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21 marzo 1975 - L. 100
Anno 112 - N. 11
Spedizione in abbonamento postale
1 Gruppo bis/70
BIBLIOTECA VALDESE
10D66 TOaRB POLICE
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
IMPORTANTE DECISIONE IN CAMPO ECUMENICO
L’Alleanza Riformata annulla
la sua prossima assemblea
Un fatto nuovo, anzi unico sino a questo momento nella storia delle chiese
cristiane c del movimento ecumenico, è
accaduto il 28 febbraio scorso a Cartigny
presso Ginevra. Il Comitato esecutivo deli’Alleanza Riformata mondiale (di cui fa
parte anche la chiesa valdese) ha deciso,
con un solo voto contrario, di annullare
la prossima assemblea generale già programmata per il 1977 a St. Andrews (Scozia). La decisione è tanto più significativa
in quanto si sarebbe trattato deH'assemblea del centenario della fondazione dell’Alleanza. Al .suo posto ci sarà invece
una seduta del Comitato esecutivo allargato, secondo procedure e modalità
che il Comitato stesso fisserà quanto prima. Tale seduta prenderà il nome di
« Consultazione del Centenario, St. Andrews, 1977 ». Il tema sarà quello che era
stato previsto per l'assemblea generale e
cioè; « La gloria di Dio e l’avvenire dell'uomo ».
Questa la notizia, degna di essere segnalata in prima pagina del nostro giornale non tanto perché come membri dell’Alleanza, siamo direttamente interessati,
quanto perché la decisione di Cartigny
costituisce un segno e un esempio per noi
e per tutta la chiesa.
L’Alleanza riformata, il più antico e uno
dei più grandi organismi confessionali
che operano nell’ambito del movimento
ecumenico (né fanno parte ben 142 chiese), per la prima volta nella storia — sua
e degli altri analoghi organismi confessionali o ecumenici — ha rinunciato a tenere una sua assemblea generale e per di
più proprio quella del centenario. Una rinuncia che in sé può sembrare ancora
modesta, ma è la prima di questo genere
e perciò la più difficile: un piccolo passo,
se si vuole, ma decisivo. Non stupisce il
commento del pastore W. Sigrit, della Federazione protestante svizzera: « In un'epoca in cui avvengono così pochi miracoli, specialmente nella Chiesa, sono grato
di essere stato testimone di questo che è
quasi un miracolo. Il più grande miracolo che possa accadere è quando una
Chiesa o un'organizzazione ecclesiastica
decide di rinunciare a qualcosa che avrebbe potuto avere ».
La decisione è giunta inattesa. I preparativi ,p)er l'assemblea erano già in fase
avanzata e nulla faceva prevedere una
svolta cosi radicale. Che cosa l’ha determinata? Certo anzitutto, com'è facile intuire, ragiont^di ordijje economico; ma
anche, e soprattutto, ragioni di ordine morale e spirituale. Il costo dell'assemblea
di St. Andrews, anche ridotta a metà (200
delegati anziché i 400 previsti aH’origine)
sarebbe stato di circa 200 milioni di lire.
Il Comitato esecutivo, « pensando alle difficoltà economiche che pesano oggi sul
mondo e alla divisione sempre più marcata tra abbondanza e povertà » — così
si legge nel Servizio-stampa diffuso da
Ginevra — ha ritenuto che TAlleanza
« avesse il dovere di gestire i suoi fondi
in maniera responsabile, in una prospettiva cristiana ». Dunque, s’è rinunciato al
L
IN QUESTO NUMERO
■ Scheda biblica ; la morte
di Gesù 2
■ Situazione delle chiese in
Cile 3
■ Schweitzer a 100 anni
dalla nascita 4
■ Tesi sulla predicazione 5
Intervista con il sindaco
di Bobbio Peliice
Tassemblea non per mancanza di fondi
(anche se questi, certo, scarseggiano) ma
perché li si vuole utilizzare diversamente.
Non si tratta di far di necessità virtù e ridimensionare le attività delle chiese (e
deH’Alleanza) adeguandole alle diminuite
risorse economiche; si tratta invece di
gestire in maniera cristianamente responsabile i fondi che si hanno (molti q pochi
che siano). Non è cioè una questione di
buona amministrazione (non spendere di
più di quello che si ha), ma una questione
di vera amministrazione — « vera » nel
senso di « evangelica (come spendere, per
chi, per che cosa, i soldi che si hanno). In
sostanza il Comitato esecutivo ha avvertito che, non tanto in rapporto alla situazione finanziaria delTAlleanza quanto in
rapporto alla situazione finanziaria del
mondo, l’assemblea di St. Andrews sarebbe stata un lusso, un « di più » che può
anche, in certe circostanze, venire dal maligno (Matteo 5: 37)!
Non che le assemblee generali, a livello
mondiale, siano inutili, tutt’altro: sono
come cartelli indicatori che orientano il
cammino della chiesa attraverso il tempo, sono occasioni importanti di confronto e comunione, sono momenti di
universalità utili alla vita della chiesa.
Eppure oggi, a giudizio del Comitato esecutivo delTAlleanza riformata, sono un
lusso che, pensando alle necessità del
mondo, le chiese non hanno più il diritto
di permettersi. Meglio un’assemblea generale in meno e un’iniziativa contro la fa,me, il razzismo, il militarismo, l’analfabetismo, o un’iniziativa per l’evangelizzazione in più.
Noi dobbiamo lodare il Comitato esecutivo per la sua decisione coraggiosa. Lodiamo Dio che glie Tha ispirata. E un
esempio di cui dovremo tener conto. Ci
sono dei lussi nella nostra vita di chiesa
e di individui, di cui forse neppure ci rendiamo conto. Ad esempio: chi ci dice che
un Sinodo ogni anno non sia un lusso?
Paolo scrive ai Filippesi: « Sono stato
ammaestrato... ad essere nell’abbondanza
e ad esser nella penuria. Io posso ogni
cosa in Colui che mi fortifica « (4; 12).
Questa possibilità (« Io posso... ») ci è oggi largamente sconosciuta. A Cartigny, se
non vediamo male, l’esecutivo dell’Alleanza riformata ha cominciato a riscoprirla
e riproporla alle chiese. E solo un primo
passo, ma può portarci rnolto lontano.
Paolo Ricca
Il coraggio di
Per molti l’essere minoranza è un complesso
riscoprirne il significato evangelico
Occorre
Noi evangelici in Italia siamo sempre
stati una minoranza, e mi sembra che nell’ultimo cinquantennio — per inquadrare
una situazione che ci concertie — abbiamo vissuto la nostra condizione in modi
diversi, durante il fascismo e dopo. Prima con la rassegnazione con cui si sopporta una prova, poi con una sorta dì
insofferenza mista a delusione. Ed in
questi atteggiamenti hanno prevalso in
un primo tempo una meditazione biblica
a carattere edificante, stile « Più presso
a Te, Signor », quindi una comprensione
sociologica della realtà. In ambedue i casi l’evangelismo ha rifiutato di essere veramente una minoranza.
Dai Vifitennio ad aggi
Durante il Ventennio tutto cospirava
contro di noi: le leggi discriminatorie, un
clericalismo aggressivo, il nazionalismo
forcaiolo del Min. cui. pop., una opinione
pubblica greve, strapaesana. Allora si pagava di p>ersona l’appartenenza a una minoranza religiosa. Allora, forse, sognarono un’Italia libera in cui seminare a piene mani TEvangelo, un popolo convertito a Cristo, e un evangelismo che non fosse più minoranza...
Ma col dopoguerra nella società italiana si sono verificati mutamenti radicali
negli interessi, negli obbiettivi di lotta,
nei modi di vivere. Noi siamo rimasti una
minoranza. Senza l’illusione di diventare
un giorno i più (che tirano i meno). Per
chi era cresciuto negli anni trionfali del
clerico-fascismo è stato un colpo riassorbito per una forza accumulata « prima ».
Per le nuove generazioni è stato un dramma, un dramma sofferto quasi sempre
inavvertitamente, ma così violento da
mettere allo scoperto la loro fragilità psicologica.
La minoranza resta minoranza
Alla riflessione della fede s’è sostituita
l’interpretazione in chiave sociologica e
politica. Abbiamo imparato che le mino
ranze che restano minoranze non hanno
peso, che solo l’inserimento in movimenti di massa libera dalla solitudine e dal
battere l’aria, che « le chiese » erano una
forza conservatrice e oppressiva, che noi
evangelici eravamo un quadro di ufficiali
senza esercito, senza obbiettivi di guerra
c quindi senza strategie (di massa).
E sono cominciate le fughe. Spesso il
rifiuto delle comunità come erano e la
richiesta d’una chiesa su misura sono stati un alibi di comodo per chi si vergognava un po’ di abbandonare. Gente capace,
intraprendente, ha cercato nelle organizzazioni all’insegna dell’ideologia delle basi operative più ampie, dei compagni di
strada che finalmente fossero^ tanti. AAtanagliaU dalla paura della solitudine, di
perdere la vita senza incidere utilmente
nella realtà sociale, tanti hanno voluto
distruggere « il ghetto », ma per trovarsi
finalmente tra tanta gente, come tanta
gente, senza il fastidio inutile d’appartenere a una minoranza (religiosa poi!).
li numero fa potere
Il numero che conta, che fa potere, e
la partecipazione a un consenso che per
essere popolare bisogna che sia « di massa », e il bisogno acuto di trovare la mamma nella « grande » organizzazione...: p(>
Iremmo andare a lungo avanti in un discorso che ha il fascino dei miti e la sostanza d’un oppiaceo inoculato al popolo.
Lo stesso se-dicente « compromesso storico », che vuole la convergenza (|¥ittica?)
de « i due grandi partiti di màsSà », è
frutto di una mentalità forgiata dall’eresia cattolico-romana e rivela un sostanziale rifiuto delle dissidenze, un dispregio delle minoranze; quello che conta è
essere tanti, poi si accantonano le tesi a
favore delle ipotesi, e s’impone una unanimità avvalendoci degli apparati orga
L. Santini
(continua a pag. 8)
Il tempo
della grazia
(MARCO 14; 3-7)
La collocazione di questo episodio tra la congiura degli « addetti
ai lavori » (sacerdoti e dottori
della Legge) e Giuda che collabora ai loro disegni di morte, è già
significativa di per sé.
Gesù ha parlato contro il Tempio anzi ha osato prospettare la
possibilità che Dio si sarebbe reso accessibile ai senza Dio, facendo a meno di tutte le barriere
d'ordine sacrale e legalistico che
sono state erette tra Lui e i « non
aventi-diritto » ad un intervento
straordinario di salvezza. Per un
profeta del genere non ci può essere che la morte; e questa, prima o poi, verrà certamente.
In questa atmosfera mortale,
Gesù, prima di sedere a tavola con
i suoi discepoli sottolinea ancora
una volta, con una parola autorevole, il piano di salvezza di Dio.
Gesù si trova in casa di un certo Simone il lebbroso; e la lebbra era considerata a quei tempi
« la primogenita defila morte ». E
questo già dice tutto. Ma non basta! Una donna, essere di poco
conto nella società del tempo, ha
la sfacciataggine di entrare e, nei
confronti di Gesù, sperperare un
capitale non indifferente. Reazione immediata dei ben pensanti e
dei fautori dell'elemosina! Ma Gesù smaschera la loro falsa carità:
« I poveri li avete sempre con voi
(...); non sempre, invece, avrete
me ».
Il tempo della presenza di Geiù
è il tempo, unico ed eccezionale,
in cui Dio si rivela come il Signore. à il tempo in cui, proprio perché il Signore parta ed agisce, non
ci può essere accumulo di capitale con la scusa che, in fin dei conti, così si può fare sempre del berìe"ai « poveri ». In realtà Gesù, a
tutti coloro che « non trovano posto nella struttura del mondo »,
non ha mai annunziato che riceverebbero le briciole, né che sarebbero diventati, a loro volta,
potenti; ma che il Regno di Dio è
per loro.
Può darsi che la nostra società
continuerà a produrre sempre dei
separati e degli esclusi come legge di produzione e di potere; ma
questo non fa parte delTEvangelo
della grazia e della salvezza. Si
tratta piuttosto di riconoscere che
la presenza di Gesù Cristo, non è
un dato ovvio, acquisibile, non si
produce, non rientra nella legge
del più forte; è attimo di grazia.
Solo chi ha compreso questo,
può anche comprendere che, nel
tempo di grazia, dalla croce di
Gesù Cristo in poi, non c'è più
posto per il dio « capitale » e per
il dio « Potere », né per le segregazioni che questi dèi producono.
Domenico Cappella
2
a coUoquio
GOPf g leííori
Nell'inviarci gli auguri di buon
lavoro ed una segnalazione Guido Pagella, al lavoro in Isvizzera,
fa una riflessione di cui dobbiamo tenere conto ma a cui non
so come rispondere:
La Luce, Com-Nuovi Tempi, ospitano scritti alla maniera degli iniziati;
un operaio ignorante come me deve
leggere più volte per afferrare il senso
di ehi ha scritto. L’Espresso è in genere molto più comprensibile. Che i vaidesi siano tutti professori? Francamente non ci credo.
Non ci crediamo neppure noi,
si vede che non leggono L^Espresso, o meglio non sanno trarne la
lezione; forse come evangelici
siamo troppo severi e prudenti,
vogliamo approfondire le cose,
rifuggiamo dagli slogan e dai titoli facili, dalle affermazioni categoriche sempre un po’ scandalistiche.
In riferimento al nostro resoconto sull’incontro, a Torre Pellice, tra operai ed assessore regionale ai trasporti il dott. Loris
Bein ci invia una cortese rettifica
di cui pubblichiamo il punto
centrale.
Non è vero che « il dibattito si è
poi concluso fra un grande malcontento degli operai presenti che non hanno ricevuto alcuna risposta concreta ai
loro problemi da parte dell’assessore ».
Può darsi che qualche lavoratore
non sia stato pienamente soddisfatto
ma è altrettanto vero che la maggioranza dei presenti (pubblici ammini- *
stratori compresi) ha seguito con interesse la particolareggiata esposizione
dell’assessore Gandolfi che ha comunicato la positiva conclusione della vertenza con l’assicurazione che il suo assessorato avrebbe seguito l’ulteriore
svolgersi della situazione. Il che è stato confermato dalle successive telefonate fra l’assessore ed il sindaco di
Torre Pellice.
L’incontro ha inoltre evidenziato
l’unanime consenso alla improrogabile
necessità di indire un convegno per
esaminare la situazione dei
trasporti a livello comprensoriale. Esigenza già espressa e solleeitata dalla stessa
Comunità Montana ohe al
riguardo ha stanziato una
notevole somma a bilancio.
Al di là quindi dei singoli
interventi penso di poter dire che l’incontro è stato non solo producente ai
fini della soluzione della vertenza in
corso ma ha aperto in prospettiva
maggiori possibilità di riuscita all’auspicato convegno sui trasporti riguardanti tutta l’area del Pinerolese.
Ringraziando per l’ospitalità Le porgo i miei cordiali saluti.
Loris Bein
Accettiamo questa puntualizzazione come voce nel dibattito
ma precisiamo che il disagio ed
■il malcontento cui abbiamo accennato non sono frutto della nostra fantasia. Molti operai, direttamente interessati, hanno giudicato poco concludente l’incontro ed hanno manifestato la loro
delusione. Il Direttore
RAI-TV
PROTESTANTESIMO
Le prossime trasmissioni della rubrica, in onda il giovedì sul
2° canale alle ore 18,15, saranno
dedicate il 20 ad un servizio sulla chiesa di Torino, il 27 all’audizione di alcuni brani del Messia di Haendel eseguiti dal coro
interdenominazionale di Roma,
il 3 aprile ad un dibattito sull’anno santo.
Segnalazioni
(a cura della Claudiana)
MAURICE BELLE!, Fede e psicoanaltsi,
Assisi, Cittadella, 1975, L. 2.000.
Primo approccio di un prete francese al grosso problema de! nostro tempo. La psìcoanalisi mette in crisi ciò
che il credente "crede" o immagina
di "credere".
GIANCARLO BRUNI, Appartenenza e
scelta di classe, Torino, Grìbaudi,
1975, L. 1.200.
