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Anno 119 - n. 12
25 marzo 1983
L. 500
òped. abbonamentp postale
I gruppo bis/70
Via
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
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A..r*T-'
Punti
di vista
INTERVISTA CON GLI ON. ANDREOTTI (DC), SPINI (PSI) E ZANONE (PLI)
Tre anni dopo il barbaro assassinio di Monsig:nor Romero
per mano dei sicari del maggiore
D’Aubuisson, oggi presidente del
Parlamento, un nuovo assassinio
ad opera della stessa mano ha
riportato il Salvador sulle prime
pagane dei giornali.
Marianella Garcia Valles era
presidente delia, Commissione
salvadoregna per i diritti umani.
Aveva dovuto lasciare il suo paese proprio dopo la morte dell’arcivescovo Romero. Vi era tornata clandestinamente a metà del
mese scorso per indagare sull’uso di napalm da parte dell’esercito contro la popolazione civile.
Gli squadroni della morte l’hanno eliminata così come avevano
eliminato i suoi due predecessori in quell’incarico.
All’indomani deH’infelice viaggio del papa in Centro America,
questo nuovo delitto viene puntualmente e tragicamente a confermare, se ce ne fosse ancora
bisogno, da che parte stanno la
violenza e l’ingiustizia in questo
martoriato paese. Se poi si tiene
presente la recente lolle decisione
del presidente Reagan (contro il
parere del Senato) dì mandare
in Salvador nuovi massicci aiuti
militari e consiglieri americani,
appare fin troppo evidente la partita che si sta giocando in questa
polveriera che è diventato il
Centro America. Se il Nicaragua
sandinìsta non piace a Giovanni
Paolo II, piace ancor meno a
Reagan, e per evitare che il Salvador diventi un secondo Nicaragua, egli sembra avviato a trasformarlo in un secondo Vietnam.
Gn documento del Consiglio
Ecumenico delle Chiese, redatto
sulla base di informazioni fornite daU’Ufflcio di soccorso giuridico dell’arcivescovado cattolico
di San Salvador, riferisce che
neH’82 sono stati passati per le
armi, senza processo, almeno
5.977 civUì, 210 sono stati decapitati, 332 torturati, 1.189 arrestati
arbitrariamente e poi scomparsi. Gran parte di questi arresti
riguardano dirigenti sindacali e
responsabili politici. Il documento afferma: « La violazione dei diritti umani in Salvador ha raggiunto un’ampiezza intollerabile».
Marianella Garcia aveva dedicato la sua vita alla difesa di
questi elementari diritti umani
ferocemente calpestati da un regime abietto. Non era un’estremista; cristiana convinta, aveva
militato a lungo nella DC; ne era
uscita nel ’78 quando Napoleone
Duarte si era schierato contro il
popolo. Il suo radicalismo evangelico non le lasciava altra scelta
che quella di stare dalla parte del
popolo. Scelta che l’ha portata
alla morte, comé Romero.
Una morte, questa, che non ci
può lasciare indifferenti, proprio
in quanto discepoli di Gesù Cristo, anche luì morto in croce per
essersi identiflcato col popolo indifeso e schiacciato. Ma la resurrezione è la vittoria della verità
sulla menzogna e sul peccato del
potere. Non c’è dubbio che Marianella stesse dalla parte della
verità. La sua morte suona come
un giudizio su coloro che l’hanno assassinata.
Jean-Jacquc^ Pejronel
Ci impegniamo a premere perché
i’Intesa sia portata in Parlamento
Le cause (Jella stasi: l’inerzia (decisionale su ciò che non è urgente, lo zelo dei Ministeri, ma
anche la novità dell’Intesa - L’impegno per una mozione pluripartitica che sia conclusiva
Il progetto di Intesa tra lo Stato italiano
e la Tavola valdese, in rappresentanza delle
Chiese valdesi e metodiste in Italia, attende da anni di, essere portato in Parlaménto.
Lo hanno siglato le rispettive delegazioni una prima volta nel febbraio del 1978 e
una seconda volta, dopo alcune modifiche
apportate al primo testo, nell’aprile del 1981.
Da allora si attende invano e ci si chiede
che cosa trattenga il Governo dal proporre
al Parlamento di sostituire, nei rapporti che
lo Stato italiano ha con i valdesi e i metodisti, questa Intesa alle vergognose lèggi fa
sciste del 1929-30 sui culti ammessi che tuttora vigono nell’ordinamento italiano.
Su questo problema abbiamo appunto invitato a discutere con noi alcuni esponenti
di partiti attualmente al governo che sappiamo essersi personalmente interessati al problema delle Intese. L’on. Giulio Andreotti
presiedette infatti il Governo che nel 1976
avviò la trattativa con la Tavola valdese e
giunse a siglare la prima stesura dell’Intesa
nel 1978; l’on. Valdo Spini da quando è entrato in Parlamento ha costantemente sol
GH on. Giulio Andreotti e Valdo Spini a colloquio con Giorgio Gardiol e
sede della Tavola valdese a Roma.
Franco Giampiccoli nella
ISAIA 8: 17 - 9: 6
La vittoria sulle tenebre
Nel nostro tempo abbiamo bisogno di una parola, anzi di un
segno che ci possa aprire il cuore ad una visione di speranza e
di sollievo. Infatti, tenuto conto
di tutto quello che succede nel
nostro tempo, molto spesso siamo tentati di dover ripetere quelle desolanti parole che quasi tremila anni fa il profeta Isaia rivolgeva al suo popolo: « Io aspetto l'Etemo che nasconde la sua
faccia dalla casa di Giacobbe »
(Isaia 8: 17).
Anche noi, oggi, abbiamo la
triste sensazione della assenza di
Dio nella storia del nostro tempo. Spesso ci sembra proprio che
Dio voglia « nascondere la sua
faccia » da ciascuno di noi e da
tutte le nazioni della terra. Riflettendo sui gravi problemi che
affliggono la nostra esistenza individuale e collettiva, ecco che il
nostro cuore freme dinanzi alle
tremende ingiustizie, agli orrendi atti di violenza, agli implacabili odi, agli sfrenati egoismi ormai diffusi nel nostro Paese ed
in ogni parte della terra. Ed allora ci domandiamo: ma è mai
possibile questo? Perché Dio non
interviene per frenare ed impedire il moltiplicarsi di tanta^ iniquità? Tutti sappiamo che Dio si
manifesta nelle virtù sublimi,
cioè nella pace, nella giustizia,
nell'amore. Ma dove sono oggi
queste divine virtù? Se Dio non
è morto, egli è senz'altro assente o nascosto.
Ma Isaia — e così pure ogni
credente — non si lascia vincere
dal pessimismo per cui, dopo
aver detto: « Io aspetto l’Eterno
che nasconde la sua faccia... »,
subito aggiunge: « Ma in lui ripongo la mia speranza ». Noi possiamo continuare a trarre amare considerazioni dai fatti del
giorno, ma non dobbiamo perdere la nostra speranza in Colui
che — anche se apparentemente
« nasconde la sua faccia » — è e
rimane il Signore del cielo ed
anche della terra; l’ultima parola non è del maligno, ma di
Dio Padre!
Il profeta Isaia, dopo aver ammonito il popolo a non lasciarsi
sedurre dai sistemi pagani, idolatri e superstiziosi del momento, richiama solennemente ogni
individuo all’osservanza della legge di Dio dicendo: « Alla legge!
Alla testimonianza! Se il popolo
non parla così, non vi sarà per
lui alcuna aurora! Andrà errando per il paese, affranto, affamato; e quando avrà fame, s’irrite
rà, maledirà il suo re ed il suo
Dio. Volgerà Io sguardo in alto,
lo volgerà verso la terra, ed ecco
non vedrà che distretta, tenebre,
oscurità piena di angoscia, e sarà sospinto in fitta tenebra »
(vv. 20, 22).
Quanta attualità in queste parole! Sembra di leggere la cronaca quotidiana! Avendo trascurato la legge di Dio, avendo preferito servire l’idolo Mammona
anzicfié Dio, avendo posto fiducia nelle cose provvisorie anziché nei valori eterni..., siamo tutti quanti precipitati esattamente
nella tenebrosa situazione descritta da Isaia: « Non vediamo
che distretta, tenebre, oscurità
piena d’angoscia »!
Infatti, da che cosa è dominata la nostra generazione se non
dall’angoscia? L’angoscia della
disoccupazione; l’angoscia della
cassa integrazione; l'angoscia di
un nuovo olocausto di ùna terrificante guerra nucleare! Ed allora ci domandiamo: questo stato di cose di angoscia, di paura
e di tenebre durerà sempre? Questa società civile che si regge sul
Giuseppe Anziani
(continua a pag. 12)
lecitato i vari governi succedutisi negli ultimi anni — con interpellanze, interrogazioni
e perfino con una mozione — a portare a
compimento l’Intesa; l’on. Valerlo Zanone
in sede di dibattito del programma del Governo Spadolini II ha duramente criticato
la subordinazione delle Intese alla revisione del Concordato. ;
Riportiamo l’essenziale della conversazione avuta con i primi due e le risposte che a
parte, impossibilitato a partecipare, ci ha
fornito il terzo.
LA LUCE — Nel ’75 TaUora
ministro Gui in risposta a una
ennesima richiesta della Tavola
Valdese di avviare la trattativa
per l’Intesa rispose che prima
bisognava rivedere il Concordato. Non pensa, on. Andreotti, che
queUo che allora disse l’on. Gui
apertamente sia staio poi ciò
che, pur non dicendolo più, il
suo partito ha assunto coinq linea politica, cioè quello di subordinare di fatto la conclusione dell’Intesa alla revisione del
Concordato?
ANDREOTTI — Una posizione di partito in verità non c’è
stata né in un senso né nell’altro, perché su questo argomento si è camminato più sulla linea
di governo che non in una linea
di partito. Io ritengo che l’idea
di Gui possa essere vista non
tanto concettualmente, quanto
come una previsione che allora
poteva sembrare abbastanza realistica: più volte noi avevamo
avuto in Parlamento, con larghissime maggioranze, l’invito
a procedere alla revisione del
Concordato e quindi si riteneva
che la cosa potesse procedere
abbastanza velocemente. Comunque, siccome questo non è avvenuto, e siccome a seguito del negoziato fatto coi rappresentanti
delle Chiese valdesi e metodiste
è stato appunto predisposto il
testo dell’Intesa raggiunta, trasmessomi ormai 5 anni fa da
Gonella, Jemolo e Ago, pur essendo opportuno procèdere alla
revisione del Concordato con la
Santa Sede, non vedo perché i
due temi debbano essere collegati. Ritengo quindi veramente
che si debba procedere e l’ho anche scritto al Presidente del
Consiglio. Oltretutto — anche se
non bisogna confondere temi storici con temi attuali — mi sembra che avrebbe un certo significato nel quadro delle celebrazioni del centenario di Lutero
che si proceda a questo adempimento costituzionale. (Contemporaneamente ritengo sarebbe
utile procedere anche per gli
Israeliti, ma oggi non ci occupiamo di questo...
Certamente non vi saranno
difficoltà da parte della Democrazia Cristiana; di questo posso esserne certo.
(continua a pag. 6)
2
2 fede e cultura
25 marzo 1983
CRISTIANI RIFORMATI NELLA R.D.T.
Pace e confessione della fede
Lo scorso novembre, nel quadro di una decade
della Chiesa per la Pace dedicata a « Paura, fidùcia,
pace », la Convenzione generale riformata della Repubblica Democratica Tedesca (DDK) ha discusso
e approvato la Dichiarazione su « La confessione di
Gesù Cristo e la responsabilità della Chiesa per la
pace » pubblicata sul bollettino del Comitato Esecutivo dell’Alleanza riformata in DDR. Riportiamo
questo commento così come è stato diffuso dall'Alleanza Riformata Mondiale di Ginevra.
Per una migliore comprensione ricordiamo che
« status confessionis » significa una situazione, in
cui un elemento della fede diventa discriminante:
la sua confessione o la sua non confessione significano per la chiesa fedeltà o rinnegamento. L'Accordo di Leuenberg ha segnato un'importante tappa
sul cammino della totale intesa tra riformati e luterani in Europa.
A chi fosse indotto a pensare che si tratti qui
di un « pacifismo di stato » a senso unico, ricordiamo che le Chiese evangeliche della DDR hanno
avuto più tu uno scontro con le autorità del loro
paese a proposito del loro pacifismo non addomesticato. Uno scontro si è avuto a proposito di un
distintivo pacifista recante un versetto di Michea
proibito dalle autorità. Recentemente, informa
l'agenzia ecumenica SOEPI, ad un numero di un
giornale ecclesiastico dedicato ai temi della pace
è stata rifiutata l’approvazione governativa e la
stampa è stata effettuata a costo e rischio della
chiesa.
I * In gran parte questa Dichiarazione concorda con ciò che pensano i cristiani nel nostro paese
e con le dichiarazioni sulla pace
. pubblicate dai nostri sinodi da
vari anni. « Gesù Cristo è la
nostra pace... La sua pace che il
mondo non può donare, assicurare o distruggere, ci rende liberi e ci spinge a pregare, riflettere e lavorare per la pace tra gli
esseri umani» (Tesi I). Confessiamo ' anche noi, come lo fa la
Dichiarazione, che nel passato
noi cristiani abbiamo spesso
«mancato di attestare ai nostri
fratelli e alle nostre sorelle la testimonianza delle nostre vite per
la pace e la riconciliazione », e,
così come dice la Dichiarazione,
afferrniamo anche noi che la
questione della pace, lungi dall’essere un tema secondario per
la chiesa, ci è presentata « come
il centro stesso dell’Evangelo »
(Commento alla Tesi I).
Condividiamo il particolare la
affermazione della Tesi IV:
« Questa confessione della nostra
fede è irriconciliabile con Taccettare o anche solo il tollerare
un ’’sistema di sicurezza” che sia
ottenuto alle spalle dei poveri e
degli affamati della terra e al
prezzo della loro vita ».
« Ora, nel momento che più
che mai la guerra atomica minaccia di diventare non tutt’al
più una possibilità bensì addirittura una probabilità, riconosciamo che la questione della pace
è una questione che fa parte della nostra confessione di fede. Per
noi questo significa 1’esistenza di
uno status confessionis » (Tesi I).
Questo eleva la questione della
pace ad un livello obbligatorio
nelle nostre comunità, nelle nostre chiese e unioni di chiese.
« Secondo una prospettiva evangelica il riconoscimento e la
affermazione considerata con cura secondo la quale la chiesa si
trova in uno status confessionis
non deve significare la scomunica o la minaccia di divisione ma
piuttosto un invito alla fede e un
ricordare la responsabilità della
confessione della fede. Certamente non possiamo erigerci a maestri della fede e della coscienza
altrui. Ma il nostro ripudio, il nostro avvertimento e la nostra
supplicazione è un appello a tutti, a noi stessi prima di tutti, ”a
essere fedeli a Gesù Cristo e ad
agire come esseri responsabili
in comunione con Lui” » (Commento alla Tesi I).
Facciamo nostra questa opinione sullo status confessionis.
Siamo persuasi che non ci è lecito rifiutare questo servizio,
quest’obbligo di essere chiari e
impegnati nella questione della
pace così come si presenta a noi
oggi. Riflettere sul termine status confessionis a questo proposito non può limitarsi a ratificare la Dichiarazione del Comitato
Esecutivo. Ricordiamo l’Accordo
di Leuenberg delle Chiese della
Riforma in Europa in cui si afferma che il messaggio della libera grazia di Dìo libera i cristiani per « un servizio responsabile nel mondo e li prepara anche a soffrire in questo servìzio »
(Accordo di Leuenberg, 11 d).
« La comune comprensione dell’Evangelo deve essere maggiormente approfondita, messa alla
prova alia luce della Scrittura e
costantemente espressa nella
reajtà» (Accordo di L., 38).
Accogliamo ugualmente in modo favorevole la decisione del Sinodo federale del 28.9.1982 di domandare un chiarimento sul termine di status confessionis nel
contesto ecumenico. I dibattiti
sulla comprensione evangelica
dello status confessionis non
metteranno in questione la comunione di chiese realizzata con
l’Accordo di Leuenberg.
La Convenzione generale riformata in DDR raccomanda che la
Dichiarazione del Comitato Esecutivo sia utilizzata molto larganiente nelle nostre comunità per
discutere ’della pace.
PROTESTANTESIMO IN TV
“Parabola" discutibile
Abbastanza insolita, strana addirittura, la trasmissione di
« Protestantesimo » del 7 febbraio; un breve filmato muto,
una specie di pantomima intitolata « Parabola », preparata dal
consiglio delle chiese protestanti di New York: in un piccolo
circo scalcagnato, un modesto
clown sostituisce i compagni affaticati, aiuta quelli umiliati a
liberarsi, prende il posto di quelli maltrattati e muore.
Credo che per molti ci sia stata una reazione di imbarazzo e
addirittura di rifiuto: non è facile accettare una parabola che,
riferendosi esplicitamente alla
figura di CHsto, presenta un
clown come protagonista.
Qualitativamente tuttavia il filmato era abbastanza buono.
L’ambiente del circo, così squallido e insieme emblematico dell’esistenza, presentato in modo
così poco festoso, così « nordico », ricordava un poco certi film
di Bergman che si svolgono fra
guitti o artisti di circo.
La storia è eminentemente laica; di questo d’altra parte non
c’è da scandalizzarsi: anche nel
Nuovo Testamento le parabole
sono prese dalla vita comune,
non religiosa.
D’altra parte, però, « Parabola » non ha la linearità e la semplicità delle parabole evangeliche, e non ha tratto giovamento,
a mio parere, dalle letture durante il filmato, che nell’originale
era completamente muto e tale
doveva rimanere per non perdere il suo carattere e il suo significato. La lettura come didascalia alle immagini tendeva a porre un’identificazione effettiva e
non simbolica fra il clown e la
figura di Cristo.
E’ vero tuttavia che, così da
sola, « Parabola » non era una
parabola, non un messaggio o
una predicazione, ma solo una
storia suggestiva; una parabola
è tale solo con una spiegazione.
Però, più che le letture durante ì\ filmato, sarebbero state utili dopo le letture e una discussione che dal filmato prendesse
spimto; il tempo ci sarebbe stato, dato che il cortometraggio
durava circa venti minuti.
Sarebbe anche stato utile un
chiarimento su quali siano i destinatari del filmato, preparato,
mi pare, per l’evangelizzazione;
è infatti, ‘dietro un’apparente
semplicità, alquanto intellettualistico, troppo per essere facilmente accolto da chiunque; forse è adatto a un pubblico di
giovani studenti.
Comunque mi è sembrato abbastanza lontano dalla sensibilità delle nostre chiese; poteva
avere ■ qualche interesse nell’ambito dello studio degli audiovisivi per l’evangelizzazione, ma
avendo a nostra disposizione solo una mezz’ora ogni quindici
giorni, è forse opportuno dedicarla a temi che presentino un
interesse più immediato e più
generale.
Roberta Colonna Romano
IL CENTRO FILADELFIA CERCASI
organizza un corso intensivo di lingua inglese CUOCO o CUOCA
dal 2 al 30 agosto 1983 per i mesi
L’iniziativa è specificamente per candidati studenti in da giugno a settembre.
teologia, ma la partecipazione è allargata ad un nu- Offriamo vitto e alloggio
mero limitato di altre persone, interessate al perfe- e 600.000 L. mensili.
zionamento dell’inglese. Per informazioni sulle carat- teristiche, i costi e le modalità di partecipazione, seri- ' Scrivere a: Ugo Tomassone Casa Evangelica Metodista
vere a: Via dei Caduti, 25
Paolo Spanu - Via L. Colla, 20 - 10098 ¡Rivoli (To) 14050 S. Marzano Olivete (AT) Tel. (0141) 856130
SU SATANA
Caro fratello fiorentino,
non credo che l'aggettivo credente
attribuita a Gesù sia poi così arbitrario; Gesù è certo per noi l'oggetto
della fede, e in quanto tale viene da
noi “ creduto », ma penso che Egli
sia al tempo stesso soggetto di fede,
credente fino in fondo. Proprio in quanto tale Egli ci è maestro, perché ci ha
insegnato a credere, a pregare e a vivere non dall'alto dei cieli o delle
teorie, ma condividendo a pieno la fatica, la pena e la concretezza della esistenza di tutti I giorni. Gesù è stato
uomo fino in fondo e come tale uomo'
tentato. Gesù è stato anche l’unico vincitore della tentazione e in quanto tale
da noi creduto, proprio perché in profondissima e unica comunione con il
Padre.
L’attualizzazione di Parmentier mi è
sembrata suggestiva e suscitatrice di
riflessioni importanti; certamente più
coinvolgente e significativa per l'uomo
di oggi che l'espressioni da lei citate
(Angelo dell'abisso, leone ruggente...)
che parlavano al cuore degli uomini di
altri tempi ma che oggi rischiano di
essere incomprensibili. Credo che tutto
il messaggio biblico vada compreso nel
significato che ha avuto nella realtà in
cui è stato annunciato ma ohe debba
essere, rispettando la sua interezza e
originalità, tradotto e interpretato nella
realtà nostra di oggi. Altrimenti da parola vivente rischia di trasformarsi in
parola morta.
