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Anno 127 - n. 20
17 maggio 1991
L. 1.200
Sped. abbonamento postale
Gruppo II A/70
In caso di mancato recapito rispedire
a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
IL MESSAGGIO DI PENTECOSTE DEI PRESIDENTI DEL CEC
SOLIDARIETÀ’
Il giorno dell'unità
Aiutiamo
La rivelazione che segue la resurrezione di Cristo - Lo Spirito ci li BaHQladOSll
unisce al nemico e aM’amico, agli umili, a credenti e non credenti
NelVamore di Cristo che ci unisce vi inviamo oggi il nostro primo messaggio di Pentecoste.
Alla nostra Assemblea, a Canberra, abbiamo chiesto allo Spirito Santo di venire e di rinnovare
tutta la creazione. Lo Spirito è
uno e santo, è il dono eterno di
Dio alla Chiesa di Cristo, destinato alla creazione e all’umanità
intera. Lo Spirito è l'unica fonte
della nostra libertà e della nostra
gioia. Cristo ha promesso ai suoi
discepoli che non li avrebbe abbandonati, che non li avrebbe lasciati orfani dopo averli lasciati.
Egli ha promesso loro che lo Spirito, inviato dal Padre nel nome
suo, sarebbe disceso per restare
con loro e con la Chiesa nata dal
loro messaggio, e anche con il
mondo in cui Cristo era venuto
(Giovanni 1: 9)
La Chiesa celebra la propria
nascita nel giorno della Pentecoste: « Quando venne il giorno
della Pentecoste, tutti erano in.sieme nel medesimo luogo. E
subito si fece dal cielo un suono
come di vento ' impetuoso che
soffia, ed esso riempì tutta la
casa in cui essi sedevano; e apparvero loro delle lingue come
di fuoco che si dividevano, e se
ne posò una su ciascuno di loro.
E tutti furon ripieni dello Spirito Santo (...). E tutti quelli che
credevano erano insieme e mettevano ogni cosa in comune »
(Atti 2: 1-4. 44).
E’ nella presenza e nella potenza dello stesso Spirito che oggi
proseguiamo insieme il nostro
pellegrinaggio, condotti da lui,
verso il fine a cui siamo chiamati.
Dall’Antico al
Nuovo Testamento
La Pentecoste è la rivelazione
che segue la resurrezione di Cristo. Essa segna l’inizio della nuova era. Con la discesa dello Spirito Santo, « che è Signore, e che
dà la vita », passiamo dall’Antico
al Nuovo Testamento, viviamo
nello Spirito Santo. Lo Spirito
Santo è il Paracleto, il difensore
della Chiesa, Spirito di verità, di
libertà e di unità. Lo Spirito accorda tutti i doni e i carismi di
Dio, in maniera eguale e senza
distinzione alcuna, a tutte le nazioni, all’umanità intera, a tutto
quanto l’ordine creato. Lo Spirito scaccia il disordine e abolisce
il caos. Lo Spirito ci libera dalla
maledizione di Babele unendoci
e rendendoci capaci di capirci gli
uni gli altri. Lo Spirito Santo
inaugura nella Chiesa la rivelazione messianica, la nuova storia
del popolo di Dio, celebrando la
vittoria sulla morte e il peccato
e la vita della resurrezione, e
prefigurando la nuova Gerusalemme.
La Pentecoste è la ricapitolazione di tutti gli avvenimenti che
l’hanno preceduta: la natività
del Signore, la sua vita, la sua
passione, la crocifissione, il sepolcro, la risurrez.ione. L'ecumene —
la terra e i suoi abitanti — partecipa a questa festa con questa
preghiera: « Vieni, Spirito San
to ». Oggi, in verità, vediamo realizzarsi la nostra speranza di vita
eterna, perché conosciamo l’alfa
e l’omega, il primo e l’ultimo,
l’inizio e la fine.
In questo giorno di Pentecoste
Cristo è diventato il testimone
eterno nello Spirito. Oggi ci invita a diventare suoi testimoni.
Questo è il giorno dell’unità di
tutti. Noi siamo uno, come Cristo
è uno con il Padre, e il Padre
con il Figlio e lo Spirito Santo.
Oggi diventiamo uno nello Spirito, con il Figlio e il Padre. « Essere uno » è il più grande dono di
Dio. Siamo tutti fratelli e sorelle,
nessuno di noi è solo e nessuno
di noi è straniero. Nella casa di
Pentecoste, la Chiesa, siamo tutti
riuniti insieme, nessuno di noi
conosce l’isolamento.
Lo Spirito Santo ci unisce al
nemico, all’amico e allo straniero; con il prigioniero, il segregato e il povero; con il rifugiato,
il migrante e l’aborigeno; con le
minoranze, i senzatetto e quelli
che vengono da lontano; con
quelli che soffrono, i rnalati e i
feriti; con gli emarginati e t
disperati; con gli umili e i minimi; con credenti e non credenti.
Lo Spirito Santo
è su ciascuno di noi
Lo Spirito Santo è su ciascuno
di noi e sull’umanità intera;
riempie di sé uomini e donne
ovunque, nel cielo e nella terra,
nel mare e nello spazio, riempie
ogni cosa creata da Dio. «Dio
vide tutto ciò che aveva fatto,
ed ecco, era molto buono » (Genesi 1: 31). Ecco perché il nostro
compito è innanzitutto di vegliare sulla creazione di Dio e di
mantenerla buona.
Nel giorno di Pentecoste lo
Spirito Santo dà la vita; ecco
perché siamo chiamati a dare la
vita. Lo Spirito riconforta; dobbiamo anche noi dare conforto.
Lo Spirito dà ispirazione, e noi
anche dovremmo essere fonte
di ispirazione; esso perdona, e
noi pure dovremmo perdonare.
Lo ■ Spirito libera e ci chiama a
liberare tutti coloro che sono
asserviti. Dandoci giustizia, lo
Spirito ci chiama a lavorare in
vista della giustizia per tutti.
Dandoci la pace, lo Spirito ci
manda ad essere facitori di pace.
Così, in questo giorno di Pentecoste, preghiamo insieme, e gli
uni per gli altri, e supplichiamo
il Paracleto di restare con noi e
con le nostre chiese, e con la
contunità delle nostre chiese, là
dove cerchiamo e celebriamo la
nostra unità.
Anne Marie Aagaard, Danimarca - Vesc. Vinton Anderson, USA - Vesc. Leslie
Boseto, isole Salomon - Priyanka Mendls, Sri Lanka Patr. Parthenios, Egitto Eunice Santana, Portorico
- Papa Shenouda III, Egitto
- Aaron Tolen, Camerún
Ai disastri incalcolabili dei fenomeni naturali si aggiungono le difficoltà strutturali
Dopo il ciclone tropicale del
3C aprile che ha devastato la
costa orientale, e dopo il tornado del 7 maggio che ha spazzato via una città situata a nord
di Dacca, alluvioni dovute alle
piene improvvise di tre fiumi
hanno causato, il 7 maggio, nuove vittime e nuovi danni nell’estremo est del Bangladesh, vicino alla città di Sylhet. « E’ una
storia tragica in cui i fiagelli imperversano uno dopo l’altro », ha
commentato Waliul Islam, responsabile del distretto di Dacca.
Mohammed Essafi, coordinatore delle Nazioni Unite per i
soccorsi in caso di catastrofi
(UNDRO), ha dichiarato, dopo
una visita di tre giorni, che è indispensabile un aiuto internazionale massiccio. Per il governo
del Bangladesh, questo aiuto
viene stimato a un miliardo e
400.0(K) dollari, di cui 670 milioni
per i soccorsi di emergenza a
favore dei 4 milioni (altre fonti
parlano di 8 milioni) di senzatetto minacciati dalla carestia e dalla recrudescenza massiccia di
malattie endemiche causate dall’acqua inquinata (il colera e le
dissenterie prima di tutto) e 740
milioni di dollari per la ricostruzione. Secondo la stampa locale,
più di un milione di persone soffrono di malattie dovute alla
mancanza di viveri, di acqua e di
PENTECOSTE
Lo Spirito, Vimprevisto
« ...si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, ed esso riempì tutta la casa
dov’essi sedevano (...). E tutti furono ripieni di
Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre
lingqie, secondo che lo Spirito dava loro d esprimersi » (Atti 2; 2, 4).
Gesù, prima di lasciarli, glielo aveva detto che
10 Spirito sarebbe venuto su loro e che avrebbero
ricevuto « potenza » e, forse, quel giorno di Pentecoste quando le strade e le piazze di Gerusalemme erano piene di gente per la festa, ci pensavano
anche, mentre erano chiusi in casa. Eppure l evento
11 ha colti alla sprovvista.
Chiusi in casa forse pregavano; forse mettevano insieme i ricordi e ragionavano^ tra loro di
tutto ciò che avevano vissuto con Gesù. Doveva essere bello, mentre la gente fuori si agitava, rivivere
in calma ’i momenti del passato e attendere il nuovo che doveva avvenire.
Ma ciò che successe non era stato previsto.
Ci sono tanti modi per parlare dello Spirito, perché lo Spirito stesso parla in molti modi. Ma un dato
risulta chiaro da questo racconto della prima Pentecoste cristiana: per quanto atteso, previsto, invocato lo Spirito è del tutto imprevedibile, e produce cose imprevedibili. E’ il «nuovo» di Dio. Non il nuovo
che noi abbiamo pensato, maturato, programmato
e che non può essere altro che una revisione del
vecchio.
Lo Spirito, nel momento stesso m cut noi pronunciamo questa parola, e la realta sconosciuta di
Dio che irrompe nella nostra dimensione, la sconvolge, la muta e la trasforma interamente.
Allora si cominciano a fare cose impensate
prima: ci si mette a predicare che il crocifìsso è
il Signore, che lo sconfìtto e il vinto è il vincitore,
e si ha il coraggio di dirlo apertamente, in faccia
a tutti quelli che lo avevano crocifisso. Ciò che era
vissuto privatamente, tra pochi intimi, diventa ora
di dominio pubblico. E poi questo ha delle ripercussioni anche nel campo delle relazioni umane:
i nemici di prima diventano ora fratelli; il linguaggio diverso non separa, ma unisce; si realizza la
comunicazione, che diventa comunione.
A Canberra si è mplto parlato dello Spirito, e
i linguaggi erano diversi. Lo si è invocato in tutti
i modi e in tutte le lingue. Ognuno, nel suo proprio natio linguaggio, ha detto: Vieni, Spirito, rinnova tutta la tua creazione’ E’ chiaro: ognuno intendeva cose diverse, pensando che il proprio progetto si sarebbe in qualche modo realizzato. Lo Spirito era libero (bontà nostra!) di trovare il modo
giusto per realizzare il progetto (giusto) di ognuno.
Ma poi, alla fine, tutti si sono trovati spiazzati,
alcuni delusi, altri sconcertati. Eppure la comunione, che si era creata tra persone tanto diverse,
era stata reale e riconosciuta da ognuno; e i linguaggi, pur tanto diversi, erano serviti non solo
a marcare le differenze, ma anche a comunicare
reciprocamente.
Ci si aspettava una cosa, e invece ne è venuta
fuori un’altra. Opera dello Spirito Santo? Mah,
come si fa a dire con chiarezza?
Certo, non bisogna dimenticarsi che anche quel
giorno famoso a Gerusalemme, alcuni dissero, beffardi, degli apostoli: « Son pieni di vin dolce ».
Luciano Deodato
medicine. Inoltre, le epidemie
vengono alimentate dalle migliaia di cadaveri di animali che
sono ora in stato di decomposizione avanzata ma che nessuno
vuol seppellire.
Per ora il Bangladesh ha ricevuto promesse di aiuto da vari
paesi, per un importo totale di
356 milioni di dollari. Mohammed
Essafi ha precisato che, fra i bisogni più urgenti, ci sono gli elicotteri, indispensabili per portare aiuto nelle zone difficilmente
raggiungibili. Il lancio di viveri
o di medicine per mezzo dell’aereo è poco adatto : numerosi
pacchi ’’scoppiano” cadendo a
terra da un’altezza troppo elevata. Attualmente le autorità dispongono di sedici elicotteri appartenenti al Bangladesh, all’India e al Pakistan. Ne occorrerebbero venti in più.
Purtroppo è accertato che di~ verse isole investite dal ciclone
non hanno ancora ricevuto la visita di squadre di soccorso. Inoltre non si hanno notizie delle
decine di migliaia di pescatori
che si trovavano sulle circa duemila barche dichiarate scomparse.
Benché il governo di Dacca sia
fortemente reticente ad ammettere resistenza di casi di colera,
diversi focolai di epidemia sono
stati individuati nel sud del paese e oltre 2(K) persone sarebbero
già morte di questa malattia.
Il bilancio ufficiale delle vittime del ciclone del 30 aprile è di
125.000 persone, ma è probabile
che il bilancio definitivo sarà
molto più elevato in quanto,
ogni giorno, vengono ritrovati
nuovi corpi. Ad esempio, nel distretto di Noakhali, i soccorritori hanno trovato diverse decine
di bambini morti, attaccati agli
alberi. I genitori avevano pensato di mettere in salvo i propri
figli legandoli ad alberi, a parecchi metri di altezza.
Una colletta
Di fronte al disastro di proporzioni immani che ha colpito il
Bangladesh e che ha moltiplicato
le sofferenze di un popolo già devastato dalla povertà, sono state
promosse iniziative di vario genere in diversi ambienti, a cui singoli e gruppi possono dare il proprio contributo.
Chi volesse scegliere a questo
scopo, come in altre occasioni, il
canale del Consiglio ecumenico
delle chiese, che opera attraverso
un servizio permanente di intervento per le emergenze e diffonde puntuali resoconti sui programmi che finanzia con i fondi che
riceve, può inviare la sua offerta
attraverso la FCEI, versandola sul
c.c,p. n. 38016002 intestato a: Federazione delle chiese evangeliche
in Italia, via Firenze 38, 00184 Roma.
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ecumenismo
17 maggio 1991
ROMA
Accogliere gli esclusi
Un progetto dell’Esercito della Salvezza in collaborazione con il
Centro vincenziano - Moltissimi i diseredati che domandano un aiuto
Echi dal mondo
cristiano
In una realtà ecumenica che
ha visto due diverse confessioni
unirsi in un medesimo impegno
umanitario e cristiano, è stato
inaugurato, martedì 23 aprile a
Palazzo Valentini, della Provincia di Roma, un progetto inteso
ad ampliare la collaborazione,
già esistente da tempo, fra _ il
Centro vincenziano e l’Esercito
della Salvezza. Lo scopo è quello
di realizzare un più capace Centro di accoglienza notturna dell’EDS, che possa essere utilizzato dalle due organizzazioni ih
un ministerio di accoglienza e
di aiuto materiale e spirituale
verso i più diseredati.
Il Centro di accoglienza notturna rimarrà di proprietà dell’EDS,
mentre il Centro vincenziano
avrà priorità di utilizzo, con relativo pagamento per i suoi assistiti fino al 25% della disponibilità dei posti letto.
Alla presentazione del progetto,
che ha come tema: "Vedere gli
invisibili”, sono intervenuti in
molti, fra cui il prefetto della
regione Lazio, Volpi, il presidente nazionale del Centro vincenziano, sig.ra Oteri, il procuratore generale dell’EDS, ten. col.
Emmanuel Miaglia, la presidente
del Centro vincenziano di Roma,
sig.ra Buranelli, il capitano Paolo
Eongo, respKtnsabile del Centro di
accoglienza deH’EDS, e il prof.
Paolo Ricca.
La sig.ra Oteri ha osser\nto
come "Vedere l’invisibile” riguardi « soprattutto un progetto di
vita che coinvolge tutto l’essere
umano ».
Il col. Miaglia ha individuato
i punti in comune tra EDS e
Centro vincenziano: « Entrambi
hanno nella fede cristiana la loro
ragione di esistere ed esprimono
il proprio amore cristiano in
modo pratico: entrambi hanno
una lunga esperienza nel campo
sociale... La nostra ricompensa
sarà di sentire che alcuni "diversi" sono rientrati a far parte
della propria famiglia o che
hanno ripreso a lavorare ».
Per la sig.ra Buranelli, che ha
spiegato come è nata la collaborazione tra EDS e Centro vincenziano, si tratta di dare ai
bisognosi « non solo un posto
letto, ma anche e soprattutto
un ambiente capace di far ritro
L’« Albergo del popolo » di Roma: chi offre solidarietà deve fare i
conti non solo con la miseria, ma anche con l’intolleranza.
vare identità alla loro persona e
senso alla vita ».
Paolo Ricca è intervenuto a
nome dei presidente della Federazione delle chiese evangeliche
in Italia, past. Bouchard, e ha
detto che « la sofferenza è ecumenica, non guarda razze (...), è
universale, non ha etichette;
allora anche la risposta non ha
etichette, se non quella di Cristo,
di Dio ».
Il capitano Longo ha presentato una serie di diapositive su
alcuni momenti del lavoro che
viene svolto dalle due organizzazioni, ed ha illustrato alcuni dati
relativi al Centro: circa 140
ospiti, quasi 9 milioni di posti
letto offerti in 50 anni di servizio. Longo ha poi spiegato che
« il lavoro si svolge fra anziani,
rifugiati, emarpnati, portatori di
handicap specie psicologici, immigrati, ecc... Il Centro vuole
anche potenziare alcuni servizi
di supporto, come la consulenza
medico-psicologica, la consulenza
burocratica come trattino di
unione con il mondo del lavoro
ed un’animazione intesa a stimolare un rientro nella comunità
sociale ». Il capitano ha ancora
fatto riferimento alla collaborazione con altri enti (fra questi,
gruppi di volontariato come S.
Egidio e la Caritas), tra i quali figurano anche il Servizio sociale
internazionale, l’Alto commissariato ONU per i rifugiati, .la Croce Rossa internazionale, il Consiglio ecumenico.
La sintesi del suo intervento è
stata che a Roma, « a fianco a
fianco con le vestigia millenarie,
vi sono altri monumenti di carne
e ossa. Lapidi ambulanti fatte di
stracci sulle quali è incisa l’angoscia di vivere ai margini...
Cattedrali di cartone sorgono all’ombra delle stazioni, nei portoni, affollate dagli esclusi che lottano contro il freddo, la sofferenza, l’indifferenza. Ciascuno di
questi disperati senza tetto ha
diritto ad essere accolto, ascoltato, amato ».
Il prefetto Volpi ha ricordato
che nel nostro paese il volontariato « ha sempre avuto dei grandi meriti, ma poco riconoscimento », ed ha espresso l’augurio
che, con la nuova legge riguardo
all’assistenza, «il volontariato
abbia la sua giusta collocazione
come forma di espressione di
sentimenti umani che realizza
degli scopi socio-assistenziali ».
Quanto aH’amministrazione comunale, l’on. Ravaglioli ha dichiarato che è stata presa una delibera relativa ai contributi da
erogare per le attività di mensa
e che « una di queste si riferisce
all’EDS ».
Angela Dentice
Urge una soluzione
per il conflitto
GERUSALEMME — Nove responsabili cristiani di Israele
hanno chiesto alla comunità internazionale di cercare di trovare una rapida soluzione al
conflitto arabo-israeliano. In un
messaggio di Pasqua, pubblicato dal Consiglio delle chiese del
Medio Oriente il 23 marzo, alcuni patriarchi e responsabili di
chiese in Israele hanno espresso la speranza che la flne della guerra del Golfo permetterà
alla comunità internazionale di
trovare una soluzione al conflitto palestinese-israeliano.
Essi hanno lamentato il fatto
che i territori occupati siano
stati sottoposti alle dure restrizioni del coprifuoco durante la
guerra, il che ha creato una tensione a livello economico e umano.
