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ECO
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE FELLICE
(Torino)
DELLE VALLI VALDESI della Chiesa Valdese
Anno XCIV - Nutn. 9 Una copia Lire 4C ABBONAME^ 1 . / ^'co: L. 2.000 per l’interno Spedizione in abbonamento postale I Gruppo | ^^:“¿07^ 2-17557 1 L. 2.800 per l’estero ' . Cambio di indirizzo Lire 50 j Ammin. iuanaian» xorr
INTOLLERANTI
Luca 9: 49-50
Quando i credenti dimenticano la croce diventano orgogliosi, anziché cercare il sacrificio di sé cercano il proprio interesse, e cosi facendo
trasformano la chiesa di Gesù Cristo in una comunità di questo mondo.
E’ quanto ci hanno mostrato i versetti precedenti.
Ma questi uomini orgogliosi sono pure intolleranti; non ammettono
che altri possano pensare e credere come loro, sperare ed amare come loro senza far parte della stessa conmnità. E’ quanto ci dicono i nostri versetti.
Il caso qui illustrato potrebbe essere indicato come l’esempio classico dell’ecumenismo umane, l’ecumenismo di una chiesa orgogliosa che non
segue il Signore sulla via della croce. « Se non sei con noi e come noi ssi
contro di noi; o ci accompagni o taci ».
L’uomo che cacciava i demoni nel nome di Gesù faceva semplicemente quello che i discepoli avrebbero dovuto fare e non seppero fare (si veda cap. 9-12 e 40!), compiva la missione di un discepolo seriamente, onestamente.
Era forse un discepolo a modo suo, e non seguiva Gesù, certo, ma
non è questo che turba la piccola comunità dei discepoli; è il fatto che
non sia con loro, non faccia parte del loro gruppo: non è dei nostri, perciò deve tacere.
E così la comunità dei discepoli che cammina verso la croce senza
capire, che si tormenta nel pensiero del prestigio personale, ci appare già
malata di quella tragica malattia che doveva deturparle il volto nel corso
dei secoli: l’intolleranza.
Una chiesa che non ha capito il sacrificio della croce appena si volge
verso il mondo diventa come i discepoli : sospettosa, poliziesca, autoritaria. Dove sta l’errore? Lo dice chiaramente Gesù : nel pensare che essere con Cristo significhi sempre essere come noi e con noi.
Il punto centrale del problema è essere con Cristo, agire nel suo nome, compiere le sue opere; è questa la cosa fondamentale. Essere nella
stessa comunità, camminando sullo stesso passo, secondo gli stessi concetti è secondario. Se uno non è contro di voi è per voi. Se non è sostanzialmente opposto alla vostra fede ed alla vostra speranza è dei vostri.
Il problema ecumenico oggi è e.-.attamente in questi termini : o è l’ecumenismo dei discepoli : essere tutti uniti nel seguire Cristo nello stesso
modo o è l’ecumenismo di Gesù : essere uniti nella fede e nella carità. Si
potrebbe dire la stessa cosa ponendo il problema così; ecumenismo della chiesa o di Cristo.
Tutti si dicono di Cristo (però) e tutti pretendono essere con Cristo,
dove è la via ecumenica che sia autentica, fedele e non intollerante?
Il discepolo autentico di Gesti, ci hanno detto i versetti -14-45, è 1 uomo che lo accompagna verse» la croce, verso il sacrificio; il solo ecumenismo autentico è quello che nasce nella comunione con Cristo ci dicono
i nostri versetti. Ma comunione con Cristo è comunione di sacrificio, è
comunione nelle opere sue cioè nella sua croce.
I discepoli intolleranti vogliono che tutti siano con loro, come loro.
No, dice Gesù, l’essenziale è che siano con me e per me. Ma con me sulla via della croce.
L’ecumenismo dei discepoli è intollerante perchè vuole che tutti siano
identici nel seguire Gesù ma è anche falso perchè dà una errata immagine
di Gesù : non è l’unione di sacrificio, l’unione verso la croce.
Tutta la Chiesa è oggi tentata dall’ecumenismo di Pietro, Giovanni.
Giacomo, l’ecumenismo dei discepoli. Gesù ci indica ben altra via : essere con Lui, essere suoi nel sacrificio e nell’umiltà.
Giorgio Tourn
RicordancJo il Pastore
Giulio Tron
Il Signore della messe spinge degli
operai nella sua m^se. Poi, quand’essi han compiuto la missione loro affidata nella chiesa militante sulla terra, Ei li chiama ad un altro compito
ancor più elevato, nella Chiesa trionfante nel cielo. Questo, nel dolore della separazione quaggiù, è il grande
conforto, è una grande lieta speranza.
Da un ministerio all’altro. E’ così, che
pensiamo al caro collega Giulio Tron.
Egli nacque il 3 Marzo 1886. Ricordiamo con affetto suo padre, Pietro
Tron, appartenente alla preziosa schiera dei Maestri Evangelisti, ormai
scomparsa. Lo ricordiamo come uomo
modesto ma fedele testimone dell’Evangelo, a Roccapiatta, circondato da
stima e d’affetto da parte di tutti.
L’esempio del padre contribuì certamente alla vacazione pastorale del figlio.
Giulio Tron, dopo la Facoltà di Teologia a Firenze, fu consacrato Pastore nel 1912. Subito dopo, egli parti per
l’Uruguay. Il suo primo campo di la
VOTO fu Tarariras, Ma parecchi gruppi della nostra Colonia del Sud America furono beneficati dalla sua opera
zelante e fedele durante un ministe
rio che durò otto anni. Là egli conobbe quella che divenne la sua degna
consorte, che fu per lui una preziosa
collaboratrice. Noi pensiamo in quest’ora con affettuosa simpatia ai nostri cari fratelli della nostra Colonia
del Sud America, che certamente serbano un ottimo ricordo del loro fedele
conduttore.
Rientrato in Italia, Giulio Tron assunse la direzione della Parrocchia di
Pomarettoi. Io ebbi il privilegio di procedere al suo insediamento in quella
Comunità,‘-inr una -jiermata luminosa
in cui egli fu accolto con molto affetto, il quale non venne mai rneno durante i tre anni del suo Ministerio a
Pomaretto, dal 1921 al 1924. Poi, fu
eletto a Torre Pellice, dove svolse un
lungO' ministerio, di ben ventidue anni, dal 1924 al 1946. Ministerio zelan
te, fedele, con la dovuta assiduità nella cura d’anime, col visitare le fami
glie della Comunità. Gli ultimi anni
furono quelli della Resistenza. Periodo drammatico, durante il quale Giulio Tron svolse un ministerio quanto
mai diffìcile, ma di grandissima efficacia. Egli fu parecchie volte sul punto
di cadere vittima degli invasori. Ma
aflirontò il pericolo con cristiano cola egio. Anni dopo il rimpianto Prof
Attilio Jalla in im suo infiammato db
scorso, ebbe a ricordare l'esempio di
completa dedizione al dovere, nell’ora del maggior pericolo, che seppie d^
re Giulio Tron, infondendo negli animi fiducia nel Signore, cnima e serenità.
Dono Torre Pellice, Bergamo, dal
1946 al 1948. Poi, la sua emeritazione.
Quindi, riposo? No. Giulio Tron era
di quelli rJie considerano la vc^zicne
pastorale non soltanto nei limiti (h
articoli regclamentari ecclesiastici,
i.na per tutta la vita, continuando a
svolgere in qualsiasi modo la loro attività. Così egli fu coadiutore a Torino durante due anni. Poi, tornato in
America per alcuni anni, sostituì spesso i colleghi in varie località. Di ritorno nelle Vaili nostre, egli si rese
ancora utile nella sua antica Parrocchia di Torre Pellice, e ciò in vari modi.
Quanti hanno conosciuto il Pasto
re Giulio Tron serbano certamente di
lui un grato ricordo. Uniti in questo
grato ricordo, uniamoci in una preghiera di ringraziamento al Signore
per aver dato alla Chiesa un così, fedele servitore; e chiediamogli di fecondare nell’animo di molti il seme
fedelmente sparso da colui che il Si
gnore ha ora richiamato a Sè. E pre
ghiamo «il Padrone della messe» di
spingere altri simili operai nella Sua
messe. Giovanni Bertinatti
L^odore doi csttoUci
Al lettore che si accosti a questo romanzo
di Dante Troisi: L odare dei Cattolici, attirato dalla manchette reclamistica : la condizione di uno spretato, consigliamo di far preliminarmente tabula rasa di quanto ha letto
su questo argomento; in modo particolare di
dimenticare anche il cinematografo (« o
spretato » - « Le déjroqué »).
Dante Troisi infatti ci presenta una figura
completamente diversa dallo « spretato » clas
sico, ribelle ad una specifica consacrazione
di vocazione santa ohe lo segue in tutta la sua vita nuova, e — contro tutti e
malgrado tutto — sembra continuare a dare
— col segno specifico della sua consacrazione — un senso anche alla sua rivolta.
Martino — don Martino come la gente
continua a chiamarlo anche e soprattutto
perchè non riesce a dimenticare che egli e
stato per alcuni anni sacerdote stimato per
la sua pietà ed onestà, prima di lasciar 1 ahito per la sua nuova vita, accanto ad una
donna che lo ama — Martino non è un ribelle.
E questo è l’aspetto più interessante di
questo interessante — anche se non del tutto
convincente — romanzo.
Martino è un debole. Per debolezza è entrato in seminario, come tanti altri ragazzi
prima di lui, perchè, in quel povero paese
del Sud, la porta del seminario era un apertum per una vita più comoda e più tranquilla. Poi, « un gradino dopo l’altro mi confermano che il vestito da prete avrebbe nascosta e garantita la mia inettitudine meglio
dell’abito che indosso... ».
Un debole che, quando sopraggiunge la
crisi, ha piena coscienza della sua inettitudine : « Sono come ha detto il sindaco, come
Articoli di legge tradotti
in pagine di vita vissuta
mi vede Vittorio: un mucchio di desideri
sconfitti, di inclinazioni sbagliate... ».
Ed è la storia di quest’uomo debole che,
un giorno, ha avuto il coraggio, trovato nell’amore di Irene, di lasciare l’abito, che ci
viene raccontata. Ex-prete, ma non ex-cattolico. E" un brav’uomo che durante dieci anni, con l’appoggio di un barone locale riesce
a ’vivere una grigia vita di scrivano municipale. Tutti lo sopportano, nel paesello del
Meridione, con indifferenza, finche giunge,
inattesa e, in un certo senso, anche non desiderata la Liberazione.
E questa Liberazione che dovrebbe permettere al nostro Martino un più consapevole impegno nella sua nuova vita laicale
di cattolico, è invece l’inizio della trapdia.
Infatti il Concordato ha un solenne riconoscimento dalla democrazia italiana. Il nuovo
sindaco, democratico e cristiano, deve manifestare la sua riconoscenza per gli aiuti ricevuti, ed ossequio alla legge concordataria.
L’ex prete Martine deve lasciare il suo posto di applicato o scrivano che dir si voglia perchè, come è noto, vi e quel famoso
Lticolo del Concordato che fa deU’ex prete
un... lebbroso, il cui contatto deve esser evitato: non può un ex sacerdote di S. Romana
Chiesa — mater et magistra occupare un
ufficio pubblico.