Così è per la tentazione; così è per
il discorso sul pane: esso certo rappresenta il nostro nutrimento quotidiano,
ma anche, io credo, tutte le altre cose,
materiali e psicologiche di cui ogni
giorno abbiamo bisogno.;
Per concludere; pur non essendo
cattolica in nessun senso, e duhque
non vivendo come dogma nessuna delle mie convinzioni, continuo a ritenere
fermamente che il metodo storico-critico sia l'unico che riesca a farci penetrare il senso profondo della Scrittura,
mettendoci dunque in grado di predicare all uomo e alla donna di questo tempo. Ma su questo, come Lei sa bene,
il discorso è troppo lungo per farsi
con un botta e risposta.
Cordialmente
Francesca Spano
UNO SCANDALO
Egregio Direttore
Lunedi 7 c.m., ho visto la trasmissione “ Protestantesimo • alla TV che mi
ha semplicemente scandalizzato. Si
rappresentava una parabola in chiave
moderna con Gesù che aiuta un portatore di acqua a certi elefanti, che per
altro avrebbe potuto accompagnare direttamente all'abbeveratoio. Fin qui
nulla di male. Senonché si vede Gesù
nelle vesti di un clown da circo e questo sembrerebbe il colmo, ma non è
ancora. Da clown Gesù passa ad essere un burattino, manovrato da un burattinaio che gli fa fare gesti buffi, sospeso per aria.
Mi sono sentito agghiagciare anche
perché insieme a me avevo degli amici
ai quali avrei potuto parlare del Signore se quella trasmissione me ne
dava l'occasione. Mi sono vergognato
davanti a loro e non ho saputo come
giustificare questa trasmissione che era
veramente blasfema.
Ma quand'è che impareremo ad essere semplici annunziatori dell'Evangelo nella sua semplicità? E quando cambieremo finalmente questi redattori della trasmissione per sostituirli con uomini meno colti ma più credenti?
Ma so di essere una voce che grida
nel deserto. Tanto tutto continuerà ad
essere come prima e tutti coloro che
parleranno come me saranno considerati dei poveri pietisti arretrati.
Mi scusi se ho esagerato e se ho
mancato di carità.
Marco Lapedota, Roma
LA FIDUCIA
linguaggio. Non siamo invogliati a leggerli perché troppo intellettuali. Sì, è
vero, bisogna accontentare e gli uni e
gli altri. Però un intellettuale capirà
sempre un linguaggio semplice,- ma la
persona semplice non capirà un linguaggio troppo, intellettuale.
Vi sono poi degli articoli che ci lasciano perplessi. Ad esempio: ho letto
sul n. 8 del 25 febbraio l’articolo « Una
selezione di calunnie » e l'ho riletto attentamente perché, con tutte quelle
sigle, non era facile. L'ho poi capito
meglio leggendo l'intervento a firma
Luigi Maria Nicolai di Terni, dal titolo
« Buon senso politico ». Non entro nell'argomento dei partiti. Ciò che mi ha
colpita è di leggere che la Chiesa Valdese, per mezzo del Consiglio Ecumenico delle Chiese fornirebbe addirittura le armi a sanguinari rivoluzionari.
Se quanto è scritto corrisponde al
vero, come possiamo ancora avere fiducia nella Chiesa? La pace è una sola e
non deve essere vincolata dalle Ideologie politiche.
La risposta della Redazione ci sembra blanda.
La parte positiva: L’Eco-Luce n. 2 del
14 gennaio pubblica un articolo: « 250
anni della Missione Morava - l'Evange
10 per gli ultimi ». L'articolo è breve,
11 linguaggio è semplice. Tale articolo
ci ha aiutate a completare un lavoro
che stiamo presentando nella nostra
Unione Femminiie: i rapporti fra vaidesi e boemi, prima della Riforma. Si
tratta di pagine di storia che gran parte della base comune delle nostre comunità non conosce più.
Ecco, qui l'Eco-Luce potrebbe svolgere una opera valida: dare, a piccole
dosi e con un linguaggio semplice delIa informazioni che arricchiscano la vita spirituale dei membri delle nostre
comunità.
Circa l'invito della Redazione ad intervenire alle sue riunioni, concordo
col fratello Guido Baret (Eco-Luce n. 8):
in presenza di una Redazione compatta e dialetticamente preparata, il parere dei singoli verrebbe facilmente sopraffatto.
Termino, rivolgendo un caldo invito
a noi, membri serriplici delle nostre
comunità: leggiamo di più, cerchiamo
di conoscere meglio la nostra storia,
la vita dei Riformatori, ritorniamo ad
essere un po' « il popolo della Bibbia »
che eravamo. Questo ci aiuterà a vivere con maggiore fedeltà il nostro presente.
Nelly Rostan, S. Germano Chisone
Davvero bastano le insinuazioni di
qualcuno per scuotere la fiducia nella
propria chiesa?
L'articolo difficile (?) «Una selezione di calunnie » dava una risposta
a questo tipo di insinuazioni.
Mi riferisco agli interventi pubblicati
su I Eco-Luce n. 2 del 14 gennaio e n.
8 del 25 febbraio.
Esporrò alcune -riflessioni dividendole
in due parti:
La parte negativa: L'Eco-Luce pubblica troppi articoli lunghi e di difficile
gioventù
evangelica
anno XXXIII - n. 79 - febbraio 1983
editoriale: Contratti e lotte operaie,
di Paolo Ferrerò
studio biblico: Scommessa sulla vita, di Ermanno Genre
pace e disarmo
L'altro volto dell'America: il movimento per la pace negli Stati
Uniti, di Paolo Naso
Il contributo delle donne, intervista
di P. Naso e A. Sessa a Marjorie
Juite
dibattito
La psicoanalisi: un lapsus?, di Cesare G. De Michelis
Processi ai terroristi: per una riflessione etica, di Amos Pignatelli
storia
I Levellers: fede e politica nell'Inghilterra del XVII secolo, di Claudio Pasquet
materiali
II diritto al dissenso, di Eugenio Bernardini
Un tentativo di predicazione tra il
proletariato, di Jean-Jacques Peyronel.
gioventù evangelica, via Luigi Porro
Lambertenghi 28 - 20159 Milano sottoscrizione 1983: annuale L. 8.000
- estero L. 13.000 - sostenitore L.
15.000 - versam. su c.c.p. 35917004
3
25 marzo 1983
fede e cultura 3
UNA CONFERENZA DI GIORGIO SPINI AD AGRIGENTO
Riforma e libertà di coscienza
A confronto la tesi che
che vede nella Riforma
Il giudizio recisamente negativo espresso dal Croce (La crisi ,
italiana del '500 e il legame del
Rinascimento col Risorgimento,
« Critica » 1939) nei confronti
della tesi secondo cui il non aver
accolto la Riforma protestante
sarebbe stata la causa della inferiorità e delle insufficienze politiche d’Italia rispetto agli altri
popoli europei dimostra una volta di più l’angustia della sua visione storica. Gli è che il filosofo di Pescasseroli, nello sforzo
di rivendicare al Rinascimento
— e non alla Riforma — le origini del mondo moderno, non si
rende conto, da un lato, che il
senso più duraturo del Movimento riformatore, ben oltre il pur
presente dogmatismo teologico,
si radica nel rilievo concesso all’autonomia del giudizio individuale ed alla partecipazione popolare; e dall’altro, che la cultura rinascimentale, pur così feconda, sul piano dei principi, di
intuizioni dirette ad esaltare la
dignità e la creatività dell’uomo,
non seppe uscire, sul piano storico, forse per il limite di classe
connesso alle sue origini borghesi (cfr. Gramsci, Il Risorgimento,
Torino 1949), dai ristretti circoli di corte per divenire coscienza del nostro popolo; ed anzi,
gradualmente estraniandosi da
quella realtà quotidiana che pure l’aveva generata, abdicò alle
sue potenzialità di rottura, si
svuotò di ogni contenuto civile
e finì con l’isterilirsi in formule
senza vita utilizzate come strumento di dominio dal dispotismo
principesco e dalla reazione gesuitica.
Gramsci
Sorprende piuttosto che mostri di condividere le critiche del
Croce lo stesso Gramsci (Il materialismo storico e la filosofia
di Benedetto Croce, Torino 1948)
quando si riferisce con ima punta di ironia a quelle « ideologie
piccolo-borghesi [.] che spie
gano le debolezze dell’organismo
nazionale e statale italiano con
l'assenz.a di una riforma religiosa intesa in senso angustamente
confessionale ». Sorprende cioè
che uno storico del suo acume
non avverta come, pur partendo
da presupposti, se vogliamo,
« angustamente confessionali », il
Movimento riformatore, uscendo
dal chiuso della meditazione teologica, abbia saputo collegarsi
con straordinaria fecondità al
complesso tessuto storico-sociale
del suo tempo, sì da trasformarsi in un potente fattore di progresso civile nelle nazioni che lo
accolsero. Ma il rigore critico di
questo giudizio è viziato forse
dall’intento polemico di dimostrare agli intellettuali « piccoloborghesi » che la vera, « grande
riforma dei tempi moderni », ge
Congresso
FNISM
Sul tema « Laicità e riforme:
scuola e società negli anni 80 »
si terrà a Catania, nei locali della Facoltà di Lettere dal 27 al 30
marzo il XXV Congresso nazionale della Federazione Nazionale Insegnanti Scuole Medie. Il
Congresso si articolerà su tre sessioni: « Libertà e scuola oggi in
Italia »; « Politica dell’educazione
e riforme »; « Contenuti e professionalità per una educazione laica »; e una tavola rotonda sul tema: « Il ruolo delle associazioni
professionali della scuola: rapporti con la ricerca dell’università, con il sindacato e con la pubblica amministrazione ».
attribuisce solo al Rinascimento la genesi del mondo moderno e quella
i valori fondamentali della civiltà moderna in un appassionato dibattito
neratrice di « un vasto movimento di massa », è il marxismo;
tanto che il giudizio complessivo
di Gramsci, insistendo sul fatto
che luterani e calvinisti erano
« andati al popolo » e avevano
suscitato quel « vasto movimento nazionale-popolare » di cui si
erano dimostrati incapaci gli uomini del Rinascimento, individua
una linea ininterrotta dalla Riforma de] ’500 alla filosofia classica tedesca, e poi al mondo moderno e « alla grande riforma intellettuale e morale rappresentata dal diffondersi della filosofìa
della prassi ».
Riforma e romanismo
In realtà non a voci isolate, ma
ad una larga tradizione storiografica europea, appartiene Tinterpretazione della Riforma come origine e crogiolo dei valori
fondamentali della civiltà moderna. « La Riforma — notava più
di cento anni fa il De Sanctis
(Storia della Letteratura italiana, voi. IV, Milano 1950) — aveva per bandiera la libertà di coscienza e la competenza della ragione nell’interpretazione della
Bibbia e nelle quistioni teologiche; il romanismo aveva per contrario a fondamento l’autorità
infallibile della Chiesa, anzi del
papa, e l’ubbidienza passiva, il
« credo quia absurdum ». Questa
lotta tra la fede e la scienza, l’autorità e la libertà, è antica, coeva alle origini stesse della religione; ma si manifestava in quistioni parziali intorno a questo
o a quel domma: e solo allora
se ne acquistò coscienza, e la differenza fu elevata a principio. In
questa coscienza più chiara sta
l’importanza della Riforma e del
Concilio di Trento. [.] Da que
sta lotta esce il concetto moderno della libertà. Presso ßli antichi “libertà" era partecipazione
de’ cittadini al governo, nel qual
senso è intesa anche dal Machiavelli. Presso i moderni accanto
a questa libertà politica è la libertà intellettuale o, come fu
detto, la “libertà di coscienza",
cioè la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di riunirsi, di discutere, di avere una opinione e
divulgarla e insegnarla: libertà
sostanziale dell’individuo, dritto
naturale dell’uomo e non privilegio di prete; sicché proprio della Riforma fu il secolarizzare la
religione. Il concetto opposto,
fondato sull’onnipotenza della
Chiesa o dello Stato, è il dritto
divino, la teocrazia, il cesarismo,
assorbimento dell’individuo nell’essere collettivo, come si chiami, o Chiesa o Stato, o papa o
imperatore ». Sulla essenziale
funzione di libertà assolta dalla
Riforma insistono concordi, tra
gli altri. De Ruggiero, Joachimsen, Köhler, lo stesso Russell e
soprattutto Bainton (Nere I
stand. A life of Martin Luther.
Boston 1950; The reformation of
thè sexteenth Century, Boston
1952),
La conferenza
di Spini
La linea interpretativa della
Riforma come centro di irradiazione della sfera della dignità
umana a nuovi ceti sociali (il
solo criterio idoneo a giudicare
del carattere progressista di
qualsiasi movimento) è quella
che il professor Giorgio Spini —
docente di Storia dell’Europa occidentale presso l’Università di
Firenze, membro della Tavola
valdese e direttore dell’Istituto
di Studi Storici del PSI — ha
proposto in Agrigento il 26/2, ad
un pubblico di circa trecento
persone, nel corso di una conferenza-dibattito organizzata dal
Centro studi « A, Sciascia » in
collaborazione col Comitato provincialé dell’Associazione italiana Cultura e Sport sul tema:
« Attualità della Riforma nel V
centenario della nascita di Lutero ». Dopo aver individuato in
Lutero il simbolo, ma non certo
l’unico artefice, della Riforma,
il prof. Spini ha ricordato come,
pur tra errori, incertezze e dolorose necessità di repressione —
valutate del resto nel loro giusto peso persino da Engels (La
guerra dei contadini in Germania, Roma 1949) — proprio dai
fondamentali principi della libertà di coscienza e della responsabilità diretta dell’individuo verso Dio traggano vitalità e alimento gli ideali più avanzati della nostra civiltà.
Senza dimenticare gli importanti contributi delle correnti
ereticali della Riforma — e perciò di Ochino, Castellione, Serveto. Fausto e Lelio Sozzini, Juan
de Valdés — alla lenta preparazione di un nuovo e più moderno clima di tolleranza di contro
a taluni atteggiamenti di intransigente dogmatismo sviluppati
dal Luteranesimo e dal Calvinismo nell’imperversare della lotta religiosa e politica, il relatore
ha fissato la sua attenzione sul
principio del sacerdozio universale. Questo principio della Riforma, restituendo all’uomo il
senso della responsabilità diret
ta delle proprie azioni sottrattogli dalla mediazione gerarchica
della chiesa cattolica, costituisce
non solo l’antecedente storico,
ma la linfa vitale donde trae
continuo alimento quella concezione dell’attività umana come
servizio così diffusa nei paesi riformati e latente, invece, nei po
all’ideologia deresponsabilizzante della Controriforma.
Sull’antitesi tra azione individuale che si inserisce responsabilmente nella sfera sociale e atteggiamento di delega passiva all’autorità che non di rado travalica, per reazione, nel più sfrenato individualismo; sulla drammatica crisi di valori della società italiana e sulle sue radici storiche; sull’appello a far vivere
nella nostra azione pubblica e
privata i principi di autonornia
e di responsabilità trasmessici
dalla Riforma, per realizzare
modelli di convivenza civile che
siano degni della nostra dignità
di uomini, si è concluso, applauditissimo, l’intervento del prof.
Spini.
Gabriella Bartolozzi Rosati
LA SPEZIA
Lutero e la Riforma
Venerdì 5 marzo la conferenza
del Dr. Franco Becchino dal titolo « La Riforma: un avvenimento del passato o una prospettiva per il futuro? » ha inaugurato il ciclo di quattro incontri sul
tema « Lutero e la Riforma » indetti dal Centro Evangelico di
La Spezia per il cinquecentesimo
di Lutero. Molto consolante è
stata la partecipazione soprattutto di persone estranee all'area
evangelica della città; notati, fra
gli altri, l’on. Accame, il vicesindaco, un sacerdote cattolico. Il
Dr. Becchino è stato intervistato
per l’occasione dalla locale televisione Teleliguriasud (di nota
impostazione cattolica) sul tema
di Lutero. L’oratore nella conferenza ha messo in rilievo l’attua
lità dei principi della Riforma
per un reale cambiamento, di cui
tutti oggi avvertono la necessità.
La metànoia, il cambiamento di
mentalità dell’uomo è la soluzione proposta contrd la crisi dell’individuo; libertà, solidarietà e
responsabilità sono stati invocati
come il rimedio contro la fuga
nel privato e come contributo
alla salvezza di una società ormai allo sfascio; una Chiesa senza potere e che non pretenda di
essere rappresentante esclusiva
di Dio, è la prospettiva indicata
a tutte le chiese. Un vivace dibattito, animato soprattutto da interventi di cattolici sostanzialmente d’accordo con l’oratore,
ha concluso l’interessante incontro. F. S. '
RICORDANDO ANTONIO BANFI
Un laico con i ‘nuovi protestanti’
Nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, nel pomeriggio del 28 febbraio si è
svolto un Convegno sul tema
« Antonio Banfi: Le vie della Ragione ».
Promotori del Convegno sono
stati: il Dipartimento di Filosofia, la Casa della Cultura di Milano e l'Istituto Banfi di Reggio
Emilia.
Il Convegno ha avuto vasta
partecipazione di persone; in
maggioranza giovani studenti
universitari. La presidenza è stata tenuta dal Prof. Corrado Mangione e le relazioni sono state a
cura dei Prof.ri Dino Formaggio,
Mario Dal Pra è Paolo Rossi. Prima delle relazioni e prima del dibattito, gli esponenti delle istituzioni che hanno promosso la
manifestazione culturale, hanno
motivato il particolare interesse
rievocativo.
Sono stati ricordati i differenti
momenti della vita nazionale
ai quali Banfi partecipò come
uomo di cultura e come uomo
politico; sono state indicate le
molte pubblicazioni di Banfi in
articoli, saggi e volumi.
A proposito di questo Convegno, Nicola Abbagnano intitola
un profilo di Banfi: « La ragione
contro i miti » (Il Giornale).
Glauco Licata intitola il resoconto: « Ricordo di Banfi, marxista
umanista che insegnava a usare
la ragione» (Corriere della Sera).
Banfi si ritenne un « razionalista critico ».
Egli non accettò la realtà, ritenuta irrazionale, pensò di trasformarla con l’uso della ragione
e dell’esperienza. Le sue osservazioni furono oltre i confini europei e studiò uomini eminenti del
passato. Ebbe una visione universale della vita ed una ricerca
della norma assoluta per l’agire
del singolo.
Quando Banfi morì (21 luglio
1957) Enzo Paci su « Il Contemporaneo » intitolò la rievocazione
storico-ideologica: « Un Copernicano ».
Conscientia e Doxa
Perché ricordiamo Banfi anche
noi? Lo ricordiamo perché negli
anni del periodico « Clonscientia »
e della Casa Editrice « Doxa »
(ambedue soffocati dal fascismo
trionfante) Banfi portò un valido
contributo, alla loro espressione
culturale, con articoli, saggi, traduzioni .
Giuseppe Gangale a proposito di « Tesi ed amici del nuovo
protestantesimo » (Bilychnis Roma 1926) annovera Banfi per la
grande affinità con lo spirito animatore di « Conscientia ». Nella
Casa Editrice « Doxa » Banfi fu
uno dei primi e più attivi operatori come scrittore e traduttore.
Banfi sul periodico si distinse
nell’esame della « Riforma e il
pensiero europeo » e nel riferire
su le « Correnti Calviniste moderne ».
Egli fu il primo, in Italia, a
scrivere su « Conscientia » (in
cinque puntate) su Karl Barth
teologo protestante ancora sconosciuto.
Qltre alla dozzina di scritti di
Banfi su « Conscientia » che conosciamo forse altri scritti nello
stesso giornale — come avvenne
per Gobetti — apparvero con
pseudonimi.
Nella Editrice « Doxa » l’attività di Banfi fu continua sin dalla
fase iniziale, partecipò con altri
alTinchiesta «Cristo Dio» (1928)
e poi alle « Ricerche sull’amor
familiare » (1928).
Nella « Doxa » curò il volume
di Tillich « Lo spirito borghese e
il Kairos » effettuando la traduzione e scrivendo l’introduzione.
Tradusse e pubblicò in due volumi « L’Qra » di Kierkegaard.
Sollecitò fa pubblicazione dello
studio critico di Georg Simmel
su Rembrandt e scrisse la prefazione nella quale espose le oremesse filosofiche di Simmel e
analizzò le monografie simmeliane su filosofi e artisti. Questo volume in italiano su Rembrandt
fu un atto di affettuosità e di riconoscenza di Banfi al suo maestro Simmel del quale, nel tempo della oermanenza come studente in Germania, era diventato
amico ed assiduo frequentatore
della casa.
•k * *
« Conscientia » cessò la pubblicazione (1927) a motivo dei molti
sequestri, la Casa Editrice
« Doxa » chiuse la sua attività
(1934) perché la Questura pretendeva la censura preventiva delle
pubblicazioni.
La cessazione della « Doxa »
impedì la pubblicazione di diversi volumi pronti per la stampa.
Di Banfi era stato annunziato
il volume « Cultura e Teologia
Europea degli ultimi tempi ». Il
contenuto di questo volume apparve poi nella raccolta « Qpere
di Banfi ». voi. V, Edizione Parenti (1961).
« Doxa » avrebbe voluto pubblicare di Banfi un volume su « Pestalozzi » in occasione del centenario della morte del grande pedagogista protestante italo-svizzero. Il volume apparve poi in
edizione della Vallecchi.