La dichiarazione era Armata
da Diodcros I, patriarca grecoortodosso di Gerusalemme, Michael Sabbah, patriarca latino di
Gerusalemme, Torkom Manoukian, patriarca armeno di Gerusalemme, Carlo Cecchitelli, Custode della Terra Santa, Basilios, arcivescovo ortodosso copto di Gerusalernme, Dionysios
Jijjawi, arcivescovo siriano di
Gerusalemme, Samir Kaflty, vescovo anglicano di Gerusalemme e presidente della Chiesa anglicana in Medio Oriente, Lutfl
Lahan, vicario del Patriarcato
greco-cattolico, e Naim Nasser,
vescovo luterano di Gerusalemme.
(SOBRI )
La Federazione
protestante
HAITI — Su invito del
DEPAP, servizio protestante di
missione e di relazioni internazionali, una delegazione della
Federazione protestante di Haiti
ha svolto una visita in Francia
dal 4 al 14 aprile. Nel dicembre 1990 una delegazione francese si era recata ad Haiti per
valutare le possibilità di collaborazione in campo educativo
tra protestanti haitiani e francesi.
• Il 1" maggio 1986 è stata fondata la Federazione protestante
TESTIMONIANZE
Ricordi di Jean Goss
Ho conosciuto Jean Goss ad
Agape, negli anni ’50. Il prof. Giovanni Miegge mi aveva portato
ad im campo o seminario teologico. Le discussioni erano molto
vivaci. Ad un certo punto ci fu
un profondo conflitto: le posizioni dei teologi occidentali e orientali, in maggioranza tedeschi,
sembravano inconciliabili. Allora
prese la parola Jean Goss, ed era
proprio la parola che ci voleva.
Mi Sembrò che Dio parlasse attraverso di lui. Ambedue i gruppi avevano, in un certo senso,
trascurato la persona di Gesù
Cristo e il suo messaggio per noi
tutti... Fui riempita di una grande
gioia: era una vera liberazione.
Più tardi, sempre ad Agape, ho
rivisto Jean. Questa volta era raggiante di gioia. « Sono diventato
padre — disse a tutti —, ho un figlio... un figlio ». A dire il vero, si
trattava di una coppia di gemelli;
ma per lui, in quel momento,
avere un figlio era la gioia più
grande.
Alcuni anni più tardi lo rividi
a Roma, dove lui e sua moglie
Hildegard venivano più volte, per
periodi anche lunghi, come con
siglieri non ufficiali del Concilio
Vaticano IL Non lavoravo ancora per la pace e la nonviolenza,
ma ero preoccupatissima per la
crisi di Cuba. C’era il grande pericolo di una terza guerra mondiale. Dopo una notte di preghiera avevo compreso che dovevo
impegnarmi per la pace, anzitutto attraverso le chiese; chiesi
consiglio a Jean, che mi fece
conoscere alcune persone a Roma che erano cattoliche. Così
nacque il gruppo attivo del MIR
romano.
Al congresso internazionale
delle « Etonne per la pace » era
l’unico uomo tra tante relatrici,
perché rappresentò Hildegard che
non potè venire. Il suo intervento di allora sulla « guerra silenziosa », che aveva elaborato insieme a Hildegard, è ancora oggi
attuale. Tratta soprattutto dell’America latina, della grande
povertà, della lotta nonviolenta
dei poveri. Infatti, Hildegard e
Jean avevano vissuto per circa
due anni in America latina, quando i gemelli erano ancora piccoli.
Nel 1966 Jean e Hildegard erano di nuovo ad Agape, a uno dei
numerosi campi sulla pace e la
nonviolenza. Eravamo impressionati dai primi attentati terroristici nell’Àlto Adige. Decidemmo di fare qualcosa e così, verso
la fine dello stesso anno, Hildegard guidò un gruppo di digiunatori a Vienna e, negli stessi
giorni, Jean fece altrettanto a
Roma. Questi due nostri digiuni
misero in moto tutto un movimento per la riconciliazione e la
convivenza dei vari gruppi etnici
in Alto Adige. Cercammo di fare
un campo di lavoro con partecipanti di lingua tedesca, italiana e
ladina, ma nessuno ci volle ospitare. Riuscimmo però ad organizzare un grande convegno di
circa 200 persone, presso le AGLI.
Poche volte ho visto Jean veramente disperato. La sua tristezza
più grande era quella di aver
ucciso centinaia di tedeschi quand’era sottufficiale dell’ esercito
francese nella seconda guerra
mondiale. « Che massacro con i
nostri cannoni », disse piangendo. Fu fatto prigioniero, nel campo di concentramento incontrò
Cristo, si aprì alla nonviolenza.
Non dimenticherò mai un suo
racconto di quel periodo: « Qgni
sera, un sorvegliante nazista bastonava uno della nostra baracca, preso a caso. Tutti tremavamo temendo che fosse il nostro
turno. Ma, una sera, uno di noi
si fece avanti dicendo: "Picchia
me e lascia gli altri” ciò sconvolse talmente la coscienza del nazista che cambiò completamente.
Quando Jean venne a sapere
che diciassette vescovi erano stati
arrestati durante una conferenza
sulla nonviolenza in Ecuador disse, tutto contento: « Finalmente,
anche i vescovi vanno in prigione, insieme ai poveri che da sempre ci vanno. Le cose stanno
cambiando ».
Figlio di emigrati di origine valdese, Jean aveva dovuto lavorare
fin dall’età di 12 anni. Diventò
poi sindacalista ferroviario. Sua
moglie Hildegard è figlia di un
famoso pacifista austriaco; ha rinunciato ad una brillante carriera universitaria per dedicarsi alla nonviolenza. Jean, con orgoglio,
diceva: « Le sue due lauree bastano ed avanzano per noi due ».
Hedi Vaccaro
di Haiti dal Consiglio nazionale delle missioni evangeliche, la
Convenzione battista di Haiti, la
Chiesa metodista, la Chiesa avventista, la Chiesa episcopale di
Haiti, la Chiesa di Dio e l’Esercito della Salvezza.
Il suo scopo è di assicurare
un’ampia diffusione del pensiero protestante e di affermare la
posizione del protestantesimo
haitiano con azioni comuni.
Essa si impegna a:
1) formulare il pensiero sociale del protestantesimo haitiano e a diffonderlo;
2) facilitare i rapporti tra
lo stato e il settore protestante haitiano;
3) incoraggiare la fratellanza e la solidarietà di tutti i protestanti;
4) sostenere le iniziative e
azioni miranti al benessere spirituale, morale e materiale degli haitiani;
5) protestare contro ogni ingiustizia sociale e ogni violazione dei diritti umani e religiosi.
La Federazione raggruppa la
massima parte degli oltre due
milioni di protestanti haitiani,
cioè un terzo della popolazione
di Haiti.
Le chiese haitiane sono particolarmente impegnate nel campo dell’educazione. Le loro istituzioni assicurano r80% dell’insegnamento elementare. E’ in atto un importante programma
di formazione dei maestri.
(BIP)
Osservatori al
Sinodo dei vescovi
ROMA — Convocata in Vaticano dal 28 novembre al 14 dicembre 1991, l’Assemblea speciale per l’Europa del Sinodo dei
vescovi avrà per tema; « Siamo
testimoni di Cristo che ci ha
liberati». Le discussioni verteranno sull’uso della libertà personale e collettiva.
Novità assoluta in un Sinodo
cattolico, una quindicina di « delegati fratelli » ortodossi, protestanti e anglicani che vi parteciperanno a tutti i livelli. Essi
non saranno più soltanto invitati « osservatori » ma potranno
esprimersi durante le assemblee
plenarie e intervenire all’interno delle commissioni e dei gruppi di lavoro. Una serie di contatti informali hanno permesso
di registrare le reazioni positive delle altre confessioni cristiane. Spetta ora al Consiglio
pontifìcio per l’unità dei cristiani formalizzare tali inviti.
Jean Fischer, segretario generale della Conferenza delle chiese europee (KEK), si è dichiarato « molto felice di questo invito il quale coincide con la
preoccupazione della KEK di vedere le chiese in Europa aprirsi sempre di più all’ecumenismo », ed ha aggiunto ; « Se la
nostra reazione al presente invito è così favorevole, è perche esso rappresenta una continuità con lo spirito di Basilea ».
Interrogato sul ruolo delle
chiese nella nuova Europa, Jean
Fischer ha dichiarato: « Escludiamo prima di tutto ogni ritorno ad un’Europa di "cristianità” (e, a maggior ragione, di
cattolicità). La chiesa non deve
più ricercare il dominio o il
controllo del potere temporale.
Deve piuttosto farsi serva, agire secondo l’imitazione di Cristo: serva di tutti i figli di Dio.
Saranno anche presenti rappresentanti ebrei e musulmani?
La loro partecipazione, in un
modo o nell’altro, è allo studio.
D’altra parte, sta prendendo forma l’idea di organizzare una
giornata di preghiera comune
dei cristiani per l’Europa da costruire. Laici « significativi » di
altre confessioni cristiane potrebbero anche essere invitati al
Sinodo.
( BSS/La Croix)
3
17 maggio 1991
ecumenismo
SINODO DELLA CHIESA LUTERANA IN ITALIA
Una diaspora...
nella diaspora
AH’ordine del giorno l’Intesa, le opere sociali nel Napoletano, le
finanze, gii innari, e altro ancora... - Il seminario per volontari
ROMA: 19-22 MAGGIO
Quando domenica 28 aprile sì
è chiuso il Sinodo della Chiesa
luterana in Italia, il luogO' per la
celebrazione del culto di chiusura, svoltosi in forma assai semplice, non era stato scelto a
caso: la Casa spirituale dell’Esercito della Salvezza rammentava
ai sinodali la loro appartenenza
al protestantesimo italiano, che
si estende ben oltre le frontiere
della Federazione. Questo dato di
fatto è stato esipresso nelle parole
di saluto del pastore Squittiari
della Chiesa del Nazareno.
Ischia, invece, ricordava un
altro impegno che è stato assimto in accordo con la Chiesa in
Germania, cioè la cura pastorale
degli ospiti di lingua tedesca. A
Pasqua questo incarico è stato
affidato al dott. Lycko, ora in
pensione. Un simile modello di
cura pastorale funziona ad Abano
Terme.
Questa volta il Sinodo è stato
ospitato dalla comunità napoletana, con i temi seguenti;
1. l’Intesa non ancora firmata;
2. le opere sociali nella zona
del golfo (due scuole elementari
parificate), con i loro problemi
finanziari e personali; gli stipendi per i pastori provenienti dalla
EKD; gli innari nuovi; le nuove
direttive della commissione finanziaria per una contabilità unificata con esecuzione del modulo
nelle comunità (cassiere è Dieter
Helm, di Milano).
La partecipazione
degli ospiti
La presidente del Sinodo Manna Frantoi si è rallegrata della
numerosa presenza di ospiti, da
Bolzano a Catania, che hanno
ispirato il Sinodo con toccanti
parole di saluto.
Giorgio Bouchard ha richiamato i luterani alla loro importanza nella storia di un’Europa illuminata e democratica, alla loro
particolare dimensione storica
in Italia e infine alle aspettative
da parte della FCEI.
Franco Giampiccoli si è soffermato sulla ”1” della CELI, che
ha dimostrato uno sviluppo promettente anche nella collaborazione Tavola-Concistoro.
Lo ha ribadito il vicedecano
Jilrg Kleeman, che nonostante la
critica al recente irrigidimento
della CEI, chiede parole di comprensione per gli esperimenti
ecumenici in loco, soprattutto di
fronte alla gerarchia.
Anche gli ospiti della Napoli
evangelica, i pastori Leila e Delle
Donne, hanno indicato questa
strada (coraggio d’azione senza
paura), invitando il prossimo alla
predicazione e alla diaconia.
Hanno partecipato attivamente anche gli ospiti tedeschi: il
dott. Schmale^ un alto funzionario della Chiesa luterana tedesca,
e la nuova sovrintendente della
EKD, Malve Lehmann: Quattro
gruppi di lavoro ne hanno offerto i’occasione;
1. nuovo pastore, più entrate?
2. dalla culla all’età adulta; 3.
dalla maturità alla tomba; 4. questo gruppo si è formato spontaneamente sul tema: "Pace, giustizia e salvaguardia del creato oggi
nella situazione attuale”.
I due gruppi che hanno preso
in esame due tipici modelli di
vita luterana in Italia avevano
ascoltato la seguente introduzione ai gruppi di lavoro da parte
della signora Franzoi: « Si dice
scherzosamente che il cristiano
raggiunge il cielo comodamente
su 4 ruote: con il battesimo, la
confermazione, il matrimonio e il
funerale. Questo modello varrà
per le grandi chiese: i cattolici
in Italia e i protestanti in Germania o in Scandinavia. Ma non
per la nostra piccola chiesa perché questo modello spesso si
blocca: qualche volta è solo un
biciclo, spesso molto meno. Allora molti perdono l’equilibrio, rinunciano delusi. Forse il modello non è adatto per la nostra
situazione? Difficoltà sono quasi
all’ordine del giorno, e non solo
nei cosiddetti matrimoni misti.
Il nostro evidente imbarazzo, addirittura perplessità, in certe situazioni della vita è salutare perché richiede una consultazione,
una valutazione collettiva: non
per dare disposizioni, ma consigli
che possono essere di aiuto ai
membri delle nostre comunità.
Forse anche delle direttive che
aiutino ad agire in comune in
una chiesa caratterizzata da un
frequente cambio dei pastori, dei
consigli di chiesa e dei membri,
forse un auspicio per la situazione nella casa comune europea ».
L’informazione
e la preghiera
I risultati verranno mandati a
tutti i membri delle comunità ai
quali il decano H. G. Philippi,
nella sua relazione, riferendosi
alle giornaliere, terrificanti notizie trasmesse per televisione, ha
detto: « Uomini che pregano e
intercedono l’uno per l’altro sono
uomini informati. Vn'informazione che serve alla preghiera ci
trasforma e crea uomini nuovi ».
Dopo il Sinodo, durato tre giorni, siamo passati per due giorni
al tradizionale seminario per collaboratori volontari, sul tema;
’’Supponiamo di fondare una
comunità”. A questa fondazione
di una Ipotetica comunità hanno
partecipato 45 persone sotto la
guida del coipo pastorale.
Come simbolo dello stare insieme Dieter Helm, di Milano,
aveva distribuito delle penne con
un pollice indicante la scritta;
Sinodo 1991-CELI-ELKI-InsiemeMiteinander.
Jiirg Kleeman
Karin Zennaro
MESSAGGIO DEL CEC
La tragedia armena
Nel 1915 il popolo armeno era
stato vittima di un tremendo genocidio: i turchi tentavano di eliminarli. Più di un milione e
mezzo di armeni erano stati uccisi. Per commemorare questo or
Claudiana editrice
NOVITÀ’
Nella « Piccola Collana Moderna » è uscito il n. 65:
RENZO BERTALOT
Paul Tlllich:
esistenza e cultura
pp. 77, L. 12.000
Sta crescendo nel mondo l’interesse per Tillich, un teologo sulla linea di confine tra autonomia ed eteronomia, tra
religione e cultura, tra luteranesimo e socialismo. La sua
esperienza è molto significativa per chi passa attraverso la
crisi attuale della storia.
FONDATA NEL 1855
Via P. Tommaso, 1 - 10125 Torino - Tel. 689804
C.C.I.A. n. 274.482 - C.C.P. 20780102 - cod. fise. 00601900012
rendo crimine, il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese, Emilio Castro, ha mandato il seguente messaggio alle
chiese armene membri del CEC:
« In occasione del 76“ anniversario del martirio armeno, il
Consiglio ecumenico delle chiese
sostiene, nelle sue preghiere, tutto il popolo armeno. Riaffermiamo la necessità di una giustizia
storica e ricordiamo la dichiarazione dell’Assemblea di Vancouver: ”11 silenzio della comunità mondiale e gli sforzi tendenti deliberatamente a negare fatti
storicamente provati sono stati
fonti permanenti di angoscia e
di disperazione crescente per il
popolo armeno, per le chiese armene e per molti altri...”.
In questo tempo di sconvolgimenti in Medio Qriente nella
regione vicina al luogo dove avvennero il massacro e la deportazione degli armeni, noi speriamo che il problema armeno non
sia né dimenticato, né ignorato.
Come abbiamo dichiarato in occasione del 75“ anniversario ”la
commemorazione della tragedia
armena è un’occasione per le
chiese di rinnovare il loro impegno ad essere unite nella preghiera e nella solidarietà attiva con
tutti coloro le cui vite sono minacciate dalle forze della morte
nel nostro terzo mondo” ».
(SOEPI)
Ricostruire la pace,
costruire la giustizia
"Ricostruire la pace, costruire
la giustizia” è il titolo della conferenza ecumenica internazionale
che si svolgerà tra il "Villaggio
della gioventù” di Santa Severa
e la Facoltà valdese di teologia
a Roma dal 19 al 22 maggio.
Il convegno è stato ideato come
risposta alla sfida della guerra
nel Golfo e di fronte alla difficoltà di stabilire nuove relazioni tra
popoli di fedi e tradizioni diverse
dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia e dalla
Commissione BMV per la giustizia, la pace e la salvaguardia del
creato.
Qui di seguito pubblichiamo il
programma del convegno, che si
aprirà nella domenica di Pentecoste.
DOMENICA 19 MAGGIO, SANTA SEVERA
arrivi per cena, accoglienza e benvenuto ;
dopo cena; concerto della corale di Civitavecchia.
LUNEDI’ 20 MAGGIO, SANTA SEVERA
mattina ;
breve momento liturgico
Il cammino della conversione alla giustizia e alla pace. Basilea,
Seoul e oltre, dopo la guerra
intervengono; , ■
_Paolo Ricca, professore della Facolta valdese m teologia
__joan Campbell, segretaria generale del Consiglio nazionale
delle chiese cristiane negli USA
— Rami Khoury, del Consiglio delle chiese del Medio Oriente,
giornalista del « Jordan Times »
— .Mons. Clemente Riva, a nome della Conferenza episcopale
italiana
pomeriggio :
Dialogo tra le fedi diverse: un cammino verso la pace
intervengono ;
__Jacques Stewart, presidente della Federazione protestante di
Francia . ,
— Iman Haddarah, del Centro islamico culturale d Italia
— Luca Zevi, membro della Consulta della comunità ebraica di
Roma e del circolo M. Buber
— Tarek Mitri, delTUniversità di Beirut
sera :
Progetti di assistenza e solidarietà nel Medio Oriente
comunicazioni di: „ , . j , ,,
__ Gabriel Habib, segretario del Consiglio delle chiese del Medio Oriente
— Bernard SabeUa, sociologo dell’Università di Betlemme
MARTEDÌ’ 21 MAGGIO, SANTA SEVERA
mattina ;
breve momento liturgico
Le questioni del Medio Oriente: pace, giustizia e sicurezza per
tutti i popoli della regione
relazione introduttiva generale a cura di;
— Mario Nordio, professore del Dipartimento di studi eurasiatici
dell’Università di Venezia
pomeriggio ;
comunicazioni di:
— Ahmed Baydoun, antropologo, Beirut
— Doris Salah, segr. dell’YWCA, Gerusalemme
— Hiner Saleem, dell’Istituto curdo di Parigi
MERCOLEDÌ’ 22 MAGGIO, ROMA, Facoltà valdese di teologia
ore 9,30 :
Verso una soluzione globale dei problemi del Medio Oriente
tavola rotonda con ;
— Sergio Aquilante, pastore metodista
— Jean Fischer, segretario della Conferenza delle chiese europee
— Elizabeth Salter, del Consiglio ecumenico delle chiese
— Rami Khoury, giornalista giordano del Consiglio delle chiese
del Medio Oriente
— Newton Thurber, del Consiglio nazionale delle chiese cristiane negli USA
— Valdo Spini, della direzione del PSI
— Luigi Granelli, della direzione della DC
— Giovanni Bianchi, presidente delle ACLI
— Giorgio Napolitano, della direzione del PDS
— Chiara Ingrao, dell’Associazione per la pace
presiede :
— Giorgio Bouchard, presidente della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia
ore 12:
Celebrazione ecumenica presso la Chiesa valdese di p.za Cavour
predicazione a cura di ;
— Lani Havens, vicesegretaria del Consiglio nazionale delle chiese cristiane negli USA
pranzo : buffet presso la Chiesa valdese di p.za Cavour
pomeriggio : saluti e partenze.
