli
evangelici nel mondo e in Italia; notizie e indirizzi per la
Federazione, culto radio,
« Protestantesimo », la Claudiana, ecc.
Uno spazio bianco per il
timbro della chiesa locale,
con gli orari dei culti, indirizzo del pastore.
CARATTERISTICHE
— 8 pagine formato metà
Eco-Luce (cioè doppio rispetto ai precedenti inserti);
— stampa a due colori, fotografie;
-- impaginazione ariosa, stampa a caratteri più grandi;
— riquadri con citazioni bibliche a cui fanno riferimento gli articoli.
COSTO E PRENOTAZIONI
Il costo — nella speranza
di una consistente ordinazione! — è stato fissato a L. 100
la copia, spedizione inclusa.
Per ordinazioni sopra i 500
esemplari riduzione a L. 80 la
copia.
Prenotazioni non oltre domenica 14 giugno telefonando alla redazione (segreteria
telefonica operante fuori orario ufficio) 011/655.278.
L’inserto comparirà nel numero del 19 giugno.
DALLE CHIESE
Genova: gli evangelici alla Fiera del libro
Annunciata da manifesti murali, il 16 maggio si è aperta per
tre settimane la « Fiera del Libro » che ogni sei mesi popola
la centrale Galleria Mazzini. Questa volta però manifesti e locandine indicavano, accanto ad altre manifestazioni collaterali (fra
cui la partecipazione dell’UNICEF per l’anno dell’handicappato), la presentazione del «fumetto valdese » di Umberto Stagnerò : Pradeltorno non deve cadere!, pubblicato dalla Claudiana.
L’autore era presente alla conferenza-stampa precedente l’inaugurazione della Fiera, e vi ha
parlato del suo lavoro. Alcuni
giornalisti hanno poi registrato
questo suo intervento nella cronaca pubblicata su vari quotidiani.
Intanto le chiese valdesi e metodista di Genova, Sampierdarena e Sestri hanno allestito nell’ambito della Fiera, in uno dei
bracci della Galleria Mazzini, la
esposizione delle due serie di
pannelli preparati da U. Stagnaro ; una che presenta a grandi
quadri efficaci lo sviluppo degli
otto secoli della storia valdese, e
l’altra che illustra la genesi anche grafica di questo originale
— e già premiato — fumetto didattico, che è stato già adottato
in alcune scuole e si è prestato
a drammatizzazioni.
Un bel gruppo di volontari si
alterna nella presenza, dalle 8.30
alle 19.30: pronti a dare spiegazioni ulteriori a chi le richiede,
a discorrere con chi si sofferma
per questo, a distribuire volanti
TORINO: PER IL CONFERIMENTO DI BORSE DI STUDIO 1981-1982
Concorso “Artigianelli valdesi
n
Art. 1 - Il Consiglio direttivo dell'Istituto Artigianelli Valdesi bandisce un
concorso per borse di studio da assegnarsi nell'anno scolastico 1981-82.
Art. 2 - Il Concorso è riservato a
giovani evangelici di preferenza italiani. in condizioni economiche disagiate,
che desiderano intraprendere corsi
professionali o di scuola media superiore o Universitari, finalizzati al conseguimento di titoli professionali, di mestiere o accademici.
Art. 3 - L'assegnazione delle borse
di studio comporta l'obbligo di frequentare i corsi di cui all'art. precedente e
di sostenere gli esami relativi ai corsi universitari (secondo le condizioni
previste per l'erogazione degli assegni
di studio presso l'Opera Universitaria
di Torino). In caso di interruzione degli studi se ne dovrà dare immediata
comunicazione al Comitato, il quale
deciderà in merito alla restituzione delle somme eventualmente erogate dopo
la data di cessazione. Eventuali documenti comprovanti l'effettiva frequenza
o gli esami sostenuti potranno essere
richiesti a giudizio della Commissione.
Art. 4 - L'importo di ciascuna borsa
di studio è normalmente stabilito come segue:
L. 500.000 annue per la frequenza di
scuole medie superiori o professionali 0 di mestiere (L. 1.000.000 per i
residenti fuori Torino);
L. 1.000.000 annui per corsi universitari (L. 1.500.000 per i residenti fuori Torino).
Le borse saranno erogate in rate
mensili posticipate da settembre a
giugno per un totale di 10 mesi.
Art. 5 - Le domande di ammissione
al concorso dovranno essere spedite
con R.R. al Presidente della Commissione per l'assegnazione delle borse
di studio Artigianelli Valdesi, via Pio
V. 15 - 10125 Torino, entro il 30 giugno,
dando documentazione dell'avvenuta
iscrizione, non appena il candidato ne
è in possesso. Le domande devono essere redatte in carta libera. La Commissione non assume responsabilità
per eventuali disguidi, ritardi, smarrimenti 0 mancato recapito delle domande e della documentazione relativa.
Art. 6 - Le domande sottoscritte dai
candidati se maggiorenni o da chi esercita la patria potestà o la tutela dovranno contenere:
a) Cognome, nome e domicilio con
eventuale altro recapito (e numero telefonico) a cui far pervenire eventuali
comunicazioni.
b) Dichiarazione di iscrizione ai
corsi di cui all'art. 2.
c) Titolo di studio conseguito fino
al momento della richiesta.
d) L'indicazione della Comunità
evangelica di appartenenza con una lettera di presentazione del Pastore o
del responsabile della Chiesa.
e) Copia della dichiarazione dei
redditi del nucleo familiare a cui il candidato appartiene, relativa all'anno immediatamente precedente.
f) Una breve esposizione delle
prospettive e degli interessi del candidato.
g) Comunicazione se è stata fatta
domanda per l'ottenimento di borse di
studio o contributi di pre salario o altri benefici, presso altri Enti.
La Commissione si riserva di richiedere eventuali ulteriori documenti per
l'accertamento dei dati richiesti.
CASA EVANGELICA DI
SAN MARZANO
SAN MARZANO OLIVETO
(Asti) - Telefono 0141/856130
Aperta dal 1/7 al 31/8
Per informazioni, fino al 29 giugno, rivolgersi a:
Chiara Aldo - Via Plana, 105 - 15100 - Alessandria
Tel. 0131 55995 (ore pasti)
ni e Nuovi Testamenti. E’ stato
preparato un ciclostilato che illustra brevemente la presenza
valdese e metodista a Genova.
Poco più avanti, Sergio Rastello,
dell’Unione Biblica Italiana, e un
gruppo di collaboratori hanno
un banco di vendita di Scritture
e di stampa evangelica, fra cui
molte pubblicazioni della Claudiana: e naturalmente Pradeltorno non deve cadere! in buona
evidenza.
■Venerdì, 22, in una sala pubblica, Giorgio Tourn ha tenuto una
conferenza, che abbiamo cercato
di pubblicizzare largamente, su
«I Valdesi e la Bibbia: otto secoli di lotta per la predicazione
dell’Evangelo e la libertà di coscienza ».
Rita Forzoni
LA SPEZIA — Sofferente da
qualche tempo in maniera piuttosto grave la mattina del 7 maggio, all’età di 73 anni, è morta la
sorella Rita Forzoni ved. Fornili.
Ammessa in chiesa in età matura ha sempre vissuto intensamente la vita della comunità e
non se ne è mai staccata.
La chiesa della Spezia, largamente presente ai funerali e
stretta intorno alla figlia Fiorella, con canti e la predicazione ha
testimoniato la fede nella resurrezione.
Un’assemblea di
circuito in analisi
Durante l’esame delle attività
delle chiese del circuito viene
fuori ad un certo punto una
forte critica rivolta contro la relazione di un certo Consiglio di
Chiesa, ritenuta troppo ottimistica e non conforme alla realtà
delle cose. Scandalo! Le crude
parole indirizzate nei riguardi di
conduttori spirituali stimati «fannulloni » suscitano la meraviglia
dei presenti, sconcertati soprattutto dal fatto che i recriminanti
non erano anziani o diaconi delle loro comunità, ma due semplici membri di chiesa incaricati di
presentare in assemblea la suddetta relazione. Allo stupore iniziale subentra un giudizio meno
passionale. Salvo qualche eccezione, i delegati delle altre comunità riconoscono che anche
presso di loro le cose non vanno come si ha purtroppo la tendenza di farle vedere sotto una
luce troppo favorevole. Riecheggiano nell’assemblea le esortazio
ni fatte al culto mattutino dal
predicatore di turno il quale, meditando su quanto scriveva l’apostolo Paolo ai Corinzi circa il
« farsi tutto a tutti pur di salvarne ad ogni costo alcuni » (I Cor.
9: 19-23), aveva esortato i presenti a farsi un po’ più solidali
con chi sta « senza legge ».
Prescindendo dalle varie interpretazioni esegetiche fatte in abbondanza dal predicatore, sta il
fatto che i due recriminanti si
saranno indubbiamente sentiti
spinti ad uscire da « sotto la
legge » e a farsi « deboli coi deboli », confessando apertamente
che a loro, usciti dal cattolicesimo perché catturati dalla grazia
di Cristo morto anche per loro
sulla croce, piangeva il cuore nel
vedere come la loro comunità
— simile alla primitiva chiesa
d’Efeso — aveva perso « il suo
primo amore » (Apoc. 11: 4).
Quella cosa
affascinante
(segue da pag. 1)
monianza. L’opposizione — dura, morbida o strisciante — è
pressappoco quella del Salmo 2.
Non sempre si possono tenere in
carcere i testimoni della verità,
ma spesso si riesce a depotenziarli, conte se anche per loro
Gesù fosse morto senza più risuscitare. Insidiosa è la benevola
comprensione, quando ci dicono
ciò che la chiesa di Gerusalemme non ha invece voluto dire a
Pietro e Giovanni: bravi, avete
avuto fegato. Oppure: state attenti, ci vuole prudenza, convocate il consiglio di chiesa per studiare le difficoltà; dopotutto una
bella predicazione tranquilla è
sempre meglio di nulla.
Ogni anno Pentecoste ci riporta al bivio: demotivarci placidamente, o chiedere coraggio. Nel
.secondo caso bisognerà fare quella cosa strana e affascinante che
la chiesa di Gerusalemme ha fatto.- pensare, lottare e credere nella Pentecoste di Dio.
■ Hanno collaborato per questo
numero: Domenico Abate Gino Conte - Giovanni Conte Ivana Costabel - Giovanni
Gönnet - Sauro Gottardi - Antonio Kovacs - Adriano Longo - Alfonso Mannocchio Luigi Marchetti - Paolo RibetAldo Rutigliano - Giorgio
Tourn - Enzo Tron - Medi
Vaccaio.
3
5 giugno 1981
ANCORA SUL VOTO DEL 17 MAGGIO
Referendum ed errore cattolico
In una radicata concezione secondo cui la chiesa cattolica avrebbe un potere diretto o indiretto sulla società civile, la gerarchia ha cercato ancora una volta di imporre la fede con la legge
Il risultato del referendum
sull’aborto promosso dal Movimento per la vita è senza dubbio
un fatto positivo per la vita civile e politica del nostro paese.
Ma ritengo che lo sia anche per
la Chiesa romana. Infatti, è doveroso rilevarlo, molti cattolici
credenti, e forse anche non pochi praticanti, hanno votato no
al referendum sulla legge 194
proposto dal movimento di marca sanfedista. L’entità del distacco verificatosi tra l’invito rivolto
dal magistero romano e la mancata obbedienza dei cattolici, se
non è al momento misurabile
nella sua intensità qualitativa,
lo è invece in quella quantitativa.
Il fatto denuncia però la natura dell’errore cattolico, di cui
La Scuola
Domenicale
Il n. 4 della Rivista ■ La Scuola domenicale » uscito in questi giorni contiene:
— La storia di Giovanni Wesley raccontata ai ragazzi a cura di Giorgio
Bouchard e Franco Girardet:
— un articolo sui problemi della preadolescenza di Rita Gay che conclude una serie di interessanti interventi a cominciare dall'età prescolare;
— uno di Roberto Eynard sulla programmazione curricolare (che apre
una nuova serie) ;
— un altro sui mass-media e ii sentimento religioso che apre anch'esso
una nuova serie a cura di Andrea
Mannucci e Piero buchini;
— resoconti e interviste su campi italiani e internazionali e una nutrita
serie di recensioni su libri per ragazzi e adulti.
Per maggiori dettagli e abbonamenti. rivolgersi a una delle librerie Claudiana di Milano, Torino e Torre Pellice
o direttamente presso il Servizio Istruzione Educazione, Via della Signora 6,
20122, Milano.
forse i « cattolici del NO » non
si sono resi intieramente conto,
anche se di fatto lo hanno rifiutato. Come protestanti abbiamo
il dovere di collaborare perché
detto errore sia pienamente avvertito in tutta la sua portata.
Non si tratta ovviamente di un
errore tecnico legato al referendum; riguarda la natura dell’impostazione stessa dei problemi
umani data dal clero e dalla gerarchia.
Potestas directa
Come è detto anche nei manuali di diritto pubblico ecclesiastico cattolico, negli ambienti
della Chiesa romana si ritiene
che essa abbia ricevuto « a Christo domino » i pieni poteri sul
mondo sia circa le cose spirituali sia quanto a quelle temporali. Sin dal tempo di Gregorio
VII tale concetto è chiaramente
affermato nel senso che alla
Chiesa romana spetta « la plenitudo potestatis in toto mundo
nedum in spiritualibus sed temporalibus ».
Ed anche dopo la crisi del
XVI secolo, in regime di « potestas indirecta » è stato sempre affermato che alla Chiesa
romana sono direttamente o indirettamente dipendenti gli stati
quali società inferiori quanto al
loro fine. In assoluto non si può
pertanto concepire che un ordinamento avente scopi politici sia
capace di cambiare, di sua sola
volontà, le cose che costituiscono il tessuto sociale su cui assume di esercitare il potere. I
rapporti tra Chiesa e Stato correnti tra società perfette, ma
impari, in quanto il fine spirituale è sopraordinato a quello temporale, restano subordinati in
ultima istanza alla volontà della
Chiesa romana che, unica al mondo, persegue legittimamente il fine spirituale.
L’ultimo concilio ha cercato
invero di rimescolare queste car
te, insistendo sulla promozione
e l’apostolato dei laici cui competerebbe in primis la conduzione degli affari del governo civile
e politico dei popoli, ma senza
tuttavia disancorarne l’orientamento dall’insegnamento e dalla
guida del supremo magistero e
del clero. Nella nuova distribuzione delle carte l’asso piglia tutto, mantiene tutte le sue prerogative. Né era pensabile potesse
esser diverso, come molti illusi
avevano pensato potesse verificarsi. Questi sono stati smentiti
dalla prassi di quest’ultimo decennio, e dalle tante operazioni
a ricupero svolte in sede cattolica.
Si ritiene tuttora che è compito della società civile provvedere la Chiesa romana delle cose che le sono necessarie ed utili per consentirle l’esercizio del
suo ministero nella società umana e di favorirla nello svolgimento del medesimo con ogni privilegio. Se si considera poi che
il ricorso al braccio secolare è
stato sempre ritenuto utile dalla
Chiesa di Roma per conseguire
i suoi fini ecclesiastici, si comprende facilmente che anche un
inserimento sfacciato nella campagna dei referendum possa rientrare nell’ambito non solo del
lecito, ma del doveroso. E così
è stato.
La fede imposta
L’errore sta quindi nel modo
con cui si intende gestire la missione affidata da Gesù ai discepoli; facendo affidamento sull’esercizio dei poteri di questo mondo che, come è noto (Luca 4: 6)
sono stati dati a Satana e questi li dà a chi vuole, unitamente
alla gloria che ne può conseguire. Anziché l’invito al voto,
avrebbe da tempo dovuto svolgersi una penetrante azione pastorale anzitutto contro il ricorso all’aborto clandestino, su cui
invece si è taciuto; e quindi per
indurre le donne a non doversi
esporre al rischio dell’aborto
istruendole circa i problemi inerenti una maternità responsabile.
Ma la gerarchia ha come di consueto seguita la via errata cercando di imporre la fede in Cristo tramite la legge degli umani. Ma facendo della fede una
legge, come dice il Corano, si ottiene il trionfo dell’Islam; e non
è questo il modo idoneo per diffondere quell’amore di Dio che
è in Cristo Gesù nostro Signore.
Oggi la gente non accetta più
volentieri rimbeccata su tutto
ciò che deve fare; oggi ragiona
di più, valuta da sé, distingue, è
incline a farsi una opinione sulle cose, comprende meglio, si ren
de consapevole, decide in proprio.
Sul piano del riscontro politico delle proprie azioni gli italiani, con le due bocciature dei referendum codini del 1974 e 1981,
hanno dimostrato di aver capito
che il sistema impositivo seguito
dalla Curia, anche se non è più
intimidatorio come nel passato,
quando si minacciava la scomunica, è errato egualmente; quindi come si dice oggi: non paga.
Sul piano della fede invece non
sembra che una tale comprensione sia ancora maturata. Eppure
qui riposa l’origine dell’errore. I
nostri concittadini sono forse più
politici che credenti? Non è una
novità il constatarlo. Ma dobbiamo offrire loro quanto occorre
per maturare una revisione completa del quadro in cui stanno
vivendo, in modo che sappiano
attuare la riforma necessaria alla luce dell’Evangelo. L’interrogativo che si pone per noi protestanti è quello di sapere in quale misura siamo capaci di adoperarci in tal senso evangelizzando, testimoniando ed essendo
presenti fattivamente nella società in cui viviamo come credenti.
Giorgio Peyrot
SEMINARIO NAZIONALE DELLE CDB
Accettare la sessualità
Si è svolto a Genova, presso il
Palazzo della Provincia, l’I, 2, 3
maggio un interessante Seminario nazionale delle comunità cristiane di base sul tema: « Sessualità: Ricerca e confronto nella realtà di oggi: Aspetti religicr
si, politici, interpersonali ». Ritengo che si possano fare queste
valutazioni.
