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Anno 118 - n. 8
19 febbraio 1982
L. 400
Sped. abbonamento postale
I gruppo bis/70
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
INTERVISTA AL PASTORE ALDO COMBA
"Testimonianza riformata oggi
II
Pare fin troppo facile dimostrare la strumentalizzazione in corso dello « scandalo » Polonia. Se
aprite a caso un giornale, ad
esempio il Corriere del 2 febbraio, trovate in prima pagina su
quattro colonne, ed in sesta su
sei, titoli che parlano di corte
marziale per 205 arrestati a Danzica in manifestazioni che hanno
provocato 14 feriti (due ospitalizzati) tra polizia e studenti dimostranti (e nessuno ricorda più
l’università americana di Berkeley nei primi anni 60 o quelle italiane e francesi del 68 e del 69);
all’interno del giornale su di una
colonna e con titolo seminvisibile si informa che nel Salvador
nell’ultima settimana si sono
avuti 27 morti, senza corte marziale. E da una brevissima notizia si apprende anche che l’ex
Presidente del Consiglio turco è
stato liberato, dopo due mesi di
carcere, per aver osato parlare
di politica nel suo paese. Nonché
come il sig. Luns, segretario generale della NATO, consideri i
generali polacchi traditori, mentre quelli turchi che fanno, in
peggio, le stesse cose, sono patrioti.
Ed ecco che, in un solo giornale, in un solo giorno si ha un
chiaro esempio di come uno
scandalo, che andrebbe ben altrimenti combattuto, diventa
strumento per lotte di potere.
Del resto per combatterlo, cosa
si fa? Una dura resistenza americana al famoso gasdotto siberiano che interessa l’Europa (e le
sette sorelle, tuttora regine del
petrolio, non c’entrano proprio
per niente?), mentre non si sospendono le consegne di cereali
americani alla Russia (ma gli
agricoltori della ”com belt” vanno rispettati). Il tutto accompagnato dall’ìntensiflcarsi degli aiuti militari e finanziari (163 milioni di dollari nell’82 contro 113
nell’81 ) alla giunta democristiana
del Salvador, responsabile in tre
anni di oltre 35.000 assassini. E
dai colloqui di otto ore tra Haig
e Gromiko, troppo lunghi per essere solo limitati a reciproche
condanne.
Certo, tutta la nostra simpatia
va al popolo polacco, e con lui
a chi in Turchia, Afghanistan,
Cambogia, Centro e Sud America, lotta per realizzare un minimo di libertà; ma non possiamo
non rifiutare questa logica imperialista di conflitti, che rischiano
di risolversi, forse non in una
guerra atomica troppo costosa
per i due contendenti, ma in un
accordo a spese dell’Europa, come, per simili taciti accordi, sta
avvenendo con la Polonia, l’America Latina, il Medio Oriente e
come è avvenuto per l’Afghanistan, la Cambogia o il Vietnam.
E, purtroppo, si tratta solo di
esempi e non di liste complete.
Basta dunque con l’allineamento
irrazionale con una o l’altra delle due superpotenze, ma ricerca
di una indipendenza di azione,
che, forse, è per l’Europa meno
impossibile di quanto possa sembrare. In fondo l’Europa ha una
sua civiltà « occidentale », che
non è proprio la stessa interpretata dagli USA di Reagan.
Le chiese che (derivano (dal ramo calvinista della Riforma protestante centreranno il loro incontro di Ottawa su un documento che le interroga sulla ragion d’essere della loro esistenza
Il pastore Aldo Comba, segretario del Dipartimento Cooperazione e Testimonianza dell’Alleanza Riformata Mondiale è in
Italia per un giro di conferenze.
Lo abbiamo incontrato a Pinerolo, dove ha presentato il lavoro dell’ARM, e gli abbiamo rivolto alcune domande sull’Assemblea che si terrà a Ottawa, Canada, nell’estate prossima.
—L’Assemblea di Ottawa ha il
suo tema ufficiale « Tuo è il Regno, la potenza e la gloria », con
i rispettivi sottotemi, ma si può
già sapere dove andrà a parare
il dibattito?
— Quello che succederà in una
Assemblea è imprevedibile: dipende dai delegati delle chiese.
Molti di quelli che si sono annunciati li conosciamo, ma altri
sono nomi nuovi, che potrebbero
essere portatori di istanze ed
esigenze nuove e imprevedibili.
Detto questo, è molto probabile che all’Assemblea di Ottawa
il tema del razzismo, e specialmente di quello sudafricano, occupi molto spazio e possa condurre anche a situazioni esplosive. Le chiese cristiane condannano la discriminazione razziale
come disumanità e peccato, ma
l’Africa del Sud è il paese dove
il razzismo è diventato legge dello Stato, e dove alcune chiese
usano la teologia riformata per
dargli una copertura teologica.
L’Alleanza Riformata Mondiale
ha fatto delle dichiarazioni estremamente chiare contro il razzismo, ma gli africani di colore ci
dicono ormai molto chiaramente
che le dichiarazioni non bastano,
ci vogliono i fatti. In particolare
l’Assemblea di Ottawa potrebbe
trovarsi di fronte a un aut-aut: o
mantenere i suoi rapporti con le
chiese bianche razziste, e perdere
i neri, o conservare i neri, ma
dover praticamente espellere le
chiese bianche razziste. Se le cose arrivassero a questo punto la
situazione sarebbe diffìcile: la
prima soluzione è inaccettabile, e
la seconda è dolorosa, perché significa tagliare ogni rapporto con
le chiese razziste e ricacciarle
ancora di più nel vicolo cieco in
cui si sono messe.
— L’Assemblea di Ottawa sarà
dunque tutta concentrata sul
razzismo?
— No, certo. Credo che anche
il tema della comunità di donne
e uomini nella chiesa avrà la sua
importanza. Forse non tanto a
livello delle dichiarazioni come
a livello dei fatti. La presenza
delle donne nell’attuale Comitato Esecutivo dell’Alleanza Riformata è del 15 per cento. Già all’Assemblea riformata di Nairobi nel 1970 era stata chiesta la
parità. Nei documenti del Dipartimento di Cooperazione e Testi
monianza, di cui sono Segretario, tale richiesta viene ripresa
e riproposta a Ottawa. Si raggiungerà la parità? Non è affatto da escludere. Certo sappiamo
che anche in tal caso si sarebbe
ancora lontani dall’aver risolto
tutti i problemi, ma la parità
nel Comitato Esecutivo sarebbe
un segno positivo e incoraggiante.
— Quali altri punti saranno al
centro dell’attenzione di Ottawa?
— Il dibattito più significativo
e più denso di conseguenze potrebbe svolgersi sul tema della
«Testimonianza Riformata, oggi ». Con questo titolo è in circolazione un documento di una dozzina di cartelle, preparato da un
gruppo di esperti e destinato ad
essere al centro di una delle principali discussioni dell’Assemblea.
Oggi, dice il documento, le
chiese riformate devono far fronte a una doppia sfida: da un lato
quella che viene dal movimento
ecumenico, e dall’altro quella che
viene dal mondo.
Abbiamo invocato l’ecumenismo, ma adesso che esso si concretizza, non sempre sappiamo
rispondervi. « Se le chiese riformate, dice il documento, vogliono dare un apporto significativo
alla ricostituzione dell’unità della chiesa devono riflettere sul loro proprio rinnovamento ».
LUCA 7: 31-35
Non sciupiamo il gioco di Dio
« Vi ahbiam suonato il flauto e non avete ballato ; abbiam cantato del lamenti e non avete pianto» (Luca 7: 32).
Girando per città e villaoctì palestinesi, Gesù ha visto continuamente le frotte di bambini in;
tenti al gioco, e di ragazzi già
più grandi, nei momenti liberi di
una vita di lavoro che per i ragazzi d'Israele cominciava presto. Deve averne visti — ci lascia
capire la sua parabola — che giocavano in gruppo « alle nozze »
o « al funerale ». I grandi avvenimenti che per frugoli di villaggio venivano a rompere la
monotona ed elementare esistenza, erano appunto un matrimonio, una sepoltura, che mobilitavano tutto il villaggio. Così, giocando i loro seri giochi, i ragazzini li imitavano e drammatizzavano, questi 'eventi' importanti,
e suonare, cantare, ballare era
per loro congeniale, ancor piu
di quanto possa esserlo per i nostri bambini.
Ma, ecco, capitava che magari
Un gruppo di bambini se ne stava seduto per terra o appollaiato con le gambe penzoloni su un
muretto ai lati della piazza, e faceva il broncio, chissà perché
Gli altri suonavano il flauto o lo
zufolo, invitandoli ad allegri bal
sapere; allora, gli altri, riprovavano su altro tono, provavano a
intonare un lamento funebre, come ne avevano sentiti tante volte nelle veglie attorno a un morto, ma il gruppo renitente non
si lasciava smuovere dalla sua
pigra resistenza passiva, e non
si decideva a imitare le prefiche
nel loro drammatico lutto tutto
esteriore... Forse che non ne abbiamo mai visti, di bambini che
« non ci stanno », che non vogliono giocare, che s'impuntano, musoni?...
Ebbene, dice Gesù, proprio come loro è « questa generazione ».
NeU'Evangelo « questa generazione » indica i giudei e in primo
luogo i loro più qualificati rappresentanti, che nell'ora decisiva in cui li raggiunge l'annuncio
dei regno di Dio, lo eludono, lo
rifiutano. Nel nostro testo di Luca, se leggiamo tutto il contesto,
è chiaro che « questa generazione» sono in primo luogo i farisei e gli scribi {Luca 7: 30, 39);
ma essi sono sempre la quintessenza di tutto il popolo ebraico,
come questo è, nella sua umanità, la quintessenza di tutta l'u
Niso De Michelis li nuziali, ma non ne
volevanomanità, nel suo modo di reagire
all'opera di Dio in Gesù Cristo,
nel suo rifiuto incredulo.
Dunque, questa generazione
di allora, ma altrettanto di oggi
— è come quei bambini, visti con
occhio molto realistico in uno
dei loro momenti peggiori, distratti e svogliati caparbi nel loro spirito di contraddizione e di
rifiuto. Come quei bimbi hanno
sciupato il gioco proposto loro,
l'hanno fatto fallire, coft « questa generazione » ha sciupato e
.sciupa il « gioco », serio e gioioso
a un tempo, che Dio propone.
I bambini e il loro gioco fallito
sono una rappresentazione nlastica vivida di ciò che accade
quando compaiono sulla scena
Giovanni, il precursore, e il Messia stesso. E' il momento — quest'avvicinarsi, farsi prossimo del
regno di Dio — pieno di sconvolgimento e di speranza, di gravità e di gioia, la « novità » assoluta, immensamente seria e immensamente meravigliosa; _ ma
invece non cambia niente, gli uomini rifiutano, apertamente o
passivamente, di lasciarsi attrarre nel gioco di Dio, gli oppongono la loro re.sistenza passiva, i
loro scherni, le loro obiezioni, la
loro pigrizia vile o scettica, non
Gino Conte
(continua a pag. 5)
— Quali sono, secondo questo
documento « Testimonianza Riformata, oggi », i punti sui quali
le chiese devono rinnovarsi?
— Il documento, come si può
immaginare, non indica delle soluzioni, ma pone dei problemi a
cui l’Assemblea di Ottawa ( e ogni
singola chiesa riformata) dovrà
cercare di rispondere.
Uno, per esempio, è il problema del culto. Il nostro culto
riformato è essenzialmente un
discorso, che enfatizza l’aspetto
razionale, ma trascura tutti gli
altri aspetti della vita. In un quadro ecumenico non abbiamo nulla da imparare dagli altri? Come
valorizzare la lode, il silenzio, la
meditazione, l’espressione del
corpo, senza perder di vista la
legittima centralità della Parola
di Dio? È un tema importante sul
quale dovrebbero riflettere le
commissioni per la liturgia; ma
soprattutto le comunità dovrebbero cercare di dire, di verbalizzare che cosa si aspettano dal
culto. Talora si dice che il culto
è « freddo », ma qual è il calore
che si cerca?
Un altro problema è quello
delle confessioni di fede. I Riformatori hanno affermato la signorìa di Cristo nel contesto della
visione trinitaria e cristologica
dei primi secoli. « Oggi, dice il
documento, ci sono tra le chiese
riformate due tendenze: quelle
che sono impegnate in trattative
di unione si attengono alla linea
classica; altre invece sottolineano di più l’umanità di Cristo,
tendono a costruire una cristologia dal basso ». Qual è il posto
corretto della concezione trinitaria nel pensiero riformato d’oggi?
C’è poi la questione della confessione intesa non come documento scritto, ma come atto: atto
di solidarietà con gli oppressi,
atto di separazione tra verità ed
errore. Atti che vanno compiuti
nella solidarietà della famiglia
riformata, anche se prendono
aspetti diversi da paese a paese.
Questi sono alcuni dei temi
teologici: poi vi sono i temi etici
(diritti umani, razzismo, atteggiamenti di fronte al potere poli
a cura di G. Platone
(continua a pag. 4)
2
2 vita delle chiese
1
19 febbraio 1982
I CONFESSIONALI A SCUOLA IQ ITlOdi bUOPi
FEDERAZIONE GIOVANILE
Un grave sopruso
RIESI — Per circa una settirmna alla fine di gennaio i salesiani di Riesi (Caltanissetta)
hanno organizzato la confessione
degli allievi delle due scuole medie della città in confessionali
di fortuna installati nei corridoi.
Nella scuola D’Antona il salesiano don Sangiorgi ha affermato
di averne ricevuto autorizzazione dalla preside che per altro in
quei giorni era assente.
Una riunione di genitori in
questa scuola ha dato vita ad
una serie di iniziative di protesta. Tra queste, la Chiesa valdese di Riesi, con un’interpellanza
al Provveditore agli studi di Caltanissetta, ha chiesto in base a
quali disposizioni l’episodio sia
stato reso possibile, rilevando
che esso costituisce « una pericolosa battuta d’arresto nel processo di democratizzazione della
scuola pubblica, avviato con la
ATTIVITÀ’ ECUMENICHE
Veglia di preghiera
TRIESTE - La Settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani
ha avuto a Trieste il suo momento centrale nella Veglia per la
pace svoltasi il 23 gennaio nella
Basilica di S. Silvestro.
La Veglia ha raccolto la pronta adesione delle Chiese cristiane presenti a Trieste, rappresentate dai loro Pastori: il Vescovo
di Trieste, l’Archimandrita GrecoOrtodosso,- il Parroco Serbo-Ortodosso, ed i Pastori delle Comunità, Elvetica e Valdese, Metodista, Avventista e Battista.
Dopo il saluto ed il messaggio
del Pastore Fanlo y Cortes, hanno preso la parola i rappresentanti delle Chiese. Tutti gli interventi hanno sottolineato l’impegno dei cristiani per la pace nel
inondo come impegno di vita
vissuta dal credente nel quotidiano: familiare, sociale, nella città e nel mondo.
_ La partecipazione corale dell’assemblea attraverso testimonianze personali, preghiere spontanee, inni e canti di gruppi giovanili ha dato alla Veglia una caratteristica nuova: quella della
comune volontà di essere autentici costruttori di pace.
I Cristiani di Trieste si sono
presentati alla città con la loro
identità di credenti, fuori da qualsiasi possibilità di equivoco, per
chiedere aiuto dall’alto e per proclamare uniti nel nome del Cristo che la pace si realizza giorno per giorno, lottando contro
tutto ciò che umilia ed offende
l’uomo: l’ingiustizia, la violenza,
la corsa agli armamenti, la fame,
la miseria, il perdurante stato di
sottosviluppo, il terrorismo. In
questa lotta quotidiana essi si
sentono impegnati dalla loro professione di fede in Colui che è
principe della pace e che della
pace ha seguito la via fino alle
estreme conseguenze.
Una veglia di preghiera e di testimonianza per la pace, un segno di presenza cristiana nella
città terrena in cui siamo chiamati a vivere la grande avventura della fede e della speranza cristiana, che ha trovato vasta eco
nella stampa locale e, cosa molto più importante, tra la cittadinanza.
le per l’infanzia di Salerno che
accoglie bambini fino ai tre anni
di età, è stata organizzata una
rnanifestazione ecumenica sollecitata dalla Chiesa evangelica
metodista di Salerno a conclusione degli incontri avuti durante la settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani. Tale incontro, al quale hanno partecipato
rappresentanti delle chiese metodista e cattolica, ha avuto lo
scopo di avvicinare i piccoli
ospiti dell’Istituto. Il pastore
Gaetano Janni e il sacerdote
prof. Don Michele De Rosa hanno distribuito giocattoli e indumenti ai 32 bambini dell’Istituto
vivendo con gli stessi momenti
di solidarietà. Nel congedarsi il
pastore Janni ha promesso alla
responsabile dell’istituto ed alle
assistenti sociali delTAmmini®frazione provinciale di ripetere
rincontro al fine di meglio socializzare con i piccoli ospiti offrendo loro qualche spettacolo
di animazione. Alla iniziativa ha
presenziato il presidente del Tribimale per i minorenni di Salerno che, sempre sensibile ai problemi dell’infanzia ha apprezzato l’iniziativa ringraziando quanti l’avevano promossa. Il Commissario prefettizio che ha patrocinato l’iniziativa, essendosi
dovuto assentare improvvisamente da Salerno, ha inviato al
pastore una lettera di compiacimento e di ringraziamento.
T.T. L.N.
per rovinare
le finanze
Convegno biblico
istituzione degli organi collegiali ». Anche la sezione del PCI di
Riesi ha chiesto al Provveditore
di appurare le responsabilità del
fatto.
Interrogato dall’agenzia stampa «nev» sul fatto, il presidente della Federazione delle Chiese evangeliche, pastore Piero
Bensi, ha dichiarato che se episodi di questo genere si verificano ciò è anche imputabile al
fatto che il Concordato del 1929
« mantiene in vita un clima confessionale che è superato nella
coscienza dei più e che crea occasioni per prevaricazioni ed
abusi ». Il pastore Bensi ha aggiunto che « questi episodi contraddicono con i fatti gli sforzi
che molti cattolici sinceri vanno
facendo per aprire un dialogo
ecumenico e per creare una società italiana più laica e rispettosa delle convinzioni di tutti ».
di una chiesa della FGEI lombarda
1. Donate poco - il risparmio è
il primo dovere di un cristiano.
2. Non date regolarmente - la
contribuzione non è mica
una tassa.
3. Date la vostra contribuzione
alla fine dell’anno. E se avete molte spese, non datela dopotutto la chiesa è una
realtà spirituale,
4. Non date una percentuale fissa del vostro reddito - non
siamo mica degli avventisti,
e dopotutto viviamo sotto la
grazia e non sotto la legge,
5. Se il vostro stipendio aumenta del 10%, non siate avari aumentate la contribuzione
del 5%, La chiesa deve capire che anche il costo della
vita è aumentato.
6. Non confrontate mai la vostra contribuzione con quello
che spendete in un anno per
l’auto, la TV, il cinema, le sigarette, i giornali - la vita
moderna ha le sue esigenze.
7. Pensate quante belle cose potreste fare col denaro che
date alla chiesa - e poi, siete
proprio sicuri che la Tavola
lo spenda bene?
8. Se avete degli spiccioli in tasca, dateli alla colletta : 30 lire bastano - e in un anno fa
già molto.
9. Criticate chi dà poco - è un
avaro. Criticate chi dà molto - è Uno che vuole farsi notare.
10. Gesù ha detto - è miglior cosa il dare che il ricevere. Si
vede che non aveva esperienza della vita moderna. E poi
si sa che non aveva famiglia.
Domenica 31 gennaio il gruppo
giovanile della Chiesa Valdese di
Brescia e la Federazione Giovanile Evangelica Italiana lombarda hanno tenuto a Brescia, nei
locali della Chiesa Valdese, un
convegno biblico. Erano presenti,
oltre ai giovani bresciani, membri dei gruppi di Milano, Bergamo e Pavia.
tempo, per creare un Dio rispondente alle esigenze di sicurezza
e di quieto vivere; una risposta
di fede, che contrappone alla rigida obbedienza a regole fisse un
Dio misericordioso che rifiuta
un’adorazione sterile e stimola
invece alla ricerca della giustizia.
La mattina il culto è stato tenuto dal pastore Enrico Corsani,
la cui meditazione (I Giovanni
2: 1-25) è risultata particolarmente stimolante. Dopo il pranzo offertoci dalla comunità, i lavori pomeridiani, introdotti e
guidati dal pastore Claudio Pasquet (responsabile della commissione biblica nazionale della
F.G.E.I.), hanno avuto come tema centrale l’idolatria del popolo di Israele nell’Antico Testamento.
Abbiamo analizzato con l’ausilio di alcuni metodi di animazione biblica i brani contenuti in
Genesi 22: 1-19 e Giudici 6: 1-16,
25-31.
Mentre la prima scelta conduce inevitabilmente il popolo di
Israele a risultati opposti a quelli cercati e cioè alla schiavitù
del dio creato, alla guerra, alla
povertà, la seconda porta alla
vera pace e libertà e questa alternativa con la quale Israele si
è dovuto confrontare nel suo
cammino di fede, è la stessa che
caratterizza oggi la vita di ogni
credente e di ogni comunità.
Lo studio di questi testi, accanto ad un esame più veloce di altri tratti da II Re e Isaia, ha
evidenziato come la storia di
Israele sia stata caratterizzata in
ogni suo momento dalla contrapposizione tra il « Dio della religione » e il « Dio della fede
(Jahvè) ».
Nel corso della sua vicenda il
popolo di Israele è sempre di
fronte a due possibili scelte: una
risposta religiosa, che utilizza le
formule religiose e i riti del suo
Il convegno, al di là dell’interesse suscitato dalle tematiche
affrontate ed al successo riscosso
in termini di partecipazione numerica, ha avuto una sua particolare importanza in quanto si è
trattato del primo convegno
F.G.E.I. in assoluto organizzato
a Brescia e questo ci porta a
sperare che un’analoga esperienza possa ripetersi a breve termine in questa città.
S. S.
Nuovo indirizzo
La Comunità evangelica battista di
Albano comunica il suo nuovo indirizzo: Comunità Evangelica Battista, vicolo
del Montano 5, 00041 Albano Laziale
- culto domenicale: ore 11.