La sede del segretariato è presso la rivista mensile « Confronti », via
Banco di S. Spirito 3, 00186 Roma, telefoni 06/6893063, 6864733,
fax 6893072.
Il Comitato organizzatore;
Paolo Naso, Luca M. Negro, Giorgio Girardet presidente
4
4 vita delle chiese
17 maggio 1991
BATTISTI
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Collaborazione
con la Gran Bretagna
Avviati altri contatti con le chiese tedesche
La decana dell’Unione
Secondo una proposta approvata dalla sua ultima Assemblea
generale dell’ottobre scorso,
.l’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI) attuerà
una iniziativa di collaborazione
con le tre Unioni battista e con
la Società missionaria battista
della Gran Bretagna. La collaborazione prevede il gemellaggio
tra comunità battista britanniche
e italiane, lo scambio di pastori
e la collaborazione nella formazione teologica. L’iniziativa è
stata accolta con grande favore
dai battisti britannici e, come un
primo passo iniziale, la Società
missionaria battista è alla ricerca di due o tre pastori da inviare
in Italia, che faranno parte a
tutti gli effetti deirUCEBI.
« Si tratta di una iniziittiva
importante — ha dichiarato il
pastore Saverio Guama, presidente deirUCEBI — perché il battismo è nato in Inghilterra e si
tratta oggi di valorizzare una memoria storica ». La Società missionaria battista britannica è
stata presente in Italia sin dalla
1920, quando ne ha preso il posto
la Società missionaria dei battisti del sud degli Stati Uniti; nel
1956 è stata creata l’Unione
battista italiana indipendente,
l’UCEBI.
11 fatto che il rapporto non si
instauri solo con la Società missionaria, ma anche con le tre
Unioni battiste della Gran Bretagna è molto importante per i
battisti italiani; si vuole infatti
evitare dalle due parti qualsiasi
impressione che i pastori battisti
britannici vengano in Italia come
’’missionari”; si tratta oggi di
costituire una collaborazione su
un piede di parità, in vista di una
comune vocazione alla missione
in Europa. Infatti è anche previsto che pastori battisti italiani
possano svolgere periodi di servizio pastorale in Gran Bretagna.
Contatti analoghi sono stati presi anche con le chiese battiste in
Germania.
(NEV)
TORRE PELLICE
Serata dei coretti
Sabato 11 maggio nel tempio
di Torre Pellice, gremito di parenti e amici, si è tenuta una serata di canti dei coretti della
Chiesa valdese a conclusione dell’attività dell’anno ’90-91 che è
stato anche il ventesimo dalla
fondazione. Il repertorio comprendeva canti moderni spirituali ed il Coretto dei grandi ha presentato alcuni canti di SimonGarfunkel e dei Beatles accompagnati al pianoforte da Cristina
Pretto.
E’ stata colta l’occasione per
congedarsi dal direttore Franco
Taglierò, che dall’autunno sarà a
Biella, a cui è andata la riconoscenza dei giovani, espressa con
una pergamena fìtta di firme, e
della chiesa, con un lungo e caloroso applauso.
Il Coretto dei piccoli parteciperà la domenica di Pentecoste
al pomeriggio comunitario a cui
si unirà il gruppo flauti.
Ricordiamo brevemente la storia del Coretto, nato come « Coretto del Collegio valdese di Torre Pellice » nell’autunno 1971. Fu
diretto fino al 1975 da Carlo Arnoulet. Si specializzò subito nell’esecuzione di canti spirituali
nuovi, accompagnati da chitarre
e flauto dolce. Dal ’73 al ’75 fu
invitato alle feste del Gustav
Adolf-Werk in Germania.
Dall’autunno 1975 iniziò un nuovo ciclo di due anni sotto la direzione di Dorina Peyrot. Alla
vecchia generazione di studenti
subentrò un nutrito gruppo di
ragazzi, quasi tutti del Collegio.
Franco Taglierò assunse la direzione nell’autunno del 1977 e da
allora a tutt’oggi il Coretto, diventato nei primi anni ’80 il coro
giovanile della chiesa di Torre
Pellice, ha cantato in pubblico
più di cento volte. E’ stato invitato in Germania e Svizzera.
Fuori dalle Valli ha tenuto concerti a Trieste, Ivrea e RomaGarbatella. Dal 1986 il Coretto è
composto da due sezioni (piccoli
e grandi), Luna propedeutica all’altra. In più occasioni i due
gruppi si sono uniti per esecuzioni comuni.
A. K.
CORRISPONDENZE
Eben - Ezer
MESTRE — E’ operativa a partire dal mese di marzo, a Zelarino (Mestre), un’iniziativa a favore dei malati di AIDS, soprattutto quelli che non ricevono assistenza dalle famiglie. L’iniziativa non è di matrice confessionale
e vi partecipano evangelici e cattolici della zona. Le chiese evangeliche di Padova (metodista) e
Venezia (valdese), pur non essendo promotrici dell’iniziativa,
l’appoggiano attraverso alcimi
dei loro membri, soprattutto impegnati a raccogliere fondi per
l’acquisto e la gestione della casa, che ha assunto il nome di
Eben-Ezer, il termine biblico che
significa « flu qui l’Eterno ci ha
soccorsi ».
Il Comitato di sostegno, di cui
è animatore il metodista Gian
Luigi Giudici, promotore dell’ini
ziativa, ha acquistato un edificio
a Zelarino, che già ospita un malato di AIDS e ne attende altri.
L’assistenza è fornita sinora da
volontari e da un gruppo di medici che si sono impegnati per la
formazione dei volontari disposti
a questa opera di assistenza. La
stampa locale, anche cattolica,
ha dato una valutazione positiva
dell’iniziativa, mentre la popolazione di Zelarino ha assunto invece un atteggiamento ostile; è
stato prezioso in questa occasione l’intervento dei medici, che
hanno cercato di vincere i pregiudizi della gente. E’ previsto
l’impegno di pastori e sacerdoti
cattolici della zona per attuare
la cura spirituale degli ammalati,
non solo della casa Eben-Ezer,
ma anche quelli che si trovano in
famiglia.
TORRE PELLICE — Domenica 12 maggio l’Unione femminile,
nella sua ultima seduta annuale,
ha circondato con affetto la sua
decana e socia fedelissima, signora Margherita Meynet, ved.
Chiavia, che compirà presto 95
anni.
Il prossimo fine settimana vedrà due importanti appuntamenti : sabato 18, alla Casa unionista
riunione di preghiera della comunità evangeliche ; domenica 19
pomeriggio comunitario ai Coppieri, con partecipazione di alcuni gruppi flauti e del coretto dei
piccoli.
• Mercoledì 22 maggio alle ore
20,45, presso la Comunità alloggio di via Angrogna agli AppioU
ti, si terrà il quarto incontro del
ciclo di studio sull’Apocalisse
tenuto dal pastore Marchetti.
Dopo questo incontro, nel corso del quale si leggeranno i capitoli 6 e 7 di questo affascinante
libro del Nuovo Testamento, gli
studi saranno interrotti per il
periodo estivo. Riprenderanno
poi presumibilmente in ottobre.
Il pastore Marchetti e coloro
che hanno preso parte a questi
incontri desiderano ringraziare il
direttore e tutta la Comunità alloggio per la loro fraterna ospitalità.
Confermazioni
PINEROLO — Domenica 19
maggio, giorno di Pentecoste, entreranno a far parte della comunità Monica Balmas, Enrico Boetto, Sergio Bounous, Marco Chiapelio, Fabio Fomeron, Walter
GardJol, Anna Lami, Federico
Dosano, Gabriella Marchesa Rossi, Katia Martinat, Irene Monna, Valeria Pons, Giorgio Tron,
Stefania Tron.
• Il culto del 5 maggio è stato
presieduto dal pastore Giovanna
Pons che ringraziamo per il suo
messaggio; quello del 12 maggio
da alcuni partecipanti allo studio
biblico del lunedì sera.
Assemblee di chiesa
ANGROGNA — Domenica 28
aprile si è tenuta nel tempio del
capoluogo la terza e conclusiva
assemblea di chiesa dell’anno ecclesiastico 1990-91.
Dopo la lettura e l’approvazione della relazione morale relativa all’anno di attività che si
avvia al termine, sono stati eletti deputati al Sinodo Carmelina
Maurizio (supplente Adriano
Chauvie) e alla Conferenza distrettuale Davide Simond, Marina Zoppi e Wanda Ricca (supplenti Rinalda Benech e Giovanna Goss).
E’ stato poi anche messo in
discussione ed approvato il nuovo regolamento per il cimitero
del capoluogo una copia del quale verrà inserita, per portarlo
alla conoscenza di tutti, nel numero di Pentecoste de La sentinella.
Un’ultima osservazione per
sottolineare la partecipazione a
questa assemblea che ha positivamente sorpreso un po’ tutti:
erano infatti presenti oltre 60
membri elettori sui 100 iscritti
ne} nostro elenco, una partecipazione quasi mai raggiunta in
questi ultimi anni.
PROTESTANTESIMO
IN TV
DOMENICA 19 MAGGIO
ore 23,30 - RAIDUE
Replica :
LUNEDI’ 27 MAGGIO
ore 9,40 circa - RAIDUE
«IO NO ALBANIA:
mia casa qui»
Oltre la drammatica vicenda
degli albanesi, uno sguardo
alle prospettive dell’immigrazione nel nostro paese.
• Domenica 12 maggio, nel corso del culto nel tempio del Serre, è stato battezzato il piccolo
Christian Bertin, di Marco e Malvina Buffa. Siamo vicini con tanta simpatia a questa giovane famiglia e preghiamo il Signore
perché voglia ricolmarla delle
sue benedizioni.
• Con il mese di maggio, e sino a tutto ottobre, entra in vigore il calendario estivo dei nostri
culti, che prevede la « rotazione »
dei culti stessi nei tre templi
della valle secondo il seguente
programma : prima, terza e
(eventualmente) quinta domenica del mese nel tempio del Capoluogo; seconda domenica del
mese nel tempio del Serre ; quarta domenica del mese nel tempio
di Pradeltorno. Tutti i culti
avranno inizio alle ore 10,30.
POMARETTO — L’assemblea
di chiesa riunitasi l’il maggio ha
espresso parere favorevole all’accettazione dell’8 per mille del gettito Irpef.
• La comunità ha dato il suo
benvenuto al gruppo di giovani
di Yverdon (Svizzera), presenti
al culto.
e Domenica prossima sarà
ospite della comunità un gruppo
francese di Nimes-St. Jean du
Gard. Nella stessa giornata avrà
luogo la gita della scuola domenicale all’Uliveto di S. Giovanni.
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunciato in occasione dei funerali di Sante Candían,
deceduto all’ospedale di Ivrea all’età di 61 anni e di Vitale Jahier,
deceduto all’età di 81 anni. Jahier
era stato membro del concistoro ; a lui si devono la riparazione
del soffitto del tempio danneggiato durante la guerra e la costruzione del tavolo della S. Cena.
Ai familiari nel dolore va la
cristiana simpatia di tutta la comunità.
Concerto corale
BOBBIO PELLICE — Sabato
18 maggio nel tempio di via Sibaud, alle ore 21, la corale di
Bobbio/Villar Pellice diretta da
Franco Taglierò terrà un concerto sul tema della « Trinità ». Parteciperà l’organista Walter Gatti.
L’ingresso è libero, la comunità
è calorosamente invitata.
Pentecoste
VILLASECCA — A Pentecoste,
alle ore 10 nel tempio di Chiotti,
la chiesa di Villasecca si riunirà
per il culto con Santa Cena. Vi
parteciperà la corale con canti
dedicati alla venuta dello Spirito
Santo.
Battesimo
VILLAR PELLICE — E’ stato
celebrato il battesimo di Omar
Davit di Marco e di Gisella Geymonat; il Signore accompagni
con la sua grazia questo bambino e i componenti la sua famiglia.
Ci hanno lasciato: la sorella
Jolanda Collet ved. Gönnet all’età di 75 anni ed il fratello
Alessandro Bonato di anni 61;
rinnoviamo ai familiari la sim
patia cristiana della chiesa e nostra.
• Domenica 19 maggio dalle
ore 14.45 e lunedì 20 dalle ore 9
avrà luogo il bazar allestito dall’Unione femminile la quale confida nella collaborazione di tutte le famiglie della chiesa con
doni vari per pesca, lotteria,
dolci... nonché lavoro manuale.
Si aspettano anche molti acquirenti.
Solidarietà
PRAMOLLO — A 92 anni ci ha
lasciati la sorella Enrichetta Peyronel ved. Sappè (Bocchiardoni); è deceduto anche, all’età di
83 anni, il fratello Emilio Sappè,
originario dei Pellenchi ma da
tanti anni ormai residente a Fumai (Francia); la comunità
esprime la sua cristiana simpatia ai familiari.
* Ringraziamo di cuore per
la loro disponibilità il pastore
Tom Noffke che ha presieduto
i funerali e il fratello Franco
Siciliano che ha presieduto il
culto di domenica 5 maggio, sostituendo il nostro pastore che
sta seguendo un corso di aggiornamento presso la Facoltà di
Roma.
• Domenica 19 maggio si terrà l’annuale bazar organizzato
dalle sorelle dell’Unione femminile.
In visita
PRALI — Domenica 19/5, mentre i bimbi della scuola domenicale saranno, con le altre scuole domenicali della vai Germanasca, in visita a Torre Pellice
e all’Uliveto, la comunità di Frali sarà in gita ad Ivrea, ricambiando a Pentecoste la visita ricevuta il XVII febbraio.
• Felicitazioni a Matteo Lar
geard, di Giorgio e di Lidia Peyrot, che è stato battezzato a Frali il 14 aprile 1991.
O Felicitazioni anche a Claudio, Myriam e Micaela Richard
per la nascita di Stefano, e a
Gino, Susy, Ketty Pascal e Vera Ribet, per la nascita di Ivan.
Calendario
Domenica 19 maggio
□ SCUOLE DOMENICALI
III CIRCUITO
PRALI — Con partenza in pulinnan
da Ghigo alle ore 8, e successive fermate, si svolge l'annuale giornata delle scuole domenicali del III Circuito;
mèta la vai Pellice, con visita al museo, partecipazione al culto a Torre Pollice, pranzo al sacco e, nel pomeriggio, visita all'Uliveto di Luserna San
Giovanni.
□ INCONTRO ECUMENICO
DI PENTECOSTE
PINEROLO — A cura del SAE, presso il convento dei Padri Cappuccini in
via De Amicis 2, si svolge un incontro sul tema della VII Assemblea del
Consiglio ecumenico a Canberra: « Vieni, Spirito Santo, rinnova tutta la creazione »; la riflessione è curata dal
past. Luciano Deodato.
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17 maggio 1991
RIES! - ASSEMBLEA DEGLI AMICI DEL SERVIZIO CRISTIANO
vita delle chiese 5
ROMA ■ 28 APRILE
Un rapporto stretto
con il territorio
Il nuovo gruppo residente e il gruppo di servizio - Il settore agricolo e i servizi del consultorio - Le difficoltà della Meccanica
L’arcobaleno
Un culto con partecipanti di quasi tutte le
nazionalità - Non c’è amore senza relazione
Giornate di intenso e proficuo
lavoro a Riesi, in occasione delle assemblee degli Amici del
Servizio cristiano, dell’associazione « Amici di Riesi » e delle
due assemblee della Meccanica
Riesi, quella dei suoi soci e quella che ha riunito tutti i lavoratori della Meccanica, dal 19 al
21 aprile.
Molti gli intervenuti, dalla
Svizzera, dalla Francia, dalla
Germania e naturalmente dall’Italia. Facce conosciute e facce nuove, a conferma della vitalità dei legami che uniscono
Servizio cristiano, Riesi e la
Meccanica a molte chiese e
gruppi in Europa.
L’inserimento del
nuovo gruppo
La relazione introduttiva del
past. Giuseppe Platone, pastore
della Chiesa valdese di Riesi e
direttore del Servizio cristiano,
ha confermato il positivo avvio
del lavoro del nuovo gruppo
residente e l’inserimento graduale nella realtà non solo di Riesi ma anche della Sicilia. E’ stato giustamente fatto notare che
dopo solo sette mesi di attività
tutto ciò non è poco: dobbiamo essere grati non solo a tutti i componenti del « nuovo »
gruppo residente ma anche a
quelli del « vecchio » gruppo che
hanno ben seminato e lavorato,
portando alla formazione di quel
« Gruppo di servizio » che rappresenta con la sua forte ed agguerrita base di riesini un elemento prezioso di continuità
nel lavoro.
Si sono discussi problemi vecchi e nuovi: subito si è posto
sul tappeto il problema della
forma da dare al legame — indiscusso — che vi è fra Servizio cristiano e Meccanica Riesi. Come si sa, la Meccanica
Riesi è nata come figlia del Servizio cristiano trent’anni fa (una
dei tanti figli) e poi è cresciuta ed è diventata formalmente
e legalmente indipendente. Ma
pur sempre figlia rimane, come
ben ha testimoniato il past. Tullio Vinay nella sua lettera ai lavoratori della Meccanica, lettera
che è stata letta e riletta nelle
varie assemblee. Come manifestare in modo concreto e corretto questo legame, senza violare l’indipendenza comunque
raggiunta? Dall’assemblea degli
Amici del Servizio cristiano e
dall’assemblea dell’associazione
« Amici di Riesi » (in parte i lavori di queste due assemblee si
sono sovrapposti) sono venuti
diversi suggerimenti, premesse
per contatti sempre maggiori e
stretti, pur nel rispetto delle rispettive competenze.
Si è parlato anche di finanze.
Cercasi
Diplomato/a o laureato/a in
agraria, disposti a passare un periodo di due o più anni al Servizio cristiano di Riesi per collaborare al rilancio del Centro agrario. Vigna, uliveto, orto con coltura biologica. Prossima costruzione
di un laghetto artificiale per irrigazione (il primo nella zona). Possibilità di contatti con strutture
avanzate in Italia e all estero e
con professori e studenti del programma •• Ingegneria del territo
rio . .
Per maggiori informazioni scrivere a; Servizio cristiano. Monte degli ulivi, 93016 Riesi {CU
come è ovvio, constatando che
l’anno si è chiuso con un piccolo deficit e con una forte riduzione del deficit precedentemente accumulato: questo grazie ad un notevole sforzo di autotassazione del Gruppo di servizio e grazie a molti doni. L’impostazione delle finanze è molto oculata, e, le spese sono tenute sotto stretto controllo.
Molto spazio è stato giustamente dedicato ai vari settori
di lavoro, partendo dalla relazione del direttore ma spaziando anche sulle prospettive future, relative al prossimo anno e
a quelli successivi. La scuola
elementare conta 103 allievi divisi in cinque classi, e si prevede per il prossimo anno il
« tutto pieno » con 25 alunni per
classe (ci sono anche 5 alunni
in lista di attesa). Oltre alle materie curricolari, vi sono attività integrative: musica e attività
ritmica, lingua francese, un corso di « educazione alla salute »,
attività sportive. Il progetto educativo svolto durante l’anno è
stato organizzato intorno al tema « conoscenza analitica del
territorio riesino e la sua relazione con altri territori » da
una équipe di insegnanti molto
valida ed affiatata.
