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Anno 116 - N. 29-30
25 luglio 1980 - L. 300
Spedizione in abbonamento postale
Gruppo bis/7<^
ARCHIVIO TAVOLA VALDEÍ
10066 TORRE FELLICE
ddk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
^ punti
èli vista
Il « caso Reder » è ritornato
di attualità. L’ex comandante
delle S.S. a suo tempo condannato alTergastolo per la strage
di Marzabotto potrà forse tornare libero. Ricordiamo anzitutto brevemente la sua vicenda.
Giunto in Italia nel 1944, si trovò al centro della ritirata delle
truppe naziste, che ripiegavano
lasciando il Grossetano. I militari da lui dipendenti, giimti a
S. Anna di Stazzema incendiarono le case e sterminarono la
popolazione colle bombe a mano dopo averla rinchiusa nelle
stalle. Successivamente, a Valdicastello furono rastrellati ed
in parte fucilati 800 ostaggi. Giunti a Valla, ammazzarono colle
mitragliatrici 107 persone ed a
Vinca un’altra quarantina di
donne vennero uccise. Continuando poi a spostarsi verso il nord,
147 civili vennero massacrati e
gettati in fosse comuni lungo il
fiume Frigido. A Bergiola, altre
70 persone, fra donne e bambini, vennero uccise nelle strade e
nelle scuole. Infine, giunte a Marzabotto, in tre giorni le S.S. massacrarono 1830 persone: 92 avevano meno di sedici anni, 110
meno di dieci anni, 22 meno di
due anni, 8 un anno, 15 meno di
un anno.
Catturato successivamente a
Strasburgo nel 1951, l’ex maggiore Reder venne consegnato
all’Italia, condannato aH’ergastolo e rinchiuso nel carcere militare di Gaeta, dove si trova tuttora. Nei giorni scorsi, il tribunale
militare di Bari, nella convinzione che Reder, dopo quasi trenta
anni di carcere si sia effettivamente pentito — come egli stesso ha dichiarato — ha deciso di
concedergli la libertà condizionale. Nello stesso tempo però i
giudici gli hanno inflitto cinque
anni di internamento, da trascorrere sempre nello stesso penitenziario di Gaeta.
450“ ANNIVERSARIO DELLA CONFESSIONE AUGUSTANA
Augsburg: una festa della fede
Oltre 10.000 persone per celebrare il 450° anniversario del giorno in cui la presentazione a
Carlo V della confessione di fede augustana segnò l’atto di nascita del protestantesimo
(dal nostro inviato)
Arrivo ad Augsburg martedì 24
giugno e la città è già tutta in
festa: lunghissime bandiere bianche con croce viola segnano gli
edifìci ed i luoghi dove si svol
Questa decisione è però suscettibiie di sviluppi e di modifiche, perché non si sa ancora,
mentre scriviamo, se il pubblico
ministero interporrà appello.
Inoltre, è stata inviata una petizione al presidente della Repubblica Pertini che, nella sua
qualità di massimo esponente
delia magistratura, può cassare
la sentenza.
In occasione del Sinodo delle Chiese Valdesi e Metodiste,
avrà luogo a Torre Pellice, martedì 5 agosto alle ore 20.30 in
Piazza Muston, un pubblico incontro sul tema:
LTTALIA DI OGGI
Ricostruzione o trasformazione?
Religione o Evangelo?
In questo momento il Paese si interroga sul proprio avvenire. Gli evangelici italiani sentono il dovere di partecipare
alla ricerca comune per una Italia più giusta e più autentica.
Non basta tornare alle « tradizioni religiose » del nostro Paese: si tratta di riscoprire Gesù Cristo nel contesto della vita
e dei problemi deU’uomo di oggi.
Parleranno: Franca Long, Sergio Aquilante, Giorgio Bouchard.
Presiederà: Giorgio Tourn.
Parteciperanno le Corali e il Gruppo Trombettieri delle Valli
Valdesi.
L’incontro avrà luogo in Piazza Muston a Torre Pellice
(dietro al Municipio), usando il palco e l’attrezzatura di illuminazione e di amplificazione del Comune che ha messo pure
a disposizione circa 200 sedie. In caso di cattivo tempo la manifestazione avrà luogo nel salone comunale, messo piire a
disposizione daH’Amministrazione Comunale che vogliamo
ringraziare per la gentile collaborazione.
Tutti i coralisti sono invitati per martedì 5 agosto alle
ore 19.30 nella Casa Unionista di Torre Pellice per una prova
di insieme prima della manifestazione. La proposta di programma è stata inviata ai singoli Direttori di Corale e ai Pastori, con cui i coralisti sono pregati di mettersi in contatto
per ulteriori indicazioni.
Il gruppo per l’evangelizzazione della Chiesa di Torre
Pellice ha offerto la propria disponibilità, curando gli aspetti
tecnici e organizzativi della serata.
Sono disponibili un congruo numero di manifesti murali e
di volantini che saranno fatti pervenire alle Chiese delle Valli
affinché provvedano alla massima pubblicizzazione della manifestazione.
gono le manifestazioni. Inoltre
bandiere regionali, nazionali ed
internazionali. In questi giorni
Augsburg è il centro del mondo
luterano e deU’ecumenismo mondiale. Anche la Chiesa cattolica
è presente con delegati iifficiali e
con la partecipazione attiva dei
cattolici della città che hanno
aperto le loro case ed i loro
istituti per collaborare all’ospitalità dei convenuti.
Augsburg, o in latino Au^sta,
città molto bella, dalle chiese e
dai palazzi antichi — conta ora
250.000 abitanti, per un quarto
protestanti e tre quarti cattolici — ha avuto un posto determinante nella storia della Riforma
in Germania. Era, ai tempi di Lutero, la città dei Fugger, che possedevano il complesso finanziario
più forte d’Europa. Città ricca,
ospitava le delegazioni ufficiali
dell’imperatore e del papa e spesso l’imperatore stesso, durante
le diete imperiali. Tre momenti
della storia della Riforma sono
infatti legati al nome di questa
città; 1) durante la dieta imperiale del 1518 il monaco agostiniano Martin Lutero venne invitato a chiarire la sua posizione
teologica, espressa l’anno prima
nelle 95 tesi a Wittenberg, davanti al legato pontificio cardinale
Caietano; 2) durante la dieta imperiale del 1530 fu consegnata
all’imperatore Carlo V la Confessione di fede dei luterani chiamata appunto « Confessione Augustana »; 3) nel 1555 fu firmato
il trattato di pace che poneva fine alla prima guerra di religione fra cattolici e protestanti.
Le celebrazioni per commemorare il 450° anniversario della
Confessione Augustana, hanno
avuto inizio domenica 22 giugno
RIFLESSIONI SUL LIBRO DI MALACHIA - 2
Profeta delle contestazioni
Le reazioni della gente, di enti
e di associazioni sono in genere
n^ative ed in modo particolare
la popolazione di Marzabotto
esprime il suo grande e comprensibile sdegno. Sarebbe infatti da incoscienti non ammettere
che i crimini di Reder sono stati
fra i più odiosi e perversi che
mente umana possa immaginare
(sia pure nella «logica» della
guerra), e realmente ispirati dal
demonio. Ma allo stesso tempo
non ci si può non chiedere se
dopo trent’anni di carcere e dopo le ripetute parole di pentimento del criminale non si possa prendere in considerazione il
suo perdono. Certo, l’atteggiamento della popolazione di _Marzahotto è degno di tutto il rispetto, ma in quanto credenti
non possiamo sfuggire al problema che la nostra fede ci pone:
la espiazione è stata lunga e la
« giustizia » rischia di trasformarsi in « vendetta ». Si può anche pensare al perdono. Perdonare, che certamente non significa dimenticare.
Roberto Peyrot
Il processo contro Israele continua. Malachia è il messaggero
di Dio in mezzo al suo popolo e
gli fa udire per via di contestazioni la parola dell’Eterno. « Fin
dai giorni dei vostri padri voi vi
siete scostati dalle mie prescrizioni, e non le avete osservate.
Tornate a me, ed io tornerò a
voi, dice l'Eterno degli eserciti.
Ma voi dite: “In che dobbiam
tornare?" ».
Il tema del ritorno a Dio è presente in tutta la predicazione dei
profeti in Israele; nel “tornare
a Dio" c’è per il singolo credente
e per il popolo garanzia di perdono e di salvezza. La via del ritorno costituisce un passo irrinunciabile che Israele deve compiere, un passo che implica decisione e sofferenza al tempo
stesso, ma si tratta di sofferenza
salutare. Il ritorno a Dio è segno
di un ripensamento profondo, di
pentimento e di conversione:
« Tornate, convertitevi da tutte
le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor
nuovo e uno spirito nuovo; e perché morreste voi, o casa d’Israele? Poiché io non ho alcun piacere nella morte di colui che
muore, dice l’Eterno. Convertitevi dunque e vivete » {Ezech. 18:
30-32).
C’è un ravvedimento individuale al quale non possiamo sfuggire; ma c’è pure un ravvedimento collettivo che interessa le nazioni del mondo e, perché no, anche la chiesa cristiana, oggi come
al tempo di Malachia. Anche la
chiesa cristiana deve lasciare le
vecchie vie, i vecchi errori, la
vecchia mentalità, i vecchi idoli
per tornare al suo Dio, in una
vera e propria confessione di
peccato. Il guaio è che anche i
credenti rispondono all’appello
di Dio con falsa sicurezza e dicono: « In che dobbiamo tornare? ». Nessuna chiesa deve sottrarsi al richiamo di Dio, nessun
credente può venir meno all’obbligo di un riesame continuo della propria testimonianza di fronte alla politica delle nazioni, soprattutto di fronte alla Parola di
Dio che è verità: una verità che
ci investe in ogni tempo, ci interpella, ci ammonisce e rton ci
permette di sfuggire al giudizio
dell’Eterno con una scusa di
questo genere: « In che dobbiamo tornare a Lui? ».
Ed eccoci alla quinta contestazione, che è uno sviluppo della
precedente, anche se ne mette in
evidenza soltanto un aspetto particolare: « L’uomo deve egli de
rubare Iddio? Eppure voi mi derubate. Ma voi dite: ’In che t’abbiamo noi derubato?’. Nelle decime e nelle offerte. Voi siete
colpiti di maledizione, perché mi
derubate, voi tutta quanta la nazione! Portate tutte le decime
alla casa del tesoro, perché vi
sia del cibo nella mìa casa, e
mettetemi alla prova in questo,
dice l’Eterno degli eserciti e vedrete se io non v’apro le cateratte del cielo e non riversi su voi
tanta benedizione, che non vi sia
più dove riporla ».
La contestazione affronta il
problema delle offerte e delle decime alla casa dell’Eterno. Nel
popolo d’Israele l’offerta delle
decime costituiva un comandamento sacro. « Avrai cura di
prelevare la decima di tutto quello che produrrà la tua semenza.,
da quello che ti frutterà il campo
ogni anno, affinché tu impari a
temere sempre l’Eterno, l’Iddio
tuo » {Deut. 14: 22). La “decima"
corrispondeva al riconoscimento
della sovranità di Dio, era un segno di riconoscenza e di liberalità, impegnava il credente a dare all’Eterno una parte sostanziosa di ciò che aveva ricevuto,
Ermanno Rostan
con un solenne culto, celebrato
proprio nella Chiesa di Sant’Anna, che conserva ancora, attiguo,
il Convento dei Carmelitani dove ha soggiornato Lutero nel
1518, e nell’abside della chiesa il
famoso ritratto del Riformatore
di Lucas Cranach. Questo culto,
cui hanno partecipato personalità rappresentative di tutto il
mondo ecumenico, ha segnato anche l’inizio del Sinodo Generale
della Chiesa Luterana in Germania che si svolge qui, ad Augsburg, contemporaneamente alle
celebrazioni, dal 22 al 26 giugno.
Il momento di maggiore ufficialità in questa settimana di festa è la mattina di mercoledì, 25
giugno: è infatti questo il giorno storico in cui la Confessione
di fede fu letta davanti all’imperatore Carlo V nel 1530. Nel bellissimo salone dei Congressi, sopra il palco ornato di fiori, sovrasta la sigla della «Confessione
Augustana »: « CA » ed il motto
« Den Glauben bekennen » («Confessare la fede ») che accompagnano tutte le celebrazioni. La
commemorazione dello storico
prof. W. Zorn è preceduta da
un saluto del vescovo della Chiesa Evangelica Luterana in Baviera, Dr. Johannes Hanselmann.
L’atmosfera ecumenica ed internazionale è data, oltre dai delegati protestanti, cattolici ed ortodossi provenienti da più parti
del mondo, dalla presenza delle
corali della Tanzania e del Brasile, che, insieme ai giovani trombettieri bavaresi, e alla corale di
Minneapolis/USA, saranno presenti anche in seguito, nei più
importanti momenti celebrativi.
Il programma è molto denso:
da mercoledì a venerdì mattina
si svolge la parte più culturale
delle celebrazioni: in diverse sale e chiese della città, spesso
contemporaneamente, si svolgono conferenze, dibattiti e simposi su svariati argomenti tutti legati direttamente o indirettamente alla Confessione Augustana:
da rapporti strettamente storici
alla problematica teologica attuale, dalla pedagogia alla politica, all’economia e all’ecologia,
dall’arte alla diaconia. La mattina servizi religiosi in varie Chiese della città. La sera si può scegliere fra teatro, musica, cabaret
e ancora dibattiti.
Da venerdì a domenica la parte più popolare delle celebrazioni. Augsburg è invasa da gruppi
di comunità, provenienti da città vicine e più lontane, e da giovani, molti giovani, che si disseminano a grappoli nelle strade e
nelle piazze cittadine, cantano e
suonano la chitarra, distribuiscono manifestini, richiamano i
passanti con brevi testimonianze, e riempiono sale, chiese,
piazze.
La prima manifestazione popolare è prevista per venerdì pomeriggio nella piazza davanti
alla Chiesa dedicata ai santi Ulrico ed Afra. Ma p.iove, e il culto
viene celebrato aU’interno della
Chiesa, che, come la maggior
parte delle chiese di Augsburg,
è contemporaneamente cattolica
e protestante. Anche il culto è
ecumenico, presieduto fra gli altri dal vescovo tanzanese Josiah
M. Kibiria, presidente della federazione luterana mondiale, dal
vescovo cattolico di Augsburg
Dr. Josef Stimpfle, dal rappre
Giuliana Gandolfo
(continua a pag. 10)
(continua a pag. 5)
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25 luglio 1980
RIFLESSIONI ppp0 LA CONFERENZA DI MELBOURNE - 2
Dio predilige i poveri
VERSO L’ASSEMBLEA DELL’UNIONE
Predicatori locali
Questa dimensione,- benché
presente in tutti i lavori della
conierenza, è stata affrontata
soprattutto nelle sezioni III e
IV. In pratica, nel definire le
possibilità e responsabilità mismonarie delle chiese oggi cinque
indicazioni sono emerse. Anzi
più che di indicazioni si tratta di
cinque grandi questioni che la
conferenza si è posta non nella
comoda posizione di chi parla
ex cathedra, ma dall’esperienza
sofferta di chi si scontra ogni
giorno con i propri limiti e pochezza. La prima questione è
quella della centralità della parola di Dio. V’era proprio bisogno di sottolineare questo aspetto? Certamente, si, nella prospettiva dei poveri scelta dalla conferenza. Per secoli le chiese hanno proclamato la parola di Dio
al di fuori se non addirittura
contro tale prospettiva. Cosa significa questo cambio di prospettiva? Come trasmettere la fede ricevuta nel contesto di una
solidarietà effettiva con i poveri e gli oppressi? Come renderla
manifesta attraverso le cose che
si fanno nella quotidianità della
vita, delle crisi e delle speranze
dei singoli e dei popoli? « La storia di Dio in Cristo — è detto
nel rapporto della sezione III
— è al centro di ogni azione
evangelistica e di ogni attività
missionaria »... ma « l’evangelizzazione può essere autentica solo se è lotta contro l’ingiustizia
che è diametralmente opposta al
regno di Dio e ricerca di ima risposta di fede che si traduce in
impegno concreto nel mondo ».
