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Anno 112 - N. 44
21 novembre 1975 • L. 150
Soedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
BIBLIOTECA VALDESE
10066 TORRE PElLiCc,
ddk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
ONU: MOZIONE SUL SIONISMO
Israele torna alla ribalta
Un voto sbagliato, non un crimine antisemita - Il sionismo è fenomeno complesso - Motivi ideali ed equivoci del ritorno in Palestina - L’occidente non può far pagare agli altri
i suoi errori - li problema teologico di Israele torna però a porsi alla coscienza cristiana
Il 10 novembre l’Assemblea generale
deirONU ha approvato una risoluzione
in cui il sionismo è definito « una forma
di razzismo e di discriminazione razziale ». 72 i voti a favore (Paesi arabi e quasi tutti i Paesi socialisti), 35 i contrari (la
maggior parte dei Paesi occidentali), 32
gli astenuti.
Le reazioni, stupite, commosse, sdegnate, degli avversari di questo voto riempiono in questi giorni le pagine dei nostri
giornali. Già questo fatto, e il fatto che
le ragioni che hanno portato al voto siano state deliberatamente taciute (sul documento, scrive La Stampa, « ogni discussione è fuori luogo: lo si può soltanto respingere come un’offesa alla verità alla coscienza civile »), rende difficile un giudizio indipendente. Chi non
respinge in blocco la risoluzione delrONU sarà immediatamente definito antisemita, nazista, nostalgico dei campi di
sterminio.
Diciamo subito che non pretèndiamo
di dare un giudizio autorevole, sia perché
manchiamo di competenza, sia perché
non possediamo una documentazione
esauriente sulla battaglia diplomatica che
ha preparato il voto dell’Assemblea. La
nostra è semplicemente la reazione di credenti che non possono rinunciare a un
giudizio di fede sulla condizione di Israele, ma che d’altra parte devono ricordare che il problema centrale oggi non è
quello di Israele, ma quello dei Palestinesi arabi e del loro diritto ad avere una
terra da abitare in pace.
La domanda che ci dobbiamo fare è
dunque duplice: la risoluzione dell’ONU
serve veramente il popolo palestinese? è
soltanto una mossa politica contro lo Stato d’Israele o mette in questione il diritto
all’esistenza del popolo ebraico come
tale?
PERCHE’ IL SIONISMO?
Il popolo palestinese considera lo Stato di Israele come una forma di dominio
coloniale. Gli esponenti dell’Olp (l’organizzazione di liberazione della Palestina)
hanno più volte paragonato la politica che
Israele conduce verso la popolazione palestinese alla politica che la minoranza
bianca in Sudafrica conduce verso gli
africani.
Ora, c’è indubbiamente, in questo paragone, una esagerazione propagandistica, ma non si può negare che Israele, per
la sua supremazia economica, tecnica e
militare, costituisca un vistoso caso di
penetrazione occidentale nel terzo mondo.
Mentre per noi lo Stato d’Israele appare
come una legittima riparazione delle in
IN QUESTO NUMERO
■ Pentecostali d'America 2
■ La Chiesa in Romania 3
■ Facoltà; dibattito 4
■ Una comunità diversa 5
■ Le elezioni a Torre Pellice 6-7
■ Intervista col rabbino di
Torino 8
giustizie commesse nel corso della storia
contro il popolo ebraico, i Palestinesi vivono ogni giorno sulla loro pelle il costo
di questa riparazione, e non possono accettare che l’Europa scarichi così su di
loro una situazione di cui essa sola ha la
responsabilità. Ma, si può domandare,
cosa c’entra il siopismo? Gli arabi non
farebbero meglio a prendersela direttamente con l’occidente, lasciando stare i
sionisti?
In effetti il sionismo non è la causa
principale della situazione creatasi nello
Stato d’Israele. Il sionismo è nato alla
fine del secolo scorso, come reazione alla
catena impressionante di violenze commesse contro le comunità ebraiche nei
paesi dell’Europa orientale e specialmente in Russia.
La piccola borghesia ebraica, fino ad
allora abbastanza bene integrata nelle
città europee, si rendeva improwisamen
vemente minacciato. Prese così corpo la
idea di un ritorno in massa in Palestina.
Ma la creazione d’un nuovo stato richiedeva dei capitali che la piccola bor^esia
ebraica non aveva. Per realizzare il suo
so^o, U sionismo dovette dunque legarsi
a# interessi dei grandi paesi capitalistici, ringhìlterra prima, e poi gli Stati Uniti.
Si comprende dunque che gli arabi
coinbattano il sionismo come l’espressione più immediata e vicina della supremazia del mondo occidentale.
LE NOSTRE
RESPONSABILITÀ*
Fatta questa constatazione, che cioè
la risoluzione deU’Qnu non è contro il popolo ebraico, ma contro la politica della
sua attuale classe dirigente, il disagio
resta. Primo, perché l’Ohu non può condannare un fenomeno senza indicarne le
te conto che la situazione.sàva cafii- reaM, Secondo, perché la storia
biare e che nella nuova ihstatóltà econò- non può èssere igtìbiata, e il simismo è
mica prodotta dal primo sviluppo indù- stato in passato espressione di bisogni
striale il proprio posto sarebbe stato gra- regli, che esistono ancora nelle classi in
feriori dello Stato d’Israele. Terzo, perché il sionismo non è facilmente dissociabile dalla volontà di vita del popolo ebraico, che i massacri nazisti hanno trasformato in esigenza morale. Quarto, perché il voto dell’Onu permette agli interessi occidentali di rivestirsi di una giustificazione morale.
La risoluzione dell’Onu, anziché fare
chiarezza sulla tragedia palestinese, aggiunge dunque confusione a confusione. Quando la lotta ideologica rinuncia a
tenere in considerazione la complessità
di un fenomeno come il sionismo, si allontana dal suo scopo anziché raggiungerlo.
Quanto agli Stati socialisti europei che
condannano il razzismo di Israele mentre
continuano a praticare nei confronti dei
propri cittadini ebrei una politica di discriminazione, essi non faciliUno certamente la soluzione della questione.
Questa critica non deve comunque farci dimenticare la cosa essenziale : in definitiva le conseguenze (fi questo voto non
ricadranno sull’Qnu, come la nostra stampa tende a profetizzare, ma sul mondo
occidentale. Questo mondo, che è il nostro, è sempre vissuto e ha prosperato facendo pagare agli altri le proprie crisi. In
passato Israele ha pagato duramente, e
l’occidente ha pensato di sdebitarsi trasformandolo in esattore, e chiedendo agli
arabi di pagare.
E’ chiaro dunque che soltanto una trasformazione radicale del nostro sistema
di vita potrà permettere -una solurione
rispettosa sia degli Israeliani, sia da Fa:lestinesi.
Bnmo Rostagno
FACOLTA’ VALDESE DI TEOLOGIA
A colloquio con gli studenti
Qualche giorno prima dell’inizio delle
lezioni alla Facoltà Valdese abbiamo avuto un incontro redazionale con tre studenti in teologia. Ci interessava, dopo un
anno di studi, sentire le loro impressioni.
Decisamente, in un’epoca di crisi vocazionali al pastorato, come la nostra, è
giusto stabilire un dialogo con chi s’impegna ancora, ed è il caso di dirlo, in
questa linea.
Molti giovani delle nostre chiese non
conoscono la Facoltà Valdese di Teologia,
il suo operato e la sua organizzazione al
servizio degli studenti. Con ogni probabilità un’informazione più accurata e assidua potrebbe rivelare nuove vocazioni
specialmente nell’ambito giovanile.
Per alcuni, in questi ultimi anni, la Facoltà di Roma è stata l’improvvisa scoperta di una nuova dimensione. Qualcosa
che in fondo non ci si aspettava. Perché
ci si aspettava d’incontrare una realtà
più tradizionale. Dopo una decisione inizialmente difficile, magari nell’ambito familiare o fra i compagni di liceo o d’istituto, il contatto con la Facoltà è stato,
invece, liberatorio e, nel tempo, formativo.
Naturalmente alcuni, come si suol dire, si son persi per la strada. Per tutti,
comunque, la possibilità di formarsi una
coscienza critica non è mai mancata.
Ritorniamo alla nostra intervista.
— Lo scorso anno vi abbiamo chiesto
da queste colonne ii perché del vostro ingresso in Facoltà. Le risposte che deste
allora, oggi, a vostro parere sono ancora
valide?
— Rimane immutato il senso della scelta espressa aH’ingresso in Facoltà. Mutata invece è la consapevolezza con cui
affrontiamo questo nuovo anno.
— L’attuazione di quanto ci eravamo
prefissi, durante questo primo anno di
studi e di più intensa presenza nella chiesa, se da un lato porta difficoltà e con
trasti, dall’altro dà corpo alle nostre scelte ed apre nuove prospettive invece di
limitarle.
— Quali aspetti dello studia teologico
vi interessano particolarmente e quali
vorreste fossero modificati?
— Mi sento attratto dalla teologia sistematica.
— Le modifiche dovrebbero andare nel
senso di una sempre maggior collaborazione tra professori e studenti, dissolvendo un poco la lezione accademica tradizionale e incrementando lo studio attivo
(ricerche, lavori in équipe...). Ksperienze
di lavori di gruppo, fatte quest’anno in
Facoltà hanno dato ottimi risultati.
— Bisognerebbe limitare certe lezioni
cattedratiche che non lasciano intravedere nessun sbocco pratico.
— Avete assistito al dibattito sinodale
sulla Facoltà. Cosa pensate delle modifiche apportate e del nuovo regolamento?
— Penso che con questo nuovo regolamento gli studenti vedano molto limitato
il loro potere per ciò che concerne la vita della facoltà.
— Credo che la rappresentanza laica
prevista dal regolamento possa essere assunta da uno studente. Questo perché
la componente studentesca è una delle
due fondamentali della Facoltà. Se sono
presenti i professori è giusto che lo siano anche gli studenti.
— Serve o non serve lo studio della
teologia per la vita della chiesa? Che posto occupa la teologia nella vita dei credenti?
— Il ruolo della teologia è di servire
innanzi tutto il proprio Signore e poi tutti quelli che da essa vogliono essere aiutati a sempre meglio intendere la Parola
nel nostro tempo. Non deve procedere
autonoma ma con costante riferimento
alla Scrittura e con attenzione ai problemi che la Chiesa avverte.
— La Facoltà è realmente, come si dice, collegata con la vita delle comunità?
— La Facoltà purtroppo è slegata dalla
vita delle comunità. Essa vive una vita
propria sia perché si comporta come una
« avanguardia », senza guardarsi troppo
alle spalle e senza curarsi di colmare il
distacco che si crea, sia perché da parte
delle comunità non si comprende appieno
il senso e l’importanza del suo lavoro.
— Cosa proponete di fare per superare
l’ostacolo?
— Mi pare che il compito della facoltà
non debba essere quello di portare la sua
teologia alle comunità, ma di rispondere
alle esigenze che le vengono richieste
dalle comunità. Solo cos?j mi pare si riuscirà ad effettuare im reale legame tra
facoltà e comunità che è poi un legame
tra una teologia spesso staccata dai problemi reali della gente e delle comunità
che risentono di una grave carenza teologica.
— La teologia del protestantesimo italiano procede molto per apporti esteri. È
possibile che da paiie nostra si dia un
maggiore contributo autonomo?
— Se non è possibile, da parte nostra,
offrire im grande contributo dal punto
di vista scientifico, data l’esiguità dei notri mezzi e delle nostre forze, lo può essere in altri campi. Vale a dire che si può
tentare, avvalendosi degli strumenti scientifici che ci vengono d’oltralpe, di sviluppare una rifiesssione teologdca strettamente legata alla nostra situazione di
evangelici in un paese cattolico e democristiano. È un pò quello che la Facoltà,
Agape e Gioventù Evangelica hanno sin
qui fatto. Si tratta di continuare...
2
21 novembre 1975
L. : i
Jil
1
a colloquio
con I lettori
PENTECOSTALI D’ AMERICA
Ancora su Felix Neff abbiamo ricevuto
queste considerazioni:
La figura di Felix Neff mi è tanto cara che
non posso fare a meno di unirmi al ringraziamento per averne rievocato l’opera sulle pagine
dell’Eico-Luce.
Rompo il silenzio a cui accenna il pastore Nisbet per dire che siamo ancora in molti ad amare la Chiesa ma è vero che molti di noi sono
disorientati quando si arrischiano a parlare di
frequenza ai eulti, di preghiera, di lettura e diffusione della Bibbia, insomma della vita spirituale della Chiesa.
Non ci mancano certamente gli esempi di fede e di coraggio nelle Scritture. E, nella Storia
Valdese, pensiamo a GianaveUo e a quanto scrisse aH’inizio delle sue istruzioni. Non dovremmo
quindi perderci d’animo. Ciò nonostante vi sono
delle difficoltà : non possiamo più parlarci.
Sono alquanto colpita nel leggere che Felix
Neff disse agli uditori del culto tenuto nella mia
Comunità di S. Germano <c Non solo non sono
dei rigenerati ma probabilmente non hanno mai
visto nessuno che lo sia ».
Ho riflettuto che, forse, nella parola « rigenerati » sta la chiave per risolvere le nostre difficoltà. Chinandoci su tale parola possiamo ancora guardare davanti a noi con fiducia.
Nelly Rostan
Fra spirituals e Black Power
et
giunge questa retti
Dalla Calabria
fica:
Mi riferisco al n. 40 di codesto Settimanale,
24 ottobre 1975, pag. 5, 1“ colonna, rigo 18 e
19, seguente frase :
« Peppino Grieco, parroco di Carbone in Lucania ». Informo che la persona menzionata non
è il parroco di Carbone, e che il parroco di Carbone è il sottoscritto.
A norma .della disciplina di stampa, prego rettificare lo sbaglio, per il semplice fatto che io
non parlo « col tono dell’invettiva profetica » e
che non ero presente al convegno di Gioiosa Ionica.
È questione di stile, di civiltà ed educazione :
ecco perché non parlerei male di Paolo VI, men
che meno mi permetterei di « metterlo sotto accusa »,
Cordialità anche al pastore -Girardet estensore
dell’articolo.
Il Parroco di Carbone
Aldo Viviano
Alcune comunità pentecostali di negri
americani stanno imprimendo al carattere di sempre un nuovo modello. Quello
di un rapporto critico con la cultura dei
«bianchi» e una coscienza radicale, non
violenta, sulle ingiustizie sociali.
Una specie di « Black Poiver » in versione religiosa. Walter Hollenweger, il noto studioso del movimento pentecostale,
riferendo sulle pagine de « La vie Protestante » il nuovo corso del pentecostalismo negro d’America, scrive: «Il pentecostalismo nero è riuscito a far parlare
coloro che erano stati ridotti al silenzio,
a far pensare coloro che erano stati reputati incolti e stupidi, a far aprire coloro che erano giudicati fatalisti. Questo
nuovo modo di riflettere non è basato su
una teoria sistematica ma su un complesplesso sistema di pensare attraverso i
canti, le danze, le testimonianze e l’interazione spontanea ».
