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!c; Pre*20 Lira 6
26 LXXVII . N. 19 . .
TORRE PELLICE, 16 Magjglo 1947
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Spedixione in abbonamento poNtale *- li Gruppo
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SETTIMANALE DELLA
ASCENSIONE
QnaVè il significato dell’Ascensmnc del Signore ¡ter noi? L’Ascensione ci annunzia che quel Gesù
('risto, ancor oggi da tnolti discusso,
ondiattufo, paritdiato, trascurato,
denigrato esattamente come al tempo
• del suo ministerio terreno, quel Ge
r . ■ V ■ „ PELLICE “L
La parola - di Dio noh^’è "
K , .. incatenata' .'i ,:?il ' (u Timoteo 2!?)’
'•V * 4 , . lì> ^ ; ;
CHIESA VALDESE
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' s" Cristo di cui molti uomini e parti
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polititi ed anche purtroppo certe
'. lAiirse trovano òggi comodo servirsi
'¿Sfis mie <d un mezzo adatto per tentar
raffermare le loro posizioni è in
"^]^^-renlià il Signore che siede alla dedi Dio, il quale signoreggia non
*■¿'5-^'' •'’'-’Ì ' sulle potenze celesti a noi invisihili, ma ancora su ogni concretai po•Ìb tenzn e visibile autorità terrena del
'¡^t nostro e le dirige secondo i
ptani misteriosi talvolta, ma sempre
misericordiosi di Dio.
' V'- La designdzione del Cristo ’’sedente alla dest/a di Dio” mette in rilievo la sua autorità di ’’luogotenente
di Dio” al quale ogni potestà è stata ditta da Dio nei cieli e sulla terra.
Voi ricordate; il Natale mette in
rilievo il fatto per cui il Cristo, la
Parola eterna, di Dio, diventa carne
in Gesù uomo e scende dalla gloria,
dei cieli nel nostro mondo, nella nostra carne, nel nostro tempo
per servire. Orbene: l’Ascensione è
invece il còfonamehio delVépera di
servizio operata ded Cristo di Dio.
Dopo il ’’tutto è compiuto” della
croce, dopo la resurrezione VittorioCesù Cristo, pur rimanendovi in
«reallà presente spirituàlmente secon*■' do la sua\ promessa, lascio, questo nostìo mondo, questa nostra carne mortale, questo nostro tempo transitorio
e sale a! cielo dove il suo trionfo vieV ”c I onsfterato e ratifitìlato ; Egli .sale
al cielo jier regnare fino al giorno in
, cui tutte le cose saranno, non soltan^
io più per fede, ma in modo manife,3A Sto, sottoposte a Dio. Mediante i’Att*'ensii»ne. Colui che pùr aimor no. stro ha assunto ’’forma di servo’’ ri
torna (ul essere ”in forma di Dio”;
Colui che per amor nostro ha ”annicliilito sè stesso” è ’’sovranamente
innalzalo”. Egli regna mn Dio, alla destra di Dìo
E’ necessario, anzi, vitale per la
Chiesit di Cristo nel mondo, che essa
non dimentichi mai che U Cristo è
realtà è invece questa: noti è davvero Gesù Cristo il quale ha bisogno
di essere ’’difeso” dalle chiese; sono
per contro le Chiese che dei continuo
hanno bisogno che Gesù Cristo le dijenda. Nell’atto <M mandare i suoi disceimli ad evangelizzare il mondo
Gesù Cristo non ha detto loro infatti:
’’Voi sarete i miei difensori”; ma invece: ’’Voi mi sarete testimoni”. Vano è dunque per la, Chiesa il tentar
re. di difendere. Cristo soprattutto poi
servendosi di argomenti umani e perciò sempre passibili di confutazione.
Il Signore non ha bisogno della nostra difesa; siamo noi, i servitori inutili che abbiamo bisogno e sempre
che Egli ci assista é ci difenda da nemici carnali e spirituali molto più
potenti di noi. Perciò, per essere
veramente tale, la Chiesa è chiamata
a credere con tutto il cuore che d ma
Signore veglia costantemente su di
essa, la dirige, la protegge, la sostiene in ogni tempo ed in ogni circostanza: nella calma come nella distretUa. Quella del Signore è veraments la sola difesa efficace e sicnryi.
Infatti EgU. solo è il Signore che ha
trionfato del peccato e della mòrte, che ha detto ai suoi : ’’nel mondo
voi avrete tribolazione; ma fatevi
animo r io Ho vìnto il mondò”. Egli
ha veramente ’’spogliato i principati
e le potestà e ne l^fatto un pubblico spettacolo trio! ^do su di loro
per mezzo della croèé”. (Col. 2; 15).
