1
kiguardate alla roed onde foste tagliati
(Isaia L'i : 1)
See>€€ianaam«Bl«B €lc»Ul^^Chi«s«B VabIcI«
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Italia e impero
Estero
àBBONAMBNTI
. . . Anno L. 20 - Semestre L. 10
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Nulla sla più forte della vostra, fede 1
* , - CQianavello)
jf ■ .
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Olraltora : Prel. aiNO COSTABBL
AMMINISTRAZIONI!: Via Carlo AltojEto,; 1 Ws - Tosai Piluct
REDAZIONE: Via Arnaud. 2r*- Tossi PSIWCK .
Ogni cambiamento d'indirizzo costa una lira
Cent. 40 la copia
SERVI INUTILI
Luca 17. 7-30. ,
La ricchezza deH’Evangelo è straordinaria. Dopo rimimagine delFecocaomo
infedele, del fedele servitore e di quello infedele, esso ci richiarua ancora,
con qqesta terza parabola, airumiltà.
Il Salvatore che conosce il cuore umano
ha previsto tutte le lacune della nostra
vita interiore.
La scena ed i costumi dai quali Gesù
trae una lezione spirituale, risalgono
ad un’epoca in cui il servo doveva tutto
il SUO tempo al suo signore. Probabilmente si trattava di uno schiavo. Per
lui quindi nessun limite alla sua giornata di lavoro: dalla prima alFultima
ora del giorno egli è agli ordini del signore e senza dùbbio questi sapeva,
generalmente, non abusare dei suoi diritti: non esigeva, tutte le sere, una
lunga veglia, ma poteva esigerla.
Nella civiltà contemporanea il termine di confronto più perspìcuo ci è
offerto dal servizio militare. Anche qui
Tuomo non può dichiarare, ad una determinata ora: « La mia giornata è iìInfatti sempre gli dneombe .la
possibilità di un’esercitazione imprevista; al momento stesso del congedo un
allarme può sorgere e bisogna ripartire.
Ed è in un’analoga prospettiva d’indefinito, d’illimitato che il Cristo ci invita a considerare il nostro dovere in
rapporto a Dio. Tutto ci ha Egli dato:
vita, forza, salute, intelligenza, fede; e
tutto noi gli dobbiamo.
Quando si celebra la Comunione non
è forse, secondo una preghiera liturgica, l’impegno di consacrare interamente
il nostro corpo e ni nostro spirito al Suo
servizio, che noi prendiamo? E questo
non è forse la logica conclusione della
nostra conoscenza di Dio e dell’Uomo?
Se il Creatore, dopo averci dato la vita
ci offre ancora il perdono dei nostri
peccati e la vita eterna nella morte del
suo Figliuolo, non gli appartiene forse
tutto quello che noi siamo: spirito, anima e corpo?
Il cristiano deve dunque essere pronto a rispondere a tutte le esigenze del
suo Dio, in letizia dì cuore.
Orbene, ed è questa senza dubbio la
ragione per cui Gesù ha imaginato questa similitùdine, noi non solo abbiamo
1 abitudine di limitare il nostro compi-.
to, ma, dopo aver compiuto ciò che ci
siamo proposti di fare, ci stimiamo degni di ringraziamento. Noi diciamo: « Io
andrò fin li ed è già molto. Sono un marito fedele, im buon padre, di tanto in
tanto vado in Chiesa, lavoro, non sono
del tutto inutile alla vita sociale del
mio paese... Dio non può pretendere altro ». E’ sottinteso che questo limite
morale Varia da individuo a individuo,
particolarmente secondo l’educazione.
La causa deU’knpoverimento morale e
j religioso della cristianità non è appunto
da ricercarsi in questa determinazione
di un m,assimo? La nostra vita interiore
è etì^.quée, anche quando noi ne andiamo superbi. Questo stesso capitolo 17
di Luca ci dà appunto un esempio:
quello del perdono. Se il tuo fratello
pecca, riprendilo; e se si pente perdona
gli. E se ha peccato contro te sette volte al giorno, e sette volte toma a te e ti
dice: Mi pento, tu perdonagli (Luca 17:
3-4), Si rinnova forse di frequente il
compimento di questo dovere cristiano?
Perdonare una volta sembra già uno
sforzo grande .e meritorio. In caso di recidiva, la nostra pazienza è agli sgoccioli: noi abbiamo II sentimento d’aver
già compiuto tutto il nostro dovere. Fino a sette volte? Pietro stesso trovava
questa esigenza smisurata eppure Gesù,
per mostrargli l’assenza di qualsiasi limite neU’oridine divino, aggiunge in
un’altra conversazione (Matteo 18: 22):
10 non ti dico fino a sette volte, ma fino
a settanta volte sette, affermando così
che la vera misericordia non conosce limiti.
Il cristiano è dunque, ad ogni istante,
11 servitore del suo Dio. E certamente
Dio non gli dirà, ogni sera: Preparami
da cena, e cingiti e servimi. Spesso Egli
si contenta del dovere abituale, della
fatica quotidiana; ma talvolta vi aggiunge una esigenza inattesa: Se voi amcte quelli che vi amano che premio ne
avete?... E se fate accoglienza soltanto
ai vostri fratelli, che fate di singolare?
(Matteo 5: 46-47).
Lungi dal provarne meravìglia, un
vero discepolo desidera fare, per il Si
: '“gnore, più del servizio quotidiano; è lieI ! jto di essere utilizzato: la sua più grande
amarezza'è di essere senza lavoro, inui i- tile,
ixi Gesù non pone questo aggettivo nella
I ' bocca del Maestro come iHi rimprovero,
4 espressione del suo rincrescimento. Nel■ le classi della scuola materna, uno de! ' gli istanti più belli è quello in cui Tin
i. segnante chiede un piccolo servizio:
, ''tuttì, ì bambini alzano la mano per ofI \ frirsi. Essi sarebbero così lieti di fare
I qualcosa per lei. Ora, abbiamo noi, pc-r
j , parte nostra, questo desiderio infantij jjle, questa gioia ingenua di renderci u
j, tile? Una nostalgia di" sacrifizio, di e
ìroismo sono ancora capaci di elevarci
I ; per qualich’istante? O forse non rassomi“
gliamo piuttosto a quei ragazzoni che,
r allorquando la loro madre richiede un
qualche aiuto, fanno a scaricabanle:
Oggi non tocca a me. Io l’ho già fatto
ieri; chiedi ad un altro.
= ' Guai a colui che stima di aver già
fatto tu.to il suo dovere. Beato Invece
colui del quale il cuore è sempre aperto, che ha le. braccia sempre avide di
! lavoro per il suo Signore, e si angoscia
. quando non ha fàtto che lo stretto necessario e grida: Noi s amo dei servitovi inutili, non abbiam fatto quello che
dovevamo fare.