Innanzitutto la chiesa genovese, quella cattolica, quella del
Card. Siri che sull’argomento dell’aborto dichiara di non voler bisticciare, ma di voler essere coerente difendendo il referendum
del Movimento per la vita, e quella dei protestanti, che hanno totalmente disertato un Seminario
CO.SÌ interessante, deve necessariamente prendere atto che le comunità di base Cristiane italiane
restano una realtà viva, dinamica originale nel tessuto amorfo
del tradizionalismo religioso e
sociale dei nostri giorni.
Bolivia: corsi
biblici per cattolici
(BIP/SNOP) — La società biblica boliviana ha organizzato
dei corsi biblici per gruppi di
cattolici. Le lezioni affrontano
temi fondamentali di introduzione biblica (canone, differenti
versioni, ecc.) e tecniche di diffusione e di utilizzazione del testo biblico nell’evangelizzazione
e negli altri ministeri della Chiesa.
Max Quiroz, responsabile di
questi corsi a La Paz, ha scritto:
« Le parrocchie cattoliche hanno
risposto in modo molto positivo (...). Questo atteggiamento ci
permette di accrescere la diffusione e la vendita dei testi biblici ».
Il direttore dell’insegnamento
cattolico boliviano ha fornito ai
differenti ispettori dei corsi di
religione notizie dettagliate sui
corsi tenuti dalla Società biblica. Questa ultima iniziativa ha
ulteriormente incoraggiato la diffusione dei testi biblici, infatti,
nel corso dell’ultima sessione,
che ha avuto luogo a La Paz,
43.523 pubblicazioni bibliche sono state diffuse (Bibbie, Nuovi
Testamenti e porzioni). Solo una
piccola quantità è stata diffusa
gratuitamente; la gran parte è
stata venduta.
Francia: i gitani
si organizzano
(BIP) — «La Missione Evangelica degli Tzigani di Francia »,
di confessione protestante, riunita a Ennordes (Cher), in assemblea nazionale, in occasione delle festività pasquali, ha annunciato la creazione della « Federazione Gitana di Francia ».
Questa Federazione riunirà oltre agli Tzigani (25.000 aderenti),
il « Comitato Nazionale della
¡echi dal mondo cristianol
a cura di ANTONIO ADAMO
zione chiederà ai pubblici poteri
«un autentico statuto» per i gitani. Il portavoce del Movimento
ha precisato: «Vogliamo essere
dei Francesi a pieno diritto, ottenere la Carta d’identità Nazionale, e il diritto di fermare le
nostre carovane liberamente ».
La Federazione chiederà inoltre
la fine dei controlli di polizia
« troppo numerosi ». Attualmente
vivono in Francia circa 250.000
gitani.
Etiopia: Amnesty per
un pastore scomparso
(EPD) — Amnesty International è intervenuta per denunciare la scomparsa di Gudina Tumsa, 48 anni, pastore e segretario
generale della Chiesa evangelica
luterana d’Etiopia. Probabilmente egli è stato rapito dalla polizia segreta del governo militare provvisorio il 28 luglio 1979.
Da allora il pastore Tumsa è
scomparso. Sua moglie è in carcere dalla primavera del 1980 e
i suoi tre figli sono in esilio. Tumsa ha sempre auspicato una politica di riforma contro la concentrazione dei beni del paese
nelle mani della famiglia imperiale; anche il suo atteggiamento
nei confronti della volontà riformatrice post-rivoluzionaria è stato favorevole. Egli era dell’avviso che bisognasse in primo luogo dare inizio ad una seria riforma agraria, a favore delle popolazioni rurali. Contemporanea
.. _____ __________ _____ mente si era battuto con risolu
Gente di Viaggio » e il « Comita-ti tezza per la difesa della libertà
to Ren di Francia ». La Federa- di fede e di coscienza.
Ciò è bastato evidentemente a
farlo rapire.
Brasile: gli Indies
ancora minacciati
(BIP/SNOP) — Il governo brasiliano sta per riformare in maniera restrittiva lo statuto degli
Indios, abolendo cioè gli aspetti
positivi di questa legge. Questo
è quanto ha dichiarato il mese
scorso a Brasilia Tomas Y Baiduino, vice-presidente del Consiglio Indigeno Missionario (C.I.
M.I.) e vescovo della città di
Goias, nel centro del Brasile. Secondo il vescovo Balduino, l’indio è considerato come « una
minaccia alla sicurezza nazionale », è sorvegliato dai servizi segreti ed è diventato il tema principale dei lavori del consiglio di
sicurezza nazionale.
Secondo il prelato i servizi
segreti brasiliani si sono da tempo pronunciati contro la formazione deirUNIND (Unione degli
Indios) che raggruppa già gli
Indios del Mato Grosso del Sud,
dell’Amazzonia e del nord-est del
paese. Per dom Tomas la formazione deirUNIND e la vittoria
conseguita nel processo a suo
carico dal capo Xavante, Mario
Juruna, sono all’origine del processo di riforma dello Statuto.
Juruna aveva ottenuto il 27 novembre scorso il permesso di un
tribunale per recarsi a Rotterdam, in occasione delle sedute
del tribunale Russel sui « crimini contro gli indios ».
Il vescovo di Goias è impegnato in prima persona nella difesa
dei diritti di queste popolazioni
oppresse.
Gli Yanomani sono il più grande gruppo di Indios dell’Amazzonia con circa 16.000 membri.
Contraccezione :
solo tra 50 anni?
(Tempo Medico) — L’Humanae
Vitae di Paolo VI del 1968 resterà ancora in vigore per alcuni
decenni ma « entro cinquant’anni
la chiesa cattolica modificherà la
sua posizione, accettando il controllo delle nascite attraverso la
contraccezione »: la previsione è
contenuta in un libro uscito a
Londra a firma del professor David Lodge, studioso cattolico e
docente universitario a Birmingham.
La tesi da lui sostenuta nel
volume (How Far Can You Go?
Fin dove puoi spingerti?) è che
la posizione di Paolo II, del resto Tibadita da Giovanni Paolo
II, è destinata a resistere ancora perché « costituisce una diga,
rotta la quale la chiesa cattolica
dovrèbbe affrontare altri temi
scottanti, come, per esempio,
concessioni in materia sessuale
ai religiosi ». Quanto al fatto che
nel prossimo mezzo secolo la
norma sia destinata a cadere.
Lodge lo dà come conseguenza
« del normale avvicendamento
generazionale ».
Trasmissioni
evangeliche
(nev) - Dal 30.4 al 3.5 si è svolto a Ginevra un seminario sulle
trasmissioni evangeliche alla radio organizzato dalla Conferenza delle chiese evangeliche dei
paesi latini d’Europa, con la partecipazione di operatori evangelici dalla Svizzera romanda, Ticino, Francia, Spagna e Italia. Il
programma comprendeva scambio di esperienze e esercitazioni
pratiche. Il prossimo incontro
avrà luogo nel 1983 in Italia.
Secondo me le comunità di base sono più che mai un segno,
oserei dire, un « annuncio » nella
chiesa di Wojtyla, ritornata su
posizioni chiuse, grette e retrograde.
Oltre cinquecento persone suddivise in cinque gruppi hanno dibattuto i molteplici aspetti della
sessualità ritenendo indispensabile una dimensione nuova di
concepire la sessualità sia sotto
il profilo religioso che culturale,
in contrapposizione alla statica
morale cattolica che, ribadendo
come unica finalità dell’atto sessuale quello della procreazione,
circoscrive in un condizionamento oppressivo l’etica sessuale,
mentre esalta i cristiani che riescono a vivere una vita pura, perché la castità onora l’essere umano e lo rende capace di amore
vero generando una discriminazione sfacciataménte di parte fra
i puri e gli impuri.
Durante la Tavola rotonda di
sabato sera Gianangelo Palo, che
ha sostituito Padre Ernesto Balducci, impedito, pare, da forti
pressioni dei Vescovi toscani (il
Card. Siri sarà proprio all'oscuro di questo fatto?) diceva giustamente che bisogna liberare la
morale cattolica dai fenomeni
impositivi con realtà oggettive liberanti e occorre « purgarla »
dall’onnipotenza, perché nessuno
è onnipotente, neppure Dio, che
in Gesù Cristo ha scelto la morte.
La nota più caratteristica di
questa realtà liberante è stato
l’intervento di un giovane che
si è dichiarato omosessuale, appartenente al F.U.O.R.I.
S’è trattato quindi in positivo
di un desiderio di liberare dalla
emarginazione sessuale tutti coloro che sono frustrati da una
casistica opprimente, per dare
invece una prospettiva di vita
nuova che formi persone più
equilibrate, più estroverse, più
creative.
Insomma è stato più volte sottolineato che la sessualità, come
energia creativa che ci spinge
verso gli altri e verso la realtà
esterna, diventa il tramite per
10 sviluppo di tutta la per.sona
umana fisica e psichica.
In questo senso diventa mistificante la distinzione fra corpo
e psiche, tra puro ed impuro, tra
amore e piacere.
11 convegno si è concluso con
una assemblea eucaristica dove
tutti hanno pregato il Signore
« per poter accettare totalmente
11 proprio corpo, la sua sessualità, il rischio del cambiamento
contro la tradizionale educazione ».
Questo « annuncio » rappresenta una grande speranza e vuole
incoraggiare i cristiani ad accettare la propria sessualità con
entusiasmo e piena consapevolezza. Il momento sessuale può
rivelarsi come quello in cui l’uomo scopre il suo corpo, e perciò
il suo esistere terreno, non si
rinchiude nella quotidiana, faticosa impresa della trasformazione del mondo, ma si apre ad
una presenza agli altri e alle
cose.
Erminio Podestà
4
4
5 giugno 1981
IL DIBATTITO SUSCITATO DALL’ARTICOLO DI GIORGIO TOURN
Nella chiesa
di diritti ma
i credenti non si
accettano degli
appropriano
incarichi
a colloquio
con i lettori
La riflessione del pastore Giorgio Toum su « i rischi dei cambiamenti attuati in sordina »
espressa nell’articolo intitolato
« Attenzione: la nostra chiesa sta
abolendo il ministero », pubblicato su La Luce del 1” maggio,
p. 4, ha stimolato la nostra chiesa di Savona a discuterne nella
riunione del venerdì sera e durante il culto domenicale.
Ci siamo sentiti interessati all’argomento dei ministeri nelle
chiese e della loro condivisione
estesa a tutti i membri di chiesa, perché per noi non si tratta
di puro dibattito, ma di una realtà che stiamo vivendo ed applicando da anni « con timore e
tremore » davanti al Signore;
non avremmo la possibilità di
svolgere le varie attività se il
consiglio di chiesa non potesse
incaricare di volta in volta i
membri di chiesa dei vari servizi, compresi quelli della predicazione e della Santa Cena.
Certamente va precisato anzitutto questo; che le decisioni del
Sinodo Valdese e della Conferenza Metodista, che riconoscono a tutti i credenti il diritto di
battezzare e distribuire la S.
Cena, prevedono pure che, nell’ambito della comunità, ciò avvenga per incarico del consiglio
di chiesa (ed oggi diremmo anche del Circuito) ed escludono
quindi prese di potere personali;
la comunità non subisce ma affida i compiti ed i membri di chiesa non si appropriano di un « diritto » ma accettano l’incarico;
non solo! accettano anche di
coordinarlo con gli altri ministeri. Al pastore (noi abbiamo un
pastore locale) non è tolto nulla
del suo incarico di guida spirituale, anzi in questo modo viene
valorizzata la sua funzione di
stimolo e di aggregazione; i mi
nisteri non vengono annullati; ne
vengono suscitati dei nuovi, grazie a Dio.
In secondo luogo ci sembra
teologicamente corretto dire che
« la predicazione » con le parole
(sermone) e con i segni (battesimo e Santa Cena) è unica perché è unica la Parola di Dio che
viene annunciata; non si può perciò negare la predicazione con
i segni a coloro ai quali si affida la predicazione con le parole.
Inoltre, secondo la Scrittura,
è 1’« assemblea locale dei credenti » che conduce gli studi biblici,
i culti, i battesimi, la S. Cena, e
chi parla o presiede o distribuisce gli elementi compie un ministero riconosciutogli dai fratelli (al limite, come avviene in
qualche chiesa, il pane ed il calice potrebbero passare di mano
in mano senza che necessariamente uno lo distribuisca). La
continuità della predicazione
evangelica non sta dunque nel
pastore o nel ministero in sé, ma
nella fedeltà alla Parola di Dio da
parte dell’assemblea dei credenti che offre il suo culto al Signore (e non vi assiste come ad
uno spettacolo).
Cogliamo anche l’invito, che
Renzo Turinetto fa ne La Luce
dell’8 maggio a pag. 8, di parlare
del modo di condurre un culto,
per dire che non ci consideriamo
legati a particolari liturgie, ma
che cerchiamo piuttosto di dare
spazio, accanto alla predicazione,
alle preghiere e agli interventi
ed ai messaggi di tutti i partecipanti. Certo per uscire dalle abitudini e dalle tradizioni occorre
tempo, pazienza e riflessione, ma
intanto ci si può muovere con
quello spirito di novità che l’Evangelo ci richiede.
la chiesa evangelica
metodista in Savona
Abolizione del ministero
o ridefinizione?
L’allarme lanciato da Giorgio
Tourn sull’Eco-Luce del 1° maggio nel suo articolo dal titolo
« Attenzione: la nostra chiesa sta
abolendo il ministero » è forse
un po’ troppo tragico, almeno
nel titolo, ma ha una sua indubbia ragion d’essere. Probabilmente la resistenza opposta in
passato a riforme liturgiche ed
ecclesiologiche ha come risultato oggi una sorta di sperimentazione selvaggia, presentata
come eccezionale, ma i cui episodi sono solo in parte preceduti
o almeno affiancati da un’adeguata riflessione teologica. Siamo così passati da un tempo
in cui la predicazione e l’amministrazione dei « sacramenti »
(ma fino a quando continueremo
ad usare questa nozione così ambigua e non biblica?) erano
praticamente appannaggio dei
pastori, ad un tempo in cui tutti
possono fare tutto, per cui si assiste al caso un po’ strano di
predicatori che non frequentano
mai i culti salvo quando li presiedono loro, o di catecumeni
neoconfermati che sono chiamati a distribuire la Santa Cena la prima volta che ci partecipano.
Ci sono evidentemente sotto
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re è quello del rapporto tra ministero e « amministrazione dei
sacramenti ». Per amministrare
il battesimo e presiedere la Cena
del Signore, è necessario essere riconosciuti come ministri,
oppure queste cose sono in un
certo senso secondarie rispetto
alla predicazione, per cui un
qualsiasi credente può essere delegato dalla chiesa a compiere
questi atti? A me sembra che è
valida questa seconda alternativa, ma credo anche che ci sia
una qualche affinità tra l’esercizio di un ministero e 1’« amministrare i sacramenti ». Non coincidenza, quindi, ma analogia, vicinanza di impostazione.
Questa analogia la riscontrerei nella nozione di riconoscimento. Nella nostra chiesa esistono ministeri riconosciuti anche in modo liturgico, come quello pastorale, di anziano e di diacono; e ministeri riconosciuti solo in via di fatto, come quello dei
monitori, dei visitatori ecc. Un
analogo riconoscimento di fatto
mi sembra indispensabile perché un fratello possa essere delegato a battezzare o a presiedere la Cena del Signore. Uno può
essere riconosciuto solo se è innanzitutto conosciuto, cioè se è
uno di quelli che partecipano
normalmente alle attività in cui
queste cose si fanno. A me non
pare che sia un’abolizione del
ministero il fatto che un fratello
o una sorella che si è sentita
rivolgere con perseveranza le parole del Signore « Fate questo in
memoria di me » e « Andate e
battezzate tutti i popoli », le attui, poi, in prima persona alla
presenza della comunità. Non mi
pare che esista neanche a livello
neotestamentario un ministero
dell’amministrazione dei sacramenti. Mi preoccupa di più, invece, se a quest’amministrazione
è chiamata, in sordina non perché questo avviene in maniera
conforme alla coscienza della
chiesa, ma per evitare un confronto con la chiesa, una persona
che non può essere riconosciuta,
semplicemente perché è sconosciuta o, nel migliore dei casi,
non ancora conosciuta.
Tutto il problema va affrontato, quindi, non agitando lo spauracchio di un’abolizione del ministero, ma attraverso una ridefinizione del ministero. Questa è
tanto più urgente in quanto, a
livello ecumenico e a livello di
fatto in conseguenza del disimpegno di molti fratelli, rischiamo piuttosto di andare nella direzione di una gerarchizzazione
del ministero stesso e di una sua
differenziazione di stampo cattolicheggiante rispetto alla massa
dei fedeli.
Claudio Tron
Mandati dallo stesso Spirito
questi « esperimenti » molti nodi insoluti. Il primo di questi
riguarda il ministero ed il suo
esercizio. Questo nodo è stato
affrontato un po’ alla garibaldina anche nella discussione di
quest’anno sul « ruolo diaconale ». Il problema potrebbe essere sintetizzato così: nella chiesa esiste una pluralità di ministeri o un’universalità di ministeri? In altre parole: in ogni
singola comunità, ci sono vari
ministeri, anche se non tutti ne
esercitano uno; oppure tutti
quanti, per il fatto stesso di
essere membri di chiesa, sono
anche ministri? Mi sembra che
nella situazione attuale, non certo ideale, ma non per questo da
ignorare, ci troviamo piuttosto
nella prima alternativa. Ci sono
vari ministeri, ma non tutti i
fratelli ne esercitano uno. Alla
base di questa considerazione
sta anche la distinzione tra
membri di chiesa e membri elettori. È una distinzione, anche
questa, ambigua e discutibile,
ma che riflette un fenomeno
non ignorabile, quale è appunto quello di una grande massa
di fratelli poco impegnati nel
lavoro della chiesa.
