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ECO
DELLE VALLI VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLIOE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVI - Noni. 27
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TORRE PELLICE — 8 Luglio 1966
Ammin., Claudiana Torre Pellice - C.C.P- 2-17557
UN RI-ORIENTAMENTO RADICALE
DELLE NOSTRE CHIESE
Teologia del laieato
Non capita sovente che la nostra
stampa sopravanzi, in tempestività,
quella più ricca e forte di paesi protestanti. Eppure è successo. Le edizioni
ginevrine « Labor et Fides » lanciano
ora la versione francese di quella
« Theology of thè Laity » di H. Kraemer, che ha costituito un’opera capitale nella linea della riscoperta contemporanea di quello ohe fu il « reai
sacerdozio » dei cristiani dell’età apostolica, il sacerdozio universale dei
credenti affermato dai Rdformatori;
una riscoperta che, pur in una versione tipicamente cattolica, inconciliabile per noi con Timpostazione neotestamentaria, sta agitando pure il
cattolicesimo. Ma noi disponevamo
fin dal 1960 di una versione italiana,
dovuta a Nella Greppi, a cura della
Commissione permanente per i ministeri, pubblicata dalla Claudiana; forse il titolo infelice («La parte dimenticata ») ha fatto SI che quest'opera
sia passata abbastanza inavvertita e
sia stata presto tristemente dimenticata nei nostri ambienti. La Claudiana, parallelamente al lancio delTedizione francese, rilancia ora la sua versione, con bella sovracoperta e sotto
il titolo : « Teologia del laicato ».
L’autore, scomparso alcimi mesi or
sono, era un’autorità in fatto di storia delle religioni. Nato ad Amsterdam nel 1888, dopo aver studiato lingue orientali presso le Università di
Leida e del Cairo, il prof. Kraemer
iniziò il suo servizio in Indonesia, ove
era stato chiamato a sorvegliare la
traduzione della Bibbia in lingua indigena. Occupò quindi la cattedra di
storia comparata delle religioni alrUniversità di Leida. La sua opposizione ai nazismo gli valse Tarresto
come ostaggio e la detenzione in un
Lager. Nel 1948 fu chiamato a dirigere l’Istituto ecumenico di Bossey,
che sotto il suo impulso raggiunse
presto fama mondiale. Ardente pioniere animato di spirito profetico,
« laico » egli stesso, ha lasciato nella
« Teologia del laicato » le sue tesi sulTimpegno del laico per il rinnovamento della Chiesa.
Dopo aver dato un nanorama del
posto che i laici hanno avuto nelle
riforme e nei risvegli della Chiesa,
H. Kraemer pensa che, a meno d’essere condannate a diventare sempre più
dei ghetti, le nostre chiese devono organizzarsi in modo tale che ciascuno
dei loro membri prenda coscienza delle proprie responsabilità alTinterno
come alTesterno. Ciò implica, egli
dice, « un ri-orientamento radicale
deH’istituzionalismo delle nostre chiese e della mentalità dei loro adepti».
Un’impresa colossale, perchè si tratta di liberarla dell’immenso fardello
della storia (in altri termini, si tratta
di compiere in sede di strutture e di
organizzazione il lavorio che parallelamente si sta compiendo in campo
ermeneutico, interpretativo, per dare
alla predicazione deH’Evangelo una
vera, e pur fedele attualità). Come
diventare una Chiesa che incontra
ogni giorno il mondo e prosegue il
dialogo con esso, attraverso il suo
HENDRIK KRAEMER
— Teologia del laicato (La parte dimenticata). Prefaz. di Tullio Vinay,
traduz. di Nella Greppi. Claudiana,
Torino 1960, p. 158, L. 700.
— Théologie du laïcat. Préface de
W. A. Visser ’t Hoft, traduction de
Anneke Musacchio. Labor et Fides,
Genève 1966, p. 156.
laicato? Ecco il problema che oggi si
pone con urgenza « esistenziale ». Per
risolverlo, occorre scegliere decisamente «vie nuove», ed è con la descrizione di alcune di queste vie nuove, ohe termina quest'opera, la quale,
con il valore della sua documentazione, con le sue critiche piene di tatto e
di acutezza nei confronti delle chiese
costituite, con il suo' audace schizzo
delle condizioni di un vero rinnovamento, ci obbliga a mettere in discussione e a rivedere a fondo le nostre
abitudini e le nostre tradizioni, se vogliamo che il mondo ascolti quel che
abbiamo da dirgli.
Se l’edizione italiana era presentata da Tullio Vinay, la versione francese, redatta da Anneke Musacchio,
è introdotta da una prefazione del
padre della traduttrice, il pastore
W. A. Visser ’t Hooft, segretario generale del C.E.C. Eccola. .
« Hendrik Kraemer doveva scrivere
lui stesso questa prefazione, ma_ ci ha
lasciati proprio nel momento m cui
la traduzione del suo libro era pronta.
Per questo scrivo queste righe al suo
posto.
« Che cosa avrebbe detto per presentare questo Ubro...? Penso che avrebbe
espresso la sua convinzione profonda
che U problema cruciale è questo : dare
ai laici il loro vero nosto nella Chiesa.
Questo problema ha la priorità su
tutti gli altri, perchè ne dipende l’avvenire della Chiesa.
« Ciò che non avrebbe detto, ma
che noi possiamo dire per lui, è che
tutta la sua esistenza lo aveva preparato in modo provvidenziale a parlare
di questo problema con autorità.
«Era egli stesso un laico. Orientalista assai apprezzato, conoscenva alla
perfezione l’Islam. Diffidava di ogni
teologia che non fosse a servizio della
vita e della missione cristiana nel
mondo. Ma era al tempo stesso un
grande interprete della Bibbia e aveva
una conoscenza così profonda deUa
storia delle religioni, che l’Università
di Leida lo invitò a professarla nella
sua Facoltà teologica.
« Sebbene avesse un posto importante nella vita universitaria, dopo la
guerra accettò di essere il primo direttore dell’Istituto ecumenico di Bossey. A quell’epoca era una vera avventura, perchè nessuno poteva prevedere se l’Istituto sarebbe stato un successo o uno scacco. Ma egli vi scorgeva una magnifica possibilità di lavorare al rinnovamento delle chiese
mobilitando spiritualmente laici di
tutte le chiese.
« Questo libro non è dunque il frutto di un pensiero teorico. Piuttosto,
sì basa su innumerevoli contatti personali durante gli anni del suo lavoro
in Indonesia, dei suoi viaggi in Asia,
del suo internamento durante la guer
ra nei Paesi Bassi, del suo lavoro educativo e pastorale al Castello di
Bossey.
« Quando appar\ e l’edizione olandese, la principessii Wilhelmine (l’ex
regina dei Paesi Bassi) ne inviò degli
esemplari a parecchie persone con le
quali era in contatto. Nella lettera che
mi inviò in tale occasione, diceva che
era venuto il tempo di eliminare gli
ostacoli che rendevano così difficile
l’azione dei laici. ”11 dottor Kraemer
— scriveva — lo ha mostrato con
estrema chiarezza e ha espresso al
tempo stesso con molto tatto e molta
finezza le critiche che muove alle
chiese”.
« Auspichiamo che molti laici e pastori troveranno in queste pagine un
reale incoraggiamento ad agire per un
autentico rinnovamento di tutto il
popolo di Dio ».
LA PICCOLA BOMBA
DELLA GRANDE FRANCIA
Il Consiglio della Federazione pro.estante
di Francia, riunito il 4-5 giugno, alla vigilia degli esperimenti nucleari francesi nel
Pacifico, « ricorda con fermezza le sue dichiarazioni e i suoi interventi presso il governo francese « prende atto con riconoscenza di prese di posizione simili da parte
del C.E.C. e di altre Chiese»; «constata
con dolore che queste voci non sono state
ascoltate »; « tiene a dichiarare che proseguirà la sua azione presso l’opinione pubblica, perchè a ciò costretta dall’Evangelo
di Gesù Cristo. Poiché Dio ha manifestato
in Gesù Cristo il suo amore per tutti gli
uomini, il Consiglio pensa che nessuna politica possa giustificcù^^' una simile minaccia sull’avvenire dell’umanità ». (S.CE.P.I.)
Invito a S. Severa
Il llnnlfo gìimanile battista ospiterà in
agns.10 tutla una serie di importanti riuninni delln ginventù Bpan.^Blica italiana
Sulla costa tirrena, 18 chilometri a
sud di Civitavecchia, vicina alla più
nota e chiassosa Santa Marinella,
sorge Santa Severa. Per il protestantesimo italiano questa località è importante perchè sede del « villaggio
della gioventù battista ». Quivi, nel
prossimo agosto si terranno alcuni
importanti incontri giovanili, cui abbiamo già accennato, ma su cui possiamo ora dare maggiori particolari.
Vi si terrà, anzitutto (3-13_ agosto) il
terzo Campo studi della gioventù evangelica italiana, dopo le edizioni
1964 ad Agape e 1965 a Ecumene. Il
tema cui è dedicato quest’anno il
campo è : Il sacerdozio universale,
oggi. Il piano degli studi è il seguente : il sacerdozio universale nella
Scrittura (S. Corda) - il sacerdozio
cattolico-romano (I. Bellacchini) - il
sacerdozio universale dalla Riforma a
oggi: slamo stati coerenti? (G. Spini)
- il pastore: im prete o un laico? (A.
Sbaffl). Vi saranno naturalmente studi biblici a gruppi e il canipo sarà inframmezzato da una visita di due
giorni a Roma e da una di un giorno
in una località etrusca.
Sarà quindi la volta del Congresso
F.U.V. (che si tiene ogni due anni),
il 14 agosto. Le Unioni ricevono in
questi giorni la relazione annua del
Comitato Nazionale F.U.V., che sarà
discussa in sede di congresso unitamente alla contro-relazione. Momento importante sarà quello delle elezioni conclusive, in quanto quest’an
no il past. Giorgio Bouchard scade definitivamente dal mandato di segretario nazionale; seguiranno le nomine del C.N. e della commissione d’esame.
« «
Data la stretta collaborazione istituitasi efficacemente fra i tre rriovimenti giovanili evangelici (battista,
metodista e valdese), è chiaro che
molti temi del Congresso FUV saranno cornimi all’immediatamente susseguente sesto Congresso della gioventù evangelica italiana (15-17 agosto),
che avrà per tema; Il protestantesimo italiano dopo il Congresso evangelico: la responsabilità dei giovani.
Il dibattito del Congresso si articolerà
su due gruppi di relazioni: uno di carattere generale, uno di carattere specificamente giovanile. Ecco le principali relazioni che verranno presentate : a che punto siamo con l’unità del
protestantesimo italiano (L. Santini) - la posizione politica dei protestanti italiani (M. Girolami) - i protestanti -di fronte allo Stato italiano
(F. Becchino) - relazione sul lavoro
del Consiglio della Gioventù (S. Aquilante) - relazione su Gioventù
Evangelica (G. Bouchard). Notiamo
che, nelle Unioni giovanili, i dibattiti
congressuali sono stati preparati negli ultimi mesi in base a «Tesi» (discusse!) preparate dal Consiglio della Gioventù.
