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^.¡oneinabb. postale/50
caso di mancato recapito
jortiga restituire a:
¡J^V, 15-10125 Tormo
l'Editore si impegna a
¡^spendere il diritto di resa.
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
GIUGNO 1994
IL VOTO EUROPEO
EUROPA
SUPERMARKET
GIORGIO GARDIOL
LJ Europa di centro destra
ha battuto l’Europa di
centro sinistra: con la sola eccezione della Gran Bretagna
le sinistre perdono dappertutto. Perde la Spd tedesca di
Rudolf Scharping, i socialisti
di Rocard in Francia e di
Gonzales in Spagna, il Pds di
Occhetto in Italia ma tutti, destra e sinistra, perdono rispetto alle astensioni che arrivano
quasi alla metà degli elettori.
Quella che esce dalla urne
del 12 giugno è un’Europa
meno europeista, più attenta
ai problemi interni dei 12
paesi europei e quindi ripiegata sulle frontiere interne,
stanca delle politiche di rigore economico e di troppa disoccupazione. Così l’Europa
ha seguito l’Italia sulla strada
del centro destra. Il «sogno»
del centro destra europeo ha
come suo perno principale la
coalizione Cdu-Csu (Unione
cristiana, una specie di Democrazia cristiana pluriconfessionale, ndr) tedesca che
da sola manderà a Strasburgo
48 deputati.
Attorno alla coalizione con
l’Unione cristiana tedesca si
giocherà tutta la politica europea di questa fine di secolo.
Gli alleati possibili ci sono: lo
Rpr-Udf francese, il Partito
popolare spagnolo, i tories inglesi, i democristiani olandesi, i cristiano sociali belgi, i
popolari portoghesi, il Fine
Gael irlandese, la Nuova deroocrazia greca, i popolari italiaiti e (forse) anche Forza
Italia e altri minori. Fascisti e
neodestra non dovrebbero entrare nella maggioranza, come invece succede oggi in
iMa. Anche se il gruppo socialista, grazie all’apporto di
^ggi inglesi, rimane il primo
gruppo parlamentare, sarà
dunque l’alleanza dei democristiani con i liberali, i riformatori e altri al momento
*non iscritti» a governare
1 Unione europea. O meglio
1 Europa degli stati nazionali
tneenti parte dell’Unione.
Eppure dall’ultima elezione
del 1989 molle cose erano
cambiate in Europa: la caduta
del muro di Berlino e la riuniheazione tedesca, la fine
dell Unione sovietica e del
eonfronto Est-Ovest. C’era
dna occasione storica per afe^are il vecchio sogno dei
dderalisti e accelerare con il
''uto il cammino verso un’Europa federale. Nell’epoca dei
dazionalismi, e delle guerre
d esse connesse, valeva la
l^na fare una campagna elei
futuro dell’Europa, ma i partiti che hanno concorso alla
campagna elettorale non li
hanno quasi considerati: ha
prevalso dappertutto la contingenza politica nazionale.
Jacques Delors, poco prima
delle votazioni, aveva osservato che il nazionalismo si
sta nuovamente diffondendo,
come nel 1920.
L’occasione mancata è stata anche alla base della grande disaffezione al voto. Il
fatto che il nuovo Parlamento europeo sia stato eletto solamente da una metà degli
elettori rende più debole la
sua azione nei confronti dei
governi nazionali che tenderanno a limitare l’integrazione europea o quanto meno a
rinviarne i tempi di realizzazione. I temi della pace, della
cooperazione, delle leggi sociali, dei diritti di cittadinanza, della difesa dell’ambiente
verranno affrontati in primo
luogo dagli stati: tempi lunghi quindi per la nuovaCostituzione europea.
Che cosa sarà allora l’Europa? Forse un grande supermarket: siamo molto lontani
dall’idea federalista propugnata da molti, anche evangelici, in Europa e in Italia
alla fine della seconda guerra
mondiale.
Di fronte alla vocazione del Signore non possiamo rispondere: «Non sono capace
L'agape di Cristo e il nostro amore
TULLIO VINAY
«Or quand’ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: Sirnon di Giovanni, m’ami tu più di questi? Ei gli rispose: Sì, Signore, tu sai che io t omo
Gesù gli disse: Pasci i miei agnelli. Gli
disse di nuovo una secondà volta: Simon
di Giovanni, m’ami tu? Ei gli rispose: Si,
Signore; tu sai che io t’amo. Gesù gli
disse: Pastura le mie pecorelle. Gli disse
per la terza volta: Simon di Giovanni,
m’ami tu? Pietro fu attristato che egli gli
avesse detto per la terza volta: Mi ami
tu? E gli rispose: Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che io t’amo. Gesù gli disse: Pasci le mie pecore»
(Giovanni 21, 15-17)
torale
dei
centrata sull’Europa
^oli, sull’Europa sociaEuropa delle tradizio
uciie irauiziujjjl|;“Uurali e delle lingue.
I
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Snll’C--- uciic lingua,
d I, uropa della solidarietà e
1^ cooperazione internaquesti i temi
® la Conferenza delle chiecuropee aveva indicato cocentrali agli elettori per il
Sono titubante a scrivere questa meditazione. Sento su di me gli occhi dei
molti esegeti della nostra chiesa. Cosa diranno? Tuttavia se mi sono deciso è per
due constatazioni: la prima sta nel fatto
che la maggioranza dei predicatori vede
in questo racconto semplicemente la riabilitazione di Pietro per il suo triplice rinnegamento di Gesù nel cortile del soinmo
sacerdote. Va bene, ma la spiegazione
non è sufficiente... La seconda constatazione è che i verbi relativi all’agape
(amore di Cristo) e al «filio» (amore
umano) nel racconto si alternano e si susseguono e, secondo me, ciò non è casuale
ma voluto dallo scrittore di questo 21
capitolo del Vangelo di Giovanni. Esami
niamo il racconto attenendoci al greco
con cui è scritto. Prima domanda: il Risorto chiede a Pietro: «agapàs me?», cioè
hai per me l’amore, l’agàpe, con cui ti ho
amato? Pietro, conscio del suo passato e
del suo presente, risponde umilmente «filo se», tu sai. Signore, che ho per te un
amore umano.
Seconda domanda: per una seconda
volta Gesù dice a Pietro: «agapàs me?».
Mi ami dell’amore, agàpe, con cui ti ho
amato? E Pietro risponde: «filo se», sì,
sai che ho per te un amore umano.
Terza domanda: qui, Gesù è proprio
come è descritto in Filippesi 2: «Essendo
in forma di Dio, non se ne inorgoglì (...),
ma annichilì se stesso prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini». Si mette al livello di Pietro, si identifica con lui, ne prende il linguaggio e gli
dice «fileis me», mi ami tu di un amore
umano? Pietro si sente liberato, e dice:
Signore, tu conosci ogni cosa, tu sai che
ti amo di un amore umano: «filo se».
Non posso di più; e Gesù lo conferma
nella sua vocazione, così come egli è, e
gli dice: «Pasci le mie pecore».
Conclusione: la troviamo in 1 Giovanni
4, 10: «In questo è l’agàpe, non che noi
abbiamo amato Dio, ma che Egli ha amato noi, e ha mandato il suo Figliuolo per
essere la vittima espiatrice per i nostri
peccati». O se volete in II Corinzi 12, 9
«La mia grazia ti basta perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Gesù dice ancora a Pietro (Giovanni
ANNO 2 - NUMERO 24
Vecchio-cattolici
Sì alle donne
sacerdote
21, 18): «Quando eri più giovane, ti cingevi da te e andavi dove volevi, ma quando sarai vecchio tenderai le mani ed un
altro ti cingerà e ti condurrà dove non
vorresti». E finito per l’apostolo, e per
noi, di fare i nostri programmi e tutte le
nostre promesse che non sappiamo mantenere. Tanto meno possiamo nasconderci dietro la nostra insufficienza dicendo
«non sono capace», perché colui che ci
dice di andare ce ne darà la forza, la sua
agàpe che copre e dà forza alla nostra debolezza. Dalla storia (Tacito) sappiamo
che quel che anche vecchie tradizioni riportano: Pietro, quasi certamente, morì
crocifisso nella persecuzione neroniana.
Così lui, così anche oggi, in vari continenti, vi sono quelli la cui testimonianza
all’Evangelo li conduce al sacrificio della
vita. Altri glorificano il Signore vivendo
a lungo senza alcun martirio come il «discepolo che Gesù amava» che era vicino
a loro due. Si può glorificare Iddio in situazioni diverse, l’importante è udire la
voce del Signore che ci dice: «Tu seguimi», e nel dircelo il suo spirito ci renderà
capaci della testimonianza in vita e in
morte. Né vita né morte potranno separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù.
Nel suo spirito, che è lo Spirito dell’agàpe, sta tutto il nostro futuro e il nostro
presente.
Occorre che sentiamo, come diretto a
noi, il suo invito: «Tu seguimi». E spariscono le nostre titubanze e i nostri problemi. Lo Spirito di Cristo sia con noi.
La Chiesa vecchio-cattolica tedesca ha accolto il principio della ordinazione sacerdotale delle donne. Il 51° Sinodo dell’episcopato tedesco
della Chiesa vecchio-cattolica, tenutosi a Magonza, ha
approvato il 10 maggio una
dichiarazione nella quale si
riconosce che uomini e donne hanno gli stessi diritti nella chiesa e che pertanto anche
le donne possono essere ordinate per i servizi del diaconato, presbiterato ed episcopato: la decisione sinodale è
stata approvata con 130 voti
favorevoli, cinque contrari e
un astenuto.
«L’apertura alle donne dei
ministeri guida della chiesa recita una dichiarazione comune dei sinodali - è diventata per noi un’inderogabile
necessità: noi siamo infatti
convinti che la chiesa non
possa più continuare a fare a
meno dei doni delle donne e
che l’impedire loro l’accesso
a questi ministeri costuisca
una grande ingiustizia». Il Sinodo ha anche respinto una
mozione nella quale si stabiliva che, qualora qualcuno
avesse avuto difficoltà ad accettare il sacramento dalle
mani di una donna, avesse il
diritto di riceverlo da un sacerdote maschio.
Le chiese vecchio-cattoliche sono nate nel 1870 per
protesta contro il dogma della infallibilità del papa e del
suo primato: contano circa
600.000 membri e sono presenti soprattutto in Europa e
nell’America del Nord; mantengono tra loro il vincolo in
un organismo che si chiama
«Unione di Utrecht».
Contro il voto espresso
dalla chiesa tedesca, si sono
pronunciate la Chiesa vecchio-cattolica polacca e altre
chiese degli Stati Uniti e del
Canada.
■
Le Assemblee di Dio
colloquio con il
pastore Toppi
pagina 2
Delle Chiese
Consultazione
metodista
pagine 3-4
All'.Ascolto
DELL.A Parola
Prendere tempo
per la parola di Dio
pagina 6
2
PAG. 2 RIFORMA
vasDnTojG^
Chiese evangeliche italiane: conversazione con il pastore Francesco Toppi, presidente delle Assemblee di Dio in Italia
I pentecostali: un movimento di popolo che crede nella Parola
LUCIANO DEODATO
uarda che brutta firx\ VX ma è venuta. Un po’
per colpa della penna difettosa che mi era stata data e un
po’ perché mentre firmavo
fui colto da un’ondata di
commozione». Effettivamente, osservando con attenzione
le firme del verbale dell’Intesa tra la Repubblica italiana e
le Assemblee di Dio del 29
dicembre 1986, il nome
«Francesco» è scritto in chiara calligrafia, mentre «Toppi»
è quasi illeggibile.
Quello scarabocchio è pieno di storia: Francesco Toppi,
oggi presidente delle Assemblee di Dio, la più numerosa
chiesa evangelica presente in
Italia, ritorna con la memoria
agli anni della sua adolescenza quando, ragazzino tredicenne 0 giù^i lì, una domenica mattina entrò nel tempio
metodista di Roma via XX
Settembre mentre il pastore
di allora. Anseimo Ammenti,
teneva il culto. Erano gli anni
della guerra, sarà stato il ’42
0 il ’43, la chiesa era gremita,
l’assemblea cantava con trasporto; Toppi, che non era
ancora ricevuto «nato di nuovo» (ne farà l’esperienza nel
’45), rimuginava dentro di sé
considerazioni di questo tipo:
vedi, questi qui sono liberi,
possono fare liberamente il
loro culto mentre i miei, invece, sono perseguitati e vanno
in prigione: non è giusto! Io
non sono nessuno, ma se domani dovessi essere qualcuno, dovrò fare qualcosa perché il mio popolo sia dignitosamente riconosciuto.
«Questo episodio - racconta oggi Toppi - l’avevo completamente dimenticato, del
tutto rimosso dalla memoria:
mentre stavo firmando l’Intesa mi ritornò improvviso, e mi
folgorò come un flash; allora
mi sono emozionato al punto
che mi sarei messo a piangere. Mi sono trattenuto, ma è
uscita la firma che è uscita!».
L’emozione di Toppi non è
solo un suo dato biografico;
dietro sta la storia del popolo
pentecostale in Italia, la sua
sofferenza, la passione per la
parola del Signore. Non tutti
sanno, e forse altri l’hanno
dimenticato, che il ministero
degli Interni del governo fascista emanò nel 1935 una
circolare riservata, nota come
«la circolare Buffarini-Guidi», nella quale diceva: «Esistono in alcune Provincie del
Regno semplici associazioni
di fatto che, sotto la denominazione di Pentecostali o
Pentecostieri o Neumatici o
Tremolanti, attendono a pratiche di culto in riunioni generalmente presiedute da
“anziani
// culto professato dalle anzidette associazioni (...) non
può essere ulteriormente ammesso nel Regno (...) essendo
risultato che esso si estrinseca e si concreta in pratiche
religiose contrarie all’ordine
sociale e nocive all’integrità
fisica e psichica della razza .
Pertanto le LL EE provvederanno subito per lo scioglimento, dovunque esistano,
delle associazioni in parola, e
per la chiusura dei relativi
oratori e .sale di riunione, disponendo conseguentemente
anche per una opportuna vigilanza, allo .scopo di evitare
che ulteriori riunioni e manifestazioni di attività religiosa
da parte degli adepti posssano aver luogo in qualsiasi altro modo o forma (...)».
Siamo alcuni anni prima
della promulgazione delle
leggi razziali con le quali verranno colpiti gli ebrei. Oggi
ci si domanda come si sia po
II pastore Francesco Toppi
tuti arrivare a tanto, ma lo
scandalo ulteriore è che solo
nel 1955 si arrivò all’abrogazione di quella vergognosa
(per l’Italia) circolare. Scrisse
allora Ignazio Silone: «La
circolare Buffarini-Guidi del
1935 costituisce il più grave
provvedimento di intolleranza religiosa che sia stato emanato in Italia dopo che l’epopea risorgimentale, rinnovando il costume civile politico
della nazione, aveva travolto
la legislazione degli antichi
stati italiani e con essa tutte
quelle forme di intolleranza
religiosa che avevano imperato durante il periodo in cui
l’Italia era stata dominata dallo spirito della Controriforma.
La detta disposizione (...) si
inseriva tuttavia nel sistema
di restrizioni che la legge del
1929-30 sui culti ammessi
aveva imposto per limitare
l’esercizio dei culti evangelici, impedire l’espansione di
quelle confessioni e stroncare
ogni forma di propaganda di
quelle dottrine sia in pubblico
che in privato»'.
Toppi ricorda con gratitudine l’opera intelligente e
puntuale di Giorgio Peyrot e
Giorgio Spini, il sostegno
della Tavola valdese negli
anni ’50 e la battaglia condotta insieme alle altre forze
evangeliche per giungere
all’abrogazione della circolare Buffarini-Guidi, ma ricorda anche le sofferenze della
sua famiglia e di tanti altri
fratelli in fede. Chi conobbe
periodi più o meno lunghi di
prigione, chi andò in campo
di concentramento, chi finì
addirittura tra i martiri delle
Fosse Ardeatine. In quegli
anni a un certo punto Toppi,
adolescente, rimase solo a
mandare avanti la botteguccia di calzolaio del padre e a
proseguire gli studi: tutti i
membri della sua famiglia
erano finiti in galera. Uno zio
cattolico, e perciò libero, si
impietosì e lo prese per un
certo tempo con sé.
Il ricordo del passato si carica di preoccupazioni per il
futuro, per le nubi che sembrano profilarsi suH'orizzonte
del pluralismo e della libertà
religiosa: «Voi - dice Toppi
alludendo in particolare alle
chiese valdesi - non vi toccheranno, perché siete “la”
chiesa protestante; ma noi...».
La frase rimane incompiuta e
il silenzio dell’inespresso ha
un suono sinistro.
Un po' di storia e altro
Chi sono i pentecostali?
Nella sede di Roma, in via
dei Bruzi 11, un grande quadro raffigura un vecchio albero dalle radici contorte che
affondano in un terreno sassoso; dallo stesso suolo cresce un giovane olivo che il
pittore ha messo in primo piano, sovrapponendolo sul vecchio albero: è poco più di un
virgulto, il tronco è ancora
esile, ma supera in altezza il
vecchio albero. E un’immagine del movimento pentecostale e dei suoi rapporti con il
resto della chiesa: simile, ma
non uguale; emerge dal medesimo terreno ma rappresenta una novità; vive di una vitalità nuova ed è in crescita.
«Il movimento pentecostale
non è soltanto simile alla
chiesa del Nuovo Testamento; è della stessa specie, perché germoglia dallo stesso
identico seme. E quella chiesa è risorta nel nostro tempo
perché si è sviluppata dallo
.stesso seme e dallo stesso metodo, prima stabilito da Gesù
Cristo e poi insegnato al
mondo dai suoi apostoli>P.
Emerge dai grandi movimenti
del «Pietismo» e del «Risveglio» che negli ultimi due secoli attraversarono e riplasmarono molte chiese, e per
questo ha anche un collega
mento ideale anche con il metodismo di John Wesley.
Per quanto riguarda l’Italia
le cose andarono più o meno
così: un emigrato italiano negli Stati Uniti ebbe un giorno
tra le mani una Bibbia; era il
1880. La lesse, ne parlò con
dei suoi parenti e altri e poco
tempo dopo, sempre negli
Usa, cominciarono a prendere
corpo alcune chiese evangeliche di lingua italiana: in una
di queste, posta sulla Grand
Avenue di Chicago, nel cuore
del quartiere italiano, i credenti fecero un giorno l’esperienza del battesimo nello
Spirito Santo, simile alla Pentecoste raccontata nel libro
degli Atti. Era il 15 settembre
del 1907: le comunità si moltiplicarono, diffondendosi nel
Nord America, ma anche in
Argentina, Brasile ecc.
In Italia il movimento arrivò nel 1908 con Giacomo
Lombardi, un emigrato da
Prezza (Aquila) che, tornato
in Italia, diede vita a Roma a
un primo nucleo di credenti.
Due anni dopo esistevano già
4 chiese pentecostali, nel ’20
erano salite a 14 e nel ’30
erano diventate 143: oggi sono più di mille.
Nell’ottobre del 1928 gli
«anziani» delle «chiese cristiane d’Italia» si riunirono a
Roma in una specie di assemblea costituente; esiste
una copia degli atti: il primo
punto che fu discusso riguardava la verità e il valore eterno della Parola di Dio. Contro chi pensava che le prescrizioni del Concilio di Gerusalemme (cfr. Atti 15, 29)
fossero da considerarsi superate, gli «anziani» affermavano: «...alcuni) essendosi sviati dalla Verità, vogliono sopprimere alcuni punti della
Parola di Dio, come ad esempio le quattro ingiunzioni
del Capo 15, verso 19 dei fatti degli Apostoli: essi dicono
che tre di esse sono cadute.
Noi sappiamo e crediamo che
la Parola di Dio non può scadere perché è eterna (Salmo
119, verso 19). Siamo stati
concordi di chiudere le porte
(2 Epist. Gv. 10) e di non
avere nessuna comunicazione
con coloro che si sono sviati
dalla Verità di Dio, affinché
il gregge del Signore non
venga travagliato e diviso».
Il secondo punto era una
messa in guardia contro «alcuni che si dicono servitori
del Signore, girando di lor
proprio senno, senza aver
nulla dal Signore»', vengono
fatti anche i nomi di coloro
dei quali bisogna diffidare.
Il terzo punto riguardava la
Verìnis
di Finta
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^o«M> 29 oicchime 1^1;
Il verbale di firma deii’intesa
menti partecipano i peccati
di essi».
Dunque la Scrittura come
unico riferimento dottrinale e
normativo, la predicazione
come compito di tutta la chiesa, la disciplina come ubbidienza alla Parola e segno del
reale rinnovamento dell’esistenza: sono tre principi di
fondo sui quali si è retto e si
regge il movimento pentecostale. In calce al documento,
tutti uniti di pari consentimento, le firme degli «anziani» e la loro provenienza. Si
tratta dei luoghi più disparati,
dal Nord al Sud, grandi città e
villaggi sconosciuti, a testimonianza di un movimento
popolare ormai già vasto e ramificato.
«Noi - dice Toppi, senza
riuscire a celare un giustificato orgoglio - siamo un movimento di popolo, praticamente di massa; gente che ha una
bella fede, gente che non credeva in niente prima e adesso
ha creduto nella Parola. Per
noi la Parola è tutto: se tu dici
qualcosa contro quella che è
la fede vera, la fede semplice,
le persone si scandalizzano».
Per questo nella loro ultima
assemblea i pastori pentecostali hanno votato un ordine
del giorno molto duro nei
confronti della «dichiarazione
dei 65» con la quale pastori e
professori della Facoltà valdese di teologia si dicevano
favorevoli alla dichiarazione
del parlamento di Strasburgo
sui diritti degli omosessuali:
«Alcune cose che voi dite prosegue Toppi - sono per
noi motivo di scandalo».
Diagramma relativo allo sviluppo
delle comunità ADI dal 1910 al 1993
1200
1000
800
600
400
200
0
1104
956
1003
760
653
445
172
201 215
4 10
m
___________________________________________________________;
1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1989 1991 1993
disciplina: «...se in alcuna
chiesa vi è un alcun fornicatore o peccati simili ad esso,
devono essere tolti dalla comunione della Chiesa (1 Corinti capo 5 dal verso 9 al
13) ed i fratelli non li devono
nemmeno avvicinare, altri
ri pope
j. trovati
inpuntai
Coflsult
vario 6 e
perii«
forte: la
ma: «Pn
Pariamo
Sembrano mettere in dubbio
la verità della Parola di Diot
rispondere a una morale lassi
sta. «Noi rifiutiamo il fonda,
mentalismo - prosegue - sol«
non vogliamo una lettura af
politica, né sociale: la vogliamo spirituale; il pietismo è la
nostra forza». Poiché in Italia
è necessario costruire una coscienza etica, è importante
avere dei punti di riferimento
solidi, forti, alcuni principiti
fondo indiscutibili e capaci di
dare un orientamento senza
ambiguità.
Certo bisogna dare atto ai
pentecostali, privi di strumenti culturali, senza mezzi finanziari, ostacolati in varia maniera daH’esterno e dall’interno, di essere riusciti a diffon-1
dere l’Evangelo praticamente
ovunque, nonostante l’otttisa
e feroce persecuzione del fascismo. In pochi decenni dal
nulla sono oggi presentisi
tutto il territorio nazionale;»
pensi che nella sola Sicilia
esistono più di 250 chiese:
praticamente in ogni località!
I membri battezzati sono
42.000 ma poi bisogna anche
considerare i simpatizzanti in
attesa di fare «l’esperienza
dello Spirito Santo» e valutati
intorno alle 100.000 persone.
Purtroppo è difficile ricostruire la storia precedente il
1945, perché la corrisponden;
za con le chiese degli Stati
Uniti, come anche gli elenchi
e gli indirizzi dei membri ifr
liani, furono bruciati perche
non cadessero nelle mani
deirOvra, la terribile poliz«
segreta incaricata di persegj";
re i nemici del regime. P>n
volte la casa dei genitori '
Toppi subì la perquisizione
ma, miracolosamente, sfuggj;
rono alla ricerca documen'
che mettessero a repentag',
la vita altrui. Tuttavia il «l'*'
bunale speciale» comimn
varie condanne a pentecos
e Fidardo De Simoni sarà un
dei 335 trucidati dai nazisti'
Roma alle Fosse Ardeatine
Dal 30 agosto al 2 settembre del 1944 i pentecost^
tennero un «Convegno naz
naie» a Raffadali (AgrigC)
e in quell’occasione scopri
no che, nonostante la pot
cuzione fascista, si erano j
mate ben 29 nuove comuf _
«Quando si dice la nr
del Signore...»: è un esp
sione che ritorna .spesso s
labbra di Toppi, gli scaW"
spontanea dal cuore, a ^
alle difficoltà incontrare’
quelle che ancora si
ranno, ma testimonia a
della sorpresa sempre rn
vata per le grandi e nume
liberazioni vissute c
«suo» popolo pentecost
lacirC’’
I ) Giorgio Peyrot. F
lare Buffarini-Guidi e'
costali. Associazione ita''_j„a.
la libertà della cultura,
novembre 1955. cg/vS
2) David A. WoMACK'^j
CESCO Toppi: Le ,pi M«'
vimento pentecostale»
dia, 1989, p. 113.
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T 7 giugno 1994
PAG. 3 RIFORMA
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CONSULTAZIONE A ECUMENE
IL POPOLO
METODISTA
Vita Delle Chiese ---------------
La relazione del Comitato permanente indica la strada per la testimonianza
L'evangelizzazione deve tornare a essere
il vero «mestiere» di chiese e credenti
GIAK PAOLO RICCO
rioopolo metodista si è ri‘Iffoperil suoconsue o
! lamento annuale nella
i Esultazione del 27-29
^ io. Il programma, molto
¡re in dubbio
troia di Diot
morale lassiimo il fondaasegue-solo
na lettura né
ile: la vogliapietismo è la
)iché in Italia
tmire una co; importante
li riferimento
ni principi di
ili e capaciti
mento senza
vario e articolato, prevedeva
™ il venerdì sera un pezzo
Lia tavola rotonda sul tema' «Presenza evangelica in
^lamento: quale testimoriaiiza?» con la partecipazioI» degli evangelici eletti, che
¿doveva tenere in apertura
del convegno e che invece si
è risolta in una conversazione molto simpatica, di tipo
ieformale, fra l’on. Maselli,
l'unico parlamentare presente
a Ecumene, e i convenuti alla
Consultazione. Il prof. Masellici ha raccontato i suoi primi
passi da parlamentare e ha
cosi offerto l’occasione per
uninteressante scambio di
idee sui temi che più stanno a
cuore a noi evangelici; la laicità, la difesa della scuola
pubblica, la libertà religiosa
e, potremmo dire, la libertà
tout-court. Su questo punto
dobbiamo essere vigili! Non
acasoMaselli ha scelto di far
parte della Commissione Affari costituzionali della Camera, dove si batterà per la
tutela della libertà religiosa.
H giorno successivo, dopo
il cÉo tenuto dal prof. Giancarlo Rinaldi, è stato interamente dedicato alla discussionesuitemi sollevati dalla resone stilata dal presidente
liMi in collaborazione
con ilComitato permanente,
eie era stata distribuita ai
partecipanti. È una relazione
lunga e articolata, sebbene discutibile in alcuni punti. La
prima parte è dedicata all’atlaale situazione politica del
paese ed entra nel merito dei
grossi cambiamenti che sono
avvenuti con le elezioni del
27-28 marzo scorso.
La seconda parte si sofferata sulla situazione delle nostre piccole realtà ecclesiastiAe, dalle comunità locali alla Facoltà di teologia alla
Ldmmissione permanente
studi, a Riforma, oltre natu'^eiite ai temi specifici attabuiti alla Consultazione (fiaanze e ecumenismo). Come
Pevisto dal programma ci si
V poi divisi in gruppi di lavoe da parte di qualcuno è
stata avanzata la proposta di
finalizzare la discussione al.“borazione di vere e proPfiu prese di posizione. Tale
Pi^posta non è stata però ac. *a in base alla consideratone che la Consultazione è
Un importante luogo di inpntro, di confronto di idee e
'dibattito interno al mondo
j ^todista, ma non deve essescambiata per un’assemoa decisionale, quasi che
ondesse contrapporsi all’
^emblea sinodale. Sarebbe
auspicabile che quanriel dalla relazione
dal ^P^iltto permanente e
dibattito che ne è seguito
vasse un’ampia eco nella
dlK della Tavola e nel
'’'battito sinodale.
jL ^b'Le assurdo, infatti,
si,^ '^Llessione sull’attuale
®^’one politica, che si pre‘ difficile e contradditto
LORETTA E ADAM
BLASZCZYK
Specificamente dell’Opcemi.
