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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Ri?. FKYRO"^ .a.rturo
Vin C. C^.b-^lla 22/5
16ì‘ : GENOVA
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 108 - Nam. 52
Una copia Lire 80
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TORRE PELLICE 24 Dicembre 1971
Amm.: Via Cavour 1 - 10066 Torre PeUice - c.c.p. 2^33094
Una parola di Lutero per il tempo di Natale, e una di Calvino
L'Evangelo del Natale è già l'Evaagela della troce
Le polemiche, che riempiono i nostri periodici evangelici, hanno stancato molti lettori. Si sentono un po’
ovunque le loro lamentele. Ciò che
dispiace non è la diversità dei pareri,
la tensione fra posizioni contrastanti,
ma il rifiuto del dialogo con la parola di disprezzo in luogo del ragionamento, con l'ironia invece di motivi
probanti. Sembra che sia venuto meno ogni senso di fraternità. Il pensiero va istintivamente a quella parola
dell’apostolo Paolo: « Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni
dagli altri » (Gal. 5: 15).
Le nostre energie si consumano nell’attrito, anziché nell’azione, il pensiero è reso inaccettabile dalla forma
insolente, in cui si esprime. Non è più
dialogo, neppure dialogo vivace, ma litigio, zuffa, in cui si vuole soltanto
schiacciare l’altro o gettare su di lui
il ridicolo per prevalere. È una scomunica di tutti contro tutti, perché
scomunica significa (è un fatto più
che un giudizio espresso) che non vi
è più comunione fra noi. Molti ne rimangono scandalizzati, molti « piccoli », cioè quelli dalla fede semplice,
che cercano nella comunità i segni
dell’amore di Cristo. Alcune parole
«Il regno di Cristo viene in mezzo ai nemici:
perchè te lo figuri come un centro di amici?»
Al confratello Georg Spenlein,
...Dunque, mio caro fratello, impara a conoscere Cristo e lui
crocifìsso, impara a cantare al Signore e a dirgli, disperando di
te stesso: « Tu, Signor Gesù, sei la mia giustizia, io invece sono il
tuo peccato; tu hai preso su di te ciò che è mio e mi hai dato
ciò che è tuo; hai preso quello che non eri e mi hai dato quello
che io non ero ». Bada bene, fratello, che tu non aspiri talvolta a
una purezza tanto grande da non' volere più sembrare un pecca
del Vangelo vengono da noi oggi totalmente dimenticate. Fra queste la
parola del Signore «Chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che
credono in me, meglio per lui sarebbe che gli -fosse appesa al collo una
macina da mulino e fosse sommerso
nel fondo del mare » (Matt. 18: 6).
Giorni or sono, preparando una
esercitazione per un gruppo di miei
studenti, sono rimasto colpito dalla
profondità evangelica di una pagina
del giovane Lutero. Ho pensato di tradiilflla per i lettori de « L’Eco-Luce ».
Non va intesa in senso quietista. Sarebbe un fraintenderla completamente. Un anno dopo avere scritto queste
parole, Lutero affisse le 95 Tesi alla
porta della chiesa del castello di Wittenberg, che misero in subbuglio tutta
l’Europa. Lutero non era un quietista
né un mistico, ma attingeva nelle pagine della S. Scrittura il tesoro nascosto del regno di Dio, vi ricercava la
forza per lottare per la verità. E la verità è appunto questo Vangelo della
croce, che dice di non morderci gli uni
gli altri, ma di accoglierci gli uni gli
altri, come Cristo ha accolto noi. Il
capitolo 15 dell’epistola ai Romani, in
cui stanno scritte queste parole, era
nella chiesa antica, ed è rimasto sino
" A quanto vedo c'è stamattina
più gente del solito al sermone "
Come è noto la festa di Natale era stata abolita (come quella dell’Ascensione) nella comunità riformata di Ginevra; il 25 dicembre non aveva dunque carattere festivo. Il testo che presentiamo alla meditazione dei lettori costituisce un documento interessante dello spirito della Ginevra di Calvino. Si tratta del
finale di una predicazione del Riformatore tenuta il giovedì 25 dicembre 1551. Ad evitare ogni equivoco occorre ricordare che ogni
giorno della settimana aveva luogo in una delle chiese della città
una predicazione, quel giorno perciò la comunità si era raccolta
nel tempio, anche se, a quanto risulta, più numerosa del solito.
Il testo del giorno era costituito dal passo profetico di Michea 5: 6-14, che faceva seguito al testo meditato il giorno prima.
I concetti fondamentali della predicazione riformata sono chiaramente enunciati: Dio si serve e si onora non con le feste ma
con la vita, non bastano le buone intenzioni per giustificare le
prese di posizione della Chiesa, il pericolo della superstizione è
costante nella fede cristiana.
Giorgio Tourn
A quanto vedo c’è stamattina
più gente del solito al sermone.
Perché mai? È Natale! Chi ve lo ha
detto? È la gente ignorante che lo
ve^iÌTSamS^a?^ . dice, bisogna infatti chiamare così
gnore. Ora lasciamo che ce la spieghi
Martin Lutero, perché è molto facile
rinnegare il Vangelo della croce, pur
avendo in noi le migliori intenzioni di
lottare per la giustizia e la verità.
quelli che sono venuti oggi al culto perché è festa. Pensate, così facendo, di rendere onore a Dio? Un
momento, esaminiamo in che modo obbedite a Dio. Pensate di fare
Valdo Vinay
iiiMiiiimiiiMiiiiiniiiiiiiiiM'HiiiiimmiiiiiinimmiiiiiiiiMimiiiiiiimimmiiiiiiimmiiiimmiiiiiimiiiimiiiiiiiiiiiiiiii
MESSAGGI NATALIZI
Il segretario generale
Non si può celebrare
Natale se non sì è
partigiano della pace
La buona volontà non basta a stabihre la pace, né basta la potenza a
mantenerla, perché la pace è fragile
figlia dell’amore e della giustizia. Non
si sviluppa che in un clima di umiltà
e d’inventiva, di amore per tutti colo
quello che chiamiamo, o derisione, un
sistema! È un modo di lavorare, di
considerare le relazioni e gli scambi
tore, anzi da non volerlo neppure essere; perché Cristo non
abita se non fra i peccatori. Infatti egli è sceso dal cielo, dove
abitava fra i giusti, per abitare anche fra i peccatori. Rimedita
questa sua carità, e vedrai la sua dolcissima consolazione. Se infatti dobbiamo raggiungere la pace della coscienza per mezzo
delle nostre fatiche e afflizioni, per quale motivo egli è morto?
Dunque non troverai pace se non in lui, con fiducia disperando
di te e delle tue opere. Impara inoltre da lui stesso, come egli ha
accolto te e ha fatto suoi i tuoi peccati e ha fatto tua la sua
giustizia.
Se tu credi fermamente queste cose, come devi..., accogli tu _
pure i fratelli indisciplinati, che vanno ancora errando, e sorreg- del Consiglio ecumenico delle Chiese,
gili con pazienza, e fa tuoi i loro peccati, e se hai qualcosa di buono, lascia che sia di loro. Come insegna l’apostolo: « Accoglietevi
gli uni gli altri, come anche Cristo ha accolto voi per la gloria di
Dio » (Rom. 15: 7); e ancora: « Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù, il quale, essendo in forma di
Dio, annichilì se stesso, ecc. ». (Fil. 2: 5-7). Così anche tu, se ti
CTS-di iTiiglioTC, itovi lo viputCTui Tupiiici, QliQsi che ciò sia di tc
soltanto, ma annichilirai te stesso, e dimenticherai qual sei, e
diverrai come uno di loro, perché tu li porti.
Infatti è disgraziata la giustizia di colui che, considerando . . .
eli aUn peeeiori di sé. si rifiuta ÌUeT fon“etto7;‘.nitT’ '
gire nel deserto, mentre con la pazienza e la preghiera Questo le. Chiese cristiane celebra
pio dovrebbe essere il loro aiuto. Ciò significa nascondere il ta- giorno di Natale. Dio rinuncia
lento del Signore e non dare ai conservi ciò che è loro dovuto. Se alla sua potenza, diventa uomo, si fa
7 • I- „ srrscn rh Crictn <;nnni che la tua vita povero, anzi poverissimo; ecco un rac
dunque sei un giglio e una rosa di Cristo, Gnto che non ha nulla di sentimen
sarà tra le spine. Bada soltanto, con l impellenza, u giu z xu^ìì j canti infantili e tutto il __ ____ ______ _____ _____
ventato e la superbia mascherata, di non divenire tu stesso una folklore che in tutto il mondo si è svi- colpa nei confronti di una situazione
cntnn Jj rppno di CristO è nel mezzo dei nemici, come dice il luppato non possono nascondere le generale. Non dobbiamo noi invocare
spina, .... . rerjfrn di amici? Perciò dure realtà dell’evento che non parla ____________________________
per lui, questo è il punto fondamentale. È ben vero, è stato detto
molte volte, che l’avere un giorno
nel corso dell’anno in cui ci sia illustrato il significato della nascita
di Gesù Cristo nel mondo, e sia
rievocato il racconto della sua natività, è buona cosa, questo lo faremo domenica. Se però credete
che Gesù Cristo sia nato oggi, sie
della giornata di oggi una festa te gente priva di intelligenza, e per
di più rabbiosamente ostinata
il consacrare a Dio un giorno
particolare, significa crearsi un
idolo. Pretendete sia per onorare
Dio, in realtà è onorare il diavolo.
Vediamo cosa ne dice nostro Signore. Non era forse per servire
fra i popoli, che sta tremando. Avremo Dio che Saul salvò Agag il re degli
noi li coraggio e la saggezza atte a SCO- Arv,ol,.^un; _ ’_____ ?
prire e a proclamare che quello che è
in questione è la nostra visione del
mondo?
Le tensioni aumentano in molti posti del globo: insoddisfazione, resistenza, guerriglia, rivolta, guerra sono state durante tutto l'anno una realtà permanente. Moltissimi uomini, donne e
fanciulli sono morti ingiustamente, falciati da flagelli naturali o da una violenta volontà di altri uomini. Avremo
noi il coraggio e la saggezza sufficienti
per scoprire e proclamare che quello
che è messo in questione è la nostra
maniera di vivere col nostro prossimo?
Forse non restano che il silenzio, la
intensa comunione alla sofferenza altrui, la franca denunzia della nostra
spina. Il rc^nu ^ nontrr, Ai nmiri’> Perciò dure realtà dell’evento che non parla
Salmo. Perche dunque tu te io fìgu , ^ j M ‘\iannr soltanto di un neonato e di apparizio
qualunque cosa ti manchi, chiedila prostrato davanti a g angeliche, ma anche di poteri arbi
Cesù Beli stesso ti insegnerà ogni cosa, soltanto considera quei- ^ persone senza casa, respin
Ìo che egli ha fatto per te e per tutti, affinché anche tu impari te dalla società.
LO cne tgLi nu jutLu ¿y t' Mnlutn vìvere sol- Ci vuol del coraggio per celebrare
ciò che devi fare per gli altri. Se eg / • r^ntnnndn è questo evento. È chiaro, infatti, che
tanto trai buoni e morire per gh amici, per chi, mi domando, e Q . , .
morto o con chi mai sarebbe vissuto? Cosi dunque frolMo mio
prega anche per me, e il Signore sia con te. Ti saluto nel Signo .
Da Wittenherg, martedì dopo la domenica Misericordtas Domini 1516.
Tuo fratello Martin Lutero, agostiniano
Abbonamenti 1972
Allegato a questo numero i lettori troveranno di nuovo un modulo di conto
corrente postale, per il rinnovo dell’abbonamento. Coloro che già ci hanno fatto
^ j- • i n .-inrtravinmo C in CUC IlOU UUUUai-uiivj la r’“'-'—
pervenire il loro versamento, non se ne diano per inteso, h ringraziamo, e^ migliaia di persone nel mondo sono
^oT-ticnlarc coloro che hanno voluto aggiungere, piccola o grande, un’of- g^ate vittime dèH’aggressione e del
modo particolare coioxu x, , e terrore II 1972 sarà un anno favore
ferta di solidarietà. Queste offerte ci permettono di guardare in modo un tanti Dipende da ciascuno
no meno spartano al lavoro redazionale (illustrazioni, caratteri di composizione
meno piccoli ecc.). Invitiamo cordialmente coloro che non hanno ancora rin
non si può parteciparvi pienamente
senza divenire personalmente un partigiano della pace. Le nostre feste natalizie rischiano spesso di oscurare il
volto del Principe della pace, a meno
che siamo pronti a seguirlo là dove
la pace è più necessaria.
Natale esige un impegno: non a vincere delle guerre, ma a stabilire e difendere la pace. È il momento di riconsiderare i nostri atti politici, i nostri bilanci familiari e nazionali, il
modo in cui descriviamo i nostri nemici e difendiamo i nòstri interessi.
Per tutti coloro che accettano Cristo
quale loro Signore, Natale è al tempo
stesso un comandamento e una promessa. A Natale, dobbiamo ascoltare
il grido di sofferenza di tutti coloro
che non conoscono la pace. Nel 1971
e da tutti.
Eugene Carson Blake
novato il loro abbonamento a
farlo appena possibile, in modo che la raccolta
non trascini troppo a lungo. Tra l’altro, via via che riceviamo i versamenti, denositiamo la maggior parte delle somme presso la Tavola Valdese, come un picelo alleggerimento della sua situazione ffnanziar.a, ed essa ce le restituisce
gradualmente, mese per mese, per il saldo dei costi tipografici. Anche per que
. M di tutti coloro chc vorranno continuare a leg
sto sollecitiamo il versamento ai mi , . ,
r^avtirnlare a coloro che, m molte comunità, curano
gerci. Un ringraziamento particolare n
la raccolta degli abbonamenti.
Il segretario generale
dell’Alleanza Riformata Mondiale:
Non predichiamo noi stessi
ma Gesù Cristo
Che dobbiamo dire del Natale 1971?
L’incertezza regna. La crisi monetaria internazionale rivela la fragilità di
Il prossimo numero
uscirà
il 7 gennaio 1972
Buon Anno!
misericordia con tenacia e giungere
infine al punto in cui una presa di coscienza genera l’azione?
Forse sarebbe meglio non celebrare
Natale 1971. Per non compiacerci di
una dolce quietudine, mentre segna
l’incertezza. Per non ricercare una beata tranquillità, mentre le tensioni si
moltiplicano nel mondo.
Ma, ecco, non possiamo impedire
che Natale esista. O meglio non possiamo più fare come se Dio non avesse deciso di parlare, non possiamo dimenticare che Gesù Cristo è venuto
proprio in mezzo a questo mondo, proprio perché è impossibile che gli uomini vivano senza di Lui.
E meglio che, in questo Natale 1971,
non diciamo nulla di noi stessi. Ma
dobbiamo andare a ripetere senza
stancarci e con piena letizia quello
che Dio ha detto e fatto; Gesù Cristo
è vivente fra noi! Non possiamo più
vedere il nostro prossimo se non attraverso la Sua persona. Non possiamo più vivere il nostro tempo spesso
intollerabile senza Gesù Cristo. Andiamo dunque agendo con fiducia e con
allegrezza perché una volta Gesù Cristo è venuto a Natale per vivere con
noi e per agire con noi.
Edmond Ferrei
Amalechiti, il bestiame ingrassato,
le pecore migliori e tutto il resto?
Lo dice lui stesso: « È per servire
Diol », non c’è in bocca sua altro
che pietà e buone intenzioni. Che
cosa gli fu risposto? « Sei uno stregone, un eretico, un apostata. Pensi fare questo per onorare Dio, ma
Dio ti condanna e disapprova tutto ciò che hai fatto ». Lo stesso
dicasi di quanto stiamo facendo
oggi, un giorno non è infatti diverso dall’altro, e fa proprio lo stesso
ricordare la nascita di nostro Signore di mercoledì, di giovedì o
un altro giorno.
Se però ci illudiamo di servire
Dio stabilendo un culto a nostro
piacimento, questo è bestemmia
perché significa crearsi un idolo
pur avendo fatto tutto nel nome
di Dio. Se poi ci illudiamo di poter servire Dio in modo passivo,
commettiamo un grave errore,
che ne provocherà altri sino a condurci nell’iniquità totale. Prendiamo dunque nota di quanto dice il
profeta: il Signore ci libererà non
soltanto dalle cose che sono cattive in sé ma ci preserverà dal rischio di cadere in superstizioni.
Quando avremo afferrato questo
concetto non ci sembrerà strano
che si elimini il giorno di Natale e
che la celebrazione della Cena e
l’annunzio della natività di nostro
Signor Gesù Cristo si faccia domenica. Chi protesta è la gente che
Gesù Cristo non sa neppur chi sia,
e non ha la minima idea di come
si debba vivere sottomessi a lui
e non ha capito che Dio stesso toglie gli ostacoli che possono allontanarci da lui. Finiranno con l’accorgersi, è vero, a che serve il loro
impegno sbagliato, perché non riusciranno a mettere in opera il loro
piano.
Giovanni Calvino
2
t>ag. ¿
N. 52 — 24 dicembre 1971
L’INCARNAZIONE E LA TRINITÀ
DIO da DIO
Una tragica e grottesca farsa
Giovanni h J, 3; Calati 4: 4-6
Sul mistero trinitario riceviamo e
pubblichiamo con piacere questa testimonianza del past. Libonati. red.
Prima che dell'Evento e Avvento natalizio, chiedo umilmente al Signore di
poter dire ciò che penso e credo sulla
Trinità, incominciando da Colui che è
il mio Dio, benedetto in eterno.