Parole pacate di un "monaco" della
comunità di Bose sulla scelta del poveri come scelta di classe.
WOLFHART PANNENBERG, Epistemologia e teologia, Brescia, Queriniana,
1975, L. 8.000. (Trad. di Wissenschaftstheorie und Theologie, 1973).
E' fondata la pretesa della teologia
di essere una scienza?
WOLFHART PANNENBERG, Questioni
fondamentali di teologia sistematica,
Brescia, Queriniana, L. 8.000.
HEINZ-DIETRICH WENDLAND, Etica del
Nuovo Testamento, Brescia, .Paldeia,
L. 4.000.
Importanza e funzione dell'etica in
Gesù, nella comunità primitiva, in
Paolo, Giovanni, Giacomo e negli
scritti tardivi del N.T. Un libro importante scritto per i « laici ».
L’VIII CENTENARIO
DELLA RIFORMA VALDESE
Vorremmo avvertire i lettori
che le ultime trasmissioni della
serie avverranno il mercoledì
dalle ore 20,15 alle 20,45 (salvo
imprevedibili spostamenti di alcuni minuti) sul III programma
neirordine seguente:
19 marzo: Prof. Salvatore Caponetto : « Il Valdismo dalla Riforma al Risorgimento».
26 marzo : Prof. Vittorio Subilia ;
«Il Valdismo nel cristianesimo contemporaneo ».
Il volume edito dalla Claudiana Cile,
carcere, tortura, esilio, che contiene una
raccolta di testimonianze di profughi
cileni sta ottenendo un buon successo
di vendita, specie nella zona milanese.
Al volume hanno consacrato due schede « L'Unità » del 6/2 ed il « Giorno »
del 19/2. Su quest'ultimo giornale G.
Bocca scrive « Ecco un libro che nasce
dalla pratica di chi, a questo mondo,
non ha ancora rinuncitato ad aiutare i
deboli ed a soccorrere i perseguitati.
Non diciamo per carità, che si tratta di
cose note... che l'opinione pubblica italiana è informata assiduamente... diciamo che quel poco che se ne sa viene,
per l'appunto, da chi non rinuncia alla
pratica della carità e della testimonianza, dai militanti esiliati, dai preti cattolici o evangelici, arrestati e torturati ».
FEDEFIAZIONE CHIESE EVANGELICHE
Linee di i rifl( essìone sulTaborto
La Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia ha suggerito lo studio del problema dell’aborto. In vista di tale ricerca
ha redatto degli « Appunti per
una riflessione »; ne vubblichior
mo alcuni capoversi -per allargare il dibattito in corso sulle nostre colonne.
Dal; puntp di vist^ evangelico
la prima affermazione fondamentale dà fare in questo contesto è quella della parità tratutti gli • esseri umani, in particolare della nornsubordinazione
della donna all’uqmo. In .questo
senso vanno ricordati non tanto
i passi bìblici che rispeòchiano
i costumi sociali del loro tempo, ;
ma piuttosto quelli che espri-.
mono una riflessione , teologica
sul rapporto fra uorno' e donna,
come per eserhpio: Genesi 1:
26-28; Gelati 3: 28; I Corinzi
7: 24; o come Luca 11: 27-28.
La parità uomo-donna rapportata alla procreazione implica
che il controllo delle nascite avvenga nel momento e nelle forme in cui concerne ugualmente
uomo e donna (cioè nel rapporto sessuale) e non dopo, quando concerne la donna soltanto
ed è tutto a suo carico. L’« aborto libero e gratuito », reclamato
dai movimenti femministi, è
quindi un rimedio parziale e
provvisorio, necessario nell’immediato per attenuare alcune
delle più gravi ingiustizie attuali, mentre la vera battaglia è
quella a lungo termine per la
diffusione capillare dell’educazione sessuale, dei metodi di
prevenzione, il perfezionamento
di questi ultimi e una effettiva«
educazione alla parità, senza di.,
che la liberalizzazione rischia di''
ribadire la sùbdrdinazìone ’ solo'
renden(ìola.Riù ¡sottile.
La seconda considerazione di
ordine generale riguarda il « rispetto della vita ». I vari discorsi fatti al riguardo suonano ipocriti quando provengono da autorità (civili, culturali, religiose
o altre) che poco o nulla hanno
fatto e fanno di serio contro
guerra, massacri, produzione e
vendita 'di armamenti, omicidi
.bianchi, lagér d’ogni genere, fame ecc. L’uso che yien fatto del
concetto di « rispettò della vita »
è spesso terròristicò, perché tende ad imporre alle/dònne di partorire sèrnpre e cprnunque, salvo quelle calcolate eccezioni su
cui quelle autorità, stessè si riservano il. diritto di decidere.,
Non per qtiesto il discorso va
abbandonato ma va piuttòsto
ròvesfciato, usato in chiave positiva : significa il diritto di chi
vive, di generare quando ha deciso di farlo, e il diritto di avere una società ' in Cui generare
figli e poi educarli non sia una
fatalità, un obbligo, un peso e
quasi una punizione del sesso,
ma una gioia, una partecipazione umile, responsabile, ma fondamentalmente gioiosa all’ope:
ra della creazione. In questo
modo soltanto si difendono effettivamente anche i diritti del
figlio, a cui spetta non solo la
vita fisica ma l’accoglienza, l’ambiénte affettivo e vivibile, la certezza di essere amato e voluto,
la prospettiva della libertà, senza di che la mera vita fisica ha
ben poco di umano e significa
sofferenza, angoscia, rivolta, autodistruzione, criminalità.
Teologicamente si tratta di sapere se l’uomo è fatto per il sabato o il sabato per l’uomo, se
cioè l’essere uma.no è fatto per
subire la vita come una serie di
imposizioni o se la vita è fatta
perché l’essere umano possa go. deria come un dono buono del
’’Signore. In altre pqrole: se i comàndamenti (anche quelli del
rispetto della vita) sono un prez
zo da pagare a cambio della vita o se sono un dPhO supplementare che si aggiunge al dono della vita come indicaàonè Sùl modo di orientarla perché sia più
piena e lieta.
Uii’altra considerazibne di ordine gènérale ritarda il concetto di « diritto all’autogestione del pròprio cofiici »; è im con- ”
cèttq' ché ha sighlficato polemi- '
co in' qhàhtó rivendicazione di ‘
libertà e'di Uguaglianza da ¿arte della dònna di fròfite alia concezione tradizionale ‘ che vede
l’uoimo come padrone e‘* régolatofé’della vita stessuale familiare, 'Tuttavia è rischiósa Tidentiflcazióne che spesso si fa tra autogestione e libertà di aborto.
II' Nuovo Testamento peraltro
non invita all’autogestione, ma
al :dono reciproco (i Cor. 7: 4)
e la mancanza di tale reciprocità è'‘responsabileidei sorgere della rivendicazione dell’autogestione. Quest’ultima dunque non va
combattuta con la repressione '
ma resa innecessaria mediante
una condotta in cui si realizzi
la parità e la reciprocità.
Se è vero che l’aborto di massa attuale è frutto delle contraddizioni sociali che sono state enunciate, non va dimenticato
che esso si presenta sempre anche come decisione di una singola persona che vive in sé le
contraddizioni della società. Va
dunque assistita (moralmente,
materialmente ecc.) perché l’aborto non le si presenti come
scelta obbligata ma come alternativa di fronte a un’altra alternativa realisticamente accettabile. E d’altra parte la sua decisione va rispettata. È chiaro dunque che noi siamo contrari all’aborto e altrettanto contrari a
che sia punito dalla legge; favorevoli invece alla creazióne di'
condizioni di vita migliori, in
cui l’aborto cada', di fatto in desuetudine.
SCHEDA BIBLICA
@
GESÙ’
I Racconti della Passione
Una situazione esplosiva
Gli uitimi giorni della vita di Gesù devono essere collocati nel
contesto della città di Gerusalemme e della festività pasquale.
Una città in cui la tensione religiosa e politica, presente in tutta
la Palestina, si concentrava all’ombra del tempio; un momento
dell’anno in cui Israele viveva con la massima intensità la sua
vita religiosa. La presenza di pellegrini, giunti da tutte le regioni, e della guarnigione romana con lo stesso governatore rendeva
ancora più accesa l’atmosfera.
In questo contesto l’attività di Gesù è estremamente pericolosa perché rischia di compromettere un equilibrio instabile
creando illusioni, infiammando gli animi, catalizzando l’elettricità
che c’è nell’aria. Il gesto compiuto nel tempio contro i mercanti,
le polemiche con i maestri della legge lo pongono d’altra parte
in una posizione di lieder agli occhi della gente. La folla presente
in città è uno degli elementi determinanti della settimana anche
se compare poco sulla scena evangelica. È chiaro che per le autorità giudaiche il problema maggiore è quello dell’ordine pubblico ; Giovanni lo enuncia molto lucidamente : « Se lo lasciamo
fare, tutti crederanno in lui; e i Romani verranno e ci distruggeranno e città e nazione» (Giovanni 11; 48). È in questa situazione esplosiva che Gesù viene arrestato.
Un problema dì polizia
Secondo i testi evangelici gli interrogatori a cui Gesù sarebbe stato sottoposto successivamente sono due. Marco e Matteo
parlano di due sedute del Sinedrio : la sera subito dopo l’arresto
e la mattina presto (Me. 14; 55 e 15; 1); Luca parla di un colloquio col Sommo Sacerdote la sera e di una seduta del Sinedrio
la mattina, Giovanni di un interrogatorio di Anna e poi di Caiafa.
È molto verosimile che Gesù sia stato condotto in casa del
sommo Sacerdote dove si erano raccolti alcuni dei capi del popolo e vi sia stato qui un primo interrogatorio. Nel cortile di questa casa si deve collocare il rinnegamento di Pietro che si è unito
ai servi dei sacerdoti. Il Sinedrio è invece convocato la mattina
all’alba per un vero e proprio processo.
Che cosa è accaduto in quella sede? Molto diffìcile saperlo non
essendo presente nessuno dei discepoli; la ricostruzione che ci
danno gli evangeli è parzialmente influenzata da un problema,
presente nella comunità primitiva ma che non deve aver avuto
in quella sede molto posto : la messianità di Gesù. Per i cristiani
delle prime generazioni quella seduta è il momento culminante
dell’opera di Gesù. Ma le autorità religiose di Israele, che non
10 riconoscono come messia, sono un po’ l’ammagine di quello
che è l’atteggiamento di Israele nei confronti della predicazione:
11 popolo di Dio che rifiuta il Messia. In realtà per il Sinedrio
non si è trattato di un problema di fede ma semplicemente di polizia; non di sapere se è o no il Messia ma di impedire che provochi situazioni pericolose.
Il procedimento sembra essersi svolto in due tempi. Caiafa
cerca prima di tutto di dimostrare la colpevolezza di Gesù e di
ottenere l’unanimità su questa colpevolezza. La cosa era tutt’altro che facile, molto probabilmente una parte del Sinedrio non
era concorde con la linea di Caiafa per la condanna di Gesù, le
tensioni ed i partiti erano molto forti nell’assemblea. (Il caso di
Giacoiho condannato nel 44, lo dimostra: il Sommo Sacerdote fu
destituito).
Il processo
Caiafa molto abilmente cerca dei testimoni falsi non nel senso
che inventino una accusa ma che diano la possibilità di giocare
sull’equivoco. Al centro della disqussionè sta infatti una parola
che Gesù avrebbe detto riguardo al tempiò. La si ,ritrova in Qiovanni 2: 19 ed ‘Atti 6: 14 ed è senza dubbio autentica; Gesù ha
espresso una'critica nei confronti; di quella istituzione secolare.
I sacerdòti sòno colpiti da questa critica di Gesù pprché la intWrpretano cómé ùn ajttacco non spio al pròprio ; potere ma a
quello ché cònsiderano ormai come il, centi;o del, giudaismo, il
cuore stesso’(Iella religione di Israele. Colpire il tempio significa
minare ajla báse l’unità .spirituale, e politica deipppolo. E (ìlesù
non ha soltanto èspresso a parole delle riser-ye, ,ina pochi giorni
prima ha cònipiùto un gesto polemico, scacciando _i mercanti dal
'portile; questo gesto richiama d’altra parte allá mente il ricordo
di atti'analoghi compiuti dai profeti, antichi, si pepsi a Geremia.
Tutto" questo lascia prevedere la possibilità, in, conpomitanza con
/ia gràlidé ^asspmblea della Pasqua, di una pontestazione spm.marhente pericolósa, ', .i, , , . r .ai;
Secóndo il racconto dei (sinottici è a questo,, punto che si cpliQca la,domanda, riguardo alla messianità di Gesù,,(.«.Sei-,tu il
Cristo, il figliò del Benedetto?» chiede il Sommo .Sacerdote in
Marco 14; 61) da cui nasce l’accusa di bestemmia e la condanna.
Che cosa ¿a risposta'Gesù? Soltanto Marco dice , che ha data
una risposta affermativa, in Matteo e Lucala sua risposta è molto Più ambigua (Matteo 26; ,64; Luca 22; ¡67). Possiamo ritenere
che Gesù abbia accettato davanti ai sacerdoti il titolo che ha sempre rifiutato in tutto il suo ministero? Che si sia dichiarato apertamente, solo .in questa occasione mentre ha sempre imposto il
silenzio a tutti? La cosa sembra molto improbabile.
C’è però uh altro fatto che rènde questo punto dell’interrogatorio diffìcile da comprendere. Anche se Gesù avesse detto di essere il Messia questo non costituiva bestemmia, molti prima e
dopo di lui si sono presentati come il Messia senza essere condannati. È dunque probabile che gli evangeli sinottici abbiano
espresso il conflitto tra Gesù ed il Sinedrio, che verteva essenzialmente sul valore della istituzione e del tempio. Secondo gli
schemi teologici del loro tempo.
La condanna
L’interrogatorio deve sfociare, nell’intenzione di Caiafa che lo
presiede, in una condanna a morte.
In realtà aveva il Sinedrio il potere di pronunciare sentenze
capitali? Sembra di no essendo ormai il potere della spada (il
jus gladii) in manò al procuratore romano. Lo stesso evangelo
di Giovanni conferma questo mettendo in bocca ai sacerdoti la
frase «a noi non è lecito fare morire alcuno» (Giovanni 18; 31).
Molto probabilmente dunque il Sinedrio si è limitato a fare
ùha inchiesta' per individuare una possibile accusa da muòvere
a Clesù per poterlo consegnare nelle,mani del governatpre e.farlo
condàiinàie. ''' , ’ t
, , ; ‘ ‘ GiòTgìò Tourn
3
Sempre più difficile il dialogo
tra le chiese cilene
I retroscena della Dichiarazione dei 32 dirigenti protestanti - La giunta militare si serve
delle chiese per consolidare il proprio potere - L’importanza di una coscienza teologica
Dopo il rovesciamento del governo costituzionale del presidente Salvador Allende nel settembre 1973, le Chiese del Cile hanno continuato ad avere degli atteggiamenti divergenti nei confronti del
governo della giunta militare. A causa del
suo violento anticomunismo, la maggioranza delle denominazioni protestanti sostiene il regime, e alcune fanno proprie
le forme di repressione che vengono usate nella società cilena, comprese le tecniche di epurazione che sono la negazione
dei diritti dell’uomo e delle libertà individuali.
Una recente manifestazione di sostegno
alla giunta, che ha avuto luogo nel palazzo
del governo a Santiago, ha rivelato i sentimenti di numerosi protestanti. In dicembre, 31 vescovi, moderatori e sovrintendenti furono ricevuti nella « sala blu »
del Palazzo del governo dal presidente
della giunta. Generale Augusto Pinochet.
Nel corso del colloquio, il capo dello stato ha messo l’accento sulla libertà religio
sa. « Nel Cile, ha dichiarato, esiste la libertà di coscienza e tutte le Chiese sono
ugualmente rispettabili. Voi potete essere
certi del mio sostegno ».
Dopo l’udienza privata, il Generale Pinochet si recò nella grande sala di conferenze dove fu .acclamato da circa 2.500
membri di chiese protestanti riuniti per
esprimere la loro solidarietà con la giunta. Il pastore Ricardo Ramirez, presidente della chiesa di Dio, lesse al Generale
Pinochet una dichiarazione preparata
precedentemente e firmata da 32 dirigenti di chiese.
