1
•LVff7
IN
★
ECO
Si? .a
LONGO SELMA
Casa Valdese
TORRE PELLICE
DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi voi tutte le da vostre trasgressioni per le quali ovate peccato, e latevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo,,.
Anno LXXXIX - N. 22
Una copia E1 re 30
ABBONAMENTI l ***'’ 1’™*«™® | Lucei L. 1.800 per Tiiiteroo | Spediz, abb, postale - li Gruppo
f L. 1,600 per Testerò I L. 2,500 pw Testerò | Cambio d’indirizzo Lire 5 0
TORRE PELLICE - 29 Maggio 1959
Ammin. Claudiana Torre Pollice - C.C.P. 2-17557
John Foster Du!tes
t'alano verso gli Stati Uniti i rappresen
tanti dei governi, per partecipare alle ese
quie di J. Foster Ouïtes, caduto veramen
le sulla breccia: cosi il senso della preca
rietà dell’esistenza e dei programmi del
l uomo li riconducesse a maggiore umiltà,
smussando i contrasti e le considerazioni
di ’ prestigio ” degli avversari! Se no si
tratterebbe solo dell’ipocrisia ufficiale di
un lunerate di 1“ classe...
òenza dubbio, 1'. Oulles ha dominato la
scena politica americana —■ e quindi pure
mondiale — in questi ultimi anni, in mono particolare dopo ctie, net Ivbd, ¡u cniamuro alla Segreteria di Stato. Senza duboio, 1'. Uuues na esercitato ii potere conicriiogii con projonda coerenza coi propri
¡II incipi, e con una passione cne possiamo
uejiiure vocazionale. Senza auoOio, r. Unîtes non ha mai nascosto la sua ¡ede cristiana, vissuta non solo nelt'amoito detta
l^tnesa presoileriana degli U. S. A., ma
nell ardore della vita politica, ijuest'energ .a, questa coerenza, questo impegno di
servizio vanno ricordate, ancne se con più
sobrietà di certa retorica dei momento, e
con piu onesta ai certa politica ctie si serve anche dei morti.
Ma non si possono tacere le riserve; e
da parte cristiana e protestante proprio perene t. Uuues e stato un projessante cristiano e protestante. Uominava, netta sua
visione, una s¡iaucia e un sospetto quasi
ossessionati verso u comunismo sovietico,
contro cui anuava dijesa la iioera e cristiana società occiaeniaie e aa cu, dovevano
esser liuerati i popoli dell oriente: e ciò
me sta alia base aeiia politica americana
ili CiUropa ¡m/uo, riarmo tedesco,/, nel
iueaio unente (complicata pero, qui, daini sorna rivuiun con gu inglesi, per il
possesso aeiie ]onli dei petrolio, e in parte
mi ¡rancesij e neu estremo Unente (Corea; Il grottesco appoggio al relitto storico
( morale nena Cina nazionalista di Cmng
liai imeh, a formosa, mentre viene negato
li riconoscimento alia Cina popniaro di ivxao
t se lungj. Ho che differisce la valutazione
di queste prese di posizione; ma che la
politica occidentale nel suo insieme abbia
avuto un atteggiamento quasi esclusivamente passivo e negativo — si trattasse di ” rigettare ” o ” contenere ” il comunismo —
ecco, mi pare, il grave giudizio che pesa
.su di essa.
Sarebbe una superficialità madornale ed
un ingiustizia grossolana fare di F. Dulles
il capro espiatorio della attuale situazione,
tragica, malgrado i sorrisi ministeriali sotto i flashes dei reporters. Ma è indubbio
che egli non è stato un elemento di distensione, fatto grave data la sua influenza e
il peso politico americano. Tanto più grave
in quanto nella visione di Dulles Occidente e Cristianesimo e libertà e civiltà si
londevano in un miscuglio pericoloso quanto falso (anzitutto per la Chiesa). Malgrado tutti gli slogans ” cristiani ” e libertari,
assistiamo al duello politico - economico militare fra due potenze imperialistiche —
o forse più precisamente fra due classi dirigenti imperialistiche — (quale lo sia più
e quale meno, è un giudizio che può mollo variare) che tendono a circondarsi di
satelliti ”, lo facciano con la violenza,
con le promesse o con gli ” aiuti ”. Non
pare che Dulles abbia lottato contro tale
tragico dividersi del momio in due blocchi, in questo dopoguerra che ha visto così
rapidamente gli alleati mutarsi in antagonisti: la cosa corrispondeva anzi alla sua
visione. Ed è un’interrogativo grave sulla
sua sagacia politica e sul suo discernimento cristiano.
Ma, dopo tutto, non sta più a noi porre degli interrogativi a J. F. Dulles. Se si
volge uno sguardo — molto superficiale —
al passato, è per trarre ispirazione per l avvenire. Personalmente, mi auguro che la
linea politica americami muti: non meno
vigorosamente, ma più sagacemente e... forse più altruisticamente impegnata nella lotta per la libertà. Si ha l’impressione che
negli Stati Uniti stessi molte fresche forze
argano in questo senso. Che lo spirito di
MacCarthy sia definitivamente scongiurato!
Ogni impegno politico di un cristiano
incontra sempre molte riserve. Certo, avremmo spesso desiderato più riserbo, in
F. Dulles, nel mescolare il nome di Dio e
di Cristo alle faccende politiche in cui
” libertà ” ” giustizia ” ” civiltà ” erano
più spesso intese in senso occidentale-americano che puramente evangelico; ma negare la sua buona fede implicherebbe negarla ad ogni cristiano... F. Dulles, che
non sdegnava di predicare, occasionalmente o insegnare il catechismo, partecipò
come delegato alla Conferenza ecumenica
di Amsterdam (1948). Vi tenne anzi una
relazione, di cui qui a fianco riportiamo la
conclusione. Sono parole sempre valide anche se non ancora o non sempre verificate
alla prova dei fatti. Gino Conte
La stampa quotidiana ha ricordato che
due Valdesi sangermanesi, Alessio Enrico
c Caterina Long, dal 1922 al 1927 lavorarono in casa Dulles, rimanendo fino ad oggi
in cordiale corrispondenza con la famiglia
da cui furono profondamente apprezzati e
considerati non servitori ma amici.
I trascinatori d’uomini che fanno appello alla violenza attirano adesioni fanar
tiche, perchè hanno l’aria di sapere quello
che vogliono e sembrano decisi ad ottenerlo. Danno l’impressione di aver ragione
semplicemente perchè sembrano pronti a
rischiare molto per arrivare ai loro fini.
Sarebbe facile di spingere le società
dette « libere » della civiltà occidentale
« cristiana » ad organizzare tuia grande ero
ciata, una guerra santa. Il loro programma
potrebbe esprimersi in numferosi e superbi
slogans come: «Distruzione del dispotismo
ateo » o « Annientamento degli ultimi ostacoli all’indispensabile governo tmiversale ».
Respin^amo tali preconcetti perchè
siamo convinti ohe la violenza non potrebbe portare che àd un disastro totale. Consideriamo questi metodi incontìliabili con
il cristianesimo, altrettanto i]ùanto i metodi di violenza arpicati dai Mipi sovietici.
Nei due casi i risultati sarebbero del lutto diversi da quelli che si vop
rebbero ottenere. Siamo pienamente coscienti che i progrànuni pacifici
e pratici sembreranno a molti rivelare mancanza di zelo e im segreto
desiderio di conservare egoisticamente i mali dello statu quo. Quest’opi
nione può e deve essere cambiata. I cristiani dovrebbero, pensiamo,
accordare più valore di quanto non sembrino faié alla padronanza di sè,
alla disciplina personale ed al rispetto della dignità uniàna che sono
necessari per compiere dei mutamenti pacifici. Le chiese cristiane possono, crediamo, trovare il modo di dare un carattere più Ispirato al tentativi pacifici e di domandare per questi dei sacrifici. E’'tragico come
il sacrificio sembra non essere invocato che in vista della violenza.
Cos’è neces^sario? Sono necessari degli uomini e delle donne che sap
pi^o vedere ciò che è e ciò che può essere. Il Cristo ha iipsistito particolarniente sulla chiarezza della visione e sulla luce. Ìni^gnava agli
uommi a vedere secondo la verità e a fuggire l’odio, l’ipocrisia, l’egoismo
che accecano gli uomini o ne confondono la visione. Se le chiese cristiane non sanno presentare.una visione chiara, ci stupiremo che Tumanità vacilli?
Sono necessari degli uomini riempiti di spirito pacifico. Lo possiedono coloro che sono ripieni dello Spirito d’amore. Sono nœessari degli
uomini dotati della potenza che è data a coloro ohe pregano, che si
pentono, che sono trasformati, degli uomini consacrati, come quelli che
hanno lasciato tutto per seguire il Crisfin .
E’ necessària un’utilizzazione più efiìciente della poleiHìà’'"'moraIe
nel campo politico. Fortunatamente la legge morale è una legge universale. Ma i cristiani credono che la legge morale è stata rivelata in Cristo
con una chiarezza unica. Le chiese cristiane dovrebbero dunque essere
particolarmente qualificate per aiutare gli uomini a formarsi con discernimento un giudizio morale e ad applicarlo a tempo e luogo.
E’ necessario utilizzare pienamente le vaste possibilità offerte dalle Nazioni unite. I cristiani non erano i primi ad auspicare un’organizzazione mondiale che si fonderebbe sulla forza morale piuttosto che
sulla forza materiale? L’hanno ottenuta. Ora tocca alle chiese di far
sorgere la potenza morale necessaria al funzionamento di tale organizzazione.
E’ necessario imo sforzo su scala mondiale. La chiesa cristiana è
un’istituzione mondiale. Nella propria vita, la chiesa dà l’esempio di
una comunità formata da diverse razze, nazionalità e confessioni. Sviluppa un’etica comune. Il suo movimento missionario estende costantemente la fraternità di coloro che condividono la stessa obbedienza e
gli stessi fini. Il suo movimento ecumenico sta approfondendosi e consolida tale fraternità. Il suo programma d’aiuto e di ricostruzione fa
rinascere la speranza dei disperati e riconcilia coloro che furono nemici. La Commissione delle Chiese per gli affari intemazionali ha comin
ciato a stimolare e a guidare i contati; più diretti delle chiese con i
problemi correnti delle relazioni internazionali. Così le chiese possono in
molti modi contribuire a porre i fondamenti di un ordine mondiale...
(Da ” Le citoyen chrétien dans un monde qui change ”, relazione pubblicata
in, «L’Eglise et le désordre international», Neuchâtel-Paris 1949, pp. 115-176,1.
Il recente Sinodo
Metodista
Dal 6 al 10 Maggio ha avuto luogo
in Roma, nell’ampia sala di Via Firenze, l’annuale Sinodo della Chiesa
Evangelica Metodista d’Italia; al
quale come già lo scorso anno —
ha partecipato in veste ufficiale una
delegazione valdese composta dal Moderatore Past. Rostan, dal Vice-modemtore Past. Giampiccoli dal doti
Coisson di Firenze e dal prof. Peyrot
di Roma.