* * *
Questo aspetto di Banfi, amico
del protestantesimo, asnetto trascurato nelle rievocazioni banfiane, riteniamo meritava essere
messo in evidenza.
Paolo Sanfllippo
4
4 vita delle chiese
25 marzo 1983
VALDESI DI FRANCIA
UNIONI FEMMINILI DELLE VALLI
In questa rubrica pubblichiamo le
scadenze che interessano più chiese
valdesi delle valli. Gli avvisi vanno fatti
pervenire entro le ore 9 del lunedì
precedente la data di pubblicazione
del giornale
Giovedì 24 marzo
□ INCONTRO BIBLICO
ECUMENICO
piNEROLO — Con inizio alle ore
20.45 si tiene presso la Chiesa Valdese
(via dei Mille 1) un incontro biblico
ecumenico in preparazione delia.Assemblea del CEC 41 Vancouver. Tema della
serata « Il tesoro della vita ».
□ CORSO PER
PREDICATORI LOCALI
VILLAR PELLICE — I partecipanti al
corso per predicatori locali a cura del
1“ Circuito si ritrovano giovedì 24 mar-zo ai Teynaud di Villar Pellice alle ore
20 in concomitanza con la riunione
quartierale.
Sabato 26 marzo
□ TELEPINEROLO
CANALE 56-36
Alle ore 19 va in onda la trasmissione « Confrontiamoci con l'Evangelo »
(a cura di Marco Ayassot, Attilio Fernerone e Paolo Rìbet).
□ FUTURO
DEL COLLEGIO
TORRE PELilCE — Dalle ore 16 alle
ore 18 alla Foresteria;riunione del Comitato del CoHegio aperta a tutti coloro che sono interessati alla vita dell'Istituto ed intendono dare un contributo di idee per lo sviluppo del Liceo
Classico e del nuovo Liceo Linguistico
e per l'eventuale apertura di un convitto.
Domenica 27 marzo
□ RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.30 (circa): Culto Evangelico a cura delle Chiese Valdesi del II
Circuito.
17 février Giornata mondiale di preghiera
PARIS — Nous voici à nouveau réunis au Cours Bernard
Palissy pour commémorer le 17
Février. Un beau temps froid et
sec a réduit l’assistance, les plus
âgés n’ayant pu venir, néanmoins
l’ambiance toujours sympathique
facilite les échanges.
Le professeur Henry Appia
nous a raconté Chanforan 50 ans
passés. Il en était l’un des témoins, se référant au Barbe
Griot et aux dernières communications de la Société d’Histoire
Vaudoise. L’évocation d’événements lointains souleva non seulement l’intérêt de tous mais révéla combien la mémoire historique était vivante parmi les auditeurs. Quelques précisions furent
données par Félix Vigne sur
la traduction et l’édition de la
Bible d’Olivétan, l’un des monuments de la langue Française. Il
nous fit également part des travaux de Mademoiselle Yseult Le
Danois descendante d’Alexis Muston qui en compagnie de Madame
Blacher-Appia effectuent l’inventaire des mémoires et dessins de
l’illustre pasteur.
Huguette Ribet nous parla du
costume des Vaudoises, de ses
variantes, soutenue par des témoignages spontanés.
Le professeur Henri Friedel
nous offrit un moment de recueillement évangélique.
La petite assemblée se retrouvait autour du buffet, évoquant
les Vallées lointaines, leurs habitants, la tradition.
Il nous faut remercier publiquement la télévision Française,
particulièrement l’équipe tout entière de Présence Protestante dirigée par le Pasteur Jean Domon
qui a su par ses reportages au
Col de la Croix et dans les Val- .
lées Vaudoises des Hautes-Alpes
magnifiquement filmés, par des
entretiens choisis, informer les
Français de l’existence et de
l’Histoire des Vaudois.
Quest’anno la giornata mondiale di preghiera si è svolta, per le
U. F. del primo distretto, in 3 luoghi diversi: Ivrea, Angrogna e
S. Secondo per dare la possibilità a tutte le donne di parteciparvi. È una soluzione che va stu, diata a fondo per non dividere
troppo le comunità e nello stesso
tempo tener presente la realtà di
sorelle che, per esigenze locali,
non possono muoversi per andare troppo lontano.
La liturgia era stata preparata
dalle sorelle dei Caraibi, una realtà molto lontana dalla nostra,
rna, attraverso le notizie che abbiamo, vicine per la situazione
politica spesso angosciante in cui
vivono.
La colletta, dietro suggerimento della FDEI, è stata destinata
a 3 (centri di evangelizzazione,
importanti specialmente per il
lavoro che essi compiono in mezzo ai giovani: Adelfia, Ecumene
e Centro Sardegna.
A S. Secondo una cinquantina
di sorelle provenienti da Frali,
Ferrerò, Framollo, S. Germano e
naturalmente da S. Secondo si
sono incontrate per la G.M. F.
Non eravamo moltissime, ma
grazie alla partecipazione di tutte
alla liturgia è stato un momento
di raccoglimento veramente simpatico. Eugenio Bernardini, attraverso diapositive ed una interessante presentazione, ci ha trasportate nella realtà del Centro
America.
Il pomeriggio è terminato con
un momento fraterno intorno ad
una tazza di tè. Ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro.
Ad Angrogna, domenica 6 marzo un’imponente assemblea femminile di oltre un centinaio di
persone si ritrovava nel tempio
per celebrare la giornata mondiale di preghiera.
Guidata da una numerosa équipe di volontarie dell’Esercito
della Salvezza e delle U.F. di
Bobbio, Villar Fellice, Torre Fellice, Luserna S. Giovanni, Rorà
ed Angrogna, l’assemblea ha seguito con attenzione e profonda
partecipazione i vari momenti
della liturgia, preparata quest’anno dalle donne cristiane dei Caraibi e centrata sul tema di 2
Corinzi 5: 17-18: « Nuove creature in Cristo ».
È stata una sofferta presa di
coscienza della realtà di peccato
in cui viviamo, della nostra infedeltà di credenti in Cristo e dell’esigenza di un rinnovamento
spirituale che ci impegni per il
rinnovamento della convivenza
umana.
Significativo è stato l’accostamento con la data dell’8 marzo:
in un mondo sul quale incombe
una fine apocalittica, in una società in cui il problema della pace e la condizione della donna
non sono ancora presi veramente sul serio, abbiamo voluto ricordare a noi stesse ed agli altri
che soltanto un comportamento
coerente di « nuove creature in
Cristo » avrà come frutto la giustizia e la pace.
Un aspetto di novità in Cristo
ci è stato dato dalla partecipazione, attiva e corale di tante sorelle: il compito di recare il messaggio di Cristo non è più l’appannaggio di pochi « addetti al
lavoro » ma è l’espressione particolarmente significante della
fede vissuta alla base.
Si è avuta la sensazione che
tutta l’assemblea desiderasse
partecipare attivamente: lo si è
sentito al momento delle preghiere spontanee, nel canto degli
inni ed anche nei timidi « amen »
che si sono uditi e che avrebbero potuto essere pronunciati al
termine di ogni preghiera di in-^
tercessione e non soltanto nel*
canto dell’amen finale.
Un secondo momento di aggregazione è stato il ritrovarci nella
sala delle attività per un simpatico ricevimento. È stato il momento delTincontro personale, in
un’atmosfera cordiale e fraterna.
Con un nutrito applauso, ben
ritmato, è stata detta la nostra
gratitudine alle sorelle di Angrogna, al loro pastore e signora.
Sulla via del ritorno, un gruppo di partecipanti avanzava una
proposta: se, in avvenire, l’offerta fosse sempre destinata al medesimo scopo (per es. solidarietà nord-sud, aiuto al Terzo Mondo) non sarebbe forse questo
un piccolo segno tangibile della
« novità » in Cristo?
CONVEGNO NAZIONALE
PER UNA
ASSOCIAZIONE DI
VOLONTARI
EVANGELICI
Firenze (Istituto Gould) 30
aprile - 1° maggio.
Tra i temi affrontati: evangelici e crisi dello stato sociale, il ruolo del volontariato
nelle opere evangeliche, la
proposta di una associazione
nazionale.
Costo L. 6.000 (solo pernottamento), pranzo a carico dei
partecipanti.
Fer informazioni ed iscrizioni: contattare Carla Beux Congo, via Beckwith 18 - 10066
Torre Pellice, telef. 0121/9155091801.
Il convegno è promosso dalla Commissione Diaconale della Tavola Valdese con l'adesione di FGEI e FCEI.
ALLE VALLI VALDESI
Tempo di confermazioni
SAN SECONDO — Giovedì 17
i catecumeni di IV anno hanno
avuto un incontro con il Concistoro nel corso del quale haimo
presentato la loro dichiarazione
di fede e la domanda di essere
ammessi come membri comimicanti nella nostra chiesa. Dopo
una conversazione il Concistoro
ha accettato la domanda per cui
essi saranno confermati domenica 27 marzo. Essi sono: Raffaella Balmas (Brusiti), Luciana
Costantino (Cavoretto), Luca
Passetta (Combe), Paolo Fogliame (Miradolo), Corrado Gallian
(Miradolo), Dario Gardiol (Cavoretto), Mirella Geymonat (Miradolo), Luciano Paschetto
(Combe), Giovanni Rostagno
(Brusiti), Gianni Rostan (Brusiti), Milva Vicino (Brusiti).
Chiediamo al Signore di accettare il loro impegno e di aiutarli a mantenerlo.
• Il pomeriggio della stessa
domenica 27, alle ore 16, l’Unione Femminile invita i confermati e le loro famiglie per un
incontro fraterno.
• Il culto di domenica 17 è sta-,
to presieduto da Marco Fasquet
della FGEI di Lusema S. Giovanni. Lo ringraziamo sentitamente.
• A causa dell’inizio dell’ora
legale le riunioni quartierali di
Cavoretto e Barbé previste durante la settimana santa non
avranno luogo.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 27 aprile, due catecumene entreranno a far parte della
Chiesa come membri effettivi.
Sono Luisella Gelato, di Ferrerò, e Wilma Genre Beri, di Bovile. Wilma, che riceverà il bat' tesimo, « giuridicamente » fa parte della Chiesa di Villasecca; ma
poiché d’inverno scendeva coi
genitori a Ferrerò, ha frequentato il catechismo tra di noi ed
ha chiesto di essere battezzata a
Ferrerò.
• Abbiamo salutato il nostro
fratello Ghigo Enrico Francesco, di anni 99, che ci ha lasciati
dopo un breve periodo di malattia. Emigrato in America, era
tornato già da diversi anni a godersi la sua pensione nel paese
natale ed era conosciuto da tutti per la sua vivacità e cordialità. Noi lo affidiamo a Dio nella
cui promessa confidiamo.
• Segnaliamo che il culto del
Venerdì santo si terrà a Ferrerò
aiie ore 20,30 e non aile 10,30, come erroneamente scritto sulla
« Lucerna ».
BOBBIO PELLICE — Domenica 27 alle ore 10,30 avremo il
culto della domenica deile Palme durante il quale saranno ammessi in chiesa: Anna Artus,
Claudio Bon.jour, Dario Cataiin. Renato Charbonnier, Luciana Michelin. A questi fratelli
e sorelle che entrano nella nostra comunità vadano 1 nostri
auguri più sinceri.
• Venerdì 1 aprile, alle ore 21,
culto con s. Cena.
« Domenica 3 aprile, Pasqua,
culto con s. Cena alle ore 10,30.
In occasione delle festività pa
squaii tutti potranno ammirare
il nuovo pavimento del tempio
che è stato realizzato da molti
fratelli di chiesa che hanno dato
non poche ore di lavoro volontario. A tutti loro vada il nostro
grazie più sincero.
• Domenica lo aprile avremo
due appuntamenti importanti ;
alle ore 10 culto cui farà seguito
una importante assemblea di
chiesa nei corso della quale dovremo eleggere alcuni membri
del concistoro, i nostri deputati
al Sinodo ed alla Conf. Distr.
Alle ore 14,30 avrà invece luogo
il tradizionale Bazar organizzato dairUnione Femminile.
TORRE PELLICE — La nostra comunità esprime la sua
simpatia cristiana alle famiglie
provate dal lutto nelle scorse settimane per la morte di Alberto
Ribotta, Jalla Nelly ved. Monnet, Giulia Roma ved. Tron, Elisa Gabella, Anita Mathieu ved.
Eynard.
• Domenica 20 il culto al centro è stato a cura della FGEI e
vi ha dato un saluto la rappresentanza del Consiglio Giovanile
Europeo in visita in Italia. I giovani hanno anche presieduto i
culti degli Appiotti e dei Coppieri.
• Domenica 27 marzo, alle ore
15,30, avrà luogo nel tempio dei
Coppieri un concerto di musica
classica del XV-XVI secolo a cura del quartetto di flauti « La
Follia » di Milano.
• Nel culto di domenica prossima, ore 10, saranno ammessi
in chiesa i catecumeni che ne
hanno fatto domanda nell’incontro di sabato 19.
VILLAR PEROSA — La do
menica delle Palme avrà luogo
la confermazione di Lorena Barai, Daniela Belléard, Susy Coucourde, Ida Gardiol, Enrica
Grill, Giorgio Lantelme.
Nel pomeriggio, alle 15.30, tutta la comunità è invitata per un
incontro con i neo-confermati.
La riunione, con un thè offerto
dall’Unione Femminile, avrà luogo al Convitto.
Domenica della
Gioventù
VILLASECCA — Domenica 13
corr. abbiamo avuto la visita di
alcuni giovani del gruppo FGEIValli che hanno presieduto il
culto. La predicazione, centrata
sulla parabola dei lavoratori, ha
messo in evidenza che l’Evangelo ha delle proposte radicalmente innovative nei rapporti tra datore di lavoro e lavoratori. E
non sono proposte assurde, ma
possibili.
E’ seguita una informazione
sulla disoccupazione nel pinerolese che sta assumendo dimensioni sempre più allarmanti.
Il breve dibattito che ne è seguito ha evidenziato il fatto che
la nostra comunità si sente pienamente coinvolta e segue da vicino questo problema specie in
riferimento ai giovani.
Nel pomeriggio della stessa
domenica abbiamo avuto la replica della recita effettuata in
precedenza nel tempio-teatro di
Villasecca.
Un semplice tendone, senza
palco e senza scene col pubblico
a pochi centimetri di distanza:
i giovani della nostra Filodrammatica si sono ugualmente impegnati in questa replica. Il motivo è stato quello di offrire la
possibilità di partecipare al pomeriggio comunitario a tutte
quelle persone che per ragioni
di salute o per età non sono potute salire fino a Villasecca.
Un gradito ed abbondante rinfresco, a cura della Unione femminile, è stato offerto a tutti i
partecipanti.
Decessi
POMARETTO — Due lutti hanno funestato la nostra comunità:
giovedì 3 marzo, si sono svolti i
funerali del nostro fratello Lageard Teofllo (Bonanfan) di Fomaretto, deceduto presso l’Ospizio Cottolengo di Finasca all’età
di anni 78. Ai familiari le sentite
condoglianze della Comunità.
Mercoledì 16 marzo hanno avuto luogo i funerali del pastore
Guido Mathieu deceduto a Roma. Il pastore Mathieu era stato
per lunghi anni pastore nelle
valli.
Alle figlie ed ai familiari tutti
la simpatia cristiana della Comunità tutta.
Concerto
VILLAR PELLICE — Lunedi
15 marzo si sono svolti i funerali di Davide Vernet, di 81 anni
deceduto all’ospedale di Torre.
Rinnoviamo ai familiari la simpatia della chiesa.
• Domenica 3 aprile, Pasqua,
nel tempio alle ore 21 avrà luogo un concerto del coretto dei
giovani di Villingen.
5
25 marzo 1983
vita delle chiese 5
GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA DELLE UNIONI FEMMINILI
Cento di questi giorni
La terra trema per tre cose,
anzi quattro, che non può sopportare, è scritto nel libro dei
Proverbi. E si poteva temere che
succedesse così ai pavimenti della piccola chiesa di Ivrea quando sono stati pacificamente invasi dall’« altra metà del cielo »
venuta da Torino, Pinerolo e
' Valli con armi e bagagli. Deposti
i bagagli (le sporte di viveri) ha
imbracciato le armi; Bibbia e
Fraternità. Chiasso, confusione
e disordine dell’inizio, avevano lo
stampo della gaiezza, non della
futilità, e il culto è andato via
serio e veloce. Otto sorelle di Torino hanno svolto tre aspetti che
a giudizio di molti (anzi di molte!) sono stati di particolare rilievo:
— la confessione di peccato,
che ha puntato la lente sui pregiudizi in materia di razza, colore e sesso;
— la predicazione su 2 Corinzi 5: 17-18 (« Quando uno è unito
a Cristo è una creatura nuova
(...) e questo viene da Dio che ci
ha riconciliati con sé e ha dato
a noi il ministerio della riconciliazione »). La nuova creatura è
portatrice di pace, giustizia e riconciliazione nell’umanità e sotto qualsiasi cielo. Suo compito
è vivere i frutti della riconciliazione nei rapporti inter-personali;
— una « espressione di fede »
molto gradita, sia per la sua originalità, sia per l’abbondanza di
tematiche femminili. Essa, come
la predicazione, è stata presentata da Laura Leone.
Si sono l'accolte L. 252.550 che
andranno ai nostri centri di Adelfia. Campo Sardegna ed Ecumene.
Espressioni di fede
lo credo in Dio che ha creato la
donna e l'uomo alla Sua immagine
e affidò loro la cura della terra.
lo credo in Gesù, Figlio di Dio,
inviato da Dio, nato da una donna
di nome Maria, che ascoltò le donne e le amò, seguito e sostenuto
anche da donne sue discepole.
lo credo in Gesù, che discusse
di teologia con una donna presso
un pozzo e confidò a lei per prima
la sua messianicità.
lo credo in Gésù, che agì arditamente rigettando i tabù del sangue
delie antiche società, guarendo la
donna audace che lo toccò.
lo credo in Gesù che guari una
donna di sabato e la fece alzare
perché essa era una creatura uma
lo credo in Gesù che pensava
alla gravidanza e alla nascita con
rispetto, non come punizione ma
come ad un evento doloroso, una
metafora della trasformazione. Nuova nascita, angoscia trasformata in
gioia.
lo credo in Gesù che parlò di se
stesso come di una chioccia che
raccoglie i suoi pulcini sotto le sue
ali.
lo credo in Gesù che apparve
per primo a Maria Maddalena che
mandò a spargere l'ardente messaggio; VA’ e DILLO...
lo credo nella pienezza del Salvatore in cui non c’è né ebreo né
greco, né schiavo né libero, né maschio né femmina, poiché siamo tutti uno nella salvezza. AMEN.
Ivrea: un momento della giornata mondiale di preghiera.
ECUMENE
UN LUTTO
Vorticoso trasloco di tavoli, sedie e panche per il pic-nic: anche qui alcune occhiate apprensive, ci sarà una seconda Gerico?
Dopo, con il gruppo arrivato intanto da Biella, Lily Gönnet Artus ha parlato e commentato
diapositive sul Sud America, come ha fatto nei suoi giri di queste settimane.
Tutto ciò è avvenuto il 6 marzo, quasi un’anteprima dell’S, Festa della Donna. Le sorelle venute a Ivrea Thanno collegata con
la Giornata mondiale di preghiera, perché festa non vuol dire
evasione ma partecipazione. Soggettività e creatività sono patrimonio comune tanto alle donne
quanto agli uomini, e le nostre
sorelle lo hanno significato da
un’angolatura biblica.
Tutto-donne, dunque. I rari
esemplari maschi se ne stavtino
quieti e un po’ smarriti, qualcuno è venuto alla chetichella, qualcuno alla chetichella s’è defilato.
I due autisti degli autobus erano uomini, ma vedrete che in
futuro scenderà una donna anche dalla cabina di guida di un
pullman con croce ugonotta. Fateci caso... Una bella giornata,
perfino il sole si era alleato, sfolgorando con baldanza. E poiché
tutte insieme, Ivrea compresa,
le sorelle erano cento, auguriamo che le nostre chiese di giornate così ne vivano cento.
Renzo Turinetto
Unione
Predicatori
Locali
L’Assemblea annuale è convocata ad Ecumene (Velletri) per i
giorni 23 e 24 aprile 1983, col seguente orario:
23 aprile:
ore 11 : Culto (Elena Vigliano)
Elezione del Seggio;
* ore 14.30: Esame di testi di predicazione su Giovanni
3: 16 col coordinamento di Paolo Ricca;
ore 20 : Questioni organizzati
ve e amministrative.
24 aprile;
ore 8.30: Studio: Il nostro linguaggio su Dio (Sergio Rostagno);
■ Dibattito.
Il Comitato U.P.L.
CORRISPONDENZE
Questa rubrica è aperta per annunci
di iniziative evangeliche iocali volte all’esterno o riguardanti più chiese in
una zona. Per i ritardi postali, gli annunci vanno fatti pervenire in reda-'
zione con anticipo sulla data indicata.
LA SPEZIA — il Centro Evangelico
di Cuitura organizza per venerdì 25 marzo ore 18 presso la Chiesa Evangelica
Metodista una conferenza sul tema
« L'origine della giustificazione per fede
in Lutero ». Parlerà il pastore Michele
Sinigaglia; la Corale evangelica di La
Spezia canterà l'inno di Lutero « Forte
rocca è il nostro Dio ».