Martino perde il posto; e all indifferenza
dei compaesani subentra il livido astio che
gradatamente si trasforma in una vera e
propria manifestazione corale che travolge
ogni barriera, insegue la vittima anche nell'intimità familiare. Una precaria intimità,
che rivela tutta la sua fragilità, perchè il sacramento del matrimonio non ha mai potuto, com'è naturale, suggellare 1 unione di
Martino con Irene, dalla quale un figlio è
nato : Luca.
Abbiamo detto : tragedia e manifestazione
corale.
Quest'ultimo aspetto ha ispirato le pagine
migliori di questo romanzo : l’ambiente di
questo grosso borgo meridionale, le sue passioni grige, le piccole manovre dì bassa polìtica, le beghe paesane, i ricatti, la pseudo
religiosità totalitaria, la vita insomma di
questa povera gente che con la Liberazione
ha perso un padrone, per trovarne un altro,
che è poi sempre lo stesso, sono materia viva
e pulsante nelle mani dell’autore.
Non altrettanto ci sembra poter dire della
tragedia di Martino. La rassegnata consapevolezza dell’inettitudine di questo povero ex
prete e scrivano disoccupato non è altrettanto viva. Si ha l’impressione che l’autore, travolto dal grigiore della vicenda e dell’ambiente, abbia dovuto far ricorso ad elementi
estranei per introdurre un’azione, un movi{segue in 2.a pag-)
Messaggio missionario
sul piano ecumenico
I membri della Commissione delle Missioni e dell’Evangelizzazione del Consiglio
ecumenico delle Chiese, riunito a Città del Messico nel dicembre 1963, in rappresentanza delle chiese, dei consigli cristiani e delle società missionarie in tutto il mondo,
inviano questo messaggio ai loro fratelli cristiani in tutto il mondo. Abbiamo studiato
«La missione di Dio e il nostro compito» è la testimonianza che la Chiesa di Gesù
Cristo deve rendere all’Evangelo di Cristo, davanti a tutti gli uomini, senza distinzioni
di razza e di nazionalità, qualunque sia la loro credenza. L’amore che Dio ha per tutti
gli uomini ci spinge a inviare questo messaggio.
1. Il nostro mondo cambia più rapidamente di quanto abbia mai fatto. Nuove
strutture di vita si sviluppano per l’umanità tutta. In questo mutamento rivoluzionario la scienza e la tecnica hanno una parte es.senziale; in due sensi: da un lato una
massa di persone gode di maggiori libertà, di maggiore sicurezza, ha una vita meno
faticosa e più umana; ma si pone d’altro lato un interrogativo grave: la tecnica è al
servizio dell’uomo, oppure è lui a esserle asservito? E’ una questione di vita o di
morte per il mondo.
2. Noi, che conosciamo il Dio della Bibbia, sappiamo che il dominio sempre piu
ampio esercitato dall’uomo sulla natura è un dono di Dio. E’ anche un deposito di
cui dovrà render conto. La signoria di Dio è la sola garante della libertà dell’uomo.
3. Sapendo questo:
a) Affermiamo che questo mondo appturtiene a Dio. L’agitazione stessa della nostra vita presente deriva dalle relazioni dinamiche dell’uomo con il Dio vivente. Gli
uomini possono ignorarlo, ma il fatto resta : Dio è il Signore non soltanto della creazione ma pure della storia. Gli eventi storici della nostra epoca sono nelle mani di
Dio : anche se gli uomini non lo riconoscono come Dio. Nostro dovere è sforzarci instancabilmente di comprendere il mondo ’secolare’ e di discernere la volontà di Dio;
cioè dobbiamo sforzarci di vedere che cosa è in accordo con le sue intenzioni e che
cosa va contro la sua volontà. Ci rallegriamo dunque di tutto quello che può sviluppare la vita, ma affermiamo che l’uomo non è libero se non nel servizio di Dio e che
se rifiuta questo servizio, diverrà schiavo di altre potenze e finirà per distruggere sè
stesso.
b) Affermiamo che il Dio al quale appartiene questo mondo si è rivelato in Gesù
Cristo. Egli, U Capo della Chiesa, è il Signore di tutti. 11 suo nome è al di sopra di
ogni nome. 11 suo amore avvolge l’intera umanità; è morto e risuscitato per tutti gli
uomini e, in conseguenza, possiamo andare incontro a uomini di altra credenza, o
atei, nelTumiltà ma anche nella fiducia, poiché TEvangelo che predichiamo è la storia
di ciò che Dio ha fatto e ancora fa per tutti gli uomini. Tutti hanno il diritto di sa
perlo, e coloro che già lo sanno hanno il dovere di proclamarlo. Nessuno può preten
dere, i cristiani meno di ogni altro, che non ha importanza che cosa gli uomini ere
dono, purché credano in qualche cosa. Il problema essenziale della vita umana è ap
punto di sapere chi è Dio, e lo possiamo sapere soltanto in Gesù Cristo. La testimo
nianza cristiana non riposa su un qualunque sentimento di superiorità da parte dei
cristiani; riposa interamente sull’ordine dato dal Cristo, venuto per tutti gli uomini,
di farLo conoscere a tutti. La missione è la pietra di paragone della fede.
c) Affermiamo che tutti i cristiani sono chiamati a condurre avanti insieme questa missione. Crediamo che sia ora giunto il tempo di impegnarci in un programma
e in un’azione comuni. Le strutture stesse della nostra azione missionaria devono mostrare chiaramente che il Cristo è unico. Le forme attuali delle nostre organizzazioni
missionarie non lo mostrano chiaramente, anzi lo celano. Dobbiamo far fronte alle
grandi conseguenze che la cosa ha nella vita di tutte le chiese.
d) Affermiamo dunque che questo compito missionario è unico e che esige 1 unità. E’ unico perchè l’Evangelo è uno. E’ unico perchè in tutti i paesi le chiese si trovano di fronte ai medesimi compiti fondamentali. E’ unico perchè ogni comunità cristiana nel mondo intero è chiamata a manifestare l’amore di Dio in Cristo, mediante
la testimonianza e il servizio al mondo circostante. Tale compito esige 1 unità poiché
è ubbidienza a un solo Signore e perchè non possiamo portare una testimonianza efficace al mondo secolarizzato o al mondo non-cristiano, se siamo separati gli uni dagli
altri. Abbiamo bisogno dei doni che Dio ha accordati a ogni chiesa per portare la
testimonianza corale della Chiesa tutta.
e) Affermiamo che tutto questo significa inevitabilmente che le frontiere devono
essere superate. La cosa è particolarmente vera per il missionario cristiano che lascia
una cultura e una nazione per andare verso altri popoli di altra cultura, c annunciare
loro TEvangelo di Cristo. Anzi, c’è un numero crescente di uomini e di donne che
partono per un paese straniero, per lavorarvi come cristiani nel commercio, nell industria, al servizio del governo. Si tratta di uno scambio nei due sensi, e tutte queste
persone hanno bisogno di essere sostenute dalla preghiera della loro comunità d’origine. Ma ci sono altre frontiere da superare: la parrocchia cristiana deve prender
coseienza del fatto che Dio la manda nel mondo profano. I cristiani devono partecipare a quest’opera sul luogo del loro lavoro, nella fabbrica e nella scuola, nelle campagne, nella loro lotta per la pace e la giustizia sociale, e nelle relazioni razziali. la
questo compito, devono chiedere la potenza dello Spirito Santo per render testimonianza con le loro parole e con le loro vite, in qualsiasi modo, alla realtà del Dio vi
vente. ......
4. Affermiamo perciò che il movimento missionario impegna i cristiani di tutti
i paesi di tutti e sei i continenti. E’ la testimonianza della Chiesa tutta che porta
tutto TEvangelo al mondo intero. Non vediamo tutte le trasformazioni che questo
rende necessarie, ma camminiamo per fede. L’intenzione di Dio dimora ferma: ricapitolare tutte le cose in Cristo. Con questa speranza ci riconsacriamo alla Sua missione in uno spirito d’unità e nelTumile ubbidienza al nostro Signore vivente.
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pag. 2
N. 9 — 28 febbraio 1964
S’ode a sinistra.
Tempo pronte (mensile di « informazione e discussione » in un suo recente numero — ( direttori Nicola CJhiaromonte e Ignazio Silone) — ospita
una lettera di vm certo Sergio Quinzio ; Lettera da Torre Pellice.
Questo signore — e gli altri che sono venuti — ed è questo che conta,
non vedono nulla perchè non c’è nulla o perchè ncn vogliono vedere nulla? E se qualcosa c’è, ohe cosa fa, il
montanaro valdese per farlo vedere?
Tempo presente è una rivista che,
generalmente, ofire ai suoi lettori studi di notevole levatura ed interesse.
Perciò questa Lettera da Torre Pellice
non può essere ignorata. Essa vuole
essere un documento, una informazione. Sotto questo aspetto, essa ci sembra singolarmente superficiale e ricca
di imprecisioni ed errori non leggeri
il ohe è piuttosto grave per un documento informativo.
Così saremmo curiosi di sapere dove sorge a Torre Pellice « il monumento alla Bibbia, con il grande libro aperto sul leggio ». Cosi, inoltre abbiaino appreso che, nell'alta Vai Pellice,
«i negozi sono pochi e poco forniti
perchè la popolazione riceve molti generi dai correligionari delle comunità
americane ». E l’indagine sociologica
del nostro indagatore continua bonaria e acuta; due qualità che gli permettono di scoprire che il buon montanaro valdese è, sostanzialmente, u’i
babbeo « capace di firmare un foglio
in bianco e di lasciarlo al brigadiere
dei carabinieri perchè stili in sua vece un contratto».
Sul piano dell’informazione storica
il .signor Quinzio ci dà, generoso, un
pizzico di umorismo. Vede nell’adssione dei valdesi alia rivoluzione francese l’ultimo « sussulto di vita », « gli uP
timi palpiti violenti e sccanposti, già
avvelenati dal calcolo e dalla meschinità, con i quali i valdesi risposero,
dopo qualche secolo alla spedizione
punitiva del conte della Trinità e allo
’’Pasque piemontesi” del marchese di
Pianezza ».
Ma forse per il signor Quinzio, entusiasmo ed ingenuità si traducono
su! piano .sociologico con « meschinità ».
Però, tutte queste amenità, sono legate da un filo conduttore: ... «La
realtà è che le comunità valligiane
valdesi ono in piena disgregazione, e
che la Chiesa valdese, 11, è soltanto
una struttura ecclesiastica che si sovrappone a usi e costumi sedimentati
e inerti. C’è solo Torino - Fiat, Ivrea Olivetti, Villar Perosa -, Riv. Il resto è
folclore agonizzante, nel piccolo delle
Valli Valdesi come nel grande del cristianesimo mondiale». Insomma è venuto per vedere, e non ha visto nulla;
è salito fino ad Agape, el ha notato
soltanto « lo studio elegante » e raccolto i pettegolezzi locali sugli agaplni. « Di mezzo millennio di storia ricca e viva resta ormai soltanto il residue folcloristico».
