1
Spedizione in abb. postale/pub. 50%
Torino
In caso di mancato recapito
si prega restituire al mittente presso
l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a
corrispondere ii diritto di resa.
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTI:, METODISTE, VAI DESI
venerdì 22 DICEMBRE 1995
IL RAPPORTO DELL'ONU SULL'INFANZIA
BAMBINO
DI BETLEMME
LUCIANO DEODATO
Chi non conosce la classica scena dell’annuncio
degli angeli ai pastori? Nella
notte fonda il cielo di Betlemme si anima e si illumina e ai
pastori spaventati e stupiti
l’angelo dà la notizia che
«nella città di Davide» è nato
un salvatore, anzi il Cristo, il
Messia; anzi, di più ancora, il
Signore (Luca 2, 8 ss.). Alla
grandiosità della scena, con
questo cielo intero in movimento e alla ridondanza dei
titoli che riprendono l’antica
storia di un glorioso passato e
indirizzano lo sguardo verso
un futuro ricco di liberazione,
fa riscontro la povertà del segno che viene dato: «Troverete un bambino fasciato e
coricato in una mangiatoia».
L’ambiente ha ben poco di
glorioso, e il neonato è per
definizione imbelle e non autosufficiente.
Il recente rapporto dell’Onu
sulla situazione dei bambini
fa venire i brividi: è sconvolgente leggere i dati dell’enorme crudeltà esercitata nei
confronti dei bambini, tanto
più odiosa in quanto le vittime sono del tutto indifese.
Quali infernali mostri ci portiamo dentro? L’orco cattivo
che mangia i bambini appartiene soltanto alle favole della
nostra infanzia; è il ricordo di
un oscuro medioevo, o è
proiezione e metafora di ciò
che siamo? Sui bambini sono
sempre state commesse violenze di ogni tipo: abbandonati dai genitori, uccisi, mutilati, schiavizzati, picchiati,
venduti... Non so se la nostra
epoca sia più crudele di un
tempo. Se differenza c’e,
consiste soltanto in maggiori
potenzialità che la scienza ci
offre, rispetto al passato. Una
volta per esempio non si poteva sfruttare un bambino per
l’espianto di organi. Oggi sì.
E chissà domani che cosa si
riuscirà a fare e quali altre
raffinate nefandezze e crudeltà saranno esercitate nei
confronti dei bambini.
In questo contesto ci si potrebbe chiedere se quella del
«messia-bambino» sia stata
una buona idea. Non a caso,
infatti, la vita di quel bambino corre subito grossi rischi
perché Erode si sente minacciato e organizza la strage degli innocenti, ad analogia di
quanto, secoli prima, il faraone aveva fatto con i bambini
degli ebrei. È strano dunque
notare come nella storia della
salvezza ricorrano bambini
che si muovono in un mondo
di morte, ma le cui figure
vengono caricate di significati enormi: «...un fanciullo ci è
Questo è Vultimo
numero del 1995
nato - proclama Isaia - l’imperio riposerà sulle sue spalle... sarà chiamato Dio potente» (Is. 9, 5).
Perché le Scritture collegano la salvezza ai bambini?
Perché sono innocenti e semplici? Non sempre: talvolta
sono un concentrato della
cattiveria dei loro genitori.
Perché sanno abbandonarsi
con cieca fiducia agli adulti e
credono a qualunque favola
venga loro raccontata? Ma la
fede può essere confusa con
la credulità? Insomma ci sono delle qualità specifiche
che motivano una scelta preferenziale della figura del
bambino da parte di Dio in
relazione alla salvezza? Non
credo. Anzi, ho l’impressione
che sia proprio l’assenza di
qualità specifiche a privilegiare il bambino come «luogo» della manifestazione di
Dio. È in un «non-essere»
che si manifesta 1’«essere»,
in una «debolezza» che si dispiega la «forza», in una «povertà», che si realizza la «ricchezza» della grazia e della
vita di Dio, in una «impotenza» che si vede la «signoria»
di Dio. Dunque non è un caso
la scelta dei bambini.
Il rapporto Onu d’altra parte, proprio a causa del suo
realismo, ci riempie di orrore
ma contribuisce a mettere ancora più in evidenza l’assurdità e novità della scelta di
Dio. Una scelta con la quale
forse sarebbe bene che ci
mettessimo in sintonia perché
il nostro futuro è collegato alla figura del bambino della
stalla di Betlemme.
Il Natale annuncia la buona notizia che Dio si è incarnato ed è con noi
Dio ti trasforma e ti mette in moto
EUGENIO RIVOIR
«Tu non sei più servo, ma figliolo; e se
sei figliolo, sei anche erede per grazia di
Dio»
(Calati 4,7)
Un certo numero di persone, abitanti
in quella terra che era chiamata Galazia anni e anni fa e che ora fa parte della Turchia, un giorno riceve una lettera.
È una lettera per tutti, e porta notizie e
saluti e consigli da parte di Paolo. Era
ormai da un po’ di tempo che, in mezzo
alla loro allegrezza e alle loro preoccupazioni, circolavano opuscoli e volantini
firmati da Paolo e indirizzati ai fratelli e
alle sorelle in fede. Questa volta la lettera-libretto è per loro, gente della Galazia.
Leggono quello che Paolo ha scritto, se
lo passano di casa in casa, lo leggono insieme. Qualcuno, cercando di riassumere, propone un titolo: è «il canto della libertà». Leggono un po’ alla volta, gli
abitanti della Galazia.
Oggi, come fanno spesso nel «giorno
del Signore», si sono raccolti a meditare
questa considerazione che li fa discutere.
Pensano, nella loro ricerca, che tra di loro ci sono molti servi; ma qualcuno fa
osservare che anche quelli che servi non
sono dipendono da altri, da un loro superiore, da persone che contano di più nel
settore politico o economico o culturale.
Ci sono altri che comandano per loro,
che li influenzano. Insomma, non si sentono liberi al cento per cento. Più di uno
di loro, quando deve dire o fare qualcosa
si guarda intorno per capire che cosa fanno gli altri. I servi sono quelli che dipendono dagli altri, che fanno come vogliono gli altri. Lo fanno spesso tutti, e a volte quasi non se ne accorgono. Paolo, invece, nel suo libretto, dice che si può
non essere servi, non dipendere da altri,
si può essere liberi. Succede così che,
parlandone insieme e incoraggiandosi
l’un Tallro, un po’ alla volta i membri
del piccolo gruppo decidono di non tener
conto di quel che pensano gli altri. Provano a vivere come persone libere.
Si dirà: «Come hanno fatto? chi ha dato loro il coraggio e la capacità di farlo?». Noi) ho mai conosciuto nessuno di
loro ma credo di poter immaginare che
questo è successo. L’annuncio di Paolo
dice che «tu non sei più servo, ma figliolo; e se sei figliolo sei anche erede per
grazia di Dio». In questo annuncio, che
arriva come un segnale di liberazione, tu
non sei più solo, sei messo in relazione
con il Padre, sei diventato «figliolo», sei
diventato «erede». Non ce la potresti fare, ma hai il Padre che ti mette in moto,
che ti ha chiamato erede, che ti ha dato
tutto, che ti permette tutto, che ti ha trasformato, perché hai scoperto tutto quello che hai ricevuto, quello che hai, quello
che sei, quello che ti è possibile fare. Hai
ricevuto tutto dall’incontro con il Padre,
sei erede «per grazia di Dio». La scoperta che fai ti ha trasformato; è come se ora
ci vedessi (e prima, rassegnato, brancicavi nel buio). E sai che puoi andare.
Così, in più punti della terra, in momenti diversi, degli uomini e delle donne si sono messi in moto, hanno osato
dire e fare cose che non avrebbero mai
immaginato. E questo ci è stato raccontato perché potesse diventare storia di
ognuno di noi.
ANNO 3 - NUMERO 48
Il nostro settimanale
L'anno
che verrà
GIORGIO GARDIOL _
Con questo numero concludiamo il terzo anno di
«Riforma». Un anno importante che, all’inizio di settembre, ha visto riuniti a Torre
Pellice i rappresentanti delle
chiese battiste, metodiste e
valdesi che nel 1990 hanno
dato vita al progetto «Riforma», che è stato poi realizzato a partire dal 1993.
Sono stati tre anni nei quali
abbiamo cercato di mettere in
relazione tra loro le chiese e i
gruppi della grande diaspora
protestante italiana. 600 persone diverse hanno scritto
ogni anno su questo giornale.
È un risultato che ci fa dire
che il nostro settimanale è in
primo luogo un luogo di dibattito comunitario, della comunità protestante che vive
in Italia. Certo dovremo far di
più, mettere in relazione attraverso il nostro giornale anche i piccoli grappi oltre che
le medie e grandi chiese.
Abbiamo cercato di mettere
in relazione il nostro piccolo
protestantesimo italiano con
la più grande comunità cristiana e protestante che vive
nel mondo. Le notizie che vi
abbiamo dato sulla testimonianza cristiana nel mondo
sono state quasi sempre originali e uniche nel loro genere,
perché purtroppo nel nostro
paese l’informazione religiosa, che non sia quella cattolica, non trova spazio nella
grande informazione sia scritta che radiotelevisiva.
L’assise delle chiese di Torre Pellice ci ha chiesto anche
di fare un salto di qualità: senza dimenticare il carattere comunitario del settimanale; ci
ha chiesto di affrontare più direttamente il problema della
presenza evangelica in campo
culturale, sociale e politico, di
essere un po’ di più «rivista».
In questi mesi abbiamo lavorato a un progetto di «restyling» di Riforma i cui risultati comincieranno ad essere presenti nei numeri del
prossimo anno. Poiché il
giornale è comunitario chiediamo la vostra collaborazione di critica e suggerimenti
affinché il nostro lavoro sia
veramente corrispondente a
quanto le chiese vogliono e
non solo una nostra, parziale,
interpretazione dei deliberati
dell’assise. Aspettiamo quindi le vostre lettere e le vostre
telefonate e... il rinnovo dei
vostri abbonamenti.
Auguri per un sereno e benedetto Natale e anno nuovo.
CuCto di 0\[ataÌe
in eurovisione
dalla chiesa valdese di Milano
Raidue ore 10
lunedi 25 dicembre
Predicazione del pastore
Salvatore Ricciardi, coro
delle corali riunite, musiche
del grappo di ottoni «Milano Brass Ensemble».
2
PAG. 2 RIFORMA
«Vangelo disse
loro: Non temete,
perché ecco, vi reco
il buon annunzio di
una grande allegrezza che tutto il
popolo avrà: “Oggi,
nella città di Davide, v’è nato un Salvatore, che è Cristo,
il Signore”»
(Luca 2, 10-11)
«Poiché un fanciullo ci è nato,
un figlio
ci è stato dato,
e Pimperio riposerà
sulle sue spalle;
sarà chiamato
Consigliere
ammirabile,
Dio potente.
Padre eterno,
principe
della pace»
(Isaia 9, 5)
«...egli insegnerà la
giustizia
alle nazioni.
Egli non griderà,
non alzerà la voce,
non la farà udire
per le strade.
Non spezzerà la
canna rotta
e non spegnerà il
lucignolo fumante;
insegnerà la giustizia secondo verità.
Egli non verrà meno e non si
abbatterà
finché abbia stabilita la giustizia sulla
terra...»
(Isaia 42, 1-4)
«È venuto in casa
sua, e i suoi non
Vhanno ricevuto;
ma a tutti quelli che
l’hanno ricevuto
egli ha dato il diritto di diventare
figlioli di Dio;
a quelli, cioè, che
credono nel suo
nome; i quali non
sono nati da sangue, né da volontà
di carne, né da volontà d’uomo, ma
sono nati da Dio»
I
(Giovanni 1, 11-13)
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 22 DICEMBRE 1995
VI E NATO UN SALVATORE
La predicazione cristiana ci pone di fronte a Gesù Cristo
e per cominciare ci pone di fronte a Gesù che nasce a Betlemme
SALVATORE RAPISARDA
L? angelo che parla ai pastori
nella contrada di Betlemme è più che un portatore di
informazioni. Nel dire «vi è nato
un Salvatore...» egli coinvolge i
pastori, li pone in una nuova dimensione. Ora essi non sono
soltanto pastori, guardiani e allevatori di greggi, ma sono anche
investiti della gioia e della responsabilità di un neonato che è
nato loro, e per loro.
Un figlio nato anche per noi
La nascita di un bambino, o
di una bambina, in una famiglia è, per eccellenza, un lieto
evento e allo stesso tempo un
evento che segna e trasforma
resistenza di una coppia. Il figlio, la figlia, tanto atteso ora è
nato. La madre lo stringe al seno,
lo allatta, lo protegge. Il padre lo
osserva, lo ammira, ne rimane
incantato. Padre e madre fanno
progetti per il futuro. La loro vita
ora prende una nuova direzione,
assume una nuova dimensione.
Padre e madre non vivono più
per se stessi, ma vivono per il figlio, o figlia, che è nato loro.
Il figlio nato a Betlemme è nato ai pastori e per i pastori, ma
non soltanto per loro. Quel figlio
è nato anche per noi. Il Natale ci
pone di fronte all’annuncio
dell’angelo, e ci pone di fronte
alla responsabilità di accettare
Preghiamo
Grazie, Signore, per la tua venuta in mezzo a noi.
Ora voglio venire a te tenendo per mano
uomini e donne extracomunitari,
immigrati, forse èmche clandestinì.
fu me li hai mostrati come fratelli e sorelle.
Ora so che il loro bisogno è il mio bisogno,
e il loro diritto, come il mio diritto,
non si fonda sulla ricchezza, né sulla cittadinanza,
ma sul tuo amore. fi V ’
Concedimi, Signore, di venire a te senza dimenticare
chi è nel dolore, nella fame, nella maUtìtia.
Concedimi di essere prossimo di chi si imbatte
nei ladroni e viene lasciato senza cibo, terrà, diritti.
Concedi a me, alla tua chiesa, alle tue creature tutte
di camminare nella meravigliosa luce del Natale,
del Cristo veruito per aprirci alla speranza e alla
gioia del mondo nuovo.
questo figlio come nostro, oppure di disconoscerlo. Il figlio ci è
nato, ci è dato. Ora dobbiamo
scegliere tra prenderlo in braccio
e accoglierlo come nostro con
gioia, oppure no.
Sottolineiamo che si parla di
un figlio, di una persona. Non
siamo di fronte al dilemma tra
credere una notizia per vera oppure di ritenerla falsa e quindi rifiutarla. L’Evangelo non può essere ridotto a nozione, a dottrina.
Gesù Cristo, persona e ministero, è r Evangelo. La predicazione cristiana ci pone di fronte a
Gesù Cristo, e per cominciare ci
pone di fronte a Gesù che nasce
a Betlemme. Egli nasce come un
figlio, ci è dato come un figlio
nato a noi. Tutto ciò ci pone di
fronte ad un fatto vitale; pieno di
sfaccettature, di sollecitazioni.
Siamo di fronte a una persona,
non a una cosa; non siamo nemmeno di fronte a una mera proposizione dottrinale.
Gesù Signore e Salvatore
Il bambino nato a Betlemme, il
figlio che noi accogliamo, è la
nostra unica possibilità di vita
nuova; con lui sperimentiamo la
salvezza e questa si cala nella
nostra quotidianità riempiendola
di significati nuovi. Egli ci dà di
sperimentare la salvezza in modo sorprendentemente attuale.
Egli, che nell’accoglierlo sperimentiamo come Salvatore, ci libera da una vita senza prospettive e senza sogni, per immetterci
in una nuova dimensione in cui
il nostro cuore e la nostra mente
cominciano a palpitare di vita
nuova. Egli trasforma la nostra
vecchiezza in giovinezza, la nostra cecità in capacità di cogliere
i cambiamenti, il nostro egoismo
in amore per l’altro. Ora non restringiamo il nostro orizzonte a
noi stessi, ma guardiamo ai piccoli, ai deboli, ai non autosufficienti, ai minimi, perché egli ce
li addita con la sua stessa presenza, con Tessersi fatto come
uno di loro.
La nascita del bambino è annunciata come un lieto evento,
come un evento di gioia per tutto
il popolo, per tutto il mondo (v.
10). Egli, infatti, è chiamato Salvatore, Cristo-Messia, Signore.
Questi titoli descrivono il bam
bino in termini che gli fanno assumere un ruolo e una dimensione storica, culturale e politica
che supera di gran lunga i confini dell’individuo, del clan, della
cultura-religione, della nazione.
Egli viene presentato e testimoniato come l’inviato di Dio
(Messia) che realizza le promesse di Dio ad Israele e le aspettative di quel popolo. Per questo
Gesù nasce a Betlemme, nella
città e nella casa di Davide. In
lui Dio si fa riconoscere come
colui che mantiene la parola e
non abbandona il suo popolo
nella vergogna della dominazione straniera e nella frustrazione
delle aspettative deluse. Ma c’è
di più: il bambino è anche chiamato Signore. Questa designazione per giudei, greci e romani
indica colui che esercita sovranità, potere, e può far ciò perché
ha liberato il popolo dai nemici.
Il Signore è, perciò, anche e in
primo luogo Salvatore.
Presentato come Signore e
Salvatore, il bambino di Betlemme supera i confini del suo casato e del suo luogo d’origine.
Egli, così, assume la signoria, in
quanto salvatore, di ogni popolo,
di ogni razza e lingua. La sua
salvezza è portata ovunque, supera ogni barriera, e per questo
nessuno può dirsi escluso o può
venire escluso.
Il bambino di Betlemme convoca tutte le genti per darsi a loro
e per diventare per loro punto di
incontro, sorgente di vita nuova.
Nel suo nascere a noi egli ci fa
diventare una grande famiglia di
fratelli, di sorelle, che scoprono
assieme una nuova dimensione,
una nuova parentela. Egli ribadisce in termini nuovi il nostro essere fratelli in quanto figli di
Abramo. Adesso lui, il bambino
che mi è nato, è anche il bambino
nato all’altro, all’altra. Il bambino mio è il bambino nostro. Ora
non dirò più io, mio, ma dirò noi,
nostro. Il miracolo si compie qui:
i miei occhi si aprono a chi mi è
vicino, a chi come me accoglie il
bambino che ci è nato, anzi si
aprono verso tutti coloro per cui
il bambino è nato.
L’annuncio dell’angelo contiene un’indicazione che non possiamo trascurare, è l’indicazione
ché riguarda il tempo. Egli dice
«oggi». Si tratta dell’oggi che
Dio scandisce per chiamarci al
ravvedimento, alla fede. Non è
più soltanto l’annuncio liturgico,
eppure solenne, del Salmo 95, 8:
«Oggi, se udite la sua voce, non
indurate il vostro cuore...».
L'oggi di Dio
L9 oggi pronunciato dall’angelo non è semplicemente
legato alTappello, alla parola
profetica ma è legato all’intervento di Dio nella storia. E l’oggi che Dio riempie di significato
nuovo proprio perché in esso nasce il Salvatore, Cristo, il Signore. È l’oggi legato a Gesù, è
l’oggi che più in là Gesù stesso
pronuncerà nella sinagoga di
Nazareth dicendo: «Oggi s’è
adempiuta questa scrittura, e voi
Tudite» (Luca 4, 21). È l’oggi
portatore di gioia e di benedizione, di vita nuova, in cui i poveri
vengono evangelizzati, ai prigionieri viene annunciata la libertà,
ai ciechi il recupero della vista.
In esso gli oppressi vengono rimessi in libertà e Tanno di liberazione del Signore viene predicato (cfr. Luca 4, 18-19). Non
c’è più posto per la paura. Infatti, l’angelo esordisce proprio dicendo: «Non temete» (v. 10).
La via della giustizia
Liberati dalla paura, posti di
fronte al nuovo che Dio
crea, conquistati dalla gioia di
avere un figlio che ci apre a nuovi orizzonti, siamo messi nella
condizione di percorrere fino in
fondo la via che i profeti d’Israele ci hanno indicato: la via della
giustizia, della difesa dell’orfano, della vedova, del povero,
dello straniero. Si tratta di indicazioni antiche eppure terribilmente attuali: realtà che attendono soluzioni nuove, dettate dall’amore, non dalla paura. Per
questo non possiamo più temere
e preparare la guerra, affermare i
nostri propri diritti e disconoscere quelli degli altri, ricercare il
bene della nostra casa e sbattere
la porta in faccia a chi bussa,
preoccuparci del nostro personale benessere e lasciare nella fame, nel freddo e nella malattia i
nostri fratelli e lè nostre sorelle
che sono, come noi, destinatari
del figlio che ci è nato.
^ Note
omiletiche
Enumeriamo anzitutto
alcune specificità della
predicazione del giorno di
Nataie, che può essere utile avere presenti: a) i testi
biblici sono spesso molto
noti, caricati dalia tradizione, dal «clima» generale
della giornata, dai canti, di
un particolare significato
emotivo, che non sempre
facilita l'accesso al cuore
del loro messaggio ma che
non può essere, semplicemente, ignorato; deve invece essere elaborato, cioè
messo al servizio dell'annuncio; b) sia la comunità
che chi predica tendono a
portare con sé aspettative
un po' speciali: la prima si
attende un culto particolarmente sòlenne e un sermone corrispondente; il/la
secondo/a ha l'occasione
di rivolgersi a un pubblico
generalmente assai più vasto del solito, e deve evitare il rischio di farsi condizionare oltre misura da
questa circostanza. Come
sempre, la cosa migliore è
attenersi strettamente agli
aspetti del passo che si intendono sottolineare. Nel
caso di Luca 2, 10-11, le
possibilità sono particolarmente numerose.
La meditazione di oggi
inserisce il racconto nell'
esperienza umana di chi
ascolta (la riflessione sulla
paternità-maternità) e di
qui prende le mosse per
evidenziare la specificità
di quel bambino, la portata di alcuni fondamentali
«titoli» (Salvatore, Messia,
Cristo) mediante i quali
viene qualificato Gesù.
Un'altra pista, tradizionalmente molto battuta,
consiste nel concentrarsi
su una sola parola del testo, ad esempio l'esortazione: «Non temete» che,
con variazioni della persona verbale, ricorre frequentemente nei racconti
lucani dell'infanzia e, in
generale, svolge un ruolo
importante negli Evangeli.
In questo caso si approfondirà il paradosso di
un Evangelo, quello incarnato in Gesù, che come
prima reazione suscita timore, nonché la necessità
di un superamento qualificato di tale timore in direzione della gioia proclamata dall'angelo.
Menzioniamo infine la
lettura «politica»: Luca 2
parla di Cesare Augusto e
del suo censimento, di
Quirino e del suo governo, ma l'evento decisivo si
svolge nella mangiatoia
di Betlemme, di fronte ai
pastori. Salvatore, Signore, sono titoli che i potenti della terra rivendicano
per sé, e che invece la
Scrittura attribuisce al
bambino Gesù.
Per
approfondire
Tra i commentari ail'Evangelo di Luca segnaliamo: G. Girardet, Il Vangelo
della liberazione. Letture
politiche dì Luca, Torino,
Claudiana, 1976; K. H.
Rengstorf, Brescia, Paideia,
1980 (ma l'originale è piuttosto vecchio); O. Da Spinetoli, Assisi, Cittadella,
1982; decisamente più impegnativo H. Schùrmann,
Brescia, Paideia, 1983; a
volte discutibile, ma sernpre di alto livello scientifico e stimolante è l'esegesi
proposta da R. M. Brown,
La nascita del Messia secondo Matteo e Luca, Assisi, Cittadella; un'utile introduzione ai racconti lucani dell'infanzia in B. Corsani, Testimoni della verità:
Matteo, Marco, Luca, Torino, Claudiana-Scuola Domenicale, 1982, 289-292.
Innumerevoli, naturalmente, le raccolte di meditazioni natalizie; ricordiamo, per tutte, K. Barth, H
Natale, Brescia, Morcelliana, I ed. it. 1967, poi varie
edizioni, (f.f.)
Foto; Georges de La Tour, Il
neonato, Museo di Rennes
3
venerdì 22 DICEMBRE 1995
RIFORMA
STORIE DI FEDE
NATALE IN CASA BERTERO
PIERA ECIDI
Camminavamo in tre sul
bordo di una strada, in
fila: Annetta, il pastore dietro
di lei, ed iò. La strada era
lontana dalla provinciale, con
rade casette e orti, un’infilata
di pendici di montagne intorno, grigi dorsi boschivi che si
perdevano nelle prime nebbie
del pomeriggio.
Annetta la vedevo avanti
camminare, piccola e decisa,
ferma come la crocchia grigia intufcinata di forcine,
stringendo con due mani la
borsa. Dentro sporgeva perché non si versasse una bottiglia dell’idrolitina con vino
rosso, vino vero fatto nella
cascina dell’amica. Il pane
l’aveva tagliato in larghe fette sul tagliere di casa, e aveva
preparato pure i bicchieri di
plastica, quelli da gettare.
Aveva organizzato tutto
lei, e adesso ci guidava con
passo montanaro testardo e
cocciuto come quella crocchia alta nella nuca occitanica: un nuca infinitamente simile a quella delle antenate
valdesi che non l’avevano
mai piegata, in centinaia di
anni. Il pastore era della stessa pasta, ed io trotterellavo
come potevo nella mia diversità cittadina. Tutto organizzato, nel tipico silenzio montano: ecco che sbucano altri
due davanti a un cancello,
marito e moglie sorridenti,
anziani di chiesa. Si suona un
campanello, il grande vecchio scende dalla scala a passi larghi e ossuti. «Grazie di
essere venuti - dice con sem
plicità - non sapete per noi,
che boccata d’ossigeno...».
Entriamo in casa Bertero.
La vecchia moglie la portano nella sala sulla sedia a rotelle. È dieci anni che è così,
Myriam, ma parla e capisce.
Il marito da solo l’accudisce
in tutto. Sediamo intorno al
tavolo quadrato, tutti. Uno,
due, tre, quattro: siamo solo
sette, pastore compreso.
Guardo i panni che sventolano fuori della finestra, il dorso di una montagna nebbiosa.
Pensare che erano terre un
tempo abitate dagli «eretici»,
poi in questa valle sterminati
tutti. Quante di quelle pietre
si erano imbevute del loro
sangue? Il pastore sta iniziando il culto. Cantiamo.
E anche adesso, storie di de
lusioni, storie di indifferenza,
storie di abbandono. Dietro
ciascuna di queste persone c’è
una storia, singola o di famiglia, che finisce. Matrimoni
misti, bracci di ferro per allevare la prole, storie di ordinario consumismo. Anche Amedeo e Myriam, due convertiti
in età già adulta, cosa lasceranno dietro di sé? «Dopo noi,
questi quattro gatti qua, pfui,
tutto finito!» è stata una cosa
amara detta tra le prime. Ma
non l’aveva pronunciata l’Annetta che adesso cocciuta, con
un sorriso come rivolto dentro
di sé, versa il vino, porge il
pane? Dove soffia lo Spirito?
Adesso fuori soffia il vento.
La stella, gli angeli, il bambino: il pastore ci narra con
nuove parole la storia vec
chia, la storia millenaria. Myriam piange nel viso smunto e
coi moncherini storti si terge
ai bordi degli occhi coi tovagliolini di carta. Amedeo, suo
marito, appoggia la faccia luminosa e ossuta fra le grandi
mani, pensoso.
Cantiamo, preghiamo. Il
vento soffia grigio senza spazzare la nebbia. Una voce suona dal cancello, lontana. Un
campanello, dei passi. Entra
un giovane coi baffi:^ «Passavo a salutare la zia». E accolto
intorno al tavolo. Preghiamo,
cantiamo. Il pastore spezza il
pane, ne mangiamo, beviamo
quel vino. Anche il giovane
beve e mangia, quasi con rabbia, commosso; «Passavo per
caso a salutare la zia». È Natale, in casa Bertero.
La tradizione dell'albero di Natale
Abete o ulivo?
Durante il fascismo gli abeti di Natale
erano proibiti, ma una chiesa ha usato l'ulivo
EMIDIO CAMPI
La consuetudine di usare
l’abete come albero di
Natale, diffusa soprattutto nei
paesi nordici di tradizione
protestante, fu introdotta in
Italia dalle comunità evangeliche circa un secolo e mezzo
fa. Essa venne vietata durante
l’epoca fascista da un provvedimento di polizia, un
provvedimento sciocco sia
per la sue motivazioni, sia
per la violenza che esercitava
sulle coscienze
C’è, al riguardo, un gustoso episodio accaduto negli
anni ’40 in un paesino dell’Italia del Sud. La locale comunità evangelica, insofferente al divieto e risoluta a
non sottoporvisi, lo aggirò
utilizzando l’ulivo al posto
dell’abete. Riempì la chiesa
con un ulivo rigoglioso e lo
decorò con tanti lumini ad
olio. Era l’albero di Natale
«autarchico», bellissimo, degli umili che rendevano testimonianza di pace e di grazia
dinanzi all’arroganza dei potenti. L’ulivo, stupenda pianta mediterranea, è infatti da
sempre segno e messaggio di
pace. Quanto all’olio, nella
Bibbia indica abbondanza di
grazia, è annunzio della regalità di Cristo.
Oggi nessuna polizia ci
vieta di fare l’albero di Natale, anzi la bella usanza è divenuta un fatto di costume
generalizzato, dettato piuttosto da una mentalità consu
mistica che da sentimenti religiosi. Forse è tempo di contestare tutto ciò. Non è necessario abbandonare la consuetudine. Basterebbe, molto più
semplicemente ed efficacemente, recuperarne il significato originario. Chi prepara il
suo albero di Natale ricordi
che compie un atto simbolico
con cui pronunzia l’unico augurio che conta: pace e grazia
in Cristo. È un augurio sufficiente non soltanto ad illuminare ma anche a trasformare
radicalmente la realtà profonda della vita.
CONCERTI E I CANTI DEL NATALE
LA MUSICA E LO SPIRITO CRISTIANO
WALTER GATTI
La celebrazione dell’Avvento e del Natale in musica si perde nella notte dei
tempi. Ogni paese ha una sua
tradizione particolare che ha
subito più o meno vicissitudini, infiltrazioni e scambi. I
«Carols» inglesi, ad esempio,
fiorirono tra la seconda metà
del 1300 e il 1500 ed ebbero
curiose analogie con le laudi
spirituali italiane. L’etimologia della parola «carol» pare
derivi dal greco («choròs,
choraulès») e, in seguito alle
ricerche di Sahlin, dal greco
liturgico («Kyrie eleison»).
La maggior parte di questo
repertorio era espressamente
dedicata all’Avvento. Con la
Riforma questo tipo di canto
decadde, essendo legato alla
tradizione cattolica. In seguito venne volgarizzato, considerato canto di strada e stampato su fogli volanti.
L’interesse per i «Carols» è
relativamente recente e il repertorio è costituito da canti
popolari, tradizionali e da riesumazioni gotiche. Alcuni
compositori come Britten e
Neale ne composero di nuovi
o elaborarono su melodie trecentesche. Più a sud, in Francia, la tradizione dei «Noèls»
non si differenzia granché da
quella dei «Carols». Anche
questi brani di carattere innodico, dapprima in latino e poi
in lingua volgare, affondano
il loro passato nel XII secolo;
ma il periodo di maggior diffusione si ha dal 1500 in
avanti, fino al secolo scorso.
Ai testi religiosi vennero
adattati ritmi di danza e arie
galanti. In varie regioni di
Francia gli organisti composero tra il 1600 e il 1750 numerosi «Noels», intesi come
variazioni sul canto monódico popolare, usanza che cadde in disuso nel 1800 e che
venne ripresa sul principiare
del nostro secolo.
La Provenza in particolare
ha una salda tradizione e un
vasto repertorio di queste melodie. In Germania i «Lieder», polifonici e non, fanno
la loro prima comparsa nel
«Lochamer Liederbuch» del
1452. La destinazione natalizia di alcuni di essi fornisce
la definizione di «Weihnachtslied». Sempre in Germania,
all’inizio del XVIII secolo, si
affermò la «cantata», forma
eminentemente protestante
dovuta al teologo Erdmann
Neumeister che scrisse e pubblicò 10 raccolte di poesie sacre, distribuite in cicli che riguardavano l’anno liturgico.
Molte cantate per l’Avvento
furono musicate da Telemann, Graupner, Bach, Buxtehude, Lübeck.
Sul nostro innario sono presenti melodie di inni per l’avvento di tradizione luterana,
sia di pugno dello stesso Lutero che soggetto di adattamenti sempre da parte di Lutero di melodie con testo latino. Cito ad esempio «Nun
Komm der Heiden Heiland»
(«Vieni salvatore dei pagani», inno 212), «In dulci Tubilo» (inno 217), «Jesu, meine
Freude» («Gesù, mia gioia,
melodia di J. Cruger, inno 4)
0 come «Es ist eine Rose entsprungen» («Una rosa è sbocciata») che costituisce il supporto melodico dell’inno 210,
supporto concepito da Michael Praetorius. Cito ancora
la melodia «Vom Himmel
hoch, da Komm ich her»
(«Dall’alto dei cieli») citata
nel «Concerto natalizio» composto da Ferruccio Rivoir,
musicista delle valli valdesi.
Oltre al repertorio che le
nostre corali propongono,
tratto dalla già citata tradizione noelistica francese («Il est
né, Noël du Poitou», ecc.)
nell’ambito dei numerosi
concerti che fioriscono in
questo periodo vengono sempre più frequentemente presentati brani di tradizioni culturali extraeuropee come canti israeliti, finlandesi, medio
ed estremo orientali e moltissimi spiritual, a testimonianza
di come l’uomo, nonostanté
la differenza di usi e costumi,
trascenda con l’uso della mùsica quella condizione, purtroppo ancora ijiolto limitante
e discriminatoria, legata all’appartenenza ad etnie e religioni diverse.
Pur facendone un discorso
di parte, che riguarda la mia
professione, concordo con la
frase di Barry White, musicista di colore, che disse «Music is thè only healing force of
thè spirit» (la musica è l’unica
forza guaritrice dello spirito)
e auguro a tutti coloro che
frequentano i concerti in questo periodo e nel resto dell’anno di trarre sollievo, conforto
ed energia dall’ascolto delle
vibrazioni della musica.
C'è una fessura
In ogni muro c’è una fessura,
in ogni fessura, molto presto,
si ferma un po’ di terra,
in questa terra,
la promessa di un seme,
in questo fragile seme,
la promessa di un fiore,
in questo fiore, la certezza luminosa
di un petalo di libertà.
Sì, la libertà è un germoglio
anche nelle mura più ostili.
La libertà può nascere da una fessura,
da una breccia,
da un abbandono.
Può nascere anche da una apertura,
da un movimento,
o da uno slancio di tenerezza.
La libertà ha molti volti,
talora è la carezza di uno sguardo
che ha incrociato il mio,
il riso di una parola che ha trasformato la mia,
per fame un cammino.
Le mura più nascoste sono spesso all’interno,
ma anche in queste mura, ci sono delle fessure...
Lascia germogliare i tuoi fiori,
sono i germogli
della tua vita futura.
4
PAG. 4 RIFORMA
Ecumene
venerdì 22 DICEMBRE 1995
L'ortodosso Georges Tsetsis è rappresentante permanente presso il Cec a Ginevra
Il rappresentante del Patriarcato ecumenico
«lEuropa cristiana è soltanto unillusione»
Per Georges Tsetsis, rappresentante permanente del
Patriarcato ecumenico presso
il Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), «l’Europa cristiana è solo un’illusione»: è
quanto ha affermato il 26 novembre scorso durante una
riunione a Istanbul, in Turchia, sul ruolo delle chiese
ortodosse in Europa nel XXI
secolo. La secolarizzazione,
ha detto Tsetsis, ha invaso la
società europea e oggi la
scienza, la tecnologia, l’arte,
l’economia e lo stato sono
fuori del campo cristiano.
«È una realtà davvero triste
dover constatare che in Europa molti sono coloro, ivi
compresi dei cristiani, che
non sono più convinti dei valori contenuti nell’eredità cristiana dell’Europa, e che considerano spesso questi valori
con riserva, o indifferenza, o
addirittura ostilità - ha ricordato Tsetsis -. Molti europei,
quando pensano al futuro,
pongono le loro speranze nel
progresso tecnologico. È proprio per questo che, in questa
fine del secondo millennio,
l’Europa ha smesso di essere
una società cristiana».
Georges Tsetsis ha ricordato la messa in guardia lanciata
nell’aprile 1994 al Parlamento
europeo dal patriarca Bartolomeo, che aveva sottolineato
che l’Europa unita non dovrebbe preoccuparsi soltanto
dello sviluppo economico comune né di una politica di difesa comune. La priorità data
agli obiettivi politici ed economici nell’Unione europea
potrebbe fare l’«errore fatale»
di ridurre «puramente e semplicemente l’Homo europeus
in Homo economicus», ha dichiarato Tsetsis; l’unificazione dell’Europa pone importanti sfide per le chiese, ha
aggiunto durante la riunione
che si è svolta presso il Patriarcato ecumenico di Istanbul su iniziativa dell’Ufficio
della Chiesa ortodossa presso
l’Unione europea.
Tsetsis ha ricordato, non
senza qualche ironia, l’incontro organizzato nel 1991, a
Ginevra, dalla Conferenza
delle chiese europee (Kek)
per dibattere sull’Europa postcomunista. Infatti, secondo
i responsabili ecclesiastici
dell’Europa occidentale, dove non ci furono restrizioni
religiose, l’Europa non era
più cristiana e di conseguenza i valori umanitari erano
l’unica chiave possibile dei
valori futuri; mentre per i responsabili ecclesiastici, ortodossi e non, dell’Europa
orientale, dove le costrizioni
imposte alla religione erano
state appena eliminate, la
Bartolomeo I (a destra), patriarca ecumenico di Costantinopoli, neiia sede dei Patriarcato a Istanbui
nuova Europa doveva essere
fondata sui valori cristiani.
Le chiese ortodosse d’Europa, e non solo dei paesi ortodossi tradizionali ma della
«sedicente diaspora» dell’Europa occidentale, devono ridare all’Europa le sue caratteristiche cristiane, fondate su
valori inerenti alla fede ortodossa. Tsetsis ha inoltre esortato le chiese ortodosse a
rafforzare i loro rapporti con
altre comunità cristiane.
L’incontro tra cristiani ortodossi e non ortodossi è stato
«relativamente felice» nella
zona della diaspora, dove i
credenti ortodossi, lavorando
e vivendo con dei non ortodossi, hanno scoperto che
l’Homo europeus non è una
«creatura diabolica» come
pretendevano alcuni ambienti
conservatori. La questione è
di sapere se gli ortodossi che
vivono in terre tradizionalmente ortodosse saranno disposti a riavvicinarsi dai non
ortodossi e a cooperare con
loro. «Il conservatorismo latente in alcuni ambienti ortodossi, e la moltiplicazione di
manifestazioni antioccidentali
in alcuni circoli ecclesiastici
e teologici, in quasi tutte le
chiese ortodosse locali, mi
porta alla conclusione che
questo obiettivo non potrà essere facilmente raggiunto»,
ha rilevato Tsetsis. «Ciò che
vogliono molti europei - ha
sottolineato - è che le chiese
comincino col dare esse stesse l’esempio della riconciliazione. In un’Europa che vanta
la libera circolazione delle
persone e delle merci, è possibile che le chiese rimangano prigioniere dei loro confini ecclesiastici?». (eni)
1^*
Lo ha affermato l'arcivescovo di Canterbury, in visita in Spagna
I rapporti tra anglicani e cattolici
romani si sono rafforzati
Per George Carey, arcivescovo di Canterbury e presidente della comunione anglicana nel mondo, i rapporti tra
la Comunione anglicana e la
Chiesa cattolica romana si sono rinforzati in questi ultimi
decenni.
Circa l’ordinazione delle
donne, l’arcivescovo ha dichiarato: «Voglio sottolineare
che le nostre comunioni non
sono in conflitto», ma ha aggiunto: «Nessuna chiesa o denominazione può sfuggire alla
sfida posta dall’ordinazione di
donne preti». Ha quindi precisato che non ci sono state par
tenze massicce di fedeli dopo
la decisione di ordinare le
donne. Durante una conferenza stampa a Madrid, il 7 novembre scorso, George Carey
ha dichiarato: «Quando il Sinodo generale della Chiesa
d’Inghilterra ha deciso che era
possibile l’ordinazione delle
donne, i giornalisti predicevano che 4.000 preti avrebbero
lasciato la Chiesa d’Inghilterra. Finora circa 250 hanno lasciato la chiesa; per lo più
erano anziani e non tutti sono
diventati cattolici romani».
Carey ha poi precisato che la
Chiesa d’Inghilterra ha ordi
nato finora 1.500 donne e .che
«pellegrinaggi spirituali stanno avvenendo nei due sensi.
Conosciamo cattolici romani
che sono diventati anglicani».
George Carey è il primo arcivescovo di Canterbury ad
essersi recato ufficialmente in
Spagna, dove ha consacrato
Carlos Lopez Lozano come
vescovo della Chiesa episcopale riformata spagnola, che
conta 7.000 membri spagnoli
e 30.000 britannici espatriati.
Il vescovo Lopez Lozano, di
33 anni, diventa così il più
giovane vescovo anglicano
del mondo.
Grazie all'opera di mediazione della Comunità evangelica di azione apostolica
Gabon: la Chiesa evangelica ritrova Punità
Il seminario biblico e teologico di Owendo (Gabon)
ha ospitato per dieci giorni,
dal 20 al 30 novembre scorsi,
la pastorale per l’unità della
Chiesa evangelica del Gabon,
sotto la guida dei pastori
Harry Henry e Théo Marry
(Strasburgo), mediatori della
Cevaa.
«Esiste una sola Chiesa
evangelica del Gabon, sorta
dall’azione dell“American
Board of commission for foreign Mission” nel giugno
1842, azione proseguita a
partire dal 1892 dalla società
delle Missioni evangeliche di
Parigi». Con questa dichiarazione compresa nelle risoluzioni adottate dalla pastorale,
la Chiesa evangelica del Gabon riafferma il suo bisogno
di unità e ricorda la sua appartenenza alla Comunità
evangelica di azione apostolica (Cevaa), in quanto membro fondatore della stessa.
Al termine della pastorale
che ha riunito nella preghiera
e nella meditazione della parola di Dio vari partecipanti
(pastori e laici) dei tre gruppi
in conflitto, sono state adottate alcune risoluzioni fra le
quali: a) il ripristino di tutte
le comunità nella loro legalità
costituzionale, sotto l’unica
autorità della sede sociale
della Chiesa evangelica del
Gabon a Baraka; b) l’adozione del principio della procedura di transizione chiamata
«Équipe di transizione». Questa équipe, composta di 4 persone - il pastore Jean-Noël
Ogouliguende, il pastore Pierre Minko-Mi-Kara, l’evange
lista Émile Moure Ango, l’anziana Louise Nsourou Mba sarà coordinata da un delegato della Cevaa e avrà come
compito principale di preparare, insieme ai presidenti dei
Sinodi regionali, un rapporto
sulla vita della chiesa in vista
del Sinodo nazionale del luglio 1996.
La pastorale ha confessato
il peccato della divisione e ha
ricordato che la dinamica dello Spirito di Dio invita le comunità a seppellire per sempre tale peccato. (Cevaa)
Dal Mondo Cristiano \
Palestina: Arafat trascorrerà
il Natale a Betlemme
BETLEMME — Yasser Arafat, presidente palestinese, trascorrerà le feste natalizie nella città di Betlemme; Israele infatti ha annunciato il ritiro delle proprie truppe prima delie feste.
Elias Freij, sindaco di Betlemme, ha annunciato una «festa storica» affinché il giorno di Natale la città diventi «la capitale
spirituale della cristianità». Spesso, in questi ultimi anni, soprattutto dopo lo scoppio dell’«intifada» Betlemme, occupata
dall’esercito israeliano dopo la guerra dei sei giorni, non ha
trascorso il Natale nell’allegrezza. Quest’anno, il processo di
pace dovrebbe suscitare speranza e consentire ai pellegrini di
recarsi numerosi nella basilica della Natività. (spp/apic)
Madagascar: occorre risanare
le scuole protestanti
ANTANANAR^O — Di fronte al degrado delle scuole
protestanti, al calo degli iscritti, alla diminuzione della qualità
dell’insegnamento e alle cattive condizioni dell’infrastruttura
esistente, la Federazione delle chiese protestanti del Madagascar (Fjkm) si è riunita alcuni mesi fa per valutare la situazione. È stata creata una cellula di riflessione e di azione per il risanamento delle scuole che ha come obiettivi di esaminare la
situazione, fare una diagnosi dei mali che colpiscono le scuole
e trovare vie e mezzi per migliorarle. Questa cellula composta
di pastori e di professori è già all’opera da alcune settimane.