L’esigenza di legare la centralità della parola di Dio alla partecipazione alle lotte contro l’ingiustizia è stata accompagnata
da una seconda indicazione che
la conferenza fornisce sotto la
spinta dei delegati ortodossi, e
in parte, anglicani: la riscoperta
della vita sacramentale, in particolare della Cena « che dà vita
ai cristiani affinché siano formati ad immagine di Dio e diventino effettivi testimoni del
regno ». C’è qui tutto il problema che sta al centro della riflessione ortodossa più recente della «liturgia dopo la liturgia»,
cioè il richiamo ad evitare l’eccessivo individualismo della tradizione protestante così come l’eccessivo ritualismo della tradizione ortodossa e vedere testimonianza, missione e evangelizzazione come « unione e dispersione, adorazione e azione, preghiera e lotta — questo è il vero
ritmo dell’impegno cristiano nel
mondo ».
La terza questione è forse la
più complessa: come costruire
delle « comunità viventi » che già
ora operano e vivono nella prospettiva del regno? È interessante che per illustrare questo aspetto tutti i rapporti della conferenza facciano riferimento all’esperienza delle comunità di
base, di gruppi giovanili e studenteschi tendenti a rompere la
tradizionale sintesi constantiniana tra chiesa e stato, e a vivere
in solidarietà quotidiana con coloro che lottano per la loro liberazione. Il rapporto della sezione IV, in un passaggio particolarmente bello afferma che
« quando le chiese si impegnano
nella faticosa lotta per la trasformazione della società devono essere pronte ad abbandonare antichi privilegi e a diventare delle minoranze. Ma esse possono diventare delle minoranze
creative se sapranno intervenire
nei settori vitali della comunità
umana ».
In quarto luogo la conferenza
ha individuato nella riscoperta
della dimensione diaconale la
caratteristica di una chiesa missionaria. La diafonia deve essere in grado di « identificare le
radici profonde» del male, dell’ingiustizia, dell’oppressione —
spesso presente nelle strutture
ecclesiastiche stesse — piuttosto
che limitarsi alla cura dei sintomi esteriori. Il ministero della
guarigione e della riconciliazione
a cui le chiese sono state chiamate va vissuto all’interno di situazioni di conflitto e di massima contraddizione. Portare «il
segno di Cristo » significa prendere posizione per ciò che è veramente umano e richiede un radicale cambiamento del proprio
stile di vita come segno distintivo del discepolato.
In quinto luogo, si sottolinea,
per una chiesa che si voglia missionaria, l’impegno per ima comune testimonianza della fede
cristiana intesa non tanto come
unità organica di chiese o dottrinale ma come reale comunione di credenti a tutti i livelli, soprattutto al livello locale.
Nel complesso, sul problema
della dimensione missionaria, la
conferenza ha fatto un passo
avanti e uno indietro. Il passo
avanti consiste nell’aver sottolineato che per il lavoro missionario negli anni 80 bisogna anzitutto capire in profondità i vasti
mutamenti storici, politici, sociali che stanno avvenendo e che
occorre rilanciare, intensificandola e approfondendola, la solidarietà con gli oppressi. Il passo
indietro, se così si può dire, sta
nel fatto che i documenti della
conferenza danno l’impressione,
almeno ad un lettore protestante, che la chiesa sia troppo al
centro del discorso, il soggetto
della missione, invece di essere,
come dovrebbe, soltanto il portavoce della parola di Dio che
chiama al ravvedimento e a cambiamenti radicali.
La dimensione
teologica
Questo commento pone in effetti il problema del significato
teologico di Melbourne. Il nostro
non è un tempo in cui ci si può
permettere il lusso di sfuggire al
compito di una serrata riflessione teologica. Oggi più che mai
siamo chiamati a ripensare il
significato dell’evangelo del regno, che non cambia mai, alla
luce dei cambiamenti che stanno avvenendo intorno a noi. È
quindi importante domandarsi
se c’è stata una tale riflessione e
in che misura la conferenza è
stata fedele all’evangelo del regno che essa intendeva contribuire ad annunziare.
Una prima osservazione da fare è che la conferenza ha cercato di dare ascolto alle voci che
venivano dall’America Latina e
dall’Asia (l’Africa è stata stranamente assente in questa conferenza al livello del dibattito e
dell’apporto teorico) che chiedevano una impostazione meno occidentale della riflessione teologica e che tenesse realmente conto degli apporti culturali dei cristiani di altri continenti. Paradossalmente è stato un europeo,
Ernst Kasemann che ancora una
volta ha mostrato di infrangere
coraggiosamente steccati ideologici e tradizioni affermando in
una commovente dichiarazione:
« Sono convinto che la grande
stagione della teologia occidentale si è conclusa, è giunta alla
sua frontiera ùltima. Come Mosè essa sta intravedendo la terra promessa ma non vi entrerà.
Lo Spirito Santo ha lasciato del
lavoro da compiere per i teologi del Terzo Mondo ». Queste parole indicano con chiarezza quale sia il livello di sensibilità al
quale sono giunti larghi settori
della comunità ecumenica. Ed è
probabilmente solo in questa
prospettiva che una valutazione
teologica di Melbourne può e deve farsi. Gli inizi di un mondo
nuovo sono sempre più difficili
ed aspri del canto del cigno di
im vecchio mondo! Forse si può
dire che la riformulazione in termini teologici nuovi del messaggio del regno è stata fatta principalmente nel suo aspetto temporale. Sono i « segni del regno »
che sono stati al centro della riflessione della conferenza. Quello che mi sembra essere mancato è l’approfondimento del
rapporto tra « storia e escatologia». Ho volutamente usato due
termini tipici della riflessione
teologica delle scuole europee
per non nascondere la mia provenienza e formazione. Ma i cristiani, sotto qualunque latitudine, non possono sfuggire alla
questione dello smascheramento
dell’ideologia sia nel suo aspetto di relazione che di opposizione
al regno. Non si può parlare del
regno senza trattare allo stesso
tempo del problema dell’utopia e
dell’ideologia. Tuttavia, anche
con questa che potrebbe considerarsi una importante limitazione, l’affermazione teologica
centrale di Melbourne: « nella
prospettiva del regno, Dio predilige i poveri » costituisce un
reale passo avanti che esprime
il cammino che molte comunità
cristiane e il movimento ecumenico hanno fatto nel corso degli
ultimi anni.
In conclusione, Melbourne ha
rappresentato l’occasione, estremamente positiva, di affrontare,
in una prospettiva ecumenica,
alcuni temi centralissimi della
missione e evangelizzazione oggi. Le questioni che Melbourne
ha poste sono, mi sembra, questioni sulle quali vale la pena
di confrontarsi. E questo vale
soprattutto per le chiese italiane impegnate nella riscoperta
della loro responsabilità evangelistica negli anni 80.
Emidio Campi
SEGNALAZIONI
Max Weber
L’attualità del saggio di E. BOSCO,
Classi sociali e mutamento in Max
Weber (F. Angeli ed., L. 4.500], in questi
giorni in libreria, è attestata anche
dalla quasi contemporaneità della pubblicazione con l'importante convegno su
“ M. Weber 60 anni dopo » indetto a
Roma. Fra le ragioni di tale attualità,
« il rinnovato interesse per l'opera di
M. Weber... interlocutore stimolante per
un'intelligencija di sinistra, che in Italia ha vissuto » le « lotte del 1969, la
crisi e la ripresa della borghesia, e il
problematico inserimento della sinistra
nella maggioranza ». Centrando l’attenzione sull’inchiesta condotta da Weber
e altri nel 1907-10 sugli operai tedeschi,
Bosco (da anni attento studioso del
pensiero weberiano, cui ha dedicato
un’amplissima tesi) Illustra il significato del posto fatto da Weber alla classe operaia nel suo pensiero politico.
Che ne fece — collegandosi a una vasta opera di sociologo-storico in cui,
com’è noto, è dato molto rilievo alla
cultura protestante — una specie di
contraltare borghese di Marx; ed è oggi, dopo essere stato collocato nel suo
contesto storico da W. Mommsen e
da altri, più che mai ricco di stimoli
e, come si è detto, d’attualità.
A. C.
Unione predicatori
L’Assemblea dell’Unione Predicatori locali è convocata,
secondo il disposto delTart. 67/SI/1979, a Torre Pellice per
il giorno 2 agosto, alle ore 10, col seguente ordine del giorno :
1. Culto.
2. Discussione e approvazione dello Statuto dell’UPL.
3. Elaborazione delle linee di lavoro.
4. Elezione del Comitato ed, eventualmente, di un rappresentante al Sinodo.
All’assemblea partecipano come membri a pieno diritto
tutti i predicatori locali inclusi negli elenchi tenuti dai circuiti e che riceveranno il materiale preparatorio. Sono, inoltre, invitati tutti i candidati predicatori locali metodisti e
tutti i valdesi che prestano occasionalmente la loro collaborazione nella predicazione.
La Commissione
COMMISSIONE PERMANENTE STUDI
La sessione di esami per gli aspiranti predicatori locali
e per i pastori in servizio straordinario in prova avrà luogo
sabato 2 agosto alle ore 18 nella biblioteca della Casa valdese
di Torre Pellice.
Avvicinandoci alla data della
prima assemblea dell’Unione dei
predicatori locali valdesi e metodisti, mi sembra utile far conoscere alcuni aspetti di questo
ministero e presentare alcune riflessioni.
La dizione « predicatori locali » sostituisce quella che è .sembrata impropria di « predicatori
laici ». E’ parso, infatti, che in
una chiesa che non ha un « clero » come la nostra, tutti i predicatori, pastori compresi, andassero considerati « laici » cioè
facenti parte del popolo di Dio.
Si potrebbe prolungare il discorso _e sottolineare che una predicazione deve per forza essere
« laica », anche nel senso che
questo termine ha nel linguaggio
corrente, perché se è clericale,
sganciata dai problemi della gente, astratta, non è vera predicazione.
Le stesse osservazioni potrebbero naturalmente essere fatte
anche a proposito della dizione
« predicatori locali », perché tuti predicatori sono chiamati a
predicare non solo nella storia,
ma anche in un determinato territorio, sia pure solo per un certo tempo se sono pastori. Quindi la predicazione o è locale, o
non è predicazione. Non si può
predicare a tutto l’universo contemporaneamente. La predicazione dei profeti è « locale », perché i loro richiami sono legati
al luogo della loro vocazione.
Da un punto di vista regolamentare, tuttavia, la dizione
« predicatori locali » può essere
accolta ad indicare quei predicatori che svolgono il loro servizio
in modo volontario e non sono
stati consacrati al ministero pastorale.
Il Sinodo dello scorso anno ha
approvato gli articoli di regolamento che contemplano questo
ministero, in attuazione del Patto di integrazione valdese-metodista. La Chiesa metodista aveva
già un suo riconoscimento ufficiale di questo ministero e la
Conferenza teneva un ruolo di
coloro che lo esercitavano. Da
quest’anno lo stesso « ruolo »
che, d’ora innanzi, sarà tenuto
dai circuiti, comprende anche i
predicatori valdesi che sono stati segnalati dai Concistori e Consigli di chiesa. Vi saranno, inoltre, inclusi tutti coloro che, in
seguito ad una preparazione teologica curata dai circuiti stessi
a mezzo della commissione studi, saranno presentati alle relative assemblee e saranno da queste riconosciuti.
Oggi i predicatori locali sono
147, di cui 18 donne. Relativamente poco numerosi nei tre circuiti delle Valli, sono dislocati
irregolarmente negli altri, in cui
andiamo da un minimo di due
predicatori nel XV (Calabria e
Stretto) a un massimo di diciassette nel XVI (Sicilia). Evidentemente i criteri a cui si sono attenuti i Consigli nelle segnalazioni non sono stati forse del tutto
omogenei Alcuni hanno segnalato i fratelli che anche molto occasionalmente si dedicano alla
predicazione; altri hanno segnalato solo quelli che vi si dedicano regolarmente. Alcuni hanno
verificato con un certo rigore la
loro preparazione; altri l’hanno
data per scontata. E’ inevitabile
che in un momento di transizione si verifichino questi inconvenienti, che hanno, tuttavia, il
vantaggio di aver portato all’inclusione nell’elenco di fratelli di
tutte le età e culture. L’Evange
10 è non solo rivelato, ma anche
predicato e trasmesso dai semplici e dagli incolti secondo il
mondo. E qualche volta è importante che la predicazione sia
« laica » anche in questo senso,
come quella del mandriano di
Tekoa. Non si può fare a meno
della teologia scientifica, ma
nemmeno di quella pratica di
questo tipo di persone. Sono esse, infatti, che ricordano forse
meglio a tutti noi che nella predicazione, a differenza di quello
che avviene in un’operazione culturale, non si « possiede » mai la
materia del proprio dire, ma se
ne è posseduti. Nel presiedere
un culto come nel predicare in
piazza, non facciamo roba nostra, ma portiamo la parola di
cui è Signore un Altro.
E’ a questo punto che sarebbe necessario riuscire a dare alla
« laicità » della predicazione —
tenuta da pastori o da predicatori locali o da fratelli senza particolari riconoscimenti — un’altra sua dimensione particolare:
quella dei suoi destinatari. Predicazione vera e cioè predicazione laica non può avere per destinatari solo dei fratelli in fede,
ma i « laici » del nostro tempo,
i non credenti, i superstiziosi, gli
uomini religiosi che non conoscono l’Evangelo. La predicazione
non è nostra, perché è di Dio e
non è nostra anche perché è del
popolo in mezzo al quale viviamo: gli è dovuta, è un debito
che abbiamo verso di lui.
L’assemblea che si terrà a Torre Pellice il 2 agosto, oltre ad approvare lo statuto dell’Unione
Predicatori locali e ad eleggere
11 comitato, dovrà anche fare un
programma di attività: ricerca
di nuovi fratelli disponibili per
questo ministero, piani di studio
e di aggiornamento per loro e
per i « vecchi », strumenti di collegamento ecc. In questo programma di attività non dovrebbe mancare anche la ricerca di
strumenti per quest’ultima dimensione della predicazione
« laica », cioè per porgere il messaggio agli uomini del nostro
tempo.
c. tron
Hanno collaborato a questo
numero: Renato Coisson Augusto Comba - Franco Davite - Dino Gardiol - Italo
Pons - Paolo Ribet - Bruno
Rostagno - Giorgio Tourn Silvana Tron Severino Zotta.
Sinodo delle chiese
Valdesi e Metodiste
Il Sinodo, secondo quanto disposto dall’Atto n. 82 della
Sessione sinodale europea 1979 è convocato per
Domenica 3 agosto 1980
I membri del Sinodo sono invitati a trovarsi nell’Aula
sinodale della Casa valdese di Torre Pellice alle ore 15. Il
culto di apertura avrà inizio alle ore 15.30 nel tempio di Torre
Pellice presieduto dal pastore Roberto Comba.
Il Moderatore della Tavola Valdese:
Giorgio Bouchard
Corpo pastorale
Il Corpo pfkstorale è convocato
per sabato 2 agosto alle ore 9 nell'Aula sinodale nella Casa valdese
di Torre Pellice col seguente o.d.g.:
1) Esame di fede dei candidato
pastore locale Claudio Martelli;
2) Situazione dei matrimoni interconfessionali;
3) Varie.
Se l’esame di fede dei candidato
avrà esito positivo il sermone di
prova sarà tenuto nel tempio del
Ciabas alle ore 17.
li presidente del Corpo pastorale
Giorgio Bouchard
Tutti i membri delle chiese vaidesi e metodiste e gli invitati al Sinodo sono cordialmente pregati di
assistere ail'esame di fede e di
partecipare al sermone di prova.