La preesistenza di Cristo l'attestò Gesù stesso, quando disse: Prima che
Abramo fosse nato, IO SONO (Giovanni 8: 58). Egli è la Parola di Dio,
per la quale fu creata ogni cosa (Salmo 33: 6, 9). Questa Verità immensa
sulla creazione è anche proclamata dagli apostoli Giovanni e Paolo (Giovanni 1: 1, 3; Col. 1: 17). Cristo non è
Oggetto, bensì Soggetto nell'opera della creazione. Perché? Perché Egli è
omoousios, consustanziale col Padre e
con lo Spirito Santo. Cristo non diventa Figliuolo di Dio per una elezione del
Padre, o a cagione di proprie umane
virtù, o di meriti acquisiti. Egli non
può diventare alcunché, perché è lo
stesso, ieri, oggi ed in eterno (Ebr. 13:
8). Qualche similitudine, non irriverente, tratta dal mondo naturale, può soccorrere al mio povero dire.
Luce, calore, magnetismo compongono il sole, sono il sole. Le tre componenti, che non si oppongono nel loro
operare, né sono estranee fra loro, non
vanno sommate aritmeticamente, eppure sono uno, sono il sole. La luce solare, in sé, è anche calore e forza di attrazione. La stessa cosa può dirsi delle
altre due parti. SONO IL SOLE.
La luce della Mente, il calore del Cuore, la forza trascinatrice della Volontà
non le troviamo congiuntamente in Dio
Padre, in Dio Figlio e in Dio Spirito
Santo? Perché negare ciò che nella cristiana esperienza di ciascuno di noi fu
reso evidente?
Le tre Persone, distinte e manifeste,
sono UNO, sono DIO. Le citazioni bibliche al riguardo sono innumerevoli. Basterebbe fermarsi piamente davanti a
quel sontuoso portale della meravigliosa Cattedrale, che la Sapienza del Sommo Architetto espresse, e che è il 1®
verso di Gen. 1. Quivi, Iddio (Elohim)
non può essere se non il plurale di
Eloah. I più dotti commentatori ed i
più pii (oggi, costoro vengono chiarnati tradizionalisti, fondamentalisti, pietisti) hanno considerato quel primo
versetto come racchiudente una pluralità di Persone in un’unica natura. Elohim racchiude Tre gradi. Tre modi.
Tre manifestazioni che non si succedono, una dopo l’altra. Tre Persone,
ognuna delle quali è una per sé stessa: DIO.
È il Mistero deU’incarnazione, che,
adombrato nella promessa edenica, fu
preparato dai Sacrifici cerimoniali, dai
Tipi, dalla Legge e Profezie messianiche (Ebr. 9: 8-12; Rom. 5: 14; 1 Cor.
15: 21, 22, 45-49; Rom. 10: 4; Atti
10: 43; Le. 24: 27).
Tutto questo stabilì simbolo, figura,
indicazione e preannuncio del Cristo, il
Salvatore del mondo. Tutto questo, nel
linguaggio biblico, preparò nel deserto
la Via deU’Eterno, appianò nei luoghi
aridi una strada per il nostro Dio
(Is. 40: 3).
Il Signor Gesù Cristo, Verbo di Dio,
perfetto nella Deità ed immacolato nella Sua natura umana; veramente Dio
e veramente uomo, d’eguale essenza,
consustanziale col Padre e con lo Spirito Santo secondo la Divinità e consustanziale con noi secondo la umanità, venne tra noi, per salvare ciò che
era perito. Ma per compiere la nostra
salvezza, Gesù doveva adempiere due
condizioni: 1°, essere Figlio di Dio, perfetto in santità tra una umanità profana e corrotta (Ebr. 7: 26); 2“, essere
Figliuol dell'Uomo, in mezzo a questa
famiglia umana, che non era in condizione di liberarsi dal peccato (Ebr.
2: 17). Se non ci fosse stata la incarnazione della Parola, come e con qual
mezzo si poteva restituire alla Legge
del Padre, infangata dalla prevaricazione di Adamo, onore e dignità? Solo Dio
(non già un uomo imperfetto) poteva
rendere la Sua Legge « grande e magnifica » (Is. 42: 21). Se non ci fosse
stata la incarnazione della Parola, in
che modo e con quale mezzo si sarebbe
avuto il Sacrificio del Golgota, se sappiamo che la redenzione dell’anima e
la vita immortale non possono venirci
dall’uomo peccatore? (Rom. 3: 9-12, 23
etc). Noi abbiamo remissione per il
Sangue di Cristo che mediante lo Spirito eterno ha offerto sé stesso puro
d’ogni colpa a Dio... (Ebr. 9: 14; 1 Pietro 1: 19; 1 Gv. 1: 7 etc.).
Ad eccezione deH’Agnello di Dio, in
cielo, sulla terra e sottoterra non si
trovò alcuno che fosse degno di dare
la propria vita, sia per l’onore della
Legge del Padre, sia per il riscatto degli uomini, trasgressori di quella Legge
(Apoc. 5: 2-9).
Nel Natale di Gesù, manifestato ed
attuato in Lui, s’incontra e consuma il
Mistero della Pietà, che ha la sua matrice nel Dio, Uno e Trino, quel Dio trinitario che neH’in-principio, o, come scriveva l’Apostolo (Efesi 1: 4), prima della fondazione del mondo, volle la nostra elezione, affinché fossimo santi e
irreprensibili dinanzi a Lui nell’amore.
I nostri sensi, la nostra ragione, le nostre speculazioni scientifiche non giungeranno mai a capire e recepire il duplice Mistero, quello della divinità di
Cristo in veste d’uomo e, quello della
Trinità.
Per questa visione, occorre la fede,
quella di un cuore che si prosterna
umile e grato verso la bontà e benignità di Dio, che ha abitato tra noi,
pieno di grazia e di verità.
Fratelli ed Amici, in questo tempo di
vigilanza natalizia, chiediamo al Padre di percepire, udire la Sua chiamata
a salvezza; al Figlio, di vederlo sull’altare della croce; allo Spirito Santo, che
dopo averci convinti di peccato, di giustizia e di giudizio, ci avvii nei sentieri
buoni della pace, della fedeltà e dell’amore.
A Gesù Cristo, « luce da luce, vero
Dio da vero Dio, Uno col Padre e con
lo Spirito Santo, il Quale per noi uomini e per la nostra salvezza scese dai
cieli », la nostra adorazione.
A Gesù Cristo, che nella pienezza dei
tempi venne verso la oscurità nostra
con la Sua luce, il Suo Fuoco e la Sua
Forza penetrativa, la nostra adorazione.
A Gesù Cristo, che « è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello
Spirito; è apparso agli angeli; è stato
predicato fra i gentili; è stato creduto
nel mondo; è stato elevato in gloria »,
la nostra adorazione.
Ancora oggi, nonostante tutto, il Cielo e la terra, gli angeli Serafini e le
quattro creature viventi inneggiano all’Eterno, dicendo:
« Santo, Santo, Santo è l’Eterno degli eserciti! Tutta la terra è piena della
Sua gloria! (Isaia 6: 3).
« Santo, Santo, Santo è il Signore
Iddio, l’Onnipotente, che era, che è e
che viene » (Apocalisse 4: 8).
Elia Libonati
Il 26 e 27 novembre scorso hanno
avuto luogo in Cecoslovacchia le elezioni dei 725 deputati alle quattro assemblee legislative: le due camere de!
Parlamento federale e i due consigli
nazionali, cèco e slovacco. La tecnica
dì queste « elezioni » è stata quella
ben nota e collaudata di tutte le dittature del XX secolo, nere, brune o
rosse che siano: lista unica, inquadramento e stretta sorveglianza degli elettori, plebiscitaria unanimità dei risultati. Ma perché questa ennesima farsa? Riportiamo qui il commento de
« L’Espresso » del 5 dicembre scorso:
« Non è facile comprendere i motivi per cui Gustav Husak ha deciso di
far svolgere le nuove elezioni politiche
generali cecoslovacche. La prima spiegazione che si è portati a dare, e cioè
che egli dopo due anni e mezzo di gcverno fondato unicamente sulla forza
della repressione sovietica volesse legittimare in qualche modo il suo patere, non appare infatti convincente.
Nessuno infatti, né in Cecoslovacchia
né al di là delle sue frontiere (siano
esse occidentali o orientali), ignora V
clima in cui la consultazione è stata
tenuta: clima che fornisce la migliore
conferma della situazione di oppressione e di intimidazione esistente nel
paese.
Stando così le cose si può pensare
che il vero scopo di Husak più che
strettamente politico sia stato psicologico, secondo i vecchi e raffinati canoni dello stalinismo: e cioè obbligare i suoi concittadini, di cui egli certo
non ignora la repugnanza e l’avversione, a partecipare massicciamente ad
una enorme farsa, in cui ad alcuni era
affidato il compito di controllori degli
altri (non ai soli poliziotti ma anche
ai caporeparto delle fabbriche e ai
professori, costretti ad incolonnare i
UNA NOVITÀ' IMPORTANTE!
UGO GASTALDI
sm DEGÙ MUUIAniSII
Me erilini a Miester
(1525-1535)
8“ gr., pp. 652 H- 44 tavole f. t., con 24 ili., 11 cartine, 77 ili. f. t.
sovraccop. plasticata; L. 6,800 (in brossura) e L. 7.800 (rilegato)
La vicenda di un gruppo di credenti che diventano
rivoluzionari » per aver-preso sul serio l'Evangelo
ai Gesù Cristo.
Un « dissenso » di 4 secoli fa che ha sorprendenti
motivi di attualità.
★
EDITRICE CLAUDIANA c.c.p. 2/21641
Via Principe Tommaso, 1 - 10125 Torino
loro dipendenti e allievi per portarli
alle urne) e alla cui conclusi ne tutti
avrebbero fata’mente sentito di essersi in qualche modo compromessi. Le
esibiziord delle bande militari e folcloristiche, il cui suono ha accompagnato lo svolgimento delle due gioinate elettorali, deve essere servito a
dare a questo tragico grottesco un carattere ancora più spett'. ale ».
Lo stalinismo non è morto: anche i.
più recenti episodi di repressione in
URSS stanno a dimostrare che per g i
eredi di Stalin « antistalinismo » è tuttora sinonimo di « antisovietismo » e
come tale passibile di severissime condanne. La « nuova classe » saldamente detiene il potere e non ammette
critiche. « Solo chi ha la tessera ha
tutti i diritti » diceva recentemente
uno scienziato cecoslovacco che non
« ha scello la libertà » come altri. « Ho
trovato un popolo di morti, senza speranza e senza futuro » diceva con costernazione un giovane scienziato italiano di ritorno da un soggiorno a
Praga.
Per alcuni tutto ciò è scontato e
non vale più la pena di parlarne; per
altri è il «solito» discorso dei vari
« democratici », borghesi ga va sans
dire. Per questi altri tutto ciò è imputabile al fatto (finora rimasto inspiegato da parte di una ideologia che tutto pretende spiegare) che « il socialismo, in Europa orientale, è ormai un
fatto burocratico, che non tocca le
masse, che si risolve nei conflitti tra
dirigenti che si avvicendano al potere, pronti ad abbandonare i principi
di giustizia e di uguaglianza del socialismo, ragionando in termini di potenza, di prestigio, di conquista e di blocchi » («Gioventù Evangelica», agosto
settembre 1968: un « gruppo » anonimo in occasione della crisi cecoslovacca). .
Ma proprio in base alla ideologia
marxista ufficiale la « primavera di
Praga » veniva poi da questo « grup
po » così valutata: « Mentre per alcu
ne avanguardie di intellettuali il “nuovo corso" poteva essere la base per
nuovi passi in senso socialista, nella
nratica le masse venivano, spinte verso
i miti del consumo e del benessere come unico scopo per lavorare ». Così il
« socialismo dal volto umano » di Dubcek veniva sommariamente squalifica
to a « rivolta consumistica »: cioè borghese. Il che era appunto ciò che di
ceva Breznev per giustificare la imposizione manu militari della « sovranità limitata » e ciò che diceva HusaR
per giustificare il neostatalismo da lui
imnosto alla Ceros'ovacct'ia.
C'ò ancora una volta dimostra che
ner chi crede nelle virtù taumaturgiche « ex opere operato » della ideoloaia marxista e che, come qualcuno ha
detto, « il carattere scientifico del marxismo sta nella sua faziosità », cinnuanta anni di fallimento in senso imperialistico e di potere « di solo vertice » del .socialismo marxista nell’est
Giorgio Peyronei.
(continua a pag. 6)
I LETTORI CI (E SI) SCRIVONO
Chi avvia e chi sostiene
le nostre opere sociali
Caro direttore,
sul numero 45-46 dell « Eco-Luce »
(12 novembre 1971), abbiamo letto la
lettera del past. G. Castiglione, pubblicata sotto il titolo « Una precisazione necessaria suU*opera di Cerignola ». Rispondiamo dopo tanto tempo,
sia perché il giornale è pervenuto a
Napoli con un ritardo grandissimo;
sia perché abbiamo dovuto consultarci
tutti e tre. come chiamati in causa, ed
abitando uno a Napoli, uno a Taranto
ed uno a Bergamo, la cosa ha richiesto un certo tempo: sia perché per un
poco siamo anche stati tentati di non
rispondere.
Ma alla fine abbiamo deciso di scrivere, perché le affermazioni del past.
Castigione non colpiscono soltanto noi,
poveri sbarbatelli inesperti e logomachi,
ma sconfessano l’intera Conferenza del
V Distretto, che approvando la nostra
relazione. Tha fatta propria, perché in
essa evidentemente sì è riconosciuta.
Il past. Castiglione aiferina infatti
tranquillamente: « io non ho mai preso decisioni che non potevo accettare ».
Che una Conferenza distrettuale dunque abbia preso delle decisioni, dopo
discussione e meditazione, dopo aver
ascoltato fra Taltro anche il suo parere,
evidentemente non significa niente per
lui. Egli, in altre parole, considera se
stesso cóme « rex a lege salutus »; e
non soltanto di fronte alla Conferenza,
ma anche di fronte alla stessa Comunità nella quale esercita il proprio
ministero. Cosa che meraviglia in una
persona come il past. Castiglione, di
cui sono note urbi et orbi le tendenze
congregazionaliste (le quali, se siamo
bene informati, dovrebbero proprio
sottolineare l’importanza primaria non
del pastore ma della Comunità). Egli
sente il bisogno di... « difendersi » dalla valutazione che del suo operato
avrebbe potuto dare il Sinodo. Ma chi
lo ha mai accusato di fronte al Sinodo.^
La Commissione distrettuale.^ No certo.
Essa non l’ha accusato : non ha fatto
I altro che presentare alla Conferenza,
come era suo preciso dovere, la situazione delle Chiese e delle Opere del Distretto, ed attirare l’attenzione della
Conferenza su quanto, a suo avviso,
era da mettere in diseussione.
Notiamo: la Commissione compie
questo lavoro ai primi di giugno: la
Conferenza lo esamina nello stesso me! se. e in quella sede, che è la sede
opportuna non solo per apportare eventuali correzioni alla relazione stesa dalla Commissione, ma anche e soprattutto per valutare insieme davanti al Signore le linee seguite nel lavoro svolto,
il past. Castiglione non motiva con la
Parola di Dio il suo rifiuto di aderire
alla linea decisa dalla Conferenza, ma
dichiara semplicemente di non aderirvi.
Poi sente il bisogno (in novembre!) di
aprire il fuoco sul giornale, mettendo
chi legge nella posizione di giudicare
senza elementi una Commissione distrettuale rea di avere detto la verità e
di avere seguito la lìnea che tutte le
Conferenze degli ultimi anni le hanno
costantemente indicato.
Ma veniamo alla frase incriminala.
Castiglione non la cita, ma supponiamo
sia questa : « vorremmo dire che. se
molte opere sociali le abbiamo grazie
ai pastori che le hanno costituite anche senza il consenso e l'appoggio delle
Chiese, e talvolta contro il parere delle
Chiese, esse sono destinate a probabile
estinzione non appena, per una qualsiasi ragione, non possa più occuparsene il pastore che se n’è occupato o
se ne occupa nell ignoranza e nell indifferenza della Comunità, e senza forzare
la Comunità ad uscire dalla sua indifferenza ». Castiglione però non dice che
questa valutazione della Commissione
è fatta in base ad un'affermazione riportata nella relazione di Cerignola,
firmata da lui stesso: «Il laboratorio
e l'asilo sono amministrativamente unificati... Il Consiglio di Chiesa non amministra né sorveglia questa gestione,
ma il Pastore ne rende conto alla Tavola Valdese direttamente... ». Dicano
ora i lettori se è più grave la valutazione nostra o la posizione che noi abbiamo criticato.
Castiglione ci rimprovera dì mancanza di tatto per aver impartito coram
populo una lezione di pastorale a lui
ed alla Signora, « anziani e non privi
di esperienza ». A parte Tovvia considerazione che nella Chiesa la guida
non viene né dall’età né dalLesperienza
ma dallo Spirito Santo, rimane sempre
il fatto che tutte le Conferenze distreU
tuali degli ultimi anni hanno costali’
temente sottolineato la necessità che le
Opere fossero delle Chiese e non dei
pastori; e che fossero coordinate fra
loro.
Opere della Chiesa e non dei singoli
proprio perché, se sorgono come opera
della Chiesa, la quale, responsabile o
responsibilizzata, decide ed attua qualche cosa, sarà sempre la stessa Chiesa
a sostenerla e a farla prosperare, a sentirla sua; se invece sono opera di un
singolo, quando il sinirolo si trasferisce
0 non se né occupa più. si pone veramente il problema dì « trovare un altro Castiglione », o. se si vuole, un
« uomo della provvidenza », che appunto. provveda.
