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ECO
DELLE WU VALDESI
BIBL1ÚTECA VALDESE
IU066 TORRE PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Ann.. 1 Ut - \ m. 48
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TORRE PELLICE 7 Dicembre 1973
-4mm. : Via Cavour, 1 bis - 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
CRISTIANI PER CHE COSA?
L’ultimo numero (n. 34) del « Bolletti,1 I di collegamento fra comunità crisi ane in Italia », uscito in questi giorni è quasi interamente dedicato al
convegno « Cristiani per il socialismo »
avvenuto, come si ricorderà (ne riferì
ampiamente su queste colonne il pastoi Ermanno Genre) a Bologna dal 21 al
23 settembre scorso. Il problema affrontato e dibattuto a Bologna viene
co iì giustamente riproposto alla noma attenzione. Il tema è infatti degno
.! ogni considerazione: nessun cristiao responsabile lo può ignorare o eluere. La stessa chiarezza e determinaoae con cui i credenti riuniti a Boloi*n.i hanno proposto la scelta per il socialismo come « la nuova scelta fondamentale dei cristiani » e come « una
svolta nella storia del cristianesimo »
ci sollecitano a qualche forma di presa
di posizione. Le osservazioni che seguono intendono introdurre l’argomento, anzitutto illustrandolo, poi ponendo
■n interrogativo critico (non però pofcmico), che è quello adombrato nel
titolo di questo articolo.
Cristiani per il socialismo: cosa vuol
dire? L’espressione, che è un programla, ha anzitutto un preciso, anche se
ttinteso, valore polemico. È noto inV ili che non tutti i cristiani, oggi, so0 « per il socialismo », anzi la maggioanza non lo è. Si può dire che la cri
Avvento
« La notte è avanzata,
il giorno è vicino »
(Romani XIV v. 11-14)
Stiamo entrando nel tempo delrAvvento. Viviamo il tempo dell’attesa di nuovi cieli e di nuova
ter^a. Il grande evento del trionfo
della luce del Regno sulle tenebre
del presente sta per manifestarsi.
Siamo protesi verso l'alba del
giorno di Dio.
.Non possiamo scartare questa
prbspettiva a meno di fare rientfitr il cristianesimo in un sempV'■ o complesso fenomeno storiti'.' che, dopo avere conosciuto
l'n i lizio, si appresta a conoscere
lina fine. L’apostolo Paolo aveva
apnenci conosciuto alcuni fratelli
deìiq “antica chiesa di Roma, ma
già poteva individuare in quei crede., una situazione contradditoria: affioro vita spirituale minacciav. ■ la sonnolenza, mentre la loro fede era congiunta con la vigilanza. Bisognava «ormai svegliarsi dal sonno » « indossare le armi
della luce», « riversarsi di Gesù
Cristo » per essere in linea con il
nuovo mondo di Dio: a quel nuovo mondo bisogna adeguare gli
strumenti di vita; al vecchio abito
sostituire un nuovo vestito; al vecchio Adamo sostituire il nuovo
Adarr. . Questa, lucida preparazione de. ‘anima e dello spirito e questa il mizione degl’imperativi del
nuovo mondo diventano urgenti
ogni giorno maggiormente.
La tensione verso una nuova terra « dove abita la giustizia » richiede oggi un rifiuto di « gozzoviglie ed ebbrezze », nelle quali anche spiritualmente il cristiano annebbia sé stesso; implica la negazione del disfacimento della propria persona « in lussuria e lascivie », che assorbono e distruggono. Né nasce l’imperativo « camminiamo come di giorno »: non
l’entusiasmo nebbioso, ma la sobria accettazione del tempo attuale, nel quale, con tutte le scelte,
che questo richiede, dobbiamo vivere coerentemente con la speranza, che portiamo in noi (Paolo usa
l’avverbio « onestamente »!)
A questa linea limpida, non facile di una vigilanza attiva c’impegna il ritorno dell’Avvento.
Carlo Gay
stianità odierna presa nel suo insieme
è ancora fondamentalmente antisocialista, anche se cresce nel suo seno o ai
suoi margini il numero dei « cristiani
per il socialismo ». Il carattere antisocialista del cristianesimo non è solo di
ordine quantitativo ma qualitativo:
cioè non solo il numero dei cristiani
scettici od ostili al socialismo è maggiore del numero dei cristiani aperti o
favorevoli a un’esperienza socialista;
ma la qualità della vita e del pensiero
cristiano dominante recano una innegabile, forte impronta borghese che li
rende estranei e tendenzialmente avversi alla situazione proletaria.
Le nostre comunità valdesi, al riguardo, non fanno eccezione: benché il
quadro sia tutt’altro che uniforme, non
si può dire che nell’insieme esse siano
« per il socialismo » nel senso precisato
a' convegno di Bologna. C’è in esse chi
è rimasto ancora ai vecchi slogans polemici di fabbricazione vaticana e democristiana (comunismo = ateismo)
e ne è stato, per così dire, paralizzato;
c’è chi, come il direttore di questo
giornale, mantiene una posizione di
« distanza critica » nei confronti del
socialismo, non considerandolo, alla
prova dei fatti, un progresso tale, rispetto alla società occidentale, da giustificare una opzione cristiana assoluta « per il socialismo ».
In questo contesto « cristiani per il
socialismo » significa: mentre tanti cristiani sono scettici o contrari al socialismo, noi, che pure siamo cristiani, gli
siamo favorevoli; mentre tanti cristiani sono apertamente o segretamente
contro il socialismo, noi siamo per
esso.
Ma il risvolto polemico dell’espressione è secondario; conta di più il suo
contenuto positivo. E qui occorre precisare che la particella « per » indica sì
disponibilità e favore ma soprattutto
partecipazione. Non si tratta solo di
accettare il socialismo, ma di costruirlo. Giulio Girardi, nella sua relazione a
Bologna, parlò della scelta socialista
dei cristiani come di una « scelta creativa » e definì « attiva e dinamizzante »
la presenza cristiana nell’opera di costruzione del socialismo. « Cristiani
per il socialismo » descrive allora l’impegno a lavorare per l’edificazione del
socialismo, partecipando direttamente
al processo storico di realizzazione di
questo progetto, senza più rivendicare
resistenza di una specifica « via cri
stiana » al socialismo o alla politica.
Qualcuno penserà: « Socialismo sì,
ma quale? ». Il termine è, in effetti, polivalente, serve a descrivere situazioni
e programmi molto diversi. È però
possibile circoscriverne, sia pure con
molta approssimazione, il contenuto
essenziale. Negativamente, essere « per
il socialismo » significa essere contro
il capitalismo che è la struttura portante della società borghese e che va
inteso non solo come sistema economico ma anche come l’insieme dei valori che esso esprime. Positivamente,
essere « per il socialismo » significa lavorare non solo per un sistema economico alternativo a quello capitalistico
ma per una società diversa da quella attuale, che realizzi la socializzazione dei
mezzi di produzione e, attraverso un
paziente lavoro di responsabilizzazione
politica (« coscientizzazione » come si
dice oggi) delle persone e della collettività, metta in movimento e renda possibile una effettiva gestione popolare,
dal basso, del potere e di tutta la vita
pubblica. Con le parole di Giulio Girardi si può definire il socialismo come
« un processo di trasformazione globale della società capitalista nelle sue
strutture e nella sua cultura, attraverso la lotta delle classi popolari, inteso
a rompere a tutti i livelli i rapporti di
dominazione e di sfruttamento e a
creare una società in cui il popolo sia
soggetto della sua storia ».
Fin qui ci siamo limitati a esporre e
illustrare a grandi linee il senso della
formula « cristiani per il socialismo » e
del programma che essa esprime.
Aggiungiamo, a scanso di equivoci e
per giocare, come si dice, a carte scoperte, che crediamo per parte nostra
di dovere effettiva mente optare « per
il socialismo », anche come cristiani,
perché pensiamo che è nella linea del
socialismo — e non certo del capitalismo — che si possono trovare le più
adeguate espressioni strutturali dell’amore del prossimo e della giustizia
fra gli uomini; pensiamo che il socialismo sia, in prospettiva, un passo avanti nella storia dell’umanità in quanto
lavoro per il superamento della società
attuale che è strutturalmente ingiusta
e per l’edificazione di una società nuova sia sul piano dei rapporti umani che
su quello dei valori morali e culturali;
pensiamo perciò di dover fare una
scelta « per il socialismo ».
Eppure la formula « cristiani per il
socialismo » non ci piace e non ci convince. Non che i cristiani non debbano
essere per il socialismo. Abbiamo appena detto il contrario. Ma siamo cristiani per qualcos’altro che « per il socialismo ». Dicendo questo non intendiamo affatto sottovalutare l’importanza dell’essere socialisti, intendiamo solo non sottovalutare l’importanza dell’essere cristiani. Questo l’hanno capito i giovani delle nostre chiese che
in un loro campo estivo, indetto dalla
FGEI, hanno proposto una formula
molto migliore — perché evangelicamente corretta — di quella di « cristiani per il socialismo ». I giovani hanno
parlato dei cristiani come di « testimoni dell’Evangelo nella lotta di classe ».
Il che significa che i cristiani sono per
l’Evangelo nel socialismo (e non nell’Evangelo per il socialismo).
Il « per » dell’esser cristiani sta altrove che nell’edificazione della società socialista (benché anche questa sia compresa). Siamo cristiani non « per il socialismo » ma per seguire e annunciare
Gesù, e questo non è la stessa cosa che
essere per il socialismo. Potremmo dire: anche se siamo socialisti, non siamo cristiani per il socialismo, lo siamo
per Dio e il suo regno, per credere,
amare, sperare e servire gli uomini nel
suo nome. Insomma, se siamo cristiani
per qualcosa, possiamo esserlo solo
per l’Evangelo. Non possiamo esserlo
per altro. L’Evangelo ci reclama totalmente.
Ma allora, in fin dei conti, il compito
di realizzare il socialismo sarebbe per
i cristiani marginale e al limite trascurabile? Niente affatto. Così possono
pensare solo quei cristiani che in questa società ci stanno bene, perché non
ne sono vittime. L’impegno per il socialismo non è da trascurare. Ma ancora meno è da trascurare l’impegno
per l’Evangelo.
Applicando una parola di Gesù (Matteo 23, 23) al nostro discorso potremmo dire, concludendo: seguire e annunciare Gesù, essere cristiani per il regno
di Dio, credere, amare, sperare, servire
nel suo nome — « queste son le cose
che bisognava fare, senza tralasciare le
altre » — cioè l’edificazione di una società veramente socialista. Ma ripetiamolo ancora: il nostro compito fondamentale come cristiani, ciò per cui
esistiamo e a cui siamo stati chiamati
è e resta il servizio dell’Evangelo.
Paolo Ricca
RIUNITO A ROMA IL CONSIGLIO D E L L A F.C.E.I.
Si sono analizzati i mandati
deH’Assemblea di Bologna
Roma, 24 novembre (NEV). Il neoeletto Consiglio della Federazione ha
tenuto la sua prima riunione a Roma,
nei giorni 22-23 novembre.
Le sedute hanno visto il Consiglio
impegnato per la maggior parte del
tempo nel paziente lavoro di analisi
del mandato dell’Assemblea di Bologna. Sulla base di questa analisi, si è
proceduto a una suddivisione dei compiti e a una strutturazione dei servizi
in funzione degli scopi che il protestantesimo federato intende perseguire nei
prossimi anni. Non tutti i servizi sono
stati ristrutturati qompletamente, sia
per mancanza di tempo sia, in alcuni
casi, per evitare improvvisazioni, e permettere ai servizi stessi di elaborare
un progetto ben meditato di struttura
e di lavoro, che sarà poi discusso nella prossima riunione del Consiglio.
Vediamo ora una dopo l’altra le decisioni più rilevanti.
1. Giunta. Come prima cosa il Consiglio ha nominato nel suo seno la
Giunta, che è risultata così composta:
oltre al presidente, Aldo Comba, Piero
Bensi e Sergio De Ambrosi, vice-presidenti, Salvatore Ricciardi, segretario e
Mario Sbaffl, cassiere.
In base all’art. 10 degli atti dell’Assemblea, il Consiglio ha deciso di ciclostilare gli atti e il sunto dei verbali
dell’Assemblea e di mandarli a tutte le
chiese. Ha anche deciso di stimolare
il più possibile l’informazione, tramite
una lettera che verrà inviata, soprattutto in occasione delle riunioni del
Consiglio, a tutto l’indirizzario della
Federazione.
2. Servizi. Non tutti i servizi, come
abbiamo detto, sono stati ristrutturati
completamente. Del servizio stampa
radio TV si è deciso di parlare nella
prossima riunione, sulla base di un
documento che sarà preparato dall’attuale servizio.
Anche il servizio istruzione ed educazione è stato incaricato di presentare per la prossima volta un progetto
di lavoro complessivo. Segretario è stato nominato Salvatore Ricciardi. L’indicazione della Assemblea circa un uomo a pieno tempo sarà valutata sulla
base di un preciso programma di lavoro.
Il servizio per l’azione sociale è stato suddiviso in due sottogruppi, con la
segreteria di Vezio Incedi. Un primo
sottogruppo si occuperà del settore
opere sociali. Un secondo si occuperà
delTemigrazione, e particolarmente dei
problemi che ben presto emergeranno
con il riflusso in Italia di larga parte
degli emigrati a causa della difficile
congiuntura europea.
Il servizio che è risultato maggiormente definito, allo stato attuale, è il
servizio studi. Non solo è stato designato il segretario (Paolo Spanu) ma
sono stati precisati i compiti;
— cura degli incontri periodici già
avviati (Ecumene in giugno e Torre
Pellice in agosto);
— elaborazione di una linea di studio per il prossimo triennio, in modo
che la prossima Assemblea costituisca
lo sbocco di un lavoro comune (tenendo conto della tematica « Cristo libera »
della prossima Assemblea del C.E.C. a
Giakarta, 1975);
— produzione di materiale di studio in collaborazione con la FGEI e la
Libreria Claudiana. A questo proposito
è stata sottolineata dal Consiglio l’importanza della partecipazione a questo
servizio da parte degli organismi settoriali (FGEI e Comitato di collegamento femminile).