La collaborazione in atto ed ancor
più lo spirito di .fraternità evangelica che unisce da tempo i valdesi e
metodisti, fa si che Tinteresse del1 una chiesa per le manifestazioni del
I altra sia ogni anno più desto e vivo
II Sinico metodista è infatti, anche
^r noi valdesi, una manifestazione
di vita ecclesiastica nella quale siar
mo direttaménte innestati. La presenza delle delegazioni ufficiali rispettive quali componenti attivi dei sinodi dell altra chiesa, rientra tra quelle
manifestazioni ecclesiastiche che attestano « la completa unità in Cristo
e la comunione di fede esistente » tra
le .nostre chiese, come giustamente
rileva il «messaggio» che alla fine
dello scorso aprile i dirigenti delle
nostre Chiese hanno diramato ai responsabili delle comunità locali. Questo messaggio, di cui il sinodo meloCista ha preso atto con vivo compiacmento ed interesse, ha dato inizio
alla auspicata diffusione della conoscenza della attuale fase di collaborazione delle nostre Chiese.
Queste note non vogliono essere un
resoconto dettagliato e cronistico dei
che sono emersi nel corso del Sinodo;
e in particolare per quelli che concernono appunto la collaborazione
valdese-metodista, argomento questo
che ha occupato un intero pomeriggio sinodale affiorando qua e là anche nelle altre giornate.
Il Sinodo metodista, invero, si snoda secondo principi e seguendo regole in parte diversi da quelli che determinano la tipica struttura del Sinodo valdese. Anzitutto il Sinodo metodista si sviluppa su due Sessioni distinte: una pastorale, cui compete la
sistemazione del campo di lavoro (che
da noi è invece affidata alla Tavola)
e tutte le questioni che possono concernere direttamente il pastorato ;
l’altra plenaria, a cui intervengono i
deputati delle comunità e degli istituti, che esamina l’andamento della
vita della Chiesa e l’operato delTamministrazioiie centrale. I componenti
della delegazione valdese hanno preso parte, secondo la loro qualità alla
Sessione pastorale come alla plenaria.
Lo svolgimento dei lavori delle due
Sessioni si articola sulla base di un
preciso questionario rimesso al Comitato Permanente dalla Società Missionaria Metodista di Londra. Ciò determina il carattere tipico dello svolgimento dei lavori sinodali. Infatti è
ii Comitato Permanente (che grosso
modo corrisponde a quello che era il
nostro Comitato di Evangelizzazione)
che deve rispondere alle precise domande del questionario secondo le
indicazioni che fornirà il Sinodo, i
cui lavori si snodano quindi seguendo la traccia di una inchiesta generale e precisa su tutte le questioni
sulle quali, nell’interesse dell’opera,
la Società Missionaria richiama Tatlenzione dell’Assemblea sinodale del
distretto metodista italiano. Questo
tipo di procedura dà un gran lavoro
al Presidente del Comitato Permanente che, consequenzialmente al sistema, è ad un tempo Presidente del
Sinodo quale responsabile della conduzione della inchiesta ecclesiastica
cne impegna il Smodo. Il questionario londinese non è però così rigido
ed esclusivo da non consentire che
trovino un dovuto esame nel corso
dei lavori sinodali anche quegli altri
problemi di carattere locale o generale che i pastori e i rappresentanti
delle Chiese e delle Opere avvertano
nella loro importanza in una data
Sessione. Questa procedura consente
uno sviluppo ordinato ed abbastanza
veloce dei lavori dando un risultato
informativo assai preciso sull’andamento e lo stato della Chiesa, tanto
che verrebbe in animo di suggerirne
l’adozione per lo svolgimento delle
as'tis fòr|[ìiwé‘ré’’ai’'^iiì\5ìlb
soconto più preciso ed esauriente dell'avvenuto esame dei problemi locali
e della vita e delle necessità di ciascuna comunità nell’ambito del distretto. In tal modo il Sinodo potrebbe realmente essere esonerato da
un lavoro di indagine locale.
Una cartella con materiale, informativo preciso e dettagliato viene distribuita ad ogni componente del Sinodo, in modo che ciascuno è in grado di seguire il questionario di base
e la documentazione da cui vengono
tratte le risposte nelle varie rubriche
concernenti l’andamento della vita
spirituale e materiale delle Chiese e
delle Istituzioni. Il quadro generale
dell’opera che ciascuno può farsi dalla lettura dei documenti, corredati
da quadri statistici e specchi conta
bili esaurienti e precisi, risulta chiaro ed interessante e dà la precisa
sensazione di un incontro con un organismo vivo e consacrato al Signore
in ogni suo aspetto.
Giorgio Peyrot
(Continua nel num. prossimo).
imcomo DI MADRI AD AGAPE
« Stella d’Agosto rilucente e bella, che
lascia a lungo nei cuori una scia luminosa », così è stata definita, con spontanea
riconoscenza, questa giornata dedicata da
Agape alle Madri delle Valli.
Villar Pellice, Torre Pellice, S. Secondo,
Pinerolo, San (ìermano, Pomaretto, Praly,
che faceva gli onori di casa, queste le parrocchie da cui provenivano quest’anno le
donne valdesi. E il tempo? 11 tempo,
che ha impedito a molte di salire, in
fondo è stato galantuomo, per usare una
vecchia frase, e ci ha permesso di raccogliere i delicati fiori profumati sui bei
prati in pendio. « E poi la pioggia è una
benedizione », ci ha rioerdato il Moderatore, che presiedeva il culto ad Agape, in comune con tutta la comunità valdese di
Praly. Dopo aver presentato l’antico racconto biblico di Giudici I v. 12-15 il Moderatore sottolineava il valore sempre attuale di questo episodio: la nostra vita,
« il terreno arido », non per questo privo
di doni e di possibilità: ricchezza, intelligenza per es., ma che rimangono pero aridi e sterili se non vengono abbondantemente bagnati dalle « sorgènti di sopra ».
Solo se la grazia e la benedizione di Dio
scenderanno nella nostra vita essa jmtrà
essere vivificata e solo con questo aiuto,
con questa sorgente d’acqua viva, la nostra terra arida potrà portare dei veri
buoni frutti di amore fraterno.
La preparazione per il pranzo ci ha disperse per breve tempo, il pranzo ci ha
riunite nuovamente. Anche quest’ora è
stata di godimento, non più spirituale ben
s’intende, ma per quella distensione serena delle cose che si vivono senza preoccupazione, per la gioia che da iì sentirsi
accolti con vero affetto e circondate da
tante premurose attenzioni. A chi sarà
ora regalata Ja sciarpa di lana? chi sarà
la più vecchia fra le mamme convenute
ad Agape, che sarà proclamata la Mamma
delle Mamme di Agape del 1959? Finalmente si trova: è la signora Pastre Regina di Pomaretto, molto applaudita.
Prima di sparpagliarci sui prati il Pastore Tullio Vinay ci offre ancora qualche
cosa, è una parola, una parabola nuova
POSITIVO
La Chiesa di Ginevra ha indetto
vari servin d’intercessione e riunioni
quotidiane di preghiera in occasione
della conferenza dei ministri degli
esteri; inoltre una preghiera particolare per un accordo sulla cessazione
degli esperimenti nucleari è aggiunto alla liturgia di tutte le chiese ginevrine.
NEGATIVO
O. GrotewohI, presidente della Repubblica democratica tedesca ha dichiarato che « non ha nessuna voglia
di entrare in una gara alle lettere
aperte con il vescovo Dibelius» (cfr.
n. scorso). Non risponderà a quest’ultimo perchè la sua lettera tende unicamente a «tuihare la conferenza _dei
ministri degli affari esteri a Gin^
vra». Ha iholtre negato che la minima pressione venga esercitata sui
cristiani della DJ3JR.
alla quale credo che molle di noi ripenseranno spesso. E’ di Agape che ci parla,
di questo argomento ormai vecchio, se vogliamo, ma sempre nuovo; egli ci parla
degli sforzi compiuti, dell’amore costante
ed anche degli errori inerenti alla nostra
natura umana e che sembrano aver lasciato una traccia: in un punto l’acqua penetra attraverso il tetto di Agape malgrado
lutti gli sforzi compiuti per ripararlo.
Questa è la parabola; anche noi lutti costruiamo con vero amore, con vero slancio, con serio impegno le nostre case, le
nostre famiglie eppure chi può dire che
in esse non vi sia nessuna crepa visibile
0 invisibile? Confessiamocelo con umiltà
e voglia il Signore riparare quelle falle
piccole o grandi che ogni casa presenta.
11 pomeriggio ci ritrova riunite nuovamente intorno al Moderatore, questa volta
il suo racconto ci trasporta nei distretti
lontani: VI America latina, V e IV Sicilia e Italia meridionale. Le preoccupazioni, le scoperte e le siieranze del nostro
Moderatore si susseguono nella sua interessante narrazione.
Prima di terminare queste brevi note
non posso dimenticare i bravi bimbi di
Praly, che guidati dalla loro attivissima
maestra, ci hanno recitato poesie e dialoghi. Un grazie di cuore anche a loro,
così pure alla brava « Tante Lidin » che
ci ha recitato e cantato.
Le sue parole sulla stella d’Agosto, riportate all’inizio di questa relazione, risuonino reale, viva e profonda riconoscenza di tutte noi per il bene ricevuto in questa giornata. Grazie ancora al sig. Moderatore, alla Comunità di Agape ed a quella
di Prali. M. S.
della trasmissione
Dopo la decisione della R.A.I. — senza
spiegazioni — di anticipare alle 7,15 il
culto-radio, la domenica mattina, ecco che
ora vengono fatte cessare le trasmissioni
del culto evangelico da Radio Trieste. Da
« Presenza Cristiana » riportiamo :
« Con la line di maggio cesserà la trasmissione locale del Culto Evangelico da
Trieste. Sid Programma Nazionale il Culto
Evangelico sarà anticipato alle ore 7.15,
in collegamento generale con tutte le stazioni, compresa Trieste.
Non conosciamo quali sono i motivi
tecnici clic hanno consigliato alla Direzione della R.M tale spostamento di orario
e conseguente soppressione di una trasmissione locale. .Saranno certamente plausibili; e tuttavia ci dispiace vedere che la
trasmissione evangelica viene di fatto messa sempre più in disparte, come se essa
fosse poco gradita a qnalcuno: cosa
fondamente rattristante perchè la predica-.
zione delTEvangelo non dovrebbe dar fastidio a nessuno in un paese cosi profondamente cristiano come il nostro.
Quanto a noi, non possiamo che prendere alto con rammarico di questa decisione. Erano ormai 14 anni che Radio
Trieste trasmetteva un proprio culto evangelico, seguito fedelmente da decine di '
migliaia di ascoltatori in tutta r, l’Italia
Nord-Orientale: domenica prossima, 31
maggio il culto sarà perciò trasmesso per
Tultima volta da Trieste, alle ore 9 ».
2
2 —
R e Ugî O “ |p|i|^pr ensîbî I e
ed irragioneirole ?
L'fCO DELLE VALLI VEIIiei
Abbiamo letto recentemente nei
quotidiani, che un giovane Testimone di Geova ed obbiettore di coscienza, è stato condannato dal tribunale militare a diversi mesi di carcere,
per aver ripetutamente rifiutato di
compiere il suo servizio militare.
Ora leggiamo nel « Secolo XIX »
di Genova che un altro giovane siciliano è stato denunciato al tribunale perchè — nella qualità di « avventista del settimo giorno » — ha
rifiutato di prestare servizio il Sabato, pretendendo di « dedicare quel
giorno alla preghiera, alla meditazione ed al riposo ».