Nella loro dichiarazione i firmatari hanno espresso il loro sostegno alla giunta
militare — « un baluardo eretto da Dio
contro l’ateismo » — e hanno promesso il
loro aiuto snirituals.
Questa dichiarazione, con le firme dei
32 dirigenti ecclesiastici, è stata riprodotta qualche giorno dopo su un’intera pagina del quotidiano di Santiago El Mercurio. Essa somigliava in maniera impressionante a quelle che la giunta aveva
fatto apparire su diversi giornali europei
e degli Stati Uniti. Queste dichiarazioni
cercano di confutare le accuse fatte alla
giunta militare da organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, la Commissione interamericana sui diritti dell’uomo, la Commissione internazionale dei
giuristi e, Amnesty International. Riflettono tutte lo stesso^ antimarxismo virulento e negano con vigore che la giunta
impieghi la tortura contro i prigionieri
politici o non rispetti i diritti deiruomo_.
La somiglianza tra la Dichiarazione 4ei
leaders protestanti e le inserzioni sui
giornali fatte dalla giunta, non è causale.
Provengono tutte dalla stessa fonte,, il Segretario generale della giunta militare.
In ambienti protestanti cileni si dite thè
è stato Pedro Puentes a mettere a punto
la dichiaraziofie e a farla pubblicare.
Puentes è moderatore della Chiesa pre
RODESiA
Arrestato
il pastore Sitholé
Dopo pochi mesi di libertà (era stato scarcerato nel dicembre ’74, dopo lunghi anni di carcere,
per poter partecipare alla conferenza di Lusaka),
il pastore Sitholé è stato di nuovo arrestato.
L'accusa è considerata ridicola anche dai suoi
stessi oppositori e rivela le intenzioni del. gover.
no rodesiano, cioè di lanciare una nuova propa
ganda (sostenuta dai razzisti) contro la guerri
glia, assoldando dei mercenari. L’accusa governa,
tiva contro il pastore Sitholé, che motiva il suo
arresto, dice che « informazioni degne di fede
stabiliscono che il rev. N. Sitholé preparava con
cura l’assassinio di alcuni suoi avversari, vedendo in loro un ostacolo alla sua ambizione di ottenere la direzione del Consiglio nazionale africano (ANC)... ». Questa dichiarazione, considerata una « gaffe » densa dì conseguenze, ha provocato molte reazioni. Il vescovo metodista Abel
Muzorewa, presidente del Consiglio nazionale
africano ha deciso di sospendere ogni rapport9
col governo rodesiano.
Il presidente Kaunda ha dichiarato che: «se
il processo dei -cambiamenti' pacifici in Africa
australe è bloccato, allora la Zambia ed il restp
deir Africa non gvi;anno altra scelta che «juell^ di
sostenere la lojta, armata dei_ movimepti. (ii liberazione pef eÌipiipare. |’jpgiusti^a, la , discrintinazione ramalp^e Ì’opgpgÌ9^e,„ L’anno 1975^‘^rà
un anno, ^eciàvo'per ^tuttà l’Africa .australe.,'Uccbrre decìdére' sé Pavvènire si costruirà,
mente oppure con la forza delle armi ». '
sbiteriana indipendente (affiliata al Consiglio internazionale delle Chiese cristiane di Cari Mcintire); lavora nell’uificio
stampa del segretariato generale della
giunta. Munito di documenti ufficiali
dell’uificio stampa, si sarebbe recato
dai dirigenti delle Chiese con il testo della dichiarazione, minacciando l’ostilità
del governo se non avessero firmato. È
stato ugualmente l’ufficio di Puentes a
organizzare sia l’udienza, sia rincontro
con Pinochet il 13 dicembre, e a pagare
l’inserzione sul quotidiano El Mercurio.
Benché la dichiarazione dei 32 dirigenti
sia d’origine governativa, non c’è alcun
dubbio che rappresenti tuttavia l'opinione della maggioranza dei dirigenti e dei
membri delle diverse chiese in Cile.
L’orientamento delle chiese pentecostali,
che raggruppano più dei tre quarti dei
protestanti cileni, per quanto concerne la
politica è in armonia con la dichiarazione. I pastori in generale rifiutano qualsiasi responsabilità di tipo socio-politico da
parte della Chiesa. I pentecostali mettono soprattutto l’accento sulla libertà religiosa.
Il nemico, ha detto Lalive nel suo studio sui pentecostali cileni preparato per
il Consiglio Ecumenico, non è « né la miseria né lo sfruttamento, ma l’ateismo e
la minaccia ai diritti e ai -privilegi della
Chiesa ». E chiaro che i dirigenti della
giunta ne sono coscienti.
Il generale Pinochet ha insistito a più
riprese sull’importanza della libertà religiosa nella sua risposta ai dirigenti protestanti. « In Cile esiste una piena libertà
di culto », ha dichiarato. E per essere sicuro di essere capito ha aggiunto: « Questa libertà di coscienza che noi favoriamo
ha aperto le porte del mio governo a tutte le Chiese. 'Ciascuna di esse merita
ugualmente il nostro rispetto, perché esse
hanno un missione indispensabile di fede
e di carità per gli uomini. Il Cile rispetta
e rispetterà sempre le. convinzione religiose di ognuno dei suoi cittadini ».
LE REAZIONI INTERNAZIONALI
L’emozione suscitata dalla dichiarazione di sostegno alla giunta è àncora estre
FRANCIA
Per un digi uno ecumenico
A prima vista può sembrare una delle
tante proposte che, per essere alla moda,
si fregiano dell’aggettivo « ecumenico ».
In realtà la questione è più seria e merita la nostra considerazione. Essa è stata p-Dsta ultimamente dai protestanti e
dai cattolici francesi.
Sul settimanale Réforme (protestante)
e, contemporaneamente, su quello cattolico La Croix è stato rivolto fin appello
a tutte le Chiese « per riprendere la pratica del digiuno. Questo segno potrebbe
avere nei confronti del mondo un grande
valore profetico, se le Chiese di ogni confessione, in tutti i paesi industrializzati,
istituissero un digiuno ecumenico ». Quale la ragione per compiere un tale gesto?
Essa è molto semplice: di fronte alla
minaccia sempre più concreta di un proscipio esaurimento delle materie prime, e
preso atto delTinsensibilità, anzi delTaccecamento della classe politica in genere,
i cristiani sono chiamati ad instaurare
uno stile di vita sobria. L’uomo non ha
il diritto di dilapidare con beata incoscienza le risorse del nostro pianeta. Egli
si deve anzi ricordare di essere stato costituito da Dio come « guardiano » del
giardino, e non come padrone assoluto.
Altrimenti la sua azione è una ribellione
verso il proprio Creatore. Lo sviluppo
del nostro mondo occidentale è da considerarsi come una ribellione al nostro Signore. Il digiuno dovrebbe servire a sensibilizzare l’opinione pubblica, restituire
la vista ai politici, ridurre la sperequazione tra paesi ricchi ed industrializzati
e paesi poveri e sottosviluppati.
Questo in sostanza il discorso dei fratelli francesi. Un discorso che non è primo nel s,uo genere, ma si allinea ad altri
gridi)allarme; un discorso inoltre che
laecoa diiima qual certa ingenuità, ed ottiihi'smgi- !Cldrmque.,è in, grado .di-capire
infatti che i termini ,deL problema sono
estremamente più complessi; e nessupo
s’illude phe im ,^uno, sia ,,num., épumè
riicÒ, pòssa éés^e il tóccàs'à per ùhà si
tuazione talmente tragica. Per poterlo essere dovrebbero ad esso accompagnarsi
dei radicali cambiamenti a livello politico. Non solo, c’è anche il rischio che un
simile digiuno sia molto equivoco, in
quanto potrebbe. servire a crearci unicamente una buona coscienza.
Ma nonostante questo ed altro ancora,
la proposta non deve cadere. Riprendere
la pratica del digiuno vuol dire scegliere
di essere solidali con i milioni di affamati. Certo, tra la nostra fame, eventualmente di un giorno alla settimana, e la
fame di chi muore perché non ha pane,
c’è un abisso. La nostra è una scelta, fatta in piena libertà, occasionale, temporanea; l’altra invece è una situazione imposta, subita, continua, un incubo allucinante che, forse, pochissimi tra noi conoscono. Né si tratta di fare un gesto
isolato nella nostra vita, magari eroico,
quanto piuttosto d’instaurare fra noi un
diverso modo di concepire il nostro vivere; non solo più sobrio (a questo ci
pensa l’attuale crisi!), ma nella linea delle parole di Gesù : « chi vuole venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda la
sua croce e mi segua ». È tempo ormai
di cessare di riempirsi la bocca con cifre
impressionanti sulla fame nel mondo, ed
è giunta invece l’ora di fare realmente
qualcosa che ci tocchi da vicino, coscienti, certo, dei nostri limiti, ma anche sicuri che questo è il primo passo per esprimere la nostra solidarietà con chi ha fame, per maturare una coscienza delle nostre responsabilità, per sensibilizzare la
opinione pubblica.
Perciò facciamo nostra la próiiosta dei
fratelli francesi, nònostante ì suoi limiti
ed ambiguità, e la lanciamolàlle Chiese,
sperando che essa susòiti 'ùb dibattito,
trovi una rispondènza e che non sólo del
credenti in modo isolato, ma Ip cornurdtà
comprèndano il drohlefria, 16 diSèùtan.o,
cerano insieme quale rispósta» ebii^irengà«dà!re.'l •
dal mondo cristiano
d^ici
mámente viva. Un gruppo di dirigenti di
Chiese degli Stati Uniti ha chiesto al Consiglio nazionale delle Chiese americane
di inviare una Commissione d’inchiesta
in Cile per mettere in chiaro le implicazioni della dichiarazione. Paul McCleary,
della Chiesa Metodista Unita, che è un
buon conoscitore deH’America Latina, ha
affermato che la dichiarazione « lascia
molti punti senza risposta ». È stupito
che il vescovo metodista cileno Juan Vasquez l’abbia sottoscritta. Questa dichiarazione — ha detto McCleary — rappresenta in effetti una rottura nella comunità cristiana e non corrisponde alle affermazioni fatte recentemente dalla Chiesa
metodista e dal suo vescovo ».
II vescovo luterano Helmut Frenz ha
respinto violentemente la dichiarazione
e se n’è dissociato. In una lettera al pastore Philip Potter, segretario generale
del Consiglio delle Chiese, ha affermato
che coloro che conoscono direttamente la
situazione in Cile vorrebbero che la Chiesa seguisse una via al servizio di Gesù
Cristo che fosse completamente diversa.
Ricordiamo che il vescovo luterano è
membro del Comitato ecumenico per la
cooperazione e la pace in Cile, incaricato
di coordinare l’aiuto delle Chiese e delle
Comunità ebraiche ai prigionieri politici.
Nella sua risposta al vescovo Franz, il
pastore Potter ha scritto che è di estrema
importanza che un « dialogo critico » si
svolga in seno alle Chiese cilene sulle que-'
questioni fondamentali sollevate dalla
dichiarazione.
Tuttavia il dialogo critico sarà difficile,
perché i membri di chiesa che si sono dimostrati aperti alle idee nuove e alla discussione ecumenica si trovano ora messi ai margini ed esposti a forme sottili di
persecuzione. Alcuni pastori progressisti,
soprattutto coloro che avevano aderito al
movimento « Cristiani per il socialismo »,
sono stati obbligati a lasciare il paese. In
questa pesante atmosfera di repressione,
di soffocamento dell’bpposiziòne, di'àrdesti per motivi politici, il dialogo si fa circospetto e prudente.
James E> Golf
(Da « So'epi mensuet »)
UN PASTORE MALGASCIO
PER UNA COMUNITÀ’ SENEGALESE
Il Comitato esecutivo della CEvAA, riunito a Tananarive ha esaminato la possibilità di inviare il pastore malgascio Jean
Andriamampita a Dakar (Senegai), su richiesta della locale Chiesa protestante.
Egli avrà la responsabilità degli atti pastorali, della preparazione di trasmissioni radiofoniche e del lavoro tra i giovani
(in particolar modo contatti con gli studenti universitari). In rapporto con le
varie opere della Chiesa cercherà di promuovere un’opera di evangelizzazione, in
particolare collaborando col direttore camerunese del Centro Libertà, membro
del Comitato esecutivo della Chiesa e assai interessato dall’evangelizzazione.
Ql
Hca
Angola (soepi) — Dopo più di dodici
anni d’isolamento le Chiese protestanti
dell’Angola sperano oggi di poter finalmente riallacciare contatti con le altre
Chiese. Su circa 6 milioni d’abitanti i protestanti dell’Angola sono più o meno il
20%. Siccome la maggior parte dei quadri dirigenti sono stati imprigionati o addirittura giustiziati durante questi ultimi
anni di dominazione portoghese, le Chiese si trovano attualmente in grandi difficoltà nel settore dell’educazione, dell’assistenza medica e dell’evangelizzazione. Il
Consiglio delle Chiese Protestanti del
Centro delTAngola, riunitosi ultimamente, ha deciso di varare diversi programmi di formazione, che però hanno bisogno della solidarietà delle altre Chiese.
Kinshasa - Zaire (soepi) — Tata Ndangi Pietro,, uno degli ultimi discepoli sopravvissuti a Simone Kimbangu, è morto il 9 febbraio scorso a Kinshasa. Compagno del «profeta» fin dall’inizio. Tata
Ndangi venne arrestato nel 1921 dalle autorità coloniali ,e liberato solo nel 1960,
dopo aver dunque sopportato circa 40 anni di carcere. La Chiesa Kimbanghista
(dal nome del suo fondatore) conta più
di 4 milioni di fédeli spàrsi in 7 paesi dell’Africa, ed é membro dèi Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Kinshasa - Zaire (soepi) — Il Sinodo
nazionale della Chiesa di Cristo nello Zaire, svoltosi. in febbraio sotto il tema :
c( Dov’è il popolo, q^vi deve essere anche la Chiesa», ha,preso alcune importanti decisioni circa, il rinnovamento della, Chiesa in relazione all’attuale situazione del paese. Fra l’altro è anche stato
deciso di de-tribalizzare le comunità urbane, di dare alle chiese locali un'nuovo
orientamento per migliorare il livello di
vita dei pastori, d’intensificare la lotta
contro lo spirito legalista, di far maggiormente partecipare le donne al lavoro della Chiesa.
rut&ha
Svezia (bip) — Dal 24 al 29 giugno prossimo, per iniziativa del Dipartimento
Chiesa e Società del Consiglio Ecumenico, sarà organizzato a Sigtuna in Svezia
un incontro per studiare 1 rischi, le nuove possibilità, le implicazioni etiche ed
economiche che derivano da un impiego
sempre più crescente dell’energia nucleare. I partecipanti esamineranno il problema seguendo alcune linee: necessità
energetiche mondiali, e soluzioni diverse
da quella nucleare, validità di queste scelte per i paesi del terzo mondo, vantaggi
ecpnomici, pericoli reali e rischi probabili, aspetti etici e sociali della tecnologia nucleare. I risultati del colloquio saranno quindi trasmessi alla prossima assemblea del CEC, a. Nairobi.
■ Bruxelles (Relazioni Relìjgiose) ^ ilei
Belgio là assp'ciaaipiie <( (Jafltas ’ CàtKÓlica » è UJip; degli,: istituti '(mC'àQéoglÌe: .gji
ebrei sovietici e.,lì (avvia.negli. $tatr.U‘nìti
tale' organìzzàzibne càttqllpà.tsPno. àti^i
circa seicento.