... il troppo noto settimanale II Bergbese con un articolo di un certo Henrj' Fürst: Principessa e fllisleo.
Anche questo signore è un sociologo, prende le mosse dal fidanzamento
della principessa Irene per esporci profonde ed astruse considerazioni sul
fallimento del protestantesimo in genere, di quello olandese in particolare.
Questo signore premette che questo
fidanzamento deve aver turbato il Varcano, agitando' le acque che erano
tranquille. « L’Olanda infatti era sulla
migliore .strada per diventare cattolica col semplice passar del temoo. come del resto anche gli Stati Uniti e
l’Inghilterra; infatti, i cattolici non
limitano artificialmente la prole, ed i
protestanti si ».
Dopo questa profonda interpretazione in sede storica e sociologica, il nostro dotto giornalista affronta il problema sul piano della morale. Con un
umorismo che si trasfigura in grottesco egli dimostra ai suoi lettori che
« senza autorità non si può avere più
una morale collettiva, ma soltanto tante moralità quanti sono gli individui
componenti la Chiesa ». Cioè virtualmente, nessuna moralità, perchè « una
moralità individuale è ima contraddi
zione di termini».
Perciò non vi è salvezza se non nella Chiesa di Roma ; e questo è il « massimo che si possa sperare dal movimento ecumenico»: ima serie di clamorose conversioni di capi, seguite da
numerose conversioni di fedeli.
Anche qui la documentazione è di
prima mano ! « Alcuni ( protestanti )
credono ohe Maria sia la sorella di
Gesù... ».
Con somma acutezza di teologastro
il signor FHirst scrive sempre « chiesa »
(minuscola e virgolette) quando parla
di Chiesa evangelica, e riserva la maiu.
scola alla Chiesa di Roma, anticipando così il tempo — che ha da venire
— nel quale « gli uomini, come Alatìino-, apriranno gli occhi, li strofineranno e si dimanderanno: ’’Dove sono le chiese separate”? »,
Dove siamo?
« Non ti curar di lor... », ripeterà
qualcuno. Dei loro ragionamenti, non
mi curo ; mi cruccia un motivo che
toma insistente : Dov’è la presenza
Evangelica nel mondo di oggi?
L. A. Vaimal
iiiiuiimmitiiiimiiiiiiiiiiiiiiii
cflccm e pesen
Una sottile infallibilità
Sulle lìiformations Catholiques Internationales (1-2-1964) è apparso un articolo del
noto teologo cattolico Hans Kiiung, uno dei
rappresentanti della teologia cattolica più
«progressista»: più «aperta))? in realtà
più rappresentativa del fatto che caratteristica della dottrina cattolica è la capacità di
abbracciare, in una sintesi più o meno armonica, elementi disparati e talvolta opposti; si è parlato di una « nozione cumulativa
della verità » : la dialettica di ogni posizione
umana, qui, non è vista nella prospettiva
del giudìzio di Dio, ma in quella della sintesi superiore — e in fondo sostanzialmente
statica — che la Chiesa romana mater et magistra pretendi poter formulare autorìtativamente. Ecco parte deH’articolo in questione:
« Dopo il secondo Concilio dei Vaticano
(...) ogni interprete del Concilio non dovrebbe mai dimenticare quello che —- poggiandoci su S. Paolo — possiamo chiamare il carattere frammentario delle dichiarazioni dottrinali della Chiosa : « imperfetta — infatti
— è la nostra scienza, imperfetta la nostra
profezia. Quando dunque verrà la perfezione, ciò che è imperfetto sparirà (...). Oggi,
certo, vediamo come in uno specchio, in modo confuso, ma allora vedremo faccia a faccia » (I Cor. 13: 9, 10, 12). Se si prende sul
serio il carattere imperfetto, incompiuto,
enigmatico, parziale, frammentario di tutte
le nostre formulazioni di fede (...) non c’è
da avere alcun timore che i decreti, proprio
a causa della loro imperfezione, che viene
presupposta in partenza, ostacolino il dialogo ecumenico anziché farlo procedere. Il
fatto che, secondo ogni apparenza, il concilio e il papa hanno intenzione di rinunciare
a nuovi dogmi infallibili in favore di 'dichiarazioni* mostra chiaramente che nel secondo concilio del Vaticano ci si è resi conto. meglio che nel Vaticano T, del carattere
frammentario che innegabilmente ha ogni
decreto conciliare.
« Perciò nessuna via che dischiuda grandi
speranze dovrebbe essere ostruita; bisogna
piuttosto lasciare aperte tutte le porte a luci
nuove c a nuovi progressi. E, chissà, verrà
forse il giorno in cui, presa coscienza del
fatto che il termine ’infallibilità’ esprime in
verità il carattere vincolante e non il carat
tere frammentario delle formulazioni della
fede della Chiesa, si troverà una nozione che,
meglio di quella di ’infallibilità’, esprimerà
in modo completo e armonioso sia tale carattere veramente vincolante sia tale carattere profondamente imperfetto, nel loro rispettivo contenuto reale e permanente ».
Evidentemente, aspetteremo invano che
Teresia fondamentale proclamata dal Vaticano I venga confessata apertamente, molto
ufficiosamente, sembra riconoscere che tale
proclamazione era forse stata inopportuna,
e pare non voler ripetere, per ora, quell’errore tattico, nè ribadire quel vincolo che,
giusto in sè, pare oggi tatticamente il meno
adatto ad affermare con la massima efficacia
il magistero ecclesiastico.
Amici cattolici, scusate se siamo un po’
« scarponi », ma diteci: è stato un errore? riconoscetelo! è stato per voi ’giusto'? non
gettate sabbia negli occhi, nè a noi nè a voi
stessi! Vi sentite divisi (dolorosamente, forse) nelle due direzioni? abbiate il coraggio
di rimanere in questa dialettica vivente, se
non sapete decidervi e scegliere, ma non
cercate di formulare voi una sintesi superiore
che tutto abbracci e armonizzi : quelle sintesi sono cose di Dio, e per l’uomo è vertiginoso essere in cima aH'alto monte o al
sommo pinnacolo del tempio.
La radiotrasinilLenle evangelica dì Ad
dis Abeba, « Voce deiU’Evangelo », raggiunge undici paesi africani e asiatici, grazie ai
programmi preparali da quindici (( studi »
regionali. Oltre alla rete su onde curie (100
nsila watt), <he dipende dal servizio radiotrasmissioni della Federazione luterana mon
diale, uno studio a Teheran (Iran) trasmeile in lingue iraniche; un altre a Lilongvve
(Nyasaland) trasmette in nyana.
Per intensificare la cam]>agna antireligiosa neirUnione sovietica, la « Lileraturnaja Gazeta » chiede che si affiggano più
affissi antireligiosi in tutto il mondo. Il pericdìco lamenta che negli ultimi anni nc
sono stati staniipatì soltanto una dozzina,
coti una tiratura rispettiva di atppena 30.000
copie.
Wiiiawie La aiijasa di Como celebra
secolo di vita
delle donne
A destra risponde...
L ammissione delle donne al pastorato ed
il problema della loro ordinazione occupa
oggi molte chiese. Le decisioni possono essere differenti anche neH’ambito delle stesse tradizioni e confessioni. Nel complesso
però, in questi ultimi anni, si è riscontrato un progresso molto chiaro.
Come particolare avvenimento bisogna segnalare l’ordinazione di dodici teologhe che
il 17 novembre sono state presentate nel
Zürcher Grossmünster dal Fast. R. Kurtz,
Presidente dell’Amministrazione ecclesiastica.
Si trattava in parte di donne che già da
anni compiono un lavoro come pastori in
una comunità o in un ospedale, in parte di
altre che, sostenuti gli esami teologici, si
sono sposate senza esercitare il pastorato, infine di altre teologhe sposate che si occupano del lavoro femminile, dì predicazione occasionale o di altre attività non a pieno
tempo. E’ un particolare avvenimento ecclesiastico che le condizioni per l’ordinazione
delle donne siano state equiparate a quelle
degli uomini : gli esami teologici e la residenza cantonale. In molte chiese nelle quali
oggi le donne vengono ordinate, il matrimonio delle teologhe pone un problema.
Perciò è maggiormente da rallegrarsi che
una chiesa abbia fatto questo passo. A prescindere da questo speciale problema dei matrimonio, è da apprendere con vivo piacere
che la Chiesa finalmente abbia riconosciuto
e regolato la già esistente collaborazione della donna nel pasturato anche sotto questo
aspetto. Questo è stato possibile dopo l’accettazione del nuovo regolamento ecclesiastico
zurighese del 7 luglio di quest'anno. M. Bg.
il suo primo
(Da « Die Evangelische Schweizer-Frau »,
die. 1963)
Ricorre in questa anno 1963-61 il secolo
di vita della ccinunità di Como. Essa nacque
infatti un secolo fa, per un occasiona'le incontro del Past Turino di Milano, con desìi avventori di un bar. Il past. Turino transitava da Como per recarsi ad Argegno,
paese sito sulle rive del Lago, ove era un
gruppetto dj fedeli. Proveniva da Milano in
diligenza e a Como doveva « cambiare ».
Nelirat;esa della « corriera » per Argegno,
avviene l’occasionale incontro: i suoi inter- '
locutori lo invitano a tenere una conferenza, ed ha cosi inizio la vita della comunità.
I primi membri di chiesa erano dunque tutti coniaschi in maggioranza operai tessitori.
Oggi la comunità non ha più molti «in
digeni » nel suo seno ma è abbondanteniente mista nella sua composizione: dai
siciliani, centro-italiani e lombardo-veneto
recentemente immigrati, agli svizzeri e te
desclii e rappresentami di altri Paesi europei.
La celebrazione del centenario di presenza a Como liba voluto essere, nel pensiero
della commiissione nominata in seno alla
comunità per lo scopo, una riaffennazione
del nostro vo'ler essere presenti attivamente, del nostro voler essere presenza vivente
nella nostra città.
Si seno cosi tenute tre conferenze pubbliche molto seguite, anche da pubblico non
valdese, direi anzi che la maggioranza dei
presenti erano « estranei ». Anche la stampa locale ha dato rilievo all’avvenimento e
il giornale di Como « La Provincia » ha
pubblicato diverse note ed un articolo sul
temerario.
Le conferenze sono state tenute, rispettivamente dal Prof. A. Soggin su « 11 Concilio Vaticano II — Riflessioni di un protestante italiano ». Dal prof. G- Spini su
« L’evangelo dinnanzi alle rivoluzioni del
nostro tempo » e dal past. Luigi Santini su
« Cento anni di presenza evangelica a Como ».
Le manifertazioni del Centenario si soni,
concluse, domenica 16 febbraio, con unàaga
pe fraterna seguita dal messaggio del vice
■moderatore, past. A. Ribet, presente alla
riunione con il vice presidente della Coni
missione distrettuale Dott. Isenburg che ha
anche rivolto un messaggio.
Alla riunione la comunità ha desiderato
che fossero presenti anche lutti i pastori
che negli ultimi anni si sono succeduti a
reggerla. C’er.t fra ¡loi il past. Franco Sommani ohe ha presieduto il culto con Santa
Cena della mattina, e il past. Carlo Lupo la
cui presenza d] persona ci ha riempito di
gioia e del nuale abbiamo molto apprezzato il messaggio finale.