Un secondo nodo da scioglie
Non condivido la preoccupazione che il pastore Giorgio Tourn
esprime nel numero del 1” maggio sulla possibilità che stiamo
abolendo il ministero. Fino a
quando il Signore ci darà la grazia di compiere la sua volontà,
ci saranno sempre coloro che,
ciascuno per parte sua, e secondo la misura della grazia che
avrà ricevuto, adempiranno nelle varie chiese locali i ministeri
che lo Spirito vi riterrà necessari.
Marco, Anna, Graziella e tutti gli
altri che sono e saranno chiamati « amministreranno » i sacramenti allo stesso titolo dei
pastori. Perché distinguere tra
la funzione unita alla personali
tà del pastore e quella attribuita
ad altri? Forse perché la chiesa
non l’ha riconosciuta? È la chiesa allora che è in difetto, se non
riconosce il ruolo unito alla personalità di Marco o di Anna, che
certo, dato che esercitano bene
la loro funzione in quel momento, sono mandati dal medesimo
Spirito. Come si può dire allora
che essi « fanno una cosa loro »?
O vogliamo unirci ai « fratelli »
del CEC che anelano alla costituzione del terzo sacramento?
Mi pare che il pericolo per la
Chiesa, e non da adesso, stia nel
non credere abbastanza nello
Spirito santo.
Lino de Nicola
FRATELLI, PERCHE’?
Egregio Direttore,
L'ultimo scandalo italiano alla ribalta,
quello sulla Loggia massonica P 2, mi
decide a porre alcuni interrogativi concernenti il nostro ambiente, interrogativi che, per la verità, da molto tempo
mi portavo dentro (e forse non sono
la sola) risentendone disagio e turbamento. È infatti risaputo che molti esponenti del mondo valdese aderiscono
alla massoneria (anche se certamente
si tratta di « logge » di altro tipo) e i
« si sa » e "Si dice - in merito sono
molti e non da ora. Oggi però mi
chiedo se non sia giunto il momento
di fare chiarezza e magari autocritica
anche da noi su questo argomento.
Infatti mi sembra che i caratteri peculiari della organizzazione di cui si
tratta non si accordino con l'Evangelo
almenp per tre aspetti:
a) la situazione storica in cui operarono questa e altre società segrete
era ben diversa dall'attuale. In tempi di
oppressione e di mancanza di libertà,
agire in clandestinità può essere un
male necessario (e ben lo sappiamo,
guardando al passato, in quanto valdesi o antifascisti ecc.).
Oggi, al contrarlo, si deve dibattere
ogni idea, portare avanti ogni progetto (o anche azione di difesa) con gli
altri e per gli altri. La nostra chiesa, le
nostre comunità — in un paese così
corrotto e sotterraneo come l'Italia —
devono essere delle case di vetro. Mi
chiedo a che possa giovare la segretezza se non a garantire certe « sicurezze » certi reciproci « soccorsi », limitati ovviamente a una determinata cerchia di persone, e che cosa ci sia di
evangelico in tutto ciò.
b) Mi risulta che solo le persone
che in qualche modo « contano » vengono invitate ad affiliarsi alla « Società ».
Ancora una volta: che cosa ha a
che fare questa distinzione con l'Evangelo del Sermone sul Monte?
c) Per finire è indicativo che dalla
massoneria siano escluse le donne.
Una ben nota mentalità sta alla base
di questo principio.
Con questo non reclamo certo un diritto di accesso alle donne ma, al contrario, chiedo agli uomini evangelici e
massoni di spiegare a me ed a tutti
I fratelli e sorelle in fede il perché di
questa loro adesione. Personalmente
sono disponibile ad ascoltare e a correggere eventualmente le mie convinzioni e le mie impressioni, ma il silenzio e la reticenza mi sembrano la scelta peggiore.
Mirella Argentieri Bein, Torre Pellice
INCONTRO DI MINORANZE CULTURALI, RELIGIOSE, ECONOMICHE
Beati gli ultimi
Un incontro animato da numerosi interventi sui problemi delle minoranze culturali, economiche, politiche e religiose si è svolto nei giorni 1, 2 e 3 maggio al
Monastero di Montebello a Isola
del Piano fra le colline che circondano Urbino.
L’insegna del convegno, il secondo in un programma di creazione di un fronte delle minoranze, era 'Beati gli ultimi’. Animatore e ospite è stato Gino Girolomoni un giovane protagonista
di molte battaglie su questo campo, che è stato sindaco di Isola
del Piano, e che si batte da sempre per una visione attiva ed alternativa dei problemi della sopravvivenza in questa società. La
sua opera di sensibilizzazione c
di coagulo delle molte forze che
operano nel nostro paese in modo autonomo in questa prospettiva di ricerca e di testimonianza è presentata in un libro pubblicato in queste settimane nelle
edizioni Jaca Book « Ritorna la
vita sulle colline ».
Gli intervenuti erano in prevalenza legati in qualche modo a
esperienze comunitarie di varia
natura: il Centro Culturale Don
Minzoni di Sondrio, il Collettivo
per l’autocostruzione di Rimini,
la francese Comunità dell’Arca,
la Cooperativa Alce Nero di Isola del Piano, la Cooperativa Batiste] di Padova, il Grappo Comboscuro di Cuneo, la Cooperativa
il Comprensorio di Cittadella di
Padova, il Gruppo di Ontignano
di Fiesole animato da Giannozzo
Pucci, i Quaderni Calabresi con
Francesco Tassone, la Cooperativa la Selva di Alessandria, il Laboratorio di Architettura di Fano, la Cooperativa Nuovi Quaderni con Pietro Toesca, le Edizioni Jaca Book di Milano.
Il programma dell’incontro
aveva questi presupposti. Sta
emergendo nella società post-capitalista un popolo nuovo che
cerca, che vuole luoghi nuovi dove vivere, che vuole idee nuove
alle quali collegarsi. E’ un popolo che assiste alla scomparsa di
culture millenarie ma che è impegnato ad operare perché di esse rimangano testimonianze viventi, è impegnato a cercare di
rispondere alle domande che la
civiltà del consumo lascia drammaticamente inevase. E’ un popolo che vuole radicare alla terra queste problematiche scoprendo i mestieri che ormai non sa
fare niù nessuno ma che possono rivivere se ci impegniamo a
reinventarli giorno per giorno
operando e facendoli sostanza di
cose sperate.
Su queste tematiche gli interventi sono stati ricchissimi a cominciare da quello sulle comunità cristiane di base, a quelli sui
significati e sui valori di minoranza (Bernardi, Bagnoli), sulle
minoranze linguistiche (Gustavo
Buratti), su quelle religiose con
particolare riferimento alla minoranza valdese vista come ’minoranza significativa’ (Carlo Bassi), sulle minoranze dei malati e
degli emarginati (P. Pasolini),
per approdare alle esperienze di
vita alternativa, o nella agricoltura (Ivo Fotti, G. Girolomoni e
altri) o nella esperienza didattica ed educativa in senso lato
(P. Toesca e sua moglie) o in
quella della raccolta della tradizione orale e materiale di popolazioni emarginate (i giovani di
Sondrio).
Particolare rilevanza, anche
per le implicazioni di carattere
politico, ha rappresentato il racconto dei modi di presenza e di
testimonianza fra le popolazioni
terremotate del gruppo dei Quaderni Calabresi che, con il Collettivo per l’autocostrazione di
Rimini e l’arch. Dalisi dell’Università di Napoli, hanno reinventato modi di partecipazione diretta delle popolazioni all’opera
di ricostruzione.
Collegavano questo mosaico di
presenze brevi considerazioni di
carattere teologico (F. Fontana)
o visioni ’avanti’ del nuovo tipo
di civiltà che queste ricerche prefigurano (Bernardi, P. Quinzio,
Guidetti).
Nessun ordine del giorno o documento ufficiale ha segnato la
conclusione dei lavori: l’annuncio di un prossimo incontro, il
terzo della serie, dedicato ad
una riflessione sui poteri dello
stato (19-20 settembre 1981) ha
indicato che la volontà di confrontarsi continua e che un ulteriore esercizio di rapporti e di
reciproci scambi di notizie e di
esperienze è necessario e indispensabile prima di dare mano
alla definizione di questo popolo di minoranze, di questo « popolo nuovo » emergente nella vita del paese.
Carlo Bassi
5
5 giugno 1981
- 5
L’IMPROROGABILE NECESSITA’ DI UNA CONVERSIONE BRITANNICA E DI UNA RICONCILIAZIONE IRLANDESE
IL DRAMMA DELL'IRLANDA DEL NORD
Alcune lettere di evangelici, istintivamente "filo-protestanti” nel contrasto nord-irlandese, ci spingono ad approfondire l’analisi per evitare l’equivoco; non si tratta di una guerra religiosa bensì di uno scontro colonizzatori-colonizzati
Il dramma dell’Ulster continua.
Dopo Hobby Sands, Francis Mugues, George Me. Creesh, un
quarto militante dell’IRA è morto in seguito allo sciopero della
fame. Ed altri prigionieri del
carcere di Long Kesh ne prendono il posto, in una catena tragica, macabra, che — sembra —
non avrà mai fine. Dove porterà
questa lotta disperata ad oltranza? Le conseguenze immediate
non sono certo rallegranti: da un
lato si assiste aH’irrigidimento
intransigente e cinico del governo inglese, dall’altro ad una radicalizzazione estrema della situazione neiruister, come hanno
dimostrato le recentissime elezioni amministrative che hanno
premiato l’estrema-destra unio
nista di lan Paisley e l’estremasinistra nazionalista dell’IRA. E
così la storia si ripete una volta di più. Lo scrivevano giustamente D.P. Barritt e A. Booth
nel loro rapporto (« Irlanda inquieta: una guerra di religione? »
- Claudiana 1971): «La storia
irlandese è una dimostrazione
oggettiva che la violenza produce soltanto una violenza contraria. Le aspirazioni irlandesi hanno registrato i progressi più significativi quando sono stati usati mezzi pacifici, pazienti e parlamentari. Non c’è nessuna utilità a rivangare il passato se non
si imparano queste lezioni; e
non c’è nessun motivo di supporre che la storia non si ripeta sotto questo profilo ».
Un poco di storia
Ora, conoscere il passato delrirlanda è essenziale per capire
i termini reali di una situazione
apparentemente assurda che per
certi aspetti sembra riportarci
al Médioevo. La questione irlandese infatti affonda le sue radici
nella profondità della storia. Invasa fin dal 1° secolo da popolazioni gaeliche provenienti dalla
Gallia, fu poi colonizzata dall'Inghilterra in epoca normanna.
Ma il dramma attuale dell’Irlanda
ha la sua genesi dopo la Riforma, quando avviene la storica
rottura tra Roma e l’Inghilterra:
una vasta ondata di nuovi coloni
inglesi e scozzesi si abbatte sull’isola, portando la nuova fede
« protestante » in un paese ferocemente cattolico « romano ».
Questa colonizzazione fu particolarmente dura, imposta con
pugno di ferro dalla corona inglese fin dai primi del Seicento.
Così la descrive Giorgio Spini
nella sua « Storia dell’età moderna »: «Thomas Wentvrorth (governatore deU’Irlanda) dimostra
però uno sprezzo dei diritti e
delle suscettibilità degli abitanti
veramente impressionante. Se
Giacomo I ha già trapiantato migliaia di Scozzesi neU’Ulster, il
Wentworth disegna adesso di
estendere la confisca del beni dei
cattolici e la colonizzazione protestante fino al Connaught, e crea
pertanto nella popolazione isolana un clima di insicurezza e di
tore protestante venuto dalla
Olanda, Guglielmo III di Grange,
e si rifugia proprio in Irlanda,
in mezzo ai suoi sostenitori cattolici, dove confisca più di due
mila proprietà fondiarie protestanti. Ma Guglielmo lo insegue
e lo sconfigge definitivamente
nella battaglia della Boyne, nel
1690. Questa vittoria rappresenta
per i protestanti irlandesi il
simbolo della loro liberazione da
Roma e viene celebrata ogni anno, il 12 luglio, come festa nazionale. Per i cattolici invece questa data segna l’inizio di nuove
e più terribili oppressioni e discriminazioni. Il parlamento di
Dublino, composto solo da protestanti aderenti alla Chiesa Stabilita (anglicana), decreta le Penai La WS (Leggi penali), «cioè
un corpo di leggi odiosamente
persecutorie, che riduce i cattolici alla condizione di iloti, vietando loro l’esercizio pubblico del
culto... nonché l’acquisto di proprietà fondiarie... Mediante la
confisca dei beni dei ribelli è
stato completato quel processo
di espulsione dei cattolici dalle
terre, che già si era iniziato ai
primi del Seicento, con la colonizzazione deU’Ulster » (G. Spini
- « Storia dell’età moderna » - pag.
934). Lo stesso trattamento veniva riservato ai « dissidenti »,
cioè ai protestanti che non erano
membri della Chiesa Stabilita
anglicana. Molti di questi erano
Da anni gli Irlandesi
del nord si sono
dovuti abituare
a svolgere ogni
attività nell’ambito di
Uno stato d’assedio
permanente
irritazione facilmente comprensibili. Tenuta ferma dal suo pugno di ferro, l’Irlanda continuerà a mantenersi calma. Ma non
passerà gran tempo che di questa spietata manomissione di beni e di diritti si vedranno le conseguenze in nuove e più terribili
esplosioni rivoluzionarie » (Pag.
639). Il che avviene puntualmente
nel 1641 quando i cattolici irlandesi, esasperati, cercano di riprendere possesso delle loro terre, massacrando 4 o .5 mila protestanti. La « gloriosa rivoluzione inglese del 1688 inaugura per
rirlanda un regime di vera e
propria oppressione. Giacomo II,
il re inglese cattolico spodestato,
fugge dinnanzi al nuovo salva
11 del nazionalismo irlandese.
Eletto deputato al parlamento
di Dublino e a quello di Westminster nel 1832, si mette a capo dell’Associazione per l’Abrogazione
dell’Atto di Unione. Un tale movimento impaurisce grandemente i protestanti dell’isola, molti
dei quali fino ad allora condividevano lo spirito degli United
Irishmen, il movimento nazionalista. I protestanti liberali del
Nord cominciano quindi ad unirsi agli elementi più conservatori
della chiesa di stato (anglicana).
Così, verso la fine dell’800, si afferma sempre più il partito degli
Orangisti, appoggiato dalle forze
conservatrici inglesi. Nel 1912, il
governo di Londra approva il decreto che istituisce l’autonomia
deirirlanda col diritto di avere
il proprio parlamento a Dublino.
I protestanti del Nord, in maggioranza in sei delle nove contee dell’Ulster, sono più che mai
decisi a far fallire il progetto di
governo autonomo, « con qualsiasi mezzo si dimostrasse necessario » come dice il « patto solenne » stipulato dalla loro Lega. In
contrapposizione a questa Lega
nasce e si sviluppa il fronte rivoluzionario Sinn Fein (« noi soli ») il quale trionfa alle elezioni
del 1918 e stabilisce immediatamente il suo parlamento nazionale a Dublino. Esplosioni di violenza si verificano in tutta risola. Si arriva quindi alla decisione del parlamento di Londra che
con la legge del Government of
Ireland Act (1920) scinde l’isola
in due parti: da un lato le ventisei contee del Sud (comprese le
tre contee dell’Ulster a maggioranza cattolica), con parlamento
a Dublino, dall’altro le sei contee del Nord con parlamento a
Belfast. La legge viene subito accettata dalla maggioranza protestante dell’Ulster: nasce così l’attuale Irlanda del Nord, legata al
Regno Unito. Nello stesso tempo
nasce anche la questione irlandese quale si presenta ancora oggi:
una minoranza cattolica indigena
quasi straniera in patria, costretta a vivere su un territorio fatto
su misura per la maggioranza
protestante, tagliata fuori dal potere politico, amministrativo, economico, il quale è saldamente
in mano al partito unionista, sostenuto dall’Ordine di Grange.
I cattolici
« L’antipatìa dei cattolici si rivolge contro l’”unionismo”, e
specialmente contro l’Ordine para-religioso di Grange che, secondo loro, esiste con il preciso scopo di impedire ai cattolici di ottenere parità di diritti sociali e
politici. (...) Affermano di esser
vittime di discriminazioni in quasi tutte le sfere della vita, specie
per quanto riguarda i diritti elettorali, la casa, il lavoro e le scuole. Molti di loro hanno un profondo attaccamento per ’’l’Irlanda
intera”: espressione che indica
qualcosa di più della semplice
unità del territorio: vuol dire la
tradizione gaelica, la religione
cattolica, la lunga e triste storia
del dominio britannico, spesso
duro e oppressivo, che è all’origine dello stretto legame tra religione e richiesta di autogoverno » (« Irlanda inquieta: una
guerra di religione?» - pag. 19).
presbiteriani (calvinisti) scozzesi, che erano fuggiti dalla Scozzia a causa delle lotte di religione, nella speranza di trovare in
Irlanda una terra dove vivere in
pace e praticare la loro fede. Questa terra, molti di loro la troveranno emigrando nuovamente, in
America.
Nel 1800, William Pitt, Primo
Ministro inglese, tenta di risolvere la questione irlandese con la
unificazione dei due parlamenti,
quello di Dublino e quello di Londra: è l’Atto di Unione. Ma pochi
decenni dopo sorge in Irlanda
un grande capo carismatico, Daniel G’Connell, il quale stabilisce
un vincolo strettissimo tra gli
interessi del cattolicesimo e quel
I protestanti
« I protestanti guardano in genere alla Gran Bretagna e eredono nella necessità che l’Irlanda
del Nord continui a far parte del
Regno Unito. Ritengono che i cattolici, se ne avessero l’occasione,
assoggetterebbero il paese al ’’governo di Roma”, e che la legislazione e la politica sarebbero interamente sottoposte aU’influenza della chiesa cattolica. (...).