BOLOGNA — Domenica 27 marzo a
partire dalle ore 10.30 e fino alle 17
si terrà presso la Chiesa metodista di
via Venezian 3 il Convegno regionale
della Federazione Giovanile Evangelica
Emilia Romagna sul tema: Rapporto Dio
- uomo - ambiente.
MONTEFORTE IRPÌNO — Lunedì 4
aprile, nei locali del Villaggio Evangelico •• 23 novembre », avrà luogo un
incontro comunitario per trascorrere insieme il lunedi di Pasqua. L'incontro,
aperto a tutti i fratelli delle chiese
evangeliche della Campania, inizierà alle ore 11 col culto presieduto dal pastore Giorgio Bouchard. Dopo il pranzo al sacco discussione sulla migliore
utilizzazione del villaggio.
NAPOLI — Sabato 9 aprile, presso la
Chiesa valdese di via dei Cimbri 8
alle ore 18, avrà luogo una conferenza
su « L'attualità dì Lutero oggi » tenuta
dal prof. Paolo Ricca della Facoltà valdese di teologia,
INTRA — Venerdì 15 aprile alle ore
20.30, nella sala comunale di Palazzo
FLAIM, il pastore Giuliana Gandolfo
terrà una conferenza su • Lutero ieri
e oggi ».
Inaugurazione dello SPAV
ROMA — Domenica 27 febbraio, nei locali della chiesa battista
di via V. Antelao, si è inaugurato
lo SPAV; servizio produzione audiovisivi. -Erano presenti circa
trecento persone delle varie chiese evangeliche di Roma.
È stato un pomeriggio bellissimo, sia per aver visto fratelli di
varie denominazioni insieme, sia
per aver visto un locale di culto
insufficiente a contenere tutti i
presenti. Ha aperto rincontro il
pastore Spuri con la lettura di
Isaia 41. Il pastore Bensi ha fatto una meditazione su Romani
10, mettendo in risalto l’utilità
dei mezzi audiovisivi per annunciare a tutti TEvangelo.
L’apostolo Paolo ci pone una
domanda che certamente viene a
tutti i credenti: come si può conoscere che la salvezza è in Cristo? È una conoscenza che nasce
spontanea nell’animo dell’uomo,
oppure lo Spirito parla direttamente a ciascuno? « No. — risponde l’apostolo — La fede nasce dall’ascolto della predicazione di Cristo »; è perciò assolutamente necessario che ci siano
credenti che testimoniano e predicano TEvangelo anche attraverso la radio e la TV.
Il pastore Marziale, presidente
dello SPAV, ha poi illustrato gli
impianti per la produzione di
cassette video e audio, guidandoci poi a visitare gli studi ed offrendoci un abbondante rinfresco. '
Solidarietà
FIRENZE — Nel corso della
sua Assemblea annuale, tenutasi
il 12 e 13 marzo, il Centro Sociale Evangelico ha inviato al past.
Arrigo Bonnes, coordinatore della Commissione per la pace e il
disarmo un telegramma. In esso
Tassembìea, « venuta a conoscenza dell’arresto di un gruppo di
donne pacifìste, tra cui Anna Luisa L’Abate, che stanno dimostrando a Comiso contro l’installazione della base missilistica,
esprime loro piena solidarietà.
Inoltre protesta contro ogni forma di repressione verso coloro
che si adoperano per la pace ».
Giuseppina La Fata
PALERMO — Nel 1886 — anno
in cui si apriva un locale di culto per il nucleo dei fratelli delle
Falde che si stava ingrandendo
con la conversione delle famiglie
Mazzola e Buonaccorso, panettieri, e poi Amodeo, La Fata, Carrozza — nacque Giuseppina La
Fata, che poi sposerà un Carrozza. Tutti i pastori valdesi che
durante questo secolo sono stati
a Palermo Thanno conosciuta e
ascoltato i racconti che faceva
dei Valdesi alle Falde che venivano additati come i « diavoli
scomunicati », « brava gente ma
protestanti » e di quando il prete predicava — non certo TEvangelo — ma « non andate a comprare il pane da quegli scomunicati», per cui i nostri panettieri
erano costretti ad andare a venderlo in altri quartieri della città.
Ma anche i momenti di gioia,
quando si riunivano per la scuola domenicale, le prove di canto,
le gioiose feste dell’albero di Natale.
Il 16 febbraio il Signore Tha
richiamata a Sé, dopo averle dato 96 anni di vita terrena e dopo
essersi servito di lei perché potesse testimoniare — sino all’ultimo respiro — delTEvangelo.
Noi, fiduciosi nella risurrezione,
abbiamo ringraziato il Signore
per il suo amore: « Va’ buono e fedel servitore... entra nella
gioia del tuo Signore ».
Jole Valentini
CARRARA — Il 9 gennaio' è
mancata a Carrara la sorella Jole Valentini ved. Menghi, nel 90"
anno di una vita lunga e ricca,
dedicata al Signore. Era nata a
Carrara nel 1893 come ultima figlia di Francesco Valentini, exministro della Chiesa Cattolica
che convertitosi alla fede evangelica, svolse per lunghi anni un
lavoro molto impegnato come
pastore e come sindaco di Carrara. La giovane Jole ne'l 1“ decennio del nostro secolo, fu mandata al Collegio Evangelico di
Roma e tornò a Carrara come
maestra diplomata. Per 40 anni
insegnò, allevò i suoi 4 figli nella
fede e nella speranza cristiana
e fu membro fedelissimo ed
esemplare della comunità. Anche
se negli ultimi anni della sua vita si era trasferita a Torino,
quando venne a Carrara, frequentò il culto fino al suo ultimo Natale, e la Comunità la ricorderà
così, seduta piccola e gioiosa nel
primo banco, circondata da figli,
nipoti e bisnipotini, piena di
amore, fede e speranza cristiana.
Idelmo
Poggioli
L’il gennaio 1983 moriva il pastore Idelmo Poggioli e noi desideriamo, con queste note, presentarlo a coloro che non lo hanno conosciuto e ricordarlo a
quanti lo hanno amato e apprezzato. Tanti evangelici non sanno, forse, che a 20 km. da Napoli, dove sorgono due paesi.
Torre Annunziata e Torre del
Greco, vi sono tre comunità
evangeliche facenti parte della
CELI (Chiesa Evangelica Luterana in Italia).
Queste comunità nacquero nel
lontano 1950 per opera del lavoro del pastore Poggioli il quale,
già insegnante presso l’Istituto
Biblico di Portici, sentì tanto
forte in sé l’invito a divulgare
TEvangelo che, predicando di
porta in porta, riuscì, a formare
queste comunità. Occorre ricordare che il clero cattolico cercò
di ostacolare in tutti i modi l’opera del pastore Poggioli, muovendo, con processioni di gente
verso la chiesa evangelica di
Torre del Greco, dicendo che i
protestanti erano il diavolo e
tante altre sciocchezze, oppure
cercando di ostacolare il progetto di costruzione di una scuola
elementare perché, dicevano, la
costruzione non era in armonia
col paesaggio circostante. La fede e la ferrea volontà del pastore Poggioli vinsero queste ed altre avversità ed ora a Torre Annunziata ed a S. Maria la Bruna
ci sono due centri sociali con
annesse scuole elementari e materne.
Chi come me ha conosciuto
Tevangelo tramite la predicazione del pastore Poggioli può testimoniare di come questo uomo
fosse pieno di virtù. Chi bussava alla sua porta riceveva, in
qualsiasi momento del giorno e
della notte, una parola buona ed
un aiuto dettato ^’a) cuore. Questo compenetrarsi nelle vicende
umane, questo soffrire assieme,
hanno caratterizzato la vita del
pastore e i membri della comunità e tante altre persone sanno
come egli ha vissuto Tevangelo
e lo abbia annunziato. Io ho avuto la fortuna di vivere nella sua
casa, accolto come un figlio e
Tho amato per quello che mi ha
fatto conoscere e gli sono riconoscente per avermi dato, al di
fuori delle convenzioni umane,
un tetto, del cibo e tanto tanto
amore.
Di certo il mio cuore piange
per il dolore di non poterglisi
più rivolgere, di non avere più
il suo sguardo, il suo incoraggiamento, i suoi rimproveri, ma Tevangelo che mi ha fatto conoscere, mi dà la certezza del domani, della vita eterna. Il suo insegnamento, il suo esempio, ma
soprattutto la sua viva fede ci
spronino ad annunziare agli altri la buona nòvella e ci diano il
coraggio di aorire i nostri cuori
e le nostre porte a quanti soffrono e vengono per essere consolati, rifocillati, amati.
Mario Ardesini - Andolfl
6
6 obiettivo aperto
INTERVISTA AGLI ONORÉVOLI, GIULIO ANDREOTTl, DEMOCRAZIA CRISTIANA, VALDO SPINI, VICE
CI IMPEGNIAMO A PREMERE PERCHE
(segue da pag. 1)
LA LUCE — Secondo lei allora
quale sarebbe la causa di questo
ritardo? L’approvazione da parte
del Parlamento non si può ipotecare, ma la lima del testo deU’Intesa
è un atto interamente dipendente
dai, governo...
tutte queste iniziative e soprattutto che impressione hai ricavato dalla sorte che hanno avuto, in ordine
ai motivi per cui l’Intesa non veniva Amata?
ANDREOTTl — Mah, forse dipende da una metodologia di lavoro che noi abbiamo nelle sedi governative. Gli affanni della vita
quotidiana, quello che ha una sua
urgenza immediata, o per scadenze o per crisi economiche, finisce
còl prendere la mano. Anche le discussioni cosiddette di «alta politica» (che poi non so se sia tale)
sulle alleanze, sulle alternative, tutte cose certamente serie e degne
di considerazione, fanno un po’ accantonare alcune cose importanti:
come questo adempimento riguardo al quale, quando la questione fu'
ripresa in mano nel periodo ’77-78,
tutti dissero che era molto ingiusto che non fosse stato portato a
termine in precedenza. Quindi io
credo che veramente si possa adesso cercare di spillare in questo
senso.
SPINI — Su questa cosa ho fatto un po’ i miei primi passi da deputato, nel senso che ho fatto una
delle prime interrogazioni nel luglio ’79 e in seguito ho fatto la conoscenza di tutti i meandri delle
Una collezione
di interpellanze
LA LUCE — Spini, da anni tu vai
coUerionando interpelianze, interrogazioni e mozioni per sollecitare
i vari governi. Che fine hanno fatto
procedure parlamentari. Mi ricordo che una di queste interrogazioni è stata anche discussa alla Camera nel marzo’80 e anche in quell’occasione, con la nostra solita pro
DAL TESTO DEL PROTOCOLLO DI INTESA
Intesa valdese-metodista
gli articoii programmatici
Articolo 1
LEGISLAZIONE SUI
CULTI AMMESSI
La Repubblica italiana, nel richiamarsi aU’art. 8 della sua Costituzione; e la Tavola valdese,
nel considerare la legislazione sui
culti ammessi del 1929-1930 non
rispettosa della eguale libertà riconosciuta dalla Costituzione della Repubblica a tutte le confessioni religiose e pertanto non
idonea a regolare i rappòrti tra
le chiese da essa rappresentate e
lo Stato; convengono che la legge
volta a dare esecuzione alla presente Intesa sostituisca ad ogni
effetto, nei confronti delle chiese rappresentate dalla Tavola
valdese, la suindicata legislazione.
Le parti pertanto concordano
nel precisare che a partire dalla
data di entrata in vigore della
legge predetta le disposizioni
della legge 24 giugno 1929 n.
1159 e del regio decreto 28 febbraio 1930 n. 289 cessano di avere efficacia ed applicabilità nei
confronti delle chiese rappresentate dalla Tavola valdese, degli
istituti ed opere che ne fanno
parte e degli organi e persone
che .le costituiscono.
ecclesiastica e la giurisdizione in
materia ecclesiastica, nell’ambito
délTordinamento valdese, si svolgono senza alcuna ingerenza statale.
La Tavola valdese dichiara che
essa, gli organi e gli statuti delle
chiese che essa rappresenta, continueranno a non fare ricorso,
per l’esecuzione di provvedimenti
da essi presi in materia disciplinare o spirituale, agli organi dello Stato.
Articolo 3
ONERI DI CULTO
La Repubblica italiana, accogliendo la richiesta della Tavola
valdese, provvede a cancellare
dallo stato di previsione della
spesa dello Stato il capitolo delle spese fisse relativo aU’assegno
perpetuo per il mantenimento
del culto valdese, previsto a titolo di risarcimento di danni anteriormente subiti, dal regio biglietto 29 aprile 1843, ora corrisposto nella misura di L. 7.754,75
annue.
Articolo 4
TUTELA PENALE
Articolo 2
LIBERTA’ IN TEMA
DI RELIGIONE
La Repubblica italiana dà atto
dell’autonomia e dell’indipendenza dell’ordinamento valdese.
La Repubblica italiana, richiamandosi ai diritti di libertà garantiti dalla sua Costituzione, riconosce che le nomine dei ministri di culto, la organizzazione
La Tavola valdese, nella convinzione che la fede non necessita di tutela penale diretta, riafferma il principio che la tutela
penale in materia religiosa deve
essere attuata solamente attraverso la protezione dell’esercizio
dei diritti di libertà riconosciuti
e garantiti dalla Costituzione, e
non mediante la tutela specifica
del sentimento religioso.
La Repubblica italiana prende
atto di tale affermazione.
cedura: di fronte a un’aula praticamente vuota, con una risposta molto burocratica da parte dell’allora
sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio. A parte questo, mi risulta che tra poco alla Camera verrà
nuovamente messo all’ordine del
giorno l’insieme delle interrogazióni che sono giacenti. Dovrebbe essere questione di poco tempo e ci
sarà una discussione parlamentare ;
così mi diceva la Presidenza della
Camera.
Riguardo al freno che ha subito
l’Intesa, può darsi che la Democrazia Cristiana non abbia dato un parere come partito. .Però si può notare che quando il testo dell’Intesa
— mi riferisco anche a quello dell’81 — viene inviato ai Ministeri per
un parere e questi reagiscono negativamente, sarà un caso o non sarà
un caso, ma si tratta di Ministeri
tutti retti da democristiani: quello
degli Interni, della Giustizia, della
Pubblica Istruzione, che hanno opposto osservazioni negative ad un
testo che pure aveva firme cattoliche prestigiose, come quella di un
Guido Gonella. pecentemente, presso la Presidenza del Consiglio, presidente Spadolini, si è proceduto a
un lavoro — in colloquio con le
Chiese valdesi e metodiste — di risposta a queste osservazioni. Queste risposte hanno soprattutto riguardato Interni e Giustizia, percTié alla Pubblica Istruzione non
si è risposto sulla base dell’argomentazione — giusta, a mio parere
— che era in corso di approvazione
il disegno di legge per la scuola
secondaria superiore che innova
sul problema della questione religiosa. A queste osservazioni della
Presidenza del Consiglio parrebbe
— se le mie informazioni sono esatte — che i Ministeri abbiano nuovamente controrisposto, anche se in
termini meno negativi.
Porse non c’è stata una omogeneizzazione delle sensibilità e delle
coscienze. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che ad una commissione tutelata, diciamo così, da un
uomo come Gonella vengano opposte queste resistenze.
Che esito hanno avuto le mie interrogazioni e interpellanze? Beh,
mi sono dato da fare perché questi
numerosi governi (così, è il nostro
sistema) prevedessero sempre nel
loro programma di governo l’impegno alla stipulazione dell’Intesa.
E siccome nella presentazione de''l’ultimo Governo Pantani nell’inti
duzione quest’impegno non c’era, a
nome del mio partito ho scritto una
lettera sollecitando il presidente del
Consiglio a metterlo almeno in sede di renlica. Cosa che poi il presidente Pantani ha effettivamente
fatto.
/ Noi abbiamo in vista questo dibattito parlamentare tra poche settimane. Penso che potrebbe essere
veramente l’occasione, per tutti
quelli che si dichiarano favorevoli
alla conclusione di questa vicenda
indipendentemente dal Concordato,
per mettere le carte in tavola e dare al Governo il necessario sostegno perché compia gli adempimenti e concluda questa vicenda.
a chi è ancora molto attaccato alla
prima, riguardante il mantenimento dei privilegi, che dia noia cioè
un confronto tra due diverse possibiiità di regolare i rapporti tra
Chiesa e Stato?
Una tentazione per
la Chiesa cattolica
La luce — Hai detto « indipendentemente da! Concrrdato ».
C’è però chi ha detto che Concordato e legge sui culti ammessi sono
frutto di due tentazioni concomitanti; da una parte la tentazione
della Chiesa cattolica di assicurarsi
dei privilegi e dall’altra la tentazione dello Stato di controllare la coscienza dei cittadini.
Non si darà il caso che un’Intesa
che tende ad eliminare totalmente
queste tentazioni dia un po’ di noia
Servizio a cura di Giorgio Gardibl
e Franco Giampiccoli. Fotografie
di Armando Di Carlo.
LA LUCE — E invece ie difficoltà
da chi vengono?
ANDREOTTl — Beh, venivano
da ’Italia Nostra’. Adesso non so
se ’Italia Nostra’ aveva per una pura combinazione qualche orienta.mento anche di carattere religioso,
comunque non filo-arabo. Spero che
la cosa adesso cammini. Ma fino a
che non vedo mettere almeno la prima pietra...
Dico questo per dire che sono
due impostazioni diverse. Anche nel
mondo vi sono impostazioni diverse dei rapporti tra Stato e Chiesa.
Per esempio in Germania vi è un
certo tipo di rapporto, diverso da
quello nostro e di altri paesi. Comunque io non credo che ci sia una
tendenza ad impedire questo adempimento costituzionale o a renderlo più difficile. Del resto anche in
campo cattolico c’è sul tema Concordato una certa pluralità di opinioni. Per parte mia io ritengo che
sarebbe giusto, dato che il Parlamento più volte ci ha spinto a questo, arrivare anche qui ad una so
luzione. Abbiamo avuto tutta una
serie di bozze di cui l’ultima è abbastanza cautelata sotto tutti gli
aspetti. Però sono due cose che, direi, hanno un parallelismo, ma non
una cronologia che deve essere collegata.
LA LUCE — Quindi secondo lei
né il partito di maggioranza relativa, né la Chiesa cattolica pongono
delle remore a questo...
ANDREOTTl — Io penso di no.
Valore dell’Intesa
SPINI — Io penso però che l’Intesa abbia avuto un notevole valore,
e che sarebbe quindi impensabile
che non ci siano state delle resistenze. Diciamolo francamente: un’eventuale revisione concordataria che
riesca ad essere coerente con la Costituzione repubblicana dovrebbe essere qualcosa di analogo ad un’intesa, non sarebbe più un concordato...
LA LUCE — Se non avesse la su
pergaranzia costituzionale deU’art
7!
ANDREOTTl — Io penso di no,
perché mi pare che le tendenze più
recenti della Chiesa siano molto
.aperte in questa direzione e qualche volta ho visto che si attribuiscono alla Chiesa posizioni che renderebbero difficili alcune cose e
questo non corrisponde al vero. Per
esempio, sono 11 anni che mi batto
per la costruzione della moschea a
Roma e quelli che non la volevano,
quando non avevano altri argomenti, dicevano che in fondo si trattava di un’offesa alla Chiesa cattolica. In realtà la Chiesa cattolicà non
ha mai mosso un passo in senso
contrario e anzi ha sempre detto
che non ha nessuna obiezione a questo riguardo...
SPINI — Naturalmente, ma ic
parlo della sostanza. L’impressioni
è che la vicenda abbia ristagnate
per la difficoltà di muoversi da m
lato in modo"^ coerente con la Costì
tuzione, dall’altro nell’ambito con
cordatario. Poi sono arrivate le cau
se esterne, cioè un certo colpo d:
scure della Corte Costituzionale st
una delle tre materie controverse;
sul problema del matrimonio la Cor
te ha fatto per conto suo, anche se
questo ha certamente provocato
qualche reazione in campo cattolico, perché si è parlato di una modifica unilaterale e non consensuale..
ANDREOTTl — Unilaterale a mio
giudizio lo è, questa modifica.
SPINI — Si tratta comunque d
un altro sintomo del fatto che ui
testo che si muove nella logica con
cordataria trova molti punti d’ai
trito con la Costituzione.
Sarei portato quindi a dire chi
l’Intesa ha un valore, anche perchi
nel mondo evangelico ci sono stati
storicamente due tendenze; una tut
to sommato abbastanza portata ì
sottovalutare il problenìa di aprin
una vertenza con lo Stato; l’altn
invece che ha valutato come positi
vo il fatto di chiedere l’attuazionf
della Costituzione per la possibiUtì
che in Italia si conoscesse così ui
modo diverso di intendere i rappoi;
ti Stato-Chiesa. Io penso che un!
vicenda così lunga possa certamenti
essere spiegata con le nostre lungag
gini e con le nostre difficoltà di go
vernabilità, ma non soltanto cor
questo. È stata lunga anche perchf
nella cultura dei rapporti Stato
Chiesa un documento come queste
dell’Intesa è qualcosa di nuovo, prò
prio perché taglia con la concezione
di un rapporto basato sul privilegio
sia dal punto di vista della tutela
del vilipendio sia dal punto di vista
anche del rifiuto di vantaggi finanziari. Vi si menziona quell’assegno
di 7.000 lire che lo Stato italiano
versa alla Chiesa valdese, dal tempo
di Carlo Alberto, a titolo di risarclrnento per i danni anteriormente subiti. Non solo non si chiede niente
di più, ma si toglie anche questo.