Quando si hit questa gioiosa certezza di fede, quando si ha un tale vivente ed onnipotente difensore, non
è forse allora impossibile da parte
della Chiesa ogni soluzione di compromesso, ogni tentdtivo di accomodamento col mondo e con le potenze
del mondo? Vi è ancora bisogno di
presunti vicari di Cristo sulla terra
Se la Chiesa -i affida tolalmcnte a
Cdlui che è il Signore al quale
’’ogni potestà h stata data in cielo
e sulla terra? E forse che il Capo celeste della Chiesa non è anche ed iitsieme. il suo solo e vero capo sulla
terra, il Pastore vero la cid assistenza
•alta Chiesa nel mondo non è una
mera probabilità, ma una incroUahilp certezza di fede?
rET IN
Ancóra e sempre la Chiesa appare
agli occhi di Dio una, santa, pura
perchè Dio guarda e,vede la Chiesa
non nella |st/a deformazione, nefla:
sua impurità, indie sue divisioni umane, ma attraverso la santità, l’unità, la purezza di Cristo: e ¡>er amor
sM Cristo la perdona e la salva.
’’Noi abbiamo un avvocato presso al Padlro: Gesù Cristo”;-aj^erma
l’apostolo Giovanni. La causa della
Chiesa è ntMle mani del Salvatore
che si sono aperte sulla croce, nelle
mani del Signore che ancorai oggi
prende .su di sè la nostra ingiustizia ed ii nostro peccMo e ci fa dono
delta Sua giustizia, e_ del Suo perdono.
Difesa dal Cristo nel mondo, oggetto dfiìla contìnua intercessione di
Cristi) nei cieli, sicura per. fede della
sua eterna stdvezza per l’opera e la
preghiera di Cristo.,. ì»,.Qhi^ .elUr.
bora. Libera per prodametre al mondo che ancora non erede, che Gesù
Cristd è veram.ente il ’’Vi-vente Signore” e che, oltre il Suo Nome benedetto, non vi è ’’sotto il cielo alcun altro nome per il quale gli uomini possano essere salvati”.
Questo dunque proclami ovunque
e sempre la, Chiesa illuminata e santificata dallo Spirito Santo di Dia,
senza nuEa temere al mondo. Questo proclami con franchezza, otpn fedeltà, con. gioia, con perseveranza fino al giorno in cui, fondata sempre
e soltanto sul suo Redentore e Signore Gesù Cristo sarà anch’essa raccolta nella città eterna: nel Regno
di Dio» .
da noi riferite, 0 darà ragione ai supini approvatori (a qualunque partito
appartengano!) di quanto la libertà,
come è stata oggi sancita, imporrà loro ?
—rrr*'i,u itutii t,u,
come è stata oggi sancita, imporrà loro,
. ' L’ayviiti:re-ce;lo..jUfàL„...
Mv SILVIO FONS
U nostre Diacoorsso
E. AIME
Un prete scrive centro la
RELIGIONE dello STATO
Contro la ’’Religone dello Stato” e
contro l'inserzione nelle carte costituzionali di una tale espressione riproduco, da "La Patria” di Firenze,
que'ste c<Mig§’ose affermazioni di vera'libertà religiosa scritte da un illustre prete cattolico, professore universitario.
li piinio ripudiare questo ossequio di
ivramente ”il Signore” nei cieli e
sulla terra. Siamo chiamati, come
membri dSln Chiesa 0 non dimimtìcarlo mali, proprio in questo tempo
di travaglio in cui osservando la situazione del mondo moderno ci .sentiamo talvolta oppressi da un sensò
di sfiducia e rK samforto. Gitaì se
Iq oonfasiane biabeiìcfi del mondo
di oggi e la suà. ingiustizia fondamentale riescoiuì ad insinuare in noi il
dubbio che la direzione del mondo
sin effìilata al caso o ad un destino
y cieco ed irrevocabile! Guai '.se risultasse sin pur sirltanto attenuato in
V ’noi il senso delta effettiva, reale ed
* attuale sigiiùria di Gesù Cristo nei
cieli c sulla terrà!
•S-**
Gesù Cristo è .salito in cielo alla
destra di Dio ¡mr e.ssere il difeimrre
ed II Cairn della sua Chiesà. e perchè
il fatto della nostrà salvezza sia reso
compiuto eternamente, definitivor
mente.
. TalvoUa, impegnate a fondo nella loro lotta quotidiana nel mondo,
le chiese dannò un ¡roco rimpressione che la loro opera consista soprattutto nel cercare dì difendere Cristo tlagli aftacéhi dei mondo. La
Ì
Ma il Cristo asceso ni cielo nòn difende soltanto la Chiesa dagli attacchi del mondo. Egli la difende ancora Qosfantemente dal giusto giudicai di Dio, quale intercessore ed à>vvocatc della Chiesa davanti a Dio.
La Chiesa non è formata dà perfetti, ma ila peccatori che, accettando e credendo il perdono dei loro
peccati ¡mr ì meriti di Cristo debhaìto produrre quotidianamente nella loro vita i frutti di una vita nuova vi.ssuta nella santificazione 0 netl’obbedienza. Ma finché la Chiesa vive nel mondo, la carne la trascina
costantemente nel peccato. Su di e.ssa dovrebbe quindi piombare il giusto e distruttore giudizio iM Dio. Ma
tra la Chiesa infedele o l’Iddio santo .si frappone costantemente la persona del Cristo che prega per la. Chie^
sa.. La intercessione di Cristo per la
Chiesa non è che ia continuazione
della Sita opera redentriee compiuta
sulla croce ¡mr il mondo. Non sono
duntfue i nostri sforzi ed i nostri iimani successi quelli che mantengono
in vita la Chiesa. Essa è mantenuta
did (rmtìnun in vita davanti a Dio
unienmmte dàlia preghiera di Cristo che copre il suo peccato.