Nelle grandi assemblee « spirituali » dei
ghetti negri, nelPeffervescenza dei canti e
dei racconti religiosi prende piede la coscienza di classe. Mistificata dai rapimenti spirituali e da una religiosità lontana
dalle realtà sociali, s’impone oggi in modo prepotente con tutta la carica emotiva e tenace del pentecostalismo. I canali
espressivi restano gli stessi. Cambiano i
contenuti. Racconta Hollenweger che, alla fine del simposio annuale della ’Società di studi pentecostali’, (associazioni universitarie) del 1972, a cui parteciparono
per la prima volta studiosi bianchi e neri
del pentecostalismo, un bianco, direttore
di un collegio pentecostale, si alzò e invitò pubblicamente gli uomini. di colore
a venire a studiare nella sua scuola. « Caro fratello » rispose un negro « questo
non ci basta, vogliamo dei professori neri e un direttore nero nel vostro collegio.
Altrimenti voi colonizzerete nuovamente
il nostro pensiero, la nostra storia, la nostra teologia, con le vostre idee che chiamate bibliche». La risposta esprime la
carica rivoluzionaria e di autodeterminazione del movimento pentecostale nero.
Un altro dato significativo è l’alfabetizzazione politica e teologica dei frequen
Una comunità
pentecostale
in raccoglimento
tatori delle assemblee pentecostali. La
struttura ecclesiastica di base permette
a tutti di trovare un ruolo e di esprimersi attraverso narrazioni, testimonianze,
descrizione , di situazioni. Non essendo
necessario fare discorsi con estrazioni sistematiche e razionali, abolendo i termini del dettato intellettuale, si realizza ima
democratizzazione della lingua. Solo cosi
ognuno può realmente esprimersi, in piena spontaneità, senza temere il pubblico
che ascolta. Questa rivoluzione espressiva non è come già detto fine a sé stessa
ma si traduce in un preciso atteggiamento di critica verso la civiltà bianca e la
sua organizzazione.
« Gli Stati Uniti d’America », scrive, un
pastore pentecostale, « devono scegliere
tra democrazia e repressione, tra repubblica e regime poliziesco perché l’America non può opprimere trenta milioni di
uomini senza pensare di distruggere l’intero paese». 1: crollato il mito del pentecostalismo apolitico, fatalista? No, è
crollato il mito deH’uoino bianco e se si
r .
DUE TESTIMONI ANZ.E
Ricordando il pastore Jahier
Tra i più anziani non è ancora spento
il ricordo del prof. Davide Jahier, una
delle preminenti figure del mondo Valdese della fine del secolo scorso e dell’inizio del nostro secolo.
Dopo aver frequentato gli studi secondari al Collegio di Torre Pellice e la Facoltà di teologia a Firenze, aveva conseguito la laurea in lettere e in seguito quella di giurisprudenza. Una brillante carriera gli si apriva dinanzi, quando gli venne rivolto l’invito a occupare la cattedra
di lingua italiana al Liceo di Torre Pellice. Allora non esitò un istante per mettere i suoi molteplici talenti al servizio
deila Chiesa. Fu Preside del Collegio,
membro della Tavola, presidente della
Società di Studi Valdesi. Per molti anni
portò la sua testimonianza di Valdese
nell’amministrazione comunale.
È in questo clima di profondo attaccamento alla Chiesa che nel 1902 nacque
Roberto Jahier.
L’epoca in cui visse ha segnato una
profonda trasformazione nella vita delle
Valli, sia dal punto di vista sociale che
quello religioso. Gli storici del futuro potranno meglio dire se questa trasforma
zione sia stato un progresso ovvero
abbandono di posizioni chiave per
Chiesa Valdese.
Quello che è sicuro è che nel rapido
mutamento, che talora suscita perplessità per il presente e preoccupazione per
l’avvenire, Roberto Jahier ha ereditato
dai suoi genitori e antenati pramollini un
profondo amore per queste Valli e per
la Chiesa.
La sua « carriera » è stata simile a quella di molti altri giovani valdesi : studi
classici al Collegio di Torre Pellice, Facoltà di teologia a Roma, poi in iseozia.
Naturalmente non poteva mancare l’intermezzo della vita militare. Di essere un
alpino fu sempre fiero, ma a quei tempi, tempi di pace, il periodo di caserma,
di campi invernali ed estivi, era visto come un periodo di addestramento sportivo da cui si usciva fisicamente più robusti e anche più disciplinati.
Dopo un anno di ministero nell’alpestre parrocchia di Frali, venne consacrato con Giovanni Miegge al culto di apertura del Sinodo del 1927. Venne quindi
un
la
inviato a Rio Marina, dove ancora fiorivano, le scuole evangeliche con una ottantina di scolari. Condivideva il suo iriiiiistero Emilia vidossich, che nella crudele
sofferenza degli ultimi anni darà tutta la
misura di una fede incrollabile.
Tre anni dopo la parrocchia di Villar
Pellice gli rivolse l’invito per quel ministero che dovrà durare diciotto anni. Come gli altri Pastori delle Valli, anch’egli
si trovò a fianco dei suoi parrocchiani
per condividerne le drammatiche esperienze durante la guerra.
Costretto, per esigenza di regolamenti,
a lasciare il Villar, venne inviato a Como, quindi, tre anni dopo, accettò la nomina della parrocchia di San Giovanni.
Nel 1972, con la salute ormai compromessa, dovette chiedere l’emeritazione. Ma
fu un riposo relativo, pronto com’era a
presiedere i culti al Rifugio e ogni qualvolta la sua opera gli veniva richiesta.
Finalmente, il 14 novembre, Timprowiso invitò a raggiungere la compagna della sua vita nella luce della mèta raggiunta.
La presenza di centinaia di persone
accorse nel tempio di Torre Pellice per
dargli l’estremo saluto, il messaggio del
Pastore Sonelli, quello del Pastore Giorgio Bouchard in rappresentanza della Tavola, e infiné quello del Pastore Taccia,
sono stati un invito a rendere onore e
gloria, oltre agli strumenti umani, al Signore che si degna di suscitare degli uomini per il suo servizio nella Chiesa e nel
mondo.
Se con una parola della Scrittura dovessimo esprimere la vita di Roberto
Jahier, forse lo potremmo fare ripetendo
con il Salmista (78/3): «Quel che noi abbiamo udito e conosciuto, e che i nostri
padri ci hanno raccontato, non lo celeremo ai loro figlioli, diremo alla generazione avvenire le lodi dell’Eterno, e
sua potenza e le meraviglie ch’egli
operato ».
Roberto Nisbet
la
ha
del
Permetti ad uno dei pochi Pastori
tuo tempo rimasti, anche se non proprio
coetaneo, di dirti quell’« Addio » che si
usa tra compagni di lotta cristiana
han vissuto fianco a fianco importanti
vicende.
Fosti chiamato a Villar Pellice, ancor
giovane, per un compito bello ma non facile. La comunità era ancora tutta scossa dal recente risveglio. In tutte le case
si leggeva ogni giorno la Sacra Scrittura
e si pregava, camminando pei campi si
udivano ovunque i contadini cantare i
nostri inni; i luoghi di riunione erano numerosi ma... il tempio era deserto. Il Risveglio aveva portato la disunione.
Tu sapesti fare, con la pazienza, la fede e l’amore, li riguadagnasti quasi tutti.
Molti sono i ricordi rimasti impressi nel
cuore dei villaresi: le lunghe escursioni
in montagna, con la gioventù, quella notte al Bessé, dopo la riunione, accanto al
letto di un morente dove tu decidesti di
non tornare a casa ov’eri atteso, per restare lassù ad aiutare e a pregare: quel
giorno in tempo di guerra, mentre in
paese fischiano le pallottole tra tedeschi
e partigiani e tu ti metti per la strada
incurante del pericolo per recarti al Sabbione a implorare clemenza presso il comando germanico...
Quando nel 1948 cedesti a me le consegne della tua parrocchia, essa contava
ben sei unioni, tutte ben frequentate, da
giovani ed anziani... Soprattutto potevi
vantare una bella riunione di preghiera
che si riuniva ogni giovedì al presbiterio,
una Unione Femminile e quella dei cadetti. Avevi nella tua compagna una moglie di pastore ideale e gli insegnanti delle varie scuole quartierali erano per il pastore dei validi collaboratori.
In seguito, lavorasti ancora efficacemente a Como, a Luserna San Giovanni, e poi
come emerito. La dipartenza della tua
compagna fu per te un colpo crudele, ma,
anche solo, continuasti a restare sulla
breccia.
In questa luce, caro Tini, vedo la tua
dipartenza. Sei caduto lì, in mezzo al traffico del mercato e tutta una folla ha portato ai monti la notizia di questo « addio »
di un Servitore del Signore.
E in questa luce, anche noi ti diciamo:
« Grazie Fratello per la tua testimonianza e Addio! ».
vuole, della sua teologia: la stragrande
maggioranza del pentecostalismo vive nel
Terzo Mondo e quasi tutti i libri pentecostali son scritti da americani e europei. La teologia del pentecostalismo più
avanzato anche se non si esprime su dei
libri esiste ugualmente. Esiste nei canti
di liberazione, nelle lunghe marce silenziose, nelle azioni che rifiutano la violenza. Come dice Hollenweger « è una teologia orale ». Paradossalmente si ritorna
quindi all’atmosfera biblica e alla sua tradizione orale. Non più- definizione ma descrizioni, non nozioni definite ma narrazioni. Neppure la stesura di un testo, di
una mozione, che vada bene per tutti ma
semmai l’elaborazióne di un canto che
possano cantare tutti. Tutto questo nel
quadro della nuova coscienza politica che
sorge e che in Europa, tra i pentecostali
tarda ad arrivare.
Porse il carattere teologico fondamentalista e di prudenza politica non scomparirà molto in fretta ma interessa notare come esso incide nella realtà. «Noi
altri i negri, i pentecostali negri — dice
un pastore pentecostale — siamo anche
noi per la legge e per l’ordine, ma non
per il diritto che i bianchi ci vogliono imporre... Noi non accettiamo per ’diritto’
ciò che autorizza un poliziotto ad uccidere un uomo sospettato di crimine, agendo così, come giudice e boia». È la matrice protestante del movimento pentecostale che aiuta la maturazione della critica sociale, soprattutto dove le contraddizioni sono più forti. Ma tutto ciò non
esclude il messaggio biblico, la predicazione, le riunioni di preghiera. Anzi, dalla comunità riunita nasce la forza per
uscire dal « ghetto » e dalla rassegnazione. Con un pensiero proprio, una propria
teologia, un proprio modo di lottare per
la giustizia.
G. P.
libri - recensioni
■ GIOVENTÙ' EVANGELICA, anno XXV, n. 35-36.
Fascicolo interamente dedicato al tema « il cattolicesimo italiano dieci anni dopo il Concìlio » raccoglie gii studi tenutisi ad Agape nel corso del
campo FGEI dello scorso agosto. Vi collaborano
G. Tourn, E. Genre, G. Bouchard, G. Peyrot, P. Spano, S. Merlo, M. Rostan, S. Rostagno ed i gruppi
FGEI di Bergamo e Roma.
■ INFORMATION/EVANGEIISATION, n. 3-4, 1975.
Il fascìcolo contiene nella prima parte un progetto
della Commissione du Mariage per un opuscolo da
distribuire a tutte le coppie evangeliche della
chiesa riformata; nella seconda parte i documenti
del Sinodo Nazionale della Chiesa Riformata tenutosi a Martigues.
Borse di studio
deiia F.F.V.
che
Enrico Geymet
La Federazione Femminile Valdese met
te a disposizione 2 Borse di studio d
L. 200.000 cadauna per la durata di 3 an
ni per giovani Valdesi che intendano se
guire gli studi di: Assistente sociale, in
fermiera professionale, insegnanti d
scuola materna, puericultrice, educatric
o altre professioni attinenti a un preciso
servizio per la Chiesa e per la Comunità.
Le domande, corredate da una lettera
di presentazione del Pastore vanno indirizzate alla Presidente della F.F.V. : Ade
Gardiol Theiler - Via Trento 12, Torre
Pellice 10066.
3
1’^
!
21 novembre 1975
UN DOCUMENTO DI FEDE E COSTITUZIONE
Non è
che la
sommando delle teologie diverse
chiesa trova la sua unità
Una valutazione del documento dì Accra, attualmente allo studio nelle comunità - La
teologia dei sacramenti porta con sé una lunga lotta per il potere
Prospettiva ecumenica
I documenti sono redatti in vista dell’unità visibile delle chiese cristiane. A
questo scopo si sono cercate formulazioni dottrinali che potessero essere accettate come « comuni » da tutte le chiese. Ma lo scopo del movimento ecumenico è la ricerca della conversione di tutte
le chiese e dei credenti alhEvangelo: da
essa forse potrà derivare anche « l’unità
visibile », ma non in modo indolore.
L’ecumenismo non è confronto di tradizioni ecclesiastiche tra di loro, ma confronto delle chiese con Cristo. Battere la
via dei testi « concordati » è autentica deformazione del significato autentico delTecumenismo.
Con ciò non si vuol dire che le chiese
ritornino a chiudersi nella propria sicurezza denominazionale; il discorso va fatto con apertura verso tutti gli uomini,
perché si tratta di risolvere problemi comuni a tutti gli uomini e non di creare
convergenze ibride. I cristiani non hanno bisogno di far blocco verso l’esterno
con 1’« unità visibile », ma di annunciare
l’Evangelo con l'autenticità della fede.
Questo richiede rimozione di tutto ciò
che non è evangelico e non « concordanze verbali ».
Prospettiva teologica
Dalla deformazione della prospettiva
ecumenica deriva la deformazione teologica. Perché si sono fatti documenti su
Battesimo, Eucarestia e Ministero? Questi non sono il messaggio della fede.
Oppure si presume che ci sia accordo su
di esso e che la divisione sia principalmente su questi tre punti? La convergenza ecumenica, intesa come conversione,
richiede anzitutto che le chiese prendano
sul serio Colui che si è rivelato e che va
annunciato: Dio. L’Evangelo è 'l’annuncio
di Dio presente e operante in Cristo, mediante lo Spirito: questo annuncio è salvezza per gli uomini ed è stato ed è spesso deformato dalle chiese. Né si dica che
le chiese sono già unite nella confessione
echi
dal mondo cristiano
Ìuh&fia
METODISMO POLACCO
Varsavia. « Noi vogliamo che l’evangelizzazione sia una azione efficace in favore della libertà e della dignità umana,
per l’effermazione della giustizia e per
la difesa dei diritti fondamentali della
umanità ». Questa una delle dichiarazioni sull’evangelizzazione fatta dalla Conferenza annuale della Chiesa Metodista
polacca. Ai lavori erano presenti tutte
le comunità metodiste, attraverso i loro
delegati. I principali temi trattati, oltre
a quelli dell’evangelizzazione, concernevano i problemi della gioventù e l’educazione dei fanciulli. La chiesa metodista in
Polonia, conta circa 4.000 fedeli divisi in
50 parrocchie. Tra le opere più significative, del metodismo polacco, menzioniamo l’Istituto di lingua inglese che ha im
effettivo di 4.500 studenti; un istituto che
ha più di 50 anni di vita. La ’’casa del
fanciullo” a Kostancin, im’opera educativa. Infine è da segnalare la costruzione
già avanzata di un nuovo tempio a Katowice. (BIP).
