1
Roma, 28 Marzo 1908
Si pubblica ogibi Sabato
ANNO I - N. 13
LA LUCE
Propugna grìnteressi sociali, morali e religiosi in Italia
o
e,
ss
o
o
ss
o
a
ABBONA. MKKTI
Italia : Anno L. 2,50 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — « « 3,00
Un numero separato Cent. 6
I manoseritti non sì restitniscono
DIREZIOne: Via Magenta 15
INSERZIONI
Per linea o spazio corrispondente L. 0,l5
« € da 2 a 5 volte 0,10
« _ « da 6 a 15 volte 0,05
Per colonna intera, mezza colonna, qnarto di colonna e
per avvisi ripetuti prezzi da convenirsi.
AMnmiSTRAZIOME : Via MazioDale, 107
«0
O
le
o
IS
1^
O
«
«
a
SOMMARIO :
Gli avvenimenti del giorno — La malattia diplomatica, di V. Garretto, — Cronaca del movimento religioso— Necessità politiche, di E.
Eivoibe — Lady Eohson, di A. Muston — Fatti
e idee — Arte, letteratura, scienza : Gli
animali presentono il terremoto? — Leggendo l’Evangelo. — Questioni morali esodali: Anime nemiche, di L. Clerico — Attacchi e dite
se : Il Cristianesimo e l’avvenire, di E. Metnier
— Pagine di Storia : Le Valli Valdesi, di G.
Jalla — Problemi di educazione e d’istruzione : La forza dell’amore, di E. Bertalot —
La dottrina cristiana spiegata al popolo :
r rieden e la caduta, di u. i. — Informazioni bibliografia — Appendice : Eroine Valdesi, di
T. Gay.
ÌIVVI50 IMPORTÌIMTE
Per inserzioni, aibonammii, cambiamenti
d’indirizzo eoe. rivolgersi al sig. Antonio
Rostan, amministratore del giornale : 107,
via h azionai e.
Per ogni cambiamento d’indirizzo si deve
pagare L. 0,15.
Abbonamento speciale dal 1. Aprile al
31 Dicembre L. 2
6LI MSENIIHENTI DEL GIORNO
Salute all’imperatore de’ tedeschi!
Guglielmo II giunge in Italia dopo quattro anni,
dopo che una miriade di avvenimenti politici hanno
mutato 1’ aspetto delle cose.
Quattro anni fa 1’ Imperatore, che il popolo nostro
amava con passione vera, parve recare insulto alla
patria italiana traendosi dietro un codazzo di soldati
tedeschi che lo accompagnarono in Vaticano. Egli obbediva così ad una necessità politica del suo paese;
noi non condanniamo gli atti di Guglielmo in quanto
erano volti al raggiungimento d’ un fine utile, forse
buono, per la Germania. Sappiamo che l’imperatore
non agisce per proprio capriccio, come taluni supei‘ficiali pensano e scrivono ; egli è 1’ esponente magnifico della forza germanica nel momento presente ;
egli incarna quella forza ; egli la personifica e la regola. Le contradizioni in cui pare ohe il suo spìrito
si compiaccia sono un resultato della sùa posizione
ufficiale che lo costringe ad esprimere gli atteggiamenti storici del suo popolo.
Noi abbiamo accennato al codazzo di soldati tedeschi sfilanti per le vie di Roma per spiegare una
cosa: la freddezza del popolo italiano verso l’imperatore, che pure un tempo era amato ed ammirato.
Il popolo aveva sentito, allora, tutta 1’ umiliazione inflitta alla patria con quell’ atto in cui si dava al papato tanta soddisfazione ; il popolo n’ era rimasto addolorato e, siccome amava l’imperatore, non lo maltrattò ; il popolo fu freddo e non lo salutò col calore
con cui sempre aveva accolto il simpatico alleato.
La freddezza dura, perchè Guglielmo non ha ancora cancellato quei ricordi con uno de’ suoi gesti
risoluti e irresistibili. Ma noi, !non volendo fermarci
alle apparenze, vogliamo sperare che la vecchia amicizia con la Germania, non si rompa, anzi si riannodi più solidamente di prima.
Il codazzo va bene, ma va meglio, e bisogna ricordarlo, il fatto grandioso dell’imperatore tedesco venuto più volte in mezzo a noi, innamorato dell' Italia, geloso di lei, affermante Roma capitale con chiarezza e con forza. Noi abbiamo tutto da guadagnare,
in contrasto come siamo con il Vaticano, dalle nostre amicizie co’ popoli protestanti, i soli popoli veramente lontani da Roma. Gli ondeggiamenti della
politica non possono distruggere tutto un cumulo di
tradizioni gloriose e possenti ; la tradizione tedesca
comincia con Lutero e Lutero non andò a Canossa.
Salute, dunque, al vecchio amifco della patria italiana ,al vecchio amico che viene, amandoci sempre,
sorridendoci ancora. Sorridiamogli anche noi, come
gli sorride il nostro cielo.
«
4> *
Non sappiamo finora che cosa sia dì vero nel fidanzamento del Duca degli Abruzzi con miss Elkins,
fidanzamento annunziato del due conti
nenti con grande a-^paStòì <s^®©iarii
Una cosa ci preme di dir’saBlio : non esitiamo a
deplorare vivamente la annunziata conversione al cattolicesimo romano della sposa, educata nella libertà
dell’ Evangelo, come tutti i figli della Grande America. Noi speriamo, dato che le trattative siano vere,
ardentemente speriamo che miss Elkins dia al mondo
10 spettacolo non solamente della sua libertà esteriore,
della sua abilità automobilistica ; ma Io spettacolo
più bello e più nobile della sua morale forza e libertà, in cui e per cui v’ ha solamente aria per un
amore sincero e profondo.
Si dice appunto : è un matrimonio d' amore. Che
bell’ amore, se si dovesse veder la sposa far getto
del retaggio di sua gente, e lo sposo costringere 1’ amata (cui dovrebbe rispettol a compiere atto d’ipocrisia. Il dominatore de’ ghiacci e della montagna,
vorrebbe ora mostrarsi debole ? La fiera repubblicana,
11 rampollo della stirpe che non piegò il ginocchio davanti a Baal, reciterebbe ora il rosario e le litanie
per avere uno stemma sullo sportello della carrozza ?
*
iii
Due paroline sole (chè non vo’ abusare di vostra
cortesia, lettori) su Monsignor Granito di Belmonte,
nunzio romano papale presso il Governo di AustriaUngheria. Costui si credè fu dovere di denunziare
un professore di diritto canonico, il Wahrmund di
Innsbruk, come eretico ed indegno dì occupare la
cattedra. E non solo in dovere, ma il nunzio credè
di essere in diritto di presentare le proprie lamentele. Egli dice che, in virtù del Concordato, spetta al
nunzio vigilare anche sull’ insegnamento scientifico ;
ma il Governo fa osservare che, a parte la stranissima pretesa (bisogna essere proprio un... Granito di
Belmonte per avere simili pretese in questo secolo),
il diritto sfuma pel fatto che il Concordato non vige
più per il Governo Austriaco.
Non vige? Chi l’ha detto, replica il nunzio; lo
dite voi, ma il papa non la pensa così : il papa non
ha denunziato mal il concordato, dunque per noi
esso vige.
Il lettore si accorgerà subito che non siamo alla
vigilia d’un trionfo della diplomazìa vaticana : la
fermezza negativa del Governo austriaco, Io sdegno
delle facoltà universitarie, l’abbandono del nunzio
in balìa della propria imperizia da parte degli stessi
clericali austriaci, sono cose molte sintomatiche, le
quali ci dicono come anderà a finire.
Ma noi ce ne siamo occupati perchè ci pare di vedere in questo incìdente una luminosa prova della
persistente natura retriva ed oscurantista della Chiesa
Romana. Non solo, ma anche una prova della persistente natura sfacciata ed intrigante, per cui Roma
ha sempre preteso di dettar legge in casa degli altri.
Guai a quei popoli che le dànno la sedia e la fanno
accomodare, credendo di obbedire ad una regola di
buon costume !
G.
La malattia diplomatica
Il Principe di Monaco aveva teso il braccio in' cospetto del mondo plaudente, per
fare un gesto che lo avrebbe onorato e
glorificato ; ma un malore, sopraggiurito
aU’ultimo momento^ gli ha impedito di com
Ce ne dispiace assai- per la sanità del
principe scienziato ; ma non è il caso di
nutrire troppa preoccupazione, giacché sappiamo bene che i malanni di cotal genere
non sono mortali pel corpo: piuttosto lo
sono per lo spirito. E lo spirito del principe di Monaco ci è apparso in quest’occasione fiacco e debole, disposto a lasciarsi
dominare, noncurante di quel che si suol
chiamar amor proprio. Perciò è uno spirito in pericolo.
Avevamo applaudito alla decisione delTuomo di studio, il quale aveva detto ;
verrò in Roriia e vi parlerò di oceanografia. L’oceanografia non era a vero dire un
soggetto appetitoso ; ma l’uomo di studio
si confondeva con l’uomo politico, col principe cattolico romano, al quale la minaccia
sorda, che usciva come un rantolo dal Vaticano, non aveva fatto effetto alcuno.
Merry del Val faceva girare su per le colonne de’ giornali comunicati indiscreti ne’
quali si parlava di proteste, di Loubet
francese, di veto che dura ancora e sempre,
non ostanti le ultime apparenze contrarie.
11 principe in sulle prime non avea capito e si era contentato di rimandare il
viaggio, dopo avere solennemente riaffermato il proposito di venire a parlare in
Roma, a dispetto di Merry del Val. Ma
ahimè ! Un malanno, capitatogli giusto
quando dovea partire per l’Italia, ha dato
ragione al Segretario di Stato di S. Santità
Pio X !....
2
2
LA LUCE
'Verrà o non verrà? Ecco ora ciò che
si domandano i nostri fogli.
È malato o non é malato ? Ecco ciò di
cui si discute seriamente da’ nostri giornalisti.
A noi non importa del piccolo principetto,
quantunque il suo atto sia da assomigliarsi in certo modo a quello di Don Carlos
di Portogallo, il quale si ritirò in buon ordine, di fronte all’ingiunzione Vaticanesca,
, dopo avere annunziata una visita ufficiale
alla terza Roma. Ma ricordiamo che allora
Francesco Crispi ritenne l’atto di quel re,
suddito del pontefice, offensivo per l’Italia,
jjer la nostra Italia, a cui noi abbiam dato
una capitale che abbiamo tolto a chi l’avea
carpita. L’atto del principe della roulette
non è certo molto più riguardoso ; e cre.diamo di non pretender troppo, se domandiamo che siano rispettati i nostri ideali,
le gesta de’ nostri padri, il contenuto della
nostra storia, i diritti del nostro popolo.
Per lo contrario e’ pare che ogni primo
venuto possa impunemente passar sopra a
tutte le convenienze e insultare alla gloria d’un popolo nobilissimo, che non è più
quella res nullius su cui un tempo speculavano i mercanti del Vaticano.
Non ci occupiamo del minuscolo principe ; lasciamolo a letto ove cura il reumatismo politico ond’è colpito, il quale ne’
principi soggetti a Roma spesso degenera
in paralisi totale. Occupiamoci di colui che
ha in Trastevere le officine secolari dell’intrigo e della macchinazione.
Il vecchio nemico d’Italia non ha disarmato ancora, non disarmerà mai ; quando
può sfogare l’odio antico e immutabile,
(luando può cagionarci danno ed obbrobrio,
quando può ostacolare il nostro cammino,
10 fa con sempre rinnovata energia, con
intima compiacenza, con maligna soddisfazione. Questo ricordino sempre gli italiani,
11 cui il retaggio de’ padri è sacro ; lo ricordino, acciocché non si lascino solleticare
e addormentare dalle arti della sirena furba,
che da secoli ci trae negli abissi e nelle
vergogne. Ci sono stati momenti d’incertezza in questi ultimi anni e pareva quasi
che l’Italia volesse correre verso il papato,
che sorridente 1’ invitava aspettandola a
braccia aperte.