Nel programma vario die si è svolto nel
pomeriggio, abbiamo assistito anche alla
proiezione di un film e di diapositive fatti
a Riesi dal nostro Anziano Franco Wyss nel
suo viaggio in qpel paese. Il sig. Wyss lia
fatto rilevare, nel suo commento al film,
come al compiersi dei primi cento anni sia
bene guardare in avanti, avendo presente,
come un valido esempio delle vie da segnire, la via del servizio seguita a Riesi per la
testimonianza vivente a Cristo.
Guglielmo Tngliarini
IIIIIIIIIIIIIIIIIKIIIIll
« Cenere e una luce
»
o: Un viaggio in Italia
E’ apparso or ora, per i tipi del Quell-Verlag der Ev. Gesellschaft di Stuttgart, un
elegante volumetto in lingua tedesca, di
un centinaio di pagine, corredato di belle
fotografie e intitolato: Asche und ein Licht.
Lo ha scritto Wolfgang See, un Pastore
evangelico di Berlino che l'anno scorso ha
fatto per conto della Radio di quella città
un viaggio in Italia per preparare una trasmissione evangelica sulla situazione delle
minoranze religiose in 1 Italia. Scopo dell’indagine erano la Chiesa Luterana in Italia
e la Chiesa Valdese. Alla nostra Chiesa è
dedicata una buona metà dello scritto al
quale la trasmissione radio ha dato origine.
Non è una persona qualunque che scrive,
ma un credente, un uomo di cuore e di talento; si fa leggere con vivo interesse anche
da chi, per comprenderlo, deve ogni tanto
sfogliare il vocabolario.
Interessanti le notizie sulla Chiesa Luterana d’Italia e suUa sua opera di evangelizzazione, a noi poco nota, quantunque così
vicina e con aspetti simili ai nostri : ecco un
Pastore nell’Italia meridionale che vorrebbe
aprire una scuoletta per aiutare la sua comunità e si presenta al sindaco e quello lo
manda rial prete il quale gli dimostra invece che la cosa è di competenza del sindaco.
Si scopre allora che c all’autorità scolastica
che ci si deve rivolgere, ma quando si è ottenuto udienza da quella appar chiaro che
si deve andare più su, alla questura della
provincia...
Interessanti pure le considerazioni secondo le quali la liturgia Luterana sarebbe più
gradita dagli Italiani di quella Riformata
perchè in meno grande contrasto di forma
con il culto al quale furono abituati...
Ma la parte consistente del libro è dedicata a noi Valdesi, aU'esame di tante cose
nostre e, sembra quasi, tlavolta, a dimostrare ai suoi lettori che l organizzazione della
(( Mater Reformationis » può insegnare alla
stessa grande Chiesa dello scrittore.
Divertente la ricerca della Ghieisa d'ia
tana ad Angrogna. Dopo aver impantanato
la macchina nel fango di una stradicciuola
montana, ecco finalmente il vecchio ricercato cartello: Ma dove è questa Ghieisa? A
destra o a sinistra? Sopra o sotto? Davanti
o dietro? Ma la trovano finalmente e qui,
mentre la vecchia zia che lo accompagna
terrorizzata non vede altro che rocce e rischio di cadute, egli si accorge con immensa
commozione che quelle rocce parlano...
Wolgang See è stato molto impressionato
dalla umiltà e povertà dei Valdesi da un
lato e, dall’altro, dal numero delle loro opere sociali. Anche il loro disinteresse Io ha
colpito: Mentre si informa da un pastore
delie Valli della situazione della Chiesa Valdese si stupisce : « Egli non fece alcun cenno delle sue particolari necessità e neppure
di quelle della sua Comunità; io ne seppi
qualcosa soltanto più tardi, da terze persone.
Egli mi parlò soltanto delle necessità della
Chiesa Valdese nell’Italia Centrale, nell'Italia del Sud e in Sicilia e me le illustrò con
un episodio dell'opera del Pastore Panasela ».
Certo, lo scrittore ha gli occhi aperti e sa
anche vedere quel che non gli piace.
Soprattutto, però, Wolfgang See, ha saputo leggere nelle anime e nei cuori : i Vaidesi. dice ad un certo punto, hanno un sentimento innato deironore, sono signorili e
gelosi di non udire rumore di contese nelle
loro case e nelle loro vie, ma hanno anche
un qualche cosa di rigido, di legalistico, sono
diffidenti e riservati verso il forestiero come
tutti i popoli che hanno dovuto patir persecuzioni. Questo, almeno, mi è stato detto
Personalmente, però, tra i Valdesi ho tro
vato soltanto cordiali accoglienze. Un pa
store mi disse : « Fratello mio », ed io capii
che lo diceva sinceramente
La chiusa del capitolo sui Valdesi è patetica. Egli si riferisce ad un psatore col
quale aveva avuto varie conversazioni e che
stava preparandosi alla partenza per ultimato quattordicennio :
« Fratello lùio, piccolo fratello in Cristo,
la tua Chiesa m’han detto una volta, non
sa che cosa sia una chiesa perchè voi Vaidesi non avete altari nei vostri templi, non
esponete che di rado la croce e non avete
una liturgia ufficiale obbligatoria; più che
di chiesa voi parlate di comunità... Ma voi
siete invece una Chiesa, una vera chiesa che
trabocca della potenza dell’amore di Cristo.
Nel tuo povero umile vestito, col tuo modesto stipendio, fratello mio, tu hai nel corso
di lunghi anni costruito la Chiesa. Tu non
hai costruito un duomo nè sistemato un
carillon di quattro campane sul campanile;
non hai posto un organo di sessanta registri
sulla galleria all’ingresso del tempio. Al termine di un ministero di quattordici anni
non lasci dietro a te alcuna opera d’arte, o
altare prezioso, o quadri d’autore, ma soltanto la cura dei tuoi poveri. Nessun segno
negli arredi sacri ricorderà il tuo nome nella
storia della tua Chiesa e quando l’ultimo
catecumeno che hai confermato nel 1962
morrà, nessuno più ricorderà il tuo nome
in questa comunità. Ma Dio lo saprà, il tuo
nome, perchè tu qui, per quattordici anni,
con la parola e con l’azione hai cercato di
predicare ai tuoi fratelli l'evangelo dell’amore e di edificarli in esso come quella casa
che Dio stesso vuole costruire ».
l’odore dei cattolici
{continua dalla l.a pag.)
mento senza il quale il romanzo si sarchile
trasformato in documentario, o in una cronaca spirituale.
Crediamo che l’una o l'altra soìuzione ci
avrebbero dato pagine più profonde e meditate.
Ma il poeta e lo scrittore seguono la loro
ispirazione che, in questo caso, ha introdotto
nella vicenda elementi che ne turbano ]‘equilibrio e ne rallentano il ritmo. Alludiamo, in modo particolare, all’incontro di
Martino con un protestante.
Dovrei dire meglio e « il Protestante ».
Mentre tutta la vicenda di Martino è fatta
di piccole e grandi cose, in un mondo che
è il suo borgo, si ha Pimpressionc che questo incontro con un protestante assuma il significato di un simbolo : rincontro con la
tentazione della Protesta, astratta e generica, senza esito positivo.
E così la vicenda sconsolata si chiude con
la vittoria delia logica e del Concordalo: con
Fintervento dei carabinieri e l’arresto di Martino. Una conclusione amara; un libro da
leggere.
h. A. Vaimal.
Enrico Geymet
Dante Tuoisi: L'odore dei cattoìici. Canesi.
Roma 1963, L. 1.500.
WOT.FOANG SEE: Asche und ein
Lieh. Quell-Verlag, Stuttgart 1963,
pp.lOS, con numerose illustrazioni,
L. 1.490, anche presso la Claudiana.
^ Il oasi. Marlin Luther King è sialo
monostg oer il Premio Nobel per la pace
1961.
VIIIAH PER,0!^A. 9-16 FEBBRAIO J96^
Primo corso trombettieri valdesi
Con la celebrazione della Santa Cena, si è
concluso sabato sera 15 febbraio, nella Cappella di Vlilar Perosa, il P corso di studio
per trombettieri tenuto alle Valli Valdesi.
Que.sto corso ha visto la quasi totale partecipazione dei giovani trombettieri di Poinaretto. Villar Pellice e Villar Perosa e si è svolto
con un programma vasto e ben riuscito. Il
maestro Eivilio Stober (Bruder Emil, come
vuole essere chiamato) venuto appositamente
per noi dalla Germania, nonostante la difticoltà della lingua è riuscito ad insegnarci
in poco tempo una quantità di nozioni che
non dimenticheremo tanto facilmente. In più
ci ha trasmesso un po’ del suo immenso amore per la musica e ci ha fatto toccare con
mano una verità che pochi di noi ricordavano: la bellezza di sacrificarsi per gli altri.
1 pastori Cipriano Tourn, Enrico Geymet,'
Gustavo Bouchard ed Alberto Taccia, in
qualità di cappellani del gruppo, ci hanno
illustrato a turno in uno studio giornaliero
rargonienlo generale « La ncslra apparienciiza al Signore », Questi studi, per esigenze di tempo piuttosto brevi, ci hanno chiarito la nostra appartenenza a) Signore nei
menti salienti della nostra giornata; prima
di tutto nella nostra pietà personale, poi nella nostra famiglia, nella nostra comunità, sul
lavoro, nel tempo libero.
Durante la settimana abbiamo ricevuto la
visita dì alcuni giovani di Ferrerò e di Angrogna accompagnati dai loro pastori; del
pastore Sommani e del Dott. Gherardi di
Torre Pellice; del Concistoro di Villar Perosa che si è fermalo una sera a cena con
noi. Il Moderatore ha invialo un messaggio
mollo gradito dagli astanti.
Per una intera settimana siamo vissuti
insieme, giovani e pastori, imparando a conoscerci meglio, discutendo a volte con accanimento su un argomento che ci stava a
cuore, pregando insieme, ridendo e scherzando durante i pasti in comune e durante
il divertentissimo quarto d’ora disponibile.
E’ questa un’esperienza preziosa che dovremo
portare con noi sempre.
Uno dei trombettieri: Carlo Beux
P. S. - Un ringraziamento ancora al trombettiere frat. Mündersbach della città di Burbach che ha finanziato il nostro corso, a
tutti gli amici che ci hanno sostenuti e in
particolare alle nostre vivandiere Boucliard
Enrichetla e Genre Marinella.
LDSERNA S- 610VANHI
Le repliea della serata del XVII febbraio
elle ha dovuto esser rimandata per ragioni
rontingcnti, avrà luogo sabato 29 corr., alle
le ore 21, nella Sala Albarin.
Per sovrabbondanza di materiale,
siamo costretti a rimandare al prossimo numero le « cronache parrocchiali » di alcune comunità.
2:
[
3
23 febbraio 1964 — N. 9
pag. 3
BOBBIO PELLICE
Rintocchi di
ed atmosfera
campane
fraterna
La mattina del 16 febbraio abbiamo avuto
il culto commemorativo del 17 febbraio per
adulti con celebrazione della Santa Cena e
partecipazione della Corale. La cosa era una
novità per Bobbio, ma unz novità che è stata
immediatamente compresa; lo prova la folta
assemblea che ha partecipato al culto ed il
buon numero di membri di chiesa che ha
partecipato alla Santa Cena. La Corale ha
eseguito lodevolmente due inni.