4
ALBERT SCHWEITZER: una vita al servizio degli altri
Albert Schweitzer era Alsaziano, francese di nazionalità, ma bilingue, con prevalenza del tedesco, in cui ha scritto quasi tutte le trenta e più opere che portano il
suo nome. Questo, oltre al fatto che era protestante, spiega perché è stato conosciuto
prirna e meglio nei paesi protestanti di lingua tedesca ed in quelli di lingua inglese,
nella quale ultima i suoi scritti furono subito tradotti. In Italia ci si è accorti di lui
molto tardi e, dal gran pubblico, più per il film di Cesbron (attore Fresnay) « E mezzanotte dottor Schweitzer » e per i suoi dischi d’organo di J. S. Bach, che non per la
sua filosofia o la sua teologia. Il premio Nobel per la pace e i suoi appelli contro il
pericolo atomico, anche se l’hanno fatto conoscere di nome, fra noi, non sembrano
però aver invogliato molti ad occuparsi del suo pensiero, che ha invece segnato una
tappa importante nel mondo filosofico e teologico, soprattutto protestante.
Una personalità poliedrica
A cura
di
E. AYASSOT
Impossibile anche solo riassmnere, in
un articoletto, quello che sarebbe essenziale dire del Dottor Schweitzer, nella sua
poliedrica personalità e multiforme attività.
È stato innanzitutto un credente impegnato, che ha rinunciato non ad una,
ma a varie o ottime carriere di garantito
successo, per ubbidire ad ima vocazione
che non si è accontentata di parole.
Come musicista non è stato soltanto
uno dei migliori interpresi di Bach, ma
ha anche scritto su Bach un’opera di valore fondamentale. Si è occupato anche
della costruzione di organi scrivendo
istruzioni che i tecnici considerano preziose.
Come scienziato i suoi scritti fanno testo nel ramo delle malattie tropicali e
soprattutto della lebbra dove il suo contributo alla scoperta di nuove cure ha
avuto valore decisivo. Come chirurgo ha
sperimentato con successo nuovi metodi
di intervento per l’asportazione e successiva plastica di tumori da elefantiasi.
Come filosofo è considerato dall’Amadou
« il fondatore di una filosofìa dell’azione,
una dottrina impegnata che insegna l’impegno » basata sul principio del « rispetto per la vita ». Una filosofia etica che ha
dato all’imperativo categorico di Kant
il suo oggetto più sublime: « tu devi »
operare in modo che ogni tua azione
concorra a «preservare, perfezionare tutto ciò che è vita, dalla vita della natura
alla sua espressione più elevata che è
quella dello spirito ».
Come teologo Schweitzer è stato il fondatore della scuola neo-liberale il cui concetto centrale è la preoccupazione di
estrarre la sostanza evangelica di valore
permanente dalle forme escatologiche e
apocalittiche che ne costituirono la veste,
nella predicazione di Gesù e degli Apo
Voci
stoli, ossia « dalla concezione che si aveva del mondo duemila anni fa, per metterla nel nostro tempo ed esprimerla con
il linguaggio di oggi ».
È ovvio che non tutti i teologi e i filosofi moderni concordano con le sue idee.
Le correnti e scuole filosofiche e teologiche, anche quando si contraddicono e, più
o meno rapidamente, tramontano, contribuiscono tutte a mettere in luce un qualche aspetto della verità. Si può certamente affermare che l’attenzione portata dallo Schweitzer sulla problematica
della escatologia del Nuovo Testamento
costituisce un elemento ormai acquisito
negli studi del messaggio cristiano primitivo. Lo stesso potrebbe dirsi della sua
idea base del « rispetto della vita » in una
concezione di etica impegnata.
Come musicista non ha avuto che ammiratori, ma come medico lo si è a volte
criticato di non aver sempre osservato
nel suo ospedale i più moderni sistemi e
metodi di asepsi, ma come non tener con
« ...le sue mani
(di un malato)
cercarono la mia
e la strinsero forte...
e noi sentimmo,
lui nero ed io bianco,
vicini l’uno all’altro,
la verità
delle parole
del Cristo
“siate tutti fratelli"! »
to della situazione del tutto eccezionale
nella quale si è spesso trovato, dovendo
fare di necessità virtù pur di tentare di
salvare delle vite?
Come missionario si è detto che la sua
opera è stata troppo paternalistica e autoritaria ed è ovvio che tali erano gli
aspetti del suo carattere, che egli stesso
riconosceva bonariamente, facendo nota
re però che i luoghi ed i tempi non
avrebbero permesso, soprattutto airinizio
della sua opera, un atteggiamento diverso. Quello che è certo è che al suo fare autoritario ed alla sua indole di comando,
facevano contrappeso una schietta umiltà, una fede incrollabile nella bontà della
sua missione ed una dedizione senza riserve, e a fatti, alla sua vocazione.
Biografia di una vita eccezionale
Il crimine del colonialismo e della guerra ; « Perché Dottore, mentre tu sei venuto fin qui per curare i nostri ammalati, i tuoi fratelli bianchi si prendono i
nostri uomini più sani e robusti per farli
uccidere? »
Il pacifista; (fSono state le guerre e la
politica a farci perdere la coscienza della nostra comime umanità... si tratta ora
di riscoprire che tutti siamo esseri umani. Lo spirito del male ci ha fatto compiere cose incredibili e ci ha fatto ripiombare nella barbarie. Ora dobbiamo sperare che lo spirito del bene sappia ridare
agli uomini e ai popoli il senso della civiltà ».
« ...Rinunziando alle armi nucleari, la
nostra epoca compirà il primo passo sulla via che conduce alla meta lontana dell’abolizione delle guerre».
Il filosofo : « Il nostro modo di filosofare ha perso contatto con i problemi
primordiali che concernono la vita del
mondo... bisogna tornare ad una filosofia capace di dare ai problemi, concernenti il mondo e i nostri rapporti con esso, una risposta che dia senso alla nostra
vita: il dato più immediato del pensiero
umano può formularsi cosi: io sono una
vita che vuol vivere, circondata da altra
vita che vogliono vivere, per cui la filosofia non può essere che etica del rispietto della vita. Tutto ciò che favorisce la
vita è bene, tutto quello che la insidia e
la distrugge è male: questa etica conduce direttamente alla religione di Gesù
Cristo ».
Il teologo; «Compito della teologia è
quello di estrarre la religione etica di
Gesù dalla concezione del mondo del suo
tempo, per metterla nella nostra ». « ...Occorre ritrovare la spontaneità e la intensità di fede del cristianesimo primitivo
liberando il suo messaggio dalle "forme”
legate alla cultura ed alla religiosità del
suo tempo per fame riviveré la "sostanza”, nel linguaggio e la cultura del nostro
tempo: la sola cosa necesi^ria è di cei>
care la verità e di metterla in ptatica nella misura in cui l’abbiamo cofiipresa.
Ora, la pratica della verità è sétnpliceménte : Tàmore ».
1875 - 1884 - 18»3
Figlio di Pastore, Albert Schweitzer nasce in Alsazia il 14 febbraio. Frequenta le
scuole elementari nel villaggio di Gunsbach, poi quelle secondarie a Mulhouse
e l’Università di filosofia e teologia a Strasburgo. Rivela prestissimo una spiccata
inclinazione per la musica, l’organo in
particolare.
1897 Í
Con una tesi su: « La nozione della
Santa cena in F. Schleiermacher, paragonata alle nozioni di Lutero, Zuinglio e Calvino » vince una borsa di studio per la
Facoltà Teologica Protestante di Parigi.
1898
A Parigi, assieme agli studi teologici,
Schweitzer coltiva il suo talento musicale con il Widor, « il re degli organisti »
che lo inizia al culto di G. S. Bach.
1903
Ventottenne, ma già ¡conosciuto per varie pubblicazioni, Schweitzer è nominato
Professore di Teologia all’Università di
Strasburgo.
1905
La data stabilita per la grande svolta.
« Il 13 ottobre 1905, la mia decisione divenne irrevocabile. Il pensiero che tanti
uomini soffrono mi era ormai divenuto
intollerabile... ogni altra considerazione
veniva coperta dalle parole di Cristo: chi
vorrà salvare la propria vita la perderà,
ma chi l’avrà persa per amor mio la salverà ». Nel bollettino della Società delle
Missioni di Parigi legge un pressante appello per vocazioni missionarie nel Gabon.
« Lette queste parole, mi rimisi tranquillamente al lavoro, non avevo più bisogno
di cercare altrove, la mia decisione era
presa... ».
1905-1912
Sette anni di intenso lavoro a Strasburgo come studente di medicina in vista dell’opera missionaria, mentre continua a insegnare teologia, a scrivere articoli e libri
e, a dare concerti d’organo, dovunque la
sua fama gli procura inviti: da Parigi a
Berlino, da Monaco a Barcellona, Madrid...
1912
Si laurea in medicina e offre i suoi servigi alla Società delle Missioni: « Vi chiedo soltanto di non pagarmi alcuno stipendio, J. S. Bach vi ha largamente provveduto. I miei concerti ed U mio libro su
di lui, mi permettono di affrontare le
spese di un’opera indipendente y>.
1913
Il 20 marzo, con tutto il materiale che
hanno potuto raccogliere, i Ck>niugi Missionari .partono per la « stazione » missionaria di Lambarené sulla linea dell’Equatore. Poche settimane dopo, con uno sforzo di improvvisazione* ha iniziato la
grande avventura dell’ospedale.
1914
Scoppia là prima guerra mondiale. Gli
Alsaziani sono considerati nemici. Gli
Schweitzer vengono dichiarati « primonie
ri di guerra », poi vengono autorizzati a
continuare l’opera dell’ospedale, in domicilio coatto.
1918
ri 12 luglio, per uno scambio di prigionieri civili tra i .belligeranti, gli Schweitzer vengono liberati. Breve sosta a Zurigo e poi Strasburgo, dove torna alTinsegnamento e alla .predicazione e, in più, fa
il medico nell’ospedale della città per rimanere in esercizio e aggiornarsi nella
professione.
1919-1924
Anni di intensa attività europea sempre
in vista della ripresa della « missione ».
Il Dott. Schweitzer è inviato un po’ dappertutto per conferenze o concerti: Parigi, Londra, Oxford, Cambridge, Praga,
Upsala, la Svizzera. Ovunque aumenta il
numero degli amici e sostenitori delTopera di Lambarené e si raccolgono denaro,
attrezzature sanitarie, ecc. Varie Università gli conferiscono dottorati «honoris
causa », mentre egli va pubblicando notevoli opere tra le quali due delle più conosciute: « Filosofìa della civiltà » e « Cultura e Etica ».
1924
14 febbraio, Schweitzer riparte per
l’Africa.
A Lambarené trova tutto distrutto, Tabbandono, il clima, gli animali della giungla hanno polverizzato ogni cosa.
Verso la fine delTanno l’osjiedale è ricostruito e può riprendere l’attività.
1925-1927
In questo biennio importante si hanno
due avvenimenti: uno la ricostruzione,
ex-novo, delTospedale in una località non
molto distante, ma più vasta e propizia a
successivi sviluppi; secondo: l’opera, sino
allora di im solo uomo, con tutti i vantaggi, ma anche con tutte le limitazioni di
tale conduzione, diventa lavoro di una
« équipe » sanitaria che, oltre a migliorarla, ne assicura la continuità.
1927-193»
Impossibile seguire il Medico missionario nei continui viaggi attraverso l’Europa durante questo triennio: Concertista,
Professore, Predicatore, visita Svezia, Danimarca, Olanda, Inghilterra, Cecoslovacchia (dottorato « honoris causa dell’Università di Praga) Germania (premio Goethe) Svizzera (dove mobilita volontari per
la sua équipe »).
1931
Più libero di dedicarsi all’inoremento
deirOspedale per gli aiuti che gli giungono da ogni parte dell’Europa per la collaborazione di un crescente numero di sanitari, Schweitzer dirige ormai un « villaggio ospedaliero » di 45 edifici e trova il
tempo per dedicarsi a varie pubblicazioni.
1932
Ritorna in Europa per una breve visita
e per commemorare, a Francoforte, il
centenario della morte di Goethe, visita,
per conferenze e concerti, l’Olanda, l'Inghilterra e la Svìzzera.
1987-38 ;
Un periodo più prolùngato in Africa" per
ulteriori allargamenti dell’ospedale e soprattutto, per la creazione di un vasto
« villaggio ospedale » per lebbrosi.
1939
Schweitzer torna in Europa per il « Festival di Strasburgo » dedicato a Bach ma
l’uragano della seconda guerra mondiale
si preannuncia paurosamente e il Dottore,
temendo di rimanere tagliato fuori dalla
sua opera, torna in fretta a Lambarené.
1939-1948
Seconda guerra mondiale. Schweitzer
rimane per quasi dieci anni fuori da ogni
contatto con la famiglia, gli amici e i benefattori. Lungo periodo di penuria per
tutta l’équipe sanitaria e per migliaia di
malati. Appena terminata la ^erra provvede ai necessari periodi di riposo in patria per i suoi collaboratori; poi i^nsa
anche a se stesso. Negli ultimi tempi della guerra e dopo, gli Americani hanno
preso interesse, anche scientifico, alla sua
opera e gli inviano cospicui aiuti. Egli sta
infatti sperimentando, e con ottimi risultati, nel suo lebbrosario, nuovi medicinali scoperti e *forniti dalla farmaceutica
statunitense per la cura della lebbra.
194849
Schweitzer torna in Europa dove si sono costituiti, come in America, solidi
gruppi di sostenitori della sua opera e da
dove partono volenterosi collaboratori e
collaboratrici, che possono sostituirlo
egregiamente.
1959-1965
Negli ultimi anni il Dottore deve ridurre la sua attività, ma può lasciare la sua
opera in mani fedeli e capaci. Egli sente
d’altronde che i tempi si vanno trasformando rapidamente e che, sia dal punto
di vista organizzativo che scientifico, la
sua iniziativa di tipo paternalistico ha fatto il suo tempo. Ha la saggezza di comprendere, anche se con mestizia, che l’opera di un solo uomo, anche se geniale, non
basta più, soprattutto quando quell’uomo, inevitabilmente, invecchia. Dal periodo in cui Schweitzer « faceva » tutto,
si era passati a quello in cui egli « dirigeva » tutto, ora si giunge a quello in
cui egli rimane, ispiratore e consigliere,
non più insostituibile... anzi spesso volentieri sostituito. Potrà così permettersi di
fare altri soggiorni in Europa ed una
tournée negli Stati uniti, di coltivare la
sua amicizia con alcuni degli uomini della sua generazione come lui impegnata
nei problemi delTumanità come Einstein
e Bertrand Russell, di firmare, assieme a
loro, quegli appelli alla pace e contro il
pericolo deU’inquinamento atomico, che
la stampa di tutto il mondo ha riprodotto. E di questo periodo il conferimento
del premio Nòbel per la pace (1953).
1965
Passata la soglia dei 90 anni, il Dottor
SchwèitZer si spegne a Lambarené il 4
settembre, e, come desiderava, viene seppellito nella terra alla quale aveva consacrato tanta parte della sua lunga ed intensa fatica.
5
TESINE
La predicazione oggi
Chiesa dei Fratelli
Sul numero di febbraio del « Cristiano », organo delle chiese evangeliche dei
Fratelli, abbiamo notizia di diverse
« campagne di evangelizzazione », svoltesi
nella scorsa estate. Si tratta di «campagne » che vengono ripetute da diversi anni nel periodo estivo, organizzate attorno
ad una grossa tenda che costituisce il
punto di predicazione e di incontro. Con
l’impiego di alcune di queste tende sono
state toccate l’estate scorsa diverse località: Monza, Lido degli Estensi, Cortona,
Pisa, Marina di Pisa, Fano, Castellamare
di Stabbia, Ostia.
Sempre tra i Fratelli segnaliamo un
convegno giovanile svoltosi a Foggia (ricordiamo che in questa provincia vi è la
più cospicua presenza dei fratelli con ben
26 comunità) dal 29 dicembre al 1° gennaio. Temi del convegno: il discepolato.
Conoscenza di Dio, Fede e Santificazione,
Satana attraverso la rivelazione della Parola di Dio.
Altro incontro è quello che ha raccolto
i giovani della Chiesa Apostolica a Grosseto dal 4 al 6 gennaio per il primo convegno nazionale giovanile. Novanta circa
i partecipanti, tema: la funzione del giovane nella comunità. Da una delle due
relazioni fondamentali, elaborata da diverse unioni giovanili, è emerso che molti giovani apostolici sentono la necessità
di afEiancare alla predicazione dell’evangelo anche una sua attualizzazione pratica mediante una azione di assistenza comunitario-sociale rivolta particolarmente
verso gli emarginati.