No, mai ; nessuna pace, nessuna concessione a ohi vive della nostra morte ; nessuna debolezza, nessuna trattativa con chi
porta il pugnale, che sa le nostre viscere,
nella manica del braccio soavemente teso
ad invitarci. Per noi la patria, la conservazione della patria, è la libertà del nostro
spirito, la conservazione di cotesta libertà,
la condizione unica del suo sviluppo ulteriore. Vigiliamo, amorose sentinelle, devotamente sulla sicurezza della patria : non
verso oriente, non verso occidente, non
verso il settentrione, ma il nostro sguardo
s’appunti costantemente verso il Vaticano,
che ci sta vicino, che è in casa nostra.
II nemico d’Italia vive e congiura là
dentro.
Vito Gafvetto
Cronaca del )Wo<lwc«to religioso
ITJLLilA.
Conferenze del Doti. 6. Grilli
E’ in Eoma il Dotti Giovanni Grilli, pastore evangelico in Pisa, il quale, come annunziammo, dovea
venire per dare un corso di Conferenze. Egli ne ha
date già tre ; deH’nltima parleremo nel prossimo numero.
Domenica sera il Dott. Grilli parlò del Bisogno
religioso delFaorno, illustrando la sua tesi (il bisogno
esiste, esisterà, perchè indistruttibile) con forti argomentazioni tratte dalla esperienza storica, dalle manifestazioni della vita contemporanea, dall’osservazione
diretta della nostra natura e dalle logiche induzioni
che siamo costretti a fare partendo da tali osservazioni.
Lunedì sera, nella Palestra dell’ A. C. D. G., il
dott. Grilli c’intrattenne intorno alla Valutazione dell'anarchia. Non esitiamo a chiamare splendida questa
Conferenza, in cui, il ragionamento serrato e stringente
pareva nn fuoco di fila che venisse da un esercito compatto e nnmeroso. Dopo la esposizione chiara e interessantissima dei principi anarchici, il Conferenziere entrò
in discussione minuta e completa con essi, riducendo in
polvere ciò che vi è di fragile, di artificioso, di con tradditorio ; affermando con lealtà e proclamando ciò
che vi ha di eterno, di umano, di superiormente umano,
di giusto, di nobile, di grandioso. Ma, anche questa
volta, il grande e il bello non è nuovo ; e l’oratore con
potente parola ci mostrò la fonte da cui gli anarchici
hanno attinta la propria ricchezza : l’Evangelo insuperato
e insuperabile, che trionfa degli attacchi pazzi e disordinatamente illogici, che rimane sola sorgente di idealità, unico splendente faro guidatore davanti al genere
umano che sale per le dolorose vie del progresso.
Noi speriamo che l’egregio amico si deciderà a pubblicare su 4ualcuna delle nostre Eiviste il suo poderoso
lavoro, nel quale tutti avrebbero molte cose da imparare.
Martedì sera, nel tempio di Via Nazionale, parlando
àjìiVAnticlericalismo dell'Italia del sec. XIX, l’egregio
conferenziere ebbe momenti di vera eloquenza animata
dalla fiamma del sano patriottismo, quello che trae vita
e forza da tutte le vere tradizioni italiche, prima fra tutte
e più gloriosa di tutte la tradizione anticlericale che
culminò, dopo essete passata ed essersi chiarita nelle lettere e nelle scienze e nelle arti, in quella triade luminosa,
composta di Mazzini, Garibaldi, Vittorio Emanuele, per
cui sarà sempre famoso, in fra i secoli, il secolo XIX, che
vide l’Italia risorgere dal sepolcro in cui Eoma papale
l’avea rinchiusa e piantarsi formidabile di faccia al Vaticano sconfitto e spodestato. Il conferenziere terminò aug .rande che lo stabilimento del regno di Cristo coroni
degnamente il sacro edificio dell’unità nazionale.
Il Congresso cattolico di Genova
Togliamo dal Giornale d'Italia :
€ Si manifesta nei circoli vaticani in questi giorni un
grande interesse per il prossimo congresso nazionale cattolico
di Genova, il quale concentra tutta l’attività e l’attenzione
altresì dei maggiorenti del partito cattolico in Roma e nelle
altre parti d’Italia.
I motivi per cui si dà tanta importanza al suddetto convegno nel monddo clericale sono due principalmente : il fatto che
dall’ultimo congresso di Bologna tenuto più di qnatt’anni or
sono altri congressi cattolici generali non si ebbero tra noi,
e l’altro fatto, ancor più importante, che oggi le forze clericali
si presentano per la prima volta organizzate sotto una nuova
forma, sostanzialmente-diversa dal passato, e che mai ebbe
grandi manifestazioni pubbliiche in udienze -che investissero
carattere generale e solenne.
Parecchi giorni fa abbiamo accennato come disciolta per
volontà di Pio X l’antica Opera dei Congressi, la quale teneva
sotto il suo impero tutta la vasta e multifm me congerie delle
associazioni cattoliche italiane, il nuovo Papa promosse da
prima e approvò poi nn nuovo ordinamento delle opere cattoliche, secondo un tipo più conforme all’esigenza dei tempi
attuali e che perciò dava affidamento di maggior e più proficua
vitalità.
L’organizzazione fu divisa in quattro grandi parti, corrispondenti ai quattro maggiori intenti dell’azione cattolica, che
vennero affidate a quattro unioni : l’unione popolare (sul tipo
dei Volksverein che ebbero tanta fortuna in Germania),
l’unione elettorale, la econòmica sociale e la Società della Gioventù cattolica. Questi vari! rami dell’attività cattolica sociale
furono poi recentemente in un convegno tenuto a Firenze,
conglobati ih nna Società generale, per ottenere un lavoro
d’insieme più armonico sotto una presidenza unica, la quale
però lascia intera la libertà alle quattro unioni di svolgere il
lavoro proprio del campo loro.
II congresso di Genova sarà appunto tenuto da tutti i
rappresentanti delle direzioni delle vaile unioni nelle diverse
città italiane, ed i temi da trattarsi avranno per esse e per
i cattolici italiani un interesse vitale e comune ; il congresso
tratterà della istruzione ed educazione cristiana del popolo. I
temi da discutersi sonn quattro, ma si possono sintetizzare
tutti in queste parole : cercare con tutti i mezzi la libertà
dell’insegnamento.
La pi'esidenza del Congresso sarà affidata alla presidenza
della Società generale a capo della quale é il prof. Toniolo, e
il congresso comincierà i suoi lavori il 28 prossimo e durerà
tre giorni »
Naturalmente il tema del Congresso è una cosa
molto secondaria: il fine vero è ben altro.
11 Papa in fatti si occupa personalmente della organizzazione di questo Congresso, dal quale spera
molto per la definitiva sistemazione delle forze clericali in vista della progressiva conquista de’ pubblici
poteri ; conquista che è il gran sogno di Pio X, il
quale è ritenuto specialista nell’ organizzare elezioni
d’ogni specie.
Come si vede, Pio X è un Vicario di Cristo perfettamente a posto !
La fine della « Ftlvista di Cultura »
Torniamo snU’argomento. Don Eomolo Murri dichiara
che la cessazione della Eivista s’imponeva, perchè ormai essa era divenuta una denunzia per coloro che la
ricevevano. E soggiunge con tristezza : « Cediamo
dunque, ancora una volta : e perchè questa ultima era,
di tutte le forme di attività, la più serena ed innocua
che ci fosse possibile esercitare, non ci resta che rinunziare ad ogni attività pubblica dì pensiero e di
azione ».
Non vogliamo far torto a don Eomolo supponendo
ebe le sue melanconiche parole siano una bella vernice
per coprire la sua debolezza, come abbiamo sentito
affermare da più parti. Ma pure non possiamo nascondere la penosa impressione che lascia in noi la
dicliiarazione del colto prete, il quale ci pare si raggomitoli troppo davanti alla tirannia clericale imperante.
Egli avrebbe voluto, si dice, con questo atto di annientamento completo riconciliarsi i tribunali vaticani
che devono discutere la sua causa. Se cosi fosse, dovremmo dire a don Eomolo che la sua fama non ci
guadagnerà molto. Egli darebbe ragione a coloro che
lo hanno descritto come un combattente sempre in atto
di fuggire.
ffì-anciA
L’opera protestante delle prigioni femminili
È entrata neU’anno 69- della sua attiva esistenza,
ed è stata sempre una benedizione per le infelici che
molteplici ragioni hanno gittate nella prigionia.
Quest’opera, apprezzatissima dalle autorità governative che le dànno un sussidio annuo di 2000 franchi,
si propone la educazione e la riabilitazione delle prigioniere. Essa è una bella emanazione della forza dell'amore cristiano, che non abbandona il peccatore, ma
lo consola e lo esorta, risuscitandolo a vita novella.
Le associazioni mutuali
Si era sparsa la voce che Mgr. Fuzet, arcivescovo
di Eouen, tornato da un suo recente viaggio a Eoma,
avesse fatto annunziare che il Papa aveva approvata
la formazione di associazioni mutue riconosciute dal
Governo ed aventi personalità giuridica. Queste associazioni, secondo un progetto dell’abate Lemire, avrebbero dovuto in certo modo sostituire le cultuali, respinte dalla Chiesa.
Ma eccoti ora un comunicato ufficiale comparso sulr Osservatore romano, col quale anche questa speranza di accomodamento è distrutta :
« Essendo stato affermato in varil fogli francesi che il S.
Padre ha iu questi giorni concesso che le mutualità ecclesiastiche in Francia si costituiscano in società « dichiarate, »
siamo autorizzati a notificare che tale notizia è del tutto erronea. Perciò non ha fondamento che tale permesso sia stato
dato da Sua Santità per un progetto di Mutualità Ecclesiastica
Normanna o di qualsiasi altra. »
L’opera de’ preti
Avevamo annunziato qualche settimana fa la cessazione dell’opera de’ preti, che in Francia vigeva da
parecchi anni e che aveva per fine di offrire asilo ed
impiego a que’ pfeti che volessero abbandonare la
Qhiesa Eomana.
Ci giunge ora la notizia della formazione di un
nuovo Comitato, il quale si propone di riprendere l’opera abbandonata e di pubblicare anche un giornale
chiamato : Chrétien libre.
Con vero
l’organo ufficiale
SVIZZERA
Fra i rottami di uno scisma ?
stupore leggiamo nel Corriere
del clericalume italico.
clltalia,
una (mrri-
3
LA LUCE
spondenza da Ginevra, intitolata ; Tra i rottami di uno
scisma, in cui un tal Teodoro Vercelli, filosofeggiando
intorno alla separazione della Chiesa dallo Stato nel
cantone di Ginevra, ha il coraggio di concludere:
« In mezzo al dibattito, l’organizzazione del Bazar universitario per celebrare il 350.O anniversario dell’Aocademia Ginevrina, la discussione sul progettato monumento internazionale
alla Riforma, la preparazione del 400.O anniversario della nascita di Calvino, di cui vi scrissi altra volta, contribuiscono
a dare alla città di Rousseau una fisionomia che ricorda quella
che deve aver avuto nel 1535, alla genesi della Riforma. Colla
differenza che ora i cattolici, allora perseguitati e banditi,
assistono impassibili allo sfacelo dell’esercito nemico, sbaragliato,
senza colpo ferire, e di cui tutto l’attuale armeggiare ha più
l’aria deU’indomani di una disfatta, che della vigilia d’una
vittoria. »
Adagio, signori, adagio ! Non correte troppo, non vi
fingete una disfatta che vi farebbe piacere, si sa, ma
che non contemplerete mai, finché non saranno spariti
i milioni di protestanti, che dominano sulla terra e la
possiedono in virtù della loro forza e della loro superiorità spirituale e morale. La città di Calvino, consolatevi, sopravviverà a Babilonia e trionferà su di essa
ancora, come nel passato ; la Chiesa di Cristo che è
nel cantone di Ginevra ha un fondamento che non può
essere smosso ; voi, abituati a vuotarvi il cervello davanti alla pantofola di un uomo, non potete comprendere le libere discussioni e le manifestazioni varie del
pensiero non imbrigliato e non mutilato ; e dite: ecco
la dissoluzione !