Perchè il Gansiglie
ecumenirai non parteciperà
alle trattative di pace
nel llicino Oriente?
(sepd) Parecchi protestanti si sono
agitati avendo udito che il Vaticano
sarà presente con un osservatore alle
prossime trattative per la pace nel Vicino Qriente. E hanno chiesto se tale
osservatore avrebbe, in qualche modo,
rappresentato l’intera cristianità. Certamente no. Le trattative di pace hanno luogo fra rappresentanti degli Stati;
ora, il Vaticano non è soltanto Chiesa,
ma è anche Stato, accreditato in vari
paesi a livello diplomatico. L’osservatore vaticano parteciperà quindi alle
trattative non in quanto rappresentante ecclesiastico ma in quanto rappresentante politico (n.d.r.: è nota, in particolare, l’importanza che il Vaticano
attribuisce a uno statuto speciale per
Gerusalemme e per i ’luoghi santi’; e
il rapporto fra esso e Israele — mai
ancora riconosciuto ufficialmente! —
è condizionato dalla presenza di forti
comunità cattoliche in vari Stati arabi
antagonisti di Israele).
Si deve tuttavia notare che il Consiglio ecumenico delle Chiese si è interessato attivamente, in passato e anche in
questa occasione, del problema medio
orientale. Nelle scorse settimane tre
collaboratori del CEC hanno visitato i
paesi del Vicino Qriente coinvolti nella
crisi, Israele, Libano, Siria ed Egitto.
Sono riusciti ad avere colloqui con
membri dei governi degli Stati arabi e
dei movimenti di liberazione palestinesi. A Damasco hanno potuto parlare
con prigionieri di guerra israeliani, e
si sono dichiarati colpiti dalla « schiettezza, apertura e intensa preoccupazione e anelito a una pace giusta ». Su richiesta del governo siriano sono stati
inviati medicinali, materiale sanitario,
600. tende, 10.000 coperte, materàssji-e
vestiti.
Alla segreteria della Commissione
giuridico-consultiva è stato riconfermato Sergio Bianconi. Sulle materie di
competenza della Commissione il Consiglio, « richiamandosi alla linea perseguita dal Consiglio Federale fin dalla
sua fondazione (1946), tendente alla
parità di tutte le confessioni religiose,
constata che tale linea è stata rifiutata
dal mantenimento del Concordato e
dal collegamento dei Patti Lateranensi
alla Costituzione (art. 7); ricorda le
posizioni già assunte al riguardo dall’Assemblea della Federazione tenutasi
a Firenze (1970) ; riconosce nella richiesta di abrogazione del Concordato avanzata da più parti, una espressione
attuale della linea a cui si richiama ; dà
la propria adesione alle iniziative tendenti a proporre un referendum per
l’abrogazione del Concordato e invita
le chiese e op'ere evangeliche associate e aderenti a sostenere attivamente
dette iniziative ».
Nel valutare i problemi posti dalla
situazione attuale del mondo, il Consiglio si è soffermato in particolare sulla questione dei profughi politici dal
Cile e ha deciso di prendere gli opportuni contatti per venire incontro ai
problemi di quésti profughi, impegnando le chiese a dare il loro appoggio a
diverse iniziative.
Pur non possedendo gli elementi per
una valutazione approfondita della situazione greca, il Consiglio ha espresso
la sua solidarietà con le vittime della
repressione.
Il Consiglio ha riconfermato l’importanza dei rapporti con le chiese non
federate. Dopo una discussione orientativa di fondo, il pastore Piero Bensi
è stato incaricato di preparare un documento programmatico su questo argomento.
La trasmissione della rubrica TV
«PROTESTANTESIMO»
Obiettivo sulla Bibbia
Giovedì 13 dicembre la trasmissione
della rubrica tv « Protestantesimo »
sarà centrata sulla Bibbia. Cogliendo
r occasione dalla pubblicazione dei
quattro Evangeli negli Oscar Mondadori — un’edizione che è già stata presentata sulle nostre colonne da Paolo
Ricca, uno dei curatori — gli intervenuti in studio rifletteranno anzitutto
sul significato della Bibbia, oggi, quindi sui problemi di traduzione, editoriali e di diffusione che essa pone oggi a
quanti hanno a cuore che gli antichi
testi siano una testimonianza viva per
l’uomo d’oggi e lo chiamino alla decisione della fede. Saranno in studio, con
Aldo Comba, il dr. Renzo Bertalot della Società Biblica in Italia, il dr. Wolcker, della Mondadori, curatore editoriale
della recente edizione degli Evangeli negli ’’Oscar”, il prof. Bruno Corsani, il
past. Paolo Ricca e il colportore Domenico Provvedi.
Segnaliamo che, in seguito alle misure d’austerità e all’anticipo di tutti i
programmi radiotelevisivi, la rubrica
« Protestantesimo » andrà in onda,
sempre il giovedì sul II canale, ALLE
ORE 18.15 e non più aUe 18.30.
Programma mondiale
delle Società Bibliche
Il Comitato esecutivo della Federazione mondiale delle Società Bibliche,
riunito a Brasilia per la sua sessione
autunnale, ha invitato tutte le Società
Bibliche del mondo a partecipare alla
campagna mondiale sotto il motto
« Buone notizie per nuovi lettori ».
Lo scopo: dare a milioni di ragazzi
e di adulti, che desiderino imparare a
leggere, testi scelti della Bibbia, graduati per difficoltà letteraria. Sono già
disponibili le traduzioni in 82 lingue
delle prime due serie di brevi passi biblici. Essi vogliono condurre passo
passo i lettori a una piena comprensione della loro lingua in forma stampata,
(ihiese, comunità e istituti latino-americani hanno già cominciato a usare testi, in versione spagnola, per interessare e formare nuovi lettori.
iiitiiniiniiiiiniiMHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiimiiiiiiiiiiiiiHiiiiiiL
ABBONAMENTI 1974
Italia L. 4.000
Estero L. 5.000
2
pag. 2
N. 47 — 7 dicembre 1973
Si calcola che oltre un milione di persone, in ogni parte
del mondo, sono in carcere per motivi politici: una cifra
V *c^o inferloie alla realtà. E in molti casi questi prigioj meri soi^q stotl o sono sottoposti a torture. Nel prossimo
■‘‘tuèembfe.'lri occasione del 25" anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, si terrà a Parigi una conferenza dell’ONU per Taholizione della tortura.
Come 1 nostri lettori ricorderanno, un’organizzazione
internazionale lotta a favore di quelli che chiama «i prigionieri di coscienza»: AMNESTY INTERNATIONAL, di
cui si vede qui a fianco il simbolo. Un tentativo del segretario per l’Italia, Gustavo Comba, di lanciare anche fra noi
la solidarietà con questa lotta, era purtroppo caduto nel
vuoto, alcuni anni or sono. Nelle scorse settimane, « Amnesty International » ha lanciato un appello, in molti paesi,
e varie organizzazioni l’hanno accolto; fra l’altro le Chiese
svizzere, che hanno dedicato la domenica 11 novembre a
riflettere su questo strazio a livello planetario; da molti
pulpiti, cattolici e protestanti, è risuonato il richiamo della Parola di Dio di fronte a tale situazione, anche nei culti
radiotrasmessi, e la stampa si è fatta eco di questo problema drammatico, tanto più che la Svizzera era percorsa
in quei giorni da un gruppo di cristiani namibiani che recavano testimonianze come quelle che riportiamo nella pagina seguente.
Anche per noi in Italia, nei giorni scorsi, e per le nostre chiese, il problema della tortura si è ravvivato. La
trasmissione televisiva « Protestantesimo » ha recato una
testimonianza sobria quanto sconvolgente del past. Tullio
Vinay, frutto del suo recente viaggio a Saigon, e che è stata già data o lo sarà ancora in varie località italiane. Negli stessi giorni, in varie località delle Valli alcuni profughi politici uruguayani hanno riferito come anche la polizia
politica del regime di Montevideo usi la tortura, analoga
mente a ciò che avviene nelle centrali di polizia di tutti i
regimi dittatoriali (e talvolta anche di quelli non dittatoriali). La sera prima che T. Vinay comparisse sul video,
nella serie « Un caso di coscienza » curata da Enzo Biagi,
alcuni protagonisti — aguzzini e vittime — hanno parlato
della tortura, nella trasmissione « Guerra senza onore ».
Continuano a giungere notizie di quella tortura psicologica
che è rinternamento in ospedali psichiatrici di gente sanissima solo colpevole di dissentire: prassi largamente diffusa nel regimi comunisti. E abbiamo dovuto apprendere
che un gruppo i prigionieri israeliani catturati dai siriani,
prima di essere passati per le armi, contro ogni diritto,
sono stati torturati e sono stati cavati loro gli occhi. Gli
esempi si potrebbero moltiplicare.
Pubblichiamo qui due articoli ripresi da « La vie protestante ». E come non ripensare, infine, al fatto che Gesù
è stato torturato, e al senso che questo ha per noi?
CONTRO LA TORTURA
Ecco, purtroppo, un tema d’attualità. Amnesty International, senza cedere, continua a raccogliere fatti e documenti che in modo opprimente attestano non soltano il persistere di ima
pratica disumana, ma il suo costante
progredire nell’orrore. L’attuazione
delle tecniche moderne, audiovisive
sanitarie, psichiatriche danno alla nostra generazione il privilegio desolante
di raggiungere in questo campo una
competenza che né l’Antichità né il
Medioevo hanno potuto anche solo concepire. Eppure Antichità e Medioevo
erano, lo sappiamo, esperti in materia.
^ L’amore del prossimo, il rispetto dell’uomo, il valore della persona, ecco
temi che si potrebbero sviluppare per
combattere l’estendersi di una pratica
nella quale il prossimo, l’uorno, la persona sono calpestati e spregiati. Ma c’è
da temere che tanti bei discorsi restino inoperanti e servano, in ultima analisi, soltanto a illusrare la nostra impotenza.
Veniamo al fatto. Per dei cristiani,
il fatto fondamentale, singolare, decisivo è che siamo i discepoli di un crocifìsso. L’antichità romana ha usato
il suo mezzo di tortura più usuale per
fiaccare ed eliminare Gesù di Nazareth.
Come l’antichità greca ha fatto ricorso
alla cicuta per sbarazzarsi di Socrate.
Di conseguenza, abbiamo per parte
nostra motivi specifici e indiscutibili,
possenti e irriducibili di impegnarci a
fondo a favore di chiunque condivide la
condizione torturata del Figlio di Dio.
Se infatti egli è stato solidale con ogn
uomo al mondo, lo è stato in modo
tutto particolare con ogni uomo torturato. I due ladroni che muoiono
sulla croce ai suoi fianchi attestano
per sempre questo comune destino.
La contemplazione della croce fa di
noi uomini e donne desti, vigilanti; a
meno che — tutto può capitare — non
restiamo addormentati nel Getsemani.
Essa fa di noi dei testimoni al tempo
stesso di una violenza che colpisce indiscriminatamente l’innocente e il colpevole, e di un amore che abbraccia
insieme il giusto e l’ingiusto. Gli estremi qui si toccano e si confondono:
innocenza e colpevolezza, giustizia e
ingiustizia, violenza e amore.
Così stando le cose, è ormai impossibile giustificare o condannare la tortura a partire da ideologie alle quali
ci si richiami o da persone messe in
questione.
Se è vero che nel Brasile il potere
si vale di tecniche audiovisive che distruggono la ragione, se è vero che
nell’URSS la psichiatria è posta al servizio della repressione poliziesca (come tutto lascia pensare), nessun interesse politico o economico, nessuna
preferenza ideologica possono essere
avanzati per minimizzare, camuffare o
giustificare simili lesioni dell’integrità
dell’uomo. Dovunque accada, qualunque sia la vittima, qualunque possano
essere i motivi, la tortura è sempre
una nuova crocifissione del Figlio di
Dio.
Se così è, ogni cristiano, per poco
che si sforzi di esserlo, cioè di dare
sempre e in ogni cosa la priorità all’Evangelo e non alle proprie preferenze personali, è coinvolto in partenza
nella lotta.
Ma alcuni fra noi sono in gioco ancor più di altri. Poiché Vance Packard,
ha mostrato, ad esempio ne La pubblicità clandestina, la psicologia del profondo, nata da una volontà di liberare
l’uomo, è stata pervertita allo scopo
di asservirlo, occorre che i medici, gli
psicologi, gli educatori ci mettano in
allarme e ci allenino a questa lotta. Essi sanno infatti meglio di altri come le
scienze e le tecniche alle quali ricorrono per il bene dell’uomo possono,
per un’odiosa perversione, essere usate
per distruggere l’uomo.
Perché l’appello di Amnesty International abbia la risonanza che merita,
occorre una informazione, e l’abbiamo, in particolare grazie a questa organizzazione: una motivazione, e l’abbiamo nell’Evangelo; una competenza,
e l’abbiamo dal momento in cui persone qualificate, rompendo il silenzio, si
pronunciano.
Jean-Marc Chappuis
Anche Gesù è stato torturato.
Il nostro secolo ha conosciuto questo orribile fenomeno con una diffusione e un’intensità forse mai ancora
verificatasi: in questi decenni, milioni
di uomini sono stati e sono torturati
un po’ dovunque nel mondo, sotto
ogni bandiera. Vi è tutta una terribile
letteratura, a documentarlo.