DISEGNI DI ROLLIER
Ginevra. In esposizione sino al 20 novembre, al Cabinet des Estampes ginevrino, la collezione dei disegni di Charles Rollier. La mostra retrospettiva, Rollier è mancato 7 anni fa, vuol riproporre
l’esperienza artistica di questo pittore
valdese. L’artista non ha mai considerato
la pittura come un fatto isolato in sé, bensì, collegato a tutto l’individuo, e l’arte
come un orbita che incrocia quelle della
scienza e della religione. (La Vie Protestante).
di fede in Cristo, perché accettano la formula cristologica di Calcedonia (una persona e due nature). Quella formula è la
mummificazione dell’Evangelo ad uso dei
poteri ecclesiastici e clerico-politici. Riconoscere Gesù come Signore e Salvatore
significa ben altro: significa la crisi di
ogni potere e di ogni dominio, sia esso
ecclesiastico o politico; sia esso una gerarchia « sacra » o il capitale o l’ideologia.
Tutto ciò che non è Dio è umano e, come
tale, relativo, sottoposto a giudizio, ordinato a servire e non dominare, bisognoso
di conversione e di liberazione.
Prospettiva storica
Altra conseguente deformazione è il
far credere (o credere sul serio) che le
diverse « teologie » relative a Battesimo,
Eucarestia e Ministeri derivino da diversa interpretazione « concettuale » del
messaggio biblico: a formule diverse e
polemicamente contrastanti si oppongono
formule « concordate ». Questo è un errore che va eliminato radicalmente. Le diverse interpretazioni del Battesimo e dell’Eucarestia dipendono da diversa interpretazione dei Ministeri e queste sono legate a dunghe e tragiche lotte di potere.
Dietro alla concezione deU’episcopato come « successione apostolica » — più ancora che le fantasie di Ignazio di Antiochia o di Ireneo — c’è il gioco di potere
degli imperatori « cristiani » e delle caste
dominanti romane: diverso in occidente
ed in oriente, in entrambi i casi deciso a
strumentalizzare la chiesa.
Dietro alla concezione dei papato c’è il
gioco politico del conflitto tra occidente
ed oriente romano, tra i vari campioni
della feudalità (da Carlo Magno in poi),
tra la borghesia nordica e il feudalesimo
latino, ecc. E questi conflitti portano dietro a sé guerre, inquisizione, roghi. Il potere clerico-politico non ha mai permesso
alla base dei credenti di confrontarsi liberamente con la Parola di Dio: ha disperso i valdesi e ha costretto la Riforma
alTarbitrio dei principi. La libertà dei
credenti ha richiesto costantemente Topposizione ad esso, pagata anche col sangue. I presunti « ministeri delTunità » sono stati ministeri della divisione, della
guerra, della repressione più dura e spietata.
Certe « teologie » del Battesimo e dell’Eucarestia sono state pretesti con i
quali si è fissato il potere del clero sui
credenti (battesimo) e sullo stesso Cristo
(Eucarestia), e il potere delle classi dominanti sui sudditi. La « sacramentalizzazione » dei Ministeri, del Battesimo e dell’Eucarestia è servita a pretesto per sottrarre T' credenti alla libertà delTEvangelo. Anche in campo protestante, quel tanto di « sacramentalizzazione » che poteva
ancora rimanere ha permesso che ci si
potesse dire « cristiani » mantenendo la
tratta dei negri, la segregazione razziale.
ROMANIA
- ■ re al. fronte unitario
La situazione in cui si trova a vivere
ed operare la chiesa in Romania è notevolmente diversa da quella delTUnione
Sovietica. La chiesa ortodossa, di gran
lunga la più forte delle chiese cristiane
presenti in Romania, gode di ampie possibilità per la sua testimonianza; l’istruzione religiosa dei fanciulli è ammessa,
la cura d’anime non subisce alcuna limitazione, gli studenti delle facoltà teologiche ricevono regolari borse di studio
dallo stato socialista, la chiesa ortodossa (circa T80% della popolazione) ha una
sua casa editrice che funziona con una
propria tipografia.
Non solo, ma essa viene considerata
come una forza sociale di cui lo stato
tiene conto, consultandola e nominando
suoi membri anche rappresentativi in
posti di responsabilità o addirittura includendo candidati inseriti nella gerarchia ecclesiastica nelle liste per le elezioni dei consigli regionali. Lo scorso anno,
avendo lo stato deciso la costituzione di
un fronte unitario per «il rafforzamento
e l’indipendenza del paese », il premier
Ceausescu ha invitato le chiese ad impegnarsi attivamente nello sviluppo sociale e economico del paese.
Sappiamo però, da Amnesty International, che questa considerazione che lo
stato ha per le chiese non è privo di pericoli; 13 avventisti del settimo giorno,
che per ragioni di fede avevano ritenuto
di non potersi impegnare in questo
«fronte unitario», sono finiti in carcere.
Pare cioè che vi sia libertà per le chiese
di operare nelleline e indicate dall’autorità, non libertà di dissentire.
D’altra parte molti credenti hanno preferito rinunciare al loro impiego pubblico per non essere costretti a prestare un
giuramento di fedeltà allo stato, giuramento che implica una professione di
ateismo. Non risulta che vi siano state
conseguenze ulteriori a questo gesto di
disobbedienza; la perdita del posto di
lavoro (peraltro immediatamente sostituito con altro in cui non si ritenesse necessario questo giuramento di fedeltà) è
già sufficiente punizione.
Secondo una notizia dei profughi ungheresi di fede riformata che vivono negli USA il governo romeno starebbe attuando una politica di repressione nei
confronti della minoranza romena che
vive ai confini dello stato, in particolare
contro il milione di riformati della Transilvania. È difficile dire (lo dovrebbe stabilire, secondo la richiesta dei profughi.
il Consiglio Ecumenico delle Chiese con
una apposita indagine) se si tratta di
una vera e propria repressione contro
una minoranza etnica e religiosa, oppure della reazione per la nazionalizzazione
di importanti documenti storici conservati negli archivi parrocchiali e che, in
seguito appimto alla nazionalizzazione
motivata da ragioni di difesa del prezioso patrimonio storico, sono appunto passati in archivi di stato.
l’oppressione delle masse in nome della
proprietà privata, le guerre imperialistiche, accostandosi tranquillamente alla
« Mensa del Signore ».
Prospettiva psicologica e sociale
L’effetto dei documenti — se venissero
accettati — sarebbe di dare una falsa sicurezza ai credenti e una falsa prospettiva delTEvangelo dentro e fuori delle chiese. Approvarli darebbe soltanto Tillusione
di convergenza, perché ciascun « magistero » presenterà alle chiese la propria
lettura dei documenti e le istituzioni rimarranno consolidate nel loro potere,
perché giocheranno sulla presunta possibilità di essere accettate anche dagli oppositori di un tempo.
Ma la deformazione maggiore consiste
nel dare ai credenti e ai non credenti la
impressione che l’aspetto essenziale delTEvangelo risieda in queste tre cose:
Battesimo, Eucarestia, Ministero: trionfalismo clericale al posto della Parola
vivente che giudica e salva.
Cosa devono annunciare le chiese al
mondo? La speranza che può venire sottomettendosi a uomini investiti di « qualità divine»? È necessario dire chiaramente che i « ministeri ordinati », come esistono nelle chiese, hanno origine puramente ecclesiastica, e sono autentica deformazione delTEvangelo quando pretendonoft in qualsiÈsi modo di condMonare
la libertà dello Spirito Santo o di «succedere » a Cristo, o di condizionare la fede delle chiese. Battesimo ed Eucarestia
sono « segni » e non realtà e, come tali,
sono « cristiani », se sono espressione
della fede e non in forza di una legittimità rituale.
La speranza del mondo è Dio stesso,
presente e operante con la Parola e lo
Spirito, nella assoluta libertà del suo
amore; a Lui gli uomini sono chiamati,
senza mediazioni umane, né di persone, né
di cose. L’umanità ha bisogno di Dio, della sua promessa di salvezza, del suo giudizio, per sentirsi liberata e, quindi, liberarsi. Darle Tillusione di prospettive nuove con compromessi vecchi non è ricercare l’unità visibile della chiesa, ma, ancora una volta, impedire all’uomo di incontrare il suo Dio: « Guai a voi... perché
serrate il regno dei cieli dinanzi alla gente, perché né vi entrate voi, né lasciate
entrare quelli che cercano di entrare »
(Matteo 23: 13).
Alfredo Sonelli
le chiese"cristiane delle Filippine
prendono posizione
« ...finché il popolo resterà in silenzio,
nessun appello lanciato dai dirigenti ecclesiastici avrà un’eco. Perciò noi lanciamo quest’appello non solo nella nostra
qualità di vescovi o di dirigenti ecclesiastici, ma in quanto fratelli cristiani e filippini a tutti voi, nostri fratelli in Cristo e uomini, perché voi stessi eleviate
la vostra voce, affinché la legge marziale sia immediatamente revocata, e sia restaurata una vera libertà, affinché i diritti umani fondamentali siano rispettati
per tutti, cristiani e mussulmani, piccole
tribù minoritarie, 'uomini, donne e bambini, ma in particolare per i poveri, gli
affamati, gli oppressi, i detenuti politici,
gli operai, i contadini, i pescatori e per
tutti quelli che cercano invano un lavoro... ».
Queste alcune frasi significative di un
documento preparato da cristiani cattolici e protestanti delle Chiese filippine,
letto contemporaneamente in centinaia
di chiese di quella nazione in occasione
del terzo anniversario della promulgazione della legge marziale.
In questo documento si denuncia coraggiosamente la situazione politica del
paese: più di 6 mila persone imprigionate in carceri militari, senza mandato, senza processo, torturate fisicamente e moralmente, sottoposte alle più raffinate, sofisticate e inumane torture. Corruzione
dilagante tra le autorità politiche e militari; inflazione galoppante dei prezzi dei
beni di consumo, salari sempre più bassi, disoccupazione crescente; conflitti con
le minoranze religiose; aumento massiccio della spesa pubblica, in particolare
per l’esercito ed i servizi di spionaggio.
E oltre tutto questo la legge marziale, che
impedisce qualsiasi discussione politica,
qualsiasi tipo di associazione, qualsiasi
forma di protesta.
Con la loro azione, intesa a mobilitare
l’opinione pubblica, non solo delle Filippine, le Chiese pensano di poter risolvere in modo pacifico i grossi nodi della
situazione ; « ...Ognuno di noi farà ciò per
cui si sente più competente: alcuni scriveranno articoli, altri prenderanno la parola, educheranno, organizzeranno riunioni, parteciperanno a gruppi d’azione
pacifisti. Tutti noi dobbiamo pregare,
agire e lavorare insieme per ottenere la
soppressione della legge marziale, la liberazione del prigionieri politici e la restaurazione della libertà; in seguito, armati della nostra fede in Dio e fiduciosi
nella sua guida e nella sua benedizione
potremo andare avanti insieme nelTamore e nella libertà, per cancellare le ingiustizie che il peccato ha introdotto nelle
strutture della nostra società, e cosi avvicinarci a quel regno di giustizia, di verità, libertà e pace in terra, che è il frutto del sacrificio del nostro Redentore ».
Riuscirà questo appello delle Chiese a
modificare l’attuale corso delle cose, e
saranno in grado le Chiese di condurre
avanti la loro azione con realismo e lucidità? Una cosa intanto può essere interessante osservare: dalle Filippine all’Africa del Sud, all’America Latina, i governi reazionari possono contare sempre
meno sull’appoggio delle Chiese. L’alleanza tra trono ed altare è sempre più messa in questione, o addirittura rotta anche
in quei paesi dove tutto sembrava fermo,
[dal Soepi 31 (42) pp. 10-11)]
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21 novembre 1975
ROMA: VIA PIETRO COSSA 42
Un nuovo regolamento
per una facoltà itinerante
Riprendono in questi giorni i corsi alla facoltà, abbiamo posto alcune domande ai neoprofessori Paolo Ricca e Sergio Rostagno che dal prossimo anno inizieranno l’insegnamento ordinario a Roma - Le loro risposte offrono spunti di ampia riflessione
— Avete assistito al dibattito sinodale sulla Facoltà. Cosa pensate delle modifiche apportate e del nuovo regolamento?
Il Sinodo ha votato quest’anno un nuovo regolamento della Facoltà di teologia
atteso da tempo. Un nuovo regolamento,
non solo la modifica del vecchio. Perché?
Perché alla luce dei dibattiti sinodali sulla teologia e sulla Facoltà succedutisi dal
1968 in poi e alla luce anche di situazioni
nuove e im tempo imprevedibili che via
via andavano manifestandosi dentro e intorno al nostro Istituto, era diventato
chiaro che non sarebbe più stato sufficiente modificare o aggiornare il vecchio
regolamento: occorreva approntarne imo
nuovo. Vide così la luce, a cura del consiglio, nel 1973, una bozza di regolamento
di cui il Sinodo approvò la, prima parte
e che pose in applicazione provvisoria.
Nel "74 la Commissione d’esame trattò la
questione in maniera approfondita e propose alcuni meditati « criteri generali »
sull’organizzazione degli studi teologici e
sulla fisionomia del consiglio di Facoltà.
Il Sinodo li fece suoi. Il regolamento votato quest’anno è stato elaborato dalla
Commissione Regolamenti, d’intesa (non
sempre perfetta!) con il consiglio di Facoltà, tenendo conto dei precedenti lavori al riguardo e in particolare della bozza del ’73 e dei « criteri generali » votati
dal Sinodo ’74.
Ci si può chiedere: il nuovo regolamento è abbastanza nuovo? I fatti lo diranno.
Il principio istituzionale di fondo messo
in opera è senza dubbio valido: consiste
nel fare del consiglio di Facoltà una
« commissione sinodale amministrativa ».
Il regolamento imposta in modo corretto il rapporto istituzionale tra Facoltà e
Sinodo. Ma lascia abbastanza spazio per
i rapporti non istituzionali tra Facoltà e
realtà in cui si trova ad operare cercando
di rendere il suo servizio? Si vedrà. Per
ora è importante avere un regolamento
come punto, di riferimento e orientamento.
il nuovo regolamento fissa anche, come
già faceva il vecchio, i fini istituzionali
della Facoltà. È interessante mettere a
confronto l’articolo dei due regolamenti
al riguardo.
Il vecchio regolamento (non tanto vecchio, in fondo, essendo stato approvato
dal Sinodo 1955, giusto vent’anni fa, ma
quante cose sono cambiate in questi venti
anni!) diceva: «La Facoltà di Teologia
fondata nel 1855 a Torre Pellice, trasferita nel 1860 a Firenze e nel 1922 a Roma,
ha per scopo di provvedere alla preparazione dei Ministri della Parola ».