Opere collegate, e non solo sul piano delle idee, ma della strutturazione
e anche del denaro, nel senso che (secondo il pensiero delle Conferenze) si
sarebbe dovuto realizzare fra le Opere
del Distretto un mutuo sostegno.
Ma da quest’orecchio, il past. Castiglione non ci ha mai sentito, né voluto
sentire. E in un certo senso lo potremmo comprendere : una maggiore autonomia di ogni sìngola opera spronerebbe più facilmente tutti i responsabil
delle stesse a sollecitare amicizie cd in
teressi, a suscitare finanziatori; ed evi
terebbe il perìcolo, per l’opera più .soli
(la. di venire appesantita dal dovere di
sostenere la più debole. Ma proprio per
1 rìschi di concorrenza e dì competitività latenti in questo ragionamento, e
per il pericolo di trasformare ogni direttore d'asilo in un questuante, mentre dovrchh'essere la Chiesa come tale
che questua per le sue diverse attività,
le Conferenze (e non la Commissione
soltanto!) lo hanno sempre rigettato,
mentre ì! past. Castiglione ha continuato imperterrito a farlo. Egli afferma
che « è inutile stilare ordini del giorno,
farli votare per poi accantonarli perché
intraducibili nella realtà ». Nella realtà
non sono intraducibili: restano non
tradotti perché manca in lui la volontà
di tradurli; o per meglio dire perché
il suo congregazionalismo gli permette
uno « spirito di indipendenza verso le
autorità ecclesiastiche » che egli considera un'attitudine indispensabile, e che
per noi è invece uno spirito comprensibile sólo in chi, a torto, considera « autorità ecclesiastiche » (da non rispettare) coloro che in fondo sono semplicemente incaricati di far rispettare
quella volontà comune, o per lo meno
di maggioranza, che in un regime presbileriano-sinodale tenta dì interpretare
In volontà del Signore proprio per evitare di confonderla col capriccio dei
singoli.
11 past. Castiglione osserva che, secondo noi, il suo modo di fare sarebbe
« accentratore e paternalistico ». Confermiamo: questo modo di fare ci sembra accentratore e paternalistico. Né la
nostra impressione è stata contraddetta da una sola frase della sua lettera, né
essa viene contraddetta quando sì ha
Topportunità di ritrovarsi a Cerignola.
Vi si incontra magnifica ospitalità, affetto. calore umano, ma tutto ciò sembra emanare soprattutto dal pastore. E
non perché, sì badi bene, la Comunità
non possegga queste doti, che anzi ha
in abbondanza, ma perché dal pastore
la Comunità è ridotta al rango di comprimarìa.
E ci perdoni il past. Castiglione se
terminiamo con un invito fraterno, che
ci permettiamo rivolgere alla sua età
('d alla sua esperienza pastorale: l'invilo a non riservare soltanto a se stesso,
in .«ienso esclusivo, quelle responsabilità
e quelle attività che devono invece essere della Chiesa tutta.
La Commissione del V Distretto per il 1970-71: Salvatore Ricciardi, Armando
Russo. Ernesto Naso
Questua
senza fini politici
Nella risposta dì Ermanno Genre a
Emilio Travers circa la liceità o meno
per il cristiano dì far della politica, il
signor Geymct in sostanza è accusalo di
« far politica » in quanto, scarso di
mezzi e bisognoso di aiuti, di fronte
alla benemerita opera da lui intrapresa, non si è peritato e non si perita di
rivolgersi, come questuante umile, ma
dignitoso, ad autorità ed enti vari, per
captare simpatie e assicurarsi agevolazioni e concessioni. Ora questa azione
diuturna e feconda, nella quale E.
Geymct ha impegnato e impegna tutta
la sua diplomazia, il suo tatto e la sua
paziènza è per avventura inficiata di
mire politiche?
In altre parole agendo cosi, si ripromette egli qualcosa di diverso c di estranco agli interessi della sua chiesa?
Francamente ravvisare nel suo operato
larvale finalità politiche, quando la sua
condotta è completamente al di fuori
di ogni ideologia di partilo è mistificazione, in buona o cattiva fede che sia.
Continui pure il signor Geymet la
benemerita opera sua con tutti i mezzi legittimi che la sua coscienza gli
suggerisce, confortalo dalla riconoscenza (lei suoi parrocchiani e dall’apprezzamento anche del circostante mondo
cattolico.
Che dire poi deirecumenismo di E.
Geymet? Egli è sotto questo rispetto
antesignano in fatto di coraggio e di
anticonformismo: compreso dello .spirilo ed esigenze del tempo, mira all'affralellamento di tulli i cristiani e, senza compromissioni dogmatiche, tende
la mano a sacerdoti cattolici, aperti essi pure a correnti di rinnovamento.
Emanuele Griset
Sul conflitto
indo-pakistano
Caro direttore,
Leggo nel n. 51 lo scrìtto deH'amico Augusto Armane! Ilugon. il quale
confessava la sua « curiosità » nel sapere come i vari giornali (anche i no- profughi,
stri) avrebbero giudicalo il conflitto indo-pakistano. Egli osserva che, sicco
me « le varie ideologie erano tutte compromesse », ne sono venute fuori delle
« vaghe invocazioni alla pace, e cose
del genere ».
Francamente, non mi sento di accogliere il suo appunto, tanto pHi che il
contenuto « religioso » del suo scritto
mi trova sostanzialmente d'accordo,
specie laddove egli contrappone la precarietà delle ideologie umane all'eternità della Parola.
Sono andato a rileggermi quanto
avevo scritto e non mi sembra di aver
dimostrato alcuna incertezza nel condannare decisamente questo grave evento bellico, che pare abbia provocato
centinaia di migliaia dì vittime. Personalmente, non ho. da «difendere»
alcuna tessera dì partito e non mi .sono
per nulla trovato imbarazzato — proprio per la mia libertà di credente —
nel respingere le « motivazioni » che
i due belligeranti, appoggiati rispettivamente da URSS e Cina, davano per
giustificare la guerra. Non solo, ma
facevo rilevare una volta di più che anche in questo caso erano praticamente
le superpotenze che si misuravano colle armi attraverso la miseria e la nudità dei poveri.
Di conseguenza, nessuna « compromissione », ma ferma condanna di un
conflitto che ancora una volta ha dimostrato r impotenza delle Nazioni
((lìs)Unìte. Né d'altronde le cose potevano andare diversamente, se si tieni»
presente che anche in quel consesso la
fanno da padroni (vedi veto URSvS)
quelle stesse potenze che hanno appoggiato il conflitto (lall'una o dall'altra parte.
Ora. a guerra « uflicìalinenle » conclusa. e proprio perché l’India l'ha
« vinta » è tanto più da biasimare questo paese il cui responsaliile (una donna figlia del neutralista Nehru e nuora del pacifista Gandhi) ha tradito
neutralismo e pacifismo e non ha esitato a scatenare un conflitto per risolvere (ma ora verrà risolto?) la gravissima situazione di 10 milioni di
Roberto Peyrot
3
24 dicembre 1971 — N. 52
pag. 3
LA CHIESA E LA SUA MISSIONE NEL MONDO
I presbiteriani dei Ghana invitati
NEL CAMERUN
a dare aiia ioro chiesa "un vnitn africann"
Rumasi, Ghana (spr) — Il compito
più importante che i dirigenti di Chiese africane devono affrontare oggi, ha
dichiarato Evans Anforn, vice-cancelliere dell’Università di Scienze e Tecnologia di Rumasi, è dare alle loro
Chiese « un volto africano ». Egli si rivolgeva ai membri del 42» Sinodo della Chiesa presbiteriana del Ghana.
L’Anforn ha pure sfidato la Chiesa
presbiteriana a sbarazzarsi della sua
reputazione di conservatorismo e ha
chiesto con urgenza ai membri della
Chiesa di impegnarsi maggiormente
per la giustizia nel mondo: « La Chiesa deve protestare contro l’ingiustizia
sociale... e servire da guida illuminata
e da consigliere nelle questioni relative alla morale ».
L’ordine del giorno del Sinodo comportava una discussione sull’« indigenizzazione » della Chiesa, sulla consacrazione delle donne al ministero e su
programmi agricoli. Vi è stato annunciato che il governo d’Israele aveva
offerto una borsa che permetta a uno
studente di seguire un corso di formazione in agronomia e direzione di
impresa agricola. La Chiesa presbiteriana del Ghana ha recentemente avviato una vasta azione a livello nazionale per migliorare la sua situazione
finanziaria.
iliillllllllllllllllilllliiiiiiiiiiMiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilili
IN SVEZIA
suali, e che quest’ultima ha istituito un
posto di consulenza e cura d’anime.
Il Centro di letteratura evangelica e l'Anno
internazionale dei libro indetto daH'UNESCO
N.d.r. - Che la chiesa debba senza moralismi prendere atto della situazione,
in fatto di omosessualità, e in essa operare con evangelica umiltà e evangelico amore, è indubbio. Che questa opera comprenda essenzialmente la ricerca paziente delle cause che hanno portato a' questa distorsione, lo sforzo paziente di ricupero e rieducazione dei
molti casi non ancora sclerotizzati, è altrettanto indubbio. Ma che la chiesa
debba un giorno giungere a “riconoscere" la validità di questa perversione, ci
sembra più che discutibile, inaccettabibile. Il messaggio biblico, vetero e neotestamentario, è al riguardo preciso e
reciso.
Yaoundé (soepi) — Grazie agli sforzi che saranno compiuti nel 1972 dagli
Stati africani in occasione dell’« Anno internazionale del libro » indetto
dairUNESCO, il Centro di letteratura
evangelica (CLE) spera di sviluppare
la diffusione dei libri che pubblica.
Dal 1964 il CLE, che lavora per le
Chiese protestanti del Camerún, del
Dahomey, della Repubblica popolare
del Congo, della Costa d’Avorio, del
Gabon e della Zaira (ex Congo-Kinshasa) ha pubblicato 71 opere, soprattutto in francese, ma anche in inglese e
in lingue africane.
Grazie all’aiuto del Fondo per l’insegnamento teologico, del CEC, si è
potuto creare una collana teologica,
in particolare per le facoltà teologi
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimMiiiimiiinmiiiinuimiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Cristiani a favore dei Bengaiesi
Il conflitto armato nel Bengala è cessato. Debole è stata la testimonianza
e la pressione che le Chiese hanno esercitato su governi e opinione pubblica; perciò vogliamo, pur con ritardo, segnalare una iniziativa in cui cristiani e non cristiani si sono trovati accanto, solidali, - per una pace vera.
La Chiesa accetta
l’omosessualità?
Uppsala (sepd). - Sotto questo titolo
il giornale ecclesiastico svedese « Var
kyrka » ha pubblicato una lettera aperta anonima del « Congresso degli omosessuali » che si è tenuto quest’anno a
Uppsala. L’Associazione degli omosessuali nella città conta 150 membri; altre associazioni vivono a Stoccolma,
Göteborg, Malmö e Oerebro. L’organizzazione di vertice è la « Unione nazione per l’equiparazione sessuale ». Attualmente vi sono in Svezia circa 250
mila omosessuali, su una popolazione
di 8 milioni di abitanti.
La lettera aperta pone queste domande; La Chiesa è pronta a riconoscere gli omosessuali senza pronunciare su di loro alcun giudizio morale?
È pronta, facendo collaborare un teologo, uno psichiatra e uno psicologo, a
elaborare nuove vedute sulla minoranza omosessuale, a pubblicarle e a istruire in proposito coloro che lavorano nelle comunità?
Si noti che la cura d’anime per telefono curata dalla Chiesa si è dichiarata
pronta a indirizzare omosessuali in
cerca di aiuto all’Unione degli omoses
Dal 26 novembre al 12 dicembre — e si è
concluso quel giorno con una grande veglia di
preghiera — nell’abbazia romana di S. Paolo
Inori le mura è stato compiuto un digiuno in
protesta contro il conflitto bengalese, da appartenenti a vari gruppi: Movimento Internazionale della Riconciliazione (M.I.R.), Comunità di S. Paolo, Comunità Shalom di Napoli,
Lavoratori della Pace. Si tratta di un’iniziativa a livello internazionale, denominata “Operazione Omega", risposta ancora indefinita della solidarietà che in vari paesi si manifesta
da parte di gruppi che tentano una riflessione e una sensibilizzazione sulla drammatica
realtà bengalese. L’azione era stata annunciata in questi termini da un volantino diffuso nella città:
A Roma alcune Comunità religiose e non,
che hanno trovato luogo d’incontro nell’Abhazia di San Paolo, si sono fatte promotrici di
un’azione non violenta per richiamare l’attenzipne delle persone ehe hanno potere d’iniziativa in campo internazionale. La riflessione
comunitaria ha consentito di comprendere
che, al di là della generica interpretazione del
conflitto come « guerra di poveri », è necessario fare uno sforzo per svelare il gioco delle
potenze in conflitto, le quali, pur nella ostilità dichiarata, hanno in comune l’interesse
a soffocare le aspirazioni democratiche e la
volontà di autodeterminazione delle popolazioni bengalesi.
Al di là dell’estrema complessità che si frappone ad una analisi compiuta della situazione politica, le Comunità si chiedono chi pagherà questa guerra e quale ne sarà il prezzo
umano e politico. Saranno il popolo bengalese
pakistano ed il popolo bengalese indiano : il
primo perché ancora una volta vedrà i suoi
lA BIBBIA NEL MBNBO
a cura di Edina Ribet
Zambia — L’estate scorsa sono stati
istituiti, in due località di questa regione, seminari di diffusione biblica, a
Karembe e a Lusaka, con un buon numero di partecipanti, anche cattolici, e
con un risultato soddisfacente: oltre
alla diffusione di parecchie copie della
S. Scrittura, gli allievi dei corsi hanno
avuto l’occasione di dialogare in modo
interessante e proficuo con molte persone da loro visitate.
Cile — La società bibilica ha organizzato anche in questo paese due seminari per la diffusione biblica: 69 preti e monache, oltre un centinaio di laich vi hanno preso parte. In presenza
dell’arcivescovo, i preti sono stati incoraggiati dai responsabili della Società biblica a dare un posto preminente
alla lettura della Bibbia durante i servizi religiosi. E stata pure installata
ur’esposizione biblica nell’atrio della
Università cattolica di Santiago, in seguito alla quale parecchie Selezioni bibliche sono state diffuse tra i liceali e
gii studenti universitari.
Tanzania — Il vescovo di questo paesi il reverendissimo G. Chitemo, ha
preso l’iniziativa di fare organipare
dalla Società biblica un corso di diffusione biblica, al quale hanno preso
parte pastori e preti, laici uomini e
donne di 4 denominazioni rappresentat', nella regione: anglicani, cattolici,
avventisti e luterani. Il vescovo, mfatt testimonia che questi corsi ispirano
ai suoi sacerdoti ed ai suoi fedeli u
rinnovato zelo per
la vita cristiana; egli af^®™f./_^romatro: « noi della chiesa cattohco-roma
na siamo infinitamente grati.ai nosm
amici protestanti Pcr averci auto
zati acl utilizzare la loro
della Bibbia in lingua Swahdi. Spe
vivamente che la Società .biblica org _
nizzi presto un altro seminari
fusione biblica e questa volta vi parte
ciperò anch’io ».
Stati Uniti - Una coppia dj. credenti
del Wisconsin ha messo a disposiz
ne la propria casa per i giovani desi
dcrosi di leggere e di studiare la Bibbia
insieme. Di mese in mese il numero
dei partecipanti è aumentato, e la
estate scorsa raggiunse i 125-150 membri; tanto è vero che , essendo ormai
la casa troppo piccola per accogliere
tutti, un negoziante di mobili ha offerto il suo vasto laboratorio per ospitare il gruppo. I giovani svolgono anche
un’opera di testimonianza e diffusione
biblica tra i loro compagni di lavoro e
di studi, invitandoli a leggere con impegno e regolarità la Parola di Dio.
Nella Cambogia, malgrado le circostanze, la diffusione della Bibbia prosegue con successo: più di 32.000 copie
della S. Scrittura sono state distribuite
nel corso dell’anno 1971, vale a dire il
doppio dell’anno precedente.
Nella Germania dell’Est, a Halle, ha
avuto luogo il secondo seminario europeo per traduttori biblici, comprendente 60 traduttori, di cui la metà proveniva dall’Europa occidentale e la metà dall’Europa orientale; erano rappresentate ben 18 lingue.
Nell’ Italia, a Firenze, l’Alleanza Mondiale ha stampato 100.000 Nuovi Testamenti in francese corrente destinati all’Africa di lingua francese.
Nel Giappone la Società biblica ha
fatto un piano decennale per l’aurnento progressivo della diffusione biblica.
Nell'Ungheria la radio nazionale ha
istituito una serie di trasmissioni sul
« Mondo della Bibbia », nelle quali si
sottolinea che una conoscenza, sia pure elementare, della Bibibia è indispensabile nella storia culturale dell’umanità.
L’arcivescovo cattolico-romano di Lagos, nella Nigeria, ha dichiarato al segretario generale della Società biblica
nigeriana: « Per quanto sta in me, sono pronto a fare qualunque cosa, anche ad andare mendicando, pur di assicurare un appoggio finanziario alla
Società biblica ».
diritti democratici oppressi da una classe politica che detiene il potere con la forza; il secondo perché la sua politica sociale ed econonomica sostenuta da una salda coerenza ideologica e morale deve essere piegata all’interesse del potere centrale indiano in nome della salvaguardia di una unità territoriale.