I rintocchi della nostra campana che suonava a distesa hanno dato inizio domenica
sera 16 febbraio alle celebrazioni della festa
del 17 febbraio.
Quest’anno, dato che il luogo alla diga
Cromwell dove solitamente era acceso U falò
non si prestava tanto allo scopo dato che vi
è stato installato da qualche mese un distributore di benzina, la legna era stata ammucchiata con encomiabile zelo da piccini ed
adulti davanti al monumento di Sibaud. Ben
presto alte fiamme si levavano verso il cielo
con grande gioia dei bambini e degli adulti,
malgrado la nebbia e la pioggerellina insistente; risuonavano grida e canti tra lo scoppio di petardi e di mortaretti. Un grazie a
chi ha curato a che il falò fosse in piena effìcenza.
Fuochi di
e inni di
gioia
iode
Menile sto per buttare giù alcune note
di cronaca sulle celebrazioni del XVII feb
braio, ho ancora davanti agli occhi la stu
penda visione delle sorridenti colline di Fra
costino e San Secondo che, la sera della vi
gilla, erano letteralmente inondate dal ha
gliore di numerosi falò e da innumerevoli
fuochi d’artificio. E quando di questi fuo
chi di r.ioia non rimaneva più che un po
di cenere, continuavano a brillare nella notte, come testimoni della nostra fede, ^re
meravigliosi stemmi valdesi, che potevano
facilmen’.e essere visti dalla collina di Superga.
La mattina del XVII, favorita da un tempo quasi primaverile, la festa sj è svolta nel
modo consueto. Alle ore 10,15, partenza del
corteo dalla scuola Umbertol. L’ingresso
nel temuio è stato accompagnato dal suono del « G'uro ,> che il campanile trasmetteva in modo solenne.
Al culto viene rivolto a lutti un richia
ìlio alla testimonianza ed al servizio crisli-ano. La -corale ha eseguito due cori di
circostanza.
Verso le 12,30, 120 persone (un po troppe In verità!) si sono ritrovate alla Scuola
limbel lo I per Tagape fraterna. Ospiti graditi, il ]Kisiore Deodato ed il Doti. Ros che,
al lev.ar delle mense, ci hanno rivolto ap
prezzati ed efficaci messaggi. Mancavano alrappiinlamenlo il pastore Luigi Marauda e
Signora e la Signorina Evelina Gay. Il pastore Marauda, indisposto, ci ha mandato
una lettera di ringraziamento e di auguri.
.Alla fine, è stata vivacemente richiesta la
comparsa dell’« équipe » che ha preparato rottimo pranzo. Quando apparve il signor Willy Rostaing, accompagnato dai suoi
collaboratori e collaboratrici e da un gruppo di valdesihe in seti'vizio volontario alle
mense, i convitati hanno lungamente applaudito, esprimendo cosi là loro senilità riconoscenza.
Nel pomeriggio, un pubbUco numeroso
ha seguito con molto interesse la proiezione di diversi film a colori, fatta da Renato
Gay, che ringraziamo ancora sentitamente.
La sera a cena ci siamo ritrovati ancora
in 65. La bella giornata si è conclusa col
citnlo di diverse canzoni valdesi.
Nel ringraziare sincer.amente quanti hanno collabo rato alla buona riuscita dei fesleggiameiui della nostra Emancipazione,
domandiamo a Dio di aiutarci tutti a perseverare nella fede c servizio di Gosu
Cristo.
1 culli delle domeniche 9 e 16 febbraio
sono stati risipettivamente presieduti dal
missionario Roberto Coisson e dallo studente liceale Franco Monnet ebe ringrazianio ancora ne,r i loro efficaci messaggi.
Sabato 22 e domenica 23 febbraio, la
nostra filodramimati'ca ba raippresentato i
bel dramma di Samuele Tron: «Rinnegata 'iì. Ai bravi altori che sono stati lungamente applauditi ed alla Corale che ha dato ¡1 suo apprezzato contributo diciamo aneora id nostro grazie sentito.
ha nostra comunità ha già cinque anni di
vita. Il primo Consiglio di chiesa è stato
costituito nel mese di gennaio 1959. A norma dei regolamenti organici della nostra
Cliiesa gli anziani sono perciò scaduti per
compiuto quinquennio. L’Assemblea di
Chiesa è pertanto convocata per domenica
8 marzo, alle ore 10,30, per la loro rielezione o meno. Tutti i membri elettori sono pregati di non mancare.
Sette denominazioni iprotestanti deUo
Stalo di Washinglcn (USA) si so>no unite
per inicoraggiare le comunità a respi'n^gere
la discriminazione razziale nel campo delle
abitazioni, discriminazione ohe prossimamente sarà oggetto di voto politico.
La mattina del 11, formatosi il corteo alle
ore 9.30, esso percorreva con bandiere la via
centrale del paese fìno al ponte del Subíase
guidato dal Pastore e da due Insegnanti ed
indi ritornava al tempio tra le grida festose
dei bimbi. Notata la totale assenza degli
adulti al corteo; e sì che ce ne sarebbe grande bisogno per rimpolpare lo sparuto numero dei bambini formanti la scolaresca di
Bobbio!
Alle ore 10 aveva inizio la nostra festa nel
tempio; il Pastore rivolgeva un messaggio
ispirandosi ad un passo del Deuteronomio;
la Corale cantava molto bene due inni: quattro inni cantava la Scuola Domenicale ed ì
bambini ben preparati dalle loro Insegnanti
svolgevano un ricco programma di recite e
canti. L'assemblea che gremiva tempio e
cantoria cantava insieme con bello slancio
il « Giuro di Sibaud » in francese. Seguiva
la distribuzione di circa 180 pacchi-dono ai
bambini della Chiesa.
Alle ore 12.30 precise ha avuto luogo il
pranzo del 17 febbraio nella vecchia scuola
Unionista. Circa 120 i partecipanti; ottima
l’atmosfera fraterna regnante tra i convenuti
sia durante il pranzo che durante le ore seguenti. Al levar delle mense il Pastore locale
porgeva il sue saluto a tutti i convenuti da
Bobbio e da altrove e si rallegrava dello spirito col quale la nostra festa era stata celebrata sino a quel momento; prendeva poi la
parola il Pastore sig. Giovanni Bertinatti, nostro gradito ospite, il quale, con un accorato
appello, ci esortava ad una maggiore consacrazione al Signore, impegnandoci concretamente nell’opera della sua Chiesa. Il pranzo
era stato ottimamente confezionato dai signori Paolo ed Anna Grand di Roccia d' Giors;
esso fu preparato e servito da un buon numero di collaboratrici e di collaboratori che
non lesinarono davvero nè tempo nè fatica.
A loro tutti il nostro vivo e sincero ringraziamento per la loro opera così generosamente prestata e per il loro inappuntabile servizio.
Subito dopo il pranzo si formava un po
tente coro che cantava le belle canzoni della
piccola patria valdese e delle nostre montagne; più tardi avevamo la gioia di salutare
un gruppo di amici venuti a farci visita da
Torre Pellice, e di unire le nostre alle loro
voci nel canto. La sera, una quarantina dì
fratelli e sorelle partecipava alla cena nella
quale, per tradizione, si esauriscono i rimasugli del pranzo; poi in una sala arcicolma
i nostri bravi attori della UGV si producevano recitando la commedia di Ada Meille
« La boina » attirando.si vibranti quanto meritati applausi, mentre la Corale cantava negli intervalli 1 inno e 3 cori. Un buon numero dì attori era alle sue prime armi; ma
tutti con serietà ed impegno hanno recitato
la loro parte con viva soddisfazione del pubblico.
Nella notte ormai alta si udivano ancora
in lontananza i canti di coloro che facevano
ritorno alle loro case, lieti per aver vissuto
questa bella giornata sotto lo sguardo di Dio
e nella vera comunione fraterna.
Tutti indistintan>.nte abbiamo goduto di
questa bella e proficua giornata in cui ha
regnato tra noi un autentico spirito di fraternità, di comunione.
Ringraziamo qui vivamente i signori
Grand, gli Unionisti, le Unioniste e tutti coloro che in vario modo, con ottimo spirito
di servizio, hanno dato tempo e fatica onde
assicurare l’ottimo svolgimento e la piena
riuscita della nostra festa; un grazie pure
alla nostra Corale, alle Insegnanti, per la loro collaborazione, agli ospiti che ci hanno
onorato della loro gradita presenza. Nè vogliamo dimenticare tutti coloro che, con le
loro generose offerte, ci hanno permesso di
offrire, anche in occasione del 17 febbraio,
un ricco pacco-dono ad ogni bambino della
nostra parrocchia.
Il Signore ci conceda che l’ottimo spirito
regnato tra noi quella giornata si manifesti
ancora e sempre e si traduca in una consacrazione ed in un impegno fattivi da parte
di ciascuno di noi nella comunità della nostra Chiesa.
La serata del 17 è stala replicata la domenica sera 23 Febbraio con successo e con
buon concorso di pubblico. e. a.
La liiv di Villar Perosa
per il XVII Febbraio
Come è usanza ormai da diversi anni, la RIV di Villar Perosa, nella ricorrenza del XVII febbraio, oltre a
considerare la giornata festiva a tutti
gli effetti, è solita elargire agli Istituti
di Assistenza Valdesi offerte raccolte
fra le Maestranze e la Direzione.
Quest’anno la sottoscrizione ha fruttato la somma di lire 480.400 di cui:
Direzione RIV 1- 100.000
Maestranze ® 380.400
Detta somma è stata così distribuita:
VILLAR PELUCE
Riconoscenza, gioia
e consacrazione
preparato a dovere da alcuni fratelli molto
volenterosi. La mattina dei 17, dopo l’ese
Asilo dei Vecchi di S. Germano . ^
Asilo dei Vecchi di S. Giovanni _ *
Rifugio C. Alberto per incurabili di S. Gioyanni »
Orfanotrofio femminile di
Torre Pellice _ ”
Orfanotrofio maschile di Pomaretto . ®
Artigianelli Valdesi di Torino *
Asilo Infantile di Pomaretto »
93.000
40.1CJ
90.000
98.000
67.100
86.000
6.200
I dipendenti valdesi ringraziano con
riconoscenza coloro che hanno collaborato p quanti, colle loro generose offerte hanno dimostrato solidarietà
verso chi si trova nei bisogno.
La festa del XVII febbraio è stata anche
quest’anno celebrata con grande entusiasmo. Riconoscenza, gioia, riconsacrazione
sono state le tre note che hanno caratteriz
zato le celebrazioni.
Si sarebbe detto che quest’anno il tempo
volesse metterci un po’ in imbarazzo e creare qualche complicazione alle nostre varie
manifestazioni. Infatti dopo quasi due mesi di magnifiche giornate, una più bella dell’altra, il venerdì 14 il cielo si copriva improvvisamente di nubi e verso sera cominciavano a cadere i primi fiocchi di neve,
che poi diventavano più grossi e più fitti e
(he piano piano imbiancavano tutta la valle. Era un tempo ottimo per la campagna.