Il nuovo regolamento, approvato dal Sinodo 1975, dice: « La Facoltà ha per
scopo:
a) provvedere alla preparazione di
pastori evangelici;
b) promuovere gli studi teologici nell’ambito delle chiese evangeliche in una
prospettiva evangelistica ed ecumenica;
c) prestare la propria consulenza teologica e operare come centro di cultura
e ricerca teologica protestante ».
Come si vede sono aumentati di molto
i compiti della Facoltà e si è notevolmente allargato in diverse direzioni l'orizzonte della sua azione. Questo da un lato
conferma la necessità della Facoltà che
risponde a esigenze reali e dall’altro richiede alla Facoltà stessa disponibilità e
apertura per far fronte, nella misura massima possibile, agli impegni crescenti che
oggi le sono propri.
— La Facoltà è realmente — come si
dice — agganciata alla vita delle comunità? In caso di risposta negativa, che
cosa proponete per superare l'ostacolo?
Il rapporto tra Facoltà e chiese è senza
dubbio vitale per la Facoltà e anche per
le chiese. Una Facoltà isolata dalle chiese
perde facilmente il senso della realtà e finisce per produrre una teologia astratta;
una chiesa lontana dalla Facoltà perde
facilmente il proprio orientamento teologico e finisce per vivere una fede immatura. Il rapporto con le chiese aiuta la
Facoltà a restare ancorata alla concretezza dell’esistenza umana e cristiana; il
rapporto con la Facoltà aiuta le chiese a
non diventare, culturalmente, dei ghetti
e a non restare teologicamente sottosviluppate.
Oggi, nella nostra chiesa, il rapporto
tra Facoltà e comunità non è molto vivo
anche se non è mai stato del tutto assente. E però più consistente a livello di Sinodo che a livello di comunità. Manca, a
quest’ultimo livello, quel nesso organico
che bisognerebbe al più presto cercar di
creare. C’è senza dubbio una solidarietà
delle chiese nei confronti della Facoltà di
cui si apprezza l'opera, tenuta dai più in
alta considerazione; ma manca un vero e
proprio scambio, che invece sarebbe utilissimo. Le chiese dovrebbero non solo
servire ma anche ascoltare le chiese. La
Facoltà non è la « chiesa docente » e non
esercita una sorta di « magistero » indiscutibile; le comunità non sono la « chiesa discente » che deve sempre e solo imparare dai pastori e dai teologi. Occorre
liberarsi da questi schemi e trovare il
coraggio di pretendere e di promuovere
una riflessione teologica svolta a partire
dall’esistenza cristiana, anziché da una
ricerca puramente accademica.
D’altra parte il rapporto con le comunità, per quanto essenziale,, nòn può essere esclusivo. È altrettanto vitale per la
Facoltà il rapporto col cosiddetto « mondo » (culturale, politico, sindacale, religioso) nel quale tutti viviamo e di cui siamo parte. Tanto più che questo « mondo » manifesta non di rado, inaspettatamente, interessi teologici reali che un
tempo non c’erano. La Facoltà non, li può
ignorare. Con le singole chiese, così anche la Facoltà esiste non per se stessa,
neppure solo per le comunità, neppure
per l’elaborazione teologica in sé (si tratterebbe ancora di una concezione introversa della teologia), ma esiste per la testimonianza dell’evangelo al mondo, nelle
forme e nei modi che le sono propri.
Gli strumenti più idonei a consolidare
o ravvivare oggi il rapporto tra Facoltà
e comunità sembrano essere i centri
teologici regionali, come il « Collettivo
Bonhoeffer » in funzione già da alcuni
anni nelle Valli valdesi, o il « Centro di
S. Fedele d’Intelvi » per la Lombardia o
il neonato « Collettivo Teologico toscano »
con sede a Firenze. La Facoltà dovrebbe,
nella misura del possibile, contribuire alla vita di questi centri, diventando in
qualche modo itinerante (entro limiti ragionevoli, s’intende); le comunità do
vrebbero partecipare in misura molto
maggiore a questi programmi di riqualificazione teologica, tanto necessaria se si
vuole accedere nel nostro tempo a una
fede adulta.
Altre iniziative idonee a creare tra comunità e Facoltà quel nesso organico di
cui giustamente si lamenta la scarsa consistenza attuale potrebbero essere le seguenti:
a) Le chiese dovrebbero abituarsi a
interpellare la Facoltà, ponendole dei quesiti relativi alla loro vita di fede e di testimonianza. La gamma dei problemi su
cui è possibile interrogare la Facoltà è
vastissima. Uno degli scopi dichiarati
della nostra Facoltà è « prestare la propria consulenza teologica ». A chi? Anzitutto alle chiese.
&) Le chiese potrebbero utilmente
suggerire alla Facoltà dei temi per seminàri, corsi di lezioni, esercitazioni, in modo che il lavoro svolto in Facoltà si integri, fin dove è possibile, con la ricerca
che si svolge nelle chiese: la Facoltà potrebbe così rendere direttamente un servizio alle chiese e queste ultime entrerebbero come partners neirorizzonte di lavoro della Facoltà.
c) Le chiese potrebbero mviiare Za, Facoltà per dei week-end comunitari in cui
scambiarsi esperienze, doni, problemi.
Professori e studenti o parte di essi potrebbero trasferirsi dal sabato pomeriggio alla domenica sera in una chiesa dopo
aver concordato un programma che potrà
comprendere informazione teologica, aggiornamento biblico, predicazione, evangelizzazione o altro ancora.
Particolare di una sala di lettura
alla Facoltà Valdese.
■>— Qual è l'apporto teologico del protestantesimo italiano nel quadro della
rifi^sione teologica europea ed extraeuropea?
Prima di parlare dell’apporto della teologia evangelica italiana nel quadro della
riflessione teologica protestante a livello
europeo o addirittura mondiale bisognerebbe parlare deH’apporto della teologia
protestante europea alla nostra riflessione
teologica italiana. Sul piano teologico noi
siamo anzitutto debitori nei confronti del
protestantesimo europeo e del movimento
ecumenico. , Teologicamente riceviamo
molto di più di quel poco — poco davvero — che possiamo dare.
L’esiguità di uomini, di mezzi e di strumenti tipica di una piccola chiesa come
la nostra rende impossibile una produzione teologica di pura ricerca e di alta
specializzazione scientifica. D’altra parte
però la nostra condizione minoritaria e
la posizióne ecumenicamente strategica
che occupiamo (da secoli viviamo gomito
a gomito col Vaticano!) ci consentono di
offrire ai fratelli d’Oltralpe un punto di
vista e un modo di porre i problemi, anche teologici, che può non essere priva di
interesse o di valore.
Oltre a questo ci sono due problènii
specifici su cui il nostro contributo teologico viene, in certi settori del móndo protestante ed ecumenico, sollecitato, apprezzato o quanto meno tenuto in considerazione. Il primo è quello dei rapporti tra
protestantesimo e cattolicesimo, il secondo è quello dei rapporti tra fede e politica. Sul primo ricordiamo in particolare
gli studi e le valutazioni del prof. V. Subilla, durante e dopo il Concilio. Tradotte
in diverse lingue europee le opere del
prof. Subilla sul cattolicesimo conciliare
si sono imposte aU’attenzione della riflessione teologica ecumenica europea. Sul
secondo problema c’è il contributo costituito dalla cosiddetta « linea FGEI » che
all’estero ha suscitato interesse e incontrato non pochi consensi. Questa linea,
teorizzata da « Gioventù Evangelica » e
portata avanti, come oggi si dice, all’interno del movimento giovanile evangelico italiano — esiguo come consistenza numerica ma cospicuo come coscienza teologica e chiarezza politica — è stata riassunta nella formula-programma: « predicazione dell’evangelo nella lotta per il
socialismo ».
Paolo Ricca
La chiesa si vive comunicando
— Serve o no lo studio della teologia alla vita della chiesa? Che posto occupa la teologia nella vita dei credenti?
munita? In caso di risposta negativa, che
cosa proponete per superare l'ostacolo?
— Sarà bene ricordare che la vita della chiesa, essenzialmente, è comunicazione, la chiesa si vive comunicando. Il pensiero della chiesa sorge da questo processo comunicativo ed in esso nasce e
cresce anche la teologia, come ricerca di
una adeguata risposta alla parola di Dio.
Proprio nel nostro secolo la teologia ha
messo particolarmente l’accento sul suo
essere al servizio della chiesa. Spesso però la chiesa non se ne è servita. Per esempio abbiamo l’impressione che la chiesa
sia una comunità terapeutica nella quale
confluiscono molte persone tra quelle
che contano meno. Ogni persona nella
chiesa è un debole (per una ragione o
per un’altra). Ma in questo non c’è nulla
di male, ci mancherebbe. Solo che la cura deve essere efficace. Perciò non bisogna che la chiesa diventi il rifugio della
conservazione: occorre al contrario che
essa dia prova di coraggio nel non voler
rinunciare all’essenziale. La teologia può
servire a ricordarle proprio questo. La
sfiducia nella teologia può derivare da
una teologia mal fatta, ma anche da un
rifiuto aprioristico, dovuto al fatto che
la comunità terapeutica pensa di curarsi con altre medicine e non con il vero
rimedio, non teorico, ma pratico, cioè la
parola di Dio ascoltata nella vita sociale
e politica.
— La mia risposta non è totalmente
negativa. Mi sembra che sarebbe ingiusto affermare che la nostra Facoltà stia
navigando per conto suo senza collegamento con la chiesa reale. I professori ci
hanno fornito ottimi strumenti di lavoro
e del resto sarebbe stato giusto chiedere
alla Facoltà di esser particolarmente
’profetica’ quando essa ha, dopo tutto,
un compito più modesto? Nella domanda
poi la cosidetta ’vita’ delle comunità è
posta come regola di misura e mi domando se ciò sia nella buona tradizione
riformata.
bisogno di produrre teologia. Quest’idea
settoriale della chiesa è evidentemente
una negazione della teologia, ma a me
pare assai poco consona a quello che una
chiesa, dovrebbe essere, se vuol continuare a chiamarsi riformata.
— Qual è l'apporto teologico del protestantesimo italiano nel quadro della
riflessione teologica europea ed extraeuropea?
— La Facoltà è realmente — come si
dice — agganciata alla vita delle co
È certo comunque che in quei casi in
cui la comunità si muove deve trovare
comprensione ed appoggio nella Facoltà.
Per superare l’ostacolo proporrei una riforma di struttura irrealizzabile: che si
abolisca la Facoltà a Roma e si facciano
tanti istituti teologici decentrati e collegati con i problemi reali che le comunità
attraversano. In ogni caso non ci deve
esser monopolio teologico della Facoltà
né di nome né di fatto. La Facoltà non
deve assolutamente essere un prodotto
della divisione delle mansioni nella chiesa (lavoro teologico, pastorale, diaconale
ecc. ; questa sì che è eresia). L’ostacolo
cui allude la domanda verrà superato
quando si prenderà sul serio la teologia
che la chiesa produce nelle sue svariate
manifestazioni. A questo proposito io mi
meraviglio sempre perché opere della
chiesa che maneggiano molti sotói e prendono importanti decisioni non sentono il
— Credo che ci siano ragioni storiche
ed economiche per questa nostra dipendenza dalle fonti di produzione teologiche europee. Ripeto quanto già detto altre volte : bisogna evitare il sottosviluppo
teologico per non fare la fine dei paesi
colonizzati. È quindi importante che abbiamo la nostra teologia. Non possiamo
però rinunciare alle importazioni; dobbiamo differenziarle, non prender tutto
dalla Germania, ma anche dalla Francia,
dai paesi dell’Est, da quelli anglosassoni,
dall’Africa, daH’America Latina, ecc. In
secondo luogo dobbiamo anche esportare
qualche cosa.
Ma anche qui si può collegare originalità della teologia ed originalità della vita
della chiesa: se manca quest’ultima, non
è giusto accusare la teologia. È comunque molto importante che lo scambio di
discussioni critiche tra di noi s’intensifichi. I contributi non devono solo uscire
dalla Facoltà e dobbiamo tutt’insieme diventare più maturi.
Sergio Rostagno
5
21 novembre 1975
UNA COMUNITÀ’ FGEI
Giovani che evangelizzano
« Se ti parlano di un Dio
che non scende nelle piazze
per lottare con i poveri
per liberare gli oppressi
dalla schiavitù,
questo è pura alienazione
gioco di una religione
prostituta del potere ».
Sul palco della FOCI al Festival delrUnità di Napoli così canta il complesso
musicale del gruppo FGEI di Soccavo (3
chitarre, un basso, due concas e una complicata apparecchiatura elettronica di
amplificatori). La musica è del tipo popfolk, le canzoni tutte composte dal gruppo. Un migliaio di persone ascoltano, applaudono e poi commentano, alcuni si
chiedono che cosa sia questa FGEI.
Per i lettori la FGEI è cosa nota, meno
nota è certamente la storia di questo
gruppo di Soccavo. Il suo nucleo originario era costituito da un quindicina di giovani che poco più di un anno fa si erano
staccati da una tipica comunità pietista.
Era stato questo il sofferto punto di arrivo dell’esperienza e del dibattito derivati dall’esigenza, sentita dai giovani, di
aprirsi alle problematiche sociali è a forme di evangelizzazione nuove negli strumenti e nei contenuti (musica moderna,
dibattiti sulla realtà del quartiere, riaffermazione della piena uguaglianza degli
uomini oltre che dei credenti; rifiuto delle
gerarchie ecclesiastiche e sociali). Benché
la comunità avesse potuto verificare l’impegno di questi giovani nei fatti, (32 convertiti in pochi mesi), non si séntiva di accettare, soprattutto per bocca del pastore e di alcuni diaconi, « queste novità ».
« La chiarezza e la fondatezza della no:
stra predicazione — afferma Salvatore
Astuto, uno dei più attivi del gruppo
portava i suoi frutti. Ho assistito di persona alla scena quando un giovane convertito, che era stato mazzière fascista,
restituì la tessera nella sezione del MSI,
affermando che il cristianesimo era incompatibile con i metodi e le idee di quel
partito. Questo non piaceva a chi era abituato a identificare i valori borghesi con
quelli cristiani e a definire anticristiano
il solo comunismo. La cosa si rese evidente quando proponemmo di lavorare assieme ai giovani della Chiesa di Pozzuoli
del Pastore Umberto delle Donne che è
anche operaio deiritalsider, della quale
Chiesa alcuni di noi erano già stati membro. Il nastro pastore ci disse; « Non permetterò che le mie pecore vadano in
mezzo ai lupi! ».
Coincideva tutto questo con la campagna per il referendum sul divorzio e
l’acuirsi della tensione consigliò una riunione di chiarimento tra pastore diaconi
e giovani alla presenza della Comunità.
« Fu una rovina — dice Sergio Fattoli,
che alcuni all’epoca soprannominavano il
filosofo, per bollare l’assurdità delle sue
idee — avevamo preparato circa 70 tesine,
tutte decumentate biblicamente, ma alla
sesta non ci fu consentito di proseguire
e, tacciati di non avere lo Spirito Santo,
fummo 'Scacciati) mentre un diacono era
preso da convulsioni ».