I protestanti credono in genere che i preti cattolici tengano
intenzionalmente il loro gregge
nell’ignoranza, gli spillino denaro e vìvano nella bambagia; pensano che la chiesa cattolica sia
SCHEDA
Irlanda del Nord (Ulster)
Superficie: 14.146 kmq.
Popolazione: 1.484.775 abit. (109 abit./kmq.).
Capitale: Belfast (390.700 abit.).
Religione: cattolici 498.031, presbiteriani 413.006, episcopali (anglicani) 344.584, metodisti 71.912, fratelli 17.000, battisti 14.000. I cattolici rappresentano il 35% della popolazione.
Ordinamento dello stato: parte integrante del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. L’Ulster elegge 12
membri al Parlamento di Westminster (Londra). Importanti
funzioni legislative e amministrative sono delegate al Parlamento di Stormont (Belfast), composto di un Senato di 26
membri e di una Camera dei Comuni di 52 membri. Il potere esecutivo, nei limiti delle competenze del Parlamento,
è esercitato da un Primo Ministro e dal suo gabinetto, in rappresentanza del Sovrano del Regno Unito.
Repubblica d'Irlanda (Eire)
Superficie: 70.280 kmq.
Popolazione: 2.884.000 abit. (42 abit./Kmq.).
Capitale: Dublino (568.000 abit.).
Religione: cattolici 2.673.473, episcopali (anglicani) 104.016,
presbiteriani 18.953, metodisti 6.676, ebrei 3.255 (censimento
del 1961). I cattolici rappresentano il 95% della popolazione.
Ordinamento dello Stato: potere legislativo: parlamento
composto dalla Camera dei Rappresentanti e dal Senato; potere esecutivo: Presidente della Repubblica eletto a suffragio
diretto per sette anni; gabinetto presieduto dal Primo Ministro.
un organismo monoUtico deciso
a espellere i protestanti dal paese. (...) I protestanti presentano
divisioni interne di carattere settario e, in questioni religiose, sono evidentemente molto meno
uniti dei cattolici, ma parecchi
conservano il vecchio spirito fondamentalistico degli uomini di
frontiera, che ricorda la mentalità dei pionieri stabilitisi nelle
pianure nordamericane. La ’’mentalità da stato d’assedio”, puritana e inflessibile, e l’atteggiamento alla ’’non mollare”, si uniscono a una fedeltà e devozione
alla Corona britannica quali non
sono più riscontrabili in alcun’altra parte del Regno Unito dai
tempi della regina Vittoria »
( « Irlanda inquieta ; una guerra
di religione?» - pagg. 20-21).
Il nodo della questione
Indubbiamente, l’appartenenza
religiosa ha giocato una parte
importante all’origine della questione irlandese ma molto presto, per via delle particolari vicende storiche del paese, la denominazione « cattolico » o « protestante » ha assunto una caratterizzazione sociologica, culturale, etica, oltreché politica ed economica, per cui, in Irlanda del
Nord, uno nasce « cattolico » o
« protestante », segnato dal marchio che una storia secolare ha
attribuito a questi termini. Fin
dall’inizio c’è stato sicuramente
— e continua ad esserci — uno
scontro tra la cultura indigena,
celtica e cattolica e quella angloscozzese e protestante, ma non
nei termini di Riforma/Controriforma bensì, in quelli di colonizzatori/colonizzati, cioè in termini politici. Prima colonia dell’impero britannico, l’Irlanda presenta le contraddizioni tipiche di
ogni situazione coloniale, in ogni
tempo e luogo. Nessuno ha mai
messo in dubbio le pesanti responsabilità storiche dell’Inghilterra nella genesi e nello sviluppo della questione irlandese, responsabilità che si protraggono
fino ad oggi. Se l’Irlanda non
fosse stata — come è sempre
stata e continua ad essere — una
pedina della politica imperialistica del Regno Unito, probabilmente lo scontro culturale non
si sarebbe trasformato in scontro politico, economico, religioso. Del resto, la storia recente
della parte meridionale dell’isola dimostra che la convivenza interconfessionale è possibile quando non si pone il problema politico. Certo, è vero che il cattolicesimo irlandese è tra i più arretrati e conservatori del mondo,
con tutto ciò che comporta: predominio della gerarchia e dei
preti sul popolo, norme rigide sui
matrimoni misti, sulla contraccezione, sul divorzio, sul separatismo scolastico. E’ altrettanto
vero che fra i protestanti di origine scozzese-calvinista vige il rigore morale, il moralismo, un
certo senso di superiorità intellettuale, una forte etica profes
sionale, ecc... Dì conseguenza, è
vero che la famiglia media cattolica ha 10 o 15 figli mentre
quella protestante ne ha solo 2
0 3, com’è vero che lo spirito imprenditoriale è più sviluppato fra
1 protestanti che fra i cattolici,
e così via. Ma occorre ribadire
che l’elemento che ha impedito
l’integrazione di queste due culture è stato la costante interferenza inglese nel paese. I discendenti attuali dei coloni angloscozzesi sono e si sentono del
tutto irlandesi ; il loro legame
con Londra è soltanto una
necessità politica. La tragedia
deirirlanda del Nord sta appunto in questa necessità politica
voluta e mantenuta da parte dei
protestanti dell’Ulster per paura
di essere sopraffatti dai cattolici, quindi per paura di assumersi pienamente una loro identità
nazionale (come hanno fatto invece i loro fratelli nord-americani). Da lì. hanno preso origine le
flagranti ingiustizie esistenti al
livello delle circoscrizioni elettorali (disegnate in modo da assicurare la maggioranza ai protestanti), nella assegnazione delle
case, dei posti di lavoro, della
scuola, della collaborazione in
campo sociale e religioso. La soluzione del problema irlandese
passa obbligatoriamente per lo
scioglimento di questo nodo politico, e quindi per l’autonomìa
politica di tutti gli irlandesi, a
prescindere dalla loro religione.
Ora, la presenza delle truppe britanniche a Belfast da oltre undici anni, dopo la famosa « estate
dei diritti civili », va decisamente contro una tale prospettiva.
Ciò costituisce senz’altro un errore politico del governo di Londra che cosìi si è cacciato in un
vicolo cieco, provocando l’irrigidimento della divisione confessionale e la radicalizzazione degli
estremi : da un lato TIRA, organizzazione militare dei cattolici
nazionalisti e marxisti, considerata fuori legge sia da Belfast che
da Dublino, e dall’altro gli ultrà
,Tean-.Tacques Peyronel
(continua a pag. 10)
6
5 giugno 1981
cronaca delle valli
« ALLE VALLI OGGI »
Guerra
tra
poveri
Da una quindicina di giorni
una decina di persone « presidia » una casa in costruzione a
Pinerolo. Sono gli assegnatari degli alloggi costruiti dallo lACP
in via Einaudi che, a turno, picchettano il cantiere per evitare
che altri occupino abusivamente
gli alloggi a loro destinati.
Gli « altri », cioè altre famiglie
che vivono in condizioni insalubri nel centro storico di Pinerolo,
si sono organizzati ed ogni tanto tentano un'occupazione.
Qualcuno è riuscito ed ha occupato l’alloggio, ma ne è stato
allontanato con la forza dai carabinieri su ordinanza del pretore.
E' in corso — insomma —
quella che i giornali chiamano
una « guerra tra poveri » che
avrà anche strascichi in tribunale. Ma occorre chiedersi il perché di tutto questo.
E' noto infatti che a Pinerolo
in questi ultimi anni sono stati
costruiti migliaia di vani dell'edilizia convenzionata, un’ edilizia
destinata ad incidere sul mercato dell’acquisto dell’alloggio essendo i prezzi di vendita convenzionati col comune. La possibilità per alcune centinaia di famiglie del ceto medio di acquistare
l’alloggio di proprietà con un mutuo, avrebbe dovuto — teoricamente — liberare alloggi sul
mercato dell’affitto permettendo
così ai male alloggiati (che non
hanno però le caratteristiche di
reddito previste per accedere alle case popolari) di affittare un
alloggio.
La cosa però non si è verificata. Gli alloggi sono rimasti vuoti e sfitti.
A Pinerolo vi sono circa 400 alloggi vuoti che nessuno vuol affittare! A quanti, giovani sposi,
anziani, sfrattati, meridionali con
numerosi figli, vanno a chiedere
di poter affittare un alloggio viene regolarmente detto: « no, preferiamo vendere ». La gran maggioranza degli alloggi vuoti è
quindi passata dal mercato dell’affitto a quello della vendita. E
si capisce perché i proprietari
preferiscano tenerli vuoti al posto di affittarli: sul mercato un
alloggio vuoto si vende il 15-20%
in più di m alloggio affittato.
Mtl perché è scomparso il mercato dell’affitto? La risposta che
si dà è: « la colpa è dell’equo
canone. Chi può affittare, se l’alloggio rende solo il 3,85%? ».
Certo che si privilegia la logica
della rendita immediata del denaro investito e si prescinde dalla rivalutazione dell’ immobile,
non è conveniente affittare gli alloggi.
Ma se la logica è un’altra e si
considera che la nostra Costituzione dà alla proprietà una finalità sociale, allora si può vedere
che la rendita dell’equo canone
unita alla rivalutazione dell’immobile, non è poi poca cosa...!
La responsabilità più grande
di questa situazione l’ha però chi
ha permesso questo tipo di sviluppo della città. L’azione amministrativa infatti ha privilegiato
il controllo e i vincoli sul territorio (la possibilità di costruire)
e le modalità della produzione
edilizia (i prezzi convenzionati),
ma non ha tenuto conto della destinazione di uso dei prodotti
(cioè degli alloggi).
Per anni solo la nuova sinistra
ha denunciato il rischio di questa politica urbanistica ed ha proposto un intervento diretto del
comune .sul mercato dell’affitto
in aggiunta a quello dello lACP.
La situazione oggi impone questa scelta. Purché si faccia in
fretta.
Giorgio Gardiol
# L'Associazione Italiana Insegnanti
di Geografia nel corso del programma
- Territorio e Sviluppo economico: il
caso del Piemonte » organizza per domenica 7 giugno una visita di studio
di geografia storica e umana sul tema « La vai Pellice e i valdesi ».
La visita nella Valle sarà guidata dal
dr. O. Co'isson e dalla dr.ssa E. Boasso.
___________TORRE PELLICE: UNA FESTA PER NONNA ANGELE
A 100 anni lucida e serena
« Voulez-Vous parler en français ou en italien? ». E’ indifferente per Angèle Maurer Rostan,
le parla benissimo tutte e due.
Mi riceve nella sua stanza, ordinata, piena di fiori e di foto dei
suoi diciotto nipotini. La finestra dà suH'ampio, quieto parco
della Casa delle Diaconesse.
Il 16 maggio Angèle Rostan ha
compiuto 100 anni. I figli, i nipoti, il personale e le diaconesse le
hanno organizzato una grande
festa. I pastori Zotta e Bert hanno dato un messaggio. Era presente anche il console svizzero.
« Una giornata indimenticabile, con simili soddisfazioni vale
proprio la pena — commenta
nonna Angèle — di arrivare a
100 anni ».
Nata nel 1881 nel cantone di
Berna, arriva in Italia, giovane
sposina a 22 anni.
« Sono affezionata all’Italia, in
particolare a Milano dove ho tra, scorso gli anni più belli della
mia vita ». Ricorda i tempi duri
della I e della II guerra mondiale.
« Allora — e pensa all’inizio del
secolo come noi pensiamo agli
avvenimenti di ieri — con uno
stipendio basso si viveva meglio
di adesso. Certo c’era da lavorare ma in famiglia abbiamo sempre trovato il modo e il tempo
di collaborare all’opera della nostra chiesa valdese ».
D’estate lasciava Milano per
andare a San Germano e qui le
sorelle più anziane dell’Unione
Femminile la ricordano ancora
come la ’’colonna” delle loro attività. A 89 anni chiede di entrare alla Casa delle Diaconesse:
« avevo bisogno di un po’ di tranquillità in un ambiente evangelico ».
Se è molto raro trovare oggi
una persona che arriva a 100
anni è ancor più raro trovare
una persona di questa venerabile età con la mente lucida.
« Fa piacere parlare con Angèle
— dice Suor Dina — ricorda e
capisce tutto e questo facilita
enormemente il nostro compito
assistenziale. Il cervello conta
più delle gambe ».
Ma qual è il segreto per con
servare lucida la mente sino a
tarda età? « Nonna Angèle — dice Suor Marinette —fa ogni giorno esercizi mentali: cerca per
esempio di ricordare i nomi di
tutte le capitali d’Europa, oppure elenca autori di opere liriche
che ha ascoltato in gioventù. Insomma tiene costantemente in
esercizio la memoria. E bisogna
dire che di cose da ricordare ne
ha parecchie ».
Intanto arriva mezzogiorno.
Prima di congedarmi commenta
il menù del giorno: « un po’ leggero, cosa vuole non ho più venti
anni... ».
Durante i festeggiamenti che
si sono svolti nella Casa delle
Diaconesse si è ascoltata la registrazione di alcuni cori della corale valdese eseguiti durante il
concerto di primavera del mese
di aprile. La festa si è conclusa
con numerose fotografie di circostanza fra la gioia dei numerosi nipotini che circondavano la
bisnonna.
Giuseppe Platone
TORRE PELLICE
A Società
di Studi
Valdesi
Si ricorda la Gita Storica organizzata dalla Società, che avrà luogo domenica 14 giugno in vai Pragelato nel quadro delle manifestazioni del Centenario.
Partenza ore 8.30 (Torre
Pellice, Casa 'Valdese), visita a Pragelato, Laux, Fenestrelle (al Forte), Mentoulles, rientro verso le 19.
Iscriversi presso i membri del Seggio o i pastori.
Pranzo al sacco o presso
la trattoria del Laux (prenotarsi entro lunedì 8).
Tempo di eiezioni
Il 21 giugno si voterà in un
comune delle Valli: a Torre Pellice. Siccome ha una popolazione
inferiore a 5.000 abitanti si voterà col sistema maggioritario.
Pubblichiamo qui sotto i nominativi delle liste presentate:
Lista n. 1 « Spiga tra i monti »
(coalizione di sinistra PCI, PSI,
Indipendenti): Steffanetto Giovanni, Armand-Hugon Marco,
Arnoulet Eynard Florantine,
Ayassot Stefano, Bellion Marco,
Bert Ettore, Cappellozza Ubaldino. Giordano Giulio, Gisletti
Carlo, Guglielmone Fernando,
Rivoir Mario, Bivoira Danilo,
Roland Giacomo Paolo, Sibille
Mario, Simond Frida in Bertot,
Toja Cesare.
Lista n. 2 « Quadrifoglio » (coa
lizione centrista DC,-, PRI, PLI,
Indipendenti) Simondi Edoardo,
Pasquet Franco, Sacchino Piero,
Agli Mimmo, Battaglia Dino,
Bonifanti Luciano, Calliero Pier
Paolo, Collino Domenico Giulio,
Comba Sergio, Merletto Roberto, Mollea 'Walter, Piccato Attilia in Alchera, Bavera Giorgio,
Ricca Franco.
Da notare in quest’ultima lista
l’assenza del consigliere provinciale socialdemocratico Giorgio
Cotta Morandini.
Comunità Montana
_______________Val Pellice
Per avviare
la riforma
• Per l’avvio concreto della Riforma Sanitaria la Regione
Piemonte ha chiesto alle U.S.L.
(Unità Sanitarie Locali) di preparare un programma:
— che tenga conto delle esigenze
di ogni realtà locale;
— che preveda una stretta integrazione in primo luogo tra
gli aspetti sanitari e socio-assistenziali ;
— che individui delle priorità
(cioè delle cose da far prima),
considerato quello che già
c’è, cosa sarebbe necessario
ma non c’è, cosa c’è ma non
serve ;
• Il programma deve servire a
creare migliori condizioni di
vita promuovendo più benessere
per tutti ed in particolare per
chi ha maggiori difficoltà.
• Per fare un programma di
salute che serva davvero occorre che il frutto del gruppo di
lavoro, appositamente costituito, sia confrontato con la popolazione e con tutte le forze politiche e sociali del territorio.
Perciò si invita a partecipare
agli incontri previsti nei tre Distretti di Base in cui è stata divisa la Val Pellice U.S.L. n. 43:
1) Distretto di Torre Pellice
(comprendente anche i Comuni
di Angrogna - Bobbio Pellice Villar Pellice);
lunedi 8 giugno, ore- 21, presso
il Salone. Comunale di V.le Rimembranza n. 9 - Torre Pellice;
2) Distretto di Bricherasio
(comprendente anche il Comune
di Bibiana;
lunedì 15 giugno, ore 21, presso la Sala Consigliare del Comune di Bricherasio;
3) Distretto di Lusema San
Giovanni (comprendente anche i
Comuni di Lusernetta e Rorà);
mercoledì 17 giugno, ore 21,
presso la Sala Consigliare del
Comune di Luserna S. Giovanni.
ECO DELLE VALLI
Giornata dei coliaboratori
UN CONVEGNO REGIONALE
Gli stranieri in Piemonte
Può interessare i nostri lettori
avere un’idea del numero di stranieri in Piemonte anche se non
sono poche le difficoltà per fare
un sondaggio.
Un recente Convegno svoltosi
in Torino in marzo ha messo in
rilevanza la realtà del fenomeno.