Si tratta in genere di torture a movente politico: si cerca di far parlare
il prigioniero, di strappargli informazioni preziose, denunce, delazioni (purtroppo, non sono mancati i casi in cui
anche la giustizia civile, sia pure non
ufficialmente, vi ha ricorso). Ma non
vi è solo questa tortura "funzionale”;
l’inferno concentrazionario, il genocidio ebraico e su scala minore quello
watusso e wahutu, dal Sudan al Burundi, l’incrudelire contro la massa di prigionieri politici sudvietnamiti, solo per
far qualche esempio, ci ricordano quanto sia stata e sia immane e terribile
la somma di torture "gratuite", orribile manifestazione della belva nell’uomo — ma siamo ingiusti, la belva non
gode nel far soffrire la sua vittima —,
che gode semplicemente nel far soffrire, sfogando il proprio odio, forse la
propria paura, i propri istinti peggiori.
Di quest'ultimo tipo è stata la tortura inflitta a Gesù. Che si sia trattato dei
colpi di membri del Sinedrio, dopo la
condanna, in un raptus di rabbiosa rivincita, o della flagellazione romana,
componente "esemplare” della pena capitale, o delle percosse e degli scherni
odiosi della soldataglia, dopo la ratifica
del verdetto, nel buio di quelle ore di
violenza proterva, di ingiustizia e menzogna trionfante, Gesù è stato in preda alla ferocia brutale, alla crudeltà
sadica o stolida dei suoi nemici.
Ed è stato solo.
Il partigiano torturato dalle brigate
nere o dagli ustascia, il "sospetto" interrogato dalla Ghepeù o dalla Gestapo,
gli algerini (e i francesi) "lavorati" nella centrale dei baschi verdi ad Algeri
(il libro di Henri Allegl), il democratico vietnamita torturato a Poulo Condor
e quello greco in Via Bouboulinas ad
Atene, il dissenziente russo che è chiuso — sanissimo — in un manicomio sovietico, gli oppositori ai rispettivi regimi che nello stadio di Santiago, nei
L’Uomo solo
di Albrecht Dürer
centri di polizia di Rio
de Janeiro e Sào Paulo,
di Buenos Aires, Montevideo, Asuncion, La Paz,
di Ciudad de Guatemala, di Lisbona, di Istanbul, di Teheran e di
Bagdad, di Windhoek in
Namibia e di decine di altri paesi —
tutti costoro hanno saputo e sanno il
perché della tortura, per quanto inaccettabile e disumana: sanno chi hanno
di fronte, e perché, sanno perché devono reggere, e in quale comunione di lotta e di speranza vivono, soffrono, forse
muoiono.
Gesù è solo, con la sua causa umanamente assurda e senza prospettive; anche i compagni lo hanno abbandonato:
forse non affettivamente, ma spiritualmente si. È solo, con il Padre.
Come ha scritto Günther Dehn nel
suo commentario all’Evangelo di Marco (IO: 34), «si adempie ora la profezia dello scherno dei Gentili. Lo scherno del pio da parte degli empi, che tante volte è descritto nei Salmi, non cesserà mai finché Dio avrà nel mondo i
suoi fedeli, e ora si avvera nei riguardi
del Figlio di Dio. Così deve avvenire, e
Gesù va in silenzio dall’una all’altra delle sue "stazioni" dolorose ».
Eppure, anche in queste torture senza ragione né scopo, inflittegli per pura
crudeltà, si annidava ancora l’estrema
tentazione: mentre lo schernivano, lo
coronavano di spine, stremato dalla flagellazione, ecco il grido messianico, vero nonostante tutto: « Salve, re dei Giudei! », la verità in bocche menzognere,
la tentazione fondamentale che ancora
dovrà affrontare torturato sulla croce:
« Se sei il Cristo, scendi, salvati e crederemo in te ».
Gesù, radicalmente solo fra i suoi nemici, non è però un Sansone abbacinato e incatenato ma non dòmo, che trascina nella rovina il nemico illusoriamenhe trionfante e schernitore di Dio
e dei suoi. Tutta la sua potenza divina
e ricreatrice è racchiusa nella sua sofferenza silenziosa, « torturato, umiliò se
stesso e non aperse bocca », se non per
pregare per i suoi amici pavidi e per i
suoi nemici. Lunghe ore silenziose di
una notte di interrogatori e di torture,
lunghe ore di strazio appeso alla croce:
l’ora delle tenebre non gli è stata risparmiata.
Solo. Incompreso, abbandonato, respinto. Come sempre avviene, quando
ci avviciniamo al mistero della sua sofferenza, stentiamo a concepire quella
che dev’essere stata questa sua solitu
Due risposte di Roland de Pury
Pregare anche per i torturatori? E come?
Anche nel corso del culto radiotrasmesso da Radio Sottens, la domenica 11, si è tenuto conto dell’appello rivolto da Amnesty International, contro la tortura. Come di consueto la sera stessa, sempre alla Radio romanda,
il predicatore, in questo caso Roland
de Pury, ha risposto ad alcune domande, e ci pare utile riprendere queste
sue risposte, pubblicate da « La vie
protestante ».
«Pilato lo fece
frustare, e
lo schernivano»
dine. Solo con il Padre, ma lontano,
contraddittorio, assente.
Né sta a noi penetrare la sua psicologia. A noi è offerto, dall'Evangelo, di
credere che questa sua fine fra le torture, oscura, colma di fallimento, nelle
mani del Padre onnipotente si è risolta
e si risolverà in una vittoria universale,
nel tempo e nello spazio, la sola vittoria vera, definitiva, la sola in cui si possa avere una speranza ultima, piena.
Tutte le nostre cause, quelle per cui
i migliori fra gli uomini accettano di
soffrire e di morire, si sciupano via via
fra le nostre mani e nei nostri cuori.
La sua causa no, è fuori della nostra
portata corruttrice, è il suo Regno che
viene: da lui, non da noi. E venendo ci
illumina, benché fra intermittenze, interferenze e contraddizioni. E venendo
ci sollecita. Guardando ad esso — il
« faro risplendente » dei cantici del romanticismo, la « lucente stella mattutina » del veggente dell’Apocalisse —
possiamo, dobbiamo assumere le cause
buone per cui oggi si lotta, partecipare
a questa lotta. Con impegno, se l’amore
di Cristo — fino alla morte e alla morte della croce — ci apre gli occhi e il
cuore all’altro uomo, nostro fratello.
Con il senso del limite, sobrio, smagato, che viene dal sapere che anche la
sofferenza e il sangue dell’uomo non
redime; può sbloccare momentaneamente una situazione; risolverla per un
momento, ma non la riscatta, non ricrea l’uomo, la società, il mondo. Solo
la sofferenza e il sangue di Gesù redimono; veramente. Per questo anche il
torturato non soffre, e talvolta muore,
invano; una speranza, una promessa
infinitamente più grande del suo impegno e della sua speranza è su di lui.
Purtroppo così spesso, per colpa di noi
cristiani, la ignora.
g. c.
I
Una firma valdese ne "L'Osservatore Romano
II
Se non andiamo errati, per la prima
volta il nome di un articolista valdese
è comparso, la scorsa settimana, sulle
colonne de « L’Osservatore Romano ».
Articoli di autori protestanti, in genere teologi, erano già apparsi, specie
negli anni dal Concilio in poi sul quotidiano del Vaticano. Ma il 30 novembre, nel quadro di un’intera pagina dedicata al simposio che ai primi di
novembre ha riunito a Frascati numerosi studiosi cattolici, israeliti e
protestanti intorno al tema « L’uomo
nella Bibbia e nelle culture del tempo» (il prof, B. Corsani ne ha riferito
su queste nostre colonne), si leggeva,
proprio in apertura, un articolo del
nrof. Bruno Corsani, docente di Nuovo
Testamento alla Facoltà teologica val
dese, su « Un appello alla salvezza »:
un quadro della situazione deH’uomo
quale risulta dalle parabole di Gesù;
sull’uomo le parabole, appunto, danno
un giudizio sostanzialmente negativo,
di un realismo impressionante, ma proprio così costituiscono per l’uomo un
appello alla salvezza.
Illlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllliilllllllllllllllllllllllllllllllll
Personalia
La Signora Etiennetie dalla Bouvier
si è laureata a pieni voti presso l’Università di Padova in lingue e letterature straniere, con una tesi su « Robert
Pinget, au-delà du Nouveau Roman ».
Le più cordiali congratulazioni!
i diritti dell’uomo; accanto ad altri,
s’intende. Nella misura del possibile
dobbiamo non solo sostenere l’azione
di Amnesty International, ma parteciparvi.
Parlando della preghiera per il nemico, penso alla parola di Cristo : « Amate i vostri nemici, pregate per quelii
che vi perseguitano ». Non pensa che
pregare per il nemico vuol dire riconoscerlo tale, cioè svelare la sua situazione di oppressore?
Roland de Pury: Certo posso pregare per un nemico soltanto se è dav
vero il mio nemico e se ho buone ragioni cristiane per considerarlo tale,
cioè nella misura in cui compie appunto azioni che non possono non distruggere il Regno, distruggere l’avvenire. Possiamo dunque pregare per il
nemico solo se non siamo assolutamente suoi complici; la complicità, la
connivenza con lui distrugge ovviamente l’intercessione per lui. Non c’è
preghiera per lui, se non da parte di
coloro che combattono veramente ciò
per cui siamo costretti a considerarlo
nemico.
lina delle illustrazioni dal libro « I prigionieri di Saigon: le prove »
Riguardo alla sua preghiera d’intercessione, lei si è associato a quanti pregavano per I prigionieri e per tutti còlerò che subiscono torture. Due interrogativi. Anzitutto, i cristiani non dovrebbero pregare anche per coloro che
imprigionano e torturano, affinché Dio
li illumini? E in secondo luogo: devono, i cristiani, limitarsi a pregare o
non dovrebbero agire nella misura delle loro possibilità, ad esempio aderendo a Amnesty International?
Roland de Pury: È chiaro che dobbiamo pregare anche per i torturatori
e per gli iniqui. Dirò solo che la preghiera per i torturatori, in un certo
senso, non può venire che dai torturati. Quando non sono io stesso sottoposto alla sofferenza, si può avere l’impressione che la mia preghiera faccia
di ogni erba un fascio, se prego nello
stesso modo per quelli che soffrono e
per quelli che fanno soffrire. Non bisogna dare l’impressione di metter tutti in un sacco, mescolando tutto in una
sbrodolata pia.
Nel momento in cui in tutti i paesi
del mondo scoppia lo scandalo della
tortura, che va generalizzandosi e legalizzandosi in modo mostruoso, inimmaginabile, rendendoci vergognosi di
esser uomini, vorrei semplicemente che
la nostra preghiera sia quello che deve
essere per i torturati e anche per i torturatori, ma senza confonderli.
Quanto alla seconda domanda —
« non basta pregare, bisogna agire » —
finora ci siamo accontentati, di fronte
a tutti gli scandali che si sono verificati da vent’anni a questa parte, a pregare e a intervenire in modo privato,
ad esempio soccorrendo i rifugiati; mi
chiedo se ora non occorre agire realmente, in particolare di fronte al dramma cileno, agire in modo più compromettente, ad esempio rompendo le relazioni. L’azione di Amnesty International è una delle più notevoli e delle
più efficaci, attualmente, e sono colpito se penso che queste persone sono
alla punta della lotta giuridica e per
Così hanno scritto
delle nostre
pubblicazioni
I TEMPI DI DIO
di Vittorio Subilia
V. Subilia — I tempi di Dio
Ce Claudiana, Torino 1971.
Editri
« ...Si ha l’impressione di trovarsi di
fronte a un redivivo profeta delTAnti
co Testamento ».
(Studia Patavina 1972, p. 226)
L’A. « non ha bisogno di presentazione (le sue numerose e pregevoli pubblicazioni e la sua attività scientifica
hanno fatto di lui uno dei più cono
scinti teologi italiani del mondo protestante)... Bisogna dare atto all’A. di possedere sia l’argomento trattato sia una
vasta e adeguata conoscenza della mol
teplice letteratura circa i vari aspetti
dei temi presentati ».
(La civiltà cattolica 1973, II, p. 309)
Il volume presenta « dei saggi di trattazione dei tre grandi temi o articoli
teologici di fondo — Dio, Cristo, lo Spirito — ad opera di un teologo protestante che si rivela informato, equilibrato, maturo, sensibile alle istanze antiche e nuove che nascono dall’interno
stesso della fede e alle circostanze —
o ’tempi’ — nei quali Dio si fa presente e chiede l’adesione della fede, eppure fermissimo nella concezione e nel
riconoscimento del mistero di questo
Dio, contro i superficiali e vani tentativi oggi ricorrenti di modellarlo a immagine dell’uomo, di cambiarlo secondo le trasformazioni in atto negli abiti
di pensiero e di azione... Questo senso
della divina sovranità e, in fondo, della divina presenza... dà ispirazione e
lievitazione a tutto il libro, che è esemplare anche per il modo e Io spirito
con cui affronta i problemi... in un
confronto continuo con dati storici,
tradizionali e attuali, in un accurato
esame delle varie teorie antiche e recenti sui terni svolti, in una straordinaria capacità di chiarire, semplificare,
esporre i problemi, per cui, pur trattandosi di cose difficili, il libro si legge agevolmente e nel leggerlo si prova non solo un vivo interesse, ma anche un intimo godimento. E si è portati a dire che di questo spirito e modo c’è bisogno, oggi, nella Chiesa, in
tutte le Chiese... per dar luogo ad un
dialogo proficuo e, meglio ancora, ad
una sincera collaborazione ecumenica.
E c’è da godere anche nel constatare
che il protestantesimo italiano possiede un uomo di tale preparazione e statura, dal quale vogliamo attenderci ancora altri apporti alla comune impresa della comprensione del mistero di
Cristo e della chiarificazione dei rapporti tra le Chiese che si riuniscono
nel suo nome... Ci sembra che se da
una parte e dall’altra ci saranno studiosi come Subilia e si scriveranno
opere come questa, i ’tempi di Dio’ si
manifesteranno più presto anche nel
senso dell’unità e del cammino nella
verità ».