In caso contrario si correrebbe il rischio di una sorta di
«dicotomia», deleteria per
l’insieme delle nostre chiese
e si alimenterebbe un certo
qual senso di scontentezza: i
metodisti, da una parte, darebbero l’impressione di voler proseguire autonomamente le linee di ricerca emerse
durante la loro Consultazione; i valdesi, dal canto loro,
rischierebbero di affrontare,
in quel corpo unico che è il
Sinodo, temi sui quali la
componente metodista ha già
avviato una sua elaborazione.
La Consultazione è stata
anche un’occasione per discutere e proporre candidature per le prossime scadenze
ecclesiastiche, quali il Sinodo
e la Federazione, che riveste
quest’anno un’importanza
tutta particolare, dato che
buona parte del Consiglio
Feci dovrà essere rinnovato
per compiuto sessennio.
Mentre nel primo caso si tratta di semplici indicazioni che
andranno portate alla Commissione proposte in Sinodo,
quelle federali presentano una
precisa connotazione denominazionale, in quanto la Federazione è uno degli ambiti in
cui la componente metodista
si presenta come tale. E necessario che l’impegno metodista in questo contesto continui a essere, come in passato,
molto qualificato, per continuare a sostenere la Federazione come sempre è avvenuto fin qui dal suo sorgere.
La Consultazione si dimostra anno dopo anno un momento importante per i membri metodisti delle nostre
chiese sparse in tutta Italia, i
quali hanno così l’opportunità
di incontrarsi per verificare
insieme il senso della loro testimonianza nel nostro paese.
Come previsto nella relazione della Consultazione delle chiese metodiste
dell’anno scorso, il cambiamento politico italiano c’è
stato, anche se con schieramenti diversi da quelli supposti e con conseguenze difficili
da prevedere: stiamo ora vivendo in una situazione completamente nuova, dove l’efficienza e l’utile aziendale
sembrano anteposti allo stato
sociale e alla tutela dei più
deboli. Anche le nostre comunità sono state travolte da
questo vento innovatore,
quindi è il momento di prendere coscienza del cambiamento ed essere meno critici
e più propositivi, evitando di
«demonizzare le forze che costituiscono l’attuale maggioranza politica e parlamentare». Mai come in questo momento è necessario che le nostre assemblee vigilino affinché si tenga conto della fondamentale laicità dello stato e
il rispetto delle minoranze,
religiose e non. Si puntualizza pertanto la necessità di focalizzare la nostra attenzione
su 4 punti; la predicazione, la
formazione, la testimonianza
e l’evangelizzazione.
1) La predicazione non dovrà rappresentare l’esposizione della nostra buona cultura
o delle nostre convinzioni politiche ma dovrà essere invece chiara e comprensibile, attualizzata e non statica-teorica, ed esprimere così le basi
di fede che siamo chiamati a
condividere nella nostra comunione ecclesiastica. I nostri pastori e i nostri predicatori, e non, dovranno sentire
il calore umano e fraterno
delle nostre comunità e non la
tristezza dell’abbandono davanti ai grandi problemi di
questa nostra Italia che cambia nel rispetto delle pluralità.
2) Gli strumenti di forma
Momento del culto della Consultazione metodista
zione delle chiese spesso forse si sono dimostrati insufficienti e sovente l’interesse
verso la cultura ha avuto il
sopravvento sulle problematiche emergenti nelle diverse
esperienze. Anche la carenza
degli iscritti alla nostra Facoltà forse è un indice di questo nostro «malessere»: «Abbiamo bisogno di leader locali, di persone consacrate
all’edificazione delle comunità, capaci di capire le caratteristiche e le necessità
spirituali delle famiglie, dei
giovani e degli anziani, capaci di dialogare con il territorio guidando le chiese a divenire poli di attrazione e di
aggregazione».
3) Per la testimonianza, pur
in presenza di qualche risultato positivo, si notano i sintomi
del nostro conformismo secolare e le vecchie mentalità urtano con le realtà dei nostri
tempi. È pertanto necessario
compiere uno sforzo affinché
diventiamo protagonisti nelle
nuove emergenze: in due di
esse (Aids e droga) la nostra
testimonianza è assente.
4) Uannuncio dell’Evange
lo è il compito primario della
chiesa: senza rispondere a
questo comandamento la
chiesa non esiste. La nostra
spiritualità pare incapace di
esprimersi senza lo steccato
di una liturgia consolidata,
magari vecchia e incomprensibile, come se la spiritualità,
l’allegrezza, la gioia fossero
qualcosa da guardare con sospetto, da tenere distanti, da
lasciare ad altre tradizioni religiose meno serie e meno
importanti delle nostre.
Troppe volte i sermoni sono una dotta conferenza che
perde di vista l’essenziale;
l’edificazione della fede e
della chiesa, l’appello alla
conversione, Tannuncio della
grazia di Dio, l’invito alla
santificazione. Perdere di vista la nostra specificità, al
nostra identità, il nostro essere comunità ci fa correre il rischio di essere sempre più rituali, sia nel culto che nell’agape fraterna.
Le chiese chiedono aiuto e
noi siamo troppo spesso incapaci di trovare risposte e facciamo fatica persino a trovare
rimedi temporanei. Quando
. - '*uiK,ue e contradditto, ’ tiinanesse chiusa dentro
L' ^^l^^cati» metodisti!
e v-ifj perché metodisti
Qupct affrontino insieme
stituif tematiche è cotlovp • f ^ prossimo Sinodo,
vt^bU “Stelli metodisti do'"tervenire spesso e
®olo quando si parla
NON TEMETE, SONO 10 (Matteoi 4,22-23)
uno dei brani più letti e conosciuti
rL dell’intera Bibbia eppure il Signore, attraverso questa pagina, ha ancora
in serbo un messaggio ben preciso che
vuol rivolgere alla sua chiesa oggi. Come credenti evangelici italiani di tradizione metodista dobbiamo pregare affinché Iddio in questa occasione possa
parlare a ciascuno di noi individualmente e a noi tutti in quanto comunità.
Il contesto nel quale si colloca I episodio deve essere valutato adeguatamente: siamo sulle rive del Mar di Tiberiade. Gesù ha appena sfamato una
moltitudine di persone che, in preda
all’entusiasmo, ha deciso di farlo re; si
sarebbe trattato di uno dei tanti messiarivoluzionari di cui la storia giuda.ica fu
piena in quella travagliata vigilia del
fatidico 70 d.C. Forse i discepoli stanno per essere sedotti da questa prospettiva e proprio per questo Gesù, contrariamente a ogni logica umana, ordina
con energia ai suoi di attrai/ersare la
grande superficie del lago e di aspettarlo; nel frattempo cerca la comunione
con Dio in solitudine.
La barca nella quale i discepoli tentano la traversata è un simbolo della
nostra stessa esistenza o, forse più
compiutamente, della chiesa; è la navicala Retri degli affreschi catacombali.
Le circostanze esterne di questa navigazione sono tutte avverse: il m^e, per
gli ebrei, è un elemento infido; si è lontani dalla terra; si alza una tempesta e
le onde si fanno sentire; anche il vento
è fortemente contrario. Gli apostoli so
no avvolti dalle tenebre tanto sotto di
loro che sopra di loro: non sono ancora
le tre di notte, è il momento nel quale è
umanamente più difficile far appello
alle nostre energie e sperare di uscire
da una situazione tanto ingrata.
A un certo punto i discepoli hanno la
sensazione che anche noi un giorno
della nostra vita abbiamo avuto la sensazione di non esser più soli, di essere
affiancati da una presenza che trascende la nostra ordinaria amministrazione
della vita, la nostra logica e queste nostre energie allo stremo. È Gesù che ci
proclama la sua Buona Novella: «Non
temete, sono io!»; ma qual è la risposta
di quei discepoli? «È un fantasma»:
questa convinzione non leva la paura,
anzi T accentua.
Quante volte anche noi (e le nostre
comunità) abbiamo pensato a Gesù come a una pia illusione, a una tradizione,
a un’utopia di tipo religioso o politico?
Quante volte alle affermazioni di Gesù
abbiamo risposto, come Pietro, con un
periodo ipotetico: «Se sei tu...»? Gesù
oggi accetta questa nostra sfida: ancora
una volta ci comanda a venire a lui nella situazione difficile in cui ci troviamo. Pietro ha tanta voglia di fare qualcosa, rappresenta ugualmente la nostra
risposta; tenta di avvicinarsi a Gesù,
tenta di rimanere a galla: ce la mette
tutta da buon pescatore qual era, ma
non basta: il suo errore consiste nel non
guardare a Gesù ma, come dice la Bibbia, nel guardare la direzione del vento.
Quante volte, fratelli e sorelle, nel
nostro stare insieme come credenti,
nelle nostre progettazioni per la chiesa,
per le opere sociali abbiamo guardato
tanto agli «agenti esterni» (statistiche,
programmazioni, comitati, professionalità, contatti vari) e poco a Gesù? Eppure il Signore è ancora oggi pronto a
intervenire; Gesù, a Pietro che sta
affondando, non offre solo una mano,
un salvagente o altro: la Bibbia ci dice
che Gesù «lo afferrò»: qui il verbo greco del testo originale è molto forte, potremmo tradurlo «se ne impadronì».
Lasciamo che Gesù faccia ora lo
stesso anche con noi, non accontentiamoci di un salvagente: facciamoci afferrare da Gesù, facciamoci riempire
dal suo spirito che ci passa vicino non
come un fantasma ma come la risposta
di Dio concretamente operante tramite
noi; alla fine del nostro episodio Gesù
sale sulla navícula e viene riconosciuto
come il Signore. Siamo sicuri, cari fratelli e sorelle, che Gesù è oggi sulla nostra navicala e, se pensiamo che ci sia,
siamo sicuri che sia a lui che abbiamo
affidato il timone, riconoscendone la
signoria?
Possa Iddio aiutarci a tralasciare
quei periodi ipotetici che, come Pietro,
abbiamo già tante volte sperimentato,
e a pronunciare con il cuore il nostro
«sì». Nella barca nella quale, con Gesù, attraversiamo il mare oscuro
delVesistenza c’è ancora tanto posto, e
ci sono ancora tante persone che aspettano di salirvi.
Giancarlo Rinaldi
vediamo sorgere nei luoghi
delle nostre preoccupazioni,
delle nostre frustrazioni e delle nostre fatiche, chiese di altri cristiani, quando vediamo
altri movimenti e gruppi riuscire dove noi abbiamo fallito, dovremmo domandarci se
ciò non dipenda dalla nostra
poca voglia di andare allo
scoperto, di non rischiare persone e mezzi finanziari in
quella che è la nostra unica e
vera occupazione, rimanere
legati alle nostre ragionevoli
ipotesi, incapaci di nuove
proposte... Sembra che ci
manchi sempre qualcosa; la
persona giusta, i locali, i soldi, il progetto.
Molti rispondono a questo
genere di argomentazioni dicendo che non siamo come 1
pentecostali, come i Testimoni di Geova, come i mormoni,
e dimenticano che costoro
hanno imparato tutto da noi,
dimenticando che hanno copiato da noi questi ministeri,
quell’impegno personale a
farsi carico del compito di
evangelizzare... Potremmo
cominciare a muoverci con
progetti semplici e fattibili
anche se faticosi per chi non
è più abituato alla pala e al
piccone usando bene l’estate,
i tempi delle vacanze, preparandoci a intervenire in quelle
località di diaspora isolate,
nelle chiese più emarginate e
languenti, in quelle che non
hanno pastore, in quelle dove
c’è qualche dissidio. Non solo e non tanto per fare i culti
domenicali ma per riunioni di
preghiera e di studio biblico,
per qualche attività culturale,
per visite alle famiglie.
Se dunque non ci sforzeremo umilmente di capire e di
agire, se non sapremo abbandonare una visione ristretta,
pessimista e rinunciataria, noi
correremo il rischio di essere
tagliati fuori. Dobbiamo domandarcelo: di che cosa ha
bisogno il nostro popolo in
campo sociale, economico,
spirituale? Di che cosa hanno
bisogno le singole persone, le
famiglie? Di che cosa hanno
bisogno le nostre comunità?
Dobbiamo trovare il coraggio e il modo di dire alla gente dentro e fuori dalle chiese
che questa è la strada che Dio
indica per la salvezza del
mondo, dell'intero paese e
delle singole persone. Dobbiamo perciò attrezzarci spiritualmente, moralmente, culturalmente, organizzativamente, finanziariamente in
vi.sta di un compito preciso,
in tempi non facili, lunghi e
forse anche rischiosi: certamente diversi dai precedenti.
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PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
La discussione sul tema «Evangelizzare l'Italia che cambia»
L'impegno metodista: uscire dalle riserve
per poter essere il sale della terra
MARCO CONTE
vangelizzare l’Italia che
M2i cambia', è questo il titolo
del dibattito che ha coinvolto
i delegati delle comunità metodiste nella giornata di sabato: partendo dalla relazione
del Comitato permanente si è
prima lavorato in gruppi per
poi concludere in assemblea
plenaria; un argomento sicuramente non nuovo, ma stimolante e necessario all’indomani dei grossi mutamenti
scaturiti dalle elezioni del 27
marzo. Questo «scrollone» ha
ovviamente colto impreparate
le nostre chiese, anche se al
nostro interno non mancano
gli spazi per l’analisi, il dibattito e, in generale, una costante attenzione alle «cose del
mondo».
Molti hanno espresso l’opinione che quanto è successo
in Italia si specchia nello stato d’animo delle nostre comunità. In sostanza, la svolta
a destra con le conseguenze
che porterà, è passata anche
grazie all’assenso dei nostri
membri di chiesa: a questo
proposito è stato lamentato
uno scollamento tra la leadership e la base; si rende necessario un ricompattamento al
fine di prendere decisioni più
collegiali. Se da un lato l’unità politica dei cattolici sembra finita, si individua una direttiva per restare uniti intorno ai valori riproposti dagli
insegnamenti del magistero;
chi dice che «la cultura cristiana è a fondamento della
nostra nazione» temiamo non
Da sinistra Luciano Cirica, ii past. Giovanni Anziani, ii past. Ciaudio
H. Marteiii, presidente Opcemi, e Maria Grazia Paiazzino
prenda in considerazione il
contributo che evangelici ed
ebrei hanno dato al nostro
paese. Intanto la vecchia
unità spirituale degli italiani
toma a galla con buona pace
di chi cattolico non è.
A questo proposito si individua facilmente il tema del
primo grande momento di
scontro con il nuovo che avanza: la scuola pubblica. È
giusto restare sulla difensiva?
Sarebbe meglio essere propositivi pur riconoscendo il grave stato in cui essa si trova e
la riforma di cui ha bisogno:
come evangelici abbiamo
spesso anticipato lo stato sperimentando nuove iniziative
nei nostri istituti e questo ci
dà autorità per intervenire attivamente nel dibattito, assumendoci le nostre responsabilità nella difesa dei dettami
costituzionali.
Altro tema sociale scottante
è quello della creazione di
nuovi posti di lavoro: aleggia
la preoccupazione che saranno precari e mal pagati, rincorrendo solo il mito della
crescita economica mentre a
livello europeo, da parte di
autorevoli politici (guarda caso di estrazione protestante)
viene l’appello a ripensare
tutta la concezione stessa del
lavoro. Indirizzare la ricerca
verso lavori socialmente utili
per creare vera ricchezza ci
permetterebbe di essere un
autorevole interlocutore avvalendoci della nostra esperienza maturata con le opere
diaconali.
Ci si è soffermati, naturalmente, anche sulla situazione
interna al mondo evangelico:
riconoscere che l’essere comunità di credenti è un dono
fattoci dal Signore significa
anche essere consapevoli che
non si tratta di un valore eterno e immutabile solo perché
abbiamo un passato di cui essere fieri; il rapporto con Dio
deve essere rinnovato anche
La discussione sulle finanze delle chiese
Il risanamento prosegue
FRANCO CARRI
Nell’ambito della Consultazione largo spazio è
stato dedicato alle questioni di
carattere amministrativo e finanziario; i partecipanti provenienti dalie diverse realtà
circuitali sono stati posti nella
condizione di poter esaminare
questo aspetto della vita della
chiesa. L’ampia parte dedicata a questo tema dal Comitato
permanente nella sua relazione, ricca di grafici e tabelle,
ha costituito un valido aiuto
per non trascurare nessun
aspetto della situazione.
Il bilancio non è molto rassicurante, persiste un costante passivo: sono già in atto
manovre per ridurlo e ricondurlo entro limiti accettabili.
Due sono gli elementi che
hanno contribuito al passivo:
l’aumentata pressione fiscale
sul patrimonio immobiliare
deirOpcemi (si pensi all’Invim e a altre forme di tassazione che si presentano e variano da regione a regione); il
livello degli interessi passivi
per mutui contratti con banche per mancanza di liquidità, derivante anche dal fatto
che le contribuzioni delle
chiese locali non raggiungono quella periodicità e proporzionalità tanto auspicate.
A fronte di questa situazione rimane pur sempre come
parziale fonte di rassicurazione il consistente patrimonio
immobiliare deH’Ópcemi sul
quale, nel tempo, si concentrano gli interventi finalizzati
non solo a rivalutarlo ma anche a utilizzarlo al meglio
procedendo alla risoluzione e
alla stipula di contratti di alloggio da adeguarsi ai tempi
correnti. È riemersa la proposta di studiare altre forme di
investimento che non siano
solo quelle in atto nei confronti degli stabili: per quanto
concerne le forme di investimento sul patrimonio occorre
valutare e adoperare tutta una
serie di strumenti finanziari
attraverso i quali è possibile
conoscere, per un progetto, i
tempi di ritorno di un eventuale guadagno.
Sugli interessi passivi e la
scarsa liquidità non sarebbe
male rivolgere un invito a
chiese, istituzioni, opere,
membri di chiesa, perché si
possa aprire un deposito presso rOpcemi; in ambito valdese questa mutua solidarietà è
già in atto e in parte si hanno
riscontri positivi. 11 Comitato
permanente (Cp), sulla scorta
di alcuni interventi, è stato
posto nelle condizioni di procedere a verificare dove e come intervenire sul patrimonio
immobiliare. Si è poi passati
a esaminare il livello delle
contribuzioni delle chiese, rispetto alle quali annualmente
il Cp calibra e indica degli obiettivi da raggiungere nel
corso dell’anno. Le chiese locali sono informate che il raggiungimento del secondo obiettivo permette di liberare
delle risorse finanziarie che
possono essere investite (per
esempio in un progetto di attività evangelistiche).
Le chiese locali nel corso
degli anni hanno sempre risposto con un alto senso di
responsabilità finanziaria:
certo è che per alcune di esse
ormai il tetto delle contribuzioni è stato raggiunto e ulteriori aumenti sono possibili
solo attraverso un’ulteriore
sensibilizzazione e il rilancio
della campagna delle «3P».
Per il 1994 si propone alle
chiese un aumento compreso
tra il 20 e il 25% rispetto
all’anno precedente, aumento
che ad alcuni è sembrato fuori luogo, ma non lo è: si pensi
al beneficio derivante dalla
deducibilità dal proprio reddito delle contribuzioni alla
chiesa o alle opere.
Il contribuente evangelico
- hanno detto in molti - può
reinvestire il beneficio nella
sua successiva periodica o
annuale contribuzione per le
necessità della chiesa o di
un’opera sociale. Su questo
terreno la Ced del III distretto ha inteso interessare la
Conferenza distrettuale su
varie questioni inerenti la defiscalizzazione e la possibilità di rivolgersi al Centro di
aiuto fiscale (Caf) per avere
anche subito i rimborsi spettanti per legge.
Il Cp, per quanto concerne
la destinazione dell’S per mille, ha presentato una rosa di
alcune opere che possono beneficiarne: nel merito è stato
rilevato che è bene fin d’ora
pensare e presentare progetti
specifici su cui chiedere l’intervento finanziario. Per tutto
questo ci sono ancora alcuni
anni da aspettare, l’attesa servirà a fugare ogni timore e
acquistare un’ulteriore e necessaria chiarezza in vista di
decisioni e approvazioni finali che coinvolgeranno Opcemi, Tavola e Sinodo.
dentro le nostre chiese. Occorre ripensare alla formazione biblica nelle nostre comunità, rivalutare quei ministeri che abbiamo dimenticato:
la predicazione profetica, le
figure dell’evangelizzatore
(magari itinerante) e del pastore locale.
Non dobbiamo vergognarci
di parlare di Spirito Santo, lasciandolo patrimonio esclusivo di altri gruppi evangelici,
dobbiamo essere piuttosto
strumenti docili ma responsabili del suo operato. Il Coordinamento interdistrettuale per
l’evangelizzazione ha messo a
punto strumenti più aggiornati
ma a poco sarà servito lo sforzo se non si partirà. Si è discusso anche del rapporto con
la Federazione delle chiese
evangeliche: anche qui si attraversa un momento di svolta
e si ripropone la necessità di
aggiornare ciò che è stato elaborato anni fa; avere l’umiltà
di riconoscere dove si è sbagliato e, se necessario, ricominciare da capo. Percorrere
nuove strade anche nel confronto con le componenti non
federate.
Noi evangelici italiani, in
particolare metodisti, siamo
visti come pattuglie in guerriglia; fortezze per fermarsi e
rigenerarsi non ce ne sono;
abbiamo alcune riserve dove
siamo lasciati tranquilli purché non sconfiniamo nelle
praterie, monopolio di ben altre forze. Per i prossimi anni
l’impegno è quindi questo:
uscire dalle «riserve» per poter essere il sale della terra.
L'ecumene
metodista
Al tema dei rapporti ecumenici purtroppo non è stato
possibile dedicare uno spazio
adeguato, come l’argomento
avrebbe richiesto. Gli interventi che hanno animato la
consultazione hanno evidenziato che questo appuntamento non è stato per «soli metodisti»; sorelle e fratelli valdesi, battisti e di altre denominazioni evangeliche hanno costituito a Ecumene una «ecumene» per tutti.
All’attenzione dei convenuti è stata posta l’importanza
della prossima assemblea della Fcei, sia perché il suo Consiglio sarà rinnovato, sia perché è cambiato l’assetto socio-politico e istituzionale del
paese; questa situazione impone una rivisitazione e il rilancio di tutte le attività e i
servizi che concernono la Federazione e i suoi rapporti con
le chiese non ancora federate.
Dalla relazione del Cp emerge
anche un costante impegno
nel rapportarsi alla realtà del
metodismo mondiale.
Il prossimo convegno internazionale sulla «santificazione» nella tradizione metodista
e in quella benedettina, che si
teiTà a Rocca di Papa nel mese di luglio, lo studio dei vari
documenti inviati alle chiese
locali sui rapporti metodistiriformati-cattolici ribadiscono
un percorso ecumenico da
non sottovalutare.
Al termine di questa parte
dei lavori è stato celebrato un
culto in cui il canto, la preghiera, la condivisione della
Cena del Signore hanno raccolto una famiglia disseminata al Nord, al Centro, al
Sud del paese.
^VENERDil^^^
Conversazione con Domenico Maselli
Quando l'onorevole
è pastore
Il pastore Domenico Maselli è stato spinto alla candidatura alle elezioni politiche
dai giovani di Lucca (cattolici, evangelici, non credenti
impegnati nel volontariato).
In lui persone e forze sociali
anche diverse hanno visto la
persona giusta per rappresentare le loro istanze di cambiamento e la sua è stata una
scelta laica: locale, passionale, ma non di fede. «Noi abbiamo sei parlamentari
evangelici - ci tiene a dire
nella serata dedicata alla presenza evangelica in Parlamento - ma non abbiamo sei
evangelici parlamentari ».
Non c’è nessuna particolare
specificità, da parte del credente, nel fare politica e nessuna commistione tra fede e
politica scaturisce per il fatto
che un cristiano si impegna
nella società. In questo senso
è stato interessante, allora,
per la Consultazione, chiedere a Maselli come si comporterà in Parlamento e su che
cosa intenderà impegnarsi.
«In questo momento - che
secondo lo storico Giorgio
Spini potrebbe rivelarsi addirittura l’anticamera di un regime - è importante impegnarsi nelle battaglie in difesa della democrazia e della
Costituzione: per questo ho
scelto di far parte della commissione Affari costituzionali». In particolare Maselli ha
chiesto di occuparsi delle
«minoranze» (religiose, etniche, linguistiche) ma non per
difendere le piccole comunità
evangeliche, bensì per tutela
Domenico Maselli
re tutte le minoranze, senza
distinzione e senza pregiudizio. «In Italia c’è veramente
il rischio che la libertà possa
modificare forme e formule»
e in un momento come questo è importante che tutti si
preoccupino di «non far vincere l’arroganza».
Nel suo programma di attività immediate Maselli ha
promesso, infine, di impegnarsi contro la smobilitazione della Commissione antimafia, di difendere la scuola
pubblica e di migliorare il
Servizio sanitario pubblico:
un programma in difesa delle
libertà costituzionali, della
scuola pubblica e della jiistizia sociale è un
ma da vero laico.
lanisti
^01
CONVEGNO ECUMENICO
LA SANTIFICAZIONE
GIANCARLO RINALDI
11 convegno di Rocca di Papa su «La santificazione nelle
tradizioni benedettina e metodista», 4-10 luglio 1994, tn
considerazione delle tematiche trattate, delle personalità dei
relatori e della presenza dei partecipanti tutti si colloca
senz’altro in una prospettiva autenticamente ecumenica. IH"
tende con ciò offrire agli interessati un’opportunità di crescita spirituale e di arricchimento culturale. Il cristianesimo,
nelle sue espressioni più autentiche, è sempre stato visto come un’esperienza personale intanto valida in quanto foriera
di uri cambiamento sia dell’individuo sia della società inciti
tale individuo «nato di nuovo» si colloca. Questo momento
della vita spirituale è chiamato, con termine desunto dmia
Bibbia, santificazione; essa, nel suo aspetto più profondo,
viene vissuta e alimentata da un contatto personale con DioOra è proprio per questo suo aspetto che la santificftoo^^
può accomunare (e di fatto ha accomunato) credenti di i
versa provenienza confessionale nell’ambito della gran
famiglia cristiana. . ,
I benedettini, con il loro propositum di una vita spiriwa
incentrata sull’esperienza santificante del «ritorno a ,
livello personale e comunitario hanno realizzato uno
modelli che hanno arricchito non solo la storia della '
tualità cristiana ma anche, in più forme, quella della cui
occidentale. Sul versante delle chiese nate nel
Riforma protestante, la predicazione di John Wesley, che
dato origine nell’Inghilterra del secolo XVIII alla '
metodista, ha sempre posto una grande enfasi sulla nec
sità di realizzare l’esperienza della santificazionicertarnente, è stata vissuta in forme e con premesse teo g
che diverse da quelle dell’ascesi monastica. Tuttavia la sca^
turigine prima dell’esperienza, rincontro personale
Dio, e le conseguenze di questa stessa, il mutamento di
gole persone e di collettività, sono quelle stesse che ris
triamo nella famiglia di San Benedetto.
Dunque proprio la dottrina e l’esperienza della san ij
zione rappresentano il momento più significativo e tee
del dialogo ecumenico tra cristiani. È la jova
un’esperienza di spiritualità tanto profonda e
a superare, per la sua stessa natura, le tante divisioni
dagli uomini nel corso della sua storia secolare.
Durante i giorni del convegno avremo anche jjgHe
do assieme di riconoscere la stessa opera dello Spiri
vite di credenti diversi tra loro per lingua e cultura. jg
Per informazioni sul convegno: Opcemi, via Firen
00184 Roma. Tel. 06-745537.
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PAG. 5 RIFORMA
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Srazione di tutte le chiedo una; alcune erano
;^ti con una folta rappresa. D pastore Italo Be-■httìiftsrnbro del Comitato
■ulivo, ha illustrato le li' ^rali che guidano la
me sottolineando alcuni
icolari e presentaniese che entreranno in
ione con l’Unione,
jrventi hanno evidenàto^cune problematiche
^d^rebbero trovare una
sifone definitiva in questa
assemblea: la collaborazione
effettiva tra i due dipartimenti
t il Comitato esecutivo. Alcuni membri dei dipartimenti
hanno sóttolineato la quasi totale mancanza di collaborazione, se non addirittura la
trascuratezza proprio nei punti focali della loro attività.
Molti sono stati gli interventi
discordanti sulla linea ecclesiologica presentata dal Comitato esecutivo nel primo
ramerò de «Il testimonio».