3
25 luglio 1980
CONSULTAZIONE MONDIALE DEL CEC - 2
Eliminare il razzismo
In molte società vi è uno stretto rapporto tra razzismo e fattori economici; occorre esaminare le strutture economiche che
sono all’origine dei diversi fenomeni di razzismo e ne perpetuano la mentalità. Il sistema economico capitalistico è certamente uno dei fattori che producono
razzismo. L’impero coloniale è
crollato, ma vi si è sostituito
l’impero economico, e questo è
sostenuto dalle multinazionali.
Continuando a spogliare popoli
delle loro risorse, questo produce sottosviluppo e frustra le
loro aspirazioni per il domani.
La terra è
nostra madre...
Molto legato al problema delle
multinazionali è quello del diritto alla terra. Abbiamo udito
durante la Consultazione il grido di dolore di coloro che vengono espulsi dalle loro terre
(Aborigeni dell’Australia, i Dene
del Canada, i Tamils in Sri Lanka, gli oppressi di Haiti, delle
Filippine e di tanti altri paesi.
Per comprendere il dramma
di questi gruppi di uomini e donne costretti a lasciare le loro
terre per far posto alle basi militari, alle miniere, ai pozzi di
petrolio, oppure semplicemente
a stazioni turistiche occorre
prendere coscienza del valore
della « terra natia » per tutte queste minoranze cacciate dalle loro
sedi naturali.
« La terra è la nostra madre,
è la sorgente della nostra esistenza, è la nostra religione, la nostra identità... » dice una poesia
scritta da un Aborigene dell’Australia.
Questi gruppi etnici sono soli,
senza difesa; i governi infatti sono troppo spesso consenzienti o
promotori per l’espulsione di
questi gruppi che intendono rimanere attaccati alla propria terra. Il P.C.R. riceve mandato di
prendere la difesa di questi gruppi oppressi ed emarginati.
Nuove dottrine di
sicurezza nazionale
La giustificazione per questi
ed altri veri e propri genocidi è
data come esigenza di sicurezza
nazionale. A causa della « sicurezza nazionale » si mantiene lo
status quo, anche se lo si riconosce ingiusto, e si proteggono le
strutture di potere. Le minoranze
etniche vengono così emarginate
sottoponendole a restrizioni e
negando loro i diritti umani.
E non va dimenticato il grosso problema delle installazioni di
centrali nucleari per quel che
concerne il trasferimento forzato dalla terra natia.
Razzismo ed
emigrazione: moderne
forme di schiavitù
I lettori de L’Eco-Luce hanno
hanno avuto l’opportunità di
prendere già visione del documento preparato ad Ecumene
sul razzismo, proprio in vista della Consultazione di Amsterdam.
Detto documento era stato preparato da rappresentanti delle
chiese evangeliche latine di Europa. Nel documento di Ecumene la tematica del razzismo viene affrontata da un particolare
angolo visuale, quello della emigrazione.
Ad Amsterdam il rapporto emigrazione-razzismo è stato affrontato a livello non soltanto europeo, bensì mondiale. Nell’ambito
dell’emigrazione la discriminazione può iniziare con semplici
forme di vessazioni (razzismo
popolare) ma ben presto si manifesta la privazione dei diritti
fondamentali (diritto di parola,
di associazione, di partecipazione) e in alcune particolari situazioni del terzo mondo in veri e
propri genocidi di indifese minoranze.
L’emigrazione diventa una nuova forma di schiavitù quando per
esempio i paesi — e ve ne sono
diversi — si sbarazzano mediante l’emigrazione degli elementi
di disturbo o quando ci si serve
degli emigranti, sfruttandoli
per aumentare la prosperità dei
paesi ricchi.
Il gruppo di lavoro sul tema
« razzismo-emigrazione » — del
quale appunto ho fatto parte
come rappresentante della Conferenza dei Paesi Latini d’Europa (CEPPLE) — riprendendo
motivi già discussi nella Consultazione di Sigtuna (Svezia) ha
voluto fare alcune affermazioni
di principio;
1) Noi affermiamo il diritto
di ogni persona di poter usufruire di piena e libera cittadinanza nel proprio paese nativo;
2) Affermiamo il diritto di
ogni persona di usufruire della
libertà di movimento aH’interno
del proprio paese;
3) Affermiamo il diritto di
ogni persona di poter lasciare il
proprio paese a sua propria volontà ;
4) Noi inoltre affermiamo
che non vi deve essere diminuzione di diritti umani come conseguenza di spostamento attraverso le frontiere nazionali —
e che questi fondamentali diritti umani consìstono in quelli
identificati dalla Dichiarazione
dei Diritti Umani dell’ONU.
5) I diritti di cui sopra non
possono essere separati dai diritti delle comunità o delle persone senza radici... Per questa
ragione noi raccomandiamo all’attenzione attiva delle Chiese,
le comunità vittime di una dominazione economica, politica e
culturale che distrugge queste
comunità e provoca remigrazione dei loro membri. Così come
avviene per i Tamils a Sri Lanka,
gli Haitiani nella Repubblica Dominicana, i Filippini, e nei Dipartimenti e Territori d’oltre
mare francesi, o per i Dene del
Canada... ».
Il gruppo di lavoro ha poi richiesto che le Chiese, in dialogo
e cooperazione con le vittime del
razzismo e le loro organizzazioni,
sviluppino programmi di educazione ed informazione, in modo
che appaia in piena luce il « meccanismo » del razzismo sia nei
paesi di emigrazione come in
quelli di immigrazione. Si chiede
alle Chiese che impegnino le forze politiche, sociali e culturali
al fine di ottenere l’abolizione
delle esistenti leggi o decreti discriminatori.
Un €< segno » di
concreta solidarietà
Poiché mentre avveniva la
Consultazione, due Chiese riformate di Amsterdam erano state
SEGNALAZIONI
Protestantesimo
Un intervento di Barret sul
simbolismo («È possibile parlare di Dio? E se è possibile, in
che termini e con quali strumenti? ») dell’Evangelo di Giovanni,
apre il secondo numero di quest’anno della rivista Protestantesimo '. Nella sezione « Studi critici » incontriamo una vivace
analisi di V. Subilia su due libri
recenti: uno di Giulio Girardi —
quest’ultimo confonde cristianesimo con cattolicesimo, vecchio
vizio del dissenso nostrano — e
l’altro di É. Ellul; entrambi incentrati sul confronto cristianesimo-marxismo.
Inoltre, segnaliamo volentieri
la « Rassegna di teologia sistematica » in cui S. Rostagno —
partendo dall’esame critico di testi teologici di lingua tedesca —
coglie alcune tendenze della teologia contemporanea: valutazioni personali e interrogativi a sorpresa contribuiscono a rendere
scorrevole la lettura di questo
saggio impegnativo ma arricchente. Le ultime 25 pagine della
rivista sono destinate alle recensioni. Questa volta si passano in
rassegna 22 titoli: dall’Antico Testamento al Calvinismo; quasi
impossibile, insomma, non trovare qualcosa di stimolante sotto il profilo della rifiessione teologica. g. p.
occupate da gruppi di immigrati Marocchini e gruppi di Turchi immigrati, e poiché la polizia aveva minacciato di non rispettare il diritto di asilo nelle
Chiese, il Gruppo « razzismo ed
emigrazione» si è fatto promotore di un’azione concreta in favore degli occupanti, inviando
loro un messaggio, inviando una
propria delegazione ad « ascoltarli » e facendo pressioni presso
il Consiglio delle Chiese di Amsterdam, perché prendesse posizione in favore degli immigrati — anche se clandestini —
svolgendo una azione anche in
Parlamento. Questo è avvenuto.
ED ORA?
— Il razzismo è diventato negli ultimi lo anni più violento,
più aperto ed allo stesso tempo
più sofisticato, e più istituzionalizzato ed anche più diffuso. È
urgente intervenire.
— Il razzismo nelle sue varie
manifestazioni vuole giustificare
il potere. La questione razziale è
intimamente collegata al potere
ed all’economia che è al potere.
Occorre quindi relativizzare il
potere.
— La liberazione degli oppressi deve essere portata avanti dagli oppressi. In ogni modo occorre lottare con gli oppressi e non
soltanto per gli oppressi.
— Bisogna prender atto che è
sorta impazienza nelle nuove ge
nerazioni, spirito militante per
ottenere i diritti politici economici e sociali.
Bisogna prendere atto altresì
dell’affermazione sovente ripetuta ad Amsterdam « Se lottiamo
non è per amore del combattimento, ma per amore della libertà ».
— A conclusione di queste note va chiaramente affermato che
il vero problema non è quello
di sapere se siamo contro il razzismo, ma se siamo disposti —
ora che ne conosciamo l’iniquità
— a pagare il prezzo della sua
eliminazione.
Aldo SbafiB
Ricordato
Francesco Lo Bue
A cura della sezione locale del
Movimento Federalista Europeo
« Francesco Lo Bue », si è tenuta
a Torre Pellice venerdì 27 giugno
U.S. una conferenza sul tema:
« Il Parlamento Europeo a un
anno dalla sua elezione »,
Il conferenziere, Domenico Moro, segretario del Movimento Federalista Eiuopeo per la regione
Piemonte, ha fatto un consuntivo
dell’attività svolta dal Parlamento Europeo. Erano presenti i rappresentanti locali dei partiti socialista, repubblicano e radicale.
In apertura di seduta Frida
Malan ha rievocato con accenti
commossi la figura di Francesco
Lo Bue. Professore e pastore Valdese, egli fu già nei lontani giorni della Resistenza, fervido assertore dell’imità europea e pioniere del Federalismo europeo.
S. T.
TORRE PELLICE
Convegno
degli insegnanti
evangelici
L'Associazione Internazionaie per l'Educazione Cristiana, organizzazione di
carattere protestante che raccoglie insegnanti di tutte le scuole, sia evangeiiche che pubbliche, terrà ii suo Congresso a Torre Peilice in agosto
ii tema deli’incontro è stato formulato
così: • Piccoli in un vasto mondo »,
cristiani in minoranza e loro responsabilità educatrice in Europa.
ii programma definitivo è il seguente;
LUNEDI' 11 AGOSTO
Ore 16: apertura del Congresso.
Ore 20.30: storia dei valdesi e delle
loro scuole (past. Bruno Bellion).
MARTEDÌ’ 12 AGOSTO
ore 9.45: relazione sul tema « chiesa
di minoranza In paese di cultura cattolica » (Giorgio Toum). Discussione a
gruppi e generale nel pomeriggio.
ore 20: Serata di canti.
MERCOLEDÌ’ 13 AGOSTO
Visita alla vai Germanasca; serata
di diapositive.
GIOVEDÌ’ 14 AGOSTO
ore 9.45: relazione sul tema « educazione cristiana in discussione col
marxismo» (Dr. van Hoogstraten). Discussione a gruppi e generale nel pomeriggio.
Serata riservata alla seduta della
« Associazione internazionale degli insegnanti evangelici ».
Le sedute sono aperte a tutti coloro
che si interessano di problemi pedagogici.
NOTIZIE C.EV.A.A
Gli «inviati»
' Protestantesimo, rivista trimestrale
della Facoltà Valdese di Teologia, Via
Pietro Cessa, 42 - 00193 Roma. - Abb.
annuo L. 7.000, c.c.p. 14013007.
L’ultimo dei problemi affrontati nella « sessione europea »
della CEvAA, a Borgio Verezzi,
è stato quello degli « inviati »;
cioè dei membri di una Chiesa
della CEvAA che, rispondendo a
una richiesta, si mettono a disposizione, per un dato periodo,
di un’altra e ne vengono assunti
per un determinato ministero
(pastorale, didattico, sanitario,
tecnico etc.). In passato le società missionarie reclutavano e inviavano nei campi di missione,
a loro intero carico. Ora che nell’ambito della CEvAA non ci sono più società missionarie, come
vanno le cose? Gli organi della
CEvAA (e quelli del DEFAP in
Francia e del DM nella Svizzera
romanda) fungono da cinghia di
trasmissione, fanno circolare la
informazione, fanno conoscere le
richieste delle varie Chiese, vagliano le candidature; ma non
assumono essi stessi gli « inviati », i rapporti devono o dovrebbero essere sempre più da Chiesa a Chiesa, nell’ambito della
CEvAA.
Si è in fase di transizione, e le
cose non sono sempre facili, né
tutte ben chiarite; su questa
strada bisogna procedere. Facciamo un esempio che conosciamo, il nostro. In un passato ormai un po’ lontano, i nostri "missionari”, rispondendo al richiamo o presentandosi essi stessi a
questa o quella Missione, ne venivano assunti, e inviati in Africa, nel Madagascar, in Polinesia.
La Chiesa Valdese non assumeva
alcuna responsabilità al riguardo: li salutava (e non sempre)
alla partenza, pensava a loro, li
accoglieva in questa o quella comunità quando tornavano per i
periodi di riposo, si faceva qualche colletta, le « società missionarie » lavoravano e informavano,
ma ufficialmente si trattava di
fratelli e sorelle partiti per un
servizio che non concerneva la
chiesa nel suo insieme. Così sono partiti tanti, i Coisson, i falla,
i Tron, V. Spelta, A. Gay e tutti
quelli di cui ha scritto R. Coisson nel suo libro su « I Valdesi
e l’onera missionaria ». Già un
po’ diversa fu la partenza di Bruno e Paola Tron per l’Eritrea: il
past. Tron è stato consacrato dal
nostro Sinodo, e pur partendo
senza rapporti amministrativi
con la Tavola, è rimasto membro
del nostro Corpo pastorale e in
tal modo del Sinodo, anche nel
suo lungo ministero eritreo. Giovanni e Clairette Conte avevano
ancora fatto un passo avanti: il
past. Conte era andato « in mis
sione » in Zambia, poi a Tahiti
per un periodo, in base a una
convenzione fra la Tavola e la
Mission de Paris, restando a tutti gli effetti membro in ruolo del
corpo pastorale valdese. Alla
partenza di Laura Nisbet (era...
« solo » una laica! o piuttosto,
non aveva rapporto amministrativo con la Chiesa Valdese), le
chiese del I Distretto si sono
raccolte intorno a lei, facendole
sentire che non partiva solo a
titolo personale: la cosa non ha
avuto, almeno allora, rilevanza
amministrativa, ma un valore
spirituale considerevole. Intanto,
si andava elaborando la nuova
struttura CEvAA, la Mission de
Paris non era più...
E ora? Gli « inviati », i nostri
inviati, a nome di chi vanno? Chi
li invia? Le vocazioni le rivolge
il Signore, attraverso gli appelli
di chiese sorelle, ma queste partenze non sono forse importanti, per tutti noi, altrettanto quanto l’impegno di un pastore, di
un anziano, di un diacono, di un
monitore etc.? Tutti i «casi» (!)
precedenti sono « regolarizzati » (!); ma, ad es., quando Laura Nisbet venga per il suo periodo di riposo, e quando — in avvenire — rientrerà, in pensione
(pardon, emeritazione; i pensionati della chiesa sono sempre
emeriti...), chi se ne assumerà la
responsabilità? Capite bene che
non si tratta solo di quattrini:
è in gioco il nostro rapporto ecclesiastico, spirituale, fraterno
con lei e con quanti altri (molti,
speriamo) si troveranno nella
sua situazione. E già durante il
servizio — si pensi che non sempre, ormai, è un servizio a vita,
che quindi vi è ima ’mobilità’ la
quale praticamente può complicare i rapporti — tutta una serie
di questioni vanno precisate, nei
rapporti fra Chiesa che invia e
Chiesa che accoglie, nei rapporti
con la CEvAA, a proposito del
modo di ’reclutamento’, di ’arruolamento’ e di mantenimento
degli inviati. La CEvAA ci fa essere più vicini: anche in queste
questioni, che non son mai solo
amministrative.