Infatti i prati, ed anche le sorgenti, — dopo tanto tempo di « regime a secco »
aspettavano con un po’ di impazienza di
essere «dissetati». Ma che ne sarebbe stato della nostra festa?
Invece domenica 16 il tempo era quasi
completamente rimesso. Aveva luogo nel
tempio il culto commemorativo al quale
prendeva parte una buona assemblea ed ^al
quale partecipava pure la Corale con 1 esecuzione di un bel coro di circostanza. La
sera, mentre la campana suonava a distesa,
tutte le case di Villar si coprivano di magnifiche luminarie e veniva acceso il « falò »
in località Pilun. Un falò eoi fiocchi quest’anno, un <( ferite » alto parecchi metri.
PRAMOLLO
Al Ciàtel si è cantato
il ‘‘Giuro,, di Sibaud
La ricorrenza del XVII Febbraio è stala
una giornata di gioia ■ di riconoscenza per
lutti i membri della nostra chiesa, c e, con
slancio e con spontaneità hanno ricordato it
116» anniversario dellEdUto di Emancipazione. Nonostante il tempo minacciante ancora altra neve, la sera della vigilia s e rinnovato il meraviglioso scenario del nostro
vallone tutto illuminato dai tradiziona i
«falò», che vennero accesi un po dovunque sulle alture dei vari quartieri. A causa
della recente nevicata, che impedì negli utimi giorni la raccolta di ginepri od altro
combustibile, forse i « falò » non hanno avuto la solita durata, però non sono stati meno
numerosi degli anni passati. . . j
Al mattino un bel numero di membri di
Chiesa, di bambini della Scuola Domemcale
e di amici Pramollini, residenti fuori parrocchia, ma tornati al paese natio per la celebrazione di questa festività, ha formato il
lungo corteo, che, con coccarde e bandiere,
s’è mosso dalla sala delle attività, s’è recato
fino a « Ciàtel » dove è stato cantato il Giuro
riunito nel tempio per il culto
econdo la
e quindi
di adorazione e di ringraziamento,
MASSEL
Il dodici gennaio la comunità ha avuto
la gradita .visita del missionario Roberto
Coisson. Lo ringraziamo per rinteressante
studio che ha presentato all’U.G.V. e pe.
il culto che egli ha presieduto in chiesa.
Si sono uniti in matrimonio Micol Sergio
del Porince con Brogliti Edda, del Crosetto.
Rinnoviamo i nostri migliori auguri agl'
sposi invocando la benedizione del Signore
-al loro focolare. Ringraziamo il pastore
Vnvite che ha presieduto la cerimonia nuziale.
Il 9 febbraio è tragicamente mancato all’affetto dei suoi cari Giovannino Pons, figlio del nos'-ro anziano Pons Teofilo, di 20
anni, perito in un incidente motociclistico.
L’imponente manifestazione di affetto e di
stima il giorno dei funerali ha diinostrato
alla famiglia quanto tutti le siano vicini itr
quest’ora di lutto e di prova.
La ricorrenza del 17 Febbraio
celebrata anche ad Ivrea
liturgia del giorno. Il Pastore ha sottolineato l’importanza della libertà che Dio ci ha
dato in Gesù Cristo; libertà che non può essere scalfita o resa inoperante da alcuna forza o volontà umana e che è essenziale anche per vivere in un periodo di relativa tranquillità come il nostro : il nostro Liberatore
ci chiama ad amarLo ed a servirLo con la
nuova dignità di servitore Suoi, che non
hanno altri dii nel Suo cospetto. Al termine
del culto Tassemblea in piedi ha ancora cantato il Giuro di Sibaud ed i bambini hanno
ricevuto un piccolo dono.
A mezzogiorno una sessantina di commensali ha gremito un’aula dell’edificio delle exscuole elementari, mentre una quindicina di
persone che non vi trovarono più posto si
riunirono in una saletta del vicino albergo,
per il tradizionale pranzo in comune ottimamente preparato dai coniugi Alma e Renato
Menusan e dal sig. Gustavo Beux, in collaborazione del valente « cordon bleu » sig.
Eli Beux e servito da un gruppo di gentili
signore e signorine. Terminato il pranzo, tra
l’alternarsi di vari canti popolari, rivolsero
brevi messaggi di circostanza: il Sindaco cav.
Isidoro Rosia, il sig. Amedeo Long che parlò
del suo recente viaggio a Marsiglia e ci recò
il saluto de « L’Unìon Vaudoise » e del suo
presidente Sig. Henri Poèt e Sig.ra, che contraccambiamo di cuore, ed infine il Pastore.
L'incontro, che si protrasse per tutto il
pomeriggio in una simpatica fraternità, si
concluse con una serata ricreativa, preparata
ed offerta dalla gioventù ad un numeroso
pubblico che ha affollato la sala e che, con
la sua presenza ed i suoi calorosi applausi,
ha ricompensato ì nostri attori della loro
non lieve fatica.
Ringraziamo sinceramente tutti coloro che
in più modi hanno collaborato alla riuscita
della commemorazione di questa giornata che
ha lasciato nel cuore di tutti un buon ricordo insieme all’invito ad essere costantemente
fedeli a Dio nella Chiesa e fuori di essa.
Ridiciamo grazie a Peyronel Guido, che ha
interpretato nella commedia la parte di cui
era incaricato il giovane Long Ezio, purtroppo infortunatosi gravemente sul lavoro pochi giorni prima del XVII Febbraio e tuttora ricoverato all’Ospedale Civile di Pinerolo. Mentre il nostro pensiero e la nostra
simpatia vanno a lui in modo particolare,
vogliamo porgere a questo giovane, a Long
Valdo ed a quanti ultimamente sono stati
colpiti dai malanni della stagione il fraterno
augurio dì una pronta e completa guarigione.
La nostra Comunità ha festeggiato il 116°
anniversario del 17 febbraio 1848, la sera di
sabato 16 coir, con un fraterno raduno conviviale, intieramente predisposto ed offerto
generosamente dalle Signore della nostra Lega Femminile.
Vi parteciparono ben 43 persone tra membri di chiesa di Ivrea e di Carema, amici e
simpatizzanti; naturalmente era gradito ospite il nostro Pastore Doti. Giorgio Bouchard.
AI levar delle mense l'Anziano di Chiesa,
salutando gli intervenuti sottolineava il significato di questa manifestazione, prettamente valdese ed ormai ultra secolare, richiamando particolarmente Tattenzione degli
astanti alla lettura e meditazione deirarticolo
di fondo, di circostanza, apparso sull'« Eco »
del 7 corr. « Significato di una data » a firma del Moderatore Pastore Ermanno Rostan.
Portava poi aU’assemblea qualche notizia,
molto attesa, circa l’erigendo nostro tempio
e cioè che abbiamo finalmente un terreno ed
un bel progetto che, seduta stante, veniva
poi maeso in circolazione fra coloro che volevano prenderne visione.
Qualcuno commentava forse che era poco...
ma con l’aiuto di Dio anche i quattrini un
po' alla volta sarebbero giunti, purché ognuno per parte sua. faccia il possìbile per portare il proprio concreto contributo. Infatti è
quanto mai d atlualità, anche per noi ora il
vecchio adagio « chi si aiuta il Ciel 1 aiuta »...
Qualche « mattone », invero, lo abbiamo
già messo in serbo e qualche altro lo abbiamo raccolto anche quella sera... poi ehi vivrà
vedrà!
Il Pastore Bouchard in seguito con efficace
parola sottolineava fra la generale attenzione la posizione oggi, della nostra Chiesa Valdese. ed in particolare in Italia, e gli obblighi che glie ne derivano.
Una bella serata quindi, che si chiuse col
canto a piena voce del nostro maestoso e
sempre così espressivo canto « 11 giuro dì
Sibaud ».
D. J.
cuzione dì alcuni inni in piazza da parte dei
nostri troml>cttieri, sì formava il corteo. I
bambini delle Scuole, accompagnati dai loro Insegnanti e da un certo numero di persone adulte ( non molte in verità, molti
hanno preferito recarsi direttamente nel
tempio, non comprendiamo poi perchè)
hanno percorso le strade d^ centro e si sono raccolti nel ten^pio dove, dopo una breve parte introduttiva diretta dal Pastore,
hanno svolto, sotto la guida dei rispettivi
Insegnami, un bel programma di canti e di
recite attentamente seguito e molto apprezzato dai numeroso pubblico
Il tradizionale pranzo, tenuto quest’anno
negli accoglienti saloni della Miramonti, ha
avuto un gran successo: 200 circa i presenti (oer la precisione 179 commensali e 16
gentili inservienti). Ci hanno onorato della loro presenza il Sig. Sindaco di Villar
Pellice, il Brigadiere Vice-Comandante la
Stazkne Carabinieri di Torre Pellice, il
Segretario Comunale, il Direttore dello
Stabilimento Crumiere, diversi amici giunti da Torre Pellice, Cuneo e persino Parigi.
Al levar delle mense sono stali uditi alcuni
interessanti e molto apprezzati messaaggi.
A chiusura della giornata l’Unione Giovanile del Centro ha recitato una bella commedia intitolaata « Alberi senza radici »,
seguita da una brillante farsa dal titolo
« Un invito a pranzo ».
Desideriamo da queste colonne esprimere Un grazie molto vìvo e molto riconoscente a tutti coloro che hanno dato il loro
aiuto e che hanno collaborato alla buona
riuscita della intenso giornata vissuta sotto
il segno della gioia e della riconoscenza:
alla Commissione imcaricata della organizzazione; alle gentili Signore e Signorine e
ai Signori che hanno preparato e servito il
pranzo ; alla Corale, e in modo speciale alla sua gentile Drettrice; agli Insegnanti; ai
volenterosi fratelli che hanno preparato il
«falò»; ai trombettieri; ai responsabili ed
agli artisti delia filodrammatica ed a tutte
le gentili persone che hanno comunque collaborato.
Siamo grati al Signore della bella giornata che oi ha concesso di vivere insieme
e Gli domandiamo in preghiera dì voler fare sì che — di quanto è stato detto e fatto
— non rimanga solamente in ognuno un
gradito ricordo, ma la determinazione presa di una vita vissuta più intensamente nella fede e nell’amore e in un più devoto servizio.
Una visita molto gradita hanno ricevuto
i giovani della nostra Comunità. In cecazione del loro raduno mensile del mese di
febbraio, tenutosi nella scuola dell’Inverso
il giorno 6 febbraio, essi hanno avuto la
gioia dì accogliere il Pastore dei Coppieri
Sig. Alfredo Sonelli, che ha parlalo loro in
maniera avvincente delle sue personali
esperienze quale credente e quale servitore
del Signore.
I giovani — che hanno ascoltato con
grande interesse e con commozione anche
quanto egli ha loro detto e che, con piacere, hanno preso nota della sua promessa di
un’altra sua visita al più presto — desiderano fargli giungere ancora il loro grazie
Si ricorda TAssemblea dì Chiesa convocata per domenica 1<» marzo al termine del
culto, con il seguente ordine del giorno:
1) - Elezione o rielezione Membri del
Concistoro scaduti iper compiuto quinquiennio ;
2) - Relazione Revisori dei conti;
3' - Varie eventuali.
