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ECO
DELLE valli VALDESI
bpett.
BIBr.ICIECA VALDESE
TORRE PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Elezioni
Quali le prime impressioni, dopo
le « amministrative » italiane? Per
molti giorni continueranno le valutazioni di tutti gli aspetti dei risultati
elettorali, su scala nazionale e sul piano locale (in particolare là dove si
prospettano giunte « difficili »). Tenendo conto dell’aumento della popolazione votante, si può dire che la
consultazione elettorale non abbia
spostato di molto il rapporto di forze. Ci sono però alcune indicazioni
che vai la pena di rilevare.
E anzitutto è da notare il tracollo
dei monarchici, calati di oltre mezzo
milione dal 1958 ad oggi (da 1.228.869
a 715.499), e se non si fosse trattato
della larghissima clientela napoletana del comandante Lauro, lo squagliarsi del partito sarebbe stato ancora
assai più vasto. La metà circa dei voti cosi persi sono andati al MSI, che
è passato da 1.198.200 a 1.473.835;
un milione e mezzo di neofascisti ci
sembrano parecchi, in Italia, e quale
minaccia possano rappresentare lo
hanno mostrato i torbidi dell’inizio
dell'estate, mentre anche la situazione
irancese, pur così diversa, può dar da
pensare. Pure il PLI ha visto aumentare i suoi voti da 873.060 a 998.504.
La DC ha .segnato un notevole calo
da 10.995.552 a 10.021.718, e dato Io
aumento parallelo di partiti di centro-sinistra e di sinistra, superiore a
quello della destra liberale non ci si
può spiegare questa diminuzione che
come risposta alle tendenze destrorse che si sono gradualmente imposte
fino a portare al Governo Tambroni;
l’orientamento di centro-sinistra auspicato da Lantani dopo la sua rinomina, e poi messo invero piuttosto in
sordina, pare essere quindi quello auspicato da molti elettori cattolici.
Continuando l’analisi del ventaglio
politico, verso sinistra, notata la diminuzione dei voti del PRI da 372.758
a 319.978 (diminuzione dovuta al fatto che in numerosi collegi i radicali,
fin qui alleati ai repubblicani, si sono
presentati insieme ai socialisti), appa
re come il più marcato aumento —
proporzionale — sia stato segnato
dal PSDl, che passa da 1.214.600 a
1.426.363 voti, assorbendo a quanto
pare voti della sinistra DC e della destra del PSI. Sia un bene o un male,
le perdite del socialismo nenniano (ir
PSI scende da 3.806.394 a 3.580.338),
perdite a vantaggio da una parte de'.
PSDI e dall’al.tra del PCI, mostrano
che Tambiguità tenuta finora non è
stata approvata da parecchi elettori,
che hanno fatto una scelta, o verso
destra o verso sinistra; e se comprendiamo che la posizione del PSI è difficile e delicata, forse apparirà, agli
autonomisti come ai « carristi » che
l’incertezza non può che danneggiare
il partito e in ultima analisi la costruzione di quella sinistra democratica
in cui si aspica di trovare un interlocutore valido e forte di fronte alla
DC e alle tentazioni e pressioni cui
è e sarà sempre esposta, per quanto
tenti talvolta di difendersene.
Infine il PCI ha segnato un aumento considerevole, passando da 5 milioni 984.945 a 6.085.848. « Il più forte partito comunista dell’Europa occidentale » si sta facendo sempre più
forte; non si risponderà alle sue esigenze o — secondo i pareri alla
sua sfida, bandendo « crociate ». Questo dovrebbe essere sempre più chiaro, e dopo gli attuali risultati bisogna
chiudersi gli occhi per non vederlo.
Abbiamo dunque votato : abbiamo
espresso il nostro giudizio, dato la nostra piccola indicazione. Il nostro dovere di cittadini è però ben lungi dall’essere esaurito — e tanto più se ci
confessiamo cristiani.
Passato il passionale momento elet' torale — e il credente nel Signore della storia può sempre segnare la differenza fra impegno e passione riprende la vita di tutti i giorni, quella
di cui ognuno di noi è responsabile.
Uif'- J
lifi ;
La Librerìa Claudiana
alia Mostra del libro
X.l:às
Dal 22 al 31 ottobre si è tenuta a
Milano la terza mostra internazionale del libro, a cui hanno preso parte
97 tra le più note e importanti case
editrici italiane.
Il peso di questa manifestazione
nell’ambito della vita culturale non
può essere taciuto: essa è, infatti, il
segno di un crescente interesse per
la buona lettura e dello sforzo da
molti compiuto per porre il libro alla portata di chiunque.
Per la prima volta la Claudiana .si
è affiancata all’editoria nazionale
partecipando attivamente ad una
esposizione di questo genere. Questo passo è di estrema importanza,
la nostra Libreria Editrice si propone non solo di destare un più vasto
pubblico di lettori, ma soprattutto
di divulgare la conoscenza della Parola di Dio, compiendo cosi quella
opera di evangelizzazione che ogni
organizzazione della Chiesa deve imporsi come il primo tra 1 suoi doveri, e appunto inserendosi essa pacificamente nel novero delle case edi
trici italiane può agevolare il euo
non facile compito.
Nella rassegna, in cui è stato notato un certo interesse religioso da
parte di espositori non evangelici
(tanto per citare un esempio ben tre
case esponevano traduzioni della
Bibbia) la presenza del pensiero protestante non è passata inosservata,
imponendosi anzi all’attenzione del
pubblico come una realtà che non
si può ignorare. Più di un migliaio
di visitatori sono affluiti giornalmen
le alla mostra di cui il 20% circa si
è soffermato dinanzi allo stand della Claudiana, interessandosi alle sue
jtubblicazioni e chiedendo, talvolta,
chiarimenti sui Valdesi e sulle loro
posizioni religiose: nel corso di queste brevi conversazioni si è rilevato
un vivo interesse per questioni religiose e un sincero desiderio di approfondire una troppo generica conoscenza dei testi sacri.
Questi fatti ci dicono in modo
esplicito che la partecipazione della
Claudiana alla III“ mostra del libro
non è stata vana: essa è stata il mezzo attraverso il quale ancora una volta il Signore ha concesso alla Chiesa
Valdese di rendere testimonianza alla .sua Parola in Italia. M. B.
Dal 20 al 27 novembre avrà luogo
l’annuale
SETTIMANA
DEL LIBRO
Richiedere il catalogo della Claudiana, Vi saranno facilitazioni per gli
acquirenti. Ricordatelo !
1 rappresentanti del Protestantesimo francese
prendono posizione circa la guerra d'Algeria
Abbiamo già dalo notizia di prese di posizione ecele.siastielie ealtoliche e protestanti ani doloroso problema della guerra di
Algeria, rbe sembra porre sempre più la
Chiesa in uno siatus confessionis. Recentemente, quattro personalità religiose, il
Past. Marc Boegner. presidente della Fédération Protestante de France, il Cardinale
Fellin, arcivescovo di Parigi, :1 gran Rabbino di Francia dott. Kaplan, e il Prof.
.Si Hamza Bubaker, rettore della Moschea
ii Parigi, si sono riuniti per affermare, in
un mondo sempre più materialista, il primato dello spirituale, e la necessità, l’impegno morale a lavorare alla costruzione
di un mondo nuovo in cui siano veramente onorate e coltivate la tolleranza e la comprensione, il rispetto deH’uomo, lottando
contro le divisioni, gli egoismi, i fanatismi. (Sia detto fra parentesi, la RAI ha dato notizia di questo incontro, ma omettendo di parlare del past. Boegneri.
Ora la decima Assemblea plenaria del
Protestantesimo francese, riunitasi a Montbéliard dal 29 ottobre al 1» novembre ha,
fra l’altro, disi-usso la situazione della
Francia di fronte al problema algerino, ed
ha quindi rivolto il messaggio ;lie riproduciamo qu; accanto.
Questa Assemblea, che si riunisce ogni
cinque anni, raccoglie i rappresentanti delle sette Chiese evangeliche riunite nella
Fédération Protestante de France (oltre ai
riformati e ai luterani, i riformali indipendenti, i baltisti e PUn one delle Chiese lil.ere). Erano pure presenti i rappresentanti di numerose Chiese sorelle, fra cui il
Moderatore E. Rostan — che in queste ull'me sei limane ha rappresentalo la Chiesa
Valdese a numerose assise ecclesiastiche,
lalla Scozia al Baden, a Montbéliard e infine a Lausanne dove ha parlecipalo al Sinodo della Chiesa nazionale del Vaud.
L’Assemblea di Monlbéi ard ha lanciato
un appello all’unità del protestantesimo
francese; in una dichiarazione, constatato
che « la divisione ecclesiasl ca attuale del
protestantesimo di Francia costituisce un
grave ostacolo al compimento della missione delle nostre Ch'ese ». Pur riconoscendo
che in materia di dottrina di disciplina e
di liturgia il potere d! decidere spetta alle
Chiese, l’Assemblea le « supplica di rispondere alla volontà del Signore proseguendo senza stancarsi e moltiplicando fra
loro, sia nel quadro della Fédération protestante de France, sia per loro iniziativa,
contatti che permettano loro di procedere
sulla via dell’unità nelle loro diversità.
Un oratore, il Pastore G. Casalis di
Strasbourg — che aveva l’incarico del rapirono di base all’Assemblea — insistendo
sul disorientamento della gioventù di fronte a Chiese protestanti divise, ha diehiaralo : « Il distacco fra la Chiesa ufficiale e
la Chiesa reale si aggrava di giorno in giorno. Finché saremo divisi, questo fossato
non farà che approfondirsi ulteriormente
fino al giorno in cui saremo soli con i noslri uffici, i nostri consigli e i nostri regolamenti diventati inutili ».