La scuola materna conta 68
alunni suddivisi in tre classi,
per l’anno prossimo si contano
già 76 preiscrizioni. Anche qui
il programma educativo è ben
studiato: quest’anno è centrato
sui mutamenti dei cicli naturali e sul tema della guerra che
ha condotto, fra l’altro, alla decisione dei genitori di annullare
la festa di carnevale.
Investimenti per il
Centro agricolo
Un settore di lavoro che quest’anno ha sofferto, a causa della siccità, è quello del Centro
agricolo. Ci si appresta a notevoli investimenti: un laghetto
artificiale dovrebbe consentire
una rapida crescita del rendimento delle colture (vigna, uliveto, orto) e quindi un attivo
nel bilancio. A proposito del
Centro agricolo, è stato lanciato un appello per un diplomato o laureato in agraria che possa, per un periodo da due a
cinque anni, dare quel supporto tecnico che ora è fornito saltuariamente da un professore
dell’Università di Torino, ovviamente con qualche difficoltà visto che le distanze sono veramente notevoli.
Un’altra attività ancora, molto ben avviata, è quella del Consultorio, ove lavorano tre operatrici a pieno tempo e, saltuariamente, due ginecologi ed una
pediatra. Qui si stanno portando avanti alcuni importanti
grammi: da una ricerca sulla
« dispersione scolastica » (a Riesi quasi il 30% dei ragazzi in
età scolare non frequenta la
scuola) ad interventi vari, quali corsi nelle scuole sul tema
« educazione alla salute » oppure corsi di preparazione al parto, o ancora ricerche sulla situazione giovanile particolarmente critica sul piano locale.
Un notevole aiuto è venuto all’attività del Consultorio dall’Ospedale evangelico di Genova,
che ha donato un ecografo usato ma perfettamente funzionante. Qualche difficoltà anche in
questo settore: la domanda di
convenzione con
è tuttora ferma (dal 1987).
Un forte impulso è stato dato alla inanutenzione e al rinnovo degli stabili, anche in previsione dell’arrivo del programma
« Ingegneria del territorio », con
risultati già sensibili (anche se
molto rimane da fare) grazie all’esperienza e alla capacità specifica di chi vi lavora: non solo
alcuni membri del gruppo sono
fortemente impegnati in questa
attività, ma anche loro parenti
stretti, magari provenienti dalle
lontane terre del nord, in visita
ai familiari...
Il programma « Ingegneria del
territorio », che deve prendere il
posto lasciato vuoto dalla recente chiusura della Scuola di formazione meccanici Riesi, abbinato ad un Progetto di bioingegneria naturalistica, è iniziato a
Torino nell’autunno del 1990, anche se un po’ modificato rispetto ai piani originari, ma poi si
è bloccato subito dopo Natale
quando stava per approdare a
Riesi, in attesa delle approvazioni regionali tuttora mancanti
ma attese di giorno in giorno.
Si spera in una rapida soluzione degli intoppi burocratici e in
una prossima ripresa dei corsi
— questa volta anche a Riesi, oltre che in Calabria e in Piemonte — dato il notevole e positivo interesse che hanno suscitato. I corsi dovrebbero poi terminare nel maggio del 1993.
I molti amici
dei paesi esteri
Le relazioni dei gruppi degli
amici nei diversi paesi hanno
messo in luce da una parte la
vitalità e la generosità di moltissimi amici in Italia e all’estero, indispensabili alla vita del
Servizio cristiano, e dall’altra la
necessità e la possibilità di rinnovarne la partecipazione e la
affiliazione: si sono avute diverse iniziative nel corso dell’anno
(incontri, viaggi) che hanno dato buoni risultati, come è provato dal rinnovamento del gruppo svizzero avvenuto negli ultimi due-tre anni.
Le assemblee della Meccanica,
quella dei suoi soci e quella dei
lavoratori, hanno affrontato e discusso ampiamente la situazione di crisi — si spera transitoria — dell’attività produttiva,
crisi dovuta ad un forte e repentino calo di ordini nella seconda metà del 1990 a seguito
della crisi del Golfo, e che si è
prolungata per i primi mesi del
1991, in concomitanza con la
guerra in Iraq. La crisi si è sentita in tutta Europa nel settore particolare della produzione
di frese per la lavorazione del
legno, con ripercussioni assai pesanti sull’occupazione. La Meccanica Riesi è in cassa integrazione da gennaio e lavora a ritmo
ridotto (circa la metà del suo
potenziale) facendo ruotare i lavoratori in cassa integrazione.
La discussione, presenti anche
due sindacalisti, è stata approfondita, con l’analisi delle prospettive di uscita dalla crisi e
delle varie iniziative in corso
(diversificazione della produzione tutte le volte che se ne presenti la possibilità).
Se le prospettive degli esperti risulteranno corrette, la situazione dovrebbe risolversi nella
seconda metà dell’anno: tutti se
lo sono augurato in chiusura
dell’assemblea dei lavoratori.
Partendo da Riesi ho dato
un’occhiata agli ulivi, ben potati e pieni di fiori, e alla vigna,
ben ordinata e con i pali rimessi in perfetto allineamento,
segni entrambi ben visibili di
una speranza che si rinnova di
anno in anno, di una fatica che
accomuna tanti riesini e tanti
amici, e che ha bisogno della
solidarietà di tutti.
Gianni Rostan
Un magico arcobaleno formato
dai colori della pelle di più di
300 sorelle e fratelli appartenenti
a quasi tutte le nazioni del mondo. Tale poteva sembrare il 28
aprile, ad un primo colpo d’occhio, la sala di culto della Chiesa
valdese di piazza Cayour, come
sempre generosa ospitante. Dell’iniziativa, che è la prima del
suo genere a Roma, si deve essere grati al Coordinamento romano delle comunità evangeliche
per rimmigrazione. L’incontro, a
cui partecipavano diverse cornunità romane e diverse cornunità
di immigrati, era suddiviso in
tre parti. Nel corso della prima
gli ospiti hanno potuto ascoltare
le, corali appartenenti alle comunità di Trastevere, quelle coreana di via XX Settembre, filippina
di piazza S. Lorenzo in Lucina,
francofona di via IV Novembre,
internazionale ’’Mission Christ
World Light”, ed il duetto del
tenore sudafricano Masa Opasha
M’batha e del soprano giapponese Keiko Yoshida... Alcuni
hanno lasciato gli ascoltatori
felicemente sorpresi per la loro
bellezza e professionalità. Ai cori
si sono alternati interventi di
rappresentanti delle comunità
eritrea, etiope, cinese e filippina:
è stato molto interessante sentirli tratteggiare le loro storie, sia
pure nei pochi minuti a disposizione. Nella seconda parte del
pomeriggio si è avuto modo di
prendere il tè assierne e di parlare di conoscersi. Infine, a conclusióne, il culto, il cui svolgimento
ha coinvolto diversi pastori, le
corali etiope, metodista di Ponte
S. Angelo e valdese di piazza
Cavour, e una decina di sorelle
e fratelli che hanno pregato in
dieci diverse lingue.
Di cosa significhi ’’Essere chiesa insieme” si è parlato nel discorso introduttivo e nel corso
del culto. Ci sembra valga la pena
di riporiare, sia pure per sommi
capi, le riflessioni esposte dalla
pastóra Maria Bonafede in apertura di riunione:
« Essere chiesa insieme significa credere in Gesù Cristo, pregare e testimoniare dello Spirito
Santo, e farlo insieme, vincendo
la solitudine e l’isolamento a cui
siamo condannati dalla vita della
città; vincendo sul desiderio di
isolarci nonostante la nostra fede. Significa conoscersi. Conoscersi non vuole solo dire sapere
che qualcun altro esiste; significa anche sapere da dove viene,
quali sono la sua storia, cultura,^
aspettative, modo di vita e qual è
il suo modo di testimoniare la
fede; significa anche conoscere la
comunità l’uno dell’altro; significa amare il nostro vicino tanto
da trovare la forza di superare,
almeno tra credenti, le difficoltà
che nascono dalla diversa lingua
e dalla diversa storia. Essere
chiesa insieme significa riconoscersi. Al di là di qualsiasi diversità nel nostro modo di vita o
di esprimere la fede, sappiamo
di avere un tesoro comune da
condividere, ed esso è la fede
nel nostro comune Signore. Perciò dovremmo riconoscerci gli
uni gli altri come fratelli e sorelle in Cristo, per dare a questa
vocazione volti, nomi, indirizzi,
e per scambiare le nostre esperienze. Riconoscersi gli uni gli
altri significa anche riconoscere
nella comunità dell'altro Gesù
Cristo. Infine, dovremmo apprendere a condividere, che significa
cercare di portare, anche concretamente, i nostri fardelli assieme
e COSI pure le speranze, le gioie
e i dolori ».
Il pastore Daniele Garrone sceglieva per il culto il passo di
Romani 15: 5-7: « L’Iddio della
pazienza e della consolazione vi.
dia d’avere fra voi un rnedesimo
sentimento secondo Cristo Gesù,
affinché d'un solo anirno e d’uria
stessa bocca glorifichiate Iddio,
il Padre del nostro Signore Gesù
Cristo. Perciò accoglietevi gli uni
gli altri, come anche Cristo ha
accolto noi per la gloria di Dio ».
Il messaggio centrale che ci è
sembrato poter cogliere dal sermone è che la parola accoglienza
non va intesa solo nel suo senso
più comune, ma anche in quello
di lavorare al fine di riuscire a
costituire un unico tessuto, e ciò
presei-vando e valorizzando le
diversità.
Soprattutto, vorremmo dire
per completare questa carrellata,
un pomeriggio dove a piene mani
si sono profusi amore, entusiasmo, fiducia in un futuro comune, lavoro, fede. Il Padre ci ha
insegnato che non c’è amore
senza relazione. Ci illuderernmo
quindi se e quando pensassimo
di poter amare i nostri fratelli,
il nostro prossimo^ senza passare
per la fatica di muoverci a dispetto della stanchezza e della
tentazione di isolarci come la
pastora Bonafede ha sottolineato ___e senza lavorare per creare
occasioni di incontro. Come collettività cristiana, ci auguriamo
che i momenti in cui potremo
ricordare di essere stati immersi
nei colori del mondo si moltiplichino sempre più, fino a divenùe una serena realtà quotidiana.
Laura Carlodalatri
Claudiana editrice
NOVITÀ'
Nella collana « Piccola Biblioteca Teologica » è uscito il
n. 23:
GIOVANNI MIEGGE
Per una fede
Introduzione di Giorgio Tourn
pp. 231, L. 24.000
Una testimonianza di fede rivolta all’uonio di cultura.
Il problema di una fede né razionale né
cisione in presenza del puro evento della rivelazione. Una
sorta di « Discorso di religione » agli uomini del nostro tem
po.
FONOATA NEL 1855
Via P. Tommaso, 1 - 10125 Torino - Tel. 689604
C.C.I.A o. 274.482 - C.C.P. 20780102 - cod. fise. 00601900012
6
6 prospettive bìbliche
17 maggio 1991
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
La Grazia nel Nuovo Testamento
1 - La grazia, che nell’Antico Testamento indica Dio che si avvicina agli uomini
per far loro del bene, è proprio la parola
adatta per esprimere l’avvenimento essenziale di cui rende testimonianza il Nuovo
Testamento: la venuta di Dio in Gesù Cristo. In lui, Dio viene personalmente sulla
terra; cosicché la grazia è ormai legata alla
persona di Gesù Cristo e si può dire, indifferentemente, che Gesù Cristo è la grazia
di Dio, che essa è in lui, che egli la dà.
Le conseguenze delTlncarnazione sono
la grazia e la verità (Giovanni 1: 14,
16-17); tutto l’amore di Dio che dà e che
perdona, tutta la rivelazione, la conoscenza
di Dio, sono in Gesù Cristo per essere comunicati agli uomini onde trarli fuori dalle
tenebre. La capacità di dono di Gesù è
inesauribile, a misura della pienezza di Dio.
La grazia e la verità erano conosciute fin
dalla rivelazione dell’Antico Testamento ma
in Gesù Cristo esse vengono pienamente
manifestate, date; l’Antico Testamento e il
giudaismo gli cedono il passo. Ciò che giunge ora non è una nuova religione, suscettibile di essere nuovamente superata. E’ il dono, la comunicazione perfetta e definitiva
di Dio nel suo Figlio unico. Questa grazia
è quella «vera» (I Pietro 5: 12).
La buona novella
della grazia di Dio
2 - La grazia significa l’intero Evangelo,
il quale è « la buona novella della grazia
di Dio» (Atti 13: 43; 14; 3; II Corinzi
6; 1; Colossesi 1; 6). Ma quest’Evangelo
non è diventato una cosa nelle mani degli
uomini; la grazia è la potenza del Signore
vivente che diffonde l’Evangelo e gli fa portare i suoi frutti (I Corinzi 15; 10; II Timoteo 2; 1); così, ad esempio, i missionari vengono raccomandati dalla chiesa alla
grazia del Signore (Atti 14: 26; 15- 4020: 32).
E’ in questo senso che occorre capire i
saluti e le benedizioni delle epistole. Il saluto « misericordia e pace » esisteva già
nel giudaismo. « Grazia » ha un significato
più esteso: la totalità dell’azione salvatrice
e protettrice di Dio sulla sua chiesa; la « pace » è l’effetto di quest’azione, la salvezza
nella sua realtà presente e futura. L’azione
di Dio, i doni di Dio passano attraverso
Gesù Cristo; questa è la grande novità rispetto al giudaismo. Lo stesso vale per i
saluti finali delle epistole: la benedizione di
Aaronne (Numeri 6: 24-26) lascia il posto
a varie formule che, tutte, attribuiscono la
grazia a Gesù Cristo e che l’aspettano da
lui (Colossesi 4: 18, I Timoteo 4: 22 dicono semplicemente « la grazia », ma va
da sé che si tratta di quella di Gesù Cristo).
Perdono dei peccati,
giustificazione, redenzione
3 - La grazia di Dio in Gesù Cristo, che
incontra uomini peccatori, significa perdono dei peccati, giustificazione, redenzione
(Colossesi 2: 13; Romani 6: 1). E’ a questo
scopo che Gesù Cristo ha dato la sua vita
(II Corinzi 8: 9; I Timoteo 1: 14). La grazia, in questo senso, viene molto spesso
menzionata in opposizione ad un altro mezzo di salvezza; la circoncisione e l’osservanza della Legge (Atti 15; 11), le opere
della Legge (Romani 11: 6; Calati 2: 21;
Efesini 2: 5-8; Tito 3: 7). Paolo insiste sul
carattere « gratuito », non meritato, della
giustificazione (Romani 3: 24; Efesini 2:
5-8); la condizione posta alla giustificazione,
la fede, non contraddice né restringe que
L’EPISTOLA Al GALATI
Ora io vivo
« Ora, io vivo, ma non sono più io,
ma è Cristo che vive in me » ( Gap. 2,
V. 20).
ORA, IO VIVO
Paolo si esprime chiaramente e in termim propri. Non è, dice, deUa mia
morte e della mia crocifissione che sto
parlando, come se non vivessi più ora.
Vivo, invece, perché, grazie a questa
morte e a questa crocifissione, con
le quali muoio, sono vivificato. Ciò
significa che quando, per mezzo della
grazia e delia fede, sono liberato dalla
legge, dal peccato e dalla morte, allora
vivo veramente. Perciò questa crocifissione e questa morte, con le quali sono crocifisso e muoio alla legge, al peccato, alla morte e a tutti i mali, sono
per me risurrezione e vita. Cristo, infatti, crocifigge il diavolo, uccide la
morte, condanna il peccato e lega la
legge. Credendo ciò, io sono liberato
dalla legge, ecc. Per me dunque, la
legge è sorda, legata, morta e crocifissa; da parte mia, io sono sordo nei
suoi confronti, sono legato, sono morto
e crocifisso. Grazie a questa morte e
a questa crocifissione, cioè per mezzo
di questa grazia o di questa libertà, io
vivo. Bisogna stare attenti, come ho
già detto, al modo in cui si esprime
Paolo, dicendo che siamo noi che moriamo e che siamo crocifissi alla legge, mentre è piuttosto la legge stessa
che muore e che viene crocifissa nei nosti confronti. Ma è con intenzione che
egli si esprime così, dicendo che siamo
noi ad essere crocifissi e morti alla
legge; il suo linguaggio ha, così, un
suono più dolce. Infatti, altrove la legge sussiste, vive e regpia nel mondo intero, essa accusa e condanna tutti gli
uomini : è soltanto per coloro che credono in Cristo che essa è crocifissa e
che muore. Questi sono dunque gli unici ad avere la gloria di essere crocifissi
e morti alla legge, al peccato, ecc.
...MA NON SONO PIU’ IO
Ciò significa che questa vita non è
nella mia persona, o nella mia sostanza. Paolo mostra chiaramente, qui, in
che modo egli vive, e dice ciò che è la
giustizia cristiana: quella cioè per mezzo della quale Cristo vive in noi, non
quella che sarebbe in noi. Pertanto,
quando si discute della giustizia cristiana, bisogna prescindere interamente dalla persona. Infatti, se mi ci fermo
o se parlo di lei, la persona finisce col
diventare, che io lo voglia o no, un
facitore di opere assoggettato alla legge. Bisogna, invece, che Cristo e la mia
coscienza diventino un corpo solo, affinché nulla si presenti alla mia vista
se non Cristo crocifisso e risorto. Ma
se guardo solo a me stesso, escludendo Cristo, per me è finita. Infatti, mi
viene subito in mente questo pensiero :
Cristo è nei cieli e tu sei sulla terra;
per quale via andrai fino a lui, ora? Vivrò santamente e farò ciò che richiede
la legge e così entrerò nella vita. Allora,
ripiegato su me stesso e considerando
quel che sono o quel che dovrei essere
e, inoltre, ciò che ho da fare, perdo di
vista Cristo, il quale soltanto è la mia
giustìzia e la mia vita. Quando si è perduto Cristo, non c’è più né consiglio
né aiuto, ma seguono inevitabilmente
la disperazione e la perdizione.
E questo male è estremamente diffuso; la miseria umana, infatti, è tale
che, quando la tentazione o la morte
sopraggiungono, abbandoniamo subito
Cristo e consideriamo solo la nostra
vita ed i nostri atti. Questa è la nostra
perdizione, a meno che non siamo rialzati nella lede. Per questo dobbiamo
abituarci a trascurare noi stessi e, insieme a noi, la legge e le opere che ci
costringono a guardarci; di modo che,
in queste lotte della coscienza, volgiamo semplicemente i nostri sgpardi verso il serpente di bronzo : Cristo inchiodato sulla croce. Senza staccare gli occhi da lui, ci assicuriamo che egli è la
nostra giustìzia e la nostra vita, non
avendo allora più alcuna preoccupazione delle minacce e dei terrori della legge, del peccato, della morte, della collera e del gfiudìzio di Dio. Perché Cristo, nel quale dimoriamo fermamente
attaccati, nel quale siamo e che vive
in noi, è il vincitore e il Signore della
legge, della morte e di tutti i mali: in
lui ci viene offerta una consolazione assicurata e la vittoria ci è data.
Martin Lutero
sto carattere, anzi lo conferma: la grazia
ehe Dio dà è la giustificazione per fede
(Romani 5: 2); la caratteristica della fede
è di ricevere (Romani 4; 16); la fede non
è un merito in quanto essa stessa è un dono
di Dio, una grazia (Filippesi 1: 29). La giustificazione per grazia, per mezzo della fede, è il dono straordinario di Dio al quale
nessuno poteva pretendere.
Questo carattere toglie all’uomo ogni possibilità di glorificarsi (Romani 3: 27; 5; 11;
I Corinzi 1: 31; Efesini 2: 9); egli non
può fare altro che rendere gloria a Dio per
la gratuità della salvezza.