CORRISPONDENZE
Appello per Salvador e Polonia
TORINO — Dopo un’agape
che ha raccolto nei locali di via
Pio V più di un centinaio di persone si è svolta nel bel salone
di C.so Vittorio — recentemente
restaurato e restituito alla comunità come prezioso strumento
per attività culturali ed ecclesiastiche — un’assemblea di chiesa che ha passato in rassegna il
lavoro di alcuni settori del lavoro della chiesa (Casa di Borgio
Verezzi, ostelli femminile e maschile, programma radiofonico
giornaliero presso Radio Montebianco), ha presentato nuove iniziative (un corso di formazione
adulti, una serie di studi sul documento « Ecumenismo e catto
CENTRO LUCIANO MENEGON
Un rapporto critico
Visita comune
ai bambini
SALERNO — Giovedì 4 feb
braio presso l’Istituto provincia
Con una stringata relazione il
Comitato del Centro « L. Menegon » di Tramonti di Sopra esprime sostanzialmente un parere negativo suH’andamento delle attività per gli anni 1980-1981. Non
che siano mancate le presenze,
tutt’altro, da questo punto di vista il Centro funziona a pieno ritmo specialmente per i campi famiglie e i campi cadetti. Per quest’ultimo c’è stato, scrive il Cornitato: « uno sviluppo massiccio
di partecipazione fino a divenire
un problema per l’ospitalità e la
gestione ».
Allora dov’è che non funziona
il « progetto Tramonti »?
Nella mancanza di partecipazione ai campi teologici. Altro da
to negativo è la debole relazione
che esiste tra il Centro e le comunità evangeliche del Triveneto.
Il Comitato si augura per il futuro che i giovani della zona si
impegnino maggiormente nei confronti delle attività del Centro
che ha comunque dietro a sé
un’agenda di interessanti appuntamenti ed incontri. 11 Centro
ecumenico di Tramonti — afferma il Comitato — deve tornare
ad essere un luogo di ricerca
etico-teologica e di sperimentazione ecclesiologica e non un luogo di « sola vacanza a basso costo ». Tanto più che non si esclude a priori Tipotesi di un ampliamento della struttura.
G
licesimo » e sui matrimoni misti) ed ha eletto due nuovi membri del Concistoro (Bruno Mathieu e Antonino Pizzo). L’assemblea ha anche approvato all’unanimità il seguente ordine
del giorno :
« La Chiesa valdese di Torino,
riunita in assemblea il 14.2.1982,
ricordando con profonda gratitudine al Signore il riconoscimento dei diritti civili ottenuto
il 17 febbraio 1848, come primo
passo verso una più completa
affermazione di libertà, non può
dimenticare la condizione di sofferenza e di sopraffazione in cui
vivono oggi molti popoli e categorie di persone.
Ricorda in modo particolare
la condizione della Polonia e del
Salvador ; esprime solidarietà
con quei popoli ; denuncia la violenza e il cinismo dei regimi che
li mantengono in una intollerabile condizione di oppressione;
chiede al Signore, per loro e per
tutti, una autentica pace nella
libertà e nella giustizia e impegna i propri membri a contribuire in modo concreto alla costruzione di questa pace come
testimonianza al messaggio di
riconciliazione in Cristo. Chiede
alla Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia di farsi
portavoce di tale protesta e
cipato martedì 19 gennaio all’incontro interdenominazionale sul
battesimo promosso dal Gruppo Giovanile Interdenominazionale Fiorentino (F.G.E.I.).
Gli intervenuti hanno potuto
ascoltare due ottime relazioni
introduttive al tema, presentate
dai pastori Sonelli e Marziale. Il
primo ha presentato la posizione valdese-metodista sul battesimo, facendo un breve ma sostanzioso excursus storico e teologico, mentre il secondo ha spiegato ottimamente la dottrina
battesimale battista.
Al termine di queste introduzioni i partecipanti — quasi tutti battisti e valdesi — sono intervenuti in un’ampia discussione sul battesimo ed in particolare sul 3" documento B.M.V. che
riguarda le varie dottrine battesimali. Non sono state riscontrate solo le differenze, ma anche la sostanziale identità nella
confessione di fede e le analogie,
la più importante delle quali —
relativamente al battesimo ___ è
che per essere membro di chiesa
è essenziale la confessione di fede nel Signore.
di
tale volontà di solidarietà prò
muovendo una raccolta di aiuti
per i profughi salvadoregni e la
popolazione polacca tramite le
sottoscrizioni aperte a tal fine
dal Consiglio Ecumenico delle
Chiese ».
Il dibattito si è concluso con
le risposte alle cinque domande che il documento B.M.V. proponeva e con l’impegno di una
sempre maggiore collaborazione,
già buona, fra le chiese fiorentine.
Sul battesimo
p.
FIRENZE — Circa una sessantina di persone hanno parte
Da parte nostra, come Gruppo Giovanile Interdenominazionale, siamo contenti per la buona riuscita dell’incontro e speriamo che questo avvenimento
non resti isolato, ma funga da
spinta per una sempre maggiore
unione fra battisti, metodisti e
valdesi fiorentini.
3
19 febbraio 1982
vita delle chiese 3
SEMINARIO UNIONI FEMMINILI
Impegno per la pace Corso per predicatori
PRIMO CIRCUITO II Consiglio
FGEI visita
le valli
Un gruppo di sorelle provenienti da quasi tutte le unioni femminili delle Valli si è riunito giovedì 28 gennaio, a Villar Perosa
per discutere i seguenti argomenti:
Documento disarmo
e fame nel mondo
Alla fine del seminario sul
"peccato”, svoltosi nel mese di
novembre, è sorta dall’assemblea
la volontà di esprimere concretamente, attraverso un documento, la necessità di un nostro maggiore impegno come testimoni di
pace e di giustizia nel mondo. La
discussione per l’approvazione di
tale documento è stata spesso
molto vivace, da farci comprendere l’esigenza di un limgo lavoro
comunitario nello studio della
parola del Signore per poter affrontare' serenamente i grossi
problemi che travagliano l'umanità.
Il documento vuole essere la
espressione di un serio lavoro e
di una presa di coscienza accompagnata « da una scelta di vita
diversa per farci partecipare alla
croce di Cristo ».
« Chiediamo perdono perché
siamo tentati di attribuire il peccato agli altri e non a noi stessi,
perché malgrado la liberazione
di Cristo viviamo nel peccato e
ci allontaniamo troppo facilmente da Dio. Individualmente e collettivamente ripetiamo, più o
meno coscientemente, con Caino
"sono forse il guardiano di mio
fratello?”. Così non rispettiamo
il comandamento "ama Iddio con
tutto il tuo cuore e il tuo prossimo come te stesso”. Ci rendiamo conto che dobbiamo impegnarci sempre più ogni giorno al
servizio di Cristo e del prossimo,^
e alla partecipazione attiva ai
gravi problemi che travagliano
l’umanità.
Denunciamo l’enorme impiego
del denaro di tutti per gli armamenti anziché per la fame ^ nel
mondo. Ne siamo anche noi responsabili. Non vorremmo fare
soltanto una dichiarazione verbale, ma impegnarci in prima persona in azioni concrete. Questa
denuncia vuole essere accompagnata da una scelta di vita diversa affinché possiamo renderla
credibile, ben sapendo che questo compórtamento ci fa partecipare alla croce di Cristo e ci
può portare tribolazione. Non dimentichiamo che da soli non siamo in grado di ottenere nessun
risultato se non confidiamo sempre nella grazia di Dio.
Appoggiamo la lotta per la pace con tutte le nostre forze preparandoci a lottare contro l’odio
e la violenza e impegnandoci in
una educazione alla pace ».
Giornata mondiale
di preghiera
E’ stato deciso che la Giornata
mondiale di preghiera si svolgerà, ancora per quest’anno, riunendo tutte le sorelle delle Valli
in un’unica sede: a Torre Penice, domenica 7 marzo, alle ore
14,30.
Tutte sono invitate a partecipare al culto della mattina con
la locale Comunità che si terrà in
francese, dopo il quale sarà offerto un primo piatto caldo e il
caffè. Perciò si pregano le .sorelle
che intendono consumare il pranzo presso la casa unionista di
Torre Pellice di informare telefonicamente Ester Maretti (91809)
entro il 3 marzo.
E’ sorta pure la necessità di
studiare la possibilità di organizzare per il futuro delle riunioni
di preghiera a livello circuitale o
di proporre soluzioni alternative.
E’ stato eletto un comitato nelle
persone di Marina Berlin, Etiennette .Talla e Katharina Rostagno
che, affiancate dalla componente
Valli della FFEVM, oltre ad organizzare la giornata di preghiera
di quest’anno, avrà il compito di
studiare le varie possibilità per
il futuro. La colletta della giornata sarà devoluta a favore dell’impegno contro la fame nel
mondo.
Congresso FFEVM
Ricordiamo a tutte le unioni
che l’8-9 maggio si terrà ad Ecumene (Velietri) il nostro Congresso biennale. Si partirà in
pullman venerdì 7 maggio alle
ore 7 da Pinerolo e il ritorno è
previsto per lunedì mattina verso le ore 7-8. Ricordiamo l’importanza di questo incontro che oltre a darci la possibilità di valutare il lavoro del comitato in questi anni, ci rende partecipi delle
realtà di sorelle lontane unendoci in un unico impegno nello studio e nella predicazione della Parola di Dio.
Il Congresso sarà composto
da una delegata per ogni dieci
membri delle unioni ma la partecipazione è aperta a tutte. Il
costo del viaggio e del soggiorno
a Ecumene sarà circa di L. 65 mila. Potete prenotare per il Congresso presso la sig.ra Maria Tamietti, Via Gay 21, Torre Pellice,
tei. 91196 entro il 20 aprile con
un anticipo di lire 30.000.
FFEVM Valli
Proseguono gli incontri mensili di studio biblico in vista della
predicazione organizzati dal 1“
Circuito; la terza riunione è prevista per mercoledì 24/2, ore 21,
sempre alla Casa Unionista di
Torre Pellice.
Sotto la guida del past. Sergio
Ribet, si è riunito finora un gruppo di persone del tutto eterogeneo. Diverse sono infatti preparazione, motivazioni e scopi che
ci hanno spinto ad aderire all’iniziativa, dalla semplice richiesta
di informazione, alla necessità di
riflessione, alla volontà di contribuire in qualche modo alla predicazione della nostra chiesa, che
non ha ancora trovato una forma di testimonianza equivalente
al cosiddetto ministero della parola.
I primi incontri sono stati dedicati a due aspetti particolari;
il primo riguardava l’atteggiamento con cui ci si deve accostare al testo di una predicazione;
agli scopi e ai rischi che vanno
tenuti presenti; nel secondo si sono analizzati i criteri- che guidano la scelta di un testo, su cui riflettere, e quali invece sono da
scartare. Finora sono stati dati
molti suggerimenti, sia per l’attività pratica che per la bibliografia, con riferimento ai testi usati
in Facoltà. Ci si propone infine,
per la novità dell’iniziativa, di riportare gli argomenti del corso
in schede riassuntive ciclostilate.
Dopo rincontro di febbraio, ci
ritroveremo a Rorà domenica 28
marzo per considerare l’argomento da un punto di vista pratico, ascoltando registrazioni di
predicazioni o cimentandoci noi
stessi in questo compito che affidiamo sempre ai pastori o a pochi laici.
A. B.
Premio Malan
PARIGI — Il premio « Paul
Malan », destinato a premiare
un libro o un articolo di rivista
concernente la storia del popolo
valdese o delle Valli valdesi d’Italia sarà assegnato per la terza
volta nel 1982.
Più precisamente, il premio sarà assegnato all’autore di un libro o di un articolo concerneiite i
rapporti tra l’Italia e le Chiese
riformate della Francia o sull’azione di queste fuori della Francia.
Gli autori interessati sono invitati a presentare la loro candidatura alla Società di storia del
protestantesimo francese al più
tardi il 31 maggio 1982. La giuria
si riunirà in ottobre. Il preimo
ammonta a circa 2.500 Fr.
Il premio « Paul Malan », fondato dalla famiglia di Paul Malan, viene assegnato ogni due anni. (B.I.P.).
Alcuni membri del consiglio
della FGEI saranno in visita alle
valli dal 22 al 27 febbraio. L’occasione servirà come momento
d’incontro sia con gruppi giovanili (FGEI e non) sia con altre
realtà che operano alle valli.
Alla base della visita vi è l’esigenza di un contatto diretto con
le valli da parte del consiglio per
una maggiore conoscenza della
situazione.
Il programma della visita, salvo variazioni, sarà il .seguente:
Lunedì 22: coordinamento
FGEI-Valli.
Martedì 23: al mattino incontro ad Agape col gruppo residenti ed alla sera incontro coi grui>
pi FGEI di Luserna S. Giovanni,
Torre Pellice, Villar Perosa e Pinerolo.
Mercoledì 24: al mattino incontro con la redazione dell’Eco delle Valli Valdesi; alla sera incontro col gruppo FGEI di Angrogna. '
Giovedì 25: ci sarà rincontro
con i gruppi giovanili e FGEI di
Torino.
Venerdì 26: al mattino il consiglio si incontrerà col pastore
Giorgio Tourn per discutere sulla cultura valdese. Il pomeriggio,
a Bobbio, l’incontro con il gruppo giovanile locale ed alla sera,
a Pinerolo, ci sarà rincontro con
la comunità di base di Corso To
ALLE VALLI VALDESI
Appello per il
Alcune Scuole Domenicali ed
alcune Comunità delle Valli hanno risposto all’Appello per il Ciad
di cui si è data notizia anche sul
nostro giornale (n. 50, 11 dicembre 1981).
Sotto il motto « aiutiamo a costruire un pozzo nel Ciad » è stata distribuita una bustina in occasione del Natale. A Pomaretto
i bambini più piccoli hanno preparato dei grossi mattoni, con
delle scatole di scarpe, con i
quali hanno costruito un piccolo
pozzo sul palco dove si svolgeva
il programma delle scuole domenicali durante il culto con la comunità. I bambini stessi hanno
poi preso questi « mattoni » ed
hanno fatto la colletta fra i banchi per trasformare il loro pozzo
simbolico in qualcosa di « più
concreto » per le popolazioni del
Ciad.
Siamo ora in grado di comunicare il risultato di queste collette: Bobbio Pellice 60.000; Massello 49.400; Perrero Maniglia 258
mila 580; Pomaretto 1.174.630;
Prali 250.000; S. Secondo 600.000;
Torre Pellice Appiotti 50.000; Coppieri 200.000; Soc. Missionarie 317
mila; Villasecca 30.000 per un totale di L. 2.989.610.
Dal momento che la costruzione di un pozzo si aggira sui 6 milioni il nostro aiuto servirà alla
costruzione di un mezzo pozzo!
R. C.
Riciclaggio
anziché spreco
SAN GERMANO —■ Da oltre
sei mesi la Chiesa valdese si è
fatta promotrice della raccolta
del vetro (cocci, bottiglie, specchi). L’iniziativa è partita in modo estremamente semplice: alcuni cartelli nei negozi del paese
per reclamizzare la raccolta e un
contenitore addossato ad un muro. La popolazione ha risposto
con slancio portando damigiane
rotte, bottiglie, cocci ecc.
Si sono a tutt’oggi effettuati 6
carichi di vetro per un totale di
circa 180 quintali. Se si pensa che
ogni quintale viene pagato 2.5003.000 lire, si può ben capire che
tale iniziativa oltre lo scopo di
ripulire le nostre cantine, i nostri magazzini di inutili depositi,
può anche fruttare una discreta
somma che viene così impiegata
per la collettività.
Questo può essere un piccolo
esempio di come si possa riuscire con minimo sforzo a combattere gli sprechi, ad usare gli oggetti in maniera diversa.
C’è un proverbio che dice che
il buon senso si vede dalle piccole cose, speriamo che questa iniziativa possa anche servire a questo scopo nel rispetto della natura che tutti ci coinvolge.
Invitiamo pertanto le altre comunità a seguire, l'esempio di
S. Gerivano: con poca, fatica tutti possono essere coinvolti verso
un’ottica di riciclaggio anziché
di spreco. C.G.B.
Importante
assemblea di chiesa
VILLAR PEROSA — Ricor
diamo che domenica 28 febbraio
alle ore 10, D. v., avrà luogo nel
salone del Convitto l’Assemblea
elettorale della Chiesa. Si tratta
di un fatto di estrema importanza per la soluzione della situazione pastorale nella nostra
Chiesa ; raccomandiamo perciò
a tutti ed in particolare ai membri elettori di essere presenti.
Perché l’Assemblea sia valida
bisogna che sia presente la maggioranza degli elettori iscritti
nelle liste.
« Le vecchie stalle »
FERRERÒ - MANIGLIA — La
rappresentazione dello spettacolo « Le vecchie stalle » avrà luogo nella sala delle attività di
Perrero domenica 21 febbraio
alle ore 15.
Visita del Consiglio
FGEI
ANGROGNA — Un folto gruppo di persone ha partecipato a
Pradeltorno alla serata di domenica 14 organizzata dalla corale:
tra canti religiosi e popolari vaidesi si sono alternate letture bibliche e una predicazione. La colletta è stata destinata ai valdesi
del Rio de la Piata.
Nelle prossime riunioni della
settimana (Serre, Martel e Buonanotte) affronteremo il problema del battesimo nelle diverse
letture denominazionali. Al Prassuit-Verné, mercoledì 24, alle 20
ospiteremo il past. Cadier della
chiesa riformata di Francia e il
Consiglio nazionale della FGEI.
Organizza la serata nella scuoletta il gruppo giovanile.
In questa rubrica pubblichiamo le
scadenze che interessano più chiese vaidesi delle valli. Gli avvisi vanno fatti
pervenire entro le ore 9 del lunedì precedente la data di pubblicazione del
giornale.
Giovedì 18 febbraio
□ RIUNIONE
COLLABORATORI
ECO VALLI
PINEROLO — Alle 20.30, presso la
casa di Marcella Gay, si terrà la riunione dei corrispondenti dell’Eco delle Valli
Valdesi,
Sabato 20 febbraio
□ TELEPINEROLO
CANALE 56
Alle ore 18.55 va in onda la trasmissione « Confrontiamoci con l’Evangelo »
(a cura di Marco Ayassot. Franco Davite e Attilio Fornerone).
Questo numero è dedicato a « Il
canto nella Chiesa Protestante ».
Domenica 21 febbraio
□ RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.15; Culto Evangelico a
cura delle Chiese Valdesi del 11 Circulto.
In occasione del XVII febbraio» 1982, le Chiese Valdesi del Primo Distretto organizzano
SABATO 20 FEBBRAIO alle ore 20,45
airAuditorium Comunale (Corso Piave 7)
a PINEROLO
un DIBATTITO PUBBLICO sul tema
trasformazione,
disarmo, pace
Intervengono t GIORGIO BOUCHARD moderatore
della Tavola Valdese,
GIORGIO ROCHAT, storico
Presiede: MARCELLA GAY del Concistoro
Valdese di Pinerolo
Trasporto dalla Val Pellice. Per coloro che intendono partecipare al dibattito è organizzato un trasporto in autobus che partirà da Bobbio Pellice alle ore 19,50. Per prenotazioni rivolgersi
entro il 17 febbraio al past. Platone, tei. 944144.
4
4 vita delle chiese
1
19 febbraio 1982
\l DIBATTITO SUGLI OMOSESSUALI
"Più tardi ho scoperto...
9»
Abbiamo pubblicato sul numero scorso una lettera aperta
di Aldo Long su « Agape e omosessuali». Pubblichiamo ora le
risposte che abbiamo ricevuto dal moderatore a cui era rivolta
e dal comitato esecutivo di Agape che era stato chiamato
in causa.
Caro fratello Long,
le rispondo pubblicamente, perché la sua lettera è indirizzata la
pastore Giorgio Bouchard: come
lei sa, il moderatore della Tavola
valdese non ha infatti alcun diritto di esprimere giudizi a nome
di tutta la chiesa, e in particolare
non su argomenti nuovi come
quello che lei solleva. .
La nostra consueta trafila per
giungere a una presa di posizione
della chiesa è diversa; si passa
dalla chiesa locale per giungere
attraverso i circuiti e i distretti
fino al Sinodo, solo abilitato a
decidere.
Il problema che lei solleva è indubbiamente arduo e impegnativo. Fino a qualche anno fa avrei
reagito anch’io come lei (a parte
qualche aggettivo): il problema
dell omosessualità mi pareva
chiaro, semplice, definito una
volta per tutte. Soprattutto ero
convinto che questo problema riguardava altri, e non me, solido
montanaro puritano, marito di
una sola moglie e padre di tre
figli. Mi sono associato anch’io
alle battutine sugli omosessuali,
che mi parevano tutti dei malati
o dei viziosi.
Quando ero a Cinisello mi stupivo molto se dei ragazzi coinvol
ti nel ’’giro” si indignavano alle
mie battute, ed affermavano che
non capivo nulla della loro condizione.
Più tardi ho cominciato a girare il mondo, e ho scoperto che
grandi chiese evangeliche straniere (per esempio metodisti e presbiteriani USA) discutevano l’argomento con serietà e con passione; nessuna di queste chiese riteneva che il problema fosse già
risolto, una volta per tutte.
Ho anche notato in quelle chiese uno spirito di misericordia
che a me personalmente mancava.
Ho così finito per convincermi
che anche la nostra chiesa deve
affrontare questo problema, ma
senza pretendere di avere la soluzione in mano: un dibattito è
già cominciato, grazie alla Claudiana (che fin dal 1976 ha pubblicato un libro suH’argomento), alla Luce e ad Agape. Ritengo inevitabile che questo dibattito sfoci in Sinodo, e non dubito punto
che le istanze ecclesiastiche competenti sapranno promuoverlo
nei dovuti modi.
Con la consueta cordialità, mi
creda suo.
Giorgio Bouchard, pastore
“Ci siamo accorti...”
La lettera qui pubblicata sul
numero scorso (indirizzata al
Moderatore), esige una risposta
da parte nostra, fraterna, ma al
tempo stesso esplicita rispetto
alle affermazioni e ai contenuti,
ai giudizi in essa espressi. Non
ci interessa difendere qui le intenzioni profonde che guidano
la ricerca di fede di chi lavora
ad Agape, nel senso che riteniamo gratuite ed inc’.imostrate le
accuse rivolte al tempo stesso
ai Comitati di Agape e ai suoi
gruppi residenti.
Prima di « giudicare » con tanta sicurezza converrebbe forse
conoscere in maniera più approfondita la realtà e, soprattutto,
le persone. Desideriamo invece
far presenti alcuni elementi di
valutazione concernenti la decisione di tenere, per la terza volta, un campo dedicato al problema dell’omosessualità, che sappiamo essere oggetto di fraintendimenti, di giudizi liquidatori e
affrettati, di mancanza di conoscenza del problema e di un profondo desiderio di « rimozione ».
In fondo ci accorgiamo quanto
sia forte il desiderio di « scomunica » e di rifiuto che la società
e la chiesa manifestano verso
gli omosessuali ; un desiderio che
la grande maggioranza delle donne e degli uomini eterosessuali
portano dentro di sé, consapevolmente o meno. Il desiderio di
parole forti, chiare, che stabiliscano il lecito e l’illecito, il ricorso all’autorità ecclesiastica, sono
in fondo una manifestazione di
autodifesa verso la paura che ci
provoca l’altro, il diverso, che
non siamo capaci di capire; capirlo come uomo, come donna
che non sono « come noi ».