* * *
Ci sarà dunque animazione, a S. Severa; animazione evangelica, auguriamo fraternamente ai nostri giovani e ai loro leaders!
iiimimimimiiiiiiiuiiii'
AL DI LA’ DELLA POLITICA
La testimonianza della fede
Nel 1918, nel momento più violento della
Rivoluzione, riprendendo un tema che da oltre un secolo aveva ossessionato il pensiero
russo, Alexandr Blok, nel suo ultimo poema
K Gli Sciti », invitava l’Europa a scegliere.
0 l’ostilità — e allora « mostreremo ai po.
poli d’Occidente la nostra smorfia asiatica...
Non ci muoveremo, quando passeranno gli
Unni ». 0 l’accesso « al banchetto solenne del
lavoro e della vita » — e la Russia ritroverà
la sua vocazione europea : « Fra l’Europa e
1 Mongoli... abbiamo levato lo scudo delle
nostre spalle ».
Sia chiaro, non si tratta tanto della Cina,
quanto di una scelta interiore che dev’essere
favorita in Russia; fra l’impersonalismo degli imperi asiatici, di cui lo stalinismo fu
l’ultima espressione nella storia russa, e il
senso europeo della libertà dello spirito ; la
vocazione della Russia è forse quella di unire
quest’ultimo al senso evangelico della comunione.
E’ indubbio che il gen. De Gaulle ha un
presentimento di questa scelta (non è, dopo
tutto, il solo « sovietologo » francese, mentre
gli altri, prò o contro, rimangono degli ideologi?). Una cosa è certa : il dialogo con Parigj — come del resto con il Vaticano ■
può accellerare questa scelta in senso creativo. Sussistono tuttavia le peggiori ambiguità. L’ingresso nella società industriale
spinge il comuniSmo russo ai compromessi
deU’efficacia. Ma lo « apparato » — la « nuo.
va classe » — vuole simultaneamente consolidarsi, lo si è visto al 2> Congresso. Di
fronte alla Cina e di fronte ai tecnici, la sua
legittimità è unicamente ideologica. Ma la
ideologia ha dovuto « decolonizzare » la scieiiza; non le resta, per affermarsi, altro che il
settore « gratuito » dello spirito. Più a fondo ____ e si tratta qui davvero del primo (e
certo dell’ultimo) respiro del marxismo —
l’attesa è questa : passare da un totalitarismo
inumano a una totalità umana che sia realizzata unicamente con le forze di quaggiù
(il kruscevismo rappresenta un miscuglio
complesso di questa nostalgia del totale e di
solide abitudini totalitarie...).
Sicché, proprio nel periodo 1961-64, contraddistinto in tanti campi da una effettiva
liberalizzazione, si è avuta per i credenti gli ebrei quanto i cristiani — una persecuzione non sanguinosa ma asfissiante. Sappiamo ora che, durante questi quattro anni, e
malgrado incontestabili fenomeni di rinascita religiosa, sono state chiuse 10.000 chiese
su 20.000, circa 60 monasteri su 68 e 5 seminari su’8. Una campagna che è stata condotta con spaventosi appelli all’odio e con la
distruzione, in provincia, di migliaia di opere d’arte insostituibili...
Dopo la caduta di Kruscev le chiusure si
sono arrestate, la propaganda antireligiosa si
In margine al viaggio del gen. De Gaulle nell’URSS, un panorama della situazione religiosa nell’Unione Sovietica = Vocazione della Russia, non dìù «santa», fra Oriente e Occidente
è fatta meno ossessiva. Alcune decine di chie.
se, non chiuse ma private di ministri in base
a svariate pressioni amministrative, hanno
ricominciato a « lavorare », come si dice là.
La situazione della Chiesa non è per questo meno difficile, talvolta tragica. Malgrado
la separazione costituzionale della Chiesa
dallo Stato, il Consiglio per gli affari della
Chiesa ortodossa, presso il Consiglio dei ministri, che fino al 1958 è stato un semplice
organo di mediazione, indispensabile in una
società collettivistica, è divenuto un vero governo clandestino della Chiesa, che limita gli
effettivi pastorali, controlla le organizzazioni,
favorisce 1’« infiltrazione » di elementi equivoci o conformisti.
Nel 1961 la Chiesa è stata costretta ad
allineare l’organizzazione delle proprie parrocchie sui decreti antireligiosi del 1929, interpretati nel modo più restrittivo. Nè il sacerdote — che non è più altro che un a salariato » — nè i fedeli ■— che non hanno
diritto d’intervento nè di voto — possono più
partecipare alla gestione della parrocchia.
Perchè si apra un luogo di culto almeno
venti persone devono, secondo la legge, presentare una domanda alle autorità civili, le
quali hanno reso limitativo questo minimum : tutto il potere appartiene dunque alla
« ventina » o piuttosto a un esecutivo di tre
membri (presieduto dal fabbriciere) che essa
designa e che le autorità civili possono rifiutare ad libitum. Nel marzo scorso un decreto ha vietato non le collette libere, come in
un primo tempo si è creduto in Occidente,
ma quelle obbligatorie, le contribuzioni.
I battesimi — lo stesso vale per gli altri
atti di culto — sono subordinati alla registrazione dei genitori da parte del fabbriciero, e le autorità civili utilizzano questi nomi, che vengono comunicati loro, per denunciare ì credenti, ad esempio sui giornali murali, e per scatenare contro di loro i propagandisti dell’ateismo. V’è dunque un vero
e proprio censimento dell’appartenenza religiosa dei cittadini, giunta a fenomeni discriminatori nell’insegnamento e ilei lavoro.
Questa discriminazione, vigorosamente e sobriamente denunciata nello scorso dicembre
da due giovani sacerdoti di Mosca, dei quali
riparleremo, è stata vietata legalmente da un
altro decreto del marzo 1966.
Infine, i bambini e gli adolescenti in età
scolastica — cioè fino ai diciotto anni
sono esclusi dai luoghi di culto per un’appli
cazione assai singolare della separazione fra
la Chiesa e lo Stato. Ogni insegnamento re
ligioso rimane vietato; i decreti di marze
proibiscono la « organizzazione sistematica d
corsi d’istruzione religiosa per i minori ». E
da ricordare? non solo non può essere stam
pata alcuna opera cristiana (a parte un sol
tUe « Giornale del Patriarcato » e un qua
derno annuale di studi teologici) ma soprat
tutto la Bibbia, l’Evangelo sono introvabili
AbbÌ4Wio letto su « Réforme » (18-6
1966) quest^articolo di Oliver Clemente un ortodosso francese docente
alVIstituto 5. Sergio di Parigi e autore di opere teologiche. E’ un articolo
molto « occidentale », un po' gollista,
ovviamente ortodosso ( ma non menziona neppure la presenza di chiese
evangeliche nelVURSS, in particolare
il mezzo milione di battisti, di cui
tutti gli osservatori e visitatori riconoscono Vintensa vitalità); comunque,
il panorama che presenta ci pare di
grande interesse, e stimolanti le prospettive che apre. red.
Ciò che colpisce, attraverso questo soffocamento, queste difficoltà — in cui i cristiani, del resto, si mostrano leali e spiritualmente liberi — è il vigore irresistibile della
fede. E’ possibile che in larghi settori tradizionalisti, specie nelle campagne, un cristianesimo di (( cristianità » si sfasci.
Ma, nelle città, l’intensità della preghiera
è sconvolgente e i giovani, da alcuni anni,
vengono più numerosi nelle chiese. Non soltanto degli operai e delle operaie, ma ora
anche degli impiegati e degli intellettuali,
che rischiano di più. Molti di questi giovani
provengono da ambienti scristianizzati, non
sanno nulla del cristianesimo, se non ciò che
ha insegnato loro la propaganda antireligiosa
(è questa, per suo stesso riconoscimento, che
ha condotto alla conversione e al seminario
una buona metà degli studenti in teologìal).
Vengono, attirati dalla gioia dolorosa, dalla forza di risurrezione che avvertono nella
vita liturgica (« Ero là, ero felice. Non so
esattamente perchè. C’erano molte cose che
non avevo compreso. Ma ero felice », confidava un intellettuale, su « Sobornost 2/1966,
Londra).
Essi vengono soprattutto — dicono — a
cercare il senso della vita. Infatti, scrive
Soljenitzin, « ormai temiamo più di ogni altra cosa i morti e la morte. Se v’è un lutto
in una famiglia, facciamo di tutto per non
andarci^ per non scrivere; che cosa dire di
essa, della morte? non lo sappiamo... (I cimiteri ) sono per lo più abbandonati, spianati dai bulldozer; se ne fanno stadi, parchi
della cultura... Sparite, inutili... non ci importunate! Noi non morremo mai. Ecco il
culmine della filosofìa del XX secolo ».
Dei giovani vanno alla chiesa perchè hanno sete di una vita più forte della morte,
più dolce e più profonda e personale e segreta che l’esistenza immediata — sete pure
di una preghiera che avvolge e santifica
tutto — al di là del bene e del male del mo_
ralismo abusato. Cosi Siniavski fa pregare
un umile prete : « Padre nostro, i nostri peccati sono pesanti, ma la tua grazia è senza
limiti. Padre nostro, perdona a coloro che
muoiono senza pentimento. Padre nostro, accorda la tua redenzione a coloro che si sono
dati la morte, nella confusione del loro spirito. Padre nostro, purifica la loro anima,
esaudendo la preghiera dei fedeli che t'implorano giorno e notte. Padre nostro, per
amore dei bimbi innocenti, perdona ai loro
genitori. Padre nostro, le lagrime delle madri riscattino i peccati dei figli ».
Cosi, da alcuni anni la rinascita religiosa
muta carattere. Diviene più cosciente, più
personale. Si abbozza un pensiero cristiano,
vitale, concreto, evangelico, tentando di decifrare il senso spirituale dei problemi « delle realtà del nostro tempo. Per fare questo
riprende, purifica, sviluppa le intuizioni della filosofia religiosa russa.
Questo movimento — che talvolta si fa
persino furtivamente sentire sin nelle conservatrici accademie teologiche c nel « Giornale del Patriarcato », e che la rivista marxista « Problemi filosofici » ha denunciato
ripetutamente (menzionando fra i pensatori
utilizzati Khomiakov, Solovìev, Berdiaev, V.
Lossky...) — è così forte che uno dei decreti
di marzo punisce con ammenda (e, in caso
di recidiva, con tre anni di detenzione) « la
produzione in vista della distribuzione al pubblico o la distribuzione stessa di petizioni,
lettere, opuscoli o qualsiasi altro documento »
concernente problemi religiosi. II che non
ha impedito a un docente universitario americano, L. Feuer, il quale si professa non
credente, di osservare durante un soggiorno
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
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r-^g- 2
N. 27 — J luglio 1966
Le età della vita
IL GIOVANE
Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza (Eccl. 12: 3).
La giovinezza è la prima vera età della nostra vita. Un’età aperta
alle speranze ed alle visioni, ricca di amicizie e di affetti. Nessuno
vorrà dire che la giovinezza non sia una bella età, un tempo in cui,
accanto alle prime responsabilità nello studio e nel lavoro, esistono
però non pochi motivi di allegrezza. Certamente, anche la giovinezza
è segnata dalla fragilità umana e dal peccato. Nessuna esuberanza
giovanile, nessun « culto » della gioventù, nessuna sicurezza umana
da parte dei giovani potranno ostacolare l’inevitabile corso degli anni
e la venuta del giudizio di Dio. Anzi, come dice l’Ecclesiaste : « Rallegrati pure, o giovane, durante la tua adolescenza, e gioisca pure il
cuor tuo durante i giorni della tua giovinezza... ma sappi che, per
tutte queste cose. Iddio ti chiamerà in giudizio! ».