Direi che un documento con
questo è un fatto nuovo nella cu
tura dei rapporti tra Stato e Chi
sa nel nostro Paese e certamente i
quanto fatto nuovo, sia pure rigua
dante un ambito di persone molto 1
mitato'^ un minimo di effetto sul r
sto non può non averlo avuto. Ce
tamente le condizioni oggi sono pi
rnature, ma ritengo che in passai
ci sia stato chi volendo avere u
panorama più complessivo abbia ti
nuto l’Intesa un pochino nel casse
to. Probabilmente gli evangelici no
se l’aspettavano, perché quandç ¡
vanzarono le richieste di modifie
alla prima stesura dell’Intesa no
immaginavano che queste sarebbi
ro state il pretesto per bloccare 1
cosa per molto tempo.
Il fatto interessante è però che
poco a poco questa vicenda ha so
levato l’interesse delle forze polit
che. Ricordo quando presentai 1
prima interrogazione; ne presenti
rono un’altra soltanto i radicali. Pc
a poco a poco si sono mossi anch
gli altri partiti. Oggi direi che vc
lendo considerare la volontà de
Parlamento, questa è indubbiam’ent
che questa vicenda sia conclusa,
credo che il Governo dovrebbe prer
derne atto. Ricordo anzi che quandi
la delegazione socialista andò a col
loquio con il presidente incaricati
sen. Pantani, io sollevai il problemi
e Panfani disse di voler essere ecu
menico e di volersene senz’altro oc
cupare. Si tratta quindi di dimostra
re la fedeltà a questa impostazione
ANDREOTTl — Vorrei aggiungere
che il problema si è mosso e si er®
risolto con la bozza del ’78 sotto uo
governo monocolore democristianoVa benissimo l’odierna convergenza
di tutti, ma devo dire che certamen-
7
oMettìvo aperto 7
SEGRETARIO DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO E VALERIO ZANONE SEGRETARIO PEL PARTITO LIBERALE ITALIANO
L’INTESA SIA PORTATA IN PARLAMENTO
te è allora che fu condotta la trattativa del negoziato e fu firmato il documento. Se ci fosse stato un po’
più di tempo quel testo lo avremmo
portato senz’altro noi al Parlamento.
Le osservazioni
dei Ministeri
LA LUCE — Torniamo un momento alle osservazioni dei Ministeri. Si
può ritenere giusto che i Ministeri
focciano delle osservazioni; ma trattandosi di un testo innovativo, dovrebbe essere il Governo a decidere, nella sua capacità, se vi è opiportunità politica e rispondenza con
la Costituzione. Il chiedere invece risposte burocratiche ai Ministeri —
se la cosa è riconducibile a determinate leggi o a determinate procedure — è un espediente...
ANDREOTTI — Non è un espediente. Purtroppo è un metodo. Sono d’accordo sul fatto che su un argomento di questo genere... Tra l’altro questo è un testo giuridico che
anche da parte della delegazione governativa è firmato da persone che
certamente se ne intendono più di
molti Capi-sezione dei Ministeri. Però, dicevo, è un metodo che noi abbiamo. Faccio l’esempio, per analogia, delle norme di attuazione degli
statuti delle Regioni a statuto speciale. Molte volte il perfezionamento
del testo finisce per durare un tempo enorme perché vi è una « visione» del Ministero... Bisogna poi vedere cosa vuol dire « il Ministero »,
chi è concretamente lo specialista...
SPINI — Sì, però alcune osservazioni erano veramente peregrine.
Ìer esempio, nell’Intesa è prevista
la libertà di visita ai militari nelle
caserme. Ora pare che il Ministero
degli Interni trovasse da eccepire
sul fatto che non c’era un’analogia
tra gerarchia cattolica e gerarchie
valdesi e metodiste, per cui non era
sancito il pari grado tra il cattolico
abilitato e il valdese abilitato, ecc.
Alarne di queste cose* erano veramente questioni di lana caprina.
ANDREOTTI — Questi sono eccessi di zelo, la cui origine — è la sola
Slustificazione che trovo — può essere questa: a suo tempo avemmo
Qualche difficoltà — lo ricordo per i
riflessi che ne vennero al Ministero
deUa Difesa — con i Testimoni di
Geova, perché tra loro ognuno è
2>hsiderato pastore o sacerdote.
^6 darsi che questo abbia confuso
ùn poco le idee al minutante di queste Osservazioni ministeriali... Però
io ritengo che a questo punto sia
ùn giudizio di carattere politico che
oeve essere dato e senz’altro senza
ùlteriori carteggi burocratici.
Incidenza della prima
applicazione dell’art. 8
La luce — A parte il quadro de•imitato dei rapporti specifici con i
valdesi e i metodisti, per lo Stato
quale novità poUtica e istituzionale'
rivestirebbe l’attuazione per la prima volta deU’art. 8 della Costituzione?
ANDREOTTI — La novità è nella
osservanza del precetto della Costituzione che molto giustamente ha
tolto via quel concetto di « culto ammesso », che suonava quasi una benevola concessione da parte dello
Stato di non ostacolare, di chiudere
un occhio su chissà quale stravaganza. Così l’attuazione di questo articolo, per il fatto che ha tardato
molti anni, viene ad avere una valenza positiva, il segno cioè di una
maturazione civile che si è nel frattempo determinata. Ritengo quindi
che in seguito verrà l’Intesa per gli
Israeliti, poi per altri.
Certo ci saranno poi dei problemi, il problema dell’attuale proliferazione di nuove religioni, come
quella che pare abbia creato il presidente del Guatemala. Rispettabilissima, probabilmente. Ma questo non
vuol dire che tutto dovrà essere
uguale a tutto. Le cose serie sono
le cose serie, le altre forse è meglio che abbiano prima una qualche sperimentazione. Vedo quindi
il significato positivo dell’attuazione dell’art. 8 anche al di là del
fatto specifico di regolare i rapporti superando le leggi del 19291930.
LA LUCE — Questo principio
di « statuizione previe intese » indeboiisce o rafforza l’immagine dello Stato?
SPINI — Io credo, che lo Stato
in questo modo sancisce im principio che a me sembra giusto: che
cioè nel regolare una materia del
tipo di quella religiosa, lo Stato
sente il , bisogno di farlo conseiisualmente con l’altra parte, rinunciando ad una statuizione meramente unilaterale. Mi sembra
che tutto sommato il procedimento sia corretto. Sarei anzi
portato a dire che l’art. 8 dovrebbe essere il vero articolo che disciplina il rapporto tra Stato e
Chiesa.
In fondo, a partire dal referendum sul divorzio del 1974, si va
facendo strada l’idea che la parte credente della popolazione iion è
identificabile con la totalità né semplicemente con la parte che si sente vincolata dalle direttive della gerarchia ecclesiastica. Si va facendo
strada quindi la persuasione che sia
possibile regolare i rapporti tra Stato e Chiesa al di fuori dei privilegi,
al di fuori di concezioni che sono
apparentemente dei privilegi, ma a
ben guardare sono più un elemento
di vincolo che di libertà per le chiese stesse. Questa tematica ho l’impressione che cammini. È interessante infatti notàre che sul testo
dell’Intesa si sono registrate reazioni positive, da parte appunto anche
di molte coscienze cattoliche, proprio perché l’Intesa è stata vista come un passo in questa direzione. Mi
sono trovato varie volte a dibattiti
con ecclesiastici che guardavano con
simpatia e con interesse a questo
testo perché lo vedevano come un
elemento di liberazione da quelli
che apparentemente erano privilegi, nella pratica poi erano probabilmente vincoli.
Quali impegni
intendete assumere?
LA LUCE — Voi avete detto l’uno
che non ci sono remore provenienti
dal partito di maggioranza relativa,
dal Governo o dalla Chiesa cattolica; l’altro che remore ci sono state
ma le cose sono ora maturate. In
questa situazione, come esponenti
molto qualificati di partiti al governo, diteci quali' iniziative ritenete
personalmente di poter prendere
per portare a conclusione l’iter di
questa Intesa.
ANDREOTTI — Ritengo che si potrebbe fare un documento come quello che si era fatto altre volte per
l’art. 7, un documento parlamentare, con un’ampiezza di sottoscrizioni la più larga possibile, per invitare formalmente il Governo a presentarci il testo di legge, a scontare
quindi in anticipo il fatto che c’è.
un’adesione al testo dell’Intesa. Se
invece nel frattempo il Governo presentasse la legge, allora noi non saremmo lì altro che per approvarla.
SPINI — Sì, mi pare che lo stru
mento corretto sarebbe la mozione
che appunto dimostì-erebbe una larga convergenza e potrebbe essere
sottoscritta dalla stragrande maggioranza del Parlamento. Però sia
Andreotti che io siamo anche rappresentanti di forze di maggioranza e quindi anche di governo. Una
pressione che allora indubbiamente
possiamo esercitare nei confronti
dei nostri partiti e del Governo consiste nel chiedere che al dibattito
sull’Intesa il Governo arrivi con un
giudizio preciso sul testo dell’Intesa
stessa, e penso che non possa essere che un giudizio positivo, se è
vero come è vero che tale scaturisce da una serie di prese di posizione dei Governi che si sono succeduti dal ’78 in poi. In altre parole,
chiedere che realmente vi sia una
previa discussione nel Consiglio dei
Ministri in modo che il Governo arrivi al dibattito avendo non già un
atteggiamento interlocutorio e di attesa, bensì un giudizio molto preciso, così che il dibattito possa essere
effettivamente conclusivo. Questi
sono i due impegni che si possono
-prendere, uno sul piano parlamentare, l’altro 9ome forze di governo
sul Go'verno stesso.
ANDREOTTI — Io ho anche scritto ima lettera al presidente Panfani
dicendo che non c’è nessuna ragione
per non muoversi anche autonomamente rispetto ad altre cose che
certamente io sono convinto debbano essere fatte...
LA LUCE — E la risposta?
ANDREO'TTI — Ho avuto risposta dal Capo gabinetto dicendo che
la cosa sarebbe stata esaminata con
tutta la cura dovuta, una frase che
qualche volta è un po’ multivalente...
Però mi riservo di parlarne anche
in sede di partito per cercare di
spingere e per indicare queste difficoltà ministeriali, in modo che siano i ministri a guardarsi un momen,to il testo, non lasciandolo a qualche collaboratore che abbia le suBì
idee particolari.
LA LUCE — Ritenete che sia possibiie presentare questa mozione in
occasione della discussione deUe interpellanze a proposito delTIntesa
che è stata annunciata come imminente? ^
SPINI — Mi pare che quando vie-,
ne discusso un argomento vengono
messe ay’ordine del giorno tutte le
interrogazioni, interpellanze e mozioni sull’argomento.
ANDREOTTI — Possiamo risentire in questi giorni il presidente del
Consiglio; magari tenendoci in contatto per vedere le modalità operative, perché secondo me è bene che
una mozione di questo genere là firmi anche l’opposizione. Del resto il
primo' testo che dopo moltissimi anni ebbe la firma dei partiti dell’allora governo di centro sinistra e dei
comunisti, a firma della Jotti, fu
proprio quello che sollecitava la riforma del Concordato. Sperando
che questo ottenga un risultato diverso e non ci voglia tutto quel tenv
po per venirne a capo...
Un atto dovuto a chi chiede
libertà e non privilegi
— On. Zanone, in occasione della
presentazione del programma del
Governo Spadolini II lei prese una
posizione molto critica nei confronti dello stop imposto alle Intese affermando che queste erano state
messe su un binario morto in attesa
che passasse il convoglio del Concordato. Vorremmo chiederle di
esplicitare questa immagine e soprattutto di dirci in base a quali indizi o dati di fatto ha sviluppato
questa convinzione.
— In materia di revisione del Concordato con la Chiesa cattolica, la
opinione liberale si discosta da
quella prevalente negli altri partiti.
I liberali sostengono che il regime
concordatario deve essere non rinnovato ma superato, anche se per
arrivare al superamento occorre
confidare in quella che Salvatorelli
definiva « la pazienza della storia ».
Non è però giusto chiedere di avere
pazienza ai Valdesi, che dallo Stato
attendono solo una legge riparatrice
della illiberale legge sui culti ammessi del 1929. L’Intesa è pronta
credo dal 1978, e c’è da presumere
che la sua approvazione non troverebbe ostacoli se la materia non corresse il rischio di riattizzare la ben
più complicata questione concordataria. Naturalmente io sono dell’avviso che l’Intesa con i valdesi e la
questione concordataria siano questioni da tenere distinte. Ma che di
fatto una connessione ci sia è evidente. La Commissione che trattò
per la parte italiana con la Tavola e
col Vaticano era ad esempio la stessa.
— Se lei ha assunto una posizione
come quella ricordata, di dissenso
interno all’area di un Governo di cui
il suo partito faceva parte, ciò significa che la questione Intese ha per
lei una certa importanza. In che
senso?
— L’Intesa è importante per attuare compiutamente la Costituzio
ne non soltanto nei principi che affermano l’uguaglianza dei cittadini
senza distinzione di ,religione (art.
3) e l’uguale libertà di tutte le confessioni davanti alla legge (art. 8);
ma anche nelle norme che stabiliscono il diritto di professione, propaganda e culto delle fedi religiose
(art. 19) e vietano la discriminazione legislativa e fiscale delle Istituzioni religiose (art. 20).
Nel merito, il testo dell’Intesa è
apprezzabile anche perché la Chiesa valdese di sua iniziativa ha fatto
esplicita rinunzia ad ogni finanziamento ed ad ogni tutela penale da
parte dello Stato ed ha rivendicato
soltanto lasjpienezza della sua libertà. La legge di Intesa, io la considero un atto dovuto ad una piccola minoranza religiosa che ha custodito
nei secoli, attraverso la povertà e
la repressione, la propria fedeltà
spirituale e i propri ordinamenti democratici, chiedendo al potere politico statuti di libertà e non concordati di privilegio.
— Secondo lei ci troviamo oggi
nelle stesse situazioni df stallo o le
cose stanno maturando?
— C’è una serie di iniziative da
sviluppare. Ad esempio nel febbraio
delT81 il Consiglio Regionale del
Piemonte ha approvato alTunanimità un ordine del giorno presentato
dai consiglieri liberali che invitava
il Governo a dare compimento all’Intesa al più presto. Io stesso ho
avuto occasione di partecipare ad
un dibattito sull’argomento tra cattolici e valdesi a Torre Pellice. Penso sarebbe utile moltiplicare iniziative del genere per sollecitare con
forza l’attuazione del dettato costituzionale.
— In merito ad Iniziative concrete
per portare a conclusione l’iter dell’Intesa valdese-metodista, l’on. Andreotti ci ha parlato di una mozione pluripartitica da presentare in
Parlamento per giungere alla firma
dell’Intesa e Fon. Spini ha sottolineato la necessità di sollevare la
questione nei rispettivi partiti sollecitando una iscrizione della questione all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri per giungere ad un
dibàttito parlamentare sull’Intesa
sulla base di un parere motivato e
favorevole del Governo. Lei è d’accordo con queste proposte? Avrebbe da formularne altre in aggiunta
0 in alternativa e quali impegni personalmente è disposto ad assumere
in merito?
— Sono d’accordo con ogni iniziativa che valga a disincagliare la
conclusione dell’Intesa e ad ottenerne l’approvazione da parte del Parlamento, ma credo appunto che siano molto utili anche le azioni di
base, soprattutto in Piemonte e nelle
città dove esistono comunità valdesi consistenti. Personalmente, se i
valdesi vorranno sentire la voce dei
diversi partiti e mi chiameranno
nuovamente ci andrò.
8
8 ecumenismo
25 marzo 1983
DIALOGO ECUMENICO
I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
Ortodossia; che cos'è? Centenario di Marx
Circa venti anni fa, quando
iniziai i miei studi di teologia,
era in corso a Roma il Concilio
Vaticano II. In uno dei ricevimenti offerti dalla Facoltà Valdese di teologia ebbi occasione
di incontrare per la prima volta
nella mia vita un metropolita
ortodosso. Ricordo ancora molto distintamente l’impressione
che aveva prodotto quell’incontro: rimasi profondamente commosso di conoscere un rappresentante della venerabile chiesa
di Antiochia, ma convinto altresì che l’ortodossia rappresentasse una forma arcaica di vivere
la fede cristiana oggi. Provai un
po’ la stessa sensazione che si
ha visitando i resti di un’antica
e gloriosa civiltà: si è commossi, ma coscienti che si tratta di
materiali non più utilizzabili.
Negli ultimi anni l’intensificarsi degli incontri ecumenici, i
T^ggi turistici in paesi a maggioranza ortodossa hanno contribuito a rendere meno folklórica ed estranea alla mentalità
occidentale la tradizione ortodossa. Ritengo tuttavia che quella mia esperienza di venti anni
fa, sia pure con differenti variazioni, resti la stessa per molti
cristiani dell’Occidente nei loro
primi incontri con l’Ortodossia.
Se non si vuole restare ad una
visione superficiale fatta di ammirazione per le icone, di visite
a qualche monastero greco e di
una partecipazione ad una liturgia pasquale in una chiesa romena o russa, occorre comprendere come è costruito l’uñiverso
ortodosso... Alcune recenti pubblicazioni (1) possono essere di
grande aiuto in questa scoperta.
Scoperta anzitutto di un linguaggio poco familiare perché
tutto pieno di reminiscenze filosofiche e teologiche che provengono in linea diretta dalla grande tradizione patristica. Questo
linguaggio, ancora troppo metafisico, pieno di vigore che gli deriva dalle sue radici greche, intende evocare più che definire,
far vedere più che descrivere. E’
come l’icona che, senza alcun interesse estetico, vuol far vedere
l’apoarizione del divino neH’umano, la trasfigurazione deH’umaiip
da parte del divino.
■ Se il pensiero teologico occidentale, e in particolare quello
protestante, ha insistito soprattutto sulla distanza che separa
l’uomo da Dio — ed è per 'questo che la Passione del Cristo ha
un ruolo così importante nella
pietà e teologia occidentale, come immagine del dramma dell’uomo separato da Dio e del
prezzo che Dio deve pagare per
superare questa distanza — il
pensiero orientale è soprattutto
stupefatto dell’incontro di Dio
e dell’uomo in Cristo trionfante
nella vittoria di Pasqua, la festa
per eccellenza dell’Ortodossia.
L’uomo partecipando alla vita
. divina, che si manifesta nel mondo mediante la chiesa, corpo di
Cristo, diviene a sua volta portatore del Cristo, risplende della
sua luce ed è riunito al suo Signore.
La vita di Dio, del Dio trinitario, è comunicata realmente agli
uomini nella nericoresi dell’amore. La liturgia è la commemorazione e il segno di questa pericoresi. E la chiesa diviene un
luogo da cui scaturisce la verità. Non per sua capacità intrinseca, ma perché la verità le è data sotto forma di comunione.
« Perché il Cristo verità non è
soltanto rivelato, ma è anche
realizzato nella nostra esistenza
come comunione in una comunità; la verità non ci è imposta '
ma sorge in mezzo a noi » (Jean
Zizioulas).
Queste poche righe dovrebbero essere sufficienti per mostrare come non sia del tutto agevole penetrare nell’universo teologico ortodosso, tanto più quan
Una liturgia ortodossa in Unione Sovietica.
do Io si .ponosce soltanto mediante qualche occasionale incontro. Ma sono sufficienti anche
per rendersi conto che questo
pensiero ha mantenuto viva una
spiritualità nutrita di riflessione
teologica e ima teologia strettainente collegata con la spiritualità. Meglio della teologia occidentale, la teologia orientale ha
saputo evitare i rischi della separazione tra fede e ragione, spirituale e intellettuale. E questo
le ha permesso di evitare da una
parte di costruire una scolastica
astratta e moralista, dall’altra
una spiritualità sentimentale e
sdolcinata. Ritengo che nella ricerca, oggi così necessaria, di
un rinnovamento spirituale e intellettuale del cristianesimo, il
contributo della teologia ortodossa sarà importante. Sarebbe
un errore ignorarlo o sottovalutarlo.
Emidio Campi
(1) Tra le più recenti pubblicazioni
vorrei segnalare le seguenti per le loro
indubbie dpti di chiarezza e semplicità
di esposizione :
loN Bria (ed.) Martyria - Mission. The
witness of the Orthodox Church
Today. CWME/WCC, Geneva 1980.
Dumitru Staniloae, Dieu est amour
(= Perspective orthodoxe n® 1), Labor et Fides, Genève 1980.
Jean Zizioulas, L’être ecclésial ( =
Perspective orthodoxe n° 3), Labor
et Fides, GE, 1981.
Vittorio Peri, La « Grande Chiesa
Bizantina ». L’ambito ecclesiale delV Ortodossia. Brescia, Queriniana,
1981.
Anastatios Kallis, Orthodoxie - Was
ist das?, Mainz, Grünewald, 1982.