...A nome di questa libertà di Db io
chieggo che negli statuti, i quIaiH sono
ancora da distendersi, non aj rechi alla
reltìgione un omaggio profano ed irragionevole ohe ella iriousa; ma sila onorata è venenata in quel modo dhe a lei
regina della coiscienza, può solo piacere
. La. ReBgione Cattòlica dev’ella essere, può essere diidhiiarata Religione unicq dello Stato? Che cosa siigniificano
queste .parole? Dicono esse un fatto
statistico : cioè che la Religione Oattolfca è la relgione professata dalla
massima parte, dalla quasi uniiversalità dei cittadini ? e il fatto legale, ohe
essa è la sola religiione la: quale abibia
un culto pubblico e solenne?
.Ma ,1.0 Statuto fondamentale dcigli
Stati non è un registro di fatti e molto meno di fatti mutabili. E’ fa concessione o ricognizione di diritti; è il
patto permanente della coioparazione
dei popolo col pri-nidiipe neiramibinnisirazione della cosa pubblica. Or quali
diritti può mai conferire la diahiianazione duna religióine di stato? Diritti reLgiosi, no : ohe non s’aspetta al potere
laico di conferirne. Anzi nello stretto
sanso della parola, cioè ‘della coscienza, nessuna, potestà umana può darli
nè toglierii. Vengono solo da Dio.
Diritti, civili o pofitici? Mia questi
diritti aifjpa. t iiecdo all’uomo come cittadino, non come professante una tal
religione, si vonrà, si potrà negarli a
checchessia?
Che se poi questo solo si vuole, riconoscere ci.oè soletmemente la verità e la santità della nostra Religione, :
io dirò con franchezza, e per impulso
’della mia stessa fede, che questa nir
cognizione, oltre al non essere nel suo
luogo iiti .uno Statuto costitutivo detlo
Stato, offende la Religione anziché onorarla; perchè le toglie il primo suo
pregio; ohe dico b? le toglie la vita,
togliendo in qualche modo ai fedeli la
libertà, e perciò la certezza della sincerità. E il clero medesimo deve egli
»u,i.ccvo.i.e e ipencodoso.
...va 'reugione non vuole nè impedimeifut me ravoni dall 'uomo. Ella aspeti.,a tulio oa Dio, perchè vive di Dio e
con Dìo. ae 1 umana potestà ia tocca,
la viola. E' una vergine immacolata,
cne ntugge il baedo delle autorità della terra. Vorreobe piuttosto essere
inaiiiratcata da loro, che apearezaata.
IN elle persecuzioni trionfa; nelle carezze SI corrompe. La pubblica autorità
non può onorarla in altro modoi che col
silenzio ; o. col dirle : sei libera
or aunque io prego istantemente,
non per aud^ia di filosofo, ma per fede e zelo di cattolico, ohe negli ritaiu- il costitutiivi nion si ipanli di Religione
dello Stato, la quale non si saprebbe
u'iiie cosa fosse, e cosa potesse. Spetterà alle leggi a punire gli oltraggi coltro la Religione; e a dtifenderne la libera profe^ione secondo i dettami
' della coscienza.
... La Religione Cattolica ha bisogno pe' suoi trionfi di quella libertà,
che non può non concedere agli altri se
vuole goderla per sè.
... L’Irlanda è stata oppressa dalla
più dispotica persecuzionei religiosia a
nome d‘una Religione di Stato... La
Religione di Stato ha suggerito nella
Russia (degli Tsar) crudeltà e insensatezze contro i cattolici, da fare inorridire ; e un famoso Sinedrio, quando
coindanniava alla morte il Giusto de’
Giusiti, lo comdannavia come distruttore della Relgione dello Stato’’.
Perchè i Signori che oggi siedono
da Costituenti non Acordano o non rileggono queste parole ? Non è così che
devono o dovrebbero parlare tutti i veri sacerdoti di Cristo e tutti i giornali
deintalia "Maestra di CrisiianeHimo e
di civiltà"?
Ma...questo prete non è un prete di
oggi, E il giornale "La Patria" di Firenze, nulla ha a che fare col foglio
omonimo fiorentino di oggi, che si
spaccia per liberale. Sono cose... S
quasi cent'anni fai... Per questo ora
sono fuori di niodal...
E allora domandiamoci : la civiltà
ha fatto progressi? La libertà ha fatto
un passo avanti 0. . molti passi indietro?