Se l’uomo non può essere salvato dalle
opere, cioè dai suoi propri sforzi, è perché
solo Gesù Cristo ha vinto il peccato e la
morte che dominavano su tutti gli uomini
(Romani 5: 12-21). Gesù inaugura quindi
una nuova epoca e coloro che credono in
lui partecipano ad un mondo nuovo in cui
la morte cede il posto alla vita eterna, il
peccato alla giustizia. Esiste ora un « regno della grazia » che subentra al regno del
peccato (Romani 5: 21), che era il regno
della Legge (Romani 6; 14). I credenti vengono quindi esortati a non tornare più alle
opere della Legge (Galati 2: 21), alle astinenze alimentari (Ebrei 13: 9), ai peccati
di una volta (Ebrei 12: 15) perché si separerebbero da Cristo e ricadrebbero dal regno della grazia a quello del peccato (Romani 6: 12-14; Galati 5: 4). Essere sotto la grazia vuol dire vivere nell’ubbidienza
della fede, in vista della santità (Romani
6; 15-22).
Il « tempo della grazia » è quello della
salvezza (II Corinzi 6: 2, che cita Isaia
49: 8); ma il tempo attuale non è ancora
quello della salvezza pienamente realizzata;
è Gesù Cristo che la compierà l’ultimo giorno, perché tutta la grazia è in lui (I Pietro
1: 13).
Il ministero apostolico
e il servizio a Dio
4 - « Grazia » significa anche ministero,
attività al servizio di Dio. E, in particolare,
ih ministero apostolico («la grazia che m’è
stata data »; Romani 12: 3; I Corinzi 3:
10; Galati 2: 9; Efesini 3: 2, 7-8); ma anche i vari ministeri affidati ai credenti (Romani 12: 6; Filippesi 1: 7). Qgni servizio è
dono del Signore il quale vi chiama persone indegne (Luca 5: 8-10).
Non solo la vocazione, cioè il punto di
partenza (I Corinzi 15: 9), ma tutta l’attività svolta è opera della grazia; l’uomo
non è attivo indipendentemente dalla grazia, ma la grazia è attiva in lui e per mezzo di lui (I Corinzi 15: 10; II Tito 2: 1;
Atti 18: 27). E’ Dio che agisce attraverso
i suoi servitori (I Corinzi 3: 7; II Corinzi
4: 7), e tutta l’opera che Dio compie è
grazia (Atti 11: 23).
Il Signore stesso opera
all’interno della Chiesa
5 - I doni dello Spirito sono « doni della
grazia » (carismi): è la grazia di Dio, è il
Signore operante egli stesso nella Chiesa
che dà al suo corpo tutte le funzioni, i servizi necessari alla sua vita (Romani 12:
6-8; I Corinzi 12: 1-7; I Tito 4: 14; II Tito
1: 6; I Pietro 4: 10; Efesini 4: 7-13). Questi doni, pérò, non hanno tutti la stessa importanza (I Corinzi 12: 28; Efesini 4; 11);
il dono supremo, destinato ad ognuno, è
l’amore (I Corinzi 12; 31; 13). Il termine
« carisma » sottolinea il carattere gratuito
del dono ricevuto; la capacità viene da Dio
(II Corinzi 3; 5-6).
La cena del Signore,
’’azione di grazie”
6 - Rendere grazia = ringraziare: Gesù
lo fa, secondo l’usanza ebraica, mettendosi
a tavola (Luca 24: 30), prima di moltiplicare i pani (Matteo 14: 19; 15; 36), prima
di risuscitare Lazzaro (Giovanni 11: 41) e
istituendo la cena (Matteo 26: 26; 1 Corinzi 11; 23), che si chiamerà «azione di
grazie » (eucaristia).
Paolo rende grazie per se stesso (Atti
28: 15; Filippesi 1; 3), per l’opera di Dio
nei credenti e per la diffusione del vangelo
(Romani 1: 8; 1 Timoteo 2; 13; Efesini
1: 16; II Corinzi 2; 14), per la vittoria di
Cristo sul peccato e sulla morte (Romani
7: 25; I Corinzi 15: 57).
Si tratta di « rendere le grazie ricevute »>
di riconoscere i benefici di Dio (Salmo 103:
1-2). I credenti non devono essere ingrati,
ma devono rendere grazie (Luca 17: 16-19;
Efesini 5: 20; Filippesi 4; 6; I Timoteo
5: 18). E’ giusto rendere grazie a colui che
ha dato ogni cosa (Apocalisse 4: 9; 7; 12).
F. Baudraz
Traduzione di Jean-Jacques Peyronel
(Tratto dall’articolo Grazia del Vocabolario
biblico, Genève, Delachaux et Niestlé,
1956).
7
obiettivo aperto
17 maggio 1991
DICHIARAZIONE DEI REDDITI
L’8 per mille
Per la seconda volta il contribuente è chiamato ad esprimere la sua scelta in proposito
Entro il 31 maggio — per la seconda volta nella storia
della Repubblica — i cittadini italiani potranno scegliere con
una firma sulla dichiarazione dei redditi se assegnare la quota dell’8 per mille dell’Irpef allo stato, alla Chiesa cattolica, alla Chiesa avventista o alle Assemblee di Dio.
E’ la conseguenza del nuovo Concordato e della legge
222/85 (Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici), dell’Intesa
tra lo stato e l’Unione delle chiese cristiane avventiate (legge
516/88) e dell’Intesa con le Assemblee di Dio (legge 517/88).
Il gettito deirirpef ipotizzato per il 1991 è di circa 110 mila
miliardi; la quota da ripartire con una firma è dunque di 880
miliardi di lire.
w.
r h
COPIA PER IL COMUNE^:'
CONFOFIME AL MODELLO DEL _
MINISTERO DELLE FINANZE
MOD. 740/91
dichiarazione delle
persone fìsiche
REDDITI 1990
Centro di Servizio —
oppure
Ufficio delle Impoete.
Presentete al Comune di
dichiarante
DATI
ANAGRAFICI
DATA 01 NASCTTA ,
QKXmO I MESE I ANNO
—boMUNE
CODICE R8CALE
(otobdfiiitorto)
if* Il oognom« M nul
COMUNE lo Sto» oetero) M NASCtTA
RWVINUU (olólèl-OTT
RESIDENZA SJTLTTS'TS
ANAGRAFICA “iT“
FRAZIONE. VIA E NUMERO CMCO
TELEFONO (fMxXtattvo)
PRERMO ' NIJMERO
STATO OVILE [?T~1 vEDOyo/A I7T~I DKtouro/»
MI I CeUBB/NUBILE 14 1 t SEPARATOTA ITI 1TUTILATO/A
12 1 I COMUOATQ/A 15 1 I OWOBZMTO/A ED mScSÌe*
TITOLO 01 STUDIO ITI—I
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FISCALE
PROV. (Ngée) FRAZIONE. VIA E NUMERO CIVICO
^ SCfcLJA DICMIAHANTE PFR LA DESTINAZIONE DELL'OTTO PER MILLE DELL iHPEF i
CONIUGE
CODICE FISCALE (ovvero cognome, nomo
A fimi» di neeftite m» non oon«i*de r»dd*N)
LA CHIESA CATTOLICA PRIVILEGIATA NELLA RIPARTIZIONE
Con il 41% delle scelte
si prende il 65% delì’8 per
il meccanismo di ripartizione prevede che la quota venga assegnata
sulla base delle scelte espresse - Diverse chiese, diverse finalità
Secondo un sondaggio effettuato dal ministero delle Finanze
nel 1990 il 41% dei contribuenti
ha apposto la sua firma per la destinazione dell’8 per mille alla
Chiesa cattolica, il 22,5% allo stato, ri,4% alle Chiese avventiste e
alle Assemblee di Dio (queste
prese congiuntamente). Il 35,1%
dei contribuenti non ha firmato
alcuna casella.
Sulla base di questa scelta lo
speciale metodo di calcolo per le
attribuzioni dell’8 per mille delrirpef consentirà alla Chiesa cattolica di incassare il 65% della
somma, cioè almeno 517 miliardi.
Come è possibile questo?
Il meccanismo di ripartizione
per la Chiesa cattolica prevede
che la quota dell’8 per mille sia
ripartita sulla base delle « scelte
espresse ». Non vengono cioè tenute in conto le dichiarazioni di,
coloro che non hanno firmato alcuna casella;
Poiché complessivamente le
scelte sono state effettuate dal
64,9% dei contribuenti, la ripartizione dei fondi sarà la seguente ;
— 11,4%, cioè 11,2 miliardi, alle
chiese evangeliche;
— il 64,6%, cioè 516,8 miliardi,
alla Chiesa cattolica;
— il 33,4%, cioè 267,2 miliardi, allo stato.
(La suddivisione tra stato e
Chiesa cattolica è fatta siffla base della proporzione suH’insieme
delle scelte espresse, dedotte
quelle per le chiese evangeliche,
cioè sul 63,5% dei contribuenti).
Sulla base della legge non crediamo sia infatti possibile il ragionamento fatto da alcune agenzie di stampa che attribuiscono
alla Chiesa cattolica addirittura
il 76,1% dell’8 per mille (cioè tutta la percentuale attribuita allo
stato e alle chiese evangeliche dai
contribuenti).
Su questo punto specifico occorrerà che gli organi preposti
vigilino, in sede di ripartizione
definitiva.
In ogni caso ci preme qm sottolineare che i meccanismi di ripartizione privilegiano indiscutibilmente la Chiesa cattolica. Chi
non firma in pratica « sceglie il
parroco», come dice l’informazione delle associazioni anticoncordatarie.
COME SARANNO IMPIEGATI
I FONDI?
Gli impieghi possibili sono diversi, a seconda dei destinatari.
Secondo le leggi i fondi saranno destinati:
— dallo stato, per scopi di interesse sociale o di carattere
umanitario a, diretta gestione statale;
— dalla Chiesa cattolica, per
scopi di carattere religioso o caritativo a diretta gestione della
Chiesa cattolica;
— dall’Unione italiana delle
chiese cristiane avventiste del 7”
giorno, per interventi sociali e
umanitari anche a favore di paesi del terzo mondo;
— dalle Assemblee di Dio in
Italia, per interventi sociali ed
umanitari anche a favore di paesi del terzo mondo.
La scelta impossibile
Lo scorso anno alcuni membri
di una chiesa non ammessa alla
scelta dell’8 per mille, pur firmando per lo stato, hanno chiesto con una lettera inserita nella
dichiarazione dei redditi la devoluzione della loro parte dell’8 per
mille alla chiesa di cui sono partecipi.
Il ministro delle Finanze, con
la risoluzione 12/l()/’90, ha respinto tali istanze osservando che :
— la scelta dei cittadini-contri
pagina a cura di
Giorgio Gardiol
buenti non riguarda la devoluzione della propria quota dell’otto
per mille, risultante dalla dichiarazione individuale, bensì è effettuata con riferimento alla globalità della quota stessa;
____la scelta dei cittadini-contribuenti nei riguardi dei soggetti
che le leggi hanno ammesso alla
devoluzione della quota dell otto
per mille (lo stato e le tre confessioni religiose sopra citate) va
considerata esaustiva; pertanto
il singolo cittadino-contribuente
non può pretendere una devoluzione specifica, rapportata all’im
LA FIRMA
Come si sceglie
Per esprimere la scelta a favore di una delle quattro istituzioni
beneficiarie della quota dell’S per
mille il contribuente deve apporre la propria firma nel riquadro
corrispondente ad una di dette
istituzioni. La scelta può essere
fatta per una, ed una soltanto,
delle istituzioni beneficiarie.
In caso di dichiarazione congiunta, anche il coniuge può (e
deve) esprimere la propria scelta, utilizzando la scheda relativa
al coniuge dichiarante, mentre
l’altro utilizzerà il modello relativo al dichiarante. Ad esempio
uno firmerà il mod. 740 nella parte relativa al dichiarante e l’altro
nella parte relativa al coniuge
dichiarante.
La mancanza della firma in
uno dei quattro riquadri previsti
costituisce scelta non espressa.
Anche l’apposizione di una crocetta o di un altro segno al
posto della firma costituisce scelta non espressa.
Possono operare la scelta:
— coloro che sono obbligati
alla presentazione del modello
740;
— i lavoratori dipendenti che
presentano solo il mod. 101: in
questo caso l’espressione della
scelta va fatta apponendo la firma nell’apposito riquadro del
mod. 101;
— i pensionati con il solo modello 201 e un imponibile superiore a 7.138.000 lire: anche in questo caso occorre apporre la propria firma neH'apposito riquadro
del mod. 201. Inoltre occorre
completare il modello con i propri dati anagrafici e il codice
fiscale (se l’ente pensionistico
non li ha indicati), compilare la
seconda copia del modello e consegnare tutte e due le copie al
Comune di residenza o inviarle
per posta al competente ufficio
finanziario. Poiché non c’è obbligo per i soli titolari di pensione
di presentare il mod. 201, chi
vuol compiere la scelta deve consegnarlo al Comune o agli uffici
finanziari. I pensionati con reddito inferiore a 7.138.000 lire non
possono compiere la scelta perché in ogni caso risultano esonerati da ogni adempimento fiscale.
Chi non firma nel riquadro
rinuncia al suo diritto di scegliere, con la conseguenza che si
rimette alla volontà di chi invece
ha effettuato la scelta.
CHIESE VALDESI E METODISTE
Manca la casella
posta da lui pagata, in relazione
alla scelta espressa, ma deve limitarsi a esprimere la propria
preferenza (o a non esprimerla,
essendo fatto salvo il diritto di
non scegliere) secondo le modalità previste dalle leggi (risoluzione ministeriale 4 settembre 1990,
protocollo n. 8/1283, Direzione
generale delle imposte dirette).
In altre parole il ministero ha
affermato che la scelta dell’8 per
mille equivale ad una preferenza
e che per ottenere il diritto a scegliere occorre una legge dello
stato.
Sui modelli 740, 101, 201 non
c’è la possibilità di scegliere le
Chiese valdesi e metodiste quali
destinatarie di una quota dell’8
per mille.
All’atto della stipula dell’Intesa
con lo stato (divenuta legge
449/84) le nostre chiese non hanno chiesto questa possibilità. Lo
hanno fatto per una scelta consapevole di libertà: infatti le nostre
chiese pensano che il finanziamento delle attività ecclesiastiche debba avvenire attraverso il
libero contributo dei loro membri. Solo una contribuzione personale di ciascun aderente deve
garantire il sostegno alla chiesa.
Quando un odg della Camera
dei deputati ha chiesto al governo di offrire la possibilità di
estendere a tutte le chiese la
deducibilità dal reddito tassabile
delle offerte e la possibilità di
partecipare alla ripartizione dell’8 per mille dell’Irpef, sì è aperta una discussione nelle chiese
che dura tutt’ora.
Tra le conclusioni raggiunte
dal Sinodo vi è quella di accettare la deducibilità delle offerte
fino a due milioni di lire l’anno
(la cosiddetta defiscalizzazione),
mentre è tuttora aperta la discus
sione sull’8 per mille. Il Sinodo
di quest’anno è chiamato a discuterne sulla base del rapporto di
un’apposita commissione. In ogni
caso il Sinodo ha escluso l’eventuale accettazione dell’8 per mille
per scopi interni all’organizzazione ecclesiastica e per il culto.
Se si parteciperà alla ripartizione delT8 per mille, i fondi
saranno utilizz.ati per fini sociali
e di aiuto al terzo mondo. Le
opinioni dei membri di chiesa
sono ancora molto divise sull’opportunità o meno di accettare. Il
Sinodo dell'88 ha stabilito, a maggioranza di un voto, « di non
dover addivenire in questo momento ad una trattativa con lo
stato sulla materia ».
Ma il Sinodo del ’90, su richiesta di alcuni distretti e circuiti,
ha chiesto "un riesame della questione" sulla base dei « nuovi
orientamenti assunti dal Sinodo in materia di finanziamenti
pubblici ». E le chiese stanno
facendo ora questo ’’riesame".
In ogni caso l’eventuale destinazione dell’S per mille (come del
resto quella — già accettata —
della deducibilità delle offerte)
potrà essere fatta solo dopo una
nuova Intesa con lo stato.
8
8 fede e cultura
17 maggio 1991
IN LIBRERIA
« LA NOCE » - 1959-1983
I rapporti stato-chiese Costruire speranza
Un dialogo che ha mosso dagli ordinamenti e non dalla tutela dei
diritti di libertà - Viviamo il pluriconfessionalismo di privilegio
Un’attenta e documentata indagine di Gianni Long’ ci conduce a chiarire luci ed ombre
del sistema pattizio con cui sono trattati nella Costituzione repubblicana i rapporti fra stato
e chiese. Egli parte dalla Costituente e ci mostra, partito per
partito, le singole posizioni e le
motivazioni che le sorreggono:
un paziente lavoro di ricostruzione che passa non solo attraverso gli atti parlamentari ma
che va a scavare anche nei convegni e nelle riviste dei vari
gruppi politici.
Il lavoro di Long può così dimostrare nel dettaglio come il
problema delle relazioni fra staio e confessioni non sia partito (come sarebbe stato più giusto e corretto) dalla salvaguardia dei diritti di libertà del cittadino ma sia stato concepito
sulla base del rapporto fra ordinamenti. La connessione fra i
due modi di approccio (strettamente voluta dai democristiani)
è determinata dall’evidente intento di garantire il rispetto della giovane Repubblica verso la
Chiesa cattolica (Dossetti dirà
esplicitamente che si vuole che
lo stato in futuro non la consideri « alla stregua di qualsiasi società privata»).
Tale impostazione a favore
della chiesa di maggioranza ha
comportato poi un trattamento
simile quando si trattò dei rapporti con gli altri culti, per un
principio se non di uguaglianza
(visto che il riconoscimento dei
Patti lateranensi costituiva un
privilegio irripetibile) almeno di
analogia. Così la libertà fu vista solo in funzione delle reli
gioni organizzate e di fatto la
discussione (e la trattativa) si
svelse più sulla condizione giuridica delle confessioni che non
sul terreno dei diritti del cittadino. La relazione fra chiesa e
stato nella Costituzione non nacque perciò da una corretta nozione di libertà di scelta (che
dunque tuteli il singolo anche
all’interno della singola confessione) ma semmai avvenne il
contrario.
La situazione attuale mostra
con molta chiarezza come l’esercizio di alcuni diritti individuali venga menomato dalla presenza di relazioni fra ordinamenti
fissate in via pattizia. A titolo
di esempio, possiamo vedere
che il diritto di detrazione della liberalità a favore di una confessione religiosa può essere
esercitato solo se lo stesso sia
stato espressamente previsto
nelle Intese stipulate con la confessione stessa (con stato di evidente disparità per i membri di
confessioni che non abbiano Intese con lo stato o le cui Intese non contemplino tale eventualità).
Il vizio d’origine ha fatalmente condizionato tutto l’atteggiamento successivo. Anche il fantomatico disegno governativo
sulla libertà religiosa (che la
stampa quotidiana ha segnalato
essere stato approvato il 14.9.90
dal Consiglio dei ministri, ma
poi risulterebbe disperso e comunque mai presentato in Parlamento) riguarderebbe, se dobbiamo dar credito alle indiscrezioni, in una sua sezione, le confessioni, il loro riconoscimento,
il modo con cui possono stipu
lare le Intese, ecc.: tutte fattispecie che hanno poco a che fare con le libertà dei singoli. Ancora una volta una trattazione
della relazione fra scelte di coscienza dell’individuo e la tutela delle stesse da parte dello
state va a sconfinare e a trovare una sua concreta attuazione in un rapporto fra ordinamenti.