Un’altra questione nodale è
stata la dichiarazione inserita neUa relazione in cui si dice; «La convinzione che
l’Unione, riunita dalla chiamata del Cristo, rappresenti
anch’essa un dato ecclesiologico di uguale dignità e
cgfflletiguardo»; (l’uguale
digiiitìe l’uguale riguardo
sonoiiferiti alla chiesa locale)-Sn quest’aspetto gli interwntìsono stati molti, quasi
I Me le chiese si sono espresse, come anche i membri dei
•lue dipartimenti presenti, ma
la
0 e feconj
,ropostaJ
;a che
isioni create
nodo vive«'
Spirito nelle
3,. nQ
Firenze
ziata questa linea: il Comitato
esecutivo continui nella linea
di aggregazione di comunità
che hanno una teologia e
un’ecclesiologia vicine o simili a quelle delle chiese dell’Unione, ma senza pregiudicare l’identità battista.
Il (¿astore Benedetti ha esposto molto brevemente il
contenuto di alcuni progetti
che il Comitato esecutivo
presenterà all’assemblea: la
determinazione delle sedi pastorali, la missione interna
ma anche tre proposte relative a segretario generale, ipotesi di un dipartimento diaconale e la proposta della chiesa di Chiavari. Anche su questi progetti e sulle proposte
gli interventi sono stati molto
chiari e quasi univoci; si possono esprimere in questo modo: l’assemblea recepirà queste proposte e i progetti come
una consegna, un recapito,
che invece di avvenire presso
le singole chiese avviene in
assemblea presso i delegati, i
quali consegneranno tutto
questo materiale alle chiese
affinché lo discutano ed
esprimano il loro parere successivamente, tra un anno o
alla prossima assemblea. Le
chiese dell’Acebla si incontreranno nuovamente in assemblea straordinaria l’il
settembre.
Chiese battiste della Sicilia
Verso il pastore
di «territorio»
C:i
4CHE
SILVESTRO CONSOLI
Riunione a Lentini, domenica 29 maggio, dei delegati e dei membri delle chiese
battiste siciliane per una valutazione della relazione del
Comitato esecutivo dell’Ucebi e per una focalizzazione
delle tematiche di interesse
comune, in vista deH’imminente Assemblea generale
dell’Ucebi. A conclusione
dell’incontro sono state approvate varie mozioni da presentare e utilizzare nel corso
del dibattito assembleare.
Una delle mozioni che
maggiormente ha impegnato i
presenti è quella concernente
la mobilità pastorale e la figura del pastore: «L’attuale, e
futura, carenza di pastori rispetto al numero di chiese
esistenti - recita il documento
- impone non solo il rispetto
degli esistenti ordinamenti relativi alla mobilità pastorale
ma anche la sperimentazione
di nuove forme di attività pastorali. Queste nuove forme
debbono intendersi legate non
più al binomio pastore-chiesa
ma invece a quello di pastoreterritorio, intendendo con ciò
esprimere il concetto che un
Chiesa battista di Gravina
Il senso della fede
maggioranza si
f dichiarata nettamente condona all’accettazione di que® dichiarazione, anzi alcuni
Werventi sono stati di un riliato drastico, molto duro. È
diiaro che questa affermazio* prenderà molto tempo del“ prossima assemblea; da
jaanto si è iniziato a sentire
“gli interventi, le posizioni
®ao molto distanti tra loro e
P® phe non ci sia la possibi® di conciliazione.
^ richiesta di alcune chie® fuori dall’area prettamente
«tosta di entrare nell’Unio' rutto questo che si ripete
® alcune assemblee, ha su,rtato diverse perplessità;
gh interventi si è eviden
La Chiesa evangelica battista di Gravina, in Puglia, in
alcuni giorni dedicati in modo speciale all’evangelizzazione (19-22 maggio), ha riflettuto sulla decisione di fede suscitata dalla proclamazione della parola di Dio. Il
tema è stato introdotto dalla
pastora Elizabeth Green che,
ispirandosi all’invito di Giosuè rivolto all’antico popolo
d’Israele «Scegliete oggi a
chi volete servire», ha poi ripreso il pensiero di Agostino
circa r irrequietezza del cuore
umano finché non trovi riposo in Dio. Il pastore Rapisarda ha proseguito tali riflessioni a partire dalla figura di
Giona, operando un efficace
contrasto fra Giona e Gesù;
mentre Giona cercò di salvare la propria vita, fuggendo
dalla presenza di Dio e dalla
proclamazione della salvezza
Gesù, radicato in Dio, non
esitò di spendersi compietamente per la salvezza del
OSPEDALE EVANGELICO INTERNAZIONALE
Ente morale fondato nel 1856 da chiese evangeliche
OSPEDALE GENERALE DI ZONA
Salita superiore S. Rocchino, 31 A
16122 GENOVA - Tel. 010/5522-1
BANDO DI CONCORSO
^ indetto un concorso pubblico per titoli ed esami
per 1 posto di
AIUTO CORRESPONSABILE
A tempo pieno di radiologia
(area funzionale: Medicina)
L’estratto dei bandi è stato pubblicato sulla
IV Serie Speciale della Gazzetta Ufficiale
n. 42, del 27 maggio 1994.
Scadenza 11 luglio 1994 (ore 12)
mondo. Dopo un chiaro invito rivolto ai presenti a confrontarsi, a partire dalla storia
di Giona, con la storia di Gesù, l’ormai consueta serata
comunitaria ha dato ampia
opportunità per approfondire
a tu per tu i temi sorti nel
corso delle riflessioni. Gli incontri, che hanno visto una
buona presenza sia di evangelici che di simpatizzanti,
sono stati arricchiti dai canti
del coro. Nel corso del culto
domenicale, giorno della
Pentecoste, il pastore Rapisarda ha invitato la chiesa
riunita a scorgere la presenza
dello Spirito di Dio nella vita
del singolo credente come
negli atti piccoli e grandi di
liberazione nella storia umana. Così la chiesa è stata richiamata ancora una volta al
senso della scelta di fede e il
Vangelo di Cristo è stato
nuovamente annunziato ad
una piccola parte del mondo
bisognoso.
pastore possa eventualmente
curare più chiese appartenenti
allo stesso Comune o a Comuni diversi. La sperimentazione proposta deve intendersi realizzata in un quadro di
strategia generale che, tuttavia, tenga conto della complessa realtà presente nel vario arcipelago battista italiano
e del rispetto dei valori di solidarietà fra chiese sorelle».
Anche se alla riunione era
presente un rappresentante
del Ce, nella persona di Daniele Miraglia, che ha raccolto e risposto alle tante domande scaturite nel corso
dell’incontro, è apparsa evidente la strozzatura dovuta
alla mancanza delle relazioni
dei revisori e di quelle di tutte
le altre istituzioni dell’Unione: queste relazioni avrebbero
consentito di avere una panoramica più oggettiva della situazione. Il dibattito è stato
perciò condotto sulla base
della relazione del Ce dell’
Ucebi, su quella dei documenti (di varia provenienza)
relativi all’ecclesiologia battista, infine sulla base della nostra esperienza locale.
I punti che maggiormente
sono stati oggetto di discussione sono stati conseguentemente quelli concernenti la
mobilità pastorale (dove si
tratta di scegliere tra un esecutivo legalista o uno pragmatico); la trasparenza degli
atti degli organi centrali; le
aspettative del prossimo decennio (sono o no fondate le
previsioni di un calo numerico nelle presenze pastorali?);
le spese per uffici e funzionamento dell’Ucebi che insieme
assorbono, nel 1993, ben il
21,8% del bilancio dell’Unione, l’introduzione della figura
del segretario generale, un
eventuale piano di razionalizzazione delle sedi pastorali.
Per quanto concerne la
«trasparenza» i presenti, pur
apprezzando la prassi già istituita di rendere pubblici gli
atti della Ce, hanno approvato la seguente mozione: «Ai
fini di una maggiore trasparenza sul funzionamento del
Comitato esecutivo si propone che di ogni sua seduta
venga inviata, a ogni chiesa
dell’Unione, fotocopia del
verbale».
RINVIO
Per assoluta mancanza di
spazio siamo costretti a rinviare alcuni articoli ai prossimi numeri.
Federazione delle Chiese
EVANGELICHE IN ITALIA
Appello per la popolazione
civile del Ruanda
(1 consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e la Federazione
luterana mondiale (Firn) hanno lanciato un appello di Pentecoste per raccogliere circa 9 milioni di dollari (precisamente
8.990.000) a favore del Ruanda.
in una lettera inviata alle chiese e alle organizzazioni di
solidarietà di tutto il mondo, Cec e Firn precisano che poco
più di 8 milioni di dollari sono necessari per garantire assistenza umanitaria alle centinaia cii migliaia di ruandesi profughi nei paesi vicini; mezzo milione di dollari sarà destinato
al programma Crisis Suppori. per lavoro sociale e «counselling» psicologico tra i rifugiati: 300.ocxf dollari andranno a un
programma di «Pace e riconciliazione», gestito dalle chiese
cristiane del Ruanda.
in Italia la Federazione delie Chiese evangeliche in Italia
ha indetto una raccolta di fondi per contribuire a questo progetto. Chi volesse parteciparvi è pregato di versare il suo
contributo sul conto corrente postale n. 38016002 intestato
Federazione deile chiese evangeliciie in Italia, via Firenze
38, 00184 Roma.
MILANO — Domenica 29 maggio la Chiesa battista di via Pinamonte da Vimercate ha ospitato un convegno del Movimento femminile battista (Mft) della Lombardia. Hanno
partecipato a vari momenti della giornata rappresentanti di
quasi tutte le comunità battiste della Lombardia, sia che
avessero o che non avessero un Unione femminile orgamz
zata; il convegno è stato caratterizzato anche dalla presenza
di donne immigrate. Dopo il culto con la predicazione di
Anna Masino, le presenti hanno ascoltato le relazioni della
presidente del Mfb, Helène Ramirez, della direttrice del
centro di Rocca di Papa, Vera Marziale, e della segretaria
regionale uscente, Anna Masino. Nel pomeriggio si è avuta
un'animazione biblica, guidata da due sorelle cattoliche di
Bellinzona: Liliana Jelmini e Simona Hohl. Questa è stata
una bellissima opportunità per far vedere che tutti possono
partecipare attivamente a un approfondimento di un testo
biblico usando, oltre la parola, strumenti inconsueti come il
disegno. Molte sorelle forse si sono trovate di nuovo «barribine» con le matite colorate in mano per scoprire il significato dei testi biblici; ma il coinvolgimento e la chiarezza
dei concetti emersi dal lavoro hanno svelato 1 efficacia della metodologia. La giornata è stata un’occasione non solo
per gioire insieme, ma anche per acquisire nuovi strumenti
di studio e stimolo per le nostre comunità, (c.s.).
ANGROGNA — Domenica 29 maggio le sorelle dell’Unione
femminile hanno organizzato un pomeriggio comunitario
nel corso del quale hanno offerto a tutti gli intervenuti un
momento musicale grazie al gruppo di flauti guidato da Gisela Lazier, che ringraziamo per la fraterna disponibilità.
L’estrazione di una lotteria e un tè con dolci fatti in casa ha
completato questo bel pomeriggio che purtroppo non ha visto una gran partecipazione di fratelli e sorèlle della comunità. Un grazie sincero alle sorelle dell’Unione.
• Sabato 21 maggio, nel tempio di Pradeltomo, si sono uniti
in matrimonio Loredana Pons, della nostra chiesa, e Luigi
Pellegrin di Torre Pellice. Siamo vicini con affetto e simpatia a questi giovani che, con tanta semplicità, hanno voluto
chiamare il Signore a «costruire la loro casa» (Salmo 127,
1), e auguriamo loro una vita in comune lunga e benedetta.
• Il 28 maggio abbiamo accompagnato alla sepoltura Adele
Bertin, mancata a 73 anni dopo una vita consacrata al lavoro e alla cura della famiglia. Siamo vicini nella speranza cristiana ai suoi quattro figli, ai generi, alla nuora e ai nipotini.
PRAMOLLO — Il bazar dell’Unione femminile tenutosi domenica 29 maggio ha avuto un esito soddisfacente: peccato
che diminuiscano gli acquirenti! Hanno riscosso successo i
dolci, che anche quest’anno sono stati preparati con la preziosa collaborazione del panettiere Italo Blanc, che ha messo a disposizione attrezzature e forno. Un grazie sincero a
lui, alle sorelle dell’Unione femminile che continuano a impegnarsi molto, e a tutti coloro che hanno collaborato in
qualunque modo.
• Ringraziamo di cuore il fratello Umberto Rovara per il
messaggio rivoltoci nel corso del culto da lui presieduto domenica 5 giugno.
PRAROSTINO — Sabato 4 giugno si sono uniti in matrimonio Cristina Ciardossin e Marco Gardiol. Auguri di ogni
bene a questa nuova coppia.
• Felicitazioni a Dina e Mauro Genre del Collaretto per la
nascita della piccola Marina.
• La comunità esprime la propria simpatia alla famiglia di
Cesarina Avondetto Reynaud, deceduta all’età di 80 anni.
POMARETTO — È nata Martina Lomi, di Maurizio e di
Daniela Bertetto: un benvenuto alla piccola Martina e auguri a papà e mamma.
• Due nuovi focolari si sono formati nella comunità: sabato
11 giugno si sono sposati Luciana Gaydou e Luca Gay e,
la domenica durante il cunto, Elena Breuza e Fabrizio
Martinat. Agli sposi l'augurio di una lunga esistenza sotto
la guida del Signore.
• Nel volgere di una settimana abbiamo accompagnato
all’ultima dimora Umberto Long, di 79 anni, e Aldo Genre, di 71. Ai familiari in lutto di questi nostri fratelli vada la
simpatia della comunità tutta.
MILANO — Gran festa domenica 22 maggio alla Chiesa battista di via Pinamonte da Vimercate dove si erano dati appuntamento i battezzandi di quattro chiese battiste della
città. Hanno dato la loro testimonianza battesimale Emanuela Crupi e Leonardo Verzelletti (chiesa di via Jacopino
da Tradate), Lu Kuei-Min detto Francesco e Chen, Yu-Ping
(chiesa di lingua cinese), Enrico Genghini (chiesa di Bollate) e Elena Saglia (chiesa di via Pinamonte). Le chiese sono
riconoscenti al Signore per la testimonianza e l’occasione di
fratemizzazione.
• Tutte le chiese battiste, metodiste e valdesi di Milano sono
vicini alla famiglia del prof. Aurelio Mauri Paolini, esemplare figura di credente che ha saputo coniugare l’impegno
professionale in campo medico e la pratica della testimonianza cristiana attraverso la proclamazione dell’Evangelo,
l’aiuto concreto verso i sofferenti (come dimenticare l’ambulatorio di via Pinamonte?) e l’impegno culturale (nel
Centro culturale protestante). A tutti i congiunti, alla sorella
Lidia in particolare va l’espressione della fraterna solidarietà delle chiese, (.s.g.)
CUNEO — Domenica 29 maggio si è svolta la consueta festa
di primavera organizzata dalle chiese battiste del Cuneese.
Il raduno, a cui ha partecipato un centinaio di persone, ha
avuto luogo a Boves, nel parco comunale attrezzato. Dopo
il culto all’aperto presieduto dal pastore Herbert Anders,
con la predicazione del pastore Vittorio Perres di Valperga
(presente con una ventina di persone del Canavese) c'è stata
un’agape fraterna, durante la quale è stata celebrata la Cena
del Signore. Nel pomeriggio canti, testimonianze, informazioni. Un gruppo di giovani della Egei di Torino ha avuto in
contemporanea un incontro con i giovani di Cuneo, Mondovì e delle Lunghe.
TORRE PELLICE — 11 18-19 giugno, presso la Foresteria
valdese, i gruppi Sae di Piemonte e Liguria organizzano un
convegno sul tema «Dall’intolleranza alla Koinonia».
6
PAG. 6 RIFORMA
« All’A;
PRENDERE TEMPO
PER LA PAROLA DI DI
VALDO BENECCHI
Questo episodio è stato
spesso interpretato come
un esempio di contrapposizione tra una religiosità contemplativa (Maria) e una religiosità attiva (Marta). Una
mistica passiva, una mistica
attiva: Maria, la credente riflessiva, Marta la credente attiva; che cosa è più importante, la riflessione biblica e la
teologia o il servizio, la diaconia? Che cosa viene prima?
Questo modo di ragionare mi
sembra, per la verità, più medioevale che biblico.
Penso che per comprendere
il brano dovremmo partire
dal V. 41: «Marta, Marta, tu
ti affanni e ti inquieti di molte cose, ma di una cosa sola
fa hisogno». Questa mi sem. una traduzione debole:
meglio la traduzione interconfessionale: «Una sola cosa è necessaria». Il latino dice: «Unum necessarium»\ si
glio superare un passaggio e
arrivare subito al sodo, come
Marta; ma dov’è quell’unicità
della parola di Dio?
Leggiamo insieme alcuni
passi biblici: «Come la pioggia e la neve scendono dal
cielo e non vi tornano senza
avere annaffiato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare sì da dare seme al seminatore e pane da
mangiare, così è della mia
parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a
vuoto, senza avere compiuto
quello che io voglio e menato
a buon fine ciò per cui l’ho
mandata» (Isaia 55,10-11 ).
«La mia parola non è essa
come il fuoco? e come un
martello che spezza il sas
so?» (Geremia 23, 29).
«Voi l’accettaste non come
parola d’uomini, ma come
parola di Dio la quale opera
efficacemente in voi che cre
«Ora, mentr’erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio; e una donna, di nome
Marta, lo ricevette in casa sua. Marta aveva
una sorella chiamata Maria la quale, messasi a sedere ai piedi di Gesù, ascoltava la
sua parola. Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: Signore,
non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi
aiuti. Ma il Signore le rispose: Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. Maria ha
scelto la parte buona che non le sarà tolta»
(Luca 10, 38-42)
«La mia Parola non è essa come il fuoco?
e come un martello che spezza il sasso?»
(Geremia 23, 28-29)
«Voi Vaccettaste non come parola d’uomini, ma come parola di Dio la quale opera
efficacemente in voi che credete»
(I Tessalonicesi 2, 13)
tratta di qualcosa non solo di
necessario ma di unico, qualcosa che non ha uguali.
L'unicità
della parola di Dio
Siamo tutti d’accordo nell’
identificare questo unico
nella parola di Dio. Dove è la
sua unicità? Me lo chiedo
perché anche nei nostri sermoni la parola di Dio viene
considerata come la teoria a
cui deve seguire la pratica.
Prima ascoltiamo con attenzione e devozione la teoria,
poi ne facciamo l’applicazione, l’attualizzazione: una premessa da cui trarre le conclusioni pratiche.
Mi sembra però che, con
questo ragionamento, noi
continuiamo ad essere all’interno di quella contrapposizione fra Maria e Marta: se
così fosse, la parola di Dio
non sarebbe molto diversa
dalle esortazioni o i consigli
che rivolgiamo ai nostri figli
nella speranza che ne traggano qualche beneficio per le
loro scelte. Se così fosse, me
dete» (I Tessalonicesi 2, 13).
In questi brani la parola di
Dio non è certo teoria ma, se
così si può dire, teoria e prassi insieme, è un evento efficace: suscita la fede, giudica,
perdona, fa vivere, trae i lineamenti di una persona nuova da questo blocco informe e
confuso che spesso siamo.
La parola di Dio
non è teoria
La parola di Dio sa iniettare nel nostro organismo
rassegnato e senz’anima il dinamismo e la passione della
resurrezione di Gesù Cristo.
Non una teoria, non una premessa ma un evento che assume i lineamenti di un uomo,
Gesù Cristo: ecco l’unicità
della parola di Dio rispetto alle nostre parole, anche quelle
più sagge e autorevoli.
Quando la parola di Dio è
all’opera nella Bibbia, nella
nostra predicazione, nella nostra preghiera, nella Santa
Cena, la separazione fra teoria e prassi salta; quando la
Parola è in circolazione, per
dirla con Lutero, si scatena,
diventa un evento non arginabile, non addomesticabile, un
evento da cui non possiamo
difenderci, che non possiamo
piegare alla nostra esegesi.
Quale predicatore non ha
fatto l’esperienza di avvicinarsi a un testo biblico con
delle idee in testa per accorgersi poi che il suo sermone
va in altra direzione? Quante
volte apro la Bibbia per scegliere un testo del sermone
avendo già in testa il tipo di
messaggio che voglio trarne,
magari per dimostrare che una
sorella o un fratello hanno
torto? La Parola come complice: ma non è detto che i
miei pensieri siano anche i
pensieri di Dio, non è detto
che la mia agenda sia anche la
sua; capita, infatti, che la parola di Dio mi depisti dai miei
pensieri, dai miei progetti. Fra
¡’altro, la parola di Dio non è
neppure incatenata alle grandi
scadenze liturgiche.
La cosa più importante
Il problema di fondo del
brano non è chi ha ragione
fra Maria e Marta, ma ciò che
è veramente importante; rincontro con la Parola vivente
del Signore vivente. Speriamo che alla fine anche Marta
lo capisca, catturata come
sembra dal suo attivismo che,
secondo lei, dovrebbe essere
maggiormente valorizzato anche da Gesù. Se considero al
centro dell’episodio rincontro con la parola di Dio, capisco anche la tensione presente nel brano; è la tensione che
si crea di fronte a quello che,
in gergo, chiamiamo kairòs,
un tempo speciale, un’occasione speciale che non possiamo mancare, che non possiamo sprecare: l’incontro
con ciò che è unico, la parola
di Dio: Maria capisce che è
l’occasione della sua vita.
Prendersi tempo per la Parola di Dio non è come trovare un momento per la riflessione teorica, ma è il tempo
in cui viene suscitata la fede,
in cui succedono il giudizio e
il perdono, è il momento in
cui veniamo suscitati e inviati
come diaconi e testimoni.
Riscoprire il tempo
dell'ascolto
Talvolta ho il dubbio che
anche nelle nostre chiese
finiamo per identificare la fede con l’attivismo. Di fronte
agli eventi della storia noi
reagiamo così: che cosa dobbiamo dire? Qual è la parola
profetica che dobbiamo pronunciare? Sentiamo il dovere
di dire qualcosa su tutto, poi
magari ci accorgiamo che non
sappiamo bene che cosa dire.
Ci riesce difficile dire qualcosa che vada al di là delle
genericità o di ciò che dicono
tutti ma dove sta scritto che
dobbiamo parlare a tutti i costi? Dove sta scritto che siccome Dio tace su alcune questioni noi dobbiamo supplire
al suo silenzio? Mentre mi
pongo queste domande mi
sento in contraddizione con
me stesso: necessità dell’ascolto della parola di Dio senza l’assillo di dover parlare,
intervenire, scrivere documenti e comunicati stampa.
Fermiamoci, e ascoltiamo la
parola di Dio il che, ripeto,
non vuol dire fare della teoria, ma prendersi tempo per
cogliere l’occasione speciale,
l’evento. La parola di Dio che
non è solo ciò che dà sapore
Albrecht Dürer: «Quattro apostoli
m
(Giovanni, Pietro, Marco, Paolo)
alle nostre scelte ma è ciò che
le origina, ci suscita sia come
credenti chee come testimoni.
Il tempo dell’ascolto non è
solo il momento del culto o
della preghiera ma è anche un
tempo interiore, è la nostra disponibilità spirituale. Mi ha
sempre colpito il fatto che
mentre l’Europa era in fiamme, Lutero era chiuso nel castello della Wartburg a tradurre la Bibbia: la sua era solo
incoscienza o comprensione
dell’ «unum necessarium»!
Spero che tutti i nostri lettori possano riflettere su uno
dei contributi più belli di
Bonhòffer, La Parola predicata, di cui riprendo qualche
pensiero: «Il pa.9tore usa correttamente la Bibbia soltanto
se la pratica totalmente». «Il
predicatore in quanto commentatore della Scrittura deve essere lui stesso radicato
nella Bibbia». Sentite anche
questo pensiero: «Una buona
regola è quella di iniziare la
propria predicazione al più
tardi il martedì e concluderla
entro il venerdì. Si dovrebbe
cercare il testo già la domenica e sceglierlo definitivamente il lunedì. L’abitudine
di preparare la predicazione
il sabato sera tradisce un
comportamento indegno di
fronte alla Parola».
Come si farebbe a seguire
questa indicazione con ttitti
gli impegni che abbiamo?
Dobbiamo fare i conti con la
nostra agenda. In tutte le pagine del lavoro citato Bonhòffer ha quella costante
preoccupazione: la dignità
della parola di Dio. La nostra
predicazione, la nostra vita di
fede, i nostri rapporti fraterni,
il nostro comportamento contribuiscono a salvaguardare o
a offuscare la dignità della
Parola? La salvaguardiamo
nella misura in cui siamo
profondamente radicati in essa: questa è la risposta. Tornando all’episodio rivediamo
Marta che si dà un gran da fare, come è giusto, per riceve
re un ospite di riguardo. Marta non ospita, ma si fa ospitare dalla parola di Gesù.
Essere ospiti
della Parola
L? ospite trova sempre un
ménage già avviato,
una casa arredata secondo il
gusto dei padroni di casa, i
ritmi di vita sono quelli imposti dalle loro esigenze. L’ospite, anche colui che viene
messo a proprio agio, deve
comunque adattarsi a una situazione precostituita e prima
o poi si rende conto che è
giunto il momento di togliere
il disturbo. Essere ospiti della
parola di Dio comporta il ripensarci come credenti, il riprogettarci come chiese, il rivedere le nostre attività: e
non arriva mai il momentti
togliere il disturbo. La grazia
consiste proprio nel fatto che
l’invito ci viene contiiraamente rinnovato: Gesù non
viene in casa di Malia e ii
Marta per essere servito, ma j
per servire. Chi si ferma ad '
ascoltare la Parola di Dio, chi
le va incontro, non perde
tempo; trova l’unica cosa necessaria per vivere. L’ascolto
della Parola, lo sappianole
nostre sorelle e i nostri fratelli
che trovano così faticoso partecipare ai culti 0 allo studio
biblico, non è solo un esercizio intellettuale per pochi n»
è il momento in cui il Signf*
ci incontra per ricostruirci,
per lavorarci, per plasrnatcìe
per trarre, se necessario,®!
figli di Abramo anche oaU
pietre che noi siamo.
Preghiera
Signore, molti di noi non riescono neppure ad aprire una piccola breccia all^
tua Parola nella propria frenetica attività
quotidiana, ma anche se lo facessimo cio
non basterebbe per dare un senso diverso,
un sapore diverso alla nostra vita. Se ve
bene, ti consideriamo un ospite provvisorio a cui chiediamo di togliere il disturbo
non appena la tua presenza si prolungofa ’, o Dio, che torniamo a imparare a dedicare tempo alla tua Parola. Un tempo
che non sia solo una fuggevole divagazione ma il nostro atteggiamento interiore’
costante, che ci aiuti a ricostruirci come
persone, come credenti, come chiese noo
su dei valori effimeri, sia pure attuali, mo
su ciò che vi è di più antico e di più nuovo>
il tuo amore e la tua grazia.
j\mem
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co0e
9 noti
1 0
UOVO,
di mancato recapito rispedire a:
Fondato nel 1848
la 10066 - Torre Pellice
^la postale
si impegna a corrispondere
■ ^ di resa
Val d'Angrogna
La vita della borgata
ìvive nella scuoletta dei Pons
Sono trascorsi circa cinque anni dall’inaugurazione del
museo dei Pons, l’unico museo privato presente sul territorio delle Valli. Abbiamo chiesto al suo ideatore e proprietario, Luciano Pons, di fare un bilancio dell’iniziativa e di
parlarci dei suoi eventuali progetti.
«L’idea di istituire un museo di borgata in quello che è
Stato il quartiere di origine della mia famiglia - spiega
iPons - che ancora oggi conserva intatte alcune case antiche, una fornace e una piccola scuoletta, è nata proprio
quando più di cinque anni fa io stesso ho visto buttare via o
ìdere mobili, arredi, libri, utensili; mi sono così proposto
di riacquistarli successivamente proprio per salvare nel suo
ambiente l’eredità della cultura contadina e montana di
questo bel quartiere dei Pons». Effettivamente oggi questo
piccolo museo etnografico si propone proprio come una tesUmonianza di cultura, tradizioni e lavoro della vai d’Angrogna dove è situato.
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venerdì 17 GIUGNO 1994
ANNO 130 - N. 24
LIRE 1300
Il dato più macroscopico è
anche alle Valli il successo
di Forza Italia; nel territorio
del collegio di Pinerolo per le
elezioni alla Camera il 32,3%
dei votanti ha deciso di puntare sul presidente del Consiglio con un incremento, rispetto alle recenti politiche, di
oltre il 6%; a Bricherasio, ex
feudo De, Forza Italia è arrivata al 40%. Unica isola alcuni Comuni della vai Chisone:
i cittadini di Porte, San Germano, Pramollo, Inverso Pinasca, Pomaretto hanno avuto
fiducia nell’europarlamentare
uscente Rinaldo Bontempi
votandolo massicciamente.