Si prega di prendere nota che in tale occasine il culto verrà anticipato di mezz’ora
ed avrà inìzio alle ore 10 anziché alle ore
10,30.
llllllilllliuillllll
imiiimiimiiiiiiimimiiiiiim'
iiiiiiimimiiiiMmiii'
Sabato sera, 8 Febbraio, la nostra sala delle attività ha accolto almeno 150 giovani
delle Unioni Giovanili di Prarostìno, San
Secondo, Pinerolo, San Germano Chisone.
Villar Perosa, Pomaretto e Pramollo, che si
sono riuniti quassù per partecipare ad un
convegno interparrocchiale. Peccato che loralore designato per quella serata non abbia
potuto essere presente! Ha supplito alla sua
assenza il Capo gruppo delle Unioni Giovanili delle Valli, Pastore Alberto Taccia, il
quale ci ha dato un interessante conversazione suirunità degli Evangelici in Italia.
Dopo Io studio i giovani si sono intrattenuti
in fraterna comunione intorno ad una tazza
di tè. preparala daU'Unione locale, cantando
canti popolari ed inni accompagnati dalla
fanfara dei trombettieri di Villar Perosa e
di Pomaretto, egregiamente diretti dal Maestro Sig. Stober. A tutti i partecipanti al
convegno ridiciamo il nostro ringraziamento
per essere saliti fin da noi ed arrivederci ad
un'altra occasione.
PERSOMALIA
Nel corso di una solenne manifestazione svoltasi all’Ambasciata di Francia presso il Quirinale, l’Ambasciatore
Armand Bérard ha consegnato, a nome del Generale De Gaulle, Presidente della Repubblica Francese, al Prof.
SILVIO F. BARTDON, Ordinario nella Università di Roma, Direttore Generale della Scuola Interpreti e del
Liceo Internazionale di Milano, Roma, Napoli, Firenze, Bologna, le insegne di Chevalier de la Légion d’ilonneur per la sua attività scientifica nel
campo degli studi francesi e per l’azione da lui svolta da lunghi anni per
lo sviluppo delle relazioni e degli scambi culturali tra Italia e Francia.
Esprimiamo i nostri più vivi rallegramenti al Prof. Silvio Baridon per
questo riconoscimento della sua atti\dtà culturale, e per la letizia della sua
vita familiare, per la nascita di un
bambino che l’ha rallegrato, di questi
giorni.
Orfanotrofio Maschile
di Pomaretto
La direzione dell’Orfanotrofio Maschile di Pomaretto offre posto di lavoro a persona che abbia particolare
attitudine a lavori di cucina e desideri collaborare con il personale responsabile. Chiedere informazioni direttamente alla Direttriee Sig.na Beri o airUfficio di Amminitrazione a Torre
Pellice, Via Roma 3.
4
pag
N. 9 — 28 febbraio 1964
VILLASECCA
AN6A06NA (Caiiolao90>
Festa di giovani
e non più giovani
Messaggio della Parola
0 festa un po’ pesante ?
Le celebrazioni del 17 febbraio si sono
svolte anche quest’anno in un’atmosfera di
gioia e di riconoscenza al Signore: il 16
mattino, culto solenne di rendimento di
grazie, e la sera, al suono delle campaue,
alle 20 precise, numerosi si sono accesi sulle colline e nella valle i fuochi di gioia con
abbondanti fuoehj d’artificio; la gioia è
stata ancora più bella perchè la precedente
nevicata ha liberato gli animi dall’ansia di
incendi. La mattina del 17, nel vetusto tempio di Villasecca, la festa dei bambini. 11
tempio era gremito e gli alunni delle nostre 5 scuole elementari si sono rivelati
bravi attori, grazie soprattutto aU’ottiaia
pi eiparazione da parte dell’instancabile insegnante, Signora Gardiol, cui va la riconoscenza di tutta la comunità.
All’una, pranzo fraterno nella scuola grande di Chiotti. 99 fratelli e sorelle, venuti
Un po’ da tutte le parti, giovani e non più
giovani (anche novantenni!) hanno consumato insieme l’ottimo pranzo preparalo con
bravura dai membri del Concistoro, in un
clima di grande gioia e comunione fraterna. A tutti i collaboratori diciamo il nostro
grazie di cuore.
I^a comunità è stata provata in questi
ultimi mesi da alcuni lutti dolorosi: Peyronel Alessandrina ved Clot del Barneo il
2 novembre 1963 all’età di 86 anni; Massel
Giovanni Francesco, a Roccia, all’età di 80
anni, per lunghi anni Anziano fedele di
quel quartiere, il 16 dicembre 1963; Clot
Varizia Adele al Rifugio Re Carlo Alberto,
il 25 gennaio; Clot Alessandrina in Bounous, all’Albarea, il 27 gennaio all’età di
62 anni.
11 Signore consoli le famiglie in lutto con
'a preziosa certezza della risurrezione e della vita eterna.
La comunità ha ricevuto due visite molto
gradite: nel dicembre scorso, la visita del
nostro Moderatore Sig. Ermanno Rostan
che ha presieduto una riunione a Chiotti
illustrando i problemi più urgenti e più
gravi della nostra Chiesa Valdese; in gennaio, la visita del missionario J. Nouvelon
che ha presieduto una affollata riunione al
centro con interessanti diapositive, sul
l’opera missionaria al Gaibon. La comunità
riconoscente ringrazia i due messaggeri del
Signore per i loro messaggi.
Cipriano Tourn
TORRE PELLICE
Problematica
ed intorno
m
a
noi
noi
Il programma di celebrazione del 17 Febbraio ha seguito anche quest’anno lo schema
classico ormai stabilito... da sempre!
Domenica 16 nei nostri culti si è celebrata la S. Cena. La sera, malgrado la pioggia,
molti falò sono stati accesi nella valle e sulle
pendici dei monti.
Il giorno 17 il tempo si era in parte rifatto così che il corteo dei bambini ha po
luto effettuarsi senza inconvenienti. La cele
brazione del 17 Febbraio per i bambini, ac
curatamente preparata dagli Insegnanti del
le Scuole Elementari, ha interessato il numeroso pubblico intervenuto. Tutti hanno
recitato e cantato molto bene.
Subito dopo una folta assemblea ha partecipato al culto : la Corale ha eseguito un coro
appositamente scritto dal Prof. F. Corsani.
Come ogni anno il refettorio del Convitto
Valdese, gentilmente messo a disposizione,
ha ospitato circa 160 commensali per il
« pranzo commemorativo ». Un elogio a chi
l’ha organizzato, a chi l’ha preparato e a chi
1 ha servito : tutto si è svolto in modo perfetto. Il Past. Sommani ha portato il saluto
della Comunità di Como che festeggia in
questi giorni il suo centenario; il Past. Sonelli ha ricordato ai presenti il valore della
parola « libertà » nella luce della nostra fede
in Cristo; il Prof. Augusto Armand Hugon
ha tratteggiato la simpatica e tipica figura
del Prof. Paolo Geymonat. Hanno portato il
loro saluto il Sindaco Avv. Bert, l’Avv. Pitta vino ed il Senatore C. Rotta.
Al termine del pranzo, la Corale, malgrado l’aria viziata dal fumo, ha cantato molto
bene diversi pezzi religiosi e profani. La riunione si è chiusa al canto del « Giuro ».
La « Serata » all’Aula Magna ha dato origine a non poche discussioni. Anzitutto discussioni positive per la bella opera di restauro del locale che ora si presenta decoroso e luminoso. Sennonché si è verificato
un fenomeno imprevisto: una quantomai difettosa acustica che ha impedito a molti di
seguire il lavoro rappresentato — « Gente
proibita » di Èva Franchi — ottimo, ma non
del tutto facile. Si spera che il difetto sia di
natura passeggera (probabilmente un grado
anormale di umidità dovuto ai recenti lavori).
Qualcuno poi non è stato soddisfatto del
lavoro in se. Si pensa che al 17 Febbraio
si dovrebbe rappresentare qualche cosa che
abbia un significato costruttivo, un incitamento chiaro e semplice per la nostra fede.
Personalmente sarei d’accordo con questa visuale se non conoscessi la enorme difficoltà
di trovare dei copioni che abbiano tali caratteristiche e che nel contempo abbiano anche
una costruzione scenica valida e adatta al
nostro piccolo palco. 0 si rinuncia ad avere
ogni anno la « Serata » e la si organizza soltanto quando si sia trovato un lavoro nel
s«nso sopradescritto, oppure ci si deve accontentare che il lavoro abbia la capacità
di suscitare una problematica in noi ed intorno a noi.
Questo lavoro, mi pare, suscitava una serie di riflessioni sul problema della corresponsabilità nei mali di questo mondo, sul
senso di colpa di una coscienza vigilante,
sul perdono e la riconciliazione ecc. Certo
questi problemi erano visti e presentati in
una prospettiva priva di fede : la conclusione è tragica : il suicidio e la morte. Ma non
è proprio quello che ci annunzia la Parola
di Dio? Senza il Suo perdono la nostra vita
rimane una serie di « perchè » senza risposta e porta alla morte. Occorre che non soltanto di fronte ad un lavoro teatrale come
quello rappresentato, ma in tutta la nostra
vita noi impariamo a giudicare delle cose
di questo mondo vere e concrete, anche se
tragiche e amare, ponendole noi stessi nella
prospettiva dell’Evangelo. Allora anche un
lavoro fondamentalmente amaro come quello rappresentato quest’anno può diventare fecondo di riflessioni che aiutano il nostro
impegno cristiano in un mondo perduto.
Le difficoltà tecniche sono state superate
in modo originale e semplice, la regia del
Prof. Casini era particolarmente accurata,
gli attori sono stati veramente bravi, tutti,
ma un elogio particolare ci sembra si debba
fare a Lucia Durand che ha saputo imper
estrema
sonare così bene un personaggio
mente difficile e complesso.
La Corale, sotto la guida del Prof. Corsani, ha cantato numerosi pezzi aU’inizio e
durante gli intervalli del dramma rendendo
questa serata veramente ricca e valida artisticamente.
Domenica 23 l’Assemblea di Chiesa ha
eletto il Sig. Franco Eynard Anziano. Egli
sarà chiamato ad occuparsi in particolare del
Quartiere della Ravadera. Gli porgiamo l’augurio fraterno di un lavoro ricco e benedetto nella nostra Comunità.
Ringraziamo il Pastore G. Conte che ha
presieduto il nostro Culto nel Tempio del
Centro domenica 16 Febbraio e il Pastore
R. Jahier che ha presieduto il Culto in francese di domenica 23 Febbraio.
F. S.
La ricorrenza del 17 Febbraio è iniziata
ad Angrogna la domenica 16 Febbraio con
un Culto di Santa Cena, a cui, purtroppo,
pochi hanno attribuito importanza, preferendo la celebrazione storica e folcloristica
all’annuncio di quella Parola senza la quale
tuttavia, tutto il resto rimane veramente
svuotato di valore e di significato. La Corale, preparata e diretta magistralmente dalla
Sig.ra Elena Geymonat che ancora ringraziamo, ha cantato il coro « Padre, alla Chiesa
universale ».