Per rafforzare l’unità del protestantesimo francese l’Assemblea, sebbene non disponga di poteri esecutivi, ha proposto di
modificare lo statuto della Fédération protestante de France. Questa conta attualmente sette chiese-membri: la modificazione
lonsisterebbe soprattutto nell’allargare la
base d: collaborazione con le istituzioni,
opere e movimenti diversi del protestantesimo (cappe.lania, movimenti giovanili,
servizi speciali come le Diaconesse e la
f.lMADE, movimenti come il Christianisme social e centri di formazione, comunità come Taizé e Pomeyrol, organi d’informazione; stampa, r.adio-televisione).
KENNED Y
Il aiitdidalo democrallco aliti presidenza
degli S.U.. Kennedy, ha vinto la campagna elettorale. E per la prima volta nella
storia un cattolico è Presidente degli S.U.
Non è il caso, ora, di riandare le peripezie della lotta elettorale, e in specie le
polemiche sulla confessione religiosa dei
due candidati antagonisti. Abbiamo a suo
tempo espresso la nostra perplessità sulla
insistenza con cui essi, e in particolare
Kennedy, hanno affermato la non incidenza politica della propria fede. Ora. passata
la passione delle polemiche e della propaganda, inizierà la prova dei fatti. E noi
ci auguriamo che Kennedy mostri di essere un cristiano vero e lungimirante, e un
cattolico aperto, non succube di pressioni
clericali (poiché è ben possibile essere
cattolico convinto e non abdicare la propria responsabilità civica nelle mani di
padri confessori; ce n’è di questi cattolici).
Però — e non si veda in questo una rivalsa confessionale! — siamo convinti che
Kennedy è stato eletto ( con lieve
maggioranzaJ non certo perchè era cattolico, ma in quanto candidato del partito
democratico. Anche se l'opinione pubblica americana è cos'i divisa, in due blocchi
assai forti, una parte considerevole ha
voluto esprimere un giudizio contrario alla politica del partito repubblicano finora
al potere: in particolare contro la sua politica estera astiosamente contratta, perennemente sulla difensiva, rigidamente ostile al blocco orientale, lanciala nella corsa
agli armamenti. Il partito democratico pare avere una posizione più sfumata e meno
chiusa, e questo è desiderato da larghi
settori deir elettorato americano. E anche
da noi.
Lo scatenarsi delle passioni e degli atti di violenza provocato dalla
euerra d’Algeria ha diviso il nostro paese ed innalza nel mondo barriere
d’incomprensione fra la Francia e le altre nazioni, in particolare quelle
africane. Di fronte a questo scatenamento, facendo seguito a numerose
dichiarazioni delle nostre Chiese e della Federazione Protestante di Francia ricordiamo con forza gli imperativi di giustizia e di riconcilinone, il
cui segno è la croce di Gesù Cristo. Questo si rivolge ad ogni crniano e,
oltre i limiti delle nostre Chiese, a tutti i nostri concittadini, dovunque
si trovino, con cui ci sentiamo solidali.
Pensiamo m modo particolare alle nostre comunità cris.,iane d Algeria alla difficoltà della loro testimonianza, all’insiprezza e all’ngosma
nelle Quali vivono i loro membri. Teniamo ad assicurare loro il nostro
pensiero fraterno e ia nostra costante intercessione nella comunione
Sottolineamo nuovamente il deterioramento morale e giuridico che
mina la nozione stessa di Stato e che la continuazione di questa guerra
accelera inesorabilmente. Questo deterioramento incita purtroppo alcuni
di coloro che hanno ricevuto un potere amministrativo, militare o poliziesco ad utilizzarlo a scopi sovversivi. .
Confessiamo che le nostre passioni partigiane o la nostra passivila,
il nostro nazionalismo, i ncstri interessi o il nostro razzismo inconscio
hanno contribuito a creare una situazione che pare oggi ^nza uscita.
Di fronte a questa situazione, che cosa deve fare la Chiesa per ma
nifestare la sua appartenenza al Signore Onnipotente che è Giustizia e
Riconciliazione? Essa ha nel mondo un compito primo e costarite di preghiera di predicazione e di testimonianza che la conduce oggi a:
1. Esortare ognuno dei suoi fedeli a pregare senza stancarsi i^r la
pace e per tutti coloro che .sono personalmente impegnati in questo dramma; militari, civili, europei, musulmani, e a ricercare le decisioni concrete che questa preghiera implica.
2. Dare mandato al Presidente della Federazione Protestante di Francia di intervenire possibilmente con le altre autorità religiose del nostro
paese presso il capo dello Stato, e presso i capi responsabili del nazionalismo algerino, affinchè da entrambe le parti sia proclamata appena
possibile ima tregua.
In ogni caso, devono essere ripresi dei negoziati ampi quant e possibile- l’essenziale non sarà più una questione di prestigio, in particolare
la capitolazione senza condizioni o la premessa dell’indipendenza incondizionata, ma la discussione di uno statuto equo per tutte le comunità
che convivono in Algeria, e una garanzia contro ogni rappresaglia. Nel
caso in cui non si giungesse rapidamente a questi negoziati, si renderebbe inevitabile una mediazione.
Colpita dal turbamento profondo che lacera sempre più i giovani del
nostro popolo che devono portare le armi, la Chiesa, solidale e responsabile della gioventù dovunque essa sia, non può affermare che la fedeltà
si trova in una presa di posizione unica. Ma tiene a dichiarare che la
ribellione, che coinvolge oggi il passaggio all’illegalità, non potrebbe giustificarsi ohe nel caso di una perver,sione fondamentale dello Stato.
A coloro che partono come -a coloro che .sono già sotto le armi in
Algeria, la Chiesa ricorda che il loro difficile ma primo dovere è di essere
testimoni del Cristo riconciliatore verso i loro commilitoni e tutta la popolazione. Perciò nessuno di loro potrebbe mai accettare che, con la tortura fisica e morale, sia avi ilito l’uomc che combattono, anche se questi
si. fosse egli stesso compromesso con atti di tortura. In questi casi di
rifiuto legittimo assicuriamo loro il nostro sostegno morale, materiale e
giuridico ,
A coloro che, nella stessa volontà di testimonianza, rifiutano di par
tire per questa guerra, crediamo di dover dire che l’obiezione di coscienza, con tutte le conseguenze penali che comporta, pare, sotto questo aspetto, il mezzO‘ di rendere una testimonianza chiara. Anche a questi assicuriamo lo stesso appoggio : non ci stancheremo di chiedere pter l’obiezione
di coscienza uno statuto legale
A tutti coloro che vivono in Algeria, la cui prova attuale è sempre
più crudele, ccnfermiam.c una volta ancora la nostra volontà di condividere le loro sofferenze e i loro sacrifici, di dare loro un aiuto maggiore
e di superare con loro i nostri interessi storici, economici e i nostri rancori politici. Siamo, tutti insieme, chiamati a scoprire la via di una pace
giusta, e a militare per una riconciliazione di tutti gli uomini.
2
pag. 2
L’ECO DELLE VALU VALDESI
N. 45 — 11 novembre 1960
DopQ le nomine
Tutte le Conferenze d’Italia hanno ormai eletto i nuovi presidenti voluti dall’ultimo Sinodo. Lo stato maggiore dei
dirigenti della nostra chiesa si è così arricchito di varie unità. Da ora innanzi il
gruppo di testa dei cortei sinodali, dove
incedono vestite di nero le autorità della
. chiesa, già numeroso in passato, sarà ancora più forte e più modesto e sparuto
parrà il resto del corteo nel quale camminano i « semplici » laici o i modesti pastori che non hanno responsabilità particolari e non appartengono a nessuna commissione.
La riforma è stata voluta specialmente
da un gruppo giovanile entusiasta che se
ne riprometteva un jmogresso per la Chiesa. Molti membri della Assemblea Sinodale si sono sentiti commossi dal loro fervore ed hanno voluto assecondarli. Anche
chi scrive lo ha fatto.
Ora staremo a vedere se progresso vi
sarà o meno.
Senza dubbio il compito dei sopraintendenti messi tutto ad un tratto di fronte
ai presidenti potrà anche presentare dei
momenti delicati e permettere qualche inconveniente, ma non è detto che la loro
collaborazione non debba produrre ciò che
si spera. C’è solo da augurarsi che essa
non si concreti semplicemente in una pacifica seduta al tavolino per la ripartizione dei compiti in modo che quello che
prima era fatto tutto da un uomo solo
dopo sia fatto metà dall’uno e metà dall’altro.. Non sarebbe certo questo un rispondere ai voti del Sinodo il quale desiderava qualche cosa di nuovo nella chiesa,
qualche cosa come una riforma che le desse un palpito di vita nuova...
Noi siamo ottimisti e speriamo sinceramente che qualche progresso vi sarà, ma
per portare un contributo a questa causa
proponiamo ai nostri lettori di guardare
per un momento l’altro verso della medaglia :
esse hanno generalmente il desiderio, e
persino l’ambizione di esserlo, ma mi domando fino a qual punto la parola « autorità » si può legare con quella di « animatore ». Animare vuol dire destare la
vita, il movimento, il pensiero e l’iniziativa dei singoli... Ma l’autorità giunge
generalmente con un proprio pensiero,
con un proprio progetto con una propria
iniziativa, giunge persino al punto di questuare aiuto per le proprie iniziative... e
dove va allora l’animazione degli altri?
Quello spirito di iniziativa degli altri,
che si doveva suscitare in loro? per la
loro passione, per il loro lavoro, per il
loro particolare campo di lavoro e di responsabilità?
Potranno esservi certo delle nobili eccezioni, ma non ci sembra che il moltiplicarsi delle autorità debba di per sè recare
nuovo spirito di iniziativa negli operai...
