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Xibe^’ perchè servì di J)io
-r?:
...La libertà di capienza ci appare
dalla storia degli uoipini che l’hanno
affermata e difesa, ¿me la dignità di
chi ha imparato a credere e ad ubbidire
a Dio. La libertà di ciscienza èiquindi
distante dal libero pensiero coma il levante è distante dal ponente.
Posto questo principio che infoi-ma la
storia valdese noi possiamo oss|rvare:
1 - Il significato della Ivita è
Dio, verità, giustizia e spirito
e non dai valori della viti, salute
ro, comodità, onori, domi lii, grs
Luogo comune questo asserto?
vere sono sempre un ’tiogo cbmune.
Ma la nostra vita è diverttata. còsi tristemente vuota che può ¿sere rivalutata solo dalle più sempliòi verità, obliate. I
2 - Solamente se Dio, imperativo di
giustizia e di verità splende nsiranimo dell’uomo, quest’uomo ha uAa dignità, cioè una verità intima che io determina^ se no è un fantoccio, i aosso
dalle file della vanità, dell’arbitiio omicida e dalla paura, mosso dal caos
che l’uomo può anche rivestire [’uni
parvenza di diritto morale.
gnità intima è un uomo libero.
Libero dalla schiavitù del rimors
virtù della grazia che ridona la di
della coscienza.
Libero dal dominio della dison^tà,
perchè rimperio di Dio sgomina quello
del male.
Libero dalla viltà per convenien
daH’istrionismo per servilismo, per
il libero serve a Dio solo.
4 - La libertà è servizio a Dio.
Noi abbiamo perso il senso della v.
libertà, cioè della dignità deU’uomo.
Rmascimento, di cui siamo gli ultimi
redi, ha voluto ripristinare il valoie
del’’uomo mortificato dal medio evi,
ed ha posto il centro della vita nell)
spirito dell’uomo, rendendolo auitonc ■
mo, separato da Dio, Dio a se. stesse
senz altra norma che i valori um'an
transeunti. Questa ,è l’anima della crii
si odierna. ^
La crisi delle nazioni è religiosa, in
quaijto è venuta a mancare l’autorità
di Dio nelle coscienze.
E’ allora che sono sorti i liberalismi,
gli imperialismi ed i collettivismi tanto
politici quanto religiosi.
11 centro di verità si è spostato dall^Eterno all’uomo ed ai suoi organismi,
l’arbitrio umano è divenuta la norma
della vita, di qui il caos a|;tuale.
^ La fede valdese invece, afferma che
l’autorità unica nella vita è Dio, 1^ cui
parola è rivelata nella Scrittura. Questo dato di fede, che può anche apparire
un semplice asserto di vecchia tradizione. è invece la sola potenza rivoluzionaria del m,ondo morale.
Chi professa questa convinzione vede
•pegnersi l’abbaglio della maestà di organismi ecclesiastici, tramontare il mito di paradisi terrestri in ordinati falansteri, svanire il miraggiq di dottrine,
di imperii umani o di individuale autonomìa, e, consapevole, che ■ l'uomo trova la sua libertà e la sua dignità solo in
Dio, crede ed afferma che la vita è un
atto di servizio a Dio.
Liberi da ogni miraggio del terrestre
regno, viviamo in que^a terra che Dio
ci ha data, rielle ore liete come nelle ore angosciose della sua storia, servendo
la giustizia della patria eterna, nella
quale soltanto la patria terrena si giustifica.
Al servizio di Dio, assumendo intere
le nostre quotidiane responsabilità,senza compromessi dinnanzi a coloro
che per farsi signori hanno negato il
Signore, viviamo nei mondo, senza essere di questo mondo.
La libertà che Iddio ci ha dato nell’Ìntimo dell’animo nostro, non deve essere barattata con un piatto.di lenticchie, per modesto o allettevole che sia
l’ampiezza di questo piatto. Perchè chi
perde la luce della sua interiore dignità
datagli da Dio, ha perso se stesso, e la
sua terra ed ogni cosa.
La nostra fede e la nostra libertà non
sono presuntuose affermazioni di diritti conquistati dai padri di cui siamo alquanto degeneri figli, o mistiche esaltazioni di spiriti puri, ma debbono es
ere diuturno ed umile, servizio del Signore, tra gli uomini.
'jl Servi di Dio, nel mondo, non per e^adere dal mondo, ma perchè il mondo conosca il suo vero Signore, e per
non perdere noi stessi nelle caotiche
f'^chiavitù delle illusioni umane.
^ Verità non grandezza.
Ubbidienza a Dio non vanità di au
J.tonomia.
, Onestà non convenienza.
4 Fraternità non presunzione.
- Fede non esaltazione."
r
Queste cose fanno gli uomini ed i popolf dignitosi, liberi ed anche felici.
^ L’aurora di quésta rinnovata dignità
delle coscienze libere ed oneste, perchè
>serve di Dio, sta per spuntare aH’oriz; i zonte della nostra travagliata terra, per
' »questa semplice ragione; Cristo ha vinato il mondo - Dio regna sul caos umano,
ri La ricorrenza del 17 febbraio serva
" a ricordare ai Valdesi, il valore della li.. bertà di coscienza, onde non si perda il
vero tesoro nel crollo di tutti i falsi, e
' ;vsi compia il proprio dovere, che è quel'4' lo di credere e servire al Signore che ci
' " ha chiamati.
j Carlo Lupo.
-.{Dalla Circolare alla Chiesa di Como).
L^ULTIMO" BARKA
viaggio
Il Barba Gilles dei Gilles, di cui ab-,
biamo scritto nel numiero 8, fece
l’ultimo viaggio missionario tra il 1554
ed il 1555, ripetendo ancora una volta il
noto percorso attraverso l’Italia. Due episodi gli avvennero, ricchi di conseguenze storiche.
Il primo in Calahria. Quivi arrivato
frp i correligionari, lì trovò vivamente
impressionati e. commossi dalle notizie
ch’erano loro giunte dalle Valli; che là
i Valdesi avevano cominciato a prendere un’attitudine apertanjiente evangelica, a rigettare ogni dissimulazicme, 0gni posinone equivoca, a professare liberamente la propria fede, a riunirsi
pubblicamente pel culto. Essi quindi
manifestarono l’ardente desiderio di seguire quel loro esempio, d’avere dei
culti pubblici regolari e di conseguenza
dei veri e propri Pastori a residenza
fissa.