Esercito della Salvezza
Con queste righe intendo soprattutto
pagare il debito di riconoscenza a quei
fratelli e sorelle che, da vicino e da lontano, hanno contribuito con le loro preghiere e le loro offerte alla realizzazione
del soccorso invernale che ci ha permesso per tre mesi consecutivi di servire ogni
sera alcune decine di fratelli e sorelle di
quelli più economicamente deboli, e anziani. Difatti mi pare che il più anziano
avesse novant’anni. Insomma l’età era
dai sessanta ài novant’anni.
* * *
Sabato primo marzo u. s. l’Esercito
della Salvezza di Torino concludeva il
servizio del caffelatte e pane, che si era
protratto per tre mesi esatti, nell’ampio
salone della Sede di via Principe Tommaso.
Gli ospiti quella sera erano ventisei.
Li conoscevamo tutti ormai, uno per
uno. Tutte le sere, durante il servizio, mi
ero seduto, ora ad un tavolo, ora ad un
altro per poter conversare con loro tutti,
€ per dare loro non solo il caffelatte e pane ma lasciarli parlare e dar loro modo
di alleggerirsi il core. E come lo facevano! Con quale spontaneità, rivelando il
bisogno profondo che noi, di questa generazione, o meglio di questa epoca, controllata dall’orologio, non sappiamo più.
I ventisei ospiti erano già seduti ai tavoli. Erano le diciassette. Noi eravamo in
piedi da un lato. Noi, cioè il gruppo piutsto folto dei collaboratori, che nel corso
dei tre mesi avevano aiutato nel Servizio.
Tutti sapevamo che non avremmo più
rivisto i nostri ospiti almeno per tre stagioni; e forse taluni di noi pensavano pure che qualcuno non l’avremmo mai più
rivisto...
Io lessi un passo del Vangelo come avevo sempre fatto, poi parlai dal core. Indi
parlò mia moglie, che aveva avuto la mansione di preparare il caffelatte durante i
tre mesi. Nella sua voce si sentiva la commozione.
Si servì il caffelatte, tra il silenzio sorpreso e commosso degli ospiti. Come tutte le sere, pane e caffelatte a volontà.
C’era nell’aria qualcosa che non sapevamo bene spiegare, ma che tutti sentivamo. Forse perché visibilmente avevamo il core pieno.
Ad un certo momento entrò un gruppo
di una quindicina di fratelli evangelici.
Da tempo li conoscevamo. E quella sera
particolare con il loro canto e la loro
musica rallegrarono tutti i presenti.
Ad un certo momento, io che guardavo
loro e guardavo i nostri cari ospiti ancora seduti ai loro tavoli, vidi con gioia infinita questi ultimi aprire la bocca e cantare. Tutti" cantavano. Eravamo evidentemente felici nell’amore di Gesù.
Questo momento si protrasse per un
po’. Felicità di tutti.
Alla fine io conclusi con la preghiera,
quindi ci salutammo neUa commozione
Onerale.
Ora alcuni dei nostri cari ospiti frequentano le nostre r adunanze. Com’è
bello! Mafg. Calzi
Chiesa Apostolica
Ci rallegriamo che dopo 47 anni di presenza la Chiesa Apostolica in Italia abbia
raggiimto la sua piena autonomia nei confronti della Chiesa Apostolica in Inghilterra. Ci auguriamo che questo progresso
possa giovare al consolidamento dei rapporti già esistenti tra la Chiesa Apostolica e le altre chiese evangeliche in vista
di una maggiore efficacia della testimonianza cristiana nel nostro paese.
Metodisti e Battisti
Dalla Spezia alcune brevi notizie riguardanti l’attività della chiesa metodista e della chiesa battista locali. Nell’ambito della FGEI - Liguria, recentemente
costituitasi, i due consigli di chiesa hanno deciso di avere incontri e riunioni in
comune. Una prima occasione è stata offerta da una conferenza pubblica del pastore Foligno (della chiesa battista) sui
Decreti Delegati, svoltasi giovedì 6 febbraio nei locali della chiesa metodista. Altro momento di comunione fraterna è stato il convegno della FGEI Toscana tenutosi domenica 23 febbraio.
Domenica 2 marzo, in occasione della
domenica della gioventù ha avuto luogo
nei locali della comunità battista una celebrazione storico-teologica in ricordo di
Dietrich Bonhoeffer nel trentennale della
sua morte. Tra breve inizieranno degli
studi biblici in comune fra le due chiese
sul tema delTevangelizzazione applicata
alla particolare realtà socio-politica della
città. Tali studi dovrebbero essere il preludio ad un maggiore impegno evangelistico delle due comunità.
In ottemperanza ad un O.d.g. della
Conferenza Distrettuale 1974 ì pastori vaidesi del V Distretto hanno elaborato un
documento sul tema della predicazione
da offrire alle comunità come materiale
di studio. Ne diamo qui la prima parte
rinviando al prossimo numero la seconda parte.
1. c< Evangelizzare » significa cc divulgare una
buona notizia». Il termine designa nel N.T. la
comunicazione della nuova realtà che la venuta di Gesù ha introdotto nel mondo. « Evangelizzazione » non designa dunque una campagna
speciale promossa da chiese o da singoli credenti,
ma l’effetto di questa, se essa ha veramente portato intorno a se una buona notizia che e stata
ricevuta eome tale.
2. Anehe col « predicare » ei proponiamo lo
stesso risultato. Come mai allora per « predicazione » intendiamo di solito un fatto che avviene aU’interno della chiesa, dove la buona notizia è già stata annunziata?
Riteniamo che sia necessario riannunziarla,
perché essa deve essere sempre e di nuovo il nostro riferimento.
3. Il nostro culto dovrebbe essere dunque un
incontro di tipo assembleare/organizzativo, servire a preparare la nostra predicazione e a verificare le situazioni in cui essa è richiesta. In esso
invece ci limitiamo di solito alla lettura e spiegazione delle Scritture, come al tempo di Gesù
facevano gli scribi. È una cosa certamente utile,
ma ben lontana da quella che era la predicazione
di Gesù.
4. La predicazione di Gesù avveniva insieme
a dei miracoli o comunque a delle modificazioni concrete della realtà di quel tempo, modificazioni che raggiungono il loro apice nella sua
risurrezione.
Il suo dire « il Regno di Dio è vicino » (Mar
Notiziario dalle comunità
Triveneto
Verona
Con la partecipazione dei membri del
Consiglio nazionale si è svoltp a Veneàa
un incontro, al quale eràno presenti circa trenta persone da Udine, Venezia, Pordenone, Verona e Vicenza.
Attualmente il lavoro in cui è impegnata la maggior parte dei partecipanti è la
lettura biblica in comune con gruppi o
comunità cristiane di base. Si è sentita,
però, la necessità di un maggiore impegno nel collegarsi ai Cristiani per il Socialismo là dove esista un preciso collegamento, o nel promuoverlo là dove non
esistesse.
È stata accolta con molto fervore la
campagna di adesione individuale alla
FGEI proposta dal consiglio, in quanto
si adatta molto alla realtà di forte diaspora del Veneto con molti membri impegnati a livello personale nella scuola, nel
sindacato, nelle comimità locali.
Si è decisa, inoltre, l’organizzazione di
un campo estivo per giovanissimi nel centro di 'Tramonti (Pordenone) all’inizio di
luglio.
La lettera circolare delle comunità V^
rona^antova ha ripresò la sua pubblicazione. Proseguono gli incontri di studio biblico del giovedì con lo studio dell’evangelo di Matteo. Due linee diverse
ma egualmente significative si sono avute nel campo degli incontri con i cattolici: a Mantova in un dibattito sul tema
« Testimonianza di credenti » in febbraio,
a Verona con tre dibattiti pubblici alla
Gran Guardia con partecipazione di Pietro Brugnoll e Giovanni Pranzonl, numeroso il pubblico: il gruppo evangelico è
stato anche presente in un dibattito di
base sul problema del sinodo diocesano.
Vallecrosia
Centro Evangelico di Solidarietà.
Ogni pomeriggio dalle 15,30 alle 19,30 in
Via Manzoni vengono diversi ragazzi, ragazze e adulti. È in pieno svolgimento il
rinnovato « esperimento » di scuola per
analfabeti (preparazione alla licenza elementare), di «posteggio» per alcune ragazze (lavori a maglia) e di «trattenimento » dopo la scuola per ragazzi delle
elementari. Finora è stato possibile utilizzare del materiale preso in prestito
presso Enti oppure avuto in dono da privati o ditta. Però, ogni pomeriggio, per i
ragazzi che vengono spontaneamente da
noi, occorrono sempre nuove iniziative
atte a dare qualcosa di più e di diverso
di quello che ricevono fuori.
Sono assai graditi; libri di facile lettura, giornalini illustrati che possano dar
modo di accrescere, divertendosi, la loro
cultura. Qualimque altro oggetto che serva veramente a dare ancora di più a questi ragazzetti del rione ormai assidui frequentatori del nostro «centro».
Mercoledì! 19 ha avuto luogo nei locali
della chiesa valdese di via dei Cimbri il
preannunziato incontro organizzato dalla Federiucione Campano-abruzzo-molisana della FGEI sul tema : FGEI, Biforma della Chiesa
Convegno Monitori (25-27 aprile)
Il convegno, promosso dalla Commissione distrettuale valdese e preparato da
______________ un gruppo di monitori di Torino, batti
sti e valdesi, è aperto a tutti i monitori
lirSnZS e catechisti evangelici della zona Piemonte-Liguria e particolarmente a quelli che
seguono il programma indicato dalla rivista « La scuola domenicale ».
PROGRAMMA
Venerdì 25: arrivo a Vallecrosia entro
le 15 - sistemazione; ore 16 inizio dei lavori. Pensiamo di raccogliere durante il
pomeriggio i problemi relativi al tema:
« Come spiegare la Bibbia ai bambini » e,
dopo opportuna pausa, sentire Tmtervento dei consulenti e iniziare il dibattito
che proseguirà anche dopo cena con orario da stabilire.
Sabato 26: dopo l’eventuale conclusione sul tema del venerdì, proponiamo un
lavoro a gruppi di valutazione dei lati positivi e negativi degli strumenti attualmente a disposizione delle scuole domenicali. Seguirà nel pomeriggio l’intervento del rappresentante del Servizio istruzione religiosa per informare sui progetti futuri del Servizio, seguito dal dibattito. Serata libera.
Domenica 27: continuazione eventuale
____________ del dibattito precedente; culto con la co
|, mimità di Vallecrosia-Bordighera e con
N 3 DO II clusioni entro le 14,30.
Orari più precisi e tempo libero per
scambi personali e distensione verranno
definiti insieme alTinizio del convegno.
co 1: 15) significava per i malati guarhe, per i
ciechi ricuperare la vista, per i pazzi tornee
alla ragione, per i discepoli trovare la via da
seguire insieme a lui, per gli affamati ricevere
il pane; e inoltre lo smascheramento della religione fine a se stessa, la scoperta di prospettive
per gli emarginati e di una nuova considerazione
per le donne... Per questo la sua predicazione
aveva autorità » (Marco 1: 22).
5. La nostra predicazione invece non ha autorità. C’è da chiedersi se ciò sia dovuto ad una
mancata corrispondenza tra parola e azione, o
ad altre cause, quali ad es. : indeboRmento del
messaggio dovuto a un uso errato deUa Bibbia;
disomogeneità tra i frateUi della stessa comunità che si propongono per la loro testimonianza obbiettivi diversi, oppure non se ne propongono affatto e « consumano » il culto per un
loro bisogno di religiosità.
È necessario che ogni comunità analizzi se
stessa, le sue origini, la sua composizione attuale,
gU scopi che si propone, le cause che l’hanno
eventualmente bloccata e così via.
Nell’insieme però propendiamo a pensare che
la mancata autorità derivi principalmente dalla
prima ipotesi enunciata, e cioè dal fatto che aUe
nostre parole (ohe saranno sempre le nostre e il
cui rapporto con la Scrittura sarà sempre un
processo aperto) non corrispondano reali modifiche delle situazioni più tristi della nostra società.
6. Abbiamo parlato di scopo deUa predicazione;
riconosciamo in questo problema uno dei nodi
fondamentali da sciogliere. Due sono le ipotesi
più diffuse : a) la nuova società; b) l’incontro
con Dio.
Per la prima ipotesi ci sono diversi punti da
chiarire :
— è la chiesa la nuova società?
— o la chiesa deve operare per promuoverla là
dove è possibile?
— compito della chiesa è queRo di operare sui
singoli individui, affinché cambino mentaRtà
e compongano poi una società più giusta?
— oppure la chiesa deve operare innanzi tutto
per cambiare le strutture che alienano l’uomo e rendono necessaria la chiesa per lenire
la sua aRenazione?
Anehe la seconda ipotesi presenta una quantità di problemi :
___ la chiesa deve porsi come luogo d’incontro
con Dio?
___ non va a finire che rincontro con Dio diventa incontro con la chiesa?
— oppure la chiesa deve solo aiutare gli uomini
a porsi il problema di Dio (a rischio di distrarli da altri problemi)?
___ o si deve dire soltanto che la chiesa è formata da coloro che per varie vicende sono stati
incontrati da Dio?
— come provocheranno questi ultimi un sunile
incontro per gli altri uomini?
Infine c’è da chiedersi se queste due ipotesi si
escludano a vicenda, come talune nostre poRtiche lascerebbero pensare.
Noi riteniamo invece che entrambe servano a
descrivere una nuova realtà : con la predicazione
di Gesù avvenivano profondi cambiamenti in individui e situazioni, che preludevano aUa nuova
soeietà (regno di Dio); di fronte a questi fatti
alcuni uomini hanno parlato di presenza di Dio
e di incontro con lui (Giov. 14: 8-14).
Pertanto, la nostra predicazione deve puntare
su alcuni obiettivi che contribuiscano chiaramente a realizzare una società nuova, in cui fra
gR uomini ci siano rapporti di giusRzia e di
Uguaglianza, e che promuova il massimo sviluppo deD’uomo e la coUaborazione fra i popoli.
' Citiamo alcuni esempi :
___ garanzia del lavoro e liberazione dal bisogno
(fine della necessità deU’emigrazione; sviluppo
del mezzogiorno...).
— emancipazione della donna (sua partecipazione alla produzione e alla gestione dell’intera società, diritto al controllo delle nascite)
— diritto all’istruzione
— salvaguardia della salute e dell’ambiente
___ lotta aU’imperialismo ed equa distribuzione
delle risorse mondiali...
S. Fedele
Programmà dettagliato e infonnazioni
per la partecipazione possono esswe richiesti al pàst. F. Glampiccoli, via Pio V,
,n. IS • Torino..
Il secondo. Convegno sul tema « Fede e
Testimonianza » avrà luogo nel 'Wéek end
5-6 aprile prossimo. Impostato sulla traccia dei documenti di Nairobi (come già
il primo del 25 gennaio) affronterà il problema della 4* Sessione (Educazione liberatrice). Relatore Emilio Nitti da Napoli.
Programma; sabato, 5; cena alle 19,30,
prima conversazione alle 21; domenica 6:
ore 9 seconda conversazione, ore 13 pranzo, chiusura. Iscriversi all’ufficio di Como, via T. Grossi 17.
Sabato 15 e domenica 16 ha avuto luogo il convegno della FGEI lombarda sul
tema « Questione cattolica e ruolo della
FGBI ». La relazione introduttiva, presentata da E. Genre, ha dato luogo ad un
dibattito il sabato sera.
Domenica mattina lavoro in gruppi sui
temi:' « Il potere della DX7. » e «Comunione e Liberazione ». I partecipanti, tma
cinquantina, si , sono impegnati a lavorare il tema in vista del cxunpo di Agape.