La parziale applicazione dell’art. 8 della Costituzione (le Intese stipulate sono solo quattro!) ha mostrato le paure e
l’inadeguatezza della burocrazia
italiana, assolutamente impreparata al momento: Long denuncia la chiusura dello stato di
fronte a quello che egli chiama
« pluralismo confessionale estremo », ma che è in buona sostanza (piaccia o non piaccia ai
burocrati dei ministeri) il sistema pattizio voluto dalla Costituzione. Di fronte ai rischi
« sembra che lo stato si sia
chiuso in una sorta di ’’pluriconfessionalismo” di privilegio,
cioè accordato a più confessioni (purché in numero limitato...) »: così egli argutamente
scrive. Ben vengano dunque la
ricerca e la denuncia di Long
e la sua avvertenza che l’avere
anteposto nella Costituente « gli
ordinamenti agli individui ha
creato una situazione di favore
per le confessioni »; tanto più
ingiusta quando la situazione di
favore è valida solo per cinque
confessioni.
Franco Scaramuccia
' Gianni LONG, Alle origini dei pluralismo confessionale, Bologna, Il Mulino, 1990, pp. 381, L. 40.000.
NOVITÀ’ CLAUDIANA
L’aquilone suirarmadio
In questo periodo, in cui molto spesso ricevo da scuole, circoli e biblioteche la richiesta di
parlare sul tema « i bambini e
la guerra», la lettura del libro
di Elena Ravazzini Corsani’ mi
è stata particolarmente utile,
confermando l’idea che i bambini possono vivere la guerra in modi molto diversi, a seconda dei vissuti familiari e sociali in cui sono immersi, oltre
che delle loro caratteristiche
particolari; che la guerra può
anche essere per loro un evento maturativo e può rivelare
aspetti della condizione umana
che non sarebbero mai penetrati nella loro esperienza infantile, là dove questa fosse stata
prevalentemente di quieto e protettivo benessere; che infine i
bambini scrutano gli adulti, e
interpretano la realtà della guerra attraverso i messaggi, soprattutto non verbali, i gesti, le
tracce delle emozioni espresse
dagli adulti che li circondano.
Ho letto questo libro con crescente ammirazione per la freschezza e semplicità della scrittura, per la capacità dell’autrice (nella prima parte del libro,
che è rievocativa) di rivestire i
panni della propria infanzia, di
guardare il mondo con gli occhi di allora, di ritrovare il filo
dei pensieri infantili come se
non lo avesse abbandonato mai.
Perché L’aquilone sull’armadio? Perché quando un papà sta
costruendo un aquilone per la
sua bambina, e sente la radio
annunciare qualcosa che a lei è
incomprensibile, e allora si ferma
e i pezzi di aquilone vengono
confinati — per sempre — sopra un armadio, la bambina
sente che la sua infanzia è finita, o che deve finire perché
qualcosa di terribile sta incombendo. Comincia per la bimba
l’avventura della crescita, quell’avventura inevitabile che, in
qualsiasi modo avvenga, deve
produrre uno strappo doloroso
e lacerare le illusioni di onnipotenza del bambino.
Non si può mai diventar grandi « naturalmente ». Da piccoli
si crede, con fiducia, che per diventar grandi basti « andar dietro ai grandi », portando con sé
i propri compagni di gioco e i
propri amici di peluche. Ma
l’aquilone sull’armadio, e Pussi
e l’orsacchiotto rimasti nella casa abbandonata al momento
drammatico dello sfollamento,
sono là a testimoniare che la
crescita è uno strappo, che per
diventare adulti non si può « ingrandirsi » poco alla volta, occorre essere lacerati nei legami
più intimi e segreti con ciò che
si ama e che deve sparire, trasformarsi, diventare irriconoscibile.
E nella seconda parte, quella
del diario di Lauretta ormai
adolescente, tra la fine della
guerra e l’inizio di un nuovo periodo di vita, quando tutto sembra ricomporsi lentamente,
quando sarebbe possibile « ritrovare » il mondo dell’aquilone e
dei vecchi amici, lo sguardo della bimba ormai cresciuta non
ritrova più nulla: come in Gita al faro di Virginia Woolf,
tutto è cambiato, ma soprattutto sono cambiati gli occhi che
cercano e guardano: il loro
cambiamento è più forte di
quello apportato dalla guerra.
L’infanzia se ne è andata, ha
lasciato posto alla giovinezza.
Le trasformazioni di Lauretta,
la sua maturazione, il suo guardarsi attorno nel mondo sconvolto dalla guerra sono descritte con una lievità che riscatta
anche gli episodi più terribili,
conferendo loro uno spessore e
una luminosità particolari. Il
culmine di questa maturazione è
forse il bellissimo episodio del
condannato a morte. La descrizione dello scambio di sguardi
fra l’uomo che dà l’addio alla
vita e la bambina che sta diventando donna è di una intensità passionale, proprio perché
ottenuta con pochissimi tocchi,
pennellate che evocano un pathos con la loro stessa lievità.
E questo mi fa scoprire un altro aspetto interessante del libro: è un libro della «differenza » femminile. E’ giocato in
gran parte sugli sguardi, sui gesti, sul non detto, sulle emozioni che trapelano, sui pensieri
espressi attraverso una ruga, un
suono ambiguo. Ci sono più
« vuoti » che « pieni », e questi
vuoti sono resi con tratti delicati e decisi, che la mente del
lettore riempie delle proprie
emozioni. E’ una scrittura libera, che apre spazi interiori.
Forse il fatto di essere figlia
unica, in un contesto di adulti,
rende il diario di Lauretta così lineare e monotematico: non
cogliamo in queste pagine l’eco
di problemi o conflitti che non
siano legati agli eventi bellici.
Questa linearità però non appare mai un limite riduttivo, ma
piuttosto una forma di essenzialità: e proprio da questa sua
caratteristica il libro trae il suo
fascino di testimonianza attenta e diretta e al tempo stesso
la possibilità di presentarsi come struggente parabola del « diventare grandi».
Rita Gay
Pietro Valdo Panascia
COSTRUIRE
SPERANZA
a CENTRO DIACONALE "LA NOCE"
DI PALERMO H3S9-1983)
Claudiana
E’ appena uscito,- nella ’’Collana della Società di studi evangelici” della Claudiana, il libro
di Pietro Valdo Panascia: Costruire speranza. Il Centro diaconale « La noce » di Palermo (19591983). Dice l’autore, nella prefazione, che si tratta della ’’piccola
storia” del Centro diaconale. In
realtà, si tratta della lunga e
spesso tormentata storia di una
delle più grandi — e anche più
recenti — opere diaconali della
nostra chiesa nel Sud. Una storia
raccontata dal suo fondatore e
principale protagonista, con tutti i limiti ed i rischi di soggettivismo, ma anche con la passione
e la profonda fede di un testimone dell’Evangelo. L’intera vicenda del Centro diaconale di
Palermo, infatti, si può sintetizzare in questa parafrasi dell’apostolo Paolo, sottolineata con insistenza dall’autore: «Guai a me
se non diaconizzo! » (pag. 207).
Questa vocazione alla diaconia
è giunta inaspettatamente, in un
giorno del 1958, da una domanda
de! pastore francese André
Troemé del MIR, che si trovava
a Palermo per partecipare ad un
congresso per la piena occupazione, organizzato da Danilo
Dolci. Da questa domanda (cosa
fa la Chiesa valdese in una situazione come quella di Palermo?)
nasce una convinzione: « Una
predicazione evangelica che prescinda da una situazione cosi
drammatica come quella che si
presentava ogni giorno ai nostri
occhi, finiva con l'essere "come
una nuvola senz’acqua, portata
qua e là dai venti" (Giuda v.
12)» (pag. 28).
Così inizia la lunga storia che
porterà alla creazione del Centro
diaconale, nel quartiere della
Noce, uno dei quartieri più ”a
rischio” di Palermo. Inizia con
la ripresa dell’attività dell’Istituto valdese di via Spezio, quasi
agonizzante, che apre le sue porte ai bambini lasciati a se stessi
de! vicino Borgo Vecchio. L’anno
successivo (1959) l’attività scolastica ed assistenziale si estende
al quartiere della Noce dove la
sig.ra Maria Caruso, emigrata negli Stati Uniti, mette a disposizione i locali. Due anni dopo
giunge a Palermo una delegazione dello HEKS-EPER svizzero,
guidata dal pastore Hellstern,
che si impegna a far sorgere il
Centro diaconale che oggi cono
sciamo. Ma tra questa memorabile visita e rinaugurazione del
Centro trascorrono ben tredici
anni, tempo necessario per superare le innumerevoli difficoltà
poste fra il sogno e la sua realizzazione.
Panascia descrive minuziosamente quegli anni di attesa e di
lotta e tutti gli impiegni che nel
frattempo si impongono: l’intervento a Cortile Cascino, a Sferracavallo, l’iniziativa per il rispetto della vita (manifesto murale fatto affiggere dalla Chiesa
valdese dopo la strage mañosa
di Ciaculli nel ’63), le ripercussioni in Vaticano, la polemica
col cardinale Ruffini che ne
seguì, l’apertura del convitto in
via Angiò, l’intervento a favore
dei terremotati del Belice con
la costruzione del villaggio ’’Speranza” a Vita, la creazione del
CESE (Centro emigrazione siciliana in Europa), la creazione del
Consultorio familiare, l’impegno
socio-politico nel quartiere Noce,
l’intervrento presso l’Ospedale psichiatrico, i contatti internazionali, la creazione della Foresteria
in via Angiò. Infine, il giorno tanto atteso dell’inaugurazione dell’imponente nuovo edificio del
Centro diaconale che da allora
ospita quotidianamente centinaia di ragazzi per i quali, attraverso l’educazione, la formazione
e la testimonianza a Cristo, si
cerca di ’’costruire una speranza”.
L’ultimo capitolo del libro, intitolato "Ha la nostra diaconia
un senso e una ragione di essere?", ripropone il dibattito in
atto nella nostra chiesa sul rapporto tra predicazione e diaconia.
Un dibattito che appunto iniziò
polemicamente in Sicilia, nel ’68,
all'indomani del terremoto, e che
vide contrapposti da un lato le
due grandi opere diaconali di
Palermo e di Riesi e dall’altro
un gruppo di giovani pastori e
laici impegnati nel lavoro di
Adelfia. L’autore evoca con sofferenza questa polemica che si
è protratta per alcuni anni e
che continua ancora oggi, anche
se ha perso i toni accesi di allora.
Oggettivamente, il Centro diaconale di Palermo, così come il
Servizio cristiano di Riesi, rientra nella categoria delle opere
’’pesanti” della diaconia della
nostra chiesa, ma anche i bisogni
del Sud, ai quali cerca di rispondere, sono pesanti. E da quando
l’autore è andato in emeritazione
il Centro diaconale è andato
avanti, rispondendo a nuovi bisogni emergenti: disabili, giovani
ex carcerati, lavoro di quartiere,
polisportiva, ecc... tanto che la
sua funzione di servizio alla
città è ormai unanimemente riconosciuta ed apprezzata. Anche
la sua funzione di testimonianza
a Cristo? Questa è la domanda
che assilla lo stesso Panascia il
quale termina il suo racconto
con queste parole: « Ma la diaconia non può e non deve rimanere
muta con il pretesto che la predicazione è implicita nell’azione »
(pag. 215). Il che ribadisce la centralità del rapporto tra predicazione e azione, che deve caratterizzare ognf opera diaconale
come ogni comunità cristiana.
Jean-Jacques Peyronel
' Elena RAVAZZINI CORSANI, L’aquiIone sull armadio. Guerra, resistenza e
dopoguerra in Piemonte nel . diario »
di una bambina (1939-1948), illustrazioni
di Marma Donini, Torino, Claudiana
1991, L. 16.000.
TORINO — Dal 4 maggio all'8 settembre sarà aperta al pubblico, presso la Palazzina di caccia di Stupinigi
la mostra - San Pietroburgo. Arte di
corte dal Museo dell’Ermitage, 17031825 ».
Sabato 18 maggio — TORINO: La
redazione de • Il foglio » organizza per
le ore 15, al Centro studi B. bongo » (via Le Chiuse 14), un dibattito
su « Coscienza cristiana e coscienza
laica di fronte al ritorno della guerra ». Introducono Giancarlo Zizola e
Marco Revelli.
Giovedì 23 maggio — TORINO:
« Carta '89 », il Comitato per la laicità della scuola e l'ist. Gramsci organizzano un incontro alle ore 21.
presso la Sala del Palazzo Antico Macello di Po (via Pescatore 7). sul tema: « Otto per mille, .scuola, società: per un'opposizione laica al Concordato ». Intervengono Bianca Guidetti Serra, Aldo Ribet, Carlo Ottino.
Marcello Vigli, Gustavo Zagrebelsky.
Giovedì 23 maggio — BARI: Alle
ore 19, nella chiesa di S, Francesco,
incontro di preghiera ecumenica.
9
17 maggio 1991
valli valdesi
BOBBIO PELLICE
PINEROLO
Rinnovata la latteria
Inaugurati i nuovi impianti di caseificazione - Un corso a Oulx per
affinare la tecnica - Verso la collaborazione con altre cooperative
L’attività della Cooperativa del
latte di Bobbio ha vissuto la scorsa settimana un momento importante in occasione dell’inaugurazione dei nuovi impianti di caseificazione e del rinnovo dei locali di lavorazione latte e stagionatura.
Si tratta di un’ulteriore tappa
che dovrebbe consentire alla Cooperativa un rilancio, in particolare rispetto all’attività del caseificio.
Sono oggi una sessantina i soci,
distribuiti sui comuni di Villar
Pellioe, Bobbio Pellice e Torre
Pellice, che conferiscono il latte
avviato alla produzione di formaggio; quasi 390.000 chilogrammi di latte conferiti nel corso del
1990, non molti di meno di quanto accadeva dieci anni fa, sicuramente un quantitativo molto
inferiore al picco raggiunto nel
198.S quando si superarono i
500.000 kg. « L’andamento dei conferimenti non è regolare nell'anno —precisa il presidente della
cooperativa, P. Claudio Michelin
Salomon, —^ i quantitativi di questo periodo, che consentono una
produzione quotidiana di una
ventina di tome, diminuiscono
nel periodo della salita dei pastori agli alpeggi ».
4 fianco delle tradizionali tome
la Cooperativa ha cercato di
diversificare la produzione puntando anche sui prodotti freschi;
« Per qualificare le tecniche dt
produzione — aggiunge Enzo
Negrin, responsabile del servizio
Agricoltura della Comunità Montana— è stata promossa la parlecipazione di alcuni soci ad un
corso per casari presso la stazione alpina di Oulx »; c’è l’intenzio
Nell’inverno del 1953 viene costituita la Cooperativa.
ne di migliorare ancora questo
aspetto.
Ulteriore elemento rilevante è
la possibile collaborazione con altre cooperative operanti in zona;
alla giornata di presentazione
dell’attività, oltre ad amministratori e tecnici, erano presenti
esponenti di molte cooperative
agi'icole, da Angrogna a Prarostino; vista la costante caduta dei
prezzi del latte, una soluzione
consisterebbe nella lavorazione
diretta del prodotto; 1 contatti
per una collaborazione in questo
senso sono avviati, i numerosi
centri di vendita gestiti dalle
stesse cooperative potrebbero
rappresentare un ulteriore elemento per lo sviluppo della commercializzazione.
Piervaldo Rostan
TORRE PELLICE
Concerti
TORRE PELLICE — Sabato 18 maggio, alle ore 21, nel salone opera gioventù di via al Forte, la Badia corale
vai Chisone presenterà un concerto.
Cantavalll
FERRERÒ — Per Cantavalli, sabato
18 maggio alle ore 21, presso il Centro sportivo, il gruppo francese La Chavennée presenterà musiche tipiche del
Bourbonnais.
Incontri
PINEROLO — Sull'obiezione fiscale
alle spese militari e su una proposta
di legge in materia presentata in Parlamento si svolgerà un incontro martedì 21 maggio alle ore 20,45, presso
la sede ARCI in piazza S. Donato 8.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Il Centro culturale organizza per venerdì 17
maggio alle ore 21, presso la sala Albarin, un incontro sul tema; "La legge
142; autonomia; un dato o una conquista?”; intervengono Eugenio Maccari e
Giovanni Ayassot.
Siamo ormai alla III edizione
di ’’Alpinismo in celluloide”, rassegna di film di montagna organizzata dal CAI-UGET vai Pellice,
con la collaborazione del Comune di Torre Pellice, della Comunità montana vai Pellice ’’Spazio
Giovani” e del CAI di Pinerolo.
<' Scopo dell’iniziativa — spiega
Mauro Pons, presidente del CAIUGET vai Pellice — è far conoscere i film presentati al "Filmfestival internazionale montagna
esplorazione avventura’’ di Trento e nello stesso tempo fornire,
attraverso le immagini, un quadro completo di quello che può
essere il cinema di montagna:
spettacolo, documentario, rievocazione storica, racconto. Nel
riproporre l’ormai tradizionale
appuntamento primaverile siamo
stati anche stimolati dalla massiccia presenza di pubblico, in
particolare giovani, delle passate
edizioni: l’anno scorso, malgrado
la concomitanza dei Mondiali di
calcio, c’erano in media 100/150
persone, mentre nell’89 si sono
toccate punte di 250/300 presenze ».
Articolata in 4 serate, ciascuna
^due
zdi Bolla & Benech s.n.c.
ARTICOLI REGALO - CASAI^GHI
ARREDO BAGNO - SERVIZIO AFFILATURA
LISTE NOZZE ~
LUSERNA SAN GIOVANNI
Viale De Amicis. 3
Tel. 0121/90.16.51
Sciolto il
consiglio comunale
Finalmente. La sentenza con
cui il Consiglio di Stato dichiara
decaduto il consiglio comunale,
perché risultato di elezioni falsate dalla presenza di due liste DC,
è stata pubblicata venerdì 10
maggio. La sentenza era stata
pronunciata il 16 febbraio a
Roma.
Si rivoterà ’’entro 90 giorni”,
prolungabili al massimo di altri
90 per far coincidere l’elezione
col primo turno utile. In pratica
si voterà il 30 giugno o in ottobre. A decidere la data sarà il
prefetto.
Sul fronte delle liste in casa
DC Francesco Camusso ha ottenuto l’appoggio del partito per
la sua candidatura a ’’manager”
deirUSSL e per questo — si dice — si ritira dalla competizione. Alcuni intellettuali stanno
tentando di comporre il contrasto tra il PDS e la Lista per l’alternativa proponendo un accordo
elettorale tra il partito e esponenti della lista. DP e Rifondazione comunista, che erano all’interno della lista, stanno elaborando un programma di opposizione per la presentazione elettorale.
Cinema e alpinismo
Tutti gli altri stanno riorganizzando le proprie liste.
Il Comune
e la crisi SKF
VILLAR PEROSA — Gli amministratori comunali hanno
diffuso un documento, inviato a
tutte le autorità di governo sia
locale che nazionale, in cui, di
fronte alle preoccupazioni dei
lavoratori della SKP per l’ulteriore impoverimento dell’occupazione nelle valli, si invitano
tutti gli amministratori locali a
sostenere le iniziative dei cassaintegrati SKF. Dal comune di
Villar parte inoltre un invito
alla Regione e alla Provincia,
nelle persone dei rispettivi assessori al Lavoro, ad « attivare tutte le possibili iniziative
volte ad impedire un ulteriore
depauperamento della situazione occupazionale nelle valli Chisone e Germanasca».
su un tema specifico (sci, i "classici”, roccia e soccorso alpino,
avventura ed esplorazione) la
rassegna ha un programma molto vario: ci sono i film di scuola
francese, che puntano alla sensazione ed allo spettacolo, come
’’Dcscentes”, ma c’è anche la celebrazione musicale e visiva della
vita e della bellezza di un fiume,
il Colorado, accompagnata da
letture drammatiche del diario
del maggiore J. Wesley, primo
esploratore del Gran Canyon
(’’Riyer Song”); c’è pure la vena
comica con ’’L’abominevole uomo delle piste” e ”11 signor Rossi
va a sciare”. Non va dimenticata
la sezione ’’classici” che, come
già lo scorso anno, presenta film
che hanno segnato la storia del
cinema di montagna; quest’anno
è lu, volta di ”Lcs étoiles de
midi , conosciutissimo film a episodi, vincitore di numerosi premi nel ’59.