Il Barba Gilles, pur lodando il loro zelo ed incoraggiandoli ad ima vita interamente cristiana, li esortò alla riflessione ed alla prudenza; che Tambiente
delle Valli era assai diverso e permetteva ben altre possibilità che non quello in cui essi si trovavano, fra popolazioni fanatiche' e sotto il duro ed intollerante regime spagnolo; un loro atteggiamento troppo aperto, una loro
decisione avventata avrebbero potuto
produrre conseguenze gravissime, fmo
all’estrepia rovina. Anzi, prevedendo il
peggio, in seguito alle osservazioni ed
esperienze fatte neU’attraversare il
vic^reame spagnolo di Napoli, egli
consigliò segretamente i più fidi amici di andarsene al più presto: « il les
conseilloit», narra lo storico Gilles «de
mettre ordre secrètement à leurs affaires, pour se retirer en lieux plus as^eurés et de plus de liberté pour la
conscience, cependant qu’ils le puuvo
yent faire, mesnageant dextrement le
conseli des uns aux autres sans bruit ».
Alcuni seguirono i suoi suggerimenti
ma la massa rimase, anche perchè, come osserva ancora lo storico predetto,
doleva loro d’abbandonare « un si bon
pays, estimé des plus délicieux et fertiles de l’Europe ». Pur nondimeno, finché il Barba Gilles rimase fra loro, restarono tranquilli; ma quando, per deliberazione deU’assemblea dei Barbi, egli, aU’inizio del 1555, fu sostituito là
dal Barba Stefano Negrin, di Bobbio,
essi, non più trattenuti, ripres.ero i loro
generosi ed avventati propositi. E’ noto
infatti che, fatti venire da Ginevra due
ministri, fra cui Giovanni Luigi Pascale, essi iniziarono con coraggioso entusiasmo il culto pubblico; onde si scatenò tosto la terribile persecuzione che
fra strazi indicibili disertò e distrusse
interamente quelle fiorenti colonie
valdesi.
Intanto il Barba Gilles, partito dalla
Calabria, s’incamminò per la via del ritemo: visitò ancora i gruppi valdesi
della costa adriatica, dalle Puglie a
Venezia, rinnovando i consigli di prudenza che qui furono più fedelmente
seguiti; passato poi per la Valtellina e
pei Grigioni, arrivò a Losanpa.
In questa città aveva un compito preciso da assolvere: quello di condurre seco alle Valli un ministro deU’Evangelo,
ben disposto e ben preparato, che portasse la propria valida collaborazione
all’organizzazione ed alla edificazione
religiosa della popolazione valdese. Sì
trovava allora in Losanna un pastore eminente, - noto per la profonda cultura,
la nobiltà deH’ammo, la dignità dei modi, la viva e zelante pietà: Stef^o Noël,
francese di Troyes in Champagne, già
maturo d’esperienza nel ministero cristiano. Egli lo persuase ad accompagnarlo.
Al principio di giugno del 1555 s’av
viarono coraggiosamente attraverso la
Savoia, pur avendo saputo che pochi
giorni prìmà cinque altri predicatori
francesi, recantìsi alle Valli per lo stesso scopo, erano stati arrestati e duramente trascinati nelle prigioni dì
Chambéry, dalle quah sarebbero usciti
neirottobre seguente soltanto per subire l’estremo supplizio. Perciò i 2 viaggiatori procedevano con la massima
cautela, evitando i luoghi frequentati,
le compagnie pericolose,.! punti sospetti. Ma una será si trovarono improvvisamente di fronte al pericolo. Entrando
in un albergo di campagna per ailoggiairvi la notte, sì fece loro incontro un
ufficiale di Giustizia, circondato da numerosi militi. Egli s’interessò subito a
loro con una cortesia molto sospetta, li
volle a pranzo con sè, conversò con loro cordialmente; poi, alla fine del pasto,
assumendo Tatti tudine professionale,
richiese loro informazioni pirecise sulla
loro persona, le loro condizioni, U loro
luogo di provenienza e dà destinazione,
le ragioni del loro, viaggio. Essi risposero fbancamente, dicendogli la semplice verità, tacendogli però naturalmente
del tutto la loro missione religiosa. Finalmente l’Ufficiale sospese Tinterrogatorio, rimanidandolo aU’indomani
.mattina. Parve .laro. atranameffiLte sostenuto e sospettoso. Subodorando il pericolo, decisero di, fuggire durante la
notte. Mentre il Noël, rotto dalla fatica, si ritirava per qualche momento in
camera, il Gilles, indugiatosi a conversare con Toste, riuscì ad ingraziarselo,
si fece fornire da lui tutte le indicazioni
necessarie per dileguarsi col compagno
silenziosamettite nel buio ed allontanarsi per vie traverse. Così poterono salvarsi dal pericolo urgente e raggiungere sani e salvi le Valli.
Da KeirtïSi a Psistore
Appena giunti, il Gilles ed il Noël,
insieme con alcuni ministri francesi
sopraggiunti, compresero che conveniva dare un qualche ordinamento al magnifico rigoglio di fede che comtinuaYa
a manifestarsi dovunque. Deciseep di
fissarsi ciascuno nel centro d’una comunità, e quivi attendere alTorganizzazione delTattività religiosa del popolo,
per nutrirne e favorirne Tacente vita
spirituale. E’ il^ mirabile momento tra
Testate e l’autunno del 1555, in cui in
tutte le Valli, per consenso popolare
spontaneo unanime, s’istituirono i culti regolari, si costruirono i pj-imi Templi, si com,posero le prime organizzazioni religiose, insamma si costituirono le
prime vere e proprie parrocchie della
Chiesa Valdese nascente. Momento di
sti-aordinarie maaiifestazioni religiose.
Ne sono documenti diretti le lettere
scritte da amici che in quei giorni visitarono le Valli e ne constatarono il fervore. Scriveva il francese Domenico
Vìgnaux; Questa, gente differisce da
quasi tutti, tanto per pietà quanto per
costumi... Difficilmente si potranno trovare, come qui, degli uomini mutati in
agnelli, cosicché, sin dal mio arrivo, mi
son sentito trasportato ih un altro
mondo. E èe poteste vedere di che zelo
ardano di sentire la Parola di Dio! da
quali distanze e per qtmli strade scabrose concorrano dovunque si predi-
2
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chi' JV'on cwn-^ li^f tre?m^ chÉ?’« Pttd#
H!0l^e avesm’.nasi^ti cèkì%rdé.(ìi tf^
iori in qiueWt»^*... EÌd ii^t^esèo èut-^
Ì!i?^^.zer cQsì preci^^ l# situaiì<»e;jri sono
■j.'.tl'l, invero parecchie vcilli e]rholte%iffliaia
81'!'ì Ch'uomini che professano Cristo capertamepte. Hannó^'dei ministri... tuyniini
ccceiienii per dottrinale pietà il cui mi. ''Mistero Dio benedice ìibbondantemente.