Nel centenario di Marx non
poteva mancare una riflessione
sul suo concetto di « religione »,
che non è tutto compreso nell’aforisma, secondo cui « la religione è l’oppio dei popoli ». Dice
M. Godelier, intervistato dalla
Unità, che, nelle sue analisi,
Marx non nega l’esistenza del
« sacro » e quindi delle religiom,
ma lo spiega, come già altri prima di lui, in una forma di « autoalienazione », per la quale l’uomo si crea nel Dio un qualcuno
che spieghi quanto gli è oscuro
e impersoni un modo di dare
chiarezza a fenomeni, che l’uomo da solo non arriva a cpmprendere. Ed ecco l’idea, ripresa
da Weber nella sua teoria del
« carisma », per la quale si finisce per cercare in un « uomo »
e non più nel cielo la rappresentazione della società e delle potenze naturali. E quando non un
« uomo », ma tutti gli uomini, in
una società senza classi, godranno della più completa trasparenza della vita sociale e dei suoi
rapporti, si realizzerà finalmente quella società perfettamente
e completaménte-. umana, che
non avrà più bisogno di Dio e
della religione per vivere in piena coscienza. Lo stesso Godelier
considera questa visione come
utopica. A noi resta da constatare che, nel cammino verso questa utopia, la ricerca dell’Uomo
cui confidare la rappresentanza
della società ha portato solo al
culto della persona, con quanto
di ben triste ne è seguito. Non
c’era e non c’è bisogno di Marx,
e tanto meno dei marxisti, per
riconoscere in Cristo l’Uomo
collegato con Dio, in cui tutto si
risolve e si spiega. Che poi gli
uomini, e nói stessi, abbiamo
JT" Echi dal mondo
cristiano
a cura di Renato Cofason
Il comitato esecutivo
del CEC invita il Papa
Gli ultimi preparativi dell’Assemblea di Vancouver sono stati il tema principale della riunione del Comitato Esecutivo
del Consiglio Ecumenico delle
Chiese che si è riunito a Ginevra dal 29 febbraio al 4 marzo.
Il CE ha inviato una lettera,
a firma del presidente del CEC
Edward Scott, primate anglicano canadese, e del Segretario generale Philip Potter, invitando
ufficialmente papa Giovanni
Paolo II a compiere una visita
di 4 ore al Centro ecumenico di
Ginevra in occasione della sua
visita in Svizzera prevista per
maggio-giugno 1984. Nella lettera
i responsabili del CEC esprimo-,
no la speranza che questo avvenimento segnerà « il rinnovamento visibile della nostra volontà
di approfondire la comunione
reale per quanto imperfetta » tra
cattolici romani e chiese membro del CEC e sarà « la manifestazione pubblica della testimonianza comune nella situazione
ecumenica attuale ». Edward
Scott e Philip Potter hanno anche proposto uno scambio sui
nuovi orientamenti che emergeranno dall’Assemblea di Vancouver per la vita e le attività del
CEC e hanno espresso la speranza che il papa e i rappresentanti del CEC potranno « individuare i mezzi comuni per manifestare più pienamente lo sviluppo della comunione tra le
chiese ».
Il Comitato Esecutivo ha tra
l’altro accolto due nuove chiese
membro: la Chiesa presbiteriana evangelica dell’Africa del Sud
e la Convenzione battista del Nicaragua. Il totale delle chiese
membro sale così a 303.
Nuovo arcivescovo
per la Chiesa di Svezia
Bertil Werkstrbm, vescovo di
Hàrnbsand, è il nuovo arcivescovo della Chiesa di Svezia, scelto,
a norma di legge, dal governo
tra i tre candidati proposti dalla
Chiesa luterana. Succede a Olof
Sundby, uno dei 6 presidenti del
Consiglio Ecumemco delle Chiese che è entrato in emeritazione.
Il vescovo Werkstrbm, come l’attuale governo social-democratico,
è favorevole alla separazione tra
Chiesa e Stato ed è forse questa
una delle ragioni nella scelta del
governo.
Francia: le sette
sono pericolose
« Il fenomeno delle sette è marginale in Francia, ma chi ne è
membro è duramente colpito e
spesso manipolato », ha dichiarato Alain Vivien, deputato socialista, autore di un rapporto sulle
sette che gli è stato richiesto dal
Segretario di stato per la Famiglia Georgina Dufoix. L’indagine
si propone di definire se le associazioni che si danno scopi religiosi conducono pratiche in contrasto con la legislazione francese, andando contro le libertà in
dividuali e l’equilibrio sociale.
Vivién ha riscontrato la legalità delle piccole sette, mentre ha
sollevato alcuni punti a proposito delle grandi sette internazionali, specialmente la setta di Moon
(scopi politici), la « meditazione
trascendentale » ( evasione fiscale) e « Hare Krishna » (irregimentazione di bambini). Tra le
proposte del rapporto figurano
cambiamenti del Codice civile.
. Il Consiglio della Federazione
Protestante di Francia, nella sua
seduta del 12-13 febbraio ha precisato la sua posizione: la Federazione è contraria a legislazioni
speciali, poiché la libertà religiosa è indivisibile; deve essere sufficiente applicare alle sette il diritto comune, per quanto sia diffìcile definire una setta.
Priorità per
l’Alleanza Riformata
« Chiamati a testimoniare dell’Evangelo oggi» è il titolo del
programma stabilito al Comitato
Esecutivo dell’Alleanza Riformata Mondiale e affidato ad un
nuovo settore dell’ufficio ginevrino dell’ARM. Il Comitato Esecutivo, che si è riunito a Kappel al Albis, vicino a Zurigo dal
28 febbraio al 4 marzo sotto la
direzione del nuovo presidente
Dr. Alian A. Boesak (Sud Africa) ha deliberato che la riflessione sulla testimonianza riformata nel mondo di oggi abbia la
priorità nei prossimi anni.
Ugualmente importante e di
estrema urgenza è stato considerato il problema dei diritti
umani e della questione femminile. L’impatto della teologia femminista sulla teologia riformata
sarà l’oggetto di uno studio congiunto da parte del Settore femminile e del Dipartimento teologico dell’AEM. Quest’ultimo si
occuperà anche di un intenso
programma di dialoghi interconfessionali con Battisti, Anglicani,
Ortodossi, Cattolici romani. Luterani.
realmente capito e realizzato il
suo messaggio è un altro e ben
triste problema.
Anche Dimensioni Nuove interviene sullo stesso argomento
con un ampio articolo di Sean
Gardner, il quale sottolinea invece i rapporti sempre più intensi che si svolgono tra cristianesimi e marxismi, centrati sulla concezione di un Gesù « rivoluzionario », la cui predicazione
si realizzò nelle società comunitarie dei primi cristiani e andò
successivamente perdendo di impatto sulla società, da un lato
nella storia della chiesa cattolica, e dall’altro nell’eccessivo individualismo sviluppato dalla
teologia protestante. Ma dopo
Barth, e dopo il Vaticano II, secondo il Gardner, nuove possibilità di incontri e collaborazione tra marxisti e credenti si presentano come valide.
Notizie di stampa informano
che il papa andrà probabilmente
a parlare, per Pasqua, nella chiesa luterana di Roma, come invitato. Il pastore di quella comunità ci^ tiene a sottolineare
che tale invito non è un riconoscimento della autorità papale.
Da parte cattolica si conferma
che, se l’invito sarà accettato, il
papa si limiterà a commentare
un passo dei Vangeli.
I commenti di stampa in preparazione del viaggio del papa
nell’America Centrale non mancano di tornare sulla figura del
dittatore guatemalteco, il gen.
Ríos Montt, di cui abbiamo già
ampiamente parlato in precedenti occasioni. Ha cominciato
l’onnipresente Baget Bozzo, che
non ha mancato di qualificarlo
come « protestante » in un commento televisivo; han continuato molti altri giornali, tentando
di inserire nella triste situazione
di quei paesi, una contrapposizione tra protestanti e cattolici,
del tipo di quella irlandese. Tuttavia, dalle varie notizie pubblicate è apparso che Rios Montt
appartiene a famiglia con profonde radici cattoliche; un suo
fratello è vescovo in Guatemala
e, pare, obbligato all’esilio per
la sua opposizione alla Giunta
diretta dal fratello. Il quale, anche, era fervente cattolico fino
a quando, inviato tempo fa negli Stati Uniti per sollecitarne
aiuti militari, ne tornò convertito ad una delle tante sette fondamentaliste, la Gospel Outreach, che sono state, e sono, il
più forte sostegno elettorale di
Reagan. E ne tornò anche con
la promessa, mantenuta, di sostanziali aiuti politici e militari.
Conversione e aiuti fanno forse
parte dello stesso « pacchetto »
di accordi? Ci sono molti modi
di « evangelizzare » ; ma questo
ci era ancora sconosciuto.
Nella Germania dell’Est essere pacifisti continua a creare
problemi ai giovani, e ai meno
giovani, che vogliono insistere.
Arresti, manifestazioni impedite,
vessazioni di vario genere. Tanto che da più parti si invocano
più espliciti interventi della locale Chiesa Evangelica a difesa
di un pacifismo non di maniera.
Intanto nella stessa Germania
Est si prepara un seminario
scientifico su Lutero, a Wittenberg, dove è prevista la presenza di oltre 150 studiosi. Ed a Badia Fiesolana due mesi di riunioni ad alto livello hanno studiato la situazione attuale del
cristianesimo, nelle sue varie
denominazioni, accentuandone la
evoluzione in senso meno individualista e più sociale, ed aprendo strade ad un proficuo incontro con le altre «fedi viventi».
E « per finire » notizie di una
inchiesta francese sulle « Sette »
religiose e no. Fra le « Sette » sono inclusi non solo i Testimoni
di Geova o i Figli di Moon, ma
anche i Pentecostali, i Mormoni,
e perfino l’Esercito della Salvezza. Mah!!!
. Niso De Michelis
9
■25 marzo 1983
cronaca delle Valli 9
-.y-,
'j
'K’ '
I
'"•c'
Ritorno o
rifugio ?
Chi ama le Valli, e in particolare le alte Valli, ha assistito per
lunghi anni con dolore ad un
processo inarrestabile di disgregazione e di spopolamento contro cui non è servita molto la
serie di piani di sviluppo elaborata dagli organi amministrativi
né quella dei dibattiti sviluppati
dalle nostre chiese.
Non sappiamo ancora se oggi
si delinei una timida inversione
di tendenza, ma sta di fatto che
qua e là qualche caso di famiglie
giovani che tornano o vengono
ad abitare stabilmente nei villaggi di Perrero, Massello o Rorà sì
verifica e non possiamo lasciarlo
passare inosservato.
E' possibile che il « ritorno »
si verifichi in un’ottica che vede
nella montagna un luogo di rifugio. Di fronte alle minacce della
crisi economica, della cassa integrazione, del deficit energetico,
la montagna dà minor benessere
e richiede maggiori sacrifici delta città da un punto di vista immediato, ma non conosce cassa
integrazione né rischio di rimanere al freddo perché il lavoro,
sia pure poco redditizio, e la legna non rischiano di mancare.
E' possibile che il ritorno sia
vissuto e sentito, invece, malgrado la durezza delle condizioni di
vita, come un prolungamento su
tutto l’arco dell’anno di una situazione di villeggiatura. Di giorno vado a lavorare anche lontano, ma almeno quando torno a
casa la sera dormo nel luogo in
cui passo anche le mie giornate
libere e il periodo delle mie ferie.
Sia il ritorno visto come rifugio sia quello visto come villeggiatura meritano comunque rispetto, perché sono entrambi pagati a caro prezzo. D'altra parte
non si può snobbare con leggerezza il bisogno di sicurezza né
quello di libertà.
Come chiesa non possiamo
evidentemente non ricordare, intanto, che se possiamo dire «Tu
solo mi fai abitare al sicuro »
(Salmo 4: 8), lo possiamo dire
solo perché c’è Chi si è esposto,
per noi, al rischio totale e alla
morte, non avendo il rifugio dove posare il capo. Il Cristo ha
conosciuto il nostro bisogno di
sicurezza e di libertà e per questo è morto ner noi.
.Ma questa predicazione rischia
di essere astratta se non riusciremo anche a identificare una
missione del « ritorno » se questo continuerà e se sarà attuato
in prima persona, come è probabile, da fratelli che nrofessano
la nostra fede. Missione di ricreare una roccaforte del Valdismo?
Una roccaforte ha senso in tempo di guerra: e allora in quale
guerra ci vogliamo impegnare o
da quale guerra ci sentiamo assaliti? Oppure tentare di vivere
un cristianesimo di tipo secolare
pensato nelle aree urbane della
civiltà industriale in un luogo in
cui si è vissuta, di fatto, solo una
fede pensata e praticata con
schemi « religiosi »? Oppure, ancora, considerare irrilevante il
fatto della fede considerando un
« ritorno » eventuale come una
pura e semplice evenienza socioeconomica in cui può essere vissuta qualsiasi esperienza di fede
o il rifiuto di un simile tipo di
esperienza in modo del tutto indifferente?
Forse non sarebbe male cominciare a meditare su questi interrogativi.
Claudio Tron
A TORINO UNA MOSTRA NEL VENTENNALE DELLA MORTE Q|j SCÌOpGrÌ
Paolo Paschetto: pittore
delle Valli valdesi
« Mi resi conto allora come da
quest’uomo singolare sgorgasse
la necessità di comunicare un
messaggio di fede e di vita reale, testimoniando cosi con i mez, zi artistici, di cui aveva una piena padronanza, quello che altri
— anche nella sua stessa famiglia — testimoniavano con la parola ». Così Giorgio Peyrot ricorda un incontro a Torre Pellice con Paolo Paschetto, il pittore evangelico che, nella piena
maturità, cosi definiva il suo
programma artistico ; « Avere
della vita un’intuizione spirituale, religiosa: di essa farsi alimento, fiamma, sostanza di tutta l’anima. L’intuizione nostra
religiosa sarà la nostra intuizione artistica».
Molto opportunamente dunque
la bellissima mostra allestita a
Torino al Museo della Montagna « Duca degli Abruzzi » dall’Assessorato alla cultura della
Provincia, dalla Società di Studi
Valdesi e dal Museo stesso nel
ventennale della scomparsa del
pittore, si apre con il simbolo
grafico di Paschetto: un agnello
sormontato dalle fiammelle dello Spirito con croce e bandiera
crociata sullo sfendo e il motto
« Post Mortem vivere ultra ». dopo la morte vivere ancora, forte
e incisiva qualificazione della
sua fede.
La mostra accenna a questa
tematica di fede anche in altri
elementi, soprattutto nel campo
della xilografia, come per esempio in alcune tavole di commento al Credo, tra quelle che sono
state definite « preghiere disegnate » : raccoglie indicazioni relative all’opera di decoratore in
cui Paschetto eccelse ponendosi
tra l’altro più volte al primo posto in Italia, vincendo concorsi
come quello per disegnare il biglietto da 5 lire nel 1907 (ancora
studente, a 22 anni) o quello per
il nuovo emblema della Repubblica italiana nel 1948. Ma il centro dell’esposizione riguarda, come è giusto, una ricchissima panoramica di paesaggi delle Valli
valdesi: a Paolo Paschetto pittore delle Valli valdesi è infatti intitolata la mostra.
La scelta è vastissima sia per
il gusto personale paesaggistico
di Paschetto sia per la produzione collegata all’invito della Tavola valdese — a cui egli rispose con slancio e senza chiedere
compensi — a illustrare in una
serie di quadri paesaggi e aspetti tipici e storici delle Valli vaidesi che andavano trasformandosi sul finire della I* guerra
mondiale. Con accurate e precise didascalie esplicative — che
a volte con rammarico ammettono l’impossibilità di localizzare un determinato paesaggio —
sfilano cosi, davanti al visitatore
squarci di intensissimo verde, di
candori diversi di nevi variamente illuminate, i profili dei monti
che spesso danno la chiave della localizzazione, le case montane di un tempo, villaggi quasi
irriconoscibili, come Prali, all’occhio ormai abituato alle tristezze attuali, l’alpe del Pra im
mersa in una nebbia mattutina
quasi palpabile...
Dice di Paschetto — nel bel catalogo della mostra — Renzo
Guasco a proposito di due acquarelli del 1907 : « In questi lavori si riconoscono già le qualità tipiche di Paschetto: semplicità e chiarezza compositiva,
suddivisione della superficie in
vaste zone cromatiche ». Qualità
a cui aggiungerei quella di una
luce che si sprigiona costantemente, perfino da una visione
notturna dei Coppieri, e che incontra l’emozione che non sai se
attribuire di più all’ammirazione per l’artista o all’amore per
la nostra terra.
La mostra, la cui apertura è
stata ritardata a seguito del disastro del Cinema Statuto e dei
successivi controlli agli edifici
aperti al pubblico, sarà inaugurata venerdì 25 marzo e sarà
aperta al pubblico dal 26 marzo
al 29 maggio. Essa riguarda prevalentemente oltre a Torino, le
Valli; ma senz’ombra di dubbio
vai certo un viaggio anche da
ben più lontano.
Franco Giampiccoli
Paolo Paschetto: Illustrazioni per
il Credo: «Credo in Dio padre ».
Linoleum-grafia.
PINEROLO
Cassai nteg rati
in Comprensorio
PINEROLO — Giovedì. 17 marzo una
trentina di cassaintegrati FIAT della
zona di Pinerolo si sono recati in Comprensorio per avere un incontro col
Presidente Martina.
Nel córso dell’incontro Martina si è
dichiarato d'accordo con i cassaintegrati sui seguenti punti:
— Sul fatto che la FIAT nell’identificazione dei cassaintegrati abbia effettuato una s'celta e quindi delle discriminazioni;
— Sulla necessità che la FIAT rispetti gli accordi sui rientri; questo è possibile facendo un uso diverso della cassa integrazione attraverso la rotazione
e i contratti di solidarietà. Vi sono quindi le possibilità tecniche di effettuare i
rientri dei cassaintegrati, al di là delle
scuse, riguardanti la contrazione del
mercato, ohe la FIAT utilizza continuamente;
— Sulla necessità di modificare la
legge finanziaria e la legge 1602, attualmente in discussione in parlamento,
eliminando le norme che prevedono,
dopo 24 mesi di CIG, la decurtazione
della stessa del 10% ogni 3 mesi.
Abbiamo invece registrato un notevole disaccordo per quanto riguarda la
gestione del collocamento. Il Presidente Martina si è pronunciato per una
maggior « flessibilità » del collocamento, sottoscrivendo così la direzione in
cui si muove l’accordo Scotti di un allargamento delle chiamate nominative.
Su tutti questi punti ci impegniamo
come coordinamento cassaintegrati a
riprendere l'iniziativa, con una consapevolezza in più: la lotta e la mobilitazione servono, questo incontro ne è
la prova.
Coordinamento cassaintegrati FIAT
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Sentiamo la necessità di informare i
genitori delle motivazioni che ci hanno
indotto a tre giornate di sciopero In
questi ultimi due mesi:
— ci fanno sentire e ci sentiamo
ogni volta di più funzionarl-burocratistatali anziché lavoratori: ne è la prova
evidente che a qualsiasi nostra rivendi
. nazione si risponda sempre e soltanto
con decreti legge sui quali è pressoché
impossibile una contrattazione;
— Il nostro contratto è scaduto a fine 81 e già si parla di fare slittare il
contratto aH'83-85;
— riteniamo utile sottolineare che le
restrizioni della spesa pubblica hanno
colpito ancora una volta i servizi sociali ed in particolare la scuola. Si è
parlato tanto ultimamente di « bassa
produttività », “ lassismo », » assenteismo », ma chi ha consentito (o favorito) improduttività, lassismo, -assenteismo? Si propotje i^rò, da parte della
DC l'introduzione dei « buono scuela »
per le scuole private.
È inutile sottolineare che questo deterioramento dei servizi pubblici della
scuola colpisce chi ci lavo'ra ma soprattutto gli utenti: genitori e alunni:
— nella nostra contrattazione c'erano
precise richieste di nuove forme di aggiornamento (tra breve saranno pubblicati i nuovi programmi nfelTindifferenza
e nell’ignoranza generale), richieste di
modificazioni strutturali (32 ore settimanali anziché le 24 attuali), estensione e consolidamento delle sperimenta
.zioni (fino a quando i nostri Tempi Pieni non saranno riconosciuti funzionanti
a tutti gii effetti?),
Il governo ha deciso che l’unica possibilità di contrattazione per ora si limita alla parte salariale (e questo, purtroppo, sembra accontentare una buona parte della categoria) e risponde con
il blocco dell’istituzione di nuove scuole e di altre iniziative che implichino
formazione di nuove classi Ì150 ore,
tempo pieno), inoltre blocca l’attuale
situazione dell'organico (niente assunzioni) e del numero delle classi con
conseguente aumento del numero di
bambini per classe:
— riguardo al polverone suscitato
dai mass-media sui nostri « privilegi »
vorremmo ricordare che i politici dopo
due iegislature possono andare in pensione con un milione al mese e che I
giornalisti dopo venti anni percepiscono
il 100% dell'ultimo stipendio.
Il silenzio dell’informazione ufficiale
^<0 peggio le strumentalizzazioni tendono
a far credere che la scuola sia un
settore di sperpero di denaro pubblico.
Gii sprechi cerchiamoli altrove!
Un governo che si riduce a tagliare
i fondi al settore formativo ha perso
la sua credibilità.