Questo avveniva nel maggio del 1974.
Il gruppo, restando unito, cominciò a tenere riunioni, girando di casa in casa.
Erano in 18, poi tre o quattro si sono
staccati dal gruppo, ma altri vi sono a
poco a poco entrati. A primavera scorsa
fu presa la prima decisione: dopo una serie di incontri con giovani valdesi e metodisti, il gruppo ha aderito alla FGEI. A
maggio, esattamente dopo un anno dalla
scissione, è stata aperta una sala per le
riunioni. Il 24 agosto il fatto più impon
tante e commovente: tre nuovi battesimi,
praticati nei locali della Chiesa di Pozzuoli del past. delle Donne.
« Ma non fui io il solo officiante — pre
ECUMENE
CAMPO
INVERNALE
cisa il past. Delle Donne — i certificati
di battesimo infatti furono firmati anche
da due membri del gruppo, per sottolineare la sua piena autonomia ».
Nei fatti oggi il gruppo è una vera e
propria comunità, del tutto autonoma e
autofinanziata: 25 credenti, 15 simpatizzanti, una scuola domenicale che raccoglie una quarantina di bambini di famiglie cattoliche del quartiere, quattro riunioni settimanali (unione femminile e
preparazione della Scuola Domenicale,
assemblea organizzativa, studio biblico,
culto), una assidua vita comimitaria.
L’età va dai 16 ai 31 anni, prevalenza dell’elemento femminile, sociologicamente
ceto operaio e piccolo borghese (idraulico, impiegata, baby-sitter, studente, ecc.).
Quando nel settembre scorso si è tenuto
un ciclo di conferenze su Evangelo e Società, con relazioni del Pastore Umberto
delle Donne, la saletta è stata riempita
da una cinquantina di persone, che hanno contribuito attivamente al dibattito.
« Per il prossimo futuro contiamo di
prendere contatti con il comitato di quartiere — ci dice Tina, la responsabile deF
l’istruzione dei bambini — in collaborazione con la FOCI di Soccavo vorremmo poi organizzare degli incontri con studenti sull’ora di religione nelle scuole, secondo le indicazioni del C.N. della FGEI ».
« Continueremo anche la preparazione
del complesso musicale — afferma Salvatore — allargando il numero dei componenti con giovani della FGEI di Napoli
e del Vomero; oggi la musica è spesso
più comunicativa dei sermoni ».
— E con la vecchia Comunità, quali
sono i rapporti?
« Anche se non abbiamo relazioni stabili con i membri della Comunità, non
c’è né astio né rancore, anzi un sincero
amore che ci fa sperare che si possa un
giorno riaprire con loro un dialogo fraterno, perché possano essere liberati da
una religiosità alienante, che Gesù certo
non ha voluto, ma che serve ai potenti
piccoli e grandi, ecclesiastici e no ».
Emilio Nitti
Conferenze Distrettuali
I DISTRETTO
La Conferenza del I Distretto, comprendente le Valli Valdesi, si terrà 18
dicembre a Pomaretto presso il locale
tempio valdese.
L’inizio dei lavori è previsto per le 9,30.
I deputati alla Conferenza potranno pranzare alle 12,30 presso il Convitto Valdese.
II DISTRETTO
La conferenza del II Distretto ValdoMetodista (NordJtalia) si terrà a Milano presso i locali della chiesa metodista
in via Porro Lambertenghi, 28. Si prevede un afflusso di un centinaio di deputati.
Inizio dei lavori sabato 13 dicembre alle
ore 17. Riprenderanno alle 9 di domenica 14.
Assemblee di circuito
VI CIRCUITO
Domenica 23 novembre a Milano nei
locali della chiesa valdese in Vìa Sforza
12 si terrà l’Assemblea costitutiva del VI
Circuito (Lombardia e Piemonte Orientale). Inizio dei lavori: ore 15.
Torino
Domenica 16 novembre, nei locali di
Via Pio V si è svolta, con la partecipazione di oltre sessanta membri, l’assemblea
delle chiese valdesi di Torino. La controrelazione, non priva di spunti positivi, ha
incentrato il dibattito specialmente sugli
istituti (Casa de Pernex e Uliveto) e sulla scuola domenicale. Per la conferenza
distrettuale (Milano, 13-14 dicembre) son
stati eletti i deputati nelle persone di
Tullio Viola, Elena Vigliano, Luca Zarotti.
CONVEGNO MONITORI
Lunedì 8 dicembre, in Via Pio V, a Tor
rino si terrà un convegno monitori del
IV Circuito (Aosta, Torino, Susa, Coazze). Il programma prevede lavori di gruppo sui principali temi collegati all’insegnamento biblico e al rapporto dei giovani con la chiesa. Inizio dei lavori ore
9.30, pranzo in comune (pasta offerta, il
secondo al sacco), termine dei lavori ore
17.30. Nel corso del convegno l’insegnante
e monitrice Ive Pons informerà i convenuti sui nuovi programmi d’insegnamento
biblico che il « Servizio » sta allestendo.
Tutti i monitori, catechisti, catecumeni
ed ex-catecumeni (anche di altri circuiti)
son cordialmente invitati. Per prenotarsi telefonare a Torino al 68.28.38 (segreteria chiesa valdese).
del convegno pastorale, la comunità di
Savona, anche attraverso la figura del
«pastore locale», ha portato avanti fin
dal 1969; questa linea conduce inevitabilmente anche a queste conclusioni.
Infine la chiesa di Savona, rallegrandosi della piena attuazione del patto di
integrazione valdo-metodista, si augura
che nell’ambito del nuovo circuito integrato del quale essa fa parte, possano
svilupparsi appieno: sia la figura del pastore a pieno tempo, intesa come servizio
per diverse comunità geograficamente vicine (circuito) e sia il servizió del pastore locale, così come da essa sperimentato ormai da diversi anni, o anche in
forme diverse, ma suscitate dalle stesse
esigenze. Questi due servizi dovrebbero
comxmque essere sempre intèsi come
strumenti di sintesi e di aggregazione comunitaria, cosi come espressi nelle riflessioni del convegno pastorale di Ecumente, già citato.
Palermo
Trieste
Savona
A Ecumene, Località Cigliolo, (XX)49
Velletri (Roma) si svolgerà dal 27 dicembre al 3 gennaio il campo invernale
su: La questione cattolica dopo il 15 giu,gno.
Che cosa è cambiato nel mondo cattolico italiano con la crisi del partito democristiano? Si va verso la rottura e la
ricomposizione del mondo cattolico? Il
ruolo delle comunità di base e dei cristiani per il socialismo. Cultura cattolica
e testimonianza delle comimità evangeliche.
Quota di partecipazione: 25.000 lire. Tel. 06.9631310.
La comunità di Savona si è riunita in
due successive assemblee di chiesa, rispettivamente il 26 ottobre ed il 9 novembre, per ascoltare dai suoi delegati
una relazione sullo svolgimento dei lavori estivi della Conferenza Metodista e del
Sinodo valdese; per ascoltare e discutere una relazione sul convegno pastorale
di Ecumene (eco del quale si è già avuto in queste colonne) ed infine per provvedere alla elezione del Consiglio di Chiesa. Nel corso di questa designazione, secondo quanfò deciso dalla Conferenza, si
è eletto anche il presidente dello stesso
che, per questo anno ecclesiastico, è risultato essere il pastore locale Franco
Becchino.
La comunità di Savona tutta intera ha
preso coscienza che, con il prossimo anno, rimarrà priva di un uomo a pieno
tempo ed ha approvato im progetto di
vita ecclesiastica, presentato dal consiglio uscente, che tenga conto di questo
fatto. L’anno in corso sarà perciò dedicato anche al perfezionamento, nei dettagli, di tale progetto.
La mancanza di un pastore a pieno
tempo è ritenuta una possibilità di sperimentare praticamente ;
a) la validità delle tesi emerse nel
convegno pastorale già citato, per le quali
il ministero pastorale si configura in primo luogo come strumento di aggregazione comunitaria ed ha una valida funzione in quanto « suscita momenti di riflessione e tentativi di risoluzione dei problemi posti da una prassi 'comunitaria
quotidiana » ;
b) la validità di una linea che, indipendentemente dalle attuali riflessioni
• La chiesa Luterana ha ricordato, recentemente, due secoli e mezzo di presenza a Trieste con tm culto rievocativo nella sua chiesa ed un incontro ecumenico
nella chiesa del rosario che fu chiesa luterana, dal 1786 al 1871, prima della costruzione del nuovo tempio.
• Domenica 23 novembre alle 10.30
Culto con predicazione sul tema ; « Gesù
Cristo libera e unisce», in concomitanza
all’inizio dei lavori della V Assemblea
del C.E.C. a Nairobi.
• Giovedì; 27 novembre ore 18.30: Concerto in S. Silvestro « Trio d’ance ».
• Domenica 30 novembre ore 16.30-19:
bazar di solidarietà (chiesa valdese).
Venezia
• Sabato 29 novembre, alle 16.30: Convegno regionale FGEI presso la foresteria della chiesa valdese.
• Domenica 30 novembre: Convegno
regionale indetto 4^. .Consiglio della Federazione. I lavori inizieranno con il culto delle ore 11 in comunione con la comunità locale e termineranno verso le 17.30.
Il pastore metodista Grimaldi presenterà
una relazione sul libro di F. Belo : « La
lettura materialistica dell’evangelo di
Marco ».
Milano
• Sabato 29 novembre (ore 15.30) e domenica 30 presso la chiesa valdese. Bazar
a favore degli Istituti valdesi di assistenza.
• Il Consiglio di chiesa valdese ha deciso di costituire due gruppi di studio
che fanno capo rispettivamente al past.
Neri Giampiccoli, per l’esame dei nuovi
regolamenti proposti sulle persone della
chiesa e le chiese locali, e al past. P. Ribet con i tre delegati alla Conferenza distrettuale, sul documento detto di Accra
(Battesimo, Eucarestia, Ministero). Tutti
gli interessati possono rivolgersi ai due
pastori per iscriversi nel gruppo dì studio desiderato.
Si è tenuta, nei giorni 8-9 novembre, a
Palermo presso il centro diaconale della
Noce l’assemblea costituente del 16° circuito.
Rappresentate le comunità di: Palermo, Agrigento, Riesi, Caltanissetta, Vittoria, Scicli, Pachino.
L’assemblea è stata aperta dal past.
Manochio incaricato dalla Tavola di corivocarla: il seggio è risultato composto
da; A. Bonnes, presidente; R. Salvaggio,
segretario.
L’argomento centrale, che l’assemblèa
ha dibattuto, sùl téma dèlia Evangèlizzaziohe è cura d’anìmé, ha preso spùhtó
da uh O.d.G. presentato dalla Comunità
di Apigento circa la necessità è Turgeriza di riscoprire la nostra vòcàziòhé; vocazione che deve potersi espriihére non
mediante vuoti e sterili organismi é regolamentazioni ma attravèrso la parola
liberatrice di Cristo che ci affranca da
ogni senso di scoraggiamento e dalla paura che ci assale quando dobbiamo uscire
all’estemo delle nostre comunità per testimoniare delia Parola.
Dopo un’ampia discussione su im o.d.g.
della comunità di Agrigento e sul documento redatto dai pastori metodisti il
settembre scorso
delibera
a) di inviare tali documenti alle comunità ed ai gruppi di servizio
del circuito affinché esaminino
gli argomenti dagli stessi sollevati in vista delle deliberazioni
da assumere in occasione della
prossima assemblea di circuito ;
b) di impegnare il consiglio di circuito a convocare assemblee
congiunte delle comunità viciniori per un più ampio confronto sui documenti;
c) di impegnare le comunità viciniori a programmare in comime
l’opera di evangelizzazione e la
cura di anime.
Altro argomento di notevole importanza è scaturito dalla proposta della Ftederazlone delle chiese Sicilia-Calabria consistente nella formazione di «zone» all’interno del circuito: a) Palermo-Trapani-Marsala; b) Agrigento-Grotte-RiesiCaltanissetta e diaspora; c) Catania-Vittoria-Scicll-Pachino.
Questa proposta è stata recepita a titolo di raccomandazione per il Consiglio
di circuito.
Altri O.d.G. presentati dalla comunità
di Agrigento sono stati trasmessi all»
conferenza distrettuale del 4° distretto
che si terrà a Catanzaro il 13-14 dicembre (questi O.d.G. riguardavano proposte di modifica alla regolamentazione del
circuito).
Alla fine dei lavori è stato eletto il consiglio di Circuito nelle persone dei fratelli: Pietro Valdo Panasela, sovrintendente; Ugo Schirò e Stefano Aloisi, membri.
Pino Testa
6
allo vans oggi
Abbasso
i decreti
delegati !
Assolta per insufficienza di prove. Questo l’esito del processo a carico dell’insegnante di una pluriclasse di S. Secondo,
accussata di aver diffuso fra i suoi ragazzi un libro della biblioteca di classe da
lei stessa acquistato, contenente, secondo l’accusa, un incitamento al delitto.
Il libricino, fatto dai ragazzi di una
scuola di Albisola, contiene, fra le altre
cose, alcuni fotogrammi in cui è proiettata nel sogno, nell’irreale, la punizione (fucilazione) che si vuole infliggere al maestro cattivo, repressivo, che non permette neppure di andare liberamente al cabinetto. Il volume, « Quel brutale finalmente» dell’editore Ghiron, fa parte di
una collana di testi lavorati dai ragazzi
stessi e quindi particolarmente stimolanti per suscitare interesse e partecipazione
al lavoro. In sé un libricino discutibile,
per carità (guai a fame un libro di testo
come ha voluto "La Lanterna"), fino a
una settimana fa conosciuto da pochissimi ed ora al centro dell'interesse del pinerolese. Finito nelle mani di un padre
premuroso, ne è venuto fuori un esposto
alla Procura della Repubblica di Pinerolo.
I carabinieri (senza notificare alcun
mandato di perquisizione) entrano in
classe alla ricerca di « altre » copie del
libro incriminato e per fare un controllo
della biblioteca (con quale competenza
pedagogica non si sa). Alla maestra che
chiedeva il motivo del sequestro del libro
i carabinieri rispondono « dovrebbe saperlo ».
Di qui il rinvio a giudizio con processo
per direttissima. L’imputazione è di violazione delle leggi sulla stampa, con
tre aggravanti: « per avere, nella sua qualità di insegnante, consegnato e fatto leggere lo stampato intitolato "Quel brutale
finalmente" ai suoi alunni di quarta e
quinta elementare, stampato che, per la
sensibilità e impressionabilità dovuta all’età degli scolari, deve ritenersi idoneo a
costituire per essi incitamento al delitto,
commettendo il fatto di abuso di autorità
ed in violazione ai doveri inerenti alla sua
funzione ».