(Idea 1973, p. 47)
3
7 dicembre 1973 — N. 47
LA CHIESA F. T.A SUA MISSIONE NEL MONDO
;>ag. 3
Torture in Namibia 5“*'*“'*? '*
delle Chiese delle Antille
Nelle Chiese nere della Namibia, oppressa dal regime sudafricano
deir apartheid, si continua, fra le persecuzioni, a chiedere trasformazioni sociali senza il ricorso alla violenza : ma la situazione poli
tica si deteriora rapidamente
(sepd) « Siccome non avevo risposto chiaramente a ciò che mi chiedevano coloro che mi sottoponevano a
interrogatorio — avevo detto che il vescovo Auala predicava nelle chiese soltanto la Parola di Dio — mi hanno appeso a testa in giù, con le gambe legate. Le mani non toccavano terra.
Mentre stavo lì appeso, un poliziotto
per lato mi colpiva con il calcio dell’arma e con calci. Intanto mi ripetevano ininterrottamente le domande. Il
giorno seguente mi hanno sottoposto
a scariche elettriche. Alla fine ero così
stremato che dissi loro: “Ho detto
tutta la verità; se non mi credete, potete spararmi sul posto; non ce la faccio più”. Il quinto giorno, siccome alla reiterata domanda su che cosa si
predicasse in chiesa rispondevo "l'Evangelo del Signore”, mi si minacciò:
oggi avrei senza fallo detto la verità.
Fui spogliato fino alle mutande e costretto a rimanere all’aperto, legato a
un albero: torture e interrogatori continuarono. Di quando in quando mi
dicevano, come a Gesù sulla croce:
■‘Non ti aiutano, adesso, il pastore Ihamàki e il vescovo Auala?" ».
Questa la testimonianza di un membrc) della Chiesa Ovambo. E non e la
sola. Ve n’è tutta una serie, di analoghe, sulle torture praticate da due anni nella Namibia, l’ex Africa del SudOvest. Vi abitano all’incirca un milione di persone; una piccola minoranza
bianca (12%) dispone di enormi riserve naturali di diamanti, zinco, grafite,
ferro e wolframio. Durante l’ultimc
anno la maggioranza nera ha cominciato a protestare vigorosamente contro l’oppressione, lo sfruttamento e i
trattamenti inumani.
Accanto agli aderenti al movimento
di liberazione (SWAPO), oggetto di
ostilità da parte del governo sudafricano (ricordiamo che, contro una decisione delle Nazioni Unite, la Repubblica sudafricana amministra questa
regione, già colonia tedesca — e questo spiega la presenza di missioni e
chiese luterane —, poi mandato britannico) è anche la Chiesa. Dopo il vescovo anglicano Collin Winters, è stato
espulso anche il pastore luterano Ihamaki, un finlandese che dirigeva la
missione luterana.
Un anno fa è stato arrestato un diacono della Chiesa anglicana; ecco la
sua dichiaràzione: « Coloro che conducevano l’interrogatorio mi dissero di
sapere che dietro i disordini stavano
comunisti provenienti dalla Russia e
dalla Cina. Affermarono che la Chiesa
aveva deviato dal suo compito essenziale, mescolandosi alla politica. Le
Chiese avevano compiuto un errore
condannando la politica sudafricana di
apartheid. Se tutto diventasse un caos,
il risultato sarebbero bastardi e gente
di colore ».
Accanto a varie Chiese libere e a
■ina Chiesa metodista, in Namibia vivono tre Chiese luterane, una anglicana, una cattolico-romana e una riformata olandese. Non tutte hanno il coraggio di protestare pubblicamente. E
vi sono anche casi di razzismo. I pastori tedeschi Wolfgang Kriiger e
Gerhard Dunze sono stati espulsi ultimamente per aver cercato di creare
ponti e riconciliazione fra le chiese
bianche e nere; tentativo fallito, perché le loro stesse comunità (bianche!
han voluto liberarsi dei ’pastori rossi’.
La minoranza bianca teme che la mag
llllllllllllllllli!illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
La Chiesa morava
nella Tanzania
La visita in Svizzera di due rappresentanti della Chiesa morava in 'Tanzania, i pastori Anosisye Jong e Atufigwege Mwaitembo, invitati a metà novembre da un organismo zurighese
(KEM, Cooperazione di Chiesa e Missioni evangeliche), nel quadro di una
serie di visite a comunità sorelle occidentali, richiama l’attenzione su questa attiva Chiesa africana.
La Chiesa morava nella Tanzania lavora fra otto tribù diverse, che parlano
ciascuna una lingua diversa. I frutti
positivi delTEvangelo hanno portato a
grandi mutamenti. Il lavoro evangelistico sarà ulteriormente ampliato. La
Chiesa morava sostiene due ospedali e
tre poliambulatori, come pure una
scuola-laboratorio di falegnameria. Tulle le scuole prima rette dalle Chiese
sono state ora assunte, come in 'vari
paesi africani, dallo Stato. Le Chiese
panno tuttora il diritto di impartire in
queste scuole l’insegnamento religioso,
ma soltanto agli alunni i cui genitori
lo desiderino, su richiesta.
È in programma una più stretta collaborazione fra cattolici e protestanti
nella Facoltà di teologia delTUniversità
statale. Su circa 12 milioni di Tanzaniani, circa un milione sono protestanti, lievemente inferore il numero dei
cattolici.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiii
Alla redazione di questo numero hanno
collaborato Paolo Gardiol, Ermanno Genre. Renato Malocchi, Edina Ribet, Sergio
Rostagno, Giorgio Tourn, Elsa e Speranza
Tron.
gioranza nera, priva di diritti politici,
in una rivolta « si prenda tutto ciò che
è stato costruito ». I tedeschi in particolare — che sono da più lunga data
insediati nella regione, in maggioranza — appoggiano il programma sudafricano di apartheid. I due pastori
espulsi hanno dichiarato che oggi come ieri le Chiese nere premono per
una trasformazione non violenta delle
strutture sociali nella Namibia; l’evoluzione politica è tuttavia in rapido deterioramento.
Visser’t Hooft ribadisce:
L’apartheid
è anticristiano
(sepd) In un convegno d’informazione sulla situazione sudafricana, all’Accademia di Bad Boll, il past. Visser ’1
Hooft ha dichiarato anticristiana la
politica d’apartheid condotta dai cristiani sudafricani. Apartheid e cristianesimo sono come l’acqua e il fuoco.
Perciò devono continuare i colloqui fra
la Chiesa evangelica in Germania
(EKD) e le imprese industriali tedesche
rappresentate in Sud-Africa. Un blocco degli investimenti, nel momento attuale, sarebbe un errore. Il rappresentante della Associazione GermaniaSudafrica ha invece sostenuto che in
Sudafrica oggi non c’è che ì’aut-aut,
('apartheid o l’espulsione della minoranza bianca.
Al direttore dell’Istituto Cristiano di
Johannesburg, il dr. Beyers Naudé, al
direttore amministrativo, il past. Brian
Brown, e al redattore della rivista « Pro
veritate », il past. Theo Kotze, è stato
ritirato il passaporto. Essi hanno così
perduto una libertà essenziale, quella
di movimento. Il past. Kotze ha dichiarato al riguardo: « La maggior parte
dei Sudafricani neri non ha mai tale
libertà ». Motivo della misura restrittiva, il rifiuto di comparire di fronte alla Commissione Schlebusch, la quale è
stata istituita dal governo per indagare sulle istituzioni che si oppongono
alla separazione razziale in Sudafrica.
Il rifiuto di risponderle può essere punito con multe fino a 100 rand (circa
centomila lire) e con incarceramento
fino a sei mesi. Le tre persone sopra
citate hanno dichiarato di essere pronte a deporre di fronte a un collegio di
giudici indipendente, ma non davanti
a questa commissione: in questa sede,
infatti, l’accusato non può né difendersi né rettificare affermazioni false; solo la commissione è arbitra di quel
che possa essere reso di pubblica ra,gione o no.
La regione dei Caraibi, che ricorda ai ragazzi le seorrerie dei eorsari e agli
adulti sogni di crociere, è una terra in realtà tormentata da dure condizioni
sociali ; alta criminalità giovanile, specie in alcune isole, disoccupazione,
bassi salari, alti prezzi, in alcuni paesi regimi dittatoriali feroci; crescente
rivolta delle donne contro una situazione d’oppressione maschile. Ex-colonie
(alcune tuttora tali) franeesi, inglesi, olandesi, statunitensi, sono divise dalla lingua, dalla storia, dalla cultura e affiorando all’indipendenza eercano la
propria identità comune. Dal punto di vista razziale costituiscono una delle
mescolanze più disparate del globo : ascendenze africane, indiane, orientali,
olandese, francese, inglese, spagnola. Sul piano religioso, si affiancano e a
volte si mescolano il cristianesimo, l’islam, l’induismo, il vodù e la magia
nera. I cristiani, in quest’area, sono oltre 8 milioni.
La Conferenza delle Chiese delle Antille (CEA = Conférence Eglises Antillaises), che ha avuto luogo dal 13 al 14
novembre u.s. a Kingston (Giamaica), è
stata inaugurata con un culto presieduto dal Pastore Philip Potter, segretario generale del Consiglio ecumenico
delle chiese; essa era stata molto ben
preparata da comitati e da gruppi di
lavoro
La creazione di quest’organismo, che
rappresenta più di 8 milioni di cristiani
da Cuba a Curaçao, dalle Bahamas a
Belize, da Grenada alla Guyana, e che
raggruppa 16 denominazioni di circa
30 isole, ha richiesto 16 anni di preparazione e di sforzi da parte delle chiese-membro, ed è salutata come un avvenimento storico del Movimento ecumenico mondiale per parecchie ragioni: prima di tutto, radunando le varie
denominazioni evangeliche, che fino ad
ora erano in più o meno aperta rivalità
tra di loro, la chiesa si è rivelata capace per la prima volta di manifestare
l’unità cristiana nelle Antille; in secondo luogo, la CEA si ricollega con le conferenze regionali simili ad essa dell’Africa, dell’Asia, delTAmerica del Nord
e delTEuropa; inoltre per la prima volta nella zona è stato possibile un raduno di chiese di diversi paesi, qualunque
siano le ideologie é le culture di ciascun paese, cosa che i governi avevano
invano tentato di fare durante generazioni; in ultimo — ma non meno importante — i cattolici romani hanno
anche partecipalo sin dall’inizio a questo organismo su scala regionale.
La chiesa nelle Antille è sempre stata
all’avanguardia nel campo medico, sociale ed educativo; ed ora molti vedono
nella creazione della CEA un avvenimento importante anche per il campo
politico. Poche ore prima della seduta
inaugurale i dirigenti delle chiese si sono messi in contatto con i leaders politici. L’arcivescovo Carter ha dichiarato: « per coloro che sanno riconoscere i segni dei tempi la Conferenza
delle Chiese delle Antille sarà come
una seria risposta dei cristiani impegnati, che rifiutano le divisioni di un
tempo e vogliono lavorare insieme per
dare ai nostri paesi nascenti quel dinamisrnq spirituale e morale necessario a guidare le nostre popolazioni ad
edificare nazioni che temono Dio ».
Il fatto che la chiesa diventi un leader di rinnovamento della giustizia sociale e della dignità umana nelle An
II
Notiziario Evangelico Italiano
netturbino napoletano
Il netturbino Vittorio S. mi racconta
le vicende di Napoli in clima di colera:
si addentra nei particolari per illustrarmi i motivi dello scoppio della
bomba colerica. Poi, mentre c’inoltriamo in una delle viuzze, osserva i rifiuti che riappaiono nella città e sbotta:
— È bastata la dichiarazione di 'cessate il fuoco’ perché le ordinanze, i decreti severi fossero sepolti nell'oblio...
Vittorio fa parte di una comunità
evangelica: uomo semplice, schietto,
volto gioioso, racconta la sua conversione. Il figlio diciassettenne frequentava la chiesa evangelica di Bagnoli; in
casa c’era tensione per le sue assenze,
specie serali, e in mezzo agli eretici...
Saranno poi proprio Protestanti oppure sono bugie per coprire le uscite notturne? — si chiedeva il fratello Vittorio. Il dubbio, il sospetto, l’ignoranza
relativa ai “Prutestanti" lo teneva in
allarme, finché una sera decide di andare anche lui nel luogo frequentato
da suo figlio. Ed eccolo in una vecchia
strada di Napoli, nella semioscurità...
vede ombre di un mondo infelice, e si
domanda: — Mio figlio mi mentisce!,
e un dubbio orrendo lo coglie; poi vede l’insegna, con la scritta “chiesa evangelica", entra e vede il figlio con un
gruppo di giovani, nel momento della
preghiera. Vittorio vorrebbe portarsi
subito a casa il figlio, ma l’uomo di
Dio lo esorta a restare e ad ascoltare
almeno la spiegazione dell’Evangelo.
Dopo il culto l'uomo esce trasformato e ora consacra il suo tempo libero
allo studio della Parola, per poi diventare predicatore laico di quella Comunità.
Fratello Vittorio, il netturbino, sta
per andare in pensione, e a bruciapelo
gii domando;
— E allora, che cosa farai da pensionato?
Rapida, la risposta:
— Consacrerò tutto il mio tempo per
l’opera del Signore.
E intanto, dopo la giornata faticosa,
passa le sue serate alla scuola biblica
di Via Piccinni per approfondirsi nella conoscenza biblica e per poter così
tille è significativo: è innegabile che
essa dovrà fare appello a tutte le sue
forze riunite per operare un cambiamento. Un delegato ha dichiarato:
« Cercheremo di creare nuovi legami
di fratellanza e di collaborazione, e di
superare molti vecchi ostacoli razziali, religiosi e rituali ».