Tra parentesi: si è tristemente notato che... non abbiamo mai
avuto così pochi « inviati » come
da quando siamo diventati membri (fondatori!) della CEvAA.
Eppure appelli ne abbiamo ricevuti...
* * *
• D’intesa con la Chiesa Valdese (e nel gruppo d’animazione vi sono Renato Coisson e
Eugenio Rivoir) si terrà pure
quest’anno, ad Agape, a fine agosto, rincontro degli « inviati »
che annualmente è organizzato
da CEvÀÀ, DEFAP e DM per
gli inviati che sono in Europa
per Un soggiorno di riposo e aggiornamento. L’incontro avrà
per tema : « Pagare il prezzo del
nostro impegno in Cristo » ; si
prevedono pure incontri con varie chiese delle Valli. Ne sarà
data ulteriore notizia.
• Passata la bufera bo'kassiana,
il Centro protestante per la
gioventù di Bangui (Rep. Centrafricana) lavora a pieno ritmo,
con una media di 100‘ passaggi
al giorno: grande afflusso nelle
sale d’incontro e nella biblioteca.
• Il Sinodo della Chiesa Unita
nello Zambia ha vietato ai
credenti di organizzare collette
di fondi destinati a opere ecclesiastiche con metodi giudicati
non cristiani: giochi d’azzardo,
vendita di bevande alcooliche,
tombole e lotterie, concerti e
danze notturne sono considerati
contrari alTEvangelo.
• La tipografia della Chiesa
Evangelica del Lesotho, a
Morij a, è stata dotata di nuovi
edifici. Essa lavora per il Lesotho, ma anche per altri paesi e
stampa Bibbie, innari, catechismi e opere varie in diverse lingue. Sistemata a Morija nel 1875,
ma operante già da 30 anni prima è la più antica tipografia
africana.
Gino Conte
Comitato
Esecutivo
Battista
(nevi . Si è conclusa a Roma II 18
giugno la prima riunione del Comitato
esecutivo dell’Llnione delle chiese evangeliche battiate in Italia (UCEBI). All'ordine del giorno l'esame degli atti dell'assemblea e numerosi provvedimenti
di carattere amministrativo. Non è mancato un esame della situazione italiana: i recenti risultati elettorali, mantenendo inalterato il quadro politico —
secondo il Comitato esecutivo battista
— « non permettono di avviare a soluzione i gravi problemi della società
senza una reale partecipazione di stimolo e di controllo da parte dei cittadini ». Il CE battista invita quindi i
credenti « a non abbandonare l'impegno per realizzare una società più giusta in cui lavoro e condizioni di vita
dignitose vengano garantiti a tutti ».
4
25 luglio 1980
L’ASSEMBLEA DELLA CHIESA RIFORMATA UNITA D’INGHILTERRA PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
Predicare alia città
L’etica protestante
Dal 6 al 9 maggio si è svolta
a Sheffield la General Assembly
(pari al nostro Sinodo Valdometodista) della Chiesa Riformata Unita d'Inghilterra. La durata della General Assembly è
stata di soli tre giorni in cui sono stati svolti tutti i vari atti
costitutivi dell’assemblea, culto
d’apertura, ricevimento di delegazioni e rappresentanze di varie chiese, elezioni, messaggi, saluti, etc. Ai lavori veri e propri
della General Assembly sono state dedicate 15 ore soltanto, tra le
ore 9 e le 20 di ogni giorno, compresi i tempi per i pasti e le brevi interruzioni. Questa rapidità
lascia maggiormente stupiti se
si pensa che erano presenti 663
membri riuniti in un immenso
salone.
9gni settore della vita della
clùe^ ha la sua particolare commissione che riferisce con un
proprio documento ai competenti Dipartimenti, che sono 4 in
tutto: Vita della Chiesa — Chiesa e Società — Chiesa e Missione Mondiale — Finanze e Amministrazione, i quali riferiscono al
Comitato Esecutivo.
A ciascun membro dellà^ Genèral Assembly viene consegnato
con notevole anticipo di tempo
la documentazione completa
comprendente anche l’agenda dei
lavori già tassativamente programmati per il giorno e l’ora.
Alla General Assembly giungono
solo ordini del giorno discussi ed
approvati nei vari Sinodi (uguali alle nostre Conferenze Distrettuali) per l’approvazione ufficiale
e definitiva: sono ammessi solo
alcuni interventi ma senza discussione di merito. La loro approvazione è sempre scontata in
partenza. Presiede la General Assembly il Moderatore, eletto di
anno in anno. Il suo mandato
ha inizio con l’apertura della
sessione annuale. Si conoscono
già date e luoghi diversi fra loro per le prossime assemblee fino aH’83.
Leggendo questi vari rapporti
si nota una sorprendente uguaglianza di problemi, situazioni,
riflessioni e prospettive con la
situazione delle nostre chiese in
Italia. Analizzando poi alcuni
dati statistici si hanno i seguenti risultati:
Anno 1978:
membri 161.691
bambini e adolescenti 77.423
insegnanti 13.054
Anno 1979:
membri 157.380
bambini e adolescenti 73.867
insegnanti 12.770
Risultati:
membri — 4.311
bambini e adolesc. — 3.556
insegnanti — 284
La perdita dei membri di chiesa nel '19 è stata del 3,2% leggermente inferiore a quella degli ultimi anni, intorno al 4%.
Su ogni 100 membri vi sono:
34 uomini, 66 donne; 44 pensionati (oltre 65 anni); 25 sotto i
45 anni; 45 persone vanno al culto del mattino; 19 persone vanno al culto della sera.
Ma ciò che preoccupa al di sopra di tutto è l’andamento dei
bambini e adolescenti. Agli inizi
del secolo ve ne erano 700.000,
oggi ve ne sono poco più di 70
mila.
I pastori attuali sono 830 a
pieno tempo e 100 a tempo parziale. Le chiese sono 1950. E’ prevista una diminuzione di 140 pastori per raggiunti limiti di età
nei prossimi 10 anni. Per i membri di chiesa è prevista una perdita per vecchiaia di 5.000 all’anno nei prossimi 10 anni.
E’ una situazione veramente
allarmante.
Per gli Anni 80 è stata proposta una strategia in tre grandi
linee di azione:
— Continuare e sviluppare il
culto e la vita cristiana all’interno della chiesa come scaturisce
dalla tradizione riformata (per
distinguersi da quella anglicana,
romana e ortodossa, n.d.r.).
— Studiare ed annunciare l’Evangelo mettendo in relazione il
suo insegnamento con la società
contemporanea affinché la potenza di Dio possa cambiare la
vita umana.
— Mantenere e sviluppare le
relazioni con le altre chiese cristiane nel mondo e promuovere
l’unità cristiana.
Sarebbe pura follia da parte
nostra in Italia sentirci un po’
tranquillizzati visto che anche
altri attraversano lo stesso momento di crisi. E’ evidènte che
quella del nostro tempo è una
società malata e che dobbiamo
impegnare tutte le nostre forze
per cercare di raggiungere con
Cristo e per Cristo la più alta
possibile qualità della vita accettando la sfida della presente
generazione. « Non i sani, ma
i malati haimo bisogno del medico » ha detto Gesù un giorno.
Non si può certamente dire
che la causa della perdita numerica delle nostre chiese in Italia
sia dovuta, come da alcune parti si va ripetendo da qualche anno a questa parte, al carattere
politico della predicazione attuale.
E’ universalmente risaputo il
carattere tradizionale della società inglese. Come è risaputo
che la Charta costituzionale inglese vige da circa 350 anni, ma
non ne esiste il testo scritto. La
prassi è quello che conta: in tutti gli aspetti della vita nazionale
ed individuale ciò che conta è
il passato vissuto alla luce della presente situazione. Tutto è
legato alla tradizione del passato. Nemmeno la predicazione
dell’Evangelo sfugge a questa
legge secolare. Eppure la perdita numerica avviene ugualmente
ed è sensibile e preoccupante.
Negli ambienti inglesi più attenti alla lettura dei segni dei
tempi si avverte oggi la necessità della predicazione dell’Evangelo alla « città », una predicazione cioè che incida nella società contemporanea. « I membri delle nostre chiese — è detto
nel Rapporto — devono conoscere l’Evangelo per il XX secolo ed agire di conseguenza. Nello stesso modo essi devono conoscere la società contemporanea com’è nella sua realtà. E’ necessario conoscere bene sia l’Evangelo, sia la società contem
INTERPELLANZA
SOCIALISTA
Sollecitata
l'Intesa
Il gruppo socialista alla Camera dei Deputati interviene ancora una volta presso il Governo
per sollecitare la firma della Intesa con la Chiesa Evangelica
Valdese e Metodista. Pubblichiamo qui di seguito il testo della
interpellanza.
1 sottoscritti deputati interpellano il Presidente del Consiglio
per conoscere le intenzioni del
Governo in ordine alla conclusione dell’Intesa tra lo Stato italiano e la Chiesa Evangelica Valdese e Metodista ai sensi dell’art. 8 della Costituzione.
Gli interpellanti richiamano le
dichiarazioni programmatiche
del Presidente del Consiglio alle
Camere il 14 aprile scorso, ;.n
cui si fa riferimento allo schema
di accordo già predisposto dai
rappresentanti delle due parti e
alle « limitate modifiche » proposte dalla Chiesa Evangelica Valdese e Metodista, e nelle quali si
afferma che « schema di accordo
e relative proposte aggiuntive
sono state diramate ai Ministeri
competenti per il necessario parere ».
In relazione a tali dichiarazioni gli interpellanti chiedono pertanto di conoscere lo stato a cui
è giunta la procedura così configurata ed i tempi presumibili
per una sollecita conclusione di
una vicenda aperta ormai dal
febbraio 1978 e che segnerebbe
la prima, significativa, attuazione dell’art. 8 della nostra Carta
costituzionale a più di 30 anni
dalla sua approvazione.
Valdo Spini, Mario Casalinuovo, Mauro Seppia, Mario Raffaelli, Maurizio Sacconi. Luigi Covatta, Franco Bassanini, Fabrizio Cicchitto.
poranea. Uno dei più forti legami tra la chiesa e la società contemporanea si trova nel mondo
del lavoro ».
« Gli Anni 80 molto probabilmente vedranno una rivoluzione
in questo campo e le chiese sono
invitate ad essere al corrente
sui suoi sviluppi per cercare di
afferrare le opportunità, per riferire le istanze dell’Evangelo al
lavoro, alla disoccupazione, ai licenziamenti, all’aumento del
tempo libero e i problemi ad essi connessi ».
Nei rapporti ecumenici si auspica un maggiore impegno nei
prossimi 5-10 anni sia sul piano
nazionale che su quello mondiale attraverso il Consiglio delle
Chiese. Nelle relazioni con le
chiese locali sono già ad un
avanzato punto le trattative di
Unione con la Ri-formata (formata di nuovo, n.d.r) Associazione delle Chiese di Cristo in Inghilterra; mentre si stanno compiendo passi decisivi nelle fasi
di apertura delle trattative per
l’unione con la Chiesa Metodista
Inglese.
Aldo Rutiglìano
nev - notizie
evangeliche
E’ giunto al sesto numero il
bollettino mensile del servizio
stampa della Federazione delle
Chiese Evangeliche in Italia.
Il bollettino, diretto dal pastore Giorgio Girardet, si propone
innanzitutto di informare le redazioni dei giornali, dei periodici e anche delle radio-televisioni
« libere » sulle problematiche del
protestantesimo sia in Italia che
all’estero.
L’abbonamento per un anno
(11 numeri) costa 3.000 lire. I
versamenti vanno fatti sul c.c.p.
21219506 intestato alla PCEI via
Firenze 38 - 00184 Roma, indicandone la causale.
Il sessantesimo anniversario
della morte di Max Weber dà occasione a Tuttolibri del 28 giugno per ricordare, con articoli
dì Massimo Salvadori, Salvatore
Veca e Pietro Rossi, la figura di
questo studioso, da molti ricordato come colui che identificò
nell’etica protestante lo spirito
del capitalismo (dal titolo di un
suo famoso saggio). In realtà le
cose non sembrano così semplici e categoriche. Il Veca sottolinea come nel Weber si manifesti un certo relativismo, che si
può tradurre nel senso che non
esistono teorie di interpretazione
della storia alle quali i fatti si
adeguano, ma al contrario il tessuto della storia è costituito da
fatti che le teorie cercano di interpretare. E per quanto riguarda il protestantesimo, come scrive il Rossi, la sua etica si concreta in una « ascesi intra-mondana,
per il suo impegno religioso di
trasformazione del mondo in
conformità ai precetti divini», o,
in parole più povere riportate alla vita economica, in un impegno
imprenditoriale, che fa assumere in persona propria rischi ed
impegni che consentono una trasformazione della società. Certo
è difficile negare che tale spirito
imprenditoriale si è andato materializzando in forme capitalistiche, ma ciò, ricorda il Rossi, è
dovuto ad una « concezione del
mondo che trova la propria base
nell’età dell’illuminismo e che
ha spogliato l’attività economica,
al pari di qualsiasi altra sfera
della vita, di ogni significato religioso ». In conclusione, fino a
quando il mondo non sarà completamente secolarizzato, l’etica
protestante, o la sua ascesi intramondana, avrà sempre una funzione da svolgere, ogni volta che
un cristiano sentirà che è suo dovere operare nel mondo anche
sul piano della vita economica,
capitalista o no, « per la trasformazione del mondo in conformità ai precetti divini ».
4: ^
Su La Repubblica del 26 giu
VERSO IL CAMPO FGEI AD ECUMENE
Problema droga
Dal 10 al 18 agosto, si svolgerà
ad Ecumene (Velletri) il campo
studi della FGEI che quest'anno
è dedicato al problema Droga.
Ci sono ancora posti disponibili.
Chi è interessato telefoni al pastore Ermanno Genre, 10060 Rorà - tei. 0121/93.108.
« E’ tutta la società che è drogata, che richiede droghe sempre più pesanti, che le associa
sempre più a un gusto della catastrofe, a una pulsione verso la
fine del mondo » (Felix Guattari,
La rivoluzione molecolare).
« Siamo qui per tanti che attendono non solo un messaggio
responsabile ma anche un’azione
per la salute e l’integrità di chi
è oggetto di sfruttamento, di
' emarginazione e repressione, onde questi ne emerga con tutto il
suo diritto e la sua capacità di
porsi quale soggetto politico primario... siamo qui anche per gli
altri, per gli amici che ci osservano e che ci interrogano » (G. A.
Maccacaro, Relazione introduttiva al Convegno costitutivo di Medicina Democratica, Bologna,
1976).
Al « problema droga » è dedicata gran parte dell’ultimo numero della rivista Medicina Dernocratica, in cui si coglie un invito ad un impegno, ad una responsabilità collettiva. « Tale
materiale », scrive la Redazione ( 1 ), « deve essere argomento
di discussione e spunto per un
allargamento ed un approfondimento del dibattito; non sarà
certo questo primo intervento
organico della rivista a correggere come per incanto almeno
i più pesanti e falsi luoghi comuni che circolano per l’Italia,
ma può essere uno stimolo e
uno strumento nelle mani di ogni
militante di lotta per la salute ».
Con non minore realismo, il
Consiglio FGEI recentemente ha
affermato (2) a proposito di « uso
delle droghe e senso della vita »:.
« Non c’è e non si cerca una formuletta con cui dare un giudizio
sempre pronto sulla realtà che
si vive, ma bisogna approfondire le domande, renderle più autentiche, dare spessore alla ricerca sulla testimonianza che si
vuol rendere. Certo, sta a noi rispondere alle domande di aggregazione, di fiducia nella vita, di
identità individuale e collettiva,
e non è facile perché questa domanda e questo disorientamento investe noi pure ».