Sulla base di indicazioni diverse,
confortate dalle informazioni
raccolte dal CENSIS è da valutare in almeno 20 mila il numero
di stranieri presenti nella Regione, in gran parte concentrati nell’area Torinese, particolarmente oltre che nella città capoluogo
in Pinerolo, Valli del Pellice, Chisone e Germanasca ecc., mentre
una rilevazione ufficiale indica
in 11 mila gli stranieri al 30 dicembre 1980. Per provenienza sono: a) europei ed americani; b)
africani, asiatici, latino-americani. Nel primo gruppo abbiamo
1.346 francesi, 939 inglesi, 773
greci, 672 tedeschi. Nel secondo
gruppo secondo le stime dell’Ufficio del Lavoro, le comunità più
significative, anche se difficilmente censibili e molto oscillanti,
sembrano quelle che provengono
dal Sud Africa, Algeria, Tunisia e
Marocco, indiani, vietnamiti (per
citare i gruppi più compatti).
Purtroppo in detto gruppo trovansi persone meno garantite,
quelle più sfruttate, le più emarginate e meno inserite nella realtà piemontese.
Vengono in Italia per studiare
e lavorare; la maggior parte accede al mercato del lavoro e
in certo senso mantiene una condizione di clandestinità, senza
copertura nel riguardo agli oneri previdenziali ed ancora meno
per quanto attiene alle garanzie
di lavoro contrattuali. Ne ha riferito l’assessore regionale Dino
Sanlorenzo in un recente convegno sottolineando fra l’altro:
« Mentre per il 1980 sono stati
1.248 gli stranieri avviati al lavoro dai competenti Uffici di collocamento, per lo stesso periodo
la Questura ha rilasciato 4.363
permessi di soggiorno per motivi
di lavoro ». Quali settori lavorativi vanno ad occupare questi
stranieri? Prevalentemente il
terziario, cioè quello meno qualificato: collaboratrici domestiche (ben 2.500), venditori ambulanti, facchini. Nel pinerolese ed
in Valsesia trovansi minatori polacchi, taglialegna jugoslavi ecc.
numerosi gli stranieri iscritti alle
diverse facoltà universitarie,
1088, per la gran parte al Politecnico (622). Quale opera di
avvicinamento, contatti o altre
iniziative di solidarietà cristiana
noi evangelici potremmo portare
avanti? Tanto più che fra tanti
stranieri, a quanto ci risulta, non
pochi sono quelli di provenienza
da paesi protestanti o dove il
protestantesimo con le sue opere
missionarie non è sconosciuto.
A. D.
Sabato 30 maggio si è tenuta
a Torre Pellice la giornata dei
collaboratori de « L’Eco delle
Valli », la quale ha visto la partecipazione di un discreto numero di persone, una ventina in
tutto, tra cui anche diversi giovani.
La giornata si è suddivisa in
tre parti. La prima comprendeva la relazione di Giuseppe Platone sulla storia di questo giornale dalla sua nascita 9Ì giorni
nostri.
E' stato sottolineato come già
fin dal suo primo numero, nel
lontano 1848, « T Eco » avesse
scelto di seguire una via ben precisa: un intervento sia all’interno
che all’esterno delle chiese. Questo è dimostrato dal fatto che,
veniva dato spazio sia ad una
parte di cronaca dalle Valli e sia
ad una parte di riflessione su
problemi non propriamente religiosi. L’unico momento in cui
questo secondo aspetto è completamente mancato è stato durante il fascismo.
La seconda parte, curata da
Franco Giampiccoli, ha illustralo come si forma praticamente
un giornale: dalla sua programmazione alla sua impaginazione
(per questo aspetto ci si è recati
a visitare la tipografia).
Qui è importante rilevare la
organicità dell’intera struttura e
la capacità di legare omogeneamente due grandi settori come
la cronaca delle Valli ed il resto
del giornale, anche se questa prima parte dovrebbe essere potenziata con una maggiore collaborazione su quelle che sono le problematiche presenti sul territorio.
La terza parte della giornata
ha visto la relazione di Giorgio
Gardiol sui problemi inerenti le
4 pagine di cronaca dalle Valli.
Innanzitutto si è sentita la necessità di una maggiore programmazione per quanto riguarda la
impostazione di queste pagine e
di una maggiore regolarità dei
contributi che si ricevono.
Si cerca di fare questo al fine
di rendere il giornale più completo, meno dispersivo ed evitare certe manchevolezze. Per realizzare tale obiettivo si è deciso
di creare dei gruppi di collaboratori che dovranno ciascuno occuparsi di uno specifico settore.
I settori individuati sono: 1) la
chiesa valdese; 2) il cattolicesimo; 3) l’ecumenismo; 4) la cultura; 5) la scuola; 6) la sanità;
7) l’agricoltura; 8) la politica;
9) l’economia ed il lavoro; 10)
l’arte.
Mi sembra molto importante
che questa iniziativa possa aver
seguilo soprattutto per i vantaggi che potrà trarne il giornale,
ma questo è subordinato al reale impegno dei collaboratori, i
quali dovrebbero garantire un
contributo costante e duraturo.
Walter Monne!
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7
5 giugno 1981
CRONACA DELLE VALLI
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Programmi di intervento
IN BREVE
La Comunità Montana nella
sua funzione di Assemblea delru.S.L. n. 43, riunitasi in seduta
straordinaria il 22 maggio ha
esaminato, fra diverse deliberazioni, alcune che assumono importanza più rilevante. Al programma di intervento per soggetti handicappati ultraquattordicenni si è reso necessario apportare qualche variante avendo
la pubblica spesa subito un notevole taglio da parte governativa.
La Regione Piemonte non può
quindi assicurare finanziamenti
sufficienti per nuove iniziative.
La proposta operativa riguarda;
1 ) I disabili medio-lievi. L'intervento principale è quello di toglierli dall’isolamento domestico
per sviluppare e stimolare al
mantenimento di capacità ed
abilità già acquisite.
2) Disabili gravi e gravissimi.
Per tali soggetti a carico della
famiglia o dell’Istituto la risposta rimane ancora di carattere
assistenziale.
3) Disabili con esigenza di assistenza diurna continuativa. Taluni casi necessitano di un in
tervento nell’arco giornaliero di
8 ore almeno ad evitare l’istituzionalizzazione. Per tali attività
si è individuato l’utilizzo dei
Centri di incontro con graduali
cambiamenti ed il coinvolgimento delle persone anziane nella
conduzione. Tutte le parti politiche hanno riconosciuto la chiarezza del nuovo programma e si
è invitata la Giunta a procedere
per gradi sollecitando la collaborazione degli Enti Locali e
preparando adeguatamente gli
animatori. Il piano d’intervento
prevede una spesa di lire 20
milioni.
Segue in ordine di importanza
l’esame della bozza del regolamento per nuovi insediamenti
produttivi. Su questo documento
si è sollevata qualche perplessità
da parte dei Consiglieri di maggioranza e di minoranza per la
macchinosità procedurale nonché sui vincoli e appesantimenti
che ne derivano. Viene suggerita
la costituzione di un gruppo ristretto di lavoro per la rielaborazione della bozza di regolamento ed il rinvio del suo esame al
prossimo Consiglio.
Sul finanziamento a carico del
Fondo Sanitario Regionale degli
oneri sanitari gravanti sulle rette assistenziali degli Istituti di
ricovero per il 1980 è intervenuto ampiamente il Consigliere C.
Martina. Egli ritiene che la programmazione nel campo assistenziale non si possa restringere all’ambito territoriale, predeterminando i confini entro i quali operino gli Istituti per Anziani. È
contrario a subordinare l’erogazione dei fondi alla dimensione
e tipologia degli Istituti i cui
ospiti provengono solo per il 39
per cento dalla Valle, così come
è rilevato nella deliberazione presentata dalla Giunta. Il Presidente precisa che alla deliberazione
con la quale la Comunità Montana prende atto dell’assunzione
a carico del fondo sanitario regionale della somma di lire 150
milioni ne seguiranno altre per
l’esecutività delle operazioni che
si adotteranno. Le delibere menzionate sono state approvate ad
unanimità.
A. K.
LETTERE ALL'ECO DELLE VALLI
Difendere la natura
E’ primavera! I ciliegi sono in fiore.
Un po’ in ritardo se consideriamo che
a scuola ci hanno detto che l’inverno
cede il passo alla prima stagione delFanno il 21 marzo. Però è doveroso
considerare che non siamo a zero metri sul livello del mare, bensì a 1430,
e si sa la salita è sempre dura. Anzi
oso affermare, guardando fisso negli occhi quei pochi che osano sfidare i nostri piccoli colossi (leggi Pignerol, Vergia) e che naturalmente fanno affidamento su tutte le proprie energie, che
il salire è sempre più faticoso.
Così la temperatura : prima che i
pochi montanari, che ancora trascorrono tutto Fanno al paesello natio, possano posare i mutandoni. poiché con il
canto del cucù, è salito il mercurio
del termometro, sono trascorsi marzo,
aprile e gran parte del mese di maggio.
E’ lardi! Ma la rivincita non sì fa
aspettare. I pendìi a destra ed a sinistra del Rio Dorato ci offrono un verde smagliante : gli abeti (sempreverdi)
dal verde intenso, i larici con le novelle foglioline aghiformi dalla tinta più
tenue, i verdi prati punteggiati dì giallo. di arancione, di rosa, di blu, di...
mille colori, ci dicono: ammirateci,
respirate Faria ricca di ossigeno, dimenticate le preoccupazioni giornaliere,
le ingiustizie, coloro che speculano
sulla vostra ingenuità e... Trascorrete
una giornata a contatto con la Natura.
Natura con la N maiuscola, perché è
essa che provvede a tutte le nostre necessità : ci dà il pane, l’acqua, l’ossigeno... che ci fa buoni se siamo in
grado di leggere nel suo immenso, magnifico libro. Sogno questo, purtroppo,
dalle sfumature utopistiche! Oggi si va
in montagna per sottrarle qualche cosa : i suoi splendidi fiori, i suoi rami
verdi, le sue felci, i suoi gigli, le sue
stelle alpine... senza disdegnare qualche bella pianta di patata, una manciata di fave, un cavolo... E che cosa
si lascia in compenso? L’erba calpestata, vuoti di plastica, bottiglie, bicchieri, ecc.
Se poi un montanaro cerca di far
valere le sue sacrosante ragioni, corre
il rischio di rincasare malconcio. Verità che sono state denunciate più volte,
ma che vanno ripetute finché non venga vinto il malcostume, il menefreghismo e tante altre « virtù » similari che
fanno di noi degli individui tutt’altro
che galantuomini.
Come sarebbe bello se, a tutti i livelli, ci fosse il rispetto reciproco, incominciando con il rispetto della Natura.
Ammiriamo le sue bellezze, fotografiamole per averne un ricordo, ma
non mulìliamo'la, avremo così, noi e
quelli che verranno poi, la possibilità
di ritemprare il nostro spirito direttamente alle sorgenti di quell’opera
stupenda che è il Creato.
E.T., Rodoretto
Sulla Media Valdese
Il sottoscritto gruppo dì insegnanti
valdesi e non, della Scuola Media Valdese di Torre Pollice, visto l’invito rivolto alle comunità delle Valli dì dibattere il problema del ruolo del Collegio e della Scuola Latina nella odierna situazione locale e nazionale, ha ritenuto utile ed onesto presentare una
relazione sugli ultimi due anni scolastici alla Media Valdese di Torre Pellice, pensando che il dibattito possa
ricevere un aiuto dalla voce interna
dell Istituto, per impostarsi come ricerca obiettiva, aderente alla realtà
1981.
Per poter svolgere un qualsiasi di”
scorso sullTstituto è necessario considerare il problema delle « prospettive ». A questo proposito sì ritiene di
dover affrontare preliminarmente due
questioni :
1) analizzare la domanda (in senso
<|uantitalivo ma soprattutto qualitativo, che viene espressa dal territorio a
proposito di questa scuola.
2) garantire a questa domanda (se
c‘è e se è in qualche modo qualificata)
una risposta adeguala; ciò implica la
necessità dì garantire il posto di lavoro
agli operatori per periodi di tempo tali
da scoraggiare l’esodo verso lavori più
sicuri e gratificanti, cosa che permetterebbe dì svolgere attività didattiche
programmate su piani pluriennali c
interdisciplinari.
Ciò premesso,
A) gli insegnanti hanno preso atto
dell’isolamento in cui questa scuola è
posta :
1) isolamento dalle chiese che, con
la loro indifferenza e i loro pregiudizi
e conflitti e la irresponsabile politica
dei rinvìi, hanno esercitato un’influenza negativa, che ha reso complesso definire e difendere una linea operativa
interna, data la costituzionale precarietà in cui vive la scuola.
2) isolamento dovuto alla « fama »
delFIslituto, frutto di una sorpassala
valutazione del suo ruolo nell’ambito
territoriale.
B) gli insegnanti hanno, inoltre, tristemente preso atto dì uno scarso collegamento con il Comitato, che non ha
favorito Fattività sia burocratica, sia
morale del corpo insegnante, della
presidenza e della segreteria, favorendo
in tal modo Femergere dì ostacoli, diversamente evitabili.
C) Per queste ed altre ragioni simili,
un’insegnante ha ritenuto di presentare le proprie dimissioni, pur non avendo un'alternativa di guadagno.
Ciò detto, i firmatari propongono:
1) mutare i rapporti con il Comitato (maggiore interessamento, riunioni,
chiarezza sul ruolo c sulle prospettive
future della scuola);
2) centralizzazione delle funzioni
amministrative in una sede locale, perché si sono resi conio che. parte dei
disguidi, sono dovuti alla mancanza di
una segreteria a pieno tempo;
3) un rappresentante del corpo inse
PERRERO
La strada
di Grangette
Con un grosso impegno finanziario e di lavoro manuale da
parte delle famiglie interessate,
si è portata a termine la scorsa
settimana l’asfaltatura dell’ultimo tratto della strada che arriva a Grangette. Nonostante problemi tecnici sorti nel funzionamento del rullo compressore, il
lavoro è stato terminato in pochi giorni, grazie alla solerzia
degli interessati.
L’amministrazione comunale
di Ferrerò ha promesso di saldare le spese per le quali non vi
era ancora copertura e la C. Montana ha messo a disposizione il
parco macchine necessario.
POMARETTO
guante eletto annualmente nel Comitato;
4) appoggio delle chiese : appoggio
morale, disponibilità per un personale
contributo, ad esempio in alcune ore
di Cultura Religiosa; sensibilità finanziaria, specialmente da parte degli
utenti che ne abbiano le possibilità economiche.
In ultimo alcune riflessioni. La nostra amarezza è particolarmente viva
per tre ragioni :
1) perché, come molti nostri colleghi
statali, ci siamo impegnati con coscienza e spirito di collaborazione e
disponibilità.
2) perché la dipendenza da un ente
gestore autonomo offre alcune facilitazioni, che ben possono valutare 1 nostri colleghì statali, come la possibilità
di predisporre tutte le operazioni di
inizio anno per tempo ecc...
3) perché la nostra « etichetta » di
scuola pareggiata ci qualifica come
scuola NON privata e occorrerebbe
averne più coscienza, per ricordarlo agli
eventuali utenti che ci scambiassero
per tali e per difendere i nostri diritti
e la uguaglianza e dignità dì chi vi
presta la sua opera, anche nei confronti dello Stato.
E’ infatti importante aprire un discorso su queste scuole, che tenga conto della situazione sociale in cui, al
presente, ci troviamo a vivere e lavorare. Un discorso nuovo che ci permetta di avviare un dialogo finalmente aperto e costruttivo con le altre
scuole dell’obbligo del territorio. Noi
crediamo che non si possa parlare di
servizi sociali a prescindere dal collegamento con il territorio, e non pensiamo di dire cose nuove, quando ci riferiamo a quelle delle Valli Valdesi
come a comunità che rappresentano
una minoranza, sia etnica sia religiosa.
Siamo altresì convinti che abbia un
senso particolare, proprio in questo momento, tutelare e difendere il più possibile la voce € l’espressione di ogni
minoranza e riteniamo che sia particolarmente importante cercare di salvaguardare ogni spazio aperto e gestirlo
in modo che aperto rimanga ad un
discorso e ad un confronto democratico. civile e cristiano.
Questo è il senso del nostro lavoro
in una struttura scolastica a non statale », di cui però rifiutiamo l’etichetta di « scuola privata » e a cui rivendichiamo il ruolo di servizio pubblico.
Ci auguriamo, quindi, che questo documento (scritto in un primo tempo
per l'Assemblea di Chiesa convocala a
Torre Pellìce per dibattere sul Collegio, essendo circa la metà degli allievi
iscritti di Torre Pellice), come già accennato nclFintroduzione, pos.sa essere
lo spunto per una discussione ed un
confronto sereni e senza pregiudizi che
possano compromettere su false basi
quello che ci auspichiamo sia il risullato di una lìnea comune di azione politica globale sulFIslilulo c di testimonianza.
Insegnanti della Scuola Media
Pareggiata Valdese di Torre
Pellice:
Giovanni Mourgl\a, Simonetta
Colucci, Enzo Secondo, Marco
De Bettini, Maria Teresa Cavallero. Rosanna Sappi, Suscita
Cocorda. Claudia Delfino, Ste¡anta Gurgo.
Squadre
antincendio
La settimana scorsa si è avuta una riunione per coloro che
si erano detti disponibili a co
stituire una squadra antincendio locale.
In apertura è stato segnalato
che la Comunità Montana con
i fondi disponibili è in grado
di dare attrezzature individuali
a Telepinerolo
Canali:
56: per il comprensorio
27: per Plnerolo
32 - 41 ■ 43 - 54: per Val Chisone
24 - 49: per Val Pellice
Ogni sabato alle ore 20,20
CONFRONTIAMOCI
CON L’EVANCELO
rubrica a cura di
Franco Davite
Attilio Fornerone
Marco Ayassot
Sabato 6 giugno:
Impressioni sulla Conferenza Distrettuale di Angrogna
e collettive solo a 6 squadre:
per le altre 5 costituitesi si provvederà l’anno successivo con
l’impegno comunque di mantenere stretti contatti di collaborazione fra le squadre.