Intanto, fratelli di Ginevra, sappiate che 1’ avversario antico vi guarda da Roma ed aspetta la vostra
ruina ; sorgetegli incontro compatti e formidabili, innalzando la vecchia bandiera gloriosa e fiammeggiante,
che già conobbe le vostre vittorie e la sua sconfitta
secolare.
affrica.
Il Vangelo nell’Africa del Sud
Il Missionario Wilder scrive da Chikore, nella Ehodesia, che pochi anni addietro il popolo di Chikore era
ancora selvaggio, dato alla dissolutezza e ai baccanali.
Non si riunivano se non per orgie o per guerre fratricide. Venne un missionario or sono IO anni, e si è
potuta organizzare una chiesa. Nell’adunanza di Giugno
dell’anno scorso 200 cristiani, vestiti decentemente e
ben composti, assistettero per 4 giorni alle varie riunioni. I Cristiani del villaggio offrirono- l’ospitalità a
tutti i Cristiani estranei. Uno ricevette 19 persone,
.un’altro 23, un’altro 17. Il missionario fece dormire 21
persone in nna sala, — 19 nell’ovile delle pecore, e 40
persone nel suo magazzeno da falegname. Un Evangelista del paese predicò sulla preparazione per il servizio,
{Fatti 2) e il suo discorso fu logico e profondamente
spirituale. Egli fece osservare il contrasto tra le orgie
degli anni addietro e le sante adunanze di quei giorni.
Egli stesso fu presente, disse, a taluna di quelle feste
cannibalesche. Vide come si uccidesse un prigioniero,
lo si scorticasse, lo si facesse arrostire, come si sospendessero dei pezzi di carne a dei pinoli, ad una
certa distanza, e ad un segnale tutti quei guerrieri si
si precipitassero su quei pezzi di carne e tenendo il
pezzo colle due mani lo divorassero con avidità. Era
quello un mezzo di acquistare coraggio in guerra !
Tutte le adunanze furono condotte con ordine, e con
riverenza, e per chiunque avesse veduto quel popolo
anni addietro, e lo vedesse ora, la trasformazione gli
parebbe incredibile. D. T.
Risaltati della missione nel Congo
Or sono 25 anni, non eravi un Cristiano nativo nel
Congo. Ora vi sono 25CO battezzati membri delle chiese
di quel paese, e, col mezzo della stampa delle scuole
e' della predicazione, 1’ accrescimento futuro eclisserà
quello passato.
Or sono 25 anni, nissuno sapeva leggere nè scrivere ;
ora migliaia d’uomini e di donne leggono la Parola di
Dio e le scuole diurne noverano 8.500 fanciulli e fanciulle.
Or sono 25 anni nissuno dei linguaggi del Congo
era stato ridotto in iscritto, non c’era una letteratura
del Congo; ora 7 linguaggi sono stati dominati, e alcune porzioni della Bibbia furono scritte in ciascuno
di essi, come pure varii altri libri.
Or sono 25 anni il Dottor Mago dominava la mente
e il cuore del popolo, il quale era schiavo di abitudini
crudeli e innominabili. Ora il potere del D)ttor Mago
è infranto, le abitudini crudeli esnpestiziose sono sparite, e i fanciulli non ne odono parlare senza meraviglia.
Or sono 25 anni il Vangelo veniva balbettato in S
0 4 luoghi da missionari che cominciavano appena a
capire qualche parola di quella'lingua. Ora il Vangelo
è predicato in 7 linguaggi diversi, in 350 stazioni, e
altri posti avanzati.
Or sono 25 anni, quegli abitanti afferravano tutto
quanto si presentava alla loro portata, e ritenevano
fermamente quanto avevano potuto stringere nelle loro
mani. Ora quei Cristiani sono generosi verso i loro
missionari, e chiunque conosce la povertà di quel popolo si meraviglia delle loro offerte per l’opera di Dio.
J). T.
J)iecessìià politiche
Non abbiate paura, lettori, non voglio infliggervi
nna tirata politica di nessun genere. Anzitutto perchè quella è una delle tante cose che ignoro, e non
ho nissun desiderio di istruirmi in quella scienza,
perchè ho sentito dire che essa falsa il carattere,
indurisce il cuore e sovente sporca le mani a chi le
ha nette ; e poi, anche se di politica volessi parlare,
il direttore non me lo permetterebbe e con ragione.
Però.' stando alla finestra ad osservare la multiforme e cotanto agitata vita contemporanea, non si
può fare a meno di notare quanto d’intorno a noi
avviene di più importante e qualche volta uno se
ne domanda anche il perché.
Oh perchè, a mo’ d’esempio, si deve cambiare
parere e anche carattere a seconda che si è uomo
privato 0 pubblico, semplice cittadino o deputato o
ministro ? Perchè dire bianco oggi e nero domani ?
perchè parlare in un modo e agire in un altro, e
votare, mettiamo, contro le proprie convinzioni ? e
far leggi e promulgare decreti che si sanno non
essere giusti o che, per lo meno, una volta si dicevano tali non essere ?
In Italia, puta caso, fino all’altro giorno il parlamento è stato nella sua grandissima maggioranza
liberale, e tale si professa ancora di essere dall’estrema destra all’estrema sinistra, ed ha sempre
proclamato di volere lo stato laico, indipendente
dalla chiesa ecc. Come va dunque, che, dopo tanti
anni e ripetuti tentativi, non^iè ancora riusciti a
votare o si sono lasciati cadere nel dimenticatoio
provvedimenti di indole sociale o altra, anche se
promessi solennemente dal re ? Si vede proprio che
noi siamo gente sempliciotta e alla buona se possiamo tormulare tali domande ed esprimere siffatta
meraviglia.
Quelli che sono addentro alle « segrete cose, »
ci diranno, con iin sorrisetto di compassione, che
non intendiamo un’acca delle necessità della politica,
che le opinioni cambiano a seconda del posto occupato e del punto di guardatura e che le cose viste
da vicino non sono cosi semplici e piane come
paiono da lontano.
*
♦ ^
Si era preso, anni fa, lo Zar Nicola come un vero
amico e fautore della pace e della libertà. Ma poi
venne la guerra col Giappone, voluta dalla Russia ;
e finita quella guerra si cominciò in casa a lottare
contro la rivoluzione.
Qui mostrarono tutto il loro valére generali e soldati che ai Giapponesi avevano voltato le terga. Da
anni sbgnono carneficine inumane, torture atroci di
cui tratto tratto ci giunge qualche eco, come quella
recente di .un suddito italiano, deportazioni in massa ;
e ogni giorno s’impicca, colpevoli e innocenti, tanto
che il piccolo padre tosto non avrà più alberi nelle
sue foreste. E noi, nel leggere da lontano una parte
infinitesimale di quegli orrori, in pien secolo ventesimo, urliamo di dolore e di pietà e ci domandiamo
perchè nissuno intervenga e malediciamo la belva umana più feroce di tutte senza confronto !
Come siamo ancora romantici e sentimentali !
Necessità politiche cari miei ! Saranno dure e crudeli
necessità, ma sono necessarie al progresso. La politica è qualche cosa di grande, di complicato, di mostruoso ; è piena di vie recondite, di misteri, di mezzi
e di fini che i non iniziati non arrivano a capire. Come
il cuore, essa ha delle ragioni che la ragione non
comprende ; ha delle necessità fatali, ineluttabili.
Noi guardiamo da lungi attoniti, perplessi sovente
e ribelli, l’immane e complicato meccanismo, il Moloc
che divora i suoi figliuoli e quelli degli altri ; spesso
non comprendiamo. Che importa ? Purché capiscano
quelli che ci stanno dentro.
^ Enpico t^ivoipe
Lady Robson
*
Un nuovo lutto ci colpisce coll’inaspettata dipartenza della degna compagna di quel grande amico
dell’opera d’Evangelizzazione che è sir Henry Robson.
Giovane ancora essa ha dovuto soccombere ad un
attacco di influenza seguito da polmonite li 14
Marzo corrente.
Lady Robson da signorina aveva imparato a
conoscere i Valdesi e ad amarli, e l’interesse suo
venne ancora alimentato dal generoso cuore del
nobile suo sposo. Sir Henry, membro del Comitato
Valdese di Londra, ebbe in lady Robson una valorosa coopera trice, sia come uomo pubblico, Alderman
di Remington (Londra), sia come uno dei leaders
della Chiesa Presbiteriana d’Inghilterra, sia come
anziano chiesa della di Westbourne Greve e come
liberale amico delle opere missionarie e filantropiche..
Chi fra i deputati Valdesi non ricorda la cordiale e splendida ospitalità concessa loro a Antrey
Lodge ? Lady Robson, nel 1904 accettava la carica
di Presidentessa della società delle signore iu aiuto
dell’opera missionaria Valdese in Italia, fondata in
quell’anno.
Non enumereremo i varii rami d’attività cristiana,
a cui lady Robson concedeva le sue migliori energie, ma non vogliamo dimenticare, la riunione delle
donne francesi da essa presieduta a Soho con si
palesi benedizioni. Come era bello il vederla in
mezzo a quelle 50 o 60 donne del popolo di cui
era la benefattrice pel corpo e per l’anima ; essa,
parlando correntemente la loro lingua, poteva comprendere i loro dolori ed arrecare ad esse le salutari consolazioni del Vangelo !
Siamo certi di farci ^ gl’interpreti della Chiesa
Valdese tutta esprimendo a Sir Henry Robson ai
suoi due figliuoli ed alla figliuola Signora Counnel
l’espressione vibrante della nostra cristiana simpatia
per la dolorosa prova che li priva duna sposa eletta e
d’nna madre esemplare.
flftavo fDuston
f^TrTElpEE
Il carattcr« de’ Siciliani
Nella Yita Letteraria Adele Bonincontró Cagliola
scrive un articolo sulla Sicilia, dal quale riportiamo
questo passo, in cui è ben descritto e ben valutato
il carattere Siciliano : "
« È ereditato dagli Arabi gentili, ospitali, intelligenti, arditi, quel misto di fortezza e di gravità truce
nel Siciliano ; è retaggio degli Arabi il sentimento
del fatalismo per il quale il siciliano, dopo lunghi
combattimenti infruttuosi, si abbandona ad una comoda rassegnazione e, stringendosi nelle spalle, dice :
« Che volete ?» E’ avanzo dei Saraceni l’uso di tener
chiuse gelosamente le donne in casa come schiave, poiché i siciliani ànno tutti i pregiudizii dell’harem.
Se gli Arabi vi portarono l’elemento fantastico e
voluttuoso del loro mondo orientale, i Normanni vi
portarono un poco di quel costume cavalleresco, germanico loro proprio, seguaci com’erano di una religione di carattere guerriero che prometteva un paradiso pieno di quante gioje sensuali si possano immaginare (malhalla) a chi fosse morto con il ferro in
pugno. E dagli uni e dagli altri, il siciliano avrà ereditato lo sguardo fulminatore e l’espressione piena di
fiera alterigia misti ad una agilissima scaltrezza, e la
mimica energica del gesto quasi fosse sempre pronto
a combattere, quasi fosse nel primo bollore di una
passione ».