Dio parla anche al giovane nella sua giovinezza. C’è un tempo in
cui Dio attende gli uomini sul loro cammino, ma non è sempre il
tempo della maturità o della vecchiaia. Anche ai giovani il Signore
rivolge la Sua vocazione: non necessariamente una chiamata spettacolare, ma una chiamata diretta e personale a credere in Gesù Cristo
e ad ascoltare la Sua parola. Si dice spesso che la giovinezza è il tempo della spensieratezza e dei facili entusiasmi, ma non è sempre vero,
anzi molte volte è vero il contrario. E molti giovani sanno discernere,
nel tempo della loro giovinezza, la chiamata di Dio alla fede: non
vivono di illusioni, non pretendono d’essere uomini fatti, non scambiano le ombre per la realtà. Riflettono sul contenuto di una chiamata divina, pensano alle responsabilità connesse con una vita cristiana ubbidiente alla vocazione ricevuta.
Non è sempre così, purtroppo, e neppure fra gli adulti. C’è un
« oggi » di Dio che non è sempre riconosciuto, c’è un tempo in cui
Cristo viene ma gli uomini non se ne accorgono o non vogliono rendersene conto. I giovani, appunto perchè sono giovani, possono dire:
la vocazione di Dio non m’interessa oggi, l’ascolterò domani. Come
se il domani fosse sicuramente nelle loro mani, come se la risposta alla vocazione cristiana potesse facilmente essere rinviata, come se i
giovani non avessero anche una responsabilità personale davanti a
Dio nell’ora in cui vivono, come se quell’ora non potesse mai essere
l’ultima e non ci fosse, per i giovani come per gli adulti, « il tempo
accettevole, il giorno della salvezza ».
Di fronte alla chiamata di Dio, non si può dire che un’età sia
più importante o più favorevole dell’altra. Ogni età ha i suoi « tempi »
ed i suoi « momenti » in cui il Signore chiama l’uomo a prendere coscienza del suo destino, nella luce del giudizio e della grazia. Nessuna
età è eterna; soltanto l’Evangelo possiede la parola della vita eterna.
Per questa ragione, ed anche perchè non conosciamo quale sarà la
nostra ultima ora, non ci mettiamo più a ragionare ■ sull’importanza
di un’età di fronte all’altra; anzi, crediamo che anche i giovani, proprio nella loro giovinezza, debbano vegliare per non rendere vana la
chiamata del Signore, rifiutando di ascoltarne la Parola nelle situazioni concrete della loro età, sempre protesa verso il domani. L’urgenza di quell’ascolto è espressa dall’Ecclesiaste con queste parole :
« Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza ».
Quante parole diciamo sui giovani e ai giovani oggi! Anche nelle
famiglie cristiane non mancano i contrasti, le incomprensioni, i tormenti e le speranze. La gioventù discute ed è oggetto di discussioni.
Come genitori credenti non possiamo non pensare ai nostri figli con
un senso di ansietà e al tempo stesso di fiducia. Vorremmo soprattutto che, nel loro tempo e nella loro età, essi fossero guidati nella
via della fede da Colui che « opera in noi il volere e l’operare », dopo
aver udito in mezzo a mille altre voci la voce di Colui che è « la via,
la verità e la vita ».
Si dirà che i giovani non hanno esperienza della vita e, da un
certo punto di vista, ciò è vero, anche se molti giovani della nostra
generazione sono tutt’altro che insensibili alle dolorose esperienze
dell’umanità in questi ultimi vent’anni. Tuttavia possono essere più
liberi per rispondere positivamente ad una vocazione cristiana. Dio
li chiama in un tempo in cui non sono ancora schiavi delle loro abitudini e di quei conformismi che rendono scettico l’uomo e svuotano di
contenuto la sua testimonianza cristiana.
« Ricordati, o giovane, del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza ». Non aspettare un’età migliore, non fidarti di una lunga
vita, ricca di occasioni e di evasioni. L’uomo giovane, dice Karl
Barth, ha ancora il respiro assai libero per ubbidire. Possa la tua
ubbidienza essere vissuta nella libertà e nella fede.
Ermanno Rostan
TRIBUNA
LIBERA
L’incompreso
In questa rubrica pubblichiamo
interventi dai quali la redazione
dissocia la sua responsabilità
Un lettore, da Torre Pellice:
Mi riferisco a quanto scrive il Pastore
Franco Giampiccoli nella sua lettera: «Incompreso )).
Commento: Il sig. Franco Giampiccoli,
sicuramente, imbecille non lo è altrimenti
i Professori della nostra Facoltà di Teologia
non lo avrebbero ammesso a ricevere la consacrazione di Pastore valdese.
Disonesto; questo Lui solo lo può sapere
facendo un esame di coscienza, ma non lo
credo; accetto la Sua terza interpretazione:
incompreso, per il rispetto e la considerazione che ho per un Pastore della nostra Chiesa. Alla Facoltà di Teologia non è materia
d'insegnamento la Scienza politica. Questa
materia sTmpara alla Università. I nostri Pa,
stori confermano la loro vocazione con Pesame di Fede, il loro sermone di prova, la loro
consacrazione durante il Sinodo e fanno delle promesse davanti a Dio ed ai membri di
Chiesa.
Osservo: il Suo antenato, moderatore Ernesto Giampiccoli, mio caro amico di V£\ierata memoria, sicuramente non si occupava
di politica. Ha fatto scrivere, sull'ingresso
della chiesa di C.so Principe Oddone in Torino, la frase « Noi predichiamo Cristo »;
quella chiesa e stata da Lui voluta e fatta
FRA LE RIVISTE
Valdismo
Sul n. di « Communio Viatorum »
il prof. Amedeo Molnàr^ docente di storia
della Chiesa presso la Facoltà teologica « A.
Comenius » di Praga, presentava così U volumetto che. nella Piccola Collana Moderna
della Claudiana. Luigi Santini ha dedicato
a « Il Valdismo ieri e oggi »:
Il movimento valdese, concepito come modo particolare di appartenere a Cristo in una
epoca determinata, è qui delineato nella sua
evoluzione plurisecolare, a grandi tratti suggestivi. Tuttavia il centro di gravità è spostato dal movimento medioevale sulla Chiesa
valdese costituitasi a partire dal momento in
cui aderì alla Riforma del XVI sec. L'autore
se ne rende perfettamente conto e invita anzi i lettori ad approfondire Io studio della
dimensione europea del fenomeno valdese.
Merito vero del volumetto di L. Santini è
Paver aperto così una prospettiva che potrà,
essa soltanto, far fronte al peso schiacciante
del « mito valdese » cui egli accenna nelle
ultime pagine. L’intellettuale valdese di ieri
assimilava in modo sentimentale il valore
della sua eredità, quello di oggi se ne sbaraz.
za di fronte all'attualità assorbente del problema sociale. Questa crisi non viene, forse,
dal fatto che troppo spesso si è disconosciuta
la dimensione sociale, comunitaria delPEvan.
gelo interpretato dagli antichi valdesi, orientandosi quasi esclusivamente sui periodi eroi,
ci, sì, dell'« Israele delle Alpi », ma che in
parte ha sostituito lo sforzo di conservazione etnica e folklorislica alla missione evangelica che è invece per definizione universa^'' Amedeo Molnàr
Noi ci auguriamo che, quando avrà portato a termine il suo contributo all’ampia
storia valdese cui sta lavorando con il prof.
Armand Hugon e con il prof. Vinay^ il prof.
Molnàr ci darà, in uno dei succosi e vivaci
volumetti della ’’PCM”, appunto uno schizzo del movimento valdese nella dimensione
europea cui accenna sopra.
libri
Per le vacanze
dei vostri ragazzi
ANGELA GALLI DOSSENA - Filastrocche, filastrocche - Ed. Mursia
L. 1.500.
Le Nursery Rhymes non sono mai sufficienti per i bisogni della prima infanzia.
Qualcuno ha detto che se si volessero mettere in prosa le filastrocche della stanza dei
bambini, non resterebbe che cenere (1). Le
filastrocche sono infatti solo ritmo, ritmo
che il bambino chiede implorando: « ancora, ancora », mentre non sa afferrare le
parole e il senso. La tradizione popolare ne
è piena ed esse risalgono a tutti tempi
— già al Trecento — e a tutti i paesi
— l’Inghilterra le ha accolte ufficialmen'e
nella sua letteratura.
Que.ste Filastrocche di A. Gali.i Dossena,
che l’editore Mursia presenta in un hel volume me derno, completandole con adattissime illustrazioni, hanno veramente un’aria
nuova, originale, pur conservando la tipica
sconfinata serenità delle ninne-nanne di
sempre. Per le filastrocche non tocca a noi
dare il giudizio, lo danno i bimbi stessi coi
loro « ancora » che sono già di per sè un
ritmo e direi che, a differenza di tutti gli
altri libri che si scrivono al mondo, acquistano il loro maggiore valore quanto più
conciliano il sonno!
(1) P. Hazard: Uomini, ragazzi e libri.
Ed. Armando, Roma.
CARLO BRIZZOLARA - Il Pennacchio - Ed. Vallecchi. L. 1.800.
(11-13 anni)
« 11 martin pesca'ore » di Vallecchi è
una collana che presenta capolavori di vari
paesi per la gioventù. Il Pennacchio apre
una nuova serie e l’Italia vi è ben rappresentata con questo originale libro di
Brizzolara, autore di racconti e commedie,
che vive a Ivrea dove è direttore del Ser
viz'o di Sicurezza sul Lavoro della Olivetti.
E stato soldato e (parla ai ragazzi di soldati, come si usa fare adesso, nella forma
letteraria di questo dopo-guerra che è, mi
sembra, il miglior contributo dato alla
pace. La storia del soldato Venturino non
è un libro « pacifista », non retorico, non
convenzionale, non irrita con richiami sentimentali alla pace e ail’amore, ma ragiona
coi suoi giovani lettori e finisce col far loro
vedere molto bene l’assurdo. Fanti-umano
deU’uccidere, ridendo e scherzandoci sopra e dicendo cose divertentissime nella
piana forma di una fiaba. Un libro azzeccato in cui i ragazzi scopriranno molte
verità.
FRANCO BEDUT li . Le avventure di
Barzamino - Einaudi. L. 1.500.
(7-9 anni)
Se siamo d’accordo die un bel libro divertente sia più educativo di un libro educativo a cui manchi freschezza e humor, ecco che il 17“ volume della bella collana
Einaudi per ragazzi, desterà tutto il nostro
interesse. Le avventure di Barzamino non
sono avventure nel senso di Salgari e Verne,
ma piuttosto nella linea di Bertoldo e del
barone di Munchausen, con intonazione mo.
derna, e rieiscono, senza farlo pesare, a
essere una satira stravagante e divertente
di « quelli che portano la palandrana per
nascondere la coda », di questo nostro
mondo il cui difetto s'a nel manico, per
cui i poveri diavoli come Barzamino, per
poter masticare qualche cosa di più, devono
sognarlo...
I piccoli si divertiranno a questa lettura
fantastica, fresca, vivacissima che ricorda,
nel susseguirsi delle scene tra gli scimmioni volanti, le isole deserte, i corsari, le
regioni, ecc., la rapidità dei fumetti in uno
stile moderno e pulito.