E non ci si pone neppure il
problema di capire questa realtà altra da noi f eterosessuali )
nell’ottica dell’amore per il nostro prossimo; il discorso va
dritto al giudizio, all’esclusione.
Non c’è posto per la parola della riconciliazione, non c’è spazio
per questa dimensione umana
« diversa », la si vuole negare
pur sapendo che le persone non
possono essere negate. Certo
possono essere « scomunicate »,
dichiarate « eretiche ». Ma è la
nostra chiesa quella della scomunica, quella che definisce il
concetto di eresia?
Il problema dell’omosessualità
non è il problema di Agape, come non era problema di Agape
quello di capire il rapporto fedepolitica: è il problema di ogni
essere umano sensibile alle sofferenze, alle emarginazioni e
dunque, è un problema della
chiesà di Gesù Cristo che affronta e non « rimuove » le lacerazioni proprie di questa umanità
che è la nostra.
Noi abbiamo deciso di « ascoltare », di « conoscere » i problemi, le sofferenze, i timori e anche il bisogno di vivere degli
omosessuali che hanno cercato
in Agape un luogo (e delle persone) in cui poter approfondire
e chiarire almeno una parte delle questioni legate alla condizione omosessuale. E abbiamo voluto tramite questo rapporto di
« conoscenza » accettare la possibilità di un confronto critico
con la nostra diversa concezione della sessualità.
Avremmo certamente potuto
chiudere loro la porta in faccia:
non lo abbiamo fatto. E non lo
abbiamo fatto perché abbiamo
riconosciuto in questi omosessuali delle vite umane, fragili come le nostre, ma al tempo stesso degli uomini e delle donne
con una loro dignità, la dignità
di creature di Dio.
Ma soprattutto ci siamo accorti della loro situazione di profonda sofferenza quotidiana, di
persone emarginate, dalla società e dalla chiesa; abbiamo scoperto la nostra superficialità nei
giudizi che davamo su di loro.
Ci siamo accorti che occorreva
conoscere, cercare, e non pronunciare facili ma farisaici giudizi su di loro. E dobbiamo riconoscere che non conosciamo
ancora a sufficienza il problema
per poter dire (ma si potrà mai
dire una parola chiara, esauriente?) con sufficiente chiarezza che cosa è l’omosessualità,
quali ne siano le cause, ecc. Certo, è anche troppo facile pronunciare dei giudizi: è Tunica cosa
chiara che si possa dire! Ma è
questo che dobbiamo fare, è
questo che devono dire le nostre chiese, una parola di giudizio? E’ questo che esige da noi
Tevangelo di Gesù di Nazareth?
O Tevangelo esige da noi un
« atteggiamento » diverso, improntato alla comprensione, all’accoglienza e non al giudizio e
all’emarginazione? E’ possibile
brandire la Bibbia come parola
di giudizio unilaterale?
In fondo crediamo che anche
questo problema dell’omosessualità interroghi la nostra fede. E
in questa prospettiva il dialogo,
la ricerca con dei credenti omosessuali . può aiutarci ad essere
meno sicuri della nostra « verità» ed aiutarci a'capire che nella chiesa ci può e ci deve essere
Un posto, alla pari, anche per chi
non è eterosessuale. Anche noi
ci auguriamo che il discorso appena iniziato ad Agape passi nelle nostre chiese, perché anche
nelle nostre chiese ci sono degli
omosessuali che restano nell’anonimato e che si sentono costretti a tenere nascosta la loro condizione di omosessualità. Bisogna però che si apra una ricer
ca, uno studio, un dibattito tra
fratelli e non una marea di accuse, di squalifiche che non possono trovare spazio nell’ambito
di una ricerca fraterna fra credenti. Grazie a Dio, non siamo
una chiesa autoritaria, che scomunica, siamo una chiesa che ha
imparato a dialogare, a discutere, nella speranza di una predicazione. E’ una conquista che
non può mai dirsi conclusa, ma
è su questa strada che siamo incamminati. Ed il problema dell’omosessualità è uno di quei temi scottanti che mettono alla
prova questa libertà della fede
così, difficile da vivere ma che
non ha, a nostro parere, alternative credibili.
Una precisazione a sè merita
il concetto « espressione corporea » che in questi anni si è potuto leggere nei programmi dei
campi.
Che cosa vuol dire questa espressione? Essa si riferisce a
tutte quelle tecniche e attività
che favoriscono la comunicazione
non verbale: il teatro, il mimo,
la danza, ecc. Questa tecnica è
oggi usata abbondantemente anche nei gruppi di animazione biblica, soprattutto all’estero.
L’interpretazione che ne ha dato Aldo Long è dunque del tutto
fuori luogo.
A colloquio con i lettori
PERCHE’ SMETTERE?
Nella presentazione del « Materiale
biblico della Claudiana » Eugenio Rivoir parla nel numero della Luce de!
12 febbraio (n. 7) del volume « Ascoltiamo insieme il Signore ».
Se le thie informazioni corrispondono al vero, il volumetto di letture
bibliche sarebbe al suo ultimo anno
di pubblicazione.
Lo scopo dell'edizione italiana nell’intenzione del pastore Tullio Vinay,
che ne fu il promotore, fu oltre quello
di offrire ai lettori italiani il testo degli
stessi versetti che migliaia di credenti
di ogni nazione, lingua (c’è una traduzione in circa venti lingue) denominazione sparsi in tutto il mondo leggevano, anche quello di costituire un momento di riflessione comune di tutti i
membri della nostra chiesa valdese, a
qualunque tendenza essi appartenessero, avendo egli chiesto le preghiere ad
una vasta cerchia di pastori e laici
rappresentanti appunto i diversi approcci alla fede (non mi piace parlare di correnti!) esistenti aH’interno delle nostre comunità. Il titolo dato all’edizione italiana lo dice chiaramente.
Seguivo già da molto tempo in francese questo tipo di lettura biblica e
mi sono rallegrata quando è apparsa
l’edizione italiana. Evidentemente questa non è una lettura sistematica della
Bibbia però, stando alla mia esperienza personale, è una lettura buona.
Non credo ad una risposta magica
della Sacra Scrittura per cui, aprendola a caso, trovo subito quello che
il Signore vuol dirmi in quel momento, però credo che il Signore, anche
attraverso un umile strumento come
il volumetto in questione, può rispondere alle mie angosce, alle mie incertezze, alle mie domande giornaliere.
Ne ho fatto tante volte l’esperienza e,
so vado a rivedere i volumetti degli
anni passati, rivivo attraverso le mie
sottolineature le risposte che il Signore
mi ha dato in quella determinata circostanza attraverso un versetto o una
preghiera.
Nella comunità di Pinerolo il gruppo visitatrici da due anni distribuisce,
in occasione del Natale, a tutti i
malati degli ospedali (e sono tanti
perché vi gravita tutta la popolazione delle Valli!) questo volumetto che
è risultato molto bene accetto. Il
malato ha così a disposizione una
lettura biblica (senza dover andare a
cercare il versetto nella Bibbia che
non ha forse a portata di mano o che
non è neanche in grado di poter sfogliare per la stanchezza) ed una preghiera che lo possono aiutare a vivere la sua giornata.
Se l'edizione italiana non dovesse
più uscire per conto mio riprenderei
quella francese ma per i nostri malati
dove dovremmo orientarci? Non è possibile fare anche uno sforzo per continuare la pubblicazione di questo modesto ed umile strumento che può raggiungere i .« minimi » e gli stanchi?
Evidentemente perché questo strumento sia più diffuso i consigli dì
chiesa dovrebbero farlo conoscere di
più e sostenerlo. In fondo, per me,
sempre meglio una semplice parola
del Signore attraverso la Sacra Scrittura che un breve commento biblico
qualche volta appropriato e... qualche
volta no.
Per terminare una piccola nota storica (siamo nel mese del 17 febbraio!):
c’è sempre stato, fin dai tempi di Giovanni Huss, un legame di rapporti e
dì amicizia fra i boemi ed i valdesi.
Questo volumetto sorto all’inizio del
1700 proprio per l’iniziativa di un gruppo di fratelli moravi può costituire
nell’edizione italiana un segno che
questa amicizia non è spenta!
Elsa Rostan, Pinerolo
Agape 1982
25 giugno - 4 luglio - Campo cadetti 1: Diventa quello che sei.
5-11 luglio - Campo omosessuali:
Amicizia, amore, militanza.
12-19 luglio - Campo sui problemi
del mondo del lavoro; Il lavoro
oggi.
12-19 luglio - Campo precadetti 1
(7-10 anni); Giona e la balena.
19-26 luglio - Campo ecumenico:
Ricerca ecumenica e riforma
della Chiesa: l’attuale dibattito sui ministeri.
19-26 luglio - Campo precadetti 2
(8-12 anni): Conoscere la montagna e i suoi abitanti.
26 luglio - 3 agosto - Campo Europa - Terzo Mondo: La terza
America.
4-11 agosto - Campo teologico:
Ma la fede... è un’illus'ione?
4-11 agosto - Campo precadetti 3
(10-13 anni): Per fare tutto...
ci vuole... il corpo.
12-19 agosto - Campo femminista;
Liberarsi dalla cultura o liberarsi con la cultura?
21-28 agosto - Campo sul disarmo; Giustizia è il vero nome
della pace.
29 agosto - 6 settembre . Campo
cadetti 2 internazionale (15-20
anni): Educare alla pace.
Chiese
riformate
(segue da pag. 1)
tico ed economico), che vengono
ricordati all’attenzione di Ottawa, ma che costituiscono la sfida
che il mondo d’oggi lancia a tutta la cristianità. È difficile dire se
l’Assemblea riuscirà a produrre
un suo documento su una tematica tanto ricca, ma è certo che
vale la pena che ogni chiesa la
studi a fondo in collaborazione e
in concerto con altri riformati.
Il Comitato esecutivo
di Agape
— Quai è il contributo che può
dare la Chiesa Valdese?
— Il già citato documento
« Testimonianza Riformata, oggi » non può più, a questo punto,
essere sottoposto a tutte le comunità, che hanno già tutta ima
serie di altri documenti da studiare. Ma si potrebbe chiedere a
quattro o cinque comunità di tralasciare altri impegni e dedicarsi
esclusivamente a questo. Esse dovrebbero esprimere chiaramente
i punti di consenso e le eventuali
critiche. Una valutazione sintetica (due paginette, in inglese) potrebbe essere diffusa tra i delegati a Ottawa e avere un peso nei
dibattiti.
Personalmente ritengo che la
chiesa valdese, che quest’anno in
aprile ospiterà a Torre Pellice la
Assemblea della Conferenza delle Chiese Evangeliche dei Paesi
Latini d’Europa (CEPPLE) sul
tema della diaspora, potrebbe
farsi promotrice di trasmettere
alle altre chiese riformate i risultati di quella rifiessione. Dopo
tutto la maggioranza delle chiese
riformate sono chiese di minoranza e di diaspora, ma molte
subiscono tale realtà passivamente come un destino ostile, anziché
viverla positivamente come una
vocazione e un’occasione storica.
Aiutarle ad assumere quest’ultimo atteggiamento sarebbe molto
importante.
Nel lungo periodo la Chiesa
Valdese dovrebbe, a mio parere,
fare un grosso sforzo prima di
tutto per perfezionare e poi per
far conoscere e far comprendere
la propria valutazione del cattolicesimo: la distinzione che noi
facciamo, ma che altri fanno
molto meno, tra quanto vi è di
cristiano e di evangelico nei credenti cattolici (da cui possiamo
imparare molto), e quanto vi è
di «imperiale», di autoritario,
di perverso nelle strutture gerarchiche e nel potere che esse gestiscono.
— Quali sono le prospettive
per il futuro dell’Alleanza?
Per informazioni e prenotazioni scrivere alla: Segreteria di
Agape - 10060 Frali (Torino) tei. 0121/8514.
— Nell’Alleanza Riformata abbiamo 149 chiese membro, sparse
in 80 paesi, di cui 60% è nel Terzo Mondo. Noi non vogliamo in
alcun modo fare del dirigismo;
siamo convinti che è la base ’
quella che crede, che opera, e
che conta. Il nostro compito è
quello di collegare, informare,
favorire gli scambi, mantenere
ed esprimere la solidarietà, in
rnodo che questa vasta diaspora
riformata mantenga la coscienza
della propria unità di linea e di
ispirazione e non si polverizzi in
un mucchio di chiesuole chiuse
in se stesse. Ottawa dovrà riafferrnare che questo è il nostro compito. E se lo è deve darci i mezzi
per eseguirlo, e cioè raddoppiare
il personale. Siamo attualmente
otto persone, comprese le dattilografe; se fossimo il doppio sarcnimo ancora pochi per un organo che ha pretese di collegamento mondiale. L’altra prospettiva è quella di mantenere lo
status quo, il che significa in pratica abbassare il tiro e ridurre
le prospettive, limitandosi a gestire una serie di incontri teologici interconfessionali e produrre un paio di organi di stampa,
ma senza più alcuna pretesa di
rafforzare i vincoli tra le chiese
riformate nel mondo. Il futuro
dell’Alleanza Mondiale si gioca
su questa scelta che l’Assemblea
di Ottawa dovrà fare e che dipenderà in sostanza, dalla volontà delle chiese.
a cura di G. Platone
5
19 febbraio 1982
IL MATERIALE BIBLICO DELLA CLAUDIANA - 3
Al di là del muro
Il libro che ci sta davanti oggi
è un libro che viene da abbastanza lontano: viene dal Nord,
da quella Olanda dalla lingua
difficile e dalle indicazioni provocanti. Quante volte negli ultimi
anni è venuta dall’Olanda (e dalle chiese cristiane d’Olanda) una
serie di proposte e di provocazioni stimolanti per noi. In questo
libro (Pane al pane...!) pubblicato nel 1967 e tradotto da noi
nel 1972, il sinodo riformato olandese si propone di dire « una parola chiara sulla storia, il segreto e l’autorità della Bibbia ».
Il libro, come dice la premessa
all’edizione italiana, « è dedicato
al gran numero di credenti delle
chiese cristiane che, disorientati
dallo sviluppo della teologia dell’ultimo secolo e in particolare
degli ultimi decenni, hanno perso
un contatto vivo e quotidiano con
la Bibbia ». All’inizio del loro discorso, questi protestanti olandesi ci dicono che si può ascoltare
la Bibbia senza trincerarsi dietro
un muro nel colloquio con i nostri contemporeuiei, ma che al
contrario questo ascolto può
creare una comunione di ascolto.
E ciò, sostengono i produttori
del libro, è vero in tutti i sensi;
è vero quando si entra in colloquio tra diversi gruppi o correnti nelle chiese e fra le chiese stesse, ma è vero anche quando si
entra in colloquio fra le chiese e
l’uomo moderno che non è più a
contatto con alcuna chiesa. E così continuano; « Questo libro pur
mirando innanzitutto a porgere
una mano d’aiuto al lettore della
Bibbia — rivolge in ultima ana
lisi un vivo appello a entrare in
questo colloquio, di cui vengono
indicati non solo gli strumenti,
ma anche le promesse e le possibilità. Può e deve essere un colloquio fra i membri di una comunità, i cosiddetti ’’laici”, ma è
pure un colloquio fra teologi ».
A molti lettori può forse interessare la parte storica; come è
stata letta la Bibbia nel passato,
a partire da quali motivazioni,
come libro di devozione, o come
documento letterario, o come
libro di religiosità umana; a molti può interessare l’importanza
che il libro ha avuto nel passato,
e capire qualcosa di più a questo proposito; e nel libro che
abbiamo sotto mano .troverà
spiegazioni abbondanti e sufficientemente dettagliate, con
quel pizzico di cose lasciate in
sospeso che gli fa magari venir
voglia di continuare la ricerca.
Altri, invece, e scommetto che
saran la maggioranza, saran più
interessati dalle pagine che riguardano il segreto e l’autorità
della Bibbia: « in ogni chiesa protestante — comincia il nostro libro — vi è una Bibbia aperta sul
pulpito o sul tavolo della Santa
Cena. Non come oggetto di adorazione, ma per essere letta e
ascoltata. Questa silenziosa_ presenza racchiude una decisione:
la Bibbia è il Libro. La Bibbia è
la Sacra Scrittura. Il suo posto è
unico. Noi confessianio che la
Bibbia è la Parola di Dio... E’ giusto che la Bibbia continui ad
esercitare questa sorprendente
autorità? Non contiene forse molte inesattezze e perfino episodi
prospettive bibliche 5
Il gioco di Dio
che possono scandalizzare il lettore? E allora, perché la Bibbia
dovrebbe essere ancora Scrittura
Sacra, Parola di Dio? Accanto al
grande uso che si fa della Bibbia
non vi sono forse anche innumerevoli abusi? Quale sicurezza abbiamo di richiamarci alla Bibbia
nel senso giusto? ».
Non ci si trincera dietro ad
un muro, si diceva, perché non
c’è da formare una barriera tra
i lettori e i non-lettori; così non
ci si trincera dietro a nessuna sicurezza. C’è un colloquio della
Bibbia con noi e c’è un colloquio
nostro con la Bibbia, e in questo
colloquio ci saran mille domande — difficili, sempre più difficili, che turbano a volte, che
sconvolgono, che non lasciano
tranquilli. E il libro, con gran
calma, ci offre questo avvio:
« Pensare di dover anzitutto ’’accettare la Bibbia” non costituisce
un buon punto di partenza... al
contrario: quanto più alto sarà
il numero degli interrogativi tanto meglio sarà, a condizione che
non vengano liquidati con frettolosa superficialità ».
Interroghiamo, non smettiamo
di interrogare (e di lasciarci interrogare) a proposito della Bibbia, quello che qui, a un certo
punto, viene chiamato « il bestseller meno letto del mondo,
l’opera illustrata da biblioteca,
un libro cui si è sempre disposti
a tributare un culto superficiale... ».
Eugenio Rivo'ir
Sinodo Riformato Olandese. Pane al
pane...! Editrice Claudiana, L. 3.000.
(segue da pag. 1)
vogliono nulla, o vogliono giocare un gioco diverso, meno impegnativo di quello che Dio off re
loro. E più sono « sistemati », in
tutti i sensi, più lo sono anche e
soprattutto spiritualmente,^ meno sono disposti a lasciarsi mettere in discussione dall’irrompere del regno di Dio, dalle sollecitazioni del Precursore e del
Messia.
E' dunque una parabola molto
triste, questa; ha lo stesso suono
grave, ad es., della parabola dei
cattivi vignaioli, vi risuona lo
stesso lamento virile che Gesù fa
su Gerusalemme, « perché non
hai conosciuto il tempo in cui
sei stata visitata » (Luca 19; 44).
E’ anzitutto una parola sulla
chiesa, la chiesa costituita, con
le sue solide tradizioni e le sue
molte « attività », con il suo culto e le sue « pratiche di fede ».
Questa è la chiesa che allora è
stata come i bambini svogliati
e bizzosi, e che rischia continuamente di esserlo davanti alla « visita » di Dio, al risuonare del
suo Evangelo del regno, all’appello a entrare davverò e senza
riserve, con tutti se stessi — con
tutta la propria mente, il proprio cuore, le proprie forze —
nel gioco grave e gioioso che Dio
ha giocato e gioca in Cristo, a
credergli, a seguirlo, ad attendere con .salda speranza, speranza
attiva, il compiersi delle sue promesse.
Ed è una parabola che parla
di noi. « Questa generazione » siamo noi; i nostri ragazzi e i nostri giovani inclusi, certo, anche
loro a volte, come noi, pacchetti, svogliati, con poco appetito
per il nutrimento forte dell’Evangelo, timorosi di prender colpi
d’aria improvvisi al soffio dello
Spirito. Così è questa generazione, questa nostra generazione.
Ma la parabola di Gesù, soprattutto nella versione che ce ne
trasmette Luca, non è tutta triste. Gesù ha constatato allora —
e il Signore Iddio (non sempre
noi, ma Lui sì) constata oggi —;
che se quelli che erano ì primi
si rivelano ultimi, ultimissimi, e
magari tristemente fuorigioco,
ce ne sono stati allora, e ce ne
sono oggi che han drizzato le
orecchie; gente che, come i bambini che appena sentono un ritmo si mettono a ritmare i loro
movimenti e sono coinvolti nel
ritmo e nella danza, gente che
di colpo, da tutt’altri orizzonti,
è colpita dal suono grave e gioioso dell'Evangelo e cambia direzione, impesta a nuovo la sua
vita, entra nel « gioco » di Dio in
Cristo. Come quella « peccatrice », quella donna di vita che ha
quell’incontro sconvolgente con
Gesù, in casa del fariseo Simone
(Luca 7: 36-40), una scena che è
la plastica esemplificazione che
certe cose non capitano solo fra
bambini che giocano. Simone ha
con Gesù l’incontro interessante
di un’ora di discussione; a quella donna l’incontro con Gesù ha
cambiato la vita. C’è chi gioca, e
chi no; chi ci sta, e chi no.
E non basta « starci » una volta, occorre continuare a « starci » ogni giorno; ritrovarci sempre «questa generazione incredula e peccatrice, pervertita » e
ricevere ogni giorno nuova la
gioia dinamica del perdono. Su
— dice il Signore — non volete
entrare nel mio gioco? E’ un gioco che vale la candela, una gioia
che travolge la fatica.
Gino Conte
INNO AL CRISTO-2
Alla scuola di Cristo
per diventare uomini
Se dunque v’è qualche consolazione in
Cristo, se v’è qualche conforto d’amore,
se v’è qualche comunione di spirito, se
v’è qualche tenerezza d’affetto e qualche
compass'ione, rendete perfetta la mia allegrezza, avendo un medesimo sentimento,
un medesimo amore, essendo d’un animo,
di un unico sentire ; non facendo nuUa per
spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con umiltà, stimando altrui
da più di se stesso, avendo ciascun di voi
riguardo non alle cose proprie, ma anche
a quelle degli altri.
Abbiate in voi lo stesso sentimento che
è stato in Cristo Gesù; il quale, essendo
in forma di Dio non riputò rapina l’essere uguale a Dio, ma annichilì se stesso,
prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini; ed essendo trovato nell’esteriore come un uomo, abbassò se
stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte della croce. Ed è perciò
che Dio lo ha sovranamente innalzato e
gli ha dato il nome che è al di sopra
d’ogni nome, affinché nel nome di Gesù
si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla
terra e sotto la terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla
gloria di Dio Padre.
(Filippesi 2: 1-11).
Siamo ora sulla soglia del grande fatto che qui viene descritto e cantato. È
difficile mantenersi, nella nostra meditazione, al livello di quest’inno. È anzi impossibile dire di più o dire meglio le cose
che qui vengono dette. Le nostre povere
parole non possono illustrare, possono solo sperare di essere « illustrate », non possono fare luce su questo inno ma solo sperare di ricevere luce da quest’inno. Qui si
racconta, in un sommario estremamente
denso, la storia di Gesù e la storia di
Dio con lui.