6
6
alle valli oggi
I ministeri
2. La situazione
generate
Tutte le comunità hanno un certo numero di ministeri consolidati, normalmente incaricati del buon funzionamento
interno della vita comunitaria. In primo
luogo possiamo includere in questa categoria i membri dei concistori. Ma colpisce innanzitutto il fatto che ben sette
chiese hanno abbandonato la distinzione
tra anziani e diaconi. In due chiese il numero degli anziani è pari a quello dei diaconi; in una chiesa è inferiore; in tutte
le altre è .superiore. Però, se non andiamo errati, in una sola la differenza tra
gli uni e gli altri non è solo nominale: gli
anziani, qui, sono i responsabili dei quartieri, mentre i diaconi sono i responsabili
ognuno di un settore (attualmente ce n'è
uno solo, responsabile della gioventù). Se,
poi, guardiamo la proporzione tra membri di concistoro e membri di chiesa, andiamo da un massimo di un membro di
concistoro per ogni 25 membri di chiesa,
ad un minimo di uno ogni 163 membri di
chiesa. Una grande varietà pratica, dunque, anche in questo campo che a una
prima riflessione sembrerebbe dover essere omogeneo non solo in tutte le Valli,
ma in tutte le chiese riformate, struttuturate sui ministeri classici di pastori,
dottori, anziani e diaconi.
Poi ci sono ministeri meno classici, ma
sempre abbastanza diffusi, sempre relativi alla vita comunitaria: i predicatori laici, di cui abbiamo già parlato, presenti in
tutte le comunità, salvo 4; i monitori, anche più rappresentati dei precedenti (saranno circa un centinaio, alle Valli); i
cassieri, ormai distinti dalla persona del
pastore, quasi in tutte le comunità. Si va
diffondendo sempre più l’istituzione di
commissioni stabili, che sono già alVopera almeno in otto comunità delle Valli.
Esiste^ poi, una schiera abbastanza consistente di organisti; alcune comunità segnalano catechisti, lettori,, responsabili
della CEvAA, della CIOV, custodi, segretarie. Tutta una schiera di servizi su cui
a volte si è in dubbio se si debbano, riconoscere i caratteri teologici del ministerio. Ma dato che il significato di questa
parola è appunto “servizio", per quanto
un lavoro abbia caratteri puramente amministrativi, non può non avere il riconoscimento della sua dimensione vocazionale. La chiesa è estremamente umana
e profana- per questo lo sono anche i
suoi ministeri.
Molto meno diffusi di quelli relativi
alla vita comunitaria sono purtroppo
quelli relativi alla diakonia, intesa come
aiuto fraterno, ed alla testimonianza. Nel
primo campo alcune comunità forniscono personale agli Istituti della CIOV; un
numero inferiore ha dei .visitatori o visitatrici, soprattutto negli ospedali e nelle
case di riposo, ma anche a persone isolate e anziane. Si può segnalare il ministero di pochi fratelli e sorelle a favore dei
carcerati e dei ciechi. Nel campo della testimonianza il ministero più diffuso e
quello dei colportori (mezza dozzina di
comunità), i quali, però, spesso agiscono
solo all’interno delle chiese; poi abbiamo
quello delle guide dei musei, che vengono
forse più di altri a contatto con non evangelici; qualcuno considera tali anche gli
incaricati stampa.
Ministeri comunitari, di diakonia, di testimonianza. Così possiamo classificare il
servizio talora modesto e nascosto, talora più vistoso, che una parte consistente
di membri delle nostre chiese svolge. Ma
non si può tracciare una frontiera rigida
tra ministero e non ministero. Molti che
esercitano come professione l’insegnamento, il lavoro quotidiano, l’inserimento politico ed altro ancora lo fanno nella
dimensione del servizio e della vocazione
e meriterebbero anche una menzione qui.
Potrebbe, comunque, essere utile alle
nostre chiese se tenessero, oltre a un elenco dei loro membri, anche uno dei ministeri che alcuni di essi esercitano. Potremmo avere un elenco parrocchiale, per i
servizi limitati ad una comunità (come i
caàsieri, i monitori ecc.); ed uno distrettuale per quelli che operano nell’ambito
di tutto il distretto.
Potremmo, infine,.dèfirifre ministeri collettivi tutti quelli che si esercitano in
gruppo, ber la loro stessa natura: unioni
femminili, gruppi giovqnili, corafi,’ Quasi
tutte le comunità ne hànno e spesso iq
loro sopravvivenza ..ne èf. condizio
nata;’ne è cqmtmquefsempre fnfflùenza(o
lo stile di .vita. Questó”cqmpdfta un certo
numero di” próbj.emi ’"’che^iaf^rontefemo
INTERVISTA Al SINDACI DELLE VALLI - 1
Bobbio Penice: per un'amministrazione
che non sia neiìe mani di pochi iniziati
Abbiamo posto alcune domande al maestro Giovanni Baridon, da 15 anni Sindaco di Bobbio Pellice
— Quali sono, secondo Lei, i problemi
specifici dei piccoli comuni di montagna
nel contesto della società attuale?
— Il problema più scottante è senza
alcun dubbio la tendenza ad un progressivo, anche se lento, spopolamento. Esso
è determinato da ragioni economiche ed
umane : da un lato i giovani trovano più
conveniente cercarsi un lavoro nell’industria perché è più redditizio e lascia molto più tempo libero, dall’altro non si può
tacere la effettiva difficoltà che incontrano i giovani agricoltori a formarsi una
famiglia, proprio a causa dei disagi e sacrifici a cui è esposto l’agricoltore-allevatore.
— Quali sono i principali problemi affrontati dalle ultime Amministrazioni Comunali? Quali sono stati risolti e quali
invece sono rimasti in sospeso?
— Vorrei innanzitutto precisare che
non è possibile limitare l’analisi al periodo di un quinquennio, quanto cioè dura
in carica una amministrazione. I problemi richiedono infatti un lungo periodo
per essere esaminati, discussi ed impostati correttamente e, a causa delle lungaggini burocratiche per i finanziamenti,
un periodo altrettanto lungo per la loro
realizzazione. È forse più giusto parlare
del lavoro che è stato compiuto nel corso delle ultime tre amministrazioni.
Occorre inoltre tener conto delle raol
de trasformazioni che avvengono, per cui
strumenti anche recenti, come il regolamento edilizio con annesso piano di fabbricazione impostato nel 1962, rispondono attualmente solo in parte alle esigenze attuali,
I problemi che sono stati affrontati e
risolti, nel campo delle infrastrutture, sono; la costruzione di un nuovo edificio
scolàstico e interventi per il trasporto degli allievi alle scuole medie di Torre Pellice; la costruzione di un acquedotto municipale che serve il concentrico e alcune frazioni non troppo periferiche; l’impegno per il potenziamento e la creazione ex novo di impianti elettrici per servire zone in cui non esisteva elettrodotto
o in cui il servizio era insufficiente ; potenziamento dell’illuminazione pubblica;
potenziamento della rete telefonica con
la costruzione di uija nuova cabina; po
fognatura. Esiste per quesfopert un progetto approvato dal ministero competente e rassicurazione che il finanziamento
necessario sarebbe dovuto pervenire nel
1975. Con il passaggio di competenze dallo Stato alle Regioni il problema rimane
aperto e non è al momento attuale dato
di sapere se la Regione farà fede agli impegni precedentemente assunti dall’Amministrazione delio Stato o se il progetto dovrà necessariamente slittare di alcuni anni.
L’Amrninistrazione, coascia dell’urgenza del problema, ha fatto recentemente
eseguire nuovi calcoli delle spese che si
incontrerebbero per la costruzione di un
efiiciente servizio di fognatura. Si è cosi
constatato che si dovrebbe prevedere una
spesa di circa ICO milioni di lire. Probabilmente nessun istituto di credito sarebbe disposto ad offrire un mutuo per
una tale cifra, ma anche se ciò dovesse,
per una fortunata ipotesi verificarsi, l’attuale amministrazione non si sentirebbe
di contrarre un mutuo i cui interessi verrebbero a gravare sul bilancio comunale
per la sommà non indifferente di almeno
18 milioni. Se poi si tiene conto che questo servizio interessa solo una parte (poco più della metà) della popolazione, si
deve riconoscere che non si può assorbire una parte così grossà del magro bilancio comunale per un servizio che riguarcsolo alcuni.
— Quale priorità pensa che si dovrà
dare nell’aflrontare i problemi da parte
della prossima Amminisirazione?
A me pare che lo sviluppo di un comune come il nostro dovrebbe realizzarsi nella direzione deH’allevamento del bestiame, sfruttando il turismo come attività economica complementare.
In questo senso ritengo che debba essere compito della Amministrazione Comunale, di fornire, nel quadro della Comunità Montana, gli strumenti tecnici
necessari perché. gli allevatori possano
avere accesso agli agevolamenti previsti
dalla Regione Piemonte a loro favore. E
oggettivamente occorre riconoscere che
le leggi regionali 17, 18 e 19 (per le quali
sono stati stanziati 30 miliardi di lire per
il 1974 e dovrebbero essere stanziati 45
miliardi per il 1975) offrono discrete possibilità. Per ottenere, i benefìci previsti
Bobbio
Pollice
tenziamento della viabilità all’interno del
comune e impegno nel campo dei trasporti per facilitare gli spostamenti dei
pendolari che oggi non sono comunque
più costretti a star via da casa 15 o"o,
come avveniva 20 anni fa; inoltre, certo
non ultimo in ordine di importanza, il
già citato piano di fabbr'cazione.
In buona parte però occorre precisare
che alcuni di questi risultati sono allo
stato attuale parzialmente superati o ancora inadeguati.
Per quanto concerne le strade, si è
potuto, mediante un mutuo contratto dal Comune, provvedere alla asfaltatura delle strade del concentrico e il Comune ha inoltre versato un contributo
del 25 per cento a quei consorzi di fatto
che gì sono costituiti' in molte borgate
per provvedere ad asfaltare le strade di
collegamento dalle borgate al capoluogo.
Rimangono fuori ancora alcuni'tratti, in
particolare la s'c,rada della Comba, della
Ferrera,,.vale a,, tìifè là Bobbio-'Villanoya.
';I1 grosso prob^éfe|'chè è rimasl;q finp:
ra insolfito é ìifie^sì ta'di gigrpp“"ln giorno più urgente è la costrutiìorié di una
facilmente accessibile, cioè in quel triangolo compreso tra Pinerolo - Cavour e
Campiglione, secondo le indicazioni date
da uno studio predisposto dall’IRES.
Per il turismo, ritengo che non sia auspicabile, un turismo alberghiero. Vi sono
ancora possibilità per un turismo residenziale, che però deve essere attentamente valutato per cercare di prevedere
con la maggiore approssimazione possibile quali sviluppi esso porterà e quali
trasformazioni vi sono implicite. Lo sviluppo del turismo richiederà certamente
SCHEDA
Ultimo paese della Val Pellice,
al confine con la Francia. Consta
di un capoluogo e di diverse frazioni, alcune delle quali abitate durante tutto l’anno, altre solo nei
mesi estivi (fourèst), mentre i pascoli delle zone alte (alp) vengono
sfruttati durante alcuni mesi. Il capoluogo si trova a circa 60‘ km. da
Torino, a 737 metri sul livello del
mare. La popolazione attuale è di
758 persone (1613 abitanti nel 1881).
La maggior parte degli abitanti di
Bobbio è di confessione valdese.
Nel capoluogo funziona una scuola elementare con 3 insegnanti per
le cinque classi (34 alunni); funziona ancora una « scuola di quartiere » nella frazione Campi con un
insegnante per le 5 classi (7 alunni).
Nel ’73-’74 il Comune aveva aperto una sezione di Scuola Materna
che nel ’74-75 è passata sotto la gestione dello stato.
Secondo il censimento del 1971
si hanno i seguenti dati: popolazione residente ; 784 ; popolazione attiva: 375 di cui; in agricoltura 216
(57,6%); nell’industria 89 (23,7%);
nel commercio 35 (9,3%); altre attività 35 (9,3%).
da tali leggi occo'ro"'o però domande
corredate da moltlsRimi documenti, là
cui redazione e predisposizione è talvolta estremamente difficile per i nostri
agricoltori ed allevatori, se non hanno a
disposizione un tecnico capace di consigliarli e di indirizzarli nella giusta direzione.
Anche in questo Campo occorre potenziare le forme cooperativistiche; cosa
non facile, anche se, dati i risultati positivi della Cooperativa Alta Val Pellice per
la raccolta e trasformazione del latte, si
potrebbe ritenere che le forme' di cooperazione siano ormai universalfnehte riconosciute come utili e positive.
Altro punto ru cui dovrà insistere la
prossima A'^i'ninistrazione mi pare essere un Impégno volto ad ottenere agevolazio’^i per la ristrutturazione delle abitazioni r'arali, in modo da offrire agli agricoltori, un ambiente decoró$o, che possa
inyOgli.àre .i. giovani a .qòntinuare il iorp.
lai/oro .pel, càmpo de.Il’agricòKura.... .,
. i ■^^'l^v-ótatori .dell’industria QCCQrrè
r.Icércàre con ogni mezzo „ tip,,
mento de."ili stabilimenti in" uria zona p'im
anche uno sviluppo dei servizi (parchi
giochi, parchi pubblici, nuove strade, potenziamento deH’acquédotto comunale
ecc.) ai quali si dovrà anche provvedere.
Urgente e opportuno sarebbe che vi fosse un accordo tra i vari proprietari interessati che hanno terreni nella stessa zona. Non mi pare infatti giusto che chi
vende il suo terreiio per fabbricarvi il
condominio o la villa possa spuntare
prezzi di tutto rispetto, mentre chi sarà
costretto a cedere il suo terreno per costruire la sti*ada di accesso alla medesima villa abbia invece un indennizzo irrisorio. Logico sarebbe che i singoli proprietari si accordassero e considerassero
alla' stessa stregua i terreni su cui passerà la strada, quelli destinati a parco
giochi e quelli su cui sorgerà la casa e
SI imponesse quindi un prezzo equo per
tutta l’area necessaria.
— Che cosa può fare, di quali strumensi è avv.alsa e conta di avvalersi l’Am
ministrazionè da Lei presieduta per far
uscire la vita de! Cornane dallo schema
tipicamente csniralizza'to per cui di fatto
0 Sindaca è « Ufficiale di Governo » più
che rappresentante di chi lo ha eletto?
— Ritengo che l’Amministrazione comunale non debba considerare la sua elezione come una delega a fare per cinque
anni il bello e il cattivo tempo nell’ambito del comune! Essa deve ricercare il contatto costante con la popolazione di cui
è responsabile, per cui è necessario avere assemblee di base per discutere in
quella sede tutti i problemi di una certa
rilevanza.
Cosi,, qui da noi, oltre ad assemblee
quando qualche problema di particolare
importanza lo richieda, abbiamo iniziato
incontri coi giovani e con le persone anziane.
In modo particolare ritengo che la Comunità Montana coi suoi interventi a favore della popolazione, con la medicina
geriatrica, ginecologica e scolastica, con
il suo servizio di visitatrice domestica,
non debba essere considerata nel senso
tradizionale della « assistenza » ad una
particolare catègoria di cittadini ; la comunità deve essere al ser'vi^iio della cittadinanza che prende coscienza cielle sue,
esigenze, dei suoi problemi effettivi e si
dà gli strumenti utili per risolyerli.
Conclude.ndo, vorrei sottolineare .qhé
mi para di scorgere qua.,e là ,dei.segrn di,
\in maggiore interesse da parte di .molti
per la cosa pubblica ed è senza .dubbio
7
I
i
gene vani
17 febbraio
negli Stati Uniti
Ecco ora qualche nota sulle celebrazioni del 17 febbraio a New York ed a Valdese.
A New York esiste da decenni una
chiesa valdese, il cui pastone, Alfredo Janavel è ben conosciuto da noi tutti. Per il
17 febbraio molti valdesi torneranno a
New Yorck, anche da lontano, per partecipare al culto ed aH’incontro che ha luogo in un grande ristorante.
Una parte della liturgia è stata svolta
dalla sig.na Laura Jiervis, che sta ultimangli studi teologici e sarà ordinata pastore nel corso deU’anno.
All’incontro erano presenti circa 250
persone. Ho recato il saluto di voi tutti
ed ho potuto presentare i problemi che
ora stiamo affrontando in Italia.