1/ problema
della nostra Chiesa, oggi
L'altro versom m
Il moltiplicarsi delle autorità nella Chiesa può anche non fruttare prosperità ma
debolezza. Non alludo neppure ai possibili conflitti di autorità in un ambiente piccolo e modesto come il nostro e non alludo neppure al cumulo di lettere e di circolari che i semplici operai —■ sempre
meno numerosi — ricevevano già troppo
grande in passato e rieeveranno forse da
ora in poi raddoppiato. Questo inconveniente vi sarà forse anche, ma non è quello che pavento.
Mi domando se il moltiplicarsi di presidenti, sopraintendenti, vice presidenti e
segretari ecc. eoe. non rischia di paralizzare nella chiesa lo spirito di iniziativa
dei singoli, o, in altre parole, di ostacolare allo Spirito Santo di sofltare dove
vuole, quando vuole e come vuole.
Effettivamente il fatto dì avere al fianco una autorità esime talvolta questo o
quell’operaio dal fare una data cosa: Essa
compete al sopraintendente... faccia lui...
Non tocca a me e il sig. sopraintendente
può diventare qualche volta un guanciale
di pigrizia. Altra volta invece egli è un
freno di fronte allo zelo esuberante di
qualche novatore e qualche altra persino
un ostacolo. La storia di quell’asilo dei
vecchi che un pastore voleva fondare e
che aveva contro di sè in primo luogo la
amministrazione; che gli concesse poi un
plauso tardivo solo quando vide il pieno
successo della iniziativa è tutt’altro die
rara.
Autorità animatrici?
Protesterà forse qualcuno dicendo che
invece le autorità sono elementi animatori
nella chiesa... E concedo senz’altro che
Ed il problema della nostra Chiesa oggi
è proprio quello dello spirito di iniziativa che ristagna e langue. Langue in parte perchè noi pastori siamo tardi e fiacchi ed anche perchè il meccanismo organizzativo della no*stra Chiesa non è adatto
per dargli molto incoraggiamento.
Staremo a vedere se la riforma del recente Sinodo migliorerà la situazione, ma
abbiamo l’impressione che occorrerà forse
invocare ancora un’altra riforma, forse
una riforma che abolisca tutti i galloni e
i « pennacchi » come disse qualcuno un
giorno in sinodo, anziché moltiplicarli.
Abbiamo accennato fin qui al problema
della libertà di iniziativa nei rapporti tra
autorità della chiesa e i semplici pastori...
Ma il problema si dimostra tanto più
vero e consistente se spostiamo un poco
il nostro punto di guardatura e consideriamo quei membri di chiesa che chiamiamo laici messi di fronte a quelle loro autorità che sono i pastori con i sopraintendenti, i presidenti, i vice presidenti, i segretari eoe. ecc. messi tutti insieme. Qui
un disagio diventa ancora più evidente.
Lo spirito di iniziativa dei laici trova fatica ad esprimersi nella nostra chiesa.
Parte con uno slancio di gran buona volontà eppoi si accorge che c’è davanti una
segnalazione stradale con diritto di precedenza, oppure c’è un avvertimento di
senso unico o un divieto di sosta, o peggio un divieto di sorpasso, un divieto di
transito...
Certo non può essere che nella chiesa
ciascuno venga a fare ciò che gli pare e
piace, ma tuttavia un problema della possibilità per tutti di lavorare e di servire
il Signore con libertà di iniziativa e come
10 Spirito Santo detta dentro di noi, c’è
nella nostra chiesa. Ed è pure un fatto
che questa libertà non trova un clima di
espansione tnolto favorevole nel nostro
meccanismo organizzativo.
Di chi la colpa?
Delle autorità della chiesa, dei pastori
0 dei laici o di tutti insieme?
Probabilmente la risposta più giusta è
rultima, ma essa non basta per far sì che
11 problema non sia e non esime nessuno
dal dovere di fare ogni sforzo per superarlo.
Questo, oggi, è forse il problema più
importante in seno alla Chiesa Valdese.
Dovremmo cercare tutti insieme, « di
pari consentimento », la sua soluzione.
Per portarvi un piccolo contributo cercheiemo in un prossimo articolo di suggerire ai fratelli laici com’è che possono
superare gli ostacoli che li inceppano e
dar libero corso al loro spirito di iniziativa.
Enrico Geymet.
IL 4 NOVEMBRE AD AGAPE
F. U. V. - Convegno dei " responsabili
ri
Per quelli che c'aerano e per quelli che non c^erano
Un anno di attivili si apre nuovamente per le nostre Cinese e, come al
solito, si fanno prositi di rinnovamento e di. riforma, a volte, per au
mentare refflcacia dèlia nostra azione e del nostro messaggio. Anche le
Unioni giovanili hanno avuto il loro
annuale convegno del responsabili Venerdì scorso ad Agape.
Il numero dei presenti è nettamente aumentato^ rispetl^o all’aimo scorso, soprattutto per quanto riguarda le
Unioni che sono state visitate dal Comitato di Gruppo. E’ soddisfacente
vedere che le visite non sono sempre
infruttuose. Abbiamo, però, notato
con dispiacere che erano assenti i
rappresentanti di due unioni vicinissime. Speriamo, come al solito, che
l’anno prossimo la cosa non abbia più
a verificarsi, come pure speriamo di
annoverare fra i presenti anche le altre imioni che non erano rappresentate, anche se im po’ meno vicine ad
Agape. Il numero degli assenti è aumentato, malgrado fòsse presente un
maggior numero di persone fìsiche.
L’atmòsfera che ha, animato il convegno era certamente meno familiare
di quella dell’anno scorso e risentiva
delTaffluenza di massa che ha caratterizzato l'incontro: oratori regolarmente al tavolino; richiesta della famosa « parola » da parte di chi voleva
intervenire ecc. D’altra parte non si
può dire che i presenti avessero l’impressione di essere intervenuti ad
un’assemblea ufficiale e cerimoniosa,
perciò rincontro non ha da riguardarsi come negativo rispetto a quello
dello scorso anno in quanto la minor
familiarità era dovuta alla maggiore
affiuenza e c’era solo nella misura giustificabile da questa.
La cronaca non esce dalle linee tradizionali.
Al mattino abbiamo avuto il Culto
presieduto dal Pastore Giovanni Conte di Rorà, Capogruppo, il quale, partendo dai primi 15 versetti del cap. 8
della II ai Corinzi ha proposto alla
meditazione dei presenti il problema
del denaro. Per quanto la Chiesa sia
per natura povera, e non solo per circostanze contingenti, dobbiamo cccuparci dei suoi problemi come unioni,
perchè non ne siamo staccati ma ne
facciamo parte. Nel passo in esame
vediamo che la Chiesa primitiva trovava in se stessa la forza per lottare
contro le difficoltà finanziarie, non
nei doni degli amici, come noi. Questo perchè, ci dice il ì^stro passo, abbondava in ogni cosa, non solo in denaro; anche nella carità che si riceve dal Cristo. Perciò il problema finanziario nella Chiesa è di natura
spirituale. Si tratta anche di essere
ncn servi ma padroni del denaro. Non
ji tratta solo di arricchire le finanze,
ma tutta la vita delle nostre unioni,
<a cui anche le finanze dipendono:
visite, studi, canto ecc.
In seguito il Pastore Tourn di Massello ha presentato il piano di studi
previsto dal Comitato Nazionale. Dopo aver rifatto la storia delle discussioni in seno al Congresso di Napoli,
note a quelli che hanno letto i nostri
giornali, ha esposto l criteri con cui
ha compilato il fascicolo degli studi
biblici. Sono sulle !^istole di S. Paolo
ai Corinzi ed esaminano non dei passi, ma i problemi che si incontrano
nella loro lettura. Per esempio il pri
mo studio è concentrato sul problema
dell’unità della Chiesa. Gli argemen
Liceo-Ginnasio Valdese
Concorso
a cottedre
Sono banditi i concorsi per titoli ed esami relativi alle seguenti cattedre nel Liceo Ginnasio Valdese Pareggiato di
Torre Pedice:
— una cattedra di lettere nel
Ginnasio Superiore;
— una cattedra di latino e greco al Liceo;
— ima cattedra di scienze naturali al Liceo.
Le domande e i relativi documenti devono essere presentati
entro il 26 novembre. I bandi di
concorso sono affissi all’albo
dellTstituto e al Provveditorato
agli Studi di Torino.
Per qualsiasi informazione rivolgersi alla Presidenza del Liceo Ginnasio Valdese
Torre Pedice, 27 ottobre 1960.
Il Moderatore
ERMANNO ROSTAN
SEGMLIAMO
Siamo lieti di segnalare, in attesa
di più ampia e approfondita presentazione, il pregevole volume del Prof.
Arturo Pascal /
li, MARCHESATO DI SALUZZO
E LA RIFORMA PROTESTANTE
(1548-1588)
uscito nella Biblioteca Storica Sansoni, Firenze 1960, pp. XV-658, Lire
6.000.