E che cosa potrebbe diventare, che cosa potrebbe
dare questo popolo forte, intelligente, animoso, se
nel sno carattere si innestasse l’Evangelo, quel fattore onnipotente, che ha reso grandi altri popoli
meno dotati, forse, del siciliano ? Certo gli effetti
sarebbero mirabili e stupendi.
Nè solo per il popolo siciliano vale In nostra
4
4
LA LUCE
osservazione, ma per tatto il nostro popolo d’Italia,
ngualmente ricco delle jiiù invidiabili,doti naturali.
La 5aia di maternità oella
COanifattura di tabacchi in Roma
Si è inaugurata pochi giorni or sono nella Manifattura Governativa di tabacchi della Capitale una
Sala di Maternità, destinata a recare aiuto alle operaie nella loro funzione materna. Quelle, d’in fra le
lavoranti, che hanno piccoli fanciulli, li portano seco
recandosi la mattina al lavoro e li lasciono in una
sala appositamente costruita ed arredata, ove sono
lettini, culle, giocattoli, ed ove i bimbi sono vigilati,
custoditi, sorvegliati da alcune governanti.
Durante la giornata le mamme, interrompendo
per qualche istante il lavoro, possono dare una capatina nel locale de’ piccini, allattarli se sono poppanti, e ritornarsene più tranquille e soddisfatte all’opera faticosa che dà loro il pane quotidiano.
L’inaugurazione di questa umanissima istituzione, che fa onore a chi si adoperò per istabilirla,
ebbe l’uogo nel modo più solenne, con l’intervento
del ministro delle finanze, del prefetto, del sindaco
e di altri personaggi eminenti.
La questione femminile
A proposito del prossimo Congresso delle donne
italiane, di cui ci occuperemo con grande interesse,
trattandosi di un avvenimento davvero storico e
significantissimo, non dispiacerà a’ nostri lettori, e
alle nostre lettrici specialmente, di sentire ciò che
ci scrive una gentile nostra abbonata inglese da
Londra ;
« Qui il femminismo ha fatto perdere la testa a
molte donne, non solo, ma anche a molti nomini.
Si vive sotto l’incubo delle saffraghiste (o suffraghette) che non dànno pace a nessuno : non a’ governanti, non al Parlamento, non alla nazione. Le
donnè vogliono il voto, lo vogliono a tutti i costi
ne sperano una grande felicità, una trasformazione
completa della società, un paradiso terrestre vero
e proprio. In fondo, creda pure, queste ondate di
ottimismo poetico ed illusorio fanno bene. Se si do
vesse sempre tirare avanti con un giorno simile alr altro, ci si annoierebbe mortalmente. Io, per parte
mia, mi diverto molto, quantunque a me importi
pochissimo di possedere i diritti elettorali o no ; a
me basta la mia famiglia (ho sette figlioli) per
darmi occupazione continua, e non ho bisogno di
trovare espedienti nuovi per passare il tempo. Ma
tutte non sono nel caso mio ; molte signore e signorine bisogna bene che si occupino de’ progressi
della classe a cui appartengono, se vogliono avere
qualcosa d’ interessante da fare nella vita. Se non
se ne occupano quelle che possono beatamente stare
in continuo riposo, chi vuole che se ne occupi ?
Quelle che lavorano? E poi, penso io, non sarà
mica male che i signori uomini cedano una parte
della propria onnipotenza. Lasciamo fare, qualcosa
verrà fuori di sicuro.
Auguro alle donne italiane, dunque, per mezzo
del 'Suo periodico, che, dopo essersi intese sull’op
portunità di moversi per la conquista dalla pienezza de’ proprii diritti, riescano nell’ intento ch’io
reputo nobile, quantunque ami scherzarci su un
poco. Il che è naturale : avviene sempre cosi quando
una idea nuova si affaccia sull’ orizzonte della
storia ».
La signora, che tali cose scrive e che non vuol
essere nominata, ci promette di comunicarci le sue
impressioni intorno all’ esito del progetto che sta
davanti al Parlamento inglese sul voto alle donne.
(irte, Letteratura, Scienza
la corteccia terrestre, il terremoto. Il popolo, in
fatti, è perfettamente convinto della cosa, propabilmente perchè le molteplici esperienze trasmesse
di generazione in generazione gli dànno la certezza
dell’esistenza di cotale facoltà negli animali. In alcuni paesi meridionali italiani, ad es., si assicura
che, quando deve traballare la terra, lo_ spaventoso
fenomeno è annunziato dai galli, dagli asini, dai
bovi, i quali ultimi, si dice, si inginocchiano addirittura, come presi da un solenne terrore, all’approssimarsi della potente manifestazione naturale.
Ora leggiamo in Minerva che la ■ rivista olandese Vragen van den Dag tratta il soggetto, illustrandolo con molti esempi. Spigoliamo alcune
cose istruttive e piacevoli :
Narra Eliano che nel 373 av. Or. cinque giorni
prima che Elike fosse distrutta, tutti gli abitatori
sotterranei della terra (quali : le serpi, i topi, le
dònnole) abbandonarono le proprie tane e se ne
andarono vagando con inquietidudine e disordinatamente all’aperto in gruppi numerosi. Racconti simili trovansi in autori posteriori. Si pensava che
le convulsioni sismiche fossero precedute da emanazioni gassose moleste e irrespirabili, tanto da
scacciare quelle povere bestie da’ loro nascondigli.
Ma ciò non basterebbe più per spiegare il presentimento notato anche negli animali viventi all’aria
aperta.
Quando il terremoto nel 1805 desolò Napoli,
anche i volatili domestici caddero in preda di una
folle agitazione ; e nel 1783 i cani di Messina ulularono disperatamente prima che il flagello colpisse
la città, tanto da costringere i cittadini a liberarsene uccidendoli.
Anche i pesci pare che abbiano la sottile facoltà, di cui parliamo. Nel 1783 ne furono presi
moltissimi appartenenti a certe specie, che di solito
vivono nelle profondità de’ mari. Humboldt, celebre
naturalista e viaggiatore tedesco, osservò anch’egli
sulle rive dell’Orenoco che i coccodrilli, prima del
terremoto, fuggono a rifugiarsi nelle foreste, come
per mettersi meglio in salvo. Amor della vita !
Saremo grati a chi volesse su questo argomento
fare qualche importante comunicazione.
* #
Il regno di Dio, nel senso più generale
e largo, comprende 1’ insieme di tutti gli
esseri creati, perchè il regno di Dio non è
altro che il creato tutto in quanto esso
ubbidisce alle leggi del Creatore,
Ma la creazione materiale non è che la
minima parte del regno di Dio. Al di sopra della natura fisica esiste una natura
spirituale e più sublime ancora. Colui che
solo è spirito, intelligenza, amore, ha creato
degli esseri suscettibili di perfezione e di
felicità, e capaci di riconoscere e di amare.
E su questa parte migliore della creazione,
Dio regna con più magnificenza ancora,
e, innalzandoci a gradi fino al trono di
Dio, noi vediamo che i differenti ordini
di intelligenze riflettono come in uno
specchio le perfezioni del loro Autore.
Tutte le volontà particolari sono concentrate nell’ unità della volontà di Dio e
sottomesse al suo impero. Ecco il regno
di Dio. Esso è quel regno immenso che
comprende tutto quello che esiste e che,
estendendosi dalle frontiere del niente fino
agli ultimi limiti dell’ umanità, dipende,
pel fatto stesso della sua esistenza, dalla
sovrana autorità del Creatore.
m 4:
LEGGENDO L'EVANGELO
Gli animali presentono il terremoto ?
Da tempo antichissimo è stata notata negli animali una specie di faicoltà istintiva meravigliosa,
per mezzo delta quale essi possono conóscere l’avvenimento terribile, il più terribile forse e il più
disastroso, che di tanto in tanto viene a funestare
Andate e predicate, dicendo ;
Il Regno dei cieli è vicino.
(Matt. X, 8).
Grande e nobile messaggio ricevettero
gli apostoli dal Maestro : Andate e predicate : Il Regno dei cieli è vicino.
L’immagine del « regno dei cieli » per
significare il nuovo ordine di cose che da
Gesù sarebbe stato fondato non era nuova.
Già gli antichi profeti se n’ erano serviti
per preparare, a grado a grado, 1’ umanità
ai grandi avvenimenti che essi intravedevano nel lontano avvenire.
E il Battista, il più grande è T ultimo
dei profeti, adempì alla sua missione di
precursore del Messia, dicendo al popolo
commosso e maravigliato : Ravvedetevi,
perciocché il regno dei cieli è vicino.
E il Figlio stesso di Dio, 1’ oggetto di
tutte le profezie, la consolazione del genere umano, il compitone delle speranze
antiche, percorr-endo, a) principio del suo
ministerio, le città e le campagne della
Galilea, ripetè quelle medesime parole alle
folle che intorno a lui si stringevano, desiose del verbo nuovo di salvezza : Ravvedetevi, perciocché il regno dei cieli é
vicino.
E ancora oggidì ih messaggio Mei Vangelo consiste in questo : il régno dei cieli
è vicino, il #gno di'Ì)io è vè'nuto.’
E noi facciamo parte di questo dominio
dell’ Eterno ; con la natura fisica apparteniamo alla creazione materiale, e con la
nostra anima apparteniamo al mondo degli spiriti. Ora è evidente che, a causa
del male, 1’ uomo è un ribelle a Dio, perchè non segue nè mette in pratica la legge
del bene. Conveniva che nuovamente fosse
posto dinnanzi all’ uomo il bene in tutte
le sue manifestazioni, e che gli fosse indicata la via del progresso morale. Ed
ecco apparire il Cristo, il quale, con la
sua vita, il suo esempio e la sua dottrina
ci ha posto davanti la visione splendida
del regno di Dio, cioè il regno del bene,
della giustizia e dell’ amore. E Gesù ci ha
annunziato questo regno, ce n’ ha descritto
il carattere con colori cosi belli, con imagini cosi luminose, che la nostra stessa
immaginazione ne rimase colpita, la nostra coscienza senti farsi migliore e il nostro cuore fu capace d’ innalzarsi alle più
alte e nobili aspirazioni.
E tutto si riassume nella sua persona.
Egli stesso è il regno di Dio : rimanere
uniti a Lui vuol dire partecipare a tutte
le grazie di cui Egli è il dispensatore. Egli è il grande e solo mezzo di salute offerto all’ umanità.
Mediante la fede in Lui e una vita nuova
consacrata al bene, gli uomini potranno
riprendere il loro posto fra le creature fedeli e far parte di quell’ insieme meraviglioso che obbedisce con 1’ amore e si sottomette con la libertà.
Ma, secondo il Vangèlo, il regno di Dio
avrà il suo pieno svolgimento nel niondo
avvenire, cioè in quei nuovi cieli i e in
quella nuova terra in cui giustizia abiterà.
Allora, dopo molte rivèl’àzioiii sucdbssive,
V homo’ sarà ridiventato santo, fedele, giu-
5
LA LUCE
sto, ubbidiente a Dio e felice nel suo
amore.
Ecco il regno di Dio quale il Vangelo
ce lo annunzia. Già comincia su questa
terra, ed avrà il suo pieno compimento
nelle stanze eterne.
E. m.
QUE5TIONI SOCIALI E nORALI
ñnime nemiche
Non ebbi il piacere di udire nè di leggere il dramma
« Anime nemiche » di Paolo Hyacinthe Loyson, testé
rappresentato a Palermo ; ma del valore dell’opera mi
fanno fede le lunghe recensioni dei giornali palermitani, benché non tutte sieno favorevoli all’autore. Ho
qui dinnanzi a me, i due maggiori giornali di Palermo :
\Ora e il Giornale di Sicilia, e noto che, benché diversi nei loro giudizi, e benché nè l’uno né l’altro
ricordino che l’autore di * Anime nemiche » è figlio
di un nobile vegliardo, Hyacinthe Loyson, gloria del
Cristianesimo vero — pur nondimeno entrambi questi
giornali consacrano al nuovo dramma più di una colonna di quello spazio che sogliono chiamar prezioso.