Berta Subilia
Servire ii popolo
Aiutarlo a scoprire il senso
della propria responsabilità
costruire. Il Pastore Erne.sto Giampiccoli predicando Cristo edificava le anime, rafforzando la loro fede, e condueendole alla salvezza
mediante lo Spirito Sa.nto e la Verità. La politica, come la diplomazia, è malizia, inganno e furbizia. Un contrasto con la verità.
Vi è un secondo argomento, diremo cosi,
di ordine materiale. I nostri Pastori vanno
frequentemente all’estero, non per evangelizzare o per fare del proselitismo. Ci vanno
per serbare il contatto con i nostri pochi com.
paesani, oriundi delle Valli Valdesi, che tuttora ci sono; per visitare le Chiese Evangeliche ed i loro membri, nostri confratelli in
Fede; ma anche per ringraziare per i generosi aiuti finanziari che, dall’estero, arrivano alla cassa della Venerabile Tavola Valdese, e sappiamo quanto siano necessari. Non
è difficile immaginare eon quale antipatia,
in un prossimo avvenire, i membri delle
Chiese Evangeliche straniere ed in modo
speciale quelle del Nord-America, riceveranno i nostri Pastori se la nostra stampa continuerà a fare politica social-comunista. Salvo
che gli americani diventino, politicamente,
uguali ai loro amici {?!) attuali cioè; i russi.
Considerando quanto sopra m¡ domando:
quo vadis tu valdese? Quo vaditis valdesi?
I tempi sono cambiati e sia pure; la nostra
storia di otto secoli si trasforma e sia pure;
ma: ai posteri l’ardua sentenza.
Ferdinando Bounous
Il 27 e 28 maggio c’è stato a Palermo
il Convegno degli autonomisti siciliani. V’erano rappresentate tendenze diverse anche se la proibizione posta da
alcuni partiti ai loro adepti ha fatto
s', che le voci della sinistra, fossero le
più forti. Nell’aàfeèmblea vi erano
molte alte personalità della politica e
della cultura siciliana e, ad onor del
vero, eccetto ohe in alcuni oasi, i discorsi demagogici e con stretta finalità partitica erano in minor numero.
E’ stata fatta la diagnosi dei 20 anni
di autonemia, si sono rilevate le difficoltà interposte alla sua vera realizzazione, ed i più onesti non hanno accusato solo gli assenti o terzi, ma hanno messo il dito sulle responsabilità di
tutti. Non si è servito il popolo, ma
se stessi, sia curando i propri interessi, sia assentandosi dai vari impegni
che possono poi determinare l’andamento della politica generale della Sicilia. Concludendo il presidente del
Convegno (on. D’Antoni) ha indicato
come esempio il nostro « Servizio » che
senza speciali mezzi è riuscito a fare
un’azione concreta e valida ed a dare
anche agli altri una seria direttiva.
Il presidente, in questo, è stato tropipo
generoso e tocca a noi, ora, fare una
critica seria al nostro lavoro, vedendo quale è la sostanza ultima di un
servizio al popolo e dove esso è vero
e dove non lo è.
* * *
In questi quattr’anni che siamo qui
abbiamo realizzato, non soli, ma con
l’aiuto di molti amici, un rilevante
numero di opere nei vari settori della
vita cittadina. Son cpere utili, anzi
indispensabili alia città, e non costituiscono, di certo, un attivismo vuoto e di parata. Ma qual è il vero «servizio» per il quale ogni iniziativa ha
valore e perciò non distrae il popolo
dal senso della sua storia, ma gli addita onestamente il cammino da percorrere? Qui non abbiamo dubbi: il
vero servizio è la testimonianza resa
al solo vero Seniitore, Cristo, dalla
cui persona deriva anche il valore delle nostre opere. Quel che dobbiamo
comprendere è che egli è il Signore
del nuovo mondo, proprio perchè non
ha dominato o pensato a se stesso,
ma ha servito ed ha mostrato qual è
l’essenza del servizio donando la sua
vita per il popolo. Se avesse fatto diversamente non sarebbe il Signore
del mondo dell’agape.
Sotto questa luce le nostre « realizzazioni » divengono povere, molto povere. Dobbiamo dire sinceramente che
la nostra ricerca è di lare delle nostre
opere questa indicazione, ma dobbiamo anche riconoscere quanto ciò sia
difficile nella pratica quotidiana. Se il
vero Servitore ha mostrato che il servire è un morire perchè altri viva, anche il nostro indice teso verso di lui
ci richiede questo. E non è facile per
uomini della nostra natura. Che cosa
seduce di più gli uomini se non aver
ragione, cioè non subire l’altrui vittoria? Ma questo non è un « morire » !
E ohe cosa richiediamo se non di
aver un angolo per noi, un luogo dove
ci si possa tirar fuori dalle lotte e
dalle preoccupazioni? Ma pure il servizio richiede di rinunziarvi! E che
cosa ci può spingere di oiù se non
il desiderio del successo? Recentemente un amico ci mise in guardia contro l’attrazione del successo, poiché
per essc( è possibile dimenticare la
ragion prima per la quale siamo qui,
e farci anche perdere il senso del servizio. La comunione col Cristo in quel
caso viene sostituita dalle qualità del
nostro carattere o dalla cocciutaggine
per cui « non si molla » ed allora si
raggiunge il successo, ma si perde lo
scopo per cui lottiamo. La cocciutaggine ncn può prendere il posto della
fede!
Se guardiamo dentro di noi ci è facile constatare come spesso il nostro
servizio sia una misura di tante cose ;
di fede sì, ma anche di testardaggine,
di dono, ma anche di desiderio di affermazione, di ricerca dell’altro non
meno di quella di noi stessi. E si ri
nm DI m'Dio
per ^li Steli lliiiti
La Commissione americana per gli scambi
culturali con l’Italia ha bandito i nuovi concorsi per l’anno accademico 1967-68.
Sono in palio 250 borse di studio offerte
dal Governo americano e da enti privati a
ciUadini italiani die desiderino recarsi negli Stati Uniti oppure presso istituti amerimani in territorio italiano allo scopo di
insegnare, svolgere ricerche scientifiche e
culturali, studiare gli ordinamenti scola
stici ed i metodi didattici, frequentare scuole secondarie e corsi universitari.
Saranno pure assegnate numerose borse
di viaggio.
Per richiesta di informazioni e di bandi
di concorso rivolgersi al Consolato Americano ■ Via Alfieri, 17 - Torino.
iiiiiimliiimiiiili 11
m E VlSSIilì 1 HIIIIFT
“premi per la pace,, ex aequo
I librai della Germania occidentale attribuiscono, quest’anno, il « premio della pace » al past. W. A. Visser ’t Hooft, segretario generale del C.E.C., e al card. A. Bea,
presidente del Segretariato vaticano per l’unità dei cristiani. Condiviso per la prima
volta da due premiati ex aequo, esso sarà con.
segnato loro il 25 settembre, a Francoforte
sul Meno, durante l’annua grande Fiera internazionale del libro : un omaggio reso « al
loro efficace contributo al ravvicinamento dei
cristiani ».
Fra coloro che precedentemente sono stati
insigniti di questo premio : il dr. Schweitzer,
Martin Buber, Gabriel Marcel, Paul Tillich.
(soepi)
schia molto. Certo Cristo ama lo strumento che noi siamo più che quel
ohe esso produce, ma proprio per
questo è necessario che gli siamo fedeli e che sappiamo entrare nell’opera
sua con lo spirito ohe è in lui. Ed alierà quel che conta è la città, non noi,
gli uomini che in essa vivono, non il
nostro io.
La città! Siamo per la città e non
la città per noi. Dobbiamo servire la
città e non attendere che essa ci serva. Questa è vera politica. In qual
misura la città sente e riconosce il
nostro servizio? Certo, per esser abituata al dominio, è possibile che essa
ammiri le nostre realizzazioni come
manifestazioni di potenza. Ma questo
non serve ad aiutarla. L’aiuto vero lo
ha quando scopre — anche senza dargli il nome — il servizio, cioè che essa
è amata ed è chiamata ad amare.
Assetata di potere è facilmente aggiogata dalle « cose fatte », ma per liberarla e portarla ad un senso nuovo di
vita questo è negativo, mentre è a.utata davvero se attraverso le opere scopre un mondo nuovo ed essa stessa intravvede per lei una nuova direzione.
Chi cerca scic nella politica un nuovo equilibrio di forze comprende difficilmente questo discorso. Si pensa di
risolvere tutto con il pctere, con nuovi
schieramenti che impongono nuove
direttive alla politica ed all’economia
dell’Isola, ma questo risolvere le cese
dall’alto — anche se a parole si dice
che deve venire dal basso — è quanto
mai fragile. Una svolta vera e profonda la si avrà quando il popolo avrà
compreso che l’edificazione della città
sta nel donarsi e servire, non nel potere o nel privilegio, e questa indicazione può partire solo dallo scoprire
chi è il vero Servitore, Signore del
mondo. Per la rinascita della città e
dell’isola la prima ed essenziale cosa
è un cambiamento di mentalità, lasciare la mentalità nostra che è sempre ricerca dell’altro, allora le fondamenta solide di una politica vera saran poste e su esse si potrà edificare
con dialogo vero, cioè con ricerca comune, quel che si deve fare e quel ohe
ha senso tanto per la Sicilia quanto
per tutto il mondo.
Ora, preprio perchè ncn ci sentiamo
diversi dagli altri, questo dire non è
accusa nè predica fatta dal di fuori,
ma un riconoscere che cosa significhi
servire il popolo per decisamente scegliere questa via, insieme a quanti
l’anno compresa, controllando ogni
giorno quel che facciamo o diciamo,
per vedere se è fatto o detto per noi o
per gli altri.
Ogni uomo, ogni popolo, ha esperienze negative e positive. Se scopre
un giorno il senso della propria esistenza, fa tesoro delle une e delle altre,
perchè persino le esperienze negative
son volte, dalla mano di Dio, al bene
di quelli che amano. Le esperienze del
passato posscn decisamente richiamarci ad una svolta decisiva per riprendere la via in direzione giusta. E
la città risorgerà. Risorgerà l’Isola.
Noi, del « Servizio Cristiano », che
siamo stati citati ad esempio, dobbiamo esser i primi a rivedere il nostro
lavoro e a non lasciare ohe esso abbia
altro fondamento che quello solido
dell’agape di Dio, come la contempliamo nella persona del «Servo» del
popolo. Tullio Vinay
(da « Notizie da Riesi »)
3
8 luglio 1966 — N. 27
pag. 3
SODDISFATTI? INSODDISFATTI?
Roma e i matrimoni misti
Il 18 marzo 1966 veniva pubblicata
dalla Congregazione per la dot:rina della fede (ex S. Uffizio) la Istruzione « Matrimonii sacramentum »,
firmata d(d card. Ottaviani e da mons.