1^4' Cena è\istata celebrata pubblicmnenw ATigvogna, col concorso di almeno
l'I ;• seimila persone. Le prediche sono freI ' ' quentate da pemte che vi accorre anche
■&M
il Ì'l!jÉÌeÌÌ:1|IÌ
ra-i»
da undici miglia di distanza,'tanta, è la
scie della, dottrina deila salvezza...t
E, come Stefano Noiel si fissò in Angrogna, e Geraldo Imiljert alla Torre, e
Uberto Artus, a Bobbio, ed il Barba
Fnaincesco Laureins a Villasecca, così
Giiles dei Gilles ,si stabilì al Villar, nei
primi giorni di luglio del 1555. La popolazione l’accolse « avec grande consolation », osserva suo figlio, lo storico.
Con questo suo semplice atto, egli pòse termine alla calmiera, del Barba. Nel
pieno vigore fisico ed intellettuale dei
suoi cinquant’anni! diede inizio al ministero del Pastore Valdese. Passò da
una condizione all’altra della sua vita
missionaria senza sforzo, semplicemente, spontaneamente, obbedendo alle
impellenti necessità dell’ambiente. Trasferendosi ad una diversa forma d’esistenza esterna, non ebbe coscienza dì
compiere nessun cambiamento essenziale, chè continuò con tenace costanza
ed inalterata fedeltà a professare gli
stessi principi evangelici, a predicare la
stessa Parola di Dio, presso la stessa
popolazione valdese.
Questo suo mutamento di vita fu la
espressione tipica dell’importante mutamento che l’intera vita religiosa del suo
popolo stava in quel momento compiendo. Mutamento che ebbe lo stesso
carattere. Chè, se da un lato la nuova
forma ed organizzazione ecclesiastica
che si stava costruendo costituì un reale cambiamento di quella vita religiosa
medesima, la sua essenza spirituale rimase la stessa: la professione dei puri
principi dell’Evangelo e la'sra proclamazione con la parola e con l’azione. E' la
essenza spirituale che derivava dalle
secolari tradizioni delle generazioni
passate, e che è stata fedélmente trasmessa fino ad oggi. I Valdesi di oggi
ne sono i responsabili. Attilio Jaìla.
^ NB. In seguito alle ricerche da noi
fatte circa la casa dell’ultimo Barba ai
Gilles di Pomaretto il sig. Adolfo Micol (Pomaretto), per mezzo del Pastore
di quella parrocchia, ha offerto al Museo Valdese di Torre PelUce una custodia per occhia.li, in legno, che il sig.
Micol afferma aver appartenuto al pastore € storico Pietro Gilles, figlio del
Barba Gilles « fatto con le sue proprie
mani ». Ringraziamo vivamente il sig.
Micol per il dono prezioso; ed indichiamo il suo atto generoso a quanti possiedono ancora antichi oggetti o documenti storici, perchè anch’essi vogliano
seguirne l’esempio.
s fn»
1690. - In età di 73 anni, nella sua casa della Maddalena, a Ginevra, muore
il capitano Giosuè Gianavello„l’eroe più
cavallereaco e più leggendario che abbia avuto, in otto secoli di vicende, la
storia valdese. Aveva trascorso in esilio
gli ultimi anni della sua vita, organizzando, con. Volperà, con Vesempio e con
la penna, ripetuti tentativi di rimpatrio
per gli esuli dei 1686. Prima di morire,
seppe del successo dell’impresa di Arnaud, della quale potè anzi leggere un
dettagliato resoconto,
r.ib.
P Nella sua ‘ctdià stìenzios» ctoì^e
, piccolo bambino;'.^ '
Lì accanto, la madre veglia. Nel suo .
Sguardo c’è tutto il suo amore, tutta la,^,*'
sua passione; c’è un raggio di cielo nel
suo sorriso. ' ... ^
- Ora, essa lo prende in braccio,xst“ lo,
stringe sui seno:
— Angelo mio, tu sei il mio tesoro !'
La possibilità soltanto di perderlo le
fa scorrere un fremito di orrore nelle
me-rabra. No, sarà sempre suo!
Passano i giorni, passano i mesi. La
madre ha continuato l’opera sua amorosa, intorno al suo bambino. Lo chiam.a ancora « il suo angelo » ma com’è
cambiato! Già egli possiede degli impeti
insospettati, delle subitanee impazien-'
ze. Già la sua piccola volontà corhincia
ad imporsi! Angelo, senza dubbio, ancora, perchè vi sono ancora in lui tante
grazie, ma un angelo che fa pensare.
Passano altri giorni, altri mesi, degli
anni.
Quello che era la gioia dei genitori
non lo è più allo stesso grado.
Qualcosa ha steso, la sua ombra sulla
loro creatura. Quando essi, vogliono,
lui non vuole più; quando parlano non
ascolta.
Nell’angelo di una volta si annunzia,
ora, si presenta, si agita, forse già, qualcosa che non si òsa formulare...... il de
monio.
Cosa è accaduto? E’ accaduto che
. quel che dormiva, latente, in fondo'al
cuore del loro figliuolo, si è poco per
volta risvegliato.
Esempi perniciosi, inclinazioni ataviche hanno fatto irruzione in quell’anima ignara ed imbelle. Quelle manine
che erano, una volta, sempre tese verso
la mamma, ora, fatte robuste, si sono
tese ad altri inviti, ad altre carezze.
Altre braccia l’hanno ricevuto e cullato; altri sorrisi l’hanno ammaliato.
Ma altre cause ancora hanno lavorato e tristamente lavorato a una tale
trasformazione.
Per insipienza o pei' debolezza, il padre e la madre sono venuti meno al
loro dovere di educatori. La famiglia
non è stata per il loro bambino il crogiuolo dove l’anima sua avrebbe potuto
epurarsi, abbellirsi, nobilitarsi; non è
stata il dolce rifugio contro i venti che
hanno soffiato dal largo.
La famiglia ha mancato al suo precipuo scopo che è quello di condurre a
Gesù quelli che le sono stati affidati.
Il fatto è che, oggi, più che mai, teridenze varie si contendono i nostri figliuoli, se ne accaparrano l’educazione, ne confiscano il pensiero, impongono il loro linguaggio. E a queste tendenze non è Siempre opposto il sano antidoto di un ambiente famigliare decisamente religioso che solo può controbattere le forze es*^ranee, ostili ed invadenti.
'
Eppure il dovere è lì, imprescindibile e preciso.
Oggi, più che mai, è necessario che
la famiglia quale l’ha voluta il Creatore si affermi fra noi con rinnovata
coscienza della sua alta funzione educativa c religiosa; è necessario che i
genitori Valdesi rinnovino per loro
conto il patto che il vecchio Giosuè
stringeva con Israele, a Sichem :
« Quanto a me ed alla mia casa serviremo aH’Etemo ».
La famiglia, come la Chiesa, che non
mette a capo di tutte le sue preoccupazioni i figliuoli che Iddio le dà, firma la
sua stessa sentenza di morte.
Ebbene, è qui, purtroppo che ci tocca aprire gli occhi per vedere e per.....
piangere’.