Che dirà l’avvenire ? Che d/Ta la
Storia ? Darà ragione a Raffaello Lambruschini, autore delle parole altissime
E stuta una fietà sorpresa, nelffàprire qualche mese fp l’Ecò deUè
Vaili, trovarvi i volti sereni di tre
Diaconesse, Spendenti dcdle pagine
del fido giornale. „Allegri nella sper
ranza — pazienti nella afflizione —
perseverami nella preghiera i tre
versetti parevano rispl&ndere neHo
sguardo delle nostre. Suore e proclamare a tutti cosa sùmo le Diaconesse,
-Poiché quasi tutti le conoscono di
vista, le vedono passare, silenziose e
limili^ per i sentieri più aspri dèlia
montagna, o scivolare leggere nelle
Corsie degli Ospedali, che dalla loro
gaiezza e dalla toro fede sono vivamente illuminàte: ma ben pochi si
fermano un momento, neWegocentrico vortice. deMa loro vita, a guàrdarle; a guardarle con. gli occhi dello
spirito, a penetrarne il profondo, intimo significato. Le Corsie sono piene
di luce, ma forse non tutti comprendono che queMa luce emcfiia daMe
candide cufflette, e che se loro mancassero qualcosa si spegnerebbe per
sèmpre:
Non tutti ho detta, ma in realtà
vi è qualcuno che si occupa deife'
Diaconesse, o meglio se ne PREOCCUPA; vi è qualcuno chef guardandole dà. un punto di vista assolutamente umano, si preoccupa grandemente del costume o di altre realtà
lesteriori, in norme di una pretesa
libertà...
„La discussione è aperta” era il
tìtolp che annuncktvà, in quel numero dell’Eco, gU articoli su questo
argomento, discussione che è U sèguito di quelle avute al Sinodo, alle
quali con tanta fermezza e tanta fede. già rispose' il pàjsiore Nisbet.
Se dunque la discussione è apèrta,
vorrei chiedere al Direttore dell’Eco il permesso di Intervenirvi: è
soltanto la voce di una giovane, anzi
giovanissima Unionista, ignara quindi certo di molte còse, ma il coi
pennero ed il cuore.sono sempre vicini a quei cari volti incorniciati
dalle cufflette inamidate; di una giovattissimà che, anche se ben conscia
di nòn essere all’àltezza del compito
prefissosi, confida di trovare un aiuto
nel profondo affetto che la lega a/
quei volti e ché solo ispira ogni sua
¡)orola. ■ L
Francamente, quando leggo tutti i
discorsi che fanià), ad esempio,
sul costume, come prima cosa mi domando:^ ma perchè si parla tanto di
ciò, è non si interroga mal una Dior
conessa? Io personalmene, some certa che ognuna) di esse ama la propria
divisa, simbòlo terreno di qualcosa
di eterno ; ed è hi Ila la divisft, così
austera, nella sua estrema semplicità,
segno, fra, Valtro, intemaùoriale che
lega in un’unica famiglia le Diaconésse d’Italia e fuori, tutte sorelle
nell’amore di Cristo che non conosce
frontiere. Sono certa altresì che ognuna di esse, di fronte a queste pretese rivendicazioni deUa loro libertà, un po’ sorride e un po’ si addolora; sorride per là vanità di tali 1
argomenti in contrapposto alla grandezza della sua missime, ma un po' 1
anche si addolora. Poiché vi è in
queste discussioni qualcosa che non
può non addolorare: si fanno parole., tante partile, e non .si pensa a
qualche altro problema, veramente
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vitale e grwer a qui tutti i Vnldetì^ Levmmhci. dunque, per OPERA
,v sl^b^ro chtanMi a poetare un con- RE, per contribuire con ogni sforzo
■¿ta*.
L'ECO DELLE VALLI VALPESI
tributo di paroUi, e non solo di parola. Questo sicuramente pensa ogni l’ammonimento del Signore G^sù;
Cìieìiiantg ¿'Atoel Rtodhom, Je serre la
... _ . main à J. ArdioiniÌ!n,*i.Caisair Touim,
all opera di Dio, ricordando sempre Roberto Rostan * vena de la ville de
n* r “ i ammonimento del Signore Gesù» Satin aver sa tamille ■
D^nesm, ed ecco sorgere davanti „^n chiunque mi dii: Signore, ' ^
«eg«o dfi’ Cieli,
fra tum qmUo detta edi^ ^hi FA la volontà del Padre mio
zaone della Casa Madre. ^ ¿he ^ cielil (Matt. VII: 21).
Certo Iddio sìegUa sulle nostre
Diaconesse, se quest’operé ha potiUo
crescete è ‘ fortificarsi senza talvolta
neppure il mininio indispensabile,
j ma è possibile che si sviluppi sempre più e sempre meglio, se le nostre
Supre non posseggono nemmeno una
Casa loro?
•Ed ,a questo primìistdimo, fóndtt
mentale, doloroso quesito, altri e olitri fanno seguito, quali su una preparazione più soUda dette Novizie,
su una necessità di far conoscere
maggiormeTtte U Diaconato netta sua
Noi tutti sappiamo che il Cristin
nesimo è azione, è lotta, noi sappiamo che Egli (A esorta a VIVERE
l’Evangelo, piuttosto che a perderci
in vane dicerie come i Pagàni, poiché vivete l’Evangelo dimorando nel
Suo amore, questa è la legge di vita
che deve ^vernare il cuore di noi
Cristiani!