In effetti l’uso delle droghe riguarda tutta la società: pensiamo alle centinaia di migliaia di
calcio, tv, week-end, Wojtyladipendenti; si sa anche che svariate sostanze sono state considerate a seconda della fase e del
periodo culturale « droghe » oppure « sostanze innocenti » (es.
l’alcool neH’America del proibizionismo o nell’Islam di oggi),
per cui non è la sostanza colpevole, ma è il rapporto che si stabilisce tra assuntore e sostanza
che diventa importante e viene
di volta in volta assolto o colpevolizzato.
Demistificare l’uso che viene
fatto del « problema droga » è
dunque un impegno preciso per
tutti coloro che vogliono dare
un senso alla vita propria e di
quelli che hanno vicino. Si tratta, come diceva G. Jervis qualche
anno fa (3), di rendere laico un
problema, quello delle droghe,
ancora magico e religioso. Se ne
è già parlato sulle colonne di
questo giornale recentemente; se
ne parlerà in agosto al centro
di Ecumene in un campo organizzato dal Consiglio FGEI.
(1) Medicina Democratica, n. 18/19,
1980.
(2) Gioventù Evangelica, n. 62, 1980.
(3) Quaderni Piacentini, n. 58-59,
1976.
gno Domenico del Rio dà notizia di un Convegno cattolico-protestante tenutosi ad Augsburg,
nel corso del quale la Confessione di Augusta è stata studiata
come « tm documento di base
cattolica ». Secondo il Convegno,
solo le vicende storiche e soprattutto il desiderio di papi e vescovi di conservare il potere civile, furono all’origine della «protesta » ed è il Concilio dì Trento
a sancire la definitiva lacerazione
della Chiesa Cristiana.
La rivista Studi Romani del
mese di marzo ospita un articolo di Giovanni Scuderi sulla celebrazione del 17 febbraio tenutasi a Roma e sul suo significato
storico e attuale.
* >1; *
L’Istituto Biblico Evangelico
di Roma pubblica un numero dei
suoi Studi di Teologia dedicato
alla Confessione di Fede. Numerosi collaboratori, tra cui Pietro
Bolognesi, Ugo Gastaldi, Klaas
Runia, illustrano gli aspetti storici e problematici della importanza che una corretta Confessione di Fede può avere nella v^ita
di una Chiesa.
« « «
Il Gallo nel numero di giugno
prende spunto dal libro di Franco Duprè, pubblicato dalla Claudiana, per esaminare le implicazioni per le Chiese dell’uso della
energia atomica.
4: ^
Il Convegno tenutosi ad Agape
sulla omosessualità ha trovato
echi nella Stampa e la Gazzetta
del Popolo del 18 giugno, nonché nel Diario di Venezia del 26
a cura di G. L. Giudici.
* *
Famiglia Cristiana del 29 giugno pubblica una lettera del fratello valdese G. Renda di Sanremo, il quale cita il Liceo Valdese di Torre Pellice come esempio di una istruzione religiosa
fatta da una Chiesa, senza oneri
né per lo Stato né per i ragazzi
e le loro famiglie. Nello stesso
numero da rilevare uno studio
di Bruno Maggioni su San Paolo, ove si riafferma la « salvezza
per grazia» e si indica nella
« corsa verso Cristo e corsa verso il mondo... le due direzioni di
ogni autentico cammino cristiano ». Nonché un intervento sui
bambini morti senza battesimo,
che fa giustizia del vecchio concetto cattolico di « limbo ».
Nigrizia del 10 giugno pub'olica un lungo articolo sulla repubblica dei Botswana, le cui caratteristiche sembrano essere due:
una larga e antica presenza protestante ben consolidata, ed il
fatto che da oltre quindici anni
essa è « l’unico paese tranquillo
dell’Africa Australe ».
4: He ^
Su Voce Evangelica di Pregassana (Svizzera) Elena KrischliDreher ricorda affettuosamente
la figura di Mario A. Rollier.
He He He
Recensendo su Panorama del
23 giugno il libro- di Webster sulla Rivoluzione Puritana, Paolo
Rossi mette in rilievo come i puritani videro nella scienza « uno
strumento di riscatto dal peccato originale », avendone una
« immagine antiindividualistica »
e mettendola « al servizio dello
Stato », così che « la Repubblica
Puritana fu il primo regime politico che fece un uso sistematico del talento dei suoi scienziati ».
H: H< «
Il Gallo di maggio recensisce
con ampie parole di lode l’opera
di Bruno Corsani edita dalla
Claudiana « Introduzione al Nuovo Testamento ».
* Xtt iti
La Stampa del 23 maggio riprende dal «nev» notizie circa
la « chiesa elettronica » che si
sviluppa negli Stati Uniti attraverso l’uso di 12001300 stazioni
emittenti radiotelevisive.
* Hi
Popoli e Missioni nel suo numero di maggio dà notizia della
morte del prof, cinese Chao Tzu,
che nel 1948 fu copresidente ad
Amsterdam della assemblea del
COE. Continuò sempre ad occuparsi in Cina di teologia «ufficialmente sostenuto dalle chiese
protestanti locali » e, dopo varie
vicissitudini fu riabilitato, tanto
da essere sepolto nel « Cimitero
d’onore della Rivoluzione ».
Niso De Michelis
5
25 luglio 1980
450» ANNIVERSARIO DELLA CONFESSIONE AUGUSTANA
Il significato ecumenico
La « Festa » di Augusta, in occasione del 450° anniversario della
Confessione di fede, è stata soprattutto la festa della chiesa luterana. I luterani oggi nel mondo sono circa 70 milioni e costituiscono
una delle grandi confessioni cristiane. Si trovano prevalentemente
in Germania (dell’Ovest e dell'Est), in Scandinavia e in Europa
Orientale, dove le chiese sono di popolo; ma anche negli USA, in Indonesia, in America Latina e in Africa. Il presidente della federazione luterana mondiale è attualmente Josiah Ritira, della Tanzania.
La stampa italiana, nell’insieme, non ha dato grande risalto alle
celebrazioni di Augusta. Pubblichiamo questi articoli del riostro inviato che ci permettono di conoscere più da vicino la realtà del protestantesimo tedesco.
Durante le celebrazioni c’è
stato un filo conduttore che ha
iegato fra loro le varie manifestazioni ed i vari momenti ed
ha dato ioro, ai di là della celebrazione storica, un senso vivo
per ii presente ed una prospettiva di speranza per il futuro:
Tecumenismo.
Prima di tutto è stato vissuto
un momento ecumenico con ia
presenza fìsica di rappresentanti
deile diverse chiese sia a livello
ufficiale che di popolo, e la compartecipazione a cuiti, manifestazioni, reiazioni e messaggi. In
secondo iuogo nei ioro contenuto studi, discorsi, messaggi e
conferenze hanno avuto un costante riferimento ecumenico: se
la Confessione Augustana non è
valsa né in passato né nel presente a ricomporre la divisione
delle Chiese essa è tuttavia oggi
un simbolo, un punto di riferimento per l’unità delia Chiesa.
Anche papa Giovanni Paolo II
in occasione del 450° anniversario della Confessione Augustana
ha mandato ad Augsburg un messaggio, nel quale esprime rammarico per le divisioni che perdurano e speranza per una riunifìcazione della Chiesa.
Fin dal mattino del 25 giugno
ad Augsburg era stato diffuso
un primo testo del messaggio papale, nel quale la Confessione
Augustana veniva indicata come
documento ecumenico per una
comune confessione di fede, con
citazione del primo e del quarto
articolo della Confessione stessa.
Ma questo testo, già diffuso dall’ufficio stampa in migliaia di
esemplari e pubblicato addirittura da quaiche giornale, risultò non essere il testo ufficiale
pronunciato dal papa, ma solo
uno dei « progetti » per tale mes
saggio. Nel testo ufficiale erano
cadute tutte le frasi di giudizio
positivo e di riferimento diretto
alla Confessione Augustana. Rimaneva l’invito a tutti i cristiani
ed in particolare ai teologi a ricercare la comune eredità di fede, in obbedienza a Cristo e ail’Evangelo, e in fedeltà ai padri
ed ai concili della « Chiesa antica ».
È inutile dire la delusione provocata da questa « censura » papale, come è stata chiamata. Alcune personalità del mondo luterano si erano già espresse in
modo positivo riguardo ai messaggio papale, con preciso riferimento soprattutto alle frasi
cadute nei testo ufficiaie.
Per questo era molto atteso il
discorso del card. Willebrands,
la mattina di domenica 29 giugno. Convinto che « la divisione
avvenuta nella Chiesa nel XVI
secolo non ha intaccato fino alle
radici la fede comune, e che il
patrimonio comune della nostra
fede supera in profondità ed ampiezza gli elementi di divisione »,
Wiliebrands riconosce che la
Confessione Augustana rappresenta un punto di comune ricerca e discussione in vista dell’unità della Chiesa, nonostante molteplici difficoltà nel passato e
nel presente.
In tal modo non sono state
del tutto deluse le aspettative
espresse dai luterani fin dal giorno dell’inaugurazione delle celebrazioni: dal prof. W. Zorn, che
rifiutando di relegare la Confessione Augustana nell’archeologia
teologica, come morto documento storico, la considerava momento vitale di rinnovamento
per il presente e per il futuro
della cristianità e per la sua
riunifìcazione; o dal vescovo
Fronhof - il luogo della dieta di Augusta.
Una festa della fede
(segue da pag. 1)
sentante della federazione mondiale delle chiese riformate Dr.
G. Nordhoft. La partecipazione
popolare è compatta. Anche a
culto terminato un folto gruppo
si ferma nella basilica e trascinata dai trombettieri bavaresi
continua a cantare inni luterani.
Sabato mattina i gruppi di lavoro si moltiplicano per dare
spazio ai gruppi comunitari e
soprattutto ai giovani convenuti
ad Augsburg. Nelle chiese, nelle
sale e anche all’tJniversità, in
molte aule, si svolgono contemporaneamente gruppi di studio
biblico su vari testi e in seguito
sezioni di lavoro e di discussione
su svariati argomenti. Nel pomeriggio la grande manifestazione
popolare e giovanile allo Stadio
di Rosenau. Ma anche questa
manifestazione è disturbata da
un incessante e violento temporale, coraggiosamente sfidato da
popolo ed autorità: sotto gli ombrelli aperti si susseguono discorsi, testimonianze, inni cantati dal popolo, pezzi di musica
e cori delle corali internazionali.
Questa manifestazione ha come
titolo « Pesta della fede ».
Hainselmann, che vedeva il cammino delle Chiese negli anni ’80
caratterizzato da un intenso e
positivo lavoro ecumenico, in
obbedienza all’Evangelo e in risposta agli urgenti problemi rivolti alla cristianità dal mondo
contemporaneo.
Certo, al di là dell’ecumenismo
celebrativo ufficiale e dei rapporti di vertice si fa strada una vera esigenza di superare le divisioni nell’unità della Chiesa: è
forse questo un ecumenismo di
base, soprattutto delle classi giovanili. Non è più sentita la particolarità confessionale, e l’unità
della Chiesa si costituisce da sé
nell’esigenza di nuovi valori, nella ricerca del senso della vita, del
senso della fede in una società
opulenta e materializzata, «nonostante » la società dei consumi. Le divisioni sembrano superflue di fronte alla paura atomica, alla paura del domani. Se la
fede regge esige novità. L’ecumenismo allora è il primo segno
di una nuova concezione della
Chiesa e della fede. Anche questo tipo di ecumenismo era presente nelle celebrazioni dell’Augustana ad Augsburg, soprattutto nel mondo giovanile.
Sala interna del Palazzo di Fronhof dove è stata consegnata a
Carlo V la Confessione Augustana.
I giovani, forza viva e
rinnovatrice della chiesa
E questa festa della fede continua ancora per tutta la serata
di sabato e domenica mattina
con la celebrazione di culti con
Santa Cena in diverse forme e
concentrati su svariati argomenti di meditazione, in tutte le
Chiese della città. Continua fra
i banchi del Mercatino dell’Augustana, nella pieizzetta della
Chiesa di S. Anna, dove, attraverso i vari Stands si manifesta
la molteplice realtà del mondo
evangelico tedesco; nelle varie
sale dove continuano incontri e
dibattiti, nelle piazze e sulle strade dove si continua a suonare e
a cantare.
Il messaggio del cardinale Willebrands, presidente del Segretariato per l’Unione dei Cristiani
a Roma è il momento più atteso e rilevante del solenne culto
che sotto una pioggia martellante viene celebrato nella grande
piazza del Municipio, nel tardo
mattino della domenica 29. Questo culto, con la partecipazione
anche di rappresentanti del popolo, corali, trombe, e canti dell’assemblea, conclude le celebrazioni del 450° anniversario della
Confessione Augustana ad Augsburg G. Gandolfo
Una nota vivace, impegnata,
spesso contestativa ed alternativa, è venuta dai giovani, durante le celebrazioni per il 450° anniversario della Confessione Augustana, ad Augsburg. A parte il
Convegno giovanile di massa, organizzato per sabato 28 e domenica 29 giugno, largo spazio è
stato dato ai giovani anche nei
momenti organizzati di questa
settimana celebrativa.
Il primo impatto con il mondo giovanile tedesco mi viene attraverso il teatro. Nel pomeriggio del 25 giugno, al Fronhof di
Augsburg, assisto ad uno spettacolo teatrale dal titolo « Augsburg domani », allestito da un
gruppo di studenti protestanti e
cattolici. Lo spettacolo viene recitato aH’aperto, nella stessa
piazza dove si svolse la dieta nel
1530. Esattamente 450 anni fa in
una sala del palazzo che circonda la piazza fu letta all’imperatore Carlo V la Confessione di
fede dei luterani. Lo spettacolo
riproduce i fatti storici e nello
stesso tempo ne reinterpreta il
senso per l’oggi e per il domani.
Questo senso attuale viene
espresso soprattutto da un predicatore luterano verso la fine
del dramma: « Augsburg, domani. Domani i luterani leggeranno la Confessione sull’Evangelo.
E l’Evangelo a qualcuno non
piacerà, e diranno: questo sta
scritto nell’Evangelo? E i luterani risponderanno: sì, sta scritto,
ma voi non l’avete capito... Abbandonate pensieri di potenza.
Beati i mansueti. Non porta a
nulla distruggere tutto. La nostra libertà è una libertà diversa... Il sole tramonterà su questa città e su queste mura, ma
la città rimarrà e resteranno la
solidarietà e la paura, la sete di
potenza e l’egoismo. E resteranno le vostre limitazioni personali. Le vostre opinioni politiche
precostituite. La vostra paura
dell’esistenza. La paura della vita e la paura della morte, e la
paura atomica. Il terrore di un
conflitto atomico. Di fronte a
pacifisti e militaristi, femministe ed omosessuali, sì, di fronte
a loro resterà la vostra paura,
anche se parlate della libertà del
Cristiano...; e resterà la paura
soprattutto di chi, nel nome dello stesso Evangelo, giunge a conclusioni totalmente diverse dalle
vostre... ». Ed il dramma finisce
con queste parole: « Augsburg,
domani. Fede, speranza, carità.
Ma prima di tutto; speranza ».
L’autore del dramma è un teologo-giornalista di 34 anni, Christopf Lindenmeyer, che lavora
presso la redazione di radio-Monaco. Certamente la sua professione l’ha aiutato nell’interpretazione e nell’attualizzazione.
Giovedì sera assisto ad un
« Cabaret », ideato, scritto e recitato da un gruppo di giovani
della Evangelische Studentengemeinde di Augsburg. E’ questa
una comunità di studenti protestanti e cattolici, con attività
propria e sede in una casa che
comprende una sala per le attività (dove viene recitato il Cabaret) e diverse salette e stanze
per la vita comunitaria ed il lavoro del gruppo. La guida un
giovane pastore, Dr. R. Hennig,
coadiuvato da due assistenti.