Ed è appunto di alcune frasi del critico dell’ Ora
che intendo parlare, poiché del dramma del Loyson
non potrei scrivere, non conoscendolo che per i resoconti dei giornali spesso imperfetti ed erronei. Le frasi di
G. Bellezza, articolista dell’Ora, sono le seguenti: «Anche uno scenziato è un uomo... la sua scienza resta
nel suo gabinetto, perchè oltre quello, c’è qualcosa di
più e di meglio ; il cuore che ama, sul quale la scienza
— qnale essa sia — non deve far presa negli intimi
affetti della famiglia... L’eroismo che sacrifica vite umane è subiettivo. Si muore per la scienza, ma offrendo la vita propria, non quella degli altri, e tanto
meno quella dei propri figliuoli.
...Ci sono troppi dolci affetti domestici nelle famiglie per creare dei drammi di coscienza... »
Con queste parole. Bellezza impugna la teoria principale delle « Anime nemiche » cioè che una divergenza di opinioni o di credenze possa creare un abisso
fra anime pur strette da dolci vincoli e renderle nemiche. No, sembra voler dire lo scrittore dell’ Ora,
vero figlio di una terra di luce e di amore, no, l’amore
è più forte di ogni altra cosa 1 Che importa la fede e
la scienza dinnanzi ai palpiti ed ai diritti del cuore ?
Io non nego che Bellezza abbia un po’ di ragione ;
iinzi mi sembra che lo stesso Loyson condivida in parte
la sua opinione. Perchè dunque il suo protagonista
è sì tollerante, si paziente colla moglie e la figlia,
perchè le lascia seguire Uberamente la loro fede, per
chè si mostra perfino debole, se non appunto perchè ama
teneramente e profondamente quelle due creature, e le
vuole felici e tranquille ? Alfine si ribella e cerca di attrarle nel suo ordine d’idee ; ma quando ? Solo allorché
vede offese le proprie convinzioni, allorché vede che la
sua fanciulla si allontana dal suo amore e cede alle arti
subdole di un confessore ! — È dunque la Chiesa —
non già la scienza — che scava l’abisso. E non ve'
diamo forse che appunto cosi succede ogni giorno
nella vita ? Non è forse la Chiesa Romana che ha sacrificato e sacrifica ancora tanti poveri cuori alla sua
brama di dominio assoluto? Non è essa che insegna
alla sposa, alla figlia di allontanarsi dall’ eretico, dal
miscredente, di rompere quei dolci vincoli che Dio
stesso ha benedetto ?
L’onnipotenza dell' affetto, ma si, egregio critico
proclamiamola pure, ma non già per fare di quell’ affetto un facile ponte che serva a condurci nelle braccia
della Chiesa Romana! Se l’amore deve vincer tutto,
cominci col vincere i pregiudizi di tanti cuori femminili, con lo strapparli dall’ombra malefica del confessionale e renderle all’affetto dei padri e degli sposi...
Occorre forse dirlo? Quante famiglie disunite, quanti
cuori che piangono tra le catene del passato che non
osano infrangere, e quanti altri che hanno osato ribellarsi e piangono pur essi sulle rovine dei loro affetti,
e ciò per colpa dì quella Chiesa che fu e rimane l’assoluta Intransigenza...
*
Ma è poi vero, come asserisce l’egregio Bellezza, che
tutto debba cedere dinnanzi all’ amore, puranco eli’ amoue più santo quale è quello della famiglia?-Non vi
sono forse altri doveri che non si possono rinnegare e
che, a costo del più atroce martirio, a costo di far
soffrire anime care, noi dobbiamo adempiere? Se qualcosa di bello e di grande fu compiuto nel mondo, se
qualche pagine eroica fu scritta è stato a prezzo di
lagrime e di sangue... E quante di quelle lagrime furono versate nell’ombra, da umili, da madri, da spose,
da fanciulle che non comprendevano e non volevano
il sacrifizio dei loro diletti! Uua parola eterna e dolorosa è scritta nel Vangelo : « losono venuto a mettere
il fuoco in terra !» E fu pronunziata da Cristo che nella
sua divina persona rappresentava \’ Amore infinito.
E qui — se avessi miglior conoscenza del dramma
di Loyson — vorrei piuttosto notare un altro e ben
diverso difetto, del quale fa cenno il critico del Giornale di Sicilia. Sembra che l’autore abbia messo in
campo due sole forze nemiche : il clericalismo e 1’ atei^o, dimenticando che ne esiste una terza : la fede
pura ed alta che non si prostra dinnanzi ad alcun
idolo umano, che non rinnega e non combatte alcuna
conquista della scienza, ma che dà aU’anima le eterne
speranze che la pura scienza non potrà giammai largirle. Ed è quella fede appunto che — conciliando le
generose lotte della mente e i soavi bisogni del cuore
— può ancora conciliare le anime nemiche e doloranti,
unendole in un amore veramente vittorioso : 1’ amore
divino ed umano insegnatoci dalla croce.
liisa Cleuleo.
Il Cristianesimo e 1’ avvenire
A giudicare la conferenza tenuta recentemente
a Milano da « Rastignac » su « I ricorsi religiosi »
dai cenni apparsi sui giornali, dobbiamo dire che i
concetti svolti ci sembrano alquanto superficiali.
E’ serio affermare che la Francia non ostante il
ricorso religioso arrivò fino alla legge sulle congregazioni religiose, per giungere alla conclusione
che è vano ogni tentativo di innesto del pensiero
cristiano sul sistema razionalista che — a detta del
brillante giornalista — informa la vita odierna?
Evidentemente egli ha di mira il cattolicismo romano che viene quindi identificato con il Cristianesimo stesso. Qui sta 1’ errore suo, errore che oramai è comune da noi.
Rastignac ha ricordato nella sua conferenza Ippolito Taine, il quale, dopo la sconfitta di Sedan e
la Comune, avrebbe proclamato la salvezza del popolo francese essere nel ritorno ai Cristianesimo.
Ma intendeva il filosofo francese alludere al romanesimo ? No, certamente. Perchè nel suo libro intorno a le origini della Francia contemporanea, trattando appunto di questa forma del Cristianesimo,
afferma che, come potenza sociale, essa è spacciata,
avendo contro di sè la scienza e T opinione, e che
la stessa massa rurale, seguendo 1’ esempio della
massa cittadina, sta ridncendosi al paganesimo —
est en train de redevenir païenne. Ma quello che
non disse il Rastignac è che il Taine, benché oramai verso la fine dei suoi giorni, vide, come già
il filosofo e critico Renouvier, nel protestantesimo
la forma storica del Cristianesimo che avrebbe
avuto per sè 1’ avvenire. Difatti T illustre positivista fece dare ai suoi figli l’istruzione religiosa
protestante, e volle che i suoi funerali fossero fatti
secondo il rito protestante. Non, c’ è in tutto questo un significante omaggio al Cristianesimo evan
gelico, come quello che concilia in sè mirabilmente
i diritti delia fede e quelli della ragione ?
Se dunque vi sono popoli e vi sono illustri rap
presentanti della scienza e della filosofia che professano il cristianesimo nella sua forma storica più
fedele ai documenti primitivi di esso, perchè si
continua ad affermare che la religione ha finito
suo compito e che T onore delle future trasformazioni sociali spetterà al diritto soltanto ? Ma non.
avverte Rastignac, non avvertono tutti quelli che
la pensano come lui, çhe fu lo spirito del Cristianesimo che attraverso i secoli infuse una nuova
vita nei popoli, contribuendo alla loro emancipazione e al progresso della Civiltà ? E’ manifèsta
l’infidenza del Cristianesimo nel diritto moderno,
se noi questo confrontiamo con T antico', che consa
crava odiosi privilegi e istituzioni inìque. Che sé la^^
cosciènza moderna si ribella apertamente ai soprusi,
alle tirannie che ancora sussistono, non abbiamo qui
una ragione di più per fare appello al fattore religioso del puro Cristianesimo, che coi suoi immortali principii addita la via da seguirsi per operare
quello che oggidì forma la preoccupazione costante
di tutti, cioè la riforma sociale?
Invano le future trasformazioni sociali saranno
durature, se a fondamento delle medesime non è
)osto ii fattore morale, come quello che dirime i
conflitti, demolisce i muri di separazione, e instaura
il regno della giustizia, della libertà e della fratellanza,
Dunque, se il cattolicismo romano si presenta a noi
come forma religiosa oramai sorpassata e in contrasto pieno e completo con le nuove aspirazioni,
non è giusto che alla medesima stregua venga
giudicato il Cristianesimo, il quale, nelle sue forme
semplici e primitive, è sempre giovane e pronto a
diventare 1’ energia interiore e organizzatrice della
società. Lo stesso Renan ha riconosciuto che Gesù
aveva fondata la religione assoluta, e che non sai‘à
mai sorpassato.
E perciò noi dobbiamo porre il sentimento religioso tra i fattori delle riforme sociali invocate,
perchè con i soli mezzi esterni non si potrà mai
pervenire alla rigenerazione morale, condizione indispensabile ed essenziale di vero progresso.
Bisogna che gli uomini siano in tutto e per
tutto degli nomini : ora il Cristianesimo di Gesù
non deve entrare in quest’ opera di rinnovamento
e di trasformazione ? Sì, deve entrare come forza
spirituale e morale di primo ordine.
Enirieo CQeyniei».
PREGHIERA
Domenica, 29 Marzo
Onnipotente regolatore dei nostri giorni, visita
i nostri cuori in questa mattina di primavera, ed in
tale ingrato suolo pianta il candido flore della tua
grazia. Deh ! possano le anime nostre sbocciare a
vita novella come fiori pur ora nati. Sii benigno, o
Signore, verso quelli di noi che i peccati trattengono daH’avvicinarsi a te, Dio santo e giusto. E conducili, Padre d’amore, a sentir che tutte le vecchie
colpe sono passate quando l’anima sperimenta la
nuova nascita nello Spirito del Cristo, in nome di
cui t’invochiamo. Amen.
PAQIKE PI STORIA
Le Valli Valdesi
Le valli che si diramano a ventaglio sui due versanti dell’Alpi Cozie tra il Monviso e il Moncenisio
sono quelle che da ben sette secoli hanno servito di rifugio
alle vittime dell’intolleranza pa pale. Esse sono : sul
versante occidentale o francese, la valle della Durance
eoi valloni laterali di Val Luisa, Argentière et Freissinière ; quella del Gnil o del Queyras ; quella del Guil
0 di Barcellonetta ; — sul versante orientale, quelli
della Dora Riparia o di Susa ; quella del Chisone ;
quella di S.'Martino o della Germanasca, affluente del
Chisone; quella di Luserna o del Pellice.
Dalle aride giogaie nevose che segnano la frontiera
fra le due grande nazioni latine, ed il cui punto culminante sale a 3170 m. (Granerò), digradano montagne
meno eccelse rivestite di ormai rade foreste e di pasture alpine ove pascolano nell’estate migliaia di capi
di bestiame. Più giù vengono freschi valloni rivestiti
di maestosi castagneti, tramezzati da campi e prati
nella parte inferiore delle Valli, il pendio che è volto
a solatio è generalmente coperto di vigneti, quello
opposto da, boschi di castagno selvaggio. Mentre il
bacino del Chisone è chiuso al suo sbocco dalla strettissima gola delle Porte, quello del Pellice si riversa
sulla pianura piemontese per un’apertura abbastanza
ampia, tra i colli di Bibiana a S. quelli di Bricherasio
a N. È pòco a‘monte di qnell’apertura che si estende
il territorio dì « S. Giovanni », il più ridente delle
Valli, tutte ed uno dei più ameni che si possa immaginare. Si vedono di là aprirsi su a destra il profpndo
vallone dell’« Angrogna », fortezza centrale dei,baluardi
- naturali, ,dftlle Alpi, — a sinistra il. bacino della Luserna 8td fianchi del qnale, tutto socchiuso, s’annida
ij eouiUDéllo di < Rorà ». Risalendo inVece dìrettSiliieùte
la yaìId/s’tittraWsano « Torre Pellice », centì^, éc
l'éldsitótico dèi Vaidesi, che il compianto • De Aidicis
■' ’’OJ)
6
6
LA LUCE
chiamò la Ginevra Italiana, quindi il « Villar », infine
« Bobbio », i cni monti confinano coi comuni francesi
di Bistolas e d’Àbriès.