II settimanale locale "La Lanterna” della DC di destra, pensa a montare ben bene la cosa in modo da creare allarmismo
nell’opinione pubblica, con l’evidente scopo di combattere un’impostazione pedagogica moderna che nel pinerolese va via
via maturando- pur in mezzo a difficoltà
ed errori. L’occasione non poteva essere
migliore, il libro preso di mira pare fatto apposta per un attacco del genere.
. Detto questo, ci si può chiedere se l’as'soluzione dell’insegnante per insufficienza di prove possa accontentare: certo,
l’insegnante conserva il suo posto, è un
fatto indubbiamente positivo. Però non
basta. Un’assoluzione per insufficienza di
prove implica in sé il fatto che delle prove sono comunque state presentate contro
l’insegnante e ritenute accettabili — anche
se non sufficienti —, resta il monito agli
insegnanti non tradizionalisti di stare all’erta, ad una prossima occasione le prove si possono anche trovare...
L’assoluzione per insufficienza di prove è pertanto, nel quadro della situazione
e dell’atmosfera venutasi a creare nel pinerolese, recepibile da molti come sfida
politica, come segno intimidatorio verso
la libertà di insegnamento. Giustamente
gli avvocati difensori, Bert e Piacentino,
hanno annunciato il ricorso alla sentenza.
Dopo l’entrata in vigore dei decreti delegati era lecito pensare che le sedi adatte
alla valutazione di questi problemi fossero i consigli di classe, di interclasse, di
circolo, le assemblee dei genitori, non
l’aula di un tribunale. Anche in questo
caso la Magistratura di Pinerolo ha assunto un ruolo quanto meno discutibile.
E indubbio che fatti come questo contribuiscono una volta di più ad esasperare la tensione presente nella scuola dall’entrata in vigore dei decreti delegati. Il
gonfiare senza misura certi problemi che
hanno solo l’aspetto dell’essenziale costituisce la miglior copertura per non affrontare a fondo i veri problemi della
scuola italiana. Questo è il risultato dell’operazione linciaggio ad un’insegnante
(ma con intenzioni ben più ampie) come
questo è stato il risultato, alcune settimane or sono in Val Pellice, del chiasso
suscitato attorno alla scuola a tempo pieno di Luserna S. Giovanni.
A chi giova?
E. Genre
________ELEZIONI COMUNALI A TORRE PELLICE
Chiara affermazione
della lista di sinistra
Sono risultati eletti tutti i 16 candidati della lista n. 1,
rappresentanti il PSI, PCI eindipendenti di sinistra
cronaca
LISTA N. 1 SEZIONI TOT.
I II III IV V VI
Voti in testa 209 224 242 211 281 253 1420
1 - STEFFANETTO GIOVANNI 251 279 309 260 346 304 1749
2 - ARMANO HUGON MARCO 225 244 270 237 301 283 1560
3 - ARNOULET FIORENTINA 223 235 267 233 301 281 1540
4 - BELLION MARCO 214 240 267 111 295 273 1516
5 - BERT ETTORE 230 246 278 240 303 290 1587
6 - CHIRI GIORGIO 221 238 253 222 289 266 1489
7 - DEUSEBIO SANDRA 213 234 256 220 287 259 1469
8 - GIORDANO GIULIO 216 240 262 222 298 274 1512
9 - GISLETTI CARLO 237 246 281 236 314 298 1612
10 - GUGLIELMONE FERNANDO 243 275 299 253 323 291 1684
11 - JOUVE MARIO 218 243 279 238 301 289 1568
12 - LANTARÉ ARNALDO 212 231 253 223 302 274 1495
13 - PELLENCO ROBERTO 227 242 281 233 314 281 1578
14 - RIVOIRA DANILO 219 235 259 229 294 270 1506
15 - SIBILLE MARIO 218 232 269 111 307 278 1531
16 - TOTA CESARE 225 254 281 246 312 279 1597
TOTALI 3592 3914 4364 3746 4887 4490 24993
LISTA N. 2 SEZIONI TOT.
I II III IV V VI
Voti in testa 195 168 175 194 199 170 1101
1 - COTTA MORANDINI GIORGIO 242 214 220 250 243 209 1378
2 - ARMANO UGON ERMANNO 222 200 219 241 239 217 1338
3 - MATHIEU GIORGIO 219 197 209 234 238 203 1300
4 - PA^QUIT, FRANCO 22W 198 211 233 223 206 1292
Lunedì 17 novembre alle 14 si sono
Qoncluse le elezioni comunali nelle
sei sezioni di Torre Pellice. Hanno
votato 3.288 elettori su 3.837, con
una percentuale pari all'85,69%. Alla
lista n. 1 sono andati 1.420 voti (nel
1970 erano stati 1180) e sono risultati eletti tutti e sedici i consiglieri
presentatisi. Un largo numero di
preferenze ha ottenuto il sindaco
Steffanetto, come risulta dal riquadro qui sopra. La lista n. 2 ha invece
ottenuto 1.101 voti (nel '70 erano
stati 1.144) e quattro consiglieri.
Le schede bianche sono state 37,
46 le nulle.
Le due liste erano formate evidentemente da consiglieri valdesi, cattolici ed
COMUNITÀ’ MONTANA VAL CHISONE-GERMANASCA
DECISIONI IMPORTANTI
Venerdì 14 novembre, il Consiglio della Comunità Montana si è riunito a Porosa per la prima volta dopo la formazione della giunta. A causa delle dimissioni del consigliere Maggiorino Passet
Gros di Pragelato, la giunta era rimasta
incompleta, quindi aH’inizio della seduta
si è provveduto ad eleggere un nuovo
membro nella persona dell’ing. Luigi Vignetta di Penestrelle.
La parte più interessante della burocratica seduta (una lunga serie di ratifiche alle deliberazioni della giunta precedente) è stata senza dubbio quella riguardante l’assistenza agli anziani. Il consigliere regionale Bontempi ha ricordato
che i Comuni e le Comunità Montane
sono gli enti destinati a gestire in futuro
tutta l’assistenza ed in particolare questa. Purtroppo la somma notevole che
la Regione aveva stanziato nel precedente esercizio è rimasta in gran parte inutilizzata per le difficoltà che incontrano
i Comuni nell’organizzare iL servizio.
La Regione si propone di incoraggiare
l’istituzione di centri di incontro e di
case-albergo per le persone anziane e non
intende sovvenzionare le case di riposo
degli enti caritativi ed assistenziali, se
non tramite il Comune. Verranno anche
assegnati contributi per l’assistenza domiciliare perché in questo modo si potrà
evitare di sradicare brutalmente le persone anziane dall’ambiente in cui sono
sempre vissute.
Il Consiglio ha approvato l’assunzione
per tre mesi della signora Anna Celli Di
Gennaro che dovrà iniziare il servizio di
assistenza domiciliare già programmato
dall’assistente sociale della Comunità. A
questo scopo è già stata svolta un’indagine nel Comune di Pomaretto e tra breve
lo stesso lavoro si farà in vai Germanasca. Saranno intervistate le persone di
età superiore ai 60 anni e dalle risposte
si potrà capire quali sono le loro necessità. A Pomaretto, per esempio, è stata
richiesta a grande maggioranza una visita medica periodica. Il Comune di Porte ha pure comunicato di aver assunto
una visitatrice domiciliare per l’assistenza infermieristica agli anziani. La spesa
sarà coperta per il 60% dal contributo
regionale che viene concesso tramite la
Comunità Montana.
Il Comune di Penestrelle è invece orientato verso la costruzione di una casaalbergo che raccolga gli anziani al capoluogo durante i mesi invernali.
Il Sindaco di Penestrelle ha chiesto se per il servizio di assistenza agli
anziani potevano essere assunti anche
« religiosi » e la risposta è stata affermativa. Avremo perciò suore visitatrici e
parroci animatori sociali regolarmente
stipendiati dalla Regione e dal Comune?
La prospettiva è quantomeno sconcertante.
Il Consiglio ha anche approvato vari
progetti di opere di bonifica montana affidate in concessione dalla Regione; si
tratta più che altro di arginature di torrenti nei Comuni di Salza, Roure, Pomaretto, Pragelato, Prali e Pinasca. Il Corpo Po restale dello Stato eseguirà lavori
in proprio per 95 milioni a Pragelato, Prali e Perrero. Per quest’ultimo Comune rimane ancora da studiare il difficile problema della strada di S. Martino. 33 milioni sono stati destinati a Porte per dotare di luce elettrica una frazione del
Comune.
Il presidente ha informato il Consiglio
sul reperimento di una nuova sede per
gli uffici della Comunità. Crollate le trattative con i Salesiani di Perosa che chiedevano un affitto esagerato, si è trovato
un accordo col Comune di Pomaretto che
cede in affitto per tre anni un piano del
nuovo edificio comunale. La spesa sarà
di un milione annuo per i locali e di due
milioni per i mobili.
In ultimo si è deciso di protestare contro il trasferimento a Pinerolo degli uffici del Catasto e delle Imposte dirette,
per il grave disagio che ne deriverebbe
alla popolazione. Una mozione di protesta sarà inviata all’Intendenza di Finanza, alla Provincia e alla Regione.
Liliana Viglielmo
Venerdì giorno di mercato a Torre.
agnostici; forse significativo il fatto che
dei 4 consiglieri di minoranza nessuno sia
cattolico né democristiano, ma tutti su
posizioni liberali e socialdemocratiche.
Anche a Torre Pellice dunque, nessuna
sorpresa rispetto all’andamento generale
del 15 giugno scorso; le sinistre hanno
fatto un ulteriore passo avanti ed hanno
ottenuto, rispetto alla passata amministrazione, altri tre consiglieri (da 13 a 16).
Questo risultato evidentemente contribuisce al rafforzamento della Comunità
Montana, che ha la sua sede a Torre Pellice.
Qualcuno nutriva incertezze sull’esito
di queste elezioni: sia per l'inserimento
di alcuni giovanissimi (Marco Bellion
compirà 20 anni), sia per la propaganda
notevole (e l’ostruzionismo) che “Il Pellice”, il settimanale liberale locale ha organizzato nelle ultime settimane. Ma né
questo né le telefonate che numerosi cittadini hanno ricevuto da parte della lista n.2 (a dare a loro nel segreto il voto)
hanno ottenuto il risultato desiderato.
E occorre pur riconoscere, nonostante
le lacune e gli errori commessi dalla giunta uscente (riconosciuti pubblicamente
negli incontri aperti avuti con la popolazione dei diversi quartieri), che l’affermazione della lista n. 1 permette la continuazione di un discorso iniziato fra molte
diifiiGoltà, ma pur portato avanti a favore
della popolazione aldilà di interessi privati e di visioni campanilistiche e spesso anche retoriche della vita comunale.
PINEROLO______________________________
Comunità cristiane
e lotte contrattuali
« Le comunità cristiane di fronte alla
crisi e alle lotte contrattuali » era il tema dell’incontro pubblico a cui ha partecipato il prof. Giulio Girardi sabato 15 novembre nel salone della biblioteca di Pinerolo. Più di 200 gli intervenuti.
Prima di Girardi ha parlato Amederi
Salvatore, operaio della Widemann, sulle
lotte contrattuali ed ha introdotto così
il tema della serata: che cosa significa
per i cristiani del pinerolese annunciare
il messaggio evangelico in una situazione conflittuale? Girardi, teologo marxista cattolico, ha parlato delle lotte
contrattuali come momento di ’lotta globale’ al sistema capitalista, proprio per
colpire alla radice la ragione dell’ingiustizia e della disparità fra gli uomini.
È necessario perciò — ha detto Girardi
— una solidarietà maggiore fra le diverse categorie di lavoratori. Parlando
poi del ruolo della chiesa nella società attuale, ha ricordato come il cristianesimo sia ancora, per larga parte, allineato con la classe e la cultura dominanti. Tuttavia questo ruolo, di conservazione dello ’status quo’, già da
tempo è stato messo in discussione e
molti cristiani partecipano alle lotte di
classe del movimento operaio.
Gli interventi, da parte del pubblico,
hanno messo in rilievo il valore della lettura della Bibbia, fatta all’interno dell’impegno politico per la trasformazione
della società.
In un momento in cui la gerarchia ufficiale condanna i cattolici che militano
a sinistra, l’altra sera a Pinerolo, in pubblico, questi cattolici discutevano dei
problemi della classe operaia e della testimonianza cristiana.
7
delle valli
Villar Penosa
Sono state concesse alla scuola di Viilar Perosa tre classi sperimentali « a tempo pieno ». È la prima volta che nel Circolo di Villar Perosa si realizza un’iniziativa di questo tipo, che coinvolge insegnanti, genitori e amministratori comunali.
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA . RORA'
Dal 22 al 28 novembre
Doli. ENRICO GARDIOL
Viale Trento, 12 - Torre Pellice
FARMACIE DI TURNO
TORRE PELLICE
Domenica 23 novembre
FARMACIA INTERNAZIONALE ( Dr. Imbertì)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
Martedì 25 novembre
FARMACIA MU5TON (Dr. Manassero)
Via della Repubblica, 25 - Tel. 91.328
LUSERNA SAN GIOVANNI
Domenica 23 novembre
FARMACIA VASARIO (Doti. Gaietto)
Via Roma, 7 - Tel. 90.031________
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 90.118 e 91.273
VICILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91.365 - 91.300
Luserna San Giovanni : Tel. 90.084 - 90.085
PRAROSTMO : attività
nel comune e nella chiesa
Pinerolo
Perrero
• Il Centro sociale di Chiotti riprende
la sua attività il 22 novembre con un programma di proiezioni cinematografiche
che si terranno come al solito nei locali
della scuola. Tutta la popolazione è cordialmente invitata.
• L’assistente sociale della Comunità
Montana, sig.na Bruno ha chiesto la collaborazione volontaria di alcune persone
per intervistare gli anziani residenti nel
Comune allo scopo di avviare il servizio
di assistenza. Le persone di età superiore ai 60 anni sono più di 300 nel solo Comune di Perrero e neH’insieme della valle Germanasca raggiungono il 30% della
popolazione.
Luserna 8.Giovanni
• Con profondo dolore e commozione la
nostra comunità ha appreso la notizia
della improvvisa dipartenza del pastore
Roberto Jahier.
Immenso è il vuoto che questo lutto
lascia dietro di sé, ed il ricordo del caro
pastore così, pieno di comunicativa, di affetto, di amore, di bontà verso tutti, resterà in benedizione per questa comunità
che per tanti anni lo ha avuto quale conduttore spirituale e che ha conosciuto, in
tante circostanze, liete e tristi, il suo grande calore umano e la sua fede profonda.
Uniti nel dolore ma anche nella gioiosa
certezza della vita in Cristo, rinnoviamo
ai familiari la nostra simpatia cristiana
e chiediamo al Signore di colmare il vuoto’' che il pastore Jahier ha lasciato in
noi tutti.
• L^Evangelo della Risurrezione è stato
annunciato giovedì, scorso in occasione
del funerale della sorella Speranza Cortese, deceduta nella sua abitazione ai
Musset all’età di anni 73.
Ai familiari rinnoviamo il nostro cordoglio sincero.