Chiediamo pertanto ai genitori di interessarsi reaimente ai problemi della
scuola e di conseguenza dei loro figli:
noi come insegnanti ci renderemo disponibili per diffondere materiale di
corretta informazione.
Gli insegnanti in sciopero
del Circolo di Perosa
Chiesa valdese di Torino
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offrendo compenso comprendente alloggio. Inviare domande con dati personali al Concistoro, via
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Concorso pubblico
al posto di Segretario della Comunità
La Comunità Montana Val Pellice bandisce un concorso
pubblico per titoli ed esami al posto di Segretario della Comunità, con scadenza alle ore 16 del giorno 20 aprile 1983 per la
presentazione delle domande.
Requisiti richiesti:
Titolo di studio: Diploma di laurea in Giurisprudenza od
equipollente oppure, in caso di Segretario Comunale, diploma
di scuola media superiore ed abilitazione alle funzioni di Segretario Comunale.
Titolo di servizio: almeno 5 anni quale Segretario Comunale e Segretario Comunale Capo oppure alle dipendenze di
Enti Locali, in posti corrispondenti agli attuali 8° ^ 9° livello,
di cui almeno 3 anni nel 9” livello.
Trattamento economico: L. 7.080.000 (10° livello) oltre 13’
mensilità ed indennità integrativa speciale.
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria della Comunità
Montana Val Pellice.
Il Vice Presidente (Mauro Suppo)
10
10 cronaca delle Valli
25 marzo 1983
VALLI CHISONE E GERMANASCA
1 miliardo
da spendere
La presentazione e la discussione del bilancio di previsione per
l’esercizio 1983 hanno occupato la
maggior parte della seduta del
Consiglio della Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca
che ha avuto luogo il 18 marzo.
Nessuna novità rispetto ai bilanci degli anni precedenti, come
è facile capire considerando che
i tagli dei finanziamenti frenano
notevolmente le iniziative.
Il presidente Daviero si è detto
comunque convinto della validità istituzionale delle Comunità
Montane, che sono l’unico organismo in grado di aiutare la gente della montagna a sopravvivere.
Nel bilancio, die sflora il miliardo, molte sono le voci « per
memoria », perché un’altra funzione delle Comunità Montane,
sempre secondo il presidente, è
quella di raccogliere e distribuire tra i Comuni i contributi che
giungono dagli altri enti per i più
svariati scopi.
Nella discussione è stato chiesto di promuovere maggiormente la ricerca di posti di lavoro
per attività artigianali o di piccola industria, per non costringere i giovani all’inazione. Nella
stessa linea sono state poste domande sul piano di forestazione
di valle, che, oltre all’obiettivo
dichiarato di valorizzazione del
patrimonio boschivo, potrebbe
creare un po’ di occupazione locale.
Subito dopo l’approvazione del
bilancio di previsione, è stato anche approvato il programma di
opere e interventi per circa 245
milioni, secondo lo stanziamento del piano stralcio per l’83. Il
gruppo delle sinistre si è astenuto nelle due votazioni, motivando
la sua decisione con la mancata
discussione di tutti i progetti nelle varie commissioni consiliari.
L. V.
PINEROLO
Mostra cunicola
PINEROLO — Si è tenuta nei
giorni scorsi nei locali delle ex
caserme Fenulli, una mostra
provinciale cunicola (allevamento conigli). La mostra ha ottenuto un buon successo di pub-,
blico attirato forse più dai magnifici esemplari presentati che
da un discorso di economia agraria. Molti cioè i cittadini e i
bambini, più ridotto il numero
degli allevatori.
I 426 conigli esposti, di venti
razze selezionate, hanno destato
cosi l’ammirazione degli intervenuti: molti commenti sono stati
fatti attorno al coniglio « gigan
te » di Fiandra che raggiimge gli
8 Kg. di peso, e sul coniglio dalle orecchie penzolanti come quelle di un cane.
I più attenti all’economia si
sono informati sui benefici economici che si possono avere con
l’allevamento di questi animali.
Dai conti fatti parrebbe che ogni
coniglia può rendere almeno
100.000 lire l’anno, con un costo
di gestione che non supera le
50.000 lire annue. Una proposta
dunque che il comune e la provincia e la associazione allevatori fanno alla agricoltura della
nostra zona. F. G.
Pini gratis per tutti
La Regione mette gratuitamente a disposizione dei Comuni, Enti, Associazioni diverse
piante sviluppate (già alte da
1,5-2 metri) di Pino strobo, Pino excelsa e di ibridi. Le piante
possono essere utilizzate per produzione legnosa e per fini ambientali. Va tenuto presente che
questo tipo di pini vanno collo
cati a dimora a quota di 700-800
metri; il Pino strobo è inadatto
a terreni argillosi o calcarei, il
Pino excelsa e l’ibrido hanno invece maggiori capacità di adattamento su simili terreni. Le domande vanno indirizzate entro il
25 marzo ai servizi di forestazione montana di Torino (Via Assietta 7).
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UN PROBLEMA CHE SI MANIFESTA ANCHE A PINEROLO
La droga in caserma
Primario ospedaliero ed esperto dei problemi delle tossicodipendenze, da alcuni anni il prof.
Andreoli si occupa della diffusione della droga nelle caserme. Ha
presieduto, pur non essendo un
militare, il recente convegno organizzato a Roma dall'esercito
su: « Aspetti e problematiche della prevenzione delle tossicodipendenze nell’esercito ».
— Come si è arrivati al convegno di Roma?
— Occorre fare alcuni passi indietro: nel ’79 a Verona per iniziativa mia e del gen. Melorio
della sanità militare si era cercato di creare ima struttura che
perrnettesse di occuparsi dei militari « a rischio ». Ossia dei giovani di leva con problemi tali da
indurli a consumare sostanze stupefacenti. Nacque così il consultorio psicologico per la prevenzione delle tossicodipendenze di
Verona. Si proponeva di essere
al servizio dei giovani di leva,
non tossicodipendenti (per legge
chi si presenta alla visita come
tossicodipendente viene riformato) ma con rapporti più o meno
saltuari con la droga. L’esperienza del consultorio è stata positiva ed anche le alte gerarchie militari^ ne hanno riconosciuto la
validità. Così si è deciso di estendere ^’esperimento anche in altre città. A poco a poco ci si è
resi conto che anche nelle caserme la droga circola. Sono stati
così organizzati convegni regionali a Padova, Verona, e Firenze
per preparare il convegno di Roma.
Il convegno è stato importante
perché per la prima volta non solo la sanità militare ma lo Stato
maggiore si è posto la questione
delle tossicodipendenze. In questo modo si sono coinvolte tutte
le strutture militari e si è potuto
parlare di prevenzione. Si è discusso infatti anche dei fattori
di rischio che possono condurre
un giovane sotto le armi ad accostarsi alla droga.
— Quali sono questi fattori di
rischio?
— Sono molti gli elementi che
possono creare le condizioni perché un giovane si avvicini alla
droga. Si va dalla destinazione
(per molti è un trauma dover fare il militare lontano da casa) al
« nonnismo » ossia alle tensioni create sulle reclute da chi è
agli ultimi mesi di leva, dal problema del tempo libero all’inattività forzata in alcune ore del
giorno nelle caserme. Si è constatato che nei corpi o nelle caserme dove c’è un ricco programma di attività o dove i soldati sono molto motivati (ad esempio
i parà) il fenomeno è meno rilevante. Ci sono una quantità di
piccole cose che potrebbero essere modificate senza intaccare
la logica dell’esercito.
— Ma qual è l’entità del fenomeno della droga nelle caserme?
— Per legge chi è tossicodipendente non può esser arruolato e
viene riformato già alla visita di
leva. Si parla quindi di soggetti
che fanno solo saltuariamente
uso di sostanze. Negli ultimi tempi però l’azione di filtro della visita non sempre ha funzionato.
Nell’82 sono stati 2.145 i soldati
rinviati a casa perché dopo l’arruolamento si è accertato il loro
stato di tossicodipendenza. La
percentuale maggiore si è avuta
nei primi mesi del servizio di leva. Per lo Stato maggiore ciò
conferma il mancato filtro della
visita. Ma ci si sta anche rendendo conto che non sono rari casi
di giovani che proprio sotto le
armi si accostano all’eroina.
— A quali conclusioni è giunto
il convegno?
— Oltre all’estensione in Italia
dei consultori psicologici, in molti ospedali militari saranno creati reparti di tossicologia clinica:
serviranno per approfondire il
tipo di dipendenza ed i problemi
clinici dei militari. E’ molto importante, perché queste strutture
sono aperte anche al territorio
circostante. Ossia potranno servire il bacino di utenza dell’ospedale. Inoltre ner la prima volta
l’esercito accetta la collaborazione su questi temi anche di operatori esterni. Infine il fatto che di
prevenzione abbia parlato una
circolare dello Stato maggiore fa
si che oggi l’intervento in questo
campo non sia lasciato alla discrezione del singolo comandante di compagnia ma abbia in
Qualche modo l’avallo dei vertici militari.
(Da ASPE n. 4/1983)
VAL PELLICE
SCHEDA
Interventi per
i tossicodipendenti
E’ operante dal gennaio 1981,
presso la Comunità Montana Val
Pellice-USSL 43, il Servizio per la
prevenzione, cura e riabilitazione delle tossicodipendenze, la cui
attività é programmata e coordinata da un gruppo di lavoro pluridisciplinare.
Tale servizio é rivolto ai tossicodipendenti per la certificazione di tossicodipendenza, per assisterli nell’affrontare le problematiche psico-sociali ad essa connesse, per Ferogazione del farmaco sostitutivo e per eventuali ricoveri presso l’Ospedale Valdese
di Torre Pellice. Opera inoltre, a
livello di prevenzione, al servizio
di tutti i cittadini e in particolare degli studenti delle scuole medie inferiori e superiori.
Dal mese di giugno del 1981 é
stato inoltre aperto un ambulatorio nel quale intervengono, a seconda dei casi, tutti gli operatori dell’équipe addetta al servizio
tossicodipendenze, ovvero un medico, uno psicologo, uno psichiatra, un farmacista, un operatore
addetto al tempo libero, un’assistente sociale, un consulente pedagogico ed il coordinatore progetto tutela salute età evolutiva.
L’orario dell’ambulatorio, che
ha sede a Torre Pellice (Piazza
Muston 3) è il seguente: martedì e venerdì dalle ore 9 alle 12;
lunedì dalle ore 15 alle 17; negli
altri giorni è possibile rivolgersi
a Parodi Gabriella, nell’orario di
ufficio (tei. 0121/91.514-91.836).
# Hanno collaborato a questo
numero: Delia Bert, Gino Conte,
Franco Davite, Armando Di Carlo, Luiei Marchetti, Claudio Pasquet, Teofìlo Pons, Huguette Ribet. Bruno Rostagno, Aldo Rutigliano. Franco Scaramuccia, Alfredo Sonelli, Giorgio Tourn, Felix Vigne Margarete Ziegler.
Le droghe e i loro effetti
Barbiturici
E’ difficile stabilire i confini
fra uso, abuso e stato di dipendenza per queste sostanze comunemente usate in medicina per
il loro effetto sedativo-ipnotico
sul sistema nervoso centrale. I
barbiturici inducono una dipendenza fisica e psichica che si manifesta con ansietà, tremori, manifestazioni epilettiformi, fenomeni di allucinazione e deliri.
I tossicodipendenti li utilizzano
contemporaneamente alle anfetamine o per potenziare gli effetti degli oppiacei, per bocca o, disciolti in acqua, per endovena.
La morte per intossicazione
acuta avviene per depressione respiratoria. Tale condizione è molto più frequente in tossicodipendenti che usano diverse droghe
e farmaci, e si ritiene che molte
delle morti per overdose da eroina siano imputabili, più correttamente, al poliabuso ed alla interazione fra farmaci.
Cannabis
La cannabis indica, chiamata
anche canapa indiana, è utilizzata in tre forme:
— Marihuana: fiori e foglie
della pianta disseccata.
— Hashish: resina estratta dalle parti più alte delle infiorescenze della pianta femminile non fecondata.
— Olio di Hashish: estratto
concentrato della resina.
Il principio attivo è il Tetraidrocannabinolo ma sembra che
altri composti contribuiscano all’instaurarsi degli effetti.
Gli effetti prodotti dalla cannabis sono direttamente legati alla
personalità del soggetto, alle dosi assunte, alla situazione (da solo o in gruppo), alla qualità del
prodotto. I sintomi soggettivi più
frequenti dovuti all’uso di can
nabis sono: stato euforico, benessere psico-fisico, alterazione
della percezione del tempo e dello spazio, diminuzione dell’inibizione, facile irritabilità. Vi è anche un aumento dell’appetito.
La cannabis non provoca dipendenza fisica né deterioramento intellettuale né tantomeno un
atteggiamento criminale, un suo
uso cronico aumenta la predisposizione alle sindromi respiratorie. Il vero rischio di un uso
prolungato è l’insorgenza di una
sindrome amotivazionale caratterizzata da un certo grado di indifferenza, disimpegno, diminuzione della competitività, della
concentrazione nel lavoro e nello
studio e da un disadattamento
sociale.
Politossicodipendenti
Nella situazione attuale italiana è più esatto parlare di politossicodipendenti che di tossicodipendenti; infatti i drogati fanno uso consecutivo e simultaneo
di parecchie sostanze in base alla disponibilità ed alla possibilità di reperimento. Si assiste
quindi a dipendenze incrociate
eroina-metadone, ad abuso di alcool e ipnotici, benzodiazepine e
cannabis, che aggrava la condizione fisica e psicologica e rende
più complesso ogni interv'ento
terapeutico e riabilitafivo.
Finora sono state descritte le
principali sostanze in uso fra la
popolazione dei tossicodipendenti, mentre si è deliberatamente
evitato di esporre gli effetti dell’alcool e di altri farmaci, legali,
ma il cui abuso va sempre più
diffondendosi in quanto argomenti che necessitano di un maggiore approfondimento, soprattutto per quanto riguarda i danni psico-fisici da essi prodotti in
seguito ad un uso prolungato.
(fine).
11
25 marzo 1983
cronaca delle Valli 11
Profilassi antitetanica
Pensare che l’infezione tetanica sia una malattia del passato è assolutamente errato; il Tetano, malattia gravissima, esiste
ed è quasi sempre mortale.
La Vaccinazione antitetanica è
l’unico strumento valido per la
prevenzione contro il Tetano.
La legge prevede l’obbligo della vaccinazione antitetanica, oltre che per i bambini, anche per
le sottoelencate categorie di lavoratori dipendenti e precisamente per:
• Lavoratori addetti :
a) alla lavorazione del ferro
(metallurgici, metalmeccanici,
ecc.);
b) alla lavorazione del legno
(falegnami, taglialegna, ecc.);
c) alla lavorazione delle pietre (cavatori, muratori ed edili
in genere);
d) all’agricoltura ed allevamento bestiame.
• Veterinari.
La Comunità Montana Val
Penice - U.S.L. 43, sensibile al
problema, nell’ambito degli interventi mirati alla prevenzione degli stati di malattia verso
la salute, intende promuovere la
profilassi antitetanica anche ai
lavoratori in proprio dei sopracitati settori di Artigiani e Agricoltori.
Si mette pertanto a disposizione la possibilità di effettuare
la vaccinazione antitetanica presso ognuno dei distretti di base
della U.S.L. con i seguenti orari:
• Distretto di Bricherasio (Comuni di Bricherasio e Bibiana) :
tutti i mercoledì (non festivi)
dalle 8.30 alle 9.30 presso l’ambulatorio di Bricherasio - Via
Brignone 3.
• Distretto di Luserna S. Giovanni (Comuni di Luserna San
Giovanni, Lusernetta e Rorà):
tutti i mercoledì (non festivi)
dalle 8.30 alle 9.30 presso l’ambulatorio di Luserna S. Giovanni V. Tegas 1.
• Distretto di Torre Pellice
( Comuni di Torre Pellice, Angrogna, Villar Pellice e Bobbio
Pellice): tutti i venerdì (non festivi) dalle 11 alle 12 presso l’ambulatorio di Torre Pellice - Via
Alfieri.
Il servizio è totalmente gra^
tuito.
Per avere la vaccinazione sarà sufficiente dimostrare di appartenere ad una delle categorie
per le quali è prevista la vaccinazione (Tessera Artigiani - Agricoltori (mod. CDA), richiesia
della ditta per i lavoratori dipendenti ecc.).
In caso ci siano gruppi di lavoratori interessati, si invita a
prenotare telefonando alla Comunità Montana - USL - Torre
Pellice (P.za Muston 3, telefoni
91.514 - 91.836 - 93.22.22) chiedendo di Anna Maria Pallard.
Mostre
PINEROLO — La collezione civica
d'Arte ha organizzato dal 19 al 27 marzo una mostra personale di Filippo
Scroppo. La mostra si tiene a Palazzo
Vittone (Piazza Fontana) a Pinerolo ed
è aperta dalle ore 15.30 alle ore 17.30
nei giorni feriali e dalle ore 15.30 alle
ore 18.30 nei giorni festivi.
Segnalazioni
PINEROLO — Per sabato 26 marzo
alle ore 21 nei locali di via dei Mille 1
è convocata l'Assemblea Generale dei
soci del Centro Sociale Protestante.
All’ordine del giorno: rendiconto 1982
e preventivo 1983.
PINEROLO — « L’alimentazione naturale, fattore di salute ». Questo è il tema che venerdì 25 marzo, alle ore 21,
verrà svolto nell'Auditorium Comunale
di Corso Piave, dal Dottor Alessandro
Formenti, medico dietologo e naturista, docente alìUniversità di Medicina
di Bologna.
PINEROLO — La Biblioteca Centrale
di via Battisti 11, resterà chiusa al pubblico per le necessarie opere di spolveratura dei volumi e di disinfestazione
primaverile da mercoledì 30 marzo a sabato 2 aprile.
L'orario delle biblioteche rionali rimarrà invariato.
PACE E
IMPEGNO CRISTIANO
Caro Direttore,
ho letto con interesse il dibattito
sulla pace. Mi viene in mente un caso
analogo. Esiste un Centro per le ricerche contro II cancro: fa bene o male
il credente evangelico a sostenere questi sforzi per vincere il cancro?
È evidente ohe molti sottoscrivono
somme piccole o grandi perché hanno
paura della sofferenza e della morte
prematura (loro o degli altri). È anche
evidente che II vero ■ cancro » dell'umanità è II peccato. AMora: dev’essere
aiutata o no quest'impresa? Fa male
chi dà un obolo?
dio devolute agli enti mutualistici sono
pesanti e i ticket pure, eppure il cittadino continua a misurarsi con strutture
lente, burocratizzate al massimo,
spesso squallide... Non intendo assolutamente colpevolizzare i lavoratori del
settore, anche se mi pare che spesso
un po' più di gentilezza e di comprensione da parte loro non guasterebbe,
però II ruolo del malato è sempre II più
scomodo, perché al dolore fisico si aggiungono sovente disagi che si potrebbero evitare se tutto fosse organizzato
meglio.
A quando la prima, pacifica, civile,
serrata e tenace protesta dei pazienti?
Cordialmente.
Edi Morini, Pomaretto
Cordialmente,
Bruno Corsani, Roma
SCIOPERO
DEI MEDICI
Caro Direttore,
ho seguito con interesse tutta la vertenza sindacale causata dallo sciopero
dei medici, di cui ha parlato anche
I'« Eco »; certo la classe medica, e il
personale ospedaliero in genere, ha
pieno diritto di portare avanti le proprie rivendicazioni, che in questo caso
erano seriamente motivate, il mio pensiero e la mia solidarietà però vanno ai
pazienti. I sofferenti non possono scioperare, la malattia li costringe ad accettare certe procedure, eppure I disagi non mancano: mi riferisco alle interminabili » code » davanti agli sportelli,
alle ore di attesa snervante, ai ticket
piuttosto onerosi ohe gravano su analisi e medicinali, alle stanze sovraffollate, ai deprimenti bagni in comune, ai
rigidi orari che limitano le visite di
amici e congiunti,
A quando, mi chiedo, una riforma
completa, veramente » a misura di malato »? In molti Stati stranieri non esistono, per esempio, stanze d'ospedale
con più di due letti e ciascuna è dotata di servizi, per garantire a chi sta
male un minimo di comodità e di ftrivacy: da noi, le trattenute sullo stipen
CHI HA
DISEGNATO
QUESTO
STEMMA?
Spett. sig. Direttore,
visto che in questo periodo si parla
di Paolo Paschetto, vorrei farle una domanda (e scusi la mia ignoranza): È di
'Paolo Paschetto Io stemma della Repubblica Italiana?
Alcuni anni or sono su di un opuscolo, leggevo (per la prima volta) che il
nostro illustre concittadino aveva, a suo
tempo, partecipato al concorso con altri
pittori ed il suo bozzetto era stato prescelto.
Se questo corrisponde a verità, come
mai (visto anche il risultato di una mia
piccola indagine personale tra compagni di lavoro ed amici) nessuno sa
della « paternità » di questo stemma
che troviamo sul piccolo valore bollato
della scatola di fiammiferi e negli ultimi anni ben visibile sulla busta della
denuncia dei redditi?