Sul fianco destro della valle del Cbisone s’estendono
gli alpestri comunelli di « Eoccapiatta » e dell’ « Inverso Porte » cui segue tra belle praterie, l’industrioso
borgo di S. « Germano », allo sbocco del vallone di
« Pramollo ». Più oltre ancora, vedonsi 1’ « Inverso
Pinasca » e « Pomareto, notevole questo per i suoi
vigneti appesi ad uno scoscesissimo monte, e più ancora
per essere il secondo centro ecclesiastico valdese.
La sinistra della valle del Cbisone, da S. Germano
a'" Pero.?a, fu anch’essa occupata dai Valdesi nel Medio
EvOj ma ne rimase spopolata per la Eevoca dell’Editto
di Nantes (1685), essendo essa allora in possesso del
tirannico re di Francia, Luigi XIV. Lo stesso dicasi
dell’alto bacino del Cbisone o Valle di Pragelato, che
comprendeva le parrocchie valdesi del « Eoure, » di
« Mentoulles, Fenestrelle, Usseaux » e « Pragelato, »
oltre a quella di « Oulx » sull’alta Dora.
Dal Pomareto, lasciando a destra il Cbisone, ci
addentriamo, lungo la Germanasca, in una forra chiusa
tra, monumentali pareti rocciose per la quale penetriamo
nella valle di S. Martino, assai più angusta e selvaggia di quella del Pellice e divisa in numerosi comuni,
alcuni dei quali assai piccoli. La parocchia di «Villasecca » comprende « Bovile, » « Eiclaretto » e « Faeto »
quella di « Perrero » consta di quel comune, capoluogo
della valle, e di quelli di « S, Martino, » « Traverse, »
« Ghiabrano » e « Maniglia, » oltre ad alcuni altri
quartieri. I quattro remoti valloni che formano lo sfondo
della valle sono ripartiti fra le parecchie di « Massello »
e « Salza, » « Frali, » e « Rodoretto. »
Finalmente « Prarostino », la parocchia più a contatto colla pianura, a poca distanza da Pinerolo, ed i
cui opulenti vigneti dominano il corso del Chisone là
dove esso muta, direzione pér correre ad affratellarsi
col Pellice per fluire uniti a gettarsi nel Po.
Questa, che abbiamo cosi sommariamente descritta,
è la terra sacra dei Valdesi, rifugio in tempi di distretta, semenzaio Ìn ógni tempo di banditori del Vangelo, roccia inconcussa ed invitta in cento guerre spietate;, dove la popolazione si è tanto accumulata che,
come osserva il Ue Amicis, all’entrare in quella storica regione, vedonsi le case, le fattorie, le ville, ad
ogni altezza ed in numero tale che pare di avvicinarsi
ad una grande città ; regione, la cui popolazione di
circa 20.000 anime con cresce e non può crescere, ma
che ha riversato e riversa migliaia di Agli in tanti
paesi d’Europa e delle due Americhe, non potendo le
antiche anguste vaLi sostentarli più a lungo.
Giov. Jalla
/
Problemi di educazione e d'istruzione
La for^a dell'amore
la una città, non lungi da Bleso, vide Giovanni,
l’apostolo, nell’assemblea un giovane di bella presenza, che pareva dotato di un’anima ardente. « Ti
raccontando quel giovane, disse al pastore, mi siano
testimoni Cristo e la Chiesa ». Il pastose ricevette
il giovane nella sua casa, lo istruì, lo educò ed in
ultimo gli diede il battesimo. Poscia l’abbandonò a
sè medesimo. Ma il giovane, trascinato da compagni
oziosi e dati al vizio, si lasciò corrompere ; ricercò
le feste sontuose, e fini, per procacciarsi danaro, coll’attaccare, armata mano, i viandanti sulla pubblica
via. Dimenticando l’amor di Dio, fattosi sempre più
audace, radunò un buon nerbo dei suoi compagni facendone una banda di briganti della quale fu creato
capo, in virtù della sua audacia e della sua crudeltà.
Qualche tempo dopo, Giovanni, richiamato da nuovi
doveri, ritornò nella città e sb'uformò del giovane.
— È morto ! rispose il pastore.
—‘ Morto! esclamò l’apostolo, e di qual morte?
— È morto a Dio, rispose il pastore ; si è fuorviato, si è perduto ; è diventato un brigante, ed ora
invece di appartenere alla Chie^, occupa la montagna colla sua banda.
Udendo queste parole, l’apostolo strappa i suoi
Ti-stiti, si batte il capo e si lamenta ad aita voce :
— oàl a che sorta fli guardiano ho io confidato
rantnia del mio fratello ? Mi si conduca sull’istante
un cavallo ed una guida I — Ed immantinente egli abbandona la Chiesa. Giunto nella regione infeùt^ta dai
briganti, viene fermato dalle loro sentinelle ; non
cerca di scappare nè di abbandonare il suo progetto.
— È per questo che sono venuto, disse ; conducetemi dal vostro capo !
Questi, completamente armato, l’aspettava fieramente. Ma, appena ebbe riconosciuto in quel forestiero l’apostolo Giovanni, prese a scappare pieno di
confusione. Giovanni, dimenticando la sua età, si pose
ad inseguirlo gridandogli :
— Perchè mi fuggi, o figlio mio, me, tuo padre,
un vecchio disarmato ? Abbi pietà di me, figlio mio
non temer di nulla ! Vi è ancora per te speranza
della vita eterna. Risponderò di te al Salvatore.
Morrò per te se è necessario, come il Signore è
morto per noi ; io do l’anima mia per la tua. Fermati !
Credi ! È Cristo che m’invia !
Il giovane s’arrestò, abbassando il capo ; poi gettò
lungi da sè le sue armi e, tutto tremante, pianse
amaramente. Quando il vegliardo si fu avvicinato,
abbracciò i suoi ginocchi, implorando il suo perdono
con gemiti e lagrime che furono per lui un secondo
battesimo. Giovanni gli si getta al collo, bacia la
sua mano è gli promette con giuramento che otterrà
dal Salvatore.il suo perdono e lo riconduce alla Chiesa.
Non lo abbandonò più se non allorquando potè lasciarlo quale esempio stupendo di vero pentimento
e di quella rigenerazione che è un’arra della risurrezione che noi speriamo.
(Da un racconto, alquanto abbreviato, tramandatoci da Clemente Alessandrino).
E, Bertalot
La dottrina cristiana spiegata al popolo
L’Eden e la caduta
D. — In quale ambiente apparve l’uomo sulla
terra secondo la Bibbia ?
R. — La Bibbia ci mostra la prima coppia-umana
in nn giardino, uoW’eden.
La parola « eden » significa piacevolezza. Nella
versione greca dell’Antico Testamento, detta versione
dei LXX, la parola che l’ebraico ha per « giardino »
è tradotto paradiso. Quest’ultima parola, che è di origine persiana, significa appunto « giardino » « orto »
od altro luogo chiuso bello e delizioso. Il senso di
tutte codeste espressioni é, insomma, che l’uomo comparisce sulla terra in una località resa fertile da acque
abbondanti e ricca di Inssnregiante vegetazione. Di
questo giardino l’uomo poteva godere interamente purché
10 coltivasse e lo conservasse. {Legge del Lavoro...)
Gen. IL 15.
D. — Dove trovavasi cotesta località ?
E. — Il racconto biblico non lo dice in modo determinato. I pochi ed imprecisi particolari ch’esso fornisce han dato luogo a molte discussioni ed a svariatissime opinioni. Un tale problema — del resto —
non è d’indole religiosa : il sapere se l’uomo snrse in
una anziché in un’altra località non ha alcuna importanza per la fede e per la vita. Piuttosto ha valore
11 senso ideale di questo racconto il quale è un simbolo della vita e dei beni eccellenti da Dio dati all’uomo.
D. — Quali alberi sono specialmente notevoli in
questo giardino ?
R. — L’albero della vita e quello della conoscenza del
bene e del male. {6en. IL 9)
Si badi : qui non si tratta di alberi materiali ; qui
spicca a chiarissime note il carattere in gran parte
allegorico di tutto il racconto. I materiali esterni o
miti allegorici lo scrittore o il compilatore della Genesi può anche averli tratti in tutto o in parte da
tradizioni di altri popoli. Ma essi non sono che la veste di un contenuto morale, ed é questo che ha valore.
Il mito simbolico dell’« albero della vita » designa
la vita in Dio. Quando l’uomo resta unito a Dio é
felice ; ei può lileramente godere di tutto ciò che Dio
ha creato.
Anche 1’« albero della conoscenza » del bene e del
male é nn simbolo. Esso rappresenta nei suoi effetti,
gli effetti dell’ubbidienza e quelli della disubbidienza,
alla legge eterna di Dio. Ubbidendo alla legge divina
l’uomo avrebbe conosciuto il bene per esperienza ed il
male per la vista del pericolo a cui sa rebbe sfuggito ;
viceversa, disubbidendo alla legge eterna, avrebbe conosciuto il male per esperienza e il bene come una
felicità mancata. (1)
(1) Vedi la Bible Annotée.
L’uomo non può trovare la felicita che nell’ubbidienza a Dio ed alla sua legge. Ma affinché l’uomo
aderisca moralmente a Dio, bisogna ch’egli sia
libero di darsi o di rifiutarsi. La libertà é il potere
di determinarsi da sé stessi, di scegliere fra il bene
ed il male. Iddio ha dunpue accordato all’uomo il dono
della libertà che fa di lui un essere personale e morale.
Ed appunto, affinché questa libertà potess; esercitarsi,
la creatura fu messa in una condizione di prova, ed
esposta alla tentazione. Questo é il senso del racconto
biblico.
• «
D. — L’uomo peccò egli spontaneamente ?
E. — Come dicemmo in un’altro capitolo, il peccato
dell’umanità terrestre fu come la ripercussione di una
caduta più vasta. Nella caduta dell’umanità terrestre
fuvvi la suggestione del « principe di questo mondo. »
D. — Come entra il serpente nel racconto bibblico
della caduta ?
R. — Anche qui emerge a fortissime tinte il carattere siìubolico del racconto bibblico. Non ci dobbiamo
lasciar ingannare dalle immagini pittoriche. Queste
non sono fatti storici secondo la lettera. Qui il serpente
é un simbolo del maligno e non già nn animale. {Vedasi Apoc. XII. 9 ; XX. 2 ; Giov. Vili. 44).
D. — Come si svolse l'azione dello spirito del male
nel cuore dell’uomo ?
R. — Dapprima ei provocò il dubbio sulla proibizione divina {Gen. III. 1); il secondo passo consistette
nel mettere in dubbio i cattivi effetti della disubbidienza {Gen. III. 4) e nel fare appello all’orgoglio della
vita. {ibid. vers. 5).