Dal 12 al 15 ottobre scorso è stato organizzato un simposio nazionale sul tema: «Sos scuola protestante». Sono stati quindi
istituite, da parte dei responsabili delle scuole protestanti di
Antananarivo, tre commissioni sulla comunicazione, la formazione e le manifestazioni socio-culturali. Verrà poi istituita una
commissione sulla pedagogia e l’amministrazione. Una volta
fiore all’occhiello dell’educazione nel Madagascar, le scuole
protestanti hanno formato la maggior parte dei dirigenti attuali.
In passato ogni chiesa disponeva della propria scuola per via
dello stretto legame tra evangelizzazione e insegnamento. Nel
1881, la Fjkm contava 931 scuole con 14.426 alunni. Oggi, le
scuole protestanti sono 500 con 60.000 alunni e 1.400 insegnanti, mentre la Chiesa cattolica gestisce 2.000 scuole con
312.498 alunni e 8.414 insegnanti. (Firn)
Islanda: una chiesa di donne
REYKJAVIK — Da due anni e mezzo l’Islanda è l’unico
paese in Europa ad avere una chiesa composta unicamente di
donne. Questa chiesa è stata fondata dalla pastora Audur Eir
Vilhjalmsdottir: non ha un proprio locale di culto, ma affitta
varie sale. I culti riuniscono tra 70 e 90 partecipanti; anche
uomini vi prendono parte. Questa chiesa si fonda sulla teologia femminista. Nella confessione di fede, Dio è al femminile
ed è chiamato «nostra Madre». Viene inoltre sottolineato che,
fra i discepoli di Gesù, le donne hanno giocato un ruolo importante e che lo Spirito Santo è di sesso femminile. Questa
chiesa, che fa parte della Chiesa luterana d’islanda, è nata ufficialmente il 13 febbraio 1993. Il 19 giugno scorso ha avuto
luogo il primo battesimo... di una bambina. (spp)
Germania: limitare l'influenza
delle chiese nella società
AMBURGO — Una maggioranza della classe dirigente tedesca si oppone ad una maggiore influenza delle chiese nella
società. In un sondaggio realizzato ad Amburgo dalla rivista
economica tedesca Capital, il 62% delle 617 persone interrogate, provenienti da ambienti dirigenti dell’economia, della
politica e dell’amministrazione, si dichiara contrario ad un aumento dell’influenza delle chiese. Solo il 29% è di diverso parere. Un terzo dei responsabili interrogati pensa che il compito
più importante per le chiese sia di trasmettere valori morali.
Solo il 17% considera l’impegno sociale delle chiese come
prioritario. La maggioranza dei «decision makers» tedeschi è
del parere che i valori cristiani possano agevolare l’orientamento nella vita professionale. D’altra parte, oltre il 60% è
contrario alla prosecuzione del prelevamento della tassa ecclesiastica da parte dello stato, mentre circa il 40% è favorevole al mantenimento del sistema attuale. (spp/apic)
«Terre Nouvelle» sarà mensile
LOSANNA — Dal prossimo gennaio. Terre Nouvelle, il
magazine trimestrale realizzato in comune da Département
missionnaire (Dm), Entraide protestante suisse (Eper) e Pain
pour le prochaln (Ppp) diventerà mensile. La scelta è dettata
dalla preoccupazione di seguire meglio l’attualità. Vi sarà anche un cambiamento della veste grafica e dell’impaginazione.
Verrà inoltre dedicato più spazio alla riflessione. Terre Nouvelle esiste da 17 anni, viene diffuso a 52.000 copie, non solo
in Svizzera ma in molti paesi d’oltremare. (^PP)
Francia: il past. Daniel jouve
subentrerà al past. Manoèl
LIONE — Il pastore Marcel Manoel concluderà il suo ministero di presidente del Consiglio regionale Centro-Alpi-Rodano il 30 giugno 1996, per motivi di grande stanchezza fisica
e psicologica, dopo 8 anni di incarico. Il Consiglio regionale
ha eletto come suo successore Daniel Jouve, attualmente pastore a Villeurbanne, che assumerà le sue nuove funzioni a
partire dal 1° luglio 1996. (^*P'
5
venerdì 22 DICEMBRE 1995
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
Parte da Torino il confronto ecumenico verso l'Assemblea di Graz del 1997
La riconciliazione non è solo comprensione
reciproca ma condivisione della vita spirituale
EMMANUELE PASCHETTO
L9 ambiente ecumenico torinese sembra sia stato
uno dei primi in Italia a muoversi in vista deH’incontro che
tutte le chiese europee (cattoliche, protestanti, anglicane e
ortodosse) terranno a Graz
(Austria) nella primavera del
1997 sul tema della «Riconciliazione». Per questo prestigioso appuntamento che si
riallaccia al convegno di Basilea del 1989 su «Pace e giustizia» alcuni cattolici, evangelici e ortodossi torinesi si erano
già incontrati la scorsa Pentecoste, per cominciare a riflettere sul prossimo evento.
Venerdì 1“ dicembre, inserendo l’iniziativa nella Settimana ecumenica per la pace
(Sep), il Centro evangelico di
cultura «Arturo Pascal», con
l’appoggio di altri organismi
torinesi interessati ha organizzato, presso il salone della
Chiesa valdese di Torino, una
conferenza a due voci proprio
sul tema della «Riconciliazione» chiamando due esponenti
d’eccezione: il pastore Paolo
Ricca, della Facoltà valdese
di teologia di Roma e don Aldo Giordano, segretario del
Consiglio delle Conferenze
episcopali europee (Ccee).
Ha moderato la giornalista
Piera Egidi.
11 prof. Ricca ha sottolineato il fatto che la riconciliazione sembra essere un concetto
poco familiare alla storia europea. Abbiamo sì la coscienza di ciò che è la pace, che
però spesso si riduce alla non
belligeranza, e di ciò che significa tolleranza, che tuttavia indica solo un non combattere idee e opinioni altrui.
Don Aldo Giordano, Piera Egidi e ii prof. Paolo Ricca ai tavoio deiia presidenza deii'incontro
senza implicare la ricerca di
amicizia, di cooperazione, di
coinvolgimento.
Secondo Ricca la riconciliazione fra i cristiani deve
avvenire innanzitutto sul piano delle memorie: chiudere
l’epoca dei risentimenti, senza arrogarsi il diritto però di
perdonare a nome di coloro
che hanno subito dei torti e
che non ci sono più. Dobbiamo costruire con i partner che
oggi incontriamo un’unità di
diversità accettate, riconosciute e riconciliate. Lo spazio dove si può praticare questa riconciliazione non è la
dottrina, ma la vita. Ricca
propone dunque l’incontro
costante, praticando per esempio l’ospitalità eucaristica e
permettendo quindi ad ognuno di partecipare alla cena del
Signore secondo la propria
comprensione e sensibilità.
Don Aldo Giordano, partendo dall’immagine di una
xilografia di Dürer, pittore
del Cinquecento, «Il cavaliere, la morte e il diavolo» ha
ricordato che il nostro cammino deve essere condotto
con grande accortezza perché
ha sempre come compagni di
viaggio la morte, che è la nostra grande nemica e il diavolo, colui che separa. Per questo la nostra vigilanza deve
essere costante.
Giordano ha poi illustrato
gli aspetti pratici del futuro
incontro di Graz organizzato
dalla Ccei e dalla Kek (Conferenza delle chiese europee,
che raccoglie evangelici e ortodossi), a cui saranno presenti 700 delegati; metà caL
tolici, un quarto protestanti,
un quarto ortodossi. Per la
prima volta i delegati dell’Est
europeo potranno partecipare
in piena libertà ad un incontro
di tale portata. Sul tema della
riconciliazione ci si confronterà sul piano dei rapporti fra
le chiese, le culture, i popoli,
tenendoi presenti le polarità
Est-Ovest, Nord-Sud e il problema della salvaguardia della natura. Vi saranno a Graz
conferenze, momenti di preghiera e di riflessione biblica,
lavori in gruppo, liturgie
ecumeniche. Si prevede una
grande partecipazione anche
della popolazione locale.
La conferenza, a cui ha fatto seguito un dibattito aiùmato
da grande spirito costruttivo, è
stata seguita con molto interesse da oltre cento persone.
La Chiesa valdese di Ivrea affonta le contraddizioni dell'economia
Il lavoro è una delle condizioni
della vita umana: è peccato toglierlo
Facendosi interprete della
difficile situazione vissuta
dalla popolazione e da molti
membri della comunità il
Consiglio della Chiesa valdese di Ivrea ha scritto questa
lettera all’ing. Carlo De Benedetti, azionista di maggioranza dell’ Olivetti.
L’atmosfera che si respira
in questi tempi ad Ivrea e nel
Canavese - oltre alle informazioni che si hanno dalla stampa - è preoccupante, a causa
dei «tagli» e delle ristrutturazioni decise dall’ing. De Benedetti. La Chiesa evangelica
valdese non ha le competenze
per indicare una soluzione del
problema.
Ci sembra però che la soluzione della crisi Olivetti, con
riduzione del personale praticata in varie forme a partire
dalla fine degli anni ’70, non
abbia dato alcun risultato positivo; lanciata una riduzione
si comincia a parlare di
un’altra. Il problema esiste e
preoccupa nella sua dimensione globale; che abitino nel
Canavese o nel Sud dell’Italia
o in altre parti del mondo i
5.000 che perderanno il posto
di lavoro sono persone per le
quali il lavoro è la fonte di
sostentamento e quindi di vita. Quando si parla di perdite
di posti di lavoro, qualsiasi
sia il numero di uomini e di
donne coinvolti e a maggior
I dipendenti Olivetti sono scesi in piazza in un clima di sfiducia
ragione quando i numeri sono
grandi, si parla di un’enorme
disgrazia che colpisce le persone e le loro famiglie.
Come dicevamo non abbiamo competenze per suggerire
delle soluzioni, ma non crediamo che la soluzione a questi drammi che si ripetono in
Olivetti da una quindicina di
anni, sia solo quella del continuo ricorso ad ammortizzatori sociali. La fede evangelica
e la tradizione riformata a cui
facciamo riferimento offrono
degli spunti di riflessione, che
per non diventare banali devono essere calati nella realtà
della società, mondiale, italiana, canavesana.
Così possiamo ricordare
come fin dal libro della Genesi la Bibbia ci annuncia che la
realtà del lavoro non è separabile dalla condizione umana
(Genesi, 3); può diventare
fonte di benedizione o di maledizione, è vero, ma non è
separabile da noi. Nelle radici
profonde della nostra fede è
la convinzione che tutti, uomini e donne, italiani e forestieri devono essere messi
nella condizione di poter lavorare, perché'questo è il modo in cui essi possono essere
pienamente uomini e donne.
Allo stesso modo, di fronte
alle stridenti contraddizioni
che vediamo sussistere sulla
terra, ma anche nelle nostre
città e campagne, nelle orecchie di molti di noi riecheggiano le parole dei profeti;
«...essi [i potenti] curano alla
leggera la piaga del mio po
polo; dicono “pace, pace”
mentre pace non c’è» (Geremia 6, 14). Queste sono parole dure ma non prive di misericordia, perché il Signore
giudica e punisce, ma permette e invita alla conversione, al
cambiamento di rotta. Ciò che
possiamo e dobbiamo temere
non è tanto e solo un generico
giudizio divino inteso come
condanna ad un inferno futuro, ma piuttosto il rischio concreto che si giunga anche nel
pacifico Canavese a un punto
di rottura nei rapporti sociali,
solitamente conseguente al
degrado economico e alla frustrazione di chi non è messo
nelle condizioni di realizzare
le sue aspettative legittime.
La Riforma ci ha insegnato
che il lavoro è quel contesto
in cui uomini e donne possono vivere la propria vocazione. Questo termine, per noi
basilare, non è sinonimo di
rassegnazione e obbedienza
ai potenti ma, al contrario, è
occasione per rispondere positivamente alla dothanda che
è posta a tutti noi: «Che cosa
possiamo fare su questa terra»? Il peccato, oggi, è impedire che sia offerta l’occasione di vivere quotidianamente
la vocazione, perché questo è
come negare la domanda
stessa, che invece è posta a
tutti noi e sarà continuamente
riproposta.
Agenda
MILANO — Si tiene il culto di Natale che
sarà teletrasmesso in eurovisione in tutta Europa. Predicazione del past. Salvatore Ricciardi, coro delle corali riunite, musiche del
gruppo di ottoni «Milano Brass Ensemble»:
ore 10, nella chiesa valdese di via Sforza 12.
ROMA — Nel quadro del corso di formazione del gruppo romano del Sae si tiene un
dibattito con past. Paolo Ricca, Luigi Sartori e Vladimir Zelinskij sul tema «Chiamati
alla riconciliazione: le chiese in dialogo»:
ore 16, presso le suore francescane «Missionarie di Maria» in via Giusti 12. Per ulteriori informazioni telefonare allo 06-70453555 oppure 06-58331825.
MODENA — Nel quadro di un ciclo di
conferenze sul tema «Natura e identità» la
Eondazione San Carlo propone la conferenza di Ugo Fabietti sul tema «La costruzione
dell’etnia»: ore 17,30, presso la sede della
Fondazione in via San Carlo 5. Per ulteriori
informazioni telefonare allo 059-222315.
ROMA — Nel quadro delle attività del
gruppo romano del Sae si tiene l’incontro di
fraternità e preghiera della settimana per
l’unità dei cristiani: ore 17, presso le suore
francescane «Missionarie di Maria» in via
Giusti 12. Informazioni al 06-70453555.
MODENA — Nel quadro di un ciclo di
conferenze sul tema «Le vie dei santi» la
Fondazione San Carlo propone la conferenza di André Vauchez sul tema «L’evento
miracoloso»: ore 17,30, presso la sede della
Fondazione in via San Carlo 5.
MODENA — Nel quadro di un ciclo di
conferenze sul tema «Le vie dei santb> la
Fondazione San Carlo propone la conferenza di Gabriella Zarri sul tema «L’officina
della perfezione»: ore 17,30, presso la sede
della Fondazione in via San Carlo 5.
MODENA — Nel quadro di un ciclo di
conferenze sul tema «Natura e identità» la
Fondazione San Carlo propone la conferenza di Loredana Sciolla sul tema «Cura e mistica del sé»; ore 17,30, presso la sede della
Fondazione in via San Carlo 5.
ROMA — Nel quadro del corso di formazione del gruppo romano del Sae si tiene
una dibattito con Giancarlo Zizola e Paolo
Naso sul tema «Da Basilea a Graz: l’ecumenismo come profezia». In apertura riflessione biblica del past. Valdo Benecchi:
ore 16, presso le suore francescane «Missionarie di Maria» in via Giusti 12. Per ulteriori informazioni telefonare
ai numeri 06-70453555 oppure 06-58331825.
MODENA — Nel quadro di un ciclo di
conferenze sul tema «Le vie dei santi» la
Fondazione San Carlo propone la conferenza di Ermanno Genre sul tema «La virtù
della vita quoatidiana»: ore 17,30 presso la
sede della Fondazione in via San Carlo 5.
MODENA — Nel quadro di un ciclo di
conferenze sul tema «Natura e identità» la
Fondazione San Carlo propone la conferenza di Remo Bodei sul tema «Natura e identità»: ore 17,30, presso la sede della Fondazione in via San Carlo 5, tei. 059-222315.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
ECUMENE
CENTRO PER LA GIOVENTÙ
Campo invernale
dal 27 dicembre al 2 gennaio ’96 sul temar
«Mediterraneo. Mare o muro?
I fondamentalismi e gli integralismi»
Il campo prevede la partecipazione di studiosi ed
esperti per approfondire alcuni problemi di quest’area del mondo. Quali sono le radici dei fondamentalismi e degli integralismi, quali le conseguenze sulla nostra società, quali le possibili soluzioni? Nell’ambito della conoscenza culturale
due serate del campo saranno dedicate alle
espressioni musicali dei popoli del Mediterraneo,
a cura di Giuseppe Signorelli.
6
PAG. 6 RIFORMA
venerdì 22 DICEMBRE 1995
LUSERNA SAN GIOVANNI — In questi ultimi mesi ben sei
coppie di sposi hanno celebrato il loro matrimonio: Luca
Forleo e Monica Giordan, Renato Roventi-Beccari e
Faustina Bruno, Antonio Barra e Gisella Volpe, Agostino Brunet e Silvia Graverò, Flavio Malan e Emanuela
Oreglia, Luciano Nevissano e Aurora Rostan. A queste
nuove famiglie i nostri più cari auguri.
• Sono stati battezzati Stefania Bonomessi, di Giuseppe e
di Luisa Kitchen, e Martina Porporato, di Giorgio e di
Roberta Giusiano.
• Sono deceduti Alberto Pons, Adelina Pavarin, Ernesto
Revel, Paolo Ricca, Delfina Eynard ved. Eynard.
PRAMOLLO — Con molto affetto ci stringiamo intorno alla
famiglia della sorella Ada Beux in Bounous, che ci ha lasciati improvvisamente a soli 64 anni, dopo aver superato
un delicato intervento chirurgico. Al marito e ai figli giunga
l’espressione della fraterna solidarietà cristiana di tutta la
comunità.
ANGROGNA — Mauro Malan e Maddalena Denicolai sono
diventati genitori di Alberto; che il Signore benedica il'
bambino e dia gioia alla famiglia.
• Dopo lunga malattia è deceduto presso l’ospedale di Torre
Penice il fratello Giovanni Giacomo Negrin. La comunità
si stringe intorno alla famiglia con cristiana simpatia.
VILLAR PELLICE — Venerdì 15 dicembre si è svolto il funerale della sorella Adelina Ricca ved. Janavel, di anni 87,
ospite della Casa Miramonti.
PINEROLO — È stato benedetto, sabato 2 dicembre, il matrimonio di Sergio Peyronel e Marina Apicelli ai quali vanno gli auguri della comunità.
• La corale, guidata da Roberto Morbo, ha tenuto un concerto natalizio nella chiesa dell’Abbadia.
• Tutti si sono rattristati per la perdita di Claudia Arese
Coiiino, avvenuta in modo improvviso e in giovane età, e
di Dante Richard e Giulio Gardioi, giunti al termine della
loro giornata terrena.
TARANTO — Il 3 dicembre la comunità valdese ha vissuto
una giornata comunitaria insieme al sovrintendente del 14°
circuito, Giovanni Magnifico (Cerignola) e alla sorella Anna Marinelli (Corato), membro del Consiglio di circuito, in
occasione dell’insediamento nel Consiglio di chiesa di due
nuovi diaconi: Luca Scasciamacchia e Evangelina Campi Galiuto. Il culto è stato presieduto da Giovanni Magnifico sul testo di Isaia 9, 1-2. I nuovi diaconi, commossi,
hanno reso dinanzi alla comunità un’edificante testimonianza scaturita dall’analisi e dalla lettura della Parola in II
Corinzi 7, nell’Epistola di Pietro e in Isaia. Su questi fratelli, per mezzo dell’imposizione delle mani, è stata invocata
dalla chiesa la potenza redentrice del Signore, affinché li
sostenga nel loro servizio. È seguita un’agape fraterna in
un’atmosfera di allegrezza e ringraziamento al Signore. Un
ringraziamento particolare al pastore Odoardo Lupi e agli
ospiti per aver vissuto insieme alla comunità una giornata
di testimonianza e servizio.
Si è svolto a Carbonia un convegno regionale del Movimento femminile battista
Le donne testimoni delLamore di Dio
nella società postindustriale
MARIA MELONI
Nella vita dell’uomo per
ogni cosa c’è il suo mo
mento, per tutto c’è un’occasione opportuna (Ecclesiaste
3, 1); per le donne della Sardegna è venuto il tempo di
agire e rispecchiare l’immagine di Dio, è venuto il tempo
di rivestirsi di Cristo e operare per la sua gloria.
11 28 e 29 ottobre si è tenuto per la prima volta nella
chiesa di Carbonia un convegno regionale del Movimento
femminile evangelico battista. L’iniziativa ha destato
particolare attenzione, non
solo tra le sorelle di Carbonia
e Cagliari ma anche tra i fratelli della nostra comunità.
Tutte siamo state felici di poter accogliere la nostra presidente, Helène Ramirez, e la
cassiera, Antonella Macari, e
di condividere con loro la nostra fede, le nostre gioie e le
preoccupazioni.
Il tema del convegno «Donne portatrici dell’immagine di
Dio in una realtà postindustriale» ha suscitato vivo interesse tra le partecipanti.^ Le
sorelle del Sulcis-Iglesiente si
sono sentite chiamate in causa
e finalmente in prima linea
hanno deciso di affrontare il
modo serio e costruttivo il loro essere donne credenti in
una società non proprio favorevole; una società poco attenta ai problemi dell’altro,
violenta, povera di quei valori
una volta ritenuti fondamentali: l’amicizia, l’amore, la solidarietà e così via.
I grandi problemi della società non sono sicuramente alla nostra portata ma la fede in
Dio ci esorta ad agire, ognuna
secondo le proprie capacità; è
stato questo il filo conduttore
del nostro studio, che più volte ci ha spinto a domandarci:
«Che cosa possiamo fare noi
oggi donne credenti?. È possibile trovare il modo di alzare
una voce profetica (Gioele 2,
28-29) e vivere come nuove
creature nella nostra quotidianità?». Lo studio è stato serio
e impegnativo e i quesiti posti
dal tema, non sempre di facile
risoluzione, ma l’elemento
più bello scaturito dal convegno è stato che le sorelle si
sono ritrovate, si sono sentite
più vicine e solidali, hanno
trovato il coraggio di raccontarsi e di cercare insieme una
via che porti alla formazione
di una donna nuova creata ad
immagine di Dio.
Insieme ci siamo rese conto che la profezia di Gioele
(«su tutti quelli che mi servo
Iniziativa degli evangelici valdesi e battisti a Campobasso
Il protestantesimo oggi è ancora attuale?
ENOS MANNELLI
A conclusione della mostra biblica organizzata
dalle chiese battista e valdese
di Campobasso, il prof. Giorgio Girardet ha tenuto il 18
novembre una conferenza nei
locali di via Cavour sul tema
«Attualità e inattualità del
protestantesimo»,
Ai circa 60 presenti l’oratore ha fatto notare che in Italia si parla di ebrei, musulmani, e quasi mai di protestanti, perché il nostro paese
è stato per 4 secoli chiuso
aH’influenza della Riforma,
come «sterilizzato» nella sua
cultura rispetto ai fermenti
protestanti. Eppure la Riforma protestante ha dato origine alla cultura del mondo
moderno con le sue lotte e le
sue affermazioni di libertà di
pensiero, di coscienza, di religione e di stampa. L’«ingegneria politica», la costruzione dei cittadini della società,
è dovuta ai fermenti del e nel
protestantesimo. Si pensi ancora, per esempio, al laboratorio democratico della Rivoluzione inglese di Cromwell,
trapiantato poi anche in
America con l’opera delle
chiese protestanti con le loro
attività, trasferite poi anche
nell’ambito politico.
Queste esperienze sono purtroppo mancate nel nostro
paese, è mancato l’esercizio
della fiducia reciproca e tuttavia, dopo il Concilio 'Vaticano
II, anche il cattolicesimo romano ha accettato alcuni
Il pastore Giorgio Girardet
aspetti della cultura protestante. Nel nostro secolo però c’è
stato, in seno al protestantesimo, una profonda crisi di coscienza, che ha lasciato una
ferita profonda; basti pensare
alla Germania hitleriana e allo
sterminio, nello stesso tempo
vi è stata una rivitalizzazione
delle «costanti» protestanti: la
grazia di Dio, la nullità dell’
essere umano, l’impegno dei
credenti in Cristo per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato; la costituzione
del Consiglio ecumenico delle
chiese (1948) e tutto il movimento ecumenico.
Oggi il cristianesimo, come
quello primitivo, si deve confrontare con fedi e religioni
non cristiane e con i non credenti; deve trovare e usare un
linguaggio nuovo comprensibile a tutti, una maniera nuova di concepire Dio e la sua
opera fra gli esseri umani.
Questo comporta un’opera di
ripensamento che può produrre inquietudine, ma l’Iddio di Abramo, Isacco, Giacobbe e di Gesù stesso è un
Dio inquieto che inquieta i
suoi credenti finché non si
acquietino in lui. La coscienza protestante è inquieta e inquietante sin dal suo sorgere,
sempre pronta, disposta e disponibile a cambiare, senza
paura, per rivivere in piena
coscienza, libertà e responsabilità la realtà di Dio nel
mondo. Delle nostre «variazioni» noi protestanti siamo
fieri e ringraziamo Dio.
Alla conferenza è seguito
un dibattito con alcuni interventi che hanno colto l’essenza di quanto era stato esposto
dall’oratore. In particolare
sull’influenza del protestantesimo sulla vita socio-politica
e amministrativa in tanti paesi del mondo si è constatato
che l’autogovemo è legato alla costituzione delle chiese
protestanti dove esistono e
funzionano i controlli delle
assemblee tramite «commissioni d’esame» dell’operato
dei vari esecutivi, come avviene nel Sinodo valdese. Nel
nostro paese, purtroppo sterilizzato a questi fermenti, la
famiglia è stata considerata la
roccaforte di fronte ai tanti
doni dei vari «invasori» avvicendatisi nei secoli. Essa ha
prodotto una ferrea conduzione familiare delle varie attività, e una tendenza a non fidarsi degli altri ma non ha
creato, né avrebbe potuto,
una società di cittadini coscienti, liberi e responsabili.
In ultimo Girardet ha fatto
un cenno al movimento delle
donne nell’ambito del cattolicesimo romano, in vista di un
riconoscimento del loro ministero pastorale, ministero ormai esercitato da molto tempo in moltissime chiese protestanti.
Sempre il prof. Girardet,
l’indomani mattina, ha condotto il culto predicando su
Apocalisse 3, 1-6, e applicando il paragone della chiesa di
Sardi a tutte le chiese del
mondo, e particolarmente a
quelle europee, in riferimento
alla loro testimonianza della
grazia e al giudizio del Signore per credenti e non credenti.
È seguita un’agape fraterna
ben riuscita, con gioiosa partecipazione dei presenti.
no, uomini e donne, in quei
giorni io manderò il mio spirito ed essi parleranno come
profeti») poteva e doveva diventare viva e reale nella no
stra vita. Anche noi semplici
sorelle possiamo essere trasformate in credenti vive e
dinamiche, se ci lasciamo
guidare da Gesù, quel Gesù
di Nazaret che tanto ha fatto
per liberare le donne da antichi pregiudizi.
Essere rivestite dello Spirito di Dio è una grazia che il
Signore è impaziente di donare a tutti coloro che si arrendono a lui e abbandonano la
loro vecchia vita. Questo significa che per ogni cosa confideremo in Gesù Cristo, affinché compia in noi quello
che non possiamo fare da sole. L’obiettivo che ci siamo
poste tutte insieme è quello di
creare una donna nuova; ci
impegneremo affinché questa
nuova nascita si sviluppi progressivamente, finché la figura stessa del Cristo comincerà
a riprodursi e se il Signore
vorrà altri vedranno in noi la
sua immagine.
Appello del Servizio migranti della Fcei
La pace non significa
la fine delLimpegno
Care sorelle, cari fratelli,
il Srm (Servizio rifugiati e
migranti) della Fcei fin
dall’inizio del conflitto jugoslavo ha portato avanti una
azione di aiuto umanitario a
nome delle chiese evangeliche italiane.
I - In questi anni abbiamo
dato appoggio a comunità
evangeliche ed enti che sul
posto erano all’opera nell’assistenza dei profughi e delle
vittime della guerra.
Nella zona dì Rjeka la
Chiesa evangelica (luterana)
assiste un numero crescente
di famiglie (dalle 80 del
1992 alle 160 attuali), con la
distribuzione mensile di pacchi viveri e vestiario. Dietro
segnalazione di questa chiesa
abbiamo portato viveri, vestiario e materiale igienicosanitario ad alcuni orfanotrofi: a Lovran (55 bambini) a
Kraljevica (20 handicappati e
20 malati di mente), a Selce
(95 bambini) e a Novi Vinodolski (45 bambini). In questo orfanotrofio, grazie a un
consistente dono della chiesa
protestante di Milano, abbiamo potuto riattrezzare la cucina.
Nella zona di Zagabria
abbiamo appoggiato l’opera
del Duhovna Stvamost (opera battista) che segue circa
400 profughi nella capitale e
appoggia l’opera di piccoli
gruppi in varie parti della Bosnia.
Nella zona di Pula interviene la Chiesa metodista di
Trieste con il sostegno di
gruppi della Lombardia, del
Piemonte e della Svizzera.
Nella zona di Slavonski
Brod è iniziato nella primavera del 1995 un sostegno alla Chiesa luterana del posto
che segue 400 profughi.
Aiuti vari sono poi stati
portati in situazioni di emergenza in campi profughi al
confine con la Slovenia e dietro precise richieste (disinfettanti per campi profughi, materiale scolastico per bambini, ecc.).
II - I finanziamenti: questa opera di aiuto umanitario
ha comportato una spesa di
lire 146.000.000 l’anno. Le
chiese evangeliche italiane
hanno contribuito con lire.
36.000. 000 e le chiese olandesi con lire 110.000.000.
Per il 1995-1996 siamo impegnati per una somma di lire
264.000. 000 (residuo del
1994 lire 60.000.000), abbiamo avuto la promessa di un
contributo di L. 100.000.000
dall’Olanda. Ci mancano
quindi 104.000.000 lire.
Ili - Appello: rivolgiamo
quindi un appello alle chiese
evangeliche italiane a sostenere questa opera di aiuto
umanitario. La situazione
dell’ex Jugoslavia, anche se
da un punto di vista della
guerra sembra dare adito a
fondate speranze di un superamento del conflitto rimane,
dal punto di vista sociale ed
economico, drammatica.
Il ritorno dei profughi alle
loro case, là dove è possibile,
presenta grossi problemi di
ricostruzione di tutto, dalle
case alle infrastnitture, ai posti di lavoro. Là invece dove
non è possibile, non presenta
ancora dei progetti di soluzione (i profughi vengono
spostati da un campo all’altro rompendo quei tenui legami con l’ambiente che i
profughi a fatica tentano di
ricostruire).
Il bagaglio di odio, risentimento, di ferite aperte in una
realtà di completa incertezza
creano disorientamento e incapacità di reazione. 11 messaggio di speranza che possiamo dare attraverso il sostegno e l’aiuto sono importante
perché prevalga la volontà di
riconciliazione.
Invitiamo perciò tutte le comunità a ricordarsi di questo
dramma non ancora concluso
e ad inviare il proprio sostegno alla Fcei, ccp n.
38016002, via Firenze 38,
Roma, specificando «pro aiuto umanitario ex Jugoslavia».
Fraterni saluti
Roma, dicembre 1995
Annemarie Dupr^
Coordinatrice del Srm
Bruno Tron
segretario del Srm
7
Spedizione in abb. postaie/50-Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
al mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere
il diritto di resa.
Fondato nel 1848
Secondo la tradizione
Natale per gli anziani
di Prarostino
Le attività natalizie sono iniziate per le sorelle dell’Unione femminile il 13 dicembre. Sono arrivate con farina, lievito, uova per preparare più di 80 torte; con loro anche Giulio,
uno che conosce i segreti del forno a legna: occorre avere
abbastanza calore per fare lievitare l’impasto, ma si rischia
di bruciare il dolce: «Prima di tutto - spiega Giulio - le fascine dovrebbero essere di tralci di vite, danno un calore più
dolce; per cuocere i “gateaux” ci vogliono circa 350°, come
per il pane. Siccome il forno è privo di termometro il segreto è di saper vedere quando la “gola” del forno diventa
bianca: è il momento di togliere le ceneri; si chiude poi il
forno con il pesante sportello metallico per 10’, in modo
che raggiunga la giusta temperatura, e si inforna». Giulio ha
óollaborato alla festa del raccolto, quando sono stati cotti
oltre 200 gateaux, portati in segno d’affetto alle signore anziane e ai vedovi della comunità.
DESI
VENERDÌ 22 DICEMBRE 1995 ANNO 131-N. 48 LIRE 2000
Sono tre i Piemonti che
emergono dalla «Relazione sulla situazione economica, sociale e territoriale» del
1995, presentata dal’Ires,
l’Istituto regionale di ricerca.
Il primo che va dal Pinerolese alla vai d’Ossola, è l’ambito territoriale della ristrutturazione industriale, il secondo è il Piemonte dinamico e del lavoro autonomo
rappresentato dalla provincia
di Cuneo e da parte delle
province di Asti e Torino, il
terzo è l’area della stasi produttiva e del deterioramento
demografico costituito dalla
provincia di Alessandria. Alle tre configurazioni statistiche e territoriali corrispondono realtà sociali diverse. Nel
Pinerolesè, osserva l’Ires, il
UNA RICERCA DELL'IRES
TRE PIEMONTI
GIORGIO GARDIOL
peso della classe operaia
continua ad essere importante nonostante l’invecchiamento complessivo della popolazione.
Gli addetti aH’industria sono il 45% della popolazione
attiva e gli operai il 46% di
questa. Una classe operaia soprattutto maschile, perché le
donne occupate nell’industria
sono meno della media regionale (26% contro il 32%).
Anche la scolarizzazione
del Pinerolese è tipica di una
«trasformazione incompiuta». Si studia di più ma il numero dei laureati è insufficiente a-far fronte alle esigenze di modernizzazione della
società locale. Così importiamo dirigenti e tecnici e stiamo diventando un’area residenziale per l’area metropolitana. Non c’è perciò dinamismo sociale né crescita di
nuove iniziative. La formazione offerta dalla scuola nelle fasi di ristrutturazione produttiva dell’economia può essere infatti determinante per
il benessere di un’area geografica. Ma questo non sembra essere il nostro caso.
Oggi non si tratta soltanto
di offrire infrastrutture alle
nuove possibilità di insediamento industriale, ma soprattutto di offrire qualificazioni
e capacità professionali per
l’azienda postindustriale e
per il lavoro telematico. In
questi giorni si è svolta a Roma la prima Conferenza sulla
montagna da cui sono venute
molte indicazioni per un nuovo sviluppo delle aree montane. Saremo capaci di coglierne tutte le opportunità?
A Pinerolo una singolare iniziativa per sensibilizzare cittadini e amministratori su due problemi urgenti
Qualificare il centro storico e ricostruire il teatro
Venerdì 8 dicembre a Pinerolo si è svolta una singolare
manifestazione di protesta
organizzata dagli «Amici del
centro storico» e dallo scultore pinerolese Stefano Drago per richiamare l’attenzione di tutti i pinerolesi e anche
degli abitanti del comprensorio su due vicende annose: la
pedonalizzazione del centro
storico e la ricostruzione del
Teatro sociale.
Commercianti, artigiani e
residenti del centro storico
sono scesi in piazza perché la
giunta, alcuni giorni prima,
aveva proposto la chiusura
del centro storico senza accogliere le richieste dei parcheggi e delle attrezzature
necessarie per rendere possibile una ristrutturazione del
commercio tradizionale nel
più vecchio quartiere della
città e senza affrontare la
questione, sollevata da molti,
del rischio di chiusura o del
fallimento dell’attività, se la
pedonalizzazione non verrà
adeguatamente predisposta
con tutte le infrastrutture previste dalle norme vigenti sul
piano del traffico.
Proprio negli stessi giorni
Leggenda
di Natale
Oggi stiamo seduti,
alla viglia di Natale,
noi, gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre di fuori,
il vento entra.
Vieni, buon Gesù da
noi, volgi lo sguardo:
perché tu ci sei davvero
necessario ■
Bertolt Brecht
in cui si è avviato il duro
confronto tra centro storico e
giunta, a rendere ancora più
teso il dialogo è pervenuta
una lettera del ministero dei
Beni ambientali, che chiede
al sindaco notizie sull’inizio
dei lavori per la ristrutturazione del Teatro sociale, invitando comunque l’amministrazione a adempiere quanto
prima ai suoi doveri e avviare al più presto l’opera.
Le due questioni si sono
intrecciate fra loro, e così è
venuta fuori l’idea provocatoria di inaugurare, in contemporanea con l’apertura
della stagione lirica della
Scala di Milano, gli «Scalini
del Teatro sociale» con il
rombo delle betoniere.
La manifestazione si è
svolta alle 10 di mattina davanti al Teatro sociale e al
palazzo comunale quando si
sono messe in moto le betoniere; alle 11 un gruppo di
bambini ha affisso la lettera
del ministro al portone del
teatro, alle 11,15 è stato presentato alla popolazione un
modello in scala del parcheggio sotterraneo di piazza Terzo Alpini e poi il tenore An
tonio Romeo ha interpretato
alcuni brani lirici.
Lo scultore Stefano Drago
ha fatto la cronistoria degli
avvenimenti che hanno provocato la protesta e ha ricordato che la città non può più
attendere ma deve affrontare
il vero problema di questi
tempi, la disoccupazione giovanile, soprattutto intellettuale, avviando il risanamento
delle strutture monumentali
pubbliche: ha poi chiesto un
cambiamento deciso della
politica territoriale, ponendo
obiettivi nuovi che offrano al
Pinerolese possibilità concrete di sviluppo del terziario e
del turismo qualificato.
Tutte le forze disponibili,
finanziarie e produttive, dovrebbero creare lavoro puntando su scienza e tecnica
perché si possa garantire la
pace sociale e la solidarietà
nei confronti dei più deboli.
Drago ha quindi proposto la
ricostruzione del Teatro sociale e l’avvio della costruzione dei parcheggi sotterranei come banco di prova significativo per avviare la ricostruzione della città e la
sua modernizzazione.
I plastico dei parcheggi
(foto Bolla)
Stando alle notizie diffuse dai giornali, il Centro studi piemontesi ha tradotto in lingua piemontese lo Statuto
della città di Torino. L’introduzione, citata da «Repubblica», dichiara che l’intenzione è di «offrire un contributo agli
sforzi per mantenere viva la parlata piemontese e diffonderne la conoscenza
della forma scritta, nella convinzione
che divulgare la conoscenza dei dialetti
e delle lingue minoritarie non corrisponde affatto a logiche grettamente localistiche: è un fatto di arricchimento
culturale coerente con la finalità di una
più forte integrazione a livello nazionale ed europeo».
È indubbio che ogni lingua porta con
sé elementi culturali che è difficile tradurre con la stessa immediatezza in altre
lingue, anche se talvolta è difficile avvertire quale sia, nelle diverse lingue,
l’origine di questa espressione piuttosto
che di quella. È la riflessione che mi veniva in mente leggendo una delle leg
IL FILO DEI GIORNI
LINGUE
_____________BRUNO BELLION___________
gende delle valli valdesi pubblicate qualche anno fa a cura di Arturo Genre e
Oriana Bert. A un certo punto, nella leggenda delle fate di Cournilhoun e la distruzione dei ponti della Val Germanasca, si dice: «countént coum un soldi»,
opportunamente tradotto «contento come una Pasqua». Chi mi sa dire qual è
l’origine delle due diverse espressioni?
A parte queste piccole curiosità, mi
vien fatto di pensare che la lingua, proprio perché espressione viva di una comunità che la parla, prima ancora di
scriverla e di leggerla, o vive o non vive. Ma credo che sia difficile farla vive
re con traduzioni che sanno comunque
sempre di qualcosa di artefatto e che rischiano di passare presto nel dimenticatoio. La lingua esprime giustamente dei
sentimenti e dei pensieri, ma quando
questi pensieri sono formulati in una
lingua diversa, in un mondo concettuale
diverso, quando il mondo culturale mal
si adatta a quel che si vorrebbe esprimere, fórse, nonostante la buona volontà, si
perde il proprio tempo e si rischia di dare impressione di «logiche grettamente
localistiche».
Nella cronaca (o storia) valdese si ricorda che, per volontà di Beckwith,
vennero tradotte parti del Nuovo Testamento sia in lingua valdese, sia in lingua piemontese. L’intenzione non era
ovviamente quella di rivitalizzare tali
parlate, che allora probabilmente ne
avevano assai meno bisogno che ai giorni nostri, bensì quello di permettere una
maggiore penetrazione in certi ambienti
del messaggio evangelico.
^ Una tantum per
il riscaldamento
La Commissione sanità del
Consiglio regionale, presieduta da Luciano Grasso, ha approvato il disegno di legge
della giunta presentato dall’
assessore all’Assistenza, Goglio, che prevede contributi
«una tantum» di 400.000 lire
ad anziani e disabili indigenti
per spese di riscaldamento.
Sul disegno di legge che ora
passa al vaglio del Consiglio
regionale, i consiglieri di opposizione Suino (Pds) e Peano
(Ppi) hanno rivolto un invito
all’assessore «perché non presenti più iniziative così episodiche come questa, o come
quella dei contributi sulle dentiere. Aspettiamo invece un
piano generale che tenga conto delle varie problematiche
sullo stato sociale». L’assessore Goglio è stato anche sollecitato a presentare analoghi
interventi per i barboni della
città di Torino, come hanno
detto Marisa Suino e Peano, e
anche per «gli zingari dei
campi nomadi, soprattutto dopo la morte di una zingara,
avvenuta nei giorni scorsi a
causa del freddo». (Ansa)
M Mondiali
di ciclismo
Il Piemonte si candida come sede di svolgimento dei
campionati mondiali di ciclismo, previsti in Italia per il
1999. Punti di forza di questa
candidatura, lanciata nei giorni scorsi dal presidente della
giunta regionale, Enzo Ghigo,
sono l’apertura entro quella
data del museo del ciclismo
intitolato a Fausto Coppi (che
sarà realizzato nell’Alessandrino, probabilmente a Tortona o a Ovada), e la concomitanza delle celebrazioni per il
centenario della nascita della
Fiat. In particolare Ghigo ha
proposto che le gare a cronometro abbiano come traguardo il Lingotto di Torino, con
la scalata della rampa che
porta all’anello panoramico
sopraelevato. (Ansa)
8
PAG. Il
Torre Pellice: la borgata Bonnet sotto la neve
E Eo) Delle vaoi moEsi
Incontri con gli autori e le biblioteche
Legami stretti
fra Pinerolo e i libri
venerdì 22 DICEMBRE 1995
(foto R. JanaveI)
RIFIUTI: IL 1996 PORTERÀ LA TASSA ECOLOGICA
— Il 1996 porterà una serie di aumenti tariffari per quanto
riguarda la gestione dei rifiuti nell’intero Pinerolese (come
nel resto del Piemonte). La legge regionale 59 della scorsa
primavera prevede una forte spinta verso un sistema integrato di smaltimento basandosi anzitutto sulla raccolta differenziata, sui possibili riutilizzi dei rifiuti, arrivando solo
in ultimo alle discariche che ormai «scoppiano». Anche la
discarica del Torrione a Pinerolo avrà breve vita e quindi è
indispensabile trovare rimedi. Per avviare già nel 1996 una
serie di iniziative volte a rilanciare la raccolta differenziata, la scorsa settimana l’assemblea dell’Acea ha deciso di
istituire una tassa specifica di 4.000 lire per abitante finalizzata a progetti per la raccolta differenziata. «Il nostro
obiettivo - dice il direttore, ing. Carcioffo - è di passare
dall’attuale 5% di raccolta differenziata all’11% già nel
’96 con la meta del 23% nel 1999». Solo così sarà tra l’altro possibile evitare la tassa ambientale che verrà applicata
nel caso in cui non vengano raggiunte le percentuali di
raccolta differenziata previste dalla Regione. Resteranno
per i momento invariati i costi di smaltimento in discarica,
attualmente di 60 lire al kg per i Comuni consorziati e di
90 lire per quelli non consorziati.
AUMENTO DELL’ACQUA POTABILE — Per i Comuni
serviti dal consorzio pinerolese Acea aumenteranno le tariffe dell’acqua potabile; l’aumento è di 110 lire al metro cubo
per le utenze domestiche e per gli usi agricoli, ad eccezione
degli allevamenti. Le fasce tariffarie sono divise in base ai
consumi: fino a 90 me si pagheranno 550 lire, fino a 135
me 820, fino a 180 me 1.110 lire e oltre 1.510 lire.