Parente. Numerose sono sta’e le prese di posizione individuali e di organismi ecclesiastici, e ricordiamo che
il dr. G. Peyrot, aveva immedia amente commentato, sulle nostre colonne,
il documento vaticano. Via via che
si tengono assemblee e sinodi di
Chiese evangeliche, si moltiplicano
le dichiarazioni in merito; ancora
recentemente, il pasl. C. Gay riferendo sul Sinodo nazionale della
Chiesa riformata di Frane.a, tenutosi
a Clermont-Ferrand, citava e commentava Vampio ordine del giorno
che esso ha dedicato a questo tema
delicato. Pensiamo che anche il Sinodo valdese che ormai si avvicina
dovrà prendere posizione al riguardo, prolungafìdo ie linee della presa
di posizione dello scorso anno. La
cosa è tanto più necessaria, in quanto ci troviamo indubbiamen'e in un
periodo di transizione, apparen &mente fluttuante, e soprattutto Vestensione delle possibilità di « dispensa » vaticana cominciano a porre
alle nostre comunità problemi che
devono essere affrontati solidalmente, con genuino approfondimento
teologico e in modo unitario c eoe.
rente. A questo scopo abbiamo riprodotto, in tolo o in parie, un certo numero di documenti pro'estanti,
affiancandoli con alcune dichiarazioni personali di personalità sia protestanti (il dr. Ramsey accetta di farne
pienamente parte? ) sia caltoliche.
Nostro intento è quello di offrire documentazione alla discussione che
consideriamo inevitabile e necessaria.
Reazioni protestanti alPInstructio vaticana - Siamo in
fase sperimentaie ! occor-re fermezza e chiarezza ad
evitare " pasticci,, iiiurgici e confusioni confessionaii
L’arcii/escovo
di Canterbury
Subito dopo la promulgazione delr Istruzione « Matrimonii sacramem
tum» e la sua visita in Vaticano, il
dr. M. Ramsey, arcivescovo di Canterbury, aveva rilasciato questa dichiarazione ; « La nuova Istruzione di
Paolo VI non può soddisfare la coscienza degli anglicani, nè quella dei
cristiani non cattolico-romani. Tengo
tuttavia a menzionare questi tre punti; una lettura attenta del testo mostra che non si tratta dell’ultima parola della Chiesa cattolica; pepnette
di presentare a Roma casi individuali ; il problema dei matrimoni misti
sarà uno dei temi importanti del dialogo fra la Chiesa cattolico-romana e
la Chiesa anglicana ». Più recentemente, a fine maggio, il dr. Ramsey
ha commentato per la Conferenza
diocesana di Canterbury la sua visita
a Paolo VI e l’Instructio vaticana:
« Questa recente Istruzione -- ha
detto — fa alcune modestissime concessioni, e non ho nascosto che a mm
avviso esse non soddisfano la coscieiiza degli anglicani e degli altri cristiani non cattolico-romani (...). Ma
non si tratta che di direttive provvisorie ed è previsto che il problema dei
matrimoni misti avrà posto nel dialogo interconfessionale. Per ora, possono essere rivolte al Vaticano domande di dispensa. Impegno gli Mglicani in primo luogo ad obbedire
fermamente alla loro coscienza, quando si esigono da loro promesse nei
confronti della prole; quindi, se desiderano ottenere una dispensa, possono chiedere consiglio alla Comnùssione arcivescovile I^r le relazioni con
i cattolico-romani, a Lambeth Palace ».
La Federazione delle Chiese
protestanti della Svizzera
La Commissione delle Chiese protestanti della Svizzera romanza per lo
studio dei matrimoni misti aveva anch’essa preso posizione dopo la promulgazione del documento vaticano.
Dopo avere anch’essa notato la discrepanza fra questo e il decreto De
Oecumenìsmo (ma non viene in mente a questi e a tanti altri nostri fratelli che, forse, era proprio la valutazione del De Oecumenìsmo, da parte non cattolica, ohe peccava di entusiasmo, mentre esso può essere rettamente inteso solo nel quadro di tutti
i documenti conciliari e vaticani), dichiarava che la non-reciprocità perdurante nella valutazione dei matrimoni misti « obbligherà sempre la Ferazione delle Chiese protestanti svizzere a mantenere la posizione assunta
mediante la sua commissione teologica, reapingendo ogni sorta di doppia
celebrazione, anche parziale ». « Ciò
che infatti è grave ai nostri occhi è
il fatto che la validità di un matrimonio misto in una chiesa protestante continua a non essere considerata
in linea di principio, ma solo in via di
dispensa. Vorremmo almeno rallegrarci pienamente della decisione di rinunciare a scomunicare il coiigiunto
cattolico che contrae tale matrimonio.
Ma a guardar bene, l’abrogazione della scomunica non vale che per i casi
in cui non c’è il problema deH’educazione dei figli (coppia senza prole);
questo almeno è ciò ohe pare risultare
dal fatto che solo il primo comma del
can. 2319, par. 1, è abrogato. Praticamente, ciò non farebbe che generalizzare una misura già prevista dal diritto canonico (art. 1138) ». Più discutibile ci sembra, nella sua ingenuità, la
valutazione positiva delle possibili dispense : « La porta è cosi aperta ad eccezioni che potrebbero diventare la
regola ».
La testimonianza della fede
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
di più di quattro mesi nell URSS, che i giovani fdosofi sovietici, sotto la obbligatoria etichetta del marxismo, sviluppano di fatto un
realismo scientifico, o un pragmatismo, o un
esistenzialismo, e s’interessano assai a Rerdiaev -e a Soloviev.
Fra i segni che cerchiamo di decifrare,
bisogna sottolineare, da qualche mese a questa parte, un profondo mutamento in cerH
ambienti ortodossi. Vi si avverte l’espressione cristiana di una vera rivoluzione antropologica, di cui si potrebbe dire che occidentalizza, o meglio europeizza l’uomo russo.
Nell’epoca staliniana, i cristiani hanno
vissuto un'antinomia molto « orientale » di
mistica c di sottomissione. Oggi le nuove generazioni, traumatizzate dal rapporto Kruscev cresciute in un'atmosfera storica caratterizzata dall’appello alla legalità sovietica e
dalla timida nascita di un'opinione pubblica,
vogliono realizzare fino in fondo, sul piano
etica come su quello giuridico, la separazione fra Chiesa e Stato.
Per il bene dcll’una e dell’altro, vogliono
rendere a Cesare quello che è di Cesare e a
Dio quello che è di Dio. Desiderano
re la consistenza giuridica propria della Chie.
sa. ristabilire le norme canoniche della sua
vita, renderle, al di là dei compromessi, anche al di là dell’irriducibile e in parte desueto bastione liturgico, una parola di profezia.
Sanno che non può più es-serci, in Russia,
Chiesa costituita, che è morta la « santa Russia )) di cui la grande guerra patriottica aveva rianimato un poco il fantasma. Vogliono
che per la prima volta in Russia la separazione fra Chiesa e Stato diventi una verità.
Nel dicembre scorso due giovani
Mosca, il p. Nicola Eshliman e il P- Uleb
Yakunin si sono fatti coraggiosamente portavoce, forse in modo prematuro, di questa
tendenza. In un memorandum indirizzato ai
principali dirigenti dell’URSS, hanno domandato, come cittadini sovietici, giustizia
per tutti i credenti — poiché costoro sono, in
linea di principio, cittadini sovietici di pieno
diritto — il tutto in nome della Costituzione e delle leggi sovietiche. Contemporanea
mente, in una lunga lettera al Patriarca, hanno richiesto un concilio di riforma e denunciato un certo numero di vescovi e di preti
che, per spirito di « quietismo » e, precisano,
di « farisaismo », « vorrebbero trasformare
l’alta direzione della Chiesa in una cancelleria burocratica, in una specie di ’ministero
della confessione ortodossa^ incaricato di reprimere e regolare le emozioni religiose dei
cittadini credenti ».
Questi due preti, dopo lunga attesa, sono
stati sospesi il mese scorso. Già nell’estate
1965 otto vescovi con alla testa 1 arcivescovo
di Kaluga, Ermogene, avevano chiesto la convocazione del « Concilio nazionale regolare »
(previsto dai canoni ma mai riunito) per inetter fine al disastroso statuto delle parrocchie.
L’arcivescovo Ermogene è stato sospeso dallo
scorso novembre e assegnato a residenza vigilata in un monastero.
Attraverso queste tensioni pericolose ina
in fondo salubri, appare un nuovo tipo di
cristiano: per lui la mistica come rifugio,
un pesante tradizionalismo liturpco e dottrinale e soprattutto, nelle relazioni con lo
Stato, un atteggiamento di silenzio e di compromesso, e addirittura di menzogna ad uso
esportazione (atteggiamento che, a breve scadenza, può assicurare un male minore) non
rispondono più o presto non risponderanno
più alle esigenze più profonde del destino
russo, e rischiano di deludere questa parte
della ' gioventù che oggi si volge nuovamente
alla Chiesa.
Davanti a questa rinascita ostacolata, a
questa distretta dei profeti, come non chiedersi: il segno che l’accostamento fra Europa e Russia avverrà in senso creativo, non
sarà dato anche qui, a Ginevra, a Roma, a
Parigi, dalla fine d’un silenzio, dalla semplicità’ di un problema aperto? La Francia
(o il Vaticano) si accontenterà di un’intesa a
liveUo dei potenti, turandosi le orecchie ne
confronti dei sospiri dello Spirito? Cerchere
rao di convertire la Russia all’Occidente del
l’erotismo, deU’automobile, deUa licenza ur
lante di dir tutto — salvo l’essenziale — op
pure ancora a quello del pluralismo e del
dialogo? E’ in gioco tutto Favvenire dell Europa- forse quello del cristianesimo.
’ Olivier Clément
11 segretario generale
del Consiglio ecumenico
Sebbene Flstruzione segni un certo progresso, rimane al di sotto di'
ciò che ci si sarebbe potuto aspettare dopo la promulgazione della Dichiarazione sulla libertà religiosa, del Decreto sull’ecumenismo e soprattutto
dopo la discussione avutasi in concilio sul problema dei matrimoni misti.
Le difficoltà di fronte a cui le regole attualmente in vigore pongono il
congiunto non cattolico non sono eliminate che in lievissima misura.
Il progresso più rilevante sta nell’abolizione della scomunica dei cristiani cattolico-romani il cui matrimonio è celebrato al di fuori della
Chiesa cattolico-romana. Tale decisione porta a non pochi cattolico-romani un indubbio alleviamento e significa, indirettamente, tm nuovo
grado di riconoscimento accordato al matrimonio contratto al di fuori
della Chiesa cattolico-romana.
Il testo apre pure una via, in quanto la coscienza della parte non
cattolica, almeno in alcuni casi particolari, potrebbe essere meglio rispettata. Sebbene, in via generale, sia ancora richiesta la promessa di
allevare i figli nella fede cattolica, l’Istruzione lascia aperta la possibilità
di vedersi dispensare da tale promessa grazie a una decisione della Santa
Sede. Tutto dipenderà dall’uso che di tale possibilità sarà fatto.
Tuttavia l’Istruzione rimane al di sotto di ciò che ci si poteva attendere allo stato attuale delle relazioni ecumeniche, poiché:
a) non fa alcuna vera distinzione fra il matrimonio di due cristiani
di confessioni diverse e il matrimonio di un cristiano con un non cristiano. Non viene quindi riconosciuto ciò che, malgrado le loro divisioni,
i cristiani hanno in comune;
b) esige, come prima, dal congiunto non cattolico la promessa di
allevare i figli nella fede cattolica, anziché lasciare ai genitori tale decisione. Che tale promessa possa, in certi casi, essere data soltanto oralmente non costituisce alcun vero progresso;
c) come prima, non è riconosciuta la validità di un matrimonio
misto contratto al di fuori della Chiesa cattolico-romana (eccettuati i
m.atrimoni nella Chiesa ortodossa, un aspetto della questione che il
concilio ha esaminato separatamente).