\ J. H. Rillìet.
(Tradotto da «La Vie Pro.estante).
Spunti di cronaca...
UN FILM SULLA VITA DI CRISTO
A quanto afferma la stampa interessata si sta progettando un nuovo film
sulla vita di Cristo.
E, secondo quanto si preannuncia, si
ha ferma volontà di far qualcosa di serio. Editrice sarà la Lux-film, ideatore
Silvio d’Amico, consulente e collaboratore 1 Abate Ricciotti del quale fu assai lodata per conoscenza delFambiente la Vita di Cristo,
^ E sulle intenzioni sue Silvio d’Amico
ha già fatto conoscere parecchie cose:
suo desiderio è che si faccia qualcosa di
veramente serio. Gli interpreti non saranno attori, ma semplicemente, uomini,
persone prese dal loro m,estìere di pescatori, di agricoltori, veramente vecchi ì vecchi e giovani i giovani, le pie
donne scelte veramente fra donne pie
colle quali quindi si può chieder di dare
sul fiV>. l’imagine della pietà vera. Insomma qualche cosa come ad Oberammergau dove, nelle rappresentazioni
decennali della Passione di Cristo, gli
attori sono uomini che, non solo nella
rappresentazione, ma in tutta la vita
di anni .interi si sforzano di impersonificare il personaggio che poi devono far
vivere sulle scene e ciò perchè nulla di
truccato e di falso venga a corrompere
l’intenzione di coloro che vogliono ricordare il mistero della passione di Gesù. Per quanto riguarda l’ambiente si
cercherà non quello ohe può figurar
bene, ma quanto realmente corrisponde
■al momento storico ed aU’ambiente palestinese. E qui soprattutto sarà utile la
consulenza dell’abate Ricciotti che co
nosce bene il panorama palestinese e
l’ambiente storico della vita di Gesù. E
per l’intonazione generale del lavoro si
cercherà di fare una vita di Cristo attuale, spiritualmente attuale.
Le intenzioni dunque sono buone e.
certo molti andranno a veder quel film
per paragonarlo agli altri consìmili già
usciti: il Christus. il Re dei Re. il Golgotha. Io mi domando se sarà possibile,
fare qualche cosa di molto superiore al
Re dei Re per esempio, di cui tanto si
parlò alcuni anni fa. Anche per quel
film si era cercato di fare qualche cosa
di serio: ricordo che allora si disse .che
il regista aveva imposto agli attori
scritturati di impegnarsi a vivere una
vita veramente morale, di non prender
parte per un certo numero di mesi antecedenti a quelli in cui sì sarebbe girato il film, a nessun altro lavoro, e ricordo anche che ad ogni contratto era Stato dato un Nuovo Testamento all’attore
esortandolo a legger attentamente quel
libro per comprendere meglio la parte '
da impersonificare. E cosi ne era uscito
un film ohe era stato ammirato, di cui
molto si era parlato soprattutto ih bene. Forse coi progressi della tecnica cinematografica, per la competenza in
materia di storia sacra deH’abate Riociotti, per la capacità deT’ideatore, anche il nuovo film potrà essere considerato fra i grandi film. E ciò anche se ci
sembra un po’ pericoloso il criterio di
applicare anche in questo campo il concetto di scegliere la maggioranza degli
attori fra le parsone estranee all’arte
del cinematografo. Scegliere soldati per
rappresentane scene di vita militare,
marinai per rappresentare scene di vita '
marinara ha dato in questi ultimi tempi ottimi risultati, ma soldati e marinai
sono in questo caso chiamati unicamente a vivere nella maggior spontaneità
possibile la loro vita normale. Non vedo invece come sia facile per i pescatori
delle nostre spiagge od anche dei nostri laghi essere altrettanto naturali nel
vivere non la loro vita quotidiana, ma
la vita di altri ipéscatori vissuti in ambienti totalmente diversi ed a'^due mila
anni di distanza. E neppure ve^o chiaramente come delle donne veramente
pie possano, senza che la loro pietà divenga falsata, assumere la personalità
di altre donne pie vissute in condizioni
diverse e questo tanto più quando per
la prima volta l’dbiettivo cinematografico si posa su di loro! Ma questi sono ,
..............- - : . ' -ì*' .*:?®
particolari tecnici e forse cadranno
mentre si faranno i primi esperimenti.
Artisticamente parlando, ed anche come ricostruzione storica è probabile che
si cerchi quello che si chiama ordinariamente un «capolavoro». .
.Bicordo un particolare che mi'.avevc-»..,
colpito e soddisfatto nel film Ben Hur;
ad un certo momento, mentre Ben Hui portato prigioniero cammina verso la
costa egli, tormentato dalla sete e pas^
sando per im villaggio, della Galilea, si
incontra con Gesù allora ancora fanciullo che, mosso a compassione, gli si
avvicina e gli dona da bere. Mi aveva
colpito che il regista non avesse voluto
che comparisse nel film una figura rappresentante Gesù e che sulla scena solo
una mano si tendeva verso l’assetato
dandogli da bere. Questo ch’io chiamerei quasi pudore religioso che aveva
spinto il regista a non includere nel
film la figura di Cristo mi era piaciuto.
Per me Gesù non può essere rappresentato sullo schermo. E ciò neooure
in una rievocazione che abbia intenti
scientifici e finalità che si potrebbero
quasi dire religiose! Non vi è nessunosulla terra che possa essere attore capace di impersonificare la figura di Gesù. De\ e lavorare troppo la fantasia dei
regista, vi è troppa imperfezione' anche
nei migliori degTf uomiìii perchè un attore possa illudersi di dare agli 'spettatori anche lontanamente la misura della persona che si vuole rappresentare.
Anche colle migliori intenzioni si finisce pur sempre per dare non una imagine ma una parodia della figura di Gesù. Quando la mèta è troppa vi è il pericolo di diventare ridicoli nel tentativodi raggiungerla, come ridicolo sarebbe
colui che prètehdesse colla freccia del
suo arco raggiungere il sola.
Per questo non unisco la mia voce al
coro di coloro che si rallegrano per il
lavoro che si sta per mettere in cantiere. Lo farei ad una sola condizione: che
cioè si ripeta Tespediente del regista di
Ben Hur che riuscì a condurre a termine la sua scena senza però ohe sullo
schermo apparisse mai la presunta figura di Gesù. Ma nel nostro caso mi
pare assai difficile che sia possibile di
avère un fi’m di argomento storico in
cui il protagonista non appaia affatto...
A. Ribet.
2
vi.*
a®
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
i
Lfl FflQINfl DELLA QIOVENTQ VALDESE
egli
L’Eterno cammina
stesso davanti a te.