Diciamolo subito: c’è qualcosa di
notevole nel fatto che dei giovani
ventenni non esitino ad affrontare i
rigori della legge pur di rimanere
fedeli ad un loro convincimento religioso. Il nostro rispetto per il loro
atteggiamento, evidentemente sincero, non esclude però affatto il nostro
profondo dissenso dalla interpretazione (che appare fuori dalle realtà
della vita) che essi fanno del dovere
cristiano, sulla base di parole della
Sacra Scrittura che essi considerino
più nella loro lettera che nel loro
spirito.
Già ai tempi di Gesù v’erano degli israeliti i quali interpretavano i
precetti religiosi della legge che Mo
Soggiorno alla Scuola
di Economia Domestica
La Scuola Valdese d’Economia domestica prenderà in pensione durante l’estate ragazze e giovani donne, che vogliano godere di qualche settimana di villeggiatura, in
un ambiente sano, in una hellissima posizione naturale, con un parco ombroso ed
una vasta campagna, con tutte le comodità
moderne, in un clima alpino piacevole e
temperato; e vogliano insieme, se lo credono opportuno, seguire con profitto uno
dei corsi d’insegnamento pratico che continuano regolarmente durante tutti i mesi
estivi, la cucina e la confezione dei pasti,
il taglio e cucito, il ricamo, la lavorazione
a maglia, usufruendo dell’attrezzatura di
cui l’Istituto è fornito. La retta completa,
assai modesta, accessibile anche a persone
1. . - . - - ---------------- ---
compresi anche i corsi.
Per informazioni ed iscrizioni, occorre
rivolgersi alla Direttrice della Scuola Valdese d Agricoltura e d’Lconomia domestica,
ai Monnet, Luserna S. Giovanni (Torino).
sè aveva ricevuto da Dio, in modo
letterale e materialistico. Essi erano
convinti che se uno osservava alla
lettera quei precetti materiali eh’essi consideravano come l’essenza del la religione, egli era religiosamente
a posto! Ma Gesù li riprenderà severamente, più di una volta, cercando di far loro capire che la vera religione che è spirito e vita, non consiste tanto nell’ubbidire ai comandamenti di Dio mediante l’osservanza
di riti e di precetti formali, quanto
piuttosto nello sforzarsi di essere /edeli alla loro sostanza spirituale.
Durante i tre anni della sua missione, Gesù avrà ciu-a, per esempio,
di distinguere nell’osservanza del
« giorno del riposo » il Comandamento che è d’istituzione divina, dallo applicazioni che gli uomini ne
avevano fatte nel tempo.
Gesù infatti insorgerà ripetutamente contro ai Farisei i quali avevano fatto dell’osservanza del Sabato niente altro che un « giogo » materiale da imporre a tutti. Alla loro
interpretazione materialistica, Gesù
opporrà la sua interpretazione spirituale, per cui potrà affermare che
« il sabato è fatto per l’uomo e non
l’uomo per il Sabato ». Egli compirà
per esempio numerose guarigioni in
giorno di Sabato, con grave scandalo dei Farisei; e difenderà i suoi discepoli i quali han violato talvolta
il precetto materiale, pur osservando il comandamento nella sua sostanza spirituale.
Anche San Paolo opponendosi ai
cosidetti « giudaizzanti » i quali avrebbero voluto impedire al Cristianesimo di liberarsi dai legami giudaici, entro cui essi volevano costringere la religione che è spirito e vita,
scriverà (Colossesi cap. 2; Calati
cap. 4 e 5) parole rivoluzionarie che
trovano oggi ancora la loro applicazione nella cristianità, proclamando
che « noi non siamo sotto la legge
ma sotto la grazia » e che non dobbiamo tornare a porre sui nostri colli dei gioghi materiali dai quali sia
mo stati definitivamente liberati dal
Signore! (vedi Calati 5:1).
Per qttel che riguarda l’osservan
za del giorno del Signore in giorno
di Domenica anziché in giorno di Sabato, e le modalità con cui va osserv ato quel giorno, riteniamo che ogni
cristiano che abbia un minimo di
conoscenza del Nuovo Testamento e
della natura spirituale della religione cristiana, non- possa aver dubbi
in proposito.
Il comandamento di Dio prescriveva che su sette giorni, uno venisse
messo a parte quale « shabbat » cioè
« giorno di riposo » e consacrato al
Signore. La Chiesa Cristiana, fin dal
I® secolo, ha chiamato Domenica
(cioè « giorno del Signore ») il settimo giorno che i Giudei chiamava
no « Shabbat ». Ci sembra puerile
pretendere che si debba ora tornare
all’antico quasi che esistesse un giorno immutabile che porti il nome di
Sabato e debba quindi tassativamente essere osservato. Del resto colla
variazione dei calendari il giorno che
oggi viene chiamato Sabato non è
certo lo stesso che i Giudei chiamavano con quel nome.
Ancor più assurda ci sembra la
pretesa di chi rifiuta di celebrare il
« riposo sacro all’Eterno » la Domenica anziché il Sabato. Gl’Israeliti
mostrano, in questo, maggiore comprensione e maggior spirito di adattamento alle necessità della vita, di
alcune sètte cristiane attaccate alla
lettera della S. Scrittura.
Così pure le modalità dell’osservanza del settimo giorno, son naturalmente cambiate coll’avvento dei
Cristianesimo e col mutare delle
condizioni della vita associata. Ciò
che era possibile in tempi in cui la
massa era dedita all’agricoltura ed
all’artigianato, non è certo più possibile in epoche dominate dalla vita
industrializzata. Ma ieri come oggi,
i fedeli devono sforzarsi di osservare — sia pure spiritualizzandolo —
il giorno del Signore nei modi che
risultano praticamente possibili, e
specialinente nel suo spirito. Il Signore guarda ai sentimenti dei suoi
fedeli ed a ciò che scorge nel loro
spirito, più che a ciò che riguarda
l’esteriore della loro vita.
E’ un fatto che l’interdetto che ha
sempre turbato la vita dei fedeli in
ogni tempo, è stato quello della interpretazione letterale e materiale
della rivelazione cristiana.
Invece di cercare di comprendere
in modo spirituale ciò che le Sacre
Scritture domandano ai fedeli, molti cristiani — discendenti inconsci dei
farisei — han preso la lettera della
Scrittura come regola suprema cercando d’imporre ai fedeli — in suo
nome — dei gioghi impossibili. Ci
sono sempre stati dei fedeli — forse
pieni di zelo ma poco evoluti — i
quali han creduto che Dio volesse
caricarli di quei gioghi materiali impossibili.
Abbiamo notato che specialmente
nei paesi nei quali la mentalità è
stata formata alla scuola del Romanesimo, c’è la tendenza a trasformare la religione di Cristo in una serie
tli precetti materiali ai quali ubbidire in modo meccanico; quasi che
la religione cristiana, che è religione
per esseri evoluti, potesse esser ridotta ad una osservanza di riti e precetti materiali, imposti ai fedeli in
nome della lettera dei comandamenti divini.
Noi pensiamo in questo momento
ad un Padre della Chiesa — uomo
sincero e zelante ma dotato di un
temperamento in tutto eccessivo e
materialistico: Origene. Costui avendo letto nella S. Scrittura la parola
paradossale di Gesù: « ...se la tua
mano destra ti fa cadere in peccato,
mozzala... » (Matteo 6: .30) non ebbe pace fino a che non ebbe compiuto nel suo corpo una mutilazione
che rendendolo eunuco doveva liberarlo da gravi tentazioni della carne: convinto, così agendo, di fare la
volontà di Dio.
La religione di Cristo deve spingere i fedeli ad una fedeltà sempre
maggiore: ma non a dei fanatismi
che fanno più male che bene e che
allontanano sempre più i non cristiani da una religione che appare
loro incomprensibile ed irragionevole. Paolo Bosio
%'
f
i
Finalmente ha parlato Monsignore..
SCUOLA ITALIANA
Come è noto a tutti i lettori del
nostro settimanale, la Scuola Italiana
è al centro delle preoccupazioni confessionali del partito quasi democratico cristiano. La Chiesa Romana per
conto suo non nasconde le sue identiche preoccupazioni con la mira ben
chiaramente affermata di fare della
Scuola uno strumento prezioso di
preparazione spirituale. Cambiano ministri, si modifica la tattica, ma Fazione sottile continua immutata. Comunque si voglia giudicarla, bisogna
riconoscere che è condotta con estrema abilità : il Vaticano agisce sempre per interposta persona, non si
scopre mai. Riceve ministri grandi e
piccini, ma lui, il Vaticano non si
scopre mai.
Perciò siamo stati gràdevolmente
sorpresi che, in un recente dibattito
ai microfoni della radio vaticana,
l’autorità vaticana si sia francamente
pronunziata. Ne sianio- doppiamente
lieti, perchè ora che Monsignore ha
parlato, .probabilmefite l’onorevole
ministro della Pubblica Istruzione
della Repubblica Italiana saprà come
deve comportarsi e ne avrà anche il
coraggio.
Or dunque, c.vme-tutti sanno, da
alcuni ami. Fisiruzione post-elementare in Italia è diventata un-problema che non si può più ignorare.
Dove mandare i nostri ragazzi dopo la quinta elementare? Praticamente non vi è, per la maggioranza degli
italiani, che la scelta tra due vie:
Scuola Media e Avviamento al Lavoro. Nella Scuola Media c’è il... latino! A cosa serve questo latino? Si
tratta di ragazzi che, per il 60% termineranno il loro ciclo scolastico con
' la terza media, oppure si avvieranno
a tipi di scuola professionale (pensiamo all’Avogadro di Torino) dove
di latino non sentiranno più parlare.
A che serve loro il latino della Scuola Media?
E così si discute molto, tutti gli
anni, quando arriva il giudizio finale
del terzo trimestre: latino: rimandato!
Recentemente il molto onorevole
Ministro della Pubblica Istruzione
della Repubblica Italiana ha fatto un
piccolo timido passo: ha abolito la
prova della traduzione dall’italiano
in latino all’esame di Licenza Media.
Poi, prudentemente, si è ritirato in
un angolino, ha aperto l’ombrello ed
ha aspettato: tuoni, fulmini, un diluvio di parole; discussioni che finalmente hanno permesso di impostare
il problema su un piano più elevato.
Non intendiamo qui intervenire nel
dibattito sull’utilità maggiore o minore del latino, che probabilmente
non interesserebbe i nostri lettori, ma
sottolineare l’intervento dei microfoni
vaticani.
Si tratta, come è evidente, di un
problema di interesse, fondamentale
se si vuole, della Repubblica Italiana.
Ma i microfoni della Radio Vaticana sono, per loro propria volontà, microfoni di uno Stato .sovrano, e straniero quindi! Quale diritto è il suo
di intervenire nell’attuazione pratica
di una riforma scolastica nostra (cioè
italiana)?
Risposta: ha il diritto che compe
te ai suddetti microfoni di essere i
portavoce della Chiesa Romana. E la
Chie.sa Romana non può tollerare
nessuna riforma scolastica nella Repubblica Italiana, senza aver espresso
il suo reverendo e riverito parere. E
nessun reverendo e riverito onorevole
ministro potrà modificare nulla senza procedere ossequente al suddetto
reverendo parere. Anche se questo
parere consisterà in un grazioso e
gratuito schiaffo sulla destra guancia
dell’onorevole ministro.