A Valdese. La sera del 15 febbraio vi è
stata un’agape alla quale hanno partecipato circa 300 persone, in maggioranza di
origine valdese. Tre, fra le persone più
anziane, avevano fatto parte, da bambini,
della prima emigrazione nel North Carolina del 1893. Nel corso di due generazioni le condizioni di vita sono compietamente mutate; Tagricoltura è stata quasi
completamente abbandonata per l’industria.
Pastore della comunità è Tamico dr.
Paul Pelkier che negli scorsi anni ha visitato la nostre Chiese in Italia. Dopo la cena è stata consegnata una targa ricordo
al Dr. George Byron Watts autore di due
interessanti volumi sulla emigrazione italiana negli Stati Uniti, sul formarsi delle
prime comunità evangeliche di lingua italiana ed in particolare sulla storia della
comunità di Valdese. Ho dato quindi il
messaggio da parte della Chiesa Valdese
in Italia, spiegando le esigenze della nostra vocazione evangelica.
Dopo il canto del giuro di Sibaud è iniziato il ballo! E stato un momento pieno
di significato; un vecchio disco riproduceva la musica del ballo popolare che gli
emigrati solevano danzare al tempo del
loro arrivo in Valdese. La danza è stata
aperta da uno dei primi emigranti, che
ha ora 88 anni.
La Domenica mattina il culto, seguendo
la liturgia che abbiamo in Italia, a cui
hanno partecipato ben quattro corali. Mi
sembrava di essere in una delle tante
chiese delle Valli; i caratteristici costumi
valdesi erano ben visibili.
Dopo il culto vi è stata l’inaugurazione
ufficiale del Museo che illustra la storia
deH’emigrazione nel North Carolina, e dà
una visione chiara della vita degli emigranti dello scorso secolo.
Quanti messaggi ho ricevuto per i parenti delle Valli! Spero di non dimenticarne alcuno, quando sarò in Italia.
Ho una grande gioia nel cuore per le
meravigliose possibilità che mi sono concesse di poter parlare della Chiesa Valdese in ambienti così nuovi e accoglienti.
Certo,. la gioia 'di quésto seryizió :è;-l^n
più grande della fatica che mi viene richiesta.
A tutti un fraterno saluto, '>i
. . Aldo Sbaffl
Perire PÒ
Gli studenti: della Scuola Media di Perrero j§QpOj,stati.,presso il Centro di Medicina de^p Sport di Torino :, per sottoporsi a visita imedica organizzata dal
Servizio di Medicina-Scolastica della: Comunità Montana. ^ ...v.,. .
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Penosa Argentina
Si è riunito il Consiglio di Istituto della Scuola Media sabato 15 marzo, dopo
avere avuto una prima riunione informale il martedì precedente.
Il primo atto è stato quello delTelezione della presidenza e della giunta. Presidente è stato eletto il Sig. Virgilio Cipolla; vice-presidente la Sig.ra Dina Poët.
Membri della giunta; Sig. Paimero, Signora Raviol, Prof. Micol, oltre alla Preside e al rappresentante del personale non
docente, sig. Manenti, il quale è anche
stato nominato dal presidente segretario
del Consiglio.
« H:
Intanto ha Iniziato il suo servizio la
psicoioga della scuola. A Perosa l’impostazione di fondo richiesta dagli insegnanti va essenzialmente nella linea tradizionale, della classificazione dei ragazzi sulla base di test e di colloqui. Nelle sezioni
staccate e soprattutto a Ferrerò si è invece dato l’avvio ad un lavoro coi ragazzi,
anziché su di loro, per aiutarli a capirsi
meglio l’un l’altro e a capire meglio se
stessi.
Bobbio Pellice
• Sabato 15 marzo, nel tempio valdese,
si sono uniti in matrimonio Walter Cairus (Campi) e Silvana Charbonnier
(Giornà). A questa giovane coppia di
sposi che si stabilisce a Bobbio formuliamo i nostri migliori auguri.
• L’assemblea di chiesa convocata il 9
u. s., presieduta dalla Com. Distret., ha
rieletto il pastore B. Bellion, giunto al
termine del suo primo settennio di ministero. La partecipazione dei membri elettori numerosa malgrado il pessimo tempo e la quasi unanimità dei consensi sono
segno della stima e dell’afEetto della comunità per la famiglia Bellion ed un incoraggiamento per la prosecuzione di una
attività benedetta.
Villar Perosa
S. Germano
Mercoledìi 12 marzo, nei locali delle
scuole elementari di Villar Perosa, si è
riunito per la prima volta il Consiglio di
Circolo per eleggere presidente, vice-presidente e giunta esecutiva.
Le votazioni si sono svolte rapidamente e quasi senza discussioni, in un’atmosfera, tutto sommato, molto più cordiale
di quanto facessero presumere gli scontri e le polemiche pre-elettorali.
Queste le persone elette;
Presidente: Gerolamo Sola, di Porte;
vice-presidente : Augusto Gino, di Ferrerò; membri della giunta: Remo Laggiard, di Villar Perosa e Renato Giajero,
di Inverso Pinasca, rappresentanti dei
genitori; Rosy Cena Viola, insegnante a
Porte, rappresentante dei docenti; Marilena Rostan, assistente di scuola materna a Porte, rappresentante dei non docenti.
Prali
Questa settimana vi è stata la prima
nevicata seria dell’anno. Un metro abbondante di neve, molte slavine sulla
strada provinciale, che continua a essere
priva dei paravalanghe, fresaneve all’opera per diversi giorni.
Per festeggiare la ripresa della stagione invernale, i minatori di Prali hanno
scavato un magnifico igloo nella neve accumulata ai margini della piazza di Ghigo; l’igloo è confortevolmente arredato
con sedie e tavolini, e i visitatori si vedono offrire un bicchiere di buon vino.
Molti visitatori e molta allegria.
A Ghigo, dopo alcuni lavori di sistemazione dell’acquedotto comunale, l’acqua,
benché scarsa, non è finora mancata, come non è mancata la corrente elettrica
durante la forte nevicata. A quanto pare
il supercostoso elettrodotto dell’ENEL è
servito a ijualcosa. Sempre irrisolto è invece il problema della strada.
LUSERNA SAN GIOVANNI
Per una scuola materna statale
Il problema del futuro della nostra
Scuola Materna Valdese, dopo essere stato discusso nella assemblea dei genitori
alla presenza del Sindaco e del Direttore
Didattico (vedi Eco-Luce n. 3 del 24 gennaio ’75), è stato portato dal Concistoro
in sede deliberante, cioè aU’Assemblea di
Chiesa.
Da 22 anni esiste il « Giardino di infanzia valdese » e il suo servizio è largamente uscito dai limiti di una attività rivolta
a favore delle nostre famiglie per aprirsi
a tutti i bambini della zona di San Giovanni, cattolici e. valdesi. La nostra scuola Materna svolge dunque un chiaro servizio pubblico in surroga a quello che
sempre più chiaramente si pone come responsabilità degli organi. civili. Ma questo
nostro servizio pur condotto con scrupolosità, cornpetenza, apertura alla effettiva
. partecipazione dei genitori, rivela dei li^miti sempre, più marcati: rimpossibilità
di raggiungftre i bambini di una area più
vasta, specie quelli che non, possono essere condotti ;in macchina dai genitori;, l’impossibilità di aprire una seconda sezione
per mancanza di.lÓGali; la difficoltà di assicurare una stessa insegnante che garantisca una indispensabile continuità didattica e pedagogica; e infine la precarietà
dellà situazione economica che ci impedisce di dare ali’insegnante e aU’assisten. te un cQinpenso paragonabile, a quello sfatale e di realizzare quel rinnovanaento
delle strutture interne della scuola ormai
. qon più procrastinabile. I contributi degli enti pubblici non sono sufficienti per
raggiungere questi fini, né è accettabile
un aumento ultèriore delie..quote di partecipazione.
L’Assemblea ha ritenuto che il periodo
della « surroga » doveva considerarsi terminato e iniziane l’opera di stimolo presso gli organi responsabili per un allargamento. del dibattito a tutti .i cittadini al
fine di raggiungere una soluzione adeguata.
Ecco il testo dell’o.d.g.;
« L’Assemblea di Chiesa della Comunità
Valdese di Luserna San Giovanni, riunita
il 14 marzo 1975, dòpo aver attentamente
esaminato e discusso i problemi inerenti
alla conduzione dell’attuale ’’giardino d'infanzia Valdese”; riconosce che la istituzione e la gestione della Scuola Materna,
intesa come servizio sociale per tutti i cittadini, è compito precipuo dello Stato.
Prende atto nel contempo delle aumentate difficoltà, soprattutto di ordine economico, che incombono sulla attuale gestionè della nostra Scuola Materna Valdese.
Dà mandato al Concistoro è pi Comitato
direttivo delld SM.V. di compiere i passi
necessàri, pressò gli organi responsabili
affinché, in un più- àmpio dibattito del
probtétna, si giurìga, nel 'pià breve. tempo
possibile, all’apertura, anche nel Comune
di Luserna San Giovanni di sezioni di
Scuola Materna Statale. Auspica infine
che nella gestione di questo servizio, sia
garantita la partecipazione dei genitori e
della popolazione ».
Nel caso in cui ramministrazione comunale entri in questo ordine di idee lo
sganciamento avverrebbe non prima delTautunno 1976. Fino allora continueremo
il nostro servizio affinché non ci sia alcuna interruzione. Alberto Taccia
Torre Pellice
Domenica 9 u. s. si è riunita nella sala
delle attività'Ìa progettata assemblea per
•àffrontare il problema delTAsilo infantile. Là commissióne, eletta in precedenza
per Una indhiesta sUpplémentare’ ha riferito sii! suo lavoro impostando il problema dell’attività nel qùadro dplla situazione Scolastica di Tórre Pellice.’ L’Or^ne
"del Giorno éhe il Oóncistófo aveva presentato bella precedènte asserhblea è stato esaminato ed ih&nè votàtèì Approvato
con 32 voti Su'34 vbtanti decide la. chiusura deH’operà al tefrnine del presente
anno scolàstico.
L’O.d.G.. riconosce che la funzione di
I surroga, della nòstra opera è venuta ora
à cessare con la creazione degli asili Statali. A questa motivazione .di principiò sì
àssómmano anche motivi contingenti :
difficoltà di reperire personale e precarietà della situazione finanziaria.
Comunicato
La Commissione Istituti Ospitalieri
Valdesi, che amministra gli Ospedali Vaidesi di Pomaretto e Torre Pellice, neUa
seduta del 15 marzo 1975, preso atto che
la Regione Piemonte dal mese di geimàio
non ha alla data odierna ancora corrisposto le spedalità maturate ammontanti a
L. 94.000.000 rende noto che, esaurite le
limitate disponibilità di cassa, non è in
grado di far fronte agli obblighi stipendiali ed alle normali spese di gestione.
L’Amministrazione pertanto non è in
grado di garantire 0 normale funzionamento dei due Ospedali a partire daUe
immediate scadenze stipendiali e gesttpnali.
Hanno collaborà):o: Giovanni Conté,
Roberto Coissofi, Dinò Gardiót, Ruggero Mica, Entànuèlé Paschéttà, Litiaria Viglielmo. •’
• ' ’ 'f. rii '■•r , *
• A funerali avvenuti, secondo il desiderio espresso dalla famiglia, diamo notizia
della dipartenza della sorella Eugenia
Bleynat in Long, di anni 86 (Gondini).
Esprimiamo la nostra affettuosa partecipazione al lutto del marito Vito e della
figlia Odette, come di tutti i parenti. Anche alla famiglia Bosio, imparentata con
famiglie della nostra comunità, che ha
avuto il dolore di perdere la mamma, diciamo la nostra sincera simpatia.
• Ringraziamo i fratelli Andrea Ribet,
Fortunato Gagliani e Marco Gay per la
predicazione in occasione del culto di domenica 16 marzo. Al culto è seqmta una
discussione a cui hanno partecipato il
« collettivo Bonhoeffer » e alcuni membri
della comunità.
• Ricordiamo la serata del Coro « Eric
Boucle» che avrà luogo venerdì 21, alle
ore 21 nel cinema « Edelweiss » di Pomaretto, a favore dell’Associazione Amici
della Scuola Latina.
• Ci rallegriamo con la famiglia Bouchard, di Sestriere, che si è arricchita del
piccolo Andrea.
• Siamo lieti di comunicare che la dott.
Garrone ha vinto il concorso a responsabile della nostra locale farmacia. Ne siamo tanto più lieti che la famiglia Garrone appartiene alla nostra Chiesa di Torino. _________________________________
Luserna S. Giovanni
• Il ciclo di visite alla nostra comunità
da parte della Commissione Distrettuale
si è concluso domenica scorsa con tm
Culto presieduto dal pastore Giorgio
Tourn.
I membri della Commissione hanno
preso contatto per una quindicina di giorni con le varie attività della nostra Chiesa ed hanno potuto rendersi conto della
complessità dei problemi che continuamente il Concistoro e la comunità devono affrontare e risolvere.
Problemi d’ordine generale e problemi
interni dei quali forse non sempre i membri di chiesa si rendono conto e che spesso richiedono tempo, fatica e pazienza
non indifferenti.
Ringraziamo i membri della Commissione del I Distretto ed in modo particolare diciamo la nostra riconoscenza al
pastore Tourn per il suo apprezzato e
vibrante messaggio.
• Ringraziamo la filodrammatica di San
Secondo per l’ottima serata offertaci sabato scorso con la rappresentazione del
dramma di Ibsen; «Casa di btimbola».
• Nel Tempio dei Bellonatti, domenica
16 u. s., si sono uniti in matrimonio:
Branca Gerardo con Pron Giuseppina
Margherita e Glrardon Guido con Brossa Giselda.
Agli sposi felici rinnoviamo gli auguri
di molte e preziose benedizioni celesti.
• Nel corso di questi ultimi giorni ci han
no lasciati : Giordan Clotilde ved. Pons,
della Cà Bianca, di anni 89; Malan Daniele dei Turin, di anni 90; Melli Stefano
di Fondo San GiovannL di anni 84; e Airola F^dìo, deceduto dopo lunghe sofferenze all’età di anni 50 nelTOspédale di
Losanna. - :
Alle famiglie ed ai parenti rinnoviamo
la nostra simpatia’ cristiana nel dolore
della separazione.
valli
Un gruppo di allièvi, e pr,ò-fessori del
Collègé ,Cé\)enDl di Chambop sur Lignon
ha tfàsèpr^ò una settinìanà'’di, studio, ad
Agapq.'lÌÌ' gruppo ha. visitato lè"yalÙ e il
Còliegìó'Valdese. Alcuni allievi! haniiò anche assistito a uria'lezione, con il! lóro
profèssoré di italiano. Una parte deLgruppo ha poi visitato. l’Asilo per Vècchi di
San Gìòvanrii, ascoltando con interesse
l’illustrazione dèi nuovi criteri con,, cui è
concepito il seryizìo delTistituto; . 7.
AVVISI ECONOMICI
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi destinazione, preventivi a richiesta. Telef. (011)
62.70.463 Nichelino, Sala Giulio, Via Belfiore, 85.
VALDESE 45enne abitante Castelnuovo Pinasca desidera incontrare signorina valdese dai
35 ài 40 anni per formare focolare cristiano.
Scrivere presso Direzione giornale che farà seguir? all’interessato.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Armand-Bosc Corongi ringraziano
quanti in qualsiasi modo hanno preso parte al
loro dolore per la perdita deUa cara mamma
Rosina Angela Armand-Bosc
nata Melillo
In modo particolare il Dott, De Bettini, il
Dott. Gardiol la Direttrice e il Personale del*
Tospedale Valdese e rEsercìto della Salvezza.
Torre P^Hice, IS mario'^ 1975
8
8
uomo e
Esercito e democrazia
Che i nostri codici dimostrino — e
mantengano — la loro origine fascista è
ormai noto a tutti da lungo tempo. Forse
molti sanno che anche la legislazione militare vigente, a 30 anni di distanza dalla
Liberazione, è quella fascista e precisamente si basa sui "nuovi” codici che hanno visto la luce nel 1941.