È una storia che ha le sue radici in Dio
e nello stesso tempo nelle profondità
estreme della terra. Dire Gesù Cristo significa evocare la realtà suprema al di sopra di tutte le cose e nello stesso tempo
la condizione sub-umana dello schiavo e,
per di più, dello schiavo condannato a
morte e appeso al legno della maledizione. Chi, in verità, è sufficiente a queste cose? Chi può tenere insieme due poli così
All’ascolto della Parola
a cura di Gino Conte
Terminiamo con questa seconda parte il commento che Paolo Ricca ha fatto dell’inno di Pilippesi 2 nel quadro di una iniziativa del Segretariato Attività ecumeniche. Tema dei prossinri due studi bibUci: Guerra e pace.
estremi, così opposti? Chi può reggere
questa contraddizione? « In forma di Dio »
- « in forma di schiavo »; « simile a Dio »
- « simile agli uomini »; « schiavo » - « Signore »; « condannato a morte » - « innalzato al di sopra di tutto e di tutti» —
tutto questo compone la via di Gesù.
Eccone alcuni aspetti o momenti:
a) Questa via non comincia dalla terra, neppure dalla Terra Santa, neppure
da Betlemme o da Gerusalemme. Queste
sono tappe, ma la via comincia da altrove. La sua caratteristica fondamentale è di
essere una via che scende. Con Cristo si
scende! La chiesa è ancora molto più in
alto di Cristo!
Avere o essere?
b) Cristo, che era come Dio, « non
reputò rapina l’essere uguale a Dio », non
reputò la sua divinità come una preda, un
bottino, qualcosa che ci si tiene ben stretto, come un bambino il suo giocattolo. E
qui c’è il segreto di tutta la vicenda: Gesù era come Dio ma questo suo essere
non l’ha considerato come un avere, come un possesso da tenere per sé. Voi sapete che s’è molto parlato, dopo l’uscita
di un libro di Fromm intitolato « Avere
o essere? », della nostra civiltà come civiltà dell’avere cui bisognerebbe contrapporre una civiltà dell’essere. Ma qui impariamo qualcosa di più, e cioè che proprio
il nostro essere può diventare il nostro
avere. Cristo ha vissuto il suo essere non
come una proprietà ma come un’offerta,
non come un avere ma come un donare
e donarsi.
È allora evidente che « in Cristo » si impara a considerare il proprio essere non
come un avere ma come un dare e darsi.
c) Proprio perché l’essere di Dio non
è avere ma dare, per questo accade la
grande svolta in Dio, il « terremoto nel
cielo » come l’abbiamo chiamato, il Dio
che esce fuori dall’ambito, dal regno della
sua divinità ed en*-'-a in quello deil’uma
nità. Che cosa ci sia dietro questo movimento di Dio che diventa uomo nell’inno
non è detto, ma noi lo sappiamo: c’è solo
una parola che può descriverlo e questa
parola è amore. Il grande ponte che congiunge Dio con il crocifisso del Golgota
è un ponte di amore.
Quando dice al v. 8 che Cristo fu « ubbidiente a Dio fino alla morte » intende
dire che fu ubbidiente a questa decisione
di amore. Questa è la vera ubbidienza
cristiana: non l’ubbidienza alla legge ma
l’ubbidienza all’amore. È anche l’unica ubbidienza che ci è richiesta: l’ubbidienza
all’amore. Beato chi è ubbidiente così e
solo così. Perché, come è già stato detto
molto bene da don Milani, « l’ubbidienza
non è più una virtù ». Solo l’ubbidienza
all’amore lo è sempre ancora.
Venduto alla morte,
come noi
d) « Prese la forma di servo ». Perché
non la forma dell’uomo libero? Perché lo
schiavo era (ed è!) nella società antica
(e in quella odierna in forme meno vistose) la personificazione stessa dell’uomo
negato, dell’uomo oggetto, dell’uomo mercificato, dell’uomo venduto. E divenendo
« doulos », schiavo. Cristo fa in modo
che non si può più vendere l’uomo senza
vendere Cristo. Così Dio blocca la tratta
degli schiavi, antica e moderna. Ma c’è
un senso in cui svanisce tra gli uomini la
distinzione tra schiavi e liberi e ci dobbiamo riconoscere tutti indistintamente negati e venduti: siamo tutti inesorabilmente
venduti alla morte. Ecco perché la via di
Cristo si abbassa « fino alla morte ed alla
morte in croce ». Non sopra, non accanto,
non oltre, ma attraverso la morte. Che
noi dobbiamo passarci, lo sappiamo; ma
che Dio l’attraversi, questo non lo pensavamo, questo è nuovo.
e) Verso 9: cambia il soggetto, non
più Cristo ma Dio. S D’o che lo ha s"'vra
namente innalzato e gli ha dato il suo
nome: dopo aver dato Cristo a noi, dà se
stesso (il « nome ») a Cristo. È lui il
vero Dio, tutto il resto è idolatria e superstizione: è lui il vero Dio, il Dio che
non prende ma dà, che non sale ma scende, che non si fa servire ma serve, che
non vuole avere neppure se stesso ma
dare anche se stesso, che non sceglie il
primo posto ma l’ultimo, che non evita
la morte ma l’assume per spezzarne una
volta per sempre le catene infernali. Questo è il vero Dio di fronte al quale piegare le ginocchia non è una umiliazione ma
pura adorazione di gioia, non è sotto-missione ma am-missione, partecipazione festosa al grande trionfo della vita e di Dio.
Un dio così
Non sono io che mi umilio, è lui che si
è umiliato, sì una grande umiliazione ha
vissuto fino alla croce, più umiliato di
lui non c’è nessuno. Non sono il suddito
timoroso che rende omaggio all’eccelso
Sovrano in atto di ubbidienza, no, è lui
che è stato « ubbidiente fino alla morte ed
alla morte della croce ». Non sono io che
lo servo, è lui che è venuto a servirmi.
Ma è ancora Dio un Dio così? Sì, solo
così è Dio, fuori di lui non ce n’è altri,
e beato chi non si sarà scandalizzato di
lui. Perché anche alla destra di Dio porta
nelle mani il segno dei chiodi.
Ma è importante vedere che, appunto,
è Dio che innalza Gesù, non è Gesù che
innalza se stesso. Non dobbiamo innalzarci da noi, dobbiamo solo abbassarci. Dio
e lui solo ci innalzerà.
Dunque il movimento di Dio: in fin dei
conti quello del divenire uomo = uomo
venduto schiavo come Giuseppe, per riscattare tutti gli uomini negati e mercificati; uomo vero per ricostruire dal di dentro l’immagine perduta di Dio nell’uomo.
« Abbiate in voi il medesimo sentimento... »: l’umiltà è il passaggio dalla divinità all’umanità, da noi stessi agli altri, la
discesa dal nostro trono verso i piedi dell'altro. Questo è il cammino deH’umanizzazione = in Cristo Gesù impariamo non
a diventare divini ma a diventare umani.
Dio ci salva umanizzandosi e umanizzandoci.
Sì, abbiamo bisogno di Dio per imparare a diventare uomini. Ecco il segreto
del cristianesimo: diventare non divini
come Dio ma umani come Dio. Questa
umanità Dio la glorificherà con il suo
Figlio.
(2 - fine) Paolo Rj''ca
6
6 fede e cultura
19 febbraio 1982
CLAUDIANA REPRINT
In occasione delle prossime celebrazioni del 450» anniversario
della Assemblea di Chanforan, che decise l’adesione dei Valdesi franco-italiani alla Riforma protestante (1532), la CLAUDIANA EDITRICE propone in sottoscrizione la ristampa anastatica di un’opera
fondamentale da tempo ormai completamente esaurita:
IL POSTO DELLA FEDE NELLA VICENDA DOZIER
Il mistero dell’esaudimento
GIOVANNI JALLA
Storia della Riforma
in Piemonte
fino alla morte di Emanuele Filiberto
(1517 ■ 1580)
di pp. 416 in 8”, edito dalla Claudiana (Firenze) nel 1914.
Oltre ad una eccellente sintesi
delle ricerche (in gran parte di
prima mano, frutto di un paziente spoglio di vari archivi), il volume costituisce un eccezionale
repertorio di fonti e documenti,
molti dei quali riprodotti interamente nel volume.
L’opera ricostruisce le complesse vicende negli anni della
« esplosione » riformata in Piemonte, le grandi speranze sotto
il Ducato di Carlo III (cui Lutero indirizzò una famosa lettera), la dominazione francese, fino alla reazione di Emanuele Filiberto (1580).
Oltre ad un prezioso indice
dei nomi, il volume riporta in
appendice vari elenchi-(dei Piemontesi iscritti nel registro degli abitanti di Ginevra, dei Piemontesi ricevuti borghesi di Ginevra e degli studiosi piemontesi nel « Livre du Recteur » dell’Accademia).
E’ in programma anche la pubblicazione del secondo volume
postumo.
SULLA STAMPA
Calvinismo o
sciovinismo ?
Nella terza pagina della Stampa (14 gennaio 1982) leggo questa sconcertante affermazione attribuita al regista polacco Wajda
dai suoi traduttori italiani: « Non
è facendo dichiarazioni patriottiche... che si afferma questo
ideale » perché queste rischiano
di rappresentare invece « una
cortina fumogena di alibi, quieto vivere e marasma, se non proprio di calvinismo e odio ».
Evidentemente chi ha scritto
il testo italiano ha confuso due
fenomeni piuttosto diversi: calvinismo e sciovinismo; il buffo qui
prò quo mi ha invogliata a ricercare la precisa origine del termine "sciovinismo”.
La prima edizione del dizionario francese Larousse chiarisce
che « l’espressione ha come padrino uno dei più valorosi soldati di Napoleone, Nicolas Chauvin,
nato a Rochefort, che ebbe diciassette ferite (tutte davanti!),
tre dita amputate, una spalla
fratturata, la fronte orribilmente mutilata, e ottenne come ricompensa del suo servizio una
sciabola, U nastrino della Legion
d’onore e duecento franchi di
pensione.
Questo vecchio “grognard” della Guardia .si faceva sempre notare per una così ingenua esagerazione del suo entusiasmo, una
ammiraz.ione .sconfinata e quasi
un’adorazione per il suo imperatore, da diventare per i suoi
commilitoni una macchietta, e
più tardi per tutti il simbolo del
patriottismo esasperato, dell’eccessivo entusiasmo militare e di
qualsia.si ammirazione più appassionata che razionale ».
E’ chiaro che proprio di questo voleva parlare Wajda, e non
certo per accusare di calvinismo
i suoi cattolicissimi compatrioti.
M. G.
Condizioni della
sottoscrizione
Il prezzo speciale ridotto per
i sottoscrittori (entro il 31 maggio 1982) è di Lit. 19.500 -j- spese
spedizione (L. 1.000) per chi la
richiede.
N. B. - Per essere valida ogni
sottoscrizione dovrà essere accompagnata dal versamento anticipato dell’importo (L. 19.500-1L. 1.000 spese sped.) per ogni copia, a mezzo assegno o conto
corr. postale n. 20780102 intestato alla Claudiana. DaU’estero
NON si accettano assegni bancari di nessun genere. Sottoscrizioni non accompagnate da versamento anticipato non saranno
prese in considerazione.
La sottoscrizione sarà valida
e la ristampa sarà effettuata solo se si raggiungerà il numero
minimo di 150 copie sottoscritte.
In caso contrario si restituiranno le somme anticipate.
La pubblicazione è prevista
per il mese di Luglio 1982.
Una volta chiusa la sottoscrizione e fino ad esaurimento della tiratura il volume sarà messo in vendita al prezzo di copertina : L. 26.000.
Le librerie possono prenotare
il volume con il normale sconto
librario sul prezzo di copertina.
CLAUDIANA - Via Pr. Tommaso 1 - 10J25 TORINO (Italia)
c.c.p. 20780102.
L’esplicito riferimento che la
famiglia Dozier ha fatto alla preghiera nella sua tragica vicenda
pone anzitutto, abbiamo detto
nel precedente articolo, uri problema di cultura religiosa. L’affermazione « abbiamo pregato
ed ha funzionato », con cui la
moglie del generale liberato ha
sintetizzato la sua esperienza, ci
è parsa espressione di una sensibilità spirituale, di un modo
di vedere il rapporto con Dio,
di un atteggiamento dell’esistenza cristiana di matrice protestante che, senza pronunciare
giudizi di valore, ci pare assai
diverso da un atteggiamento di
spiritualità cattolico.
Ma questa affermazione solleva un problema assai più profondo, di natura teologica, quello dell’esaudimento della preghiera. Che significa infatti dire
che si è pregato ed ha funzionato? Può significare tutto o nulla, può essere espressione di fede assoluta o di massima superstizione, può indicare il massimo della comunione con Dio
o il massimo dell’incredulità,
tutto dipende da che valore si
dà a quell’« e » che collega i due
termini del discorso : pregato
« e » funzionato, preghiera « e »
liberazione.
Può significare anzitutto, ed è
questo il modo più immediato,
diretto di leggere: dato che abbiamo molto pjegato il prigioniero è stato liberato. La liberazione è stata conseguenza della
preghiera, è venuta dopo, come
necessaria deduzione, logica deduzione, è derivata dalla preghiera per via di necessità. Cosi letta la frase equivale a dire che
la preghiera è lo strumento che
ha portato alla liberazione, è
stata il mezzo più efficace per
raggiungere lo scopo che tutti si
prefiggevano, è stata la tecnica
migliore per realizzare lo scopo
perseguito.
Alcune affermazioni evangeliche sembrano confermare questa lettura, penso in particolare
alla parola di Gesù: «Tutto
quello che domanderete nella
preghiera, abbiate fiducia di ottenerlo e vi sarà dato » in Marco 11: 24, o quella di Giovanni
14: 13 : « Tutto quello che chiederete nel mio nome, io lo farò », affermazioni spesso citate
per dimostrare il potere della
preghiera.
Perché per Moro
non ha funzionato?
Ma qui sorge un interrogativo
angoscioso, che nel caso nostro
può essere personificato da una
famiglia, associata alla vicenda
Dozier : quella di Aldo Moro. Si
può pensare che la famiglia dello statista italiano non abbia
pregato] non abbia cioè presentato a Dio la sua distretta, la
sua tragedia? No di certo, dobbiamo dare per scontato che vi
sia stato nelle due famiglie credenti lo stesso atteggiamento di
fede, di intercessione. La realtà
è stata però opposta: liber-azione, in un caso, barbaro assassinio, nell’altro.
Forse che la famiglia Moro
non credeva o non ha avuto fede sufficiente? Forse che la sua
preghiera non è stata autentica,
sincera? Chi è autorizzato a fare
queste supposizioni! Per quanto
sta in noi non possiamo che porre sullo stesso piano di sincerità
e partecipazione Luna e l’altra
famiglia.
Questo significa allora che
non è l’intensità della preghiera
a salvare, che non basta pregare per ottenere, che le parole di
Gesù vanno intese diversamente. Molti credenti sono stati, di
fronte ad un mancato esaudimento, angustiati da quello che
hanno ritenuto un peccato, il fallimento della loro preghiera,
provocato dalla loro insufficienza di fede. La liberazione non è
venuta perché non ho creduto
abbastanza. Questi rimorsi debbono essere banditi. Dozier è
stato liberato e Moro assassinato non perché ima famiglia ha
pregato più e meglio dell’altra.
Tornate e ridomandate
Guido Ceronetti, un poeta che
è anche un semitista appassionato e che ha già tradotto dall’ebraico il libro di Giobbe, i Salmi, l’Ecclesiaste e il Cantico dei
Cantici, si è ora cimentato con
un arduo libro profetico, Isaia
(ediz. Adelphi). Come per i libri
precedenti, la traduzione originale, molto viva, è seguita da un
saggio: « Sii la vedetta notturna/
quello che vedi grida ». La traduzione è come sempre molto plastica e si sforza di rendere poeticamente — ma fedelmente —
la poesia in cui sono redatte, nel
nostro testo attuale, le predicazioni del profeta; anzi, con tutta
probabilità, dei tre profeti, assai
diversi fra loro, e vissuti a notevole distanza di tempo, i cui
« oracoli » sono stati raccolti in
un unico libro sotto il nome autorevole di Isaia, il primo dei
tre. Martin Buber, uno dei maggiori pensatori ebrei contemporanei, ha detto un giorno: « Il
solo linguaggio adatto al nostro
tempo è la profezia ». Di fronte
alla tragedia del male, regge solo
l’annuncio del Dio vivente e vittorioso, giudice e redentore. A titolo d’esempio, ecco come Ceronetti traduce Isaia 21: 12:
Sta venendo il mattino
E la notte durerà ancora
Tornate e ridomandate
Venite ancora
Insistete.
G. C.
Bibbia
e scienza
In principio — Il Libro della
Genesi interpretato alla luce della scienza (ed. Mondadori) è
l’opera con la quale uno studioso ebreo che è diventato un classico lettissimo della fantascienza
al livello più nobile, Isaac Aslmov, si è misurato con il testo
biblico. Si tratta di un commento al primo libro biblico, cercando versetto per versetto il rapporto fra il testo genesiaco e le
nostre conoscenze scientifiche attuali. Non vi sono grandi pretese
di ordine teologico. Semplicemente, lo studioso ha « scelto »,
nella Genesi, il testo del cosiddetto Codice Sacerdotale, il documento più recente, fra quelli che
sono stati fusi nel libro biblico
come l’abbiamo nelle nostre Bibbie; quello, anche, che già si misura maggiormente con una visione « scientifica » del mondo,
dopo l’esperienza traumatica ma
altamente stimolante del contatto con la cultura, la religione, la
scienza babilonese, all’epoca della grande deportazione. Un libro
utile, quale contributo — alla
portata di tutti — a ripensare
sempre il sempre aperto proble
ma perché la polizia è stata efficiente o inefficiente.
Ma allora Dio non c’entra?
C’entra sì, se questi credenti lo
hanno invocato nella loro preghiera e lo hanno cercato; dal
punto di vista della fede le due
famiglie sono sullo stesso piano
(pur essendo all’opposto dal
punto di vista della esperienza
di vita, naturalmente) nella misura in cui hanno cercato il Signore.
Abbiamo pregato « e » ha
funzionato può significare infatti che si è vissuta una esperienza di preghiera ed una di liberazione senza che ci sia rapporto di causa-effetto fra le due. Le
due esperienze sono egualmente
valide ma autonome, sono entrambe ricondotte a Dio, vissute in relazione a lui ma senza
un nesso logico. La preghiera ha
trovato in se stessa il suo significato indipendentemente dall’esaudimento, « ha funzionato »,
nel senso che ha dato significato
ad un momento di distretta e ne
ha fatto un momento di fede.
Giorgio Tourn
(2 - fine)
AGRIGENTO
SEGNALAZIONI
ma del rapporto fra la fede biblica e la scienza.
G. C.
Per il Rifugio
Carlo Alberto
Novanta pagine di brevi, quotidiane ’sentenze’ personali. Una
fascetta sul volume avverte il
lettore: « Il ricavato della vendita di questo libro sarà devoluto al Rifugio Carlo Alberto (casa di cura per anziani) di Luserna San Giovanni ». Gli ’insoliti
pensieri soliti’ di Ezio Pinardi
sono presentati secondo alcune
voci disposte senza alcun criterio logico a parte l’ordine alfabetico (aborto, accademia, accordo ctc.). Inutile cercare tra
queste pagine un filo conduttore
o un discorso coerente.
Tutto il libro è annotazione
personalissima di sensazioni,
idee, giochi di parole, giudizi che
tutto sommato lasciano il lettore perplesso.
G. P.
Ezio Pinardi. Insoliti Pensieri Soliti
(o viceversa). Milano 1981, L. 3.000.
Cristiani e
sociaiisti
Socialismo e Cristianesimo,
quale rapporto? Su questo tema
ha parlato il dott. Luciani, presidente dell’Azione cristiani socialisti europei — che ha promosso l’iniziativa insieme ad altre organizzazioni democratiche
della provincia e al PSI — nella
sala del Consiglio provinciale di
Agrigento. Tra i valdesi presenti
il past. Magri è intervenuto nel
dibattito ponendo l’accento sul
concetto di comunità aperta che
rifiuta ogni forma di chiesa arroccata al potere e al privilegio.
Rispondendo a lui e ad altri interventi che hanno spesso fatto
riferimento a tale intervento, il
dott. Luciani ha sottolineato lo
sforzo dei gruppi protestanti europei e in particolare quello dei
valdesi italiani che a Comiso ed
altrove hanno saputo ricreare le
condizioni di una riscoperta dei
valori comuni alla coscienza civile e religiosa. Lo ha fatto a
partire da una posizione di umanesimo cristiano e socialista che,
ha affermato, può costituire oggi la forza più autentica per la
difesa della pace e della salvezza
dell’intera umanità.
L’iniziativa ha riproposto a noi
valdesi il problema del nostro
atteggiamento di fronte al Socialismo. Non esitiamo a sostenere
che se il Socialismo è lotta per
TafFermazione dei diritti dell’uomo, per il rispetto della sua dignità, per la libertà di ogni forma di credo, per l’uguaglianza e
la fraternità, noi possiamo ben
essere dei cristiani socialisti, perché la nostra lotta a sostegno
di tali diritti è iniziata ancor
prima della formazione di una
ideologia politica o di un partito, con una protesta che ha pagato a caro prezzo la fede in un
messaggio divino che fosse operante nel sociale. Non abbiamo
mai considerato la fede come un
rapporto privato tra l’uomo e
Dio, ma azione e forse anche
provocazione alle impalcature
ottuse e retrive della società.
Cristiani e socialisti dunaue?
Perché no! Ma sono perplessa
nel considerare il rapporto reciproco. Mi chiedo infatti se la
matrice indubbiamente laica de!
Socialismo quale si è determinato storicamente possa improvvisamente scomparire per dar vita
ad un Socialismo cristiano.
G. B.
7
19 febbraio 1982
obiettivo aperto 7
PIEMONTE: UNA REGIONE A ZERO ORE
Spesso il Piemonte è stato definito « un laboratorio ». Infatti molti problemi, molte idee che
sono state qui elaborate sono poi diventate patrimonio dell’intera Italia soprattutto nel campo della cosiddetta « cultura operaia e sindacale ». Dal laboratorio Piemonte esce oggi un problema da affrontare con urgenza: la crisi del lavoro industriale e la conseguente disoccupazione.