È stato quindi eletto quale
coordinatore della squadra di
Pomaretto e per i rapporti con
la Comunità Montana e le altre
squadre il sig. Luigi Bounous.
Assemblea
degli allevatori
Affollata assemblea di allevatori presso la sede della C. Montana a Pomaretto. All’ordine del
giorno i problemi del risanamento del bestiame legato alla prossima risalita agli alpeggi. Presenti oltre al presidente della Provincia, il veterinario provinciale, i veterinari operanti in zona,
operatori della Comunità ed amministratori. Con la legge regionale n. 63/’78 gli allevatori singoli od associati che inviano il
loro bestiame agli alpeggi possono ottenere un premio solo se
presentano un regolare certificato di risanamento.
Gli scorsi anni si è verificato
che molte domande non sono
state prese in considerazione
poiché non è pervenuta la certificazione necessaria.
Il dibattito ha evidenziato che
il risanamento deve anzitutto essere inteso come pratica sanitaria da estendere a tutto il bestiame anche ovino e caprino per
una migliore qualificazione della
zootecnia locale.
La quota prevista rispettivamente di L. 40.000-50.000 per i bovini e di L. 8.000-10.000 per ovini
e caprini (a seconda che arrivino dalla pianura o siano già in
zona montana), può invece essere un incentivo affinché questo
risanamento si faccia.
È da notare che nell’anno ’79
i contributi solo per la zona hanno raggiunto la cifra di 100 milioni entità certo non trascurabile per gli allevatori locali.
Dal dibattito è ancora emerso
il problema della difficoltà degli
approvvigionamenti dei vaccini
necessari, per cui è stato preso
l’impegno di un coordinamento
più stretto fra studio zooprofilattico e veterinari locali al fine di
poter soddisfare le richieste che
perverranno.
Frattanto è stato reso pubblico il calendario per la consegna
delle domande per il premio di
monticazione 1981 nei vari comuni della vallata.
A. L.
Notizie utili
Premio di monticazione anno 1981
La Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca comunica che anche
per II 1981 si accettano le domande per il premio di monticazione relativo al
bestiame bovino, ovino-caprino.
Hanno diritto al premio tutti i capi bovini ed i capi ovini-caprini, purché
provenienti da allevamenti aderenti al piano di risanamento, che vengono condotti all’alpeggio.
Le domande vanno presentate esclusiva'mente presso i Comuni secondo
l'orario indicato.
Per avere diritto al premio entro il 20 novembre la documentazione dovrà
essere completata con:
— Dichiarazione del Sindaco del Comune (su fogli separati per bovini e ovini-caprini) ove il bestiame ha alpeggiato;
— Modello 7 rilasciato dal Veterinario condotto.
Al momento della domanda si dovrà presentare anche l'originale e una
fotocopia del foglio di risanamento aggiornato.
Orario per la presentazione delle domande:
Martedì 8 giugno: ore 8.30: Pragelato (Municipio); ore 10.30; Usseaux (Municipio); ore 14.30: Porosa Argentina (Comunità Montana); ore 16; Pomaretto
'(Comunità Montana).
Mercoledì 10 giugno: ore 8,30: Fenestrelle (Municipio); ore 10.30: Roure (Municipio); ore 14.30: Inverso Rinasca (Municipio); ore 15.30: Rinasca (Municipio).
Giovedì 11 giugno: ore 8.30: Prali (Municipio); ore 10.30: Massello (Municipio):
ore 11.30: Salza di Pinerolo (Municipio); ore 14: Perrero (Municipio).
Venerdì 12 giugno; ore 8.30; Pramollo (Municipio); ore 10.30: S. Germano Chisone (Municipio): ore 15: Porte (Municipio); ore 16; Villar Porosa (Municipio).
Dopo il 15 giugno 1981, non si accettano più domande.
Viaggio in Emilia - Romagna e Toscana
La Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca organizza dal 5 all 8
giugno, un viaggio di interesse agricolo-zootecnico e turistico in Emilia-Romagna.
Verranno visitati aziende zootecniche, impianti frutticoli, di floricoltura e
un caseificio, e le città di Bologna. Ravenna e Firenze.
Il costo della gita è di L. 170.000. Per informazioni telefonare alla Comunità Montana tei. 81497 e 81190.
8
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CRONACA DELLE VALLI
5 giugno 1981
CONFERENZA DEL 1« DISTRETTO
GLI ISTITUTI E LE CHIESE ALLE VALLI
L esame dell attività degli Istituti Valdesi è un esempio di democrazia profondamente radicata nella "cultura valdese : ma non basta verificarne l’operato, occorre rinsaldare i legami tra gli istituti e le comunità delle Valli
Il controllo
Un osservatore esterno che domenica scorsa fosse salito ad Angrogna per assistere ai lavori della Conferenza distrettuale dedicata all’esame dell'attività degli
Istituti Ospitalieri Valdesi e del
Collegio si sarebbe certamente
stupito dei discorsi insoddisfatti
di tanti delegati sul problema
della « controllabilità » da parte
delle chiese sull'attività degli istituti.
Infatti nell'Italia delle logge
segrete, in cui è difficile anche
per le autorità preposte venire a
conoscenza degli atti amministrativi delle case di riposo o delle scuole private, fa certamente
piacere sapere che c'è una minoranza che discute — in un dibattito pubblico — di tutti i problemi, compresi quelli finanziari,
di istituti che solitamente sono
"cosa nostra" degli amministratori degli enti.
Infatti l’esame pubblico di tutti i problemi di gestione è molto
raro in questa nostra Italia e difficilmente da qualche parte si
pongono domande quali quelle
poste ad Angrogna dove una deputata ha chiesto il perché si
era venduto un terreno che è finito ad una fabbrica di armi e
se ciò non ponesse problemi morali e di testimonianza che vanno
al di là della economicità della
scelta.
Oppure domande quali la necessità di superare il criterio puramente tecnico nella risposta all'emarginazione dei drogati e degli anziani. In cui le tesi degli
uni erano anche diametralmente
opposte, ma venivano ascoltate e
dibattute.
Eppure questo esercizio del1 esame, del controllo non soddisfa. Si vuole — credo a ragione —
andare più a fondo. La Commissione d’Esame dell'operato della
CIOV ha sollevato questo problema manifestando la necessità che
l'e.same debba essere fatto non
solo sugli atti compiuti in un anno, ma debba essere in qualche
modo un esame finale dopo un
altro esame più continuativo che
le assemblee di chiesa, i singoli
credenti dovrebbero fare durante il corso di un anno.
C’è in questa richiesta, che si
traduce poi operativamente in
una richiesta di informazione periodica, un profondo senso della
coniplementarietà dell’azione degli Istituti alla testimonianza delle chiese: complementarietà che
è vissuta come necessità della solidarietà con chi è impegnato e
lavora in queste opere.
Di qui forse il dispiacere e l’interrogativo che è tornato più volte: « qual è il senso della parola
“valdese" messa sull’insegna di
un ospedale, di una scuola, di
una casa di riposo, se oggi le leggi che ci sono obbligano a risposte sempre più tecniche che necessariamente non hanno legami
con l’annuncio dell’Evangelo? ».
L'esame che si fa in una Conferenza Distrettuale non obbedisce solo a criteri di democrazia,
ma soprattutto ad esigenze più
profonde che toccano le convinZ.ioni di fede degli uomini e delle
donne di queste valli. Non è una
presenza sociale quella che interessa, ma ¡’annuncio dell'Evangelo.
La Conferenza ha posto questo
interrogativo su tutto il javoro
dei nostri Istituti: è una domanda alla quale non si potrà sfuggire.
Ma nella conferenza si è discusso molto anche di « cultura
valdese ». Certo la parola, come
è stato osservato, è molto vaga.
Ma, credo, per l’osservatore esterno questa parola, che andrà riempita di contenuti di dialogo e di
sfida alle culture del nostro tempo, almeno un significato lo ha:
quello dell'esame e del controllo.
E non è poco di questi tempi.
Giorgio Gardiol
L’argomento certamente più
atteso, anche dal pubblico che
era venuto ad assistere alla Conferenza è stato certamente il dibattito sul futuro del Collegio.
Dalla relazione
del Comitato
« Il Sinodo 1980, dopo aver approvato l’operato del Comitato,
ha affermato l’insostituibile funzione di alcuni organismi culturali valdesi per la diffusione della cultura protestante e la formazione delle giovani generazioni, individuando in questo comitato uno degli organismi chiamati a rispondere alla crescente
richiesta di informazioni e di stu
dio da parte di ambienti cultu-
Scuola Latina di Pomaretto - ani
classe 1 studenti 29
classe 2 studenti 30
classe 3 studenti 26
insegnanti 9
preiscrizioni anno 1981 82
studenti 22
Scuola Media di Torre Pellice -
classe 1 studenti 47
classe 2 studenti 52
classe 3 studenti 45
insegnanti 14
preiscriziom anno 1981/82
studenti 50
Ginnasio-Liceo di Torre Pellice
classe 4 studenti 23
classe 5 studenti 18
classe 1 studenti 20
classe 2 studenti 14
classe 3 studenti 11
insegnanti 12
rali italiani ed internazionali, per
la testimonianza attuale delle
Chiese Valdesi e Metodiste e di
tutto il Protestantesimo. (...)
Nell’iniziare il proprio lavoro
il Comitato ha fatto un’analisi
della situazione tentando di prevedere quel che potrà accadere
per gli istituti scolastici gestiti
nel corso di alcuni anni, allo scopo di impostare programmi non
del tutto provvisori. (...)
In sintesi la situazione è la seguente :
(25 Valdesi 4 Cattolici)
(tutti Valdesi)
(tutti Valdesi)
( 4 Valdesi 5 Cattolici)
(13 Valdesi 9 Cattolici)
anno scolastico 1980/81
(34 Valdesi 13 Cattolici)
(50 Valdesi 2 Cattolici)
(26 Valdesi 19 Cattolici)
( 7 Valdesi 7 Cattolici)
(32 Valdesi 18 Cattolici)
- anno scolastico 1980, 81
( 6 Valdesi
(10 Valdesi
(12 Valdesi
( 7 Valdesi
( 7 Valdesi
( 5 Valdesi
17 Cattolici)
8 Cattolici)
8 Cattolici)
7 Cattolici)
4 Cattolici)
7 Cattolici)
(...) Le famiglie degli studenti
sono state informate delle deliberazioni sinodali e dei problemi del comitato e sono state interpellate per conoscere il loro
orientamento sull’avvenire degli
istituti in due affollate assemblee
a Torre Pellice e Pomaretto. In
quelle assemblee sono stati dibattuti problemi già in passato
discussi, quali quello dell’opportunità o meno di chiudere gradualmente le scuole medie, della
necessità di istituire alternativamente servizi di doposcuola e di
creare occasioni di ospitalità per
studenti, dell’opportunità di incrementare lo studio delle lingue
straniere tenendo conto delle esigenze di una popolazione frontaliera, dell’opportunità di ottenere che insegnanti provenienti
da varie Chiese protestanti italiane dedichino anche limitati
periodi di tempo ai nostri istituti di istruzione. (...)
La situazione economico-finan
Come tutti gli anni una parte
della conferenza è stata dedicata
all’esame deH’attività della CIOV.
La relazione della Commissione
d’Esame (Carla Longo, Giuseppe
Platone, Sergio Ribet, Luca Zarotti) metteva in rilievo tra l’altro tre problemi:
Lo scorporo deM’Asilo
di San Germano
Si tratta di una decisione conseguente a quella sinodale dello
scorso anno. L’asilo di San Germano dovrà essere gestito da un
comitato locale che dovrà iniziare a funzionare col prossimo anno. La Commissione d’esame aveva proposto invece che fosse dilazionato questo tempo al 1983;
di diverso avvi.so è stata però la
conferenza che ha approvato quest’ordine del giorno;
La Conferenza distrettuale nella consapevolezza che le opere diaconali si
trovano ad operare slegate dalla realtà
delle chiese, pur rendendosi conto
della difficoltà oggettiva del collegamento comunità-opere, chiede alle
chiese:
1) Di non aspettare passivamente che
le informazioni giungano dalle opere.
ziaria ha raggiunto ormai una
gravità tale da richiedere impegni o decisioni non procrastinabili.
Il costo unitario per ogni studente non è inferiore al milione
di lire. Tenuto conto che nell’anno in corso gli iscritti sono 315 e
che dalle chiese e comitati esteri
si prevede un contributo pari circa alla metà della spesa preventivata, la differenza da reperire
è superiore a lire 150.000.000, oltre alla necessità di costituire il
fondo indennità anzianità dipendenti, onde non esporre le future amministrazioni a rischi finanziari insostenibili. (...)
Attesa la gravità dei problemi,
sono state consultate le Chiese
del primo Distretto e la Chiesa
di Torino. Nove Chiese hanno
indetto apposite assemblee nelle
quali il comitato ha fornito le
più ampie informazioni, senza ricevere sino ad oggi orientamenti
che consentono di suggerire soluzioni. (...)
Dai segni sino ad ora avuti non
appare una risposta: per questo
motivo la situazione nei suoi va^ ri aspetti ed implicazioni viene
presentata in tutta la sua urgenza e gravità all’attenzione delle
Chiese riunite in conferenza distrettuale con la richiesta di studiare e dibattere il problema
avendo presenti da un lato gli
aspetti sopra illustrati e dall’altro non trascurando le ripercussioni che deriverebbero al nostro
mondo valdese dalla chiusura anche soltanto parziale degli istituti di istruzione secondaria ».
Dalla relazione del
gruppo di lavoro
« 1) Si constata che l’antitesi
"chiudere o no” è ormai sorpassata. L’importanza della sopravvivenza dei nostri Istituti è sentita non solo dai Valdesi e Metodisti, ma da tutte le altre Chiese Evangeliche in Italia e fuori.
2) Rimane il problema di cosa
e come mantenere, in modo che
le due Scuole rispondano alle
necessità di oggi, sia per quanto
concerne le Valli che l’Evangelismo Italiano in genere.
Emergono le seguenti ipotesi:
a) per la Scuola Latina: la
sua funzione di Scuola Media
dell’obbligo sembra sorpassata.
L’alternativa tra scuola preferenzialmente per Valdesi e scuola
per la popolazione locale è deviante rispetto al problema di
fondo, come avere a Pomaretto
una scuola che non sia di semplice “surroga" della scuola statale.
Si suggerisce di studiare la
possibilità di sfruttare la vicinanza del vicino Ospedale Valdese, per trasformare l’Istituto in
una scuola di preparazione ad
attività paramediche;
b) per il Collegio; la presenza e vicinanza della Media Statale potrebbe suggerirne la chiusura, o meglio la trasformazione
in attività para e post scolastiche ;
c) per il Ginnasio-Liceo:
mantenere l’attuale Istituto così
come è con il suo importante
"status” di pareggiamento per
due ragioni:
1) contribuire alla formazione protestante degli studenti;
2) mantenendo come coper
La CIOV
ma di stimolarle.
2) Di dividere tra chiese vicine l'attenzione e la cura pastorale di una
determinata opera, con visite, gestione
dei culti, coinvolgimento diretto.
3) Stimolare dei gruppi di lavoro in
aiuto a dette opere.
4) In particolare per quanto riguarda
l'Asilo di S. Germano ed il Rifugio, di
mantenere viva la solidarietà anche
per mezzo di doni.
Il rapporto
con le chiese locali
La commissione d’esame ha rilevato come il rapporto tra la
CIOV e le comunità locali fosse
gravemente carente e che questa
carenza può portare ad un pericoloso isolamento degli istituti.
Allo scopo di favorire questo
rapporto la conferenza ha approvato quest’ordine del giorno:
La Conferenza distrettuale riunita ad
Angrogna il 23-24 e 31 maggio chiede
alla CIOV di potenziare nei confronti
delle Chiese e deH'ambiente esterno
l'informazione sulla propria attività e
sulla vita degli Istituti da essa gestiti
avvalendosi — tra le altre possibilità
— sia degli organi ecclesiastici di stampa sia sollecitando le chiese a promuovere speciali assemblee informative
(con l'eventuale presenza di un membro della CIOV) intorno ai problemi
dei singoli Istituti.
A tal fine la Conferenza Distrettuale
chiede alla Commissione Esecutiva
Distrettuale di predisporre un circonstanziato programma di contatti e informazioni tra la CIOV e le Chiese locali.
Carico di lavoro
L’impegno che la CIOV deve
mettere per affrontare i complessi problemi dell’attività amministrativa in un contesto di normative che cambiano con estrema
rapidità, ha fatto emergere la necessità che oltre al presidente ci
sia un’altra persona della com
tura (ombrello) la scuola superiore pareggiata studiare il modo di affiancarvi un istituto linguistico superiore per il quale
si potrebbe contare sulla collaborazione di Chiese e Istituti
Protestanti dell’estero per un apporto volontario nell’insegnamento.
Tutte le ipotesi prospettate richiederebbero un attento studio
preliminare degli aspetti e modalità tecnici di attuazione ed
una ricerca più approfondita circa quelle forme e indirizzi di trasformazione che, oltre ad essere
possibili, conservino, sia pure in
modi diversi, l’utilità dei nostri
Istituti di Istruzione superiore ».
La discussione
Nel corso della discussione che
è durata oltre due ore sono emerse tre posizioni.
La prima era espressa da chi
ritiene che resistenza del Collegio è determinante per la testimonianza della chiesa e per la
formazione della coscienza protestante della popolazione valdese.
In questo senso non si dovrebbe
ridimensionare nessun istituto,
ma se mai rilanciarli e riqualificare in senso moderno le scuole.