Deuteronomio 31: 8.
Al principio di ogni anno v’è la consuétudine di scambiarsi tra sparenti, amici, conoscenti, degli auguiri di vita felice e benedetta. Per voi tutti, cari giovani Valdesi, noi formlliamo i più fraterni auguri, ripetendovi le parole rivolte da Mosè a colui che l’Eterno aveva scelto come capo d’Israele al termine
dei 40 anni trascoirsi nel deserto: Sii
forte... l’Eterno cammina Egli stesso davanti a te; Egli sarà con te; nori ti lascerà e non ti abbandonerà; non teme'-e
e non ti perdere d’animo.
L’Eterno stesso cammini dinnanzi a
voi.
Il nostro avvenire è interamente nelle mani di Dio nostro Padre il quale
ieri, come oggi e domani, ci ha dato e ci
darà prove luminose del Suo amore e
della Sua misericordia. Qualunque cosa accada. Egli sarà con noi, anzi, davanti noi, per appianarci la via. Qualunque difficoltà si presenti, Egli per
amor nostro, agirà nel miglior modo
per il nostro vero bene, sia allontanando quelle difficoltà, sia dandoci la forza per superarle.
« L Eterno non ti lascerà e non ti abbandonerà » : sarà vicino a noi sempre,
neUe or^ serene come in quelle tempestose, per ascoltare i nostri rendimenti di
grazie, e le nostre umili e sincere richieste di perdono, di pace, di fede più
profonda, di forza.
«Sii forte », di quella forza che viene da Alto in risposta alla preghiera
« Non temere... l’Eterno cammina Egli
stesso davanti a te ! »
Questa volta la nostra Pagina ha un
aspetto un po’ diverso dal solito. Noi
siamo lieti di poter avere ogni mese
due parole di conve->-saz:one coi nostri
amici li onisti militari; ma siamo certi
che tutti quanti i giovani delle Valli saranno lieti nel ricevere oggi la risposta,
e cioè dei messaggi che due mddari
Valldesi ci hanno fatto pervenire. Questa Pagina della Gioventù contiene lettere di due nostri amici i quali ci parlano delle espet* enze veramente benedette che Dio ha permesso loro di fare in
condizioni di vita non sempre facili,
lungi dalla loro Patria e dalla loro famiglia, in zona di operazioni belhehe.
Siamo certi che i membri delie nostre
Unioni saranno grati a questi loro due
amici lontani; e sapram.no accogliere le
loro fraterne esortazioni, ed apprezzare
la di'ó.na forza che li anima e li sorregge entrambi: la fede in Colui che « è
presso a tutti quelli che Lo invocano in
verità » (Salmo 145: 18).
Il primo scritto ci è giunto da un artigliere che appartiene, come tanti nostri amici alla Divié one Alpina Taurinense . P. M. 200.
üre errori
Cari fratelli e sorelle in fede.
Meditando un piccolo libro che mi fu
regalato un giorno da una signora, e
che è intitolato « Pane quotidiano per
l’anima », i miei occhi si fermarono come attratti da qualcosa di speciale che
li colpiva alla lettura del versetto: « Venite, torniamo all’Etemo, perchè Egli
ha lacerato, ma ci risanerà; ha percosso, ma ci ridarà la vita ». (Osea 6: 1).
Molti tra di voi diranno che esso non
ha nulla di speciale, ma che è come tutti gli altri versetti. Anch’io ho pensato
cosi a tutta prima, ma dopo, riflettendo, sentii qualcosa di più.
Soprattutto mi 'colpirono le prime
parole; « Venite, torniamo all’Eterno... ». Esse mi hanno fatto pensare subito ad un nostro comune grande errore: di fronte a parole come queste noi,
anche se non lo diciamo, pensiamo: «Ma
io non mi son mai allontanato da Dio;
sono sempre andato in chiesa, ho sempre frequentato l’unione giovanile, e
quindi sono a posto ». Questo è un errore. Nel libro dei Proverbi sta scritto:
« Non ti stimare savio da te stesso, ma
temi l’Eterno e ritirati dal male ». Non
è vero che noi non ci siamo mai allontanati dall’Eterno: se, ad esempio, in
questi momenti in cui il mondo intero
è oppresso da un affanno continuo, da
gravi preoccupazioni per il domani,
sentiamo in noi un turbine che non permette più ai nostri cuori un attimo di
pace e di serenità, è perchè la nostra fede è troppo debole. E perchè la nostra
fede è debole? Perchè ci siamo allontanati dall’Eterno. Anche se andiamo in
Chiesa o lall’Unione, anche se espletiamo ogni pratica religiosa, il vivere turbati e angosciati, spesso senza fiducia
in queste ore tristi è dimostoazione che
siamo lontani da Dio.
Anche se alcuni di noi sono convinti
di questo, e riconoscono perciò il loro
errore consìstente nel ritenere di non
essersi mai allontanati daH’Etemo, pure cercano sovente di scusare in qualche modo questo allontanamento, e con
orgoglio pensano; « Perchè Dio non ci
chiama a Sè, ma ci lascia errare così
lontani da Lui?» E così cade in un secondo grave errore.
Riflettiamo su questo falso ed ipocrita pensiero che troviamo in noi pur
di scusarci, e nascondere il nostro peccato anche a noi stessi. Pensiamo che
1 Iddio Onnipotente vede e sa ogni cosa, e che quando noi sentiamo di esserci allontanati da Dio, non innalziamo
dal nostro cuore all’Eterno una preghiera come questa: «Signore, spezza
in noi.l’oiigoglio che tante volte ci allontana da Te e ci separa dai nostri fratelli,
e dacci quel senso di profonda umiltà
che rifulse nella vita e nelle parole di
Gesù. E concedici di poterci vedere
quali noi siamo, e di comprendere tutto
quello che ci manca..' »
Questo solo dovremmo fare, abbandonandoci con fiducia nelle Sue braccia, certo che Egli vorrà darci pace.
d*
Ed ecco ora un fatto che succede a
me, come succede a tanti altri forse è
successo a tutti noi. Quando ci troviamo
di fronte a tante avversità, il nostro morale si abbatte e tutto vediamo triste e
nero intorno a noi; e sentiamo al’ora un
gran bisogno di aiuto e di conforto. Dove lo cerchiamo? O per iscritto o a parole ci rivolgiamo alla Mamma, al Babbo, oppure ad amici, raccontiamo loro
ciò che ci opprime; e in tal modo ci pare
di sentirci più tranquilli. Questo è un
terzo errore che commettiamo, cari fratelli delle mie Valli! Quale prova di
‘id» CÌB4B)nn«al«»
1611 - Il Sinodo dei pastori delle Valli, rinito a San Germano CHisone, analogamente a quanto è stato fatto da altre Chiese riformate, bandisce per il
giorno 20 gennaio una giornata di preghiera e digiuno per le popolazioni Vaidesi, conS{derando3(i questo provvedimento opportuno per scongiurare qualche sventura. La stessa mattina del 15
gennaio uno spaventoso terremoto scuote valli, arrecando numerosi danni.
r. b.
poca fede diamo noi in quell’atto, che
pure è tanto naturale e comune. Aiuto
prezioso e consiglip li possiamo attingere, senza dubbio, anche in chi ci ama
quaggiù, ma perchè non ci rivolgiamo
anzitutto, subito a Dio, nositro Padre
Celeste che ci ama meglio di qualunque
altro essere, che diede il Suo Figliolo in
sacrificio per noi, e con fede, in preghiera, attendiamo il Suo aiuto? Anche
ciò non facciamo perchè siamo lontani,
molto lontani daU’Eterno .