L’attività di questa comunità
è del tutto indipendente, pur essendo riconosciuta ufficialmente
ed inserita nella struttura generale della Chiesa. Comprende
culti, studi biblici, assistenza ad
handicappati, pedagogia alternativa, gruppo teatrale, cinefórum,
e gruppo di impegno politico.
Il Cabaret che presentano ha
come titolo « Lacuna di Confessione » ed è un insieme di pezzi, ora rievocazioni, ora parodie,
ora proiezione nel futuro, in cui
la « verità alternativa », storica,
confessionale, ecumenica, teologica, ecclesiastica, politica, esce
graffiante e mordace; spettacolo
costruito con spirito umoristico
ed impegnato nello stesso tempo.
Il pezzo più significativo è recitato dal pastore della Comunità: in toga antica e berretto impersona Lutero, che in tedesco
antico parla alla sua chiesa. Nessuno ha osato invitarlo alle celebrazioni, « solo i giovani della
Studentengemeinde ecumenica
non hanno dimenticato il vecchio Lutero. Dio premierà le loro giovani anime ». Lutei'o lamenta la tiepidezza della chiesa
luterana, che ha l’ardire di chiamarsi ancora Volkskirche, cioè
chiesa di popolo, quando il popolo invece esce dalla chiesa.
« ...E ditemi: che cosa avete fatto dei vostri pastori? Anche i
laici sono sacerdoti, vi avevo
detto. Ma voi avete preferito ricostituire alcuni uomini particolari, esotici uccelli neri, cui delegare la vostra preghiera e peggio ancora il vostro pensiero ».
E lamenta che taluni nella chiesa pensano di dover agire con
violenza e difendere la guerra:
« Beati i mansueti, beati quelli
che si adoperano per la pace, così sta scritto nella mia Bibbia ».
Ma a questo punto può venire
il dubbio che questo Lutero non
sia nemmeno quello vero, il Lutero della guerra dei Contadini...
E Lutero infatti; « Anche i miei
errori celebrano il 450° anniversario. Ma chi ne parla? Pensavate fossi un Dio? Vi dico una
cosa nuova: Lutero era un uomo.
Ho imparato molto in questi 450
anni; non impedite alla mia chiesa di imparare ancora qualcosa ».
Il pezzo più anticonformista
riguarda la « pillola » « terzo sacramento luterano ».
Ben ideata ancora è stata la
parodia di una « festa di ringraziamento » dove, anziché i fnitti
della terra vengono portati all’altare missili e bombe, centrali
nucleari, grandi palazzi, e fabbriche. E il finale, con la preghiera di intercessione del pastore negro per « il primo mondo ».
Del tutto diverso un altro momento dedicato ai giovani durante le celebrazioni ad Augsburg:
un culto per giovani rnotociclisti.
Erano convenuti a migliaia con
le loro moto nella piazza del Municipio. Poi il culto è stato celebrato nel Duomo, senza moto, a
causa della pioggia. Era stata
preparata un’apposita liturgia
che prevedeva, dopo la benedizione, l’accensione dei motori
per 40 secondi.
Questo movimento ha corne
motto: « Signore, voglio cambiare direzione »; la liturgia stampata riporta preghiere, salmi e
canti del motociclista; « Ti ringrazio, ti lodo o Dio per il cielo
e la terra, per le montagne e i
laghi... Tuttavia, Signore, quando la mattina accendo il motore
non so se vedrò ancora la sera.
Signore proteggimi da disgrazie
e pericoli sull’asfalto. Proteggimi sulla strada e preserva dalla
morte la mia giovinezza. Signore, voglio lodarti sulla strada,
nel fresco vènto della corsa, finché sono ancora giovane ».
Gestite in maggior parte dai
giovani anche le iniziative per
la pace, in particolare il corteo
di sabato 2 e le veglie di preghiera.
Giovani anche agli stands del
Mercatino dell’Augustana, dove
allora la varietà di posizioni ed
orientamenti è visibile al massimo; c’è lo stand del movimento per la vita, contro l’aborto e
quello contro l’alcoolismo della
« Croce Blu », la Missione degli
studenti, il movimento per l’educazione dei bambini, il gruppo
di catechisti, lo stand di lavoro
per il terzo mondo e quello dei
liberali; sono presenti filocomunisti ed anticomunisti, gruppi
tradizionali e conservatori, progressisti e comunità di base,
gruppi di testimonianza spirituale e di impegno politico.
L’impressione globale è tuttavia che i giovani rappresentino
in Germania la forza viva e rinnovatrice della Chiesa.
Servizio a cura di
Giuliana Gandolfo
6
25 luglio 1980
L’OCCUPAZIONE NEL PINEROLESE
cronaca delle valli
DOPO IL VOTO AMMINISTRATIVO
Chiesti migiiaia di licenziamenti Le nuove Giunte
Sono migliaia i licenziamenti
richiesti dalle grandi e piccole
aziende industriali nell’area di
lorino. La FIAT ha anmmciato
che da settembre dovrà licenziare almeno 15.000 lavoratori, l’INDESIT ha presentato un piano
di ristrutturazione che prevede licenziamenti per 1.500 lavoratori
dopo la cassa integrazione per
due anni. Inoltre tutte le aziende, collegate a queste con produzioni complementari hanno
già cominciato a licenziare poco
alla volta. I sindacati parlano di
almeno 50.000 posti di lavoro in
forse dall’autunno. Questa situazione è particolarmente grave
per il pinerolese che vede almeno 14.000 residenti lavorare nelle industrie deUa cintura torinese. Ogni giorno partono pullman e treni diretti alla FIAT, alTINDESIT, alle industrie del
gruppo Gilardini, da Bobbio Pollice, Torre Pollice, Lusema, Porosa, Perrero, Pinerolo.
Naturale che questa situazione faccia discutere e prendere
posizione. Innanzitutto sono i
sindacati che costruiscono iniziative per cercare di ribaltare
la situazione.
Sul problema INDESIT (che
chiede finanziamenti per 200 miliardi dallo stato per far fronte
ai debiti e per la riconversione
industriale e per la ricerca) i sindacati hanno iniziato una larga
azione di mobilitazione tra i lavoratori che prevede presidi giornalieri degli stabilimenti di None e Orbassano, l’informazione
di tutte le realtà sociali del pinerolese, la pressione sulTUnione industriale e sul governo (attuata con scioperi generali, manifestazioni 3 Roma, pressioni e
incontri con le forze politiche a
livello locale, regionale e nazionale).
La risposta a questa azione
sindacale è stata la dichiarazione di voler risolvere il problema
senza dover procedere a licenziamenti fatta da tutte le forze
politiche.
Anche le comunità cristiane
hanno iniziato una riflessione sul
problema dell’occupazione nel
pinerolese. Le comunità cattoli
che si sono incontrate in un’assemblea con sindacalisti e operai in cassa integrazione ed hanno discusso della situazione Indesit. Ne è scaturita una mozione che è stata redatta dal Consiglio Pastorale che dice tra l’altro: « Rilevando che il diritto al
lavoro equivale per molte famiglie al diritto alla vita e alla sopravvivenza, denuncia nell'attuale sistema economico e sociale
lo strapotere di poche persone,
che si considerano arbitre del
destino di una impresa economica, libere di spostare capitali a
seconda della propria convenienza di profitto, abituate a considerare gli operai strumenti da
sfruttare a fini produttivi...
Rileva in questa prassi la presenza di un concetto iniquo di
proprietà privata che sancisce il
dominio di pochi su molti, l’accaparramento di beni e di strumenti di lavoro da parte di vertici incontrollati e l’uso del denaro per fini speculativi e non
per la crescita sociale, politica
ed economica della comunità di
chi lavora.
Denuncia l’assenteismo delle
direzioni aziendali nel campo
della ricerca e della programmazione industriale nel momento
stesso in cui i frutti del lavoro
comune avrebbero permesso investimenti e impegni in questo
settore, e indica nei casi di assenteismo operaio e nella esasperata conflittualità una mancanza di solidarietà verso gli interessi globali della comunità
dell’impresa.
Invita le comunità cristiane e
i singoli cristiani a un cambiamento di mentalità, sia per quanto riguarda il dovere evangelico
della solidarietà e della scelta dei
poveri e dei più deboli, sia per
quanto riguarda uno stile di vita
sobrio (...).
Manifesta infine piena solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della Indesit nella loro lotta in difesa del posto di lavoro
e auspica che questa solidarietà
veda cristiani e uomini di buona
volontà disponibili ad una scelta
rigorosa di campo nei settori ove
ciascuno opera: nelle fabbriche,
nelle amministrazioni locali, nei
partiti politici... ».
Nell’ambito delle comunità
valdesi sono da segnalare le assemblee e le riunioni promosse
con gli operai interessati dal
Centro Sociale Protestante di Pinerolo e dalla Fgei-valli, da cui
è scaturita l’iniziativa da parte
della Fgei di organizzare una mostra che illustri la situazione per
favorire una presa di posizione
delle varie comimità.
In linea generale si sottolinea
l’importanza della partecipazione
alle azioni sindacali.
oggi e domani
• Sabato 26 luglio, alle ore 21, Massimo Nosettl, studente del Conservatorio « G. Verdi » di Torino, terrà un
concerto d'organo nel Tempio Valdese
di Torre Pellice. Sono in programma
musiche di Buxtehude, Couperin, J. S.
Bach, C. Franck, Brahme, Bossi, Widor
e Peeters.
Tutti sono cordialmente invitati.
• Mostra di Pittura. Nell’atrio dei
palazzo comunale di Torre Pellice
dal 16 al 30 luglio una giovane vaiida
artista. Muriella Calzi Liotino, esporrà la
sua ■■ prima personale ».
Segnaliamo di particolare pregio tutta
una serie di disegni riproducenti le antiche vasche di pietra, come i rustici
« bacias » di Bobbio Pellice, Villar Pellice ed altre borgate della Val Pellice;
un soggetto, questo dei secolari « bacias », del tutto inedito che ha di già
riscosso vivo apprezzamento.
• COLLEGIO VALDESE. Nei locali dell'Istituto dal 3 aire agosto si terrà l'esposizione dei lavori eseguiti dagli alunni durante lo scorso anno scolastico. Orario d'apertura dalle ore 17
alle 19. Tutti sono cordialmente invitati.
I piccoli comuni stanno ultimando le riunioni dei consigli
per le elezioni delle giunte. A
complemento di quanto pubblicato nel numero scorso diamo
altre notizie riguardanti i comuni delle valli.
LUSERNA SAN GIOVANNI
La maggioranza che ha espresso il sindaco, il democristiano
Benito Martina, è composta da
DC e Alleanza Laica. Quest’ultima formazione politica si è però divisa essendo passato all’opposizione il repubblicano Sergio
Gay. Vice-sindaco è Badariotti,
mentre assessori sono Revel,
Deyana, Zeppegno, Della Donna
e Merolo.
perosa argentina
Giunta di sinistra a Perosa, dove si attende però il giudizio del
Tribunale circa l’eleggibilità del
consigliere Perrot che secondo
la pC dovrebbe essere dichiarato ineleggibile essendo consulente della Comunità Montana.
Compongono la giunta: Giovanni Laurenti sindaco, Arturo
t/gfieifo vice-sindaco. Guido Morello, Giordano Trivellin, Daniele Rostan, Gian Luigi Paure, Wanda Richiardone assessori.
RORA’
Giorgio Odetto succede a Pier
Carlo Longo (eletto consigliere
provinciale) nella carica di sindaco di Rorà, mentre Dario Gelso, Sergio Rivoira, Giorgio Durand e Aladino Rivoira sono gli
assessori.
VILLAR PELLICE
Paolo Brache è stato rieletto
sindaco, Sergio Davit vice-sindaco, Paolo Giraudin, Franco Cairus e Gianni Catalin sono gli assessori.
BRICHERASIO
In un movimentato consiglio
comunale che ha visto scambiarsi dure accuse tra maggioranza e
minoranza si è eletto il sindaco
di Bricherasio. Francesco Pellice
è confermato nella carica, men- ,
tre la giunta risulta rinnovata:
Claudio Bonansea è il vice-sindaco, Falco Ver ano, Osvaldo Bruno, Sergio Merlo, Enzo Berger
ed EmUio Bolla sono gli assessori.
Per la libertà
In Uruguay
Organizzate dal Centro Sociale
Protestante con l’adesione della
Fgei-valli si sono svolte a Pinerolo e a Pomaretto due manifestazioni per le libertà democratiche e contro l’uso della tortura in
Uruguay. Alcune centinaia di persone erano presenti a Pinerolo
in Piazza Facta dove hanno preso la parola alcuni esuli uruguayani, rifugiati politici in Svizzera, che hanno dato una testimonianza della realtà politica e
sociale del loro paese attraversato da una grave crisi economica
che va a solo benefìcio delle
compagnie multinazionali, e da
una dura repressione di tipo poliziesco.
Anche il programma di democratizzazione voluto dalla giunta
militare, che prevede un plebiscito costituzionale ed elezioni
con un unico candidato, è stato
duramente criticato e ribadita
pure la necessità della solidarietà
internazionale contro l’uso della
tortura e per la libertà dei prigionieri politici e per gli « ostaggi» del regime.
Canti e musiche tradizionali
dell’Uruguay hanno concluso le
manifestazioni.
RINGRAZIAMENTO
Il fratello, la nipote e i pronipoti di
Celina Weber-Arnoulet
riconoscenti per le dimostrazioni di af
fetto tributate alla loro congiunta, ringraziano sentitamente quanti hanno
preso parte al loro dolore.
Un particolare ringraziamento ai
medici e al personale dell’Ospedale
Valdese, al pastore Zotta, alle affezionate amiche, agli amici, alla cugina
Maria Trossarelli e ai parenti tutti.
Torre Pellice, 22 luglio 1980
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25 luglio 1980
CRONACA DELLE VALLI
- 9
TORRE PELLICE
Un gruppo di membri
della comunità di Torre
Penice sta tentando di organizzare un Comitato per
occuparsi dell’Evangelizzazione in Val Penice. Scopo ì. del gruppo sarebbe
quello di essere presente
nelle varie manifestazioni
con banco-libri, distribuzione di opuscoli, giornali
ecc. Inoltre organizzare dei
corsi di formazione Biblica Teologica per i laici.
Le forze sono poche: altri
fratelli sarebbero ben accolti per collaborare.
Due incontri sono già
stati fatti con il vice Moderatore; il gruppo ha offerto la collaborazione per
quanto riguarda l’organizzazione logistica della manifestazione all’aperto del
5 ogosto in Piazza Muston.
Un’altra iniziativa che può
interessare sarà un dibattito sul tema: « La gioia di
comunicare Gesù Cristo
oggi nella nostra realtà
sociale, politica, culturale
dell’Italia imprigionata dal
cattolicesimo secolare ».
La serata si svolgerà venerdì 25 luglio alle ore 21
nella Casa Unionista e
sarà introdotta dal prof.
Paolo Ricca della Facoltà
Valdese di Teologia. Tutti
sono invitati ad intervenire.
• Si ricorda il concerto
d’organo che avrà luogo
nel tempio sabato 26 luglio
alle ore 21. Organista Massimo Nosetti. '
• Domenica 27 luglio, alle 10.30, il culto sarà presieduto dal Moderatore
Giorgio Bouchard..
• Sono deceduti all’Ospedale valdese di Torre Pellice Weber-Arnoulet Celina
di anni 85 e Bonansea
Chiaffredo di 68. Ai parenti esprimiamo tutta la nostra fraterna simpatia,
SAN SECOLO
Ci siamo rallegrati' di ricevere, sia pure per utfteeve momento, i Fratetìl e
le Sorelle del gruppo degli
« americani » provenienti
da Valdese e da altre chiese degli USA. Auguriamp
loro ancora un felice soggiorno alle Valli.
• Le Corali di S. Secondo e Prarostino hanno trascorso insieme la domenica 6 luglio ai Godini, la
più alta borgata di Roccapiatta. Nel pomeriggio un
gruppo si è recato fino a
Roca Ghiesa, in alto nei boschi, dove la tradizione riconosce un luogo segreto
di culto, sotto ad una baima, nel periodo del valdismo preriformato.