Leviamoci, e non dimentichiamo
mai le nostre Diaconesse, che sempre, nelle avversità come nella letizia, continuano fiduciose e ìtistanca
Nous n’avons pas le temps de visi- »
ter les petits groupes de Vaudois
d'Arroyo Malo et de Las Delicias. No^tre visite aux dissém'nés du Nord est
terminée. Nous allons repartir vers
le m'di. L’eglise de Dolores dont le
pasteur m’a ¿intiment accompaj^rié
dans nia visite aux Vaadois des départements du Nord nous attend. Des dizaines et des dizaines de familles
sotft disséminées dans le nord de l’U
ruguay. Il y a des centaines d’enfants
et des jeunes gens. Le ministère régulier d’un Pasteur est indispensablei
Trouverons-nous l’homme?
ALBERT RICCA
(Celte lettre date du 25 Avril. Elite
n’est fias toujours fadlertent déchiffrable et il se peut même <Jti6 nous
n’ayoîis pas saisi exactement tous les
mots. Dans» ce cas nous nous excusons
auprès des lecteurs et nous suivons
pàr la pensée notre chier correspondant
au milieu de nos frères de J’Uruiguay).
(n.d.r)
essenza, di far in modo che Vappello ^oro cemimino di fede e d’amo
del Pastore Nisbet non rinumgm senza eco. ma risuoni come squilla mattutino nelle anime di molti: ,, Chi
saranno le giovani Valdesi che si
alzeranno?.., ”.
E molti ancora sono i problemi
che angustiano veramente le nostre
Si/o^, aigsdi più di quelli fin qnì
oggetto di discussione.
re, in allegrezza, pazienza e perseveranza. Non dimentichiamole, ci
siano di cost(pite esempio, e in ognuno di noi che avremo risposto ùll’appello rivolto al nostro cuore, dimorerà la Parola di Dioi
« Se sapete queste cose, siete beati
Se le late » (Giov. XIV : 17).
FLORESTANA PICCOLI
PAR AVION
III
Avec une délégation Vaudoise, dont
fait partie entre autres le Pasteur Emile Ganz, j’ai le privilège d’être reçu
d’abord par le Président de la République, ensuite par le Ministre de l’Intérieur et par d'autres personnages
fort élevés dans la hiérarchie^ sociale
et politique du pays.
Entrevues intéressantes et utiles.
Comme représentant de l’Egtse Vaudoise je sais reçu partout avec déférence et je-pais me rendre compte cie
l’estime dont jouissent les Vaudois dans
les hautes sphères. Où il ya le Vaudois, me dit le Président de la République, il y a le travail, l’ordre, le
progrès.
Mon programme prévoit un retour
dans la grande et belle ville de Montevideo, mais maintenant il faut partir
pour le nord de l’Uruguay. Cinq cent
kilomètres en autobus à travers d’im' menses pI«jÈnesi légèrement ondulées.
De rares touffes d’arbres, de rares
maisons, des ’’rduchos”. Des brebis,
.les vncnes, des chevaux par dizaines de
milliers... je pense à nos Vallées si
étroites, à nos troupeaux si petits...
Bonnet, président de l’Uinion des Jeunes Geins, Jules Félix, Arthur Rivoir,
Dino Rivoir, Elisée Mondon, _ Hector
Malan, Victor Rivoir, etc. On voudrait
visiter toutes les familles, mais les distances sont grandes et le tempè limité.
Il faut partir.
Plus loin encore
Parmi nos frères
A Mercedes, ville très pittoresque
sur le RiO Negro et capitale du deparlement de Soriano, mon ami le PaI steur Jean Jron m.attend.] ü,’e<st lui
qui va m’accompagner dans ma visite
aux groupes disséminés du nord. Nous
arrivons à l'Estaoion Bellaco (departement de Rio Negro) où se trouve la
Colonie de Nueva Vaidense. Cette colonie s'est formée en 1927 à la suite
d’une émigration intérieure d’éléments
partis notamment de Colonia Cosmopolita et de Tatariras. En tout, une
trentaine de familles. En 1930 on forme le premier consistoire: J. P. Rostan, Emile Piene, E. T. Planchon,
Î’ierie Baridon. Le pasteur de l'Eglise
de San Salvador visitera Ic^communauté périodiquement. A la fm de Tannee
les pasteurs E. Reux et Guido Rvoir
inaugurent le temple. La Colonie de
Nueva Vaidense n’a jamais joui du ministère prolongé d'un pasteur. Des évangélistes y ont fait un séjour plus
ou moins long, de pasteurs l’ont vis fée plus ou moins réguijèrement; mais
c'est tout.
Et cependant l’eglise a son école du
dimanche, ses actimtls de jeunesse,
ses cultes. Les anciens prêchent à tour
de rôle, la collaboration est émouvante. Et c’est une fêté quand on peut avoir un pasteur! On fait alors baptiser
les enfants, bénir les mariages... Je
prêche deux fois dans la chapelle de
Nueva Vaidense, je donne des nouvelles d’Itaiie, des Vallées, je'parle très
peu l'espagnol (et pour cause), peu le
français, beucoup le patois, le patois •
,des différentes paroisses des Vallées.
Je serre beaucoup de mains, je fais
des visites: c’est ainsi que je connais
les trois frères Rkjsfan (JeartHPietre,
Emile, Charles), Humbert Dsvit, Plaul
iwus sommes attendus à Arroyo Negi'o, à 75 kilomètres de disiaace.