• Domenica scorsa abbiamo avuto un
culto con riflessione comune. L’analisi
esegetica del testo, fatta dal pastore Taccia durante il sermone, ha dato lo spunto per una discussione nel confronto con
la Parola di Dio da parte di un buon numero di presenti.
Questo ascoltare la Parola di Dio in
modo più attivo e partecipe di quanto
non avvenga di solito al culto fatto da
una sola persona, è stato un esperimento positivo che verrà ripetuto la terza
domenica di ogni mese.
• I membri di chiesa sono convocati
presso la Sala del Presbiterio venerdì sera, 21 novembre, alle ore 20,30 per prendere parte all’Assemblea di Chiesa che
è stata programmata con il seguente ordine del giorno: a) eventuale riconferma
di alcuni membri del Concistoro che hanno terminato il quinquennio; b) elezione
di un nuovo membro del Concistoro;
c) elezione dei Delegati alla Conferenza
Distrettuale; d) vita della chiesa; e) varie.
• Ricordiamo che il gruppo di aggiornamento bìblico si riunirà venerd-, 28 c. m.
presso la sala dell’Asilo Valdese alle ore
20,45 e affronterà il problema dell’« interpretazione » della Scrittura.
Si è tenuta lunedì sera la seduta del
Consiglio Comunale che ha approvato
una serie di importanti iniziative per valorizzare il nostro comune. Mentre gli
scorsi anni il bilancio comunale raggiungeva la somma di 30 milioni, quest’anno la
somma iscritta a bilancio è di quasi otto
volte maggiore superando i 220 milioni.
Per questo il Consiglio ha autorizzato la
Giunta ad accendere i mutui necessari.
Le opere principali previste sono le seguenti :
a) costruzione di un edificio scolastico in borgata Roc comprendente anche
scuola materna e palestra onde permettere una adeguata sistemazione dei bambini di quella zona in continua espansione ( lOO milioni a carico totale dello
Stato).
b) Sistemazione strade comunali (60
milioni con contributo della Regione per
l’80% della spesa).
c) Potenziamento dell’acquedotto (20
milioni di cui l’80% a carico della Regione).
d) Costruzione di impianti sportivi
in località S. Bartolomeo di fronte alle
scuole comprendenti: un campo tennis,
un campo giochi per bimbi, un gioco di
bocce, un patinoir, (15 milioni di cui 50%
a carico della Regione). Alla realizzazione
di questi impianti partecipa volenterosamente anche la Pro Loco.
È stata altresì) approvata la « disciplina
della proposta di legge regionale» relativa alle norme per la disciplina della raccolta dei funghi presentata dai cinque comuni: Cantalupa, San Pietro, Prossasco,
Roletto e Prarostino.
Il Consiglio ha deciso di affidare per la
somma di 800.000 lire una tantiun lo sgombero della neve sulle strade comunali alla Ditta Emanuele Godine.
Attività ecclesiastiche.
• Il 26 ottobre è iniziata la Scuola Domenicale con la partecipazione dei bambini al culto di ripresa. Il programma da
svolgere, per i tre gruppi coadiuvati dai
sette monitori, prevede lo studio di alcuni dei miracoli di Gesù e la composizione dei dialoghi per la festa di Natale.
• Il 9 ottobre è ripresa al Rocco l’Unione delle Madri. Nella riunione si è deciso
il programma di attività da svolgere che
prevede: Meditazioni bibliche, preparazione al bazar, visite ai malati, anziani e
neonati.
• È terminato il primo turno di riunioni
quartierali aventi per tema lo studio di
alcuni atti sinodali.
• Il 23 ottobre è ripresa l’Unione Giovanile con un buon numero di partecipanti. È stato eletto il gruppo responsabile ed è stato deciso il programma da
svolgere. La filodrammatica ha, in questi
giorni, scelto il programma per la recita
di fine anno. Sarà rappresentato un atto
unico di V. Calvino e una commedia brillante di F. Roberto.
• Domenica 30 novembre avrà luogo dopo il culto (ore 10), presieduto da Claudio Tron, l’Assemhlea di Chiesa condotta da G. Pontet per la designazione del
nuovo pastore e per reiezione dei tre delegati alla Conferenza Distrettuale deU’8
dicembre.
• Atti liturgici.
Hanno avuto luogo i seguenti battesimi: 26 ottobre: Sara e Simone Bertalot
di Claudio e Paola; Bianco Alessandra
di Alessio e Luciana; 2 novembre: Rudy
Luca Borno di Predino e Ivonna; 9 novembre: Marco Rivoiro di Roberto e
Bruna.
Ha avuto luogo il 10 ott. il funerale di
Franco Rivoiro. Alla famiglia, vada tutta
la nostra simpatia.
Giovedì! 6 nov. si sono sposati con rito
civile Rimondi l^genio e Fornerone Rosanna.
• Notizie varie.
Si rende noto per chi desiderasse sottoscrivere la proposta di legge per l’abrogazione degli Enti inutili, potrà farlo in
Municipio nel consueto orarlo di ufficio
entro il 31-12 p. v.
L’Assemblea di tutti i Soci della Pro
Loco è convocata per limedì! 8-12 ore 21
presso la. trattoria « Tarin ».
Si ricorda ai Prarostinesi che tutti i sabati proseguono i lavori volontari per la
costruzione del nuovo Parco della Rimembranza. ^
Gruppo stampa FGEI
Pi) m aretto
S. Germano
Venerdì 21 novembre si terrà la seduta
del consiglio comunale (ore 20) nei nuovi locali della sede municipale. All’ordine del giorno : approvazione del bilancio
di previsione’ dell’esercizio finanziario
1976, nuovo trattamento economico dei
dipendenti comunali con applicazione dell’accordo nazionale che prevede la decorrenza dal 1.7.73. Su quest’ultimo punto è
necessario precisare che i dipendenti degli enti locali del pinerolese, con la sola
eccezione del Comune di Perosa Argentina, si trovano a dover lavorare con un
contratto applicato solo parzialmente.
Questa discriminazione deriva dalla decisione del COREGO (Commissione regionale di controllo) di Pinerolo che ha
fissato la decorrenza del nuovo trattamento giuridico ed economico dei dipendenti comunali alla data del 1 gennaio
1975 anziché, come dice l’accordo nazionale, dal 1 luglio 1973.
Pramollo
• Dopo alcuni anni di sofferenze, sopportate con cristiana pazienza, è deceduto nella sua abitazione ai Bocchiardoni,
Levi Jahier di anni 79.
Egli ebbe il grande dolore di perdere
il figlio Silvio durante il primo rastrellamento in Val Germanasca compiuto dai
nazi-fascisti nel marzo 1944.
Una folla imponente ha reso gli onori
funebri al nostro fratello giovedì, 13 u. s.
Alla vedova ed ai figli rinnoviamo la
espressione della nostra solidarietà nell’ora della prova.
• L’Unione Femminile avrà il suo primo
incontro domenica 23 novembre alle ore
14,30. Tutte le sorelle sono cordialmente
invitate.
Rorà
L’Amministrazione comunale ha programmato per questa settimana due nuovi incontri con la popolazione per esaminare, a livello di quartiere, i problemi del
comune.
Le riunioni hanno luogo mercoledi 19
alle Fucine e giovedì 20 al centro.
• Un grazie di. cuore a quanti, sangermanesi 0 meno, hanno assicurato la continuità della predicazione e lo svolgimento normale delle attività durante l’assenza del pastore Conte. Quest’ultimo ha effettuato un largo giro di visite a varie
comunità della Chiesa di Scozia su incarico della Tavola. Dovunque l’accoglienza è stata molto calorosa.
• Pensiamo con particolare affetto a
quanti sono stati colpiti dal lutto in queste ultime settimane. Ci hanno infatti lasciato : Eugenia Giaiero ved. Balmas,
Giovanni Emanuele Micol, Margherita
Pascal, Marta Luisa Bounous ved. Conti, Irma Long in Bouchard. Possa il Signore darci pienamente la fede che è
«certezza di cose che si sperano».
• L’associazione « Rostania » ha recentemente presentato nella nostra sala
una serata « ecologica » vivamente apprezzata. Le offerte sono state devolute al
fondo « riso per il Vietnam ».
• La Corale ha dal canto suo presentato alcuni canti ed una farsa. Le offerte
saranno destinate al « fondo restauri». Un
grazie alla Sig.na Türk ed agli attoricantanti.
• Abbiamo salutato il fratello Clement
Beux che, con la figlia, ha trascorso alcune settimane in mezzo a noi. L’abbiamo
pregato di salutare da parte nostra i fratelli di Buenos Aires.
• Prossimo incontro monitori: martedì, 25 novembre.
• Prossime riunioni quartierali; Bert
mercoled'-i 26 novembre; Costabella, giovedì, 27 novembre.
• Le offerte « pro restauri » hanno cominciato ad affluire. Mentre ringraziar
mo quanti hanno già fatto uno sforzo in
tal senso ci auguriamo che tutti i fratelli
portino pienamente con noi questa responsabilità particolare.
• Domenica 23 novembre avrà luogo
subito dopo il culto un’assemblea di
Chiesa nel corso della quale verrà fatta
una relazione dei lavori sinodali.
• Ricordiamo che i catecumeni di III
e IV anno si ritrovano rispettivamente
il sabato alle 14.30 e alle 15.30.
Comunichiamo l’orario della Segreteria
comiinale in cui i cittadini possono firmare per sostenere la legge di iniziativa
popolare sulla riforma dell’assistenza ;
tutti i giorni eccetto il sabato, dalle ore
8.30-10.30; 15.30-17.
Presso il Giudice conciliatore: tutti i
giorni eccetto il sabato, dalle 8.30-12.30 e
dalle 14.30-17.30.
Presso il notaio Scarabosio, Via Montebello 2, primo piano, il martedì, mercoledì, giovedì), sabato dalle 9.30-12.30.
Villar Pellice
Il 13 novembre si è svolto il funerale di
Alessandro Broda, di anni 58, residente
a Torino e originario di Villar, dove egli
veniva a trascorrere le vacanze. Ai familiari rinnoviamo l’espressione della
nostra simpatia.
Doni per l'Asilo
di Insoma S. Biovonni
Doni pervenuti tramite la CIOV: Elvira De
Bettini, in mem. di Beux Maddalena, Gamba Caterina e Chauvie Giulietta (T.P.) (22/1/75) L.
5.000; Amilda Plavan, in mem. del marito
Guido Plavan (T.P.) (27/3/75) 5.000; Elvira De
Bettini, in mem. di Laura Falchi, Lidia Bounous
e Dante Cocorda (T.-P.) (9/5/75) 6.000; Chiesa
di Biella (10/7/75) 10.000 Anna Maria Rotte di
Zurigo (20/10/75) 11.070; Comunità di Rimini
(20/10/75) 10.000; Elvira e Giancarlo De Bettini, in mem. di Sebastiano De Bettini nel 10“
anniversario dipartenza (T.P.) (16/5/75) 15.000.
Doni pervenuti nel mese di ottobre 1975 per
la nuova costruzione.
In mem. di Simond Margherita ved. Calgaro,
la famiglia (T.P.) L. 50.000; Scanzioli Jole
80.000; Gagliani Fortunato 3.000j Gaydou Giuseppe in mem del fratello Guido (To) 10.000;
Citernesi Paola (To) 10.000; Armand Hugou
Carlo (T.P.) 5.000; Lavizzari Guido (Mi) 10.000;
Bordizzo Adriano (CoUegno) 25.000; Chiesa dei
Fratelli di Torre Pellice 100.000; Danilo, Bianca, e Elsa Lanzerotto, in mem. di Leone Lanzerotto 100.000.
In mem. di tante Rosette Jouvenal-Ghiavia :
Franco, Giulio e Giovanna Lapisa .10.000., Maurizio, Alda e Valdo Geymonat 10.000, Elsa e
Gianni Boero Rol 10.000, Patrizio e Luciana
Boero Rol 3.000; Alice e GiuUo Bechis, in mem.
dello zio Guido Gaydou (Rivoli) 10.000; N.N.
25.000; Allio Emilia e nipoti IppoBto e Ayassot,
in mem. di Emilia Durand-Ganton ved. Alharin
(Roma) 20.000; Balmas Riccardo e Margherita,
in mem. di Balmas Alberto (To) 10.0()0; famiglia Rinesi, in mem. dei nonni Rinesi Giovanni
e Fanny 20,000; Fiamma e Sandra Armellino,
in mem. del loro papà e dei nonni ArmcRino
(Prarostino) 20.000; Susanna, Maria e Lina
Bonjour in mem. della zia Lina ViHa (B.P) 30
mila.
Niny e Piero ‘Boer con Claudio e Cristina, Silvio e Maura, fiori in mem. deUa Sig.ra Margherita Colombo-Besson 10.000; Livio e Dina GobeUo-Jallà, in mem. di Chiavia-Jouvenal Rosetta
5.000; Ambrosio-Gamba Lina (Mi) 2.000; Rosetta 5.000; Ambrosio-Gamba Lina (Mi) 2.000.
(continua)
Ringraziando vivamente, ricordiamo che ogni
offerta può essere fatta usando il c.c.p.^ 2/16947
Asilo Valdese - Luserna San Giovanni (Torino).
AVVISI ECONOMICI
A partire dal 1“ maggio 1976 si renderà vacante la gerenza del Rifugio Barbara Lowrie
(Valle Carbonieri). Quanti sono interessati alla
cosa possono mettersi in contatto con il Consiglio
Direttivo. Termine ultimo del ricevimento delle
richieste 10 dicembre 1975.
È mancata all’affetto dei suoi cari
Ida Sappè nata Bertalot
di anni 66
La famiglia lo annuncia con profondo dolore.
« Gesù disse: venite a me, voi tutti che
siete travagliati ed aggravati, e io vi
darò riposo y> (Matteo 11: 28).
Funel, Francia, 1“ novembre 1975.
« Quand^anche i monti s^allontanassero
e i colli fossero rimossi, Vamor mio
non s’allontanerà da te, né il mio patto
di pace sarà rimosso, dice VEterno, che
ha pietà di te ». (Isaia 54, 10)
Il 14 novembre il Signore richiamava a Sé il
Pastore Valdese
Roberto Jahier
Lo annunciano figli Marina col marito Claudio Bcitin e figli Anna e Riccardo; Enrico con
la moglie Silvana Micellino e figli Federico e Roberto; cognati, nipoti e parenti tutti.
La famiglia ricorda quanti hanno partecipato
alla sua vita di testimonianza ed esprime profonda commossa gratitudine agli amici che lo
hanno circondato con il loro affetto e le loro
premure ed a quanti hanno manifestato la loro
simpatìa.
Luserna S, Giovanni (via Fuhrraann, 34)
17 novembre 1975
8
21 novembre 1975
TORINO: COMUNITÀ’ ISRAELITICA
Intervista al rabbino Sierra
CARCERI IN ITALIA
. condanna, espressa dall’ONU
del Sionismo, abbiamo voluto intervistare
Il prof. Sergio Sierra, rabbino capo della
comunità israelitica di Torino.
La posizione, espressa dal rabbino, permette di guardare il problema del Sionismo da un’angolatura ’ufficiale’ e decisamente rappresentativa.