In serata, malgrado la neve dei giorni precedenti e la nebbia, i falò sono stati accesi
in diverse località, tra cui menzioniamo la
piazza del Capoluogo, per la gioia dei piccini e dei grandi che non possono recarsi in
altra località; al Vernò a cura dell’Unione
locale e, gigantesco e dominante tutti gli altri, quello di Rocciamaneud, preparato dai
giovani dell’Unione del Martel. Ai numerosi
intervenuti da Angrogna e San Giovanni il
Pastore Taccia ha rievocato l’importanza di
Rocciamaneud nella storia valdese e al bagliore del grande fuoco si è cantato l’immancabile « Giuro ». Il giorno dopo i bambini delle Scuole con i loro insegnanti e le
vecchie bandiere, accompagnati da un buon
numero di giovani e anziani, si sono recati
in numeroso e gioioso corteo fino al fatidico
Vangie, dove già attendeva, col rutilante
tamburino in testa, il piccolo corteo del Serre. Dopo il canto in comune del non meno
fatidico (( Giuro », tutto il corteo si è avviato al Tempio del Capoluogo per la celebrazione comune. Applaudite le recite e i canti
dei bambini con cui ancora una volta il significato del 17 è stato ripetutamente lumeggiato e illustrato in tutti i possibili sensi,
affinchè più nessun dubbio rimanesse nella
mente e nel cuore dei numerosi ascoltatori.
La Corale partecipò con una ben riuscita
esecuzione della « Cevenole » e il a messaggio pastorale » è stato centrato attorno a una
più moderna pagina di storia valdese : la
fondazione e lo sviluppo della Chiesa di Como, di cui quest’anno si celebra il centenario. Un grazie agli insegnanti, ai bimbi e
alla Corale che anche quest’anno hanno riscosso l’approvazione di tutti.
Ben riuscito il tradizionale pranzo affidato
anche quest’anno alla perizia culinaria del
nostro Ricou della Sea e dei suoi valenti
collaboratori. Purtroppo anche quest’anno i
prenotati nei termini fissati erano circa la
metà degli effettivi partecipanti, obbligando
gli organizzatori a varie acrobazie per assicurare a tutti razioni abbondanti e sostanziose. All’ultimo momento vari candidati han
dovuto essere rimandati con sommo recipro
co dispiacere. Tra i 60 partecipanti sono stati
salutati parecchi ex angrognini e ben tre
rappresentanti del Serre (tra cui il fedele
tamburino, che da 35 anni conduce il corteo
con l’allegro suono del suo antico strumento).
Se in questa occasione non è stata molto avvertita la comunione tra le due Comunità
sorelle, essa è stata maggiormente sottolineata al contemporaneo pranzo di Pradeltorno
dove quelli del Capoluogo erano ben rappresentati. Questa situazione è stata argutamente e bonariamente stigmatizzata da alcune
strofette dialettali estemporanee, molto applaudite al levar delle mense. Pure apprezzata e applaudita una appropriata poesia composta ad hoc da una delle nostre fedeli insegnanti. Un tentativo di canti post-prandium
non ha avuto molto successo per la ritrosia
e riservatezza dei commensali. In serata grande manifestazione dell’Unione del Martel che
con molto coraggio ha messo in scena « Notre dame d'en haut », testo italiano dal tìtolo
francese. Lungo dramma in cinque atti; storia di una chiesa e di una ragazza : la seconda in funzione della prima. Quando la
Culto Radio
ore 7.40
DOMENICA 1 MARZO
Past. Pier Paolo Grassi
(Chiesa Metodista di Roma)
DOMENICA 8 MARZO
Past. Maniredi Ronchi
(Chiesa Battista di Roma)
prima è distrutta la seconda sorge per farla
ricostruire e quando la Chiesa è ricostruita
la ragazza sparisce... e questo fin dal IV secolo! Sempre la stessa chiesa e, caso strano,
sempre la stessa ragazza. Ardita e non molto
concludente la tesi, bravi i coraggiosi e ben
impegnati attori! Molto apprezzato il triplice
contributo della corale negli intervalli.
Così, con tutti gli elementi accumulati imposti dalla recente tradizione, si è conclusa
la celebrazione del 17 in Val d’Angrogna.
Chi ha affermato il messaggio della vivente
Parola di Dio, scopre il senso della ricorrenza nella necessità di comprendere e attuare
la vocazione della Chiesa, al servizio e alla
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LE VARIE ATTIVITÀ'
della Comunità di Venezia
Domenica 19 gennaio, ci siamo ritrovati
nella Scuola dei Carmìni con alcuni fratelli
cattolici, ortodossi e metodisti, per un’ora
di meditazione bìblica. Un gruppo corale misto, preparato dalla Sig.ra Spandri, ha cantato alcuni dei nostri inni ispirati a testi
biblici. Una colletta è stata raccolta per i
poveri delle varie chiese rappresentate. Questo contatto umile di cristiani, separati tra
di loro, con la Parola del Signore è stato un
momento prezioso per tutti ed un fatto nuovo per la nostra città. Le conferenze cattoliche sull’unità, che seguivano quella data,
hanno assunto quest’anno un aspetto nuovo,
dì cui non psosiamo che rallegrarci.
Inoltre Domenica 19 gennaio abbiamo avuto, a Marghera, un culto in comune con i
fratelli battisti e il gruppo di Mestre. E’ stata una piacevole scoperta reciproca che vuol
essere ricca di promesse. Giovedì 23 seguiva, infatti, un incontro tra gli stessi evangelici presso la famiglia Urban e il Pastore
A. Vianello ci presentava, in modo conciso
e interessante, la posizione battista nell’evangelismo italiano.
Sempre domenica 19 gennaio ha predicato
nella nostra chiesa il Pastore Elio Maggi
delle colonie valdesi del Sud-America.
Domenica 16 febbraio, dopo il culto ha
avuto luogo un’agape fraterna.
Mestre. — Dobbiamo lasciare il nostro attuale locale di culto. Il Geom. Csermely è
al lavoro per trovare un’altra sistemazione
da sottoporre al Consiglio di Chiesa e alla
Tavola. Il gruppo si riunirà giovedì 20 febbraio presso la famiglia Bogo di Carpenedo.
In quell’occasione, i Pastori Cappella e Bertalot presenteranno alcuni aspetti dell’apporto delle loro rispettive denominazioni alLincontro deH’evangelismo italiano.
Chioggia. — Mentre attendiamo ancora
per il nostro locale, notiamo una ripresa dei
contatti culturali. Il circolo C. Goldoni ha
invitato il Pastore a tenere una conferenza
sul Concilio Vaticano II. La stampa ha annunciato la conferenza e ne ha fatto eco nella cronaca locale.
Conferenze pubbliche. — Fin d’ora ricordiamo che sabato 29 febbraio e domenica l“^
marzo avranno luogo due conferenze pubbliche sul nostro atteggiamento di fronte all’attuale momento ecumenico. Parleranno il
Prof. Valdo Vinay della Facoltà Valdese di
Roma e il Pastore Bertalot. R. B.
Unione Femminile. — Dopo il Bazar di dicembre che ha avuto esito rallegrante, le signore dell’unione femminile si riuniscono
una volta al mese, offrendo a turno l’ospitalità nelle loro case. L’interesse centrale di
queste riunioni è costituito dagli studi su
argomenti diversi d’attualità. In gennaio abbiamo avuto due studi presentati dalla moglie del Pastore: uno su II Concilio Vaticano II, e l'altro su La Pedagogia nella Chiesa.
Lo studio del mese di febbraio è stato tenuto dalla Sig.ra Marchesan sul tema: Solitudine positiva : la meditazione.
Le riunioni sono state ben frequentate,
malgrado gli inconvenienti causali dalla nebbia fitta e persistente. Speriamo che anche
questo campo di lavoro possa esser fecondo
per la Chiesa. M. '¿otta
Scuola Domenicale. — La scuola domenicale ,molto frequentata da una dozzina di
bambini di diversa età, continua la sua attività; malgrado l'inclemenza del tempo, n.ni
si sono avute che sporadiche assenze. I bambini hanno mostrato molto entusiasmo per
la nuova forma data alla festa dell’albero di
Natale. Essa è stata un vero culto di Natale
per i bambini, con canti, letture bibliche,
rievocazioni; la festa si concluse nei locali
dell’unione dove erano stati preparati dolci
e thè per i bambini. Una monitrice ha preso riniziativa, sollecitata dai bambini, di
protrarre di mezz’ora la durata delle lezioni,
dedicandola all’istruzione musicale o a chiarire le domande, che spesso esulano dal testo
delle lezioni, postele dai bambini. Anche l’organista ha accolto, con interesse, questa iniziativa e si jjresta molto volentieri ad istruirli nel canto. La nuova forma di autonomia
amministrativa ha avuto il consenso dei
bambini e la conseguenza è stato un maggior
incremento delle collette, per i bisogni della
Scuola Domenicale. F. Viti
La famiglia del Pastore Valdese
Giulio Tron
rivolge un commosso ringraziamento
a quanti le furono vicini nel doloroso distacco.
Una particolare riconoscenza vada
ai Pastori: Sigg. Franco Sommani, S.
Co’.ucci e A. Sonelli; al Vice Moderatore Alberto Ribet; al dott. Gardio!
e alle Suore della Casa Valdese delle
Diaconesse che lo hanno assistito con
tanta dedizione e affetto.
A Valdese (North Carolina - USA)
st è spento l’8 Febbraio 1964 aU’età di
87 anni
Enrico Martinat
nativo di Frali
Addolorati, ma fiduciosi nelle prò
messe di Dio ne danno- il triste annunzio le sorelle Giovanna e Caterina, i nipoti e parenti tutti.
« Se vo a dimorare aU’estremità
del mare anche quivi mi condurrà la tua mano » (Salmo 139: 9)
Frali, 15 Febbraio 1964
La famiglia del compianto
Luigi Long
commossa per la dimostrazione di simpatia avuta in occasione delle esequie
del suo caro congiuto; ringrazia tutti coloro che con la presenza, con scritti e fiori, hanno preso' parte al suo
dolore.
Un particolare ringraziamento ai
Pastori Sigg. Bouohard e Davite al
Dr. Carlo Sabbione, alla Amministrazione Comunale di Frali, alle Bande
Musicali di Pomaretto e di Frali, ali’AVIS di Perosa, alla Sezione per le
Onoranze ai Caduti Partigiani, ai suoi
compagni, ai compagni di classe, al
caro amico dell’estinto, sig. Noel Ribet, ed ai vicini di casa.
Masselli, Pomaretto li 19-2-1964
La moglie e i figli del compianto
Francesco Bounous
neirimpossibilità di farlo personalmente, riconoscenti ringraziano tutti
coloro che in questa dolorosa circostanza hannO' preso parte al loro dolore.
Ringraziano in particolar modo iL
dott. De Bettini che, con tanto amo
TOSO' affetto lo curò durante la sua lunga e penosa malattia.
Ringraziano pure il pastore Sommani per le sue buone parole di conforto, la direttrice. Suor Alba, e il personale tutte deirOspedale Valdese.
Torre Pellice, 22 Febbraio 1964
Direttore resp. : Gino Conte
Rei?, al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Toi
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