IL MARINAIO
In uno scompartimento dell’accelerato che viaggia verso Taranto c’è
un gruppo molto vario di persone:
alcuni giovani che si compiacciono
in discorsi insulsi e vuoti e vicino al
finestrino un marinaio ed un mereiaio ambulante. Il marinaio rimane
serio e non sorride neppure ai lazzi
del gruppetto di buontemponi, mentre il colportore legge alcuni brani
dei salmi; sono rimasti tutti e due
in silenzio, per lungo tempo e poi.
d’improvviso, il dialogo incomincia
su di un tema generale e poi rapida
mente si entra nel vivo del problema religioso; il giovane appartiene
all’azione cattolica della cittadina di
M. ed appena scopre che il suo intirlocutore è evangelico ha come un
sussulto, un attimo di esitazione e
poi affascinato dal messaggio di quel
libro che gli sta vicino, che lui non
possiede, di cui ha soltanto sentito
parlare, come di cosa troppo difficile, accessibile ai colti, egli si confida
allo sconosciuto viaggiatore e gli dice: (( Ho avuto la proibizione di parlare con dei Protestanti su argomenti religiosi ma quello che lei mi dice mi fa tanto bene al cuore, sento
che c’è del vero, c’è del buono; parli, parli ancora... » ed assieme essi
frugano nel Libro, cercano i passi,
b leggono ad alta voce; poi, il marinaio rimane in silenzio; nel volto
Si leggono i segni d’un combattimento interiore, avverte il crollo di una
impalcatura teologica che non trova
nessun appoggio scritturale e man
mano scopre nel dialogo il valore di
Dio Padre che ci ama, di Cristo che
ci salva, dello Spirito che purifica,
che illumina, che guida nella Verità,, che rinnova il miracolo della
Pentecoste; egli è ancora incerto,
\ or r eh he la Bibbia cattolica nelle
mani per essere certo che le stesse
cose dette dal mereiaio sono anche
in quella, tranne certe note, certi
passi, comunque rari. Taranto è ormai vicina: nello scompartimento la
scena è mutata come per incanto; il
marinaio ha nelle sue mani un libro
« Ma il Vangelo non dice così », con
l’indirizzo delTambuIante mentre i
giovani sono rimasti muti, attenti,
iiirei travolti da quel dialogo dove
si parlava di loro, qi parlava della
loro salvezza, dell’unico scopo della
vita che « fa ringiovanire come l’aquila », che allontana la noia, la monotonia... vale a dire il servizio per
Colui che ci ha serviti sulla croce,
vale a dire il proclamare agli altri
che Dio ci ama e ci impegna nel vero
amore per gli altri per condurli al
Salvatore.
f.to : un mereiaio
ti scelti sono quelli che sono maggiormente a nostra portata e che richiedono una soluzione immediata: il
problema dell’unità non è trattate
con riferimento aH’ecumenismo, ma
alle chiese locali che spesso sono divise da beghe e discordie di ogni .genere. Il pastore Tourn consiglia di discutere gli studi a gruppi anziché esporli da un tavolino come si fa di solito: potremmo dire che è, sì, necessario trasformare le Unioni in scuole
ma in scuole attive.
Si ripete ancora a chi, per avventi ra, non avesse letto i precedenti avvisi e leggesse questa cronaca, che i
quaderni si richiedono a Gianni Ro
stan - Via S. Marco 22, Milano.
Al pomeriggio il Capogruppo ha ripreso la parola per richiamare ancora i presenti sull’importanza dei lavori di Losanna. Ne è nata una discussione sulle possibilità di lavora
ecumenico alle Valli.
CUMDIVICATU
A seguito del trasferimento del Pa
store Guido Colucci da Vittoria a Verona. la Tavola ha nominato Diretto
re dell’AsUo dei Vecchi di Vittori.^
(Ragusa) il Past. Giovanni Scuderi,
Tutti gli Amici dell’Asilo sono prega
ti di voler prendere nota che i doni
potranno essere versati sul Conto
Corrente Postale N. 16-3487 intestato
v Pastore Giovanni Scuderi - Asilo
Valdese Vecchi - Via Garibaldi 6fl Vittoria (Ragusa).
Particolarmente interessante ci è
sembrato l’intervento del Pastore Girardet che ha impostato tutta una
serie di possibilità sia di fronte ai fratelli lontani: Africa, Asia, U.B.S.S,
ecc. approfittando anche di Agape,
sia di fronte alle altre denominazioni
etì ai cattolici.
Si è poi passati alla enumerazione
dei campi della nostra chiesa che attendono l’oi^ra delle unioni: la diffusione degli inni nuovi; le visite ai
malati; la diffusione delle pubblicazioni evangeliche; il famoso servizio
volontario; è stata prospettata l’eventualità di un campo ecumenico di lavoro a Roccapiatta ed alla Gianavella.
Alla fine si è proceduto all’elezione
del comitato di gruppo che è stato aumentato di due membri. Oltre al Capogruppo, Pastore Conte, sono risultati eletti i seguenti giovani: Paola
Nisbet, di Torre Pellice; Sergio Gay,
di Lusema S. Giovanni; Luciano Deodato, di Pinerolo; Gianni Jahier. di
Pomaretto; Fiorenza Quattrini e Raimondo Genre di Ferrerò e Claudio
Tron di Massello.
Dopo la tradizionale tazza di tè,
ognuno è partito per la propria sede,
con mezzi vari, sotto la pioggia che
andava lentamente trasformandosi in
neve.
Ringraziamo la direzione di Agapa
per la buona accoglienza e speriamo
di rivederci lassù fra un anno per
constatare che ulteriori progressi sono stati compiuti nella vita della nostra attività. c. t.
RESTA COME SEI!
I Corinzi 7; 17-24
« Cambia mestiere, cambia casa, cambia paese, cambia genere di
vita, cambia lavoro » è una delle tante parole d’ordine del nostro mondo
inquieto. Desidèrio, qualche volta bisogno, di cambiamento, alla ricerca
di una sistemazione più comoda, più redditizia, più sicura, più importante. Altre volte desiderio di cambiare perchè insoddisfatti della vita
d’ogni giorno, in realtà insoddisfatti di se stessi; ricerca affannosa di
cose nuove e diverse per fuggire la realtà e forse il dovere quotidiano
Si cambia modo di vivere, ma non la vita, si cambia la situazione esteriore, la casa, il paese, la professione, ma non il cuore; si migliora economicamente e socialmente, si peggiora spiritualmente e moralmente;
si guadagnano più soldi, con maggior sicurezza e se ne spendono di più
ancora e non si trova la vera sicurezza.
Davanti a tutto ciò la Bibbia ha uno strano messaggio ; « Ognuno
rimanga dinanzi a Dio nella condizione in cui era quando è stato chiamato : se circonciso non faccia sparire la circoncisione, se incirconciso
non si circoncida, se schiavo non se preoccupi ».
La verità di questa esortazione sta neir«essere stato chiamato ».
Chiamato da Dio : cioè essere colui a cui Dio, nella sua grazia e libertà,
rivolge la Parola, affida una vocazione, un servizio di amore e di testimonianza. In questa chiamata di Dio sta la vera novità sconvolgente
della vita dinanzi a cui il resto perde valore. Circonciso o incirconciso.
Ubero o schiavo, queste distinzioni religiose o sociali perdono la loro
forza dinanzi alla realtà realmente nuova della chiamata di Dio. Dio
chiama e ormai la vita è in funzione di questa vocazione che si esplica
lì dove Dio ti ha posto. Non una vita più facile, più comoda, più
moderna, ma una vita più vera, conforme alla Sua volontà e alla vocazione che ti ha rivolto. Non cercare altri cambiamenti: quello essenziale del tuo cuore e della tua vita è avvenuto perchè Dio ti ha chiamato e anche se sei schiavo, non curartene. L’essenziale agli occhi di
Dio non è essere schiavo o libero come condizione umana esteriore, ma
essere libero interiomente, affrancato da Cristo. Libero di rimanere in
una situazione un po’ meno comoda, un po’ meno redditizia, un po’
meno facile, non per pigrizia o incapacità (che non sarebbe più esser
liberi), ma, se è necessario, per meglio servire e amare in Cristo.
La Bibbia non ha nulla, ben inteso, contro il progresso in sè, contro i nuovi prodotti della tecnica, contro i nuovi sistemi di produzione,
contro l’evoluzione sociale. La Bibbia ci mette in guardia contro un falso
progresso, contro una falsa evoluzione che riguarda solo l’aspetto esteriore della vita e che spesso è al servizio della volontà di potenza, di
predominio e di soppraffazione, della vanità e dell’ambizione.
La Bibbia dice: se sei schiavo e puoi diventare libero approfittane
(vers. 21); ma se questa libertà esteriore è frutto di compromesso, di
ingiustizia, di infedeltà e se l’abbandono della tua vocazione di credente ne è il prezzo, ebbene, per quanto ciò possa apparire folle a viste
umane e paradossale, rimani nella schiavitù. Meglio uno schiavo libero
in Cristo, che un uomo libero schiavo del peccato. Se puoi comprarti la
motocicletta, la televisione, la nuova casa; se puoi cambiare il tuo
lavoro; se vuoi lasciare la campagna e vivere in città; se vuoi cambiare
genere di vita e fare il borghese, fallo, ma considera il prezzo di tutto
ciò.
Se tutto ciò è al prezzo della tua fedeltà a Dio, del compimento
della tua vocazione, del tuo servizio cristiano, della rinuncia alla tua
libertà in Cristo, ebbene forse il prezzo è troppo alto: considera seriamente l’opportunità di a rimanere nella condizione in cui eri quando
sei stato chiamato ».
Prima di essere insoddisfatto della tua condizione e di volerla cambiare, prima di lasciarti trascinare da un mal inteso bisogno di cambiamento e modernità, considera la tua vita così come è, vedi se hai una
vocazione nell’ambiente in cui vivi e tra le persone che ti circondano, e
se, con l’aiuto di Dio, la tua vocazione di servizio, di amore, di consacrazione, di testimonianza ti appare chiara, non preoccuparti d’altro, non
ascoltare altre voci, ma adempita nella serenità e nella gioia. Ti accuseranno forse di aver perso una occasione per guadagnare un po’ di più,
per fare una vita più comoda, ma tu saprai di aver dato alla tua esistenza il suo vero valore e il suo contenuto.
Alberto Taccia
{Sunto di un sermone predicato ad A'ngrogna il 25 settembre 1960)
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11 novembre 1960 — N. 45
L’EGO DELLE VALLÏ VALDESI
pag. 3
Una voce qualificata del Movimento Federalista Europeo
ta patria europea o l’Europa delle patrie?
Intendiamo presentare una serie di interviste, su questioni di attualità, con personalità del nostro mondo evangelico; questa rubrica è curata da uno dei nostri refettori, Giorgio Tourn.