Uno degli scopi importanti della Conferenza sarà di elevare il livello dei
quadri politici delle Antille; in tal modo, forse, i dirigenti delle chiese si troveranno spesso in contrasto con i governi, se questi non sapranno essere
moralmente e politicamente sensibili
al benessere delle masse o alla violazione dei diritti dell’uomo.
Le parole: liberazione, rinnovamento, nuova linea di forza della Chiesa,
sono state il tema principale di questa
assemblea, che aveva per motto « la
mano destra di Dio »; infatti, come
disse il Pastore Potter nel suo sermone di apertura: « Dalla mano destra
di Dio, che si rivela nella liberazione,
nella fiducia, nella giustizia e nell’amore, verrà il cambiamento della nostra
società... Oggi le nostre chiese ritrovano la prospettiva biblica della mano
destra di Dio: le loro mani sono unite
ed incominciano ad appoggiare la causa della giustizia razziale, economica e
sociale ».
Particolare importanza, abbiamo detto, riveste la creazione della CEA perché unisce gli Antillesi con gli Africani e gli Asiatici, popoli che hanno avuto in comune una lunga storia di schiavitù e che ora risentono un appello cornune a liberare le chiese dalla teologia colonialista, a ristrutturare la società su di una base di giustizia e ad elaborare insieme programmi di sviluppo.
Anche i diritti della donna delle Antille sono stati sottolineati da questa
Conferenza: le donne antillesi, pur costituendo più della metà dei fedeli delle chiese e partecipando alla maggior
parte delle entrate finanziarie, non sono molto considerate; vi erano soltanto 7 donne nell’assemblea su 250 delegati.
Durante molti secoli le popolazioni
di queste isole, separate dalla storia,
dalla classe sociale, dalla lingua e la
cultura, hanno sperato tempi migliori:
sembra che ora, finalmente, si sia aperta una grande speranza per l’avvenire.
(dal soepi)
DA «NOTICIAS»
protestantesimo spaenolo
spezzare con maggiore conoscenza il
Pane della vita per i molti affamati della Parola del Signore.
Gustavo Bouchard
50° anniversario
al « Taylor »
L’Istituto battista « Taylor » di Roma sta per celebrare il suo 50° anniversario, che quest’anno ha un particolare significato perché si aprono nuove prospettive: essendo aumentato il
numero delle persone che hanno a cuore la sua causa, essendo stato rinnovato nella sua parte materiale, si sta anche sviluppando un nuovo piano per la
formazione dei ragazzi ospitati.
L’anniversario sarà festeggiato il 9
dicembre con un culto, un pranzo in
comune con i collaboratori, gli amici,
la comunità. Vi sarà anche un concerto vocale e strumentale con la partecipazione della Corale evangelica di Roma. Sono invitati tutti i membri delle
comunità evangeliche della città che
desiderino partecipare a questa gioia.
Ci rallegriamo con l’Istituto « Taylor » per la sua bella età e inviamo un
sincero augurio per la sua seconda giovinezza!
Airi.B.E. si studia
L’Istituto Biblico Evangelico di Roma (V. Cimone 100) ha cominciato in
ottobre i corsi dell’anno accademico
1973-74, con una conferenza del Pastore G. Mac Donald del Massachusset. Il
programma di studi comprende 14 materie fra cui Antico e Nuovo Testamento, pedagogia, storia del cristianesimo,
religioni contemporanee, rapporti umani. Viene svolto anche un programma
di corsi per esterni diretti dal preside
B. Oxenham.
È in programma l’apertura di un centro di studi nell’Italia settentrionale e
un secondo centro in una zona più centrale della capitale.
Inda Ade
Madrid — E stato emanato un quarto nuovo progetto di legge sull’obiezione di coscienza, intitolato, in modo significativo: « Legge sul rifiuto a fare
il servizio militare ». Tale progetto prevede 4 anni di prigione a chiunque rifiuta di fare il servizio militare, prolungabili, se il condannato ripete il rifiuto.
I termini « obiettori di coscienza » sono totalmente esclusi dal testo di questo progetto; pare tuttavia che una
commissione speciale sia incaricata di
studiare l’obiezione di coscienza.
Sabadell (Barcellona) — Il 12 ottobre
è stato inaugurato il nuovo tempio della Chiesa Riformata Episcopale spagnola con la partecipazione delle autorità civili ed ecclesiastiche cattoliche:
alcuni preti hanno anche preso parte
alla S. Cena, durante il culto.
All’inizio dei mesi di settembre, ottobre e novembre, hanno avuto luogo
alcuni importanti raduni delle chiese
< evangèliche spagnole. Il primo a Denia
(Alicante),, dove l’Unione Evangelica
Battista spagnola ha tenuto il suo XXI
Congresso nazionale: tema principale
la « Riconciliazione in Gesù Cristo », e
studio approfondito dello sviluppo dell’opera missionaria. Il secondo a Villanueva y Geltrù (Barcellona), dove la
Federazione delle Chiese Evangeliche
Indipendenti spagnole ha avuto la sua
XVII Assemblea generale, presieduta
dal pastore Antonio Martínez- Conesa.
Il terzo a Madrid, dove le Chiese Evangeliche dei fratelli della Spagna hanno
avuto la loro 27® Conferenza Nazionale,
con studi biblici, grandi riunioni serali, studi sulla Parola di Dio nella storia
e nell’evangelizzazione.
Il quarto raduno è stato tenuto dalla Chiesa Riformata Episcopale spagnola con il suo XXXI Sinodo nazionale a Siviglia; il programma del Sinodo
era: « crescere nella fede, nella santità,
nella consacrazione e nel numero dei
membri di chiesa ». Infine le diverse
Chiese Pentecostali esistenti in Spagna
hanno pure avuto la loro III Conferenza nazionale a Madrid.
Edina Ribet
Educazione, formazione
e impiego
sono strettamente iegati
La conferenza internazionale sull’educazione, che ha avuto luogo dal 19
al 27 settembre a Ginevra, e’ alla quale hanno preso parte 360 rappresentanti di governi ed organizzazioni varie,
convenuti da un centinaio di paesi, ha
dibattuto i legami esistenti tra l’educazione, la formazione e l’impiego, definendoli molto interdipendenti. I partecipanti hanno concluso che l'educazione permanente deve essere l’idea direttrice dell’evoluzione futura nel campo educativo, malgrado le difficoltà e
il costo della sua realizzazione. La conferenza ha pure sottolineato fortemente che, essendo tutti i popoli in via di
sviluppo sul tema dell’educazione, è
necessaria la cooperazione intemazionale e lo scambio di idee e di esperti
in questo campo tra i diversi paesi. Il
concetto di educazione permanente ri
chiederà una nuova concezione del rapporto tra lavoro ed insegnamento, ed
occorrerà perciò vegliare a che ogni
individuo possa alternare questo a
quello secondo le proprie necessità. Le
diverse organizzazioni non-governàtive
dovranno stimolare i governi dei loro
paesi nella ricerca di nuove forme di
insegnamento che permettano alla società maggiore giustizia liberazione, e
sviluppo per tutti gli uomini, e contestare tutti i metodi che, al contrario,
non promuovono questo sviluppo.
Ulllllllllllllllllllllllllllllllillllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
Aumentano i protestanti
nel Belgio
I protestanti belgi costituiscono una
piccola minoranza: 0,5% della popolazione. Negli ultimi anni il loro numero è cresciuto a 50.000, con un aumento del 15%, soprattutto in seguito a immigrazione nel Belgio da altri paesi.
Più della metà dei protestanti abita le
città; le province di Limburgo e Lussemburgo sono quelle che ospitano il
minor numero di riformati.
illlllllllllllllllllllllllllllllillllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllUI
IN BREVE
9 II presidente della repubblica ugandese,
Amin, ha soppresso i contributi statali
alle confessioni cattolica, protestante e musulmana per i terreni sui quali son costruiti i
loro edifici, con la giustificazione che « non è
normale far pagare tasse per luoghi destinati
ai culto di Dio ».
9 II tribunale supremo federale ha ridotto
da quattro a due anni di carcere la pena
inflitta ai padri Fernando De Britto, Carlos
Alberto Libanio Christo e Ives Lesbaupin, domenicani, accusati di collaborazione col capo
della sinistra Carlo Marighela, ucciso mentre tentava di fuggire.
9 Una delegazione internazionale di ecclesiastici e di laici cristiani si è recata ad
Hanoi per una visita di amicizia alla repubblca democratica del Vietnam su invito
di un Comitato di cattolici vietnamiti patriotti «in spirito di pace ».
9 II Comerun ha mantenuto nel suo calen.
darlo cinque feste religiose legali : il Venerdì santo, l’Ascensione, il Natale, la fine
del Ramadan e la festa del montone.
9 Da alcuni anni opera a Basilea, accanto
alla Facoltà teologica (protestante) dell’Università, un’Accademia teologica evangelica « libera ». Per la prima volta una Chiesa
evangelica europea, quella luterana austriaca,
h. recentemente riconosciuto valida la formazione teologica che vi è impartita; un candidato, licenziato daU’Accademia di Basilea, c
già stato nominato nella chiesa di Linz.
9 Nell’ospedale cantonale di Losanna il
Nuovo Testamento è a dispozione dei degenti: grazie alla generosità dei ’’Gedeoni”,
un’associazione mondiale di cristiani che diffonde la Bibbia in alberghi, ospedali e cliniche, tutti i malati troveranno nel cassetto dei
loro tavolino da notte il Libro della vita.
9 II compositore polacco Edward Bury ha
composto la « Sinfonia Pacem in terris »
nel decimo anniversario dell’encìclica di papa
Giovanni; essa sarà forse eseguita a Czestochowa o a Varsavia in occasione della progettata visita dì Paolo VI.
4
pag. 4
CRONACA DELLE VALLI
N. 47 — 7 dicembre 1973
Alle Valli oggi
Trasporti
inefficienti
e cari
In seguito al divieto governativo
della circolazione nei giorni festivi, la
mancanza di servizi automobilistici
adeguati che già prima si risentiva,
viene a creare una situazione di particolare disagio soprattutto per le alte
valli.
Con il taglio del petrolio molti nodi
vengono al pettine. Fra questi l'inefficienza dei servizi automobilistici e ferroviari del paese intero. Ma se la difficoltà è generale, le nostre zone alpine la risentono in modo del tutto
particolare. Se si esclude la Val Chisone che ha un servizio di autobus abbastanza decente (indecente invece il
prezzo), la Val Germanasca e la Val
Pellice sono veramente mal servite.
È vero che fino a Torre arriva il treno, ma con degli orari impossibili. Di
lì a Bobbio alcune poche corse giornaliere; per Angrogna e Rorà un unico
servizio il venerdì giorno di mercato.
La Val Germanasca è percorsa dalla
ditta Tessore che, come si legge qui
accanto, sta intensificando le corse nei
giorni festivi per agevolare soprattutto gli sciatori ; la ditta Malan-viaggi
organizzerà delle corse speciali da Torino a Frali per ovviare in qualche
modo alla crisi del piccolo centro sportivo invernale.
Pur restando nei limiti delle nostre
vallate non è diffìcile accorgersi che il
divieto governativo viene ancora una
volta a colpire duramente le zone di
montagna e ad accrescere la loro
emarginazione. Mentre le forze arma
Nel prossimo numero troverete in
questa pagina l'orario aggiornato delle linee automobilistiche che collegano le Valli con Pinerolo.
te possono tranquillamente sprecare
ettolitri di nafta e benzina che noi paghiamo, molte famiglie in montagna
(soprattutto) se ne staranno al freddo e in parziale isolamento.
Questo problema dei trasporti era
emerso una quindicina di giorni or
sono in occasione della tavola rotonda
sullo statuto della Comunità Montana Val Pellice: qualcuno aveva chiesto che la Comunità intervenisse in
questa situazione per cercare di ottenere delle agevolazioni per le zone
alpine.
Ma questa non è che una faccia
della medaglia. L'altra è ben più scottante e non investe innanzitutto il problema della scarsità di nafta e benzina ma la non volontà politica di accettare le richieste per la gratuità dei
trasporti. Mentre da una parte ci si
batte per raggiungere questo traguardo, dall'altra si assiste al continuo aumento delle tariffe che investe non soltanto gli studenti ma tutto
il mondo operaio.
Abbiamo dato ampio spazio su queste colonne alle drastiche misure adottate in Val Germanasca dove il servizio trasporti per gli studenti è stato
sospeso a causa delle inadempienze
della provincia; abbiamo letto la lettera aperta del Sindaco di Perrero all'assessore provinciale alle finanze Celeste Martina (pubblicata su questo
settimanale). Sono noti i tafferugli
con la polizia e le denunce che hanno
colpito numerosi studenti alcune settimane fa. I volantini e le proteste su
questo tema sono innumerevoli. Anche il Collegio dei Professori dell'Istituto Magistrale di Pinerolo ha votato
una mozione a sostegno della gratuità dei trasporti. In tutto il pinerolese è in atto una lotta rivendicativa che interessa tutta la popolazione: soprattutto operai pendolari
e studenti. La gratuità dei trasporti richiesta dagli studenti è anche una
lotta per il diritto allo studio; non un
diritto che sia tale solo sulla carta ma
che deve esercitarsi nel concreto
delle relazioni sociali. Scuola dell'obbligo, diritto allo studio: giusto, tutti
sono d'accordo. Libri e trasporti gratis
(come se non li pagassimo!); qui
non ci siamo. Ma è questo che vogliamo e lo dovranno capire anche gli amministratori del danaro che diamo allo
stato pagando le tasse.
ERMANNO GENRE
COME NON SI CONOSCE LA Nessun 'Cile rosso,
STORIA VALDESE INCHIESTA df Perosa
Noi, ragazzi del corso di precatechimo di S. Giovanni, abbiamo fatto una
indagine per sapere la conoscenza che
i Valdesi avevano della loro storia.