L’Istruzione prevede che un prete o un pastore non romano possa
pronunciare una benedizione o compiere un atto di questo genere « dopo »
la conclusione del matrimonio cattolico-romano. Sta ad ogni chiesa pronunciarsi a proposito di tale possibilità. E’ tuttavia improbabile che tale
disposizione sia accolta con molto favore.
Il testo non è stato reso pubblico sotto la forma che ci si aspettava,
cioè come « Motu proprio » del papa. Ciò permette di sperare che l’Istruzione non rappresenti rultima parola su tale questione. Le relazioni fra
la Chiesa cattolico-romana e le Chiese membri del C.E.C. si sono sviluppate a un punto tale che non solo è possibile ma è necessario far
piocedere oltre la conversazione ecumenica.
W. A. Visser ’t Hooft
Il Card. d. Bea
Subito dopo la promulgazione dell’Istruzione, in im’intervista a « La
Stampa», il card. A. Bea, presidente
del Segretariato vaticano j^r l’unione
dei cristiani, aveva dichiarato che
nuovi cambiamenti potrebbero intervenire nei regolamenti della Chiesa
cattolica sui matrimoni misti, ma
che non ci si poteva attendere una soluzione completamente soddisfacente.
Alludendo in particolare alle critiche dell’arcivescovo di Canterbury,
Ramsey, il cardinale notava che il recente addolcimento di questi regolamenti aveva deluso alcuni; «Nat'uralmente, in questo campo ulteriori conversazioni potranno avvicinare i punti di vista. È necessario dire francamente che, in un certo senso, nessuna
soluzione potrà mai o^sere pienamente soddisfacente. La sola vera soluzione è l’unità dei cristiani ».
Hans Küng
Il noto teologo cattolico Hans Küng,
docente presso l’Università di Tubinga, subito prima della promulgazione
dell’ Istruzione aveva affermato, in
un’intervista al settimanale tedesco
« Der Spiegel » ohe la Chiesa romana
poteva risolvere il problema dei matrimoni misti prendendo tre misure:
1) abolire la scomimica dei cattolici che hanno ricevuto la benedizione nuziale al di fuori della Chiesa
cattolica e anche di coloro che si sono
sposati solo cMlmente;
2) riconoscere la validità dei matrimoni celebrati in Chiese diverse da
quella cattolico-romana ;
3) lasciare ai genitori la libertà di
risolvere il problema del battesimo e
dell’educazione dei figli nati da un
matrimonio misto.
Il p. Küng, di cui sono note le avventurose rivalutazioni cattoliche della Riforma (in questa stessa intervista, dichiara che la scomunica di Lutero andrebbe abrogata com’è stato
per il caso — ben diverso! — del patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario), è un «guastatore» cattolico
di cui non sappiamo se ammirare il
coraggio o la sagacia (sua e della sua
Chiesa) nel suscitare simpatie capaci
di minimizzare, per gli spiriti superficiali, il rigore dei doc\imenti...
La Chiesa evangelica
della Renania
La Chiesa evangelica della Renania
ricorda in una lettera ai suoi pastori
che, secondo la sua costituzione, è loro vietato partecipare a un matrimonio misto celebrato da un sacerdote
cattolico-romano. Quest’interdizione
rimane valida. « L’Istruzione cattolico-romana del 18 marzo 1966 conferma, malgrado il voto del concilio Vaticano, che i matrimoni misti benedetti in una chiesa protestante non
sono validi (...). In contrasto con lo
spirito del decreto De Oecumenismo,
il problema dei matrimoni misti non
è stato esaminato con i rappresentanti di altre confessioni. La Chiesa
cattolica ha deciso unilateralmente
che un pastore protestante può pronimciare una benedizione dopo ohe il
matrimonio è stato celebrato da im
sacerdote cattolico. Il pastore protestante che vi si presta sostiene un
punto di vista cattolico-romano che,
secondo noi, è contrario alle S. Scritture e all’insegnamento dei Riformatori ».
La Chiesa riformata
del Cantane di Fribnrgo
Il Sinodo della Chiesa evangelica riformata del cantone di Friburgo,
riunito ai primi di giugno a Morat,
................................................................ .m
...............................................................
iiliiiiiliilimmiiimiiiiiiiii
ha fatto questa dichiarazione circa i
matrimoni misti : « Considerando che
l’Istruzione romana sui matrimoni
misti, pur abrogando la pena diffamatoria della scomunica di un oattolico che faccia benedire il suo matrimonio in una chiesa riformata, continua a definire tale unione « invalida» e ad escludere praticamente il
cattolico dalla comunione, il Sinodo (...): — insiste presso i suoi fedeli
affinchè essi ubbidiscano fermamente
alla loro coscienza quando si esigono
da loro promesse riguardo ai loro figli, siano esse scritte o orali; se essi
desiderano ottenere una dispensa dalla Chiesa cattolico-romana (prevista
nellTstruzione) il Sinodo li prega di
riferirne al Consiglio sinodale; — si
oppone, finché non sarà riconosciuta
la reciprocità da parte della Chiesa
romana, a che un pastore riformato
partecipi con una preghiera o un’elocuzione a una cerimonia nella chiesa cattolica; — auspica che non venga accordata l’autorizzazione di celebrarvi una messa, poiché la celebrazione dell’Eucarestia (secondo il rito
cattolico) non può che sottolineare il
fatto che il coniuge evangelico non
vi partecipa affatto; — esprime la
speranza, di fronte al carattere provvisorio dellTstruzione, che il dialogo
interconfessionale in proposito proseguirà in seno agli organismi esistenti, ai quali il Sinodo tiene ad
esprimere la propria fiducia ».
ORISTIAMI
NEL MDNDD
A Caracas, nel Venezuela, paslori, sacerdoti e responsabili di varie comunità
rappresentainti tradizioni religiose che vanno dalla Chiesa cattolico-romana ai movimenti pentecostali, si riuniscono ogni mese
per discutere questioni teologiche. Questi
incontri amichevoli raccolgono cattolici
ukraini, vecchio-cattolici, anglicani, preshiteriani, luterani, battisti, quaccheri, pentecostali, ecc. ; secondo un quotidiano della
città, essi sarebbero stati impensabili 3 anni fa. (E i cattolici venezuelani? n.d.r.).
'fz La « giornata d’offerta » riservata al
programma missionario dalla comunità congregazionalista di Park Street a Boston ha
reso quest’anno circa 275.000 dollari (circa
170 milioni di lire). (Questa comunità finanzia un centinaio di missionari, scuole, ospedali e ambulatori in 48 nazioni.
La Chiesa unita del Cristo (Kyodan,
190.000 membri) nel Giappone sostiene 27
missionari inviati da essa in Brasile, Argentina, Bolivia, Hawai, Canada, Thailandia,
India, Egitto, Okinawa.
Gli aborigeni protestanti di Formosa
(Taiwan) hanno organizzato a Taipeh corsi
sul funzionamento delle Società di credito :
vi hanno collaborato due gesuiti e sono stati
seguiti con interesse da pastori e laici, che
auspicano che presto vi siano seambi di idee
fra cattolici e protestanti anche sul piano
della dottrina.
Il past. José Cardona, segretario esecutivo della commissione evangelica spagnola
per le questioni giuridiche, ha dichiarato che
negli ultimi mesi la situazione dei protestanti spagnoli è nettamente migliorata. La
totalità dei 460 luoghi di culto protestanti
sono aperte ai fedeli, e due sole scuole protestanti rimangono chiuse. J. Cardona presentava una relazione sull’attuale situazione
giuridica dei protestanti spagnoli al Centro
ecumenico « Giovanni XXIII » dell Università pontificia di Salamanes.
ci scrivono
Invito
a Taizé
Riferendoci al vostro settimanale
del 3 giugno ’66, con articoli sulla
fame nel mondo e sul dialogo ecumenico, invitiamo tutti i giovani protestanti italiani preoccupati da questi
temi aH’incontro del 2-5 settembre.
Oggi l’ecumenismo che suscita tanta
speranza rischia di fermarsi al dialogo-istituzione. Riscoprire che l’ecumenismo è anche un invito ad incontrare
l’uomo, a ricercare in lui 1 imagine di
Dio, a partecipare con lui alla costru.
zione di un mondo più fraterno, costituisce una delle condizioni per un
nuovo slancio.
Giovani di tutte le confessioni, sia
del Terzo-Mondo che dell’Europa, si
raduneranno a Taizé dal 2 al 5 settembre prossimo. Coloro che sulla collina stanno davanti a Dio, parteciperanno alla preghiera comune, nell’at
tesa dell’unità « affinchè il mondo pos.
sa credere », Tenteranno, soprattutto
per mezzo del dialogo generale o a
gruppi, di scoprire nuove e concrete
possibilità d’impegno cristiano.
La partecipazione a quest’incontro
di studenti del Terzo-Mondo che vivono in Europa renderà viva la reciprocità necessaria a quest’impegno e
al colloquio che si terrà a Taizé. La
solidarietà dei cristiani in Gesù Cristo rimane, come nei tempi apostolici,
la testimonianza più chiara per il
mondo quando questa solidarietà si
apre al mondo.
Saranno pure presenti a Taizé varie personalità protestanti, cattoliche
e ortodosse. Data l’importanza dell’incontro, vi aspettiamo numerosi. La
vostra partecipazione è essenziale.
Tutti possono iscriversi, indicando:
— nome, cognome e indirizzo;
— età, professione, confessione, mezzo di trasporto scelto (se in auto,
numero dei posti eventualmente
liberi);
— se vengono con una tenda, data la
difficoltà d’alloggiamento sulla col.
lina (vi saranno anche posti in
semplici dormitori improvvisati nei
dintorni); anche qui preghiamo di
indicare il numero dei posti eventualmente liberi.
Il problema finanziario non deve
impedire il soggiorno a nessuno. Il
prezzo indicato è di 20-25 Fr., per i
pasti dal 2-IX alle ore 16 al 5-IX affé
ore 11 ed altre spese di organizzazione.
Indirizzare la corrispondenza a :
Rencontre internationale F - 71
Taizé-Communauté
Per Anna
Per la giovane etiopica segnalataci
dalla missionaria Paola Tron: Unione
Femminile (Vallecrosia) L. 10.000;
Lino de Nicola (Sanremo) 5,000; F.
M. G. (id.) 2.000; Liliana Ribet (Torino) 5.000; E.F.G. 5.000. Grazie!
4
pag. 4
N. 27 — 8 luglio 1966
Il t6St 6por6CÌÌeS6 Felónica e Diaspora
della Bassa padana
La nostra comunità di Ivrea, alla vigilia
della costruzione del tempio, si trova ad
una svolta determinata dell’evolversi della situazione della chiesa e della città
Per un insieme di fattori interni ed esterni la vita della nostra chiesa si trova attualmente davanti ad una svolta che sarà ricca
di conseguenze per il suo futuro. L’aspetto
più appariscente di questa svolta è dato dalrimminente costruzione del nuovo tempio :
con questa costruzione noi ci presenteremo,
per così dire, ufficialmente in pubblico, come
comunità di credenti evangelici che intende
testimoniare e durare nel bel mezzo di questa moderna città industriale. E’ chiaro che,
una volta costruito il tempio, non potremo
accontentarci di condurvi una tranquilla esistenza ecclesiastica, ma che dovremo realizzare una più profonda vita d’impegno e di
fraternità cristiana.