■Quanti genitori che si preoccupano
giorno e notte della situazione materiale dei loro figliuoli e che non sanno
consacrare un’ora sola ai loro interessi
- E m 1 r
superiori ed etèrni!^ .Quanti, ch^Xloro
figliuoli non Hanno mai visti pregare,
^ che non parlano loro' mai, o rare volte,
' di Dio e che si stupiscono poi di vedej;]i
crescere senza Dio e senza fede! Cer- '
tamente non verrà mgi in mente a questi figliuoli che la pietà sia cosa necessaria, assolutamente indispensabile,
fintanto che intorno a loro si farà così
facilmente a mieno di essa.
Ed è cosi ohe senza che lo vogliano
quei genitori fanno come gli mcosci.^nti
discepoli: essi sbarrano ai loro figliuoli
la via che mena a Gesù.
r'il^r ioro ioAÌ|^tìfi(io me
¿5t|ìfso'- anch’esst’j^psno santifi
b, ‘ li' " *
Inte^, padri e ^i^ri valdesi:
Per^^loro* io Santifico me stésso.
E voi, cosa fate?
'5*1%
•
jB'TUÌco Tron.
ràm li [il M (0!l[iii!K
Che bella visione* invece, quella dei
genitori consapevoli dei loro doveri di
■educatori cristiani! Non solo .essi non
allontanano, nè permettono che altri
allontani il loro figliuolo da Gesù, ina
sanno co'ndurglielo.
Già quando, nell’Atto del Battesimo,
il Pastore, interpretando il desiderio di
tutti, ha detto di lui a Dio: « Noi te
l’offriamo, noi te lo consacriamo » essi
serrata quella promessa nel loro cuore
ne sentono tutta, la solenne gravità.
E 'di essa si ricordano per tutta la vita.
Si ricordano che quella del loro figliuolo è un’anima immortale, tesoro di inestimabile valqre, talento da far valere
e del quale bisogna render . conto.
Ond’è che, giorno dopo giorno, essi
lo presentano in preghiera a Dio, lo seguono passo passo, l’aiutano, ’o consigliano in tutte le sue difficoltà. In tutti
i suoi crocevia dubbiosi, essi sono al
suo lato, nelle sue cadute lo rialzano,
piangono con lui sulle sue sconfitte, e si
rallegrano delle sue vittorie.
Fanno meglio ancora: Dopo averlo
partorito alla vita del corpo, essi Io guidano al suo Salvatore, 'S non sono tranquilli e rassicurati se non quando lo vedono rinato alla vita dello spirito.
' Tutta questa attività ha per centro la
famiglia, focolarè' di lucè, di calore e di
vita, la famiglila, quale vorremmo vedere instaurata nelle nostre care Valli.
Con 'a candida cuffia e iÌ nero man- ;
tello, essa varcò la sqglia della casa modesta: un dolce sorriso sul volto sereno'j‘*''»iy^
Ah! sì, benedetto il focolare in cui è
stata così nutrita la fiamma sacra del
divino. E beati, fin d’ora, i figliuoli che
possono, riandando il loro passato, benedire la memoria di un padre e di una
m’sdre, veri collaboratori di Dio neH’opera della loro salvezza!
Nell’ora della tentazione, un’imagine
cara e venerata si erge sempre fra loro
e il male per conservarli puri dai grandi disordini e dalla contaminazione, d'-fi
mondo.
Mi ricordo, come se fosse ieri, delle
preghiere di intercessione di mia madre. Ogni volta che me ne sovvengo,
non posso separare quella visione dalla
scena di Mosè che intercede, le miani
alzate al Cielo, daH’alto del suo poggio, a Refidim. Le mani di mia madre
erano scarne e rugose; per il soverchio
e lungo lavoro erano anch’esse stanche
e tremanti, ma, quando si univano in
atto di preghiérta, era una forza sconosciuta e misteriosa che si sprigionava
da esse.
Quante volte la visione postuma di
quelle mani supplichevoli che intercedevano per me m’ha tenuto lontano dal
male!
E, come me, tanti altri, forse.
In questi tempi in cui tanti genitori
soffrono .e penano nel loro compito
sempre più difficile di educatori, vorrei dire loro: Non scoraggiatevi! Perseverate! Tregate!
Fate più ancora: per l’educazione re- ;
ligiosa dei vostri figliuoli, non vi spa- ,-|
venti la necessità di dover fare, talora, \
la vostra stessa educazione.
Per molti, è questo un lavoro preparatorio necessario. ^
■'.3
Ricordate: Quando Gesù, nella Preghiera sacerdotale., intercede pei suoi e
domanda al Padre: Santificali nella
verità, egli aggiunge tosto, luì, il santo
parole paoaite, gesià/ tranquilli. Accarezzò i bimbi, ohe lesi facevano intorno
curiosi; senza parete riconfortò i vecchi; narrò di alcuni* casi pietosi di vecchiette solitarie, di,! malati, di profughi,
e dal racconto sei^Uce e piano dei bisogni del prossimù, si riaccese in ognuno il desiderio ■ di ^enire in aiuto ad altrui; l’egoismo- si,»^lacò, per il momento,
e i pro.pri casi, per breve ora almeno,
non parvero i più gravi o i più importanti; così senzà; parere e, orobabilmente, senz.a saperìò, essa rianimò le fiamme, sempre pronte a spegnersi, della
carità cristiatìà., ispirò solidarietà e coraggio. Così, senza parere. E disse altre do|Qì, umili cose, indi raccogliendo il
nero ¿iantellb,# prese congedo ed uscì.
Lontano ancora la vidi, giù per la stradetta campestre, nell’ondeggiare ‘ della
cappa scura, alla quale la candida cuffia dona una nota di freschezza e di
grazia .'-costume commovente nella sua
austera semplicità, perchè è palese espressione di una vita consacrata.
Un giorno, nella rustica casetta natia,
la giovinetta, malgrado la quotidiana
fatica, ■si sentì insoddisfatta : le ore scorrevano sempre uguali, non pri\^e di attività, sì, m,a non sempre di queU’attività che lei avrebbe desiderato; nella
casa- fra sorelle e fratelli, l’opera sua
era utile sì^ ma non abbastanza, e vivo
sorgeva in ìel^ im SesIdèfló' dì donare di
più: oh! questa mia vita che passa, questa mia giovinezza che trascorre rapida,
senza uno scopo ben definito; questo alzarsi al miattino e coricarsi alla sera avendo l’impressione che di nuovo un
po’ di tempo è passato ancora un po’
di temno, che più non ritorna, in
compiti più o meno vani, senza reale utilità. E intanto pensare; fuori la vita
urge, tanti sono i derelitti, tanti i malati, tanti i poveri. Che cosa faccio qui?