In alcuni di questi Comuni
il Pds ha aumentato i propri
consensi di oltre il 10%, contrariamente al dato generale
IL VOTO EUROPEO ALLE VALLI
CENTRO DESTRA
PIERVALDO ROSTAN
delle Valli. Forza Italia non
sfonda (ma i dati sono numericamente irrilevanti) nelle
alte valli: a Salza, Frali e
Rorà il Pds recupera i voti
dell’ex Psi che in altri casi
sono andati altrove, mentre
Rifondazione comunista è il
primo partito a Massello.
Nessun primato per la Lega
Nord che perde ovunque
(-3,8% nel collegio che elesse Malan) e in alcuni casi an
che il 10%. La forte frammentazione (ovvia con 17 liste in competizione) non ha
impedito di dimostrare Desistenza, anche se ormai in forma molto contenuta, di quella
radice laica moderata che ha
dato percentuali minime a liberali, repubblicani e socialdemocratici.
A sinistra, delusi da un Pds
che a livello regionale ha deciso di entrare organicamente
in maggioranza con il partito
popolare, molti si sono ritrovati sulle proposte «europee»
dei Verdi e sulla volontà di rilanciare la lotta per i posti di
lavoro di Rifondazione: sono
queste le due forze che escono vincitrici, non solo localmente, dall’arcipelago della
sinistra «minore»: non la Rete, ovunque in forte crisi, non
Ad o il Psi che dal poco ottenuto alle politiche sono scesi
ora al pochissimo (1,3%).
Resta infine sostanzialmente stabile Alleanza nazionale
ma il dato più inquietante è
che anche dalle Valli emerge
una possibilità; se Forza Italia
e Alleanza nazionale si alleassero, col sistema maggioritario potrebbero fare il pieno dei seggi.
Fenestrelle
Il nuovo
sindaco
èRavioI
È Oscar Raviol, 38 anni,
messo comunale di Usseaux,
il nuovo sindaco di Fenestrelle. E stato eletto in una lista
dvica che ha raggiunto quasi
il 70 % dei consensi. Con lui
entrano in Consiglio comunale Paolo Clapier, Roberto
Blanc, Silvana Bourcet, Maria
Teresa Brero, Anna Brun,
Bruno Colombo, Riccardo
Orcellet e Enrico Ronchad;
per l’opposizione tre sono i
consiglieri della lista «tecnica»: Elvio Perrot, Claretta
Spadaccini e Giorgio Bourlot.
Tutti questi consiglieri fanno
parte di uno schieramento che
ha lo stesso progetto politico
c che si è presentato separataniente agli elettori per garantite maggioranza e minoranza
al Consiglio.
A sorpresa però una terza
lista si è presentata alle elezioni: quella dei Verdi-verdi,
nna lista di torinesi organizóla attorno alla famiglia Lupi (che si è presentata anche
alle europee nella Lega d’a*ione meridionale). Questa lista, grazie al voto dei residenti a Fenestrelle per ragioni fiscali legate alla proprietà della casa per vacanze, ottiene
^iijt’essa un seggio affidato
a Maurizio Lupi, 22 anni, studente universitario.
Il programma del neosindac dei suoi è centrato sullo
sviluppo turistico di FeneWelle, la valorizzazione del
entro di Pra Catinai, il recupero del Forte, il manteniente dell’agricoltura e soPattutto della forestazione in
modo da tutelare il territorio.
Il collettivo «Zeroazero» ha presentato un'indagine relativa alla situazione di Pinerolo
I giovani in città: una mappa del disagio
DAVIDE ROSSO
E difficile descrivere nel
suo complesso il disagio
giovanile, analizzarlo, darne
un’immagine chiara: ognuno
ha il suo modo di intendere il
disagio, di viverlo, molti sono
i luoghi, diverse le cause. Un
altra difficoltà (fonte tutto
sommato anch’essa di disagio) nella riflessione sul disagio nasce dalla scarsa informazione che si ha sul problema da parte di tutti.
Recentemente c’è stato un
tentativo da parte del collettivo «Zeroazero» di ovviare
alla poca conoscenza del problema presentando una ricerca dal titolo «Lo stato delle
cose: ricerca sul disagio giovanile a Pinerolo». Quello
che il collettivo intende dare
è una visione di insieme del
problema e lo fa per mezzo di
dati, di pareri di persone vicine, di interviste a operatori di
istituzioni che in un modo o
in un altro si occupano del disagio.
Di fronte alle varie realtà
del disagio, il collettivo ha
puntato i suoi interessi su
scuola, carcere, lavoro ma an
che disagio mentale, stranieri,
droga: dal lavoro di raccolta
dei dati e delle notizie viene
fuori una fotografia abbastanza nitida della situazione pinerolese (mancano, però, come qualcuno ha fatto notare,
interviste sul campo a giovani
che il disagio lo vivono quotidianamente) utile comunque
a delineare un panorama non
certo roseo della situazione e
comunque un tentativo di dare una visione il più possibile
allargata del problema: emerge anche come le varie problematiche del disagio siano
da vedere innanzi tutto nel loro insieme e non separatamente per cercare di individuare un’eventuale matrice
comune del malessere.
Il giovane, nelle leggi di
mercato e nelle iniziative
pubbliche rivolte al suo mondo, sembra essere visto spesso come fruitore passivo piuttosto che come soggetto attivo e molti giovani (non tutti)
sembrano conformarsi a questa situazione con un conseguente appiattimento e livellamento dei gusti e degli
interessi; le due patologie so
ciali che sembrano attraversare il mondo giovanile, la noia
e la cosiddetta «cultura dello
sballo», sono sicuramente in
un certo modo legate a questa
situazione; come dice il collettivo, «la mappa del disagio
sembra essere una matassa in
cui le aree si influenzano a
vicenda alimentandosi Luna
con l’altra senza che sia possibile identificarne un capo».
È utile analizzare le varie categorie del disagio nelle loro
caratteristiche peculiari ma
bisogna cercare di risolvere i
problemi a monte, anche
permettendo a quei giovani
che hanno volontà e capacità
propositive di potersi manifestare (ad esempio risolvendo
il problema atavico degli spazi). Questa ricerca può essere
intesa come un punto di partenza nell’approfondimento
del disagio: bisogna intendere
il disagio non come una malattia, bisogna andare oltre
l’ignoranza che ci deriva dal
non sapere, dal non domandarsi, dal non interrogarsi su
di una situazione che a quanto pare è indirizzata più
verso un peggioramento che
verso un miglioramento.
^ewinterno
I risultati
elezioni
1 Parlamento
europeo
Chi ha vissuto e lavorato in alta montagna durante quei tre inesi che un
proverbio qualifica tréi me d’enfèrn (tre
mesi d’inferno), in contrapposi^on^ ai
naou me d’uvèrn (nove rnesi d’inverno)
del resto dell'anno, non dimentica più le
gocce di sudore che colano dalla fronte
come un inizio di pioggia, stillando sulle
pietre della lunga strada che si deve percorrere nelle calde giornate di luglio o di
agosto, con un pesante carico di fieno
sulle spalle: gocce che segnano i sassi
dell’erta mulattiera di punti scuri che servono a misurare il tempo e a far dimenticare il peso del carico e l’ardore del solleone, fino al momento in cui si può deporre sull’uscio spalancato della grangia
il pesante carico di fieno. Per ricominciare daccapo a fare il medesimo percorso,
fino al tramontar del sole in quelle interminabili giornate estive.
Quando è finita la fienagione nei prati
inferiori della valle e in quelli del soggiorno estivo, ed è pure terminata la mie
ILFILO DEI GIORNI
lA FIENAGIONE
TEOFILO G. PONS
titura, si inizia il lavoro del fieno nei prati
alpini. I falciatori partono di buon mattino, almeno un’ora prima del sorgere del
sole, con tutti gli attrezzi del caso: frullana, incudine, rastrello, corde, pane e
companatico. Arrivati sul prato da falciare, si mettono all’opera con lena e lavorano sodo fino aH’arrivo delle feneìri, delle
donne cioè che, dopo aver accudito alle
faccende della casa, e della famiglia,
vanno a raggiungere il falciatore, recando
il desinare e il pranzo di mezzogiorno
che si consumerà freddo, seduti sull’erba
tagliata al mattino ma già appassita sotto
gli ardenti raggi del sole d’agosto.
Villar Pellice
Il futuro
del Centro
equituristico
Appena la donna è arrivata sul posto, i
due consumano insieme la minestra o la
poltiglia che si è mantenuta calda. Approfittando della sosta, il falciatore «
martella la falce » cioè ne assottiglia il
taglio sull’incudine e poi ognuno si rimette alacremente al proprio lavoro, fino
all’ora del pranzo, seguito da un’ora di
riposo, e di sonno. Poi l’uomo continua a
falciare l’erba, mentre la donna rastrella
quella falciata, la spinge dall’alto del prato verso il basso, la sparpaglia perché
secchi più presto, la ammucchia al piede
dello stollo intorno al quale si confezionerà la bica, quando sarà secca a puntino.
Se occorre invece trasportare il fieno
in altra località idonea alla confezione
del fénte (la bica), i due preparano i carichi di fieno, che l’uomo trasporta fino al
luogo predisposto, un fascio dopo l’altro,
spesso aiutato dalla moglie anche in questo faticoso compito.
(Da Vita montanara e folklore
nelle valli valdesi, ed. Claudiana, To)
Sono stati necessari due
Consigli comunali per decidere sul futuro della struttura
che negli ultimi anni aveva
ospitato il centro equituristico
«La sella»; a sua volta questa
iniziativa, frutto di una cooperativa, aveva utilizzato dei
locali comunali che per diversi anni avevano ospitato i bovini di una cooperativa agricola che aveva chiuso i battenti. Sulle possibilità di riutilizzare le stalle e i locali di
servizio si era instaurata una
lunga serie di discussioni, visto che più progetti erano stati proposti al Comune.
Un primo Consiglio comunale alcune settimane or sono
aveva richiesto un rinvio in
quanto la documentazione
presentata dai proponenti era
risultata incompleta; giovedì
scorso i consiglieri sono stati
nuovamente chiamati a pronunciarsi fra una proposta
avanzata da un gruppo di privati e un progetto di riutilizzo
avanzato dalla Comunità
montana vai Pellice. Illustrati
i due progetti si è andati alle
votazioni, con l’astensione
preannunciata da parte del
sindaco, di Cairus (in quanto
uno degli estensori del progetto per conto della Comunità montana di cui è tecnico), di Turaglio (direttamente
coinvolto nella «cordata» di
privati interessati alla struttura). La votazione è finita in
parità e si è riandati alla votazione, ancora una volta senza
che si arrivasse a una decisione; in sede di terza votazione
è passato il progetto dei privati che probabilmente potranno attivarsi fin dalla prossima stagione estiva. Curioso
che alla fine anche Turaglio
abbia deciso di votare su un
progetto che in qualche modo
10 vedeva interessato mentre
11 consigliere Dalmas, a sua
volta assessore in Comunità
montana, è risultato assente
dalla riunione decisiva.
8
PAG. Il
E Eco Delle "^lli ¥vldki
VENERDÌ 17 GJUg^^
Come leggere
i risultati
elettorali
17 liste in competizione sono troppe per presentare, in
modo leggibile a tutti, i raffronti completi con le elezioni
europee di cinque anni fa.
Nella tabella pubblicata in
queste pagine sono raffrontati
i voti ottenuti da ciascuna forza politica nella località e le
percentuali raggiunte alle elezioni europee, a quelle politiche di marzo (parte proporzionale) e la relativa differenza.
Dove il partito ha perso rispetto alle politiche la differenza è
preceduta dal segno ( - ).
Abbiamo indicato i raffronti
con lo stesso tipo di partito o
movimento. Così ad esempio
la Lega d’azione meridionale
è stata confrontata con i risultati raggiunti nel marzo scorso
dai Verdi-verdi, essendo questa lista composta quasi interamente da candidati di quel
raggruppamento politico. Federalismo-Union Valdotaine è
stata confrontata con la Lega
Piémont che fa parte di questo
raggruppamento di forze autonomiste. Il risultato di PsiAd è stato invece confrontato
con la somma dei voti e la relativa percentuale ottenuta dai
rispettivi partiti nelle elezioni
di marzo. Gli altri partiti, come Pii, Pri e Psdi, non avendo
presentato liste proprie alle
elezioni di marzo, risultano
tutti in incremento.
Consuntivo di fine anno nelle elementari e medie delle Valli
Scuola: gli ultimi giorni sul palco
Numerose sono state quest’anno le iniziative che hanno chiuso l’anno scolastico
93/94 in diverse delle scuole
della Val Pellice; tra le tante
vogliamo citiamo ad esempio
quelle organizzate presso le
elementari e le medie di Luserna San Giovanni.
In particolare la scuola elementare ha presentato uno
spettacolo musicale e teatrale
e una grande mostra sui lavori che i bambini hanno realizzato con ogni tipo di materiale, sia all’interno delle attività
scolastiche sia nei laboratori.
L’esposizione è rimasta aperta per due giorni ed è stata visitata da un gran numero di
genitori e bambini che hanno
potuto apprezzare la fantasia,
ma anche la preparazione e la
qualità del lavoro svolto.
Presso la scuola media invece si sono svolti due spettacoli di tipo teatrale e musicale, uno organizzato presso
l’Auditorium comunale e l’altro con scenette in lingua inglese; i ragazzi delle terze
hanno poi anche realizzato
delle videoregistrazioni sul
problema degli extracomunitari. Non è mancato il piccolo
saggio musicale con gii allievi che hanno seguito il corso
durante l’aimo e la mostra di
lavoretti realizzati durante le
lezioni di tecnica, educazione
artistica e religione che sono
in seguito stati venduti a scopo benefico.
Anche al Collegio valdese
di Torre Pellice, per la prima
volta, è stata provata l’esperienza di organizzare un concerto rock di fine anno; non
pochi allievi dell’istituto suonano qualche strumento, alcuni fanno parte di gruppi
musicali. Ecco che è nata
l’idea di una serata all’inse
gna della musica; più gruppi
si sono esibiti la sera dell’8
giugno, nel cortile del Collegio; circa trecento ragazzi sono intervenuti da tutti gli istituti del Pinerolese. Un ottimo
successo che ha coinvolto un
po’ tutti e la sensazione che
altre iniziative di questo tipo
possano seguire nei prossimi
anni, grazie alla responsabilizzazione diretta dei giovani.
POMARETTO: TRENT’ANNI DELLA PRO LOCO
Pro Loco di Pomaretto festeggia i suoi trent’anni di
attività;
icina, le
> realit
turalmente a varie iniziative pubbliche. Per festeggiala
due parchi gioco, il capo sportivo, il bar con la cucia ^
aree per accogliere i turisti: questo in sintesi quanto
zato per il paese in collaborazione con il ComVe'l'oltre^^
HcolloQ^
frani
plEBV^
correnza un nutrito programma accompagnerà il progc
fine settimana; sabato 18, alle 21, concerto rock al
sportivo; domenica dalle 8, mercatino delle pulci ed
zione di arti e mestieri lungo le vie del paese; esposizio^'
di quadri presso le scuole elementari e, nel pomeriggio
bizioni della banda folcloristica «La vigoneisa», del grùn^'
«La teto aut» e della filarmonica «Col di Mosso». In se»
concerto di musica antica con strumenti d’epoca al tenin'
valdese, solista Carlo Barone.
PAOLO PASCHETTO IN MOSTRA — Organizzata dal
Centro culturale valdese, sarà esposta dal 26 giugno al K
luglio, presso la sede del Centro, la seconda mostra temati,
ca delle opere di Paolo Paschetto. «Fede, cultura, lavoro» è
il titolo dell’esposizione che consentirà di ammirare, dalla
collezione della Tavola valdese, le borgate, i casolari sparsi
le dimore modeste testimoni di un passato laborioso quanto
duro; ma c’erano anche altri simboii: dal tempio per il culto
domenicale alla scuola, che non significava solo istruzione
ma anche educazione verso quella responsabilità che pro.
prio in quanto credenti si sentiva più intensamente; infine il
lavoro, sentito non come necessità subita ma come espressione di impegno e di amore per la propria terra.
L’ACQUEDOTTO ALL’ACEA? — Il Comune di Angrogna
cercherà nell’Acca una soluzione alle difficoltà di gestione
del proprio acquedotto. Lo ha deciso il Consiglio comunale
riunito la scorsa settimana; è stata deliberata l’adesione al
consorzio Acea del quale il Comune già si avvale per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti (oggi al costo di
90.000 lire la tonnellata) e a cui si ipotizza di affidare la gestione dell’acquedotto. Il sistema di approvvigionamento
idrico di Angrogna è assai vasto, comprende molte captazioni e una ricca rete di distribuzione, ma crea anche problemi di gestione non indifferenti per un Comune comunque piccolo e nello stesso tempo vastissimo, poco attrezzato
per il settore. L’ipotesi comunque non si concretizzerà nel
breve periodo poiché altri pareri dovranno essere raccolti
fra gli altri soci dell’Acea.
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risultati elettorali del 12 giugno 1994 nel collegio 19 per il rinnovo del Parlamento europeo, circoscrizione Nord-Ovest
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Angrogna 390 41 349 11 3.2 4,7 -1.6 8 2.3 0,0 2,3 56 16,0 27,6- 11,6 : 95 27,2 20,6 6,6 8 2,3 3,3 -1,0 7 2,0 0,0 2,0 9 2,6 1,9 0,7
Bibiana 1705 156 1549 45 2,9 4,2 -1,3 10 0,6 0,0 0,6 234 15,1 19,3 -4,2 582 37,6 29,0 8,5 79 5,1 5,3 -0,2 58 3,7 0,0 3,7 27 1,7 2,3 -0,6
Bobbio Pellice 318 35 283 10 3.5 5,6 -2,1 2 0,7 0,0 0,7 33 11,7 14,6 -3,0 87 30,7 24,6 6,1 7 2,5 3,1 -0,6 5 1,8 0,0 1,8 8 2,8 1,8 1,0
Bricherasio 2665 223 2442 71 2,9 4,3 -1,4 11 0,5 0,0 0,5 417 17,1 23,2 -6,1 987 40,4 31,2 9,2 123 5,0 5,9 -0,8 88 3,6 0,0 3,6 32 1,3 1,7 -0,4
Buriasco 872 92 780 22 2,8 5,4 -2,5 2 0,3 0,0 0,3 84 10,8 16,6 -5.9 225 28,8 27,0 1,8 47 6,0 6,3 -0,2 29 3,7 0,0 3,7 9 1.2 1,7 -0,5
Campigliene Fenile 789 81 708 19 2,7 3,5 -0,8 5 0,7 0,0 0,7 153 21,6 27,3 -5,7 229 32,3 26,3 6,1 26 3,7 5,0 -1,3 40 5,6 0,0 5,6 9 1,3 0,6 0,7
Cantalupa 1230 75 1155 23 2,0 3,9 -1,9 4 0,3 0,0 0,3 210 18,2 23,5 -5,3 386 33,4 27,6 5,8 82 7,1 8,0 -0,9 54 4,7 0.0 4,7 15 1.3 1,6 -0,3
Cavour 3319 331 2988 80 2,7 4,3 -1,7 11 0,4 0,0 0,4 663 22,2 26,2 -4,0 1031 34,5 29,0 5,5 143 4,8 4,9 -0,2 84 2,8 0,0 2,8 49 1,6 1,1 0,5
Cumiana 4321 275 4046 140 3,5 4,9 -1,4 16 0,4 0,0 0,4 537 13,3 17,7 -4.5 1458 36,0 26,3 9,8 252 6,2 6,9 -0,6 152 3,8 0,0 3,8 37 0,9 1,9 -1,0
Fenestrelle 520 63 457 12 2,6 4,9 -2,2 2 0,4 0,0 0,4 72 15,8 21,4 -5,6 152 33,3 24,4 8,9 27 5,9 7,0 -1,1 29 6,3 0,0 6,3 6 1,3 1,7 -0,4
Frossasco 1717 189 1528 39 2,6 4,9 -2,3 1 0,1 0,0 0,1 191 12,5 16,8 -4,3 652 42,7 32,3 10,4 122 8,0 8,5 -0,5 61 4,0 0,0 4,0 16 1,0 1,5 -0,5
Garzigliana 348 42 306 8 2,6 5,1 -2,5 0 0,0 0,0 0,0 69 22,5 24,6 -2,1 105 34,3 24,4 10,0 13 4,2 6,2 -2,0 14 4,6 0,0 4,6 1 0,3 1,7 -1,4
Inverso Rinasca 391 31 360 18 5,0 4,1 0,9 1 0,3 0,0 0,3 61 16,9 20,0 -3,1 85 23,6 20,5 3,2 8 2,2 3,4 -1.2 10 2.8 0,0 2,8 0 0,0 1,4 -1,4
Luserna S. Giovanni 4968 391 4577 198 4,3 5,3 -1,0 30 0,7 0,0 0,7 788 17,2 20,4 -3,1 1266 27,7 23,0 4,7 254 5,5 5,8 -0,2 143 3,1 0,0 3,1 61 1,3 1,8 -0,5
Lusemetta 336 43 293 16 5,5 5,6 -0,1 1 0,3 0,0 0,3 41 14,0 19,1 -5,1 96 32,8 28,8 3,9 14 4.8 4,1 0,7 11 3,8 0,0 3,8 5 1,7 1,5 0,2
Macello 783 98 685 24 3,5 6,4 -2,9 4 0,6 0,0 0,6 116 16,9 22,7 -5,8 272 39,7 33,5 6,2 54 7,9 7,4 0,5 13 1,9 0,0 1,9 10 1,5 1,3 0,2
Massello 59 6 53 2 3,8 3,2 0,5 2 3,8 0,0 3,8 10 18,9 14,5 4,4 6 11,3 14,5 -3,2 2 3,8 8,1 -4,3 0 0,0 0,0 0,0 1 1.9 0,0 1,9
Osasco 588 59 529 11 2,1 4,7 -2,6 5 0,9 0,0 0,9 115 21,7 26,3 -4,6 165 31,2 22,5 8,7 16 3,0 5,0 -2,0 29 5,5 0,0 5,5 4 0,8 1,6 -0,8
Porosa Argentina 2655 228 2427 78 3,2 4,1 -0,9 14 0,6 0,0 0,6 305 12,6 16,9 -4,3 801 33,0 27,3 5,7 88 3,6 3,7 0,0 86 3,5 0,0 3,5 27 1,1 1.0 0,1
Perrero 565 49 516 24 4,7 5,9 -1,2 2 0,4 0,0 0,4 85 16,5 21,0 -4,6 125 24,2 21,0 3,2 19 3.7 4,0 -0,3 2 0,4 0,0 0,4 8 1,6 1,6 0,0
Rinasca 1900 143 1757 60 3,4 3,9 -0,5 13 0,7 0,0 0,7 319 18,2 22,5 -4,3 470 26,8 22,7 4,0 42 2,4 3,1 -0,8 94 5,4 0,0 5,4 17 1,0 1,5 -0,6
Pinerolo 22710 1586 21124 708 3,4 5,4 -2,0 104 0,5 0,0 0,5 2301 10,9 13,7 -2,8 6408 30,3 24,7 5,6 1368 6,5 6,6 -0,2 1018 4,8 0,0 4,8 149 0,7 1,8 -1,0
Piossasco 10190 623 9567 333 3,5 5,1 -1.6 50 0,5 0,0 0,5 739 7,7 9,7 -1,9 3309 34,6 27,1 7.5 703 7,3 8,1 -0,7 281 2,9 0,0 2,9 54 0,6 2,2 -1,6
Piscina 1939 183 1756 56 3,2 5,0 -1,8 13 0,7 0,0 0,7 259 14,7 19,8 -5,0 669 38,1 29,2 8,9 136 7,7 7,3 0,5 67 3,8 0,0 3,8 17 1,0 1,8 -0,8
Pomaretto 717 46 671 19 2,8 4,3 -1,4 8 1,2 0,0 1,2 105 15,6 18,2 -2,6 133 19,8 18,0 1,8 15 2,2 4,2 -1,9 15 2,2 0,0 2.2 8 1,2 1,8 -0,6
Porte 691 66 625 5 0,8 4.0 -3,2 4 0,6 0,0 0,6 72 11,5 14,2 -2,7 146 23,4 23,6 -0,2 15 2,4 2,9 -0,5 16 2,6 0,0 2,6 1 0,2 0,7 -0,6
Prageiato 287 20 267 13 4,9 5,6 -0,8 0 0,0 0,0 0,0 47 17,6 26,3 -8,7 131 49,1 38,6 10,5 19 7,1 6,3 0,8 5 1,9 0,0 1,9 1 0,4 0,9 -0,6
Prati 207 13 194 4 2,1 1,7 0,3 0 0,0 0,0 0,0 35 18,0 22,1 -4,0 41 21,1 13,4 7,7 1 0,5 3,0 -2,5 2 1,0 0,0 1,0 3 1,5 1,3 0,2
Pramollo 187 27 160 7 4,4 2,2 2,2 2 1,3 0,0 1,3 6 3,8 8,3 -4,5 30 18,8 14,9 3,8 8 5,0 5,5 -0,5 3 1,9 0,0 1,9 1 0,6 0.0 0.6
Pra restino 618 88 530 24 4,5 7,5 -2,9 3 0,6 0,0 0,6 73 13,8 16,7 -3,0 140 26,4 20,3 6,1 22 4,2 5,1 -0,9 10 1,9 0,0 1,9 4 0,8 2,5 -1,8
Reietto 1184 70 1114 35 3,1 5,8 -2,7 8 0,7 0,0 0,7 124 11,1 17,4 -6,3 471 42,3 32,3 9,9 76 6,8 8,2 -1,3 42 3,8 0,0 3,8 8 0,7 1,6 -0.9
Rorà 139 25 114 7 6,1 7,4 -1,2 3 2.6 0,0 2,6 14 12,3 15,4 -3,2 13 11,4 13,4 -2,0 5 4,4 5,4 -1,0 0 0,0 0,0 0,0 2 1,8 0,0 1,8
Roure 710 62 648 18 2,8 3,9 -1,1 7 1,1 0,0 1,1 122 18,8 23,6 -4,8 234 36,1 32,9 3,2 31 4,8 5,4 -0,6 41 6,3 0,0 6,3 15 2,3 1,2 1,1
Salza di Pinerolo 56 3 53 1 1,9 5,2 -3,3 0 0,0 0,0 0,0 9 17,0 15,5 1,5 8 15,1 12,1 3,0 2 3,8 1,7 2,0 1 1,9 0,0 1,9 2 3,8 0,0 3,8
S. Germano Chisone 1131 95 1036 37 3,6 5,2 -1,6 11 1,1 0,0 1,1 142 13,7 15,4 -1,7 223 21,5 19,3 2,2 21 2,0 3,1 -1,1 13 1,3 0,0 1,3 7 0,7 0,8 -0,1
S. Pietro Val Lemina 851 55 796 24 3,0 5,3 -2,2 3 0,4 0,0 0,4 118 14,8 18,8 -4,0 295 37,1 32,2 4,8 53 6,7 7,8 -1,2 39 4,9 0,0 4,9 8 1,0 1,0 0,0
S. Secondo 2238 191 2047 59 2,9 6,0 -3,1 16 0,8 0,0 0,8 368 18,0 21,5 -3,5 614 30,0 27,3 2,7 98 4,8 4,9 -0,1 89 4,3 0,0 4,3 28 1,4 1,6 -0,3
Torre Pellice 2809 168 2641 140 5,3 6,9 -1,6 21 0,8 0,0 0,8 327 12,4 18,5 -6,1 730 27,6 19,9 7,8 127 4,8 4,8 0,0 59 2,2 0,0 2,2 20 0,8 1,7 -1,0
Usseaux 114 19 95 1 1,1 5,0 -3,9 1 1,1 0,0 1,1 17 17,9 28,6 10,7 37 38,9 27,9 11,1 4 4,2 7.1 -2,9 1 1,1 0,0 1,1 2 2,1 0,7 1,4
Villafranca Piemonte 3089 341 2748 115 4,2 4,9 -0,7 11 0,4 0,0 0,4 527 19,2 26,7 -7,6 1023 37,2 28,5 8,8 122 4,4 3,9 0,6 82 3,0 0,0 3,0 38 1,4 1,1 0,3
Villar Pellice 644 68 576 15 2,6 4,6 -2,0 4 0,7 0,0 0,7 118 20,5 23,0 -2,6 164 28,5 23,0 5,4 20 3,5 3,5 0,0 5 0,9 0,0 0,9 7 1.2 1,5 -0,3
Villar Perosa 2821 211 2610 87 3,3 4,9 -1,6 15 0,6 0,0 0,6 466 17,9 21,5 -3,6 826 31,6 26,5 5,1 107 4,1 4,1 0,0 60 2,3 0,0 2,3 17 0,7 1,6 -0,9
TOTALI 83771 6611 77160 2619 34 5.1 -1,7 428 0.6 0.0 0.6 .wm 13 Î 17.5 ,-3,8 24920 323 25 9 6,4 4379 5,7 6^- ^.4' 47 m 3.7 743 *1.7 -07
Forza Italia
Alleanza
Nazionale
Patto Segni
\1-EGA]
\M«rta»oncMy'’
Lega
d’azione
meridionale
Partito comunista
Voti
28
% %
1,0 6,0 2Í
66 4,3 3,8 0,5
19 6,7 3.6 3,1
82 3,4 2,7
18 2,3 3.7
15 2,1 2,7
54 4,7 2,2
88 2,9 2,3
226 5,6 4,2
17 3,7 4,2
62 4,1 4,3
11 3,6 2,8
34 9,4 5,8
273 6,0 4,5
19 6,5 3,2
21 3,1 1,7 1,^
13 24,5 19,4 5,^
21 4,0. 2,2
151 6,2 5,6 0.6
49 9,5 8,2 1,3
96 5,5 4,9 0,6
1315 6,2 4,4 1.8
595 6,2 5.1 l’i
69 3,9 3,2 0,7
79 11,8 8,9 2,8
41 6,6 5,0 1,8
,5 1,1
3,2
7 2,6 1.Í
14 7,2 10.4 -3,2
30 18.8 13,3 5,5
37 7,0 5,8 t
51 4,6 2,9 t
16 14Ù 8,1 68
35 5,4 3,6 1'
4 7.5 19,0-18
98 9,5 6,7 2.