M. Humbert Davit nous y coruiu.t dans
son auto par une route qui, sans être
bonne, est passable. La Colonie 'de
Arroyo Negro ou Nin y Silva a été formée il y a une vingtaine d'années par
des familles surtout de Colonia Valdense. En 1928 les colons, sous la présidence du pasteur Guido R,voir se .reunirent en assemUée et se constituèrent en Eglise. Une chapelle a été. construite et on est en train de bâtir une
grande salle pour les activités dê la
jeunesse.
Comme celle de Nueva Valdense, la
cominumuté de Arroyo Negro n’a jamais eu un pasteur fixe. Je parle deux
fois dans un petit temple bondé. Nous
sommes, mon collègue et méi,, les hôtes de M. Ernest Dalmas, originaire
du Villar. Hospitalité cordiale, fraternelle- Je visite Louis Pons, seul dans
sa grande maison, (que sa famille établie à Saint Second se rassure : il se
porte très bien et s’est fait une bonne
position!) Rodolphe Ricca, J. Planohon,
Jules Guigo, Riccardo Gönnet, Auguste Jourdan, Aldo et Joachin Planchón.
Un voudrait rester longtemps à Arroyo Negro! Deux jours ne sont guère
sup'isants. Mais U faut fprtif.., Mr
Ernest Cjriot nous attend à Algorta où
nous allons avoir une réunion dans une
'grande salle de sa belle villa. Nous
traversons en auto des vastes plaines;
l herbe est haute et touffue. Le bruit
des moteurs fait partir des dizA nés de
perdrix. On a trois fusils à bord Lorsque nous arrivons à Algorta nous pouvons offrir à Madame Griot (son père
était un Bonjour de Bobi et sa mère
Rostagnol, également de Bobi) vingtcinq magnifiques exemplaires dé ”perdix chica ’’ et de ” martineta". Quel
paradis pourries chasseurs!
A Algorta je rencontre, entre autres,
Constance Caims née Davit, accourue
de Guichon pour me saluer. Elle a
12 fils, 48 petits-fils. Nous parlons des
Vallées, du Villar, du Bessé d’ou elle
est originaire et ou elle a encore un
frère, Etienne Davit, et une soeur,
veuve Garnier. Mmsieur Griot possède de vastes propriétés, a une nombreuses famille et un de ses fils est pasteur en Argentine. Cttiq heures de
voyage en train toujours vers le Nord.
Nous sommes à Ohapiciuy. Ici pas
d’eglises, pas de chapelles. Quelques
familles sont disséminées dans une vaste zone. Malgré une pluie torrentielle une bhme réunion va avicûr l'eu
dans la salle à manger de la maison ac
ANGROGNA - CAPOL.
Domenica 20 aprile è stata dedicata alle bambine del nostro Orfanotrofio. Venute su- fin 'dalla mattina,
hanno preso parte al culto con un bellissimo canto a vari*' voci, molto apprezzato dalia Comunità, La raccolta
delle uova che si suol fare in questa
occasione a favore deirOrfanotroflo ha
fruttato ben 15 dozzine d’uova- Alla
ben nota pensione del Vernet, a cura
dell, Signori Bertin, è stata offerta alle
bimbe una buona minestra calda. Dopo di che esse hantio conUinuato la
loi’o gita fino al Serre, dove hanno pure avuto affettuose accoglienze, non-*
chè alcune dozzine di uova.
L’Orfanotrofio rivolge alle due parrocchie un vivissimo ringraziamento.
ANGROGNA SERRE
Giovedì 8 c. abbiamo accompagnato
alla sua ultima dimora terrena la
spoglia mortale del nostro fratello
liiccn Ernesto deceduto repentinamente a,i Ricca il giorno 7 c. all’età
di anni 37. - —
Sulle famìglie afflitte da questa
morte prematura ed iin particolare
sulla vedova e sui quattro bambini
ancora in tenera età invochiamo le
cnnsolazionii del Padre Celeste.
«Io non vi lascierò orfanü» ila. dello ’1 Signore ai suoi.
PRALI
Sono stati ammessi quali membri di
Chiesa, il giorno del venerdì Santo ii
seguenti catecumeni: Barus Melina,
Genre Viilma, Ghilgo Irene, Grill Didina, Grill Ines, Martinat Susanna,
Richaid Livia, Rostan Alba, Genre
Bruno, Griil Alfonso Grill »este, Pa•scal Filiberto, Richànl Silvio. --.Il
Signore vi aiuti, cari giovami, a per■severare nille cose che avete imparate e delle quali siete stati accertati
— A Pasqua i(l Tempio era affollato
e Ininna fu la partecipazione alla S.
Cena. La Corale, come già il venerdì
Santo cantò un liimo di circostanza.
---Il lunedi dii Pasqua circa 50
giovami hanno partecipato al Convegno di Torino.
— La filodrammatici) flelle Unioni
di Perrero-Mariiglia, ci ha fatto tr’ascorrere due ore di sana allegrila, la
domenica 20 aprile.
— TI 4 maggio è stato battezzato il
|)'iccolo (Irill Aurelio, di Giovanni Luigi e di Pons Clementina, Villa. — TI
Signore protegga e guidi, quel suo tenero agnello.