Da segnalare infine ’’Telcmark
blues , un omaggio alla vecchia
tecnica norvegese di discesa, in
un epoca in cui lo sci vede scmpre più alla ribalta monosci e
surf; ’’Come eravamo”, una serie
di immagini, anche molto spettacolari, del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, chiamato in causa, purtroppo sempre più spesso, pe,r via del crescente numero di incidenti in
montagna; ’’Rio Loco, le torrent
fou”, un capolavoro di regia che
segue la discesa ”a corpo libero”
nelle acque di un torrente dei
Pirenei francesi che, su un dislivello di 1.000 metri, presenta ben
33 cascate.
Tutte le proiezioni avverranno
di venerdì, alle ore 21, presso il
Cinema Trento di Torre Pellice;
la prima, venerdì 17 maggio, sarà
dedicata allo sci.
M. F.
I Verdi: una provìncia montana sul
modello di Trento e Bolzano
TORRE PELLICE — Anche i Verdi hanno detto la loro sulla
-provincia alpina. Anna Segre, capogruppo regionale, ha lamentato
che la discussione regionale veda la proposta come « risulta » della
definizione dell’area metropolitana. I problemi del governo del territorio vanno visti in un’ottica complessiva. I Verdi pertanto faranno una proposta che risponda alle necessità di riorganizzazione territoriale di tutti i comuni. Pensano ad una «provincia montana»
che sia somma di Comunità montane con funzioni paragonabili a
quelle delle provincie autonome di Trento e Bolzano.
Giorgio Gardiol, portavoce regionale, ha insistito sul fatto che
Comuni e Comunità montane non devono sottovalutare la discussione sugli statuti ed in particolare sulle funzioni da attribuire alle Comunità montane. La politica della montagna per molto tempo ancora passerà di li, anche se l’obiettivo dei verdi è quello della provincia montana.
La discarica ’’apre” al Saluzzese.
Un dibattito del PDS sui rifiuti
PINEROLO — Nella discarica del Torrione verranno conferiti
anche i rifiuti di 36 comuni del Saluzzese. Lo ha deciso l’assessore
regionale all’Ambiente, Garino. I Verdi hanno scritto una lettera all’assessore all’Ambiente regionale, ai sindaci interessati, al Commissario prefettizio di Pinerolo e al presidente dell’ACEA affinché nella
gestione della discarica si presti finalmente grande attenzione alla
raccolta differenziata (carta, vetro, plastica) per evitare un rapido
esaurimento della stessa.
Il PDS ha organizzato per mercoledì 22 maggio (ore 21 presso
la sede di corso Torino 18) un dibattito sul ciclo dei rifiuti con Mercedes Bresso e Giovanni Bee.
Club alcolisti in trattamento:
giornata di lavoro e di studio
TORRE PELLICE — Da alcuni mesi in vai Pellice opera il CAT,
club alcolisti in trattamento ; in collaborazione con l’USSL 43 organizza, per sabato 18 maggio alle ore 15, presso la Foresteria valdese,
una giornata di lavoro sui problemi legati all’abuso di alcol. Interverranno, oltre agli amministratori locali, il coordinatore sanitario
deirUSSL 43, Bissone, lo psicologo Bartucci, il presidente del CAT
vai Pellice Nicola, la dottoressa Mirone della Regione Piemonte.
MOBILIFICIO
esposizione e laboratorio :
vìa S. Secondo, 38 • tei. (0121) 201712
(di fronte alla caserma alpini)
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
10
1€ valli valdesi - inchiesta
17 maggio 1991
TRA DIACONIA E ASSISTENZA
QUALI PROSPETTIVE?
Dimensione anziani
Solo, non isolato
La chiesa valdese, in particolare nel distretto delle valli, esprime la sua testimonianza
anche attraverso le opere diaconali: ospedali,
comunità per minori o portatori di handicap,
case per anziani; in quest’ultimo settore sono
stati fatti molti interventi sulle strutture, per
altre opere siamo alla vigilia di decisioni importanti.
E’ stata consolidata la collaborazione con gli
enti locali mediante apposite convenzioni, ma
l’invecchiamento progressivo della popolazione, la presenza di molte persone in condizione
di totale non autosufficienza, comporta un’assistenza sempre più specializzata ed onerosa.
Questa pagina vuole essere un contributo alla
riflessione sulla nostra diaconia.
Verso una nuova organizzazione sociale: il
contributo delle nostre chiese è importante
Nel breve volgere di 15 anni
buona parte delle case di riposo
alle Valli si sono fortemente rinnovate o sono state totalmente
ristrutturate.
L'impegno è stato notevole,
anzitutto in uomini che hanno
operato nei comitati, nelle direzioni, fra il personale, a cui si è
aggiunto un cospicuo apporto di
servizio volontario; in secondo
luogo con mezzi finanziari, con
il contributo sostanzioso di membri delle comunità che hanno
dimostrato così l’attaccamento
alle loro strutture e di amici
esteri che hanno seguito con
passione lo sviluppo della diaconia.
Mentre questo sforzo ingente
non è ancora concluso, ma le
opere sono ormai "a regime”,
vale la pena di capire che cosa
sta succedendo dentro e fuori
queste case nell’ambito della
diaconia della chiesa.
Ogni struttura ha un suo regolamento in cui si prevedono le
norme di accettazione: la precedenza è per chi abita nel territorio su cui essa si colloca. Per
coloro che non sono autosufficienti nelle tre case maggiori si
entra tramite convenzioni stipulate con le USSL di competenza;
gli altri posti per autosufficienti
sono variamente assegnati secondo meccanismi che variano da
una casa all’altra.
Le convenzioni sono in qualche
modo garanzia per l'utente locale, poiché se l’ospjte non riesce
a farsi carico della retta, è l’ente
locale che interviene coprendo
la differenza.
« Non è quindi escluso che
chi ha solo quattrocentomila lire
di pensione possa essere ospitato
nel settore dei non autosuificienti dove la retta supera ormai
i due milioni mensili », ci dice
Giorgio Baret, direttore dell’Asilo
di San Germano. « Diventa invece sempre più problematico rispondere alle esigenze dei mem
bri delle comunità evangeliche
sparse in Italia che chiedono di
essere ospitati per i più diversi
motivi — aggiunge Adelio Cuccureddu, direttore del Rifugio re
Carlo Alberto —; anzitutto perché vi è tutta una serie di procedure che devono essere preventivamente messe in moto per
alleviare le spese e che necessitano di tempi tecnici che male
si adattano alle urgenze dei casi
(per esempio l’assegno di accompagnamento che lo stato eroga a
chi non è autosufficiente) ».
E in caso di mancato impegno
da parte dell’ente pubblico, sarebbero in grado le nostre comunità di farsi carico del completamento di una o più rette come
segno di solidarietà verso altri
fratelli?
« E’ un problema molto aperto;
una cosa è certa, bastano alcune
rette pagate saltuariamente o con
ritardo per formare subito dei
deficit dell’ordine di decine di
milioni, poi praticamente impossibili da colmare ».
D’altra parte gli standard regionali a cui le case della Chiesa
valdese dovrebbero adeguarsi
avendo richiesto il riconoscimento come residenze sanitarie assistenziali (RSA — pochi anni fa
venivano designate come case
protette) sono molto pesanti; in
fondo prevedono l’analogo tipo
di organico di quello che era il
servizio presso le infermerie negli anni ’70, che ora sono state
trasformate negli ospedali di Pomaretto e Torre Pellice. Le RSA
dovrebbero avere un buon numero di infermieri ed anche la direzione sanitaria affidata ad un
medico interno.
Secondo Livio Gobello, direttore dell’Asilo di S. Giovanni, « se
questi orientamenti che derivano da una ipotesi a livello nazionale verranno imposti senza una
certa flessibilità, nel giro di breve tempo solamente la parte relativa alla quota sanitaria potrebbe
giungere alle ottantamila lire al
giorno. Bisognerebbe quindi arrivare al riconoscimento individuale della quota sanitaria su tutto
il territorio nazionale. Chi è
nella comprovata necessità di riceverla dovrebbe essere assistito
dalla propria USSL anche se ricoverato in un’area diversa dalla
zona in cui ha vissuto. Attualmente le USSL, dibattendosi in
ristrettezze economiche, provvedono quando possono e solo per
i propri residenti e all’interno
del numero di posti convenzionati ».
In questo quadro è mutato
anche nel giro di brevi anni il
tipo di utente. Mentre un tempo
in molti hanno trovato nelle case
di riposo una nuova dimensione
comunitaria in cui vivere il proprio essere anziani, ora si ricorre agli Asili quando lo stato di
dipendenza dall’esterno, anche
per lo svolgimento delle semplici operazioni della cura quotidiana, diventa un intoppo insormontabile.
« Negli ultimi giorni di aprile
all’Ospedale civile di Pinerolo vi
sono stati ben sette casi di persone anziane delle Valli che sono
state ricoverate per la rottura
del femore — ci dice Vera Long,
che con un gruppo di persone
della comunità di Pinerolo visita
regolarmente gli ammalati presso gli ospedali —; è impensabile
per loro il ritorno a casa quando
saranno dimessi dall ospedale,
perché vivono soli. Per essi, come
per altre persone, ci vorrebbe un
ricovero temporaneo ma la struttura per questo tipo di esigenza
non c’è... ».
Attualmente in vai Pellice i
posti convenzionati con l’USSL
43 sono 142, cosi suddivisi: 55
all’Asilo valdese di S. Giovanni,
45 alla Pro senectute di Luserna,
42 al Rifugio re Carlo Alberto.
Però le esigenze emerse sono lievitate enormemente: a partire
da 20 per.sone in lista d’attesa
alla fine del novembre ’90, segnalate dal servizio sociale, si è pa.ssati a metà aprile ’91 a 40 persone.
Questa domanda saturerebbe
già ora la disponibilità di posti
in convenzione che verrà a crearsi terminata la ristrutturazione
in conso della Casa S. Giu-seppe
di Torre Pellice e quella della
Casa Barbero di Bibiana di cui
si sta discutendo il progetto.
Nelle valli Chisone e Germanasca i posti convenzionati con
l’USSL 42 sono 55, tutti presso
l’Asilo di San Germano. Le reali
necessità, secondo le stime dell’ufficio di assistenza sociale, ammonterebbero in totale a 75 posti.
Il mutato quadro generale delle condizioni sociali, che ha portato aH’allungamento della vita
media, ripropone anche in termini inediti il problema dell’assistenza alla terza età.
Secondo Livio Gobello, direttore dell’Asilo valdese di Lusema
San Giovanni, « gli standard raggiunti dai nostri Asili, che entro
breve tempo saranno codificati
dalla Regione in quanto ritenuti
adeguati alle esigenze, non saranno più l’espressione della diaconia delle comunità evangeliche,
ma saranno il f rutto di una organizzazione sociale di tipo avanzato che le nostre chiese hanno
contribuito a raggiungere».
Secondo questa linea, questo
tipo di diaconia legato alle strutture sta raggiungendo il suo apice e quindi proseguirà il suo
cammino basandosi su un’organizzazione senza la quale i meccanismi ormai complessi non potrebbero funzionare. E’ impensabile che si ritorni indietro, un
certo livello e coordinamento dei
servizi non può essere abbandonato nel futuro e in un futuro in
cui l’anziano è sempre più lon
gevo.
Dall’intervista alla responsabi
LTNTERVENTO DELL’ENTE PUBBLICO
Una rete di servizi
Il tipo di intervento da parte dell’ente pubblico ci viene Illustrato dalla signora Mariena
Gaietti Scassellatì, coordinatrice
sociale dell’USSL 43 - Val PeUice.
« Nei operiamo in una valle
atipica, in cui le persone oltre
i 65 anni hanno raggiunto il
21% della popolazione (su una
media nazionale del 16%). Vi
sono delle ragioni storiche che
spiegano questo polo di attrazione che la valle esercita, ma
questo non dice tutte sull’aumento delle situazioni di non autosufficienza e quindi sull’esigenza di assistenza più continuativa (che spesso significa ricovero in presidio residenziale), a
cui stiamo assistendo in questi
ultimi mesi. L’obiettivo primario
è sempre di mantenere a domicilio l’anziano nelle condizioni di
massima autonomia possibile. I
bisogni dell’anziano sono molti
ed articolati, la salute stessa è
fatta dalla combinazione di molte cose e non solo da problemi medici. Bisogna quindi fare
dei progetti molto articolati e
flessibili, attrezzare il territorio
con una rete di servizi e soprattutto di risorse integrate, di opportunità per cui ogni persona
possa trovare delle risposte ai
suoi bisogni ed una reale possibilità di scelta correlata alle
diversità di ogni persona e situazione. La proposta quindi è
di integrare le risorse pubbliche
e quelle private».
Come operate praticamente
quando viene segnalato un caso
alle assistenti sociali?
gendo ma purtroppo con forze
ridotte nei confronti delle reali
necessità. Questo è un settore
in cui anche l’integrazione ed il
complemento delle forze sensibili delle comunità religiose e del
volontariato sono essenziali per
alimentare una rete di rapporti
utili all’anziano per recuperare
in primis la persona come risorsa rispetto a se stessa ».
le dei servizi sociali dell’USSL 43
emerge un’esigenza che si è fatta
sempre più acuta e pressarite
negli ultimi tempi, la necessità
di un’integrazione intelligente
fra le risorse.
Alla gradualità nella perdita di
autonomia, dovrebbe corrispon
dere una gradualità nella situazione di protezione. Dall’intervento domiciliare o del Centro di
incontro al distretto di base, dal
pensionato per persone anziane,
ai foyer, alle piccole case di riposo sino alle residenze sanitarie
assistenziali (RSA).
Quali problemi vede in questo particolare momento in cui
il governo, nel tentativo di risanamento della spesa pubblica,
sta operando dei tagli?
« Mancando ancora una legge
quadro nazionale sull’assistenza
(per questo siamo ancora fermi
alla legge Crispi del 1890!) non
vi è un fondo nazionale a disposizione con relativa pianta
organica per il settore assistenza. Le risorse diminuiscono e
siamo in seria difficoltà a mantenere resistente. Ribadisco comunque che dovremmo potenziare al massimo i servizi domiciliari. Non vorrei che si dicesse: per l’area socio-assistenziale siamo in crisi e quindi potenziamo il ricovero che grava
anzitutto sul settore sanitario.
Anche quella è spesa pubblica!
Occorre disporre di risorse economiche sufficienti per mantenere la persona in difficoltà a casa sua (che significa storia, affetti, mantenimento di identità)
il più possibile, perché spesso
’’casa significa più salute”. Certo, quando le condizioni psicofisiche non sono di totale non
autosufficienza e mancano gli
adeguati supporti ».
A questa pluralità di iniziative
dovrebbe corrispondere un ampliarsi della responsabilizzazione
del singolo, della comunità sociale e religiosa, delle associazioni
di volontariato che già operano
in alcuni settori, della diaconia
della chiesa.
Si evidenzia quindi altro spazio non delegabile ad altri, ma
da coprire in proprio, caratteristico della comunità dei credenti
a supporto ed a complemento di
tutte le iniziative dentro e fuori
degli opedali e istituti.
Dall’ascolto di chi è rimasto
solo, ed ha bisogno di non rimanere isolato, dal risolvere una
pratica burocratica per chi incomincia ad avere dei problemi di
deambulazione, all’aiutare chi ne
ha bisogno presso una casa di
riposo o ad imboccare chi è in
ospedale: le necessità sono tante
ed in fondo sempre quelle a
cui per tanti anni le diaconesse
hanno risposto con una presenza
continua e discreta e senza limiti
di orario.
Abbiamo quindi per gli anni a
venire di fronte a noi una sfida.
Sapremo ritrovare airintemo
delle comunità un modo di rispondere in prima persona, in
forme forse ancora da definire
ma più adatte alla mutata situazione sociale, esprimendo un servizio reale al fratello o alla sorella che ci sono accanto?
pagina a cura eli
Adriano Longo
« Se la persona ha anche bisogno di cure sanitarie, facciamo un progetto che comprenda l’integrazione con l’area della sanità, precisando obiettivi, tipi di intervento (di base o specialistico), momenti di verifica,
integrando il servizio domiciliare socio-assistenziale con quello
sanitario. Se invece si tratta di
persona sola a cui manca un
supporto a livello familiare e
che teme la solitudine, cerchiamo di attivare e potenziare le
naturali risorse, amici, conoscenti, ed il servizio domiciliare, che
da circa 20 anni stiamo svol
i
11
17 maggio 1991
lettere
11
LA LETTERA
E LO SPIRITO
Sono pienamente d'accordo con la
signora Costabel sulla risposta da lei
fornita a proposito dell'aldilà.
Ben più importante infatti è occuparsi di coloro che in questo mondo
soffrono e hanno bisogno del nostro
aiuto.
L'obiezione dell'assemblea di Testimonianza evangelica valdese, appoggiata da alcune citazioni della Scrittura, si ferma evidentemente alla lettera e non allo spirito delle stesse.
La carità verso il prossimo infatti
rientra proprio nelle • cose di sopra ■>
di cui parla l'apostolo Paolo, a meno
che per « cose di sopra » s'intendano le oziose (e ridicole) discussioni
di angelologia della teologia medievale, assolutamente estranee allo spirito protestante.
Maria Isabella Weber Arnoulet, Milano
UN’OPERA
NECESSARIA
Carissimi fratelli e sorelle membri
delle chiese sparse nelle varie città
e paesi d'Italia dal Nord al Sud,
il mio pensiero è sia per quanti
conosco e sia per i molti che non
conosco ma spiritualmente facenti parte della stessa famiglia, guidati dallo
stesso Padre che ci ha generati e
che ci ha redenti in Cristo Gesù.
Non penso che questo sia un preambolo inutile perché la fede ci accomuna e ci fa riflettere e ragionare
collettivamente circa la vita spirituale, di evangelizzazione e di opere che
tutti siamo chiamati a sostenere. La
fede viene corroborata dalle opere, cosi come le opere senza fede sono
nulla. Questo mio ragionamento è pure una riflessione circa i nostri atteggiamenti e le nostre partecipazioni tangibili onde far crescere l'opera
del Signore.
Abbiamo avuto nel passato degli
esempi di fede operante che ci hanno lasciato dei valori anche materia
II che oggi dobbiamo impegnarci a
non distruggere. Forse che la fede
dei <■ padri » era diversa da quella
che dovremmo avere noi oggi ancora? Sono disorientata che oggigiorno
sempre più mancano i mezzi per mantenere efficienti le nostre opere. Forse primeggia l'egoismo, l'indifferenza,
la mancanza di responsabilità singola
e collettiva? Espongo questi punti interrogativi dopo le mie personali riflessioni e permettetemi che rilanci
il pensiero, che mi rattrista, relativo
a Villa Olanda. E' un periodo che tutto tace a tal proposito, anche se c'è
un comitato che aspetta una risposta
tangibile di tutti i credenti.
Il tempo corre veloce e solo più
quattro mesi ci separano dal Sinodo
che dovrebbe definire la sorte di Villa Olanda, lo desidero domandare a
tutti, alle Valli e fuori delle Valli,
perché è una opera che un domani
potrebbe servire anche a chi oggi risiede al Sud o in Sicilia. Come noi
collaboriamo per le opere del Sud, così deve essere per quelle dei Nord
o del Centro. Facciamo una riflessione su quanto lo stato è assente per
le necessità degli anziani, in particolare per gli anziani soli. Facciamo una
riflessione se è giusto, per una struttura che ha la necessità di qualche
lavoro di miglioria ambientale ed è
a tutt'oggi attiva, disfarsene mettendo sul >■ marciapiede » gli attuali ospiti e quanti un domani avrebbero bisogno di bussare a quella porta.