Se in media in Italia la disoccupazione è aumentata in questi ultimi anni del l(l“/o, a Torino
questo aumento è stato del 36yo ! Questo dato
sottolinea sicuramente un aspetto nuovo del laboratorio Piemonte, ma altri vanno aggiunti: i
20.000 lavoratori stranieri, la maggior parte dei
quali clandestini, che sono arrivati in questi ultimi anni e che trovano impiego « nel sommerso » ; l’aumento delle richieste di visite psichiatriche che tocca soprattutto la popolazione operaia e giovanile; la crisi profonda dei più importanti istituti di democrazia diretta che il laboratorio Piemonte abbia prodotto, la crisi cioè dei
consigli di fabbrica. Il problema centrale che il
laboratorio Piemonte deve oggi affrontare è dunque quello del lavoro, della quantità possibile,
della sua qualità e della sua distribuzione.
Per gli enti locali, per i partiti, per il sindacato il problema del Piemonte è oggi quello se
si sia in grado di rilanciare attorno alla produzione industriale un nuovo modello di sviluppo
che coinvolga tutti, in un processo di miglioramento della qualità collettiva della vita.
La necessità di costruire un nuovo modello
di sviluppo che abbia al suo centro la questione
della occupazione non può essere fatta semplicemente con finanziamenti per il rilancio dell’industria in crisi. Infatti Renzo Gianotti, segretario
regionale del PCI, commentando la situazione regionale ha ammesso recentemente che per l’occupazione « manca... la prospettiva di uno sviluppo
da raggiungere, sia pure attraverso le strettoie di
una dura riconversione dentro l’industria e dall’industria al terziario » ( Rinascita 4 die. ’81 ).
In altre parole gli osservatori più attenti del
laboratorio Piemonte hanno la convinzione che
la soluzione dei problemi dell’industria (cioè una
programmazione industriale) non significhi automaticamente la soluzione dei problemi dell’occupazione. Cercare una soluzione a questi problemi significa probabilmente fare un salto culturale e porre la questione del lavoro al centro delle
preoccupazioni politiche degli enti locali e delle
strutture pubbliche.
Il Piemonte inoltre ospita al suo interno^ la
massima concentrazione italiana di protestanti,^ e
proprio in uno dei suoi comprensori più colpiti
dalla crisi del lavoro questi protestanti, i valdesi,
sono una minoranza significativa ed hanno responsabilità politiche in comuni e comunità montane.
Come si supereranno gli ostacoli culturali ijer
una nuova comprensione del lavoro, e se in questa elaborazione culturale vi sarà un importante
contributo di tipo protestante, dipenderà anche
dalla riflessione che avremo nelle nostre chiese
su questo prohlema, cominciando magari dal paradosso della cassa integrazione.
Ecco, s’avanza un nuovo
operaio: il cassaintegrato
« Cosa faremo quando saremo
definitivamente messi fuori dalla fabbrica? Lavoro non c’è?
Dobbiamo andare a rubare? »
dice un operaio in cassa integrazione al giornalista della TV
che lo interroga martedì 2 febbraio in occasione dello sciopero
generale del Piemonte.
Lo sfogo di questo operaio non
è isolato, coglie una sensazione
diffusa tra la gente della provincia di Torino, la più colpita dalla ci'isi industriale.
L’avvenire è oscuro per lutti.
Ma l’avvenire degli occupati è
il presente dei cassaintegrati, di
coloro cioè — e sono 46.000 nella
regione — che sono posti in cassa integrazione speciale a zero
ore.
Chi sono questi operai?
Una prima risposta la fornisce un’indagine della Regione
Piemonte su 7.500 lavoratori
FIAT posti in lista di mobilità.
Secondo questi dati il 62% di
questi lavoratori ha un’età compresa tra i 35 e 50 anni, il 28%
ha più di 50 anni: il 90% dunque
ha più di 35 anni. Le donne sono
quasi un terzo. L’88% ha una
qualifica corrispondente al terzo
livello del contratto dei metalmeccanici, cioè non ha un « mestiere » ed è privo di capacità
contrattuale sul mercato del lavoro. Il 50% era iscritto al sindacato.
Come si « sente » un cassaintegrato .sono loro stessi a dirlo
in numerose assemblee che si sono avute in questo periodo e che
sono state trascritte nello studio
della Regione. Ecco alcune dichiarazioni:
Operaio di Rivalla: « A 40 anni
li trovi che sei bastonato da tutte le parti. Ai concorsi non wi
posso presentare perché ho superato il limite di età. Ci siamo
iscritti in molti ai corsi professionali sperando in chissà che.
Ho fatto il corso di informatica,
un corso su cose che uno o le
pratica subito o se le dimentica,
ma le prospettive sono rimaste
le stesse: nere ».
Operaio di Rivalla: « Sono uno
dei 23 mila. 50 anni, cinque ricoveri in ospedale. Una invalidità
presa alla Fiat. Mi vergogno ad
andare in giro perché mi sento
un emarginato e basta ».
Operaio di Rivalla: « Ho fatto
il corso di informatica. E adesso? Adesso sono un assistito, un
parassita. Cosa diventerò? Sono
stanco di oziare. Dentro di noi c'è
rabbia e amarezza perché sappiamo di essere stati espulsi definitivamente dalla Fiat... ».
Operaio di Rivalla: « Come
passo il mio tempo? Negli uffici
Fiat, perché non fanno altro che
convocarci e ricattarci. Mi hanno offerto dieci milioni per andarmene e anche di poter usufruire della cassa integrazione
per altri sei mesi dopo il licenziamento. L'hanno fatto con centinaia di operai. C'è una truffa
colossale all’Inps, ma nessuno ne
parla, neanche il sindacalo. Mi
si chiede cosa sono disposto a
fare, mi viene in mente la proposta Novelli: ma possiamo mettere 40 mila persone a dipingere
le panchine? ».
Siamo etichettati
Operaio di Rivalla: « Fio 40 anni e capisco l’amico che piange.
Nei primi tre mesi ho sperato
di rientrare, poi quando ho visto la realtà mi è venuto quasi
un colpo. Con quell'accordo siamo stati ingannati. Anche in famiglia i rapporti sono cambiati:
i primi tempi uno imbianca la
casa, ripara, pensa a tenersi occupato, ma poi? In certi momenti ho detto a mia moglie: io mi
tolgo la vita. Ho solo l’orto, il
garage da imbiancare, queste cose mi hanno salvato la vita. Come faccio a diventare un fannullone io che ho sempre lavorato? Ho fatto la patente per
portare l'autobus, avevo trovato
quasi un lavoro, ma quando ho
detto alla nuova azienda che venivo dalla Fiat non mi hanno voluto. Siamo etichettati ».
Operaio di Mirafiori (40 anni):
« Non diamo la colpa alla Regione, diamola ai padroni che ci
hanno trattalo come carne da
macello. Prima ci hanno indotto
a consumare e poi ci hanno detto: vattene, il tuo sangue non mi
serve piti. La Fiat ha fatto in
modo di buttar fuori il frutto di
20 anni di lotte, tutta l’intelligenza politica della fabbrica.
Questo è stato l’accordo. E questo questionario che ci chiede
se vogliamo tornare al sud. Ma
allora noi siamo ancora degli
emigranti, anche oggi, anche
qui ».
Operaio di Rivalla (44 anni):
« Nel ’57 sono emigrato in Svizz.era. Nel ’67 a Torino. Un giornalista della “Stampa” mi ha detto
a Zurigo: qui sono tutti razzisti,
vieni alla Fiat. Dopo 12 anni di
Fiat mi buttano fuori... e questo
non è razzismo? ».
Operaia Fiat (35 anni): « Io mi
vergogno. Questo questionario è
una vergogna. Ti chiedono: torni al paese? Come ti arrangi?
Fanno domande invece di darti
risposte. Cosa devo fare? Ditemelo... vergognatevi! ».
Operaio (45 anni): « Sono emozionato, non ho mai parlato in
assemblea. Vengo dal meridione,
avevo una professione e l’ho dovuta abbandonare. Ho portato
su la mia famiglia, mi sono inserito, ho cercato di educare i
miei figli al lavoro. A 46 anni sono un parassita, i miei parenti
me lo dicono, ci chiamano fannulloni. Ho problemi psicologici,
litigo con mia moglie. Vorrei trovare un lavoro, ma non me lo
danno: sei vecchio, e vieni dalla
Fiat ti rispondono. La Fiat ha
distrutto la mia vita » (piange).
Da queste risposte traspare
chiaramente come il lavoro sia
un valore fondamentale nella vita di questi lavoratori, come il
malessere che li travaglia sia destinato a ripercuotersi nella convivenza civile della regione.
Consapevole di questi problemi la parte più attiva sindacalmente di questi operai ha dato
vita ad un Coordinamento dei
cassaintegrati che ha dato vita
ad una serie di iniziative interessanti. Loro, i cassaintegrati,
accusati dalla opinione pubblica
e dal perbenismo di essere dei
fannulloni, anche quando possono non far nulla (perché ricevono quanto basta a sopravvivere)
si sono dati da fare, sono entrati
in cooperative e cominciano a
far lavori « socialmente utili ».
Fabbricano gratuitamente attrezzature per le scuole e i giardini
pubblici e le regalano al comune di Torino.
Di più si danno da fare perché la questione del lavoro diventi prioritaria nel dibattito tra
la ,qenfe. Alla radio, alle televisioni parlano dei loro problemi,
fuori delle fabbriche cercano la
solidarietà degli occupati, coi disoccupati analizzano i perché
della mancanza del lavoro, aprono una vertenza per il lavoro. Ed
in cinquantamila li hanno seguiti in una marcia per il lavoro
il 16 gennaio scorso.
Pagina a cura di
Giorgio Gardiol
Dati statistici
Superfìcie
L’occupazione
in agricoltura
nell’industria
nel commercio
nei servizi
nella Pubblica Amministrazione
in altre attività
I 1.209 Comuni
in montagna
in collina
in pianura
La popolazione per provincia (al 31.12.1980)
Alessandria
Asti
Cuneo
Novara
Torino
Vercelli
Totale
25.397 Kmq
183.000
975.000
220.000
172.000
67.000
102.000
348
583
278
470.545
217.715
549.162
509.625
2.370.683
399.935
4.517.665
La crisi del lavoro
Cifre della crisi in Piemonte: ad ottobre 140.000 iscritti agli
uffici di collocamento con un incremento di oltre 4.000 rispetto
al mese di settembre, e di 26.500 rispetto all’ottobre dell’80.
L’incremento in un anno da ottobre ’80 a ottobre ’81, è del ,
23,4% nelle iscrizioni nelle liste di disoccupazione.
Diversamente dall’andamento degli anni precedenti, in cui
il maggiore incremento nelle liste era dato dalle donne che si
iscrivevano al collocamento, gli iscritti maschi sono aumentati in un anno del 34,8%: in valore assoluto coprono più della
metà dell’intero incremento. La crisi, cioè, colpisce ormai le
quote tradizionalmente considerate «forti» di forza lavoro. Si
riduce anche il divario tra iscritti al collocamento e iscritti
immediatamente disponibili, che nell’ultimo mese sono 120.000.
Nella provincia di Torino che oggi appare come l’epicentro
della grave crisi occupazionale e produttiva del Piemonte, si
concentrano i maggiori problemi : sia iscritti che disponibili al
collocamento crescono in misura percentuale maggiore rispetto alla regione: gli iscritti sono il 63% del totale regionale,
quelli dell’area metropolitana sono il 51%.
Il numero degli avviamenti al lavoro nel mese di ottobre è
stato di 18.600 circa nella regione: quasi il 10% in meno dello
stesso mese dell’anno precedente. Le cessazioni di lavoro continuano a superare il numero degli avviamenti.
Per quanto riguarda la cassa integrazione (OIG), nel mese di ottobre le ore integrate per CIG ordin. sono 5.396.000,
per CIG straordinaria si è arrivati a 16,731.000 ore integrate.
Nel periodo gennaio-ottobre '81 il monte ore integrato ha toccato il livello record di 132.366.000, di cui oltre 96.000.000 di
cassa integrazione speciale. Lo stesso periodo dell’80 aveva registrato un monte ore integrate di soli 19.420.000, per cui siamo di fronte ad un incremento di quasi 7 volte.
Al 30 novembre ’81 le aziende in CIG straordinaria sono
318 con 47.244 dipendenti in CIG, a fine ottobre ’81 erano 301
con 45.796 dipendenti in CIG. Al settore metalmeccanico appartengono il 67,6% del totale delle aziende con CIG straordinaria.
Il 75,2% dei lavoratori sospesi in CIG sono concentrati a
Torino; cioè sull’area metropolitana pesano, per quanto riguarda gli effetti occupazionali, i 3/4 della crisi industriale. Indubbiamente le difficoltà della FIAT sono alla base della grave situazione in cui versano le strutture produttive del capoluogo,
compreso il cosiddetto indotto. Ma la crisi oggi, diversamente
dal passato, investe altri settori e gruppi fondamentali.
Accanto a questi dati, rilevati presso gli uffici del lavoro e
l’INPS, è assai significativa la rilevazione ISTAT: tra il luglio
’80 e il luglio ’81 in Piemonte gli occupati sono calati di 56.000
unità, in provincia di Torino di 29.000.
II tasso di disoccupazione è passato in Piemonte dal 5,3
dell’80 al 6,4 dell’81; nella provincia di Torino dal 6,5 al 7,9.
Ma se a coloro in cerca di occupazione si aggiungono i
lavoratori in cassa integrazione straordinaria a 0 ore, si arriva
ad un tasso « corretto » di disoccupazione, che per il 1981
nella regione è dell’8,7 e per la provincia di Torino dell’11,2.
È evidente come in una tale situazione diventi crescente il
divario tra posti di lavoro disponibili e persone in cerca di
occupazione.
In questa situazione, anche l’intesa raggiunta il 23 dicembre in sede di Commissione regionale per l’impiego, che permette di avviare la procedura di mobilità per i 7.500 lavoratori
posti in lista di mobilità dalla FIAT dopo raccordo del luglio
1981 si presenta come una risposta largamente insufficiente.
La stessa strumentazione si rivela ancora inadeguata sia
per i limiti che i contratti dei metalmeccanici e di altre categorie industriali pongono (armonizzazione degli avviamenti tra
le due liste; quella ordinaria e quella di mobilità, soltanto
sulle chiamate numeriche), sia per la situazione in cui interviene. Gli avviamenti da collocamento sono pochi, in particolare
le chiamate numeriche, in questi ultimi mesi, diminuiscono
come entità e come qualità: circa il 70% delle chiamate numeriche del mese di novembre, a Torino, erano per posti di
lavoro a tempo determinato.
Certo, con l’intesa raggiunta, si sono superate le pregiudiziali e la indisponibilità all’applicazione del contratto nazionale e degli accordi che Unione degli Industriali e Federmeccanica hanno posto per oltre due anni, e si sono poste le
basì per il passaggio « da posto a posto di lavoro » gestito dal
collocamento.
Non ci si può tuttavia nascondere che l’obiettivo, cioè la
ricollocazione al lavoro dei lavoratori in mobilità è assai difficile da perseguire come effetto quantitativo perché tutt’al più
riguardava un quarto dei lavoratori interessati.
8
8
ecumenismo
19 febbraio 1982
PREOCCUPAZIONI, TIMORI E TURBAMENTI I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
Evangelici in Polonia
Intervista a J. Cone
Su una popolazione di oltre 30
milioni di cattolici in Polonia i
protestanti non superano il 10,5
per cento. La più grande chiesa
evangelica polacca è quella luterana (i riformati contano solo
5.000 membri) che raggruppa un
centinaio di chiese con circa 100
mila membri. Proprio da questa
chiesa è emersa una presa di posizione — raccolta in questi giorni dall’agenzia nev — per bocca
del vescovo luterano polacco Janus Narzynski, il quale ha denunciato « i sintomi di una clericalizzazione della società polacca che
si sono manifestati nel corso dell’ultimo anno ». Egli ha parlato
anche di « esclusivismo confessionale » e di « privilegi della
chiesa cattolica romana ». Il 5
gennaio, in occasione dell’incontro di Capodanno con il ministro
Jerzy Kuberski, titolare dell’Uffi
_________ETIOPIA
Confiscata
la sede
evangelica
È con stupore e profonda inquietudine che il Consiglio Ecumenico (CEO e la Federazione
Luterana Mondiale (F.L.M.), hanno reagito all’annuncio della confisca da parte del governo militare socialista di Addis Abeba del
centro amministrativo della Chiesa Evangelica etiopica Mekane
Yesus. La notificazione del provvedimento è stata data l’il novembre con esecuzione il giorno
successivo. Nell’edificio di 6 piani situato in una zona centrale
della capitale, avevano sede 50
uffici ecclesiastici e 5 alloggi, destinati ai collaboratori. L’ordine
di confisca non chiarisce i motivi del provvedimento; da indiscrezioni è trapelato che l’edificio
verrà adibito a tribunale. Contemporaneamente il governo ha
requisito anche il Centro della
Chiesa Battista Emmanuel ed altri terreni privati. Le informazioni sono al momento ancora scarse, il governo non ha ancora detto quali locali prevede di fornire
in sostituzione di quelli confiscati. La chiesa Mekane Yesus conta più di mezzo milione di membri ed è in forte espansione soprattutto nel settore giovanile. Il
pastore Cari Mau, Segretario Generale della F.L.M., ha inviato
immediatamente all’ambasciatore etiopico presso le Nazioni Unite a Ginevra una lettera in cui
esprime l’inquietudine per le conseguenze che questo provvedimento può avere sulla chiesa
etiopica impegnata fin dal 1973
in grossi programmi di intervento sociale nelle regioni rurali
(questi programmi si stavano
realizzando proprio in accordo
con il governo). Il pastore Mau
prega infine l’ambasciatore di informare il proprio governo della
preoccupazione dell’intera Federazione, chiedendo delucidazioni
sull’accaduto.
Anche il Consiglio Ecumenico
si è mosso tempestivamente, inoltrando un telegramma al Capo
di stato etiopico. Gen. Mengistu
in cui si afferma che questa operazione pregiudica fortemente la
vita di questa chiesa ed i servizi
che essa rendeva a tutto il popolo etiopico. Pochi giorni dopo
c’è stata un’altra presa di posizione da parte delle chiese luterane francesi, che riunite per la
loro sessione autunnale a Strasburgo hanno inviato una lettera
all’ambasciatore etiopico a Parigi.
A. L.
ciò culti, Narzynski, che è presidente del Consiglio Ecumenico
delle chiese polacche (evangelici
e ortodossi) ha espresso la speranza « che non si torni a prima
dell’agosto 1980, ma neppure a
prima del 13 dicembre » ed ha
spiegato che intendeva riferirsi
soprattutto alla politica ecclesiastica di quell’anno e mezzo nel
quale la chiesa cattolica romana
avrebbe ottenuto una situazione
di netto favore. Narzynski ha anche criticato che il governo non
abbia mantenuto la promessa di
mettere in onda una trasmissione
protestante per Natale; mentre
10 stesso non avveniva per le trasmissioni cattoliche. « Esprimo
11 rincrescimento, ha ancora detto, che in questi tempi difficili
per la patria la chiesa cattolica
romana non abbia preso una posizione chiara, soprattutto nel
tentativo di costruire un fronte
di intesa nazionale ».
Messaggi
Sempre il vescovo della chiesa
luterana polacca Janus Narzynski rivolgendo un messaggio ai
propri correligionari dopo aver
constatato che la grave crisi economica e sociale del paese non
si è risolta in un clima di riconciliazione e di pace, osserva che
ci si trova ora davanti a una « dura prova per la maturità spirituale e civile della chiesa ». Attualmente — secondo Narzynski —
la chiesa si trova di fronte a una
sfida: quella di annunciare l’evangelo della pace e della riconciliazione. Narzynski ha inoltre invitato i credenti a farsi « membri
fedeli della società, responsabili
del livello morale dell’intera vita
sociale » in una delle ore più
sconvolgenti della vita polacca.
Egli inoltre invita a continuare
nella regolarità della vita ecclesiastica, nonostante le difficoltà
dei trasporti e delle'"comunicazioni.
Circa un mese fa è giunto nella Germania federale — informa
l’agenzia nev — il testo di un
messaggio che il Consiglio Ecumenico delle chiese polacche (evangelici e ortodossi) ha inviato
alle chiese membro. Mentre il
messaggio informa che le funzioni di culto non subiscono impedimenti, « nonostante la dura
realtà delle leggi d’emergenza »
esso osserva che le chiese non
sono estranee agii avvenimenti
delle ultime settimane; esistono
perciò « preoccupazioni, timori e
turbamenti » anche fra i circa
500 mila credenti non cattolici.
Il messaggio invita alla preghiera
« per la pace della patria, per coloro che soffrono, che hanno perso congiunti, che subiscono minacce 0 che vivono nella rabbia
e nell’ira ». Il Consiglio Ecumenico polacco si augura che lo spirito di riconciliazione prevalga e
che ci si adoperi per un’intesa di
concordia nazionale, sconfiggendo le tentazioni di vendetta e rappresaglia.
Infine, sempre sul tema Polonia, è di questi giorni la presa di
posizione del vescovo della chiesa evangelica di Berlino-Ovest
Martin Kruse il quale si è dichiarato contrario alle sanzioni economiche e di altro tipo contro il
governo polacco anche se queste
potessero avere efficacia politica.
Alla base di questo atteggiamento non ci sono solo, per Martin Kruse, ragioni teologiche ma
storiche poiché — come ha dichiarato al « Berliner Sonntagsblatt » — i tedeschi hanno ancora
un conto aperto in fatto di solidarietà con il popolo polacco, basti pensare agli avvenimenti della
seconda guerra mondiale. Parallelamente, in Germania Orientale, negli ambienti evangelici è stata promossa una vasta raccolta
di doni per la Polonia rispondendo così ad un appello del Consiglio delle Chiese (evangelici e
ortodossi) polacco.
G. P.
Jesus di gennaio ha intervistato James Hel Cone, portabandiera della « teologia nera », secondo cui i tempi di M.L. King
sono ormai superati e si può essere fedeli a Dio solo essendo
negri, costoro essendo le vittime
nel mondo di oggi, che rifiutano
tutte le teologie « bianche ». Nella visione di Cone si dovrà arrivare ad una « teologia del terzo
mondo » che, utilizzando anche
il metodo marxista, arrivi a leggere la Bibbia come « storia di
liberazione », insistendo sul ’peccato sociale’, in quanto « Gesù
è insieme liberatore politico e
redentore spirituale ».
jjt * *
Secondo l’Avvenire del 14 gennaio i cattolici sarebbero ora
più numerosi dei protestanti nella (Germania Occidentale. Secondo il giornale ciò è dovuto alla
maggiore prolificità dei cattolici
e all’alto numero di immigrati
di questa religione. I protestanti tedeschi comunque si compiacciono dell’aumento nella partecipazione popolare alla loro attività ( -t- 22% ) e dell’elevato
numero di studenti in teologia
( -I- 32% in un anno).