S. GERMANO CHISONE
— Doinenira 27 aprile abbiamo avuto
la gioia di udire per la prima volta a
San Gevm&ncr la Coralt; di .S. Giomnni.
Godimento aftistilco e spirituale per i
parrocchiani chè hanno saputo approfittare di questa visita.
Dopo il concerto le due Corali si sono trattenute nella Sala delle Attività
per un incontro fraterno quanto mai
bello c piacevole. Alla brava Corale di
S. Giovarmii e .al suo valente direttore
sig. Gustavo Albarin, i più vivi Fingi aziamenti ed i mifgliori auguri, in
attesa di riaverli di nuovo fra noi.
— Abbiamo avuto una serie di riunioui
missionarie presiedute nei quartiieri
da studenti della Pra’ del Torno e conclusasi con una conferenza con proiezioni luminose, nel tempio, tenuta dalmi&sionario nel Gabon, ‘pastore Rouzeau. Li molti Cuori la causa delle
Missioni ha trovato consenso e prcghiiera. •
— L'alluvione del Risaglidrdo (Jetenninata, da grosse frane che haimo~sbar.
rato il torrente accumulando forti
quantità di acqua die hanno poiì repentiiiamente invaso la valle sradicando alberi e trascinando con sè massi
énorm) di pietra, ha causato gravi
danni a parecchi nostri parrocchiani
che hanno visto sparire i loro miiglio-,
ri pratÀ e anche degli orti.
Due punti presentano uno spettacolo desolante: le rive del torrente al*
ponte del Resagliardo in S. Germano
dove l’acqua ha asportato le sponde
di destra e di sinistra minaccisndo la
villa Bounous e la casa Long del PiIone. Il piazzale delta Libertà è stato
in buona parte roviiiato. gli olmi al
quali erano stati fucilati i tre parti,
giant, fra cui il nostro Dino Balmas e
il cippo sono stati strappati via. 11
danno più grave l’ha avuto il nostro
fratello Gibv. Giac. Long della Socie
V aldese
tà di Pramollo che ha visto cadere
una parte della sua Gasa. L’aspetto del
terreno dalla Società al Mulino e più
sópra ancora è lunare. Un sito che
nella buona stagione era molto airie110 è diventato tutta una pietraia.
La strada di Pramollo è stata tagliata in due lunghi tratti dal Viale della
Rimembranza al Mulino e non si vede bene dove e quando la si potrà riaprire.
NcH’ora del pericolo, tutti cattolici
e valdesi si sono prestati per aiutare
la famiglia a mettere in salvo le masserizie sotto la diirezione del parroco
deir.attigim chiesa delle Rue. don Audislo, che non si è risparmiato per
dare uiiai valida mano al vicino in pericolo, osip^ando le masserizie nella
chiesa e nella canonica e la famiiglia
stessa.
Il signor G. G. Long lingraizia il
•parroco c tutti coloro ì quali so-no accorsi al suono della campana ed hanno ancora aiutato nei giorni seguenti, per dev'hre il corso del torrente
Tutto ci dice che siamo pellegrimi
sulla terra e che solo in cielo abbiamo
una casa stabile.
Alle famiglie colpite va la .simpatia
p’t-j viva dii tutta la fratellanza.
— Assemblea di Chiesa; Domenica T8
alle ore 10. dopo un breve culto. Ordine del giorno: U provvedimenti da
iirendeite per ' raggiungere- il mìnimo
(ielle contribnzion’' richieste dalla Tavola: 21 elezione dei delegati alla Conferenza Distrettuale e al Sinodo ; 3) d’tsf-nssioiie snIl’Autonomia delle parrocchie e su un nuovo ordi|namento dirircttnale. 4) Varía.
— Ricordiamo a tutti i parrocchiani
non abbiamo ragg’innto la somma
che dobbiamo versare dlìa Tavola.
C'n-jcimó faccia il suo esame di' coscienza, AncFc i R Germariesi nostri
narr-r.ccb'lani, che SOPO nlVcsfero O fuori delle gialli sono invitati a inviare
c-en-r-r, %ie|nf>-in ¡¿^nro contribuzione,
S'zcnndn i loro guJftagni.
dattainento della scienza a scopi bellici, la propaganda fatta dii rneiizcgne sono tutte armi "dì guerra che
hanno sempre più distrutto il senso
della fratellanza fra gli uomini h i-i
hmirio poidato alle soglie dj. un con- nitt® che investirà ogni classe e dà-viiderà persitno i villaggi e gli abitatili
dello stesso villaggio.
Finché gli uomini non sapranno opporsi senza violenza alla guerra, non
SI potranno riprendere dei rapporti
meno tesi ed evitare gli screzv futuri
Ira i popoli. f
In molti paesi del mondo, gh; obbuBttori di (coscienza sono numerosi
‘ fanno giià sentire la loro forte voce
Anche nelFEuropa si sono alzati
degli nomini coraggiosi che addtario
la viia da seguEie per giungere alla
vera pace.