24 3,0 2,5 8
81 4,0 3,0
189 7,2 5,0 2,
4 4,2 3,6
88 3,2 2,8 0
22 3,8 4,2
220 8,4 6,0
4382 57
(1) Camera 27-28 marzo 1994
(2) Differenza
alpina lumh
M % %
rii,9 0
13'0,8 0
12 0,7
4
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^ t,s
5 2,6
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17 r,llJGNO 1994
PAG. Ili
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tzerà nel
raccolti
^^oiiQquio con Giorgio Canonico, sindaco di uno dei più piccoli Comuni delle valli valdesi (285 abitanti)
fiamollo fra «pienone» estivo e incremento delle nascite
c
PIJHVALDOBOSTAN-----
ion,eviveoggiequ“i'/0;
l Ì eprospettive future
dei Comuni piu piccoli
^ifnostre Valli? Giorgio
fiüco, sindaco di Pramol
Ksi appresta ad affronta
¡■fÌtimo anno del suo manMo fa il punto sulla vita soS politica ed economica
S piccolo centro monGli abitanti residenti a
Jollo sono 285 ma ogni
STtra giugno e agosto,
fungono il migliaio ed e
,So questo dato che aiuta
l’impatto che .1
^^umento stagionale ha
L territorio. «I problemi che
Uimogià durante l'anno
himnosentire con maggiore
,¿500-afferma il sindaco
.¡questo vale sia per la viahiUlà che per gli acquedoUi e
Mila raccolta dei rifiuti,
^0topià che durante l’anno
¡ndcune zone che d’estate
mdhitate non vive proprio
ussuno. Il turismo d’altra
non porta rilevanti vanpiano economico
0 il nostro Comune, infatti i
w esercizi commerciali che
[¡sono ancora aumentano di
foco le loro vendite poiché
miti turisti, in maggioranza
lomesi e operai o impiegati
Fiat, di solito fanno acquisti
nPinerolo o presso altri
¡rondi magazzini».
nunista
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6,0 2,1
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2.7 0,7
3.7 -1,t
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4.2 -0,5
4.3 -0,2
2.8
6,8 2,6
4.5 1.5
3.2 3,2
1,7 17
19.4 52
2.2
5.6 0Í
8,2 13
4.9 0,6
4.4
5.1 17
3.2 07
8.9 2,8
5,0 16
A parte il turismo che comunque è costituito soprattutto da nuclei familiari che a
Pramollo cercano riposo e
tranquillità, vista anche la
quasi totale mancanza di
strutture ricettive e impianti
sportivi (c’è un solo albergo
con complessivi 25 posti letto) anche qui si registra una
piccola ripresa demografica
che deriva in buona parte dalla presenza di alcune famiglie
che hanno ristrutturato vecchie abitazioni e che, pur continuando a viaggiare per lavorare, si sono stabiliti a Pramollo; c’è un lieve aumento
delle nascite. «A partire
dall’88 - spiega infatti il
sindaco - abbiamo in media
2-3 nascite l’anno. Questo
peraltro non significa, almeno al momento, che si possa
formulare alcuna ipotesi sulla
riapertura delle scuole che
sono state tutte chiuse alla fine dell’anno scolastico ’90’91 In questo momento ci sono quattro bambini che frequentano le elementari e
altrettanti le materne: questo
fa pensare che nei prossimi
anni da Pramollo arriveranno più bambini ma questo
non potrà non solo far riaprire le scuole ma nemmeno far
mutare gli orari ai quali le
famiglie dei piccoli alunni si
sono abituate col tempo pieno. Peraltro, al momento, il
trasporto degli alunni è l’unico servizio di comunicazione
che il Comune può fornire fi
no a San Germano». A parte
il turismo e gli aspetti demografici Pramollo sta affrontando attualmente diversi problemi connessi alla risistemazione delle strade, che dovrebbe
essere portata avanti grazie a
un progetto di circa 150 milioni che saranno richiesti alla
Cassa Depositi e Prestiti; dovrebbero poi essere rinnovati i
vecchi acquedotti, che da oltre 20 anni sono gestiti in convenzione con San Germano.
«Sarebbe molto positivo dice ancora Canonico - se entro la fine del mandato, ovvero per la prossima primavera,
potessimo sistemare anche
una vecchia frana e se si potesse completare la sistemazione della gestione della riscossione dei tributi per acqua, rifiuti e fognature. Se
questi forse sono sogni realizzabili per lasciare alla futura
amministrazione più tranquillità, un vero e proprio sogno
nel cassetto resterà, vista la
situazione generale attuale di
crisi, la realizzazione di una
strada che colleghi anche
d’inverno la vai d’Angrogna
con Pramollo».
Parlando di vecchia e nuova
amministrazione non si può
non pensare che a Pramollo è
stato membro del Consiglio
comunale, per anni, Eugenio
Maccari, poi coinvolto in
Tangentopoli quando era as
sessore in Regione. «La gente
di Pramollo lo ha sempre stimato - replica il sindaco - e
ancora oggi sono in molti a
provare incredulità, tanto più
che per il nostro Comune era
davvero un’importante punto
di riferimento e ha lasciato in
questo senso un vuoto notevole per i contatti con Provincia
e Regione». Pensando invece
al futuro e alle prossime elezioni amministrative emerge
anche in questo piccolo Comune montano l’attesa di personaggi nuovi; non è chiaro
se proverranno dall’area della
Lega Nord; il vallone ha dato
infatti, tradizionalmente, voti
soprattutto alla sinistra.
«Non intendo comunque ricandidarmi; da tre tornate
amministrative ricopro incarichi di giunta - precisa il sindaco Canonico - e mi auguro
che con il ricambio arrivi
qualcuno che possa realizzare
i sogni nel cassetto che io non
ho potuto nemmeno avere».
Sarà importante però avere
anche concretezza, quella
stessa che magari in questi ultimi anni ha portato molti cittadini, e il sindaco stesso, a
prendere in mano pale, picconi e attrezzi vari per contribuire, con le tradizionali
«roide», al mantenimento del
territorio di un Comune montano che ha sempre bisogno di
interventi.
Regione Piemonte
Fatto l'accordo
sul prezzo
del latte
È stato raggiunto l’accordo
sul prezzo del latte per gli allevatori: si basa su un aumento minimo di 15 lire al litro più Iva dal 1° maggio e di
18 lire, sempre più Iva, dal
1° ottobre.
L’accordo fornisce una base utile per il completamento
dei contratti di fornitura del
latte dopo il 1° aprile e consente così di ordinare il settore che è tuttora condizionato
dalle grandi incertezze che
derivano dalle scelte sul regime delle quote latte, da tempo attese a livello nazionale e
comunitario. Per il periodo
dal l“al 30 aprile 1994 è stato
concordato un prezzo di
613,16 lire più Iva nell’ambito regionale per ogni litro di
latte intero e genuino reso
caldo alla stalla; a partire dal
1° maggio il prezzo è diventato di 628,16 lire e dal 1° ottobre raggiungerà le 646,16
lire. I pagamenti dovranno
essere effettuati entro 60
giorni dalla consegna. È stato
infine confermato il meccanismo di pagamento legato alla
qualità del prodotto e conferito con particolare attenzione al livello di grasso, alla
quantità di proteine e alla carica batterica.
1 risultati elettorali del 12 giugno 1994 nel collegio 19 per il rinnovo del Parlamento europeo, circoscrizione Nord-Ovest
Flessione per Lega Nord, Lista Pannella, Psi, Rete e Pds
. Lega
alpina lumbarda
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13 *0,8 0,0 0,8
J;1,4 0,0 0,4
28 1,1 0,0 1,1
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8 0,8 0,0 0,8
0.0 0,5
21 0,7 0,0 0,7
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8 1,3 0,0 1,3
0,0 0,5
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1.7 -0,3
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9 0,6 1,6 -1,1
0 0,0 1,3 -1,3
32 1,3 1,9 -0,5
23 2,9 2,7 0,3
8 1,1 1,2 -0,1
40 3,5 3,1 0,4
11 0,4 1,3 -1,0
78 1,9 3,1 -1,2
18 3,9 3,6 0,3
12 0,8 1,8 -1,1
m
Pds
111
0,0 0,0 2 1,3 2,8 -1,5
0,0 0,8 27 5,1 3,7 1,4
0,0 0,7 40 3,6 2.2 1,4
0,0 2,6 5 4,4 2,0 2,4
0,0 1,1 13 2,0 1,3 0,7
0,0 5,7 0 0,0 1,7 -1,7
0,0 0,8 33 3,2 2,1 1,1
0,0 0,9 19 2,4 1,1 1,3
0,0 0.7 75 3,7 2,3 1,4
0,0 1,0 163 6,2 3,6 2,6
0,0 2,1 5 5,3 0,7 4,5
0,0 0,9 55 2,0 1,4 0,6
0,0 1,4 17 3.0 1,7 1,3
0,0 0,8 77 3,0 1,7 1,3
Ö.7 3012 39 2.2 1.7
9.4 13,8
3,0 5,2
0,2 2,7
3.5 10,7
1,2 3,4
34 0,7
1 1.9
18 3,4
13 0,5
1 0,2
23 1,3
549 2,6
223 2,3
18 1,0
1,8 -1,1
1,2 -0,5
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18 1,6
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0,6 1,6
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979 1,3
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2 3,8
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13Ö3 1,7
Voti %
76 21,8
144 9,3
74 26,1
220 9,0
42 5,4
41 5,8
107 9,3
226 7,6
426 10,5
47 10,3
133 8,7
13 4,2
100 27,8
717 15,7
16 5,5
28 4,1
10 18,9
27 5,1
386 15,9
87 16,9
252 14,3
3734 17,7
1890 19,8
191 10,9
175 26,2
215 34,4
7 2,6
67 34,5
43 26,9
128 24,2
120 10,8
35 30,7
61 9,4
15 28,3
316 30,5
80 10,1
238 11,6
580 22,0
3 3,2
187 6,8
132 22,9
430 16,5
11820 15,3
%'’i %«'
18,8 3,0
11.0 -1,7
29,5 -3,3
10.4 -1,4
6,0 -0,6
5.6 0,2
10.6 -1,3
7.8 -0,2
13.4 -2,8
8.5 1,8
11.8 -3,1
6.5 -2,3
25.9 1,9
17.0 -1,3
8,2 -2,8
6,1 -2,0
24.2 -5,3
8.5 -3,3
15.5 0,4
15.7 1,2
14.0 0,3
18.9 -1,3
21.2 -1,5
12.4 -1,5
23.3 3,0
21.3 13,1
6.0 -3,3
22.1 12,5
28.7 -1.9
20.9 3,2
11.3 -0,5
29.5 1,2
7.8 1,6
13.8 14,5
27.0 3,5
11.3 -1,3
12.4 -0,8
23.2 -1,2
3,6 -0,4
7,0 -0,2
22.9 0,0
16.8 -0,3
16.2 -0.9:
Liberali
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1 0,9 0,0 0,9
r 0,5 0,0 0,5
3 2,1 0,0 2,1
1 0,6 0,0 0,6
2 0,3 0,0 0,3
5 0,8 0,0 0,8
6 0,5 0,0 0,5
3 1,1 0,0 1,1
5 0,9 0,0 0,9
4 0,9 0,0 0,9
5 0,3 0,0 0,3
0 0,0 0,0 0,0
1 0,3 0,0 0,3
5 0,5 0,0 0,5
1 0,3 0,0 0,3
3 0,4 0,0 0,4
0 0,0 0,0 0,0
2 0,4 0,0 0,4
8 0,3 0,0 0,3
6 1,2 0,0 1,2
5 0,3 0.0 0,3
0,6 0,0 0,6
12 0,4 0,0 0,4
7 0,4 0,0 0,4
6 0,9 0,0 0,9
3 0,5 0,0 0,5
1 0,4 0,0 0,4
0 0,0 0,0 0,0
2 1,3 0,0 1,3
3 0,6 0,0 0,6
5 0,4 0,0 0,4
1 0,9 0,0 0,9
2 0,3 0,0 0,3
1 1,9 0,0 1,9
4 0,4 0,0 0,4
7 0,9 0,0 0,9
19 0,9 0,0 0.9
34 1,3 0,0 1,3
1 1.1 0,0 1,1
12 0,4 0,0 0,4
6 1,0 0,0 1,0
14 0,5 0,0 0,5
173 0.6 0.0 0,6
Ppi
Voti %
12 3.4
194 12,5
9 3.2
223 9,1
236 30,3
132 18,6
96 8,3
442 14,8
458 11,3
50 10,9
142 9,3
49 16,0
9 2,5
449 9,8
58 19,8
113 16,5
1 1.9
82 15,5
335 13,8
69 13,4
231 13,1
1872 8,9
592 6.2
174 9,9
30 4,5
67 10,7
%'«
Federalismo
Union Valdotaine
12.3 -4,0
16.4 -1,6
14,7 -3,4
93 11,7 12,8 -1
178 8,7 12,0 -•
111 4,2 7,0 -:
9 9,5 7,1 ;
388 14,1 16,4 -;
28 4,9 3,9 •
159 6,1 8,5 -2,4
7331 9.5 12,5 -3C
1,9 -1,3
2,4 -2,0
2.3 -2,0
3,2 -3,2
3,1 -2,4
3.4 -2,7
1,5 -1,1
0,9 -0,6
3,7 -2,9
2.8 -0,9
3.9 -3,1
1,3 -0,7
2,0 -1,1
6.2 -3,7
5.2 -5,2
2.2 -1,7
3.0 -2,2
3.0 -2,5
3.2 -2,7
5,7 -5,1
2.2 -1,4
2.1 -1.6
Angrogna
Bibiana
Bobbio Penice
Bricherasio
Buriasco
Campigliene Fenile
Gantaiupa
Cavour
Cumiana
Fenestrelle
FrossasGo
Garzigliana
Inverso Rinasca
Luserna S. Giovanni
Lusernetta
Macello
Massello
Osasco
Porosa Argentina
Perrero
Rinasca
Pinerolo
Piossasco
Piscina
Pomaretto
Porte
Pragelato
Prati
Pramollo
Prarostino
Roletto
Rorà
Roure
Salza di Pinerolo
S. Germano Chisone
S. Pietro Val Lemina
S. Secondo
Torre Pellico
Usseaux
Villafranca Piemonte
Villar Penice
Villar Porosa
TOTALI
'era 27-28 marzo 1994
lerenza
10
PAG. IV
A Pinerolo il 17 e il 24 giugno
Teatro per Amnesty
FABRIZIO LEGGER
Il gruppo di Amnesty International di Pinerolo organizza, per il mese di giugno,
due spettacoli teatrali che si
svolgeranno venerdì 17 e venerdì 24. Venerdì 17 la compagnia «La teiera» di Pinerolo
metterà in scena lo spettacolo
Storia di Pinerolo, un dramma satirico che mette in evidenza alcuni aspetti della storia pinerolese (dal Medioevo
ai nostri giorni) e che presenta
una serie di personaggi storici
ben noti al pubblico cittadino
(la marchesa Adelaide, la maschera di ferro, Federico Caprini, Edmondo de Amicis e
molti altri); parecchi i riferimenti all’attuale situazione
del Pinerolese.
Venerdì 24 si esibirà la
«Compagnia degli erranti» di
Torre Pellice, che presenterà
il lavoro C’è una spia russa in
mezzo a noi: non si tratta di
una commedia di spionaggio
(come il titolo potrebbe lasciar supporre) bensì di un
dramma psicologico a fosche
tinte, popolato da strani personaggi affetti da particolari
problemi e incentrato tutto sul
problema della diversità e su
quelli deH’incomunicabilità e
dell’alienazione.
Gli spettacoli si terranno
presso i locali dell’Auditorium di corso Piave con inizio
alle 21: il costo del biglietto è
di £ 10.000. L’incasso dei due
spettacoli sarà devoluto al
gruppo pinerolese di Amnesty
International.
Una serie di mostre per l'estate
Foto in vai Pellice
Qualcuno dice che la fotografia «è un modo di vivere
che unisce cuore, mente e
occhi»; avremo presto la
possibilità di verificare questa affermazione? Pare di sì,
vista l’intensa estate di mostre fotografiche quest’anno
in vai Pellice.
Si comincia a Torre Pellice, presso il municipio, dal
18 al 26 giugno con una mostra organizzata dal Comune
e dal gruppo fotografico
«Lumière» di Luserna San
Giovanni. Espone Pierre Putelat, un fotografo francese
autore di libri e di cartoline
che vive e lavora nella regione del Queyras, giusto dietro
le nostre montagne. La mostra è organizzata nell’ambito di un’iniziativa promossa
dal gruppo fotografico lusernese che prevede anche
l’esposizione della mostra
«Immagini della vai Pellice»
che si terrà in settembre a
Guillestre, paese gemellato
con Torre.
Si continua a Luserna Alta,
dal 16 al 24 luglio, con l’appuntamento annuale con la
mostra del gruppo «Lumière» che, dopo il successo della già citata mostra «immagini della vai Pellice» che aveva avuto lo scorso anno la visita di circa mille persone,
propone quest’anno una mostra dal titolo «Foto allo sbaraglio»: si tratta di immagini
a tema libero, scattate dai
membri del gruppo nel corso
di questi dodici mesi. La mostra si inserisce nel quadro
dei festeggiamenti per il borgo lusernese curati come
sempre dal gruppo «Amici di
Luserna».
Infine, ancora a Torre Pellice, dal 27 agosto al 4 settembre una mostra di Marcello Gaietti, che esporrà una
serie di foto scattate in vai
Pellice.
Posta
Da Torino
a New York
Il 14 febbraio scorso l’Alitalia dava la sua disponibilità
a gestire il volo diretto Torino-New York entro il 28 del
mese. «Se per quella data non
ci sarà un chiaro impegno
dell’Alitalia - aveva detto il
presidente della Sagat, Franco Pennella - stringeremo accordi con altre compagnie. Si
sono dichiarate interessate
due società americane, la
Twa e la Delta Airlines».
Il ministro dei Trasporti del
tempo, Raffaele Costa, liberale, che in un primo tempo non
aveva firmato l’autorizzazione in quanto la compagnia di
bandiera si trova in una situazione delicata (per colpa di
Roma e di Milano, quindi perché deve essere il Piemonte a
pagare?) dava in seguito il via
libera, per ora solo burocratico. al volo Torino-New York
gestito finalmente dalla compagnia americana Twa dopo
che l’Alitalia aveva rifiutato
di svolgere il servizio per
mancanza di aerei e avere
ostacolato la concessione ad
altre compagnie. Il volo sarà
operativo 4 o 5 giorni la settimana e sarà svolto con un
Boeing 767 capace di 220
passeggeri. Torino sarà una
«toccata» della linea Vienna
New York. Questo collegamento porterebbe a uno sviluppo di posti di lavoro, sia in
modo diretto che indiretto, vicino alle mille persone e con
un movimento di denaro stimabile attorno ai mille miliardi annui più gli stipendi
Il Piemonte deve sviluppare a ogni costo quella grande
industria pulita che è il turismo, apportatrice di benessere economico. Dobbiamo far
conoscere le bellezze della
nostra terra in tutto il mondo
e quindi i nuovi collegamenti
aerei, specialmente con la costa Est degli Usa, serviranno
a portare direttamente nel
cuore del Piemonte tutti gli
ospiti che ci onoreranno della
loro presenza.
Le nostre meravigliose colline con i superbi vigneti che
producono vini di alta aristocrazia, le nostre splendide
montagne, i nostri celebri
musei, i nostri castelli, le stazioni termali sparse nella regione non potranno che trarne beneficio. C’è un solo ma:
l’Alitalia e quella simpaticissima città che si chiama Milano stanno facendo l’impossibile e anche di più perché
ciò non avvenga. Che cosa ne
dicono i lettori dell’Eco delle
valli! Qual è la loro opinione? Il Piemonte deve sempre
pagare per tutti e stare zitto?
Renato Mellano - Torino
A Torre Pellice il 2 luglio
Cori in rassegna
Il Coro alpino Valpellice,
dopo il lusinghiero successo
degli anni precedenti, con il
patrocinio del Comune di
Torre Pellice, organizza la
quarta rassegna di canto popolare che si terrà sabato 2
luglio presso la sala polivalente cinema Trento.
Parteciperanno alla serata
il gruppo corale «L’eco dia
Tor» di Savigliano, diretto
dal maestro Bruno Manassero, la corale «7 torri» di Settimo Torinese, diretta dal
maestro Giovanni Cucci, e il
coro «Stella alpina» di Rho,
diretto dal maestro Gianni
Borghetti.
Il gmppo corale «L’eco dia
Tor» si è costituito nel 1983,
ha partecipato a concorsi internazionali distinguendosi
in modo particolare in quello
«Città di Stresa» e «Casale
Monferrato» dove si è classificato rispettivamente al terzo e al secondo posto.
La corale «7 torri» è nata
nel 1981: ha subito lavorato
con tenacia e impegno crescendo rapidamente; ha partecipato a numerose rassegne
e concorsi nazionali e conta
al suo attivo 165 concerti.
Il coro «Stella alpina» è
stato fondato nel 1965 sotto
la guida dell’attuale direttore. Il coro, con le sue armonizzazioni, celebra valori e
sentimenti comuni a tutta
l’umanità seguendo una personale evoluzione sì da trasmettere gli innumerevoli
contenuti del suo messaggio
culturale.
Un incontro sul «posto» per ragazzi
Bambini e ambiente
Il 28-29 maggio si è svolto
a Maniglia un incontro sul tema «Bambini e ambiente»,
presenti 21 i ragazzi e 5 i responsabili.La mattinata ci ha
visti impegnati negli arrivi e
nella sistemazione dei letti;
nel pomeriggio, invece, una
passeggiata per scoprire l’ambiente intorno a noi con occhi
nuovi (si doveva costruire una
mappa del percorso attraverso
odori, rumori, colori), e catalogare alcune delle piante incontrate. Dopo una gustosa
cena le attività sono riprese
con un «gioco di notte» nel
bosco, che ha entusiasmato
grandi e piccoli e ha aiutato
molto la tranquillità notturna.
La mattina seguente sveglia
alle 7,30 e un po’ di ginnastica per iniziare attivamente la
giornata, proseguita poi con
una gita nel vallone delle miniere di Maniglia. La gita ci
ha permesso di conoscere la
storia di queste miniere e di
visitare uno scavo di sondaggio; il fine settimana si è concluso con una lauta merenda
offerta dai maniglini. Ricordiamo che il prossimo incontro di «bambini e ambiente»,
si svolgerà in data 10-11 settembre in località da stabilire:
per gli adulti, invece, l’appuntamento è per il 24-25 settembre a Maniglia per due giorni
di giochi «sulla e nella natura»: per le adesioni telefonare
a Massimo Long e Dario Tron
(0121-53107 e 81319).
Sempre sull’onda del rapporto tra noi e l’ambiente si è
svolta il 1 ° giugno a Pomaretto la «festa della lattina»,
giunta alla seconda edizione.
Anche quest’anno è stato raccolto un quintale di lattine, e
il record di raccolta è stato ottenuto dalla scuola elementare
di Chiotti (45 kg) seguita da
quella di Frali (25) kg. Speriamo di riproporre l’iniziativa
anche il prossimo anno.
PALLAVOLO — Torneo femminile under 16, Memorial
Ferrazza. Volley La Torre-Us S. Secondo 0-3; Pap PiossascoUs S. Secondo 0-3; Volley Barge-Us S. Secondo 0-3; Us S. Secondo-Pallavolo Vigone 3-0; Volley Barge-Pap Piossasco 2-3;
Volley Barge-Riccio Bricherasio 2-3; Volley La Torre-Pap
Piossasco 0-3; Pap Piossasco-Volley La Torre 3-0; Volley La
Torre-3S Nova Siria 0-3; Pap Piossasco-Pallavolo Vigone 3-1;
Pallavolo Vigone-Pap Piossasco 0-3 (a tavolino); Riccio Bricherasio-Volley La Torre 3-0.
Classifica: Us S. Secondo 24; 3S Nova Siria 20; Pap Piossasco 16; Riccio Bricherasio 10; Volley Barge 6; Pallavolo Vigone 2; Volley La Torre 0. La finale è prevista per il 22 giugno
presso il campo sportivo di Torre Pellice (ore 18) dove, prima
delle premiazioni, si disputerà una partita con due squadre
composte da formazione mista (3 e 4 ogni squadra) su erba.
PALLAMANO — Trofeo propaganda. Con la vittoria del
torneo di minihandball, svoltosi a Rivoli, al quale hanno partecipato tutte le squadre vittoriose delle fasi provinciali piemontesi, i ragazzi lusemesi hanno legittimato la scelta fatta dal Comitato regionale. Sono stati infatti designati come rappresentativa del Piemonte al IV Trofeo Topolino che si svolgerà a Misano Adriatico dal 25 al 28 giugno 1994. Parteciperanno numerose squadre da tutta Italia per un complessivo numero di 1.500
ragazzi. I ragazzi del 3S prescelti, che verranno accompagnati
dagli istruttori (prof. Renata Racca e Andrea Comoglio), sono
Andrea Bonetto, Giorgia Fausone, Valentina Galliana, Davide
Meina, Maurizio Larotonda, Davide Riviezzo, Davide Ponzo,
Giuseppe Fratello.
17 giugno, venerdì —
BRICHERASIO: Si apre la
festa dell’Alternativa democratica che proseguirà nel fine settimana. Alle 20,30, concerto rock; sabato e domenica
serate danzanti.
17 giugno, venerdì — PINEROLO: NeH’ambito della
festa di Radio Beckwith,
all’Expo Fenulli, alle 21, in
collaborazione con «La cantarana», serata di balli e musiche dell’Auvergne con la
«Compagnie du boeuf noir».
18 giugno, sabato — POMARETTO: Presso gli impianti sportivi, alle 21, la Pro
Loco organizza una serata
musicale pop-rock con i
gruppi Scopito coast e Walgiancla’s band.
18 giugno, sabato — PINEROLO: Alle 17,30 convegno sull’etica del lavoro,
promosso da Radio Beckwith
all’Expo Fenulli in collaborazione con la Commissione
esecutiva distrettuale; partecipano Bruno Manghi, sociologo, Adriana Luciano, docente
di sociologia all’Università di
Torino, il pastore Bruno Rostagno. Alle 21 un concerto
blues rock anni ’60 con i
«Track twenty nine»; alle 22,
proiezione, su schermo gigante, della partita dei mondiali di calcio Italia-Eire.
19 giugno, domenica —
RORA: Alle 21, nel tempio
valdese, si svolgerà un concerto del gruppo Turba Concines; le offerte raccolte andranno a favore del restauro
del tempio.
19 giugno, domenica —
PINEROLO: Alle 10,30,
culto evangelico alla Fenulli;
per l’occasione la chiesa valdese di Pinerolo terrà chiuso
il proprio tempio confluendo
e collaborando direttamente
con l’iniziativa evangelistica.
In serata concerto rock de
«I fratelli di soledad» di cui è
uscito recentemente un disco.
Durante le serate sarà possibile cenare al ristorante della
festa; inoltre saranno a disposizione mostre, banco libri,
stand del mondo delle associazioni.