Nelle « Lettere al giornale »
del Resto del Carlino del 15 gennaio appare una lettera che invita gli italiani a pregare come i
protestanti. Secondo lo scrivente essi non chiederebbero solo
« il pane quotidiano », ma anche
la forza e la capacità per procurarselo, il che lo porta a concludere : « troppi popoli a maggioranza cattolica generano crescenti masse di poveri e poverissimi
(...) oppure di falsi ricchi (Italia) scialacquoni a spese dei prestiti ottenuti dai protestanti (...)».
Anche se fosse vero, potremmo
sperare che la differenza in questo campo non sia solo una maggiore responsabilizzazione individuale ed un maggior rispetto
delle « leggi economiche », invocate dal suddetto lettore, ma an
“jr Echi dal mondo
cristiano
a cura di Renato Coïsson
Preti sposati
e preti donne?
(Adista) — « Accanto ai preti
celibi si potrebbe vedere apparire preti sposati e anche, perché
no, preti donne nubili o sposate... ». Chi si esprime così è mons.
Charles Valois, vescovo di S. Jérôme, diocesi canadese vicino a
Montreal. L’affermazione del vescovo fa parte di una lettera
con la quale egli rispondeva ad
un laico della sua diocesi che
gli chiedeva se riteneva opportuna l’ordinazione sacerdotale di
uomini sposati.
« I battezzati — cosi scrive il
vescovo — hanno diritto di ricevere i sacramenti. Chi li darà loro se il numero dei preti continua a diminuire? Il problema è
molto serio e personalmente credo che le autorità della chiesa
dovranno diversificare i tipi di
preti che lavoreranno al servizio
del popolo di Dio... Le autorità
dovranno tener conto delle nuove situazioni che si vivono nella
chiesa. La scienza religiosa non
è più appannaggio solo dei preti.
Laici, uomini e donne, conoscono, quanto la maggior parte dei
preti, la Parola e le sue esigenze, il significato e il ruolo dei sacramenti, la storia e la tradizione
della chiesa. Perché dunque, se
hanno la scienza, la prudenza e
l’esperienza, non potrebbero diventare preti? »,
La Chiesa di Scozia
per il disarmo
(SPR) — Tutti i membri della
chiesa di Scozia sono stati invitati a firmare una petizione
lanciata dalla Campagna per il
Disarmo Mondiale.
La petizione reclama l’abolizione delle armi nucleari e di tutte
le armi di distruzione di massa, l’abolizione per tappe concordate, delle armi convenzionali
per giungere ad un disarmo generale e completo ed alla riconversione dei bilanci militari per
combattere il problema della
povertà nel mondo.
Tutti i membri di chiesa sono invitati a firmare questa petizione che verrà presentata alla Sessione speciale delle Nazioni Unite sul disarmo del giugno
1982.
« I fedeli portano in questo
campo una responsabilità particolare che deve esprimersi nella preoccupazione per il prossimo cui ci spinge l’Evangelo...
Domandiamo a tutti di aderire a
questa campagna nel modo più
largo possibile ».
Servizio militare
per gli ecclesiastici?
(SPP) — Il Comitato dei cappellani militari svizzeri auspica
che sia tolta agli ecclesiastici la
esenzione dal servizio militare.
I cappellani constatano che
numerosi preti e pastori « abusano » del privilegio loro accordato « per semplici motivi di
convenienza personale ». « La sola ragione seria avanzata a sostegno della domanda di esenzione
è l’avversione al se'rvizio militare ».
Di fatto dunque molti preti e
pastori sono obiettori di coscienza, e non è normale, secondo
quanto affermano i cappellani
militari, che questi possano fruire dell’immunità sotto il cappello di una disposizione di legge
che « non è mai stata elaborata
per permettere a dei cittadini di
camuffare una obiezione di coscienza ».
Spagna: evangelici
nei mass media
(SPR) — Le sette principali
denominazioni protestanti spagnole hanno deciso di dar vita
ad un coordinamento per le iniziative riguardanti le comunicazioni di massa. Vi partecipano le
Chiese Battiste, le Assemblee
dei Fratelli, la Chiesa Evangelica Spagnola, la Chiesa di Cristo, la Chiesa Riformata Episcopale, le Assemblee di Dio. e la
Federazione delle Chiese Evangeliche Indipendenti. Lo scopo
di questo coordinamento è quello di partecipare alle trasmissioni delle radio e televisioni sia
nubbliche che private.
che una miglior comprensione
dei bisogni del fratello e del modo migliore di farvi fronte: non
solo più efficienza, ma anche più
carità.
4:
In preparazione, a suo tempo,
del viaggio del papa in Germania, tutta la stampa cattolica dedicò ampio spazio ad una favorevole rilettura della Confessione Augustana. Concluso, con
qualche successo, il viaggio, non
risulta che la discussione in merito si sia molto approfondita.
Si avvicina ora la data prevista per il viaggio del papa in Inghilterra e tutta la stampa cattolica, aiutando anche la coincidenza con la settimana di preghiera per l’Unità, è colma di
scritti ecumenici, indirizzati di
preferenza alla Chiesa Anglicana. Si è cominciato con la decisione vaticana di nominare « pronunzio » il suo delegato presso
la corte inglese, accettando nel
contempo la nomina ad ambasciatore dell’inviato straordinario inglese presso il Vaticano. Si
è proseguito con articoli di varia presentazione delle ragioni
storiche dello scisma anglicano,
non senza sottolineare che « la
Chiesa Anglicana è più vicina alla Chiesa Cattolica di quanto si
creda » ( Famiglia Cristiana del
24 genn.); prevedendo anche che
i colloqui in corso, già molto
avanzati, potrebbero portare,
prima del duemila, alla unione
anche formale delle due Chiese.
Non mancano le reazioni da
parte dei protestanti inglesi, che
temono la conversione al cattolicesimo della Regina e della sua
famiglia. La visita papale avrà
luogo in primavera.
s(s * *
Dal 1978 sette pentecostali vivono rifugiati presso l’ambasciata USA a Mosca, in attesa di un
visto di espatrio. Una donna del
gruppo è stata ora ricoverata in
un ospedale russo, per le conseguenze di un prolungato sciopero della fame. Di visti non si
parla ancora.
>|e * s}!
Famiglia Cristiana del 24 gennaio racconta di una famiglia
milanese in cui il marito è cattolico praticante e la moglie valdo-metodista, pure praticante,
che ha trovato, e vive, un modo
concreto di realizzare una vita
religiosa profondamente ecumenica.
* * ♦
Sul Triangolo, rivista della
Y.M.C.A., D. Abate ricorda E.
Buonaiuti, mettendo in rilievo
la sua partecipazione ecumenica
alle attività del protestantesimo
italiano.
Jjt * *
Ricordando su 24 Ore del 25
gennaio il primo anniversario
della amministrazione Reagan,
G. Venosta dice, tra l’altro, che
ha giocato a suo favore l’esito
dell’attentato di cui è stato oggetto, in quanto « in un paese
ancora profondamente protestante, si crede che la Grazia di
Dio sia una, e sia accordata a
chi l’ha meritata ». Sarebbe d’accordo Calvino?
>!( He Ht
Il Regno, con un articolo di
R. Gibellini, ritorna diffusamente sull’incontro, previsto a Ginevra per il gennaio ’83, tra teologi occidentali e teologi del terzo mondo. L’incontro rivestirà
notevole importanza, tenuto conto del fatto che i precedenti contatti si erano chiusi con una dichiarazione di « incomunicabilità », ma da allora notevoli sforzi
sono stati fatti dalle due parti
per riprendere il dialogo.
Niso De Michelis
Segnalazioni e ritagli per questa rubrica vanno inviati direttamente al curatore: Niso De Michelis, via S. Marco 23, 20121 Milano.
9
19 febbraio 1982
cronaca delle Valli 9
LUSERNA S. GIOVANNI - ORGANIZZATO DAL PCI LOCALE
Dibattito sul futuro del Mauriziano
Uanziano
piange
C’è sempre -folla all’ufficio postale quando si pagano le pensioni e la coda comincia fin dalle prime ore del mattino. Sono
soprattutto i titolari di pensioni
minime e basse che vengono all’ufficio postale, perché gli altri, i
titolari di pensioni medio-alte,
conoscono di più i meccanismi
economici e si fanno versare direttamente la pensione sul conto in banca.
In questo periodo la gente che
fa la coda si sente dire dall’impiegato postale: « sono spiacente, la pensione non è arrivata.
Ripassi domani... forse, chissà ».
Qualche ufficio postale, come
auello di Pinerolo, ha deciso persino di affiggere sulla porta un
cartello che dice sinteticamente:
« Le pensioni SO non sono arrivate ». Inutile quindi entrare.
L’altro giorno mi sono recato
all’ufficio postale per sbrigare alcune faccende ed ho potuto assistere ad un episodio penoso: vicino ad un banco, vi era una vecchia signora che piangeva. Avrà
avuto una settantina d’anni e tra
le lacrime raccontava a quanti
cercavano di consolarla che era
ormai da due settimane che veniva regolarmente alla posta per
ritirare la sua pensione e sempre riceveva la stessa risposta:
« deve aspettare, forse domani
arriverà ».
Ma lei non poteva più aspettare, doveva pagare l’affitto: « E se
il padrone di casa mi sfratta perché non pago. E poi che figura
faccio ». Aveva cominciato a comprare la merce a credito « per
fortuna che i commercianti capiscono... No così non si può andare avanti. Meglio morire subito ».
Dalla piccola folla che si era
formata, ogni tanto, oltre le solite imprecazioni contro il governo « che si mangia tutti i soldi »,
vi era anche qualcuno che inneggiava alle maniere forti: « Se
avessi vent’anni in meno, mi arruolerei nelle BR — diceva un
vecchietto — votare non serve,
tutti con le spalle al muro dovremo metterli quelli lì... ».
La condizione dell’anziano, nell’anno a ha dedicato, è esemplificata da questa situazione. Privo di potere contrattuale, non solo è deriso nei suoi diritti — ed
avere la pensione è un diritto —
ma è anche obbligato a vivere in
situazioni di tensione emotiva
tali da rendere difficile la prosecuzione della vita. Altro che pensare ad una vecchiaia "serena!”.
Niente da stupirsi quindi se
— come è successo a Giaveno —
qualche anziano esasperato si toglie la vita impiccandosi.
Nell’anno dell’anziano sarebbe
forse opportuno che, oltre far
convegni e studi per analizzare la
condizione degli anziani, si ricercassero e si perseguissero coloro che sono responsabili della violazione dei diritti dell'anziano. Lo stato, se vuole
avere credibilità, deve rispettare
per primo le sue leggi e non costringere alla auestua persone
che hanno speso tutta la loro vita per contribuire al benessere
nazionale: sulla nelle degli anziani, non si può più giocare. Si dice
che la colpa di questi ritardi non
è di nessuno in particolare, ma
del calcolatore che non funziona.
Ma possiamo credere a questo?
Non è forse l’uomo che comanda alla macchina? Se è vero l’inverso, ebbene dobbiamo essere
consapevoli che è finita un’epoca
storica, e siamo entrati in un’altra. Una nuova barbarie?
Giorgio Gardiol
Sabato 13 febbraio, in un incontro aperto al pubblico dovuto
all’iniziativa del P.C.I. di Luserna
S. Giovanni, si è parlato dell’Ospedale Mauriziano e della sua
destinazione.
Nella riunione sono stati illustrati gli obiettivi fondamentali
della riforma sanitaria che però,
nei fatti, si tentano di rovesciare.
Basti pensare che non è stato ancora varato il piano sanitario
nazionale a distanza di tre anni.
Il Piemonte è la 2“ regione che ha
invece redatto il piano socio sanitario per il prossimo triennio.
La legge all’esame del Commissario di Governo è stata per altro
sospesa anche per la specificità
giuridica, richiamata dalla legge
nazionale, dell’Ordine Mauriziano
che gestisce i suoi ospedali.
Il presidente della Comunità
Montana Val Pellice riferendosi
al locale Ospedale Mauriziano ha
reso noti i dati, forniti dall’Amministrazione dell’Ospedale, sui
ricoveri che sono in notevole diminuzione nell’ultimo triennio.
Nel 1980 (ultimi dati) il 50% dei
degenti accolti provenivano dall’Ospedale Mauriziano di Torino.
Ha inoltre concentrata l’attenzione dei presenti sulle esigenze da
soddisfare, prima tra esse, quella dell’impianto di un poliambulatorio che potrebbe essere localizzato nell’Ospedale Mauriziano
anche per diminuire i costi di
ospedalizzazione che gravano sull’U.S.L. 43. ■
Per la D.C. l’Ospedale di Luserna S. Giovanni va conservato come tale; i suoi 30 posti letto potrebbero integrare i posti dell’Ospedale di Torre Pellice la cui
attività continuerà nella zona come lo prevede il piano socio-sanitario della Regione. Il Comune di
Luserna S. Giovanni inoltre, con
i suoi 2/3 della popolazione della
Valle, con l’incremento di popolazione e con i nuovi insediamenti industriali, è la sede naturale per il poliambulatorio se
condo la D.C. che non ha preclusione alcuna all’installazione del
poliambulatorio nelTambito dell’Ospedale Mauriziano.
Il P.C.I. guarda alla realtà delle cose. Siccome la riforma sanitaria ha un costo, si renderà necessario arrivare a tagli di spesa, ma questi non dovranno incidere sui servizi che la U.S.L. dovrà assicurare ai cittadini favorendone altri come la conservazione dell’Ospedale Mauriziano
per ricoveri. Il P.C.I. rimarca che
i discorsi che si fanno sui costi a
Luserna S. Giovanni non sono gli
stessi che si tengono a Roma.
Per la Comunità Montana
l’obiettivo è di realizzare in Val
Pellice la riforma sanitaria senza
penalizzare le strutture esistenti
al contrario valorizzandole come
si vuol fare. Non è stata scelta né
la contrapposizione politica né la
contrapposizione religiosa e ancor meno la cosiddetta strada
delle « picche » e « ripicche ». E’
stata scelta l’unica via percorribile per raggiungere le molteplici
finalità proprie della legge nazionale di riforma sanitaria.
Se l’interesse a mantenere
l’Ospedale Mauriziano, così come
è ora, si dovesse commisurare
alla partecipazione della popolazione si dovrebbe dedurre che
l’interesse è quasi nullo.
A. K.
LETTERA DELLA PRESIDENTE FRANCA COISSON
Luserna e la Comunità Montana
Riceviamo dalla Presidente
della Comunità Montana (C.M.)
Val Pellice, Prof. Franca Coisson una lettera in risposta alle
affermazioni del Sindaco di Luserna S. Giovanni, Martina, comparse anche sul nostro giornale.
Per motivi di spazio siamo purtroppo costretti a ridurla. Nella
premessa, la Presidente richiama
il fatto che « La C.M. è un ente
di diritto pubblico con precisi
compiti di programmazione per
uno sviluppo socio-economico di
tutta la Valle e non può quindi
soddisfare tutte le esigenze dei
singoli comuni », perciò nelTesaminare un problema la C.M. cerca di trovare « una soluzione che
miri al benessere della maggior
parte della popolazione senza tener presenti i confini comunali.
Inoltre è obiettivo costante il ricercare la soluzione meno costosa trattandosi di finanziamenti
pubblici derivanti dalla tassazione dei cittadini ».
In questa ottica la Prof. Coi'sson smentisce decisamente che
si facciano o si siano fatte delle
discriminazioni nei confronti del
comune di Luserna e cita ad es.
PERRERO - CONSIGLIO COMUNALE
Sgradevoli sorprese
La possibilità di usufruire subito di contributi particolarmente allettanti e il continuo aumento dei prezzi dei materiali da
costruzione hanno causato all’Amministrazione comunale di
Perrero alcune sgradevoli sorprese.
Nella seduta dell’ultimo Consiglio. che ha avuto luogo l’il febbraio, è stato presentato il progetto per la sistemazionb del muro di sostegno della strada che
porta alle scuole del capoluogo;
quest’opera era finanziata con un
contributo di 35 milioni e si sperava di utilizzare le briciole per
sistemare il muro di accesso alla
strada di Forengo. Ma è risultato dalla presentazione del progetto che il finanziamento è appena sufficiente per l’opera più
importante e che gli abitanti
di Forengo dovranno aspettare
un’altra occasione.
Peggiore ancora per le finanze
del Comune è stata la progettazione .successiva: si trattava stavolta di una pista coperta (termine tecnico che indica generalmente una « balera») da costruirsi sempre nel capoluogo con un
contributo di 20 milioni largiti
dalla Provincia e dalla Comunità Montana. Purtroppo, il tecnico, in vena di grandiosità, aveva
fatto pervenire all’ultimo momento un progetto che comportava
una spesa di ben 60 milioni. E’
da notare che il termine ultimo
per presentare la domanda di
contributo scadeva entro pochi
giorni e che era quindi indispen
sabile Tapprovaziorie del Consiglio.
I consiglieri, a dire il vero, non
hanno apprezzato molto l’ipotesi di un simile salasso alle scarse risorse finanziarie del Comune per sovvenzionare un’ opera
non certo di primaria necessità;
al termine di una discussione che
minacciava di non finire più, si
decideva di inviare comunque il
progetto per ottenere il finanziamento, ma di ridurre anche di
parecchio i lavori, cercando di
mobilitare le associazioni più interessate alle feste (A.N.A., ProLoco) per ottenere prestazioni
volontarie.
II Comune, per parte sua, si è
impegnato a versare cinque milioni e a vendere un po’ di legname. In più, dovrà ancora acquistare il terreno, che appartiene a privati.
Nella stessa seduta è stato ancora approvato un altro progetto: la fognatura dèlia borgata
Trossieri che comporta una spesa di 100 milioni, non a carico
del Comune, stavolta. E’ stato
anche deciso l’aumento della tassa per la raccolta dei rifiuti, con
l’impegno di ampliare il servizio,
La giunta ha comunicato di
aver ottenuto l’autorizzazione a
trasferire nella sede ristrutturata
dell'Albergo Regina gli uffici comunali; non verrà invece spostato l’ambulatorio medico, che rimarrà al piano della piazza, dove i pazienti lo potranno raggiungere come sempre agevolmente.
Tanno 1978 (anno di crisi delle
C. Montane che rischiarono di
rimanere senza finanziamenti) in
cui quasi la metà dei fondi stanziati dalla Legge 1102 (36 milioni
su 85) fu indirizzata per la costruzione di aule prefabbricate
alla scuola media di Luserna.
Sul problema del collocamento, la Coisson rimanda alla lettera scritta dall’Assessore Suppo
ribadendo: «Posso assicurare che
i vari problemi sul tappeto citati
dal Sindaco Martina, non saranno affrontati in modo clientelare
come fa il Comprensorio di Pinerolo che spartisce i pochi fondi disponibili per opere pubbliche sulla Legge 28, senza alcun
criterio o distribuisce i soldi dell’Assessorato alla cultura in base alla popolazione, anziché in
base ai programmi ».
La Prof. Coisson arriva infine
al problema recentemente' emerso circa Tutilizzo dell’Ospedale Mauriziano. Facendone la storia si rileva che... « Il Piano di
Sviluppo socio economico della
Comunità Montana varato nel ’78
prevedeva che in Valle ci fosse
un poliambulatorio pubblico e
venisse collocato nella struttura
ospedaliera di Torre Pellice. Il
Piano Socio Sanitario Regionale
nella sua prima stesura del 1980
proponeva come ospedale di zona
il Civile di Pinerolo anche per la
Val Pellice e la Val Chisone, considerando troppo piccole e costose le strutture dei due Ospedali
Valdesi e del Mauriziano. Lo stesso piano regionale prevedeva la
localizzazione del poliambulatorio a Torre Pellice.
Queste proposte provocavano
niofte discussioni e le forze politiche finivano per accordarsi, come riferiva in un’intervista rilasciata all’Eco delle Valli l’allora
assess. ai Servizi Sociali Danilo
Rivoira che diceva: "abbiamo già
accertato l’intenzione di tutte le
forze politiche della C.M. ad accogliere la disponibilità tanto della CIQV quanto dell'Qrdine Mauriziano per dare alle due strutture un posto importante sia esso
ospedaliero o poliambulatoriale,
nel riassetto dei servizi socio-sanitari della Valle".
Su questa linea proseguiva la
legislatura tant’è che prima in
una discussione delle forze politiche e dei Sindaci e poi in una
seduta del Consiglio della C.M. del
marzo 1981, in margine all’ordine
del giorno relativo al bilancio sanitario provvisorio venivano espresse le stesse intenzioni: degenza all’Qspedale Valdese di
Torre Pellice, poliambulatorio all’Qspedale Mauriziano di Luserna. Nessuna opposizione in quella sede, anzi il Cons. Martina Celeste richiedeva la localizzazione
a Luserna del poliambulatorio,
anche se il Mauriziano non si
fosse rivelato disponibile.
Poi improvvisamente la DC di
Luserna ha cominciato a strumentalizzare questa proposta,
spacciandola come penalizz.az.ione del Comune di Luserna, come
"chiusura" dell’Qspedale Mauriziano, ritenendola un buon caval
lo di battaglia contro l’attuale
maggioranza della C.M. Val Pellice, da cui è esclusa.
Infine il Piano Regionale definitivo varato il 23.12.1981 prevede
per la nostra Valle il mantenimento dell’Qspedale Valdese di
Torre Pellice con 80 letti (compresi quelli della Comunità psico-geriatrica) e una destinazione
diversa per l’Qspedale Mauriziano che il piano di zona dovrà indicare.
Quindi non si tratta di "chiusura" del Mauriziano come dicono
i manifesti della DC, ma.di "utilizzo" diverso del Mauriziano che
l’amministrazione della C.M. individua come sede del poliambulatorio pubblico gestito dalla
USL, aperto a tutti gli abitanti
della Val Pellice che potranno recarvisi, evitando di andare a Pinerolo come molto spesso ora
succede per usufruire delle seguenti specialità: dermatologia,
neurologia, cardiologia, otorinolaringoiatria ( orecchio-naso-gola),
oculistica, chirurgia generale, radiologia; fermo restando che la
ginecologia, la pediatria e altri
servizi già lunzionano a livello
di distretti, mentre altri se ne dovranno istituire (ci proponiamo
di riferire prossimamente maggiori informazioni al riguardo).
Giudichi ora la vopolazione della Valle se è più valido un servizio poliambulatoriale di questo
genere o un miniospedale di 30
letti al Mauriz.iano! E questo senza contare il costo elevato che
pochi posti letto comportano,
necessitando comunque di una
buona attrezzatura di supporto!».
Ministri
in visita
Non passa settimana che qualche ministro visiti il pinerolese.
Ha cominciato il ministro liberale Altissimo che tra una visita
all’ospedale e un vermouth coi
suoi amici, ha trovato il tempo
per un discorso ad una radio locale protnetiendo di risolvere i
problemi sanitari. Poi è venuto il
democristiano Bodrato, che — in
verità un po’ contestato dagli
studenti — ha promesso che
quanto prima verrà fatta la riforma della scuola secondaria.