• Esprimiamo le nostre
condoglianze a Nella, Oscar
e Ide Paschetto per la perdita del loro padre Gino
(Prarostino) deceduto sabato 5 luglio.
• Un caldo ringraziamento a Rolando Rochon per la
sua collaborazione nel trasporto di pesante materiale nella sala.
PERRERO
Da tempo a Perrero c’era
il problema della casa dell’avocatessa Poèt, che stava anno dopo armo decadendo. Ora la Tavola, proprietaria dello stabile, ha
sottoscritto un accordo col
Comune per rendere nuovamente abitabile il vecchio edificio in un quadro
di iniziativa popolare che
comprende anche il riadattamento dell’ex Albergo Regina. Come informa un volantino deH’amministrazione uscente, sono stati assegnati al Comune di Perrero duecento milioni e una
parte di questi serviranno
per la sistemazione della
casa Poet.
Per evitare ogni possibile equivoco, è bene precisare che il denaro non è
un contributo all’ente proprietario, ma viene considerato come un anticipo
sugli affitti che il Comune
potrà percepire per un periodo di trentacinque anni. Scaduto questo termine,
lo stabile tornerà in gestione alla Tavola.
• Le riunioni quartierali
paiono essere partite col
piede giusto: circa trenta
persone a Grangette, venticinque al Lorenzo (era la
prima volta che si faceva)
e addirittura centoventi a
Rodoretto, dove si aveva il
culto nel Tempio restaurato. Particolarmente significativa è stata quest’ultima riunione perché ha dimostrato che i rodorini
emigrati sono rimasti molto legati alla loro Chiesa
di origine. Questo fatto lo
si deduce sia dalla partecipazione massiccia al culto, sia dalle abbondanti
contribuzioni che, insieme
ad un contributo della Tavola, hanno permesso i lavori di restauro. Con gioia
abbiamo accolto anche un
gruppo di pomarini ed un
gruppo di giovani olandesi che hanno cantato alcuni inni.
'• Le prossime riunioni
sono quelle di Parant, il 27
luglio e quella al Colle delle
Fontane il 10 agosto, dove
avremo come ospite il professore Domenico Maselli
delle Chiese libere della
Campania.
Questa riunione è per
tutte le Chiese del Circuito.
POMARETTO
Molto simpatico rincontro martedì 1° luglio, con
una bicchierata sul sagrato
del tempio, con il gruppo
dei valdesi di Vaidense (U.
S.A.), reduci dall’alta vai
Germanasca dove avevano
passato la giornata. Fitte
conversazioni in patois, alla riscoperta di comuni antenati.
• Domenica 6 luglio: gita comunitaria ad Aosta,
con l’incontro con la comunità locale e con il past.
Marauda, rivisto con gioia
da molti suoi ex catecumeni. Il past. Marauda e la
signora sono poi state le
nostre ottime guide nella
visita alla Val Ferret a
Courmayeur e ad Aosta.
Malgrado il tempo un po’
API - ONORANZE
E TRASPORTI FUNEBRI
— - Disbrigo di tutte le pratiche inerenti ai
decessi
— Prelievo salme da tutti gli ospedali
— Trasporti in Italia e all’estero
— COFANI COMUNI E DI LUSSO
— Unica ditta autorizzata con diritto di
privativa ai trasporti nei Comuni di Torre Pellice e Luserna S. Giovanni.
— Servizio ininterrotto
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troppo imbronciato, la
giornata è stata molto bella e piena di gioia per tutti.
O Dal 1° al 14 luglio il
Convitto ha ospitato im
gruppo di una quarantina
di giovani olandesi di Ede,
guidati dal past. Lekkerkerker, da anni fedele amico dei valdesi.
Nel loro programma, oltre
alla parte di studio e di
rifiessione biblica, ed a
quella più propriamente
turistica (peccato che il
maltempo abbia ostacolato la lunga gita attraverso
gli itinerari della G.T.A.),
questi giovani hanno voluto inserire un lavoro manuale in favore della nostra Comunità. E così, molto ben diretti ed organizzati, in tre giorni le nostre
sale delle attività alle ex
scuole sono state grattate,
stuccate, verniciate, ed una
parete perfino perlinata, il
tutto a loro spese! Uno di
loro, nel frattempo, organaro di professione, ha
completamente rivisto e ripulito il nostro organo, ridandogli limpidezza di suono e restituendogli le sue
piene possibilità.
Domenica 13 abbiamo
avuto poi un culto bilingue
insieme, con la partecipazione canora degli olandesi e della nostra corale.
Dopo il culto, un buon
pranzo « all’italiana » preparato dal gruppo di volenterose, cui va la nostra riconoscenza, è stato offerr
to a questi amici in segno
della viva riconoscenza di
tutta la comunità. Un gruppo di una quarantina di
pomarini era pure presente ed insieme abbiamo trascorso alcune belle ore di
gioia.
'• È già apparso su questo giornale, nella cronaca
di S. Secondo, l’annuncio
del matrimonio di Paschetto Ferruccio di Pomaretto e Costantino Anna di S.
Secondo. Vogliamo far
giungere anche noi agli
sposi, scusandoci del ritardo, gli auguri fraterni della comunità di Ferruccio,
chiedendo al Signore di accompagnarli con la Sua
grazia nella loro nuova vita in comune.
• Il 12 luglio si sono
svolti al Clot di Inverso
rinasca i funerali di Barai
Edoardo di 84 anni, da molto tempo ammalato. Alle
figlie ed al figlio con le rispettive famiglie, l’espressione fraterna della solidarietà di tutta la comunità.
• Prossima riunione all’aperto ; Domenica 27 luglio ore 15 al Faure.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Durante il culto di domenica scorsa è stata battezzata la piccola Violetta Micol di Paolo e di Giovanna
Briccarello, di Torino.
La grazia del Signore accompagni sempre questa
bimba.
• Esprimiamo tutta la
nostra fraterna simpatia
nella comune speranza cristiana ai familiari di Giulio Odin degli Airali, deceduto all’età di 68 anni.
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TORRE PELLICE
ITINERARI ALLE VALLI - 4
Vallone di Bourcet
A cura di Raimondo Genre
CHASTEIRAN 1509 m
Località di partenza: Roveto (Comune di Rome)
816 m
Dislivello in salita:
693 m -f 214 m
Tempo complessivo: h 2
+ 1,30
Dopo la prima serie di
itinerari dedicati alla vai
Germanasca, vogliamo presentare un itinerario dedicato alla media vai Chisone ed abbiamo scelto il vallone di Bourcet nel comune di Roure.
La scelta non è casuale.
Il vallone di Bourcet rappresenta un vero compendio di tutte le motivazioni
che ci hanno guidato nella
presentazione dei nostri itinerari alle Valli: la storia
remota e quella recente, la
flora e la fauna, la tipologia delle costruzioni qui
particolarmente belle e ben
conservate, l’estrema razionalità nell’uso del territorio e nella localizzazione
dei villaggi, ecc.
Per quanto riguarda la
flora e la fauna, nessuna
valle è così ricca e rappresentativa. In meno di dieci chilometri in linea d’aria,
tra Roreto ed il Becco dell’Aquila 2809 m, noi troviamo presenti tutte le specie
tipiche delTorizzonte montano. La fauna è rappresentata da: cinghiale, camoscio, volpe, lepre, marmotta, faina, ermellino,
scoiattolo, ecc. L’avifauna
da; aquila, poiana, falco,
gufo, civetta, fagiano, coturnice, pernice, ghiandaia
e decine di specie minori.
Per quanto riguarda la flora non è possibile citare le
specie presenti: solo una
visita nel periodo di massima fioritura potrà dare un’
idea della estrema varietà
presente in questo vallone
che gode di un clima particolare, racchiuso com’è
dalle montagne che lo proteggono dall’influenza degli agenti atmosferici esterni; i venti in primo luogo.
Bourcet rappresenta, a
nostro avviso, un piccolo
cosmo alpino che ci può
dare un’idea di quella che
era la vita del montanaro
prima deH’awento del
boom industriale e del conseguente abbandono delle
valli più disagiate.
Infatti Tunica cosa che
manca nel vallone di Bourcet è la presenza umana.
Verso la fine delTSOO vi
erano circa 400 abitanti
sparsi nei vari villaggi, ora
vi è una sola persona che
vi dimora tutto Tanno e
vive coltivando un magro
fazzoletto di terra e catturando ed allevando vipere.
Durante il periodo estivo salgono a Bourcet al
cuni mandriani col loro bestiame e parecchi proprietari vi fanno ritorno per
qualche tempo per riaprire
la loro casetta e per zappare il campicello, più per
l’attaccamento al borgo natio che per necessità.
Il vallone di Bourcet può
essere visitato praticarhente tutto Tanno, ma i periodi migliori sono quelli della massima fioritura e l’autunno dagli splendidi colori, dovuti alla estrema varietà delle specie arbustive.
Data la comodità dei servizi di linea si consiglia
l’uso del mezzo pubblico
(SAPAV) che compie numerose corse giornaliere.
Chi invece intende usare
la propria auto deve percorrere la strada statale
n. 23 del Sestriere fino al
Chargiour (Roreto Chisone,
sui cartelli stradali) frazione del comune di Roure.
Sulla sinistra della S.S.,
verso il termine a monte
dell’abitato, svoltare in
uno stretto vicolo che sbuca sul ponte sul Chisone e
nel piazzaletto posto sulla
riva destra del torrente. Attenzione a non intralciare
il passaggio! Eventualmente posteggiare sugli ampi
parcheggi posti sulla statale.
Dal piazzale posto alla
testa del ponte 816 m imboccare la mulattiera (310
EPT) che, superati alcuni
prati, si inoltra subito nello stretto vallone procedendo ora sulla destra ora
sulla sinistra orografica.
Sui due lati della mulattiera si innalzano impressionanti bastionate rocciose.
Man mano che si procede
il vallone si restringe fin
quasi a chiudersi del tutto; rimane solo lo spazio
per il torrente e per la
strada scavata nella roccia.
Superata la strettoia, la
mulattiera compie due tornanti in terreno ora più
aperto e, superato un’ultima volta il torrente si porta sul versante sinistro
orografico. Verso il termine del breve tratto che corre parallelo al torrente, sotto la strada, in mezzo alla
fitta vegetazione, c’è il mulino ancora ben conservato e che merita una breve
visita.
Riprendere quindi la salita lungo i numerosi tornanti che conducono al villaggio di Chezalet (o Cièsalet 1323 m che si trova
a poca distanza dal Sappè
1337 m. Sul costone tra i
due villaggi la bella scuoletta ormai distrutta dai
vandali. Ore 1,30.
Da Chezalet riprendere
la mulattiera che con alcuni tornanti si innalza parecchio, poi attraversa
l’ampia comba e perviene
a Chasteiran 1509 (h 0,30),
grosso villaggio, posto in
bella posizione solatia, che
domina su tutto il vallone.
Il villaggio merita la sosta per il pranzo (bella
fontana) e per una visita
alla chiesa, al cimitero, alla casa parrocchiale, al forno, alla scuola posta in alto in cima al poggio. Tutti
stabili abbandonati e rovinati da atti vandalici.
Da Chasteiran si nuò
compiere il ritorno sull’itinerario di salita o percorrendo il ripido sentiero che
si diparte da sotto la chiesa e scende su Sappè - Chezalet.
Noi consigliamo di proseguire oltre l’abitato poggiando sulla sinistra fino a
giungere sul costone. Da
qui risalire alle bergerie di
Serre 1723m poi voltare a
destra e, quasi in piano,
portarsi prima a Colei
1623 m poi a Casette 1481 e
sulla mulattiera percorsa
durante l’itinerario di salita. Ore 1,30.
Cartografia; Istituto Geografico Centrale - Torino,
n. 1 Val di Susa-Val Chisone.
Guide: breve monografia in
Rivista della Montagna,
n. 25 settembre 1976. Ed.
CD A - Torino.
Società
Valdesi
La seduta annuale della
Società avrà luogo, come
di tradizione, la sera di domenica 3 agosto in concomitanza con l’apertura del
Sinodo, col seguente programma: ore 20.45: Relazione del Seggio; ore 21.15:
Conversazione di Bruno
Bellion sul tema: « Frugando in un archivio parrocchiale delle Valli ».
Seguirà la discussione
sulla relazione del Seggio.
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La seduta di quest’anno riveste particolare importanza per la scomparsa del
prof. A. Armand Hugon,
presidente della Società e
la necessità di impostare
il lavoro futuro in vista del
centenario dell’anno prossimo. Un caldo invito ai soci e non soci per una presenza fattiva di solidarietà
e suggerimenti in questa
occasione.
È in corso di stampa il
programma del XX Convegno di Studi sulla Riforma ed i movimenti religiosi in Italia che avrà luogo
a Torre Pellice il 12-13 séttembre prossimo.
La S.S.V. rivolge un caldo invito a tutti i soci e
gli amici a partecipare e
far conoscere questa occasione di incontro e di arricchimento culturale.
il Seggio
Val Germanasca
Per la partecipazione al
dibattito in piazza del 5
agosto in occasione del
Sinodo (vedi riquadro in
prima pagina) è previsto
un pullman in partenza da
Ferrerò alle ore 18.15.
Chi ha intenzione di servirsene lo comunichi al
proprio pastore.
Giornata
del Rifugio
Ricordiamo agli amici del Rifugio Carlo Alberto che domenica 27
luglio alle ore 14.30 avrà
luogo la « Giornata del
Rifugio ».
Tutti sono cordialmente invitati.
10
10
25 luglio 1980
ROMA: TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO
CAPIRE MEGLIO LA REALTÀ^
Processo agli ospedali
Si è svolta il 29 giugno a Roma
in piazza del Campidoglio, con il
patrocinio della Regione Lazio e
del Comune di Roma, la prima
sessione pubblica del Collegio
Giudicante del Tribunale per i diritti del malato. Questo Tribunale è sorto alcuni mesi fa (molti
quotidiEutii nazionali delTll aprile u.s. ne hanno dato notizia) su
iniziativa del Movimento Federativo Democratico (MFD) per denunciare all’opinione pubblica
come troppo spesso il malato in
ospedale diventi un essere spersonalizzato e privo di dignità,
cioè un vero e proprio « uomo
negato » '.
Il Tribunale per i diritti del
malato, cui hanno aderito personalità e gruppi del mondo politico, culturale, sindacale, scientifico ed ecclesiale, si è valso in
questi mesi del lavoro di 5
« commissioni istruttorie » che
hanno esaminato circa 1300 denunce giunte alla segreteria del
Tribunale soprattutto da malati
e familiari di malati riguardanti lesioni della dignità personale,
della dignità sociale, dell’integ^tà fisica, psichica e culturale
sofferte da pazienti ricoverati in
89 istituti di cura (pubblici e
privati) del Comune di Roma.
Le denunce sono state ricavate
in gran parte da 1022 questionari distribuiti ad ammalati nelle
strutture sanitarie romane.
I lavori della sessione pubblica, alla presenza di circa 1500
persone, sono iniziati con la lettura da parte della Presidenza
del Collegio Giudicante di numerosissimi telegrammi di solidarietà ed adesioni al Tribunale
(ricordata anche l’adesione della comunità ev. valdese e metodista di Venezia). Poi sono intervenuti Guido Cimatti, del
MFD, il Sindaco di Roma Petroselli, e l’assessore regionale alla
sanità, Ranalli. Quest’ultimo in
particolare ha sottolineato l’importanza di una mobilitazione
della gente sui temi della salute
e il valore di una iniziativa di
Fondo di
solidarietà
Nel pubblicare qui sotto un
nuovo elenco delle sottoscrizioni
pervenuteci, ricordiamo ai lettori le attuali destinazioni del Fondo:
I) A favore dei profughi cambogiani, la cui situazione si va
facendo sempre più drammatica:
è proprio di questi giorni la notizia di nuovi preparativi di guerra che certamente peggioreranno sia la tragica sorte dei profughi che la situazione interna di
quel paese.