19 giugno, domenica —
TORRE PELLICE: Orga
aizzata dal Gruppo amici di
Santa Margherita si svolgerà
la 24“ edizione della corsa di
Castelluzzo suddivisa per categorie (junior, senior, maschili e femminile); la gara è
a carattere provinciale.
25 giugno, sabato — PINEROLO: Alle 20,30, nel
tempio valdese, si svolgerà
un concerto dell’Unione musicale di Inverso Pinasca.
25 giugno, sabato — SAN
GERMANO: Presso la borgata Turina, a cura dell’associazione «La turinella», è organizzata una caccia al tesoro
per adulti, podistica, serale;
gli equipaggi potranno essere
composti da quattro persone;
preiscrizioni presso: Centro
gioco educativo, via Buniva
8 Pinerolo e bar del centro,
via Trieste, Pinerolo.
RADIO
BECKWITH
EVANGELICA
FM 91.200
e
FM 96.500
tei. 0121/91.507
CONTRO IL DISAGIO
Associazione Arcobaleno
via Roma 41 (secondò piano)
LUSERNA S. GIOVANNI
Tutti i giorni dalle 17 alle 19
Tel. 954401
RVIZI
USSL 42
CHISONE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiv,.
Ospedale Pomaretto,tetani'
Guardia farmaceutica;
DOMENICA 19GÌUGN0
San Germano Chisone: Fa
macia Tron , tei. 58787 ' ^
Fenestrelie: Farmacia Gripi»
-Via Umberto I 1, tei. 83904
Ambulanze:
Croce verde, Perosa: tei. aiooo
Croce verde, Porte : tei. 201454
USSL 43 - VALPELI
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 19 GIUGNO
Torre Pellice: Farmacia Internazionale - Via Arnaud 8
tei. 91374
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce Verde - Bricherasio, tal
598790
USSL 44 - PINERO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, Pinerolo, tei,
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei,
22664
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colori, tranne
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SERVIZIO INFERMIERISTII
dalle ore 8 alle 17, presso idistretti.
Cinema
TORRE PELLICE -J
cinema Trento propone, giit
vedi e venerdì, ore 21,15 e
sabato, ore 20 e 22,10, Film
bianco; domenica, ore 20 e
22,10 e lunedì, ore 21,15 Maniaci sentimentali.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma:
venerdì. La fine è nota; sabato, Storie di una capinera;
domenica, ore 15,15, 17,15,
19,15 e 21,15, martedì, giovedì Una pallottola spuntata
33 e 1/3; ingresso giorni feriali, ore 21,15.
PINEROLO — La multisala Italia ha il programmo
alla sala «5cento» Film rosso
di Krzysztof Kieslowski; sabato ore 20,20 e 22,30; domenica e feriali 20,20 e 22,20.
FROSSASCO —
rassegna Cinema e musica
’94, venerdì 24 giugno, alle
21,30, nei giardini della scuola materna, verrà posto in visione Jurassic Park.
L'Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubblica, 6 - 10066
Torre Pellice (TO)
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Sveme in passato, in occaLdel delitto Lima e di pajrePuglisi; ora prendo io
l'iniziativa.
Il motivo: dare un piccolo
apporto nella selva delle diSoni, che invadono Tv e
nomali. Un apporto che tieK conto della mia presenza
e non) più che venia Sicilia. Non saprei
del batterio killer né
dèi buco nero: qui devo ascoltare; Cosa Nostra è un fenomeno sociale la cui comprensione richiede competenza e tanta curiosità. Curiosità
nel senso etimologico; il perché della genesi, dello sviluppo e della riproduzione continna sono la chiave per entrare
in qualche modo nel «mistero» della mafia per capirne i
gesti, i silenzi e le parole.
Diceva Giovanni Falcone:
tMo è messaggio, tutto è
carico di significato nel monio di Cosa Nostra, non esistono particolari trascurabili» e quindi si rende necessario uno studio attento per
•...comprendere il significato
¡¡¡li indizi più irrilevanti, interpretarli mediante un 'opera costante di decodificaziom.E questo vale per chiunr\%poliziotto, magistrato,
gno,
alle
;lla scucito in vi
ta mobili
etti vati
gio Boiil 94.
lagistra^muniteitter, asjllabora■iodo lu;
pre pa*''
Partiamo da queste parole
e inequivocabili di un
1, che ha conosciuto e
ci ha insegnato a conoscere il
Mudo di Cosa Nostra. La
prima domanda che ci ponia® è questa: il senso dei 20
attentati messi in atto da Cosa
Nostra contro dirigenti polititi e amministratori del polo
Pcogressista dal dicembre
1593 fino a quello di oggi, 27
faggio 1994. Tutto lascia
sapporre che la catena sia de®ata a allungarsi.
Cè stata un’altra stagione
Wtica, per molti aspetti, siAnni densi di lotte e di
speranze vennero tramutati in
® assetto politico, che è du®o fino a qualche anno fa; la
?^°ne è quella degli anni
,™-47: lotta per l’occupalone delle terre in Sicilia, 15
®dacalisti e dirigenti politici
simstra uccisi (ricordiamoMualcuno: Rizzotto, Li Pu®a, Miraglia, Cagelosi ecc.),
«tona della De del 18 aprile
“- Quando l’ultimo capi, ® «Prì verso il nuovo asto politico nazionale e il
, S-olo delle sinistre cessò
"•vennero quasi del tutto a
rtstn^’’^ ~ Marcello Ci
mafiosi le
mh'mrdaione di la^ genti popoogni commento è su
loqf®* siamo al primo liveltone secondo Fal
alla ’ «PP^rtiene naturaliter
Hcntì gli avverti
attraverso ciò che aptoe, la «robba». 11 senso
Il sistema sanitario italiano davanti al modello liberale di mercato
Non siamo uguali di fronte alla malattia
DANIELE BUSETTO
di questo primo livello è stato
volontariamente spiegata da
Totò Riina: ai suoi e alla società ha detto che lui è ancora
il capo dei capi; è lui che è
autorizzato a spiegare e a
tracciare la prossima strategia.
Ancora un passo indietro:
siamo nel 1951, alla fine della 1 legislatura della prima
Repubblica. L’on. Girolamo
Li Causi (Pei), siciliano, insieme ad altri deputati del suo
partito, chiese una commissione d’inchiesta sulla mafia.
Gli rispose Fon. Paolo Rossi,
socialdemocratico e futuro
presidente della Corte Costituzionale dicendo: «...oggi [è]
intempestiva e pericolosa,
potrei essere dispo.sta più tardi con vantaggi notevoli per
penetrare a fondo le cause
del doloroso fenomeno ed avviare i rimedi»^ Li Causi fu
vittima di un attentato a Villalba, la commissione non fu
fatta e la mafia si organizzò
senza ostacoli.
Tutti sappiamo che la mafia
ha subito più di uno scacco
ma, anche se il re è in esilio,
si è riassettata ed è in grado
di discutere alla pari. Al nuovo ceto politico il re in esilio
fa un discorso chiaro e stringato, rispettando le regole del
costume mafioso: «Siamo in
condizione di battere il comune nemico (non bisogna dimenticare, per capire, che
Berlusconi ha imperniato la
nuova politica sull’amalgama della lotta alla sinistra;
nulla di nuovo del resto. Allora De Gasperi andò a prendere ordini dall’America). Siamo pronti a passare al secondo livello: tenete presente che
condividiamo in pieno il vostro programma di governo».
Perché questo messaggio e
in questo momento? 1 motivi
possono essere due: ora il governo è nelle sue piene funzioni; per il resto lascio volentieri, ancora una volta, la
parola al giudice Falcone:
«La mafia è razionale, vuole
ridurre al minimo gli omicidi.
Se la minaccia non raggiunge
il segno, passa a un secondo
livello, riuscendo a coinvolgere intellettuali, uomini politici, parlamentari, inducendoli a sollevare dubbi sull’attività di un poliziotto o di un
magistrato ficcanaso, o esercitando pressioni dirette a ridurre il personaggio scomodo al silenzio. Alla fine ricorre all’attentato»*.
Sembra molto attuale; la
storia della mafia dimostra
anche che i discorsi recisi e di
principio non la impressionano anzi quello che serve, direbbe Falcone, è «una mobilitazione generale, consapevole, duratura e costante di tutto l’apparato repressivo» e
con il sostegno della società
civile, che oggi c’è'. Oggi la
speranza che non è possibile
l’operazione del 1947 corre
sui lenzuoli appesi ai balconi,
e non solo: oggi le scuole si-ciliane, le nuove generazioni
issano le loro bandiere, i loro
striscioni, i loro lenzuoli:
«Con Falcone e Borsellino
nel cuore vinceremo la mafia
e il dolore»...
(1) , (4) e (5): Giovanni Falcone - Marcelle Padovani,
Cose di Cosa Nostra. Rizzoli,
1992.
(2) Aa Vv, Mafia ieri e oggi.
Istituto Gramsci siciliano, 1985.
(3) Nicola Tranfaglia, Mafia politica e affari 1943-91. Laterza, 1992.
Uno dei problemi più rilevanti e dibattuti sulla sanità pubblica è quello dell’eguaglianza del diritto dei
cittadini alla salute e quindi
di accesso alle cure che la
società (e il suo bilancio)
mette a disposizione, in un
momento storico in cui i
principi dell’equità e della
solidarietà sono messi in discussione'.
È un problema mondiale,
con aspetti diversi a seconda
del tasso di sviluppo dei singoli stati; per i paesi in via di
sviluppo, per esempio, si pone immediatamente il problema delle condizioni igienicoalimentari fondamentali per
la sopravvivenza prima ancora della disponibilità di terapie efficaci per allontanare alcune malattie (paradossalmente per alcuni l’unica garanzia certa è quella di morire
prima di ammalarsi): questa è
la prima e più grande delle
disuguaglianze, l’ineguale distribuzione delle risorse.
Esiste poi, all’interno delle
singole organizzazioni statali
(quali che siano il loro tasso
di sviluppo e il prodotto interno lordo) il problema di stabilire un denominatore comune,
un criterio di eguaglianza di
tutti gli individui rispetto
all’accesso delle migliori conoscenze scientifiche possibili in termini di erogazione di
prestazioni (preventive, curative, di recupero). Ciò dipende sicuramente da molte variabili: come stabilire l’accesso? chi paga? quale ruolo per
lo stato, per i privati? può essere giustificato il criterio
«profit» da parte di chi eroga
le prestazioni? Esistono inoltre i problemi come l’impreparazione e la mancanza di
collegamento tra chi le prestazioni (quali?) deve fornire.
La gente, nel momento in
cui sceglie per la propria salute il medico o la struttura a
cui affidarsi, dovrebbe avere
la garanzia che ogni medico e
Napoli: in una corsia d’ospedale
ogni struttura siano ugualmente «affidabili» nel fornire
il massimo delle conoscenze
utili e disponibili (dovrebbero
essere così ridotte al minimo
le variabili legate all’aggiornamento di chi eroga le prestazioni).
D’altra parte le conoscenze
scientifiche migliori necessitano, per essere trasferite ai
malati, di una sorta di care, di
sollecitudine, che altro non è
(così lo definisce in un recente editoriale la rivista «The
Lancet»^) che l’agape o il
brotherly love. È una concezione perlomeno inconsueta,
quella dell’amore fraterno nei
rapporti tra medico e paziente, tuttavia è quella che fa sì
che nessun paziente debba dire: «...nessuno ha voglia o
tempo di starmi accanto e di
ascoltarmi», oppure «...dicono; non c’è più nulla da fare».
Ogni prestazione tecnica ha
un suo limite intrinseco: «Temo che non ci sia più nulla da
fare» è l’annuncio dell’esaurimento delle possibilità tecniche; diminuisce l’importanza di ciò che si fa, acquista
importanza il come si fa.
Come potrebbero i medici
essere incoraggiati a acquisire
il «potere» terapeutico dell’agape? Le possibilità di
guarigione, di recupero da
una malattia possono sembrare improbabili, tuttavia da
sempre racconti, canzoni,
poesie nella storia dell’umanità testimoniano del potere
dell’amore di spostare la bilancia delle probabilità. Spesso si constata che le migliori
conoscenze tecniche non rendono automaticamente i tecnici capaci di essere graditi ai
propri pazienti. A volte i medici potrebbero sforzarsi di
imparare come essere graditi
ai propri pazienti, piuttosto
che affinare le loro conoscenze tecniche. Sempre più dovrebbe essere considerata
parte della prestazione professionale la comunicazione
consapevole finalizzata a intervenire nel processo decisionale del paziente per promuovere un cambiamento utile e necessario alla salute del
paziente stesso {counseling).
È indubbio che qualsiasi intervento, per essere scientificamente fondato, deve essere
innanzitutto eticamente corretto"; qualunque deroga può
portare a comportamenti e interventi aberranti. Far sì che
tutti quelli che hanno bisogno
di una prestazione medica
siano messi nelle stesse condizioni di riceverla (e eventualmente di rifiutarla) con il
massimo di brotherly love, è
un grande contributo di giustizia e di responsabilità. Le
cri du coeur deve coinvolgere
empaticamente tecnici e pazienti: una tappa che sembra
ineludibile nella costruzione
di un servizio sanitario (o nel
mantenimento, dato che molti
ne auspicano la fine) nazionale che abbia nell’equità e nella solidarietà il suo fondamento.
(1) U. Montacuti - M. Zanetti; Modelli «socialisti» e modelli «liberali» di mercato: quali
soluzioni per il sistema sanitario
italiano? Epidemiologia e prevenzione, 1993, 17, 272-84.
(2) «Learning and Loving»,
The Lancet, 1994, 343, 249-50.
(3) G. Bert - S. Quadrino: Il
medico e il counseling. Roma, Il
pensiero scientifico, 1989.
(4) Consulta di bioetica. Documento sui comitati etici. Gruppo
di lavoro «Sperimentazione ed
etica della ricerca» (coord. prof.
G. Lojacono), maggio 1994.
Tribuna libera: come giudicare il governo dell'on. Berlusconi
Tutto autoritarismo e demagogia?
SERGIO PASETTO
Non è possibile dare un
giudizio, o forse tentare
un’analisi, del governo Berlusconi così come appena costituito, usando le categorie
della politica precedente. E
una maggioranza di recente
costituzione con molta gente
poco esperta del tradizionale
potere, ma invece inserita nel
mondo degli affari e del
marketing. Perciò è un governo che bada molto all immagine e a una certa dinamicità imprenditoriale e che governerà, almeno così pare,
senza troppe preoccupazioni
di democrazia verso le opposizioni (che però verranno
trattate con il sorriso riservato agli sconfitti che non hanno potere reale). Per questo
metodo diverso dal passato
sarà difficile opporsi con i sistemi tradizionali, soprattutto
per una sinistra abituata al
consociativismo.
L’effetto di attrazione del
vincitore si verificherà sempre più, i club Forza Italia
stanno sorgendo a gran velocità (di questi giorni la notizia di imminenti debutti a
Torre Pellice e Luserna; in
vai di Susa ne sono già sorti
molti con «riciclati» dell’ex
Psi e dell’ex De); infine at
trae un modo di far politica
per tutti, comprensibile, non
difficile come il «politichese» delle sinistre. I primi parziali provvedimenti, le prime
mosse del governo Berlusconi consentono però alcune
ipotesi.
Appare una politica estera
che fissa regole meno flessibili verso i partner europei,
con un occhio più benevolo
verso gli Usa; la polemica
con Mitterrand e la freddezza
verso la Germania ne sono
un esempio; l’apertura di
credito politico fatta da un
autorevole rappresentante del
capitale e del conservatorismo repubblicano americano
come Rockefeller al governo
Berlusconi ne è un altro. Una
politica economica di netta
scelta dalla parte della grande industria, con buona pace
delle aspirazioni di sostegno
alla piccola e media impresa
sbandierate dalla Lega; l’intesa eloquente con la Confindustria, detta a chiare lettere
da Berlusconi all’incontro
del 26 maggio, non lasciano
dubbi sull’accordo ormai ricostituito tra presidenza del
Consiglio e grande capitale
industriale.
Anche gli sgravi fiscali si
può ipotizzare che saranno a
vantaggio della grande im
presa, salvo qualche ridotta
mossa demagogica come il
rimborso delle 85.000 lire per
il medico, pagate nel 1993.
Appare più incisiva l’abbozzata politica interna del
neoministro Maroni, ispirata
a una certa concretezza e
tempestività (vedi Palermo),
ma compensata all’opposto
da gravi tendenze di riduzione dell’impegno antimafia da
parte di Forza Italia, che
spinge Biondi, nuovo ministro della Giustizia, a svuotare di fatto la legge sui pentiti.
Un governo di restaurazione, di destra economica, che
ha dovuto subire, per ragione
di numeri in Parlamento, un
condizionamento populistico-demagogico da parte della
Lega, ma che cercherà di
esautorare progressivamente
il peso di Bossi e dei suoi.
Del resto a sua volta la Lega
subisce il ricatto delle elezioni anticipate e cede su punti
significativi, come l’elezione
a presidente della commissione Esteri dell'ex repubblichino (ufficiale della milizia)
Tremaglia.
Allora governo di destra,
benignamente (o quasi) autoritario, eclettico, demagogico, con un andamento che
tende a esaltare il capo e il
suo clan?
Focolarini
19 giugno
«Familyfest»
a Torino
Il movimento cattolico dei
Focolari è nato nel 1943 a
Trento ad opera di Chiara Lubich, sua fondatrice e attuale
presidente. Suddiviso in zone
territoriali è diffuso in tutto il
mondo in 184 nazioni e conta
87.000 membri interni e due
milioni di aderenti e simpatizzanti. Una sua diramazione è
il movimento «Famiglie nuove» che pone al centro del suo
interesse la famiglia, rivolgendo particolare attenzione a
orfani, divorziati, rifugiati,
emarginati, handicappati.
Inserendosi nelle iniziative
deirOnu che ha proclamato
il 1994 «Anno della famiglia» il movimento ha organizzato l’anno scorso a Roma e in altre sette capitali del
mondo una «Familyfest» che
ha riscosso grande successo.
L’esperienza viene ripetuta
quest'anno e Torino (Palazzetto dello Sport, 19 giugno)
sarà uno dei centri della manifestazione con testimonianze, canti, interviste, per creare un momento di festa e di
unità fra famiglie che vogliono un mondo più unito e vivono ogni giorno per questo
ideale.
12
PAG. 8 RIFORMA
Trieste: l’Arco di Riccardo (33 a.C.) ha visto succedersi vicende e
personaggi storici di infinite epoche
L'italiano che salvò 5.000 ebrei
Schindler e Perlasca
FRANCO CAMPANELLI
Si è fatto tanto parlare, in
questo periodo, del successo cinematografico di
Schindler’s List, della encomiabile trasformazione, in
senso umanitario e filantropico di un industriale tedesco in
favore di un gruppo di deportati ebrei, operai della sua
fabbrica.
Non posso non fare un parallelo, quanto mai opportuno, con una vicenda straordinaria, il cui epilogo è passato
in sordina, come in anonimato stava per passare l’intera
storia di un incredibile personaggio, un italiano, Giorgio
Perlasca che, in barba agli
stereotipi che vogliono evidenziare a tutti i costi l’opportunismo e la faciloneria
del popolo italiano, si può definire senza retorica un «eroe
del nostro tempo», un eroe
nascosto, un uomo tanto coraggioso quanto modesto.
Fu scoperto per caso, prima
che di lui si perdessero definitivamente le tracce e il ricordo, da un gruppo di donne
ungheresi che, già da alcuni
anni addietro, avevano messo
sottosopra le ambasciate di
mezzo mondo per ritrovare il
«biondino» italiano che, negli
anni cruciali della seconda
guerra mondiale e delle deportazioni, era riuscito a salvare, in una Budapest semidistrutta, qualcosa come 5.000
ebrei, spacciandosi per un
console spagnolo (la Spagna
a quel tempo era alleata della
Germania), mettendo con ciò
a repentaglio e totalmente in
gioco la propria vita, armato
solo di un’incredibile audacia
Sabato 25 giugno — NAPOLI: Nel quadro degli «incontri con la Parola per riflettere, discutere, confrontarsi»,
alle ore 18, nei locali della
chiesa battista di via Foria 93,
si tiene un incontro con il
prof. Paolo Ricca e il Coro
polifonico evangelico.
Sabato 25 giugno — VENEZIA: Alle ore 17, presso
la chiesa valdese, si tiene un
concerto dal titolo: «Canti di
fede e di libertà» a cui partecipano la solista Daniela
Maccbioro e la corale battista di Pordenone.
e di un ancor più inaspettato
senso umanitario.
La sua vicenda stava per
passare inosservata; solo
quando lo stato d’Israele prima e gli Usa lo avevano segnalato, con prestigiose onorificenze, all’opinione pubblica internazionale, solo dopo tali alti riconoscimenti si
mosse lo stato italiano (allora
rappresentato dal presidente
Cossiga), per conferirgli un
piccolo attestato di benemerenza insieme a una pensione
irrisoria che Perlasca non
potè utilizzare essendo morto
l’anno dopo, nel 1992. È stato allora che da noi si sono
viste un paio di trasmissioni
televisive (Mixer) che hanno
reso un minimo di giustizia al
personaggio, ed è stato pubblicato un libro di Enrico
Deaglio dal titolo significativo La banalità del bene (Feltrinelli, 1991-93).
La storia è avvincente, e
quel che più colpisce è che si
tratta di pura filantropia, di
un ardito slancio di umanità,
pur potendo il soldatino italiano tornare a casa in congedo; questo non lo fece, proprio perché non concepiva
che si perpetrassero irragionevolmente degli atti di aggressione verso quei poveri e
indifesi ebrei del ghetto; così
rimase lì a aiutarli, a salvarne
la quasi totalità, accogliendoli nella sede della legazione
spagnola, compiendo una serie di interventi in extremis,
liberando addirittura dai vagoni avviati ai campi di sterminio quante più persone poteva, sotto la minaccia dell’interruzione delle relazioni
diplomatiche (sic!).
E stato riconosciuto «giusto
fra i giusti» dalle autorità
israeliane su segnalazione di
quelle donne ungheresi, da lui
salvate quando erano pressoché bambine, che alla fine sono riu.scite a abbracciarlo in
Italia. Perlasca, schivo e modesto, è stato invitato a piantare un albero simbolico nel
viale della Rimembranza in
Gerusalemme, tra gli applausi
e la commozione generale. La
sua generosità travalica i confini ideologici, politici e religiosi: è uno degli uomini
«giusti» di cui parlano i Salmi dell’Antico Testamento,
facente parte di una schiera di
eletti, siano essi cristiani,
ebrei musulmani o induisti,
per i quali fare del bene è e
non può essere altro che una
cosa semplice, quasi banale.
Primoz Trubar rievocato in una conferenza organizzata dal Centro «A. Schweitzer»
Molte nazionalità e sensibilità religiose
nella regione triestina del Cinquecento
GIANFRANCO HOFER
I fermenti culturali e religiosi del ’500, in un territorio
in cui confluivano con naturalezza elementi italiani, germanici e slavi, e in modo particolare la figura di Primoz
Trubar (1508-1586), promotore della Riforma tra gli sloveni (ma non solo tra loro)
sono stati, il 16 maggio, i temi di un’interessante conversazione organizzata dal Centro culturale «Schweitzer» in
collaborazione con il Gruppo
ecumenico interconfessionale, nella basilica medievale
luogo di culto delle comunità
elvetica e valdese di Trieste,
ma anche luogo di vivace attività culturale.
Relatrice è stata la dott.
Francka Premk, dell’Accademia delle scienze e delle arti
(sezione di lingua slovena) di
Lubiana, una studiosa con
all’attivo numerosi lavori di
linguistica, di storia della lingua e della cultura slovene,
che recentemente ha pubblicato un pregevole volume. Le
radici dei salmi sloveni, a cura dell’associazione «Trubar»
di Lubiana. Nel libro si analizza la versione di parte del
salterio, tradotto per la prima
volta un lingua slovena da
Trubar, attento al testo ebraico (il cosiddetto Sefer Tehillim), secondo la Premk, molto
più di quanto non si pensasse
finora, e di cui penetra lo spirito e il ritmo; lo si riscontra
anche nel raffronto con le traduzioni, ivi riportate, di Lutero, di Dalmatin, della Vulgata
e di una moderna versione
(metodo contrastivo).
Si tratta di un contributo a
un settore di ricerca, quello
della Riforma a Trieste, nel
Goriziano e nell’attuale Slovenia interna, non molto conosciuto anche per la scarsità
di fonti, e soprattutto quasi
per nulla studiato in Italia, a
differenza delle zone venete
su cui non mancano pubblicazioni, e che hanno raggiunto
una certa notorietà anche grazie ai romanzi di Fulvio Tomizza. Basti dire che non risulta tradotta in italiano alcuna delle pur numerose opere
di Trubar (una quindicina) e
si può leggere in italiano solo
qualche saggio, alcuni datati
e altri recenti (da quello di
Comba a uno recente di Gavazza).
Che non si sia trattato,
nell’incontro, solo di una disquisizione storica ma di un
argomento che presenta aspetti di grande attualità, lo fanno
intendere non solo i riferimenti al mondo slavo ai confini dell’Italia, ma anche un
passato che, sia dal punto di
vista religioso (Controriforma) che da quello etnico (nazionalismi italiano, sloveno,
croato; rapporti con il mondo
tedesco), ha prodotto conseguenze ancora ben visibili
nella realtà sociale triestina.
Trubar segue una parabola
esemplare tra i riformatori del
’500; è stato chiamato il Lutero degli sloveni: figlio di un
mugnaio, nasce nei pressi di
Lubiana, studia a Fiume, Salisburgo, Vienna. E incoraggiato e protetto dal vescovo
Pietro Bonomo di Trieste, dove viene ordinato sacerdote;
una singolare figura, quella
del presule triestino, inconcepibile solo pochi anni dopo,
di ecclesiastico probabilmente vicino più alla Riforma che
alle posizioni romane, morto
nel 1546 quasi novantenne;
egli non sembra avere, come
del resto altri in quel periodo,
consapevolezza della frattura
che si sta delineando; da
umanista molto sensibile anche alle istanze di rinnovamento della chiesa, tiene numerosi e significativi contatti
con il mondo slavo e tedesco,
favoriti indubbiamente dalla
posizione della città, dominio
asburgico, dal retroterra multietnico.
La vita di Trubar si svolge
in continuo movimento tra
predicazione, traduzioni, opere di divulgazione teologica e
catechesi, ma anche di impegno diretto nell’istruzione,
toccando diversi territori
dell’impero e in particolare
dei domini asburgici; i contatti prima maggiormente con
i riformatori svizzeri (Zwingli, Calvino, Bullinger), poi
con quelli dell’ambiente luterano sono continui. Come
Bonomo, ma in modo decisamente impegnato nella Riforma, rimane in un ambito teologico luterano, pur non dogmaticamente rigido. Oltre che
autore di non pochi lavori, è
traduttore di una trentina tra
opere di riformatori e libri biblici. Collabora con Pier Paolo Vergerlo, pur con qualche
dissapore dovuto alla diversa
valutazione della lingua veicolo della Riforma; per Vergerlo doveva essere il croato
per la sua maggior diffusione
tra i popoli slavi.
Di fondamentale importanza per la cultura slovena sono
la traduzione del Nuovo Testamento e del salterio, il Catechismo, gli inni e soprattutto l’Abbecedario, opera di
educazione di base per mettere in grado tutti di leggere la
Bibbia. Di particolare rilievo
per le sue conseguenze è stata
la scelta dei caratteri latini, rispetto a quelli gotici dei suoi
primi lavori. Tutta una serie
di contributi che vanno nel
senso di una crescita religiosa
e culturale del popolo, conformemente agli ideali della
Riforma. Capisaldi della suo
azione rimangono la riforma
della Chiesa e la scuola, in
conformità con una ricerca di
fedeltà alle fonti e di un ¡d„i
di cultura che nel
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sviluppi difficili e i vari voli
della Riforma protestante ii
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bar all’identità nazionale sio!
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opera di Trubar in un tenilo
rio in cui la Controrifori
sostenuta dagli Asburgo ajì
con grande determinazione;!
suo rapporto complesso e i
ficile con il mondo ebraico,
Se le radici del presente so»
nella storia, il centro «Sciweitzer» si ripromette ditiprendere e sviluppare ancón
queste tematiche per una«glior conoscenza di pofi
religioni, confessioni edcB
diverse che nel passatoi
Trieste hanno sperimentato
una convivenza, religiosamente bloccata dalla Controriforma; riemersa con
minismo di Giuseppe II, *
ne rimessa ancora oggi»
questione, non lontanod*
Trieste, con nuovi pretesti.
sistere di sai
oggi UI
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della situazii
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poi ÌOtiemet
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1-: Vercelli:
lati
Una trasmissione di «Présence protestante» realizzata con il settimanale «Réforme»
I protestanti e la sfida delle immagini
ALBERTO CORSARI
La sfida è quella dell’idolatria, che ci porta a
confondere l’immagine con la
realtà. Rémy Hebding, redattore capo del settimanale
francese Réforme, sintetizza
così la trasmissione di Présence protestante, alla cui
realizzazione il giornale ha
collaborato, dedicata alla Sfida dell’immagine: una sfida
che interpella tutte le società,
e quindi anche il protestantesimo.