Ma Egli non è lontano da noi; Egli
veglia su di noi come fa una Mamma
quando sorregge colle sue braccia amorose il figlioletto che fa i po-imi passi,
pronta ad evitargli ogni caduta. Ed è
appxmto nei momenti di vita più travagliati che noi dobbiamo vedere le braccia del Padre nostro Celeste che sono
tese verso di noi pronte a sorreggerci.
Ricordiamo dunque per il nostro risveglio spirituale queste parole di esortazione « Venite, torniamo aH’Eterno..»
Oh fratelli, quanto sarà grande la nostra gioia e la nostra consolazione il
giorno, in cui il risveglio della nostra fede di giovani Valdesi ci permetterà di
camminare diritto verso le braccia delTEterno che ci guideranno per sempre.
Allora le nostre labbra potranno dire
col Salmista (Salmo 116): « Io amo l’Eterno perchè Egli ha udito la mia voce
e le mie supplicazioni. Perchè Egli ha
inclinato verso di me il Suo orecchio, io
Lo invocherò per tutto il corso dei
miei giorni».
Sì, solo allora noi ci sentiremo vicini a Lui e sentiremo sfumare Tatmosfera pesante che abbatte tanto spesso
oggi l’anima nostra.
Non saremo più come pecore smarrite, ma faremo veramente parte del
gregge di Gesù nostro Salvatore, e potremo pregare così con la gioia di chi
già possiede resaudimento: « Signore,
sempre vogliamo seguire Gesù come le
pecorelle seguono il loro pastore, e tutti
i giorni vcgliam.o udire la Sua voce dolcissima che ci chiama; e vogliamo invocare il Buon Pastore quando il nemico
ci minaccia, e vogliamo riposare sul
Suo petto quando siamo feriti dalle spine della vita. Oh Padre, concedici di
appartenere sempre, in terra e in cielo,
al gregge di Gsù» ».
Ricordo in questo momento un episodio di storia valdese: quando la pianura
di S. Giovanni stava un giorno per essesere invasa dalle truppe ducali in crociata contro i nostri padri, le famiglie
Valdesi costì residenti dovettero rifugiarsi nei paeselli deU’alta Valle d’Angrogna. Ognuno prendeva con sè ciò
che poteva delle proprie masserizie per
trasportare nel rifugio. Però in questa
processione si poteva notare, uomini,
donne, bambini che, se pure addolorati,
no(n erano sovèrchiamente angosciati,
nè tanto meno disperati, malgrado le
numerose fughe e la perdita di tante
cose care. No, essi non si sentivano soli, abbattuti: la loro fede faceva loro
sentire l’Eterno vicino, ed essi in quelle emigrazioni, pur consapevoli della
miseria e delle difficoltà che li aspettavano lassù in alta montagna, fra i rigori deirinverno, non dimenticavano d’innalzare preghiere e canti a Dio, pieni
di fiducia e di serenità.
A molti di noi mancano oggi quella
sicura fede e quella fiducia serena dei
nostri Padri Valdesi: ci siamo allontanati dalTEterno !
Torniamo dunque aU’Etemo, e con la
vera fede che rifulse un giorno nella
vita, nella testimonianza degli antenati, potremo aspettare fiduciosi il domani, pensando alle parole della S. Scrittura che ci sono state d’ispirazione in
queste righe: «...Egli ha lacerato, ma
risanerà; ha percosso, ma ci darà la
vita». '■
Zona di operazione, 15 dicembre 1942.
Il nostro amico ha ragione: i momenti sono seri, ed esigono nel giovane cristiano, adesso più che mai, l’assenza di
frivolità che conitrasta con la solennità
dell’ora presente. D’altra parte... « basta a ciascun giorno il suo affanno»
(S. Matteo 6: 34): come Da lampada ha
bisogno delle tenebre per manifestare
tutto il suo chiarore, così è specialmente nelle avversità dei tempi agitati che
dobbiamo far valere la nostra fede, e
non permettere che venga meno la nostra fiduc a in Colui che non dimentica « gli ucceCli del cielo, i gigli dèi campi », e che non dimenticherà neppure
i Suoi figlioli. « Egli non permetterà che
il tuo pie’ vacilli» (Salmi 121: 3).
Ed ora, come secondo messaggio, uno
scritto del sig. Elia Varvetli, dal fronte
russo. Riproduciamo qui alcuni passi
tratti da una sua lunga lettera. A questo fratello che molti giovani delle Valli ricorderanno senza dubbio quale immancabile e gioviale figura dei nostri
campi congresso, vada un cordiale saluto e un « arrivederci presto », a Dio
piacendo ».
« I cieli e la terra passeranno, ma non
le mie parole », dice Gesù. In tutto questo periodo di tempo passato in Russia
ho avuto m.odo di sperimentare nel vero senso della parla questo prezioso
versetto; e Dio, ancora una volta, mi ha
manifestato tutta la Sua grazia e la
Sua misericordia. Sono ormai giunto al
profetico «Ebenezer» (1) del mio lungo pellegrinaggio russo; ed il Signore
voglia concedermi la gioia di rivedere
presto tutti coloro che mi stanno a cuore. Rivedere la vita dopo la morte; la
consolazione dopo aver provato ed attraversato in mille modi il pericolo e
la bufferà di queleta grande tragedia
umana. Dopo 16 mesi l’ora del ritorno
in Patria è scoccata; tutti attendono
con ansia quest’ora solenne... Ritornare
alla mia famiglia, alla famiglia nel Signore, rappresenta per me im miracolo
da parte di Dio. Egli, nella Sua misericordia, ha voluto salvare questo « tizzone scampato dal fuoco» per continuare a lodare il Suo nome » (Salmo 18).