GEMELLAGGIO TEATRALE — La «Compagnia della
teiera» di Pinerolo si è gemellata con il laboratorio teatrale
del «Punto giovani» di Guardiagrele, un paese in provincia
di Chieti di circa 12.000 abitanti. Con un concreto aiuto da
parte dell’assessorato alla Cultura di Pinerolo è stato possibile organizzare una spettacolo di questi giovani e promettenti guardiesi presso il teatro-incontro di via Caprilli
per la sera del 22 dicembre; verrà allestito lo spettacolo «I
tre bravi», liberamente tratto da Dario Fo, regia di Zenone
Benedetto. Insieme ai ragazzi del Laboratorio reciterà anche una pinerolese della «Compagnia della teiera» di origine abbruzzese; la speranza dei giovani del gruppo teatrale pinerolese è di poter restituire quest’estate la visita culturale sulle piazze abbruzzesi.
GLI AUGURI DEL SINDACATO PENSIONATI — Il sindacato pensionati Spi Cgil vai Pellice ha organizzato due incontri di amicizia, alle 15 del 21 dicembre alla sede di Torre
Pellice e alle 15 del 28 dicembre presso la saletta d’arte a
Lusema, con i tradizionali scambi di auguri di fine anno.
LE VALLI OCCITANE IN UN FILM — Per la prima volta
verrà realizzato un documentario filmato prodotto da
un’associazione occitana attiva come «Ousitanio vivo» avvalendosi di ricercatori che parlano correntemente la lingua
d’Oc e conoscono direttamente gli argomenti trattati nel
film. Settore etnografico, musicale, danze, feste tradizionali, costumi, artigianato e stile architettonico alpino vengono
trattati in questo documento realizzato da Predo Valla e
Dario Anghilante, della durata di 90 minuti e finanziato al
50% dall’Unione europea. Il film documentario si propone
anche di affrontare i problemi della montagna, spopolamento, inadeguatezza del mondo scolastico, questione culturale e degrado del territorio. Le riprese sono iniziate da
alcune settimane e sarà presentato nel settembre ’96.
NUOVA API: SCIOPERO DEI DIPENDENTI — Alcuni
comuni delle valli saranno sommerse dai rifiuti come Milano? I lavoratori della «Nuova Api», la ditta che ha in appalto la raccolta rifiuti in una decina di Comuni del Pinerolese, lamentando di non essere stati pagati da agosto, sono
entrati lunedì scorso in sciopero, con i prevedibili disagi
nei paesi in cui non è stata effettuata la raccolta. La difficilissima situazione in cui si trova la ditta era stata denunciata alcune settimane or sono dalla Cisl di settore che ha evidenziato il mancato pagamento degli stipendi e dei versamenti previdenziali. Con mezzi della ditta il servizio è stato
successivamente svolto, ma sembra più che probabile la
scelta di molti Comuni di passare anche per la raccolta rifiuti all’Acea; la situazione dell’Api pare infatti estremamente precaria e dunque col rischio di passare le feste di
Natale sommerse dai rifiuti. Non è esclusa la richiesta di
fallimento dell’azienda con conseguenti problemi per il
servizio ma anche per gli oltre 10 dipendenti della società.
È un momento importante
per il libro nel Pinerolese: è
appena partita l’edizione ’9596 di Pinerolo che scrive, la
rassegna di presentazione di
libri editi nella zona, ed ecco
che già sabato 16 dicembre a
Pinerolo è stata inaugurata la
nuova sede della biblioteca
per ragazzi in corso Piave 5.
Un giorno di festa, con spettacoli teatrali itineranti, giochi, omaggi a tutti i partecipanti: il tutto ha permesso a
famiglie e giovani di entrare
in contatto con la biblioteca
che mette gratuitamente a disposizione oltre 6.000 libri. Il
momento è globalmente positivo anche pensando all’attività delle biblioteche di Pinerolo e di quelle che fanno riferimento al servizio bibliotecario della città.
Nel 1994 sono stati infatti
acquistati, per il complesso
delle 82 biblioteche, libri per
un valore di 70 milioni (75
quelli previsti per il 1996),
grazie anche all’intervento diretto dei Comuni che in 34
casi sono intervenuti con un
investimento pari o superiore
a 500 lire per abitante mentre
ben 19 Comuni non hanno
stanziato fondi specifici.
In primavera era stato deciso di predisporre un questio
Provìnda
A Banja Luka
i soldi
di La Ganga
La giunta provinciale ha
approvato, il 14 dicembre,
una delibera con la quale si
«autorizza» l’ente ad incassare i quaranta milioni già versati da Giusy La Ganga a titolo di risarcimento danni per la
vicenda delle «tangenti Assitalia».
Si ricorderà che l’ex parlamentare socialista era imputato nel procedimento che
aveva fatto emergere gli illeciti e che la Provincia si era
costituita parte civile. Patteggiata la pena con il giudice
per le indagini preliminari. La
Ganga ha poi versato la somma in questione alla Provincia di Torino per ripagare i
danni subiti dall’ente. «Nella
delibera - spiega la presidente, Mercedes Bresso - si dispone che la somma incassata
venga destinata ai profughi
dell’ex Jugoslavia attraverso
un contributo di pari entità».
«1 fondi - annuncia l’assessore Aldo Miletto - serviranno
a riempire due Tir di viveri e
medicinali che partiranno per
Banja Luka verso la metà di
febbraio». Nella cittadina bosniaca vivono ora 250.000
profughi che, stipati in ospedali, scuole e caserme, mancano praticamente di tutto.
INFORMAGIOVANI
- VAI PEUICE
Via Roma 45
' Lusema S. Giovanni
0121/900245
. informazioni su
sport, scuola, bvoro,
musica, viaggi,
\ tempo libero
""Vi
Lunedi e venerdì
ore 14' 17
nario per valutare l’attività
delle biblioteche, il funzionamento, gli orari, la quantità di
prestiti fatti. Nella zona Pinerolo e valli risultano globalmente ben funzionare le biblioteche di Pinasca, Pinerolo, Pragelato, Prali e Villar
Porosa; in 20 casi il personale
è o di ruolo dei Comuni o di
cooperative che gestiscono il
servizio. Nel corso dell’ultimo anno nuòvi locali, più
ampi e funzionali, sono stati
dati in dotazione alle biblioteche di Cumiana, Cantalupa e
Vigone, ma in molti altri casi
le situazioni sono ancora assai sacrificate.
Confrontando i dati di questa ricerca con quelli degli
anni precedenti emerge un
elemento comunque importante che resta quello della
difficoltà di garantire un sufficiente orario di apertura,
causa anche di una certa staticità nei prestiti: se si escludono le 20 situazioni citate in
precedenza, in molti casi la
gestione è assai confusa e
precaria senza personale qualificato. Una possibilità in più
potrebbe derivare da una valorizzazione corretta del volontariato ma anche in questo
senso solo poche esperienze
sono state avviate.
Dal Piemonte
Aiuti
umanitari
per Zenica
I presidenti di Consiglio e
giunta regionale, Rolando
Picchioni ed Enzo Ghigo, insieme ad alcuni rappresentanti del Comitato regionale
di solidarietà, hanno illustrato
i dettagli di «una grande iniziativa, non solo di carattere
umanitario, della Regione
Piemonte a Zenica, nell’ex
Jugoslavia». 11 22 novembre è
stato siglato a Zenica dalle
autorità locali e dalle consigliere regionali Silvana Bortolin e Mariangela Cotta un
protocollo di aiuti per 2 miliardi. In base al protocollo, la
Regione Piemonte si impegna
a contribuire alla riorganizzazione delle attrezzature, degli
arredi e dei laboratori e del
materiale didattico nei settori
universitario e scolastico.
Al fine di collaborare allo
sviluppo economico produttivo del Cantone, le autorità
bosniache hanno poi rivolto
un invito alla Regione Piemonte di patrocinare la «terza
fiera intemazionale della Repubblica bosniaca» che si
svolgerà dal 1° al 5 ottobre
1996 proprio a Zenica. La richiesta è stata inserita nel
protocollo. Alla fiera saranno
invitate aziende piemontesi.
Infine, nel documento è stato
espresso l’invito affinché una
delegazione del Cantone di
Zenica e Doboj visiti la nostra regione. «La Regione
continuerà ora il suo impegno
a favore di Zenica - hanno
concluso i presidenti Picchioni e Ghigo - cercando di
coinvolgere gli altri enti locali del Piemonte».
Provvedimenti della giunta provinciale
Sostegno a sviluppo
e occupazione
La giunta provinciale ha discusso, su proposta di Marco
Camoletto, assessore al Lavoro e all’Economia, due importanti provvedimenti in materia di sostegno allo sviluppo
economico e all’occupazione.
Il primo riguarda la posizione
della Provincia circa gli interventi per utilizzare al meglio
le risorse della Comunità europea destinate a sostenere lo
sviluppo nelle aree a forte declino industriale.
Per il territorio della città di
Torino, la Provincia prevede
di indicare come prioritario il
Parco tecnologico del Lingotto, mentre per quanto riguarda i progetti relativi al territorio esterno all’area metropolitana vengono ritenuti importanti il Parco per le biotecnologie (Ivrea) così come tutte
le altre iniziative programmate nelle zone di Settimo e San
Maurizio Canavese e delle
aree di Pinerolo, Moncalieri e
Bassa Valle Susa. «I criteri
che abbiamo adottato per
esprimere la nostra posizione
- spiegano la presidente Mercedes Bresso e l’assessore
Camoletto - comprendono
l’equilibrio territoriale delle
iniziative, la possibilità di ottenere il più alto beneficio per
il sistema delle imprese e na
turalmente una valutazione
realistica del tasso di disoccupazione su un orizzonte pluriennale».
Il secondo intervento è costituito da una serie di provvedimenti all’interno di un
progetto più smpio per la formazione e ravviamento al lavoro di giovani disoccupati
con bassi livelli di scolarità.
«L’obiettivo - hanno dichiarato la presidente Bresso e
l’assessore Camoletto - è di
recuperare i mestieri tradizionali del nostro territorio favorendo la realizzazione di atelier di artigianato polivalente.
Il mercato sembra gradire
questo tipo di attività, che offre quindi una prospettiva
importante alle fasce più deboli della disoccupazione
giovanile».
Il progetto elaborato dalla
Provincia prevede la continuazione di una serie di corsi
per completare un percorso
formativo nel settore dell’artigianato e l’avvio di ulteriori
iniziative di avviamento al lavoro localizzate in centri diversi del territorio provinciale. La spesa che è stata prevista nel progetto per la copertura globale di tutta l’operazione ammonta a circa 180
milioni di lire.
RADIO BECKWITH
EVANGELICA
FM 96.500
tei. 0121-954194
Analizzata la struttura dell'Ente
La Regione in cifre
In occasione dei 25 anni
della Regione Piemonte, i settori controllo di gestione e
analisi e progettazioni organizzative hanno elaborato i
dati sulla reale condizione
qualitativa e quantitativa dell’
ente.
25 strutture e 36 unità operative, ,253 strutture e 334
unità le forze in campo rispettivamente per il Consiglio e
la giunta del Piemonte: il
10,5% delle strutture regionali dirigenziali è però privo
della figura del responsabile;
l’età media dei dirigenti regionali è di 49 anni.
Il dato qualità mette in rilievo che le ore possibili di lavoro in Regione sono 4 milioni
144.234 e nel 1994 quelle in
cui si è effettivamente lavorato sono state 3.879.938: dato
che, con un tasso di assenza al
di sotto del 3% tra i dirigenti,
pone il Piemonte al primo posto tra le Regioni italiane.
La formazione professionale del personale negli anni
1991-1995 ha comportato una
spesa di 1.773.600.000, cifra
che il governo Ghigo intende
perlomeno raddoppiare. Per
quanto riguarda la residenza
dei 2.991 dipendenti, 2.172
(il 72,62%) sono residenti negli uffici del capoluogo e 7
sono i dipendenti nella sede
di Roma. È calcolato che nel
1995 il costo totale degli affitti di immobili sarà di circa
9.400.000.000, a fronte della
cifra di 8.000.620.897 dell’
anno scorso; il costo canoni
di concessione per immobili
sarà invece di 132.036.500; la
quota degli affitti e canoni
per uffici è di 8.016.922.328,
di cui 6.681.287.076 per Torino e provincia.
Per quanto riguarda i progetti per il futuro, il governo
Ghigo ha in programma la
costruzione di un moderno
Palazzo della Regione, una
sede unica in cui si possa realizzare un’organizzazione del
lavoro che tenga conto delle
nuove deleghe attribuite dallo
Stato alle Regioni, alle Province e ai Comuni, e che
comprenda uffici per le relazioni con il pubblico e sportelli del cittadino; si prospetta
anche l’utilizzo di nuovi strumenti di comunicazione e la
realizzazione di un progetto
di informatizzazione per il
quale è stato stimato un investimento di 100 miliardi in
cinque anni.
L’aula del Consiglio regionale
9
X
A
HoPizìariofgeì
/
7
> V
NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE GIOVANILE EVANGELICA ITALIANA
UN LUOGO DI CONFRONTO IMPORTANTE
L'Assemblea mondiale del Movimento Cristiano Studenti a 100 anni dalla sua fondazione
Lo scorso agosto, in Costa d’Avorio, si è
svolta la XXXI Assemblea mondiale della Federazione Mondiale Cristiana Studenti
(WSCF), un appuntamento più che mai importante se si considera che proprio ad agosto del ’95 cadeva il primo centenario della
fondazione della Federazione. Al termine
dell’Assemblea Debora Spini è stata eletta
presidente del Comitato esecutivo mondiale, .
del quale fa parte anche Donatella Rostagno
in rappresentanza della regione europea. La
presenza di due fgeine nel Comitato è motivo
di grande gioia, oltre che un’ ottima occasione
per parlare ancora del MCS sulle pagine del
Notiziario: a Debora e a Donatella - che da
anni lavorano per il MCS - abbiamo rivolto alcune domande sul loro impegno nella Federazione mondiale.
Prima dell’ultima Assemblea mondiale
in Costa d’Avorio, si è svolta una pre-assemblea delle donne del WSCF. Di che cosa vi siete occupate in quei giorni? Quali
temi sono stati in discussione?
Donatella Rostagno: “La pre-assemblea
delle donne ha avuto un carattere storico,
partendo dal presupposto che se la Federazione è nata 100 annffa, la partecipazione attiva delle donne in posizioni di leadership è
iniziata solo più tardi, e da allora di strada ne
è stata fatta. Dal 1986 si è passati da un modello di segretario generale ad un modello di
due co-segretari generali dei quali uno deve
essere una donna, cosa che, anche se per alcuni motivi è ancora in discussione e riceve
numerose critiche, assicura una forte partecipazione delle donne nella vita e nel lavoro
della Federazione. Penso che i momenti fondamentali della pre-assemblea siano stati tre;
1. Uno sguardo al passato. In cui donne
che hanno fatto la storia della Federazione ci
hanno raccontato la loro esperienza. Margaret Flory, Elisabeth Adier, Ranjini Rebera hanno ricordato le loro esperienza e l’importanza
e le difficoltà della partecipazione femminile
nella Federazione. A parte questo momento
istituzionale è stato bello che siano rimaste
per tutta l’Assemblea, per il contributo che
hanno dato e per la possibilità che abbiamo
avuto di chiacchierare con loro.
2. Laboratori su donne e diritti umani,
donne e pace, donne e sviluppo, donne e
educazione, che sono stati una occasione di
analisi ma anche un modo utile per individuare tematiche di impegno per i futuri quattro
anni.
3. Scambio di informazioni, avvenuto in
modo molto creativo, sulla situazione delle
donne e le aree di iavoro su questo tema nelle diverse regioni della Federazione.
È stato molto interessante per me dato
che era la prima pre-assemblea delle donne
alla quale abbia partecipato. Inoltre ha aumentato in me la voglia di impegnarmi nelle
Federazione rimane un posto importantissimo
in cui giovani donne si possono confrontare
venendo da tutte le parti del mondo e da tutte
le confessioni religiose in un clima di libertà.
In quasi tutti i movimenti della Federazione,
negli ultimi anni, si sente la necessità di trattare temi che hanno a che vedere con l’identità
sessuata, a volte in contesti separati, a volte
anche in contesti misti. In alcune regioni si comincia a curare questo aspetto. Non solo
quindi un lavoro delle donne, ma anche lavori
separati per genere, cioè momenti di riflessio
tematiche delle donne sia nella FGEI che nel
WSCF”.
Più in generaie, quaii contenuti e quaii
modaiità di iavoro hanno privilegiato le
donne del WSCF negli ultimi anni?
rtDtRAtiOH UMWtRSELLE CHMIIBIN
D elta*«« '
CEtnEMAlRE^ET ASS|W|LEE
ne separata per uomini e per donne. Resta
certamente una varietà di situazioni, dato che
in alcune regioni (ad es. europee o asiatiche)
questo lavoro è avviato, in altre invece stenta
a partire”.
Debora Spini: “Bisogna premettere che
il WSCF agisce in una grossa varietà di contesti, sia culturali che teologici. Quindi anche
la costruzione della solidarietà femminile e di
, una pratica politica delle donne all’Interno della Federazione non è sempre una cosa facile
né Indolore: cl sono barriere culturali e diversità di linguaggio non indifferenti.
Dal punto di vista pratico comunque la
Il problema dell’ecumenismo è centrale per un grosso movimento come il
WSCF: sarebbe interessante capire come
questo viene affrontato a livelio istituzionaie, ma anche come è vissuto personalmente da chi fa parte della Federazione
mondiaie. Non si può nascondere, per
esempio, che a volte fgeine e fgeini tornano da incontri mondiali o europei riportando un certo disagio rispetto al modo in cui
viene posto ii problema del rapporto fra le
fedi; eppure la ricchezza di confessioni diverse è il punto di forza di ogni organismo
ecumenico. Che tipo di esperienza avete
fatto in proposito in questi anni?
Debora Spini: “La Federazione Mondiale
è secondo me un luogo dove si vive ia prospettiva ecumenica,in una maniera moito particoiare: si tratta di un movimento di base, in
cui la gente si conosce al di là delle barriere
confessionali, sulla base dell’incontro personale e non semplicemente attraverso gli schemi della diplomazia ecumenica. Inoltre è importante considerare che il WSCF riesce ad
essere in contatto con altri movimenti (con i
quaii non sempre le chiese istituzionali riescono ad essere in contatto) che si occupano di
tematiche inerenti la pace, la giustizia, dove
l’ecumenismo diventa non solo una “palestra
teologica”, quanto una autentica forma di diaconia.
È vero che per noi fgeini molto spesso
può essere uno shock partecipare, specialmente le prime volte, ad un incontro ecumenico. Però se la gente che va alle delegazioni
delle conferenze del MCS torna a casa scioccata, vuol dire che il MCS ha raggiunto già il
50% del proprio scopo!
Non possiamo ignorare che la cristianità
vive la dimensione del peccato e della divisione; imparare a valutare la positività della pluralità delle forme di espressione della fede è
uno dei capisaldi dell’ecumenismo. Quello
che a volte ci è difficile capire è che in ambito
ecumenico essere protestanti non significa
appartenere ad un “minoranza perseguitata”,
ma spesso e volentieri significa appartenere
alla maggioranza. Bisogna che ci ricordiamo,
per esempio, che quando in questi incontri
ecumenici incontriamo fratelli e sorelle cattolici non è come quando ci confrontiamo con loro in Italia, dove noi parliamo alla maggioranza dal punto di vista di una minoranza.
Per me aver trascorso tanti anni nel MCS
è stata,prima di tutto un’opportunità per comprendere che ci possono essere fratelli e sorelle che organizzano la propria fede in una
maniera diversa. Aiutare il proprio fratello (anche con gesti concreti) ad andare avanti per
la strada che gli è propria, anche se non la
approviamo in tutto, è uno dei fondamenti
deH’ecumenismo. Solo da questa accettazione nasce il dialogo”.
Donatella Rostagno: “Mi preme sottolineare che nella regione europea, caratterizzata da una forte presenza sia protestante
che ortodossa (paesi dell’est), il problema
deH’ecumenismo è veramente centrale. Non
credo che si possa dire che è uno dei temi discussi, ma IL tema che sottende a tutte le attività e ai temi che vengono svolti. Lo scorso
anno il WSCF Europe ha organizzato una
conferenza in Grecia suH’ecumenismo (per la
quale purtroppo non ero riuscita a trovare
-?r ■
'9'
/ /V\oVl,/VtEfÌTO;'
. (^eVrEN/^/^io
nessuno/a dalla Egei che potesse andare):
pare che sia stata un’esperienza molto positiva per tutti i partecipanti cattolici, protestanti e
ortodossi che, mi è stato riferito, si sono posti
in una dimensione di ascolto molto forte, facendo sì che uno degli obiettivi principali
deH’incontro, l’ascoltarsi e quindi discutere
sulle differenze, avesse molto successo. Questa esperienza continuerà ed è già in preparazione un’altra conferenza.
(segue in secondai pagina)
lO
8
dicembre 1895
10
HotuiQriofgeì
^7^ ^ 1
SARANNO FAMOSI
fgruppi alla ribaltai
Il gruppo Fgei di
Pisa così come ora
è conosciuto dalla
Fgei nazionale è
nato “nell’ormai lontano” 1991 in occasione del congresso nazionale, per il
quale ad alcuni di noi era stato chiesto
ctì flfepef^ejga Mo&^mo.
t’r^procdk> non eea proprio allegro, ma la
Èìm 1 sÈfa raccolta e così partendo da un piccolo gruppetto di
persone con poche idee e poca
esperienza, ci ritroviamo ad essere un nutritg (anche nel senso sàimentare del tertrma) ^fUppo wèlto variegaiOj OHr§ ad esmemi
qualche residente (autoctono
Doc), si annoverano nel nostro
lungo indirizzario giovani provenienti da mezzo mondo (vantaggio di essere in una città universitaria piuttosto famosa!): italo-cinesi, itaio-coreani, italq-svizzeri
(^c&acfmunitanll) a sicBÌani (scusate se epocd}.
‘ CipiacefÉtare irmiem», sfruttare al meglio le occasioni che ci
capitano: dalle cene per l’arrivo di
qualche amico/a da lontano, alle
invasioni di case lasciate incusto
PISA
dite dai genitori, alle giornate al mare o In piscina a seconda di chi gentilmente ci ospita si accettano inviti anche da non toscanostesidenti; aspettiamo impazienti gli ina)ntri
naii i interregionali della Fgei per Wrc
re altri amici.
Abbiamo rapporti molto buoni con la
comunità e non solo per l’annuale culto
Fgei, ma soprattutto nella vita della comunità.
di cui siamo parte integrante con la nostra costante partecipazione alle attività: scuola domenicale, gruppo corale, servizio all’orgai^o,
impaginazione e sM^^MIa cifc<èlai^fli
chiesa, agapi e feste df lutate " ‘ »
Negli ultimi due mjbÈm presmtam il
lavoro dei nostri incontri alla comunità in occasion% appunto dell’agape di Nptale; ci siati nelle vesti di attori in erba e abbiaizzato sotto forma di drammatizzàzionetla dhria dei valdesi e la vita di M. L King.
Visto il discreto successo ottenuto abbiamo in
mente di ripeterci (non c’è due senza tre)
prendendo come tema di discussione il teologo protestante Dietnch Bonhoeffm. Qualche
notizia tecnica: l’età varia dai
15 ai 31 anni con una media di
23 (è anche la media nazionale); siamo ben bilanciati tra uomini e donne (52,6%M e
47,3%F); naturalmente i dati si
riferiscono all’ultimo censimento (scheda gialla anno 1994).
Nonostante i commenti tecnici la nostra particolarità è
quella di aver conosciuto la
Fgei come strumentò di collegamento tra i diversi gruppi
giovanili ed aver ifòva(d
una federazione all’interno della quale possiamo liberamente discutere e affrontare le
più diverse tematiche
come giovani credenti.
Laura e Gianluca
CORSI DI LINGUE
Il Consiglio d'Europa organizza
e finanzia ogni anno dei corsi di lingue per giovani leader dei movimenti giovanili. Già l’anno scorso
alcune e alcuni di voi avevano mostrato interesse ma non avevamo
fato in tempo a inviare le iscrizioni
entri il limite massimo. Quest’anno
non vorremmo perdere l’occasione.
Così se siete interessati/e mettetevi in contatto con Bettina König
(0121-543819) 0 Donatella Rostagno (02-2666070) entro la metà di
gennaio. Sono corsi di francese,
inglese, tedesco, spagnolo e
portoghese della durata di quattro
settimane indicativamente tra luglio
e settembre e si tengono in varie
città europee. Appena possibile vi
comunicheremo tutti i particolari.
(segue dalla prima)
Per quanto riguarda la mia esperienza
personale devo dire che, come per molti fgeini e igeine, spesso la frustrazione è stata
grande. Daniela Rapisarda e Luciano Kovacs
ricorderanno il serbo ortodosso che leggeva
con arroganza i passi della Bibbia contro
l’omosessualità o contro la libertà delle donne
di pariere in pubblico, provocando reazioni
anche violente in noi che lo ascoltavamo.
Lavoro nel WSCF da quattro anni e ci sono persone con le quali ormai c’è una forte relazione di amicizia; con queste persone (penso soprattutto alle amiche e amici ortodossi/e)
discutere diventa sempre più necessario e facile. Mi sembra di poter dire che il conoscersi
personalmente facilita molto le cose perché
l’amicizia aiuta ad accettare di più la discussione e a mettersi in discussione”.
Quale tipo di contributo può dare un
(piccolissimo) movimento come ia FGEI alla Federazione mondiale? Ovvero: in ambito ecumenico abbiamo molto da imparare,
sicuramente, ma c’è qualcosa di particolare che possiamo portare come contributo
specifico, nonostante il fatto di essere una
piccola federazione di gruppi, proveniente
da chiese di minoranza?
Donatella Rostagno: “È vero che numericamente noi ci consideriamo un piccolo movimento, ma questo piccolo movimento può
vantare di avere Debora, presidente mondiale
del WSCF; Luciano Kovacs, membro del consiglio europeo e Donatella rappresentante del
consiglio europeo nel comitato esecutivo
mondiale. Mi sembra che questo voglia dire
che forse non ci dobbiamo buttare troppo giù.
Siamo il movimento più forte dell’Europa del
sud sia numericamente che per le attività che
svolgiamo. Le delegazioni che inviamo alle
conferenze e assemblee spesso non si limitano a partecipare passivamente ma danno dei
contributi pratici che hanno molto successo.
Il tema delle donne e quello dell’omosessualità sono argomenti per i quali il contributo
fgeino è molto forte, e poi, insieme al movi
BUON COMPLEANNO MCS!
mento francese, praticamente gestiamo interamente il progetto sud (anche se è un progetto meramente europeo). La mafia non è
un tema per il WSCF, ma ci viene sempre
chiesto di parlare di questo problema e di dire
come secondo noi la FGEI e le chiese prete- '
stanti in generale affrontano o dovrebbero affrontare il problema. La ricerca teologica e di
fede è inoltre un tema su cui abbiamo qualcosa da dire, dopo tutto il lavoro svolto dal Grulateo e dai singoli gruppi”.
Debora Spini: “Il contributo che noi possiamo dare sta esattamente nel nostro stile di
lavoro, che normalmente cerchiamo di fondare non sul carisma personale, ma sulla condivisione, sul far crescere gli altri, sul mettere
gli altri in grado di prendere le proprie responsabilità. Inoltre è giusto menzionare l’attenzione che diamo ai processi decisionali, al lavoro
di gruppo, alle tecniche di animazione.
Un’altra cosa molto interessante che possiamo offrire è un buon modello di rapporto
con le chiese. Da un lato noi non siamo il loro
“ufficio della gioventù”, però al tempo stesso
siamo percepiti come una parte della chiesa.
Quindi al tempo stesso abbiamo una grande
indipendenza e anche una grande interazione.
Dal punto di vista dei contenuti noi abbiamo da offrire qualcosa teologicamente, cioè
un protestantesimo non compromesso con il
potere, che non ha dietro di se l’esperienza
della chiesa di stato, cosa che molte chiese
protestanti hanno. Inoltre abbiamo da offrire
l’esperienza di una chiesa di minoranza che
cerca di lottare (nell’intreccio fra teologia e
politica) per un ambiente giusto per tutti. Come protestanti italiani abbiamo una maniera
di vedere la nostra appartenenza religiosa come chiave di identità, in maniera non escludente né oppressiva, cercando di fare del ricordo della nostra oppressione non semplicemente una chiave per ottenere in cambio dei
privilegi, ma al contrario per stabilire delle regole di’ giustizia e di tolleranza che possano
valere per tutti”.
Lula Nitti (Napoli)
c/o Redazione Riforma
via Pio V, 15 10125 Torino
tei 011-655278
fax 011-657542
LA FRATELLANZA
Sabato 4 e domenica 5 novembre si è
svolto a Venezia il Convegno Fgei a cui hanno partecipato 50 giovani.
Il tema che ci è stato presentato era «La
fratellanza». La pastore Teodora TOsatti e il
marito Carlo ci hanno aiutati a riflettere sul
fatto che l’entità di un gruppo può variare dalla compagnia degli amici, al gruppo giovanile
della chiesa, alla squadra di calcio...
Successivamente abbiamo riflettuto sulle
relazioni che, come una rete di spago, collegano gli individui appartenenti al gruppo. Durante il pomeriggio-sera abbiamo fatto tanti
semplici giochi che, seguiti da riflessioni oculate, facevano pensare al ruolo di ognuno di
noi in una piccola o grande comunità. È così
stato trattato il problema di saper camminare tutti alla stessa
velocità aH’interno del gruppo, le
responsabilità di chi lo guida, le
rivalità presenti al suo interno,
l’unicità di ognuno di noi.
La sera è passata in allegria
come al solito, rattristata però
dalla notizia dell’assassinio di
Rabin, fatto che ci ha lasciati
sconcertati e addolorati.
La mattina della domenica,
divisi in due gruppi, abbiamo
considerato due brani biblici:
l’incontro di Gesù in casa di
Marta e Maria e la resurrezione
di Lazzaro. Ogni gruppo ha lavorato per un
paio d’ore producendo una scenetta su Marta
e Maria con una canzone e una simpatica
esposizione delle diverse idee sorte dalla discussione sulla resurrezione di Lazzaro accompagnata da un’altra canzone.
C’è stato poi un momento conclusivo di valutazione del convegno che in generale è apparso molto ricco e stimolante; forse il tempo
a nostra disposizione era troppo poco, ma
questo non vuol dire che l’argomento non
possa essere ripreso e approfondito nei gruppi giovanili delle nostre chiese (così spesso a
corto di idee).
Erica Mica
AL
11
I
g
g
cS
<0
<
s
DC
P
qj ^
aamgaaiiaa^
BH
■
■I
»
n
§
■> s
.¿‘.î
il.
12
>
■ö
•o
c
3
3
a
¡3'
N
n
n
0
1
Op ^ y ^ (O —
Sì. ü:
p M
°ë H
V p'
-I.
Q. m
5>‘ in
OL 2.
2. ä.
m m
o
3‘
3
o
<
u>
3
<0
3
s
n>
r»
O.
O
OQ
ñ
O
a
a.
fl)
n
O
3
0
1
t¡>
2F
° §
Û. 3
K I
o S>
g 9:
c
3
ft
o
3
■3
C
O
3
5’
(D
c
3
rt
C
fí
O ft
= o
■o 3
0 -3
1 s
o Q.
Q. 2.
ö ?
O ft'
3- §
(D Q.
n>' p’
= g
c
ft
o
■3
(U
n>
D
ft {kl
O
fl> Ofl
ft o
C rt _
- 3 => =
o
3
Q.
V
3
, . CL
1 §
9: 3
(D
C _
2 (D
ro «
3 w
2 °
g -•
rD
5
n*
3"
(D
ET 2,
n> ft s;
= V
w N
<=^ S- 5’
(DOS
= 3 2
(D (D n>
2 ^
2. 2 —
i” I
2. Z 0
2
ft a>
c fo
3
o
o
P>
»■
n
ft
A
QTQ
5’
3
Si.
ffi
3 ^ ^ .w >j .—.
ft
o
3
ft
O
s
'S
(D
Ö i
S o
l
PS. P
O fî
3"
p_ pj
i«.
z =
0 S
ft o
Q. 3
1 rt
Cft ft
C
o.
Q.
(D
3
(D rt
(D ft
9i
s' K
«> Q.
0'
3"
O
(D
C
ft
o
■3
(D
O
P
O.
c
3
o
in
<.
c”
■3
T3
O
in
O
in
rt
(D
3
(D"
i’ §
i;
11
2T 3
oq' o
c
(D
Q.
2.
5T
ft
O
3
ft_
p'
N
Ö‘
3
(D
3 Z
= I
o ®
TJ ¡a.
P 3>
a ft
- Q.
p o
<2 ■§
ft ZL
ft ft
^ 5
n m
§ 1
=ä 0
0 'S
M 3
rt p)
§ >.
^ o
p *5
5 O
c
■3
■3
Q.
2.
2
c
ft.
ft*
o
3
ft.
5*
N
5*
3
ft
■3
ft
ft
OQ
3
ft'
■3
C
O'
ft
in
in
ft
ft
ft
ft.
B
ft
5’
o.
2.
ft'
X
^:°è
f/ì
P
<
t
p
3
Q.
P
Q.
2.
Z
o
ft
Q.
si Ul .M
Sw''
ö a> < 0 0 3‘ p
q1 3 -j
n> £> PS.
rt 3
0' p
9t SL ft ft
(/) ■w
“1^ fD ft
n‘
0 < fl)
3 N* rt.
o' rt fl)
K 0. Û.
N fl) £L
0’ 3 5T -0
n> 3 2. rt n 0 3 Ui (/) (/) K
rt Q 0
K- =
Si.
c’
rt
O
ro 2
n
3;
ft'
in
ft
3
2.
p"
o.
ft
S
5
3
ft
</»
0 2.
1 ÿ
o n
rt ®
ft
p ñ
ft ft
2" Û.
ft ft
o 0
3. S*
in rt
P' I'
3 3
P
H ¡7
ft »
rt Í.
O Ñ
5’
o.
ft.
pT
ft.
ft*
o
3
ft.
5*
• N
5*
3
ft
• •
ft
w
T3
ft
ft
Í
N
ft
ijj to
n >
c
OQ
ft
C
3
ft O.
9*
c ft
3 in
in
2 o'
=, 3
S rt
— ^
ft. O
ft PS.
O ft
3 3
ft ft
o
3
ft
_ </)
^ -o
-D C
P 3
S Í.
Z 2:
s E
g! *0*
I/. ”*
c rt
r »
B o
3 o
P M
O- ft*
ft. —
5^ ®
jS ñl
Z>. c
ft ft
O 00
15:
p
N
5'
3
ft
s I
3 g
a
c
N
5"
3
ft
*0 Tl
ft s
0*
N
5* 5*
3 3
ft ft
P> 03
a 9.
Ü. ?
O ft
3 •
ft —
SL
5* "*
3
p>
P
n
3"
p"
0
o
3
p
w
ft
0
O
>
10
z
o
n
m
Bl
5# 5? 5# !ÿ »
^ 5ÿ 5Í
"0
»
CM
en 4l 4LLu(jüOJOjeiJUJtoto to to — — — — 000 vO 00 00 ^ ^ ^ O' en en en
>
“ö
-ö
c
z
H
o
?0
(II
13
<0
^ ^ O
VI O —
“ S “
ilí
g « j2
O
Q.
s ë s o'
0)'_
oí tg -o
§ ° 2
l3ë
U
'u -£S
c ^ rt
0 O ^
U TD O
s
^ g 3
rt O ^
T3 Û- c3
0> -C
1 « =
<u <u 3
S 'S 2
0)
o
o <- 3
■C O '-’
J3
0 óo <->
1 'S
8
-Sei
- ra
0) cl a>
o Ö .2 ë
S) D Q Æ
O
3
w
c
o
u ^
0) ^
y
rt m
Û- (N
£ i/í
J2 o
n g
<ü ^
£ ê
Ö I
^ o
n rt
3
I% 0
“D C
0)
0>
*5 “O
^ o
rt .ir
•§ I
rt .Î2
£ >
■O ^
-<u j0>
£ o
fe ■?
Û- g
W
O c
H 0)
§ ë
O
■ü y
fa <a
E o
■^-8
.9 fe
Û y
= 'S
o o
Q.
g s
0 Ö
*n ^
1 s.
= i
8 i
‘C 15
_3 ■§
0>
=6 «
g "O
'<“ o
(/» J5
LU ^
o¿ ‘5b
T3 _
(D <a
Ȁ x:
J2 <u
<u *fá
c 3
■= fö
(U ~
If
‘C
^ tn
1/1 ’
é-Ñ
to\j
c __
<a ^
^1
â ^
o c>
U 4->
u c
■q. .S
« “O
._ o
C Ë
8.0
'(u Q
I a
ca «iS
0) o
"O 1—
■? ^
:§ 8
i ¿
-s 8
*b0 t
c -S
s «
s g
4_l l/i
si
« £
o; ca
u u
:= u
Û. 0)
£
<ü ‘Û
-Vi Q.
ca O
O Û-'
*5
'0) “ü
« g
o E
=3 -,
fj JS
0)
c
o
o
Û- N
£ ë
o ü
c
o
u
E 2
<a L.
u o>
M
0) í®
c »i:
O d)
d) u
'O)
V)
O
c
<N ^
:ë-s
vS £
LU g
^ 3
O 'S
Ö g.
V»
o u
CL O
2.8
§ =
3 V)
o;
>
c
O
_ u
.£ 0)
= «
” -£
= 2
W 3
la i¿
s 3
ca o
u O
o V)
o- o
u
0) ____
o
- - .Ï
fa _ca ^
'o "
rt ^ o
'ÍS
0=0
£ u u
= 'O ¡5
<u c
.iii
^ fa 3
E js E
S -g 'o
ir."
-5
8 ^ S
•c i" „
.b > o
a.._ Ö
-o >0
J ti -o.
tt) Jí (U
■o _ x:
O ■- n
E o o
o o. ë
« ,(U <U
- p
ni <U E
- -= s
N U ^
C
<u fa —
C 2 —
o <u ._*
Ñ > ‘O
a — —
= 3 c
*Q VI fa
o 2 o
Mea:
1_ tt) ^
-3 f S
<ü .S2
'Q "O
~ (u U
2 o -3
n o <u
= .y (J
® Ñ
c 45 O
IO
= 2 Ig
o E T3
i| i
- -S -o
fa c
u a> í=
u <j fa
o <ü ¿3
Q. o. *-'
O -O
.> n
■O -O g
?> .2
E N
•5 i.i
i s I
ta *- o
■r» <u ^ > 2
-o E 3
;! .S 3
u u
rT i
V) C
•g r.
rt W
’Ö ^
■C Ö
h ^
U
> ’S
_g y
^ c
.JL i,
£ :S :=
L. ‘n
o ía ^
o £
.£ “-.8
0) S
ë IE
V) — (U
■> -Q) c
• O
;Ö o Ë
(/I *“
;s
0)
c o
0)
s
c
_ Qj
«sí
I “, Ï
tí ^
öS"
« = <?
VI —^ ii
•- O £
O ^
_S¿ —
“55 ta
TJ u
. 'Ö
g '2
O 0)
N
3 “O
•S2
OJ O
.2 3
bO i.
O
«y
-o " ü
<U CT-^ -O
-* rt 2
<¡¡ z ^
ta • ^
S C O
S O £
ta fa
s E i
c y
<ü o.
■n t:
12 y
0^
c
o;
£
'<ü
— o .2
§!Q
O
Q.
"O 0)
fa c
oí ta
§ o
•ü o
"Ö C
<b S .£
^ Ë
fe ";ö
E
<u K. 1_c 60 a>
u O
'£ o
O c
M Jg —
<u - P
N " fe
g S •>
g’ .tí "
>
o o 'Ö
U U :=
fa
VI
0
il
•Ë 8
^ fa
1 s
= S d
■D ^ .y
<x> <ü t
>0
d) •£ w
^ V)
O ^ ^
E -53 "
(U c <a
E o, 3
" -fe :í
■S o "88
o :=
N X .9
88^
° i
0) w
u___
fa (u
"g =
fa <D
3 ^
bo u
« s
ta
3 o
-1
fa VÏ
,ii
l-s
o _
— u
'O 0)
p îâ
(/>
ë
8 rt
•:- u
<D
C
:ö ■£
V) •■
i_
O) L.
> ^
V)
“O O
¿ s
P 2
3 2 .Si
o í U
g-S 2
g) o o
« = 1
2 .« =
X — <
o 8^.
O
H i- fa
ë ^ y
■s o r¿
O .2
o 2
S 2 .2
"nú
O" 8 rt
— O o>
“O ♦*» :=
O jS í9
§ E ti
Ö g ji 2.
- 1:5 E
60 fl ,a»
<¡> N ^
V) := fa
C rt =
O 3
3 O
E ä
o .s
u =
JS 2
c O
O C
u *
Ö) -n y
^ ^ ‘n
E o
2 H
rt en
‘“■fe
8 2
« <u
OI
o fe
fe I
ë I
«)
rt" ^
rt OL
O Ñ
3 Vi
C
Vi
" £
ai "
4-» ^ w
fa ^ 4-»
o ^
Vi ta
p ta
o U3 -»
■c .2 Z
4-1 C ^
"* 3 (y ..
^ tí <y
.-r C c
^ tt> o
E ta fa
.See
ta
feg
Ou u
fe
2 Q)
0) IE
^ s?
<U <y
T» 3
0Í
C
0) •
w
VI n*>
Ñ
c *
•“ O
-Q _
O
O £
£ ca
Ñ Z
(A ✓
l'i
c
M-n
~ "
O 'o
" -9
4-> ta
.9- O
1. (/)
o>
ai O
c ^
O
a.
<
O
c
bO
¿7)
i: “O
13 ,
c
0^
£
(é
VI
y
le
u
(a
£
L.
CL
js
"5)
■O ^
oS
y
’bbcN
_0 CN
O a
y V)
ta VI
u :=
w rt
0) u
t X: VI
fa " "
9- O 2 ^óT
S Ñ «
O (U y,
u- X ^
v V
X "
3 O
E = =
O <1) V
Ö -O _
£ Î3 â
fe g u
O ^ VI
c *0) ‘5.
0) C <ü
O d>
u N
0 C
1 ^ c.
■BS'§
Sog
2 O -2
£ 'o ^
j3 (U g
g D."W)
Z O 'ë
8 U
I Ö
01 g
c >
<y “O
g
.2 O
N tí
C
^•8a> y
■O ^
•2 ’2
^ E
n n
O §
= <
V ai
«.> L.
c O
P Ê
.t a
Vi u
0 "
û-'Ô
Vi .t=
£ fe
Oí ^
L. ta
c "5
1 ^
Vi
Vi
ta
“2 “■
ta Vi
i
Q. 0>
M L.
<U o>
s. «tí
Û. c
su
il
h* “O
P bO C O C P ■G O bO
ca O c^
> ^p c O u tí P “G Z
"55 -0 a 'ÎÂ P e P
P O
P 0 Cû E
■G «2 û e ca Vi ‘c
0 0. .8 (/) X P £ 3
Z 0 E s_ *cL i/i 0 > O u u ^p u
*4J VI _g Vi P p a.
P UJ
§
0)
Vi
O
E
O
.u
c
03
E
O
Q
0
03
bO
c
§
03
<<X ^
U
_03
“û3
■O
03
C
O
Ñ
ta
i_
03
■O
03
03
"O
03
W
C
03
■D
0)
C
O
*N
JS
û.
ta
03
CL
O
L.
3
03
C
03
£
3
U
03
fa
-2
JD
£
03
fa
03
ta
cû
O
ta
L.
J3
.Û
.03
Ò S
= :e
01 -fi
ñ «
o^
U ^
•5. a
“ s
01 2
N 03
C 1=
m C
U O
^ U
O 3
U ^
..2 03
~7S ^
tb 03
J¿ ^
«u
s¿
t,, ta —•
03 -t: 03
»- -2 "O
Û.^
03
C
Ñ
C
03
"ü
S "
û. £
O 3
î- u
3 03
ta
:= .03
g.-g
8 "
J
û-<
" n
03 "D
N 5
c O
03 U
U 03
03 </>
“O
_C
O
E
ï2
lû
vÛ
ta
ó s
■fe i
= O0) .
s. ^
20
3
0 n
L. C
X O
1 'fe
E =
_ -2 y 03 bO
rr c I/» •—
03 03
^ n
T, I
:i E
bO g
Ñ ca
c u
O c
U
_ S
Vi ta
03 Q.
.! 8
§ s
-2 û.
^ ta
r< S
-tí
21 c
03
- • g
.. T3 "Ö .O
C .S
.12 “
•¿3 cj
W c
C O
U u
fa f3
g ^
2 O
‘bo û-.