Infine è venuto anche il socialdemocratico Nicolazzi che in un
albergo di Inverso Pinasca ha
promesso case per tutti.
Tra gli outsiders occorre sottolineare l’impegno del socialista
Fiandrotti, che però non è ministro, e che perciò è venuto due
volte a discutere della scuola e
del futuro dei piccoli comuni.
Non c’è che da rallegrarsi di
questo nuovo e così intenso rapporto coi propri elettori (o almeno potenziali), perché questo avvicina le istituzioni alla gente.
Peccato però che si parli di
« elezioni anticipate » sempre
smentite.
SS
10
10 cronaca delle Valli
19 febbraio 1982
FRALI
30 MAGGIO
Pentecoste 82
Non lo neghiamo; l’idea ci viene dai protestanti d’oltralpe. Per due volte, nel 1979 e nel 1981, il pastore Gérard Camer, ben conosciuto anche fra noi, ha organizzato un grande
incontro nella regione Centre-Alpes-Rhóne. L’ampio parco di
Gemens, nei pressi di Valence, si presta in modo eccellente
per accogliere 6-7.000 persone. Due grandi tendoni da circo
per le riunioni principali, una trentina di stands, tutte le chiese evangeliche della zona presenti attivamente, una panoramica delle organizzazioni operanti in campo giovanile, sociale, culturale.
L idea di una festa delle comunità valdesi ha incontrato
successo anche da noi. Ricordiamo la bella giornata di Pentecoste 1980. Molti dicevano : bisognerebbe fare ogni anno
un incontro così. Sono passati due anni, è ora di pensarci ;
quest’anno anche le chiese del 2° Circuito (Pinerolo e Vai
Chisone) saranno con noi a Frali.
Ricordiamo che abbiamo lanciato un concorso per il bozzetto del simbolo di « Pentecoste ’82 ». Già alcuni hanno risposto. Il tema della giornata è «INSIEME PER COSTRUIRE LA PACE ». C’è ancora tempo fino alla fine di febbraio,
dopo... dobbiamo scegliere!
La Commissione Coordinamento
ìfe* Notizie utili I
VAL CHISONE-GERMANASCA
Tutela dell’anziano
Le informazioni qui riportate
sono state tratte da un progetto
della Comunità Montana Valli
Chisone e Germanasca, sul problema deH’assistenza alle persone anziane.
Il documento riporta una serie
di dati sulla percentuale degli ultra sessantenni rispetto alla popolazione residente sul territorio
dell'Unità Sanitaria Locale n. 42.
Anno 1971 4.740 anziani 21,68%
Anno 1974 4.677 anziani 21,48%
Anno 1980 4.853 anziani 22,97%
Queste cifre dimostrano un aumento della durata della vita che
« non sempre corrisponde ad un
miglioramento della qualità della vita, anzi molto spesso i problemi sono accentuati sia dalle
ristrettezze economiche, sia dalle
condizioni abitative non più adatte a soggetti anziani. Inoltre lo
spopolamento delle borgate... accentua la solitudine dell’anziano ».
Analizzando i dati degli ultra
sessantenni residenti nei 16 comuni della Comunità Montana si
pix) notare come le percentuali
varino da un 18-20% nei comuni
di fondovalle a un 30% circa in
comuni di montagna, per raggiungere la più alta percentuale
a Massello con il 54%.
Alla maggior 'presenza di anziani, il territorio offre meno possibilità di assistenza e di servizi.
Il problema della tutela dell’anziano deve comportare interventi
sul territorio, tali da coinvolgere
tutta r organizzazione sociale;
non è sufficiente l’assistenza, ma
occorre creare le condizioni per
ché l’anziano non sia costretto ad
abbandonare la sua casa e la sua
terra.
NeU’intento di mantenere l’anziano liel proprio contesto abitativo la C.M. prevede interventi
di:
— assistenza economica;
— miglioramento delle condizioni abitative;
— assistenza domiciliare comprendente il servizio infermieristico e di aiuto domestico.
Nel territorio dell’U.S.L. 42 da
alcuni anni sono in funzione cinque centri di incontro autogestiti nei comuni di Porte, Pomaretto, Fenestrelle, S. Germano, Perrero-Maniglia.
Questi centri, pur rappresentando una conquista importante
per gli anziani, non sono ancora
diventati, come si può leggere nel
documento, il fulcro di tutte le
attività del paese, né sono riusciti a coinvolgere i vari gruppi sociali.
Sul territorio dell'U.S.L. esistono poi delle strutture private a
carattere religioso con le quali
non esistono condizioni per stipulare delle convenzioni.
In prospettiva comunque, si
spera di contenere al massimo i
ricoveri in istituto, potenziando i
servizi domiciliari e creando le
comunità alloggio per persone
autosufficienti che non sopportano l'isolamento. Alcune di queste strutture sono già funzionanti, altre sono in fase di attuazione.
La redazione perosina
^iistorantc JUijcrcjo giripot
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Corso Gramsci, 11 Tel. ( 0121 ) 91.236
10066 TORRE PELLICE (To)
Sciopero all’AMGAS
PINEROLO — Per chiedere il rispetto di un accordo firmato alia fine
di maggio del 1981, sono scesi in
sciopero venerdì e lunedì i lavoratori
dei settori gas e acqua dell’Azienda
Municipalizzata. Chiedono l'attuazione
di corsi di qualificazione professionale, passaggi di qualifica, ed essere
informati sugli investimenti produttivi.
La commissione amministrativa non
può però dare le risposte richieste in
quanto dimissionaria. Infatti per gli accordi dì maggioranza al comune di Pinerolo, il socialista Bosco deve sostituire il democristiano Bernardi ' alla
presidenza.
Una lodevole
iniziativa
torre PELLICE — Ginnastica dopo
gli « Anta ». Ha avuto successo l’iniziativa della Comunità Montana e del Comune a favore dei ■< Dopo gli Anta ».
Numerosi sono i partecipanti e tutti entusiasti.
Oltre al sicuro beneficio fisico, questo incontro è anche utile come momento distensivo e di socializzazione.
Segnalo alla Comunità Montana ciò
che qualcuno ha fatto osservare, e
cioè se il movimento fisico è utile per
gli anziani, tanto più è necessario per i
ragazzi, quindi perché non organizzare
anche per loro corsi del genere?
Segnalazioni
TORRE PELLICE — In collaborazione
con la Società Apicoltori Val Pellice,
la Comunità Montana propone a tutti
gli interessati un Corso per Apicoltori.
Il Corso avrà inizio il giorno 27.2
alle ore 15 nel salone Comunale di
Torre Pellice Viale Rimembranza 9
(Scuole Medie) e si articolerà in 5 lezioni che si svolgeranno i sabati successivi alle ore 20.30 sempre nel salone Comunale.
TORRE PELLICE — In occasione delI inaugurazione del corso di apicoltura
promosso dalla Comunità Montana e
coordinato dall'Associazione Apicoltori
Val Pellice, tutti i soci e simpatizzanti
sono cordialmente invitati presso il
Ristorante Flipot- per una cena sociale
alle ore 19.30, sabato 27 c.m. Per informazioni e iscrizioni telefonare 932272.
Dibattiti
LUSERNA S. GIOVANNI — È indetta per il giorno giovedì 18 febbraio ore
21 una pubblica riunione sul tema: D.L.
22.12,1981 n. 786 disposizioni in materia di finanza locale.
Introdurrà la riunione il dott. Gian
Paolo Brizio, consigliere Regionale ed
ex-Sindaco di Ciriè.
PINEROLO — Venerdì 19 febbraio
ore 21 presso il Centro sociale dèi
quartiere Tabona (via Saluzzo 70) si
terrà un dibattito pubblico sul tema:
“ Il referendum sulle liquidazioni ». Interviene Igor Stagliano della segreteria regionale di Democrazia Proletaria.
Conferenze
PINEROLO — In occasione del ciclo
di conferenze e proiezioni sui « Pittori
gotici pineroiesi » la Sig.na Augusta
Lange terrà una conferenza il 26 febbraio ore 21 dal titolo « Jacopino bongo » presso là Sala della Biblioteca
Ragazzi (Via Piave).
Hanno collaborato a questo
numero: Gabriella Bartolozzi, Anna Bosio, Clara e Giancarlo Bounous, Gino Conte,
Dino Gardiol, Alba lazeolla,
Antonio Kovacs, Adriano Bongo, Lidia Noffke, Lina Novellino, Maria Macchioro, Teofilo Pons, Bruno Rostagno,
Silvano Sozzani, Teresa Tommasone. Silvana e Franco
Troll.
U.S.L. 43 - Servizio di Riabilitazione
La Comunità Montana Val Pellice comunica che il servizio di
RIABILITAZIONE gestito dalla Comunità Montana - U.S.L. 43, si
svolgerà presso la nuova Palestra di fisioterapia situata presso
l’Ospedale di Torre Pellice - Via Matteo Gay n. 24 (tei. 932311).
L’attività di RIABILITAZIONE è svolta da un’équipe (costituita da un medico fisiatra, un ortopedico, da 2 fisioterapiste, da
un logopedista) che opera in stretta collaborazione con gli operatori sociali e sanitari degli altri servizi territoriali.
Alla palestra potranno accedere gratuitamente tutti coloro che
hanno bisogno, secondo prescrizione del medico curante o dell’ospedale, di fisioterapia, rieducazione funzionale, logopedia e forniture protesi.
Per informazioni o per ottenere l’intervento dei servizi occorre
chiedere l’appuntamento in Comunità Montana - USL (o palestra).
Soggiorni marini per anziani
La Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca informa che
in collaborazione con le Amministrazioni Comunali, organizza un
ciclo di soggiorni marini per anziani a VARAZZE, presso l’Hotel
Medicai Terminus a partire dal 15 aprile 1982, al fine di favorire il
turismo in zona climatica per i pensionati. L’albergo è particolarmente attrezzato per l’assistenza agli anziani con visite mediche e
servizio infermieristico.
Il costo del soggiorno per ogni turno di 14 giorni è di L. 227.500,
pari a L. 16.250 giornaliere. Il costo del viaggio di andata e ritorno
si aggira sulle L. 33.000.
Possono partecipare anziani residenti nella Comunità Montana
autosufflcienti senza particolari problemi sanitari, che abbiano
compiuto i 55 anni, se donne, e i 60 se uomini. Si accetteranno anche soggetti non autosufficienti o handicappati che necessitano di
cure marine, dimostrate da certificato medico, purché accompagnati a loro spese da persona che li possa assistere.
Coloro che sono interessati dovranno iscriversi presso gli uffici
comunali, o eventualmente presso l’ufficio Servizio Sociale (piazza
Libertà 1 - Pomaretto, tei. 81.190 - 81.497).
Nei casi di pensionati che non siano in grado di pagare l’intera
quota, il Comune di residenza potrà intervenire con una integrazione proporzionale al reddito, che dovrà essere dichiarato con
atto notorio.
TORRE PELLICE - INIZIATIVA PER LA 3^ ETÀ’
Incontri musicali
Si sta svolgendo in queste settimane, organizzato dal Comune,
dalla Pro Loco di Torre Pellice e
dalla Comunità Montana, un ciclo di concerti strumentali di
buon livello.
Esecutori giovani e volenterosi,
freschi di studi; tecnicamente e
professionalmente preparati; programmi scelti con cura tra il
classico, il romantico e il moderno, le varie scuole, i vari stili,
i vari autori; un pubblico sempre più numeroso ed attento che
ascolta con interesse e competenza.
L’ambiente è simpatico e sereno, scevro da quel fastidioso senso di pseudointellettualismo che
tanto disturba, in quasi tutte le
sale da concerto.
La Terza Età si identifica con
persone che ormai sanno che nella vita i valori morali sono la base della convivenza civile e che
niente come la musica può allietare e rinfrancare lo spirito. Ci
si ritrova tra persone di tutti i
ceti: pensionati, ex insegnanti,
impiegati, professionisti, casalinghe che hanno in comune l’amore per la musica e le semplici e
buone cose; e. si « chiacchiera »
anche, perché questo ci sta bene
(col concorso di quella simpatica
tradizione delle ore 17 nell’intervallo del concerto).
L’intenzione degli organizzatori è quella di diffondere la cultura musicale tra i diversi strati
della cittadinanza; far conoscere,
interessare gli amatori e i cultori della buona musica.
Altri incontri musicali seguiranno; sempre densi di significato e di interesse, per giungere in
primavera a una manifestazione
di carattere nazionale che gli organizzatori stanno elaborando.
Diamo a questi con il nostro interessarnento la possibilità di
pro.seguire e sempre meglio operare.
Ellebi
LA CONDIZIONE
DI DONNA
Da tempo il gruppo U.C.D.G. di
Pomaretto si riunisce periodicamente;
nel corso degli ultimi incontri abbiamo
affrontato diversi argomenti collegati
alla nostra condizione di donne e preso iniziative concrete. Desideriamo ora
comunicare le nostre' riflessioni alla
comunità: si è parlato della necessità
psicologica di parecchie di noi di realizzarsi attraverso attività e interessi
extra-domestici gratificanti: degli interrogativi legati alla sessualità, agli anticoncezionali, del rapporto tra donna e
ospedale soprattutto in occasione del
parto. Crediamo che le strutture ospedaliere dovrebbero rispettare maggiormente le esigenze umane e la dignità
dei pazienti e troveremmo logico che
ci fossero collegamenti precisi tra ospedali e. consultori familiari, in modo che
la donna ricoverata non si senta abbandonata da chi l’assisteva prima. Chi è
madre avverte la mancanza di ambulatori pediatrici e asili-nido veramente
« a misura di bambino ». Ci sembra
inoltre che nelle nostre comunità i problemi degli adolescenti non vengano
tenuti sufficientemente in considerazione: mancano corsi regolari di educazione sessuale per i giovanissimi, centri
specializzati e iniziative valide che li
aiutino a occupare il temno libero e a
superare gli scogli dell'età critica.
Nei prossimi mesi vogliamo avvicinare altre donne per un confronto di
esperienze, per sapere ad esempio come hanno vissuto il loro ruolo femminile quelle che oggi sono anziane o
di mezza età, e per comprendere meglio le speranze e i progetti delle più
giovani: siamo certe che si tratterà di
scambi amichevoli e arricchenti: se
sarà possibile ricavarne qualche bella
intervista la invieremo all’« Eco », rendendo partecipi tutti i lettori.
il gruppo U.C.D.G. di Pomaretto
Edi Morirti
11
19 febbraio 1982
cronaca delle Valli 11
DIBATTITO
Il futuro del Collegio valdese
Perché deve
vivere
güito e potranno venire richiesti
presso l’Associazione (dr. Enrico
Gardiol - viale Trento 12 - 10066
Torre Pellice).
Per TAss.ne Amici del Collegio
Enrico Gardiol
Dal settembre 1981 si è parlato
e scritto molto sulla progressiva
chiusura (a partire dall’anno scolastico 1982-83) della Scuola Media del Collegio Valdese di Torre Pellice.
Secondo un primo intendimento del Comitato per il Collegio
non si sarebbero accettate iscrizioni alla 1* media per Tanno
1982-83, poi in un secondo tempo
l’intenzione era di ridurre progressivamente le classi da 6 (due
sezioni) a 3 (una sezione); attualmente si prospetta pure l’eventualità di ridurre ad una sola
sezione le due seconde e le due
terze.
Tali notizie, confuse e contraddittorie fra loro, hanno causato
giuste preoccupazioni e motivati
timori fra i genitori degli attuali e futuri allievi; alle famiglie
sono inoltre giunte circolari, lettere, questionari il cui tono vago,
impreciso, privo di ogni minimo
accenno ad una continuità dell’Istituto ha ulteriormente aumentato il senso di confusione e
di preoccupazione.
Ora, con l’ultima circolare del
Comitato (convocazione delle famiglie per sabato 6 febbraio) apparsa su « Eco-Luce » del 5 febbraio ’82 si parla di preiscrizioni
per Tanno prossimo sia per la
Scuola Media che per il GinnasioLiceo e si suggerisce una cifra
come contributo; c’è da augurarsi che il Comitato imbocchi la
strada della chiarezza e voglia
intavolare un discorso franco e
chiaro con le famiglie degli allievi, tanto più che una lettera,
firmata da oltre cento famiglie,
nello scorso dicembre aveva proposto un aiuto concreto e soprattutto aveva mostrato chiaro l’interesse non utilitaristico ai destini dell’Istituto.
L’Associazione Amici del Collegio, che da oltre 30 anni aiuta
in modo concreto e tangibile l’Istituto, farà uno sforzo speciale
a partire dal prossimo anno scolastico, sempre che il destino della Scuola Media non sia quello
della chiusura; è iniziato infatti
un lungo lavoro di ripresa dei
contatti con amici, ex allievi e
non, al fine di far conoscere il
più possibile la situazione di crisi profonda che il Collegio sta attraversando e al fine di ritrovare
maggiori mezzi per un aiuto più
consistente di quello già notevole degli anni scorsi.
È però indispensabile che le famiglie rispondano in modo positivo alla richiesta di preiscrizioni.
Onde venire incontro alle necessità di carattere economico
(che certamente esistono) l’Associazione Amici del Collegio in
questo suo sforzo speciale metterà a disposizione un certo numero di aiuti e di borse di studio:
tali aiuti saranno assegnati ad
allievi della 1“ media a cominciare dall’anno scolastico 1982-’83
secondo modalità che sono in fase di realizzazione; ulteriori
chiarimenti verranno dati in se
Affrontare
la situazione
con realismo
Nell’intervento a firma « Stelio
Armand-Hugon » (Eco-Luce 22
gennaio ’82) dal titolo « rimboccarsi le maniche » una frase mi
ha colpito; « si tratta indubbiamente di problemi complessi,
molti dei quali non conosco a
fondo »; ma se è cosi, come è
possibile emettere giudizi per di
più così severi e... inappellabili?
Tutti hanno diritto e ragione di
intervenire in un dibattito per
esprimere il proprio pensiero,
nell’ovvio rispetto di quello altrui: ma penso vi sia modo e
modo di farlo. Aldo Rostain prima e Stelio Armand-Hugon ora,
si presentano invece come... giudici inesorabili.
Il Comitato (di cui faccio parte
dal Sinodo 1980, e quindi da cosi poco tempo che neppure a me
è dato di « conoscere a fondo »
i problemi che ci assillano), è, nel
loro giudizio, composto da « personaggi » (chissà poi perché questo termine anziché quello più
semplice di « persone », se non
si vuol usare quello più cristiano
di « fratelli ») privi di idee, incapaci di sensibilizzare i membri
delle nostre chiese sparsi nella
penisola, il Sinodo e la Tavola;
Un Comitato capace solo di essere il « notaio alla chiusura » autorizzato dal Sinodo « a fare come vuole a costo, anche, di continuare quell’opera di smantellamento iniziata dal Comitato stesso ».
È principio giuridico fondamentale nel processo, in ogni
paese libero, che ogni addebito
debba, a pena di nullità, essere
preciso, inequivoco, e sostenuto
da prove e non da semplici enunciazioni; si ha pertanto diritto di
chiedere in che cosa sarebbero
consistiti gli atti di « smantellamento », e quando sarebbero iniziati (il Comitato è stato largamente rinnovato dal Sinodo ’80).
Quanto alle idee che mancherebbero: di certo, per denunciare questa carenza, se ne devono
avere, se no la denuncia non avrebbe senso; e perché, allora,
non porgere fraternamente una
mano a chi non ne ha, e suggerirgliele? impegnandosi cosi, concretamente, al suo fianco? Ognuno di noi del Comitato sarebbe
riconoscente per un aiuto del genere! E se « le strade per ottenere aiuto e quattrini sono infinite », e il Comitato invece non
le intravede, perché non additargliele? In quest’ultimo anno in
ogni comunità delle valli e a Torino, si sono succedute assemblee
di Chiesa per dibattere il problema dei nostri istituti di istruzione, si sono indirizzati appelli, se
ne è parlato in Conferenza Distrettuale, e al Sinodo: cos’altro
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si può fare per « sensibilizzare »
il mondo valdese? Quando molti nostri fratelli, ed anche parecchi insegnanti valdesi (docenti
in istituti statali), non credono
più alla validità delle nostre opere (Scuola Media in particolare) e ne propugnano essi stessi
(e non già il Comitato) la chiusura?
Son d’accordo coi fratelli Rostain ed Armand-Hugon (perché
li comprendo di certo animati
da amore per quanto è stato in
queste valli costruito nel passato e dalla sofferenza nel vederlo
scomparire, sentimenti che condivido, come loro soffrendo per
così dolorose prospettive) che
gli appelli ai genitori degli studenti non son tutto : la responsabilità di far vivere o no le nostre
scuole non può essere ribaltata
sol sulle loro spalle, è una responsabilità collettiva, della Chiesa tutta, e non solo delle valli.
Però, se « aliunde » non v’è risposta, non esiste alternativa:
chi deve essere informato per primo è proprio chi è diretto « utente » di questo servizio. Onestà
vuole che gli si parli con estrema chiarezza, quella che discende dalle aride cifre. Non ci vuol
molto per capire che una Scuola
Media, coi suoi professori, le sue
strutture, le sue innumeri esigenze, costa; e se, per quanti sforzi
si faccia, per quante strade si
battano, costa molto, molto di
più di quel che vien « donato »,
che si può fare se non presentar
nuda e cruda la situazione alle
Chiese, alla Tavola, al Sinodo, ma
soprattutto ai più diretti interessati? Così per il Ginnasio Liceo,
con una retta sino ad oggi insufficiente a far fronte ai costi.
Son d’accordo, per altro, che una
scuola dove « si paga » dovrebbe
dare di più d’una scuola gratuita
( attenzione però a non cadere
nella « scuola di élite » dove « élite » equivale a « censo »).
Ma una scuola migliore, più
ricca, più capace di dare, non la
crea nessun Comitato; può nascere solo dallo spirito vocazionale delle nostre Chiese dalle
quali dovrebbero così uscire pastori e insegnanti; mentre oggi,
e non solo da oggi, per coprire
delle cattedre, si deve largamen.te «attingere» tra docenti (per
altro degnissimi) non valdesi.
Il « rimboccarsi le maniche » è
un modo suggestivo di esprimere
il concetto della necessità di un
maggiore impegno: ma ha, come
gesto, il visivo riferimento ad
una fatica fisica, come se si dovesse tirar su un muro crollato,
o ripulir le strade dalle scorie di
un’alluvione.
Preferirei, e gli amici coi quali
ho discusso i loro interventi credo pensino, in fondo, in egual
modo, un atteggiamento più riflessivo, un guardar dentro ognuno di noi e nel nostro mondo, un
interrogarci tutti con umiltà: e
magari, vecchia ormai desueta
abitudine, un raccogliersi in meditazione e preghiera per chiedere a chi solo può indicarci la
strada sulla quale camminare,
l’aiuto di cui tutti, membri di
comitati o no, abbiamo estremo assoluto bisogno.