Queste le domande ch¿ gli abbiamo rivolto:
co. pell’anelito di ritorno a Sion, cioè di
« spirito sionistico » sono impregnate tutte le preghiere ebraiche, il rituale e le
pagine più famose dell’antica letteratura
biblica e post-biblica. L'intera espressione deH’ebraismo storico risulta incomprensibile senza il riferimento a Sion.
« La geografia carceraria italiana è assai preoccupante sia ner le
Tdi^'ÌsTeio^'iÌ^e®”'''^^ sovraffollamento e di carenza di strutture
e di disagio in cui versano i detenuti sia per i continui arbitri giuridici ed amministrativi da parte delle direzioni, sia per la indifferenza
e 1 impreparazione dei magistrati ». - p u i lumerenza.
di l! Cenni di geografia carceraria”, a cura
Que^m^Wvi'’”d® detenuto” d’ispirazione radicale. Da
, che costituisce una contro-informazione sulle
carceri italiane, riportiamo di seguito alcune situazioni delle carceri
piu importanti.
— Potrebbe dirci che cosa significa, per
il popolo ebraico, il 'Sionismo'?
— « Sionismo » non è soltanto il mo
— Quale rapporto esiste tra la vostra
posizione di 'ebrei italiani' e l'ideologia
sionista?
derno^movimento politico, grazie al qua
le il popolo ebraico ha espresso la sua
coscienza nazionale, ma è una delle essenz’iali «componenti dell’ebraismo. La fede nell avvenire, la certezza che sarebbe
venuto un giorno nel quale il popolo di
Israele avrebbe ritrovato libertà e pace
nella sua terra storica, hanno costituito
per secoli 1 anelito e la sorgente della forza spintuale che ha animato le Comunità
ebraiche formatesi nella Diaspora dopo
la distruzione del I e del II Stato ebrai
— Il rapporto tra Comunità ebraica ed
ideologia sionistica è quello che ha esercitato nello spirito degli ebrei la loro fede religiosa. È stata la componente « sionistica », implicita nell’ebraismo, che ha
contribuito a conservare viva la coscienza nazionale ebraica. Per quanto concerne il rapporto tra Comunità ebraica della diaspora con l’attuale Stato d’Israele,
gli ebrei delle diverse Comunità sono
giuridicamente degli stranieri, cioè non
sono israeliani.
Aspettando la riforma
— Qual'è la vostra reazione di fronte
alla recente mozione dell'ONU che condanna il 'Sionismo'?
Assemblea
regionale
FQEI - lombarda
Cip» trenta rappresentanti dei vari
gruppi della PGEI Lombardia (Como,
Lodi, Brescia, Bergamo, Milano, CiniseliQ. Pavia) hanno partecipato all’assemblea repponale che ha avuto luogo a Bergamo,- il 9 novembre. La relazione introduttiva della giunta uscente, ha toccato
i seguenti punti;
1) una breve analisi della situazione
politica attuale, sia internazionale che
narionale e per ciò che riguarda questa
ultima, con particolare riferimento alla
crisi della D.C. e al ruolo politico del
sindacato ;
2) rispetto alla questione del mondo
cattolico, si osserva che:
a) la D.C. non è un interlocutore serio né per il movimento di massa, né per
i partiti della simstra, né per il sindacato;
b) il voto del 15 giugno come già
quello del «referendum» ha «scollato»
il mondo cattolico;
c) la proposta e il dibattito sul secondo partito cattolico mostrano come
le masse cattoliche non sappiano o non
oossano sganciarsi da una tradizionale
ideologia integrista;
3) la FGEI in questo quadro ribadisce che:
a) la ^litanza si ha soltanto nelle
organizzazioni di classe per evitare ogni
ambigpiità ed o^i integrismo;
b) l’alternativa a comunione e liber^ione non la si dà con ima organizzazione di cattolici ispirata a sinistra, ma
riaffermando la necessità di quella alternativa evangelica che la PGEI ha cercato di definire nei suoi ultimi campi studi.
Ne è seguito un ampio dibattito che
ha messo in evidenza i seguenti aspetti:
1) il futuro ruolo delle forze della sinistra nella gestione del «dopo 15 giugno», anche nei confronti delle masse
cattoliche ;
2) alla volontà di « spaccare » la D.C.
deve far segRiito una cultura alternativa
a quella cattolica attuale che nasca dalle
esperienze di lotta del proletariato.
Per ciò che riguarda il programma di
lavoro della FGE!I Lombardia, l’Assemblea ha chiesto che con l’aiuto della commissione politica si organizzi a S. Fedele
un convegno di studio su : « La questione
comunista e il compromesso storico»;
che la nuova giunta prenda contatti con
tutti i gruppi della Lombardia e Piemonte orientale, per la preparazione del precongresso PGEI Nord e del Convegno
che si terrà nella primavera prossima in
collaborazione con la rivista « La scuola
domenicale» sui problemi specifici del
settore scuola domenicale e catechismo,
che vede impegnati molti membri della
PGEI. Paolo Naso, Paolo Bibet e Denny
Briante, sono la nuova giunta della FgeiLombardia.
— La mozione dell’ONU che condanna
a maggioranza il Sionismo equiparandolo al razzismo è di un’estrema gravità.
Essa ci riporta alla memoria la politica
antisemitica del fascismo iniziata appunto con la condanna del Sionismo. Tale
mozione costituisce una delle purtroppo
numerose manifestazioni di pervicace avversione all’Ebraismo. Al di là delle sue
finalità strumentali, tendenti a colpire la
legittimità storica dello Stato d’Israele, la
mozione costituisce la dichiarazione di
un falso storico che colpisce non solo gli
ebrei che vivono in tutto il mondo, ma
offende àltresì la coscienza di ogni perspria phe riconosca Tautenticità del messaggio biblico ebraico, che pure costituirce un patrimonio comune del mondo civile.
Martin Buber, aH’inizio di un suo libro
dedicato alla storia del Sionismo, avverte che la sua trattazione non è soltanto
la storia di un movimento politico, ma è
pure la storia di un’idea religiosa: « lo
spirito di una fede » e « caratteristica di
una tale spiritualità è il fatto che, finché
essa è viva, la storia è responsabile di
fronte ad essa e non essa di fronte alla
storia ».
MILANO, Carcere giudiziario « S. Vittore » - Sovraffollamento enorme (1500 denuti circa laddove la capienza massima è
di 800). Condizioni antigieniche delle celle
con letti a castello. Assenza di soggiorno.
Docce non funzionanti. Persistenza delle
« bocche di lupo » e del bugliolo in un intero braccio e nelle celle di isolamento
per ammissione dello stesso vice direttore. Mancano le commissioni dei delegati di braccio, esistono solamente quelle a
sorteggio previste dal regolamento. I generi alimentare hanno prezzi tanto esosi
da raggiungere il 30-40% in più dei prezzi
attualmente in vigore alTesterno.
la settimana internazionale
cura di tullio viola
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UNA DECISIONE NEFASTA
L articolo di testa di « Le Monde »
del 12.11 valuta severamente, sotto questo
stesso titolo, la decisione di condanna del
Sionismo, preso a maggioranza dall’assemblea generale dell’ ONU. Condanna
grave ed ingiusta, che «stabilisce essere
il Sionismo una forma di razzismo e di
discriminazione razziale » (testualmente
nel documento ufficiale).
NelTarticolo si legge che, « decidendo
in tal modo, l'assemblea dell'ONU ha dimostrato ancora una volta la forza che
può essere esercitata, in quella sede, il
controllo d'una "maggioranza automatica", e in pari tempo la debolezza inerente
(per questo stesso fatto) alle decisioni,
unilaterali e parziali, prese nei confronti
d'urio dei suoi membri. Infatti è ben chiaro il significato implicito di questo voto:
condannando una dottrina che serve di
fondamento all'esistenza d'Istraele, i paesi arabi (alcuni dei quali smembrano pronti, per lo meno, ad adattarsi alla presenza d'uno Stato ebraico in Palestina) fanno un repentino voltafaccia dottrinale
(in apparenza!) e si rimangiano codesta
loro accettazione.
L'anno scorso (come si ricorderà) l'OLP
( = Organizzazione per la liberazione della
Palestina) fu ammessa all'assemblea generale dell'ONU in qualità di "osservatore".
La decisione odierna non può che incoragggiare Israele nell'idea che non ci si
possa ormai attendere più nulla da un'organizzazione come l'ONU: perché l'ONU,
dopo aver formalmente approvato la sua
creazione, pretende restare, fino a nuovo
ordine, il luogo privilegiato per la definizione delle controversie internazionali. (...)
Il voto dell'ONU è riprovevole per due
diversi ordini di ragioni:
1) Sul PIANO MORALE,, è particolarmente urtante il veder condannato come
"razzista" il popolo che ha maggiormente
sofferto per tale aberrazione, condannato
da una coalizione in cui si tengono a braccetto l'Arabia Saudita propagandista dei
più grossolani "falsi antisemiti"; l'Uganda il cui capo ha fatto l'apologia di Hitler;
infine taluni paesi dell'Est che, dopo aver
contribuito a creare lo Stato d'Israele,
nascondono troppo spesso con la parola
"antisionismo" un antisemitismo latente. (...)
2) Sul PIANO POLITICO questo voto
è, senza dubbio, ancor più nefasto, perché esso non potrà che incoraggiare i
"falchi" israeliani nella loro intransigenza, ed orientare verso di loro molte persone esitanti e molti ebrei non sionisti.
In conclusione, l'ONU ha compiuto un
atto destinato a rendere più difficili sia il
negoziato, sia le necessarie concessioni
da parte israeliana. È indubbio che proprio questo cercavano d'ottenere taluni
degli autori del documento ufficiale; ma
è proprio questo l'interesse della "comunità internazionale"? ».
Noi concordiamo pienamente con questa critica di « Le Monde », ben lieti di
sentirci in compagnia di taluni uomini
della sinistra italiana: per es. con Nenni,
con Terracini ecc. Ci duole e ci urta invece il trionfalismo e il fanatismo con cui
hanno accolto la decisione dell’assemblea
dell’ONU taluni giornali della sinistra
extra-parlamentare italiana, per es. « Lotta continua » e « Quotidiano dei lavoratori ». Più serio, più sfumato, più intelligente il commento del « Manifesto » (v.
il n. 254 del 13.11, p. 4), pur essendo anch’esso lontano dal nostro punto di vista.
L’ULTIMO MONARCA ASSOLUTO
DEL MONDO OCCIDENTALE
* Lasciamo da parte il mito del capo
carismatico, del salvatore della Spagna,
del difensore della civiltà cristiana. Lasciamo anche da parte la leggenda nera
del bruto col petto decorato di medaglie,
e quella del tiranno che difende il proprio
trono col ferro e col sangue. Che cosa
resta allora? Resta il fatto che Francisco
Franco Bahamonde, “Caudillo di Spagna
per grazie di Dio", sarà stato probabilmente l'ultimo monarca assoluto del mondo occidentale ».
Dal libro di Edouard de Blaye: « Franco ou la Monarchie sans roi », ediz. Stock;
riportato da « Le Monte » del 25.10.1975).
vraffollamento e la mancanza totale di
igiene rendono il centro clinico praticamente inservibile.
LECCE, Carcere giudiziario - La situazione è simile a quella di Bari per affollamento con aggiunta delle caratteristiche
proprie del carcere di punizione, caratteristiche che Lecce presenta in modo marcato.
BOLOGNA, Carcere giudiziario - Nel
carcere principale della « regione rossa »
mancano le cabine telefoniche previste
dal regolamento. Il parlatoio, squallido e
irrazionale conserva il vecchio bancone
divisorio, non si possono acquistare liberamente giornali e riviste vendute all’esterno; la doccia è concessa solo una
volta la settimana.
ROMA, Falegnameria di Rebibbia - Qui
i reclusi fabbricano per il ridicolo compenso di 25.000 lire mensili e lavorando
a ritmi coatti, mobili di lusso (armadi,
mobili-bar, copie in noce di orologi a pendolo antichi) che, assieme ai paralleli lavori artistici in ferro battuto, sono « smistati » con la complicità della direzione,
in cambio di favori personali di sottogoverno, a giudici, consiglieri e al personale
ministeriale, destinando così il frutto del
lavoro degli sfruttati a chi li giudica quotidianamente dei criminali e dei mostri.
BARI, Carcere giudiziario - In questa
galera manca l’acqua, le cimici sono una
vecchia tradizione ormai consolidata, in
compenso le docce non esistono. Il so
PALERMO, Carcere giudiziario - Poiché
è impossibile la rappresentazione delle
brutture di questo carcere, mi limito a
mostrarle attraverso un caso singolo.
Un detenuto di 34 anni chiede di venir
medicato, perché il moncone della gamba
che gli è stata amputata poco temjx) prima gli procura dolori lancinanti.
Questi sono causati in parte dalTosso
che sporge. Oltre a questo, l’apparecchio
ortopedico si è rotto e un dente malato
gli procura dolori lancinanti.
chiede di venir mandato a Roma per
stare vicino ai suoi figli e di farsi togliere il dente malato. Ebbene, di denti gliene
levano subito due, proprio davanti, ma a
forza di botte, mentre quello malato resta al suo posto. Poi il compagno viene
cacciato nella cella di isolamento (il 14
ottobre scorso) perché troppo vistosamente malconcio per le botte ricevute.
Egli rimane da solo e in preda ad atroci
sofferenze a causa della gamba. Poi gli
promettono che alla fine del mese lo faranno partire, ma per il manicomio di
Barcellona, perché è evidente che le gambe malate si curano con l’elettrochoc ai
genitali o con gli psicofarmaci in modo
il malato dimentichi la sofferenza oppure
la releghi nell’angolo più profondo della
coscienza. Centri chirurgici, lager nazisti
dove si ripetono ogni giorno torture antiche e nuove con metodi di brutalità che
non importa se hanno una giustificazione
scientifica oppure no.
CAGLIARI, Carcere giudiziario - Pestaggi ad opera degli agenti di custodia. Colloqui ridotti a un quarto d’ora e alla presenza anche uditiva degli agenti nonostante le recenti disposizioni. I prezzi dei generi alimentari sono maggiorati dal 30%
rispetto a quelli ©sterni (una scatola di
pelati costa L. 240, fuori L. 190; la bombola dei fornellini costa L. 800, fuori L. 550).
Una sola ora e mezza di aria al mattino
e rnezz’ora al pomeriggio. I locali sono
antigienici e frequenti sono i casi di scabbia e piattole. A differenza di altre carceri non entrano né radioline né piccoli giradischi.
ALGHERO - ASINARA - E impossibile
descrivere con poche parole 1’« inferno
dei vivi » come viene chiamata la « colonia agricola » deirAsinara, ma ci vorrebbero interi volumi per dare seppure una
pallida idea della tomba dei diritti civili
che è Alghero. I detenuti hanno sporto
denunce più volte e così ha fatto la segreteria della lega, ma finora tutte le denunce sono state archiviate.
Lega per la Difesa del Detenuto
Giuliana Cabrini
Comitato di Redazione; Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
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