II) Contro la fame nel mondo:
su questo argomento ogni parola
si rende del tutto superflua. È
noto infatti a tutti che mentre
il mondo intero continua ad armarsi oltre ogni immaginazione,
nello stesso tempo milioni di persone continuano a morire di fame.
Ili) In sostegno del Programma di lotta al razzismo (PLR)
del Consiglio ecumenico delle
Chiese il quale, ancora recentemente ha riaffermato la sua volontà di proseguire con tenacia
in questa sua iniziativa contro
la discriminazione razziale, addirittura codificata in vari paesi
del mondo.
Ed ecco ora la situazione aggiornata, mentre ricordiamo che
le offerte vanno inviate al conto
corr. postale n. 11234101 intestato a La Luce, fondo di solidarietà, via Pio V 15, Torino, possibilmente indicando la destinazione
dell’offerta (Cambogia, fame,
PLR).
D. e R. Tafaellini L. 10.000; M. Bein
Buzzi 10.000: M. e E. Bein (3 vers.) 145
mila; G. Fornerone 12.000; P. Corbo (3
vers.) 15.000; N. N. con simpatia (3
vers.) 45.000; V. Palumbo 10.000; Z.
Ghirardini 20.000; L. Scaccioni 5.000;
A. Chariin 20,000; L. Coisson 5.000; N.N.
60.000; Chiesa valdese Coazze 50.000;
N. N. 20.000; E. Caracciolo, in mem.
della cara Eva 175.000; J. Chadima 10
mila; Amici 50.000; I. Proietti Bounous
10.000; Scuola dom. Pachino 65.000; D.
DI Toro 50.000; A. Cianci 50.000.
Totale L. 847.000; prec. L. 251.315;
in cassa L. 1.098.315.
base come quella del « Tribunale
per i diritti del malato » avversata da gruppi (vedi la dura presa di posizione dell’Ordine dei
medici di Roma che ha « richiamato » i medici aderenti al Tribunale) che non vogliono perdere il
loro potere di gestire la salute
pubblica. Sono seguite le comunicazioni delle 5 Commissioni
istruttorie al Collegio Giudicante, ogni Commissione così come
il Collegio formata da esponenti
del mondo scientifico, sindacale,
culturale, da malati e semplici
cittadini.
La 1* Commissione ha esaminato le denunce (65) relative a
lesioni della digmtà personale:
casi di mance richieste per assistere un familiare morente;
una ammeilata picchiata perché
vomitava in autoambulanza, casi di ingiurie, menzogne, minacce, negazione al malato di qualsiasi informazione sul suo stato,
sulle cure praticate, ecc.
La 2“ Commissione ha vagliato
le denimce (192) delle lesioni
della dignità sociale (cioè la dignità legata all’essere anziano o
bambino, o donna, o appartenente a classi disagiate): sono stati
citati casi di malati anziani incapaci ad alimentarsi da soli e
« aiutati » dal personale solo dietro compenso (fino a 300.000 lire
al mese), testimonianze di donne in sala parto fatte oggetto di
volgarità ed insulti da parte di
medici e paramedici (« hai provato il dolce, ora c’è Tamaro »)
o costrette a fare i loro bisogni
sul lettino di travaglio senza poter andare al bagno; casi di percosse e segregazione verso bambini troppo vivaci o che non volevano mangiare; impossibilità
per molte mamme di stare vicino ai loro figli nei r^arti pediatrici.
La 3“ e 4* Commissione hanno
esaminato le denunce (555) di
lesioni dell’integrità fisica: ad es.
106 denunce raccolte per il vitto, molte volte scadente, freddo e
soprattutto non adatto alle esigenze dietetiche del malato; 76
denunce per i servizi igienici
(insufficienti e sporchi) tanto
che molti malati in ospedale
hanno lamentato una stitichezza
(30%) che prima non avevano;
57 denunce per gli effetti letterecci (mancanti di carta o sporchi); 21 errori di terapia da parte di medici e inoltre casi di
omissione di soccorso e di cure,
fino alla morte.
La 5* Commissione ha analizzato le denunce (329) relative a
lesioni deiia integrità psichica e
culturale: casi di ansia, angoscia,
disperazione, apatia conseguenti
al ricovero ospedaliero; il problema della morte davanti alla
quale in ospedale non c’è umanità, dignità e rispetto; la promiscuità tra malati lievi e molto gravi; la « numerizzazione »,
la « pigiamizzazione », l’uso del
« tu », la mancanza di spazi e
strutture ricreative e socializzanti, la carenza di rapporti con i
familiari.
Ogni Commissione ha così
chiesto al Collegio Giudicante
l’affermazione, nella sentenza finale, di vari diritti del malato
non osservati negli ospedali. Si
è anche ribadita la necessità;
a) di costituire al più presto
centri per i diritti del malato in
ogni struttura ospedaliera del
territorio nazionale, ove si possano raccogliere testimonianze,
lamentele, denunce da parte dei
malati;
b) di arrivare entro l’autunno ad una prima stesura di una
« Carta dei diritti dei malati ».
Si è constatato che gli elementi di oppressione e spersonalizzazione del malato in ospedale
non sono isolati ed accidentali,
né dipendono dalla negligenza
dei singoli operatori sanitari e
che i cittadini che vengono ricoverati negli ospedali pubblici appartengono largamente a ceti popolari; inoltre è emerso che il
problema della salute, della prevenzione e della terapia, delle
strutture sanitarie in genere nasconde non semplici questioni
tecniche ma la realtà di un problema politico estremamente
complesso che può trovare soluzione unicamente nel passaggio
del malato da oggetto a soggetto e protagonista della vita nelle istituzioni sanitarie e della
propria guarigione. Alla fine il
Collegio giudicante (vi facevano
parte, tra gli altri, il giurista
Stefano Rodotà, il giornalista del
TG2 Mario Pastore, il pastore
Paolo Ricca) ha emesso una
« sentenza » di carattere politico
e morale, indicando in concreto
i diritti degli ammalati violati
nella Città di Roma e quali azioni si debbano condurre per tutelare tali diritti, compreso il ricorso alTautorità giudiziaria per
i casi più drammatici. Finita
questa 1“ sessione pubblica del
Tribunale a Roma, si spera di
poter organizzare in altre città
italiane dei tribunali per esaminare se e quali diritti dei malati
vengano lesi nelle strutture sanitarie locali.
Daniele Busetto
Gli Evangelici italiani e la
ricerca demoscopica
‘ G. QUARANTA: ■■ L’uomo negato >■;
introduz. di Giovanni Berlinguer, Nuova Guaraldi Ed., Firenze, maggio 1980.
Profeta delle
contestazioni
(segue da pag. 1)
e che doveva essere destinato al
servizio del santuario. Trattenere quelle offerte per sé, in modo
egoistico, significava derubare
Iddio, privarlo di ciò che gli era
dovuto, rifiutare di contare su
Dio e sulla provvidenza, secondo
la promessa dell’Eterno: « Mettetemi alla prova in questo e vedrete se io non v’apro le cateratte
del cielo e non riverso su voi tanta benedizione, che non vi sia
più dove riporla ».
Infine c’è un’ultima contestazione a carico del popolo: « Voi
usate parole dure contro di me,
dice l’Eterno. Eppure voi dite:
Che abbiamo detto contro di te?
Parole dure, offensive, ingiuste.
Parole vane, ingrate, orgogliose,
che non ammettono la presenza
di Dio nella vita del suo popolo.
Voi avete detto: E’ vano servire
Iddio; e che abbiamo guadagnato a osservare le sue prescrizioni
e ad andare vestiti a lutto a motivo dell’Eterno degli eserciti?
Ora dunque noi proclamiamo
beati i superbi; sì, quelli che
operano malvagiamente prosperano, sì, tentano Dio, e scampano! ».
Il credente che non possiede
alcuna sicurezza terrena al di
fuori di quella che gli viene dalle promesse di Dio è tentato talvolta di dire con amarezza: « E’
vano servire Dio; noi chiamiamo
beati i superbi, essi tentano Dio,
e scampano! ». E' la tentazione
del dubbio e dell’interesse materiale, come se il nostro rapporto con Dio, invece di essere
fondato sulla fede in Lui, venisse ad essere turbato dalla stoltezza umana e da quella che è
stata chiamata la « prosperità
degli empi ».
Infine la parte conclusiva del
libro di Malachia contiene alcuni pensieri degni d’essere ascoltati nel silenzio dei nostri cuori.
Non facciamo alcun commento
al riguardo; preferiamo lasciarli
nella loro bellezza e solennità,
come una promessa di Dio, una
parola di giudizio e di grazia per
ogni credente. Ascoltiamo dunque quelle parole: « Allora quelli che temono l’Eterno si sono
parlati l’uno all’altro; e l’Eterno
è stato attento ed ha ascoltato;
ed un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono l’Eterno
e rispettano il suo nome. Essi saranno, nel giorno che io preparo, saranno la mia proprietà particolare, dice l’Eterno degli eserciti; e io li risparmierò come uno
risparmia il figlio che lo serve. E
voi vedrete di nuovo la differenza che v'è fra il giusto e l’empio,
fra colui che serve Dio e colui
che non lo serve ».
Ermanno Rostan
Da mezzo secolo ormai le ricerche demoscopiche occupano una
posizione di estremo rilievo nell’ambito delle società più avanzate. Esse sono basate sul principio, definito dalla scienza statistica, che un numero limitato
di persone (il « campione », scelto secondo rigorosi criteri in base a determinati parametri) è
rappresentativo, salvo un piccolo margine di errore, della collettività ( o « universo », in termini
tecnici) da cui è stato estratto.
L’uso appropriato delle ricerche
demoscopiche ha consentito alle scienze sociali di fare enormi
passi avanti, nel senso di conoscere in modo significativo i
comportamenti e le opinioni di
intere società o di determinati
gruppi. Della pratica di queste
indagini ha beneficiato, oltre che
la ricerca pura, anche la ricerca
applicata specialmente alTindustria e alle attività economiche
in genere. L’adeguata conoscenza
degli atteggiamenti dei potenziali consumatori riduce enormemente i rischi di nuove iniziative
e quindi evita ingenti sprechi (di
tempo e di denaro), altrimenti
inevitabili. Le ricerche demoscopiche sono ormai largamente
usate anche nel campo politico,
soprattutto per prevedere l’esito
delle elezioni. È questo il settore
nel quale i risultati sono meno
attendibili, come si è visto in numerose occasioni; la ragione è
data dall’estrema incertezza, fino
all’ultimo momento, sulla scelta
di voto, da parte di una consistente fascia dell’elettorato. Anche in questi casi meno favorevoli comunque Terrore è riducibile allo scarto di pochissimi
punti: il che, se può parzialmente offuscare l’immagine di « stregoni » che spesso viene affibbiata ai ricercatori, non inficia minimamente l’attendibilità dei dati
per quanto riguarda i grandi
orientamenti di fondo.
Per conoscere
la realtà
Da tempo ormai le ricerche
demoscopiche trovano applicazione anche nel campo religioso.
Tra le più recenti e significative
indagini: la ricerca condotta dalla Demoskopea « Cosa credono i
giovani » ; la ricerca condotta da
don Silvano Burgalassi, della
Università Gregoriana, sull’atteggiamento degli italiani di fronte al problema religioso; le ricerche condotte in Francia sul
problema della preghiera, dalle
riviste « Frier » e « Le christianisme au XX siècle ».
Per quanto ci riguarda, fino ad
ora noi evangelici italiani abbiamo cercato di orientarci a
spanne, basandoci su ricerche
condotte da altri, con scopi diversi. Sarebbe opportuno ora
che anche noi potessimo finalmente disporre di una ricerca
« ad hoc », che risponda espressamente e dettagliatamente a tutte le domande che ci interessano, nella nostra specifica situazione. Risulterebbe utilissimo
sapere ad esempio cosa la gente
pensa di noi, da quali giudizi e
pregiudizi è guidata, cosa di noi
incontra l’approvazione e cosa la
riprovazione, se sono considerati seri e attendibili i discorsi
che noi facciamo (questo aspetto è fondamentale, in relazione
con la testimonianza che siamo
chiamati a dare). Ma anche altre risposte, di carattere più generale, sarebbero utilissime per
l’evangelizzazione: quali sono le
opinioni della gente su Dio, Gesù, la salvezza, la chiesa, i preti,
il papa, i sacramenti, il culto della Madonna e dei santi, i principali problemi etici, ecc. Questo
ci consentirebbe oltretutto di
mettere a fuoco gli argomenti
sui quali la gente è maggiormente interessata e reattiva e quindi
di adeguare le tematiche e i linguaggi, per rendere più efficaci
le nostre trasmissioni televisive e
radiofoniche, le conferenze, gli
intepenti, i programmi editoriali (libri, giornali, opuscoli, ecc.).
Essenziale però è non abbandonarsi al dilettantismo: una
ricerca mal fatta non solo fa
perdere tempo e denaro, ma —
quel che è peggio — ci avvia su
piste sbagliate, con grave danno
per tutto il nostro lavoro. Ideale
sarebbe commissionare la ricerca ad un istituto specializzato
(tipo Doxa e Demoskopea), ma i
costi per noi sono quasi proibitivi. Nonostante queste limitazioni è però possibile ugualmente
fare un buon lavoro, purché si
prendano determinate precauzioni e si segua un preciso metodo.
Una proposta
per la FCEI
Anzitutto: chi dovrebbe farsi
carico delTorganìzzazione della
ricerca? L’organismo secondo me
più idoneo è la Federazione delle
Chiese Evangeliche. Fondamentale, per la riuscita del lavoro,
è la messa a punto di un buon
questionario, con un numero appropriato di precisi quesiti su
argomenti che ci interessano. Potremmo darne noi stessi una prima stesura, facendolo poi supervisionare da qualche amico specialista che lavori in istituti di
ricerca. Oltre che nella formulazione delle domande, questo « amico-consulente » dovrebbe aiutarci — un’altra operazione delicatissima — a segmentare il
pubblico da intervistare, per poter avere, attraverso il campione, dei dati rappresentativi della
odierna popolazione italiana: ripartire proporzionalmente le interviste per sesso, fasce di età
(giovani, adulti, anziani), luogo
di residenza (grande città, piccolo centro, campagna), area geografica (Nord, Centro, Sud), livello socio-economico-culturale,
eccetera.
A questo punto la rilevazione
dei dati, di solito l’operazione
più costosa, nel nostro caso potrebbe avere costo zero, se la effettuassimo da noi. In media,
ogni comunità delle chiese federate, anche la più piccola, potrebbe sicuramente esprimere
dal proprio seno anche solo una
persona disposta a fare non più
di cinque interviste, sulla base
del questionario ricevuto. La mole dei dati rilevati sarebbe imponente e altamente indicativa.
Dopo di che si tratterebbe di
raccogliere tutti questi dati, raggrupparli statisticamente ed elaborarli. Una ipotesi di lavoro affascinante ed anche entusiasmante per le nostre comunità, rientrante nel noverò delle cose possìbili, in relazione alle forze ed
ai mezzi di cui disponiamo, purché siamo in grado di esprimere
una efficiente organizzazione centrale di coordinamento. E la
prospettiva di poter disporre di
una serie di dati e informazioni
utilissimi per comprendere a fondo la realtà che ci circonda, e
quindi per mettere a punto gli
strumenti più idonei, onde efficacemente incidere su di essa.
Aurelio Penna
Comitato di Redazione : Franco Becchino, Dino Ciesch, Roberta Colonna Romano, Niso De Michelis, Giorgio Gardiol, Marcella Gay. Marco
Pasque!, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Giuseppe Platone, Ornella ¿baffi. Li.
liana Viglielmo.
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