Abbiamo posto al dott. Cabella alcune domande riguardanti il problema del federalismo europeo, movimento che lentamente ma in mode
certo si afferma nel pensiero politico
europeo.
Abbiamo anzitutto domandato: dove e quando è nato questo Movimento Federalista Europeo?
— Il M.F.E. è nato tra le due guerre mondiali, in Italia per opera di antifascisti al confino (Ernesto Rossi,
Altiero Spinelli) ed ha formato i suoi
quadri nel periodo della Resistenza.
Il primo giornale federalista, « Unità
Europea », nacque a Milano nel 1943
e proseguì clandestinamente durante
la lotta di liberazione; i suoi principali redattori furono due valdesi : Mario Alberto Rollier e Francesco Ln
Bue.
Su quali basi e con quali principi
è nato il M.F.E.?
— Gli uomini che hanno iniziato
questo movimento erano convinti che
dopo la caduta dei regimi fascisti in
Europa si dovesse costruire un ordine
nuovo non più fondato sul principio
nazionalista. Il nazionalismo aveva
infatti dato prova dei suoi tragici
sbocchi imperialistici e totalitari. Proprio per i limiti ed i pericoli inerenti
al concetto di nazione il M.F.E. criticava organismi internazionali come
la « Società delle Nazioni » in quanto
si fondano sul principio delle sovranità nazionali, e critica oggi stesso le
pure e semplici leghe tra nazioni.
Appare evidente da queste dichiarazioni che siamo in presenza di qualcosa di nuovo, di una diversa impostazione dei problemi sia politici che
economici, la critica che sovente si rivolge a questa visione delle cose è di
essere eccessivamente utopistica, di
sognare cose impossibili; in realtà
ogni nuova idea riehiede per essere
accettata una riflessione iniziale. Questa riflessione non può essere rifiutata al M.F.E.
— Il M.F.E. sino a poco tempo fa
era organizzato su base nazionale, esisteva cioè un Movimento Federalista
Europeo italiano, francese, olandese
ecc. Nel 1959 si è giunti alla formazione di un movimento unico sul piano europeo che raccolga tutte le forze
federaliste. Tale organizzazione federalista si batte contro Tideologia e la
prassi nazionale che permane alla base degli Stati europei e si distingue
perciò da tutti quei movimenti di
ispirazione partitica che collaborano
con i singoli governi nazionali. Si
sforza invece di raccogliere i militanti che si propongono un’azione popolare sui parlamenti nazionali al fine di
esercitare una pressione efficace in vista della convocazione di una assemblea costituente europea.
Abbiamo sentito di elezioni del Con1 gresso del popolo europeo che si sono
tenute in alcune città d’Europa ner
un parlamento europeo; può illustrarci brevemente di che si tratta?
— Da quando, dopo la caduta della
I C.E.D., i governi hanno rinunciato uf' ficialmente a costituire una Europa
i sovranazionale, i federalisti sono pas! sati all’opposizione e si sono preoccupati invece di organizzare una forza
ALBERTO GABELLA
— nato a Torino il 19-4-1927
— laureato in lettere moderne è stato due anni presso
l’Università della Saar come lettore di italiano ed
insegna attualmente nelle scuole superiori di Torino
— dirigente del MFE fin dal 1946 è stato pg: due anni
vicesegretario nazionale dello stesso a Roma, e primo
segretario generale del Congresso del Popolo Europeo a Torino dal 1956 al 1958; attualmente è segr.
politico della delegazione piemontese del CPE
popolare che giunga a reclamare la
convocazione di una costituente europea che permetta agli europtei di
esprimere la loro volontà. Si sono così organizzate elezioni in forma privata in modo che i cittadini dei diversi paesi d’Europa potessero eleggere i loro portavoce in vista di questa
azione. Queste elezioni si sono svolte
già in una ventina di città d’Italia,
Francia, Belgio, Germania, Olanda,
Svizzera, Austria. Circa 600.000 euro
pei sono già rappresentati nel Congresso del popolo europeo, il quale riunirà la sua quarta sessione prossimamente ad Ostenda.
Al Congresso vengono presentati
documenti di protesta contro gli Staci nazionali (si pensi ai « cahiers de
doléance» della rivoluzione francese)
da parte di gruppi e categorie sociali
che reclamano per es. in quanto operai, studenti, tecnici la costituzione
degli Stati Uniti d’Europa.
Sappiamo che allo stato attuale esistono diverse istituzioni su scala europea di cui la più nota, almeno peiquanto riguarda la nostra zona sembra essere il M.E.C. Che cosa pensa
il federalismo europeo di queste isti
Sulla visita in Vaticano
JeirAi'dvescovn di Canterbury
I Roma, :ì — In seguito alla notiz'a, dif'
I fusa rlaila slampa italiana ed estera, della
'visita, ai primi del prossimo mese di di
• cembre, dell’Arc’veseovo di Canterbury,
Ir. Fislier, a Papa Giovanni XXIIl», il dr.
Mario Sbaffi, Presidente del Consiglio Federale delle (ihiese Evangeliche d’Italia,
ha reso la seguente dichiarazione: «L’annuncio della visita dell’Arcivescovo di Canterbury a Giovanni XXIII®, se è destinato
1 a suscitare un certo scalpore, rientra in
I quella att'vità ecumenica ad ampio respiro costantemente perseguila dal dr. Fisber
c dalla sua Chiesa verso lutti gli ambienti
della cristianità. Ne è riprova il fatto che
1 dott. Fislier ha sempre mantenuto contatti con le varie Chiese evangeliche e che
®8li, prima di venire a Roma, si recherà
ad Istambul ed a Gerusalemme per rafforzare i contatti con il mondo ortodosso. Che
l’azione ecumenica della Chiesa Anglicana
riesca ora a varcare le porte del Vaticano,
senza dubbio un notevole successo per
sonale del doti. Fisber, reso possibile — è
giusto riconoscerlo — dal nuovo clima che
Giovanni XXIII» tenta di instaurare verso
« fratelli separati ». La Chiesa Anglicana,
che fu tra le promotrici del movimento
ecumenico, ha infatti ricercato costantemen' un incontro anche col mondo cattolico
romano, ma ciò non era «tato fino ad ora
Po-ssibile per la posizione intransigente delc gerarchie cattoliche. Negli ambienti
evangelici italiani non ci si può che rallegrare per questo ampliamento dell’orizzonte ecumenico. E ancor più ci si ralle
gterà se la visita del dott. Fisher a Giovanni XXIIl» aprirà delle possibilità ad un
più sereno dialogo fra il cristianesimo ro«tano e quello non romano ». mr
tuzioni? Sono esse utili all’idea europea?
— I federalisti hanno sempre criticato le istituzioni economiche europee specializzate perchè non si può
raggiungere l’unità politica attraverso una unificazione economica. Queste istituzioni, come il M.E.C., posscno raggiungere buoni risultati ma
non risolvono il problema perchè senza una autorità politica che a^sca
nell’interesse comune di tutti gli europei si finisce col favorire accordi
tra monopoli e dispiarati interessi nazionali senza che vi sia un controlla
democratico a livello europeo. Questa
vale anche per il M.E.C., certo utile
j nell’interesse dei lavoratori allo sta:o attuale della rivoluzione industriale, ma che non può realizzarsi flrichè
si mantengono politiche economiche
nazionali, distinte monete ecc.
Dal punto di vista federalista com.
3i può giudicare la situazione politicr
europea attuale?
— Dietro la facciata di una politi
aa detta europea si nascondono gravi
sintomi di involuzione nazionalista.
Particolarmente grave il caso della
Francia e della Germania. In Francia
potere è nelle mani di im uomo che
crede ancora nella missione della
Francia in quanto nazione, ed è il
suo primo ministro Debré che ha opposto all’idea federalista di una Eu
ropa dei popoli il concetto di una
Europe des patries ». Il generale Da
Gaulle ripropone la consunta idea di
una alleanza di nariorii che si sostengono nei loro privilegi e nei loro in- eressi. . . .
In Germania dopo aver ricostituito
due stati si è costretto il tedesco, che
dopo il 1945 era disposto a diventare
europeo, a ripensare tutti i suoi oroblemi in termini nazionali. Di conseguenza il problema numero uno nella
Repubblica federale è divenuto oggi
quello della riunlficazione delle due
Germanie Questa riunifìcazione è
il.attuale perchè nessuno vuole una
C3ermania unita al centro dell’aro
pa, nel timore che essa si schieri con
chi le effre di più. D’altra parte una
Germania unita e neutrale bloccherebbe il processo di riunificazione eu
ropea.
Una federazione europea invece eliminerebbe questi timori, in particolare gli attriti fra tedeschi e polacchi
per i territori sulla frontiera dell’O
der-Neisse, che non devono evidentemente più essere messi in discussione
E’ interessante notare che lo stesso
problema che si pone all’Occidente
europeo esiste nell’Est. Nel caso nostro si tratta di creare un organismo
politice, ed economico che permetta
di svincolarsi dal protettorato degli
USA e dai rischi di involuzioni autoritarie. All’Est si tratta di salvare
le realizzazioni del socialismo senza
soggiacere al vecchio principio staliniano dello Stato^guida.
In questa situazione risulta chiaro
come una federazione democratica e
progressiva all’Ovest potrebbe aprire
un dialogo con l’Est desideroso di
maggior libertà.
Tesi
(o
sulla ordinazione
consacrazione)
Nota preliminare.
Il termine usato tradizionalmente nelle
Chie.se Riformale di Francia è, com’è noto, quello -di « ronsacraz’one »; le Chiese
Luterane parlano di « ordinazione ». Quest'ultimo termine è staio qui preferito
pertdiè è parso il più adegualo. La « consacrazione » suggerisce, infatti, una « sa(-ralizzazione ». L’ordinazione indica, al
contrario, rinserimenlo in un posto determinato e per una funzione determinata nell’ordine della Chiesa, cioè nella diversità e nell’artit-olazlone della sua unità.