Nella fattispecie si è affermato che
il latino è necessario ed indispensabile per una compiuta formazione
umanista; che si può discutere sulla
opportunità di mantenerlo della Scuola Media; ma che esso viene insegnato male nella Scuola della Repubblica
Italiana!
Pensiamo che l’onorevole ministro
dovrà provvedere a mettere anche l’insegnamento del latino sotto il controllo dell’insegnante di religione!
La via è aperta.
Infatti chi ha diretto il convegno vaticano è Monsignor Antonio Bucci,
del quale sappiamo che, oltre ad essere stato durante tre ixintificati, segretario per le lettere latine dei papi,
è anche autore di un vocabolario italiano latino delle parole italiane moderne, dove si impara a tradurre in
latino, bicicletta, radar, energia atomica. microfoni vaticani.
Potrebbe sembrare anche uno scherzo, ma non dimentichiamo che c’è ancora un latino vivente: quello ecclesiastico! E questo è una cosa seria!
CI.
La Scuola Latina ; un provvidenziale disaccordo
un servizio Mele
Siamo grati per il contributo del don.
G. Ribet, presidente della Commissione
per il coordinamento dei nostri Istituti di
istruzione secondaria.
«»V »... «I» gi an iKtriare sui giornali,
specie in questo tempo ormai prossimo a esami e scrutini, circa l’utilità
dell’insegnamento del latino nelle
scuole.
Queste polemiche, talora garbate
talora anche piuttosto violente, hanno attirato l’attenzione di parecchie
persone sulla Scuola Latina di Pomaretto, la quale incurante della tempesta che si agita intorno alla lingua
della Roma dei Cesari, continua a
portare serenamente il suo antico nome.
Le origini
Secondo lo storico prof. Giovanni
dalla, le origini lontane della Scuola
Latina, come del Collegio di Torre
Penice, si devono far risalire alla scuola per la preparazione dei Pastori
0 Barbi già cestente nel XIV secolo
in territorio di Angrogna e di cui an
cor oggi si possono vedere alcuni ricordi m Pra del Tomo.
Il dalla cita in proposito le memo1-6 dei domenicano Vincenzo Perrier
-- di poi creato santo dalla Chiesa di
Roma che in certe sue Lettere si
vanta ^ aver fatto chiudere tale scuo
la nell’anno 14(X).
La scuol'à fu riaperta quasi subito
alterne vicende fino
al Smodo di Ohanforan (1532); dopo
! adesione dei Valdesi alla Riforma,
1 giovani studenti furono per alcuni
decenm avviati agli istituti teologici
svizzeri e tedeschi, e fu quindi sospesa 1 attività della Scuola di Pradeltorno.
Ma fu presto di nuovo sentita la
necessità di avere una scuola alle
\(alli; verso la metà del ’600 i Valdesi
pur esausti dalle perdite per le continue guerre, i saccheggi, le deportazioni, ricostituirono « ^cole Générale », la quale serviva per gli studenti sia, di Val Pellioe, sia di Val San
Martino.
Dopo la disastrosa guerra del 1686
e durante gli anni dell’esilio, la Scuo
la naturalmente cessò di esistere. Ma
appena tornata un po’ di tranquillila nellà no.stre travagliate Valli, il
pnmO’ Sinodo riunitosi dopo il Rim^ riaprire la Scuola
che risorse con l’attuale nome di
tìcuola Latina.
j L’età di mezzo
Il periodo delle persecuzioni più
cmente era superato, ma le condizioni di vita dei nostri Padri erano ol
tremodo miserevoli; anche la Scuola
risentì .della difficile situazione, ma
continuò a rendere i suoi insostitui
CUI servizi per la preparazione, almeno iniziale degli studenti i quali andavano poi a perfezionarsi nelle scuo
le estere, spiiCialmente dell’ amica
Svizzera. Per un certo tempo la Scuola, sempre unica per le due Valli ebbe alternativamente la sede in Val
Penice e in Val San Martino; poi rimase a Torre Penice.
Ebbe infine vita più faciie quando
il Comitato Vallone si interessò alle
sue sorti (1768) assicurando una maggiore tranquillità sul piano economico e di riflesso una maggiore efficienza sul piano didattico.
Frattanto però i tempi evolvevano
e si faceva sempre più fortemente
sentire la necessità di una scuola superiore ; i generosi amici e particolarmente il Gilly si interessavano attivamente per la trasformazione della
Scuola Latina in un istituto più completo.
Fu a questo punto che si verificò
il disaccordo che gli eventi successivi
dimostrarono provvidenziale.
Per quella che il Jalla definisce una
«imprudenza» della Tavola, il Comitato Vailone non fu tempestivamente informato della nuova iniziativa e
rifiutò la sua adesione al progetto di
trasformazione. Avrebbe continuato
ad appoggiare la Scuola Latina se
questa rimaneva in vita : altrimenti
avrebbe ritirato il suo appoggio.
Il prof. Davide Jahier tracciando la
storia di questo periodo della vita
della nostra Chiesa accenna a situazioni piuttosto serie; tutto si risolse
però nel modo migliore e se errore vi
fu da parte della Tavola fu un « felix
error»; se il Comitato Vallone dimostrò un risentimento forse eccessivo
fu comunque un risentimento da cui
derivò del bene.
Infatti Invece di avere una scuola
per le due \falli, come era stato per
oltre quattro secoli, si ebbero due istituti, il Collegio a Torre Pellice (1831)
e la Scuola Latina che si trasferì definitivamente a Pomaretto nel 1830.
e si placarono così le rivalità tra le
due Valli.
Parentesi
sul tema della burocrazia
Per un certo tempo le sorti della
Scuola Latina, che all’inizio era stata
sistemata alla meno peggio nella
Casa Peyran, si collegarono, per quanto si riferiva ai locali, con le sorti
dell’Ospedale di Pomaretto sorto in
quegli anni, come timida appendice
dell’Ospedale di Torre, in quanto il
Governo Sabaudo aveva negato ai
Valdesi la possibilità di avere più di
un ospedale alle Valli.
Per due volte la Scuola sostituì l’O
spedale nei locali da questo lasciati
liberi, finché l’uno e l’altra ebbero
.sede definitiva.
Vale la pena — per rendersi conto
di come dovevano operare i Valdesi
in un periodo (1830-1840) che potremmo definire di libertà vigilata, per
amministrare i loro Istituti — accostare due frasi tratte da documenti
ufficiali dell’epoca e riferite dal eià
citato prof. Jalla. ^
Il verbale della seduta in cui fu ap
provata la costituzione dell’Ospedale
di Pomaretto (1830) reca testualmen
te che tale decisione fu presa « avec
la douce espérance qu’U ne sera con
sidéré que comme un appendice de
l'iiópital de la Tour».
D'altra parte il decreto del 1839 col
quale il Governo di Torino autorizza
va la Scuola Latina a trasferirsi nello stabile di via Balziglia (oggi Casa
dei Professori) dice: «con cne pero
aa questa approvazione non s’intenda
conceduta per l’esistenza di quella
Scuola per i Valdesi maggior ragione
di quella di cui potesse sinora essere
scala munita».
Comunque, con la tattica del fatto
compiuto che i Valdesi ponevano in
atto fiduciosi neila comprensione o
nella distrazione della burocrazia e
con le autorizzazioni che il Governo
concedeva ormai con una certa larghezza, pur facendo la voce grossa,
le cose procedevano.
Infatti, constatato che per un periodo
di sei anni il Governo non aveva sollevato difficoltà per il funzionamento dell’Ospedale - appendice, i Valdesi, dimostrando che ormai l’Ospedale
era in piena e utilissima attività, ottennero la regolare autorizzazione per
la fondazione di un Istituto di cura
per il quale fu costruito nel 1839 lo
stabile ancor oggi sede dell’Ospedale
di Pomaretto.
La Scuola Latina
ai giurni nostri
Nel 1865, grazie anche al valido aiuto del Rev. Stewart, pastore scozzese
di Livorno, venne costruito lo stabile
tuttora sede della Scuola e nel 1921,
essendo Moderatore il pastore E.
Giampiccoli, fu costruito il nuovo
Convitto che oggi ospita, oltre al convittori, anche un Orfanotrofio maschile.
Negli anni oscuri del Fascismo (che
osteggiava gli istituti privati) e della
ultima guerra, la Scuola dovette cessare la sua attività; le sue porte si
chiusero nel 1931. Ma già nel 1945, subito dopo la fine della guerra, con
una decisione che non mancò di coraggio, la Scuola venne riaperta e da
allora ha continuato la .sua utiliss;ma o^ra a favore della popolazione
della Valle.
E una scuola media parificata il
che significa che i suoi corsi hanno
pieno riconoscimento da parte dello
telato, con l’osservanza di talune nor
me, e ci è grato confermare che essa
r.a sempre avuto la maggior compren
s'ione e il fjiù valido appoggio da
parte del Provveditorato agli Studi di
Torino. L’onere finanziario è però
compietamente a carico della Chiesa
Valdese.
In questo anno scolastico la Scuola
ha 55 allievi cosi ripartiti secondo le
parrocchie di provenienza: Pomaret
IO 18; Frali 6; Rodoretto 2; Perrero
2; Chiotti 4; PrarostinoS. Secondo
4; Porte 4; Mas.sello 2; S. Germano
6; Pinerolo 1; Cuneo 1; Torino 1;
Genova 1; Napoli 1; Rivoli 2.
Il corpo insegnante è molto efficiente e affiatato. Abbiamo parlato
(continua in 4» pag.)
3
TECO DEUE VAUI VALDESI
— 3
A FORANO SABINO
I settant’anni della Chiesa
A chi risale da Roma l’ampia valle del
Tevere, rigogliosa di esuberante vegetazione, limitata a destra ed a sinistra da una
fuga di colline ondeggianti. Forano Sabino appare a destra, ad una sessantina di
chilometri dalla capitale, disposta sul ciglio
d’un poggio boscoso, un vecchio borgo di
l'arattere medievale, come se ne vedono
molti in quelle regioni centro-meridionali
d’Italia: al centro si erge in alto una graziosa chiesa relativamente moderna, vigilata da un agile campanile; e di qua e
di là digradano le abitazioni brunite dal
tempo; strette le une contro le altre. Intorno si svolge il vasto mirabile panorama;
di fronte, lontano, oltre il Tevere, domina
il classico profilo del monte Soratte.
L’interessante caratteristica del borgo,
il quale è naturalmente in gran prevalenza
di confessione cattolica romana, consiste nel
latto che la chiesa dominante al centro è
il Tempio Valdese, mentre le due chiese
cattoliche, dall’apparenza alquanto vec
I biotta e deteriorata, stanno in basso, ai
due lati estremi del paese. Ed a questa caratteristica immediatamente visibile del
luogo di culto, che risulta già per se stessa
una chiara coraggiosa affermazione della
tede evangelica, corrisponde l’altra interessante caratteristica notevole, quella della comunità che ne è l’anima: un piccolo nucleo di persone, centoquindici membri di chiesa, forse in tutto duecento abitanti fra i duemila del Comune, di modeste condizioni economiche, culturali e so*'iali; ma nel loro complesso un fascio di
forze vive e vibranti, ispirate alla fede delI Evangelo, saldamente unite fra loro in
una fraterna solidarietà di pensieri e di
propositi, pronte all’azione ed alla testimonianza cristiana nell’ambiente nel quale Dio
le ha poste. Cosi i visitatori amici hanno
trovato il Tempio e la comunità valdese di
furano Sabino la domenica 17 maggio scor.
so, intervenendo alla .semplice solenne commemorazione del settantesimo anniversario
(Iella fondazione dell’uno e dell’altra.