La seconda invece pur ribadendo la necessità teorica del mantenimento delle scuole vede grosse
difficoltà nel reclutamento degli
allievi se questo deve essere ancorato al territorio delle valli a
causa della diminuita natalità
che porterà nei prossimi cinque
anni ad un drastico ridimensionamento delle stesse scuole elementari.
Una terza posizione invece non
ritiene indispensabile il mantenimento di queste scuole per un
progetto di testimonianza e di
formazione culturale della popolazione valdese. È necessario non
disperdere le forze (scarse) che
ci sono per far fronte a questa
compito nei confronti delle giovani generazioni: occorre piuttosto
potenziare altri settori quali il
catechismo e il lavoro giovanile.
Come si vede le posizioni sono
state abbastanza diversificate e
non è stato possibile giungere ad
un ordine del giorno che riflettesse la discussione.
Il Comitato ha registrato questi pareri che saranno molto utili per una precisa relazione al
Sinodo, che dovrà dire una parola chiara sulla futura organizzazione del Collegio.
L’occasione per dibattere questo tema non mancherà: infatti
il Comitato ha l’intenzione di organizzare un pomeriggio di discussione aperto alla partecipazione delle Comunità.
missione che possa seguire a pieno tempo una parte dei complessi problemi
La conferenza è stata d’accordo con questa proposta ed ha approvato il seguente ordine del
giorno:
La Conferenza distrettuale
riconoscendo il peso e la molteplicità
dei compiti attualmente svolti dal presidente della CIOV,
raccomanda al Sinodo di configurare
la comp-5siz one della CIOV in mcdo
che vi possa essere un ulteriore membro a tempo pieno, oltre al Presidente.
Oltre a questi punti affrontati
e risolti dalla Conferenza la discussione ha affrontato altri problemi: la controllabilità (di cui
parliamo a parte), la questione
della droga (l’ospedale di Pomaretto per ragioni tecniche ha rifiutato di collaborare con l'USL
42 per la cura dei tossicodipendenti, mentre l’ospedale di Torre
Pellice ha accettato la collaborazione con l’USL 43), la vendita di
un terreno, finito ad una fabbrica locale di componenti di armi
e più in generate del problema
della testimonianza degli istituti.
Altre notizie sulla Conferenza Distrettuale a p. 9.
9
5 giugno 1981
CRONACA DELLE VALLI
ANGROGNA
Conferenza distrettuale
Ospitalità
Particolarmente efficiente è
stata l’organizzazione dell'ospitalità, sostenuta dall'Unione Femminile della Comunità d’Angrogna, apprezzata non solo per il
pranzo ma anche nelle pause dei
lavori.
Domenica 31, l’ultimo pomeriggio dei lavori è volutamente
coinciso con il Bazar delle comunità che ha creato una nota di allegra confusione. Abbiamo infine
apprezzato il servizio di « babysitteraggio » organizzato dalle
monitrici d'Angrogna che ha permesso ad alcuni partecipanti-genitori di seguire i lavori in tranquillità sapendo che i figli erano
in mani sicure. Speriamo che
questo tipo di servizio venga riproposto anche in futuro in occasioni di analoghi incontri ecclesiastici.
Altre decisioni
Studenti in teologia
La Conferenza si rallegra che un buon
numero di membri delle chiese del
Distretto seguano il corso di cultura
teologica protestante presso la Facoltà
di Teologia; tenuto conto dell'alto costo delle pubblicazioni teologiche, domanda alla CEO di studiare la possibilità di iniziative che vengano incontro
alle esigenze di questi studenti, eventualmente con l’istituzione di buoni
Kbro a chi ne faccia richiesta.
Circolari
La Conferenza riunita ad Angrogna
nei giorni 23-24 e 31 maggio 1981, rilevando che la Circolare comune non
sempre sostituisce quelle delle singole chiese e che queste utilizzano sempre più per l’informazione locale le
« Pagine delle Valli » de « L’Eco-Luce »,
invita le convunità ad avvalersi al
massimo del giornale come strumento
di collegamento organizzandone periodicamente una diffusione speciale;
dà mandato alla CED di dare alla
lettera circolare un’impostazione che
privilegi argomenti di riflessione su
temi di interesse generale e di curarne la pubblicazione di tre numeri all’anno.
La Commissione Distrettuale
La C.E.D. nell'anno 1980/81 era
composta da Bruno Bellion (presidente), Claudio Tron (vice presidente).
Marco Ayassot (segretario), Dino
Ciesch, Liliana Viglielmo.
La C.E.D. per l'anno 1981/82 sarà
composta da Bruno Bellion (presidente),
Liliana Viglielmo (vicepresidente). Marco Ayassot (segretario), Dino Ciesch,
Carla Beux Longo.
La Commissione d’Esame
La commissione d'esame che ha
analizzato il lavoro della C.E.D. nell'anno 1980/81 era composta da Franco Davite, Emilio Gardiol e Silvio
Revel.
La commissione d'esame sull'operato
della C.E.D. sarà composta da Ruben
Artus, Anna Bosio, Giorgio Gardiol.
Rappresentante al Sinodo
Rappresentante della Conferenza al
prossimo Sinodo sarà Dino Bellion.
Il Seggio
Il Seggio della Conferenza è stato
composto da Paolo Ribet (presidente),
Aldo Lausarot (vicepresidente), Dino
Bellion, Walter Monnet, Laura Turchi,
Prossima Conferenza
La sede delia prossima conferenza
sarà Prarostino (sede supplente Luserna San Giovanni).
Predicatore
Come predicatore per il culto di
apertura della prossima conferenza è
stato designato il past. Aldo Rutigliano
(supplente il past. Sergio Ribet).
TORRE PELLICE
Abbiamo avuto il piacere di accogliere domenica al culto un
gruppo di fratelli della Chiesa
Unita Riformata di Inghilterra
in visita alle Valli, nell’incontro
di domenica sera abbiamo fraternizzato con canti e conversazioni.
• È stata presentata alla comunità domenica Miriam Boero
Roll, il Signore le dia di crescere nella conoscenza dell’Evangelo e di poter un giorno professare personalmente la sua fede.
• Martedì 26 maggio la Corale
ha effettuato un simpatico viaggio a Novara invitata dal Lyons
Club della città nel quadro di
una serie di manifestazioni culturali organizzate nella chiesa di
Ognissanti, una antica chiesa romanica restaurata.
• La Scuola Domenicale dei
Coppieri ha trascorso la giornata
di domenica al Rifugio; i bambini hanno fatto la loro gita a piedi pranzando al Rifugio ed hanno intrattenuto gli ospiti con
canti e visita.
• Presso la Casa Valdese delle
Diaconesse sabato 16 maggio abbiamo festeggiato la sig.ra Angela Maurer ved. Rostan per il suo
centesimo anno di età. In una
festosa atmosfera di gioia con
i parenti ed amici rincontro ha
iniziato con una breve lettura
biblica seguita dalla preghiera
del past. Zotta. Il past. emerito
Umberto Bert ha rivolto ai presenti un breve saluto con sentimenti di riconoscenza per l’avanzata età raggiunta dalla nostra
sorella centenaria.
Circuito Val Pollice
L’ultÌTTia riunione mensile del Consiglio ha esaminato la situazione pastorale della Val Pellice manifestando serie preoccupazioni in particolare })cr
assicurare tutti i culli programmali nel
periodo estivo. Sintende inoltre sollecitare le chiese a partecipare al 30.le
di Agape (27-28 giugno). Si è ridiscussa la questione giovanile in Val Pellìce ed è emersa la tendenza a rivalorìzzare il rapporto dei gruppi giovanili
con la F(tEI. Prossimo incontro del
Consiglio: 6 luglio. Le Chiese che
hanno problemi eventuali da sottoporre
si annotino questa data.
SAN GERMANO
• La gita della Scuola Domenicale a Borgio Verezzi, favorita
dal bel tempo è stata una bella
occasione per stare insieme, genitori, monitori e ragazzi, sulla
spiaggia della nostra Pensione
Valdese. Ringraziamo i Signori
Vinti per l’accoglienza fraterna
riservataci. Una parola di apprezzamento anche per i monitori e
le monitrici che avevano preparato assai bene il programma di
giochi, dopo aver dato molto del
loro tempo per l’insegnamento
biblico domenicale. Ringraziamo
l’anziano Garrone che ha predicato a S. Germano.
BOBBIO PELLICE
• Sabato 6 giugno, ore 11, concerto della Corale di BobbioVillar nella chiesa di Bobbio
P0IIÌC6
• Domenica 7: Culto di Pentecoste, con la partecipazione
della Corale.
Domenica 14 giugno avrà luogo l’Assemblea di Chiesa sul
tema degli stabili. L’assemblea è
molto importante: non mancate.
PENTECOSTE 1981
Incontro ecumenico
Il Collettivo Biblico Ecumenico di Pinerolo, in collaborazione con altri gruppi e collettivi biblici, organizza un pomeriggio di preghiera, di riflessione, di ricerca per la domenica 7 giugno, con inizio alle ore 14,30 e chiusura verso le 19,
presso il Convento dei Padri Cappuccini (Collina di S. Maurizio) a Pinerolo.
Il tema dell’incontro è il seguente:
C’E’ UNA SPERANZA OGGI
«Abbiamo una speranza viva» (1 Pietro 1: 3).
« Siate sempre pronti a rispondere a quelli che vi chiedono spiegazioni sulla speranza che avete in voi »
(1 Pietro 3: 15).
Programma :
— Preghiera e meditazione biblica sul cap. 1 della Prima Lettera di Pietro (Salvatore Ameduri).
— Testimoniare la speranza nel tempo della malattia e della
morte (Renzo Turinetto).
— Testimoniare la speranza nella situazione attuale della fabbrica e deH’amhiente operaio (Enzo Bollèi).
— Gruppi di ricerca.
— Assemblea conclusiva.
POMARETTO
VILLASECCA
PRAMOLLO
• La comunità esprime la propria gioia a Edy Morini e Sergio
Griglio per la nascita del loro
primogenito Michele.
• Ci siamo vivamente rallegrati nel Signore per aver amministrato il battesimo a Massimo, di
Martina e Valdo Tron.
Su queste due famiglie invochiamo la benedizione del Signore nel difficile compito di essere
genitori ed educatori nel nostro
tempo.
• Il Concistoro ringrazia Alma Rostaing che ha segnalato la
assenza del proprio nome e relativa offerta di L. 10.000 nella
sottoscrizione prò harmonium.
Comunque il totale della somma
è comprensivo di detta offerta.
MASSELLO
ANGROGNA
Sabato 6 giugno alle ore 21
Concerto corale nel tempio del
Capoluogo. Cantano le corali
della Chiesa Evangelica di Esslingen e la corale valdese di Angrogna. Serata aperta a tutti.
Domenica 7, culto unico di
Pentecoste nel tempio del Capoluogo, S. Cena, con la chiesa
di Esslingen ospite della comunità di Angrogna.
• Il nostro Bazar, grazie all’impegno dell’Unione Femminile e di alcune giovanissime, è
pienamente riuscito soprattutto
sotto il profilo deH’incontro tra
le persone convenute. La concomitanza dei lavori della Conferenza Distrettuale ha permesso
una vendita pressoché totale degli oggetti esposti.
Un pensiero di riconoscenza a
tutti i bambini che hanno girato
i quartieri a raccogliere ingredienti per i dolci e a tutti coloro che hanno offerto oggetti
e lavoro per il buon successo
dell’iniziativa.
PRAROSTINO
Furto al tempio di Roccapiatta.
Purtroppo dobbiamo segnalare
un secondo (il primo è avvenuto
5 anni fa) grave furto al nostro
antico Tempio di Roccapiatta.
Una banda di ignoti sono penetrati nel tempio, probabilmente
la notte del 24 aprile e hanno demolito e poi asportato 7 banchi
in legno di noce, di antica costruzione.
La nostra comunità è stata
ancora recentemente colpita da
un grave lutto. Il nostro fratello
Edoardo Mori, organista della
Chiesa, è improvvisamente deceduto. Colpito da un male che non
perdona, nella sua abitazione al
Ser di Prarostino, dove viveva
solo dopo la scomparsa della sua
compagna Matilde, è stato amorevolmente soccorso dai vicini
che, allarmati dal fatto che non
si era visto fuori come era sua
consuetudine, sono andati a vedere come stava, e lo hanno
trovato accasciato, ormai in coma. Ricoverato d’urgenza all'ospedale decedeva dopo due giorni di agonia il 22 maggio, senza
riprendere conoscenza. Il funerale ha avuto luogo il sabato 23
maggio a San Bartolomeo. L’annuncio dell’Evangelo è stato fatto con le parole di S. Paolo ai
Corìnzi: « Tre cose durano: fede,
speranza e carità; ma la più
grande di esse è la carità » ( 1
Cor. 13: 13).
Egli lascia un vuoto grande
nella nostra comunità come credente e come organista, servizio
che ha svolto con impegno e
regolarità e con grande amore
per lunghi anni.
Alla sorella e al cognato e a
tutti i familiari in lutto esprimiamo la nostra solidarietà cristiana. Iddio consoli i loro cuori e voglia suscitare nuove vocazioni al servizio del canto e della
musica nella comunità.
RODORETTO
Domenica 7 giugno alle ore
9.30 avrà luogo il culto con Santa Cena. È il primo dei culti estivi mensili che si tengono a Rodoretto e Fontane.
• Nel corso del culto di domenica 31 maggio è stata battezzata
Miriam, di Vanda e Bruno Ribet
ai quali esprimiamo i migliori
auguri perché la aiutino a crescere nella fede del Signore.
• Domenica 24 maggio abbiamo avuto la visita di un gruppo
di bambini e monitori della scuola domenicale di Torino, che hanno preparato il culto e trascorso in mezzo a noi la giornata, anche se non splendeva il sole. Li
ringraziamo per essere saliti fin
quassù.
• Il 7 giugno, domenica di Pentecoste, ci sarà il culto con Santa Cena. Ricordiamo che alle ore
14,30 avrà luogo il nostro bazar
a Ruata, quindi tutti coloro che
possono dare una mano per il
suo allestimento sono ben accetti e li ringraziamo fin d’ora.
• Siamo vicini a Irene Long,
dei Pellenchi, attualmente ricoverata in ospedale a Torino e
chiediamo al Signore di permetterle di tornare presto a casa,
completamente ristabilita.
« Il Consiglio Comunale si è
riunito il 29 maggio; fra i vari
punti all’o.d.g., discussi e approvati, vi era anche quello riguardante il bilancio di previsione per
l’esercizio 1981 ; potendo disporre di entrate molto limitate, anche le previsioni di spese devono
essere molto contenute. E’ un altro dei problemi che toccano i
piccoli comuni di montagna.
Doni per l’Asilo
di Luserna S. Giovanni
Doni pervenuti nel mese di aprile 1981
L. 5.000: Giovannini dr. Ferruccio
(Pisa); VisentinI Maria, in mem. del
marito (Ospite Asilo); R. L-, in mem.
di Ernestina Giampiccoli (Torino).
L. 10.000: Livio e Dina GobeMo, in
mem. di Paimira Bonrret; Balmas Jullette, in mem. di Tinette Bertin-Benech;
Pons Luigi (Osp. Asilo): Famiglia Abruzzese (Roma); Violetta Eraterrigo (Torre
Pellice); Rina e Romolo Balestra, in
mem. di Adele Goss-Rivoira.
L. 15.000: Rivoiro Paola e Sandrone
Pierina ved. Rivoiro (Pinerolo).
L. 20.000; Fani Gino; Pastore-Bertot
Irene (Roma): Bensì Giordano (Osp.
Asilo): Malan-Caffarel Emilia; MontiLong Emilia, in mem. di Goss Adele
(Osp, Asilo); Lucilla e Enzo Benech,
in mem, di tante Tinette: Revel-Ricca
Alice, in mem. del caro marito.
L. 30.000: Gobello Livio, in mem. della mamma e delle zie Anita e Beta, C.
Mollica, un pensiero grato al dr. Gianni Peyrot.
L. 40.000: Fiorella e Graziella Paschetto, in ricordo della sorella Elisa.
L. 50.000: Bertalot Luigi (Osp. Asilo);
In mem. di Nicola Muraglia, la moglie e
il figlio; Niny e Piero Boér, in mem. di
Maddalena, Nettie, Roberto, Carlo e
Ivonne Alilo; Canova Rina Maria, in
mem. del marito Battaglino Carlo; Codino Giulia; Maria Bertalot-Martinat, In
mem. del marito (Torino); Vittone Rosetta.
L. 57.500: In mem. di Anna Lucia Vittone ved. Pellegrin, i parenti.
Sono venuti a recare gioia ai
loro genitori: Simone Riggi di
Alfonso e di Tron Iolanda, Perosa Argentina; Daniela Bertalotto di Giulio e di Pons Elsa, Perosa Argentina (Forte); Sabrina
Ribet di Attilio e di Costabello
Paola di Inverso Pinasca.
Un benvenuto a questi neonati
e tanti auguri ai genitori dalla
Comunità tutta.
• Si sono uniti in matrimonio
mediante rito civile: Valdo Genre
Bert di Pomaretto e Rita Laggiard di Perosa Argentina presso il Municipio di Perosa Argentina; Valdo Marchetti di Pomaretto e Cristina Merlo di Roreto
Chisone, presso il Municipio di
Roreto Chisone; Marco Gelso di
Pinasca (Maurini) e Nadia Ribetto di Roreto Chisone, presso il
Municipio di Roreto Chisone. A
questi novelli sposi gli auguri
fervidi della Comunità tutta.
• Ha conseguito la sua laurea
in Scienze Politiche brillantemente Marisa Long di Pomaretto. Alla neo laureata vadano
gli auguri della Comunità.
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Giovanni Pizzardi
profondamente commossi ringraziano
tutti coloro che hanno preso parte al
loro dolore.