Ma questo maggiore impegno ci è ormai
richiesto daWevolversi stesso della situazione
della città e della chiesa : mentre in passato
la comunità evangelica veniva fatta oggetto
di alto ma gelido rispetto, oggi^ nel nuovo
clima di questi anni, essa è oggetto di un in.
teresse attivo. In quest’anno abbiamo sperimentato che se la nostra chiesa organizza una
conferenza su argomenti dì vera attualità, la
gente viene (non cosi accadeva, ad es., 5 anni fa!), si interessa, discute; e di rimbalzo,
quando in città prendono corpo iniziative di
carattere sociale o culturale, la nostra chiesa,
o la nostra unione giovanile, vengono invitate a dare la loro partecipazione, sia come
organizzatori che come interlocutori. Certo
queste proposte debbono essere attentamente
vagliate, ma in base alle esperienze di questo
anno una cosa è certa ; dato che la nostra
comunità è relativamente numerosa e si trova a vivere in una città relativamente piccola, essa dispone di una reale possibilità di
azione, soprattutto in un tempo di crisi delle tradizionali organizzazioni dì massa. Ma
l’esistenza stessa di queste possibilità apre
per noi una serie di gravi problemi ;
— anzitutto è chiaro che noi siamo chiamati a portare una attenta presenza e una
continua testimonianza, come gruppo di credenti, nella vita cittadina: sia nei dibattiti
che nelle azioni di responsabilità sociale noi
dobbiamo essere in grado di portare una parola diversa dagli altri: non certo per gusto
di originalità, ma per stretto dovere di fedeltà alla Parola di cui siamo ministri;
— in secondo luogo è chiaro che una pura
e semplice a presenza » sul terreno dell’opinione pubblica è del tutto insufficiente : il
vero problema che sta davanti a noi è il problema evangelistico.
Questo problema si configura per noi sotto
due aspetti principali :
a) una risposta evangelica alla diffusa,
reale secolarizzazione deUa nostra città, sia
pure mascherata dall’ossequio (parziale) alla
religione dello Stato;
b) una risposta evangelica al terribile
senso di isolamento e di frustrazione di cui
soffrono gli uomini che vivono in una città
tipicamente industriale come la nostra.
Per dare questa risposta non basta certo
una pura e semplice opera di diffusione delle convinzioni protestanti: certo, abbiamo in
progetto per il prossimo anno di compiere
un’opera di colportaggio di libri della Claudiana fuori del nostro ambiente (dopo il riuscito esperimento di colportaggio interno,
svolto quest'anno), e di far affluire libri e
giornali evangelici a tutti i centri culturali
della città e delle industrie locali. Ma in definitiva l'efficacia di un'azione evangelistica
dipenderà dal tipo di vita cristiana che saremo stati capaci di incarnare. E questo ci
conduce ai problemi interni della vita della
comunità :
— di fronte alle nuove possibilità d’azione che ci si presentano, i membri di chiesa
più impegnati sentono fortemente l’esigenza
di un approfondimento biblico teologico: senza di esso non ci sarà possibile presentarci a
lungo come « interlocutori validi » sulle piccole arene della nostra città : nè ci sentiamo
di delegare al solo pastore il compito di presentare una coerente visione protestante della fede e dei fatti della vita;
— negli ultimi mesi è stata appassionatamente dibattuta la possibilità di realizzare
una piu qualificata vita comunitaria: una
parte della chiesa non si accontenta più della
normale attività ecclesiastica (pur seguendola assiduamente), fatta di culti e riunioni,
ma vuole andare più avanti. Si spera di avere, in avvenire, un’attività sociale accanto al
nuovo tempio; si vuole avviare una vera e
propria « cura d’anime laica », con visite sistematiche alle persone che vivono al margine della chiesa, o che vi si stanno avvicinando; infine si propone di stabilire una cer.
ta misura di vita comune, almeno con frequenti agapi fraterne e valutazione comune
dei problemi più brucianti. Si vuole cioè
passare dallo stadio di comunità parrocchiale
a queUo di comunità vocazionale di carismi,
nella persuasione che solo una comunità di
questo tipo può dare un'autentica risposta
Culto radio
ore 7,30
Domenica 10 Luglio
Pastore IVO BELLACCHINI
Salerno
Domenica 17 Luglio
Pastore IVO BELLACCHINI
Salerno
evangelica alla sofferenza ed al peccato dell’uomo moderno, nostro fratello;
— oggetto d’una certa preoccupazione è il
futuro della nostra attività giovanile : i giovani che in questi anni avevano assicurato il
nerbo dell’unione si vanno quasi tutti sposando, per cui nel prossimo autunno occorrerà ricostruire l’unione su basi adatte alla
più giovane generazione che si sta affacciando: lavoro che richiederà un grosso impegno,
pastorale e laico;
— l’immigrazione degli anni Sessanta non
ha solo rafforzato la comunità valdese, ma
ha anche portato in città elementi appartenenti alle più diverse chiese e sette evangeliche : Se vogliamo evitare una spaventosa
polverizzazione della testimonianza evangelica, urge stabilire un clima unitario ed una
solidarietà d’azione con tutti gli altri evangelici della città. Per ora questo lavoro è sta.
to avviato a livello giovanile, con la costituzione del « Gruppo Giovanile Protestante »,
formato da elementi attivi di quattro denominazioni diverse.
PERSONALIA
Esprimiamo la nostra fraterna simpatia a tutti i familiari della Signora
Clotilde Troin ved. Gay, madre del
Pastore Carlo Gay, ohe è mancata la
scorsa settimana.
Si sono sposati, a Pinerolo, Claudio
Tron e Milena GrUl. Al nostro collaboratore e alla sua compagna esprimiamo il nostro augurio affettuoso per
la loro vita comune, rallegrandoci con
loro per la loro gioia.
Ai^rendiamo con molto piacere che
Gigliola Anna Ribet ha conseguito
presso PAccademia Albertina di Belle Arti di Torino, sezione scultura,
l’ambito titolo. Alla neo-scultrice inviamo le nostre più cordiali felicitazioni.
La nostra a Relazione Annua » non riporta quest’anno fatti di (particolare rilievo.
L’attività ecclesiaBtica si è svolta secondo la
« tradizione » divenuta ormai, per larga parte della comunità, forma di vita. Si registra
una diminuzione della media dei partecipanti al culto domenicale e in genere alle
varie attività infrasettimanali come pure alle attività indette in occasioni speciali dal
Consiglio di Chiesa. Per contro la Scuola
Domenicale e il catechismo hanno dato risultati soddisfacenti. Lusinghiera è stata la
risiposta alPappello finanziario. È stato raggiunto l’ammontare della contribuzione annua richiesta dalla Tavola e generose offerte sono state versate per scopi vari.
Un altro aspetto positivo sottolineato dalla « Relazione » e il richiamo che la nostra Chiesa locale esercita nella zona. Numerose infatti sono le ipersone, singole o a
gruppi, che chiedono di aver un colloquio
con l’A.E. per approfondire i motivi del
nostro dissenso con la Chiesa romana. E’
questa una porta aperta verso l’esterno e
una bella occasione di testimonianza resa
al Signore della Chiesa.
Nel corso dell’anno è stato amministrato
il Santo Battesimo a: Moreschi Bruno e
Moresohi Claudio di Vito e di Traili Loretta, residenti a Pordenone; Borsari Rita
di Gastoiie e Bertoi Albina, residenti a San
Benedelto Po; Moreschi Claudia di Franco
e di Pasquali Gabriella, residenti a Fclonica- Sono state celebrate le nozze di Moreschi Tito e Bombarda Giuditta domiciliati
a Felonica; Negri Tino e Goffrè Andreasi
Marta domiciliati a Felonica. Sono state acs
comipagnate al caimpo del riposo le foglie
mortali di Mistri Giovanni di anni 63; Moreschi Artemide Rosa v. Barlera di anni 93;
Marchini Luigi di anni 72.
Come per il passato pure quest’anno abbiamo avuto diverse visite : 6 giugno 1965 il
Pastore G. Girardet; 22 ottobre il fratello
Jacob e la sua Signora ci hanno parlato del
movimento evangelico Tzigano; 6 novembre
visita di Chiesa da parte della Commissione
Distrettuale. In quella occasiono il Pastore
Bertalot ha presieduto una conferenza pubblica sul tema : « La fede evangelica dopo
il Risorgimento »; 26 febbraio 1966 il Pastore A. Vetta e la Sua Signora accompagnati da un gruppo di giovani bresciani; il
17 aprile un gruppo dell’Unione Giovanile
di Mantova; 23 aprile il Pastore Paolo Ric
ca ha presieduto una conferenza pubblica
sul tema: «Una valutazione protestante sul
Concilio Vaticano II »; ed infine il 15 maggio un gruppo di Membri di Chiesa hanno
restituito la visita ai Bresciani partecipando
alla giornata celebrativa del cinquantenario
della costruzione del Tempio Valdese di
Brescia.
Oltre alle normali attività ecclesiastiche
abbiamo avuto anche quest’anno alcune attività para ecclesiastiche tra le quali va
menzionato il dopo-seuola istituito l’anno
scorso per opera volontaria di un’insegnante
evangelica, la quale, malgrado non poche e
dolorose traversie, ha dato parte del suo
tempo per tale scopo. Questa attivilà è stata
arricchita dall’opera della Prof. E. Mantovani che ha insegnato disegno e modellaggio su creta c plastilina, e dalTopera della Prof. Bertinat che ha insegnato canto ed
ha curato la preparazione della Festa dell’Albero di Natale. Purtroppo anche questa attività, come pure la Scuola Domenicale, ha avuto periodi di interruzione a
causa delle malattie infettive dell’infanzia
(morbillo e epatite-virale).
Per quanto concerne la diaspora, a causa
di varie ragioni contingenti, quest’anno il
culto a Santa Lucia di Quistello non ha potuto aver luogo regolarmente, ma in compenso sono state curate le visite alle famiglie isolate, agli ammalati e alle persone
anziane che costituiscono ormai la maggioranza della nostra presenza evangelica nella
zona. Buona è stata la partecipazione finanziaria deUa diaspora e grazie alla generosità di alcuni fratelli ed amici la piccola
cappella acquista via via decoro ed è ancora valido mezzo di testimonianza evangelica nella zona.
A due riprese il piceolo nucleo evangelico
si è raocolto in meditazione e preghiera per
accompagnare al campo del riposo le spoglie
mortali di: Pedrazzoli Brigida ved. Zampolli il 14 novembre 1965 e di Simonassi
Anseimo il 22 dello stesso mese. Non erano
Membri di Chiesa ma ambedue hanno espressamente lasciato detto che desideravano
« essere accompagnati al caimpo di riposo
dal Pastore Valdese ». Al Signore la nostra
riconoscenza e la gloria, poiché, se qualcosa
di buono vi è stato nel nostro operare, è
opera delle sue mani.