Alla luce di questa riflessione e maturazione è chiesto al Governo italiano di prendere una precisa presa di posizione che sia
espressione della linea esposta.
1) Disarmo della zona bengalese.
2) Libera autodeterminazione del Bengala
orientale.
3) Liberazione di tutti i prigionieri politici.
Le Comunità promotrici si sono intanto impegnata in un digiuno ad oltranza fino al momento in cui le istanze emerse siano fatte
proprie e concretamente rappresentate dal Governo italiano.
A te chiediamo di unirti alla nostra azione,
nel tuo ambiente e nei modi che ritieni opportuni. L’impegno di ognuno è in questo
momento necessario come non mai per evitare che il problema venga chiuso con una
presa di posizione governativa improntata a
formalismo diplomatico o con la tradizionale
mobilitazione assistenziale.
Nel corso del digiuno era stato diffuso quest’altro documento:
Abbiamo iniziato un digiuno politico nel
contesto di un’azione internazionale che si sta
svolgendo in varie città (Operazione Omega)
per sensibilizzare le coscienze sul Pakistan
Orientale e per ottenere soluzioni pacifiche e
politiche per quello che rischia di divenire
uno dei più grandi focolai di guerra.
Il digiuno costituisce per i non violenti una
forma di azione politica che partendo da una
posizione « inerme » e « povera di potere » intende dimostrare la possibilità di ottenere dei
risultati politici, confidando nella forza dell’amore e, per i credenti, nella potenza di Dio.
Condanniamo l’attuale conflitto tra India e
Pakistan, ben convinti che ess.o è tra i Governi, al disopra delle teste dei popoli e delle
masse oppresse e sfruttate, prive di ogni possibilità di realizzare i propri valori culturali
e di decidere sull’organizzazione della società
e sulla propria stessa esistenza.
Chiediamo al Governo Pakistano :
1) che proceda alla immediata scarcerazione di Sheikj Mujibur Rahman leader della
Lega Awami, che ha conseguito la maggioranza assoluta nelle elezioni del 1970, le prime
dopo 23 anni di regime militare:
2) apra il negoziato tra il Governo ed i
deputati eletti del Partito di maggioranza;
3) ristabilisca il regime parlamentare convocando i Parlamentari già eletti;
4) permetta l’accesso nel Pakistan Orientale delle organizzazioni internazionali di aiuto, per il soccorso delle popolazioni, quindi
proceda alla liberazione di due membri dell'Operazione Omega imprigionati.
Questi gesti concreti potranno restituire la
fiducia alla popolazione del Pakistan Orientale e rendere realisticamente possibile il rientro dei profughi nelle loro terre.
Al Governo indiano chiediamo:
1) cessazione da ogni azione armata e da
ogni sostegno ad azioni armate:
2) di consentire una mediazione tra le forze politiche del Bengala Orientale ed il Governo del Pakistan.
Congiutamente ai due Governi ed al popolo
bengalese chiediamo l’esame unitario del problema del Bengala come entità etnica e culturale.
Chiediamo al Governo Italiano:
1) che assuma iniziative all’O.N.U. per
ottenere la convocazione del Consiglio di Sicurezza;
2) che eserciti pressione diplomatica per
ottenere quanto sopra richiesto ai Governi interessati;
3) che l’Italia cessi le forniture dirette
el indirette di armi al Governo Pakistano, ed
in genere esca dal commercio delle armi;
4) prenda l’iniziativa di intervenire con
aiuti concreti in favore dei profughi sia in territorio indiano, sia al loro ritorno nel Bengala
Orientale. ^
Chiediamo agli organismi internazionali di
aiuto, alle chiese, ai cittadini :
1) un intervento massiccio ed efficace per
aiutare i profughi bengalesi sia in territorio
indiano sia al loro rientro nei territori orientali;
2) ehe i loro interventi non si riducano
che africane. Fra i titoli recenti di '
questa collana, notiamo il volume Per
una teologia africana. Nel catalogo
della collana di letteratura varia ricordiamo un saggio intitolato De la
négritude au négrisme. Vari premi
letterari africani sono stati attribuiti
a giovani autori pubblicati dal CLE,
il quale spera in un avvenire prossirno di riuscire ad avere in catalogo 90
titoli, di pubblicare libri bilingui in
francese e in una lingua africana e di
produrre del materiale audio-visivo.
Illlllllllllllllllllll iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiii
Nelle Chiese
baltiste
Calma,
fratelli miei!
Assetati, come siamo tutti, di serenità e di pace (intese non come pigra
tranquillità ma come naturale bisogno di vera vita di figliuoli di Dio), andiamo continuamente alla ricerca di
una fonte di pace che, purtroppo, non
troviamo. Naturalmente sappiamo che
la vera sorgente della consolazione è
nella Parola di Dio; ma ^ oltre questa
eterna Parola noi vorremmo trovarne
una affine, anzi, fedele ad essa almeno
nella nostra stampa. Ed invece, ahimè,
anche i nostri giornali o periodici cosiddetti « evangelici » ridondano di
scritti tutt’altro che... consolanti! Fra
« lettere aperte », « documenti », « ordini del giorno », e simili, anziché leggere parole degne di seguaci di Colui
che disse: « Da questo conosceranno
tutti che siete miei discepoli, se avete
amore gli uni per gli altri » (Giov.
13: 35), ci si incontra con scambi di
battute che non hanno niente dell’amore fraterno! Ed allo scopo di essere
più... feroci, gli scrittori dei nostri
giornali non esitano ad ingigantire le
cose. Ad esempio: è bastato il documento conclusivo del congresso giovanile di S. Severa per sollevare astiose
polemiche da far pensare agli anni di
triste memoria della « guerra fredda »
fra le grandi potenze mondiali! E bastato un ingenuo ed innocente articoletto pubblicato sul periodico dei bambini « L’Amico dei Fanciulli » per suscitare una lunga polemica non priva
di voce grossa! E bastata una semplice circolare del Segretario delle Scuole Domenicali per provocare una reazione su « Voce Metodista » assai severa.
E questi sono soltanto alcuni minimi esempi! Forse mi si dirà che la
polemica è necessaria, perché senza di
essa le chiese cadrebtiero nel letargo.
Può darsi. Ma tutto questo polemizzare più astioso che fraterno nell’interno del protestantesimo italiano,
non è torse un segno dell’infiltrarsi
anche nella Chiesa dello spirito di
giudizio, di violenza, di potere, che
proviene dal mondo?
Ma è mai possibile che l’evangelismo italiano non disponga di parole
di amore e di conciliazione, anziché
di parole di astio? Non bastano le miriadi di parole di bestemmia e di cattiveria che udiamo e leggiamo ogni
giorno alla radio o sui quotidiani?
Alle folle di gente travagliata ed angariata, Gesù sapeva dare una parola
di pace e di speranza dicendo spesso:
« Venite a me, voi tutti che siete travagliati, e io vi darò riposo (pace) »
(Matt. 11: 28). L’attuale Chiesa, mediante la sua predicazione e la sua
stampa, è all’altezza di dire altrettanto alle odierne folle di gente bisognosa di pace?
Mi rendo conto che queste mie semplici osservazioni faranno sorridere
molti... e mi accuseranno di voler addormentare le chiese! No, non si tratta di dormire o vegliare. Si tratta, caso mai, di deciderci a mettere in pratica, anche nei nostri dibattiti, quell’amore che il Signore ci ha insegnato
e ci ha donato, e del quale il secolo
attuale ha urgente bisogno. Si tratta
di non sottovalutare la racconiaandazione dell’apostolo Paolo: « ...per mezzo dell’amore, servite gli uni gli altri...
Ma se vi mordete e divorate gli unì
gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri » (Calati 5:
13-15).
Giuseppe Anziani
SCELTA STOCCOLMA
PER IL CONGRESSO
DEI BATTISTI DEL 1975
Stoccolma (Relazioni Religiose) - Il XIII
Congresso mondiale dei Battisti si svolgerà a
Stoccolma nel 1975, nel mese di luglio. 10.000
delegati verranno da 70 paesi. Il Congresso si
tiene ogni cinque anni, l’ultimo si è tenuto a
Tokio. La Conferenza della Gioventù Battista verrà spostata di un anno e si svolgerà nel
1974, per non disturbare i lavori della Conferenza Battista Europea e della Gioventù Battista latino - americana che si svolgeranno
nel 1973.
UNA CROCIATA
EVANGELICA BATTISTA
IN PORTOGALLO
Lisbona (Relazioni Religiose) - Per un periodo di due settimane i battisti hanno condotto « una crociata evangelica battista » in
Portogallo. Una delegazione di leaders battisti,
è stata ricevuta dal presidente portoghese, lo
ammiraglio Amerio Thomas. A nome dei battisti, durante la udienza, ha parlato Rubens
Lopes, un battista brasiliano che ha donato a
Thomas una bibbia, spiegandogli brevemente
chi sono i battisti e che cosa cercano di fare
in Portogallo.
PRESIDENTE E SEGRETARIO
DELL’ALLEANZA BATTISTA MONDIALE
IN URSS
Mosca (Relaz. Religiose) - Ultimamente, il
presidente e il segretario dell’Alleanza Battista Mondiale, su invito del consiglio dell’Unione Evangelica cristiano-battista. Carney Hargroves e Robert Denny, accompagnati dalle rispettive consorti, hanno visitato le comunità
battiste di Mosca, Leningrado, Tallin e Riga.
Lasciata l’URSS, i due dirigenti battisti si sono recati in Finlandia.
Illlllllllllllllllllll ihliililiiiiiiimllliiiliilililliiiliiiillllllii
Mille gesuiti di meno
nel mondo rispetto
allo scorso anno
Roma (Relazioni Religiose) - Secondo statistiche recenti, vi sarebbero attualmente nel
mondo 31.891 gesuiti, vale a dire 1.036 religiosi in meno rispetto allo scorso anno. Tale
ribasso è il più importante finora registrato.
IIIMIIIIMIIIIIMIIimillllMimilMIIIMIIIMIIIIIIMIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIMimiMIIIMMIIIMIIliìlMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIllllllll
A TAIWAN
Sperimentazione e ricerca in un cniiege presbiteriano
Tainan (spr). - Allo scopo di trovare
nuovi metodi di evangelizzazione per il
futuro, il Collegio presbiteriano di teologia di Tainan ha lanciato ultimamente due programmi di ricerca in collaborazione con le chiese della città.
Il primo è un’esperienza evangelistica « sul mercato », intrapresa dalla comunità di Fok-ai. Gli studenti e i membri della comunità si recano sulla piazza del mercato, nei pressi della chiesa,
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiimiiifliii
a livello assistenziale e non si limitino a delle
esortazioni, ma si inseriscano in una corretta
analisi politica e siano accompagnati da una
eiilcace azione per aiTrontare la situazione nelle sue cause;
3) che non manchino al loro dovere di
denunciare aU'interno del sistema stesso in
cui vivono le stesse contraddizioni e gli stessi
meccanismi che generano lo sfruttamento e
l'oppressione delle masse.
Anche le chiese valdesi
del Lazio appoggiano
la manifestazione di S. Paoio
L’8 dicembre erano riuniti a Roma i consigli delle chiese valdesi del Lazio, i quali
pre.sa conoscenza dell’iniziativa di cui sopra,
hanno approvato questo ordine del giorno :
« I consiglieri delle chiese valdesi del Lazio,
riuniti a Roma l'8 dicembre, esprimono la
loro fraterna solidarietà ai gruppi (Comunità
S. Paolo, M.I.R., Comunità Shalom, Lavoratori della Pace) che stanno facendo il digiuno per la pace e la giustizia nel Bengala, vedendo in questa loro azione una autentica testimonianza di pace, e si associano alla loro
preghiera ».
e discorrono personalmente con i venditori.
Il secondo progetto è un’inchiesta
sull’atteggiamento degli operai dell’industria provenienti da ambiente rurale
e sul modo in cui si adattano alla vita
industriale urbana. In tal modo la
Chiesa vuole cercare di capire meglio
questi operai e di rendere servizio alle
loro comunità che da dieci anni a questa parte non hanno cessato di accrescersi.
Commentando questi programmi, il
past. Chang Te-shiong, professore di
Nuovo Testamento al Collegio presbiteriano, ha dichiarato: « In questo modo le comunità così come gli studenti
sotto posti a confronto con la complessità del mondo odierno ». Ricordando
lo spirito pionieristico dei primi missionari giunti a Formosa, il prof. Chang
ha dichiarato che anche oggi occorre
andarsene in territori ancora ignoti e
fra le comunità in formazione.
UllllllllllllllllllllllillllllllllllllllllllllllllllllllllllllMIIIIIII
A GINEVRA
Accoglienza
ai migranti
D'ora in poi famiglie francofone di Ginevra
accoglieranno, dopo l'orario scolastico, dei ragazzi spagnoli per aiutarli nella preparazione
dei compiti. L'iniziativa è partita dal Servizio
spagnolo del Centro Sociale Protestante. In
tal modo questi figli di lavoratori stranieri saranno aiutati a vincere le difficoltà del "trapianto” specie quelle dovute al bilinguismo.
4
í>ag.
N. 52 — 24 dicembre 1971
Notiziario Evangelico Italiano
Cronaca delle Valli
Limili delle competenze di un «consiglio di pastori»
A nessuno è lecito parlare o dare
rimpressione di parlare a nome di altri
La polemica pubblicamente svolta tra il
« Consiglio )) di un gruppo di pastori di Roma
ed un loro collega circa la presentazione della
mozione FGEl sulla stampa italiana, sì c arricchita di altri due pezzi.
Ad un primo articolo, apparso su di un quotidiano romano, dove la mozione veniva illustrata in modo da render la gioventù evangelica politicamente belloccia agli occhi delle
sinistre; alla « lettera aperta » con cui il
gruppo dei pastori ha voluto battere in testa
al « collega » un « radicale dissenso w da detta
mozione; ed alia re2)lica di quest'ultimo —
prosa ampiamente diffusa dalla stampa evan(jreiica — si sono aggiunte sullo stesso quotidiano romano una lettera del « Presidente »
di tale « Consiglio » e la risposta del suo
collega.
Tutto ciò non ha però aggiunto né tolto
nulla al contenuto della mozione votala dal
Congresso FGEI di S. Severa, la quale, per
quanti vogliono leggerla senza farsi venire la
1) ava o l'acquolina j)olitica alla bocca, si col
loca tra ì documenti più interessanti e di
maggior rilievo emessi dai diversi settori del
l'evangelismo italiano in questi ultimi anni
La polemica invece ha posto in risalto al
tre cose. E cioè;
1) che quanto viene manifestandosi in
seno alle nostre chiese va considerato fuori da
ogni preordinala condizionatura ideologica
2) crsonale, cercando di capirne i contenuti i>er
quel che gli autori hanno voluto dire o fare,
anche nei casi in cui questi si siano espressi
in un modo che l'osservatore trovasse non
confacente;
2) che sarebbe di miglior gusto, e più
fraterno, rivolgersi da persona a persona, nei
riguardi di chi. ci sembri o ci risulti, abbia
detto, scritto o fatto qualche balordaggine,
senza far tanta pubblicità sulla stampa;
3) che non può esser consentito a nessuno
di agire a nome di un organismo qualsiasi
per compiti che esorbitano dalle competenze
specifiche di quest’ultimo.
^
Sotto questo profilo rilevo che la a lettera
aperta » dei pastori, pur ricordando che « a
nessuno di noi è lecito parlare a nome di altri )), e malgrado il tentativo di render la forma men dura, esprime una pubblica censura
nei confronti dì un « collega » che fa parte
di una chiesa la quale, per l'esercizio della
disciplina, dispone di appositi organi a cui
nessuno è autorizzato a sostituirsi. Sarebbe
stato quindi lodevole die detto « Consiglio »
sì fosse astenuto dal giudicare un pastore indicandogli per giunta la porta di uscita dal
corpo pastorale della sua chiesa, al quale la
stragrande maggioranza dei pastori di detto
c( Consiglio » felicemente non appartiene.
Inoltre vien fatto di chiedersi come si possa con una lettera pomposamente firmata
niente po’ po di meno che dal cc Presidente >i
di tanto « Consiglio >i, pretendere di dare,
iniiiiitiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiioiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifi
Doni Eco-Luce
Dn Torino: Maria Barliiani L. 500: Margherita Fiori 500: Norma Sihona Maramotti
1.500: Laura Ro.stagno Avondetto 500; Lineile Monasticr i.OOO: Mario e Claudia Steiner
500: Daisy Guarenti Steiner 500: Alberto
Selli 500: Ida Bandone 1.000: Elsa c Vittorio
Traver.s 500: Albina Pcyronel 300: Ada Pecoraro 2.000.
Da Roma: Ottavio Proebet 1.500; Soeci Girardet 500: Umberto Savoja 500: Anna Tilli
500: Guglielmo Angiolillo 500: Ernestina
Ayas.sot 500: Frida De Farro 1.500; Piera
Meloni 500.
D(i Prarostiiio: Giulia Bertoli 500; Clorinda Robert 500: Virgilio Gay 150; Estellina
Bonnet 600.
Da Luserna S. Giovanni: Emma Gonin 500:
Pietro Grand 500: Elisa Jalla 500.
Da Bergamo: Tomma.so Quercioli 1.000:
Bruno Morena 500: Carla Rostain Zavarilt 1.500.
Da Genova: Ettore Bounous 500; Libera
Manfrini 500: .\rturo Peyrol 500.