ìt= ♦
Naturalmente al centro della commemorazione era il ricordo riconoscente del fondatore, il pastore Luigi Angelini, il quale,
dopo un paziente e tenace lavoro di preparazione risalente fino al 1872, appunto
nel 1889. settanta anni fa, promosse la formazione d’un gruppo ben costituito di fedeli ed insieme l’inizio della costruzione
del Tempio che fu inaugurato l’il aprile
1894, e della Casa adiacente, destinata ad
ospitare la famiglia del pastore e le opere
sussidiarie della chiesa. Da allora in poi
la comunità evangelica di Forano svolse la
sua vita, ora fiorente ed operosa, ora alquanto oscillante e rilassata, come succede
di tutti gli organismi umani, conservandosi però costantemente fedele alla verità della Parola di Dio. Nel 1901 essa aderì alla
Chiesa Valdese. Nel 1919 morì il pastore
Angelini; e mentre la sua valorosa consorte ne continuò ancora per lunghi anni la
benemerita opera, specialmente per le attività femm.nili, una serie d’evangelisti e
pastori riprese successivamente la direzione
dejla comunità: Enrico Corsani (1920-25),
A. Cornelio (1925-30), Elio Eynard (1930),
Paolo Coisson (1931-35), Alfonso Alessio
(1936-40), Enrico Pascal (1940-52) e finalmente Giuseppe Scarinci fino al 1956. Alla
morte di quest’ultimo, i servizi della chiesa furono svolti dagli studenti della Facoltà teologica di Roma; finalmente nell’autunno del 1957 la direzione della comunità
fu assunta dal Doti. Pierluigi Jalla.
>t> ii> *
La commemorazione del 17 maggio è
stala una manifestazione veramente impressionante della vitalità che questa comunità attualmente dimostra, della sua salda fede evangelica, del suo senso di solidarietà fraterna nello svolgimento dell’azione cristiana. E’ stata come una presa di
coscienza, di fronte all’alternativa di mantenere inalterata ¡a propria posizione cristiana evangelica nella sua interezza, ovvero di lasciarsi inesorabilmente assorbire
dall’ainbiente : essa ha chiaramente scelto.
Tutta la comunità ha infatti partecipato
alla varia preparazione della festa, come
cosa propria, per l’ornamentazione floreale dei locali, per lo svolgimento del culto,
per l’organizzazione del programma pomeridiano, per il ricevimento degli ospiti, fra
cui si notava il Moderatore Ermanno Rostaii, il prof. Giovanni Miegge, i pastori
Guido Comba e Paolo Marauda, una quindicina di correligionari romani, persino un
rappresentante di Torre Pellice. E tutta la
comunità era presente nel Tempio, in piedi, vibrante di fede, insieme, con un folto
pubblico d’amici e di simpatizzanti, quando faceva il suo ingresso il breve corteo
de] pastore Jalla, del Moderatore, del Consiglio di Chiesa, di sei giovani catecumeni
che stavano per essere ricevuti.
II culto s’è svolto nei suoi vari momenti,
semplice, ordinato, solenne, nel consenso
vivo ed unanime dei presenti, sotto la direzione precisa ed autorevole del Don.
Jalla. Questi, dopo l’introduzione liturgica, ha proceduto al ricevimento dei catecumeni, chiamandoli per nome: Alma Scarinci, Marcella Pazzaglia, Luisa Novelli,
Gisella Novelli, Bruno Novelli, Luciano
Giuliani (altri dodici .saranno ricevuti fra
qualche settimana); cerimonia estremamente commovente, quando egli ha rivolto loro un sobrio messaggio, affettuoso e vigoroso ad un tempo, richiamandoli all’esigenza della fedeltà costante nell’Evangelo ;
quando ha chiesto a ciascuno di loro la
sacra promessa, ha consegnato loro il tesoro della Parola di Dio, ha stretto loro
singolarmente la mano, seguito dagli anziani del'Consiglio di Chiesa, confermando così praticamente l’ammissione nella comunità.
Poi è salito sul pulpito il Moderatore, il
quale, con uri sermone impressivo, profondamente ispirato, ha rievocato ravvenitne»to della Pentecoste, la discesa dello Spiri
10 .Santo, potenza di Dio per ogni fedele.
La funzione si è chiusa con la celebrazione della Santa Cena, a cui ancora tutta la
comunità ha partecipato con raccolto fervore. Ed è da mettersi in evidenza, attraverso tutta la celebrazione, il contributo efficacissimo del canto degli inni, da parie
dell assemblea intera, con uno slancio, un
vigoroso entusiasmo veramente impressionante, come partecipazione attiva diretta
dei fedeli al culto; ed insieme l’esecuzione
armonio.samente accurata dei cori per opera della Corale, magistralmente diretta dalla sig.na Simona Jean Richard, ed ancora
11 nobile pezzo di musica sacra per violino
ed armonium, presentato con notevole espressione dalla sig.ra Geneviève Bouvier e
dalla sig.na Jean Richard.
♦ * *
Dopo il saporito pranzo offerto fraterna
mente agli ospiti ancora dalla comunità so
lidale, .si è svolto il denso interes.sante prò
gromma pomeridiano; l’incontro dej Mode
ratore col pastore e col Consiglio di Chic
sa; la riunione illustrativa, in cui all’as
semblea ricostituita il pastore Jalla ha esposto il significato della commemorazione e
rievocato l’indimenticabile opera del pasto
re Angelini e le varie vicende del settan
tennio della comunità; poi il cordiale ri
conoscente saluto augurale del Moderatore
l’affollamento gioioso del pubblico intor
no al banchi del bazar e del buffet, a be
neficio delle opere della chiesa...
Infine, con Je prime ombre della sera
gli ospiti sono via via partiti, il pubblico
sè d.sperso verso le proprie dimore, tutt
esprimendo i più sentiti ringraziamenti al
pastore, alla .sua infaticabile moglie, ai numerosi collaboratori, e soprattutto a Dio,
per aver procurato una tale magnifica giornata di fraterna solidarietà.
Ed a chi allontanandosi ha rivolto ancora
uno sguardo al Tempio Valdese imminente sul poggio, la nitida facciata è apparsa
tutta illuminata e sull’alto del campanile
una croce splendente; era ancora un’espressione di solidale testimonianza evangelica
della comunità Valdese di Forano Sabino.
A.
Consiglio
della Val Pellice
Il Presidente rende noto che, con bando
in data odierna, vienf tó^to pubblico
concorso per la secondi «tssqgnàzione (anno 1959) del premio annuale di L. 80.000
istituito da questo Consiglio e destinato
ad autori di studi di sgomento economico o sociale o statistico riguardanti
l’intero territorio della- Val Pellice o parte di esso.
Al concorso può partecipare chiunque
faccia pervenire a questa Presidenza (presso il Comune di Torre Pellice) uno studio
di tal genere, ancora inèdito; dattiloscritto ed in duplice copia,'fentro il 31 dicembre p. V. '■
Il premiò verrà assegnato, da apposita
Conimi.ssione esaiiiinatrice, entro il 30
giugno 1960.
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria del Consiglio di Valle (Segreteria Comunale di Torre Pellice).
/ LETTORI CI SCRIVONO.
n Pastore Pendleton
.r'i s
La risposta di Roberto Nisbet all’appunto mosso da Franco Falchi che noi non
sappiamo e non vogliamo perdonare a Roma la sua ostilità e le sue persecuzioni passate, ha messo meglio a fuoco la questione
dei rapporti tra quella Chiesa e noi Riformati. Tuttavia, perchè v’è ancora molto da
dire sull’argonienlo, mi sia concesso di
ripetere e ribadire quanto già esposi ne
(( La Luce » paragrafando l’importante articolo di A. C. Jemolo apparso nella Illustrazione Italiana di aprile, a proposito
deH’anminciato Concilio Vaticano.
Premetto che non conosco personalmen
te il Falchi, e che ignoro il suo grado d
parentela con il mio veneralo maestro Ma
rio Falchi, e mi manca (piindi quel riferi
mento che nelle di.scnssioni fra noi Valde
si, dato che più o meno ci conosciamo tul
ti, permette di proporzionare gli argomen
li alla personalità delj’oppositore; ma la
sua veemente generosità fa pensare che
egli sia, bealo lui, molto giovane. Ora la
generosità è una gran bella virtù; tuttavia,
nei più giovani manca spesso della necessaria remora di prudenza; è un potente motore con freni poco efficienti. E’ vero che
l’apostolo Paolo esalta la carità che lutto
crede, tutto accetta, ma invita in altro luogo a non credere a chi insegna un evangelo diverso da quello che egli predica.
Noi abbiamo perdonato molto a Roma,
e non solo per generosità, ma anche perchè
la coscienza ci avvertiva che non sempre
avevamo evangelicamente porto l’altra
guancia a chi ci colpiva ( come questo stesso giornale documenta con la storia del Nid
de lours); oppure, più spesso forse, per
sopravvenuta indifferenza alla vita della
nostra chiesa. Ma non è questo il perdono
conforme allo spirito cristiano. Dimenticare però non possiamo e sopratutto non dobbiamo. « Felici i popoli che non hanno
storia » fu detto; ma più provveduti i popoli (e gli individui) die hanno una storia da ricordare e da meditare; guai se lo
dimenticassero.
11 prof. Jemolo, neH’articolo di cui s’è
detto, esorta i cattolici a non smettere la
« diffidenza » verso i fratelli separati, perchè l’abbandono di questa eijuivale ad associarsi ad essi e ad accettarne le idee (gli
errori dice lo scrittore). Il consiglio vale
anche per l’altra parte. Diffidenza è la parola giusta per esprimere il sentimento che
dobbiamo provare e che in realtà oggi prova la più parte di noi verso la Chiesa di
Roma, non astio come ci accusa il Falchi
di nutrire. Il pericolo che lo Jemolo vede
per i cattolici esiste, ed è anzi più grave,
anche per noi. Le sirene di Roma sono
mollo più abili adescatrici di quelle protestanti. Ed è appunto l’indebolirsi di un salutare atteggiamento di diffidenza che ha
favorito i progressi innegabili, se pure non
spettacolari come si pretende dall’altra par,
le, del cattolicesimo in zone tradizionalmente protestanti, come gli Stati Uniti e i
Paesi Bassi.
Ulisse insegni; Egli probabilmente non
odiava le sirene, anzi avrebbe forse gradito avvicinarle, ma, quando le avvistava, si
turava le orecchie.
Vi è infine un fenomeno sintomatico che
vorrei ricordare a quanti sono tentati a
provare qualche tenerezza per Roma. Come va che i più accaniti contro la Chiesa
Cattolica sono proprio i neo-convertiti aj1 evangelismo, che non hanno da ricordare
e da vendicare le persecuzioni e le violenze patite dagli avi?