Domenica 18 corrente, alle ore 21,
Il dott, Pietro Sola e il dott. E. Gardiol terranno l’attesa conferenza sulla febbre maltese. Per la nostra Valle
I argomento è molto impoi tante e spei lalmente gli' abitanti della campagna
potranno avere così una conoscenza
più completa del morbo e dei suoi
tristi effetti
Società
“Pfa del Torno,,
« La Pra dei Torno prega vivamdente
i Membri Onorari che ancora non lo
ave.ssero fatto, di mettersi ifn regola
col pagamento della loro quota di lire
50 per l’anno societario 1946-47. Le
quote devono essere fatte pervèrijin»
entro Jl 15 giugno prossimo, al cassiere della società sig. Dante Eynard
- Via Vignai 1 f- Torre Peilllcq»..
Perii Seggio; 11 Presidente
.Alberto Peyrol.
l>RO VALLI
I 'lettori deliI’Eco delle ’VaJ,ij e le
l|3rf.one jinteresisate posso'no riiMalgerS'i, per iinformazioni intonno' agli immobili (case, terreni:) situati nel terbi,torio^ delle Valli Valdesi, aill’Uffìob Pro
Va'!: - Ramo iimm-obili - «Gasa Valdese,
Torre Pellrce (Torino).
Direzione: Via dei Mille, 1 - Pinerolo
Amministrazione; Via Carlo Alberto,
1 bis - Torre Pellice
__T>ir. Resp. Ermanno Rostan
ARTI GRAFICHE "L’ALPINA,
Torre Pellice
Centro Evangelico di
Cuitura - Torre Pellice
Abbiamo avuto il piacere di avere
fra noi, domeniica 4 corr., due amici
rodiici dalle Missioni, 11 Signor e la
Sipiu-ii'a Rouzeau di Neuchâtel, che
coinpioiio la loro rnirabile opera nel
Gaboij (Africa Equatoriale Francese)
in una zona molto estesa ed iiiipervlE,
Ira ilifficultà e peuiicoii spesso non iri(iiffereriti Essi hanno geiitilmente. ac(-ettah) di parlare domenica sera al
nostro C. E- C. delle loro esperienze e
speranze, di quella vita tanto diversa
dalla nostra che ha sempre mi fascL
rio particolare e profondo.
Nelle parole così materne della S.ra
Rouzeau abbiamo sentito ima fede capace di vincere o^i ostacolo e la sua
tiairrazione semplilce e naturale ci ha
dato modo di conoscere dei tipi dii negri che per lungo tempo non dhnenticheremo : Marie, la danzatrice negra
che vive nascosta nelle piantagioni, la
dorma colp%a dail’interdetto, il cacriature di cinghiali.
Su ogni negro pesa una tremenda
paura che ne altera la vita: i timore degli spiriti maligni pronti a colpi"
le; questo timore unito ad una fede
siiperstikiosa negli amuleti e negli
stre.goni o a.! ferrure della morte paralizza ogni ricerca ed attività.
E quando jii Signor Rouzeau^ ha
pre.so la parola e ci ha condotti 'con
sè nel più profondo della foresta alla ricerca delle anime che- non conoscono il Cristo, abbiamo sentito comunicarsi anche a noi l’ardore e l’ansia del nostro fratello e il suo grande
cuore ha fatto vibrare profondamente
11 nostro Ç lo ha reso più attento e
più sensibile agli appelli di tanta nmanità sofferente. #
TI nostro pensiero e le nostre pregh’'lr>i'e seguono questi due testimoni
fedeli nel loro lavoro.
Una gradita, sorpresa ci hanno fatto gli amici pastore Troemé e signo- *
ra di Chambon (Cevenne) ph^ duran
te una tournée di conferenze hanno
parlato delle loro ricerche a Un gruppetto di giovani! sabato 19 coliTente
alle ore 17 nella Sala di lettura del
CEC.
Domenica 11 corr. alle 21 haano poi
tenuto ancora al GBC una conferenza sulla posizione e sugli ideali ¡li^ìli
obtetjori di coscienza che ■sono óra
uniti in tutto il mondo in un movimento solo.
L’occupazione miilitare di un paese, \
la re,s!stenza armata a un regime, l’a- '
La famiglia della compianta
Lidia Vicino
ringrazia sentitamente guani: vollero
dimostrare la loro simpatia colla presenza o con scritti nella luttuosa circostanza; ed in pari'colar modo le
fan-)g\ie 'Ghd'ino, Persóne e TiirkRodef.
Pinerolo 11 - 5 - 1947
ì,r (limìglie RICCA ringraziano tutte Ir. persone rb,. binino e.niresso la
-'10 simpatia cristiana in occfisifinc
della dipaitenzii del loro dilelln
E R N B S T O
Ricca (Angrogna), 10 maggio 1947.
AVVI»
Il sottoscritto rende noto di, avere
riaperto in Via, Amiaud, 4 rantilra
Macelleria e Salumeria
col proposito di servire, anche a ■domicilio, carne di prima .qualiità e
prezzi modici.
,Certo della buona affluenza dei vecchi c nuovi clienti!, antioipatamente
ringrazia.
Beloro eiovannl
CERCASI persona capace ari cucina.
RVolgersi: Casa Valdese Diaconesse
— Torre Pellir-e.
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