Ho avuto il piacere di visitare ultimamente la Chiesa evangelica di M. e
frequentare i culti di quella zelante comunità. Ho avuto modo di parlare a
quei cari fratelli dell’Italia nostra e del1 Opera ViaiMese. Hq vissuto cosj un
breve periodo di tempo nella famiglia
del Signore e ho sentito quella comunione .spirituale, come un tempo nei nostri convegni. A causa dei continui spostamenti ci siamo avvicinati al fronte,
dove ho visto i nostri cari Alpini.
Ho potuto raccogliere delle buone noti
zie.
Malgrado ogni cosía le Chiese dell’Ucraina si sono organizzate ed ora hanno i loro culti regolari 4 volte la settimana. La Parola di Dio è predicata e
rimessa in luce dopo le tenebre. Queste
Chiese miancano per il momento di
stampati, Bibbie e cantici. Pur nondimeno il primo periodico mensile intitolato
« Golgota » è uscito pochi mesi fa dopo
lo sforzo finanziario di alcime Chiese
Battiste. Gli Ucraini non badano a spese, come i nostri antichi Valdesi dopo,
la persecuzione. Quante cose da impa
(1) Significa « Pietra di soccorso. Monumento commem.orativo collocato
presso Mitspa dopo una vittoria d’Israele sui Filistei. Samuele dinanzi a quella
pietra esclamò: Fin qui, l’Etemo ci ha
soccorso (1 Sam. 7: 12). Red.
3
L’ECO DELLE VALU VALDESI
rare da questi semplici fratelli ! Quanta fede, quanti sforzi per ricuparare il
tempo perduto i
Il nostri) compito è quello di pregare
il Signoresche salvsiguardi la Sua Chiesa, e che fortifichi gli animi per ogni
cimento e sacrificio. La vita non conta;
quel che conta è la f:de nella salvezza
eterna... »
La gioventù evangelica del 4° Gruppo «Italia Meridionale» si è riunita in
convegno a Bari il 1° novembre. Malgrado le difficoltà delle forti distanze
(difficoltà che non esiste alle Valli !),
più di cento unionisti sono presenti. Il
culto d’apertura è presieduto dal pastore battista sig. MoPica. Indi vengono
presentati studi dai due pastori sigg.
G. Bouchard e Nesterini. Il primo oratore svolge l’argomento: « L’idea crisiana della giovinezza». Egli mette in
rilievo che ciò che conta maggiormente
dal punto di vista cristiano non è il solo vigore fisico (ciò che invece era considerato dal paganesimo come primo e
forse unico indice di giovinezza), bensì una fede giovanilmente vigorosa per
« afferrare il dono della vita eterna »:
fede potente in Dio. « L’Eterno ti fa
ringiovanire cc«ne l’aquila... » (Salmo
103: 5). Parla in seguito il pastore Nesterini esponendo il suo studio su « La
fonte della giovinezza eterna e come
può essere dischiusa ». Dio solo è la fonte della giovinezza eterna, e Cristo è
l’unico mezzo dato agli uomini per raggiungere quella mèta.
Il pastore di Bari, sig. Miscia, legge
poi alcuni messaggi di fratelli che non
hanno potuto partecipare al convegno.
Ed infine il capodistretto, pastore A.
Deodato, presiede il culto di chiusura
del Convegno, e propone alla'meditazione dei presenti le parole di Gesù:
« Cercate prima il regno di Dio e là sita
giustizia» (S. Matteo 6: 33).
Dopo la celebrazione del Sacramento
della S. Cena, i convenuti si separano
lieti di aver potuto trascorrere insieme
qualche ora serena e di aver potuto gustare la presenza del Signore.
Per mancanza di spazio dobbiamo rimandare a più tardi il preannunziato
articolo su « I nostri canti ».
Corrispondenze ed articoli per la.
Pagina della Gioventù dell’Eco delie
Vaili, devono essere inviati al pastore
Paolo Marauda - Pramollo (S. Germano Chisone).
Notiziario Ecumenico
tl
it
Una interessante polemica, se così
Passiamo chiamarla, si è recentemente
svolta in alcuni stati deH’America del
Sud, particolarmente significativa per
gli aspetti che ha assunto in alcuni ambienti, nel Cile ad esempio, a quanto
riferisce il S. E. P. I. Essa si può, in
un certo qual modo, considerare come
conclusa nel nobile messaggio che la
poetessa cattolica cilena, Gabriela Mistral, personalità di prim’ordine nel
mondo delle lettere non solo, ma anche
in quello sociale sud-americano, ha inviato alla Conferenza protestante per
l’azione cristiana: « Io vi chiedo, rispettosamente ma ardentemente, di tentare
di stabilire più strette relazioni tra cattolicesimo e protestantesimo, col fine
di intraprendere un’opera comune. Noi
lavoriamo, protestanti e cattolici, intorno alla colonna vertebrale del cristianesimo: cerchiamo con più fervore
i punti che ci uniscono che quelli che
ci dividano. Pensiamo alla grande minaccia che rappresentano per il cristianesimo le tendenze matèrialiste ».
L’ecumenismo cioè, troppo spesso
considerato come un pio desiderio, per
il quale è be'lo pregare, ma opportuno
non fare nulla, sembra, sia pur faticósamente, presentarsi come una realtà
tragica,, che si deve affrontare. E’ un
cammino lungo e faticoso (si pensi alla
frammentarietà delle Chiese protestanti, ed alla presa di posizione negativamente ufficiale della Chiesa cattolica);
ma è un cammino che dobbiamo percorrere, senza falsi sentimentalismi, in
una rinnovàta coscienza delle verità
fondamentali della rivelazione evangelica, ai fini di un’azione pratica.
Su questo stesso piano sono da segnalarsi i risultati della settimana di preghiera indetto dal Comitato Universale
delle A. C. D. G. La gioventù cristiana
è stata invitata a pregare, a consacrarsi, e questa preghiera e questa consacrazione si sono risolte ovunque in una
opera cristiana di attività sociale.
Sempre su questo piano il S. p. p. annunzia che l’Ufficio Centrale Ecumenico delle Chiese ha potuto manifestare
in modo pratico la sua simpatia, cioè
la sua solidarietà, con, le Chiese Evangeliche delle principali città Greche.
Il
In occasione delle celebrazioni natalizie il Consiglio Ecumenico delle Chiese ha rivolto ai Cristiani tutti un messaggio di cui diamo i passi essenziali:
Cari fratelli:
..Il messaggio che noi vi rivolgiamo
è quello della profezia così grande e
ricca del libro di Zaccaria 9: 9-12.
Natale evoca la gioia - una gioia che
sussiste nelle guerre e nelle persecuzioni - perchè il Re viene verso il suo
popolo. E’ venuto all’epoca deirimpero
romano. Viene in questa epoca nostra,
tra i conflitti giganteschi delle nazioni.
Egli verrà alla fine dei tempi.