Carlo Antonioli-Cbarvensod 1.500: Luciano
Azzarello. Napoli 500: Ale.ssandro Vetta. Brc.scia 3.500: Bergna Pedraglio. Como 500: Tilla Blumer. Nombro 500: Attilia Grill Bonjour.
Pinerolo 1.000: Milea Cornelio Falchi. Torre
Pelliee 500: Elvino Buffa. Angrogna 500: Mary Campóse. Pinerolo 500: Giordano Bensi.
Urbino 500: Giovanni Laetscb. Pomaretlo
1.100: Vittorio Couconrde. Inver,so Pinasca
500: Ernesto Giaiero. Porosa 1.000: Irma Zecebin. Venezia 1.000: Cinzia Tessoni. Parma
500: Su.saima Eynard. Torre Pollice 500: Ernesto Di Francesco. Torre Pelliee 1.600: Emile
Sap|)è. Francia 430: T. Wilhjelm. Danimarea 1.500: Giuseppe i'aleiglia. Belgio 500: Din I Costantino. Grugliasco 500: Renato Pozzi.
Alba 1.000: Elsa Jouvc. Alessandria 500: Roberto Rossi. Firenze 1.500 Lidia Negretti.
Como 500: Cecilia More. Torre Pelliee 500:
Renato Tamielti. Ivrea 500: Mary e Anita
Long. S. Germano Cbisone 1.000: Claudio
Berlin. Ivrea 1.500: Geremia Cielo. Ruta 600:
.Anita Dardanelli. S. Secondo .500: Rachel Rostaing. Svizzera 500: Elena Viglielino. Rielarello 500: Jacqucline Muston, Svizzera 500:
Elsa Leger. Mentoulles 300: Vitale Jabier.
Pomaretlo 500: Gitdio Gerire. Perrero 500:
Fernanda Fiorio. Napoli 500: Giovanni Ncgrin. Enrico Sibille 1.000: Livio Godino, Canada 11.960: Jean-Pierre Muston. Svizzera
500: Valdo Giaiero, Rivoli 1.000; Ada Palmery. Milano 500: Hanny Rapisarda, Trieste
1.500: Angelo Staffulani, Valmontone 500:
Libero Banchetti. Rio Marina 1.500; Sorelle
Puorger. Pioml)ino 1.000.
con stile tronfio e sacciuto, rinterpretazione
autentica circa la composizione delle chiese
evangeliche ed il loro comportamento sul piano politico. Tema questo di carattere ecclesiologico assai complesso e che ogni chiesa imposta per conto suo, poiché nessuna ha ancor.-ì delegato tale facoltà ai sullodati pastori di
tanto romano Consiglio.
Ed infine quel documento pastorale precisa
che non si dovrebbero distoreere i fatti delTevangelismo italiano presentandoli sulle pagine di un quotidiano « che è letto da moltissimi non evangelici «, i quali, non conoscentlo la realtà delle cose, rischiano di non comprendere. Ma allora sarebbe stato auspicabile
che agli occhi di tali lettori non venisse presentato (c II Consiglio dei Pastori delle Chiese
Evangeliche di Roma » con tante maiuscole
allusive di vertice, in modo da indurre l’ignaro lettore, che « non conosce la nostra fede,
nc la situazione interna delle nostre Chiese »,
a pensare che anche gli evangelici, a somiglianza dì altri, abbiano in Roma un loro Vicariato con tanto dì « Presidente » la cui firma
si fregia di vari tìtoli qualificanti.
* *
È logico che pastori residenti in una stessa
località si ritrovino tra loro, e può essere opportuno che gli organi responsabili delle chiese locali diano loro l’incarico di esaminare
questioni di interesse comune per riferirne di
poi. Ma da un triennio a questa parte, forse
per l’affluire di nuovi elementi nella città, il
Consiglio dei pastori esistente in Roma ha arbitrariamente mutata la sua veste di riunione
informale per assumere forme istituzionali ed
atteggiamenti curiali, che nessuno può riconoscergli.
Autodenominandosi « Consiglio pastorale
delle Chiese Evangeliche romane », oppure
presentandosi come cc II Consìglio dei Pastori
delle Chiese Evangeliche di Roma » i suoi
componenti hanno dato prova di voler esercitare i compiti più diversi e dì esprimersi per
scritti di c< Presidenti » e cc Segretari » in funzioni rappresentative che nessuno ha mai pensato di conferire loro.
Ricordo certe assunzioni di prerogative di
vertice in tema di ecumenismo ("Eco-Luce”
24-1-1969); e gratuite investiture di rappresentanza dell'evangelismo romano ("Eco-Luce”
28-2-1969). che hanno già dato luogo a taluni
disgusti.
Detto « Consiglio » poi non è rincontro dei
pastori residenti in Roma, poiché alcuni di
essi non vengono neppure convocati; perciò
non può qualificarsi « Consiglio dei pastori di
Roma ». Inoltre, non partecipandovi i soli
pastori al servizio nelle chiese di Roma, in
quanto ve n'è che viene da fuori, non può
neppure presentarsi come « Consiglio pastorale delle Chiese Evangeliche di Roma ».
Chi sono dunque costoro che parlano attraverso un consesso che non ha veste alcuna,
neppure per rappresentare le persone che lo
compongono?
^ ^ Hi
Un Consiglio di pastori sorse nel tempo a
Roma come incontro informale per due e ben
precisate questioni. Ed è ciò che il Concistoro valdese della Chiesa di via 4 Novembre in
Roma, quale unico organo responsabile di
detta chiesa, ha voluto di recente ristabilire
in una sua apposita delibera con la quale ha
ridimensionato le arbitrariamente dilatate attribuzioni dì tale Consiglio.
Il detto Concistoro ha infatti precisato che
il Consiglio dei pastori della città ha competenza solo per le questioni inerenti le manifestazioni cultuali e religiose ìnterdenominazionali in loco, e per la cura e gestione dei reparti evangelici dei locali cimiteri; con esclusione dì qualsiasi altro compilo, di funzioni
rappresentative di sorta, e deU’emanazione di
qualsivoglia documento. E siccome ogni chiesa considera le cose che la riguardano a mezzo dei suoi organi qualificati e le vede nelFottica del proprio essere e del suo ordinamento, tale delibera significa che i pastori di
tale chiesa valdese in tanto sono abilitati a
prendere parte a detto Consiglio in quanto esso si mantenga nei limiti delle sole competenze specifiche per le quali fu istituito, e per il
resto si taccia, lasciando a chi di dovere di
interessarsene.
Questa posizione di tutta chiarezza, assunta
da un Concistoro valdese, risponde al principio
insito nell'ordinamento di dette chiese, secondo cui i pastori non agiscono in modo indipendente dai Concistori di cui fan parte. E se
tale richiamo ufficiale è stato rivolto al « Consiglio » dei pastori da parte dell’organo responsabile dì una chiesa retta da un ordinamento
presbiteriano, detto richiamo dovrebbe esser
compreso e condiviso anche da parte di quelle
altre chiese presenti in Roma che si informano a principi congregazionalisti.
Giorgio Peyrot
Per compiutezza d’informazione riportiamo
il testo delle due lettere cui fa riferimento
Giorgio Peyrot e che sono state pubblicate su
“Paese sera" del 3 dicembre 1971:
Il Consiglio dei Pastori delle Chiese Evangeliche di Roma, presa visione dell’articolo
« Essere cristiani non esclude un impegno socialista », a firma Giorgio Girardet, apparso
su « Paese sera » del 3 corr. (n.d.r.. la lettera
era stata inviata in novembre)^ sente il dovere
dì informare i lettori di cotesto quotidiano di
non condividere Farbi traria interpretazione data dall’articolista sulla situazione delle Chiese
evangeliche in Italia. In modo particolare ritiene inesatta, antistorica e tendenziosa l’affermazione che « i giovani protestanti italiani
hanno ormai abbandonata la casa liberal-borghese che aveva dato e da ancora rifugio e indirizzo politico alla generazione dei padri;
quella delle "chiese ufficiali" per intenderci ».
Le Chiese evangeliche del nostro paese sono di composizione interclassista, alcune anche di netta formazione proletaria e, comunque, non hanno mai chiesto ai loro membri dì
aderire a una particolare ideologia politica.
Distinti saluti
Per il Consiglio dei Pastori
delle Chiese Evangeliche di Roma
il presidente. Alberto Ribet
Nell’articolo in questione mi ero limitato a
registrare la strada scelta dalla Gioventù evangelica presente al Congresso di S. Severa: confessione della fede e impegno anticapitalistico.
La « casa liberal-borghese » non aveva evidentemente intenzioni offensive, ma si riferiva a
una realtà oggettiva e documentabile: confermata del resto — mi pare — dai firmatari di
f[uesta lettera che insistono sull interclassismo" c sulF"apolitìcità" della chiesa.
Giorgio Girardet
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiitiiiiiiiMiiiiMiiiiiiimiMMiiiiiiiiiiiiitTTiiinimiiMiiiMiiMiiiiiimiiiKiiiitiniiiTTiiiiimiiiiiiii
Notizie da Luserna San Giovanni
Grazie!
{continua)
— Nel mese di novembre hanno avuto luogo due laboriose sedute del Concistoro. In es■se il Consiglio ba preso in esame ed ha tracciato le linee principali delFattivilà ecclesiastica di quest'anno. Ha accolto e discusso le
relazioni fatte dai presidenti dei vari comitati,
ha proceduto alla elezione o rielezione dei re.spon.sabili delle singole opere di Chie.sa ed ha
posto le basi j)er un lavoro spirituale più intenso che raggiunga non solo le lamiglie lontane dal centro e disperse per la vasta zona
collinare ma anche la diaspora, finora troppo
trascurala e abbandonala a se stessa.
11 Pastore, già oberalo di un notevole pe.so
di incarichi e di respon.sabililà, si è assunto
anche quest'onere ed in collaborazione con
i vari membri del Concistoro ba già dato inizio ad una serie di visite sia nella famiglie
sia in riunioni quartierali periferiche all infuori di quelle tradizionali.
__ L'A.ssemblea di Chiesa, riunitasi la sera
di sabato 13 novembre nei locali del Presbiterio. ha ascoltato con interesse la relazione
dei Delegati alla Conferenza Distrettuale e al
Sinodo ed ha rieonfermalo per il pro.ssimo
quinquennio gli Anziani Dino Gardiol. Umberto Rovara. Riccardo Turili od il Diacono Aldo Maiali.
Accogliendo la richiesta del Concistoro ha
inoltre proceduto alla elezione di due nuovi
Diaconi : Walter Poiis e Bruna Peyrot. giovani molto attivi e già impegnati in varie
attività.
Dopo circa quarant’anni di servizio nel Concistoro l'Anziano Luigi Revel ha chiesto di
non e.sscre più riconfermato nel .suo incarico.
La eomunilh lo ringrazia per il lavoro da lui
svolto per quasi mezzo secolo c gli porge l'augurio di vederlo ancora per lungo tempo presente ai Culti ed alle varie opere per le quali ha lavoralo per tanti anni.
— I nuovi Diaconi eletti, Walter Pons c
Rruìia Peyrot hanno fatto solenne promessa,
durante il Culto del 5 dicembre, di .servire il
Signore con fedeltà e impegno. Iddio li aiuti a
render buona testimonianza all'Evangclo non
.solo nei quartieri loro affidati ma anche in
Il problema deH’ecologia
Ecologia, termine molto usato di
questi tempi. Sappiamo cosa significa? L’ecologia è lo studio del rapporto tra uomo e ambiente naturale, tra
animali e ambiente naturale, in sintesi uomo e animali hanno bisogno della natura per sopravvivere e la natura
DEVE essere protetta; non è una fonte inesauribile di risorse come si credeva fino a pochi anni fa. Sappiamo
per esempio che l’atmosfera terrestre
è alta circa 80 Km. ma dimentichiamo
che l’aria, elemento indispensabile per
qualsiasi forma di vita (composta dal
78% di azoto, 20% di ossigeno, 1% di
argon e gas nobili poi anidride carbonica in percentuale minore) è presente attorno alla terra solo per un’altezza di circa 10 km. DOBBIAMO EVITARE di inquinarla ulteriormente con
i fumi: dell’industria 50%, della motorizzazione 30%, del riscaldamento
20%. Dieci km. sono pochi!
Le acque, altro elemento indispensabile alla vita. Abbiamo cosparso di
DDT le colture per disinfestarle dagli
insetti moltiplicatisi da quando abbiamo, con la caccia, ammazzato gran
parte degli uccelli e altri animali insettivori. Tracce di DDT sono state
trovate su foche dell’Artico, portato là
dai nostri campi, convogliandole poi
nell’Oceano. Ora le foche hanno una
mortalità doppia. Giornalmente scarichiamo tonnellate di liquidi maleodoranti nei mari, dalle fogne, che raccolgono gli scarichi domestici con detersivi vari, i quali uccidono tutti i
microorganismi che potrebbero eliminare naturalmente i rifiuti organici; le
industrie riversano a loro volta nei fiumi e nei mari enormi quantità di scorie inquinanti.
In Italia non esiste ancora una legge che, tutelando l’ecologia, emani pre
else norme al riguardo. Il suolo: speculazioni edilizie di tutti i generi con
sventramento di montagne e colline,
anche qui nessun rispetto per l’ambiente naturale, la « moderna » società capitalistica e consumistica vuol fare della Terra una piattaforma bucherellata di cemento armato con dei robot mangia petrolio che vi circolano
sopra e sotto; senza parlare poi delle
immondizie scaraventate dappertutto
Noi del Fan ticaccia (Comitato Internazionale Anticaccia) costituendo la
sezione locale abbiamo come obbietti
vo la discussione, la sensibil'z'zazione
ed eventualmente la risoluzione dei
problemi ecologici a livello locale, interessando l’opinione pubbFca alla
gravità della situazione e cercando di
far capire come uno dei motivi della
rottura dell’equilibrio naturale sia anche la caccia indiscriminata che distruggendo la già scarsa fauna causa
indirettamente l’aumento degli anima
li parassiti e nocivi e, quindi, si aumenta l’uso di insetticidi e anticrittogamici.
Esiste poi la speculazione statale con
incassi di miliardi sulle licenze di caccia, e il deplorevole giro di affari dei
fabbricanti di armi. Questo è anche
un discorso politico, poiché per salvaguardare l’ambiente Itisogna ernanare
delle leggi che proibiscano le speculazioni edilizie, che obblighino le industrie a servirsi della tecnologia più
avanzata onde fornire i propri impianti di quei mezzi di depurazione oggi
indispensabili, anche per la sa'ute degli operai. Provvedimenti del genere
è ovvio che vengano boicottati al 103
per cento dai grandi capitalisti e da!
racket dell’edilizia.
Di qui l’importanza della sensibiliz
zazione dell’opinione pubblica, la quale deve formarsi una coscienza politica capace di fare delle scelte democratiche ed obbiettive, in piena libertà, utili a migliorare la società in cui
viviamo ed a risolvere questi urgentissimi problemi.
Per il comitato locale anticaccia
Attilio Sibille
Sede in 10066 Torre Pelliee: Piazza
Gianavello.
iiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimii
Ospedale Valdese
di Torre Pelliee
Per l’attrezzatura scientifica delFambulatorio
di oculistica dell’Ospedale Valdese di Torre
Pelliee continuano a pervenire le offerte da
parte di amici e sostenitori dell’Ospedale a
Ade Gardiol (viale Trento 12 - Torre Pelliee)
la quale con i Sanitari, il personale e l’Amministrazione, ringrazia vivamente.
L’attrezzatura è già stata ordinata e con
Fanno nuovo si è in grado di iniziare Fattività ambulatoriale.
(Secondo elenco)
In memoria di Gino e Giorgina Jabier, da
un'amica L. 100.000; Sig.ra Latina Debeaux
10.000; Flora Tourn 5.000; In memoria di
Luigi Nizza, la sorella Maria 10.000; Ribet
Elisa, S. Germano Chisone 10.000; Maddalena
Durand 2.000; Malan Chauvie Susanna, Angrogna 5.000; Sibille Cesarina 10.000; Marcella Meyer, Pinerolo 5.000; Abate Renato 2.000;
Stallò Giovanni 1.000; Unione Femm. Evangelica di Zurigo 60.650; In memoria dei genitori, E. T. 10.000; Enrico Beux 10.000; Sorelle Acinelli 10.000; Cecilia Besozzì 3.000;
Iji memoria Dr. Federico Balmas, Spialtini Cesarino (Lusernetta) 10.000 e Carmelina Giovo (Luserna S. Giovanni) 1.000.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiMiMiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMniiiimiMiiMiiiiiiMMiiiiMiiiiiiiiiiiimimiimiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Presso le scuole elementan di Luserna S. Giovanni
Prima assemblea genitori - insegnanti
mezzo ai fratelli tutti della comunità e conceda loro molte soddisfazioni nel servizio che
essi .si apprestano a compiere nel Nome Suo
nella Chiesa.
— Invitalo dalla nostra Corale, il « Coro
Alpino Val Pelliee » ci ha offerto la sera di
.sabato 4 dicembre un concerto vocale nella
Sala Alharin. Il numcro.so pubblico presente
ha applaudito a lungo Fesecuzione veramente magistrale dei vari cori diretti dal maestro
Edgardo Paschetlo.
È stata una serata magnifica ed il Pastore
Taccia, a nome del Presidente della Corale e
della comunità, ha ringrazialo i bravi coristi che. con la preparatissima e ben curata
armonizzazione delle voci derivanti da un
complesso ben affiatato, hanno saputo offrirci
una cosi simpatica manifestazione concertistica.