03 O
L. L.
^ Û.
03 «,
fa S
L3 03
O E
. ta
S "03
Û.-D
O
t ^
^2
.12 ca
N »
00
ON
03
Z
2 c
^ O
^ U
03
Ñ
LO
Ov 03
On 03
— û.
0. I
2" O
03 C
O
w Vi
03 ’v)
03 ^
Q. 03
O 03
L. U
3 U
03 ^
3 c 0
m =0 § 1
Z CJ VI ^ V)
ca > O
*4-» L. û4/i
‘i. 2 <i>
u .0 -e
U —
ta H
g =
û. 4->
O
_ ^
ë 8
_, fa
ta »g
y *c
c O
O "O
L3 O
ta £
03 c
O
c
2 N •=
2
E g
g
5 Ñ
03 ^
O 03
CJ Vi
s;g
E £
3 O
8 §O ■"
ïi 'S
03 C
g O
Û. >
« E
-O _o
n n
Q- —
g- °
TO C
n
5 fe
2 i
C Si.
£
03 03
- ë
= 0)
M
£ O
n «n
ë 0.
O n
rt
-O 'S
O
J fe
01 T)
2:"
n E
P 8
VI
O
= S
03 U
y c
a 8
O r
•E-3
*- 5S5
g H
£ 03
.2 S
■S S
12 LO
Vi *3
03 <
“O =
03
bo-o
c :=
O —
n ■§
ë rt
Q- *b
S "
2. 2
.i S
0 fa
Í-5
ri
3 u
0) 03
m ta
s "
Vi _Q
01 I
03 m
■O Vi
C W
03 <
4-»
C ta
----Q
-2 g
8
03
.± «a
c "O
03 ..
i "
8 fe
03 y
03 03
fe-5
V)
li
n ^
fe û
O
U
Vi
3
O. ta
® "03
2 T3
X E <b
s ^ P
ta Vi c
> 03 03
O S- ♦->
3 0____
C —
E c
03
_03 E
3
L.
‘vi
g O
Ql c
,0) ^
03 2
" 8
E 8
I i
. 03
0) Û»
V) LJ
03 O
JI 2
U Ö
03
=: ..03
03
"O "O
:= ^
"5 ta
> SJ
fâ 03
_03 "D
c O
£ *2
O
H
Vi (J
fa __
ni "
E ■=
01 "Ñ
__ £
" SP
■D g
i= C
n ■“
=> 0)
fa "
^ S
g S
O 01
il «
i
1 e
O O
2 ■"
Q. d)
Ü
-fe "
n L.
oj O
£ Q0) ._
.> fa
■O 5
O
"Âj fa
Q.
S§
u (V
i 2 2
03
fa
" §
Y =
03 fa
b .£
c
•” fa
0 .2
1 S
M §
O «J
> 03
0 c
U 03
ta £
3
U
_ 03
ta
^ 03
fe|
u c
<3 Vi
*Z Vi
ca "D
1 fe
£ fe
O
ë JS
fa d3
-M
Vi
tí
3
4->
O
U
. 03
03 Vi
N LO
^ 2
3
O"
0. ÍÍ
> «
■fa
0» *.
s-<
O .
k "
CL i.
n
Q.
£ ^
O. (U
s JS
V)
03 <
U 9
O
L3
03
0
£ C
•g 8
.s £
-C 03
U C
._ 03
4-»
Vi
1 °
ta
O 03
E 01
O fe
« O
03 O
3 -g
CT J2
03
s_
û.
_a .. P k.
"55 bO P O P -S
*o XJ c .M \Z
P P 3 O -
fl > 0 • 1 ..— c G
P C *- n P
y¡; P
ca “55 Z E ca a (U '3 -C ë "
*G fl 0
.« t!
fa O
S >
<u _
L. 03
g? =
Vi 03
__Vi
03
£ fe.
ta ^
^ i
il
03
L. >
03
-S
E-5
^ §i
P
E N
g. â.
■i
03 “
c P
g “O
03
_ja
O
y
g."
03 C
4-1 c;
" i
03 ^
>■ - ^
g> S
û. u
»- 03
<W tí .
-C 2 Ä
U »tí fa
ta O .y
P c ^
g tí 03
S .12 C
3 03
“o5 ^ -D
*U ta
ë >
Q.
Vi
ta
_03
e
03
C
03
bO
g
‘t
S
03
' 1.
bO
03
«- 03
y ë
:3 U
U
§ "53
T3
-2
e
03
c
03
bO
g
‘C
Ö
03
1.
bO
03
" g
" O
c
«
c
O
]Ñ
■■5
JO
"(3
O
c
O
'Ñ
42
2
D.
C
ta
ta
£
O
L3 O
*G V)
fa a>
U
03 _
03 ^
C J2
03 O
^ U
*vi <a
03 ^
03 ta
c là
03 —
E 0)
S "
JS O
O O
1- -D
g
u bO
ta
03
Ö Î3
■D ^
01 c
=5=3
“ rt
1
OJ .*e
■5-g
2 -O
ni S
S 5 .£ P
01 Ñ
ë ë
OJ
a ni
s ■"
•r Vi
03 ^
> U
E
03 O
-O y
-2 'ë
2 J2
P
O =
2 Ö §
3 <13 ^
«5 03 =
_ .y ta
ca u —
9 5 fS
03
03
O
£
ç2
u Ñ)
03 O
,iî
là
ca .O
3 Ö
— *>
03
C
C
03
■q. <3 B i
g
0)
0 u
.E -<o
E ^
1
S S
0 O
w tí
1 8
8- ^
C *vi
— V)
O -g
O 03
îl
03 ^
C 03
.2 a
y Vi
ca 03
^ 8
«1 01
<y — -* »
£ -ñ E a
â)— 03
-^*Ü Û.
> O *E
C 4-*
§ § s
s s =
fe E :s
û. t Tl
la û- S
^ " s
.fe -5 I;
«J ._•■ -«
► eu
03 ta _g
:51 0.
fa O s
03 3 u
Û. çr <i>
Vi___y
O Vi E
i- Vi <a
û. ca —
Q. c
c := .2
2 O ü
Ñ 8 £
3. .tí 03
O Û. u
03 O
= û
ë ^
ü O
rt 8
'2 -O
b "
O
Vi
03 a
J= T=
u U
- e
ca O
03 y
o¡¿
L. ^
s ^
«> 4Í
y ^
c ta
ë £
£ 03
3 ^
ë3
Vi
<a -,
-2 ÿ
_Û 03
.£ tí
03 03
.tí OO
£ 8
|;i
03 tí
e ^
3 03
£ "ü
O «2
u____
r- “O
U
O
■g =5
ca 03
Í-2
^ Vi
Vi
X ai
S *
a Q.
Ä Vi
O 03
ca
TJ
O g
U .E
- 03
a ^ SJ
1.0 2
S fe3
■>s
e
-, ca
P 3
Vi
u
J3k
hs
ON
ON _
-O — 03 u
c
03
bO 03
O ^
tí P
:= .a = P
DC
O
uu
2
c
O
u
"55
T)
O
P
V)
U
P
"55
*u
.O
£
ta
= û.
P .E
ta '
J2 03
P Z
^ u
P tí
u
Vi
P
L.
U
u
ta
ca c
3 —
bO —
= r
O 0)
■G
ca
O
c
O
u
Vi
tí P ~
:2 3
s. Û.
4->
g O
O .tí
0) N-»
= 'Ô3 .2
“O ca
VI u
ë ë -2
l>Ñ^
fli
s «
w s. P
^ vvé ^
2f
O P
Q. CL
•i â
.fe §
c ^
ta ^
^ u ‘tí
c P ë
— Vi .û
^ca
T3
£
-2
JD
O
03 "O
o" "55
E^
ca
u g.
0 O
4J y
c/) 3
03 LU
3
cr c
.E 'Z
S .0
1 .S
P N
C
P ta
c c
O «=
ë P
1- T5
bO —
£ ta
E
= P
P
■D P
ta tí
4.J C
w ca
‘bb g
ta O
u bo
*tí c
:= P
0 >
^ q>
fe O
1 -O
.— 'ta
•E c
SP 00
i- O
O «
=b js
•s; O
Si c
ta
P
ta
“O
u
-g O
s O
ë 8
P ._
"O -O
03 03
tí
^ fe
-2 fe
fe‘^
.fa eiS
P
Vi
O u
■U C
g O
S .tí
03 03
0:3
fe O
Vi
ca ta
_ N
'vi E
L. a
u "bb
>
P
i. P
03 -û
a.-O
:= a
ta >
c O
.2
5 P
a Vi
c 03
P
3
O"
P
4^*
e
P
bo
u Ö
P tA
e ca
O
c
O
“O
P ca
M S)
.P ^
P
P
P c
.e P
u CL
^ 3
'O VI
.9 O
P “ë
— u
3 t.
Vi 03
P
■G
C
P
“• ca
P
O =
tí 3
O
a 0)
... 03
£ §
OJ 3
“ Vi
P
e
3
C
O
u
' c
ta
'P
"u
P
Vi
P
Z
u
.2
■p
c
P
.e
u
c =
ta P
OJ à
E ~
O -p
u g
'3 fa
ÿ n
y OJ
O fa
Vi 42
JS n
-55 -O
‘'-I
ë g
O fa
Rl
a
0
k
3
UJ
¿ fO
•à«
E
O
u
c
3
• •
«
C
O
-O JS
S 'S
" Q
S.|
OJ 3
c t)
3 S
fa O.
OJ _
= 9
orx
U
O
û
'■5
O
ô
a
S S
" a
*ü ”
g a
.s I
«O *‘5
Ò .9 à
Q. fe
O O O
£ £ w
O Q- O
'iS
«
T
li
;o
■5
M
«
rt
‘Ñ
• H
0.1
«n
3
(3
03 P
JS 4.»
fe ."
0 ;5
c u
1 =0
M G
P w
ca
03 u
.e ‘C
u ca
u
■<= Si
c 3
01 t
00 2Í
uT O
3 m
= O
S S
O X
fa .!S
3 u
tí «
*6 3 t) ni
n tí —
" D
P
C
P
g- 03
0 ^
VI "y
1 "
P
P 1ca ‘3
u :2
O ^
Ñi 2 Q
u P
O o
Vi V)
'Ê fe
OJ O
S ë
P S
._ M
*'* OJ
03 4/i
y 03
I«
J3
û -Q
2
‘u
O.
£
O
c
c
ta
.e
P
V)
2
Z
u
P
3 » S
ta O tí
3 Q Ö
OOP
^■s
e
0) Ä
Û--G
Vi
îl
X X
£ -8
Q. OJ
V)
" 5
O
._ OJ
-5
fe "
X O
fe .i
ca Vi
EVi
O
ël'I
O b g
O jP
*Vi
P P
ta ^
CL P
■“ P
1 O
a a.
e P
P £
S 8
c ^
bO O
O C
.û
P tí
P
Ñ 8
8§
N U
Z g
^-2
fl -= =
.tí VI "S
E Z
0)
OJ V) OJ >«
- «j I
§
.g
E .OJ ôj
= g X
fl S- "
P
e
O
c
B «
■fc fe
2 O
O
3
V) XI
b "
5"
Q..3
OJ OJ
s 'C
O n
ôj "
U .5
c
“ OJ
•fe fe
4J 03 <¿
s.:2 3 g
u w E
— O .£ ns
S " = S
s O .s R
c ï O fa
OJ J « "
<5 -a E OJ
"•»SS
-5 O - c
:e ë -ë D
7ï P P s_
fe. E -O ô
•E-i 8^
Il ? 2
N g ra 3
3 ■“ O ë
•43 C e
.asc —
" ® b
= C ... P
0) O SS
■® .2« g* 0)
OfA ^ Lf
P C
2 " Í ë
O
e
O
s Í2 5
O P "5
Q- û- tí
P
Vi
g
V)
y 1- 03 J3 (0
P P
4J 3
e 0“
P ^
J2 £ ^
P
O P
û. V)
.i
:2 fe
Q. O
■=l
O ^
"Ñ c
s- O
O c
^ - oÆ
Í " ç fl
8 P
'u
w t. P P
a .9»5 SZ 8 ¡ñ fl
jj ^ § >
S O -5 :2
S gëu
B1 »- fl ~
h
h
<
h
Z
O
U
LU
Ñ
N
S
û
Z
XI
e
S
3
G"
ta
c
&
e
g
’n
I
O
P
3
“G
C
O
u
O
tí
S
e
O
u
e
ê
P
£
O
3
û.
P
-SP
O
>
‘i
p
ë
4->
0
Q.
a
1
JO
:S
'w'
(/i
P
£
U
U
3
£
U
P
j:
u
ta
P
Q.
O
u
3
P
ca
u
c
P
£
P
bo
c
(d
>
P
P
VI
P
ca
£
¿0^
3
U
P
ca
J¿
JD
£
P
Vi
__Vi
5 = 3
fl _rt S
O ?
° S
P 00 2Í
c in
.2 P <N
Vi N 00
*/» e
c P >
£ C. no
P Z O
P
■3
P
C
O
s.^
.12 “05
> tí
P
P
O.
O
L.
3
P
.:: O
P P
ri
3 U
UJ Q,
!*• =
O P
fl ^ S
ë |?3
£ 2 g
.S ü m
e = •
£
fl
|F5
S
E F
fe -!■
si
i îl
U. ^ _
P g •“
-n P >0
^ CD —
P ^ Ox
rs.
ü O y-Qi;
O
M
O
"5
'■5
fl
O
E
¡2
‘E g
® M
E =
3 Ö
« fl
^ ni
«8
Q. Vi
O £
y 03
ca
£
cë
i/i
nO
—
O m
O O
. m
O CN
LT) no
sO
P
I
I ^
5
00 c
P O
(O u
ta .
nO
_ O
IJ
P
c
Ñ
M O'
J2 m
ca 'S
Ë '?
O O
u ^
Ö 'S
fl
fl
u
u
fl
fl
a
£
3
U1,
é B
5 3
6 03
O
îi
.IS O.
C3u O
lu y
5.
P
B ^
b N
.s c V
s P
il
Æ O
tu
O JJ , n
<3 =S ES
E"®Eoo
:= =â-e
Í fe 8
C y Vi
O .9 O
Il u ^
<N
ca ^
C LO
o5 <N
w j!
= J
15 JL
“ nO
O
4J ^
8 n*
8 I''
14
n
ft)
jO
c
s
s
<.
O'
c
3
3
C
o
<
o
9: ^
n
n
3"
~o
o
<
o
2,
c
3
O
Û.
<’
^ N
b: «*■
O O;
”> o
lu (Q
5T
3 'S
<Q »
3 1»
i. 9:
Q."a
— “1
c ®
§ "O
3 SJ
Ö3 3
■o '
T3
O
§
■u
I
S o
n ^
■5* 2
w .
§.^
8
s S'
° 5- (/)
3 3
'S I
oq o
2 ^
° o
9: 9
5T 3
< o
O “
s %■
o
» 3
r>
fl> Q.
Sì- m
(/) P
C ^
■g
3
C
o
C
“O
*o
p
CL rj
2. 3
■o O
o o
a 51 "
W (B M
(B <1> Q
n O
0 Q “O
^0 2.
1 I »
“2
O c
o
O 3
Ä ÍS
!2. S 3 D.
■o < "2.
O P “
»19:'“
tu
Vt 3
l/> 3
0 2
(B g
n 2
1 -•
<B T3
O (B
C 3
P o
3
SL
3
(B
3
Ö
® 5
(0 ~q
rt T
g s
a. 3
<: ^
» 3
3 E.
3 fi
o g
n
p O
Î O
' "O
0 5
C OQ
n> 3
rt 5'
° 5
1 s
S s.
o S
O N.
o
3
9: O
(B
■o
o
3
o
3 =
^ "g
c o
n
■è 3>
S 3
o 3
« Ç
S "o
S c
3. 3
2. 3
O CL
=T "O
O P
n
O
r:. 3
2? G.
Z 5*
3 w
S' 2 s
o o
00 3
O P
^ ?
o o
3
£♦ -O
O
II
P* O
a. a.
— o
a.
Æ o
D)
— rt
V) O
= s
i.i
-o 3
p o
^ 3
c
3 O
I“
S’
!3. 3
m 8
n p
I ^
§ "g
ò:-S
(B Sä
g S
n
o
ä = 1
2. » o
o w
Vi O
Í'5
® o
O
3
O
o.
o
<
o
3
O
3 "O
0 2.
p
'® ^ c
n 3
3 Ö n
1 Û- S
p p
5T
— 5 ^
9. o
a 9- 3
5. C
w = =
o. C 3
3 2
9: 3 O
n ___ 3
Z ni 3
3 C o
° O
Q_ "O O
5 W 3
O 3 3
n p_ O
® o' a
P ^ o
c: Q.
P o
o
3^
n
O
1^
“I
E. p
? g
S ffl- Í3.
g s s
Û-3 g
2. » -■
•” « 3
R - 9:8
g g 55Q: a -o
¥ fB ?
3 3 <B
ai El —
<B 3
^ "2
-1 O
g,'S
R °
o (B
û- ñ
B> C= (B
(B M
(B »
-S <»
(B T3
2. fl>
(B 2.
N I“
(B -,
Q. n
2. O c
Sis
3- s>
â ü. m
Ä O g
go
(B 2 "O
__ 5.
'S s
'P
^ o
ri
^ p
3 Z
S ^
(g_ 5"
g Ö
« S
a. (B
<“ «
O
rt
p'
2. O
M C
^ O
il Í5
g, S
Bl l/>
O- £î
g =
3 3
S S
^ S
B>
Æ o
09. 3
o' O
O =
9“ ^
2. » (B
r> 3- S
5- =:• 3
■o
£3. O
S q
n>
* o
3 g
c f4
g i
a> O
tu O (/>
S_ =5- 55
°- o o
o p 3
■s ^ Z
2 s>- g
<5 5
3 o
N W
(B O
rt
C
fî 2
•m ~ “ -! =
2 0Q_ C <B n
S" n>
- 3
O -• (B
= 3 '
2. -o
ïî* £B c/i
S <Î9 2
Ö'
3
(B
5: 3 i 3"g
<» «
o «g
a o
O
O n
fl) c
<='-S
«M 00 ^
3 3 c o
5 P P
_ TJ 00
Q- T ^ r—
o p p
o'
• /a _
9- S â Ö ,
Vi o
Q. 3
2. O
n> 2¡
¿ H
P o'
^ 3
=: (D
n “O
O o
Q. U 3 IV Vi T 0
ÏÏ 0 Q. 0 3 3 p
0 0 3
“T 0 g 3 P 0 3
O' to o’ 0 rt Û. 0
i to 0 00 0 < 0 3 3 -a 0
0 0 3 0 i
p O“ 0 “T rt 0 9. 0 to to 0 P 3 rt 0
S < 0 T r~
0 0 0
■0 0 3 <; to p
-1 to rt c 0 < p 0 ü 3 rt 0
3’ 0 p rt 9t
P CL U3
T P
0 to.
”* 3 î5"
rt 1 ’ 0 7 p 0
O c
á 3
o i«
p 'S
■o s
o 00
II
o
3
J.
p p
G </ï
9 o
3 3
2. *o
O" 3
c
S Si
= o
P 5
■g ñ:
o o
“O .
p Œ
3 îîï
ü. “O
§ g
o Q
n vi
^ O
O
Vi n
o c
n 3
§ I
Q. 3.
p n
>-°
c/ï -r-,
® 9
■n 3 ÍS
« Z o
— O
p
o
n
ç n»
p
Q.
P
<
O
S
2 -g
“ n
S- o
û.
o
O
o
w r-r O
— O “I CO
3 G Ò
rf o
0 2:
O 3
3 9
r> 3
2. S
C p
o TJ
O
0. O q.
O CL
O
n
p
>
3 «
3
O
Vi
Q. 9
O
n
o
3
3
3 °
g-5
•8
“O
^ Ö S
û- o
H 0“
g- tB (D »
3 O - -Û
B»- r> 2 ^
g S-1
fD N “ 8
_ (B O Z 3
3 g
o 0.
~ ô
^ 9. S
O
n
o
P'
-* c
$
p_ 5
o û)
■o
— p -o — -a
o o rn p
^ n c 55
“ I I o
g 8
3 O
”” Í/1
S’ c
3 2;
S" (T
3 3
(B (B
g F
3 <>S.
W C
,0 <D
3 “
i i
S8§
o 5‘
Û- _
9. Nû
» S8
3*
cm —
C* -o
ia S
CO Q.
C O
— n
rt O
3 I.
p o
Ä V)
TJ n
p O
o w
3 ®
0 o
0~
P 0“
00 ^
^’1
s-*8
C
3
=; P
n “O
c 2.
1 i
3 5Î'
rt
O O
c Û£. o
1. TJ
p o
3 n
ci
o Vi
P O
3"
S
ro 3 T
“OP
n c
3 0=:
c —.
O “
S 9
M «
? w.
B. 5
■g ®
° 9
<B O
>Vt 3
CO ^
</i rt o
CO -ï
2 n> 2
lis
O 2
p
— o
sO ___
nO p
</>
o
n
O
3 .
û.
p
3 ^
o Ä
0. ^
< rt'
0 o
^ 2
o û.
ii:
ii
O I
CO
O
rt
c
3
o
3
rt'
p
O
c
T
O
■O
o
p
g -s
ô‘ â‘
o o
o
ûl
CL
»“ 0
n 3
c o
n g
o o
o
o
Vi
= c rt
0 =5 p_ O
^ o’ 9?
< o
c
3 5
O
rt ^
3* n
rt rt
p’ O
3
O 0
Ö ^
o
3
C
O
<
p
rn M
- 3
o o
■o C!
B) §
P P
H
c
CO
c
P
T3
P
C
fi
O
■o
o.
o
Û.
o, -*
p n
O
3
O
to
n
o
3
B
8?
m (D
3
<
s
« n
■o o
2 ^
o r:
Z ^
3 8^
2 »■
5 fl>
■o
B>
g.
CL
ni
c
1
o
"O
n> >“
_ T3
g ■'
B)
5T-D
<B £!> —
-! B>
ñ' 3
0 B>
O 3
n <B
55* O
K °
3 O
(B Q_
(B
B>
rt ^
. o
û S
2. § =
■o
3 3
o (A
S.|
<B 3
« p
a. ~
- Ö
c o'
3 3.
o 3
ËL £)
-1
S P
2
ü! g
o' —
g.
9. p
5T 7
■O
o
o
3
p
ITV
^ P
O "O
« 0
a <B
rt _
3‘ ^
3 o
p' 3
3 p
s S;
3
g.
vt
BJ’
3
o
If
B» 3
3 =î.
» §:
b5 oq
3- S
■ê «
fl> "5
rt O
C CO
O. O
3 “
2 <B
-1 00
fl> C
<B g
O §•
- 2
^ -o'
2. n>
Q
rt o
3 8
=: O
0 =T
S g
= °
C*
S
s.;îs
9-1
> o
Z
2 g
8 q
3 »>
CO _.
O 3
00 CW
=• c*
p CO
3 0.
o y.
k
=7 o
o- —
o 3
O
Vi
= g;
û) î“
S: o o
O.
I
O
i/i
m-ÎS
00 2.
M
o p
^ --•
ûj" p
s <B
9: C
r-, <®
g rt
o* S
G. %
C
rt
O [T'
S =>
9:-i
O
-Û '■
c
o
CO CO
C g’
-»> P
0 N
iC. o
S’
CL ^
(B 3
3 2.
g: <
BJ O
m *!2.
00 ”
c 2
g 3
3 o
Z o
1 ^
O
-o ••
o
o c
TT CO
^ rj
O O
3 O'
3 0^.
<L rt O
m O CD
g^ U1 o
-8 °«
p 3 O'
9 =f ûg o <•
«3 0)
i "■ I
go®
n <“
^ Tt'
(B g_
O (B
P 9.
—
< X)
_ g e;
« - w
fl> CL s
3' (B 3
Iëp
^ 5* -D
-5 3 p
m O 2
c ^ ^
-I o 3
O c 3
'S O S
■'"S o
p o
•* c
c O
§ 'S
rt o
Z
H
;o
0
a
c
N
5
Z
m
û. to •D Í5
ÎL 0 0 2
n 3
p 2 p' 0'“0
<. o_ 0 c 0
0 n ^ “ü
ut 0 rt
0 2 0 C'
G. 0 3 3
BJ « S- 0 c rt 2Ï* 0 -•
0 — ^ rt
_ to “O c
^ 0 0 n 0 SJ rt 3. g rt p
n 0 =:
p -0 P n
3" S q 3p to 3 0
= Si 3 G. ^ (O
0 ^ ?.s 3 3
% -g c 0
rt 3 TJ 2
0 Vi 0 0
i 8 3 ^
=■- 0
fl) < 3» a 3 fl) BJ
Z 0 c Ifl N 0 il
0 n P —
= 0 to 3
re ^ Q. » y c p 3
Ì " ^ rt û.
^ 0 0 “O = P
BJ 5 -7 0
3 -g 3 Î2.
Z S “2 0
ni 0 (ffi =
«? 8 8 9
rt û. CO
o B. 3
rt <B o =
5 c ÍB g.
— ÜB)’
S' S — O
0 2 BJ oq
= rt 3 O
g- 3. - rt
1 g- «- 3
O rt 3* —
3 0 3 0
1^03
Í0 P 2 =:
3 2. M 'S
“■ n s 2
îî O S 2.
O 3
ç K ■§ g
§ ô|
0) DJ 3
Ol =: 3
<» S !3
= (B (B
Ul
Ö
M*
£.
o
OQ
o
rt
T
P)
S’
T
¡L
oq'
5'
3
(B
g ° 3
5; o o =;
^ p p n
i- H " »
O 2 «B g.
5 o 2 3
^9:'§.a
= o § I
o (w Si- p
(rt O o _
RÄ " S
la g 3.
BJ- (B O' T
KJ
O
3
a
p
3
A
3
rt
a
2.
A
T
A
0
3^
A
rt
C
3
A
3,
rt*
3“
A
£ §
9§
3 ®
9- rt
O o
5T 3
-1 fl>
3 Z
o o
Q. û.
o
“ p
«/>
3“
P
G "O
0 p
B. R Ä ni
n rt
O P
D ^ P
O
o "2
3 o
P
O
5: Z
C p
rt
rt
2- O
o o
< 3
S{ S
û.
5T SL
ST- O
p û.
ü. o
§ ^
o
3- O
« rt
<C m
g C
o 3
JB §
^ BJ'
n. 3
BJ s
to
,2 2’
W Q.
3
p ^
rt p_
O p"
s -g
» n => = g i 5
p s w û. BJ ¡2
^ p
Q
2 00
P C
rt O
O ^ =
<^o
p (O
"O O
^ 2
-1 3
s-3
(O p
O ^
Vi
Vi T.
"5 O"
2 c
G. ro
3)
G. ^
c
3
P
G
O O
TJ 3
p rt^
• 2.1
2. g
K "•
ü
è S
?§
CO 3
â) fO
i I
p; >“
'^00
G
O (B
3 g
(B BJ
-9 ^
c (B
JB_ CL
»■ S"
9:
n
o <2
P c
3
g 'S
g- C
3 2t
o û.
= o
p
9-0. = =.
(B
3 3
o o
9^8
^8.
p g)'
2 ^
rt' —
O ^
G. S’
ïï2.
N. F3
S i;
^ "O
CL P
G
— fl)
■D ^
O Q
"O 2.
O
3
o V»
to
(O O
O -t
8 2.
CL &) »
ÜO
Q. O
O 7
p
o 3
S- ^
w ?
■= "2
(B (B
rt rt
S' <B
= iC
N ÍB
P 3
n ■2.
g" °
ÍB___
■= O
g I
M 3
0 2
3 O
O =
fl) Ö
a <B
(B ~
S-g
3P
n
S r>
to ^
s 2
< S
rt ^
9- fl>
.P O
00 CO
O ^
2T
0
“î
o
Si
5* SL
o Q- _
^ ET
o o o
(TP <
a -o «
5 ’ o 9
9 to O
3 (O <
zoo
fl) 5 3
fl. ° o
5- g s
rt a a
re 2 2
rt « re
(w P: ë
5' 9.-0
3 ç re
S- O 3
■ 00 re
-g’ c û.
re ^ Z
a ^ - ÎB
O û. O"
/TW “'
O' < -J
p 2.
3 =• O
r'» E> 2
3-^0
o O
f i 5 „
■2 I
3 G
0
o S
n
3
G c 7. ST
R O
P (O
û.
O r>
5T O
m’ O'
rt
O
3
P
0 X
re o
8 g
1 :|
2 g
fl)
3
Q.
O
rt "*
re
3
S
z8
S S
B re
rt O
rê‘ O
o
G
fl) re
— ■=2
rë- 2 9
-î a
<“ a
2. o
8 «
2 -=
re
IIS
= I
0) O
3
O TJ O
O
■= re
3
■o
rtB = °
3 3
2 o o
? §■ 8
n
CW
0‘
3
SL
o
3
o
2. ûO O
c 00
^ =T
rt* (/>
Û. 2.
o G.
3. ^
ONP
2. Ö’ Z
3 8 ==
<
re_
re ô
O' rt
rt
O
3
to
P
-O
O
rt' o
I p
=: 3 §
K § a
p —• kl
to ^ SL
X S- fo
o p
330
o " ’ n
__“O O
p p 00
=■ 3 '
rt re
J3 C
= ,2
IB ®9
to o
rt “1
O O
o' 9T G.
3 TJ
0 c
9: i.
8 3:
3 p
1 «
5 ^
s 9
0* °
3 G>
S
3"
O'
P
“O
T
P
e. ri Î2.
o
rt
c
3
o
3
o 9:
3 P,
cr O
p 00
to o ï;
Sj 6) CW
B>
fl). CL 2 —
<
r> re
P w
o
S
> 7)
rt*
O
3
rt
3 =;
Z S
— fl)
<-> S'
o o re
3 “
!£. 3
A
H
5*
3
A
5^- rt
O
s K
û- “
S-5
O 7
o
3
- SL
9- o
^'ӄ Z a
§ a-S
fl) TJ G.
O ^
o I o
b o
« <s.
S-1'
Z o
Q. fl)
p CL
,2 I»
CW C)
o n_
S
CL O
O 3
2- SL
o o
rt to
O “•
3 g,
o ^
Ä o
p 3
?
K “
■o
o
3
= ^ o ^
3
O
Ö
3 g
n P
O Í2
3 ■■■
o
=:"ü
0
o c. ñ'
o ^ ^
rt =• ^
c
3
o
3
9- =*
o n
O
■o 5
2. O
pi
îd"
n
3
S'
i/j
(D
n n
^ 3"
O
3
c
3
o
rt
o
3
o
■o
o.
o
<
n
O
GO"
O
-J. T
3 O
G. rt
■o o
SL 3
o ^
if
s s
CL <“
rt
T O
^ 3
O O
S S
U, »
— <
5 ô'
<. 3
Û- O
5 a
N to
p’ O
3 W
°i
3 O
3 Ë:
O re
O S:
Û- O
â»
3-S
W 5T
i' 2
3- O
fl) -o
<• ■“
rt °
O Q.
8 g
9: 8
5 Z
I» re
to
O
O
9. 3
3?-û
G c
S G,
S
o o
to 2.
p' §
0
o
O O ÎL
p 2.
<‘ 0'
o
o S'
si"
ÊL o
. ^ -Q
O C
T to
J? G
03. ^
o' a
" S 3^
5
ô?
3
o -= o
p •
to 0
o o
=*> 3
p (O
■§^
z; O
G. 3
Q S
rt û.
or —
o rt
3 G
Z g
S S
o oo re
;o
F5
O
Z
Q
F
5
Z
m
>
<
m
O
n
>
r
m
m
73
m
û
0
Z
>
r
m
ffii
Wm
m
o
73
p
15
IO
<
1
2
2
U
ö
Oí.
D
h
□
u
U
5
o
lU
H
Ö
□
S
s
F
z
3
o.
I/)
° •£ rt
u i
rs o
= ía ^
C I
O g)
Ñ <y
-S2 ■ •
Û) <ü ÛL
u
c <u
o -c
ü .S¿
rt
<U r>
1 3
o ¿
c c
V «
E £
â
lo
E
(d
u
\j •*»
c
3 O
C C
— 0)
V C
.12
lo
° i
u g
« c
^ (d
8l
c
0)
vt
« ;ö
E
«3
2 <u
Ö
2 i
J2 <p
'Ö s
‘E c
I >
^ Í2
'S u
o>
c
Ö
■>
(«
c
3
■O (U
M (1>
0)
1
(Q
V :3
■ ^ ?
g -c i
OT <U 3
O JCZ Z.
CL U ^
(/>____
o'“!
So V V
-CE
c
.2 oí
rt
'G
c
O
u
o o
“ *?
01
Q)
TJ
O
C
O o
V» "O
<u y
S’ ^
o
<u >
5 o
o 3
'l/i c
<u ^
I
i|
J2 o
0>
■o
0)
1 ^ .rt ^ =2
g .Ü _ <
a-y §
ií E ^
(ó 0>
.£
■° o
'Ö 60
— Ë
> i
rt ^
rt 2
« s.
o o
o. <a>
o Ö
‘w >■
O ^
c ^
flj '
E
3
0)
O
i/J -JT
a Û
to
.2 «
«/» "O
t. c
0) (t
<t “O
c
c
3
E
o
u
J2 « {3
„ Q <u
S2 c ü)
s s ^
. — 0)
_rt ^ “Q
rt 2 <u
tí 0) c
u :c o
« M Ñ
■5 £ á
« Q- o
(1) rt Ç
rt «
o = ^
tí M
§ -o, I
- p
N C
0) Q>
C
C
c ë
« i ^
i S S
Js “ Cd
Cd o •-;
y c
*> o
^0) .y í«\
^ i- .0
^ j5 Û
^ :0 ^oj
u u
c c
o o
u u
■o JS
3
a- o
cd N
cd u
“D
S -8
^ 8
- N O
0) N M =
0) vt
<“ o
c o
.9 Û
N ^
cd 0)
“ -c
U U
= .«
u c
•c o
Z
0) -5»
O. •
0>
"O
« .2 O
s Û H
. 0)
o; c c
t o =
(d
Q.
c Cd
o> o
u ‘
o
c
c
._ U» .
cd *
> m
O
E
3
’5
u —
1— io __ n
rti “ V
— O
‘ u
Q •?
0^
c
_ .2
cd ‘n
T3 .12
0)
3
cd üu —
U “O
(U o
■Q 'Ñ
0)
O.
'<ü
-C
VJ
c
0
1
'n '
cd
0)
0)
o 0)
■ “O
cd
u
u
2 c
o. (d
_ u
O -t:
4-» 0)
.12 Q c
^ cd
(U 0> S
E ^
3 o
0“ c
0) C
? S
o. I
■” cd —
^ = Û
^ -Ö
—
^ O 0)
LO Vi "D
<U
_ 1
^ O Q.
.. U 0>
n» -«
«So
? “-Û
-s C
«c.
c
0
KJ
O)
.O
N
O
.Ê
.c
c
1
o
Q
o
S2
S
o
N
C
0>
*5
o>
>Q
o
■■ >12
(d
E
« «
-w c
s I
(d
a s Q
■è
o
E
o
3
~Q
O
0)
O
3
3*
"G
"O
o
N
<Ü
E
L.
0)
o.
o
.c
o
Q
1 ^
^ O
... U
VI *r
10 ^
id («
(L s:
•
— TJ
0)
u
o
o.
ê
p
•o
o
0)
OQ
c
3
'3
O
0)
CÛ
p
o
3
<Ü
O.
s
s
Ö
o;
c
0
1
o
c
o
u
£
3
c
0)
c
o
o.
E
o
u
0)
Ö
3
'c
O
§
c
.c
-2
’O
c
8
O
Ö
.O
■S
o;
u
0)
*3
o
E
o;
c
0
1
'0
c
o
u
'2
Qi
ti
o
Ä.
"T3
8
3
O.
•3
Ö
3
3.
'8
8
3
3
Ífl O
i
vt
o
^ U
c ^
,3
vi
E _
> "ü
.8
I o
' tá
' 3
O '
c
<J\ ___ .o fN .—
so ^ -y
p
0)
C
0)
o
c
cd
E
o
Qi
O
0)
ti
cd
r
LO
"vt
o
c
0)
o
Ov '3
ro 0 ^
(NO
LO LO
m 3
•p ^
jd ^
cd
o
Soë
2 .1
= 1
oá
Oí 3
tá o 2 .
^ 'cd
Z -S2
O
i!j u
.p
o
'3
,+j
c
3
E
8
o
E
c
•o.
"G
c
0)
c
0
1
’0
c
.8
«
c
o
a N
Ñ .tí
■i o
- u
-S G.
g o
^ 2
o .£
Û-8
S o
.m E
>5;
-£
c
O
u
O Q
.y £
i_ —
cd
.J. Q>
u
j 5 oj
—j co _C
3
C
I
0)
■o.
o
3
g
c
0
c
3
■5
1
0)
O
O
Vi
O
3
I 0)
- E
vD E
r
o
(U
tí
cd
E
. 0)
2
ti -C
o .y
Û- o
S- Û.
C
0 .y
II
60
1 2
S S
« i
4-» P
3
0) CL
w»
«.g
- I
c .Î2
= g
•c
(U cd
Vi c
O.
E
o
u
c
o
c
0)
c
o
‘n
cd
m
CN
I
CN
CN
Ö =
> <ü
J2 .2
Cd Û
E c
cd
E
o
tt:
¿ .P
'0>
to c
Cd 2
cd____
c r=
3 U
C
0) O
c y
o u
co
g Ö
ïï
<u ^
=3 O'
= a
0 E
c .>
<U T3
1 '<«
Cd 4-*
E I
Cd O
u >
_cd
cd
0>
i~ 0)
= §
Cd O.
u V)
0> ^
CO O
CO rsi
ni * ^
y» fl> n=
i
-!• ü
U
O
u
8
M
’l_
u
3
cd
to ..
vt
O ^
4-» Vt
S _2
2 u
■3
O
U
q
Û
3
Q)
s_
O
E
cd
£ ^
cd O
= u
0> (d
T. «
'<ü u
■g «
<= ■?
° £
.2 0^
O
u
! E i
lo|
E ifl s
O E Í
« <u *J
« g g
O S I
60 5
7= c
û
c
O
u
0>
U
12
*ü
c
O
u
¿0 *0
Ü O O- §
O e- g ë
.y O Q. '
t. U (d
0) c
— 3
a ^
'0 ^
c '
3
LO
ro
I
fO
rN
00 _
O
Q
c
O
u
u
3
O.
C
8
ië:
0
vt
1
P
ro
LO
0)
C
O
§
p
3
0
*3
C
■3
3
P
§
I
'0
1 I
*3
3
8
p
■O.
-8 ^
^ —■
3
ts
O
I ^
0) s
3. 3
U
C
8
u
È
p
£
0)
•CL
0 ^
tà 3
3 3
■Q- O
s Q
1 s
.§
13.
C
v3
lis
ro
(N
LO
.12
’cd
8
3
E
c
CÓ
ro
CN
)2 sû
__ cd
J =
< -I
c
r>
u
c
*71
ro O
-I fN
ro J,
C
3
E
■§
J
O
■3
£
O
E
p
•O.
O
Q
8
O
I:
E
0)
L.
3
O
^ s Ö
E ^
8 8
«
Cd
d) C
"ü O
vt
O L.
W 0)
C Q,
0) ^
to j2
O ~ô
CO "O
8
O
40
§
•Û.
O
£
3
E
3
8
3
g
b
-2
O s
.i -g
to ^
O
tí m
û- û
O
3
Ö O
3 ^
-g "
^ 0)
y to
Cd CO
.i) "
ü 5>
0) 0)
s"
CO w>
•r lo
u "
^ c
O F
H i
E g
O
8
«
O.
■ë
O
Q
O
O
B
Vt
O
CL
cd
vt
0Í ^
1°
O ifi
u____
d.ë
■D O
•> U
“3
O
!ñ
3
cd
O —
c c
O 'to
to O)
L. v3
q; LU
Q
<n O
,UJ 0>
. “O
S ^
LO O
fN u
- Cd
et Ä
Ö
t
O
a
u
3
"O
C
O
u
Q)
U
Cd
Q.
C
3
r i
b g
10 y
i i
X ^
S -9
to O
‘l- "3
<-» g
(0
c
i ^ «
0 ^T3
1 (N S
O o> S
O — ç
O G- y
‘"s
C
(d
to
H
— O
3 -O
^ O
C C
O
■â O
^ =
c -«
O =
u
- 8
;ô 1
ii
M
c j:
«
O
û
Cd
B
00 ;y
^ Ê
-S ‘i
0> Q)
u O
'Q)
cd
to
0>
00
O
3. to
(U
C
g LO
u. 2 .9
£ .9 ^
0) -C »X
4-> u ^
g i2 G«• 0) 0)
55 u g
^ S I
O
u
U ï
Cd «>
— vd>
d ^
to O
•g Q)
U ^
,3 *b0
.0)
C
cd 0)
■cd "O
O <ü
^ C
-î2
O cd
m "
2 =
lî
si
E ,§
Cd Ttr
Ö § s
u Q)
d) to
c
= O
«
O -B
3 C
to O
Q) S
Û- O
C
c g
O £
â
,12 <ü
u 0)
c ■*
O
u
.y i: ûT
0) ”0
la
4-» L.
C O
0) u
I «
ti c
Æ -a
-D :=
s ’w ^
'' s O
-<0 ^ 4) « L/f
C -a
.2 Q) (6
s <§ E
= *5 0
u QC
c <u . O Ä S
.y a
■- Ñ —'
« ;y «
- E <“
Cd .= to
N r> to
C i= O
0Í = *75
3 eu ,9
ep -O u
eu
CO
0)
(J
-E û.
.0)
.. flJ
Í7 o3
NO ^
.O
ro I
5 c
> s
O
■S
a O
§Q
feog
0 ^
=§i
Ö S
E §
to
¿¡ ^
•: Si
CN 3
1 P
sO £
— .£
^ C
CN .O
ûi "P
B
ce.
£
8
8
8
p
■Q.
3
to
d)
£
O
§
t;
O
vt
5
N"
O
E
O
u
cd
3
a
.to
Ò
.O =S
è
P
P
U
3
•Q
3
"3
P
VJ
O
3
P
C
3
•O.
0
£
£
1
3
'O K
B
'3
8
3
xÛ
ro
I
O
ro
œ
'£
c
cd
>
O
O
"3
8
p
•Q.
O
*3
3
P
O 3
‘3
N QJ
£ 3
.§ S
P fi
3
£
I
P
■Q.
a
O
Cl
O
1
'3
■3
§
O
£
P
E
3
8
•Ö
£
5
"G
£
P
£
O
*N
.3
*0
£
S
Ö =
O :g
O
O ü
vO
ro
ro
O
E
f6
lO
D*
hs £
— .P
^ N
LO 3
ro
CN
I
O
■3
3
*go
3
N
C
'l.
O
U
fN
C y
c p
<x
2 ^
b
a z
3
4J
S
to
‘C
u
.c
'p
JZ '
u
L.
P
CL
- P
Cd "O
cd
i i
3 ^
£ O
g t!
K P
O
T3
O ^
E O
« ^4"
O ~
g -Ê
>«
to LU
L. Vt
3 u
£ U
O
ti
3
C
2
O
3
£
■3
ti
?
3
*3
3
•Q.
§0
*3
O
ON
'p
0)
:= Ta rJ N P
^ W î_ p
p
■3
P
£
O
N
.3
‘O
£
.8
(N
ro
U
‘5b
_o
O
«
4»
'c
O
'35
M
V
c:
01
E
0>
u
g
û
o>
i
o
E
(6
TJ
O (U
,6 ^
:â °
*y 0)
E :y
n) y
^ E
O -E
8 -B
ç “
■> T3
« S
T3 3
O p
p
“O
p
û.
O
p
c
O
‘n
cd
P
^ e:
0)
£
3
U
u
c
O
u
3 .>
g TJ
‘ O
C
O
cd to
I a
C u
to
w «
p O
p
O.
< ^
u
c
. O
Q .y
CN
U
nt
Q.
E
O 1 'P .çd 1 10 cd
u O 'tô P £
X to P *L- S 8 p < < cd 0. d 4-»
z D C 3 <«= ■p cd û. "p X X ■p X O ‘E 3 _p u 1 O LU Cd O
p ■p s û. CL cd X C O 11 CL Q.