Anz. Evang. Felice Bertinat
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
CATANIA
La vita della Comunità si è svolta, prínci
pálmente, ma non esclusivamente, nei culti
domenicali, sempre ben frequentati da una
rallegrante partecipazione dei membri di
chiesa (raramente però da estranei). La San
ta Cena è stata celebrata una volta al mese
Le riunioni del mercoledì sera, invece, han
no continuato ad essere poco frequentate
per quanto l’inizio autunnale sembrasse promettere bene. Abbiamo studiato, nel corso
di 24 settimane, i seguenti argomenti : Rap
porto sul « servizio » di Nuova Delhi, i matrimoni misti dopo il Concilio, la guerra e la
non violenza, alcuni temi del Concilio Vati
cano (riforma liturgica, la ecclesiologia cat
tolica, le fonti della rivelazione, l’ecumeni
smo cattolico e la libertà religiosa, la Chic
sa e il mondo), risultati e speranze del Con
gresso Evangelico Italiano.
La Scuola Domenicale ha riunito una quin
dicina di ragazzi. Frequenza e studio abba
stanza buoni. Quattro monitrici hanno col
laborato col Passatore .Ben riuscite le feste
dell’Albero di Natale e della famiglia <
stiana.
Ai corsi di catechismo hanno preso parte
tredici catecumeni, cosi divisi : uno in lo an
no, tre in 2®, sette in 3«, due in 4° (di cui
uno ammesso a Pentecoste).
h''Unioìie Giovanile, con una ventina di
iscritti, ha avuto un anno abbastanza buono
per la varietà di argomenti studiati (la « politica deUa chiesa », l’obiezione di coscienza,
questi trattati insieme alla unione battista)
Sono state lette e commentate pagine di
Barth, Casalis, Miegge. Alcuni elementi
sono impegnati in una campagna di diffusio
ne del libro evangelico, con un certo risul
tato. Numerosi i giovani che hanno parteci
pato al convegno deU’8 dicembre a Messina
Un foglio periodico (« coUoquio ») che avreb
be dovuto, nelle intenzioni dei promotori
giovanili, avviare un fruttuoso dialogo tra la
comunità e il mondo esterno, dopo qualche
numero, a seguito di divergenze in seno all’unione e nel comitato di redazione stesso
sulla traduzione nel concreto della sua azione. cessò di essere voce dell’unione.
Il piccolo gruppo corale sotto la guida della Sig.ra Peyrot ha svolto una modesta per
quanto apprezzata attività, preparando alcuni
cori per Natale, Capodanno, XVII febbraio e
Pasqua.
La Unione Femminile Valdese, al suo 2®
anno di vita, ha ancora stentato ad inserirsi
nella Comunità, forse perchè i suoi compili
non sono ancora sufficentemente chiari.
I lavori per il nuovo tempio, che sembravano, un anno fa, felicemente iniziati (dopo
tente difficoltà) sono poi stati improvvisamente e inspiegabilmente interrotti dalla dit.
ta appaltatrice per delle ragioni non molto chiare... La comunità si augura che la
Tavola prenda in seria considerazione la que.
stione, e si possa, dopo anni di speranze e
delusioni, finalmente disporre dei nuovi locali di cui si sente la improrogabile necessità,
anche ai fini di una maggiore e più varia
testimonianza nella città.
La società di cucito (che data da vari decenni) ha svolto anche quest’anno una preziosa attività a favore delle opef« assistenziali
della chiesa, tra cui là Casa di riposo di Vittoria, l’Asilo inf. di Pachino, il Gould di
Firenze e l’Orfanotrofio Femm. di Torre Pellice.
Il Consiglio di chiesa, a seguito di un voto
di sfiducia emesso nei suoi confronti in occasione di una assemblea l’autunno scorso
(ove erano presenti solo 26 votanti su cento
e più membri elettori) è stato completamente
rieletto in una successiva assemblea. Un nuovo membro è entrato a farvi parte, avendo
uno dei precedenti chiesto di essere sollevato
dall’incarico.
Le finanze, sia per i bisogni locali, che per
le opere assistenziali, sia soprattutto per la
Cassa Centrale, hanno segnato quest’anno un
notevole aumento, rispondendo così aH’appello del Sinodo. I versamenti alla Tavola sono
passati da L. 1.950.000 a 2.500.000 (una me.
dìa dì L. 13.000 per membro).
L'anno può, nel suo insieme, considerarsi
buono. Rimangono, tuttavìa, alcuni problemi
aperti : l’assenteismo e l’indifferenza di un
certo numero di membri di chiesa, « evangelici non praticanti » (?!), e una certa tendenza, da parte di alcuni, a « politicizzare »
la vita della chiesa generando perplessità,
confusioni e polemiche che, anzi che servire la causa della testimonianza, la compromettono pericolosamente. Ci auguriamo che
questi aspetti possano chiarirsi positivamente
nella coscienza di tutti.
L’Assemblea di Chiesa, riunita domenica
12 giugno, ha ascoltato e discusso la relazione annua, ed ha nominato quale delegato alla Conferenza Distrettuale la Prof.ssa Camilla Vitale.
BOBBIO PELLICE
Domenica 3 luglio, nel corso del nostro
culto, è stato posto il segno del Patto sul
bambino Monnet Roberto di Bruno e Negrin
Giuditta (Costa).
La grazia e la benedizione del Signore accompagnino sempre questo bimbo e tutti i
suoi cari. e. a.
PERRERO - MANI6LI
Giovedì 23 giugno un lungo corteo di parenti^ amici e compagni di lavoro, ha reso
gli ultimi doveri alla spoglia mortale del nostro fratello Guido Peyran, deceduto al Lorenzo, all’età di 38 anni. Alla venerata madre, alle sorelle, ai fratelli ed ai parenti tutti, rinnoviamo in quest’ora cosi dolorosa,
l'espressione della nostra profonda simpatia.
rimìni
S. maria di LIC0D1.\- Lenlainenle il
piccolo gruppo sembra uscire dal suo isolamento. Di tanto in tanto alcuni estranei
partecipano al culto (die è stato tenuto,
come per il passato, una volta al mese).
Abbiamo istituito quest’anno una riunione
quindicinale su settimana, nel corso della
quale si sono trattati in tono familiare, argomenti di attualità come: le risultanze del
Congresso Evangelico Italiano e il Concilio
Vaticano da un punto di vista evangelico.
TAORMINA. Nessuna novità da segnalare. A viste umane nessuna apertura evangelistica in questo paese, che pure è visitato ogni anno da centinaia e centinaia di
turisti protestanti. (Vi è sul posto una
chiesa inglese con un pastore, che tiene regolarmente i culti (per le persone di lingua
inglese; durante i mesi estivi, si tengono
anche culti in liugua tedesca). 11 nostro
gruppo, costituito da una decina di persone,
è stato visitalo una volta al mese. Il pa,slore, prima del cullo, ha regolannenle
riunito i quattro ragazzi evangelici del posto
per il corso della scuola domenicale e l’inizio del cateohismo; un giovane, terminala
la sua preparazione, è stalo confermato la
domenica 22 maggio nel corso di un cullo
solenne, cui partecipò un folto gru(ppo da
Catania. Per l’occasione erano presenti numerose persone estranee, per lo più parenti e amici del confennando.
I culti, durante il periodo estivo, hanno
luogo come lo scorso anno in una sala
dell’Hotel Lloyd, Via al Mare, con il seguente orario : ore 9,30, culto in tedesco ;
ore 10,30, culto in inglese; ore 18, cullo in
italiano.
Radio-TV della Svàzera Italiana
Domenica 10 luglio - ore 9,15 - Conversazione evangelica alla radio (pastore Otto
Ranch). « La Parola del Signore », alla
fine delle trasmissioni televisive (pastore Guido Rivoir).
Domenica 17 luglio - ore 9,15 - Conversazione evangelica alla radio (past. Guido
Rivoir). « La Parola del Signore », alla
fine delle trasmissioni televisive (pastore Silvio Long).
Domenica 24 luglio ■ ore 9,15 - Conversazione evangelica alla radio (pastore Otto
Ranch). « La Parola del Signore », alla
fine delle trasmissioni televisive (pastore Guido Rivoir).
ATTENZIONE
Vi preghiamo prendere nota che
nella « GUIDA ai luoghi di culto
evangelico » inserita nel numero precedente del nostro settimanale deve
essere aggiunta a pag. 6 la seguente
indicazione :
CAREMA - CV Via Basilia - Dom.
h 8,45 - Tel. 37.82 (Ivrea).
Copie della « Guida » possono essere richieste alla Claudiana. Prezzo:
L. 25 la copia.
in BReue
* Dieci monaci anglicani e venti monaci
cattolico-romani provenienti daU’Europa, dalrindia e dagli Stati Uniti si sono riuniti nel
nuovo centro ecumenico di Assisi. Il can.
Findlow, che dirige il Centro ecumenico di
Roma inaugurato in marzo dall’arciv. Ramsey, assisteva a quest’incontro, e ne ha organizzato uno analogo a Roma. I partecipanti
hanno avuto uno scambio di idee sulla Bibbia, la psicologia della vita religiosa, le voca.
zioni, la collaborazione fra cattolici e anglicani.
* A maggioranza schiacciante il Consiglio
britannico delle Chiese ha deciso di stabilire
legami più stretti con la Chiesa cattolica in
Gran Bretagna : .sarà costituito un gruppo
misto di lavoro (simile, su base nazionale, a
quello Vaticano-C.E.C.).
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a, - Torre Pellice (To)
avvisi economici
OSPEDALE Evangelico Valdese Torino cerca per servizio guardia medica notturna
giovane medico evangelico, dal primo
Settembre.
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Scrivere Libreria Claudiana - Torino - Via
Principe Tommaso 1.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Ernesto Tron
ringraziano vivamente quanti hanno
partecipato al loro grande dolore in
occasione della tragica dipartenza del
loro caro, in modo particolare esprimono la loro riconoscenza ai pastori
Genre e Emilio Corsani.
S. Secondo, 19 giugno 1966.
RIN GRAZIAMENTO
La famiglia Peyran, nell’impossibilità di farlo personalmente, ringrazia
caldamente tutti coloro che hanno
partecipato al suo dolore con affettuosa e tangibile solidarietà, specialmente i vicini di casa, in occasione della
dipartita del suo caro
Guido
« Il suo sole è tramontato
mentre era ancora giorno »
( Geremia XV : 9 )
Lorenzo di Maniglia 23 giugno 1966.
Luned'. 27 giugno 1966 è improvvisamente mancata
Maria Farinetti
Chiampo
Rattristati lo annunciano la figlia
Marisa, con il marito prof. Remigio
Baldoni e i figli Daniela, Claudia,
Cristina e Guido.
« Io sono la risurrezione e la
vita; chi crede in me, quand’anche muoia, vivrà ».
(Giovanni 11: 25)
Rocca Priora, Falconara (Ancona)
RINGRAZIAMENTO
«...e la morte non sarà più;
nè vi sarà più oordogUo/, nè
grido,_ nè dolore, perchè le cose
di prima sono passate »
(Apoc. 21: 4)
Le famiglie Gay, Peyronel, Tron
ringrariano tutti quelli che hanno
partecipato al loro dolore per la partenza della loro amatissima
Clotilde Tron
ved. Gay
che si è addormentata nel Signore il
30 giugno.
Porosa Argentina, 1® luglio 1966.
ringraziamento
La famiglia del compianto
Giovanni Daniele
Pontet
ringrazia tutti coloro ohe presero parte al grande dolore per la perdita
d.el suo caro. Un ringraziamento particolare al Dott. Gardiol, ai Pastori
Jahier e Magri, e ai vicini d casa.
Lusema S. Giovanni, 2 luglio 1966.