Per la verità, modifiche ve ne sono state; nel codice militare di pace la pena di
morte viene sostituita con l’ergastolo; la
« milizia volontaria per la sicurezza nazionale » è stata depennata dal novero
delle forze armate, mentre i nomi « regio » e « regno » sono stati sostituiti da
« presidenziale » e « repubblica ».
Ma vi è dell’altro. Infatti, la vita dei
circa 500 mila giovani che ogni anno devono compiere il servizio militare di leva
viene regolata — dall’alzabandiera alla libera uscita — da altre norme e precisamente dal Regolamento di disciplina militare, la cui entrata in vigore risale alla
metà degli anni 60, porta la firma dell’allora ministro della difesa Andreotti ed
è in pratica una rimasticatura dei precedenti regolamenti del periodo fascista.
Tutto questo in barba alla Costituzione
che garantisce pari dignità ed eguaglianza di fronte alla legge (art. 3) e che l’ordinamento delle forze armate si informa
alio spirito democratico dèlia repubblica
(art. 52).
Questo Regolamento in teoria dovrebbe venir distribuito a tutte le reclute, dato che ne stabilisce il comportamento fin
nei minimi dettagli (« non prestarsi ad
esperimenti di ipnotismo o di lettura del
pensiero... », art. 23). Invece, questo manualetto di 142 pagine è introvabile dentro e fuori caserma ed al militare che indossa per la prima volta la divisa ne viene consegnata solo una brevissima sintesi che, guarda caso, parla solo dei doveri, ma non dei diritti.
Fra i punti più stridenti con una concezione democratica della vita militare si
può ricordare l’art. 42, secondo cui i reclami o le domande scritti o verbali devono essere esclusivamente individuali e
presentati da un militare solo. In caso
contrario si incorre nel reato di disobbedienza o addirittura di insubordinazione.
Il motivo di questa disposizione è più che
chiaro: un reclamo individuale è assai più
controllabile e bloccabile, mentre una
eventuale protesta collettiva può « fare
notizia » e portare nel mondo esterno dei
problemi e delle denuncie di situazioni
inaccettabili che devono il più possibile
rimanere fra i muri della caserma.
Fra i punti del Regolamento considerati più avanzati vi sono gli articoli 46,
47 e 48 che regolano l’attività politica e
le pubbliche manifestazioni del pensiero.
È infatti consentita l’accettazione di una
candidatura alle elezioni politiche o amministrative (ma la relativa attività va
svolta « in abito civile al di fuori dell'ambiMite militare»). L’art. 48 consente addirittura la trattazione a mezzo stampa
di qualsiasi àqji^ento di carattere non
riservato, ma poi, pentito di tanta concessione, precisa « contenendo i propri giudizi in un riserbo tanto più prudente
quanto maggiori sono l’importanza e la
delicatezza della materia trattata ».
Inoltre, il militare può prender parte a
manifestazioni od associazioni che « non
siano in contrasto cogli obblighi del giuramento prestato ». Ma anche in questo
caso i superiori hanno sempre il coltello
per il manico, come sta a provare il recente caso della denuncia come « attività
antimilitari » della partecipazione di una
cinquantina di soldati appartenenti alla
« brigata Friuli » ad un incontro fra rappresentanti dell’ANPI (associazione nazionale partigiani italiani) e militari di
leva alla Casa del Popolo di Firenze. Per
contro, in precedenza, ai primi di gennaio, il capo di stato maggiore della medesima brigata aveva diffuso un altro
messaggio: Oggetto: attività di propaganda e proselitismo. Nuovo movimento poli
Spagna
Il presidente ed il Direttore della rivista « Cambio » 16 sono sotto processo per
un articolo di natura economica; saranno processati in base all’art. 165 del Codice penalo spagnolo che si riferisce alle
« infrazioni compiute a mezzo stampa,
con pubblicazione di notizie false o pericolose per la morale, contrarie alle necessità della Difesa nazionale, alla sicurezza dello Stato, mantenimento dell’ordine pubblico interno e la sicurezza nazionale, ledano il rispetto a persone o
istituzioni con critiche riguardo all’azione
politica o amministrativa o rechino offesa all'indipendenza dei tribunali ».
tico e di opinione di destra, che fa capo
all’on. Gino Birindelli (eletto nelle liste
del MSI e poi dimessosi) e sta curando
nelle forze armate 1) l’attuazione di opere di propaganda per guadagnare nuove
adesioni; 2) la diffusione del periodico
Soldati e cittadini. Saranno gradite notizie: grado di diffusione dei periodico,
eventuali adesioni ».
Quanto abbiamo fin qui esemplificato
non vuole essere, da parte di chi scrive,
una denuncia della mancanza di democrazia nell’esercito. L’esercito infatti, per la
sua stessa natura, è antidemocratico, e
di conseguenza si tratta di un falso problema. La nostra vuole solo essere una
constatazione come anche in questo settore la classe politica dirigente sia stata
del tutto carente, a tal punto da lasciar
fondatamente pensare che l’istituzione
« esercito » sia volutamente tenuta in tale
condizione in modo che il potere possa
avere a disposizione un docile strumento a disposizione. A partire dalla ventilata possibilità del suo impiego per la
guardia alle opere d’arte (il che sarebbe
un vero e proprio sfruttamento) fino al
possibile impiego come « forze dell’ordine » (il che sarebbe qualcosa di molto
peggio).
Purtroppo, anche la sinistra politica in
genere (dove sono andate a finire le tesi
neutraliste di Nenni?) ha gradualmente
mancato alla sua funzione antimilitarista
e neutralista ed anche essa ora è impegnata a voler « democratizzare ciò che
non può essere e non sarà mai democratico.
Roberto Peyrot
LOTTA AL RAZZISMO
Impegno per la pace
e la giustizia
« Gli avvenimenti prodottisi nelle colonie portoghesi nel corso degli ultimi
anni hanno dimostrato che i movimenti
di liberazione sono e possono essere, malgrado gravi difficoltà, strumenti di pace,
di dignità umana, di uguaglianza e di
giustizia in quei paesi ». A tali conclusioni è giunta la riunione annuale della Commissione del programma di lotta contro
il razzismo che si è riunita a Cartigny
(Svizzera) all’inizio del mese.
In tale riunione sono stati esaminati i
mutamenti che si sono verificati in tutta
l’Africa australe, soprattutto per quanto
riguarda la penetrazione economica del
Sud Africa, che ha investito nelle regioni
con esso confinanti e su cui vuole mantenere o estendere la sua influenza la
somma di 2 miliardi di dollari negli ultimi anni.
La Commissione propone che le chiese
membri del Consiglio Ecumenico evitino
di favorire il governo del Sud Africa. Le
possibilità per una tale azione sono date
per esempio dallo scoraggiare il turismo
o da pressioni sui governi perché non sostengano il Sud Africa.
La Commissione si è anche occupata
delle esecuzioni in Rodesia ed ha domandato al Regno Unito di intervenire perché non vi siano altre esecuzioni e sia assicurato un processo equo (con la possibilità di assistervi da parte di osservatori internazionali) al pastore Nd^aningi
Sithole dirigente del Consiglio Nazionale
africano, arrestato il 4 marzo.
In tal senso anche il segretario generale pastore Potter ha indirizzato un messaggio alle Chiese in cui ricorda gli accordi di Lusaka che prevedevano la formazione di un governo di maggioranza a
breve termine, accordi palesemente violati dal governo Smith.
prima
la settimana internazionale
a cura di tullio viola
FAME, MISERIA, ANGOSCIA,
RIVOLTA NELLTNDIA
■4r « Ai tempi di Nehru e sino a qualche
anno fa l'India, forte del suo peso politico e del suo patrimonio tecnologico, aspirava a un ruolo di guida del terzo mondo. Adesso' viene snobbata dagli arabi e
dall'Iran, che non fanno distinzioni tra
nazioni industrializzate e nazioni disperatamente povere del -, terzo numéo.
Rispetto a quattro anni fa gt'ìndiani
sono 50 milioni in più; ma, rispetto a
quattro anni fa, il prossimo raccolto di
primavera, il rabi, darà 5 milioni di tonnellate di grano di meno. La crisi del petrolio ha sollevato l’inflazione dei generi
di consumo al 36%. Ha scritto un giornale (il 26.1): “Oggi 25° anniversario della
Repubblica, la rupia vale, singolare coincidenza, 25 paize (centesimi) rispetto alla
rupia di 25 armi fa".
Però al festival cinematografico di New
Delhi sono state spese migliaia di rupie
per vedere film occidentali di sesso e violenza, e signore coperte di gioielli hanno
fatto a gomitate per venire fotografate
accanto a Gina Lollobrìgida. La conclusione è che, secondo cifre governative, almeno 200 milioni d'indiani (su una popolazione totale di 600 milioni) vivono al
disotto dell’indigenza accettabile, cioè
nella misèria più itera. (...)
Dopo la guerra arabo-israeliana del
1973, la crisi del petrolio ha esasperato
paurosamente i problemi economici e sociali dell'India: alla recessione europea
corrispondono nel subcontinente l’aggravamento della mortalità per fame (o “denutrizione", come preferiscono dire gl'indiani occidentalizzanti), un totale di disoccupati che supera il totale degli occupati, il peggioramento della salute pubblica: 70% dei malati di vaiolo di tutto il
mondo sono indiani e di questi il 90% vive in un solo Stato, il poverissimo Bihar;
un cieco su tre al mondo è indiano. La
crisi del petrolio ha dunque spaccato il
Terzo mondo.
C'è un terzo mondo disordinatamente
arricchito (i paesi in fase di sviluppo con
risorse petrolifere) e c’è un terzo mondò
sempre più impoverito, una sorta di quarto mondo. “Uno degli aspetti più paradossali e dolorosi della nostra situazione",
dice K. B. Lall, ambasciatore indiano alla CEE ( =Comunità Economica Europea), “è che noi abbiamo cercato, non
senza successo, di trasmettere impulsi di
espansione ad altri paesi sottosviluppati,
fra cui proprio quelli che oggi ci colpiscono col rincaro del petrolio"».
Impressionante è il calo repentino di
popolarità che ha colpito la signora In
dira Gandhi, la celebre figlia del Pendit
Nehru. « Quasi 500.000 persone hanno preso parte alla manifestazione organizzata il
6.3 nella capitale indiana dal vecchio leader gandhiano Jayaprakash Narayan, per
protestare contro la politica del governo
di Indira e contro la corruzione del potere in India. Non s’era mai visto a NewDelhi un raduno così numeroso diretto
contro l'amministrazione "^l. partito del
Congresso.^.,
Per l’occasione è stato mobilitato un
imponente servizio d’ordine. La manifestazione s’è svolta senza incidenti, e una
delegazione ha potuto penetrare nel palazzo del Parlamento per consegnare una
petizione. Rivolgendosi alla folla, il Narayan ha accusato Indira di voler “imporre la dittatura" e ha invitato i suoi
partigiani a organizzare delle manifestazioni analoghe, in tutto il paese, durante
il corr. mese di marzo ».
(Da « L’Espresso » del 2.3.'75, stesso art.
citato nel n. prec. de « La Luce », e da
« Le Monde » dell’8.3.’75).
FUGGIASCO
« Ha scelto, in gran fretta, di rifugiarsi in Spagna. Il vecchio brigante delle paludi della Guinea, adulato dai propri
soldati, il generale..più decorato del Porr,
togàllo, che aveva àccettàto di far 'dà ^drino al “colpo di Stato dei capitani" nell’aprile 1974, il soldato in riserva dello
Stato ha rifatto il cammino già percorso
durante la guerra civile di Spagna. E andato a Badajoz, come se ci tenesse a sottolineare, agli occhi dei portoghesi, l’altra faccia del proprio passato: quella del
volontario nei ranghi dell’esercito franchista, dell’ufficiale osservatore presso le
truppe tedesche a Stalingrado, del conservatore incapace d’ammettere il nuovo
rapporto di forze nell’interno dell’esercito portoghese. Senza dubbio ha preferito
raggiungere, in Brasile, quel tal professor
Gaetano, del quale aveva accettato la destituzione meno d’un anno fa.
Il generale Spinola complottava apertamente fin dal 30.9.’74, giorno delle sue
dimissioni forzate dalla presidenza deHà''
Repubblica. (...) Ma ai suoi visitatori, il
generale col monocolo diceva sorridendo:
"Io non rimpiango nulla, non rinnego
nulla..." E preparava un libro di Memorie. Egli sapeva che i suoi avversari, sia
nei partiti di sinistra, sia in quell’esercito
che si proclama, con passione, “umanista
e rivoluzionario”, progettavano, da parte
loro, di pubblicare dei documenti molto
compromettenti per lui ».
(Da un articolo di M. Niedergang su
« Le Monde » del 13.3.’75).
nizzativi, del monopolio dei mezzi audiovisivi, ecc.
Gli stessi ’Cristiani per il Socialismo’ —
impauriti all’idea di essere abbandonati
dalle masse, relegati a minoranza ripudiata dalla mamma (l’Istituzione ecclesiastica) e dal babbo putativo (il PCI) — mettono acqua nel loro buon vino, si danno
a ricerche stilitiche per i loro comunicati-stampa; in taluni casi, come per la questione del Concordato, si fanno addirittura scavalcare da modesti conservatori
’illuminati’. Riconoscersi una minoranza,
accettare i compiti e i limiti di una minoranza, è perdere in credibilità? in efficacia?
Ma, per tornare a noi evangelici, il capirci come minoranza non significa tapparci in casa, ricostruire il ghetto, rifiutare compartecipazione alla totalità della
vita della società in cui siamo immersi,
oppure esorcizzare la politica. Al contrario, tutto questo è nostro. Ma noi siamo
di Cristo, ed in Cristo e nel suo messaggio riconosciamo il significato di una precisa vocazione: quella di essere minoranza.
Un tempo il valdismo assumeva tra i
segni distintivi della vera chiesa quello
di essere una minoranza, il « picciol gregge ». Era convinzione che nasceva da una
riflessione biblica, si faceva dottrina e
quindi dava forma ad atteggiamenti pratici. Non s’accettava di aver paura di ritrovarsi in una minoranza; al contrario,
questa consapevolezza era un elemento
di forza, di impegno. Perché nasceva da
una fede. Oggi noi sappiamo che il tempo della Chiesa è « fra i due tempi », quello della prima e l’altro della seconda venuta del Signore. Mentre siamo immersi
nella storia d’una umanità che vive inconsapevole questo periodo intermedio, la
piccola parte del popolo di Dio che è
l’evangelismo italiano non può sopravvivere che accettando fino in fondo la sua
vocazione di minoranza.
All’appello del Vangelo, la sètta risponde alzando le mura della sua città di eletti strappati al « mondo ». Una chiesa invece, sia pure un minuscolo regno di Cristo, non può fare questo; deve rischiare
ogni giorno la propria sopravvivenza in
compartecipazioni, scelte, solidarietà mondane e testimonianze sulla strada. Ma deve avere il coraggio di essere minoranza,
di rilevare qual’è la sua collocazione giusta nella società in cui è immersa, e di
rifiutare la tentazione di far strame delle
Beatitudini. Per chi ha questo coraggio
è la promessa cruda e potente: « Nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi animo:
Io ho vinto il mondo ».
L. S.
Obiezione di coscienza
■ Segnaliamo due strumenti per approfondire la tematica dell’obiezione di coscienza: « Guida dell’obiezione di coscienza », curata dalla LQC (Lega Obiettori) ed
edita da Savelli, L. 500; « Le leggi del signorsì » di Dino Galiazzo, edito dalla editrice Lanterna (Chiesa di Cristo), che
contiene fra l’altro una interessante parte sulla « nonviolenza nei testi evangelici
e per una pressi cristiana oggi ». Il libro
è ottenibile anche direttamente presso
l’editore, inviando L. 2500 sul c.c.p. 4/1015
intestato a Editrice Lanterna, Genova.
Gli evangelici che desiderano presentare domanda di obiezione di coscienza possono rivolgersi per informazioni sulla domanda é sul servizio civile, tìltt'è 'ché alla
Lega degli Qbiettori, LOC, via di Torre
Argentina 18, 00186 Roma, anche ai curatori di questa rubrica; Erika Tomassone
e Luca Negro, presso C.A.P., corso Principe Oddone 7, 10144 Torino.
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8 luglio 1960
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