Facciamo tutti un esame di fedé' e
incentiviamo le offerte per arrivare a
coprire i lavori necessari. Non è forse soddisfacente rinunciare a qualche vizio, magari dannoso come il fumo, qualche gita non proprio necessaria, qualche spesa voluttuaria, per
questo scopo importante?
Non disprezziamo le poche opere
che abbiamo, ma facciamone tesoro
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
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valdo Rostan.
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(vicepresidente). Paolo Gay, Marco Malan, Franco Rivoira (membri).
Registro nazionale della stampa: n. 00961 voi. 10 foglio 481_____________
Il n. 19/'91 è stato consegnato
delle valli valdesi il 9 maggio 1991.
i Uffici postali di Torino e a quelli
per l'oggi e per il domani. E' un dovere di tutti i credenti. Siamo responsabili davanti al Signore di ogni
cosa.
Non so se mi sono espressa in
modo sufficientemente chiaro, ma a
buon intenditor poche parole.
Fraternamente in Cristo.
Eunice Biglione, Genova
Hanno collaborato a questo numero: Ivana Costabel,
Antonio Kovacs, Vera Long. Luigi Marchetti, Teofilo Pons, Anna Ribet,
Sergio Ribet, Ludwig Schneider.
GUSDATO DAL
PREGIUDIZIO...
Caro Direttore,
mesi fa scrissi un breve pezzo per
" Val Pelis », bimestrale di cultura e
informazione locale che ospita anche
scritti di esponenti della Lega Nord,
di cui però non è l'organo. Si trattava di speranze per l'anno nuovo
in valle: mantenimento di treno e
USSL, imposte comunali meno alte a
Luserna, meno vasi in strada a Torre, bambini extracomunitarì a scuola
anziché sfruttati per le strade, le loro madri meno segregate. Poiché tempo e spazio non consentirono la pubblicazione a gennaio, le « speranze
per il '91» sono uscite ad aprile diventando «preghiera » alle autorità competenti. Che queste fossero le destinatarie era, mi pare, evidente dalle
cose richieste.
Nella stessa pagina, dell'insieme
della quale non sono « il responsabile » (la mia firma è infatti in fondo
al mio unico pezzo), era riportata da
un altro periodico (come indicato) una
preghiera chiaramente finta, dal contenuto satirico e di una satira ben più
blanda, per intenderci, del Forattini che
compare ogni giorno su ,« Repubblica »,
per non parlare del « Cuore » de
« l'Unità ». La mia personale sensibilità mi avrebbe sconsigliato di far satira in forma di vera preghiera, ma
non tutti sentono allo stesso modo e
del resto il. ricovero di un familiare
mi ha impedito di vedere le bozze
ed evitare, a scanso di equivoci, l'accostamento. Chiedo comunque scusa
se tutto ciò può aver offeso qualcuno: non era certo intenzione né mia
né di altri.
Dall'articolo « La Bibbia e la Lega »
mi pare tuttavia che il past. L. Deodato abbia letto quella pagina guidato
più dal pregiudizio che dal desiderio
di capire l'opinione altrui. Ad esempio, scrivere che nella mia . preghiera » di tener più basse tasse e imposte a Luserna e di non aumentare
i vasi nelle strade di Torre « c'è livore verso le amministrazioni » è una
forzatura così strampalata da evitarmi
I indignazione che altrimenti meriterebbe l'accusa di razzismo, su nulla fondata, che II slg. Deodato mi lancia:
respingerla totalmente è più che sufficiente. Venga a trovarmi, o venga
alla redazione di «Val Pelis» (sarà
il benvenuto) e si ricrederà. Il dialogo dovrebbe, credo, venire prima e se
possibile al posto dell'attacco polemico pubblico. E se in futuro « Val Pelis » sarà estremamente cauto nell'uso
della parola « preghiera », vorrei che
il past. Deodato lo fosse altrettanto
prima di dare del blasfemo e razzista a qualcuno (qualunque sia l'origine del suo cognome), o del rozzo,
sciocco e demagogico a ciò che scrive sul settimanale della Chiesa.
Cordialmente.
Lucio Malan, Luserna S. Giovanni
LE TESI
SUL PLURALISMO
Le tesi e la loro introduzione peccano dì laconicità. Perché non dire
pane al pane e vino al vino? Per
esempio, tutti gli accenni alla chiara svolta del Vaticano che si ripromette di egemonizzare l'Europa e il
mondo sono regolarmente espressi in
un modo più o meno velato: « il progetto strategico della guida dei popoli
da parte di una chiesa fortemente gerarchizzata »; « qualsiasi supremazia o
egemonia di una religione o di una
chiesa sulle altre religioni o chiese »
(tesi 4); « l'ossequio ad un solo magistero in materia religiosa » (tesi 7).
Eccesso di diplomazia, oppure certe
remore imposte da un ecumenismo male inteso?
Ma c'è dell'altro, che riguarda in
particolare l'annoso problema . polìtica-fede ». Anche qui, perché non parlar chiaro? Quando nell'introduzione sì
fa riferimento al fatto che « anche in
ambienti della sinistra italiana si guarda alle grandi istituzioni ecclesiastiche
come ad ultimi ricettacoli di valori »,
oppure, come nella tesi 7, si sollecita a rifiutare « in politica... i percorsi a senso unico », io ci vedo una
chiara sconfessione di post-comunisti
(ma purtroppo anche di socialisti) i
quali, a seguito delle ideologie tramontate, si rifugiano apertamente sotto l'ombrello papale. Se è vero che
« nella storia si sono manifestati tipi
diversi di cristianesimo » (tesi 3), allora il ricorso, fatto da qualche vecchio comunista, alle esperienze comunitarie della prima chiesa di Gerusalemme ha per me più valore, sia pure emotivamente parlando, del piegarsi davanti al papa polacco.
Per conto mio, avrei aggiunto una
10" tesi sul compito della Chiesa cristiana: non è forse quello — almeno nella nostra tradizione luterano-riformata — di vigilare sullo Stato, di
esserne la sentinella?
Giovanni Gönnet, Roma
TV ’’VATICANA”?
Egregio Direttore,
a Bruxelles riceviamo via cavo le
TV di tutti i paesi circostanti (tre
olandesi, tre tedesche, tre francesi,
due inglesi, una lussemburghese) più
i vari canali belgi, fiamminghi e francofoni, più una spagnola, più RAI 1.
Siamo quindi nella situazione privilegiata di poter continuamente far paragoni. a patto di parlare diverse lingue.
RA! 1, democristiana, sembra l'emittente vaticana, non passa quasi giorno senza che vi compaia il papa (il
che non avviene nemmeno nella cattolicissima TV spagnola). Ed ecco che,
deceduto Graham Greene, si scomoda nientemeno che Carlo Bo per fargli dire ohe Greene si era fatto cattolico perché ciò rispondeva meglio
al suo temperamento ed altre inesattezze sulla sua « teologia » . Altre
emittenti — specie inglesi — hanno
detto che si convertì per poter sposare sua moglie (in omaggio alla larghezza di vedute tutta cattolica) ma
che non era mai stato praticante e
che, essendo sempre stato dalla parte del più debole (mentre la chiesa
di Roma è sempre stata dalla parte
dei potenti, fascismo incluso), la sua
« teologia » era assai prossima a quella detta « della liberazione » che, com'è noto, corrisponde perfettamente
all'insegnamento cattolico.
Ecco come- la RAI vaticana imbottisce il cervello della massa dei telespettatori che non ha modo di far
paragoni. Mi è capitato di sentirmi
dire con ironia, da amici belgi che
guardano la RAI, che « la repubblica
democristiana sta diventando repubblica papista »!
Massimo Pulejo, Bruxelles
Precisazione
ISél resoconto della Festa delle corali che si è svolta ad Agape il 5 maggio non è stato citato il laboratorio di
canto tradizionale, diretto da Luciano
Micol. Ci scusiamo con i lettori.
RINGRAZIAMENTO
(( Io ho cercato l’Eterno ed egli
m’ha risposto e m’ha liberato
da tutti i miei spaventi ».
(Salmo 34: 4)
I familiari della cara
Enrichetta Peyronel
ved. Sappé
profondamente commossi, ringraziano
tutti coloro che hanno voluto prendere parte al loro dolore.
Un grazie particolare al doli. Broue,
ai pastori Tom Noffke, Ruben Vinti e
signora, alla signora Risi e ai vicini di
casa di Pramollo e Pinerolo.
Pramollo, 4 maggio 1991.
RINGRAZIAMENTO
« Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi animo, io ho vinto
il mondo ».
(Giov. 16: 33)
La moglie e i familiari del caro
Vitale Jahier
con profonda riconoscenza ringraziano
parenti, amici e conoscenti che hanno
preso parte al loro dolore. Un grazio particolare ai dott. Rol e Camana,
alle signore Irene Collet, Ida Gardiol,
Lina Long, Juliemne Pascal e Ginetta
Tron per l’aiuto e le cure prestate.
Pomaretto, 6 maggio 1991.
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libri, giornali, riviste,
locandine e manifesti,
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RINGRAZIAMENTO
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho
serbata la fede ».
(2 Timoteo 4: 7)
Orazio e Emanuele annunciano che
è mancata
Ada Negri in Cessina
Si ringraziano in modo particolare il
dott. Enrico Genesi, il dott. Fabrizio
Malan, il pastore Bellion e tutte le persone che l’hanno seguita con affetto.
Luserna S. Giovanni, 9 maggio 1991.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica ;
Notturna, prefestiva, festiva: pres'
so Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 19 MAGGIO 1991
Perosa Argentina: FARMACIA FORNERIS - Via Umberto I - Tel. 81205.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo; Tei. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 19 MAGGIO 1991
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON,
Via Repubblica 22 - Telef. 91328.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice; Telefono 91.996.
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12 villaggio globale
17 maggio 1991
DOPO LA GUERRA NEL GOLFO
«Palestina adesso»: un appello ecumenico
Una sottoscrizione per mantenere l’attività delle scuole cristiane in Cisgiordania - La politica dei « due pesi,
due misure » è stata condannata dalla comunità internazionale, ma nulla è cambiato da parte del governo israeliano
GINEVRA — La Commissione per l’aiuto reciproco e
il servizio delle chiese e
per l'assistenza ai rifugiati
(CESEAR) del Consiglio ecumenico ha lanciato un appello ai suoi "partners” ecumenici per raccogliere un milione e mezzo di dollari in favore della Cisgiordania.
Appelli lanciati precedentemente (neU'ottobre 1988 e
nel febbraio 1990) avevano
permesso di raccogliere
317.517 e 609.931 dollari rispettivamente, meno di
quanto si richiedesse allora,
cioè un milione di dollari.
Secondo la CESEAR l'appello lanciato oggi dovrebbe
permettere di mantenere le
scuole cristiane in Cisgiordania.
Questo appello per 1.5 milioni di dollari viene lanciato
aH’indomam della guerra nel
Golfo, che ha ancora aggra
vato le difficoltà che scuotono la comunità cristiana, tra
cui il mantenimento delle
proprie scuole e la capacità
di assumerne l'onere. Ma i
problemi delle scuole cristiane non sono che la punta
dell'iceberg delle innumerevoli difficoltà a cui deve far
fronte la popolazione palestinese.
Di fronte al tentativo USA
di realizzare una pace fuori
dal quadro dell'ONU, le organizzazioni non governative
hanno lanciato una campagna: ’’Palestina adesso”.
Il Comitato internazionale
di coordinamento delle organizzazioni non governative
(ONG) sul problema della
Palestina (CICP), temendo
un abbandono delle promesse fatte dalla comunità internazionale di cercare dopo la
guerra del Golfo una soluzione al conflitto arabo-israelia
no e alla questione palestinese, lancia una campagna
mondiale di azione delle
ONG presso l’opinione pubblica, il Consiglio di sicurezza e tutti gli stati membro
dell’ONU sul tema "Palestina
adesso”.
Questa campagna combatte il governo israeliano che
non ha per nulla cambiato la
propria posizione, come se la
guerra non avesse avuto luogo e come se la politica dei
"due pesi, due misure” non
fosse stata condannata dalla
comunità intemazionale.
La campagna culminerà
nella settimana tra il 3 e il
9 giugno di quest’anno. Tenterà di fare applicare la risoluzione 242 (nov. ’67) che
richiede il ritiro immediato
delle forze israeliane dai territori occupati da Israele e
di ottenere una riunione di
tutte le parti in causa alla IV
TERRITORI OCCUPATI
Coprifuoco e repressione
Nel periodo della guerra la vita quotidiana dei palestinesi è divenuta sempre più rischiosa: arresti, torture, pestaggi, demolizioni
GINEVRA — Durante la guerra del Golfo e ancora nelle tre
settimane successive, i palestinesi di tutti i territori occupati
dall’esercito israeliano sono stati sottoposti a coprifuoco totale, 24 ore su 24, che ha impedito loro di uscire di casa. Le
notizie su questo periodo di dura prova cominciano a filtrare.
Il bilancio è sconvolgente.
Stando alle notizie che ci sono giunte dal Consiglio delle
Chiese del Medio Oriente
(GEMO) e dal Comitato di coordinamento delle ONG di Gerusalemme, le violazioni dei diritti umani sono state continue
durante il coprifuoco. I dati che
seguono si riferiscono solo al
periodo dal 17 gennaio, data di
imposizione del coprifuoco, al 7
marzo.
Dodici palestinesi sono stati
uccisi da membri della Forza di
difesa israeliana (FDD. Quattro
di loro non avevano neanche 16
anni. Inoltre 5 palestinesi sono
morti per non aver ricevuto cure tempestive. 135 sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco,
616 sono stati curati per i colpi ricevuti da bastoni, e 117 per
ferite provocate da proiettili in
gomma o da ustioni. Nella sola striscia di Gaza, in febbraio,
894 palestinesi sono stati feriti
da membri della FDI. Tutte queste vittime hanno dovuto subire cure mediche. Il 50% delle
ferite sono state causate da colpi; il 40% delle vittime sono
bambini. A titolo comparativo, i
missili Scud spediti dall’Iraq
hanno ucciso direttamente 3
israeliani, mentre 12 persone so
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Da visitare il museo che contiene una interessante documentazione sulle vicende rorengbe del passato.
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no morte per cause indirette. E
tuttavia i media occidentali hanno appena menzionato i morti
nei territori occupati...
Più di 4.800 palestinesi sono
stati arrestati. Fra loro due militanti per la pace: Sari Nusselbeh, professore di filosofìa, e il
dr. Mamdouh Al-akar, urologo.
Entrambi sono stati trattenuti
in detenzione amministrativa.
Nessun capo d’accusa è stato
pronunciato ufficialmente contro
di loro, ed essi non hanno diritto a un processo. Queste due
personalità sono state liberate
solo a hne aprile. 31 case sono
state colpite, alcune demolite,
altre hanno avuto le porte sigillate. 15 locali, fra cui negozi e
fattorie, sono stati distrutti. Più
di 30 are di coltivazioni sono state confiscate e poi distrutte.
Dopo che il coprifuoco è stato
tolto, si è constatato Taumento
dei soprusi, per esempio a Ramallah, dove in un solo giorno
255 persone, il 26 febbraio, si
sono- viste infliggere delle multe.
Lo stesso giorno dei soldati hanno confiscato 70 carri utilizzati a
fini commerciali. A (Serico dei
soldati hanno invaso delle fattorie, alla frontiera con la Giordania e hanno distrutto beni e raccolti.
In generale, affermano Don
Betz, presidente del Comitato internazionale di coordinamento
delle ONG sulla questione palestinese (CICP), e Jean-Marie
Lambert, direttore del CICP,
<< la repressione esercitata contro
i palestinesi nei territori occupati non cessa di aggravarsi ».
D’altra parte le rappresaglie
contro i palestinesi in Kuwait
continuano. Secondo l’Organizzazione araba per i diritti umani, 4.000 palestinesi sarebbero
scomparsi da quando le truppe
irachene hanno evacuato il paese,
210 sono stati giustiziati o torturati a morte e 180 persone, in
maggioranza palestinesi, sono’ attualmente sottoposte a processo.
(SOEPI)
Scene di vita quotidiana in Palestina
Convenzione per la protezione dei palestinesi.
Questa settimana dovrebbe comprendere diverse attività, come per esempio un
programma di manifestazioni o di veglie davanti all’ONU
(a Ginevra e a New York),
e di fronte al Parlamento
europeo e alla Comunità
europea (Strasburgo e Bruxelles), delle giornate di preghiera per le comunità religiose, annunci pubblicitari
su vari giornali, ecc.
(SOEPI)
MIGRAZIONI E DEMOGRAFIA
L'Europa tra immigrazione
e invecchiamento
Se, come prevedono i demografi, la popolazione africana
passerà dagli attuali 557 milioni
di abitanti a 1 miliardo e mezzo nel 2020, mentre quella europea stagnerà intorno ai 500 milioni, è proprio vero che i sistemi di protezione sociale salteranno e l’Europa sarà invasa
da centinaia di milioni di emigranti?
Per trovare una risposta a questo interrogativo la Commissione europea ha consultato deihografl, sociologi ed economisti, la
cui riflessione ha dato vita ad
un rapporto mirato.
In primo luogo gli studiosi rigettano la previsione di un’invasione massiccia proveniente dal
Sud, così come ritengono semplicistica la tesi secondo la quale l’esplosione demografica al
Sud potrebbe compensare l’implosione al Nord. A loro giudi
zio, infatti, l’immigrazione è governata più da meccanismi economici che da meccanismi demografici: i flussi migratori si
intensificano quando il disagio
economico spinge i suoi abitanti a emigrare e, nel contempo,
il Nord offre condizioni economiche favorevoli.
Ciò non vuol dire, a parere
degli estensori del rapporto, che
all’alba del 2000 l’Europa non
dovrà comunque fare i conti con
la pressione demografica che
spinge soprattutto dal Nord Africa. A tale scopo, secondo gli
esperti interpellati dalla Commissione, occorre rivedere la politica dello sviluppo, orientandola maggiormente a riconoscere
le diversità culturali, agendo su
scala locale; oppure ripensando
la politica agricola comune per
consentire il riequilibrio del Sud.
(Aspe)
Per l'istruzione
di un bimbo sudafricano
Molti lettori ricorderanno
r« obiettivo aperto » dedicato
alla questione sudafricana,
apparso sul numero del 22
marzo scorso a firma di Laura Carlodalatri.
Ora questa sorella ci informa che il presidente del
MAIS (Movimento per l’autosviluppo internazionale nella
solidarietà), Vincenzo Curatola, ha preso contatto in Sud
Africa — durante un suo recente viaggio — con l’associazione « Street-Wize of
South Africa », che ha realizzato una casa di accoglienza per bambini soli, ospitandone attualmente 300.
Da quest’incontro, con il
patrocinio del Consiglio ecumenico delle chiese sudafri
cane e con la collaborazione
dell’African National Congress di Bloemfontein, oltre
alla raccolta di fondi ed all’acquisto di generi di prima necessità, è nata un’iniziativa rivolta alla raccolta di
nomi di persone disposte a
contribuire con una cifra
mensile al mantenimento ed
all’istruzione di un bambino,
stabilendo un rapporto, sia
pure epistolare, di conoscenza e di amicizia.
Nel segnalare ai lettori questa iniziativa, precisiamo che
chi è interessato può rivolgersi direttamente, per maggiori informazioni, a: Laura
Carlodalatri, Coordinamento
nazionale contro l'apartheid,
via Cola di Rienzo 162, 00192
Roma.