D. — Illustrate in modo alquanto particolareggiato donde viene il peccato.
E. — a) Si é detto da taluni che l’uomo peccava
perché é uomo. Ma il peccato non é un’inperfezione,
é un disordine ; e perciò la coscienza ce ne dichiara
responsabili.
b) Si é detto anche che il corpo é l’origine del
peccato. E-vero che il corpo é occasione di molte cadute, e che il peccato può servirsene come di uno shiavo.
Ma molti peccati non vengono dal corpo ; e, daltra parte »
il corpo quando resta subordinato allo spirito può servire a glorificare Iddio.
c.) Si é cercata l’origine del male nelle istituzioni
sociali. Esse non sono indifferenti a tal problema, ma
non sono neppure l’unica radice del peccato che, prima
di essere una malattia sociale, è una malattia individuale. Il peccato esiste presso il selvaggio più che presso
l’uomo incivilito.
d) Finalmente si é detto che il male era il punto
di partenza dell’umanità ; si é fatto il male necessario
Di vero qui c’é soltanto questo ; che — siccome dicemmo più su — punto di partenza necessario dell’umanità era la condizione di prova in cui l’uomo fu posto a fin d’esercitare il dono della libertà e divenire
una persona morale. Ma niente di più. Anzi il male necessario é concetto che esclude quello di libertà. Dunque la vera origine del peccato s’ha a riporre nell’abuso della libertà.
D. — La dottrina della caduta dell’umanità che
implica la discesa da uno stato anteriore più perfetto, non si trova essa in contrasto con la ipotesi
scientifica dell’evoluzione la quale invece, implica l’ascesa da uno stato anteriore meno perfetto ?
R. No, quella dottrina e ques’ipotesi non sono punto
in contrasto. Ammesso, per supposizione che l’evoluzione sia provata vera, l’uomo sarebbe asceso bensi dall’animalità, tua ciò non esclude che, giunta l’evoluzione
a produrre l’essere morale libero, questi abbia potuto,
per malo uso della libertà, rituffarsi in certa misura
neU’auimalità natia. Quando si arriva alla libertà non
può escludersi il regresso o caduta. Se no, che libertà
sarebbe mai quella ?
u. 1.
Informazioni
floma. — Air A. C. D. G. Domenica sera si
discnsse un po’ intorno al dramma di Oscar Wilde,
Salóme, che Ricchardo Straus ha rivestito della
sua strana musica. Si esaminò la figura storica della
eroina e le si pose a riscontro quella disegnata dal
poeta ; si formularono giudizi opposti ed apprezzamenti vari ; l’intellettuale discussione riuscì animata e, vogliamo sperare, utile in qualche modo
Mantova. — (B) Testimonianza preziosa.
Siamo nel povero ma lindo ospedale di un silenzioso villaggio lombardo.
7
LA LUCE
Un ammaluto, più che ottantenne, dorme profondamente, desiderata tregua ai „dolori acutissimi,
che lo hanno fatto soffrire e gridare l’intiera notte
precedente.
L’altro ammalato, il mio, è sedato presso alla
piccola stufa di ferro vicino ad una delle pareti
della camera. Egli ha 62 anni ; è scarno assai, bianco,
e nel venirmi incontro osservo l’alta statura, e la
marcata curvatura di spalle con le quali un amico
me lo aveva poco prima descritto.
Sedatomi accanto a lui, e chiestogìi del suo
stare, successe uno scambio affettuoso di pensieri,
di sentimenti e d’impressioni. Apprendo cosi che il
mio confratello non è solo tale perché inscritto nel
Registro dei comunicanti di G., ma perchè tiene e
legge l’Evangelo, perché ama i suoi consorti nella
grazia e ne è amato e visitato, perchè la sua fode
è posta in G. C., perchè la sua speranza è ormai
tutta rivolta al cielo, e la sua aspettazione della
vita avvenire è quistione di mesi, se non di settimane.
Ad analoga mia domanda egli mi risponde —
tra una ed altra lagrima invano repressa — che
chi (nelle mani di Dio) lo attrasse all’Evangelo fu
P. B., che il discorso di lui che gli andò più addentro al cuore fu una spiegazione della parola di
Gesù, a Betania : « Lazzaro, esci fuori, » e che ancora più che le parole di quel fedele servitóre di
Dio lo edificarono e lo accattivarono la fedeltà,
l'affetto, e la serenità di quell’uomo di Dio nella
sua missione e nelle sue sofferenze.
Iddio moltiplichi servitori tali nella sua vigna,
e li consoli con molti frutti ora, e sempre.
Torre Pellice. — Il prof. Davide Jahier
commemorò Domenica passata, 15 Marzo, Edmondo
Da Amicis neH’Anla Magna del Collegio. Il conferenziere tessè la vita deH’illustre estinto e parlò
con acume critico delle maggiori opere di lui. Poi,
quando si dovè trattenere sul volume Alle Forte
d'Italia, lesse alcune pagine del Capitolo intitolato :
La Ginevra Italiana.
Si sa che con questo appellativo il De Amicis
designa appunto la cittadina di Torre Pellice, capoluogo glorioso delle storiche valli.
L’oratore fu vivamente applaudito dal numeroso
uditorio, che era rimasto sempre attento e raccolto,
durante la conferenza.
"Vittoria. — {C.) La Chiesa di Vittoria ha
perduto uno dei suoi membri. Federico Ferrerò,
dopo una malaltia di un’anno è entrato nella celeste
patria, lasciando sole la moglie e la figlia. Portata
giovedì sera, secondo l’uso del paese, la salma nella
Chiesa, Tindomani alle 4 p. ebbe luogo il servizio
funebre, alla presenza di numeroso pnblico, in grandissima parte cattolico romano, che con religiosa
attenzione ascoltò gli appelli strìngenti del pastore.
Uscito il corteo dalla Chiesa, fu accompagnato,
sempre secondo l'uso locale, fino all’uscita della
città, dove, fermatosi il carro, il pastore diede l’ultimo saluto alla salma del caro fratello, che fu portata subito aU’ultima dimora. Alla famiglia afflitta
vadano i sensi della nostra fraterna simpatia.
Dio consoli la vedova e la figlia colle sue divine
consolazioni.
— {E. C.) Non tanto facilmente sarà dimenticata
la sera del 22 Marzo 1908, nella quale la Chiesa di
Vittoria, riunita intorno al suo vecchio Anziano
Massaro Vincenzo Busacca, gli presentò un magnifico ingrandimento fotografico, opera del diacono Vito
Melodia.
La Chiesa era piena di fratelli ed amici che con
la loro presenza volevano dimostrare al festeggiato
il loro affetto. Dopo un discorso del pastore sulle
parole di Cristo a Natanaele ; « Ecco veramente un
Israelita nel quale non vi è frode alcuna, » parole
che ben si addicono al nostro Anziano, fu data lettura di ben undici lettere di Pastori ed Evangelisti succedutisi a Vittoria; il Sig. Jahier pastore a
Torre Pellice, volle oltre al suo saluto mandare al
festeggiato una copia del suo bello ed Wle libro
« Il piccolo compagno della Bibbia » con una bel
lissima dedica — libro che fu oltremodo gradito
dal nostro caro Massaro Vincenzo. — Dopo alcune
parole di circostanza del pastore, parlarono i signori
G. Samperisi e S. Alberti, quest’ultimo proponendo
che tutti i fratelli baciassero e le sorelle stringessero la mano a colui che onoravamo, còsa che fu
Immantinente fatta. Massaro Vincenzo, tutto commosso e felice nello stesso tempo, ringraziò di cuore
la Chiesa tntta e tutti quei' pastori ed evangelisti
che gli avevano in qneU’occasione mandato una
parola di affetto e un saluto, quindi la simpatica
festicciuola si chiuse con un cantico e con una preghiera.
Al festeggiato, che fu sempre un vero modello
di Cristiano e di Anziano, auguriamo ancora lunga
vita al servizio del suo Dio da lui si fedelmente
servito, e facciamo nostro il voto di un pastore: che
* Dio susciti alle Chiese della Missione, e delle Valli,
molti di quei fedeli servitori. »
DlßLIOQRflPIA
UNA RETTIFICA
Ci sentiamo in dovere di rettificare una frase contenuta nella recensione (vedi N. 12) dell’Innario Evangelico pubblicato dalla Casa Editrice Metodista.
Là dove si dice : « Come mai il prof. Filippini.... »,
bisogna aggiungere questo inciso: «..., membro autorevole della Commissione, ....* dopo il nome Filippini. Cosi, la frase deve dire: « Come mai il prof.
Filippini, membro autorévole della Commissione,
non... >.
Ciò per impedire che si possa credere autore di
que' tali lamenti il nostro caro e valoroso amico.
*
*
Luce e Ombra. — Rivista mensile illustrata
scienze spiritualiste, Milano — Sommario del fase. 3
(Marzo 1908). — F. Zingaropoli, L’ amore nelle vite
successive pag. 113, V. Cavalli, Medio e spirito {eont.
e fine) pag. 123, Ing. E. Passavo, Sui limiti della immaginazione e le realtà inimmaginabili {cont.) pag.
13?, E. Sozzano, Polemichetta evoluzionista pag. 144,
F. Ametta, Il problema della personalità in rapporto
alla morale pag. 153, — Libri in dono, pag. 156. Per
la ricerca psichica. Luigi Marroeeo, Nuovi fatti d’indole spiritica pag. 157, Fra libri e riviste. — X, La
psicologia ignota di E. Boirac — La psicologia davanti alla scienza di E. Bosc. — F. Jacchini, Il gobbo
di Norimberga di Clark — G. M., Astrea « visione
mistica » di O. Schanzer pag. 159. — Sommarli di Riviste, Annales des Sciences psychiques — Coenobium
pag. 162. — Eco della Stampa, L’ Ora pag. 163 — Cronaca, Per favorire la fotografia dell’ invisibile — Psicologia e spiritismo — Antonio il Sanatore — A. Castelnuovo del Daunia pag. 165.
Vito Garretto Direttore responsabile
Tipografia dellTstituto Gould Via Margherà 2, Roma
APPKNDICEi
EROINE YHLDESI
MONOLOGHI DI TEOFILO GAY
Vigensio
La Rivista Cristiana — Sommario del Numero di
Marzo 1908:
U. Ianni — Le difficoltà dell’ Opera di Evangelizzazione e i mezzi per vincerle.
G. Lazzi. — La lettera a! ¿Laodicesi.
G. R. — Edmondo De Amicis e i Valdesi.
A. Vinay — Pensieri di un metafisico.
Pagine Omiletiche.
Cronaca del Movimento Religioso.
Il pensiero degli on. Salandra, Fradeletto e Sennino sulla religione.
Dalle Riviste e dai Giornali.
In Biblioteca.
*
Vita. — Rivista di azione per il bene. Sommario
del N. 4 (30 Febbraio): E, Martire. — Per una riforma O. Vitali. — Ancora di Giovanni Ruskin. Bibliografia -- (Wylm, Förster). R. Bettazzi — L’educazione sessuale Sehermagliette (Calunnie, m. q.) Battaglie (Giornali e riviste).
Il Rinnovamento — Rivista critica di idee e di fatti.
Sommario: F. R. Tennant Il problema dell’origine e della propagazione del peccato, e la sua trattazione nella teologia pag. 1. Cari Koch — Soeren
Kierkegaard pag. 27. P. Baldini — La religiosità secondo il pragmatismo pag. 43 B. Varisoo —Filosofia
e religione, pag. 68. George Tyrrell — « The Home
and Foreign Review pag. 81. Arturo Frova — La
morte e 1’ oltretómba nell’ arte etrusca pag. 95. —
Cronaca di vita e pensiero religioso. — Le correnti
del pensiero russo contemporaneo (X) pag. 132 —
Cronaca di studi religiosi. — L’ esperienza religiosa e
il misticismo (A. Casati) pag. 164 — Libri e riviste.