— Accogliendo la richiesta giunta da più
parti, il Concistoro ha deciso di avere un certo
numero di sedute pubbliche. La prima di queste riunioni ha avuto luogo venerdì 17 ilieemhrc con un ordine del giorno centralo
quasi esclusivamente sull'annoso problema delle finanze.
Con un consenso quasi unanime .si è deciso
di versare alla Tavola la somma di due milioni richiestici per il deficit dello scorso anno
oltre i sei milioni di contribuzione normale.
La comunità è numerosa ed il Concistoro ha
fiducia che ogni membro di chiesa saprà comprendere il problema clic non è grave perché
la nostra parrocchia non è tra le più povere
c saprà mettere quel minimo di buona volontà per fare in modo che la chiesa di San Giovanni non sia semjire rullima in classifica per
i versamenti pro-capite alla Tavola.
La prossima riunione, sempre pubblica, avrà
luogo la sera di venerdì 7 gennaio con tre
punti importanti alTordine del giorno: ristrutturazione dei quartieri, revisione delle
liste elettorali e approvazione dell’invito del
Concistoro di Angrogna ai Consigli di Valle
sulla preoccupante .situazione economica della
Val Pelliee.
d. g.
Venerdì alle ore 15, nella palestra
delle scuole elementari di via Gianavello, a Luserna San Giovanni, si è tenuta la prima assemblea dei genitori
con gli insegnanti. Ai genitori era stato, precedentemente, distribuito un
ciclostilato in cui si elencavano 1 motivi di questa iniziativa, suggerita già
dal ministro della pubblica istruzione,
e principalmente che la scuola è un
servizio per la comunità, e che occorre evitare o almeno limitare la f rat tu
ra fra scuola e vita. È giusto infatti
che i genitori discutano e cerchino di
risolvere con gli insegnanti 1 problemi dei ragazzi e in secondo luogo 1
grandi problemi e la crisi della scuola.
La giornata si è aperta con la presentazione del maestro Paschetlo che
ha ringraziato i presenti di essere intervenuti in buon numero, seguita poi
da una breve introduzione, del maestro Gardiol sugli scopi dell’assemblea
e un saluto del maestro Martina, co
me rappresentante del comune. I genitori sono intervenuti nella discussione, anche con vivacità e 1 problemi
da discutere sono risultati numerosi.
Alcune osservazioni sono state fatte
riguardo ai compiti, qualcuno ne voleva di più, altri hanno puntualizzato
che molti bambini non possono essere seguiti a casa c che occorrerebbe
un dopo-scuola per tuttij a'tri ancora
che si deve considerare il tempo libero del bambino, affinché possa realizzarsi nel gioco.
Un po’ di confusione c’è stata per 1
programmi, la domanda che si rivolge
qualche genitore è: « Che cosa deve
sapere il mio bambino ad una determinata classe? ». « Molti insegnanti
non svolgono un programma, seguen
do il libro, come mai? si può? ». « Che
funzione ha il libro di testo? ».
Interrogativi molto interessanti, soprattutto perché permettono di chiarire la nuova impostazione pedagogica di molti insegnanti, che vede ai
centro della scuola non le materie da
insegnare, ma il bambino nella sua
globalità e nelle sue possibilità.
Si è concluso fissando la prossima
riunione venerdì 28 gennaio 1972, nella stessa sede della precedente, alle
ore 15.
Bruna Peyrot
RINGRAZIAMENTO
La famiglia di
Giovanni Boèr
profondamente commossa per la dimostrazione di stima e d’affetto ncevuta, ringrazia tutti coloro che gli sono stati vicini nel dolore della separazione. In modo particolare i Pastori Franco Giampiccoli e Paolo Ricca,
la Corale Valdese di Torino, i parenti
ed amici tutti.
Si prega di devolvere eventuali offerte in memoria alla Casa di Riposo dei Bellonatti a Luserna S. Giovanni e all’Assistenza Chiesa Valdese Corso Oddone di Torino.
« Enseigne-nous à tellement
compier nos jours, que nous
en puissions avoir un coeur
sage » (Salmo XC: 12).
Bcinasco, 18 dicembre 1971.
E uscito il nuovo calendario mensile:
VAILI NOSTRE 1072
con 13 vedute a colori e indirizzi delle chiese. L. 700
CLAUDIANA - Via Principe Tommaso, 1 - 10125 Torino
5
24 dicembre 1971 — N. 52
pag. 5
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
Il Fiatale a Milano
« Oliando giunse la pienezza dei
tempi, iddio mandò suo Figlio, nato
di donna, per riscattare quelli che erano sotto la legge..., talché tu non sei
più servo, ma figlio. In quel tempo,
non avendo conoscenza di Dio voi avete servito a quelli che per natura non
sono dei. Ma ora... come mai vi rivolgete ai deboli e poveri elementi, ai
quali volete di nuovo servire? Voi osservate giorni e mesi e stagioni ed
anni. Io temo quanto a voi d’essermi
invano affaticato per voi ».
(Calati 4: 4-11).
I cristiani dei primi secoli, quelli
che conoscevano la persecuzione, non
riconoscevano giorni speciali consacrati a feste religiose.
L’Apostolo Paolo chiamava queste
feste dei « poveri elementi » di questo
mondo che asserviscono l’uomo con le
loro tradizioni legandolo fatalisticamente al corso ineluttabile delle stagioni, non al piano di Dio ed alla Sua
volontà.
L’Apostolo, pur ammettendo grande
libertà e rispetto per l’altrui opinione in questo campo (Romani 14; 5-9),
annuncia che tutti i giorni sono ugualmente di Dio: tutti. Natale ed annuncio di salvezza,, tutti, Pasqua di resurrezione e di gioia perché Egli vive
in noi; tutti di dolore, di solidarietà e
di pentimento, per quanto vedo e compio di male; tutti di consacrazione
perché l’amore non aspetta « un giorno »; tutti, di speranza, perché Egli
viene.
Di fronte a questo appello della Parola di Dio ed alle usanze pagane del
nostro tempo, noi Chiesa di Gesù Cristo dobbiamo chiederci molto seriamente quale sia oggi il piano di Dio
e la Sua volontà per questo mondo ed
in qual modo Egli ci chiami al Suo
servizio come strumenti nel Suo piano.
Thomas Soggin
(Da L'Araldo”, circolare della chiesa di Milano dalla quale stralciamo le notizie che
seguono).
La giornata della scuola domenicale in preparazione del Natale (19 dicembre) avrà nella
sua prima parte la caratteristica di « giornata
comunitaria » e di culto, nella gioia, nella sobrietà e nella povertà, in comune con i ragazzi della Chiesa Metodista. Una semplice colazione al sacco portata da ciascun ragazzo,
niente regali, ma l’allegrezza di trascorrere un
pomeriggio insieme, con giochi, canti e ]>roiezione di un film; quindi si uniranno i genitori e i ragazzi presenteranno una scena da loro
preparata.
In queste settimane sia i culti domenicali,
sia gli incontri di studio biblico fra cattolici
■ed evangelici vertono sulle varie parti del Sermone sul monte.
L'assemblea di chiesa del 28 novembre ha
confermato quali anziani Ih Guldbrandsen.
Roberto Isenburg e Max Rostan e quale diacono Gianni Rostan ; avendo i diaconi Giovanna Peyronel e Alessandro Molinari dichiarato
di non poter accettare una nuova candidatura,
sono stati sostituiti da Guido Boccassini e Baldo Lami.
Per il 16 gennaio è convocata ras.semblea
di chiesa, presieduta dal presidente della Commissione Distrettuale. Franco Wyss. per decidere circa la riconferma del past. Aldo Sbaffi
per un secondo settennio.
La comunità ha raccolto, e superato, la
somma richiesta a copertura del deficit.
Sono stati battezzati Sabrina Cristina Wender, Daniela Smit, Andrea Cannillo, Valentina De Dominicis, Lara Myriam Van der Gert.
Sono stati richiamati dal Signore Pierangelo
Bianchi, Beatrice Busch ved. Ferraris.
Giovedì 23, alle 21, nel tempio di Via F.
Sforza un concerto de « 1 giovani solisti di
Milano » è organizzato dalle Assemblee di
Dio in Italia a favore della « Sfida giovanile »,
istituzione per il riscatto della gioventù drogata.
iiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiimmiiiimiiii>"iiiiiiiiiimiiiiiii:iiiiii
A RI MINI
Un gesto di intolleranza
Abbiamo ultimamente riferito della gioiosa
celebrazione della Riforma nella nostra comunità. Purtroppo dobbiamo annunciare, questa
volta, che la nostra bacheca, esposta in Piazza Cavour, è stata presa di mira. I vetri sono
andati in frantumi ed è stato strappato tutto
ciò che la bacheca conteneva : un Evangelo
aperto e l’annuncio dell’orario dei culti con
l’indirizzo della chiesa valdese locale. Null’altro: nessun articolo di giornale, né stampa
nostra, niente. Se mai dovremmo deplorare la
nostra eccessiva delicatezza e cautela, perché
nessuno avesse mai appiglio per gesti sconsiderati. Il vandalismo intollerante è inqualificabile: troveremo un giorno divelta e asportata anche la bacheca, com’è successo a quella dei « cinesi »? Atti come questi vanno vigorosamente denunciati alla pubblica opinione.
iiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiimiiiiiimifiiiiiiiiiii
Chiese del Lazio e sciopero
alla Pesenti di Colleferro
I Consigli delle chiese valdesi di Roma e
del Lazio nella loro seduta congiunta deH’S
dicembre, messi al corrente dal Consiglio della chiesa di Colleferro della situazione che si
è creata alla Calcecementi Pesenti di Colleferro e dello sciopero in corso, hanno approvato un ordine del giorno nel quale, « mentre
esprimono la loro solidarietà con gli operai
attualmente in sciopero, auspicano che al più
presto la vertenza possa avere una soluzione
secondo giustizia ».
A FIRENZE
Annunzio rinnovato
di un tempo
di grazia
Una volta si dava particolare
rilievo al « tempo d’Avvento ».
La vita era scandita dal seguirsi di « avvenimenti religiosi ».
Forse non era poi così bene.
Ma oggi — quando la tendenza generale è di cancellare tutto ciò ch’è ancorato alla tradizione — noi soffriamo di un altro pericolo: quello di dimenticare ( « anche » per mancanza di
stimoli esterni) quel sentimento
del tempo che è una percezione
dei giorni, di tutti i giorni che
fanno gli anni della nostra vita,
come una occasione offerta da
Dio.
Ogni settimana, ogni giorno è
« tempo di avvento », è vero: ma
chi ci ricorda che l’avvenimento
della incarnazione ha un senso,
è una svolta della storia del
mondo? quel debole segno indicativo ch’è il calendario « ecclesiastico », non è utile? non dovremmo tenerne conto?
È ormai un luogo comune:
non orofaniamo il Natale degradandolo a mera occasione di
mangiate, regali, ecc. Abbiamo
invece di questo tempo della incarnazione di Cristo una visione
evangelica, autentica; è rinnovato annunzio di un « tempo
della Grazia » che Dio ci ha donato; richiamo pressante alla
nostra coscienza.
Su un muro di Firenze hanno
scritto: « Il pensiero è anarchico »; ma qualcuno ha detto anche: « Solo la verità è rivoluzionaria ».
Questa « rivolu:done » è stata
iniziata da Dio stesso, quando
Egli ha deciso di parlarci in
Cristo e ha manifestato così la
sua volontà di mutare il mondo.
(Dal Bollettino della Chiesa
di Firenze).
La solennità di Natale nella storia valdese
Tutto cominciò
con io scuoie domenicali...
..................... limili........................................... miiiiiiiimiiiiiiiiii
j\fella comunìtà di Roma [Via IV movombre)
Prendere atto che il « culto » domenicale è
l'unico momento di incontro della comunità
nel suo insieme, non significa esprimere necessariamente una valutazione negativa. La
realtà della comunità infatti non si valuta dalie ore di presenza nei locali ecclesiastici o dal
numero di attività svolte, ma dalla fedeltà alla
Parola dì Dio. D'altra parte però ciò non vuole dire giustificare la situazione attuale, perciò il Consiglio di Chiesa, pur riconoscendo
che nella nostra comunità esiste una prof onta realtà di fede e di testimonianza, conscio
eh 3 la Chiesa è la comunità dei credenti che
confessano la propria fede con tutta la loro
vita, affronterà ben presto il problema di
quanti sono ormai solo un nome in un registro, e ne proporrà, .se del caso, la sospensione temporanea.
Dopo la pausa estiva il Pastore ha ripreso
ed intensificato i contatti personali con le singole famiglie, per conoscere meglio e portare
in preghiera davanti al Signore tutti quei problemi personali, familiari e comunitari, che
un moltiplicarsi di attività non solo non riuscirebbe a risolvere, ma anzi aggraverebbe, perché. favorendo un accentramento di attenzione su alcuni particolari gruppi attivi, finirebbe con l'emarginare quanti .si trovano di fatto
in una situazione che va seguita con un lavoro personale ed in profondità, piuttosto che
in estensione.
Poiché i culti costituiscono il momento
principale dì incontri della comunità, la predicazione ha mirato a continuare, ampliandolo, il colloquio iniziato con le visite pastorali. Per alcune domeniche è stato anche preparato un foglio ciclostilato con il sunto del
sermone, Tordine liturgico e gli annunzi, ma
questa iniziativa, che gravava sul pastore, ha
dovuto essere sospesa.
La Scuola Domenicale svolge il suo programma sotto la guida dei 4 monitori, che
settimanalmente si incontrano con il Pastore
per prepararsi insieme.
I 14 ragazzi della classe biblica si sono
riuniti più volte per delle agapi fraterne e per
trascorrere insieme il pomeriggio della domenica. Il Prof. Valdo Vinay ha tenuto loro una
lezione domenica 28 novembre.
I catecumeni continuano la loro preparazione.
II gruppo giovanile che, essendosi ricostituito da poco, non ha ancora preso in considerazione la propria adesione alla F.G.E.I.. ha
avuto le sue riunioni regolari settimanali ed
ha svolto un lavoro serio, anche se non tutti
coloro che alPinizio avevano speso molte pa
role per sostenere la necessità di un impe
gno concreto nella e fuori della comunità, si
sono poi mostrati coerenti al momento del
Tattuazione delle proposte. All’attivo i gio
vani possono ricordare l’impegno per uno studio continuato sul volume « Il piano di Dio »
(dì S. de Dietrich), il lavoro di diffusione delle pubblicazioni evangeliche dopo i culti e con
un banco in occasione del bazar; un fondo costituito dalle collette alle riunioni e dal guadagno della vendita dei libri e della carta
straccia raccolta, e che sarà usato per un
concreto servizio al prossimo; Pimpegno per la
preparazione dì un programma dì canti scelti
per dare un messaggio meditato ed attuale in
occasione del tradizionale pomeriggio natalizio.
Il proposito di compiere qualco.sa che fosse
testimonianza concreta del nostro essére credenti. si è concretato in una prima visita, insieme al Pastore, ai ragazzi .spastici irrecupe
Per i ragazzi delle Scuole Domenicali
e della diaspora
L AMICÒ DEI FANCIULLI
mensile illustrato di letteratura infantile
agina biblica, racconti, giochi, problemi biblici a premio. Parla ai ragazzi di facili problemi sociali, di questioni riguardanti la
natura la comprensione fra i popofi, ecc. Mantiene un rapporto fra i ragazzi tramite la loro corrispondenza e i loro interventi. Utile per gli isolati e la diaspora.
Redazione e amministrazione: Berta Subilia - Via Pietro Cossa, 42 00193 Roma, c.c.p. 1/21179.
,, , . ___ I 1 000 — Estero e sostenitore L. 1.250
Abbonamento, annuo, l. j-vw
rabili deiristiluto Don Guanella. Alcune giovani hanno ora deciso di continuare queste visite settimanali che sono di prezioso aiuto per
dare a quei ragazzi un alletto di cui sentono
la grave mancanza.
L'unione giovanile ha inoltre proposto in
occasione del prossimo Natale, una iniziativa
a tutta la comunità, suggerendo di regalare
al amici o colleghi una Bibbia, nella convinzione che solo la potenza della Parola è in
grado di suscitare la fede e che la Scrittura
è l’unico luogo di incontro con il Signore.
Buon esito ha avuto Vassemblea di chiesa
del 24 ottobre, convocata subito dopo il culto: l'Agape serale del 19 ottobre invece ha
avuto esito infelice. Andiamo sempre più convincendoci che le distanze e le difficoltà concrete non sono trascurabili. Nella nostra situazione molto può fare il contatto personale e l'impegno in piccoli gruppi, perciò è stato
chiesto a quanti sono sensibili al problema, di
volere organizzare delle riunioni, quartierali
invitando fratelli ed amici per un incontro.
In una città come la nostra, la Chiesa può
vivere solo se del piccoli nuclei prendono a
cuore un determinato settore di attività e ne
affrontano i problemi con impegno.
Un esempio ci è dato dal piccolo gruppo di
.sorelle che da anni compiono un’opera silenziosa, ignorata dai più. come unione femminile. Sembra proprio impossibile che lo zelo e
l’impegno di còsi poche persone possa sortire
un esito tanto concreto e positivo, non solo per
la nostra comunità, ma anche per molle opere della nostra Chiesa Valdese. La cena fredda organizzala .sul terrazzo è ben riuscita, ed
il bazar prenatalizio ha dato un guadagno netto di circa 550.000 lire.
Sono stati rimessi a nuovo gran parte dei
locali delle attività. Per questi lavori la metà
circa della spesa è stala sostenuta daH'Unione
femminile.