E che significa questa venuta se non
la liberazione dalla potenza del peccato e della morte? Essa significa che
l’ingiustizia non regnerà sempre e che
l’ordine di Dio trionferà del disordine
umano. Il nostro Re non viene come un
guerriero vittorioso, ma sotto la forma
di un bambino in una mangiatoia, in
una umiltà che in Dio, ed in Dio solo,
si fonda. Egli rompe così il circolo vizioso della violenza e proclama la pace,
una pace che non è soltanto la cessazione delle ostilità, ma una pace che inaugura il regno della giustizia. Ed è
l’insigne privilegio dei sudditi del Re,
cioè della Chiesa di proclamare questa
pace...
Questo messaggio è rivolto a tutti gli
uomini che vorranno ascoltarlo, poiché
la sovranità del Cristo si estende fino
« alle estremità della terra ». Ma Natale porta un messaggio speciale a tutti
quelli che soffrono, a tutti quelli che
. si sentono come in una « cisterna senza
acqua ».
Natale dice loro di volgere gli sguardi verso il « luogo forte », di appoggiarsi sull’unico fondamento posto una
volta per tutte, di contemplare il bambino nella mangiatoia: Colui che trasforma i prigionieri della disperazione
in prigionieri di speranza; Colui che
li consola dando loro queRa libertà che
nessuna potenza del mondo può togliere loro, poiché Egli ha vinto il
mondo.
E questo ci permette di dirci oggi,
gli uni agli altri..: Rallegrati, Chiesa
di Cristo,... perchè il tuo Re viene.
Piccola Posta
In riferimento a quanto abbiamo nel
nostro precedente nuftiero pubblicato,
il pastore Paolo Bosio ci ha inviato una
precisazione che pubblicheremo a suo
teimpo.
Storia Antica
Si comunica agli interessati ohe le
due edizioni del calendario Valli Nostre
sono esaurite.
Narra un antico filosofo: OgfTVi coppa
ha due anse, una bianca ed uria neray
ed il padrone di casa p>resenta V una o
L’altra all’ospite, secondo il sentimiento
ch’egli prova a suo riguardo. Cosi ogni
circostanza può essere interpretata in
due modi diversi, secondo la disposizione di chi la riferisce. Ogni racconto può
essere colorato in modo da gettare una
luce favorevole o sfavorevole, in modo
da fare, anche involontariamente della
maldicenza, delia vera e propria calunnia. E molte persone trovano più comodo di attribuire ai fatti che riferiscono
una loro propria causa immaginaria che
ha le sue radici solo nella fantasia di
chi gode nel veder tutto nero, tutto
falso, piuttostochè ricercarla nelle radici profonde, nelle cause remote che
rhanno provocata.
Ma per rimanere sempre nella storia
antica, lo stesso sullodato filosofo illustra la sua sentenza come segue:
Un giorno, vicino ad Atene un carrettiere si fermò e tagliò un po’ d’erba per darla al suo cavallo affamato.
Un fatto, come vedete, semplicissimo.
Ed ecco l’ansa nera.
Un tale che aveva visto la cosa se ne
ritornò a casa e narrò dii suoi vicini: Veramente, oggi, non c’è più onestà. Pensate che vidnx) ad Atene ho Disto Antrippone, il carrettiere, che raccoglieva
dell’erba per il suo cavallo, dopo aver
mangiato e bevuto tutto il suo danai^o e
venduto il fieno della sua povera bestia.
Ed ecco l’ansa bianca.
Un tale che aveva visto la cosa ss ne
ritornò a casa e narrò ai suoi vicini: Veramente sono contento di vedere che,
oggi, c’è ancora qualcuno che ha un po’
di cuore. Infatti vicino ad Atene ho visto Antrìppone,' il carrettiere. Quel povero diavolo, che non ha di che vivere,
prima di pensare a sè stesso, pensp al
suo cavallo; prima di cercare qualcosa
da mangiare per sè, ha pensato alla sua
besf.a.
E’ lo stesso semplice fatto, la stessa
coppa; tutta la differenza proviene...
proviene... dalRansa, dall’intenzione.
Se rintenzicne è pura, l’interpretazione è bianca. Il contrario è alquanto
antipatico ad esporsi e formularsi.
L’amore non sospetta il male: questo
non è storia antjca, è Evangelo; eppure
non è raro che in ambienti che ostentano la loro pvet.ì si possa avere l impressione che sospettare il mxtls si:i la prima caratteristica deU’amore. Si prova
una certa voluttà nelRavanzare dei se...
dei ma..., per far prova di un radicale
scetticismo. Con ciò si pensa di far prova di una morale supericrità personale.
Se si ricordasse la sentenza del filosofo
antico si diventerebbe più prudente,
perchè si ricorderebbe che il difetto è
neH’ansa, neU’intenzione, e si spianerebbe la via ad un azione di una pietà
non più formale. lector.
CRON/IC/I V/ILDESe
LUSEDNA san GIOVANNI
Il giorno di capo d’anno un lunghissimo mesto corteo scendeva da Santa
Caterina di Brichefiàsìo al campo del
riposo, per accompagnarvi la spoglia
mortale del nostro fratello, Ernesto
Co'isson, richiamato alla casa del Padre
all’età di 32 anni.
Sui genitori tanto dolorosamente provati dalla dipartita del loro unico figliuolo invochiamo le consolazioni del
Signore. >
— Sabato, 9 gennaio, è stato celebrato
nel nostro Tempio, il matrimonio della
sig.na Rosina Comba, del Ciabot superiore, con il sig. Enrico Bounous, di Favout.
Rinnoviamo agli sposi i migliori auguri di felicità e di benedizione nel Signore.
SAN GERMANO CHISONE
Il culto, di domenica 10 corrente, è
stato presieduto dal pastore Ermanno
Ros,tan. Ringraziamo vivaimente il Cappellano Militare per il suo messaggio
benefico e attuale.
— Domenica 17 colrrentel, alle ore
15.15, avrà luogo nella Sala dlelle Attività un Convegno Interquatierale della
gidiventù. Ci parleilanno il Presidente
della Pra del Tomo e il signor Enzo
Purpura del Comitato di Grtqjpo della»
FUV.
TORINO
La celebrazione del Natale per i
bimbi della nostra Scuola domenicale
ha avuto luogo, per forza di eventi, il
giorno delTEpifania nella Casa Valdese
di Torre Pellice. Erano tm centinaio
gli intervenuti, tra i quali ben cinquanta erano gli alunni della Scuola dom’;liicale di Torino.
Un modesto programma di recite e di
canti ci ha offerto un’ora di serena fraternità: abbiamo rivolto un pensiero affettuoso ai tanti alunni dispersi in località prive di una chiesa evangelica e ci
siamo sentiti uniti nello spirito a tutte
le nostre famiglie, per le quali abbiamo elevato al Signore la fervida preghiera deirintercessìone.