Perchè non ascolto Tappello del Signore per servire a Lui direttamente? Non
ho forse già imparato che. la mia felicità consiste unicamente in un cuore puro e in una coscienza integra? Non a■Hio forse, con tutto l’ardore dei miei
giovani anni e delle mie forze intatte,
questo popolo delle mie valli e questa
chiesa della mia fede? Le opere della
chiesa del Signore, gli ospizi, gli ospedali, i rifugi hanno bisogno di valide
braccia e di cuori consacrati: oh! che io
ho,n sciupi questa mia vita che è un
dono di Dio, che io pure lavori fin eh’è
giorno per non ritrovarmi alla sera a
mani vuote, mentre la notte viene in
cui vano sarà il rimorso di non aver oper.3ito, quand’era l’ora; che io non nasconda il mio talentò... forse è. uno solo,
forse è minimo... a maggior ragione che
io non lo nasconda sotterra, perchè so
bene che il mio Signore ciò disapprova:
Egli desidera che anche il minimo, appunto perchè tale, frqtti il dovuto, ;è
così non sarò confusa quando dovrò a
Lui renderne conto.
Con questi pensieri e con questo amore, essa un giorno, parti dalla rustica
casetta e venne, umile e semplice a
donare la sua vita in prò’ degli altri, fu
diaconessa. Ed ora vedete: essa è all’opera, tutto è mutato; ogni giorno porta
con sè compiti nuovi e precisi e vivente carità. Ora la vita è piena di una responsabilità ignota, fino allora, grave dì
dolcezza e di pace per l’animo suo. Sì, o
Signore, servirti.così\io anelavo, con
tutta me stessa ed obliando me stessa,,
vicino a questi tuoi minimi fratelli, ai
I
3
•y0^¥r
l-, A .
quali, se io dono un.bicdiiere d’aoqùa,
è come, se iò lo donassi a Te, perdhè è4
nel nome Tuo' che l’offro; visitandoli è
come se'io venissi a visitare Te, o Si*
gnore, peréhè lo faccio nel Tuo nonie; .
amandoli è come se io amassi so^o ed u.nicamente Te, o ¡Signore, perchè li amo per amor-Tuo.
Fra poco la figuretta ondeggiante nel
costume che così m’ispisa, sarà scomparsa laggiù, alla svolta; e mi assale un
intenso desiderio di'preghiera; che mai
non debhan vienir 'meno, così come ora
vien menò al mio sguardo Quella figura lontana, che mai non debbano venire
a mancare le fedeli operaie al servizio
del Signore nel santo ministero della
diaconessa.
Esso rappresenta la pietà femminile
nella sua espressione più pura, è l’amore femminile nella sua forma ^ più elevata, di saicrlficio a favore de’ prossimo
sofferente e bisognoso; esso è il fiore di
' quello spirito di consacrazione proprio.
della donna, e lo spirito di consacrazione della donna è come la prova del fuo1 co della religiosità di un popolo,
O Signore ravviva Tu, che solo lo
puoi, ravviva nel cuore di tante giovinette valdesi, la fiammia di queU’Amore
insegnato da,Te, sì che da questi pendìi delle nostre valli, scendano ancora
al piano quove ancelle tue pronte a ser- virti in perfetta umiltà ed amore.
Non ritrarre, o Signore, la Tua mano
benedicente e concedi grazia, si che ancora i cuori anelino a« te: forse già si fa
sera, l’opera Tua attende, l’ora incalza;
rammentaci tu del continuo cbe « In
Cristo Gesù, quel che ha valore è la fede operante per mezzo deU’amore ».
Voce.
QRON/1C/) V/ILDE5E
SAN GERMANO CHISONE
Domenica 14 marzo corrente, alle
ore 16, nel Tempio, avrà Iqogo il culto
commemorativo dei nostri Caduti: Sottocapo silurista Vinçon Guido, Maresciallo Petrone Ignazio, Fante Oreste
Constantin.
SUSA
Il 30 gennaio si spegneva in Mompanterq di Susa la nostra sorella Maria
Alpe vedova Vottevo. '
I funerali,, presieduti dal pastore R.
Comba, furono- un’imponente dimostrazione di stima alla'memoria dell’Estinta e di simpatia alla famiglia.
Ai,figliuoli, ed in particolare a Suor
Vale;ntina,K del nostro Ospedale di Torino, rinnoviamo l’assicurazione della
nostra solidarietà nel dolore e nella luminosa speranza della Vita in Cristo.
TORINO
Dopo alcuni giorni di malattia, chiudeva la sua esistenza terrena il nostro
fratello Teofilo Jouvenal. ^,
Il 26 febbraio, neH’intàmità della famiglia, ebbero luogo i suoi funerali.
Lo ricordiamo fedelmente assiduo ai
culti; sereno e fiducioso in ogni suo atteggiamento: non gli sonò mancate le
prove, nel corso del suo pellegrinaggio,
ma ora è apparsa all’anima sua la luce
foriera di un giorno senza tramonto!
Questa dolce speranza consoli i familiari afflitti, ai quali esprimiamo ancora la nostra viva simpatia.
— La nostra gioventù riprenderà, a
Dio piacendo, la sua consueta attività
domenica 7 corrente, alle ore 14.30, nella Sala provvisòriamente sistemata di
Via Pio V, 15., •
— Ricordiamo agli evangelici di pas
/■ ' I '
saggio a Torino, che, * per ora almeno, il
culto domeni'csjìe'^delle ore 10.30 h^lup;^
go soltanto nel Teinpio di Corso Prin
di Piazza
cipe Oddone, 7 (nei pressi'
.Statuto)..
4Í.
LUSERNA SAN GIOVANNI . j
Giovedì 25 febbraio ha avuto luogo
il funerale della sig.ra Maddalena Rostagnoi vedova Bonjour, deceduta ai
Boeri, nella veneranda età di anni 91. A
tutti i parenti in lutto rinnoviamo l’espressione della nostra profonda sipapatia.
— In memoriam del cav. Carlo Ostorero, la famiglia ha,devoluto le seguenti somme in titoli di rendita: *
L. 4000 per la Cassa di Ementazione
- L. 3000 per la Chiesa di Torino - L.
2000 per l’Orfanotrofio''di Torre Pellice - L. 2000 per rOrfanòtrofio di Pomaretto - L. 2000 per l’Istituto Femminile di Vallecrosia - L. 1000 per gli Artigianelli Valdesi di Torino,'* L. 1000
'per l’Asilo dei Vecchi di S. Germano
Chisone.
VILLAH PÈLLICE
Amputazióne. ' Il solerte proto ha involontariamente amputato -la nostra
ultima cronaca di alcune righe riferentisi alla riuscita audizione offerta
alla chiesa dalla Corale, che, l’ultima
domenica di gennaio, eseguì ottimamente, nel tempio, 11 canti scelti dal
nostro Innario.