■E ó ó 8 .E
CO Q
“• Cd
£ ê
p O
CO C
co to
p cd
"cd := ^ 0)
P
C
d .2
0
Q.
1
cd
C
cd
u
‘u
P
E
Cd
“O
O
c
O
lo
£
cd
u
O t)
u 3
P “n
CO y
M ^
_ O
— 0)
p ^
c ‘O
p Ö
E tr
O :=
CJ to
O I
y p
cd û_
g <“
E 2
■S I
d) P
.2^
to —
3 u
“û P
to Q.
O P
■—
P 'O
O. 3
Q.
(d
P
O.
O
L.
3
P
P
- S
to O
P
U
Ê O
n LO
Pt
U ni
Û
fi
- 8
? P
'P J2
cd O
îf O
-ë E
3 CT
-Ä “
li ^ C
S O ^
iS ■?
« O 2
= E =
— O
C P to
- -O to
<P P
C
.2 j:
10 *
C
p
•¿ ¿ d
p 3 .c
= P ^
-S « íá
^ c p
a»
.tí g <u
û- g Xî
w " J3
u -s: .2
_ to := P
Cd
u
u
P
E
«
(U
TJ C
C ë
ttf £
O
6> tí
L. a.
ë I
C ¿
cd
E P
<M
g
c LU
P
y cd
O u
a
c r=
cd
L. P
Q) U
û. P
CO “O
JS g
« a
a ^
c “
(D Cd
5
P p
c l.
p «4
^ c
cd .P
Q.^
O U
iô P
'P
“3 "u
O
C
p
O
c
O
10
"Ö
3
LO
P
XI
L.
O
z
C
w
p
N
C
0
vt
X
P
X
3
C
p
“p
X
P ‘F
U E
^ S
m c
g u
O 2
u 4J
S 0»
cd O
u X
c y
cd P
.!!
3 __
U (d
P O
lu F
g .E
O s
CL g
Q O
1^
O u
CO ^
g s
P
-ÜJ X
I
§
g
ON C
:= ^
X X
V
O
.2 X
3 g CI
c O
p c
c O
(U to
Ê 0 J2
a. c
P *n p
0
c
p O
1 §
rt
_p 'K
p d)
^ s
c O
2 Ñ
^ -a
c ^
.1 g.
2. a
u
«H ^
-12 c c
Ö ^
as
ÿ O
b.tí «
cd
P
P
X
-J. P
3 -C
to u
3
C
O
O d) p
CL-g -g
g O _g
P
II?
8
O
s-s
O 3
li
Cd tí
— ed
X -Q
2 P ^
P £ :=
P :=
O u g
p P Cd
Ql ^ P
dJ p" p
— W L.
§ |2
(U E O
lo <6 O.
E 3 «
2 z ?E
5 • "O
S O' -I
p £ -2
.Ë O O
s. to 4^
-ë 8
11
£ c
>2 O
C ^
3
-S ô
P
O cd
É 0
cd 3
.— c
V p
0
3 2
.Î2 c
L. g
— lû
P P
4-Í y
c *P
p —
E û>
Q) O
■i §=
S -i
< >
LO
« O
42 ._
0) 1■55 Q.
■g «
ë
.ë î5
.û Q™ c
V O
— c
« L.
■p <ü
c CL
I a
cd c
to p
“■U
p
u (d
3 —
O. p
Q. c
g c
c p
<ü
.-Í
p
.y >
to O
O X
II
p u
*g ^
z-ë
u ^
O y
a. J2
O p
û- 9
p E
Ét3
O X
s 2
._ p
X :£
d) VJ
X m
«= —
V> d)
P .y
— c
O ®
§ I
Vt ^
p L.
4-1 d)
to y
p û
= ’û)
a
O
l'o
p c
,S O
X >
c p
O XI
p :=
g
j_t
O ^
■Ñ C
.P d)
“ “O
ë v2
8 3
‘C to
-12 3
p
X d>
.2 c
û ^
ë g
-ë ë
«2 O
<6 ^
'C <u
Q- tí
O
-I
J2 E
JS ^ -g
5 -S :E
.E £:e
cd
C X
.2 ’3
3 O
.y c
10 c
_p 40
p ‘tô
“O
p
O
X
C
fO
to ™
CO
Æ «
c O
O X
P C
.. P
P C
to to
O LO
tí to
C Û)
E e
£ g.
« O
2
to dJ
p ^
tí .E
3
X
C
3 =
^ O
to jy
= O
to .y
p Q.
•g 8
« i
P Cd
X ”
X
cd
P
Q.
O
4_
3
P
3 i
a g
‘77 P
K* p
O
P vo
p di
CL c
_p :
cd
C
g
‘to ’
p
X X
a I
c u
« c
a <«
rt (6
s
00 a
*to
C <£:
c <«
^ ë
'û; ^
■31
p X
c /K
O 2 r
Îd û=
ë
.y -2
-O
cd
to
C
O
a.
rp
._ ^ •—
to (d
p
-ë g
■fe 8
> 40
P P
Z Q
p
fl
E =
11
il
p
- O
dJ w
y vt
.1 ë
a
s X
p ..
c p
8 £?
3
JS “
-5; «
TJ ÿ
.§ ë*
a O
^ d>
to tí
P
_P
Cd
p
O
.y p
L. Vt
Q_ P
O le
p u
cd
CL P
- I
Û- g
p
c
^ s
§. a
.i b
i
l2 I
O
§ =
P d)
°- E
^ S
Cd u
ë S.
«i “
dJ p
g B
B-l
^ ü
<» E
y O
û- p
= 2
d> O
X _
Cd "ü
w) 0
p w
c P
•— to
= p
<d le
2 ^
~ ni
5 ^
40 “Ö
.0 -g
> C
Cd £
§ E
a.
O
;0 '5.
S p
X c
'to O
to *a
§.1
cd P
— C
p O
L. P
n
O d)
û- u
û- P
-2 p
> p
p di
p "p
-a'S
cd
C
««4
d) =
y ^
O X
il
cd C
C O
3 P
M
16
(/)
« s z=
i. (g -O
N. w n>
o « n
!L i o
n 5. <
o ? ß
tf»
(O
1
Ñ
5'
a
n
n
O
3
ft
I K
rv (/)
2 3
§■ s
0“ O
Î o
9: K
(D
3
£T
"Ö,
£<
3 3
?t‘
&
“ Û.
3 %
5T 3
c °
Si. 3
= B
w n
5- O
D
O
(A
rt
ß
T3
"Ï
m
00
O
3
»
ft ^
2. 3
3 ^
o
3
O.
O
0 o
ín
p q
3- fS
R» .g
^ O
3
(A (/)
C P
p
1 i
s-S
Q. “J
-Ï íF
3 ÍA
S'S
5 s.
2
^ Ë:
0 (P
3 (A
2. S
5 <p
n>-1
1 i
Ift —•
Si o
o 2
V» S'
(D
ß
c
2.
C
Q.
2
fp"
n
p
O"
=7 ^
<;
m'
SI
n —
O o.
3 (P
fl> ST
c/i
Î2. n
O □.
=3 Ä
P Q.
=r P
!2. o’
Í.1 =
Ö B » I
íi^ = O) (A a.
" 3 R “ °
O Q.
*2 n
T E
3.
N —
5' ">
o. c>
»
: «
I?
ÍP 3*
n Ö.
§ i.
w" ß
= 3
2 T3
ÍP —
p —
8 1
i s
n> o
-s s
T 2.
!a w
0 n>
1 i
K' R
o 2.
3 ÍP
« i2.
(P O
o. 3
fP Q.
S-5
n> 3
_ ß.
o O
< C
3 <T>
3 V)
fl>
II
R §
§ R>
3 <2
n> T3
2. S
n ß
O O
3 Û
(? (B
R> S
3 =
= » 6>
f0_ 3 -,
3 ^ 8
o 3
Q- 2- Q.
o 5T S’
Q n E.
§ § §
9 ™ -S
E. ^
c
(P O O^ =3 p
^ (P M
(P XI
i ^
2. o
(D n
!?
p) o
— 3
» »
ft ^
S’ »
(A
n
3 ^ S ™ 3
0 O " 2. £B
1 - S I i
g Ö E
ß ^-2.
= 02
"" S o
p n>
ií (P
<■ o fi
2. (A n>
S" n> <A
° 5 E
gj Ñ' «
? O rT
i R
5 3
i §
o R)
"' n
O
o
n
3
N
(D
2,
ft'
O
3
ft^
2. Ln
O
3
ft
o. w
R>_ O
rT 03
□. R
n <B
0 *
1 ^
P’ ÍP'
il
2. §
= s
o o
(P Ä
S- 3
n 3;
2. n
s ñ;
o p
NJ
P
N
o'
3
fl>
p X
O O
3 p
N. Z
C
3
5^
MI <
n fPs
O
c
3 _
P X
3
p (p
p
p n
" o
3
g _
w* 0
>T. Û
¡H fp
c
3
O
Q. rt
/Ti
¡P fD <P
^ 3
C
3
S
O
™ i
fp fp
ííí 3
3 ®
W Û- O
(P
Ö 2.
fP'
-- O
i- 5
i p
í5 n
3 <p
o.
0
(D* ß
iS ß
s i
1 I
P c
o ß
(/! O 2 =
p
§1-0
p p (p
_ ■’ n
P " o
° p 3
^ E. w
íP
(/> — ■
‘=^'S
(p <p
3
o
3
0)
■g S: g
« 5 »
<B o ^
3 O 9:
■D
m
O
¡A ET
P -o
-. p
o ?
00
o
o
S
o
n
o
3
3
o
3
"Q
ig
Ln
4^
\0
S 3 rt P 3) W. 5‘ c I C 0 rt, (P P rt X CP
X 0 CD Cft C' CPP Q. < 0 X
rt Cft C'
P n rt rt. OQ
X cçq[ rt, Cft* rt (ft CP 3 3
p 3 a.
0* CP
CP (/) 3 0 Cft 3 2_ 9. 0
“2. rt T 5T OQ
rt] 3 rt 2.
rt 0 CO 0 3 5’
00 p 3 Oq' 3 0 rt 0 (ft rt CP rt ÇP_ Cfq’
rt 0 P 3 N CP 3
Cft CP P Ö
P* ■ CP
P C
rt 0 3 X CD 3 ÇP_ 3 p
rt C 3 CP Û. P^ 3 3 p
g. N* 0 rt rt c
< o' CP Cft rt
g. 3 CP Q. 0 1
CP
fP
3
<P
O.
N*
0‘
3
fP
•a»
3
5“
O
p
3
3
o ^
<p
3
§
9“
rp
§
3
O
3
,§
9*
fp
Oft
fp'
5 Ç
s =
Q p
(p
fp
3
3
"3 Q
0 Q.
Q. íp
R; í3
o. fi
CL Q
§ 3
i-
P p
3--g
n> §
(A 3
a S'
S O
1
JP Q
3
Q
3
Q Q
O. Q.
S
3
*o
3
iA
P
= 1
§ §
S S
Q Q
fi
0 O
3 Oft
2.
1
I ™
CP
3
O §s n
fi §
.3 °
^ Kf
'• CP
a s
3“ CP
CP O*
O' P
= O.
O
s
3 O
3* S’
■J r~
S a
• • CP
Q. ex Q.
000
CP CP CP
CP' CP' CP'
3 fi: fi
Ä -S- 5
^ fi -S
N p
.0 N g.
â-™ -S'
° 0 O
d. Q
^11
r+’
_ _ Q
q'
X
CP
S- &• S
000
CP CP CP
CP.' CP' CP'
i- fi:â
g Oft g»
X n ^
X O Oft
5- a, >®
Q. .2- 9s- fi. O
5^'?
OQ
9! O'
■O
E
d O
S" 3'. .çj.
•S’ ? fi
CL 3 Q.
n> 5 ' O
S O
3
3
N
3
D O
I ^
CP OfQ
n>. g
§. .3
3- Q.
Í'
â i
O
3 Cft
3 B
° fi
3 i
CP
3
3.
CP
C
3
X
3
S
I
J*
5’
S
(/)
Q
3
?
3
ri
s
n
O
û.
ï£
c ro
Oft “■
5ï*^
O ift
û- S
P) O
> p?
2: 3
"2. c^
CP n
S' n*
O. O
3
3 Q.
O C
:-• n
CP
O. .
CP
3
P
C
3 w*
Q. c
3
O
O
CP
2
O
-«■* X CD
CP P) Cft
û- Q. C'
CP rt
« «> O
■* rt
C K*
» S
CP •
X p
pi c
^ Cft
CP
^ CP
-t
O °
ÛL Oft
— rt P
X
CP ^
fl ÛJ
n
c
^ CP
c
3^
£j'
Q.
CP
00
X
9:
^ O
ô 8
û- 2
00
p
3
3
O
3
Q.
P
PL
CP
Cft
Cft
CP
I
1
n
S
n
p
3
p
g: B
"2. !=t
CP
S'^
û.
CP s.
3 Q
<P 3'
c 3
= ?
b: g
° Q.
S 2:
Q
fi ß
M Q
m -,
3 i.
S
fï a.
•T3 3
R S.
O ®
fi ™
='■3’
S'fi:
Oft 3*
rt CP
§ S
fi P
a “a.
O '•
?-• O
2l.
2. -Q.
C"l CP
§
^ 5
Oft 3
Cft ^
§ 9
2 fï
° g
^ I
O 3
S 5f
CP O
ii
fi S
3 3
!-♦
n *
ii
3 “S.
9: g"
rt 2
fb (rq
o’ O
r* n
9? 3
^ ■«?
.i I
?!
3
O
Cft
C
O
3
2
O
rt
C^
3'
X
C'
Q.
CP
n
A
Q
rt
O
CP
Q
û.
§ 9"
(R ^
Oq ____
I
3. (p
rt
X Oft
p O
CO 3
CP (P
(p X
S' ^
n Oft
O CP
D. i.
p' -•
N Cft
rt* c^
§ R
CP 3
2"
p'
3
O
O
?
3- CP
™ s.
11
Q O
3 **
O
=1 3
rt
2^ C
CD O
I.,*
3 ^ R
n Cft
CP ûrq
CP
c 5
O ^
€ I
p s
a Q.
O —
S O
S 5
f Q
O i^‘
S P
CD
O
p
rt
3"
CP
rt
O
3
P =
^ I
CP P>
en
X
00
p
3
<
<*
(p
w a
p Ö*
rt 3
O c
CD
a «
O m
Cft rt
S 2.
n> <
<« 3’
a 0.
S O
O û.
R «
(D
Q. R
“ O
§ S
(ft X
O CP
O Z:
p"
§ °
CP Oft
Cft Oft
3* 3*
O O
p
3
O
rt yv
CP /t.
P_ Q
5T ^
rt
3“
2
0 P
Q- p
CP
rt
3“
CP
rt
O 2
3 »2
■3?^
3.
O CP
§•8
5-g
(ft Ç*
cR 3
% R
ß M
rt e
CP E.
3 8
Q n
û. S?
— Q
n N
3
3_
ÎÂ'
rt
rt
5
n
3"
CD
CP
3
9t O—
2. X
c CP
3 rt
qq_
p
H
X
rt
CP
OQ
3"
p‘
3
O
c 3
¡2 CP
5 3
Q
■O
O
a
n
c
Oft
O
3
O
(P
3.
Û.
2_
3
rt,
rt*
O
ex
2_
Z
c
O
<
O
Si
3
CP
3
2_
CD
3
rt
P
O
X
CP
n
c
s
X
X
rt*
Q
17
N
u
1 =
(/)
UJ (/)
ül>
UJ
N
Z
w
S
UJ
o.
ce (/)
u UJ
• •
UJ
Z
Z
<
h
(/)
UJ
Q ^
I4J O
UJ N
U) <
UJ -¡
X
u
UJ
UJ
O
u
z
o
u
s
<
-i
UJ
w Q
u. “
(/)
-2 E
1 s
o -o
ci ^
E
o
Q¿
OJ
.i.
s
ti
|6
'® Ü
(u o
"5 i
lU ¿
C L.
E B ■
J2 O
« E
o ^
3
_ •'*
%
5 M
OJ rs
3
U)
‘E
3
E
o
u
O Sí
■ le
U
(d
3
I
<U
Q. • («
O .2 “O
00 ^ rt
2 y o
£ jS ^
u
o. c$ <u
o >
Q ^
•i s
si
c
■o
o
KXO
§1
c —
c
o c
U CQ
u >
o O
o
E -Q o
0
tt
S rt
(V) Q>
y
(/)
(/)
o «
c 3
O io
c 3
C
B
W)
0>
4-»
O
u
Q.
^ O
O Y
^ o
T5 -Q
O u
g-^
O «
Q. B «
i/> rt rt
O u u
£e =
o; ■§ ~
js _o
B .i
<u
(/)
<u
c
o
- s
u g
rs ^
> O
rt TJ
? c
o F
u b
OJ
■D
(U
t
CL:=
-S o
u
c _
0) es
£ >
o
£ ^
u O
c U
D n=
._• <ü
.9 rt
N y
OJ 3
OJ
00
a>
I Q.
•&;§
y o
- g
-g s
o !y
= 1_
O o
U 4-*
u to
:= <y
rQ '0> OJ
U i
:= R) <U
8 ^ E
g y 3
UU ¡g
(/) _2 "O
« rt
U
W -5
= O Q
p tá 3
o ^ ^
u x> J2
O :=
W 0>
J-5
w P
O
3 M
XI ^
<u ce
u ^
Oí ..r
i. &o
ü.^
(d O
^ 2
<u ._
-C “O
u _
OJ
(/)
rt -C -5i
= u ^
0) , u
«J s
■iiS
8 « g
a .Sí B
> -c *e
g U c
C rt
is|
re t
n < O
c • ^
P 3 <«
o s
Bl
“Q CU
3 >
*t>0 'O
bo
(1>
<y c
o
b. .9
o;
o. c
_ 3
fl> .
z a
rJ
t/> ^
Q. CU ;=
Q> 3 TU
Q- ^ 00
u — .9
OJ 3 lE
CL 00 U
o § 3
Q. <y cu
O Q- (b
CL fd 00
CU £ u
■o 8 §
j! o y
o L. -O
E(U -O
._ 4>
re c Í5
N .2 B
C 4->
a> *V>
4-» 'C
.2 U C
o 4-» y
i_ 10 ^
~ 0 'B
0) ' B 8
2 .!2 S E
3 (U
Ó I ^
8- 8 g
~ o .9
0) c
B
o "
E :g
— .i O ¡u
re y s ir
I g 8
- § 2
_« Ñ
o 0
0)
T3
C -E
S -9
•E b
B 2
o re
■o T3
l(U (U
-S 1=
O
2 M
re _
« re
M
re "
2 c
E o
. '5Ó
o c
= bO
3 <U
y i
2 S’J3
N
“U U
0> C
»- O
u y
cu ‘j- ^
<i> oi
íá =
S .9
ÍE
^ .2
i_ re
O Q
o
~o re
(j
■55 <u
-o
0 ^
E 2
g 2 ~ =
1 S ■=
y =
o. re
3 N
u) C
C 3
00 O
e 2
±í dJ
rt >
*• w
"35
3 o
U~ rt
.9 9
y.'s
o C
Ñ txo
c
■Sí> D
w ¡3
re g
'C c
O O
<-> w
VI 3
y <u - ~ re
-X — t/i
CL^ —
B 5
0 E
re M
.E i2 .2
(U
?f'= re
1- cu
B B
B (?
L. re
^ S)
B ^
2 o
II
(U (d
i- U
3 :=
00 (y
O "O
II
10
. cu
^ b
cd i2
2 y
i o
C 4-1
c^ jd
1 íá
CJ
o _
lA re
re 'B
w).2
cu u
Q. O
E
— i2
B "Ó5
00 X
2.0
B y
« £
(d
u
(d
■o> —
jc cu
U “O
N ^
fd
c
E ®
o 5
-S o
t!
OJ (d
O) u
d) <d
> </í
J u
cu re
T3
C B
«H
^ <s
‘i- E
u 00
X 5Í
c —
D- <“
00
lí
u -o
._ 'B <É
re___
y
OJ ®
c re
2 ■?
B o
* g
X
c
<d
L.
00
cu
4->
o
£
cu
E
o
u
JS
"q5 o.
^ s
2 y
2 ®
.8-0
■y s
JC —
U (y
fd
‘0
(d
íS
X
cu
® B
fd w
.j- «
o ^
¡¿ Ui
O h 9 b
, X ^
?; — 9
tí
9
o
(d •
t_
3
00
9 O
U (y
:= ^
3 —
g
d> O
=y I
4->
c X
.. (d
fe
O 9o. o
o.—
5 2
00 tí
S “O
di 2
3 b
*^o9
fd ^
■O O
'O S
i o
-j ^A
cu
£
o
U
>
3
X
*E
9
'(/>
c
cu
4-J
dJ
c
■ 3
_y
fd
X
cu
4-1
c
O
(d (u cu
d) :=
— bo
dj (u
fd <u
C (/)
«
2 £
•i 2
a£ o.
8 .2
E 2
C o
.2 ^
S S
dJ _
O
u
O
o.
fd
O
4-»
B
c
cu
>
X
fd
C o
-Z CJ
-S J
0l
■§>«>
E 2 •
o
o C3.
o fd
9 u
cu 3
S c
•b q;
CU >
Í2'UJ
dJ
^ 5
(U *tí
■<5 §
= B
0 fe
1 ,E
2 ^
c -35
2|
.2 E
C .9
(U I.
CL O.
S-
k O
O. 4.»
00
fd o
X “
(U o
o B
> CL
2
§
^ cu
fd u
— 3
00
.b ce
L.___
9- X
fd c
X e
00
cu _q,
CJ
*00 X
9 fd
O c
d) 3
X b!
:2 42
^ 00
c X
^ .
P
'‘g
S B
I “
fd
-C Q_
^ O
cu b
u O.
X fd
* o • —
^ M ^ TT/
(/> fd
^ o
|s
*" I
OJ C
tí £
c
d>
£
fd
dJ
tí
00 3
<y u)
L. d) O
d> io •=
!á
re 0) F
■i re
E-y
3 := cu
tí O
:Í °
7^ O- O
c .= fd
d)
X
O
3
> r
s g
o cy
o
dj
> JZ
2
C
s
00
dJ
w
E c
O. cu
'í3 z:
00 M
cu —
3 X
O" —
- fd
8 s
S 8
CU
o JZ
C CJ
o .t
d)
X
w _ X
d> "* =
Í5 3 -g
¿ I ^
O O O :b ^
. > /-L C re
.b dJ
Q.
:= Q
.t¿
Id rt
c 3
O c^
s, Jd
CU
CL dJ
_ u
X '5
c fd
(d CJ
L
00 u
cu
s.
X ^
fd
t u
0.-9
■§>i 1
■" § b
2 .9 g.
gO E
i 2
1
° s-i
.0 S- i
u 0)
d) ^ d)
^ — b
X ^
dJ p
10
cu d)
2 o
(y CJ
<y «
fe fd
l.i
5 VI
2 -a
C
rt
+3
M
*Z
u
O
’S
rt
•M
V
0 .S
y "rt
2 ¿
1 'o
o c
U V
h
— rt
li
d) fe
0 d>
.i -5
1 ^
fd 4.1
1J
u <y
U 5
7= O*
(d d>
tí o
‘tí £
b ^
9 b
9- ^
cd dJ
(d
•u 'g
cu u
S) g
cu §
cu .9
-c
w c
o
c
c ._ ,_
fd cl c^
^ c ’C
C- CJ
C d>
c i/) q;
O d>
mIj ^
2 re^-O
Q- <U
fd
^ o S
q> -C ^
C cu
b c
'01
o <u o
o. _ =
o <u Sf
^ ¿£
(¡) O d)
c — c
.2 (j ._
íá » =
Cd ^ u
A S
fe o
o. •>
S
dj
□ « c
c 9 o
8 a™
■c p o
^ Ql X
dJ
X
cu
e
u
2 "c^
o «9
?; cu
.2 fe
— >
00 c
u) -b
cu D
^ c fd
■ 9 CJ
2 -S í=
S cd
dJ —I
U fe
re «
5 8
X ui
g o .9
1 B y
= 3 .2
rt Cd 7=
2 CJ U
B o c
o K o
<0 O .9
CJ
d)
‘5
L.
-O
cu
5 o
Q.X
o ‘I
4-» 3
C U
^ 15
"2 =
fd
8l
Cd (11
B
® o
i- o
(£ 8
. Q.
_
U g
E S
tJ -o
— .9
S ^ ^ .
(/) i¡2 £ -1
O cd
X »tí
O X
fd
3
b Cd CU &
re B B
— (A L7
__ 00
^ o
"c °
.b í/>
cu :
C TU
2 S
ll
3 CU
U Q.
.. 00
CU q>
CJ lI
2 Cd
rt -c= 2
u c
o CJ Cd
y 2 Ñ
M c .9 M.0
§8
<U rt
X £
08a
9 ‘S cd
O
O cu c
O - -9
.b 00^
0 __.9
(d -e u
8 §
1 <U R
»Oi^
8 LO
fd
■o ^
fd
■c O
.9 9
fd *3
u c
O _g
cd rs
X
‘u
E
O
(U
cu c w
^ 2 I
te*-
— c
^ X dJ
“ -O
—I. dJ ^
d) i- o
X -Q b
cu O
O “
c
o
u
c
o
3
cú
■55
X
_o
"d)
4^
(/)
fd
u
fd
y
fd
c
42
cu
c
O
‘n
_fd
O
O.
o
o.
o.
CL
O
fd .1
B 2
;S «
(U 'S
o ~
-<ü c
w S
2 i
■a -n
BO
O
re c
E
^ B
re VI
S .2
C 00
cu .9
— 00
u
(O (U
3
U 4-1
u (d
O
£
dJ d)
X 3
l'0
</. -
^ re
T3 H
lU
o —
.2 cr S
-c .E ¿
U L> I—
fS 3
C\ to
rt
— >
cu o
= c
00 o
fd i
3
ra 4.J
4-» U
c^ n
_ 0 8
t/» O" O
i5^ S
g 8 I
■£ ^ •
o §?.£
X tí -O
cu .
•-§
3-S
■^1
0 .E
1 s
cej E
cu
£
LO
sO w
fd
.-r O
O
.Sí
B fe
cu le
£ ^
O ^
U L(y
0-5
2 fe
dJ QC ..
CU o
> */)
BO 0
c- O
O ^
L> _
'B -p
4-> C
■C g
^ 2
q> O*
X o
cu £
c 2
o LU
*Ñ
(d fN
1=
’y 0^
c —
O o
u :=
*C 00
fd —
““ LO
rt fN
0 O
a g
I- B
a.
B|
re X)
JM O.
0 -5
oí
1 0
,Í 3
'0 1
C u
g
8
á 8
O (d
*u
c
(d'
.£
(O
cu
dJ X
U) c
^ fd
d; u
fd 'Q
X ti
I ®
<u _
> lA
P o
Ñ -O
<u
o —
g- Bfl
^ CJ
A cu o
P T5 4-»
u .2 u»
o. u d)
Cd ít ^
x: 3 ^
0 E re
g-§
'0 ° i
'u cu
y 8
7- X
1 s I
i
.£- y -£
Q.
d; a
L. ^ 4^
cd 3
£ fd
^ cu
u =
o <u
0)
C Ñ
2 5
a
cd c
b fe
CJ
u _
cu fd
c
§ ^
CL
CU (d
“ c
3
B
3 J2
S jd
■3 p
B
> 2
o fe
■o Je
-T
‘t- ^
-g o
= 5 p
CL^
m P
-O P
P ^
Ib ^
o 'C
£ -c
^ §
P c
-C p
U i/i
J? 5
o s
i2
fd
CL ■
9
Ln
■re .ti =
■2 5 c:
re > re
.re ™
T3 Jp O
« W LO
.9 « ^
N re
;§ y E
o “> u
-2 0
— I E
.(U BO
.9 2 13
u Q.'a
O fd P
tí ” e
E § 8
I— u
P 3 :g
8 O
B' S tí b ^
o g
4-> b
B %
U -C
C^ d»
00 P
C ■
^ u; ^
9 «
i _c Cd
c -5
P rt
? P N
^ “O C
8—0)
VI ^
<u re o
3 c t;
cr 3 .E
"5 B «
O S ^
X 9 O
L. Q-X
P fd *
.9 t» O
0 ??
00 qi
2 -S
g S
II
O ^
8'8
_ Jd
P
XI
o .9
ó ®
E 8
lu re
E “
B^
3 P
B
B 8
4-»
P S.
■s-a
o
c
fd
P
C
O
D
X
c
L.
O
3
= 3
c fd -b
y I
i/) £
O 5
4-» .e
■5 00
3 fe
U u
8,^
§•?
. 'P ”■
P _ O
t? ’C tí
.2 o fe
.SP-o 3
«50-.
.b 4-»
3
-í^
cu
> q>
0 u
X -O
- P
'B 2
‘c 4-»
P O
1 tí
s- «e
p C/)
N «
•° S §
C O
¡ó O
S> M
5
3^ Q
o £
X —
c o
"•p
g-l
cu "d> ¿
C X (N
•R N oí
01“
s- ce fd -é .9
_9 9-9-0 w
fd N
o.-r
e X .í2
00_
= c
0) 3
■ü ^
fd c
g0
re i t
X3 "C LO
I/) pvj
o <U
2 re
re (u N
fe O 2
42 U ^
fd P "o
fe .fd ^
X i_ -2
p 00 o
-s §
o -js ~
X Id ^
3 P
CL I
cu S
C
O (/)
■</o 3
I?
§ re
u g ^
cd o o
c 00 u
0 ^
2 >
o- o
o re^
« -0 B
^ re a
8 6-S
.re
O 0
>/>'Oñ
^ o
a> y>
w c
8-0
01
4.4
c
fd
O
X
g
‘u
p
o- w
c
o
p
w
c
p
u
p
^ 9
c Q
*“ -7: Cd X
CL =
X ‘0 P
i y
p
X _P
3 2
01 b
^ij
C C 00
2 - P
C 3 X
P
X p
rt .9
3 N
O" ¿o
5 0
i s
^ X
O <u
X —
_ o o
p E
■” .£ B
o 2
wi 2 y
o ,b Q_
"o 9- CU.
^ fd 00
2 u .
__</)
P X
Eoo
P 3
CU x: T
CJ <J
g re "o
“ ^ 0
1 o
0) E
c c
2 0“
« u 9
g -o o
y.
b fd 3
o P u
sis
i?:i
c 42 JO
fd
X
p e
00 d>
T P
X -o
1 B
fd 00
SiS
P 42
u P
X 42 —
p •“
■° 8
V C
(4
VI
i/i
(4
O.
«
■O
43
+J
'C
■4)
■o
43
C
O
’53j
T
f4
3
O
r4
O 8
§ ^
LJ 3
2
^ -g
Q. U
CL
B fe
o z
>
o
3
C
e
3
O
c
fd
u
L.
P
U
s- 0)
Z Q_
u
S ®
Í9 ceJ
"o 3
g<^
u
u q>
Q- fd
Í3 .9
£ x:
B U
VI re
O JS
0 <u
re "O
.0 B
1 ^
re B
d
ó :B
L> 3
2 8
0)
V
15 0)
■S 2
O 5
X Q>
"re ^
I
^ Q
2 «
fd
O. O
^ u
P
X tí
E o
42
=? -í JS ^
ó ,*2
u U
o (u
E 8
2 B
!t
si
X Ll
P
u X
P X
(d
O
‘Ñ —
c ^
"re c
O ,2
fe
re «
Q-Ñ
« re
XJ >
0)
E
O
u
O
B B
re —'
OJ o5
fe-i
g B
fd fd
X O.
-Bj
00
3 :2
o- Q
P _
fd j;
C) P
fe
Q. u
.il
i= t!
P fd
X CJ
8 OJ
:ü -6
o g
o. ^
OJ ^
(y P
-a ®
Cd Vi
tí P
3 Q
u ^
E :0
4-> 4^
r m
u
Z
0
§
u
z
o
u
s
5
o
z
o
(O
S
<
z
<
Q.
0
ce
D
UJ
fd P
.i -5
L
O- P
-C ^
p £
fd 2
c-» ^
c o
4-3 b
p c
X P
q) JZ
P
C
fd
•b Q- Q
tí — c
ií B y
C 4J
8 t
« g.
(d O.
8 B
OJ
ü C
*“ fd
00 •
^ ñ
e
p
>
*>
c
c o
sZ CJ
< -Í2
p £
tí 42
^ O
.e fd
c c
X ^
5 ^
tí ■ü
U q,
.— N
_ C
tí fd
P í: X £ 4
4J fd =
O
c
o
(/>
í2
c
O
E
p
00
p
8±
tí
P p
00 c
'C o
c *”
3
S5 y o .s "
p q> (/>
cu :s cu
cd V)
*C O
r\
C
O
fd
fd tí
s
00
p
o
c
o
fe
X
P 0^
fd
fd
O
t!
P
• O ‘
3 C Í2
fd b cd
o c
-0) XJ ^
y o
UJ o- g
d y *0
C T3 «
lO OJ O
0
fd O O 2
— </> L. .ti
V) CU
CU c
B
o
c
— p c ==
p
3 X
4->
“3 o
^ c
'3 9
tí .£
C P
(U w
X o
— c
o
p
o =
X fd
o «
u .3
re .ü
p
X
c LO
p
C S
p 47
u <y
O
5 «
£ O :=
ií p
p p
Gl
X P
fd L.
00
fd
00 fd
P tí
-- V)
.8g
^ fd
(d (D g
2 'tí
O fe.
O. rt
*Z tí
b cd cd
P
N
c
B
OJ .2
- ^
fd
•d E
B OJ
BO g
OJ B
fe «
to
O
^d
E g
^ 9
P ‘00
X __
(Tí CU
2 X
i,i
C X
*“ o
42 =
_ fd
p
E ^
o rt
c
8 !«
íil
2 8.S
9 re u
-9 = y
JS OJ 3
o "O OJ
y re —
— F y
8 I =
9 P 'g
OJ
^ o
3 t>0
^ £
£ tí
p .9
4J
c fd
^ b
00 O
•7; P
N
fd .£2
O c
a E
;e §
o
3 O
P
P
.1
C P
O -I
X
V) p
= — 00 P
P
O
>
o ^
c cu
o o
"2 3
o fd
E Zj
E ^
CL C
CU o
■g B
0 a
1 'B
d :y
“-Q.
o E
C o
E y
B OJ
3 -u
E o
ZZ >
■§
s
g
Cd ». <u
o 2 ^
c re OJ
srs I
B g =
8 «I
fd p —
OJ
8< S
S :2 .i
Q-X
a~ B
X 4-1
P _
^ B L
POP
P P o.
o o
P c
.2
<U Vi
C P
E “
b 'p
42 c
O O
9 9
t
S o
a. {j
^ 9
LO Q.
8 a
V) X
P S
i2
.>
re
1 O
b y
fe UJ
fd p
0 8
g.
w 42
*“ Id
B -cu
§ cu
g 8
.3 O
.« "E
S. P
P CL
42 -fd
1 E
00 P
*vi ^
CU k
X X
cu rt
¿I
= g
i- o
00 P
— q;
P X
P
p 4=
§ E
B o
CU (
r\ Cd
P
P
c
c
o
X
o
Q.
O.
O
p
_QÍ H
Si
ti
8-1
B 8
— L.
g "5
> Í3
E c
p p
LO (/>
fe
-£ §
-9 ^
fd 2
^8
® fe
0 o
fe -fe
fd O
p u
9 9
0
o =
li
Z c
fd P
_N p
fd
C
c
fd .
o.
O :
I fd
P
O
4^ -C
P
P
t
O
X
p
!3
c
p
>
>
... c
a o
ío u
p
p^
=5 .9
fd T
3
LO
1.
b c^
fe- “■
OJ
OJ E
I g s
s.y 2
y o 'g,
e g 88
fd p fd
E E
J5 re
■re d 5
■o E ._
d y
1 = 1
ñIÍÍ
.2 y S
$ E 8.
2 re
r* ^ —
Cd 3
O _
o 41
wZ
'5. :=
LO o
«s
y ^
g y
E £
re g
O
P
P
_0|
o OJ :9
n ^g
§ OJ o
fe OJ
c £ 'u
.E o x:
« fe
Xi .3 O
B O tj
- clJ
LO
LO
8 y
P
fd o
c
TU .2
'E 88
o OJ
Ñ i
B^
OJ
tí o
3 o- o
h iS b
OJ <B
8 "O c
S 0=!
E fO OJ
fe CL C
d OJ Q
E ■? -g
re
re
E
O
a.
E
c
OJ
E
re
t
O
Q.
E
o
u
.± «
■D a,
d g
8^
fd :0
P -s
b tí
fd o P
tí L. X
® re >
fd
X
P
c ®
.2 p
feg
CLX
3 :9
O
LO fd
o
;= C ^ w
P Cd q^ _
tí
(O
O
O.
E
o
Q.
£
p
4>4
c
o
p
fe §
p -9
42 ^
Id -r;
C
s
LO
fd
V)
. 3
(d
p
L.
P
s
O.
p ^
2 2 "o E 9'
8 S
UJ 0
c
p
gl
B OJ
|5
*- O
L.
fd
O.
O
-b 3
£ ^
o —
§ 0
_ V. P 3
.(/) 4-> (/) P P
tí S =* .2
c
tí
wid
(d
c
3
O
P 'fd
c
p
*C P tí
° § «
" ■§ re
p 2 C
X Otí 3 fd
w p p
p .p
o =
V) (U
fd^
“ Cd
p ‘p
L. fd
p ^
fe|
Q. .£
</) 1—
OI ^
-p p
c c
lt
< p
p
c
9
'p
ib
3
c
p
>
O
c
O
cd P
fe (d
ai
— (d
P c
c <e
k >
2.g
I 'B
g.*S
ll*
0 1
i i
b *N
42 Cd
X p
c <e
s ^
- E
B <u
y
> jj
0=3
=3'°
OJ 2
E 3
8 É
P
p 5t
C/i '4—
LU
fd
< s.
fd
p
§ E g tí
•§ TÍ ®-'k
2
3
g
'S-2
.9 fe
P 3
O .b
V) «/)
^ fd
“P 3
Si
OJ b
2. =
OJ
E I
«
■o
2
u
p
tí
p
C
fd
X
p
p
c
o
7Z p
i í
% &■
41 Ñ
■O 1
t— OJ
^ -o
4) .0 •
> >
O .£3 ;
I Z
ñ fS
18
Ul
<
O
5’
3
ri
ti
M
(D
?3'
5'
a
2.
pT
2,
S’
o
3
2. 9
S.3
£j
5
3
n
o
3
S
3:
Q
2
<0
W <.
3 (§■
o OQ
2. o*
<A *
0
O c
s §
le
(D ^
(/>
(/> (/)
e
o e
V a.
— p
n
n
U) n
£?. O
P p
3 e?.
D ^
e ÌS
Q-OQ
e m 3
D -J O
5*
n fD
OQ
e
» fl>
<p
ìa
Q-'O
2. ^
3 P
o 2
(A o
3. Q
p
M O
2. fl>
fl) o
rt o
o Z
®. 3
5T S
w -•
S-2.
s =
3 ^
s m
(À a,
p
" i
e S
3
o
(C
z g. Q.
(n ™ (1
" - e
§ Q--0
g O =
^ iS
P) p
cr 0«
O ^
3 o
? i:
O. 3
P p
s
U) (/)
li:
» n
o* o
cr w
p- £i.
3 p
0 OO"
, p'
.. 3
_ o
° "O
d w
1 "
fl> rt
S § I jg’
S 5- 2. 5.
-• 5- 3
3
Ql
3 <
^ 2
(D O.
i£. n
O
2. O.
</» 3
— m ?
O
p> fD
«Kg
(/> rt
rt 2
3
o
3^
O
3*
O
p) o
B S
Q. ^
fD P
_ q1
CA
V) 52. -I
2 5- o
z 5 ^
■_ 0 2
SP e *“
e 2. 3
p p o_
0- 2. S
n o "S.
3 e
n
1» =; 3*
11^
Q- 2 ^
T- 2 ~
3
p
3
n
p
3
o
o.
2.
cr
o
3
CL ii.
ro 3
o. P
T ^
B o
S i.
o <♦
Q. §
§ I
o Q.
'p- 9Q
°è %
^ «
p "
< e
P 3
Q- *“
o "2
■o o
-
9:“ S
2 9O g
g- «'
g 0
2. 3
(/>
p
(D
I g
— 3
O"
o
(/) -»
-- 3
P 3
p.(W
(5
=: 3
^ N
§ i:
r> _
=>■ 2
(D g
3 P
o
3 o
3 =
0 w
i: S
SL®
ro OS.
1 <“
(t> 3
3- g
■g d
0_ o
5 «.
S;S
-= Q.
(D (Ù
P
3 9
p <
<P e
Q. n
p _.
3 =
(D ^
3 e
rt (D
(0 co
(/) “•
----O
< n>
<
(p
3 S2
!!. S
p> o
^ s
§ §
<? n
O
I i
rt 2- O
O
G. o
P
i/>
n
O
U)
p
<
<*
n>
rt
fp
o
3 o
P' 3 3
fl> S*
W ÌP
O 3
?S
® 3
r» _ 2
e 3 p
a 2- i3
i. ó
(P (/»
3 o
^ « -Sf
rt Q. 0t>
P (P_ 3
O ^ PS,
35 O
3 W rt
O rt 3
3 O
_ fl> 5T
i. »'2
2 (P
3 P rt
»■g 3
j:!« » ">
2- fp
(/> (A
0 2^
|2 S-g
(D 0 & S.
<1. S 9. ó
Q. — 3 Q
fp p fp .
^3 K ;S
0—3,
(a g
^ n-o
P
G CL 3>
m P — n
= n (a
(D 5* 3 «
g 2 2N. o ^
" = 5
— =3 e
" « i
00 < 3
0^*0
fP
S 2 Q
z S
0 _ ° „
9 <a n> n>
S^l?s
1 §
Si. a 3
Z ^ 3 o
o w S
p' o 8
^ Q_ W
5T 2- ®
{/> 5T e
fP ..V 3
rt 9: P
3
(P
= fp'
5 ^
o o
O- -o
2 ^
(P -s
_ J{
>o e
\0 _
fp
i2. 3
hi
o e 3j
S o f?
3 <2_ —•
S- ^
fp < rt
rt rt “
G. O" p
in
o rf=* =- T 45 ==
3 ^
o
3
Q. 2*
G. fp
m ~
^ fO fp
n o
O “D S
rt fP
3* O n
-• p §
— .in
5,i5
hj n> e
O' f- 2
■o
2^2*"
à> „ 3 "O
O -. " (I)
3 3 B) w
^ 3 3 «A
■g " o
E:i-§
B) ..O —
SS o. e W
'S. £5. 2. S
■P' (5" o" 3
Iz
fp T P
g- ^ P 3
P fp I I
2. rt
f\i O
■ O !L
i'’ 2. i2
g BJ <0
XI «) g.
O Q. O
9- 2. <0
^ <a CL
e g~ fP
f® e sr
ci 9
3*^ fp
. < ^
co O ^
(/> — fD
g ° g
O g-
O B)
= 0
fl> 0
S n
P 2
n
O
fp
fp
3“
P
— fP
P _
(P
“G
P
n
fP
fP
5T
e
fp
3 P
O zr
p
3
3
fl, °
U) rt
“O P
n
3
fp
2?§ «s.
3 e
B>
(B
S O
Z e
I
O- = I/I
zoo
<i S
N
3
o
3 ^
m •
I 8
2* 9^
rt- (0
5 -■
I
^ 2. ;;; o
S* 00 Ì.B
sr ^
»» o
n 3
X Q.
w
e
< 9:
«» = □.
g' H
?
n sI K— 9
M “
e p)
OQ N
il
S »
rt
§ ^-s
fp P o
£ 2 3
§ = Ì2
fp
3. (p
n
p e
Q. 3
<p
fp fp
O
rt
o'
fp
(P
OQ
e
(A
u
n
O
^ I
fD (P
■o
O
=
o'
C/> ”»
0
1 I
fP 2
X 2.
^ o
0 SL
1 »
i i.
^ n _
S 10 ^
fp Q
o 03
3
? a
e
2
OQ
o'
rt
3
o
p
2 3*^
i® 3 OQ
9:8 r
§.-g 9:
iS 3 o
§ 2,
O" P*
rt N
o
Q.