Realizzata sotto forma di
film-documento, la trasmissione andata in onda sul canale «France 2» il 29 maggio
(la domenica mattina si susseguono i programmi islamico, ebraico, ortodosso, protestante prima di quelli cattolici) proponeva spezzoni di varia provenienza: telegiornali,
inserti di film, varietà, e le riprese del lavoro di una maestra, che fa analizzare in classe vari tipi di suggestioni visive (partendo dalle raffigurazioni di Giovanna d’Arco),
per fare da contraltare agli interventi autorevoli di alcuni
esperti.
Fra gli altri, il pastore Jérôme Cottin (che in passato ha
collaborato anche con Agape), autore di un recente volume dal titolo Lo sguardo e
la Parola. «Il protestantesimo
- ha detto - non è uniforme
nel rifiuto delle immagini; il
luteranesimo non è affatto
iconoclasta e lo stesso Lutero
si valse di artisti come Dürer
e Cranach, allorché si trattava
di diffondere la fede». Per
l’ebraismo, è stato poi detto,
non sono le immagini a essere idolatriche in sé ma l’uso
che se ne fa, il potere che
danno loro gli intermediari, e
Olivier Clément, dell’Istituto
teologico ortodosso di Parigi
ha chiarito il ruolo dell’icona
nell’ortodossia («Noi guardiamo l’icona e lei ci guarda
... Questo produce una comunicazione di fede»). L’icona
non è nulla di per sé, ma è
commento alla Bibbia.
Régis Debray, filosofo e
autore di alcune opere importanti sulla natura e sul futuro
delle immagini ha sostenuto
la tesi che «essere cristiani di
fronte aH’immagine consiste
nel rifiutare l’idolatria; ma significa anche rifiutare la rigidità astratta, la “disincarnazione”». Nella sua storia dell’immagine, a una prima età
dell’umanità in cui essa è sostituto visibile, idolo appunto
di un’entità invisibile, succede l’età, inaugurata dal Quattrocento italiano, in cui lo
sguardo si fa artistico, i committenti non vogliono più
«una crocifissione» ma cercano «un Raffaello», o «un Leonardo». Oggi viviamo nell’epoca dell’utilizzo pratico,
informativo, dell’immagine.
Si tratta di una fase, tuttavia, ampiamente contraddittoria: «Lo sviluppo mondiale
della Tv a partire dagli anni
’80 - ha detto uno sceneggiatore cinematografico di origine ebraica - ha trasformato il
contenuto della creatività,
portando addirittura a una
svalutazione, all’impoverimento delle immagini stesse». E Debray ha aggiunto
che con il telecomando lo
spettatore non si affida poi
tanto al caso, ma cerca volutamente i momenti forti (il
gol, l’assassinio, il Tg, il
«prossimamente»).
La visione televisiva procede quindi per giustapposizioni, a scapito del ragionamento
sintattico. Questo rende «saturo» il nostro sguardo, ci
abitua alla violenza e non
permette la riflessione. Non a
caso le immagini della guerra
a Baghdad, del film Thelma e
Louise (accusato a suo tempo
di eccessiva violenza), di un
incontro di rugby e delle previsioni del tempo, che hanno
inframmezzato gli interventi,
erano accompagnati da un
brano del Requiem di Gabriel
Fauré (datato 1887-88), uno
degli ascolti preferiti da
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Raffermato che pur nel persistere di sacche di ateismo
esiste oggi una grande «fame
spirituale» a cui la chiesa deve dare risposta anche con il
ntomo alle tradizioni e con il
rifiorire dei monasteri; sul
preoccupante rinascere dei
nazionalismi e delle rivalità
religiose la sua condanna è
stata netta.
A proposito, per esempio,
iella situazione serba, Alessio II ha rivendicato la proposta di un incontro dei vari leateteligiosi di Sarajevo, tra
cdi musulmani. Alessio è
pfettemente colpito dalia
orsa all’affarismo e dalla
diffusione del fenomeno mafioso nella Russia attuale: la
chiesa, afferma, deve stare
dalla parte del popolo. Sul
piano ecumenico il patriarca
constata un grande arretramento rispetto alle posizioni
del Concilio Vaticano II e
considera un fenomeno negativo l’invadente proselitismo
cattolico.
DaH’insieme delle dichiarazioni del patriarca abbiamo ricevuto l’impressione di una
forte personalità animata da
un sincero spirito di fraternità
e riconciliazione. Al termine
dell’intervista, interessante e
ben condotta, mi sono però
chiesta quale significato rivesta un’iniziativa di questo tipo
nel quadro di una trasmissione che ha per titolo «Protestantesimo». Si dirà forse che
essa costituisce un apporto
all’ecumenismo, ma in questo
caso mi è sembrata piuttosto e
soltanto l’offerta di uno spazio di informazione al massimo esponente della grande
Chiesa ortodossa russa.
In un paese come il nostro,
dove Tignoranza sia del protestantesimo che dell’ortodossia sono grandi, non sarebbe stato più utile accostare
e illustrare le diverse posizioni e sensibilità di questi due
rami del cristianesimo? Anche visivamente il lusso dei
paramenti e la spettacolarità
della liturgia (nel caso specifico nella cattedrale dell’Arcangelo Michele al Cremlino)
rivelavano presupposti teologici che avrebbero meritato
un’analisi e un commento.
Un'iniziativa nata a Rovereto
I rapporti fra
arte e spiritualità
________tilCOU SFREDDA________
La sala valdese di Rovereto ospita da un paio d’anni un libero gruppo culturale
che si propone di approfondire il rapporto tra arte e spiritualità, intitolato a Albert
Schweitzer, pastore, medico e
musicista alsaziano, che fu
teologo e filantropo. L’iniziativa è aperta liberamente a
evangelici, cattolici, liberi
pensatori che si riconoscono
nelle sue finalità. Si intendono produrre occasioni di incontro orientate all’ascolto e
alla conoscenza di opere d’arte (musica, letteratura, cinema, arti visive) ispirate alla
spiritualità; approfondire il significato umano dell’espressione artistica e la spiritualità
sottesa anche a opere di ispirazione laica, non confessionale; interpretare il concetto
di creatività umana alla luce
deir Evangelo.
Gli incontri, a frequenza
mensile, sono stati seguiti
con entusiasmo e partecipazione: sono coinvolte circa
100 persóne, con un’affluenza media di 30-40 unità che
possono essere adeguatamente ospitate nell’accogliente
saletta della comunità valdese e gli interventi volontari e
gratuiti di artisti ed esperti
hanno sollecitato dibattiti
aperti e stimolanti. Il pastore
Giulio Vicentini (che ha partecipato anche di persona) e
la comunità valdese di Verona seguono con interesse
l’iniziativa di Rovereto.
Dopo alcuni incontri intro
duttivi dedicati a una riflessione generale sulla tematica
proposta, due appuntamenti
sono stati dedicati alla figura
di Schweitzer, analizzata sotto vari aspetti: Schweitzer e
la critica biblica', Bach interpretato da Schweitzer-, Il
pensiero di Schweitzer (a cura della famiglia Sfredda).
Alcuni incontri successivi
sono stati dedicati alla pittura: due pomeriggi all’opera
di Käthe Kollwitz, esponente
dell’espressionismo tedesco
(a cura dei critici d’arte Marco Morelli e Elisabetta Rizzioli); un altro alla presentazione di opere dal vivo degli
artisti Mariuccia Spagnoli! e
Carlo A. Eia.
Due incontri sull’architettura (La casa tra cielo e terra;
Piccolo viaggio per immagini
sulle tracce della dimensione
spirituale dell’architettura)
sono stati curati dall’architetto Sandro Aita con proiezione
di diapositive. Infine sono
stati organizzati due momenti
di riflessione e dibattito sul
film di Spielberg Schindler’s
List, preceduti da due lezioni
storiche sulla persecuzione
degli ebrei in Europa e in Italia, tenute dalla prof. Maria
Canestrini. Ogni incontro è
introdotto da un breve ascolto
musicale, che vuole essere un
momento di meditazione interiore e di conoscenza della
storia della musica spirituale
(geistliche Musik) nella tradizione evangelica (Bach, Mendelssohn, Brahms, Honegger), anglicana, cattolica, ortodossa o del tutto laica.
¡.Vercelli: un incontro vivace e molto partecipato proposto dal Centro «Pietro Maggi)
la teologia di fronte alla secolarizzazione
>rme»
in epoca di Pentecoste, il
117 maggio si è svolta presbn II Centro di incontro evanIdico «Pietro Maggi» di
nielli una conferenza sul
‘ma: «Passato e presente
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illazione della reli
gione: ai massimo di un impoverimento delia religione
stessa.
I teologi, ha proseguito
l’oratore, si prodigano a parlare di Dio, riflettono sulla
sua parola: ma quali sono le
linee su cui si sono mossi oggi i teologi e quali passi
avanti hanno fatto? Quali sono i temi che nelle chiese
hanno provocato forti trasformazioni? Don Guasco ne ha
individuati tre: il rinnovamento liturgico, il rinnovamento biblico, i rapporti
chiesa-mondo.
II rinnovamento liturgico,
con una forte riscoperta della
liturgia come espressione
della comunità e non come
spettacolo, che è la causa della disaffezione religiosa, ha
certamente prodotto un coinvolgimento e recupero delle
tradizioni patristiche. Un
grande ruolo nei confronti
della Chiesa cattolica è stato
svolto dalle altre chiese cristiane, che l’hanno aiutata a
trovare la dimensione biblica
della preghiera.
Il rinnovamento biblico ha
ricevuto un forte impulso da
Karl Barth, allorché egli
reagì al protestantesimo liberale. L’ultimo Barth annuncia
il Dio uomo, il Dio che ha il
volto umano di Cristo e che
guarda al mondo con un sorriso di tenerezza e ciò, afferma Guasco, ha come conseguenza sul piano ecumenico
il crescere del dialogo, pur se
altalenante.
I rapporti chiesa-mondo sono molto cambiati: l’apologetica è diventata narrazione di
un cammino storico, presen
tazione di un itinerario che
non è contro, ma per. Il luogo
in cui il dialogo ecumenico è
stato fecondo è la ricerca biblica e la ridiscussione dei
problemi teologici della giustificazione e dei sacramenti;
esso, nei prossimi anni, si
giocherà sui temi della rilettura del concetto di chiesa,
sui ruoli dei ministeri e sul
ruolo del primato.
Grimaldi ha esposto il problema della secolarizzazione
da un punto di vista teologico, soffermandosi principalmente sul concetti enunciati
da Friedrich Gogarten e Dietrich BonhOffer. Preoccupazione principale dei due teologi sta nel confronto della
fede cristiana con la mutata
realtà del mondo moderno. Si
è fatta strada la necessità di
porre la questione della fede
in un altro modo, tenendo
conto dell’effettiva secolarizzazione di tutta 1 esistenza
umana.
Per Gogarten la secolarizzazione trova fondamento
nella stessa fede cristiana e
quindi è un avvenimento post-cristiano, legittima conseguenza della fede stessa. Solo
con quest’ultima l’uomo è finalmente liberato dalFassedio
del mondo. Gesù ristabilirà la
nostra figliolanza perduta:
nella Bibbia infatti è chiamato primogenito di molti fratelli, è il primo membro di una
nuova generazione di figli. La
secolarizzazione dipende dalla fede non solo perché forma
un prodotto storico-spirituale
secondario del cristianesimo,
ma perché nasce originariamente dal centro stesso della
a M
Bach in un ritratto giovaniie
rivelazione cristiana. La maturità dell’uomo e la mondanità del mondo sono una conseguenza immediata del fatto
che Gesù Cristo è il Figlio e
che come Figlio ha rivelato il
Padre. Figliolanza è qui intesa come comportamento storico, cioè ubbidienza.
La teologia e la chiesa sono
in parte responsabili della
perdita del senso cristiano
della secolarizzazione e perciò della sfortuna dell’era
moderna. Nella scoperta di
tale responsabilità la spiegazione della secolarizzazione
raggiunge in Gogarten la sua
estrema polemica. Chiesa e
teologia non hanno capito il
processo di secolarizzazione
moderno, ma hanno sempre
continuato a sognare un mondo unitario, tentando di mantenersi in una falsa posizione
di fronte ad essa, cercando di
nascondere alla ragione ciò
che Dio aveva già da tempo
posto nelle sue mani fidate.
Così l’uomo, piantato in
asso dalla teologia e dalla
chiesa, ha abusato della propria libertà realizzandola
senza o addirittura contro la
fede. Così la secolarizzazione dell’era moderna partita
legittimamente si è realizzata
in maniera errata. Il pastore
Grimaldi ha concluso il suo
intervento dichiarando che la
fede e l’incredulità non sono
dunque in lotta per Dio ma
per il mondo, per vedere chi
delle due percepisce meglio
la realtà del mondo. Al termine degli interventi dei due
relatori si è aperto un ampio
dibattito, che ha chiarito alcuni punti.
J
Studi e convegni in estate
Dio creò l’uomo - l’uomo creò il maschio è il titolo del XV
incontro su fede e omosessualità che si svolgerà a Agape dal 27
giugno al 3 luglio prossimi. I pilastri dell’identità storica (maschile-femminile, attività-passività, logicità-emotività) forse potranno essere rivisitati, per dar luogo a degli individui che a partire dalia propria diversità provano a costruire lo scambio tra autenticità che nutre e sviluppa spiritualmente e umanamente l’individuo. Per informazioni tei. 0121-807514, fax 0121-807690.
Le attività della Società di studi valdesi nel prossimo agosto
(tutte previste nell’Aula sinodale a Torre Pellice) comprendono
l’Assemblea ordinaria dei soci, con discussione sull’attività del
Centro culturale valdese (sabato 20, ore 16,30); la presentazione del volume Leggende valdesi di Marie Bonnet (edito dalla
Ssv stessa presso la Claudiana) e relativo dibattito (domenica
21, ore 20,30); un dibattito sul tema Le fonti della storiografia
valdese e l’opera di Enea Balmas, discussione sulle collane di
fonti valdesi curate dallo stesso Balmas presso la Claudiana
(sabato 27, ore 17).
Il convegno storico, organizzato come ogni anno dalla Ssv
(che giunge alla sua XXXIV edizione) affronterà il tema: La
spada e la croce. I cappellani nelle due guerre mondiali.
L’apertura è per domenica 28 alle ore 15. Il convegno, che terminerà nella mattina di martedì 30 agosto, prevede relazioni di
Giorgio Toum (Il ruolo dei pastori nelle guerre valdesi), Daniele Renozzi (La cultura cattolica dinanzi alle due guerre
mondiali), Roberto Morozzo della Rocca (I cappellani italiani
nella I guerra mondiale), Luciano Deodato, Ferruccio falla,
Samuele Montalbano (I cappellani evangelici dalla guerra di
Libia alla II guerra mondiale). Filomena Del Regno (I cappellani ebrei nella I guerra mondiale). Mimmo Franzinelli (I cappellani italiani nella II guerra mondiale), Nicola Labanca
(L'assistenza religiosa alle truppe coloniali italiane). Massimo
Rubboli (Pacifismo e obiezione di coscienza nel mondo anglosassone). La tavola rotonda conclusiva (martedì 30, ore 9) sarà
dedicata alla «Lettera ai cappellani» di don Milani.
Libri
Eugenio Montale incontra Barth
È tradizione che alcuni dei massimi letterati viventi, raggiunta la notorietà, raggiungano anche la terza pagina del «Corriere
della sera». Toccò quindi anche a Eugenio Montale scrivere di
quando in quando, con regolarità ma a ritmi diradati, corrispondenze dalla Svizzera. Negli anni ’50 e ’60 il poeta, fra interessi
soggettivi e missioni appositamente dedicate a eventi culturali
0 politici, redige una serie di articoli, riuniti in volume*.
I soggetti sono vari: si parla di mostre di stoffe, di pittura,
dello scrittore Max Frisch, delle vie d’Europa, e si parla di religione e fede. In uno scritto del 1949 (Nella terra di Calvino)
Montale rende conto di un convegno intemazionale (un’edizione delle Rencontres Internationales di Ginevra), il cui tema era
impegnativo: «Per un nuovo umanesimo». A discettare di tanto
gravoso argomento erano pensatori di provenienze diverse, e la
parte del leone sembrò al poeta la facessero i marxisti; poi con
il tema in questione si cimentarono un domenicano, padre
Maydieu, e Karl Barth; Montale rimane impressionato dalla figura stessa del teologo di Basilea: «Un oratore travolgente
(...), umile solo dinanzi a Dio e all’altro suo semidio: Voìfango
Mozart». Il poeta non manca di rilevare che «nella doppia
ascensione dell ’uomo - verticale verso Dio e orizzontale verso
l’uomo, verso il prossimo - Barth, che sottolinea soprattutto il
peccato originale, il rifiuto della Grazia, è più "à son aise"
nella prima direzione, mentre il domenicano si mostra piuttosto preoccupato dei rapporti fra gli uomini». Barth disse in
quell’occasione: «Convertiamoci e avremo trovato il nuovo
umanesimo».
II convegno ebbe poi un ulteriore protagonista in Karl Jaspers, per il quale «ciò che importa non è l’uomo, ma l’uomo
unito all'Essere, e l’Essere è Dio: non il Dio di questa o di
quella religione, ma il Dio di tutte le religioni». In tempi in cui
1 quotidiani abbondano di idiozie sul pensiero protestante, è
confortante verificare che qualcuno, benché dall’esterno, sapeva cogliere le linee portanti della teologia: era il 1949.
(*) Eugenio Montale. Ventidue prose elvetiche. Milano, Libri
Scheiwiller, 1994, pp 210, £ 21.000.
14
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 17
ADELFIA
19 - 25 giugno (campo piccoli,
7-10 anni):
Il mìo corpo parla, tocca, sente,
gioca, assorbe
Quota di partecipazione £
170.000
26 giugno - 5 luglio (campo precadetti, 11-14 anni):
L’amore più grande è avere un
orsetto di peluche
Quota di partecipazione £
250.000
6-15 luglio (campo cadetti, 1417 anni):
E l’Italia va... Storia di una nazione alla ricerca di sé
Quota di partecipazione £
250.000
16 - 23 luglio (campo giovani,
18-25 anni):
La destra oggi
Quota di partecipazione £
210.000
4-12 agosto (campo Egei):
I nuovi termini della questione
meridionale
Quota di partecipazione £
240.000
14 — 21 agosto; 22 - 27 agosto;
28 agosto - 3 settembre (campi
famiglie)
Quota di partecipazione (solo alloggio): £ 100.000 cad. per campo.
4-10 settembre (campo precadetti, 11-14 anni):
Da Caruso a Dalla: mutazioni
sonore, trasformazione della società italiana.
Indirizzo del Centro: Adelfia Riviera Camerina - Scoglitti (Rg).
Per informazioni e iscrizioni per
i campi studio: Mauro Pons (tei.
095-417914 fino 17 giugno, poi al
Centro); per i campi famiglia: Giuseppe Ficara (tei. 0934-929433 fino al 6 agosto; poi Attilio Caristia
tei. 0934-928552, oppure Adelfia).
AGAPE
CENTRI DI INCONTRO EVANGELICI IN ITALIA
PROGRAMMI PER L'ESTATE
11 - 18 agosto (campo teologico):
I fondamenti della nostra fede: la
cristologia
20 - 27 agosto (campo politico):
II lavoro umiliato
28 agosto - 5 settembre (11-13
anni):
Uno, nessuno, centomila lin
guaggi
Per informazioni sui costi e iscrizioni: segreteria di Agape - 10060
Prali (To). Tel. 0121-807514; fax
0121 807690.
BETHEL
verna (Cz). Per informazioni e
iscrizioni: direttore Bruno Gabrielli
(Catanzaro, tei. e fax 0961728045).
CAMPO
SARDEGNA
18 - 27 giugno (14-17 anni):
Amm ' pusato chitarre e tammuri.
Da dove nasce e dove porta il bisogno di trasformazione violenta della società?
27 giugno - 3 luglio (XV incontro fede-omosessualità):
Dio creò l’uomo - ruomo creò il
maschio
3-10 luglio (7-9 anni):
L'arca di Noè
3- 10 luglio (campo giustizia e
pace):
Immigrate e immigrati protestanti in Italia
10 - 17 luglio (9-11 anni):
Le mani e le cose
10 - 17 luglio (XI incontro
ebrei-cristiani):
La terra promessa
17 - 27 luglio (14-17 anni):
Baci, pizzicotti e... botte da orbi
28 luglio - 4 agosto (campo
donne):
Autorità femminile e etica nelle
relazioni
4- 10 agosto (campo giovani,
18-22 anni):
Skins, nazi e dintorni
28 giugno - 9 luglio (campo precadcili, 8-12 anni):
Giochi e favole del mondo
Responsabile studi: Maria Teresa
Fiorio
Quota rimborso spese: £
200.000.
10 - 20 luglio (campo cadetti,
13-17 anni):
I giorni della nostra paura
Responsabili studi: Simonpietro
Marchese, Mauro Velluto
Quota rimborso spese: £
200.000.
21 - 31 luglio (campo internazionale, 17-25 anni):
Germania e Italia fra vecchi e
nuovi fascismi
Responsabile studi: Bruno Gabrielli
Quota rimborso spese: £
220.000.
1” - 10 agosto (campo terza età):
/ credenti sono...
Responsabile studi: Irene Wigley
Quota rimborso spese: £
170.000.
10 - 20 agosto ( I ° campo famiglie):
II sermone sul monte
Responsabili studi: Simonpietro
Marchese, Giuseppe Ficara
Quota rimborso spese: £
240.000.
21 - 31 agosto (2° campo famiglie):
11 buddismo
Responsabili studi: Beatrice
Grill, rapp. comunità buddista
Quota rimborso spese: £
240.000.
Indirizzo del Centro: Centro
evangelico «Bethel» - 88055 Ta
22 - 30 giugno (campo cadetti)
Quota di partecipazione: £
150.000.
29 agosto - 4 settembre (campo
Fgei):
Il pensiero della differenza
Quota di partecipazione: £
120.000 (versare in anticipo £
30.000 tramite vaglia postale intestato a Davide Piga, piazza Galba 1
- 09042 Monserrato, Cagliari. Per
informazioni: 070-565157).
Campi famiglie sono previsti dal
5 al 30 settembre con programmi
autogestiti dalle famiglie stesse.
Indirizzo del campo: Ss 125 Cagliari-Olbia, km 24.200. Tel. 070758018. Per informazioni e iscrizioni: Franco Meloni: tei. 070488714.
Direttori: Giacomo Quartino,
Ninfa Raggi
Rimborso spese giornaliero: a, £
28.000; b, 30.000; c, £ 32.000.
8-20 agosto (campo famiglie):
Fede: realtà, sentimento, simbolo
Direttore: past. Liberante Matta
Rimborso spese giornaliero: a, £
28.000; b, £ 30.000; c, £ 32.000.
Per i figli a carico £ 21.000;
23.000; 23.000.
Indirizzo del Centro: Tramonti di
Sopra (Pn).Per informazioni e
iscrizioni: Silvio Marini, Dorsoduro 2092 - 30123 Venezia. Tel.
041-5233449 (dal 1° luglio tei. al
Centro).
CENTRO
EVANGELICO
BATTISTA
CENTRO
ECUMENICO
«L MENEGON»
2-16 luglio (campo cadetti, 814 anni):
Il sermone sul monte ci educa alla pace
Direttore: past. Antonio Adamo
Rimborso spese: a (fino £
500.000 mensili procapite), £
294.000; b (£ 500.000-700.000
proc.), £ 322.000; c (oltre £
700.000 proc.), £ 350.000.
18 - 30 luglio (campo giovani,
età minima 15 anni):
Trasgressione e moralità: confrontiamoci con la Bibbia
Direttore: past. Salvatore Buono
Rimborso spese: a, £ 252.000; b,
£ 276.000; c, £ 300.000.
1" - 8 agosto (campo studi):
«E voi chi dite che io sia?»
(Marco 8, 29) - Riflessioni sulla
cristologia oggi
18-29 giugno (1° campo ragazzi, 6-10 anni):
Amicizia
1° - 12 luglio (2° campo ragazzi,
11-13 anni):
Amicizia, accoglienza, amore
13-24 luglio (3° campo ragazzi, 14-17 anni):
Amicizia, accoglienza, amore
24 luglio - 2 agosto (campo single):
Amicizia, accoglienza, amore
2-14 agosto (campo teologico):
Chiamata, carismi, ministeri
14 - 28 agosto (campo famiglie):
L’anno della famiglia: perché?
2-4 settembre
Assemblea del Movimento femminile evangelico battista.
Contributi:
Contributo complessivo: £
220.000.
Famiglie e singoli: £ 30.000
giornaliere (per ragazzi fino 8 anni,
£ 15.000; da 0 a 2 anni, uso cucinino, £ 5.000 giornaliere).
Indirizzo del centro: Centro
evangelico battista. Via Vecchia di
Velletri 26 - fraz. Campi d’Annibale - 00040 Rocca di Papa (tei.
06-9499014-5780412).
ECUMENE
2-23 luglio: (campo cadetti)'
Aggressività minorile
Rimborso spese: £ 400.000
Nel periodo estivo sono previsii
anche campi lavoro e il campo fa
miglie. In questi ultimi ci si può or
ganizzare in modo autonomo perii
tempo libero; saranno previsti inol
tre studi e riflessioni bibliche a cui
ra del past. Claudio H. Manelli e
let
¿■„elnumei
f che avete c
Lildibattit
) alla q
isualità.
conversazioni
sulla storia delle ievari
'»Kii noi ____. * .•
chiese evangeliche nel Mezzogior.
no. Il rimborso spese previsto è \
£ 25.000 (camere con bagno)
23.000 (senza bagno). Per i batnbf
ni fino a 6 anni sconto del 30%
Indirizzo del Centro per la gio.
ventò Ecumene, contr. Cigliolo
00049 Velletri (Roma).
Per informazioni e iscrizioni: Ornella Sbaffi, via Firenze 38, 00184
Roma. Tel. 06-4743695.
«cidiverse
si
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il compie
Tutto
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jciito all’inter
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VILLAGGIO
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GIOVENTÙ
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Ksizioni.
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itali, sapere c
ilio fede all'
iiese e come
liatto che pe
nane altri ha
Imo, Ci dispia
wssione così
ssa po
UH decisione
1° - 15 luglio (1° campo famiglie):
Attualità politica e impegno ài
credente: attese e speranze.
16 - 31 luglio (campo cadetti):
I giovanissimi e le loro coetanei
... tra loro
1° - 15 agosto (campo giovani):
Noi e... la fede, lo stato, la politi
ca....
16 - 31 agosto (2° campo famiglie): I
Economia solidale
2-16 settembre (3° campo famiglie):
Il profeta Amos
Per informazioni e iscrizioni;
Villaggio della gioventù. Lungomare Pirgy - 00050 Santa Severa,
Tel. 0766/-40055.
común
alla c
I, che foi
jovuto conto
latori e delle c
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VILLAGGIO
EVANGELICO
CENTRO
INCONTRI
2-12 luglio (campi piccoli,
10 anni):
Facciamo finta che...
Rimborso spese £ 250.000
19 - 29 luglio (campo medi, h14 anni):
Salviamo il mondo...
Rimborso spese £ 250.000
Per informazioni rivolgersi a
direzione del Centro incontn.
Rivarano 18 - 83024 Monteton
Irpino (Av). Tel. e fax: 0»^-’
682698.
Via Pio
Via Fori
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REDATTORI;
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S dibattito sul giornale
• 0 alla questione federfualità. È stato per noi
lamente utile ascoltare
istiinol-Ddiverse sul tema, abbia
he a cu-Crovato gli articoli pubbli
artellie ¡nelcomplesso.nteressan
la delle Lari. Tutto ciò ci ha perzzogior- Lsosiadi discutere argo
isto è di¡¡¡0 all’interno delle nostre
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¿ale tra amici non e vantici e mostrare loro l’onestà
,ncui noi evangelici constiamo le nostre diverse
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¿vremmo voluto ascoltare
(voce di cristiani omoses(ali, sapere come vivono la
bio'fede all’interno delle
(lieseecome hanno vissuto
! tatto che per alcune settiline altri hanno parlato di
IO. Ci dispiace che una diitiissione così interessante e
(mplessa possa morire per
^decisione redazionale per
comunicata in ritardo
_ alla chiusura del diI, che forse non tiene in
0 conto le esigenze dei
tori e delle chiese.