E’ un tema che gradirei vedere svolto da
qualcuno di questi nuovi fratelli. Sarebbe
utile ed interessante. M. Eynard
Milano 21 maggio 1959
Egregio signor Direttore, rispondo alla
lettera del signor Guido Rivoir, sugli Amici delle Valli Valdesi, e specialmente alla
precisa domanda « che ne pensale voi che
volete aiutare? r>.
Caro signor Rivoir, se mi chiamate vengo, .se mi chiedete di sottoscrivere sottoscrivo, se mi chiedete di dare attività ve la
do. Aspetto solo che un gruppo di quelli
che possono avere voce in capìtolo si svegli dal profondo beato letargo che sembra
oggi una prerogativa della nostra Chiesa,
e si faccia i»romotore degli Amici.
In tale attesa, e sempre fiducioso, cordialmente saluto.
Cesare Piccoli
(Cantinua dal num. 20)
Contrasti con le autorità
ecclesiastiche Valdesi
Il Nostro in questo periodo continuò ad occuparsi degli emigrati vaidesi, nonostante i sopravvenuti urti,
lo incomprensioni, i disaccordi col
pastore Morel e col moderatore Lantaret. Poiché, mentre erano sempre
state cordiali le relazioni del Pendle
ton con la Tavola Valdese (ohe era
sempre stata contraria alla emigrazione d’oltre oceano) Ano al 1863, da
quell’anno si andò sempre più apertamente manifestando un forte con
trasto fra il Moderatore ed il mini
stro inglese, entrambi autoritari e gè
losi delle proprie'prerogative.
Ed il contrasto si approfondì quando il sinodo del 1864 rimproverò al
Pendleton di non avere ancora presentato alla Tavola un rendiconto
delle collette fatte a favore degli emigrati nell’Uruguay e lo esonerò da
ogni ulteriore mandato di collettaro
in nome della Chiesa Valdese.
Con molta amarezza il reverendo
inglese, che si attendeva un segno di
gratitudine dai Valdesi beneficati, accolse la decisione sinodale e si affret
tò a preparare una risposva al
riguardo, nella quale egli spiegava minuziosamente la sua condotta a favore dei Valdesi emigrati, dimostrando come, senza la sua incessante attività di collettore ed i suoi
interventi personali presso le Autorità uruguayane, nessun colono avrebbe ottenuto i suoi titoli di proprietà
e la colonia valdese del Rosario non
esisterebbe affatto.
In un’ampia relazione alla Tavola
Valdese, in data 8 maggio 1865, egli
confuta l’affermazione contenuta nell’art. 17 del sinodo dell’anno prece
dente, nei riguardi del « mandato »
della Tavola di collettare in nome
della Chiesa Valdese, «mandato» da
lui mai ricevuto. Era vero che egli
aveva, da sette anni, alacremente laverato in favore dei Valde.si, che ave
va ottenuto agli emigrati del Rosario
i loro titoli legali di proprietà, chf
aveva trovato per cinque anni lo sii
pendio del pastore e del maestro; ma
lo aveva latto di propria iniziativa,
senza alcun mandato della Tavtila
Valdese. Dopo il sinodo del 1859, egli
aveva unicamente ricevuto da pane
del Sinodo una lettera di vivi ringraziamenti e di profonda riconcscenza
per quanto egli aveva già fatto e p.^r
quanto sperava di poter lare.
Ma nè la lettera sua, nè le due pub
blicazioni, modificarono l’atteggiamento della Tavola Valdese, nè il Pendleton modificò il proprio. Pei, inaspettatamente, nel luglio del 1867.
questi s’imbarcò a Uverpool per la
sua ultima visita al Rosario, per la
posa della prima pietra del tempio
che egli desiderava costruire nella
chacra, n. 38, da lui appositamente
acquistata per tale scopo.
Il 5 agosto era a Montevldeo, ove
potè ottenere dalle Autorità il permesso, atteso da anni, di costruire il
Frederik Henry Snow Pendleton
Ini __t>AV _.. ... .
progettato tempio, sempre stato ostacolato dà un partito di coloni. Ma
una amarissima delusione lo aspettava. I nemici del suo progetto riuscirono in pochi giorni ad ottenere una
revoca dell’autorizzazione già concessa e a citare il Pendleton dinanzi al
giudice di Rosario.
Sdegnato per l’affronto subito e per
l’ingratitudine dimostratagli da una
parte dei coloni, abbandonò la colonia il giorno successiva e s’imbarco
il 22 settembre per l’Europa. Per tutto il 1868 continuò il suo ministerio
pastorale a Firenze, per ritornare
quindi in Inghilterra, dove fini, non
sappiamo per quali circostanze, per
diventare agente di una società di
colonizzazione, la Banca « Thompson,
Bonar Si C.e », di cui fece parte fino
al 1875.
Pendleton
in veste di colonizzatore
Fu questo il periodo più inspiega
bile della sua vita, durante il quale
sperò di diventare un colonizzatore,
cercando di appoggiarsi, sia ai Val
desi già emigrati in America, che avevano verso di lui più di un motivo di
nccnoscenza, sia a quelli delle Valli,
che le difficoltà di vita e la miseria
spingevano a cercare, lontano, una
terra meno avara di quella dei loro
monti. A tale effetto, visitò a più riprese le Valli, benché osteggiato dal
le autorità ecclesiastiche, a perorar
VI la causa della sua colonia « Alexandra », in Argentina. Colonia cn^
SI cniuderà, ccm’è noto, con un clamoroso e completo fallimento nel
jl875, accre.scendo l’incomprensione
ed i contrasti fra il Pendleton ed
li Lantaret, due personalità ragguardevoli, ma entrambi autoritari e di
vedute completamente divergenti ne;
campo dell’emigrazione e della colonizzazione.
In due occasioni .specialmente si
manifestò tale animosità fra i due
ministri. Con la pubblicazione, nel
18'(0, del resoconto del viaggio effettuato dal moderatore Lantaret alla
colonia del Rosario («Les Vaudois
dans l’Uruguay...») e con la successiva decisione del Pendleton, (che
sembrò pre.sa come per ripicco ed or
goglio) di fondare con elementi valde.si, nel nord delFArgentina, Colonia
Alexandra, come s’è detto. Infatti, se
nell^a sua relazione il Lantaret rico
nosTie ed elogia l’opera del ministro
inglese, come alacre collettore in favore dei Valdesi (116.330 franchi); se
riconosce il suo zelo e la sua costali
Za nell’ottenere che il Direttorio del
la Società di colonizzazione conse
gna.sse ai Valdesi, nel 1862, i loro ti
ioli di proprietà; se ricono.sce che il
Pendleton nella sua seconda visita
del 1867 alla colonia era stato ingiustamente trattato dal gruppo del sig.
Morèl, che lo aveva denunciato- come
debitore alla colonia di una somma
di danaro da lui non ancora consegnata; se riconosce, con gli emigrati
del Rosario, gli eminenti servigi resi
dal Pendleton, la sua abnegazione
personale, il suo costante interessamento per la cura pastorale e l’istru
zione dei coloni; gli rimprovera un
soverchio interessamento per le faccende interne della colonia, un certo
ritardo nel render conto delle collette fatte a favore dei coloni valdesi,
il fatto di aver accantonato per la
costruzione del tempio la somma di
franchi 12.500. In ultimo gli fa un’accusa assai più grave, perchè non do
cumentata: quella di aver ricevuto
dal Direttorio della Società la somma
di 500 lire sterline, contro l’impegno
al far giungere nell’Uruguay 2.000 coloni!
Donde la vivace reazione epistolare
del Pendleton, ed in parte forse la
sua decisione di darsi all’opera di colonizzazione, abbandonando per un
quinquennio ogni attività pastorale.
Donde pure l’acuirsi dei sospetti e
degli urti con le Autorità della Chiesa Valdese, a causa dell’attiva propaganda della Casa di Londra presso la
popolazione valdese delle Valli, perche si recasse nella progettata colonia nel nord argentino. Donde pure,
nel 1872, i violenti interventi critici
del Lantaret (avversario irreducibile
della emigrazione d’oltre atlantico)
all’opera del Pendleton, diventato un
semplice agente della Banca
mgiese. Sicché la nuova colonia, progettata affre^atamente e prosegmita
fra ripicchi, contrasti, incomprensioni ed incapacità direttive, finì per
disgregarsi completamente e rapidamente, fra il 1874 e 1875.
Ed il Pendleton, completamente disilluso delle poco lusinghiere sue e
sperienze colonizzatrici ed amareggiato dei disastrosi risultati del tentativo di Alexandra, abbandonò la strada erroneamente seguita per 5 anni,
e tornò ad esercitare l’interrotto ministerio pastorale, fino alla fine dei
■suol giorni.
Così, sullo scorcio del 1875 il reverendo inglese abbandonò definitivamente Casa Pumi, a Porta Romana,
in Firenze, dove per 12 anni aveva
vissuto la sua famiglia e riprese in
patria la carriera che aveva iniziato
27 anni prima con giovanile entusia,smo.
Dal 1876 al 1879 egli fu curato a
St, Bartholomew, Sydenham, nel Kent
e poi, per due anni fu ministro ad
Amphill, nella diocesi di Ely. Ritornò
successivamente a lavorare nelle I,soId Normanne, dove forse egli era nato
e dove aveva iniziato la sua carriera
pastorale. Fu parroco rettore di St.
Sampson, nell’isola di Guernesey,
fino alla morte nel 1888.
Conclusione
Dopo le aspre polemiche che la sua
opera di colonizzatore aveva provocato in seno al mondo valdese del secolo scorso e che avevano troppo presto fatto dimenticare le sue innegabili benemerenze nei riguardi dei primi
coloni valdesi, il suo nome cadde ingiustamente nell’oblio alle Valli. Ma
quest’anno che ricorre il centenario
del suo contatto ufficiale con la Chie
sa Valdese, ci è sembrato essere un
dovere ricordarlo ai Valdesi odierni
e additarlo alla profonda gratitudine di tutta la Chiesa di qua e di là
aeH’Atlantico,
Oggi che sono sopite per sempre le
animosità personali, oggi che sono
scomparsi dalla scena i personaggi
allora avversari, oggi che con animo
concorde si è celebrato il primo centenario della moderna colonizzazione
valdese, facciamo nostre le parole con
le quali il Lantaret, pure avversario
deciso dell’inglese, preconizzava che
sarebbe venuto il giorno in cui, « ricordando l’uomo che ha speso il suo
tempo e che ha persino esposto la sua
vita, per soccorere gli emigrati valdesi, e dimenticando le incomprensioni
successive, noi. Chiesa Valdese, e soprattutto quella parte che se ne è distaccata per andare a stabilirsi nell’Uruguay, benediremo la sua memoria e pronunceremo il suo nome col
pm profondo rispetto».
Quel giorno è venuto e con esso il
momento di manifestare la nostra riconoscente ammirazione per la operosità indefessa, per l’interesse instancabile, per l’amore cristiano dimostrati dal sig. Pendleton in favore
dei nostri antenati.