Il pastore ha avuto due incontri con tre
classi (circa 80 alunni) della Scuola Media
Statale Martin Luther King. Nel primo, avvenuto nella nostra chiesa il 10 novembre, egli
h.T esposto i punti più significativi della fede
evangelica, nel secondo, avvenuto in un’aula
della Scuola il 23 novembre, ha presentato
la storia della Chiesa Valdese e della Riforma
in generale. Numerose domande e vari interventi hanno re.so interes.sante le due occasioni
di colloquio.
Al corso di catechetica che il Prof. V. Vinay
tiene quest'anno per gli studenti della Facoltà
di Teologia e che gentilmente egli ha aperto a
quanti desiderano frequentarlo, partecipano
due monitori, tre Signore i cui figli sono catecumeni. ed il figlio del pastore. Un monitore
frequenta anche il corso di omiletica. Ci auguriamo che ciò serva a preparare dei ministeri nella comunità. C. V.
La solennità di Natale non aveva rilievo alcuno nella vita delle chiese calviniste: per molte decine di anni, diciamo pure per oltre un paio di secoli, esso veniva ricordato in modo particolare soltanto se coincideva con una domenica. Così naturalmente anche le
chiese valdesi seguirono questa via, e
in tutti gli atti sinodali come negli altri
documenti che ci rimangono, il Natale
non sembra aver avuto nessun particolare interesse, e lo si ricordava con la
celebrazione della S. Cena solo sempre
se capitava di domenica.
Pensiamo che questo uso si sia conservato, così, fino a meno di un secolo
fa, allorché l’istituzione della « festa dei
bambini » diede poi l’idea di un culto
per gli adulti: non siamo però mai
riusciti a trovare qualcosa di preciso
in questo senso, e non siamo in grado
di dire a quale epoca precisa prese avvio il « culto » di Natale. Saremo anzi
grati a chi ci potesse indicare qualche
documentazione in proposito.
La « festa dei bambini » per il Natale
prese invece avvio soltanto da poco più
di un secolo a seguito dell’istituzione
delle scuole domenicali. Questa attività aveva avuto un inizio saltuario a Torre Penice fin dal 1821, per iniziativa personale di Carlotta Peyrot; era stata ripresa nel 1842 a S. Giovanni e a Torre,
ma soltanto negli anni cinquanta e sessanta essa si sviluppò fortemente, incoraggiata éd appoggiata dai sinodi vaidesi. Nel 1859 il signor Coùk, esponente del Comitato Parigino delle scuole
domenicali, visitava le Valli, propagandandone l’istituzione; nel 1863 i rapporti al sinodo, ci informano che « quasi
ogni parrocchia» aveva la sua; ed è
interessante rilevare che già nel 1860,
arrivati da poco in Uruguay, i primi coloni valdesi istituivano anche là la loro
brava scuola domenicale! Così dicasi
per l’evangelizzazione in Italia: ogni
nuova comunità aveva immediatainente la sua scuola domenicale. Fu anzi in
vista di questa attività « italiana » che
nacque nel 1870 l’Amico dei fanciulli,
destinato a sostituire il « Petit messager des écoles du Dimanche », pubblicato a Parigi e diffuso nelle Valli in
circa 2.000 copie; o la « Scuola della
Domenica » pubblicato a Firenze fin
dal 1863.
« Dacché in Italia si sono aperte scuole evangeliche si è introdotto l’uso di
far celebrare ai bimbi la festa di Natale attorno ad un albero festosamente
adornato ed illuminato », riferiva una
cronaca del 1868; e lo stesso cronista
un anno prima descriveva una festa di
Natale in Germania, osservando che
« in Italia pochi anni or sono non si
conosceva punto una così innocente festa-di famiglia ».
Si può quindi pensare che l’istituzione dell'albero di Natale come festa dei
bambini possa risalire più o meno alla
fine degli anni cinquanta, ed in poco
tempo l’uso si diffuse ovunque « queste
graziose feste (scriveva un cronista nel
1870) destinate specialmente ai bambini, ma non meno care agli adulti, promettono proprio di diventare un’istituzione nostrale ». E l’anno seguente, il
cronista di Firenze osservava; « se dovessimo parlare di tutti gli alberi che
furono fatti in case private, si farebbe
una vera selva luminosa e incantata ».
Nelle Valli Valdesi l’uso dell’albero
seguiva l’istituzione delle scuole domenicali; a Prarostino, « un arbre couvert
de brioches, de pommes, de caramels,
de jolies brochures, doni les frais orit
été faits par le consistoire et quelques
amis des enfants. Après la prière, quelques chants, et une allocution prononiiMimimmiiiiiiiiiiiiiiniiiimiinffiffii»"»»»i>'">"'iiii
Approvata la legge
sulle intese per l’assistenza
malattie ai ministri
di culto ndn cattolici
Il 2 dicembre la Commissione lavoro e previdenza sociale della Camera
ha approvato in via definitiva la leg
ge per l’applicazione del disposto della legge sull’assistenza malattie ai ministri di culto mediante intése con le
Chiese interessate, in armonia con la
Costituzione. La legge entrerà in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e da tale data si
potranno stabilire intese con l’INAM,
modificando e migliorando sensibilmente il regime di assistenza malattie
ai pastori.
La battaglia lunga, perseverante per
tenere rigorosamente fermo il principio delle "intese” (i lettori ricorderanno che 2 anni or sono il Sinodo Valdese aveva rifiutato l’estensione unilaterale, ai pastori valdesi, da parte dello
Stato, dell’assistenza mutualistica già
assicurata al clero cattolico e aveva
riaffermato che i rapporti fra lo Stato e la Chiesa Valdese posàono essere
regolati soltanto dalle intese bilaterali
previste dalla Costituzione) vede giungere al traguardo soltanto la Chiesa
Metodista e la Chiesa Valdese; altre,
meno sensibili all’importanza del principio giuridico, si sono perse per strada... Ci rallegriamo vivamente che
l’iter sia stato percorso con perseveranza e che gli organi dello Stato siano stati infine sensibili alle istanze
avanzate, nei contenuti e nei modi.
cée par l’instituteur, M. Jourdan, sur S.
Lue 2, nous entendîmes une dizaine de
narrations et de récitations faites par
les enfants. La pluspart des anciens
était présente; l’un d’eux parla aussi,
et on dépouilla l’arbre ».
Esattamente lo schema delle celebrazioni natalizie di decine di anni da allora in poi.
Non dovunque però l'albero di Natale, e soprattutto per il fatto delle candele accese (che ricordava troppo i ceri
delle funzioni cattoliche) trovò immediata accoglienza. Ci risulta che ai
Chiotti, nel 1886, non c’era ancora il Natale dei bambini, e sappiamo che a
Bobbio, negli anni precedenti c’era stata una fiera opposizione alla novità, e
addirittura un reclamo alla Tavola contro il pastore. Era questi Bartolomeo
Gardiol (che resse quella parrocchia
per ben 44 anni, a partire dal 1875!), il
quale appunto racconta: « La prima
volta (successe forse nel 1876 o 1877)
che il pastore preparò un albero a Natale nel tempio, il solo luogo che per
la sua ampiezza potesse accogliere i numerosi alunni della Scuola Domenicale
insieme a quelli che non avevano mai
visto alcunché di simile, vi fu una vera rivoluzione per parte degli adulti,
uomini e donne, anzi un ricorso alla Tavola perché proibisse, in avvenire, spettacoli che ricordavano il culto cattolico
con tanto di candele accese e di processione. Se il pastore, dicevasi apertamente, vuol condurci alla Chiesa Romana, noi starem saldi nella fede dei
nostri padri! Il che non impedì che
l’anno seguente si avesse la festa, e così fino ad oggi ».
Intanto già avevano luogo i culti di
Natale, con celebrazione della S. Cena,
ed il pastore di Rorà, nel 1885 si lamentava che molti fedeli « non partecipavano alla comunione di Natale »!
Le meditazioni natalizie sui periodici
della chiesa valdese, e cioè sul Témoin
presero avvio soltanto dal 1887: prima
di allora, il Natale passava inosservato
per il lettore del giornale. Anche i fogli
destinati all’evangelismo italiano non
dedicavano alla solennità nessun particolare rilievo, salvo qualche rara eccezione. Intanto anche gli innari si adeguavano al nuovo uso: nella raccolta
italiana, il « Notte benigna » e 11« Sotto splendido stellato » appaiono soltanto nell’edizione del 190'7, e il « 'Venite
fedeli » solo nel 1922; in quello francese il « Salut, bianche étoile », appare solo nell’edizione del 1926, accanto ai due
inni dedicati proprio aH'albero: « Dans
la forêt, près des grands monts.. », e
« Mon beau sapin, roi des forêts... ».
E bisogna arrivare quindi a meno di
un secolo fa perché la celebrazione del
Natale si presenti in tutta la sua fisionomia quale ci è nota: pagine intere di
giornali, festa dei bambini con alberi
sempre più grandi e luminosi, culto solenne con S. Cena, e tutto quello che
ne segue... Augusto Armand-Hugon
iiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiimiiiimiiiiiiii
Torino
Come annunciato, la sera del 4 dicembre
è stata inaugurata, invero senza solennità, la
nuova casa comunitaria di Via Pio V. Il past.
C. Gay ha fatto gli onori di casa, l'anz. V.
Ravazzini ha ricordalo le tappe del progetto
e della costruzione e ha concluso esprimendo
l'augurio che il nuovo strumento sia usato a
fondo dalla comunità: il moderatore N. Giampiccoli ha ricordato la necessaria tensione in
cui dobbiamo vivere fra Fesigenz?: dì "strutture leggere" e "strutture pesanti” (qual è
anche questo edificio), entrambe necessarie
alla vita attiva della chiesa. È mancata, in
quella serata, una contestazione che, assai sommessa, si era fatta sentire in una precedente
assemblea di chiesa. La corale ha ravvivalo la
serata, conclusa con un rinfresco e la vìsita
allo stabile, almeno parziale.
I nuovi locali comunitari sono suliito intensamente sfruttati, in questo periodo dell'anno. L'il il « Gruppo Missioni » e il 18 la
« Dorcas », che sostiene la nostra diaconia,
hanno tenuto con risultati soddisfacenti i loro bazar. Il 13 un'assemblea di chiesa — assai sparuta — ha ascoltato, senza molte discussioni né decisioni, due brevi rapporti di
G. Conte e R. Peyrot sui voti dei Sinodi 1970
e 1971 relativi alla missione (CEVAA) e alTaiulo di solidarietà con il III Mondo (si spera che maturi nella comunìtà questa più ampia responsabilità): quindi ha ascoltato un rapporto di G. Prelato sul procedere dello studio
del passaggio di gestione dell'Ospedale, cui sono seguiti dibattito e decisioni. La sera del
13 sì sono riuniti i partecipanti al « Natale
internazionale ». la riunione che annualmente
raccoglie con un gruppo di valdesi torinesi numerosi protestanti stranieri che vivono nella
città, per lo più membri della Chiesa protestante interdenominazionale dì lingua inglese,
che continuerà a condividere i locali della
chiesa valdese torinese. In una prossima corrispondenza riferiremo su come è stato vissuto
il tempo di Natale nelle varie zone cittadine.
AVVISI ECONOMICI
CEDESl. causa salute, negozio tessuti, mercerie. giocattoli. Via Vinçon 3 - San Germano
Chisone - Telefono 5630.
COPPIA domestici, già pratici, referenziati,
cercasi per piccola famìglia tranquilla: po.ssibilmente marito pratico giardino. Scrivere a: Dr. Sergio Serralunga - Via Della
Nera. 25 - 13051 Biella.
6
pag. 6
N. 52 — 24 dicembre 1971
I NOSTRI GIORNI
UOMINI, FATTI, SITUAZIONI
Una conferenza a Torino di Cao Ngoc Phong
Dal vuoto
alla deformazione
Mentre scriviamo queste note, la
votazioni per il presidente della repubblica non hanno ancora dato risultati definitivi e finora sono solo riuscite ad alimentare pagine e pagine
dei vari giornali, a volte con un’abbondanza tale di notizie e di pettegolezzi
da dare la nausea.
Né si è sottratta a questo la televisione italiana, la quale, per di più, ha
commesso un grave ed inammissibile abuso: ha cioè diffuso notizie tendenziose e deformate.
Altro che televisione di Stato! Essa
si rivela una volta di più per quello
che essa è attualmente: un organo di
partito e, per di più, come se la cosa
non bastasse, di una corrente di partito.
Il grado estremo di faziosità è stato
raggiunto allorché la TV ha annunciato l’imminenza di un accordo fra i
partiti del centro e della destra e cioè
DC, FRI, PSDI e PLI per la comune
votazione del candidato democristiano. Diremo di più: il telegiornale ha
mandato in onda il falso — creando
così nell’ascoltatore la convinzione
che il giorno seguente l’elezione sarebbe avvenuta in conformità alle decisioni del suddetto gruppo politico —
anche dopo che il presunto documento era stato smentito dagli stessi dirigenti democristiani.
Immediate sono state le proteste degli addetti stampa del PCI, del PSIUP,
del PSI e anche del PSDI, mentre il
PRI, con una nota de « La Voce repubblicana » ha testualmente scritto che la
televisione italiana « dal vuoto di notizie, è passata all’informazione tendenziosa e deformante ». « È una vicenda — precisa il giornale — sulla
quale occorrerà tornare, una volta terminata l’elezione presidenziale ».
P.S. - Sempre in tema di elezioni presidenziali, mentre stiamo per consegnare il notro materiale alla direzione,
abbiamo notizia della lettera che l’attuale capo dello Stato ha indirizzato
al PSDI. La cosa, a dir poco, ci lascia
estremamente perplessi perché a nostro avviso costituisce un’indebita ingerenza di rma persona che deve stare
al di sopra delle parti. In secondo luogo lo stesso PSDI ha sbagliato nel
rendere pubblica una lettera che pubblica non era... a meno che essa non
fosse considerata come un ottimo appoggio per il prossimo candidato da
essere votato dalla « grande maggioranza ».
Il dramma
degli “stagionali,,
Come ognuno sa, una delle grosse
piaghe italiane è dato dall’emigrazione: malgrado l’Italia si annoveri fra
i 10 paesi più industrializzati del mondo, una notevole percentuale di cittadini, per vivere, deve emigrare.
Di un particolare aspetto di questo
triste fenomeno si sono recentemente
interessati a Roma i delegati della federazione svizzera dei sindacati cristiani e quelli delle Adi, e vale a dire
della emigrazione in Svizzera dei cosiddetti « stagionali ». E questo uno
dei lati più negativi dell’emigrazione
perché, ai fattori già di per sé deleteri
del fenomeno inteso in senso lato, vi
si aggiunge l’insicurezza e la privazione dei diritti fondamentali del lavoro.
Il periodico IDOC internazionale, nel
numero 22 fa un quadro della situazione pubblicando dei documenti raccolti dal « gruppo giovanile di Losanna »
che esamina i vari aspetti (politico,
sociale, umano) della questione.
Innanzi tutto, la prassi: agli stagionali in Svizzera viene concesso un permesso di soggiorno, detto « A », per nove mesi, permesso che non trova riscontro in nessun altro paese. Il motivo è assai chiaro: mentre da una
parte la nazione elvetica, a causa pel
suo forte processo di industrializzazi<>
ne, ha estremamente « liberalizzato » il
ricevimento della manodopera straniera, d’altra parte ha mantenuto gli immigrati in uno stato di totale precarietà. Non solo, ma è tanto più ovvia
la « simpatia » verso i lavoratori stagionali, dato che in questo modo non
vengono a porsi i problemi relativi all’aumento e soprattutto all integrazione degli stranieri.
Per contro, da parte italiana (che a
sua volta è ben lieta di « piazzare » all’estero delle braccia) non si fanno sufficienti pressioni verso la Svizzera per
un regolamento della questione, regolamento che tenga conto che innanzi
tutto l’emigrato è una persona umana e che occorre quindi tutelare i suoi
diritti fondamentali. In sostanza, il timore di provocare reazioni che potrebbero limitare fortemente l’emigrazione svolge una forte azione frenante.
Come forse è noto, il fenomeno degli « stagionali » si fa particolarmente
sentire (oltre che nel settore turistico) nell’edilizia. Oggi però le tecniche
di quel settore sono del tutto cambiate e praticamente esso lavora tutto
l’anno, tranne il periodo fra il 21 dicembre e il 6 Gennaio. Gli stessi imprenditori avrebbero interesse a lavoratori domiciliati. L’unica soluzione
da prospettare parrebbe quindi l’abolizione dello statuto del lavoratore
stagionale anche se la cosa dovesse
portare ad una limitazione dell’ingresso di lavoratori stranieri a scapito di
altri settori.
Sotto l’aspetto umano, il dramma
dello stagionale è gravissimo. Dall’iniziale abbandono della famiglia in patria, ai controlli polizieschi e sanitari
di dogana, aH’avviamento verso le baracche (quando non siano addirittura
tuguri), all’isolamento totale, è un susseguirsi di chocs dove progressivamente gli viene cremato quel poco di essere umano che gli rimane colla sistematica privazione dei più elementari
diritti dell’uomo.
Lo stagionale, a causa del carattere
di provvisorietà della sua situazione,
si sente più che mai un confinato, un
tollerato (quando lo è) e si crea in lui
quell’esasperazione che si estende a
tutti coloro che, in un modo o nell’altro, sono ritenuti responsabili della
loro situazione: dal governo ai ministri, dai sindacati al consolato, dal Vaticano ai preti.