Ogni bimbo ha ricevuto in dono un
libro; lo stesso dono è altresì inviato a
tutti i nostri alunni, a misura che ne .
conosciamo la residenza.
Notata con gratitudine la presenza ■
del pastore Giulio Tron e della sua Signora.
— Il culto domenicale del 10 gennaio ha raccolto, nella Sala di Corso Oddone, un numero di fedeli veramente
rallegrante: la sala si è rivelata insufficiente e per tal motivo ci auguriamo
di poter sollecitamente riprendere i culti nella Chiesa di Corso Oddone.
—‘ I corsi di catechismo sono stati ripristinati a Torino con questo programma; terzo ccarso: mercoledì, ore 14
nella direzione dell’Ospedale - Secondo
corso domenica, ore 9.30, Sala di Corso
Oddone - Primo corso: giovedì ore lO,
nella direzione deH’Ospedale.
A Torre Pellice, Casa Valdese, proseguono i Corsi il mercoledì secondo l’orario seguente: ore 11, primo corso ore 14, secondo corso - ore 15, terzo
corso.
E’ in corso la corrispondenza con gli
alunni sfollati in vista di iniziare le lezioni individuali nelle varie località.
— La riunione mensile in Luserna S.
Giovanni avrà luogo domenica prossima 17 gennaio, nella Casa Valdese (g.
c.) ad ore 15.30; avrà una particolare
importanza, poiché vi sarà trattato l’argomento dell’assistenza fraterna a molte nostre famiglie. Facciamo assegnamento su di una larga partecipazione di
membri della nostra comunità.
—' Le riunioni dell’Unione Giovanile
Valdese saranno, a Dio piacendo, riprese non appena sarà riordinata, secondo
la deliberazione del Concistoro, la sede
dell’Unione in Via Pio 15.
— Le signore recatesi alla Casa Valdese di Borgio Verezzi (Savona) ci scrivono soddisfatte della loro provvisoria
residenza. Cogliamo roccasione per comunicare che vi sono ancora alcune belle camere soleggiate a disposizione; per
Istituti Ospitalieri Valdesi
La signorina Matilde MeìUe avenda
dovuto, per le circostanze attuali, lasciare Torino, si pregano le gentili perche a mezzo suo ci facevano pervenire
dei doni in favore del Rifugio Carlo
Alberto in Luserna San Giovanni, di
volerli rimettere direttamente all’Amm’nastrazione; servendosi eventualmente, per quelli fuori Torre Pellice, del
Conto Corr. Postale N° 2-25824 intestato al Presidente, Aw. Stefano Peyrot,
Via Roma, 9 - Torre Pellice.
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L’ECO DELLE VAECX VALDESI
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informazioiìi, scrivere direttamente alla
Direzione della Casa o rivolgersi ad u«o dei Pastori della Chiesa di Torino.
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TORRE PELLICE V
Il culto nel tempio di Villa, domenica
prossiina 17 corrente, alle ore 10.30, sarà, Dio volendo, presieduto dal pastore
Franceiaco Peyronel.
— Il signor J. Lombardini darà, domenica prossima alle 16.30 nella Sala
dell’Asilo Infantile, la sua seconda conferenza <isu alcime opere caratteristiche sul Pensiero cristiano » parlando
del « Servo arbitrio » di Lutero. La
Conferenza è pubblica.
— Verso il tramonto di venerdì .scorso l’anima della signora Anastasia Beri
in Sibona se ne tornava à Dio. Breve è
stata la malattia che mise termine alla
esistenza terrena della nostra sorella essa aveva 51 anni -, ma ella sapeva
dove andava e ne conosceva anche la.
via: p>erciò la sua dipartenza fu serena nella certezza di « morire nel Signo
re » al quale essa affidava i suoi cari
ohe restano quaggiù.
Domenica ne abbiamo accompagnalo
la spoglia mortale al Cmnpo Santo, ma
sapendo che chi vive e crede in Cristo
che è la Vita non muore.
— Due ore dopo riprendevamo la via
al Cimitero dove affidavamo alla terra
la spoglia mortale della signora Lidia
Chiavia in Danna, deceduta dopo lunga
malattia all’età di 39 anni. La carriera
terrestre della nostra sorella è stata faticosa. Ella è stata afflitta da svariate
prove, perciò la sua dipartenza è stata
una grande liberazione.
Rinnoviamo alle famiglie in lutto
l’espressione della nostra viva simpatia
cristiana.
VILLAR PELLICE
I culti e le riunioni di. Natale, di flne
e di Capo d’anno sono passati, lasciando
un benefico ricordo nei grandi e nei
piccini. Delle belle assemblee vi hanno
preso parte di giorno come di sera e la
Corale, particolarmente attiva quest’anno, li ha tutti rallegrati con l’esecuzione di cori e canti di circostanza,
preparati e diretti con molto amore dal
nostro amico Bouissa.
I bimbi delle nostre 5 scuole domenicali hanno avuto la loro attesa festa
dell’albero grazie al volonteroso concorso delle loro Direttrici, delle Insegnanti, degli unionisti e dei numerosi donatori, fra cui in primo posto il nostro
amico Adolfo Jalla, che ha offerto l’ammiratissimo abete.
Dopo il culto serale di fine d’anno con
Santa Cena, la nostra gioventù delle diverse unioni si è riuoiita in buon numero al Capolucgo per attendere insieme
il nuovo anno, dopo il tradizionale
scambio dei doni fra i giovani.
E, poche ore più tardi, una delle nostre migliori assemblee di Capo d’anno
si riuniva di nuovo nel tempio per celebrare le Bontà deirEtemo e ricercarne
la forza, all’inizio di una nuova incognita tappa del cammino.
In tutte queste riunioni ci siamo sentiti in comunione spirituale con i nostri
assenti e particolarmente con i nostri
soldati di cui abbiamo notato con gioia
qualche fortunato rappresentante in
mezzo a noi e dei quali abbiamo letto i
numerosi graditi messaggi augurali. Ci
ha fatto del bene pure la simpatica e
attiva partecipazione alle nostre diverse
adunanze di alcuni fratelli e sorelle
evangelici sfollati da Torino ai quali la
comunità ha manifestato in diversi modi
la sua fraterna simpatia nelle prove che
li ha colpiti.