E’ inoltre da aggiungere il fatto che il
termine « ordinazione » è il più generalmente usalo nel mondo ecumenico.
I. — Il Signor Gesù Cristo, vivendo nel
e per il suo corpo che è la Chiesa, le dà
ministeri diversi affinchè possa edificarsi
in lui e compiere in seno al mondo la
missione a cui l’ha destinata. E’ dunque
Lui che chiama, attraverso l’azione dello
Spirilo Santo, ad ogni ministero particolare nella Chiesa. Questa vocazione rimane segreta nella sua origine. E’ nella fede
che colui che l’ha ricevuta vi risponde e
■si dichiara pronto ad assumere in piena
responsabilità il ministero che il Signore
gli indica.
Questo non esclude affatto che la Chiesa, giustamente preoccupata del compimento della Sua missione, non eserciti il
suo discernimento per scoprire i doni che
le son fatti e non si faccia cosi la voce di
una vocazione interiore.
IL — Spetta in ogni caso alla Chiesa
di riconoscere, nella sottomissione al Signore e usando della saggezza che le è
stata data, le vocazioni che appaiono nel
suo seno. Senza pretendere di giudicare
dell’autenticità ultima di queste vocazioni, cerca di discernerne i segni. Le spelta
pure di dare ai ministri che le sono accordali la formazione che giudica necessaria e con cui li mette alla prova. E’ infine essa clic li ordina nel ministero, cioè
conformemente alle disposizioni della sua
disciplina.
j[I. __ La cerimonia d’ordinazione è
l’alto liturgico nel corso del quale la comunità cristiana rende pubblico questo riconoscimento dei ministri, li installa nella
loro carica e invoca su loro con l'imposizione delle mani Fassislenza dello Spirilo Santo. In tal modo i ministri già in
carica ricevono il neo-ordinato nel loro
ministero con la approvazione di lutto il
popolo della Chiesa, di riconoscono le
responsabilità e l’autorità legale a questa
carica.
IV. — L’orffinazione solenne non costituisce un’azione attraverso cui un po
La discussione avviata in tutto il mondo ecumenico, e ¡mre nella
intorno ai ministeri registra un interesse tutto particolare riguardo ai cosiddetti mini
sieri laici; in realtà, il prcMema del ministero, del servizio cristiano nella chiesa e ne
mondo è un problema generale: non per nulla la nostra Commissione situale incaricala di questo studio si occupa anche del problema degli anziani evangelisti, dm ministeri iemminiir e nell’ultimo Sinodo le è pure stato affidato lo studio del valore della
"consacrazione” pastorale. Infatti per sapere in che cosa il ministero pastorale si differenzia dagli altri ministeri bisogna approfondire il senso che nella nostra chiesa, rijormata, si dà all’atto della consacrazione; la necessità di questa chiarificazione e risultata particolarmente urgente proprio dal confronto con gli altri ministeri, dalla di^ussione sull'opportunità e validità del pastorato femminile; e in qualche modo si ripresenta pure ogni volta che un ex-sacerdote cattolico entra nel pastoralo: in quale rapporto sono la sua precedente ordinazione sacerdotale e la sua attua e consacraz e p
''^'gìÌ stessi problemi sono dibattuti nella Eglise Réformée de France, e sfaranno oggetto di studio nei prossimi Sinodi regionali; in vista di essi sono state diffuse alcune
’’tesi”, preparate dai Past. Jean Rose (riformato) e Albert Greiner (luterano), non so.o
come materiale di discussione ma anche come esempio di quella collaborazione fra riformati e luterani in Francia che si è fatta più stretta in questi ultimi anni. Riportiamo
queste 'U.esV'. che non sono vincolate alla particolare situazione francese.
tere sarebbe irasinesso dai ministri in carica al neo-ordinato in virtù di una successione materiale. D’altra parte l’atto di
ordinazione non introduce colui che ne e
oT^cUo in uno stato clericale che lo distinguerebbe dal popolo della Chiesa e
non gli conferisce un carattere particolare.
Il Signor Gesù Cristo rimane la sola fonte
deU’autorità del ministero, e questo, qualunque esso sia, è una funzione di tutta
la Chiesa, affidala in un modo particolare
a uno dei membri della comunità.
Tuttavia resta vero che accogliendo, nella sottomissione al Signor Gesù Cristo e
neH’altesa dei suoi doni, un nuovo ministro, quelli che lo ricevono nel loro ordine lo riconoscono inserito cosi nella
successione dei ministri della Chiesa, garantita dalla fedeltà di Gesù Cristo.
V. — Questa ordinazione e la sua manifestazione liturgica intervengono normalmente per ogni ministero riconosciuto dalla Chiesa.
Come ministero non bisogna intendere
qualunque carisma o qualunque attività
si manifesti nella comunità cristiana; si
tratta più precisamente dei diversi servizi
che riposano su doni del Signore e che
danno luogo a funzioni necessarie in modo permanente alla vita e alla missione
della Chiesa. Spetta alla Chiesa riconoscere e definire questi ministeri.
VI. — L’ordinazione pubblica è celebrata da un ministro incaricato di presiederla conformemente alle norme della
disciplina in presenza e nella comunione
dei rappresentanti di tutti i miniisteri della Chiesa come del popolo intero.
^ 500 .scri//f di Martin Lutero e d
altri scrittori della Rifornm saranno pros
simamente riprodotti su microfilTns a cu
ra delVlstituto americano di ricerche sul
la Riforma (St. Louis, Missouri). Il la
VOTO sarti condotto dalla biblioteca tede'
sca Aschaffenburg, ed occuperà circa tre
mesi. Dei duplicati saranno quindi messi
a disposizione degli studiosi.
Réforme
Il ben noto settimanale religioso e di
informazione Hi lingua francese, dopo ben
sedici anni, .mila formato, in armonia con
le e,sigenze del tempo moderno, che richiedono formati più piccoli, e perciò minor
fatica per gli occhi dei lettori, particolarmente per i periodici. Il formato minore
consenle una migliore impaginazione, un
senso di maggior completezza agli articoli,
maggior spazio per le questioni religiose,
ed infine, com’è ovvio, il raddoppio delle
pagine, da 8 a 16. Sono previsti dei numeri a 24 pagine.
Anche le quote di abbonamento lianno
subito una lieve modificazione, in senso
però diverso dal previsto. Infatti, a partire dal corrente mese di novembre, se
un lieve aumento è richiesto per gli abbonamenti ordinari, gli abbonamenti per pastori, ecclesiastici di ogni chiesa (quindi
anche cattolici romani), e per studenti,
sono stati sensibilmente ridotti. Ecco del
resto le tariffe:
per 6 mesi: ordinario L. 2.550
per un anno: id. L. 4.500
per 6 mesi: pastorale L. 1.600
per un anno: id. L. 2.730
Per l’Italia, gli abbonamenti possono
esser versati sul conto corrente postale intestato al doli. Teodoro Raima, Torre Pellice, N. 2/34841, indicando la forma dell'abbonamento prescelto.
Una meritata
onoreficenza
Il doti. Emanuele Quattrini, direttore dell’Ospedale "Valdese di Poma
retto e medico condotto dei comuni
della Valle Germanasca, è stato insignito della croce di Cavaliere dell’Or
dine al merito della Repubblica. Riportiamo con gioia particolare questa
notizia che è stata accolta con vive
compiacimento dai correligionari del3 Valli.
Ormai da venti anni il dott. Quat
trini impegna la sua vita per alleviare le sofferenze, soccorrere gli infortunati, aiutare in ogni circostanza
Col volgere del tempo legami di stima e di affetto si sono saldati fra la
’3opolazione ed il medico, il quale ha
declinato anche possibili vantaggiosi
trasferimenti per servire la sua amara valle. Uomo generoso e disinteressato, pronto al sacrifìcio della propria
persona, egli continua in modo mirabile una tradizione familiare.
Esprimiamo la riconoscenza della
Chiesa per la testimonianza resa, cerche le maggiori e più vere soddisfa
zioni, i riconoscimenti che commuovo10, il signor Quattrini li troverà proprio fra quella umile e schietta gente
3he egli serve con l’aiuto del Signore
Sette giorni
GIOVEDÌ’ 3 I
Hugh Gaitskell è rieletto capo del grappo parlamentare faburiita” e ' quindi de]
partito; questo, malgrado nel recente Congresso laburista di Scarborough il leader
della corrente moderata fosse stato messo
in minoranza a proposito della polìtica circa la difesa.
Situazione sempre grave nel Delta padano.
(^attro anni fa veniva schiacciata la rivolta ungherese.
Si apre a Parigi il « processo delle barricate », contro i responsabili della rivolta
d: Algeri nel gennaio scorso. Intanto Salan,
a Barcellona, continua le sue dichiarazioni
sovversive : « Scenderò in piazza, se l’Algeria non sarà francese ».
Hammar.skjoeld condanna il « colpo di
Stato » congolese del col. Mobutu, non riconoscendo :1 suo « governo di conunissan », e denuncia il ritorno di belgi ai postichiave dell’ex-colonia.
VENERDÌ’ 4
De Canile, nell’atteso discorso alla televisione, condanna il colonialismo e riafferma la volontà di avviare la pacifica costituzione dell’« Algeria algerina », ponendo
come condizione di una ripresa di negozia
li (ma da Tunisi il (Joverno provvisorio algerino dichiara di non voler riprendere
irattativ^e, dopo TinfeUce tentativo di Melun) la cessazione delle ostilità. Nulla di
molto nuovo; più che mai «uomo provvidenziale », il Generale afferma di essere
pronto ad assumere i « poteri personali »
fit caso di ininaocia sovversiva.