Nuovo focolare. Sabato 20 febbraio,
nel nostro tempio, alla presenza di un
bel ' gruppo di famigliari ed amici, abbiamo avuto la gioia di celebrare il matrimonio di una delle nostre prime catecumene Maria Michelin di Davide
del Sarei, con Enmco Daniele Charhonnier di Giovanni Enrico di Torre Pellice. Agli sposi ed alle loro famiglie
rinnoviamo l’augurio di ogni benedizione dall’Alto.
Dipartenze. Domenica 21 febbraio
un lunghissimo corteo di parenti ed amici ha laccompagnato al-suo ultimo riposo la spoglia mortale della nostra
sorella' 83jenne Susanna Michelin Salomon ved. Giraudin di Buffa superiore e lunedì 1° marzo il Signore ha richiamato a Sè, in età di 79 anni, il nostro fratello Davide Garnier^ fu Davide
dei Meynet, padre del nostro anziano
omonimo. Raocom.andiamo le famiglie
provate da queste separazioni, al « Padre che ci consola in tutte le nostre afflizioni. » j
— Una buona rappresentanza della
nostra comunità ha pure partecipato,
il 20 febbraio scorso, a Torrp Pellice e
Luserna S. Giovanni, alle, esequie della
sig.ra, Anna Planchon vcd. Talmon, originana della nostra parrocchia alla
quale è stata sempre molto affezionata.
Alla famiglia^ e narticolarmente alla
sorella della defunta signorina Madd.
Planchon dei Cassarot, ririnoviamo,
l’espressione della nostra simpatia nella
prova. , ,
XVII Febbraio.' La eeebrazione del
fausto anniversario, nella forma austera imposta dalla serietà dei tempi si sono iniziate con una ben riuscita adunata
giovanile al capoluogo, là sera del 17
braio, con altre tre buone adunanze: il
e si sono concluse, la domenica 21 feb-"
culto di commem,orazione, la mattina,
nel Tempio, con la partecipazione della
Corale; nel pomeriggio, con gran concorso di pubblico, la simpatica festa dei
fanciulli, aocuratamente preparata e diretta dalla Insegnanti; e la sera, davanti ad un numeroso ed attento uditòrio,
nella grande Scuola del Capoluogo, vivente rievocazione da parte del prof. A.
Jalla di Torre Pellice, della caratteristica figura del primo pastore valdese e
primo pastore della nostra comunità: il
barba Gilles des Gilles.
Al nostro caro antico professore, alle
Insegnanti e alla Corale va la ricono'
scenza della Chiesa per la loro preziosa
e volonterosa collaborazione alla buona
riuscita del nostro 17.
Visita. Il nostro culto del 28 febbraio
è stato presieduto dai nostro caro direttore, prof. G. Costabel, che ci ha edificati e scossi con una fedele predicazione sulla chiamata di Àbramo. Il Signore dia la crescita alla buona semenza. ' j.
fLe Unioniygli-afnicì^ed i sostenitori
della F. U, sono'pregati di versare
f,i/e loro quote e le loro offerte nel C C.
Postale N.^ 1-1^1$,'iié^tato a Alfredo
"^-Giocoli ^ Via IV Novèmbre, 107 - Ro\ ma. ■ ' '■
che le quote dVassociazione alF, U. V. sono minime "'(L. 2 all’anno
^^Fpgr ogni socio} ci au^riamo che le offerte per quest’anno siano numerose e
Cospicue, dovendosi affrontare spese
molto-maggiori che per il passato.
Chi si interessa della " Gioventù, si
^interessa di una. delle parti più vive e
k son • sentito trasportato in u^ altro
/'^vitali della Chiesa. Il Cassiere.
'Baer Picerni, in nxenuma Lidia Baer
100*-i'Due bimbe per là' guaiigioné’del
Papà; 150.,^ . ^
APPELLO
l'.ai Paitoii ed alle Faiiglie Valdesi delli Valli
is I Pastori della Chiesa di Torino, di
‘ fronte all’insistente richiesta di numel’rose famiglie deUa loro Comunità, che
'4 ancora cercano una sistemazione alle
'-' Valli, rivolgono viva preghiera ai Colf ? leghi , ed alle famiglie, valdesi di voler
...loro segnalare, con cortese spllecìtudir.’ne, gli alloggi e le camere individuali •
-^.eventualmente disponibili. E’ ahche
j;/questa una modesta manifèstazìone di/
'^solidarietà cristiana, ohe può alleviare
le gravi preoccupazioni di non poche
¿ famiglie. ' , '
Specificare, il numero dei vani ed il
■"’"canone di affitto. Indirizzare al pastore
-Elio Eynard - Via Berthòllet, 36 - To' rino - o Casa Valdese - lorre Pellice.
l
PERSONALIA
4 Ci rallegriamo con la signorina Ro■*' sina Giocoli di Roma per il vivissimo
successo riportato l’Il corrente al Lyceum Romano. Riferiamo il lusinghiero giudizio del critico d’arte del Giornale d’Italia del 13 corren'e:
« Con un programma che comprendeva musiche di autori antichi e moderni il soprano Rosina Giocoli ha ri-,
confermato, sia pure dopo lungo silenzio, doti eccezionali di cantante e di interprete.
La bellezza della voce, calda, vibrante, ricca di accenti e di inflessioni, bene
educata, e la viva musicalità interpretativa sono ai servizio di un temperamento e di una sensibilità quanto mai
felicemente dotati. Il successo riportato ieri da Rosina Giocoli è stato unanime e vibrante e merttatissimo e pone
questa artista al suo giusto posto fra le
concertiste ».
Gli evangelici presenti notarono con
piacere come fra le* composizioni si manifestasse pure l’accento della fede personale deU’artista in un Canto sacro di
Beethoven e in una Cantata della Pentecoste di J: S. Bach.
Dui iMi dal Canini dalla Tania
Offerte per danni alle Chiese Valdesi:
Famiglia Bertalot, in memoria genitori, L. 50 - Bessone Tron I^a, 100
Gay cav. Edalberto, 200 - Bimbi Scuola domenicale, rinunziando a parte dei
regali deh’Alibero di Natale, Pinerolo,
160 - Id., S. Secondo, 110 - Catania,
Colletta di Nalale, 265,80 - Comm. Luigi Aguet, 1000 - Mario Bianconi, 50 Imperiai Rosina, Aosta, '100 - Daniele
Bonjour, 50 - Susanna Gay Catalin, 50
- N. N., Bobbio Pellice, 50 - N. N„ 40
- Il Signore prowederà, Gen. 2Z: 14,
Littoria, 300. '
Per Istituto di Vallecrosia;
Famiglia G. Coucourde, Pinerolo, 25
- Ten. Col. Giuseppe Giorgiolè, 25
Scuola domenicale, di Palermo, 100 Chiesa di Mantova, 17 - Chiesa di Felónica, 34 - Famiglia Bonci, in* memoria figlio Emanuele, 100 Famiglia
'4
;ìY;
Per Rifugio Carlo Alberto:
A. Balma, Pineròlo, 30 Famiglia
Bessone, in memoria Genitori,; Id., 50
- -A. Coisson, Id., 15 - Famiglia Coucourde G., Id., 25 - Peyrot Elisa, in
memoria marito, Id., 25 - N, N., S. Secondo, 20 - Giuseppina Emilia Osculati Astesano, 400.