P
H
SL
<
O
e g
0 2.=
O ^
P (A
fp
fp
(P
■D
8 Q. g
S 5:8
= ^ «
(A
— ^
<A P
n> p -rt
I e p
T 2. 2
« n- g
■O la 3
“■ O
Si o
3 O.
- 0
■g Z
8
3- 3
3 o
o _.
fP
g* 5*
« s
2. 0
B>* 2
o" ,2
cr 09.
BJ O
3. 2
=; fP
Q. O G
2 fp
2 OQ
rt rt
o s
Q. g
’ a.
6)
P =
- p
3 >-g
8 i 3
g g
S*
§ - O.
° O i
g 0 2.
E e =i.
.., 3 B)
E s -O
sr 5 3
n -2 -2
n X ^
Si -L
G. fP p
^ 2 (A
2. 2
o p
(§ 2 e
n g 3
n rt p
— fP
^ fP
n 3
y =
T O
«• w
g- g
3 O.
n 3.
3 Z
P P
7T q
5 3
^ (p
H 2
fp fp
p
3 2
08
p —
e' 2
o 0 =r
3 2. n*
Ì2. Q. ^
n G
O ?
3 _ 3
^ = "S
fp 2 ^
j 2 =
^ G. 3
r- (P
2.
£? p
(P S* OQ
g.c S
f i?
00 2
Bj: B) 5
o
o 3
3? o
S'<g
(i>
Vi
O
^•§
o
G </>
G. (p
3“ g
p fP
3
3 OQ
o 3
p *G
e
s
3 F T3 =r
(P
r»
F E.
— G 3
E??
■o
3
XI m
s. w g;
5T 3 rt
3 O g
F (P P
fp
— n
=7 w
<^"2
rt fp
^ G
P E
Pt
O
fP
rt < R
5 a 2,
0 8 z
Z-O =r
CO
•5 e?
P
2. fp
p
N m
N ^
^ a.
rt_ “:-o
— - p
p § r»
0* G
< rt
2 "*
G fi>
fp I
p m Z
E§. S
zie
s.
ST P rt
s I' °
P CL
^ o —
Ì» Ì
F rt O
G 3
(^ § m
0 fP Q.
- <L
g- 3 bt
0 ¿S P
«s. g s
«K ” rt CA
O P fP P
p’ o
" W %
S o. o
o ITI 35
= <P fp
fl» Ì5 G
OQ fl» G
3- 3 o
”■ X3 ni
D- —■ Q.
« p _
N e. XI ai
Ì2. _ = 9
ri' g w 3
^ S. 3 Z
3 ffi g' 3
Tzi. 92. z o- =
f» O ■”
« I. ° °
a> = _ 9
Q. B> g
3 Z 3* ®
<2 0 0 0.
3 Q. Z
fp p
rr
fp
0
-o -e 3
0^3
S 8 o
o e. -.
(A < 3
3. o *2
"U O OQ
rt 3 3
o g w
Z 2.
: I
! fP
il
(A
fp
3>__P
o
DJ —*3
* O p
— rt n
3 O (p
^ !1
- I' sr §.
z
0^0
rt 9- Si.
rt ’ n
rt P e
P e 3
(A I —.
o
zi
00 O
I' 3
,F ^
—1 =3
P (P_
-Q G.
e O
P rt
i5. S
8 3.
TD
p
fp
9: 3
CA fp
R 55"
9 3
X3 B>
S> 3
“ O
>
fp 3
p 00
e:
^ 3
e 3
fp fl)
§I
ni .0
is
(P o
in
n -3
p p
rt fl»
O Ul
GL «>
fP tA
P*
P
O"
o _
3 fp"
cr 5
S{ 0
g- P
n
n p
3* 3
p’ 2.
3 ^
3-S
Q. “O
n' F
F G
N. 0
o 3
3 <p
fp 3
n
O
3
=7^ Z
O fP
3 OQ
rt e
fl) rt
^ 3*
1 °
2 =
S. (B
rt (A
fp F
B. S
= O 9. <B 5T
sr ri
0 O
0- g"
XJ in
o 5
!=*■ 3
ó' Z
B» (B
= 3
-o 9,
6 g
Z 0
fp
ìa
G r> =
fl) 3- C'
8 fp* a.
p o
<. =i
R -g
fl) g
G» =3
O rt
CI —
lA (A
<P o
fP Si.
fp rt rt
CA
Q. fp
9: D.
fp 2^
—
rt rt
T)
fp
3
0
^ a fS' ^
e
3
e §
N. Q.
o p
2. Q.
(P
lo
G- "*
rt ^
fP
0 Q- G “ ST
w 2_
!?
3 o
3. »
T3
O
CA
CA
3
o
-8
S
2. O
é
§g
g iS
0 0
is
G 0'
rt' n
p :=:
5T ^
n g
n> 3
0 g
n >"
P rt
-D ^
rt »9.
fP O
0 2.
« g
p rt o
■ i ò
1 «s,
e ^
g ni
G
fP fD
P
rt ^
J 1
<0 <g
o o
= o
■e q
fp p
b 2.
3 CS*
8 g'
§■«
“ fp
3 -D
P
DJ
rt G.
rt a
3“ fP
fp- 0
S z
3l
-i 0
(L G.
dT p
z §:
3 8
fp (A
8 ^
p. P
I s
3 =;
S g
5' ^
3 o
o. ®
n bI
<0
-• (B
8 3
p O
N ^
X* f»
O 32. ^
3 s*
rt cr
fp 2.
3 p
S n
-. <
3 o
2- 3
G. (A
■8 §
o o
G
r? ®
g e.
i.3
« i
o °
§ §
p
s Ér
g s
3 p
X» N.
^ §
g 8
8 z
H
g. «
» «
e.»
3* S
K §
fP
0
bÌ
g (B
"9 8
S 8
GL CA
n> 5'
n Sì
8-p
II
a o
a m
O O
p > » S *
G. Q- 5* F
“O
p
G
fp
■o
fp
3 Q8.i^
9 H
g
3 fP
— rt rt
3 S
O n
3 G.
Q. CA
O G.
p
o «
zi
“G
3 9,
o e.
0 9
-O
fp
O i2.
rt CA
O o
2
o o
p
fp —
JA CA
1 Z
2 fl»
(P
<0
e
SL
n
__ rt
<- 3
p ^
3 S
2 ^
rt “n
fP 2
p
3
o.
p
Q.
fp
co "D
O O
co co
■0 G.
P
fp
3
O
9: 3
P
9- 3 »
fp —‘
z§
rt P
CA
fp
3
CA
P
N
o'
3
(P
rr = rt
CA
rt ù)
fP ^
co -j
CA n>
p p
n <S.
0 0
1 n>
n> 8
«0 S
3 3
(B O
n Q.
^ Z
5' sr
= 3.
H
■2. s
e- o
rt pj
31
0
4 SL
9 9=
G- 3
fl»' 1«^
5? o
GL “•
fp OQ
fo
Z n> □.
Z
o
Ql
(B
B> O ..
2. 3" 3
0—0
2. 5' w
O B) 5
"g 0
0 Z
rt o
3
o
3
3'
o
a.
ri
O
3
= <.
O O
3 (B
A 3
Q. 0
a? A "
= fD
rt 3
5- o 9.
o O
o 8
s
O N “G
DJ 3
rt rt
ÌT!"
5”o
£2. »
i 3
to
Ln
B>
3
3
A
M
± 5*
U 3
S.-g
2. 0
z o cu pi
2. £•
Z 2 “ r»
TS|
Al A
3 *'*
a
v
du
A_
Z
o
T .
a
A rt
(n
A e
- n
n n
Z à!'
A A
rt rt
B> A
Z OJ
2- o
T3 O
0 °
9,-o
O A
A 0
3 o
fl) ..
w =
CA ^
<
fP
CA
rt
O
<
O
o
rt
rt
0_
3
p
fp
0
3
o
gT
0 0
9^
O CA
“G fp
fl) 3
0
G- 3 _
= B g.
‘® “- <^
n A <
3- = (?
5' " =
ni
^ co
‘ ¡T §
fp
CA
8
§
X
fp
3
fl)
fp
“0
p
rt fp
Si G
S-&
fp s.
rt 7^'
e Q
3 ^
fp
8
Q
fP
rt
<*
fP
co
rt
O
<
O
CP
OQ n
O X
GL ^
2. fP
— co
fl^
>-Si ^
^ -Z
o ^
3 F
fp' 3
S 8
ST
n> g
■2.-8
8 -9
o 0
13 co
P fP
=t 3
0
3
0
co CA “O
2. 0
(P
(P
n
fP
W*
o'
d. o
■g o
fP CA
-S <
„■ w z
o “- o
CA
z9
fp
e
“T
o
X»
(p
fp
Q.
5‘
Q_
fD
Ci
o
a.
y :2.
3
n' 5 O
fP pj 3
Gl rt ~
2. o
^li
gie
3. ^ E.
OQ O" *
e- >
S O 3
rt OD rt
3 G"
(PPG
“■a ¡5
e 3- 0
«g « g
o
A
P
o
3
E»
9: 3
□ —
3 n.
CA
G n_
dT
GL G
«g’ S
E. co
rt CO
P' P
G_ -■
G 10
ó 9
GL -e
§ -g'
8 “■
-o
A
i Z
3 Z
(B jn
B> g^
R *?:
O B)
CL < A N
B) 0
3
ri 2
9 3
8 o
a» .fi
5 g
0 g
rt N
O P
l9r
N A
§ B
- rt
_ rt
G. G
O IG:
G "P
2 G
^ “»
G
G. 2.
O G
3 3
P N
R ">
CA
> “0
2. rn'
rt n
S- o
O 2
3 “
G a,
G.
G
<
G
G ^
OQ 3
— X
G 2
P
3
G
P
3
G
3
=; X
rt
o
rt
p
3
G
3
D
G
CA "O
G —■
-- e
z ?
I ?
B> r
3 "
O
A X3 =.
Q.
Z
A .Q
m !“
B» ~0
3 co
. . o "»
rt OQ P ^ —
G
G
<
G
0I
G
G. G.
2. D
< !C
G G
2 ^
G O
P co
1 ) t ) 3
S O 3
2 =5 G
G M G
s_»r , • cr
3 ..
O =:
-K ^
0^ N
3.0
rt G
S 3
G. O
3 rB« =
P ^ m
I “ G'
3
P
A »
OQ —>
=: P
e X
0 8
1 ^
3- G
G. G
G ' rt
Ì5 ^ o
G =r p
rt rt rt
G G G
G
3 =:
rt
3 g
rt
G
rt
O
G
§ 8
B. O
r^ ^
K =5
G O
G
rt 3
G
G P
rt OQ
? e*
3 CA
G. Ci.
G N
G F'
dT X G
— rt
G O
rt
rt
3 n
O 3
TO ^
^ g
‘i’ o
A
I i sL
A 3 (1)
3 ^
rt O A
"* a
o g o
A g A
a. 0
G ”
X N
DJ
G. 3
DJ G
X p
G ^
rt -J*
G. O
O rt
3 N
O
cu
s
G
rt,
X*
rt
O
rt
P -o
rt
P 5
G
i .5
G* P
Pi 5
rt 0*
5' 3
*p o
o ^
CA O
G <
E. 9
rt G
G.
3> •”■
e 3'
G X
/2
A <5
□. 8
rt rt
§ p
D. T3
= A
BJ A
0 —
0.-0
8-®
cr W
g CD
1 S
O CD
8 ®
OXJ =;
la _
A e
O e
Z O
3
A
rt ri*
§ z_
= A <“
BI g □.
2. S A
o z o
A Q. Z
g. ni 5'
A O S
0 ^ s
5 g. »
S- o g.
CL G. fl>
— * rt
3 O G
e —: rt
? 8 §
o g 8
o A ■2.
CO P
CA < 3
—. rt G
O Q. 2
G
e
CA
£
3
p
3
rt
O
3
G
o ^
e
G rt
(0
19
HoPiziariofgei
7T^ • p
/
ALLA RICERCA
DELLE ANTENATE
Dopo il lungo ciclo sulla cristologia che ci
ha impegnate per più di un anno, il 18 e 19
novembre scorsi a Milano abbiamo ripreso
due temi che avevamo abbozzato negli anni
scorsi: la genealogia e la rappresentanza. Il
primo si trovava già accennato nel documento
sulla nostra identità nel quale si rinviava a futuro approfondimento, mentre il secondo era
stato sfiorato a latere di una discussione sulla
presenza di donne nel Consiglio della Fgei.
Il termine genealogia nell’ambito dei femminismi della differenza è stato utilizzato per
indicare un’operazione affatto biologica quanto discrezionale di individuazione delle donne
che nel corso della storia hanno reso possibile la libertà di oggi. Alla ricerca delle radici
della nostra libertà -per sè e per tutte-, inventata, scoperta e costruita attraverso la pratica
del riferirsi e rivolgersi ad altre donne.
Essendo le donne un genere e non un partito, non si dà un’unica genealogia per tutte.
Se è vero, infatti, che l’identità della singola è
segnata dalla sua biografia, dalle scelte culturali, politiche e religiose, dalle appartenenze
etniche, politiche, di classe, ecc, nell’incontro
con l’altra queste variabili ... fanno la differenza fra di noi. Quelle differenze che ci avvicinano ad alcune piuttosto che ad altre e che in
Paesi multietnici originano comunità nelle comunità.
ria, ancor prima che una genealogia, tuttora
largamente da scrivere.
Il ciclo di incontri dedicati a questa esplorazione è stato aperto dalla ricerca di Debora
Spini sul ‘600 francese. Debora ci ha presentato il quadro di riferimento dell’epoca mettendo a fuoco donne nobili come Margherita di
Navarra, borghesi e donne del popolo come
le profeto citate nelle cronache delle persecuzioni degli Ugonotti. Tra le chiavi di lettura
suggerite: il binomio inclusione nei
patiboli/esclusione dai pulpiti, salvo essere
accettate nelle “chiese di emergenza’’ (le comunità abbandonate a se stesse dai pastori
durante le persecuzioni); ed il problema della
comprensibilità della fede per chi, protestante,
non ha accesso agli strumenti della cultura ufficiale e ritiene di abbandonare ogni magistero.
ofEi :
?r
1 ‘ uovo r>)
A partire dall’identità di donne protestanti
che da 5 anni riflettono sull’intreccio fra femminismo laico e teologia femminista, ci siamo
chieste quale fosse la nostra genealogia, cioè
a quali donne protestanti (singole ed organizzazioni femminili) nel corso della storia dentro
e fuori dalle chiese fossimo debitrici. Una sto
I lavori proseguiranno da un lato analizzando le metodologie usate dalle storiche e
dall’altro considerando il pietismo ed il risveglio nel ‘700 in Germania. Si prevede, in prospettiva, di soffermarci sulle radici protestanti
del suffragismo anglosassone per arrivare al
presente, alla storia dei movimenti femminili
delle nostre chiese.
II secondo tema trattato è stato la rappresentanza. A partire da noi ci siamo chieste se
e come ci è capitato da rappresentare qualcuna e/o di essere rappresentata. DaH’articolazione della discussione che ne è seguita
prenderà avvio un allargamento della riflessione ai nodi della rappresentanza diretta e
delegata che animano il femminismo laico.
Ci rivedremo a Roma il 9-10 febbraio.
Antonella Visintin (Torino)
• ••
HO SCOPERTO
HO IMPARATO A VOLARE
Tuck & Patti, “Learning how to fly” Sony Music Entertainment Inc., 1995
Vìvono d’arte e d’amore, William C. Andress e Patricia Cathcart, in arte
Tuck <S Patti. Chitarista bianco lui, contralto di colore lei, entrambi dotati di
straordinaria potenza e carica espressiva.
Insomma, sono due e sembrano duecento.
Se vi siete persi le loro recenti esibizioni dal vivo in Italia, peggio per voi!
Potete rimediare acquistando “Learning how to fly “, disco di pura fusion.
Oltre alla perfetta vocalità jazz, la voce calda ed avvolgente di Patti racchiude in sè il blues delle piantagioni, i cori spiritual, il sole delle spiagge di
Bahia, la neve di Sarajevo: perchè crede in quello chr canta, e si sente.
Dal canto suo, Tuck suona una vecchia Gibson, e con magnifiche armonizzazioni, senza l'uso di effetti, sa suonare contemporaneamente armonici
che sembrano nascere da arpe celtiche ed accordi blues, fondendo musiche di ogni genere in un’ unica, grande magia.
Da segnalare la struggente “Strngth”, “Drums”, concerto per batteria
eseguito vocalmente da Patti, ed un tributo ai Beatles con una versione di
“In my lite’’.
Bellisimo.
OC
UJ
o
u
co
o
X
Sabrina Cassia (Torino)
dai consigiio
UN PROGETTO
GIOVANILE
... VILLA OLANDA.... LOU CIALOUN....
... nomi che alcuni hanno già sentito.
Sono ormai 7 mesi che l’associazione Lou
Cialoun è in attività per il recupero di Villa
Olanda (un edificio di proprietà della Tavola
Valdese, a Luserna S.Giovanni, il cui ultimo
utilizzo é stato quello di casa per anziani).
L’idea di base è creare un punto di incontro e
scambio culturale, politico, sociale costruito e
gestito da noi stessi.
Pian piano si stanno mettendo in pratica i
propositi del progetto. Purtroppo sarà un’attuazione “a tappe” perché il finanziamento
chiesto alla Regione sul regolamento CEE
2081/93 non arriverà.
L’ottenimento di uno spazio d’incontro e
aggregazione non è più solo un’idea di alcuni,
ma si sta concretizzando in Val Pellice e non
solo: lo scopo è di avere uno spazio composto da cucina + salone-refettorio + servizi, per
l’estate ‘96 così da poter cominciare le attività
di:
1) Accoglienza per gruppi (più o meno autogestiti) e singoli con eventuale sistemazione
in tenda:
2) Caffè incontro;
3) Laboratori “culturali” e artigianali.
Da giugno fino ad adesso sono state organizzate iniziative di promozione con stand e
momenti di festa in Villa
Olanda, tese anche a
reperire un minimo di
fondi per la gestione del
progetto. Nel frattempo
sono iniziate delle saltuarie giornate di lavoro
per la sistemazione del
parco e degli immobili.
Come succede sovente in situazioni simili,
il problema che si pone
è il reperimento delle
forze e dei fondi per gli
interventi che si vogliono
fare. Al momento è importante per noi;
1) Trovare i soldi per
l’acquisto del materiale
necessario per la ristrutturazione;
2) Trovare altre persone che vogliono condividere con noi la realizzazione del progetto:
3) Reperire materiali
e attrezzature a prezzi
accessibili per l’arredamento di base della
struttura.
Il preventivo per la sistemazione della cucina e del salone è di un centinaio di milioni: da
tale somma vanno sottratti tutti quei costi che
possono essere coperti con il volontariato,
che stimiamo in circa la metà del valore
dell’investimento.
Le prossime iniziative sono l’organizzazione delia festa di Capodanno (venite, venite...)
e il proseguimento dei lavori; in primavera riprenderanno anche concerti e feste all’aperto.
Se pensate sia importante creare un centro d’incontro come questo, se potete e volete
metterci un pò delle vostre forze (un pò come
quando è stata costruita Agape) o semplicemente chiedere informazioni o fare qualche
critica, prendete nota di questi recapiti!!!:
Associazione culturale Lou Cialoun
via Fuhrmann 23
10062 Luserna S.Giovanni (TO)
tel.0121/500621 (Silvia)
tel.0121/954194 (Giorgio in radio)
QUESTO POSTO CHE SARA’ SOPRATTUTTO PER E DI TUTTI HA BISOGNO AL
PIU’ PRESTO DI VOI, QUALSIASI COSA
POSSIATE DARGLI!!!
A presto
Sandro Be!lion e Si!via Gardio!
,.ccClt.O F''»'145/vki
VAL fLLtlCÉ
I I «
IL
vrilAoMNDEse ’
ìi
Volante,
20
\JL
Hotiziariofgei
T'
CO'
AÄ
Ai»
AO
.96
CO'
■'3/7?,
'Po
5-7
95
'0/7,
'P/e
I 4h<»4>
Cosfa D'>4i,„ .
CHE IL 1996
SIA UN HNNO
STREPITOSO
PER TUTTI E
<? TUTTE» p
,.9Ì>
va'2-'^
.S®'‘VpO<'®
es'
A.eO
CO'O
>sO'
^
9W
bF*
#J
fà¥^‘
*fì
3^
■
O®'
Í0"
■ '<30^
,;AO
(\<0®
REDAZIONE: a Torino C/o Riforma, via S.Pio V 15,'10125 Torino (Fax 011/657542); a Napoli C/o Riforma, via Foria 93, 80137 Napoli (tei 081/291185, Fax 081/291175).
REDATTORI/TRICI: a Torino Max Cambellotti, Bettina König (coordinatrice - tei 0121/543819), Anna Lo Grasso, Elia Piovano, Pietro Romeo.
a Napoli Deborah D'Auria, Marta D'Auria (coordinatrice - tei 081/273194), N^zia D'Auria, Lula Nitti, Emma Olivieri,
HANNO COLLABORATO A QUyM NUMERO: S^ro Bellioi^^ina Cassia^ilvia Gardio^orgio Guaiavi, Luciano K|||pcs, Erica ^a, GianluM NG, Debora ^ini, Antonella Visintin.
CORRISPONDENTI REGIONAU^cristina Arcjd^j^^, Laura^^l^orio, luri P^U^rosi, Sarafi^®lrtinelli, Mari^lrazzarello, (^j^^ca Puggi3)^^onatella^f)Stagno,Oria¡3^oullier, Paolo Testa.^
21
VENERDÌ 22 DICEMBRE 1995
E Eco Delle Valli Aàldesi
PAG. Ili
LE CELEBRAZIONI NELLE CHIESE VALDESI
NATALE ALLE VALLI
ANGROGNA — Sabato 23, nella sala alle ore 15, festa dell’albero della scuola domenicale. Domenica 24, alle 10 culto normale al capoluogo; alle 20,45 culto animato dai
canti della corale nel tempio di Pradeltomo.
Lunedì 25 culto con cena del Signore al capoluogo con i bambini della scuola donienicale, i catecumeni e la corale. Domenica 31
alle 10 culto al capoluogo; alle 20,45 culto
con cena del Signore al Serre. Domenica 7
gennaio, alle 15 nella sala, pomeriggio a cura della corale per la comunità e in particolare per gli anziani.
BOBBIO PELLICE — Domenica 24, alle
10.30, culto con partecipazione dei bambini
della scuola domenicale e della corale di
Bobbio-Villar; alle 12,15 agape nella sala.
Lunedì 25, alle 10 nel tempio, culto con cena
del Signore. Domenica 31, alle 10,30 nel
tempio, culto di fine anno con partecipazione
di un gruppo carismatico di Torino che, dopo
la raccolta delle offerte, darà vita a un «tempo di lode». Domenica 7 gennaio, alle 10,30,
culto di inizio anno con cena del Signore.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Giovedì
21, alle 10, culti di Santa Cena all’Asilo e al
Rifugio. Domenica 24, alle 9 culto agli Airali; alle 10 culto in francese alla sala Albarin;
alle 21 culto della vigilia al Ciabas con partecipazione della corale. Lunedì 25, alle 9, culto di Santa Cena agli Airali; alle 10 culto al
Ciabas con Santa Cena e partecipazione della
corale. Domenica 31, alle 9, culto agli Airali;
alle 10 culto alla sala Albarin; alle 21, sempre alla sala Albarin, culto di Santa Cena.
MASSELLO — Lunedì 25, alle 11, culto
con Santa Cena. Lunedì 1° gennaio, alle
12.30, pranzo comunitario (ognuno deve portare qualcosa); nel pomeriggio chiacchiere,
giochi e canti.
PERRERO-MANIGLIA — Lunedì 25,
alle 9, culto con Santa Cena a Maniglia; alle
10,30 culto con Santa Cena a Ferrerò; alle
20.30, a Maniglia, la corale, la scuola domenicale e il catechismo propongono una serata
di canti e letture. Sabato 30, alle 21 a Ferrerò, concerto delle corali.
PINEROLO — Martedì 19, alle ore 15,
si terrà il culto di Natale presso la Casa di riposo Stefano Fer. Domenica 24, alle ore 10,
culto della scuola domenicale con partecipazione del coretto. Lunedì 25, ore 10, culto di
Natale con Santa Cena e partecipazione della corale. Domenica 31, ore 10, culto con
Santa Cena. Lunedì 1° gennaio, alle 10, culto di Capodanno.
POMARETTO — Giovedì 21, alle 10,
culto nel tempio a cura della scuola domenicale; alle 16,30 incontro ecumenico presso il
Centro anziani di Villar Perosa. Lunedì 25,
alle 9, culto con Santa Cena all’ospedale; alle
10 culto nel tempio con Santa Cena; alle 20
riunione natalizia ai Cerisieri. Martedì 26, alle 15, festa di Natale della scuola domenicale
di Inverso Finasca nella cappella del Clot.
Venerdì 29, alle 20,30, riunione quartierale a
Ferosa. Domenica 31, alle 9, culto a Inverso
Finasca; alle 10 culto a Fomaretto; alle 20,30
culto di fine anno con Santa Cena; alle 22 incontro fraterno all’Eicolo grando.
PRAMOLLO — Domenica 24, culto alle
ore 10. Lunedì 25, alle 10, culto con Santa
Cena. Domenica 31, alle 10, culto con Santa
Cena. Lunedì 1° gennaio culto alle 10.
PRAROSTINO — Domenica 24, alle 9,
culto al Roc; alle 10,30 culto a Roccapiatta;
alle 14,30 visita della corale all’istituto
Prealpi. Lunedì 25, alle 10, nel tempio di San
Bartolomeo, culto di Natale con Santa Cena
e partecipazione della corale. Martedì 26, alle 15 presso la sala del teatro, festa di Natale
della scuola domenicale e del precatechismo,
con recita e canti. Domenica 31, alle 10 nel
tempio di San Bartolomeo, culto di fine e
inizio anno, con Santa Cena e corale; alle 20
nella sala del teatro «Aspettando insieme il
nuovo anno»: agape fraterna e momenti comuni di gioia; prenotarsi presso Enrica
Avondet Gay, tei. 501669. Dal 7 gennaio il
culto si tiene nella sala del teatro.
FRALI — Giovedì 21, alle 20,30, culto
con Santa Cena (Claudio Tron). Domenica
24 alle 10,30, culto (Sergio Ribet); lunedì 25,
alle 10,30, culto di Natale con Santa Cena
(Claudio Tron); alle 21 festa dell’albero a
cura della scuola domenicale. Domenica 31,
alle 10,30, culto presieduto da Eric Noffke.
Lunedì 1“ gennaio, alle 10,30, culto presieduto da Letizia Tomassone.
RORÀ — Venerdì 22, alle 20,30, festa
dei bambini della scuola domenicale nella
sala del teatro. Domenica 24 e lunedì 25 culti alle ore 10. Domenica 31 sera, cena organizzata dal gruppo cucina (tei. al 93118 per
prenotazioni).
SAN GERMANO — Sabato 23, alle 15,
pomeriggio di intrattenimento per gli ospiti
dell’Asilo a cura dell’Unione giovanile. Domenica 24, alle 10, culto con Santa Cena; alle 15 festa della scuola domenicale. Lunedì
25, alle 10, culto con Santa Cena. Domenica
31, alle 10, culto di fine anno con Santa Cena (non si terrà invece il culto serale).
SAN SECONDO — Venerdì 22, alle 10,
culto natalizio a casa Turina con un gruppo
dell’Unione femminile. Domenica 24, alle
20, culto della vigilia a cura della scuola domenicale e del precatechismo. Lunedì 25, alle 10, culto di Natale con Santa Cena e corale. Domenica 31, alle 10, culto con lettura
degli atti liturgici del 1995.
TORRE PELLICE— Domenica 24, alle
10, culto nel tempio del centro con scuola
domenicale, precatechismo e famiglie; alle
14,30 alla Foresteria festa della scuola domenicale; alle 21 ai Coppieri culto con Santa
Cena e partecipazione del coretto. Lunedì 25,
alle 10 nel tempio del centro, culto con Santa
Cena e corale.- Domenica 31, alle 9 culto ai
Coppieri, alle 10 al centro; alle 10,30 culto
agli Appiotti con Santa Cena; alle 21 culto al
centro con Santa Cena:
VILLAR PELLICE — Giovedì 21, alle
15, festa di Natale e Santa Cena alla casa Miramonti. Sabato 23, alle 21 nel tempio, «Natale insieme 3», concerto della corale di Villar-Bobbio e del coro alpino Valpellice. Domenica 24, alle 10, festa dell’albero e culto
animato dalla scuola domenicale. Lunedì 25,
alle 10, culto di Natale con cena del Signore
e con la corale. Mercoledì 27, alle 20,30, festa natalizia per i bambini alla scuola del
Teynaud (tutti sono invitati). Domenica 31
culto di fine anno con cena del Signore. Verranno ricordati gli atti liturgici del 1995.
VILLAR PEROSA — Domenica 24, alle
10, festa dell’albero con culto a cura della
scuola domenicale; seguirà il pranzo comunitario; alle 20,30 veglia alla scuola di Vivian. Lunedì 25, alle 10, culto con Santa Cena e partecipazione della corale. Domenica
31, alle 10, culto al Convitto. Lunedì 1° gennaio, alle 10, culto al Convitto.
VILLASECCA — Domenica 24, alle 10,
culto a Trussan: con l’occasione si svolgerà
l’inaugurazione della scuola rimessa a nuovo. Questo culto sostituisce quello previsto a
Chiotti. Lunedì 25, alle 10, culto con Santa
Cena a Chiotti. Martedì 26, alle 10, festa dei
bambini a Villasecca. Domenica 31, alle 20,
culto serale che sostituisce quello del mattino; seguirà un’agape fraterna.
Alla ricerca di un ruolo per esprimere una vocazione
Opere diaconali e terzo settore
________ANDREA BIBET_______
Nei giorni 1“ e 2 dicembre
a Torre Pellice ha avuto
luogo un seminario di studio
organizzato dalla «Bottega
del possibile» sul tema della
cooperazione social? nel suo
rapporto con l’ente pubblico.
Vi hanno partecipato circa 40
esperti, operatori pubblici, soci di cooperative, funzionari
regionali e persone a titolo
personale provenienti da varie parti d’Italia (chi scrive ha
partecipato su mandato della
Commissione sinodale per la
diaconia).
Il seminario è stato animato
da contributi che hanno illustrato vari aspetti organizzativi e gestionali riguardanti le
cooperative sociali alla luce
delle recenti leggi sulla cooperazione, della rapida evoluzione del settore dei servizi
con il ridimensionamento dello stato sociale, dei nuovi bisogni, delle possibilità di intervento; numerosi sono stati
anche gli esempi di progetti
già realizzati, specie in Emilia e in Veneto.
È immediata la domanda;
dove si collocano le opere
diaconali delle chiese valdesi
e metodiste? La prima considerazione riguarda il nuovo
modo di intendere il processo
di trasformazione dello stato
sociale: sicuramente ci troviamo di fronte a un’inversione
di tendenza rispetto al periodo
in cui lo stato sembrava essere il solo soggetto abilitato a
gestire i servizi sociali, relegando altri enti in un ruolo, secondario. Due motivi determinanti ci fanno vivere nell’Italia degli anni ’90 una nuova
fase nell’organizzazione dei
servizi sociali: da un lato il
progressivo recesso dello stato per motivi economici e
scarsezza di risorse, dall’altro
l’intuizione che l’intervento
diretto di persone motivate
può permettere il raggiungimento di obiettivi sociali con
notevole efficacia, favorendo
la partecipazione diretta di
forze altrimenti passive.
Un altro fatto recente che
sta a testimoniare il cambiamento in atto è il disegno di
legge sulla disciplina fiscale
speciale per gli enti non lucrativi di utilità sociale (Onlus) che sarà discusso dal Parlamento fra breve. Sono tre i
soggetti, tra loro complementari, coinvolti nella gestione
dei servizi sociali:
a) lo stato, con il ruolo di
garantire i diritti dei cittadini;
esso continuerà a svolgere
funzioni non delegabili, quali
la programmazione dei servizi fondamentali per tutti, il
reperimento, il coordinamento, la valorizzazione delle risorse pubbliche e private presenti su un dato territorio, la
vigilanza e il controllo;
b) il mercato, con la sua
funzione primaria della produzione e distribuzione di beni e servizi attraverso le leggi
della domanda e delTofferta,
caratterizzato da una crescente concorrenza;
c) il cosiddetto «terzo settore», cioè l’insieme di quei
soggetti senza scopo di lucro
impegnati nella promozione e
gestione dei servizi sociali; le
loro peculiarità sono una notevole propensione a anticipare risposte ai bisogni emergenti, a integrare i servizi esistenti, a svolgere un ruolo di
stimolo delle istituzioni e delle politiche sociali a tutela dei
deboli.
Le opere diaconali della
chiesa fanno parte del terzo
settore, nella misura in cui
esse offrono servizi di assistenza, istruzione, cultura a
un pubblico molto più ampio
dei propri membri di chiesa.
Nel nuovo scenario esse si
troveranno a esercitare il loro
mandato in un mondo tipico
del mercato (sia pure di un
mercato con particolari caratteristiche), dove dovranno affrontare la concorrenza svolta
da altri soggetti nel rispetto
di norme che verranno fissate
e controllate con sempre
maggiore puntualità dali’ente
pubblico.
Gli elementi determinanti
di gestione nel nuovo scenario saranno sempre più la
qualità dei servizi erogati, la
soddisfazione degli ospiti e
dei fruitori dei servizi, il rispetto dei requisiti di legge
tendenti verso lo «standard»,
il contenimento dei costi di
gestione, la capacità di lavorare per obiettivi, al fine di
migliorare costantemente la
qualità della vita e così via.
La maggior parte delle opere diaconali ha fatto un grosso sforzo nel corso degli anni
’80 per rinnovarsi; in quel periodo si sottolineava l’importanza di erogare un servizio
secondo criteri di correttezza
e rispetto per la persona umana. E forse giunto il momento
di qualificare ulteriormente il
loro operato, dando vita a un
progetto tale da differenziare
il loro contributo da quello
degli altri concorrenti presenti nel mercato dei servizi.
Mi sentirei di recuperare,
come idea guida, una proposta avanzata qualche anno fa
dal pastore Alberto Taccia,
che non è stata valutata appieno, perché i tempi non erano ancora maturi: quelli della
comunità terapeutica. Con
questa espressione, in estrema sintesi, si vuole indicare
una comunità di sani e di ammalati che crescono insieme,
ciascuno con le proprie capacità e con i propri bisogni, in
un processo collettivo di guarigione, proiettati verso una
condizione di pari dignità; ,
una comunità che vive nell’attesa del regno di Dio, e
che riconosce la diversità degli uni e degli altri, senza che
ciò si trasformi in un giudizio
sulle singole persone ma si
concretizzi piuttosto in uno
sforzo comune per superare
le condizioni di disagio temporaneo o permanente in cui
ci troviamo.
La traduzione dell’idea di
comunità terapeutica in progetto operativo potrebbe diventare oggi quell’elemento
di distinzione delle opere diaconali delle chiese valdesi e
metodiste rispetto ai loro concorrenti e diventare la grande
scommessa gestionale per i
prossimi anni.
L’inaugurazione deii’Asiio dei vecchi di San Germano dopo ia ristrutturazione (1989)
Cantina Sociale di Bricherasio
Soc. Cooperativa a r.l.
I VINI PRODOTTI SONO - WINE PRODUCTION IS:
BIANCO DA TAVOLA «BRIGHE» - WHITE TABLE-WINE «BRIGHE»
Rosso DA TAVOLA - RED TABLE-WINE
ROSATO DA TAVOLA - ROSÉ TABLE-WINE
Barbera del pinerolese pedemontano
BONARDA DEL PINEROLESE PEDEMONTANO
FREISA DEL PINEROLESE PEDEMONTANO
DOLGETTO DEL PINEROLESE PEDEMONTANO
NEBBIOLO DEL PINEROLESE PEDEMONTANO
ED ALCUNI VINI RARI COME: - AND SOME RARE WINE LIKE.
Doux D’HENRY
Ramiè
AVARENGO
Vi attendiamo dal lunedì al venerdì, 8-12 e 14,30-18, sabato 8-12
10060 Bricherasio (TO) - Via Vittorio Emanuele II, 98-Tel. 0121/599052
croci ugonotte in oro e argento
^ 1
tesi
& delmastro
(già Borno)
via trieste 24, tei. 0121/397550 pinerolo (to)
^11 AS SI CU R A ZI ON I
^Usecures
^lisecuresVib
via
Agenzia generale
POGGIO e GÖNNET
Trieste, 47 - Pinerolo - tei. 0121/764Ó4
MOBILIFICIO
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 ■ ® 0121/201712
ABBADIÀ ALPINA • PINEROLO
FA VIVERE LA TUA CASA
22
PAG. IV
E Eco Delle Yaui %ldesi
VENERDÌ 22 DICEMBRE 1995
LA CIOTOLA D'ARGILLA
Un pranzo dì Natale Anni '50
Un ricorrente incontro di famiglia scandito da una
successione di portate tradizionali e un po' «robuste»
VALERIA FUSETTI
Da secoli la mia famiglia, pur avendo un cognome lombardo, ha abitato nel Ferrarese e, da che la memoria
risale le generazioni, i suoi membri sono sempre stati atei, ma il Natale è stato sempre «la festa», un giorno speciale
perché, come diceva nonno Publio Scipione alla sorella Anita Garibaldi (detta
Balda), «l’è la festa dì putin», la festa
dei bambini, e perciò era detto tutto. Il
mattino di Natale io, mio fratello e la
cugina Silvia eravamo portati a casa
del nonno dove, sotto un enorme albero
di Natale, trovavamo pacchi di giochi e
dolci. Mentre scartavamo e confrontavamo i regali, dalla cucina venivano i
rumori di pentole e padelle, al voce
suadente della zia Valentina, che cercava di tranquillizzare il nonno che imprecava contro il macellaio, era morbida e dolce come gli effluvi che piano
piano inondavano la sala da pranzo.
Le feste che amavo di più erano
quelle in cui arrivavano i parenti di
Merano e la presenza dei cugini Renzo
e Ghitte davano alla festa già così bella
il tocco «esotico», sia perché erano
bimbi straordinariamente educati e
gentili sia per i loro vestiti tradizionali.
Zia Hedy era bravissima nel preparare
la tavola con un centrotavola confezionato da lei di fiori secchi e candele decorate con disegni vivaci. I pranzi, preparati accuratamente da mio nonno,
prescindevano da ogni ppssibile nozione di «scienza della nutrizione» e coscienza di possedere un colesterolo.
Il menu iniziava con un piatto di cappelletti in brodo (il brodo fa digerire...
si diceva!), seguivano i lessi misti:
manzo, cappone, cotechino, doverosamente accompagnati da un buono (e robusto) purè di patate. Questa seconda
portata era considerata dal nonno «inutile e insipida» e ogni anno le discussioni con mia zia Tina iniziavano almeno una settimana prima, cioè al momento di portare la lista al macellaio di
fiducia. Inutile dire che la zia, ferratissima in materia di tradizione, non cedeva di un millimetro, e così ogni anno
alla seconda portata facevano da sottofondo i brontoli! del nonno che affermava che «al less al farìa magnar ai degasper» (che erano i democristiani).
Se era presente il ramo meranese
c’era un momento di gelo, immediatamente superato dalla diplomazia dello
zio Virgilio, che copriva affettuosamente una delle mani tremanti della
moglie e «intanto che aspettiamo la faraona» invitava i figli a cantare un canto tradizionale natalizio in tedesco, oppure a recitare anzitempo la poesia in
italiano che avrebbe dovuto chiudere il
pranzo. Poi arrivavano gli arrosti: la
bruna faraona al forno e il pallido cappone ripieno accompagnati da radicchio rosso e finocchi bolliti e cosparsi
di burro fuso e parmigiano.
L’ultima portata era l’orgoglio del
nonno: la salama da sugo che un suo
amico contadino faceva venire apposta
per lui ogni anno, ovviamente con
maiali speciali, e il vino «clinton» che,
malgrado ne fosse stata proibita la
commercializzazione, a questo punto
faceva la sua comparsa in tavola, e il
suo inirrfitabile aroma stordiva grandi e
piccini. O forse era più facile dare la
colpa al vino clinton che al pranzo natalizio? Il pranzo era veramente finito
solo dopo ia comparsa del dolce ferrarese per eccellenza: la zuppa inglese, e
dal fior di latte della vai Venosta, paese
natale della zia Hedy.
Il panettone aveva già fatto la sua
comparsa, ma rimaneva confinato sul
ripiano della credenza, e generalmente
era riservato al dessert della cena, oppure al giorno dopo, per la merenda di
noi bambini, come accompagnamento
della densa e calda cioccolata in tazza
che zia Balda preparava con grande
maestria. Ancora oggi mi chiedo perché
da bambina fossi magrissima, ma probabilmente quell’inappetenza che sfida
va la comprensione dei miei familiari e
la scienza (e la pazienza) del buon dottor Finatti, il medico di f^amiglia, mi ha
salvata da successive malattie del metabolismo, quali il diabete. Forse.
Comunque questi erano i pranzi di
Natale espressione della cultura emiliana della fine degli anni ’50, dove si intrecciava anticlericalismo e passione
politica, lotte sociali e gusto per la buona tavola che, sino al decennio precedente, era stato esclusivo patrimonio di
poche famiglie abbienti.
Cappelletti in brodo
Fate una sfoglia sottile con gr. 400 di
farina 00 e 4 uova e un pizzico di sale.
Ripieno: gr di 100 lombo di maiale; gr
150 di petto di cappone (o gallina); gr
100 di prosciutto crudo magro e grasso;
gr 50 (È midollo di bue; sale, noce moscata, 1-2 uova, gr 100 di parmigiano
grattato, 3 litri di brodo che vi consiglio
di sgrassare bene. In poco olio fate cuocere il lombo di maiale e il petto di cappone, meglio al forno, coperto con un
foglio di alluminio perché ìa carne deve
rimanere morbida; quando è cotta, tritatela finemente con il prosciutto e poi
unite le uova, il parmigiano, la noce
moscata e il sale. Amalgamate molto
bene l’impasto che deve essere sodo ma
non duro. Dopo aver tirato al sfoglia
ben sottile tagliatela a quadretti di cm 4
di lato, usando la rotella dentata. Al
centro di ogni quadrato mettete una
nocciola di ripieno e poi chiudete saldando bene i bordi, ottenendo una forma triangolare; torcete ogni triangolo
su un dito sovrapponendo le punte laterali; schiacciatele molto bene, non devono più separarsi. I tortellini di questo
tipo possono essere preparati con alcuni
giorni di anticipo: solo abbiate cura di
farli asciugare e di tenerli in un luogo
fresco e asciutto. Se dopo che sono ben
asciugati volete conservarli in congelatore, potete farlo tranquillamente. Le
dosi della pasta e dell’impasto (in ferrarese «batù») sono sufficienti per fare
una quantità di tortellini da cuocere in
brodo per 6-8 persone.
Cappone ripieno
1 cappone di circa 2 kg; gr 50 di
olio; il fegato del cappone; gr 100 di
prosciutto crudo; 2 cucchiai colmi di
parmigiano grattato; gr 50 di mollica di
pane; brodo quanto basta, aglio in polvere, 1/2 cucchiaino da caffè, sale, pepe, noce moscata, 2 tuorli d’uovo. Fatevi preparare dal macellaio il cappone
con il petto disossato: preparate il ripieno facendo insaporire pochi minuti
il fegato con il prosciutto tritato e 1
cucchiaino di brandy, sale e pepe;
quando saranno cotti metteteìi nel
mixer con la mollica di pane bagnata in
poche cucchiaiate di brodo e riempite
il cappone di questo ripieno poi cucitelo e avvolgetelo in un canovaccio che
legherete alle estemità e metterete in
una casseruola con dell’acqua che bolle. Se preferite potete aggiungere alcune verdure a piacere che poi userete
come contorno o per fare del minestrone. Lasciate cuocere almeno per un’ora
e mezzo e, prima di levarlo dal brodo,
lasciatelo raffreddare. Potete presentarlo in tavola così com’è oppure, unto
d’olio d’oliva e cosparso con una miscela di sale, salvia e rosmarino secchi,
passarlo in forno preriscaldato a 180°
per 20 minuti, in modo che prenda un
bel colore dorato.