Uài Maggi e Luca Ghelli
Torino
APPELLO DEI LETTORI
Salviamo l'uliveto del Servizio cristiano
Alcuni lettori ci hanno proposto il
seguente appello da far circolare e
sottoscrivere a sostegno dell’iniziativa
del Servizio cristiano contro l’esproprio dell’uliveto. L’appello deve essere inviato al sindaco del Comune di
93016 Riesi (Cl) e, se possibile, una
copia va inviata al Servizio cristiano,
via Monte degli Ulivi 6, 93016 Riesi.
In questi ultimi anni sono stati
espropriati al Servizio cristiano di Riesi circa tre ettari per edilizia convenzionata. E stata realizzata la costmzione di un liceo scientifico e di alcune
palazzine per la cosiddetta «prima casa». In linea di principio il Servizio
cristiano non si è opposto a quest’operazione di pubblica utilità di cui peral
tro, da anni, siamo in attesa del dovuto
pagamento.
Oggi però si è esagerato. Nel nuovo
piano di zona è previsto l’abbattimento
di una parte (120 piante) del nostro uliveto a indirizzo biologico, per costruire
sei nuove palazzine «in discesa» che
necessiteranno di un impianto di sollevamento fognario dato il notevole dislivello esistente. Un’operazione assurda. Il danno per l’ambiente e per
l’azienda agricola a indirizzo biologico
del Servizio cristiano è rilevante.
Chiediamo, visto che siamo ancora
in tempo, all’Amministrazione comunale di Riesi di soprassedere all’ulteriore assegnazione di lotti per la fabbricazione di nuovi edifici in attesa
della nuova formulazione del Piano regolatore generale di Riesi. Solo così si
può salvare quella parte di uliveto e di
verde che è caratteristica del Servizio
cristiano stesso. Tra l’altro una legge
dello Stato (la 475/45) vieta l’abbattimento di piante di ulivo a meno che
venga accertata la «morte biologica»
delle piante stesse.
Confidiamo in una positiva soluzione di questo problema che coinvolge il
Servizio cristiano, che da più di
treni’anni tenta di contribuire, con
amore e con passione, al miglioramento della vita civile e democratica della
nostra cittadina. Siamo certi che questa
amministrazione saprà cogliere il valore costruttivo della nostra petizione.
come lui mi conosce. Ecco
dunque le tre cose che contano: fede, speranza, amore.
Ma più grande di tutte è T
«amore». Cerchiamo di non
dimenticarlo. Mai.
Un abbraccio fraterno
Giulio Fezzardini
Uboldo (Va)
Grazie!
Iléibattito è stato chiuso
Ésettimne dopo il suo iniI iperché ormai gli intervenliripitivano gli stessi argowtieper altre due settimaKmpti pubblicati inter>'eé.mso che ci sia stato
^ latpò sufficiente ad intermireper chiunque: nel diiitlilo sono intervenuti tre
(tdasi omosessuali.
h<irte la Chiesa battista
lìHoma Trastevere non mi
che altre chiese locali
’‘aitinopronunciate o abhiaorganizzato dibatti coinu'^ori in materia. Se lofaranIl relativo documento o
Pronto troverà certamente
spazio sulle nostre colonne.
La nostra redazione è infatti
al servizio delle chiese, (g.g.)
Firmerò
per lo Stato
Signor Direttore,
con rabbia e amarezza in
molti abbiamo letto sui giornali quale è stata la destinazione della quota dell’8%o
delTIrpef devoluta allo stato;
con amarezza, ma con senso
civico di fiducia nelle regole
della democrazia, abbiamo
letto i risultati delle elezioni
del 27-28 marzo.
Il past. Taccia con la sua
lettera pubblicata sul n. 22 di
Riforma (3 giugno) si può dire ci renda l’onore delle armi,
ma ci dice «arrendetevi, la
vostra posizione è indifendibile, non vale la pena lottare
per chi dei vostri ideali non
sa che farsene, e che anzi li
disprezza con il suo comportamento».
Eppure no, ancora caparbiamente non accetto; e ancora dico; mi confesso cittadino-credente, e voglio vivere
questa mia condizione in modo pieno ma tenendo ben distinti i piani. Quindi ancora
rifiuto l’idea di una chiesa
che nella sua forma istituzio
0825
Riforma
Via Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
Via Porla, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via Repubblica, 6-10066 Torre Peliice - tei. e fax 0121/932166
JI^ORE: Giorgio GardioI
^J^RETTORI: Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto
«TTORl: Stelio Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Daniele
™setto, Luciano Cirica, Alberto Corsani, Piera Egidi, Fulvio Ferrarlo, Mau®ioQirolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Ne9>tii Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Gian Paolo RicGiancarlo Rinaldi, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, PiervalRostan, Marco Schellenbaum, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaele
Volpe
^*^*1^1111; Franca Long, Andrea Mannucci, Mario Marziale, Fulvio Rocco, Bru
®TRAZI0NE; Mitzi Menusan
«MENTI: Daniela Actis
jfTJ'OWPOSlZlONE: Aec s.r.l. - tei. 0174/551919
RIITob*' s.n.c. Mondovi - tei. 0174/42590
RE; Edizioni protestanti s.r.l. - via Pio V, 15bis -10125Torino
JTAU^
'’Riinario £
'*""«*trale £
■Runuiati
ABBONAMENTI 1994
ESTERO
65.000
150.000
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- ordinario
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- sostenitore
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ivo Riforma + Confronti £ 100.000 (soio itaiia)
versare l’importo sul ccp n. 14548101 intestato a Edizioni pròvia Pio V15 bis, 10125 Torino.
tftMe mirnanale unitària con L'Eco delle valli valdesi:
T-jjwp»- non può essem venduta separatamente
fc^^rzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000
millimetro/colonna £ 1.800
a parola £1.000
’’ testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
f^Qsponsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
'"oata 5 marzo 1993.
Nm ^ 10 giugno 1994 è stato consegnato per l'inoltro postale all'Ufficio CMC
"onioll 44/11 di Torino mercolecfi 8 giugno 1994.
naie pretende di assurgere a
stato, assumendone i compiti;
di una chiesa che ricevendo
un sostegno di mezzi materiali dallo stato ne è condizionata, piaccia o no, nell’operare.
Le nostre chiese non devono chiedere allo stato denaro
e potere, bensì garanzie di libertà, eguaglianza e dignità
sociale per tutti, credenti e
non credenti. Le nostre chiese
hanno bisogno di donne e uomini che ritrovino il gusto di
confrontarsi con la Parola, e
che trovino in essa la forza e
gli stimoli per essere pienamente credenti e pienamente
cittadini. Questo T8%o non
può darlo alle nostre chiese,
anzi può illuderle di essere
più forti: continuo a vedere
neH’8%0 - se mi si passa il riferimento - la tentazione della
«potenza e gloria di questi regni» (Luca 4-6).
Pertanto, nonostante tutto,
sul mod. 740 continuerò a firmare, cocciutamente, nella
casella «stato».
Paolo Gay
Luserna San Giovanni
Lo Spirito
di Pentecoste
Care sorelle, cari fratelli,
tornato da un viaggio di lavoro all’estero ho cercato subito le copie di Riforma arrivate in mia assenza. Le ho
trovate diligentemente impilate sulla mia scrivania insieme ad altra carta stampata.
Sembra che uno strano vento
di polemica abbia preso tutti
noi in questo perfido periodo
di transizione che pare portare più ansie che certezze; e ne
risentono un po’ tutte le nostre attività, la nostra vita.
In particolare leggo su
Riforma di feroci dibattiti sulla famosa «lettera dei 65» (un
giorno se ne farà un libro e
forse un film-dossier), e di
pesanti diatribe tra fratelli
delle chiese protestanti all’indomani dell’annullamento di
Pentecoste ’94. Le diatribe
non mancano anche all’interno del mondo cattolico a cui
io appartengo, e a questo proposito devo dire che mi ha
lidie
di prima pagina
Come si prospetta il futuro dell’Europa? Che cosa si affaccia all’orizzonte
del Vecchio continente
con la quarta elezione del
Parlamento di Strasburgo?
Un paese in più, l’Austria,
ma certo anche molte incertezze e dubbi sui contenuti da dare all Unione.
molto amareggiato la lettera
del fratello Lo Monaco di Torino dove vengono tranciati
giudizi pesantissimi sul sacerdozio nella chiesa cattolica e
sull’ignoranza dei cattolici in
campo di cultura biblica.
Si tratta di una lettera che
deve nascere da un’indignazione la cui causa però non è
evidenziata; il fratello forse
avrebbe fatto meglio a chiarire il retroterra che lo ha spinto a scrivere perché, in fondo,
non dice cose nuove sulla
contrapposizione tra inondo
protestante e cattolico. È vero
che noi cattolici non abbiamo
la cultura biblica dei protestanti ma è anche vero che il
mondo cattolico non è esattamente ciò che esprime la signora Pivetti, e chi lo affermasse sarebbe in malafede.
Migliaia di noi sono impegnati allo studio della Parola,
e questa sta assumendo una
centralità nella nostra vita che
indubbiamente mancava in
tempi passati. Noto anche che
è proprio questa maggiore intimità con il Verbo che sta facendo soffiare una brezza costante a favore del dialogo
ecumenico.
Ora leggo su Riforma, appuntamento ormai da me sentitissimo perché ricco di preziosi spunti per il mio cammino, tante prese di posizione
su alcune tematiche che, seppure comprensibili per la delicatezza degli argomenti che
affrontano, sembrano però allontanare, ahimè, lo Spirito di
Pentecoste: pro e contro omosessuali, pro e contro l’approccio allo studio della Bibbia, pro e contro il dialogo
ecumenico, pro e contro il
mondo cattolico...
Mi ha preso una profonda
tristezza. Chissà, forse sono
un po’ retorico, forse sono
superficiale e approssimativo
ma, e mi prendo tutta la responsabilità di queste parole,
sarebbe bello orientarsi un
po’ di più a Gesù. Per fortuna
leggo in altre pagine riflessioni bibliche dal respiro entusiasmante, lì l’anima trova riposo; ma è triste vedere che
la pagina della posta, peraltro
indispensabile e preziosa, diventi sempre più palestra per
mettere in evidenza il proprio
«io». Sempre questo dannato
(è il caso di dirlo) «io» che si
intromette tra noi e Dio.
È giusta la polemica, e necessaria: proprio la mancanza
di polemica costruttiva ha
messo noi cattolici in posizione spesso inadeguata rispetto
alle indicazioni dello Spirito
Santo, ma lo stesso Spirito ci
sta aiutando a correggere la
rotta, e in tanti stiamo raccogliendo questo invito. Allora,
senza a mia volta entrare in
una discussione senza fine,
vorrei solo invitare tutti a un
momento di preghiera che
possa aiutarci a superare i livori di discussioni che troppo
spesso nascono da una nostra
egoistica, mortale chiusura
verso gli altri. Vivo il mio
cammino spirituale in una comunità dove Parola e preghiera sono autentico nutrimento.
Sempre chiediamo al Signore
di sciogliere le incrostazioni
che gravano sui nostri cuori
per arrivare a un’autentica
conversione del nostro io.
Vorrei allora invocare lo
Spirito di Pentecoste insieme
a voi, care sorelle e fratelli,
con l’aiuto delle parole di
Paolo (I Corinzi 13, Tilc),
perché: «Se parlo le lingue
degli uomini e anche quelle
degli angeli ma non ho amore
sono un metallo che rimbomba, uno strumento che suona a
vuoto. Se ho il dono d’essere
profeta e di conoscere tutti i
misteri, se possiedo tutta la
scienza e anche una fede da
smuovere i monti, ma non ho
amore, non sono niente (...).
Ora la nostra visione è confusa come in un antico specchio; ma un giorno saremo a
faccia a faccia dinanzi a Dio.
Ora lo conosco solo in parte,
ma un giorno lo conoscerò
Voglio esprimere la mia
gratitudine per Taccoglieneza
che ho ricevuto con il gruppo
che ho accompagnato alle
Valli in occasione del 17 febbraio; 14 persone, discendenti
e amici della famiglia di Stefano Balmas, che emigrò negli Usa 100 anni fa. In Italia ci
siamo ritrovati con molti cugini e amici che ci hanno accordato un’accoglienza meravigliosa in vai Chisone e in
vai Peliice. In particolare ringraziamo i partecipanti al
viaggio negli Usa che si svolse nel 1993. Abbiamo visto
posti bellissimi, tutti coperti
da una bella nevicata: ricorderemo sempre queste giornate .
Marc McMeley
Buenos Aires
Le colpe
di Silvio
C’è ironia e ironia. Quella
patetica intenerisce e fa rabbia al tempo stesso. Non credo, almeno per ora, sia colpa
del «Silvio» se i figli non lavorano, e disgraziatamente
non soltanto i suoi. Ben sappiamo chi ci ha condotti fin
qui. Maggioranza inetta, minoranza connivente. Adesso
aspettiamo, se saremo nuovamente delusi... flagelleremo.
Cece Rocchi Lanok
Napoli
RINGRAZIAMENTO
«Signore,
a chi ce ne andremo noi?
Tu hai parole di vita eterna»
Giov. 6, 28
Il Signore ha richiamato a sé
Livietta Rostan
ved. Stringai
di anni 96
A funerali avvenuti i parenti ne
danno l'annuncio e sentitamente
ringraziano tutti coloro che sono
stati loro vicino in questa circostanza; in particolare ringraziano
il personale deH'Asilo dei vecchi
di San Germano e degli ospedali
valdese di Pomaretto e civile di
Pinerolo per il premuroso sen/izio
e la disponibiliità.
San Germano, 30 maggio 1994
RINGRAZIAMENTO
Le figlie e i familiari tutti della
cara
Carolina Berton
ved. Bertucci
commossi e riconoscenti per la
dimostrazione di stima e di affetto
tributata alla loro cara, nell'Impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutte le gentili persone
che con presenza, scritti, fiori e
parole di conforto hanno preso
parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
alla direzione e al personale tutto
della Casa Miramonti di Villar Pellice, al personale medico e paramedico dell'Ospedale valdese di
Torre Peliice e al pastore Pons.
Villar Peliice, 17 giugno 1994
RINGRAZIAMENTO
La figlia e i familiari tutti della
cara
Agostina Marinet
ved. Rivoire
commossi e riconoscenti, ringraziano tutti coloro che con fiori,
scritti, parole di conforto e presenza sono stati loro vicino in
questa triste circostanza.
Un ringraziamento particolare
al dott. Delleani, al personale medico e paramedico dell'Ospedale
valdese di Torre Peliice, al pastore Pons, alla direzione e al personale della Casa Miramonti di Villar Peliice e al dott. Gherardi.
Villar Pollice, 17 giugno 1994
RINGRAZIAMENTO
«Venite a me,
voi tutti che siete
travagliati ed aggravati,
e io vi darò riposo»
La figlia e i familiari tutti della
cara
Lidia Costantino
ved. Charbonnier
commossi per la dimostrazione
di affetto e solidarietà pervenuta
dagli amici, ringraziano quanti sono stati loro vicino prendendo
parte al loro grande dolore.
Un particolare ringraziamento
al dott. Danilo Mourglia, al direttore e signora e personale tutto del
Rifugio Re Carlo Alberto, al pastore Claudio Pasquet e alla corale valdese.
Torre Pollice, 17 giugno 4994
di /\AEYTRE e RINALDI
ONORANZE FUNEBRI
10063 PEROSA ARGENTINA - Via Roma, 8/B - 0121/804004
ORARIO CONTINUATO
16
PAG. 1 2
RIFORMA
VENERDÌ 17
ÍW¿M
giugno
Si è svolto a Ustron, nell'Alta Slesia, dal 23 al 29 maggio, un convegno organizzato dall'organismo ecumenico europeo «Wen»
Quando le regioni europee sotto la legge del mercato si confrontano
jpedizion
in paw»“
,1 prega'
GIUSEPPE PUTONE
L9 ultima volta fu al Villaggio evangelico di
Monteforte Irpino, in provincia di Avellino: da allora sono
passati quattro anni, ma non
inutilmente per il Wen (Work
and Economy Network in thè
European churches) che collega chiese, gruppi di base, operatori sociali, economisti e
che ha lavorato per organizzare dal 23 al 29 maggio, in Polonia, una nuova consultazione intemazionale sui problemi
dell’economia europea. 11 tema dell’incontro era: «Le regioni sotto la legge del mercato». Vi hanno partecipato
un centinaio di persone di
venti diverse nazionalità;
dall’Italia erano presenti delegati del Centro ecumenico di
Agape, del Servizio cristiano
di Riesi, della Fcei e della Legambiente.
Prima di affrontare le varie
questioni europee i partecipanti, nell’arco di due giorni,
hanno visitato divisi in piccoli
gruppi varie realtà industriali,
sociali e culturali della regione che ospitava il Convegno
in Alta Slesia, a Ustron, a 40
chilometri da Katovice. È stato così possibile incontrare dirigenti, maestranze e sindacati
di miniere di carbone, industrie tessili, grandi complessi
agricoli e centri turistici e sociali anche nella vicina Repubblica ceca. L’unica industria che non ha voluto aprire
le porte ai convegnisti è stata
la Fiat Polska per un chiaro
«no» giunto dalla direzione di
Torino. Noi italiani ci siamo
un po’ vergognati, d’altra
parte con il governo Berlusconi c’era poco da vantarsi
anche a seguito delle severe
dichiarazioni di Delors sul
nostro nuovo governo. Sui
giornali, a parte i legami con
il papa, l’Italia fa spesso notizia; la rapida ascesa di Berlusconi è stata paragonata a
quella di Tyminski, l’enigmatico neoricco che due anni
e mezzo fa tentò la scalata al
potere ma che venne battuto
dal cattolicissimo Walesa.
Tyminski raccolse comunque
il 20% dei suffragi predicando, con il suo pessimo polacco, il liberismo puro: figuriamoci se avesse avuto qualche
canale televisivo a disposizione.
Nelle varie visite ci è stato
possibile entrare in contatto
con esponenti della Chiesa
luterana (circa 100.000 membri) molto radicata in Slesia.
Due senzatetto in cerca di cibo neile strade di Mosca
In particolare a Bielko-Biala la Chiesa luterana gestisce
un grande centro sociale con
una moderna tipografia che
pubblica, accanto a libri anche di carattere non religioso,
il quindicinale «Zwiastun»
interno al protestantesimo.
Abbiamo spesso avvertito anche le difficoltà di ordine
ecumenico in una Polonia,
non lo si dimentichi, cattolica
al 95%, una vera e propria
potenza che ha costruito, negli ultimi dieci anni, mille
chiese; il suo peso si fa sentire anche nella vita politica
nazionale dove la chiesa di
Roma, grazie al Concordato,
gode di tutta una serie di privilegi (vedi l’ora di religione
in orario curriculare pagata
dallo stato) mentre le altre
confessioni sono in attesa di
firmare con il governo un accordo che le tuteli.
L’Alta Slesia, vista nel
quadro dei paesi dell’Est, è
forse la regione più ricca ma
nchea la più inquinata: nei
vari colloqui con sindaci, teologi, sindacalisti, operatori
sociali ed economisti, emerge
un quadro confuso; non c’è
più il socialismo e non c’è
ancora il capitalismo. In Polonia si registrano oggi circa
tre milioni di disoccupati,
l’inflazione quest’anno toccherà il 30%; le donne, mediamente, guadagnano il 70%
di quello che percepiscono
gli uomini; le industrie, salvo
rare eccezioni, sono tecnologicamente superate; il libero
mercato ha creato nuove sacche di miseria impensabili
nei tempi non lontani del so.cialismo: indietro non si torna e tuttavia per andare avanti occorre una trasformazione
più rapida in un paese che rischia il collasso economico.
Dalla Polonia, nel corso del
convegno, lo sguardo si è
presto allargato ad altre regioni europee: dal tribalismo
insanguinato dell’ex Jugoslavia di fronte al quale l’Unione europea ha rivelato tutta la
sua impotenza politica via
via sino ai problemi attuali
dell’economia mondiale. Abbiamo ascoltato anche testimonianze extraeuropee dalle
Filippine, dall’India, dai Caraibi, dagli Stati Uniti che
hanno sottolineato come la
competizione economica tra
Giappone, Stati Uniti ed Europa abbia effetti disastrosi
sulla maggioranza della popolazione mondiale e sull’
ambiente.
Tutto questo pone una sfida alle chiese e alla società:
si tratta infatti di sviluppare
risposte capaci di difendere
le popolazioni e di promuovere, nel mondo intero, condizioni di vita e di lavoro durevoli e umane. E importante
(ecco uno dei temi dominanti
del convegno di Ustron)
rinforzare il ruolo dei movimenti sociali e della società
civile. L’economia insomma
è una realtà troppo importante per lasciarla esclusivamente in mano agli economisti:
non solo, ma come chiese è
urgente rivedere gli approcci
tradizionali della teologia rispetto ad una società che
cambia sempre più rapidamente (basti pensare solo alla
multietnicità) ed esige nuove
risposte, nuove intuizioni anche sul piano della fede. Per
tutti valga l’esempio della
chiesa evangelica del Baden
che si è posta contro la volontà dello stato che minaccia
di espellere circa duemila
profughi che hanno chiesto
asilo presso comunità cristia
ne tedesche. I lavori del convegno si sono soprattutto
svolti in gruppi di studio su
tematiche diverse: il mercato
del lavoro (deregolazione del
lavoro e del salario, tipi di
impiego, lavoro legale e lavoro nero); disoccupazione
ed esclusione sociale; migranti (la politica dell’Unione
europea); donne e vita economica (promozione dei valori
femminili nelle strategie locali e nazionali); regioni
(nuovi modelli di sviluppo e
di cooperazione intemazionale); minoranze (in particolare
si è parlato del «black people» in Europa); ambiente
(l’inquinamento dell’economia occidentale). Non ci sono state e non potevano esserci conclusioni definitive.
I vari interventi, da quello
del teologo Tony Addy, leader del Wen che ha la sua sede operativa a Manchester, a
quelii degli economisti Joachim Meissner e Tamara Kunanayakam e Malavija, saranno prossimamente pubblicati,
insieme ai vari documenti
prodotti dai gruppi di studio,
in un volume che uscirà a settembre in Inghilterra. Dall’insieme delle riflessioni e dei
dibattiti un dato appare chiaro: emerge il bisogno, da più
parti, di collegare le varie
esperienze locali di democrazia. Le grandi istituzioni, partiti, chiese, sindacati non sono più utilizzati come prima;
spesso si svuotano dal di dentro. Nascono invece nuove,
anche se piccole, esperienze
di democrazia diretta; alla politica calata dall’alto si contrappone un bisogno di sviluppare una politica dal basso, più autentica, meno ideologica, più collegata ai problemi pratici: il problema è
appunto la grande dispersione
delle esperienze, solo mettendo insieme i frammenti di
una nuova società civile è
possibile cambiare le cose.
Qui le chiese possono avere un ruolo importante, non
tanto di guida ma di compartecipazione mettendo a disposizione le proprie strutture
e sostenendo le esperienze
locali di rigenerazione sociale. Facciamo un altro esempio: a Helsinki, cinquecento
disoccupati si sono costituiti
in libera associazione; discutono, protestano, cercano un
lavoro; non li sostiene nessuno salvo la chiesa luterana
che non cerca di convertirli
ma intende condividere questa lotta per il lavoro che è
diritto inalienabile di ciascuno. Quest’impegno restituisce credibilità alla predicazione dell’Evangelo che si
traduce in un’azione concreta: da questa consultazione il
Wen è uscito rafforzato.
Ai lavori erano anche presenti, da Bruxelles, Alastair
Hulbert e Marc Lenders
delY «European Ecumenical
Commission for Church and
Society» (Eeccs) che, dal
1973, segue le attività del
Parlamento europeo favorendo il dialogo tra chiese ed
istituzioni politiche; le sessioni di lavoro si sono sempre aperte con un culto mattutino silenzioso, in stile
quacchero (non per nulla era
presente una delegazione del
«Quaker Council for European Affairs») con brevi pensieri collegati ai temi in discussione.
Rientrare al proprio lavoro
sociale, politico, teologico,
sentendosi partecipe di una
rete internazionale di uomini
e donne seriamente impegna
ti per la giustizia e la ,,
un torte incoraggia5;>'
«Anche per noi è stato il'
portante questo con/rontn
ha concluso Danuta, giova»;
economista all’Università à
Kalovice
del capitalismo occidentale
Non c'è solo arroganza coti
sumismo, libido per il
e per il denaro, ma m’utna.
nità vera che accetta oxm
persona come creatura^
Dio. Lavorando insieme abbiamo capito che più che fa
competitività occorranola
convivialità e lo spirito di
apertura verso l’altro, qua.
lunque reddito abbia e di
qualunque colore sia la sua
pelle».
La crescita democratica di
ogni società locale coincide
con la crescita della società
civile, un terreno sul quale è
possibile costruire cambiamenti durevoli all’insegna
della responsabilità e solidarietà.
L'Editore i
contepont
In Francia la sessione 1994 del Consiglio
Sfide per la Cevaa
Nel rispetto dell’alternanza
tra Nord e Sud, il Consiglio
della Cevaa terrà quest’anno
la propria sessione in Europa,
più esattamente nell’ovest
della Francia, nella regione
del Poitou, presso il Centro
protestante dell’Ovest, su invito della Chiesa riformata di
Francia. Le sedute si svolgeranno dal 20 al 30 giugno.
Una delle decisioni più attese di questa sessione è quella
riguardante la nomina del
prossimo Segretario generale
della Cevaa. Cinque candidature verranno presentate al
Consiglio, di cui quattro dall’
Europa (fra queste quella del
pastore valdese Renato Coi'sson) e una dal Pacifico. Dal
momento della sua creazione,
la Cevaa ha avuto due segretari generali: il pastore Victor
Rakotoarimanana, del Madagascar, dal ’71 all’81, e il pastore Samuel Ada, del Togo,
daH’81 al ’93.
Diverse questioni particolarmente delicate tratterranno
l’attenzione del Consiglio, a
cominciare dalla svalutazione
del franco Cfa che colpisce
l’economia di vari paesi africani in cui si trovano nove
delle chiese della Cevaa. La
questione verrà affrontata durante il dibattito sulle finanze,
che non sarà facile nelle attuali circostanze in cui risulli
che la maggior parte delle
chiese tende a ridurre la pròpria partecipazione finanziar I ^
alla vita della Comunità. ' j
Anche i rapporti Nordi'’ ,
appaiono sempre più dlÉa yf
il che influenza inevitabilmente la vita della Cevaa.
D’altra parte il Consiglio dovrà affrontare, in un nudo o
nell’altro, il cammino esitante
verso la democrazia nel continente africano, così come
l’aspirazione all’indipendenza
di un certo numero di territori
ancora sotto controllo esterno.
Anche i problemi legati all
immigrazione e aH’accogfa'
za dei rifugiati, in particolare
in un’Europa ormai lacerata
dai conflitti, dovranno essere
affrontati. Questo toccherà tra
l’altro alla Commissione giustizia e diritti umani, nominata nel 1993 a Tahiti. Infine, n
Consiglio dovrà occuparsi d®
delicati problemi legati a divisioni interne verificatesi in alcune chiese membro della Comunità.
A nei
do
nali, in
ne di ui
di un’i
questo
Renato
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caè du
nostant
dell’agi
tore di
ddiani
il mod
evange
to nell
che il I
tote ni
stanti;
ancora
chési
glievt
. whe,
chiesa
CAMPAGNA ABBONAMENTI 1994-1995
Tempo d’estate.
Tempo di regali per figli e nipoti che sono
promossi, che hanno superato la maturità,
che ottengono la laurea ecc.
Perché non regalare loro un abbonamento a
«Riforma» ?
È facile, basta ritagliare il tagliando e versare la somma sul c.c.p. delle Edizioni protestanti
□ per 6 mesi, fino al 31 dicembre 1994,
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marca
renza
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dirige
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la visi
minât!
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diinc;
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blico.
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la ver
sulla
va gi
tendo
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stica:
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ta, s<
Sottoscrivo un abbonamento a Riforma + L’eco def
le valli valdesi per
NOME
COGNOME
indirizzo
CAP
CITTA
Ho versato l’importo di lire
sul C.C-P
N.1458101 intestato a Edizioni protestanti
via Pio V 15 bis, 10125 Torino in data
scntt
Tui
affen
della
te re:
cecie
Ques
cons
direz
eseri
colle
semi
derai
un’a
vizie
man
gate
ne a
dell
coni
alla
part
hani
Fi
vers
rezii
zane
ante