L’Et’opia e la Liberia, appoggiale da tutti i paesi africani indipendenti, hanno ricorso alla Corte internazionale di giustizia
dell’Aja contro l’Un’one sudafricana, per
la sua politica di apartheid.
SABATO 5
Giungono a Mosca numerosi rappresentanti dei partiti comunisti orientali e occidentali: si tratterebbe di una conferenza
comunista ad alto livello.
Il maltempo rende sempre critica la situazione nel Polesine (si ha notizia di resistenza opposta da coloni al taglio di argini in punti secondari per allegger're la
pressione delle acque nei punti più minac■iali), mentre forti mareggiale danneggiaIII la riviera di levante
Gli S. U. criticano il rapporto di Hammarskjoeld e sostengono, entro certi lim’i, il permanere di tecnici belgi nel paese;
jier parte sua il governo belga rifiuta di rit rarli, se non « su domanda delle autorità
congolesi ». Ma quali sono, realmente, le
autorità congolesi?
DOMENICA 6
« Amministrative » in Italia.
La situazione nel Polesine finalmente migliora.
L’URSS celebra il 43® anniversario della « rivoluzione d’ottobre ».
LUNEDI’ 7
Mentre perdura il fermento fascista dopo la presa di posizione di De Canile, questi dispone la sostituzione di numerosi comandanti militari e prefetti del Nord-africa; intanto Soustelle dichiara che prepara
un governo dell’« Algeria francese », che
entrerebbe in funzione il giorno in cui il
Generale costituiirà un governo dell’« Algeria algerina ».
Ripreso il maltempo, il Polesine è nuovamente minacciato (diversi coloni non
hanno ancora ricevuto tutti gli indennizzi
per rinondazione del 1957).
MARTEDÌ’ 8
Si vota negli S. U-: oltre ad eleggere il
presidente e il vicepresidente (per i prosjirai quattro anni), gli americani devono
ninare i deputati della Camera e un terzo del Senato.
Continuano a giungere a Mosca le delegazioni di -16 partiti comunisti; assenti
Mao Tse Tung e Togliatti.
Uno sciopero massiccio dei trasporti, che
si dà per ispirato dai comunisti, paralizza
FArgentina, il Cile e il Brasile.
Mentre nel Congo continua serrata la
lotta fra il col. Mobutu e Lumumba, a
New York Kasavubu chiede di essere aicolto alPONU come capo del Congo.
Per protesta contro De Canile si è dimesso ad Algeri il capo dei funzionari
francesi, segretario del delegalo governativo Delouvrier.
MERCOLEDÌ’ 9
John Kennedy risulta eletto Presidente
degli S. U-, vicepresidente è L. Johnson;
i democratici ottengono larghe vittor e aiiche nelle elezioni per la Camera e il Senato.
Si profilano, in Italia, ventitré « giunte
difficili » se non « impossibili », fra cui
quelle di Roma, Milano, Firenze, Genova,
Napoli, Venezia, La Spezia, Pavia, Pisa,
Taranto, Pescara, Caltanissetta, Foggia,
Matera, Siracusa, Trapani, Rieù, Latina,
Ancona, Porli, Ravenna, Piacenza, Novara.
II Po. sempre minaccioso, sgretola le
difese deH’isoia di Ariano.
Dopo un’esistenza dedicata all’educazione dei giovani e all’assistenza di
chi soffriva è mancata all’affetto dei
suoi cari, l’8 corr. la Signorina
Elsa Cari
Maestra in pensione
di anni 59
Ne danno il triste annunzio la sorella Anna Cari ved. Gottardi ed i
nipoti Carlo Carli), Sauro e Sergio
Gottardi.
« Nella casa del Padre mio ci
sono moilte dimore... Io vo a
prepararvi un luogo».
(Giovanni 14: 2)
I funerali avranno luogo giovedì 10
corr. alle ore 16 partendo da via
Ccundrè 4.
4
pag. 4
L’ECO DELLE VALU VALDESI
N. 45 — 11 novembre IÇjj
TOPONIMI
delle Valli Valdesi
a cura di T. G. Pans
lì Dagot: abitazioni aH’estremità occ.
di Torre, dopo le case dei professori. Nome di fam. estinto nel secolo
XVII». Nel 1562 troviamo in Torre
un Antonio Dagotti. 1610, ruata delli Dagotti. 1716, alla Dagotti.
i Danna: villaggio di S. Giovanni, su
la vecchia strada conducente ad
Angrogna, a SE. dei Marauda, ad
oriente della Paiteria e a sud dei
Bianchi. Dal nome di fam. Danna
che si trova quivi fin dall’inizio del
1400 e fra le vittime della persecuzione del 1655.
i Davit: villaggio di S. Giovanni, ad
or. dei Müsset. Nome di fam. in vai
Penice fin dal 1594 e diffuso anche
nella Francia meridionale.
lu Deidìe : capoluogo di Salza, con forno, mulino e scuola, a SO. di Gianfuran, sulla s. del torrente. Didier è
nome di fam. assai diffuso nella
Francia meridionale (in vai Quey
ras nel 1261); ed anche in Piemonte sotto la forma Didero. 1638, al
Didier.
IN MARGINE A «SPECCHIÜ DEI TEMPIi»
Chi è senza peccato
• ••
làs Deiiina: case all’estremità occ.le
del comune di Pomaretto, sulla stra
da che da Batrèl conduce a làs Briera. Il nome di fam. Deirin, d’Eyrin
si trovava in Pragelato nel 163o
(C.).
li Don : villaggio dell’Inverso Pinasca,
a mezza costa, di fronte al torrente Diblun. Nome di fam. di cui si
ha cenno in quel di Pomaretto nel
1686. (C.).
li Doni : villaggio all’inverso della
Torre, lungo il Pellice, quasi di
fronte ai Chabriols Inferiori. Dal
termine « domini », indicante una
proprietà del padrone, del signore
della valle. 1660, alli Donni.
id.: mulino comunale al Villar, un
tempo proprietà dei conti Rorengo
di Luserna. 1548, loco d» alli Doni
(Caff. VI, p. 459).
la Drajo : villaggio nella parte alta di
Faetto, sotto i Puel d’amunt. Il termine significa strada o sentiero per
cui passano gli ovini per recarsi al
pascolo sugli alpeggi o per ritornarne.
...scagli la prima pietra. I lettori de «La
Stampa» avranno letto la settimana scorsa
la lettera di quel giovane che, al cinema,
aveva ricevuto dalla sua vicina, sconosciuta, una proposta che non osava trascrivere
e che lo aveva talmente disgustato da indurlo a rinunciare al seguito dello spettacolo ed a lasciare la sala. Sono, poi giunte
lettere di approvazione e di elogio a quel
giovane modello per il suo esser capace di
staccarsi da questa generazione e dal suo
malcostume.
Non conosciamo il tipo, perciò non possiamo fare alcun apprezzamento sulla sua
moralità, però non nascondiamo che la
lettera ci Ita lasciato perplessi per varie ragioni.
E’ relativamente facile pronunciare delle accuse contro gli altri, soprattutto per
iscritto, perchè non si ha sempre, in questo modo, la possibilità di sentire la controparte, ma ci domandiamo se è da buoni cristiani limitarsi a questo aspetto. Un
« j’accuse » cristiano non può non essere
anche, quasi sempre, un « confiteor » : una
confessione non solo e non tanto del proprio peccato individuale, ma anche e soprattutto di quello che si denuncia nel
proissimo, per quanto paradossale possa
essere. Infatti un aiuto di fratello può essere di grande valore per preservare dal
radere nella tentazione e quando abbiamo
negato questo aiuto, siamo corresponsabili
della colpa commessa dal prossimo. Si
racconta che un cristiano, quando un malfattore era condotto al patibolo, volle
prenderne il posto perchè si riteneva altrettanto colpevole, se non di più, non
avendogli dato alcun aiuto per convertirsi
finché era in tempo. Questo beirepisodio
non è certamente tenuto abbastanza presente da nessun cristiano o quasi, perchè
altrimenti ci ricorderemmo anche dell’altra parola di Gesù: «Non giudicate»,
non solo per.'hè abbiamo altre colpe altrettanto gravi, ma perchè siamo responsabili di quelle stesse che giudichiamo e
giudicandole, giudichiamo noi stessi.
Il giovane se ne è andato disgustato. Un
atteggiamento che è stato lodato e che
può anche suscitare ammirazione in molti
di noi. Eppure era l’alteggiamento più co
modo dopo, naturalmente, il cedere gros
solano alla tentazione che gli si offriva
E’ l’alteggiamento del cattolicesimo nio
nastico: il fuggire dal mondo per non in
correre nelle sue tentazioni. Ma la ragazza
non deve esserne stata molto edificata
avrà cercato un miglior... accettante e
avrà continuato per la via di prima. Se
non l’avrà fatto, non sarà certo per l’in
telligentc opera di persuasione del giova
ne da lei interpellato, ma per un mira
colo della Grazia di Dio che certamente
vale più di ogni opera di persuasione. E’
I
facile lasciare chi è nella bagna a sbrogliarsi da sè; è più difficile ma più cristiano porgere un aiuto magari accettato
di mala voglia o rifiutato. E’ facile lasciarsi prendere dal disgusto e andarsene;
è più difficile superare il disgusto e rifare
il cammino della conversione insieme ad
un fratello. E’ facile scomunicare; è più
difficile convincere.
Certamente non possiamo neanche noi
accusare quel giovane a cuore leggero perchè abbiamo verso di lui la stessa colpa
che egli ha verso la ragazza ; abbiamo forse spesso assunto lo stesso atteggiamento
e siamo anche responsabili se il monacheSimo e la scomunica sono ancora cose tanto diffuse in Italia.