Faraona arrosto
Dopo aver ben pulito la faraona, avvolgetela con fette sottili di pancetta
distesa (che avrete prima spennellato di
sale e pepe nero appena macinato), e
legatela bene. Infilate qua e là alcuni
rametti di rosmarino. Nella cavità inserite un limone a cui avrete levato la
buccia e la polpa bianca e, dopo averlo
punzecchiato, avrete rotolato nel sale
fine e nel pepe nero; oltre al limone in
serite nella cavità due cucchiai di
brandy mescolati con due cucchiai di
succo di limone. Irrorate la faraona con
il suo sugo ogni 10 minuti. Poco prima
della cottura completa levate la pancetta e fate dorare per una decina di minuti. Se vi piace molto croccante accendete anche il grill, ma durante la cottura dovrete fare molta attenzione perché
la carne di questo animale si secca
molto facilmente.
Zuppa inglese
Se fatta a regola d’arte è un vero capolavoro. Prima di tutto ci vuole il pan
di Spagna; potete comprarlo già pronto
ma mia zia Valentina non ne voleva sapere: lei voleva il «vero pan di Spagna»
e la «vera ricetta» è soìo la seguente:
farina gr 125, zucchero in polvere gr
150; 5 uova intere; buccia di limone
grattata, 1 cucchiaino di caffè, burro per
ungere la pirofila da forno. Prima di tutto dividete accuratamente gli albumi
dai tuorli. In un mixer elettrico sbattete
a spuma i tuorli con lo zucchero a velo.
A parte, magari con una frusta elettrica,
montate a neve le chiare d’uovo. Unite
delicatamente alle chiare d’uovo il
composto di tuorli e zucchero, mescolando accuratamente e molto delicatamente. Quando il composto è ben amalgamato versatevi a pioggia, usando
l’apposito setaccio, la farina. Girate delicatamente. Ungete una teglia da forno
abbastanza alta e del diametro di 25 cm,
versateci il composto e mettetela nel
forno preriscaldato a 160-180° per circa
40 minuti. Sformate poi il pan di Spagna su una gratella da pasticceria e lasciate raffreddare; quando è freddo tagliatelo a fette dello spessore di 1 cm,
che dividerete in due piatti. Preparate
due fondine con alchermes e con rum di
buona qualità. Tenete il tutto da parte.
Con 3 uova, gr 90 di zucchero e gr 75
di farina e 1/2 litro di latte preparate
una crema pasticcera.
Crema pasticcera
Mettete in una casseruola i tuorli
d’uovo, lo zucchero e la farina, mescolando con una frusta in modo da non
avere grumi. A parte scaldate il latte e
poi versatelo sul composto uova-zucchero-farina lentamente, sempre mescolando. Quando tutto il latte è stato versato, mettete la casseruola sul fuoco medio. Mescolate continuamente con un
cucchiaio in legno. La crema si addenserà gradatamente; quando inizierà a
bollire contate 4-5 minuti prima di spegnere il fuoco: è necessario che la crema possa bollire alcuni minuti, in modo
da perdere il sapore di farina. Travasatela in due terrine, in parti uguali: la prima metà la lascerete così, mentre nella
seconda aggiungerete un cucchiaio di
cioccolato in polvere o, se lo preferite, 2
cucchiai di cioccolato fondente precedentemente fuso in poco latte.
A questo punto tutti i vostri ingredienti sono pronti: nella terrina da dolci
che avrete scelto mettete alcune cucchiaiate di crema al cioccolato, fate poi
uno strato di pan di Spagna bagnato
nell’alchermes, poi ricopritelo con ia
crema pasticcera; sopra mettete un altro
strato di pan di Spagna, questa volta bagnato nel rum; continuate a fare strati
finché non terminate gli ingredienti. Se
vi piace, come variante, potete arricchire l’ultimo strato di crema con alcuni
cucchiaini di marmellata di marasche. Il
dolce deve stare in frigo alcune ore, ma
il risultato vi ricompenserà del lavoro.
Fior di latte della vai Venosta
Tagliate a fette sottili una ciambella
di hg 4, spruzzatele di rum o cognac e
disponetele su un largo piatto di portata. Montate una quantità di panna sufficiente, zuccherate leggermente e ricoprite le fette di ciambella. Per finire cospargete il tutto con un etto di uva passa
di Corinto rinvenuta in cognac diluito
con un po’ d’acqua.
21 dicembre, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle 15,30,
presso la Casa valdese, per gli
incontri deH’Unitre, concerto del
pianista Pier Paolo Levi che proporrà musiche di Liszt.
21 dicembre, giovedì — POMARETTO: Alle 18,30 è convocatoli Consiglio comunale.
22 dicembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Si conclude l’esposizione di quadri organizzata presso il Centro culturale
valdese dal titolo «Un dono per
un amico».
22 dicembre, venerdì — PINEROLO: Presso il circolo
Stranamore, alle 21, proiezione
del film «Rosso», di Kieslowski.
22 dicembre, venerdì — POMARETTO: Alle 21,30, nel
tempio, si conclude il primo Festival gospel pinerolese con la
partecipazione del gruppo di
Tony Washington.
22 dicembre, venerdì — SALUZZO: Alle 21, nella chiesa di
San Nicola, concerto con i «Piccoli musici» del circolo Suzuki
di Saluzzo e presentazione del
Cd «Quando i bambini si danno
la mano», per la ricostruzione
della biblioteca dei ragazzi di
Sarajevo.
22 dicembre, venerdì — LUSERNA SAN GIOVANNI —
Alle 21, presso la chiesa Sacro
Cuore, concerto con l’orchestra
filarmonica del Teatro San Giuseppe di Torino.
22 dicembre, venerdì — PINEROLO: Alle 20,45, presso
r auditorium di corso Piave, Radio Beckwith organizza un concerto natalizio di musica rock;
intervengono i Rusty Nails, Delinkuere e Limite, già Offals.
Durante la serata sarà presente il
gruppo pinerolese per la lotta
contro l’Aids.
23 dicembre, sabato — BRICHERASIO: Alle 21, nella
chiesa di Santa Maria, concerto
della Filarmonica di San Bernardino di Bricherasio.
23 dicembre, sabato — PINEROLO; Alle 16, presso il circolo Stranamore, concerti del
gruppo pinerolese Pinaz e del
gruppo olandese Harries.
23 dicembre, sabato —
TORRE PELLICE: Fiaccolata
per le vie del paese partendo da
Santa Margherita: alle 20,30
spettacolo finale alla rotonda di
piazza Muston.
23 dicembre, sabato — PINEROLO: Fra le 16 e le 18,
nelTatrio di palazzo Vinone, alla
chiesa di San Rocco e nel Centro
sociale di via Lequio, incontro
musicale con l’istituto Corelli.
24 dicembre, domenica —
PINEROLO: Dalle 15 alle 19,
in piazza Verdi, spettacolo di burattini con la compagnia Teatro
Aiegre, jn piazza S. Donato spettacolo di burattini con la compagnia Marco Grilli e in piazzetta
Buniva spettacoli di arte varia.
27 dicembre, mercoledì —
BIBIANA: Alle 21, nel salone
parrocchiale, concerto del coro
«La draia» di Angrogna.
28 dicembre, giovedì —
RORÀ: Alle 21, nel tempio,
concerto della Filarmonica di
San Bernardino di Bricherasio.
29 dicembre, venerdì —
VILLAR PELLICE: Alle 21,
nel tempio, concerto di Bandamania.
30 dicembre, sabato — LUSERNA SAN GIOVANNI: Si
conclude, presso la sala mostre
di via Ex Deportati e Internati,
l’esposizione «Con le armi, senza le armi. Partigiani e resistenza
civile in Piemonte».
2 gennaio, martedì — BOBBIO PELLICE: Alle 21, nella
sala polivalente, concerto folk
dei Cantambanchi.
3 gennaio, mercoledì — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Nella chiesa cattolica di San
Giovanni, alle 21, concerto d’organo di Walter Gatti.
4 gennaio, giovedì — LUSERNETTA: Alle 21, presso le
scuole elementari, serata di canti
popolari col gruppo «Les Harmonies».
5 gennaio, venerdì — TORRE PELLICE: Alle 21, alla Foresteria valdese, serata di musiche e danze eccitane col gruppo
«Mouzìco e dansa d’oc».
VALLI
CHISONE - GERM ANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 24 DICEMBRE
Villar Perosa: De Paoli - via
Nazionale 29, tei. 51017
LUNEDÌ 25 DICEMBRE
Perosa Argentina: Bagliani p..za Marconi 6, tei. 81261
MARTEDÌ 26 DICEMBRE
San Germano Chisone: Farmacia Tron , tei. 58787
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte ; tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 24 DICEMBRE
Luserna San Giovanni: Farmacia Vasario - Via Roma 19
(Airali), tei. 909031
25-26 DICEMBRE
Torre Pellice: Internazionale
- Via Arnaud 8, tei. 91374
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
Cinema
TORRE PELLICE — Il cinema Trento ha in programma,
venerdì 22 dicembre, ore 21,15
Blue sky; sabato 23, ore 20 e
22.10 e domenica, ore 16, 18,
20, Mortai Kombat; lunedì 25,
ore 16, 18, 20 e 22,10, Mowgli,
il libro della giungla; 26 dicembre (15, 18, 21,15), e 27 e 28,
ore 21,15 Braveheart. il 29, ore
21.15, è in programma L’uomo
delle stelle; il 30, ore 20 e 22,10
e il 31, ore 16, 18, 20 Io no
speak english; il 1° gennaio, ore
16, 18, 20 e 22,10, e il 2, ore
21.15, Il profumo del mostro
selvatico; il 3, alle 21,15, Terra
e libertà; il 4, ore 20,30 e 22,10,
Asterix in America; il 5, ore 20
e 22,10 e il 6, alle 16, 18, 20 e
22.10 I ponti di Madison
Country.
PINEROLO — Il cinema Italia propone, alla sala «5cento»,
Pocahontas; feriali ore 20,15 e
22.20, sabato 20,15 e 22,30, domenica 14,30, 16,30, 18,15,
20,20 e 22,20. Alla sala «2cento»
è in programma Casper; feriali
ore 20,10 e 22,20, prefestivi
20,10, e 22,30, festivi 14,20,
16.20, 18,20, 20,10 e 22,20.
PRIVATO acquista mobili
vecchi-antichi e oggetti vari: tei
0121-40181.
VEDOVO 64enne cerca compagna max 60enne; massima serietà, eventuale matrimonio.
Scrivere Antonio Palillo, via
Senthenubel 5, Bremgarten, Argovia, CH Svizzera.
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubblica, 6 - 10066
Torre Pellice (TO)
tel/fax 0121/932166
Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. Franco Giamp'iccolì
Stampa; La Ghislerìana Mondovì
Una copia L. 2.000
23
venerdì 22 DICEMBRE 1995
PAG. 7 RIFORMA
I diritti degli allievi alla facoltatività dell'ora di religione non sono applicati a Siracusa
Sequestrati in classe per ordine del preside
_________DINO MAGRI________
T ^ legge non lo consente!». Questa è stata la risposta che la preside
dell’Istituto tecnico di Pachino (Sr) ha dato a uno studente
che chiedeva di uscire dalla
scuola durante l’ora di religione. A quattro anni di distanza dalla sentenza della
Corte costituzionale che prevede anche l’opzione dell’
uscita dall’istituto per coloro
che abbiano deciso di non avvalersi dell’insegnamento religioso cattolico, c’è ancora
chi ignora, o forse fa finta di
ignorare, le «nuove» disposizioni ministeriali.
La preside dell’istituto tecnico, durante una riunione del
collegio dei docenti, ha deciso di offrire a tutti gli studenti
che avevano scelto di non avvalersi deirirc la possibilità
di ampliare il loro orizzonte
mentale e culturale con l’assistenza di due docenti. Ovviamente non si trattava di una
possibilità ma di un obbligo.
Solo quando 1 genitori dello
studente si sono affidati a un
legale ecco che all’improvviso le circolari ministeriali sono comparse e l’autorizzazione all’uscita concessa con
una raccomandazione particolare della preside allo studente: «Non lo dire in giro».
Partendo da questo episodio particolare il Consiglio
della Chiesa valdese di Pachino ha scoperto altre inadempienze. Capi d’istituto che
non consegnano i moduli per
scegliere se avvalersi dell’Ire,
altri che consegnano moduli
vecchi, che risalgono al 1986;
Una lezione di religione
altri ancora che dei due moduli previsti dalla legge consegnano solo quello relativo
alla facoltà di avvalersi o meno deirirc, ma evitano di
consegnare il secondo modulo con l’elenco delle opzioni
alternative all’Irc. Ma ciò che
lascia ancora più perplessi è
l’atteggiamento di alcuni capi
d’istituto che, davanti alle richieste legittime di genitori e
studenti che desiderano l’applicazione delle norme vigenti, accusano questi ultimi di
arroganza e ignoranza.
Purtroppo casi analoghi si
sono verificati un po’ ovunque. Le circolari ministeriali
suirirc sembra che siano passate totalmente inosservate
ma una grossa fetta di respon
sabilità la dobbiamo far ricadere su noi stessi. Da undici
anni, con la revisione del
Concordato e la stipula delle
Intese tra lo stato e le chiese
valdesi e metodiste, è stata
abolita dai testi ufficiali la parola «esonero» in riferimento
all’ora di religione, ma ancora oggi noi per primi continuiamo ad usarla, avallando
indirettamente l’idea di molti
che reputano l’Irc materia obbligatoria. Inoltre va aggiunta
anche la paura di alcuni genitori'che preferiscono che i
propri figli si avvalgano
dell’Ire piuttosto che correre
il rischio di causare loro
«traumi», o esporli alle eventuali ritorsioni di insegnanti
«bigotti». È ovvio che, dopo
un lungo periodo di silenzio e
tacita sottomissione, quando
qualcuno osa far valere i propri diritti la sua azione susciterà stupore e reazioni a volte
non molto civili.
Il Consiglio della chiesa di
Pachino ha cercato di ovviare
agli errori del passato e in
particolare al silenzio e alla
mancata informazione verso
l’esterno, inviando a tutti i
capi d’istituto di Pachino, al
provveditore agli studi di Siracusa e al ministro della
Pubblica istruzione una lettera con la quale si chiede l’applicazione delle circolari ministeriali che danno precise
indicazioni sulla facoltà di
scelta dell’Ire e sulle materie
alternative.
Inoltre, per informare la cittadinanza e gli studenti, sono
stati affissi manifesti con i
quali si denunciano le omissioni e gli abusi commessi, e
si chiarisce ulteriormente il
carattere facoltativo dell’Irc,
precisando che anche gli studenti cattolici possono, se lo
desiderano, non avvalersi
dell’insegnamento religioso.
Ovviamente la nostra iniziativa non si fermerà qui.
Attueremo una vigilanza costante perché le leggi siano
osservate garantendo la libertà religiosa non solo degli
evangelici, ma di tutti. Forse
la nostra è solo una debole
voce che urla nel deserto ma
se insieme a quella di Pachino si levassero altre voci
ovunque in Italia, probabilmente potremmo risolvere
parte dei problemi che continuano a soffocare la laicità
della scuola.
Integralisti cattolici a Roma
Aggressioni contro
le Assemblee di Dio
FRANCESCO TOPPI
Nella notte tra il 4 e il 5
dicembre alcuni seguaci
di un sedicente «Movimentp
di resistenza-L’alternativa
cristiana» hanno affisso dei
maiiifesti all’esterno dell’Istituto biblico italiano e, dopo
aver scavalcato il muro di
cinta, all’ingresso interno
dell’Istituto e della annessa
sala di culto.
Sui manifesti campeggiava
il «cuore con la croce», emblema del movimento integralista vandeano di triste
memoria, di cui ricorre il
200° anniversario, con un disegno di San Giorgio che debella il dragone, che nella tipologia cattolica ha sempre
rappresentato il diavolo o il
protestantesimo. Ci domandiamo se alla fine del secondo millennio possano ancora
essere plausibili rigurgiti sanfedisti in antitesi con il tanto
strombazzato ecumenismo.
Occorre ricordare che l’Istituto biblico italiano e l’annessa sala di culto hanno la propria sede a Roma in via Prenestina da oltre 35 anni, e
hanno sempre goduto di un
profondo rispetto da parte di
tutti gli ambienti della zona.
Abbiamo soltanto spiccato
denuncia contro ignoti per
violazione di domicilio, perché siamo convinti che la fede non necessita tutela penale
diretta. Siamo però perplessi
e ci chiediamo se non stiano
per ritornare i tempi delle
Francesco Toppi, presidente
delle Assemblee di Dio in italia
vessazioni e delle persecuzioni di un passato non tanto
lontano, quando credenti e
comunità furono fatti segno
di varie angherie, sotto la
spinta del fanatismo clericale.
Non abbiamo alcun timore di
eventuali difficoltà, siamo
abituati a molto peggio, quando per la causa dell’Evangelo
dei credenti sono stati imprigionati e alcuni hanno anche
patito con la morte.
Questi, atti non saranno,
forse, un segnale della fine
dei tempi di libertà, di rispetto e di tolleranza democratici? Domenica 3 dicembre,
inoltre, avevamo trovato,
sempre a Roma, le porte dèi
tempio evangelico Adi di via
Vibio Sequestre imbrattate di
sterco.
Sarebbero questi atti di incoraggiamento verso l’ecumenismo?
INIZIATIVA DI «RIFORMA»
OFFERTA SPECIALE PER NATALE
L’offerta è valida fino al 31 dicembre
1995 e per invii in Italia.
I volumi possono essere ordinati alla nostra redazione con lettera (via Pio V,
15 - 10125 Torino - fax 011 -657542) o
per telefono (01 1-655278), oppure possono essere acquistati direttamente presso le seguenti librerie:
Claudiana di Milano:
via Francesco Sforza, 12/A;
tei. 02/76021518
Claudiana di Torino:
via Principe Tommaso, I; tei. 011/6692458
Claudiana di Torre Pellice:
piazza della Libertà, 7; tei. 0121/91422
Libreria di cultura religiosa di Roma
piazza Cavour, 32; tei. 06/3225493
LIBRI VARI
. Emmunud
Jörg Zink
Una manciata
Meditazioni bibliche
pp. 144,
L 19.000 L 16.000
«Oggi, chi ha speranza è considerato
per lo più uno stolto o un
oppure un dispe
rato... lo però
sono convinto
che esistano ancora motivi per
sperare».
¡ÓTg Ztnk
John Orane
Gesù e i quattro Vangeli
pp. 190, illustrato
L 12.000
Hans Ruedi Weber
Emmanuel
La venuta di Gesù nella Bibbia e nell’arte
pp. 120, illustrato
L 16.000
Carlo Scarrone
La mano e il ricordo
Antichi mestieri delle valli alpine,
pp. 160, riccamente illustrato
IJérOOff L 23.000
La vera relazione di quanto
è accaduto nelle persecuzioni
e i massacri dell’anno 1655
Le varie testimonianze dell’epoca
su un dramma che mosse le diplomazie
di tutta Europa.
pp.510,
L. 26.000
LIBRI
PER BAMBINI
Virgilio Sommani
Le avventure di Buccino
pp. 192,21 illustrazioni, 5 tavole f.t.
L.I3.0ÙU L. 9.000 TÌ
Rojaerta Colonna Romano
La matta del Piz
e altri racconti
pp. 106, illustrato
L 7.000
Enrico Augusto Beux
Il nido dell’orso
pp. 172, illustrato
L. 9.000
Lidia Mauri Gastaldi
Una bambina
e otto nonne
pp. 90, illustrato
L. 9.000 ,
LIBRI PER RAGAZZI
E ADULTI
Umberto Stagnato
Pra del Torno non deve cadere!
La lotta dei Valdesi per la libertà
di coscienza ( 1525-1561) ^0^)
pp»«+OTriumetti
L 22.000 L 11.000
Umberto Stagnato
L’uomo di Wittenberg
Lutero e la nascita della Riforma
protestante.
ppf-h50T?umetti
L 30.000 L 15.000
Paolo Ribet, Fiorenzo Gitti
Negro spirituals.
Musiche e testi
jip.-H’Iirn I u strato
L. 24.000 L 12.000
Gerald Hughes, Stephen Travis
Introduzione alla Bibbia
jgp^,Ì4®rampiamente illustrato
L 24.000 L 12.000
24
PAG. 8 RIFORMA
venerdì 22 DICEMBRE 1995
Una scena del film «La seconda volta» di Mimmo Calopresti
Gli italiani stentano a discutere degli «anni di piombo)
Com'è difficile perdonare
GIORGIO BOUCHARD
HO visto con profonda
emozione il film di
Mimmo Calopresti La seconda volta, e vorrei riassumere
le mie emozioni con due formule: «Il passato che non
passa» e «Com’è difficile
perdonare!».
Il passato che non passa è
il titolo (nella traduzione italiana) di uno degli storici più
discussi (e discutibili) del nostro tempo: Ernst Nolte. Nolte cerca, da destra, di «capire» la tragedia del Novecento,
così come Eric Hobsbawm
cerca di comprenderla da sinistra (e François Furet dal
centro): ed è giusto, perché il
nostro secolo ha espresso tali
e tanti orrori (187 milioni di
morti, dice Hobsbawm) che è
necessario uno sforzo di comprensione se non vogliamo
andare avanti alla cieca.
Tra questi orrori c’è, sicuramente, il terrorismo degli
anni ’70, sia quello delle stragi «nere», sia quello nato dal
volontarismo tragico delle
Brigate rosse e di Prima linea: ed è quest’ultimo che è
al centro del film di Calopresti. Nanni Moretti, il professore quasi ammazzato da una
brigatista, incarna un disperato bisogno di capire', si rifiuta
di credere che rincontro con
la sua attentatrice sia avvenuto «per caso»; vuole trovare
un senso a quegli avvenimenti che hanno quasi distrutto la
sua vita fisica; e non ci riesce.
Perché non ci riesce? Forse
perché nessuno di noi è ancora riuscito a padroneggiare intellettualmente le tragedie del
nostro secolo; come il programma più emancipatorio di
tutta la storia umana ha generato un mostro di alienazione
e di violenza? A tutt’oggi nessuna risposta soddisfacente è
stata data a queste domande;
simbolo eloquente di questa
impasse è il fatto che i due
protagonisti del film non riescono a parlarsi. Eppure, presto o tardi, bisognerà bene che
trovino il modo di dialogare;
ma come possono dialogare
delle persone che sono divise
da un fossato di violenze e di
illusioni?
La yia è una sola, anche se
lunga e difficile: ce l’ha additata con semplicità, alcuni
giorni fa a Torre Pellice [a
una proiezione del film in
presenza dell’autore, v. Eco
delle valli, n. 47, ndr] Nino
Ferrerò, il giornalista dell’
«Unità» gambizzato dalle
Brigate rosse: «Ho perdonato», ha detto. E ha avuto ragione; solo il perdono annulla
il male (senza giustificarlo),
solo il perdono salva la dignità della vittima e del carnefice (senza scambiarne i
ruoli), solo il perdono dischiude agli uomini e ai popoli la via dell’avvenire.
Perbacco: mi rendo conto
solo ora che «Sajevo», il nome del protagonista, è (forse
involontariamente) la contrazione di Sarajevo, la città
simbolo delle tragedie della
storia contemporanea. Delle
nostre tragedie, ha ragione
Nino Ferrerò: bisogna perdonare, e solo perdonando si
può ricostruire.
Brani di autori ebrei boemi sterminati dai nazisti
La musica impossibile del lager
ci lascia nella contraddizione
CUUDIO CANAL*
Iloro nomi sono Gideon
Klein, Viktor Ullmann,
Hans Krasa, Pavel Haas.
Vanno ricordati prima che
salti su qualche revisionista a
sostenere che, siccome non
sono qui a dimostrarlo, non
sono mai esistiti. Erano musicisti boemi; con tanti altri, attori, pittori, drammaturghi,
scrittori, erano stati internati
a Terezin, a pochi chilometri
da Praga, a far mostra di- sé.
Perché i nazisti pretendevano
anche di convincere quelli
della Croce Rossa che loro
gli ebrei li internavano per
preservarli dalle brutture della guerra. E ci riuscivano.
A Terezin, prima delle partenze dei convogli per Auschwitz, la gente cercava di
vivere come se non dovesse
mai salire su quel treno. Pur
dentro a una concentrazione
di persone e di cose, riusciva
a far teatro, a dipingere, a
comporre musica. «Appartengo ad un popolo che è riu
scito, in campo di concentramento, in mezzo alla morte
ed alla fame, ad eseguire 18
volte il “Requiem” di Verdi,
56 volte l’opera per bambini
“Brandibar”, 26 volte “La fidanzata venduta» [opera di
Bedrich Smetana, ndr]; dove
nel cosiddetto “caffè senza
caffè”, gli “Swingers” suonavano il jazz e l’attore Karel
Svenk nel suo ultimo, finale
cabaret, “rideva sulle rovine”, dove i bambini imprigionati hanno creato tanti capolavori di disegno, di poesia,
di prosa». Così racconta Eletta Makarova, ebrea russa,
sulle tracce di una pittrice deportata a Tefezin, Friedl Dicker, amica e collaboratrice a
Praga di Carola Bloch, moglie di Ernst Bloch, il filosofo del Principio speranza.
Ma quale speranza? Tra il
24 novembre 1941 e T8 ihaggio 1945 a Terezin transitano
140.000 prigionieri, tra cui
15.000 bambini. Muoiono
nel ghetto ben 35.000 degli
87.0W deportati ad Est, tor
nano in 3.079. Sopravvivono
le musiche scritte nell’attesa
dei treni.
Francesco Lotoro, nel compact disc intitolato Shoah (ed.
Cultura e musica, Bari), è il
primo musicista italiano a inciderne alcune. Sono composizioni pianistiche in cui si
sente che a Terezin si continuava a pensare la musica
del futuro, come se ci fosse
un futuro. Lotoro tratta le
musiche come si deve, là dove la lezione di Schònberg
era stata assimilata il suo fraseggio si fa lucido e trasparente, dove è la nostalgia a
prevalere, il suo piano segue
la musica senza prevaricarla.
Alla fine resta, inesorabile, la
contraddizione irrisolta; se
l’estetica della musica che ti
accarezza l’anima sia l’itinerario giusto per arrivare a
Auschwitz o se, invece, sia la
spinta per allontanartene e
dimenticarlo.
* autore di un concerto-rappresentazione su Terezin, intitolato «Il suono della speranza»
«La seconda volta» affronta i temi del terrorismo rosso
Il dialogo tra vittima e carnefice
oggi è diventato più difficile
ALBERTO CORSAMI
Due sono i segreti che il
prof. Sajevo, studioso di
nuove tecnologié e automazione della fabbrica, si porta
dentro, di fronte agli studenti
dell’Università e alla ristretta
cerchia familiare (la sorella e
il cognato): una pallottola ancora nel cranio dopo 10 anni
e un gran bisogno di capire
perché qualcuno, quel lontano giorno, gliel’ha tirata con
lo scopo di ucciderlo.
Così quando casualmente,
in una Torino fredda, nebbiosa eppure molto umana, si imbatte nell’ex ragazza della lotta armata responsabile del tentato omicidio, che nel frattempo vive in semilibertà lavorando di giorno e rientrando
in carcere la sera, a costo di
passare per un corteggiatore
maldestro e alquanto impacciato, lo studioso, interpretato
da Nanni Moretti, rincorre «la
Venturi», per sapere quello
che lei non gli dirà mai.
La seconda volta, primo
lungometraggio di Mimmo
Calopresti (40 anni, già autore
di video a carattere documentario e sociale, per esempio
sui detenuti di Prima linea ma
anche su ex operai della catena di montaggio) sta tutto qui:
in un’atmosfera «intima», che
esclude l’ambizione dire una
parola «liberatricp» sul terrorismo. Guarda caso, invece, è
proprio questo che la critica,
il mondo politico e la società
italiana sembrano pretendere:
ma perché, a tutti questi soggetti, le castagne dal fuoco le
dovrebbe togliere un film?
Perché non si riflette nelle sedi più appropriate? Perché
non ci si pone il problema
delle famiglie dei «pesci piccoli» e si rincorrono i successi
editoriali dei «leader storici»,
tra l’altro ben faticosi alla lettura, che si sentono investiti
del compito di parlare a nome
di un’intera generazione?
Molto meglio stare con i
piedi per terra, come fa questo film, che può essere un
contributo e non vuole essere
di più; che vuole sondare i
meccanismi che portano la
vittima a chiedere ragione di
quell’evento a chi se ne è reso artefice, a vivere il bisogno insopprimibile di capire
come fa quella a andare in giro per strada tranquilla, dopo
aver commesso un tentato
omicidio. A rompere, in defi
nitiva, il muro invisibile che
circonda uomini e donne che
solitamente non si parlano.
Così La seconda volta può
essere visto come un film su
questi ultimissimi anni, anni
freddi, in cui la carenza di dibattito politico (perché non è
dibattito quel concionare da
avanspettacolo scambiandosi
insulti a cui ci stiamo abituando) va di pari passo con
la necessità di veder confermata una propria identità;
identità di «schieramento» (la
cultura del maggioritario è
ancora più nefasta del meccanismo elettorale), per cui «io
con quelli là non ci parlo neppure in treno...», identità di
certezze tanto inconsistenti
quanto più graniticamente
espresse e ribadite.
11 prof. Sajevo, probabilmente suo malgrado, cerca di
rompere questi muri, prova
curiosità per questa persona,
così diversa da lui al punto di
volerlo ammazzare; una curiosità che, come si diceva
una volta a proposito della
poesia, potrebbe essere una
via per salvare il mondo. O
almeno per aprire una maggior comunicazione fra le
persone che lo abitano.
Un libro autobiográfico di François Mitterand e Elie Wiesel
Memoria (e storia) a due voci
ALDO RIBET
Mémoire è deux voix è il
titolo del libro di Elie
Wiesel e François Mitterrand*: memoria, quindi un
qualcosa che si riferisce al
passato che, per l’importanza
dei personaggi che vi uniscono le loro voci, più che cronaca è già quasi storia. Da
una parte Elie Wiesel, scrittore di origine transilvana,
ebreo, premio Nobel per la
pace, che per primo nel romanzo La notte (edito in Italia dall’editrice Giuntina) coniò il termine «olocausto» riferendosi allo sterminio perpetrato dai nazisti; dall’altra
François Mitterrand, penultimo presidente della Repubblica francese, che scrive:
«Quando il mandato termina, e l’opera si compie, e
quando con l’età l’orizzonte
si fa più vicino, nasce spesso
l’esigenza di riunire i pensieri sparsi e di affidare alla
scrittura il compito di mettere ordine nella propria vita».
Due diverse culture, ma riconducibili a una stessa grande cultura occidentale; pio e
religioso Wiesel, che da piccolo si alzava presto per recitare le preghiere del mattino,
studiare la Bibbia e i suoi
commentari, e da grande,
quando passando per la strada sentiva odore d’incenso,
cambiava marciapiedi; appartenente a un’agiata famiglia piccolo borghese, cattolica e praticante, Mitterrand,
che da piccolo frequentava il
collegio di Angoulème, una
scuola privata cattolica, e
serviva messa, e che da grande dice: «In realtà sono
agnostico. Non so se so, non
so .se non so: questo non può
chiamarsi fede». Certo per
entrambi la fede ha avuto un
ruolo. Fra i personaggi dell’Antico Testamento Wiesel
preferisce, ovviamente, Mosè, mentre a Mitterrand sta
antipatico Geremia, che grida
troppo, è ambizioso.
Ma fra così grandi differenze, quante affinità! Entrambi lavorano contro la
guerra. Wiesel: «[in guerra]
ci si lascia vivere, ci si lascia
agire, si viene presi in carico, non si decide». Mitterrand: «Di colpo, tutte le
.strutture della società saltano, ogni luogo fisso sparisce,
delle folle complete girano in
tondo senza sapere dove
stanno andando, come se si
sia dato un calcio in mezzo a
un formicaio. La guerra è la
rottura di centinaia^di migliaia di uomini con quello
che era il loro orizzonte, la
loro trama già disegnata».
Entrambi sono tolleranti.
Wiesel: «La religione non
dovrebbe trascendere nel fanatismo. Eppure lo fa (...).
La fede, profonda intatta, e
la tolleranza sembrano incompatibili...». Mitterrand:
«La fede, ma direi piuttosto
il dogmatismo, porta con sé
il settarismo, l’intolleranza e
quindi la persecuzione: si
perseguita, e nello stesso
tempo ci si assicura il potere...».
Entrambi, nel loro contesto, sono dei «resistenti»:
Wiesel, avendo taciuto per
15 anni dopo essere scampato ad Auschwitz, si chiede:
«Come raccontare una storia
che non può essere raccontata, ma ché deve essere raccontata?». Mitterrand, prigioniero di guerra, riuscì a
evadere dopo vari tentativi
ed entrò nella Resistenza.
Entrambi hanno vissuto per
un certo tempo come «fuorilegge». Entrambi, lo scrittore
e il politico, vedono nel giorno della Liberazione un momento privilegiato, e sono assertori, quindi, della libertà.
Lo stile di Mitterrand è più
discorsivo, più articolato, ma
è quasi sempre Wiesel che
formula le domande più impegnative, sia su temi generali sia su quelli più personali, come quando chiede a
Mitterrand quale sia la sua
Regala
un abbonamento
posizione sull’affare Bosquet
(dal nome del segretario generale di polizia del governo
di Vichy, ritenuto ispiratore
delle retate antisémite dei
collaborazionisti: Mitterrand
è stato accusato negli ultimi
mesi di presidenza di averlo
frequentato e riabilitato, e nel
libro respinge l’accusa, pur
ammettendo di aver avuto
contatti con un sottoprefetto
di nome Jean-Paul Martin,
che nega peraltro fosse diretto collaboratore di Bosquet).
Interrogato sul proprio passato di uomo pubblico, l’ex
presidente risponde che la
sua missione era di riunire
gli elementi di un paese che
avevano tendenza a restare
separati, di esprimere e assicurare l’unicità e garantire
l’indivisibilità del paese. Si
vanta di aver contribuito alla
soppressione della pena di
morte, al nuovo volto della
Francia dopo la decentralizzazione, alla difesa dei popoli del Terzo Mondo e poi a
delle prese di posizione che
saranno decisive per la costruzione dell’Europa; «Un
bilancio di cui potrei essere
fiero, se solo avessi la propensione a essere fiero».
Memoria a due voci: a chi,
nell’attuale epoca di confusione, si preoccupa per il futuro dei propri figli e nipoti,
la lettura può fornire idee stimolanti e, addirittura, previ- i
sioni ottimistiche.
* François MitterrandEue Wiesel, Mémoire à deux
voix. Paris, Jacob, 1995, pp 217,
ff 130.
25
venerdì 22 DICEMBRE 1995
PAG. 9 RIFORMA
Una pubblicazione della Claudiana
Basì bibliche per
parlare dì famìglia
_______ITALO BENEDETTI_______
Si avvicina il Natale che ci
ripropone l’immagine della «sacra» famiglia nei presepi, nelle strenne, nelle cartoline augurali e in alcune pubblicità. Questa immagine ricorre all’iconografia tradizionale della famiglia di Gesù,
quella della giovane Maria
con Gesù stretto al seno e al
fianco il vecchio Giuseppe;
oppure addirittura quella di
Maria e il bambino soli, senza
il padre Giuseppe. Geoffrey
Parrinder ci propone invece
una foto di famiglia di Gesù
diversa, immaginando una
coppia di genitori con sette o
otto figli raccolti accanto e attorno a loro.
Geoffrey Parrinder è uno
storico delle religioni inglese
di cui la Claudiana ha pubblicato Figlio di Giuseppe. La
famiglia di Gesù*. L’intento
dell’autore è di ricostruire il
nucleo familiare nel quale è
nato e cresciuto Gesù, nel
quale è stato educato alla fede
e dove ha trovato la linfa vitale per diventare l’uomo che
conosciamo dai Vangeli. Proprio per l’intento dichiarato e
per la chiarezza espositiva la
lettura di questo libro, rigorosamente fondato esegeticamente, risulta interessante,
stimolante e persino «gustosa»; è un libro che incuriosisce e che risponde a tutte le
domande che il comune lettore della Bibbia, ma soprattutto
il non lettore o il lettore occasionale, si pongono intorno
alla vita di Gesù di Nazaret.
Il libro rappresenta anche il
fondamento esegetico di una
riflessione sulla famiglia.
L’iconografia tradizionale ha
sostenuto per secoli un’imma
gine di famiglia che non aveva il suo fondamento nella
Bibbia, ma nelle secolari sedimentazioni culturali del cristianesimo. Specialmente in
campo sessuale, la sottolineatura della verginità di Maria,
che nel Nuovo Testamento ha
un significato teologico, è diventato un elemento culturale,
un valore in sé o un valore
cristiano, ma in verità estra-,
neo alla Bibbia. Parrinder, con
un lavoro esegetico accurato,
ripropone i termini biblici nei
quali una riflessione cristiana
sulla famiglia e la vita familiare dovrebbero fondarsi.
Ovviamente inizia con la
demolizione dell’idea della
famiglia di Gesù che ci viene
dalla tradizione, mostra la debolezza esegetica della dottrina del concepimento verginale, basata su soli otto versetti
in tutto il Nuovo Testamento
(Matteo 1, 18-25), per di più
contraddetti da tutto il resto
degli scritti (Matteo compre-'
so) e basati su una cattiva interpretazione di una profezia
di Isaia (7, 14), poi prosegue
con la questione dei fratelli e
delle sorelle di Gesù e del loro
ruolo nella comunità cristiana
nascente, e con quella dell’età
e del ruolo di Giuseppe nella
formazione del figlio Gesù.
Conclude il volume una interessante appendice del prof.
Bruno Corsani intitolata «I
fratelli di Gesù e i cattolici
italiani», un articolo tratto da
Protestantesimo. Il volume è
godibile ma rigoroso, utile ai
predicatori che vogliano affrontare il tema della famiglia
su base esegetica sicura.
(*) Geoffrey Parrinder, Figlio di Giuseppe. La famiglia di
Gesù. Torino, Claudiana, 1995,
pp 170, £24.000.
Una bella fiaba di Ezio Ponzo
Un «codino» da
regalare a Natale
_______MARCO BOSTAN________
Non c’è solo il «divin codino», cioè (traduciamo
per coloro che non seguono il
calcio) il famoso giocatore
prima della Juventus e ora
del Milan. Quello lo lasciamo alla «Domenica sportiva». Qui si tratta di una cosa
assai più importarite, ovvero
del Codino di Ezio Ponzo
che, come dice la presentazione del libretto, «è un signore con i capelli bianchi
che per tantissimi anni ha
cercato di capire e di insegnare che cosa pensano i
bambini quando crescono:
come dicono i grandi è uno
psicologo dell’età evolutiva,
che ha insegnato all’università di Roma e ha scritto molti libri».
Di fiabe ne ha raccontate
tante: le inventava lì per lì,
con quella sua grandissima
disponibilità ad ascoltare e a
dialogare con i piccoli. Proprio nei momenti più seri,
quando si fanno quella riunioni di famiglia o con gli
amici, e dopo aver scherzato
dieci minuti con i bambini li
si manda di là perché i grandi
devono parlare di «cose serie»..., ecco in quel momento
Ponzo te lo ritrovavi dalla
parte dei bambini, a inventare
storie impossibili o ginocchioni per terra a partecipare
con totale immedesimazione
a qualche stravagante invenzione.
È un dono del Signore,
questo di saper stare con i
piccoli, da grandi, senza che
loro avvertano che un grande
sta giocando con loro. Adesso Ezio, insieme a Sandro
Spanu e Daniela Mazzarella,
con l’aiuto della famiglia e
degli amici di Confronti, ha
avuto la possibilità di allargare questa sua capacità di parlare con i bambini al di là dei
nipoti e degli amici dei nipoti. E ha raccontato la storia di
Codino*, la storia di un bambino considerato «diverso»
perché era nato nel paese di
Fascina, ma con la coda!
Prima di tutto non si sa come vestirlo, poi va più d’accordo con gli animali che
con le persone, gli piace stare sugli alberi e imparare dai
tordi piuttosto che a scuola, e
per di più poi a Fascina ne
nascono degli altri come lui.
Un vero pericolo pubblico,
tanto più che a un certo punto si mettono a disegnare il
mondo al contrario, cioè gli
alberi con le radici per aria e
le fronde in basso, e naturalmente tutti sanno che chi comincia a disegnare le cose a
rovescio è sicuramente pericoloso perché potrebbe venirgli in testa di rovesciarlo per
davvero, il mondo...
La fiaba continua ed è una
bella fiaba per bambini che
piace anche ai grandi. Perché
Ezio Ponzo ci aiuta a comunicare ai bambini delle cose
molto importanti che spesso
non riusciamo a dire. Le
chiese possono ordinare il libretto a Confronti a un prezzo molto scpntato (solo 5.000
lire). Ordinandolo, tutti contribuiranno ad appoggiare
uno dei cartelloni portati in
piazza da Codino e dai suo
amici: «È con più diversità
che la scuola cambierà. Il
bambino mescolato farà il
mondo migliorato».
(*) Ezio Ponzo, Storia di Codino'. Roma, ediz. Confronti, via
Firenze 38, 00184. (tei. 064820503; fax 06-4827901).
CENTRO CULTURALE VALDESE
Pubblicazioni disponibili
Per favorire la conoscenza dei musei
valdesi e le visite di singoli e gruppi,
pubblichiamo l’elenco del materiale attualmente disponibile presso il Centro
culturale valdese. Torre Pellice, via
Beckwith 3, tei. 0121-932566, che può
essere messo a disposizione presso
chiese, opere, strutture ricettive.
1) Il sistema dei musei nelle valli vaidesi (dépliant-cartina). Formato 35x45,
carta patinata, colori. Prezzo £ 2.000
(più di 25 copie: £ 1.000 cad.). Contenuto: panorama dei 10 musei collegati
con il Centro culturale valdese, con descrizione sintetica dell’argomento e indicazioni di accesso, orari, ecc. La localizzazione dei musei viene evidenziata su una planimetria in rilievo delle
valli valdesi.
2) Museo scuola degli Odin Bertot e
luoghi storici della vai d’Angrogna
(opuscolo di 16 pp). Formato 10x22,
carta opaca, bianco e nero. Prezzo £
3.000 (più di 25 copie: £ 2.000 cad.).
Contenuto: cenno sulla storia dei valdesi e sulla storia del museo, guida alla visita del museo e tre itinerari nella vai
d’Angrogna.
3) Il museo delle valli valdesi e itinerari etnografici (opuscolo di 32 pp). Formato 10x22, carta opaca, bianco e nero.
Prezzo £ 5.000 (più di 25 copie £ 3.000
cad.). Contenuto: cenno sulla storia dei
valdesi, dettagliata guida per la visita al
museo etnografico di Torre Pellice e itinerari in vai d’Angrogna, nei dintorni di
Bobbio Pellice, nel vallone di Rorà, sulla collina di Lusema San Giovanni, nei
pressi di Prarostino e Roccapiatta, a San
Germano e Pramollo, da Pomaretto a
Ferrerò e nel vallone di Bourcet.
4) Museo storico della BalzigHa. e itinerari nel vallone di Massello (opuscolo
di 16 pp). Formato 10x22, carta opaca,
bianco e nero. Prezzo £ 3.000 (più di 25
copie £ 2.000 cad.). Contenuto: cenno
sulla storia dei valdesi e sulla storia del
museo, guida per la visita al museo e
spunti per passeggiate nei dintorni
(Gros Passet, al Castello, verso il Pis,
scendendo a valle).
5) Musei delle valli valdesi (volanti^
no). Formato 20x30, carta gialla opaca,
bianco e nero. Prezzo: 100 copie £
5.000. Contenuto: cenni sui musei di
Torre Pellice, di Rorà, della vai d’Angrogna, di Prali e della vai Germanasca,
di Rodoretto, di Massello, di San Germano e Pramollo. Brevi informazioni
sugli orari, prezzi e numeri di telefono.
6) Esposizione permanente di antichi
mestieri Pomaretto (volantino). Formato
20x30, carta gialla chiara opaca, bianco
e nero. Prezzo: 100 copie £ 5.(X)0. Contenuto: cenni sulla collezione di modellini di Carlo e Enrichetta Ferrerò e sulla
esposizione permanente degli antichi
mestieri come supporto per una didattica di una «cultura materiale».
7) Le valli valdesi (pp 23, ed. Claudiana, Torino). Formato 16x12, carta
opaca, bianco e nero. Prezzo £ 5.000.