Due domeniche fa abbiamo distribuito ottanta questionari alle persone che
uscivano dal tempio, dopo il culto.
Dalla nostra indagine è risultato che
solo due di questi fogli sonoi ritornati.
Naturalmente abbiamo distribuito
dei questionari anche fra di noi per
darli da compilare ai nostri amici e
parenti. 44 di questi questionari sono
stati riconsegnati. Otto sono stati rifiutati dalle persone alle quali erano
stati presentati.
Molti questionari distribuiti non sono ritornati indietro perché tanti hanno detto che non avevano tempo, non
avevano voglia o non sapevano rispondere alle domande. Molti altri interpellati ci hanno detto che non era compito loro compilare quel foglio, ma nostro. Alcune domande del questionario
riguardavano personaggi importanti
della storia valdese; a queste molti
non hanno saputo rispondere.
Ecco i risultati della nostra inchiesta;
1) Sei Valdese?
Perché hai questo nome?
Su 46 risposte, 46 s’i 27 persone ci
hanno detto che il loro nome deriva
dal fondatore Pietro Valdo (o solo Valdo); 8 altre hanno risposto; perché discendenti da Valdesi. 11 sono state le
risposte varie.
2) I Valdesi da quanto tempo ci sono?
32 persone hanno detto che i Valdesi ci sono da 8 secoli circa. 3 ci hanno
detto da 4 secoli circa. Anche qui 11
risposte varie.
3) Dove ci sono Valdesi?
38 intervistati rispondono che ci sono Valdesi in tutto il mondo ; 13 dicono che ci sono Valdesi in queste valli,
10 citano il sud-America.
Sono state indicate varissime località; Irlanda, Italia, Svizzera, Olanda,
Germania, Uruguay, Boemia, Argentina, U.S.A., ecc.
4) Conosci paesi dove c’erano Valdesi
e ora non ci sono più?
Perché?
10 persone nominano l’Italia meridionale, 7 il cuneese e Pragelatcv Varie osservazioni; Calabria, Sicilia, Saluzzo. Paesana, Oncino, ecc. 17 indicano la causa della scomparsa nelle persecuzioni, 2 parlano anche di abiura.
5) I Valdesi non vanno a Messa, perché? C’è stato un tempo in cui vi
andavano? Quando?
23 persone dicono che i Valdesi non
vanno a Messa perché hanno il Culto ;
7 dicono; perché i Valdesi non credono nella Messa.
32 persone dicono che c’è stato un
tempo in cui i Valdesi andavano a
Messa. 4 intervistati dicono di no; 6
risposte varie.
22 dicono che i Valdesi andavano a
Messa durante le persecuzioni; 2 persone dicono che vi andavano prima
della riforma.
6) Hai sentito dire che i Valdesi sono
« eretici »? Che cosa vuol dire « eretico »?
27 intervistati dicono che effettivamente i Valdesi vengono chiamati eretici; 13 persone dicono di no. 13 persone spiegano che Eretico è chi rifiuta i dogmi (cattolici); 14 intervistati
dicono invece che eretico è colui che
non crede (non cristiano); 5 risposte
varie.
7) I Valdesi sono chiamati anche
. « Barbetti ». Sai spiegarti l’origine
del nome?
10 persone dicono che erano chiamati così perché avevano i pastori con la
barba; 21 intervistati scrivono che
erano così, chiamati dal nome degli
zii; 1 solo intervistato dice che i Vaidesi erano chiamati in questo modo
per disprezzo.
8) Perché ci sono tanti Valdesi nelle
valli del Pellice e del Chisone?
14 persone rispondono dicendo che
molti Valdesi vennero qui durante le
persecuzioni; 6 dicono invece che qui
ci sono molti Valdesi perché questa
è la terra dei loro padri; 2 intervistati
dicono che ci sono molti Valdesi perché qui è vissuto Valdo; 16 persone
spiegano ; « Perché qui nelle valli i Vaidesi hanno trovato un buon rifugio ».
9) Che cosa ti ricordano questi nomi?
PIETRO VALDO
29 persone nominano Valdo come fondatore
1 come combattente
2 come mercante
5 dicono che è uno che « ha fatto una
cpplfo \\
GIOSUÈ’ GIANAVELLO
30 persone dicono che era un condottiero
2 dicono che era un pastore
2 sono risposte varie
Avete rinnovato
l’abbonamento
per il 1974?
PERRERO
Assemblea scuola media
Si è riunita sabato 1° dicembre l’assemblea dei genitori degli alunni della
Scuola Media di Perrero. Oltre alle consuete informazioni reciproche tra genitori e insegnanti sugli alunni stessi
in vista della migliore pedagogia possibile, c’erano due argomenti cruciali
in discussione.
1) Trasporto alunni. La questione è
ormai nota ai nostri lettori. Davanti
all’insolvenza della Provincia e della
Regione, fin dal 26 novembre la CGIL
e la UIL-SCUOLA si erano espresse in
un volantino invitando le popolazioni
delle Valli Chisone e Germanasca a
« muoversi e partecipare compatte a
tutte le assemblee ed alle altre iniziative » che sarebbero state prese « per
lottare contro questo stato di cose ».
L’assemblea si è naturalmente dimostrata sensibile all’argomento ed ha
inviato agli assessori ai trasporti e all’istruzione della Provincia e della Regione nonché al Provveditore agli studi una lettera del seguente tenore;
« I sottoscritti, genitori di alunni che
frequentano la scuola media di Perrero, i quali si sono assunti l’onere del
trasporto dei propri figli a partire dal
13 novembre u. s. in seguito alla sospensione dei medesimi da parte dei
comuni di Perrero, Massello, Salza,
Prali (comuni notoriamente appartenenti a zone disagiate del Piemonte)
protestano
per la mancata assunzione delle proprie responsabilità da parte della Regione e della Provincia in ordine alla
scuola dell’obbligo che per dettato della Costituzione deve essere gratuita.
Informano
le SS. LL. che cesseranno di inviare a
scuola i propri figli ove non sia tempestivamente provveduto in merito a
questo problema.
Perrero, 1° dicembre 1973 ».
(Seguono le 29 firme dei genitori presenti più quelle dei 7 professori presenti che si associano
alla protesta).
2) Valutazione. Da tempo i maestri
della Valle non usano più i voti come
strumento di valutazione ed hanno
abituato i ragazzi a fare a meno di
questo stimolo, che, come si sa, del resto, è così poco efficace e non fa che
colpire i ragazzi di famiglie più povere. I genitori sono stati concordi nella
decisione di seguire analogo criterio
anche nella media, iniziando, quest’anno, dalla prima classe. La seconda e
la terza terminano il ciclo col sistema
a cui sono abituate, non sembrando
opportuno rompere con questo alla fine degli studi. Naturalmente anche in
queste, già in passato, si è cercato di
superare la selezione classica e il voto,
da due anni, non è lo strumento per
bocciare o rimandare, ma per indirizzare i ragazzi ad opportuni corsi di recupero, come abbiamo a suo tempo informato i nostri lettori.
c. t.
MARTIN LUTERO
24 intervistati spiegano che era un riformatore (protestante)
3 dicono che era Valdese
3 sono risposte varie
GIOVANNI CALVINO
24 persone dicono che Calvino era un
riformatore
3 dicono che era poeta o scrittore
1 dice che era Valdese
2 risposte varie
GIOFFREDO VARAGLIA
20 persone dicono che era un pastore
e martire Valdese
3 dicono che era un riformatore
1 dice che era un combattente
PASQUE PIEMONTESI
22 persone parlano di un massacro,
una persecuzione
4 risposte varie
CIANFORAN
21 persone dicono che era un Sinodo,
una riunione
4 dicono che è un monumento
2 dicono che è un massacro
2 sono risposte varie
ENRICO ARNAUD
23 intervistati dicono che era un capitano, un pastore
1 persona dice che era un Sinodo
1 dice che era un fondatore
IO Molte persone, nell’ultima domanda, che chiedeva quali episodi di
storia valdese l’intervistato ricordasse,
hanno risposto citando le persecuzioni,
che sono l’unico argomento ben approfondito che si insegna nella scuola.
I ragazzi del corso di precatechismo di S. Giovanni
La lettera pubblicata sullo scorso numero dell’Eco-Luce, mi offre molto opportunamente l’occasione di precisare
quanto segue;
1) su certe parti del volantino distribuito e su certi aspetti dell’organizzazione della riunione in questione abbiamo fatto valere le nostre rimostranze, che sono state accettate, sicché pensiamo che non avremo più da lamentare simili inconvenienti, del resto non
eccessivamente importanti ;
2) la cappella di Perosa rimase
buia e spenta; non vi si tenne nessun
saggio di musica pop.
Ora ci si consenta una domanda;
sappiamo tutti che la musica pop non
è quella di Bach; ma dal punto di vista dell’uso dei luoghi ecclesiastici perché la Passione secondo S. Matteo,
che narra le effiizioni dell’anima di oltre duecento anni fa, e che viene correntemente cantata nelle chiese, sarebbe da prefiOrire ad una comunicazione
musicale pop sulle afflizioni attuali dei
prigionieri politici in Cile? Gli strumenti che suonavano nel tempio di
Israele o nella chiesa primitiva erano
certo più simili a quelli di un complesso giovanile odierno che all’organo settecentesco (Ti Bach. Naturalmente vale
per tutti, oggi come allora, voglio dire
ner chi fa musica pop come per chi
canta Bach, indipendentemente dallo
strumento usato, l’avvertimento di
Paolo ; se non ho carità sono come il
rame risonante. Guesta esigenza evangelica la possiamo porre ad altri, la
noniamo sufficientemente a noi stessi?
Tra i cristiani c’è sempre chi è sicuro
di poter dare lezioni agli altri. Non dovremmo considerare le cose anche da
un punto di vista alquanto diverso?
S. Rostagno
Val Germanasca
Pinerolo
Mercoled ì 28 ha avuto luogo nella
sala delle attività rincontro con un
giovane uruguayano che ci ha illustrato con molta precisione il quadro
della situazione non solo nel suo paese
di origine ma nell’intera America Latina. I giovani della FGEI avevano anche allestito una serie di cartelloni di
documentazione.
Domenica 2 i catecumeni del 3° e 4“
anno si sono recati in visita a Pomaretto per prendere conoscenza della vita di
quella comunità. Dopo aver partecipato al culto hanno pranzato al Convitto
Valdese dove si sono intrattenuti con
la direttrice Sig.ra C. Longo che ha illustrato la situazione ed i problemi dell’istituto. Dopo una visita alla Scuola
Latina accompagnati dalla preside
sig.na Balma, il ritorno. Ringraziamo
cordialmente tutti questi amici che ci
hanno permesso di conoscere direttamente queste opere che pur essendo
vicine a noi sono spesso ignorate. Peccato che non fossimo più numerosi e
che il tempo davvero inclemente ci abbia impedito di restare più a lungo.
Sabato 8 avrà luogo nei locali della
chiesa il bazar annuale organizzato dall’Unione Femminile, nel corso del pomeriggio un gruppo della corale di S.
Germano e di ragazzi di Pinerolo darà
nel tempio un concerto di musica sacra. Tutti sono cordialmente invitati
ad intervenire.
FERRERÒ
Il nostro fratello. Luigi Pons, del
Bessé è deceduto, dopo breve malattia,
all’età di 73 anni, lasciando in tutti noi
il ricordo di una persona mite, sempre
disposta ad aiutare chi ne aveva bisogno. Simpatizziamo molto con la famiglia, colpita più direttamente da questa perdita.
Rivolgiamo un augurio di pronta
guarigione alla nostra sorella Enrica
Poét, ricoverata all’Ospedale, in seguito ad un incidente automobilistico, che
fortunatamente non ha avuto serie
conseguenze.
Sabato 1° dicembre abbiamo avuto
un incontro con due fuorusciti uruguaiani che ci hanno dato un’informazione di prima mano sulla situazione
di quel paese, dove vivono tanti nostri fratelli in fede. Siamo rimasti molto impressionati a conoscere più direttamente e con maggiore precisione una
situazione così tragica, della quale la
nostra stampa quotidiana non parla
mai, e anche il nostro giornale dà talvolta notizie contrastanti, per non dire mistificanti.
Dal 2 dicembre il culto a Maniglia si
tiene alle 14,30. La domenica 16 p. v. è
convocata un’assemblea di chiesa a Maniglia, per eleggere un anziano per il
quartiere Boissa-Lorenzo.
FRALI
Rappresentanti della Pro Loco, della
Seggiovia, del Comune, titolari di alberghi e di società automobilistiche e
altri interessati all’attività turistica, si
sono riuniti a Prali sabato 1° dicembre,
per esaminare la situazione di disagio
dovuta al divieto di circolazione nei
giorni festivi. Gli albergatori hanno deciso di offrire il pernottamento gratuito dalla domenica al lunedì a quelli
che vorranno trascorrere il fine settimana a Prali, viaggiando con mezzi
propri. Sarà ancora offerta la combinazione alberogo + seggiovia (settimana
bianca) ad un prezzo che sarà certamente competitivo. La ditta Tessore si
propone di intensificare il servizio di
linea Perosa-Prali nei giorni festivi;
l’orario provvisorio di queste corse è
entrato in vigore già dal 2 dicembre,
ma sarà suscettibile di variazioni, secondo le richieste. Questo nuovo orario definitivo sarà portato al più presto a conoscenza della popolazione.
L’agenzia Malan-Viaggi ha proposto
un servizio Torino-Prali con partenza
da Torino il sabato, e ritorno la domenica sera. La proposta è stata accettata, perché favorisce non solo il turista
che pernotta in albergo, ma anche chi
ha un alloggio proprio.
La società degli impianti di risalita
avrebbe deciso di ritoccare le tariffe
delle corse, per favorire il turista, specialmente nei giorni festivi, dato che
per molti il viaggio sarà già più costoso.