I rimedi? Non è semplice. Come non è
facile essere quello che abbiamo esposto,
così, anzi, a maggior ragione non è facile diventarlo quando non lo si è. Crediamo tuttavia che il non adeguarci a questo ideale rispecchi una grave lacuna nel
nostro modo di pensare e di vivere: non
abbiamo il senso della comunità; o, meglio, abbiamo il senso di una comunità
gerarchizzata in cui ci sono dei superiori
e degli inferiori: dei buoni cristiani e dei
cattivi cristiani con cui non hanno nulla
a che fare i primi; per il cattolicesimo,
dei preti e dei laici, di quelli che mettono in pratica i consigli e di quelli che
mettono in pratica solo i precetti. Non
abbiamo, invece, il senso di una comunità di fratelli, in cui, quando un membro è malato anche lutti gli altri membri
sono malati. La nostra giustizia è per noi
una faccenda da liquidare personalmente
e di cui gli altri non hanno minimamente
il diritto di impicciarsi, come, naturalmente, noi non ci immischiamo dei loro.
Non qui il caso di indagare sulle conseguenze di questo gerarchismo sul piano
politico, perchè sono, purtroppo, note.
Però, pazienza per la politica! Ma almeno
sul piano della fede questo non dovrebbe
verificarsi. E’ semplice dividere la società
in buoni-superiori e cattivi-inferiori schierandoci, naturalmente, dalla prima parte.
Ma non tutto ciò che è semplice è vero
e buono.
La domanda: « Quanti siamo ancora
dalla parte dei buoni? » che il nostro giovane rivolge, anche se in altri termini, ai
lettori di i< Specchio dei tempi », non è
una domanda cristiana. La domanda cristiana è, caso mai: « Che cosa si può fare
per noi tutti che navighiamo nelle stesse
acque? ». E’ una domanda meno farisaica
e mollo più costruttiva.
Nè per essere nelle stesse acque era necessario al giovane in questione acconsentire alla propostàì ognuno tib ha da
vendere. Ripetiamo, anche noi.
c. t.
lìATfF NO^TRF POMITNITÀ
Ripresa delle attività. — La domenica 30
ottobre ha segnalo l’inizio ufficiale delle
attività con un Culto di Santa Cena, a cui,
a dire il vero, non ha partecpato più gente del solito. Una ripresa, dunque, in tono
minore. Malgrado questo ci auguriamo,
con la collaborazione di molti, di fare un
lavoro che riproponga a tutti il senso vero
della fede e la respon.eabilità della Chiesa
nella difficile situazione presente. Una novità, per quest’anno, è resperimento della
Scuola Domenicale... la domeniica al Martel e una domenica su tre ai Jourdans.
Questo al fine di dare ai bimbi il senso del
giorno del Signore in cui Dio è lodato nella Comunità. La partecipazione totalitaria
dei bimbi del Marlel fin dalla prima riunione è segno deH’adesione delle famiglie
a questa iniziativa. Anche i Catechismi
sono iniziati con 32 scritti, distribuiti nei
quattro corsi, di cui, i tre primi, .suddivisi
in 2 sezioni, una domenicale per gli studenti e una settimanale, con due ore di lezione, per gli altri. 11 29 ottobre è iniziata
la corale con poche, ma buone, voci e
molta buona volontà. Attendiamo che altri vengano ad aggiungersi al gruppo dei
cantori. Si è pure iniziato il turno delle
riunioni serali nei quartieri in cui è stato
commentato il messaggio sinodale. Salvo
l’Unione del Prassuit che da tempo ha ricominciato la sua regolare e ben frequentata attività, le altre due Unioni stanno
per riaprire i loro battenti con qualche
perplessità e con una certa aspettativa. Auspicliiamo che una perseverante e impegnata partecipazione dei giovani del Marlel e del Jourdan possa presto dissipare
queste perplessità e dare inizio ad un buon
anno di lavoro. Alcuni accordi sono stati
presi tra i tre presidenti delle Unioni su
alcuni aspetti dell’attività.
A causa di una indisposizione il Pastore
è stato sostituito domenica 6 novembre
dal Pastore Gino Conte, che ringraziamo
molto per il suo messaggio.
Celebrazione del 4 novembre. — Il 4
novembre an:-he ad Angrogna s’è fatta la
commemorazione al monumento ai Caduti,
con bandiere, fiori, corteo e discorsi. A
dire il vero è stata una cerimonia un no’
troppo improvvisata. I partecipanti erano
una decina di persone reclutate all’ultimo
momento. Le autorità religiose erano al
completo: il Parroco e il Pastore (il primo con il sacchetto del pane, di ritorno
dalla .spesa; il secondo in abito tutt’altro
che pastorale, chiamato all’ultimo momento dal suo studio!). A loro fu data la parola. I brevi messaggi (quanto mai estemporanei) hanno coinciso: la celebrazione
ha senso se e monito contro gli errori e le
guerre del passato ed esortazione a realizzare la pace nei cuori, nelle famiglie,
tra i popoli. E’ un bene che queste celebrazioni cadano in disuso? E’ un male?
Dipende dallo spirito con cui si partecipa... e con cui non si partecipa.
Ai fedeli sostenitori
del Alatale dei carcerati
Vi prego di prendere nota che il
mio indirizzo*, nei mesi di Novembre
c Dicembre, sarà: Via IV Novembre
107 - ROMA. Vi sarò grata, perciò, se
vorrete inviarmi i doni in denaro per
il « Natale dei Carcerati » al suddetto
indirizzo (possibilmente entro il mese di Novembre).
Viceversa i doni in natura (maglie,
maglioni ed altri indumenti invernali) potranno essere inviati a Torre
Pellice (Torino) al principio di Gennaio.
Con ringraziamenti anticipati e
buoni auguri. Selma Longo
AVVISI ECONOMICI
CERCASI cuoca per Casa di Riposo « Villa
Olanda », Lu.sema San Giovanni. Rivolgersi alla Direzione della Casa.
Elezioni amministrative 1960. — Angrogna è stato uno dei 6.898 comuni in cui si
è volalo per rinnovare il Consiglio Comunale. Gli elettori erano 951 (500 uomini e
451 donne). Hanno votato 671 elettori (387
uomini e 284 donne) con astensioni pari
al 30% cir<’a, dovute ad un elevato numero di assenti e ad un certo numero di anziani e ammalati per i quali le .sezioni elettorali erano troppo distanti. Hanno votato
dunque in grandissima maggioranza e bene (solo 19 schede nulle e 12 bianche). Sono risultati eletti, per ordine di voti : il
sig. Monnet Alfredo (già sindaco nella precedente Ammini-strazione), il doti. Carlo
Pons di Torino, i sigg. Bertin Silvio, Malan Alfredo, Gaydou Alessio, Beneeh Amalo, Roman Amato, Ricca Felice, Bertot
Mario, Ricca Guido, Vecco Pietro, Buffa
Emilio (Pradeltorno), Buffa Emilio (Odin),
Bertalot Giovanni Alberto, Coisson Alfredo. Notiamo che nella precedente Amministrazione i cinque rappresentanti cattolici che si erano pre.sentati nelle liste elettorali erano stali tutti votati ed erano entrati
a far parte del Consiglio. In queste ultime
elezioni uno solo su cinque ha avuto voti
sufficienti per entrare a far parte del Consiglio Comunale, che è composto di 15
membri. Ci felicitiamo infine con il Sig.
Monnet per la bella riconferma avuta, prova della stima di cui è circondato dalla popolazione tutta.
Domenica scorsa il Past. G. Bertinotti
ha presieduto il culto ai Coppieri : gliene
siamo grati, lieti di vederlo sempre pieno
d’energia e di slancio.
Domenica 30 u.s. ha ripreso le sue sedute la « E. Arnaud ». Dopo la presentazione e l’approvazione della relazione sull’attività dello scorso anno, il Seggio è
stato riconfermato in blocco, sempre presieduto dall’Ing. Ponlel. Si è avuto quindi
uno scambio d’idee sul programma per
l’anno nuovo, e nel desiderio di rafforzare
i legami dei membri dell’associazione e
di dar loro la possibilità di incontrarsi più
spesso, si è deciso di provare, almeno per
alcuni mesi, a riunirsi due volte al mese:
una delle sedute avrebbe un più nutrito
programma di studio, l’altra dovrebbe essere una possibilità di più libera conversazione su temi d’attualità. Auguriamo che
così possa essere, e che altri membri si
aggiungano al gruppo fedele ma non larghissimo che partecipa alle sedute. Domenica prossima, 13 novembre, il Past. A.
Deodato svolgerà il tema die è stato oggetto di discussione nell’ultima Conferenza distrettuale: Il Cristiano e il suo denaro. Ricordiamo... che nell’ultima seduta
si è deciso di iniziare alle 20,45 esatte.
Si sta concludendo il primo « giro » di
riunioni nei vari quartieri: ben frequentate, in complesso (ma c’è ancora molto posto!), hanno dato l’impressione che si riprendesse con piacere dopo l’interruzione
estiva. In questo primo periodo dell’anno
fino a Natale, esse avranno come tema ge
nerale: il culto. 11 Concistoro ha poi de
ciso che sia ripreso con regolarità il ten
tativo, fatto sporadicamente negli scorsi
anni, di concludere le serate di riunione
con una parte culturale-informaliva, che
offra la po.ssibililà di una conversazione
fra i partecipanti alla riunione.
Domenica 6, nel pom., si è riaperta
l’Unione delle Madri, con buona partecipazione. La Sig.ra E. Cavazzani ha presentato una relazione deH’ultimo Congresso
FFV a S. Giovanni, e il Past. Sommani ha
parlato della psicologia del malato, che è
necessario conoscere per poterlo veramente assistere, quando la malattia, così di
frequente, bussa alle nostre porte.
Direttore resp. : Gino Conte
Coppieri . Torre Peli. - Tel. 9476
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tipografia Subalpina . s. p. a
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