Purtroppo, una equa soluzione su
questo problema fra Italia e Svizzera
non pare imminente, stanti i centrar
interessi: la cosa è tanto più deprecabile al pensiero che centinaia di migliaia di persone vengono in questo
modo a costituire delle « isole » di
sottosviluppo umano e sociale, inserite nel cuore di una nazione civile.
Chi si firma è perduto
Già in varie occasioni abbiamo posto in rilievo, mediante varie esemplificazioni, come la legislazione mi itare
italiana sia rimasta ancorata a regolamenti ottocenteschi e repressivi, in
netto contrasto colla Costituzione se
condo cui « l’ordinamento delle forze
armate si informa allo spirito democratico della Repubblica ».
Il più recente esempio ci giunge ora
da Torino, dove 14 militari della caserma Cavour (che avrebbero fra Taltro dovuto andare in congedo in questi giorni) del 22« regg. fanteria, IV
battaglione motorizzato, sono stati arrestati e tradotti alle carceri militari
di Peschiera, per « manifestazione sediziosa ».
Che cosa era successo? Si erano ribellati ai propri superiori? Avevano
rifiutato di obbedire agli ordini? Era
semplicemente successo che circa duecento giovani, nauseati dalla brodaglia
loro somministrata al rancio, si sono
rifiutati di ingoiarla e, dopo il rito della distribuzione, si sono alzati, e, uno
dietro all’altro, sono andati a versarla
nei bidoni della spazzatura.
Sopravvenuto un ufficiale che chiedeva spiegazioni, i soldati hanno delegato 14 di loro che sono stati invitati a
fare reclamo per iscritto. Il successivo
intervento della procura militare, per
indagare, non sul cibo (come potevano pensare i più) ma sulla eventuale
opera di « elementi estremisti » è valso a mettere momentaneamente « al
sicuro » i 14.
Quando sarà possibile ai nostri soldati godere nella vita militare delle
stesse prerogative di quella civile, prerogative ormai riconosciute in vari
paesi? Quando si deciderà lo Stato a
capire che è lui a dover essere al servizio del cittadino e non viceversa?
Un giornale, commentando il suddetto episodio, osserva: « è come se avessero messo in galera la commissione
interna ».
Roberto Peyrot
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
L’ASIA VERSO
NUOVI EQUILIBRI POLITICI
La guerra indo-pakistana, da qualificarsi « guerra-lampo » perché durata soltanto due settimane, è stata un
fatto politico complicato ed oscuro che
(lo si può ben dire) ha spaccato in due
l’opinione pubblica comunista non
solo italiana (basta paragonare fra loro i commenti dell’« Unità » da una
parte, del « Manifesto » dall’altra), ma
del mondo intero. Noi non abbiamo la
presunzione di saperne più di tanti altri in argomento, non vogliamo perciò
sputar sentenze e crediamo che maggior luce verrà proiettata, in avvenire,
da una più profonda e più completa
conoscenza dei fatti. Ci limitiamo pertanto a riportare la seguente analisi di
Claude Monnier, apparsa sul « Journal
de Genève » del 17 c. (alla vigilia della
resa pakistana) e che ci sembra particolarmente seria, equilibrata e prudente.
« Poco dopo la caduta di Dacca e la
resa delle ione armate del Pakistan
orientale, il generale Yahya Khan dichiarava che la perdita del Bengala
non avrebbe fatto cessare la guerra.
Si diceva convinto che il suo popolo
avrebbe continuato la lotta contro “le
ambizioni imperialiste” dell’India.
Erano belle parole, ma ormai vuote
di significato. Da ormai 24 anni, il Pakistan viveva in uno stato (per così
dire) di “schizzofrenta crescente", nel
quale ognuna delle due metà del paese ignorava fondamentalmente i bisogni, i desideri e le ambizioni dell'altra.
Una tale ignoranza aveva sempre fatto credere alle autorità di Karachi,
poi d’Islamabad, che il Pakistan era,
per l'India, più forte e più temibile di
quanto non fosse nella realtà.
Questa illusione aveva potuto durare a lungo perché le grandi potenze la
mantenevano artificialmente in vita. I
due fratelli-nemici del sottocontinente
si equilibravano l’un con l’altro e, occupati a sorvegliarsi mutuamente, restavano relativamente “tranquilli”: la
regione era relativamente stabile.
Ora la volontà manifestata dai Grandi (in particolare dagli americani nel
Vietnam, dai cinesi nell’Indonesia e
altrove nel Sud-Est asiatico) di rinunciare ormai a impegni diretti e costosi
negli affari altrui, ha dissipata l'illusione dell’equilibrio indo-pakistano:
perché la verità è che l’India è molto
più forte, potente e popolata del suo
vicino. La ritirata dei Grandi ha fornit.j all’India un’occasione unica di portare tale evidenza alla luce del sole.
Così, conducendo la guerra nel Bengala orientale con una rapidità e una
efficacia rivelatrici d’una lunga e minuziosa preparatone, l’India non ha
fatto altro, in un certo senso, che proclamare, in faccia al mondo, che essa
ormai si propone d’occupare il suo posto “naturale” di grande potenza regionale.
Questo ritorno ad un equilibrio più
conforme al vero stato di distribuzione
delle forze nel sottocontinente, provocherà necessariamente dei gravi sommovimenti politici a livello internazionale, non foss'altro perché ognuno sarà obbligato a ridimensionare, sia nella regione stessa che al difuori, la
propria posizione e la propria strategia in funzione della nuova situazione
di fatto.
L’URSS, utilizzando la tattica classi
La lotta nonvioleata dei buddisti vietnamiti
Quando avrà fine la tragedia di questo popolo?
ca di fui te le grandi potenze in fase
di ripiegamento (“non impegnarsi mai
direttamente, ma sempre sostenere indirettamente coloro che sono sicuri
di vincere”), è riuscita ad affermare
la propria presenza politica nel sottocontinente. (Ancora una vecchia ambizione zarista soddisfatta!).
Ma sarebbe ingenuo credere che il
giuoco di Mosca sia senza debolezze.
Fornendo all’India Voccasione storica” di battere i'. .Pakistan, l’URSS si è
certamente meritata la sua riconoscenza. E tuttavia essa ha aperto la via ad
una “presa d'autorità” da parte di
Delhi. E Delhi non si c~mporierà certo come “protetta”, anzi (e molto presto) come un puledro restio ed orgoglioso, che saprà parlar chiaro con Mosca né si farà scrupoli a cercare, per
contrappeso, l’amicizia di Washington.
Del resto è prevedibile che l’India
debba prepararsi, a seguito della sua
vittoria, ad incontrare delle noie senza fine. Infatti, piaccia o non piaccia,
il Pakistan aveva contribuito in misura decisiva, a partire dal 1947, al
mantenimento d’una relativa coesione
dell’Unione Indiana, cosicché, d'ora in
poi, l’India non avrà più il “nemico
unificatore", e si sentirà abbandonata
ai suoi dèmoni separatisti, priva d’un
sistema psicologico di difesa.
Per cominciare, le forze centrifughe
si faranno certamente sentire nel Bengala, per una specie di "contrapasso”
il cui segreto è nella giustizia immanente. Non soltanto si può immaginare che il governo del Bangla Desh si
stancherà ben presto dei suoi ingombranti salvatori indiani, ma si può anche pensare che la Cina non trascurerà sforzo alcuno per fomentare la ribellione nel Bangla Desh sotto ogni
forma, e la secessione nel Bengala indiano: questo per ripagar Delhi d’ugual moneta e per ricordarle di non
superare certi limiti. Quanto al Pakistan (la parte che ne resta in vita ora,
dopo la guerra), è da prevedersi una
sua conversione ad ovest, verso l’Iran,
la Turchia ecc. Questo forse gli darà
l’illusione di poter prendere un giorno, col loro aiuto, la propria rivincita
sull’India: allora il Pakistan non farà
altro, ahimè!, che barattare un’illusione con un’altra ».
Queste ci sembrano essere, con buona approssimazione, le conclusioni di
una tristissima storia, nella quale
l’QNU ha giuncato la sua parte, non
indifferente e tutt’altro che decorosa.
LETTERA DALLA BOLIVIA
È d’un certo « Padre Leone », porta la data del 23.8.’71 ed è stata pubblicata su « Lettere 71 » (n. 14, ottobredicembre), il periodico diretto da Raniero La Valle.
« Carissimi fratelli,
come avrete appreso dai notiziari,
la Bolivia ha vissuto in questi giorni
un nuovo dramma: l’esercito, strumento d’oppressione per la salvaguardia
dei privilegi ingiusti dell’aligare!:ia, ha
soffocato ancora una volta nel sangue
l’anelito di giutizia che sempre più
potente saliva dai petti delle masse
oppresse e sfruttate di questo paese.
Sono cristiano, sono prete, sono portatore del messaggio di Cristo, solidale con gli oppressi. Non potevo rimanere indifferente né potevo rinchiudermi a pregare mentre intorno i miei
Cao Ngoc Phong, militante del movimento
clandestino di resistenza nonviolenta di ispirazione buddista, ha tenuto il 19 scorso a Torino, in una sala dell’Unione culturale gremita di giovani e di giovanissimi una conversazione sulla situazione vietnamita e sull'attività
del movimento.
Ella, prima di fuoruscire dal Sudvietnam
(essendo venuta a conoscenza deH'imminenza
del suo arresto e della sua eliminazione), era
insegnante di botanica pres.so Puniversith di
Hue. Ora sta a Parigi e fa parte della delegazione buddista osservatrice della Conferenza
della pace. Da li, compie parecchi viaggi in
Europa per informare di « prima mano » l’opinione pubblica. A Torino è venuta su invito
del Movimento internazionale della riconciliazione (MIR) e di quello antimilitarista (MAI,
via Cenischia 4, Torino).
Com’è noto in Vietnam la popolazione è
buddista all’80 per cento ed è appunto per
questo che il movimento giovanile nonviolenta (che pur condividendo gli obbiettivi finali
del Fronte di Liberazione Nazionale non ne
condivide la prassi violenta) ha cercato di
aver l’appoggio « ufficiale » della Chiesa. Ma
in essa ha trovato una riservatezza e una prudenza (ecco un punto di contatto fra buddismo e cristianesimo!) che hanno indotto i giovani ad andare avanti per loro conto, affiancati però da numerosi gruppi di bonzi che
contestano l’atteggiamento della Chiesa. La loro opera si svolge essenzialmente nelle centinaia di villaggi del Sudvietnam, coll’istituzione di comunità rurali che finanziano il movimento per la maggior coscientizzazione della
popolazione, che si rende sempre più conto
della necessità della partenza degli americani
e di nuove elezioni veramente democratiche
che ridiano indipendenza e dignità al paese.
L’oratrice ha reso la sua testimonianza di
fatti agghiaccianti avvenuti sotto i suoi occhi. Ne riferiamo qui uno solo. Sotto la pressione del movimento nonviolento buddista che
riuscì a portare dalla propria parte persino
due divisioni dell’esercito rispettivamente
stanziate ad Hue e a Danang, si ebbe il 1°
maggio 1966 a Saigon un’imponente manifestazione di 500 mila persone a seguito della
quale Thieu e Ky acconsentirono a indire
nuove elezioni. Improvvisamente però seguì
la reazione furiosa: 200 mila persone furono
arrestate, torturate, evirate. Ne morirono migliaia mentre i superstiti vennero avviati alla
famigerata isola di Con Son (nota per le
« gabbie di tigri »). Uno degli esponenti del
movimento pacifista denunciò, con documenti, la cosa all’ambasciatore americano a Saigon. Come risposta, gli fu detto che se avesse
abbandonato il suo atteggiamento di denuncia.
60 Chili al secondo
Il professore americano A. H. Westin (che aveva già denunciato Fuso, da
parte degli USA, di bombe da 7 mila
kg. in Indocina), in una lettera alVInternational Herald Tribune, nelFaifermare che è necessario spiegare in
termini comprensibili a cosa equivalga
l'uso da parte americana di 13 milioni
di tonnellate in Indocina (grande circa
come la Francia) nel solo periodo
1965-71, scrive: « Un semplice calcolo
dimostra che gli USA hanno usato circa 250 kg. di munizioni per persona
e, in termini di territorio, 61 kg. per
acro (un terzo di ettaro). In termini di
frequenza, gli USA hanno usato 60 kg.
circa al secondo, in altre parole, una
bomba da 250 chili ogni quattro secondi... Almeno un milione di indocinesi sono stati uccisi o molti di più mutilati; altri milioni sono stati costretti
a lasciare le loro case e i loro villaggi.
La lettera conclude ; « Nonostante il
ruolo delVazione terrestre degli USA
stia diminuendo, Vassalto con armi convenzionali continua dalVaria. E la terra e il popolo continuano ad essere lacerati ».
avrebbe potuto diventare capo dell’opposizioneT
Naturalmente egli si ritirò.
Il movimento nonviolento buddista passa da
momenti di vivo successo ad altri di stasi e di
regresso. Coa Phong ha concluso con un imterrogativo ; quando finirà la tragedia vietnamita? r. p.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiMMiiiiiiiifimiiiiniiiibiinniiitnHiiiiiiiMiiMniiiiMoiiiiiniiiiiiiiimiiMi) iimiiiimiiiiimiiiiiiu
Una tragica e grottesca farsa
(segue da pag. 2)
europeo sono un trascurabile incidente storico che non conta e non spiega
niente.
Certo si è che, finché non sarà chiaramente e impegnativamente risolto il
problema giuridico e politico di come
viene esercitato e controllato il potere pubblico, di come possa liberamente esprimersi, per determinare
quel potere, l’opinione, il consenso e
il dissenso delle maggioranze e delle
minoranze per garantire una reale dialettica politica, salvaguardando Torganismo sociale dalla stasi e dalla morte totalitarie, ogni mitica ideologica,
ogni mistica sociale, ogni miraggio di
astratto rivoluzionarismo non possono
condurre, come soluzione più probabile, nelle circostanze storiche presenti, che ad uno stato di tipo « cecoslovaccale ». Pensarci « dopo » sarà irreversibilmente troppo tardi.
Chi oggi disprezza come « borghesi »
le libertà politiche, civili e sociali così
faticosamente e dolorosamente riconquistate nella ventennale lotta antifascista e nella Resistenza, anche se oggi spesso tradite dalla insipienza di
responsabili politici e dal conformismo di masse politicamente incolte, e
non si rende conto che una autentica
democrazia richiede precise garanzie
costituzionali, chi al di là di ogni giusta critica si compiace nella demolizione aprioristica di ogni libero ordinamento democratico, chi rovesciando
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiimiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiimimiiiiiiii
fratelli venivano massacrati.
Ho guidato peronalmente all’assalto
i gruppi di minatori, operai, studenti,
contro la forza schiacciante dell’esercito.
Sono caduto ferito in combattimento e considero ciò una grava, perché
il Signore mi ha dato occasione di mescolare il mio sangue a quello dei poveri in difesa dei loro diritti. La ferita, comunque, è lieve e mi permette
di continuare la lotta. E lo farò a costo del sacrificio supremo.
Ora mi trovo clandestinamente a
La Paz, mentre intorno le orde fasciste stanno aggirandosi come lupi assetati di sangue. Mi trovo in testa alla lista dei ricercati.
In questo momento sparano a poca
distanza: qualche patriota è stato scoperto. Tuonano le mitragliatrici dalle
parti dell’università, dove un gruppo
di giovani sta asserragliato. Li ammazzeranno tutti.
Dio mio!
Questa potrebbe essere la mia ultima lettera. Se non dovessi tornare date un bacio a mia madre, a mio padre
e ai miei fratelli.
La causa di Cristo non muore,^ e chi
perde la vita per i fratelli vivrà eternamente ».
l’immagine evangelica non vede più altro che il trave in quest’occhio ma non
si preoccupa di chiarire le ragioni per
cui un grosso trave è storicamente cresciuto nel nuovo occhio che si vuol
sostituire come miracolosamente perfetto, chi non sa chiaramente quello
che vuole ma lo vuole subito, rischia
di ritrovarsi ad essere domani, anche
non consenziente, il poeta e il cantore di corte, il pompiere o il poliziotto,
mercenario o coatto, o semplicemente
il suddito di un regime non già rivoluzionario bensì indiscutibilmente, indiscussamente e irreversibilmente conservatore delle proprie strutture, delle proprie gerarchie, del proprio potere. In un tale regime non si farà più
politica. Del che nessuno di costoro e
dei loro discendenti abbia poi a lamentarsi.
Giorgio Peyronèl
iimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Chiesto un giuramento
ai seminaristi
cecoslovacchi
Praga (Relazioni Religiose) - Le aul- rità governative hanno imposto ai seminaristi cattolici di Bratislava una formula di giuramento.
I seminaristi devono dichiarare, sotto tale vincolo, di non appartenere ad ordini o a congregazioni religiose e che non avranno alcun contatto, nemmeno epistolare, con l’estero. Dal
1950 il governo di Praga ha vietato agli ordini religiosi di accettare nuovi aderenti.
itiiiiimiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiMiiimiiiiiiiiinm
SECONDO LA F.A.O.
Fra un secolo
nuovi vasti
territori coltivabili
Nel 2070 la terra sarà in grado di nutrire
36 miliardi di uomini. In un saggio pubblicato da « Ceres », la rivista della FÀO, W. H.
Pawley, alto funzionario di questa organizzazione, scrive che questo risultato potrà essere ottenuto grazie alla messa in coltivazione di vasti territori del bacino delTAmazzonia e dell’Africa equatoriale, e a un’irrigazione
inteniiiva resa possibile dal dissalamento delFacqua marina e dal pompaggio a grandi distanze.
Direttore responsabile; Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
Coop. Tip. Subalpina ■ Torre Pellice (Torino)