Simpatia. Esprimiamo le fraterne
condoglianze della nostra Comunità alla Insegnante sig.ra Clementina Poèt in
/ Bouissa e alla sua famiglia, per la dipartenza del loro caro fratello e zio
Davide Poèt, deceduto in età di 30 anni all’Ospedale di Torre Pellica; al custo(de del nostro tempio sig. Daniele
Grand, per la perdita della sorella Aúna; e al nostro fratello Giuseppe Berton del Sartas ed ai suoi 8 figliuoli, di
cui uno prigioniero di guerra e un altro
sotto le armi, per la improvvisa dipartenza della loro cara compagna e mamnua Anna Lausamt in Berton, deceduta
•in ofo rii m
m età di 47 anni all’Ospedale di Torre
Pellice, poco dopo esservi entrata par
curare un grave male. j.
Doni ricevuti dal 1° di ottóbre hi 31
dicembre 1942. * u
Per i quali ringraziamo sentitamente:
RIFUGIO RE CARLO ALBERTO.
P. A. R. D. A., 100 - Lidia Vicino, in
memoria di Elena Pons, 50 - Comm. Arnaldo Fontana Roux 450 - Noelie M?lan, 100 - Lascito Cleante Cocito, 100
- N. N., per preghiera esaudita, 25 N. N., 10 - Costantino L'dia, 20 - Clotilde Revel, 10 - Angela Griset, 10 Cesarina Durand, 15 - Elisa Peyrot, 10
- Ethel Bqunous, 10 - Arma Rostan, 10
- Paolina Duchène, 10 - Etr. Enrico Pasquet, 100 - Emilia Tahnone ved. Soutter, 100 - Eleonora Antinori, 15 - Famiglia Michelin Lausarot, 200 - Forneron Emanuele, 10 - Godin Elisa, 10 In memoria del Comm. E. Ayassot, le figlie, 100 - Emanuele Beux, 25 - Baud
Emanuele, in memoria dei genitori, 25 Fanny Saleng, in memoria delle zie, 50
- In memoria di Alys de Pianta, la famiglia, 5000 - In memoria d: E. Rostan
BendisKioli, 150 - Bertin Luigi, 10 William Appia, 30 - Elisa Vincon, 10 Olimpia Meynier, 10 - Ilda Revel, 15 Adele Alfano, 25 - Livfietta Mandrino, 15 - Enrichetta Bleynat, 10 _ Lidia
Ribet, 10 - Elena Bounous, 15 - Paolina Ea’mas Turin, 40 - Margherita Baimas, 55 - Giov. Fantino, 200 - Coisson
Maddalena, 50 - Rag. Rasora Samuele, 100 - Arselo Treves, 100 - Erminia
e Gius Armand Hugon, 50 - Vicino Melania, 50 - Chiesa Valdese San Giovanni, 100 - G. Vaciago, 200 - Charlin Carla, 15.
OSPEDALI.
Senatore Angelo Pugnani 500 - Comba Ilda, 10 - Pons Adele, 50 - Bruno
Dante, 50 - Prof. Emanuele Griset, 100
- Griot Clemente, 10 - E. G., 500 - Famiglia Giocoli, in memoria Elena Pons,
100 - Famiglia Tourn Francesco, riconoscente, 100 - Giov. Fantino, 100 - Gardiol Irma, 20 - Paschetto Famiglia, 40 Dr. Ernesto Cagna, 50 _ Grill Giovanni, 30 - Richard Luigi, 12 - Peyrot Fsco
e famiglia, in memoria, 10 - Garrou Caterina, 5 - Grill Elda, 10 - Travers Giacomina, in memoria del marito, 10 Qomba Giulia, 20 - Prof. Gius. Bosio,
50 - Cassa Risparmio Succ. Perosa, 400
- Ribet Emma, 20 - Luigi Bertin, 10
Comm. Arnaldo Fontana Roux, 300 - |
Coisson Maddalena, 50 - Angelo Tre- ;
ves, 200 - Godine Frida, 20 - Forneron •
Alessandrina, 15 - Chiesa Valdese San
Giovanni, 50 - In memoria di Travers
Gustavo, 100 - Menusan Silvio, 5 - Pascal Oreste, in memoria del padre 20 Grill Enrico, 6 - Rostan Guido, ’ 35 Richard Luigi, 15.
La famiglia della compianta
Anastasia Sibona
nata Bert
sentitamente ringrazia tutte le persone
che l’hanno circondata di simpat.a e
hanno dimostrata la loro stima in occasione dèlia dipartenza della Cara Estinta.
Torre Pellice, 10 gennaio Ì943-XXL
specialmente la signora Rollier che tanto si prodigò durante là malattia del
piccolo scomparso e ai •dicini di casa.
Torre Pellice (Coumbal), li 11 - 1 - 1943,
Prof. Gino Costabbl. direttore responsabile
■ARTI GRAFICHE L’ALPINA - Torre Pellice
La famiglia Chauvìe ringrazia tutte
le persone che sì viva parte presero al
suo immenso dolore nella dipartenza
del caro
f '.ì .* ’ 'v ' Wi. :
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motori
0 .
elettrici
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ERCOLE MÂRELLI & C. - S. A. MILANO
CORSO VENEZIA, 16
VIA QUELIA
MASCHERA
DI DOLORE !
ANTiNEVRAlClCO
ALPHA BERTELLI
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POMPE - FILTRI
par AepM, Acati. Vini Liquori, Sclroppti
OHI, Madialnall, Profumi, Colla.
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par Via! SaantaaH, p*r Aaqaa Oaaaaaa
a Oaflt • Catalaga ■ralla.
BELLAVITA •
_____________ OH P.I« PAI»II»I •
La BMto aaa ha aaaaNH a* fpanMhtaa
Malattie dei Bambini
Dottor T. F. Laura
Vice Primario Onorario Ospedale Infantile
Regina Margherita di Torino
RECAPITO
Casa di Cura Dr. Camussi
Via C. Ciano, 13 - Tel. 17 - Pinerolo
Riceve
ogni giorno feriale (salvo ii Sabato)
dalle 14 alle 16.
Cappellani Valdesi
Capii. Ermanno kostan - Cappellano Militare Valdese - Comando Presidio Militare - Torino,
Ten. Davide Cielo - Cappellano Militare
Valdese - Comando Superiore Libia P. M. IL
Ten. Alfredo Rostain - Cappellano Militare Valdese - Quartier Generale - Divisione Alpina Taurinense - P. M. 200.
Indirizzi di Chiese Valdesi
I DISTRETTO:
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Pastore Edoardo
Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Ricea.
Luserna San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Ferrerò — Pastore : Oreste Peyronel,
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Proli — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda,
Pt crostino — Pastore : Umberto Beri.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino — Chiese: Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 7.
- Pastori Elio Eynard e Roberto Comba: Via Berthollet, 36.
ViUar Pellice — Pastore : Roberto Jahier.
CERCASI agrricoltore custode solo,
per piccola proprietà. - Presentarsi Deker, Giordanotti - Serre - Torre Pellice.