Ettore Serafino
Pro istituti Ospitalieri
Valdesi
Doni pervenuti nel mese di Dicembre
L. 1.COO.OOO: N. N., San Secondo, in
memoria di iima Don.
L. 200.000; Lega Femminiie Valdese
di Como.
L. 100.000: Tina Costabello, Novara,
in memoria del marito Nino Costabello.
L. 72.000; Caterina De Beaux.
L. 53.500: Colletta CIOV per anno
1981 della Chiesa di Bobbio Pellice.
L. 50.000; C. C., San Germano.
L. 25.000: Per il battesimo di Susy, la
nonna e Gino, Prarostino,
t. 10.000; Eliseo Veneziani, Trieste;
Avondetto Dario e Aldina, Prarostino, in
memoria di papà.
L. 20.000: Mandola Francesco, Roma.
Pro Rifugio « Carlo Alberto »
Doni pervenuti nel mese di Novembre
L. 345.000: Misses Janette e Eleonor
Montaldo e Miss Nieish, N. Y.
L. 200.000; 1 fam. in memoria di
Rambaud Susanna; I. P., Luserna S.
Giovanni.
L. 70.000: Unione Femminile di San
Remo e Alassio.
i. 30.000: F. E., in memoria dei miei
cari.
L. 20.000: Beatrice Blacker Appia;
Bertalot Jeanne; Romano Alfredo, Prarostino, in memoria della moglie.
L. 10.000: Unione Femminile di Angrogna.
L. 5.000: Giordan Maddalena, Asilo
San Giovanni.
Doni pervenuti nel mese di dicembre
L. 500.000: Unione Femminile di San
Secondo.
L. 300.000; Bensa Giulia, in memoria
di Brumai Eugenia.
L. 200.000: Unione Femminile Valdese di Bergamo.
L. 150.000: Bongarpo Norberto, Alzate Brianza.
L. 120.000: Offerta della Chiesa di
Ang rogna.
L. 100.000: Pons Mario, in memoria
di Pietro e Ulderina; Unione Femminile
Valdese di Bordighera-Vallecrosia.
L. 65.000: I vicini di casa in memoria
della Sig.ra Poèt Ioide ved Poét.
L. 60.000: Choeur Paroissial de Morges.
L. 50.500: Catecumeni Torre Pellice
del Ili anno.
L. 50.000: In memoria di Rivoira Alberto; Baridon Aldo; Gnone Ada e Marco; Contributo della Chiesa Valdese di
Bari; Gardiol Emanuele, San Secondo
in memoria moglie e figlio; Gay Lutero
e Attilia, Prarostino in memoria di Gay
Virgilio.
L. 30.000: Fornerone Elvi, Prarostino;
Scuola Domenicale Torre Pellice, IV
gruppo.
L. 25.000; Giovanna e Alberto Clot,
Riclaretto; Bottazzi Emanuele, Torino;
Camilla de Bernardi, in memoria Davide Taglierò.
L. 20.000: Zecchin Nelly, Venezia;
Hanni Merkii, Winterthur.
L. 19.000: Comunità Valdese di San
Secondo, vino, patate, frutta.
L. 15.000: Fornerone Rina, Prarostino;
Lenzinger Evelina, Ivrea.
L. 10.000; Castanier Lily e Elsa; Bertarione Bice, Ivrea; Elma Toscano Avondet, in memoria genitori.
L. 7.500: Marangoni Ferdinando e Lina, Ivrea.
L. 7.000: Cristoforo Emilio, Loranze.
L. 5.000: Gianassi ReveI Emilia, Ivrea;
Perette Carolina ved. Roncagliene, Ivrea.
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Il 10 febbraio è serenamente mancata airaffetto dei suoi cari
Egle Raisi in Lodi
Lo annunciano il marito, Lido, il figlio
Jofer con la moglie Laura, la figlia
Miranda con il marito Antonio De
Martiis, ed i figli Alberto e Luisa.
Commossi per le dimostrazioni di affetto e simpatia ricevute in occasione
della dipartenza della loro cara, ringraziano quanti in vario modo, con
presenza, scritti e fiori, hanno preso
parte al loro dolore. In modo particolare esprimono la loro viva riconoscenza alla D.ssa Seves, al Dott. La vini, alle
Signore Mariuccia Barbiani e Lina Benedetto dell’Asilo Valdese di San Giovanni, ai medici ed al personale delrOspedale Valdese di Torre Pellice
per la loro amorevole assistenza, alla
Direzione e maestranze della S.p.A.
O.M.E.F. di Luserna San Giovanni.
Luserna S. Giovanni, 15 febbraio 1982
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede ».
(II Timoteo 4: 7)
Improvvisamente è mancato il 7 febbraio 1982
Emilio Ostorero
Ne dà il doloroso annuncio a funerali avvenuti, la moglie Ines Dounous.
Partecipano al dolore la sorella Irma,
i nipoti Giacomelli, Rollier, i cognati
Bounous, De Bettini, Ladik e famiglie
pronipoti e parenti tutti.
Torino, 11 febbraio 1982.
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Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
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Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
12
12 uomo e società
19 febbraio 1982
IL PROBLEMA DELL’ENERGIA - 4
FONDO DI SOLIDARIETÀ’
Alcune conclusioni
L’attuale modello di sviluppo (più produzione e più consumi) va messo in questione: ma è ancora lontana la civiltà che lo può sostituire
Sottoscrizione per
Polonia e Salvador
Al termine della nostra sommaria indagine sul problema
dell’energia vogliamo fermarci
un momento per fare alcune considerazioni conclusive. La prima
nasce da una affermazione di
carattere generale: non esistono
soluzioni semplici per un problema complicato. E il problema
dell’energia è terribilmente complicato. Il mondo intero si regge sull’industria e l’industria succhia energia. Il mondo industrializzato ( possiamo chiamarlo « il
primo mondo »?) può cercare
le sue strade per risparmiare
energia; ma è seriamente pensabile di imporre ai paesi in via di
sviluppo lo stesso concetto di risparmio? La risposta che da questi ci viene è che fino ad oggi
noi Ci siamo accaparrati tutte le
risorse mondiali ed ora, se loro
vogliono uscire dalla loro condizione di sottosviluppo, di miseria e di denutrizione, devono iniziare un processo di industrializzazione che li porti ai nostri
livelli. Ma è seriamente pensabile
che l’India, per fare un esempio,
arrivi ad avere la stessa percentuale di automobili che ha attualmente l’Italia?
La prima cosa da mettere in
questione è dunque lo stesso modello di sviluppo. Sviluppo oggi
significa di fatto più industrie,
più produzione, più consumi,
dunque maggior consumo di
energia. Ricordiamo l’intervista
al Presidente della giunta regionale del Piemonte, pubblicata sul
numero scorso, in cui si prevedeva un aumento del trenta per
cento nei consumi di energia nel
solo Piemonte per i prossimi dieci anni.
Segnali
Dobbiamo dunque cercare nuovi contenuti per questa parola
oggi tanto usata, sviluppo, e dare
ad essa un senso non solo a partire dal punto di vista economico, ma anche politico, sociale,
energetico. Probabilmente è tutta
la nostra vita che deve cambiare,
anche se non sappiamo ancora
bene come. Da più parti ci pervengono però dei segnali, si sen
Comitato di Redazione; Franco
Becchino, Mario F. Berutti, Dino
Ciesch, Niso De Michelis, Giorgio
GardioI, Marceila Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto
Peyrot, Giuseppe Platone, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Giulio
Vicentini, Liliana Viglielmo,
Editore: AlP, Associazione informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLi
Redazione e Amministrazione: Via
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« L'Eco delle Valli - La Luce ».
Redazione Valli; Via Arnaud, 25 10066 Torre Pelllce.
Abbonamenti 1982 (decorrenza 1°
genn. e 1” luglio): annuo 14.000 semestrale 7.500 - estero annuo
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Cambio di indirizzo L. 300.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm.
49x49) L. 7.000 (oltre IVA).
Inserzioni: prezzi per mm. di altezza. larghezza 1 colonna: mortuari
280 - sottoscrizioni 100 - economici
200 e partecipazioni personali 300
per parola (oltre IVA).
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
intestato a « La Luce; fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
• La Luce »: Autor. Tribunale di
Pinerolo N. 176, 25 marzo 1960.
• L'Eco delle Valli Valdesi •: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio I960
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
te di esperimenti e di proposte
che come tali devono essere esaminate e vagliate. Un esempio
può essere quello di Brescia, dove da circa dieci anni si sta attuando il primo esempio di teleriscaldamento in Italia. Con
questo sistema si sfrutta il calore di una centrale termoelettrica
(che altrimenti verrebbe disperso) per riscaldare le case. Per
quest’inverno si prevede nella
sola Brescia un risparmio di 40
mila tonnellate di olio da riscaldamento, pari a circa 7 miliardi
di lire. Al di là del valore econoirfico dell’operazione, noi abbiamo qui un’indicazione di un possibile nuovo rapporto tra fabbrica e città, una nuova proposta
per la comprensione stessa della città, non più come un ammasso disordinato di case, rispondenti al gusto dell’architetto o ai vantaggi della speculazione, ma un insieme organico che
SI sviluppa secondo dei canoni
di razionalità e di abitabilità. Rimanendo in questo ambito, si
possono vedere degli esperimenti fatti in America di case-serra
0 di case integrali. In esse, attraverso particolari accorgimenti si
cerca di sfruttare al massimo sia
il calore del sole che tutte le altre risorse (rifiuti compresi)
mantenendo, nel contempo, tutti
1 confort della vita moderna. Sarà dunque la città che dovrà
cambiare maggiormente il suo
volto ed il suo modello di vita.
Non farsi illusioni
Non bisogna però farsi soverchie illusioni: il cammino da percorrere è ancora lungo e non si
può ragionevolmente pensare che
un cambiamento di civiltà quale
è richiesto dagli ecologisti possa
avvenire nello spazio di una generazione e senza contrasti e
conflitti violenti. Se nei tempi
lunghi possiamo ipotizzare, se
non un mondo diverso, per lo
meno una città diversa (ma
quanta parte di utopia, quanta di
scienza e quanta di fantascienza
vi è in questi discorsi?), certamente nei tempi brevi si può solo
preventivare un impiego sempre
più massiccio del nucleare, con
uno sviluppo parallelo di diverse
tecnologie. Quest’ultima frase
non deve però far pensare ad una
rinuncia, ad un cedimento di
fronte all’ineluttabile. La risposta nucleare non deve essere accolta in modo miope come la migliore, o addirittura l’unica praticabile.
Essa pure impone delle servitù
da parte degli utenti, e se oggi
pare la più conveniente, non è
detto che lo sia domani, quando
dovremo comprare l’uranio da
padroni più esigenti, sia sul piano politico che economico.
Negli anni cinquanta e sessanta ci siamo ubriacati col petrolio: stiamo attenti a non fare la
stessa fine con l’atomo.
Un’ultima considerazione. Non
dobbiamo mai abbandonare le
conquiste fatte nel passato. Durante la seconda metà degli anni
settanta, proprio attorno all’atomo si è sviluppata la polemica
che ha permesso a molti, me
compreso, di capire che le scelte fondamentali (e quella dell’energia è una scelta fondamentale) non possono essere demandate ad altri. Certo, oggi questa
polemica pare aver fatto il suo
tempo, e l’abbiamo detto. Ma ciò
non toglie che la grande conquista — la volontà di essere presente nelle scelte che coinvolgono il
tuo futuro — non la dobbiamo
abbandonare. Non è forse più il
tempo delle chitarre a Trino 'Vercellese, o dovunque saranno poste le centrali. IVIa è sempre il
tempo per discutere e, se necessario, condannare le scelte —
politiche, economiche, tecniche
— di chi pensa di poter comandare, mentre deve solo governare.
Paolo Ribet
Il notevole numero di offerte
recentemente pervenute ci ha
consentito di inviare la somma
di L. 2 milioni e 500 mila per le
iniziative del Consiglio ecumenico delle Chiese contro la fame
nel mondo. Stiamo inoltre giungendo alla méta prefissa di lire
2 milioni (mancano poche decine
di migliaia di lire) per i terremotati del Sud, da inviare alla
Federazione (PCEI) in appoggio
ai suoi programmi a più lungo
termine. Di conseguenza, questa
iniziativa è da ritenersi chiusa.
Invitati da alcuni fedeli sottoscrittori, non solo, ma anche certi di interpretare i sentimenti di
numerosi lettori, il nostro Fondo
si apre ora alla raccolta di offerte in appoggio alle iniziative del
CEC a favore di aiuti umanitari
per la Polonia (ne viene data notizia in questo stesso numero)
e per il Salvador. Faremmo un
torto ai lettori nel sottolineare
loro l’urgenza e l’importanza di
questa partecipazione. Le comunità evangeliche in Italia, che
tanti e generosi aiuti hanno sempre ricevuto dai fratelli dell’estere non si sottrarranno certamente a questa possibilità che viene
loro offerta di testimoniare la
propria solidarietà al dramma di
questi popoli.
Non è questa la sede per fare
delle analisi socio-politiche sulla
situazione di queste due nazioni.
Non ci si può però esimere dal
pensare che non è possibile né
accettabile starsene inerti spettatori nei confronti di un popolo
che, nel nome del « socialismo »
viene stretto d’assedio dalle sue
stesse truppe in forma brutale,
e sotto l’occhio vigile dell’URSS.
Come non è possibile ed accettabile l’ignorare il dramma spaventoso del Salvador, che in nome della « democrazia » e col potente appoggio economico-militare degli USA ha avuto 35 mila
morti in due anni (su una popolazione di poco più di 4 milioni), i
bambini impiccati, le donne in
cinte sventrate ed i feti infilzati
sulle baionette. E’ di questi giorni la notizia della strage della
gente di E1 Mozote e di altri villaggi, in maggioranza abitati da
evangelici, méntre oltre 300 mila
profughi, schiacciati contro le
frontiere dell’Honduras, vengono
martellati coll’artiglieria, cogli
elicotteri, coi caccia.
Attendiamo numerose e generose le vostre offerte, pregandovi
di volerne specificare la destinazione (Polonia, Salvador) mentre
ricordiamo che è sempre aperta,
con carattere continuativo, sia la
sottoscrizione contro la fame nel
mondo che quella per il Programma del C.E.C. di Lotta al Razzismo.
Prima di dare il consueto elenco aggiornato, vogliamo far presente che alcuni lettori un po’ distratti inviano il rinnovo degli
abbonamenti al c.c.p. intestato
al Fondo, mentre altri fanno le
offerte per il Fondo al c.c.p. dell’amministrazione.
I rispettivi conti sono chiaramente indicati nel tassello redazionale, e comunque, per maggior comodità ricordiamo qui
che il conto corr. postale del
Fondo è il seguente: n. 11234101,
intestato a La Luce, Fondo solidarietà, 'Via Pio V, 15, Torino.
Ed ecco ora il nuovo elenco:
B. Forti L. 50.000: L. Corbo, in mem.
del padre 5.000; N. N. 120.000; Nozze
U. Tourn E. Bleynat 78.600; A. e V. Jahier 20.000; D. e F. Beux, per matrim.
figlio 50.000; Scuole dom. Pomaretto e
Perosa A. 125.080; O. Bufalo 50.000; M.
Giordan 18.000; A. Charlin 30.000; G. Pepe 20.000; G. Vezzosi 20.000; E. Melchiori 10.000; V. Palomba 16.000; A. Laurora 10.000; D. Fontana 100.000; N. N.,
c. Oddone 100.000; E. Bottazzi 200.000:
A Kovacs 5.000; R. Vittone 25.000: D.
Falbo 15.000; C. Roncaglione 110.000;
S. e S. Goliardi 120.000; N. N., c. Oddone 150.000; M. Mariotti 30.000: G.
Conti 50.000; Interessi 1981 L. 36.976.
Totale L. 1.604.656; prec. 3.736.047 =
L 5.340.703 — Invio contro la fame L.
2.500.000; in cassa L. 2.840.703.
ABBONAMENTI 1982
Un discorso serio ai
Nella recente riunione della redazione è stato esaminato il consuntivo
1981 che presenta un disavanzo superiore al previsto. Il costo reale indicato
a suo tempo per il 1981 in L. 17.000
(abbonamento 10.000) è risultato di L.
22.000. Vero è che i doni in costante
aumento in questi anni hanno ridotto
lo scarto, ma il deficit resta ancora
pesante.
Tra le voci passive che la redazione
desidera indicare ai lettori c'è quella
relativa alle copie a perdere. Nei primi mesi dell'anno la tiratura aumenta
notevolmente per i nuovi abbonati inseriti senza che vengano scaricati gli
abbonati che non hanno pagato il rinnovo, salvo i pochissimi che correttamente annunciano la loro disdetta. Molti
abbonati morosi rinnovano via via il
loro abbonamento (pur gravando l'amministrazione del costo di tempo e denaro per i solleciti), ma un certo numero — l'anno scorso circa 200 — non
rinnova e respinge infine II giornale
inviato in contrassegno. Il costo delle
copie inviate a vuoto a questi lettori
per circa 5 mesi è rilevante e la redazione ha deciso di accorciare i tempi
del rinnovo: a fine mese partirà il primo sollecito (ma la data anticipata
vuol dire più nominativi, più tempo,
più costi) e l'invio in contrassegno a
chi non avrà né rinnovato né disdetto
è annunciato fin d'ora per aprile anziché inizio giugno.
Ma la redazione può ben poco senza
la rigorosa collaborazione di tutti i let
tori. Ecco quindi alcune precise indicazioni:
9 Ogni lettore si abitui a rinirovare
il suo abbonamento entro il 31 dicembre di ogni anno, anche se è
partito in altra epoca: non abbiamo
un'organizzazione che consenta i
rinnovi scaglionati degli abbonamenti.
• Chi per valide ragioni (residenza all'estero, 0 altro) prevede di pagare
in ritardo, mandi una cartolina confermando il rinnovo e indicando la
data. Ci risparmierà tempo e denaro per i solleciti.
• Chi per dimenticanza o altro ha rinnovato in questi giorni, o lo farà in
seguito a questo appello, mandi una
cartolina comunicando l’avvenuto
pagamento. Anche in questo caso ci
aiuterà perché i pagamenti in conto
corrente postale impiegano talvolta
più di un mese ad arrivare.
9 Chi per suoi motivi non intende
rinnovare per il 1982 abbia la cortesia di comunicarlo immediatamente
per evitare al giornale la perdita
di copie mandate a vuoto per mesi.
• Chi ha offerto a un parente, a un
amico, l'abbonamento 1981 per un
anno, si assicuri se l'interessato intende rinnovare personalmente e
ce lo comunichi. Gli abbonamenti
lancio in parte non attecchiscono
e proprio chi non ci sta spesso
non si cura di farlo sapere.
Ringraziamo tutti i lettori che vor
ranno così dare un notevole contributo
al giornale e ringraziamo quanti, rendendosi conto del divario tra abbonamento e costo reale, integrano con
doni il loro abbonamento. Ci riserviamo
di tornare in seguito su questo argomento per cercare di ridurre in altri
modi il disavanzo previsto per l'esercizio in corso.
DONI DI L. 1.000
Forano Sabino: Pazzaglia Paolo, Paolucci Antonio, Scarinci Arnaldo, Scarinci Ferdinando — Angrogna: Bertin
llda. Buffa Elvino, Odin Fanny, Bertin
Margherita, Bertin Bianche, Gaydou Ida,
Monnet Carlo Alberto, Bertin Lamy,
Abbate Pasquale, Monnet Ida, Chiavia
Lidia, Rivoira Alberto, Bertalot Giovanni Alberto, Buffa Ernesto, Gaydou Pierina, Richard Malan Irene, Malan Ernesto — Bergamo: Eynard Gabriella,
Steiner Mario, Berner Edith — Bresso:
Ferrato Angelo — Berzo S. Fermo: Riboli Daniele — Colleferro: Potenza
Carmela — Collevecchio: Grimani Giuseppe — Gorle: Guarenti Daisy — Guglionesi: Carunchio Stephenson —
Prarostino: Avondet Fanny, Avondet
Maddalena, Avondet Marco, Avondetto
Bruno, Avondetto Elmo, Avondetto Giovanni, Bertalot Claudio, Bleynat Clementina, Castagneti Virginia, Forneron Silvia, Gay Attilia, Gay Sergio, Godino
Adelmo, Godino Olimpia, Malan Aldo,
Parise Paolo, Pons Enrico, Rivolto Bruna, Robert Clorinda, Robert Enrico, Robert Ernesto, Monnet Giacomo, Paimero
Edda — Luserna. S. Giov.: ReveI Favout Elena, ReveI Graziella, Fraterrigo
Violetta, ReveI Paolo, Muraglia Margherita, Pontet Giovanni Giacomo, Bonjour
Daniela, Gaydou Clelia, Bellion Edi,
Bellion Dino, Piston Ida, Catalin Garnier Giovanna, Malan Aldo, Malan Rosetta, Artus Costanza, Caffarel Lina,
Clot Enrico — Genova: Ratto Dina, Tropea Enrico — Milano: Fam. Griot —
Ivrea: Fam. Ollearo — Invorio: Baret
Gabriella — Inverso Rinasca: Collet Celina, Leger Amelia, Bertetto Irene, Long
Ernesto, Barai Albino — Massello:
Pons Alda — Leumann: Apra Armando
— Perosa Argentina: Peyrot Guido, Bosco Ester — Perrero: Massel Nicoletta,
Peyran Emanuele, Ribet Guido, Pons
Guido, Pascal Emma, Ghigo Enrico, GardioI Attilio — Parma: Piacente Brunella — Pomaretto: Ribet Marisa, Genre
Nino, Grill Elvira, Meytre Ettore, Baret
Alina, Lantaret Emilia, Ribet Luciano,
Mourglìa Umberto — Prali: Menusan
Luciano — Opera: Serra Ornella — Riclaretto: Griglio Carlo — Roma: Co'isson Fabrizio, Di Stefano Adriana —
Regina Margherita; Crespi Daniele —
Porte: Ferrerò Aldo — Salò: Kirgis Ida
— Pinerolo: Bisio Piero — Torino: Calabrese Gianni, Jarabìtza Bruno, Bensa
Giulia, Burlone Mansueto, Coisson Giuliano Graziella, Comba Augusto, Comba
Valentina, Comba Antonella, Piazza
Amalia, Tron Aldo, Gönnet Giulio, Bertin Albertina — Trieste: Bertin Umberto -- San Secondo: Ricca Susette —
Torre Pellice: Benigno Giorgio, Bounous Ugo, Sathier Marcel, Mathieu
Geraldo, Mathieu Ersilia, Jourdan Elena, Longo Selma, Pellenco Aldo, Malan
Aldo, Cisoia Paola, Chauvie Silvio, Co'isson Osvaldo, Meynier-Giuliani.