Contenuto: descrizione storico-paesaggistica generale delle valli Pellice, Chisone e Germanasca. Descrizioni più
dettagliate sulle località e sui paesi di
maggiore interesse storico e ambientale
con fotografie. Cenni sulla storia valdese e cartina delle tre valli (formato
30x30) allegata.
8) Le valli valdesi (cartina). Formato
40x60, carta patinata, colori. Prezzo £
3.000 (più di 25 copie £ 1.500 cad.).
Contenuto: cartina in rilievo a colori
delle Valli e cenni sulla storia, sulla
cultura e sull’autonomia valdese.
9) Il vallone dei banditi. Itinerari storici (volantino). Formato 20x30, carta
bianca opaca, bianco e nero. Prezzo:
100 copie £ 5.000. Contenuto: descrizione delTitinerario nell’Inverso di Torre Pellice nei luoghi della giovinezza di
Gianavello. L’itinerario tocca la Gianavella inferiore, la Gianavella superiore,
il vallone dei banditi e Tribulet.
10) La difesa di Rorà. Itinerari storici
' (volantino). Formato 20x30, carta bianca opaca, bianco e nero. Prezzo: 100
copie £ 5.000. Contenuto: cenno storico
su Rorà e descrizione dell’itinerario nei
dintorni di Rorà. Brevi informazioni sul
museo e sugli enti valdesi.
11) Centro culturale valdese (volantino). Formato 20x30, carta gialla opaca,
bianco e nero. Gratuito. Contenuto:
cenno sulla storia del Centro, sulle attività, sul museo, sulla biblioteca, sulla
Società di studi valdesi. Informazioni
sugli orari, numeri di telefono, ecc.
12) Società di studi valdesi. Catalogo
delle pubblicazioni (volantino). Formato 20x30, carta celeste opaca, bianco e
nero. Gratuito. Contenuto: catalogo e
prezzario delle pubblicazioni della Società. Informazioni sulle quote sociali e
sugli abbonamenti,
13) Le chiese valdesi in Italia, (volantino). Formato 50x21, cartoncino beige,
bianco e nero. Prezzo: £ 400. Contenuto: i punti salienti che hanno creato
l’identità valdese nel passato e che l’attualizzano nel presente.
14) G. Tourn, I valdesi - identità e
storia di una minoranza, (opuscolo del
XVII Febbraio 1993), pp 40, ed. Società di studi valdesi. Formato 24x17,
carta opaca, bianco e nero. Prezzo £
5.000. Contenuto: sintesi su storia,
identità, luoghi e minoranza valdese.
La valle del SInal, dove si presume che Mosè ricevette le tavole della
Legge
Un invito alla libertà
«Da imposizione a “invito alla libertà”. Il senso della legge,
come si esprime nel Decalogo è in questa contestualizzazione
della norma etica nella storia di libertà che Dio vuole per il proprio popolo». Così il prof. Paolo Ricca ha riassunto il 2 dicembre, nella prima di 12 puntate di «Uomini e profeti» (trasmissione in onda su Radiotre il sabato alle 12) dedicate appunto ai
Dieci comandamenti, il significato di queste indicazioni per i
credenti nei secoli e oggi. Altri codici «morali» esistevano
presso altre popolazioni coeve al popolo d’Israele, ma la specificità del decalogo, ha detto Ricca, sta nell’aver spostato il centro dell’attenzione da un carattere intèrno alla società umana, e
come autosufficiente, della normativa a un «extra nos»: gli uomini hanno con il Decalogo la consapevolezza di non essere essi stessi la propria legge. Il valore del limite alle azioni umane
non è quindi solo dato da un codice di autogoverno, ma
dall’esplicitazione della volontà di Dio. L’attualità delle «dieci
parole» sarà affrontata, nel corso delle diverse puntate, con il
concorso di altri autorevoli studiosi, cattolici e ebrei.
Riviste
La tomba dei Maccabei
La rivista Intemazionale che settimanalmente traduce articoli, corrispondenze e inchieste dal meglio della stampa europea
e mondiale, riporta nella sezione culturale la notizia (lanciata
dal settimanale statunitense Time) del ritrovamento, 30 km a
Nord-Est di Gerasalemme, di quella che sarebbe la tomba dei
Maccabei. Una squadra di operai stava lavorando all’ampliamento di una strada, e hanno dovuto interrompere i lavori per
aver scoperto il reperto archeologico. Questo sarebbe uno dei
più importanti ritrovamenti degli ultimi anni. La tomba sotterranea dovrebbe ospitare i resti della «famiglia di ebrei guerrieri la cui rivolta contro il governo seleucida nel II secolo avanti
Cristo viene ancora celebrata con la festc^di "Hanukkah”». Finora l’esistenza dei Maccabei era attestata solo dagli scritti degli storici antichi; questo ritrovamento invece costituirebbe una
prova concreta. «Il periodo degli Asmonei [l’antico nome
ebraico dei Maccabei] - prosegue la notizia - fu l’ultima era
dell’indipendènza ebraica in Israele, fino all’età moderna. Le
operazioni di recupero hanno (...) provocato l’ira degli ebrei
ultraortodossi, che hanno manifestato attorno allo scavo per
impedire la rimozione delle ossa ritrovate».
Cultura al femminile
L’associazione «Pro cultura femminile» di Torino, vero punto di riferimento nella città per le donne ma anche per gli uonùni, ha come scopo principale l’accrescimento della cultura in
maniera creativa tramite gite, concerti, mostre, ecc. Il Centro
nasce nel 1911, in un contesto in cui la cultura femminile è ancora fortemente svantaggiata; non esistevano infatti, ^’infuori
degli enti scolastici, organismi che costituissero un vivo centro
culturale. Le scuole del tempo, inoltre, non erano neanche adatte alle ragazze poiché tutte avevano caratteristiche professionali e male si addicevano al ruolo che allora la donna ricopriva,
ovvero la mansione di madre e di moglie. Questo centro, areligioso e apolitico, venne promosso da alcune insegnanti che desideravano promuovere la cultura femminile, al fine di mettere
al servizio della donna un ente culturale che la aprisse a orizzonti più ampi di quelli della quotidiana vita familiare. La sede
attuale è aperta tutti i pomeriggi dal martedì al sabato, dalle 15
alle 19. Per accedervi basta una quota sociale di £ 390.(KW annue; i soci hanno così accesso a vari intrattenimenti, quali coriferenze di alto contenuto culturale, una fornita e aggiornata biblioteca, concerti di musica da camera, tornei di bridge, mostre,
viaggi nazionali e intemazionali turistici a sfondo culturale: insomma tutto ciò che concerne la cultura nelle sue più svariate
forme. Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Associazione
«Pro cultura femminile», via Accademia Albertina 40, Torino;
tei. 011-855234.
26
PAG. 1 0 RIFORMA
VENERDÌ 22 DICEMBRE 1995
Si ripropone il binomio neve e Natale
Sciatori in azione a Frali
Innevamento abbondante la settimana scorsa su quasi tutte le piste
Aperta anche la scuola di sci
La neve e il Natale: un binomio classico. Che cosa sono infatti le vacanze natalizie,
in particolar modo in montagna, senza la magia dei monti
e dei prati coperti di neve o
degli alberi e dei tetti delle case imbiancati? Purtroppo però
l’anno passato sulle montagne
di Frali (ma non solo lì, per la
verità) si è assistito a uno
scarso innevamento e così si è
dovuto rinunciare in parte a
quell’atmosfera quasi surreale
e un po’ «magica» che solo la
neve sa dare al paesaggio alpino. Quest’anno invece alcune giornate di brutto tempo,
nel corso della settimana che
ha preceduto il periodo natalizio, hanno regalato a Frali una
nevicata che ha imbiancato le
montagne e rinverdito le speranze degli operatori turistici,
oltre a suscitare entusiasmo in
quanti praticano gli sport invernali o semplicemente amano recarsi in montagna nel periodo natalizio.
Per la gioia degli sciatori
infatti a Frali la neve è caduta
abbondante, la settimana
scorsa, ed ora è possibile
sciare praticamente su tutte le
piste. Inizialmente erano state preparate, grazie anche
all’innevamento artificiale,
solo alcune piste di discesa
ma poi con le ultime precipitazioni nevose sabato 16 e domenica 17 dicembre è stato
possibile sciare (sul baby
Malzat, per inciso, si scia gratis) su tutte le piste, fatta eccezione per il Ciatlet, compresa la pista per lo sci di fondo, con un manto nevoso che
andava dai 60 ai 100 centimetri. Domenica 17 dicembre a
Frali ha aperto poi anche la
locale scuola italiana di sci.
La scuola, ricca di un’esperienza di circa una trentina di
anni, offre corsi di sci sia per
chi vuole praticare la discesa
sia per chi vuole dedicarsi allo sci nordico, con prezzi che
vanno'dalle 40.000 alle
60.000 lire l’ora a seconda
che si seguano lezioni individuali o ci si organizzi in
gruppo. La scuola sarà aperta
tutti i giorni nel periodo natalizio e con ogni probabilità
tutto il periodo pasquale mentre per il resto della stagione
invernale sarà aperta solo il
sabato e la domenica.
Ma quali caratteristiche particolari hanno le piste di Frali?
Alla scuola di sci ci dicono
che agli sciatori che amano lo
sci alpino danno più soddisfazione di altre perché mettono
meglio in evidenza che altrove
le loro capacità tecniche. Inoltre a Frali si può praticare anche lo sci nordico su una pista
di tutto riguardo. Infatti la pista di fondo (pista su cui è nata e si prepara agonisticamente la campionessa italiana Lara Feyrot, nel riquadro), preparata per chi ama questo «altro» modo di praticare lo sci.
più tranquillo, più rilassato,
più a contatto con la natura, è
lunga 15 chilometri e si estende, nel suo percorso completo,
attraversando boschi e costeggiando il torrente Germanasca
dai Ribba passando per Ghigo
fino a Villa di Frali.
Quest’anno la neve sembra
quindi che sia arrivata sulle
montagne ci si augura che il
manto nevoso si mantenga in
buone condizioni anche per il
resto della stagione invernale
sia per la gioia degli sciatori e
sia, perché no, per poter riassaporare quel fascino particolare che solo le montagne innevate sanno dare.
lOU
ÌGH
Seggiovie Tredici Laghi Altitudine Disllvello Lunghezza
A IQ Seggiovia Pian Alpet 2230 760 2000
B B Seggiosciovia Brio Rond 2520 290 950
C S Sciovia Baby Ghigo 1450 63 250
D B Sciovia Baby Malzat 1470 35 150
E B Sciovia Ciatlet 2385 315 980
F B Sciovia Baby Alpet 2310 60 270
G B Sciovia Gigante 2222 500 1250
H B Sciovia Sale! 1730 240 750
Seggiovia H Seggiosciovia H Sciovia B
• Pista difficile nera
• Pista mediamente difficile rossa
• Pista facile azzurra
-----Itinerari fuori pista rossi
Battipista Prinoth e Kàssbohrer
Scuola nazionale di sci
Pista di slalom
Maestri e pista permanente di fondo
Noleggio sci e slitte
Servizio soccorso gratuito sulle pista
Ambulatorio - Autoambulanza
A Seggiovia Pian Alpet
B Seggiosciovia Brio Rond
H Sciovia Salei
G Sciovia Gigante
E Sciovia Ciatiet
C Sciovia Baby Ghigo
D Sciovia Baby Malzat
F Baby Alpet
Piste battute:
1-2-3-4 sul Brio Rond
6 (verde) diff. medio/facile
7 (oro) diff. media
Discese non controiiate
percorribili solo con neve
sicura;
8 (muro della rossa)
5-9-11-13
innevamento artificiate
G 10 AC 8 H 11
Pista di fondo di Praii
Pista cil fondo
Km15*Km7
Omologata Fisi
Sala c8 SGlolinaiura sulla pista,
docce, WC, spóglicnoio,
Iracdatura dc^ipia per passo
pattinato e aitemato
INDRITTI
ORGIERE
GIORDANO
POMIERla*
Frali
Elenco manifestazioni
Natale 1995
25 dicembre: Babbo Natale in piazza.
27 dicembre: quadrangolare calcetto misto su
ghiaccio a baraonda.
28 dicembre: staffetta mista fondo in nottùrna al
baby di Ghigo ore 20,30.
30 dicembre: parallelo notturno. Baby Ghigo.
Inizio ore 19,30. Tutte le categorie.
Discesa a snowboard.
31 dicembre: fiaccolata maestri di sci. Ore 18,30
1® gennaio 1996: giochi sulla neve. Ore 14; giornata di giochi per bambini
dftl 1905
BERTiARD
Siamo lieti di presentarvi le nostre confezioni regalo e vi invitiamo ad assaporare i
cioccolatini al Barathier.
(jlC
Bernard & C. sdf Fabbrica Bibite e Liquori
via Carlo Alberto 20 - Pomaretto
tei. 0121-81227 - fax 0121-82222
LA SAITO
dì PE’lfROT rag. Franco
ADERENTE
AGENZIA IMMOBILIARE
COMPRAVENDITE FIMAI
LOCAZIONI ANNUALI E STAGIONALI
Frazione Ghigo, 1 - ® (0121) 80,75.85 10060 FRALI (TO)
a Pian dell'Alpet (m. 2230)
«La Capannina»
RISTORANTE - BAR
SELF-SERVICE - S0U\RIUM
Tel. 0121-807795
Stagione Invernale 1995/96
Abbonamenti personali a tempo
Giornaliero
Pomeridiano
(dalle ore 12,30)
L. 25.000
L. 22.000
L. 18.000
Festivo L. 32.000
Sabato L. 28.000
Feriale L. 22.000
Festa della neve, domenica 14 gennaio 1996: L. 25.000
Giornaliero feriale
Gruppi scolastici (min. 15 persone)..............L. 11.000
Giornaliero Ultra sessantenni e Studenti universitari
Feriale (esclusa alta stagione) (*)..............L. 18.000
Stagionale
Invernale 1995/96................................L. 580.000
Ridotto per gruppi familiari
(minimo 3; genitori e tigli conviventi fino a 25 anni) .L. 530.000
Carta d'Argento ultrasessantenni.................L. 380.000
Studenti universitari
(dal lunedi al sabato escluse festività e alta stagione) .L. 380.000
(*) Escluso il periodo dal 24 dicembre 1995 al 8 gennaio 1996
Orario: 8,15-16,45
Informazioni sullo stato della neve:
Frali seggiovia 0121-807512 fax 0121-807773
Ufficio lAT Frali 0121-807418 fax 0121-807713________________
27
\/FNERDÌ 22 DICEMBRE 1995
PAG. 11 RIFORMA
■
La missione
per sordomuti
Informo sulla nascita di una
piccola missione che intende
adoperarsi nell’evangelizzazione delle persone s(»domute. In un tempo come questo,
dove i segni dei tempi ci mostrano che il ritomovdel Signore Gesù è molto vicino, la
chiesa è più che mai impegnata nell’opera affidatale da
Dio, di predicare l’Evangelo
ad ogni creatura, esattamente
come il Signore comandò ai
suoi primi discepoli quando
disse loro: «Andate per il
mondo e predicate l’Evangelo
ad ogni creatura, chi avrà creduto e sarà stato battezzato
sarà salvato».
Il Signore ha dato in questi
ultimi tempi ai suoi servitori
l’opportunità di predicare
l’Evangelo per via radio, per
mezzo della televisione, per
mezzo di campagne evangelistiche all’aperto, cón tende
ecc. e di conseguenza abbiamo pensato a coloro che essendo privi dell’udito non
possono ricevere a viva voce
il messaggio della parola di
Dio. Perciò, con l’aiuto del
Signore, abbiamo già iniziato
un’opera di evangelizzazione
tra i sordomuti inviando, naturalmente gratis, ai loro indirizzo lettere opuscoli e trattati
cristiani, e ci proponiamo di
inviare ancora, in una seconda fase del nostro lavoro.
Evangeli di Giovanni ed altro
materiale evangelistico.
Ringraziamo il Signore perché anche se ancora non abbiamo visto dei frutti evidenti, pure ci sentiarno spinti a
continuare questo servizio
cristiano. Naturalmente la nostra missione per raggiungere
i sordomuti ha bisogno di conoscere i nomi e gli indirizzi
di queste persone per poter
spedire loro il materiale. Perciò abbiamo già cercato di
dare ampia diffusione alla notizia della nascita di questa
missione. Ci siamo rivolti a
diverse chiese evangeliche e
abbiamo anche fatto appelli
radiofonici. Ci siamo prodigati anche nei contatti perso
nali per divulgare la notizia, e
ringraziamo il Signore perché
a pochi mesi dalla nascita di
questa missione abbiamo già
raggiunto circa 200 persone
sordomute.
Comprendete bene però che
in Italia chissà quante migliaia di persone hanno questo handicap, e noi possiamo
raggiungerli solo mediante la
cristiana collaborazione di
tutto il popolo di Dio di questa nazione. E4 è per questo
che abbiamo pensato di rivolgerci anche aj giomali cristiani, quindi anìAe al vostro, in
modo che, se ci darete una
mano, possiate pubblicare sul
vostro giornale un avviso nel
quale si chiede a tutti i credenti, lettori .del vostro giornale, che se qualcuno di loro
conosce dei sordomuti possa
comunicare 1 nomi e i relativi
indirizzi di queste persone alla nostra Missione cristiana
per la diffusione dell’Evangelo tra i soidomuti (via Umberto Madiàlena 38, 90132
Palermo, tei, 091-6685803) e
noi li rag^Ungeremo con la
nostra corrispondenza.
Amedm Bruno - Palermo
Manfano
i rife|iinenti
di triduzione
fe
Ho ap&a dato un’occhiata
a Un gimfó, una parola del
1996, il fonano dei Fratelli
moravi ^ edizione italiana,
del quap si è già occupato
RiforrncÈStconào me manca
in quesm edizione del 1996,
come g» in quella del 1995,
un riferente che mi pare di
notevoli iilevanza, cioè il riferimeift) al fatto che il testo
della Bibbia dei versetti trascritti pa quello della Riveduta o ièlla Traduzione interconfe^ionale in lingua corrente ffile), le due versioni
normafeiente in uso nelle nostre ca|èi
Se è vero, come è vero (e
Paolo .Ricca lo spiega bene
nella sua introduzione), che
in nessun modo la lettura del
lezionario deve sostituire la
lettura della Bibbia, il particolare ha la sua importanza.
Via Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/^278 -fax 011/657542
Via Boria, 93-80137 Napoli - tei. 081/^1185 - fax 081/291175
Via Repubblica, 6 - 10066 Torre Pellicer-iel. e fax 0121/932166
DIRETTORE: Giorgio GardioI
VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, EmmanuetePaschetto
REDAHORI: Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Luciano
Cirica, Alberto Coreani, Averninp Di CroCSr Pista Egidi, Fulvio Ferrano,
Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena MBÌlinat; Carmelina Maurizio, Luca
Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Giancarlo
Rinaldi, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Matco Rostan, Piervaldo Rostan,
Marco Schellenbaum, Federica Tourn, Floisnce Vinti, Raffaele Volpe
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia
ABBONAMENTI: Daniela Actis
FOTOCOMPOSIZIONE: Aec s.r.l, Mondovì -tei. 0174/551919
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei, 0174/42590
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis -10125 Torino
ITALIA
ABBONAMENT11996
ESTERO
-ordinario £ 100.000 -ordinario £ 140.000
-ridotto £ 85.000 -viaaerea £ 190.000
- sostenitore £ 200.000 - sostenitore £ 250.000
- semestraie £ 50.000 - eemestraie £ 75.000
- cumuiativo Riforma + Confronti £ 140.000 (so\o itaiia)
-una copia £2.000
Gli abbonati sostenitori ricevono in omaggio la riproduzione di un’opera di Paolo Paschetto
Per abbonarsi: versare l’importo sul ccp n. 14548101 intestato a Edizioni Protestanti s.r.L, via Pio V15 bis, 10125 Torino.
sea/iaenato unftariiglJ^
‘ X non può esser»
Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000
Partecipazioni: millimetro/colonna £1.800
Economici: a parola £ i .ooo
Riforma è il nuovo titolo della testala La Luce reoWraia dal Tribunale di Pinerolo con il n. 178del 1» gennaio 1951, responsabile Franco GiatSlCcoli. Le modifiche sono state registrate
con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 47 del 16 dicembre 1995 è stato consegnato per l’inoltro postale all’Ufficio CMP
Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 13 dicembre 1995.
Con questo numero cominciamo a pubblicare ie foto più significative che i iettori ci inviano. La foto di questa settimana, di Remo Cardon di Pinerolo, illustra una «sfilata di moda» svoltasi
qualche mese fa all’Asilo dei vecchi di San Germano Chisone.
A giudicare dall’edizione
1995 il testo è quello della
Riveduta; ma alle volte, forse
per qualche errore nella correzione delle bozze, il testo
non è quello della Riveduta
né quello della Tilc; altre volte, per i versetti un po’ troppo
lunghi, vi sono delle omissioni, probabilmente per mettere
a fuoco il senso del versetto
citato. A me pare che per le
prossime edizioni si dovrebbe
indicare a quale traduzione i
testi si riferiscono, e comunque si dovrebbero riportare
integralmente, anche a costo
di usare un linguaggio oggi
un po’ desueto.
Queste Losungen sono «la
realtà ecumenica per eccellenza, il vincolo più forte che
unisce tutti, credenti e non
credenti, in un’unica comunità di lettura, di ascolto e
preghiera» (Paolo Ricca). Già
nel dicembre 1937 Bonhoeffer aveva scritto nella sua lettera circolare di Finkenwalde
delle brevi meditazioni sulla
scorta dei testi delle Losungen
e penso che avvertisse proprio
questo: di essere in comunione con quanti, conosciuti e
sconosciuti, le leggevano nello stesso giorno con lui.
Aldo Rìbet - Pinerolo
Maria Teresa
Lops
Il 29 novembre è venuta a
mancare all’età di 44 anni la
sorella Teresa Mosca Lops,
moglie del presidente del
Consiglio di chiesa Giuseppe
Lops. Tutta la comunità di
Corato è rimasta scossa per
la morte improvvisa della
giovane sorella e si è stretta
attorno alla famiglia Lops
nella condivisione di questo
dolore e nella speranza della
resurrezione.
Teresa proveniva da una famiglia cattolica di Trani e con
l’aiuto del marito si era avvicinata alla fede evangelica e
qqSA
AION CONOSCI
DEI FANCIULLI ^
si era gradualmente inserita
nel lavoro della comunità fi
no ad assumere un molo im
portante nell’organizzazione
delle attività. Negli ultimi an
ni aveva partecipato ad alcu
ne riunioni nazionali della
Federazione femminile e in
più occasioni aveva rappresentato la comunità.
Nel suo impegnarsi era
davvero presente, non si limitava a delle adesioni formali
o solo teoriche, partecipava
alle discussioni con spirito
critico e le sue osservazioni
alle predicazioni erano àem
pre concrete e oculate. Si sentiva molto legata alla chiesa e
alle persone della chiesa, con
le quali aveva instaurato un
rapporto di fraternità autenti
ca, grazie alla sua .capacità di
comunicare e di allacciare
con facilità rapporti umani.
Ancora pochi giorni prima
della sua morte si preoccupava, nonostante i suoi disturbi
cardiaci, dell’ organizzazione
delle attività natalizie.
Teresa rimane così nel nostro ricordo; e la sua scomparsa riporta alla nostra memoria la storia del gruppo
evangelico di Trani, dove la
famiglia Lops risiede e, in
particolare, il diverbio riguardante il seppellimento degli
evangelici nel cimitero di
Trani. Il primo evangelico
della cattolicissima Trani fu
proprio Michele Lops, padre
di Giuseppe, che formò un
piccolo gruppo e offrì un suo
locale per le riunioni guidate
dal pastore di Corato. Quando ci fu il primo caso di morte di un evangelico, negli anni Cinquanta, le autorità comunali non permisero che un
non cattolico fosse sepolto
nel camposanto di una città
sede arcivescovile tanto importante. Ne nacque un contrasto che il pastore Castiglione affrontò con decisione
e soltanto con l’intervento
del prefetto di Bari fu con
cesso agli evangelici un terreno adiacente al cimitero,
fuori dalle mura del «camposanto», di cui gli evangelici
potevano disporre. Michele
Lops vi fece costruire, a sue
spese, dei loculi.
Teresa è stata sepolta in
quello che ormai è diventato,
senza retorica ma per testi
monianza autentica, il cimitero evangelico di Trani. Gli
evangelici di Trani hanno fatto di una discriminazione, che
ricorda le prescrizioni del
Medioevo contro gli eretici,
un segno di testimonianza di
un modo diverso di guardare
alla morte. Le lapidi prive di
fiorì e lumini e sculture portano un versetto biblico. Tra le
altre c’è persino una lapide
con una lista di passi biblici:^
il «sola Scriptura» (qui pure'
in senso esistenziale) vale anche di fronte alla morte, anzi
proprio di fronte alla morte
solo la Scrittura ci parla di
una speranza. La comunità di
Corato e gli evangelici di
Trani in questa circostanza di
dolore profondo trovano proprio nella parola di Dio ciò su
cui riporre la loro speranza.
Lorenzo Scomaienchi
Corato
Abbonamento annuo L. 28.000 - Estero L. 33.000
Sostenitore L. 35.000 - Una copia L. 3.500 da versare su c.c.p. n. 14603203 intestato a «L’amico dei
fanciulli - Tavola Valdese» - 20159 Milano - Via
Porro Lambertenghi 28
144: che fare?
tn questi giorni è tornata
drammaticamente d’attualità
la questione delle linee telefoniche «144» e affini, che
comunque non sono certo un
aiuto per una crescita affettiva e sessuale consapevole. Al
riguardo vorrei dire due cose:
- Primo: trovo che non sia
valida la risposta che l’azienda dei telefoni dà: «Chi non
vuole il 144 non ha che da
chiederne la disattivazione»;
innanzitutto per chiedere il
distàcco occorre scrivere, il
che e già più laborioso e non
incentiva di sicuro chi vuole
sbarazzarsi di questo numero.
Invece dovrebbe essere
esattamente il contrario: chi
vuole questo numero deve richiedere l’abbonamento; fatte
salve, sia chiaro, le ricerche a
livello politico, sociale e giudiziario che vanno intraprese
sulla realtà di queste linee telefoniche. Tutto ciò non è una
novità lo so, ma occorre ribadirlo con energia adesso.
- Secondo: le linee del 144
sono floride finanziariamente, il giro d’affari che c’è intorno ha già raggiunto livelli
considerevoli, mentre c’è un
telefono di tutt’altro genere
che rischia di chiudere e che
merita, questo sì, la nostra attenzione e il nostro aiuto concreto. Si tratta di «Telefono
azzurro»: certo «Telefono azzurro» aiuta davvero piccoli,
giovani, e genitori in difficoltà, allevare i figli e i genitori non è facile. Chi è in grado di porgere una voce in
ascolto che sia davvero qualificata, e che alla bisogna possa intervenire concretamente? Ma questo evidentemente, che è un servizio sociale
funzionante, non «rende»
moneta. E «Telefono azzurro» assolve, certo non da solo, per quello che può a questo compito gravoso di relazione d’aiuto.
Pertanto, oltre alle senz’altro lodevoli iniziative a sostegno che si possono effettuare
a livello individuale, si potrebbe pensare di fare qualcosa come chiese evangeliche?
Si sa, il mercato ha le sue leggi: le «144» prosperano senza
difficoltà, mentre «Telefono
azzurro» appunto rischia la
chiusura, ma noi non siamo
tenuti a seguire sempre e comunque le leggi del mercato.
Infatti come evangelici è altrove che riponiamo la nostra
fede, le nostre speranze, e il
nostro agire.
Maurizio Abbà - Torino
RINGRAZIAMENTO
«Nell'angoscia ho gridato
al Signore
ed egli mi ha dato ascolto»
Salmo 120,1
Il marito e il figlio della cara
Liliana Besson in Monnet
riconoscenti, ringraziano tutti coloro i quali sono stati loro vicino in
questa triste circostanza.
Angrogna, 15 dicembre 1995
gioventù evangelica
SOTTOSCRIZIONE 1996
normale L. 45.000
sostenitore 90.000
octorn 60.000
«3 copie ai prezzo di 2» 90.000
cumuiativo GE/Confronti 85.000
versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 intestato a:
gioventù evangelica
via Porro Lambertenghi, 28 - 20159 Milano
28
PAG.
12
RIFORMA
venerdì 22 DICEMBRE 199j
NeM995
Sono state 591 le diverse persone che durante quest'anno hanno
firmato un pezzo sul nostro settimanale.
Il nostro è un settimanale comunitario e vuole documentare sempre di
più le speranze e i sentimenti^ la storia e la vita dei protestanti in Italia.
Aiutateci a continuare a farlo anche nel 1996 con l'abbonamento e la
collaborazione. Il vostro contributo è indispensabile! Grazie.
Anne Marie Aagaard, Domenico
Abate, Maurizio Abbà, Antonio
Adamo, Mario Alberione, Lada Aldini, Leni Altwegg, Herbert Anders, Vinton Anderson, Lidia Angeleri. Paolo T. Angeleri, Claudia Angeletti, Jean Ansaldi, Giovanni Anziani, Giuseppe Anziani, Massimo
Aprile, Sergio Aquilante, Edoardo
Arcidiacono, Mirella Argentieri
Bein, Marco Armand Hugon, Ruben Artus, Guy Aurenche, Marisa
Badiali, Eliseo Baglieri, Giusy Bagnato, Rino Balma, Teodoro Baima, Marco Baltieri, Laura Balzani,
Luca Baratto, Martino Barazzuoli,
Gianluca Barbanotti, Giuseppe Barberis, Giuseppe Barbiere, Ignazio
Barbuscia, Jean Baubérot, Peter
Beier, Gisella Bein, Simona Belardinelli. Bruno Bellion, Hacene Belmessous, Umberto Beltrami, Domenico Bemportato, Valdo Benecchi,
Italo Benedetti, Piero Bensi, Alfredo Berlendis, Eugenio Bernardini,
Oriana Bert, Renzo Bertalot, Sergio
Bertinat, Adriano Bertolini, Archimede Bertolino, Alberto Bertone,
Carmine Bianchi, Claudio Bianchi,
Stephan Bieri, Sergio Bilato, Mara
Biondini, D. Bitodi, Alain Blancy,
Ivo Blandino, Giorgio Bleynat, Maria Rosa Boeris, Umberto Boldrin,
Heinrich Bolleter, D. Bombote, Erica Bonansea, Luciana Bonnet, Marie Bonnet, Franco A. Bono, Ezio
Borgarello, Lucilla Borgarello, Domenico Borgetta, Leslie Bosetto,
Roberto Bottazzi, Daniela Bouchard, Daniele Bouchard, Giorgio
Bouchard, Gustavo Bouchard, Elena Bouissa, Clara Bounous, Carmelina Bozza, Olga Bragaglia, Paola
Bressan, Umberto Broccoli, Angelo
Brunero, Margherita Bruno, Erica
Bucchieri, Tavo Burat, Edoardo
Cacciapuoti, Gérard Cadier, Ada
Cairus, Christine C. Calvert, Italo
Calvino, Mario Campagnolo, Franco Campanelli, Mercedes Campennì, Emidio Campi, Evangelina
Campi, Claudio Canal, Vittorio
Canfori, Rina Lydia Caponetto,
Salvatore Caponetto, Cristiano Capuano, Rosario Caradonna, Salvatore Carcò, Carletto Carlone, Antonella Caroli, Giovanni Carrari, Cinzia Canigati Vitali, Francesco Casanova, Laura Casorio, Leonardo Casorio, Pasquale Castelluccio, Guido
Castiglia, Angelo Cavagna, Eros
Cavalieri, Febe Cavazzutti Rossi,
Adriana Gavina, Mauro Centanaro,
Valter Cesan, Adriana Ceseri Massa, Franco Chiarini, Elena Chines,
Giovanni Chinnici, Aldo Cianci,
Rosanna Ciappa, Bruno Ciccarelli,
Mario Cignoni, Ermanno Ciocca,
Rainer Clos, Paul Coeytaux, Franca
Coisson, Osvaldo Cotsson, Pierdavide Coisson, Renato Coisson, Vera
Cotsson, Jean-François Collange,
Augusto Comba, Pier Valdo Comba, Pietro Comba, Mario Conetti,
Silvestro Consoli, Gino Conte,
Marco Conte, Baldo Conti, Romano Contini, Alberto Corsani, Bmno
Corsani, Ferruccio Corsani, Salvatore Cortini, Franca Cossa Borroni,
Angelo Costa, Bruno Costabel, Gabriella Costabel, Ivana Costabel,
Jeròme Cottin, Leonardo Coviello,
Francesca Cozzi, Valdo Cozzi, Gaspare Cusimano, Deborah D’Auria,
Domenico D’Elia, Angela D’Isanto,
Remo Dalmas, Damiana Dambra,
Rosalba Davico, Franco Davite, Lilia Davite, Maria Luisa Davite,
Violeta Davyt Bertinat, Gabriele De
Cecco, Silvia De Cristofano, Liliana De Luca, Anna De Maio, Susana
De Mattia, Mauro Del Nista, Sandro Dell’Aquila, Gérard Delteil, Gi
AUGURI
DALLE NOSTRE FIRME
no Dentice, Luciano Deodato, Daniela Di Carlo, Daniele Di Dio,
Giacomo Carlo Di Gaetano, Giuseppe Di Legami, Arlette Domon,
Adriano Dorma, Anne Marie Dupré, Lilia Durand, Piervaldo Durand, Piera Egidi, Judith. K. Elliott,
Roberto Eynard, Jean-François Faba. Paolo Fabbri, Maria Rosa Fabbrini, Teodoro Fanlo y Cortés, Anna Ferrara, Felice Ferrara, Davide
Ferrari, Fulvio Ferrano, Anna Ferrare, Carlo Ferrerò, Stefania Ferrerò, Giulio Fezzardini, Marco Tullio
Fiorio, Serge Fomerod, Marzia Forneron, Rossano Fomeron, Franco
Fortini, Marco Fraschia, Marco
Fratini, Libano Frattini, Enrico Fumerò, Jolanda Furhmann, Valeria
Fusetti, Bruno Gabrielli, Marcello
Gaietti, Lucia Gallo Scroppo, Paola
Garbusi, Dino Gardiol, Giorgio
Gardiol, Vito Gardiol, Daniele Garrone, Walter Gajtti, Marcella Gay,
Paolo Gay, Giuliana Gay Eynard,
Lionello Gaydou, Ermanno Genre,
Gianni Genre, Lucetta Geymonat,
Giovanni Ghelli, Bruno Giaccone,
Elio Giacomelli, Giorgina Gìacone,
Samuele Giambarresi, Franco
Giampiccoli, Paola Giavara, Giulio
Giordano, Lidia Giorgi, Giancarlo
Giovine, Elena Girolami, Maurizio
Girolami, Doriana Giudici, Giovanni L. Giudici, Mario Goletti, Giovanni Gönnet, Sauro Gottardi, Lodovico Grassi, Adriana Grassi Bertero, Gian Maria Grimaldi, Mimmo
Guaragna, Salvatore Guargena,
Giorgio Guelmani, Nino Gullotta,
Rémy Hebding, Gianfranco Hofer,
Andreas Hostettler, Fernando lachini, Pasquale lacobino, Martin Ibarra
y Perez, Ernesto Incerti, Ignazio Ingrao, Carmelo Inguanti, Vitali
Jakow^enko, Marco Jourdan, Silvia
Jourdan, Gabriele Kämmerer, Théo
G. Keller, Toni Keppeler, Bouthina
C. Khoury, Ursel Koenigsmann,
Bettina König, Almut Kramm, Antoinette Krieg, Paul Krieg, Michael
Krupp, Klaus Langeneck, Manlio
Leggieri, Anna Luisa Leonardi, Michel L^play, Gabriella Lettini, Erberto Lo Bue , Roberto Locchi, Mirella Loik, Delio Long, Franca
Long, Marilena Long, Massimo
Long, Vera Long, Franca Long
Mazzarella, Adriano Longo, Riccardo Lorenzino, Lino Lubiana,
Piero Luchini, Carla Lupi, Odoardo
Lupi, Gino Lusso, Franco Macchi,
Mauro Macchi, Dorotea Mack, Anna Maffei, Lidia Maggi, Roberto
Magri, Leonardo Magri, Renato
Maiocchi, Gustavo Malan, Lucio
Malan, Philippe Malidor, Kä Mana,
Domenico Manaresi, Luca Manfren, Enos Mannelli, Alfonso Manocchio, Gabriella Marangoni, Luigi Marchetti, Ruggero Marchetti,
Virginia Mariani, Davide Marini,
Massimo Marottoli, Claudio H.
Martelli, Milena Martinat, Vincenzo Marziale, Marta Marzioli, Eugenia Marzotti, Domenico Maselli,
Anna Masino, Giovanni Maslowsky, Danilo Massel, Dario Massel,
Marisa Mastrototaro, Raoul Matta,
Marie-France Maurin Coisson, Car
melina Maurizio, Elena Mazzarello,
Hugh Me Cullum, Sandra Medda
Olivetti, Francesca Mele, Renato
Mollano, Davide Melodia, Maria
Meloni, Alberto Menabene, Priyanka Mendis, Stefano Mercurio,
Annarita Merli, Giorgio Merlo, Saverio Merlo, Bertrand Meyer, Ettore Micol, Cesare Milaneschi, Elena
Milazzo Covini, Nicola Milone, Pasquale Mirco, Christoph Mohl,
Jean-Pierre Molina, Paola Montalbano, Roberto Montanari, Ines
Monticelli, Roberto Morbo, Dea
Moscarda Hofer, Danilo Mourglia,
Stephan Muhlich, Alba Murgia,
Gianni Musella, Anna Maria Musso
Bertalmio, Claudio Musto, Paolo
Naso, Luca M. Negro, Gianluca
Ng, Elena Nisbet, Roberto Nisbet,
Anna Nitti, Luisa Nitti, Eric
Noffke, Matthew Noffke, Thomas
Noffke, Renata Nussio, Nicola
Nuzzolese, Nnaba Nyoni, Daniele
Orsina, Carlo Ottino, Laura Oviglia, Alessandro Pagano, Clara Pagano, Nicola Pagano, Guido Pagella, Attilio Palmieri, Renata Pampuro Busani, Pietro Valdo Panasela,
Nicola Pantaleo, Maria Papapietro,
Antonio Parisi, Roger Parmentier,
Patriarca Parthenios, Elena Pascal,
Emmanuele Paschetto, Alessandra
Pascolo, Sergio Pasetto, Claudio
Pasquet, Franco Pasque!, Danilo
Passini, Manfredo Pavoni, Ferdinando Pelazzo, Salvatore Peri, Carmela Peri Avarello, Gian Paolo Perletti, Anna Petrosillo, Giorgio Peyronel, Jean-Jacques Peyronel, Bru
Riforma
Il settimanale
degli evangelici italiani
Ogni settimana abbiamo portato il mondo a casa
vostra per cercare, insieme, di cambiarlo.
Con il vostro sostegno e la vostra partecipazione
potremo continuare a ^rlo.
Abbonatevi o rinnovate subito il vostro abbonamento, utilizzando il c.c.p. n. 14548101 intestato
a: Edizioni Protestanti s.r.l. - via San Pio V, 15 bis
- 10125 Torino, oppure il bonifico bancario sul
Conto n. 10/15867 presso l’Istituto bancario San
Paolo di Torino, Agenzia 2, via Sant’Anseimo, 18,
10125 Torino (cod. ABI 01025 - C.A.B. 01002).
ABBONAMENT11996
ITALIA ESTERO
- ordinario £ 100.000 ■ ordinario £ 140.000
-ridotto £ 85.000 - via aerea £ 190.000
- sostenitore £ 200.000 - sostenitore £ 250.000
- semestrale £ 50.000 - semestrale £ 75.000
- cumulativo Riforma + Confronti £ Ì40.000 (solo Italia)
In esclusiva per gli abbonati sostenitori, una stampa tipografica del pittore evangelico Paolo Paschetto (1885-1963) «Credo In Dio Padre onnipotente...», da «Il credo apostolico». La
stampa è curata da un editore d’arte specializzato.
na Peyrot, Giorgio Peyrot, Roberta
Peyrot, Roberto Peyrot, Piero Pili,
Elia Piovano, Simona Piovano,
Gioachino Pistone, Giuseppe Platone, Gregorio Plescan, Erminio Podestà, Sara Poët, Paolo Poggioli,
Carlo Polliotti, Albino Pons, Giovanna Pons, Italo Pons, Silvano
Pons, Teofilo G. Pons, Ines Pontet,
Ilaria Quartino, Ninfa Raggi Quartino, Konrad Kaiser, Blasco Ramirez,
Irene Ramirez, Daniela Rapisarda,
Salvatore Rapisarda, Frank Rather,
Elena Ravazzini, Parale Réamonn,
Emanuele Rebuffini, Paola Revel
Ribet, Aldo Ribet, Andrea Ribet,
Anna Ribet, Liliana Ribet, Paolo
Ribet, Sergio Ribet, Cristina Ricca,
Marco Ricca, Paolo Ricca, Salvatore Ricciardi, Gian Paolo Ricco,
Klaus Rieth, Elio Rinaldi, Giancarlo Rinaldi, Eugenio Rivoir, Silvio
Rivoir, Claudio Rivoira, Lilia Rivoiro Pellegrini, Enzo Robutti, Ceco Rocchi Lanoir, Fulvio Rocco,
Fritjhoh Roch, Giorgio Rochat, Fe-.
dorico Roela, Marco Rolando, Pietro Romeo, Sergio Ronchi, Davide
Rosso, Bruno Rostagno, Giovanni
Rostagno, Sergio Rostagno, Silvia
Rostagno, Aldo Rostain, Elsa Rostan, Gianni Rostan, Marco Rostan,
Michele Rostan, Paola Rostan,
Piervaldo Rostan, Jacopo Ruggiero,
Gabriella Rustici, Aldo Rutigliano,
Silvia Rutigliano, Dario Saccomani, Rossella Saccomani, Domenico
Saggese, Nanni Salio, Paolo Sanfilippo, Eunice Santana, Jean-Louis
Sappé, Lisa Saracco, Attilio Scali,
Franco Scaramuccia, Anna Scarano
Peyrot, Marco Schaefers, Jolanda
Schenk, Edi Schmidt, Ludwig Schneider, Valeria Schrader, Lydia
Schropp, Marit Schweiker, Gianna
Sciclone, Loretta Secchi Blaszczyk,
Maria Secci Arcidiacono, Elisabetta
Senesi, Maurizio Sens, Erica Sfredda, Florestana Sfredda Piccoli, Michele Sgorbiai, Papa Shenouda lii,
Kriemhild Sieweck, Giovanni Silenzi Jalla, Pavel Smetana, Thomas
Soggin, Saro Solarino, Mario Soligo, Johanna Son, Alfredo Sonelli,
Andrea Sossi, Alessandro Spanu,
Paolo Spanu, Sergio Spanu, Augusto Spuri, Ermanno Spuri, Luigi
Spuri, Eugenio Stretti, Christoph
Stiickelberger, Alberto Taccia,
Marcella Tagliasacchi, Franco Taglierò, Mariella Taglierò, Maria Tamietti, Sergio Tattoli, Giancarlo Tenaglia, Roberto Terzano, Gerd
Theissen, Paolo Todaro, Aaron Tolen, Domenico Tomasetto, Erika
Tomassone, Letizia Tomassone,
Ugo Tomassone, Tea Tonarelli,
Francesco Toppi, Teodora Tosarti,
Federica Tourn, Giorgio Tourn,
Giuseppe Traettino, Francesco Traversi, Enrico Trobia, Anita Tron,
Bruno Tron, Claudio Tron, Lucilla
Tron, Silvana Tron, Alessandra
Trotta, Pietro Trotta, Giacomo
Tumbarello, Vittorio Tummino,
Renzo Turinerto, N. Sergio Turtulici, Hedi Vaccaro, Stefano Valenti,
Vera Velluto, Danilo Venturi, Myriam Venturi Marcheselli, Stefano
Vergati, Roberto Vicino, Elena Vigliano, Liliana Viglielmo, Huguette
Vigne-Ribet, Maria Cristina Vilardo, Tullio Vinay, Valdo Vinay, Maria Vingiani, Horence Vinti, Primo
Violo, Antonella Visintin, Raffaele
Volpe, Anna Volpi, Françoise Vuffray, Joachim Wanke, Berend Wellmann, Jean-Paul Willaime, Vivian
Wiwoloku, Gianna Zanatta, Piero
Antonio Zaniboni, Mariella Zoppi
Spini.