La Pro-Loco sta preparando un dépliant con tutte le informazioni utili
per il turista, nella speranza di attenuare in qualche misura un danno economico che sarà comunque notevole
per il settore turistico di Prali.
a cura di L. Viglielmo
lllllllllllllllilllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllillllllllllllll
Frali
Comunicalo
Gl’Insegnanti valdesi, riunitisi nei
locali delle Scuole del Viale Dante,
considerata la necessità di occupare
gli alunni valdesi nell’ora di religione,
hanno deciso, per il corrente anno scolastico, di svolgere argomenti inerenti
al Centenario contemporaneamente all’insegnamento religioso cattolico e
compatibilmente con quanto richiesto
dai loro doveri scolastici.
Gli insegnanti;
Frida Aime - Germana Bellion Dina Lageard - Frida Pellegrin Marta Poét - Bianca Rivoira Maria Rivoira - Ilda Rostan Mario Travers - De Rosa Maria
Carmela.
Due note liete nel mese rii novembre a
Prali: il matrimonio di Dina Peyrol (Ghigo)
non Edina Beux di Pramollo e quello di Mauro Gerire (Orgere) con Angioletta Artus
(Ghigo). Diamo anzitutto il benvenuto a
Edina Beux Peyrot che è venuta fra di noi
ed ha subito dato la sua collaborazione alla
corale con il marito e ci rallegriamo eon le
due coppie di sposi che si sono stabilite a
Ghigo, rimanendo cosi in Prali e creando
nuove speranze per la Comunità e la nostra
zona. Agli sposi il più sincero augurio di
tutti.
Nel corso del primo giro di riunioni in
tutti i quartieri si è affrontato il problema
della sostituzione pastorale dell’autunno prossimo e si sono affrontati i vari temi connessi
con il cambio di pastore. In questo modo le
riunioni fatte e quelle che si faranno nei
prossimi mesi non sono solo roecasione di
dibattere il problema particolare, ma anche
d; pensare più a fondo e più in dettaglio al
lavoro ed alla responsabilità di tutta la nostra chiesa.
Da numerosi anni ci siamo abituati ad avere ad ogni culto la partecipazione di fratelli
provenienti da altre comunità. Valdesi e
membri di altre chiese evangeliche di passaggio a Prali o che hanno scelto questa stazione alpina per le loro vacanze ed i loro
week-end a causa della presenza di una chiesa evangelica. Spesso i ragazzi frequentano la
scuola domenicale ed il catechismo. In questo modo da anni ci siamo abituati ad essere una comunità aperta (almeno sotto questo
aspetto) ed è stato per noi un notevole arricchimento. Con quanti vengono più regolarmente si sono stabiliti dei rapporti di fraternità ed amicizia tali che, almeno da parte
nostra, sono diventati come mebri di chiesa
di Prali e gli altri, quelli che si vedono raramente o che si sono incontrati anche una
sola volta, ci hanno continuamente dato il
senso della chiesa che non è mai parrocch’ i
e comunità chiusa in sé stessa. Ora, con la
proibizione della circolazione domenicale, il
numero di questi fratelli si assottiglierà di
molto, almeno per un certo periodo. Desideriamo inviare il nostro saluto ed il nostro
pensiero ai fratelli coi quali non potremo
più condividere le ore di culto e dovranno
rinunziare ai loro soggiorni domenicali a
Prali, nella speranza che le condizioni si normalizzino presto, anche .sotto questo aspetto.
Dopo anni di malattia è mancato il 30 novembre in un ospedale di Torino il nostro
fratello Francesco Emilio Porro di Cugno, alla vigilia del suo 42" compleanno. Al fratello
ed alla madre, già duramente provati da
molti lutti giunga il nostro pensiero solidale.
Un pensiero fraterno anche ad Anna Di Gennaro che ha perso il padre lo stesso giorno a
Roma. F. Davite
5
7 dicembre 1973 — N. 47
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
pag. 5
Le cosidette opere a carattere sociale
« ...Una rete di satelliti che tracciano
le loro orbite più o meno autonomamente intorno alla Chiesa, questo sembrano essere oggi le “opere" assai più
che il frutto di una scelta responsabile e matura ».
Giorgio Tourn nel suo agile e ponderoso « Una Chiesa in analisi » ne tenta in tre paginette dense, forse troppo,
una valutazione per giungere al su citato giudizio, tanto severo quanto opportuno.
Ci sia consentito di fare alcuni rilievi: 1“) più che di «opere» parlerei di
servizi diaconali che la Comunità locale si dà e abbozzerei questa definizione: accogliere nel Nome di Colui che
nella Croce accolse tutti, e accoglie anche me, l’altro come altro. Qualsiasi
forma di servizio all’oifeso e umiliato
e spesso indifeso, non è mai eccentrico
in sé e per sé nell’ambito testimoniale.
L’autore appunto vi dà questa collocazione: l’opera sociale fiorisce tra Missione ed Evangelizzazione: termini intercambiabili, integrantisi anche se
non identici.
2“) Dove trovo che ci si sbaglia è allorquando se ne vuole stabilire a tutti
i costi l'eccentricità, allora la cosa diventa pericolosa perché non vi sono
criteri validi. Questo momento lo abbiamo vissuto quando si è trattato del
Collegio di Torre Pellice, Si stava spaccando la nostra unità e ce ne siamo
usciti, per fortuna, con una moratoria.
3") Questo fatto mi porta al secondo
rilievo: non è la massa che porta i servizi sociali. Li riceve o anche li rigetta
o anche li accoglie e li sfrutta, cosa
che si può facilmente dimostrare, ma
sono i singoli o i comitati, risultanza
di responsabili che li progettano. L’opera sociale è sempre un progetto di
amore. È una costante della Chiesa
Valdese, dal generale Carlo Beckwith,
con le sue università delle capre, a Carlo Alberto Tron ideatore dell’opera più
bella che abbiamo, quale è il Rifugio
degli incurabili di Luserna, per finire
all’opera originale di Cinisello. Se si
riesce ad amalgamare il nucleo operante si potrà dormire sonni tranquilli se no ci si dovrà rassegnare a vederli scomparire come meteore dal cielo
di un facile ottimismo.
4") Qgni tentativo di pianificazione
ab extra è illusorio. È porsi un falso
problema. L’A. nel paragrafo « La paralisi delle strutture » si lamenta perché il Sinodo del 1969 ha stilato ordini
del giorno che le Comunità locali non
hanno attuato e si lamenta: « ...chi deve prendere le proprie responsabilità
non le prende, non traduce in fatti concreti le decisioni assembleari ». E allora, dico io, perché s’insiste a formularli? Se nel suo esame critico delle
Comunità, FA. ci sta evidenziando i sintomi e la malattia della Comunità e ci
propone intanto un’alternativa, perché
continuare a bombardare di colpi questo debilitato malato che non reagisce
più? Cotesta è la contraddizione di
tutti coloro che intendono operare ab
extra. Ma se al limite non possiamo
obbligare il collega, che succede ad un
altro collega, ad accettare un dato servizio, più o meno bene avviato, come
possiamo pretendere dalle Comunità o
dai Consigli di Chiesa analoga accettazione? Ci si trova dinanzi ad una specie di quadratura del cerchio e pertanto è altrove che dobbiamo trovare la
soluzione.
5“) Tutto il discorso è da inquadrarsi in un altro più ampio. Ci troviamo
di fronte alla crisi d’identità della Comunità Evangelica anni 70 e siamo in
ritardo se ci confrontiamo con quanto
sta avvenendo in altri settori del cristianesimo. Si prenda come esempio
tipico la Comunità dell’Abate Franzoni che si auto scomunica per realizzare la sua scelta della Chiesa dei poveri.
La Chiesa per i poveri era quella delF800, della beneficenza mentre quella
di mettersi dalla parte dei poveri, dei
disoccupati, degli emarginati è tutt’altra cosa. Si tratta di un ventaglio di
attività sempre da inventare, qualcosa
che sa di rivoluzionario di fronte alle
tranquille Comunità protestanti di una
certa classe piccolo borghese delle nostre Chiese. Ma non c’è nulla di rivoluzionario quando si vuole annunziare
il messaggio della liberazione di Cristo. (Vedi « Nuovi Tempi » pag. 8, anno T N. 45). Ecco, in un momento che
è dei più gravi per la testimonianza:
incomunicabilità, smarrimento a causa del moltiplicarsi dell’iniquità, è dalla Comunità che dobbiamo partire,
quella dei confessanti. Ma forse, allo
stato attuale delle cose siamo nel pieno realizzarsi della profezia che il veggente di Patmos faceva sulla settima
Chiesa: quella di Laodicea. L’Agape
Crocifisso batte alla porta delle nostre
Comunità, ma noi ci sentiamo sufficentemente a posto per non aprire. Siamo abbastanza ricchi del ritmo compassato dell’anno liturgico, frequenza
domenicale, a Natale adunanze plenarie solenni, a Pasqua un po’ meno per
finire a Pentecoste a coda di pesce. Il
Cristo vincitore non è dentro, così non
avviene nulla di nuovo attorno a noi,
e le cosidette opere sociali non capaci
di coprire tanto vuoto sono come le
meteore destinate a scomparire dal nostro cielo. Verso l’anno 90 lo storico
ne motiverà il fatto documentandosi
sul libro di Giorgio Tourn.
Oggi, come oggi, non possiamo che
accettare con dolore il severo giudizio
del Collega.
G. E. Castiglione
A TORINO
Visita
dei Moderatore
Nel quadro delle sue visite alle chiese, per prendere contatto personale
con la loro vita e i loro problemi, il
Moderatore Aldo Sbaffi sarà a Torino
ii 9 e il 10 dicembre. La domenica mattina rivolgerà un saluto ai ragazzi della Scuola Domenicale e la predicazione
all’assemblea riunita per il culto, a
Corso Vittorio. Nel pomeriggio, alle 15,
nella sala comunitaria, incontro con i
membri di chiesa e in modo particolare con tutti coloro che in qualunque
campo o opera della chiesa svolgono
un lavoro e un servizio, per riflettere
insieme su « Come viviamo in Torino
la nostra testimonianza all’Evangelo?».
Un punto che sarà dibattuto è un tentativo di consuntivo sui risultati, positivi ed eventualmente negativi, del decentramento attuatosi progressivamente in questo dopo guerra nella chiesa
torinese: un’esperienza che può essere
utile anche per altri. Il lunedì, poi, il
Moderatore avrà un incontro con i
pastori torinesi, visiterà le nostre opere della città e la sera alile 21 avrà un
incontro con il Concistoro.
A Rimini, Aldo e Fernanda Comba
parlano della Federazione Evangelica
Nei giorni 10 e 11 novembre sono
stati fra noi il pastore Aldo Comba,
nuovo presidente della Federazione
Evangelica Italiana e la moglie, vice
presidente della Federazione Femminile Valdese. Nel breve periodo della loro permanenza hanno partecipato alla
vita della comunità incontrando quasi
tutti: infatti, come generalmente nelle
grandi occasioni, soltanto gli ammalati
ed i lontanissimi erano assenti.
Nel pomeriggio di sabato 10, Fernanda Comba ha presieduto la riunione
dell’Unione Femminile ed ha parlato
della nascita e dello sviluppo della federazione stessa in Italia, nonché degli
scopi che si è proposta finora e delle
prospettive per il futuro.
Domenica 11 il Pastore Comba ha tenuto il Culto nel Tempio parlando su
Matteo 5: 5: «Beati i mansueti perché
crederanno la terra ». La sua predicazione chiara, semplice ed efficace, ha
messo in luce in modo originale e molto attuale il profondo significato di
questa parola del Vangelo, tanto diffi
Materiale di lavoro
preparato dalla Federazione Femminile Valdese
SULL’ABORTO
Il carattere attuale, bruciante del
problema dell’aborto non è da dimostrare; e si comincia pure a parlarne
più apertamente e più largamente, anche nel nostro paese. Che pensarne?
Come cristiani e come protestanti, in
particolare? Non si può certo pretendere che fra noi le idee siano molto
chiare, né che, quindi, siamo in grado
di dare un nostro apporto cristiano,
San Germano Chisone
Sabato 1 dicembre ha avuto luogo nel tempio il matrimonio di Guido Soulier ed Eliana
Avondet. I nostri migliori auguri ai giovani
sposi, che si stabiliscono qui al centro.
I nostri auguri anche ai coniugi Alfonso e
Rina Soulier, che hanno tenuto a ricordare
con riconoscenza al Signore la data dei loro
venticinque anni di matrimonio.
Sempre sabato, il concistoro ha incontrato
a Pramollo il pastore ed il concistoro di quella comunità, in vista di un sempre migliore
coordinamento di varie attività (centenario,
ecc.). Calda accoglienza e bella serata. Un
grazie anche alla Sig.a Pons per il gustoso
(( dopo riunione ». Scendendo a valle abbiamo incontrato una magnifica volpe.
— Il gruppo monitrici allargato alla... sola
persona che ha risposto all’invito, si è riunito
al presbiterio per iniziare lo studio comune
del libro « Una Chiesa in analisi », di Giorgio Tourn, risultato ricco di spunti di riflessione sin dalle sue prime pagine. Continueremo
queste riunioni periodiche dopo Natale. Ricordiamo che esamineremo questo libro, anche
se in modo forzatamente più rapido, sia nelle riunioni quartierali sia all’Unione Femminile.
TRA IL SRRIO B IL FflCBTO
Durante l’ultimo colloquio pastorale alle
Valli, un pastore ha
steso la letterina che
segue e lo schizzo che
riproduciamo; V accenno alla parabola
del buon samaritano
è trasparente, ai lettori di valutare quanto centrato. Trasmettiamo comunque loro
questi ’’documenti”
che hanno il gran
merito di far riflettere sorridendo, qualunque sia l’esito della
riflessione. red.
Da « L’Eco
delle Valli Olandesi »
Anno 168...