Un particolare ringraziamento alla
Dott.ssa Pontiglio, al personale delrOspedale Valdese di Torre Pellice, al
Signor Renato Toscano ed al cugino
Franco Pizzardi.
Torre Pellice, 5 giugno 1981
AVVISI ECONOMICI
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destinazione, preventivi a richiesta:
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GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
dal sabato ore 14 al lunedi ore 8
dalle ore 14 della vigilia del giorno festivo infrasettimanale alle
8 del giorno successivo presso
l'OSPEDALE MAURIZI ANO - Luserna San Giovanni - Tel. 90884.
Nella notte dei giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia del festivi) presso rOSPEDALE VAL
DESE - Torre Pellice - Tel. 932433.
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festiva e notturna
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Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud, 5
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A Torre Pollice: martedì chiusa
la farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacia internazionale.
A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacia Prati,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto.
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BIANCIOUO - Tel. 91558 - 91484
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Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
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GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedi ore 8,
dalle ore 14 della viglila del
giorni festivi alle ore 8 del giorni
successivi al festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
Il recapito del servizio è presso
la CROCE VERDE di Perosa Argentina - Tel. 81.000.
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Croce Verde Porte - Tel. 74197
Croce Verde Perosa - Tel. 81000
10
10.
5 giugno 1981
UNA LETTERA DEL PREMIO NOBEL A. PEREZ ESQUIVEL A PROPOSITO DEL REFERENDUM ’’EVITATO’^
Appello per El Salvador
Profonda inquietudine per la ricerca di un « appoggio morale » da
parte degli Stati Uniti d America per giustificare un intervento diretto
La lettera del premio Nobel per la pace 1980 Adolfo Perez Esquivel che riproduciamo qui di seguito è stata diffusa — insieme al testo della lettera che mons. Romero inviò al pres. Carter poco prima
di morire chiedendogli in nome dei diritti umani il non intervento
americano diretto e indiretto — in occasione di una giornata di digiuno organizzata dal Movimento Internazionale della Riconciliacene a Roma il 17 aprile per solidarietà col popolo Salvadoregno.
Ci ripromettiamo di ritornare sulla situazione di El Salvador con
dibattito e documentazione.
Al Sig. Presidente degli U.S.A.
Ronald Reagan.
Alla giunta militare di
El Salvador.
Buenos Aires, 6 marzo 1981.
E’ con profonda inquietudine
che vediamo l’emissario del Governo degli U.S.A. percorrere i
paesi latino-americani in cerca
di « appoggio morale » per giustificare un intervento in El Salvador e in altri Paesi dell’America Centrale.
La storia del nostro continente conta già altri interventi, diretti o indiretti, che vanno dalla
corruzione alla discordia instillata in piccole nazioni e, perfino,
all’invasione di fatto.
Noi dobbiamo al gen. Eisenhower, che fu, due volte, presidente degli U.S.A., il coraggio di
aver denunciato, nel ’61, il « complesso militare e industriale americano » come fonte di conflitti e
di invasioni in America Latina.
Ora, la Storia ci insegna ancora che non esiste che una via per
garantire la sicurezza e permettere agli Stati di vivere insieme:
la soppressione della fame, della
miseria, dell’analfabetismo e lo
stabilire delle condizioni minime
per assicurare una vita decente
a tutti gli uomini.
Ed è per questo che rinnoviamo, con speranza, il nostro appello alla Giunta Militare del Salvador, sottoscritto da Mhiraid
Corrigan, premio Nobel ’77, da
Joan Baez a nome di Humanity
International e da me stesso, il
24 novembre 1980, a Madrid in
Spagna.
Questo appello comprende sei
punti:
1) Autorizzare la creazione
di un ospedale e di diversi posti
di soccorso in vari punti del Paese sotto la responsabilità della
Chiesa di El Salvador rappresentata dal mons. Arturo Rivera Y
Damas, arcivescovo di San Salvador;
2) Garantire neutralità e sicurezza all'ospedale, ai centri
nonché ai medici, infermieri, religiosi ad essi addetti;
3) Assicurare a questi centri
di soccorso la possibilità di svolgere la propria funzione di assistenza medica e di ricevere e di
distribuire cibo e medicine alla
popolazione, sotto la responsabilità della Chiesa e con la piena
Comitato di Radaziono: Franco
Becchino, Dino Clesch, NIso Do
Michells, Giorgio Gardiol, Marcella Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto ?oyrot,
Giuseppe Platone, Luciano RIvoIra,
Liliana VIgllelmo.
Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
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Intestato a • L’Eco delle Valli La Luce «.
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Decorrenza; 1° genn. e 1° luglio.
Una copia L. 300, arretrata L. 500.
Cambio di Indirizzo L. 200.
Pubblicità: prezzo a modulo |mm.
41x40) L. 7.008 più I.V.A.
Inserzioni: prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 colonna: mortuari
220 - doni 80 - economici 150 per
parola.
Fondo di solidarietà ccp 11234101
Intestato a « La Luca: fondo di solidarietà >, Via Pio V, 15 • Torino.
• La Luce »: Autor. Tribunale di
Pinerolo N. 176, 26 marzo 1960.
• L’Eco delle Valli Valdesi >: Reg.
Tribunale di PInerolo N. 175, 8 luglio 1960.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pelllce (Torino)
assistenza di organismi internazionali da Essa designati;
4) Permettere, data la gravità della situazione di « virtuale
stato di guerra » in cui vive il
popolo di El Salvador, l’immediato intervento della Croce Rossa Internazionale;
5) Permettere al Servizio
Paz Y Justicia dell'America Latina di contribuire al raggiungimento di quelle giuste soluzioni
che vadano incontro ai bisogni
del popolo fratello del Salvador;
6) Decidere le misure necessarie per aiutare i rifugiati salvadoregni.
Noi proponiamo che siano intavolati dei negoziati tra le parti
in conflitto alfine di trovare una
soluzione che conduca al ristabilirsi della pace in El Salvador.
La voce profetica di Giovanni
Paolo II, pellegrino della pace,
non cessa di dare l’allarme oggi
dopo essere stato a Nagasaki e a
Hiroshima.
Ci rendiamo conto con grande
angoscia che il sangue versato in
El Salvador, coronato dal martirio di mons. Oscar Romero, segna nel mondo un nuovo genocidio.
Lanciamo un appello a tutti gli
uomini di buona volontà e al
mondo intero e reclamiamo:
— Il non intervento armato e la
sospensione della lotta.
— Il rispetto dell'autodeterminazione dei popoli, che questo
non si fermi a dei proclami
ma sia veramente l’appannaggio dei poveri che hanno bisogno di aiuto ma non hanno
bisogno di armi che li sterminino.
— I popoli hanno bisogno di cibo e di lavoro che garantiscano loro la libertà e la pace
come frutto della giustizia.
Adolfo Perez Esquivel
premio Nobel per la Pace 1980
Coordinatore generale del servizio Paz Y Justicia in America
Latina.
N. B. - Domandiamo a tutte le
persone di buona volontà, a tutte le organizzazioni, a tutte le
chiese e a tutti i popoli di firmare questa lettera aperta e di inviarla al Presidente degli U.S.A.
Ronald Reagan - Casa Bianca Washington, U.S.A., oltre che al
Presidente della giunta militare
di El Salvador Napoleon Duarte
— Casa de Gobiemo - San Salvador, El Salvador.
Trento per l’Intesa
Il Consiglio provinciale di Trento, ha approvato lo scorso marzo una mozione
sul tema dell’Intesa tra lo Stato e le Chiese valdesi e metodiste presentata da
Democrazia Proletaria e sottoscritta dai rappresentanti del PSI, PCi, Nuova
Sinistra e PSDI. Dopo un’ampia e circostanziata descrizione delia situazione
passata e presente dei rapporti tra lo Stato e le chiese evangeliche, ii documento si dichiara solidale con la mobilitazione delle chiese valdesi e metodiste per la conclusione dell’Intesa e così conclude:
Condivide pienamente i criteri ispiratori delle Intese come definite nel protocollo che, fuori da una legislazione
speciale, evitano ogni compromesso di
tipo pattizio del « do ut des », aboliscono elementi di emarginazione ed ostacoli alla libertà e uguaglianza dei cittadini, garantiscono una completa indipendenza ed autonomia delle strutture
ecclesiastiche, rifiutano qualsiasi posizione di privilegio in campo tempo^ralistico sia di carattere economico (sotto
forma di finanziamenti, retribuzioni del
personale ecclesiastico, esenzioni fiscali, ecc.) sia scartando ogni eventuale dominio ecclesiastico sulle strutture statali come pure in modo diretto
od indiretto sulle coscienze dei cittadini.
Chiede espressamente al Governo di
adempiere a questo preciso impegno
costituzionale della sigla delle Intese
dovuto ormai da più di trenta anni.
Auspica infine che anche la revisione del Conco'rdato fra lo Stato e la
Santa Sede esca dai canali riservati
dove finora la trattativa è stata condotta, ne sia investito al più presto II
Parlamento e l’intero Paese e sia rafforzata, anche dal contributo delle Intese, quella tendenza giuridica che
vuole anche per il Concordato maggior
trasparenza e fedeltà ai principi di
libertà ed uguaglianza sanciti dalla Costituzione.
Impegna il Presidente del Consiglio
a trasmettere al Governo questo pronunciamento del Consiglio Provinciale.
ELEZIONI IN SICILIA
Il pastore Panasela candidato
(nev) - Per le elezioni regionali siciliane si presenta come candidato indipendente nelle liste
del PSI il pastore valdese Pietro
Valdo Panascia. Il pastore Pana
sela, siciliano, è dal 1956 a Palermo, dove ha fondato un’importante opera sociale ed educativa
nel quartiere « La Noce ».
Errata corrige
Genova 94 127 118 15 11
Non si tratta del lotto, ma di una riga saltata nel prospetto degli abbonamenti
pubblicato sul numero scorso. Il dato comprende le chiese di Genova, Sampierdarena e Sestri. Ci scusiamo con i membri di queste chiese e con l’intero 5"
circuito i cui totali, per altro, sono esatti.
Irlanda
(segue da pag. 5)
di lan Paisley, moderatore della
cosiddetta « chiesa presbiteriana
libera dell’Irlanda del Nord », che
non ha mai fatto parte della
Chiesa Presbiteriana ufficiale (la
chiesa di Paisley è una setta ultra-fondamentalista e decisamente reazionaria, non rappresentativa della massa protestante la
quale è piuttosto moderata-conservatrice).
L’unica soluzione vera della
questione irlandese passa per la
riconciliazione, o meglio per la
decide sui
detenuti militari?
Gli elettori che hanno partecipato alle votazioni sui referendum del 17 maggio hanno avuto
una scheda in meno, e cioè quella relativa alla proposta di abrogazione dei Tribunali militari. I
due rami del Parlamento (Camera e Senato) hanno infatti
approvato definitivamente la legge che modifica 1’« ordinamento
giudiziario militare di pace ». Di
conseguenza, la Corte di Cassazione ha deciso la inammissibilità di detto referendum in quanto
le nuove norme modificano nella
sostanza la legislazione precedente.
Occorre ad ogni buon conto
precisare che la proposta radicale non contemplava la vera e
propria abolizione dei tribunali
militari, che sono previsti dalla
Costituzione e quindi non sono
annullabili con referendum, ma
una modifica della loro struttura.
Fino ad ora, essi erano composti
da cinque giudici di cui uno solo
magistrato militare e gli altri
quattro semplici militari di carriera. I limiti più gravi di questa « giustizia » erano dati dalla
ridotta indipendenza di questi
giudici, dalla mancanza del grado
di appello nel processo, dal diverso trattamento per lo stesso
reato a seconda del grado del
reo e di quello della vittima.
La maggior novità della legge
testé approvata (che peraltro
non ha accolto l’istanza a che i
tribunali siano composti da giudici ordinari) riguarda l’istituzione di una corte d’appello: i
reati avranno finalmente la possibilità di una verifica, sino al ricorso presso la Cassazione, colla
presenza di un procuratore militare.
Circa la nuova composizione
dei tribunali, essi saranno com
posti da due (anziché uno) giudici militari e da altri tre militari estratti a sorte, mentre il giudizio di Cassazione avverrà secondo il codice di procedura penale.
A prescindere comunque da
questi risultati — parziali in relazione alle richieste avanzate
dal referendum — c’è anche da
essere poco soddisfatti sul fatto
che, mentre i tribunali militari
hanno già sospeso la loro attività, le prospettive più ottimistiche prevedono solo per il prossimo autunno il nuovo ordinamento della magistratura militare. In altre parole, se il legislatore nel frattempo non avrà varato delle norme speciali transitorie, tutti gli imputati per i quali in questi mesi scadranno i termini di carcerazione preventiva
e quelli che speravano — in questo inatteso « intervallo » — di
ottenere la libertà provvisoria,
rimarranno dietro le sbarre.
Pensiamo in modo particolare
agli obiettori di coscienza che
sono in carcere perché la loro
domanda di esenzione è stata
fatta per vari motivi in ritardo.
Colla sospensione dei tribunali
militari viene a mancare l’autorità competente per concedere
la libertà provvisoria.
K questo il caso di Mario Picei, un dipendente della Scala di
Milano, in carcere dal 19 marzo.
« Ma, precisa il suo avvocato, di
ragazzi nella sua situazione ve ne
sono parecchi ». Non resta che
augurarsi che ad una simile stortura venga ovviato al più presto
e che al cittadino che si rifiuta
di « servire » la patria colle armi venga riservato almeno lo
stesso trattamento di un comune imputato.
Roberto Peyrot
RIMINI: 6» ASSEMBLEA NAZIONALE
Gli evangelici in
Amnesty International
ricerca di una conciliazione tra
le due comunità. La prima condizione per avviare un tale processo è il ritiro delle truppe britanniche, quindi la cessazione
dell’interferenza inglese. Alcuni
uomini politici londinesi lo hanno riconosciuto recentemente. La
seconda condizione è il ristabilimento della giustizia sociale ed
economica nell’Ulster. Non si costruisce nulla di nuovo sulle discriminazioni, sui risentimenti e
sui pregiudizi. E 3U questo, sia
cattolici che protestanti hanno
da fare una profonda confessione di peccato se davvero vogliono vivere insieme, e in pace, nel
loro paese. J. J. Peyronel
Lilia Sommani, impegnata dacinque anni in Amnesty International (AI) ha partecipato alla ’VI Assemblea generale della
sezione italiana a Rimini dal 3
al 5 aprile.
— Perché ti sei impegnata in
Amnesty International?
— Nell’attuale situazione internazionale la battaglia per la difesa dei diritti umani mi sembra
molto importante per la dilagante violenza repressiva con cui il
potere annienta e schiavizza l’uomo.
— Sono molti gli evangelici che
lavorano nella sezione italiana?
— Direi di sì, almeno in relazione alla minoranza che essi
rappresentano in Italia. Il fondatore di AI, l’avvocato inglese
Peter Benenson, in una sua recente visita a Roma ha detto che
senza l’appoggio dei valdesi la
Sezione italiana non sarebbe nata. Questa affermazione è probabilmente esagerata, ma è vero
che Gustavo Comba fu tra i primi animatori del movimento in
Italia durante gli anni ’60 e che
il gruppo nel quale sono impegnata si è formato nell’ambito
delle Unioni femminili evangeliche di Roma già nell’ottobre
1974, cioè prima del 1975, anno
in cui si è formalmente costituita la Sezione italiana. Da allora
altri evangelici sono diventati
soci attivi, specialmente in Piemonte e in Toscana. Forse può
interessare sapere che l’Assemblea di Rimini ha rieletto nel
collegio dei Probiviri il valdese
Roberto Jouvenal. La sensibilità
degli evangelici al lavoro di AI
è anche dimostrata dalla disponibilità con cui la Federazione
delle chiese evangeliche in Italia e le singole chiese o comunità hanno sempre sottoscritto petizioni, redatto appelli, offerto
locali, pubblicato notizie sui loro
periodici. Questa collaborazione
è stata valutata positivamente
dalTAssemblea di Rimini, che ha
auspicato che i rapporti con « le
chiese » siano intensificati. E detto in Italia, questo plurale è significativo.
— Vi sono delle ragioni specifiche particolari, per un evangelico, per impegnarsi in AI?
— Ci si può impegnare in AI
senza alcuna motivazione di fede cristiana, ma certamente le
finalità e i metodi che essa propone sono in linea con l’evangelo. È per questo che gli evangelici italiani trovano in Amnesty
un’occasione di servizio e di impegno politico. Lottare per la
giustizia e per la pace, difendere gli oppressi e la dignità dell’uomo, opporre resistenza al
« maligno » — e farlo con mezzi
pacifici che in venti anni hanno
dimostrato la loro efficacia —
significa inserirsi attivamente
nel progetto di liberazione e di
salvezza che Dio ha per l’umanità. nev
Fédération
Protestante
de l’enseignement
A cura della Fédération Protestante de
l’enseignement avrà luogo in Spagna
il Congresso Latino dal 24 al 31 agosto 1981.
Il tema del Congresso è; « Mutazioni sociali e culturali del nostro tempo.
Le loro ripercussioni sul nostro Insegnamento ».
Il luogo dell’incontro è: Villa Adelphos (centro d’incontro protestante) a
Alcoceber (Castellón) sulla costa, a
Nord di Valencia.
Il prezzo (alloggio, pasti, escursione)
è di 420 franchi francesi, pagabili sul
posto unicamente in pesetas. La tassa
d’iscrizione è di 40 F.F.
Iscriversi entro il 1° giugno al seguente indirizzo: F.P.E. 47, rue de Clictiy
75009 PARIS (France),
Per eventuali informazioni rivolgersi a
Ethel Bonnet - via Fuhrmann 1, 10062
Luserna San Giovanni - tei. (0121) 91125.