Carlo Frache, Torre Pellice
ISel profilo di Paolo Paschetto pubblicato sul catalogo della mostra in
corso a Torino, a proposito del concorso
per l’emblema della Repubblica indetto dalla Costituente, si legge:
« Bandito nel 1947, divenuto esecutivo nel ’48, vi parteciparono in molti;
attraverso successive selezioni e dopo
anche una seconda prova, rimane la
proposta di Paschetto.
L’originario bozzetto gli venne più
volte cambiato, modificato ed infine
stravolto per esigenze araldiche, politiche, pratiche: gli elementi compositivi sono precisati, bisogna metter d’accordo i partiti, tener presente le esigenze delle^ varie applicazioni dello
stemma.
Fu comunque un impegno che stimolò un certo lato del carattere dell’artista, una sua recondita ostinazione, e che chiude con risonante ufficialità una carriera che si era ripiegata
nel silenzio durante gli anni del fascismo ».
Pro Ospedale Valdese
di Pomaretto
Doni di gennaio 1983
L. 10.000: Micci Laura e Adelaide,
in memoria di Umberto Mourglia.
L. 5.000; Balmas Ester v. Revel.
L. 25.000: Elsa Forneron in Bert, Pragelato, in memoria miei cari.
L. 10.000: Baroelli Alina, in memoria
Canonico Adriano; Micci Lidia; Meytre
Maria v. Peyran, in memoria miei cari.
L. 20.000: Jahier Silvio e Eliana.
L. 10.000: Lageard Filiberto e fam.
L. 20.000: Clot Giulietta e Luciano.
L. 10.000: Pons Irma v. Long.
L. 50.000: Long Umberto.
L. 5.000; Bounous Severino.
Errata Corrige. Nelle offerte per l'Ospedale di Pomaretto pubblicate sul n.
2 del 14.1.83 leggere: L. 50.000: Fornerone Elvira, San Secondo, in memoria del marito e caro Bruno.
Pro Istituti Ospitalieri
Valdesi
Doni di gennaio 1983
L. 111.000: Colletta per Istituti Ospitalieri Valdesi anno 1982 della Chiesa
Valdese di Bobbio Pellice.
L. 50.000: Gönnet Edmondo e Dirce,
Torino, in memoria Mariuccia Jon
Scotta,
L. 30.000: Caterina De Beaux, Torre
Pellice.
L. 25.000: Zaidera Giuseppe, Biella.
L. 10.000: Fasulo Alfonso Paolo, Bergamo; Eliseo Veneziani, Trieste.
Pro Rifugio « Carlo Alberto >
Doni di gennaio 1983
L. 280.000: Sig.ne Montaldo, Ossining
U.S.A.
L. 250.000: Madeleine Revel, Milano,
•in ricordo fratello Giacomo Schweizer.
L. 200.000; Unione Femminile, Genova.
L. 120.000: Chiesa Valdese di Angrogna.
L.50.GO0; Sorelle Cornelio, Torre Pellice; Unione Femminile Valdese, Torre
Pellice; Alimonda Rita, Genova.
L. 30.000: Hertel Sergio, Torre Pellice.
L. 25.000: Biglione Eunice, Genova;
Schenone Emma e Pisani Noemi, Genova, in memoria Federico Schenone.
L. 20.000: Marangoni Caterina, Ivrea.
L. 15.000: Leuzinger Evelina, Ivrea;
Bein Ernesto e Mirella, Torre Pellice.
L. 13.000: Bertarione Bice, Ivrea.
L. 10.000: Marangoni Ferdinando e
Lina, Ivrea; Falchi Velia, Genova; Schenone Ercolini Emma, Genova: Alma
Tron Pascal, Pomaretto, in memoria dei
miei cari; Genre Emanuele e Margherita, Pomaretto; Maria Meytre Peyran,
in memoria miei cari.
L. 7.000: Cristoforo Emilio e sorella,
Ivrea.
L. 5.000: Cavo Ernesto, Genova.
Pro Ospedale Valdese
di Torre Pellice
Doni di gennaio 1983
L. 150.000; Dr. Paolo Del Pesco,
Roma.
L. 140.000; SIg.ne Montaldo, Ossining
U.S.A.
L. 100.000: N. N., in memoria di Malan Renato.
L. 50.000: Luisa Monnet Rocco, Bricherasio, in memoria del compianto
Dr. Guido Boccassini; Alimonda Rita,
Genova.
L. 25.000: Biglione Eunice, Genova.
L. 20.000: Edmea e Ettore Paschetto,
Torre Pellice, in memoria Prof. Lo Bue;
llda Roccione, S. Germano, ricordando
mia madrina Pons Evelina.
L. 10.000: Violetta Fraterrigo, Torre
Pellice, in memoria del Marito e Mimi;
Marco e Franco Eynard, Torre Pellice,
in memoria loro cari e amico Ezio;
Falchi Velia, Genova.
TESSUTI
CONFEZIONI
ARREDAMENTO
Via Duca degli Abruzzi, 2 - PiNEROLO (To) - (Teief. 0121/22671)
a Ho creduto^ perciò ho parlato »
(II Corinzi 4: 13)
Il 14 marzo, in Roma è mancato all’affetto dei suoi cari
Guido Mathieu
Pastore Valdese
Ne danno l’annuncio, fidenti nelle
promesse del Signore, le figlie Lucilla,
Laura con il marito Marcello Cesarò,
i nipoti Roberta e Clarence, il fratello,
le sorelle, le cognate, il cognato ed i
parenti tutti.
La famiglia riconoscente sentitamente ringrazia i pastori Gioramii
Scuderi di Roma, Bruno Rostagno,
Lamy Coìsson, Franco Davite, il vice
moderatore Alberto Taccia e tutti coloro ohe hanno preso parte al suo dolore.
Un sincero ringraziamento all’équipe
medica del Centro ematologico dell’Università di Roma.
Eventuali doni in memoria alla
« Cassa pastori emeriti » Tavola Valdese.
Pomaretto, 16 marzo 1983
« L’Eterno e il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23 : 1)
A due giorni dalla dipartenza dèi
fratello Guido, il 16 c.m. il Signore ha
richiamato a sé
Anita Mathieu ved. Eynard
Fidenti nelle promesse divine, ne
danno 'l’annuncio Italo con Giuliana,
Carlo ed Anna; Lila con Luca e Sylvie; il frateRo, le soreUe, le cognate, i
nipoti ed i parenti tutti.
La famiglia ringrazia i pastori Bruno Bellion, Giorgio Toum, Ernesto
Ayassot, la sig.na Elena Vigliano, tutti
quelli che hanno partecipato al suo
dolore ed esprime la propria riconoscenza al, direttore signor Gohello, idla
signora Barbiani ed a quanti all’Asfio
Valdese di Luserna S. Giovanni à sono prodigati per la sua Cara.
Si prega di devolvere eventuali of. ferte in memoria al predetto Istituto.
Torre Pellice, 19 marzo 1983
«Il mio aiuto viene dall’Etenw»
(Salmo 121: 2)
Il 5 marzo a Brasilia (Brasile) è
mancato aH’affetto dei suoi cari
Augusto Micol
La famiglia ne dà il triste annuncio a funerali avvenuti.
AVVISI ECONOMICI
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi destinazione, preventivi a richiesta:
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nichelino - tei. (011) 6270463 - 6272322.
USL 42 - VALLI
GHIS0NE-GERMANA8CA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 27 MARZO 1983
Perosa Argentina: FARMACIA CASOLATI - Via Umberto I - Tel. 81205.
Ambulanza:
Croce Verde Perosa; tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 44- PINEROLE8E
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo; 22664.
USL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva; tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceuticpi:
DOMENICA 27 MARZO 1983
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON,
i/ia Repubblica, 22 - Tei. 91328.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.288.
12
12 uomo e società
26 marzo 1983
REPRESSIONI IN SICILIA E IN INGHILTERRA
- ------------------------ ■- ______________________^BRUXELLES
Giro di vite a Comiso Donne per la pace
I ^ _ .. . . STAR: sono le iniziali di auat- il messaesio di Simone Dp Rpan
La concomitante azione repressiva a Comiso e in Inghilterra viaggia
sull’onda del successo democristiano nelle recenti elezioni tedesche
Il fuoco che covava sottxj le ceneri è divampato alTimprovviso,
sotto il vento della vittoria elettorale democristiana in Germania. Ringalluzziti dal successo
delle forze riarmiste, proprio
in uno dei paesi europèi in cui
il movimento per la pace e il disarmo ha le sue radici più profonde, il Governo italiano e quello britannico hanno deciso di
sferrare simult£ineamente un pesate attacco contro i presidi pacifisti di Comiso e di Greenham
Common in Inghilterra, simboli
della resistenza nonviolenta europea agli euromissili. Le donne
di Greenham Common sono state
sloggiate dal terreno che occupavano e si sono sistemate un pòco
più in là. Le tende davanti all’aeroporto « Magliocco » di Comiso,
che ospitavano una decina di pacifisti, quasi tutti stranièri, sono
state sequestrate subito dopo lo
arresto di 12 donne (5 delle quali
provenienti dal campo di Greenham) che, sdraiate sulla strada,
bloccavano l’ingresso alla base.
La lotta per la pace si fa più
dura, quindi, dimostrando che il
1983 è l’anno decisivo per i piani di riarmo dell’Europa. La risposta del movimento per la
pace ai fatti di Comiso e di
GreeiAam (comunicati di protesta di tutte le organizzazioni tra
cui la Federazione delle Chiese
Evangeliche della Sicilia e la Federazione Giovanile Evangelica;
interpellanze in Parlamento;
pressioni sulla procura di Ragusa; coinvolgimento pieno della
stampa internazionale) è stata
contraddistinta da una nuova
tendenza all’unità degli sforzi,
soprattutto nella cittadina siciliana, dove — fatto impensabile fino
a pochi mesi fa — CUDIP (Comi
Protesta della Federazione
La Federazione delle Chiese
Evangeliche della Sicilia protesta contro l’arresto di quindici pacifisti italiani, inglesi e
di altri paesi europei, avvenuto la mattina delTll marzo
davanti aU’ingresso dell’aeroporto « V. Magliocco » di Comiso, in risposta a un « sitin » messo in atto per opporsi ai lavori della base missilistica.
L’accaduto — che si accompagna alle quaranta denunce emesse contro le donne del Campo Internazionale
per la Pace che hanno inanifestato nello stesso modo la
mattina del 9 marzo — rappresenta un salto di qualità
nell’atteggiamento del Governo Italiano, sino, a ieri semplicemente sordo nei confronti della volontà di pace espressa dai milioni di persone che
in tutta Italia hanno manifestato contro l’installazione dei
missili « Cruise » e, in particolare, insensibile nei confronti della voce di più di un milione di siciliani che hanno
chiesto la sospensione dei lavori per la base di Comiso.
Persuasi che « La legge è
stata fatta per l’uomo, e non
l’uomo per la legge » (come
si può intendere dalle parole
di Gesù Cristo riportate nel
Vapgelo di Marco, cap. 2; 27)
la Federazione chiede l’immediata scarcerazione dei pacifisti arrestati. Sostiene inoltre
l’iniziativa di un gruppo di
parlamentari, di diverso orientamento politico, che proprio
in questi giorni stanno cercando di rimettere ,in discussione la decisione relativa all’installazione dei missili a Comiso.
Invita, infine, il Governo a
dar prova di maggior sensibilità democratica, dando il dovuto peso alla volontà popolare e provvedendo, pertanto,
alla sospensione dei lavori per
la base.
Ricorda le parole di Gesù:
« Beati i facitori di pace, perché saranno chiamati figli di
Dio ».
11 marzo 1983
tato Unitario per il Disarmo e la
Pace) e Campo internazionale
per la pace, le due « avanguardie » del movimento, stanno lavorando insieme in vista del campo-presidio di quest’estate.
Bruno Gabrielli
Mentre andiamo in macchina
apprendiamo che le donne arrestate a Comiso sono state scarcerate e le autorità sfanno decidendo se espellere dal territorio
italiano le straniere.
STAR: sono le iniziali di quattro parole che cominciano allo
stesso modo in altrettante quattro lingue. Il significato è chiarissimo: stop a tutti gli armamenti
rapidamente!
Era la sigla della manifestazione dell’8 marzo a Bruxelles delle
« donne per la pace ». La lega internazionale ha lanciato un appello affinché le donne, responsabili della vita, fermino la corsa
alla morte, alla fabbricazione di
armi, alla guerra come soluzione
di controversie fra stati. Si sono
così raccolte migliaia di firme in
moltissimi paesi europei ed extraeuropei. Nel Pinerolese se ne
erano raccolte più di 400. La presenza delle donne alla manifestazione in Belgio, circa 10.000, era
come sempre, spumeggiante e
carica di tensione. Gli striscioni,
curati fin nei minimi particolari,
gli scialli e i poncho con i simboli della pace, i naïf, gli ombrelli e le bandiere, opere casalinghe
che per alcune ore irrompono nel
pubblico, riempivano la piazza di
colori, sullo sfqndo di una Bruxelles simile a tante altre grandi
città in cui si mescola l’architettura grigia e senza storia dei
nuovi condomìni alla solida identità dei vecchi caseggiati, austeri,
rossi e legnosi.
I gruppi di donne provenienti
da più di trenta paesi si trovavano così gomito a gomito sulla
piazza dove ci si scambiavano
distintivi, informazioni sulla provenienza o semplicemente un
sorriso o un mezzo sguardo.
In una manifestazione è sempre difficile elaborare, criticare o
discutere. È un momento rituale
e simbolico che conclude, segna
o riapre il dibattito precedente
e seguente. Gli interventi dal palco hanno cosi finito per ripetere
sovente solo buone intenzioni o
parole d’ordine, senza approfondirne le tematiche. Significativi
il messaggio di Simone De Beauvoir che criticava il suo governo
ed i governi in generale per Tingente somma devoluta ai bilanci
militari e la canzone di una donna francese, dalla voce alla Edith
Piaf che, in un pezzo musicato
sulla riduzione d’orario di lavoro, proponeva una giornata di
fatica e 5 di « vita »! In questi
momenti si è vissuto l’azzeramento delle distanze. Eravamo proprio tutte lì, tutte nel sènso di
essere venute dall’America all’Asia e sembrava possibile un
comune impegno per la pace. Anche se non eravamo tantissime
si è capito, tuttavia, che in ogni
nazione del mondo esistono gruppi di donne che pensano, lavora^
no, si impegnano per la pace,
senza distinzione di età. Anzi, se
le tedesche e le svizzere in genere erano molto giovani, le americane e le canadesi erano donne
anziane e se nelle giovani presenti al. corteo si poteva cogliere
l’entusiasmo per Tessere insieme,
nelle più anziane, sovente, si ravvisava una storia di militanza o
di convinzione radicata nel voler
lottare per la pace. Ancora una
volta le donne dei paesi nordici
hanno dimostrato la loro presenza all’interno dei movimenti pacifisti, mentre nei paesi dell’area
latina, compresa l’Italia, è difficile individuare una presenza
specifica di donne. Il tema ed il
movimento della pace sono compositi proprio perché ambito di
convergenza di diversi bisogni,
interessi,, espressioni. Per le donne, in particolare, può suonare
ambiguo, come riconferma di
ruoli passivi o non violenti. Dobbiamo abbattere delle paure e
dei tabù e, come donne, parlare,
mobilitare, « fare » la pace.
Perché non incontrarci una
volta e provare?
Bruna Peyrot
La vittoria sullé tenebre
PROGRESSO SCIENTIFICO E PROBLEMI ETICI
(segue da pag. I)
sopruso e la violenza è definitivamente così stabilita'? Oppure
tutto è destinato ad essere cam
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Tribunale di Pinerolo N. 175.
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Subalpina - Torre Pollice (Torino)
biato, capovolto? La parola di
Dio ci dice: « Ma le tenebre non
dureranno sempre per la terra
che è ora nell’angoscia» (v. 23).
Ecco la parola di speranzd e
di fede per tutti gli uomini! La
speranza e la fede che questa
esistenza di lagrime, di dolori e
di paure che stiamo soffrendo
su questa terra, non è quella voluta^ da Dio pei suoi figlioli. Essa
sarà mutata, le tenebre passeranno e l’aurora della vera pace è
assicurata a tutta la terra, poiché — dice Isaia — « Un fanciullo ci è nato, un figliolo ci è stato
dato, e Timperio riposerà sulle
sue spalle » (cap. 9: 5). Vi è in
queste parole la profezia della
venuta del Figlio di Dio fra gli
uomini. Ecco la speranza che diventa certezza. Ecco la luce che
allontana le tenebre. Per coloro
che credono in Gesù Cristo ed
accettano il suo Vangelo rimane
viva la speranza e la certezza
della vittoria finale della luce sulle tenebre, della fine di ogni iniquità, della vittoria dell’amore
sull’odio, e quindi l’impegno ad
adoprarsi con tutte le proprie
forze per allontanare le tenebre
dalla terra, per contribuire al
sorgere di una nuova società dove regni la luce della pace e la
gioia dell’amore fraterno.
Giuseppe Anziani
^ A che cosa serve che ci sia un
Dio se Egli non è il tuo Dio?
' Lutero
Ingegneria genetica
Una delle grandi ’rivoluzioni’
del nostro tempo, cui si presta
troppo poca attenzione dal gran
pubblico, è quella che si sta elaborando e verificando nei laboratori di genetica.
E’ di questi giorni la notizia
che è nata la patadoro, l’ibrido
fra patata e pomodoro, in inglese pomato. Gli scienziati del Kansas, il granaio degli Stati Uniti,
sono riusciti a produrre fa nuova pianta in laboratorio: è commestibile, ma sterile, passeranno almeno 10 anni prima che possa entrare in commercio; ma c’è.
E' un piccolo frutto giallo, senza semi, che odora come il pomodoro; sottoterra produce tuberi bianchi che possono raggiungere 10 cm. di lunghezza;
presenta un fusto simile a quello della patata. Gli scienziati del
Kansas hanno voluto trasferire
alla patata certe qualità immunologiche del pomodoro, specie
la resistenza alla cosiddetta ruggine delle piante. Il piccolo capolavoro d’ingegneria genetica è
consistito nel riuscire a fare
scambiare alle due piante, sessualmente incompatibili, i rispettivi geni.
La chiave delle colture del futuro è proprio nella genetica,
scienza ancora agli albori. L’agricoltura ameripnà è all'avanguardia in esperimenti del genere e mira a continuare (si spera, senza errori e fallimenti che
hanno sellato l’applicazione in
vari paesi del Terzo Mondo, negli ultimi decenni) la « rivoluzione verde », cioè la produzione di
piante altamente nutritive, resi
stenti alle malattie, che crescano
nei climi e sui terreni più diversi, per cercare di risolvere il problema della farne nel mondo.
Qualcosa di simile si va cercando anche per l’allevamento del
bestiame (qualcuno del resto
avrà letto a suo tempo il libro
affascinante E l’uomo creò le sue
piante e i suoi animali). La chiave di volta del nuovo sistema è
appunto i) trasferimento dei
geni.
Ma l’industria, l’ingegneria genetica ha aspetti più sconvolgenti. Si parla da tempo di figli della provetta. Ma ecco una notizia
che lascia veramente turbati. Ultimamente un quotidiano la riportava sotto il titolo Quanto
vuole per farci un figlio? e l’occhiello « In America l'industria
della madre per^ conto delle coppie sterili ». Le lavoratrici di questa nuova industria sono giovani
donne, molte sposate e con figli,
altre nubili, che concepiscono e
partoriscono per coppie di coniugi che non possono avere
bambini. La fecondazione è artificiale e avviene con il seme dell'uomo che vuole diventare padre e non vi è riuscito con la
propria moglie. Le tariffe di queste « madri supplenti » variano
da 5 mila a 20 mila dollari, da
7 a 28 milioni di lire; ma le spese aumentano di molto se gli
aspiranti genitori vogliono poter scegliere chi porterà in grembo il ’loro’ figlio, poi ci sono spese per l’avvocato, per la fecondazione artificiale, per lo psico
logo o psichiatra (com’è intuibile, sj^sso la giovane dopo il parto piomba in crisi depressive).
L’industria sta proliferando.
Agenzie specializzate vantano la
efficienza e la rapidità con le quali « evadono le richieste dei clienti ». Negli ultimi due anni vi sarebbero state almeno un centinaio di madri ’supplenti’, già nell’83 il loro numero triplicherà.
Si è anche già verificato il caso
di un neonato... rifiutato dalla
coppia committente, in quanto
non ben rifinito (!); la gestante
non ha responsabilità giuridica,
il padre ’artificiale’ in base al
contratto è tenuto solo a pagare
la madre supplente e il mantenimento del bambino, non a prenderlo con sé e a considerarlo suo
figlio. .
Il diritto cercherà, anche an
questo caso, di mitigare e imbrigliare gli orrori in cui l’egoismo e la durezza di cuore può
trasformare le ’meraviglie’ della
scienza. Ma, più a fondo, non
c’è da domandarci se una prati
ca di questo genere non è moralmente molto più grave dejla prostituzione? La convivenza di una
gestante con il figlio che le cresce in grembo, per nove mesi,
può essere paragonata a un effimero rapporto sessuale? Come
accettare che si venda (o affitti)
e si compri (o affitti) così un corpo, una vita, per nove mesi che
segneranno e la gestante e il
feto? A passi sempre più rapidi
verso il « brave new worid », il
bel mondo nuovo vaticinato da
Aldous Huxley? Orribile.
G. C.