Caro direttore,
come me avrai sentito dire che Guglielmo d’ Orange vuol
mandare dei soldi ai
Valdesi. Possibile che
non si sappia che
questi soldi, dati in
nome della solidarietà protestante, serviranno a comprare
ARMI? In realtà Arnaud vuole portare il
disordine nelle Valli
appena pacificate, ed
è inutile che questi
fuoriusciti ci tempestino con le loro pretese « prove » di atrocità commesse come
se non...
(continua nel 1973)
— Nella sua ultima riunione l'Unione
Femminile ha discusso il problema delle lezioni di religione a scuola, fondandosi sui vari
pareri espressi in proposito sull’Eco, e ovviamente, sulla situazione attuale. Le sorelle
hanno espresso il parere che si tratta di una
questione che va esaminata partendo dalla
specifica situazione delle Valli e in vista anche di valersi di tale situazione. Secondo il
loro parere deve rimanere fermo il principio
di non operare dei cambiamenti prima dell’ahrogazione delle leggi sui culti ammessi
(quando lo Stato si degnerà di attuarla). Si sono dette convinte dell’utilità delle lezioni di
religione finché la scuola non sia diventata
effettivamente laica, sia per controbattere
l’influenza cattolica, sia per venire incontro ai
bambini nati da matrimoni misti. Si tratta di
un utile complemento che non sostituisce ma
che affianca l’insegnamento religioso che avviene nel quadro della comunità. Comunque,
ogni modifica va attentamente studiata dall’insieme della chiesa, specie alle Valli, in serio
collegamento con genitori, insegnanti, concistori ed assemblee di Chiesa, senza prendere
posizioni unilaterali e troppo « localizzate ».
La prossima volta le nostre sorelle ascolteranno con piacere un resoconto del suo viaggio negli Stati Uniti, fatto dalla Sig.na Anita
Long; stabiliranno inoltre lo svolgimento delle
attività natalizie.
— La Sig.na Long ci ha recato il saluto ed
il pensiero fraterno del pastore Alfredo Janavel e della comunità valdese di New York. La
nostra sorella ha partecipato ad un culto di
quella comunità, culto tenuto interamente in
francese, onde permettere a lei ed alla sorella di capire quanto veniva detto e di partecipare al canto comunitario. Le nostre due
sangermanesi hanno salutato i 30 membri di
chiesa presenti, tutti provenienti dalle Valli,
ed essi si sono commossi parlando delle loro
montagne di Massello, Ferrerò, Frali, Torre
Fellice, Angrogna e Villar Fellice. Inviamo
a questi fratelli ed al loro pastore una fraterna stretta di mano ed un augurio per la
loro vita di credenti nella grande metropoli
nord americana.
Un grazie di cuore alla Sig.a Corsini che
ha inviato all’Unione della stoffa che sarà
preziosa per il prossimo bazar.
— Il ciclostile è finalmente arrivato e ci
ripromettiamo di utilizzarlo in modo sempre
più funzionale. Oltre a quella versata dal pastore grazie ai doni ricevuti, il concistoro ha
stanziato una somma per questo, tenendo conto delle indicazioni date dall’Unione Femminile in seguito ai risultati finanziari del bazar. Ovviamente tutti sono liberi di offrire
anche un piccolo dono per coprire la spesa e
per... nutrire il ciclostile di carta, inchiostro,
matrici.
— Sabato 15 dicembre, alle ore 17, avrà
luogo nella saletta delle attività una riunione
di responsabili di Scuole Materne, organizzata
dalla Commissione Scuole Materne del Centro
Diaconale. Invito a tutti.
— I catecumeni stanno distribuendo il
primo « numero speciale » deH’Eco, con l’inserto del Centenario di Valdo a tutti i non
abbonati, nella speranza che molti provino il
desiderio di ricevere regolarmente il nostro
giornale, c che ciò permetta comunque loro di
meglio prepararsi al centenario.
— Il catechismo riprenderà sabato 15 dicembre per tutti gli anni, alle ore consuete,
dopo l’interruzione dell’8. destinata a permettere ai nostri ragazzi di distribuire l’Eco nelle
famiglie. Dopo il 15 le lezioni di catechismo
saranno interrotte per il periodo natalizio.
— Il Consiglio Comunale sta attuando una
serie di riunioni informative in tutti i quar
cile da intendere perché in aperto con
trasto con la nostra realtà quotidiana.
Gli siamo grati di questo messaggio
che, in un’ottima incisione, ha potuto
essere ascoltato anche da chi non era
potuto intervenire e che sarà certo oggetto per tutti di profondo ripensamento.
Nel pomeriggio di domenica una riunione in casa Lombardo ha raccolto,
attorno ai nostri ospiti, un discreto
gruppo per uno scambio di idee e di
vedute su alcuni importanti problemi
del momento nelle nostre chiese. In
particolare il pastore Comba ha illustrato il problema della stampa e delle trasmissioni Rai-TV, dandoci delle
indicazioni per una possibilità di collaborazione allo sviluppo futuro di
questi importantissimi mezzi di informazione. È stato un incontro quanto
mai interessante e pensiamo di poter
approfondire alcuni argomenti, sia in
sede di Unione Femminile, che di riunione mensile di gruppo.
Ringraziamo di cuore Aldo e Fernanda Comba per questa gradita visita
che ci auguriamo non resti isolata.
Ada D’Ari
protestante, alla riflessione e alle decisioni della nostra società, al riguardo.
Accenni fugacemente comparsi, in certi momenti, sulla nostra stampa, da un
lato hanno subito acceso vivaci polemiche, dall’altro hanno mostrato incertezze, debolezze, sicurezze discutibili...
Le responsabili della Federazione
Femminile Valdese hanno offerto recentemente, alle Unioni femminili, un
modesto dossier, senza pretese, di carattere volutamente divulgativo, quale
materiale di lavoro, di studiOj di discussione, stimolo a un maggiore approfondimento, ad altre letture. In poche pagine ciclostilate, comunque, gli
elementi essenziali del problema sono
delineati e posti con chiarezza. Dopo
una « lettera » introduttiva ricca di
spunti su « questa problematica così
complessa », nella quale si auspica
« che la nostra testimonianza evangelica possa riuscire chiara e fedele a
quel messaggio di libertà e di misericordia che possediamo nell’Evangelo »,
seguono tre studi o considerazioni: da
un punto di vista medico (Danielle
Giampiccoli), da un punto di vista sociologico (Maria Girardet, la quale
al problema ha già dedicato il fascicolo n. 31 de « L’attualità protestante »
edita dalla Claudiana: La coscienza
cristiana dinanzi all’aborto) e da un
punto di vista teologico (Aldo Comba).
Il panorama sarebbe stato anche più
completo se si fossero pure affiancate
considerazioni da un punto di vista giuridico, benché qualche accenno già si
trovi qua e là.
Segnaliamo questo utile materiale;
non c’è ragione, fra l’altro, che la sua
utilizzazione sia limitata al lavoro delle Unioni femminili in quanto tali.
« Il Signore ha disteso dall’alto
la Sua mano e mi ha preso ».
(2 Samuele 22; 17).
Il Signore ha richiamato a sé all’età
di 82 anni
Teodoro Celli
Lo annunciano confidando serenamente nelle promesse divine la moglie
Rita, i figli Teodoro, Lucia e Anna con
i nipoti, le sorelle Ester, lima e Graziella e tutti i parenti.
Roma, 30 novembre 1973.
RINGRAZIAMENTO
La moglie e i figli del compianto
D. Enrico Long
Cavaliere di Vittorio Veneto
dì anni 86
sentitamente ringraziano tutti coloro
che con scritti e di presenza hanno
preso parte al loro dolore.
In modo particolare il Pastore Sig.
Pons e Signora, il Dott. V. Bertolino,
l’Associazione ex Combattenti, TANFI
Inverso Rinasca e i compagni di lavoro di Ermanno e di Guido.
Ciotti di Pramollo, 16 novembre 1973.
llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
tieri di San Germano. Speriamo che tulli
accolgano l’invilo alla cc parlecipazione » alle
responsabililà locali.
— Teniamo a deplorare vivamente lo stolto
vandalismo con cui i « solili ignoli » hanno
fracassalo tulio nella casa di Frapounsoun,
concessa alTANA in uso dal Sig. Griset e interamente restaurata dai membri dell’associazione. Ricordiamo che lo stabile è stato sovente messo liberamente a disposizione di
quanti lo hanno richiesto. Ora tutto è stato
stupidamente fracassato all'interno.
Giovanni Conte
In memoria di Laura Jervis, per il
Rifugio « Carlo Alberto » :
I Rivoir, A. Jouve, L. Rihet, G. Nisbet,
L. L. Monastier, A. M. Ruhoff, F. Tourn,
N. G. Tourn, E. Quattrini, C. Parboni, J.
Del Pesco, L. Venturi, E. Cavazzani, A. Richiardi, E. Amour, G. Godino, E. Vola, M.
Tron, A. Marauda, M. Micol, M. Jahier, S. 0.
Cornelio, A. Gardiol, N. Martinengo, P. Levi,
B. Chauvie: L. 120.000.
In memoria di Letizia e Federico
Marauda : L. 10.000 per il Convitto Femminile di Torre Pellice, da Susetta Gay,
Torino.
Luserna S. Giovanni
Offerte per la costruzione
del nuovo Asilo dei Vecchi
Elenco dei doni per la nuova costruzione
pervenuti nel mese di ottobre 1973:
Pastore Schweikhart - Boxberg - Baden Germania L. 37.600; Miriam e Gianni Marcheselli in mem. prof. Olga Sibille (Mi) 20.000;
Pina e Ferdinando Comba in mem. di Letizia
e Federico Marauda 4.000; Liline Beux in
mem. zia Letizia Bonnet 5.000; N.N. 2.000;
Odino Dionigia ved. Avico 25.000; Edina Ribet (2“ vers.) 10.000; in mem. sig.ra Mary
Musacchio, le sorelle, il fratello e cognata
30.000; A.T.A., nel giorno dei morti ricordando i suoi cari 5.000; in mem. di Ezio
Martinat, i genitori (S. Germ. Chis.) 10.000;
Bonnet Roberto e Linette 30.000; Tullio e
Alda Beux (Torre Pellice) 50.000; Unione
Femminile Luserna S. Giovanni in mem. di
Alice Bounous, Lidia Jahier ved. Bouehard e
Letizia Marauda ved. Bonnet 15.000; Maddalena e Ivonne Allio 15.000; Maddalena e Ivonne Allio in mem. di Letizia e Federico Marauda 20.000; N.N. (rie. Asilo) 1.000; L.E.A. (500
fr. Svizz.) 96.500; N.N. in mem. di Suor Léonie Stalle (T.P.) 60.000; Juliette Marauda
ved. Balmas in mem. della cara sorella Letizia
e del caro fratello Federico 50.000; Ada, Liliana e Alberto in mem. di Tron Mical ved.
Micol (Ferrerò) 50.000; Signorina Acinelli
2.500; Siano Elena (To) 2.000; Ida Gay ved.
Ghigo, T.P.), Melany Gay in Garnière (Neuchâtel) Raimonde Gay in Zappellini (Montecarlo) in mem. di Federico e Letizia Marauda 40.000; lotti Letizia 5.000; Vignolo dr.
Giacomo, in mem. Cesarina (Trausella Canav.) 5.000; Fabiole Beniamino (Carema)
50.000; Glaudo Gino in mem. della moglie
(Drusacco Canav.) 10.000; Past. Rostan Ermanno e Elsa in mem. di Irma Beux Rostan
(Ivrea) 10.000; Luisa Baer (Verona) 5.000;
Allio Emilia in mem. di Letizia e Federico
Marauda (Roma) 10.000; Stocchetti Vittoria
(Ge) 5.000; Giorda-Bertalot Giovanni (Angrogna) 5.000; Rochon Pietro 1.500; Ferruccio, Rinaldo, Rita, Barbara, e Paolo in occasione nozze d’oro dei genitori e nonni Cesare
e Ernestina Malanot 20.000; La Società di cucito « Dorcas » in mem. di Ugo Canale (To)
50.000; Luciana Ribet in mem. della sorella
Giovanna (Roma) 100.000; Colombano Giovanni in mem. della mamma Camilla Tourn
(ricavo lotteria di una bambola) 46.000;
N.N.-T 5.000; A l’occasion du baptême de
Ivan Benecchio le Parrain et Marraine 10.000;
Gustavo Albarin e famiglia in mem. di Suor
Léonie 5.000; Giordan Adelina 3.000; M.
Cangioli en souvenir de la chère tante Letizia
10.000; Marchirei Tullio (Sermide-Mn) 20
mila; Bounous Adelina ved. Mondon in mem.
cari amici Letizia e Federico Marauda 20.000;
Libonati Elia (Brindisi) 5.000 Hugon Lena
Mourglia e figlio Guido 10.000; in mem. di
Mario Bonnet, la mamma. Franco e Lea
5.000; N.N (rie. Asilo) 5.000; Pia Falchi Polizzi in mem. di Renata Jallà Pacchierotti
(Mi) 5.000; Buffa Giov. Enrico 10.000; Biugon Daniele e famiglia 10.000; Hugon Lena
Mourglia 10.000; Reynaud Lea (rie. Asilo)
5.000; Sorelle Arnoulet in mem. dei Genitori
e del fratello Enrico 100.000; in mem. di
Bouvier Enrico, le figlie (S. Germano Chisone) 10.000.
Ringraziamo molto vivamente per la continua tangibile prova di solidarietà che da più
parti giunge per la nostra opera. La parte muraria è terminata e il tetto è finalmente coperto. Il continuo aumento dei costi desta
non poche preoccupazioni, perciò ogni offerta
grande o piccola è attesa e ricevuta con riconoscenza. I versamenti possono essere effettuati sul c.c.p. n. 2/16947 Asilo Valdese per i
Vecchi, 10062 Luserna San Giovanni (Torino).