Federico Enrico Snow Pendleton si
mostrò uomo di fede innanzitutto e
di grande energia: specie nel periodo
in cui fu sempre in contatto con i
Valdesi, per i quali affrontò con arditezza giovanile le più difficili e scabrose situazioni. Soprattutto si sente
vivo nel pastore inglese la persuasione di essere stato scelto dal Signore
per essere il provvido protettore dei
coloni vailesi che la mano di Dio aveva guidati nell’Uruguay, per evangelizzare quelle terre e portarvi la fiaccola della fede che i padri loro avevano miracolosamente tenuta accesa
per tanti secoli, attraverso tanto grandi ostacoli. Tale convincimento traspare, si può dire, da ogni suo scritto
e particolarmente dalle lettere sue al
rsaiidon, il suo fedele confidente ed
imeiiigente collaboratore.
Fu poi una vera provvidenza il fatlo Che il Pendleton conoscesse la lingua francese, forse imparata nelle isole della Manica, bilingui. Ciò gli permise di poter immediatamente simpatizzare coi primi coloni sbarcati a
Montevideo un secolo fa e di edificarli con la predicazione nella propria
lingua, e più tardi anche di amministrard ai medesimi i sacramenti del
Battesimo e della Santa Cena.
Onoriamo pertanto il nome del
Pendleton e ricordiamo con riconoscenza l’opera suo indefessa a favore degli emigrati valdesi di cento anni fa, che egli auspicava potessero diventare « l’Israele dell’Uruguay », cosi come i loro padri erano stati, per
la misericordia di Dio e con la loro
perseverante opera di testimonianza
cristiana, « l’Israele delle Alpi » !
Così sia! T. G. Pons
h'Autore è grato al cap. Stephens e al
u Bri li sii Coiincil )> di Roma ¡>er l dati cortpsemenic fomiti.
4
Noi abbiamo conosciuto l'amo*
re che Dio ha per noi e vi
abbiamo creduto.
1 Giovanni 4: 16
L'Eco delle
Valdesi
Se uno dice : lo amo Dio, e
odia il suo fratello, è bugiardo.
1 Giovanni 4: 20
Notizie dalle nostre Comiinità
aNGROGHia (Serre)
Il 3 maggio a Pra del Torno ed al Serre
hanno avuto luogo le assemblee di Chiesa
per la lettura della Relazione annua.
A Pra del Torno in seguito ad una breve conversazione sul paragrafo « stabili e
finanze » si è deciso di continuare le più
urgenti riparazioni all’edificio del tempio
col sistema di alcune successive « comandate » volontarie eseguite a turno dai membri di Chiesa. Una « comandata » aveva già
avuto luogo in autunno. Alcune altre sono
state stabilite per questa primavera. Con
questo sistema di giornate di lavoro volontario date dai membri di Chiesa non si aggrava troppo il misero bilancio delle nostre finanze, che del resto sarà fortemente
scosso quando passeremo alle riparazioni
maggiori per un restauro completo dell’intero edificio di culto, comprese le sale di
attività annesse. Da alcuni anni si stanno
raccogliendo fondi destinati a questo scopo, ma non ammontano ancora che a poche migliaia di lire! Ne approfittiamo comunque per ringraziare tutti i donatori e
amici lontani che con la loro generosità
dimostrano di essere sinceramente legati
alla nostra Chiesa.
Al Serre la lettura della relazione, forse
anche a causa del numero assai esiguo di
uditori, non ha suscitato alcuna discussione. Sono stati delegati alla conferenza distretmale il Sig. Elvino Buffa. Al Sinodo
la Sig.a Maria Buffa, supplente la Sig.na
Linette Caisson.
Ringraziamo il Sig. Luciano Deodato che
il 26 aprile ha presieduto i culti a Pra del
Tomo ed al Serre, ed il Sig. Umberto Padi Villar PeUice, che ha sostituito il
Pastore al Serre per il culto del 10 maggio.
BOBBIO PELLICe
Elezione del Pastore. — Domenica, 24
maggio, l’Assemblea di Chiesa, presieduta
dal Segretario della Commissione Distrettuale, pastore Gustavo Bouchard di Pomaretto, ha proceduto alla elezione del
suo futuro Pastore. E’ risultato eletto, con
una lusinghiera votazione, il pastore di
Anpogna S. Lorenzo, sig. Edoardo Aime.
D ha impedito ai
^bbiesi di intervenire compatti per dare
Il loro voto a colui che sarà prossimamente Ü loro conduttore spirituale. Fin d’ora
auguriamo al neo eletto un lavoro profi
cuo e abbondantemente benedetto dal Si
«“«re, in questa nostra Comunità.
..1 j anche stat
eletti due delegati alla prossima Confe
ronza Distrettuale: i sigg. G. Giacomo Geye Paolo Michelin ed un delegato al
Smodo: il sig. G. Daniele Bonjour.
Florali. — Nel pomeriggio di domenica, ¿4 maggio, sono stati resi gli onori funebri aUe spoglie mortali di Bertinat Madt^lena in Charbonnier (Abscs), deceduta
dopo alcuni giorni di malattia, all’età di
anni 65. La nostra sorella era solita frequentare regolarmente i culti domenicali
e partecipare con aUegrezza cristiana a
tutte le attività deUa Chiesa. L’immensa
lolla che ha preso parte ai funerali ha
vo ut« testimoniare della grande stima e
del sincero affetto di cui la nostra sorella
era circondala.
Lunedi, 25 maggio, abbiamo nuovamente dovuto prendere la via del cimitero per
accompagnarvi il giovane Geymonat Emilio (Campi), deceduto aU’Ospedale di
Torre Pellice, all’età di anni 32. Anche in
questa dolorosa circostanza il messaggio
della speranza cristiana è stato rivolto ad
una numerosa foUa.
Alle famiglie così duramente colpite nei
loro affetti più cari la Chiesa rinnova la
espressione della sua cristiana simpatia e
solidarietà nel dolore.
LDSERIVa S. GlOVdlVIVII
Visite. — Notre communauté, ainsi que
sa voisine paroisse soeur, a eu la joie d’ac^eillir, du 7 au 10 mai, dans ses Maisons
Hospitalières et chez les habitants, un très
sympathique groupe de 88 frères et soeurs
de la paroisse de Morges en Suisse. Nos
visiteurs étaient pilotés par le président
du Conseil Paroissial, le Prof. Pierre MotUer, de l’Ecole de Marcelin et les Pasteurs
Chapuis et Vouga, bien secondés du reste
par 2 médecins, 4 diaconesses, 1 assistante
de paroisse, 2 infirmières, des instituteurs,
des ingénieurs, des employés, des vignerons, des ménagères, des étudiants etc.
jeunes et moins jeunes (23 à 80 ans) mais
dont la fusion des coeurs était parfaite.
Nos amis débarqués de leurs 3 puissants
cars le soir du 7 mai et repartis le dimanche 10 courant, ont pu rapidement visiter,
par des journées assez ensoleillées, presque
toutes nos paroisses des deux vallées et
grimper, en car, jusqu’à Prali et Agapé.
Les 2 soirées du séjour ont été consacrées aux paroisses de Torre Pellice, où
eurent lien à l’Aula Magna et puis au Convitto des chaleureuses réceptions plénières,
et^ de Luserne S. Jean où la visite de nos
frères se clôtura par un émouvant culte
de S. Cène présidé par les pasteurs et
diacres suisses et italiens et un dernier
an-revoir chaud dans la Salle Albarin où
s échangèrent les derniers « au-revoir » et
se passèrent quelques clichés alpins et lacustres, pour encore graver, si nécessaire,
dans les coeurs de désir de se revoir.
Altre care visite hanno rallegrato ed
edificato la comunità: il pastore Guido
Miegge, Direttore della Soc. Bìblica, il 12
aprile, il pastore Guido Matthieu di Roma il 26 aprile Iianno presieduto due culti
Domenicali, e la Missionaria Sig.na Anita
Gay ci ha dato, il 16 maggio nella Sala
Albarin una interessantissima conferenza
con proiezioni a colori sull’opera che essa
compie fra i lebbrosi del Gabon.
Grazie vivissime a questi fedeli amici.
Dipartenze. — Alcune dolorose separazioni hanno visitato, in queste settimane,
diverse famiglie nostre alle quali va la
viva simpatia della comunità che sì unisce
a loro nel dolore e nella radiosa certezza
cristiana. I] Signore ha richiamato a Sè
il 5 aprile, la nostra sorella Marta Maria
Long ved. Malan, della Comba, di 77 anni;
il 18 aprile decedeva all’Ospedale di Luserna il nostro fratello Giuseppe Benech. in
età di 43 anni; il 24 aprile al Rifugio C.
Alberto, decedeva la sorella Margherita
Frache, originaria di Torre Pellice, in età
di 94 anni e il 29 aprile il Signore richiamava a Sè la nostra sorella Luigia Janavel
vedova Jalla in età di 78 anni.
Esprìmiamo pure la nostra sincera simpatia alle nostre sorelle Susetta Gay (Gay)
e Maria Geymonat (Saret) per la recente
separazione da congiunti lontani.
Nuovo focolare. — Agli sposi Umberto
Bertramino e E]ena Odin, unitisi davanti
al Signore il 4 aprile, il nostro fraterno
augurio di lunga e felice carriera cristiana.
Alla prossima Conferenza Distrettuale di
Torre Pellice la comunità sarà rappresentata dai delegati Sigg. Prof. Gino Costabel. Eugenio Long e Gustavo Albarin,
eletti dall’Assemblea del 24 maggio.
Due annunzi. — Giovedì 28 corrente nei
propri locali ai Bellonatti, il nostro Giardino d’infanzia, diretto dall’Insegnante
Sig.na Franca Cougn, celebrerà il suo saggio finale, e Domenica 31 maggio il nostro culto nel tempio dei Bellonatti sarà
presieduto dal pastore di Torre Pellice
Sig. Franco Sommani, che ringraziamo fin
d’ora per la sua cordiale collahorazione.
r. j.
PRaRBGTING
Pentecoste. Grazie anche alla bella giornata, abbiamo potuto, avere un buon culto
sia a S. Bartolomeo cjie a Roccapiatta (nel
pomeriggio). Certo che i preaeSti. potevano
essere di più, molto di più... soprattutto i
giovani (perchè cari giovani, avete scelto
proprio quella domenica per fare la vostra
tradizionale gita alla Vaccera?). Alla S.
Cena si sono avvicinati buona parte dei
presenti.
Battesimo. Durante il culto di Pentecoste
nel tempio di Roccapiatta, è stato posto il
segno della Grazia mediante il S. Battesimo
alla piccola Rina Maero di Cesare e di
Long Lidia, di Pralarossa. Possa crescere
veramente in grazia, in sapienza e in statura dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini.
Matrimonio. Sabato 16 u. 8. abbiamo celebrato, e benedetto nel nome del Signore,
il matrimonio di Pons Eàuesto Augusto (dì
Angrogna) con Coisson Oda (dei Pian). La
loro unione sia anche una alleanza col Signore.
Orari estivi. A cominciare da domenica
7 giugno i culti nel tempio avranno luogo
alle ore 10 (questo fino a fine di settembre).
1 culti domenicali al Roc avranno luogo
la prima domenica del mese (cominciando
da domenica 7 giugno) aUe ore 8. Presso
il tempio di Roccapiatta, la terza domenica
del mese (com^u-'ando da domenica 21 giugno) alle ore 15. Prendetene buona nota, e
intervenite sempre numerosi a qualunque
culto !