Per Ospedali:
Famiglia Bessone, in memoria Genitori, Pinerolo, 50 - A. Coisson, Id., 15
- Famiglia G. Coucourde, Id., 50 - Ricca Seiina, Id., 50.
Per Asilo Italia.'
Anita Amprìmo Thoeni, 25 - Ten.
,Còl. Giuseppe Giorgiolè, 25 - Giuseppina Emilia Osculati^Astesano, 100.
Doni in Memoria Orielda Viani:
Il marito e i figli, per istituto di Vallecrosia, 100 - per Diaconesse, 50 -per Rifugio Carlo Alberto, 100 - per
Istituto Pestalozzi, 100 - per Casa Materna, 100 - per Chiesa Via IV Novembre, 100. LJ
' ^
Per Cassa Culto: - /
E. Winquist, Rom,a, 100. , - Coisson
Alice, in memoria Paolo Paget, 50 Jenny Bert e figli, ricordando Past.
Adolfo Comba, 200 - Alfredo Rostain,
250 - Maria Di Paolo. 50.
Per Emeritazione:
Famiglia Bertalot, in memoria Genitori, 25 - Coisson Alice, 15 - Famigiia Serafino, 100 - Vertu Crocettì Maria, in memoria cara Mamma, 250 Col. Luigi Grill, 50 - S. Ten. Costantino Ide, 10.
Per Diaconesse: _ '
Santacroce Vera, in memoria' cara
Zia A. Muston, 100 - Cocconi Lui Paimira, in memoria Rivièra Carla, 100 Famiglia Bonci, „ in memoria figlio Emanuelé, 200'- Famiglia Baer Picerni,
in memoria Lidia Baer, lOÒ - Con.
ImmovilR, Levlanto, 25 - In memoria
Rachele Bouchard, la Nonna Maddalena Soulier, 25 - T. Génicoud, 50 ' - S.
Rostan, 5. .
Per Asilo Vittoria:
Arturo Cutrera, Roma, 200 - Scuola
Domenicale di Palermo, 100 - S. L.,
fiore in memoria, IVfarta Cicognara, 25.
Per Istituto Gould:
A. Balmai, Pinerolo, 30 - Famiglia
G. Coucourde, Id., 25 - Ricca SeUna,
Id., '50 - Schreiber A. e R. Id., 30 Scuola Domenicale di Palermo, 100 Chiesa di Mantova, 17 - Chiesa di Feloiiica, 34 - Ten. Col. Giuseppe Giorgiolè, 25 - Due bimbe, per la guarigione del Papà, 200. ^
Per Istituto Femminile di Firenze:
Scuola Domenicale dì Palermo, 100
- Chiesa di Mantova, 17 - Chiesta di
Felonica, 34 - Ten. Col. Giuseppe Giorgiolè, 25 - Due bimbe, per la guarigione del Papà, 150.
Per Rifugio:
M. Larco, La Maddalena, 40 - Con.
Per Orfanotrofio di Torre'Pellice:
„ A. Balma, Piheocolo, 30 -^Famiglia ''
Bertalot, in_ memoria Genitori, Id. 50/- ^
Famiglia Bessone, Id. Id., ' 50 - Beur .
Federico e^a, in memoria nipótim, Id
50 -^Cardón Gay Delfina, Id. 25 ‘- A
Coisson, Id. 20 - Foìneron Gaudin Noelie, Id'. 10 - Luciano Rapetta,' per nascita sorellina, Id., 250 - i^amiglìa Serafino, in memoria Bertalot Leontm?
Id., 100 - Ricca iSehna, M., 50. * .
Per Orfanotrofio di Pomaretto:
> A/ Balma, Pinerolo, 30 - Famiglia
Bertalot,' in memoria Genitori, M., 25 ,Famiglia Bessone, Id., Id., 50 - Cardor
Gay Delfina, Id., 25 - Paschetto Gino,
ricordando suo matrimonio, Id., 25 Luciano Rapetti, per nascita sorellina.
Id., 250 - Ricca Seiina, Id., 50 - Famiglia Serafino, Id., 100 - Schreiber A. e
R., Id., 30.
4
Irmnovílll, Levanto, '25Ì
, - . -I?ora Fontal
1« Chiesa di á. Germano, 200
- In memoria Rachele Bouchard, lá *
Mi «.
»*■1
lí
I
nonna Maddalena Soulier, 25 - T. Génicoud, 20 - §. Rostan, 5.,
Per Ospedaie di'Torre PelUce:
M. Làrco,'jLa'; Maddalena^' 4tì Dora
Fontana Roux, ,Ì50,- T^Génicoud, 50
S. Ròstan, 5.^ ’
Per Ospedale 'di Pomaretto:
Amina Cremonese, Biella, 150 - Dora
■Fontana Roux, 150 - In memoria Rachele Bouchard, lo zio Luigi Bouchard,
25.
Per Asilo di S, Giovanni:'
Con; immovilii; Levanto, 25. •
Per Istituto Artigianelli:
M. Larco, La Maddalena, 40 - T. Génicoud, 20.
Per Istituto Comandi:
” Giuseppe' e Maria Franciosi, Campegine, 30.
Per Asilo Italia:
M. Scaghone, 150 - Giuseppe e Maria Franciosi, Campegine, 30 - A. Arias, « in miemoria della mia Ada », ,50
- Chiesa dei Fratelli, Roma, 180 - Chiesa dei Fratelli, Momtoercelli, 200 Chiesa dei Fratelli, Pesaro, 70 - M.
Larco, La Maddalena, 40 - Mass. Eynard, 25 - Chiesa di Bussoleno, 100 Chiesa Battista, Bascoreale, 100 - Chiesa di Ivrea, 300 - Chiesa di S. Germano, 188 - Chiesa di Aosta, 177,40.
PER ECO ÀI MILITARI
Adehna Ribet, L. 20 - Enrico e Nora
Peyrot, 20 - Cap. Gustavo Ribet, 50 Ferrerò Bonnet Elisa, 10 _ Coniugi Peyran, 5 - Mercandalli Pia, 5 - Butta Lidia, 5 - Benech Fanny, 5 - Buffa Albertina, 2 - Bobba Pasqualino, 5 - Vola
Arturo, 10 - Bouchard Samuele, 5 - Costa Giusto, 15 - Tron Alberto, 2 - Peyrot Susanna, 5 - Barus Giacomo, 5 Ostorero Emilio, 100 - Dott. St. Rocchi,
26,80 - .Aldo Berl^ot, 10 - Clot Adriano, 15.