— P. Hugues Vincent — Canaan, d’après 1’explor,
récente (A. d. S.) pag. 169. Mons. Umberto Benigni —
Storia sociale d. Chiesa (P, Baldini) pag, 173. Dom
H. Leclercq — L’Èspagne chrétienne {Giov. Boine)
pag. 179. Libretto della vita perfetta (G. B.) pag, 183.
Pratt — Psychology of religious belief. — Rogers —
The religious conception of the world. — E. Caird
___ Lay Sermons (.Angelo Crespi) pag. 186. E. F. Scott
— The apologetic of the New.. Testament (A, d. S.)
pag. 192. Giuseppe Prezzolini .— H cattolicisino rosso
(A. C. ' p&g- 194. Appunti fe TÌoté bibliograftche. —'
Storia e letteratura religiosa pag. 200, con quattro
Tavole Inori testo. > •!'; ‘ 4
Direzione: Milano via Bigli, 15 Agents iaEngland,:
WILLIAMS & NORGATE, 14 Henrietta Strett, Covent Garden, London W. C. '
V.
Eleonora Bolla.
(Continuazione e fine vedi num. prec.)
Due mesi fa, quando mio padrino, col governator
Ponte e 1’ arcivescovo Broglia e molti missionari, vennero a Bibiana a tentar di pervertire quella fiorente
Chiesa Vàldese, presto capirono che a nulla avrebbero approdato se prima non fossero riusciti a' sedurre mio marito e gli altri tre Valdesi più influenti,
cioè suo fratello Matteo e Samuele Falco e Antonio
Moresco. Perciò li fecero chiamare a Torino in udienza
dal duca, e per primo fu introdotto Valentino il quale
frauco franco rispose alle sollecitazioni del sovrano
affinchè abiurasse: ,
< Altezza, mi comandi in qualunque altra cosa, ma
la mia coscienza è e resterà libera » -— « Nè io intendo violentarla », replicò il duca e 1’ accomiatò affabilmente. Si fece in modo che, uscendo, Valentino
non potesse vedere i tre compagni che attendevano
il loro turno, e si fè loro credere eh’ egli avesse promesso di abiurare ; ond’ essi, introdotti dal duca, risposero alle sue sollecitazioni con una promessa, credendo di far com’ aveva fatto lui. Disingannati poi,
han ritirato la fatale promessa. Ma qual figura da
eroe, da véro Valdese ha fatto invece mio marito !
Oh ! io ogni giorno più ringrazio Dio d' avermelo
dato a consorte e lo prego di rendermi degna di lui.
Com’ ha fortificato ì Valdesi di Bibiana la fermezza
di Valentino ! Tetragoni agli assalti dell’ arcivescovo,
gli han risposto che andranno a messa s’ei potrà
convincere il pastore Grosso che essa sia conforme
all’ evangelo. Broglia ha accettato la sfida, ed il 22
Marzo ha mandato il professore Gesuita Marchesi, a
discutere col Grosso una giornata intera agli Appia.
Che fiasco ha fatto il Gesuita, e qual trionfo ha avuto
il Vangelo!
Allora Ponte, fuor di se dalla rabbia, ha ordinato
ai Valdesi di Bibiana di rientrar nei limiti tollerati
entro 3 giorni, se non vogliono abiurare. Qual tentazione per tante famiglie!
Mio padrino mi ha fatta chiamare subito, e colle'
proteste del più vivo affetto, m’ha supplicata a indurre Valentino a cedere per non perdere la sua bella
proprietà. < Ei t’ ama tanto, Eleonora mia, mi disse,
che se tu mostri dispiacere di lasciar la villa, cederà
per amor tuo » — Vedo, diss’io, caro padrino, che
non conoscete nè mio marito, nè mel — Allora, andate in malora! tal fu il suo addio.
Io, tentar d’indurre l'animo nobile di mio marito
a una viltà? Ah! chi me ne supponeva capace, non
sa che cosa sia fede in Dio, nè amor vero! Pel mio
Salvatóre, e pel mio sposo, sarei pronta a soffrir., ben
altro ancora ! > ■
Così prima che spirasse il 3‘ giorno, avevam fatto
fagotto di quanto potevamo, e ci ritiravamo qui senza
esitare uU istante. ù
Ohi .ci sentiam felici di soffrir qualcosa peUnostro
Signore ; ed Egli sarà con noi qui sotto quest’ umile
tetto, che la sua presenza trasformerà in tempio glorioso, Ano al giorno ch’Ei ci accoglierà nei sttói tabernacoli celèsti. jf
! 'Stiam meglio noi qui col Signore, ethe i disgrtmiuti
che son rimasti a Bibiana rinunziando a Lui.
A A
8
8
LA LUCE
Libreria evangelica
43, Via Cavovr — HOldA
Frimo deposito in IFtozna delle
pubblicazioni della Tipografia
Claudiana di Firenze.
Vendita di Sacre Scritture in
varie lingue.
Il fatto di Cristo
Conferenze apologetiche
DI
CARflEQIE SinPSOM
Traduzione di Enrico Rivoire
SALA DI LETTURA E DI SCRITTURA
1 n m 5 A C I
ad usò de’ Cristiani Evangelici —
Auova raccolta di 320 inni (testo
con musica).
Un volume legato in tela L. 0,75
FIRENZE
Tipografia Claudiana
51 — Via de’ Serragli — 51
PREZZO : Lire 1,00
ITj CA.CA.O TA.IjM03SÌE è riconosciuto essere Valimento ricostituente il [più nutritivo ed
il più facile a digerirsi.
brande Medaglia
d’Oro
del MINISTERO
di Agricoltura,
2» Industria
e Commercio
Diploma cF Onore
Esposizione Internazionale ^ d'Atene 1903.
illtre specialitii dello Stoliiliniento
T9LM0NE:
Cioccolato delle Piramidi
Cianduja Talnjooe
Cioccolatine Talmone
Pejjert de Reine
Bouchée de Dame.
Pii CAPELLI e per la barba
CHININA-MIGONE pi^fumaio cho imptv
dei capetti, ti sviluppi,
/ i
disce la caduta
li raiior?:a od animoriidisce. Si vénde
Inodora, profnmata al
rtinin ed al petrolio, in flaconi
da L. 1,50, L. 2, ed in buUiglie da
h 3,50, L. 5 e L. 8,50. Per la spedituom deila flata da L. 1,50 aggiungere oent. 25; per te altre L.0.80.
ANTICANIZIE-MIGONE
T«D«nte proftimata cb« agisce sui capelli e
sulla barba in modo da ridonare ad pjisì H
loro l•»lor<> primltWo, senza macchiare né la
biancheria, nè la "elle. DI facile applicaiiaiie.
Ba^ta una bottiglia per ottenere un effetto
eerprendente. Coiia L. 4 la bottiglia, più oenteilmi 80 pel pacco nostale. 2 bottlgUe per L. 8
e 3 per L. 11 franche di porte e <u imballo.
ELICOMA-MIGONE
al ea|JcHi un bel colore bionde ero.
c «I i<n lajl paeeo postale, g scatole per L. t e I per
frsnctic d) porti). ,
Costa L. 4 la seaiala più
L. 11,
TINTURA ITALIANA tnra eooooniica
eba serre a dare al eapeltl un bel calar naro. Ceala L. 1,50 II
laeaoe, p4ù caat. 80 pel pacca pastaie. SI naiinMM 3 flaconi
per L. 4,50 franchi di patio.
PETTINE DISTRIBUTORE
per fadUtare la dtmNmiaiie ameganea delle tinture sai oapalli e
eiiUa barba. Boa è d^ne assai facHe a permetR, laaihe, eoonembi dei Bgwdo. (Ma L. 4 più cent. 25 per la raoeimaadnalane.
ARRIGGIOLINA-MI
Con (laeslo preptraip il db ala
V"™C> eapIgiiatarafarrtiaiTapiT
wiealc. Impartendo puc al eaprii amidetta e tasti«. SI rcade la «sosal da L. L»,
pM ent. 8» per la ipidhtnne, > laaeiid per
L. 4, friMM di pane.
Pip la Mitezza e conservazioiiB mì» pelle*
EBINA-MIGONE^
rare alla carnagione ed alla pelle la bii
Serre a
_____________ ___________________conser
rare alla carnagione ed alla pelle labiancheaza
e la iMrbidezza proprie della gioveiitn. Con
e«oa si combattono I rossori, le lentiggini e si
toglie l’abbronzslura prodotta dai bagra di
mare e dal sole. SI rende in fiale eon elegante
» i . . . “wcclo a L. 8, più L. 9,80 pel paeeo postale.
3 fiale L. 9, franche di parto.
CREMA FLORIS rItS di proùimo, ranserva
ed accresce la bellezza del colorito naturale, noncbè la freschezza e relasticltà epidermica. Un rasetto in elegante astuccio
C. 1..50, più cent. 25 per TaSrancazione. 3 rtsetU franchi di
peno per L. 5.—.
VELLUTIA NARCIS-MIGONE
Per la resistenza e soatlta del profumo e per la sua finezza ed
impii!T>abilit!i, per l’elémnza dell« confezione, questa pnlve e
di toletia è ImpnrcgglimUe, Ceeta L. 2,26 la scatola, l iù re i. 25
per raffranc' zinHe ,l scatole per L, 7,—, franche di porlo,
JOCKEY-SAVON K“p?t
fumo penetrante, warissiino. Inimitabile, dà ala
pelle morbidean o freschezza. Costa L. 1,96 la
scatola di 3 pezzi, più cent. 25 por la tpodi< zlone. 12 peaal po» L. 7,80 fraotU di MT« e
dlnbailo.
Per ki biRezza t cbusifiiuìs» del denti
ODONTMIGONE
B*, an nnoro preparato in SUsir, P^
rare e Pasta, dal profumo penetrante
epteocTole che nentrallzzando le canoe
dvarazione che possono subire I denti.
Il aoaoerra biancbi e soni. L'Elisir
costa L. 2 li flacone, la Poirere L. 1
la tsatata, la PaMà L. 0.75 II tubotte.
MÈe spedMoni per posta raoooraaadata
L. 0,16 per arttaolo.
1MERIMH DEHTIST
Pr. JOHN BIAVA, 2 Quintino Sella, Milano..
Diplomato in Italia, Svizzera e New Yorlt
Denti senza placche. Otturazioni, Corone
in oro. Dentiere. Estrazione senza
dolore.
I
PeoSion De faniille
INTERNATIONA LE
CASA DI PEIM’ORDINE
5, Via Ospedale - TORINO
% ____________________
ampliata di un altro piano
% CONFORT MODERNO
Luce elettrica in tutte le camere
t
I
I
IL CRisTmncsino
affraverso i Secoli
Frezza L. 2,00 per l’Italia
« « 2,50 i^er l’estero
^ QR0550 VOLUME
PI RAQine 480 m
Rivolgersi all’ Àtitore
SIG. E. MEYNIER
Casa Sella,
( Novara)
lìorgoiiiiovo
BIELDA
NUOVA AURORA
Questo volnnietto. che ha avuto al suo apparire
una cosi lusinghiera accoglienza, è posto in vendita per L. 1,75 la copia ; 10 copie per L. 12,50
La spedizioqe è a calicò de’ committenti.
LA
Rivista Cristiapa
Ferioilico iHensile
UéetUiywiilttiitwwàk<tiiPi9Ì«Ì8tLP«wÉ»l>#M.Bip^
Italia — Anno L. 5,00
Estero — Anno L. 6,00
DIÌ^ETTOI^È : Ppof. Giovanni f^ostagno, 51
Via dei Serragli, pirenze.
fqWiWH^ISTfJflTOHE : Antonio I^ostan, 107
Via 7’lazlonale, I^oma.
abbonamento cumulativo a
LR LUeE
e a
La HIIHST9 [RISTI9HÌI
Italia Anno L. 6.00
Estero Anno L. 10,00