Convitto Masohile Valdese
Torre PelUoe (Torino)
Dal 28 giugno alla fine di settembre il Convitto di Torre Pellice
o.spita ragazzi dagli 8 ai 16 anni, offrendo loro un piacevole periodo di
vacanza.
Dal 19 luglio in poi si accettano anche studenti che debbono sostenere esami di riparazione. Lo studio sorvegliato si alternerà con le occasiom di svago e di evasione.
E opportuno prenotarsi ir. tempo, perchè rorganiz2iaziDne delle vacanze si adegui al numero e alle età degli iscritti.
Per ulteriori informazioni rivolgersi al direttore — Dott. Franco
Girardet — Torre Pellice (Torino), che invierà informazioni e prospetti
'.illustrati.
P0MARËTTU
Recentemente abbiamo celebrato il servizio funebre di Leger Luigia ved. Volat
di anni 81 del quartiere Perosa, e di Bonnous Cesare, originario dell’Albarea, di
anni 75, residente al Buti.
Un folto stuolo di parenti ed amici ha
preso parte ai due servizi celebrati nel
tempio per udire il messaggio della vita
in Gesù Cristo.
Inviamo un pensiero di viva solidarietà
cristiana alle due famiglie in lutto domandando a Dio di fortificarle nella fede.
Domenica 24 maggio il culto è stato
presieduto dal dr. Teodoro Balma davanti
ad un cospicuo numero di presenti nonostante l’assenza delle mamme, in gita a
Prali.
Ringraziamo di cuore il Pastore Balma
per il suo profondo messaggio.
Domenica 31 maggio alle ore 10,30 avrà
luogo l’assemblea di chiesa con la lettura
della relazione annua e nomina dei delegati al Sinodo e alla Conferenza.
RODORETTO
Domenica 3 maggio, abbiamo avuto una
Assemblea di Chiesa nel corso della quale
è stata letta la relazione annua presentata
dal Concistoro ed è stato eletto il delegato
alla prossima Conferenza Distrettuale nella
persona deH’Aiiziano, sig. Breusa Luigi
(Fontane).
La domenica successiva, un’allegra comitiva di circa cinquanta persone, tra i giovani dell’Unione Giovanile e diversi altri
membri di Chiesa, si è recata in gita sul
lago Maggiore. Il tempo incerto ci ha tenuti in apprensione quasi fino a destinazione; ma ad Arona il sole primaverile ci
ha permesso di fare una breve sosta e di
ammirare il panorama del lago e la colossale statua di S. Carlo che si erge ìmponen.
le sulla collina sovrastante; poi siamo proseguili fino a Stresa e di li all’Isola Bella
per visitare le stanze sontuose ed i sotterranei del Palazzo Borromeo ed il giardino
adiacente. Ritornati a Stresa per consumare il pranzo al sacco, nel pomeriggio alcuni si sono fermati a fare conoscenza della cittadina ed una breve passeggiata in
barca sul lago, altri si sono spinti fino a
Pallanza. Ma ben presto il tempo fino ad
allora propizio muto e la pioggia riprese
a cadere, cosi ci ritrovammo sul pullman
per fare ritorno a casa, dove siamo giunti
lardi, ma felici per l’esperienza vissuta.
Domenica di Pentecoste è alata battezzata: Genre Gabriella di Pietro Augusto e di
Peyrot Emilia (Serrevecchio). Il Signore
accompagni con la Sua grazia questa bambina e coloro che l’hanno presentata al S.
Battesimo.
Nel corso di un’altra Assemblea di Chiesa che ha avuto luogo a Pentecoste il sig.
Tron Attilio (Serrevecebio) è stalo nominato delegato al Sinodo e supplente il sig.
Tron Costantino (Gianna).
L’Unione delle Madri sta organizzando
il bazar per il pomeriggio della Domenica
31 maggio. Ringraziamo fin d’ora tutte le
persone che vorranno collaborare a questa
attività e che ci faranno pervenire i loro
doni.
II Concistoro ha deciso di inviare a favore dei sinistrati di Madagascar la somma di L. 10.000.
M A S S e L
(Retardé). Pour le Bazar qui a eu lieu
l®_j«tir de l’Ascension, le temps n’a pas
été trop propice, il a même été un peu
maussade, la saison d’hiver semble se prolonger un peu trop-, la grippe a réduit encore ^ le nombre dés vaillantes âembrès
de l’Union Féminine qui se sont prodiguées en cette occasion; enfin malgré ces
petites difficultés la réussite a quand même
été bonne. Nous remercions tous ceux qui
ont collaboré à cette vente, il serait trop
long de les énumérer tous, les grands et
les petits; nous aimerions voir toujours
autant d’entrain et de bonne volonté dans
la vie de l’église, peut-être serait-on plus
heureux si on savait travailler avec joie
les uns avec les antres. L’Union des jeunes
a donné un exemple de courage et d’entrain en préparant l'a soirée qui n’a pas
manqué de^ remporter un grand succès. Le
palco a été remis a neuf grâce aux dons
de Mlle W. Honégger de Bergamo qui
nous a fourni la toile pour les rideaux et
de Mr. Garrone de Turin qui a aimablement collabore à la réalisation du nouveau
système de sipario, leurs dons s’accompagnent à beaucoup d’autres qui en cette occasion nous ont été faits et dont nous gommes reconnaissants.
L Union Féminine a reçu dimanche 26
avril la visite de Mme. Comba membre du
Comité de la Fédération des Unions Féminines Vandoiseg. Elle nous a entretenus
brièvement des activités et des projets de
cette Fédération: nous la remercions fraternellement de nous avoir cxinsacré un
après midi et une visite à tous égards précieuse.
La liste de nos remerciements est longue, ce qui prouve que beaucoup de personnes pensent à nous, eUe se termine par
un merci à Mr R. Nisbët qui a remplacé
le pasteur dimanche 3 mai. Les reporters
de 1 Eco ont donné les détails de la fête
de chant qui a en lieu cette année à Prali,
nos enfants y ont participé avec enthousiasme quoique fort réduits en nombre:
on-ilg été proportionnés à cet
enthousiasme? d’autres peuvent le dire qui
n ont^ qu’eu le plaisin d’entendre et n’ont
pas 1 honneur à défendre. La collecte effectuée pour les enfants du Pakistan a
donné^ja somme de 1.600 lires environ ce
qui n’est pas excessif! Nous avons reçu
pour la collecte en faveur des protestants
du Madagascar L. 1.000 de la part de RoBlan Pierre et de Meytre Arturo et L. 100
de Peyronel Maria, ces sommes seront
ajoutées aux deux collectes des dimanches
3 et 10 mai qui ont été consacrées à ce but.
Dimanche matin a eu lieu le mariage de
Mlle Hélène Baral et de Mr Pietro Feroldi
de Turin: les époux se sont établis à la
ville. C’est toujours avec un certain regret que nous voyons s’éloigner les jeunes!
mais nous sommes persuadés que leur participation à la vie de l’église sera tout
au.ssi intense et nous souhaitons à ce foyer
la paix et la communion de tout foyer
chrétien.
I.Æ 19 est décédée au Roccias Tron Augustine après quelques jours de maladie,
l’ensevelissement a eu lieu mercredi 20.
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955
La Scuola Latina
(segue dalla 2» pag.)
della provenienza degli allievi; ci sia
consentito parlare dei professori: I
tre professori di materie letterarie e
di religione sono tutte e tre Massellini : la prof. E. Balma, i professori Ernesto Tron e Silvio Tron; l’insegnante di francese prof. P. Vinçon è originaria di S. (fermano e si è diplomata alla Sorbona di Parigi; l’insegnante di dise^o prof. Varese Baimas è una torinese di Luserna San
Giovanni.
Da più lontano sono giunti l’insegnante di economia domestica sig.na
Kock che risiede a Pinerolo ma è norvegese di origine, e il professore di
matematica dott. Salvemini torinese... di Bari.
Lungo servizio fedele quello reso
attraverso i secoli da questa modesta
ma valorosa Scuola Latina. Il pensiero corre alle generazioni di studenti che per secoli si sono succeduti
nelle sue classi, ai Pastori, ai Maestri,
Professori, Ufficiali, Professionisti che
essa ha preparato.
E come l’estensore del verbale per
la costituzione dell’Ospedale di Pomaretto, abbiamo anche noi nel cuore ima dolce speranza: che la Scuola
Latina possa continuare sempre la
sua opera, che è l’opera di un buono
e fedele servitore della nostra Chiesa e delle popolazioni delle nostre
Valli. Gustavo Ribet
Allo falegnameria'^
seRRe
inuGRSo pinpscR
Troverete
mobili adatti
alla vostra casa
“Facilitazioni di pagamenta “
1934 - Barmen - 1959
Una settimana commemorativa si
si svolge dal 25 al 31 maggio a Wuppertal - Barmen (Renania) in ricoi>
do del primo Sinodo della Chiesa
confessante di Germania, che 25 anni fa si riunì in questa città Nel
1934^ il Sinodo aveva concluso la sua
sessione accettando la « Dichiarazione di Barmen », che divenne la bar
se teologica deUa resistenza della
Chiesa confessante al nazionalsocialismo. S.OE.P.I.
PERSONALIA
Il Pastore Giorgio Girardet e la sua
Compagna ci annunziano che la piccola Cristina è venuta ad allietare la
loro casa. Ai genitori ed alla neonata
il nostro lieto augurio affettuoso.
Prof. Dr. Franco Uperti
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di Torre Pellice : previo appuntamento
Prof. Dr. A. Boniscontro
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica all'Llniversità
MALATTIE
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Pinerolo - Via Palestre, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
e lunedi
Redattore: Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Tor no)
VENDESI regione Chabriols villino
con annessa casetta rustica. Rivolgersi Tipografia Commerciale.
FAMIGLIA Signorile, tre adulti, con
aiuto giornaliero cerca 4(>-50enne
brava tuttofare, buone referenze.
Scrivere: Franchino, Via Piazzi 9 Torino.
MOBILI
* * w M * ARTIGIANA
Qiuòepps Qìiua
Strada dì S. Secondo n. 4 - Telefono 2344
PINEROLO
di fronte Caserma Berardi (Alpini)
ARREDAMENTI COMPLETI DI ALLOGGI
Abbigliamento per UOMO - DONNA - RAGAZZO
JàBlWEX
dS l>SaMI
Le più eleganti e moderne
confezioni
ABITI • SOPRABITI « PALETOl
____ IMPERMEABILI
PINEROLO - Via Chiapperò, 12 - Grattacielo - Telefono 36.79
RICORDATE!
Da Milesi
••
Porlici S. Donato, Il
l'IliEKIILII - lelufonii 20.33
Troverete pronto ¡1 più grande assortimento di
BUSTI, VENTRIERE, REGGICALZE e REGGI
SENI -- .Speciale confezione dei medesimi articoli con le migliori stoffe attualmente in commercio — CINTI ERNIARI, CALZE ELASTICHE
confezinnati e su misura — ARTI ARTIFICIALI
per amputati di braccia o gambe — ARi iCOLl
SANITARI in genere.
A prezzi di assoluta convenienza
forniamo :
Tende alla Veneziana, tende in strisele
per negozi ed abitazione
Pavimenti, ecc.
NEGOZIO
DELLA PLASTICA
Via del Pino, 10 - PINEROLO - Telef 38.07