Doni trasmessi per mezzo del Cappellano Militare E. Rostan:
Soldato Grill Guido, 20 - Soldato
Bleynat Remo, 20 - Capit. Mario Borgarello, 38 - Cap., magg. Bertin Alfredo,
10 - Alpini: Clot Lorenzo 10, Chiavia
Ernesto, 10, Ferrier Giovamù, 10, Gamba. Bernardino, 5, Rivoira Alberto JO,
Vigna Paolo, 10, N. N., 12,50, L.ong
Giovanni 5 - Maddalena Jourdan, 10 Peyrot Luigi, 20 - Richard Aldo, 10 Clementina Pons, 30 - Paolina Bertin,
1 - Ada e Olga Ben«ietto, 5 - Pons Giulio, 5 - Gaydou Teofilo, 8 - Micol Pons
Lidia, 10 - Pastre Aldo, 10 - Sarò Margherita, 5 - Simond Stefano, 5 - Godin o
Anna, 3 - Codino Matteo, 5 - Bouchard
Stefano, 10 - Berteli Giulia, 20 - Bouchard Giovanni Paolo, 2 - Meta Gailian
Bauer, 10 - Suor Santacroce Maria, 10.
(Continua).
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Riceve
ogni giorno feriale (salvo il Sabato)
dalle M alie 16.
Per tutto quante concerne i detti Istituti preghiera di RIVOLGERSI DII RETTAMENTE alla sede di tal Amministrazione: Orfanotrofio Femminile,
Via Angrogna, 12 - Torre Pellice - telefono 37.
L'ufficio è aperto tutti i giorni feriali,
al mattino e nel pomeriggio.
Ivi pure il Presidente riceve il martedì, giovedì e sabato dalle ore 17.39 alle
19. .
Per la Comm. Istituti Osp. Valdesi
Il Presidente:
Avv. Stefano Peyrst.
Diffondete le pubblicazioni della
Librerà Editrice Claudiana
Cappellani Valdesi
Pastore : Alberto
Cmpit. Ermanno Rostan - Cappellano Militare Valdese - Comando Presidio Militare - Torino.
Pastore : Lo
Ten. Davide Cielo - Cappellano Militare
Valdese - Comando Superiore Libia P. M. 11.
Ten. Alfredo Rostain - Cappellano Mili'
tare Valdese - Quartier (Generale - Divisione Alpina Taurinense - P. M. 200.
Indiriztidi Chiese Valdesi
I DISTRETTO:
Angrogna — Pastore ; Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre)
Aime,
Pastore Edoardo
Bobbio Pellice
Ricca.
Lusema San Giovanni
renzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Perrero — Pastore : Oreste Peyrenel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Proli — Pastore: Arnaldo Genre,
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Piar ostino — Pastore : Umberto Beri
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rorà r~ Pastore: Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino — Chiese: Corào Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 7.
- Pastori Elio Eynard e Roberto Cemba: Via Berthollet, 36.
Villar .Pellice
Pastore : Roberto Ja
II DISTRETTO:
Abbazia; « Chiesa di Cristo ». Culto al-r
le 16 - Pastpre C. Gay, da Fiume.
Aosta: Chiesa; 11, Via-Croce di Città Pastore: V, Subilia, Via XXIII marzo
n. 1. '
Bergamo: Chiesa; Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore;' M. Moreschini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: v Chiesa: Piazza Funicolalre
Culto: la I, III, V domenica del mese'
(tìa Ivrea). .- ì
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Fomeron (ivi).
Carema: Da Ivrea; seconda domenica.
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Coazze: Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felffnica Po: Chiesa Valdese - Pastore
Lami Coisson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pa- scoli (culto ore 10) - Pastore C. Gay,
Salita F. Colombo, 8.
Ivrea: Chiesa Valdese: Corso Botta, 5
- Pastore A. Vinay, Casa Bavera,
Via Cascinette.
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Pastore Enrico Tron - Via Euripide, 9 Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alberto - Culto priipa domenica del mese
(dà Ivrea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Felonica Po).
Susa: Chiesa: Via Umberto I (da Torino).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da
Venezia).
Trieste: Chiesa; Via S. Maria Maggiore
- Pastore Guglielmo Del Pesco. Piazza Libertà, 6.
Terrazza Piemonte: Chiesa Valdese ida
Ivrèa) terza domenica.
Verona: Chiesa: Via Duomo (da Brescia).
Viering: Chiesa Valdese (da Aosta):** Venezia: Chiesa: Palazzo Cavagnis
S. Maria Formosa - Pastore E. Aya.ssot (ivi).
III DISTRETTO:
Barga: Chiesa Valdese (da Pisa].
Borrello: Chiesa Valdese (da Carunchio).
Bordighera: Chiesa .Evangelica - Via
Vittorio Veneto, 25 - Culti: 2 e 4 domenica - Pastore Davide Pons - Piani di Vallecrosia.
Campobasso: Chiesa Valdese: Pastore
P. V. Panaacia.
Carunchio: Chiesa Valdese - Evangelista S. Scuderi.
Firenze: Chiesa: Via dei Serragli, 51 Pastore Emilio Corsani (ivi) - Chiesa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. Viriay (ivi).
Forano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese
- Pastore Enrico Pascal.
Genova: Chiesa: Via Assarotti - Pastore; Francesco Peyronel - Via Curtatone, 2. •
La Maddalena: Chiesa Valdese (da
Roma).
Livorno: Chiesa Valdese - Via G. Verdi
3 - Pastore A. Ribet (ivi).
Lucca: Chiesa: Via G. Tassì, 18 (da Pisa).
Pescolanciano. Chiesa Valdese (da Carunchio).
Piani di Vallecrosia: Chiesa Valdese Via Col. Apro,sio, 96 - Past. Davide
Pons - Istituto Femminile Valdese.
Piombino: Chiesa Valdese (da Livorno).
Pastore Attilio Arias _ Via A. Vespucci, 11.
Rio Marina: Chiesa Valdese (da Livorno).
Roma: Chiesa: Via IV Novembre, 107 Pastore A. Sbaffi - Chiesa: Piazza
Cavour: Pastore P. Bosio, Via Marianna Dionigi, 57.
Sulle: Chiesa Valdese (da Sah Giacomo).
Sampierdarena; Chiesa: Via A. Cantore, 16 - Pastore: Alfonso Alessio,
Via Milano, 8 F. - Genova.
San Giacomo degli Schiavoni: Chiesa
Valdese: Pastore P. V. Panasela (ivi).
Sanremo: Chiesa Valdese -.Via Roma,
8 - Pastore G. Bonnet, (ivi).
Schiavi d'Abruzzo: Chiesa Valdese (da
Carurachio).
Siena; Chiesa Valdese (da Firemze).
Prof. Owf) CosTABKL, direttore responsabile
.ARTI GRAFICHE L'ALPINA- Torre Pellice •.